Twenty moments of Clato

di alix katlice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Moment 1- Pretty Girl by Sugarcult ***
Capitolo 2: *** Moment 2 - Senza fiato (Negramaro) ***
Capitolo 3: *** Moment 3- Spellbound (Lacuna Coil) ***
Capitolo 4: *** Moment 4- What is a soulmate? ***
Capitolo 5: *** Moment 5- Qualcosa di grande fra di noi (Lunapop) ***
Capitolo 6: *** Moment 6- Brividi (R.A.K.) ***
Capitolo 7: *** Moment 7- Cleptomania (Sugarfree) ***
Capitolo 8: *** Moment 8- Paura mi fai (by Blastema) ***
Capitolo 9: *** Moment 9- Eye of the tiger (Survivor) ***
Capitolo 10: *** Moment 10- Don't you remember (Adele) ***
Capitolo 11: *** Moment 11- Superenamorandome (Anahi) ***
Capitolo 12: *** Moment 12- Open your eyes (Guano Apes) ***
Capitolo 13: *** Moment 13- Shattered (Trading Yesterday) ***
Capitolo 14: *** Moment 14- I will follow you into the dark. (Death cab for cutie) ***
Capitolo 15: *** Moment 15- Fragile (Matmata) ***
Capitolo 16: *** Moment 16- Stai fermo lì (Giusy Ferreri) ***
Capitolo 17: *** Moment 17- Lost (Red) ***
Capitolo 18: *** Moment 18- Left outside alone (Anastacia) ***
Capitolo 19: *** Moment 19- Pioggia (OneMic) e Because you love me (Celine Dion) ***
Capitolo 20: *** Moment 20- Safe and sound (Taylor Swift) ***



Capitolo 1
*** Moment 1- Pretty Girl by Sugarcult ***


1-   Pretty girl (by Sugarcul)
Consiglio di leggerla con sottofondo la canzone dei Sugarcult, Pretty Girl, rende molto di più!

 
 
 
By Clove
 
[It’s the way that he makes you feel! You can never get him out of your head]
 
Un coltello. Due coltelli . Tutti alla gola dei manichini, colpiscono con una straordinaria precisione per essere tirati da una quindicenne, no? No! Non se quella quindicenne è Clove. Clove distretto 2: si, sono io. Io!
 
[It’s the way that he kisses you. It’s the way that he’s in your mind! ]
 
La testa mi scoppia, il dolore mi divora. Fermate questa tortura. Mi prendo la testa fra le mani, mi accascio a terra, ma non serve. Aiutatemi! Aiutatemi, vi prego!
 
[and that’s what you get for falling again: it’s the way that he makes you cry!]
 
Sangue.
Morte.
Coltelli.
Sangue.
Morte.
Bambini.
Solo bambini?
NO! Macchine da guerra. Noi siamo macchine da guerra, noi vinviamo gli Hunger Games!
Sangue.
Coltelli.
Onore.
Onore al mio distretto, devo portare onore al distretto 2.
Mi offrirò come volontaria.
 
[she’s beautiful as usual with bruises on her ego and the killer instict tells her to be aware of evil man]
 
Cosa c’entra Cato, ora? No, perché Cato non si offrirà, non lo farà.
O morirà per primo.
Rido.
 


 
By Cato
 
Quella psicopatica di Clove un giorno di questi mi farà impazzire! Tira i coltelli con una precisione impressionante, con uno sguardo che mette inquietudine. Ora sta soffrendo, o almeno sembra che soffra. Si è presa la testa fra le mani.
 
[pretty girl is suffering while he confesses everything]
 

Stai bene Clove? Stai bene? Si è accasciata a terra, devo aiutarla a rialzarsi, lasciatemi andare.
Piange.
Inizia a piangere, dovrei aiutarla. Si è stesa a terra. Perché cavolo… Ma… sta ridendo? Sta ridendo! È una risata priva di allegria, agghiacciante, da matta. Ma, in fondo, non dovrebbe farmi impressione, qua nel Distretto 2 siamo abituati a manifestazioni del genere.
Siamo tutti mezzi matti.
 
[pretty soon she’ll figure out what his intentions were about]
 
Rido.

 



Spazio autrice:
Mi mancavano Cato e Clove. Ora, per chi non mi conosce, sono una grande fan delle Clato. Secondo me stavano insieme quei due, sono troppo shiippabili -.-
Ma passiamo alla raccolta.
“Ten moments by Clato”
è nata dopo molte riflessioni, alla quale la conclusione è che secondo me, Clove col suo cervello ci litigava un po’. Dopotutto è quella più strana dei favoriti, no? Perciò qui, se trovate la parte di Clove molto incasinata è normale, perché è così che secondo me la sua mente era in quel momento. Cato invece l’ho vouto rendere più umano,  sano di mente quanto me [cit. da una saga molto faiga].
Il  primo “Moment” è molto incentrato sulla psicologia dei personaggi, cosa pensano, come sono messi mentalmente insomma. Spero di non esse risultata noiosa, iniziando direttamente dai pensieri, invece che da qualche bella scena d’azione.
Continuiamo….
Nel prossimo “Moment” vedremo uno scontro diretto tra i due diretti interessati, precisamente tre giorni prima della Mietitura. Sarà più lungo di questo, e sarà solo dal punto di vista di Clove, che intanto tornerà un po’ più sana di mente.
Aspetto recensioni e grazie a chi ha letto.
Baci :*
 Dimenticavo: se volete passare sul mio canale siete i benvenuti. E ora lo Spoiler per il prossimio capitolo!
(Conto di metterlo sempre, visto che sono al “Moment” numero 3, di scrittura su carta )
Se non vuoi avere spoiler fermati qui!!! (e recensisci, si intende xD)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Spoiler:
Un secondo. Ci metto un secondo a sbatterlo al muro e puntargli il coltello alla gola. […]
-         Non giocare alla grande bimba. Non ne sei capace.-
-         Perché vuoi offrirti come volontario?-
Un lampo inquietante gli trapassa gli occhi da parte a parte.
-   Non sei la sola a sognare la gloria. –
***
 
CONTINUA…

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Capitolo 2
*** Moment 2 - Senza fiato (Negramaro) ***


2-     Senza fiato (by Negramaro)
Consiglio di leggerla con sottofondo Senza fiato, dei Negramaro. (Un capolavoro, secondo me! Capitolo più lungo del precedente, buona lettura)


 
 
By Clove 
 
  
-         Clove, stai tenendo male il coltello. –
Con mia grande soddisfazione il coltello, il mio coltello, si conficca proprio nel cuore del manichino. Enobaria non ci sa fare con i coltelli.
- Dicevi? –
- Come non detto. Ricordati di venire presto domani, è il penultimo giorno d’addestramento prima della Mietitura. –
- Ci sarò. –
 
[Sono riva di un fiume in piena. Senza fine, mi copri e scopri come fossi un altalena]
 
Enobaria mi prende per un’idiota. Lo so che fra due giorni ci sarà la Mietitura, non aspetto altro: e sono pronta a partecipare ai Giochi. Tutti dicono che sono troppo piccola, che ho solo quindici anni, che sono troppo debole: ma non è vero.
Non comprendono appieno quanto io sia forte; pochi sanno che mi alleno da cinque anni per i Giochi. Pensano io sia come le altre ragazze-oche della mia età, sempre a parlare di moda o ragazzi; io non sono così. Non capiscono quanto mi piaccia uccidere, veder scorrere il sangue del nemico.
 
[Come fossi niente: come fossi acqua dentro acqua]
 
-         Hey. –
Qualcuno mi fa sussultare. La voce viene da dietro di me: chi può essere così idiota da far sussultare qualcuno che ha un coltello in mano?
-         Ciao Cato.-
Ecco la risposta all’arcano mistero.
-         Lo so il mio nome, Clove. –
Visto? Questa ne è la dimostrazione.
-         Te lo ripeto perché penso tu sia così stupido da non ricordarti il tuo nome per più di due secondi di seguito, Cato.
-         Ok, afferrato il concetto. Ma ora parliamo di cose serie. Ho sentito che vuoi offrirti come volontaria. –
E ora chi ha fatto la spia? Non doveva saperlo nessuno, ed io l’ho detto solo a…
- Enobaria. –
Dice il nome della mia addestratrice come se potesse leggermi nella mente. Io ed Enobaria faremo i conti domani. Riesco a sentire la tensione che c’è nell’ aria, sta diventando sempre più palpabile.
-         E allora, cosa vuoi? Non venirmi a dire che sono troppo piccola o cose del genere. –
-         Perché non dovrei dirtelo, se è vero? E comunque non sono qui per questo. –
-         E allora cosa vuoi comunicarmi, di grazia? –
-         Che non penso che l’Arena sia un luogo per ragazzine isteriche come te. E che mi offrirò come volontario. –
 
[Mi travolge, mi sconvolgi, poi mi asciughi e scappi via. Tu ritorni poi mi bagno,  ti riasciughi e torni mia.]
 
Un secondo. Ci metto un secondo per sbatterlo al muro e puntargli il coltello alla gola. La sua espressione cambia, da divertita… rimane divertita? Incredibile, penso sia l’unico che mi conosca realmente, sangue e coltelli in allegato, e non ha paura di me. Salto la parte sulla “Ragazzina isterica”, si vede che mi ha visto piangere l’altro giorno, e passo al secondo punto.
-         Non giocare alla grande, bimba. Non ne sei capace. –
-         Perché vuoi offrirti volontario? –
Un lampo inquietante gli trapassa gli occhi da parte a parte.
-         Non sei la sola a sognare la gloria. –
-         E quindi ti aspetti che mi faccia da parte? Non lo farò, tanto.-
-         Pensaci bene prima di offrirti. Sei forte, puoi uccidere tutti gli altri tributi, ma io sono più forte di te. –
 
[Dentro esplodi, fuori bruci, ti consumi e scappi via. Mi annerisci, ti rialzi, mi consumi e torni mia.]

La mia rabbia si fa più consistente. Lui è più forte di me!? Sono io quella che punta il coltello sul collo dell’altro. Proprio per dimostrarglielo, il mio coltello passa velocemente dalla sua gola, alla sua guancia. Poi, tiro una linea dritta dove ho poggiato il coltello, proprio sotto l’occhio. Gocce di sangue iniziano  a scendere dal taglio, lente. Le raccolgo con un dito e glielo passo sulle labbra. Per vari secondi lo fisso negli occhi: devo dire che hanno un bel colore. Un’ altra goccia scende sul suo collo e raccolgo anche quella, con il mignolo. Con lo stesso dito, bagnato di sangue risfioro delle labbra, ma sono le mie. Poi gli sorrido, sperando di sembrare una squilibrata mentale, e faccio un passo indietro. Molto probabilmente non sono riuscita ad ottenere l’effetto desiderato, perché non mi guarda terrorizzato: sembra solo stupito. Un’ improvvisa rabbia mi assale e tiro il coltello che ho in mano, proprio accanto alla sua testa, conficcandolo nel legno.
-         Non vedo l’ora di entrare nell’arena con te. Sarai il primo che ucciderò, al contrario delle tue aspettative: è una promessa. Suggellata con il sangue. –
Dico, ammiccando verso le sue labbra. Poi, dandogli le spalle, me ne vado.

 
 
Sono sul mio letto, a pensare all’unica persona che riesce a darmi di volta al cervello: Cato.
Una parte di me vorrebbe solo strangolare a mani nude quell’idiota strafottente, mentre l’altra vorrebbe solo assaporare quelle labbra che mi fanno tanto penare. Non che mi piaccia Cato, però. Lo conosco da troppo tempo, da quando sono entrata all’accademia. Il sonno sta arrivando e l’ultimo pensiero concreto che riesco a formulare è questo: Clove non ama, non ha mai amato e non amerà mai. Perché Clove non può amare: non è capace.
Cato non si offrirà: è troppo codardo, anche se fa credere alla gente il contrario.
[Resto senza fiato.]

 

Spazio autrice:
Ta da!
Secondo Moment. Cosa ne pensate? Ho dovuto farlo tutto dal punto di vista di Clove, perché era trooooppo lungo sennò. Ringrazio chi ha letto, recensito, etc…
Dunque, passiamo al moment.
Clove ha dei momenti si e dei momenti no: qui è abbastanza sana di mente. Clove pensa realmente che Cato non si offrirà, o almeno cerca di convincersene. Ma prima di questo, perché Clove ha questo attaccamento che ancora non capisce, a Cato? Questo lo scopriremo dopo la morte di Cato, dove ci saranno dei flashback. E ora passiamo allo Spoiler!
 
 
 
 
 
Spoiler moment 3
 
Viene chiamato e si avvicina al palco. Ma, cosa… è Cato. Cato!
Il mio cuore si ferma.
Sempre che io ce l’abbia.

 
 
CONTINUA….

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Capitolo 3
*** Moment 3- Spellbound (Lacuna Coil) ***


3- Spellbound (by Lacuna Coil)

 
By Clove
 
 
È il giorno della mietitura. Sento l’ansia dell’ attesa, molti saranno i volontari oggi. Nessuno sa che mi offrirò, oltre ad Enobaria.
L’ultima volta che mi sono allenata non è finita bene: ho iniziato a prendere a coltellate il mio braccio. Enobaria mi ha portato a casa grondante di sangue e la mia famiglia da ieri è molto preoccupata per la mia salute mentale. Pensano io sia matta, pazza, debole.
Il nome viene scelto, è una tredicenne dai tratti dolci: sarebbe morta subito. Alzo la mano e mi faccio avanti. Guardo la mia famiglia: il terrore sfigura i loro volti. Non è così debole Clove, ora, vero? Idioti. Vengo scelta io, fra le decine di mani alzate. Si! Salgo sul palco e aspetto di vedere il mio alleato. Una sola mano si alza. Strano. Il proprietario ha i capelli biondi, occhi azzurri, muscoli sviluppato: bene. Sembra  un buon guerriero. Viene chiamato e si avvicina al palco. Ma, cosa… è Cato. Cato!
Il mio cuore si ferma.
Sempre che io ce l’abbia.
 
 
 
By Cato
 
 
Sono l’unico che si offre come volontario. Per forza, li ho minacciati tutti! Dopotutto gliel’avevo detto che l’avrei fatto, colpa sua se non mi ha creduto. Voglio vedere il sorriso abbandonare la faccia di Clove. È infatti è quello che accade, è scioccata, molto. Il mio cuore inizia a correre, per quanto batte forte!
Certo, sempre che io ce l’abbia, un cuore.

 
 
Spazio autrice:
Perdonatemi!
Lo so che è molto, troppo corto, questo Moment, ma il momento è dura solo qualche minuto, no?
Ma recensite lo stesso gente xD
Allora. Clove che si trafigge il braccio da sola è inquietante, lo so, ma la mia Clove è così, dopotutto è cosi anche quella scritta dalla Collins (inchiniamoci a lei)
Cato si offre solo per sfidarla. Vuole andare lui,  perciò minaccia il resto della compagnia, dicendo che si preoccuperà personalmente della salute dei suoi familiari dopo la morte di chi si offrirà.
Oggi non metto lo Spoiler, poiché il quarto capitolo è scritto, ma non mi convince molto. Salute a voi, e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.
-Kat
 
***
 
CONTINUA… 

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Capitolo 4
*** Moment 4- What is a soulmate? ***


4- What is a soulmate?

Non è una canzone, prima leggete e poi capite :D






By Cato

-Allora? Perché non mi parli? –
Un Biglietto. Clove mi tira un biglietto, scritto con una calligrafia elegante.
“Meglio così”
Poteva sprecarsi di meno. Staremo insieme in un’ Arena, come alleati si presume, e lei  nemmeno mi vuole parlare!
- Che c’è, hai paura di affezionarti a me? –
- Non ci riuscirei mai, col carattere che ti ritrovi! –
Ho toccato il tasto giusto. Le relazioni, i sentimenti, le emozioni: sono questo il tuo problema, giusto Clove? Mi siedo davanti a lei, mentre mangia quello che Enobaria ci ha indicato. Il paesaggio è indefinito, cambia in continuazione per quanto il treno va veloce; perciò, mi stupisco quando vedo la sua mano tremare, anche se impercettibilmente. Smette di mangiare.
- Smettila di fissarmi. –
- Non lo sto facendo. –
- Cosa vuoi, Cato!? –
Si è alzata in piedi e il suo tono di voce si è alzato molto: praticamente l’ha urlato. Sei alterata, giusto Clove? Faccio il giro del tavolo, lentamente.  Mi inizio ad avvicinare a lei.
- Perché hai paura di me? –
- Io non ho paura di niente: figurarsi di un pallone gonfiato come te. –
Mi guarda negli occhi: non so perché, ma mi piacciono i suoi occhi. Sono anonimi, marroni, ma sono espressivi. Sono a meno di due metri da lei.
- Perché non fai cadere la tua corazza? Di me ti puoi fidare. –
- Di nessuno mi posso fidare. –
- Fai a pezzi la tua maschera, Clove. –
Sessanta centimetri di distanza.
- Bruciala. –
Cinquanta centimetri.
- Strappala. –
Venti centimetri. Sento il suo respiro sulla pelle e devo dire che è una bella sensazione.  Come reagirà? Mi taglierà la gola con la forchetta?
Ma se non ci provo ora, non lo farò mai più.
Mi sporgo leggermente, ma lei si ritira indietro. Non hai paura di niente, giusto Clove?
- Non hai paura di niente, vero? Bugiarda. Te la stai facendo sotto. –
I suoi tratti si induriscono, ed io mi preparo al colpo che sta per arrivare.
Ma non arriva.
Sento le labbra di Clove dritte sulle mie, non con dolcezza, non con passione: solo con rabbia. Ma comunque ci sono, e la sto baciando. Anche se dovrei dire che lei sta baciando me.
La mia schiena è poggiata al muro subito dietro il tavolo, lontano quel che basta per metterci in mezzo una sedia. Lei  conduce il gioco, come la prima volta che mi ha sbattuto al muro. Ma quella volta ha usato un coltello per ferirmi: ora è molto peggio, perché lo sta facendo con le labbra. Ha dischiuso quasi subito la bocca, dandomene l’accesso; le parti si invertono, io spingo lei al muro, facendo aderire il mio corpo al suo, ma qualcosa mi blocca: un suo coltello premuto sul petto, all’altezza del cuore. Ma se li porta sempre in giro, questi maledetti oggetti?
- Bugiardo. Io non ho paura, e te l’ho appena dimostrato. Ora ti potresti spostare, gentilmente? –
Gentilmente mi sposto, e la vedo andare verso il suo scompartimento: ho ancora il suo sapore sulle labbra.
 


By Clove
In questo momento trovo difficile respirare, se non impossibile. Maledetto pallone gonfiato.  L’ho appena baciato, per dimostrargli che io non ho paura, non sono debole. Ma ho ancora i brividi a fior di pelle, ripenso ancora alle sue labbra, ai suoi occhi. È normale provare queste cose per qualcuno che odi?

 
 




Spazio autrice:
Bacio!!!!!!!!!!
Oggi non c’è canzone, ma c’è un video, molto deprimente devo dire.
Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=EJSBD4dtU6o
Spero di non aver deluso le vostre aspettative, ma ho dovuto riscrivere questa scena un tipo dieci volte. Ma vabbè.
Allora, Clove crede di odiare Cato, ma perché il suo corpo le dice il contrario?
FANDOM: perché lo amaaaa
IO: no zitte, lei lo odia e vuole ucciderlo! Ma chi credo di prendere in giro.
Comunque me lo sposerei anchio. Cato. Oggi non sono molto coerente e normale, abbiate pietà, sono depressa.
Bascio e alla prossima
Che spero sia domani.
-kat

 

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Capitolo 5
*** Moment 5- Qualcosa di grande fra di noi (Lunapop) ***


5- Qualcosa di grande tra di noi. (By Lunapop)
Come sempre consiglio di ascoltarla con sotto la canzone. Buona lettura!

 

Questo capitolo lo dedico a le mie tre shippatrici di Clato preferite:
Coral 97 -
Queen_B -
AriiiC_ -
Anche se dovevo farlo con il capitolo prima, ma vabbè! Perdonatemi.

 

By Clove
 
 
[Cos’è successo, sei scappato da una vita che hai vissuto: una storia che hai bruciato, e ora fingi che non c’è]
 
Non mi piace.
Non mi piace il modo in cui guarda la ragazza dell’uno, quella bella, con i capelli biondi e gli occhi verdi, alta: e non mi piace nemmeno come lo guarda lei.
Non mi piace.
 
[Cos’è successo, sei cambiato, non sei più la stessa cosa. O sei ancora quello che è cresciuto insieme a me ]
 
Ora sono sul carro delle parate, vestita come un antico dio della guerra: ma non riesco a concentrarmi sul mio ruolo, sul catturare l’attenzione degli sponsor.
Tutta colpa di quel cretino. Dopo il bacio non mi ha parlato nemmeno una volta: che abbia capito finalmente con chi ha a che fare?
Non penso, quello è testardo, ed io continuo a pensare a quel deficiente. Sono un’idiota certe volte.
 Sto ben attenta a non sfiorarlo e saluto a testa alta il pubblico, cercando di apparire pericolosa: fino a quando quelli del Dodici non ci rubano la scena, visto che hanno i vestiti in fiamme.
 Dico, stiamo parlando del Distretto Dodici!
Dopo la parata andiamo nella torre d’addestramento, dove al secondo piano (secondo distretto, secondo piano) ci sono i nostri alloggi
 
[Ma c’è qualcosa di grande fra di noi, che non potrai cambiare mai. Nemmeno se lo vuoi.]
 
-        Cosa ne pensi degli altri tributi? –
La domanda di Cato mi prende alla sprovvista, ma rispondo lo stesso.
-        Quelli dell’ Uno sono due idioti. Quelli del Quattro sono troppo piccoli per sopravvivere a lungo. Quelli del Dodici sono da tenere d’occhio. Gli altri nemmeno li calcolo, anche se quello dell’ Undici potrebbe esserci d’aiuto.-
-        Nha, io direi che dovremmo allearci con quelli dell’ Uno e del Quattro, poi si vedrà. Quella dell’ Uno, Glimmer, non è per niente male. –
Lo guardo truce.
-        A si, perché tu l’hai già conosciuta bene, vero? –
 Ghigna, e si appoggia allo stipite della porta della sua camera. Perché cavolo è così dannatamente se.. no. Così dannatamente idiota, stavo per dire.
Stavi per dire sexy.
Zitta coscienza.
-        Gelosa? –
-        Assolutamente no. –
Bugiarda.
Maledetta, proprio ora dovevi venire a rompere i cosiddetti?
-        Allora è deciso. Come alleati avremo: Glimmer, Marvel, quelli del Quattro e quello dell’ Undici. –
-        Perfetto. –
-        Perfetto. –
Perfetto. Ed io non sono assolutamente gelosa.
Bugiarda di nuovo.
 
By Cato
 
Mani su di me. Bocca sulla mia. Un corpo sotto di me. Respiri, carezze, un altro bacio, di nuovo respiri. Le lenzuola si muovono frusciando. Mi tiene stretti i capelli mentre scendo a baciargli il collo, tutto con gli occhi perennemente chiusi. Sento il suo sapore, sento il suo odore. È completamente e inequivocabilmente mia.
Spalanco gli occhi/Spalanco gli occhi.
Un urlo fuoriesce dalla mia bocca, con una voce che non sembra nemmeno appartenermi. Accanto a me non c’è nessuno: non c’è mai stato nessuno. Era solo un sogno.
Maledetta ragazzina.
 

 
 
 
 
Spazio autrice:
Non mi cruciate, non mi depistate, non sguinzagliatemi gli ibridi, non mandatemi rose bianche.
Sono in ritardo, mi dispiace.
Ma non è un bel capitolo?
Io AMO la parte di Cato, non chiedetemi il perché.
Fandom: O.o
Io: vabbè, è lo stress.
Comunque!
La parte “sadica” (si perché in questa ff lo è) di Clove non ci ha abbandonato ancora, ritornerà nel prossimo Moment. Ne mancano 15. Ce la faremo mai? Bha, a voi l’ardua sentenza. Canzone che adoro, quindi sentitela!
Baci a tutti
-Kat
 
 
Continua…

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Capitolo 6
*** Moment 6- Brividi (R.A.K.) ***


6 – Brividi (by R.A.K.)
Oramai che lo dico a fare, sentitevi la canzone :D
Buona lettura.
 
 
By Clove
 
Un coltello: da quanto tempo è che non lo prendo in mano?
Tanto, forse anche troppo tempo.
Rivedo in mente il sangue che esce dal mio braccio, il giorno prima della Mietitura, ed un brivido mi percorre la schiena.
Brividi.
 
[Stacco pezzi di coscienza con un taglierino.]
 
Li amo, sono la sensazione più incredibile che io abbia mai provato.
Tutto d’un tratto ricordo la mia missione: ricordo il perché di tutto questo.
Onore.
Onore e morte, sangue per lo più.
Il distretto due avrà una vincitrice molto brutale quest’anno.
Sarò io.
 
[Non è buttata ogni parola che diciamo. Non è scontata ogni follia che esce dal cranio.]

 
Sorrido, mentre dalla mia cinta tiro fuori i meravigliosi coltelli che hanno nell’ala d’Addestramento, conficcandoli nei manichini: presto saranno persone vere. La ragazza del distretto Dodici, che ho scoperto si chiama Katniss, mi guarda stranulata: bene. Ha capito che non l’aiuterà il suo vestito in fiamme, nell’arena.
Guardo verso Cato, quel meraviglioso pezzo di ... Ci mancava anche la coscienza. Si, quel meraviglioso pezzo di cretino. Stava per dire cretino. Ritornando a Cato, sta parlando con i tributi del distretto Uno, anche se fa finta che Marvel non esista: guarda e parla, solo con Glimmer. Non vedo l’ora di entrare nell’Arena, così la levo di mezzo prima che possa dire “Cato”. Si, perché il mio alleato non può permettersi distrazioni, anche se il mio piano originale era di farlo fuori direttamente alla Cornucopia. Brividi. Mi ritrovo a sorridere ancora, all’idea di poter uccidere. Senti da che pulpito: lui non può permettersi distrazioni, ma lo è di se stesso. Per te! Sta zitta, idiota!
 
 
 
 
 
By Cato
 
 
Era da molto che non mi allenavo: mi sento bene, sono stato sempre molto a mio agio con le armi e gli addestramenti.
 Diciamo che mi rilassano.
Aspetto il momento in cui quella del Dodici mi guarda, per tirare una lancia con quanta più forza ci sia in me, e colpire perfettamente il bersaglio. Perfetto.
Poi, mi rigiro verso Glimmer, e mi fermo a parlare.
-         Ma da dove l’hai tirata fuori, quella? –
-         Quella chi? –
Fa un cenno verso Clove, lasciandomi di stucco. Ha usato un tono di voce aspro, come se lei non gli andasse a genio.
-         Clove? È più piccola di me di un anno. La conosco da sempre, è un tipo a posto. Tira molto bene i coltelli. –
-         State insieme? –
Schietta, la ragazza. Quello che gli interessa se lo prende. Guardo verso Clove: non ha il viso rilassato. Ci guarda con la coda dell’occhio, penso sia leggermente gelosa. Non sa mentire.
Ripenso al bacio nel treno, a quanto mi ero sentito bene. Brividi. ripenso al sogno di stanotte: ancora brividi.
 
[Brividi non sto giocando. Brividi, sto superando. Brividi se stai con me. Dammene.]
 
Riguardo Glimmer, che sta aspettando una risposta.
-         No. Cosa te lo fa pensare? –
-         Niente, niente. –
Sorride in modo decisamente esagerato.
Cato ha fatto colpo.
 
 
 
By Clove.
 
 
A pranzo Cato mi obbliga a mangiare con gli altri favoriti, tranne il ragazzino del Quattro, che non abbiamo fatto entrare nel “gruppo”.
Tresh, il ragazzo dell’Undici, non ha voluto unirsi a noi:
peggio per lui.
Perciò, mi devo sorbire lui e quella cascamorta di Glimmer che filtrano amabilmente.
Sei gelosa persa.
E anche la mia coscienza.
Marvel ha cercato un approccio con me, abbastanza stupidamente.
-         Baci come tiri coltelli? Perché sennò ti voglio in camera mia alle sette in punto. –
 Inutile dire che quasi lo picchiavo, ma ho optato per una risposta semplice.
-         No grazie. Se tu baci come te la cavi con la lancia, preferisco suicidarmi. –
Non mi ha più parlato.
Dovevi dirgli che il tuo cuore l’hai donata a qualcun altro. Era molto più poetico.
Si, peccato che io non ce l’abbia il cuore.
[Brividi veri, me li da solo la vita.]
 
By Cato
 
Glimmer è sempre più appiccicosa. Ci alleniamo per tre giorni insieme, senza che lei si stacchi da me un minuto. Ma io vorrei solo parlare con Clove. Solo spiegargli che cosa sto facendo.
Perché io la vedo gelosa, di una gelosia che la corrode da dentro: e non è una cosa positiva.
Sogno lei, la notte, e mi risveglio urlando. Non ce la faccio più.
Magari sono attratto da lei in modo fisico e contorto. Ma chi voglio prendere in giro, io ammiro Clove, è molto più forte di me.
Forse è per questo che mi sta iniziando a piacere?
Spero proprio che non stia succedendo: perché comunque a casa viva non ci tornerà.
Un brivido di paura mi attraversa la schiena: non l’ho mai provato.
Maledetta ragazzina.
[Brividi come l’inverno. Limiti come l’inferno.]

 
 
 
Spazio autrice.
Ma salve!
Come va? Avete visto che bel tempo oggi?
Ok, la smetto.
Volevo avvertire che non riuscirò più ad aggiornare tutti i giorni come ho fatto precedentemente. Molto probabilmente sarà un giorno si e uno no. Mi scuso.
Passiamo al capitolo:
Io :Clove è gelosaaaa ma tanto tanto tanto.
Fandom: O.o
Io: è lo stress.
Fandom: lo era anche al Moment prima.
Io: vabbè.
 
Oddio, gente perdonatemi, sono completamente andata.
Passiamo alle cose serie.
Cato si sta accorgendo pian pianino di cosa prova per Clove, mentre lei, da brava squilibrata che è, non ci sta capendo una mazza. Dopotutto siamo noi ragazze quelle più complicate (seeee come no.).
Ma glielo dirà? E ci sarà un altro bacio?
Lo scopriremo nella prossima puntata.
Abbiamo appena superato un quarto della ff, sono molto emozionata ç_ç
[Piangiamo tutti insieme.]
Sono molto demenziale in questo periodo, non so se lo avete notato.
Volevo farvi un attimo delle domande, se volete potete rispondermi o con messaggio privato o nella recensione.
1-   Qual è stato il vostro Moment preferito, come stile di scrittura intendo, fino ad ora?
2-   Se volete mandarmi delle canzoni che secondo voi rispecchiano Cato e Clove, potete farlo.
3-   Trovate abbastanza azzeccate le canzoni che ho usato fin’ora?
4-   [e ultimo] secondo voi i personaggi sono OOC?
 
Grazie per l’attenzione e Baci!
-Kat.
 
CONTINUA..

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Capitolo 7
*** Moment 7- Cleptomania (Sugarfree) ***


Moment 7- Cleptomania (Sugarfree)
Sentitevela come sottofondo! Buona lettura.
 
 
 
By Clove
 
 
Domani entrerò nell’ Arena.
Domani. Entrerò. Nell’Arena.
Il mio sogno è accanto a me, vivo e vegeto, pronto a sposarmi.
La morte mi segue, pronta a dare la sua protezione a chiunque cerchi di deviare la mia strada verso la vittoria.
Riesco a pensare solo questo, mentre aspetto che io venga chiamata per l’Intervista iniziale. Finale per gli altri.
Sento che Cato mi sfiora il braccio con il suo, segno che si sta avvicinando.
Cerca di ricordarti come si fa a respirare. L’aria si sta facendo calda.
Ucciderò anche te nell’Arena.
-Tesa? –
Cerco di non dare a vedere la sorpresa, quando sento la sua voce
Poco lontano dal mio orecchio. È così vicino, troppo…

 [Sono affetto da un morbo incurabile. Il mio difetto è un  istinto incontrollabile: se ti vedo devo averti fra le mie mani]

Prendilo per il colletto, stupida, e bacialo davanti a tutta Panem.
-         Ho preso un 10 in Addestramento: niente può spaventarmi. –
Risposta sbagliata.
Ghigna divertito, guardando lascivamente Glimmer l’oca e quel suo vestitino semi trasparente che la rende sexy dalla testa ai piedi.
Ma che sta facendo? Parla con me e guarda lei?
Sento particolarmente caldo, senza capirne il motivo.
Guarda il tuo collo, stupida!
Smettila di darmi della stupida. E perché dovrei guardarmi il collo…
Sbam!

[Aiutami a guarire da questa mia malattia. Affetto da una strana forma di Cleptomania]

-         Che stai facendo? –
Cato si massaggia la mano a cui ho appena dato un sonoro ceffone.
-         Ma sei matta? –
Mi guarda, sorridendo come un bambino di cinque anni che ha appena vinto un giocattolo.
Mi tocco la base del collo,sopra la clavicola,
dove pochi secondi fa c’erano le sue dita.
Un tocco leggero.
Sento il mio nome: è il mio turno! Mi siedo sulla sedia, mentre Caesar mi sorride con i suoi bianchissimi denti.
-         Allora Clove. Sei un favorito, e anche del distretto Due.-
-         Esattamente-
-         E, se mi è permesso chiederlo, com’è il vostro assortimento quest’anno? –
Devo fare violenza su me stessa per non dire ciò che penso realmente.
-         Siamo una grande squadra, soprattutto noi del Due. –
Ecco, un fondo di verità l’ho detto.
-         Bene, bene. Senti si parla molto, in giro, dell’abilità con cui lanci i coltelli. –
-         Si, sono voci tutte vere. Potrei mirare e colpire la testa di tutti i qui presenti, proprio da questa sedia, senza neanche alzarmi in piedi. –
Per un momento, il pubblico, ammutolisce. Poi però, forse pensando che era uno scherzo, batte le mani e ride.
Non era uno scherzo, gente. Io vi ucciderei tutti, anche solo per vedere il sangue scorrere dalle vostre facce ritoccate.
-         Non era uno scherzo. –
Caesar mi guarda, leggermente sorpreso.
La gente continua a ridere, senza capire le mie parole.
Perché non ho un coltello a portata di mano?
Glielo dimostrerei, cosa so fare.
I tre minuti sono già finiti, e mi risiedo al mio posto, controvoglia.
Non sono riuscita a farglielo capire che io sono pericolosa: sono letale.
Riesco a sentire poco l’intervista di Cato che termina con un “sono pronto alla lotta” molto ad effetto.
Non presto attenzione al resto finchè non arriva Katniss con un vestito in fiamme:  le farò fare la stessa fine che ho previsto per Glimmer l’oca. Però Peeta è quello che sgancia la bomba.
È innamorato di Katniss: questo ci recherà non pochi problemi.

 
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Non mi convince affatto questo capitolo, anche se lo riscritto circa dieci volte. Ma vabbè. Oggi sono silenziosa.
Grazie a tutti per tutto e alla prossima.
-Kat

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Capitolo 8
*** Moment 8- Paura mi fai (by Blastema) ***


7- Paura mi fai. (by Blastema)
Chiedo scusa per il ritardo, e indovinate un po’?
Sentitevi la canzone!!!
 
 
By Clove
 
 
Mi giro e rigiro nel mio letto, senza riuscire a prendere sonno.
Non ne capisco il motivo, ma sento un grosso peso nel mio
Stomaco, come se avessi ingoiato un grosso masso.
Attenta a non fare rumore scendo dal letto, e esco dalla mia camera con indosso solo il pigiama, a piedi scalzi
 
[Che occhi che hai, che mani che hai, che pelle che hai, paura mi fai]
 
Percorro il lungo corridoi e arrivo dritta nella sala Centrale.
Mi sdraio sul divano e mi metto a guardare il soffitto, cosa alquanto noiosa, per cercare di addormentarmi.
Ci sono quasi riuscita, quando sento la voce di Cato.
-         Anche tu combatti contro l’insonnia?-
Mi tiro su velocemente, mentre con un balzo scavalca il divano e ci si siede sopra agilmente.
-         Avevo quasi vinto. –
-         Beata te. Io sono troppo eccitato. –
Lo vedo: ha un sorrisetto ebete sulla faccia.
-         Non so, io non riesco ad esserlo. Ho qualcosa di strano, qualcosa che non mi fa respirare, proprio qui –
Dico, toccandomi lo stomaco.
Aspetta, ma che cavolo sto dicendo?
Ti stai aprendo a lui, finalmente! Vedi di aprirti anche in altri mod..
Ecco, ci mancava solo lei.
-         Clove la sanguinaria che ha paura della morte? Ti sei tolta la maschera, allora! –
Mi giro verso di lui. Anche lui è solo con il pigiama, maglietta a maniche corte e pantaloni che gli arrivano poco sotto le ginocchia.
-         Non ho paura della morte.-
-         E allora di cosa hai paura? –
 
[Per quello che sei, per ciò che non hai, per ciò che vorrai riprenderti.]
 
Rimango per un momento interdetta, ascoltando il mio cuore che inizia a battere sempre più velocemente. Mi sfilano davanti alla mente le scene dei 70 Hunger Games.
Le caccio via, visto che non posso crollare davanti al mio nemico.
-         Di niente. –
-         Bugia. –
Una bugia anche bella grossa.
Cerco di prenderlo in contropiede, con scarso risultato.
-         Ti ricordi che io ho promesso di ucciderti per primo, nell’Arena? –
Cato mi guarda, sembra che mi stia parlando. Non riesce a credere che io voglia ucciderlo?
-         Non cambiare discorso. Tu hai paura di amare. –
Di nuovo con questa storia? Ma è fissato? Non ci posso credere. Come fa a parlare di amore, se noi siamo cresciuti con l’odio?
-         Io non ho paura di amare. Penso che sia una cosa da deboli, perché in amore ti devi affidare all’altra persona, completamente. Qual è il detto del nostro Centro di Addestramento?
Colpisci, ferisci, uccidi. Sii egoista, sii felice. –
-         Tutti amano, Clove. Non puoi scappare. –
Riduco gli occhi a due fessure.
-         Chi ha un cuore ama. Chi ha un cuore fatto solo per sanguinare, no. Noi, no.-
Faccio per alzarmi, quando mi afferra per un polso e mi fa voltare.
Cado dritta fra le sue braccia.
 
 
By Cato
 
 
Cade dritta fra le mie braccia.
Ha detto tutto quello che il nostro Distretto avrebbe voluto dicesse.
Ma non è giusto.
Insomma, io credo che l’onore sia la cosa più importante a questo mondo: sei non ce l’hai, sei un vigliacco.
Ma addirittura pensare che non abbiamo un cuore? Io amavo Lea, la mia migliore amica.
Io amavo mia madre.
Io amavo mio fratello.
Mi guarda, a pochi centimetri dai miei occhi, senza lasciar trapelare nessuna emozione.
-         Il cuore non è fatto solo per sanguinare e far sanguinare. –
Si morde un labbro e questo mi fa scattare.
 
 [Che denti che hai, che bocca che hai, che fame che hai, paura mi fai.]

 
Gli catturo velocemente le labbra, senza che lei abbia un motivo per allontanarsi.
La bacio, finchè non rimango senza fiato.
Mi sbagliavo, quello che provo per lei è pura attrazione fisica:
per quegl’occhi che ora mi guardano interrogativamente.
Riprendo a baciarla.
Quanto tempo passa?
Non lo so.
Tanto ho lei fra le mani, e non la lascerò scappare questa volta: tanto mi pare che un coltello non ce l’ha.
Si stacca da me velocemente, come se avesse avuto un colpo di genio.
Peccato che non mi piaccia la sua genialata.
-         Dovremmo cercare di dormire ora. Domani sarà una grande giornata, no? –
La guardo per un momento prima di rispondere. È bella con i capelli neri che le cadono sulla schiena, con le guancie rosse e il viso per niente sereno.
È turbata, ma non ne capisco il motivo.
 
[non ho volontà, sia fatta la tua. Paura mi fai.]
 
-         No. Oggi dormi con me. –
Senza che possa protestare le tappo la bocca con un altro bacio e la porto in camera mia, guidandola con gli occhi chiusi.
-         No aspetta, aspetta, che vuoi fare? –
Mi chiede spaventata appena ci sdraiamo sul letto.
Le inizio ad accarezzare i capelli, e dopo cinque minuti si addormenta.
Poco prima che chiuda gli occhi un lampo di inquietudine le passa attraverso il viso.
Di nuovo quel senso di oppressione.
Chissà cosa pensava volessi fare.
A. Forse lo so.
 
[Per quello che sei, per ciò che non hai,per ciò che vorrai riprenderti.]

 
 
 
Spazio autrice:
Salve, bella gente!
Ritardo madornale, ma mi sono dovuta vedere tutti i film di Twilight in tre giorni, (almeno quelli che ho in dvd) e lo studio uccide la scrittura e la creatività, lo sapete.
Parlando del capitolo:
mi piace.
Non pensate che io sia un egocentrica, ma per l’8 Moment credo di essere riuscita a farlo bene.
Poi mi direte cosa ne pensate.
Ora Cato pensa di provare solo attrazione fisica per Clove, ma noi sappiamo che non è vero.
Giusto?
Ne siete sicure?
Non è che potei metterlo con Glimmer?
No no no, ok, la gallina no.
Clove ha un segreto, ve ne siete resi conto?
Perché ricorda i 70 Hunger Games?
Tutto questo nei prossimi Moment.
Baci, belli/e!
 
CONTINUA….

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Capitolo 9
*** Moment 9- Eye of the tiger (Survivor) ***


9- Eye of the Tiger (Survivor)
  Musica di sottofondo, quella indicata nel titolo. Buona Lettura!

 
 
By Clove
 

[ It's the eyes of the tiger, it's the cream of the fight. Risin' up to the challenge of our rival]

L’adrenalina scorre nelle vene, il cuore batte velocemente, il respiro si fa affannato.
I secondi scorrono lenti e già pregusto il momento in cui vedrò scorrere il sangue, il momento in cui sentirò lo sparo del cannone.
Il mio compito?
Far soffrire più gente possibile.
La mia promessa?
Uccidere Cato.
Ma come faccio a ucciderlo, dopo aver passato la notte fra le sue braccia?

[So many times, it happend too fast. You change you passion for glory Don't lose your grip on the dreams of the past
You must fight just to keep them alive]


I secondi arrivano finalmente a zero e parto come un razzo verso quel set meraviglioso di coltelli: mi chiamano, mi vogliono.
Li prendo in mano e, senza che me ne accorgo, iniziano a volare in giro. Molti tributi li colpisco, alcuni riescono a spostarsi.
Riesco a recuperare tutti i coltelli che ho lanciato.
Per un momento riesco quasi a uccidere Katniss, devo ricordarmi che devo tenerla d’occhio, ma il mio bersaglio iniziale compare davante alle spade della Cornucopia, uccidendo brutalmente il ragazzino del Quattro. Cato.
Mi dirigo verso di li, e mi accorgo che siamo circondati dai cadaveri.
Non è rimasto nessuno in vita, vicino alla Cornucopia, a parte noi Favoriti.
Quelli vivi sono scappati.

[And the last known survivor stalks his prey in the night. And he's watchin' us all in the eyes of the tiger]

Sto per colpire Cato alle spalle, quando si volta di scatta fermando la mano con il coltello che stava per squarciargli la gola.
-         E no, Clove. Non puoi uccidermi ora. –
Mi manca il fiato, a trovarmi così vicina a lui. Arrivano la ragazza del Quattro, Glimmer e Marvel, guardandoci interrogativamente.
-         Non ora. Ma non dormire tranquillo, la notte. –
Cerco di dirlo senza farmi sentire. Glimmer ride e ci da una pacca sulla spalla.
-         Bel bagno di Sangue, che ne pensate? Dieci fatti, tredici da fare. Che gli Hunger Games, comincino! –
Si Glimmer, che comincino.

 
 
Spazio autrice:
Salve!
Questo, è un capitolo minuscolo, solo di passaggio, diciamo.
Clove decide di non ucciderlo subito, ma tanto non lo farà nemmeno dopo xD
Ma questo lei non lo sa.
Capitolo minuscolo, spazio-autrice minuscolo.
Grazie a tutte le persone che recensiscono, ricordano, seguono, mettono fra le preferite. E grazie anche ai lettori silenziosi.
Non ci posso credere,  al prossimo capitolo arriveremo a metà ff!
Snif…
 
Baci e alla prossima!
 

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Capitolo 10
*** Moment 10- Don't you remember (Adele) ***


10- Don’t you remember (by Adele)
  Sentitevi la canzone!
 

 
 
 
By Clove
 
 
 
Un ragazzo sui quattordici anni giace a terra.
In ginocchio, si tiene lo stomaco con le braccia.
Vomita sangue, mentre una ragazza della stessa età cerca di pulirgli la  bocca: ma il sangue non si ferma.
Il sangue continua a scendere.
La ragazza si guarda attorno, preoccupata.
Cerca di far alzare il ragazzo, ma ci rinuncia, quando vede che non ce la fa: lui è troppo debole.
Si gira di scatto proprio mentre la sua testa viene staccata dal corpo, e un’ascia pesante cade davanti a lei.
Un’altra ragazza, che ha appena sferrato il colpo, raccoglie l’arma, pulendola con la maglietta: poi guarda il ragazzo.
-         Pronto a morire, vero Nathan? –
Il ragazzo alza gli occhi verso di lei.
Con le ultime forze che gli rimangono, raccoglie la saliva, e le sputa addosso.
-         Lo interpreto come un si. –
Ride, mentre alza la pesante arma.
Dall’altra parte dello schermo, una bambina urla.
 
Apro gli occhi.
Sono l’ultima della fila, se non consideriamo il ragazzo Innamorato: si è voluto unire a noi, vuole guidarci verso la Ragazza in Fiamme.
Strano modo di dimostrare il suo amore.
Davanti a me, Marvel corre a testa bassa, mentre Glimmer civetta con Cato. Corriamo verso il fuoco che si vede nel buio dell’Arena.
Chi può essere così stupido da accendere un fuoco in piena notte?
Arrivando, troviamo la risposta: è la ragazza dell’ Otto.
Glimmer ride, e passa il coltello a Cato.
Mi guarda per un momento, vuole sapere se voglio ucciderla io: ma ora non ne ho voglia.
Le scene della morte di Nathan mi hanno scosso, ma cerco di non darlo a vedere. Anche se non capisco, in effetti, perché mi siano ritornate in mente proprio ora.
Ma non importa: Nathan era un favorito, ma era debole.
Per questo ha pagato: con la vita.
Cato si avvicina alla ragazza dell’Otto, proprio mentre lei cerca di scappare. Le salta addosso, ed in un momento la lama è sporca di sangue. Inizio a ridere, senza riuscire a fermarmi.
Colpisce forte, e ogni volta in punti diversi: gola, viso, stomaco, gambe.
-         Ti prego, fermati, ti prego! –
Scoppiamo tutti a ridere, a quest’ultima frase.
La ragazza urla un’ultima volta, poi il suo corpo si affloscia.
Glimmer sbraita, pensando di sembrare forte agli occhi di Cato.
-         Dodici fatti, undici da fare! –
 Tutti fischiano, tranne me: io solo ho visto il lampo di paura che le ha attraversato il viso, quando Cato è saltato addosso a quella ragazzina.
Un Favorito avrebbe dovuto ridere alla scena.
Vigliacca.
 
 
 
 
By Cato
 
 
 
-         Ci tenevi tanto a quel Nathan? –
Un bel bambino biondo è in piedi ad un’altra bambina, dai capelli corvini e gli occhi scuri.
-         Non sono affari tuoi. –
La bambina si tiene le gambe con le braccia, accoccolate al petto.
Ha gli occhi lucidi, ma nessuna lacrime scende sulle sue guancie rosse.
-         Eddai, era troppo debole per farcela, era piccolo. Non sapeva combattere! –
La bambina si alza in piede, corrucciata.
-         Cosa hai detto? –
Il bambino incrocia le braccia, e ripete.
- Che era un debole, uno non capace a combattere: una femminuccia! -
La bambina gli è addosso prima che possa fare qualunque altra cosa.
Gli graffia il viso con le unghie non molto ben curate, e gli assesta un pugno in pieno volta, spaccandogli un labbro.
Il bambino, caduto durante l’attacco si rialza e appioppa un calcio dritto in pancia alla ragazzina.
Prima che la cosa possa degenerare, arrivano due Pacificatori a dividerli.
-         Non ci provare nemmeno! Tu non lo conoscevi! Non puoi parlare male di Nathan!-
La bambina si libera dalla presa dei pacificatori: calde lacrime le rigano il volto.
-         Sei solo una ragazzina, Clove! Solo una ragazzina si affezionerebbe ad un tipo del genere!
 
Stiamo vagando da ore, alla ricerca della Ragazza in fiamme.
Quel buono a nulla di Peeta Mellark, continua a dirci che sa dov’è, ma allora, perché cavolo non ci siamo ancora arrivati!?Perchè non l’abbiamo ancora raggiunta?
Ehi, un momento: ma quella è proprio Katniss!
-         Avanti! Eccola lì! –
Iniziamo a correre verso di lei, quando la vedo scomparire dentro la foresta, arriviamo poco dopo, e per un momento credo di averla persa, quando la vedo sopra ad un alto albero.
-         Come va, ragazzi?-
Lo dice allegramente: non si rende conto della sua morte imminente?
-         Abbastanza bene. E tu? –
Cerco di non dargli a vedere il mio sospetto, non capisco cosa sta facendo.
-         Ha fatto un po’ caldo, per i miei gusti. L’aria è migliore quassù. Perché non mi raggiungete?   –
Sento che in questo modo si sta guadagnando Sponsor, se sopravvivrà.
-         Penso che lo farò. –
-Ecco, prendi questo, Cato. –
Glimmer mi passa l’arco, ma non ho intenzione di ucciderla così facilmente: la voglio sentire urlare per almeno due ore, dal dolore.
-         No. Farò meglio con la spada. –
Salgo sull’albero, ma quest’ultimo è troppo fragile per me: dopo pochi metri cado a terra.
-         Porca… -
-         Glimmer, prova con l’arco. –
Guardo Clove. Dopotutto lei sa che Glimmer non è proprio una cima a tirare con l’arco: che sta facendo?
Come previsto, non riesce a prenderla.
-Allora, cosa facciamo? –
- Qualcuno si dovrebbe arrampicare: che ne dici Clove? –
- Zitta gallina, non è il mio campo. –
- Hai paura di cadere? –
- Ragazze smettetela, stiamo passando per stupidi! –
- Lasciamola là. Dove volete che vada? Ce la vedremo con lei domani mattina. –
Per una volta Mellark è stato utile. In effetti è una buona idea, perciò ordino
-         Forza, accampiamoci per la notte. –

 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Salve brava gente! Come va? Scusate il ritardo, ma lo studio uccide la scrittura.
Allora, siamo arrivati a metà ff, perciò ho voluto mettere un piccolo anticipo dei penultimi due capitoli, il 8 e il 19.
Cioè i due flash-back.
Il punto fondamentale della cosa è questo personaggio: Nathan.
(Premettendo che io lo amo con tutta me stessa, scrivere la sua morte è stato molto deprimente)
Chi sarà Nathan? Che ruolo ha nella storia?
Tutto questo nei moment 18 e 19!
E nel prossimo capitolo la gallina muore.
Felicità!
Baci e alla prossima!
-Kat
 
(se volete seguirmi su fb sono qui:  http://www.facebook.com/PortaleScritturaAlixKatlice )

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Capitolo 11
*** Moment 11- Superenamorandome (Anahi) ***


11- Superenamorandome (Anahi)
Sentitevi la canzone! È un po’ strana per questa coppia, ma mi piace molto e poi qui Glimmer muore, ci voleva una canzone allegra!

 

 
 
By Cato
 
 
 
Tutti intorno al fuoco, parliamo dei progetti per la morte della ragazza in Fiamme. Sul fuoco arrovento la lama della mia spada, per poi raffreddarla sputandoci sopra.
-         Ma dai! –
Glimmer ride: sto iniziando a stancarmi di questa cozza sempre appiccicata a me.
Non penso  che mi mancherà, dopo l’Arena.
Guardo verso Clove, che sta prendendo  coltellate una lucertola: è dall’inizio dei giochi che non la bacio. Dovrei rimediare.
 
[ mi pequeño caprichoso, mirame asi nada mas. insuperable lo que siento, bebiendome estos dias]

 
Mi alzo e la prendo per un braccio.
-         Ti devo parlare. –
-         Ehi, aspetta un attimo, aspetta… -
La trascino velocemente sotto lo sguardo curioso di Marvel e Peeta e quell' assassino di Glimmer.
Cerco un posto adatto a lungo, ma poi riesco a trovarlo: uno spazio minuscolo tra due rocce, protetto ai lati dalla folta vegetazione.
Ci entro e cerco di sentire il suono delle telecamere, ma non ce ne sono.
-         Che vuoi? –
Respira a fatica per la corsa che le ho fatto fare.
-         Niente. –
 
[ Y yo sigo aqui super enamorandome, colgada en tu mirada deshojando las horas del dia estampillada en tu alma. ]
 
Le afferro la nuca e avvicino la sua testa alla mia per baciarla.
Lei invece dopo i Giochi mi mancherà, e anche parecchio.
Dopo nemmeno tre secondi però, mi appioppa una ginocchiata alle parti basse e cado in ginocchio.
-         Non farlo mai più, ok? –
Se ne va.
A fatica mi alzo e la raggiungo zoppicando.
Le afferro le spalle e la sbatto contro il tronco, mentre una smorfia di dolore le deforma il viso: non mi importa di essere stato troppo brusco.
-         Chi ti credi di essere, per dirmi cosa devo fare?-
-         Wow, il valoroso Cato che molesta una ragazzina indifesa… molto coraggioso da parte tua. –
Ci guardiamo negli occhi e nessuno dei due abbassa lo sguardo.
Sento il cuore che batte nel suo petto molto più velocemente del normale.
Penso sia la mia vicinanza.
-         Va bene: per baciarti aspetterò che tu me lo chieda- *(nota alla fine)
-         Aspetta e spera allora. –
-         Non mi sembra che le altre volte ti abbia fatto così schifo. –
Per la seconda volta in cinque minuti cado in ginocchio per colpa sua, atterrato da un pugno in pieno stomaco.
Quando torno all’accampamento, tutti dormono.
Per ripicca mi sdraio accanto a Glimmer, che mi si accoccola immediatamente addosso.
Voglio proprio vedere la faccia di Clove, quando mi vedrà così: voglio proprio vedere quando mi pregherà di baciarla.

 
 
Un dolore lancinante alla gola mi sveglia. Apro gli occhi e vedo nero: completamente.
Scatto in piedi e cerco di capire cosa succede: sento delle urla, e tre colpi alle gambe fanno aumentare il dolore che provo, ma il mio unico pensiero è Clove, trovarla, salvarla.
Sento le sue urla poco lontano da me e allungo un braccio, riuscendo ad afferrare la sua mano.
-         Al lago! Al lago! –
Il dolore si fa più forte, ma continuo ad avanzare: ad un certo punto sento il mio braccio tirare, e mi volto.
Clove è in ginocchio, a terra.
-         No, non ti fermare, devi camminare, maledetta ragazzina! –
Le tiro il braccio, facendola mettere di nuovo in piedi: non può morire adesso, cavolo, non può!
Vedo Glimmer che si contorce a terra, mentre  sopra la sua pelle iniziano a formarsi dei grossi bubboni.
-         Aiutami Cato, aiutami! –
Scuoto la testa: devo salvare Lei.
Sento Clove che ride, anche se non ne capisco il motivo, visto che stiamo per morire.
E pensare che ero sicuro di vincere, sicuro di farcela.
Non importa, comunque devo provarci, non posso morire per colpa di alcuni Aghi Inseguitori!
Corro, inizio a farlo il più velocemente possibile per quanto le punture iniziano a farmi un male atroce, fino ad arrivare al lago.
Lì prendo in braccio Clove, e mi ci butto dentro.
L’acqua fredda mi da subito sollievo, visto che dentro l’acqua gli Aghi Inseguitori non possono entrare.
La faccio uscire dal lago appena in tempo: poi perde i sensi.
Mi dirigo verso il punto dove stavamo prima, per recuperare alcune armi e provviste.
Il dolore inizia a ricomparire, e faccio una fatica immane ad arrivare all’albero: lì vedo Katniss prendere l’arco di Glimmer, mentre arriva Peeta.
-         Fermala! –
Gli urlo, ma credo che non mi ha sentito.
Corro verso di loro, pronto a ucciderla, quando vedo una cosa che mi fa raggelare il sangue: la sta aiutando a scappare.
-         Traditore! –
Mi getto su di lui, ma il veleno inizia a fare effetto, visto che lo vedo triplo. Cerco di affondare un colpo al cuore, ma da come la lama entra nella carne penso di averlo colpito alla gamba.
Un attimo dopo non lo vedo più, e la vista mi si annebbia: cado a terra rumorosamente, mentre prometto che ucciderò personalmente la Ragazza in Fiamme.
Non sento niente.
 
 
 
 
By Clove




Non ricordo niente, a parte una cosa particolarmente allegra, di ciò che è capitato ieri.
La pelle diafana di Glimmer trasfigurata dalle punture degli Aghi Inseguitori, e Cato, che non l’ha aiutata.
Di piuttosto che sei felice che abbia aiutato TE.
Zitta tu. Glimmer è morta, dobbiamo festeggiare!
Avete presente quando gli Allenatori  ti danno un giorno di allenamento libero, e ti fanno entrare liberamente nella Sala d’Addestramento?
Ecco: mi sento esattamente così!
Ti sei levata di dosso la CONCORRENZA.
Ma che cavolo dici? Mi sono levata di torno un’OCA.
L’unica cosa di cui mi rammarico è che non l’ho uccisa io.
Penso che sia morta senza soffrire: mi manda in  bestia questa cosa
 
[Si decirte que te quiero, es una frase gastada. Me apetece convencerte, mi dulce necesidad ]
 
Mi alzo, e mi ritrovo vicino al lago. Credo di aver dormito molto, anche se non è stato un sonno tranquillo.
Mi volto e vedo che anche Marvel è mezzo addormentato come me.
Mi volto dall’altro lato e vedo Cato che…
Aspetta.

Cato non c’è.
 
 
 
 
 
 
 
 

Spazio autrice:
Sono riuscita a pubblicare da un giorno all’altro???
O mio dio!
Sono contenta!
Allora: Glimmer è morta #ballalamacarenapermezzacasa.
È una canzone un po’ strana per questa ff, visto che le canzoni non sono molto allegre…
Ma ho pensato che per l’occasione ne sia valsa la pena.
Ringrazio chi preferisce/segue: siete 13 in tutto!
Grazie *-*
Passiamo alla nota:
*= questa l’ho presa da Eclipse. Non so, mi piaceva come cosa.
Se siete fan di Twilight ho scritto una flash-fic a tema: una
Reneslec ^^ [Alec/Renesmee]
Se volete dare un’ occhiata ecco il link:
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1406377&i=1

A! se mi volete seguire anche su fb vi ridò il link (si lo so, sono asfissiante):
 
http://www.facebook.com/PortaleScritturaAlixKatlice 

Baci e alla prossima!
-Kat
 
 
CONTINUA…

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Capitolo 12
*** Moment 12- Open your eyes (Guano Apes) ***


12- Open your eyes (Guano Apes)
‘ndovinate un po’? Sentitevi la canzone :D Buona lettura!

 
 
 
By Clove.
 
 
 
-         Cato! –
Non c’è.
Mi alzo di scatto, e ottengo solo un maggior giramento di testa.
Mi volto verso Marvel e gli chiedo velocemente.
-         Dov’è?-
Scuote la testa.
Con un’ansia sempre maggiore inizio a correre verso il luogo dove Glimmer è morta. È la, sono sicura.
Non è morto.
Non è morto.
Se è morto cosa succede? Non ti interessa. Ricordatelo.
Non è morto.
Cosa succede? Non lo so, non lo so!
Non mi interessa.
Porti sfiga, ora è certo. Anche Cato, adesso.
Non è morto!
Arrivo sotto l’albero e do un’occhiata allo spazio. È li.
Se non ti sbrighi è morto!
Ma che cavolo stai di…
O cavolo.
A pochi metri da lui c’è il ragazzo del Dieci, con una lancia in mano.
Il mio volto diventa una maschera impassibile e inizio a correre verso di lui.
Spalanca gli occhi e si volta, ma con la gamba zoppa non potrà mai riuscire a sfuggirmi.
Afferro il primo coltello che trovo nel mio giubetto e lo tiro dritto alla schiena del giocatore.
Cade a terra a faccia avanti e gli salto addosso: con una mano gli stringo il collo, mentre inizia a sbattere le braccia e a graffiare il terreno.
Lo sto soffocando.
Estraggo il coltello squarciandogli la pelle, e lo riaffondo nella carne.
Inizia a uscire il sangue e sento che gli occhi mi stanno brillando.
Rido.
- Cosa volevi fare? Uccidere un Favorito indifeso? Vigliacco. -
 Gira di poco la testa verso di me, mentre il viso è deformato dal dolore.
-         Perché, uccidere un bambino di dodici anni o uno zoppo non è da vigliacchi? –
Non sono una vigliacca.
Gli colpisco il volto con il coltello e sento lo sparo del cannone che finalmente arriva.
Mi alzo e cerco di pulirmi la maglia sporca di terra.
Poi mi volto e mi getto su di Cato, avvicinando il mio orecchio al petto.
Alzo la testa al cielo e respiro, dopo minuti d’oppressione: è vivo.

***
Quando si sveglia, lo porto a fatica al lago, dove Marvel tiene per un braccio il ragazzino del Tre.
-         Ha rimesso le mine intorno alle provviste, così stiamo sicuri per il pericolo in fiamme. Teniamolo, ci può essere utile.-
Guardo Cato, aspettando il responso.
-         Si, teniamolo. –
Si lava la faccia e si rinfresca, quando vediamo in cielo una colonna di fumo.
Brillano, i suoi occhi, quando ci urla di prepararci alla caccia.
Un altro stupido giocatore che accende un fuoco.
Marvel e Cato litigano sul fatto del ragazzino del Tre: io lo pensavo sin dall’inizio che sarebbe stato solo d’impiccio.
-         Viene anche lui. Ne abbiamo bisogno, nel bosco, e comunque il suo lavoro qui è finito. Nessuno può toccare quelle provviste.-
-         E il ragazzo Innamorato? –
Ecco, questo interessa anche me: che fine ha fatto?
-         Te lo ripeto, dimenticati di lui. So dove l’ho ferito. È un miracolo se non è morto dissanguato. In ogni caso, non è in grado di assalirci. Andiamo. Quando la troveremo, la ucciderò come pare a me, e che nessuno si intrometta. –
Non c’è motivo di chiedere di chi sta parlando, ma gli rivolgo uno sguardo interrogativo: perché tutto quest’odio verso quell’inietta?
Scuote la testa, ghignando.
Ci inoltriamo nel bosco.
 
 
 
By Cato.
 
 
 
Corriamo per ore.
I fuochi diventano due, e portano nella stessa direzione.
Possibile che sia un caso?
Il ragazzino del Tre ci rallenta e basta, dovevamo ucciderlo prima: ecco cosa succede a dare ascolto a Marvel.
Sono concentrato a seguire la pista, quando sento un enorme boato: proviene dalla Cornucopia.
Mi volto verso Clove, e vedo dalla sua espressione che deve aver pensato ciò che penso io.
Le provviste.
Ritorniamo di volata indietro, sperando che le provviste ci siano ancora.
Ho visto sedici edizioni degli Hunger Games in diretta, e le altre rimanenti al Centro d’Addestramento Accademico.
Favoriti senza provviste è sinonimo di Favoriti morti.
Arrivati al lago ho un tuffo al cuore: le provviste sono state fatte saltare in aria.
Prendo a calci qualunque cosa io mi ritrovi  per le  mani, quando so a chi dare la colpa.
Il ragazzino del Tre.
Mi volto verso di lui e prima che possa fuggire gli spezzo il collo, velocemente.
Clove mi si avvicina e cerca di calmarmi, ma la scanso bruscamente.
-         Cato, calmati, non siamo in grossi guai. Almeno chi ha fatto saltare le provviste è morto. –
Non ha tutti i torti, ma non riesco a crederci.
-         Non riesco a pensarlo. È stata lei. La ragazza in fiamme. Sono sicuro. –
-         Cato, aspettiamo di vedere i morti di oggi. Se la Everdeen è morta, rimaniamo qua. Se è viva l’andiamo a cercare. E la uccidiamo. –
La correggo.
-         La uccido. Io. –
Sorride, sadica.
-         La uccidi.-
Gli batto il cinque e aspetto impazientemente l’inno che indica la fine di un’altra giornata.
Che gli Hunger Games comincino, Katniss.

 
 
Lo sapevo, non è morta.
-         Hai visto? –
Dico, tronfio, a Clove, che mi guarda accigliata.
-         Muoviamoci. –
Afferro gli occhiali a infrarossi e glieli tiro.
Faccio cenno a Marvel di venire e ci dividiamo, per avere più possibilità di trovarla.
Camminiamo a lungo la notte, fino a che non mi rassegno.
-         Continuiamo domani la caccia. Ora non ce la faccio più. –
Le parole di Clove mi rimbalzano in testa: anch’io sono stanco.
Per quanto mi costi ammetterlo.
Mi stendo nel sacco a pelo che ho portato dietro e Clove fa lo stesso con il suo.
Lei si addormenta subito, io no.
È bella mentre dorme.
Perde quella sua aria da mezza matta che la caratterizza sempre, in ogni momento, e acquisisce un aria spensierata, quasi dolce.
Mi piace, per quanto io preferisca il suo lato, diciamo, “negativo”.
La sua parte di male.
Mi addormento guardandola.
 
Il giorno dopo ci sveglia il colpo del cannone.
Ci guardiamo, e siamo sicuri si tratti di Marvel.
Siamo rimasti solo noi due, e ne abbiamo la conferma quando la sera, tornati alla Cornucopia per recuperare del cibo, vediamo il suo volto nel cielo.
Ci addormentiamo con un peso sullo stomaco, perché sappiamo tutte e due cosa vuol dire che siamo rimasti solo noi due.
Non ci possono essere due vincitori.
Significa che domani un di noi morirà per mano dell’altro.

 
 
 
 
 
Spazio autrice:
dopo vario tempo sono tornata, e chiedo scusa per il ritardo.
A questo capitolo ci ho lavorato molto, perché mi è sembrato che gli ultimi tre siano stati un po’… diciamo “scarsi” (?) rispetto agli altri.
Spero di essere riuscita a rimettere in sesto la ff con questo capitolo.
All’inizio devo dire che forse il comportamento di Clove sembra strano.
Prima tutta preoccupata per Cato, poi così crudele con quel ragazzo.
Bhe, la cosa io la spiego così: secondo me Clove dopotutto non considera essere umani come lei, gli altri tributi.
Non so, forse è un’idea sbagliata, ma comunque è la mia idea :D
Vabbè, non mi dilungo troppo.
Volevo avvertirvi di prepararvi spiritualmente che il prossimo-prossimo Moment sarà quello della morte della nostra piccola sadica D:
Vi avviso in anticipo perché mi sembra difficile accettare una cosa del genere -.-
La canzone è un po’… non so. Inquietante? Oddio, non so come spiegarlo. Spero che capiate con il termine un po’ po’ troppo… non so. Metallara?
Vabbè. Alla prossima e bacioni!
Ma siete meravigliosi comunque.
6 che preferiscono, 11 che seguono e 1 che ricorda. Più le mie fedeli discepole che recensiscono sempre!
Grazie!
E un grazie anche ai lettori silenziosi.
- Kat
 

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Capitolo 13
*** Moment 13- Shattered (Trading Yesterday) ***


13- Shattered  (Trading Yesterday)
Sentitevi la canzone!
 

 
 
 
 
 
 
By Clove.
 
 
 
 
Il giorno dopo non mi preoccupo di svegliarmi presto, ed infatti mi sveglio che è quasi sera: devo mettermi in forze per il dopo.
Il dopo?
Si. Il dopo.
Che dopo?
Non te lo dico. Non voglio parlarne, non voglio pensarlo, non voglio.
Non vuoi questo, non vuoi quello. Ormai con me non ci parli più.
Vattene.
Mi alzo e sbadigliando guardo con cura il volto di Cato.
Sfigurerò presto quel bel faccino.
 
[ Yesterday I died, tomorrow's bleeding Fall into your sunlight ]
 
Lo perderai.

Non me ne importa niente. Non me ne frega niente!
Hai già perso troppo, non puoi permettertelo!
Se non lo faccio, morirò io.
Morirei, piuttosto che uccidere colui che amo.
Io non amo.
 
[ Losing what was found, a world so hollow Suspended in a compromise The silence of this sound is soon to follow Somehow sundown ]
 
Mi drizzo in piedi di scatto e prendo veloce il mio giubbetto con i coltelli, mentre sto attenta a non fare rumore.
Cosa vuoi fare?
Mi preparo e poi lo uccido.
Che cavolo ti passa per la testa? Tu lo ami.
Che ne sai? Cosa vuoi saperne di me?
Sono la tua coscienza.
Non ho una coscienza.
 
[ And Ive lost who I am And I can't understand Why my heart is so broken Rejecting your love ]
 
Sono pronta. Tiro fuori un coltello e mi posiziono in ginocchio accanto a lui. Alzo la mano e con una presa netta gli tengo i capelli, così che non si possa muovere.
Sono un po’ troppo corti, e sono biondi, molto biondi,
Sembrano seta.
-         Ehi, che cosa stai fa… -
-         Stai zitto. Siamo rimasti solo noi. Solo noi due. Non possiamo vivere entrambi.-
-         Quindi? –
-         Ti sto per uccidere. –
-         Così su due piedi? Non vuoi batterti con me, regolarmente?-
-         No. –
-         Hai paura di perdere? Uccidi così, senza dare all’altro il tempo di reagire? Ecco perché dico che sei una vigliacca. –
Perché, uccidere un bambino di dodici anni o uno zoppo non è da vigliacchi?
Vigliacca.
Vigliacca.
Vigliacca.
Sono una vigliacca.
 
 
- Battiamoci allora. -
- E che vinca il migliore. –
 
 
By Cato.
Valgo così poco?
Sembra di si.
Perché se la ragazza che mi piace, cerca di uccidermi mentre dormo, valgo poco.
Ora ce l’ho davanti, con un aria ferita, abbattuta: spero non si sia offesa, visto che gli ho detto che è una vigliacca.
Non lo penso, io stimo Clove, ma cos’è sennò uccidere un ragazzo indifeso come lo ero io?
Bhe, io penso sia paura, mancanza di fiducia, prendiamola come ci pare.
Ha il coltello in mano, pronta a tirarlo al centro della mia testa.
Con la spada sono a pochi metri da lei.
Ormai è una gara di velocità, visto che tutt’e due siamo molto letali e decisi a tornarcene a casa.
Poi, io penso per caso, mi viene un desiderio immane di essere in un altro posto, in un altro momento, con la stessa persona.
 
Perché dobbiamo morire?
 
Non vedo perché qualcuno dovrebbe decidere che non meritiamo la vita: e poi, chi è che può valutare chi è che la merita, la vita?
Io e Clove siamo esseri umani come quelli di Capitol City.
Non meritiamo di morire vecchi, felici e ricchi, come loro?
-         Aspetta. –
Mi guarda sorpresa.
-         Hai detto tu che volevi batterti. –
-         Si, ma non così. Voglio un corpo a corpo, così da offrire un bello spettacolo. Chi viene atterrato, viene ucciso. –
Valuta l’ipotesi, sospettosa.
Poi, tira il coltello.
 

 
Per un momento temo il peggio, ma poi vedo la lama dell’arma conficcata nel terreno.
-         Perfetto. –
Sorridiamo. Lei sadica, io felice.
Perché io sono felice.
È un sogno poter combattere con lei, un’ ultima volta, prima della morte.
La sua morte, sia chiaro.
 
 
 
Mi arriva in pieno volto il tacchetto degli stivali di Clove, e mi si forma un piccolo taglio all’altezza della bocca, sulla guancia destra. Mi scanso mentre cerca di affondare un altro colpo, ma lo prendo comunque in pieno petto.
Sono distratto.
Sferro un calcio basso, cercando di colpirla al ginocchio, ma colpisco poco più basso. Si piega un momento, e poggia lentamente il piede, mentre protegge il viso dal pugno che le ho sferrato.
Rialza il volto, con una luce folle negli occhi.
Inquietante.
Mi si getta addosso con forza e cado all’indietro, rotolando a terra.
Mi atterra con una mano al collo, facendomi sbattere la testa sul terreno:
Si siede agile sul mio torace e ghigna.
- La morte sta arrivando, Cato. La senti, nell’aria? È vicina, molto vicina.
Ti viene a prendere. –
 
 
 
By Clove
 
 
-         Ti viene a prendere. –
E si, lo viene a prendere.
Muore. Sta per morire. Significa che sparisce dal tuo mondo, e non ci torna più.
Mo-mo-morire.
Sparisce dal mio mondo…
E non ci torna più. Mai più.
Come Nathan.
Come Nathan.
Devo vivere, non mi importa di cosa succede a Cato.
Alzo il coltello, e lo sento umido: perché è umido?
Stai piangendo.
Sto piangendo.
Ero così tanto concentrata su me stessa, che non mi sono accorta che l’inno è iniziato.
La voce di Claudius Templesmith risuona chiara, mentre aspetto che finisca.
Voglio che Panem stia a vedere la sua morta, non uno stupido inno.
Ma…
Siamo tutti salvi.
-         Congratulazioni, tributi. Solo sei di voi sono rimasti in vita, i più coraggiosi. Per premiarvi, dopo un accurata seduta, è stato deciso un cambiamento nelle regole del gioco. –
Cambiamento?
Cambiamento!
-         La regola che permette un solo vincitore è stata revocata. Ora i vincitori potranno essere due, purchè provenienti dallo stesso distretto.-
Fa una piccola pausa, come se sapesse che siamo troppo sconvolti per capire ciò che sta dicendo.
-         Attenzione tributi: La regola che permette un solo vincitore è stata revocata. Ora i vincitori potranno essere due, purchè provenienti dallo stesso distretto. Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore. –
Rimane il silenzio.
Mi volto, a rallentatore. Guardando il cielo mi è venuto il torcicollo.
Ha avuto la notizia più bella della sua vita e pensa al torcicollo.
Respiro.
Poi, non so come, ma dalla mia bocca vengono fuori sette lettere: sette semplici lettere sussurrate.
-         Baciami –
-         Cosa? –
-         Baciami. –
Prima che possa richiedermi “cosa”, gli afferro il viso e appoggio le mie labbra sulle sue.
Non mi importa che le telecamere ci stanno riprendendo, tanto non penso che lo stiano facendo.
Saranno tutte puntate sulla Ragazza in fiamme e il Ragazzo innamorato.
Spero censurino cosa penso stiano facendo dopo aver ricevuto una notizia del genere.
Intanto però, io ho le labbra ancora su quelle di Cato.
E non penso toglierle, possa cadere il cielo.
 
 

 
 
 
Spazio autrice:
Questo capitolo è veramente kilometrico.
Ma non ho aggiornato per “svariato” tempo, dovevo farmi perdonare.
E pensare che ci doveva essere persino un’altra scena, che alla fine ho deciso di mettere nel prossimo ç__ç Moment.
Prossimo. Moment.
Bhuaaaaaaa. D:
Non mi dilungo troppo, ma vi ringrazio per le 5 recensioni (5!!) del capitolo precedente. E siete arrivati a 20 che seguono/preferiscono etc.
Vi amo tutti!
§_§
Baci e alla prossima!

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Capitolo 14
*** Moment 14- I will follow you into the dark. (Death cab for cutie) ***


13- I will follow you into the dark (Death Cab for Cutie)
 
Questo capitolo lo dedico a chiunque stia leggendo. A tutti, penso, c’è capitato di perdere una persona cara, anche se magari non nel modo così drastico che è la morte.
Sentitevi la canzone e buona lettura:
(canzone gentilmente consigliata da  AriiiC_ )
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Con la lancia in mano,
Cato si inginocchia vicino a Clove,
 supplicandola di restare con lui.
Tra un istante capirà che è inutile,
che non è possibile salvarla.
 
Cit. The Hunger Games. (pagina 288)

 
 
 
 
 

Guardarla.
Vederla scivolare via da te,
essere cosciente di essere impotente.
 
 
Con le mani sporche di sangue.
Il suo sangue.
Vederla andare via lentamente.
 
 
Niente si può contro la morte,
e questo io lo so,
ma gli chiedo lo stesso di restare.
 
 
Rimani con me, Clove.
Parole gridate al vento.
Ormai è rimasto solo lui ad ascoltare.

 



 
By Clove.
 
Essere felice è bello.
Io lo so solo ora; solo ora comprendo il vero significato della parola “felicità”.
La felicità è restare minuti, ore, giorni, tra le braccia di Cato, con le sue labbra sulle tue e con le sue mani trai tuoi capelli.
C’è arrivata, finalmente.
Zitta tu. Non rovinarmi la mia felicità.
Aspettiamo un po’ di tempo, non so quanto, per prepararci a tornare a casa.
Noi torneremo a casa: insieme.
Rimaniamo nei dintorni della Cornucopia, per vedere se riusciamo ad uccidere qualcun altro, ma non si fa vivo nessuno.
L’unico problema che persiste è la fame.
Siamo sempre stati serviti e riveriti, non sappiamo trovarci del cibo.
Come ad aiutarci, una sera la voce di Claudius Templesmith annuncia un’altra trovata geniale: un festino.
-         Gentili Tributi. Siete ancora in sei e abbiamo deciso di farvi un ulteriore regalo. Un festino. Un momento, aspettate. Alcuni di voi hanno già declinato il mio invito. Ma questo non è un festino normale. Ciascuno di voi ha un bisogno disperato di qualcosa. Ciascuno di voi troverà quel qualcosa in uno zaino contrassegnato dal numero del suo distretto, alla Cornucopia, all’Alba. Pensateci bene prima di rifiutare. Per alcuni di voi sarà l’ultima possibilità. –
Guardo Cato, sorridente.
-         Domani si va a caccia. –
Non ce bisogno di dire in che senso.
 
 
 
 
 
Mi apposto all’alba vicino alla Cornucopia. Aspetto l’arrivo della Ragazza in Fiamme, ma la prima che compare è quella ragazza dai capelli rossi. Non sprecherò un coltello per quella là, tanto lo schiverebbe. È furba.
Subito dopo compare Katniss. Il cuore inizia a battermi forte, e senza che me ne accorgo inizio a correre, tirando il primo coltello, che le passa alla sua destra. Con l’arco riesce a deviarlo.
Accidenti.
Si volta e tende l’arco, lanciandomi una freccia, ma riesco a scansar…
Cavolo: la freccia mi ha preso al braccio.
Estraggo la freccia e do un occhiata alla ferita, mentre lei ha già raggiunto il tavolo.
Tiro il secondo coltello, che la colpisce dritta in fronte, barcolla all’indietro e la spingo veloce a terra, inchiodandogli le braccia a terra con le ginocchia.
-         Dov’è il tuo ragazzo, Distretto Dodici? Ancora in giro? –
-         Adesso è la fuori. Da la caccia a Cato. –
Cosa?
-         Peeta! –
La colpisco alla trachea e cerco di capire se è vero quello che dice, ma non sento Cato gridare.
Ghigno.
-         Bugiarda. È quasi morto. Cato l’ha ferito. Probabilmente l’hai legato su qualche albero mentre tenti di tenerlo in vita. Cosa c’è in quel grazioso zainetto? La medicina per il ragazzo Innamorato? Peccato che non l’avrà mai. –
Apro la mia preziosa giacca, e scelgo con cura un coltello a lama ricurva: il mio preferito.
-         Ho promesso a Cato che, se ti avesse lasciata a me, avrei offerto al pubblico un bello spettacolo. –
Sento già le urla di incitamento che Capitol City mi sta rivolgendo.
Tenta di disarcionarmi ma piccoletta com’è non riesce.
 - Lascia perdere, Distretto 12. Ti uccideremo. Come abbiamo fatto con quella tua patetica, piccola alleata… come si chiamava? Rue? Bè, prima Rue, poi te, e poi penso che lasceremo semplicemente che la natura si occupi del Ragazza innamorato. Che te ne pare? Allora da dove cominciamo? –
Gli esamino il viso, e decido subito da dove inizierò.
Tenta di mordermi, ma le afferro i capelli e le risbatto la testa al terreno.
-         Penso… penso che inizieremo dalla bocca. –
Mi guarda negli occhi. Cosa cerca di fare, l’eroina che combatte per il bene e l’amore? Ma cosa crede, che è solo lei quella che vuole tornare a casa con il ragazzo che ama?
Bhe, la differenza tra me e lei è che io valgo. Io ho diritto di vivere. Lei no. Questo non fa che aumentare la mia voglia di sangue.
-         Si, non penso che le labbra ti serviranno più a molto. Vuoi mandare un ultimo bacio al Ragazzo Innamorato?-
Raccoglie la saliva e me lo sputa in faccia.
Arrossisco di rabbia.
Ma chi diavolo si crede di essere?
-         Bene, allora. Iniziamo. –
Sto per incidere il primo taglio sul labbro, quando sento una forza superiore sollevarmi, e tenermi così, penzolante in aria.
Non riesco a capire cosa succede, vedo solo un enorme ombra davanti a me. Poi mi accorgo che è Tresh.
Clove.
Cosa c’è?
Sei nei guai.
 
 
Mi lancia a terra, facendomi rotolare. Atterrando, un sasso colpisce la mia schiena, ma non me ne curo.
È tutto sfuocato, come in un sogno.
Persino i suoni sono ovattati.
Morte.
Cosa?
Morte Clove. Stai per morire.
Morire.
Stai per morire. Significa che sparisci dal  mondo, e non ci torni più.
Morire.
-         Cosa hai fatto a quella ragazzina? L’hai uccisa? –
Le sue parole mi arrivano quasi sussurrate, anche se io sono sicura che le stia gridando.
Non sono stata io: è stato Marvel. Non gli abbiamo ordinato noi di farlo.
-         No! No, non sono stata io! –
Cerco di chiamare Cato ma le parole non riescono a uscirmi.
Cato!
Cato!
Cato!
-         Hai detto il suo nome. Ti ho sentito. L’hai uccisa? –
No. Non sono stata io.
- L’hai fatta a pezzi come stavi per fare con questa ragazza? -
 - No! Non sono stata io. –
Guardo il sasso in mano di Tresh e perdo completamente la forza di scappare.
Cato!
-         Cato!-
La mia voce è uscita. È uscita!
- Clove! -
Sta arrivando.
Ora Cato arriva e mi salva. Uccide Tresh. Io uccido Katniss, e viviamo insieme. Si, è così. Sicuramente.
Non posso morire.
Non posso morire.
Ciao Clove.
Tresh cala violentemente il sasso sulla mia testa, e sento le ossa che si rompono, gli organi interni che iniziano a rallentare.
Non posso morire.
Tutto diventa poco più che un’ombra, e sento in lontananza la voce di Cato.
Che non è arrivato in tempo.
Ma dopotutto non è colpa sua.
Sono stata uccisa dall’odio, tanto odio quanto ne ho seminato.
Non si pulisce il fango con il fango.
Il chiodo non scaccia un altro chiodo.
L’odio genera odio.
Non voglio morire.
 
Guarda il lato positivo: almeno raggiungerai Nathan.
 
Io non voglio Nathan. Voglio Cato.
 
 
 
 
 
By Cato
 
 
 
Perché uno si deve accorgere di amare una persona, sempre troppo tardi?
Perché io amo Clove. Non mi piace, non mi attrae fisicamente.
Sarà anche un amore contorto, ma è amore.
Perché se uno ama la parte negativa di una persona, le sue labbra, il suo corpo, la sua parte sadica e l’amore per il sangue, penso si possa definire un amore contorto.
Non mi importa cosa ne pensi la gente, questo è amore.
Forse dovrei dire era, perché ora che continuo a gridare il suo nome, senza ricevere risposta, penso si debba usare il passato.
Passato.
Prima non mi sarebbe importato. Prima sarei andato avanti, senza curarmi del corpo che giace nell’erba verde chiaro, così in contrasto con il sangue vermiglio e gli occhi neri di Clove.
Prima non mi sarei inginocchiato con la lancia in mano, accanto a lei.
-         Clove… -
-         Come va? –
-         Stai morendo. –
Sorride. Sembra una bambina.
-         Lo so. Si vede così tanto? –
-         Non mi lasciare. Non mi lasciare. Ti prego, non mi lasciare. Dovevamo tornare insieme, non puoi lasciarmi ora! –
Mi sfiora la guancia.
-         Vinci anche per me, ok? Vivi per me. Torna per me. Quando morirai ci rincontreremo. –
-         Rimani con me. –
-         Ciao Cato. –
Chiude gli occhi.
 
 
 
Sento una figura leggera che le prende l’anima. La porta su, in cielo, rovinando la sua, la mia, la nostra vita.
Vita.
Suona vuoto.
Non sento niente.
Vedo solo il suo viso.
I suoi occhi chiusi, che ormai hanno perduto la luce che avevano.
- Clove? –
Non risponde: non so cosa mi ha portato a credere che potesse farlo.
Le poggio l’orecchio sul petto, ma sento solo il silenzio.
-         Clove! –
Mi siedo sul suo stomaco e premo all’altezza del cuore una, due, te volte: ripoggio l’orecchio ma niente, non funziona.
Chi credi di ingannare? Ormai è morta.
Morta.
Morta.
Risuona crudelmente questa parola, nella mia testa, nel mio petto, nel mio cuore: lo sta spezzando velocemente.
-         Clove, ti prego, rimani con me! –
Le tappo il naso e immetto dalla bocca l’aria che non riesce a respirare.
Morta.
Le bacio le labbra che non possono baciare.
Morta.
Non reagisce.
Non reagisce!
-         Clove, ti prego, non puoi farmi questo! –
Mi chino sul suo corpo e lo abbraccio, come se potessi donare a lei il mio calore.
Donerei a lei anche il mio cuore, per farla vivere.
Le lacrime fanno forza per uscire, ed io le lascio fare.
Non me ne importa niente.
Morta.
Cos’è morta?
Solo uno stupido aggettivo.
Una stupida realtà.
Un’atroce realtà.
Amore, non vedi?
Mi stai uccidendo.
Non vedi come il mio cuore sta sanguinando?
È simile alla tua testa.
Morta.
Mi accascio sul suo corpo freddo, mentre fiumi di lacrime iniziano a scendere.
Vinci anche per me, ok? Vivi per me. Torna per me. Quando morirai ci rincontreremo.
Clove, dove sei? Io non ti vedo.
Eppure sono già morto: non potrò vivere per te.
Spiegami come farei a farlo!
Morta.
 
 
 
La verità mi arriva tutta insieme, senza risparmiarmi: la verità è che sei morta.
Completamente ed inequivocabilmente morta.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Un minuto di silenzio.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ok vabbè, diciamo che il minuto è durato.
Questo capitolo è stato una faticaccia. Stavo piangendo dall’inizio alla fine e ho dovuto ricopiare circa un miliardo di cose dall’libro (per esempio tutti i dialoghi tra Clove e Katniss ). Poi ho voluto postarvelo adesso perchè era già pronto... e non posso pubblicarlo domani: perciò, l'ho pubblicato Ora.
Spero solo ne sia valsa la pena D:
Io penso che questa scena doveva esserci nel film.
Perché ca**o l’hanno tolta?!
Erano una delle coppie migliori della saga, che cavolo.
Vi lascio e spero che questo capitolo sia stato di gradimento:
per il capitolo precedente, grazie a chi mi ha fatto vedere l’errore.
Grazie!
-Kat
 
Alla prossima.
 

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Capitolo 15
*** Moment 15- Fragile (Matmata) ***


15- Fragile (Matmata)
Sentitevi la canzone e buona lettura!
 
 
 
By Cato (visto che ormai è rimasto solo lui D:)
 
 
 
Mi alzo in piedi e guardo verso “il regno di Tresh”, come l’avevamo soprannominato.
Io andrò lì.
Me lo sta chiedendo anche lei.
 
[Tu sei quello che non riesco a dimenticare. Solo con gli occhi tuoi io continuo a vedere.]
 
Uccidi Tresh.
Uccido Tresh.
Aspetto che l’hovercraft arrivi, per portarsi via il suo corpo.
Il mio corpo.
Il tuo corpo.
 
[Mi hai preso il cuore ma quel che hai saputo dare, di un vento gelido che non fa respirare. Non sento più la tua voce. Ormai più io ascolto più lei tace]
 
 
Vedo sfuocato, ma inizio a correre verso “il regno”, velocemente.
Uccidere.
Uccidere.
Lui ha lo zaino con il cibo. Lui ha la nostra salvezza Clove.
Lui tiene la mia anima.
Lui tiene la tua anima.
Io lo ucciderò e tu tornerai.
 
 
 [Vorrei dimenticare che non ci sei. Dal cielo grigio piovono lacrime.]
 
Tornerai viva, calda, sorridente, sadica, violenta.
Tornerò.
Tornerai
Prendo i tuoi coltelli caduti a terra; lo ucciderò con questi.
Uccidere.
Uccidere.
 
 [Si posano sul viso più fragile, nel tuo sorriso le mie favole]
 
Mi addentro nella sterminata distesa di Grano. Mi è facile seguire i segni che ha lasciato, è grosso.
Forte.
Crudele.
Tornerai presto Clove. Aspetta solo che io uccida Tresh, e libererà la tua anima.
Uccidere. Voglio il suo cuore.
 
[Non voglio più restare solo. Se puoi stringimi a te.]

 
 
Spazio autrice:
ok, questo è solo un piccolo capitolo di passaggio.
Come avrete ben notato, Cato si è ammattito del tutto (cosa abbastanza comprensibile) e sente la voce di Clove, anche se non c’è.
Crede che uccidendo Tresh, Clove possa tornare.
Scusate in anticipo se quest’idea l’ha già usata qualcuno, ma non mi ricordo di averla vista…
Se è un’idea di qualcun altro, ditemelo, ed io citerò lo scrittore nei ringraziamenti :D
La parte in grigio è la voce di Clove.
Alla prossima, capitolo della morte di Tresh.
Baci!
 
Spoiler! Se non vuoi saperlo, non leggere!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cato riprenderà il suo controllo mentale solo dopo la morte di Tresh, capendo che Clove non può tornare.
:DD sono sadica.
 
-Kat

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Capitolo 16
*** Moment 16- Stai fermo lì (Giusy Ferreri) ***


16- Stai fermo lì (Giusy Ferreri)
Sentitevi la canzone e buona lettura.
 

 
 
 
By Cato (bhuaaaa)
 
 
Piove. Tornerà con la pioggia, mi dispiace.
L’importante è che torni.
Che io torni.
Che tu torni.
Non so quanto tempo ho passato in questa distesa di grano, ma non mi piace.
Stai attento.
Sto attento.
Uccidilo.
Lo ucciderò.
Cammino, con la pioggia che continua ad aumentare. Sento che mi sta aspettando. Sento che mi sta guidando verso Tresh.
Ti sto guidando.
Continua a camminare.
Rido.
Rido sotto la pioggia, con la testa rivolta verso il cielo.
Tresh è davanti a me.
- Dove la tieni? –
Mi guarda interrogativo.
- Chi? –
Inclino la testa da un lato.
Me. Dove mi tiene. Dove mi tiene!
- Dove la tieni!? –
Clove, dove tieni Clove!
- Clove! Dove la tieni? Ridammela; è mia. Ridammela. –
Scuote la testa.
- è morta. Come Rue, come Finch. Non avrei potuto prenderla. –
Il mio volto si incupisce e tiro fuori uno dei suoi coltelli, sporco ormai di sangue secco.
Mi ha lui.
Mi ha lui.

- Non è vero. Ridammela.-
Gli salto veloce addosso ma l’autocontrollo che pensavo di essere riuscito a riacquistare, vacilla, e mi scansa facilmente, facendomi cadere a terra.
Uccidilo, Cato. Uccidilo.
Mi rialzo, più determinato di prima, se possibile.
Guardo il coltello, poi Tresh, poi il coltello.
Tresh.
Scatta in avanti.
Scatto in avanti, colpendolo al petto con la lama, lasciando uno squarcio sul suo giacchetto. Cerca di afferrarmi, ma sguscio via dalla sua presa, per colpirlo nuovamente.
Gamba, Cato. Alla gamba.
Affondo il coltello nella sua gamba sinistra; il sangue inizia a sgorgare da subito.
È inimmaginabile come godo.
Abbassati.
Mi abbasso appena in tempo, poco prima che Tresh mi spaccasse la testa con quel grosso masso che tiene in mano.
Gli afferro la gamba, nel punto dove ho colpito, e stringo.
Stringo più forte che posso.
L’urlo che esce dalle sue labbra mi provoca un lungo brivido alla schiena.
Fallo soffrire.
Fallo soffrire, prima di liberarmi.

Lo faccio soffrire.
Con un calcio lo mando a terra: non posso credere di averlo battuto così velocemente.
Fammi tornare.
Falla tornare.
Mi ci getto addosso e con il coltello colpisco il petto, affondandolo più violentemente possibile.
Sento diverse ossa che cedono.
Rido, istericamente.
-         Non tornerà. Non tornerà se mi ucciderai: ma tu uccidimi lo stesso. Magari riuscirai a uccidere anche quello del 12, ma non vincerai. Non riuscirai a vincere. –
Non ascoltarlo. Riportami da te.
Non lo ascolto.
-         Lei sta per tornare. –
Riaffondo il coltello, questa volta nello stomaco.
Un fiotto di sangue mi bagna il viso e con le mani lo tolgo velocemente.
È strano, però: mi aspettavo più resistenza.
Finiscilo. Cato, finiscilo.
Ora lo finisco.
Cerca di dirmi qualcosa, ma lo colpisco con un pugno in pieno viso.
-         Siamo tutti dalla stessa parte. Tutti dalla stessa parte, Cato. –
Chiude gli occhi, mentre con un ultimo colpo faccio sparare il cannone che indica la sua morte.
Ora Clove ritorna.
Ora Clove ritorna.
Guardo dritto davanti a me, e la vedo.
La vedo, bella come una rosa, anche se letale per le sue spine.
Ha una tunica bianca e viene dritta verso di me, volando a pochi centimetri dal terreno.
Le corro incontro, la stringo forte a me, affondo le mani fra i suoi capelli e avvicino il viso al suo.
-         Clove, sei tornata. –
Non sono io, quella.
Non sei tu?
Non sei tu.
Non sei tu.
Tu non ci sei.
Vero?
 
Non ricevo risposta
 
La figura che stavo abbracciando si volatilizza fra le mie mani.
Diventa una sottile nebbia nera, che sale su, nel cielo.
 
Tu non ci sei, vero?
Non ci sei più.
 
Certe volte si è proprio stupidi. Come ho potuto credere che potessi vincere?
Come ho potuto credere che sarei riuscito a vivere, senza di lei?
E soprattutto, come ho potuto credere che sarei riuscito a portarla indietro.
Mi dispiace, Clove. Mi dispiace tanto.
 
 

 
 

Spazio autrice:
Ta da! Morte di Tresh.
La canzone mi mette una malinconia assurda, ecco perché ho deciso di metterla in questo Moment: per il testo non centra niente.
Cosa ne dite?
Non mi voglio dilungare troppo.
Solo una  cosa. Prossimo Moment, preparatevi, morte di Cato.
Baci!
-Kat
 
 

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Capitolo 17
*** Moment 17- Lost (Red) ***


17- Lost (Red)
Sentitevi la canzone e buona lettura ;D
 
 
 
 
By Cato.
 
 
Cerco di ricacciare dentro le lacrime che tentano di salire, mentre corro velocemente verso la Cornucopia, l’unico posto dove penso io mi possa salvare. L’Armatura in ferro è leggera da mettere.
Ecco cosa c’era, in quel maledetto zainetto: una stupida armatura, per proteggersi da quelle stramaledette frecce della Ragazza in fiamme.
Non del cibo, per riuscire a vivere insieme poi.
Solo un’ armatura.
Forse già avevano progettato di ucciderci.
Finalmente riesco a uscire dalla foresta e mi getto a capofitto su due figure scure.
Gli unici due tributi rimasti.
Corro via, senza pensare alla loro presenza: li vedo un tantino sconcertati, forse pensavano volessi ucciderli ora.
Io, ora, voglio solo scappare dagl’ibridi che mi stanno inseguendo.
La cosa peggiore è il fatto che ogni ibrido è un tributo caduto,
gente che magari ho fatto a pezzi io, tipo il ragazzino del Tre o la ragazza dell’Otto: hanno i loro stessi occhi.
Sento dietro di me Katniss e Peeta che iniziano a correre e salgo sulla Cornucopia bollente: mi stendo su un fianco e vomito tutto quello che mi sono tenuto dentro fino ad adesso.
-         Sono capaci di arrampicarsi? –
Tossisco e non riesco bene a farmi capire, anche se mi sembra che Peeta mi guardi quasi compassionevole.
Finalmente riescono a rimanere tutti e due sulla superficie del Corno.
Guardano giù, alla base, dove sono sicuro ci siano gli Ibridi.
Un grido sfugge dalle labbra di Katniss e tira una freccia contro non so quale tributo morto.
Se ne è accorta solo adesso.
-         Katniss? –
-         È lei! –
-         Lei chi? –
-         Cosa c’è?-
-         Sono loro. Ci sono tutti. Gli altri. Rue e Faccia di Volpe e… tutti gli altri tributi. –
-         Cosa gli hanno fatto? Pensi che… quelli sono i loro veri occhi? –
Sento solo dei passi e un tonfo. Spero sia caduto.
-         Uccidilo Peeta! Uccidilo? –
Uccidere chi? Me? Non mi hai già tolto abbastanza?
Non penso. Non ragiono.
Mi hanno tolto abbastanza, ed io toglierò a loro qualcosa.
Che ne dici, Ragazza in Fiamme, di perdere il tuo amichetto?
Mi alzo a fatica, mentre Katniss riesce a tirare su il Ragazzo Innamorato. Gli sono dietro, silenzioso, quando prendo per il collo Peeta, mentre Katniss continua a preoccuparsi per gli ibridi.
Le sono di fronte, sul dorso del Corno, e tengo stretto il collo dell’ultima persona che ucciderò.
Tenta di graffiarmi il braccio, ma debolmente: non sento neanche il solletico.
Punta una freccia contro la mia testa, mentre io inizio a ridere.
-         Uccidimi e lui viene giù con me. –
 
 
 
 
La freccia parte, e l’unica cosa che sento è solo un grosso colpo ai polmoni: non riesco a respirare.
Intorno a me, gli ibridi iniziano a raggrupparsi, mentre tento di prendere la spada che nascondo dentro la corazza.
Senza pensare, inizio ad affondare a caso, ed ogni tanto sento gli ululati che mi confermano la morte di qualche ibrido, ma sono decisamente troppi.
Dopo circa un’ora non ce la faccio più, e capisco che presto non ci sarò più. Mi faccio prendere e rinuncio al mio proposito di uccidere il Ragazzo Innamorato.
Ora darò un bello spettacolo a quei gran signori di Capitol City.
 
Non sento niente.
Non vedo niente.
A parte gli occhi di Clove.
Lei non mi sta sbranando come i suoi amici ibridi.
Lei non sta staccando i pezzi della mia carne come se fosse stoffa: lei mi sta solo guardando, ed è molto peggio, perché con uno sguardo mi sta dicendo tutto.
Non può parlare, ma solo un cieco non capirebbe cosa dice: ed io cieco non lo sono, o almeno non ancora.
“Non sei arrivato in tempo. Hai lasciato che Tresh mi uccidesse, e la morte mi ha portata via, come il vento porta via le foglie, senza che tu abbia potuto fare niente.”
Ed è tutto dannatamente vero.
“Dovevi vincere. Dovevi vivere. Per me. Ed invece non l’hai fatto.”
No: non l’ho fatto.
Anzi, sto morendo davanti a te, e tu non fai niente!
Sto perdendo il controllo: quell’ibrido non è lei, non è Clove, ha solo i suoi occhi, sono fatti per terrorizzarmi.
Questo fanno gli ibridi.
Ma comunque non riesco a convincermene: perché non si unisce al banchetto?
È programmata per non farlo?
O è davvero Clove?
No, Cato, non è lei.
Lei è morta.
Cato.
Mi piaceva come lo diceva. Il mio nome.
Aveva un suono diverso, non inquietante, non terrificante, come di solito mi vedono tutti.
Lei mi vedeva solo come un pallone gonfiato, e forse è quello che sono realmente.
Non un guerriero, non un eroe.
Solo uno sporco, vile, pallone gonfiato.
Hai sempre avuto ragione: sempre.
Almeno ora ti raggiungerò.
Cerco di portare il mio corpo verso l’uscita, per vedere se Katniss riesce a far finire questa tortura.
Non il dolore fisico, ormai a quello ci sono abituato, ma a quello mentale.
Lo sguardo di Clove non lo reggo più.
Riesco ad arrivare all’uscita, e li vedo sulla Cornucopia, abbracciati.
Fa male: li ci potevamo essere noi.
“Per favore”
Mimo con le labbra, cercando di emettere un suono che non riesce ad uscire. Non parlo, non ho più fiato a sufficienza.
Capisce.
Tende l’arco.
Scaglia la freccia.
Bhe, qui ci salutiamo, Mondo.
Anche se non ne vedo il motivo, visto che tu mi hai fatto solo soffrire.
Il cannone spara.
 
 

 
 
 
Spazio autrice:
O Dio.
È morto.
Non ci voglio credere.
Ma perché la Collins li ha creati per poi distruggerli?
Sadica Collins ç__ç
Ho usato questa canzone perché mi sembrava malinconica ma di forte impatto emotivo.
IO giuro che farò una ff dove non moriranno.
Possa finire il Mondo.
Comunque, molti di voi (due o tre persone xD) mi chiedevano cosa succederà nei prossimi Moment.
Tu che leggi, se non lo vuoi sapere non continuare a leggere.
SPOILER!!!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nei prossimi due Moment ci saranno dei tipo Flash-back che faranno vedere che collegamento avevano Cato, Clove e Nathan quando erano un po’ più piccoletti.
 
 
 
 






FINE SPOILER
 
Ok, ora puoi continuare a leggere.
Vabbè, vi lascio, alla prossima!
-Kat

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Capitolo 18
*** Moment 18- Left outside alone (Anastacia) ***


18- Left outside alone (Anastacia)
Sentitevi la canzone!
Per due Moment (il 18 ed il 19) cambieremo i punti di vista.

 
 
 
 
 
 
 
 
By Nathan.
 
 
 
 
 
- Cosa farai quest’anno, Nathan? -
Ci penso un momento, prima di rispondere.
Non voglio dirgli che mi offrirò come volontario.
Lei pensa che aspetterò i diciotto anni, non immagina che posso anche offrirmi prima. In effetti, offrirsi per gli Hunger Games a quattordici anni è una pazzia.
 Ma io voglio provare. Non posso farci niente.
- Starò zitto al mio posto e spererò di non essere estratto. Tanto ci sono comunque gli altri ragazzi che si offriranno, perciò anche se vengo estratto non andrò ai Giochi. -
- Meno male. Ti ricordi che ci dobbiamo andare insieme? –
La guardo un momento. Mi fa ridere questa bimbetta, sempre pronta a mettersi in mostra. Le scompiglio i capelli.
- Certo Clove. Ci andremo insieme e vivrà il migliore. Cioè io. -
Inarca un sopracciglio e so già cosa sta per fare.
- Tu dici? -
- Io dico. –
- Lo vedremo! –
Mi salta addosso e non faccio resistenza, per farla contenta. Mi blocca a terra, il busto con le ginocchia e le braccia con le mani.
- Come fai a dire che sei più forte tu, se ti atterro sempre? -
- Hai ragione, hai vinto tu. –
Mi sorride e mi da un ceffone giocoso, mentre vedo un ombra dietro di noi.
- Lo sapete che non si può amoreggiare nel Centro d’Addestramento? -
Quel piccolo presuntuoso di Cato: sempre in mezzo. Per fortuna Clove la pensa come me, e balzando in piedi si para davanti a quel ragazzino.
- Non stavamo… com’era quella parola? Vabbè, e comunque non sono affari tuoi. -
Cato sorride e sfiora la guancia di Clove con le dita. Lei si ritrae per attaccare, ma la blocco prima che possa farlo.
- Povera piccola, si accolla ai deboli per sembrare più forte. Non è un giusto comportamento, non pensi? -
Devo farmi forza per non lasciarla andare, antipatico com’è. Lui saprebbe offrirsi anche ora, a dodici anni, alla sua prima Mietitura.
-         Lui non è un debole. Per vederne uno, guardati allo specchio, che per sentirti forte devi prendere in giro quelli veramente forti. Cioè noi. –
Per un momento Cato si acciglia.
Non pensava di scatenare questa reazione in una bimba così minuta.
Ma lui la conosce, si allena assieme a lei, dovrebbe sapere cos’è capace di fare.
Io la osservo la mia Clove, sta crescendo bene.
Quando vuole, riesce a fare delle cose che nemmeno una diciottenne vorrebbe fare.
Cato se ne va, ed io sono sicuro di cosa fare oggi alla Mietitura.
Io mi offrirò volontario: per lei, per Clove.
Se ci andassimo insieme, morirebbe, ed io non potrei continuare senza di lei.
Perciò vincerò questi Hunger Games e tornerò a casa ricco, così da potermi sposare con lei, quando saremo più grandi.
 
 
 
 
By Cato (Mignon).
 
 
Sempre in mezzo quel Nathan. Si offrirà come Volontario, l’ho sentito dire da mio fratello, che fa gruppo con lui. Mio fratello invece non si offrirà ancora però, vuole farlo a diciotto anni.
-         Sempre con Clove. –
A me Clove piace.
È forte per essere una bambina.
Quando uccide le lucertole nel cortile del Centro d’Addestramento, alla pausa pranzo, ha uno sguardo serio, concentrato, divertito; da assassina.
Ecco perché la osservo.
Cerco di capitare in coppia con lei ogni qual volta ci sono delle esercitazioni a coppie, peccato lei mi odi.
Lei ha occhi solo per il suo Nathan.
 

 
 
 
Spazio autrice:
La canzone il testo non c’entra molto, ma mi metteva tristezza come canzone… perciò ho deciso di metterla in questo Moment, che è un tantino triste, visto che sappiamo che i bambini di cui si parla son morti.
Oddio, mancano solo due capitoli! Mi manca già D:
Qui si vede uno spiazzo del passato di Clove e Cato, cosa che succederà anche nel penultimo moment. ;(
Si capisce molto poco, ma in sintesi racconta di Nathan (che vuole offrirsi per gli HG per stare con Clove dopo, visto che non vuole gareggiare contro di lei) e Cato che già da piccolo gli piace Clove.
Alla prossima!u.u
-Kat

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Capitolo 19
*** Moment 19- Pioggia (OneMic) e Because you love me (Celine Dion) ***


19- Pioggia (OneMic) e Because you love me (Celine Dion)
Canzoni gentilmente consigliate da Ariic_ e Coral97
Buona lettura e sentitevi la canzone!

 
 
 
 
By Clove.
 
-         Dovevamo offrirci insieme! Doveva essere una sfida fra noi due. Ora tu ti sei offerto solo perché non credi in me. Perché?
-         Perché non voglio perderti, Clove. Se andassimo insieme nell’Arena, uno dei due morirebbe. –
-         Morirebbe da eroe. –
-         Ma comunque morirebbe. E noi due, senza l’altro, non ci sappiamo stare. Tornerò, Clove. Stanne certa. –
 
Questo ciò che mi disse. Questo ciò che mi promise.
Ma ora, vedendo il sangue che sgorga a fiotti dal suo collo derubato della testa, non potrà più dirmi e promettermi niente.
Urlo contro il buio che sta cercando di avvolgermi.
Urlo contro le lacrime che cominciano ad uscire.
Urlo.
Sei un bugiardo, Nathan.
 
 
 
 
By Cato.
 
 
Seguo le leggere impronte sulla neve che si dirigono al Centro d’Addestramento quasi correndo, mentre il gelo dell’inverno mi arrossa il viso.
Arrivo all’entrata ed entro contro il permesso dei Pacificatori, che quasi iniziano a rincorrermi, fermandosi poi quando capiscono chi sono.
Faccio parte del gruppo avanzati.
Arrivo in sala lancio e vedo ciò che cercavo.
Clove è lì, con in mano i suoi coltelli che lancia verso un primo bersaglio: è cresciuta, non è più la bambina di tre anni fa, ora è adulta, anche se ha solo quattordici anni. Ed io quindici.
Per fortuna non mi vede, ed io posso tranquillamente restare qui ad ammirare l’eleganza con cui lancia i coltelli.
È magnifica.
Il polso che si piega e si stende di scatto, il movimento delle dita, sembra tutto così surreale: sembra tutto così crudelmente divertente.
Ecco cos’è diventata.
Crudele.
Dalla morte di Nathan non è più la stessa. Si allena tutti i giorni, tutto il giorno, sempre con lo stesso bersaglio e lo stesso punto da colpire: è monotona, ma più va avanti più diventa brava.
Il cuore è il suo obiettivo.
Una persona così forte deve essere mia.

 
 
 
 
 
Spazio miracolata:
Salve, gente!
Che capitolo microscopico... perdonatemi, ma di più era solo un allngamento dei contenuti. Ed il prossimo è l'ultimo D:
Un po’ in ritardo, ma comunque ci sono. Qui siamo giunti al penultimo capitolo… con spiegato il perché del cambiamento apocalissale di Clove (cioè da dolce e ingenua bambina a spietata e crudele ragazzina)
Non voglio dilungarmi troppo, ma vi ringrazio tutti quanti.
Grazie, e buone vacanze!
#felicitàpostultimogiornodiscuola modalità off.
^^     u.u      -.-     xD     :D     D:
Baci!
-Kat
 
P.s_ ultimo capitolo, prima di Natale, che dopo sono parecchio incasinata!
P.p.s._ se vi va ho scritto un'altra Clato, da un solo capitolo. Ecco il link ^^

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Capitolo 20
*** Moment 20- Safe and sound (Taylor Swift) ***


20- Safe and Sound (Taylor Swift)
Sentitevi la canzone e buona lettura dell’ultimo capitolo!

 
 
 
 
 
 
 
 
 
By Cato.
 
 
[I remember tears streaming dawn your face, when i said i never let you go. When all those shadows almost killed your light.]
 
Barcollo un momento, prima di rendermi conto di dove sono.
Sotto ai miei piedi sento della sabbia sottile solleticarmi le dita, e guardo a terra per vedere di che colore è: mi sorprendo nel constatare che è bianca. Alzo di nuovo lo sguardo e una luce accecante mi porta a coprirmi gli occhi con la mano destra.
Poi, la luce scompare.
Tolgo la mano e vedo il tramonto.
Si; è proprio il tramonto.
La distesa d’acqua che mi appare davanti mi sconcerta: è di un celeste-azzurrino, che la rende simile alla cera.
 
[I remember you said don’t leave me here alone.]
 
Forse so cos’è, ne ho sentito spesso parlare, nelle trasmissioni di Capitol City: è il mare.
Non pensavo fosse così bello.
A pochi metri da dove inizia la distesa d’acqua, è seduta una figura.
Un tuffo al cuore mi avverte di chi è.
-         Clove! –
Le corro incontro, mentre lei si alza e per un momento mi guarda spaesata; poi però, mi riconosce e si riapposta nella sua precedente posizione, facendomi segno di sedermi accanto a lei.
-         Cato, ti aspettavo. –
-         Dove siamo? –
Per un momento si guarda intorno.
-         Non so. Non in Paradiso. Non all’Inferno. Forse siamo nel nulla. –
-         Mi piace questo nulla. –
Sorride.
-         Anche a me. –
-         Perché? –
-         Perché non c’è nessuno. –
Non posso dargli torto.
Guardo il Sole che cala e la luce farsi pian piano più luminescente; sta spuntando la luna, ma è tutto così strano.
Si muove tutto troppo veloce.
-         Non siamo sulla terra. La luna non si muove così velocemente. –
-         Che ne sai tu? –
-         L’ho osservata. –
La guardo per un momento, mentre lei si alza in piedi.
Noto che indossa solo un body blu.
-         Cosa fai? – le chiedo.
-         Alzati –
Mi alzo, mentre lei mi prende un mano.
-         Cosa senti? –
Mi sa che morire le ha fatto male.
-         Niente. –
-         Senti meglio. Chiudi gli occhi. –
Chiudo gli occhi, ma non sento assolutamente niente.
Oddio, aspetta.
È strano, però.
Riesco a sentire il rumore del vento leggero che ci scompiglia i capelli, il suo passare fra ogni fenditura che trova libera nei nostri corpi.
Sento anche un rumore che non riesco a riconoscere; sembra lo scrosciare di qualcosa, ma non riesco a capire di che cosa.
Insomma, dovevo essere in armonia con la natura?
-         Clove, lo sen… -
-         Shh. –
Sbuffo, mentre chiudo gli occhi.
E poi lo sento.
Lo sento?
In realtà non so se è così, ma penso di si.
Il vento porta delle voci, voci che conosco; sono voci che sussurrano, voci che urlano, voci che parlano normalmente.
Ma sussurrano tutte la stessa parola:
Grazie.
-         Grazie? –
Le conosco tutte; penso siano le voci dei Tributi morti. Si, ci sono tutti: Glimmer, Marvel, la ragazza dell’Otto che ho ucciso io, Rue, il ragazzo del Dieci, Tresh.
Siamo tutti dalla stessa parte. Tutti dalla stessa parte.
-         Sono stata tutto il tempo qui, ad aspettarti e a sentire le voci. Ci dicono “grazie”, ma non riesco a capire perché. Le abbiamo uccise noi, la maggior parte di loro, no? –
Annuisco.
-         Ma loro avevano capito chi era il vero nemico, Clove. Noi no. –
 
[Just close your eyes, the sun is going dawn. You’ll be al right, no one can hurt you now. Come morning light you and i’ll be safe and sound.]
 
-         Il vero nemico non erano loro, giusto? –
La guardo, annuendo.
-         Il loro vero nemico non eravamo noi. –
E noi lo abbiamo capito solo ora, da morti.
Le voci scompaiono, portate via dal vento che le aveva fatte arrivare qui. Forse hanno finito di ringraziarci, visto che finalmente sono arrivato anch’io.
- Comunque per placare la nostra sete di sangue avremmo dovuto uccidere la gente di Capitol. Sarebbe stato più giusto.  –
Sorrido, mentre capisco che tanto non si placherà mai il nostro bisogno di uccidere, visto che ce l’hanno pompato nel sangue, alla nascita.
-         Giusto. Ed ora che facciamo, Clove? –
Sul suo viso appare un enorme sorriso; non penso di averglielo mai visto in faccia. Non è uno dei suoi sorrisi sadici.
-         Ora? Viviamo. –
Non faccio in tempo a chiedergli di cosa stia parlando che la vedo correre verso il mare e buttarcisi dentro, tutto di un pezzo.
Mentre inizio a ridere, mi arriva una botta gelida in viso, facendomi spalancare gli occhi; davanti a me, Clove si tiene lo stomaco per non ridere troppo.
-         Questa me la paghi! –
E, mentre mi getto anch’io in acqua e inizio a schizzare la ragazza che amo con tutto lo schizzabile, non posso fare a meno di pensare che, anche se sono morto, non sono mai stato così felice.
 
È bello vivere da morto.
 

 
 
 
 
Spazio autrice:
come promesso, ecco a voi il Ventesimo Moment, giunto prima di Natale. La canzone che ho usato è Safe and Sound, perché il ritornello mi sembrava appropriato al “dopo-morte”.
Non so, spero di non aver deluso le vostre aspettative O.o
Allora… io il dopo-morte me lo sono sempre immaginato come il mare, ed io che vivo per sempre là. Oppure come un’enorme libreria, ma non potevo metterli in una libreria xD
Comunque, fatemi sentire i vostri pareri!
Sono depressa D: è finita D:
Vabbè, ora passiamo ai Ringraziamenti.
 
 
Ringraziamenti:
Intanto ringrazio le tre splendide ragazze che mi hanno seguito fin dall’inizio:

AriiC_
Queen_B
Coral97
Grazie!

Poi ringrazio chi si è aggiunto in seguito o chi ha recensito occasionalmente:
Lali Jai (la mia stalkerrr *-*)
darkangel98 (la ragazza dei crack xD)
mikelike
hopedirection
Clove_HungerGames
Clover_
Drazel K Rei
 
 
Grazie!
Ed infine, grazie alle 8 (8 ^^) persone che hanno messo fra i preferiti, la persona che ha messo fra le ricordate e le 11 (11 ^^) che hanno seguito.
Sapete che mi mancavano solo cinque persone fra i preferiti così da rientrare nelle più popolari??
Siete meravigliosi.
Comunque grazie a tutti, e arrivederci alla prossima ff (di cui pubblicherò il prologo domani, penso)
Non vi libererete mai di me, muahahhahha.
Baci e alla prossima!
-Kat ç_ç

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