Cronache dell'Akatsukigakure

di GexeTheNemesi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio ***
Capitolo 2: *** Verso Sasori ***
Capitolo 3: *** Incontri nel Suna ***
Capitolo 4: *** Mezzo-sangue ***
Capitolo 5: *** Missione disumana ***
Capitolo 6: *** Missione al villaggio di Konoha ***
Capitolo 7: *** Uchiha vs Hyuuga ***
Capitolo 8: *** Prigoniera ***
Capitolo 9: *** L'interrogatorio ***
Capitolo 10: *** La verità ***
Capitolo 11: *** Fuga ***
Capitolo 12: *** La rabbia di Itachi ***
Capitolo 13: *** La donnola e lo squalo ***
Capitolo 14: *** Il segreto di Naruto ***
Capitolo 15: *** Uno strano diaro (prima parte) ***
Capitolo 16: *** Uno strano diario (seconda parte) ***
Capitolo 17: *** Un nuovo alleato ***
Capitolo 18: *** Chi bene inizia... ***
Capitolo 19: *** Una vecchia conoscenza ***
Capitolo 20: *** Una cura ***
Capitolo 21: *** La trappola scatta ***
Capitolo 22: *** Devi uccidere... ***
Capitolo 23: *** Il ritorno della volpe ***
Capitolo 24: *** Obito Uchiha ***
Capitolo 25: *** Un alleato impensabile (parte 1) ***
Capitolo 26: *** Un alleato impensabile (parte 2) ***
Capitolo 27: *** Umana ***
Capitolo 28: *** Risvegli ***
Capitolo 29: *** Tsukiyomi Uchiha ***
Capitolo 30: *** Me lo prometti? ***
Capitolo 31: *** Tradire: infinito presente ***
Capitolo 32: *** Tsukimaru ***
Capitolo 33: *** Bravi ragazi ***
Capitolo 34: *** Orgoglio ***
Capitolo 35: *** Il triste epilogo. ***



Capitolo 1
*** Inizio ***


Oggi ho avuto l'ispirazione giusta, quindi tanto valeva fare il primo capitolo adesso.

Il sequel più atteso di tutta EFP (modesto…:NdSorellaAutore) (io ci spero *_*:Nda), vediamo se riscuote lo stesso successo della precedente fic.

Questa volta metto il Ranting alto perché Yoko è diventata parecchio biriccchina, lo si capisce già dal primo capitolo e quando la storia andrà avanti…

Le cronache dell’Akatsukigakure.

Tu li tradirai… la voce di Lucifer rimbombava come un martello nella sua mente.

Uno dopo l'altro, comincerai ad odiarli tutti quanti... quella tortura era ricominciata, insensibile al volere del ninja.

Tutti quanti, nessuno escluso... Il volto di Hinata, non dolce come lo era sempre stato ma con un qualcosa di famelico disegnato sulle labbra. Mai quel volto aveva suscitato in lui paura, se non in quella terribile occasione.

Li ucciderai con le tue stesse mani: è questo il tuo destino... destino: nessuno più di Hinata sa quanto ci si debba sforzare per potersi opporre a esso; però lei c'è riuscita, perché non dovrei riuscirci anch'io.

Un quindicenne dai capelli biondi aprì gli occhi, finalmente libero dall'abbraccio di Morfeo.

“Buon giorno “ salutò pimpante una ragazza dai capelli rossi davanti al biondo. Aveva dei capelli rosso sangue e degli strani segni sulle guance simili a dei baffi: Naruto ormai si era arreso al fatto che quella ragazza sarebbe stata a fianco a lui per tutta la sua vita, ma alla fin fine la cosa non lo disturbava più di tanto come quando era un bambino. Adesso gli aveva perfino concesso di rimanere presente quando e quanto voleva.

“'giorno “ bofonchiò lui ancora insonnolito.

Yoko era cambiata moltissimo rispetto ai tre anni precedenti: Naruto non lo avrebbe ammesso nemmeno a se stesso, ma era diventata bellissima e ancor più attraente di quanto già non fosse. Si era fatta più slanciata, i capelli adesso li teneva in una lunga coda e il suo corpo era diventato quello di una vera donna; tanto che il biondo a volte faticava parecchio dal toglierle gli occhi di dosso.

“Allora “ cominciò Yoko allegra.

“cosa vuole fare il nostro Tsukikage questa mattina?”

Il villaggio stava andando alla grande: ci era voluto un anno intero per rimetterlo in sesto ma ne valse la pena. Il quel periodo, proprio in settimana, aveva raggiunto i duecento membri, per una metà abbondante era Jonin mukenin di grado A e B, alcuni dei quali quasi al livello di Zabuza. Parlando di ninja spadaccini, ne aveva addirittura recuperato uno: un certo Reiga -o come cavolo si chiamava- però neanche lontanamente forte come gli altri due ninja-katana che aveva precedentemente incontrato il biondo. Ma senza dubbio sapeva il fatto suo sia negli interrogatori ( rasentava il livello di Hidan quando perdeva la pazienza) sia nell'addestramento reclute, era impareggiabile in entrambe le cose.

Naruto sbadigliò sonoramente prima di rispondere.

“Prima di tutto una bella doccia fresca... “

“Ti ci vuole proprio, sei tutto sudato “

“... poi dritto di filato al campo di addestramento a vedere come se la cavano le nuove reclute “

Si alzò dal letto e si incamminò verso il bagno

Chiuse la porta alle sue spalle, si spogliò e si infilò sotto doccia, facendo venir giù acqua fredda... gelida praticamente; il freddo lo avrebbe aiutato a togliere dalla mente quelle immagini e quelle parole che gli stavano dando quasi dolore fisico.

Sentì un prosperoso seno schiacciarsi contro la sua schiena, mentre due candide braccia lo circondavano dolcemente.

“Hai fatto ancora quel sogno?” Chiese la rossa, baciando il collo del ragazzo.

“Sì” rispose Naruto stringendo con tenerezza la mano di Yoko.

“ormai è una settimana che faccio sempre lo stesso sogno... sono arrivato al punto da invidiare Gaara”

“Devi essere proprio al limite allora!”

Si portò davanti al ninja e dopo avergli regalo un dolce sorriso, lo baciò con passione.

Solo quando i polmoni di entrambi cominciarono a supplicare ossigeno i due si separarono.

“Con una come te una doccia fredda non basta mica...” borbottò il biondo, prima che i due scivolarono "sbadatamente" a terra uno sopra l'altra.

“Chi ha parlato!?” Sbraitò il ninja spadaccino a un gruppo di nuove reclute; otto in totale.

“Chi ha parlato!? Chi cazzo ha parlato!? Chi è quel lurido comunista checca spompinaro che ha firmato la sua condanna a morte!?”

Silenzio...

“Non è stato nessuno eh!? Sarà stata la fatina buona del cazzo... vi ammazzo a furia di ginnastica e vi faccio venire i muscoli perfino al buco del culo!”

-Liberamente tratto dal film Full Metal Jaket-

(Che linguaggio fine, sarebbe stato l'anima gemella di Tayuya... ma mica si portava sempre un bambino sulle spalle!? Poi come pensi che crescerà!? NdAmicoInvisibileDell'Autore)( Fino a quando non mi ricordo come si chiama il bambino, non lo inserisco nella fic... ho anch'io una morale da seguire, sai?Nda)

Solo dopo più di tre ore di esercizi vari le reclute videro che lo Tsukikage si stava dirigendo verso di loro (Azz... ti sei proprio sprecato, eh? NdAutore rivolto allo Tsukikage)

”Non strapazzarmeli troppo, tra due giorni devono andare in missione” lo riprese Naruto.

Si avvicinò al traditore della nebbia, il quale non sembrò fare i salti di gioia alla vista del biondo.

“Come stanno andando?” chiese.

“Livello di combattimento scarso, una missione più complicata del grado C non potrebbero riuscire a farla “ rispose deluso.

“Mandali al battesimo del sangue a Iwa, a quelli che sopravvivono dai il coprifronte”

“Sì Tsukikage-sama” così dicendo si volse verso le reclute.

“E... Reiga”

L'interessato si voltò scocciato.

“I pochi che sopravvivranno vedi di farli arrivare al villaggio in salute, chiaro?”

“Non vi fidate me?”

“Per niente: l'ultima volta che ti ho affidato un gruppo di reclute per metà sono finite seppellite vive”

“Lo dice come se la cosa la turbasse”

“Lasciamo perdere, voglio almeno altri due Genin da questo gruppo”

“Farò del mio meglio”

si voltò e sfogò il suo disappunto sui malcapitati ninja che dovevano chiamarlo "sensei".

Naruto si incammino verso l'uscita del villaggio.

“Ma in quale attimo di follia ho fatto entrare quello sbandato nel mio villaggio?” Si chiese.

“Un ottima domanda” lo prese in giro Yoko.

Con un accordo tacito, il volto dei due divenne serio.

“Oggi è il 16 febbraio” disse la rossa.

“Già” si limitò a dire Naruto.

“Stiamo andando a trovare Sasori allora?”

Esattamente tre anni prima, Sasori della sabbia rossa era deceduto vittima di una degli scagnozzi di Lucifer: non avrebbe mai potuto dimenticare quel giorno.

“Infatti, e non sarebbe una cattiva idea andare anche a trovare Kisame nonostante sia un po' presto” riflettè

“Gli farà senz'altro piacere”

Anche lo spadaccino della nebbia aveva seguito la stessa sorte del marionettista, vittima di Lucifer in persona.

Il biondo alzò lo sguardo al cielo.

“Sono già passati tre anni dall'ultima volta che l'Akatsuki si è riunita al completo... non avrei mai pensato che quei ragazzacci mi sarebbero potuti mancare così tanto” ammise.

“Tranquillo, prima o poi sono sicura che li rivedrai tutti quanti”

All'inizo del passaggio segreto che conduceva all'uscita, trovò Artemis appoggiato con la schiena contro la parete di roccia.

“Non stai andando a Suna, vero?” chiese sicuro della risposta.

“Almeno una volta all'anno penso sia il minimo”

Con un sospiro stanco, il sensei del ragazzo compose dei sigilli e il passaggio si aprì.

“A casa per mezzanotte “

“Sì papino” borbottò Naruto.

Vi dico subito che per il prossimo cap dovrete aspettare parecchio.

Ciao!!!

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Capitolo 2
*** Verso Sasori ***








Ho abbassato il Ranting perché il mio orgoglio da gentlemen mi impediva di scrivere certe cose…

Cap 2 Verso Sasori

“Niente nemmeno qui?” Chiese l’Uchiha.
“Niente, qualcuno aveva sentito parlare di Hachimata ma non penso sia una traccia attendibile” rispose Hinata.
“E ti pareva…” bofonchiò Itachi, dopo tre anni di continui buchi nell’acqua perfino lui stava cominciando a stufarsi di quel compito che ormai riteneva ingrato. Il moro non era cambiato più di tanto, se non per lo sguardo che era diventato ancora più duro e spietato.
Opposto era per la Hyuuga: si era fatta crescere i capelli che ora teneva sciolti, il corpo di una donna ormai adulta vestita con paio di pantaloncini in jeans e una maglietta nera a maniche corte con disegnata sopra un'unica nuvoletta rossa, un abilità innata potenziata come nessun Hyuuga mai esistito poteva vantare e il livello di chakra pari a quello di un kage.
La guerriera che Naruto aveva visto in lei tempo addietro.
Si trovavano al tavolo di un bar di un paese vicino al villaggio della cascata, Hinata sorseggiava una tisana, Itachi del sakè.
“Io mi chiedo come tu faccia a bere quella robaccia” commentò la ragazza osservando quasi schifata la bottiglietta di sakè in mezzo al tavolino.
“Diventa adulta e poi ti rinfaccerò queste tue parole ogni giorno”
“Allora sono ben felice di aver ancora quattordici anni”
Il moro la osservò confuso.
“Ma oggi non facevi i quindici?” Chiese prima che potesse mordersi la lingua. Il sorriso della Hyuuga si allargò.
“Allora te lo sei ricordato…” disse soddisfatta lei, mentre il ragazzo portò lo sguardo altrove: Hinata si divertiva tantissimo a mettere nel sacco il suo compagno su cose come queste, anche se le riusciva di rado.
“Andiamocene” disse piatto.
Buttò sul tavolino un paio di monete e uscì dal bar seguito da Hinata.
“Quanti altri ce ne mancano da controllare?” Chiese Itachi dirigendosi verso l’uscita del piccolo paesello.
“Una trentina, forse di più”
“E poi vado a chiedermi perché Orochimaru ha lasciato l’organizzazione…” bofonchiò l’Uchiha.
Uscirono dal paese e si ritrovarono su una strada che costeggiava un piccolo corso d’acqua.
“Io penso sia parecchio strano” disse ad un certo punto Hinata.
“Sono d’accordo con te” concordò Itachi intuendo al volo a cosa la sua compagna si riferisse.
“tre anni e non abbiamo trovato neppure la più piccola traccia, anche gli altri non devono avere avuto maggior fortuna, altrimenti ci avrebbero avvisato”
La ragazza sospirò delusa.
“Un serpentone alto dodici metri e lungo un centinaio non dovrebbe passare inosservato, eppure sembra quasi che sia svanito nel nulla”
Sentirono chiaramente dei passi avvicinarsi alle loro spalle, così si fermarono. “Oh no, non di nuovo…” si lamentò la Hyuuga.
“Io questa volta non muovo un dito” chiarì subito il moro.
Scocciata come poche volte lo era, Hinata si voltò e si ritrovò davanti a una decina di uomini armati con spade arrugginite con addosso armature da samurai, quasi certamente recuperate da un rigattiere molto economico.
“Dateci tutto quello che avete, forza!” sbraitò sputacchiando da tutte le parti il tipo più grosso del gruppo.
L’Uchiha sbuffò, seccato quasi quanto la ragazza.
“Sbrigati ad ammazzare questi bastardi” disse.
“Che hai detto!?” abbaiò lo stesso tipo di prima gettandosi verso Itachi, ma Hinata si mise in mezzo a loro e appoggiò con fare annoiato la mano sulla fronte del brigante.
“Bye Bye…”
Un attimo dopo, i due uomini alle spalle del tipo si ritrovarono coperti di sangue che non era il loro: il loro compagno che aveva commesso l’errore di attaccare per primo ora era accasciato al suolo senza più la testa.
“ah…ah… Aaaaaaah!” alcuni rimasero paralizzati del terrore altri, i più furbi, se la dettero a gambe.
“Visto che mi avete fatta scomodare” sibilò lei sistemandosi non curante la chioma mora.
“vedete almeno di farmi divertire un po’”
Due di loro ebbero un picco di follia e si lanciarono contro la Hyuuga, la quale si limitò a colpirli con un semplice buffetto alla fronte facendo fare loro la fine del precedente bandito.
“Nessun’altro?” incitò lei.
Ce ne erano ancora un paio pietrificata dalla paura, non sembrava che avessero intenzione di muoversi.
Non resisto… voglio provare la mia nuova tecnica.
“Byakugan!”
I due davanti a Hinata cominciarono a tremare molto più convulsamente di prima, mentre le pupille di entrambi si rovesciavano. Quando poi la ragazza annullò la tecnica, la reazione dei due banditi fu impensabile: con le loro stesse armi si autoinflissero una ferita mortale, morendo sul colpo.
La Hyuuga si stiracchiò, come se avesse fatto una semplice dormita.
“Che noia…” borbottò.
Quando si volse verso il compagno, vide che la stava osservando curioso.
“E quello da dove usciva?”
Sul viso di Hinata si stampò un sorriso furbo.
“Oh, sai… sta notte ho avuto l’ispirazione per una nuova tecnica, così ho provato a metterla in pratica, tutto qui…non mi credi, vero?”
“Quando hai quel sorriso non ti credo mai”
L’espressione di Hinata tornò ad essere la solita: allegra.
“A dire il vero” cominciò, rimettendosi a camminare.
“questa è la tecnica speciale che ho ideato per poter battere te”
L’Uchiha si mise a fianco alla compagna.
“Hai forse intenzione di farmi fuori?” Chiese tranquillamente.
“Anche se molto spesso l’istinto è forte, no. Sei abituato a Genjutsu di questo livello, di sicuro non avresti una reazione come quella di quei due scemi, ma non ci metterei la mano sul fuoco sul fatto che tu possa uscirne indenne”
Camminarono per un altro paio d’ora questa volta senza incidenti di percorso, dopo poche ore il sole iniziò a tramontare, rapendo completamente l’attenzione della Hyuuga: quando il sole diventava rosso, in qualche modo le ricordava gli occhi del suo compagno.
Si accamparono all’aperto, in un piccolo boschetto li vicino.
Dopo aver acceso il fuoco, si sedettero per terra uno a fianco all’altra davanti al piccolo falò, aspettando che la cena a base di coniglio selvatico fosse pronta.
“Con le parole “abituato a Genjutsu di questo livello” non stavi paragonando la tua tecnica allo Tsukuyomi, vero?”
La mora si morse il labbro inferiore: nell’euforia aveva lasciato scappare qualcosa di troppo.
L’altro scosse la testa.
“Sai Hinata” disse Itachi
“quando Artemis ti ha affibbiata a me, avrei tanto voluto strozzarlo: credevo che mi saresti stata solo di impiccio e che mi avresti dato parecchi problemi”
L’interessata abbassò lo sguardo malinconica, ma Itachi le mise due dita sotto il mento e le fece di nuovo alzare lo sguardo verso di lui con un gesto per lei dolcissimo.
“Mi sono ricreduto presto” così dicendo, cogliendo la ragazza completamente alla sprovvista, Itachi si chinò leggermente e poggiò le sue labbra su quelle di Hinata.

Molto lontano da lì, intanto…

Naruto si voltò di scatto alle sue spalle, la sensazione di pizzicore allo stomaco che gli veniva ogni tanto più forte del solito.
“Che c’è?” Chiese la rossa.
“…Niente”
Erano in pieno deserto, ancora un paio d’ora e avrebbero raggiunto il villaggio del Suna.
“Hinata e Itachi, eh?” Domandò con tono furbo lei.
“Ti avevo detto di smetterla di curiosare nella mia testa”
“Questo si chiama intuito femminile, e poi ormai ti conosco: quando pensi a loro due assieme fai sempre un impercettibile grugnito”
Il biondo grugnì di nuovo, rivolto a Yoko questa volta.
Passò qualche ora, e finalmente riuscirono a scorgere in lontananza le porte del villaggio.
Affrettarono il passo e finalmente si ritrovarono davanti al villaggio della sabbia.
“Anche questa volta niente Henge?” Chiese Yoko.
“Ovvio. Ho un orgoglio da difendere”
“L’anno scorso ci hanno quasi beccato, ormai avranno capito che le nostre visite hanno un intervallo regolare. Troveremo tutti i Jonin di questo villaggio ad aspettarci”
“Sarà una visita veloce questa: toccata e fuga”
“Toccata e fuga” gli fece eco la ragazza.
Entrarono senza esitazione, non accorgendosi di un giovane Jonin della foglia proprio sulle mura sopra di loro.
“Kakashi-sensei, sono arrivati”


L’ultimo capitolo prima di partire per le vacanze.
Ciao a tutti!!!







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Capitolo 3
*** Incontri nel Suna ***



Ladies and gentlemen: il grande Gexe è tornato!!!


Cap 3 Missione a Suna





“Kakashi-sensei, sono arrivati”

Tre anni prima…

“Ragazzi, so che siete ancora molto scossi per quello che è successo, ma devo chiedervi di fare uno sforzo” disse serio Kakashi ai suoi due allievi, al suo fianco c’era un vecchio dai lunghi capelli bianchi.
Erano nella stanza d’ospedale di Sasuke, con la rosa che era seduta sul letto del compagno.
“Prima di tutto vorrei presentarvi una persona: lui è Jiraya, uno dei tre ninja supremi”
I due ragazzi fecero un rispettoso inchino al ninja.
“Siete stati i compagni di squadra di Naruto…” iniziò il vecchio.
“Siamo” precisò con una punta di rancore il moro.
“… e ritengo sia giusto mettere anche voi al corrente di cosa sia successo”
Il sannin prese un profondo respiro.
“Akatsuki” disse.
“è questo il nome dell’organizzazione criminale alla quale Naruto fa parte già da molto prima che venisse qui al villaggio della foglia”
Il cuore di Sakura perse un battito: associazione criminale?
“Di cosa sta parlando?” Chiese brusco l’Uchiha.
“Sto parlando di organizzazione della quale fanno parte i più pericolosi ninja di tutto il mondo, la maggior parte dei quali sono al livello di Orochimaru, alcuni addirittura ben più forti di lui. Anche Orochimaru stesso un tempo ne faceva parte, ma per motivi a me ignoti sembra che l’abbia abbandonata parecchi anni fa”
Sasuke ascoltava attento: aveva intuito che Naruto nascondesse qualcosa, ma mai avrebbe immaginato una cosa del genere.
“Da quello che ho visto, sembra che i membri di Akatsuki mirino a trovare e catturare tutti i bijuu esistenti. Recentemente però, un altro obbiettivo si è aggiunto a questo, un obbiettivo che proprio Naruto ha introdotto: quello di raccogliere seguaci per costituire un vero e proprio villaggio”
Kakashi sospirò, quella parte la sapeva anche lui.
“Il villaggio della Luna Rossa” completò il Jonin.
Jiraya annuì.
“Esatto: ne fanno già parte, come sapete, Hinata Hyuuga e anche il ninja spadaccino della nebbia Zabuza Momochi con il suo braccio destro del quale non so niente. Poi c’è il recentissimo new-enter: Gaara del deserto”
“Che lei sappia Jiraya-sama, anche un certo Artemis Uchiha fa parte di questo villaggio?” Chiese il ninja dai capelli d’argento.
Uchiha!? Pensò sconcertato Sasuke.
Il sannin e il Jonin si osservarono per un lungo istante.
“E chi cavolo sarebbe questo tipo?”
Sì coprì l’occhi visibile con una mano: d’altro canto, stava parlando con Jiraya. “Uhm… però, ora che ci penso, questo nome non mi è nuovo… “ rifletté il vecchio.
Assunse un aria pensierose poi ebbe l’illuminazione.
“Ma certo, ora ricordo” disse esultante.
“era il miglior amico del quarto hokage: dove c’era uno, potevi star sicuro che c’era anche l’altro. Erano come pappa e ciccia… che nostalgia” mostrò un sorriso nostalgico.
“C’è un altro Uchiha vivo oltre a me?” Chiese sbalordito Sasuke.
“Sì, però non era mai stato riconosciuto come membro effettivo del clan visto che era un “estraneo”“ disse il vecchio
“Estraneo?” Chiese Sakura.
“Era senza lo Sharingan” spiegò Sasuke.
“era un evento raro, ma poteva succedere che un membro del clan nascesse senza abilità innata. Oltre a venire rinnegato dagli altri membri, gli veniva proibita la possibilità di diventare un ninja”
Jiraya scosse la testa.
“Beh, qualcuno deve averci pensato ad addestrarlo altrimenti non ci sarebbe di certo sfuggito insieme al resto della combricola”
“Jiraya-sama, cosa se ne fa l’Akatsuki di questi… bijuu?” Chiese la rosa.
“Non ne ho idea, ma sono certo che è qualcosa che metterà in pericolo tutte e cinque le terre dei ninja. Perciò dobbiamo fare in tempo a fermarli prima che raggruppino tutti e nove i bijuu e combinino un casino”
Sasuke grugnì sonoramente.
“Vecchio… non ci stai dicendo tutto questo solo perché vuoi farci un favore, vero?”
“Acuto il bambino. Io vi ho dato delle informazioni che senza dubbio vi sono interessate, ora voglio essere ripagato allo stesso modo: ditemi tutto quello che sapete su Naruto, siete stato compagni di squadra per un periodo non indifferente. Sono sicuro che sapete qualcosa che mi potrà essere utile. Parlate”
“Scordatelo!” disse subito il moro.
“Naruto ci ha salvato la vita un mucchio di volte e noi dovremo ripagarlo così!?”
“Il tuo caro compagno ora è un muke…”
“Non me ne frega niente!” Gridò, zittendo il ninja supremo.
“Naruto è mio compagno di squadra, non ho intenzione di giocargli un simile tiro mancino!”
Il vecchio grugnì infastidito, poi si grattò il collo.
“Non mi piace ricorrere a simili mezzi subdoli per ricavare informazioni, ma questa è una situazione d’emergenza quindi darò un calcio alla morale”
Osservò il Genin per un lungo istante, prima di parlare di nuovo.
“Non so con esattezza quali ninja ci siano nell’Akatsuki, ma oltre a Naruto e ad Artemis ho le prove che c’è un terzo ninja traditore del villaggio della foglia che ne fa parte”
Sasuke inarcò un sopracciglio.
“Chi?” Chiese curioso.

Oggi, villaggio del Suna

“Ricevuto, raggiungici e non fare niente. Chiudo” rispose la voce di Kakashi. Il ragazzo eseguì, balzò su un tetto li vicino e si avviò velocemente verso il punto di raccolta.
Dopo qualche minuto riuscì a intravedere ninja dai capelli d’argento intento a leggere il suo libro vicino a un folto gruppo di altri Jonin della sabbia, così scese a terra davanti a loro.
“Sicuro che sia uno della Luna Rossa?” Chiese subito Baki.
“Ho visto chiaramente il coprifronte” rispose
Kakashi rimise a posto “Icha Icha Tactics”.
“Bel lavoro Sai, direi che è arrivato il momento di mettersi ai propri posti”
I Jonin della sabbia sparirono, mentre Sai e Kakashi si diressero con passo veloce verso il palazzo del kazekage, dove ad aspettarli c’erano i rimanenti del team Kurenai e Sasuke.
“Lo avete avvistato?” Chiese Kurenai.
“E’ appena entrato, la squadra speciale lo sta pedinando” rispose Kakashi.


Qualche giorno prima, villaggio di Konoha.


“Una missione nel Suna?” Chiese scocciato Sasuke.
“rifiuto!”
Tsunade esibì un sorriso furbo, che fece raggelare il ninja.
“Sorvolando sul fatto che non ti puoi rifiutare, sono sicura che questa missione ti interessa parecchio visto che c’è di mezzo l’Akatsukigakure”
Il volto del moro cambiò subito espressione.
“Di che grado è?”
“A, ma potrebbe diventare S a seconda della situazione… allora, ti interessa adesso?”
Il ringhio dell’Uchiha fu sufficiente.
“Ogni anno, il 16 febbraio, viene avvistato un ninja della Luna Rossa aggirarsi tra le strade del villaggio della sabbia, però non sappiamo il perché si diriga lì puntualmente. E’ già successo per i due anni passati e il kazekage Kankuro teme per la sicurezza della propria gente, ha espressamente chiesto che sia il team Kakashi ad occuparsene. Inutile dirti che questa è un occasione d’oro per avere più informazioni a riguardo del villaggio della Luna Rossa, perciò la priorità sarà catturare vivo questo ninja”
Sasuke fece un sorriso amaro.
“Sakura non è nelle condizioni di eseguire alcuna missione, immagino che dovrò andare solo io e Kakashi-sensei”
“Immagini male” lo corresse la sannin.
“verrete affiancati dal team Kurenai e… da un altro ninja di supporto” concluse con un punta di stizza.
“Un ninja di supporto?”

Suna…

“Che aspettiamo? Andiamo a prenderlo a calci!” Incitò battagliero Kiba.
Kakashi accese la sua radiolina.
“Baki, lo vedi?”
“Czzz… si sta dirigendo verso di voi, vi suggerisco di nascondervi dentro il palazzo del Kazekage… oh, merda! Questa non ci voleva!”
Il volume era abbastanza alto perché tutti i presenti sentissero.
“Che succede?” Chiese preoccupato il Jonin.
“Czzz… abbiamo un… anzi, due problemi in più”
“Ma quelli sono…” borbottò Naruto vedendo due figure poco lontane da lui.
“No, non ci credo!”
Comminò con passo felpato fina a giungere alle spalle dei due, per accertarsi che non si fosse sbagliato.
“Tobi! Deidara!”
I due mukenin si voltarono sbalorditi.
“N-Naruto!?” Chiese quasi incredulo Deidara.
“Ulala! Sei cresciuto tantissimo dall’ultima volta Naruto-kun!” Esclamò Tobi. Il biondo sorrise orgoglioso.
“Dici? Fantastico!”
L’artista fece una leggera risata.
“Perfino la tua voce è cambiata. Stai diventando adulto vedo, uhn” fece un sospiro nostalgico.
“ah, mi ricordo ancora quando eri un picciriddu alto quattro spanne e mezzo…”
I tre scoppiarono a ridere.
“Comunque… anche voi due qui per Sasori, vero?”
“Ovvio, ma non siamo mica i soli. Poco fa abbiamo visto Kakuzu e Hidan che se ne andavano”
Naruto scosse la testa.
“Inutile sperare in Itachi…”
“Ulala, verrà anche lui, ma di sicuro aspetterà qualche giorno. Giusto il tempo di essere certo di non farsi vedere da qualcuno di noi”
“E’ incorreggibile…” commentò lo Tsukikage, poi cambiò espressione.
“Hachimata?” Chiese.
I due scuoterono il capo all’unisono.
“Nulla, in tre anni nessuna traccia”
Il biondo imprecò sotto voce.
“Fidati Naruto-kun! Lo troveremo e poi ne faremo un centinaio di portafogli e borsette! Ulala!”
Tobi e Deidara si diedero uno sguardo complice.
“Glielo dici tu o glielo dico io?”
“Prima voi, sempai”
L’artista mostrò un sorriso alla Gai-senesi e disse orgoglioso.
“Centosette!”
Un grosso punto domanda si piazzò sopra la testa di Naruto.
“Centosette… cosa?”
“E’ il numero di ninja che siamo riusciti a rimediare per il tuo villaggio. Tutti Chunin più qualche Jonin, avevo intenzione di portarli al villaggio segreto della Luna Rossa in settimana… allora, che mi dici?”
Gli occhi di Naruto diventarono sbrillucciocosi e pieni di lacrime di gioia.
“Dico: Deidara… tu sei il mio dio!”
L’interessato si solleticò il naso, mostrando il suo profilo.
“Sì, me lo dicono in molti…”
“Sempai, penso sia proprio ora di andare” lo riprese Tobi.
Si salutarono e Naruto ricominciò ad incamminarsi verso il cimitero del villaggio della sabbia.

“Czz… Non ho sentito una sola parola, ma adesso i due se ne stanno andando” Kakashi fece un sospiro di sollievo.
“Li hai identificati?” Chiese.
“Czz… no, ma la squadra speciale ha scattato delle foto e stanno andando a controllare l’archivio, io e gli altri intanto continuiamo a seguire quello della Luna Rossa”
“Ottimo: chiudo”
Il Jonin si tolse l’auricolare.
“Miraccomando, anche se è uno solo, i ninja della Luna Rossa sono diventati famosi in tutto il mondo per la loro potenza mostruosa” mise in guardia tutti.
Shino fece si sistemò meglio il cappuccio.
“Non c’era bisogno di ricordarcelo” borbottò lui.
“Che facciamo se anche questo ninja riesce a evocare quello strano chakra?” Chiese Kiba.
“Lo attaccheremo comunque, abbiamo il vantaggio del numero: cinquanta contro uno”
“Il numero sarà irrilevante se si trattasse del traditore della foglia Naruto” disse Sai con naturalezza.
All’unisono, gli altri ninja della foglia cominciarono a sudare freddo.
“Vedi di non portare rogna, Sai!” sbottò Kiba.
“E’ comunque una possibilità” disse Shino.
“dobbiamo essere pronti anche a questo”
Sasuke, che fino ad allora era stato in disparte, portò lo sguardo sui due Chunin davanti a lui.
“In quel caso, tutti voi vi dovrete fare da parte e lasciarlo a me”
Kurenai stava per ribattere, ma con gesto della mano Kakashi la invitò a restare in silenzio.
“Sasuke, penso sia un dato di fatto che ormai tu sia diventato uno dei ninja più forti di tutto il villaggio, ma mi vedo costretto a ricordarti che sei ancora un Genin e fino a quando resterai tale non potrai opporti alle mie decisioni, chiaro?” Disse dure il ninja.
Il moro portò lo sguardo altrove, segno di stizza.
“Ognuno ai propri posti” ordinò Kakashi.
“tra poco si inizia”
La stanza si svuotò all’istante, solo Sasuke e Kakashi non si erano mossi.
“Uccideresti davvero Naruto?” Chiese il Jonin.
L’Uchiha lasciò scorrere qualche secondo prima di rispondere.
“C’è solo una cosa che odio più di mio fratello” disse guardando fuori dalla piccola finestra della stanza.
“vedere lei che soffre” rispose evasivo.
Il ninja dai capelli d’argento scosse la testa.
“Quando parli di tuo fratello ti riferisci a Itachi…” chiese.
“o a Naruto?”
Se Sasuke avesse ascoltato le ultime parole del ninja quasi certamente lo avrebbe fulminato con lo sguardo, ma non lo fece: stava osservando con aria afflitta e preoccupata l’orizzonte.
Era preoccupato.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma era davvero preoccupato.
Kakashi sorrise sotto la maschera, capendo al volo a chi stesse pensando il suo allievo.
“Sakura è una ragazza forte, e ho sentito che sarà Tsunade a dirigere la sua operazione. Vedrai, non ci saranno complicazioni di nessun tipo” disse sorridendo sotto la maschera.
L’Uchiha stinse i pugni.
“Perché a lei?”
Si morse il labbro inferiore talmente forte da far uscire un piccolo rivoletto di sangue.
“Non aveva fatto niente… niente...”
La Sharingan si attivò senza che il ragazzo lo volesse, era sensibile alle forti emozioni come la rabbia.
“Troverò quell’infame che gli ha fatto questo… e quando lo troverò”
Diede un pugno al muro al suo fianco che subito si riempì di profonde crepe.
“scoprirà che finire tra le grinfie della Kyuubi non è il peggio che possa capitare”
Per qualche istante, Sasuke venne circondato da un potentissimo chakra nero.
“Maledetti… maledetti ninja della Luna Rossa!”
Kakashi mise una mano sulla spalla del suo allievo.
“Sasuke, so come ti senti. Ma sei un ninja, non devi permettere che le tue emozioni di condizionino e soprattutto”
Si avvicino all’orecchio del moro, in un sussurro appena percettibile.
“non usare il potere di Hachimata, se non sono ancora venuti alla foglia per riprenderselo, significa che non hanno idea di dove sia ora. Non devono sapere. Questo è anche più importante di tutta la missione”


Dopo una mezz’ora, Naruto vide la staccionata che delimitava il cimitero. Era arrivato.
Varcò l’apertura della staccionata e si diresse verso il centro del camposanto, era lì che aveva seppellito Sasori della sabbia rossa tre anni prima.
La lapide del suo amico la si riconosceva anche da lontano, era l’unica con l’effige del villaggio della sabbia sfregiato da un kunai.
Si ritrovò davanti alla tomba del mukenin e si permise di mostrare un sorriso triste.
“Sai, Sasori” cominciò.
“ne sono successe di cose dall’ultima volta che sono stato qui, così tante che al momento non mi viene in mente una particolare da raccontarti… Ti ricordi di Raiga? Te ne avevo parlato la volta scorsa, sto cominciando a pentirmi di averlo fatto entrare, è addirittura più fuori di testa di Hidan”
Sospirò, trattenendo una lacrima che chiedeva di uscire silenziosa.
“Mi sarebbe piaciuto tanto presentarti Hinata, è forse la ninja con maggior potenziale in tutto il villaggio della Luna Rossa”
Rise debolmente.
“tremo al sol pensiero di come sia migliorata stando a fianco a Itachi, potrebbe perfino aver raggiunto il suo livello… o forse lo ha addirittura superato, chi lo sa?”
Sfiorò con due dita la fredda roccia che portava inciso il nome del marionettista.
“Mi dispiace… di non aver ancora esaudito il tuo ultimo desiderio, ma siamo ad un punto morto. Dopo tre anni, non abbiamo ancora la minima traccia di quel bastardo di Hachimata. Adesso posso solo rinnovarti la mia promessa di mandarti nello stesso luogo dove ora sono i tuoi genitori non appena avrò trovato l’ultimo Bijuu ancora in circolazione”
Si mise una mano in tasca e ne estrasse il piccolo bambolotto di legno che il rosso gli aveva regalato quando era bambino.
“Quanto tempo fa me l’ hai donata? Tredici… forse anche quattordici anni fa, non lo ricordo nemmeno con precisione. Però l’ ho conservata fino ad oggi, come prova che dentro quel tuo freddo corpo di marionetta batteva ancora un cuore. Mi ricordo ancora le tue ultime parole e puoi stare sicuro che le ricorderò per tutta la vita: “Io sono fermamente convinto che il sacrificare la propria vita per quella degli altri sia una cosa estremamente stupida, ma se si trattasse della vita dei miei compagni non mi sarebbe dispiaciuto diventare il più grande degli idioti” dicesti anche che era merito mio se lo avevi capito. Tu non hai idea di quanto queste tue parole mi abbiano fatto riflette, sei stato un grande maestro di vita e un insuperabile amico; per questo ti vorrò bene per sempre”
Solo allora Naruto notò un particolare che in circostanze normali gli sarebbe saltato immediatamente all’occhio: non c’era nessuno.
Certo, era un cimitero, ma aveva sempre visto qualche vecchia a cambiare i fiori delle tombe dei propri cari o anche solo qualche ninja a osservare a lungo le foto sulle tombe, però questa volta non c’era nessuno. Assolutamente nessuno.
O meglio, oltre a lui c’era qualcun’altro in quel cimitero.


Poco lontano da lì, i ninja di Konoha insieme alla vecchia Chijo avevano ascoltato la conversazione del tipo della Luna Rossa grazie a un apparecchio amplificatore.
Sentendo nominare Sasori il cuore della vecchia accelerò i battiti, ma si sentì sinceramente felice per le parole di quel ninja della Luna Rossa: un cuore… sì, non era morto da marionetta, ma da umano. Come suo nipote aveva desiderato.
“Kurenai-sensei” si azzardò a dire Kiba.
“adesso che facciamo?”
La Jonin portò lo sguardo verso Kakashi, il quale fece cenno di assenso.
“Interveniamo tutti quanti, mi pare ovvio”
Shino fece un piccolo ghigno.
“Kiba… mi sa tanto che sei l’unico tra di noi a non aver ancora capito chi sia questo ninja”
Chi per un motivo chi per un altro, tutti avevano capito che il ninja della Luna Rossa non era altri che Naruto.
“Sasuke, vedi di non fare gesti affrettati e…” iniziò Kakashi, ma solo allora vide che l’Uchiha non era più a fianco a lui.
Jiraya lo ha addestrato fin troppo bene, non mi sono accorto di niente.


Alle spalle del biondo, senza fare alcuno sforzo per nascondere la sua presenza, c’era un ninja della foglia.
“E’ passato un po’ di tempo, Sasuke”
Il ragazzo si voltò lentamente, ritrovandosi di fronte all’ex compagno di squadra.
“Naruto…” sussurrò l’altro, lo sharingan completo che lo scrutava minuzioso.
“Se tu sei quei, allora anche Kakashi e Sakura-chan dovrebbero essere nei dintorni”
“Non usare troppo il cervello, se no ti fa male: Sakura non c’è”
Lo tsukikage sembrò pendere male la notizia.
“Peccato, mi avrebbe fatto piacere rivederla. Cos’ha? E’ malata?”
“Non ti deve interessare, bastardo”
Sasuke alla schiena portava una katana, e la sua mano destra cominciò ad accarezzarne la guaina.
“Dimmi subito dov’è Itachi o ti ammazzo” sibilò il moro.
“Ci vediamo dopo tre anni ed è questa la prima cosa che mi chiedi?” Chiese con tono falsamente deluso.
“Sai, mi hai incuriosito… se mi dici dov’è Sakura-chan ti rispondo più che volentieri”
Una fiamma passò tra gli occhi già rossi di proprio dell’Uchiha.
“Osi anche fare il finto tonto!? E’ stato un ninja della Luna Rossa a farle questo!”
La stessa identica fiamma passò anche tra gli occhi del biondo.
“Farle… cosa?”
“Dimmi dov’è Itachi!”
Naruto non rispose subito, a cosa stava alludendo Sasuke?
“Ora è in missione, non ho sue notizie da tre anni”
Gli occhi rossi di Sasuke tremarono per un istante: aveva capito che stava dicendo la verità.
“E così… sei davvero tu la forza portante della Kyuubi no Yoko”
L’interessata comparve a fianco a Naruto
“Il potere che ha raggiunto il tuo Sharingan è impressionante, mi ricorda quello di Uchiha Madara” commento lei.
“Oh, allora non è la prima volta che vedi uno Sharingan” disse Sasuke
Il suo volto divenne impenetrabile, lasciava trasparire solo la sua smisurata voglia di battersi.
“Allora… combattiamo?” chiese il moro.
“Mi dispiace, ma combattere contro di te in questo momento potrebbe rivelarsi… fastidioso”
L’Uchiha estrasse la katana e la portò dinnanzi a se.
“Ma davvero? E perché mai?” Chiese.
Naruto si grattò dietro la testa, come a mostrare imbarazzo.
“Beh, come dire…? Tu in questi tre anni ti sarai allenato come un matto, dico bene?”
“Dici benissimo”
“E’ appunto questo il problema: io in questi tre anni…”
Esibì un sorriso a trentadue denti.
“non ho fatto altro che poltrire da mattina a sera e combattere contro di te sarebbe come suicidarsi, tanto sono fuori allenamento!”




Dopo una lunga vacanza il caro Gexe è tornato!Quanto mi sono mancati i miei fan! Siete felici, vero? ( io no… NdSorellaAutore -.- )( Tu invece non mi sei mancata per niente!NdAutore)
In Hotel ho avuto tutto il tempo di scrivere a mano una parte della fan fic( sono al cap 11 per ora) e quindi ora posso fare delle anticipazioni sul prossimo cap che senza dubbio vi stuzzicheranno.
Domani, alla stessa ora(o magari un po’ prima) il prossimo capitolo: Mezzo-sangue!
Una situazione impensabile per il bijuu più improbabile!



“Allora?” Chiese Zetsu.
“Allora, cosa?” Chiese un ninja dai capelli rossi che doveva avere quindici anni.
“Che effetto fa tornare a casa dopo tutto questo tempo? E’ passato un anno dall’ultima volta che ci siamo fermati all’Akatsukigakure”
Il ninja riuscì a sorprendere Gaara in una di quelle rare occasioni dove sorrideva.
“E’ una bella sensazione” ammise.


Avverto che difficilmente i prossimi capitoli supereranno le 5 pagine di Word, in origine questo era due capitoli differenti ma visto che nel primo non si concludeva niente ho deciso di metterli assieme.
Ciao!!!

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Capitolo 4
*** Mezzo-sangue ***









Signori, sono appena venuto a conoscenza di fatto spoiler catastrofici!!!
Kakuzu è morto!?!?!?
Hidan è finito seppellito vivo?!?!?!?!
Deidara si è fatto esplodere!?!!?!?!
Tobi è il leader di Akatsuki!?!?!!?
Lord Fener è il padre di Luke?!?!?!!? (No, questo lo sapevo già…)
Vi prego, smentite queste voci se no mi taglio le vene per la disperazione!!!!!!!
La mia Akatsuki non può essere stata decimata!!!!



Cap 4 Mezzo-sangue



Passò qualche giorno dalla visita di Naruto al villaggio della sabbia.

“Allora?” Chiese Zetsu.
“Allora, cosa?” Chiese un ninja dai capelli rossi che doveva avere quindici anni.
“Che effetto fa tornare a casa dopo tutto questo tempo? E’ passato un anno dall’ultima volta che ci siamo fermati all’Akatsukigakure”
Il ninja riuscì a sorprendere Gaara in una di quelle rare occasioni dove sorrideva.
“E’ una bella sensazione” ammise.
Il ragazzo si voltò, rivolto ai dieci ninja che stavano insieme a lui.
“Siamo arrivati” annunciò, e immediatamente tutti i presenti sospirarono di sollievo: erano in viaggio da più di due settimane.
All’entrata del passaggio segreto del villaggio della Luna Rossa c’erano due guardie con il coprifronte identico a quello di Gaara, i quali che al sol vedere di Zetsu si fecero subito da parte.
Giunti alla fine dello stretto cunicolo, finalmente i due poterono ammirare il loro villaggio.
“Si è allargato di molto rispetto all’ultima volta” commentò il traditore della sabbia.
“Naruto deve essersi messo da fare, una volta tanto” ghignò Zetsu
Ti sei dimenticato di quello che devi dirgli?” Disse duro la metà nera del membro dell’Akatsuki.
Gaara lo fulminò con lo sguardo.
“Ovviamente no” rispose.
Fece un cenno con la testa all’unica ragazza del gruppo, aveva dai corti capelli mori e un fiocco rosso sulla testa.
“Snow, io e Zetsu ora ci dobbiamo allontanare: occupati tu del gruppo”
L’interessata scattò sull’attenti con un sorriso a trentadue denti.
“Agl’ordini, Gaara-kun!^_^”
I due ninja ebbero non poche difficoltà ad orientarsi, tanto la configurazione del villaggio era cambiata, ma con una buona dose di fortuna riuscirono a trovare l’abitazione dello tsukikage in pochi minuti.
Varcando la soglia, e ignorando completamente le guardie, Gaara e Zetsu si diressero subito all’ufficio di Naruto.
Il rosso bussò energicamente, ansioso di rivedere dopo tanto il suo primo amico dopo Zetsu, e ansioso anche di levarsi quel peso dalla coscienza…
“Avanti!” Trillò allegra la voce di Naruto.
I due varcarono la soglia, e appena videro lo Tsukikage per poco non ci restarono secchi!
Era ricoperto di bende! Le braccia, le mani, il collo… solo il volto era libero da bendaggi vari.
“Gaara! Zetsu! Che piacere rivedervi! Vi abbraccerei volentieri, ma sono dolorante dappertutto e vi dovrete accontentare di una stretta di mano”
Dopo che Naruto ebbe stretto calorosamente la mano a entrambi, Zetsu non poté trattenersi oltre.
“Ma che ti è successo? Hai litigato di nuovo con Yoko per caso?”
“No, no, in quel caso non riuscirei nemmeno a muovermi. E’ una cosa divertente in realtà: ero andato a Suna per far visita alla tomba di Sasori solo che…”
Cominciò a fare dei piccoli ghigni, divertito.
“un discreto numero di Jonin della sabbia e della foglia mi stavano aspettando, e ho sudato parecchio per potermela squagliare” concluse scoppiando a ridere.
Il povero Zetsu sospirò sconsolato.
“Il tuo senso dell’umorismo rasenta quello di Orochimaru…” borbottò.
“I Jonin della sabbia e della foglia ti hanno ridotto così?” Chiese scandalizzato il rosso.
I ghigni del biondo si fecero più rumorosi.
“No, durante la fuga non mi sono fatto neanche un graffio”
Si grattò dietro la nuca, imbarazzato.
“A dire il vero… sono state le botte di Artemis a ridurmi così” ammise.
A motivo, direi. Solo una testa quadra come te non poteva accorgersi di essere circondato da ninja nemici, hai idea del rischio che hai corso?” Lo rimproverò la parte nera di Zetsu.
“Le stesse identiche parole di Artemis, mi ha pure proibito di usare il chakra di Yoko per curarmi come punizione”
Si sedette sopra la scrivania con un piccolo balzo.
“Allora, ora parlatemi di voi: che avete combinato in quest’ultimo anno?”
“Ti dico subito che di Hachimata non abbiamo trovato traccia…” iniziò Gaara.
“Quasi ci speravo ancora…” commentò il biondo a testa bassa.
“… però abbiamo trovato dei buoni elementi per il villaggio, una ninja in particolare, Snow si chiama: non ha particolari abilità combattive, anzi, è molto scarsa a dire il vero, ma è un abile stratega. Io e Zetsu abbiamo impiegato un giorno intero per eludere tutte le sue trappole prima di scoprire dove si trovava”
Naruto guardò in modo strano il suo amico.
“E come avete fatto a convincerla ad unirsi al villaggio?”
“Si è presa una cotta per me” rispose semplicemente Gaara senza fare una piega.
D'altronde stiamo parlando di Gaara…pensò divertito lo tsukikage.
“Le donne ti cadono ai piedi, eh?” lo schernì Naruto, sapendo benissimo che al rosso quelle parole non lo avrebbero sfiorato neanche.
“Non solo a me” disse con un tono di voce diverso da prima.
“principalmente è questo il motivo della nostra visita al villaggio e dopo che te ne avrò parlato, il tuo buon umore sarà solo un ricordo”
Yoko apparve a fianco a Naruto.
“Hai bisogno di qualcosa?” chiese il biondo.
“Sesto senso femminile, credo che la cosa non piacerà neanche a me e voglio ascoltarla dal vivo”
Gaara riprese a parlare.
“Qualche mese dopo la mia ultima visita al villaggio della Luna Rossa, io e Zetsu eravamo nei pressi di Konoha e abbiamo avuto uno… scambio di idee alquanto acceso”
Il biondo sorrise e diede un occhiata d’intesa alla ragazza al suo fianco: anche loro sapevano qualcosa riguardo agli “scambi di idee alquanto accessi”.
“Ce le siamo date per un po’ e alla fine Zetsu finì parecchi chilometri sotto terra e io persi i sensi”
“Oh, no…” esalò lo tsukikage coprendosi il volto con una mano, quando Gaara si addormentava o perdeva i sensi lo Shukaku veniva fuori, e non è che l’Ichibi sia uno dei Bijuu più innocui.
“Shukaku si separò da me, proprio come sta facendo Yoko in questo momento”
La rossa sorrise orgogliosa.
“Se riesce a farlo deve essere diventato molto più forte dell’ultima volta” commentò.
Naruto non riusciva a essere spensierato come Yoko.
“Immagino che Shukaku se la sia spassata alla grande mentre tu eri fuori uso”
“Quello senza dubbio, ma non nel senso che intendi tu” disse.
“rimase stranamente tranquillo, credo che il merito debba andare alla konoichi che incontrò”
“EHHH?O.o” Esplose la ragazza.
“Gaara, per carità di Dio, stiamo parlando di mio fratello! Hai idea della grandissima stronzata che hai detto? Magari quella tipa gli avrà offerto un cannone di due metri pieno zeppo di maria e sarà rimasto assuefatto per quei due giorni, altrimenti avrebbe fatto una strage come suo solito: non c’è altra spiegazione!”
“Proprio perché è tuo fratello dovresti sapere meglio di me che non è un tipo che dice una cosa per un’altra, se combina qualcosa non si fa molti problemi a dirlo subito a me o a Zetsu. E quella volta non fece eccezione, ci disse subito come andarono le cose”
Yoko si morse il labbro inferiore, il traditore della sabbia non aveva tutti i torti. “Anche dopo che ripresi i sensi, Shukaku non tornò indietro. Solo dopo due giorni di permanenza al villaggio di Konoha si degnò di ritornare da noi”
“Non riesco a immaginare cosa quello spostato possa aver combinato in due giorni…” borbottò Naruto.
Il rosso rimase in silenzio, incrociando anche lui le braccia.
“Uhm…”
Lo Tsukikage rimase spiazzato: Gaara sembrava esitare al rispondergli. Presagio si sventura.
“Zetsu, io non riesco a trovare una maniera velata per dirglielo: ci pensi tu?”
L’interessato grugnì in risposta.
“Sei più bravo di Kakuzu a fare lo scarica barili, sai?”
“Allora?” Chiese il biondo sempre più preoccupato.
“Beh” cominciò lui.
“per usare un eufemismo che ho sentito tempo fa da Leader, possiamo dire che Shukaku e la ragazza sono entrati in un vicolo non in vista che erano in due…”
Il cuore di Naruto perse una decina di battiti: sapeva come andava a finire quella frase.
“… e ne sono usciti che erano tre” completò Gaara.
La mascella di Yoko finì sul pavimento, ma la reazione peggiore la ebbe Naruto: stava sorridendo.
“Credo di aver capito male” disse Naruto, sturandosi con forza un orecchio.
“mi stai dicendo che mentre era in forma umana Shukaku ha violentato una ragazza di Konoha?”
“Questo non lo ha specificato” si azzardò a dire Zetsu.
“ma non penso che qualcuna a Konoha sia talmente fuori di testa da starci con il primo bijuu che incontra”
Due paia di occhi rosso sangue infilzarono il ninja per metà pianta come kunai.
“Meglio se me ne sto zitto ^_^’ ”
“Bravo” dissero in coro Yoko e Naruto.
I due indemoniati dagli occhi rossi spostarono lo sguardo sul traditore della sabbia.
“Hai idea di cosa questo comporti?” Chiese il biondo parecchio su di giri.
“Mescolanza della specie” rispose piatto.
“Shukaku è un bijuu, è plausibile pensare che il bambino che la konoichi ora porta in grembo sia un mezzo-sangue”
“Una specie di mezzo-bijuu, intendi?”
“Già, senza dubbio avrà la mia abilità innata di manovrare la sabbia… forse perfino l’abilità della metamorfosi”
“Ora sono sicuro di aver sentito male” tuonò lo tsukikage balzando in piedi.
“per metamorfosi non intenderai la trasformazione in un bijuu a tutti gli effetti!?”
Si limitò a fare cenno di sì con la testa.
“Merda!” imprecò il ragazzo.
Fece avanti e indietro di fronte alla sua scrivania per qualche minuto, sia per calmarsi, sia per riflettere: la foglia era il villaggio che più lo preoccupava militarmente e già era pericoloso di suo, con un mezzo bijuu tra le sue file però non poteva prevedere cosa sarebbe potuto succedere.
“Gaara. Zetsu.” sibilò lo Tsukikage.
“vorrei tanto sbranarvi entrambi, ma mi avete dato una bella patata bollente tra le mani e non posso certo ignorarla”
Lanciò a ognuno un mazzo di chiavi.
“Terzo piano, la strada la conoscete”
Gaara si apprestò a uscire e andare nella su stanza, ma Zetsu rimase immobile.
“Cosa vuoi fare a riguardo?”
“A me pare ovvio” rispose Naruto guardando fuori dalla finestra.
Yoko si mise al suo fianco e gli prese dolcemente la mano, sapeva che per lui era una decisione molto sofferta. Ma era anche una necessaria.
“questo bambino non deve nascere”
Zetsu fece alcuni passi verso il biondo.
“E’ tardi Naruto, questo bambino è già nato due giorni fa”
Il ragazzo diede un violento pugno alla finestra, che si frantumò.
“E aspettavi un invito scritto a dirmelo!? E poi come lo sai?”
“Ho un contatto a Konoha che mi tiene aggiornato costantemente, te ne avevo parlato l’anno scorso”
Naruto fece un respiro profondo: non si ricordava nemmeno quando era stata l’ultima volta che si era arrabbiato così.
“Artemis, puoi metterti in contatto con Hinata e Itachi?”
Il leader dell’Akatsuki comparve appoggiato allo stipite della porta.
“Nulla di più semplice, cosa gli devo dire?”
“Digli di venire qui” disse debolmente.
“ho una missione delle massima importanza per loro”



Avverto che nei prossimi capitoli ci saranno degli accenni -piccoli,piccoli- di SasuSaku( non mi linciate, vedrete che non rimarrete delusi!)
Nel prossimo capitolo ritroveremo Itachi e Hinata, i quali si sono dati una bella svegliata nel giro di pochi giorni.
Una missione tutt’altro che semplice verrà affidata ai due, e Naruto nonostante il tradimento con la foglia capirà di provare ancora forti sentimenti per i suoi due ex-compagni si squadra.


“Una bella gatta da pelare” fu il commento di Hinata una volta che Naruto finì di parlare.
“Puoi dirlo” biascicò lo tsukikage risistemandosi una benda sul collo.
“il villaggio della foglia è forse l’unico che è alla pari del nostro, a livello militare. Solo per citare alcuni elementi che possiedono: due dei ninja leggendari, il ninja copia Kakashi, il mio ex-compagno di squadra Sasuke e anche parecchi nuovi Chunin che non sono da sottovalutare”
Itachi fece un impercettibile cenno di assenso.
“Ma se aggiungiamo questo mezzo-bijuu dalla forza ignota” continuò l’Uchiha.
“l’equilibrio tra le forze diventerà precario e Konoha potrebbe superarci”



A domani, forse con due capitoli!!!


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Capitolo 5
*** Missione disumana ***






Il primo aggiornamento della giornata, attorno alle 18:00 ci sarà il secondo.
E così la mia Akatsuki è stata sterminata per davvero? ç-ç me si dispera!!!
Che brocco però Hidan a farsi seppellire vivo da Shikamaru…
E Naruto come a fatto a battere Kakuzu? Ha buttato giù da un dirupo il suo portafoglio e il tesoriere si è gettato per salvarlo? Mah!


Cap 5 Missione disumana.





“Leader… è passato molto tempo dall’ultima volta che mi ha contattato così” disse l’immagine di Itachi.
“Tu e Hinata dovete venire qui all’Akatsukigakure” disse senza troppi convenevoli l’ologramma di Artemis.
“c’è una missione della massima importanza che vi aspetta”
L’Uchiha sbuffò.
“Ci stiamo già occupando di Hachimata, non possiamo…”
“Hachimata è di secondo piano” lo interruppe il leader.
“venite qui. ORA” sibilò, svanendo come un velo di nebbia.
Itachi si ritrovò di nuovo seduto su uno sgabello nella sua stanza, in un hotel vicino al villaggio della sabbia.
Sento puzza di guai pensò seccato l’Uchiha.
Spostò lo sguardo sul letto a baldacchino: Hinata stava dormendo beatamente, i lunghi capelli sconvolti le coprivano parte del viso.
Si avvicinò a lei e le scostò quelle ciocche disordinate. Vedendo il volto della Hyuuga sembrava che fosse esausta, ma per questo Itachi non poteva certo biasimarla.


“Li ho avvisati, non dovrebbero tardare ad arrivare” disse Artemis.
Il pensiero di rivedere Hinata dopo tre anni di lontananza non rasserenò nemmeno un poco lo tsukikage.
“Possiamo occuparcene noi” si lamentò Gaara.
“Avete fatto abbastanza a mio parere!” tuonò Naruto
Si diresse verso la porta.
“Vado a fare un giro, ci vediamo sta sera”
Così dicendo uscì, sbattendo la porta alle sue spalle.
“Ho come l’impressione che Naruto per una settimana buona non ci rivolgerà più la parola” disse Zetsu.
Artemis scosse la testa.
“L’ ha presa abbastanza bene a dire il vero, ma non sperare di essere così fortunato anche con me”
Il ninja si voltò preoccupato verso il leader, il quale si stava crocchiando le dita minaccioso.
“Era così necessario far perdere i sensi a Gaara per una stupida scaramuccia?” Chiese parecchio irritato.


“Spero che darai una bella lezione a tuo fratello appena avrà il coraggio di venire fuori”
“Su questo puoi stare tranquillo! Gliene darò così tante che per recuperarlo Gaara dovrà usare un setaccio!” Assicurò la rossa.
Naruto si grattò il capo.
“Che gran casino! Tra tutte le cose imprevedibili che mi ero immaginato potessero accadere, questa non l’avevo considerata proprio”
Uscirono dal palazzo e si diressero verso l’uscita del villaggio.
“Naruto, vuoi farmi credere che a te non è venuto alcuno dubbio?” disse a un certo punto la rossa con più calma.
“Di che stai parlando?” Chiese con tono non curante.
“Parlo della ragazza che è stata violentata da Shukaku, anche a te è venuto lo stesso dubbio, non provare a negarlo”
“Zetsu ha detto che tuo fratello non ha specificato…” tentò Naruto.
“Ti piacerebbe sperarci, vero?” lo stuzzicò Yoko.
Lo tsukikage si fermò e i suoi pensieri tornarono all’incontro con Sasuke avvenuto qualche giorno prima, quando gli aveva chiesto di Sakura.
“Osi anche fare il finto tonto!? E’ stato uno dei ninja della Luna Rossa a farle questo!”
Erano state queste le parole che gridò il suo ex-compagno, parole cariche di rancore.
“Quante possibilità ci sono che si riferisse a Shukaku in forma umana?”
Yoko si rimise in cammino, ignorando la domanda di Naruto.
“Un po’”


“Ha detto proprio: “Hachimata è di secondo piano”?” Chiese stupita Hinata rimettendosi il reggiseno.
“Già, e solo questo è tutto dire. Non penso che sarà una missione semplice quella che ci verrà data” rispose seccato Itachi.
La Hyuuga si rimise addosso la maglietta.
“Non eri tu quello che si lamentava di essere sempre annoiato? Magari in questa missione potremo incontrare qualcuno di forte”
L’Uchiha non sembrava troppo convinto.
“Più di te e me?” Chiese scettico.
“Io penso positivo, dovresti provarci anche tu… ma dove sono andati a finire?” “Guarda sotto le coperte” suggerì il membro dell’Akatsuki.
La Hyuuga scostò le coperte e ritrovò gli slip e i pantaloncini.
“Ah, grazie. Comunque non sei nemmeno un po’ ansioso? Io non sto più nella pelle: voglio misurarmi ancora una volta con niichan!” disse battagliera la ragazza finendo di rivestirsi.
“Davvero? Quanto speri di durare contro di lui? Un minuto? Due?”
“Ti ricordo che ieri ti ho quasi messo al tappeto; ho ottime possibilità se me la vedo con lui” lo stuzzicò la mora.
“Non posso certo usare il Mangekyou Sharingan sulla mia compagna, cosa credi?” Si difese.
“Non far finta di essere un gentlemen, che tanto non ti ci riesce” ribatté lei rimettendosi il coprifronte della Luna Rossa, poi osservò accigliata il tuo compagno di squadra.
“Che fai? Vuoi restare nudo tu?” Chiese.
Lui fece un gesto di non curanza.
“Aspettami giù, voglio farmi una doccia prima di andare”
Dopo essersi riallacciata il marsupio dei kunai, Hinata uscì.
Adesso capisco perché nei film il protagonista se ne va sempre “prima” che la bella si svegli: sai che tortura vederla che si riveste pensò Itachi infilandosi sotto la doccia.
Nella hall, intanto, Hinata stava aspettando paziente che il suo compagno di squadra finisse i suoi comodi.
Stava sorridendo soddisfatta, sicura di aver messo il leggendario sangue freddo dell’Uchiha a dura prova. Quasi le dispiaceva che Itachi fosse riuscito a controllarsi.
Una decina di minuti più tardi, Itachi e Hinata erano alle porte del piccolo villaggio, pronti a mettersi in marcia per il villaggio della Luna Rossa.
“Secondo te di che missione si tratterà?” Chiese la mora.
“Che vuoi che ne sappia? Spero solo per l’integrità fisica di Naruto che non sia una cosa tropo noiosa”
Stavano per incamminarsi, quando due oggetti sopra di loro catturarono l’attenzione di entrambi: erano due strani uccelli molto grandi di un colore bianco spento, quasi grigio.
“A qualcuno serve uno strappo?” Chiese Deidara.
“Noi andiamo a far visita a Naruto-kun, venite con noi?” Chiese Tobi.


Quando i quattro arrivarono al villaggio era già sera.
“Una bella gatta da pelare” fu il commento di Hinata una volta che Naruto finì di parlare.
“Puoi dirlo” biascicò lo tsukikage risistemandosi una benda sul collo.
“il villaggio della foglia è forse l’unico che è alla pari del nostro, a livello militare. Solo per citare alcuni elementi che possiedono: due dei ninja leggendari, il ninja copia Kakashi, il mio ex-compagno di squadra Sasuke e anche parecchi nuovi Chunin che non sono da sottovalutare”
Itachi fece un impercettibile cenno di assenso.
“Ma se aggiungiamo questo mezzo-bijuu dalla forza ignota” continuò l’Uchiha.
“l’equilibrio tra le forze diventerà precario e Konoha potrebbe superarci”
Naruto sospirò debolmente.
“Hai centrato il problema. Hinata, Itachi: andate a Konoha e assicuratevi che questo bambino non possa rappresentare una minaccia futura… sono stato abbastanza chiaro?”
“Sì” risposero in coro.
Si alzarono e si diressero alla porta, ma Naruto fermò Hinata prendendola per un braccio.
“Hinata, aspetta” disse.
La Hyuuga diede una rapida occhiata a Itachi, che senza dire una frase uscì dalla stanza.
“Hinata… mi dispiace. Ci rivediamo dopo tre anni e ti devo affidare una missione che forse perfino Hidan riterrebbe disumana”
Lei fece spallucce con un piccolo sorriso.
“Un buon kage deve fare ciò che è giusto per il suo villaggio, pensavo che in tre anni lo avessi capito” disse la mora.
“L’ ho capito, anche se spesso la mia coscienza viene fuori a darmi fastidio”
Naruto non si trattenne oltre e abbracciò la ragazza.
“Mi sei mancata tantissimo in questi anni, Hinata”
“Anche tu, niichan” sussurrò, ricambiando l’abbraccio con delicatezza per non provocare dolore al fratello.
Si separarono a malincuore.
“Quando avrai finito la missione, che ne diresti di una cena con me? Giusto per riallacciare i rapporti con la mia sorellina adorata”
Lei diede un bacio sulla guancia del biondo.
“Per me va benissimo” acconsentì lei.
Il volto di Naruto divenne cupo all’improvviso.
“Qualcosa non va?” Chiese Hinata.
“Quando arriverete all’ospedale di Konoha” cominciò lui con tono preoccupato.
“per favore, guarda la cartella clinica del bambino. Vorrei sapere chi è sua madre”
“Lo farò senz’altro”


Kurenai stava osservando tristemente la luna dalla finestra del palazzo dell’ hokage, lei e Kakashi stavano aspettando di essere ricevuti da Tsunade per farle rapporto.
“Tra tutti i ninja della Luna Rossa, proprio in lui dovevamo imbatterci” bofonchiò la Jonin.
“Non me l’aspettavo neppure io, è stata una vera sorpresa”
Kurenai abbassò lo sguardo.
“Sai Kakashi… per un attimo, solo per un attimo, ho sperato con tutta me stessa che si trattasse di Hinata”
Kakashi le prese dolcemente una mano.
“Sono sicuro che un giorno riusciremo a riportala indietro, non ti preoccupare più di questo” disse sorridendo allegramente sotto la maschera.
Arrivò Shizune che li avvisò che Tsunade era pronta a riceverli.
[…]
“Non ha usato alcuno tecnica per fuggire?” Chiese ad un certo punto la sannin.
“No, si è limitato a parecchie bombe fumogene e un discreto numero di carte esplosive” rispose subito Kakashi.
“Strano, da quel che avevo letto sul suo fascicolo mi era parso di capire che Naruto è un tipo a cui piace dare spettacolo” borbottò Tsunade.
“ha detto a Sasuke di non essersi allenato per niente in questi tre anni… lo ritengo altamente improbabile”
“Sono d’accordo con lei Tsunade-sama, molto più probabilmente è diventato abbastanza furbo da capire che è meglio non mostrare subito i proprio miglioramenti”
La ninja bionda prese un foglio dalle scartoffie messe disordinatamente per tutta la scrivania.
“Forse. O forse è diventato talmente stupido da gridare ai quattro venti che ora è più debole di una recluta dell’accademia”






E un altro cap è andato… Mia sorella mi sta facendo impazzire: si è messa in testa di convincermi a scrivere la parodia de “L’erede dell’Akatsuki” e non vi dico che mazzo mi sta facendo… Però l’idea sembrerebbe buona, voi che ne pensate?


Nel prossimo capitolo il sadismo dell’autore emergerà di nuovo, chiudendo a metà una battaglia tra i ninja della foglia e quelli della luna rossa: questa sera verso le 18.00 “Missione al villaggio Konoha”!


“Lascia che me ne occupi io” disse Itachi con tono che non ammetteva repliche.
Hinata guardò il suo compagno con espressione assente, lo aveva sentito appena.
“Ne saresti capace?” Chiese, tentando di non mostrare interesse.
“Ormai il fondo l’ ho toccato da un pezzo, più in basso di così non posso finire” rispose lui.

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Capitolo 6
*** Missione al villaggio di Konoha ***






Vi sono mancati i miei doppi aggiornamenti, vero?
Avverto che interromperò una battaglia a metà, giusto per farvi rodere un po’ il fegato…
Kukukukukuku!!!!





Cap 6 Missione al villaggio di Konoha







Hinata e Itachi stavano saltando da un albero all’altro senza sosta da più di tre giorni, e in tre giorni i due non avevano detto una sola parola.
Solo quando in lontananza videro l’enorme portone del villaggio della foglia si fermarono.
“Lascia che me ne occupi io” disse Itachi con tono che non ammetteva repliche.
Hinata guardò il suo compagno con espressione assente, lo aveva sentito appena.
“Ne saresti capace?” Chiese, tentando di non mostrare interesse.
“Ormai il fondo l’ ho toccato da un pezzo, più in basso di così non posso finire” rispose lui.
La Hyuuga attivò il Byakugan, in direzione di Konoha.
“Ci sono un sacco di ninja al portone, non penso sia fattibile entrare inosservati alla luce del giorno”
“Anche perché, se hanno capito chi è il padre di questo bambino, c’è la possibilità che ci stiano aspettando” puntualizzò l’Uchiha.
“non dobbiamo correre rischi inutili, appena saremo dentro Konoha dovrai tenere sempre attivo il Byakugan, io farò lo stesso con lo Sharingan”

All’ospedale di Konoha, intanto…

Una giovane Chunin osservava da dietro un sottile vetro una delle tante culle della sala maternità.
Non sapeva con esattezza da quanto tempo era lì, due… forse anche tre ore. Ma non si stancava: osservare quel piccolo esserino che dormiva beato era un qualcosa che faceva perdere la cognizione del tempo.
Un’altra konoichi si mise al suo fianco.
“Non è la bambina più bella che esista al mondo?” Chiese Ino ipnotizzata.
“Deve aver preso tutto da sua madre” disse Sakura con un sorriso.
La bionda fece una debole risata.
“Allora fronte spaziosa, come sono i ninja della Luna Rossa?”
“Non sono affatto questo granché, me li ero immaginati più forti” disse alzando le spalle.
Ino scoppiò a ridere.
“Ti ricordo che ne è bastato uno solo per mandarti in coma per due mesi e se non fosse stato per Tsunade saresti restata per sempre un vegetale” la prese in giro.
La rosa fece un gesto di non curanza.
“Dettagli”
Il volto dell’ Haruno subì una lenta trasformazione: da sorridente e felice a duro, quasi arrabbiato.
“Noi siamo amiche, giusto Ino?”
“Certo” rispose subito.
Si voltò verso la bionda.
“E allora perché non mi hai detto niente?”
L’interessata abbassò lo sguardo, senza risponde.
“Ti sei decisa a parlare solo quando eri al quinto mese e non potevi più nasconderlo. Perché non me lo hai detto prima, Ino?” Chiese ancora.
“Io… avevo paura. Paura che tu o gli altri miei amici mi giudicaste”
Una lacrima si fece strada sulla pelle diafana della ragazza.
“mi sono chiusa in me stessa escludendo tutti quanti, perfino tu che sei la mia miglior amica. Mi dispiace”
Sakura fece un respiro profondo, calmandosi.
“Scusami tu, non sono stata affatto delicata nel chiedertelo” disse con sorriso, dichiarando la fine della ostilità.
L’altra si asciugò la lacrima con un gesto deciso, ricambiando il sorriso dell’amica.
“Te lo prometto Ino” disse massaggiandosi il pugno, come se fosse pronta a colpire.
“spaccherò la testa a quello che ti ha fatto questo, vedrai”
La bionde la minacciò puntandole contro un dito minacciosa.
“Quello è un privilegio unicamente mio, chiaro?”
“Cristallino”
Sakura si voltò, sentendo una voce familiare lì vicino, e si stupì non poco nel vedere chi stava chiedendo informazioni a un ninja medico che stava passando di lì per caso.
“S-Sasuke?” Balbettò.
Ino le diede una gomitata sul fianco.
“Praticamente passava le sue giornate facendoti la guardia: sembra che con Sasuke mi abbia battuta tu” sussurrò.
Sasuke si girò, vedendo la sua compagna di squadra.
Con gli occhi aperti.
Con i suoi occhi verde smerlando finalmente aperti.
Si diresse verso di lei con passo svelto; voleva dirle che era felice che si fosse ripresa (però non era una cosa importante), chiederle se ora stesse bene(neanche quella era una cosa importante) e altre cose(anch’esse poco o per niente importanti). Ma prima di ogni cosa, doveva parlargli della sua missione nel Suna.
Lei doveva assolutamente sapere, quello era veramente importante.


Calò l’oscurità, e due figure penetrarono furtivamente all’interno del villaggio.
“Via libera” assicurò Hinata.
Raggiunsero in poco tempo l’ospedale di Konoha e non c’era nessuno nelle vicinanze: buon segno, non se lo aspettavano.
“Andiamo”
Itachi aprì una porta di servizio non in vista e si ritrovarono nel banco informazioni.
Uscirono dal gabbiotto e si ritrovarono nel corridoio.
Hinata diede una rapida occhiata al tabellone alle sue spalle, la maternità e la pediatria erano al terzo piano.
“Terzo piano, muoviamoci… cosa stai facendo?” Chiese la Hyuuga, vedendo che Itachi aveva appena sistemato qualcosa sotto una panchina.
“Nel caso qualcosa vada storto farò saltare l’intero edificio con quella carta esplosiva, meglio essere preparati ad ogni evenienza”
Salirono le scale a balzi fino ad arrivare al terzo piano, il loro obbiettivo.
“Hinata, cerca la stanza dove tengono le cartelle cliniche”
“Già trovata: è quella di fronte a noi”
Forzarono la serratura di una porta con su scritto “privato” e si ritrovarono in una stanza piena di armadietti che contenevano le cartelle dei nuovi arrivi.
“Quello che cerchiamo è nato cinque giorni fa, guarda i parti più recenti”
Utilizzando la propria abilità innata, la mora controllò ogni singola cartella in quella stanza: erano due i parti risalenti a cinque giorni prima.
In una cartella era segnato sia il nome del padre che della madre, mentre nell’altra solo quello della madre era presente: aveva fatto centro.
“Ino Yamanaka, la conoscevo… stanza 307”
Itachi fece per uscire, ma la ragazza lo bloccò prendendogli un braccio.
“Cosa c’è?”
“Qualcuno ci sta osservando…”
L’Uchiha si guardò intorno con il suo Sharingan: non notava niente di strano.
“… e non è qualcuno con degli occhi normali: Byakugan!”
Concentrò al massimo il suo chakra per potenziare la sua abilità innata, portando la sua vista ben oltre il perimetro dell’ospedale.
Controllò minuziosamente i prima trecento metri, ma solo arrivata a trecentocinquanta si fermò: aveva incrociato lo sguardo di qualcuno. Uno sguardo freddo e carico di disprezzo, poté leggere sulle sue labbra il messaggio carico di ironia che le stava mandando.
“Bentornata, Hinata-sama”
La ragazza trasalì, vedendo anche una decina di ANBU.
“Merda!” Imprecò.
“quel finocchio di mio cugino ci ha beccato! Sarà qui a momenti con dieci ANBU al seguito! ”
“Andiamocene allora” disse Itachi lanciando degli shuriken contro la finestra, frantumandola.
I due saltarono giù dalla finestra (dal terzo piano, che coraggio! Nda) e si ritrovarono nella stradina deserta davanti all’ospedale.
“Dividiamoci, la carta esploderà fra un minuto. Ci ritroveremo dove ci siamo accampati domani pomeriggio”
Hinata e Itachi cominciarono a correre ognuno in una direzione diversa: La Hyuuga controllò attorno al suo compagno se c’era qualcuno, ma fortunatamente aveva la strada libera fino al portone.
L’opposto era per Hinata, gli ANBU gli sarebbero stati addosso in pochi secondi.
In questa stradina non posso combattere, meglio salire sui tetti.
Fece un balzo e atterrò sul parapetto di un alto edificio, ritrovandosi davanti tre ninja con la maschera ANBU.
“Arrenditi!” Gridò quello al centro.
Hinata sbuffò: il vocabolario della squadra ANBU di Konoha era rimasto invariato in quei tre anni.
“Hakke Rokujuyon Sho!”
Cogliendo gli avversari di sorpresa con la sua grande velocità, la mora fece finire i tre ninja giù dal parapetto e con i fori del chakra chiusi, difficilmente avrebbero potuto usare delle tecniche per salvarsi.
Tre andati, ne restano sette… e mezzo, contando Neji.
Cominciò a saltare rapidamente di tetto in tetto per raggiungere la fine del villaggio, ma i rimanenti sette membri la circondarono costringendola a scendere dall’edificio, ritrovandosi nel mezzo di una piazza molto ampia.
Tutti e sette scagliarono contro la ninja della Luna Rossa una gigantesca palla fuoco.
“Hakkesho Kaiten!”
I ninja si trovavano a una decina di metri di distanza dalla Hyuuga, ma nonostante questo, la rotazione suprema aveva rilasciato così tanto chakra che ogni cosa nel raggio di venti metri venne spazzata via.
Nello stesso istante in cui la ragazza smise di girare su se stessa, una decina di kunai vennero scagliati contro di lei.
Era riuscita a vederli all’ultimo momento, ma nonostante questo riuscì a schivarli tutti con aggraziati movimenti del corpo.
“Siete migliorata molto dall’ultima volta che ci siamo visti, Hinata-sama” la canzonò Neji, comparendo a una distanza tale da poter evitare la rotazione suprema della parente, ma Hinata lo ignorò: perché non aveva ancora sentito alcuna esplosione?
“Se ti chiedi perché la carta esplosiva del tuo compagno non è ancora esplosa, è perché Shizune l’ ha appena neutralizzata”
La mora digrignò i denti.
“Avrò fallito la missione, ma la soddisfazione di farti secco con le mie mani me la voglio portare a casa!”
Fece uno scatto e in un attimo si ritrovò a pochi centimetri dall’odiato cugino.
“Jyuuken!” Colpì il ninja con tutte le sue forze in pieno petto, un colpo letale.
Se quello che avesse avuto di fronte fosse stato il vero Neji.
“Cosa!? Ma… ma questi sono insetti!”





Dooooooooooooh! NdTutti.
In effetti sono stato parecchio carognoso a far finire così il cap, ma non ho resistito alla tentazione…
Domani anche Hinata Hyuuga capirà che una parte di lei è ancora legata alla foglia, ma ciò nonostante la sua fedeltà alla Luna Rossa non vacillerà nemmeno un poco.
Hinata si libererà facilmente sia del cugino sia del suo ex-compagno di squadra Shino Aburame e si affretterà a raggiungere il suo attuale compagno Itachi Uchiha, ma durante la fuga, l’ultimo ninja che la traditrice della foglia avrebbe voluto incontrare si parerà di fronte a lei…
A domani con: Uchiha vs Hyuuga!!!




“Hinata per favore, smettila di lottare, ti farai solo del male. Quegli insetti prosciugheranno il tuo chakra in pochi secondi: è finita”
La Hyuuga era ricoperta dal collo in giù di insetti: faceva fatica a muoversi, cominciava a sentire un caldo terribile e il peggio era che non sentiva quasi più il chakra.
“Mi dispiace deluderti, Shino-kun” disse Hinata con un sorriso di scherno sulle labbra.
“ma ce ne vuole perché un ninja della Luna Rossa esaurisca il suo chakra”
Con uno sforzo enorme, portò le mani davanti a sé e riuscì a comporre un unico sigillo, un sigillo che i due ninja non avevano mai visto prima: quello della volpe.
“Akatsukigakure no Jutsu…” sussurrò.





Ciao a tutti!!!

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Capitolo 7
*** Uchiha vs Hyuuga ***







Questo è un capitolo di solo combattimento, e per un Uchiha di nostra conoscenza, come disse il grande ragionier Fantozzi, saranno volatili per diabetici! (Eh? O-oNdTutti)



Cap 7 Uchiha vs Hyuuga





Credeva di aver colpito in pieno il suo avversario, ma invece si era scagliata contro uno sciame di insetti, che ora stavano cominciando a ricoprirla completamente.
Dov’è?! Dov’è?! Non riesco a vederlo!
Com’era possibile? Non lo vedeva! Era stata colta completamente di sorpresa e quel che era peggio, quegli schifosissimi insetti stavano cominciando a risucchiarle tutto il chakra.
“Maledizione, fatti vedere!”
Il suo ex-compagno di squadra obbedì, e si fece vedere.
“ora ho capito… è stata Kurenai a dirvelo, solo lei sapeva del punto cieco del mio Byakugan” borbottò la mora vedendo che Shino e Neji erano appena usciti dalla zona d’ombra della sua abilità innata.
“Bella mossa con quegli insetti, Shino. Avendo anche loro un sistema circolatorio del chakra, non ha saputo riconoscere la differenza dall’originale” si complimentò con lui Neji.
L’Aburame non lo ascoltò, il suo sguardo era perso negli occhi carichi di rabbia della sua ex-compagna di squadra.
“Hinata per favore, smettila di lottare, ti farai solo del male. Quegli insetti prosciugheranno il tuo chakra in pochi secondi: è finita”
La Hyuuga era ricoperta dal collo in giù di insetti: faceva fatica a muoversi, cominciava a sentire un caldo terribile e il peggio era che non sentiva quasi più il chakra.
“Mi dispiace deluderti, Shino-kun” disse Hinata con un sorriso di scherno sulle labbra.
“ma ce ne vuole perché un ninja della Luna Rossa esaurisca il suo chakra”
Con uno sforzo enorme, portò le mani davanti a sé e riuscì a comporre un unico sigillo, un sigillo che i due ninja non avevano mai visto prima: quello della volpe.
“Akatsukigakure no Jutsu…” sussurrò.
Immediatamente, venne circondata da un potentissimo chakra rosso.
“Kaiten!”
Emettendo chakra da tutti i fori d’uscita, la Hyuuga riuscì a liberarsi di tutti quegli insetti.
“Shino, resta a distanza, da qui non ci può colpire!”
La mora scosse la testa.
“Ma come? Il genio del clan Hyuuga non sa che quando un ninja della Luna Rossa ricorre al suo seconda chakra…”
Si mise in posizione, pronta alla rotazione suprema.
“…la sua forza triplica? Hakkesho Kyuubi Kaiten!”
Sfrontatamente, Neji provò a difendersi con la sua rotazione suprema ma, come prevedibile, finì scaraventato contro un edificio lì vicino mentre Shino cominciò letteralmente a disfarsi: un’altra copia di insetti.
Hinata smise di ruotare su se stessa, accorgendosi che la piazza su cui aveva messo piede poco prima era stata sostituita da un cratere piuttosto profondo.
Dove sei andato a cacciarti Shino-kun?
Lo vide: era ricoperto di detriti, ma ancora vivo. Anche con la sostituzione era rimasto comunque coinvolto dalla potenza della sua tecnica.
Qualcosa nel cuore della ragazza si fece sentire dopo tanto tempo: l’amicizia con i suoi compagni di squadra della foglia.
Con passo lento si avvicinò al suo compagno, lo prese per un braccio e lo fece riemergere dai detriti che lo avevano sotterrato.
“Hinata… ti prego… non andartene ancora…” sussurrò il ragazzo prima di svenire. Aveva una brutta ferita sull’addome, sarebbe morto dissanguato in pochi minuti se non lo avessero curato immediatamente, ma non c’era l’ombra di altri ninja per almeno mezzo chilometro.
Si guardò intorno, come se temesse che il suo compagno potesse sbucare fuori da un momento all’altro.
“Se lo viene a sapere Itachi, come minimo mi sbatte nello Tsukuyomi per un mese intero…”
Poggiò una mano sulla profonda ferita del compagno e ne fece fluire una piccola scintilla del suo chakra rosso, in modo che la ferita di Shino potesse guarire e metterlo fuori pericolo.
Ho perso fin troppo tempo, meglio muoversi ora.
Si mise a correre per le scure strade di Konoha, dirigendosi verso le mura.
E quello chi è?
A un centinaio di metri, in rapido avvicinamento, un ninja della foglia puntava nella stessa direzione della ragazza.
Bah, lo metterò fuori gioco in men che non si dica.
Ma la cosa cominciò ad essere dubbia quando la Hyuuga lo perse improvvisamente di vista.
Si fermò di colpo: era sparito.
Dove diavolo…
“Kaiten!”
Qualcuno le aveva lanciato addosso una marea di kunai e di shuriken, ma non aveva visto chi.
Mentre ruotava però intravide una sagoma umana, ma non poteva essere: era senza sistema circolatorio, nessun essere vivente può vivere senza chakra eppure…
Smise di ruotare prendendo in mano un kunai.
“Forza, vieni fuori” incitò Hinata e si vide accontentata subito: un ninja era uscito allo scoperto.
“Yamiton: tecnica dell’ombra sovrana… mi consente di mascherare il mio sistema circolatorio del chakra; credevo di poter non essere notato dai tuoi occhi bianchi e coglierti di sorpresa, ma è ovvio che ho sottovalutato i tuoi miglioramenti” La mora deglutì a fatica.
“però, anche se non ti ho colto di sorpresa, con questa tecnica ti sarà impossibile vedere e quindi anche bloccare i miei fori di uscita del chakra. Hinata Hyuuga… “
“Uchiha Sasuke…” biascicò lei.
Niichan lo ha definito uno dei ninja più forti di Konoha, meglio finirla in fretta
. “Sei della Luna Rossa…” disse Sasuke.
“saprai senz’altro qualcosa: dimmi dov’è Itachi”
Hinata inarcò un sopracciglio.
“Chi? Mai sentito nominare”
Il chakra rosso la contornò di nuovo.
“Rasengan!”
Una sfera di colore rosso acceso comparve nella mano destra della ragazza.
“Se è questa l’unica lingua che capisci, sarò ben felice di accontentati” disse l’Uchiha.
Fece con fare annoiato dei sigilli.
“Chidori!”
Il silenzio di quella stradina sparì, sostituito dal forte rumore di migliaia di rapaci.
Ognuno scattò verso l’altro, brandendo la propria tecnica migliore tra le mani. Quando le due tecniche si scontrarono, il botto fu incredibile, e l’esplosione che ne seguì fu anche peggiore: Hinata venne sbalzata all’indietro, a parecchi metri di distanza, Sasuke invece non si era mosso si un solo passo.
“Che tecnica fenomenale” si complimentò col lei Sasuke, osservandosi la mano.
“sei riuscita rompermi due dita, ma se questo è il massimo che sai fare allora penso che durerà poco”
L’interessata si rialzò subito con un colpo di reni.
“Mi sto solo riscaldando, ma visto che ci tieni così tanto…”
Si fece un piccolo taglio sul pollice con un kunai, mentre Sasuke estrasse la sua katana e attivò lo Sharingan.
Sono proprio curioso di vedere cosa evocherà…
“Kiochiyose no Jutsu!”
La Hyuuga venne circondata da una nube di fumo bianco, oltre la quale Sasuke intravide qualcosa…
Una…due… tre….
Tre code rosse come il sangue si erano alzate da quella nube e, quando si diradò completamente, le vide: tre volpi dal manto cremisi grandi come lupi era apparse a fianco a Hinata.
“Addosso!” Gridò la ragazza, e tutti e tre le creature scattarono verso Sasuke. L’Uchiha si preparò a contrattaccare.
“Yamiton: Kage no Yaiba!”
Fece un fendente apparentemente vuoto, ma le tre volpi furono come respinte da una forza invisibile: sul fianco di tutte e tre c’era un profondo taglio che però si cicatrizzò in pochi secondi.
La Hyuuga insieme a tutte le tre volpi erano nuovamente pronte, questa volta sarebbe stato un attacco combinato.
Il moro si lasciò sfuggire un ringhio: era diventata brava, era diventata davvero brava.
Non a caso Naruto la considera sua sorella pensò il ragazzo dello Sharingan.
ma se contro di lei ho difficoltà, allora con Naruto non avrò speranze.
Chiuse gli occhi e si rilassò per quanto la tensione potesse permettergli.
“Chakra…” sussurrò.
“dammi il tuo chakra, maledetta salamandra”
Subito, un chakra nero di potenza paragonabile a quella di Hinata contornò l’Uchiha.
Le tre volpi cominciarono a ringhiare, indietreggiando intimorite, mentre la Hyuuga era paralizzata dallo stupore.
Quel chakra… penso sconvolta.
abbiamo girato mezzo mondo per tre anni come matti quando ci sarebbe bastato tornare a Konoha! Itachi darà scintille appena lo verrà a sapere!
“Tra tutti…” cominciò Hinata.
“tu eri l’ultimo che mi sarei aspettata diventasse un servo di Hachimata. Orgoglioso come sei, credevo avresti preferito morire piuttosto che sottostare a qualcuno”
Sasuke riaprì gli occhi.
“Io non servo nessuno. Questa sanguisuga mi si è appiccicata addosso tre anni fa per sfuggire alla Kyuubi. Jiraya lo ha poi sigillato in modo che non mi potesse dare problemi, inoltre come hai notato mi ha anche insegnato a sfruttarne il chakra”
Fece un unico sigillo.
“ma anche lo stesso Hachimata è stato un maestro niente male: Kage Bushin no jutsu!”
Creò cinque copie di sé.
“Yamiton…” dissero in coro i sei Sasuke, puntando il palmo della mano verso la ragazza.
“Kagejin no jutsu!”
Le copie lanciarono contro la Hyuuga sei sfere nere simili al Rasengan, e l’avrebbero colpita in pieno se le tre volpi non si fossero messe sulla traiettoria, difendendo la mora.
La tecnica fece alzare un grosso polverone.
“Lo sapevi Sasuke, che il clan Uchiha ha origini nel clan Hyuuga?” Chiese Hinata da dentro il polverone.
“il tuo Sharingan non si può nemmeno paragonare al mio Byakugan, questo ti rende inferiore a me. Infatti, se tu fossi stato un membro del clan Hyuuga, ti saresti senza dubbio accorto da tempo…”
La polvere si diradò e Sasuke fece involontariamente un passo indietro.
“… che le mie volpi non era delle vere volpi”
Già, se Sasuke avesse avuto un Byakugan avrebbe visto prima di cosa erano fatte quelle volpi: giunture, ingranaggi, legno, acciaio… e fili di chakra.
La Kagejin aveva distrutto la sottile pellicola che dava alle marionette l’illusione di essere vive.
L’Uchiha strinse più saldamente la guaina della sua katana.
“E pensare che da piccolo mi piacevano pure gli spettacoli con i burattini…” borbottò.
“Ti piacciono? Le ho costruite tutte da sola qualche mese fa, non sono potenti come quelle di niichan, però il loro lavoro lo sanno fare”
Tre marionette a forma di volpe: adesso le aveva viste tutte!
Sasuke si riprese dallo spavento.
“Mi basterà un altro colpo per distruggerle: Yami…”
“Lento!”
Le tre marionette saltarono addosso alle copie del ninja, l’originale però fece appena in tempo a balzare indietro.
Non sono più un Uchiha se mi faccio mettere di nuovo i piedi in testa da un marionettista.
Compose una velocissima serie di sigilli, concludendo con quello del serpente. “Yamiton: Kageryudan no Jutsu!”
Il drago ombroso era diretto alle marionette che al solo contatto con la tecnica finirono ridotte in polvere, ma il drago non sembrava voler fermarsi alle tre volpi: ora puntava su Hinata!
“Hakkesho Kyuubi Kaiten!”
Quando la rotazione suprema e il drago ombroso si scontrarono, tre abitazioni lì vicino crollarono, un enorme esplosione cancellò definitivamente la quiete del villaggio della foglia e un colonna di fumo si innalzò nel cielo.
Nel mezzo di quell’inferno, due figure erano in piedi a una decina di metri di distanza uno dall’altra.
Hinata tossì, rigurgitando un’abbondante quantità di sangue.
“Non… non può essere un umano…” biascicò debolmente.
La sua tecnica ha trapassato la rotazione suprema come fosse burro… se prima non avesse colpito le marionette, perdendo parte della potenza iniziale, quel solo colpo sarebbe bastato ad ammazzarmi. Davanti a lei, Sasuke aveva lasciato cadere la katana, la cui lama si era fusa. Il braccio che poco prima aveva usato per lanciarle contro il drago ombroso era in una posizione irregolare: probabilmente rotto, dello Sharingan di Sasuke non c’era più traccia.
Il contraccolpo della rotazione suprema lo aveva comunque ferito gravemente alla spalla e anche la gamba destra sembra essere ridotta parecchio male.
“L’ultima volta… che ho provato queste sensazioni… è stato tre anni fa… quando combattei per l’ultima volta… contro tu fratello Naruto” disse l’Uchiha con uno strano sorriso sulle labbra.
Erano entrambi sfiniti: non serviva un abilità innata per capirlo.
La vista di Hinata cominciò ad appannarsi.
No… Hinata resisti, non mollare ora che sei vicina! Pensò
merda, ho quasi esaurito il chakra! O uso quello che mi è rimasto per curarmi… o lo uso per un’altra Kyuubi Kaiten: devo decidere in fretta.
L’Uchiha si prese il braccio rotto con quello sano e diede uno strattone secco, risistemandosi l’osso mostrando una smorfia di puro dolore.
E Itachi credeva che Naruto esagerasse parlando delle potenzialità di Sasuke… non ho energie sufficienti nemmeno per l’Illusione dell’Agonia… se l’avessi usata fin da subito non mi troverei in questo pasticcio: accidenti a me!
“Yamiton…” biascicò il moro subito dopo essersi risistemato il braccio.
Il cuore della Hyuuga andò a mille: era stato il suo avversario a decidere per lei.
“Hakkeshou…”
Ignorando il dolore, si rimise in posizione per la rotazione.
“…Kageryuudan no Jutsu!”
“…Kyuubi Kaiten!”
A distanza di sicurezza intanto, una coppia di Sharingan copiarono la tecnica più micidiale della Yamiton in tutta tranquillità.
Infondo avevi ragione Hinata: con Naruto avresti potuto avere qualche possibilità di vittoria.




uff… che fatica, questo cap è stato particolarmente impegnativo!
Come andrà a finire? Chi vincerà? Hinata Hyuuga o Sasuke Uchiha?
A domani!!!

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Capitolo 8
*** Prigoniera ***






Ho appena finito di scrivere il primo capitolo de “L’erede dell’Akasputi” parodia della mia precedente fic, ma sarà già un miracolo se riuscirò a farla di più di cinque capitoli, mancano le idee…
A grande richiesta di lord martiya, in questo capitolo ci sarà una breve apparizione di Maito “Yong and cool” Gai




Cap 8 Prigioniera






Lentamente, Sasuke Uchiha riaprì gli occhi.
Aveva la vista appannata, ma riuscì a distinguere un soffitto bianco e una finestra che dava sull’Ichiraku Ramen: decisamente, non si trovava a casa sua.
“Ah, così alla fine ho avuto la prova che anche tu sei un essere umano come gli altri” disse una voce femminile che, purtroppo, Sasuke conosceva.
Con un grugnito, voltò la testa verso la voce: era disteso su un letto d’ospedale.
“Noi comuni mortali la chiamiamo “batosta madornale” ed è quella che hai appena subito”
“Tsunade, per favore, risparmiami il tuo sarcasmo per dopo: che fine a fatto Hinata Hyuuga?”
Il volto dell’ hokage divenne subito serio.
“Dopo che ti ha battuto ha tentato di scappare, ma si è ritrovata accerchiata da tutti i ninja della foglia e per di più era senza più neanche una goccia di chakra. Se tu non l’avessi trattenuta, non saremmo riusciti a catturarla”
Combattendo contro il dolore di ogni singolo muscolo del suo corpo, il ninja si mise seduto sul bordo del letto.
“Che ci facevano qui i ninja della Luna Rossa?” Chiese l’Uchiha.
“Lo sapremo tra poco. Per ora so solo dirti che hanno forzato la stanza che conteneva le cartelle cliniche personali di questo ospedale per scopi ignoti. Ah e, se lo vuoi sapere, prima di affrontare te, Hinata aveva già sbaragliato da sola dieci ANBU e i due Chunin Shino Aburame e Neji Hyuuga”
Sasuke si sentì male.
“Tredici ninja della foglia non sono stati sufficienti per fermarne uno solo della Luna Rossa… se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto”
“Beh, io da oggi crederò a qualsiasi cosa mi diranno” si unì la ninja leggendaria.
Il moro sembrava voler fare un’altra domanda, ma preferì tacere.
“Il tuo mille falchi aveva già svegliato mezza Konoha, tutti quelli con un briciolo di buon senso hanno ben pensato di darsela a gambe: a parte qualche ferito, il vostro scontro non ha coinvolto nessun altro” assicurò Tsunade.


Poco dopo, in un’altra parte del villaggio…


“Giù dalle brande Kakashi!” Gridò giovanile Gai, bussando con la stessa grazia di un elefante.
Dopo aver sentito il rumore di diversi piatti che cadevano e di molti altri capitomboli vari, il ninja copia socchiuse un po’ la porta.
“Gai… il patto diceva niente sfide prima delle sette” borbottò assonnato.
“Sorvolando che mezzogiorno è passato da un pezzo, Tsunade ci vuole tutti a rapporto” lo avvertì Gai
Kakashi sbadigliò sonoramente.
“Sarà la solita missione di routine… digli che sono malato”
Maito Gai guardò il rivale di sempre come se non lo riconoscesse.
“Ma Kakashi… stai scherzando, vero? Vuoi farmi credere che non sai cos’è successo questa notte!?”
L’interessato fece un gesto di non curanza con la mano.
“Ho il sonno molto pesante… comunque, che è successo? Tsunade ha beccato ancora Jiraya mentre la spiava alle terme?”
Il Jonin super sopracciglione era sconvolto: nemmeno un bijuu avrebbe potuto aver un sonno talmente pesante da non sentire quelle esplosioni.
Poi notò due cose: Kakashi era a dorso nudo, una cosa strana, e non portava la sua solita maschera ignifuga, cosa ancor più strana! (solo Gai poteva non notare subito certe cose =.=)
Guardò oltre la spalla del ninja dai capelli d’argento e la sua mascella finì a terra per lo stupore: sotto le coperte di un letto a baldacchino c’era una donna che dormiva beata, al Jonin bastò osservale i capelli per riconoscerla.
“Ku…Ku…Kurenai!?”
“Insomma Gai” sbottò Kakashi bloccando la visuale del Jonin.
“vuoi dirmi che è successo sì o no?”


Circa due minuti dopo, Kurenai si era già fiondata nell’ufficio dell’ hokage.


“Hokage-sama…” fu solo capace di dire una volta entrata, aveva il fiato corto, tanto che non riusciva nemmeno a formulare una frase.
“Sta bene” la precedette la ninja bionda.
“l’ ho visitata io stessa, ma per ovvie ragioni di sicurezza non l’ ho curata del tutto, ora è sorvegliata dal membro migliore della squadra ANBU”
La Jonin tirò un sospiro di sollievo.
“E’ sveglia? La possa vedere?” Chiese in fretta.
“E’ nei sotterranei, ti ci porto” disse Tsunade alzandosi dalla scrivania.
Solo allora anche un Kakashi piegato in due dalla stanchezza entrò nell’ufficio della Sannin.
“Ti aveva distanziato così tanto?” Chiese perplessa la sannin osservando il ninja davanti a lei.
Tsunade condusse i due Jonin nei sotterranei del palazzo dell’ hokage, dove nei tempi della guerra tra i ninja venivano tenuti i prigionieri più pericolosi.
“Potresti avere un piccolo malore” avvertì la konoichi dai capelli biondi.
“sei sicura?”
Kurenai cercò la mano del suo compagno e la strinse debolmente.
“No, ma voglio vederla”
Fuori da una cella videro un membro della squadra ANBU che giocherellava con un kunai.
“Yamato, apri” disse subito la donna.
Yamato obbedì e spalancò la porta d’acciaio della cella.
Kurenai entrò per prima e fu solo per un miracolo se non svenne: c’era una ragazza dai lunghi capelli mori con i polsi incatenati al muro, aveva addosso un paio di jeans corti e una maglietta nera con al centro il disegno di una nuvoletta rossa.
Sembrava stesse dormendo.
“Hinata…” sussurrò Kurenai sbiancando all’improvviso.
La ninja della Luna Rossa ebbe un piccolo sussulto al sentirsi chiamare, aprì lentamente gli occhi e tentò di mettere a fuoco il luogo dove si trovava, ma prima di capire dove fosse finita si sentì circondare da un caloroso abbraccio che sembrava volerla stritolare.
“Hinata!” Gridò Kurenai scoppiando il lacrime.
La Hyuuga riconobbe la voce della sua sensei, e dopo tre anni finalmente poté di nuovo sentire il suo dolce profumo.
“Kurenai-sensei…” riuscì ad esalare la ragazza, voleva ricambiarle l’abbraccio, ma aveva i polsi incatenati al muro.
“Sono qui, sono io” disse, cominciando ad accarezzare la nuca della sua allieva.
“stai bene?” chiese stupidamente, ma non poté fare a meno di chiederglielo. L’altra accennò un sorriso.
“Adesso sì” rispose.
Il quel momento arrivò Ibiki Morino e Kurenai capì che il tempo a sua disposizione era già finito.
“Tornerò prestissimo, va bene?”
Hinata fece cenno di assenso.
Improvvisamente, si sentì una grossa esplosione al piano superiore e Shizune entrò nella cella con il fiato corto.
“Tsunade-sama… ecco… vede… Hiashi Hyuuga desidera vederla, è alquanto urgente…” disse.
La donna sospirò seccata.
“Ho capito, vediamo di risolvere anche questo pasticcio”
Shizune e Tsunade uscirono dalla cella, dirette al piano superiore per… colloquiare con il capo della casata principale degli Hyuuga e i due restanti Jonin le seguirono.
“Hinata Hyuuga…” cominciò Ibiki, finalmente solo con la sua nuovo cavia dopo tanti anni di inattività.
“strano che tu usi marionette dopo lo scherzetto che ti ha fatto una di queste nella foresta della morte”
Fece una risatina di non curanza.
“Sanno essere delle utili alleate se si sa come usarle, Naruto-niichan ne è la prova”
Il Jonin addetto agli interrogatori mostrò un sorriso famelico.
“Sai dov’è appoggiato il tuo bel sederino?”
Hinata abbassò lo sguardo e poi sbarrò gli occhio: era sopra un cerchio di chakra fatto con il sangue.
“Quel cerchio impedisce al tuo chakra di rigenerarsi, quindi togliti subito dalla testa l’idea di scappare” la avvertì.
Prima ancora che la mora potesse vederne il movimento, Ibiki gli conficcò l’ago di una siringa nel collo, iniettandole una stana sostanza di colore nero.
“Ci risentiamo tra qualche ora”
Uscì dalla cella, ritrovandosi davanti a Yamato.
“Funzionerà? E’ della Luna Rossa, non dimenticare”
Ibiki vece una risata sottile.
“Con due grammi di quella merda Orochimaru in persona confesserebbe i suoi crimini peggiori cantandoli in rima. A quella ragazza gli ho dato dieci grammi, giusto il tempo che il farmaco faccia effetto e sapremo tutto quello di cui abbiamo bisogno.”


Sasuke era momentaneamente solo nella sua stanza d’ospedale, ma lo sarebbe stato per poco.
“Andiamo?” Incitò un ragazzo apparso dal nulla a fianco al moro.
Era identico il tutto e per tutto a Sasuke, se non per il fatto che l’occhio destro era sempre perennemente chiuso, circondato da una cicatrice a spirale: il regalo che gli aveva lasciato Naruto tre anni prima.
“Andiamo” acconsentì l’altro alzandosi dal letto.
Mentre camminava era come se sentisse ogni osso del suo corpo implorare pietà…
Un vero peccato che il chakra di Hachimata non fosse anche curativo come quello della sorella maggiore.
Doveva fare delle domande a Hinata Hyuuga riguardo a Itachi, non poteva non sapere niente a riguardo… e doveva anche chiederle riguardo Naruto.




Mi spiace per chi sperava che Hinata riuscisse a scappare… Domani Hinata Hyuuga dimostrerà di avere una forza di volontà enorme, ma che verrà messa a dura prova da Ibiki Morino. Ma proprio quando Ibiki decide che è ora di chiudere con l’interrogatorio, senza che le venisse chiesto niente, metterà al corrente Sasuke Uchiha di un fatto sconvolgente.



“Se ti dicessi che so perché la Kyuubi ha attaccato il villaggio quindici anni fa, la cosa ti interesserebbe?” Chiese Hinata
I Jonin trattennero il fiato, ma Sasuke si limitò a sbuffare.
“No, non mi interessa affatto”
“E se ti dicessi” continuò imperterrita lei.
“che l’attacco della Kyuubi è direttamente collegato allo sterminio del clan Uchiha… la cosa non ti interesserebbe ancora?”




Domani, se ci riesco, ci sarà un altro doppio aggiornamento!
Ciao!!!

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Capitolo 9
*** L'interrogatorio ***






Dunque,dunque, dunque…
Ho già deciso la struttura generale di questa fic e vi posso dire che si dividerà in tre parti.
Attualmente siamo ancora alla prima parte, che finirà tra circa quattro capitoli, forse prima, e avete visto che si incentra principalmente sui personaggi dell’Akatsukigakure.
La seconda parte, ancora in fase di sviluppo, avrà come protagonisti principali i ninja della foglia Sasuke, Sakura e Sai(vedrete quante non ne combinerà il ninja pittore…) e l’evolversi del loro rapporto come squadra.
La terza parte sarà la migliore, visto che tratterà lo scoppio della guerra tra Konoha e il villaggio della Luna Rossa.
Riguardo questa terza parte anticipo che ci saranno altre tre vittime di Akatsuki…
Sono troppo carognoso per non far morire nessuno…
Riguardo “L’erede dell’Akasputi” sono fermo al primo capitolo. Come temevo non mi vengono idee divertenti per costruire un intera fanfic demenziale, vedremo come andrà a finire.




Cap 9 L’interrogatorio






“Davvero non vuoi andare a vedere come sta?” Chiese Shino mentre sorseggiava un succo di frutto preso al distribuito dell’ospedale.
“Ho già visto Kurenai e ha detto che sta bene… relativamente” borbottò Kiba.
“Relativamente” gli fece eco il suo compagno di squadra.
Akamaru versione gigante si mise seduto accanto al suo amico e cominciò a scodinzolare allegro.
“Beh, almeno lui è capace di essere spensierato” commentò Kiba accarezzando le orecchie del cane ninja, abbozzando quello che in teoria doveva essere un sorriso.
“Se vuoi sapere quello che penso, una parte di Hinata per fortuna è rimasta immutata” disse l’Aburame.
“sarei dovuto morire ieri notte, mi ero procurato un brutta ferita in combattimento… anche se lo ricordo molto vagamente, è stata lei a curarmi con il suo chakra e a salvarmi la vita”
Il sorriso del compagno di squadra di Shino divenne sinceramente felice.
“Questa sì che è una buona nuova…” riuscì a dire.
“ho cambiato idea: andiamo a far visita alla nostra compagna?” Propose il bruno
“Ora no di certo, dovrà passare parecchio prima che le verrà concesso di ricevere altre visite”


Ibiki osservò trionfante il suo orologio da taschino: erano passate due ore esatte, ormai la tossina che aveva iniettato alla prigioniera doveva aver fatto effetto.
“E’ ora” annunciò allegro.
Asuma, Gai e Kakashi si alzarono dalle sedie della sala del palazzo e si diressero verso i sotterranei.
“Come hai fatto a convincere Kurenai a non venire?” Chiese Asuma al ninja dai capelli d’argento.
“Non sono riuscito a convincerla” ammise con una punta di dispiacere.
“ho dovuto usare lo Sharingan per stordirla, quando si sveglierà avremo già finito”
Asuma vece un piccolo ghigno.
“Non ti invidio affatto: quando Kurenai si sveglierà, ti tirerà a dietro tutte le madonne di questo mondo”
Kakashi gli diede un occhiata omicida con l’unico occhi visibile che aveva.
“Tu che ci fai qui?” Sbottò Ibiki.
Sasuke Uchiha era a fianco a Yamato appena fuori dalla cella di Hinata Hyuuga.
“Ho delle domante da fare a Hinata” rispose schietto.
“Non me ne frega niente, adesso esci e…”
“E’ merito mio se l’avete catturata, no?” Disse il moro
“credo di essermi meritato almeno il privilegio di farle qualche domanda. Non mi pare poi una richiesta così assurda”
Ibiki stava per ribattere.
“O se più preferisci, andiamo a discuterne con madamigella Tsunade, però sarà meglio fare in fretta… l’effetto della droga che hai dato alla Hyuuga si esaurisce rapidamente, vero?”
Morino grugnì sonoramente, poi fece cenno a Yamato di aprire la cella.
“Vedi di non intralciare il mio lavoro”
La porta della cella si aprì: Hinata Hyuuga era lì dove l’avevano lasciata due ore prima.
“Allora, Hyuuga” incitò Ibiki.
L’interessata alzò debolmente il capo, le palpebre le tremavamo e dalla sua bocca era uscito un piccolo gemito.
“Sai dove ti trovi?”
Un altro gemito prima della risposta.
“…Konoha…” sussurrò.
“Brava, sai chi sono io?”
Le catene che le bloccavano i polsi cigolarono, come se stesse cercando di liberarsi.
“…Ibiki…Morino…”
“Ottimo”
Sul volto del ex-esaminatore Chunin comparve un sorriso diabolico.
“Perché sei venuta a Konoha? Qual’era la tua missione?”
Un rivoletto di bava uscì dalla bocca della ragazza: Ibiki sapeva che stava tentando di combattere la droga con tutte le sue forze, ma era una battaglia persa in partenza.
“…Yamanaka…Ino…”
Ad Asuma cadde la sigaretta da bocca, poi guardò spaventato Ibiki il quale fece cenno di assenso.
“Hinata” disse Asuma riprendendosi dallo spavento.
“perché vi interessa Ino?”
“…Il figlio di Yamanaka Ino… è lui la nostra missione…”
Ibiki era confuso: per quale motivo alla Luna Rossa poteva interessare uno neonato?
“Dovevate rapirlo?” Chiese, mentre Asuma aveva assunto un espressione furiosa.
La ragazza sorrise, poi il sorriso si trasformò in una debole risata.
“Non rapirlo…” rispose, ma poi rimase in silenzio.
“Cosa, allora?” Incitò Ibiki.
La mora incredibilmente non rispose, la mascella aveva cominciato a tremarle convulsamente, come se bramasse di parlare.
“Dovevate ucciderlo?” Chiese improvvisamente Sasuke, facendo voltare tutti i presenti verso di lui.
Questa volta la ragazza non riuscì a trattenersi.
“…Sì…” esalò.
Asuma strinse i pugni con furia sempre più crescente: solo il giorno prima la sua allieva gli aveva chiesto se voleva essere il padrino della nuova arrivata…
“Perché?” Abbaiò il Jonin furibondo.
“…è pericoloso… è una minaccia per il nostro villaggio…”
“Ma perché!?”
Hinata venne come percorsa da un brivido.
“…è pericoloso…” ripeté.
Ibiki stava cominciando a scaldarsi: era la prima volta che la sua arma di persuasione migliore faceva cilecca.
“E’ da Naruto che prendi ordini, giusto?” Riprese l’interrogatorio Ibiki.
“…Sì…”
“Dove si trova?”
“…Villaggio segreto…della Luna Rossa…”
Kakashi imprecò sotto voce: alla fine c’era riuscito… costruire il villaggio della Luna Rossa.
“Dov’è? Dove si trova il villaggio della Luna Rossa?”
“…Nel culo di tua sorella…”
Hinata si beccò una ginocchiata che gli fece spaccare il labbro inferiore.
“Sta cominciando a perdere efficacia… in quanti sono al villaggio della Luna Rossa?”
“…Niichan ha detto… che la forza militare di Konoha… era pari a quella del suo villaggio… non mi ha detto altro…”
“Vuole attaccare Konoha?”
“…Non ora…prima deve fare una cosa importate…”
“Cosa? Che deve fare?”
“…una cosa importante…”
Bisogna sbrigarsi… pensò Ibiki.
l’effetto della droga non durerà ancora per molto.
“Chi sono i nove membri di Akatsuki?” Chiese Kakashi.
“…Otto…” Lo corresse Hinata.
“…Hoshigaki Kisame… è morto tre anni fa…”
“E va bene: chi sono gli altri otto?”
“…Otto…” ripeté lei.
“…Sono otto…”
Il Jonin scosse la testa, ormai l’interrogatorio era finito.
Sasuke si fece avanti dal gruppo di Jonin.
“Itachi Uchiha; cosa sai di lui?” Chiese
Hinata fece una smorfia, forse doveva essere un sorriso di scherno.
“…se con me non ce l’ hai fatta… non sperare di avere la meglio su tuo fratello… è anche più forte di me…”
“Cosa sai di lui?” sibilò minaccioso.
“…Fa parte di Akatsuki… come gli altri è in missione da tre anni…”
“Direi che qui abbiamo finito, andiamo a fare rapporto all’ hokage “ sentenziò Morino.
“quanto a te ragazzina, domani si fa il bis… ma con dose doppia del mio filtro magico questa volta” se la ghignò lui.
I quattro ninja stavano per uscire, quando Hinata improvvisamente scoppiò a ridere.
“Cosa ci trovi di divertente?” borbottò Sasuke
L’espressione della Hyuuga era diversa da prima: il sorriso che aveva donava ai suoi bei lineamenti un tratto quasi selvaggio.
“Che fratellino inutile che mi è capitato…” cominciò la ragazza.
“non meriti nemmeno la morte… potevi salvarli Sasuke, potevi salvarli tutti se non fossi stato così debole e gracile…”
Kakashi era pronto a bloccare il suo allievo: altre due parole e sarebbe saltato addosso a Hinata.
“Vuoi uccidermi Sasuke? Allora vai… aggrappati alla vita con tutte le tue forze…vivi come un miserabile, e quando verrà il momento, presentati davanti a me con i miei stessi occhi e quando mi attaccherai per mettere fine alla mia vita, sarà l’inizio della tua fine…”
Sasuke si voltò lentamente, lo Sharingan sembra essere diventato color del sangue.
“Per mettere alla prova le mia capacità, Sasuke… è per questo che l’ ho fatto… per me era importante”
Scoppiò nuovamente a ridere, questa volta senza accennare di voler smettere. “Taci…” disse minaccioso.
Hinata smise di ridere, ma sul volto era rimasto quel sorriso.
“Tu gli hai creduto, non è vero Sasuke?” Chiese lei, sicura della risposta.
“già… stupido come sei non puoi aver capito da solo”
L’Uchiha fece pericolosamente un passo in avanti.
“Cosa avrei dovuto capire?”
“Tuo fratello Itachi in passato era quello che tu sei adesso: un vendicatore…e quel giorno Itachi si era vendicato… si era vendicato di tutto il clan”
Il moro scosse la testa.
“E dici che lo stupido dovrei essere io” borbottò voltandole le spalle.
“Se ti dicessi che so perché la Kyuubi ha attaccato il villaggio quindici anni fa, la cosa ti interesserebbe?”
I Jonin trattennero il fiato, ma Sasuke si limitò a sbuffare.
“No, non mi interessa affatto”
“E se ti dicessi” continuò imperterrita lei.
“che l’attacco della Kyuubi è direttamente collegato allo sterminio del clan Uchiha… la cosa non ti interesserebbe ancora?”


Nel frattempo a villa Hyuuga, cinque membri della casata cadetta e tre di quella principale giacevano a terra privi di sensi: avevano appena conosciuto il Genjutsu preferito di Itachi Uchiha.
Il membro dell’Akatsuki stava scendendo nei sotterranei della suntuosa villa, con chiaro nella mente il suo obbiettivo




Angolo dell’autore, cosa dovevo fare? Uhm…
Tobi: Psss… le anticipazioni del prossimo capitolo, Gexe-kun.
Ah, giusto allora:
Sasuke Uchiha è rimasto sconcertato dalla dichiarazione della Hyuuga, così decide di continuare l’interrogatorio per conto suo senza orecchie indiscrete che lo ascoltino.
Un nome uscirà fuori dal racconto delle traditrice della foglia, un nome che Sasuke non aveva mai sentito prima, ma che inizia ad odiare quasi quanto quello del fratello maggiore.




“Uchiha Madara” disse la ragazza.
“è a causa di quest’uomo se il villaggio della foglia rischiò di venire distrutto quindici anni fa”
Sasuke inarcò un sopracciglio, confuso.
“Non l’ ho mai sentito nominare”
“Non mi stupisce, e ora ti spiego anche il perché”




Di Madara non si sa quasi nulla, no? Io ho deciso di dargli un passato che sia consono alle informazioni in mio possesso.
Tra poche ore il prossimo capitolo: La verità.

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Capitolo 10
*** La verità ***





Ed ecco il secondo aggiornamento di questa giornata, buona lettura!
Vi avverto che ho saputo solo cinque minuti fa che Madara ha un età anche superiore a quella del defunto terzo hokage, perciò imploro perdono per questa inesattezza nella fic: qui Madara era un contemporaneo del quarto hokage.




Cap 10 La verità




“Due!” Biascicò Naruto, furibondo con lo spadaccino della nebbia con l’hobby dei funerali.
“Due Genin come minimo ti avevo detto!”
Raiga incrociò le braccia.
“Se a parte lui erano tutti erano delle mezze tacche non è colpa mia” si difese, indicando l’unico sopravvissuto al battesimo del sangue di Iwa.
“Immagino che ti sia sforzato al massimo per difendere gli altri, vero?” Chiese con ironia lo tsukikage.
“Se non sanno badare nemmeno a quegli scarsi del villaggio della roccia, allora non meritavano di entrare nel villaggio”
I due si scambiarono occhiate omicide per un po’, poi Naruto sospirò arreso.
“Dagli il coprifronte e mettilo in gruppo con altri due Genin… poi direi che una settimana di pausa te la sei meritata”
“Sì, signore” borbottò voltando le spalle e allontanandosi.
“Se succederà un’altra volta ti spedisco tra quelli della nettezza urbana, chiaro?”
Il traditore della nebbia borbottò qualcosa di non molto educato e poi sparì tra le piccole case del villaggio della Luna Rossa.
Un paio di Jonin comparvero alle spalle dello tsukikage.
“Tsukikage-sama, abbiamo ricevuto un messaggio in codice da parte di Itachi Uchiha”
Entrambi esitarono a continuare, incerti.
Naruto non era dell’umore adatto per sopportare i timidi e ancor meno di sopportare un messaggio di Itachi Uchiha.
“Ebbene? Cosa diceva?” Incitò.


“Co… come sarebbe!?” Chiese terrorizzata Ino, stringendo a se la sua bambina.
Per un attimo, nella camera d’ospedale della Yamanaka cadde un silenzio di tomba: Sasuke aveva appena dato un resoconto veloce dell’interrogatorio di Hinata Hyuuga alle due Chunin davanti a lui.
“Sasuke ma… perché a quelli della Luna Rossa dovrebbe interessare la figlia di Ino?” Chiese Sakura paonazza quasi come l’amica.
“Questo non lo ha detto, anche se ho fatto alcune teorie a riguardo” cominciò l’Uchiha.
“la più probabile, Ino, è che il padre di tua figlia abbia un abilità innata. Un’abilità innata davvero potente se ha preoccupato Naruto al punto di mandare uno dei suoi alleati più forti ad occuparsene”
La konoichi dai capelli biondi trasalì, certa che con altre due parole del moro sarebbe svenuta.
Osservò il piccolo fagotto che teneva in braccio: come si poteva fare del male a una bambina appena nata?
Sakura vide il volto dell’amica e tentò di sdrammatizzare un po’ la situazione. “Ino, hai deciso il suo nome alla fine?” Chiese mostrando il volto più sereno che riuscì a tirare fuori, che a quanto pare fu abbastanza per far sorridere la bionda. “Satsuki… Yamanaka Satsuki”
Sakura fu come illuminata.
“E’ un nome bellissimo” commentò sorridente.
Sasuke voleva dirle che quel nome non gli piaceva proprio, specialmente la parte finale, ma mica era lui il padre della piccola quindi non gliene doveva importare.
“Ci saranno degli ANBU fuori dall’ospedale e Asuma e i tuoi compagni resteranno con te fino a quando Tsunade non troverà una soluzione al problema di tua figlia” ricominciò il moro.
“io e Sakura resteremo qui per altri due giorni, poi verremo dimessi. Sarete comunque sorvegliate tutte e due da un elevato numero di ninja, quindi puoi dormire sonni tranquilli Ino”
Lei fece cenno di assenso; sposto lo sguardo sulla piccola Satsuki e le diede un bacio sulla fronte.
“Mi fido” si limitò a dire.


Itachi Uchiha era davanti alla tomba dei ninja caduti in missione.
Appena Naruto si deciderà ad attaccare la foglia si disse.
questa tomba sarà la prima cosa che distruggerò.
Voltò le spalle e si diresse nuovamente verso villa Hyuuga: ancora un paio d’ore e sarebbe calata la notte.
E solo allora lui sarebbe intervenuto.


“Mi vuoi spiegare perché stiamo entrando nel palazzo dell’ hokage quasi fossimo due ladri?” Sbottò Sakura stizzita.
“Ti spiego tutto dopo, adesso seguimi”
Evitando di essere visti da i vari ANBU e dai Jonin che presidiavano il palazzo dell’ hokage, i due si intrufolarono nei sotterranei dove era tenuta Hinata Hyuuga.
Per fortuna Yamato non c’era più, ora doveva fare la guardia a Ino e a sua figlia, così Hinata era momentaneamente non sorvegliata.
Aprì la porta della cella e entrarono: Hinata sembrava dormisse profondamente.
“Ibiki deve averla stordita con qualche droga… pensi di riuscire a svegliarla?” Chiese Sasuke.
“Sì, certo… però non puoi aspettare domani? Avevi detto che Ibiki la avrebbe interrogata di nuovo”
“Ma io voglio sapere adesso! Per favore Sakura, ti concedo un appuntamento se mi aiuti!”
La rosa capì che per Sasuke doveva essere qualcosa di davvero importate, se aveva deciso di fare in cambio un simile sacrificio…
Mise le sue mani contornate da un chakra di colore verde acceso sulla tempia della ragazza dormiente di fronte a lei, e dopo pochi secondi aprì lentamente gli occhi.
“…Ciao” Salutò Hinata.
“siete venuti a farmi visita? Gentile da parte vostra”
Sakura si fece da parte, mentre Sasuke si portava di fronte alla prigioniera.
“Che collegamento c’è tra l’attacco della Kyuubi e lo sterminio del mio clan?” Chiese senza preamboli in mezzo al sussulto dell’Haruno.
Hinata sorrise debolmente, le catene cigolarono annoiate.
“Allora ti interessa…”
“Parla, e vedi di dirmi la verità o te ne farò pentire” disse con volto inespressivo, che faceva tuttavia trasparire tutta la rabbia che stesse provando in quel momento l’Uchiha.
Per un attimo, sembrò proprio che Hinata rimase spaventata dallo sguardo del ragazzo, ma poi sul suo volto si stampò un sorriso malizioso.
“Avvicinati…” sussurrò lei.
Il moro, dubbioso, fece un paio di passi in avanti: ora la ragazza era a pochi centimetri dai suo piedi.
“Siediti…” sussurrò ancora.
Sempre più dubbioso, il ragazzo si sedette proprio di fronte alla Hyuuga.
“Uchiha Madara” disse la ragazza.
“è a causa di quest’uomo se il villaggio della foglia rischiò di venire distrutto quindici anni fa”
Sasuke inarcò un sopracciglio, confuso.
“Non l’ ho mai sentito nominare”
“Non mi stupisce, e ora ti spiego anche il perché”
Tenne il suo sguardo fisso sugli occhi dell’Uchiha e fece un sorriso amaro.
“E’ stato proprio quindici anni che fa che nacque l’Akatsuki” cominciò.
“all’inizio ne facevano parte solo Orochimaru e Artemis Uchiha, ma già allora erano alla caccia dei nove bijuu, di sicuro questo lo sapevate già voi della foglia. Ma prima di questo c’era un altro obbiettivo da raggiungere: eliminare il quarto Hokage.
Artemis tuttavia non era sicuro di riuscire con le proprie forze a eliminarlo, così recuperò Orochimaru sperando che potesse in qualche modo aiutarlo per sconfiggere lo Yondaime ma, queste furono le sue esatte parole, fu una delusione enorme, il sannin era molto più debole di quanto Artemis si aspettasse. Tuttavia, inaspettatamente, Orochimaru ebbe un colpo di genio… un colpo di genio chiamato Kyuubi no Yoko”
“Il suo piano era di far scontrare la Kyuubi con Arashi per costringere lo Yondaime a usare una tecnica di confinamento particolare, in modo da liberarsi del ninja più pericoloso di allora e catturare la Kyuubi al tempo stesso: sarebbe stato un bel colpo riuscirci senza che l’associazione venisse scoperta. Artemis affidò il compito di istigare la Kyuubi a Orochimaru , ma, come suo solito, non volle sporcarsi le mani, così chiese a dei suoi alleati di occuparsene”
Sasuke intuì chi fosse uno di questi.
“Tra questi c’era Uchiha Madara, immagino”
“Già. Possedeva una forza di poco inferiore a quella del quarto hokage e anche il tipico orgoglio insensato che distingueva i membri del clan Uchiha.
Quando Arashi venne eletto come nuovo hokage della foglia, si fece parecchi nemici tanto potenti quanto invidiosi di lui. Il clan Uchiha più di tutti sembrava essersela presa, ritenendo che il loro pupillo Madara fosse più idoneo a guidare la foglia. E così…”
Il moro cominciò a scaldarsi, quella teatralità tipica di Naruto non la sopportava nemmeno quando il biondo era al villaggio della foglia.
“Cosa?” Incitò.
L’altra fece un leggero ghigno.
“E così… quando Orochimaru venne dagli anziani del clan Uchiha, loro accettarono di buon grado il suo piano per liberarsi del quarto hokage, dandogli a disposizione Madara per aizzare la volpe a nove code contro il loro stesso villaggio”
Sakura e Sasuke sussultarono, increduli alle parole della Hyuuga.
“…Stai mentendo” esalò Sasuke.
“Sai qual è la cosa divertente in tutto questo? Io lo posso provare” lo prese in giro la ragazza incatenata.
“esiste un rotolo… scritto dal pugno del capo degli anziani del clan Uchiha, dove la vergogna lo aveva costretto a confessare ogni cosa”
“Dov’è!?” Urlò il ragazzo afferrando Hinata per i lembi del colletto e strattonandola.
“dimmi dov’è!” Gridò ancora.
Invece di ricevere una risposta, la Hyuuga inaspettatamente colse il moro di sorpresa e lo baciò.
“Che fai!?” sbraitò staccandosi subito.
“Gli somigli” rispose lei quasi biascicando le parole.
“con tutta quella rabbia negli occhi… per un attimo ti ho scambiato per Itachi”
Il ragazzo si allontanò ancora un po’.
“Allora… è stato lui a dirti tutte queste cose, e se sei ancora viva vuol dire che di te si fida”
Hinata fece una sottile risata.
“No. Più semplicemente, sono il giocattolo che usa quando si annoia o quando non ha niente di meglio da fare; non è poi così male se si tiene conto che l’altra possibilità è morire nel peggiore dei modi”
Sakura osservò con compassione la ragazza che le stava davanti, mentre Sasuke ritrovò miracolosamente la calma.
“Il rotolo lo possiede Itachi, non è vero?”
“Sì. Se lo porta sempre appresso”
Hinata fece uno sbadiglio colossale e socchiuse gli occhi.
“Quando la Kyuubi attaccò Konoha, fece una strage che al confronto l’attacco del suono sembra una rissa da discoteca. C’era un casino che metà bastava e quel caos era l’ideale per far sparire gente scomoda, come chi per il proprio credo ninja minacciò di spifferare il tradimento del clan Uchiha all’ hokage”
“Madara commise l’errore che sarebbe costato la vita a tutto il loro clan: nel mezzo della confusione, fregandosene altamente degli altri membri degli Uchiha che lo osservavano, assassinò due di questi “coraggiosi” che avevano osato opporsi al volere degli anziani: quei due ninja erano i genitori di Shisui Uchiha, il miglior amico di Itachi”
“Madara era sicuro che una volta liberatosi del quarto, ci sarebbe un nuovo consiglio per decidere del futuro della foglia e che sarebbe stato lui ad essere eletto come quinto hokage; ma inspiegabilmente svanì nel nulla durante la battaglia, molto probabilmente divorato dalla volpe”
“A Shisui fu detto che i suoi genitori erano stati uccisi dalla Kyuubi, tuttavia il ragazzo non aveva creduto a una sola parola degli anziani: era come se ci fosse qualcosa a dirgli che non potevano essere stati uccisi dalla volpe, come se qualcosa gli dicesse che in realtà erano stati assassinati…”
“Diventati entrambi Genin, parlò a Itachi dei suoi sospetti e insieme indagarono sull’accaduto. Dopo essersi giocati la fiducia di molti membri del clan e dopo quasi un decennio di lavoro, riuscirono a mettere le mani sul rotolo che conteneva la confessione dell’anziano. Shisui era furioso appena lo lesse, anche Itachi ammise che in quell’occasione il suo amico gli fece quasi paura: voleva vendicarsi, volevano vendicarsi”
“Tutti nel clan sapevano, perfino i tuoi genitori, Sasuke: sapevano dell’enorme macchia che aveva infangato il nome del clan, ma per non compromettere la fama degli Uchiha -e anche per salvarsi il fondo schiena- non un solo membro del clan andò dal reintegrato terzo hokage a confessare”
Fece un’altra risatina.
“Mi ricordo ancora l’espressione disgustata che aveva Itachi mentre me ne parlava: degli ipocriti rammolliti che non sapevano prendere le responsabilità delle loro azioni… così definì il proprio clan”
“Gli anziani vennero a sapere solo successivamente che il rotolo contenente la prova del loro tradimento era stato trafugato, così, intuendo gli artefici del furto, chiamarono Itachi e Shisui e li invitarono a partecipare a una riunione del clan. Immagino tu sappia come andò a finire: nessuno dei due partecipò a quella riunione e il giorno dopo venne trovato il cadavere di Shisui. Cosa successe in seguito lo sai bene”

Trovato pensò trionfante Itachi, prendendo un rotolo impolverato da sopra un piedistallo.
era proprio dove mi aveva detto Hinata, ora non devo fare altro che aspettare la sera per andare a prenderla e poi tornare da quella testa quadra del suo fratello.



Domani il solito appuntamento, un solo capitolo però altrimenti il mio cervello andrà in pappa.
Naruto viene informato da un messaggio di Itachi che ha trovato Hachimata dalle otto code e si impegna a far rientrare al villaggio tutti i membri dell’Akatsuki sparsi per il paese.
Nemmeno Itachi Uchiha resterà con le mani in mano e (finalmente) si deciderà ad andare a salvare la sua compagna imprigionata, la quale confesserà al moro di un dubbio atroce che la sta preoccupando da quando Naruto l’ ha fatta rientrare dalla missione per rintracciare l’ultimo bijuu rimasto…




“Mi vuoi spiegare una cosa?” Chiese Itachi, liberando i polsi della compagna dalle catene con un kunai.
“Vuoi sapere perché non ho ricorso alla prima coda della volpe per salvarmi?” Chiese lei, massaggiandosi i polsi doloranti.
“Sì, sono molto curioso”
La Hyuuga si alzò in piedi, stiracchiandosi senza alcun ritegno.
“Ho tutte le ossa doloranti, appena fuori di qui un gita alle terme non me la nega nessuno…comunque, mi sono lasciata catturare per vederci chiaro su una certa faccenda”
“Del tipo?”
I due varcarono il foro creato da Itachi e cominciarono a percorrere il corridoio che portava ai piani superiori con la stessa naturalezza che si usa per fare una passeggiata nel parco.
“…Non me la sento neppure di parlarne con te” ammise a testa bassa.




Ciao a tutti!!!

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Capitolo 11
*** Fuga ***



Mi spiace gente, ma come penso abbiate capito il caro Gexe è un essere umano come tutti gli altri e come tutti ha bisogno dei suoi tempi…
(Dillo apertamente che domani non ci sei tutto il giorno, se no facciamo notteNdSorellaAutore)
Volevo essere delicato!!! Comunque è vero, domani andrò alla festa di compleanno di un mio amico che fa i 18 e mi darò alla pazza gioia fino a quando i caramba non verranno a portarci in questura… magari non fino a quel punto, ma se aggiornerò il capitolo, sarà attorno le mezzanotte.


Cap 11 Fuga




“Dove sono Hidan e Kakuzu?” Chiese frettoloso Naruto.
“Lontano, impiegheranno un mese solo per tornare nella terra del fuoco” rispose Artemis.
“Haku e Zabuza?”
“Tre giorni e saranno qui, mi hanno detto di avere con loro una decina di alleati molto forti”
“Hai chiamato tutti i nostri agenti, gli esploratori e i ninja in missione?”
“Dal primo all’ultimo: stanno tutti tornando qui, ma la spia di Zetsu l’ ho lasciata a Konoha, abbiamo bisogno di avere informazioni fresche giorno per giorno”
“Ottima idea, Deidara e Tobi sono già qui e hanno detto che ci sono un centinaio di nuovi ninja in arrivo: saranno qui a ore, hai avvisato le guardie all’entrata?”
“Ho già mandato il nuovo Genin ad avvisarle e prima che tu me lo chieda: ho già avvisato tutti che abbiamo finalmente trovato Hachimata”
Lo tsukikage fece un sospiro per riprendere fiato.
“Cosa farei senza di te?”
“Probabilmente saresti cadavere da un pezzo”
Il ragazzo si lasciò abbandonare sulla sedia del suo ufficio.
“Notizie di Itachi e Hinata?” Chiese debolmente.
“Itachi ha assicurato che saranno qui tra quattro giorni”
Il biondo poggio la faccia sulla dura superficie di legno della scrivania.
“La missione che li ho mandati a fare è andata a puttane…”
“Però abbiamo trovato Hachimata: hai perso il portafoglio per trovare una miniera d’oro”
Naruto grugnì.
“Questi eufemismi alla Kakuzu risparmiateli se no me li sogno la notte, come se non avessi già abbastanza pensieri che non mi fanno dormire…”
“Stavo solo provando a risollevarti il morale, ma vedo che sei a pezzi”
“Puoi dirlo”
Sollevò la testa e si coprì il volto con entrambe le mani.
“Un’altra giornata così e i miei nervi salteranno…”
Artemis se la ghignò di gusto scuotendo la testa.
“Parliamo d’altro Naruto, che ne dici?” suggerì il leader dell’Akatsuki.
“Per esempio?” Chiese l’altro.
Artemis sembrò starci un po’ su a pensare, poi chiese.
“A suna” cominciò.
“perché non hai usato le marionette?”
Naruto ricorse a tutta la sue precedente esperienza per assumere il volto più indifferente che poté.
“Non posso mica contare ogni sacrosanta volta su di loro no? Ho voluto cavarmela da solo per una volta”
Artemis sorrise in modo preoccupante.
“Normalmente a quelli che mi dicono balle gli faccio saltare la testa, ma ora farò un eccezione e ripeterò la domanda: perché non hai usato le marionette a Suna? Ti conosco meglio di chiunque altro, sei un esibizionista patentato, ma stranamente hai deciso di lasciar stare lo spettacolo, perché?”
Il biondo deglutì a vuoto.
“Beh…però…se te lo dico poi ti arrabbi…”
Il volto e la voce di Artemis divennero identici a quelli di Yamato quando voleva regnare col terrore: un dubbio era sorto nella mente del capo dell’organizzazione.
Naruto… elencami i sigilli per la tecnica del richiamo” sibilò il leader minaccioso.
“Oh…Ehm… giusto! Il richiamo!… ecco…”
Al sensei di Naruto spuntò un grosso gocciolone, mentre una vena pulsante sulla fronte rischiava di esplodere.
“tI sEi dImEnTiCaTo lA sEqUeNzA dEi sIgIlLi, pEr cAsO?” Chiese al colmo della disperazione.
“Beh… solo i primi due” si difese.
“Naruto…” sibilò l’altro.
“ti do cinque secondi per scappare, poi quando ti prendo giuro che questa è la volta buona che ti ammazzo per davvero!”
L’interessato cominciò a correre come un giapponese inseguito da Godzilla.


***Flashback***


tre anni prima…


“Quindi per questo hai risparmiato tuo fratello” sussurrò Hinata al suo nuovo compagno di squadra.
“Sì” rispose seccato Itachi.
“era l’unico innocente in tutto il clan…lui non aveva nessuno colpa, se non quella di portare il nome della nostra casata”
La Hyuuga osservò il fuoco scoppiettare allegro per un po’ prima di trovare il coraggio per parlare di nuovo.
“Perché gli hai detto quelle cose?” Chiese lei.
“perché non gli hai detto la verità?”
L’Uchiha fulminò la mora con lo sguardo, che l’altra solo per un miracolo riuscì a sopportare.
“Se gli avessi detto la verità non mi avrebbe odiato” spiegò.
“io sono diventato così forte facendo leva sull’odio che provavo per il mio clan, volevo che anche lui diventasse forte come me… anche più di me; e quel giorno caricai il suo cuore di un enorme odio e di conseguenza di un enorme potere. Il mio non è stato un atto crudele come molti lo giudicano, il mio è stato un atto di misericordia verso l’unico mio parente che non abbia odiato…non mi aspetto che una bambina come te capisca”
Hinata fece no con la testa.
“Invece capisco perfettamente” protestò Hinata.
“tu e io siamo simili, Itachi-san”
L’altro inarcò un sopracciglio, dubbioso.
“E in cosa noi due dovremmo essere simili?”
“In molte più cose di quanto pensi” iniziò
“se io non avessi incontrato Naruto-niichan e Artemis-san non sarei mai diventata così forte e… se non avessi cominciato a usare anch’io l’odio per il mio clan come leva , non avrei mai potuto raggiungere questi livelli”
Itachi osservò con fare curioso la mora.
“Sì, in effetti tu sei forse l’unica che può comprendere appieno le mie azioni”
L’altra abbassò il capo.
“Beh, completamente appieno no” ammise
“perché hai ucciso Shusui? Non era il tuo miglio amico?”
Aveva tirato troppo la corda: lo Sharingan del suo compagno la stava osservando con fare pericoloso…
Aveva paura…
Aveva una paura folle di quegli occhi rossi come il sangue…
Ma per una ragione altrettanto folle, non riusciva mai a togliere lo sguardo da quegli occhi…
Occhi che, in cuor suo, per la stessa folle ragione, sperava un giorno la avrebbero osservata in modo diverso…


***Fine Falshback***


Hinata passò lo sguardo sulle fredde pareti della sua cella.
Sasuke e Sakura se ne erano andati da un pezzo, la Hyuuga ormai aveva risposto a tutte le domande del moro, ma si era ben guardata dal rispondere alla domanda dell’Haruno riguardo il padre di Satsuki, la figlia di Ino.
La ragazza fece uno sbadiglio colossale: si stava annoiando da matti.
“Itachi… guarda che non è carino far aspettare così tanto una signorina, sai che mazzo mi sono fatta ad ascoltare quel finocchio di Ibiki?”
“Una vera signorina non dovrebbe usare questo linguaggio” rispose la voce del compagno da dietro la porta della cella.
“Hai avvisato Naruto?” Chiese lei.
“Sì e sono anche andato a villa Hyuuga a prendere quello che mi hai chiesto; a proposito, potrei sapere di cosa si tratta? Quel rotolo è scritto in codice e non ho capito niente di quello che c’è scritto”
“Lo immaginavo, appena fuori di qui ci darò un occhiata”
La porta in legno massiccio sparì, al suo posto c’era un foro netto e preciso contornato da fiamme nere.
“Mi vuoi spiegare una cosa?” Chiese Itachi, liberando i polsi della compagna dalle catene con un kunai.
“Vuoi sapere perché non ho ricorso alla prima coda della volpe per salvarmi?” Chiese lei, massaggiandosi i polsi doloranti.
“Sì, sono molto curioso”
La Hyuuga si alzò in piedi, stiracchiandosi senza alcun ritegno.
“Ho tutte le ossa doloranti, appena fuori di qui un gita alle terme non me la nega nessuno…comunque, mi sono lasciata catturare per vederci chiaro su una certa faccenda”
“Del tipo?”
I due varcarono il foro creato da Itachi e cominciarono a percorrere il corridoio che portava ai piani superiori con la stessa naturalezza che si usa per fare una passeggiata nel parco.
“…Non me la sento neppure di parlarne con te” ammise a testa bassa.
L’Uchiha si fermò.
“E’ una cosa così terribile?”
Anche la mora si fermò, Itachi capì che era stranamente triste.
“Cos’è che ti preoccupa Hinata? Non ti ho mai visto con un espressione del genere sul viso”
Mise le mani dietro la schiena e cominciò a sfregarle convulsamente: era da anni che non lo faceva più.
“Il comportamento di Naruto mi ha insospettita parecchio” cominciò abbassando lo sguardo.
“sai quanto è orgoglioso e testardo, non è il tipo che lascia fare il lavoro sporco ad altri… è dall’inizio che mi chiedo perché non si sia occupato lui stesso di questa missione”
“Forse non se la sentiva di uccidere un neonato, non è così strano” disse l’Uchiha.
Hinata non sembrava d’accordo e scosse la testa.
“No, ne andava della sicurezza del villaggio della Luna Rossa… sei stato tu a insistere, ma io sarei stata disposta a uccidere quel mezzo-bijuu e se lo sarei stata io, non vedo perché pure Naruto non avrebbe dovuto esserlo”
Smise di sfregarsi le mani, ora si era calmata un poco.
“Dovevo fare alcune domande a Sasuke, per me era importate, dovevo sapere come erano andate esattamente le cose al villaggio della sabbia; se lo avessi chiesto a Naruto, di sicuro avrebbe tralasciato i dettagli compromettenti e il modo migliore per fare domande a tuo fratello era…beh, non nelle circostanze di un combattimento”
“In breve, sei riuscita a tratte una conclusione dalle risposte di Sasuke o no?” Chiese il moro rimettendosi a camminare.
“Forse, ma per essere sicura devo fare ancora quattro chiacchiere con Artemis-san”




Non ho buttato giù nemmeno una riga sul capitolo numero 12 e non ho la benché minima idea di come riempirlo…
Beh, ricorrerò alla mia Abilità Innata chiamata “improvvisazione” e vedremo cosa ne uscirà fuori.

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Capitolo 12
*** La rabbia di Itachi ***






Ragazzi abbiate pietà… è quasi mezzanotte, mi sono trascinato a casa da qualche minuto ed è solo per merito del mio nindo se riesco ad aggiornare questo capitolo.
Non aspettatevi un gran capitolo, è di circa tre pagine di Word. Ma vi prometto che domani per farmi perdonare di questa robaccia farò un doppio aggiornamento, d’accordo?
Più che altro mi scoccia rompere la sequenza di 10 che mi sto prendendo dal mitico Killkenny(^^) perché questo cap un 10 non se lo prende di sicuro.
A proposito, caro Killkenny, ti avverto che “avvocato dei diavoli” e compagnia bella arriveranno a breve (-.o)




Cap 12 La rabbia di Itachi.






“Alla fine non gli hai chiesto niente riguardo Naruto” se la ghignò Hachimata rivolto alla sua forza portate.
Sakura ormai era tornata a casa sua a dormire, era sera inoltrata e anche il moro accusava una certa stanchezza.
“Non era importante, quello che volevo sapere ora lo so”
Il sorriso famelico del bijuu si allargò.
“E… cosa vuoi fare adesso riguardo a Itachi?”
“… Non è cambiato assolutamente niente, anzi, ora ho un motivo in più per vederlo morto”
“Oh, così vuoi impossessarti del rotolo con la confessione degli Uchiha… e cosa ne farai appena lo avrai ottenuto?”
“Lo brucerò e farò in modo che nessun altro sappia della sua esistenza”
Hachimata cominciò a ghignare più sonoramente, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
“Nessuno… tranne “lei”, immagino” puntualizzò con ironia il serpente.
Sasuke gli lanciò un’occhiata omicida che costrinse il suo doppio ad abbassare lo sguardo.
“Sakura saprà mantenere il segreto, non ho dubbi a riguardo”
Stava per varcare la soglia di casa, quando il rumore di una fortissima esplosione lo fece voltare di scatto: in direzione dei volti degli hokage, una colonna di fumo si stava innalzando nel cielo.
“Oh no… non di nuovo!” Borbottò l’Uchiha prima di cominciare a correre verso il luogo dell’esplosione.


Il portone d’entrata del palazzo dell’hokage era finito a carbonella e c’erano diversi ninja medici che si stavano apprestando a curare alcuni feriti.
“Che è successo?” Chiese Sasuke a uno di loro.
“C’è stata un evasione, non mi hanno detto altro. Ora scusi ma devo tornare al mio lavoro” tagliò corto il ninja medico.
Il moro digrignò i denti rabbioso: non ci voleva molto per capire chi fosse evasa…
“Che puttana!” riuscì solo a dire per sfogare un minimo la sua rabbia.


“Tre anni…” borbottò Itachi.
“hai la più pallida idea di quanta strada abbia fatto in tre anni per cercare tracce di quel lombrico extra large di Hachimata?”
Ormai erano distanti parecchi chilometri dal villaggio della foglia e si erano accampati dentro una grotta ben nascosta dalla vegetazione, un piccolo falò illuminava le pareti di roccia del loro rifugio.
“Scusa, perché parli al singolare? Guarda che anche per me è stato un viaggio faticoso” si lamentò la Hyuuga.
Ma fu completamente ignorata: non aveva mia visto il suo compagno così… così… frustrato, forse deluso… ma di sicuro parecchio incazzato.
“Tre anni quando sarebbero bastati tre giorni di viaggio per sbattere il sedere per terra a quello stupido di mio fratello! Come cavolo ha fatto Naruto a non accorgersene in tutti questi anni!?”
Aveva gridato…
Nemmeno si ricordava quando il moro avesse gridato l’ultima volta.
No, non lo aveva mai sentito gridare; quella era la prima volta che alzava la voce.
“Per la stessa ragione per cui non ce ne siamo accorti noi: Konoha era dove era cominciata ogni cosa, era impensabile che Hachimata fosse rimasto nei paraggi, ha fregato alla grande tutti noi, non solo Naruto”
Itachi si voltò di scatto verso la sua compagna, il suo Sharingan aveva preso la forma di uno shuriken.
“Hai detto qualcosa?” Sibilò minaccioso.
Era arrabbiato, furioso, la sua calma di sempre era andata a farsi benedire ormai ma… perché? Perché non riusciva a distogliere lo sguardo da quegli occhi assassini? Perché da quando l’Uchiha aveva cominciato a gridare si sentiva così… così… eccitata.
Ecco la parola esatta.
Vedeva la rabbia crescere nello sguardo del moro, e mano a mano che cresceva la sua furia, anche l’estasi della Hyuuga aumentava.
Con un sorriso malizioso sulle labbra si avvicinò verso il compagno, poggiandogli un dito sulle labbra.
“So io come farti calmare” sussurrò maliziosa al ragazzo, per poi baciarlo con passione sempre più crescente.


Naruto grugnì sonoramente, avvertendo l’ormai familiare sensazione di pizzicore allo stomaco.
“Non una parola!” minaccio lui puntando un dito minaccioso contro la ragazza dai capelli rossi seduta sul bordo della scrivania.
Lei si limitò a contenere a stento una risata, ma si lasciò scappare un “Itachi e Hinata…” che le costò un occhiataccia malevola da parte dello tsukikage.
Naruto si tolse la bistecca al sangue dall’occhio destro, diventato di un simpatico color violetto.
“Com’è ora?” Chiese. “Meglio, anche se io userei del ghiaccio anziché una cotoletta” puntualizzò Yoko.
“Ne prendo nota, yhaaam….che sonno…” bofonchiò con uno sbadiglio, e sarebbe più che volentieri andato a letto se un rumore alla finestra non lo avesse insospettito.
Un falco delle nevi picchiettava insistente contro il vetro della stanza dello tsukikage, il quale si concesse un sorriso: aveva una mezza idea del suo possibile mandante.
Aprì la finestra e il falco si appollaiò sulla spalla del biondo.
“Ciao” lo salutò allegro il ragazzo.
Il falco alzò una zampa, legata alla quale c’era una lettera.
“La prendo io” disse Yoko slegando la missiva dalla zampa dell’animale.
“Torna pure dal tuo padrone e portagli i miei saluti” disse Naruto al falco, il quale spicco subito il volo sibilando fuori dalla finestra.
La rossa intanto aveva aperto la lettera e la stava leggendo curiosa.
“Haku, immagino”
“Già” rispose la ragazza.
“…come stai… i soliti saluti… bla bla bla… e dopo dodici righe di inutili convenevoli ci avvisa che arriverà in ritardo di qualche giorno, si trovano nel mezzo di una tempesta e pare che rimarranno bloccati per un po’… dice anche che sia lui sia Zabuza sono ansiosi di vedersela di nuovo con te”
Naruto sorrise debolmente.
“Beh, rimarranno parecchio delusi al loro arrivo” commentò con amarezza.
Si stiracchiò e dopo un altro sbadiglio si diresse verso la sua camera da letto, ma notò che Yoko era rimasta indietro: stava osservando con l’espressione più malinconica che avesse mai visto la lettera ancora stretta tra le mani.
“…Mi dispiace…” sussurrò lasciando cadere a terra il foglio di carta.
“è… è tutta colpa mia…a Suna… e con Sasuke… e anche Konoha… è colpa mia…”
Una lacrima solitaria si fece strada sulla sua guancia, ma non si fece sfuggire nessun singhiozzo.
Yoko era la persona più orgogliosa che Naruto avesse mai conosciuto, vederla in quello stato lo spiazzò completamente.
“è colpa mia…” ripeté.
“non credevo… non sapevo che avrebbe avuto questa conseguenza su di te… se lo avessi saputo avrei trovato un altro modo…”
“Non c’era un altro modo, Yoko” disse deciso Naruto portandosi davanti alla rossa.
“se tu non ti fossi mostrata nella tua antica forma, Hachimata ci avrebbe ammazzato tutti quanti”
Una seconda lacrima si unì alla prima, formando una grossa goccia che cadde sul pavimento con un suono impercettibile.
“Ma è colpa mia. Se non hai potuto sfidare Sasuke, se hai rischiato così tanto a Suna, se non hai potuto occuparti personalmente della missione a Konoha… tutto questo è colpa mia! Io…io… io ti ho privato di tutti i risultati che hai ottenuto in dodici anni!”
Naruto sorrise in risposta.
“Eh dai! Che sarà mai? Tanto ho un mucchio di ninja formidabili che fanno tutto quello che gli dico, gli avrei fatto fare comunque il lavoro sporco al posto mio” “Bugiardo…” biascicò l’altra abbassando lo sguardo.
“non lo faresti mai, sei troppo orgoglioso”
Naruto le mise due dita sotto il mento e gli fece alzare gli occhi verso di lui.
“Ehi, ne abbiamo già parlato. La Fenice aggiusterà ogni cosa, vedrai”
Si chinò leggermente su di lei e la baciò con tenerezza.
“e poi lo sai, non mi piace vederti con quell’espressione”
Non visto, fuori dalla porta, un ninja con una maschera arancione con un segno a spirale aveva sentito ogni cosa.
Non era sua intenzione origliare, voleva solo fare quattro chiacchiere con Naruto-kun, ma ora era molto turbato.
Ma a cosa si stanno riferendo? Non sarà mica che…



Promesso! Promesso!
Domani un doppio aggiornamento con capitoli estremamente intriganti ( mi è venuta una certa ideuzza riguardo Itachi durante il quarto giro di Vodka alla menta che non vi dico…)
A domani.
Ciao a tutti, pionieri della notte!!!




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Capitolo 13
*** La donnola e lo squalo ***






Allora, chi vi scrive è il caro Gexe che solo questa mattina è finalmente libero dai postumi della sbornia.
Non linciatemi, ma ieri non avevo nemmeno la forza per scendere dal letto, figurarsi aggiornare di due capitoli!
Ma oggi, libero da ogni tipo di costrizione post-alcolica, vi stupirò: lo giuro sul mio nindo!
Non uno… non due… tre aggiornamenti!!!
Adesso mi perdonate per non aver aggiornato ieri? (ç_ç)




Cap 13 Lo squalo e la donnola






Quando Itachi si svegliò aveva appena albeggiato, la sua compagna di squadra era già pronta per ripartire, seduta sul ramo di un albero ad osservare l’orizzonte.
“Tu va avanti” borbottò ancora assonnato.
“io devo andare da una certa persona a farle qualche domanda”
“Quello che devo fare anch’io” rispose Hinata con un alzata di spalle.
La mora si rimise in viaggio verso il villaggio della Luna Rossa, ma l’Uchiha doveva andare da un’altra parte prima di tornare dal leader.
Si rivestì con calma e poi si diresse nella direzione opposta a quella della Hyuuga, con passo svelto e spedito; stranamente, sentiva che doveva fare in fretta.
Viaggiò per qualche ora e dovette aspettare fino a mezzogiorno prima di poter vedere il lontananza il suo obbiettivo.
Ben nascosta da un Genjutsu, che Itachi stesso aveva messo come protezione, c’era una grotta: scendeva molto in profondità, lo sapeva bene, e l’aveva scelta apposta perché era un vero e proprio labirinto naturale, se il Genjutsu non fosse bastato a fermare eventuali ospiti sgraditi, ci avrebbero pensato i cunicoli apparentemente tutti uguali che scendevano sempre più in giù, verso le viscere della terra, a sistemare gli intrusi
Dissolse l’illusione con un semplice gesto ed entrò nella grotta; erano passati tre anni dalla sua ultima visita, ed ebbe qualche difficoltà ad orientarsi ma grazie al suo Sharingan aveva memorizzato ogni particolare di ogni passaggio e ora era come avere una mappa mentale praticamente perfetta.
Dopo altre due ore di passeggiata in mezzo a stalattiti e stalagmiti, finalmente Itachi raggiunse la fine della grotta: si trovava in un enorme sala, al centro della quale c’era una lastra di marmo alta mezzo metro, con a fianco un enorme spadone ricoperto di bende.
Appena fu davanti alla lapide, poté vedere le parole che c’erano incise sopra:
Hoshigaki Kisame.
Itachi scosse la testa.
“Sei il più gran bastardo che abbia mai incontrato, lo sai questo?” chiese il moro al ninja spadaccino.
“Ho imparato dal migliore” rispose Kisame, seduto a gambe incrociate davanti all’ex-compagno di squadra.
Itachi rimase in piedi, osservando impassibile il ninja che gli era davanti.
“Sasori come sta?” Chiese il moro.
“Alla stragrande, ce la stiamo spassando un sacco di questi tempi, sai… le solite cose… rivolte, rivoluzioni, guerre, massacri… non penso di essermi mai divertito così tanto. Oh, ora che mi viene in mente, ho conosciuto la sorella di Leader”
“Davvero?”
“Già” disse chiaro il ninja della nebbia.
“Questa non me l’aspettavo proprio… che tipo è?” Chiese il traditore della foglia.
“Una sventola di quelle che quando la vedi anche per la centesima volta, il primo pensiero che ti viene in mente non cambia mai”
Itachi sospirò sconsolato: quello era meglio non dirlo al leader.
“e non ti ho detto il meglio: Sasori gli sta sbavando dietro da quando l’ ha conosciuta e da quel ho visto quei due se la spassano mica male insieme, non so se mi spiego…”
L’Uchiha dovette trattenersi dal fare una risata: se Leader lo veniva a sapere, quasi certamente sarebbe sceso lui stesso all’inferno per spaccare il fonda schiena di Sasori.
“Ho come l’impressione che però tu non sia stato così fortunato” lo punzecchiò il moro, sicuro che quella frecciatina avrebbe infastidito parecchio il mezzo-squalo, ma incredibilmente la reazione di Kisame fu impensabile.
Sorrise.
Un sorriso famelico e inquietante.
“O povero me…” cominciò il ragazzo dello Sharingan coprendosi il volto con una mano.
“non dirmi che…”
Il ninja spadaccino scoppiò in una fragorosa risata
“Già” esultò lui.
“anche il sottoscritto in tre anni ha fatto in tempo a sistemarsi per bene!”
“Credo che per le prossime due settimane avrò incubi terrificanti…” biascicò l’altro.
Kisame scoppiò ancora a ridere, solo dopo un minuto abbondante di risate accennò a fermarsi.
“Comunque” incitò in ninja dai capelli blu.
“non sei venuto fin qui solo per fare quattro chiacchiere, giusto?”
Itachi rimase in silenzio.
“Ah” intuì Kisame.
“conosco quell’espressione e non mi piace”
Itachi riacquistò la parola.
“Kisame, ti ricordi di quando ti ho parlato di Madara?”
“Difficilmente lo scorderei”
“Voglio ottenere il suo stesso Sharingan”
L’ex-compagno di Itachi per poco non ci rimase secco una seconda volta.
“Stai… stai scherzando?”
“Sono serissimo”
Lo sguardo di Kisame divenne freddo e impassibile, poi si alzò in piedi in tutta la sua statura.
“Questo è per la tua ipocrisia” sibilò il ninja spadaccino.
Itachi si lasciò colpire da un deciso destro di Kisame.
“Avevi giurato!” Sbraitò.
“avevi giurato che non lo avresti mai fatto!”
“Ora è diverso” si difese lui pulendosi un rivoletto di sangue.
“abbiamo trovato Hachimata, Sasuke è diventato la sua forza portante”
Il volto di Kisame non cambiò minimamente.
“L’ ho visto combattere e per fortuna quell’imbranato di mio fratello non riesce ancora a sfruttare al massimo il potere del bijuu, ma è solo una questione di tempo. Dobbiamo correre ai ripari prima che sia troppo tardi”
“Ti sei dimenticato di Naruto-kun e di leader, credi davvero che possa diventare più forte di loro due?”
“Di leader no di certo, ma non possiamo più contare su Naruto”
Il blu inarcò un sopracciglio.
“Che vuoi dire?”
“Quello che ho detto”
Il ninja spadaccino non capì a cosa Itachi stesse alludendo, ma se lo diceva lui, allora doveva essere così.
“Con il Ryume Sharingan, Madara riuscì a tener testa alla Kyuubi, se me ne impossessassi potrei competere con Hachimata senza problemi” insisté Itachi
“Sai che la sparizione di Madara molto probabilmente centra con il Ryume Sharingan? Solo in Mangekyou mette a durissima prova il tuo fisico, persa con il Ryume cosa dovresti sopportare! Potresti perdere ogni cosa! Riflettici!” ribatté prontamente l’altro.
“Ci ho riflettuto abbastanza” disse con tono che non ammetteva repliche.
“e ho deciso ormai”
Kisame si sedette di nuovo a terra con un sospiro stanco.
“Quindi, sei venuto da me per sapere dove ho nascosto quella cosa…”
“Sì, senza non posso ottenere il Ryume Sharingan”
Il ninja spadaccino osservò il suo ex-compagno di squadra.
“Sai che potresti morire nel tentativo di avere quello Sharingan?”
“Ne sono perfettamente conscio”
Kisame si arrese, ormai Itachi aveva deciso.
“L’ ho dato a Leader, pregandolo di non farmi domande a riguardo, come mi chiesi tu allora”
Senza aggiungere un’altra parola, l’Uchiha voltò le spalle e si diresse verso l’uscita della grotta.
“Perché hai affidato a me il compito di nasconderlo?” Chiese il traditore della nebbia.
Il moro si fermò.
“Eri il mio compagno di squadra, mi fidavo di te; per questo te l’ ho affidato” Kisame fece un sorriso triste.
“Tu ci credi nell’amicizia, Itachi?”
“Assolutamente no, ho smesso di crederci il giorno in cui ho ricevuto questi occhi”
Il mezzo-squalo scosse la testa.
“Credi che ci sia qualcuno nell’Akatsuki che provi amicizia per il proprio compagno?”
L’Uchiha voltò leggermente il capo.
“Non capisco dove tu voglia andare a parare”
“Guarda Hidan e Kakuzu” disse l’altro.
“si odiano, dipendesse da loro, alla prima occasione uno ucciderebbe l’altro. Tuttavia, se uno dei due fosse in grave pericolo, l’altro non esiterebbe a correre in suo soccorso e questo non perché sono amici, ma per il fatto che hanno un amico in comune che soffrirebbe nel veder soffrire uno di loro”
Fu Itachi a completare.
“Naruto”
Kisame fece cenno di assenso.
“Anche per Sasori la cosa non è diversa, quando ha ferito Deidara per salvarlo, non stava pensando a lui, ma a Naruto; disse: “Lui soffrirà di meno se a morire sarà uno solo”. E’ per Naruto che ha salvato il suo compagno, non certo per il sentimento che lo legava a Deidara”
“a dispetto di quello che sembra non è Leader a tenere assieme l’Akatsuki, ma Naruto, e questo è un dato di fatto che non è possibili mettere in discussione. Se per disgrazia dovesse morire…”
Accarezzò la guaina della sua Samehada, era da tre anni che non la vedeva.
“Se Naruto soffre, indirettamente soffriamo anche noi, se Naruto prova odio per qualcuno, indirettamente anche noi cominciamo a odiarlo. Proprio come è successo con Lucifer; penso che soltanto Naruto fosse così ansioso di vendicarsi per la morte di Sasori, noi altri volevamo vedere Lucifer morto perché aveva fatto soffrire Naruto, e aveva fatto indirettamente soffrire noi. Come si potrebbe chiamare un sentimento del genere? Davvero io non lo so”
“Egoismo” rispose semplicemente Itachi.
“ci preoccupiamo di noi stessi, di non soffrire, per questo aspiriamo alla felicità di Naruto: per puro egoismo”
“Probabilmente è vero” disse Kisame.
Il moro riprese a camminare, ma fu di nuovo fermato dalle parole del’ex-compagno.
“Immagino sia per egoismo che aspiri al Ryume Sharingan” borbottò.
“hai detto che non possiamo più contare su Naruto, non so a cosa tu ti riferisca e non lo voglio sapere, ma mi pare di capire che lui sia nei guai, giusto? Quindi, un Ryume Sharingan che gli guarda le spalle è l’ideale per assicurarsi che un serpente a otto code non si mangi Naruto per cena”
“Come hai già detto tu” puntualizzò Itachi.
“si tratta di puro egoismo” così dicendo mise fine alla conversazione.
Il traditore della nebbia fece un leggero ghigno, cambiando completamente discorso.
“Hai pensato a come sarebbe stata l’Akatsuki senza Naruto tra di noi?”
“Molto più tranquilla e seria, se devo essere sincero”
“Lo dici come se la cosa ti dispiacesse”
L’Uchiha lasciò il salone e l’immagine di Kisame stava cominciando a sparire, lasciando il posto a una piccola fiamma blu fluttuante a mezz’aria.
“Egoismo… sì, direi che è la scusa migliore che ti potessi inventare Itachi”




Tra poco con il prossimo capitolo: Il segreto di Naruto!



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Capitolo 14
*** Il segreto di Naruto ***






Con questo cap si conclude la prima parte della fan fic che, come avevo detto in un precedente capitolo, era incentrata principalmente sul villaggio della Luna Rossa. Dal prossimo capitolo, i membri del nuovo gruppo 7 saranno i protagonisti, anche se non mancheranno le apparizioni di Akatskukini vari e compagnia bella…




Cap 14 Il segreto di Naruto





Quattro giorni passarono in fretta, e Naruto si era appena svegliato quando la porta del suo ufficio si aprì improvvisamente.
“Niichan!” gridò Hinata
Il ragazzo rimase interdetto per un momento poi si gettò verso la sorella, abbracciandola.
“Hinata!” gridò felice di rimando il fratello.
Si scostò leggermente per guardarla in faccia.
“Stai bene? Non ti hanno fatto del male, vero?”
“Sto bene, sto bene, ho la pelle dura io”
Si separarono, ma Naruto continuava a osservare minuziosamente ogni centimetro del corpo della ragazza, cercando anche il minimo pretesto per poter staccare a suon di morsi la testa di Ibiki Morino.
“Ti ho detto che sto bene” disse la Hyuuga diventata leggermente rossa sotto lo sguardo inquisitore del biondo.
“Ora che mi viene in mente!” sbottò all’improvviso Naruto con gli occhi ridotte a due fessure.
“dov’è quell’infame di Itachi? Gli insegno io a lasciare la propria compagna di squadra da solo in mezzo a un esercito di ninja!” disse mostrando il pugno.
“Non è qui, ha voluto fare una deviazione per andare in un certo posto, ma non mi ha detto dove”
Lo tsukikage aggrottò la fronte e mise il broncio: aveva una voglia matta di prendere a testate l’Uchiha in quel momento.
“Niichan, vorrei parlare con Artemis-san ora”
“Come? Oh, sì certo; è nella biblioteca, al piano superiore”
“D’accordo, ci vediamo sta sera per la cena allora?” Chiese lei dandogli un bacio sulla guancia.
“Sicuro: mangerai come un signore feudale, vedrai!”
Uscì dall’ufficio del fratello e salì le scale per ritrovarsi nella modesta biblioteca del villaggio della Luna Rossa.
“Hinata. Finalmente ci vediamo in circostanze normali”
Artemis era seduto a un tavolo lì vicino e sembrava immerso nella lettura di un libro: “Icha Icha Adventures” ( Inedito! Nda).
“Come sono le prigioni della foglia? L’ultima volta che ci ho soggiornato erano parecchio umide”
“Sono rimaste le stesse, glielo posso assicurare”
Girò con noncuranza la pagina del volumetto.
“Volevi chiedermi qualcosa?” Chiese.
Hinata abbassò leggermente lo sguardo.
“Lei vuole bene Naruto, giusto?”
“E’ come se fosse mio figlio” rispose senza scomporsi minimamente.
“E vuole bene anche a me?”
“Certamente” Girò un’altra volta una pagina, non aveva ancora degnato di uno sguardo la ragazza davanti a lui.
Dietro la schiena, la mora si stava torturando le mani: era la seconda volta che lo faceva solo in quella settimana.
“Quindi, a noi due lei dice cose che normalmente non direbbe a dei suoi sottoposti, è corretto?”
“Fino ad ora il tuo ragionamento non fa una grinza, continua” incitò lui.
Inspirò profondamente, ora doveva chiederglielo.
“Che cosa è successo a Naruto?”
“Non capisco a cosa tu ti riferisca”
Aveva girato un'altra pagina, Hinata dubitò fortemente che in quei pochi secondi il suo sensei avesse fatto in tempo a leggere due pagine intere.
“Perché non ha usato tecniche per facilitarsi la fuga a Suna? Perché ha rifiutato di scontrarsi con Sasuke? Perché non si è occupato lui stesso del mezzo-bijuu?”
Il suo tono di voce si stava alzando sempre di più, sembrava dovesse scoppiare da un momento all’altro.
“Quella testa quadra ha trascurato gli allenamenti” borbottò il leader dell’Akatsuki.
Hinata strinse i pugni con forza crescente.
“Non ha usato tecniche a Suna per non lasciar trasparire che ora diventato più debole”
Si morse il labbro inferiore talmente forte da far uscire un piccolo rivoletto di sangue.
“Qualche giorno fa ho pure scoperto che non si ricorda nemmeno più la sequenza dei sigilli per il richiamo e non ho osato chiedergli di altre tecniche, di sicuro mi sarei solo arrabbiato di più”
Con un colpo secco la Hyuuga frantumo il tavolo dove Artemis stava leggendo.
“Ma per chi mi ha preso!?” Gridò con quanto fiato avesse in corpo.
“non ho più dodici anni! Non è più sufficiente racontarmi una favola per rassicurarmi e farmi stare zitta!”
Artemis si alzò in piedi e pulì il suo kimono dalle schegge di legno che gli erano arrivate addosso.
“Per Naruto questo villaggio è più importante della sua stessa vita! Lo ha costruito per lei! Per aiutarlo a coronare il suo sogno di catturare tutti i demoni e riabbracciare sua sorella! E’ questo il nindo mio e di Naruto! Per niente al mondo avrebbe potuto trascurare i suoi allenamenti!”
Stava tremando dalla rabbia e dovette impegnarsi a fondo per non far tremare anche la sua voce.
“Glielo chiedo ancora un volta Artemis-san…”
Aveva singhiozzato… com’era patetica.
“Cosa è successo al mio niichan?”
La rabbia le aveva portato le lacrime agli occhi e si era lasciata scappare un altro singhiozzo.
Artemis lasciò cadere a terra il suo libro e si diresse verso il muro della biblioteca, per poi poggiare il palmo della mano sui mattoni della parete.
“Il sistema circolatorio dell’uomo è qualcosa di affascinante” cominciò lui con tono quasi sognante.
“è grazie ad esso se riusciamo a impastare il chakra per le varie tecniche ed è grazie al chakra che noi possiamo vivere… senza sistema circolatorio non ci sarebbe il chakra, senza chakra non ci sarebbe la vita”
Comincio ad accarezzare la parete con il palmo della mano aperta.
“Tuttavia, come ogni cosa, il sistema circolatorio non è perfetto: col sopraggiungere della vecchiaia, esso si corrode e quando arriva ad un livello di corrosione tale da non poter più distribuire il chakra ai vari organi, il corpo umano muore”
Fece un respiro profondo.
“Facciamo finta che questo muro sia il sistema circolatorio del chakra” riprese.
“quando distribuisce il chakra ai vari organi, il livello di erosione è questo”
Passò due dita sul muro, disegno dei cerchi immaginari.
“come vedi è un erosione minima, quasi nulla; mentre quando si impasta il chakra per le varie tecniche il livello di erosione è questo”
Prese un kunai e passò la punta sul muro, ma stava usando la mano leggera, la punta graffiava appena la vernice.
“anche in questo caso l’erosione è minima, anche se leggermente maggiore rispetto alla primo caso, ma dopo settanta o ottant’anni puoi immaginare cosa succeda”
Portò lo sguardo finalmente sugli occhi della ragazza: stava ascoltando attenta, memorizzando ogni singola parola del sensei.
“Quando un ninja invece ricorre al chakra della volpe a nove code, il livello di erosione è questo”
Passò di nuovo la punta del kunai sul muro, ma con più decisione questa volta, lasciando sulla parete uno brutto sfregio.
“L’erosione è discreta, per questo non mi stancherò mai di ripetere ai nuovi arrivi di usare il loro secondo chakra solo in casi di emergenza, alla lunga potrebbe rivelarsi dannoso. Ma cosa succederebbe se tu, Hinata, o Naruto o un qualche altro Jonin di questo villaggio ricorreste alla prima coda della volpe?”
Il kunai questa volta passò sui mattoni con la veemenza di uno schiacciasassi, sfregiando profondamente il muro.
“L’erosione è enorme, ed è per questo che è pericoloso usare questa variante del chakra della volpe per più di due volte all’anno”
Solo allora Hinata notò una cosa: gli occhi di Artemis erano… lucidi.
“Quando Naruto ha evocato interamente la volpe a nove code tre anni fa, il chakra del demone per fuoriuscire ha dovuto prima passare per intero nel sistema circolatorio di quella testa quadra… e il livello di erosione è stato questo”
Osservò la Hyuuga davanti a lei per un istante, per poi colpire il muro con un pugno devastante, facendolo sbriciolare.
“Per usare un linguaggio più chiaro, il sistema circolatorio di Naruto al momento attuale è ridotto a brandelli. Anche impastando una quantità minima del suo chakra normale, non solo corroderebbe ancora di più il sistema circolatorio, ma gli costerebbe anche dolori atroci, mentre se usasse di nuovo il chakra rosso della volpe… potrebbe anche morire”
Una coltellata al cuore.
Questo sentì Hinata appena il sensei finì di parlare.
“Allora… allora è per questo…”
Le game le cedettero a cadde a terra in ginocchio.
“Quindi… non potrà più usare alcuna tecnica” esalò.
Artemis sospirò tristemente.
“Artemis-san… da quanto lo sapete?”
“Da due settimane dopo l’attacco a Konoha. Naruto e io stavamo per cominciare l’allenamento, quando gli ho chiesto di provare a creare due copie di sé per insegnargli una nuova tecnica”
Il leader dell’Akatsuki sembrò barcollare.
“Non credo di essermi mai spaventato tanto… riuscì a creare le copie, ma… gridò di dolore… cadde a terra… e perse i sensi… fortuna che avevamo un ninja medico tra i nuovi arrivi del villaggio della Luna Rossa o sarebbe anche potuto finire in coma…”
Hinata con uno sforzo enorme riuscì ad alzarsi.
“Naruto sa… che voi sapete?” biascicò lei.
“Non credo, comunque per sicurezza gli sto reggendo il gioco”
“…C’è una cura?”
“La fenice potrebbe essere la soluzione, ma se non la evochiamo nel giro di due mesi…” si morse la lingua, quello non doveva dirlo.
“Cosa?” sussurrò la mora.
“se non la evochiamo entro due mesi… cosa?”
Artemis si maledisse da solo.
“Per una ragione che non mi è chiara, l’erosione del sistema circolatorio di Naruto continua ad aggravarsi ogni giorni di più. Di questo passo, nel giro di due mesi non potrà più distribuire il chakra ai vari organi vitali”
Strinse i pugni, frustrato per la sua impotenza.
“e in quel caso…morirà”
Le gambe rischiarono di cederle di nuovo, ma riuscì a rimanere in piede.
“e con Naruto morirà anche la volpe, e niente volpe, niente fenice”
“Cosa… cosa… cosa possiamo fare?”
Le lacrime le scendevano dal viso senza ritegno, sapeva che stava deludendo il suo sensei con quel gesto: piangere era per i deboli.
“Guerra” disse, scandendo ogni singola lettera della parola.
“sto facendo convergere qui ogni nostro alleato da tutte le parti del mondo, quando saremo pronti, marceremo verso Konoha e puoi star certa che la schiacceremo, poi estrarremo Hachimata dal bimbo degli Uchiha, evocheremo la fenice e ogni nostro desiderio verrà esaudito”
Hinata chinò il capo.
“Quanto ci vorrà?” Chiese.
Artemis non rispose subito.
“… Prego ogni notte di fare in tempo, altrimenti… non so con che faccia potrò ripresentarmi a mia sorella quando morirò”
Il leader si avvicinò al sua allieva e le asciugò le lacrime con un gesto dolcissimo.
“Però sappi che anche a costo di attaccare Konoha tutto da solo, io ci proverò”
Le parole del sensei seppero alleviare il dolore della ragazza.
“Sensei… ha pensato a Tsunade?”
“E’ stata la prima cosa a cui ho pensato, ma perché mai dovrebbe scomodarsi a salvare la vita al ninja più pericoloso per il suo amato villaggio?”
Così dicendo passò oltre Hinata, e la lasciò sola.
Tsunade…pensò lei.
Ci stava pensando.
Stava seriamente pensando a un piano per convincerla a guarire il suo niichan. Ma cosa avrebbe dovuto fare per avere in cambio un simile aiuto?
Avrebbe dovuto tradire Naruto, il suo sensei, i suoi amici… e Itachi.
Avrebbe dovuto come minimo tradire il villaggio intero per poter chiedere in cambio la guarigione del fratello alla ninja leggendaria.
I segreti del chakra rosso… l’ubicazione del villaggio… lo scopo di Akatsuki… la fenice… anche il fatto del mezzo-bijuu…
Per un attimo ci pensò seriamente.
Hinata si ritrovò a fare una scelta: la sua fedeltà alla causa o l’affetto che la legava a Naruto? Itachi aveva ragione pensò tristemente.
è meglio provare solo rispetto per le persone che ci stanno vicine, o si rischia di diventare deboli.
Doveva scegliere, e doveva farlo in fretta.



Il terzo capitolo sarà pronto le 18.00 al massimo per le 19.00 Mi perdonate adesso?



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Capitolo 15
*** Uno strano diaro (prima parte) ***






Questo mi ero dimenticato di scriverlo: se la mia conoscenza del giapponese (minima) è sufficiente, Ryume Sharingan si potrebbe tradurre come Sharingan occhio di drago
Il terzo aggiornamento!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Eh? Sono o non sono degno di essere chiamato “EFP yellow flash”? ( E da quando ti chiameresti così? =_= NdSorellaAutore)
Da ora! Problemi?




Cap 15 Uno strano diario (prima parte)






Era passata una settimana dalla fuga Hinata Hyuuga e tutta Konoha era in subbuglio: il villaggio della Luna Rossa ora sapeva dove trovare Hachimata, la guerra ormai era solo una questione di tempo.
“Ascoltami Sakura” cominciò Tsunade.
“sei una dei ninja medici migliori di cui io disponga, te la senti di prendere una squadra Genin per iniziarli alle arti mediche?”
“Certo ma… non bisogna essere di grado Jonin per poter avere degli allievi?”
“E’ solo un incarico temporaneo, non spaventarti; ho selezionato i neo-diplomati con il miglior controllo del chakra, ma Shizune da sola non basta e dovrai darle una mano occupandoti di alcuni Genin che inizialmente avevo affidato a lei”
“Farò del mio meglio” Disse Sakura battagliera.
Tsunade sorrise alle sua allieva.
“Non ne dubito, comunque dai un occhiata ai miei appunti, potrebbero servirti. Ora scusa, ma ho una riunione con il consiglio” disse, indicando una colonna di libri sul lato della scrivania della donna.
La sannin si alzò e uscì dal suo ufficio.
Ne prenderò solo un paio… pensò la rosa.
Mettendosi sulle punte riuscì a prendere i primi due volumetti in cima alla torre di libri, li mise in un sacchetto e poi uscì anche lei dall’ufficio.


L’inverno era alle porte, il vento gelido che batteva le strade ne era la conferma, ancora poco e si sarebbe messo a nevicare.
Sakura aprì la porta di casa e si fiondò subito davanti al camino.
“Ahh… ora va meglio” disse, gustandosi appieno il calore del fuoco.
Suo malgrado si allontanò dal fuoco e si diresse verso camera sua.
Buttò il sacchetto con dentro i libri e si lasciò cadere sul letto, affondando la faccia nel cuscino.
Naruto… pensò.
Ormai contava i giorni a quando lo avrebbe incontrato di nuovo.
Non aveva idea di come si sarebbe comportata quando lo avrebbe rivisto: lo avrebbe picchiato? Come minimo. Gli avrebbe urlato addosso? Sicuro. Gli avrebbe detto che lo odiava? No, quello non era vero…
Scacciò i pensieri e allungò un braccio per prendere uno dei libri che Tsunade le aveva prestato.
Era vecchio, parecchio vecchio. Dubitava fortemente che ci sarebbero stati ancora dei caratteri leggibili li sopra, ma lo aprì comunque.
Ma che diavolo…?
La prima pagina era piena di disegni e scarabocchi illeggibili, in altro a destra tuttavia Sakura riuscì a leggere un nome: Sasha Akamatsu.
E’… è un diario!? Pensò confusa.
Come ci era finito tra le scartoffie di Tsunade? E chi era quella Sasha? Non ne aveva mai sentito parlare dalla sua maestra.
Stava per metterlo via ma, è scientificamente provato, la curiosità è femmina…
Aprì la prima pagina, la data risaliva a più di vent’anni prima!


24 Aprile

Oggi sono diventata Genin! Ho dovuto fare non pochi sforzi per stare al passo con Arashi-kun, ma per fortuna sono riuscita a diplomarmi insieme a lui.
Mi hanno perfino messo nella sua stessa squadra insieme a mio fratello Yura! Non avrei potuto chiedere di meglio!
Domani incontreremo il nostro sensei, da alcune voci che mi sono arrivate pare che sia una dei ninja migliori del villaggio.

Sakura voltò la pagina; Arashi non era il norme del quarto Hokage?


30 Aprile

Il nostro sensei è un autentico pervertito!
Basta che nei dintorni passi una ragazza che subito si fionda da lei a farle la corte!
E’ da quando lo abbiamo conosciuto che non facciamo un allenamento decente!
Yura e Jiraya-sensei si intendono molto, visto che hanno hobby identici…
Quasi mi vergogno ad ammettere che quello scemo è mio parente…
Ovviamente Arashi-kun si astiene anche solo dall’imitare il comportamento di quei due, non a caso è il mio amore (disegno a forma di cuore)

La rosa scosse la testa passando alla pagina successiva: quella Sasha le ricordava qualcuno…

15 maggio

E’ la nostra prima missione di grado C!
Staremo via dal villaggio per un intera settimana, e avrò tutto il tempo per stare da sola con il mio Arashi-kun! (disegnino a forma di cuore)
Devo trovare il modo per allontanare quel brutto rospo e lo scemo e potrò avere Arashi-kun tutto per me!


23 maggio

Non credevo che un giorno avrei potuto vedere il volto sempre allegro e solare di Arashi-kun rigato dalle lacrime…
Nella settimana in cui eravamo in missione, Konoha è stata attaccata e Arashi-Kun ha perso entrambi i genitori.
Avrei voluto tanto dirgli qualcosa per consolarlo, ma non ho trovato le parole.
E’ stata una famiglia del clan Uchiha a prenderlo in affidamento, spero solo che lo trattino bene.

30 settembre


E’ passata un eternità dall’ultima volta che ho scritto qualcosa…
Ho conosciuto i genitori adottivi di Arashi-kun e mi hanno dato un ottima impressione; mi invitano spesso a me, Yura e Jiraya-sensei per pranzare o per fare quattro chiacchiere.
Ho conosciuto anche i loro due figli, Artemis-kun e Tsukiyomi, di sei anni più grande del fratello.
Con Artemis vado molto d’accordo(scritto in piccolo, quasi illeggibile) anche perché è carino quasi quanto Arashi-kun (calligrafia leggibile) ma con Tsukiyomi ogni volta che la incontro mi sembra di ritrovarmi di fronte a bijuu!
Quella ragazza ha un qualcosa da far venire i brividi, anche Jiraya-sensei lo ha ammesso.
Artemis non sembra notare che si ritrova un mostro come sorella, anzi, la adora.
Fa tutto quello che le dice e ne parla come una divinità scesa in terra, questo suo legame con la sorella mi preoccupa parecchio ma non sono affari miei.


12 ottobre

Tutti e tre siamo diventati Chunin, ma se non fosse stato per Arashi-kun non avremo mai portato in salvo la pelle da quella dannata foresta.
Sono appena tornata dal festino a casa di Artemis-kun e sono ancora un po’ stordita.
Artemis è un ragazzo adorabile e sembra che si sia legato profondamente con Arashi-kun, quasi fosse veramente suo fratello, sto cominciando davvero ad affezionarmi a quel ragazzo…


20 ottobre

Arashi-kun oggi mi ha fatto preoccupare.
Avevamo appena finito gli allenamenti quando ha trascinato me e Yura in un vicolo per parlarci.
Ci ha detto di aver sentito Tsukiyomi che litigava con i suoi genitori, da quel che è riuscito a capire, sembrava che stesse insultando il clan Uchiha e il “pacifico e smidollato” terzo hokage.
Quella mattina non aveva ancora visto la sorella adottiva, crede sia scappata di casa e non pensa che ci tornerà presto.
Mi ha chiesto di venire con lui a parlare con Artemis-kun, sembrava aver preso la cosa parecchio male la sparizione della sorella.
Ma “sembrava che l’avesse presa male” era un diminutivo: Artemis-kun era a dir poco disperato! Non era uscito dalla stanza della sorella per tutto il giorno e non sembrava intenzionato a toccar cibo.
Arashi-kun gli ha portato una ciotola fumante di ramen( per lui, era la soluzione a ogni cosa) facendo notare al fratello che a Tsukiyomi quel suo comportamento non sarebbe affatto piaciuto.
Le parole senza dubbio furono più efficaci del ramen…


1 novembre

Tsukiyomi è tornata a casa e Artemis-kun le sta appiccicato ancora più di prima.
Ho una pessima sensazione a riguardo, tanto che ho chiesto ad Arashi-kun di tenere sua sorella sott’occhio, ma lui mi ha detto di non preoccuparmi, ha detto che, anche se non lo dimostra, Tsukiyomi ama moltissimo il suo fratellino, e non potrebbe mai fargli del male.
Ma questa sensazione non mi ha lasciata comunque.


La data dell’altro appunto segnava il 14 gennaio, ma di qualche anni più in là rispetto all’ultimo appunto.

Questo giorno ha sconvolto la mia vita…
Arashi ha detto che sarebbe stato in missione per qualche settimana con il suoi tre allievi e io mi sono come sentita pervadere da una scosse elettrica.
Due ore dopo che Arashi era partito, chiesi ad Artemis di uscire con me…
Mi faccio schifo da sola…


16 Gennaio

Anche questo giorno penso che me lo ricorderò per parecchio tempo.
Tsukiyomi non sembra aver preso bene la mia iniziativa con suo fratello, o meglio, si è limitata a dirmi che se mi azzardavo a giocare con i sentimenti di Artemis mi avrebbe crocifisso sul volto del terzo hokage.
Perché ho il dubbio che stesse dicendo sul serio?


20 Febbraio

Ormai io e Artemis usciamo insieme regolarmente (di sua sorella nemmeno l’ombra) e, cosa che qualche anno fa non avrei mai immaginato potesse succedere, con lui io mi sento felice.
Davvero felice.


5 Marzo.

Oggi è successa una tragedia…
Non penso che oltre a questo scriverò qualcos’altro su questo diario…
Tsukiyomi deve essere uscita di senno, o forse lo era già uscita parecchio tempo prima, ma oggi è successo…
Tsukiyomi ha tentato di uccidere il terzo hokage e io… io ho dovuto difenderlo! Lui era l’ hokage!
Per fortuna Arashi era nella vicinanze o sarei morta insieme a Sarutobi, però… l’ ha uccisa. Ha dovuto uccidere Tsukiyomi o per noi sarebbe stata la fine.
Ma non se lo perdona, e non credo se lo perdonerà mai…
-Artemis… chi glielo dirà?-
Fu questa la prima cosa che disse.
Arashi voleva bene ad Artemis, e Artemis voleva bene ad Arashi. Ma dopo oggi, penso le cose cambieranno.
Non oso immaginare che reazione avrà…
Tremo al solo pensiero di una sua reazione quando saprà…

(Fine prima parte)




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Capitolo 16
*** Uno strano diario (seconda parte) ***






Come sono caduto in basso…
Questo non si può definire un capitolo vero e proprio, sono solo una decina di righe per concludere il passo precedente.




Cap 16 Uno strano diario (seconda parte)






18 marzo

Arashi stesso diede la notizia ad Artemis.
Non mi ha voluto dire che reazione ha avuto, si è limitato a dirmi:
-Vuole stare da solo, lascerà il villaggio per un po’-
Sono passate quasi due settimane da quando me lo ha detto e di Artemis nessuna traccia.


25 dicembre

Oggi sarebbe Natale, ma non riesco a essere felice come lo ero gli anni prima. Ho incontrato Artemis e devo ammettere che è diventato completamente diverso rispetto a quando lo avevo visto l’ultima volta, mi ha messo paura come solo sua sorella ci riusciva…
Mi ha proposto di seguirlo, di venire con lui.
Ha detto che aveva trovato un modo per riportare in vita sua sorella e che voleva che io lo aiutassi.
Ma c’era qualcosa in lui che mi terrorizzò letteralmente: non era l’Artemis di cui mi ero innamorata, non lo era più.
Gli dissi di no, e lui se ne andò senza dire una sola parola; forse sapeva già che avrei risposto così ma ha voluto provarci comunque…
Non penso che dirò niente ad Arashi riguardo questo.


13 luglio

Sono passati cinque anni dall’ultima volta che ho scritto qui sopra…
Sono successe tantissime cose in questi anni.
Artemis da quel giorno di cinque anni fa non si è più fatto vedere, spero solo che adesso stia bene.
Arashi è diventato quarto hokage e per merito suo il villaggio della foglia è forse il più prospero tra tutti i villaggio ninja esistenti.
Io e Arashi ci siamo sposati e abbiamo avuto perfino un figlio, Naruto. E’ nato da qualche settimana e sta facendo disperare il suo sventurato padre, ma si vede che gli vuole un mondo bene…

Il diario cadde dalle mani di Sakura e finì con un tonfo sul pavimento.
Si chinò a terra e lo raccolse con mano tremante, rileggendo più e più volte l’ultimo appunto del diario: sì, aveva letto bene.
Rimise il diario nel sacchetto, se lo mise in spalla e si fiondò fuori di casa.


“Dove lo hai trovato?” Chiese Sasuke sfogliando le pagine.
“Era tra i libri di Tsunade-sama, non chiedermi come abbia fatto a finirci li in mezzo perché non ne ho idea”
Lesse velocemente gli appunti del diario e arrivato all’ultima pagina ebbe un piccolo sussulto.
“Tsk…” commentò.
“Ho pensato… che la cosa ti sarebbe potuta interessare” borbottò Sakura.
“Puoi dirlo che mi interessa” disse.
Si portò una mano al mento, riflettendo.
“Questa proprio non me l’aspettavo…”
Si staccò dal muretto dove era appoggiato e si allontanò.
“Dove vai?”
“A fare quattro chiacchiere con un sannin di mia conoscenza”
“Jiraya? Ma se non sai nemmeno dov’è!”
“In compenso so dove andarlo a cercare…”


“Kukukukuku… che carine…”
Jiraya, binocolo in una mano, fazzoletto di carta a bloccare l’emorragia dal naso nell’altra, si stava… “documentando” per scrivere il suo prossimo libro; era in cima a un alto edificio e la visuale sulle terme era ottima.
Un colpo in testa gli fece cadere il binocolo, che si frantumò cadendo a terra. “Sei irrecuperabile…” fu il commentò acido dell’Uchiha.
“Sasuke… quante volte te lo devo dire che per me questa è la mia fonte d’ispirazione! Senza non riesco a scrivere i miei libri!”
Sasuke mostrò il suo volto più freddo, zittendo il ninja supremo all’istante.
“Perché non mi hai detto che Naruto era il figlio del quarto hokage?”
“Te ne sarebbe importato?”
“Sì, e molto anche!”
Jiraya si alzò in piedi.
“Beh, a mio parere non era importate”
Il moro strinse i pugni.
“I suoi genitori erano di Konoha… non fosse stato per quel bastardo… Naruto sarebbe cresciuto qui”
Il ninja dai capelli bianchi sospirò.
“Speri ancora di farlo tornare al villaggio?”
Rimase in silenzio.
“Ha commesso troppo male per poter tornare, questo lo sai?”
“Mi ha salvato la vita” ribatté il ragazzo.
“per due volte”
“Pensi davvero che al momento attuale sia disposto a farlo di nuovo? Dentro di te c’è Hachimata, e Naruto non si fermerà solo perché tu sei stato sua amico. Probabilmente, all’attacco che la foglia subirà a brave, il tuo caro Naruto sarà in prima linea”
Mise una mano sulla spalla del ragazzo.
“Credimi, so perfettamente come ti senti. Ma devi accettare la realtà: il passato è passato”
Così dicendo sparì.
“Fossi in te gli darei retta” commentò Hachimata.
“Morditi la lingua una volta tanto, mi faresti un gran favore”




Ragazzi, chiedo soccorso…
Ho già in mente come far finire la fic, il problema è che non so cosa metterci nel mezzo!!!
I personaggi che mi ha prestato Killkenny( standing ovation di sottofondo) sono ottimi, ma ora ho bisogno di idee e di trama!!!
Ho un certo piano in mente riguardo a certi tre elementi altamente squilibrati( Suigetsu, Juugo e Karin) però il crampo dello scrittore mi perseguita!!!
Cavolo, ho qualcuno mi butta in faccia l’ispirazione giusta o vado ad un altro festino tipo quello di qualche giorno fa!( bisogna dire che ha avuto un buon effetto l’ultima volta, perché non dovrebbe funzionare ancora?)
Saluti!

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Capitolo 17
*** Un nuovo alleato ***






Cap 17 Un nuovo alleato






“Huhuhuhu, che carina” disse Choji divertito.
La piccola Satsuki stava giocando con un grosso dito del compagno della Yamanaca.
“Ma come carina… Ciao! Ciao!”
Asuma era con la schiena contro la parente (sigaretta spenta ancora prima di entrare in ospedale -.-) e osservava col sorriso sulle labbra la bambina dai capelli rossi che rideva divertita.
“Choji non ti avvicinare troppo” borbottò Shikamaru che osservava fuori dalla finestra.
“se no stanotte rischia di avere degli incubi”
Choji guardò male il suo amico, mentre una vena pulsante sulla fronte rischiava di esplodere.
Ino, seduta sul bordo del letto, si lasciò scappare una risatina che non scappò all’udito del ragazzo…“robusto”.
“Ehi, che c’è da ridere?” Chiese tentando di mostrare la faccia più cattiva che conosceva, facendo scoppiare a ridere la bambina.
“E’ inutile Choji, non fai paura neppure a un bambino” commentò il Jonin.
La bionda sorrise di nuovo poi chiese.
“Asuma-sensei, può andarmi a prendere da bere per favore?”
“Ovvio” rispose staccandosi dal muro.
“Choji, vieni con me”
Il Chunin inarcò un sopracciglio.
“E perché devo venire anch…”
Asuma lo prese per un orecchio e lo trascinò con sé
“Poche storie e vieni con me” così dicendo chiuse la porta alle sue spalle.
Shikamaru stava ancora osservando le nuvole fuori dalla finestra: non si era ancora voltato verso la sua compagna di squadra.
“L’ ho sempre detto che voi donne siete delle manipolatrici” bofonchiò.
“Ho solo chiesto un po’ d’acqua, non mi sembra di aver manipolato nessuno”
“Tsk… come no, e guarda caso adesso siamo finiti da soli; che seccatura”
Ino si alzò dal letto e prese in braccio sua figlia dalla culla.
“Asuma ti ha detto… dell’interrogatorio di Hinata?”
“Certo che me lo ha detto, perché credi che io sia qui?”
Ognuno dava le spalle all’altro, non era una conversazione quella.
“Tu cosa pensi?” Chiese, mentre cullava dolcemente la bambina tra le sue braccia per farla addormentare.
“Che è la più grande seccatura che mi sia capitata da quando campo”
“…Ma cosa pensi per davvero?” Chiese ancora.
Shikamaru aprì la finestra e si sporse fuori, gustandosi la brezza mattutina, mentre il suo 200 di Q.I. si metteva all’opera.
“La teoria di Sasuke non ha né capo né coda” sentenziò senza esitare.
“se Satsuki possedesse un abilità innata molto potente non sarebbe più utile rapirla per usarla come arma invece che puntare a ucciderla?”
Qualcosa di simile a un cubetto di ghiaccio si posò sul cuore della bionda.
“e poi hanno mandato niente meno che Hinata Hyuuga a occuparsene, insieme a un altro ninja abile almeno quanto lei se è riuscito a farla scappare. E’ lampante che Naruto ritiene che tua figlia sia pericolosa, talmente pericolosa da non poter essere nemmeno usata come arma. Voglio essere sincero con te Ino: se perfino quelli della Luna Rossa temono così tanto Satsuki, non vedo ragione per cui non dobbiamo temerla anche noi”
La ragazza smise per un attimo di cullare la figlia.
“…E’ questo… quello che pensi…?”
Il Chunin richiuse la finestra e si mise una mano in tasca.
“Sì”
Si voltò e finalmente spostò lo sguardo su Ino, che però le dava ancora le spalle.
“Mi ha chiesto tu dirti come la pensavo”
“E lo apprezzato molto” rispose la ragazza.
“Bugiarda…”
Shikamaru si coprì il viso con una mano.
“Cosa volevi sentirti dire? “No, stai tranquilla è solo un brutto sogno”, “Non c’è niente da aver paura”, “non ti preoccupare, tanto alla fine c’è sempre un sempre felici e contenti”. Questa è la realtà Ino, non esiste un “per sempre felici e contenti” e prima lo capisci, meglio è”
Si avvicinò a Ino e si mise a fianco a lei, osservando la bambina dai capelli rossi che si era addormentata.
“Ci saranno sempre dei problemi, e affrontarli da soli significa affrontarli nella maniera più stupida e complicata… se solo tu me lo avessi detto Ino, anche se sarebbe stata una seccatura enorme, ti sarei stato vicino; e se me lo chiederei ti starò vicino anche adesso”
L’interessata sorrise.
“Ehi Shika… non farmi mai più un discorso del genere che se no rischio di andare a pensare che tu sia diventato adulto”
“Sono troppo pigro per essere già adulto”
Ino rise leggermente, per non far svegliare la piccola.
“Shika… mi aiuterai a crescere Satsuki?”
Il moro ci pensò su, come se ci stesse riflettendo seriamente.
“Sarà una cosa seccante immagino, ma visto che ormai mi sono offerto…”
“Baka!” lo riprese, dandogli un pizzicotto.


Sasuke si trovava sulla sponda di un fiume ad allenarsi, era davanti a un enorme roccia e la stava osservando immobile da qualche minuto.
“Pensi davvero che il tuo potere possa bastare?” Chiese scettico Hachimata.
Il moro lo ignorò, componendo in un istante dei sigilli.
“Chidori!”
La mano sinistra del ragazzo venne pervasa dal chakra, mentre tutt’attorno l’eco di migliaia di rapaci riempiva la zona.
L’Uchiha si scagliò contro la roccia, colpendola con il mille falchi.
L’unico risultato che ottenne fu quello di creare un grosso foro sulla superficie del gigantesco masso.
“L’avevo detto io…”
“Sarebbe più semplice se tu mi dessi una mano” ribatté l’altro.
“Trovo sia affatto gratificante colpire un bersaglio immobile e inanimato, ci fosse qualcuno in carne ed ossa ancora ancora, ma un sasso…”
Sasuke estrasse la sua nuova katana e la cosparse del chakra nero del bijuu.
“Kage no Yaiba!”
Un fendete apparentemente a vuoto di qualche metro distante dal bersaglio, ma l’effetto fu comunque lo stesso visto che la roccia era stata taglia in due verticalmente.
“Uhmf…” borbottò il doppio di Sasuke, il quale cominciava a stufarsi.
“Che hai da bofonchiare?”
“Sai, quando io mi allenavo lo facevo combattendo contro almeno tre dei miei fratelli in una volta sola”
“Ma davvero? Scommetto che in questi tre non c’è mai stata tua sorella maggiore”
“Ti sbagli invece, quella puttana c’era sempre. Sembrava divertirsi nel prendersi gioco della mia inferiorità, ma che ci provi ora a sfidarmi”
L’Uchiha si sedette per terra.
“Io dico che ti farebbe il culo anche ora, l’unico che si sta sbattendo tra i due per migliorare sono io”
“Colgo una nota di rancore nelle tue parole e ne soffro molto”
“Ma impalati”
Si alzò in piedi e stava per tornare ad allenarsi, quando un rumore nella boscaglia lo insospettì.
Hachimata pensò bene di sparire, lasciando solo Sasuke.
“Fatti vedere” tuonò Sasuke
“Calma Sasuke, sono io” rispose Kakashi uscendo dalla boscaglia
Il moro sospiro.
“Cosa c’è?”
“Tsunade ci vuole da lei, ha una persona importante da presentarti” disse il Jonin.
L’Uchiha inarcò un sopracciglio.
“Chi?”
“Beh, mi sembra di ricordare che l’abbia chiamato “ avvocato del diavolo” o qualcosa del genere, non ricordo bene”




Killkenny congiunge le punte delle dita borbottando “eccellente…” poi riflette e pensa: "Ma che ci fa l'avvocato da Tsunade???"
Per lordmartiya: grazie per l’idea che mi hai suggerito, ma non penso di riuscire a farla fruttare con la trama che ho in mente per la fic. Grazie lo stesso.



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Capitolo 18
*** Chi bene inizia... ***






Iniziamo: i personaggi Mikoto Shishio, Kenji Rimura, Ruri Hoshino e il mitico “Avvocato dei diavoli” non mi appartengono, ma sono un gentile concessione del signor, dottor, professor, nonché onorevole dio della somma pazienza Killkenny.



Cap 18 Chi bene inizia…






“Sicuro che non sia una trappola?” Chiese Tsunade.
“Sicurissimo, non ho alcun dubbio a riguardo”
Davanti alla sannin c’era un uomo sulla trentina dai capelli d’argento, la cosa strana (più che strana) era che l’uomo aveva addosso una maschera da ANBU completamente nera con sopra l’effige della Luna Rossa.
“Già, potremo infliggere a Naruto un duro colpo se la missione avrà successo” ne concluse la donna.
“Però è una missione molto pericolosa e la mia allieva da sola potrebbe avere qualche difficoltà, per questo sono venuto da te: ho bisogno dei tuoi ninja migliori e di un buon membro del team medico”
“Avevo intuito una richiesta del genere quando hai chiesto un incontro con me e ho già provveduto a mettere su una squadra su misura”
La porta dell’ufficio si aprì e Sasuke e Kakashi entrarono.
“Lui chi è?” Chiese il moro vedendo l’ANBU con il simbolo della Luna Rossa “E’ il nostro infiltrato all’interno dell’Akatsukigakure, ti presento Ryu Hoshino” lo presentò Tsunade.
“Chiamami avvocato dei diavoli, mi piace di più” Disse Ryu stringendo la mano a Sasuke, quest’ultimo sentì le ossa delle dita scricchiolare dentro la presa dell’uomo.
“Una spia?” Chiese curioso l’Uchiha.
“Che brutta parola… un informatore più che altro, e sono qui per informarvi che una mia allieva ha localizzato due membri di Akatsuki vicino il confine del paese del fuoco. Li sta pedinando da una settimana e dice che sembrano andare di gran fretta, probabilmente si dirigono verso il villaggio della Luna Rossa”
“E ovviamente tu sai dov’è” borbottò Sasuke.
“Ovviamente, ma non mi è permesso parlarne a nessuno tranne che con l’ hokage”
La porta si aprì di nuovo e entrarono Sai e Sakura.
“Ci ha fatto chiamare Tsunade-sama?” Chiese la rosa.
Da dietro la maschera, l’avvocato inarcò un sopracciglio.
“E’ questa la “squadra su misura”?” Chiese scettico rivolto alla Godaime.
“Vedi di non lamentarti, i tuoi allievi sono anche più giovani di loro”
“Uhm, anche questo è vero”


“Uhm…” mugugnò Sasuke.
Stava andando verso l’uscita del villaggio, dove avrebbe trovato i restanti membri del team 7 più quell’insopportabile di Sai.
Ah, vero, ci sarebbe stato anche l’avvocato dei diavoli, era lui il capo della missione…
La missione era semplice: ammazzare quei due dell’Akatsuki e portare in salvo la pelle. Semplicissima.
“Si preannuncia una missione divertente, magari uno di quei due è tuo fratello” commentò Hachimata.
“No, non credo ci sia lui” rispose secco il moro.
“Come fai ha esserne sicuro?”
“Se ci fosse stato Itachi tra quei due, si sarebbe senza dubbio accorto di essere pedinato e non avrebbe certo lasciato il suo inseguitore vivo”
“In effetti…”
Vide il gruppo che lo aspettava vicino al portone del villaggio, così affrettò il passo.
Mi chiedo chi mai potremo incontrare…


“Hidan!!! Ti venisse un cancro una volta tanto!!! Fermati maledizione!!!” Gridò Kakuzu, rivolto al puntolino lontano all’orizzonte che era in realtà il suo compagno di squadra che lo aveva distanziato di circa due chilometri.
“Hidan! E’ da una settimana che non smettiamo di correre! Fermati o rischio che mi salti via un cuore!!!”
Ma erano parole al vento: il religioso era troppo lontano.
Il tesoriere si fermo e si poggiò sulle ginocchio per non cadere a terra.
“Puff… puff… d’accordo… anf… giunti a questo punto… pant… anf…non mi rimane altra scelta…”
Prese un respiro profondo e poi gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
“Jashin è un finocchio!!!”
Si sentì immediatamente un forte SCRRREEEEKKKKK : Hidan aveva frenato.
Poi Kakuzu vide che dalla direzione del suo compagno si stava avvicinando minaccioso un grosso tornado (avete presento quello che fa Koga di Inuyasha? Stessa cosa Nda) che meno di due secondi dopo si parò davanti al traditore della cascata.
Il tornato sparì e Hidan versione “L’alba dei morti viventi” si parò davanti al tesoriere.
Che… hai… detto…?
“Ehm… devo andare in bagno ^-^’”
“Oh”
Hidan torna normale.
“ora che penso anch’io ho la vescica che è sul punto di scoppiare… sarà perché è da una settimana che non piscio?”
(Una settimana??? Ma che hanno quei due, una damigiana al posto della vescica??? NdSorellaAutore con una faccia tipo così *_*)
(Non è da esculdere… Nda)
Kakuzu si lasciò cadere a terra all’indietro, stremato.
“Era dal combattimento contro Kaku dalle sette code che non mi sentivo così stanco…” Biascicò.
“Non me lo ricordare, quella volta sono andato vicino tanto così dal finire piatto come una tavola da surf”
“Rimpiango tutt’ora di averti spostato da lì un attimo prima che quel bestione ti calpestasse”
“Non ne dubitavo, ora se non ti dispiace io riparto”
“Oh si che mi dispiace, fermo li tu! Voglio fare una pausa di almeno due ore!” si lamentò Kakuzu
“Scordatelo! Abbiamo ricevuto l’ordine di richiamo e Naruto a bisogno di aiuto per l’attacco alla foglia!”
“Voglio aiutare Naruto almeno quanto te, ma adesso mi devo riposare o schiatterò a terra nel giro di altri tre chilometri!”
“Fai uno sforzo invece! Dobbiamo arrivare all’Akatsukigakure il prima possibile”
“D’accordo Hidan!” gridò il traditore della cascata alzandosi in piedi.
“non volevo arrivare a tanto ma mi ci hai costretto tu!”
Alzò la mano destra: stava tenendo a penzoloni il ciondolo di Hidan!
“COSA!?!?!?! Ma come… quando me lo hai… non provare a…”
“Le regole le dico io” sibilò minaccioso l’altro.
“Due ore di pausa altrimenti io… io…io…”
“…”
“…”
“…”
“Me lo metto nelle mutande!”
Hidan divenne ancora più pallido di quanto già non fosse di suo.
“e ti avverto che sono mutande vecchie di una settimana intera!”
“No!!! Calma Kakuzu-san!!! Non fare gesti avventati di cui… nonononono! Va bene, Ok, due ore di pausa ma adesso togli il mio medaglione da lì!”
A debita distanza, una ragazza dai lunghi capelli neri li stava osservando con un grosso gocciolone dietro la testa.
Mi sa tanto che ho preso un granchio pensò.
non possono essere per davvero loro… o forse sì?


Sai slittò a terra per qualche metro, colpito in pieno da un pugno della sua compagna di squadra.
“…invece non c’è alcun bisogno che tu perdoni me” disse Sakura con in volto una faccia inquietante.
“Ci sono cascato… in quel tuo finto sorriso” borbottò Sai asciugandosi un rivoletto di sangue che gli usciva dal labbro.
“Tu Naruto non lo consci nemmeno, non hai il diritto di criticarlo”
Sasuke era rimasto senza parole davanti alla risolutezza della compagna: in tre anni era cambiata parecchio…
“La prossima volta che parlerai male di lui, non ci andrò così leggera”
Il rimpiazzo di Naruto si alzò in piedi.
“Pffff. Va bene, non parlerò più male di lui davanti a te”
Sakura e Sai stavano per rimettersi a camminare, ma qualcosa li bloccava.
“Ragazzi, se non la smettete dovrò prendere provvedimenti” minacciò l’avvocato dei diavoli.
“Per stringere amicizia volete che vi leghi assieme per tutto il giorno o preferite passare la notte in una locanda con tanto di terme?”
Sasuke ci mise un po’ a capire quello che Ryu aveva fatto: con dei fili di nailon aveva bloccato sia Sakura che Sai, e i due non se ne erano nemmeno resi conto.
Per una volta devo dar ragione a quel lombrico pensò il moro.
Si preannuncia una missione davvero divertente.




Stabiliamo un paio di regole: da adesso Sabato e Domenica sono giorni liberi, quindi difficilmente aggiornerò domani.
Ah, una cosa per Killkenny: non ho messo tutti e quattro i tuoi personaggi perché mettere subito ben quattro personaggi nuovi si rischia di far pesare la lettura, appariranno un po’ per volta, piano piano senza far pesare troppo la loro entrata in scena.
Ciao!!!




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Capitolo 19
*** Una vecchia conoscenza ***


Avverto che in questo capitolo demolirò la già bassa reputazione di due certi Akatsukini.




Cap 19 Una vecchia conoscenza





“Quanto manca…?” Biascicò un Naruto esausto con le braccia a penzoloni.
“Poco” rispose Artemis.
“Anche quindici chilometri fa avevi detto “poco”…”
“Adesso è poco per davvero, cinque minuti al massimo e siamo arrivati”
Naruto era stato trascinato a forza dal suo sensei su una collina con la motivazione di dovergli presentare una sua vecchia conoscenza.
Stavano camminando in salita da parecchio e il biondo, in parte per il fatto di avere il sistema circolatorio ridotto a colabrodo, in (gran) parte per il fatto che ormai era diventato un topo d’ufficio, era senza forze e rischiava di crollare a terra da un momento all’altro.
“Che ti avevo detto? Siamo arrivati”
Lo tsukikage alzò di scatto lo sguardo davanti a se: lì vicino c’era una modesta baracca seminascosta dagli alberi, dal comignolo uscivo tranquillamente del fumo bianco.
Si avvicinarono fino a essere davanti alla porta di legno dell’abitazione.
“Spero solo che sia di buon umore…” borbottò leggermente sudato Artemis.
“Come?” Chiese Naruto
“Niente. Aspettami qui”
Senza neanche bussare, aprì la porta ed entrò.
Si sentì un sommesso “Ciao” e poi dei passi leggeri.
Speriamo faccia in fret…
Non ebbe di finire il pensiero che Artemis ruzzolò malamente fuori dalla baracca sfondando la porta d’ingresso.
Rotolò per qualche metro fino a schiantarsi contro un albero e subito dopo dalla porta distrutta emerse una figura femminile.
“Questo” Gridò la donna mostrando il pugno che aveva colpito Artemis poco prima.
“è per avermi usata, ingannata, rapita, umiliata, scopata, e poi abbandonata in mezzo al deserto!”
Era una donna indubbiamente attraente, capelli e occhi blu con un fiore tra i capelli, ma in quel momento il suo bel viso era contorto da una smorfia di rabbia.
“Non eri in mezzo al deserto” si difese il leader dell’Akatsuki rimettendosi in piedi.
“ti ho lasciata vicino a un’oasi”
“Un’oasi in mezzo al deserto!” Insisté lei.
(Le donne hanno sempre l’ultima, ricordatevelo! NdSorellaAutore)
(Fidatevi, ne so qualcosa a riguardo… =_ = NdA)
Il povero Naruto era scandalizzato: quella tizia aveva fatto volare il suo sensei con un solo pugno!
La donna si voltò verso il ragazzo e inarcò leggermente un sopracciglio.
“E’ lui?” Chiese.
“E’ lui” confermò Artemis.
La donna sospirò e i suoi lineamenti si rilassarono.
“Non ti prometto niente, è la prima volta che mi viene commissionata una cosa del genere”
“Avvisami non appena avrei finito” si limitò a dire il sensei di Naruto.
Fece qualche sigillo e Artemis sparì in una nuvoletta di fumo.
Il ragazzo era ancora mezzo stordito per quello che era successo per poter riuscire a capire qualcosa.
“Ti chiami Naruto, giusto?” Chiese lei con un dolce sorriso sulle labbra.
“Eh? Oh… sì” rispose arrossendo leggermente.
Fece cenno al ragazzo di entrare.
“Entra, ti preparo una tazza di tè e poi vediamo se possiamo fare qualcosa per il tuo problema con le tecniche”


“Perché è così attaccato a Naruto?” Chiese Sai dopo l’ennesimo litigio con Sasuke Uchiha.
“Per Sasuke, Naruto è come un fratello “ cominciò Sakura.
“anche tu hai un fratello giusto? Quindi dovresti sapere cosa prova”
Sai esibì il suo solito fastidiosissimo sorriso di circostanza.
“No, per niente” disse.
“come ti ho già detto riguardo ai miei disegni, io non provo alcun sentimento”
L’avvocato spuntò dietro di loro senza che nessuno dei due se ne fosse accorto. “Basta parlare voi due” borbottò, facendo sussultare entrambi i ninja.
“Abbiamo tre giorni di viaggio davanti a noi prima di incrociare i due membri di Akatsuki e non ho intenzione di perdere un altro minuto qui fermo impalato mentre la mia allieva rischia la vita pedinando quei due mukenin, muoversi!”


“Ruri? Ruri mi senti?” Borbottò sotto voce la ragazza dai capelli neri che stava inseguendo Hidan e Kakuzu.
Stava tenendo premuto la gemma del suo orecchino, sperando che la sua compagna di squadra fosse nel raggio d’azione del mini-radiolina nascosta al suo interno.
“Czzz… Mikoto, cosa c’è?” Chiese la voce dell’amica.
“Abbiamo un problema: dopo aver fatto una pausa di un paio d’ore i due che stavo seguendo sono ripartiti a razzo! Sto facendo una fatica del diavolo a tenere il loro passo! Andando avanti così supereranno il punto d’incontro che avevo stabilito con il sensei!”
“Czzz… Calmati baka, sei così agitata perché ti devono venire le tue cose per caso?”
A quella domanda per poco Mikoto non mancò il ramo su cui aveva mirato di atterrare.
“ora ascoltami: li devi rallentare in qualche modo, se superano il punto di incrocio stabilito, il sensei e la squadra di supporto non avranno il tempo di organizzarsi e rischieranno grosso”
“Non posso tenerli a bada entrambi! Mi ammazzeranno nel giro di mezz’ora!” “Czzz… Io non ho parlato di usare le mani: ti ricordi quella volta al villaggio pioggia? Io dico che potrebbe funzionare ancora”
A quella proposta Mikoto si distrasse e prese in pieno naso un ramo basso molto grosso, facendole perdere l’equilibrio e cadendo malamente a terra.
“Ahi… No! Mi sono ripromessa di non farlo mai più!!”
Si rialzò subito da terra e ricominciò a saltare da un ramo all’altro ad una velocità folle.
“Czzz… Liberissima di non farlo, basta che trovi un idea migliore per rallentarli senza far sospettare loro la trappola”
La mora rimase in silenzio.
“Czzz…. Sarò al punto d’incontro il prima possibile, vedi di non morire prima del mio arrivo baka”
Così dicendo chiuse la conversazione.
La povera Mikoto si spremette le meningi più che poté per ideare un piano meno imbarazzante di quello proposto dalla compagna di squadra, ma non le venne in mente niente.
Sospirò.
“Per un mese non avrò più il coraggio di guardarmi allo specchio…” borbottò. Fece una brusca deviazione a destra aumentando ancora di più la velocità, tanto che a certi tratti le sembrava di volare: non doveva più pedinarli ora, ma precederli.
Doveva raggiungere il punto d’incontro prima dei due membri di Akatsuki o sarebbero stati guai.


Kakuzu e Hidan avevano percorso in tre giorni la strada che un qualunque altro essere umano avrebbe percorso in tre settimane.
Era circa mezzo giorno quando Hidan si fermò di botto e per poco il suo compagno non gli andò addosso.
“Che c’è? Hai già pregato mezz’ora fa!” Lo riprese scocciato il tesoriere.
“Non senti niente?” Chiese Hidan.
Il traditore della cascata chiuse gli occhi un attimo per concentrarsi.
“C’è qualcuno” disse sicuro.
Sentiva il regolare rumore dell’acqua che scorreva, un fiume, poi un rumore regolare che aveva imparato a riconoscere da quando aveva tre anni, una cascata, e un rumore irregolare che aveva insospettito il suo compagno.
Il religioso si portò la falce alla mano, puntando lo sguardo verso dei folti cespugli.
“Vado a dare un occhiata” dichiarò.
Si avvicinò cautamente ai cespugli, li scostò con la mano libera per vedere cosa ci fosse e…
SPAM!!!
Hidan cadde all’indietro perdendo la presa sulla sua arma.
Kakuzu corse verso il suo compagno, non capendo cosa lo avesse colpito.
“Hidan!? Che c’è? Che hai visto?”
Gli occhi del religioso era ridotti a due spirali roteanti, sul volto era stampato un sorriso ebete, mentre fiotti di sangue gli uscivano dal naso.
“…Te l’ ho sempre detto io… Jashin esiste!…” Biascicò tutto contento.
Incuriosito, il tesoriere fece lo stesso gesto del compagno: si avvicinò al cespuglio, scostò leggermente i rami e…
SPAM!!!
Anche Kakuzu cadde all’indietro accusando gli stessi sintomi del compagno.
Gatton gattoni, i due scostarono nuovamente il cespuglio (tenendosi saldamente la mano sul naso)
Kakuzu&Hidan “Sbav…”
“Sono questi gli spettacoli che non ti stanchi mai di ammirare…” commentò il tesoriere.
A una ventina di metri di distanza, una ragazza si stava lavando sotto il getto fresco della cascata, lasciando bene in vista le prosperose forme del suo corpo.
“ Sbavvvvvvvvvvvv(ma davvero tanto)… Deidara queste cose se le può solo sognare…” sibilò maligno Hidan.
Beh… pensò non troppo soddisfatta la ragazza.
Di sicuro questo li potrà rallentare un bel po’…




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Capitolo 20
*** Una cura ***






Dopo la lavata di capo che mi ha dato Yondaime94, adesso sono più tranquillo! Devo farlo appassionare di nuovo alla fanfic! E prometto che da adesso rivedrò i capitoli con più attenzione prima di postarli, anche se non sarò più “EFP Yellow Flash”!!!
Capitolo scritto a quattro mani insieme a mia sorella (anche se non lo ammetterebbe mai, la fic che sto scrivendo gli piace da matti!)




Cap 20 Una cura





Naruto entrò piuttosto esitante nella baracca, scavalcando con un piccolo balzo i resti della porta d’ingresso, seguito subito dalla donna con il fiore tra i capelli.
“Siediti pure al tavolo, io intanto preparò il tè” disse dolcemente la donna.
Dal fuori la baracca sembrava più piccola: c’era un piccolo salotto alla sua destra, alla sua sinistra c’era una specie di studio con tanto di libreria e davanti a lui una cucina con un tavolo circolare con tre sedie.
Il ragazzo si avvicinò al tavolo e prese posto in modo da non dare le spalle alla padrona di casa.
“Artemis-kun mi ha detto che hai dei problemi con il tuo sistema circolatorio” cominciò lei passando a fianco a Naruto e mettendo il bollitore sul fornello.
Lo tsukikage spalancò la bocca senza che ne uscisse alcun suono.
“… Lui… lui lo sa?” balbettò quando riacquistò la parola.
“Sì, lo sa. Ed è anche parecchio preoccupato per te se lo vuoi sapere” rispose armeggiando con una piccola scatola, per poi tirarne fuori una bustina da tè e metterla nel bollitore.
Si voltò verso Naruto.
“Ah, chiamami Sakurazaki e dammi del tu, ok?”
L’altro fece cenno di assenso mentre Sakurazaki si sedette di fronte a lui, aspettando che il tè fosse pronto.
“Come conosci Artemis?” Chiese Naruto curioso.
Lei fece una risata sottile.
“Mi aveva proposto di entrare nell’Akatsuki” spiegò, lasciando a bocca aperta il suo interlocutore.
“e per un pò ne anche ho fatto parte, ma era nel periodo in cui tu pesavi circa quattro chili, quindi non penso proprio che tu ti ricordi di me”
“Infatti” ammise.
“ma perché te ne sei andata dall’organizzazione?”
Sakurazaki si sistemò con fare non curante il fiore che teneva tra i capelli.
“Diciamo che io e Artemis-kun abbiamo avuto un diverbio sui nostri principi morali, e me ne sono andata appena ho capito che non aveva intenzione di cambiare linea di condotta”
“A che riguardo?”
“Riguardo te, Naruto”
Si sentì un forte fischio provenire dal bollitore: il tè era pronto.
Sakurazaki si alzò dal tavolo, prese un paio di tazze e versò il tè.
“Non mi andava a genio che la vita di un bambino venisse stravolta in questo modo” disse porgendo al ragazzo la tazza di tè.
“Io non mi sono mai lamentato di quello che Artemis mi ha fatto, anzi, gliene sono grato: mi ha dato una famiglia”
“Dopo aver ucciso la tua vera famiglia però” puntualizzò.
Naruto cominciò a scaldarsi, la sua presa al piccolo manico della tazza che si faceva sempre più ferrea.
Tuttavia si rilassò subito quando Sakurazaki gli regalò un sorriso dolcissimo che fece arrossire il biondo.
“Sai Naruto, all’epoca, quando Artemis-kun mi propose di unirmi ad Akatsuki, avevo appena partorito una bambina. Così, quando avevate fame, allattavo sia lei che te indistintamente, considerandovi entrambi figli miei”
Sospirò tristemente, mentre al sol pensiero Naruto divenne dello stesso colore di un pomodoro maturo.
“Io, Artemis-kun, tu e Yukihiro… quella sì che sarebbe stata una vera famiglia, e per un attimo sono stata abbastanza sciocca da sperarci per davvero”
Scosse la testa e fece una piccola risata, sorseggiando un po’ dalla sua tazza.
“Ma al tuo caro sensei importava solo della sua vendetta, e avere una famiglia non rientrava nei suo programmi. Oh, e non bisogna dimenticare che doveva addestrare il suo allievo in modo che diventasse una perfetta macchina per uccidere… è principalmente per questo che ho lasciato Akatsuki: non mi piaceva per niente vedere il bambino che io stessa avevo svezzato per mesi diventare un assassino”
Naruto bevve tutto d’un fiato il tè nella sua tazza, sentendo il liquido ancora bollente che gli bruciava la gola.
“Tua figlia si chiama Yukihiro allora?”
Lei sorrise come se ne fosse orgogliosa.
“Già, e ora che ci penso dovrebbe essere qui a momenti; l’avevo mandata a rimediare il pranzo alcune ora fa”
Anche Sakurazaki fini il suo tè in un paio di sorsi.
“Ora” incitò con tono deciso.
“dopo questa piacevole conversazione, direi che è tempo di vedere se sei messo tanto male quanto mi ha descritto il tuo sensei”
Si alzò in piedi e si avvicinò al ragazzo.
“Adesso rilassati”
Poggiò una mano sulla fronte di Naruto e l’altra sul collo, mentre dalle dita di lei cominciava a fuori uscire un tenue chakra di colore verde.
“Sei un ninja medico?”
“E’ uno dei quattro motivi per cui Artemis-kun mi chiese di unirmi a lui” Spiegò.
“E quali sarebbero gli altri tre motivi?”
La mano poggiata sulla tempia si spostò anch’essa alla base del collo.
“Il secondo motivo te l’ho già detto: gli serviva una mano per un neonato, il terzo motivo è perché ho un abilità innata abbastanza potente da far mangiare la polvere a quel cetriolo sott’aceto di Itachi Uchiha, il quarto…”
Fece un leggero ghigno.
“beh, questo è più personale. Cresci ancora di qualche anno e te lo dirò”
“Uhmf…” Naruto mise il broncio, non capendo a cosa Sakurazaki si riferisse.
Con la coda dell’occhio il biondo vide l’ex membro di Akatsuki assumere un aria prima stupita, poi preoccupata.
“Sai che il tuo sistema circolatorio si potrebbe paragonare a quello di un ninja ultra novantenne?”
“Ok, ma mi puoi aiutare?”
“Uhm…”
Si sedette di nuovo di fronte a Naruto con un espressione crucciata in volto.
“Sì, penso di poter riuscire a fare qualcosa”
“Grande!” esultò.
“Calma, non esiste un modo per ricostruire il sistema circolatorio, però posso creare un farmaco che ti consenta di utilizzare le tecniche senza che il livello di erosione si aggravi ancora di più”
“Quanto ti ci vorrà?” Chiese ansioso lo tsukikage.
Sakurazaki incrociò le braccia portando lo sguardo al soffitto, come se stesse facendo un chissà quale calcolo.
“Dieci minuti, quindici al massimo. Ho tutto quello che mi occorre qui in casa”
Naruto sbarrò gli occhi elettrizzato: ancora dieci minuti e avrebbe di nuovo potuto utilizzare di nuovo tutte le sue tecniche… le centoquattro marionette… i cinque squali di terra… la Kage Bushin… il rasengan… presto avrebbe potuto usarle di nuovo!
“Ti avverto però che non posso fare miracoli” avvertì lei.
“come ti ho già detto, non si può ricostruire un sistema circolatorio, è solo una cura temporanea, anzi, non si può definire nemmeno una cura visto che non ripristinerà l’erosione del tuo sistema circolatorio, potremo definirla come una specie di scappatoia”
Abbassò lo sguardo e rimase in silenzio per qualche istante, sembrava diventata triste.
“Ascolta Naruto” cominciò
“con un sistema circolatorio così mal ridotto, sarà già un miracolo se tirerai avanti fino alla fine di questo mese, voglio essere sincera con te, ma quello che voglio sapere da te è: per il risultato che ne hai ottenuto, ne è valsa veramente la pena?”
Il ragazzo si alzò in piedi con espressione fiera.
“Sì: ho completato la mia missione e… e ho salvato il mio miglior amico. Il prezzo è stato alto, è vero, ma non sono pentito di quello che ho fatto”
La donna sospirò: anche se non era veramente figlio di Artemis, glielo ricordava molto con quel suo atteggiamento.
“Sia che morirai comune anche se tu riuscissi a catturare Hachimata in tempo?” insisté lei.
“per estrarre un bijuu il prezzo che la forza portante paga è la morte, e per te non sarà certo differente”
Gli ha parlato anche di questo? Pensò il biondo, dunque Artemis si fidava di lei.
“Lo so perfettamente, ma tanto una volta evoca la fenice…”
“Fenicie di la, fenicie di qua!” borbottò la donna esasperata, cominciando ad alzare il tono di voce.
“è a causa di questo argomento che sono finita in mezzo al deserto! Se questa fantomatica fenice è davvero così potente allora perché non si libera da sola? Ci hai mai pensato?”
La domanda colse Naruto così alla sprovvista che rimase senza parole: no, non se lo era mai chiesto.
“Se la fenice possiede davvero un potere talmente grande da poter alleviare qualsiasi sofferenza e ogni dolore, da poter esaudire qualunque tipo di desiderio, e se davvero è così generosa, allora perché è stata sigillata? Ci hai pensato anche a questo?”
Ancora, Naruto rimase senza parole: neanche quello se lo era mai chiesto.
Il volto di Sakurazaki si addolcì, quella sfuriata era fuori luogo ma non aveva potuto trattenersi.
“La cosa a cui tu e Artemis-kun agognate tanto è effimera come nemmeno un sogno può essere”
Il biondo avrebbe tanto voluto arrabbiarsi, ma se ne scoprì incapace: non riusciva ad arrabbiarsi con lei.
“Artemis sta cercando la fenice da più di venticinque anni… ha sacrificato tutto quello in cui credeva nella speranza riabbracciare sua sorella… se è davvero questo quello che pensi della fenice, allora apprezzo la tua scelta di aver lasciato Akatsuki” disse Naruto.
“ma non dire che quello per cui stiamo combattendo è effimero: non c’è niente di più concreto del proprio nindo!” ribatté.
La donna sbarrò gli occhi sorpresa dalla reazione del ragazzo davanti a lei: una risposta degna di un adulto.
“Allora… il tuo credo ninja è recuperare la fenice?” Chiese
“Il mio nindo è rendere felice Artemis e farò tutto ciò che posso per seguire il mio credo ninja”
Il sorriso della donna si allargò, poi si alzò nuovamente in piedi e si avvicinò a Naruto.
“Il sentimento che ti lega ad Artemis-kun è qualcosa di bellissimo. Sono felice che tu non sia diventato solo quello strumento di vendetta a cui mirava in principio”
Il ragazzo abbassò lo sguardo, imbarazzato.
“Naruto… alzati in piedi un attimo, voglio vedere quanto sei diventato grande”
Fece come gli aveva detto: era di poco più basso della donna che gli stava davanti.
“Uhm… sei diventato davvero un bell’ometto” commentò lei.
Il biondo sorrise orgoglioso: ci andava a nozze con complimenti del genere.
“Devi vivere Naruto” disse improvvisamente lei, afferrandolo per le spalle e abbracciandolo teneramente.
“farò il possibile per curarti, ma promettimi che non sarà questo ostacolo a ucciderti. Me lo prometti, vero?”
Spinto dall’istinto, Naruto ricambiò l’abbraccio.
“Sì. E’ una promessa… mamma”




Ero in pieno crampo da scrittore, quando (impossibile ma vero) la mia sorellaccia (Bonk! Pugno in testa sull’autore) pardon… “sorellina” mi è venuta in soccorso mettendo giù questo cap insieme a me.
Reggetevi forte, perché se domani ci riesco, vedrete gli “Zombie Twins” entrare in azione!
Autore: (Non è che mi daresti una mano anche qui?)
SorellaAutore: (Pagami)
Autore: (è_é Usuraia!)
Kakuzu: ( Qualcuno mi vuole?)
Autore&SorellaAutore (E chi ti vuole a te???)




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Capitolo 21
*** La trappola scatta ***






Dunque, dunque… il 5 e 6 settembre il vostro Gexe sarà occupato con gli esami di integrazione per entrare nella nuova scuola e devo mettermi sotto a ripassare, quindi vi lascio questo cap per non lasciarvi troppo in ansia.
(Andrò al IPSIA Ripamonti di Como, qualcuno è della zona???)




Cap 21 La trappola scatta





Artemis stava leggendo per la centesima volta la lettera che l’infiltrato a Konoha di Zetsu gli aveva mandato solo qualche ora prima.
C’era una spia.
Nel villaggio che Naruto aveva tanto faticosamente tirato su per lui, c’era una fottutissima spia.
La spia aveva avvertito quelli della foglia di Hidan e Kakuzu, e ora quei due stavano andando dritti in una trappola.
All’inizio ci rise sopra, non erano certo i tipi da farsi sconfiggere da un pugno di ninja, ma quando lesse i componenti del team che avrebbe teso l’imboscata…
Beh, la sua reazione fu questa:
Lesse i nomi di Sakura Haruno e di un certo Sai.
Risata fragorosa.
Lesse il nome di Hatake Kakashi.
Piccola smorfia, un sorriso tirato: era un piccolo problema.
Lesse il nome di Sasuke Uchiha.
Sorriso sparito: era un grosso problema.
Lesse il nome di Ryu Hoshino, l’avvocato dei diavoli.
Sputò per terra e imprecò su tutti i santi che conosceva.
Era una catastrofe.
Quel tipo era allo stesso livello di Itachi.
Non poteva permettersi di perdere due membri di Akatsuki quando erano così vicini da poter schiacciare la foglia: non poteva permetterlo.
Provò più volte a contattare Hidan e Kakuzu grazie alla sua tecnica di telepatia, ma quei due testoni non rispondevano, quasi fosse distratti da qualcosa…
Per fortuna vicino al punto dove quelli di Konoha avrebbero teso l’imboscata, c’era un buon numero di ninja della Luna Rossa che tornavano da una missione di esplorazione, li aveva già contattati e aveva ordinato loro di attaccare i ninja della foglia per dare tempo ai due membri di Akatsuki di seminare gli inseguitori.
Stava riflettendo su quanto tempo avrebbero potuto trattenere Ryu Hoshino, quando Itachi Uchiha si parò di fronte a lui.
“Leader, ho bisogno del rotolo che Kisame vi pregò di conservare tempo fa” disse atono.
Artemis lasciò perdere il rapporto che stava leggendo e piantò lo sguardo su quello del mukenin davanti a lui.
“Il tuo Mangekyou Sharingan non ti soddisfa più?” Chiese sarcastico.
Itachi deglutì a vuoto: come faceva a sapere? Di certo non glielo aveva detto Kisame, di lui si fidava, ma allora come?
“Ha aperto il rotolo?” Sibilò il moro.
“No. Non lo avrei fatto neanche se ne fosse dipeso della mia vita” rispose subito.
“quel rotolo emana un chakra di dimensioni mostruose, si potrebbe paragonare quasi al mio. Neanche ci fosse sigillata dentro l’anima di Uchiha Madara” borbottò con tono innocente, come se avesse fatto un paragone comunissimo.
Sapeva anche questo!?
Questa volta il traditore della foglia non poté trattenersi e fece un passo indietro attivando il suo Sharingan.
Artemis fece un paio di passi verso il suo sottoposto e si portò davanti a lui: era alto quasi quanto il ninja mezzo-squalo.
“Fai subito sparire quegli occhi” disse minaccioso con gli occhi ridotti a due fessure.
“o te li strappo con le mie mani”
Itachi obbedì all’istante.
“Ho bisogno di quel rotolo” disse ancora, mentre una piccola goccia di sudore gli scendeva lenta lungo il collo.
Il leader di Akatsuki sbuffò, lo stesso sbuffo che si usa quando un bambino insiste nel chiedere una caramella.
“E io ti dico” cominciò Artemis.
“te lo dovrai guadagnare”
Prima che il moro potesse vedere il colpo, venne sbalzato all’indietro, frantumando la finestra e cadendo a peso morto sulla strada sottostante.
Si rialzò in piedi massaggiandosi il polso: a parte qualche graffio non si era fatto molto male.
“Il Ryume Sharingan è l’arma più micidiale che un umano possa usare, non sarò così pazzo da dare a uno come te un potere del genere” disse leader comparso davanti a Itachi
Estrasse una kunai e lo puntò minaccioso verso il ragazzo davanti a lui.
“il semplice fatto che tu desideri un potere simile, per me è una ragione sufficiente per ammazzarti”
“E allora ci provi” lo sfidò richiamando il suo Sharingan a forma di shuriken.
“è da quando sono entrato nell’organizzazione che volevo mettermi a confronto con lei”
Artemis scosse la testa.
“Non ho idea di che tipo di progressi tu abbia fatto in questi tre anni, ma dovrai mangiarne di pappa prima di poter essere al mio livello, bambino”
A distanza di sicurezza, un paio di ninja stavano osservando la scena.
“Cinquanta sacchi che Itachi ci rimette almeno un braccio” scommesse Deidara.
“Settanta che perdere entrambe le gambe” ribatté Tobi.
“Ci sto”
Lontano dal villaggio della Luna Rossa, su una collinetta, due occhi rossi come il fuoco aveva finalmente trovato il gruppo di ninja della foglia che si apprestava a raggiungere il punto di incontro per affrontare i due membri di Akatsuki.
“Li hai trovati?” Chiese Raiga.
“Sì” rispose con tono flebile il fagotto che si portava sulle spalle.
“non sono lontani, c’è anche la forza portante con loro”
Sul volto del ninja spadaccino si stampò un sorriso soddisfatto.
“Sento odore di promozione…” disse compiaciuto.
Si voltò.
“Ehi voi, stupide checche!” sbraitò, rivolto ai quindici Chunin della Luna Rossa attorno a lui.
“Bersaglio trovato, il primo che si azzarda a rimanere ucciso dai ninja della foglia lo ammazzo con le mie mani! Muoversi!”
Al momento inconsapevoli del pericolo, il team 7 stava procedendo con passo spedito.
“Zancosen” spiegò l’avvocato dei diavoli a Sasuke.
“è la mia tecnica preferita: uso dei fili d’acciaio e li comando come fossero parti del mio corpo, posso tagliare di netto qualunque cosa attorno a me che non sia acciaio rinforzato, senza contare che è utilissimo per bloccare le mosse dell’avversario”
Sasuke ascoltava interessato: quel Zancosen gli aveva dato giusto l’idea per un nuova tecnica, appena tornati al villaggio si sarebbe dato fare per vedere se era fattibile.


“Forse ora dovremmo andare” borbottò dispiaciuto Hidan, sempre con la mano che si teneva il naso
“siamo qui da due ore ormai, se poi leader lo viene a sapere sai cosa è capace di farci?”
Kakuzu lo guardò con uno sguardo da cane bastonato, tipo così: ç_ç, ma poi dovette convenire con il suo compagno di squadra, era proprio ora di andare.
Da sotto il gettò della piccola cascata, la ragazza imprecò a denti stretti.
Perché non sono ancora arrivati? pensò furiosa.
quei due se ne stanno andando… accidenti! Devo bloccarli!
I due membri di Akatsuki voltarono le spalle a malincuore da quel bellissimo spettacolo, ma fecero appena due passi che Hidan si fermò di nuovo.
“Kakuzu, non senti uno strano odore?” Chiese.
Si fermò anche lui, annusando l’aria circostante.
“Se non fosse per il fatto che se avessi ragione saremmo nei guai fino al collo” cominciò con volto preoccupato.
“direi che questo è odore di benzina”
Fecero in tempo a balzare sul ramo di alto albero un secondo prima che sotto di loro si scatenò un inferno di fiamme e fuoco.
“Maledizione!” Gridò Kakuzu.
“andiamocene da qui o finiamo arrosto!”
Si allontanarono più velocemente che poterono, ma percorsi una ventina di metri cominciarono a venire bersagliati da nugoli di kunai e shuriken.
Hidan prese tutti i colpi in pieno senza fare neanche una piega, Kakuzu si difese usando il suo compagno di squadra come scudo umano.
“Era una trappola! Un imboscata di merda!” Esplose il religioso.




Fatemi gli auguri per gli esami, ne avrò bisogno!
Ciao a tutti!




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Capitolo 22
*** Devi uccidere... ***






Gexe torna a colpire!



Cap 22 Devi uccidere…






Per l’ennesima volta, Itachi Uchiha venne sbattuto a terra con forza.
“Perché…?” Biascicò rialzandosi in piedi, mentre la sua leggendaria calma andava a farsi benedire.
“perché i miei Genjutsu non funzionano!?”
Artemis si pulì con fare annoiato la spalla.
“Hai la memoria corta bambino: con la mia abilità innata posso spostare i miei organi interni come e quando voglio, mi consente perfino modificare la configurazione del mio cervello” disse portandosi un dito alla tempia.
“così facendo posso rendermi immune da qualunque tipo di illusione, perfino lo Tsukuyomi si limiterebbe a farmi fischiare appena le orecchie”
Il moro ringhiò minaccioso in risposta.
“Vediamo se riesce a essere immune perfino a questo!”
Il Mangekyou Sharinga brillò per un istante e dove prima Artemis stava in piedi, ora c’era solo un piccolo cratere contornato da fiamme scure.
Il moro non fece in tempo nemmeno a sospirare di sollievo, che una stretta incredibile gli bloccò il braccio destro: Artemis era apparso alle sue spalle.
“Quando usi Amaterasu per una manciata di secondi il tuo campo visivo equivale a zero, e in questo lasso di tempo tu sei vulnerabile come un bambino quale sei”
Itachi non riusciva a liberare il suo braccio dalla morsa nella quale il leader lo aveva bloccato, così stava per usare qualche arte marziale quando la mano libera di Artemis lo prese violentemente per il collo e lo alzò da terra.
“se avessi voluto, invece che prenderti per un braccio avrei anche potuto farti volar via la testa” disse, come a sottolineare la sua superiorità.
Ha compreso la controindicazione di Amaterasu alla prima esperienza!? Come ha fatto!? Pensò sconvolto il traditore della foglia
“Allora? Vuoi ancora possedere il Ryume Sharingan?”
Con il braccio libero l’Uchiha colpì il leader in pieno volto con tutte le sue forze, liberandosi da quella situazione di stallo.
“Ovvio” rispose deciso, rimettendo le distanze tra i due.
“ora mi dica dove ha messo quel rotolo” sibilò.
Artemis scosse la testa.
“L’ho distrutto” disse.
“Cosa!?” Esplose il moro.
“L’ho distrutto! Tre ore dopo che Kisame me lo consegnò. Racchiuso al suo interno c’era un potere troppo grande, era una questione di tempo prima che il sigillo si rompesse liberando l’anima di Madara; non potevo permetterlo, così l’ho distrutto”
La reazione furiosa di Itachi Uchiha non si fece attendere: in un solo secondo compose più di dieci sigilli.
“Yamiton!” Gridò
Intuendo cosa Itachi stesse per fare, il leader di Akatsuki compose con velocità eguagliabile a quella del suo avversario dei sigilli, solo che a differenza di Itachi, Artemis non sembrava intenzionato a smettere: stava componendo sigilli a ripetizione senza fermarsi.
“Kageryudan no Jutsu!”
L’Uchiha puntò il braccio destro contro il suo avversario e subito un serpeggiante drago ombroso si scagliò contro Artemis.
Pochi attimi prima che il drago colpisse in pieno il leader dell’Akatsuki, questi smise di comporre sigilli, fermandosi alla posizione del cane.
“Tecnica del rovesciamento!”
Il drago ombroso, contro ogni previsione possibile, invece di colpire Artemis girò attorno all’uomo per poi lanciarsi contro il suo evocatore!
“Ma che cribbio…!?!” il moro non fece in tempo a completare la frase che il suo stesso drago ombroso lo investì in pieno con tutta la sua forza.
Dopo aver colpito Itachi, la potenza della Kageryudan non si esaurì e trascinò con se l’Uchiha nella sua scia di distruzione che coinvolse diversi edifici.
“Uhmf” bofonchiò il leader.
“forse ho esagerato un po’…”
Da lontano, con un paio di binocoli davanti agli occhi, Deidara e Tobi osservavano lo scontro che ormai era agli sgoccioli.
“Credo di aver visto il braccio di Itachi volare via” commentò il biondo assaporando in anticipo la vincita della sua scommessa.
“Ulala! Non è affatto vero! Io non ho visto niente!” replicò il suo compagno di squadra
“Tobi… tu hai un occhio solo, se permetti credo di vederci molto meglio di te”
“Ma sempai! Anche voi avete un occhio solo!”
“Però il mio il mio occhio artificiale è molto più fico della tua maschera!” si difese l’artista.
Tobi andò a nascondersi in un angolino, circondato da un alone di pressione, cominciando a fare cerchietti per terra.
A Deidara spuntò un gocciolone dietro la testa.
“Tobi… non dirmi che te la sei presa male…”
Il ninja mascherato fece un sommesso “Sigh” in risposta.
“Ah” esultò il biondo.
“piccoli piaceri della vita” commentò, inforcando nuovamente il binocolo per seguire lo scontro tra Itachi e il leader.
Artemis con tutta calma si era diresse dove il suo avversario era stato trascinato dalla forza della sua tecnica: lo trovò coperto per metà dai detriti degli edifici che il drago ombroso aveva fatto crollare.
“Allora?” Chiese nuovamente.
“Ti interessa ancora il Ryume Sharingan?”
Itachi aprì di scatto gli occhi attivando il Mangekyo Sharingan, ma Artemis non era certo tipo da farsi sorprendere facilmente e scatto di lato, così Amaterasu riuscì soltanto a bruciacchiargli qualche ciuffo.
L’Uchiha si rialzò in piedi, accorgendosi solo allora di essere gravemente ferito: il suo avambraccio destro era stato staccato via dal resto del corpo.
Merda… e ora con cosa li faccio i sigilli?…
“Sì che mi interessa…” bofonchiò rimettendosi in piedi.
“e anche a costo di perdere il braccio che mi rimane io riuscirò ad averlo!”
Artemis si copri il volto con una mano: gioventù.
La cocciutaggine dei giovani della nuova generazione lo stava facendo impazzire per davvero.
“Dovrai rinunciare a qualcosa di più importante del tuo braccio per ottenere il livello ultimo dello Sharinga” disse arreso Artemis.
Le orecchie del moro si drizzarono all’istante, ansiose di ricevere quella vitale informazione.
Il leader si avvicinò al suo sotto posto gli sussurrò all’orecchio queste parole.
“La condizione per ottenere il Ryume Sharingan è simile a quella del Mangekyo Sharinga, solo che la vittima da sacrificare non sarà il tuo miglior amico” sussurrò.
“Per ottenere lo stesso Sharingan di Madara devi uccidere…”


Sasuke cadde in ginocchio reggendosi sulla lama della sua spada, tentando di riprendere fiato il più velocemente possibile.
“… Tutti vivi?…” Chiese con voce flebile al gruppo.
Kakashi era seduto contro un albero, lo Sharingan scoperto pronto a ricominciare a combattere; Sakura si stava curando dei lividi sulla spalla ma sembrava stesse bene; l’Avvocato dei Diavoli era quello messo meglio per fortuna, senza il suo Zancosen difficilmente il gruppo non avrebbe subito perdite; di Sai non gliene fregava più di tanto, non si scomodò nemmeno di cercarlo con lo sguardo.
Quindici.
In quindici li avevano attaccati, se Hachimata non lo avesse avvisato che sentiva l’odore di suo sorella avvicinarsi… Sasuke non ci pensò neppure a quell’eventualità.
All’inizio pensò si trattasse di Naruto, ma in realtà erano ninja della Luna Rossa fottutamente forti. Perfino uno orgoglioso come lui dovette ammetterlo: i ninja che il suo ex-compagno di squadra stava reclutando erano davvero fuori dal comune, quando poi ricorrevano al chakra della volpe a nove code…
“Ne sta arrivando un altro” avvertì piatto Sai, armandosi subito di pergamena e pennello.
Tutti i ninja della foglia scattarono in piedi, pronti a combattere.
“Tsk! Che incapaci”
Una figura maschile emerse dall’ombra degli alberi, aveva dei capelli mori spenti, grandi occhi azzurri, una mantella dello stesso colore dei sui capelli, in entrambe le mani portava degli spadini simili a dei parafulmini. Il coprifronte della Luna Rossa provava le sue intenzioni.
“Reiga” disse Kakashi, puntando il kunai contro il nuovo arrivato
“uno dei sette spadaccini del villaggio della nebbia. Naruto sta mettendo su davvero un esercito di tutto rispetto”
Il ninja della Luna Rossa passo lo sguardo su Kakashi, poi su Sakura, poi su Sai e in fino sull’avvocato dei diavoli.
“Ryu Hoshino… la cosa si preannuncia davvero divertente” se la ghignò tutto contento.
“Sai qual’è la scala gerarchica all’interno della Luna Rossa, vero? Certo che lo sai, sei stato un infiltrato della Foglia per più di un anno”
Ryu da dietro la maschera da ANBU digrignò i denti: allora era stato scoperto alla fine.
“I ranghi che possediamo sono uguali a quelli degli altri villaggi ninja, solo che per raggiungere questi gradi le caratteristiche richiesto sono molto diverse: il grado di Genin si raggiunge sopravvivendo al battesimo del sangue che si svolge in vari villaggi stranieri, i Chunin sono coloro che appartengono al villaggio della Luna rossa da almeno un anno e ad essi è permesso di portare all’interno del proprio corpo una quantità discreta del chakra della volpe a nove code”
Un sorriso maligno si stampò sul volto dello spadaccino.
“I Jonin invece, sono coloro che appartengono al villaggio da più di due anni e che hanno portato a termine con successo almeno una missione di grado S. A questi pochi fortuna viene concessa una quantità enorme del chakra della volpe”
Fece alcuni passi in avanti, mentre dalle sue spade cominciarono a fuoriuscire delle piccole scariche elettriche.
“E per vostra disgrazia, io appartengo a questa terza categoria”
Il corpo di Raiga venne ricoperto da un chakra rosso come il sangue, ma in modo differente rispetto ai Chunin che il gruppo aveva affrontato prima: quel chakra stava prendendo la forma della volpe.
“Huhuhuhuhu…” rise il ninja della Luna Rossa, mentre una coda di chakra gli spuntava di dietro la schiena.
“preparatevi… per il vostro funerale!”


“Hidan! Se entro mezzo secondo non mi rispondi giuro che la prossima volta che ti staccano la testa ti lascerò in quello stato! Dove diavole sei!?” Gridò vano il tesoriere, ma attorno a lui c’era solo fuoco e fiamme, e il continuo rumore degli alberi che cadevano a terra copriva la sua voce.
“E’ fiato sprecato” rispose all’improvviso una voce sopra il traditore della cascata.
“ho chiuso il tuo amico dentro un illusione e dubito fortemente che ne uscirà vivo”
Kakuzu alzò lo sguardo: su un ramo in fiamme proprio sopra la sua testa c’era la ragazza che prima si stava facendo la doccia alla cascata. Non sembrava risentire minimamente delle fiamme a fianco lei.
La mora con un piccolo balzo si piazzò a pochi metri di distanza dal membro di Akatsuki.
“Ho tutte le intenzioni di trattenerti in questo cerchio di fuoco, per quanto tu possa sforzarti non riuscirai a uscirne”
Kakuzu scosse la testa, come per dire “che pena che mi fai”
“La prima cosa che di voglio dire, bimbetta, è questa”
Dal corpo del ninja si staccarono decine di fili neri che andarono a trafiggere il corpo dell’incauta ragazza.
“nessuno mi parla con quel tono e può vantarsi di essere ancora vivo”
Il corpo trafitto della Konoichi esplose in un onda di fuoco, ma al traditore della cascata bastò difendersi con i suoi fili per non risentire del contratt’attacco.
La ninja ricomparve alle spalle del tesoriere con un sorriso soddisfatto sul volto.
“E la seconda cosa che mi devi dire qual’è?” Chiese curiosa.
Kakuzu si voltò tranquillo.
“Una domanda più che altro” fece una leggera risata, si portò una mano al mento e piantò il suo sguardo sugli occhi della ragazza.
“non portare gli slip è la moda di quest’anno per caso?”
La povera Mikoto chiuse d’istinto le gambe arrossendo di botto: nella fretta del rivestirsi aveva dimenticato gli slip
Un momento! Pensò la mora
lui come fa a sapere…
Poi gli venne l’illuminazione: prima lei era sopra l’albero, e l’altro era proprio sotto di lei…
Un attimo…
Lei era sopra…
Lui era sotto…
Lui da sotto ha guardato sopra e…
Mi ha vista… senza gli slip… mi ha vista… senza gli slip… mi ha vista… senza gli slip… pensò scandalizzata.
“Vendetta!!!” Gridò furibonda.


Qualcuno bussò con calma alla porta.
Hinata spostò lo sguardo dal libro che stava leggendo e lo spostò sulla porta del suo appartamento.
“Chi è?” Chiese una volta arrivata davanti alla porta.
“…Hinata… sono Itachi…”
Un brivido percorse la schiena della giovane: quando mai Itachi aveva usato un tono così debole e flebile?
“Byakugan!”
Un secondo brivido la scosse: il suo compagno di squadra era ridotto in uno stato pietoso, e non aveva più il braccio destro!
Aprì subito la porta e l’Uchiha gli cadde addosso, quasi completamente privo di forze.
“Itachi! Che ti è successo!?” Chiese spaventata Hinata sorreggendolo.
Con non poche fatiche riuscì a farlo sdraiare piccolo divano del salotto, non era pratica delle arti mediche, ma aveva imparato a trasferire il chakra curativo della volpe agli altri.
Poggio una mano sul petto dell’Uchiha e si concentrò.
“Akatsukigakure no Jutsu…” disse in un sussurro.
Dalla sua mano cominciò a sprigionarsi il classico chakra rosso della volpe, che invece di strappare via vita, questa volta ne avrebbe salvata una.
In pochi minuti il moncherino di Itachi smise di sanguinare e il suo volto riprese colore.
La mora tirò un sospiro di sollievo portandosi una mano sul cuore: stava andando a mille come minimo.
“Ho delle bende in cucina, stai fermo!”
Corse in cucina e aprì lo sportello che conteneva bende, disinfettanti e quant’altro. Prese un po’ di tutto e poi si riavvio verso il salotto, ma si fermò davanti alla porta della cucina: Itachi si era alzato in piedi e ora era davanti a lei, in volto un espressione che non gli aveva mai visto…
Era forse…
Paura?
“Hinata…” sussurrò, la voce era quasi incrinata.
Il braccio ancora sano lo teneva nascosto dietro la schiena, quasi nascondesse qualcosa.
“…ti prego…”
Nella mente del moro riecheggiavano come un martello le parole che Artemis aveva pronunciato poco prima.
“per ottenere lo stesso Sharingan di Madare devi uccidere…”
“…ti supplico…” una sola lacrima scivolò sulla guancia dell’Uchiha, la prima volta che gli succedeva da quando avevo ucciso Shisui.
“…la persona che ami di più al mondo”
“…scappa”
La presa al kunai che teneva nascosto si fece più ferrea.




Il caro Gexe è tornato in pista alla grande inserendo la marcia “Tri-turbo”! Ho superato tutto gli esami uscendo ( o meglio entrando) con un voto abbastanza buono.
Oggi ho trovato il tempo per concludere questo cap e spero di aggiornare il prossimo entro martedì.
Ciauz a tutti i miei lettori!!!




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Capitolo 23
*** Il ritorno della volpe ***






Eccomi tornato!




Cap 23 Il ritorno della volpe





“Di già?!” Chiese felicemente sorpreso Naruto.
“Te l’avevo detto che avevo tutto in casa” rispose allegra Sakurazaki porgendo al biondo una boccietta.
“li dentro ci sono dei tonici da guerra riadattati per non intaccare il tuo sistema circolatorio, in più il tuo flusso di chakra sarà triplicato fino a quando il loro effetto non si esaurirà”
“Grande!” Esultò lo tsukikage prendendo la boccetta dalle mani della donna con la stessa cura che si usa per una pepita d’oro.
Sakurazaki lo guardò severa.
“Non ho finito Naruto” disse con tono piatto, zittendo il ragazzo all’istante.
“dentro quei tonici ci sono dei farmaci molto pesanti, non potrai prenderne più di due al giorno. Se ne prenderai più di due in una sola giornata, il tuo sistema circolatorio rischierà un collasso e ci lascerai la pelle”
Deglutì a fatica.
Promemoria: Usarne uno solo al giorno.
Nel caso di Uchiha nei paraggi, e solo in casi di estrema emergenza, ricorrere ad un secondo tonico.
Memorizzato!
“la seconda cosa che ti devo dire è che non ho idea di quanto durerà l’effetto del tonico, a intuito direi un minimo di trenta minuti a un massimo di due ore ma non posso essere più precisa, dovrai sperimentarlo in un vero combattimento per scoprirlo”
“Quello non è un problema!” Disse battagliero il biondo.
“di questi tempi le battaglie non mancano! Non dovrò aspettare molto!”
Sakurazaki spostò lo sguardo oltre la spalla di Naruto e fece un sorriso tra il divertito e il rassegnato.
“Credo che tu abbia parlato a voce troppo alta, Naruto” disse indicando un punto della stanza alle spalle del ragazzo.
Lo tsukikage si voltò, per poi ritrovarsi davanti alla sagoma leggermente distorta di Artemis.
“Naruto” disse subito l’immagine dell’Uchiha.
“abbiamo un problema a otto code da risolvere”


Ryu Hoshino venne sbattuto con forza contro un albero lì vicino, ma l’urto lo stordì facendogli perdere quei secondi necessari per evitare l’attacco successivo.
“Raiton” Tuono minaccioso il ninja spadaccino, ricoperto interamente dalla prima coda del chakra della volpe.
“Rairyuudan no Jutsu!”
Portò entrambe le spade al cielo e in mezzo a loro si formò un drago di fulmine, che si scagliò subito sull’avversario.
“Raichiri!”
Piombando addosso alla tecnica di Raiga, Kakashi tagliò in due il Rairyuudan salvando l’Avvocato dei Diavoli.
“Sasuke! Vai al punto d’incontro di Mikoto, ci pensiamo noi a questo parafulmine con la coda!”
Senza fare altre discussioni, Sasuke fece rapidamente dei sigilli e sparì nell’ombra di una salice li vicino.
Raiga lasciò cadere le spade e si mise sulle quattro zampe.
“Hehehehehe… adesso ci divetiamo” ghignò.
Tutto il suo corpo cominciò a essere contornato da scariche elettriche visibili ad occhio nudo, che andavano via via facendosi sempre più numerose e frequenti.
“vi ammazzerò tutti in un solo colpo! Raijin no Jutsu!”
Si sentì una fortissima esplosione, tanto che Sasuke rischiò di cadere dal ramo su cui era appena atterrato.
Il moro si voltò verso la fonte dell’esplosione e constatò con orrore che l’attuale potenza del ninja spadaccino si poteva eguagliare a quella di un ninja supremo.
Dal luogo dello scontro, quasi fossero dei tentacoli, enormi saette si innalzarono nel cielo, distruggendo e bruciando ogni cosa che capitasse loro a tiro.
La tentazione di tornare indietro ad aiutare i suoi amici era forte, ma il desiderio di un faccia a faccia con un membro di Akatsuki era qualcosa di ancora più forte.
Anzi, ancora meglio, i membri di Akatsuki erano due, non era certo un problema.
Con Raiga era diverso: aveva Kakashi e Sakura a pochi metri di distanza e le sue nuove tecniche di Yamiton difficilmente li avrebbero lasciati incolumi.
Ma se era da solo…
Allora poteva farlo.
Poteva raggiungere senza timore il pieno della sue forze.
E in quel caso difficilmente quei disgraziati avrebbero potuto tenergli testa.
Mi senti, lombrico con le squame? Pensò il moro rivoltò al bijuu dentro di se.
prenditi il mio corpo, puoi farne ciò che vuoi, ma dammi la forza per distruggere i miei nemici!


“Cos’è, pupattola? Sei già stanca?” La canzonò Kakuzu.
La povera Mikoto ce l’aveva messa tutta, ma il traditore della cascata era di tutto un altro livello rispetto a lei.
L’intera foresta circostante era ridotta in cenere, non si era salvato un solo filo d’erba.
I cinque mostri di filo nero che Kakuzu aveva evocato avevano fatti ancora più danni delle tecniche di fuoco della ragazza, la quale dovette ricorre fin da subito al massimo delle sue potenzialità solo per potersi difendere dagli attacchi del membro di Akatsuki.
Almeno due… si disse mentalmente.
almeno due di quei mostri li devo distruggere!
Fece rapidamente dei sigilli e si preparò ad usare la sua tecnica migliore.
Estrasse un rotolo dal suo marsupio, lo aprì e subito venne evocata una Katana.
“Ruri… accidenti a te, quando mi servi veramente non ci sei mai” si lamentò Mikoto.
Attorno alla katana cominciò a serpeggiare una piccola lingua di fuoco, che piano piano stava diventando sempre più grande.
Non promette nulla di buono pensò Kakuzu.
meglio fermala prima che realizzi la sua tecnica.
Il traditore della cascata si scagliò insieme alle sue cinque creature contro Mikoto, che però era già pronta per lanciare la sua tecnica.
“Kaguzuchi no Jutsu!”
La ragazza eseguì un fendente in direzione dell’avversario e subito un vero e proprio tornado di fuoco investì in pieno Kakuzu e le sue “diramazioni” facendoli schiantare contro una roccia parecchio distante.
La mora cadde in ginocchio reggendosi sulla lama della sua spada, ancora incandescente a causa delle fiamme che poco prima lo contornavano.
Sono stata fortunata… li ho presi in pieno tutti quanti…
Non potendo resistere oltre alla stanchezza, la konoichi cadde all’indietro e perse i sensi.
Da dietro il polverone alzato dallo schianto di Kakuzu, un ombra si rialzò in piedi.
“Che brutta puttana!” Si lamentò Kakuzu, scrollandosi di dosso la polvere.
“c’è mancato poco che ci lasciassi di mezzo un cuore!”
Si voltò di scatto alla sua destra, avvertendo chiaramente del movimento.
“Oh, ce ne hai messo di tempo. Ti ci voleva così tanto per liberarti da quel Genjutsu?”
Piuttosto barcollante, il compagno di squadra del tesoriere si avvicinò.
“Senti da che pulpito viene la predica! Di un po’, era necessario ridurre a carbonella l’intera foresta? Adesso ci ritroveranno in baleno!”
Il traditore della cascata raccolse il suo kimono nero a nuvole rosse da terra e se lo mise in spalla: era bruciacchiato in più punti, ma lui era un mago quando si parlava di ricucire o rammendare qualcosa.
“Basterà muoversi, e in fretta aggiungerei” disse semplicemente.
Poi successe…
Hidan e Kakuzu si bloccarono all’improvviso, quasi si fossero pietrificati.
L’aria era cambiata.
Era sceso un freddo innaturale.
Cosa parecchio strana visto che meno di cinque minuti prima lì c’era un vero e proprio inferno di fiamme.
“Da… da dove arriva… questo chakra mostruoso?” sibilò Kakuzu.
“Credevo che soltanto il leader… potesse avere una simile forza…” si unì il religioso.
Il respiro di entrambi si fece più veloce, mentre gocce di sudore colavano abbondanti sulle guance di entrambi.
Si stava avvicinando.
Qualcosa di veramente mostruoso si stava avvicinando.
“Andiamocene… subito!” disse il tesoriere
Imitato a ruota dal suo compagno si voltò di scatto, pronto a correre come nemmeno nei giorni precedenti aveva fatto.
E fu allora che se lo ritrovò davanti, a pochi metri di distanza da loro.
“Jashin…” sibilò Hidan.
Davanti a loro, un enorme serpente completamente nero alto almeno sei metri li stava osservando con i suoi occhi rossi famelici.
“O ho le allucinazioni…” borbottò il biondo facendo un visto passo indietro.
“oppure quel coso enorme possiede lo Sharingan!”
Il suo compagno fissò con orrore lo sguardo del mostro che aveva davanti: Sì! Quello era proprio lo Sharingan!
“Deve essere la forza portante…” disse in un sussurrò l’altro, facendo anch’egli un passo indietro.
Il serpente emanava un chakra nero mostruoso, le sue quattro code anch’esse nere come la pece sembrava quasi catturassero la luce, lo Sharingan che fissa i suoi due avversari minuzioso, in attesa del momento migliore per poter sbranare entrambi. Striscio più avanti di circa un metro, ma questo fu sufficiente ai due per fare un enorme balzò all’indietro, mettendo tra loro e la forza portante una ventina di metri.
Arte dell’oscurità…” sibilò.
danza dei quattro draghi ombrosi…
Dalla punta di ogni coda del serpente si staccò una grossa quantità di chakra, che prese la forma di quattro serpeggianti draghi ombrosi.
I draghi prima si innalzarono verso il cielo, contorcendosi l’un l’altro, poi ricaddero al suolo mirando ai due membri di Akatsuki.
La quadrupla tecnica di Hachimata colpì i bersagli come un'unica forza compatta, creando nella foresta già completamente distrutta un cratere.
Nessuno può resisterci pensò soddisfatto il bijuu.
Il serpente si voltò, con l’intenzione di sistemare anche Raiga, ma una voce lo fermò.
“Pur servendoti della forza del bijuu non riesci a fare meglio di così?”
Sasuke voltò leggermente l’enorme testa verso il cratere e cominciò a ringhiare parecchio infastidito.
“sei una nullità in confronto a tuo fratello”
All’interno di una cupola di chakra creata da due marionette, Hidan e Kakuzu erano in salvo, mentre il loro salvatore si preparava all’ennesimo scontro contro il suo rivale di sempre.
Questa volta” sibilò Sasuke.
non avrò alcuna pietà, Naruto!
Una quinta coda cominciò a crearsi alle spalle dell’Uchiha.
Il serpente e la volpe stavano per scontrarsi di nuovo.




Avete ragione…
Mi faccio vivo dopo una settimana e per di più lascio il capitolo a metà…
Come andrà a finire lo scontro tra Naruto e Sasuke? Ciò che resta del team 7 sarà sopravvissuto alla forza di Raiga? Hinata sarà viva? Oppure sarà l’ennesima vittima del sadismo del vostro autore?
Una sola parola: Ciuppa!!!(in senso buono, ovviamente)
Quasi dimenticavo, nel prossimo capitolo Itachi e un nostro amico dalla maschera arancione faranno una chiacchierata davvero… illuminante.
E spero che i miei poteri profetici non mi tradiscano proprio ora




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Capitolo 24
*** Obito Uchiha ***






Ho fatto presto questa volta




Cap 24 Obito Uchiha



Itachi stava osservando con il suo solito sguardo impassibile l’orizzonte, non era mai stato uno con tanti pensieri per la testa, ma al momento attuale un milione e più pensieri stavano attanagliando la mente del moro.
“Itachi-san, ti vedo particolarmente pensieroso oggi” disse una voce squillante alle sue spalle.
Neanche si degnò di voltare lo sguardo.
“Sparisci sgorbio, non ho affatto voglia di parlare con te”
Tobi lo ignorò e si mise a fianco a lui.
“Non sono certo un medico, ma penso che se tu non curi alla svelta quel moncherino che hai al posto del braccio destro, morirai dissanguato nel giro di una manciata di minuti”
Questa volta fu il turno di Itachi di ignorare il suo interlocutore; proprio non poteva vedere la finalità di un discorso con quel casinista senza speranze di Tobi.
“Se vuoi dirmi qualcosa fallo in fretta, non ho tempo da perdere”
Il ninja mascherato voltò il capo quanto era sufficiente per poter veder con il suo unico occhio il giovane viso dell’Uchiha.
“Rappresenti più che degnamente il clan Uchiha ai tempi del suo massimo splendore” disse con un tono di voce che sembrava non appartenergli, era quasi cavernosa.
“e grazie ai tuoi nuovi occhi, potresti perfino lottare alla pari con Artemis”
Anche Itachi spostò lo sguardo in modo da poter fissare il foro nella maschera dell’ultimo arrivato dell’Akatsuki.
Gli occhi del ragazzo si tinsero di rosso evocando lo Sharingan, il suo nuovo Sharingan: il Ryume Sharingan.
La forma ricordava solo vagamente quella del Mangekyou, anche se si poteva riconoscere la sagoma di uno shuriken, le cui punte però era dritte, non piegate come quelle dello Sharingan precedente, inoltre le lame di quel macabro shuriken erano collegate l’un l’altra da una piccola falce.
“Se mai ti servisse una mano per allenare i tuoi nuovi occhi, sai dove trovarmi”
Girò le spalle e si allontanò di qualche passo.
“Obito” lo chiamò con voce quasi imperiosa Itachi.
Si fermò.
Ognuno dava le spalle all’altro, mentre nell’aria attorno ai due cominciava a formarsi una tensione palpabile con mano.
“Uchiha Madara… era tuo padre, non è vero?” Chiese il moro.
Tobi rimase in silenzio.
“Ci sono due modi per ottenere il Ryume Sharingan: uno è per via diretta, uccidendo la persona che più si ama; l’altro modo è per via ereditaria, giusto?”
Ancora, non ricevette risposta.
“Ma non sono stati solo gli occhi l’unica cosa che hai ereditato da tuo padre. Attraverso lo Sharingan ha provato a trasferire in te parte delle sua coscienza, ma c’è riuscito solo in parte, causandoti la nascita di una doppia personalità”
Obito fece un leggere ghigno.
“Beh, non a caso ero un sottoposto di Zetsu prima di entrare nell’Akatsuki. Comunque, hai capito tutto questo dandomi solo una fugace occhiata con il Ryume? Mi sbalordisci Itachi-kun”
“In verità era da parecchio che ti tenevo d’occhio, il Ryume non ha fatto altro che confermare i sospetti che avevo su di te”
Sogghignò di nuovo sfiorandosi la maschera.
“già, immagino che con il vero potere dello Sharingan non sia così difficile vedere oltre una maschera di gesso e creta”
Dopo essersi finalmente accorto di rischiare veramente la vita, Itachi portò la mano sana a premere su quel che rimaneva del suo braccio destro e cominciò lentamente a cicatrizzare la ferita grazie agli effetti benefici del chakra verde che la sua mano stava emanando.
“Ad essere sinceri non credevo che ne saresti stato in grado” ammise Obito.
“credevo che stando vicino a quella femmina ti fossi rammollito; sono felice di constatare che mi ero sbagliato”
Il nuovo Sharingan di Itachi brillò per un istante, zittendo immediatamente il ninja.
“Siamo in tre a possedere questi occhi se il mio ragionamento è corretto” riprese il moro.
“tu, io e il tuo ex-compagno di squadra”
Tobi sospirò nostalgico.
“Kakashi, già… quando decisi di donargli lo Sharingan, la “coscienza” di mio padre era ancora sopita e non avevo idea dell’emerita cavolata che stavo per fare. Ma non me ne pento più di tanto: era il mio miglior amico”
Una raffica di vento scompiglio i capelli di Itachi.
“Saprà usare il Ryume correttamente?” Chiese.
“Non saprei. Non ha il sangue degli Uchiha nelle vene, ma rimane comunque un ninja straordinario. Forse non lo sa usare al massimo delle sue potenzialità, ma non escludo che lo sappia già richiamare” rispose Obito.
Il silenzio cadde tra i due, poi, forse dopo aver capito che la discussione era finita, Tobi si allontanò, lasciando nuovamente solo il cugino.
Perché?
Era questa la domanda che nemmeno con l’aiuto del Ryume Itachi avrebbe potuto trovare risposta.
perché Artemis mi ha parlato del Ryume Sharingan? Sapeva perfettamente della mia relazione con Hinata, e quindi sapeva anche sarebbe stata lei la vittima sacrificale per farmi ottenere questi nuovi occhi.
Il suo volto si contorse in una piccolo smorfia.
Le risposte possibili sono due: o voleva uccidere Hinata fin dal principio e mi ha usato come sicario, oppure voleva che io ottenessi il Ryume Sharingan ad ogni costo. Ma perché allora voleva farmi ottenere questi occhi?
Il cuore dell’Uchiha perse un battito.
A meno che…
No, era una conclusione troppo affrettata.
Aveva lavorato troppo di fantasia.
“Artemis” sussurrò.
“non avrai già intenzione di fare quella cosa spero”
Era presto.
Era troppo presto per Naruto.


“Hidan, Kakuzu” disse Naruto con tono che non ammetteva repliche.
“correte al villaggio della Luna Rossa. A Sasuke ci penso io”
Più che felici di abbandonare il campo di battaglia i due sparirono in uno sbuffo di fumo, lasciando soli Naruto e Sasuke.
Dimmi… dov’è Itachi…
Il biondo portò una mano al marsupio e estrasse due rotoli impolverati.
Riesce a mantenere la coscienza di sé nonostante sia alla sesta coda del chakra di Hachimata…notevole, io non saprei resistere oltre la terza.
“Risolviamola alla nostra maniera” lo sfidò.
“se riuscirai a battermi te lo dirò, contento?”
L’enorme serpente ruggì minaccioso, pronto ad attaccare l’incauto ninja della Luna Rossa.
“Direi che sei riuscito a farlo incazzare” commentò Yoko apparsa a fianco al ragazzo.
“Huhu, esattamente il mio piano: Takumi! Sasori!”
Lo tsukikage lanciò in aria i due rotoli e immediatamente le due marionette in loro contenute si mostrarono.
“Ah… che bella sensazione poterle vedere di nuovo!” disse Naruto con i lacrimoni agl’occhi.
Le quattro marionette si posizionarono davanti a Naruto: mai come allora quei burattini gli sembrarono meravigliosi.
Kisame… oggi vendicherò anche te, stanne certo!
Sasuke ruggì un’altra volta, mentre dal suo corpo cominciavano a staccarsi piccole sfere di chakra , mettendosi a galleggiare a mezz’aria attorno a lui.
“Sento puzza di guai…”
I piccoli globi di chakra cominciarono a concentrarsi in un'unica sfera nera davanti alle fauci spalancate del serpentone.
“perché non usi quella cosa, scricciolo? Sarà più divertente” suggerì la rossa.
“La tenevo da parte per un occasione speciale, ma penso sia proprio il caso di tirarla fuori” disse al massimo dell’eccitazione il ragazzo.
Tenne la mano destra in avanti per tenere sotto controllo le marionette, mentre con la sinistra si slacciò un rotolo che teneva legato al ginocchio e poi lo lanciò in aria.
“rullo di tamburi… Sandaime Kazekage!”
La marionetta del Kazekage era anche più grande di quella di Takumi ed era seconda solo a Sasori in termini di potenza.
“E adesso che la sacra famiglia è al completo…attacchiamo!”
Sasuke inghiottì in un sol boccone la sfera con il concentrato di chakra che aveva creato, pronto a risputarla addosso al suo avversario appena sarebbe stato pronto.


“Naruto ti ha perdonato ogni genere di cosa” disse con tono calmo Sakurazaki, tuttavia quel tono apparentemente tranquillo lasciava trasparire ogni briciola della furia della donna.
“ti ha perdonato l’assassinio dei suoi genitori, ti ha perdonato il fatto che tu lo abbia usato fin’ora come strumento di vendetta, sei la persona che ama di più al mondo… ma dopo questo tiro mancino puoi star certo che perfino lui comincerà a desiderare la tua testa!”
Artemis sbuffò seccato. Avesse saputo prima che doveva sorbirsi una ramanzina avrebbe evitato di ricontattare quella donna.
“Hai finito?” Chiese stancamente l’immagine distorta del leader di Akatsuki.
“No” disse con tono meno controllato.
“sei l’essere più viscido, crudele, diabolico, cinico ed egoista che abbia mai avuto la sventura di incontrare!”
“Altro?” incitò l’Uchiha.
La donna divenne livida di rabbia e diede un calcio al suo auto-controllo.
“Ti definisci ancora il padre di Naruto?” Chiese, più che certa che quelle poche parole sarebbero state molto più efficaci di qualunque altra tecnica ninja.
Per un istante la sagoma del leader sembrò scomporsi, ma solo per un istante.
“Perché, Artemis? Ti conosco, non è da te sacrificare i tuoi stessi sottoposti per raggiungere il tuo obbiettivo”
“Si vede che non mi conosci abbastanza” rispose freddo.
Nella piccola baracca cadde il silenzio, rotto solo dai rumori che provenivano dalla foresta.
“Sakurazaki” disse più dolcemente Artemis.
“ti prego, vieni qui al villaggio della Luna Rossa. Ti giuro che dopo che avrai fatto quel che ti chiedo, io sparirò. Non mi intrometterò mai più nella tua vita”
La donna dai capelli blu abbassò lo sguardo, trattenendo a stento le lacrime.
“Cosa vuoi che faccia?” Chiese arresa.
“Ho trovato un modo per salvare la vita di Naruto” disse schietto.
“ma ho bisogno del tuo aiuto, da solo non ce la posso fare”













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Capitolo 25
*** Un alleato impensabile (parte 1) ***









Cap 25 Un alleato impensabile (parte 1)






“La cosa si fa interessante” disse soddisfatto Naruto sciogliendo la piramide di sabbia di ferro combinata alla barriera di Haha e Chichi che lo aveva protetto dall’attacco di Sasuke.
L’enorme serpente nero strisciò velocissimo contro il biondo e spalancò le fauci.
“Takumi!”
La marionetta con sei braccia si mise tra i due ninja, assestando sei pugni in un colpo solo sul naso del serpentone.
L’urto fu violentissimo e la forza portante venne sbalzata via a parecchi metri di distanza.
“Naruto, così non finiremo mai e tu hai il tempo contanto” gli ricordò la rossa, perfettamente visibile a occhio nudo a fianco al ragazzo.
“Lo so perfettamente” rispose secco, mentre l’Uchiha si scrollava di dosso le ceneri che gli erano finite addosso durante la slittata.
“forse sarebbe meglio seguire il consiglio di Sakurazaki…”


“Ricorda Naruto: se per disgrazia l’effetto dei tonici finisse proprio mentre il tuo corpo è pervaso dal chakra della volpe, il tuo sistema circolatorio scoppierà come un palloncino e tu moriresti sul colpo. Se davvero vorrai utilizzare il chakra del bijuu in una battaglia, fallo solo per i primi dieci minuti. Non un secondo di più… E, soprattutto, usalo al massimo della sua potenza finché ti sarà concesso”


“Bene allora. Yoko: sesta coda del chakra e vediamo di essere veloci” disse voglioso di battaglia Naruto
“Non chiedevo di meglio!”
La ragazza sparì e sul volto dello tsukikage si stampo un sorriso che non aveva niente da invidiare a quello del defunto Kisame.
“Yoko higi: marionettista senza fili!”
I fili di chakra che collegavano le marionette a Naruto vennero recisi, orami inutili visto che ci stava pensando Yoko a controllarle grazie al suo chakra strepitoso. “Ahi… non mi ricordavo facesse così male…” borbottò il biondo mentre il chakra rosso lo ricopriva completamente.
Si mise sulle quattro zampe, proprio come un’animale; lo strato rosso di chakra lo ricoprì completamente, cominciando a strappare via pezzi di pelle, ma ad ogni piccolo brandello di epidermide che si staccava, Naruto sentiva la sua forza crescere a dismisura, e sentiva crescere anche un selvaggio desiderio di distruzione. Le code del demone cominciarono spuntare fuori lentamente.
Due… quattro… sei…
Ormai era diventato una vera e propria versione miniaturizzata della volpe a nove code.
La volpe puntò le sue pupille bianche come la luna sullo Sharingan del serpente che si trovava a pochi metri di distanza da lui.
“Eri… il mio miglior amico… eri… il mio vero fratello…” sibilò Sasuke.
“…perché?” Chiese debolmente.
“perché siamo arrivati a questo?”
Le sei code della volpe si mossero pigramente nell’aria, così come quelle del serpente.
“Perché così abbiamo scelto” rispose con voce cavernosa Naruto.
“ma ad essere completamente sinceri… in parte sono pentito di alcune scelte che ho fatto”
L’Uchiha fece una cupa risata.
“Non ti sembra un po’ tardi per questi discorsi?”
“Già” ammise l’altro.
“è tardi”
Le code rosse come il sangue divennero dritte e rigide come pali di cemento.
“Averti risparmiato la vita quando invece avrei potuto ammazzarti… è questa la scelta di cui mi pento di più!”
Lo Sharingan brillò per un attimo di luce propria.
“Naruto!!!” il serpente strisciò velocissimo contro il suo avversario.
“Sas’ke!!!” la volpe e le cinque marionette si lanciarono in avanti pronti a cimentarsi in una battaglia tra titani.


“Va meglio ora?” Chiese Sakura al suo sensei.
“Sì… grazie” Si rialzò barcollante ma poi si abbandonò di nuovo al cuscino di muschio e foglie sotto di lui. Era esausto.
“Sai, tu stai bene?” Chiese poi al suo compagno di squadra.
“Bene… però! Non credevo che fossi una racchia così premurosa” commentò.
“…Maleducato” borbottò lei (dimmi racchia un’altra volta e ti sfascio quel sorriso da ebete che ti ritrovi in faccia!!! NdInnerSakura)
“Uff… questa volta ho creduto veramente di morire” borbottò l’Avvocato dei Diavoli facendosi aria con la mano.
Kakashi raccolse le restanti forze e si rimise in piedi.
“Lo stesso vale per me, anche se a dire il vero..” si voltò alla sua destra e guardò in cagnesco cinque figure nascoste nell’ombra comodamente sedute sul tronco di un albero caduto.
“… non mi sarei mai aspettato di essere aiutato da voi”
La figura al centro fece una leggera risata e si mise in piedi, rendendosi visibile dai raggi del sole.
“Ammetto che in passato con i ninja del villaggio della foglia abbiamo avuto dei diverbi molto accesi, ma immagino tu sappia Kakashi come si dice in questi casi…”
Kabuto si sistemò gli occhiali con aria da intellettuale.
“il nemico del mio nemico, è un mio amico”
Kidomaru si guardò intorno, notando solo allora lo sconquasso che la loro battaglia aveva causato.
“E’ stato un gioco parecchio divertente” commentò felice.
Sakon sputò per terra.
“A me quel tipo mi ha solo fatto arrabbiare, faceva troppo il superiore per i miei gusti”
“Tsk! Stupide checche rimbecillite, possibile che state sempre a fare commenti fuori luogo in ogni occasione?” disse Tayuya parecchio su di giri, visto che era andata vicina tanto così dal rimanerci secca una seconda volta.
“Tayuya, non dovresti parlare in quel modo” la rimbeccò Jirobou.
“Taci, grassone!”
Il ninja del suono dai capelli bianchi scosse la testa: quei quattro non avrebbero mai imparato ad andare d’accordo.
“E Sasuke?” Chiese Sakura in apprensione.
“non andate ad aiutare Sasuke?”
“Non c’è da preoccuparsi” assicurò Kabuto con un gesto di non curanza.
“siamo partiti in sei dal villaggio del suono. In questo momento il nostro sesto compagno sta raggiungendo Sasuke-kun, tempo qualche minuto e entrambi ci raggiungeranno qui”
Kakashi si rimise il coprifronte sopra lo sharingan, guardando severo il giovane ninja davanti a lui.
“Forse sottovaluti la situazione: Sasuke in questo momento sta combattendo contro due membri di Akatsuki, dobbiamo raggiungerlo tutti quanti e dargli una mano altrimenti non ha speranze”
Il ninja del suono si sistemò nuovamente gli occhiali.
“Forse io sottovaluto la situazione, ma lei senza dubbio sottovaluta la forza dei ninja del villaggio del suono. In questi anni il mio maestro Orochimaru ha perfezionato e potenziato la sua tecnica per la resurrezione, così da poter far tornare in vita elementi perduti in precedenza… donandogli qualche qualità in più rispetto a prima” spiegò con tono tranquillo.
Sakon fece un ghigno malefico.
“Noi quattro eravamo stati eliminati da Akatsuki molti anni fa, ma ora siamo tornati… per di più grazie alle nuove conoscenze del nostro signore, abbiamo potuto mantenere le nostre abilità innate anche dopo la resurrezione, ma è a questo punto che viene il bello”
Tayuya rise serafica.
“E’ necessario un sacrificio umano per la tecnica di resurrezione, il nostro signore per resuscitare ognuno di noi ha usato ninja appartenenti al villaggio della Luna Rossa… con tutto quello che ciò comporta” disse
Un chakra rosso fuoco avido di distruzione e di sangue ricoprì tutto il quartetto del suono, facendo accapponare la pelle ai ninja della foglia lì presenti.
“Siamo dieci volte più forti rispetto alla nostra vita precedente e quel tipo sputa-fulmini se ne accorto a sue spese” si vantò la ragazza dando un occhiata soddisfatta al cadavere poco lontano di Raiga, mentre lei e i suoi compagni fecero sparire il chakra della volpe.
“Il ninja nostro compagno che sta raggiungendo Sasuke” continuò Jirobou.
“era di gran lunga più forte di noi anche prima di risorgere, ma ora che è tornato in vita con il potere della volpe a nove code è diventato un mostro sotto ogni punto di vista”
Kidomaru si stiracchiò portando al cielo tutte e sei le braccia sbadigliando sonoramente.
“Anche se uno di quei due di Akatsuki fosse la forza portante, non avrebbe speranze comunque” disse il ninja aracnoide.
“quando riceve un ordine da Orochimaru-sama, non esiste forza in celo o in terra che possa fermare il nuovo Kimimaro”


Senza neanche avere il tempo di attaccare una sola volta, tutte e cinque le marionette vennero sbalzate lontano dal chakra dei due ninja.
Una delle zampe rosso sangue di Naruto si allungò coprendo in un attimo la distanza che separava i due semi-bijuu e assestò un pugno in piena mandibola al serpentone, il quale contrattaccò subito scagliando addosso alla volpe un drago ombroso limitandosi semplicemente ad agitare una delle sue code nere come la pece. Ognuno venne sbattuto a terra dalla forza del colpo dell’altro ma entrambi si rialzarono subito.
“Arte dell’oscurità!” sibilò l’Uchiha.
“danza dei sei draghi ombrosi!”
Da ognuna delle code del serpente nero si staccò una grossa quantità di chakra, che prese la forma di sei serpeggianti draghi ombrosi i quali si lanciarono subito addosso a Naruto.
“Kazekage!”
Un muro di sabbia di ferro si creò davanti alla volpe, ma quando i draghi ombrosi si scontrarono contro di esso si sbriciolò e Naruto ricevette in pieno l’intero attacco.
La forza della tecnica lo trascinò via molto lontano, almeno per un centinaio di metri, e alla fine lo tsukikage si ritrovò leggermente stordito in un enorme cratere.
Merda! Pensò.
gli è spuntata una sola coda in più rispetto all’attacco di prima, ma la sua forza è aumentata di così tanto?E’ pazzesco.
Sul bordo del cratere si affacciò il suo avversario con le fauci spalancate, pronto a ricominciare la battaglia.







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Capitolo 26
*** Un alleato impensabile (parte 2) ***


A tre mesi di distanza dall’ultimo aggiornamento, Gexe è tornato! Reduce dal più insistente crampo della scrittore che gli sia mai venuto ( Perché non gli dici invece che ti era passata la voglia? NdSorellaAutore) (Ma te ammazzarti col gas una volta tanto no??? Nda)
Se il cap non vi aggrada molto è perché sono fuori allenamento, ma mi rifarò presto (spero) .

Cap 26 Un alleato impensabile (parte 2)






“Scriverò la parola fine con il tuo sangue!” Gridò Naruto, gettandosi al collo dell’enorme serpente nero e affondandovi le proprie zanne.
Sasuke gridò di dolore e cominciò a dimenarsi convulsamente, poi contrattaccò, avvolgendo il bollente corpo delle volpe con le sue spire e cominciando a stringere con forza sempre maggiore.
Naruto riuscì a liberare un braccio e diede un devastante pugno alla mascella del moro costringendolo a mollare la presa e a rimettere le distanza tra i due.
Ci sto mettendo troppo… da un momento all’altro l’effetto del tonico potrebbe svanire e io ci resterei secco.
Sasuke mulinò le sue code quasi fosse un pavone e subito da esse cominciarono a staccarsi grandi brandelli di chakra nero che si innalzarono nel cielo.
Erano tanti, tantissimi brandelli che si libravano pericolosamente sopra le teste dei due mezzi-bijuu e sembrava quasi che quei grossi frammenti si stessero gonfiando sempre di più.
“…Huhuhuhuh…” rise Sasuke.
Il biondo ringhiò in risposta alla risata di Hachimata, ma nello stesso tempo indietreggiò di qualche passo.
“Che hai da ridere?” ruggì.
Il serpente piantò il suo Sharingan negli occhi bianchi del suo avversario.
“E’ davvero buffo” rispose.
“a causare la morte di Sasori delle sabbia rossa… è stata una variante della tecnica che sto per lanciarti contro… sarei in grado di resistergli, Naruto?”
Il ragazzo si raggelò per un istante: il combattimento aveva preso una brutta piega.
“Yoko, mi serve un’altra coda o qui finisce davvero male!”
“Scordatelo. Puoi fare il macho quanto ti pare, ma il tuo corpo è da tre anni che non è più abituato a simili livelli di chakra. Una sola coda in più e, tonico o non tonico, il tuo cuore scoppierà” rispose secca la ragazza senza rendersi visibile.
“E ti pareva! Perché queste cose non capitano mai ai buoni?”
I brandelli di chakra nero cominciarono a prendere una forma allungata e serpeggiante, sembravano quasi…
“Cazzarola!” fu il commento della rossa.
“Yamiton!” Gridò Hachimata.
Fu come se fosse calata la notte, le luci si spensero, ogni suonò cessò, il vento stesso se ne andò impaurito.
Il sole era stato completamente oscurato.
Mille draghi ombrosi si ergevano imponenti e minacciosi sopra il campo di battaglia, pronti a far saltare per aria l’intera valle e tutto quello che c’era sopra di essa.


“Alla fine ci sei riuscita” disse con scarso entusiasmo Jiraya
“hai stretto un accordo con Orochimaru”
Lei fece un verso di stizza e portò lo sguardo verso la finestra del suo ufficio.
“Ad essere sinceri avrei preferito affogare da sola, piuttosto che a fianco di quella biscia traditrice” ammise la donna.
“ma non si tratta solo di me: si tratta di tutto il villaggio e del mondo come lo conosciamo oggi. Se l’Akatsuki non verrà sterminata, il mondo intero cadrebbe ai suoi piedi e tutti i nostri propositi di liberà e giustizia andrebbero a farsi benedire. Dobbiamo sconfiggerli, costi quello che costi”
La bionda prese un rapporto sistemato disordinatamente sul tavolo di legno e lo lesse con fare non troppo interessato.
“Oltre al villaggio del suono si sono uniti a noi quello della sabbia, della nebbia, della roccia, del fulmine e della pioggia, oltre ad altri villaggi ninja minori che comunque hanno compreso il pericolo di Akatsuki”
Il sannin si avvicinò di un passo alla scrivania dove era seduta la sua compagna di squadra.
“Il villaggio della pioggia? Non vorrai dirmi che dovrò combattere a fianco di quel cetriolo sott’olio di Hanzou?”
“Il “cetriolo sott’olio” come lo chiami tu, parecchio tempo fa aveva fatto un culo tanto a te, me e Orochimaru. E’ uno dei nostri alleati più forti, non dimenticarlo”
“Cosa ha chiesto in cambio?” Chiese all’improvviso il vecchio cambiando completamente discorso.
“Orochimaru non è tipo da fare favori del genere in cambio di niente. Cosa ti ha chiesto in cambio del suo aiuto?”
Tsunade si alzò dalla sedia e guardò fisso in volto il suo caro amico.
“Mi ha chiesto i cadaveri di Naruto e del leader di Akatsuki, tremo al sol pensiero di cosa voglia farne”


“Hei! Non facciamo scherzi! Chi ha fatto andar via la luce?” Sbottò Tayuya che cominciava a preoccuparsi parecchio.
“Sakon! Hei, Sakon! Devo avere qualcosa negli occhi, non vedo niente!”
“Imbecille! Non c’è più luce, è per questo che non vedi niente!”
“Aspettate, ho una torcia nel mio zainetto” intervenne Sai.
“adesso la prendo… ehi, non mi ricordavo che il mio zainetto fosse così flaccido…”
Sbakabam!!!
“Che succede? Che è stato quel rumore?” sbottò Ryu.
“Niente. Sai ha scambiato il mio sedere per il suo zaino e ne ha pagato le conseguenze” disse innocente Sakura massaggiandosi il pugno destro.
Lentamente la luce tornò a illuminare la zona.
“E quelli che diavolo sono? Uccelli?” chiese Kidomaru indicando quello che sembrava in lontananza un enorme stormo di uccelli.
“No. Qualcosa di parecchio più fastidioso” Rispose Kabuto con una piccola goccia di sudore al lato della fronte.
“suggerisco di allontanarci da qui il più velocemente possibile o rischiamo di saltare per aria”


Il serpente nero cominciò a ridere a crepapelle e non sembrava proprio che avesse intenzione di smettere.
“Ehi, stronza di una sorella, chi è il più forte adesso, eh?”
Naruto fece una smorfia: ormai Hachimata aveva preso il controllo totale sul corpo dell’ex-compagno di squadra.
“Yoko… che devo fare?” sussurrò il biondo.
Non ricevette alcuna risposta.
I draghi ombrasi puntarono verso il loro obbiettivo.
“Che devo fare?”
Hachimata rise ancora più forte di prima.
“Sarò io a scrivere la parola fine… una volta per tutte! Yamiton: Nissen Kageryuudan no Mai!”
La danza ebbe inizio e tutti i dragoni cominciarono a serpeggiare veloci verso la piccola volpe dal manto cremisi.
“…che devo fare?…”
Le gambe e le braccia gli tremavano, il respiro era affannato, gli occhi che bruciavano, quasi volessero far uscire delle lacrime di disperazione.
“…Che devo fare!?…”

Impatto.

Le nuvole vennero spazzate vie, gli alberi di tutta la foresta vennero sradicati e portati via dalla forza del fortissimo vento causato dalla tecnica, l’incredibile onda d’urto fece tremare la terra, mentre molteplici esplosioni continuavano la loro opera di distruzione sul campo di battaglia dei due mezzi-bijuu.
Un enorme, gigantesco cratere profondo decine e decine di metri.
Questo è ciò che rimase della valle che fino a qualche istante prima sorgeva allegra in quell’anfratto di terreno.
Sul fondo del cratere si era alzato un grosso polverone che andava via via diradarsi, rendendo visibile la figura umana che si ergeva in piedi a fatica.
“Tsk… cretina di una salamandra… che senso ha scagliare una tecnica… dalla quale non sei in grado di difenderti dal contraccolpo?” Borbottò scocciato Sasuke, libero dal vincolo del chakra nero e finalmente tornato nella sua forma umana.
In effetti l’onda d’urto della Danza dei mille draghi ombrosi aveva ferito il suo stesso utilizzatore, una brutta ferita al torace stava a dimostrare che il giovane Uchiha non era ancora in grado di gestire appieno la forza del bijuu dentro di lui.
Si guardò attorno, notando solo allora dell’enorme cratere dove era sprofondato a causa dell’esplosione.
Con un simile potere…
Sul volto di Sasuke comparve un sorriso di gioia selvaggia.
… uccidere Itachi sarà un gioco da bambini.
Attivò lo Sharingan e si guardò intorno: rocce, polvere, terra e altre rocce. Nient’altro.
“Uh…uh…uh…” rise debolmente.
“questa volta… la vittoria… me la porto a casa io”
Si voltò e cominciò ad avvicinarsi barcollante verso una parete del cratere.
Uhm… pensò.
ora come faccio a uscire da questo buco?
Mise una mano sulla parete di nuda roccia davanti a lui, avrebbe usato il controllo del chakra e…
Un attimo… pensò confuso l’Uchiha.
Si concentrò di più sulla sua mano che era a contatto con la parete:
Tum-tum…
Aveva sentito bene?
Tum-Tum…
Sì. Aveva sentito benissimo.
Tum-Tum…
Poggiò un orecchio sulla parete di roccia, per accertarsi di non esserselo solo immaginato.
Tum-Tum…Tum-tum…Tum-tum…
Da quando le rocce hanno un battito cardiaco? Si chiese non poco confuso Sasuke, ma prima che si desse una qualsiasi risposta, un braccio spuntò improvvisamente dalla roccia e prese il ragazzo per il collo alzandolo da terra.
“Che… che cribbio…!?”
Dalla roccia cominciò a spuntare fuori una spalla malridotta e poi una testa dai capelli biondi, con gli occhi chiusi che lacrimavano sangue ma con un sorriso soddisfatto che andava da una guancia all’altra.
“Ti piace… questa tecnica?” Chiese Naruto, stringendo con maggior forza la presa al collo dell’ex-compagno di squadra.
“me l’ ha insegnata… un mio amico dell’Akatsuki… nemmeno con il Byakugan saresti stato in grado di vedermi… è davvero utile”
Sasuke cominciò a dimenarsi e ad annaspare in cerca di ossigeno, ma la presa era ferrea, non dava possibilità di scampo.
Naruto uscì completamente dal suo nascondiglio di roccia, mentre il moro cominciava a dimenarsi sempre di meno.
Se non fosse stato per la tecnica di fusione che mi aveva insegnato Zetsu, a quest’ora sarei certamente morto.
Sasuke smise di dimenarsi, la testa a penzoloni, le braccia che gli cadevano senza quasi senza vita lungo i fianchi.
Con un gesto secco, Naruto fece volare il corpo svenuto dell’Uchiha a qualche metro di distanza.
“E adesso… caro Hachimata… il mio sensei… ti farà conoscere la statua del re dell’inferno…”
Si avvicino al moro con passo lento e insicuro e si preparò a usare la tecnica di Yoko per trasportare all’istante lui e Sasuke al villaggio della Luna Rossa per estrarre il bijuu dalla sua forza portante.
“Naruto attento!”
L’avvertimento della rossa giunse in ritardo alle orecchie del biondo: una pioggia di kunai e di shuriken lo avevano centrato in pieno, costringendolo a indietreggiare verso la parete di roccia.
La vista del membro di Akatsuki cominciò ad appannarsi e le gambe reggevano il peso del suo corpo solo per miracolo: la stanchezza stava cominciando a riscuotere il suo tributo.
Un ninja con il coprifronte del villaggio del suono si parò davanti al biondo.
Gli dava l’impressione di averlo già visto, ma faceva fatica a focalizzare il ricordo.
“Il bambino della volpe a nove code. E’ da più di dieci anni che non ci vediamo, ti ricordi ancora di me?”
Aveva dei capelli argentei con un riga a saetta, gli occhi azzurri bordati di rosso, il volto impassibile e impenetrabile, sul petto il sigillo della terra che caratterizzava i ninja prescelti da Orochimaru per essere dei candidati come suo prossimo contenitore.
“Kimimaro…” sussurrò
Ormai era sfinito e per di più sentiva chiaramente che l’effetto del tonico si stava esaurendo: non avrebbe potuto vincere in nessun caso.
“Quando… quando Sasuke si sveglierà” cominciò Naruto con tono debole, mentre nove code semi-trasparenti cominciarono ad avvolgerlo.
“digli che la prossima volta che combatteremo… uno di noi due morirà”
Così dicendo, le code lo ricoprirono del tutto, rinchiudendo Naruto in una specie di sfera rosso sangue.
La sfera si innalzò alta nel cielo e poi si allontanò a velocità sostenuta verso il villaggio della Luna Rossa.





Il prossimo aggiornamento sarà in settimana, giovedì o al massimo venerdì.
Per Zalk909192: la scena lemon Naru/Yoko la metto nel prossimo cap, in questo mi sarebbe risultato parecchio difficile metterla, dovrai aspettare ancora un pochino.



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Capitolo 27
*** Umana ***



Come promesso, ecco il cap 27.
Commenti numero, mi raccomando!



Cap 27 Umana





Artemis era nella sua stanza, seduto sulla poltrona davanti al caminetto acceso, intento a godersi il dolce tepore del fuoco. L’inverno non avrebbe tardato ad arrivare e con l’arrivo della nuova stagione, il termine della vita di Naruto sarebbe stato più imminente.
Ormai mancavano non più di due settimane.
Se in quelle due settimane non avessero preso Hachimata…
Sedici anni di impegno, fatiche e sacrifici sarebbero stati del tutto vani.
Era un rischio troppo alto.
Così fu costretto a ideare un piano d’emergenza, che però era costato la vita a un suo sottoposto.
Con una fitta al petto, il pensiero di Hinata gli tornò in mente crudele e violento, riempiendo il granitico cuore del Mukenin di sensi di colpa.
Non mi era rimasta altra scelta… pensò sconsolato il leader.
probabilmente non mi perdonerai mai per quello che ho fatto Naruto, spero che almeno ti degnerai di conservare il mio ricordo nel tuo cuore
.
La finestra cominciò a sbattere a causa di un’improvvisa raffica di vento, mentre, lenti e silenziosi, alcuni foglietti di carta planavano aggraziati verso il pavimento.
“Hai fatto presto” borbottò con scarso entusiasmo Artemis, senza distogliere lo sguardo dal focolare davanti a lui.
Sakurazaki fece qualche passo in avanti e si sedette a fianco al leader di Akatsuki.
“Hai detto di aver trovato un modo per guarire definitivamente Naruto” cominciò la donna, anch’ella fissando il fuoco che scoppiettava allegro davanti a lei.
“a cosa ti riferivi?”
Artemis assunse un aria tra il pensieroso e il preoccupato, poi rispose.
“Quando Hinata era stata catturata dai ninja della foglia, Itachi approfittò della confusione per intrufolarsi a villa Hyuuga e prendere un rotolo” cominciò.
“quel rotolo contiene tutti i segreti del clan Hyuuga: la tecnica delle sessantaquattro chiusure, la rotazione suprema, i segreti del Byakugan e molto altro ancora” Attizzò il fuoco stancamente e estrasse dalla veste il rotolo in questione.
“oltre a questo, ci sono anche i risultati di alcune ricerche svolte in segreto dagli Hyuuga riguardo il sistema circolatorio del chakra. Una tecnica in particolare ha destato il mio interesse”
La donna spostò lo sguardo verso il suo interlocutore.
“Che tipo di tecnica?”
“Qualcosa di molto simile alla tecnica dell’immortalità di Orochimaru, ho il sospetto che abbia preso spunto da questo jutsu per perfezionare la sua Shoten no Jutsu. Comunque, è una tecnica di rivitalizzazione. Consiste nel trapiantare parte del sistema circolatorio di un corpo giovane in un corpo più vecchio, rinvigorendo il sistema circolatorio logorato dall’età e donandogli un vigore nuovo”
Il volto di Sakurazaki si illuminò
“Proprio la tecnica che fa al caso di Naruto! Con una tecnica del genere potremo rivitalizzare il suo sistema circolatorio!” Esultò
“Non è così semplice” puntualizzò il leader.
“ci sono due controindicazioni per questa tecnica: la prima, è che il ninja donatore deve essere di forza pari a quella dell’individuo che riceve il nuovo sistema circolatorio, o si rischia un rigetto. La seconda, ed è per questo che gli Hyuuga smisero di perfezionare questi tecnica, è che il donatore risulterà per sempre debilitato a causa della mancanza di una parte del proprio sistema circolatorio e la sua vita verrà ridotta di molto, in proporzione alla quantità di sistema donato”
L’ex-membro di Akatsuki corrugò la fronte.
“Quindi, con questa tecnica, se uno donasse il 30% del suo sistema circolatorio, la sua vita sarebbe ridotta della stessa percentuale, giusto?”
“Infatti. Il problema è che Naruto ha l’intero sistema circolatorio ridotto a colabrodo, trapiantarne un semplice 30% non servirebbe a niente: bisogna trapiantargli il 100% di sistema circolatorio di un altro ninja forte come lui”
“E’ una follia!” Esplose la donna.
“Il donatore morirebbe all’istante, e poi un intervento del genere durerebbe decine di ore! E il sistema circolatorio di Naruto è già abbastanza compromesso così com’è, non potrebbe mai resistere per così tanto tempo a un stress del gen…” si bloccò all’improvviso, capendo al volo dove il suo ex-compagno volesse andare a parare.
Artemis si concesse di fare una risatina.
“Per questo mi piacevi” disse.
“tu e io ragioniamo sulla stessa lunghezza d’onda e arriviamo sempre alle stesse conclusioni”
Anche l’uomo portò i suoi occhi in direzione della sua interlocutrice.
“Con il Ryume Sharingan di Itachi potremo trasferire istantaneamente il nuovo sistema circolatorio direttamente nel corpo di Naruto. La capacità di manipolare lo spazio a livello molecolare di quegli occhi è l’ideale per ridurre al minimo i rischi di un intervento del genere. Il Ninja donatore morirà lo stesso, ma di questo non mi importa”
Allora per questo ha sacrificato Hinata: per far ottenere a Itachi il Ryume e per poter curare Naruto… che piano crudele pensò Sakurazaki
“Ma ci riuscirà?” chiese incerta la donna.
“Itachi possiede quegli occhi da meno di un giorno, quella che tu descrivi sembra una tecnica molto avanzata e complessa, non credi che qualcosa potrebbe andare storto?”
Il mukenin scosse la testa.
“Itachi è un genio, non dimenticarlo; e poi penso che un mio esuberante sottoposto abbia già fatto quattro chiacchiere con lui per dargli qualche dritta a riguardo, non ho preoccupazioni su questo”
Sulla fronte di Sakurazaki cominciò a formarsi una piccola goccia di sudore freddo.
“Allora… io a cosa ti servo? Perché mi hai chiamata?”
Artemis rimase in silenzio per qualche istante, poi si alzò lentamente dal divano, lo aggirò e si diresse verso la finestra aperta, affacciandosi e guastandosi appieno la brezza invernale.
“Non mi piace ripetermi, lo sai” disse con tono grottesco.
L’atmosfera nella stanza cambiò: ci fu un’altra improvvisa raffica di vento e il fuoco nel caminetto si spense, una nuvola solitaria coprì il sole per intero, facendo cadere il locale in una semioscurità quasi spettrale.
“per salvare Naruto ho bisogno di donargli il sistema circolatorio di un ninja che sia di forza pari alla sua… e credo proprio di aver trovato questo ninja”
Un kunai apparve dal nulla nella mano del leader di Akatsuki.


A qualche chilometro di distanza, intanto…


Una figura femminile si sporse circospetta da dietro un castagno, annusò con cura l’aria circostante e si concentrò al massimo sul suo udito in cerca di rumori insoliti o sospetti: per fortuna non c’era niente di tutto questo lì attorno.
Yoko tirò un sospiro di sollievo e cominciò a balzare di ramo in ramo fino a giungere ad un enorme albero; lì dietro Naruto si stava riposando per cercare di recuperare le forze.
Anche con l’ausilio del tonico, il suo fisico aveva risentito parecchio della settima code del chakra della volpe.
“Non avverto la presenza di nessuno nel raggio di dieci chilometri, poi riposare in tutta tranquillità ora” assicurò la rossa a Naruto con un sorriso.
Lo Tsukikage era seduto con la schiena contro il tronco dell’albero, gli occhi semichiusi e il fiato ancora corto per lo sforzo fatto solo una decina di minuti prima. “… Bene” sussurrò appena percettibile.
Yoko osservò il ragazzo di fronte a lui per qualche istante, poi si avvicinò, si sedette a fianco a lui, lo prese per mano e poggiò la testa sulla sua spalla.
“Sei stato grande, cucciolo” gli sussurrò all’orecchio.
Il biondo si sforzò per quanto permise la sua spossatezza e si impegnò a mostrare l’abbozzo di un sorriso.
“…“Siamo” stati grandi… Yoko. E’ stato… un bel… lavoro di squadra…” esalò.
Colto da un senso di disagio alla gola, Naruto tossì, sputando fuori alcune gocce di sangue, alla viste della quali la rossa si spaventò molto, ma prima che potesse fare o dire qualunque cosa, il biondo cominciò ad accarezzarle delicatamente una guancia, mentre con l’altra mano intrecciava le proprie dita con le sue.
“…sei…davvero bella… te l’ ho mai detto?…” Chiese lui guardandola nei suoi occhi rossi come il fuoco.
La ragazza arrossì leggermente, per poi sporgersi verso Naruto e dargli un leggero bacio sulle labbra.
“Sei proprio un ragazzo dolce, Naruto…”
Lo baciò di nuovo, con più passione e più ardore di prima. Le loro lingue si cercavano, giocavano e si intrecciavano, per dimostrare il proprio amore reciproco, per rassicurarsi a vicenda, per poter soddisfare il loro desiderio e la loro passione.
“Naruto…” sussurrò lei staccandosi a malincuore, mentre una lacrima le scorreva tra i segni simili a dei baffetti sulle guance.
“hai una costola rotta che si è conficcata nel tuo polmone destro… hai una grossa emorragia interna… e io non ti posso curare con il mio chakra… o il tuo sistema circolatorio collasserà…”
Altre lacrime seguirono l’esempio della loro prima compagna, scivolando silenziose sul volto della ragazza.
“Se…se non ti trovano entro un’ora… due al massimo… morirai…” disse tra un singhiozzo e l’altro.
Distolse lo sguardo dal ragazzo davanti a lui e si concentrò invece sul paesaggio attorno a loro.
Non se ne era accorta.
Quell’anfratto di foresta si era salvato dal combattimento tra i due mezzi-bijuu e la flora splendeva rigogliosa e vivace, nonostante l’inverno fosse alle porte, quasi non ne volesse sentire dello scorrere delle stagioni e volesse sempre rimanere splendido a rigoglioso per tutto l’anno.
Un ciliegio in fiore poco distante regalava al suolo i petali dei suoi fiori, bianche margherite ricoprivano il paesaggio dando l’impressione di essere sulla tela di un quadro, bagnata solo dal verde dell’erba e dal rosa del ciliegio.
Una mano gentile da sotto il mento la costrinse a riportare lo sguardo verso lo Tsukikage.
“E’ questa… la fiducia… che hai in me?” chiese lui, impegnandosi al massimo per ottenere un tono ironico.
“credevo… di essere stato chiaro… io… ti ho fatto… una promessa”
Gli occhi di Yoko cominciarono a tremare per la forte emozione che in quel momento stava provando.
“Io… io… io non…non morirò… prima di… di averti fatta… diventare umana… grazie alla Fenice”
Naruto… pensò la rossa, colma di una gioia che non aveva senso.
“dico le cose… così come stanno… e non mi rimangio mai… la parola data… perché è questo… il mio modo di essere ninja”
Yoko abbraccio delicatamente il biondo, stando ben attenta a non provocargli alcun dolore al suo corpo debilitato.
“Però” cominciò Yoko.
“a me non dispiacerebbe nemmeno… morire qui, insieme a te”
Naruto rise.
“sei… una vera… romanticona… Yoko… non l’avrei mai detto…”
Gli occhi del membro di Akatsuki divennero pesanti, inutile fu la lotta per rimanere cosciente, ma prima che il buio più totale lo accolse, il ragazzo fu certo di vedere un falco bianco e candido come la neve spiccare il volo da un albero li vicino per poi perdersi nell’immensità del cielo.




Cavoli! Voci di corridoio mi informano che Tobi e Naruto nell’ultimo capitolo del manga si sono incontrati e che quest’ultimo gli abbia dato una rasengata in pieno petto senza però sortire alcun effetto sul membro di Akatsuki!
Chi mi dice come sono andate le cose per davvero? Io sono rimasto che Jiraya ha perso un braccio per colpa di Pain!
Ci vediamo settimana prossima!

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Capitolo 28
*** Risvegli ***





Scusate il ritardo, l’ispirazione tardava ad arrivare.


Cap 28 Risvegli




Sasuke Uchiha riaprì lentamente gli occhi, ma un forte raggio di luce proveniente dalla finestra al suo fianco glieli fece bruciare per qualche istante.
Se li coprì con la mano, voltando la testa dal lato opposto.
Dove sono?
In un solo attimo, il moro rivide tutto ciò che gli era accaduto durante il combattimento con il suo ex-compagno di squadra, dalla nuova marionetta che aveva tirato fuori, alla danza dei mille draghi ombrosi.
Colto da un improvvisa fitta di dolore al petto, Sasuke si lasciò sfuggire un gemito di dolore e si portò una mano sulla zona dolorante; il suo torace era ricoperto di bende bianche e pulite, segno che la sua ferita riportata dal combattimento era guarita, o quanto meno suturata.
Si guardò intorno e capì che si trovava all’ospedale di Konoha: era la seconda volta che finiva in quello schifo di ospedale solo in una settimana, al solo pensiero il suo orgoglio gli causò un'altra fitta all’altezza dello stomaco, ma la ignorò.
Scese con passo insicuro dal letto e si diresse piuttosto barcollante verso la porta, sentendo due persone che parlavano animatamente fuori di essa.
“…Sakura e Sai come stanno?” chiese una voce, sembrava quella di Kakashi.
“Da quando si sono svegliati hanno cominciato a migliorare a vista d’occhio, per domani potrei anche dimetterli” rispose un’altra voce, quella di Tsunade.
“per quanto riguardo Ryu e la sua allieva, penso che resteranno fuori combattimento per almeno un’altra settimana, dipende da quanto durerà ancora il coma”
Sasuke scostò leggermente la porta per sentire meglio la conversazione.
“…e Sasuke?” Chiese poi Kakashi dopo un attimo di esitazione.
La bionda non rispose subito, incrociò le braccia e assunse un’aria preoccupata.
“Quando me lo avete riportato, aveva al massimo due o tre ossa ancora intere, il resto del sistema scheletrico e muscolare era devastato, ed è un miracolo che non sia morto durante il viaggio di ritorno” cominciò lei.
“ ma c’è una cosa in particolare che mi preoccupa moltissimo”
Il moro cominciò a sudare leggermente, capendo al volo che quello che stava per sentire non gli sarebbe piaciuto affatto.
“Il sistema circolatorio di Sasuke è stato terribilmente provato dall’eccessivo uso del chakra di Hachimata, e questo ha causato un danno enorme”
In Jonin dai capelli bianchi guardò la sannin davanti a lei con una strana espressione sul viso.
“Quanto enorme?” Chiese.
Tsunade abbassò il capo leggermente e portò lo sguardo altrove.
“Non sarà più in grado di utilizzare alcuna tecnica ninja per resto della sua vita, che dubito sarà più lunga di altri tre anni”


A parecchi chilometri di distanza, un altro ninja apriva gli occhi, anch’esso parecchio fortunato di essere ancora vivo.
“Ben svegliato, comandante” disse una voce
Naruto impiegò parecchio per mettere a fuoco la situazione: si trovava certamente nella letto di camera sua, riconobbe il soffitto, l’arredamento, perfino l’odore delle suo coperte.
Spostò lo sguardo verso la fonte della voce per capire a chi appartenesse.
Una bellissima ragazza dai lunghi capelli neri, vestita con il tipico abbigliamento da ANBU, il coprifronte del villaggio della Luna Rossa e con una katana dietro la schiena era seduta sulla sedia a fianco al letto dello Tsukikage.
E questa chi è? Si chiese non poco confuso Naruto, ma poi, osservando meglio i lineamenti della ragazza davanti a lui, comprese di aver fatto un grosso, enorme, madornale errore di valutazione.
“Haku?!?” Chiese quasi scandalizzato il biondo.
Haku sorrise.
“Vi ricordate ancora di me allora, che piacere. Infondo è da tre anni che non ci vediamo, Naruto-sama”
Naruto si alzò a fatica dal letto e si mise seduto sul bordo del materasso. Non avvertiva alcun dolore, segno che i ninja medici che aveva reclutato, per sua fortuna, sapevano far bene il loro mestiere.
“Siete stato molto fortunato Naruto-sama, io e Zabuza-san stavamo tornando all’Akatsukigakure quando abbiano incrociato Kakuzu-san e Hidan-san che ci hanno raccontato cosa era successo. Ho sviluppato una tecnica che mi consente degli spostamenti molto veloci, così ho potuto seguirvi mentre vi stavate ritirando usando quello strano Jutsu volante. Quando vi ho trovato eravate privo di sensi e vi ho subito portato dal ninja medico che era con noi, che ha effettuato un primo soccorso, poi siamo subito corsi verso il villaggio”
Ripensando al suo scontro con Sasuke, un sorriso amaro si stampo sul volto di Naruto.
“E’ la seconda volta di seguito” si lamentò.
“che quella biscia soprappeso mi sfugge dalle mani… e pensare che ero così vicino”
Haku scosse la testa.
“Non deve biasimarsi, comandante. Forse soltanto Artemis-sama sarebbe riuscito a catturare la forza portante mentre era in quello stato. L’Uchiha aveva dalla sua, oltre all’immenso chakra di Hachimata, anche la forza del suo Sharingan, era l’avversario peggiore che vi potesse capitare. Tuttavia, sono certo che la prossima volta non avrà scampo contro di voi”
Il sorriso del biondo divenne sereno, rincuorato dalle parole consolanti dell’amico.
“Grazie Haku”
La porta della stanza si aprì e un altro ninja della Luna Rossa entrò, questa volta riconosciuto subito dal biondo seduto sul bordo del letto, sicuro che in quel caso era impossibile andare in errore: bastava vedere l’enorme spadone che si portava alle spalle per capire di chi si fosse lo shinobi davanti a lui.
“Naruto. Ne è passata di acqua sotto i ponti, eh?” Salutò Zabuza.
“Ciao Zabuza” Salutò il ragazzo, per poi osservarlo con curiosità per qualche istante.
“forse è solo la mia immaginazione, ma ho come l’impressione che tu sia diventato molto più forte dell’ultima volta che ci siamo visti”
Il ninja spadaccino ghignò divertito sotto le bende che gli coprivano il viso.
“Ormai credo proprio di aver raggiunto il livello di Kisame, mi dispiace solo che non potrò togliermi questo dubbio” rispose con una punta di delusione.
Sentendosi abbastanza in forze, Naruto scese dal letto e si diresse verso la porta.
“Devo parlare con Artemis, dopo sarà un vero piacere fare una conversazione con entrambi voi”
Così dicendo passò oltre il traditore della nebbia e si chiuse la porta alle spalle. “Diavolo” borbottò Zabuza.
“gira e rigira, mi sono dimenticato di dirgli di Hinata-san”


“Perché glielo dovrei dire io!?” sbottò pallidissimo Hidan
“Tu sei immortale, non corri alcun rischio!” disse Deidara.
“Vabbè grazie! Anche se sono immortale il dolore non cambia di una virgola!” si lamentò.
“perché non lo fate fare a Kakuzu? Anche a lui se gli staccano la testa non gli succede niente!” propose
“Ehi! Cos’è? Fai lo scarica barili adesso? Che centro io!?” gridò il tesoriere.
“Sempai, perché non lo dite voi a Naruto-kun?”
“Ma sei pirla o magni sassi, Tobi!? Se glielo dico io, quello ingrana la nona coda della volpe e poi mi mangia vivo!”
“In effetti è molto probabile…”
Cadde il silenzio tra i quattro, silenzio che nessuno osò rompere per tutto il minuto successivo.
“Naruto morirà per il dolore appena lo verrà a sapere…” biascicò Deidara abbassando lo sguardo.
Hidan, Kakuzu e Tobi abbassarono anche loro il capo, incapaci di aggiungere qualcos’altro alla frase del loro compagno.
All’improvviso Hidan voltò di scatto la testa e il suo volto divenne una smorfia di rabbia.
“Tu!?” Esplose il religioso, vedendo Itachi Uchiha che veniva verso di loro, il braccio destro che ancora mancava all’appello.
“che ci fai ancora qui!? Se Naruto ti vede, come minimo ti strappa via la testa a suon di morsi!”
“Come se un perdente come lui ne fosse in grado” borbottò il moro con strafottenza, passando oltre al gruppo di mukenin, però Deidara lo afferrò per l’unico braccio ancora in possesso dell’Uchiha, bloccandolo.
“Ehi, dove pensi di andare, ammazza-compagni!?”
“Da Naruto” disse con semplicità.
“visto che ve ne stati qui a cagarvi addosso dalla fifa, dubito che qualcuno di voi avrà il coraggio di andare da lui a dirgli che Hinata è morta, perciò ho deciso per voi di andarci di persona”
Deidara digrignò i denti come un cane rabbioso.
“Anche a costo di togliere a Naruto la soddisfazione di ammazzarti con le sue mani, adesso io ti trasformo in un opera d’arte!”
Hidan, Kakuzu e Tobi sembravano proprio dello stesso parere dell’artista, infatti tutti stavano prendendo le armi, ma nessuno fece in tempo a fare niente.
“Stupidi ometti” borbottò Itachi, prima svanire nel nulla.
“Dove diavolo…!?” Prima che Deidara se ne potesse accorgere, finì scaraventato a terra insieme ai suo quattro compagni.
“Che… che è stato?… non ho visto niente…” borbottò il biondo prima di perdere i sensi.
I restanti tre membri di Akatsuki erano a terra agonizzati per la violenza del colpo subito, incapaci di muovere un solo dito a causa del dolore che continuava a pervadere i loro corpi.
Come diavolo ha fatto? Pensò confuso Kakuzu.
non ha composto nessun sigillo e non mi sono accorto di niente, inoltre… questa non sembrava affatto una tecnica ninja convenzionale.
Lottando contro il dolore lancinante, spostò la testa in modo da poter osservare Itachi che si allontanava con passo tranquillo verso il palazzo dello Tsukikage.
Quello non è il solito Itachi… è cento volte più forte di come lo ricordavo.
Continuando a far finta di essere svenuto, Tobi sorrise soddisfatto dietro la sua maschera arancione: come previsto, Itachi non lo aveva deluso.


Capitolo di stazionamento…
Nel prossimo cap vedremo come è andato a finire lo scontro Artemis vs Sakurazaki e non ci starebbe male l’inizio di un Naruto vs Itachi.
Ci vediamo lunedì prossimo, promesso!




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Capitolo 29
*** Tsukiyomi Uchiha ***




Ciao a tutti! Questo cap l’ ho scritto per quelli che mi avevano chiesto di fare un capitolo per Tsukiyomi Uchiha, la sorella del leader.
Spero che piaccia anche agli altri!



Cap 29 Tsukiyomi Uchiha



Tre ninja erano seduti sopra un tronco semi-carbonizzato, davanti a loro stava fluttuando a mezz’aria una grossa sfera rossa come il sangue, sulla quale apparivano delle immagini distorte.
Dietro di loro sorgeva una piccola baita, con un comignolo che sputava fuori allegro dei continui sbuffi di fumo, una finestra aperta che dava verso oriente e qualche rosa rossa vicino alla porta d’entrata.
L’apparenza tranquilla di quella baita era del tutto in contrasto con il paesaggio lì attorno: a meno di una decina di metri dai tre ninja, un grosso mucchio di cadaveri di demoni e di altri esseri mostruosi era in fiamme, tutto il terreno attorno era cosparso di sangue viola ancora caldo, e la foresta che avrebbe dovuto esserci in quell’anfratto di territorio era completamente scomparsa, lasciando il posto a una landa desolata di polvere e sangue.
La luce del sole era molto debole a causa dei nuvoloni carichi di cenere che infestavano il cielo, il che non permetteva ai tre shinobi di potersi gustare adeguatamente lo spettacolo che la sfera stava offrendo loro.
“Pfff…” sbuffò il primo, molto più alto e robusto rispetto ai suoi compagni
“avessi avuto un decimo della fortuna di Naruto, a quest’ora non sarei qui. Neppure Hachimata è riuscito a metterlo al tappeto ed è perfino sopravvissuto alle ferite riportate allo scontro. Che culo di merda!”
Il ninja alla sua destra non distolse lo sguardo dalla sfera davanti a lui, concentrato a catturare ogni movimento delle figure che apparivano su di essa.
“Sono d’accordo con te, nemmeno a me sarebbe guastata un pochino della fortuna di Naruto, mi avrebbe risparmiato certi incontri…” borbottò, dando una fugace occhiata alla baita alle loro spalle, per poi distogliere subito lo sguardo spaventato.
Il terzo ninja sbuffò sprezzante.
“Siamo capitati in posto da favola dove possiamo massacrare tutti quelli che ci capitano a tiro e avete da lamentarvi? Ma siete incontentabili! Come facevano Naruto e Artemis-sama a sopportarvi?”
I due risero, mentre ora il sole era riuscito a eludere il muro di cenere che ricopriva la zona, illuminando la sfera cremisi e i tre ninja davanti ad essa.
Due di loro erano vestiti con un kimono nero a nuvolette rosse, uno con il coprifronte del villaggio della nebbia, l’altro con quello del villaggio della sabbia, entrambi con uno sfregio sui simboli dei rispettivi villaggi.
Il terzo ninja aveva la divisa da Jonin, il coprifronte con raffigurata una luna a falce e ai fianchi portava due piccoli spadini a forma di parafulmine.
“Oh, finalmente ricomincia a vedersi qualcosa!” esultò Raiga.
Ma le immagini erano confuse e difficilmente interpretabili.
“Aaah… è l’ultima volta che compro qualcosa di seconda mano! Si è visto bene solo per le prime due ore e poi basta!” si lamentò Kisame.
“Speriamo si sbrighi, odio aspettare” disse il Sasori, stuzzicandosi i disordinati capelli rossi con una mano.
Passarono i minuti, ma ancora non si vedeva assolutamente nulla.
“Raiga, come ti è sembrato questo primo periodo qui?” chiese Sasori per ammazzare un pò di tempo.
“Una figata!” rispose euforico l’interessato.
“ho ammazzato più gente in questi tre giorni che in tutta la mia vita! A saperlo che l’inferno era così ci sarei venuto prima!”
“In effetti hai avuto una bella fortuna, sei capitato in buon periodo. Ciò che resta dell’esercito di Lucifer si sta riorganizzando, se ragionano come quel pirla del loro ex-capoccione, domani ci attaccheranno in massa”
“Quanto in massa, approssimativamente?” Chiese curioso Sasori.
“Chi può dirlo? Tre… quattro… cinquecento Jonin al massimo” bofonchiò il mezzo-squalo.
“Domani si preannuncia una giornata piena di funerali” disse Raiga pregustandosi il bagno di sangue che ci sarebbe stato il giorno successivo.
“E’ solo questo periodo che è così. Appena sarà tornata la calma, tornerà il solito mortorio” sottolineò l’altro ninja spadaccino, per poi spostare lo sguardo verso il suo compagno da capelli rossi.
“e per qualcuno tornerà ad essere un inferno vero e proprio qui, dico bene Sasori?”
Il marionettista venne circondato da un alone di depressione, abbassando lo sguardo come un cane bastonato.
“Non infierire, è già abbastanza deprimente così” biascicò debolmente.
Raiga inarcò un sopracciglio.
“Mi sono perso qualcosa?”
Kisame cominciò a ridere maligno, mentre Sasori andava sempre più in depressione.
“Sai chi è Tsukiyomi, vero?”
“E’ la sorella di Artemis-sama, se non mi sbaglio”
“Non sbagli, lo sfigato a fianco a te ha avuto la brillante idea di mettersi insieme a lei”
Il ninja spara-fulmini diede un occhiataccia al membro di Akatsuki al uso fianco.
“Qualcuno qui si da da fare con la sorella del grande capo, a quanto pare” lo stuzzicò, ansioso di mettersi a litigare animatamente con il leggendario Akasuna no Sasori.
Ma rimase deluso: il rosso si limitò a mugugnare depresso.
“Ehi, ma questa checca smidollata era davvero un membro di Akatsuki?”
Chiese Raiga, deluso dalla mancanza di spina dorsale del marionettista.
Kisame rise con più gusto di prima.
“E’ merito della “dolce” Tsukiyomi. Quella sarebbe in grado di rendere docile come un agnellino perfino uno come Orochimaru, Sasori ne è la prova vivente”
Il bruno gettò indietro la testa e si unì alle risate del suo compagno di squadra.
“AH!AH! Noi siamo di tutt’altra pasta, vero Kisame?”
“Giusto! Noi siamo reduci dei durissimi allenamenti della “nebbia di sangue”, ci vuole ben più che Tsukiyomi Uchiha per metterci al guinzaglio!”
Due shuriken giganti sibilarono a pochi centimetri dalle teste dei due ninja spadaccini, riducendo le loro capigliature a due biglie semi-pelate.
“Kisame!!!” Gridò una voce femminile furibonda alle loro spalle.
“Porca troia!” disse il mezzo squalo, caduto a terra per lo spavento preso.
Una bellissima donna si era parata davanti a lui: lunghi capelli neri come la notte, occhi diventati rossi grazie allo sharingan, corpo snello e slanciato da mozzare il fiato, un volto divino ora contorto in una smorfia di rabbia e due seni da far invidia perfino a Tsunade!
“Lurida trota salmonata travestita da luccio di mare!” Sbraitò Tsukiyomi, puntando minacciosa un kunai contro il ninja.
“cosa fai ancora qui!? Oggi è il tuo turno di apparecchiare la tavola!”
Kisame sbiancò.
“N-non è vero! Oggi tocca a Sasori!” si difese
“Io l’ ho già fatto ieri, quindi oggi tocca a te” ribattè tranquillo il rosso.
Tsukiyomi si scrocchiò le dita, ridendo maligna.
“Ti meriti il massimo castigo per la tua dimenticanza…”
I lunghi capelli cominciarono a muoversi a causa di un innaturale vento che ora sferzava l’aria attorno alla baita, mentre la donna cominciava a comporre velocemente dei sigilli, ma proprio quando stava per scagliare la sua tecnica, qualcosa la distrasse.
“E tu chi minchia sei?” sbottò rivolta all’altro ninja spadaccino, ammutolito davanti alla demoniaca donna Uchiha.
“Mi… mi chiamo Raiga. Sono arrivato qui tre giorni fa, si ricorda?” balbettò.
Tsukiyomi sembrava proprio non ricordare.
“Che faccia hai?” sbottò lei.
“sembri uno stronzo di cane appena calpestato da una un frocio!” commentò.
Kisame, in punta di piedi, quatto quatto, se la stava filando silenziosamente, però fece in tempo a fare solo un paio di passi.
“Dove pensi di andare, sottospecie di tonno dipinto di azzurro? Fila subito in cucina e prepara la tavola per cinque persone!”
“Cinque?” Chiese confuso lo spadaccino.
“Sì. Cinque. C’è anche quella tipa lì, come si chiama, insomma: quella con gli occhi bianchi, hai presente? Ho invitato anche lei”
Kisame fece un grugnito sordo ed esibì una piccola smorfia.
“Ancora non parla?” Chiese.
“No. Vorrei vedere, povera piccola, con quello che gli ha fatto quello stronzetto del suo ragazzo. Quell’Itachi è davvero un tipo senza cuore e senza nemmeno un minimo di fibra morale!”
Sasori fece una piccola risata.
“Non a caso siete parenti, non credi Tsukiyomi?” Disse col sorriso sulle labbra.
La donna rispose raggiante a quel sorriso, assumendo un espressione dolcissima.
“Ti amo tanto anch’io Sasori… tu si che sai come prenderle le ragazze”
Kisame sbuffò.
“Sì, certo… nel culo” borbottò appena udibile.
Una vena cominciò a pulsare sulla fronte dell’Uchiha, pronta a esplodere.
“Hai detto qualcosa, caro il mio Flipper?!”
“Niente!” rispose subito Hoshigaki.
“Bravo. E ora fila ad apparecchiare la tavola!”
Scattante come non lo era mai stato, il traditore della nebbia filò velocissimo verso la baita.
“Fermò lì, aspetta un attimo!”
Frenò bruscamente e per poco non finì per terra.
“Che c’è adesso!?”
Raiga era ammutolito e deglutì a fatica, a Sasori una goccia di sudore scivolò lungo la fronte, perfino Tsukiyomi sembrava molto preoccupata.
La sfera aveva ricominciato a proiettare immagini corrette e regolari, e tutti e quattro poterono finalmente vedere cosa stava succedendo in quel momento nel regno dei vivi: sulla liscia superficie cremisi della sfera fluttuante, erano chiaramente visibili Naruto e Itachi in quella che sembrava la foresta antistante il villaggio della Luna Rossa; erano uno di fronte all’altro e Naruto aveva un espressione a dir poco furibonda in volto.
“Kisame” disse con tono brusco la donna.
“meglio se apparecchi per sei persone. Ho come l’impressione che tra poco qui ci raggiungerà qualcun altro”


Il prossimo capitolo lo aggiornerò in settimana, Giovedì se tutto va bene e se non mi viene qualche crampo dello scrittore!
P.S. Chiedo scusa per la mancanza di scontri, ma proprio non mi veniva in mente niente!
P.P.S. Un grazie particolare a Rhymes! Mi ha fatto molto piacere la tua recensione! se mi dici la tua e-mail ti posso spadire una storia che non ho ancora pubblicato su EFP, così da avere un tuo parere.
Ciao a tutti!





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Capitolo 30
*** Me lo prometti? ***







Non avete idea di quanto sia stato complicato scrivere questo capitolo! I mangaka di tutto il Giappone avrenno la mia compassione oggi e per sempre!!!




Cap 30 Me lo prometti?




“Tre Giorni?!” Chiese sbalordito il biondo.
“Già. Hai fatto proprio una bella dormita, cuccioletto” lo prese in giro Yoko ridendo allegra.
Naruto si grattò sotto il mento, stuzzicandosi la crosta di un brutto graffio sotto di esso.
“Questa volta ho davvero creduto di restarci secco…” ammise il ragazzo, beccandosi prontamente un pugno in testa dalla rossa.
“Pfff! Fin che ci sarò io a farti da angelo custode puoi star certo che non creperai presto!” Scherzò lei.
Il sorriso sul volto di Naruto sparì, sostituito da una smorfia malinconica.
“Più presto di due settimane?” Chiese lui con tono lugubre, perfettamente conscio che più di due settimane non avrebbe potuto tirare avanti, con il sistema circolatorio che si ritrovava.
Yoko si zittì e portò lo sguardo altrove, non sapendo cosa fosse meglio dire.
“Artemis troverà una soluzione, vedrai” disse fiduciosa.
“Se è per questo l’ ha già trovata” dichiarò una voce alle spalle dei due.
Naruto si voltò e con uno sbuffò irritato vide Itachi Uchiha che si stava avvicinando.
“Che hai fatto al braccio?” Chiese il biondo, notando l’assenza del braccio destro del mukenin.
“Ho avuto da litigare con Artemis. Ti dispiace venire con me? Ti dovrei parlare” Disse con una certa fretta.
“Non puoi farlo qui?”
“Direi proprio di no”
Senza aspettare una risposta, il moro voltò le spalle e sparì con uno scatto di gambe.
“Insopportabile come sempre…” borbottò tra sé Naruto.
Stava per inseguirlo, se la figura pietrifica di Yoko non lo bloccò all’istante.
“Yoko… che ti succede?” Chiese preoccupato il ragazzo.
La rossa sembrò non sentirlo: era come pietrifica, le pupille degli occhi dilatate, la mano gli tremava incontrollata e sulla fronte cominciò a farsi strada una grossa goccia di sudore.
“Ehi, mi senti?”
La prese per le spalle e le diede una scrollata.
“Chi…” balbettò.
“Chi diavolo era quello lì!?” esplose.
Naruto rimase confuso da quella reazione.
“Come chi era? Era Itachi, che domande fai?”
La ragazza scosse decisa la testa.
“No. Puoi dire quello che vuoi, ma quello non era certo Itachi”
Il biondo non ci stava più capendo niente. Quello che gli aveva appena parlato era Itachi: ne era più che sicuro.
“E se ci tieni a saperlo” continuò Yoko con voce leggermente incrinata.
“quello non era nemmeno un essere umano”


Tre giorni prima, da qualche parte nel paese del fuoco…


“Katon!” Gridò Artemis spiccando un balzo alto nel cielo.
“Karyu Endan!”
Dalla sua bocca si sprigionò un serpeggiante drago di fuoco che subito si fiondo contro la donna sotto di lui.
“Accidenti!” Sakurazaki compose rapidamente un paio di sigilli e il suo corpo si trasformò in una miriade di fogli di carta.
Stupida, così non risolverai niente!
Il drago di fuoco si schiantò a terra, facendo evaporare completamente un piccolo fiumiciattolo a fianco alla donna e trasformando la gola dove stavano combattendo in una gigantesca distesa di lava bollente.
“E quelli che diavolo…?”
Un nugolo di shuriken di carta passarono attraverso il mare di fiamme e trafissero Artemis in vari punti.
“… fa male” borbottò tra sé
. Con il controllo del chakra si aggrappò alla parete rocciosa della gola e poi cominciò a correre su di essa diretto verso il mare di fiamme, ma a metà strada venne sorpreso da un’altra pioggia di shuriken di carta.
“Due volte di seguito non funziona! Kage Bushin Shuriken!”
Artemis lanciò un paio di shuriken che subito divennero cinquanta, moltiplicati dall’effetto della tecnica e ogni stella ninja intercettò tutti gli origami di carta nemici.
Davanti ad Artemis apparve improvvisamente la sua avversaria, che con un calcio deciso lo fece slittare di parecchio sulla parete della gola.
“Puoi spostare i tuoi organi come vuoi…” cominciò la donna, mentre le sue braccia diventavano dei foglietti di carta.
“…ma se i miei origami ti trapassassero simultaneamente su tutto il corpo, io dico che la possibilità di centrare un organo vitale c’è”
I foglietti cominciarono a roteare a velocità sempre più elevata, poi senza il minimo preavviso si scagliarono contro il leader che si era appena rimesso in piedi, e senza avere il tempo di comporre dei sigilli venne trapassato a ripetizione dalle lame di carta di Tsukiyomi, cadendo su una sporgenza della gola.
Dopo alcuni interminabili secondi, Artemis si rialzò in piedi, borbottando ogni singola imprecazione imparata in tutti i suoi anni di vita.
“Mi dispiace per te” disse pulendosi un rivoletto di sangue che gli usciva dal lato della bocca.
“ma la mira che ti ritrovi è davvero pessima: a parte lo stomaco e la vescica non ai preso nessun’altro organo”
Sputò per terra, ma la saliva evaporò a causa del calore della lava prima ancora di toccare il suolo.
“però se ti interessa saperlo, mi hai fatto un male del diavolo. Ora ti restituisco il favore”
Un secondo Artemis sbucò alle spalle di Sakurazaki sfondando la parete di roccia, brandendo nella sua mano destra il Rasengan.
“Rasengan!”
Un attimo primo di finire vittima della sfera di chakra, la donna si scompose in foglietti di carta e scomparve alla vista di Artemis.
“Che tecnica fastidiosa” borbottò il leader mentre la sua copia svanì con uno sbuffo di fumo.
Colto da un improvviso dolore al petto, l’uomo cadde in ginocchio, cominciò a tossire e a rigurgitare fuori fiotti abbondanti di sangue.
Non… non ha usato della comune carta per attaccarmi… mi sento come se fossi anestetizzato…
Frugò nella tasca interna del suo kimono dell’Akatsuki e ne tirò fuori un tonico da guerra, che si ficcò subito in bocca.
Se subisco un altro attacco del genere rischio di finire in coma farmacologico… devo stare attento, è diventata molto più brava dall’ultima volta che ci siamo visti.
Si rimise in piedi, poi si sporcò la mano con un po’ del sangue che aveva perso, compose dei sigilli e poi poggiò la mano contro la parete.
“Tecnica del richiamo!”
A fianco di Artemis comparve un piccolo traghetto squamoso dalla forma serpeggiante, con quattro zampe di gallina e con due corna sulla fronte. “Kazeryu, ho bisogno di un tornado” disse subito il leader.
Senza scomporsi minimamente, il piccolo draghetto si getto nel mare di fiamme sotto di loro e con sordo “puff” si immerse nella lava.
I fogli di carta di Sakurazaki hanno resistito alla mia tecnica di fuoco come se fosse niente pensò
Sotto di lui, la lava cominciò a ribollire pericolosamente, e sembrava proprio che il suo livello si stesse alzando sempre di più.
Significa che usa il suo chakra per creare una pellicola protettiva che li rende intoccabili al calore.
Un fortissimo vento cominciò a soffiare in quella gola sperduta; la lava che si alzava sempre di più, talmente vicina che Artemis poteva sentire i continui “pop” delle bolle di magma che scoppiavano.
Ma per quanto questa pellicola sia resistente, non potrà mai resistere a un attacco del genere.
Con una grossa esplosione, la lava schizzò fuori dalla gola innalzandosi per centinaia di metri, mentre alla base di essa, due correnti d’aria di indicibile potenza si scontrarono, dando vita a una tromba d’aria di dimensioni enormi.
L’enorme tornado di fuoco sfondò la parete della gola e cominciò la sua folle corse dove quel potentissimo vento la portava, corsa che si fermò quando sulla strada della tromba d’aria si parò davanti il mare.
A una decina di metri dalla costa, lo sbalzo di temperatura dovuta all’acqua marine fece spegnere le correnti d’aria, la lava divenne fredda roccia e cadde nelle profondità del mare e così come era sparito, tornò il silenzio.
Sulla spiaggia, intanto, due figure umane erano a terra, una cominciava a rialzarsi a fatica, mentre l’altra non ne voleva proprio sapere di rimettersi in piedi.
“Artemis… perché?” Chiese la donna dai capelli blu, concentrata al massimo per ignorare il dolore alle gambe.
“tu… tu non eri… non sei mai stato così” balbettò, mentre gli occhi le diventavano lucidi.
“quando hai lasciato il villaggio della foglia… non provavi odio per quelli che erano stati i tuoi compagni, non ambivi al potere per poterti vendicare, non volevi distruggere quella che era stata casa tua…”
Cadde in ginocchio non potendo più sopportare il dolore delle ustioni che aveva sulle gambe e sul braccio,ma fosse stata l’ultima cosa che avesse fatto, avrebbe continuato a parlare.
“Sei venuto da me… e siamo stati insieme per quasi un anno. Io lo so, quello che c’era nel tuo cuore in quel periodo non era odio, né rabbia, né desiderio di vendetta: solo tristezza. Perché la persona che amavi di più era venuta a mancare”
Artemis ficcò il volto nella sabbia e ringhio come una cane furibondo.
“Era stata assassinata… quel bastardo di Arashi l’aveva ammazzata!” gridò con rabbia, senza però riuscire a rimettersi in piedi.
“Tu non hai mai pensato questo!” gridò di rimando la donna.
“tu… tu sfogavi con me la tua tristezza, mi confidavi la tua confusione per quello che in quel momento sentivi per tuo fratello… per Arashi… il quarto hokage… e mi dicesti che non l’odiavi. E’ stata la prima cosa che hai detto appena te lo chiesi: io non potrò mai odiare il mio unico fratello! E’ questo quello che hai gridato quel giorno!”
Calde lacrime solcarono il bellissimo viso della donna, scoppiata a singhiozzare come una bambina.
“Non è vero… non è vero… io… io… da quel momento… ho giurato a me stesso che… che ogni cosa che fosse stata vicina a lui… ogni cosa che avesse amato… io gliel’avrei strappata via… odiavo Arashi in passato come lo odio adesso!”
Sakurazaki strinse i pugni così forte da sentire le unghie conficcarsi nella carte. “Stupido bambino cocciuto che non sei altro! Almeno questa parte della tua personalità è rimasta invariata! Sei rimasto il ragazzino che vuole sempre aver ragione su tutto anche quando ha torto marcio!”
Cadde il silenzio, interrotto solo dai continui singhiozzi dell’ex-membro di Akatsuki.
“Probabilmente… non lo ricordi nemmeno più ma… tu avevi perdonato Arashi, stavi perfino progettando di tornare al villaggio della foglia”
Artemis scatto in piedi, prese un kunai e lo gettò senza esitazione in mezzo agli occhi della donna, la quale lo scansò appena in tempo, ma non riuscì a evitare di venire graffiata sulla guancia.
“Dillo un’altra volta… e io…” disse l’uomo, il volto trasfigurato dalla rabbia, gli occhi ridotti a due fessure iniettati di sangue.
“Io diventerò hokage” disse Sakurazaki interrompendo Artemis.
Un onda più grande della altre arrivò a bagnare i piedi dei due ninja, mentre un granchio che passava di li per caso pensò bene di cambiare strada, percependo l’aria pericolosa che c’era tra i due.
“sarà il mio modo per dirgli che l’ ho perdonato… sarà il mio modo per gettare il passato alle spalle… sarà il mio modo per dirgli che gli voglio bene come fosse veramente mio fratello. Artemis, Dio santo, sei stato tu a dire queste parole! E mentre le dicevi ti brillavano gli occhi! Non posso credere che siano state delle bugie! Sono certa che stavi parlando con il cuore in quell’occasione!”
Con il lembo della manica si pulì le lacrime dagli occhi e si impose di smettere di singhiozzare.
“Ma poi, proprio quando sembravi deciso a partire per Konoha…”
Sospirò tristemente e puntò i suoi occhi su quelli dell’uomo che tanto amava, ora rossi come il sangue.
“… incontrasti la Fenice, e tutto cambiò”
Sfidando la furia di Artemis, sfidando la paura che quegli occhi rossi le incutevano, Sakurazaki si avvicino barcollante ad Artemis e appena gli fu davanti gli gettò le braccia al collo e lo baciò con passione.
Artemis tuttavia restò immobile, non ricambiò affatto quel gesto d’affetto, del tutto refrattario a quello che la donna stava dimostrando.
“E’ stata lei… è stata la Fenice a cambiarti… non so cosa ti abbia fatto… ma non sei diventato così per tua scelta” disse la donna dopo essersi separata da lui e aver rimesse le distanze.
“Artemis” disse con un tono di voce del tutto diverso da prima.
“io non sono nemmeno lontanamente forte come Naruto, il mio sistema circolatorio non è per niente adatto a un ninja del suo livello”
Una leggere brezza spazzò in mezzo ai due, alzando una manciata di granelli di sabbia.
“E’ il tuo sistema circolatorio che vuoi donare a Naruto, non è vero?” Chiese sicura della risposta.
Artemis la ignorò e portò lo sguardo verso il mare sconfinato; sembrava essersi calmato.
“Un’ultima volta” disse.
“voleva provare le brezza di un combattimento un ultima volta. Dopo, non avrei avuto nessun rimpianto, se non quello di aver negato a Naruto la vita che meritava”
Prese un sasso da terra e lo lanciò verso il mare, fece un paio di rimbalzi e poi sprofondo sott’acqua.
“Naruto non è ancora al mio livello, ma quando combatte con l’anima, anche senza l’aiuto della volpe, non esiste ninja al mondo capace di batterlo. Il mio sistema circolatorio andrà benissimo comunque, non c’è rischio di rigetto”
Sakurazaki si mise a fianco a lui ad ammirare il mare e gli strinse teneramente una mano, questa volta ricambiata dal suo compagno, che intrecciò le proprie dita con le sue.
“Chiederò a Itachi di eseguire l’operazione mentre Naruto è ancora incosciente, tu limitati ad assicurarti che le cose vadano per il verso giusto”
Lei fece cenno di assenso con il capo.
“Naruto riuscirà dove io ho fallito” disse ad un certo punto.
“distruggerà la foglia, sconfiggerà Hachimata e evocherà la Fenice. Su questo non ho dubbi”
Prima che la donna potesse ribattere, Artemis riprese.
“Quando ciò accadrà, voglio che tu mi faccia un favore. Me lo prometti?”
Cogliendo una strana luce negli occhi ora azzurri del leader di Akatsuki, Sakurazaki rispose.
“Qualsiasi cosa”






Buon anno a tutti!!!





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Capitolo 31
*** Tradire: infinito presente ***


TRADIRE: INFINITO PRESENTE






Un’altra violenta esplosione tuonò nella foresta a pochi chilometri dal villaggio segreto della Luna Rossa.
Due mostri stavano combattendo tra di loro.
Uno di loro, ad ogni kunai che lanciava, ad ogni tecnica che scagliava contro l’avversario, ad ogni pugno o calcio, ad ogni suo gesto, sentiva calde lacrime rigargli il viso. La furia cieca che non riusciva (non voleva) placare, la rabbia che sentiva salirgli dal cuore come un ferocie grido di dolore.
L’altro, ad ogni kunai che lanciava, ad ogni tecnica che scagliava contro l’avversario, ad ogni pugno o calcio, ad ogni gesto, vedeva il suo viso. Il viso della donna che aveva amato (che amava ancora) con tutto se stesso, ma che amava meno rispetto agli ideali in cui credeva, meno rispetto del potere a cui aveva aspirato tutta una vita.
Naruto si scagliò a fauci spalancate contro Itachi mirando alla giugulare, ma prima che potesse avere tra le zanne il collo del suo avversario, a quest’ultimo fu sufficiente un montante ben piazzato per mandare a gambe per aria la volpe a sei code che si ritrovava davanti.
“Sono stanco di giocare, Naruto” disse l’Uchiha.
“o tiri subito fuori la nona coda o ti riduco in polvere”
Naruto atterrò a terra malamente ruzzolando per qualche metro sulla terra bruciata di quel campo di battaglia.
E lì rimase.
A singhiozzare, a bagnare il terreno con le sue lacrime, a chiedersi quando quel terribile incubo sarebbe finito.
“Perché…?” Chiese lo Tsukikage, alzando il capo da terra
“perché… Itachi?… tu non amavi Hinata?”
Itachi si sistemò un ciuffo che gli era finito sull’occhio con la sua unica mano disponibile guardando altrove, dando l’impressione di non aver ascoltato affatto le parole di Naruto.
“Io non ci credo… non ci credo…”
Finalmente, il moro posò i suoi occhi demoniaci su quelli altrettanto malvagi di Naruto.
“Proprio perché l’amavo lei è dovuta morire, non credo che tu debba sapere altro”
Alle spalle di Naruto, una settima coda si stava formando.
“No…” la crescita della settima coda rallentò.
“Yoko… basta.. ho detto… NO!!!”
Sotto lo sguardo scandalizzato dell’Uchiha, in un solo istante il chakra che ricopriva il ninja sparì, svanendo in uno specie di vapore rossastro che si disperse nell’aria.
Raccogliendo le energie rimanenti, il biondo cominciò a rialzarsi barcollando vistosamente.
“…Cosa pensi di fare? Senza lo stato della volpe che ti ricopre non potrai mai battermi”
Si rimise in piedi, le braccia a penzoloni che gocciolavano sangue, i suoi occhi azzurri che traboccavano di una furia omicida che aveva dimenticato di avere dal giorno della morte di Sasori.
“Hai ragione” disse, il tono stranamente calmo.
“Itachi Uchiha sarebbe impossibile da battere senza l’aiuto della volpe a nove code… ma il verme ammazza compagni che mi ritrovo davanti non è lui”
Con visibile sforzò congiunse le mani alzando i due indici, impastando quanto chakra poté.
“Itachi è morto” continuò.
“ucciso dalla sua stessa sete di potere… tu sei soltanto tutto il male che albergava nel suo cuore… e ora ti rispedirò nel luogo che ti è designato: il nulla! Kage bushin no Jutsu!”
Creò una copia di se che mise davanti a lui, poi cominciò a eseguire più velocemente che poté una sequenza di sigilli e alla vista di quella sequenza, Itachi impallidì improvvisamente.
“Che… che stai facendo Naruto!? Sei diventato pazzo!?” Gridò, facendo un passo indietro.
La copia di Naruto scattò verso il suo avversario, che colto alla sprovvista non riuscì a contrattaccare e allora la copia lo afferrò saldamente per le spalle.
Naruto intanto concluse la sequenza di sigilli con il simbolo del serpente.
“Tecnica di confinamento! Sigillo del diavolo!”

“Mi venisse un cancro!” sbottò Hidan cadendo dalla sedia.
“ditemi che non ha detto quello che ho sentito!”
Akatsuki al completo, meno il leader, stavano osservando dalla sala monitor di sorveglianza lo scontro che infuriava tra Naruto e Itachi, metà delle telecamere erano andate distrutte, le immagini che dava la restante metà delle telecamere erano di scarsa qualità e a malapena si distingueva qualcosa, ma l’audio funzionava ancora perfettamente.
“Sigillo del diavolo… ma non è la tecnica che ha usato il quarto hokage per sigillare la volpe dentro Naruto?” Chiese Tobi facendo il finto tonto.
“Certo che tu ne mangi parecchi di sassi al giorno per avere la testa così fra le nuvole. Certo che è quella tecnica, idiota!” così dicendo Deidara diede uno scappellotto ben piazzato.
“Ma quando può aver imparato una tecnica di livello così elevato? Credevo che soltanto il quarto e il terzo hokage la conoscessero!” disse Hidan.
“E’ stato il leader a insegnare quella tecnica al quarto hokage, non te lo ricordi? A quanto pare l’ha insegnata anche a Naruto” gli rispose Kakuzu.
“… pezzo di idiota, Naruto! Così morirai anche tu!” grugni a denti stretti.
Da dietro la sua maschera arancione, Madara Uchiha sorrise soddisfatto: tutto era andato come da copione.
Dopo l’operazione di Naruto, Artemis ne era uscito più morto che vivo, sistemarlo una volta per tutte sarebbe stato un gioco da ragazzi. Itachi e Naruto si sarebbero uccisi a vicenda e a quel punto più nessuno lo avrebbe potuto fermare.
Sarebbe divenuto il nuovo Tsukikage e con la forza dei ninja della Luna Rossa a sua disposizione sarebbe stata solo una questione di tempo prima che Konoha e il mondo intero cadessero ai suoi piedi.
Certo, avrebbe dovuto rinunciare alla Fenice dalle dieci code, ma aveva già con se sette bijuu. Sette bombe di una potenza inaudita che aspettavano solamente di scatenarsi in una nuova guerra.
L’ultima guerra.
La sua.
Già si stava gustando i suoi sogni di gloria, quando Deidara se ne uscì con la frase:
“Che cavolo dici, Kakuzu? Non ti ricordi che Artemis aveva trovato un modo per sopravvivere anche dopo l’utilizzo del sigillo?”
E la sensazione che provò Madara in quel momento fu terrore puro: aveva sentito bene?
“Che stai dicendo?” Chiese Kakuzu.
“Ma non te lo ricordi? La notte dopo che avevamo assaltato il covo di Orochimaru, Artemis spiegò a Naruto come era riuscito a sbarazzarsi del quarto hokage e disse che gli aveva insegnato la tecnica del sigillo del diavolo in maniera incompleta, senza dirgli come fare a sopravvivere dopo l’utilizzo della tecnica. A Naruto avrà senza dubbio spiegato come fare a uscirne vivo, no?”
Hidan tirò un sospirò di sollievo.
“Jashin grazie, massacrerò cento persone per questa tua grazia, mio dio”
“Ringrazia il leader piuttosto… Tobi, dove stai andando?” Chiese Deidara.
Il membro dell’Akatsuki si era diretto verso la porta.
“… In bagno”
Così dicendo uscì fuori dalla stanza e si incamminò verso l’uscite dell’edificio.
Merda! Pensò
E bravo Artemis, sempre un passo avanti agli altri ma se credi che questo possa fermarmi ti sbagli di grosso! Anche se Naruto sopravvivrà sarà talmente esausto che mi basteranno un paio di Kunai per sistemare pure lui.
“Non lo farai”
Si fermò di colpo: erano state le sue stesse labbra a muoversi.
Obito?! Non ho tempo per te ora, muoviti e esci da qui! Devo uccidere quel mostro!
“La parola “mostro” detta da voi, padre, ha un suono completamente differente, sapete?” gli risposero ancora le sue stesse labbra.
Obito…non ho fatto tutta questa strada per fermarmi davanti ad un inutile omuncolo come te! Senza di me saresti morto quel giorno! Se sei quello che sei ora lo devi solo a me!
“…io volevo morire quel giorno…in quel modo… salvando il mio miglior amico…” balbettò
Idiota! Se era il tuo miglior amico perché non l’hai ucciso per ottenere lo sharingan ipnotico?
“Proprio perché era il mio miglior amico… non avrei mai potuto ucciderlo… perché tutti voi Uchiha non lo capite? Voi, padre… Itachi… e anche quel Sasuke… come potete essere così meschini con coloro che vi stanno più a cuore? Non è giusto… non è da esseri umani comportarsi così…”
Questo vuol dire essere ninja! Questo vuol dire essere degli Uchiha! Anche tu sei un Uchiha, ricordatelo: Obito Uchiha!
“No” la sua stessa mano si posò sulla maschera arancione, la slacciò e la lasciò cadere a terra.
“Il mio nome è Tobi”
Portò la mano davanti al suo sharingan perennemente attivo e gli puntò contro due dita.
“e Tobi… non farebbe mai del male ai propri amici”
Che vuoi fare!?
“ e lo volete sapere perché, padre? Perché Tobi…”
Che stai facendo!?No!!! Fermati, Stupido!!!
“…è un bravo ragazzo”
Così dicendo ficco le due dita nel suo unico occhio.

Itachi tossì bagnando il volto della copia di Naruto che lo teneva fermo del suo sangue.
“Perché… non riesco a chiamare… il mio sharingan?” Esalò
. Si sentiva debole come mai era stato e intanto quell’abominevole braccio violaceo che era uscito dalla pancia del clone del suo avversario, gliela stava portando via: stava letteralmente strappando via la sua anime nera e malvagia.
“E’ il potere del demone dei morti che vedi alle mie spalle che blocca il tuo nuovo giocattolo. Tanta fatica per niente, eh?” gli rispose Naruto.
Itachi portò lo sguardo oltre la copia che lo immobilizzava e solo allora se ne accorse: alle spalle del suo avversario c’era qualcosa, qualcosa di mostruoso che al solo guardare sentiva le sue viscere contorcersi dalla paura.
La pelle di quel demone era completamente viola, dei capelli bianchi, due corna rosse come il sangue e sul voltò c’era stampato un ghigno malefico, intento a tenere tra le labbra quello che sembrava essere un coltello.
“…sei uno stupido… così morirai anche tu…” disse Itachi, sforzandosi di mostrare un sorriso di scherno.
“Lo stupido sei tu” gli rispose Naruto, sedendosi per terra e gustandosi appieno l’agonia dell’Uchiha.
“Artemis mi ha insegnato come sopravvivere a questa tecnica. Io vivrò, e ancora per parecchio tempo se ci tieni a saperlo”
L’anima di Itachi era stata quasi completamente estratta dal demone, pochi secondi ancora e sarebbe finita.
“Come?… come farai… a sopravvivere?” Chiese.
“E’ molto semplice, piccolo Uchiha” rispose, mentre un sorriso di puro gioia selvaggia gli si stampò sul volto.
“per usare questa tecnica è necessario un sacrificio umano, semplicemente offrirò in sacrificio al demone dei morti una vita che non sarà la mia”
“…quindi … diventerai come me… un ammazza compagni? Sacrificherai un tuo compagno… per avere salva la tua vita?” ancora, tentò di sorridere, ma non ci riuscì.
“Preferirei morire piuttosto. Offrirò in sacrifico l’altra persona che insieme a te mi ha tradito e ha causato la morta di Hinata… tu sai bene di chi sto parlando”
Scosse la testa amareggio.
“Fino ad oggi era convinto che la parola più brutta dell’universo fosse “odiare”, ma dopo oggi ho capito che in realtà la parola più brutta… è “tradire”“
Finalmente, Itachi riuscì a sorridere, mentre il demone si preparava allo strattone finale.
“Non so che dire… Naruto…” balbetto con quel sorriso sulle labbra.
“è un peccato… che tu non sia nato sotto il casato degli Uchiha… ci avresti rappresentato… anche meglio di me”
Con un ultimo strattone, il demone dei morti strappò via l’anima corrotta di Itachi dal suo corpo.
Itachi Uchiha era morto.






Wellllllllllllllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ma chi è che vi scrive???
Ma da che pianeta viene questa testa di c***o che è da un anno che non aggiorna più? Si staranno chiedendo quelle anime mattiniere che girano su EFP al 1o:o9 di mattine.
Quest’ugonotto dall’intelligenza paragonabile a quella di uno scarabeo stercorario altri non è che GexeTheNemesi, rapito dagli alieni un anno fa e eroicamente evaso dalle loro prigioni nella galassia Gama! Già già, proprio quella di Keroro!!!!!!!!
PUM!!!
L’autore si mette in ginocchio:
PERDONOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non ho scusanti, lapidatemi pure, chi non ha mai recensito le mie storie lanci la prima pietra (Non ho la più pallida idea di cosa centri, ma fa scena!)
Per qualunque insulto, maledizione, minaccia, ricatto, richiesta di pizzo, dimostrazione di un nuovo paio di scarpe di cemento vicino al molo o qualsivoglia esecuzione pubblica o privata, il mio indirizzo e-mail lo avete.
E se avete pietà nel vostro cuore ( ma tanta tanta! Ma veramente tanta!) lasciatemi almeno una recensione!
Ciao e all’anno prossimo (Scherzo… anche se probabilmente mi avete preso sul serio)

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Capitolo 32
*** Tsukimaru ***






Tsukimaru






Naruto stava risalendo senza proferir parola le scale che conducevano alle stanze di Artemis, alle sue spalle il demone dei morti scivolava silenzioso al suo fianco, ansioso di avere una nuova anima da divorare.
Quella che aveva mangiato poco prima gli era sembrata un po’ troppo asciutta, e sperava di rifarsi con quella del ragazzo che lo aveva evocato, ma a quanto pare la vittima sacrificale non era quel biondino, ma un'altra persona.
Quello stesso biondino ora era assalito da un'unica domanda, che gli stava spaccando a metà sia la testa che il cuore.
Perché…?
Perché…?

“Artemis-Sensei!!! Artemis-Sensei!!! Guarda! Guarda!” un bambino di sei anni dai capelli biondi e dagli occhi azzurri stava saltellando come un matto da sopra la cima di un albero: era riuscito ad arrampicarsi fin li solo con l’ausilio del controllo del chakra.
“Allora? Allora?” Chiese ansioso al suo sensei, circa otto metri più in basso rispetto a lui
“Uhm… non male” rispose lui.
“direi che ora possiamo passare a qualcosa di più complicato, ora scendi”
Dopo l’ultimo balzo di esultanza, Naruto inciampò sui suoi stessi piedi e cadde giù dall’albero, per poi essere prontamente afferrato per un piede dal suo sensei dopo qualche metro di caduta libera.
“Naruto…” borbottò, mentre il bambino mostrava un sorriso smagliante a trentadue denti.
“mi spieghi quale ninja di questo mondo può inciampare nei suoi stessi piedi e pretendere di diventare il più forte guerriero mai esistito?”
“Io!!!” Gridò esultante Naruto.

Mai come quel giorno le scale per la stanza del suo maestro gli erano sembrate così brevi.
Era già arrivato davanti alla stanza di Artemis e senza neanche pensarci bussò alla porta

“Mancano due settimane ormai alla selezione dei chunin” disse Hinata asciugandosi la fronte imperlata di sudore.
“Già” borbottò con scarso entusiasmo Naruto sedendosi a fianco alla ragazza.
“è una tecnica davvero complicata, in due settimane siamo riusciti a superare solo le prime due fasi” Grugnì, maledicendo mentalmente il palloncino gonfio d’aria che teneva in mano.
Ancora non era riuscito a creare un Rasengan abbastanza stabile da non far esplodere quello stramaledetto palloncino.
“Artemis-sensei… deve avere davvero delle grandi aspettative per te se ti sta insegnando una tecnica prerogativa del quarto hokage” disse in un sussurro Hinata.
“Guarda che il Rasengan lo sta insegnando anche a te. Scommetto che Artemis ha grandi progetti anche per te, Hinata”
Hinata guardò suo fratello dolcemente e gli diede un bacio sulla guancia.
“Naruto-niichan, ti voglio bene”

Ma non così…
Non in quel modo…
“…Avanti” rispose una debole voce da dietro la porta.
Naruto afferrò il pomello della porta con decisione e lo girò con veemenza, rischiando di spaccarlo di netto.
Entrò nella stanza e lo vide.
Davanti a lui.
Seduto su uno sgabello a pochi metri di distanza.
Pallido.
Magro.
Debole.
Moribondo.
Suo padre…

“Come puoi non capire una cosa così semplice, Naruto?” Chiese Itachi, comodamente seduto sul tavolo della mensa del covo a sorseggiare del sakè, Naruto era davanti a lui e lo stava ascoltando solo per avere una ragione in più per pestarlo a dovere una volta diventato più forte.
“Una persona forte si giudica in proporzione all’odio che prova per gli altri. Non per una singola persona, ma l’odio per il mondo intero. Il livello supremo di potenza è l’odio indiscriminato per ogni essere vivente che ci circonda, e sai cosa significa questo? Niente rimpianti, niente sofferenze, niente freni. Solo un infinito odio da cui attingere un infinito potere”
Naruto squadrò l’Uchiha con l’aria di chi ha davanti un essere di un altro pianeta.
“Di un po’ Itachi… non è che tra i tuoi parenti c’è un certo Mefisto?” Chiese il biondo.
“No. Ma ti posso assicurare che in confronto a certi miei nonni, Mefisto sembra un ragazzino dispettoso”
“Chissà come mai, ho la sensazione che tu non stia scherzando affatto”
“Perché stai facendo tutto questo, Naruto?” chiese all’improvviso il moro.
“non è forse per vendicare Sasori e Kisame che hai ideato il villaggio della luna rossa e assoldato Hinata, Haku, Zabuza e Gaara? Non lo hai forse fatto per vedere placato il tuo egocentrico desiderio di vendetta?”
“Abbassa la cresta Itachi! Da quando Kisame mi ha insegnato l’omicidio silenzioso certi trucchetti psicologici non funzionano più su di me”
Per la prima volta, Naruto vide apparire sul volto di Itachi un sorriso.
Un sorrisetto malefico che traspirava tutta la malvagità del ninja che aveva davanti.
“Non devi rispondere a me, Naruto. Rispondi a te stesso e sii sincero. A me non interessa, ma devi essere conscio delle motivazioni che ti spingeranno nella guerra che tra qualche anno scoppierà. Te lo dico perché non mi piace avere degli ipocri/ti tra i miei compagni”
Tobi comparve alle spalle di Itachi.
“Eh già! Preferisci Hinata come compagna, vero?”
Due shuriken sibilarono vicino alle orecchie del ninja con la maschera, la stella ninja di destra era di Itachi, l’altra di Naruto.
“Tobi, non stavi andando in bagno?” Chiese Itachi con il suo solito tono.
“Ma… io volevo solo…” balbettò.
“Vai in bagno!!!” sbraitò Naruto.
“Subito!” così dicendo filò via.
Naruto guardò Tobi che correva come un matto verso l’uscita e sorrise divertito sotto i denti.
Lui si riteneva un burlone, ma Tobi senza dubbio lo batteva su tutti i fronti in quanto a buffonate.
Fu distratto dai suoi pensieri dal sinistro sogghignare di Itachi: stava anche lui osservando Tobi con espressione divertita, ma c’era nei suoi occhi un qualcosa di agghiacciante che faceva pensare che non stesse affatto ridendo per la gag di quel burlone.
“Sai Naruto” cominciò Itachi.
“esiste un tipo di odio che è più potente rispetto a tutti gli altri, ma è anche senza dubbio il più doloroso da sopportare. Però… se si riesce a sopravvivere a quel dolore, allora puoi stare certo che né io, né Artemis, né nessun altro potrà mai farti assaggiare il sapore della sconfitta”
Era quella la ragione principale per cui Naruto non sopportava stare con Itachi: Tutti i discorsi che faceva Itachi si basavano su due cose: odio e potere.
Mai una volta che con lui avesse parlato d’altro.
“è l’odio per la propria famiglia. Niente lo può eguagliare”

Artemis si alzò dallo sgabello barcollante, tenendo i suoi occhi fissi su quelli del suo allievo, di suo figlio, della persona che aveva amato di più al mondo. Forse anche più della sua perduta sorella.
“Hai qualcosa da dirmi, papà?” chiese fredda e glaciale la voce di Naruto.
Artemis, per la prima volta dopo tanti anni, abbassò lo sguardo intimorito.
Il demone dei morti intanto, comparso alle spalle del leader dell’Akatsuki, si apprestava a estirpare l’anima del mortale che aveva davanti.
“Naruto…”
Il demone dei morti trapassò la schiena di Artemis con il suo braccio violaceo, e afferrò saldamente l’anima all’interno del suo corpo.
L’uomo accusò violentemente il colpo tossendo un abbondante quantità di sangue e rischiando di cadere in ginocchio, ma ricorrendo a quel minimo di energie che disponeva rimase in equilibrio.
Con un indifferenza pari a quella dell’appena deceduto Itachi Uchiha, Naruto osservò morire il suo maestro sentendo dentro di se uno strano e perverso senso di soddisfazione.
“Naruto… io… io volevo…” balbettò Artemis, concentrandosi il più possibile a rimanere in piedi.
“volevo…volevo solo… farti diventare… il più grande guerriero… mai esistito…”
E Naruto pensò.

Hinata guardò suo fratello dolcemente e gli diede un bacio sulla guancia. “Naruto-niichan, ti voglio bene”

e pensò ancora, mentre il demone dei morti dava lo strattone finale.

“Sai Naruto” cominciò Itachi.
“esiste un tipo di odio che è più potente rispetto a tutti gli altri, ma è anche senza dubbio il più doloroso da sopportare. Però… se si riesce a sopravvivere a quel dolore, allora puoi stare certo che né io, né Artemis, né nessun altro potrà mai farti assaggiare il sapore della sconfitta”


Il corpo esamine di Artemis cadde ai piedi del figlio che aveva tanto amato.

“è l’odio per la propria famiglia”

Lo tsukikage osservò un ultima volta il suo maestro.
“Ci sei riuscito” così dicendo si voltò e cominciò ad incamminarsi verso l’uscita della stanza.
Scese la scale, uscì dall’edificio e si diresse verso la caserma più vicina.
Mentre camminava per le strade sterrate del suo villaggio notò una cosa: tutti i ninja che gli passavano a fianco e lo salutavano rispettosamente, non gli sembrarono altro che insetti.
Piccoli e deboli insetti, rispetto a quello che lui era diventato.
“Naruto, cos’hai intenzione di fare adesso?” Chiese Yoko, che fino ad allora non si era azzardata a proferir parola.
Il ninja si fermò, e guardò Yoko quasi come se non la riconoscesse.
“Naruto… chi?” Chiese con aria stralunata.
“Naruto è morto oggi con la sua famiglia” sibilò.
Ricominciò a incamminarsi verso la caserma, mentre la rossa lo segua al fianco.
“Il mio nome da oggi sarà… Tsukimaru”
Arrivò a destinazione, davanti alla caserma c’erano due ninja della luna rossa che stavano discutendo, ma alla vista dello Tsukikage scattarono subito sull’attenti.
“Buongiorno, Tsukikage-sama!” Salutarono in coro.
“Preparate tutte le truppe” tuonò imperioso Tsukimaru.
“Voglio che entro questa sera siano tutti pronti, perché domani mattina all’alba marceremo verso Konoha”
Dopo un rispettoso inchino, i due ninja sparirono in uno sbuffo di fumo.


Artemis ruzzolò per terrà e andò a sbattere la testa contro un macigno parecchio duro.
Si rialzò subito e porto una mano alla parte dolente.
“Dio!” Gridò.
“che male!” si lamentò.
Si guardò intorno, cercando di capire dove fosse finito: alti alberi di querce, il sole proprio sopra la testa, un caldo considerevole, segno che non si trovava più vicino al paese del fuoco; li era quasi inverno.
Continuò a guardarsi intorno quando senza preavviso un pugno gli arrivo da dietro la testa, facendo cadere nuovamente a terra.
“Ma che cribbio…” si rimise in piedi con un colpo di reni.
Chi?
Chi in questo mondo poteva coglierlo così di sorpresa?
“Ciao!” Gli rispose la voce del suo aggressore.
Ah, ecco chi.
Artemis si sfregò gli occhi, convinto che gli fosse finito qualcosa dentro: di sicuro stava vedendo male, non poteva essere…
“Invece sono proprio io fratellino!” Trillò allegra la voce di Tsukiyomi Uchiha.
“Benvenuto nell’Averno! Gli inferi degli inferi, per così dire. Ci vuole un certo impegno per finire da queste parti, quindi: complimenti!”
Allora Artemis ricordò: Il demone dei morti che gli strappava via l’anima… era morto per davvero e quello era l’inferno. Anzi, l’Averno!
L’ex-leader dell’Akatsuki si massaggiò per la seconda volta la testa.
“I tuoi modi non sono cambiati affatto, Tsukiyomi” borbottò.
La donna scosse la testa e fece cenno di seguirlo.
“Vieni. Poco fa ho raccattato quello stronzetto del tuo sottoposto Itachi, non lo vuoi salutare?” Così dicendo balzò sopra un ramo li vicino, seguito a ruota dal fratello.
Sakurazaki… pensò.
Ora è il tuo turno, non mi deludere amica mia.

In una stanza d’ospedale, Sasuke Uchiha osservava con aria vuota la figura femminile davanti a lei.
Sakurazaki fece qualche passo in avanti e osservò meglio il ragazzo che aveva davanti. Bastava vederlo in faccia per capire che stesse male, occhiaia, pelle pallida, occhi senza vita, quasi fosse un cadavere.
Due fasciature ad entrambi i polsi erano la prova che aveva provato a suicidarsi tagliandosi le vene, invano.
“Stupidi Uchiha” disse la donna rivolta a Sasuke, il quale si limitò ad alzare lo sguardo verso di lei.
“…Chi sei?” Chiese lui.
“…sei con Naruto?...Sei qui per uccidermi?”
Sembrava essere una supplica dal tono che aveva usato.
“Sì, sono con Naruto ma no, non sono qui per ucciderti, anzi”
Nella sua mano comparve una piccola boccetta di vetro, dentro c’erano quelle che sembravano delle pillole.
“sono qui per restituirti i tuoi poteri andati perduti, Sasuke Uchiha. Questi tonici che ho creato io ti permetteranno di nuovo di utilizzare tutte le tue tecniche ninja”







Eccolo di nuovoooooooooooooo! E non è nemmeno passato un anno!!! Sto migliorando di bestiaaaaaaaaa! ( I lettori si ricordano dei tripli aggiornamenti di Gexe e prendono a pugnalate la loro bambolina voodo con la mia foto appiccicata sopra) Ahhhhh, dolore!!!!!!!
Però penso di aver buttato giù un capitolo bello intenso! E il prossimo lo sarà ancora di più!
Anticipazioni!!!!
Alleanza delle foglia vs Akatsukigakure!
E’ la prima volta in assoluto che mi cimento nel descrivere uno scontro tra eserciti, di solito le battaglie erano tra due singoli individui e spero di riuscire a creare la stessa atmosfera anche nel descrivere una battaglia in grande stile!
HIHIHIHIHIHI ( La mente dell’autore si prepara alla stesura del prossimo capitolo: funghi atomici in serie, crateri enormi stile dragonball, scontri frontali alla “signore degli anelli”, mazzate alla moda di “The Warriors”: mescola, mescola e la mente sadica e malata dell’autore comincia a buttare giù i primi pezzi del prossimo capitolo)
Buona notte a tutti!!!!!!!!!
P.S.: ma non c’è l’avete con me per aver fatto accoppare Artemis?????
(L’autore si nasconde in un rifugio anti-atomico nella speranza di sfuggire all’ira dei suoi lettori)
(E a me non mi conti???) NdSorellaAutore.






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Capitolo 33
*** Bravi ragazi ***




in ginocchio: scusate…







La statua del re dell’inferno si ergeva in tutta la imponenza nella grande piazza del villaggio segreto della luna rossa e i membri rimasti dell’akatsuki erano intenti a estrarre il bijuu dalla sua forza portante.
Era da appena 24 ore che erano lì, eppure l’estrazione del bijuu era quasi completata, merito del nuovo leader dell’akatsuki: Naruto o, come ora preferiva che lo chiamassero, Tsukimaru. Mentre l’operazione di estrazione procedeva, tutti i ninja del suo villaggio si erano radunati fuori dalle mura del nascondiglio in attesa che il loro tsukikage desse l’ordine di partire verso il villaggio della foglia.
Quella battaglia avrebbe segnato la fine della guerra contro non solo konoha, ma contro tutto il mondo.
L’akatsuki aveva combattuto e eroicamente resistito contro il mondo per più di sedici anni, sacrificando molto; a volte dei propri membri, a volte parte della propria umanità, ma per quanto quell’organizzazione di criminali ora fosse mutilata, immorale e senza pietà, ora era come se si trovasse sulla vetta del mondo.
Il mondo intero era nelle loro mani, bastava solo un ultimo piccolo passo, un ultimo villaggio ninja da distruggere e il mondo intero sarebbe crollato ai loro piedi.
L’estrazione si concluse, la statua del re dell’inferno sparì e il corpo esanime di Gaara cadde a terra.
«Era necessario? Gaara era uno dei nostri elementi migliori» si azzardò a dire Zetsu una volta concluso il rito.
Naruto non rispose, si limitò a guardarsi attorno e ad ammirare ciò che rimaneva di Akatsuki: Hidan, Kakuzu, Zetsu e Deidara. Tobi era sparito per motivi sconosciuti, era da quella mattina che non lo vedeva in giro.
«Io vi precedo a Konoha» disse Tsukimaru «indebolirò le loro difese quanto potrò, quando arriverete voi, dategli il colpo di grazia»
Nove code cremisi cominciarono lentamente a circondare lo tsukikage.
«e qualcuno trovi quello scansafatiche Tobi, lo voglio sul campo di battaglia quando arriverete o sarà peggio per lui e per voi»
Le code lo avvolsero completamente fino a formare una sfera di un rosso accesso, che dopo un esplosione di scintille rosse si innalzò nel cielo notturno.
«Fa paura» ammise Kakuzu dando un calcio al suo orgoglio. «mi ha fatto davvero paura»
«Altroché…» perfino Hidan fu costretto a dar ragione al suo compagno di squadra «questo Naruto fa veramente paura, e ve lo dice un immortale che ne ha viste parecchie di cose paurose»
Deidara si sforzò di fare un piccolo sorriso.
«Però… però non sarà per sempre, no?» chiese «insomma, dopo che avremo preso la fenice riporteremo in vita Hinata e magari potremo pure chiederle di modificare i ricordi di Naruto… o comunque potremo inventarci qualcosa»
«E credi che ce lo lascerà fare?» domandò retorico Zetsu. « con quella nuova medicina che si è portato a dietro il suo sistema circolatorio è in una botte di ferro per più di un’ora, e se se la prende comoda può allungare l’effetto quanto vuole. Volendo potrebbe estrarre la volpe da se stesso tutto da solo senza rimetterci neanche un graffio»
«E quindi?» chiese Hidan.
Kakuzo fece un grugnito simile ad una risata e si sedette su una delle panchine della piazza del villaggio.
«Non lo hai ancora capito, Hidan? A Naruto non interessa più evocare la fenice, il suo obbiettivo primario ora è sfogarsi»
«Beh, tanto peggio per quelli della foglio allora, non vedo come potrebbe importare a noi»
«Ci importa parecchio invece» insistette il tesoriere « perché appena avrà finito con Konoha, e penso proprio che la finirà molto presto, toccherà a noi»
L’immortale sbarrò gli occhi incredulo.
«Non è divertente, Kakuzu» avvertì « non è divertente per niente, ragazzi, diteglielo anche voi» disse chiedendo soccorso a Zetsu e Deidara, ma avevano sul volta un espressione strana: triste e preoccupata allo stesso tempo.
«Lo hai sentito anche tu quello che ha detto riguardo Tobi, no?» riprese Kakuzu «ha detto “sarà peggio per voi e per lui”. Naruto non avrebbe mai detto una cosa del genere, non il Naruto che ho sempre conosciuto e ammirato» si coprì il volto con le mani. Mai aveva avuto così tanta paura, nemmeno quando si era ritrovato il muso del demone a otto code davanti alla faccia.
«Se ho intuito abbastanza di quello che vuole fare questo nuovo Naruto» proseguì «prima distruggerà Konoha, poi il villaggio di akatsukigakure, poi tutta la terra del fuoco e poi le terre ninja circostanti, finché non sarà rimasto niente di vivo in tutto il mondo»
Hidan deglutì a vuoto, grondate di sudore. Non gli stava piacendo per niente il tono che stava usando Kakuzu.
«e quando tutto questo sarà finito penso proprio che evocherà le fenice e gli chiederà di riportare come era il mondo prima che lo distruggesse… così da poterlo distruggere di nuovo, e questo ciclo continuerà a ripetersi per l’eternita se qualcuno non lo ferma»
«… dai, Kakuzu» Hidan si stava sforzando a sorridere ancora, ma era più che chiaro che quello era un sorriso tiratissimo. «come fai ad esserne sicuro? Magari distruggendo Konoha si sentirà soddisfatto abbastanza, no?»
«Hinata è morta, l’uomo che conosceva come padre anche e un suo caro amico lo ha pugnalato alle spalle da tradire quale è sempre stato, e poi, diciamocelo in faccia: ora Naruto è come eravamo tutti noi prima di conoscerlo»
Una brezza di vento spazzò per quella piazza innalzando alcune foglie li vicino.
«Una bestia sanguinaria che desidera solo ricoprire il mondo di bare da morto. Mi chiedi perché sono così sicuro che Naruto farà in questo modo, Hidan? Perché è quello che avrei voluto fare io, volevo che tutto il mondo bruciasse, che pagasse per la merda di vita che ho avuto. Ma dopo essere entrato nell’akatsuki, ho conosciuto un ragazzino sempre allegro e sorridente che non la smetteva di combinare guai, quel ragazzino è stato il primo e l’unico in tutta la mia vita a farmi sorridere e ridere, e da cui ho imparato molto. Per te è stato diverso Hidan? Per tutti voi è stato diverso da me, o ho forse detto tutto quello che voi state pensando?»
Si rialzò da quella panchina in tutta la sua altezza.
«Naruto ci ha salvato dall’oblio, non mi riterrei degno della sua amicizia se non fossi pronto a fare lo stesso, anche a costo di rimetterci tutti e cinque i miei cuori e anche se gli dovessi spezzare la schiena in due a quel deficiente, io lo farò rinsavire!»
«Così parla uno vero uomo con le palle quadrate!» Disse Deidara sfregandosi le mani.
« Quindi tutto quello che dobbiamo fare è sconfiggere un avversario contro il quale nemmeno il quarto hokage riuscì a fare molto, giusto?» Chiese Hidan, mentre sul suo viso si stampò un sorriso eccitato. «in effetti… io e Naruto non abbiamo mai combattuto, potrebbe rivelarsi divertente»
Entrambi i volti di Zetsu sorrisero soddisfatti, non si sarebbe tirato indietro neanche lui.
«Bene allora, dato che tutti noi siamo d’accordo, non ci resta che seguire Naruto e fafare fillaffo deffa…» Chiuse gli occhi e si concentrò di più « salvare il filaffo… villaggio… oh, insomma, mi sembra talmente assurdo che non riesco neanche a dirlo!» bofonchiò Kakuzu.
Deidara sogghignò divertito.
«Già… salveremo il villaggio della foglia, e con esso salveremo il mondo intero dalla furia di Naruto…»
Scoppiò a ridere di gusto, come poche volte gli era capitato di fare.
«Non ci credo! ahahahahaha! Volete farmi credere che per questa volta… noi saremo i BUONI??? Se qualcuno mi avesse detto una cosa del genere prima, gli avrei riso in faccia!»
«Uhm… i buoni, eh? Chissà cosa avrebbe detto il leader a sentire una cosa del genere» borbottò Zetsu tra se e l’altro Zetsu.
«Probabilmente farebbe come Deidara» gli rispose l’altra sua metà, infatti l’artista si stava letteralmente rotolando per terra dalle risate.
«Andiamo, abbiamo un compagno da recuperare» Esordì Kakuzu, così dicendo sparì, seguito a ruota dai suoi compagni.
Lontano dalla piazza, Tobi era seduto con la schiena contro a uno dei palazzi del villaggio. Aveva sentito tutta la conversazione e ora stava sorridendo felice.
«I buoni, eh… ci hanno messo un po’… e io che mi sentivo escluso… a essere l’unico bravo ragazzo dell’organizzazzione…»
Era a volto scoperto, stranamente, la sua maschera arancione era diventata rossa a causa del sangue che stava sgorgando a fiumi dall’occhio che si era appena strappato. Era stata una decisione drastica, ma era l’unico modo che aveva per liberarsi dal controllo di Madara Uchiha.
«Spiacente ragazzi…» sussurrò «vorrei tanto darvi una mano con Naruto… ma non penso… che riuscirò…»
Tanto sangue…
Troppo sangue…
«…grande… il video se né già andato… mi sa che tra un po’ toccherà all’audio…»
La maschera gli sfuggì di mano e si tuffò nel mare di sangue che c’era attorno al membro dell’akatsuki.
«Kakashi…»
Fece un ultimo sospiro, e poi rimase lì.





Nn ho idea di quando aggiornerò di nuovo, buone vacanze a tutti!

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Capitolo 34
*** Orgoglio ***











Il quinto hokage stava camminando con passo veloce per i corridoi del suo palazzo, con Shizune che tentava di starle a fianco.
«Quanti rinforzi hanno inviato?» Chiese Tsunade senza smettere di camminare.
«Circa duecento jonin dalla sabbia, centoventi dalla roccia, trecento dalla pioggia e una cifra non ancora ufficiale dagli altri villaggi che dovrebbe aggirarsi su un totale di cinquecento»
La bionda digrignò i denti come un cane rabbioso.
«Non bastano» ringhiò «non sono sufficienti, avremo bisogno di almeno cinquemila nuovi ninja per assicurarci la vittoria, se anche solo la metà delle cose che il nostro informatore ci ha detto riguardo al villaggio della luna rossa sono vere, allora siamo nei guai fino al collo»
«Con tutto il rispetto Tsunade-sama» cominciò Shizune «secondo gli ultimi rapporti il nemico conta circa tremila unità, e noi abbiamo raggruppato nello stesso posto i tre ninja supremi e i cinque hokage con il grosso delle forze dei loro villaggi e abbiamo quasi raggiunto il numero di diecimila unità…»
«Ma davvero? Quasi me ne ero dimenticata!» brontolò «ti ricordo che un solo jonin della luna rossa ha messo fuori gioco tutto il team di Kakashi. Se sono tutti forti come lui, allora abbiamo due possibilità: o spuntano dal terreno altri cinquemila jonin oppure qui c’è davvero bisogno di qualcuno che faccia i miracoli»
«Se è un miracolo che cercate» disse una voce alle spalle delle due «credo di conoscere la persona che fa al caso vostro»
Tsunade si voltò di scatto con i pugni serrati, conosceva fin troppo bene quella voce, e mai, nemmeno in diecimila anni avrebbe potuto dimenticarla. O quanto meno sopportarla.
«Orochimaru… conosci i patti, non puoi entrare nel perimetro del villaggio» sibilò la bionda, pronta a far volar via la testa di quella serpe con un pugno al primo segno di minaccia.
«Colgo una nota di disprezzo nella tua voce e mi fa soffrire davvero molto» disse con palese ironia il ninja supremo.
Era poggiato con la schiena al muro, la braccia incrociate e lo sguardo fisso negli occhi della sua ex compagna di squadra, nulla di insolito, ma c’era qualcosa in lui che lasciò il quinto hokage allibito.
«Orochimaru, che diavolo hai addosso!?» Esplose.
«Mi sta bene vero? L’ho trovata nascosta nel vecchio ufficio di Sarutobi. Ha quasi trent’anni ma mi sta ancora perfettamente»
Tsunade era a dir poco sconvolta: Orochimaru stava indossando la sua vecchia divisa da jonin della foglia!
«Shizune, vattene» disse con tono per nulla rassicurante, e la mora pensò bene di non mettere in discussione quell’ordine e si precipitò verso la rampa di scale più vicina.
«Mi piaceva molto questo giubbotto» cominciò Orochimaru «la prima volta che l’ho indossato ho sentito una scarica di adrenalina percorrermi per tutto il corpo, e mi sentivo così ogni volta che la avevo addosso» fece una della sue solite risatine da far accapponare la pelle, anche se Tsunade proprio non capì cosa ci fosse di così divertente in quello che aveva detto.
«Questa sarà la battaglia più importante nella storia del mondo dei ninja e ho bisogno di essere carico al massimo… ma a giudicare dalla tua faccia sembra proprio che tu non mi creda»
«Dovrei forse credere che hai dei sentimenti?»
«No. Mai avute seccature del genere, causano un sacco di noie. Comunque, mi è parso di sentire che tu abbia bisogno di un miracolo, che genere di miracolo?»
«Figuriamoci, morirei piuttosto che chiedere aiuto a te!»
così dicendo voltò le spalle intenzionata ad andarsene, ma la voce di Orochimaru la blocco.
«E se l’aiuto provenisse dal quarto hokage, lo accetteresti?»
Tsunade non rispose, rimase in silenzio senza dire muovere un solo muscolo.
«Ho migliorato molto la mia tecnica di resurrezione e con il livello di chakra che ho raggiunto penso di essere in grado riportare alla vita quel ninja eccezionale e mi sono preventivamente preso la libertà di iniziare i preparativi e naturalmente…» sul suo volto apparve un ghigno inquietante «procederò solo con il consenso del “capo” dell’alleanza, ovvero voi principessa Tsunade»
Ancora, rimase in silenzio senza muoversi.
«Chi tace acconsente»
Così dicendo si voltò e si incamminò per il corridoi.
«Preferirei che tu fossi più sincero però, Orochimaru.» disse lentamente la bionda «le cellule del primo, del secondo e del terzo hokage che hai prelevato poco fa profanando le loro tombe… pensi potranno essere utili alla battaglia?»
Il sorriso di Orochimaru si allargò ancora di più.
«Sì, principessa» rispose lentamente «molto utili»
Si incamminò per il corridoio in direzione delle scale, dove trovò Kabuto ad aspettarlo.
«A quanto pare ci hanno beccato con le dita nella marmellata, eh?» commentò il ninja medico.
«Non è un problema, Tsunade è convinta che la situazione sia disperata e per salvare il suo caro villaggio è disposta a sopportare qualche mio piccolo esperimento»
«Ed è davvero così disperata la situazione?»
«Molto più di quanto Tsunade possa pensare, anche con l’aiuto dei precedenti hokage le possibilità di vittoria sono scarse. Molto scarse»
Scesero le scale e si ritrovarono nella piazza davanti al palazzo dell’hokage.
«Non pensa che Sasuke potrebbe darci qualche possibilità in più?» Chiese Kabuto.
«Ci darebbe parecchie possibilità in più se solo qualcuno sapesse dove è andato a finire… non è che tu ne sai qualcosa, Kabuto?» Chiese il suo padrone con uno strato tono di voce. Quasi minaccioso.
«Come può pensare una cosa del genere?»



20 minuti prima, villa abbandonata degli Uchiha.



«Chiunque abbia creato questi farmaci» cominciò Kabuto riconsegnando la boccietta a Sasuke «è senza dubbio un genio della medicina al pari di Tsunade, sicuramente è in grado di proteggere il tuo sistema circolatorio dall’erosione per un periodo di tempo limito»
Sul volto di Sasuke apparve un sorriso che stranamente gli ricordava quello di Orochimaru.
«Potrò combattere di nuovo quindi? Tutte le mie tecniche e il chakra di Hachimata?» Chiese il moro.
«Tutto quanto, ma ormai il danno è fatto: con sistema circolatorio che ti ritrovi sarà già tanto se riuscirai a tirare avanti i prossimi tre anni»
«A me bastano solo una manciata di minuti per chiudere i conti con Naruto. Il resto non conta»
Kabuto osservò il giovane Uchiha e quello che vide non fu un ninja della foglia, un patriota che stava andando incontro alla minaccia che gravava sul villaggio, ma vide invece un ragazzo orgoglioso al quale della villaggio, dei suo amici, dei suoi compagni non importava assolutamente nulla. Al momento, almeno. Tutto quello che contava per lui era soddisfare il suo orgoglio. Dimostrare a se stesso che era migliore del suo rivale di sempre.
«Sasuke-kun» cominciò « anche se riuscissi a sconfiggere Naruto, tutto quello che otterresti sarebbe senza alcun senso»
«Lo dici come se me ne dovesse importare qualcosa. Naruto è l’avversario più forte e agguerrito in cui mi sia mai imbattuto. Non ho alcuna intenzione di morire prima di averlo sfidato un’ultima, quello che succederà dopo è superfluo»
Kabuto scosse la testa.
«Questa tua ossessione ti porterà alla rovina. Tu almeno qualcosa che ci assomigli a una famiglia ce l’hai, se andrai contro Naruto combattendo solo per te stesso andrai contro morte certa»
Sasuke lo ignorò: prese la sua katana, ingoiò uno di quei speciali tonoci di guerra e sparì in uno sbuffo di fumo.
Ma forse… pensò Kabuto sarà proprio questo tuo orgoglio a salvarci tutti.

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Capitolo 35
*** Il triste epilogo. ***









“Corri Dannazione!, corri!” Hidan afferrò Deidara per il colletto del kimono e se lo trascino a dietro, inseguiti da un enorme zampa artigliata di colore cremisi pronta a ridurli in brandelli.
“Perché non se la prende un po’ anche con Kakuzu e Zetsu? Sempre quasi che abbia preso di mira solo noi!” Si lamentò Deidara, mentre le sue mani impastavano velocissime un paio di gufi d’argilla.
“Vaglielo a chiedere se sei così curioso!” Balzarono sul ramo di un albero li vicino e dopo un altro balzo si ritrovarono in groppa ai due gufi d’argilla creati dall’artistia.
“Fai prendere quota a questi pennuti, non gli ci vuole niente ad acchiapparci!”
“Abbi rispetto per le mie opere o ti butto di sotto!”
I gufi cominciarono a sbattere le ali all’impazzata mirando in alto nel cielo, inseguiti ancora da quella quasi serpentesca zampa artigliata e solo raggiunta una quota considerevole sembrò desistere e si dissolse in una marea di scintille rosse.
Le cavalcature di Deidara e Hidan si fermarono e osservarono la foresta semi distrutta sotto di loro.
“Merda… merda… merda! Così non va bene per niente!” si sfogò Deidara “se almeno avessi una vaga idea di dove si trovi potrei usare il C4 Garuda, ma così sprecherei un enormità di chakra solo per far fuori delle stupidisse copie!”
“Beh, allora fatti venire un idea prima che…”
Improvvisamente, i due si ritrovarono sovrastati da un ombra enorme e quando si voltarono tutto quello che riuscirono a vedere prima di ritrovarsi coi crani spappolati fu un lampo di luce rossa.
I corpi di Deidara e Hidan cominciarono a brillare e poi esplosero coinvolgendo il loro avversario nell’esplosione.
A terra, gli originali Deidara e Hidan osservarono la scena sudando freddo. “Lo hai preso?” Chiese Hidan.
“Si, ma di sicuro si trattava di una copia. Impossibile che Naruto caschi in giochetti del genere e comunque…” Si voltò, ritrovandosi a pochi metri da un branco di volpi grandi come orsi, dal manto rosso sangue e con quattro code ciascuna “se avessi colpito l’originale, le copie sarebbero dovute sparire insieme a lui”
Le volpi ruggirono all’unisono minacciose e inquietanti; stavano giocando al gatto col topo, sarebbe bastato loro pochi attimi per ridurre in brandelli i due membri dell’Akatsuki.
“Mischiare assieme la Kage bushin con il “manto della volpe”… e io che credevo che a Naruto mancasse l’inventiva” dissi Deidara sputando per terra “ non so quanto possa essere rassicurante, ma sembra che le copie possano raggiungere un massimo di quattro code”
“Qui ci serve un idea” brontolò Hidan grondante di sudore da capo a piedi, portando la sua falce dinnanzi a se “una grande idea, o ancora meglio un miracolo!”
Alle spalle dei due, un terzo ninja che portava il loro stesso kimono si avvicinò e incurante del pericolo si diresse con passo deciso verso il branco di volpi.
“Spiacente Hidan, ma dovrai accontentarti di me”
“Che cazz… Zetsu, attento!”
Due volpi si staccarono dal branco e saltarono addosso a Zetsu e questi non fece nessun gesto, ma dal terreno spuntarono due mandibole verdi che le stritolarono tra le loro fauci, e subito le volpi sparirono in uno sbuffo di fumo.
“La forza d’attacco di queste volpi è senza dubbio pari a quella di Naruto ma, essendo dei Kage Bushin, se subiscono una certa quantità di danni spariscono”
Battè un piede per terra e altre mandibole sfondarono il terreno divorando una ad una tutte le volpi davanti a loro.
“Inoltre queste copie non possono superare i cinquecento metri di distanza dall’originale altrimenti svaniscono. Penso vi siate anche accorti che un attimo di distrazione è più che sufficiente per ritrovarsi le interiora sparse per tutta ciò che resta di questa foresta”
I dei rimasero ammutoliti e solo dopo un po’ Deidara si riprese.
“Co…Come fai a sapere tutte queste cose?”
“Ho aiutato io Naruto a sviluppare questa tecnica qualche anno fa, ma non credevo che sarebbe riuscito a completarla da solo”
Sentirono chiaramente dei passi veloci e pesanti che si stavano avvicinando a loro da tutte le direzioni… non era affatto una bella cosa: se si fossero lasciati circondare sarebbe stata la fine.
“Ci penso io alle copie, voi raggiungete Kakuzu e dategli una mano con Naruto, non potrà mai farcela da solo”
“Non abbiamo la più pallida idea di dove sia, quelle cose ci sono piombate addosso da tutte le parti non appena avevamo raggiunto Naruto e ci siamo divisi”
“Beh allora spiccate il volo e seguite le scie di fumo, non dovrebbe risultarvi difficile ora che le copie sono concentrate su di me”
Il rumore delle volpi si fece sempre più vicino.
“Muoveti!”
I due non se lo fecero ripetere e si misero a correrre.
Caspita… pensò soddisfatto Zetsu, mentre le volpi con tutta calma lo stavano lentamente circondando chissà se tutti i “buoni” si esaltano così tanto ogni volta che salvano la situazione, questa sensazione è una goduria tale che mi sembra quasi che mi stia salendo un orgasmo!
“Tecnica del richiamo” disse sbattendo un piede per terra e, con uno sbuffo di fumo, sotto i piedi di Zetsu cominciò a germogliare rapidamente una pianta che all’inizio sembrava essere un normalissimo rampicante, ma poi questo rampicante cominciò a crescere a dismisura e fauci e mandibole enormi lo cospargevano da tutte le parti: era una pianta carnivora.
“Fatevi sotto! La mia amica ha fame!” gridò battagliero, pronto a dare il meglio di sé in quella battaglia che, in cuor suo ormai lo sapeva, sarebbe stata la sua ultima.

Non molto distante da li intanto, Kakuzu e Naruto stavano combattendo ferocemente e il tesoriere risultò ovviamente in difficoltà fin dal primo momento.
Si trovavano in una vasta pianura di erba bruciata, tra i due c’erano una ventina di metri di distanza, distanza che da un po’ nessuno dei due osava diminuire; alle spalle di Naruto c’erano almeno una cinquantina di suo copie con il manto del demone alla stadio della quarta coda mentre Kakuzu al suo fianco aveva quattro delle sue cinque creature originarie.
Quindici minuti di battaglia e ci ho già rimesso un cuore, se continua così non riuscirò a resistere fino a quando l’effetto del suo tonico non si esaurisca, devo cambiare strategia…
“Perché!?”Gridò Naruto “Perché mi avete tradito anche voi!? Io mi fidavo!”
“Lo facciamo per il tuo bene, Naruto. Sei fuori di te e nello stato in cui sei potresti fare qualcosa di cui potresti pentirti per sempre”
“Io sono Tsukimaru!” Gridò di rimando, scagliandogli contro alcune delle suo volpi, ma Kakuzu e le sue creature ormai avevano già preso la mano con quella nuova arma del biondo e tempo di comporre qualche sigillo e le copie vennero sconfitte.
“Crepa… crepa anche tu, bastardo traditore!” Con un semplice cenno della mano, tutte le volpi alle sue spalle si scagliarono contro il tesoriere.
“Tsk…” tre delle sue creature rimanenti si misero tra Kakuzu e il branco di volpi.
Fuuton: tornado di lame… Katon: castigo etereo… Raiton: respiro di raijin… e che il cielo me la mandi buona!
“Arte segreta: canto ancestrale dei tre demoni!”
Il risultato di quelle tre tecniche mischiate assieme fu devastante: le volpi vennero risucchiate da un turbine di fuoco grande quanto un palazzo e le poche che si salvarono dovettero fare i conti con le saette sprigionate da quel turbine impazzito.
Kakuzu non si fece distrarre dal trambusto della sua tecnica e tenne sempre gli occhi fissi sul suo avversario, attento che non si sostituisse con una copia.
Non si è moltiplicato ancora… quello che ho davanti è l’originale, ne sono sicuro.
Deglutì a fatica: non gli piaceva per niente quello che stava per fare, ma era per il bene del suo caro compagno.
Scusami Naruto, questo potrebbe farti molto male. Doton: tripla serpe delle viscere!
Subito Kakuzu scattò velocissimo verso il suo avversario verso il lato destro e il turbine di fuoco e fulmini, quasi avesse un intelligenza propria, si mosse all’unisono del suo evocatore, andando però verso il lato destro di Naruto.
Appena fu abbastanza vicino Kakuzu scagliò i suoi fili neri contro il ragazzo, che non potendo scansarsi per colpa del turbine troppo vicino fu costretto ad arretrare ma appena fece giusto un paio di passi indietro, dal terreno emersero tre anaconde di pietra che lo avvolsero tra le loro spire e lo immobilizzarono completamente.
Nemmeno fece in tempo a maledire il tesoriere che Naruto venne investito in pieno dal turbine di fuoco e fulmini, che espose in una miriade si scintille di fuoco e saette.
Troppo bello sperare che sia finita così, ma nemmeno lui può essere uscito illeso da un attacco del genere… pensò sicuro Kakuzu, portatosi a distanza di sicurezza per non venire coinvolto dalla sua stessa tecnica Però è strano, lascia che le sue copie usino il mantello del demone ma lui non ne ricorre. Non mi ritiene forte abbastanza da combattere seriamente?
Il polverone alzato dal turbine cominciò lentamente a diradarsi.
Non può essere tanto orgoglioso, dovrebbe saperlo che certi avversari sono pericolosi per chiunque, è impossibile che abbia commesso un simile errore di valutazione deve senz’altro esserci un'altra ragione.
La polvere si adagiò lentamente sull’era bruciata del campo della lotta.
Dove diavolo sono gli altri!? Da sono non credo riu… porca merda!!!
Il tesoriere sbarrò gli occhi terrorizzato, indietreggiò di almeno un paio di passi e cominciarono a tremargli le gambe.
Vide uno sguardo assassino che trasmetteva una rabbia senza confine e tutto attorno si sparse il ringhio selvaggio e animalesco di una bestia ferita.
Naruto non si era ancora mosso nemmeno di un passo.
Semplicemente stava li.
Davanti a lui.
Pieno di rancore verso il mondo.
Pieno di furia omicida
Pieno di rimorsi.
Senza più umanità.
Senza cuore.
Senza pietà.
Senza più il braccio destro e senza più metà della faccia.

“Che diavolo era quel botto!?” sbottò Deidara da sopra la sua aquila d’argilla.
“Ma sei coglione!? Tira a indovinare che secondo me ci azzecchi al primo colpo! Veniva da quella parte, fai muovere questi cosi!”
Le due aquile su cui volavano fecero un brusco cambio di rotta e si diressero verso l’origine di quell’esplosione.
“Deidara, che robe sono quelle!?”
Il biondo guardò davanti a se e per poco non perse l’equilibrio per la sorpresa: le copie-volpe di Naruto era davanti a loro… in volo! Dalla schiena gli spuntavano delle inquietanti ali da pipistrello gocciolanti di sangue.
“Queste Zetsu se le deve essere lasciate scappare… davvero una bella fortuna!”
Hidan lanciò la sua falce come fosse un boomerang ma delle cinque volpi davanti a loro riuscì a colpirne solo una.
“Sei proprio una mezza sega, guarda come si fa!” Veloce come solo l’artista poteva essere, creò uno stormo di libellule esplosive e andarono velocissime contro le volpi davanti a loro e appena furono abbastanza vicini esplosero.
“Visto!? Questa è la sublime potenza della mia art…”
Dal fumo dell’esplosione riemerse una volpe superstite alle libellule di Deidara e con un solo gesto mozzò via le ali ad entrambe le aquile di argilla.
Hidan fece saltare via la testa alla copia-volpe con la propria falce, ma ormai il danno era fatto e i due cominciarono a precipitare.
“Un’altra!” gridò Hidan “Merda, crea un'altra aquila o ci restiamo entrambi!”
“La sacca! Mi è caduta la sacca dell’argilla!” Gridò disperato il biondo mentre girava su se stesso per l’attrito dell’aria.
“Ecchecazzo! Lasciatelo dire in faccia Deidara: sei uno sfigato!!!”
“Cazzo vuoi!?” così dicendo gli mollò un calco in pieno grugno “Ripetilo, coglione!”
“Ti ammazzo! Aspetta che ti raggiungo e ti faccio a pezzi!”
Si mise il manico della falce fra i denti e cominciò a muovere braccia e gambe quasi stesse nuotando in stile rana, si avvicinò all’artista e lo prese per il cappuccio del kimono.
“Finire spiaccicato insieme a un malato mentale come te… non mi va bene niente!” e gli mollò una testata dritta in mezzo alla fronte.
“Ahi… infame, va bene tutto, ma farmi dare del malato mentale da uno che si tinge i capelli di bianco non mi va bene per niente! E per la cronaca, perfino Tobi aveva capito che quello non è il tuo colore naturale!”
“Figlio di…” arrossendo paurosamente, Hidan afferrò il collo di Deidara “Jashin ti punirà per quello che hai detto… anzi no! Perché togliermi questo piacere: ti punisco io, ermafrodita dei miei stivali!”
Deidara portò le mani al collo di Hidan “Come ti permetti!? Fanatico!”
“Ricchione!”
“Faccia da culo!”
“Finocchio!”
“Tamarro!”
“Okama!”
Parecchi insulti dopo e dieci metri prima di finire piatti come delle sogliole, una marea di piccoli fogli di carta di interpose tra i due membri dell’Akatsuki e la pianura, attutendogli la caduta abbastanza da lasciarli illesi.
I due, con ancora le mani di uno attorno alla gola dell’altro, si guardarono in torno, poi si guardarono in faccia stupiti, poi si guardarono di nuovo intorno circospetti, si guardarono ancora in faccia stupiti e poi si abbracciarono e cominciarono a ridere.
Si alzarono e in lontananza videro che c’era Kakuzu in piedi affiancato delle sue creature dai fili neri.
“Tu raggiungilo, io devo trovare la mia sacca prima”
“D’accordo” Hidan stava per mettersi a correre verso il suo compagno, ma poi si girò verso Deidara “…Davvero se ne è accorto perfino Tobi?”
Deidara fece un deciso cenno di assenso.
“Ci ha impiegato un paio di mesi per capirlo, ma: si, lo ha capito perfino lui” rispose “Oh, cazzo…”
“E, Hidan” chiese il biondo “Perché mi hai dato dell’ermafrodita?”
“La prima volta che ti ho visto ti ho scambiato per una ragazza” ammise il religioso. “Oh, cazzo…”
“Cioè… nessuno te lo aveva fatto notare prima?” Chiese Hidan confuso.
Deidara fece no con la testa.
“Boh… vado ad aiutare Kakuzu, tu sbrigati a trovare la tua argilla”
E, mentalmente, entrambi ringraziarono la loro salvatrice, rispettando la sua scelta di non mostrarsi, e non si scomodarono per cercarla.
In fondo, Sakurazaki era sempre stata una ragazza enigmatica.

Qui qualcuno mi sta facendo uno scherzo di pessimo gusto…
Kakuzu sentiva tutti i suoi quattro cuori rimanenti martellare all’impazzata, stava grondando sudore di puro terrore da tutti i pori e non riusciva a far smettere le proprie gambe di tremare.
Ok… posso capire che Naruto mi sottovaluti… che il mio precedente attacco era senza dubbio uno dei più potenti che possa usare, ma… Naruto nel corso di tutti i combattimenti che a affrontato ha incassato tecniche ben più potenti di questa, allora come…
Guardò di nuovo il ragazzo davanti a se.
Come sono riuscito a ridurlo in quello stato!?
Mai il corpo di Naruto aveva subito ferite così gravi, mai, mai in sedici anni di combattimenti.
MAI.
Entrambe le gambe erano visibilmente e gravemente ustionate, come anche il suo bracci sinistro.
Il braccio destro era stato letteralmente carbonizzato e ora al suo posto c’era solo un moncherino sanguinante e il suo bel volto era stato terribilmente sfigurato da un ustione che si era portata tutto il lato destro della sua faccia, occhio compreso.
Cosa significa tutto questo?
“Kakuzu!” Avvertì la voce del suo compagno alle spalle ma non osò voltarsi: una sola distrazione e ci avrebbe rimesso almeno un paio di cuori.
“Kakuzu, tutto intero?”
Non si voltò verso di lui, non gli rispose, lasciò che lui stesso si accorgesse della situazione.
“Porca di quella… Come diavolo hai fatto?” sibilò Hidan.
“Non me lo chiedere, non ne ho la più pallida idea… ora zitto e lasciami pensare, e soprattutto non perderlo d’occhio un sono istante, o ti fa a pezzi”
Dall’inizio del combattimento si è solo moltiplicato in quelle sue copie-volpe da quattro code… non che non sia stata una tattica efficace, ma è strano che non usi qualche altro jutsu e inoltre…
Di nuovo, osservò lo stato pietoso in cui si trovava il biondo.
Lo avevo bloccato con i serpenti delle viscere in modo che non componesse alcun sigillo, ma avevo calcolato che sarebbe ricorso almeno alla prima coda del chakra del demone per difendersi, ma non lo ha fatto.
Corrugò la fronte imperlata di sudore più confuso che mai. Non lo ha fatto… perché? Forse l’effetto del tonico si è esaurito… no, è passato troppo poco tempo e non avrebbe potuto moltiplicarsi per creare quelle copie-volpe di prima se davvero in tonico avesse esaurito il suo effetto.
“…ta…ana…” ringhiò Naruto facendo un passo in avanti, mentre i due avversari ne fecero prontamente quattro indietro “…ana.. brutta… puttana…” ruggì letteralmente, facendo percorrere un brivido di terrore sulle schiene di Hidan e Kakuzu “Troia… anche tu… ti ammazzo… ti ammazzo…”
Fu allora che il tesoriere cominciò a intuire cosa ci fosse sotto.
Kyuubi… la stessa Yoko sta cercando di fermare Naruto… non gli dona più il suo chakra e non lo cura, si limita solo a difenderlo dai colpi mortali… povera donna, non deve essere affatto facile per lei. Scommetto che quelle copie-volpe è il massimo che Naruto riesce a fare in questo momento.
Perfettamente conscio che era un enorme rischio, Kakuzu non potè trattenersi: abbassò tristemente lo sguardo e sussurrò un flebile “grazie” al demone volpe.
“Hidan, mentre io lo distraggo tu attaccalo dal suo punto cieco, feriscilo, usa la tua tecnica di maledizione e poi mettigli fuori uso le gambe… anzi, forse è meglio direttamente la schiena, meglio non correre rischi”
“... non mi piace per nulla l’idea ma sembra che non ci siano altre vie d’uscita”
Cominciarono a muoversi, ma Naruto sembrava ormai fuori di se e senza alcun ritegno caricò verso Kakuzu senza nemmeno creare delle copie.
Ormai non ragiona più… ce la possiamo fare!
Un attimo prima di finire imbrigliato tra i fili neri delle creature di Kakuzu, Naruto sembrò riacquisire un attimo di lucidità e si allontanò con un balzo indietro, ma così facendo si ritrovò Hidan alle spalle senza nemmeno rendersene conto.
L’immortale lo colpi con la falce sull’unico braccio sano rimasto al biondo, che si accorse della presenza del nemico appena in tempo da non lasciarci l’unico braccio rimastogli ma non poté evitare di venire ferito dall’arma dell’avversario.
Col braccio sano tentò di colpire Hidan ma il colpo venne schivato con facilità e subito rimisero le distanze.
“Adesso!” Gli gridò Kakuzu e subito il suo compagno si infilzò la mano con un kunai e con il sangue che sgorgò fuori dalla ferita cominciò a tracciare per terra il simbolo circolare del suo anatema.
“Ora è tutto pronto!” Gridò trionfante l’immortale, mentre leccava la lama che aveva ferito il braccio di Naruto.
Da una tasca interna del kimono estrasse un lungo paletto acuminato e stava per conficcarselo nella schiena in modo da rendere inerte anche quella di Naruto ma, per la prima volta in vita sua, fu colto da un attimo di esitazione.
Non la schiena… non potrà mai più camminare… se colpisco le gambe invece… “Hidan! Alle tue spalle!”
Due copie-volpe spuntate dal nulla caricarono su Hidan e lo fecero sbalzare via lontano dal cerchio.
“Bastarde!!!”
Hidan andò nel panico più totale, si difese a pugni, calci, schiaffi e morsi, ma quella due volpi a quattro code erano troppo per lui e si avventarono su di lui graffiandolo e mordendolo dappertutto e fu solo per l’intervento di una delle creature di Kakuzu se non fini sbranato.
“La gamba! La gamba! Quelle volpi di merda si sono presi la mia gamba! Stronze!!!” gridò a squarcia gola agitando l’unica gamba rimasta e un moncherino che stava facendo schizzare sangue da tutte le parti.
“Colpa tua che ti sei messo a pensare alla figa! Rientra in quel cazzo di cerchio e atterra Naruto!”
Usando il manico della falce come appoggio tentò di rimettersi in piedi e cominciò a trascinarsi verso il cerchio di sangue che aveva tracciato, ma avvertì chiaramente che attorno a lui almeno un'altra decina di volpi si stavano muovendo nella poca boscaglia rimasta li attorno e Hidan digrignò i denti con rabbia.
Devono aver fatto fuori Zetsu… maledizione!
Si maledisse per quell’attimo di esitazione che aveva avuto e se ne vergognò profondamente: non avrebbe più commesso lo stesso errore ma ora oltre alla gambe quasi sicuramente ci avrebbe rimesso anche la testa se non fosse rientrato in quel cerchio il più in fretta possibile.
La presa alla falce gli scivolò via a causa del sangue, ma prima che cadesse a terra una spalla amica lo sorresse.
“Abbiamo una missino di livello SS da portare a termine Hidan” lo canzonò Deidara “non sono concesse pennichelle fino al completamento del lavoro e, per la cronaca…” compose un unico sigillo e tutto attorno divenne un susseguirsi di esplosioni una dietro all’altra “ho ritrovato la mia sacca d’argilla” e dopo quelle esplosioni, il silenzio avvolse completamente la foresta.

Kakuzu intanto faceva da scudo per il suo compagno e ogni volta che Naruto si lanciava urlando contro di lui, prontamente faceva volare il biondo con un calcio ben piazzato. Ormai era quasi fatta.
“Non costringermi a farti più male di così, Naruto. Se Artemis vedesse lo stato in cui ti ho ridotto mi riempirebbe di cazzoti fino a farmi diventare la faccia come quella di un rospo”
Kakuzu non poteva saperlo, ma pronunciando il nome di Artemis fece scoppiare qualcosa dentro Naruto.
“Ora basta… ne ho abbastaza di voi traditori! Vi scorticherò uno alla volta!”
Alle spalle del biondo, cominciarono a materializzarsi una miriade di volpi a quattro code, continuavo ad apparire con uno sbuffo di fumo dietro l’altro e non accennavano a smettere.
Moltiplicazione superiore senza alcuno sigillo, grandioso, non vedo come le cose possano andare peggio.
Con un gesto di mano richiamò a se le sue creature.
Se entro tre secondi Hidan non lo mette fuori gioco sono guai grossi.
Kakuzu poteva già immaginarsi cosa sarebbe successo l’attimo dopo: Naruto avrebbe fatto un semplice gesto con l’unica mano rimastagli, poco più di un cenno, e quell’esercito di volpi avrebbe messo la parola fine alla storia dell’akatsuki.
Ma invece non successe niente di tutto ciò.
Ormai si aspettava di tutto da questo nuovo Naruto, si fosse anche trasformato in un demone peggiore delle volpe a nove code difficilmente avrebbe sbarrato gli occhi per lo stupore.
Eppure ora lo stava facendo.
I suoi occhi neri come la pece erano fissi su Naruto e stentava a credere a quello che stava vedendo.
Naruto era caduto in ginocchio e si era messo a piangere, singhiozzando come un bambino e i suoi occhi increduli si incrociarono con quello azzuro (azzurro, e non più rosso) del suo caro amico.
“Cosa…” borbottò Naruto “Cosa è successo?”

Non molto lontanto da li Sakurazaki stava aspettando, aspettando che quella lotta senza alcun senso fosse finita.
E sapeva come sarebbe finita.
Naruto avrebbe fatto a pezzi tutti i suoi compagni, avrebbe sconfitto l’ultima forza portante rimasta e poi avrebbe raso al suolo il villaggio della foglia.
Sospirò, mentre una lacrima le rigava il suo bel viso.
“Artemis… perché almeno una volta nella tua vita non mi hai dato retta?”


Quindici anni prima…


“Artemis, tu lo sai chi erano i crociati?” chiese la donna mentre era intenta a giocare con il piccolo Naruto con un orsacchiotto, Artemis era in piedi li a fianco a loro, segretamente contento dei piccoli sorrisi che il bambino faceva ogni volta che l’orsacchiotto si spostava da una parte all’altra della culla.
Si trovavano nel loro vecchio covo e da qualche mese a quella parte Sakurazaki si era messa in testa di far rinsavire Artemis dal suo progetto di vendetta.
“No. E non me ne importa. Se cerchi un altro pretesto per farmi una ramanzina sulla fenice giuro che è la volta buona che…”
“Andarono a combattere quella che credevano fosse una “guerra santa” quando in verità non c’era nulla di sacro in quello che fecero. Saccheggi, stragi, omicidi, violenze… commettevano ogni genere di barbaria immaginabile e sai come si giustificavano? “ Questa è la guerra santa” dicevano “ il Signore ci perdonerà ogni peccato se combattiamo questa guerra portando la sua croce sui nostri scudi” ne erano convinti per davvero. Tanto che erano felici di morire in quella stupida guerra, sapendo che ogni loro colpa sarebbe stata lavata via. Quello che stai facendo tu non è molto diverso. Sei convinto fino al midollo che la Fenice sia una panacea universale che risolverà ogni problema passato presente e futuro”
Il leader sospirò seccato, ormai passavano la maggior parte del tempo a litigare su quella questione. Ogni giorno.
“Non voglio sprecare ulteriormente il fiato. Tu non hai mai perso nessuno che ti era caro, non mi aspetto che tu mi capisca”
“Ho paura di perdere te, e anche di perdere Naruto” Rispose la donna mascherando un singhiozzo “ne ho una paura folle. Non voglio perdervi”
Artemis rimase in silenzio, quell’affermazione gli aveva fatto piacere ma non aveva alcuna intenzione di darlo a vedere per colpa del suo stupido orgoglio e mantenne un espressione di granitica neutralità.
“Artemis…” per un momento smise di giocare col bambino e si voltò verso il leader. “sposiamoci”
L’espressione di granitica neutralità di Artemis andò a farsi benedire per lasciare spazio alla faccia più stupita che al leader capitò mai di fare in tutta la sua vita.
“Andiamo nella mia vecchia casa sulle montagne vicino a Konoha e viviamo li la nostra vita, molla tutto. La vendetta… l’akatsuki… la Fenice… non ti porteranno che dolore, sia per te che per Naruto. Lo so. Ti prego Artemis-kun, ti prego…”


Sakurazaki sospirò tristemente e scacciò quel ricordo doloroso dalla sua mente, aveva altro a cui pensare al momento.

“Cosa… cosa…” Naruto inginocchiato a terra continuava a guardarsi intorno visibilmente disorientato e confuso “male… perché fa così male…?” borbottò.
Kakuzu sembrava pietrificato dallo stupore, come anche Deidara e Hidan, e quest’ultimo era rimasto lì con la lancia ancora a mezz’aria, incerto come non mai su quello che doveva fare.
Le volpi che prima aveva evocato erano sparite, ma anche se fossero rimaste li difficilmente i membri di akatsuki se ne sarebbero accorti: erano troppo presi a fissare sconvolti il loro amico Naruto, increduli.
“Il mio braccio… la faccia… male… papà… papà, dove sei?” dall’unico occhio rimastogli stavano sgorgando a fiumi lacrime di puro terrore mischiate al sangue delle ferite al volto.
Si voltò verso Kakuzu, quasi si fosse accorto solo in quel momento della sua presenza.
“Kakuzu… cos’è successo…? Dove siamo…?”
Ma il tesoriere non rispose, era troppo confuso anche solo per creare un pensiero logico che avesse senso.
“Naruto…” riuscì solamente a dire “ sei Naruto, vero?”
Il biondo ci capiva sempre meno.
“Certo che sono io… che razza di domande son…” si bloccò e si portò il braccio illeso alla tempia, mentre sul suo viso sfigurato compariva una smorfia di dolore.
“Sta… sta gridando… Yoko… perché stai gridando?” si lasciò sfuggire un gemito di dolore .
“Ehi… ehi, Deidara… che faccio?” si azzardò a chiedere Hidan spaventato e confuso quanto i suoi compagni.
“Non… non me lo chiedere, io ormai ho rinunciato a capirci qualcosa” fu il commento di Deidara.
“La stanno uccidendo!” Gridò disperato Naruto “qualcosa… qualcosa sta uccidendo… no… sta divorando Yoko…” portò lo sguardo ai suoi compagni “Ragazzi… ragazzi vi supplico, fate qualcosa! Yoko… Yoko sta per morire!”
I tre si scambiarono uno sguardo che lasciava tutto dire: nessuno aveva la minima idea di cosa stesse succedendo e nessuno si azzardava a dire cosa si potesse fare. Quel momento di magia cessò l’istante dopo.
La figura di Naruto sparì alla vista dei tre, e meno di un attimo dopo la testa di Kakuzu ruzzolò a terra e le sue creature si liquefarono.
“Che cazz… Hidan, adesso!”
Hidan caricò il braccio che teneva la lancia ma prima che la punta potesse raggiungere la carne, una mano dalla presa possente gli bloccò il polso.
“Che… che diavolo…” balbettò l’immortale, e prima di capire chi o cosa lo avesse fermato finì scaraventato lontano dal cerchio della maledizione.
Tentò di rialzarsi, ma si accorse a sue spese che tentare di rialzarsi con una gamba strappata via dal corpo non è una grande idea.
“Deidara! Vieni a darmi una mano!”
Ma non ricevette risposta alcuna.
Era nuovamente sceso il silenzio, un silenzio innaturale e inquietante.
“Deidara… Deidara cazzo, non è divertente, dove cazzo sei !?”
L’unica risposta che gli arrivò fu un leggero fruscio di foglie e il rumore dell’erba bruciacchiata che scricchiolava sotto dei leggeri e felpati passi che si avvicinavano verso di lui.
“Deidara è occupato, sarà da te non appena gli ricresce la testa”
Naruto si avvicinò a Hidan e si chinò verso di lui.
“N-Naruto… torna in te… sei ancora in tempo…”
Quel viso sfigurato era qualcosa di inquietante e quell’occhio cremisi straripante di odio lo rendeva più simile a un demonio che a un essere umano.
“Io sono Tsukimaru” sibilò il biondo, dopodiché mise una mano sulla testa di Hidan e sussurrò una singola parola, una parola che mise definitivamente fine alla più potente organizzazione di ninja traditori della storia.
“Rasengan…”


Nel frattempo, Sasuke stava raggiungendo il luogo dello scontro. Non era stato nemmeno troppo difficile individuarlo, le colonne di fumo causate dal combattimento si vedevano perfettamente da chilometri di distanza.
Il problema era un altro però: da quando era partito non riusciva a togliersi di dosso quella strana sensazione, come un brutto presentimento.
Non era la prima volta che andava a combattere contro Naruto, ma questa era la prima volta che si sentiva così, che fosse eccitazione o paura o entusiasmo o altro, il moro non lo sapeva.
Una cosa però la sapeva.
Quella sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbe scontrato col suo migliore amico. Certo, parlare di migliore amico a uno che ogni volta che ci si incrocia la strada lo si tenta di ammazzare sembrava fuori luogo, ma l’amicizia che aveva con Naruto era fatta così, un continuo misurarsi a vicenda, un continuo sfiorare la morte, un continuo massacrarsi a vicenda per poi risorgere dalle cenere più forti di prima. Non sarebbe mai arrivato al livello in cui era ora senza quella testa quadra come rivale di sempre, era un Uchiha, per cui senza dubbio anche senza di lui sarebbe diventato un eccellente shinobi.
Ma grazie a Naruto era diventato molto più di un eccellente shinobi.
Ne era convinto fino al midollo: lui era il più forte ninja del mondo, ma doveva dimostrarlo al mondo, e l’unico modo che gli venne in mente era uno solo, ovvero sconfiggere il più forte demone al mondo: la volpe a nove code.
Pochi anni di vita gli restavano, e quei pochi anni di vita però, se li sarebbe goduti come assoluto e riconosciuto numero uno del mondo.
A quel pensiero Sasuke sorrise maligno e accelerò il passo, cattivo presentimento o meno, quella di quel giorno sarebbe stato il più importante della sua vita.
Continuò a camminare a passo spedito ancora per un po’ e dopo circa un ora di cammino, finalmente, le strade di Naruto e Sasuke si incrociarono di nuovo.
“Sasuke… mancavi soltanto tu ormai” fu il commento del biondo.
Il moro rimase un attimo ad osservarlo con sguardo impassibile.
“Sai Naruto…” cominciò l’Uchiha “non è stato molto educato da parte mia, ma mi sono permesso di sbirciare il tuo scontro di poco fa contro i tuoi compagni, sai, il mio sharingan è diventato più forte dall’ultima volta che ci siamo visti” si strappò un lembo della manica e se lo legò attorno alla testa in modo da coprire il suo occhio destro “ e un uccellino mi ha anche riferito quello che ha fatto Itachi, sembra quasi che distruggere le famiglie sia il suo hobby. Unendo le due cose mi sono fatto un paio di idee su di te, Tsukimaru” si strappò tutta la manica del braccio destro e se la legò con uno stretto laccio attorno all’avambraccio “ tu non sei altro che uno sdoppiamento della personalità di Naruto, conosco bene quella testa quadra, di sicuro una parte di se non ha accettato la morte di Hinata e il tradimento di Itachi e del proprio sensei, così quella parte della sua personalità rimase integra e sana come se non fosse successo niente, un'altra parte, ovvero tu, Tsukimaru, capì perfettamente cosa era successo e diventasti un aglomerato di odio e rabbia verso il mondo intero. Ne sono così sicuro perché anche a me era successa una cosa simile dopo che Itachi sterminò la mia famiglia” col braccio sinistro estrasse la sua katana e portò il destro davanti a se “ma la Kyuubi non sembrava andare molto a genio con questo nuovo te stesso, così hai risolto la questione nel più semplice dei modi: l’hai messa a tacere divorando la maggior parte del suo chakra, immagino che ora quella volpe non sia molto diversa da una foglia rinsecchita e che ora tu possa utilizzare tutte le tecniche che preferisci adesso che non ti intralcia più. Ad essere sinceri di tutto questo non me ne importa assolutamente niente” con un gesto della mano, e senza che gli sfuggì un solo lamento, Sasuke si mozzò il braccio destro “ quindi, ora che siamo alla pari, che ne dici di dare inizio alla festa?”
Una piccola smorfia simile a un sorriso si fece strada sul volto sfigurato di Naruto “Ma sì… distruggere Konoha posso farlo anche dopo… mi è venuta davvero una gran voglia di farti a pezzi”
E per l’ultima volta, lo scontro tra i due più forti guerrieri che il mondo avesse visto, ricominciò.
A fare la prima mossa fu Tsukimaru, estrasse un rotolo dal marsupio e lo lancio in aria.
“Aka higi: spettacolo dei centoquattro congegni! yoko higi: marionettista senza fili!” Alle spalle del biondo comparvero le centoquattro marionette da combattimento lasciate in eredità da Sasori, inquietanti e spaventose come sempre.
Sasuke non si fece cogliere impreparato, attivò lo sharingan e portò la katana davanti a se, facendola percorrere dal suo chakra di fulmine.
“Strappategli gambe e braccia ma non toccategli la testa: mi serve vivo!” ordinò Tsukimaru al suo esercito e subito le marionette partirono all’attacco.
Ne approfitterò per provare la tecnica che ho copiato da Raiga pensò con il sorriso sulle labbra Sasuke.
“Raiton: Raijin no jutsu!”
Dalla punta della spada del moro si sprigiono una saetta che ridusse a carbonella una decina di marionette troppo incaute che si erano avvicinate più del dovuto.
Non è male, ma consuma troppo chakra per i miei gusti: vorrà dire che farò al solito modo
Il flusso di chakra nella lama di Sasuke cambiò: la katana era diventata completamente nera.
“Yamiton: Kageryuudan no jutsu!”
Volteggiò la sua katana sopra di se e un serpeggiante drago ombroso scaturì vorticando da quella lama, travolgendo e distruggendo ogni marionetta che si mise sul suo cammino verso l’obbiettivo: Naruto.
A quest’ultimo tuttavia bastò un semplice gesto di mano e il drago ombroso finì tagliato in due e si dissolse in un mare di cenere.
“Complimenti per davvero, Naruto” si congratulò con lui Sasuke, intento a fare a pezzi ogni marionetta che gli capitava a tiro “è la prima volta che questa tecnica fa cilecca, penso proprio che dovrò usare la mano pesante con te fin da subito”
“Ne sono onorato… anzi, forse no” se la ghignò l’altro.
Un paio di calci e altre due marionette finirono in pezzi. Non faceva differenza se lo attaccavano a ondate o tutte assieme: nonostante la menomazione, il moro non arretrava di un solo passo, continuava ad avanzare con tutta la tranquillità che si trova in una normalissima passeggiata in un parco.
“Probabilmente non te ne importa, ma ho voglia di dirtelo lo stesso” cominciò ad un certo punto Sasuke “a causa del nostro ultimo scontro, mi ritrovo il sistema circolatorio del chakra a brandelli, mi hanno dato un due anni di vita. Tre, se sono fortunato” fissò Naruto e cominciò a sogghignare maligno “quel giorno della selezione dei chunin, anche a te è successa la stessa cosa, non è vero? Quanto tempo è passato? Almeno due anni e mezzo” dalla sua katana si sprigionò un altro drago ombroso che ridusse in briciole quasi tutte le marionette rimaste, le uniche a salvarsi furono Takumi e Sasori.
“Anche se fosse?” Chiese l’altro.
“Stai proteggendo il tuo sistema circolatorio con un tonico, proprio come sto facendo io” se possibile il suo sorriso maligno si allargò ancora di più “ quanto tempo è passato da quando lo hai assunto? Parecchio. Qualcosa mi dice anche da prima della battaglia con i tuoi compagni”
Il biondo sbuffò seccato, in effetti era a corto di tempo sotto quell’aspetto.
“Cosa proponi allora?” Chiese Naruto.
“Un attacco finale” rispose subito Sasuke “concentriamo ogni briciola di chakra che abbiamo nella nostra tecnica migliore e ce la scagliamo contro. Chi resta vivo vince, che ne dici?”
Il sorriso di selvaggia gioia che si stampò sul volto di Naruto fu la sua risposta.
Fece sparire Takumi e Sasori arretrò velocemente di una ventina di metri e lo stesso fece il suo avversario.
“E’ da quando sei sparito che sto sviluppando questa tecnica, quindi abbi la cortesia di giocare la tua carta migliore!”
“Ci puoi giurare!”
Sasuke alzò la sua spada al cielo e cominciò a farla roteare, come a disegnare un cerchio a mezz’aria. Le nuvole sopra di lui cominciarono a raggrupparsi e a farsi sempre più cupe, una pioggia violenta cominciò a cadere sul campo di battaglia mentre tuoni e fulmini imperversavano nei cieli.
“Teoricamente era per Itachi, ma l’ho perfezionata con l’aiuto di Hachimata. E’ una tecnica talmente potente e complessa che sfiora il campo dell’abilità innata: l’ho battezzata Yami Kirin” disse Sasuke, mentre dalla sua mano scaturivano piccole scintille sempre più luminose “non è certo veloce come il Kirin che avevo sviluppato in precedenza ma in compenso” un fulmine cadde a pochi passi dal moro “è dieci volte più potente” Dal fulmine emerse una gigantesca tigre composta da miriadi di saette, saette innaturalmente nere come la notte.
“ahi, ahi, ahi… quella tigre mi fa davvero spavento” fu il commento di Naruto “ma credo di avere anch’io qualcosa di altrettanto spaventoso”
Alle spalle di Naruto spuntarono in una volta sola tutte e nove le code della volpe, ma non si trattava della tecnica del manto della volpe: le nove code si unirono in un'unica sola che si innalzò nel cielo per poi prendere la forma di un serpentesco drago scarlatto.
“Qualche rimpianto, Sasuke?” Chiese beffardo il biondo.
“A tonnellate, ma con una conclusione del genere non posso neanche azzardarmi a fare lamentele” rispose l’altro con un selvaggio sorriso di gioia “e tu Naruto?” “Stessa cosa per me: per arrivare a un simile epilogo ripeterei all’infinito ogni singolo errore che ho fatto, ma ora basta parlare”
“Mi trovi d’accordo”
Per l’ultima volta nella loro vita, i loro sguardi si incrociarono.
“Yamiraiton: Yami Kirin!”
“Kyuubiton: Kyuubiryudan no Jutsu!”



Tre giorni dopo…



Non dovrebbe mancare molto ormai… pensò ormai esausta Sakurazaki. Davanti a lei si ergeva la statua del re dell’inferno, otto dei suoi nove occhi erano completamente aperti, il nono, quello al centro, era sul punto di spalancarsi del tutto, finalmente.
Il corpo esanime di Sasuke Uchiha giaceva li vicino, quasi del tutto sommerso dalla cenere.
Perché era quella l’unica cosa che si vedeva li attorno a perdita d’occhio. Cenere.
Quella che fino a tre giorni prima era una rigogliosa foresta, si era trasformata in un deserto di cenere e polvere.
L’aria stessa era diventata malsana e quasi velenosa, difficilmente su quell’anfratto di terra sarebbe ricresciuto un solo filo d’erba
Naruto era sospeso a mezz’aria mentre il sigillo dei nove draghi lo stava lentamente ma inesorabilmente separando dalla volpe a nove code e una volta che quella scissione si fosse conclusa, sarebbe morto come tutte le forze portanti che lo avevano preceduto.
Nonostate la sua coscienza continuasse imperterrita a interferire, Sakurazaki stava continuando il rituale con la freddezza e la determinazione dei sue deceduti ex-compagni dell’akatsuki. Una vocina dentro di lei non faceva che continuare a gridarle che era una stupida a credere ancora a tutto quello che Artemis le diceva e che forse era il caso di ragionare un po’ più con la testa e un po’ meno con il sentimento.
Ma non riusciva a darle ragione.
Quella richiesta di Artemis praticamente erano le sue ultime volontà, aveva condiviso troppo con lui per poterle ignorare.
Era contro ogni suo principio morale, ma aveva acconsentito lo stesso.
Artemis… pensò tristemente mai ho odiato così tanto un uomo…
L’ultimo occhio della statua del re dell’inferno si spalancò.
E mai ne ho amato uno così tanto…
Il cadavere di Naruto cadde a terra poco distante da quello di Sasuke e Sakurazaki si sforzò a non far cadere lo sguardo su quel corpo senza vita.
Aspetta, piccolo mio… aspetta ancora un po’, la mamma sistemerà tutto quanto…
Non appena il rituale si concluse, la statua del re dell’inferno si illuminò di una luce propria, una luce abbacinante che per una attimo accecò la donna, chiuse gli occhi infastidita e quando li riaprì rimase a bocca aperta.
Non si trovava più in quel deserto di cenere e polvere: tutto attorno non c’era altro se non una luce bianca che oscurava ogni cosa. Senza dubbio era finita nel luogo dove era sigillata la fenice.
“Ora sei libera” disse Sakurazaki “il potere dei nove bijuu ha aperto la gabbia nella quale eri rinchiusa, puoi fare ciò che vuoi ora” si guardò attorno ma non vide niente, solo quella luce bianca, nessun movimento, nessuna sagoma, nessuna ombra.
Niente.
“Sono io che ti ho liberata, ora però devi mantenere la tua promessa”
Qualcosa cambiò, quel mondo vuoto tremò per un attimo al suono di un ruggito possente.
“Non posso essere libera se prima non esaudisco il tuo desiderio…” quella voce riecheggiò nel vuoto, impossibile stabilire da che direzione provenisse.
“…dove siamo?” Chiese l’azzurra.
“In un certo senso… da nessuna parte” rispose l’eco “in questo momento siamo simultaneamente negli spiriti dei nove demoni di questo mondo”
“Dunque era lì che ti avevano sigillato… avevano suddiviso il tuo spirito e poi l’hanno sigillato all’interno dei demoni” ragionò Sakurazaki.
“Non proprio. Ogni singolo demone era una parte di me, io sono Shukaku, sono Nekomata, sono Isonade, sono Sokou, sono Houkou, sono Raijuu,sono Kaku, sono Hachimata e sono Yoko”
Ragionò più in fretta che poté, una sola parola sbagliata e tutto il piano sarebbe andato all’aria.
“Se sei anche Yoko, allora avrai anche i suoi ricordi”
Per qualche secondo, l’eco non rispose.
“Mi dispiace molto… per quello che Naruto ha dovuto sopportare” disse l’eco della fenice “quella parte di me, Yoko, lo amava così tanto… è davvero un peccato che sia finita così”
A quell’affermazione, la donna non riuscì a trattenersi.
“Non ti azzardare a usare quel tono… come se fossi completamente estranea alla cosa!” Gridò.
“lo so, e tu dovresti sapere quanto sto soffrendo in questo momento…”
Il silenzio si impadronì di nuovo di quel mondo vuoto. Sakurazaki dentro di se era sollevata: dopo tutte quelle tragedia una dopo l’altra, finalmente un po’ di fortuna: la fenice sembrava essere dalla sua parte.
“Prima di lasciarsi uccidere da Naruto, Artemis mi chiese un favore” ricominciò la donna “lui sapeva… che dopo la morte di Hinata tutto sarebbe cambiato, forse non aveva previsto che Naruto perdesse la testa, o forse lo sapeva perfettamente, fatto sta che in quella sua richiesta io capii che era cambiato… che Naruto lo aveva cambiato…” si concesse un piccolo sorriso “non lo aveva ammesso neppure a se stesso ma, da tre anni a questa parte, lui aveva smesso di rincorrere la vendetta. Voleva evocarti non per distruggere la foglia… ma per un’altra ragione” gli occhi gli bruciavano, calde lacrime pregavano di uscire in silenzio, ma le ricaccio indietro “era un uomo diabolico e spietato, ma che nonostante tutto era riuscito a crearsi una sua famiglia… l’Akatsuki. Amava la sua famiglia. Amava Naruto come un figlio e Hinata come una figlia, ed era felice come mai la vendetta lo avrebbe potuto rendere.
“Ma sentiva anche che c’era qualcosa di sbagliato. Qualcosa di tremendamente sbagliato, e quando lo capì, se ne vergognò profondamente. Non lo riesci a immaginare, fenice?”
L’eco non rispose quindi la donna continuò.
“Artemis aveva insozzato e corrotto la purezza di Naruto trasformandolo in qualcosa che non sarebbe mai dovuto diventare. Un mukenin. Un traditore. Un assassino. E quando lo capì non poté perdonarsi”
“Un po’ tardi per farsi esami di coscienza” fu il commento acido della fenice.
Non diede troppo peso a quel commento e ricominciò a parlare.
“Mi confidò il desiderio che voleva esprimere a te” disse “voleva tornare indietro. A quando gli chiesi di sposarmi e di vivere insieme. Magari con tutti gli altri a vivere insieme a noi… quando me lo ha detto, ti giuro che per attimo mi sono immaginata tutti quanti noi… io, Artemis, Naruto, Deidara, Tobi, Sasori, Itachi, Kisami, Hidan, Kakuzu e perfino Zetsu… attorno a un tavolo che mangiavamo e ridevamo come una famiglia…” scosse la testa “sembra folle, ma per un attimo ci ho creduto davvero e mi era sembra una bella idea e uno splendido finale per questa storia che continua da troppo tempo.
“Artemis mi disse ciò perché sono sicura che volesse tornare da me, ed ero felice di quelle parole, dopo tanto tempo, Artemis era stato di nuovo in grado di rendermi felice” ripenso a quel momento, e quelle lacrime di gioia le lasciò scorrere più che velentiera. “però… non credo che manterrò questa promessa che feci al mio amato” “Come?” Chiese stupito l’eco. “credo di non aver capito bene”
“Hai capito benissimo invece” con un secco gesto del braccio si asciugò le lacrime “sarebbe splendido per me e per Artemis poter passare la nostra vita insieme a Naruto… ma non sarebbe giusto nei confronti, siamo solo degli intrusi nella sua vita e non lo meritiamo. Il mio desiderio è questo,fenice: voglio che tutto torni indietro a quella notte di sedici anni fa, quando la volpe attacco il villaggio della foglia però… però…” ricorse a tutto il suo coraggio e disse questo “Artemis e Orochimaru non dovranno incrociare la strada di Naruto, non quel giorno almeno. Che viva la vita che era giusto che vivesse: è questo il mio desiderio, voglio che Naruto cresca nel villaggio della foglia!”
“… Questo desiderio cambierà il corso della storia di tutte le nazioni dei ninja, ne sei conscia?” chiese l’eco.
“Sì. Lo sono”
“In questa vita alternativa che tu gli vuoi dare, Naruto potrebbe addirittura uccidere i membri di Akatsuki a cui a voluto così tanto bene, pensi che questo sia giusto nei confronti di tutti gli altri?”
“Li conosco bene, tutti quanti.” Disse sicura “sono certa anche loro sarebbero d’accordo con me. Anche loro se potessero, desidererebbero di non avere la vita di mukenin che hanno ricevuto”
La fenice sospirò.
“Così facendo tornerò sigillata… ma una parte di me sembra dire che è giusto così. Penso proprio sia Yoko a dirmelo… E sia, allora. Che tutto torni indietro”
Quel mondo vuoto cominciò lentamente a frantumarsi come fosse una specchio, frammenti sempre più grandi si infrangevano nel nulla, provocando un rumore inquietante.
“Una curiosità, Sakurazaki” Chiese l’eco della fenice “l’ultimo scontro tra Sasuke e Naruto… chi è stato a vincere? Questa memoria non riesco a metterla a fuoco” La donna fece una leggera risata.
“Teoricamente quella loro battaglia non è mai avvenuta ora che tutto sta cambiando, non vedo che senso avrebbe saperlo”
Tutto il mondo vuoto si infranse e il nulla torno sovrano.




Il terzo hokage era sul tetto del suo palazzo, intendo a fumare la sua pipa mentre ammirava i volti degli hokage scolpiti nella montagna. Non c’era una ragione particolare per la sua presenza in quel luogo, aveva solamente voglia di rivedere i volti famigliari degli altri hokage, lo rendeva sereno guardare quei volti.
“Allora Iruka, come stai oggi? La schiena ti da ancora problemi?”
“Parecchi, ma non me ne lamento neanche un po” il maestro d’accademia Iruka si mise a fianco di Sandaime a guardare i volti di pietra.
“Naruto ha usato la kage bushin no jutsu per salvarmi… una tecnica di livello jonin e l’ha appresa subito al primo tentativo”
“Sì, l’ho saputo” rispose Sarutobi “quindi secondo regole, ora che gli è riuscita una tecnica scritta sul rotolo proibito, possiamo considerare Naruto un genin della foglia a tutti gli effetti”
“Naruto diventerà molto forte” disse Iruka sorridendo felice “anzi, ne sono sicuro: un giorno proteggerà tutto il villaggio della foglia come hanno fatto in precedenza gli altri hokage”
Sandaime scoppiò in una fragorosa risata
“Ah!Ah!Ah! Sarebbe davvero qualcosa di straordinario che morirei dalla voglia di vedere! Certo, se ciò avvenisse sarebbe l’avverarsi appieno delle ultime volontà del quarto hokage”
“Sì, sarebbe davvero una cosa meravigliosa” fu il commento dell’altro.
“Oh beh, chi può saperlo” tirò su con la pipa e sbuffò un paio di cerchi di fumo nell’aria “il futuro è una strada piena di incroci, chissà se Naruto prenderà quello che lo porterà ad essere il nuovo hokage. Solo il tempo ci saprà rispondere”




Ringrazio tutti i fan che hanno pazientato per un intero anno prima di ricevere la conclusione di questa storia iniziata nel lontano 2007.
Ho imparato molto scrivendo questa storia e ci ho messo tutta l’anima che ci potevo mettere, mi spiace solo che non abbia riscosso lo stesso successo della mia precedente fanfic, anche se devo ammettere che anche questa storia ha fatto un discreto successo con quasi 300 recensioni.
Non credo pubblicherò altre storie su questo sito, o quanto meno non a breve, per un po’ sarò occupato con la pubblicizzazione del mio libro che finalmente sono riuscito a pubblicare.
Ringrazio di cuore questo sito e tutti voi che recensite, ho migliorato il mio stile come mai sarei riuscito senza dei fan che mi invogliavano a continuare a migliorare. Se vi interessa il mio libro si intitola “Il Cristallo Del Potere – il ritorno dei maghi” è il primo volume della decalogia de “il Cristallo Del Potere”, decalogia che sospetto la conclusione mi terrà occupato per il resto della vita.
A tutti quelli che vorrebbero tanto pubblicare un loro libro: non mollate mai.

Gennari Luca.



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