Like a cold dicember,

di Intrighidistelle
(/viewuser.php?uid=287167)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You need me, I (don't) need you ***
Capitolo 2: *** When a woman decides to change, she starts with a haircut. ***



Capitolo 1
*** You need me, I (don't) need you ***


Storia originale, non e' fanfiction, si svolge in una Londra immaginaria. 
Ci tenevo a precisare.





 
You need me, but I (don't) need you





Perche' lo sto facendo? Perche' sto partendo per questo viaggio che non sono neanche pronta ad affrontare? Perche' me ne sto andando?
 
Questi erano i pensieri di Aria, in aeroporto, la sera del 13 gennaio 2012. Se ne stava andando da Ravenna, dall'Italia, senza che nessuno lo sapesse a parte sua madre. Aveva detto che voleva cominciare una nuova vita, aveva detto che li' non ce la faceva piu', che si sentiva sempre presa in giro. Non che fosse brutta, no, era alta, magra, occhi color cioccolato e capelli castano chiaro. 
Tutti la chiamavano secchiona, perche' prendeva dei buoni voti, andava bene a scuola, pensavano che passasse tutto il giorno a studiare, ma lei sfogliava svogliatamente le pagine e gia' se le ricordava. Ce l'avevano con lei perche' era un po' goffa, molto timida, non riusciva a parlare con i ragazzi, nemmeno a guardarli in faccia. Nessun ragazzo si era mai interessata a lei, cosa che la faceva stare male. Quindici anni e neanche un bacio. Si sentiva impotente nei confronti nel mondo, rimanendo li', in quel posto tanto odiato e tanto amato. 
Aveva pianificato tutto da tempo, mancava solo il consenso di sua madre. Ci volle molto tempo perche' riuscisse ad ottenerlo, il piano della ragazza era andare da sola, quindi sua madre sarebbe rimasta nella vecchia Ravenna. Scuola, alloggio e lavoro erano gia' programmati, aveva un vecchio amico che l'avrebbe aiutata ad entrare nel campo della moda. Era un sogno per lei, e sperava che potesse durare piu' dell'anno di scambio. 
 
Era seduta su una sedia, un biglietto aereo in mano, un'infinita' di valigie, qualche rivista ed un dizionario per comunicare. Di fianco a lei c'era sua madre che gia' piangeva, non voleva lasciarsi scappare sua figlia, non cosi'. Pero' sapeva che se l'avesse trattenuta il suo cuore sarebbe volato ancora piu' lontano da lei, l'avrebbe odiata a vita. E lei questo non lo voleva, perche' teneva molto a lei. Era riuscita a convincerla a dire a suo padre, divorziato e hai suoi nonni che sarebbe partita.
"il volo Milano - Londra partira' tra 15 minuti, preghiamo i signori passeggeri di salire a bordo."
-Mamma, mi mancherai, ci sentiamo appena arrivo, e, se ti chiedono qualcosa su di me, tu non sai nulla, non voglio che sappiano che io me ne sia andata a causa loro, quindi acqua in bocca- la abbraccio' forte e corse per prendere l'aereo.
 
Appena fu salita si sedette nel suo posto, 15b, vicino al finestrino e inizio a guardare l'aeroporto dal finestrino. Sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto del suo paese, del suo piccolo mondo. Un po' le dispiaceva non aver detto niente a Francesta, Carlotta e Angelica, le sue migliori amiche, ma non voleva che nessuno la trovasse, perche' credeva che l'avrebbe fatta stare meglio.
Credeva che l'unico modo per ricominciare fosse andare lontano, cambiare posto, amici. Perche' ritrovandoti sempre con la stessa gente, crei una pellicola protettiva che t'impedisce di cambiare, e lei era troppo debole per spezzarla.
Dopo qualche minuto l'aereo decollo', di fianco a lei aveva un signore di corporatura robusta che appena sedutosi si era messo a dormire russando rumorosamente.
Accese l'ipod si infilo' le cuffie e si mise ad ascoltare Lego House - Ed Sheeran.
 
I'm gonna pick up the pieces, and build a lego house 
when things go wrong we can knock it down 
Aveva appena buttato giu' quella casetta fatta di lego, troppo piccola per contenerla, troppo traballante per sostenerla. Ne avrebbe costruita un' altra, no, non una casa, un castello, grande, forte e solido.
My three words have two meanings, 
there's one thing on my mind 
It's all for you 
 
And it's dark in a cold December, but I've got ya to keep me warm 
and if you're broke I'll mend ya and keep you sheltered from the storm that's raging on 
Era stufa di quelle promesse che non sarebbero mai potute essere mantenute, anche se fosse rimasta. Ed si sbagliava. Non c'era stato, quando all'inizio di quell'inverno congelava, non l'aveva abbracciata. Era rimasto indifferente a lei, come aveva sempre fatto.
I'm out of touch, I'm out of love 
I'll pick you up when you're getting down 
and of all these things I've done I think I love you better now 
I'm out of sight, I'm out of mind 
I'll do it all for you in time 
And of all these things I've done I think I love you better now 
Si, era stufa dell'amore, dell'amore non corrisposto. Eppure il suo cuore voleva battere ancora forte, voleva amare. Voleva amare di piu' ora.
I'm gonna paint you by numbers 
and colour you in 
if things go right we can frame it, and put you on a wall 
And it's so hard to say it but I've been here before and I'll surrender up my heart and swap it for yours 

 

 
Sentiva di esserci passata gia prima, da quella situazione. Ma no, non avrebbe mai barattato il suo cuore per quello di qualcun altro.
I'm out of touch, I'm out of love 
I'll pick you up when you're getting down 
and of all these things I've done I think I love you better now 
 
I'm out of sight, I'm out of mind 
I'll do it all for you in time 
And of all these things I've done I think I love you better now Don't hold me down 
I think my braces are breaking and it's more than I can take.
Non lo aveva sopportato quel peso su di lei che gli facevano le persone. Si i suoi supporti si erano rotti ed ora si sentiva fragile, fragile e libera.
La canzone continuava a inebriare la mente della ragazza che cadde in un sonno profondo.













 
Spazio autrice.
Se avete gia' letto la storia, non preoccupatevi, la sto solo ripubblicando da un altro account (Il vecchio, Iwannabedrunkwheniwakeup, verra' al piu' presto cancellato).
Perdonatemi la scrittura, il capitolo e' vecchiotto (estate) e non l'ho sistemato molto, ho solo aggiunto una cosa che mi avevano fatto notare.
Nonono ! La storia non centra assolutamente con gli One Direction !
Poi, la storia si svolgera' in una Londra immaginaria, in un universo parallelo.
Sono pronta a rispondere alle vostre domande e a tutto, lasciate una recensione, chiedetemi anche solo di passare a leggere le vostre storie, lo faccio.
Con affetto, la vostra (incicciuita) Katherine.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** When a woman decides to change, she starts with a haircut. ***


Capitolo 2  -When a woman decides to change, she starts with a haircut.
 
 
-Hei ragazza hei, si dico a te, ti sto chiedendo se vuoi qualcosa da mangiare ! Ma ci sei?-
Una voce rimbombava nei sogni di Aria. Oh, aspetta, quelli non erano sogni. La ragazza si sveglio' di colpo e guardo' da che parte proveniva quella voce. Di fronte a lei c'era un'hostess, bionda sulla trentina, che la guardava in modo strano.
-Dio, ma non vedevi che stavo dormendo?!- sbuffo' rivolta all'hostess con lo sguardo ancora perso nel sonno.
-Oddio, scusa, scusa non volevo, davvero davvero.- L'hostess inizio' a scusarsi in mille maniere, e sveglio' pure il mio vicino, che si alzo' sbottando qualcosa e si infilo' nel bagno.
L'hostess a quel punto si mise a sedere vicino ad Aria e ricomincio' con altre scuse. Ad un certo punto si stufo' cosi' tanto che le urlo' in faccia : -Cosa me ne faccio delle tue scuse? Non servono a farmi riprendere il sonno, anzi.. guarda, adesso vado a farmi rimborsare una parte del biglietto!-
Fece per alzarsi quando la bionda la afferro' per la mano.
-Aspetta. Ti do tutto quello che vuoi, ma non andare di la' ti prego.-
Aria si sedette di nuovo e guardo' l'hostess che la riempiva di merendine e di bibite. Twix, Tronky, Kinder Bueno, Kinder Delice, cioccolatini, Pringles, lattine di Coca, di Fanta, di Sprite.
La mora inizio' a mangiare un tronky quando l'Hostess inizio' a parlare facendole un interrogatorio.
-Come ti chiami? Da dove vieni ? Quanti anni hai ? Come mai sei da sola? Sei diretta a Londra o in qualche altra citta'? Comunque piacere io sono Vanessa.-
Aria era indecisa se rispondere o no, ma il viaggio stava per finire e se la sarebbe sopportata per i successivi 5 minuti.
-Mi chiamo Aria, vengo da Ravenna, ho 15 anni e mi sto trasferendo a Londra, da sola, voglio incominciare una nuova vita.-
-E i tuoi genitori lo sanno? Sai dove andare a dormire? La scuola ? I soldi te li procurerai lavorando ?-
-Calma, Vanessa, lo sanno ed e' tutto programmato.-
-Ok, perfetto.-
La bionda inizio' a squadrare Aria come se cercasse qualcosa in lei.
-Oddio, ma se davvero vuoi diventare qualcuno, ti consiglio, cambia nome, tingiti i capelli e indossa un paio di lenti colorate, ci sono passata anche io, quando ero giovane.-
-Cos'ha il mio nome che non va?- domando' la mora. Ma l'altra se n'era gia' andata, lasciando qualche domanda nella mente di Aria.
 
Pochi minuti dopo si ritrovo' ad Heatrow , l'aeroporto era immenso e lei non sapeva dove andare. Appena uscita di li' chiamo' un taxy.
-Weather Street 53. Thanks.- disse in tono un po' troppo italianizzato, ma il tassista capi'.
Dopo qualche minuto si fermo' davanti ad un complesso infinito di case a schiera.
Il conducente si volto e disse -Sei arrivata, sono 15 sterline !-
-Oddio ! Ho dimenticato di scambiare le sterline in euro ! Tenga 20 € !- tiro' fuori una banconota, prese le sue valigie e si avvio' verso la casa.
Passo' dai vicini, i signori Pringles, per prendere le chiavi di casa. Erano due signori anziani, marito e moglie, che parevano molto simpatici.
Finalmente entro' nella sua nuova casa, appoggio' le valigie e si butto' sul letto. Avrebbe sistemato tutto con calma.
Ripenso' alle parole dell'hostess, insomma, forse aveva ragione. Non poteva continuare a girare per Londra come Aria Bianchi, chissa' cosa le avrebbero detto se fossero venuti i suoi compagni in gita o in vacanza, se l'avessero riconosciuta.
-Ommiodddio, guarda chi c'e' ! Aria la sfigataaa ! E, o, Luca, guardala, e' ancora piu' brutta di prima, pensa che quella brutta cessa ti veniva dietro ahhahaha-
No, non voleva affatto che succedesse un fatto del genere. Non l'avrebbe mai permesso.
 
 
*********
 
 
 
La mattina seguente Aria si sveglio' presto, fece un giro per la casa, disfo' le valigie, mise tutto un po' sparso qua e la'.
Era tutto sparso, come la sua vita in quel momento, confusa. Cosa fare, dove andare? Ma soprattutto. Chi voleva diventare Aria Bianchi? Aveva paura di commettere qualche sbaglio.
Decise di prendere alla lettera i consigli della hostess.
Capelli.
Occhi.
Nome.
Come dicono sempre, quando una donna decide di cambiare, inizia sempre da un taglio nuovo di capelli.
Sulle dieci di mattina si decise ad uscire di casa, prese il primo autobus che le capito' di fronte, con su scritto "City". Sarebbe andata in centro, perfetto.
Vedere Londra scorrere di fianco a te era una cosa meravigliosa. Pochi minuti dopo scese dal bus, in una fermata dove molta gente si catapultava fuori.
Non tiro' fuori la cartina, decise di andare a tatto, era risaputo il suo miracoloso senso dell'orientamento.
Dopo pochi minuti si trovo' davanti ad un cambio. Scambio tutte le sue banconote da euro in sterline. Tanto sarebbe rimasta in Inghilterra per un bel po'.
Arrivo' in una via piena di negozi di marca, ed entro' nel primo negozio di parrucchieri che le capito'.
Il segretario continuava a dirle espressamente che non c'era piu' posto per tutto il mese seguente, ma lei insisteva pesantemente, cosi' fu costretto a darle appuntamento per il pomeriggio seguente.
 
Dopo questo piccolo successo, Aria decise di riposarsi cinque minuti ed entro' in un piccolo bar affollato.
Si avvicino' al balcone e chiese un caffe'. Il barista glielo porse e ando' a sedersi nell'unica sedia libera che trovo'. Inizio' a sorseggiarlo, quando si rese conto di non averlo dolcificato con lo zucchero. Di colpo le prese il panico e sputo' addosso al ragazzo di fianco a lei tutto il caffe' che aveva ancora in bocca.
Lui si giro' e inizio a ridere.
Lei si scuso', ma lui non la smetteva di ridere, mentre i suoi amici la guardavano perplessi.
Ad un tratto il ragazzo le disse, in italiano: -Ma lo sai che ti trovi a Londra, mi sa che hai sbagliato aereo, cara, non siamo in Italia, hai avuto il culo di trovarti un italiano, perche' ti prenderebbero per scema.-
Doveva avere cinque-sei anni in piu' di lei, e quando parlava aveva uno spiccato accento pugliese.
-Oddio, scusa davvero, ero agitata e mi e' venuto d'istinto parlare in italiano, sono qui da poco. Comunque piacere Aria- disse, e porse la mano a quel ragazzo.
Si era detta di cambiare, voleva essere piu' estroversa, ma non fino a pochi minuti prima non avrebbe pensato di presentarsi cosi' spontaneamente al primo ragazzo che avrebbe incontrato.
-Aria? Aria? Oddio, sei tu ! Cosa diavolo ci fai qui- disse il ragazzo, sorpreso. Visto che ora lei lo guardava perplessa continuo' -sono Federico, andavamo sempre insieme al mare, da piccoli.
-Oddio, Fede ! Pensa che avevo in progetto di cercarti..-
-Come mai?-
-Ehm, sai, praticamente, ecco, lavori ancora nel campo della moda?-
-Si, certo, sarei tornato a casa, se non fosse cosi'..-
-Bene, ecco mi potresti aiutare a cercare un lavoro!-
-Stupida rincretinita, sei venuta qui senza che nessuno lo sapesse?-
-No, stai calmo, mia madre sa gia' tutto ! E' solo che se voglio stare qui mi da solo la parte di soldi che mi serve per l'affitto dell'appartamento.-
-Ok, vedro' cosa fare. Questo e' il mio numero.- tiro' fuori una biro e scrisse i numeri su un tovagliolo e glielo porse -chiamami appena puoi, ora devo andare, visto che i miei amici vogliono uscire e si staranno chiedendo cosa stiamo dicendo..-
Lei lo saluto', con un bacio sulla guancia, e lo guardo' uscire con i suoi amici.
 
 
 
******
 
 
 
-Mamma, ti ho chiamato quando sono arrivata, mica devo rimanere sempre al telefono con te ! Comunque ora devo andare, vado a cercare di costruirmi una vita qui..- la ragazza stava cercando di liquidare la madre al piu' presto, la chiamava ogni dieci minuti perche' era convinta che si fosse persa, o si fosse fatta male, o avesse incontrato tipo loschi.
-Come? E la scuola, quando la inizi? Non mi dire che hai intenzione non andarci piu' !-
-Dio, inizio il 23, lunedi' passo a portare i documenti. Ora devo davvero andare, ho l'appuntamento per la parrucchiera fra un'ora.- detto questo le riattacco' il telefono in faccia.
 
Prese la metropolitana e si ritrovo' subito nel centro della citta'.
Entro' nel negozio e si sedette in una sedia ad aspettare che fosse il suo turno.
Ad un tratto una donna la chiamo' e la fece accomodare in uno dei "lavandini" e inizio' a chiederle come voleva i capelli. Lei aveva optato per una tinta biondo cenere, poi si decise di fare un trattamento per avere i capelli sempre lisci.
La parrucchiera la guardo' in modo strano, per tutte quelle richieste.
-Sei sicura? Cambiera' molto da come sono ora !-
-Ma almeno, lei pensa che staro' bene?-
-Si, certo, hai un bel viso, staresti bene con tutto.-
-Allora, che biondo sia !-
E con questo la donna si mise al lavoro.









Spazio autore.
Come ho gia' detto, l'inizio della storia è ripubblicata, lo so che non è il massimo, ma non ho intenzione di modificarlo.
Sono in ritardo, lo so. Meglio tardi che mai, no?
Ringrazio chi  ha messo la storia nelle preferite e nelle seguite e chi l'ha recensita.
Spero che facciate lo stesso anche con questo capitolo anche se non è un gran che.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1477791