Dobbleganger Love

di Lady_Klaine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


                                                                                Capitolo 1
Sto tornando a casa da una festa finita all’una di notte.
Ho bevuto un paio di bicchieri di troppo, ma riesco comunque ad arrivare al mio appartamento.
Mi dirigo verso la porta cercando le chiavi nella borsa, ma la trovo già aperta.
Strano mia madre non dimentica mai di chiudere nulla.
Che sia entrato un ladro?
Entro piano e mi dirigo in cucina, dalla quale sento provenire alcuni rumori e intravedo una luce fioca.
Appena svolto l’angolo la scena che vedo mi fa urlare e portare le mani fra i capelli, mentre le lacrime scendono inesorabilmente lungo le guance.
Mia madre è riversa a terra in una pozza di sangue con un ragazzo che non ho mai visto chinato sul suo collo.
Senza pensare alle conseguenze corro verso di lei, spintonando lo sconosciuto e abbracciandola.
Appena le mie braccia stringono e accarezzano il suo corpo apre gli occhi e mi guarda preoccupata.

< Linda, scappa >

<  No, non ti lascio qui da sola mamma. Ti porto in ospedale >

< Oh, ma che scena commovente! Sono quasi intenerito >

Il ragazzo, che fino a quel momento era stato in silenzio, tanto da farmi dimenticare la sua presenza, mi afferra per le spalle e mi fa voltare verso di lui.
Quando vedo il suo volto un grido di terrore mi si soffoca il gola e sento le gambe incapaci di sorreggermi.
I suoi occhi sono intrisi di un rosso cremisi e contornati da sottili venature e due enormi canini appuntiti sporgono dalle labbra semiaperte.

< E così sei tu l’arma che dovrebbe uccidermi? La tua bellezza è addirittura superiore a quanto potessi immaginare >

Ma che cosa sta dicendo? Che razza di creatura ho davanti? Cosa vuole da me e da mia madre?

< Lasciala stare, Klaus >

Mia madre è riuscita a rialzarsi faticosamente e alza le mani in direzione dello sconosciuto, che mi lascia andare per portarsi le mani alle tempie cercando di soffocare le urla di dolore.

< Che cosa sta succedendo? Chi è lui? Che cosa gli stai facendo? > Chiedo, rivolta a mia madre

Lei sposta lo sguardo su di me, abbassando le braccia per poi spostarsi di fronte a me, in posizione di difesa.

< Tranquilla tesoro, ti spiegherò tutto a tempo debito. Però ora devi fidarti di me >

< Ma cosa… > non mi lascia neppure il tempo di continuare che alza le mani verso di me, creando (non so come) un cerchio luminescente della mia stessa grandezza.

Non posso nemmeno chiedere spiegazioni, perché lei mi spinge verso la luce.

< Questo è un portale, ti condurrà dal giovane che sogni tutte le notti. Devi trovarlo Linda. Cerca Damon Salvatore >

Come fa a sapere del ragazzo?  Non ne ho parlato con nessuno. Vedo solo il suo volto bellissimo, sembra quasi scolpito nel marmo, e i suoi occhi dello stesso colore dei miei.
Tutte le volte che lo sogno sento strane sensazioni: protezione, attrazione, calore.
Non mi è mai successo di provare emozioni così intense, nemmeno nella realtà.
Senza darmi ulteriori informazioni, mi volta verso di lei per abbracciarmi.
Subito capisco che questo è il suo modo per dirmi addio e grandi lacrime scorrono lungo il mio volto.
Dopo poco si allontana leggermente da me, puntando i suoi grandi occhi nocciola nei miei color ghiaccio.

< Ti voglio bene, piccola >

Detto questo, mi da una forte spinta che mi porta dentro il portale, da cui inizia a fuoriuscire ancora più luce.
Sento come un vortici che mi risucchia sempre più all’interno e faccio fatica a resistergli.
Guardo verso mia madre per capire cosa fare, ma riesco solo a vedere un corpo accasciato sul pavimento in una posa innaturale e Klaus che si allontana dal suo collo, dove spicca il colore del sangue e due fori profondi.
Smetto di combattere contro la forza del cerchio. Mia madre è morta, l’unica persona che io abbia mai avuto mi ha lasciata sola.
Improvvisamente sento il mio corpo leggero, come se stessi fluttuando. Però il peso che ho
nel cuore è rimasto.

POV DAMON:


Come al solito, siamo nel salotto della pensione per discutere della “questione Klaus”.
Ci sono proprio tutti: Elena, seduta sulla poltrona in braccio a Stefan, mentre Bonnie, Jeremy ed Alaric occupano il divano. Caroline è seduta sulle gambe di Tyler.
Sono circondato da stupide coppiette che vivono nei loro mondi fatti di zucchero filato e unicorni rosa.

Ci stiamo fissando silenziosamente da un paio di minuti quando una forte luce ci acceca
tutti, compresi noi vampiri.

< Che succede? > chiede Elena spaventata.

Quando il bagliore si affievolisce leggermente riesco a scorgere una figura lievitare in aria verso di me.
I boccoli corvini come i miei capelli ricadono sul viso della giovane ed arrivano a sfiorare il pavimento, sono persino più lunghi e belli di quelli di Katherine.
Come posseduto da una strana entità mi dirigo verso di lei e la accolgo delicatamente fra le mie braccia.
Le labbra carnose e rosee sono perfette e provo l’irresistibile voglia di baciarle.

Quando il mio corpo viene a contatto con il suo sento un calore invadermi ed evidentemente lo avverte anche lei perché apre di scatto gli occhi.
Sento tutti i presenti trattenere il respiro alla vista di quei diamanti identici ai miei.
Io invece rimango stupito per un altro motivo: è lei la ragazza che sogno tutte le notti da un po’ di tempo. Dal vivo è ancora più bella.
Quando si riprende dallo stato di shock in cui è caduta vedendomi, mi sussurra qualcosa che mi lascia basito:

< A-aiutami Damon >

POV LINDA:


Appena sveglia cerco di alzarmi per andare da mia madre a fare a colazione ma un capogiro mi costringe a sdraiarmi nuovamente.
Improvvisamente una serie di immagini del sogno fatto mi attraversano la mente: mia madre è morta per mano di Klaus, io ho oltrepassato un portale e l’ultima cosa che ricordo è di aver visto il ragazzo che sogno tutte le notti.

< Stavolta era ancora più bello >

< Grazie tesoro, anche tu non sei male >
Una voce roca e bassa mi giunge all’orecchio da una direzione ignota. Confusa mi guardo intorno e mi accorgo di non essere nella mia stanza.

< Chi ha parlato?? Dove sono? Che cosa vuoi da me? >

 Un ragazzo esce da un angolo buio della camera e si avvicina lentamente a me per poi sedersi al mio fianco. E’ lui, l’uomo che sogno.

< Io sono Damon Salvatore, ma a quanto pare questo già lo sai,. Qui siamo a Mistic Fall e nessuno ha intenzione di farti del male. Mi credi? >

Io annuisco con il capo, sentendomi confusa e spaesata. Lui mi sorride e nello stesso istante un altro ragazzo entra nella stanza con una giovane molto bella al suo seguito, che mi guarda preoccupata.

< Stai bene? > mi chiede il giovane sconosciuto.

< Sì, ma mi sento confusa >

< Chi sei? Come sei arrivata qui? > mi domanda la ragazza, chiaramente diffidente.

< I-io mi chiamo Lucinda, ma tutti mi chiamano Linda, e non so come sono arrivata qui. Ricordo solo che ieri sera sono entrata in casa mia e ho trovato mia madre aggredita da una strana creatura di nome Klaus. Ho attraversato un “portale” creato non so come da mia
madre e mi sono risvegliara qui, pensando che fosse un sogno > dico iniziando a piangere.

< Sta tranquilla, – mi dice il ragazzo dagli occhi verdi- io sono Stefan Salvatore e lei è Elena >

Io mi volto verso Damon e gli domando:

< Siete fratelli? >

< Sì, ma io sono venuto bene, mentre lui… >
Io ridacchio divertita e lui sorride, un sorriso stupendo che mi scalda dentro.

< Come fai a conoscermi? E perché ti sogno tutte le notti anche se non ti ho mai visto prima? > chiede curioso il vampiro dagli   occhi cerulei.

< Anche io ti sogno sempre, ma i giuro che non so il perché >

Il vampiro annuisce, mi crede.                    

< Perché siete uno il dobbleganger dell’altro >

Tutti ci voltiamo stupiti verso quella voce a me così famigliare e quando la vedo il mio sospetto si rivela fondato.

< Mamma? > domando incredula?

mi risponde lei.

< Che ci fai qui? Tu eri morta, io ti ho visto >

< Gli spiriti mi hanno concesso di tornare temporaneamente per poterti dare le spiegazioni che meriti, te lo avevo promesso >

< Sei una strega? > chiede curioso Damon, mi ero quasi dimenticata della loro presenza.

< Sì, Damon. Io ero una strega molto potente e per questo mi fù affidato un compito molto importante: proteggere l’arma che gli spiriti hanno creato per uccidere Klaus. TU, Linda >

< I-io??? Che c’entro io? E cosa è in realtà Klaus? >

< Klaus è un ibrido, proprio come te. Le streghe hanno voluto rinsanare l’equilibrio rotto da
Ester quando trasformo i suoi figli in vampiri, rendendo Klaus per metà vampiro e metà licantropo, entrambe creature oscure. Perciò crearono a loro volto un ibrido fra essere umano e angelo, esseri benevoli. Il suo sangue è in grado di far tornare umano un vampiro, ma solo temporaneamente. Sei tu quell’arma, Linda. Io non sono la tua vera madre, mi dispiace >

< E come dovrebbe fare per uccidere Klaus? > chiede Damon speranzoso.

< Dovrebbe bere il tuo sangue, Linda. Questo lo renderà un semplice licantropo, anche se per poco tempo.

< Che intendevi quando hai detto che Damon e Linda sono uno il dobbleganger dell’altro? > Chiede curiosa Elena.

< Le vostre anime sono legate, avete bisogno uno dell’altra. Voi darete vita a una nuova razza. Tesoro, mi dispiace di averti mentito ma ora so che puoi farcela, perché tu non sei più sola, hai trovato il tuo Dobbelganger > io rimango stupita e alterno lo sguardo fra mia madre e Damon, anche lui confuso.

< Che cosa è un dobbleganger? > riesco finalmente a chiedere.

< Sono un po’ come due anime gemelle, fatte per vivere insieme. Elena e la doppelganger di Katherine, la vampira che trasformò Stefan e Damon, ossia il suo clone ed è un po’ simile la cosa. Per questo avete gli  occhi e i  capelli dello stesso colore. Devo dire che ti è hai una fortuna sfacciata, tesoro, è stupendo! >

< Mamma!!! > la rimprovo,mentre le mie guance avvampano per la vergogna e Damon ridacchia divertito.

< Che ho detto? Comunque sia, la affido a voi ragazzi, so che la proteggerete. I vostri destini sono intrecciati e instaurerete un rapporto fantastico, ne sono certa. Addio a tutti >

Detto questo, mia madre scompare e io non la rivedrò mai più. Senza pensarci mi getto fra le braccia di Damon scoppiando a piangere. Contro ogni mia previsione lui mi stringe a se accarezzandomi i capelli.

< Shh, sta tranquilla > mi sussurra all’orecchio, provocandomi mille brividi.

< Ok, chi sei tu? Che ne hai fatto di mio fratello? > chide divertito Sfefan, evidentemente anche lui è sorpreso dellla reazione di Damon.

< Sta zitto Stefan ed uscite piuttosto, credo che Linda abbia bisogno di riposare ancora un po’, vero dolcezza? >

Io annuisco e gli altri due escono salutandomi con un sorriso. Mi allontano riluttante da Damon e mi sdraio sotto le coperte dell’enorme letto. Lui mi lascia un dolce bacio sulla fronte e fa per allontanarsi ma io gli afferro un polso facendolo voltare.

< Resta con me, per favore >

< Tranquilla, questa è camera mia e non ho intenzione di abbandonarla > mi risponde sdraiandosi accanto a me e abbracciandomi da dietro. Tutte le notizie ricevute in solo 24 ore mi hanno sconvolta e non mi serve molto per addormentarmi. E poi Damon ha il potere di tranquillizzarmi, mi fa sentire protetta e al sicuro. Spero che la mamma abbia ragione e che sia davvero lui l’uomo della mia vita.
Angolo autrici:
Ciao!
Eccomi tornata con una nuova storia! la mia seconda ff, wow! lo so che non si dovrebbero scrivere più storie contemporaneamente, ma non ho resistito!
spero che vi piaccia
baci baci
niko




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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2



I raggi del sole mi svegliano, mi aspettavo di avere Damon accanto ma non c’è nessuno.

Mi alzo, voglio andare a cercarlo ma mi accorgo che ho ancora i vestiti di ieri e sono sporchi del sangue di mia madre.

Non voglio rivivere quei ricordi, così mi spoglio e prendo in prestito una camicia di Damon e un suo pantalone della tuta.

Scendo in salotto, dove sento delle voci discutere. Mi aspettavo di vedere solo Damon, Stefan ed Elena, invece ci sono anche altre persone che non conosco.

Tutti i posti a sedere sono occupati, così decido di stare in piedi accanto al camino. Però Damon non è dello stesso avviso e, afferrandomi il polso, mi fa sedere sulle sue gambe.

Sento gli occhi di tutti i presenti puntati su di noi e non ne capisco il motivo.

< Perché ci state fissando? > chiedo ingenuamente.

< Niente, niente> si affretta a rispondere Elena.

Nel frattempo arriva Stefan, non mi ero nemmeno accorta della sua assenza.

Lui si avvicina alla sua fidanzata e le da un dolce bacio sulle labbra.

Sento Damon sotto di me irrigidirsi a quella scena e mi viene il sospetto che anche lui sia innamorato di Elena.

E chi non lo sarebbe? Lei è bellissima, dolce e gentile.

E poi a me non deve interessare nulla di lui. Lo conosco da si e no 24 ore! Ma allora cosa sono quel peso che sento sullo stomaco e quel nodo alla gola che mi impedisce di respirare?

Non può essere gelosia, perché mai dovrei essere gelosa di lui?

< Ragazzi lei è Linda, Linda loro sono Bonnie, una strega, Jeremy, fratello di Elena, Alaric, il mio prof. Di storia e cacciatore di vampiri, Caroline, un vampiro come me e Damon, e Tyler, un licantropo > mi spiega gentilmente Stefan.

Io annuisco e cerco di memorizzare i loro nomi per evitare brutte figure.

< Allora angioletto, quando è che te ne vai dalla mia stanza? E chi ti ha dato il permesso di prendere i miei vestiti? > mi chiede Damon con un tono di voce freddo e altezzoso.

Non sembra la stessa persona che ieri sera sembrava preoccupata per me e mi ha abbracciato nel suo letto per farmi addormentare.

< S-scusa, io non volevo indossare gli abiti sporchi del sangue di mia madre > dico un po’ triste.

Questo Damon non mi piace, mi fa sentire a disagio e fuoriposto.

< Allora Stefan ti deve ringraziare, sai ha qualche piccolo problema di autocontrollo. E poi il tuo sangue ha un profumo delizioso. Comunque vedi di sbrigarti a trovare un posto dove stare, non ti voglio fra i piedi e voglio dormire in pace nel mio letto. Quei tuoi stupidi capelli continuavano a farmi il solletico e poi parli nel sonno. E se non sbaglio quella non era nemmeno la tua vera madre, era solo una strega che ti ha cresciuto e mentito per tutta la vita > mi risponde lui.

Inizio ad aver paura. Perché fa così? Che gli ho fatto? Posso passare sopra a tutto, ma no può permettersi di parlare male di mia madre.

< I-io vado a lavare i miei vestiti > dico e mi alzo velocemente, dirigendomi verso la sua stanza per poter prendere i miei vestiti.



POV DAMON

Vedere la paura nei suoi occhi mi ha fatto più male di quanto pensassi, me non ho avuto altra scelta.

Io penso ancora ad Elena e lei non sarebbe mai felice con me.

Ancora non riesco a capire come posso tenere così tanto a quella piccoletta se la conosco da un giorno.

Io non ho sentimenti, ho solo il mio amore per Elena e L’odio per tutto il resto.

Ma lei ha scelto Stefan e io devo dimenticarla.

Forse è arrivato il momento di far riaffiorare il vecchio me, quello stronzo e insensibile che uccide la gente senza problemi.

Sarà tutto più semplice così, sia per me che per lei.

Si renderà conto che non può tenere a una persona così, anche se legata da quella strana cosa nominata da sua madre, si innamorerà di un altro e vivrà una vita normale e felice.

Stefan e gli altri penseranno a proteggerla da Klaus e io starò fuori da tutto.

< Sei sempre il solito. Perché devi trattarla così? Che ti ha fatto? > mi chiede Elena con uno sgurdo carico di odio.

< Io non ho fatto nulla, è lei che è scappata come una bambina.Dovrebbe imparare a offendersi di meno >

< Oh forse sei tu che devi imparare a relazionarti con le persone > fa un’inacidita Caroline

< Non mi sembra che tu abbia avuto problemi a “relazionarti” con me quando mi hai conosciuto> rispondo io malignamente.

Se voglio che l’angioletto mi giudichi stronzo e insensibile, devono crederlo tutti.

< Dove è finito il Damon di ieri sera? Quello preoccupato per lei, che l’ha abbracciata per calmarla? Sei il suo Dobbleganger Damon, dovresti proteggerla > mi dice mio fratello con quella sua aria da santarellino.

In 146 anni non ha ancora imparato a conoscermi, ancora non riesce a capire le mie intenzioni. Ma non posso dargli torto, ho fatto di tutto perché smettesse di credere nella mia umanità.

Anche io ho provato a convincermi, ma non ci sono mai riuscito.

Non mi resta che farlo credere agli altri. Devo farlo per lei.

< Per favore qualcuno vada da lei, sta piangendo come una fontana > dico con tono indifferente, ignorando la domanda di Stefan.

< Vado io, ormai mi sono abituato a dover rimediare ai tuoi casini > risponde lui.



POV LINDA

Non posso credere di star piangendo per colpa di quello stupido vampiro lunatico!

Chi si crede di essere per trattarmi così?

Avrei dovuto schiaffeggiarlo invece di scappare in lacrime come una bambina incapace di difendersi.

Non credevo di poterlo pensare, ma spero che mia madre si sia sbagliata, che non sia davvero Damon il mio Dobbleganger.

Non voglio innamorarmi di una persona così meschina, che è chiaramente interessata ad un’altra.

Forse è il suo essere vampiro che lo spinge a comportarsi così.

Però non mi sembra che Stefan tratti Elena come Damon ha fatto con me.

Ah quanti problemi!

Ci mancavi solo tu, stupido vampiro dagli occhi di ghiaccio!

Ho deciso! Chiederò spiegazioni a Stefan, infondo si è mostrato molto gentile nei miei confronti.

Devo solo aspettare di trovarmi sola con lui e il gioco è fatto!

Non lascerò che qualcuno giochi così con me!

In quel momento sento bussare alla porta.

< Avanti > rispondo, sciugandomi svelta le lacrime con il dorso della mano. La porta si apre e sulla soglia appare uno Stefan preoccupato ma con un sorriso rassicurante sul volto.

Perfetto! E’ l’occasione che aspettavo!

Damon Salvatore, preparati a rimanere scottato dal tuo stesso gioco





Spazio autrice:

Ciao!

Come promesso ecco il secondo capitolo della storia, un po’ corto lo so, ma non ho avuto molto tempo per scrivere. Come sempre ringrazio chi ha letto la storia, chi la recensita (un bacio enorme a Sunset, sei fantastica! ), chi la inserirà nei seguiti, preferiti, da ricordare… Il prossimo capitolo arriverà probabilmente tra una settimana, in quanto devo andare in vacanza da mia madre per capodanno.

Spero di avervi soddisfatto

Baci baci



Niko

ovviamente non ho toccato il testo ^^
spero di non sembrarti invadente ^^'' xD
 
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I raggi del sole mi svegliano, mi aspettavo di avere Damon accanto ma non c’è nessuno.

Mi alzo, voglio andare a cercarlo ma mi accorgo che ho ancora i vestiti di ieri e sono sporchi del sangue di mia madre.

Non voglio rivivere quei ricordi, così mi spoglio e prendo in prestito una camicia di Damon e un suo pantalone della tuta.

Scendo in salotto, dove sento delle voci discutere. Mi aspettavo di vedere solo Damon, Stefan ed Elena, invece ci sono anche altre persone che non conosco.

Tutti i posti a sedere sono occupati, così decido di stare in piedi accanto al camino. Però Damon non è dello stesso avviso e, afferrandomi il polso, mi fa sedere sulle sue gambe.

Sento gli occhi di tutti i presenti puntati su di noi e non ne capisco il motivo.

< Perché ci state fissando? > chiedo ingenuamente.

< Niente, niente> si affretta a rispondere Elena.

Nel frattempo arriva Stefan, non mi ero nemmeno accorta della sua assenza.

Lui si avvicina alla sua fidanzata e le da un dolce bacio sulle labbra.

Sento Damon sotto di me irrigidirsi a quella scena e mi viene il sospetto che anche lui sia innamorato di Elena.

E chi non lo sarebbe? Lei è bellissima, dolce e gentile.

E poi a me non deve interessare nulla di lui. Lo conosco da si e no 24 ore! Ma allora cosa sono quel peso che sento sullo stomaco e quel nodo alla gola che mi impedisce di respirare?

Non può essere gelosia, perché mai dovrei essere gelosa di lui?

< Ragazzi lei è Linda, Linda loro sono Bonnie, una strega, Jeremy, fratello di Elena, Alaric, il mio prof. Di storia e cacciatore di vampiri, Caroline, un vampiro come me e Damon, e Tyler, un licantropo > mi spiega gentilmente Stefan.

Io annuisco e cerco di memorizzare i loro nomi per evitare brutte figure.

< Allora angioletto, quando è che te ne vai dalla mia stanza? E chi ti ha dato il permesso di prendere i miei vestiti? > mi chiede Damon con un tono di voce freddo e altezzoso.

Non sembra la stessa persona che ieri sera sembrava preoccupata per me e mi ha abbracciato nel suo letto per farmi addormentare.

< S-scusa, io non volevo indossare gli abiti sporchi del sangue di mia madre > dico un po’ triste.

Questo Damon non mi piace, mi fa sentire a disagio e fuoriposto.

< Allora Stefan ti deve ringraziare, sai ha qualche piccolo problema di autocontrollo. E poi il tuo sangue ha un profumo delizioso. Comunque vedi di sbrigarti a trovare un posto dove stare, non ti voglio fra i piedi e voglio dormire in pace nel mio letto. Quei tuoi stupidi capelli continuavano a farmi il solletico e poi parli nel sonno. E se non sbaglio quella non era nemmeno la tua vera madre, era solo una strega che ti ha cresciuto e mentito per tutta la vita > mi risponde lui.

Inizio ad aver paura. Perché fa così? Che gli ho fatto? Posso passare sopra a tutto, ma no può permettersi di parlare male di mia madre.

< I-io vado a lavare i miei vestiti > dico e mi alzo velocemente, dirigendomi verso la sua stanza per poter prendere i miei vestiti.



POV DAMON

Vedere la paura nei suoi occhi mi ha fatto più male di quanto pensassi, me non ho avuto altra scelta.

Io penso ancora ad Elena e lei non sarebbe mai felice con me.

Ancora non riesco a capire come posso tenere così tanto a quella piccoletta se la conosco da un giorno.

Io non ho sentimenti, ho solo il mio amore per Elena e L’odio per tutto il resto.

Ma lei ha scelto Stefan e io devo dimenticarla.

Forse è arrivato il momento di far riaffiorare il vecchio me, quello stronzo e insensibile che uccide la gente senza problemi.

Sarà tutto più semplice così, sia per me che per lei.

Si renderà conto che non può tenere a una persona così, anche se legata da quella strana cosa nominata da sua madre, si innamorerà di un altro e vivrà una vita normale e felice.

Stefan e gli altri penseranno a proteggerla da Klaus e io starò fuori da tutto.

< Sei sempre il solito. Perché devi trattarla così? Che ti ha fatto? > mi chiede Elena con uno sgurdo carico di odio.

< Io non ho fatto nulla, è lei che è scappata come una bambina.Dovrebbe imparare a offendersi di meno >

< Oh forse sei tu che devi imparare a relazionarti con le persone > fa un’inacidita Caroline

< Non mi sembra che tu abbia avuto problemi a “relazionarti” con me quando mi hai conosciuto> rispondo io malignamente.

Se voglio che l’angioletto mi giudichi stronzo e insensibile, devono crederlo tutti.

< Dove è finito il Damon di ieri sera? Quello preoccupato per lei, che l’ha abbracciata per calmarla? Sei il suo Dobbleganger Damon, dovresti proteggerla > mi dice mio fratello con quella sua aria da santarellino.

In 146 anni non ha ancora imparato a conoscermi, ancora non riesce a capire le mie intenzioni. Ma non posso dargli torto, ho fatto di tutto perché smettesse di credere nella mia umanità.

Anche io ho provato a convincermi, ma non ci sono mai riuscito.

Non mi resta che farlo credere agli altri. Devo farlo per lei.

< Per favore qualcuno vada da lei, sta piangendo come una fontana > dico con tono indifferente, ignorando la domanda di Stefan.

< Vado io, ormai mi sono abituato a dover rimediare ai tuoi casini > risponde lui.



POV LINDA

Non posso credere di star piangendo per colpa di quello stupido vampiro lunatico!

Chi si crede di essere per trattarmi così?

Avrei dovuto schiaffeggiarlo invece di scappare in lacrime come una bambina incapace di difendersi.

Non credevo di poterlo pensare, ma spero che mia madre si sia sbagliata, che non sia davvero Damon il mio Dobbleganger.

Non voglio innamorarmi di una persona così meschina, che è chiaramente interessata ad un’altra.

Forse è il suo essere vampiro che lo spinge a comportarsi così.

Però non mi sembra che Stefan tratti Elena come Damon ha fatto con me.

Ah quanti problemi!

Ci mancavi solo tu, stupido vampiro dagli occhi di ghiaccio!

Ho deciso! Chiederò spiegazioni a Stefan, infondo si è mostrato molto gentile nei miei confronti.

Devo solo aspettare di trovarmi sola con lui e il gioco è fatto!

Non lascerò che qualcuno giochi così con me!

In quel momento sento bussare alla porta.

< Avanti > rispondo, sciugandomi svelta le lacrime con il dorso della mano. La porta si apre e sulla soglia appare uno Stefan preoccupato ma con un sorriso rassicurante sul volto.

Perfetto! E’ l’occasione che aspettavo!

Damon Salvatore, preparati a rimanere scottato dal tuo stesso gioco





Spazio autrice:

Ciao!

Come promesso ecco il secondo capitolo della storia, un po’ corto lo so, ma non ho avuto molto tempo per scrivere. Come sempre ringrazio chi ha letto la storia, chi la recensita (un bacio enorme a Sunset, sei fantastica! ), chi la inserirà nei seguiti, preferiti, da ricordare… Il prossimo capitolo arriverà probabilmente tra una settimana, in quanto devo andare in vacanza da mia madre per capodanno.

Spero di avervi soddisfatto

Baci baci



Niko

ovviamente non ho toccato il testo ^^
spero di non sembrarti invadente ^^'' xD

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


                                                                                                             CAPITOLO 3
In quel momento sento bussare alla porta.

< Avanti > rispondo, sciugandomi svelta le lacrime con il dorso della mano. La porta si apre e sulla soglia appare uno Stefan preoccupato ma con un sorriso rassicurante sul volto.

Perfetto! E’ l’occasione che aspettavo!


< Che cosa gli ho fatto Stefan? Perché mi ha trattato in quel modo? Ieri sera è stato così dolce e gentile > gli confesso, mentre si siede accanto a me sul letto di Damon.

< A dire il vero non lo capisco neanch’io. Erano anni che non lo vedevo così gentile con qualcuno come lo è stato con te ieri sera e forse questo lo ha spaventato, credo che abbia paura di tenere a te > mi risponde pensieroso

< Non credo di aver capito > gli dico invece io

< Vieni con me > mi risponde e mi prende per mano, dirigendosi verso il bagno.

Chiude la porta e apre velocemente il rubinetto della vasca e del lavandino.

< Così non potranno sentirci > mi spiega, usando però un tono di voce più basso della norma.

< Devi sapere che Damon ha sofferto molto per amore, prima con Katherine che giocava sia con lui che con me finchè quando un giorno hanno scoperto la sua natura e l’hanno rinchiusa in una cripta, o almeno così credevamo. La verità è che lui è rimasto innamorato di lei per 145 anni cercando un modo per liberarla mentre lei se la spassava in giro per il mondo. Poi lui si è innamorato di Elena, che già all’epoca stava con me. Lei si sentiva attratta da entrambi ma alla fine ha scelto me e anche se non lo da a vedere so che ci sta soffrendo molto > mi spiega Stefan.

Wow! Non credevo che Damon portasse dentro tanto dolore, sarebbe difficile da sopportare per chiunque, figuriamoci per un vampiro. Per  quanto ne so, hanno le emozioni amplificate e vivono con la tentazione di spegnerle.

Forse è questo che ha fatto Damon, le ha spente?

No! Sono sicura che da qualche parte, oltre la barriera di ghiaccio che i suoi occhi rappresentano, ci sono sensazioni intense e pure.

 < Grazie Stefan, mi sei stato di grande aiuto > gli dico sorridendo.

< Di nulla > mi risponde mentre chiude i rubinetti e apre la porta del bagno.

Poi fa per uscire ma si blocca e aggiunge:

< Secondo me non dovresti arrenderti, si vede che c’è qualcosa tra voi, da parte di entrambi e penso che tu sia abbastanza forte da distruggere le sue barriere > detto questo si incammina come se nulla fosse.

Forse non ha tutti i torti.

Non posso certo dire che Damon mi piaccia, lo conosco da 24 ore, però vorrei stargli vicino, magari diventare amici, vorrei salvarlo dal suo dolore e dalla sua solitudine.

Aspetta una attimo ma Stefan aveva chiuso l’acqua, quindi Damon ha sentito l’ultima parte della conversazione!

< Stefan Salvatore, sappi che nulla ti salverà dalla mia furia, impara a chiudere i rubinetti al momento giusto > sbotto infuriata,sicura che tutti i vampiri in casa siano riusciti a sentirmi.

La mia teoria viene confermata dal coro di risate che sento provenire dal piano inferiore.

Stancata da tutti gli avvenimenti, decido di fare un riposino, sperando che a Damon non dispiaccia prestarmi il letto un’altra volta.

Dopo la chiacchierata con Stefan, sono sicura che non sia stato così male per lui.

Secondo il fratello lui prova qualcosa per me.

Magari!!” mi dice la mia vocina interiore, tutta contenta all’idea.

“ Smettila”, le rispondo io impassibile.

Mi sdraio sul letto e riesco a prendere sonno in pochi minuti, aiutata dalle lenzuola morbide e calde e dall’inconfondibile profumo di Damon.


Sbatto ripetutamente le palpebre, cercando di abituarmi alla forte luce presente nella stanza e quando ci riesco mi accorgo di non essere più nella pensione dei Salvatore.

Mi trovo in un luogo sconosciuto e apparentemente deserto, sdraiata a terra con il corpo stranamente leggero e rilassato.

Il colore predominante è il bianco: il pavimento, il soffitto, le pareti, il tavolo e la sedia posizionati in un angolo, tutto è della stessa inquietante tonalità di bianco.

< Non avere paura tesoro > sussurra una voce famigliare dietro di me.

Mi giro di scatto, incredula.

< Mamma? > chiedo sconvolta.

< Ciao tesoro > mi risponde lei.

< Cosa ci fai qui? Dove siamo? >

< In un luogo a metà fra il mondo reale e quello spirituale, una sorta di punto d’incontro > mi risponde come se fosse una cosa normale.

< Non abbiamo molto tempo, perciò è meglio sbrigarsi > continua lei diventando più seria del solito.

< Non devi arrenderti Linda. So che è difficile, non c’è nulla di più doloroso dell’amore, ma sono certa che i tuoi sforzi verranno premiati > mi dice amorevolmente ma con tono autoritario.

< Non capisco, di cosa parli? >

< Di Damon, tesoro. So che ha un carattere difficile, ti sto osservando da qui da quando me ne sono andata. Non lasciare che si allontani da te solo per paura. Voi due siate legati, destinati a stare insieme per l’eternità.
Nessuno può sfuggire al proprio destino Linda, nemmeno lui, ma tu devi facilitargli il compito, capito? >

Io annuisco stupita. Mi ha voluto incontrare solo per questo?

< Tutto qui? Non c’è altro > chiedo.

< Sì, i miei superiori mi hanno mandato qui perché è giunto il momento di restituirti i tuoi poteri. Klaus sta arrivando e tu devi allenarti ed essere al pieno delle forze, non sarai ancora in grado di compiere la profezia, ma devi riuscire a difenderti, anche se sono sicura che i Salvatore non avranno problemi > mi spiega tranquillamente.

Poi, lentamente, alza una mano verso di me e recita di nuovo una strana cantilena, simile a quella che ho sentito il giorno dell’aggressione.

Appena finito, sento un doloro lancinante alla schiena e la vista si annebbia notevolmente, non vedo a un palmo dal naso!

< Ricorda cara, non arrenderti e sarai felice, ma non lasciarti cambiare da nessuno, dee essere vero amore perché la profezia si compia > mi dice in tono fermo, per poi scomparire.

< No, aspetta!!> grido, ma la stanza intera sta svanendo.

Sento pian, piano il contatto con corpo e mente tornare e delle voci in lontananza che mi chiamano preoccupate.

Il dolore alla schiena è sempre più forte e insopportabile.

Avverto delle urla disperate farsi sempre più vicine e forti e solamente quando apro gli occhi e vedo dei volti fissarmi in ansia, mi rendo conto che le grida sono le mie.
 
POV DAMON
 

Sono comodamente seduto in salotto a bere l’ennesimo bicchiere del mio amato Bourbon, quando  sento delle urla strazianti provenire dalla mia camera.

Subito un senso di preoccupazione, rabbia e protezione mi assale e, come è successo ieri sera, decido di non ignorarlo.

Corro con la velocità tipica di un vampiro su per le scale e  entro in camera sbattendo la porta.

La scena che vedo mi provoca una fitta al cuore:

 Linda, il MIO  angioletto, si dimena nel letto. La fronte imperlata dal sudore e le coperte ammucchiate in fondo al letto.

Mi avvicino e mi siedo accanto a lei, non riesco a vederla in quello stato, che cosa sta succedendo?

Nella stanza arrivano anche Stefan ed Elena, allarmati dalle grida di Linda.

< Che succede > chiede Stefan allarmato.

< Non ne ho la minima idea! > rispondo brusco.

< D-damon > Linda apre improvvisamente gli occhi e vedo che mi cerca con lo sguardo.

Io le prendo la mano e mi avvicino sorridente, cercando di nascondere la preoccupazione.
< Sono qui piccola, che succede? > le rispondo, ignorando le altre due persone nella stanza.

Ma lei non mi risponde, si limita ad urlare più forte di prima e a tirarsi a sedere di scatto, ansimando in cerca d’aria.

< Fa male Damon > riesce a dirmi, la voce ridotta a un sussurro.

Il suo corpo inizia a muoversi velocemente, scosso dagli spasmi sempre più violenti, finche dal centro della schiena non sento la pelle squarciarsi e delle ali, argentate e non molto grandi, appaiono improvvisamente.

Ora è immobile, con il volto rigato dalle lacrime e gli occhi vitrei, inespressivi.

Tutto nella stanza inizia a girare, il pavimento trema, gli oggetti volano da una parte all’altra come avvolti in un ciclone invisibile.

< Uscite!!! > grido rivolto a Stefan ed Elena.

Loro mi guardano preoccupati, ma poi escono velocemente, lasciandomi solo.
Prendo il suo viso fra le mani, asciugando le lacrime e accarezzando gli zigomi.

< Ehi piccola, mi senti? Sono qui! Torna in te, ti prego > gli dico amorevolmente.

IO, Damon Salvatore, ridotto a pregare una stupida e iutile ragazzina.

“ Forse non è così  stupida e inutile se ti sta tanto a cuore” mi dice la mia vocina, in tono di scherno.

Vorrei risponderle, dirle che non è vero niente, ma non posso. Un po’ perché mentirei dicendo che di lei non mi importa nulla ( si può mentire a chiunque ma non a se stessi) e un po’ perché Linda sembra avermi sentito.

I suoi occhi tornano di quell’azzurro così simile al mio e gli ogni cosa sospesa in aria cade a terra con un tonfo.

< Mi dispiace > dice singhiozzando e riprendendo a piangere, bagnando le sue guance e le mie mani, ancora sul suo viso.

< Sta tranquilla, è tutto finito > le rispondo, cercando di calmarla.

< Fa tanto male > mi dice e io non so cosa fare.

Non mi sono mai sentito così inutile come adesso. Posso solo abbracciarla e stringerla forte ed è quello che faccio, la attiro delicatamente fra le mie braccia, facendo attenzione alle ali, e inspiro il suo dolce profuma di mora e lime.

Lei sembra sorpresa, ma poi appoggia la testa sulla mia spalla e si abbandona a un piato disperato, quasi una supplica.

Intanto le ali iniziano a muoversi piano e facendo scorrere un rivolo di sangue dall’attaccatura lungo tutta la schiena e all’improvviso mi viene un’idea.

< Bevi il mio sangue!!! > gli dico, contento di non essere poi così inutile.

Lei alza il viso e mi guarda confusa, poi abbassa il capo e scuote  la  testa.

< No >

< Perché? >

< Perché Stefan mi ha detto che per un vampiro donare il suo sangue è una cosa molto intima e io so che vorresti farlo con un’altra persona > risponde un po’ titubante.

< Sono io che te lo sto dicendo, forza bevi > le ordino mordendomi un polso e avvicinandolo alla sua bocca.

Lei mi guarda negli occhi, indecisa se farlo o meno, ma poi sospira e poggia le labbra sulla ferita.

All’inizio succhia piano, insicura, ma poi sento il suo corpo rilassarsi e capisco che funziona, il dolore diminuisce e le vedo le ali ritirarsi lentamente, provocando una forte luce.

Continua a bere, mi sta prosciugando lentamente, tra poco rimarrò senza un briciolo di sangue in corpo; dovrei fermarla, ma non lo faccio.

In parte perché mi sento così stanco da riuscire a stento a respirare e poi perché vedo il suo viso rilassarsi mentre il dolore diminuisce sempre di più.

Per fortuna è lei a fermarsi e ad allontanare il polso dal suo viso.

< Scusa, ho bevuto troppo > mi dice guardandomi negli occhi.

< Non fa niente, sto bene > rispondo, sforzandomi di sorridere, ma mi riesce solo una strana smorfia e vedo la preoccupazione fare capolino sul suo volto.

Poi raccoglie i suoi lunghi  capelli in una mano e sposta il viso di lato, scoprendo il collo candido e profumato.

< Bevi > ordina, il tono sicuro e impassibile di chi non ammette repliche.

< Non posso, sai che cosa fa il tuo sangue  ai vampiri e poi non sono sicuro di riuscire a fermarmi >

< Io mi fido di te > m risponde sempre con lo stesso tono e io non posso fare altro che chinarmi e appoggiare le labbra sulla pelle.

 < Grazie > mormoro per poi affondare i canini nella vena e succhiare.

Come immaginavo, il suo sangue è qualcosa di incredibile, di paradisiaco, il più buono che abbia mai bevuto in 147 anni da vampiro.

Questa volta sono davvero sicuro di non riuscire a fermarmi, ma appena sento un mugolio proveniente dalla sua bocca, capisco che le sto facendo male e mi stacco delicatamente, stupendomi di me stesso.

< Già fatto? > mormora e quando alza il viso su di me, vedo i suoi occhi spalancarsi.

Anche se mi sono fermato, l’odore del suo sangue è rimasto e posso ancora sentirne il sapore in bocca e il mio volto è rimasto trasformato.

Non voglio che mi veda così, perciò abbasso lo sguardo e chiudo gli occhi, dispiaciuto ma poi sento un tocco leggero sulle guance: le sue mani.

< Non ho paura di te, mi hai salvato da quel dolore atroce, mi fido di te. Come ti senti? > mi chiede gentilmente.

In quel momento sento un forte calore attraversarmi il corpo e sento il cuore ricominciare a battere di sua spontanea volontà. I polmoni si rilassano e contraggono in movimenti spontanei e non riesco più a sentire i rumori intorno a me come prima, non sento il battito accelerato del cuore di Linda e a stento riconosco il suo respiro.

Sono tornato UMANO.

Sento una mano di lei poggiarsi sul mio petto e non avverto più la differenza di temperatura che c’era prima.

< Batte > mormora Linda, incredula.

Ma dura solo pochi istanti, subito dopo tutto torna come prima e sento una grande stanchezza.

< Sembri sfinito, ti lascio riposare > mi sussurra e poi si alza dal letto.

< Resta con me > questa volta sono io a chiederlo a lei.

Lei sorride e si sdraia dall’altra parte, su un lato, con il viso rivolta dalla mia parte.

< Grazie > sussurra e poi senso il suo respiro farsi pesante e regolare, segno che si è addormentata.

Io la attiro per i fianchi più vicino a me e le accarezzo i capelli.

< Grazie a te, piccola >
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Buon anno!!!!!!!!!, anche se in ritardo.

Spero che questo capitolo vi piaccia, francamente a me soddisfa abbastanza. È molto più lungo rispetto al precedente, lo so, ma c’erano molte cose da dire!!

Detto questo, ringrazio chi legge il capitolo, chi lo recensisce e chi lo aggiunge fra preferite, seguite , da ricordare.

Una bacio enorme a tutti

Niko
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


                                                                                                       Capitolo 4
Per il secondo giorno di fila, mi sveglio felice per colpa dei raggi del sole che illuminano la stanza.

Tutto è uguale al giorno precedente, tranne una sola, piccola ma importante differenza: questa volta Damon è accanto a me, con il viso rilassato rivolto verso di me e le braccia che mi circondano la vita, tenendomi stretta.

E’ una visione stupenda!

Sembra tanto un bambino sperduto e sofferente e provo un’irresistibile voglia di accarezzarlo, ma mi trattengo perché ho paura.

Sì, ho paura. Temo che una volta sveglio abbia la stessa reazione di ieri e io armai tengo troppo a lui, anche se non voglio ammetterlo, per resistere nuovamente a una sceneggiata del genere.

Poi però mi vengono in mente le parole di mia madre, non devo arrendermi ma non devo nemmeno lasciarmi cambiare!

Voglio svegliarmi al mattino tra le sue braccia ed essere libera di toccarlo senza aver paura che si arrabbi.

Non pretendo che sia sempre il Damon dolce e gentile di ieri, vorrebbe dire cambiarlo e io non voglio, ma non voglio nemmeno che cerchi di allontanarmi.

Ok, ho solo 16 anni, che in confronto ai suoi  169 non sono nulla, ma posso decidere da sola se fidarmi di qualcuno o no.

Così lo faccio, avvicino la mano al suo viso e gli accarezzo delicatamente una guancia, cercando di non svegliarlo.

Ma i miei proposito vanno in fumo quando lui apre di scatto gli occhi e mi fissa.

Contro ogni mia previsione, non c’è traccia di irritazione nel suo sguardo, solo dolcezza e uno strano luccichio di divertimento.

< Buongiorno > mormora con la voce roca e ancora impastata dal sonno.

Dio! È così sexy!!!!

< Buongiorno > rispondo, non smettendo di accarezzargli il viso

Lui chiude gli occhi e poggia ancora di più la guancia sul palmo della mia mano.

< Come va la tua schiena? > mi chiede premuroso.

Wow, Damon premuroso, non lo avrei mai detto!

< Bene grazie, credo che sia colpa dei miei poteri > rispondo.

 < Poteri? >

< Sì, mia madre mi è apparsa in sogno e mi ha restituito i poteri che mmi aveva tolto dicendomi di allenarmi perché  Klaus sta arrivando e… >

< E???? > chiede Damon curioso

< E di non arrendermi per nessun motivo >

< Arrenderti con cosa? > mi dice, sembra arrabbiato, Ahi!

< Con te, Damon > rispondo, abbassando lo sguardo.

Oh mio Dio, l’ho detto davvero? Da dove arriva tutta questa schiettezza??

Per non so quale miracolo, riesco ad alzare lo sguardo e a guardarlo negli occhi.

< Secondo me ti conviene arrenderti, eviterai di farti male > dice infine in tono freddo.

Oh, no.

Non di nuovo ti prego!

< Forse sono masochista e mi piace farmi del male da sola, oppure lo dici perché hai paura > rispondo acida.

< Paura? E di cosa? Di te? > il suo tono di scherno mi fa arrabbiare ancora di più.

< No, delle tue emozioni! Tu hai il terrore di provare qualcosa perché ogni volta sei rimasto deluso >

< Tu non sai niente! > sbotta furioso, alzandosi di scatto.

< So tutto invece e ti dico che non devi chiuderti in te stesso, non sarai sempre la seconda scelta > gli rispondo, alzandomi a mia volta.

< Dici così perché non sai come sono veramente, io ho ucciso un sacco di persone innocenti solo per divertirmi > mi dice avvicinandosi.

< Non mi importa, certo è sbagliato, ma probabilmente avrei fatto la stessa cosa se fossi stata al tuo posto >

Da dove arriva tutta questa sicurezza? E poi perché gli sto dicendo queste cose? Sembra quasi una dichiarazione!

< Ho ancora voglia di uccidere e il tuo sangue è un richiamo molto forte > continua lui.

< Non mi importa, mi fido di te, mi sembra di avertelo dimostrato >

< Che cosa vuoi esattamente? > mi chiede all’improvviso.

< Esserti amica, solo questo. Sei stato gentile con me, anche se non ti piace sentirtelo dire, vorrei ricambiare in qualche modo >

E in questo momento mi rendo conto di quanto sia false le mie parole. Non è vero, io non voglie essergli SOLO amica, vorrei di più.

Finalmente riesco ad ammetterlo a me stessa:

Damon mi piace!

< Sei tu che mi hai salvato la vita, dovrei essere io a sdebitarmi > mi risponde, riportandomi alla realtà. Sembra tornato quello di prima mi chiedo se sia stata io o un qualcosa nella sua testa.

< Tu mi hai salvato dal mio dolore, io voglio salvarti dal tuo > gli dico avvicinando anch’io, ormai i nostri nasi si sfiorano.

< Bene, allora preparati, si inizia domani mattina all’alba >

< Che cosa? > chiedo incuriosita.

< Il tuo addestramento, devi imparare ad usare i tuoi poteri e credo di conoscere qualcuno in grado di aiutarti > detto questo, si dirige in bagno, chiudendo la porta dietro di se.

E’ andata meglio di quanto pensassi!!

                                                                       ***

Qualche ora dopo, casa di Elena:
 
< Grazie Elena per avermi invitato a casa tua > dico, sedendomi sul letto accanto a Bonnie e Caroline.

Elena mi ha invitato a casa sua per farmi conoscere le sue migliori amiche e fare nuove conoscenze per riuscire ad ambientarmi, in quanto dovrò passare un po’ di tempo qui a quanto sembra.

< Figurati, a me fa piacere > mi risponde lei gentile.

< Allora, che ne dite di fare un gioco? > propone entusiasta la vampira bionda.

< Sì ma quale? > chiede Bonnie.

< Che domande, verità o penitenza! >

< Ok > rispondiamo in coro noi.

< Comincio io - quasi urla Caroline – Uhm, Elena! Com’è Stefan a letto? Verità o penitenza? Ma ti avverto, la penitenza è anche peggio >

< Uffa ma perché sempre a me? Ok verità. E’ una bomba! >

Tutte scoppiamo a ridere, forse per colpa delle birre che ci stiamo bevendo.

< Bene ora tocca a me, Linda! Che cosa c’è tra te e Damon? >

Ecco, lo sapevo che sarebbe andata a finire così.

< Perché dovrebbe esserci qualcosa? > chiede invece Bonnie.

< Oh, andiamo! Si vede lontano un kilometro che si piacciono, l’ha anche fatta sedere sulle sue gambe! > dice Caroline.

< Sì e poi l’ha trattata come uno zerbino > risponde l’altra.

< Non mi ha affatto trattata come uno zerbino! > mi intrometto io, ora stanno proprio esagerando.

< Ragazze calmatevi > interviene Elene, ma nessuna la ascolta.

< Perché lo difendi? E’ solo uno stronzo che ti farà soffrire! > dice Bonnie.

< Lo difendo perché con me è stato gentile e premuroso > sbotto infuriata, quella ragazza non capisce niente.

< Fa così con tutte quelle che si porta a letto > risponde.

< Io non sono andata a letto con Damon! Lui è mio amico e vuoi la verità? Sì, mi piace. Ma non lo difendo per questo, lo faccio se lo merita; mi ha mostrato una parte di se, quella buona, che evidentemente non riteneva di dover mostrare a voi!
 Mi ha abbracciato quando mia madre mi ha restituito i miei poteri e le ali mi stavano squarciando la pelle, ha lasciato che bevessi il suo sangue rischiando di prosciugarlo. Ho sentito il suo cuore battere grazie al mio sangue e mi sono sentita a casa.
Forse avete ragione, sarà anche uno stronzo, ma per me è stato un punto di appoggio.
Mi ha offerto il suo sangue, la sua stanza, i suoi vestiti perfino! E voi? Che cosa avete fatto per me? >

Loro abbassano lo sguardo colpevoli e seguono lunghi minuti di silenzio, poi Elena alza lo sguardo e mi guarda stupita.

< Hai lasciato che bevesse il tuo sangue? Poteva ucciderti! > mi rimprovera lei.

< Io mi fido di lui e poi sono io che l’ho quasi ucciso! Ho dovuto dargli il mio sangue altrimenti sarebbe morto! E comunque sono ancora qui come puoi vedere, non mi ha fatto nulla > rispondo stizzita.

< Quindi è vero quello che ha detto tua madre? Il tuo sangue può guarire dal vampirismo? >

< Sì, confermo e devo dire che è stato abbastanza strano >

No, mi dispiace, ma non sono stata io a parlare.

Damon, appoggiato alla finestra, ci sta guardando con il suo solito sorrisino strafottente.

Da quanto tempo è lì?

Oddio e se avesse sentito tutto il mio discorso?

Cazzo ho anche detto che mi piace!!!

< Perché sei qui > chiede Bonnie acida, senza nascondere il fastidio.

< Calma tesoro, mi dispiace deluderti ma non sono qui per te - risponde lui – Io e l’angioletto abbiamo da fare >  chiede rivolto a me.

< E che cosa dovremmo fare? E poi come sapevi che ero qui? > chiedo, tenendo lo sguardo fisso sulle mie scarpe e parlando a voce bassa.

< Ho i miei informatori e comunque sono venuto a prenderti, domani mattina dobbiamo alzarci presto per allenarci > dice con un sorrisetto malizioso, quasi volesse intendere altro.

< E tu che dicevi di non esserci andata a letto! > esclama Caroline, per niente fine e dritta al punto.

Io divento di tutte le tonalità del rosso, dal rosa pallido al porpora, mentre Damon se la ride e si avvicina a me.
< Mi dispiace deludere i vostri sogni erotici ragazze, ma non si tratta di quel tipo di allenamento, deve imparare a controllare i suoi poteri, non può dissanguarmi ogni volta che perde il controllo > dice abbracciandomi dietro.

O mio Dio mi sta abbracciando davanti a loro!!!!!!

< Ok, arrivo > dico fingendomi irritata, in realtà sono felice di andarmene prima che la discussione tra me e Bonnie degeneri.

Saluto Caroline ed Elena con un abbraccio e faccio una strana smorfia verso Bonnie, prendo la borsa ed esco di casa.

Damon è lì, appoggiato con la sua bellissima schiena alla sua bellissima auto che mi guarda con quei suoi bellissimi occhi.

Oddio, ma che pensieri faccio? Smettila subito!

< Chiudi la bocca piccola o ci entreranno le mosche > mi dice con tono divertito.

< Smettila di prendermi in giro e andiamo > gli dico mostrandomi indifferente.

< Ehi non mi sembra giusto, tu mi tratti male quando io con te sono “ gentile e premuroso” ? >

Oh, no. Ha ascoltato il mio discorso!!!

< Hai sentito tutto? > chiedo facendo un passo verso di lui e arrivandogli esattamente di fronte.

< Sì > mi dice lui sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

< Tutto, tutto? >

< Se ti riferisci al “ lui è mio amico” e al “ sì, mi piace” Beh sì, l’ho sentito >

< Beh io non lo penso davvero, l’ho detto solo per fare contenta Caroline, in realtà sono innamorata di un'altra persona > cerco di trovare una scusa.

Lui si allontana da me come disgustato e i suoi occhi diventano ancora più chiari.
Riesco a scorgere rabbia, frustrazione e… dispiacere.

Sì, sembra quasi ferito dalle mie parole, o forse è il mio cervello che mi gioca brutti scherzi.

< Beh, tanto meglio. Non so che farmene di una ragazzina che mi sbava dietro, non ho tempo da perdere io e ora sali in macchina >

Il suo tono freddo e indifferente mi colpiscono più di quanto immaginassi.

“ Forse perché ti piace più di quanto immagini” mi suggerisce la mia vocina interiore e devo ammettere che non ha tutti i torti.

< Allora vieni o no? > mi chiede irritato e io mi affretto a salire in macchina.

Il viaggio non dura molto e in pochi minuti siamo a casa.

E ora che faccio? Non posso certo continuare a stare in camera sua, ma non posso nemmeno prendere una stanza a mio piacimento!

Meglio chiedere a Stefan.

< Stefan ci sei? > chiedo a bassa voce, certa che se è in casa mi sentirà comunque.

< Probabilmente è andato a mangiarsi qualche coniglietto pasquale, dovrebbe tornare fra poco > mi risponde Damon freddo.

Che cosa gli ho fatto adesso?

Perché deve essere sempre così lunatico?

Beh, ormai tanto vale chiedere ha lui, ho voglia di farmi una doccia calda e smettere di pensare a tutti questi casini.

< Sapresti indicarmi una stanza da poter occupare, gentilmente? Sai vorrei lavarmi >

< Puoi usare la mia come hai sempre fatto, a me non da fastidio >

< Beh dal tuo tono non si direbbe, sembra quasi che ti richieda chissà quale sforzo rivolgermi la parola > rispondo non riuscendo a trattenere del tutto la rabbia.

< Forse aveva ragione Bonnie quando ha detto che sei solo uno stronzo e che mi avresti solo fatto soffrire > aggiungo a bassissima voce, ma poi mi ricordo che lui può sentirmi e mi mordo la lingua.

< Beh va a farti consolare dal tuo innamorato, magari scoprirete di piacervi a vicenda e vivrete per sempre felici e contenti nel vostro mondo fatto di zucchero filato e unicorni rosa > sbotta arrabbiato, stringendo un po’ troppo forte il bicchiere di Bourbon preso nel salotto e facendolo a pezzi.

Quella scena mi mette paura, i suoi occhi sono così limpidi da sembrare due grandi pietre bianche e la mascella è così contratta da sorprendermi di non sentire i denti scricchiolare.

Spaventata, arretro di qualche passo e lui sembra risvegliarsi dalla sua rabbia e fa un passo incerto verso di me, ma io continua ad arretrare.

< Si può sapere che ti prende? Perché devi essere così maledettamente contraddittorio? > sbotto infine furiosa.

Proprio non riesco a capirlo.
 
< Tu non sei da meno > mi risponde.

COOSA?

Che cavolo sta dicendo?

< Che intendi dire? > chiedo curiosa e ancora arrabbiata.

< Nulla. Stefan sta arrivando puoi chiedere a li di darti una stanza > e così dicendo si gira verso le scale e se ne va, lasciandomi sola nell’ingresso, a cercare di decifrare i suoi assurdi segnali.

Mi sento spossata, ferita e confusa, molto confusa.

Damon Salvatore, che cosa mi stai facendo???

POV DAMON:

Quella stupida ragazzina non capisce proprio nulla!

E io che stavo quasi per aprirmi con lei!

Mi ero ripromesso di spegnere le mie emozioni e tornare il vampiro sanguinario di prima, ma quando l’ho vista su quel letto in preda a un dolore lancinante, non sono riuscito più a ragionare!

Non so che cosa mi stia succedendo, so solo che in quel momento ho pensato che se fosse morta, anche una parte di me se ne sarebbe andata con lei.

“Forse perché almeno un po’ ti piace” mi suggerisce la mia vocina.

No, smettila! Non è affatto vero!

Basta con questi stupidi pensieri da femminuccia a me piace solo Elena, anzi la amo, ma lei ha scelto Stefan e devo rispettare la sua decisione.

“ Anche se ami Elena questo non significa che possa piacerti un’altra persona e poi non volevi riuscire a dimenticarla? ??” mi rimprovera la mia vocina irritandomi.

Però devo ammettere che ha ragione.

Forse potrei provarci.

Stupido Angioletto, che cosa mi stai facendo?
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Ciao!
Sono già ritornata, l’ispirazione mi ha trovato e non ha voluto abbandonarmi!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Come al solito ringrazio chi legge, recensisce o mette la storia tra preferite, seguite, da ricordare.
Alla prossima
Un bacio

Niko







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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


                                                                                             Capitolo 5
Devo ammettere che la stanza che Stefan mi ha gentilmente assegnato non è bella come quella di Damon.

E’ molto più piccola, il letto e più basso e duro, posto di fronte all’entrata, con le coperte di lino bianche e ricamate.

Dal lato sinistro c’è un comodino in legno scuro con un’ abat jour rosa pallido e un piccolo centro di pizzo bianco.

Sulla parte destra invece, accostata alla parete, c’è una scrivania dalla stessa tonalità del comodino, ma non ha nulla sopra, ne all’interno dei due cassetti.

Infine nell’angolo a sinistra si trova un armadio abbastanza grande e spazioso, con un’enorme specchio a grandezza naturale  incastonato nell’anta. Mi chiedo a cosa possa servirmi se non ho nulla da mettere, finora ho indossato solo i miei jeans scoloriti e un po’ strappati sulle ginocchia e camicie prese “in prestito” dal guardaroba di Damon.

Adoro il suo stile Total Black!

La stanza l’aria abbastanza retrò e femminile e devo ammettere che non è poi così male, ma manca qualcosa…

Manca l’enorme letto a baldacchino con le morbide lenzuola azzurre, come quello di Damon.

Manca la grande libreria ricca di volumi dall’aspetto molto antico, come quella di Damon.

Mancano li innumerevoli e inutili oggetti sparsi qua e là nella stanza, come quelle di Damon.

O forse manca semplicemente Damon.

Non dovrei pensare queste cose dopo il modo in cui mi ha trattata, ma non posso farci nulla.

E poi non è stata solo colpa sua, anche io ho le mie colpe e dovrei essere meno codarda e assumerle.

Ma la verità è che ho paura.

Temo di poter soffrire di nuovo.

Ho sempre sentito la mancanza di una figura paterna nella mia vita e mi consolava sapere che avevo accanto una madre stupenda.

Poi un bel giorno è morta e io sono venuta a sapere che lei in realtà non era nemmeno la mia vera madre e che i miei genitori biologici sono un essere umano e un angelo che ora si trovano chissà dove e mi hanno lasciata sola.

Non posso correre il rischio di affezionarmi a qualcuno, specialmente Damon.

Per quanto mi costi ammetterlo Bonnie ha ragione, lui non può rendermi felice e poi si vede che è innamorato di Elena.

Ora basta con i pensieri tristi!

Entro nel mio bagno personale, mi spoglio ed entro nel box doccia per rilassare i nervi.

“La vasca da bagno di Damon era più comoda” mi prende in giro la mia vocina ma io lascio correre ed esco, avvolgendomi un asciugamano bianco intorno al corpo e uno attorno ai capelli in una sottospecie  di turbante.

Poi ritorno nella stanza e mi siedo sul letto, sfinita da tutto e da  tutti.

Non passano nemmeno cinque minuti che mi addormento tranquilla.

Dopo un po’ però mi sveglio sentendo nuovamente il dolore alla schiena che mi ha colpito ieri sera e spaventata mi tiro a sedere di scattò.

Ho la fronte imperlata di sudore e sento la schiena farmi sempre più male.

Vorrei tanto avere Damon accanto a me ma poi mi ricordo che è uscito per andare chissà dove. Non mi resta che sperare che suo fratello sia in casa.

< S-stefan > riesco a mormorare con voce strozzata.

Lui si precipita subito in camera mia, spalancando la porta di scatto e  correndo verso di me.

< Linda che ti succede? > mi domanda preoccupato.

< Credo di avere un’altra crisi, Stef > gli rispondo con voce traballante per il troppo dolore.

E’ persino peggio dell’altra. Il dolore aumenta sempre di più e sembra non esserci un limite, un un
punto fermo su cui poter contare.

Lui si morde il polso senza pensarci due volte e lo avvicina alle mie labbra.

Io ci penso un po’ su ma alla fine  bevo titubante, ho paura di prosciugare anche lui.

Ma il suo sangue è diverso da quello di Damon, ha un sapore ferroso e salato, mentre quello del fratello era dolce ed amaro allo stesso tempo, un po’ come lui.

Mi stacco dopo pochi secondi aspettando che faccia effetto ma i minuti passano, ma il dolore no.

Non resisto più e crollo sul letto in preda agli spasmi.

< C-chiama D-damon > riesco a dire a Stefan e lui prende subito il cellulare e compone il numero velocemente.

Dopo lunghi squilli di attesa finalmente riesco a sentire una voce rispondere dall’altro capo del telefono.

< Pronto? > chiede lui, dal suo tono sembra piuttosto irritato, chissà  cosa stava facendo?

< Damon devi venire subito qui > dice Stefan allarmato e nervoso.

< Non ci penso nemmeno. Mi sto divertendo un mondo, potresti unirti a me se ti va, sai penso che ti farebbe… >

< Si tratta di Linda! Ha un’altra crisi e il mio sangue non ha alcun effetto. Sbrigati! > lo interrompe lui senza tante cerimonie.

Seguono pochi secondi di silenzio, che probabilmente servono al fratello maggiore per metabolizzare il tutto.

< Arrivo > risponde infine e chiude la chiamata.

Stefan si siede sul letto accanto a me e cerca di farmi coraggio.

< Non ti preoccupare Damon sta arrivando, anche se non vuole ammetterlo lui ci tiene molto a te >

Oh Stef, quanto vorrei che fosse vero!
 
 
POV DAMON


Non ci ho capito molto in quello che mi aveva detto Stefan, so solo che Linda sta male e che io devo correre a salvarla.

“Allora ammetti di tenere a lei?” mi chiede la mia fastidiosissima vocina interiore.

Sceglie sempre i momenti meno opportuni per farsi viva.

“Perché non esci fuori quando serve, magari avresti potuto impedirmi di trattare Linda in quel modo, ora mi odierà per il resto della vita!” gli rispondo io seccato.

Perfetto, ora mi metto anche a parlare da solo nella mia testa!

“ Hai visto che ti importa?” continua lei ignorando il mio disappunto.

“ Sì, lo ammetto, tengo molto a lei e non voglio lasciarla morire.  Sei contenta ora?”

“ Sì” mi dice lei soddisfatta.

Nel frattempo sono arrivato alla pensione e senza pensarci due volte apro la porta con un calcio e corro su per le scale, verso la stanza da cui sento provenire le stesse grida del giorno prima.

Quando entro, anche la scena si presenta molto simile a quella di ieri.

Linda si contorce dal dolore, sdraiata sul letto accanto a Stefan che cerca di tenerla ferma come può

< Ehi, piccola > dico avvicinandomi al mio angioletto, ignorando lo stupore di mio fratello vedendomi così dolce e preoccupato.

< S-sei venuto > mi risponde a fatica lei, aprendo gli occhi ricolmi di lacrime trattenute a stento.

< Pensavi davvero che ti avrei lasciato soffrire per starmene seduto a un bancone di uno stupido bar? > le chiedo mentre si fa spazio fra le mie braccia e appoggia la testa al mio petto.

In una situazione normale non avrei permesso a una ragazza qualunque di prendersi certe confidenze, ma sicuramente questa non è una scena che si vive tutti i giorni ancora più certo è che

Linda non è una ragazze qualunque, almeno non per me.

Ormai è inutile girarci intorno tanto sia io che la mia vocina sappiamo la verità:

Linda mi piace!

Non dico di amarla alla follia, ma ha attirato la mia attenzione e con lei mi sento libero di essere me stesso, di essere… umano.

< Ahh!!!!! > un altro grido di Linda, più forte e atroce degli altri, mi riporta alla realtà e svelto mi mordo il polso sinistro e lo avvicino alla sua bocca.

Ma lei fa segno di no con la testa e affonda ancora di più la faccia contro il mio petto, stupendomi.

< Sei forse impazzita? Che diavolo ti prende? Bevi! > le urlo furioso.

Non dovrei attaccarla mentre è in questo stato ma vederla così mi fa male e sapere di poter fare qualcosa è l’unico motivo per cui riesco a mantenere il controllo di me stesso e ora lei si mette a fare i
capricci?

< Non voglio rischiare nuovamente di ucciderti > sussurra con voce debole e sfinita, si vede che fa molta fatica a tenere gli occhi aperti.

< Non dire sciocchezze, non mi farai nulla >

< E’ peggio di ieri, Damon, non riesco a controllarmi > e nello stesso istante in cui mormora quelle parole con voce flebile e ricca di pentimento, quasi stesse chiedendo scusa, sento la terra tremare sotto i miei piedi e le pareti sgretolarsi sotto una forza invisibile.

< Non vorrai uccidere qualcuno, vero? Allora bevi! Ti prometto che ti staccherò prima di prosciugarmi! > le urlo nervoso.

Lei alza il viso e mi guarda intensamente per qualche istante, poi annuisce e io mi mordo nuovamente il polso, nello stesso punto in cui si trovava la vecchia ferita prima  di rimarginarsi.

Lei posa le labbra sulla mia pelle, quelle labbra morbide e perfettamente rosee e carnose.

Solo adesso mi accorgo di quanto mi piacerebbe baciarle, nemmeno ieri che stavo per farlo mi sembravano invitanti come ora che sono sporche del mio sangue.

Per una frazione di secondo i suoi occhi diventano di un intenso rosso cremisi e nel frattempo il terremoto si ferma.

Grazie al cielo è finita prima che qualcuno si facesse male, almeno spero.

< Grazie > sussurra sfinita, tornando ad appoggiare il capo sul mio petto.

< Infondo lo sai anche tu che farei anche di peggio per te > le rispondo io, mantenendo la dolcezza che ormai caratterizzava quasi tutti i miei momenti con lei.

“ Tranne quando la tratti come un cane randagio” mi sgrida la mia vocina, che stranamente non si è fatta più sentire durante i miei pensieri diabetici.

“ Lo sai che lo faccio solo per lei”

“ E allora cos’è cambiato adesso?” mi chiede lei curiosa.

“ Nulla. Mi sono solo reso conto che forse allontanare tutte le persone che cercano di avere un rapporto con me forse non è la cosa migliore, ma cercherò comunque di proteggerla”.

 Nel frattempo lei si è irrigidita fra le mie braccia, quell’affermazione deve averla spiazzata e alza di scatto la testa per guardarmi nuovamente negli occhi.

< Io vado a telefonare ad Elena per assicurarmi che stiano tutti bene > dice Stefan, probabilmente più per lasciarci soli che per altro.

< Grazie di tutto Stef > risponde lei, senza staccare lo sguardo da me.

E’ così maledettamente bella!

< Perché fai così? > sbotta infine, quando Stefan esce dalla stanza.

Probabilmente può ancora sentirci ma non le interessa e a me tanto meno.

< Così come? > chiedo io non capendo.

< Prima quasi mi baci, poi ti fai improvvisamente gelido e indifferente, dopo ancora torni a fare il ragazzo dolce per farti perdonare e io come una stupida mi sciolgo come neve al sole, sono stufa! > grida furiosa.

Sembra davvero sfinita ma non per questo perde il suo solito caratterino tutto pepe.

Questo pensiero mi fa sorride e lei mi guarda storto.

< E ora perché ridi? Mi trovi divertente? Ti piace farmi incazzare?>

< No, ma quando ti arrabbi diventi ancora più bella > le rispondo io tranquillamente.

Lei arrossisce e abbassa lo sguardo.

< Smettila, Damon. Te lo chiedo per favore, così mi ferisci e basta > mi supplica con le lacrime agli occhi e non sono sicuro che siano a causa del dolore alla schiena.

< Non volevo trattarti male, speravo di poterti proteggere > le dico sincero e dispiaciuto.

< Da che cosa? >

< Da me stesso. Io faccio sempre del male alle persone a cui tengo e tu non te lo meritavi, per questo mi comportavo in quel modo >

< E allora perché sei stato anche dolce con me? Perché non considerarmi e basta? >

< Ci ho provato, ma mi è impossibile. Forse tua madre aveva ragione, il nostro futuro è davvero incrociato. Ma non sarà di certo rosa e fiori se sarà con me, ho paura di farti star male > le confesso.

Non mi sono mai sentito più stupido in vita mia.

< La cosa più brutta quando si sta male è che l’unica persona che potrebbe farti stare meglio è proprio quella che ti far star male. Ma la vita è così e se non corri il rischio te ne pentirai per il resto della tua esistenza > mi dice con tono divertito e profetico.

Io scoppio a ridere e mi viene in mente che era da tempo che non mi sentivo così felice per una semplice battuta.

< E questa da dove l’hai presa? >

< Me lo ripeteva sempre mia madre e forse una ragione ci sarà. Amici? > mi chiede speranzosa.

In quel momento mi crolla il mondo addosso. Le sue parole mi rimbombano in testa senza darmi pace.

 < Esserti amica, solo questo. Sei stato gentile con me, anche se non ti piace sentirtelo dire, vorrei ricambiare in qualche modo >

 < In realtà sono innamorata di un'altra persona >

Come ho potuto essere così stupido?

Lei ama un altro!

Ero così convinto che provasse qualcosa per me che non ho pensato ad altro che ad evitarlo.

A quanto pare è stato inutile, non sarebbe successo comunque.

Sono stato stupido ed egocentrico, ero convinto che tutte le ragazze cadesse ai miei piedi, quando la verità è che posso avere tutte tranne quelle che davvero voglio.

E’ questo il mio destino e non posso farci nulla.

Lei è rimasta in silenzio aspettando una risposta.

< Amici, certo > le dico, sforzandomi di sorridere, mentre nella mia mente grido “ no, non voglio esseri Solo amico.

A quanto pare, l’unico che si farà male sarò di nuovo io, stando vicino a lei e guardandola vivere il suo grande amore normale mentre per lei sarò solo il suo simpatico amichetto vampiro.

< Grazie > mi risponde, ma giurerei di aver visto un lampo di dispiacere nei suoi occhi.

Forse me lo sono immaginato.

< Di nulla, ma ora dormi; sei sfinita >

Lei annuisce e mi aspetto che si allontani per stendersi sul letto, ma invece si accoccola meglio tra le mie braccia, lasciandomi stupito mentre ascolto il suo respiro farsi pesante e regolare.

Sorrido fra me e me, forse non sarà così male poterle stare vicino, anche se non come piacerebbe a me.

Mi alzo tenendola in braccio come una principessa e la porto nella mia stanza, mi piae vederla dormire accanto a me.
 
 
Angolo autrice:
Ciao!
Grazie per le meravigliose recensioni che mi avete lasciato!
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia, è molto riflessivo e non succedono molte cose, ma è comunque intenso, almeno spero ;)
Ringrazio tutti quelli che leggono recensiscono e inseriscono la storia fra le preferite, seguite, da ricordare.
Un bacio
Niko
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


                                                                                      Capitolo 6
Sono beatamente immersa nel mondo dei sogni quando sento qualcosa che mi accarezza dolcemente la guancia sinistra.

E’ un tocco delicato, lento e ritmato che mi provoca forti brividi che si diffondono in tutto il corpo, lungo la spina dorsale e si concentrano nel petto, all’altezza del cuore.

  Immagino chi possa essere, solo una persona è in grado di sconvolgere così il mio corpo ( e non solo quello ) di prima mattina ma non ho voglia di alzarmi, così mi giro dall’altra parte mormorando dei  mugolii in risposta.

<  Non ci provare piccola, lo so che sei sveglia. Su alzati, abbiamo molto da fare noi due oggi >

< No > piagnucolo.

Però lui ha già deciso tutto e mi fa voltare a pancia in su e mettendosi a cavalcioni su di me mi tiene i polsi fermi  sopra la testa.

Oh mio Dio è sopra di me, bello come il sole!

Fortuna che ho le mani intrappolate altrimenti non riuscirei a resistere alla voglia di toccarlo.

Poi scende lentamente, troppo per i miei gusti, con il viso verso il mio, con quel suo sorrisino strafottente che odio e amo allo stesso tempo.

Mi sfiora la pelle del collo con il naso e il suo fiato, seppur caldo, mi fa tremare vistosamente e un sospiro involontario oltrepassa la soglia delle mie labbra prima che possa anche solo tentare di trattenerlo.

Da quando lo conosco, o meglio da quando ho dormito con lui per la prima volta e ho sentito il calore del suo corpo così vicino al mio, mi sono sempre chiesta come facesse a mantenere la pelle così dannatamente calda quando in realtà è morto!

Certo, non ha tutti gli effetti, ma non si può certo dire che sia vivo; il suo cuore non batte!

Lo sento allontanarsi da me, quanto basta per guardarmi negli occhi, e questo mi riporta alla realtà,
una dolce, fantastica e sensuale realtà.

< Ora si che sei sveglia. Ricorda una cosa: nessuno dice di no a Damon Salvatore > mi sussurra con tono malizioso.

Dio, sa tanto di doppio senso!

Al solo pensiero avvampo e  sento il viso andare a fuoco.

< Su, preparati, andiamo a lezione ! > continua lui, incurante della mia reazione.

Si alza e mi lascia da sola.

Ok, ricomponiti non sei una normale ragazzina di sedici anni alle prese con una cotta!

Cazzo sei un mezzo angelo che deve uccidere un ibrido Originario e ha solo una stupida attrazione per
il suo Dobbleganger.

E sottolineo solo attrazione!

Ahhh, che ci ragiono a fare! E’ inutile pensarci!

Mi alzo, mi lavo, mi vesto con un paio di pantaloncini di Elena, una camicia di Damon e scendo in salotto.

Quando entro, trovo Damon e Stefan intenti a parlare, ma smettono appena mi vedono ed entrambi si girano verso di me sorridenti.

< Ciao Linda >  mi saluta il fratello minore.

< Buon giorno > rispondo, mentre vado a sedermi in mezzo a loro sul divano.

< Sai, dovresti smetterla di prendere le MIE camice dal MIO armadio > mi stuzzica Damon.

E io come una stupida arrossisco, anche se capisco benissimo che lo fa apposta!

Mi sono stufata di fare la santarellina, so giocare anche io! Vedrà di cosa sono capace, infondo so di
non essergli poi così indifferente.

< Sai, mi piace avere il tuo profumo addosso > sussurro mettendomi a cavalcioni su di lui e portando le braccia dietro al suo collo.

“ Vai così sorella!” mi sostiene la mia vocina, ho deciso di chiamarla Mary.

Quando leggo la sorpresa nel suo sguardo non posso fare a meno di esultare internamente; ci sto riuscendo!

 Subito si riprende e fa quel suo sorrisetto sexy che adoro, per poi incrociare i polsi alla base della mia schiena, per avvicinarmi di più a lui.

< Ah, sì? E perché? >  mi chiede tutto gongolante.

< Beh, perché.. > dico avvicinando il mio viso al suo.

Ormai siamo così vicini che la mia punta del naso sfiora la sua.

Posso sentire il suo fiato caldo che odora di menta e Damon accarezzare la mia bocca semiaperta.

Non riesco a fare a meno di mordicchiarmi il labbro inferiore e appena lo faccio il suo sguardo  si
posa proprio lì, sento il suo respiro mozzarsi e il suo corpo irrigidirsi.

Mi avvicino ancora un po’ e..
 

Uno schiarirsi di gola rumoroso interrompe il momento magico, facendo sobbalzare entrambi.

< Scusate ma.. credo che dovremmo iniziare con la lezione, ti senti pronta? >

Porca vacca Stefan ma io ti uccido!

Non potevi startene zitto e buono?

Forse però ha fatto bene, non voglio illudermi con Damon, ieri sera mi ha chiaramente detto che mi
vede solo come un’amica.

Eppure sembrava che volesse baciarmi anche lui, quasi con la stessa intensità con cui lo volevo io.

< Sì > rispondo, mantenendo un tono di voce fermo e deciso e  alzandomi in fretta per  seguire i due fuori in giardino.

 < Perché anche Stefan è qui? Pensavo dovessi insegnarmi tu > chiedo.

Basta fare la timida, ormai ci sto prendendo gusto e poi non posso sempre dargli la soddisfazione di farmi vedere imbarazzata.

< Come te, anche io ho problemi a controllarmi ma con il tempo ho imparato un paio di cose > mi risponde il diretto interessato.

< Quindi sei tu che sei inutile > dico sbeffeggiandolo apertamente.

< No, tesoro. Lui si occuperà della parte noiosa, quella con discorsetti sull’autocontrollo, sui respiri profondi e bla bla bla, io di quella divertente, ovvero il corpo a corpo! > mormora allusivo.

Uhm.. mi piace!

< Ok, iniziamo > dice Stefan, per evitare un altro momento imbarazzante.

< A quanto ho capito, i tuoi poteri prendono il controllo su di te quando dormi, perché sei più vulnerabile in quei momenti, però ti svegli prima della crisi vera e propria e questo ci da già un piccolo vantaggio > inizia il biondo.

< Inoltre, sappiamo che solo il sangue di Damon è in grado di calmarti ma non so spiegarmi il perché. Forse c’entra qualcosa la storia del Dobbleganger > continua lui, gesticolando con le mani e camminando di fronte a me e Damon che lo fissiamo concentrati.

< L’importante non è capire come mai può farlo, ma cercare una soluzione alternativa, se io non dovessi arrivare in tempo rischierebbe di provocare un altro terremoto o qualcos’altro e, ancora peggio, la sua stessa vita! > lo rimprovera Damon e devo ammettere che non ha tutti i torti.

< Ok, ok, calma! Allora, prima di tutto devi respirare profondamente, cerca di trovare un equilibrio all’interno di te stessa, un’emozione che sia altrettanto intensa a quella del dolore. So che è difficile ma sono sicuro che puoi farcela > mi rassicura lui.

<  Ok, credo di avere capito e adesso? Come faccio a perdere il controllo? > 

< Non puoi Linda, non ora! Non sei pronta per farlo > mi rimprovera Stefan.

Uffa, pensavo che almeno lui non mi avrebbe trattato come una ragazzina.

< Sì invece. Sento che ce la posso fare, fidatevi >

Mi sposto in modo da vedere entrambi negli occhi, sperando di convincerli.

< Ok, ci penso io. Ma poi non dire che non mi fido di te > mi risponde  infine Damon e questo mi fa incuriosire; che avrà intenzione di fare?

Lo osservo mentre si posiziona di fronte a me e ricambia il mio sguardo intensamente.

< Lasciati andare alle emozioni che stai provando e che hai provato. Tutto quel dolore, le ali, la morte di tua madre, Klaus. Tutto per colpa tua, della tua natura. Sei tu che non riesci a controllarti, tutti quelli che ti stanno in torno o muoiono o fuggono. Tua madre, che non lo era nemmeno in realtà, è morta per salvarti, io sono stato quasi prosciugato  e i tuoi veri genitori sono da qualche parte a godersi la loro vita senza figli problematici > mi dice, il tono freddo che tanto mi spaventa.

Perché mi fa questo?

Cosa pensa di ottenere?

Però non ha poi tutti i torti, infondo lo so anche io che ha ragione, sono io che non voglio ammetterlo.

Grandi lacrime mi scendono lungo il viso e nello stesso momento sento una grande forza invadermi.

Subito cerco di respingerla ma poi capisco da dove deriva e anche il perché  del discorso di Damon e lascio che mi travolga.


Percepisco l’ormai famigliare dolore alla schiena e la mia mente viene avvolta come da un pesante strato di nebbia che mi impedisce di ragionare o di rendermi conto di cosa accade intorno a me.

Sento solo delle voci che chiamano il mio nome e una attira la mia attenzione più dell’altra.

So a chi appartiene ma sono così confusa da non riuscire nemmeno a pensare.

Poi la mia mente si illumina grazie al profumo conosciuto che sono sicura è della stessa persona che ha quella voce: Damon.

< Linda? Mi senti? Cerca di controllarti > L’altra voce..  Stefan!

Ora riesco a prendere un minimo di contatto con l’esterno  e sento il mio corpo steso su una superficie dura e ruvida.

< D-damon > riesco a sussurrare con fatica.

< Ehi piccola, ascoltami: non è colpa tua se tua madre è morta ne se i tuoi genitori ti hanno abbandonata, non sei sola. Io sono qui con te e ti sto aiutando perché sei mia amica. Fa come dice Stefan, cerca un’emozione dentro di te che sia più forte del dolore >

Oh, Damon.

Quanto vorrei poterti dire che definendomi solo un’amica mi hai fatto male!

Vorrei poter parlare delle fitte al petto che provo quando mi tratti male o mi ferisci in qualche modo, anche involontariamente.

Ma non posso, perché sarebbe inutile.

Tu non provi le  stesse cose, è chiaro e io devo smetterla di illudermi.

Perché dovrei farlo?

Perché lottare se mi aspetta una vita piena di solitudine, sofferenza e dolore?

Se mi lasciassi andare sarebbe tutto più facile e non dovrei più soffrire.

E lo faccio. Smetto  di lottare contro quella forza che mi travolge come un onda e mi fa urlare come mai prima.

Le ali argentate mi squarciano la pelle della schiena e sento tutto il mio corpo andare a fuoco.

E così intenso e doloroso che non riesco a concentrarmi su ad altro: sto per morire e l’unica cosa a cui penso è l’incendio che ho dentro.

Prego, supplico con tutta me stessa che in qualche modo smetta e forse qualcuno mi ha anche ascoltato perché piano, piano tutto si attenua.

Ora sì che riesco a pensare e a rendermi conto di quello che sto facendo.

Non voglio andarmene, non voglio lasciare i miei nuovi amici da soli a combattere contro Klaus.

Ma non riesco a resistere, quel dolore mi ha sfinita e non riesco più a combattere.

Riesco a sentire il mio corpo farsi più leggero e i battiti del mio cuore diminuiscono sempre di più, lentamente.

E’ straziante, sapere di non avere più possibilità ma avere il tempo necessario per capirlo.

< Nooo!!! > gridano Damon e Stefan quando ormai non riesco nemmeno più a percepire il mio corpo, il cuore si è quasi fermato e le loro voci sono solo un sussurro distante, una eco disperata.
 
Ma Damon non si arrende,  come se sapesse quello che stava avvenendo dentro di me  e volesse rispondermi mi dice:

< Fallo per me > e sento qualcosa di freddo e bagnato cadermi sul volto.

Non so perché, ma sono sicura che sia una lacrima, una sua lacrima.

Sento come  un’altra forza farsi spazio dentro di me, in contrapposizione con l’altra e cercare di contrastarla.

E’ di questo che parlava Stefan!

E’ il mio amore per Damon!

Ormai definirlo attrazione sarebbe solo un banale eufemismo.

Io lo amo ed è per lui che devo combattere.

Cerco con tutte le mie forze di riprendere il controllo del mio corpo e scopro di riuscirci, anche se con un po’ di fatica.

Quella forza misteriosa svanisce lentamente, sconfitta dall’altra che ormai è diventata troppo grande e forte per lei.

Sento di nuovo il mio corpo e il mio cuore riprendere vita.


< D-damon > riesco a sussurrare una volta aperti gli occhi.

< Linda! Oh mio Dio! Giuro che se mi fai un altro scherzo del genere ti ucciderò con le mie stesse mani! > mi dice mentre mi stringe forte con le sue braccia muscolose e rassicuranti.

E’ grazie a lui se c’è l’ho fatta e ancora non riesco a credere di aver scoperto in questo modo di amarlo.

Ma credo che in realtà ne fossi  già al corrente, ma non volevo ammetterlo.

Ora invece, che sono stretta a lui e che ho visto la disperazione sul suo volto credendo di avermi persa, vorrei gridarlo a tutto il mondo, specialmente a lui.

Ma non posso.

Non era giusto che gli dicessi che mi piaceva figuriamoci se posso dirgli di amarlo.

Sono stanca di combattere contro me stessa, contro le mie emozioni.

Voglio solo dormire e smettere di pensare, anche solo per poche ore.

< Sono stanca Damon >

< Ti porto in camera > mi risponde prendendomi in braccio come una principessa e avviandosi verso la porta e poi su per le scale.

< Ah e giusto per informarti, non mi fiderò mai più di te, se fossi stato umano sarei morto d’infarto > continua mentre mi poggia delicatamente sul letto.

Vorrei dirgli qualcosa anche io, ma sono troppo stremata e non mi resta che appoggiare la testa sul suo petto e lasciarmi cullare dal suo respiro.

E mentre sto per addormentarmi mi ricordo di quella piccola goccia salata che è caduta sul mio viso.


Ha pianto, ha versato una lacrima per me, pensando che fossi morta.

E poi alla forza che ne è scaturita, ai sentimenti che ho capito di provare.

Sono ancora qui grazie a lui, perché lo amo.
 
 
 
Angolo autrice:
 Ciao!
Capitolo inteso!
Linda rischia di morire ( di nuovo!) ma questa volta è davvero convinta di non farcela.
Per fortuna l’amore che prova per Damon la salva!
Finalmente ha fatto chiarezza nei suoi sentimenti!
Come sempre ringrazio chi legge, chi recensisce e chi mette la storia tra preferite, seguite, da ricordare.
Un bacio
Niko

                      

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


                                                                                          Capitolo 7
Pov Damon
 
 
 
Ormai è notte fonda

Intravedo appena la luce bianca della luna attraverso le tende scure della mia stanza, ma quando sei un vampiro e non chiudi occhi per tutta la notte, riesci a percepire abbastanza bene lo scorrere del tempo.

Eh già, ero rimasto sveglio.

Ho continuato a fissare la ragazza accanto a me, che dorme beata.

Quando la guardo affrontare la vita a testa alta, tutte quelle difficoltà, tutto quel dolore con energia, con voglia di vivere è facile dimenticare la sua natura soprannaturale.

Ma ora, assopita con il volto rilassato voltato verso di me, è invece difficile non paragonarla ad un angelo.

Ho pianto.

Ho lasciato che un’inutile lacrima salata e pesante attraversasse quella barriera che ho cercato di proteggere per 145 anni.

E tutto per lei.

Lei, che da un giorno all’altro è riuscita a far riemergere la mia umanità come neanche Elena è stata capace di fare e ora è riuscita anche a farsi spazio nel mio cuore morto.

Quando l’ho sentito battere grazie al suo sangue, per un momento il pensiero di amarla mi ha attraversato la mente.

Ma me ne sono reso conto solo quando l’ho stretta tra le mie braccia e ho ascoltato il battito cardiaco rallentare sempre di più, fino a essere quasi inesistente.

La amo così tanto da farmi male,da abbattere la mia barriera difensiva  e lasciarmi ravolgere dalle forti emozioni.

Tutto quel dolore che ho tenuto sotto controllo da quando sono diventato un vampiro è difficile da gestire, ma adesso c’è anche altro dentro di me.

Quando sono con lei mi sento bene, quasi felice come nemmeno Elena riusciva a farmi sentire.

Non riesco a capire come io possa amare una ragazza che conosco da così poco tempo.

Tutti i sogni che facevo la notte su di lei, la voglia e il bisogno di proteggerla quando l’ho avuta tra le mie braccia la prima volta, quando è arrivata accompagnata da qual fascio di luce accecante, la sensazione di benessere che mi ho provato la prima volto che ho dormito con lei, sono tutti il principio di un sentimento ancora più forte: L’AMORE.

Ma come sempre non sono ricambiato. Sembra che io sia destinato ad avere tutte le donne tranne quelle che desidero realmente.

Lei ama un altro e questo pensiero mi uccide. Sento la rabbia montare dentro di me prepotente e pericoloso, ma riesco a gestirla perché so che non è colpa sua.

Per la terza volta sono la seconda scelta, anche se prima era mio fratello ad essere quello giusto e ora è un ragazzo che nemmeno conosco.

Chissà se sarà un bravo ragazzo, se la renderà felice o si comporterà da stronzo?

Oh magari è proprio di Stefan che le piace; non dovrei dare nulla per scontato.

“ Non avevi detto di volerla proteggere? E di che ti lamenti allora?” mi sgrida la mia vocina simpatica come sempre.

Ma anche questa volta devo darle ragione, lei merita una vita normale, con un uomo che possa darle un futuro, un matrimonio..  dei figli.

Non ho mai particolar mente amato l’idea di diventare padre, nemmeno da umano ma so che se potessi avere una vita normale con Linda, non mi darebbe poi così fastidio un piccolo me o una piccola lei che mi chiamasse papà.

Basta con questi pensieri! Io sono il suo Dobbleganger e devo volere il meglio per lei e di certo non sono io quello che può renderla più felice.

Secondo sua madre i nostri destini sono legati, ma si vede che non aveva fatto i conti con la Jella che mi perseguita.

O forse ha ragione, io posso avere un futuro accanto a lei ma solo come amico.

Posso farcela, devo, per lei.

Devo starle accanto senza pretese, senza rimpianti.

< D-damon > si lamenta Linda.

Il suo corpo ha sopportato troppo dolore in questo periodo e io mi sento così inutile, impotente di fronte al destino che la perseguita.

Capita spesso che parli nel sonno, a volte va avanti per ore senza controllo, ma non ha mai pronunciato il mio nome e specialmente non ha mai usato quel tono, come se ne dipendesse la sua
stessa vita.

Come se io, per lei, fossi davvero importante.

Sento un forte calore all’altezza del cuore, lo stesso del giorno prima quando, in preda al dolore ha sussurrato il mio nome prima di iniziare la lunga discesa che l’ha quasi condotta alla morte.
Il MIO nome, non quello di Stefan, o del ragazzo misterioso di cui è innamorata, ma il mio.

Oh, piccola. Come farò a vederti insieme al tuo ragazzo normale, mentre vivi la tua viva normale, se anche solo sentendo il mio nome uscire accarezzato dalle tue labbra perfette, la mia maschera di freddezza si frantuma in mille e più pezzi, lasciando al suo posto solo polvere e un’umanità impaurita che finalmente può fuggire dalla sua prigione?

Sento una potente forza che attira il mio corpo verso il suo come una calamita e non riesco a resisterle.

Mi allontano lentamente dalla testata del letto, riscaldata dal calore della mia schiena, per sdraiarmi al suo fianco delicatamente, cercando di non svegliarla e attirandola verso di me avvolgendole la vita con un braccio e lasciando l’altro posato sopra la sua testa, sul cuscino.

< Sono qui piccola, per te. Ci sarò sempre, anche se non dovrei > le sussurro all’orecchio, mentre accarezzo i capelli mori, a boccolo e lunghissimi.

Il suo profumo di mora e borotalco mi tranquillizza, facendo affluire il flusso di pensieri che mi scorre nella mente.

Ora ho solo voglia di stringere il suo corpo al mio e dormire con il ricordo del suo corpo bellissimo in mente, per sognare le sue labbra morbide e carnose posate sulle mie con passione e dolcezza.

Solo questo mi è concesso, per salvarmi dalla pazzia e dal dolore di non poterla avere : SOGNARE.
 
 
Pov Linda
 
Sono sveglia, cosciente di ciò che mi accade intorno, ma questo lo so solo io.

Damon mi ha appena detto che resterà sempre al mio fianco, anche se non dovrebbe.

Il mio cuore ha perso un battito appena udite quelle parole per poi riprendere la sua corso con una foga tale da farmi credere di voler uscire dal petto.

Non so a cosa stesse pensando Damon ma doveva essere molto concentrato per non accorgersi del rumore fastidioso del mio respiro e del mio battito.

Perché ha detto quella frase? Che cosa significa?

Ora voglio delle risposte e non lo lascerò cambiare discorso come al solito.

Però la mia curiosità dovrà aspettare ancora un po’ dato che il respiro pesante e regolare di Damon mi solleti il collo scoperto .

Sta dormendo, con un braccio intorno ai miei fianchi e una gamba incrociata alle mie.
Il pensiero che forse anche lui prova i miei stessi sentimenti mi riempie di speranza.

Non dovrei illudermi così, lo so benissimo ma non posso farci nulla.

Credevo di poter convivere con lui da buoni amici, ma lo amo troppo.

Voglio che sia felice, però il pensiero di non poter essere io a farlo mi opprime, mi consuma.

Io devo sapere.

Devo capire se c’è anche solo la più piccola speranza di poter avere una storia con lui oppure no, perché il suo comportamento contraddittorio mi farà impazzire.

Dobbiamo parlare, ora.

< Damon svegliati > sussurro, sperando che Stefan non ci senta.

< Uhm > mugola lui, ma non mi ascolta.

< Damon, ti prego >
< Lasciami in pace >

Ah è così?

Bene, ora vedrai se non riesco a svegliarti!

Con tutta la forza che possiedo riesco a sciogliermi dal suo abbraccio e a farlo mettere supino, per poi sedermi a cavalcioni sul suo  bacino.

Poso le mani sul suo petto marmoreo ( è da quando lo conosco che desidero farlo!) e scendo fino a lasciare solo pochi millimetri di distanza tra i nostri volti.

Lui apre gli occhi di scatto e sembra confuso, ma un secondo dopo mi rivolge un sorrisetto malizioso e gli occhi si illuminano.

< Dobbiamo parlare > ripeto guardandolo negli occhi e cercando con tutta me stessa di non fissargli le labbra.

< Se non scendi da sopra non credo di poterti ascoltare con attenzione > replica divertito e sensuale allo stesso tempo.

Io sbuffo ma poi mi alzo per andare a stendermi accanto a lui, su un fianco.

Lui si prende ancora un secondo e imita la mia posizione, in modo da poter tornare a guardarci intensamente.

< Di che cosa vuoi parlare? > mi chiede

< Di noi > rispondo con un sussurro, ma è inutile visto che è un vampiro e può sentirmi benissimo.

< E che cosa vorresti sapere che riguarda entrambi? >

< Perché mi hai detto che ci sarai sempre per me anche se non dovresti? > domando decisa, dritta al punto.

Lui spalanca gli occhi per la sorpresa; non si era davvero accordo di nulla, meglio così.

< Non sono affari tuoi > mi risponde freddo, ma questa volta non mi lascerò intimorire.

< Ah me sembra proprio di sì invece, perciò rispondi > replico sempre più serie e cercando di mantenere la calma.

Lui torna nella posizione di prima e la stanza cala in un profondo silenzio che sembra durare ore, anche se in realtà sono solo pochi minuti.

So della sua difficoltà ad aprirsi, sia Elena che Stefan me ne hanno parlato, ma so anche che con me è sempre stato diverso.

Devo farli capire che io ci sono per lui.

< Puoi fidarti di me > dico avvicinandomi e posando il capo sulla sua spalla e inspirando il suo profumo.

Lui si irrigidisce per un attimo, ma poi inizia ad accarezzarmi i capelli con una mano e con l’altra prende la mia e la posa sul suo petto all’altezza del cuore.

< L’ho detto perché io non vado bene per te. Tu meriti una vita semplice con matrimonio, figli, nipoti e normalità e con me non potresti avere nulla del genere > mi risponde infine, con tono calmo ma cercando inutilmente di nascondere lo strato di amarezza.

< E chi ti dice che io non voglia invece un vampiro problematico, egocentrico e dannatamente sexy nella mia vita? >

Lui mi guarda stupito ma poi scuote la testa con fare rassegnato.

< Sono sempre stato la seconda scelta. Era Stefan che nostro padre amava, il figlio perfetto, lui aveva l’amore di Katherine e ora, 146 anni dopo, quello di Elena. L’hai detto anche tu che sei innamorata di un altro >

Ma come fa ad essere così stupido? E’ ovvio che fosse solo una scusa ed è altrettanto chiaro che io amo lui.

< E se non fosse così, se non ci fosse nessuno, tu mi ameresti? > riesco a chiedergli, abbassando lo sguardo.

E’ arrivato il momento della verità. Ora come ora non mi sento più così sicura di volerlo sapere.

< Perché vuoi saperlo? > mi domanda invece lui, cercando di cambiare discorso.

Sono stufa di questo atteggiamento, so già che non mi dirà un bel niente, perciò tanto vale non pensarci.

Mi alzo dal letto sbuffando e indossando solo la biancheria intima e la solita camicia di Damon, esco sul terrazzo per respirare un po’ d’aria fresca.

E’ estate, ma è anche piena notte l’aria è abbastanza fredda da schiarirmi un po’ le idee.

Non otterrò nulla perciò meglio non illudersi e lasciar perdere.

< Perché non mi hai risposto? >

Come se lo avessi chiamato, Damon appare sulla soglia della porta e mi si avvicina lentamente, osservando la mia reazione.

< Perché tu non hai risposto alla mia domanda >

< Non intendo farlo finché non mi darai una buona motivazione! > replica lui.

A quel punto non riesco più a trattenermi.

< Perché TI AMO! Ti basta come motivazione? Davvero non lo avevi capito > sbotto furiosa.

Avrei voluto dirglielo in un altro modo, anzi se fosse stato per me non lo avrebbe mai scoperto ma l’istinto ha preso il controllo sulla ragione.

Cos’ ora ci siamo solo io, in ansia di avere una qualche risposta, lui che mi guarda con gli occhi talmente spalancati da sembrare sue enormi pezzi di cielo rubati alla notte e la luna, unica testimone della mia dichiarazione involontaria.

< Ti prego dì qualcosa > lo supplico, non sopporto questo silenzio carico di parole che non riesco a decifrare.

Ma lui non dice nulla, semplicemente si avvicina a me, prendendo il mio volto fra le mani a cappa e unendo le nostre labbra in un bacio meraviglioso.

Un bacio che è meglio di mille parole, che sa di passione, attrazione, promesse e.. amore.

Sento la sua lingua sfiorarmi il labbro per chiedere accesso alla mia bocca e prima ancora di rendermene conto acconsento, assaporando il suo sapore meraviglioso.

Vorrei che questo momento non finisse mai, perché so che questo è il suo modo per dirmi:

Ti amo anch’io.
 
 
Angolo autrice:
Ciao!
Siete ancora vivi?
Ahah, capitolo bomba!
Forse è un po’ presto ma infondo perché aspettare? La vita è breve! ( non per tutti ma per me sì).
Comunque spero vi sia piaciuto.
Ringrazio tutti quelli che leggono, recensiscono e inseriscono la storia tra preferite / seguite/ da ricordare.
Un bacio enorme

Niko
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


                                                    Capitolo 8
 
 
Dopo il primo, ci scambiamo una lunga serie di altri baci intensi e peccaminosi.

Senza che io me ne accorga, ci stiamo lentamente spostando verso la sua camera da letto, scontrandoci ed appoggiandoci ad ogni superficie solida che incontriamo.

La mia testa sbatte ripetutamente contro il muro, mentre le sue mani si intrufolano sotto la mia camicia ( che in realtà sarebbe la sua) e accarezza la mia pelle bollente che freme al suo tocco.

So che dovrei avere paura alla mia prima volta ma non ci riesco. Tutto dentro di me, compreso il cuore, mi dice che quello che stiamo facendo e quello che probabilmente accadrà tra poco è giusto, che non devo vergognarmi di nulla.

Arriviamo ai piedi del letto e ci fermiamo, allontanandoci  quanto basta per poterci guardare intensamente.

Nei suoi occhi vedo il riflesso di ciò che avverrà ed ecco che arrossisco come una stupida, abbassando lo sguardo.

Ma ciò che io so essere imbarazzo credo che da lui venga scambiato per paura, perché improvvisamente si allontana e mi guarda preoccupato.

< No! Non posso. Tu hai 16 anni e probabilmente sei ancora vergine. Potrei farti male. Tu meriti di meglio. Io non posso > sbotta infine, visibilmente turbato.

< Smettila di elencare le cose che non puoi fare, piuttosto dimmi quello che vorresti fare > ribatto io
sicura.

E lui riesce a scorgere la decisione che ho dentro, perché si rilassa un poco e torna vicino a me, stringendomi la vita con le sue mani forti e grandi.

 < Vorrei stenderti dolcemente sul mio letto, spogliarti e accarezzare ogni singolo centimetro della tua pelle diafana e perfetta, arrivando a toccare punti sconosciuti e inesplorati dove solo a me è permesso accedere. Vorrei sentirti gemere e sospirare sotto di me per il piacere che IO ti sto donando. Vorrei poter ascoltare di nuovo il mio nome pronunciato dalle tue labbra morbide e carnose come se tutto dipendesse da esso. Non voglio sesso, vorrei solo fare l’amore con te > mi dice con sguardo dolce e sincero.

Sento tutto il mio corpo fremere alle sue parole, perché sono esattamente lo specchio di ciò che voglio io.

< E allora cosa aspetti? > sussurro decisa ma cercando allo stesso tempo di avere un tono sensuale.

< Ne sei davvero sicura? Non so se riuscirò a.. > inizia ma io gli poso un dito sulle labbra e mi avvicino ancora di più al suo viso.

< Sì – lo interrompo - ma ad una condizione >

Lui mi guarda curioso ma anche preoccupato.

< Prima, beh ecco.. prima che tutto finisca, devi bere il mio sangue >

< Cosa??? Perché? > quasi urla lui, non capisce.

< Perché ora so che non solo il tuo cuore batterà grazie a me, ma anche per me  e il solo pensiero è la cosa più dolce e allo stesso tempo erotica che abbia mai provato in vita mia. Per me è importante e io
mi fido di te >

Come al solito lui non risponde a parole ma mi prende in braccio e mi posa delicatamente sul letto, per poi sdraiarsi sopra di me, sostenendosi con i gomiti.

< Sembri così piccola e fragile, ho tanta paura di farti male > sussurra mentre mi accarezza una guancia con la mano destra.

Questa volta decido di fare il suo stesso gioco e invece che rispondergli mi limito a sfilargli lentamente la maglia nera che indossa.

Sembrava un buon piano ma non ho fatto i conti con la mia inabilità e con  l’inesperienza. Accarezzo i suoi addominali, salendo sempre  più su e portando con me anche la maglia ma arrivata alla testa non riesco a proseguire e sbuffo infastidita e imbarazzata.

Devo apparire davvero ridicola e goffa perché si mette a ridacchiare, ma non una risata di scherno, è molto dolce e sincera.

< Non lo hai mai fatto ero? > mi chiede con quel suo sorriso tenero ma si vede che è comunque preoccupato e io non capisco a cosa si riferisca.

< Intendi togliere i vestiti ad un uomo o.. > inizio io ma lui mi interrompe, percependo la difficoltà che ho a pronunciare l’intera frase.

< Entrambe le cose > mi dice.

< Oh > riesco solo a dire, e scuoto il capo  per poi  abbassare lo sguardo imbarazzata.

< Lo immaginavo > mi risponde e mettendomi due dita sotto il mento mi fa alzare il viso, incatenando il suoi occhi  ai miei.

< Hai paura? > mi chiede premuroso, potrei anche farci l’abitudine a questa sua dote segreta.

< No > ribatto sicura.

< Bene, perché non ti farò del male. Farò piano, te lo prometto > dice con tono sincero.

< Mi fido di te > ripeto io.

Lui sorride e con una mossa così veloce da non notarla nemmeno si sfila la maglietta e la getta da qualche parte nella stanza.

Ora nulla può impedirmi di accarezzare ogni singola parte del suo petto e io non mi tiro certo indietro.

Poso entrambe le mani sulle sue spalle e poi le scendo lenta, graffiandolo leggermente.

Sento i suoi muscoli contrarsi sotto il mio tocco e un singolo sospiro sfuggirgli dalle labbra.

Quando arrivo all’elastico dei pantaloni mi fermo, non so se posso ma lui mi sorride e fa un cenno con il capo e io li abbasso, senza fretta, aiutata da lui.

Ora siamo entrambi solo in intimo e questa consapevolezza unita alla perfezione da Dio greco che ho sopra di me, mi fanno arrossire.

Quando poi sento le sue dita scorrermi lungo la schiena e giocherellare con l’elastico dei miei slip,  una nebbiolina leggera avvolgere la mia mente, abbastanza fitta da farmi perdere il contatto con la
realtà.

Riprendo coscienza con me stessa e con il mondo esterno solo quando mi rendo conto che le mutandine e il reggiseno non ci sono più.

Erano diventati un ostacolo, proprio come i suoi boxer, anch’essi spariti.

Avvampo nuovamente quando sia io che lui ci accorgiamo che lo sto fissando proprio lì.

Oddio che imbarazzo!

Non è colpa mia, vorrei guardare da un’altra parte ma il mio sguardo è incatenato.

Cioè, è così.. Wow!

Come farà a..?

Oddio!

Finalmente riesco ad abbassare lo sguardo, imbarazzata dai miei stessi pensieri e anche un po’ in ansia.

<  Non immagini nemmeno quanto tu sia bella > mi dice mentre le sue dita mi accarezzano i fianchi, il ventre, sempre più su.

Lo bacio, mentre lui mi allarga le gambe per mettersi in posizione.

Lui ricambia con altre carezze, altri baci su ogni parte del corpo.

C’è passione, affetto, desiderio.. amore.

Lo guardo negli occhi quando, finalmente, lo sento entrare dentro di me, mentre mi si avvicina e mi bacia di nuovo, per attutire il grido che mi provoca la sua presenza.

Sento un dolore lancinante dilaniarmi, è molto simile a quello che provo durante una “crisi” ma allo stesso tempo differente.

L’intensità è circa identica ma pian,piano questo dolore diminuisce lasciando spazio al piacere.

Un singola lacrima solitaria sfugge al mio controllo ma viene prontamente raccolta dalle sue labbra.

Appena inizia a muoversi sento come una bolla avvolgere entrambi.

Ci siamo solo io e  lui, i nostri corpi e il nostro amore. I nostri sospiri e gemiti incontrollati che si rincorrono per la stanza.

Le spinte aumentano di intensità e con esse anche la bolla; capisco che sta per scoppiare, ma non ho ancora sentito il suo cuore battere, me lo aveva promesso, anche se non letteralmente.

< M-mordimi > riesco a mormorare in preda al piacere.

< Sicura? > risponde, anche lui con affanno.

Annuisco, non sapendo se potermi fidare della mia voce.

Lui mi bacia dolcemente le labbra, assaporandone il gusto con la lingua, per poi scendere lungo la
mandibola e seguirne il contorno fino alla vena.

Posa un piccolo bacio sulla mia pelle fremente e poi, in una mossa singola e veloce, affonda i denti nella carne.

All’inizio fa male, come la prima volta che l’ha fatto, ma poi sento un altro tipo di piacere invadermi, diverso, quasi.. morboso.

E subito dopo, eccolo. Il rumore del suo cuore che batte, grazie a me e per me.

Non posso resistere oltre; oltrepasso la linea di confine che mi porta al piacere più intenso che abbia mai provato.

Anche a lui deve fare lo stesso effetto perché poco dopo si allontana dal mio collo e viene dentro di me, sussurrando il mio nome.

Scivola silenziosamente al mio fianco e mi abbraccia da dietro, coprendomi con il lenzuolo azzurro e ricamato.

Sono sfinita e le carezze che ricevo da lui non aiutano di certo.

Vorrei chiedergli così tante cose ma non ne ho la forza.

Mi abbandono dolcemente alle sue braccia e al sonno che mi invade.

Ma proprio mentre sto per addormentarmi, sento le sue labbra posarmi un dolce bacio sulle mie per poi allontanarsi e sussurrare:

< So che vorresti ricevere una risposta ma voglio che accada in un momento speciale. Spero solo che tutto questo sia sufficiente, per ora >

Poi più nulla, solo la fantastica sensazione di avere tutto ciò di cui ho bisogno: il suo amore.
 
 
Pov Damon
 
 
Per la prima volta da quando sono diventato un vampiro mi sento felice.

Senza se, forse, quasi…

Sono realmente, incredibilmente e assolutamente felice.

Lei mi ama.

Questa volta sono io la prima scelta e non di una ragazza qualsiasi ma lei, la mia Linda.

Ieri sera per la prima volta non ho scopato con una delle tante, ho fatto l’amore con la donna che amo.

E’ stata l’esperienza più bella, intensa e incredibile della mia esistenza.

In 169 anni io e il mio cuore ci siamo sempre sentiti fuori posto: qualunque fosse il terreno calpestato dalle mie squallide e inutili membra, era quello sbagliato.
Ma ieri notte, mentre ero sopra di lei, dentro di lei, e il mio cuore ha ripreso a battere, ho capito che era lì che dovevo stare, lì che devo rimanere per sempre: accanto a lei.

Ad un tratto sento uno spostamento d’aria e un corpo caldo stiracchiarsi e appoggiarsi al mio.

< Buon giorno > sussurra lei al mio orecchio, alzando di poco la testa dal mio petto.

Ero così concentrato nello psicanalizzarmi da solo da non accorgermi del suo imminente risveglio.

< Ciao, piccola > rispondo io.

Le sorrido e le poso delicatamente una mano sulla coscia, risalendo fino al fianco scoperto dal lenzuolo.

Lei si muove leggermente sotto il mio tocco e sento un piccolo mugolio di fastidio, impercettibile ad un umano ma non a me.

Chissà se le ho fatto male?

Mi sento così rammollito, ma non posso fare a meno di preoccuparmi per lei.

< Come ti senti? E’ tutto a posto lì in basso? > chiedo maliziosamente, alzando e abbassando le sopraciglia ma non cercando nemmeno di celare l’interesse, ormai è inutile.

< Attento Signor Salvatore, potrei arrivare a credere che vi stiate preoccupando per me > mi prende in giro lei.

< Sfotti eh? > le dico, mentre faccio scivolare il suo splendido corpo sotto al mio.

< Non oserei mai > mi risponde.

< Uhm, uhm > mormoro io,  avvicinandomi per posare un piccolo bacio a stampo sulle sue labbra dolci e perfette.

Poi scendo lentamente lungo la mandibola, il mento, fino ad arrivare al collo, riuscendo ad assaporare a pieno la sensazione inebriante dei suoi sospiri.

Succhio lentamente la pelle in corrispondenza alla vena, non per la sete ma solo per piacere.

Lentamente, per non farmi scoprire, faccio scorrere le mani lungo il materasso, fermandomi all’altezza dei suoi fianchi, facendo leva sui gomiti.

Succhio leggermente più forte, quanto basta per lasciare un piccolo ma ben visibile segno rosso e nello stesso momento le faccio il solletico.

Lei lancia dei piccoli urletti di protesta, mentre gli occhi si inumidiscono per le lacrime che cerca inutilmente di trattenere.

E’ una scena così dolce ma evidentemente vista, o meglio sentita, da fuori deve fare un altro effetto perché senza neanche avere il tempo di avvertirlo, mio fratello entra velocemente nella camera e mi schiaccia contro il materasso, stringendomi la gola con una mano.

< Che diavolo stai facendo? Vuoi ucciderla? > mi chiede furioso; questa volta ha sbagliato di grosso.

< Stefan, lascialo! Non è come pensi! > cerca di convincerlo Linda, ma si vede che i sangue dei coniglietti pasquali non gli fa molto bene, perché non l’ascolta neppure e si rivolge sempre a me.

< Pensavo ci tenessi a lei! >

< Stefan, smettila. Non mi ha fatto nulla, guarda > si intromette di nuovo lei, mostrando che sul collo non aveva nessun morso ma solo un vistoso  arrossamento.

< Ma quello è.. Oh mio Dio! > esclama stupito il mio fratellino, lasciandomi finalmente libero e scattando in piedi come una molla.

< Quello è un succhiotto! Ma allora voi.. Oddio! > Questa cosa deve averlo proprio turbato, sta persino balbettando!

< Scusa fratello, ma io e la mia ragazza vorremmo vestirci. Di raggiungiamo in salotto e ti spieghiamo tutto, ok? > gli dico.

Lui annuisce e se ne và velocemente, imbarazzato.

Vi volto verso Linda e la trovo intenta a guardarmi con gli occhi e la bocca spalancati.

< Che c’è? > domando curioso.

< Hai detto che sono la tua ragazza > mormora sbalordita.

< Perché, ti dispiace forse? >

< No, ma non siamo arrivati a una vera e propria conclusione ieri sera >

< A me sembra di sì ed è stata la migliore conclusione della mia vita > le sorrido sincero.

< Anche per me > risponde, mentre entrambi ci alziamo e ci mettiamo dei vestiti puliti.

< Mi presteresti un paio di boxer, sai i miei slip hanno fatto una brutta fine > mi chiede stuzzicandomi.

< Molto volentieri > le rispondo a tono ma tutto finisce qui perché se continuasse sono sicuro che non usciremmo più da questa stanza.

Una volta vestiti scendiamo in salotto mano nella mano e con due sorrise ebeti stampati in volto, trovando non solo Stefan, ma tutta l’allegra banda delle super-chicche ad accoglierci con le facce da pesci lessi e li sguardi vitrei.

E’ una scena piuttosto esilarante.

< Che c’è, mai visti due fidanzati in fase dolciosa? >

Cerca di infierire ancora di più Linda.

Io amo questa ragazza!
 
Angolo autrice:
Ciao!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, contiene un po’ di tutto.
Ringrazio come sempre chi legge, recensisce o mette la storia tra preferite, seguite, da ricordare.

Vorrei chiarire una cosa.

Nelle ultime recensioni che ho ricevuto, ci sono state due richieste differenti: Santana_kiss mi ha suggerito di inserire complicazioni per rendere la storia più movimentata, mentre Radina preferirebbe evitare i problemi, se non riguardo a Klaus.
Ciò che avevo in mente di fare è una via di mezzo che spero possa soddisfare tutti.

Ci sarà una sola complicazione nel rapporto di Linda e Damon, ma non vi aspettate cose del tipo “ tu non mi ami, sei ancora legato a Katherine”, “ non è vero, io amo solo te mio piccolo pasticcino glassato” NO!!

L’amore tra loro è qualcosa di talmente profondo da non lasciare spazio alle insicurezze,
Ma queste purtroppo riescono sempre a raggiungerti e sarà la madre di lei a portarle.
Dubbi che richiedono la presenza di Klaus.
Bene, dopo tutto questo papiro vi saluto.
Un bacio

Niko
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


                                                                                    Capitolo 9
 

E’ passata una settimana da quando le Super Chicche hanno appreso la grande notizia della storia fra me e Damon e stanno ancora cercando di metabolizzare la cosa.

Anche adesso che stiamo entrando mano nella mano al Grill, Caroline e Tyler, Bonnie e Jeremy, Elena e il suo fidanzato si voltano contemporaneamente a guardarci mentre ci avviciniamo al tavolo che occupano.

Caso strano, c’è solo un posto libero e mentre io ancora cerco un modo per aggiudicarmelo, Damon si è già seduto senza lasciare la mia mano.

< Spiacente piccola > mi dice con tono vittorioso.

Io sbuffo e decido di approfittare della situazione per sedermi su di lui, con la schiena di lato, in modo da poggiare la testa sulla sua spalla e passargli le braccia intorno al collo.

Non voglio di certo stare in piedi come uno spaventapasseri!

“Bella scusa sorella” commenta la mia vocina pestifera.

Lui sorride e mi circonda la vita con le braccia, attirandomi di più a se per baciarmi.

Non un piccolo ed innocuo bacio a stampo, no.

Uno di quelli da censura, dove non riesci nemmeno a seguire i movimenti della lingua tanto sono
veloci e famelici.

Lo so che lo fa apposta, perché ci sono gli altri, e che non dovrei dargli corda ma di lui mi piace tutto, anche questa parte un po’ stronza.

< Ok, direi che ci siamo tutti, per cui iniziamo > dice Stefan, una volta staccata la bocca di Damon dalla mia.

< Che succede fratellino? Gli scoiattoli del bosco hanno deciso di radunarsi e combattere contro di te?
> commenta il fratello con la sua solita ironia.

< No, “ fratellone”. Mentre tu eri intento a fare non so cosa e nemmeno lo voglio sapere, mi ha chiamato lo sceriffo dicendo di aver trovato ben cinque cadaveri dissanguati questa settimana> ribatte lui, ignorandolo.

< Vuoi dire che forse ci sono altri vampiri in città? > chiedo io un po’ impaurita, infondo ho un ibrido millenario che mi sta cercando per uccidermi, potrebbe essere lui.

Tutti notano quel po’ di terrore nella mia voce, compreso Damon che mi accarezza la schiena per tranquillizzarmi.

< Oppure che qualcuno è tornato il mostro di prima, quello che si approfittava di povere ragazze innocenti > commenta Bonnie acida come sempre.

Ovviamente tutti capiscono a cosa si riferisce, solo io non ne sono certa, ma credo di averlo intuito.

< Che cosa stai insinuando, strega da quattro soldi? > ribatte subito Damon.

Lo sento irrigidirsi, come se temesse la risposta alla sua stessa domanda.

< Beh Damon , devi ammettere che non può essere una banale coincidenza che da quando stai con
Linda vengono ritrovati un sacco di corpi prosciugati, senza contare il fatto che sparisci senza far sapere dove sei > risponde invece Stefan.

Io davvero non capisco, che cosa vogliono da Damon?

< Non sapevo di dover rendere conto a te di come o dove trascorro le mie giornate >  sbotta infine il fratello.

< Certo, se questo implica uccidere persone innocenti! >

Continuano a parlare a bassa voce ma il tono che usano mi fa credere che potrebbero scattare da un momento all’altro.

< Smettetela, tutti e due e ditemi piuttosto che cosa state insinuando!!! > dico io, cercando di calmarli.

< Damon non è sempre stato buono e gentile come lo è con te ora e credo che sia tornato ad essere l’assassino di un tempo > mi spiega Stefan.

< Fatti gli affari tuoi stupido..> replica Damon, ma io lo interrompo.

< Questo lo so, è stato lui stesso a dirmelo, ma ti posso assicurare che non ha fatto assolutamente niente di male in questi giorni > dico con tono deciso.

< Oh andiamo, non sarai davvero così sciocca da credere che lui sia cambiato per te! Non stiamo parlando di Edward Cullen!  > replica Stefan, pensando di essere spiritoso.

Vento Damon irrigidirsi, pronto a rispondere ma lo fermo subito, scattando come una molla e facendo aderire la mia schiena al petto di Damon per poter guardare in faccia il fratello.

< Ascoltami bene mangiatore di coniglietti, perché lo dirò una volta sola. Mi stavi abbastanza simpatico prima di questa tua brillante uscita ma ora ho davvero perso ogni briciolo di stima.
Per cui ti dico due cose: per prima, ti consiglio davvero di prendere lezioni di sarcasmo perché fai veramente pena. Forse potresti chiedere a Damon se è disposto, avresti anche l’occasione di rinsaldare il vostro rapporto fraterno.
Inoltre, l’unico motivo per cui non ti abbandono nel bosco in balia di scoiattoli assassini, è che con tutto il gel per capelli che hai in testa, morirebbero avvelenati entro 24 ore > rispondo minacciosa.
Tutti si mettono a ridere, tranne Stefa che è rimasto visibilmente stupito da questo mio lato pericoloso.

< Questa sì che è la mia ragazza! Vieni qui piccola > mi dice Damon, baciandomi nuovamente.

< Hai un qualche commento da fare? > domanda sempre lui a suo fratello.

< Assolutamente no > risponde velocemente questo, facendoci scoppiare a ridere.

< Tornando alle cose serie, posso assicurarvi che Damon non ha ucciso nessuno, visto che è rimasto tutto il tempo con me in questi giorni. Quindi abbiamo un nuovo problema da risolvere > riprendo io,facendo tornare tutti sulla modalità “ sono serio come un prete che dice messa”.

< Credete che si tratti di Klaus? > chiede impaurita Elena.

< E’ probabile. Tua madre non aveva detto che era sulle tue tracce? > domanda Damon, rivolto a me.

< Sì, lo credo anch’io. Che facciamo? >

< E’ arrivato il momento di  prendersi una bella vacanza, piccola > mi risponde lui.

< Che vuoi dire? > per la prima volta dopo il mio discorsetto  Stefan apre bocca.

< Se è Linda che vuole, allora dobbiamo proteggerla. Partiremo solo io e lei, per non destare sospetti e torneremo quando la situazione non sarà più tanto rischiosa. Non intendo lasciare la mia ragazza in balia di un ibrido assetato di vendetta > replica Damon molto seriamente.

Io sorrido tutta gongolante per la sua voglia di proteggermi e gli do un piccolo bacio a stampo.

< Oh, che teneri che siete! > commenta Caroline, tutta contenta.

< Io non sono tenero Barbie, sono possessivo > risponde Damon, ma infondo lo so che lo dice solo per risultare duro e freddo ai loro occhi, mentre con me lascia uscire quella parte di se che teme e non riesce a gestire.
                                            
                                                                 ***

< Damon mi vuoi dire dove stiamo andando? > sbotto annoiata.

E’ da più di un’ora che siamo nella sua macchina, diretti non so dove.

< Te l’ho già detto, è una sorpresa e poi è per una buona causa. Spero solo che tu abbia messo in valigia qualche completo intimo molto sexy, come l’ultimo che ho avuto il piacere di toglierti > mi risponde maliziosamente lui,voltandomi verso di lui per u solo istante.

< Aiuto! Sono stata rapita da un vampiro maniaco, salvatemi!! > urlo, ironica.

< Strilla pure tesoro, nessuno può sentirti oltre a me e io sono abituato alle tue grida >

Decido di non rispondere alla provocazione, voltandomi con tutto il corpo verso il finestrino.

Dopo una buono mezz’ora di silenzio inizio a picchiettare le dita sulla cruscotto e a sbuffare ripetutamente, poggiando il capo contro il vetro.

< Smettila, sei snervante > dice infine Damon, irritato.

< Anche essere in macchina da quasi due ore senza sapere la destinazione non è molto piacevole > ribatto io.

Lui contrae la mascella e il suo sguardo si fa arrabbiato.

 Ahi!

  < Senti, sto facendo tutto questo solo per proteggerti e per poter passare del tempo da solo con te e abbandonarmi ai sentimenti che provo per te senza sentirmi uno stupido. Se non ti va, dillo e torniamo subito a Mistic Falls > risponde.

Wow, non credevo potesse essere così romantico!

< Davvero lo fai per me? >

< Te l’ho già detto piccola, infondo lo sai che farei anche di peggio per te > mi dice, riferendosi a quella volta in cui Stefan l’aveva chiamato a causa di una mia crisi e lui era subito corso da me.

< Ti amo > è l’inica cosa che riesco a dire, perché queste due, unite tra loro da u significato allegorico, riassumono perfettamente tutti i pensieri che ho in mente.

Guardo il suo volto in cerca di risposta e lo trovo visibilmente soddisfatto e trionfante.

< Lo so > e’ il massimo che posso ottenere, ma a me basta.

Senza un minimo di orgoglio o pudore, m slaccio la cintura di sicurezza e mi siedo a cavalcioni su di lui che sta ancora guidando.

Gli getto le braccia al collo e lo bacio con un trasporto che nemmeno io credevo di possedere.

La mia lingua e la sua continuano a rincorrersi nelle nostre bocche in una strana danza famelica.

Gli apro la camicia, facendo saltare qualche bottone, e mi chino con la testa per depositare  sul suo petto scolpito una lunga serie di baci umidi.

Dal collo scendo pian, piano e mi fermo una volta arrivata alla cintura dei pantaloni.

Solo poche volte alzo gli occhi per guardarlo e lui cerca di mantenere lo sguardo sulla strada ma quando accarezzo il suo ombelico con la lingua lo vedo gettare la testa all’indietro e chiudere gli occhi per un lungo istante.

Ripercorro il tratto al contrario, leccando, mordendo e graffiando ogni singolo tratto della sua pelle diafana e calda.

Torno a baciarlo con urgenza e passione, riuscendo a fermarmi solo grazie all’impellente bisogno di respirare.

< Forse dovresti fermarti > riesco a sussurrare una volta ripreso fiato.

< Ho già spento il motore, siamo arrivati > mormora lui, sfiorandomi l’orecchio con le labbra.

Come ho fatto a non accorgermene??

“ Eri un tantino impegnata a fare altro” risponde sarcasticamente Mary, la mia vocina.

 Decido di ignorarla e mi guardo intorno.

Di fronte a noi c’è una bellissima casa a due piani, di legno chiaro che affaccia sul un grande lago.

E’ tutto così..

< Wow! > esclamo, aprendo la portiera e scendendo velocissima.

< E’ la casa sul lago di Elena > mi spiega Damon, mentre anche lui scende dall’auto.

< Come l’hai convinta a farti dare le chiavi? > gli chiedo stupita.

< Ho i miei metodi di persuasione > mi risponde maliziosamente lui, per poi scoppiare a ridere quando nota il mio sguardo accigliato.

< Stavo scherzando, è stata lei a propormi l’idea, visto che è abbastanza distante e appartata > continua.

< Sarà meglio per te > dico con fare minaccioso; mi piace questo mio nuovo lato, molto simile a Damon!

< Oh andiamo, lo sai che Elena ha occhi solo per Stefan > mi risponde una volta entrati in casa e posate le poche valigie.

Questo non mi aiuta di certo!

< Stai forse dicendo che se non fosse per lei tu gli staresti appiccicato come un polipo??? > chiedo sbigottita.

< Certo che no! Io voglio stare appiccicato solo a te! > mi dice dolce ma anche sensuale, abbracciandomi da dietro.

Io però rimango rigida e fredda; pretendo una spiegazione e non mi fermerò finché non l’avrò avuta.

< Però a lei le hai detto di amarla, mentre a me no >

 < Perché voglio che sia speciale, tutto qui. Non sono un tipo da dimostrazioni di affetto, anzi, mi stupisco di me stesso quando sono con te > mi mormora tra se e se mentre inizia a cullarmi leggermente.

< Perché?? > domando curiosa.

< Nemmeno con Elena sono dolce come con te, mi sento un rammollito ma non posso farci nulla, mi viene naturale. E’ anche strano, visto che ci conosciamo da poco tempo >
Intanto che lui parla ci siamo seduti sul divano, sempre abbracciati, e io lascio andare la testa contro il suo petto.

< Forse aveva ragione mia madre quando ha detto che noi siamo destinati a stare insieme; magari è per questo che sentiamo questi sentimenti forti e inspiegabili > sussurro, parlando più a me stessa che a lui.

Però Damon è un vampiro e ha sentito perfettamente i miei ragionamenti, infatti esclama:

< In effetti potrebbe essere una spiegazione logica. Sta di fatto che non ho alcuna intenzione di passare tutto il tempo a discutere, voglio riprendere la nostra attività lasciata in sospeso > mormora seducente.

Io ridacchio, sono più brava di quanto pensassi, e alzandomi di scatto prendo la mia valigia e cerco di trovare la camera da letto.

< Io metto a posto i miei vestiti, perché non guardi se c’è qualcosa nel frigorifero, ho fame! > Grido
per farmi sentire al piano di sotto.

Anche se non sono un vampiro, sento comunque il suo sbuffo contrariato e posso immaginarlo
mentre alza quei suoi bellissimi occhi azzurri verso il cielo.


Sarà una vacanza molto divertente!
 
 
Angolo autrice:
Ciao!
Grazie per le ultime cinque meravigliose recensioni che mi avete lasciato.
Beh, che dire?
Alcune mi hanno chiesto un Damon più stronzo e sexy, più lui insomma, e spero di averle accontentate.
Ho cercato anche di spiegare il motivo di questi sentimenti forti che provano Damon e Linda anche se si conoscono da poco.
La vera e propria ragione non posso dirla, ma verrà svelata presto, promesso!
Cosa ne pensate della questione “Klaus”?
Sarà davvero lui ad aver lasciato i 5 corpi dissanguati?
E’ sulle tracce di Linda?
Vuole ucciderla?
Spero di avervi incuriosito.
Ringrazio come sempre chi legge, recensisce, che inserisce la storia tra preferite, seguite, da ricordare.
Un bacio
 
Niko
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


                                                                     Capitolo 10



Corro, scappo e inciampo da qualche parte e senza neanche rendermene conto mi rialzo e riprendo la mia fuga.

Un circolo senza fine; mi sembra di non aver mai fatto altro in vita mia.

Per l’ennesima volta mi ritrovo stesa a terra come un sacco di patate; non ce la faccio più ma devo resistere e rialzarmi velocemente, altrimenti mi raggiungerà.

Continua a tracciare il perimetro del lago su cui si affaccia la casa, me pare di conoscerne ogni minimo dettaglio a memoria.

Riesco a sentire il battito accelerato del mio cuore fin dentro la testa e il sangue affluire alle estremità del mio corpo, incendiandole.

Perché devo correre?

Non posso concentrarmi sul mio respiro come voleva Stefan??

Non che ottenessi chissà quali grandi risultati ma almeno alla fine non puzzavo come una capretta ricoperta di immondizia.

Distratta dai mie pensieri non riesco ad evitare un ramoscello sottile che mi appare davanti agli occhi all’improvviso e mi taglio.

Una ferita superficiale, vicina all’occhio destro; non fa molto male, brucia un po’.

Non ho nemmeno il tempo di pensare di riprendere la corsa che vengo travolta poco delicatamente da una figura e trattenuta a terra.

< Fine dei giochi, angioletto > sussurra una voce calda vicina al mio orecchio, molto vicina.

< Ti prego Damon, non resisto più! >

< Non pensavo che avessi così poca resistenza e poi sei tu che volevi a tutti i costi imparare a difenderti e usare i tuoi poteri > mi risponde ghignando.

Non posso crederci, mi sta rimproverando!

Sono io quella che corre da ore intorno a uno stupidissimo lago.

Io quella che prende stupidissime lezioni di auto difesa stile Karate Kid.

 Sento tutto il mio corpo fremere dalla rabbia e dentro di me so che è una reazione esagerata ma c’è una vocina, diversa dalla solita, che mi suggerisce di lasciarmi andare.

<  Io intendevo un altro tipo di addestramento, non questa sorta di rivisitazione di Rocky! E poi non mi sembra che stia dando molti frutti > sbotto infuriata.

Ma ch si crede di essere? Stupido vampiro gonfiato!

< Tu dici? Perché non ti guardi intorno allora? > mi risponde ghignando.

 Che cosa vorrà dire???

Mi guardo in giro un po’ preoccupata e un po’ incuriosita e vedo centinaia e centinaia di foglio che
volano intorno a noi frusciando delicata,ente.

Il vento mi scompiglia i capelli e capisco di essere io la causa di tutto, sono io che finalmente riesco a controllare i miei poteri.

Riesco a percepirli dentro di me con chiarezza, ma non mi spaventano perché nonostante la fatica e la paura riesco a gestirli.

Mi sento forte e sicura, in grado di proteggermi da sola e questo fa nascere un certo senso di orgolio e autostima al mio interno.

D’istinto lascio perdere le foglie, che ricado immediatamente a terra con disordine, e abbraccio
Damon, per ringraziarlo.

Anche se non lo ammetterò mai davanti a lui, il mio senso di sicurezza deriva anche dall’avere lui accanto e senza il suo addestramento speciale non ci sarei arrivata o ci avrei messo molto più tempo.

< Ti amo, Damon >  sussurro soltanto, molto molto molto piano.

Ma lui mi sente ugualmente e sorride soddisfatto e trionfante.

Quanto verrei prendere a schiaffi quel suo sorrisetto strafottente e incredibilmente irritante.

Ma non faccio in tempo nemmeno a pensare di fare qualcosa che lui mi stupisce, alzandosi in piedi e portando anche me con lui e abbracciandomi.

E’ diverso da quelli che mi ha concesso fino ad ora.

Quelli erano più superficiali, belli ma anche un po’ vuoti, senza significato.

Questo invece è caldo, intenso e speciale.

< Anche io, piccola > mi dice anche lui sottovoce ma abbastanza forte per essere sentito solo da me, o almeno così credo io.

Senza esitazioni lo bacio, cercando di esprimere tutte le emozioni che provo attraverso questo gesto piccolo ma importante.

Come sempre, vengo subito ricambiata con intensità e la cosa mi piace sempre di più.

Se fosse per me non metterei mai fine a questo momento, ma il destino o anche solo la vita sono crudeli alle volte e decidono di mandare in frantumi i tuoi pensieri ancora prima di averli concretamente ideati.

< Oh, ma che scenetta deliziosa! Sembra di vivere in un romanzo rosa! > esclama una voce irritata e sbeffeggiante.

Non riesco a riconoscerla ma allo stesso tempo non mi è nuova, sono sicura di averla già sentita ma non riesco a ricordarmi dove.

Ci pensa Damon a fornirmi la risposta.

< Klaus??? > chiede e per la prima volta sento quella lieve incrinatura nella sua voce portata dal timore, dalla paura.

 Non credo che tema per la sua vita, e anche se fosse non lo ammetterebbe mai, penso piuttosto che sia preoccupato per me e questo non è un buon segno.

Significa che non sono ancora abbastanza forte per affrontarlo e non voglio certo che Damon rischi la vita solo per salvarmi.

< E’ un piacere rivederti Damon > dice avvicinandosi a noi con passo cadenzato e regolare, guardando l’altro vampiro dritto negli occhi, cielo contro ghiaccio.

< Anche per te, piccola Linda. Diventi ogni giorno più bella > continua spostando lo sguardo su di me.

< Che cosa vuoi Klaus? Non ti permetterò di ucciderla lo sai > ribatte Damon con aria di sfida, cercando di apparire più sicuro e indifferente di quanto non sia in realtà.

< Oh ma io non voglio uccidere nessuno. Sono qui per proporvi una tregue e per fornire a Linda le spiegazioni che presumo stia cercando e voglia sapere > risponde l’ibrido tranquillo, fermandosi davanti a noi.

 Damon sembra non credere alle sue parole, infatti sta per ribattere ma io lo fermo.

< Che cosa intendi? > chiedo incuriosita.

< Ho una strega molto potente dalla mia parte e grazie a lei sono venuto a sapere che hai recuperato i tuoi poteri, per questo motivo non posso ucciderti. Nel corso degli anni ho recuperato varie informazioni sulla “prescelta” e una leggenda dice che nessuno dei due può uccidere l’altro senza andare anch’esso incontro alla morte > mi spiega come se stesse raccontando una favola.

< Continua > Adesso anche Damon conviene che sia meglio ascoltare ciò che l’ibrido ha da dirci.

< Beh non so se questa leggenda sia vera, ma non intendo scoprirlo rischiando di morire, per cui ho deciso che non ti ucciderò, a patto che qualcuno di voi non provi a farlo con me > risponde lui.

< E per quanto riguarda le tue presunte informazioni che io starei così disperatamente cercando? > chiedo sempre più curiosa e anche un po’ sollevata.

< Immagino che tu ti stia domandando come mai sei così legata ad una persona che conosci così poco, vero? > domanda a sua volta con il tono di chi la sa lunga.

< Certo, perché siamo Dobblenganger, questo lo sapevamo già > risponde prontamente Damon che ancora non si è convinto, ne sono consapevole anche grazie ai muscoli tesi che mi stringono con forza a se, come per proteggermi.

< E siete anche a conoscenza di ciò che il vostro legame comporta? Tralasciando il fatto che un Dobbleganger è ancora più raro di un Doppelganger, il vostro legame è ancora più complesso, in quanto è scaturito dal tuo essere la “prescelta”>

Non sono sicura di aver compreso fino in fondo il significato delle sue parole, o forse l’ho fatto ma semplicemente non voglio ammetterlo.

< S-spiegati meglio > chiedo e non so per quale motivo alle mie orecchie suona quasi come una supplica più che una semplice richiesta.

< Non ho tutto il giorno tesorino, sono piuttosto impegnato. Leggi questo libro e capirai tante cose, ma non sono sicuro che tutte ti piaceranno > mi dice gettando vicino ai miei piedi un volume dall’aria molto antica. Lo raccolgo.

E’ pesante, la copertina è rossa e consumata, come le spesse e numerose pagine.

Quando alzo lo sguardo di Klaus non c’è traccia e Damon sposta continuamente gli occhi da me al libro e viceversa.

< Intendi leggerlo? > mi chiede infine, mentre insieme ci avviamo verso la casa.

Io lo guardo alzando un sopraciglio confusa.

Perché non dovrei?

< Sì, insomma, potrebbe anche aver mentito e aver inventato un mucchio di stupidaggini solo per farci abbassare la guardia e colpire al momento giusto > mi spiega notando la mia confusione.

< Non penso che abbia mentito e anche se fosse nulla ci impedisce di leggere il libro e valutare poi la situazione, giusto? > domando sicura di aver ragione.

Posso capire la sua esitazione, anche io ho paura di ciò che potrei venire a sapere, ma la curiosità è troppo forte.

Senza aspettare una vera e propria risposta entro in casa e mi siedo sul divano, aspettando che lui faccia lo stesso e aprendo poi il libro per leggerne la prima pagina.

          
“Secondo la leggenda tramandata dagli sciamani aztechi, la strega originaria, supportata da alcune sue potenti allieve, decise di rimediare al grave danno che lei stessa aveva causato trasformando i suoi figli in vampiri e dando vita ad un essere imbattibile, un ibrido tra vampiro e licantropo.

Essendo le streghe ancelle della Natura e dovendo loro preservare l’equilibrio della Terra, decisero che per combattere il mostro era necessario un altro ibrido, formato dall’unione di due creature della luce: l’essere umano, in grado di provare emozioni forti e senso di pietà e giustizia, e l’angelo, creatura celestiale al di sopra del male in grado di resistere alle tentazioni e alle debolezze umane.
Affinché riuscisse nel suo intento, il nuovo ibrido dovrà possedere un’arma in grado di tentare il nemico e  distruggerlo: il sangue.
Il suo sangue sarà i grado di curarlo dalla sua maledizione, cancellando la sua natura di vampiro e lasciando libera quella di licantropo.
I poteri, però, che quest’essere possederà saranno illimitati e difficili da gestire, per questo gli verranno tolti dalla strega che si prenderà cura di lei finché non sarà pronta per affrontare il suo destino, così decise la strega originaria.
Quello che però non aveva previsto, era che nemmeno ricevendo successivamente i poteri, un semplice essere umano non riuscirà mai a gestire i suoi doni, uniti anche alla nuova parte angelica di sé.
A questo pose rimedio la sua allieva più dotata e anche quella più saggia: Tatia.
Lei capì che ci sarà soltanto una cosa in grado di contrastare le emozioni che la prescelta avrà dentro di sé: l’amore.
Decise di lanciare un sortilegio, di legare alla figura della prescelta l’incantesimo del Dobbleganger.
I Dobbleganger, da non confondere con Doppelganger, sono una sorta di anime gemelle che si assomigliano non solo caratterialmente ma anche fisicamente.
Sono molto rari e la maggior parte non ne viene nemmeno a conoscenza nel corso della vita.
Spesso si fanno svariati sogni riguardanti il proprio “partner” ma è difficile incontrarlo.
Certo, se questo succede, l’amore che si scatena è fortissimo ed è per questo che Tatia credeva che sarebbe stato utile.
Nessun Dobbleganger può resistere al proprio, in quanto la maledizione narra che tutti sono affetti dalla sindrome di Adattamento.
Essa consiste nell’adattarsi appunto alle forti emozioni che il proprio Dobbleganger prova.
Se uno di questi è arrabbiato, felice, triste.. innamorato, di conseguenza lo è anche l’altro, in questo modo si assicura la buona riuscita della coppia, ed era esattamente questo che Tatia voleva e di cui aveva bisogno"
"          

 
Non ho la forza di continuare, tutti i miei sogni, le mie speranze, le mie possibilità sono stati distrutti per colpa di uno stupido libro.

Dentro di me sapevo che non poteva essere vero, che non mi meritavo tutta questa felicità ma in un certo senso preferivo ignorarlo e ingannarmi da sola, per poter avere anche io il mio attimo di gloria.

L’amore tra me e Damon non è reale, è solo il frutto del mio essere la prescelta e la sua Dobbleganger, per questo non mi ha ancora detto esplicitamente che mi ama, perché in realtà non è così.

Non mi sono mai sentita più triste, più vuota, più.. sola.
 
 
 
POV DAMON

Non posso crederci, non è vero.

Tutto quello che provo, che proviamo e che abbiamo passato insieme non può essere solo il risultato di uno maledetto incantesimo, no.

Devo ammettere che più volta mi è venuto il dubbio che tutta questa felicità non fosse vera, infondo non sono certo il tipo da meritarla ma ho preferito scacciare quei pensieri e godermi il momento.

A quanto pare è durato ancora meno di quanto mi aspettassi.

Eppure so che il mio amore per lei è sincero, è puro e reale.

Ma come faccio io a saperlo?

Come posso sapere che in realtà non sia lei ad essersi “adattata” o come si dice?

Tutte i miei sogni, le mie sperante e le mie possibilità si sono frantumate, insieme a quel cuore che credevo non possedere più e invece ora appartiene a lei, o almeno così credevo.
 
 
 
Angolo autrice:
Salve!
Scusate il ritardo, settimana difficile.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, so che vorreste uccidermi ma vi prego non lo fate, prometto che le cose si risolveranno, ma ci vorranno un paio di apitoli, tutto qui.
Ringrazio come sempre chi legge, chi inserisce la storia tra preferite, seguite, da ricordare.
Un grazie particolare ad Santana_kiss, Delena85, _RadinA_, 69withJoseph ed Elenina22 che recensiscono i miei capitoli e mi fanno sentire importante, anche se non lo sono :P
Grazie mille a tutti.
Un bacio e un abbraccio grandi grandi.
 
Niko

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


                                                                    Capitolo 11

Sono pietrificata, sconvolta da ciò che il libro di Klaus mi ha rivelato.

Sapevo che tutto quell’amore, quella felicità non potevano essere veri ma ancora una volta ho voluto credere nei miei sogni, ho voluto SPERARE, ignorando ciò che la vita assiduamente cercava di insegnarmi.

Dopo un tempo infinito, riesco a rialzare lo sguardo su Damon e lo trovo intento a fissare il vuoto davanti a sé, la mascella contratta e i pugni così stretti da far assumere alle note un’insolita tonalità bianca.

A chiunque altro farebbe paura, ma non a me.

Io sono solo ferita, distrutta e vuota.

Senza rendermene conto mi avvicino a lui e poso una mano sulla sua guancia, accarezzandola.

Ma lui si scosta, come se il mio tocco lo scottasse, lo disgustasse, girandosi dall’altra parte per non
guardarmi in faccia.

< Prepara le valige, torniamo subito a Mistic Falls > mi dice con qual tono freddo, l’unico che riesce davvero ad impaurirmi.

Esce dalla stanza, senza nemmeno aspettare una mia risposta. Mi sta evitando e non cerca neppure di nasconderlo; è ferito e temo che possa fare qualche stupidaggine per soffocare il dolore.

Come un automa salgo le scale di legno scuro e mi dirigo in camera “nostra”, o almeno lo era fino a pochi minuti fa.

Recupero la valigia da sotto il letto e inizio a riempirla con i vestiti che avevo accuratamente  riposto nell’armadio, accanto a quelli di Damon.

Mi accorgo di stare piangendo solo quando vedo la lacrima cadere sulla camicia nera  di Damon, la mia preferita, quella che ho indossato la prima volta e la mattina dopo aver passato la notte insieme.

Sfugge al mio controllo e come lei anche molte altre, ognuna mi ricorda un momento passato con lui, di quelli belli, intensi ma anche dolorosi.

Una lacrima: la prima volta che i nostri occhi di ghiaccio si sono incontrati.

Un’altra: la prima volta che abbiamo dormito insieme e lui mi ha abbracciato per rassicurarmi.

Un’altra ancora: la volta in cui abbiamo bevuto l’uno il sangue dell’altra.

Ancora una: la sua voce e il mio amore per lui che mi hanno salvata dai miei poteri a cui mi ero arresa senza combattere.

Un’altra: quando ha sussurrato che resterà sempre al mio fianco anche se non dovrebbe.

 L’ennesima lacrima: la notte in cui gli ho detto di amarlo e lui mi ha baciata come non credevo si potesse fare.

La settima: la prima volta che siamo stati a letto insieme e ho sentito il suo cuore battere e il suo corpo caldo sopra il mio, dentro il mio.

Sono tutti bei ricordi, e per questo anche i più dolorosi.

Forse sono troppo esagerata, ma dentro di me sento di averlo perso per sempre, senza possibilità di riparazione.

Pensava, come me, di aver trovato il vero amore, quello giusto, quello ricambiato.

Perché dobbiamo sempre soffrire, entrambi?

Io con mia madre e i miei veri genitori e lui con Katherine e poi con Elena.

Perché deve esserci sempre qualcosa che non aspetta altro che rompere la mia bolla di felicità??

E’ forse questo il destino della prescelta??

No! Il mio destino lo decido io e nessuno potrà mettersi in mezzo, specialmente se si tratta di me e Damon!

Devo assolutamente trovare un modo per sapere se il nostro amore è reale oppure è solo il frutto della stupida questione del Dobbleganger.

Chiudo la valigia e scendo le scale immersa nei miei pensieri.

Se solo mia madre fosse ancora viva, lei certamente saprebbe come risolvere la situazione.

Nello stesso tempo in cui formulo questo pensiero, mi rendo conto di aver trovato una possibile
soluzione.



Cercherò di contattare in qualche modo mia madre e insieme troveremo una strategia.

Anche se può sembrare una follia, io credo alle parole di Klaus, sono certa che per il momento non è di lui che dobbiamo preoccuparci.

Per ora non dirò nulla a Damon, non voglio insospettirlo e nemmeno dargli delle false speranze.

Perciò salgo in macchina, senza nemmeno guardarlo in faccia, e cerco di capire come posso ricevere
l’aiuto di mia madre dall’altra parte, mentre con una sgommata in stile “ Fast and Furious” ci dirigiamo a tutta velocità verso Mistic Falls.


POV DAMON


E’ salita in macchina senza neppure guardarmi.

Ora che ha scoperto che il suo amore per me non è reale, mi caccerà via della sua vita come un
ricordo indesiderato, una semplice parentesi senza significato.

Non so il perché, ma qualcosa dentro di me mi dice che il mio amore per lei è vero.

Quindi potrebbe essere lei a non provare quei sentimenti, oppure no.

Ahhh, questa cosa mi sta fottendo il cervell

Devo assolutamente trovare un modo per sciogliere il legame di adattamento, da quanto ho capito ( non molto a dire il vero) è quello che condiziona le nostre emozioni.

Anche se la cosa non mi piace e farei di tutto per evitarlo, sarò  costretto a chiedere l’aiuto di quella streghetta semicompetente.

Ci sarà pure un qualche “abracadabra” che potrebbe fare al caso nostro, giusto?

Cercando di auto convincermi della validità del mio piano, approfitto del sonno profondo in cui è caduta Linda già da un po’ ormai per chiamare Bonnie.

Ormai non manca molto all’arrivo e perchè nessuno si insospettisca devono esserci tutti.

Dopo parecchi squilli finalmente risponde:

< Che diavolo vuoi Damon? > sbotta acida come sempre.

< Ciao anche a te, dolce strega > replico con il mio finto tono amorevole.

< Allora? >

< Per quanto mi costi ammetterlo ho bisogno del tuo aiuto. In questo momento non posso dirti nulla;
stiamo tornando a casa, saremo lì fra circa mezz’ora, fai in modo che al nostro arrivo ci siano tutti, ti spiegherò con calma > le dico seriamente.

< Perché dovrei aiutarti? >

< Perché in fondo ci tieni a Linda, altrimenti non l’avresti messa in guardia su di me, è davvero importante Bonnie > continuo assumendo un tono ancora più ponderato e autorevole.

< D’accordo, ci penso io ad avvisarli > accetta infine, dopo alcuni istanti di silenzio.

Chiudo la chiamata senza nemmeno ringraziarla, è stato già sufficiente ammettere di avere bisogno di lei, ma per Linda questo è niente.

Come se stesse ascoltando i miei pensieri, la figura alla mia destra si muove e mugola di fastidio, non
deve essere molto comodo dormire in macchina per lei.

Senza nemmeno rifletterci poso una mano sulla sua gamba, quella vicino al cambio, e la accarezzo
dolcemente.

Come è possibile che tutto questo derivi da un incantesimo fatto più di mille anni fa??? Deve pur esserci una data di scadenza, no??

Mi sono innamorato di lei in brevissimo tempo e quando siamo soli mi comporto in maniera strana, la storia dell’adattamento farebbe quadrare ogni cosa ma sento tutto il mio corpo, compreso il cuore, gridarmi che non è così, che io la amo perché è quella giusta.

Frustrato da tutti questi pensieri non mi accorgo di essere finalmente arrivato.

Parcheggiò di fronte al pensionato e scendo, passando dall’altra parte per prendere in braccio Linda, come una principessa in pericolo, la MIA principessa.

Mi avvicino alla porta e, trovandola già aperta, mi scosto di lato per passare senza fare del male a Linda.

Arrivato in salotto, ignoro i presenti e poso il corpo caldo tra le mie braccia sul divano, facendo attenzione a non svegliarlo.

< Che cosa le è successo? > mi domanda un Stefan preoccupato, che novità!

< Nulla, sta solo dormendo > rispondo seccato, sedendomi  sulla poltrona lì affianco.

< Bonnie ci ha detto che hai bisogno del suo aiuto per qualcosa > interviene Elena.

< Non riesci mai a tenere le cose per te, vero streghetta? > dico io rivolgendomi a lei e guardandola beffardo.

< Sputa il rospo, Damon > mi risponde questa, simpatica come sempre.

Io prendo semplicemente il libro dalla borsa con dentro i miei vestiti e lo passo a Stefan, il più vicino
a me che lo guarda con aria interrogativa.

< Klaus ha scoperto dove ci eravamo nascosti ed è venuto a farci una visitina di cortesia, regalandoci quel libro per rispondere a tutte le domande riguardanti la storia del legame fra me e Linda > spiego, cercando il più possibile di apparire normale e distaccato.

< E quindi? > mi chiede Stefan, tenendo sempre il volume fra le mani ma senza aprirlo.

< Quindi, abbiamo scoperto che è stata la strega Originale, insieme ad altre “fattucchiere” o come le vuoi chiamare, a lanciare il suo “abracadabra” e a decide che la prescelta, ossia l’ibrido in grado di sconfiggere Klaus, usasse il suo amore da Dobbleganger per imparare a gestire i suoi poteri > proseguo senza interruzioni.

< E il problema dove sta? > ecco l’interruzione.. di Caroline!

< E’ stata  Tatia, un’aiutante della strega originaria, a lanciare la maledizione del Dobbleganger sulla prescelta e, secondo quel libro, tutti i Dobbleganger sono affetti dalla sindrome di Adattamento > spiego ulteriormente, il solo dirlo ad alta voce lo rende ancora più vero ed irritante.

< Di che cosa si tratta? > mi chiede questa volta Elena.

< In pratica, ogni emozione forte provata dal proprio  “partner” viene provata anche dall’altro, in questo modo Tatia si è assicurata la buona riuscita della coppia, non immaginava certo che noi lo avremmo scoperto proprio grazie al nostro nemico! > rispondo.

< Quindi c’è la possibilità che solo uno di voi due sia innamorato dell’altra?? > mi domanda il mio fratellino, come se la risposta non fosse ovvia.

Io annuisco senza parlare.

< Ancora non ho capito alcune cose: perché Klaus vi ha consegnato il libro, senza nemmeno provare
ad uccidere Linda? E cosa c’entro io in tutto questo? Non posso certo spezzare l’incantesimo di un’altra strega! > mi domanda la diretta interessata.

< Lo so, Bonnie.  Klaus ci ha assicurato di non voler uccidere nessuno di noi, specialmente Linda in quanto una leggenda riportata nel libro dica che  l’ibrido e la prescelta sono legati e se uno dei due muore così farà l’altro. Per quanto riguarda te, speravo solo che potessi in qualche modo sciogliere l’Adattamento per scoprire se i sentimenti che proviamo sono reali oppure no > dico, non senza una certa fatica nel mostrarmi così debole e umano ai loro occhi.

< Credimi Damon, per quanto mi costi ammetterlo vorrei aiutarti, anzi vorrei aiutare Linda, ma non sono abbastanza forte > mi risponde lei con aria davvero amareggiata.

< Tu no, ma mia madre sì > dice una voce che fino a quel momento non aveva parlato nella stanza.

Ero così immerso nella discussione, come tutti del resto, da non accorgermi del risveglio di Linda, che ovviamente ha sentito tutto.

< E come pensi di riuscire a contattarla? > chiede acidamente Bonnie, ancora offesa dal loro ultimo litigio.

< Userò i miei poteri > afferma convinta e leggermente soddisfatta di se stessa.

< NO!! > sbotto subito io, furioso,  ricordandomi della prima volta in cui ci ha provato e aveva rischiato la vita.

< Non intendo rinunciare Damon > ribatte lei fredda, che cosa le è successo?

< Nemmeno io, non ti lascerò rischiare nuovamente, non voglio vederti soffrire > continua assumendo sempre di più un tono dolce che non mi apparteneva, almeno non con gli altri ma con lei sì.

< Non mi succederà nulla, andrà tutto bene esattamente come ieri. Per me è importante Damon, voglio dimostrare a tutti, ma specialmente a te e a me, che è tutto vero. Che mia madre aveva ragione quando ha detto che doveva essere vero amore perché la profezie si compia. Dimostrerò che ti amo davvero, che ti ho amato dal primo momento in cui ti ho visto, dalla prima volta che ho dormito tra le tue braccia e quando la tua voce mi ha salvata da me stessa, dalla mia crisi.
Proverò che ti amo perché voglio svegliarmi ogni mattina con te accanto. Voglio vedere il tramonto con te e baciarti senza vergognarmi di apparire troppo mielosa o appiccicosa. Ti amo Damon, perché tu fai parte di me e non mi importa se tu non me lo hai ancora detto, perché c’è un parte di me, molto profonda ma importante che mi garantisce che anche tu ami me con la stessa intensità con cui lo faccio io > mi dice dolce ma allo stesso tempo fiera, decisa, avvicinandosi sempre di più e posando una mano sulla mia guancia, come ha fatto solo poche ore fa.

Ma questa volta non mi scosto, non mi ritraggo da quel tocco che per me è sempre stato fondamentale, fin dal primo istante.

Anzi, per l’ennesima volta cerco un contatto ancora più intenso, baciandola come ho fatto la prima volta, come se da quel bacio dipendesse tutto.

< D’accordo > acconsento infine, dopo essermi allontanato da lei e aver fatto un respiro profondo,
cercando di riprendere il controllo di me stesso.

Lei sorride sinceramente e si avvicina a Bonnie.

< Mi dispiace di aver litigato con te Bonnie, davvero. Ma ora ho assoluto bisogno di te e se davvero ci tieni a me, per favore aiutami >le dice quasi supplicandola e facendo gli occhietti dolci da cerbiatta a cui nessuno può resistere.

Infatti la strega sospira e si alza di scatto, andando incontro a Linda e abbracciandola.


< Ti perdono. Ora mettiamoci al lavoro > ordina e così dicendo afferra le sue mani ed entrambe
chiudono gli occhi, visibilmente concentrate.

Dopo qualche minuto, Bonnie pronuncia delle strane frasi incomprensibili in chissà quale lingue e stranamente viene accompagnata dalla voce di Linda, che ripete le stesse identiche parole.

Prima ancora di formulare un qualche pensiero a riguardo le candele che si sono accese da sole
lampeggiano più vigorosamente del solito e una folata di vento gelido attraversa la stanza sibilando.

Istintivamente faccio vagare lo sguardo nella stanza, per accertarmi che vada tutto bene, ma quando lo riporto sulle ragazze vedo del sangue colare dai loro nasi e sento il loro respiro mozzato dalla fatica.

Faccio un passo verso il mio angioletto ma una presa ferrea sulla mia spalla mi costringe a fermarmi e a voltare il capo indietro: Stefan.

< Sta calmo, dalle fiducia > mi suggerisce con quella sua aria saccente e il volto rigorosamente serio
che prenderei volentieri a sberle fino a farmi sanguinare le mani.

< Ah certo! Facile per te parlare, non è la tua ragazza quella! > sbotto abbastanza “ adirato”, per metterla in questi termini.

Lui apre la bocca per rispondere ma non fa in tempo a dire qualche altra cavolata del giorno sentiamo la voce di una Linda sfinita ma soddisfatta e trionfante esclamare:

< Mamma!! >
 
 
Angolo autrice:
Ciao!!
Spero di avervi reso felici con questo capitolo, visto lo svolgimento degli eventi in quello scorso.
Non c’è un vero e proprio riavvicinamento tra Damon e Linda, ma si capisce che entrambi sperano in una soluzione.
Non so come mai il 10 capitolo ha ricevuto solo 4 recensioni ( grazie mille fantastiche ragazze, siete meravigliose xD ) mentre io ne aspettavo 5.
Lo so, è soltanto una in meno ma ho iniziato cmq a farmi le mie paranoie mentali!

Sicuramente non avranno avuto tempo e lo capisco ma il dubbio di aver scritto una schifezza c’era perciò ho deciso di fare del mio meglio con questo e spero di ricevere tanti commenti, anche negativi se occorre! ( speriamo di no :P)
Spero anche che la lunghezza del capitolo vada bene, visto che quello precedente era un po' corto.
Per qualsiasi domanda, consiglio, insulto o altro non esitate a scrivere.
Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono, recensiscono e inseriscono la storia tra preferite, seguite, da ricordare.
Vi voglio bene!
Baci baci



Niko

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


                                                                           Capitolo 12


Stefan apre la bocca per rispondere alla provocazione del fratello ma non fa in tempo a dire qualche altra cavolata del giorno che io sorprendo tutti quando vedo la figura evanescente davanti a me ed esclamo stanca ma soddisfatta di me stessa:

< Mamma!! >

< Ciao tesoro > risponde con voce flebile mia madre.

< Ci siamo riuscite!! > esclama Bonnie contenta.

< Perché mi hai evocata? Gli spiriti mi hanno permesso di venire, dicono che tu abbia bisogno del
mio aiuto > mi chiede.

< Pensavamo che Klaus si stesse avvicinando a Mistic Falls e per questo io e Damon ci siamo nascosti nella casa sul lago di Elena ma lui ci ha trovati, mi ha assicurato che non ucciderà nessuno e consegnato questo libro > spiego, prendendo il volume dalle mani di Stefan.

< Quindi presumo che tu voglia sapere se è vera la profezie che riguarda la morte di entrambi, giusto? > mi domanda pensierosa.

< In realtà, io credo alle parole di Klaus e finché non vorrà uccidermi sarò al sicuro.  Volevo sapere se
esiste un modo per sciogliere il legame di Adattamento> le dico.

< Immaginavo anche questo. Mi dispiace tanto tesoro, ma per quanto ne so l’unico modo per spezzare il legame è portare a termine la profezia > mi risponde visibilmente dispiaciuta mentre il mondo mi crolla addosso.

< Ma in questo modo morirà anche lei! > per la prima vola, Damon prende la parola, esprimendo il pensiero di tutti.

< Non necessariamente > riprende lei, ma il suo tono mi fa capire che quel che segue non è una buona notizia.

< Sempre secondo la profezia, la prescelta non morirà se avrà con se  il simbolo della disperazione e
la prova dell’amore > spiega.

< E noi dovremmo affidare la sua vita ad una stupida leggenda? E poi in cosa consistono questi “ingredienti” ? > sbotta Damon, irascibile come sempre, ma sono contenta che nonostante tutto ci tenga ancora a me, anche se i suoi sentimenti potrebbero non essere veri.

< Questo non lo so, ma qualcosa mi dice che Linda avrà entrambi > replica, convinta e fiera, ignorando lo sguardo diffidente di Damon e avvicinandosi a me molto lentamente.

< Linda, mi dispiace davvero di non averti detto prima la verità, per tutto il dolore che hai provato e che stai provando in questo momento, ma di una cosa sono sicura e secondo me anche voi lo sapete: il vostro amore non è frutto dell’Adattamento, voi siete destinati a stare insieme e, come ho già detto, è un sentimento puro  e reale grazie al quale darete vita ad una nuova razza > dichiara, mentre la sua figura e la sua voce  svaniscono sempre di più.

L’incantesimo sta svanendo, lo sento consumare le ultime energie che mi rimangono per far sì che abbia il tempo di chiarire ogni cosa.

Si gira verso Damon, che intanto è rimasto intento ad osservare la scena senza fiatare, comprendendo il bisogno che avevo di questo momento.

< Come ti ho già detto, la affido a te, non farmene pentire, anche se  sono certa che la proteggerai e la salverai> gli dice con un piccolo sorriso.

Lui si limita ad annuire, serio e dentro di me sono convinta che quella parole abbiano rassicurato anche lui, oltre che me stessa.

Mia madre saluta con un cenno del capo i restanti presenti, per poi tornare a fissare me con i suoi grandi occhi nocciola che mi hanno sempre trasmesso protezione e affetto.

 < Sono fiera di te, piccola mia. Sei diventata bellissima e una vera donna e fra poco lo sarai ancora di più > è l’ultima frase che mi rivolge prima che una grande lacrima le solchi il viso ormai quasi
invisibile.

< Che cosa vuoi dire? > chiedo sconvolta, non capendo a cosa possa riferirsi ma una folata di vento gelido se la riprende così come l’aveva portata da me all’inizio.

< No!!! > urlo al vuoto che mi sta davanti, come se potessi sfogare la mia rabbia su di lui.

Le ginocchia mi cedono, un po’ per la stanchezza e un po’ per disperazione di non poter avere una risposta, e cado  rovinosamente a terra con un tonfo sordo, battendo il mento sul duro pavimento
lucido.

< Linda!! > gridano tutti insieme il mio nome, scattando verso di me, ma io li sento appena.

Solo Damon sembra essere degno della mia attenzione, infatti è lui che guardo con gli occhi traboccanti di lacrime e rabbia.

Ho bisogno solo di lui, delle sue braccia forti  e calde attorno al mio corpo, della sua voce dolce e roca che riesce sempre a sconvolgermi e farmi sentire speciale.

 E, come se potesse leggermi nella mente attraverso gli occhi così simili ai suoi, si avvicina lentamente e mi prende in braccio, facendo attenzione.

Mi posa delicatamente sul divano di pelle e mi si siede affianco per osservare le ginocchia e il mento lesi.

< Ehi piccola, ma che hai fatto eh? > mi domanda accarezzandomi una guancia.

Io non resisto alle sue parole e scoppio in un pianto liberatorio, trasmettendo tutte le frustrazioni che ho vissuto negli ultimi giorni, sperando che le lacrime salate possano portarle via, scivolando silenziosamente lungo le guance calde.

Lui mi circonda il capo con le braccia e mi fa appoggiare al suo petto, accarezzandomi i capelli scompigliati.

< Shh, sta tranquilla, andrà tutto bene > cerca di rassicurami, ma ora come ora nulla può essermi di aiuto, ho perso tutte le mie certezze e le mie speranze.

< No, Damon. Nulla andrà bene. Mia madre è morta e sono rimasta sola. Credevo di aver finalmente trovato l’amore, quella persona che mi è sempre mancata e di cui sentivo il bisogno, invece ho scoperto che potrebbe non essere reale. Speravo ci fosse un modo per scoprirlo e in effetti esiste, solo che dovrei portare a termine una profezia che compirei comunque prima o poi e che come ingrediente principale prevede la mia morte. No, Damon, nulla andrà bene > rispondo, con un filo di voce ma riuscendo comunque a trasmettere tutta la mia rabbia e il mio sconforto.

Abbasso lo sguardo ferita dalle mie stesse parole, perché pensarlo fa male, ma dirlo ad alta voce lo rende ancora più reale e tragico.

< Ehi, guardami – ordina ma con voce dolce, prendendomi il mento fra le mani e facendomi alzare la testa – tu non morirai, ok? Non lo permetterò e non mi interessa ciò che dice quello stupido libro, io so che cosa provo per te e il fatto che non te l’ho ancora detto esplicitamente non significa nulla. Voglio solo che sia speciale. Mi credi? >

Rimango colpita da ciò che dice e scopro che effettivamente è vero, io mi fido di lui e ora sento che anche il suo amore è sincero, le parole di mia madre mi hanno aperto gli occhi.

< Sì > rispondo quindi,  questa volta alzando di poco la voce, per trasmettergli quella sicurezza che ora mi appartiene.

E’ incredibile come una sua frase, un suo sguardo o una sua carezza riescano sempre a darmi ciò di cui ho bisogno, quando nemmeno io so di cosa si tratta realmente.

In questo momento, però, sono sicura di una cosa: voglio allontanarmi da tutto e non pensare alle responsabilità che ricadono su di me, voglio vivere un giorno normale.

Ma farlo da sola non servirebbe a nulla, no.

Ho bisogno di lui per dimenticare, perché anche se suona alquanto ridicolo, lui è la mia normalità, è tutto ciò di cui ho bisogno.

< Damon, portami via >  sussurro guardandolo negli occhi.

< Cosa? > chiede lui visibilmente scioccato.

< Fuggiamo insieme, solo per oggi. Aiutami a non pensare. Portami via > ripeto io sempre più convinta.

Lui mi fissa per un lungo istante senza tradire alcuna emozione, poi fa un sospiro di rassegnazione e mi sorride sghembo.

< Ragazzi, noi andiamo a fare un giro, non aspettateci alzati, non date fuoco alla casa e non mangiate troppi dolci, vi fanno venire le carie > dice rivolto agli altri, quasi mi sono dimenticata della loro presenza.

< Ma dove andate? > chiede curioso Stefan e, da quanto traspare dal suo tono, anche abbastanza divertito.

 E’ incredibile come l’atmosfera di prima  sia totalmente svanita grazie a lui, ha un effetto benefico su tutti, anche se a volte vorresti proprio prenderlo a schiaffi.

< A inseguire il tramonto > risponde con un tono poetico e canzonatorio, come se fosse una cosa normale ed ovvia.

 Poi si china su di me e mi prende nuovamente fra le braccia, dirigendosi verso la porta.

Una volta arrivati davanti ad essa, aspettiamo che qualcuno si degni di darci una mano, ma quando vediamo che nessuno sembra interessato, ci voltiamo a guardarli e loro sorridono beffardi.

< Venite ad aprirci la porta oppure no? > sbotta infine lui, a disagio nell’avere bisogno di  qualcuno.

< No, penso che mi godrò la scena > risponde Stefan.

< Bene, peggio per voi > risponde lui e con un calcio ben assestato butta giù la porta come se niente
fosse.

Tutti lo guardiamo a bocca aperta, l’ha fatto sul serio??

< Damon, sei forse impazzito? > chiedo io ancora sconvolta.

< Non avevo tempo da perdere > e così dicendo esce fuori con ancora me fra le braccia, come se non pesassi nulla.

Penso che si stia dirigendo verso la sua macchina, per un altro dei nostri viaggi misteriosi, quando lo vedo cambiare traiettoria, andando verso il garage sul retro.

Che avrà intenzione di fare???

Non ho il tempo di chiedere che entrato nel garage ( fortunatamente la porta era aperta! ) accende la luce che rivela una grande moto, all’apparenza anche molto costosa, al centro della stanza.

< Che cos’è? > chiedo curiosa e senza parole.

< Una moto, no? > risponde lui, prendendomi in giro.

< E’ tua? > domando, ignorando la sua provocazione.

< Già, anche se è da molto tempo che non la uso. Ti piace? >

E me lo chiedi pure?

Sto per salire su una moto rossa fiammante con un ragazzo munito di giacchetto di pelle nera, sembra proprio un film romantico con i fiocchi!!!

< Certo!! > mi limito a dire, tendendo le considerazioni da adolescente incallita per me.

< Bene, mettiti il casco e allaccialo ben stretto > mi suggerisce posandomi sulla parte posteriore e
passandomi un casco nero.

Io faccio come dice e gli passo le braccia intorno quando si siede alla guida, cercando di evitare di stringerlo troppo.

< Tieniti forte > mi intima prendendomi le mani e aumentando la mia stratta, portando tutto il mio corpo ad aderire dietro al suo e io mi sciolgo come neve al sole.

Poso la tasta contro la sua schiena e lascio che il suo profumo mi travolga.

Poi mi viene in mente che ancora non so dove vuole portarmi, non che mi importi molto in fin dei conti, mi basta stare con lui!

< Dove mi vuoi portare? > decido comunque di chiedere.

< Te l’ho detto, inseguiremo il tramonto. Non eri tu che volevi vederlo con me? > mi chiede con un tono un po’ sbeffeggiante ma con una dolcezza nascosta.

Io sorrido e nascondo il viso con i capelli, affondando di più contro di lui, per evitare di dargli la soddisfazione di vedermi imbarazzata.

Ma lui ridacchia divertito per poi accendere il motore e partire con una sgommata tipica di lui.



Viaggiamo per non so quanto, ma  la maggior parte del tempo penso solo a quanto sia bello sentire il suo calore e il suo profumo così vicini a me e che vorrei restare così per sempre.

Stavo quasi per immergermi in uno dei miei soliti sogni ad occhi aperti quando sento che stiamo rallentando  e alla fine la moto si ferma davanti ad una panchina che affaccia sul mare.

Il mare?? O mio Dio il mare!!!

< D-damon > balbetto incredula.

< Beh, volevi vedere il tramonto e ho pensato che nessun luogo e migliore del mare > mi spiega passandosi una mano dietro il collo, sembrerebbe quasi imbarazzato!

< Oh Damon! > quasi grido e mi getto letteralmente su di lui abbracciandolo.

Quando mi stacco non gli lascio nemmeno il tempo di fiatare che lo prendo per mano e lo trascino verso la panchina per poi sedermi e fissare il bellissimo paesaggio.

Il sole è completamente rosso e sembra così vicino da poterlo toccare.

I suoi raggi illuminano l’infinita distesa d’acqua rendendola ancora più bella, mentre gli uccelli volano liberi e indisturbato sopra le nostre teste.

Riesco a sentire il calore sulla pelle e il rumore delle onde che si infrangono contro lo strapiombo che si vede oltre la ringhiera.

Sembra davvero che io sia entrata in un film, ma non me ne dispiace.

< Grazie, è davvero bellissimo > mormoro e lui sorride passandomi un braccio intorno alle spalle.

< Spero che questo sia abbastanza per distrarti > risponde.

< A me basti solo tu > dico convinta ma anche un po’ imbarazzata, voltando tutto il corpo verso di lui.

Mi fissa con quei suoi occhi così belli che trasmettono incredulità e stupore, ma anche soddisfazione e trionfo.

Senza rendermene conto, fisso le sue labbra e mi avvicino lentamente.

Entrambi chiudiamo gli occhi quando le nostre labbra si sfiorano e sospiriamo quando il bacio diventa più appassionato e coinvolgente.

Ma non riesco a fare a meno di pensare a Klaus, al suo libro e ciò che contiene scritto al suo interno.

Non riesco a smettere di pensare che potrebbe non essere vero, sia per lui che per me.

Mi allontano di scatto e torno a fissare il mare che si muove lentamente in una danza senza inizio ne fine.

< Non ci riesco - mormoro triste – non riesco a non pensare che tutto questo potrebbe essere vero
solo per uno di noi. Io sento che mia madre ha ragione, che il nostro è un sentimento reale e puro, ma la possibilità che non sia così continua a venirmi in mente e tormentarmi > continuo sempre più sconsolata.

< Lo so, è così anche per me. Ma ti ho portata qui proprio per questo, perché tu riesca a liberare la mente e ascoltare solo il tuo cuore, lui non può essere condizionato > mormora più dolce e serio del solito.

< Come faccio, Damon? Come posso ascoltare il mio cuore? Ho paura che questo urli per il troppo dolore > rispondo io, finalmente riuscendo ad esprimere tutti i miei dubbi e le mie insicurezze.

< Chiudi gli occhi e ascolta > mi intima, posando le mani a coppa sul mio viso e accarezzandomi le palpebre con i pollici.


Cerco di liberare la mente il più possibile e ascolto il battere incessante del mio cuore.

Ci siamo solo io, i miei sentimenti confusi e la lieve pressione sugli occhi che accompagna ogni mio pensiero interno.

Sento che ci sono vicina, sto per avere una risposta alla domanda che tanto temo: io amo davvero Damon?

Faccio questa richiesta al mio cuore e lui fa un balzo e per un istante ho paura che smetta di battere.

Invece riprende la sua corsa con una foga inumana.

Poi più nulla, solo il nero totale rischiarato da un unico raggio si sole azzurro.
 
 
Angolo autrice:
Ciao!
Ok, so che in questo momento vorreste uccidermi e ne avete tutto il diritto, ma così non potrete sapere come va a finire!
Che cosa sarà successo a Linda??
Cosa avrà voluto dire sua madre con “ tra poco lo sarai ancora di più?
Cosa saranno il simbolo della disperazione e la prova dell’amore? E riusciranno a capirlo e a trovarli per salvare la piccola Linda??
Ma chissà!
Accetto scommesse al riguardo! xD
Tornando alle cose serie, ho notato che la storia ha subito un calo sia delle recensioni che delle visite e non posso fare a meno di pensare che sia colpa mia.
Non so come mai, forse è un brutto periodo per tutti e siamo un po’ indaffarati.
Per quanto riguarda il disegno, lo so cosa state pensando: Ma chi l’ha fatta questa schifezza?
Beh, lo so che fa schifo ma dopo tutto il lavoro che mi è costato non pubblicarlo mi dispiaceva.
Le mie amiche mi hanno detto che il sole sembrava un uovo al tegamino e le nuvole batuffoli di cotone volanti, per cui non preoccupatevi, nulla potrà ferirmi, dite pure quello che pensate!
Spero comunque che il capitolo sia piaciuto e ringrazio chi legge, chi recensisce e chi ha messo la storia tra preferite, seguite da ricordare.
Un bacione

Niko


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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


                                                                                         Capitolo 13
Inizio con il ringraziare enormemente le mie adorate 69withJoseph, Delena85, Elenina22, Lovelyvampire e _RadinA_ che recensiscono sempre la mia storia, mi danno consigli preziosi e mi fanno sentire speciale, senza di voi questa storia non andrebbe avanti:
           
                           QUESTO CAPITOLO E’ DEDICATO A VOI!!
 

 
Non so per quanto tempo rimango priva si sensi ma ad un certo punti il raggio di sole azzurro si allarga sempre di più fino ad invadere totalmente il mio campo visivo.

Riprendo a poco a poco il controllo del mio corpo e avverto tutti i muscoli del mio corpo contrarsi quando apro lentamente gli occhi e mi guardo intorno

La luce è forte e ci metto qualche secondo per abituarmi e mettere a fuoco le figure preoccupate davanti a me: Stefan ed Elena!

< Come ti senti? > chiede il primo.

< Bene, più o meno > rispondo mettendomi seduta con un po’ di fatica e notando di essere nella stanza di Damon.

 Come ci sono arrivata qui? L’ultima cosa che ricordo è il battito accelerato del mio cuore quando ho chiesto a me stessa se davvero sono innamorata di Damon.

< Che è successo? > domando spaventata e confusa.

< Sei svenuta, forse per il caldo. Damon ti ha portata a casa in braccio > mi spiega Elena

< Dov’è? > Temo che possa essere arrabbiato con me per non aver risposto alla sua domanda.

< Sono qui > risponde il diretto interessato entrando e sbattendo la porta dietro di sé.

Brutto segno!

< Vuoi riposare un po’? > mi chiede amorevolmente Elena con un sorriso sincero, questa ragazza è davvero la bontà fatta persona, mi spiace di aver pensato male di lei all’inizio.

< Dio, non è in fin di vita! Non ha rischiato di morire, è solo svenuta, smettetela di trattarla come una bambina! > sbotta Damon alterato, senza nemmeno guardarmi in faccia.

< E tu come sai che sto bene? Non ti sei neppure degnato di chiedermelo! Evidentemente non ti importa > mi arrabbio a mia volta, forse per la questione dell’Adattamento ma ora sono troppo occupata per pensarci ulteriormente.

< Vi lasciamo soli > mormora Stefan, trascinando con sé anche Elena.

Io sbuffo ripetutamente solo per rompere il silenzio che si è creato; non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi e lui non è da meno, non sento il suo sguardo su di me.

Dopo istanti interminabili la tensione accumulata è troppa e decido di spezzarla.

< Cosa è successo esattamente? Perché ho perso i sensi? > chiedo, sperando di riuscire a calmarlo.

Lui alza la testa di scatto e, dopo avermi fissata per un momento, si avvicina lentamente per poi sedersi sul letto davanti a me.

< Hai chiuso gli occhi e dopo poco sei diventata molto pallida e sei crollata, ho provato più volte a chiamarti ma sembravi in uno stato di coma profondo, così ti ho presa in braccio e portata qui di corsa > mi spiega e nel suo sguardo vedo che è tornato il mio Damon, quello dolce ma nel profondo.

< Grazie >  gli dico, avvicinandomi e circondandogli il collo con le braccia.

Sto per baciarlo quando lui inaspettatamente mi allontana, sciogliendo il mio abbraccio con le mani.

< Non posso Linda, finché non rispondi alla mia domanda non posso toccarti >

< Non puoi o non vuoi? > gli domando un po’ arrabbiata, delusa e ferita.

< Forse entrambe > risponde di getto e io sento le lacrime premere per uscire ma le blocco prima che sia troppo tardi.

Decido di dirgli la verità, di spiegargli esattamente che cosa ho provato prima di perdere i senti:

< E’ una sensazione molto strana, tutto il mio corpo teme che il mio amore per te non sia sincero, ma non ne è sicuro, mentre i cuore è convinto al 100% che sia tutto reale. E’ difficile ascoltare solo il
cuore e abbandonare le insicurezze > rispondo, contenta per essere riuscita ad esternare
perfettamente  i miei pensieri.

< Anche per me è così ed è strano perché fino a poco tempo fa credevo di non avere un cuore o almeno mi sforzavo di credere che fosse così. Il dubbio che sia tutta una farsa non mi abbandona nemmeno per un istante e la cosa è davvero estenuante > mi spiega, con tono irritato e stanco.

Ho paura; non capisco dove possa portare questo discorso ma un sospetto c’è e spero con tutta me stessa di sbagliarmi.


< E quindi? Che cosa vuoi fare, lasciarmi? > domando spaventata dalla mia stessa ipotesi e con le lacrime agli occhi.

Non voglio che finisca così, non dopo tutto quello che mi è costato arrivare fino a qui, insieme.

< No, perché sono arrivato alla conclusione che se anche ci provassi non ci riuscirei. Per questo voglio solo sapere se vuoi provarci, nonostante sia una pazzia, sia una causa persa in partenza e probabilmente ci farà soffrire entrambi, voglio sapere se vorresti provare > mi chiede guardandomi, visibilmente a disagio nel fare un discorso del genere, non è una cosa da tutti i giorni e per questo voglio godermela al meglio.

Certo con me è sempre stato più aperto, più disponibile al dialogo, ma non è mai arrivato a questi livelli.

< Provare a fare che cosa? > domando, sfoderando la mia migliore faccia da ingenua munita di occhi da cucciolo.

Lui mi guarda di sottecchi ma alla fine si arrende e sospira pesantemente, per poi continuare:

< Vuoi provare a superare questo ostacolo insieme a me? > usa quel tono dolce a cui non riesco a resistere.

< Sì! > rispondo prontamente, prima ancora di aver realizzato a pieno che è davvero così.


< Sul serio? Ne sei sicura? > è visibilmente sorpreso di aver ricevuto subito una risposta.

< Certo, farò di tutto pur di non abbandonarti, tu sei importante per me, anzi sei essenziale >

Spalanca gli occhi e apre la bocca per parlare e questa volta sono convinta che lo faccia ma dopo qualche secondo la richiude e si avvicina ancora di più a me, prendendomi per i fianchi e facendo scontrare le nostre bocche.

Fin dal principio è un bacio che non ha nulla di casto ma non è neppure rude o troppo impetuoso.

E’ semplicemente atteso, ricercato e passionale e pian piano diventa sempre più inteso, mentre lentamente scendo con lui sopra che accarezza ogni singola parte del mio corpo, facendomi fremere.

Ormai il mio corpo aderisce perfettamente al materasso e il suo a me.
 
Per me ogni volta con lui è come la prima, perché ogni volta mi concede di poter ascoltare il suo cuore che batte, bevendo il mio sangue e offrendomi poi il suo per guarire più velocemente.

E così succede anche oggi, lo amo con tutta me stessa mentre entrambi affrontiamo la lunga salita che ci porta al piacere più assoluto e mi ritrovo contenta al pensiero che nulla è cambiato ora che so la verità.

Provo le stesse forti, consumanti ed incredibili emozioni che provavo prima, ignara del destino crudele e intriso di dubbi che mi è stato riservato.
 
 
POV DAMON:

Sono sorpreso.

Piacevolmente colpito.

Ero convinto che dopo le ultime scoperte, amarla.. carnalmente non avrebbe avuto più lo stesso sapore, il dolce torpore che mi attraversa ogni volta che il mio corpo si fonde al suo.

Ho sempre bevuto il suo sangue e non nascondo che il timore di non riuscirmi a trattenere  c’è sempre stato.

E invece sono sempre riuscito a controllarmi, a respingere la stranamente leggera voglia di ucciderla, di privare il suo corpo di ogni singola goccia.

Mi è bastato sentire un suo live lamento di dolore misto al piacere per allontanarmi delicatamente e  abbandonarmi a tutte le piacevoli sensazioni che comporta il tornare umano temporaneamente.

Ed anche ora, che la abbraccio mentre lei è crollata per la stanchezza, sento che non c’è nulla di sbagliato in questo, deve essere così e basta, questo è il mio posto.
 
Basta, devo smetterla di intrattenermi con auto-sedute psichiatriche che non fanno altro che confondermi ulteriormente!

Decido di abbandonarmi anche io ad un sonno profondo e magari qualche bel sogno che preveda Linda, il suo profumo e magari anche la sua biancheria intima sexy, quando il suo telefono prende a squillare ininterrottamente e fastidiosamente.

Rispondo prima che quel rumore irritante la svegli.

< Pronto? > dico, non riuscendo a trattenere del tutto la seccatura.


< Damon, sei tu? – no, sono un ovetto di Pasqua! – Comunque sia mi passeresti Linda, ho una cosa importante da chiederle > mi risponde Caroline, anche lei particolarmente entusiasta nel sentire la mia voce.

< Non posso sta dormendo, che vuoi? > taglio corto, sperando di poter tornare ai miei sogni non proprio casti.

< C’è un ballo stasera e ho bisogno di più gente possibile perché sia un successo! Voi venite vero? Stefan ed Elena, Bonnie e Jeremy, io e Tayler ci saremo! Verranno persino Alaric e Jenna! Sarà una festa stile 1864 e poi si riunisce anche il consiglio non potete mancare altr.. > inizia con i suoi soliti attacchi logorroici.

< Sì, ci saremo. A dopo > la interrompo, consapevole del fatto che non mi avrebbe dato pace altrimenti.

Chiudo la chiamata senza dare il tempo alla bionda di ribattere e poso il telefono sul comodino al mio fianco, per poi sistemarmi meglio accanto a Linda, sperando di non svegliarla.

Ma subito dopo il suo respiro si fa più leggero e le sue palpebre si muovono impercettibilmente.

< Chi era? > mormora con la voce ancora impastata dal sonno.

E’ tremendamente sexy con quel timbro, i lunghi capelli sparsi sul cuscino e il lenzuolo di lino bianco che lascia intravedere il suo corpo nudo al di sotto.

< Caroline che ci ha invitato ad un ballo questa sera > rispondo senza dare troppo peso alla cosa, abbracciandola da dietro e facendo aderire la sua schiena calda al mio petto.

< E tu le hai rifilato un bel bidone, vero? > mi chiede speranzosa e preoccupata dell’esito.

< No, le ho detto che ci saremo e non fare quella faccia perché sai benissimo che altrimenti non mi avrebbe più dato tregua > le rispondo  e lei mi dà ragione alzando le spalle.

< Che tipo di ballo sarà? E chi verrà oltre a noi poveri malcapitati? >
 
< Da quel che ho capito dal discorso senza senso di BarbieVampire, ci saranno anche tutti gli altri e sarò una festa in stile ottocentesco per permettere al consiglio di riunirsi > le spiego svogliatamente.

< In che senso “ in stile ottocentesco”? dove lo trovo io un vestito pomposo da mettere?! > sbotta subito.

Oh, le ragazze e i loro vestiti!

Linda scatta subito giù dal letto, incurante del fatto di essere completamente nuda, e cammina avanti e indietro per la stanza borbottando qualcosa del tipo “ stupida Caroline” e “ shopping sfrenato”.

Sarà meglio intervenire prima che la cosa degeneri.


< Ora tu ti calmi, indossi la biancheria intima e mi aspetti qui, capito? > le dico, alzandomi a mia volta e afferrandola per le spalle in modo da fermarla.

Lei mi guarda negli occhi, sospira e poi si dirige verso l’armadio per ricavarne qualcosa con cui coprirsi.

Se non sbaglio, in soffitta dovrebbero ancora esserci i miei vecchi vestiti che indossavo nel 1864 e perfino qualcosa di Katherine.

Se non ricordo male dovrebbero essere nel baule di Stefan, ed infatti..

Eccoli!!


Tra le mani mi capitano proprio i vestiti che indossavamo io e Katherine la sera del nostro ballo insieme, quando poi è andata a fare una visitina anche a mio fratello.

Pensavo che questi ricordi mi avrebbero fatto male e in effetti è così, ma non perché senta la sua mancanza, anzi.

Fanno male perché mi ricorda quanto sia stato stupido e quanto i sentimenti che provavo a quei tempi non sono nulla a confronto con quelli di adesso.

E incredibile come quella ragazzina, la mia ragazzina, sia riuscita a guarirmi da tutto il male che avevo dentro.


Non sento neppure il consueto bisogno di uccidere quando le cose si fanno difficili da gestire o da affrontare.
 
Basta con questi pensieri mielosi, Linda mi sta aspettando e spero di riuscire a stupirla.


Scelgo proprio quei due vestiti e facendo attenzione a non rovinarli scendo al piano di sotto e entro nella mia stanza, dove Linda mi attende seduta sul letto a gambe incrociate.

< Guarda che ti ho portato > esclamo più entusiasta di quanto dovrei essere, mostrandole il raffinato vestito di seta azzurra scura con ricami in oro e merletti vari.

< Oh mio Dio è bellissimo, ma dove lo hai preso? > mi chiede anche lei contenta.

< Era di Katherine > rispondo noncurante.

A quel punto la sua faccia passa da un ampio sorriso a un’espressione di chiaro disgusto.

< E tu hai conservato i suoi vestito dopo aver passato 145 anni a cercare di liberarla da una prigione in cui non è mai stata? > sbotta abbastanza inc.. ehm, arrabbiata.

< Sì, perché? > domando innocentemente, davvero non capisco quale sia adesso il problema.

< Perché? Lei è una parte importante del tuo passato e il fatto che conservi i suoi oggetti è un chiaro segno che tu non l’hai ancora dimenticata! >

< Questo non è vero e tu lo sai. Ho deciso di tenere i suoi affetti solo per ricordarmi di quanto sono stato idiota nel passato. E con passato non mi riferisco solo a Katherine ma anche ad Elena. Tutto questo mi ricorda quanto sia diversa, quanto tu sia il mio presente e spero anche il mio futuro > le dico dolce, sperando di quietare li animi.

Tanto siamo soli e con lei posso anche tornare ad essere il ragazzo dolce e gentile che ero prima di incontrare Katherine e dichiarare guerra al mio stesso fratello.

 < Sì Damon > mi dice lei, confondendomi.

Inarco un sopraciglio per porgli una domanda tacita e lei si avvicina e mi abbraccia, posando la testa sulla mia spalla.


< Sarò il tuo presente  e anche il tuo futuro > risponde.

Provo un forte desiderio di abbracciarla e lo faccio, perché adesso non devo più temere di non essere ben  accetto, perché adesso ho finalmente trovato quella persona che mi ama tanto quanto io amo lei.
 
 
 
Angolo autrice:


Salve!
Scusate il madornale ritardo, avevo promesso di postare Mercoledì e oggi è Lunedì, sono imperdonabile.
Spero comunque che qualcuno  avrà pietà di me deciderà  ugualmente di leggere e magari lasciare una piccola recensione.
So che il capitolo non è molto emozionante ma l’azione arriverà presto, anche perché non manca molto alla fine.
Ho deciso che saranno esattamente 17 capitoli.
Detto questo, ringrazio che legge, recensisce, chi inserisce la storia tra preferite, seguita, da ricordare.
Bacioni a tutti

Niko
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


                                                                                      Capitolo 14

POV DAMON:

< Allora, sei pronta??? > domando spazientito.

Sarà almeno mezz’ora che Linda è chiusa nel nostro bagno per provarsi il vestito e sembra non voler più uscire.

< Arrivo! Come sei impaziente! > mi urla da dietro la porta, che dopo qualche lunghissimo istante si apre lentamente.

< Mi sento tanto una bambola di porcellana, non sono sicura che mi stia bene > mi arriva un mormorio distante ma non do peso al significato di quelle parole.

Una figura raffinata ed elegante si avvicina a me all’interno di un vestito che sembra fatto su misura per lei, anche se non le appartiene.

Il suo corpo è fasciato dal sottile tessuto azzurro che le stringe perfettamente il busto per poi allargarsi in una gonna pomposa che ricade leggermente arricciata fino a terra.

I suoi lunghi capelli sono raccolti in una crocchia ordinata, tranne ap
itolo 14
per pochi boccoli ribelli sciolti ai lati delle guance lievemente arrossate.

Il suo petto è ancora più pieno del solido, forse per via del corsetto, che sembra darle meno fastidio di quanto dovrebbe.

E i  suoi occhi non sembrano più così simili ai miei: certo, il colore è sempre lo stesso, ma quella luce, quella scintilla che li illumina e li fa brillare io non potrò mai averla.

Perché ha origine dalla sua anima; un’anima così pura, innocente e bellissima che è estremamente facile paragonarla all’angelo che racchiude dentro di sé.

< Sei bellissima > sussurro  meccanicamente, quasi senza accorgermene.

Un sorriso un po’ imbarazzato si fa strada sul suo volto che mi provoca un armai consueto moto di tenerezza.

< Sei bellissima > ripeto.

Mi avvicino e la abbraccio di slancio, stringendola a me il più possibile, in modo da sentire ogni singola parte del mio corpo a contatto con il suo.

< Anche tu; dovresti indossare lo smoking più spesso > mi risponde.

Chissà se lo pensa davvero.

Di certo non le piacerebbe più tanto se sapesse che ho indossato quest’abito prima di andare a letto con Katherine.

Il pensiero mi fa sorridere ancora di più   ed io automaticamente aumento l’intensità della presa.

< Ehi, ehi! Così mi soffochi! > mi sgrida ridacchiando.

Passa qualche minuto ma non do cenni di volermi allontanare e lei non sembra dispiacersene.

< Sei sicura di voler andare? > “ infondo sei svenuta di colpo e sono preoccupato” vorrei aggiungere ma so che non ce n’è bisogno, lei capisce al volo tutto ciò che penso.

<  Sì. Anzi,sarà meglio andare o Caroline ci farà un altro dei suoi lunghi discorsi > mormora e dopo un po’  si distacca lentamente dal mio abbraccio.

Io mi ricompongo e mi schiarisco la gola un paio di volte per poi annuire, come se fossi stato colto in fragrante mentre stavo facendo qualcosa che non andava fatto.

Perché poi, non si sa.

Insieme usciamo dalla pensione e ci dirigiamo verso la mia Camaro azzurra.

< E ora si presenta il vero problema > mi dice con fare saccente e profetico, come se stesse
annunciando una novella

Io alzo un sopraciglio in risposta, per simboleggiare una domanda tacita palese.

Lei fa un sorriso, una sorta di ghigno laterale che assomiglia in modo incredibile al mio.

E’ come guardare allo specchio la propria versione femminile.

< Dobbiamo riuscire a farmi entrare in macchina senza rovinare il vestito.. o me > continua scherzosamente, strappandomi un sorriso sincero.

E’ bello scherzare e ridere insieme a lei, perché non mi sento costretto a farlo per non pensare a tutte
le cose che stanno accadendo, lo faccio perché mi viene spontaneo.

Guardandola attentamente, oltre la classica raffinatezza e il suo sguardo gentile e penetrante, si nota appena che ha un equilibrio instabile.

Ed è qui che mi viene un’idea.

< Che ne dici di questo metodo > sussurro, arrivandole alle spalle con la mia velocità vampiresca per poi  prenderla per i fianchi, sollevarla e posarla sul sedile anteriore, dalla parte opposta rispetto a quella del guidatore.

Poi “corro” dall’altra parte e mi siedo davanti al volante, guardandola, soddisfatto del mio operato.

Lei, una volta smaltito lo shock e la sorpresa, ridacchia per i miei modi un poco drastici e si accomoda meglio sul sedile di pelle chiara.

< Beh, direi che come risultati non è niente male il tuo piano > mi da ragione, ma quando mai io non ho avuto ragione???

“ Beh, tanto per cominciare” inizia la mia vocina pestifera, ma questa volta non ho alcuna voglia di ascoltarla, per cui la rilego in un angolo non troppo buio della mia mente incasinata e la metto  tacere.

Con una delle mie classiche sgommate che consumano in una sola volta tutte e quattro le ruote, partiamo diretti verso villa Lockwood, verso una noiosissima festa per adulti ubriaconi o adolescenti in crisi ormonale, ma almeno sarò insieme a lei.
 
 
POV LINDA:

 
Certo che fa uno strano effetto.

Attraversare l’immenso giardino accuratamente decorato avvinghiata ad un vampiro nei nostri vestiti d’epoca che si adattano perfettamente alle persone e agli addobbi circostanti.

Salutare i propri conoscenti  non con un: “ Ehi, ciao!”  ma con un leggero inchino, non troppo accentuato sia per rispetto delle usanze sia per non rischiare di perdere il già precario equilibrio.

Ascoltare senza particolare interesse il tuo accompagnatore e il sindaco della città, la signora Lockwood, nonché madre di Tayler, conversare segretamente dell’imminente riunione del consiglio per discutere della situazione riguardo alla questione “vampiri in città”.

Sono così concentrati a confabulare che la donna nemmeno si è resa conto della mia presenza fino a quando non getta un’occhiata fugace intorno a se e si sofferma su di me più del dovuto.

< Damon, lei chi sarebbe? Credo abbia ascoltato ogni singola parola di quanto detto > dice, interrompendo il discorso del vampiro che divertito alterna lo sguardo da lei a me.

< Carol, lei è Linda,non devi preoccuparti, sa tutto e abita con me e Stefan alla pensione > replica.

Ora che ci penso, a parte il gruppetto delle Super Chicche, non ho conosciuto nessun’altro qui a Mistic Falls, eppure è già un po’ che sono arrivata.

Volendo restare in tema ottocentesco, questo può essere considerato come il mio debutto in società!

< Strano, nessuno ha parlato d una nuova arrivata. Benvenuta cara > mi dice sorridendo e porgendomi la mano, ma c’è un certo tono di malcelata diffidenza che percepisco nella sua voce leggermente stridula.

< Piacere mio. Non ho ancora avuto la possibilità di conoscere molte persone, effettivamente; diciamo che coglierò questa occasione per presentarmi in grande stile > le rispondo con uno sguardo superiore, facendola allarmare.

Andiamo, voglio solo giocare un pochino!

Ma lei sembra non averlo capito e rivolge a Damon uno sguardo preoccupato e allo stesso tempo ammonitore.

< Tranquilla Carol, stava solo scherzando. Sa di noi ma non è un vampiro. In realtà è per metà angelo  e per metà umana. In teoria dovrebbe essere un’arma per uccidere Klaus > dice.

E la bomba è sganciata!

Seguono pochi minuti di silenzio e poi la donna sembra riprendersi dallo shock e guardare entrambi
infuriata.

< E si può sapere perché io, il sindaco della città, ne vengo a conoscenza solo ora? Se Klaus morisse non solo si garantirebbe la pace ma non saremmo più costretti a vedere i suoi ibridi in giro per la città come se niente fosse! > ora più che adirata mi sembra entusiasta; meglio così.

< E’ un po’ più complicata la questione, ma non mi pare ora il momento più adatto  per parlarne, io propongo di farmi entrare nel consiglio e discuterne con il resto dei membri > propongo.

< Certo! > < No! >

Due risposte differenti mi arrivano contemporaneamente  ed  entrambe guardiamo incuriosite
Damon in cerca di una spiegazione per il suo diniego.

< E’troppo pericoloso per lei farne parte e poi non fai nemmeno parte delle famiglie fondatrici. Potremmo semplicemente esporre la cosa a Carol e Liz e lasciare tutti gli altri al sicuro nella loro ignoranza. Il sapere non è mai simbolo di protezione > ribatte con quel suo tono sexy che usa per convincere le persone senza il bisogno di ammagliarle, cosa che risulterebbe difficile con un sindaco carico di verbena fino al midollo.

Che sbruffone, spera di poterla avere vinta sporgendo leggermente le labbra, allargando impercettibilmente i suoi occhi azzurri e tirando fuori qualche vecchia frase da romando inglese.

Mi auguro che la signora Lockwood gli tenga testa degnamente!

< Hai ragione, faremo così! >

Come non detto!

< Vado a cercare Liz per aggiornarla della situazione > continua e in meno di un secondo è sparita tra la folla di gente.

Ora siamo soli; io, Damon e il suo sorriso sornione che prenderei volentieri a schiaffi!

< Se fossi in te non mi compiacerei tanto, non ho alcuna intenzione di demordere e poi.. > gli dico.

< E poi? > mi incalza lui.

< E poi lo so che lo fai solo per proteggermi quindi sei perdonato >gli rispondo e mi avvicino, cercando di sembrare un minimo sensuale, e lo bacio.

Di certo questo contatto non lo infastidisce e infatti dopo poco cerca di approfondire ma io mi allontano prima che la cosa degeneri.

< Questo è un ballo, signor Salvatore, e  di norma si dovrebbe danzare. Lo trovo un ottimo inizio per il mio grande debutto > dico, prendendolo un po’ in giro e fermando così il suo tentativo di protesta.

Mi sorride mostrando i suoi denti fini e bianchissimi, un sorriso sincero che ho imparato a distinguere dai falsi fin da subito, e mi porge la mano con il palmo verso l’alto e  fa addirittura un piccolo inchino con l’altro braccio leggermente nascosto dietro la schiena.

< In questo caso, mi concederebbe l’onore di farmi da dama? Così tutti verranno anche a conoscenza del fatto che siete di mia proprietà, solo mia >

“Ma chi si crede di essere per poter rivendicare diritti di proprietà? Tu sei tua, anzi noi siamo nostre!!

Digli di no! Digli di no!” suggerisce la mia vocina interiore.

< Con molto piacere > rispondo invece, ignorando le proteste di Mary e poggiando delicatamente la mia mano sulla sua, in modo che i nostri palmi aderiscano come poche ore prima avevano fatto i nostri corpi.
 
Ci dirigiamo verso  il centro della sala; lui con passo fiero e sorriso strafottente, io cercando di non inciampare nella gonna del vestito che arriva fino a terra e felice per aver avuto l’ennesima piccola conferma di essere importante per lui.

Ci fermammo esattamente al centro, uno di fronte all’altro, e solo in quel momento noto che ci siamo solo noi in pista, ma una discreta folla di persone si è radunata ai lati della sala.

Fra questi scorgo anche Alaric e Janna che si guardano con quella luce negli occhi che hanno solo le persone innamorate.

Poco più in là distinguo anche le figure di Elena insieme a Stefan e di Bonnie abbracciata a Jeremy.

Tutte e tre le coppie ci stanno fissando in attesa dell’inizio.

< Spero solo di non farti fare brutta figura, non sono proprio una ballerina eccellente > mormoro, un po’ in ansia.

< Ti fidi di me? > mi chiede con un sorriso.

< Beh, mi sembra di averti dimostrato più volte di sì >

< Allora non ci saranno problemi >

Pochi secondi e una melodia lenta e regolare si diffonde nella stanza, mentre Damon posiziona velocemente le mani al loro posto e con gli occhi mi intima di fare lo stesso.

Iniziamo a muoverci abbastanza lentamente, senza passi troppo difficili, mi basta lasciarmi guidare da lui e isolarmi in un mondo solo nostro, della nostra danza e del nostro amore.

Dimentico presto tutto il resto, tutte le persone che si staranno probabilmente chiedendo chi sia questa strana ragazzina che balla con lo scapolo più ambito di tutta la città.

“Mica male sorella” ci scherza su Mary e insieme ci mettiamo a pensare a cosa significhi tutto questo.

Posso ufficialmente considerarmi la sua ragazza?

Solo perché stiamo ballando insieme davanti a tutti?

E’ anche vero però che è stato lui stesso a definirmi “la sua ragazza”  a tutta l’allegra banda.

La sua voce mi riporta alla realtà e fa in modo che possa rimandare ulteriormente la questione.

< Preparati, ora si gioca > mi sussurra con le labbra mooolto vicine al mio orecchio.

Oh, che avrà in mente??

Neanche il tempo di pensarlo che mi sento sollevata dalle sue mani forti e  tenuta sospesa per quella che mi pare un’eternità, mentre in realtà è giusto il tempo di fare due o tre piroette.

Ma io mi incanto nuovamente guardando il suo bellissimo viso, le sue labbra perfette, che hanno il sapore più buono che io abbia mai avuto il piacere di gustare nei miei 16 anni, e infine i suoi occhi.

Di un azzurro incredibile, attraente, irresistibile. Sono molto diversi dai miei, il suo sguardo è penetrante e furbo, come il mio, ma raramente perde quella mal celata ironia.

E se sai guardare fino in fondo, più con il cuore che con la vista, noti anche uno spiraglio di luce, di felicità che all’inizio non aveva.

Il pensiero di essere io a causare quello spiraglio mi colma il cuore di gioia, ma anche di paura.

Sì, paura. Perché quando ami una persona con tutto te stesso, disperatamente e incondizionatamente, questa persona ha in mano il tuo destino, la tua felicità e non puoi non temerne
il risultato.

Eppure quegli occhi, quella luce, mi danno la speranza di avere anch’io il suo cuore tra le mani, e nulla mi renderebbe più felice.

< Sei brava, angioletto, ma fa attenzione a non distrarti troppo > mi intima la sua voce, riportandomi per l’ennesima volta alla realtà.

Basta con questi pensieri, godiamoci il momento!

< Fammi vedere di cosa sei veramente capace > lo sfido e lui non se lo lascia ripetere due volte.

Avvicinando ulteriormente il suo corpo al mio inizia a muoversi, girare e volteggiare, unendo anche dei passi di cui ignoravo l’esistenza.

E io lo seguo, probabilmente risultando agli occhi esterni come una ballerina formidabile, quando non sono altro che una marionetta nelle sue mani.

Anzi, una piuma o un gioiello. Perché la delicatezza dei movimenti, la facilità con cui guida entrambi i nostri corpi e la cura dei minimi particolari lasciano intendere che mi consideri come un qualcosa che potrebbe facilmente sfuggire o rompersi fra le sue mani.

E’ un magico incanto, un’esperienza travolgente e unica, una fiaba mai scritta.

Pur troppo, come ogni fiaba che si rispetti, anche questa ha una fine.

Un finale degno di film, perché proprio nel momento in cui credo di aver acquisito un minimo di maestria, la musica si interrompe e subito le labbra di Damon si avventano sulle mie, in un bacio che però è dolce e armonioso, esattamente come l’intera danza.

Un coro di applausi si solleva intorno a noi, rovinando il momento romantico ma  suscitandomi anche gioia ed imbarazzo.

< Come debutto mi sembra riuscito molto bene, dovremmo farlo più spesso > mi stuzzica lui, portandomi ad una risata.

Sorrido a tutte le persone che si sono avvicinate per farci i complimenti e per capire chi sia “la nuova arrivata in città”, quando un improvviso giramento di testa mi fa perdere il già precario equilibrio e mi annebbia leggermente la vista.

Se non fosse per il braccio di Damon che mi tiene stretta per la vita, sicuramente sarei finita a terra.

Ma appena sente il mio corpo irrigidirsi e indietreggiare leggermente, la presa aumenta e mi domanda prontamente:

< Ti senti bene? >

< Credo di sì, ma forse tutto quel volteggiare non è stata una grande idea. Mi gira la testa è ho un po’
di nausea. Portami a casa, per favore > sussurro in risposta e lui si limita ad annuire, facendo segno ad Elena e Stefan di raggiungerci prima di uscire dalla villa.

Una volta fuori, Damon mi fa sedere su una graziosa panchina in legno, mentre vedo i ragazzi uscire dal portone e affrettarsi per raggiungerci.

< Credi che questi malori possano avere qualcosa a che fare con i tuoi poteri? > mi chiede Damon.

E’ la domanda che anche io mi sono posta fin dall’inizio.

< No, non penso. – rispondo sinceramente – Non so dirlo con esattezza ma la sensazione è diversa rispetto a quella di una crisi. Forse mi sbaglio, ma qualcosa dentro di me mi dice che il mio essere angelo non c’entra nulla > spiego, frustrata dalla situazione.

< Qualsiasi cosa sia, vedrai che la supereremo, magari è solo una banale influenza > si intromette Elena, incoraggiandomi con le sue parole unite ad un sorriso sincero e luminoso.

< Sì, hai ragione. Meglio andare a casa, adesso > dico alzandomi.

Tutti concordano con me e separandoci ci dirigiamo verso le rispettiva macchine, per poi partire
diretti al pensionato Salvatore.

 
   
Una volta arrivati, per prima cosa mi sdraio sul divano e mi libero dei tacchi scomodi.

Vorrei davvero sapere chi ha inventato una diavoleria simile e chi è quel genio che ci è andato dietro definendoli “alla moda”.

< Come ti senti? > mi chiede un premuroso Stefan, mente Damon si limita a sollevarmi delicatamente la testa per poi sedersi e farla aderire al suo petto, accarezzandomi i capelli.

< Vuoi qualcosa di caldo? > aggiunge Elena.

< No, credo di star.. > nemmeno il tempo di finire la frase che lo stomaco mi si attorciglia e un conato mi fa scattare come una molla verso il bagno, che per fortuna non è troppo distante.

Come un fulmine raggiungo la stanza e sedendomi sul pavimento rigetto tutto nel water, mentre la mia bocca viene invasa da un sapore acido e rivoltante.

Solo quando ho finito, mi accorgo che  Damon mi ha raggiunta e mi ha tenuto i capelli per tutto il tempo, assistendo allo spettacolo.

< Non eri costretto a vedere > mormoro sfinita, abbandonandomi ulteriormente sulla superficie fredda .

< Sì, invece > replica, serio, mentre mi prende in braccio e anziché riportarmi in salotto ci dirigiamo verso quella che ormai è la nostra stanza.

Spalanca con una spallata la porta già aperta e mi posa sulla mia parte del letto, per poi stendersi dalla sua.

< Mi dispiace > mormoro, sfinita e con le palpebre pesanti.

< Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno >

< Pensi che ci sia  qualcosa che non va in me? > domando di getto, senza nemmeno riflettere.

Non mi ero neppure accorta di aver formulato questo pensiero, ma c’è la possibilità che il problema non sia legato ai miei poteri ma al mio stesso essere un ibrido.

< No, tu sei perfetta così come sei > mi risponde, abbracciandomi da dietro e riprendendo ad accarezzarmi i capelli.

Non resisto più e lascio che il mio corpo scivoli in un sonno profondo, atteso e meritato.

Ho giusto il tempo di sussurrare e sperare che riesca a sentirmi:

< Anche tu lo sei, sei perfetto per me >
 
 
 
Angolo autrice:

Ciao!
Per farmi perdonare dei 9 giorni di ritardo vi posto dopo soli 4 giorni questo capitolo lunghissimo, spero vi piaccia!
Secondo voi che cosa ha Linda???
Accetto scommesse a riguardo ma non intendo rivelare nulla, perché sono cattiva ah, ah ,ah!
Scherzi a parte, non preoccupatevi, è più banale di quanto possa sembrare, relativamente, ma di certo non è influenza!
Per quanto riguarda Klaus, aspettatevi un suo imminente ritorno.
Come sempre ringrazio chi legge silenziosamente, chi inserisce la storia tra preferite, seguite o/e da ricordare e in particolar modo chi recensisce.
Sono arrivata a quota 53 recensioni e non mi sembra nemmeno vero! GRAZIE!
Un bacio
 
Niko

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


                                              Capitolo 15
 
 

Speravo di svegliarmi come ogni mattina con il sole che mi infastidisce le palpebre e il respiro di Damon che mi solletica il collo e invece quando apro gli occhi vedo solo il buio intorno a me.

E’ ancora notte fonda e accanto a me c’è solo un freddo materasso coperto malamente da lenzuola scompigliate; Damon deve essersi alzato già da un po’.

Ma quello che mi preoccupa di più e il profondo senso di fastidio che avverto al centro dello stomaco, molto simile a quello provato la sera, prima di correre in bagno a vomitare.

E infatti non passa nemmeno un secondo che sono costretta a precipitarmi verso il bagno correlato
alla stanza e riversare il poco che mi è rimasto nello stomaco all’interno del water.

Non ce la faccio più ad andare avanti così, se almeno sapessi perché mi sento così schifosamente male, potrei mettermi il cuore in pace ed accettare la cosa.

Esasperata, esco da entrambe le stanze e scendo lentamente le scale, alla ricerca di Damon ed uno dei suoi abbracci miracolosi, quelli che mi fanno sentire protetta ed amata nonostante tutto quello che succede intorno a noi.

Vago un po’ per la casa senza alcun successo, finché non sento delle voci abbastanza concitate discutere fra loro cercando di mantenere un tono basso: Damon e Stefan.

Cerco di capire da dove provengano e di riuscire a raggiungerli ed infatti arrivo in salotto dove i due sono in piedi uno di fronte all’altro e discutono di qualcosa che all’apparenza sembra essere molto importante.

Sono così presi che non si sono accorti del mio risveglio, né tantomeno della mia presenza dietro al muro che divide la stanza dall’ingresso.

< Non puoi dirglielo Stafan, è  ancora troppo sconvolta! Come pensi che reagirebbe? > sbotta un Damon piuttosto nervoso.

< Ha il diritto di saperlo e almeno non si farà paranoie inutili cercando di capire cos’abbia! > ribatte svelto Stefan, più infervorato e convinto che mai.

< Credi davvero che qualsiasi sia la fantasia su cui punterà sarebbe peggiore della realtà??? > domanda Damon, visibilmente spazientito; sta facendo uno sforzo per non staccare la testa al fratello in una sola e veloce mossa da vampiro.

A questo punto non riesco più a resistere, la consapevolezza che si stanno riferendo a me e che l’argomento centrale sia un qualcosa di notevolmente sconvolgente mi avvolge la mente come un velo scuro  e spinge il mio corpo a muoversi nella loro direzione; un passo lento alla volta.

< Che cosa state cercando di nascondermi? > mormoro impaurita e l’eco della mia stessa voce mi risuona nella testa come sconosciuta e mi risveglia dal torpore in cui ero caduta senza rendermene conto.

Non credo di essere abbastanza forte per sopportare un’altra verità; non ora, non su di me.

< Linda > sussurra Damon stupito, mentre Stefan si limita a guardarmi, anche lui preoccupato ma si
vede che è soddisfatto, ora il fratello maggiore sarà costretto a dirmi tutto, proprio come vuole lui.

< Damon, che cosa non mi vorresti dire? > ripeto, non del tutto convinta di volerlo sapere

< Abbiamo letto il.. > inizia subito Stefan ma viene interrotto dalla furia del fratello che si avventa su di lui facendolo cadere a terra e stringendo una mano attorno al suo collo.

< Sta.Zitto > soffia con i canini sfoderati e gli occhi intrisi di rosso, messi in evidenza dalle venature particolarmente marcate sotto di essi.

Meglio intervenire, prima che qualcuno si faccia male, anche perché temo che quel qualcuno non sarebbe di certo Damon.

Mi avvicino lentamente a lui e poso una mano sulla sua spalla, delicatamente, come si farebbe con un gatto selvatico abbandonato.

< Lascialo, Damon. Ti prego, parlami > quasi lo supplico, cercando di nascondere il lieve tremore della mia voce leggermente arrochita.

 Lui mi guarda un po’ spaesato, con i suoi grandi occhi tornati azzurri leggermente spalancati, mettendo in risalto le folte ciglia nerissime e alla fine si rialza, spolverandosi i jeans con le mani aperte e mettendosi proprio di fronte a me,  incollando lo sguardo al mio.

< Noi.. abbiamo pensato che magari il libro che ti ha dato Klaus avrebbe potuto dirci qualcosa sul perché dei tuoi malori e.. > si interrompe, incapace di andare avanti.

Ma ormai sapevo troppo, o forse non sapevo abbastanza, per potermi fermare.

< E?? > domando, incurante del tremore e dell’ansia che traspaiono dalla mia voce.

< E abbiamo scoperto che la tua parte angelica è strettamente legata a quella demoniaca di Klaus, per
questo il tuo corpo potrebbe risentire della sua vicinanza > continua lui, rendendomi ancora più confusa.

< Che intendi dire con “risentire della sua vicinanza” e perché non è successo nulla quando l’ho incontrato? > chiedo sempre più preoccupata, non ci capisco più nulla, tutto questo è davvero troppo.

< Klaus deve essere tornato in città e i tuoi poteri da angelo vogliono avvisarti, per questo stai male. Probabilmente prima non hai accusato nessun sintomo perché non eri ancora in grado di gestirli, ma ora che sai controllarti, i tuoi poteri si sono amplificati > mi spiega premuroso e cercando di essere delicato, come se una parola sbagliata potesse farmi scattare.

E invece non faccio assolutamente nulla: non mi muovo, non parlo, quasi smetto di respirare, l’unica cosa che mi riesce fare è cercare di assimilare lentamente il vero significato di quelle parole.
Klaus è tornato; probabilmente avrà trovato un modo per aggirare la profezia e ora è venuto per uccidermi.

La vista mi si annebbia ma solo quando sento il sapore salato delle mie lacrime mi rendo conto che sto piangendo.

Eppure non vorrei piangere, non sento gli occhi pizzicare e dentro di me so che potrei trattenermi, ma non riesco ad impedire la discesa di quelle stupide gocce, il simbolo della mia debolezza.

< No, Linda > mi intima Damon avvicinandosi.

< N-non riesco a s-smettere > piagnucolo mentre le sue forti braccia mi circondano e mi stringono a sé, regalandomi quell’abbraccio il cui bisogno mi ha spianta ad andarlo a cercare.

< Shh, non preoccuparti, non permetterò che ti accada nulla di male > mi coccola un po’, mentre Stefan ha già abbandonato silenziosamente la stanza e probabilmente l’intera casa, per avvertire la sua bella del pericolo imminente.

<  Ho paura Damon  > confesso, mentre il pianto si attenua piano, lasciando libero arbitrio ai singhiozzi rumorosi.

 < Non devi > mi risponde solamente, ma aumenta la stretta, come per volermi tenere più al sicuro vicino a lui e questo basta a farmi  calmare completamente e ad infondermi quel po’ di convinzione che mi è necessaria per non crollare nuovamente.

< Grazie > mormoro, per poi avvicinarmi alle sue labbra e donargli un dolce ed innocente bacio a stampo, non vorrei riuscisse a capire che ho vomitato di nuovo.

POV DAMON:
 
Entro al Grill, sbattendo forse un po’ troppo rumorosamente la porta.

Sono frustrato per tutto quello che abbiamo scoperto questa notte, per tutto quello che sta passando Linda.

Ciò di cui ho più bisogno in questo momento è un buon bicchiere di Bourbon e una chiacchierata con il mio migliore amico: Alaric.

Mi avvicino con passo sicuro e con un finto sorriso al bancone, ben sapendo che sarei riuscito ad ingannare tutti i presenti, dal primo all’ultimo, ma non lui.

Lo trovo già con una bottiglia di birra tra le mani, come tutte le altre volte del resto.

< Ehi! Ti sei già messo all’opera, senza di me?? > lo saluto scherzosamente, perché riconosco che lui sia una delle poche persone rimaste che ancora riescono a sopportare la mia ironia, o più semplicemente sopportano me.

< Yep! Allora amico, cosa è successo di così tragico da dovermi svegliare alle sette del mattino? Ti avviso che sto prendendo in considerazione l’idea di cambiare numero di telefono! > mi dice lui fingendosi irritato.

Io aspetto di sedermi sullo sgabello accanto a lui, prendere il bicchiere di liquore ambrato fra le mani e sentirlo scendere lungo la gola per un momento in fiamme, per poi rispondere:

 < Abbiamo scoperto, tramite il libro che Klaus ci ha fornito, che lui e Linda sono legati e il motivo per
cui lei in questi giorni si sentiva così male è proprio il frutto di questo loro legame; pare sia il modo che i suoi poteri utilizzano per avvisarla della vicinanza di Klaus nei paraggi > spiego pazientemente, facendo uno sforzo enorme per trattenermi dal digrignare  i denti e mostrare i canini o anche solo per non frantumare il bicchiere.

Sono veramente furioso, il che è abbastanza consueto per me, ma questa volta è diverso.

Sento quello che ora  è il mio sangue e che prima apparteneva a qualcun altro pulsare e ribollire nelle mie vene, provocandomi uno strano senso di ira mista a onnipotenza e protezione.

Se Klaus fosse qui, davanti a me, in questo preciso istante, sarei in grado di ucciderlo, forse; se solo avessi a disposizione un paletto di quercia bianca, levigato ed appuntito al punto giusto, né poco per non rischiare di romperne la punta ne troppo perché in quel caso non soffrirebbe ed io voglio farlo soffrire, almeno quanto Linda in questo momento, vorrei sfidare su di lui tutte le pene che stanno opprimendo noi, impedendoci di vivere a pieno.

E che cazzo! Dopo 145 anni, finalmente io e mio fratello amiamo due donne differenti e ora arriva quel damerino millenario a rovinarci la festa?? Qualcuno lassù deve proprio essersi incazzato con me!

< Se continui a fissare così quel bicchiere, si romperà senza neanche sfiorarlo; a quanto pare Klaus ti sta dando parecchio fastidio, o forse è per il suo legame con Linda? > mi chiede prendendomi un po’ in giro, ma qualcosa nel suo sguardo mi fa capire che c’è più serietà di quanto non voglia dare a vedere.

< Forse > rispondo, risultando ambiguo per gli altri ma non per lui.

 < Sei proprio perso eh? Sai una cosa? Mi fa piacere! Perché nonostante tu non voglia ammetterlo, tu meriti lei tanto quanto lei merita te. So che la proteggerai e che farai di tutto per non farla soffrire e ti sembrerà strano, ma ci tengo a lei. È entrata nelle nostre vite e se dovesse uscirne mi dispiacerebbe. Ho visto il modo con cui la guardi e anche quello con cui lei fissa te e l’unica cosa che mi viene in mente è.. amore! > mi dice risultando più saggio e sentimentale del solito.

Ora sì che sembra un professore di Storia!
 
< Non credo di essere abbastanza ubriaco per affrontare questo discorso > gli annuncio semplicemente, facendogli capire che il discorso non andrà oltre e lui ovviamente mi asseconda.

Passiamo il resto del tempo a bere e a discutere di cose futili o senza senso, non tornando mai sull’argomento.
 
 
POV LINDA:
 
 
< Ciao a tutte!! > saluto le mie ormai migliori amiche che si sono gentilmente offerte di tenermi compagnia, visto che Stefan è andato sa inseguire teneri coniglietti paffutelli e Damo0n mi ha liquidata con un “ Vado al Grill con Alaric, non aspettarmi e vai a letto presto”, neanche fossi una bambina!!

Così, proprio come un mesetto fa, io, Caroline, Bonnie ed Elena ci siamo riunite a casa di quest’ultima per passare una tranquilla serata tra ragazze, visto che non abbiamo nulla di meglio da fare e che le mie nausee sembrano avermi dato un momento di tregua.



Le ore passano tra discorsi senza senso, stupidaggini e pettegolezzi e alla fine, non so bene come, ci lasciamo convincere da una Caroline scatenata a giocare a verità o penitenza.

E questo non può non riportarmi alla mente la mia litigata con Bonnie.

In quell’istante mi era parso di aver ragione, eppure ora che tutto è chiarito mi sento in colpa  per averla trattata male, non se lo meritava.

< Ehi Linda, sei ancora qui con noi? > mi domanda Elena.

<  Scusate ragazze, stavo solo pensando! > rispondo, soffermando lo sguardo su Bonnie un paio di secondi in più del necessario.

< Mi dispiace Bonnie! - sbotto infine – mi dispiace di averti trattata male la prima volta che sono venuta qui! Stavi cercando di proteggermi e io non me ne sono nemmeno resa conto! Ma quando  ho avuto bisogno del tuo aiuto non hai esitato un istante, quindi devo dirti un grande, sincero e super meritato: grazie! > le confesso tutto senza nemmeno fermarmi per riprendere il respiro.

< Non devi scusarti, ora capisco perché hai difeso Damon e devo ammettere che avevi ragione, è cambiato e ora è una persona diversa, migliore  e fidati che mi costa molto dirlo! > mi risponde, facendoci scoppiare a ridere, mentre contemporaneamente ci lanciamo addosso a lei per un abbraccio collettivo.

< Bene, ora che abbiamo affrontato lo sweety-time della festa, che ne dite di farci le unghie?? > ci interrompe Caroline.

< Certo! Vado a prendere io il kit, dov’è? > domando alzandomi dal divano dove prima abbiamo visto un film rigorosamente idiota.

< E’ in camera mia, sul letto > risponde Elena e io mi dirigo verso le scale, per poi entrare nella stanza.

Guardo sul letto ma non c’è nulla, così mi metto a frugare un po’ in giro sperando di trovarlo, ma appena mi volto lo vedo, appoggiato immobile sulla coperta rosa del letto, come se mi stesse fissando.

Eppure ero sicura di non averlo visto prima!

Faccio un rapido gesto con la mano, come per voler scacciare via quel pensiero e afferro la scatola, mi giro per uscire dalla stanza ma avverto una brutta sensazione attanagliarmi lo stomaco e un istante dopo una mano si posa sulla mia bocca, soffocando il mio grido, e una mi circonda la vita, trascinandomi via da quella stanza.

 
Non so chi sia stato a rapirmi, dove mi abbia portata o cosa abbia intenzione di farmi, ma una cosa è certa: vista la velocità con cui siamo arrivati nel vicolo buio e stretto in cui ci troviamo ora, quest’individuo è sicuramente un vampiro e anche molto furbo se non si è fatto sentire nemmeno da Caroline!

La mano che ancora mi tappa la bocca si allontana lentamente e l’altra mi afferra un fianco, facendomi girare nella digressione del mio aggressero, potendo così guardarlo in faccia.

Un grido di terrore mi si soffoca in gola quando i miei occhi incontrano per la terza volta il viso dell’essere che mi ha rovinato la vita e che a quanto pare no ha intenzione di darmi pace: Klaus.

< Ciao, bellissima > mi saluta come se niente fosse.

< Che cosa vuoi fare? Perché mi hai rapita? Vuoi uccidermi, non lo sai che moriresti anche tu??? > domando tutto d’un fiato, cercando di sembrare più furiosa che impaurita.

< E’ proprio per questo che sono qui, devo parlarti di tutto quello che sono riuscito a scoprire > mi informa lui, con quel tono di voce calmo che mi fa imbestialire.

< Sentiamo > dico, cercando di sembrare indifferente a tutta la situzione, ma la verità è che ho paura e in questo momento vorrei solo essere tra le braccia di Damon.

< A quanto pare, per non morire entrambi, si deve compiere un sacrificio nel quale uno dei due ibridi deve consegnare i propri poteri all’altro, per poi uccidersi spontaneamente con un paletto di quercia bianca > mi spiega come se niente fosse, come se stesse raccontando una fiaba ad un bambino curioso.

< E tu ti aspetti che io sacrifichi la mia vita per te?? > domando sempre più arrabbiata; che diamine avrà in mente?

< Certo che no, non dovresti farlo per me, dovresti farlo per i tuoi amici, per la tua famiglia.. per Damon. Sai benissimo che sono molto più forte di loro, perciò scegli, o ti consegni a me e mi doni i tuoi poteri, rendendomi un essere invincibile ed immortale, oppure io ucciderò tutte le persone a cui tieni, partendo dalla tua amichetta strega per concludere con il tuo bel fidanzato vampiro > mi minaccia e mi trafigge con quel suo sguardo gelido che mi fa tremare vistosamente da capo a piedi.

< N-non lo faresti > rispondo senza un briciolo di convinzione.

Ho tanto freddo, inizia a girarmi la testa e l’unica cosa a cui riesco a pensare è che fra poco moriro, senza poter rivedere un ultima volta gli occhi del mio Damon.

< Oh, sei disposta a scommetterci? Ma ti avverto, il prezzo saranno le vite dei tuoi cari amichetti! Ti do tempo fino a domani al tramonto, alla raduro dove ho spezzato la maledizione, sono sicuro che riuscirai a scoprire dove si trovi. Se non ci sarai, eliminerò tutte le persone a cui tieni e non credere che non ne sia capace, con tua madre non è stato poi così difficile > mi dice aspramente e se ne va, lasciandomi sola in un posto sperduto, dopo avermi minacciata e ferita.

Ha ragione, è abbastanza forte da ucciderci tutti senza il minimo sforzo e io non posso fare nulla per fermarlo.

Non posso lasciare che delle persone innocenti muoiano a causa mia, l’unica soluzione è consegnarmi a lui e compiere quello stupido rito.

Lentamente, arretro fino a toccare il muro con la schiena e scivolo pigramente fino a terra, nascondendo il viso fra le ginocchia e coprendomi con i lunghi capelli.

Neanche un mese fa ho rischiato di morire a causa dei miei poteri e se non fosse stato per l’amore che provo per Damon mi sarei lasciata andare senza rimpianti, ma ora no!

Non posso accettare tutto questo, non posso pensare che non rivedrò più i miei amici,che non conoscerò mai i miei veri genitori e che non potrò più sentire le labbra di Damon sulle mie, i suoi occhi fissare i miei e la sua voce così terribilmente sexy!

Non voglio morire, non ora che ho incominciato a vivere, ma senza tutti loro morirei comunque, per cui non mi rimane altro da fare che sacrificarmi e sperare che Klaus non li uccida una volta assorbiti i miei poteri.

Da sola, nell’oscurità di quel vicolo sporco e infimo, lacrime di disperazione scendono lentamente lungo le guance accaldate e sento il rumore prodotto dalla goccia salata che si  schianta contro il freddo cemento della strada, mentre la testa mi gira sempre più forte e ilò silenzio intorno a me si fa assordante.
 
 
 
Angolo autrice:
Salve!
Come promesso, ecco il capitolo 15.
Mi scuso per l’ora ma sono davvero di fretta, per cui mi scuso per evernuali “orrori” di battirura.
Allora, che ne pensate?
Vi è piaciuto, oppure siete deluse della causa dei sintomi di Linda???
Fatemi sapere cosa ne pensate, perché a me fa davvero piacere leggere le vostre recensioni.
Ringrazio come sempre chi legge, chi recensisce e chi mette la storia tra preferite, seguite o da ricordare1
Un bacio e a presto

Niko

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


                                                                                                        Capitolo 16
POV LINDA


Non so con precisione quando il buio di quel vicolo mi ha avvolto e nemmeno per quanto tempo sono rimasta priva di sensi, ma ricordo nei minimi particolari i profondi occhi azzurri che mi hanno investito con la  loro luce pallida e offuscata dalla preoccupazione, quando anche io sollevo faticosamente le palpebre, sbattendole un paio di volte.

Passano forse un paio di secondi, che a me sembrano lunghe ore persa come sono a fissare il volto perfetto che mi sta di fronte, prima che la realtà  della sera prima bussi prepotentemente alla porta della mia mente e del mio cuore, una più confusa dell’altra.

Sette perforanti colpi, che risuonano nelle mie orecchie come il rintocco di una cattedrale lontana e invisibile, il cui unico compito è ricordarmi le poche ore che rimangono per decidere chi salvare, se i miei amici, la mia famiglia.. l’uomo che amo, oppure me stessa.
 
Il primo colpo: le mani grandi e forti ma estranee che mi avvolgono con irruenza e mi trascinano via dal mio luogo sicuro, dal mio momento di vita normale.

Il secondo: il sorriso di scherno di Klaus mentre mi spiega come abbia trovato il modo di uccidermi senza morire a sua volta e i brividi di puro terrore che mi ha provocato, neppure lontanamente paragonabile allo sguardo freddo che mi riservava Damon all’inizio della nostra storia.

Il terzo: le sue minacce così dannatamente facili da portare a termine.

Il quarto colpo: l’invito a raggiungerlo questa sera lanciato e la sua immagine che scompare davanti ai miei occhi prima che possa decidere se raccoglierlo o lasciarlo cadere.

Il quinto: l’allusione tetra alla notte in cui ha ucciso mia madre, senza pietà, compassione o anche solo commiserazione per se stesso; le ha succhiato via la vita, nutrendosene, consapevole che nulla avrebbe potuto fermarlo.

Il sesto: Il suo falso ghigno malsano che mi tormenterà ogni notte, ammesso che ci arrivi viva alla prossima.

Il settimo e ultimo rintocco: la consapevolezza che solo io posso cancellare quel sorriso terrorizzante, irritante e straziante dal suo volto, concedendo alle persone a cui tengo altro tempo per vivere la loro
vita senza di me.

E vorrei urlare per questo, confessare a Damon tutti i sentimenti che mi stanno opprimendo e consumando nel tentativo di uscire, di trovare uno sfogo nel flusso di parole in cui si stanno trasformando, ma stringo  i denti, chiudo gli occhi e resisto.

Sento le ciglia velarsi di lacrime e respirare regolarmente diviene difficile, mentre il buio provocato dalle palpebre abbassate prende pian, piano la forma dei ricordi della sera precedente.

Il rapimento, la discussione, le minacce e le scelte a cui sono stata sottoposta si susseguono e si ripetono in un circolo senza fine, ma con un inizio ben preciso.

E so che anche Damon vorrebbe urlare, sfogarsi, rinfacciarmi la stupidità e l’incoscienza che ho avuto “allontanandomi” da sola senza dire nulla e il fatto che non lo faccia mi preoccupa ancora di più.

E’ arrabbiato, anzi no, il termine più corretto è furioso; lo sguardo che mi rivolge è freddo, raggelante e privo di qualsiasi luce, se non le piccole scintille provocate dalla profonda rabbia che sta cercando di reprimere.
 
 I minuti passano inesorabilmente, le lancette del grande orologio universale persistono nel loro movimento circolare infinito e la tensione fra noi cresce, si fa quasi palpabile, tanto da percepire la sua presenza e il suo stato d’animo mantenendo gli occhi chiusi.

Sento la distanza fra noi diminuire sempre di più e presto il suo corpo, prima appoggiato con una spalla allo stipite della porta, ora si sta sedendo sul letto al mio fianco.
 
Apro gli occhi di scatto quando sento il mento catturato in una morsa più gentile di quanto mi aspettassi per sollevarlo verso il suo volto.

L’azzurro che mi travolge ora è diverso, le emozioni che sta provando, e non mi riferisco solo alla rabbia ma anche alla delusione, la paura e forse anche.. l’amore, stanno affiorando pian, piano in superficie e come in un piccolo lago dall’acqua cristallina si riflettono nel profondo abisso dei suoi occhi.
 
< Perché? >

Un sussurro, un flebile suono composto da due sole sillabe che in qualsiasi altro contesto sarebbero state chiare e insignificanti, ma non ora.

Aggrotto la fronte e quasi senza rendermene conto piego lievemente la testa di lato, come se in questo modo potessi riuscire ad attribuire un senso alla sua frase.

Mi sta chiedendo perché mi sono allontanata, anche se in realtà non l’ho fatto???

Mi sta chiedendo perché non gli ho chiesto subito scusa e sono rimasta zitta??

Che cosa vuole sapere?

< Perché non riesco davvero ad essere arrabbiato con te? Insomma, sei sparita senza dire nulla e dopo ore di ricerca ti ritrovo svenuta in un vicolo buio ai confini della città. Mi sono preoccupato come un cretino e nonostante tutto non ce l’ho con te!! E’ incredibile! > confessa tutto  d’un fiato, tanto da cogliermi alla sprovvista e facendomi zittire per altri interminabili secondi.

Che cosa dovrei dirgli?  Che mi dispiace??? Oppure la verità?

Dovrei forse rivelargli che ho intenzione di accettare l’accordo di Klaus e sacrificare la mia vita per salvare le loro e in particolar modo la sua??

Sì; perché nonostante sia l’idea più angosciante, opprimente e inquietante che io abbia mai potuto fare e accettare nella mia vita, ho deciso che donerò i miei poteri a Klaus per poi uccidermi.

Che altro potrei fare? Stare a guardare mentre uccide tutte le persone a cui tengo?

< Ti amo > è tutto quello che riesco a dirgli, è tutto quello che posso  dirgli, tutto il resto è solo fumo nero.

Ma, anche se mi viene difficile crederlo, questa semplice spiegazione sembra tranquillizzarlo, rincuorarlo.

So che anche lui mi ama; l’incombenza della morte ti porta a comprendere molte cose che prima ti apparivano confuse e irrisolvibili, peccato che tu non abbia tempo per sfruttare l’occasione.

Non mi ha ancora detto esplicitamente quelle due paroline, semplici ma che portano con loro un peso e una responsabilità non da poco, ma comprendo le ragioni per cui l’ha fatto e non mi sento più insicura per questo.

Ora nel mio corpo c’è spazio solo per un infinita angoscia che sembra essere talmente radicata all’interno  da non riuscire a risalire in superficie, ormai abituata all’oscurità.

Ma in questo momento tutto perde di importanza perché potrebbe essere l’ultima volta che vedo il volto dell’uomo che amo con tutta me stessa, di fronte a me, in ansia per me e con uno sguardo carico di affetto che non gli ho mai visto prima.

Tra poco tempo uscirò da questa casa e con grande probabilità non vi rimetterò mai più piede, non respirerò più il suo profumo di muschio e pioggia, non potrò più svegliarmi al mattino tra le sue braccia che mi riscaldano più delle lenzuola che ogni volta assistono silenziose alla prova del nostro amore.

 Non potrò mai più sentirmi totalmente, incondizionatamente e infinitamente sua e non sentirò mai più quella piccola vocina nella mia testa che mi assicura che anche lui è mio, o almeno lo è stato.

Posso solo andarmene con la consapevolezza di aver scoperto cosa significhi amare veramente una persona, posso morire sapendo che in questo modo proteggerò la mia famiglia e forse, se qualcuno avrà pietà di me o vorrà soddisfare un mio ultimo desiderio, potrò rivedere mia madre, passare il resto della mia non-vita con lei, forse.

Ma per adesso sono ancora qui e l’unica cosa che voglio è sentirmi protetta come solo le sue braccia sanno fare e anche solo  per un istante, un singolo, flebile soffio di vento sibilante e freddo come il ghiaccio, voglio dimenticare tutto ciò che posso e non posso fare e  portare al termine quelle poche cose che mi è concesso fare ma specialmente quelle che  voglio   fare.

< Non lasciarmi mai più sola, ti prego > sussurro, avvicinandomi a lui con una lentezza innaturale e l’eco della mi ipocrisia mi giunge perforante e stonata all’orecchio e al cuore.

Come posso chiedergli di non lasciarmi se sarò io stessa ad andarmene?

Faccio leva sull’unica cosa che mi sia rimasta: la speranza.

La speranza che tutti possano avere una vita migliore senza di me, anche lui.

Vorrei, per una sola volta, agire egoisticamente per me stessa e solamente per me stessa, prima di immolarmi per gli altri.

E’ così sbagliato? Verrò ricordata come una cattiva persona per questo?

Io non penso.

< Amami, ti prego. Amami completamente > mormora talmente flebile che persino io faccio fatica a sentire la mia stessa voce.

E come ogni egoistica volta, lui non mi risponde  a parole, si limita ad avvicinare ulteriormente il mio corpo al suo, attirandomi per i fianchi e facendo scontrale anche troppo delicatamente le nostre bocche, che subito si rincorrono giocose.

Le sue mani tracciano con morbide carezze scottanti ogni singolo tratto della mia pelle fremente, assaporandomi, stuzzicandomi e soddisfandomi.

La sua lingua gioca con parti del mio corpo a cui nessuno prima di lui ha avuto accesso, rendendo il mio respiro corto e irregolare.

E la morte non fa più così paura, mentre la consapevolezza di strare finalmente vivendo mi circonda e mi protegge come una coperta calda e invisibile.
 
                                                                                   ***

Nell’aria ancora alleggia il profumo di chi si unisce nel modo più primitivo, carnale e profondo che sia mai stato creato, mentre io vengo cullata dal movimento del petto di Damon sul quale poggio la testa, beandomi della sua essenza e cercando di dimenticare  l’incombenza che picchia su di me e sul mio destino.

E le carezze che mi regala sui capelli, probabilmente molto scompigliati, aiutano in questa missione difficile.

 Non mi rimane più molto tempo e devo ancora scoprire dove si trova la radura nella quale Klaus ha spezzato la maledizione.

Quello che sto per fare è forse il momento più duro e angosciante della mia vita, ma sapere che lo faccio per loro, per lui, mi da la forza per portare avanti il mio piano.

< Tu mi ami davvero? > domando in un sussurro, così, dal nulla, stupendolo.

Questa è la domanda più complicata che abbia mai fatto e la sua risposta è la più desiderata che abbia mai potuto avere.

< Perché me lo chiedi? > ribatte, eludendo il mio quesito con un menefreghismo invidiabile.

< Perché lo voglio sapere, quindi rispondi > gli dico, cercando inutilmente di apparire intimidatoria.

< So che dovrei dirtelo, perché infondo sento che è così, ma non sono pronto. Tutte le volte che ho pronunciato quelle due paroline ad una persona, questa è andata via da me e confesso che la cosa mi preoccupa un po’. Ho solo bisogno di tempo > conclude, spiazzandomi per questa sua confessione.

Non avevo mai realmente provato a guardare la cosa dal suo punto di vista, non credevo che fosse rimasto così ferito da Kathrine ed Elena, ma in fin dei conti ne ha tutte le ragioni.

Tempo, ha solo bisogno di tempo.

Già, proprio quello che non mi è concesso, che non ci è concesso.

Senza che possa avere il tempo di fermarla, un lacrima solitaria e disubbidiente oltrepassa la linea di confine e scende rovinosamente lungo la mia guancia, solleticando la pelle accaldata per le recenti attività fisiche.

< Ehi, non piangere > mi intima dolcemente lui, accarezzandomi una guancia e  pensando di avermi ferita.

In realtà sono più afflitta da me stessa, dalla mia incapacità di proteggere le persone che amo.

Se sono costretta a questa scelta è solo perché non sono in grado di difendere me e tanto meno di proteggere loro.

Essere un ibrido angelico con poteri a detta illimitati non serve a un cazzo!

Inizio a singhiozzare rumorosamente e non posso fare a meno di compatire me stessa e la mia debolezza.

< Shh, non preoccuparti. Io ti proteggerò; sacrificherei tutto e tutti pur di salvarti. Io sceglierò sempre te > mi dice, sperando così di rimediare alla mancanza di un suo “ ti amo” che mai come in  questo momento si è fatta sentire.

Non vorrei ferirlo, ma devo.

< Anche Elena? Lasceresti morire anche lei per me? > domando a bruciapelo, sperando in una sua reazione, ad un qualcosa che mi fornisca la giusta leva per scappare.

< Se me lo avessi chiesto un mese fa, probabilmente il mio cuore, o qualsiasi cosa ci sia al suo posto, avrebbe detto di no, che Elena rimarrà sempre la mia prima scelta. Ma non ora, non dopo aver incontrato te. Ora sei tu la mia prima scelta > mi risponde con un gran sorriso che se non fosse per questa situazione mi farebbe scoppiare il cuore di gioia.

Le lacrime continuano inesorabili la loro fuga e io non ci bado, penso di meritare un minimo sfogo e poi piangere non è simbolo di debolezza, ma di conoscenza dei propri sentimenti e dei propri limiti.

< Mi dispiace tanto, ma ricorda che ti amerò per sempre, tu sei stato la mia unica scelta > mormoro, con la vista ormai annebbiata e lo stomaco sottospora.

Senza dargli altre spiegazioni, o lasciargli il tempo per metabolizzare questa, prendo il suo viso fra le
mani, lascio un piccolo bacio sulle sue labbra perfette e prima che possa pentirmene, utilizzando un po’ dell’energia fornita dai miei poteri, giro la sua testa velocemente, di scatto, sentendo un sonoro crack rimbombarmi nelle orecchie.

Resto per non so quanto tempo a fissare la sua immagine così, riverso sul letto in una posa innaturale, con le coperte ammassate sotto il suo corpo e il collo spezzato, per imprimere a fuoco ogni minimo particolare della sua figura bellissima e in pace.

Ma il peso dello scorrere del tempo  ricade su di me come un pesante mantello nero; il mio piano deve andare avanti.

Mi volto lentamente e come un automa muovo i piedi uno dietro l’altro ed esco dalla nostra stanza, scendo le scale, oltrepasso il portone della pensione, salgo in macchina e mi dirigo verso casa Bennet, con il sapore delle lacrime che credevo esaurite in bocca e il peso della morte e del rimpianto nel cuore.   
                                                                                   ***
Una volta arrivata davanti alla casa piccola ma graziosa, con i muri bianchi e le persiane verdi leggermente dischiuse, parcheggiata la macchina, scendo cercando di impormi uno sguardo freddo e indifferente, quello che ha perseguitato le mie notti buie e solitarie, che in Damon ho imparato ad amare e in Klaus a temere e odiare.

Giunta davanti alla porta mi fermo e cerco di asciugare al meglio le lacrime che ormai si sono asciugate e per questo sento il viso irrigidito.

Suonai il campanello.

Una, due, tre volte.

Ed ogni vibrazione giunge al mio orecchio sempre più perforante e lontana, incalzante e prepotente.

Per fortuna è Bonnie, venendo ad aprire la porta, a risvegliarmi da questi pensieri  troppo ragionevoli e profondi per essere affrontati.

< Linda? Che ci fai tu qui?? > mi chiede e sembra così in ansia che mi si spezza ulteriormente il cuore, già ridotto in tanti piccoli frammenti inutilizzabili.

Mi fa cenno di entrare, spostandosi di lato e mostrando un ingresso caldo e accogliente.

Una volta entrata, la giovane chiude la porta dietro di sé e mi fa accomodare sul divano in pelle rosso.

< Che cosa è successo ieri sera? Sei sparita senza dire nulla, eravamo così preoccupate! > inizia e mantenere la maschera di freddezza mi costa uno sforzo incredibile.

< Sono qui proprio per questo. Ti racconterò la verità Bonnie, ma devi promettermi che mi dirai ciò di cui ho bisogno e specialmente che non dirai nulla a nessuno, è davvero importante Bonnie, per favore > le rivelo, nascondendo quel tono disperato che  vorrei utilizzare.

Lei annuisce senza aprire bocca e io inizio a raccontare tutto ciò che ho dovuto subire, che sono stata costretta a fare, tralasciando le mie emozioni e i miei sentimenti.

Una volta finito, mi aspetto che mi rinfacci la mia stupidità o che mi dia ragione, fregandosene della mia incolumità, e invece rimane assolutamente immobile, senza dire nulla e se i miei sensi non fossero leggermente più sviluppati potrei arrivare a pensare che non stia respirando.

< Bonnie, ho dovuto spezzare il collo a Damon per avere a disposizione  il tempo necessario per parlarti e non so quando si risveglierà > dico infine, quando il silenzio creatosi è diventato insostenibile quanto la fretta.

< Perché? > si limita a chiedere e io alzo un sopraciglio in risposta.

< Perché sei venuta da me? Perché non andare da Elena, o da Caroline o da chiunque altro? > mi chiarisce con tono freddo quasi quanto il mio.

< Perché tu sei una strega Bonnie, preservare l’equilibrio è compito tuo, fa parte della tua natura. Non siamo abbastanza amiche da volermi proteggere ad ogni costo ma sei talmente legata ad Elena e a tutti gli altri da volere il meglio per loro. E poi.. Caroline è troppo chiacchierona e sarebbe subito andata a spifferarlo in giro > e per la prima volta in quel giorno mi concedo un sorriso sincero, spontaneo e quasi.. caldo.

E contro ogni mia previsione lei non fa una piega, non mi urla in faccia, non mi da ragione, non lancia uno dei suoi strani incantesimi per rinchiudermi qui e soprattutto non chiama subito gli altri per impedirmi di fare questa sciocchezza.

Sembrerà infantile e ipocrita, ma un po’ ci speravo.

Mi illudevo che tenesse a me quel tanto che basta per impedirmi di suicidarmi.

Si limita a darmi le informazioni necessarie a raggiungere la radura e accompagnarmi alla porta.

Ho quasi perso la speranza che mi saluti, mentre scendo lentamente i pochi gradini del portico, quando la sua voce giunge ovattata alle mie orecchie.

< Mi dispiace,Linda. Vorrei che ci fosse un altro modo > mi dice abbassando lo sguardo, ma riesco comunque a notare la lucidità e il dispiacere dei suoi occhi.

< Lo so, Bonnie. Ma non c’è > mi limito a dire, per poi salire velocemente in macchina e partire verso il mio destino, verso la mia fine.
 
 



Angolo autrice:

Ciao!
Scusate il ritardo ma è stato un capitolo piuttosto impegnativo!
Alla fine Linda ha deciso di sacrificarsi, cosa alquanto prevedibile. Ma vi do un piccolo indizio, nulla nel prossimo e ultimo capitolo sarà prevedibile, o almeno spero!!
Ringrazio le persone che sono arrivate pazientemente fin qui.

In particolare ringrazio:
1 - Defan64
2 - Elenina22
3 - eltanininfire
4 - Fleccia90
5 - jess chan
6 - kyla91
7 - Lory4
8 - nian07
9 - _Crisalide_
Per aver inserito la storia tra le preferite: GRAZIE!!

1 - Delena_96
2 - Elenina22
Per aver inserito la storia tra le seguite: GRAZIE!!

1 - 8_Delena [Contatta]
2 - aishamelato [Contatta]
3 - angel2 [Contatta]
4 - carlie_smile [Contatta]
5 - chiaraEB [Contatta]
6 - Delena85 [Contatta]
7 - Desyree92 [Contatta]
8 - fanja [Contatta]
9 - jj96 [Contatta]
10 - miki97 [Contatta]
11 - nian07 [Contatta]
12 - ReliquiaEcho [Contatta]
13 - safycullen97 [Contatta]
14 - serenella94 [Contatta]
15 - valemelo [Contatta]
16 - Vampirella1977 [Contatta]
17 - xXxLauraxXx [Contatta]
18 - _3Alice3_ [Contatta]
19 - _Bubble_ [Contatta]
20 - _Layla [Contatta]
21 - _RadinA_ [Contatta]
22 - _Raiko [Contatta]
23 - _very_ [Contatta]
 Per aver inserito la storia tra le ricordate: Grazie!!
                                                                                 
1)69withJoseph
2)annaterra
3)Carile_smie
4) Defan64
5)Delena85
6)Elenina22
7)Lovelyvampire
8)_RadinA_
 
Per aver recensito la mia storia:GRAZIE!!!
( Sono in ordine alfabetico così nessuno si arrabbia! )
Senza di voi questa storia non sarebbe nulla, e forse non è nulla nemmeno adesso ma la consapevolezza che a qualcuno piace mi rende immensamente felice quindi dico per l’ennesima volte: GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci sentiamo presto con il prossimo e ultimo!!
Baci
 
Niko
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


                                                                                                                 Capitolo 17
POV LINDA:
 
Incredibilmente riesco ad individuare il sentiero sterrato e stretto all’inizio del bosco che sono costretta a percorrere a piedi.

 Nonostante il mio poco sviluppato senso dell’orientamento e la vista annebbiata dalle copiose lacrime salate che tracciano incessantemente lo stesso percorso che le conduce, come per incanto o per magia,  a scontrarsi con il sedile in pelle della macchina che ho preso “in prestito”,  o sul tessuto dei miei pantaloncini azzurri e attillati.

Camminando, dopo lunghi, angoscianti e  confusi minuti,  arrivo in una spaziosa radura desolata, illuminata dal bagliore dell’imminente tramonto.
 
Il tiepido sole si nasconde dietro una linea immaginaria di confine e con esso svanisce anche la precaria speranza di salvarmi dal destino che severo e incorruttibile avanza con il suo percorso prestabilito, senza mai voltarsi indietro.

Quello che al principio era un giorno soleggiato ed estivo, assume ora le sembianze di una triste sera invernale.
Gli alberi dalle chiome fluenti, fruscianti e colorate, che normalmente ti inebriano con il loro profumo dolce e delicato di albicocco, o melo, o prunalbo o altro ancora, ora se ne stanno silenziosi; spettatori impazienti di assistere all’inizio della mia fine.

La  vicina cascata , che con il suo mormorio lento e scrosciante dona il suo speciale rullo di tamburi per me e la mia morte imminente, trasporta con sé un’acqua tanto cristallina da gelare anche lo sguardo.

Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte prima, eppure ho avuto più di un’occasione nei mesi precedenti, ma quando sei tu a cercarla, ad andarle incontro..

Beh, è un’altra cosa!

E’ senz’altro un bel modo, sacrificarsi per un’altra persona, per chi si ama.

Nobile, elegante, decoroso.. tragico.

E mentre io sono concentrata su questi pensieri lugubri, spossanti ed inutili, la vedo, bella e intimidatoria come tutti si aspettano, con il tipico cattivo presagio e senso di inquietudine a circondarla, per imprimerli in ogni persona, animale o cosa a pochi metri di distanza: la morte.

Sì, la morte.

Certo, calza i panni dell’ essere  più infimo e meschino del pianeta, del mostro millenario che calpesta questa nostra terra da molto, troppo tempo, ma come ogni volta il suo sguardo freddo e raggelante tradisce la sua vera identità.

Solo lui potrebbe avere quel ghigno di scherno sul viso in un momento come questo, un sorriso che però non coinvolge gli occhi chiari e distanti..  solo Klaus

Sta avanzando verso di me, con passo studiatamente lento, cadenzato e autorevole, e la mia ansia aumenta, quella sensazione angosciante, che per tutto il tempo si è divertita a torturarmi lo stomaco, ora invade tutto il mio corpo.

Si espande fino a diventare troppa e troppo insopportabile.

Ogni mia cellula è pervasa dalla paura e dal tormento che si sono accumulati in questi ultimi mesi, come un piccolo fiore malvagio che, incanalando sufficiente acqua ed energia, sboccia per inebriarti i sensi con il suo profumo e la sua bellezza.

Vorrei rimanere ferma in questo punto, a metà strada fra l’inizio del bosco e il centro della radura, lasciando che tutto accada il più velocemente e indolore possibile, chiudendo gli occhi per aver una parvenza di speranza di poter sfuggire alla realtà.

Vorrei.. ma non posso.

Klaus deve prometterlo, deve darmi la sua parola che dopo abbandonerà la città, lasciando i miei amici in pace.

Devo farlo, devo a tutti loro un po’ di felicità, uno spiraglio di luce nel buio che li sta avvolgendo e che si fa sempre più vicino, per ringraziargli degli ultimi istanti di gioia e spensieratezza che mi hanno concesso.

Infondo, non ho più niente da perdere, ora che ho scoperto che i miei veri genitori mi hanno abbandonata e che la mia “finta” madre è morta.

Ho solo Damon, e devo lasciarlo andare.

Raccogliendo tutto il coraggio e la forza che possiedo, costringo il mio corpo a muoversi lentamente verso il centro della radura, verso Klaus, trascinando i piedi uno dopo l’altro, pregando interiormente che la mia finta maschera di freddezza sia
sufficientemente convincente.

Ad occhi estranei posso sembrare addirittura troppo tranquilla.

La verità è che non voglio pensare, la verità è che ho paura.

Quanto vorrei stringere a me Damon per un ultima volta; quanto vorrei rivedere anche solo per un istante i suoi occhi incantevoli così simili ai miei.

< Sapevo che alla fine saresti venuta, da sola > la sua voce giunge acuta e penetrante alle mie orecchie, ma anche stranamente seria.

< Beh, hai ragione. Ora vediamo di sbrigarci > sbotto io, cercando di apparire forte.

< Hai troppa fretta per essere una che sta per uccidersi con le sue stessa mani > dice lui.

< Desidero solo che tutto questo finisca, ma prima voglio che tu mi faccia una promessa: dammi la tua parola che una volta ottenuti i miei poteri te ne andrai e non tornerai mai più a Mistic Falls, lascerai in pace Elena, Damon, Stefan, Bonnie e tutti gli altri > rispondo con tono tagliente e autoritario, non voglio certo abbassarmi a supplicare un essere infimo e meschino come lui.

< E perché dovrei farlo? > ribatte lui con lo stesso tono.

< Chiamalo ultimo desiderio, scambio di favori, come ti pare, basta che lo prometti > gli dico con malcelata acidità.

< D’accordo, visto che me lo chiedi così gentilmente ti accontenterò. Ti do la mia parola che non tornerò mai più qui; infondo, quando diventerò un essere completo e invincibile non ne avrò più alcun motivo > mi accontenta infine lui, sorprendendomi per la mancata resistenza.

< Sai come avverrà? > continua poi, abbassando lo sguardo come a volermi celare il ghigno che si è impadronito del suo volto malefico ma comunque affascinante.

< A dire il vero no, il libro che mi hai “gentilmente” regalato non era molto esauriente riguardo alla procedura > rispondo, cercando di apparire ironica e disinteressata all’argomento.

< Sì, lo so. In realtà è un processo molto semplice: basterà avvelenare una spada qualunque con il mio sangue. Dovrai ucciderti tu stessa, trapassandoti il cuore, recitando nel frattempo un antica formula. Il sacrificio deve essere spontaneo, devi solo dire che vuoi passare tutti i tuoi poteri a me per poi ucciderti. Non lo trovi idilliaco? > conclude, avanzando ulteriormente verso di me e mostrandomi una
spada lunga e affilata.

Al solo pensiero che dovrà tranciare il mio cuore di netto, il sangue mi si congela nelle vene e quando la innalza verso il cielo riesco a scorgere l’impugnatura d’argento con incastonati quelli che sembrano essere sette diamanti totalmente neri.

< Sono pronta > mormoro, con un po’ di incertezza inevitabile, che nonostante gli sforzi non riesco a nascondere.

< No, non è vero. ma il tuo amore ti rende disposta a tutto. Devo dire che questa volta le streghe hanno fatto davvero un buon lavoro. L’ibrido cattivo, quello buono con il suo  inevitabile amore per l’inutile vampiro Dobbleganger e un tragico sacrificio >

< Io non amo Damon per quella stupida storia del Dobbleganger , lo amo e basta >

< Non temi la morte? > mi domanda cambiando, forse volutamente o forse no, il discorso.

< No, visto che non ho nulla per cui vivere, tolti i miei amici, e sono disposta ad immolarmi per il loro bene > rispondo, pienamente convinta delle mie scelte.

< In te c’è più potere di quanto immagini. Non ti dispiace rinunciare a tutte le cose che potresti avere con un semplice schiocco di dita? Hai tutto ciò che una persona vorrebbe avere: bellezza, potere e immortalità. Perché rifiutarli? Potresti unirti a me e avere salva la vita. Infondo mi dispiacerebbe commettere un tale spreco > mi dice lui sorridendo bonario, come se l’offerta che mi ha appena fatto fosse una grande prova della sua equità e moralità.

< Meglio la morte > ribatto con tutto il disgusto che sono capace di intonare e neanche un secondo dopo mi ritrovo schiacciata contro il terreno arido e secco, con una mano a stringermi la gola in una morsa potente.
 
 
POV DAMON:
Dopo un tempo che mi sembra infinito, sono di nuovo sveglio.

Sento la testa dolermi, pesante e confusa.

Cerco di alzarmi da quello che credo essere il mio letto ma appena muovo il collo, una fitta lancinante mi costringe  a sdraiarmi nuovamente, lasciandomi sfuggire un
piccolo lamento.

Ho già provato questa sensazione prima e spero proprio di sbagliarmi, perché se ho ragione, siamo in un grosso, gigantesco e insormontabile casino.

Cerco di riordinare il più velocemente possibile i ricordi delle ore precedenti, sperando ti trovare una spiegazione ragionevole.

E invece il mio disordine mentale aumenta quando mi rendo realmente conto di cosa è successo.

Cazzo, Linda mi ha spezzato il collo.

Ricordo la sua sparizione, l’angoscia che mi lacerava da dentro quando mi chiedevo dove fosse e l’improvvisa calma che mi ha avvolto quando ho  visto il suo corpo rannicchiato in posizione fetale in quel vicolo buio e fetido, era fredda, scossa, ma comunque viva.

Il suo risveglio, lei che mi chiede di non lasciarla mai più sola, il sesso che non era solo sesso, le domande strane e inaspettate, il suo “tu sei stato la mia unica scelta” e poi il buio più profondo che possa  ricordare, freddo, carico di confusione e tormento.

Se ne è andata, per sempre.

Sapevo che prima o poi avrebbe desiderato una vita normale e felice vicino a qualcun altro, ma come sempre ho deciso, erroneamente, di credere che per una sola volta, un’unica e immeritata volta, il destino sarebbe stato dalla mia parte, per abbandonare quella severità e quell’indifferenza che lo contraddistingue; per mostrare al mondo che vale la pena di sopravvivere quei futili decenni che compongono la nostra vita, solo per capire, in un giorno qualunque della tua vita, che senza quella determinata persona saresti solo un ammasso compatto di polvere nell’universo.   

Mi ritrovo solo per la terza volta nel giro di 150 anni e tutto perché ho deciso di seguire il mio cuore anziché il mio cervello e la mia sete.

Ho deciso di ascoltare quel lieve formicolio al centro del petto che sentivo ogni volta che il mio corpo si trovava vicino al suo, anziché la mia gola che stranamente non bruciava, non pretendeva di essere soddisfatta dilagando terrore, lacrime e sangue.

< Merda > esclamo ad alta voce, con ancora gli occhi chiusi, sdraiato su quel letto che ora non mi sembra più così accogliente come prima.

< Un po’ volgare, ma riassume bene la situazione > ribatte qualcuno, mentre entra nella stanza e si side accanto a me, una voce conosciuta e al contrario di quanto si possa immaginare, tremendamente seria.

Apro gli occhi di malavoglia e mi ritrovo davanti l’ultima persona che mi sarei aspettato di vedere in questo momento.

< Bonnie? Da quanto sei qui?> domando curioso, con la voce ancora arrochita dal “dolce pisolino”.

< Abbastanza da sentire la tua esclamazione di estrema finezza e preparare una pozione per velocizzare la tua guarigione. Sono venuta a pararti il culo, ma non ti ci abituare. Forza alzati, non abbiamo molto tempo.

< Di che cosa stai parlando? > chiedo, questa volta arrabbiato.

La donna che amo se ne è andata, spezzandomi il collo per essere certa che non la ostacolassi, posso avere i miei dieci minuti per metabolizzare la cosa??

Cazzo, ho anche detto “la donna che amo”!

E dovevo rendermene conto proprio ora?

Chiunque abbia detto che capiamo fino in fondo quanto teniamo ad una persona solo dopo averla persa la sapeva lunga sulla vita, peccato che saperlo non serva a nulla.

Stronzate, ho sempre saputo di amarla ma avevo troppa paura di soffrire per ammetterlo.

C’è chi pensa che le emozioni siano sensazioni soggettive, distinte dal pensiero razionale, che accompagnano l’esperienza vissuta di una persona.

Io invece credo che le emozioni siano il prezzo da pagare per chi vuole tener fede alla sua umanità, una sorta di manaccia che dovrebbe indurti a seguire ciò che glia altri hanno stabilito essere la cosa giusta.

 
< Linda è venuta da me e mi ha detto quello che aveva in mente di fare, credeva che non l’avrei fermata perché tengo di più ad Elena che  a lei > mi spiega, mentre si alza e incita con lo sguardo me a fare altrettanto, interrompendo così il flusso incontrollabile dei miei pensieri.

< E non è forse così? > le domando mentre scendiamo le scale e raggiungiamo la sua auto.

< Tengo ad Elena con la stessa intensità con cui voglio bene a Linda, per questo  ho deciso di tradire la sua fiducia > mi risponde, con tanta sicurezza da guadagnarsi il mio rispetto solo per quell’affermazione.

< Perché dovresti aiutarmi? > chiedo, cercando di seguire il filo logico del discorso e nello stesso momento di capire dove stiamo andando con tutta questa fretta.

< Perché, e credimi mi costa molto ammetterlo, tu sei quello di cui lei ha bisogno > mi spiega con quel tono profetico tipico delle streghe, restando  concentrata sulla guida.

< Che intendi dire? > tutto questo giro di parole mi sta facendo innervosire.

E lei, probabilmente notando l’irritazione e l’angoscia scaturite dalla mia voce, inizia a raccontare.

Mi spiega velocemente, omettendo i particolari, come Klaus l’abbia minacciata e come lei abbia deciso di sacrificarsi per tutti noi.

Lei ha avuto il coraggio, in un solo giorno, di fare quello che noi non siamo riusciti a fare in due anni: accettare il suo destino e andargli incontro a braccia tese.

Una volta terminato il breve riassunto, si blocca, lasciandomi il tempo di riflettere veramente su ciò che sta per accadere.

Non posso perderla, non voglio perderla, non dopo aver ammesso, senza l’aggiunta dei soliti se, ma forse, credo.., di amarla.

Dio, la amo così tanto da farmi male e se dovesse morire, sento che morirei con lei nello stesso istante, perché non avevo mai veramente vissuto prima di incontrarla.

La gente pensa che sia io l’eroe, quello che corre in soccorso della bella fanciulla e la salva dalle grinfie del mostro cattivo, ma è soltanto convinzione.

Che cosa ho davvero fatto io per Elena?

L’ho costretta a mettere in dubbio il suo amore, ho messo a rischio la sua vita almeno una decina di volte, solo per dimostrare di poter risolvere la situazione, per convincere me stesso di avere un ruolo  importante tanto quanto quello degli altri.


E che cosa ho fatto per Linda?

Semplicemente l’ho consolata quando ne ha avuto bisogno, ho ascoltato i suoi pianti notturni mentre sognava e l’ho abbracciata quando tremava come una foglia sotto il
vento gelido dell’inverno.

Io l’ho fatto perché sentivo di doverlo fare e a lei bastava, lei non cercava di cambiarmi, voleva solo sentirsi dire quelle stupide paroline e io sono stato troppo codardo per accontentarla.

Come uno stupido le ho detto di avere solo bisogno di tempo, quando il tempo è l’unica cosa che non le è concessa, che non ci è concessa.

Ma adesso qualcuno forse ha avuto pietà di me e mi ha aperto gli occhi, mi  ha spiegato cosa significhi davvero amare.

Io riuscirò a salvarla, devo salvarla perché lei prima mi ha salvato da me stesso e ora tocca a me.

Il buio gelido e fitto che credevo di portare con me da molto tempo, nascosto in profondità dentro il mio cuore morto, non era altro che la cecità dovuta ad un ombra di ignoranza che come un velo scuro non ti permette di designare con chiarezza le vere forme della vita, il senso di una triste ed insignificante esistenza.

< Stefan e tutti gli altri ci stanno aspettando nel bosco vicino alla radura, è lì che avverrà il sacrificio ma noi dobbiamo impedirlo > mi dice Bonnie e a me arriva solo un miscuglio di suoi ovattati dalla disperazione e dall’angoscia dell’attesa.

Sono così concentrato ad elencare mentalmente tutti i rimpianti che accompagnano i momenti più intensi della mia vita, che quasi sobbalzo quando sento una presa calda e delicata poggiarsi dolcemente sulla mia mano fredda  e irrigidita dall’ansia.

< La salveremo, te lo prometto > e contrariamente a quanto si possa immaginare l’unica cosa che riesco a fare è annuire e sforzarmi di abbozzare un piccolo sorriso, abbandonandomi all’unico sentimento che non mi ha mai deluso o abbandonato totalmente: la speranza.

 
POV LINDA:

Sento i polmoni contrarsi per la mancanza d’aria e istintivamente cerco di liberarmi dalla presa posando entrambe le mani sulla sua.

Sono quasi al limite della sopportazione, la gola mi brucia e il petto si muove convulsamente su e giù, quando finalmente la morsa si allenta e Klaus si rialza come
se nulla fosse.

< Non ti conviene sfidarmi > mi dice mentre io cerco di rialzarmi a mia volta, ignorando la tosse che mi provoca lievi singhiozzi.

Quando riprendo contatto con il mondo circostante mi rendo conto che, oltre a me e Klaus, ci sono almeno altre dieci persone nella radura e mi domando come possono essere arrivate senza che io me ne sia accorta.

La risposta mi giunge chiara e palese attraverso la voce acuta di Klaus:

< Ibridi >

Certo, non posso  aspettarmi che faccia una cosa del genere senza la sua squadra speciale pronta ad intervenire se qualcuno oserà interromperci.

A quest’ora, molto probabilmente, tutti saranno a conoscenza della mia improvvisa sparizione, spero solo che Bonnie abbia mantenuto il segreto.

Ma infondo, perché non farlo??

Noi non siamo amiche e lei certamente proteggerà Elena, Caroline e tutti gli altri, non certo me.

E poi sono io ad aver scelto questa strada e non mi pento di nulla.

< Ti sei portato dietro i cagnolini perché temevi che usando i miei poteri ti avrei fatto un culo a strisce? > gli domando beffarda, infondo sto per morire e posso concedermi qualche soddisfazione e poi ho sempre avuto la testa dura.

< L’hai voluto tu, ero disposto ad essere magnanimo vista la tua straordinaria bellezza, ma non ti permetto di insultarmi > mi risponde accigliato e prima ancora che possa rendermene conto mi trovo stretta fra le sue braccia, con i suoi canini conficcati nel collo, senza però bere il mio sangue, evidentemente è a conoscenza degli effetti.

So che non mi ucciderà, in quel caso morirebbe anche lui, ma non posso fermare il mio istinto che cerca prontamente di sottrarsi a quel dolore, senza ottenere risultati concreti.

< Lasciala stare! > una voce conosciuta giunge ovattata alle mie orecchi esauste per il troppo  ascoltare e sperare.

Se fosse stata una qualsiasi altra voce a risvegliarmi da quel torpore a cui il mio corpo si sta lentamente abbandonando, stanco di soffrire, probabilmente sarei svenuta senza preoccuparmi delle conseguenze, visto che queste non avrebbero fatto in tempo a raggiungermi.

Ma quella voce, non è una qualunque, è la sua voce e questo cambia tutto.

Con uno sforzo che non credevo di poter compiere, apro le palpebre pesanti e assonnate per ritrovarmi davanti il centro del mio universo perfetto, la mia ragione
di vita: Damon.

Forse è solo il frutto della mia mente spossata, sottoposta per troppo tempo ad uno stress emotivo capace di farmi perdere il vero contatto con la realtà, o forse no.

No, perché la gioia che rapida ed elegante come un felino prende il posto dell’angoscia e del tormento non può essere solo il frivolo e spregevole frutto della mia fantasia.

Il destino non può donarmi questa dolce e rincuorante illusione per poi portarmela via, facendomi cadere bruscamente dal mio angolo di paradiso.

I suoi occhi, che cerco disperatamente in mezzo ai tanti che mi circondano, quasi possano offrirmi un rifugio sicuro, devono essere reali.
 
POV DAMON:

I capelli lunghi e morbidi sono ora incrostati dal suo stesso sangue, dalle lacrime che deve aver versato in balia di confusione, disperazione e sofferenza, assumendo così la stessa tonalità sbiadita della pelle, anch’essa macchiata di sangue e terra.

Ma sono i suoi occhi a rendere quell’immagine e quella scena spaventosa, inquietante e tremendamente dolorosa.

I suoi occhi, che prima avevano la stessa tonalità azzurro ghiaccio dei miei, ora non sono né celesti, né grigi e neppure verdi.

Ma è la mancanza di espressione più che l’assenza di colore a suscitarmi interesse, un morboso, pietrificante e terrificante interesse unito alla pena della sconfitta.

Basterebbe il calore di un’emozione, un pallido e fievole segno di vita, per far brillare la bellezza in quegli occhi.
mi pare che, forse spinta da una forza misteriosa che  ti spinge a scovare ciò che ti
manca per riuscire a sentirti completo, il suo sguardo inespressivo stia cercando il mio e, una volta trovato, si illumina di una speranza che richiede uno sforzo calcolato e straziante.

Rimango immobile, pietrificato, a fissare il suo corpo esamine  mosso non più da
una  vita pulsante e desiderosa di incontrarsi e scontrarsi con il mondo circostante, ma da una forza primitiva e inarrestabile che le impedisce di spiccare il volo.

Questa la porta irrimediabilmente a cadere, a cedere sotto il suo comando prorompente, capitolando a terra priva di forze.

E nell’esatto istante in cui il corpo di Linda si posa a terra, mi lancio verso Klaus, mentre sento Stefan e Bonnie avvicinarsi al mio angelo e incitarla a resistere con le
loro voci cariche di pianti trattenuti e fievoli speranze.

Il mio corpo è qui, a schivare i colpi potenti e veloci di Klaus e la sua spada,  ma il mio cuore è lì, vicino a lei su quel terreno umido di sudore, sangue e lacrime, per rallentare il battito insieme a quello di lei, per pregarla di restare, di combattere per se stessa, per me.. per noi.

< Non riuscirai a sconfiggermi, lo sai vero? > domanda ad un certo punti l’ibrido, facendo tornare la mia attenzione sul combattimento.

< Ma io non voglio sconfiggerti, voglio ucciderti > rispondo sprezzante, non riuscendo a trattenere tutto l’odio che ho dentro, che dopo aver fatto del male a Linda non può che essere aumentato.

I secondi passano inesorabili e i colpi sferrati sia da lui che da me aumentano senza sosta, ma non sortiscono alcun effetto.

Non credevo di riuscire a tener testa ad un Originale così a lungo, specialmente a Klaus, e forse presto soccomberò sotto  la sua forza distruttiva, implacabile e nera come la pece, ma non prima di trascinarlo con me all’inferno, per lasciar marcire le nostre squallide e futili  membra per i peccati commessi da due assassini senza
amore ne remora.

< Fallo pure, ma sappi che lei morirà con me > replica con un sorriso beffardo sul volto che sembra scolpito nel marmo per la freddezza, l’indifferenza e la derisione.

E la rabbia cresce, si fa furente, incontrastabile e pervade tutto il mio corpo, da cima a fondo, ogni singola cellula, facendolo fremere, irrigidire e bramare una vendetta che da troppo tempo è stata rimandata, sviata o surclassata.

Mi avvento nuovamente contro Klaus con tutta la forza che possiedo, ignorando la spada affilata che rischia più volte di trafiggermi.

< Non la lascerò andare, io resterò sempre vicino a lei > non so nemmeno perché sto confessando tutto questo a Klaus, quando invece dovrei concentrarmi per ucciderlo, o non farmi uccidere.

Non so perché l’ho fatto, ma avverto comunque una sensazione di leggerezza, come se mi fossi liberato di un peso che gravava sulla mia coscienza di certo non immacolata.

< Bene, allora morirete entrambi e con la stessa arma  > mi risponde serio e furioso come mai prima, procurandosi velocemente un taglio profondo sulla mano sinistra e lanciandosi verso di me, pronto per colpirmi.

Vedo le fiamme bruciare , non per il desiderio quanto per l’odio profondo che viene riflesso dai suoi occhi che mai prima di allora hanno rispecchiato la sua anima nera.

Forse, se non fossi così incantato e confuso da quella visione, riuscirei anche ad evitare miracolosamente il colpo e a salvarmi, o forse no.

Fatto sta che, per l’ennesima volta, è il destino a scegliere al mio posto e lui aveva già
deciso che non devo essere io a morire in questo pallido giorno d’estate.

Più volte ho ribadito ad Elena che avrei sacrificato la mia vita per lei senza pensarci due volte, senza rimpianti e probabilmente ne ero anche convinto.

Ma ora, con il corpo della donna che amo, che mi ha dato tutto, a partire dalla vita vera per finire con la mia umanità, sarei disposto a rivivere le mie pene una per una,
anche più e più volte, pur di scambiare il mio corpo con il suo.

Sento la sua vita scivolare con lentezza esasperante via dalla sua figura esamine e dalla sua anima pura e perfetta e tutte le mie le mie speranze, le mie certezze, tutto ciò in cui pensavo, o speravo, di poter credere fuggono via come granelli di sabbia trasportati dal vento rovente verso un territorio sconosciuto e senza nome.

Malgrado il dolore, la stanchezza, la confusione e la paura che sto provando, non posso impedire alla speranza e al sollievo di contagiarmi con la loro positività quando vedo Damon tenere fieramente testa a Klaus nel loro combattimento fatale.

Anche gli altri, tranne Bonnie e Stefan che cercano di aiutarmi come possono, stanno lottando contro gli ibridi di Klaus, ma nonostante la preoccupazione i miei occhi non vogliono allontanare lo sguardo dal corpo di Damon, così terribilmente vicino a quello di Klaus.

Osservo attentamente le labbra di entrambi muoversi, segno che stanno parlando, ma contro ogni mio sforzo non riesco a sentire le loro parole.

 Ad un certo punto, però, quando vedo Klaus ferirsi ad una ,ano bagnando così la punta della spada con il suo sangue e quando lo vedo lanciarsi contro Damon, abbandonandosi all’ira e alla furia, sento una forza strana e prorompente invadermi, facendomi scattare in piedi e correre nella loro direzione.

 E’ come una luce nuova, calda e vitale; la sento estranea nel mio corpo, come se appartenesse ad un’altra persona, ma allo stesso tempo sento che fa parte di me già da qualche tempo.

Qualsiasi cosa sia, è davvero molto potente e anche se volessi capire la sua origine, non ne ho il tempo.

Riesco miracolosamente ad inserirmi fra il corpo di Damon e la spada di Klaus, la quale finisce inevitabilmente per trafiggermi il cuore.


Sento un dolore lacerante, insopportabile e straziante propagarsi dalla ferita verso tutto il corpo e prima di perdere i sensi per  iniziare  a rivivere tutti i momenti della mia vita in pochi ed intensi istanti, riesco a scorgere di sfuggita i diamanti presenti nell’impugnatura d’argento della spada che in questo momento si trova conficcata nel mio petto, da neri come la notte, come l’anima del loro padrone, diventare bianchi come la neve, come l’anima  di un angelo.. come la mia.

Chiunque si trovasse al mio posto, in questo momento, mentre sento la mia forza vitale diminuire con pietosa lentezza, vorrebbe tornare indietro, sceglieree un’altra strada, avere una seconda possibilità per poter vivere la propria vita.. ma non io.

No, l’unica cosa a cui riesco a pensare è che devo assolutamente trovare un modo per salvare l’inspiegabile forza che mi ha dato la possibilità di salvare l’uomo che amo e che si sta spegnando insieme a me.


Come una madre farebbe con il proprio figlio o la propria figlia, raccolgo le ultime forze rimaste per riuscire a salvare la mia piccola luce che si fa sempre più tenue e
flebile.

Ed è qui, in questo preciso istante, dopo aver formulato questo pensiero, mentre il
mio cuore scandisce gli ultimi strazianti battiti, che capisco.

Tutto acquista improvvisamente un senso, i tasselli del puzzle che erano rimasti posati sul tavolo sembrano trovare una collocazione e il disegno della mia vita appare completo e perfetto davanti ai miei occhi.


Sono consapevole che non ha senso, che è l’idea più improbabile che potesse anche solo sfiorarmi la mente,  eppure ai miei occhi appare come la spiegazione più logica.

Contro tutti i sentimenti discordanti che sto provando, contro la morte imminente che sta per avvolgermi e portarmi in un posto lontano e solitario, riesco a sussurrare quella che spero essere la salvezza per la mia piccola luce.

< D-damon, s-salvalo > mormoro prima che qualcosa di caldo ed umido mi goccioli sul viso e il buio mi circondi con la sua consistenza indefinita.
 
POV DAMON:
Non ci sono riuscito.

Contro ogni mia volontà, ogni mia speranza, ogni mia supplica, non sono riuscito a salvarla.

E’ stata lei, invece, che ponendosi fra me e Klaus ha salvato la mia vita ancora una volta, sacrificando se stessa.

< No!!! > sento a malapena il grido di Klaus, mentre il suo corpo prende lentamente fuoco fino a diventare un semplice mucchietto di ceneri color pece che volano via dopo una folata di vento.


Se stessi morendo io al suo posto, se fossi io ad avere uno squarcio profondo  nel petto, probabilmente starei soffrendo di meno.

Mi sento come se per tutto il tempo mi fossi trovato ad un palmo dal paradiso e non
me ne fossi reso conto.

Ed ora, dopo che un lampo accecante ha rischiarato il cielo con la sua irruenza e che io, finalmente consapevole della mia posizione, con le braccia protese verso l’alto pronte a toccare il territorio sacro e sconosciuto, sto precipitando senza sosta verso un inferno senza fondo.

E tutto quello che riesco a fare, che ho la forza di fare, non è nemmeno urlare, gridare al mondo intero e a me stesso che non è vero, che lei non sta morendo, che la amo con tutto me stesso, ma è semplicemente piangere.

Sì, una lacrima salata e disubbidiente scende lungo la mia guancia per trovare poi
pace sul suo viso pallido ed immobile, nello stesso istante in cui lei sussurra:


< Damon, salvalo >

Un mormorio appena percettibile che colma la mia mente di confusione.


Chi dovrei salvare?


E’ lei che sta per morire, perché cercare di salvare un altro?

Tante domande e nessuna possibilità di risposta; sento il suo cuore fermarsi e il petto non si muove più con quella cadenza irregolare, rimane immobile come tutti noi ad ascoltare il silenzio assordante della sua morte.

POV LINDA:
Se questa è la morte, allora tutto ciò che si crede è soltanto una stupida fantasia.

Mi trovo nella stanza calda, accogliente e totalmente bianca che ho visto nei miei sogni quando mia madre ha cercato di comunicare con me dall’altra parte.

< Benvenuta piccola mia > esclama una voce dolce e famigliare alle mie spalle, mi volto e..

Proprio come pensavo mia madre mi guarda con il suo sorriso rassicurante, ma i suoi occhi tradiscono un velo di serietà che mi fa preoccupare.

< Sono morta? > domando con la voce un po’ tremolante.

< No, o meglio sì, ma stai per tornare in vita > mi spiega, confondendomi ancora di più

< Come è possibile? >
< Come ti ho già detto, secondo la profezia l’ibrida può rinascere se porta con sé il simbolo della disperazione e la prova dell’amore >

Ah certo, ora mia è tutto chiaro!

< Continuo a non capire >


< Io invece credo che tu sappia di cosa sto parlando almeno in parte > ribatte lei.

< Quindi è vero? io sono davvero.. > la frase mi nuore in gola, incapace di ammetterlo ad alta voce


< Incinta? Sì, cara > completa la frase per me mia madre.

< Come può essere? > ripeto, cercando di capirci qualcosa e portando istintivamente una mano sul mio ventre piatto.

< Ti consiglio di leggere a fondo il libro che ti ha dato Klaus, sono sicura che capirai >

< Quindi è questa la “prova dell’amore” di cui parli, ma il simbolo della disperazione? > domando.

< Ascolta con attenzione, questo è ciò che sta succedendo nel mondo reale > ribatte, a volte credo che sia incapace di darmi una risposta chiara e coincisa.

In ogni caso, assecondo la sua richiesta e sento il rumore di piccole gocce rimbombarmi nella mente ad una cadenza regolare e ritmata.

< Che cosa sono? > domando curiosa.
< Lacrime, quelle dei tuoi amici,delle tue amiche e.. quelle di Damon >
< La disperazione.. > mormoro quasi inconsciamente, mentre una luce accecante si sprigiona dal centro del mio petto e mi avvolge impedendomi di vedere ciò che accade intorno.
< Sono fiera di te > mi mormora mia madre, prema che il mio spirito venga
nuovamente congiunto con il suo corpo.
                                                     ***
Quando apro gli occhi di scatto e mi metto a sedere, mi sento come se fossi morta e rinata in un singolo istante, e probabilmente è così.
Anzi, a quello che ho capito è proprio così.
Mi osservo attentamente intorno, una volta che la luce si attenua e riesco a distinguere i volti preoccupati e stupefatti dei miei amici fissarmi con gli occhi e la bocca spalancati.
Ma io non posso pensarci in questo momento, tutto quello che riesco a fare è portare istintivamente una mano alla pancia e sussurrare rincuorata:
< E’ salvo >
 
 
                                            FINE
 
SALVE!
Ok, lo so che fa schifo ma sono ore che scrivo e non ce la faccio più
Non riesco a credere di essere arrivata alla fine!
Spero solo che a voi piaccia di più che a me.
E’ lunghissimo, me ne rendo conto e probabilmente dopo le prime 2 pagine mi manderete a fare un giro, ma non posso farne a meno!
Per me tutte queste pagine, che per inciso sono 32!!!, sono necessarie.
Spero anche che vorrete leggere il seguito, che arriverà il prima possibile!
Sono contentissima del successo che ha avuto questa mia FF, 70 recensioni sono un sogno, grazie!
Ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti:
1 - Defan64
2 - Elenina22
3 - eltanininfire
4 - Fleccia90
5 - jess chan
6 - kia_salvatore89
7 - kyla91
8 - Lory4
9 - miki97
10 - nian07
11 - saramik
12 - Scurano
13 - _Crisalide_
UN MIGLIONE DI GRAZIE!!
Chi l’ha messa fra le ricordate:
1 - Delena_96
2 - Elenina22
UN MIGLIONE DI GRAZIE:
Chi l’ha messa fra le seguite:
1 - 8_Delena
2 - aishamelato
3 - angel2
4 - carlie_smile
5 - chiaraEB
6 - Delena85
7 - Desyree92
8 - ele_91_
9 - fanja
10 - jj96
11 - lunastella
 12 - miki97
13 - nian07
14 - ReliquiaEcho
15 - safycullen97
16 - serenella94
17 - valemelo
18 - xXxLauraxXx
19 - _3Alice3_
20 - _Bubble_
21 - _Layla
22 - _RadinA_
23 - _Raiko
24 - _very_
UN MIGLIONE DI GRAZIE!
 
Chi ha messo me fra gli autori preferiti:
1 - lovelyvampire
2 - miki97
3 - MissSomerhalder
 
E INFINE UN GRAZIE SPECIALE A CHI RECENSISCE:
 
                                                                                                                                                                           1)69withJoseph
2)annaterra
3)Carile_smile
4) Defan64
5)Delena85
6)_3Alice_
7)Lovelyvampire
8)_RadinA_
 
UN MIGLIONE DI GRAZIE!
Avevate ragione voi, era incinta!!!!Avevate ragione voi, era incinta!!!!


Vi amo con tutto il cuore e spero non mi vogliate uccidere dopo questo capitolo.
Un bacio enorme
Niko

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