Sempre e per sempre

di sandy_malfoy94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Epilogo: 15 anni dopo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Kyle entrò spalancando la porta ma io non mi scomposi perché lo stavo attendendo, sapevo già cosa aveva da dirmi.
“Come hai potuto? Ti avevo detto di starne fuori!” parlava con il suo tono di voce autoritario, gli occhi azzurri brillavano di una strana luce. Io feci l’indifferente e continuai a fare quello che stavo facendo prima che arrivasse, poteva parlare quanto voleva ormai quello che era fatto non si poteva cambiare. All’improvviso mi sentì afferrare il polso e fui costretta a guardarlo in faccia scoprendo il livido sulla mia guancia destra.
“E questo cosa sarebbe?” mi liberai dalla sua stretta e risposi.
“Dovresti ringraziarmi invece di fare tutte queste storie, adesso non sei più un bersaglio. Quei maledetti visitors non hanno più niente che ti riguarda” fu il modo in cui mi giustificai.
“A me non importa di quella gente! A me importa di te! Poteva succedere di tutto, potevi... morire” disse quella frase più a se stesso che a me, scrollò la testa come a scacciare quel brutto pensiero. Io mi avvicinai a lui e gli presi il viso tra le mani, i suoi occhi azzurri come il cielo si scontrarono con i miei scuri come un pozzo senza fondo.
“Neanche a me importa di loro, ma era la tua incolumità la posta in gioco, io non potevo permettere che ti usassero a loro piacimento” vidi una sincera gratitudine nel suo sguardo.
“Promettimi che non lo farai mai più”
“Questo non posso farlo”
“Devi”
“No! Se potrò fare qualcosa in futuro per salvarti la farò senza esitazione anche se a costo della mia vita” scattai in piedi quando pronunciai quella frase, gli davo le spalle in modo tale che non vedesse le prime lacrime che cominciavano a uscire dai miei occhi. Ma a lui non potevo nascondere niente, mi conosceva troppo bene, venne verso di me e mi abbracciò da dietro.
“Ho paura... paura di perderti” dissi stringendomi a lui. Lui non rispose, mi girò verso di me e avvicinò il suo viso al mio. Mi baciò. La sua barba mi faceva solletico ma non me ne curai, assaporai le sue labbra come non avevo fatto prima, le nostre lingue cominciarono una danza lenta e seducente. Indietreggiò mentre continuava a baciarmi e arrivò sul letto del nostro piccolo appartamento. È vero Kyle aveva un atteggiamento rude, duro a volte con gli altri ma con me era riuscito ad esprimere una dolcezza che non gli avevo mai visto mostrare a nessuno, la metteva in ogni cosa che faceva per me e mi rendeva felice. Mi posò delicatamente sul letto e venne sopra di me. Mi amò come solo lui sapeva fare.  Crollò su di me e io presi ad accarezzargli i capelli.
“Ti amo” mi disse prima di chiudere gli occhi e cadere in un sonno ristoratore.
“Anche io ti amo Kyle, non immagini quanto” mi strinsi a lui e mi addormentai anche io. Mi dimenticai di tutto quello che stava accadendo fuori da quelle mura, sognai che quel momento non finisse mai ma sapevo che al risveglio avremmo di nuovo dovuto affrontare la nostra vita, la nostra guerra. 

Mi svegliai con il battito del suo cuore sotto l’orecchio e le sue braccia che mi tenevo stretta, in confronto alla mole del suo corpo io mi sentivo una piccola creatura. Cercai di non svegliarlo e mi liberai dalla sua stretta, mi infilai una sua camicia e andai in cucina per preparare qualcosa da mangiare. Accesi la macchinetta del caffè e cominciai a preparare delle uova strapazzate con pancetta, a Kyle piacevano tanto.
“Alice, Alice dove sei?” la sua voce mi chiamò dall’altra stanza.
“Tesoro sono in cucina ti sto preparando la colazione” sembrava fosse diventato più apprensivo nei miei confronti dopo che mi ero infiltrata nella nave madre dei visitors per cancellare i suoi dati dalle mani di quei mostri. Mi raggiunse e si sedette nel piccolo tavolo con due sedie, misi la sua colazione nel piatto e mi sedetti guardandolo mangiare.
“Tu non mangi?”
“No, non mi va” dissi, e dopo aver finito la mia tazza di caffè andai in bagno per lavarmi e vestirmi. Quel girono avremmo dovuto incontrarci con Erika e Jack dovevamo definire i dettagli di un piano che avrebbe colpito i visitors.
“Kyle sei pronto? Dobbiamo andare, probabilmente stanno aspettando solo noi”
“I migliori si fanno sempre attendere” mi dice aprendo la porta e uscendo. Io sorrisi e lo seguì, non potevo fare a meno di adorare come era fatto. Con l’Harley Davidson di Kyle arriviamo in fretta al luogo stabilito, la parrocchia dove operava Jack che era un prete. Entrammo e salimmo nella canonica, dove si trovava lo studio di Jack, come avevo previsto Erika era già arrivata insieme a Ryan, il nostro membro del gruppo visitors che si era ribellato ad Anna, il suo capo.
“Scusate il ritardo ragazzi, non volevamo” dissi io con un sorriso. Erika mi mise una mano sulla spalla.
“Non preoccuparti Alice, sappiamo che sicuramente non è colpa tua” guardò Kyle mentre lo diceva.
“Siamo qui per organizzare un attentato o per scambiarci inutili battute sarcastiche?”
“Rilassati Kyle, stavo solo scherzando”
“Ryan! Ryan mi senti?” la conversazione fu interrotta da Joshua l’infiltrato nella nave madre che ci aiutava nei nostri piani contro i visitors.
“Parla Joshua, ti ascoltiamo”
“La stanza che contiene le uova di Anna si può raggiungere attraverso un entrata che è altamente sorvegliata oppure dalle stanze private di Anna, per distruggerle vi serve una bomba a energia blu ma quello non è un problema posso procurarla io. Dovete risolvere il problema su come raggiungere la stanza”
“So io come fare!” intervenne prontamente Erika.
“Sono stata invitata da Anna per una cena insieme a mio figlio e a Lysa, ci andrò domani sera. Potrei entrare io nella stanza delle uova, ma dovete distrarre Anna per un momento”
“A quello ci penso io. Perfetto ci sentiamo domani prima che tu sali sulla nave madre, così ti dirò quello che devi fare. Ora devo andare. Lunga vita alla quinta colonna” la pallina bianca che teneva in mano Ryan e faceva da comunicatore smise di brillare.
“Non puoi andarci sola!” dissi scattando in piedi dal posto che avevo precedentemente occupato
“Non sarà sola, ti ricordo che abbiamo Joshua sulla nave” obbiettò Ryan.
“Joshua non può andare senza un motivo valido nelle stanza di Anna e aiutare Erika in caso di bisogno, se viene scoperto è la fine! Qualcuno di noi invece può andare sulla nave madre presentandosi come un candidato per il programma “vivere a bordo” e controllare la situazione dall’interno, meglio ancora potrebbe andare Ryan che è uno di loro!” il mio discorso mi sembrava logico e sensato.
“Non se né parla! Non rischieremo di perdere due componenti piuttosto che uno!”
“Devi smetterla con questa tua logica Kyle!”
“E tu devi smetterla con queste proposte suicida Alice!”
“La tua ragazza non ha tutti i torti”
“Grazie Ryan almeno tu!” finalmente qualcuno che capiva il mio discorso.
“Perdere poi una componente come Erika sarebbe un danno che non potremmo riparare” osservò Jack. Ed aveva ragione, Erika era un agente dell’fbi ed erano fondamentali le informazioni che riusciva ad ottenere quando agivamo contro i visitors.
“E chi vorreste che ci vada?” domandò Kyle nel suo tono più duro. La risposta mi arrivò alle labbra senza accorgermene.
“Io! Ci andrò io” come mi aspettavo mi sentì afferrare il mento e i miei occhi incrociarono quelli di Kyle.
“Scordatelo!” io mi liberai.
“Non sei tu che devi decidere per me, e ti ricordo che sono già salita sulla nave madre e sono riuscita a cancellare i tuoi dati ai visitors!” per poco non urlai. Non mi piaceva il suo atteggiamento, troppo volte aveva deciso per me e mi ero fatta da parte perché lui voleva proteggermi. Ora però sentivo il desiderio di fare la mia parte e dare il mio contributo, stavolta neanche lui mi avrebbe fermato. Presi un codino dalla tasca dei jeans.
“Ci andrò io” dissi sicura mentre mi facevo la coda, quello era sempre stato un mio modo per dire che ero convinta della mia scelta e che non mi sarei tirata indietro. Kyle si alzò di scatto dalla sedia e uscì fuori senza proferire parola. Io lo guardai andare via, questa volta lui non mi avrebbe fermato.

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Questa storia mi è venuta in mente subito dopo aver finito la serie (probabilmente dovuta alla depressione del fatto che tutto era finito xD) l'ho scritta in pochi giorni ed è uscita dalla mia testa come se fosse lì da sempre. Adesso ho deciso di condiverla. Spero di riuscire a colpire :) aspetto vostre recensioni.
Sandy

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Kyle POV

Scesi di fretta le scale della canonica e raggiunsi la mia motocicletta. Non riflettei molto su quello che stavo facendo, ma in pochi attimi mi ritrovai a guidare senza una meta tra le strade di New York. Ero arrabbiato, preoccupato, ansioso da quando Alice era entrata a far parte della mia vita ero cambiato. Non mi interessavo più solo di me stesso anzi facevo della sua felicità la mia priorità. Mi ritornarono alla mente i primi incontri di come io avevo tentato invano di non coinvolgerla in quello che facevo ma la sua personalità si era imposta senza che io potessi fare qualcosa. Era una fredda e piovosa mattina di ottobre quando la vidi per la prima volta, sembrava un piccolo pulcino che si era perduto ed era spaventato, era seduta su una panchina all’entrata di un parco, bagnata fradicia e si teneva le ginocchia al petto. Non ricordo con precisione cosa mi spinse verso di lei ma non potei fare a meno di fermarmi, raggiunsi la panchina e la coprì con il mio ombrello quando si accorse che l’acqua non le arrivava più in testa alzò il viso e mi vide. Io mi persi nel suo sguardo, non avevo mai visto degli occhi così scuri se ci si guardava dentro ci si poteva perdere in un labirinto senza uscita. I capelli erano di un rosso molto acceso ed erano legati in una coda la guardai meglio e notai che il viso non era bagnato dalla pioggia ma dalle lacrime. Sentì uno strano fastidio come se trovassi orribile che una creatura come quella soffrisse e volevo aiutarla per cancellare quell’espressione di tristezza che le leggevo sul volto. Le labbra piccole e rosa erano serrate e gli occhi mi sembravano spenti cominciai a fantasticare su come doveva essere con il sorriso sulle labbra e gli occhi splendenti di gioia quando la sua voce mi interruppe. Era tremante ma riuscì a sentire che c’era una nota di fermezza che sicuramente faceva parte del suo carattere.
“Grazie per esserti disturbato ma non voglio farti perdere del tempo, vai pure per la tua strada avrai i tuoi impegni” io restai immobile a fissarla, per un momento mi ritrovai senza parole.
“Perché piangi?”
-Santo Dio Kyle ma sei scemo? Come puoi chiederle una cosa del genere?! Ti sei giocato la tua occasione- scacciai subito quel pensiero e osservai la sua reazione alla mia domanda. Subito abbassò lo sguardo e la vidi asciugarsi le lacrime con la mano.
“In condizioni normali ti avrei considerato un gran maleducato che non riesce a farsi gli affari suoi ma in questo caso il fatto che tu sai un perfetto sconosciuto credo sia utile. Sicuro di non avere altri impegni? La storia è lunga” non riuscivo a credere a quello che avevo sentito aveva deciso di raccontarmi perché stava tanto male. Avrei potuto fregarmene e dirle che avevo altro da fare ma restai.
“Parla pure quanto vuoi. Non importa se la storia è lunga non ho altri impegni... per oggi” e così mi sedetti accanto a lei e l’ascoltai, mi disse che era sposata da due anni e che credeva avesse trovato la felicità insieme all’uomo della sua vita ma si sbagliava, lui non era buono con lei la trattava male come una schiava finché non aveva toccato il fondo e l’aveva picchiata. A quel punto aveva deciso di scappare, e adesso si ritrovava lì in quella panchina senza un posto dove andare. Non volevo restare inerme senza fare qualcosa sentivo il desideri di aiutarla e lo feci.
“Senti non so se faccio bene a proporti una cosa del genere ma con questa pioggia non puoi restare qui fuori, ti prenderai un malanno. Permettimi di aiutarti, vieni a casa mia lì potrai asciugarti e riposare per questa notte e domani potrai andare per la tua strada” in fondo al mio cuore speravo che accettasse.
“Io... chi sei tu?” rimasi sorpreso da quella domanda, che stupido che ero non mi ero neanche presentato era uno estraneo per lei e mi ero pure offerto di aiutarla.
“Mi chiamo Kyle” era tutto quello che potevo dirlo di me.
“Io sono Alice, ti sarei grata Kyle se mi aiutassi” vidi un timido sorriso fiorire dalle sue labbra e in quel momento mi sentì felice anche io. Dopo che passò la notte a casa mia ci incontrammo altre volte e innamorarsi di lei mi sembrò una cosa immediata e naturale, era adorabile qualunque cosa facesse, era intelligente e le piaceva parlare di qualsiasi cosa. Quando presi totalmente coscienza di quello che cominciavo a provare per lei tentai di allontanarla ma il risultato fu che finimmo per amarci la notte di Natale a casa mia, dopo quel giorno non riuscì più a separarmi da lei e la feci entrare nella mia vita mostrandole cosa facevo così anche lei entrò a far parte della quinta colonna. Mi fermai davanti al parco in cui l’avevo incontrata scesi dalla motocicletta e mi sedetti su quella panchina, era giusto che anche lei potesse fare qualcosa e rendersi utile alla loro causa capì che aveva sbagliato ad reagire in quel modo doveva tornare da lei e chiederle perdono e dirle che aveva fiducia in lei.
 

Alice POV

Quando sentì il rombo della motocicletta di Kyle capì che aveva bisogno di stare solo, era fatto così quando qualcosa non gli andava giù. Restava solo e rifletteva e poi ritornava, ecco perché non mi arrabbiavo quando faceva così, sapevo che sarebbe ritornato da me e questo mi bastava.
“Vieni con me Alice, facciamo un giro e parliamo un po’”
“Grazie Erika, andiamo” adoravo Erika e il suo carattere, era forte, coraggiosa, combattiva avevo molta stima di lei e mi era stata accanto fin da subito quando mi aveva conosciuta “non ti lascerò certo in balia di questo qui” aveva detto scherzando al nostro primo incontro riferendosi a Kyle, mi era subito sembrata simpatica e per fortuna le mie buoni impressioni erano state confermate. Appena fuori dalla parrocchia cominciammo a camminare finché non ci sedemmo in un tavolino fuori da un bar vicino, ordinammo qualcosa e parlammo.
“Come stai?” cominciò lei.
“Benissimo, non potrei essere più felice”
“Confesso che non avrei mai immaginato che un tipo come lui potesse innamorarsi”
“Ti sbagliavi” dissi io con un sorriso. Lei ricambiò.
“Hai visto più tuo marito?”
“No. Prima che me ne andassi aveva già perso l’attenzione per me”
“Che intendi dire?” mi chiese curiosa
“Dopo l’arrivo dei visitors cominciò sempre più a estraniarsi da me. Stava solo e non mi rivolgeva mai la parola, fu l’unico momento felice per il nostro matrimonio”
“Mi dispiace così tanto. Ma come vedi la vita è stata buona con te”
“Puoi ben dirlo, non avrei potuto desiderare di meglio”
“Non ha preso molto bene la tua decisione però”
“Non preoccuparti Erika devi solo dargli il tempo di metabolizzare la situazione ma so che mi appoggerà” all’improvviso mi sentì toccare sulla spalla mi girai e davanti a me vidi un enorme mazzo di fiori.
“Ti amo Alice” disse la faccia di Kyle sbucando da dietro il mazzo, io sorrisi di gioia. Lo amavo, aveva ragione Erika la vita era stata buona con me.

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Ho deciso di mettere anche il secondo capitolo, magari vi metto più curiosità :D 
Godetevelo.
Sandy

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Arrivai a casa con Kyle di notte, avevamo fatto prima una lunga passeggiata e poi avevamo mangiato qualcosa per cena, volevamo solo divertirci e stare insieme prima della mia prima missione. Ero talmente stanca che tenevo gli occhi semi chiusi, non mi misi nemmeno il pigiama mi buttai sul letto abbracciando il cuscino e quando sentì che anche Kyle si era coricato lasciai il cucino e mi strinsi a lui. Dormire tra le sue braccia era un abitudine troppo consolidata per farne a meno.
La mattina arrivò troppo presto, mi svegliai grazie all’odore del caffè che arrivò alle mie narici. Aprì lentamente gli occhi e vidi Kyle con in mano un vassoio con la colazione.
“Ben svegliata tesoro” io lo guardai  sorridendo.
“Buongiorno, che bella sorpresa stamattina” poggiò il vassoio e si sdraiò accanto a me.
“Devi essere piena di forze oggi, e iniziare con una buona colazione è il mio migliore dei modi”
“Sei più preoccupato di me” dissi accarezzandogli il viso, lui prese la mia mano e la strinse.
“Sono troppo preoccupato mi sa, ma ho fiducia in te so che non andrà tutto bene e te la caverai” smisi di mangiare il croissant e gli stampai un bacio sulle labbra, poi mi alzai e cominciai a preparami per quella giornata che sarebbe stata sicuramente faticosa.
 
“Tutto chiaro ragazzi? Erika aspetterà il diversivo di Joshua ed entrerà nella stanza delle uova per distruggerle mentre Alice starà sulla nave madre e interverrà solo se sarà necessario per aiutare Erika”
“Non preoccuparti Ryan è tutto chiaro, adesso vado mio figlio sarà già arrivato a casa. Ci vediamo a missione compiuta, buona serata” Erika si congedò e dopo di lei Ryan, restammo io, Kyle e Jack.
“Amore puoi lasciarmi un attimo solo con Jack? Vorrei parlare un po’ con lui prima di affrontare la mia missione” lui non sembrava molto convinto, incredibile era geloso anche di un prete ma alla fine cedette.
“Va bene, ti aspetto giù Alice” mi diede un bacio e se ne andò.
“Come ti senti?”
“Agitata padre, molto. Ma non volevo che Kyle se ne accorgesse” Jack sorride.
“Quante volte ti ho detto che puoi chiamarmi semplicemente Jack?”
“Scusami... Jack” sorrisi a mia volta.
“È normale che sei nervosa, e sai perché? Perché sai che c’è qualcuno che ti ama e devi tornare da quella persona”
“Hai ragione Jack, non mi importa di me stessa perché ho già messo la mia vita in pericolo per salvare la sua e lo rifarei altre mille volte. Ma volevo parlati di una questione molto importante”
“Dimmi tutto”
“Si tratta del mio matrimonio, ormai sono separata da 9 mesi e non intendo certamente riprendere il rapporto con mio marito ma oltre il divorzio vorrei ottenere anche l’annullamento del matrimonio. Credi che potrei riuscirci?”
“Devi avere delle motivazioni molto valide”
“Mi trattava come una schiava! Mi ha picchiata! Questa non è una motivazione valida? Ti prego Jack se tu puoi aiutami, io voglio stare con Kyle per il resto della mia vita”
“Vedrò quello che posso fare, ti aiuterò” io mi spinsi in avanti e lo abbracciai dalla gioia.
“Oh grazie Jack! Ti sono molto grata” lui rise
“Di nulla Alice, adesso vai da Kyle sicuramente si sarà già stancato di aspettare”
“Lo conosci bene. Vado, ciao”
“In bocca al lupo per oggi!”
“Crepi!” gridai io scendendo dalle scale della canonica. Raggiungi Kyle e insieme andammo in quel parco che ci aveva fatto incontrare, quando arrivò il momento mi feci lasciare vicino al punto di raccolta dove la navicella sarebbe arrivata sulla nave madre, stando al tempo che avevo calcolato Erika doveva già trovarsi lì. Io arrivai qualche minuto dopo e tutto andò liscio senza intoppi. Cominciai a girare per i corridoio infiniti di quella grande nave madre quando mi scontrai con qualcuno cadendo a terra.
“Alice!”  io restai paralizzata, non riuscivo a muovermi e tenevo lo sguardo basso. Quella voce mi fece rabbrividire, non poteva essere lui. Mi feci coraggio e alzai lo sguardo.
“Duncan!” era lui, proprio lui. Mio marito.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Duncan era lì, davanti a me ed io non sapevo che fare. Ero ancora a terra come se le forze mi avessero abbandonato in un istante quando ad un tratto lo vidi tendermi la mano per aiutarmi ma io lo ignorai e mi alzai da sola.
“Che sorpresa vederti qui”
“Per me è una tragedia invece! E poi che cavolo ci fai su questa navicella?” ma la risposta alla mia domanda arrivò prima che Duncan potesse rispondermi.
“Duncan sei qui! È da 10 minuti che ti cerco. Anna vuole vederti” io trasalì, la realtà mi arrivo come una folgore. Ero stata innamorata e sposata con un visitors. Lui sembrò essere allarmato.
“Non puoi dire ad Anna che sono impegnato? Ho ritrovato una vecchia conoscenza e vorrei recuperare il tempo perso con questa persona, sono sicuro che capirà” io tenni lo sguardo basso, provavo troppe emozioni per capire bene come mi sentivo, sicuramente il mio stato d’animo non era positivo, il fatto che poi fosse così influente nella nave mi fece paura, dovevo stare attenta o mi avrebbe incastrato. Il ragazzo che era venuto a chiamarlo si congedò e io restai sola con lui.
“Seguimi nella mia stanza, abbiamo molte cose da dirci” lui cominciò a camminare ma io restai ferma nella mia posizione.
“Noi non abbiamo proprio niente da dirci” lui si fermò e torno suoi passi, in uno scatto fulmineo mi afferrò il polso.
“Io credo invece che noi dovremmo parlare” non era cambiato. Ma la cosa che più mi spaventò fu la mia reazione; lo seguì senza protestare.
Arrivammo in una piccola stanza con dentro solo l’essenziale: un letto, un armadio e il bagno.
“Tu vivi qui?!” ero stranita, conoscevo Duncan e aveva dei gusti che per lui diventano esigenze come per esempio avere una casa grande e vedere che quella stanza era la sua “casa” mi stupì.
“La mia vita è sulla nave al di fuori di questa stanza, questa mi serve solo per dormire” ora la cosa aveva un senso logico.
“Perché non me l’hai mai detto?” era una domanda stupida lo sapevo, ma avevo bisogno di chiederglielo.
“Non potevo, ma te l’avrei detto Anna era ormai conosciuta dal mondo non dovevo nascondermi. Ma tu sei andata via”
“E che volevi che facessi? Stare a casa a contemplarti e fare tutto quello che mi comandavi?! Ah! Che bella faccia tosta!”
“Saresti stata felice invece! Avremmo vissuto qui sulla nave madre”
“E avrei fatto l’errore più grande della mia vita! Sono felice adesso e non sarai certo tu a distruggere quello che mi sono creata, quindi sta lontano da me” feci per uscire ma mi bloccai.
“Ah! Ho chiesto l’annullamento del matrimonio, se tutto andrà bene tra qualche mese sarò libera finalmente e potrò sposarmi di nuovo con la persona che amo” dirglielo mi fece sentire bene, come se avessi conquistato una piccola vendetta. Mentre stavo per uscire la sua mano mi afferrò per i capelli e in un momento tutta la mia sicurezza, tutto il mio coraggio svanirono.
“Aspetta un momento bambolina! Cos’è questa storia?! Mi stai dicendo che mi hai tradito? Stai con un altro?” io cercai di divincolarmi.
“La cosa non ti riguarda bastardo! Non riuscirai a rovinarmi anche questa vita! Lasciami!” ad un certo punto si sentì un rumore, erano delle sirene era come se stesse suonando un allarme lui mi lasciò immediatamente e si precipitò fuori e io lo seguì. Probabilmente la missione era andata in porto, tra i corridoi cominciò a farsi confusione e io vidi Erika, corsi verso di lei approfittando del fatto che Duncan era distratto.
“Erika!”
“Alice! Tutto apposto?”
“Non proprio, ho incontrato mio... Erika! Erika stai bene?” la vidi trasalire e guardare con orrore a terra, io feci lo stesso e mi si formò un groppo in gola. Non potevo credere a quello che vedevo: disteso a terra c’era il mio corpo senza vita.
 
 
Kyle POV
Ero con Ryan e Jack nel mio bunker dove tenevo le mie armi e miei strumenti, aspettavamo un segnale da Erika e Alice per sapere se la missione era andata in porto. Ormai era passata la mezzanotte e ancora nessuno si vedeva. Ad un certo punto la porta si aprì ed entrò Erika, io mi alzai di scatto e quando non vidi nessuno insieme a lei il sorriso mi morì sulle labbra la guardai meglio e vidi che aveva il viso stravolto e gli occhi rossi come se avesse pianto. Mi precipitai da lei e l’afferrai per le spalle.
“Dov’è Alice?” chiesi con voce apparentemente calma. Erika non mi guardava negli occhi anzi notai che evitava il contatto visivo, quindi la presi per il mento e la costrinsi a guardami.
“Erika, dov’è lei?” vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, una strana paura si stava impossessando di me.
“Io... ero in corridoio, lei mi aveva raggiunto. C’era una grande confusione, le stavo parlando... è successo tutto così in fretta... Kyle mi dispiace” non poteva essere vero. Non potevo crede a quello che stava dicendo.
“Non è morta vero? È rimasta sulla nave ma non è morta vero Erika? Dimmelo! Dimmelo!” urlai, la strattonai più forte subito dopo però mi sentì afferrare per le spalle e fui allontanato da Erika che continuava a ripetere “mi dispiace Kyle” mentre piangeva. Io mi liberai dalla stretta di Ryan e mi lasciai scivolare a terra, rimasi seduto mentre sentivo delle lacrime bagnarmi le guancie. Non poteva essere morta, non riuscivo ad accettarlo.
“Perché? Perché, perché, perché???!!!” cominciai a urlare dal dolore, avevo bisogno di sfogarmi. Mi alzai e presi la pistola che era sul tavolo, sparai al muro di fronte senza fermarmi finché le cartucce non finirono e restò solo il fumo della canna della pistola. Mi sembrava di vivere un sogno, ero stordito, non capivo quello che mi succedeva intorno sentivo delle voci intorno a me ma non avevo senso per il mio udito.
“Erika non può restare solo, portalo con te. Potrai tenerlo d’occhio e poi tu sei una donna capisci meglio i sentimenti umani” disse Ryan. Jack non aveva detto una sola parola, era rimasto sconvolto.
“Va bene lo porto a casa mia. Kyle... Kyle mi senti?” vidi qualcuno davanti a me ma non riuscivo a capire chi fosse. Mi senti afferrare il volto e allora vidi Erika.
“Kyle ascoltami vieni a casa mia per stasera così ti potrai riposare. Domani affronteremo questa cosa tutti insieme te lo prometto”
“No Erika, non posso venire. Devo andare a casa, la mia Alice mi aspetta”
“Devi farti forza Kyle! Alice sarà sempre con te, non se ne andrà mai dal tuo cuore. Vieni con me avanti” mi arresi e la seguì. Sentivo che ogni cosa stava perdendo senso per me, non sapevo più chi ero.
 
 
Alice POV
Mi risvegliai sopra un letto e immediatamente capì che non era quello nell’appartamento mio e di Kyle. Aprì lentamente gli occhi per abituarmi alla luce della lampada, e quando riuscì ad aprirli del tutto mi guardai intorno: ero nella stanza di Duncan. Lui era seduto accanto a letto.
“Ben svegliata bambolina” non riuscivo a muovermi e mi accorsi che ero legata.
“Cosa mi è successo? Come faccio ad essere viva?!”
“Te lo spiego subito mia cara, quando ho visto che conoscevi quella persona ho pensato che portando con se la notizia che tu eri morta sarebbe arrivata anche a quello che definisci –l’uomo che ami- lui cercherà vendetta, così scoprirò chi è e lo farò fuori, così ho creato un ologramma, ho oscurato te e ho fatto credere a quella donna che eri morta. E adesso aspettiamo il tuo tesoruccio a meno che tu non decida di parlare”
“Perché ti interessa tanto sapere chi è?”
“Perché sulla terra ci sono delle cattive persone che si ribellano a noi, si fanno chiamare quinta colonna e non vorrei che per sbaglio anche tu ci sia dentro”
“Non saprai mai chi è!”
“Bene allora aspettiamo che lui arrivi da me” non potevo dirgli che Kyle sicuramente non avrebbe agitato da solo ma insieme a Erika e Ryan e insieme mi avrebbero liberato, ma prima di tutto dovevo far sapere che ero viva. Qualcuno bussò, ma non attese una risposta per entrare.
“Duncan abbiamo Joshua. A quanto pare faceva parte della quinta colonna ed ha tradito Anna aiutando quei bastardi a distruggere le uova, lo stiamo guarendo sotto ordine della regina. Secondo lei tramite i ricordi potremmo vedere chi ha aiutato e scoprire un altro pezzo della quinta colonna”
“Mi sembra un ottimo piano, guariscilo e lascialo qualche giorno a riposare poi inizieremo”
“Come vuoi Duncan, arrivederci” Joshua era fuorigioco, non potevo usarlo per dire al mio Kyle che ero viva. Ma forse non era tutto perduto.
“Senti Duncan forse potrei anche cambiare idea e dirti tutto, ma liberami. Lo sai che stare così non mi piace, voglio la mia libertà, starò sulla nave e non farò nulla. Per favore”
“Ma che delizia, vedo che già stai cedendo” perfetto, era caduto nella mia rete.
“Mi lascerai libera?”
“E va bene, io devo andare a parlare con Anna adesso. Vedi di non fare danni, se provi ad andartene lo saprò”
-Non preoccuparti bellezza non intendo farlo- pensai mentre lui mi slegava. Finalmente fui libera e uscì da quella stanza, dovevo trovare Lysa e chiederle di aiutarmi. Comincia a girare per i corridoi di quell’immensa nave, non sapevo dove cercare e la cosa mi rendeva ancora più nervosa, sentì delle voci dietro l’angolo io le ascoltai.
“Dai tesoro devo andare, avevo detto a mia madre che l’avrei raggiunta. Ma tornerò lo sai che voglio restare qui con te”
“Mi raccomando però, devi tornare”
“Sta tranquilla Lysa lo farò” si! Avevo trovato il mio bersaglio, ed era insieme al figlio di Erika. Non poteva andare meglio di così, svoltai l’angolo all’improvviso e loro sussultarono.
“Scusate ragazzi non volevo mettervi paura ma non sapete che gioia è per me vedervi! Probabilmente voi non mi conoscete ma io conosco voi. Sono un’amica di tua madre Erika!” dissi rivolgendomi al ragazzo.
“Chi sei?”
“Non importa chi sono devi dare a tua madre un messaggio. Lo puoi fare per me, è molto importante” lui sembrò titubante.
“Dai tesoro acconsenti, sono sicura che per tua madre è importante ricevere questo messaggio” capì che Lysa avevo intuito chi ero e che cosa facevo.
“Dammi pure questo messaggio”
“Grazie! Grazie! Le devi dire che Alice è viva e sta bene” lui rimase basito.
“D’accordo lo farò, vado la navetta è arrivata”
“Ciao Ty”
“A presto tesoro” posò un bacio sulle labbra di Lysa e se ne andò.
“Grazie per quello che hai fatto” dissi quando fummo sole io e Lysa.
“Tu sei una di loro”
“Si, non dimenticherò mai il tuo aiuto. Grazie ancora” non le diedi il tempo di rispondere e mi congedai. Sentivo che adesso tutto poteva risolversi anche se sarebbe passato un po’ di tempo.

Kyle POV
Mi risvegliai a casa di Erika, e il sentimento di vuoto e tristezza non mi abbandonarono per tutta la mattina. Chiesi ad Erika dei fogli e una penna e cominciai a scrivere, per l’ora di pranzo avevo già riempito 10 fogli. Stavamo mangiando in silenzio quando quell’apparente clima di pace fu interrotto dal figlio di Erika che entrò in casa.
“Mamma sono tornato”
“Ty vieni, sono in cucina” lui ci raggiunse, mi vide e mi fece un cenno di saluto e io ricambiai.
“Devo dirti una cosa importante, una ragazza prima di scendere dalla nave madre mi ha fermato dicendo che dovevo darti un messaggio molto importante” io smisi di mangiare e restai con il cucchiaio a mezz’aria, il cuore prese a battermi velocemente.
“Dammi pure questo messaggio tesoro”
“Si, diceva Alice è viva e sta bene” il cucchiaio mi cadde dalle mani provocando una gran confusione.
“Oh... io, ehm... scusate” dissi con una punta d’imbarazzo e mi chinai per prendere il cucchiaio da terra.
“Sei sicuro che aveva detto proprio così? Descrivimi questa ragazza”
“Era magra, alta, con i capelli rossi legati in una coda” il mio cuore fece una capriola. Era lei, non c’erano dubbi.
“Grazie tesoro, puoi andare se vuoi”
“Okay, salgo in camera mia, a dopo” appena Tyler sparì su per le scale, Erika si alzò di scatto e venne verso di me. Mi abbracciò.
“Sentito Kyle? È viva!” io mi staccai e la guardai pieno di gioia.
“Si Erika, è viva! Adesso dobbiamo trovare un modo per farla tornare da me” 

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Eccomi qui con il quarto capitolo :)
La storia sta prendendo la sua forma, e devo dire che piaciuto tantissimo scriverla!
Grazie tante a Faith_san per aver recensito la mia storia :)
Alla prossima.
Sandy

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Kyle POV
“Io dico che dobbiamo provarci! È l’unico modo che abbiamo o non riusciremo più a farla scendere da lì” ero nello studio di Jack mentre discutevo con Erika e quest’ultimo, Ryan era sparito da un paio di giorni e non sapevamo dove fosse. Era ormai due settimane che la mia Alice era su quella maledetta nave, non riuscivo più a sopportare quell situazione. Ad un certo punto vidi l’attenzione di Erika catturata da qualcosa sul tavolo.
“Jack chi è questo?”
“Duncan, il marito di Alice” quando sentì quella frase strappai la foto dalla mano di Erika.
“Era sulla nave”
“Che cosa?!” esclamai allarmato. Se pensavo che Alice era con lui sentivo una grande rabbia montarmi dentro.
“Ed era vestito come i visitors...” questa notizia era anche peggio della prima.
“Sono sicuro che è stato lui a farti credere alla morte di Alice, è in mano sua! Non ho dubbi!” a questo punto non potevo non fare nulla, dovevamo agire o l’avrei fatto da solo.
“Non ti lascerò fare quello che stai pensando Kyle!” io la guardai incredulo, era incredibile come Erika aveva imparato a conoscermi in così poco tempo.
“Allora aiutami a liberarla”
“Lo farò!”
 
 
Alice POV
Erano due settimane che mi trovavo in quello stato di semi-prigionia. Duncan aveva provato più di una volta di estorcermi qualcosa su Kyle ma io ero riuscita a resistere, adesso ero nella sua stanza mi aveva portato qualcosa da mangiare. Vidi che era stranamente felice, come se non vedesse l’ora di dirmi qualcosa. Mi guardava insistentemente mentre sorrideva, anzi ghignava.
“Si può sapere che vuoi?”sbottai all’improvviso, non riuscivo a sostenere quella situazione.
“Oh nulla mia cara. Volevo solo informarti che tra qualche giorno avrai una sorpresa, tieniti in forma. Ti servirà” aspettò che finissi di mangiare e poi se ne andò portandosi il vassoio  dove mi aveva portato il pranzo. Io mi distesi sul letto pensando alle parole di quel verme schifoso. La peggiore delle ipotesi era che avevano catturato Kyle, ma era impossibile. Ero sicura che Erika l’avrebbe guardato dal fare cose avventate. Non avevo idea di che cosa volesse dire Duncan. Non restava che aspettare
 
Fui svegliata di soprassalto, Duncan entrò e cominciò a scuotermi per farmi svegliare.
“Forza Alice svegliati! Ho la sorpresa per te” io ci misi un po’ ad aprire gli occhi che erano ancora impastati dal sonno, non ebbi il tempo di realizzare quello che stava accadendo che fui afferrata da due persone e legata. Mi bendarono e mi portarono fuori dalla stanza, mi tenevo stretta e mi facevano camminare lungo i corridoi, poi mi appoggeranno su un freddo appoggio di ferro e mi fecero distendere. Sciolsero i nodi e tolsero la benda, così finalmente potei vedere dov’ero. Era una stanza ampia e ben illuminata, non c’era nulla solo il lettino di ferro dov’ero sdraiata, è una schermata virtuale che usava Duncan.
“Cosa stai facendo?” non riuscì a nascondere la mia paura.
“Bé visto che non abbiamo ricavato nulla da te abbiamo decisi di usarti in un'altra maniera... più utile alla nostra causa” ghignò ancora e si avvicinò verso di me.
“Cosa volete farmi?” ormai ero totalmente in preda al panico, cominciai a piangere.
“No tesoro no...” disse asciugandomi le lacrime.
“Liberami”
“Mi dispiace bambolina, ma ho ricevuto degli ordini precisi. Lo sai che ti amo vero bambolina?”
“Tu non sai cos’è l’amore!” cominciò a ridere sprezzante.
“Neanche il tuo grande amore sa cosa è! Lo vedi da qualche parte? Ti ha lasciata qui, a lui non interessa di te, abbiamo scoperto chi è e l’abbiamo osservato. Sono desolato nel darti questa notizia ma era insieme a un’altra donna”
“Soffri! Soffri! Devi soffrire! Vediamo se ti bevi la mia storiella” questi erano i pensieri di Duncan. Fu come ricevere un pugno sullo stomaco, piansi più forte quando ad un certo punto spuntarono degli agli intorno al mio corpo.
“Buon viaggio cara, a non arrivederci” il suo ghigno fu l’ultima cosa che vidi.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Erika entrò nella stanza di soppiatto e prima che Duncan potesse premere qualsiasi tasto e lo colpì alla nuca con il cane della pistola, lui cadde a terra inerme.
“Alice! Alice svegliati!!” cominciò a scuoterla per farla svegliare, non avrebbe potuto lasciare la nave portandola come un peso morto. La vide aprire lentamente gli occhi...
“Erika!” ero così felice di vederla. Il mio pensiero andò subito a lui.
“Dov’è Kyle?!”
“Ci sta aspettando, sbrigati. Mettiti questo berretto del fbi e alzati i capelli sarai meno riconoscibile, sarai una mia collega” lo indossai in fretta e lasciammo immediatamente la stanza dirigendoci dove una navetta stava partendo per raggiungere la terra. Erika non ebbe problemi a eludere la sorveglianza, era conosciuta come l’agente che combatteva la quinta colonna. Mentre eravamo sulla navetta non riuscì a tenere gli occhi aperti, ero distrutta e mi addormentai.
 
Kyle POV
Quando vidi finalmente atterrare la navetta mi trattenni dal correre verso di essa per andare da Alice, aspettai che Erika uscisse, la vide mentre sorreggeva il corpo di Alice. Allarmato mi avvicinai.
“Sta male?” chiesi preoccupato.
“No, è soltanto addormentata” mi sorrise. Io la presi in braccio e la portai in macchina.
“Dobbiamo andare al bunker. Ryan e Cohn ci aspettano per definire tutto il piano per questa sera”
“Andiamo allora” salimmo in macchina e partimmo.
 
Alice POV
Mi risvegliai sentendo le voce di Erika che parlava animatamente, ero su un materasso senza lenzuola ma solo un cuscino. Mi guardai intorno e capì che ero nel bunker di Kyle.
“Mmm...” volevo chiamarlo ma mi uscì solo un mugolio. Riuscì a farmi sentire lo stesso, vidi Kyle girarsi di scatto e precipitarsi accanto a me sentì le sue mani sul mio viso e subito dopo la sua bocca. Riassaporare le sue labbra fu come svegliarsi da un sonno lungo cento anni, come la bella addormentata. Mi staccai e mi strinsi forte a lui.
“Non lasciarmi mai più” mi disse all’orecchio.
“Non lo farò mai! Voglio stare con te per sempre!!”
“Ma che bel quadretto” io mi staccai per identificare la persona che aveva parlato la voce mi sembrava sconosciuta. Vidi un uomo sulla quarantina d’anni con capelli e barba brizzolati. Era un nuovo volto per me.
“Amore lui è Cohn, è il capo della quinta colonna. Tiene sotto controllo tutti gli eserciti radunati intorno al mondo” io mi alzai e tesi la mano presentarmi, lui la strinse.
“Piacere, io sono Alice”
“Se avete concluso i convenevoli, io finisco di spiegarvi il piano per stasera” disse Erika con le braccia sui fianchi
“Si scusaci Erika” io rimasi al mio posto e ascoltai in silenzio che cosa aveva da dire Erika, il piano era pericoloso e Kyle avrebbe giocato un ruolo principale dovevo parlare con lui quando saremmo rimasti soli.
“Mi sembra che sia tutto chiaro, ora diamo un po’ d’intimità ai nostri due ragazzi” Erika mi guardò e mi sorrise, io ricambiai felice. Quando furono tutti fuori Kyle venne verso di me e si distese abbracciandomi.
“Mi sei mancata da morire”
“Lo so mi sei mancato anche tu” lo baciai facendogli capire che avevo bisogno di lui.
 
 
“Per l’ennesima volta Alice ti chiedo di restare a casa!” da quanto avevamo lasciato il bunker non avevamo accennato a smettere di discutere. Eravamo entrambi molto testardi e metterci d’accordo su certe questioni, soprattutto quelle che riguardavano le missioni contro i visitors, sembrava impossibile.
“No Kyle non puoi chiedermi questo mentre tu vai lì fuori rischiando la vita!”
“Avrò Erika come copertura e con me ci sarà Cohn non devi preoccuparti è tutto studiato nei minimi dettagli!”
“Lo so ero con voi mentre vi organizzavate”
“E allora perché non vuoi fare quello che ti dico?”
“Ma non lo capisci? Come posso restare qui a casa, mentre tu... oddio non voglio nemmeno pensarci”
“Non puoi andarci sei stata sulla nave madre ti riconosceranno e in pericolo sarai tu!” Kyle perso la pazienza e urlò. Tra un po’ l’avrei persa anche io.
“Non mi interessa tu non andrai solo!!!” urlai di rimando.
“Tu resti qui invece a costo di legarti a letto” questa frase mi portò alla mentre la mia prigionia con Duncan, tremai di paura. Davvero Kyle era capace di farlo? Allora tanto valeva...
“Tanto valeva restare con mio marito allora! Che differenza faceva? Sei uguale a lui!” non era quello che avrei voluto dire. Diedi voce ai miei pensieri ma subito mi morsi la lingua per quello che avevo detto. Avevo sputato del veleno ingiustamente. Lo vidi scattare verso di me con una strana luce negli occhi. Era arrabbiato come mai l’avevo visto prima, mi afferrò il polso e mi trascinò fino alla porta d’ingresso.
“Kyle che cosa stai...” non finì la frase, aprì la porta e mi buttò fuori.
“Esci fuori da casa mia!” mi urlò Kyle sbattendomi la porta in faccia. Io restai immobile e incredula davanti alla porta. Non potevo credere che l’avesse fatto. Girai i tacchi e me ne andai, lontano da quella che pochi minuti fa consideravo casa. Era già sera da un po’ quando mi presentai a casa di Erika, lei fu sorpresa di vedermi ma mi accolse.
“Grazie Erika per la tua ospitalità. Non sapevo dove andare altrimenti”
“È successo qualcosa con Kyle?”
“Abbiamo litigato e mi ha sbattuto fuori casa”
“Che cosa?! Non può averlo fatto davvero!”
“No Erika, non dare la colpa a lui. Sono stata io con la mia maledetta bocca!” le raccontai l’intera discussione quando all’improvviso sentì salirmi un conato di vomito.
“Accompagni in bagno” riuscì a dire prima che mi salisse alla gola. Erika si spaventò e subito mi trascinò in bagno dove rigettai tutto nel water. Quando finì mi rialzai lentamente e mi sciacquai il viso.
“Alice...” la mano di Erika mi sfiorò la spalla. Sapevo che lei aveva già capito.
“Si Erika è come pensi. Sono incinta

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Quando sparai al quel viscido di Markus fu come scaricare tutta la rabbia che avevo accumulato nelle ultime ore, ero riuscito a mantenere la mente lucida al fine di completare bene la missione e adesso non smettevo di pensare ad Alice, alla nostra discussione e a come avevo reagito. Forse avevo un po’ esagerato, ma quando mi aveva detto che ero uguale a quella lucertola che tanto le aveva fatto del male provai uno strano sentimento, e non ebbi il tempo di riflettere su quello che stavo facendo. Quando arrivai alla mia moto, notai che Jack mi stava aspettando.
“Che cosa ci fai qui?”
“Devo parlarti”
“Io non credo che...”
“Erika mi ha detto cosa è successo, c’è una cosa che devi vedere” mi incuriosì.
“Ok, sali in moto. Tieni il casco” glielo porsi e lui lo indossò. Salì e misi in moto in direzione della chiesa di san Josephin. Arrivammo dopo pochi minuti e andammo nel suo studio nella canonica.
“Cosa devi mostrarmi?” Jack andò verso la sua scrivania e prese un foglio.
“Su questo foglio c’è il desiderio più grande di Alice, che mi aveva chiesto di esaudire per lei” presi il foglio dalle sue mani e lo lessi. Quel foglio annunciava l’annullamento del precedente matrimonio di Alice, questa significava che adesso era libera.
“È questo il desiderio di Alice, lei vuole stare con te... per sempre” non riuscivo a parlare, era come avere un nodo in gola. Sentì la mano di Jack posarmi sulla spalla.
“Va da lei...” fu come un risveglio.
“Subito!! Grazie Jack!” dissi euforico e mi precipitai giù per le scale raggiungendo la moto.
“Sto arrivando amore mio” dissi mentre guidavo verso casa di Erika
 
 
Alice POV
Quando Erika entrò dentro casa corsi verso di lei per sapere tutto, ma soprattutto per sapere di Kyle. Non avevo seguito l’evento in tv, avevo preferito restare nella totale ignoranza fino all’arrivo di Erika.
“E così alla fine abbiamo sparato a Markus... anzi Kyle ha sparato a Markus” disse Erika concludendo il suo racconto.
“È fin troppo semplice capire chi ci ha tradito, quello che non mi spiego è il perché”
“Anna ha la figlia di Ryan, sicuramente la usa per controllarlo a suo piacimento”
“Quella donna è satana in persona!” all’improvviso qualcuno suonò alla porta.
“Chi può essere a quest’ora?” Erika non mi sembrava molto preoccupata.
“Io un’idea forse l’avrei” la guardai con aria interrogativa e lei si alzò per andare ad aprire la porta.
“Scusami! Scusami, scusami, scusami. Sono uno stupido, uno sciocco, uno che non riflette quando agisce. Tutto questo fa parte di me, ma anche tu fai parte di me e ti amo più della mia vita!” era avvenuto tutto in così poco tempo che ebbi l’impressione di sognare. Kyle era entrato di corsa e adesso stava in ginocchio davanti a me, con un foglio in mano e mi implorava perdono quando invece dovevo essere io a dirgli quelle cose. Decisi che dovevo comunicargli la notizia, non avrei potuto trovare momento migliore; gli sorrisi dolcemente e gli presi la mano appoggiandola sul mio ventre. Non dissi nulla volevo che lo capisse da solo. Alzò lo sguardo verso di me e poi nuovamente sulla sua mano, vidi la sua bocca allargarsi un sorriso e quando rialzò gli occhi verso di me notai con sorpresa che erano lucidi. Si alzò e mi prese entrambi le mani.
“Non potevi rendermi più felice” riuscì a dirmi solamente.
“Andiamo a casa” mi staccai da lui e andai ad abbracciare Erika.
“Ti voglio bene piccola, non ti preoccupare vivrai per sempre felice insieme a lui”
“Anche io ti voglio bene Erika, grazie per tutto” io e Kyle finalmente tornammo a casa, adesso ne ero sicura. Niente e nessuno poteva dividerci.
 
Kyle POV
Quella mattina mi svegliai con una strana sensazione addosso, quando sentì il caldo corpo di Alice stretto al mio la sensazione svanì immediatamente per lasciare posto a una gioia immensa. Era passato qualche giorno da quando Alice mi aveva comunicato di essere incinta, da quel momento era stato come vivere in un sogno ero felice e non riuscivo a smettere di pensare a come la mia vita sarebbe cambiata. Adesso che avevamo l’annullamento del matrimonio dovevamo pensare a costruire la nostra vita senza l’ombra dell’ex-marito. La sentì muoversi e dopo pochi minuti si svegliò.
“Buongiorno raggio di sole, buongiorno piccolino” dissi accarezzandogli il ventre. Lei sorrise radiosa.
“Buongiorno amore mio, ma che ore sono? Mi sembra tardi”
“Credo sia quasi mezzogiorno, mi hai proprio stancato stanotte” dissi con un punta di malizia, lei sorrise imbarazzata.
“Smettila di giocare, e alzati che è tardi!” mi diede un bacio e si alzò dal letto, io restai altri cinque minuti coricato pensando a come la mia vita avesse preso quella piega così positiva. I miei pensieri furono interrotti dall’urlo di Alice che era andata in cucina, mi alzai di scatto e corsi da lei.
“Tesoro, che succede?!” lei aveva il telecomando in mano e fissava immobile lo schermo della tv. Guardai anche io e vidi un’edizione straordinaria del programma di Decker, le telecamere erano puntate su un balcone, c’erano un uomo che teneva una donna che perdeva sangue dal viso: quella donna era Erika.
“Dicono che è stata catturata dalla quinta colonna? Che significa??”
“Non lo so dannazione! Non lo so!”
“Dobbiamo raggiungerla Kyle, potrebbe avere bisogno di te!” in quel momento il mio cellulare squillò, era più vicino alla pozione di Alice e rispose lei.
“Cosa vuoi Cohn? Sono Alice” non era un caso che fosse proprio lui. Vidi il viso di Alice in qualche modo distendersi e rasserenarsi. Chiuse la chiamata e si alzò.
“Vado a vestirmi in fretta, dobbiamo raggiungerli”
“Che cosa ti ha detto?
“Te lo dico mentre raggiungiamo il posto” disse scomparendo dalla mia vista. Era proprio furba.
 
Alice POV
Arrivammo 10 minuti dopo sul luogo dove stava avvenendo “il sequestro” dell’agente Erika Evans.
“Vedo se posso avvicinarmi di più, tu aspettami qui. Intesi?” decisi di obbedirgli.
“Va bene, non mi muoverò”
“Sta attenta” mi disse prima di andare. Io mi guardai un po’ intorno,  c’era una grande confusione. Gente normale,  polizia, fbi tutti concentrati sul palazzo che era stato indicato come la base di Cohn. Passarono circa 15 minuti e ancora Kyle non era tornato indietro, io mi stufai di aspettarlo e cominciai a cercarlo. Tutto avvenne in fretta: riuscì a superare un po’ la folla, poi un boato tremendo mi fermò, il palazzo dov’era Cohn esplose. La gente intorno a me cominciò a urlare e fuggire via, io ne approfittai per avanzare e raggiunsi il blocco della polizia e dell’fbi; lo spettacolo che si presentò ai miei occhi fu terribile. Le macerie del palazzo era tutte sparse e agenti dell’fbi appostati nelle abitazioni attorno sparavo a chiunque venisse identificato con me un membro della quinta colonna. Vidi Erika insieme a suo marito attraversare la strada dove c’erano le macerie. Ma il marito restò indietro e venne raggiunto dai proiettili che lo uccisero. Fu una scena orribile, non avevo mai visto Erika in quella maniera. Era distrutta dal dolore. Mi ritornò in mente il perché mi ero mossa dalla mia posizione, tornai indietro alla ricerca di Kyle. Dove diavolo era finito?
 
Kyle POV
Mi allontanai da Alice pur non volendo, ma volevo vedere da vicino quello che succedeva. Raggirai la folla e provai ad entrare dal retro del palazzo.
“Bene bene, quale onore è per me incontrarti” mi girai di scatto e di fronte a me vidi l’ultima persona che avrei voluto incontrare sulla faccia della terra: Duncan.
“Ci conosciamo?” finsi indifferenza, anche se sapevo perfettamente che lui mi conosceva.
“Non fare il finto tonto Kyle,  porca miseria hai già scordato i tempi d’oro della nostra amicizia? Eravamo inseparabili al college”
“Tu non sei più mio amico Duncan!”
“Su questo devo darti ragione, non si può perdonare il tuo migliore amico dopo che ti ha rubato la moglie!”
“Sei tu che non sei riuscita a tenertela! Alice è una persona meravigliosa, come hai potuto farle del male?!”
“Cosa facevo con mia moglie non è una spiegazione che devo dare a te!”
“Devo correggerti, non è più tua moglie. La chiesa ha dato l’annullamento. Adesso lei è libera, ma soprattutto è mia!” lo vidi avanzare pronto a sferrarmi un pugno quando il boato dell’esplosione si sentì riecheggiare alle nostre spalle. Lo vidi fermarsi e allora mi girai da dove il suono era arrivato. Sbagliai. Sentì un forte dolore allo stomaco, Duncan mi aveva colpito. Caddi a terra con un dolore lancinante ma cercai di resistere, mi scansai quando lui cercò di colpirmi di nuovo e mi rialzai con uno scatto di reni. Mi avvicinai velocemente a lui e lo colpì con un gancio destro.
“NO!!!! NO! DUNCAN! LASCIALO STARE IMMEDIAMENTE!”
*BANG*
Non fu un colpo molto mirato ma servì a fermarlo. Alice lo colpì alla gamba, si lasciò scivolare la pistola dalle mani e corse verso di me.
“Stai bene?”
“Si amore non preoccuparti! Andiamo, prima che abbia il tempo di riprendersi”
“ME LA PAGHERATE! KYLE HOBBES E ALICE DYTON AVETE FIRMATO LA VOSTRA CONDANNA A MORTE” urlò quel pazzoide mentre ci allontanavamo.   

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Alice POV
Eravamo nel bunker di Kyle, insieme a Erica e Jack. Io ero messa in disparte, seduta sul materasso. Li ascoltavo ma prestavo poca attenzione a quello che dicevano, delle lacrime silenziose mi correvano lungo il viso facevo di tutto per non fare accorgere agli altri che stavo piangendo, non volevo farli preoccupare inutilmente. Ero molto angustiata dopo quell’incontro con Duncan, li avevo ascoltati prima di intervenire e adesso sapevo che si conoscevano e che addirittura erano amici. Dovevo chiedere a Kyle di raccontarmi tutta la verità, così anche io avrei potuto farlo. C’era qualcosa che ancora non gli avevo detto. Mi asciugai in fretta le lacrime quando vidi che la conversazione finì e i due stavano andando, Kyle mi raggiunse.
“Ehi picc... stai piangendo!” si sedette accanto a me, asciugando le lacrime che avevo dimenticato.
“No, era un semplice sfogo. Tranquillo” gli sorrisi per rassicurarlo.
“Non mentirmi Alice, dimmi la verità” io abbassai lo sguardo.
“Sono preoccupata da tutta questa faccenda di Duncan, sai... ho sentito quando ti diceva che eri suo amico”
“Amore io... perdonami se non ti ho detto nulla, ma ho pensato che poteva solo preoccuparti ed ho preferito tacere”
“Non ti colpevolizzo per il tuo silenzio, ma adesso voglio la verità. Così non ci sarà più nessun segreto tra di noi. Anche io devo confessarti una cosa” lui mi prese le mani e mi guardò negli occhi. Cominciò a parlare, sembrava un fiume in piena, non la smetteva più.
“Era fantastico passare il tempo con lui, eravamo uguali eccetto per un aspetto. Duncan aveva sempre mostrato interesse verso la violenza, non necessariamente fisica ma gli piaceva trattare male la gente. Io non riuscivo a tollerare la cosa così decisi di affrontare il discorso, volevo farlo cambiare. Quel giorno litigammo pesantemente e non ci siamo più visti né sentiti, qualche anno dopo venni a sapere che si era fidanzato e stava per sposarsi. Dopo che iniziai la mia carriera da militare persi tutte le tracce e di lui non seppi più nulla, finché non ho incontrato te” io gli strinsi le mani.
“Grazie per avermi raccontato tutto, adesso tocca a me” feci una pausa prima di parlare. Non sapevo come l’avrebbe presa.
“Vedi... questa non è la mia prima gravidanza” dissi tutto d’un fiato. Lui mi fissò sorpreso.
“E dov’è adesso il bambino?” cominciai a piangere, quel ricordo era insostenibile.
“Non c’è più! Quel bastardo non gli ha dato neanche la gioia di vederlo nascere, ero al terzo mese di gravidanza e lui mi ha picchiata.” mi strinsi forte a lui, singhiozzando sempre più forte.
“Il giorno dopo mi sono svegliata con una cicatrice sulla pancia. Credo abbia estratto il feto”
“Alice amore mio calmati. Sono sconvolto da quello che mi hai detto, non posso credere a quanto male ti ha fatto. Ma questa volta non sarà così, il nostro bambino vivrà felice e crescerà con il nostro amore. Nessuna ci toglierà la nostra felicità. Questa è una promessa! Ma adesso ascoltami attentamente, sei sicura che il bambino sia morto?” io mi staccai, e lo fissai incredula.
“Certo, era di tre mesi. Come avrebbe potuto sopravvivere?”
“Alice ma il bambino che portavi in grembo era un ibrido! Se solo Ryan non si fosse comportato da vile traditore potevamo chiedere a lui qualche informazione!”
“Tu pensi che potrebbe essere vivo?”
“Non lo penso, ne sono sicuro!”
“Oddio mio Kyle, non potrei essere più felice. Potrei vedere il mio bambino!”
“Troveremo il modo per trovare informazioni, te lo prometto”
 
 
 
Kyle POV
Ero in macchina con Erika, fermi in un posto dove ci saremmo dovuti incontrare con Lisa per avere del materiale che ci serviva per contrastare i visitors. Ero nervoso, e tamburellavo rumorosamente le dita sul volante.
“Ehi, sta fermo! Che succede?” intervenne Erika bloccandomi la mano.
“Il pensiero di venire a conoscenza della verità non mi rende affatto tranquillo”
“Anche ammettendo che il bambino sia vivo, non devi temere nulla. Noi sconfiggeremo Anna e quando lo faremo elimineremo anche Duncan e il bambino potrà vivere con voi, e gli darete tutto l’amore che gli serve e anche un fratellino o una sorellina con cui giocare. Non potrai rendere quel bambino più felice” il discorso di Erika mi fece un po’ calmare, ma durò poco perché subito dopo entrò Lisa in auto con due sfere di energie blu che doveva consegnarci. Mentre stava per scendere la bloccai.
“Un attimo Lisa, devo chiederti una cosa” non la guardavo, ma tenevo lo sguardo fisso sulla strada.
“Certo dimmi pure”
“Duncan, il collaboratore di tua madre... vive solo sula nave?” strinsi le mani sul volante, attendo la risposta. Lei sembrò pensarci su, come se quel piccolo dettagli le fosse sfuggito e solo adesso si rendeva conto di quanto era importante.
“No. Non vive da solo” a quel punto intervenne Erika, capendo che stavo per lasciarmi sopraffare dai nervi.
“C’è un bambino con lui?”
“No, è un ragazzino che avrà 8-9 anni. È suo figlio, si chiama Dylan. Gli somiglia molto tranne che per gli occhi”
“Perché, come sono i suoi occhi?”
“Scuri... come un pozzo senza fondo”
“I tuoi occhi non saranno né celesti né verdi ma sono bellissimi! Potrei perdermi nel tuo sguardo, e come cadere in un pozzo senza fondo” quel ricordo mi riaffiorò immediate, chiaro e limpido. E in quel momento lo sentì, sentì che Dylan era il figlio di Alice.
 
 
Alice POV
Quella sera avremmo dovuto mettere in atto un piano per frenare il piano “Concordia” di Anna, dei centri dove sarebbero dovuti vivere insieme visitors e umani ma che il vero scopo era far atterrare altre navicelle per invadere la terra. La costruzione infatti era stata progettata in modo tale che funzionasse da struttura per l’atterraggio di altre navicelle. Ci trovavamo nei pressi del cantiere dove stava per essere costruito il centro Concordia di New York, li avevo seguiti in missione per distrarmi dai pensieri. Ogni volta che restavo ferma a pensare non riuscivo a non pensare a Dylan, a come doveva essere fatto, se era un bambino allegro, se stava bene, ma questo non faceva che aumentare la mia tristezza e non mi faceva stare bene. Dopo circa qualche minuto che il nostro “infiltrato” aveva iniziato la missioni, vidi una figura muoversi nell’ombra. Lo riconobbi senza esitazione.
“No! Non può essere!” Kyle si girò verso di me preoccupato.
“Che c’è? Che succede?”
“Duncan... è qui!”

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Kyle POV
Quando Alice mi disse che aveva visto Duncan, restai senza parole.
“Bisogna fermarlo!” mi disse Erika che aveva sentito.
“Andrò io” dissi sicuro.
“Da solo!” aggiunsi, vedendo che Alice era pronta a seguirmi.
“Ma...”
“No, tu resti qui. Non voglio sentire obiezioni”
“D’accordo. Ma fai attenzione”
“Non preoccuparti” le diedi un bacio e corsi nella direzione che Alice mi aveva indicato. Mi ritrovai davanti la porta di un magazzino, afferrai la pistola e spalancai la porta, era molto buio e non riuscivo a vedere bene; entrai ma non c’era altro che silenzio. Feci qualche passo avanti guardandomi sempre intorno, sembrava non ci fosse nessuno quando sentì un rumore alle spalle. Mi girai puntando la pistola e finalmente lo vidi. Aveva un aria fin troppo sicura di sé, aveva lo sguardo di chi era sicuro di vincere.
“Oh bene, ero sicura che Alice mi avrebbe notato. Nessuna mi conosce meglio di lei”
“Questa sicuramente è la sfortuna più grande della sua vita” dissi tenendo sempre la pistola puntata. Lui avanzò di qualche passo, finché la canna della pistola non fu puntata verso lo sterno.
“Spara, che aspetti?” io lo fissai incredulo. Mi guardava fisso negli occhi e aspettava un mio gesto.
“Che cosa diavolo hai in mente?” la mia sicurezza per un attimo vacillò. Tenni sempre la pistola puntata.
“Io? Nulla. Sono qui di fronte a te, disarmato. Con una pistola puntata sul mio unico punto vitale che puoi colpire” la cosa non mi piaceva. Era tutto troppo semplice, troppo strano. Sentì un rumore, mi distrassi. Duncan si mosse velocemente e mi colpì facendomi cadere la pistola dalle mani.
 
 
Alice POV
Vidi Kyle cadere in ginocchio dopo il colpo di Duncan. Ero riuscita a seguirlo senza farmi notare non avevo visto una scatola e l’avevo presa in pieno provocando il rumore che aveva distratto Kyle. Sarei intervenuta per aiutarlo se lui non avesse detto qualcosa che mi lasciò inchiodata alla mia postazione.
“Vieni qui Dylan” un ragazzino fece la sua comparsa. Era come l’avevo sempre immaginato, un piccolo Duncan in miniatura, con la sua stessa camminata, la stessa espressione. Mi incantai a guardarlo, avrei voluto stringerlo, dargli tutto l’affetto che non avevo potuto donargli.
“Ieri mi avevi chiesto di tua madre, ricordi?”
“Si papà e mi avevi detto che oggi avrei saputo la verità”
“Quest’uomo... ci ha portati via la tua mamma! È per colpa sua se adesso lei non vuole stare più con noi”
“Bastardo come puoi dire questo? Se Alice è scappata via da te è solo colpa tua” Duncan lo colpì sul viso.
“Non si dicono le bugie Kyle” vidi Dylan andare dietro Kyle, non capì quello che volesse fare finché non agì. Gli passò il braccio intorno al collo e con l’altro gli afferrò la testa e gli spezzò il collo. Fu come lo spezzarsi di un incantesimo.
“Questa è la tua giusta punizione” in quel momento tutto l’affetto che avevo provato per quel figlio che non avevo mai conosciuto, svanì.
“Kyle, NO!!!” svelai la mia presenza e corsi verso di lui. Gli occhi erano aperti e rispecchiavano l’ultimo stato d’animo vissuto, era rimasto sorpreso da quella mossa. Io caddi accanto a lui, gli presi la testa e gli chiusi gli occhi, non avevo nemmeno la forza di piangere, di sfogare il mio dolore. Alzai lo sguardo; Duncan mi guardava con un aria di trionfo, aveva compiuto quello che aveva bramato. Era riuscito a distruggermi completamente.
“Ti odio!” in un raptus mi lanciai verso di lui e lo atterrai. Cercavo di colpirlo ma non poteva fare nulla contro la sua forza. Mi buttò di lato lasciandomi a terra.
“Sono sulla nave, ti aspetto” e così com'era venuto. Andò via.
 
 
Entrai nel suo bunker con lo sguardo perso nel vuoto. La mano destra accarezzava il ventre, conscia del fatto che dentro stava crescendo una nuova vita. Ma io mi sentivo vuota. Era come essere addormentata, niente mi sembrava reale e avrei voluto svegliarmi con tutto le mie forze, non ci riuscivo perché stavolta non c’era chi mi avrebbe svegliata facendomi sentire al sicuro, chi mi avrebbe protetta, chi si sarebbe preso cura di me. No stavolta dovevo svegliarmi da sola, ma non ci riuscivo. Mi guardai intorno come se osservare le sue cose servisse a farlo ritornare, ma sapevo che non avrebbe mai più aperto quella porta. Comincia a toccare tutto quello che mi capitava tra le mani di suo, ne studiavo la forma con le dita e con la mente ricordavo quante volte l’avevo visto toccare quelle cose. Le mie mani arrivarono sul quell'oggetto che probabilmente era la cosa a cui più teneva: la sua pistola. La presi e mi sedetti sul materasso, anche quest’oggetto mi parlava tanto di lui.
“Ti prometto che non crescerai senza un padre. Te lo meriti. Staremo insieme... per sempre”

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Capitolo 10
*** Epilogo: 15 anni dopo ***


Era un fredda mattinata di ottobre e pioveva. Erika si recò nella chiesa di St. Josephin e aspettò Jack come d’abitudine.
“Buongiorno”
“Ciao Jack, grazie per essere qui”
“Me lo dici ogni anno Erika, ed ogni anno ti rispondo che non potrei fare altrimenti”
“Sarà la vecchiaia che si avvina e mi fa perdere colpi” quindici anni erano passati alla guerra contro i visitors, Jack e Erika erano gli unici sopravvissuti del loro gruppo. Ogni ottobre dell’anno sceglievano un giorno e andavano al cimitero per andare a trovare le tombe di Alice e Kyle. Fu Erika a trovare il corpo dell’amica nel bunker quindici anni addietro, era in una pozza di sangue con la pistola ancora in mano. Fu uno spettacolo orribile per lei, ricordò quanto dolore aveva provato dopo che aveva perso praticamente ogni cosa. Insieme a Jack aveva deciso di seppellire accanto i due amanti così da stare per sempre insieme. Quando arrivarono al cimitero però trovarono una sorpresa ad attenderli. Davanti alle tombe di Alice e Kyle c’era una persona che conoscevano bene e che era stata la causa della tragica fine dei loro due amici. Ma non era solo, insieme a lui c’era un ragazzo. Erika si diresse a passo veloce verso quelle figure.
“E tu che ci fai qui? Con quale faccia viene al cimitero a trovare Alice e Kyle?” l’uomo s i girò verso Erika e lei si accorse in un attimo che quello non era più l’uomo che conosceva. Aveva il volto stanco, affaticato dagli anni nonostante avesse ancora una giovane età. Gli occhi verdi che prima erano intensi e brillanti, adesso erano spenti e velati di tristezza. Fece un passo indietro e parlò usando un tono più gentile.
“Così ci fai qui Duncan?” lui distolse lo sguardo da lei per rivolgerlo alla tomba di Alice.
“Io... vengo qua ogni mese, per mio figlio è l’unico modo di vedere la madre” fu come ricevere un colpo in testa per Erika, ora che lo guardava bene il ragazzo assomigliava molto al padre, ma gli occhi... gli occhi celavano tutta la verità, erano uguali a quelli di Alice.
“Pensi che in questo modo ti perdonerà per quello che le hai fatto?” subito si ammutolì, non sapeva se il ragazzo conosceva la verità.
“Puoi liberamente parlare, Dylan sa tutto”
“Lo so signora, probabilmente penserà come faccio a stare accanto a mio padre. Ma io comprendo l’emozioni umane, e so in che stato era quando ha agito in quella maniera. Adesso so che ha compreso realmente il significato di quello che ha fatto, così come lo compreso io”
“Andiamo adesso Dylan dobbiamo risalire sulla nave” fece un cenno di saluto a Erika e Jack e si allontanò.
“Avrei creduto a tutto, ma mai a questo” disse Jack dopo che i due furono lontani.
“La vita  è sempre piena di sorprese Jack” disse Erika posando un mazzo di fiori sulle tombe.
“Tu che sei un uomo di Dio, pensi che siano felici adesso lì dove sono?” disse Erika posando un mazzo di fiori sulla tomba di Alice.
“Penso di si Erika, staranno crescendo il loro piccolo e questo sicuramente li renderà molto felici”
“Hai ragione, lo sento dentro di me. Sono felici”
“Andiamo adesso”
“Ciao amici miei, mi mancate terribilmente” disse Erika prima di allontanarsi con Jack.
“Ciao Erika” disse una figura evanescente con una bambina in braccio mentre la guardava allontanarsi.
“Spero diventerai come lei piccola Erika” si sentì un pianto di bambino.
“Kyle smettila di giocare così con il piccolo Jack!” disse la figura scomparendo.
Erano felici.

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Ecco qui che finisce questa fan fiction :) ringrazio chiunque l'abbia letta (tutta o pochi capitoli)
Sandy

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