Teach Me Art

di AlyTheKitten
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutta colpa di un dipinto... ***
Capitolo 2: *** Nel covo dei traditori ***
Capitolo 3: *** Mukenin ***
Capitolo 4: *** Allenamento ***



Capitolo 1
*** Tutta colpa di un dipinto... ***


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Teach me art

 

 

Tutta colpa di un dipinto.

 

 

 

Che strana giornata ad Iwa.

Il sole splendeva un po’ pallido ed il vento imperversava senza sosta tra gli alberi.

Una giovane ninja decise però di sfidare tutto quel vento, uscì infatti di casa con un cavalletto ed una tela sotto braccio.

 

Il vento scompigliava la chioma corvina della ragazza, ma lei non se ne curava, non era mai stata una di quelle ragazze amanti dei capelli lunghi, aveva infatti un taglio molto maschile.

Non amava le gonne e il rosa, troppo femminile, per questo indossava dei pantaloni al ginocchio e una t-shirt abbastanza corta, con sotto una maglia a rete un po’ più lunga; portava i tradizionali sandali e aveva delle fasciature ai polpacci e all’avanbraccio sinistro, sul destro un manicotto a rete, infine portava dei guanti a mezze dita su entrambe le mani, il tutto rigorosamente nero: il colore per eccellenza, come lo definiva lei.

 

Dopo nemmeno dieci minuti di viaggio arrivò a destinazione: una radura affacciata su di un piccolo laghetto, offriva un ottima visuale, il posto ideale per dipingere.

La ragazza estrasse una piccola tavolozza e dei colori dalla sacca che porta alla vita, iniziando così a dipingere.

C’era però qualcosa che non andava in quel paesaggio…quel cespuglio lontano sembrava giallo, giallo evidenziatore! Che esista una pianta di quel colore in natura?

Bah…inutile porsi problemi, la ragazza incluse anche quella macchia gialla nel dipinto.

 

“Bene, dovrebbe essere finito…” commentò soddisfatta lei.

“Secondo me quella macchia gialla stona un po’…”

Una voce pacata la sorprese alle spalle.

La ragazza si voltò e vide la causa del difetto del dipinto.

“Beh quella macchia gialla temo sia tu.” ribattè lei notando la chioma bionda.

“Io? Com’è possibile scusa?!” disse di rimando lo strano individuo.

“Eri tu a riposare in quella radura?”

“Beh…si”

“Allora sei tu quella macchia gialla.” Concluse la ragazza.

 

Finito l’edificante dialogo, la ninja studiò il ragazzo che le si era parato davanti, nonché la causa del difetto nel quadro.

Un giovane slanciato e magro, bello, non c’è che dire.

I capelli (la macchia gialla del quadro) erano lunghi e sciolti, ed appunto giallo evidenziatore.

Gli occhi erano di un grazioso azzurro cielo e, strano a dirsi per un ragazzo, truccati di nero tutt’intorno.

La ragazza non potè identificare il coprifronte, dato che la parte metallica era girata verso l’interno.

 

“Beh…comunque da un tocco d’originalità” continuò il ragazzo.

“Che?” chiese lei, distrattasi dal discorso.

“La macchia gialla…io!”

Il giovane non staccava gli occhi dal dipinto, pareva rapito da esso.

Invece la ragazza non staccava gli occhi dal biondino, aveva un aria famigliare.

 

“E' molto bello, sai…?”

Finalmente aveva staccato gli occhi dalla tela.

“Oh grazie…”

La ragazza sorrise, arrossendo lievemente al complimento.

“Fai solo questo?” domando lui, tornando al quadro.

“In che senso…? Solo paesaggi?” chiese di rimando lei.

“No, no…intendo: ti eserciti solo in questa forma d’arte?”

Che domanda strana.

Nessuno aveva definito arte i suoi dipinti prima d’ora.

“No beh…solo nel disegno.”

“Oh…peccato, credo che tu possa fare anche altro…hmm.”

 

Quel ragazzo le ricordava qualcuno, ma chi?

 

Continuarono il discorso.

“Cosa intendo con altre forme d’arte?” azzardò.

“C-come?! Vuoi dire che consideri solo il disegno arte?!” ora il giovane sembrava irritato.

“No, no. Voglio sapere cosa consideri tu come arte.”

 

Se i suoi sospetti erano giusti…

 

“Oh, l’arte è…” iniziò il ragazzo.

Lei tese le orecchie in attesa della fatidica frase.

“Beh…”

Forse aveva capito il tranello.

“Anche la scultura è arte…”

Non era quello che s’aspettava.

“Oh si certo.” Disse lei con una punta di delusione.

“Tu cosa consideri arte?” domandò poi lui.

“Io? Per me l’arte è qualcosa che va oltre il materiale.”

 

Così era sicura d’ingannarlo.

 

Il ragazzo pareva infatti molto preso dalla frase.

“Cioè?” chiese impaziente.

“Ma…è qualcosa che appare e svanisce in un istante.” Disse schioccando le dita.

“E’ l’ispirazione per l’opera. Arriva in un attimo ed in un attimo svanisce, devi solo coglierla in tempo, afferrarla.”

Spiegò la ragazzina guardando il suo quadro, ma poi voltandosi verso il biondo, in cerca di una conferma o meglio ancora di una risposta.

In effetti il ragazzo aveva la bocca schiusa e voleva dire qualcosa, ma pareva titubante.

“E’ un’ottima teoria…”

 

Accidenti…! Non lo riusciva ad ingannare.

Non poteva avere conferma di chi pensava fosse in realtà il biondo.

 

“Tu ti riduci solo a dire che l’arte è anche scultura? Mi deludi biondino…” disse beffarda lei, con l’intento di stuzzicare il suo spirito artistico.

“Ma certo che non mi riduco a quello!” disse stizzito lui.

“Ebbene?”

“L’arte…è come un’esplosione!”

 

L’ha detto!!!

Inconfutabilmente quel giovane era…

 

“Deidara!” strillò lei.

“Hmm…” disse lui tirandosi un buffetto in testa.

“Dannato sia io ed il mio spirito artistico…” disse sorridendo ed allontanandosi leggermente.

“Tu fai parte di quell’associazione di mukenin!!!” disse lei balzando indietro e afferrando un kunai.

“Cosa vuoi da me?” continuò minacciosa.

“Strano a dirsi…ma volevo solo vedere il dipinto.”

“Tks! “

“Cos’è non mi credi?”

“Certo che no! Volete attaccare Iwa!!!” Disse lei lanciandosi contro Deidara.

 

Ovviamente il biondo schivò l’attacco e con un salto raggiunse un ramo vicino.

“Non sono qui per attaccare Iwa…” iniziò il biondo, legandosi il coprifronte in vita.

“Non attaccherei il mio villaggio per niente.”

 

La ragazza guardò il coprifronte, era il simbolo di Iwa, il paese della roccia, sopra di esso si allungava un taglio orizzontale, quello dei traditori.

 

“Ora, per favore, torna al villaggio e non dire nulla della mia presenza. Se farai così non ti torcerò un capello.” Propose Deidara.

“Mai, se c’è una cosa in cui credo è l’onore…” non ebbe il tempo di finire

“Ho detto di andare.” Disse freddo lui.

 

La ragazza si lanciò contro il ramo spaccandolo, facendo così cadere il mukenin.

Dopodiché lo attaccò con degli shuriken, che andarono però a vuoto.

Non c’era storia, era nettamente superiore il biondo.

 

“Combatti!” gridò lei lanciando dei kunai con della carte bomba, ovviamente l’attacco andò a vuoto.

 

“Tks…non voglio uccidere un’artista…”

Detto ciò Deidara colpì la ragazza alla nuca, tramortendola.

“Ch-che…cosa…?” mugugnò la ragazza,

“Ho detto che non voglio uccidere un’artista…sarebbe un peccato…” ripetè Deidara.

La ragazza svenne a causa del colpo.

“Non posso lasciarla qui…”

Deidara guardò l’orizzonte, poi creò un volatile d’argilla e ci saltò sopra con la ragazza in spalla.

 

 


 

Primissima storia a capitoli su Naruto! Auguratemi buona fortuna :D

Puntualizzo: la storia si svolgerà nel lasso di tempo tra la morte di Sasori (non temete...vedrò di inserirlo in qualche modo) e l'arrivo di Tobi all'Akatsuki, quando diviene compagno di Deidara (amoreeee!!!), perciò quando Deidara non ha compagni.

Owari

*Aly*

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Capitolo 2
*** Nel covo dei traditori ***


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Teach Me Art

 

 

 

Nel covo dei traditori. 

 

 

 

Era tutto buio.

La ragazza aprì faticosamente gli occhi, ma dove si trovava?

Si sedette e si toccò la nuca, non c’era sangue.

Studiò la stanza in cui si trovava, una stanza buia e umida, quasi completamente spoglia, se non fosse stato per i due letti e le varie statuine dalle più svariate forme che facevano sembrare la stanza una sala da museo.

 

“Ma dove diavolo sono?” La ninja portò una mano alla fronte, tentò di ricordare.

Tutto quello che le venne in mente fu lo “scontro” con Deidara, poi un colpo sordo e il buio.

“Se fossi morta…il paradiso avrebbe un aspetto molto strano…” ironizzò alzandosi.

 

Guardò una statuina da vicino, era di certo un opera del biondino, gli occhi cavi e vacui della scultura erano inconfondibili.

Ipotizzò di trovarsi alla base dell’Akatsuki.

Le ipotesi presero più credibilità quando sentì delle voci provenienti dal corridoio.

La porta era aperta, la giovane uscì.

 

“Credi che mi resteranno le cicatrici?” Deidara parlava ad uno strano individuo.

“Non lo credo…ne sono sicuro, Deidara.” Di quel tizio era possibile vedere solo gli occhi, il resto era coperto dalla tunica, da un copricapo e da una fascia sul viso.

“Mp…è così poco estetico…”

“Fattene una ragione, e ringrazia di avere ancora le braccia.”

Che differenza tra le due voci, quella di Deidara era molto più acuta ed espressiva, mentre l’altro uomo aveva una voce grave e cavernosa.

 

La ragazza stava spiando la scena da dietro la porta, quando lo strano uomo la vide.

Non disse nulla, passò ai fatti: dal suo braccio partirono dei fili che imprigionarono la giovane e la fecero penzolare sopra le teste dei due, mentre lei si dimenava inutilmente.

 

“Lasciami!!!” la giovane stillava e si dimenava.

“Hem…Kakuzu…lasciala” disse il biondo.

Kakuzu lasciò cadere la ninja.

Deidara la prese svelto per un braccio e la strattonò fino alla stanza di prima.

“Farai meglio a non fare sciocchezze, Deidara” lo ammonì l’uomo.

“Kakuzu, tu non hai visto niente!” strillò Deidara.

“Adesso porti al covo i ragazzini? Non sapevo che fossi gay!” rise Kakuzu.

“Cosaaa??!! Piantala cretino!!! E non farti strane idee! Io sono etero! Tks…”

La ninja assistì alla scena esterrefatta…quelli sarebbero mukenin di livello S?

 

“Gay ci sarai tu…” Deidara bofonchiò qualcosa chiudendo la porta e passandosi una mano tra i capelli.

Effettivamente aveva dei comportamenti un po’ equivoci.

 

“Passiamo a te.” esordì Deidara.

“Dimmi il tuo nome, ragazzo.” Continuò

“…”

“Avanti!”

“…Ragazzo?” ripetè la giovane.

“Il tuo nome, non mi sembra difficile!” strillò Deidara.

“IO SONO UNA RAGAZZA!!!” strillò di rimando lei.

“Ah…hem…scusa……sembravi un ragazzo…” disse lui sorridendo un po’ imbarazzato.

“Tks…solo per il taglio di capelli! I capelli lunghi impicciano!” spiegò lei.

“Beh…dalla fisionomia…” riprese lui.

“Dalla fisionomia cosa?!” strillò di nuovo lei.

“…”

“Sono solo i maschi a dover avere dei muscoli?”

“…No no…”

 

Effettivamente la ragazza non sembrava deboluccia, era magra ma non secca, aveva infatti braccia e gambe forti, non eccessivamente muscolose, ma nemmeno prive di forza, aveva una fisionomia molto simile ad un ragazzo.

 

“E allora? Cos’ è che ti lascia così allibito?” domandò stizzita lei.

“E’ che…sei un po’ piatta.” Disse lui abbassando lo sguardo.

La ragazza si guardò il petto, poi rivolse uno sguardo d’astio al biondo.

“Impicciano anche quelle” disse a denti stretti.

“Ahem, mi diresti comunque il tuo nome?” Deidara cercò di cambiare discorso.

“Nh…Alexi”

“Mi sembra un nome da masch…”

Deidara non fece in tempo a concludere la frase, infatti la ninja gli si era scagliata contro, il biondo bloccò però l’attacco.

 

“Non attaccare il tuo Sempai…” disse tenendole un braccio.

La ragazza saltò indietro.

“Sempai?” chiese.

“Credo sia l’unico modo…”

“L’unico modo per cosa?”

“Ci ho pensato a lungo…e l’unico modo è diventare mia allieva…” Spiegò.

“L’unico modo per…?” ripetè Alexi.

“Restare viva.” Chiarì lui.

Alexi stava per controbattere ma Deidara la bloccò con un cenno.

“Non tirare fuori cose strane come l’onore o quant’altro, non intendo ucciderti.”

“E perché no?” disse lei con impertinenza.

“Per il semplice fatto che tu sai creare…” il ragazzo si sedette sul letto, poi continuò.

“Sia tu che io abbiamo qualcosa in più, noi possiamo far nascere dal nulla opere d’arte. Non tutti possono, e da quel che vedo, chi può sono sempre di meno, gli artisti veri stanno scomparendo.”

 

Alexi era rapita da quelle parole, dette con così tanta convinzione e pronunciate con ardore, Deidara credeva veramente in ciò che diceva.

 

“Non intendo ucciderti per questo, non voglio essere la causa della scomparsa di un artista. In più vedo un gran potenziale in te.” concluse così la sua giustificazione.

 

Alexi notò l’enorme capacità di persuasione del biondo, non doveva cedere subito.

 

“Certo sei un grande oratore, ma chi ti dice che io voglia essere tua allieva?” domandò restando sulla difensiva.

“Oh lo farai… Non credo tu sia entusiasta all’idea di morire.”

“Nemmeno a quella di diventare una traditrice.”

“Ottima teoria, ma sei davvero disposta a perdere la vita?”

 

No che non lo era, dopotutto…in quelle condizioni, diventare allieva di Deidara era la scelta migliore.

 

“Accetto, ma bada, lo faccio solo per potenziarmi.” Disse alla fine.

“Oh si…ovvio” sorrise il biondo con aria beffarda.

“Aspetta un attimo…ma cosa ti fa credere che mi accetteranno qui?”

“Hem…beh…” Deidara restò spiazzato all’osservazione.

“Dimmi che hai qualcosa di strano, ti prego…” supplicò poi.

“Qua-qualcosa di strano?”

“Si! Hai qualche potere o abilità innata?”

 

A quella domanda Alexi rabbrividì.

 

“N-no…” abbassò lo sguardo.

“Non sembri molto convinta.” Osservò Deidara.

“Sono una persona normale! Sono come tutti gli altri!!!” strillò lei.

“Da come lo dici…”

“Non ho nulla di strano.” continuò stringendo i pugni e rabbrividendo leggermente.

“Nh…togliti i guanti.” Ordinò il mukenin.

“No!” disse con un insolito tremore nella voce.

“Ho detto di toglierli.”

“No! Lasciami!!!” gridò lei tentando di allontanare Deidara.

 

Dopo aver ricevuto un pugno ed un morso, il biondo riuscì a strapparle un guanto, così la ragazza serrò il pugno, sempre rabbrividendo.

 

“Non costringermi a farti del male, apri quella mano.”

La ragazza, rasseganta, aprì il pugno…

“Te lo dicevo che avevi un grande potenziale” disse soddisfatto Deidara.

 

Sul palmo della ragazza c’era una bocca uguale a quelle che aveva il mukenin sulle mani.

La ragazza prese svelta il guanto e lo rimise.

 

“Credevo di essere l’unico ad avere quest’abilità…sarà un qualcosa caratteristico di Iwa.”

“Tks…che fortuna, eh?” disse tristemente lei.

“Cos’ha che non va?” chiese poi alla ragazza.

“Non sai cosa vuol dire essere ripudiata da tutti! Essere pregiudicata solo per…” la ragazza si bloccò, vedendo l’espressione seria del ragazzo, si coglieva una punta di amarezza in quegli occhi color del cielo.

Poi capì.

“Ti sbagli, non sei l’unica.” Puntualizzo lui.

“Essere evitati, abbandonati, rifugiarsi in se stessi, è per questo che me ne sono andato.”

La ragazza si sentì in colpa.

“Scusa non volevo…”

“Figurati, credo sia lo stesso per te. Abbiamo qualcosa in comune.” Detto ciò le biede un buffetto sulla testa.

 

“Penso sarà facile convincere il capo a farti diventare mia allieva, dopotutto…l’abilità innata ti ha salvato, sbaglio?”

“No, non sbagli…” ammise lei.

“Ora riposati, domani ti presenterò al capo.”

“Tu dove vai?”

“Ho una riunione, a dopo.” Detto ciò il ragazzo uscì dalla stanza, lasciandola sola.

 

Cosa l’aspettava il giorno dopo?

Si guardò le mani.

Decise di togliere i guanti.

Si stava decisamente meglio così.

Diede l’ultimo sguardo alla porta, poi si addormentò.

 

 


 

Rieccomi!!!

X CHIHIRO & Kitty16: E chi non adora Deidara?! We all must love Dei-Chan!!!

X Azu: Non temere...! Vedrò di far apparire Sasori in qualche modo, hem...però farlo apparire temo comporterebbe l'arrivo dei Ghosts Busters...va bene se lo si nomina e basta? :D (non hai un buon rapporto con le parentesi! XD)

Ci rivediamo nel prossimo chapter!!!

Owari

*Aly*

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Capitolo 3
*** Mukenin ***


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Teach me art

 

 

 

Mukenin.

 

 

Il bellissimo sogno che stava facendo si distorse in una figura mossa ed ondeggiante.

Le figure dondolavano e in lontananza una voce la chiamava.

Alexi si svegliò di soprassalto, qualcuno la scuoteva con insistenza.

 

“Svegliati!! Dobbiamo muoverci!!” Deidara continuava a scuoterla.

“Hmm…sono…yawn…sveglia…” Rispose lei, ancora nella fase rem.

 

Una volta sveglia la ragazza domandò il perché di tutta quella fretta: il capo doveva partire per una missione.

 

“E beh?”

“Ti sei già dimenticata? Se non ti accettasse tra noi verresti uccisa. Andiamo.”

 

Accidenti…

Chi le dava la certezza matematica di essere assoldata nella squadra?

E se fosse stata rifiutata?

L’aspettava la morte.

 

Camminavano lungo un corridoio stretto e buio, delle goccioline cadevano dal soffitto, e l’umidità era soffocante.

Arrivarono dinnanzi ad una porta, leggermente più imponente delle altre…dava una sensazione di oppressione.

Varcarono svelti la soglia.

La stanza era buia e tenebrosa, dava una sensazione ancora più opprimente della porta, l’umidità era a dir poco insopportabile, l’aria era così densa che si poteva afferrare.

 

“Salve capo…”

“Oh, Deidara. Cosa vuoi?”

 

Il presunto capo dava loro le spalle, non si era nemmeno degnato di girarsi per parlare, ma aveva comunque riconosciuto Deidara.

 

“Sa che dopo la morte di Sasori servirebbe un nuovo membro…?” continuò il biondo.

“Quella ragazzina?”

 

Il capo senza voltarsi aveva parlato di lei.

Come aveva fatto?

La ragazza rimase molto stupita.

 

“Ha la mia stessa abilità innata…credevo potesse essere util…” Deidara venne interrotto.

“Non è un mukenin.”

“Cosa…?”

“Siamo tutti traditori dei nostri rispettivi villaggi. Dev’essere un mukenin. Provvedi subito.”

 

Deidara ebbe un attimo d’esitazione, poi si voltò verso Alexi.

 

“Dammi il tuo coprifronte.”

“Ma…”

 

Deidara le rivolse uno sguardo severo.

Alexi, conscia di non avere alternative, si slegò il coprifronte e lo porse al ragazzo.

Deidara estrasse un kunai dalla borsa che portava in vita e, con un movimento svelto e freddo, incise una linea orizzontale sul simbolo di Iwa, lungo tutta la parte metallica.

 

Alexi rabbrividì: era una traditrice.

 

“Bene: puoi far parte dell’organizzazione, Deidara prendi l’anello Gyoku.”

 

Deidara prese svelto l’anello e uscì dalla stanza seguito dal Alexi.

Percorsero in fretta il corridoio e tornarono nella stanza di Deidara.

La ragazza aveva un espressione assente, quasi traumatizzata, si sedette sul letto e fissò l’incisione sul coprifronte.

Percorse tutto lo sfregio sul metallo con le dita, soffermandosi sul simbolo di Iwa.

 

“Se ti può consolare, nemmeno io sono entrato nell’associazione di mia spontanea volontà.” Deidara parlò velocemente, come se poi si potesse pentire di ciò che aveva appena detto.

“Uh…?” La ragazza era completamente distratta.

“Non volevo entrare nell’Akatsuki: sono stato obbligato.” Ribadì girando l’anello di Sasori tra le mani…

“Oh…” Alexi abbassò lo sguardo ancora sul coprifronte.

“Ma tu eri già un mukenin…” disse dopo una pausa.

“Si…lo ero. Ma non per questo avevo l’obbligo di entrare nell’associazione.” Spiegò il ragazzo.

“Ti hanno obbligato loro?” domandò dopo un'altra pausa.

“Più o meno…sono stato rintracciato e convocato…ho perso uno scontro con un membro…e così sono stato obbligato ad entrare…” concluse Deidara porgendole l’anello di Sasori.

“Devi metterlo sul pollice sinistro…” spiegò.

 

La ragazza mise l’anello sul pollice come diceva il giovane.

 

“Apparteneva al mio ex-compagno…Sasori…” Deidara fece un vago sorriso, ma negli occhi c’era una punta d’amarezza.

“Era una persona strana…ma ero affezionato ormai.” Sembrava avere gli occhi lucidi.

“Sasori della sabbia rossa? Il marionettista?” Disse poi lei.

“Lui…” confermò il ragazzo.

“L’hanno ucciso dei ninja della foglia…e una vecchia di Suna, sua nonna se non sbaglio…giusto?” continuò la ragazza.

“Hmm…” Deidara cercava di nascondere il viso con i capelli.

“Era un buon compagno e mi dispiace che sia morto così…” si poteva cogliere un tremito in quella voce di solito così sicura.

 

Alexi alzò la mano sinistra per vedere meglio l’anello, di sfuggita guardò poi Deidara e giurò di aver visto una lacrima rigargli il viso.

 

“Ti manca molto…?” Azzardò vedendolo voltarsi ed asciugarsi il viso.

“Hmm…”

 

Alexi si avvicinò per vederlo in faccia.

 

“Eravate…amici?” chiese mentre lui nascondeva ancora il volto con i capelli.

“Non si può parlare di amicizia vera a propria…lui era una persona fredda e priva di sentimenti. Ma lo consideravo un maestro…” rispose il biondo a bassa voce.

“Ti ha abbandonato…” disse poi lei.

 

Il biondo annuì distrattamente, per poi abbassare il capo.

 

“Avevo un maestro quando ero genin…dopo una missione pericolosa morì. All’inizio mi sentii abbandonata, il nuovo maestro mi pareva un estraneo, non l’ho mai accettato. Fino a quando non passai l’esame per diventare chunin, non ascoltai una parola di quello che diceva. Non lo vedevo come un maestro e per me non lo è mai stato. Ho imparato ad essere autosufficiente, a non necessitare di un maestro…”

 

Deidara teneva ancora la testa bassa.

 

“Non potevano insegnarmi niente loro. Ma adesso…credo di poter apprendere da te.”

 

Deidara si guardò i palmi delle mani, una bocca stava masticando dell’argilla…pochi movimenti ed ecco plasmato quello che sembrava un passerotto.

Poggiò la scultura sul letto.

 

“Quindi…mi stai dicendo che anche io non dovrei aver più bisogno di un maestro…?”

“Lo sto sperando. Così che tu possa insegnare a me…” iniziò lei.

“E’ un po’ di tempo che lavoro da solo. Ho imparato ad essere autosufficiente come dici tu…” riflettè lui guardando la statuina prendere vita.

“Hai proposto tu di essere il mio sempai…no?”

“Per salvarti la pelle…”

“Solo per questo?!” Chiese lei con stizza

“Hmm…” Ora la statuina spiccava il volo.

“Non lo so…” continuò ammirando il passerotto volare per la stanza.

 

La ragazza si alzò in piedi dirigendosi verso una borsa contenente dell’argilla.

Ne prese un pezzetto.

 

“Io non so usare la mia abilità innata…”

 

Stritolava l’argilla tra le mani.

 

“…Ed ora che ho trovato qualcuno che può insegnarmi ad usarla…”

 

Affondò le unghie nell’argilla.

 

“…Tu sarai il mio maestro.”

 

Deidara la guardava con una certa ammirazione.

L’uccellino volò fuori dalla piccola finestra il alto al muro.

 

“Forse volevo mettermi alla prova…” iniziò alzandosi.

“Forse dovrei essere il tuo maestro…” si voltò verso Alexi.

“Alexi…Cos’è l’arte?” Domandò sorridendo beffardo.

“L’arte è un’esplosione, sempai.” Rispose lei sorridendo complice.

“E sia…KATSU!”

 

Si sentì una forte esplosione provenire dall’esterno: il passerotto era appena diventato un’opera d’arte.

 


 

Alla fine sono tornata!!!

Scusate se il capitolo non è lunghissimo...ma "l'opera" è venuta così :P Oltretutto sono impegnata anche con "L'Akatsuki in campeggio" e ho appena pubblicato il "Luna Park" li...e come se non bastasse ho la testa fra le nuvole perchè sto pensando a qualcosa sulla mort...mort...*non riesce a dirlo*...di Deidara...maledetto capitolo 362 ç__ò

Beh...I see you later!!!

Owari

*Aly*

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Capitolo 4
*** Allenamento ***


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Teach me art

 

 

 

Allenamento

 

 

 

 

 

Il sole stava sorgendo placido all'orizzonte, i suoi fiochi raggi illuminavano a malapena la radura, due figure coperte da un mantello nero stavano camminando ormai da ore.

 

 

"Sempai... Sono ore che camminiamo..."

"Non manca molto..."

"L'ha detto anche due chilometri fa...Sempai...io sono stanca..."

 

 

Alexi si buttò con decisamente poca grazia a terra, abbandonandosi sulla soffice erba ed inspirando profondamente.

Deidara non potè che fermarsi accanto alla giovane e borbottare tra sè e sè che sarebbe stato meglio continuare a camminare, ma lei del resto non aveva la ben che minima intenzione di ripartire a breve.

 

 

Dopo poco più di due minuti Deidara si alzò in piedi, voltandosi verso il percorso che avrebbero dovuto seguire.

 

 

"La sosta è finita, alzati e non fare stor...?"

 

 

Deidara iniziò il rimprovero, ma si bloccò subito non vedendo Alexi da nessuna parte. Alzò un po' lo sguardo e scorse una figura lontana che lo salutava con la mano: Alexi ad almeno duecento metri percorsi in pochi istanti, tra l'altro .

 

 

"Alla faccia del -sono stanca-" pensò l'artista incamminandosi verso la ragazza.

 

 

Alexi stava seduta in riva ad un laghetto poco profondo, con i piedi immersi nell'acqua fresca, rallegrata un po' da quella frescura che rendeva sopportabile il caldo causato dalla mancanza di alberi, salvo che per un giovane e modesto alberello che cresceva timido vicino all'acqua.

 

 

"Deidara...non possiamo allenarci qui?" domandò con sfrontatezza lei, immergendo una mano nell’acqua.

 

 

Deidara esitò per un attimo, poi si guardò intorno.

Un laghetto ed un piccolo torrente, un alberello che faceva un po’ d’ombra, qualche roccia nemmeno tanto piccola…ed un’apparentemente infinita distesa d’erba che li circondava.

E perché no? Dopotutto…prima iniziavano l’allenamento meglio era.

 

 

“Si…potrebbe andare…” disse infine il ragazzo dopo aver analizzato il posto.

“Bene! Sono pronta!!!” Alexi scattò sull’attenti sorridente come una bambina che deve imparare un nuovo gioco.

“Ma tu non eri mica stanca…?” puntualizzò il biondo

“Ero semplicemente stufa di camminare e oltretutto era anche noioso: te ne stavi zitto zitto a fissare il vuoto…” replicò lei.

 

 

Deidara emise un “Mpf” di disappunto ed appoggiò le borse di argilla su di un largo masso, poi tolse anche lo zaino e lo sistemò vicino alle borse, Alexi fece lo stesso con i suoi bagagli.

 

 

“C’è da mangiare, vero?” domandò di punto in bianco la ragazza spezzando il silenzio che si era creato.

“Spiacente…è tutta argilla.” disse Deidara soddisfatto.

“…Eh?!”

“Siamo qui per allenarci.”

“Si, ma…” interruppe lei.

“Mangeremo quando torneremo al covo.” Continuò lui leggermente stizzito dall’interruzione.

“E’ disumano!!! Hai detto che torneremo quando sarà sera!”

“Imparerai a mangiare due volte al giorno, se va bene…Scordati i quattro pasti al giorno e le comodità di casa…”

“Hm…e va bene…” si arrese.

 

 

Queste erano le nuove regole, per sopravvivere, prima le accetti meglio è, si disse questo Alexi.

 

 

“Bene, possiamo cominciare: prendi l’argilla…ecco adesso dovresti mangiarla…cosa diav…ma non tu!!!”

 

 

Deidara iniziava a disperarsi: Alexi aveva addentato un pezzo d’argilla, un po’ per fame e un po’ perché dopotutto il Sempai le aveva detto di farlo…

 

 

“Hem…scusa…ma che cavolo! Anche tu vedi di essere più chiaro!!!”

Alexi era vagamente arrossita per la cavolata che si era resa conto di aver appena fatto, cercava quindi di addossare almeno un po’ di colpa al biondo, che al momento si era portato la mani ai capelli.

 

 

“Temo che sarà un lungo allenamento…” ammise Deidara un po’ rassegnato ed un po’ intenerito dalla scena.

 

 

Passò un po’ di tempo, finalmente Alexi era riuscita a far mangiare alla bocca sul palmo della mano un po’ d’argilla.

I risultati non erano dei più soddisfacenti, ma Deidara pensò che per una che aveva rinnegato quell’abilità innata fino ad ora, non doveva essere facile.

 

 

“Devi cercare di fugurarti la statuina nella mente…in tutti i particolari.” Suggeriva l’artista di tanto in tanto.

 

 

La ragazza si stava impegnando come mai aveva fatto prima, ad ogni errore s’accompagnava una dritta per il prossimo tentativo, ad ogni statuina con un’ala spezzata ne seguiva una migliore, da ogni grossolana imperfezione ne derivava un dettaglio migliore, finchè la ragazza non riuscì a fabbricare un grazioso gufetto, che pareva sorridere.

 

 

“Deidara-Chan!!! Ce l’ho fatta!!!” esultò la ragazza stringendo tra le mani la statuina.

“Bene, era ora…!” disse ridendo lui, canzonandola un po’.

“Hei tu…ti ricordo che con la tua chioma color evidenziatore hai rovinato il mio quadro!!!” rispose lei dandogli un leggero pugno in testa.

“Mpf…è stato un tocco d’arte” si difese il biondo con tono altezzoso e fiero della sua chioma color del sole.

 

 

Il biondino le si avvicinò per vedere meglio la statuina, poi le mise una mano sulla spalla.

 

 

“Ora…dobbiamo rendere questa statuina arte.” Disse con fare trionfale.

 

 

Dopo pochi minuti Alexi imparò un jutsu per ingrandire ed animare il gufetto d’argilla.

Ora era tempo di esplosioni.

 

 

“Fallo volare verso quelle montagne.” Suggerì il ragazzo.

“Ecco…li va bene?”

“Perfetto, e adesso…” iniziò lui

“…KATSU!!!” Alexi anticipò il maestro di qualche secondo.

 

 

Un’esplosione abbastanza potente fece sorridere Deidara, soddisfatto del livello raggiunto dalla ragazza.

 

 

“Ben fatto, Alexi” si complimentò lui dandole un buffetto sulla testa.

“E’ così…così liberatorio…!” disse lei prendendo dell’altra argilla.

“Ora preoccupiamoci del chakra…devi imparare a dosarlo bene.”

 

 

Iniziò la seconda fare dell’allenamento: il controllo del chakra.

Con grande sorpresa del biondo Alexi controllava il flusso ed il dosaggio del chakra molto bene, le insegnò quindi quale statuina era meglio usare per l’uno e per l’altro dosaggio.

 

 

“Ovviamente imparerai da te a migliorare i miei suggerimenti…e creerai i tuoi modelli quando padroneggerai meglio il jutsu, inoltre…” il ragazzo continuava a parlare mentre Alexi era intenta nella creazione di una nuova statuina.

 

 

“Sempai…” interruppe lei con voce flebile.

“Uh…?” Deidara si voltò verso la ragazzina smettendo di parlare.

“Cose ne dice di questo…?”

“…”

 

 

Alexi poggiava la mano sulla sua nuova creazione: un bellissimo angelo alto circa due metri, avvolto in una tunica leggera su cui fluivano dei capelli lunghi e lisci, teneva gli occhi chiusi e il viso trasmetteva una sensazione di beatitudine, il tutto circondato da due paia di ali piumate semi-schiuse.

 

 

“…E’…b-bellissimo…”

 

 

Da quando gli occhi zaffirei del ragazzo si erano posati su quel trionfo d’arte, non riuscivano più a distogliersi dalla statua, percorrevano le dolci linee del viso e si spostavano sulla morbidezza delle ali, catturavano ogni piega della tunica ed ogni movimento dei capelli, contemplavano rapiti le mani giunte in preghiera per poi perdersi di nuovo in un movimento inaspettato dei capelli mossi dal vento.

 

 

“Sempai?” Alexi scosse leggermente il biondino.

“Sei…davvero molto brava…” disse  fugacemente lui con ancora il pensiero rivolto alla statua.

“Le piace allora!” sorrise lei.

 

 

Le labbra del biondo si allargarono in un sorriso soddisfatto.

 

 

“Rendilo arte…” sussurrò con lo sguardo ancora rapito dalle ali piumate.

 

 

Alexi si allontanò e con un gesto deciso della mano fece alzare in volo l’angelo, la figura angelica si librò fiera sempre più in alto muovendo solennemente le quattro forti ali, finchè non raggiunse l’altezza desiderata.

 

 

“Pronto sempai?” chiese Alexi eccitata dall’imminente esplosione.

 

 

Deidara si limitò ad allargare il sorriso e ad annuire guardando in su.

 

 

“KATSU!!!” gridò Alexi come se l’angelo potesse non sentirla.

 

 

La figura spalancò le braccia e le ali  gettando la testa all’indietro, poi s’illuminò d’un bagliore accecante, ne seguì un boato tremendo.

 

 

Alexi e Deidara dovettero chiudere gli occhi, per la troppa luce e successivamente perché una coltre di fumo li investì violentemente.

Qualcosa  sfiorò il braccio sinistro di Alexi, poi la ragazza percepì un urto più forte sulla spalla, cercò di ripararsi con le braccia, frammenti d’argilla le sibilavano all’orecchio, poi sentì un sussulto alla sua destra, tentò di voltarsi, ma venne colpita da un frammento alla testa, tutto iniziò a farsi buio, sentì il suolo farsi sempre più vicino, poi…il silenzio.

 

 

“Argh…malediz…maledizione…”

 

 

Un eco lontano, che rimbomba fino a farsi vicino, un sussulto, come rientrare in sé.

Alexi riprese conoscenza, con la vista ancora annebbiata vide una figura sfocata farsi vicina.

 

 

“Tutto bene?”

 

 

Deidara le si era seduto accanto, premendo la mano contro la spalla e soffocando gemiti di dolore.

 

 

Cosa…? Cos’è successo...?” biascicò la ragazza mettendosi a sedere.

“L’esplosione era…era un po’ forte…” disse lui con un sorriso amaro.

 

 

Alexi concretizzò la situazione.

 

 

“Ma sei ferito!” sussultò avvicinandosi al biondo.

“Temo che una scheggia mi abbia trapassato la spalla…” spiegò sorridendo col fare un po’ da duro…

“Chiamala scheggia…saranno trenta centimetri…” ipotizzò la ragazza estraendo l’argilla e stando attenta a non far troppo male al ragazzo.

“He he…argh!...” Deidara strinse i denti soffocando un grido.

“Con quello che ho qui posso fare una medicazione semplice…sarebbe meglio se sciacquassi la ferita...”

 

 

Detto questo la ragazza aiutò Deidara a raggiungere il laghetto.

 

 

“Cerca di lavare il sangue, io prendo le bende…” ordinò la Alexi dirigendosi verso il kit medico.

“Ok, ok…” biascicò Deidara

 

 

Quando la ragazza tornò Deidara era completamente immerso nel laghetto, la maglia bagnata ed ancora un po’ sporca di sangue era stesa su un ramo dell’alberello, mentre pantaloni e sandali giacevano scomposti sulla riva.

Deidara intanto si faceva una nuotata stando attento a non bagnarsi i capelli raccolti in una coda alta.

 

 

Alexi sussultò e portò una mano agli occhi coprendoli.

 

 

“T-ti ho portato le bende…” disse poi arrossendo.

“Guarda che ce le ho le mutande…per chi mi hai preso?” si giustificò il biondo, malizioso.

“Avevo detto di lavare la ferita, non di farti un bagno!!!”

“Ho risolto il problema del caldo…” fece lui come un bambino che vuol trovare una scusa.

“Mpf…quando ti deciderai a riemergere chiamam…” iniziò Alexi, ma dovette interrompersi.

 

 

Deidara era uscito dall’acqua e le veniva incontro, ancora bagnato e per di più in mutande…alto, magro, muscoloso ma non troppo, si sciolse la coda e i capelli dorati gli ricaddero morbidi sulle spalle e sulla schiena, gli occhi color del cielo brillavano sotto i raggi del sole e…e…Dannazione!

Alexi si rese conto di essere imbambolata a fissare il biondo che le si avvicinava provocante, distolse bruscamente lo sguardo e gli porse le bende.

 

 

“Non ti da fastidio…?” Domandò calmo lui

“N-No figurati…” mentì lei guardando a terra.

“Hmm…” continuò lui rivestendosi

“Non fa tanto male…ma credo che sarebbe meglio medicarla lo stesso…” continuò indicando la ferita sulla spalla.

“Come non fa male?! Baka!! Ovvio che va medicata!!!” Alexi gli si avvicinò impacciata dall’imbarazzo.

“Tremi…” osservò il biondo.

“C-cosa dici…pensa a stare fermo piuttosto…” ribattè la ragazza rossa in viso.

“Hmm…” Deidara si voltò mollemente verso di lei e sorrise.

“…Perché ridi?” chiese lei titubante.

 

 

Deidara non disse nulla, si limitò a continuare a sorridere.

Alexi finì la medicazione.

 

 

“Dovrebbe essere a post…!”

 

 

Alexi si sentì sfiorare il mento, la mano di Deidara risalì fino a carezzarle la guancia, poi il biondo s’avvicinò a lei, posando la fronte alla sua le sussurrò un “grazie” poi si alzò, lasciando la ragazzina con le gote rosse d’imbarazzo.

 

 

“E’ meglio tornare al covo…quella tecnica è davvero potente.” Il biondo richiamò la sua attenzione, prendendo dalla borsa una manciata d’argilla.

 

 

In breve apparve un dragone gigantesco dinnanzi a loro.

 

 

“Dai sali…” la invitò lui

“Ma…mica lo potevamo usare anche per arrivare fin qui?” osservò Alexi un po’ stupita.

“Volevo vedere quanto resistevi…” disse saccente lui.

“Potevi risparmiarmelo…”disse lei sorridendo.

“…Baka”

 

 

 


Weeeee!!!

Alla fine sono tornata!!! Non avete idea di quello che mi è successo...sigh!!!

In breve tentando di debellare un visus dal pc sono riuscita a resettare tutto!!! Per fortuna che con XP esiste un opzione che ti permette di tornare indietro di qualche giorno...il punto è che tante applicazione come Word o Page Breeze non andavano e oltretutto...non riuscivo a connettermi!!! Azzu!!!

Beh...alla fine sono tornata e non temete...tornerà anche "L'Akatsuki in campeggio!!!"

 

Humm...pensando alla storia:

X LadySnape: Spero di aver scritto meglio questa volta^^ E' vero l'altro capitolo non è ventuto fuori un gran che...Beh sbagliando s'impara XD

X Mizar89: Anche io adoro disegnare!!! E ovviamente adoro Deidaruccio!!! XD (ho persino l'accounto su D.A. :3)

XAzu: Ehehe...che dire compagna d'arte...questa volta non hai avuto anticipazioni!!! XD

XGinny: Spero ti piaccia il capitolo, è pure un po' più lunghetto XD

XKitty16: ...Maledetto capitolo 362!!! Credo siamo tutti d'accordo qui...sigh! Deidapuccio... ç__ò

XCHIHIRO: Scusa il ritardo!!! Forze superiori...>__>

XHubb: Peccato che non ti piacciano le storie con un nuovo personaggio...sigh! Ed è strano che le trovi tutte uguali, perchè dovrebbero essere quelle più diverse tra loro. Poi sarà un mio difetto (che tenterò di corregere) ma per le storie a più capitoli prediligo il "Nuovo Personaggio", lo dimostra anche "Se fossi un Homunculus?" di FMA...deformazione professionale :P

 

Bene...al prossimo capitolo!!! (e scusate ancora il ritardo pauroso!!!)

 

Owari

Aly

ArT iS a >>BaNg!<<

 

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