Natale: tempo di cambiamenti

di Kiarachu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Raffreddore e confessioni ***
Capitolo 2: *** Discorsi e tenerezze ***
Capitolo 3: *** Un segreto rivelato ***
Capitolo 4: *** Eri tu! ***



Capitolo 1
*** Raffreddore e confessioni ***


Era il 24 di dicembre, e a Metro City stava nevicando come l’Inferno, “grazie” all’effetto lago.
 
“Signore, per favore, quest’anno non vada a rapire Miss Ritchi, lei si sta riprendendo solo ora da quel brutto raffreddore. Questo tempo è pessimo, e son preoccupato per la sua salute!” l’ittioide disse con voce preoccupata. 
 
Megamind era del tutto preparato per quel clima: indossava la sua solita tenuta di pelle e spandex, e sotto di quella indossava una speciale tuta fatta di una materia particolare che lo proteggeva dal freddo.
 
“Sciocchezze, Minion, ho preso le medicine, e mi son riposato, e son ben protetto. Inoltre ti ho promesso che, se succede qualcosa, ti chiamo con l’orologio, ok? Non ti preoccupare, mio amico pesciolino! Prepara le solite robe per Natare, ok?” lui disse allegramente al suo acquatico seguace.
 
Il pesce sapeva che era inutile discutere con lui, così fece spallucce e disse, “Ok, Capo, preparerò le cose…sia prudente”, finì con tono preoccupato.
 
Megamind gli sorrise, e andò verso la macchina invisibile, e poi guidò verso il condominio di Roxanne.
 
+++++
 
Roxanne era nel suo appartamento, che guardava dei film natalizi sul suo canale a pagamento della televisione.
Era rilassata, perché pensava che – con un tempo così – Megamind non si sarebbe fatto vedere per rapirla.
 
Il campanello suonò, e si chiese chi fosse ad alta voce, “Magari è uno dei miei vicini”, andando verso la porta.
Era così sicura che non guardò neppure dallo spioncino.
 
Quando aprì la porta rimase congelata per un poco, vedendo Megamind all’esterno, sorridendole.
 
“Posso entrare, Miss Ritchi, o devo usare la mia de-gun?” disse allegramente, vedendo la sua reazione.
 
Lei sospirò, e lo lasciò entrare nel suo appartamento. “Megamind, sei veramente cocciuto. So che mi rapisci sempre alla vigilia di Natale, ma stavo pensando che, con un clima simile, oggi sarei rimasta a casa”, lei dichiarò, facendo il broncio.
 
L’alieno blu alzò un dito al cielo, e disse, sorridendo follemente, “La malvagità non si ferma mai, anche quando c’è brutto tempo, Miss Ritchi!”
Quindi cominciò a starnutire come un matto, e quando ebbe finito, Roxanne disse, “Salute!”
Lui voleva ringraziarla, ma cominciò a tossire molto forte, e la brunetta sbatté le palpebre, chiedendosi se si sarebbe fermato, prima di soffocare.
 
La tosse non si fermò, e lui stava divenendo viola, quindi con n ansito crollò sul pavimento.
La reporter era seriamente preoccupata per la sua salute in quel momento: nonostante che fosse costantemente irritata da lui, e dalle “battaglie” con Wayne, lei lo trovava divertente e interessante, e anche se non lo avrebbe mai ammesso, gli piaceva.
 
La reporter si accucciò, per controllarlo, ed esalò un sospiro di sollievo, vedendo che stava respirando, anche se in modo rauco.
Toccò il suo braccio, scuotendolo, per svegliarlo, e lui aprì gli occhi all’improvviso, afferrandola tenacemente sul braccio, e pronunciando, “Oh no, non adesso!” chiudendo nuovamente gli occhi.
 
Roxanne ansimò, e dopo un poco controllò il suo battito cardiaco: era regolare.
Quindi toccò la sua larga fronte, e ansimò sonoramente, perché stava scottando molto!
Poi prese un termometro a pelle, e ansimò nuovamente vedendo la sua temperatura: 40 gradi.
Guardò il telefono, poi fuori, e poi l’alieno, e prese una decisione, e così lo trascinò verso la sua stanza da letto.
 
Là, lo mise sdraiato sul suo letto, e gli tolse il mantello, stivali, calzini (ovviamente neri), pistola e guanti, rimanendo incantata dalle sue lunghe dita blu, e dai sui piedi affusolati con dita carine.
Appoggiò quelle cose su una sedia, gli stivali sotto di essa, e l’orologio sul comodino.
Quindi prese una borsa del ghiaccio, e la mise sulla sua larga fronte, per raffreddarlo, e coprì il suo corpo magro con una calda coperta di lana.
 
Mise altra acqua nel freezer, per avere una buona riserva di ghiaccio per rinfrescare l’alieno blu.
Si sedette su una sedia, vicino al letto, guardandolo e accigliandosi, e chiedendosi perché era collassato a quella maniera.
Di tanto in tanto cambiava il ghiaccio, e guardava l’alieno dormiente.
Lei pensò che era così pacifico, in quella maniera, e accarezzò cautamente la sua guancia.
 
La brunette saltò dalla sedia, quando una voce uscì dall’orologio, “Signore, sta bene? Mi risponda, per favore!”
Era Minion, così lei prese il congegno, premendo un bottone lampeggiante, e parlando, “Minion? Mi senti? Megamind è qui al mio appartamento.”
 
L’ittioide fece un sospiro di sollievo, e chiese, con tono preoccupato, “Miss Ritchi, che è successo? Perché non ha risposto lui?”
 
Roxanne sorrise alla sua apprensione, e rispose, “Non voglio spaventarti, ma è entrato nel mio appartamento, ha starnutito come un matto, tossito e poi è collassato sul mio pavimento, per poi dire “Oh no, non adesso”, collassando nuovamente. Adesso è nel mio letto, ed ho usato del ghiaccio, perché ha una brutta febbre. Tu sai perché è svenuto così?” lei chiese, per capire la situazione.
 
Minion era sconvolto dal comportamento della donna, così disse, “È il suo solito comportamento quando è ammalato: cade in una specie di coma, per recuperare. Sta solo dormendo, profondamente. Ed è un bene che lei stia usando ghiaccio su lui, conti che la sua temperatura è più calda di un umano: è circa 37 gradi. Posso chiedere perché lo sta curando? Voglio dire…poteva sempre chiamare Metro Man, per farlo portare in prigione, o qualcosa di simile…” lui chiese, perplesso.
 
Roxanne sorrise e rispose, “Grazie per le informazioni, ed ho deciso di non chiamare Metro Man perchè è un tempo pessimo pure per lui. Ma se era malato, perché è venuto a rapirmi?” lei chiese, confusa.
 
Minion sospirò, e rispose, “Perchè è davvero testardo. Ma è strano…ha preso le sue medicine, ed è venuto da lei ben protetto. Ma magari…aspetti un minuto…” lui disse, e Roxanne sentì i suoi passi metallici.
 
Quindi, “Ah! Lo sapevo! Così impegnato a preparare tutto per Natale, da non prendere le pillole. La prossima volta gliele do io, guardando che le prenda. Questo non è un bene, è veramente malato e con questo clima non posso venire da lei, o potrei congelarmi”, Minion disse con voce preoccupata, quindi se ne stette in silenzio, pensando ad una soluzione.
 
Dopo un po’ sospirò nuovamente, e disse, “Miss Ritchi, so che sto per chiederle qualcosa di impossibile, ma potrebbe curarlo, fino a che il tempo non è migliore, e così verrei a prenderlo, per favore?!
 
Roxanne sorrise metà dolcemente e metà furbescamente, rispondendo, “Nessun problema, Minion, ti dico un segreto: tu sei sempre carino con me, mi piaci, e ti farò questo favore. Ed in più voglio vedere la sua faccia, quando si sveglierà…” lei finì, ridacchiando.
 
L’ittioide era felice di sentire quella notizia, e anche lui  ridacchiò, pensando al suo Capo, svegliarsi nel letto di Miss Ritchi.
 
“Approvo questa idea, siccome non ha preso le sue medicine, questo è quello che si merita. Per favore, continui a usare il ghiaccio, e mi chiami se succede qualcosa. Prema il bottone che ha usato per rispondermi, ok? E…grazie, quando sarò capace di arrivare al suo appartamento, porterò un bel pranzetto, per ringraziarla come si deve, se le va bene, ovviamente”, Minion disse allegramente.  
 
Roxanne sbatté le palpebre, e rispose, “Cucini? Adesso son curiosa, e così la risposta è sì, e grazie. Ti darò notizie se succede qualcosa”, lei disse, premendo un altro bottone lampeggiante per finire la chiamata.
 
Minion continuò a fare le sue faccende nel Covo Malvagio, mentre Roxanne guardava l’alieno dormiente, cambiando il ghiaccio e controllando la sua temperatura.
Quando raggiunse i 37 gradi, si fermò col ghiaccio, e lo guardò, che riposava pacificamente, e lui aveva un sorriso sulle labbra.
 
Lei ebbe un idea maliziosa, e prese la sua fotocamera SRL, facendogli qualche foto.
 
“Penso che terrò queste per me, ma sono anche del buon materiale di ricatto…teheheh…non è l’unico ad essere malvagio, qui”, la reporter disse, con un po’ di sornioneria nella sua voce.
 
Di tanto in tanto lei controllava la sua temperature, ma era stabile, stava solo dormendo.
Si preparò una zuppa, guardando se aveva qualche zuppa disidratata, da dargli quando si sarebbe svegliato.
Fortunatamente ne aveva parecchie: con quel tempo aveva fatto una buona scorta.
 
Quindi, dopo aver mangiato un pasto leggero, si sedette di nuovo sulla sedia, guardandolo e prendendo le sue mani blu nelle sue.
Era un pochino stupita del suo comportamento, ma sapeva che lui non avrebbe saputo questo, e si sentiva libera di esternare i suoi sentimenti verso lui.
 
“Oh, Megamind, perchè sei un criminale? Io sarei contenta di stare al tuo fianco. Sei così arguto e divertente. Mi chiedo perché tu sia così ossessionato a uccidere Wayne. Non ho mai avuto l’occasione di scoprirlo. Magari…quando ti sveglierai, te lo chiederò!” si disse a se stessa, con espressione risoluta. 
 
Dopo un po’ si sentì stanca, e volle andare a letto, ma era divisa, poiché Megamind era là, e non voleva dormire sul divano.
Dopo un po’ decise di fregarsene, e così prese il suo pigiama, e scivolò sotto le coperte.
 
Stava facendo un bel sogno, quando sentì gridare e lamentarsi, provenire dalla forma blu addormentata vicino a lei.
 
“Mamma, papà, no, non lasciatemi! Non voglio andare!” lui disse, accigliandosi, quasi piangendo.
Roxanne fu colta alla sprovvista, e prese la sua mano seguendo il suo istinto, sussurrando in maniera rassicurante, “Sssh, calma, sei al sicuro, son qui, non preoccuparti.”
 
Il suo respiro era affannoso, e lei non sapeva se era per il raffreddore o per il brutto sogno.
Quindi lui si calmò, il suo respiro si fece regolare, e aveva un espressione pacifica sul volto sempre espressivo.
Lei si chiese cosa fosse successo in quel sogno, e decise di chiederglielo quando si fosse svegliato da quel sonno profondo.
 
+++++
 
Roxanne si svegliò la mattina, e notò che Megamind era ancora addormentato, ma stava respirando in modo più normale.
Si alzò, e preparò colazione, poi andò in bagno, per lavarsi e vestirsi.
Indossò una semplice maglietta bianca, ed un paio di pantaloni di tuta grigi.
 
“Buon Natale, Megamind. Spero che ti svegli presto, ho qualche domanda da farti”, lei disse alla forma dormiente, sospirando.
Poi ebbe un idea, e chiamò Minion attraverso l’orologio.
 
“Minion? Mi puoi sentire?” lei chiese.
 
“Sì, la sento, Miss Ritchi. Come stanno andando le cose? Penso che il Signore stia un po’ meglio adesso, vero? E a proposito, Buon Natale!” l’acquatico seguace chiese con il suo solito modo cordiale ed allegro.  
 
Roxanne annuì, e disse, ridacchiando, “Buon Natale anche a te, Minion!”
Quindi gli disse, “Sì, adesso sta respirando in modo regolare. È magnifico…non sapevo che poteva recuperare salute in quella maniera. Solo una cosa…questa notte ha fatto un brutto sogno, e ha detto “Mamma, papà, no, non lasciatemi! Non voglio andare!”. Io l’ho calmato, ma mi stavo chiedendo se fosse solo un sogno…o un ricordo, sei in grado di rispondere alla mia domanda, Minion?”     
 
L’ittioide ansimò, e dopo un po’ rispose, con un tono serio, “È una sua memoria, Miss Ritchi. È un sogno ricorrente…o brutto sogno, come lei ha detto. Ha perso i suoi genitori…e loro ci hanno salvato, spedendo me e Signore qui, sulla Terra…”
 
Roxanne percepì che c’era di più, così continuò a chiedere, “Puoi…puoi raccontarmi tutta la storia? Prometto che non userò queste informazioni per uno scoop”, lei disse con sincerità.
 
Minion sospirò nuovamente, e passò un bel tempo prima che cominciasse a raccontarle l’intera storia, il pianeta risucchiato da quel coso-buco nero, il viaggio verso la Terra, Wayne che li spingeva via dalla loro rotta, lui che era atterrato in una casa di lusso, e loro in prigione.
Non fu in grado di fermarsi li, e così le disse degli anni prima della scuola, Megamind che cresceva in prigione, con qualche idea sbagliata, ma era un bravo bambino.
Poi il periodo scolastico, quando videro di nuovo l’altro alieno, così perfetto, così amato, e la decisione del piccolo Blue di diventare “il più cattivo di tutti”.
 
“Oh santo cielo! Mi prometta che non dirà queste cose ai media…penseranno che mi son inventato tutto, siccome Wayne è così perfetto…” disse il pesce nella tenuta robotica, con un po’ di panico. 
 
Roxanne stava cercando di trattenere le lacrime, ma era inutile, così singhiozzò ad alta voce e disse, dopo aver pianto per buoni cinque minuti, “Oh santo cielo! Poveretto! Sapevo che Wayne era, qualche volta, un tipo insensibile, per via del fatto che era stato cresciuto dagli Scott, ma un bulletto? E se fossi stata al posto di Megamind avrei fatto la stessa cosa! È così ingiusto…ma possiamo cambiare le cose! Adesso che so la verità, faro le giuste ricerche, e farò in modo che tutta la città conosca questa storia. Ovviamente se Megamind vuole, naturalmente”, lei finì, pensando all’alieno maltrattato. 
 
Minion aveva un tumulto di emozioni: in parte era preoccupato della reazione del suo protetto, e in parte stava saltando felicemente all’idea.
“Miss Ritchi, mi dispiace da averla fatta piangere, non volevo. È una buona idea, ma deve consultare il Signore prima…lo sa…ha un ENORME risentimento verso Wayne, ma magari se è lei a chiederglielo…magari potrebbe accettare la proposta”, l’ittioide disse, sapendo che Megamind aveva una bella cotta per la reporter.     
 
Roxanne asciugò alcune lacrime con un fazzoletto, e sorrise. “Non preoccuparti, Minion, va bene…e spero che dica di sì”, lei disse, ed in quel momento Megamind spalancò gli occhi all’improvviso.
 

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Capitolo 2
*** Discorsi e tenerezze ***


Megamind fissava il soffitto, domandandosi dove fosse. Quindi ebbe una rivelazione: si ricordò di essere entrato nell’appartamento di Roxanne, di aver parlato con lei, aver starnutito e tossito molto, ed essere entrato nella sua “modalità riposo che cura”.
 
Si alzò lentamente, e vide Roxanne, seduta vicino a lui, su una sedia, col suo holowatch in mano e…occhi rossi? Ha pianto per me? Per questo raffreddore? Si chiese, e poi disse, “Oh, merda…questo è così imbarazzante! E che sta facendo col mio orologio?” lui chiese, cercando di sgridarla. 
 
“Signore, Miss Ritchi stava parlando con me. Son così contento che lei sia sveglio. Si sente meglio?” Minion chiese attraverso l’orologio, con sollievo nella voce.
 
“Oh…uhm…beh, sì, mi sento meglio, e son pronto a tornare al Covo Malvagio, per fare un altro piano cattivo!” lui dichiarò col suo solito tono malvagio, ma ebbe un altro colpo di tosse, fortunatamente non serio come quello del giorno precedente.
 
Roxanne scosse la testa, e disse, “Tu non vai da nessuna parte, Mister Malatino! Starai qui, finché non ti sentirai bene, e POI potrai tornare al Covo Malvagio, vero, Minion?” lei chiese con tono giocoso all’acquatico seguace.
 
Minion, dall’altra parte, rise e disse, “Giusto, Miss Ritchi! Signore, faccia come le dice, ok? E penso che dobbiate parlare, vero, Miss Ritchi?” lui chiese, riferendosi al discorso appena fatto.  
 
Roxanne annuì, e rispose, “Sì, Minion, e poi ti faccio sapere come va, ok?”
 
“D’accordo Miss Ritchi, adesso vi lascio da soli, ci si sente!” disse l’ittioide, interrompendo la comunicazione.
 
Megamind aveva un’espressione perplessa, poi si accigliò, e disse, con tono risoluto, “Non voglio stare qui, e mi sento già meglio! Adesso me ne torno al Covo Malvagio!”
 
Roxanne scosse la testa, e fece un’espressione maliziosa, poi disse, con disinvoltura, “Va bene, anche se Minion sarà triste per questo, e…beh…diciamo che ho un asso nella manica…teheheh…”
 
L’alieno blu alzò un sopracciglio, e disse, “Che cosa c’è? Mi sembra un pochino malvagia, Miss Ritchi…che succede?”
 
Lei ridacchiò ancora, e prese la sua fotocamera SRL, facendogli vedere le foto che aveva preso mentre dormiva.
 
“Sembri così pacifico e per nulla malvagio in queste foto…magari potrei essere tentata di pubblicarle, se non fai quello che dico”; la reporter dichiarò con un tono molto malizioso.
 
Megamind strabuzzò gli occhi alle foto, poi si accasciò e s’imbronciò. “Ok, ha vinto…per ora. E a dirle la verità, non mi sento così bene, sarebbe rischioso per la mia salute ritornare al Covo Malvagio. E son curioso di sapere cose deve dirmi…” lui dichiarò, pensando all’opportunità di stare con lei per un po’.
 
Lui aveva una cotta per lei, ed era una delle tante ragioni per cui lui continuava a rapirla. Ma sapeva anche che il cattivo non conquista mai la fanciulla, ma poteva sempre sognare.
 
Roxanne sorrise in modo trionfante, e mise via la macchina fotografica in un posto sicuro, nascosta all’alieno blu, per poi andare in bagno a prendere la medicina per il raffreddore, ed un bicchiere d’acqua, tornando poi nella stanza da letto.
 
“Ecco, prendi questa pillola, e dopo di questo, ti preparerò della zuppa calda da mangiare. E dopo ancora, dobbiamo parlare di qualcosa d’importante”, lei disse, dandogli il bicchiere e il blister di pillole.
 
L’alieno blu alzò un sopracciglio, guardandola perplesso, e prendendo la pillola.
“Dobbiamo parlare di…?” lui chiese, curiosamente.
 
“Più tardi, adesso devi mangiare qualcosa di caldo, ok?” lei disse con calore, andando verso la cucina per preparare la zuppa.
 
Mentre Roxanne preparava il pasto, si chiese che cosa fosse, e si fece delle domande sul suo comportamento gentile verso di lui, così decise di chiamare Minion con l’orologio.
“Minion? Lo sai di cosa vuole parlarmi? Lo so che lo sai!” lui sussurrò nell’apparecchio per comunicare.
 
L’acquatico seguace sospirò, e disse, “L’unica cosa che le dirò è che lei ha avuto un brutto sogno. E abbiamo…chiacchierato. Adesso si riposi…uhm…lei che sta facendo?” chiese, curiosamente, sorridendo in modo folle.
 
Megamind sbatté le palpebre, e si ricordò del sogno, e si ricordò che qualcuno lo aveva confortato…ed era una voce femminile. Ed inoltre ricordò gli occhi rossi di Roxanne, e tutto si congiunse nel suo grande cervello.
 
“Le hai raccontato il mio passato…perchè? E…oh beh…in ogni modo sta preparando della zuppa…il suo comportamento…è cambiato. Le chiederò. Ci si sente dopo, Minion, e…grazie?” lui finì, accigliandosi e non sapendo cosa pensare di tutto ciò.
 
Il pesce terminò la comunicazione, sperando che sarebbe andato tutto bene.
L’alieno blu era assorto nei suoi pensieri, e non sentì Roxanne entrare nella stanza.
Lei notò il suo strano sguardo, e vide l’holowatch nella sua mano. “Hai parlato a Minion, vero? Mangia questa zuppa, e poi potremmo parlare, ok?” lei disse, appoggiando il vassoio con gambe sul suo letto, vicino a lui.  
 
Lui la guardò con un miscuglio di sguardi: tristezza e speranza, e il cuore di Roxanne si strinse un pochino. L’alieno cominciò a mangiare la zuppa, e la finì velocemente, quindi guardò la brunetta con uno sguardo interrogativo.
Lei prese un respiro profondo, quindi si morse il labbro inferiore, e quel gesto fece accelerare il battito cardiaco di Megamind.
Quindi lei gli disse quello che era successo, il sogno, lei che lo confortava, poi la chiacchierata con Minion, che le aveva detto di tutto il suo passato.  
 
Finito tutto il discorso, Roxanne gli disse, con voce calma, “Ho questa idea, se vuoi attuarla. Vorrei parlare con Wayne e il direttore, e con altra gente, per raccogliere informazioni, poi farei un’intervista con te e Wayne, per dire a tutti i cittadini di Metro City la verità dietro il tuo essere un criminale. Puoi provare di nuovo ad essere buono, Megamind, lo so! Tu non sei così cattivo, ed io ne sono la prova! Voglio dire…in tutti i tuoi “piani malvagi”, non mi hai mai fatto del male, eri sempre attento!” lei disse fermamente.   
 
Megamind era senza parole: non sapeva cosa dire. Pensò a tutto quello, e dopo un po’ scosse la sua testa gigante.
“È inutile, Miss Ritchi…nessuno potrà credere a questa storia. Metro Man le mentirà, anche se lei è la sua ragazza, per nascondere la verità, e non penso che lei troverà altre informazioni del mio periodo sciuolastico. Tutti i miei compagni di classe erano i suoi grupie, e pure la maestra. Mi piacerebbe farlo, ma è impossibile…” lui disse, accasciandosi e mordicchiando il suo labbro inferiore, imbronciandosi.   
 
Roxanne scosse la testa, prese le sue mani nelle sue, e disse, “Prima di tutto, il mio nome è Roxanne, usalo, per favore, e non essere così formale! Secondo – ma non meno importante – non sono la ragazza di Wayne, non lo sono mai stata. E troverò le informazioni che mi servono. Lo sai, qualcuno continua a chiamarmi Reporter Ficcanaso per un motivo, giusto?” lei finì facendo un sorriso furbesco.
 
L’alieno blu era sbalordito dal suo gesto e parole: stava fissandola, e arrossendo un bel po’. Non era mai stato toccato in quella maniera da un umano, men che meno dal suo umano favorito: Roxanne.
“Ah…ehm…ok…Miss…oops…Roxanne. Tu e Wayne non siete una coppia? Ma pensavo…”   
 
“Tutti lo pensavano, ma non è nemmeno il mio tipo”, lei disse, interrompendolo, e guardandolo sorridendo, pensando a quanto era carino, arrossendo in quella maniera, solo perché lei gli teneva le mani.
 
“Davvero? E…uhm…se posso chiedere…qual è il tuo tipo?” disse Megamind, con incredulità nella voce, e un pizzico di speranza, domandandole quella cosa, vedendo come lei gli teneva le mani.
 
“Sì, davvero, siamo solo amici, e beh, mi piacerebbe stare insieme con un uomo arguto, intelligente e divertente”, lei disse, guardandolo sorridendo.
 
Lui era così poco abituato ad interazioni sociali, che non riconobbe quelle caratteristiche in se stesso, così guardò in basso, e disse, “Beh…sarà un uomo fortunato, chiunque ha quelle caratteristiche. Scommetto che non lo hai ancora incontrato, perché tutta la gente di Metrocity pensa che stai insieme a Wayne, e per via del nostro…”gioco”, giusto? Mi dispiace per quello, penso che io e Wayne abbiamo reso la tua vita un piccolo Inferno, giusto?” lui disse, imbronciandosi un poco di più. 
 
Roxanne sospirò, e scosse la testa, non credendo alle sue orecchie, e per buona misura cominciò a lisciare le sue mani con i pollici.
“Alieno stupidino io l’ho già trovato quell’uomo, sai?” lei disse, in modo malizioso, continuando a massaggiare gentilmente le sue mani.
Aveva l’impressione che il vero Megamind fosse nascosto, e adesso aveva avuto l’occasione di vedere qualche frammento del vero lui, e le piaceva anche di più di prima.
 
Lui fu colto alla sprovvista dal suo comportamento, e senza fiato, quando lei cominciò ad accarezzare le sue mani in tal modo.
Alzò improvvisamente la sua testa, guardandola, e disse, istintivamente, con paura e speranza nella voce, “Forse…forse…quell’uomo…sono io?”  
 
Lei continuo a carezzare le sue mani, sorridendogli, e annuendo. “Sì, sei tu. Son sempre stata attratta da te, ma sai…”
 
“…il cattivo non conquista la fanciulla…lo so…” lui finì per lei, tristemente, e lei annuì.
“Ma perché hai deciso di dirmi queste cose adesso? È perché hai pietà di me per il mio passato, e vuoi darmi un assaggio di vita normale? O…per qualcos’altro? Non posso creder che una donna bellissima come te potrebbe stare insieme con un alieno dalla pelle blu e il gran testone come me, vero?” lui chiese, la sua insicurezza che emergeva nuovamente.     
 
Roxanne scosse la testa ancora una volta,facendo un sorriso di traverso, non credendo che Megamind – il folle alieno che faceva sempre i suoi spettacoli prima di ogni battaglia – fosse così timido ed insicuro.
 
“Non ti compatirei MAI, e non m’importa del tuo aspetto: mio padre mi ha insegnato a non giudicare un libro dalla copertina, o una persona dall’aspetto, ma giudicare in base alle azioni. È vero che tu eri un ragazzaccio, un…criminale…ma c’era un motivo dietro al tuo comportamento, e non è tutta colpa tua. Ammetto che hai fatto alcune scelte marce nel passato, ma avevi le tue ragioni per comportarti così. E adesso puoi cambiare il tuo destino, la tua strada!”     
 
“Puoi essere quello che vuoi: vuoi aiutare I cittadini di Metro City con le tue invenzioni? Tu puoi! Vuoi fare il lavoro di Wayne? Tu puoi! Anche se non hai i suoi poteri, hai il tuo cervello, e la tua straordinaria intelligenza: puoi costruire cose per proteggere questa città, invece che distruggerla, e penso che molti cittadini di Metro City ti accetterebbero, son sicura!” lei disse con entusiasmo.
 
“E se ti senti giù, beh…io sarò sempre lì per tirarti su, sempre”, lei finì, con occhi luccicanti, e tenendo le sue mani con cura e dolcezza.
 
Megamind processò tutte quelle cose, e un sorriso cominciò a formarsi sulla sua faccia triste, e i suoi occhi verdi cominciarono a luccicare.
“Pensi veramente quelle cose? Io…voglio cambiare, adesso, mi hai convinto…tu…mh…beh…tu mi piaci, Roxanne…ho sempre avuto una cotta per te, e…mh…oh…non so che dire, son così felice!” lui finì, versando delle lacrime di felicità.
 
Roxanne era senza parole di fronte a questo comportamento, e adesso sapeva che Megamind era l’uomo giusto per lei.
Lei lasciò le sue mani, e asciugò quelle lacrime di gioia dalla sua faccia.
L’alieno blu era senza fiato per un momento, per il suo gesto, e poi, seguendo il suo istinto, chiuse gli occhi, appoggiandosi alla sua mano, e sospirò di contentezza.
 
“Oh, Roxanne…mi sento così in pace con te, e farò del mio meglio per cambiare il mio comportamento, per te, lo prometto!” disse teneramente, con amore nella voce. Per lui era un sogno divenuto realtà, e benedì il suo raffreddore, e la sua testardaggine di non prendere la medicina, che erano le ragioni che avevano cambiato il suo destino. 
 
La brunetta ridacchiò, e disse, “Per me va bene, ma non cambiare troppo! Sai, mi piace anche il tuo lato da “ragazzaccio” e iperattivo!”
 
A quell’affermazione lui aprì i suoi occhi verde smeraldo, sorridendo apertamente, e facendo uno dei suoi sorrisi malvagi.
“Oh, così ti piace quel mio lato, eh? Interessante…ma dopo quel tuo ricatto con le foto, non son così sorpreso, ed in più mi stavo chiedendo perché non hai mai accettato le mie proposte di essere la mia Regina Malvagia”, lui disse maliziosamente.
 
Roxanne roteò gli occhi, e lo guardò con un’occhiata di rimprovero. “Beh…ero tentata, ma pensavo alla mia carriera, sai…se sei una Regina Malvagia non puoi andare a lavorare ed essere amata da tutti”, lei disse, cercando di trattenere la risatina.
 
Megamind era sicuro che fosse per qualcosa di simile, così annuì, e sorrise. “Beh, in ogni modo son felice adesso, anche se non sarai la mia Regina Malvagia. E…oh…cercherò di essere un buon…mh…ragazzo”, lui dichiarò, arrossendo furiosamente pensando a quello. 
 
La reporter sorrise contenta, vedendolo così insicuro, e disse, molto dolcemente, “Ed io ti aiuterò, poiché è uno dei compiti di una buona ragazza. A proposito, sei così carino quando sei imbarazzato. Ti aiuterò anche in quel compito, ok, dolcezza?”
 
L’alieno rimase a bocca aperta, a quella dichiarazione, e disse, “Come mi hai chiamato? E..beh…sarò contento di imparare da una fantastica ragazza come te. Oh…non ci credo…sei la mia ragazza…Roxanne, questo è un sogno divenuto realtà, e grazie a questo raffereddore…o meglio dire grazie alla mia testardaggine di non prendere la medicina…” lui disse, accasciandosi un pochino.
 
“Teheheh…ti ho chiamato dolcezza perché è vero. Oh, Megamind, non avrei mai pensato che sotto tutta quel dramma e spuntoni, ci fosse nascosto un uomo così dolce. E non è un sogno, è la realtà, e son contenta che tu non abbia preso le medicine, così ho potuto conoscere il vero te, e ti aiuterò a cambiare il tuo percorso, non sei felice?” lei disse, in modo gaio, tenendo di nuovo le sue mani, e sorridendogli.
 
Megamind arrossì nuovamente, e disse, “Grazie, penso che passerà un bel po’ di tempo prima che mi abitui a questo, ma son così felice in questo momento! Molto, molto felice. Oh…devo dirlo a Minion…penso che anche lui sarà molto felice! Sai…ho sempre avuto l’impressione che non gli piacesse la mia scelta di essere un criminale.”
 
Roxanne annuì, e prese l’orologio, dandolo all’alieno blu. Premette il bottone di comunicazione, e disse, in modo eccitato, “Minion? Sei lì?”
Si poteva quasi sentirlo roteare i suoi occhi castani, mentre rispondeva sarcasticamente, “Sì, Signore, son qui…è lei che ha installato il collegamento diretto con l’orologio nella mia tenuta, sa…”
 
Roxanne ridacchiò, e Megamind si accigliò, facendo il broncetto. “Ehm…hai ragione…ma in questo momento son così ECCITATO! DEVO dirti cosa io e Roxanne ci stavamo dicendo…mh…beh…non TUTTI i dettagli, ma…oh…Minion! Son così FELICE!” lui balbettò, arrossendo nuovamente, e guardando Roxanne con uno sguardo innamorato.   
 
E dopo di quello, gli disse dell’idea di Roxanne, e le loro promesse, e quando finì ci fu un momento di silenzio, e l’alieno blu era preoccupato, perché sapeva che Minion era un gran chiacchierone, e questo silenzio era insolito.
Poi sentirono un suono molto strano dagli altoparlanti dell’orologio: gorgoglii e sospiri.
 
“Sta per caso piangendo?” Roxanne chiese sotto voce.
Lui sorrise e annuì. “Sì…è sempre così quando si commuove per qualcosa…è davvero un fantastico pesciolino! Dev’essere molto felice”, lui disse con calore nella voce.
 
Dopo un poco, il pianto si fermò, e Minion dichiarò, “Oh, Signore, Miss Ritchi, son così FELICE! Perché c’è questo tempaccio? In questo momento vorrei abbracciarvi tutte e due…e devo ringraziarla, Miss Ritchi, lei ha un cuore grande, e son così contento che abbia deciso di stare con Signore, veramente…oh, preparerò un BUON pranzetto per voi due, quando il tempo sarà migliore e potrò essere là, ok?” lui disse allegramente, facendo sorridere la nuova coppia.
 
“Ti faccio sapere quando la neve smette di cadere, va bene Minion? Sei un tenerone anche tu, e non vedo l’ora di assaggiare il tuo pranzo. Nel frattempo mi prenderò cura del mio nuovo ragazzo blu, e ti farò sapere dell’andamento della sua salute. Ci si sente, Minion”, lei disse, interrompendo le comunicazioni dopo che ebbe risposto positivamente.  
 
Quindi guardò Megamind, e disse, “Se ti senti meglio, potremmo andare nel mio salotto, per guardare qualche film natalizio o qualche DVD, scegli tu, va bene?”
 
Megamind sbatté le palpebre, e fece un ampio sorriso, quindi disse, “È Natare! Me n’ero quasi dimenticato! Buon Natare, Roxanne! Allora è vero che i miracoli possono succedere in questo giorno! Questo è il miglior regalo che abbia mai ricevuto in tutta la mia vita!” lui dichiarò, abbracciando Roxanne all’improvviso, e lei rispose felicemente al gesto. 
 
Nel momento in cui lei lo abbracciò, realizzò quello che stava succedendo, e si congelò per un istante, e dopo di quello si sciolse al suo tocco, appoggiando la sua testa sulla sua spalla, sospirando di contentezza, e chiudendo gli occhi.
Roxanne realizzò che non era nemmeno abituato ad essere abbracciato, e pensò alla sua vita, così non fu sorpresa, e le piacque di aver un simile effetto sull’alieno che aveva reso la sua vita un piccolo Inferno.
 
Dopo un po’, Megamind si staccò dall’abbraccio, ed aveva un’espressione sognante sulla sua faccia.
Roxanne ridacchiò un pochino, vedendolo così, e pensò che le piaceva questo suo lato, e sapeva che ci sarebbe voluto un sacco di tempo prima che si abituasse a questo tipo di affezioni, specialmente da parte sua.
 
L’alieno si svegliò dal suo stato sognante, sentendola ridacchiare, e la guardò con un’occhiata furbesca, dicendo, “Sei davvero una tentatrice, mia cara. Devo stare attento a non cadere nuovamente nella tua dolce trappola, ma magari ti lascerò attuare il tuo piano, non è così male”, lui finì facendole l’occhiolino.    
 
Roxanne sorrise furbescamente, e disse, “Magari pianificherò altri attacchi di questo tipo, per farti abituare alle mie affezioni in futuro. Allora, andiamo a guardare qualche film? Se non sbaglio è quello che facevamo gli altri anni, solo che questa volta scelgo IO…teheheh.”
 
Megamind le sorrise, e disse, “Quello che vuoi, son troppo felice per protestare. Magari è meglio prendere una coperta? Che ne pensi?” lui finì, pensando di accoccolarsi con lei sotto la coperta, mentre guardavano il film, e arrossendo al pensiero.
 
Lei notò quel particolare, così prese una coperta matrimoniale dal suo armadio, quindi lo aiutò a star  su, tenendogli la mano, e portandolo nel salotto.

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Capitolo 3
*** Un segreto rivelato ***


Roxanne fece sedere Megamind sul divano, quindi prese il telecomando, e si sedette vicino a lui, coprendo entrambi con la coperta, e vedendo i vari canali della televisione a pagamento.
Lei sorrise maliziosamente, quando trovò il film perfetto: Nightmare Before Christmas.
Si ricordava che era uno di quelli che piacevano molto a Megamind, gli anni passati.
 
“Vuoi del popcorn? Qualcos’altro di caldo?” lei chiese all’alieno blu.
Lui scosse la testa, e disse, “No, grazie…diciamo che non ho molta simpatia per il poppus-corn, anche se, di tanto in tanto, ne mangio, e sono a posto così, grazie”, lui finì con calore nella voce, facendo sciogliere nuovamente il cuore di Roxanne.
 
Il timido alieno voleva dire che l’unica cosa calda che voleva era lei, ma non era così coraggioso.
Fortunatamente Roxanne era davvero una buona reporter investigatrice, e sapeva quello che lui voleva, così si accoccolò vicino a lui, appoggiando il suo braccio sinistro sulle sue spalle, e con la mano destra prese la sua mano, e appoggiò la testa sulla sua spalla destra.
 
Megamind s’irrigidì per un momento, trattenendo il respiro, per poi sciogliersi come neve al sole, sospirando in modo sognante, e avendo un poco di coraggio, fece scivolare il suo braccio destro dietro alla sua schiena, e appoggiando la sua mano sulla sua vita.
Lei sorrise, e fece un pugno di gloria mentale, perché sapeva che la sua mossa avrebbe avuto quell’effetto.
 
Guardarono il film, ridendo quando era il momento, avendo momenti di tristezza, oppure piangendo in certi momenti, e commentando certi passaggi, poiché entrambi avevano guardato quel film già molte volte.
A lei piaceva essere accoccolata in quella maniera vicino a lui, e per lui era una delle sue fantasie divenute realtà, ed era felice oltre ogni sua speranza.
 
Il film finì, e Roxanne lo guardò con la coda dell’occhio, sorridendo, vedendolo con un sorriso enorme stampato sul suo viso.
“Ti è piaciuto il film, o qualcos’altro, Mister Sorriso?” lei chiese in modo scherzoso, rannicchiandosi vicino a lui ancora di più.
 
“Eh? Ah…tutti e due…ehm…voglio dire…mi è piaciuto il film, e mi è piaciuto anche di più avere te raggomitolata vicino a me in questa maniera. Oh, Roxanne, questo è un sogno divenuto realtà…e a proposito, sei per caso in grado di leggere la mia mente? Quando mi hai chiesto se volevo qualcos’altro, questo era quello che volevo…ma…ehm…beh…non pensavo che mi avresti dato una risposta positiva”; lui balbettò, arrossendo.
 
La brunetta si mordicchiò le labbra, per non ridacchiare, vedendolo così: le piaceva molto avere un effetto del genere su di lui.
“Hey, nessun problema, e beh…lo sai che sono una reporter investigatrice, e così è stato facile per le “leggerti”. Stavo pensando alla tua vita…e non penso che tu abbia avuto molte occasioni per accoccolarti con qualcuno in questa maniera, giusto?” lei disse, prima maliziosamente e poi seriamente, carezzando la sua mano col pollice, per confortarlo.
 
Lui guardò in basso, annuendo alla sua dichiarazione. “Beh, sì. Son stato vezzeggiato e coccolato quando ero più giovane dal direttore e dai miei zii, ma quando crebbi smisero di farlo, e in ogni modo avevo deciso di diventare un cattivo all’età di sei anni, dopo il fallimento a sciuola. Il direttore ha tentato ripetutamente di farmi cambiare idea, ma lo sai che quando mi fisso su qualcosa nessuno può fermarmi. E in più volevo vandicarmi su quel bulletto che era Wayne…” lui disse con un mezzo sorriso.    
 
Roxanne annuì, capendo, e fece scivolare il suo braccio sinistro per carezzare la sua schiena, per confortarlo, e lui si sciolse nuovamente al suo tocco.
“Lo so…Minion me l’ha detto…e so anche che sei testardo come un mulo, ma son grata per questo, perché è il motivo che mi ha fatto scoprire il tuo vero io, poiché non hai preso la tua medicina per il raffreddore, eccetera. Adesso, possiamo rimanere qui così, guardando qualche altro film, o un DVD, oppure tu puoi riposare un poco nel letto, che vuoi fare?” lei chiese, guardandolo, sorridendo dolcemente.
 
Voleva replicare alla rimbeccata sul “mulo”, ma si sentiva più che bene con lei, per protestare, e in ogni modo pensava che fosse vero.
Sospirò, pensando alle due opportunità, guardando fuori dalla finestra: stava ancora nevicando selvaggiamente, così si fissò sulla sua prima proposta, e rispose, “Potremmo guardare un altro film, magari un DVD, se vuoi, la scelta è tua. A proposito, non hai paura di prenderti un raffreddore, standomi così vicino? Non che mi lamenti, al contrario mi piace stare accoccolato vicino a te in quella maniera, è una cosa di cui necessitavo da una vita, ma son preoccupato anche per la tua salute, lo sai…e non è la prima volta”, disse facendo l’occhiolino, e con cura nella voce.
 
Roxanne si accoccolò contro di lui, e disse, “Mmmh…penso che un DVD potrebbe andar bene…e per la questione della salute, sei così dolce a preoccuparti, ma ho molti medicinali e zuppe, e…beh…siccome ti sei già preso cura di me anche quando eri un “cattivo”, mi appoggerò a te, ok? A proposito…dove l’hai presa quella medicina per raffreddore che mi ha curato in una giornata?” lei chiese, il suo lato “Reporter Ficcanaso” che emergeva.
 
“Mmmh…ma certo, amore mio, mi prenderò cura di te se ti ammalerai, e per quella medicina…l’ho creata io…” lui rispose, in modo compiaciuto.
La brunetta spalancò gli occhi, e sbatté le palpebre. “L’hai creata tu? Spero che tu non la stessi testando su di me!” lei disse, un pochino arrabbiata, ma sciogliendosi sentendo lui chiamarla “amore mio”. 
 
Il genio blu le carezzò la schiena, e sorridendo le spiegò, “Ma certo che no, Roxanne, cosa pensi? Non ero uno scienziato pazzo! O meglio, lo ero, ma avevo standard! Quella medicina è pure venduta qui a Metrocity, ho registrato la formula, e delle compagnie farmaceutiche l’hanno vista, sperimentandola con i giusti metodi, e così è sicura per umani, o anche alieni”, lui finì sorridendo orgogliosamente.  
 
Lei sbatté nuovamente le palpebre, e chiese, un pochino incavolata, “Aspetta…vuoi dire che, ogni volta che qualcuno compra quella medicina, tu ricevi del denaro, vero? Così…vuol dire che tu hai finanziato i tuoi piani malvagi con i nostri soldi”
 
Megamind fece un espressione scandalizzata, e rispose nel suo miglior modo teatrale, “Ma certo che no, Roxanne! Ok, questo necessita una spiegazione. Vedi, quando ero più giovane ho inventato molte cose, apparecchi elettronici, che adesso son usati regolarmente dagli umani, come circuiti per computer, e in epoca moderna, carte SD, componenti per cellulari e cose simili.”
 
“Il direttore vide un potenziale in quegli apparecchi, e mise il copyright su tutte quelle invenzioni, e il denaro che guadagnai dai diritti d’autore finì in un conto bancario. Stesso principio per altre cose, come formule di medicinali, o tessuti tecnici, etcetera. Ho usato quel conto solo per…uhm…costruire e rinnovare il mio appartamento, nel Covo Malvagio”, lui disse, decidendo di rivelarle il suo segreto.
Roxanne era nuovamente sorpresa da questa nuova informazione su di lui, e chiese, “Un conto in banca? Un appartamento? Wow…adesso son proprio curiosa…”
 
L’alieno blu sorrise orgogliosamente, vedendo la sua reazione, e continuando a spiegare, “Sì, e ho un sacco di soldi! Ovviamente è congelato di tanto in tanto, quando son fuori di prigione, ma continuo a inventare cose, registrandole da me usando le mie abilità da hacker, e ultimamente andando io, camuffato, usando quest’orologio.”  
 
“E anche se il conto è congelato, io continuo a ricevere i soldi dei diritti d’autore per le mie invenzioni. E qualche volta ho l’opportunità di ritirare dei soldi, prima che lo congelino, e non usarli per cose cattive, ma per il mio fantastico appartamento. Mh…magari un giorno ti farò fare un giro, se tu vuoi, ovviamente!” lui disse, prima orgoglioso, poi in modo timido, arrossendo di nuovo.
 
La reporter sbatté le palpebre, guardandolo con espressione stordita per quelle spiegazioni.
“Wow…così, in poche parole, tu sei VERAMENTE ricco…ma allora perché hai continuato a essere un criminale? Io pensavo che una delle ragioni fosse il denaro. E sarei molto felice di visitare il tuo appartamento, mi hai incuriosita”, lei disse sorridendo, e accoccolandosi ancora più vicina a lui. 
 
Megamind chiuse i suo occhi verde smeraldo, e sospirò contento, a quel gesto d’affetto, continuando ad accarezzare la sua schiena.
“Beh…per dirti la verità, il denaro non era il mio primo obiettivo. Volevo vandicarmi su Wayne, per quello che mi aveva fatto a sciuola, e in precedenza, al nostro arrivo sulla Terra, e…beh…volevo essere notato dai cittadini di Metrocity, volevo che notassero le mie invenzioni intelligenti, volevo solo essere accettato per quello che ero, ma pensandoci adesso, penso che fosse comunque sbagliato…ma non tutte le persone la pensano come te, vedono solo un alieno dalla pelle blu, con un gran testone e un corpo magrissimo…ma adesso, magari, posso fargli vedere me stesso! Grazie ad un raffreddore, e alla mia testardaggine…eheheh…” lui disse, prima seriamente, per poi finire allegramente.      
 
Roxanne annuì, e disse, “Stavo pensando che fosse per una vendetta, ma non ho mai pensato di chiedere a te o a Wayne la ragione. Adesso son felice di saperlo, e a proposito, sgriderò Wayne per questo! Ah…quello non è stato un atto eroico! È stato un atto da egoista, per attrarre attenzioni su se stesso…ed è imperdonabile! E adesso son felice di aver scoperto il vero te, voglio dire, la tua vera personalità…sei così dolce e premuroso, tu sei proprio il mio uomo ideale, Megamind, e sarò ben felice di scoprirti lentamente, aiutandoti quando vorrai, e anche scoprire il vero Minion…non pensavo che sapesse cucinare! E…è bravo?” lei chiese, curiosa di saperlo.      
 
Megamind arrossì, quando lei disse che era dolce, e disse, “Grazie…ed io sarò contento di scoprire te, Roxanne…ho anch’io l’impressione che tu nasconda il tuo vero carattere…dopo quel ricatto con le foto…e in più son felice di sentire che tu sgriderai Metro Stupido…vorrei essere lì quando lo farai, per favore”, lui finì, col suo tono di voce malvagio, e poi facendo un’espressione da cagnolino bastonato.
 
Roxanne non poté che ridere a quella vista, e dopo aver finito di ridere, disse, “Stavo pensando in ogni modo di chiamarlo qui e anche il direttore, per discutere la cosa, se va bene per te. Ma adesso, pensiamo solo a guarirti e farti riposare, ok? Oggi non sarei andata al lavoro, per…un certo rapitore blu, cui piaceva rapirmi la vigilia di Natale. E domani avrò anche la giornata libera…spero che due giorni siano abbastanza per guarire, Mister Cagnolino Calciato”, lei finì sogghignando, e scivolando fuori dalla coperta, per vedere la sua collezione di DVD.
 
L’alieno blu stava per protestare per la mancanza di calore e per quello che aveva detto, ma fece spallucce, e aspettò che scegliesse, coprendosi con la coperta.
La brunetta guardò la discreta collezione di DVD e prese un film che era sicura che piacesse a Megamind, o almeno così sperava.
 
“Questo film va bene per te?” lei chiese, facendo vedere il box all’alieno.
I suoi occhi luccicarono, vedendo “Hook” scritto sulla copertina, e annuì furiosamente.
“Oh, sì, Roxanne! Ho sempre amato quel film! Bella scelta!”
 
Lei sorrise, e fece un pugno di Gloria mentale, quindi mise il DVD nel lettore, e guardarono il fantastico film, ridendo e commentando alcune scene, accoccolati nella coperta.
Quindi Roxanne fece un’espressione furbesca, e disse, “Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Non lo abbiamo mai visto a Natale, ma ho pensato a Uncino, e te…”
 
Megamind sorrise, e annuì. “Hai pensato giusto, e questo film mi piace per il suo protagonista…ed io sono un poco come lui, non pensi?” lui disse sorridendo come uno Stregatto.
Roxanne rise, e annuì. “Sì, tu sei sicuramente come Uncino…e a dirti la verità, mi piacciono ragazzacci come lui…o come te”, lei finì, accarezzando il suo pizzetto: le piaceva un sacco quella striscia di peli sul suo mento.  
 
Il timido alieno si bloccò di nuovo al suo gesto, quindi sospirò, e la guardò con uno sguardo innamorato.
Lei gli sorrise, e si accoccolò vicino a lui, sospirando. “Lo sai? Non avevo mai pensato che un giorno saremmo stati insieme in questa maniera, e son davvero felice che tu abbia deciso di essere buono”, lei disse, sorridendo, mentre lo guardava.
 
“Nemmeno io, come ho detto prima, questo è un sogno divenuto realtà, e spero che tutto finisca bene…spero che Wayne sarà d’accordo nel lavorare con me, invece che combattere, e poi c’è il problema dei miei ergastoli…ma per quello dobbiamo parlare col direttore. Spero seriamente che non possa essere incavolato…anche se penso che potrebbe essere felice per la mia decisione”, l’alieno blu disse, sospirando tristemente.  
 
Roxanne accarezzò la sua guancia, per tirarlo su, dichiarando, “Penso che potrebbe essere molto felice…son sicura…per qualcosa che mi ha detto in una delle mie interviste. Stavo pensando…hai detto che hai usato quell’orologio per travestirti…è fantastico! Puoi farmi vedere? Ovviamente se vuoi…” lei chiese, il suo lato di “Reporter Ficcanaso” che emergeva.
 
Lui annuì, e girò il quadrante dell’orologio, usando il suo solito travestimento “umano”: un uomo di altezza media, magro, pelato e vestito con un giaccone di pelle e jeans neri.
Aveva creato quel travestimento sul suo computer, e l’aveva scaricato nell’orologio, per usarlo per girare in città senza essere notato dai passanti e poliziotti.
 
Roxanne ansimò al vederlo, ricordando qualcosa del suo passato, ed emettendo, in un tono sorpreso, “Tu eri lui!”
 
 

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Capitolo 4
*** Eri tu! ***


Megamind era sconvolto dalla sua dichiarazione, e rimosse il travestimento, chiedendole, “Chi era chi? Che cosa vuoi dire?” disse in tono preoccupato, vedendo la sua ragazza con un’espressione triste.
Roxanne sospirò, guardando in basso, e dopo un po’ di tempo, chiese, “Tu…tu eri al funerale di mio papà, vero?”
 
Fu preso alla sprovvista dalla domanda, ma annuì. “Sì…quella è stata una delle prime volte che ho usato l’orologio…siccome non avevo ancora sviluppato lo scanner, semplicemente scaricavo il travestimento nell’orologio. L’ologramma lo avevo generato io col computer, con un programma inventato da me”, lui blaterò, per raccogliere i suoi pensieri. “Io…lo conoscevo, e ricordo quella volta che non ti rapii, perché eri triste per la sua morte. Non ho mai fatto il collegamento che poteva essere tuo padre, e quella volta volevo dirgli addio”, lui rispose, guardando in basso.  
 
La brunetta era sempre più felice di stare con lui, e lo abbracciò, per confortare se stessa e anche lui, siccome sembrava così triste, come se fosse stata colpa sua.
Come le altre volte, il socialmente maldestro alieno si congelò al suo contatto, ma poi lo abbracciò, sospirando, e se ne stettero così per un po’ di tempo.
 
“Grazie, Megamind. Mi son sempre chiesta chi era quel misterioso uomo, che se ne stava da solo, vicino a un albero. Come mai lo conoscevi? Se non vuoi dirmelo, va bene, son solo curiosa…” disse Roxanne, accoccolandosi vicino a lui, per buona misura, per tirarlo su.
Megamind sospirò felicemente, crogiolandosi in tutto quell’affetto: per lui era come una droga, perché non era mai stato toccato in una tal maniera affezionata da nessuno, e in più era la sua reporter favorita a farlo.   
 
“Nessun problema, te lo racconterò. Tuo padre conosceva il direttore, ed io sapevo che era un paramedico. Il direttore gli chiese di venire alla prigione per controllarmi, e tener segreta la mia presenza da altri. Non sapevo che fosse tuo padre, perché non aveva mai parlato di te, quando veniva a visitarmi. Quando scoprii che era tuo padre, e tu eri così infelice, ho avuto l’idea di venire al suo funerale, per te, ma anche per lui”.
 
“Mi…mi dispiace…era un uomo buono, e mi ha visto crescere, fino a che non ho deciso di essere il “più cattivo di tutti”…penso di avergli spezzato il cuore…e in più, ho cominciato a rapirti! Mi son sentito un verme. Lo so che non è morto per un attacco di cuore, ma mi piaceva, e non gli ho mai detto grazie, quando mi visitava, anche quando ero un criminale. Così ho deciso di venire al funerale, per “parlare” con lui, per dirgli grazierei per dirgli che ero dispiaciuto per i tuoi rapimenti”, lui disse con occhi lacrimosi, e voce rotta.
 
Roxanne fece un mezzo sorriso triste, vedendolo così affranto, e lo abbracciò ancora di più, dandogli colpetti e accarezzandolo sulla schiena.
“Sssh…ehi, non preoccuparti, son felice di sapere che ti preoccupavi per me, e mio padre, a quell’epoca…questo significa che non eri così malvagio, anche in quegli anni”, lei disse, in modo rassicurante, per risollevare il suo triste spirito.   
 
Megamind versò qualche lacrima, e tirò sul col naso un paio di volte, starnutendo per buona misura, e dopo un po’ di tempo disse, “Grazie, Roxanne, sei una buona persona…non mi merito questo trattamento, specialmente da te. Ma lo apprezzo, veramente!” lui finì, più felicemente, sorridendole.   
 
La reporter era ancora una volta stupita dal suo comportamento timido, ma pensò che fosse normale, visto la vita che aveva vissuto.
Sorrise di rimando, ed ebbe un’idea maliziosa: Prese il suo viso con entrambe le mani, e si piegò in avanti, quindi baciò delicatamente l’angolo dei suoi occhi, per asciugare le lacrime.
 
Quando lei prese la sua faccia in quella maniera, il cervello di Megamind andò in hyperdrive, sapendo cosa significava quel gesto.
Quindi, quando lei baciò gli angoli dei suoi occhi, trattenne il respiro, e quando gli servì aria, esalò un lungo respiro, sciogliendosi al suo gesto.
 
Aveva l’impressione che anche il suo cervello si stesse sciogliendo, ma era una bella sensazione, e stette in questo stato d’intontimento per un po’, e poi si risvegliò sentendola ridacchiare.
D’altra parte, Roxanne era sicura della sua reazione, e aspettò un poco, guardandolo, con quell’espressione da ammalato d’amore stampata in faccia, quindi ridacchio, per svegliarlo da quello stato beato. 
 
“Roxanne, sei una terribile tentatrice! Ma…beh…mi piace! Mi sento come il più fortunato uomo del pianeta, adesso, lo sai?” l’alieno blu disse, sorridendo come un pazzo.
 
La brunetta rise, gradendo il suo recupero. “Oh, Megamind! E lo sai cosa? Mi sento come la più fortunata donna del pianeta, avendo un così fantastico e divertente ragazzo! Tu sei uno di quei tipi positivi che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno, vero? Ma lo sapevo, non sei mai fuggito in battaglia, anche se sapevi di non avere nessuna speranza di vincere, giusto? E mi piace questo in un uomo”, lei disse, prendendogli di nuovo il viso, e strofinando la sua fronte sulla sua blu, guardandolo in quegli incredibili occhi verdi.
 
L’alieno blu sorrise con calore a quella dichiarazione, e strofinò la sua fronte gigante su quella piccola di lei, chiudendo gli occhi.
“Grazie, Roxanne…e sì, sono un uomo…uhm…alieno che pensa positivo. Aaah…mi sento in pace con te…e…ahem…sento oil mio stomaco che brontola…magari è meglio pranzare?” disse, afferrandosi la pancia, e facendo una finta espressione di dolore.  
 
Roxanne rise, e roteò gli occhi. “Ok, mmmh…qualche preferenza? Vuoi qualche altra zuppa, o qualcos’altro? Non son capace di cuocere molto, ma riesco a fare qualcosa”, lei dichiarò, scivolando fuori dalla coperta.
Megamind tossì un pochino, e si avvolse nella coperta, andando verso la cucina.
 
La brunetta lo guardò preoccupata, e prese un’altra pillola e un bicchiere d’acqua. “Prendi questa. Controlliamo la tua temperatura, anche se non penso che tu abbia la febbre”, lei disse, prendendo il termometro a pelle.
“Mmmh…37 gradi…normale. Prendi la pillola, ok? Adesso vediamo cos’ho nel frigo”, lei aggiunse, aprendolo.
 
Megamind si sedette su una sedia, e prese la pillola con un po’ d’acqua.
La reporter mormorò e poi disse, “Ok…le scelte sono: frittata con zucchini, o porri, cotoletta di pollo con patatine – quelle son surgelate – o della pasta con sugo di pomodoro, scegli tu.”  
 
L’alieno blu aveva l’acquolina in bocca, al pensiero di quei piatti, e ci pensò per qualche tempo. “Penso che la cotoletta con le patatine sia la scelta migliore”, disse, pensando che era uno dei suoi pasti preferiti.
Roxanne sorrise, e prese il petto di pollo, qualche uovo e pane grattugiato per fare le cotolette. Quindi accese il forno per cuocere le patate, e preparò la padella con del burro per fare le cotolette.
 
“Ok, mentre cucino, perchè non ti metti comodo? Ho un pigiama in camere, e penso che sarai più comodo con quello, invece che stare nella tua tuta, che ne pensi? E se vuoi puoi anche fare una doccia. Vieni”, lei disse, prendendo un lembo della coperta, e portandolo nella sua stanza da letto.
Qui, lei prese un pigiama da uomo nero e blu da un cassetto, ancora nella sua scatola, e lo mise sul letto. Prese anche degli asciugamani e anche un accappatoio bianco.
 
Megamind era un pochino imbarazzato, e quando lei si girò, lui stava arrossendo parecchio.
Lei sbatté le palpebre, e ridacchiò un po’, poi disse, “Scusa, dolcezza, perché sei imbarazzato? Puoi svestirti da solo, giusto?”
 
La reporter fu confusa, quando lui scosse la testa. “Uhm…mi serve il tuo aiuto per rimuovere parzialmente la mia tenuta. Vedi…normalmente sono i robocervelli che mi aiutano a vestirmi e svestirmi…mh…c’è una cerniera nascosta dietro, aprila, per favore”, balbettò, arrossendo ancora di più all’idea di Roxanne che lo svestiva.
 
Roxanne era piacevolmente divertita, e molto curiosa di svestirlo, così lo fece girare, e aprì la tuta, e rimase stupita nel vedere un'altra tenuta sotto quella.
“Ehi, cos’è sta roba degli starti multipli? Pensavo che fosse solo una tuta, non due!” lei disse, imbronciandosi, sperando di vedere la sua schiena blu. 
 
Lui ridacchiò, e dondolò le sue sopracciglia in maniera seducente, guardandola. “Oh oh oh…così volevi vedere la mia…pelle nuda…oh, Miss Ritchi, sei cattivella!”  
 
La reporter lo guardò sorridendo storto, non credendo alla sua audacia. “Beh, sì, volevo vedere la tua pelle nuda…E non ci vedo nulla di sbagliato in quello: sei il mio ragazzo, ed ho il diritto di vedere la pelle nuda del mio ragazzo, così…come rimuovo questa tuta aderente? Non penso che abbiamo finito, vero?”
 
Megamind sorrise radiosamente sentendo quelle cose, e si girò. “Ok, adesso devi tirarlo in avanti, e le maniche si srotoleranno, ok?” disse, e la brunetta prese i lembi del retro della tuta, tirando in avanti, e la cosa si tolse.
 
“Ok, adesso per i pantaloni: non hanno la cerniera, così devi allargarli sulla mia vita, e tirarli nella stessa maniera che la parte sopra, ok, Roxanne? Pensi di potercela fare?” lui chiese, e lei annuì.  
 
“Sono come dei leggings, vero? Nessun problema”, lei disse, inserendo due dita nei fianchi, e allargando i pantaloni, quindi li arrotolò giù.
Siediti sul letto, per favore, e afferra la testiera, così posso tirare”, lei lo istruì, e lui lo fece.
Lei tirò con tutta la sua forza, e i pantaloni vennero via.
 
“Non è facile! Adesso puoi dirmi perché due strati?” lei chiese, con uno scintillio malizioso nei suoi occhi blu.
Lui fece un’espressione compiaciuta, e spiegò, “Beh, come puoi vedere la mia tenuta è fatta di un materiale che non è molto comodo da indossare sulla pelle nuda, e così ho creato queste sottotute, fatte di un materiale che protegge, che smorza vari colpi, Questa è anche termoregolata, così posso andare in giro anche con un tempo come ieri. Adesso, puoi aiutarmi a togliere anche il secondo strato superiore, per favore?” chiese, venendo giù dal letto, e indicando un'altra cerniera dietro.
 
Roxanne sorrise, e aprì la lampo della sottotuta, guardando la sua schiena blu. Si fermò alla vita, e lui fu capace di rimuovere la parte frontale da solo, perché questo capo era fatto di tessuto, non spandex.
Poi si congelò, sentendo le mani di Roxanne sulla sua schiena nuda, che lo accarezzavano.
 
“C-che stai facendo?” balbettò, cercando di riguadagnare u po’di compostezza, ma fallendo miseramente.
“Io…uhm…la tua schiena è piena di cicatrici…che è successo?” lei chiese tristemente, abbracciandolo, e appoggiando la sua testa sulle sue scapole.
Megamind stava respirando affannosamente, e il suo cuore gli stava battendo furiosamente nel petto. Roxanne sorrise, e lo baciò nel mezzo delle scapole.  
 
L’adrenalina stava scorrendo attraverso il corpo dell’alieno, e all’inizio si congelò al suo bacio, poi si sciolse, e si calmò, sospirando.
Dopo un po’ riguadagnò l’uso del suo cervello, e disse, “Roxanne, per favore, mi piacciono questo tipo di affezioni da parte tua, ma lo sai…non son abituato a esse e on voglio aver un infarto, perché tu fai cose del genere. Avvertimi quando le fai, ok?”
 
Lei ridacchiò, e disse, maliziosamente, “Ok, Mister Tipo Timido, ma non hai risposto alla mia domanda.”
Megamind si acciglio un pochino, e sospirò. “Mi son fatto queste cicatrici quando inventavo qualche mio aggeggio malvagio che mi è scoppiato in faccia – letteralmente. Ma era all’inizio della mia “carriera”…” lui disse, sorridendole, per la sua preoccupazione.
 
Lei sospirò di sollievo, facendo scorrere un dito su una cicatrice, facendo rabbrividire Megamind, ma non di paura.
“Son contenta di sentirtelo dire. Voglio dire…non è una cosa buona per te, ma son sollevata nel sentire che non è colpa di Wayne. Lo avrei sgridato anche per quello”, lei disse, sorridendo maliziosamente.   
 
L’alieno blu sorrise per la sua preoccupazione, crogiolandosi in tutte quelle attenzioni. “Ho inventato la sottotuta protettiva per i suoi colpi, ma pensandoci è sempre stato attento a non essere troppo rude con me…mi chiedo perché…penso che glielo chiederò, quando lo chiamerai”, lui disse in tono pensante.
 
Quindi si girò, e Roxanne fissò con un espressione divertita il suo petto e torso.
Non era molto muscoloso, ma aveva un petto ben marcato, e una bella tartaruga.
“Cosa guardi? Il mio aspetto magrolino? Ti faccio repulsione, Roxanne?” chiese Megamind, interpretando male la sua espressione.
 
Roxanne scosse la testa, e accarezzo leggermente il suo petto, sorridendo. “No, dolcezza, di fatto mi piace la tua muscolatura. Non sei magrolino, e preferisco uomini come te. Così è più facile abbracciarti”, lei dichiarò, abbracciandolo per buona misura.
 
Lui si bloccò e rimase nuovamente senza fiato, ma dopo un po’ lo abbracciò di rimando, sospirando.
Se ne stettero così per un poco, poi Roxanne si scostò, appoggiando le sue mani sul suo petto, guardandolo negli occhi.
“Sei davvero dolce, lo sai? Adesso vado a preparare cena, tu cambiati e fa quella doccia, ok?” lei disse, sorridendogli e lasciando la stanza. 
 
Megamind annuì automaticamente, con quella espressione sognante sul suo viso. Quando lei uscì dalla stanza, lui si tolse i pantaloni della sottotuta, pensando a Roxanne che lo guardava, e arrossendo un sacco.
Quindi prese il pigiama, gli asciugamani e l’accappatoio, e andò nel bagno.
Si guardò introno, e regolò la doccia alla giusta temperature, per lavarsi.
 
Dopo la doccia, si asciugò con l’accappatoio e gli asciugamani, quindi indossò il pigiama. Era stupito dal fatto che era della sua giusta taglia. Tuttavia, pensò che lui e Roxanne fossero circa alti uguali. Si sentiva veramente bene adesso, e sorrise, pensando alla bella idea di Roxanne.
Andò nel salotto, prendendo la coperta, per vedere se la cena era pronta, e domandare qualcosa alla sua ragazza.  
 
                      
 
    

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