All I want is you

di Glossy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First part ***
Capitolo 2: *** Second part ***



Capitolo 1
*** First part ***


-  ALL I WANT IS YOU -
First part


Mi sono sempre reputata una ragazza normale, come ce ne sono tante altre. Vivo da quando sono nata in una piccola città, e ho sempre diviso il mio tempo tra famiglia, amiche e scout. Sono quella che si definisce "brava ragazza" insomma. Ho sempre creduto di non avere nulla di particolare. Questo fin che non ho conosciuto Francesco. Un nome, tanti ricordi. Lui il ragazzo che mi ha fatto innamorare, come pensavo non fosse possibile. Ci eravamo conosciuti un estate come tante ad un campo scout. All'inizio tra noi fuochi e fiamme, odio reciproco. Poi però piano, piano tra scherzi, battute, frecciatine e provocazioni il nostro rapporto si è trasformato a tal punto che abbiamo iniziato a provare dell'attrazione reciproca. Abbiamo continuato a vederci e sentirci anche durante l'inverno. Il tempo con lui passava in un baleno. Non sembrava mai abbastanza. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, sentivo le farfalle svolazzare nello stomaco. Insomma ero felice. Lui per me rappresentava la perfezione. Non mi interessava niente se le mie amiche dicevano che era brutto, per me era semplicemente bellissimo. Dentro e fuori. Ero arrivata a considerare pregi anche quelli che in genere vengono catalogati come difetti. Insieme a lui stavo bene, i presupposti per iniziare una storia seria c'erano tutti.  Però si sa, in genere, tutte le cose belle sono destinate a durare poco. Un giorno come un altro, dalle frasi dolci e speranzose riguardanti al futuro, siamo tornati di nuovo agli insulti dei vecchi tempi. Troppe parole pesanti sono uscite dalle nostre bocche. Abbiamo dato il peggio di noi stessi, entrambi. Così, all'improvviso tutto è finito. Francesco è sparito dalla mia vita con la facilità con cui è entrato. La tristezza è arrivata, così come il senso di colpa. Sì, io, che in genere sono troppo orgogliosa da ammettere i miei sentimenti, provavo questo. Nella mia testa mille domande, dubbi, perplessità. Forse se mi fossi comportata diversamente, lui sarebbe stato ancora al mio fianco. Francesco mi mancava, tanto, troppo. Ogni oggetto, luogo o frase mi ricordavano di lui. Era diventato la mia ossessione. Se non potevo averlo al mio fianco, nulla mi impediva di tenerlo sotto controllo. Passavo più tempo sul suo profilo facebook che sul mio, sfinivo le mie amiche a forza di parlare di lui. Proprio attraverso un computer scoprii un fatto che mi fece del male: si era trovato una ragazza.  Non la conoscevo ma la odiavo, cercavo di trovarle tutti i difetti possibili. Tante critiche per nascondere il vero motivo del mio odio: quella non ero io, anche se l'avrei voluto. Ecco qual era la verità. Lei aveva lui, mentre io l'avevo perso. Ormai dovevo rassegnarmi, lui era andato avanti, dovevo andare avanti. Da quel momento in poi avrei dovuto chiudere quel capitolo della mia vita, anche se il mio cuore avrebbe detto di no, se solo avesse potuto parlare. Iniziava un nuovo capitolo per Marta Bianchi, ma Francesco  Zampieri non ne sarebbe stato il protagonista, solo una malinconica comparsa.

                              * * * 


Ed ecco un altro giorno che giungeva al termine e nella mia vita era sempre tutto uguale. Solita gente, solite cose, solite abitudini. 
Ero stanca, non ne potevo più, avevo bisogno di un cambiamento, di quelli che ti rivoluzionano l'esistenza. Mi serviva ora. Subito.
Ne ebbi la conferma l'indomani. Il 5 in storia - storia, rendiamoci conto, storia, come si fa a prendere un 5 in storia?! - fu il segnale decisivo che dovevo cambiare qualcosa. Ma cosa?
Anche a scuola le cose iniziavano a mettersi male. Mi era passata la voglia di studiare. Non avevo più stimoli. Non vedevo l'ora di finire il liceo e di andare all'università a studiare finalmente quello  che mi piaceva. Ancora un anno e avrei detto addio a latino, greco e matematica. Solo filosofia, la materia che più mi piaceva e che oramai era diventata una passione paragonabile all'hockey. Ah non ve l'ho detto, pratico questo sport e non per vantarmi ma sono veramente una forza.
Mi stavo piangendo addosso quando Ludovica si avvicinò a me. Lei era una mia compagna di classe, una di quelle con cui non avevo più di tanto legato in questi anni. Era una di quelle snob che vivevano in centro, che si ritenevano troppo superiori per uscire con le compagne di classe, a parte quelle due che conosceva da una vita e che facevano parte della sua stessa "specie".
« Dai Marta, non ti abbattere, che cosa vuoi che sia un 5 in storia?! Lo recuperi subito.»
Facile parlare per lei che aveva la media del 9 in tutte le materie. Non risposi, mi limitai a fare una smorfia di disapprovazione.
« Sai qual è il tuo problema? » No, non lo so, dai illuminami, dimmelo tu che sei tanto intelligente, avrei voluto risponderle. 
«Ti ho osservato e sono arrivata alla conclusione che per me ti manca la concentrazione, non hai bisogno d'aiuto!.» Cavolo questa ragazza era un genio. In senso sarcastico ovviamente.
« Perché domani non vieni a studiare in biblioteca?»
Appena pronunciò quella frase scoppiai a ridere. Io? In biblioteca? A studiare? In quel luogo dove si riunivano tutti i secchioni liceali, gli universitari che non potevano permettersi di pagare una rete wi fi e per finire anche gli snob del centro città che andavano là più per farsi notare che per veri scopi? No, quel posto non faceva per me. Stavo per rifiutare quando mi venne in mente una cosa importante. Come avrebbe reagito a quell'insufficienza mia madre, la severa e rispettabile professoressa Amedeo, colei che aveva fatto diventare il greco la sua seconda lingua? Di sicuro male, molto male. Potevo scordarmi pure il sabato sera al Blue Sky -una discoteca di Verona- che da tempo avevo progettato con le mie amiche. Per non parlare di quanto quel deficiente di mio fratello Marco mi avrebbe sfottuto. Lui, che nonostante non avesse mai aperto libro e avesse in testa solo dischi e ragazze, era un fottuto genio e stava passando brillantemente tutti gli esami di medicina senza il minimo sforzo. Se volevo uscire, mi serviva una scusa, un segnale per farle capire ai miei genitori che mi ero impegnata per quella verifica, ma evidentemente non era stato abbastanza. E quale mamma non avrebbe ceduto di fronte ad una figlia che per rimediare voleva andare in biblioteca studiare con le compagne di classe?! Per questo impegno mi sarei meritata di sicuro un premio. Per questo decisi di accettare l'offerta di Ludovica.
« Sai Ludovica, penso tu abbia ragione, credo che accetterò volentieri la tua offerta. »
« Ok. Perfetto allora. Ciao, ora vado. Le altre mi aspettano.»
 Mi rivolse un sorriso smagliante prima di raggiungere le oche delle sue amiche Sofia e Beatrice.  Infondo avrei fatto questo ed altro per salvare i miei sabati sera futuri e la furia di un uragano chiamato mamma.

Alle tre in punto dell indomani pomeriggio mi trovavo alle scale della Gran Guardia ad aspettare Ludovica.  Ero arrivata a piedi, in fondo casa mia distava solo 10 minuti dal centro. Lei arrivò poco dopo, vestita come se dovesse andare ad una sfilata di moda, anziché in biblioteca a studiare. Io in confronto con la mia normale felpa e jeans sembravo una barbona. Per fortuna non c'erano con lei le sue seguaci. Ci incamminammo insieme verso la biblioteca civica. Durante il tragitto non parlammo molto. Lei era tutta presa a messaggiare con il suo nuovissimo I-Phone e io che di natura ero timida non avrei mai iniziato una conversazione se non venivo interpellata. Ad un certo punto arrivammo alla meta. Appena entrai uno stormo di voci mi accolse.  Se mi aspettavo un ambiente austero mi sbagliavo di grosso. Era accogliente, luminoso, ben arredato. Insomma un luogo in cui la gente sembrava felice di trascorrere il tempo. Ludovica mi sorrise. «Andiamo su, qui ci sono i ragazzi delle medie e alcuni delle superiori che fanno confusione. Noi siamo qui per studiare seriamente.» 
Sorrisi falsamente a quell'affermazione. Lei era lì per studiare, io ero in missione "SSS -SalvaggioSabatoSera- Mi lasciai guidare da lei. Giungemmo in una stanza piena di tavoli bianchi enormi, la seconda di una serie che proseguiva. Trovammo due posti liberi in uno di quei grandi tavoloni dove vi era solo una ragazza, probabilmente più grande di noi. Il silenzio era tombale, gli unici rumori che si sentivano erano quello dei tasti di computer e dei passi della gente che passava di lì per andare da una zona all'altra del grande edificio. «Io inizio con letteratura.»
Mi informò Ludovica sussurrando appena. La imitai acconsentire prendendo dallo zaino il mio libro di biologia.  Più il tempo passava e più mi accorgevo che infondo passare il tempo in biblioteca non era così tanto male. Era ideale come luogo di studio. Aveva ragione Ludovica. Iniziai a prendere seriamente in considerazione l'idea di venirci più spesso. Volevo uscire dalla quarta superiore con una buona media e recuperare quell'insufficienza in storia sarebbe stato il mio primo obbiettivo. Così avrei fatto felice mia madre e io avrei salvato i miei sabato sera. Quando volevo sapevo essere determinata. Niente e nessuno mi avrebbe distolto dal realizzare i progetti che mi ero preposta.
A questo stavo pensando quando quel "nessuno" decise di entrare in quella stanza.  Quel momento segno la fine dei miei buoni pensieri sulla scuola e l'inizio di altri ben diversi.


Passavano i giorni e passavano le ore che trascorrevo in biblioteca. Mi piaceva andarci, facevo tante cose allo stesso tempo. Studiavo, conoscevo meglio Ludovica, facevo felice mia madre, avevo salvato i miei sabato sera,  ma soprattutto avevo modo di vedere quel ragazzo bellissimo che mi aveva decisamente rapito la mente due settimane prima. Passavo le ore ad osservarlo studiare. Quanto era bello, mi dava l'aria di essere così intelligente, così perfetto. Senza accorgermene mi ero presa una bella cotta, come non mi capitava da tanto tempo. Improvvisamente mi sembrava di essere tornata alle medie, a quando ti "innamori" del ragazzo delle superiori che sai che non ti calcolerà mai. Già, perché quel ragazzo per me era davvero irraggiungibile, era troppo per me. Un giorno, quasi per caso, chiacchierando con Ludovica, che lo conosceva, avevo scoperto che si chiamava Luca Fedrigo. Aveva due anni più di me, abitava in centro, faceva parte della cosiddetta "maraja del centro", frequentava la facoltà di giurisprudenza e di tanto in tanto usciva con mio fratello, il quale non l'aveva mai portato a casa e nemmeno me l'aveva mai nominato, quello stolto. Ultimo-ma non meno importante- fattore d da considerare era che aveva la fila di ragazze che gli morivano dietro. Insomma, per me non c'erano speranze. Non che io non fossi bella, anzi, solo che non ero quella per lui. Quindi potevo guardarlo quanto volevo, sognarlo quanto volevo ma dovevo mettermi il cuore in pace. Non sarebbe potuto mai essere mio, sebbene fosse il primo della mia lista dei desideri.
Almeno pensavo fino ad oggi. Come tutti i giorni io e Ludovica andammo in biblioteca, ci sedemmo al solito posto, proprio di fronte a dove era solito mettersi Luca con i suoi amici. Me lo stavo letteralmente mangiando con gli occhi semi nascosta dietro il mio libro di storia, quando due occhi marroni incontrarono i miei. Rimanemmo lì a fissarci per un po di minuti, che mi sembrarono una fantastica eternità. Poi lui distolse lo sguardo sorridendomi timidamente e riprese a concentrarci sullo studio. Mio dio! Che imbarazzo! Avevo appena fatto una figuraccia. Evidentemente si era sentito osservato -o spogliato con gli occhi, dipende se è o no malizioso- e aveva alzato lo sguardo. D'ora in poi mi ripromisi di non guardarlo più. Magari solo qualche sbirciatina ogni tanto dai, infondo non avrebbe fatto male a nessuno no?!


Studiando, studiando era arrivato anche dicembre. Mancavano solo tre giorni alle vacanze di Natale e sinceramente non vedevo l'ora. Mi sarei ricaricata completamente e avrei potuto dedicarmi di più alle mie amiche e alla mia famiglia. Quel giorno era giovedì e mancavano pochi giorni a Natale. La biblioteca si stava ogni giorno svuotando sempre di più. Gli studenti fuori sede tornavano finalmente a casa, dopo mesi passati a studiare lontano dai loro affetti più cari.
Come sempre c'era anche lui, Luca. Avevo smesso di fissarlo da quando avevo fatto quell'orribile figuraccia. Ogni tanto avevo come l'impressione che qualcuno mi osservasse. Ma no, probabilmente era una delle mie manie. Chi poteva perdere tempo a fissare me?! Forse quel biondino che vedevo sempre che faceva di tutto tranne che studiare. Di certo Luca non mi avrebbe mai guardato. Almeno di questo ero convinta, fin che, mentre ero intenta a studiare le leggi di Keplero piombò sul mio libro una pallina di carta arrotolata. Mio dio non ci potevo credere...la gente si divertiva ancora a fare questi giochetti da elementari. Decisi di non rispondere, mi limitai ad appoggiarla sul tavolo. Poi un' altra e poco dopo un' altra ancora. A quel punto decisi di alzare lo sguardo per vedere chi era quel deficiente che si divertiva a fare scherzi del genere. Nel momento in cui lo feci notai un Luca che mi guardava divertito. Non ci potevo credere, guardava proprio me. All'improvviso tutta la mia rabbia sparì e senza che me ne resi conto sul mio viso comparve un sorriso da ebete. Rimanemmo a fissarci, sorridendo come due imbecilli fino a quando Luca mi fece segno con la mano di aspettare e di non cominciare a studiare subito. Acconsentii con la testa mentre lui si chinava per scrivere qualcosa su un pezzo di carta. Poco dopo la mia amica Ludovica, che silenziosamente aveva assistito alla scena, mi passo un bigliettino tutto piegato con cura. Era da parte di Luca, quella volta ne ero certa.  Lo aprii quasi tremando. "Domenica sera. Festa di Natale a casa Dalla Rovere. Ti va di venire?"  Non ci potevo credere. Lui. Luca Fedrigo, aveva invitato proprio me alla festa di uno conosciuto per le sue feste esclusive, per le quali era raro ricevere un invito se non avevi le conoscenze giuste. Per una volta in vita mia agii d'istinto, senza pensare alle conseguenze. Presi la penna e scrissi: "Va bene. Dove e quando?". Glielo feci riavere e mentre aspettavo che rispondesse sentivo l'ansia e l'eccitazione crescere dentro me. Pochi minuti dopo Ludovica mi passò nuovamente il prezioso foglietto sorridendo maliziosamente. "Mi faccio vivo io. Dammi il tuo numero". Non esitai tanto a rispondere. Aspettai un paio di minuti ma non arrivò nessun nuovo biglietto. Luca mi fece solo l'occhiolino prima di tornare a concentrarsi sul suo libro di diritto. Decisi di riprendere di studiare anche io, anche se la mia mente era da tutt'altra parte. Pensavo solo a cosa sarebbe potuto accadere domenica sera. Luca, sembrava così misterioso. Per il resto del pomeriggio non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Stufa di aspettare altri "segnali" decisi di tornare a casa. Dopo aver indossato giubbino e sciarpa, stavo per avviarmi con la mia amica verso l'uscita. Un attimo prima che io uscissi da quella stanza, mentre gli passavo vicino Luca mi sorprese di nuovo. « Ciao Marta » disse semplicemente, sorridendo. Il mio viso passò dal rosa al porpora nel giro di pochi secondi. Bofonchiai un timido « Ciao » prima di seguire Ludovica fuori da quel luogo che tanto adoravo. Durante il tragitto per andare a casa continuavo a sorridere come un imbecille. Avevo la testa fra le nuvole. Non riuscivo nemmeno a parlare con Ludovica, ero completamente senza parole per l'incredulità. Luca Fedrigo mi aveva invitato ad una festa. Luca sapeva il mio nome. Luca Fedrigo forse era interessato a me, Marta, una normale ragazza come tante altre e non una super modella da copertina di Cosmopolitan. Lui, lui, il ragazzo perfetto, così stronzo ma allo stesso tempo cucciolo, così diverso da tutti, lui..
« Marta avanti adesso puoi farlo.» La voce della mia amica interruppe i miei pensieri.
La guardai con aria interrogativa. Lei sorrise. < Puoi esultare ad alta voce, non c'è nessuno che ti sente >  Senza farmelo ripetere due volte, la abbracciai e iniziammo a saltare come due cretine nel bel mezzo di Via Roma. La gente che passava ci guardava come se fossimo due stupide. Sinceramente però, non me ne importava gran che. Ero felice. Poco me ne importava se mi trovavo in un luogo pubblico pieno di gente. Alla fine di questo momento di gioia ritornai seria e guardai la mia amica.  « Sai Ludo, credo che sia giunto il momento di raccontarti un po di cose. »
 « Oh, lo credo anche io. Non ti preoccupare so più di quanto pensi. In ogni caso hai il tempo di una cioccolata per raccontarmi quello che ancora non so.» mi rispose la mia amica quando mi resi conto che eravamo di fronte al "Art and Chocolate", uno dei posti che più adoravo della mia città. Mi resi conto però di non avere il portafoglio. Come se la mia amica mi avesse letto nel pensiero, mi sorrise. « Tranquilla. Per stavolta offro io, dovrò pur usare qualche volta la carta di credito per le emergenze. » Risi di cuore. « E questa sarebbe un urgenza?.» Ludovica acconsentì convinta prima d'entrare. « Emergenza cioccolato. Motivo più che giusto.» Scoppiai nuovamente a ridere prima di seguirla dentro il locale. La mia amica era così, generosa, buona e spontanea. Però era furba, sapevo che era a conoscenza di più di quel che mi diceva. Lei e Luca erano amici. Cioccolata dopo cioccolata le avrei fatto spuntare la nocciolina.


Giovedì, venerdì, sabato. Erano passati già tre giorni, 4 ore, 5 minuti, 33 secondi da quel giorno in biblioteca e di Luca ancora nessuna notizia, nessun messaggio, niente di niente. Eppure la festa era prevista per domani. Mi aveva invitato, gli avevo dato il mio numero, aveva detto che si sarebbe fatto vivo lui. Invece nulla. Era come si fosse volatilizzato nel nulla. Era da giovedì che non facevo altro che pensare a lui, sempre, in ogni momento: a casa, a scuola, in macchina, giocando a hockey. Sempre.
Avrei voluto chiedere a Ludovica che fine aveva fatto, ma avevo deciso di evitare. Sarei risultata patetica, una bambina che aspetta solo una chiamata, anche se era la verità che era quello che volevo. La mia nuova amica mi aveva detto che secondo lei gli interessavo, altrimenti conoscendolo non avrebbe mai fatto un gesto del genere. E quindi, se la Ludo aveva ragione, perché ora faceva così?! Non lo capivo proprio. Probabilmente era stata una scommessa con i suoi amici quella di chiedermi il numero, magari aveva buttato via il foglietto non appena era uscito dalla biblioteca, oppure l'aveva lasciato nei jeans e sua mamma li aveva buttati in lavatrice, oppure è volato via con il vento, oppure gli avevano rubato lo zaino, oppure niente. Basta Marta! Dovevo finire di farmi film. Se mi avrebbe chiamato bene, altrimenti amen, sarei andata avanti con la mia vita. Di Luca Fedrigo ne avrei incontrato a centinaia. Sorrisi guardando la mia immagine riflessa allo specchio, come se stessi parlando con me stessa. Cavolo, quando mi volevo auto convincere ero davvero brava.

BIP-BIP

Il mio cellulare non riuscì nemmeno a finire il secondo bip che mi ero già fiondata sul letto a prenderlo. Numero che non avevo salvato.  Magari era lui. Erano le tre del pomeriggio, sicuramente era lui.  "Dai ti prego Gesù, io ti voglio bene, fa che sia lui, fa che sia lui" ripetei a bassa voce mentre attendevo che quel messaggio si apriva.
"Ehi friend, sono la Glossy con il cellulare di mia cugina, perché non ho soldi sul mio. Allora sta sera vieni con me, la Ludo e le altre all' Alter? :) "
Fan culo Glossy,fan culo il tuo cellulare senza soldi,fan culo quelle galline delle mie compagne di classe,fan culo tutti. E io che mi ero anche illusa. Di nuovo. Basta, non dovevo più pensarci e quale modo migliore per dimenticare, se non andare una serata in discoteca con le mie amiche?! Grazie a mio fratello sarei entrata gratis, poi gli amici della Ludo mi avrebbero offerto da bere e via al divertimento. Avrei trovato sicuramente qualcuno con cui passare la serata. Magari addirittura Luca. Ma sai che bello?! Sarebbe stato troppo bello per essere vero. Mi serviva autoconvincermi di nuovo. Luca NON ci sarebbe stato, mi sarei divertita da impazzire e avrei trovato sicuramente il principe azzurro. Nessuno avrebbe potuto resistere ai miei occhi azzurri e ai miei capelli biondi.

La serata stava andando come previsto. Era solo mezzanotte e io e Alice, una mia compagna di classe di due anni più grande,  eravamo già parecchio "allegre". Stavo ballando come una scema quando la Glossy, che di nome si chiama Gloria, mi si avvicinò e mi disse:  « Marta, guarda chi c'è!» Guardai verso il punto indicato da lei e lo vidi. LUI...


«Majcollll » urlai come una deficiente buttandomi praticamente in braccio a lui, prima di far finire la mia amica di parlare. Lui mi sorrise. Cazzo quanto era figo, diventava ogni giorno più muscoloso. Non l'avevo mai considerato, sebbene lui ci provasse con me ogni volta che avevamo occasione d'incontrarci. Quasi quasi peròò..questa seraaa. Mi prese per mano e mi trascinò in pista. Mentre passammo davanti al bancone notai la Ludo e la Glossy che stavano bevendo un drink parlando con due ragazzi di qualche anno più grande. Appena ci videro scoppiano a ridere e sentii Gloria che diceva: « Per me quei due sta notte fanno scintille. » Ludovica rise e rispose:  «Un altro Martini che succede.» Le mie amiche fecero un brindisi come a suggellare la loro patto e tornarono a concentrarsi su due ragazzi appena conquistati. Quelle stronze, belle amiche avevo! Come potevano pensare che avrei fatto una cosa del genere?!
Drink dopo drink ero partita. Nel vero senso della parola, mi sentivo libera, felice. Io e Majcol ci stavamo divertendo un sacco ballando. Ad un certo punto però, per colpa di una canzone dal ritmo sensuale successe quel che non avevo previsto. Un bacio, che di casto aveva ben poco, poi un altro sui divanetti della discoteca, poi un altro vicino al bar, accanto la console del dj, ovunque, per tutto il resto della serata. Le sue labbra erano davvero morbide. Sapevo che avesse la fama del sex-simbol, ma non pensavo fosse così un bravo baciatore. Cavolo se era bravo, sembrava d'essere in paradiso. Continuammo a scambiarci baci fin che, alle 3 tornai a casa. Dio quanto mi ero divertita. Non mi serviva di certo Luca Fedrigo, Majcol  era un ottimo diversivo. Bella serata, ma la testa mi faceva un male...avevo come l'impressione di essere in una realtà parallela.


« Certo che tu e Majcol ieri ci avete dato dentro eh! » mi disse Ludovica mentre stavamo facendo colazione a casa sua. Gloria, intenta a mangiare la sua brioches ipercalorica al cioccolato acconsentì con la testa.  Ero mezza addormentata, non capivo davvero di cosa stava parlando. Io e Majcol? Che cavolo avevamo fatto? La mia amica continuò: « Sai facevate prima ad andare ad imboscarvi, ci avete riservato un bello spettacolo, meglio del cinema. »La guardai con aria interrogativa. A quel punto Gloria decise di intervenire guardandomi come se fossi stupida. « Signorina Bianchi, sveglia, tu, Majcol, baci da film porno, ovunque, divanetti, bar, fuori, ovunque! .» Diretta e carina come sempre la Glossy. All'improvviso ricordai tutto, come in un flash back mi vennero in mente le scene della sera precedente. Io e Majcol,  i nostri baci, tutto. Scrollai le spalle indifferente.  « Be, capita, sono single, libera, non devo dar conto a nessuno. »  « E Luca? Ieri eri così presa...non vedevi l'ora di uscire con lui? » chiese Ludovica.  «Luca si attacca al tram, non si è fatto sentire, per me può andare a quel paese, lui, i suoi amici e la sua festa di merda. »

BIP - BIP

Messaggio.  « Marta è il tuo » mi informò Gloria. Amen se era il mio, sarebbe stata sicuramente mia madre per avvisarmi che da li a poco sarei dovuta tornare a casa. Poteva aspettare che finissi la colazione, le avrei risposto dopo. Peccato che la mia amica Glossy, non era della stessa opinione. Prese il mio telefono e aprì il messaggio. « Oh my Bass »  « Che c'è Glossy? Dai non fare la cretina, non sono dell'umore »  « Non sto scherzando, leggi tu stessa.» Mi passò il mio Nokia e annoiata lessi il messaggio ad alta voce "Ehi ciao Marta, sono Luca Fedrigo, ti ricordi?! Scusa se non mi sono fatto vivo prima, sono stato due giorni in Svizzera da mia zia. Comunque per sta sera, ti passo a prendere per le 21.00..ok? P.s si so dove abiti, sono amico di tuo fratello, non uno stolker :) " Oh mio dio, non ci potevo credere. Luca mi aveva scritto, lui non si era dimenticato! Era solo stato due giorni fuori dall'Italia, perché non ci avevo pensato prima?! Dire che ero felice era poco. Subito la mia espressione annoiata si trasformò in un sorrisone. Le mie amiche si avvicinarono a me, ci abbracciammo e iniziammo a fare uno dei nostri stupidi balletti. Per fortuna eravamo da sole a casa, non oso immaginare se fossero passati i genitori di Ludovica. Che imbarazzo! L' euforia venne smorzata, quando nella mia testa si "accese una lampadina" per ricordarmi ciò che era successo con Majcol. All'improvviso mi sentii terribilmente in colpa nei confronti di Luca, anche se di fatto non avevo fatto nulla di male. Le mie amiche capirono al volo che cosa mi stava passando per la testa.  « No, ti prego Marta, non iniziare a farti teghe, non essere la Glossy della situazione ti prego. Ne basta già una che si fa mille problemi per qualsiasi cosa.» mi disse la Ludo mettendomi una mano sulla spalla.
 « Oh, ma grazie Ludo, parla pure come se non ci fossi sai. » le rispose Gloria con il suo solito sarcasmo.
 « Ah e che poi io non mi faccio le teghe mentali per tutto. » Io e Ludovica a questa esclamazione la guardammo corrucciate.
« Si dai, forse è vero un po di teghe me ne faccio. Comunque miss Ludovica la saggia ha ragione. Basta pensare, non hai fatto nulla di male. Rispondi di sì e falla finita. »
 « Si ma Glossy io e Majcol ci siamo baciati. »
« Allora, che male c'è?! Tu e Luca mica siete insieme »
rispose piccata la mia amica.
« Sì ma piace, tanto e ho baciato Majcol solo perché ero arrabbiata perché non si era fatto vivo »
« Appunto Marta, dai, quello che succede all'Alter resta all'Alter. Insomma Luca non deve saperlo per forza, e in ogni caso di certo non si arrabbierebbe, voi non siete mica insieme e nemmeno vi frequentate ancora » aggiunse Ludovica
« Sicure? E quindi adesso che faccio?»
 « E lo chiedi a noi?! Semplice, prendi il tuo cellulare preistorico scrivi ok, poi ci prepariamo e usciamo. Abbiamo urgente bisogno di Stadivarius! »
Stradivarius? Ditemi perché in un momento come quello quelle due pensavano allo shopping. Ovvio, fosse per me pianterei una tenda in quel negozio, ma non capivo cosa centrasse in quel momento. 
Guardai Ludovica confusa.  « E dimmi adesso cosa centra Stradivarius Ludo! »
« Marta, sai sta sera devi uscire con Luca Fedrigo, non uno qualunque, il tuo sogno proibito da due mesi a questa parte. Fossi in te andrei in tuta.»  Adesso capivo. Cavolo in certi momenti ero davvero stolta. Come potevo non pensare a queste cose?! 
« Quindi andiamo a preparaci, Glossy, abbiamo una missione: rendere la nostra Camo ancora più bella per il suo principe azzurro. Dico bene? »
La Glossy sorride e diede in cinque alla Ludo. « Yoh bro! »

A questa esclamazione scoppiammo tutte a ridere prima di andare al piano di sopra a vestirci. Dio quanto adoravo le mie friends, in certi momenti erano indispensabili. Però avevano ragione. Quel pomeriggio avrei dovuto preoccuparmi solo di una cosa: rendermi irresistibile per Luca. Era la mia occasione, non potevo sprecarla.



Buon giorno!

Eccomi qui di nuovo con una nuova breve storia!
L'altra parte la posterò domani :)
Per il personaggio di Marta mi sono ispirata ad una delle mie amiche
e poi visto che c'ero mi ci sono messa anche io (ahahahah sì, sì sono proprio come ne nella storia in realtà).
A parte questo tutto il resto è frutto della mia fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.
Spero con tutto il cuore che vi piaccia e che vi abbia incuriosito :)
Grazie a tutti quelli che la leggeranno :)
Se vi va ditemi che ne pensate :)
Augurissssssimi di buon Natale in ritardo...tanti baci al ciccolato, la vostra Glossy.

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Capitolo 2
*** Second part ***


- ALL I WANT IS YOU -

Second part


E dopo un pomeriggio passato a provarmi mille vestiti, cento acconciature e altrettanti stili diversi, alla fine era giunta anche la sera. Le mie amiche erano andate via da casa mia circa 10 minuti prima ed io ero in salotto ad aspettare che Luca mi venisse a prendere. In casa non c'era nessuno. I miei erano andati a cena da mia zia, mio fratello da un amico. Meglio così, non avrei dovuto subirmi tutte le domande su cosa avrei fatto quella sera, e soprattutto non avrei rischiato che mi vedessero, anche per sbaglio, andare via con Luca. Per quanto riguarda la mia vita privata con i miei genitori ero sempre stata molto riservata. Nessuno sapeva niente ed era meglio così. Non avevo mai portato a casa nessuno dei ragazzi con cui mi ero frequentata, nemmeno il mio ex fidanzato, nonostante le sue continue insistenze. Se mai un giorno l'avrei fatto avrei dovuto essere sicura che che fosse davvero importante, la mia famiglia era troppo importante per me, conoscerla era un privilegio che non avevo concesso ancora a nessun ragazzo. Chissà, forse Lucaa...No basta Marta, non cominciare con le teghe. Pensando non mi resi conto che era arrivata l'ora di andare. Il messaggio di Luca me ne diede conferma. "Arrivato" mi scrisse semplicemente. Era arrivato il momento di andare. Lui era sotto casa mia. Con il cuore in gola uscii di casa. In ascensore mi guardai un ultima volta allo specchio. Alla fine il risultato mi soddisfava. Il mio vestito rosso era bello, metteva in evidenza le mie forme e nascondeva alla perfezione i miei difetti. I tacchi altissimi lanciavano la mia figura e il trucco risaltava i miei occhi azzurri e il mio sorriso. I capelli erano sciolti, selvaggi, ma dovevo ammettere che Ludovica con il phone ci sapeva fare. Lei e Gloria avevano fatto veramente un ottimo lavoro, mi avevano aiutato un sacco. In certi momenti le miei amiche erano indispensabili.


Appena chiusi il cancelletto lo vidi. Mi stava aspettando appoggiato alla sua Mini blu. Era più bello che mai nel suo smoking nero. Sembrava proprio il principe azzurro. Appena mi vide sorrise e poi mi venne incontro. Mi salutò con due baci sulla guancia e poi pronunciò la frase che pensavo lui non potesse mai dire : «Sa signorina Bianchi..sta sera è davvero bellissima! » Boom. Ok. Ero morta. Ringraziai balbettando un "Grazie" mentre sentivo le guance andarmi in fiamme. Da vero galantuomo mi aprì la portiera dell'automobile. Durante il tragitto che ci avrebbe condotto a casa Dalla Rovere non parlammo tanto. Luca era concentrato sulla guida. Ogni tanto però sentivo il suo sguardo su di me, mentre ero intenta a guardare fuori dal finestrino, troppo imbarazzata ed eccitata per spiaccicare una parola.  La città tutta addobbata per le feste scorreva dietro me:  la zona Stadio, corso Porta Nuova, via Scalzi, Castelvecchio ed infine Borgo Trento, dove si trovava villa Dalla Rovere. Appena arrivati al cancello ci aspettava un signore vestito elegantemente di nero, quello che le celebrità chiamano body-guard. Luca abbassò il finestrino e disse          « Fedrigo. » L'omone dopo aver controllato sulla lista la presenza del nome diede l'ordine di farlo passare. Parcheggiò nell'immenso cortile della villa e poi mi scese. Non feci in tempo a fare lo stesso che mi venne ad aprire la portiera. Gli sorrisi riconoscente, incapace di parlare. Lui intuì il mio imbarazzo ma non ne fece un dramma, anzi. « Prego Marta, è un piacere. Magari adesso ti sentirai imbarazzata, sotto gli occhi di tutti. Non farne un dramma, è normale per una che non è mai venuta a questo genere di feste. Tu non preoccuparti, ci sono io con te.»Sorrise e mi porse un braccio, al quale mi "aggrappai" senza farmelo ripetere due volte. Prima di entrare nella grande casa lo guardai negli occhi. « Grazie Luca. » Sorrise dolcemente e aprì la porta. Non ero mai entrata a villa Dalla Rovere, passando sulla strada si vedeva solo il grande cancello. Era stupenda, enorme, come quelle grandi case che vedi nei telefilm americani, arredata con cura e addobbata per il Natale in modo stupefacente. Mi trattenni dallo spalancare la bocca per lo stupore che la vista di tanto lusso mi aveva suscitato. Tanta gente che frequentavo era ricca e viveva in case bellissime, ma niente in confronto a questa. 


Al grande ingresso ci accolse un Enea Dalla Rovere tutto sorridente. Lui e Luca si salutarono in modo confidenziale, come solo due amici molto intimi facevano. Poi la sua attenzione si concentrò su di me. « E benvenuto anche a te, nuova e misteriosa ragazza bionda. Sono Enea Dalla Rovere. »  Mi porse la mano che subito afferrai. « Marta Bianchi. » dissi semplicemente, facendo attenzione a non dire piacere, che in teoria, secondo a quel che avevo sentito dire in "Cortesie per gli ospiti", era maleducato da dire.  Mi squadrò e poi si rivolse a Luca. «Sempre detto che il mio amico a buon gusto» Luca fece un sorrisino imbarazzato che mi fece una tenerezza infinita. « Da quanto è che uscite? Perché non mi hai mai detto niente? » chiese Enea ingenuamente. « Mmm in realtà questa è la prima volta che usciamo insieme. » rispose Luca abbassando di parecchi decibel la voce. Il padrone di casa rise e poi si rivolse a me, avvicinandosi per non farsi sentire da nessuno: « Sai Marta, ritieniti fortunata, devi davvero piacere al mio amico per averti portata ad una festa come questa, dove ci sono tutti i suoi amici la prima volta che uscite. L'ultima ragazza con cui si è frequentato ce l'ha fatta conoscere dopo tre mesi. » Non sapendo cosa dire mi limitai a sorridere, mentre un Luca che sembrava imbarazzatissimo mi allontanava dal suo amico prendendomi per un braccio. Enea rise e mi fece l'occhiolino mentre ci allontanavamo. « Fate i bravi e divertitevi. » disse prima di concentrarsi su altri ospiti.


Appena entrammo nel grande salone dove si trovava il bar e un dj suonava, Luca cercò di cambiare argomento, mentre di grattava la testa. « Mmm, ti va un drink? » «Molto volentieri.» Si guardò impacciato le mani. concluse molto agitato. Di tutto mi sarei aspettata tranne che vedere Luca Fedrigo imbarazzato.      « Ok, allora il bar è di là...vieni con me, no oppure mi aspetti qui, insomma fai come vuoi. »« Sai non avrei mai immaginato che il popolare Luca Fedrigo fosse timido. » Lui sorrise e avvicinandosi improvvisamente al mio viso per fare sentire solo a me ciò che stava per dirmi. « Quante cose non sai di me, ma non preoccuparti abbiamo tutto il tempo che vogliamo per conoscerci. » Prima di allontanarsi dal mio orecchio mi lasciò un delicato bacio sulla guancia. Sorrisi guardandolo fisso negli occhi. « Non vedo l'ora di farlo. »  Si morse nervosamente il labbro inferiore.  « Aspettami qui, ci metto pochissimo, non scappare.»  
« Non mi muovo, giuro.»  Mi fece l'occhiolino e si andò verso il bar. Io lo seguii con lo sguardo. Quanto era bello. Quella serata stava andando perfettamente, mi sembrava d'essere in un film. Certo, mi sentivo gli sguardi curiosi della gente addosso ma non me ne importava. Era la mia occasione di farmi conoscere da Luca, non l'avrei di certo sprecata per colpa di alcune pettegole curiose di capire chi era la misteriosa ragazza che aveva accompagnato il popolare Fedrigo all'annuale festa natalizia a casa Dalla Rovere. Non conoscevo nessuno personalmente, solo di vista, quelle persone facevano parte della cosiddetta "élite" di Verona, che tal volta frequentava mio fratello o la mia amica Ludovica, la quale alla noia -secondo il suo parere- di quella festa aveva preferito andare al cinema con Gloria. Stavo osservando i look di questa e l'altra ragazza quando notai una faccia conosciuta. No, non ci potevo credere. C'era anche LUI, avrei dovuto immaginarlo. Be, pazienza, mi bastava evitarlo e il gioco era fatto. Peccato che abbassai la testa troppo tardi. Majcol mi aveva vista e alquanto sorpreso decise di congedarsi dalle persone con cui stava parlando per raggiungermi. Potevo voltarmi e andarmene da lì, in modo che non facesse in tempo ad avvicinarsi. No, avrebbe capito che avrei voluto evitarlo. In realtà era vero, ma sarei sembrata ridicola e l'ultima cosa che avrei voluto fare era sembrare una stupida quella festa. Decisi quindi di sfoggiare uno dei miei sorrisi più falsi. « Majcol, ciao, anche tu qui?!»  chiesi facendo finta di nulla. Mi mise una mano sulla spalla. Alzai le spalle.  « Marta, potrei farti la stessa domanda. Tra i due qui il sorpreso sono io. Non pensavo frequentassi questa gente. »« No, infatti, in genere non la frequento, ma sono stata invitata da..»  « Me. » finì la frese Luca mettendomi una mano sulla spalla. « Mi dispiace Smith, ma questa bella ragazza è già impegnata con il sottoscritto. Vai a fare il play-boy con qualcun altra. Di sicuro in una serata come questa non andrai in bianco.» Majcol ci guardò a dir poco stupido. « Ma voi state insieme? » Luca scoppiò a ridere. « Ma no! Abbiamo iniziato a frequentarci. E sai, anche se abbiamo passato poco tempo insieme questa ragazza mi interessa davvero.» concluse serio. Majcol sorrise.                                             «Immagino! Marta ha il suo fascino. » Luca corrugò la fronte. « Marta? Tu la conosci? » Majcol  acconsentì. «Diciamo che io e Marta ci conosciamo da un po.» Questa era forse una delle situazioni più imbarazzanti della mia vita. Mi sembrava di essere davvero in una puntata di Gossip Girl. Blair in mezzo tra Chuck e Nate. Solo in quel momento potevo capirla. Majcol e Luca erano amici, era ovvio. Mi sentivo stupida a non aver pensato prima alla probabilità di trovare anche Majcol qui. Sperai con tutta me stessa che non aggiungesse nient altro. Con lui avrei chiarito più tardi. « Cavolo, se lo sapevo prima chiedevo a te il suo numero, senza trovar il coraggio di farlo io in biblioteca. » ammise Luca sorridendomi. « Lei è quella della biblioteca?» domandò Majcol. Il ragazzo al mio fianco acconsentì con la testa. A quel punto Majcol ci sorrise. « Allora buona serata ragazzi. Vado a fare rifornimento.» disse indicando con la testa il bar. Prima di allontanarsi si voltò verso di noi e guardando Luca seriamente affermò: « Sai Fedrigo, sei davvero fortunato, Marta è una ragazza speciale. Vedi di comportarti bene. Altrimenti potrei non saper rispondere delle mie azioni spaccandoti la faccia. » Luca gli sorrise e lo stesso feci io, grata che non avesse rovinato quella serata speciale. In fondo Majcol sotto la sua apparenza da duro era un ragazzo dolce e quella sera me l'aveva dimostrato. Prima di andarmene sarai andata di sicuro a ringraziarlo. « E così conosci Majcol Smith è..» mi disse Luca riportandomi sulla Terra. « Sì, è in classe con una mia amica. » spiegai semplicemente. Avrei forse dovuto dirgli del bacio?! Ci pensai un attimo e arrivai alla conclusione che avrei evitato. Alla fine non era stato così importante. Non era necessario dirglielo. No sarebbe cambiato niente, anzi avrebbe portato solo dei malintesi inutili tra loro. Non valeva la pena rovinare un amicizia per quella stupidaggine. Sorrise e mi porse quel che sembrava un Malibu Cola. « A questa serata che sto passando nei migliori dei modi con questa bellissima e timida ragazza dagli occhi azzurri che mi hanno rapito appena l'ho vista. » Alzò il bicchiere e io sorridendo brindai con lui avvicinando il mio bicchiere al suo.


« Evviva gli sposii..braviii! » In quel momento ci raggiunsero due ragazzi. I loro volti non erano a me sconosciuti. Li vedevo sempre in biblioteca e nonostante indossassero uno smoking gli avevo riconosciuti. «Ah eccoli quegli idioti dei miei migliori amici. » mi disse Luca indicandoli divertito. «Ma dai non dire così. Non vogliamo fare una brutta impressione alla nostra futura cognata frate.» affermò il più altro, quello che portava sempre un buffo cappello. Luca sorrise e si rivolse a me. Sorrisi. « Scusali, sono deficienti. » « Saremmo anche stupidi ma intanto siamo i tuoi migliori amici. > affermò l'altro, quello che la Glossy aveva soprannominato "Signor Woolrich". Luca sbuffò sonoramente.  « Allora Marta, te li presento se no rompono fino a domani. Lui è Alessandro.» disse indicando il Signor Woolrich «E lui è Niccolò. » concluse indicando l'altro. «Io sono Marta. » affermai mentre i due si inchinavano davanti a me. « Oh ma è un onore conoscere la ragazza che ha conquistato l'impossibile Luca Fedrigo.» disse Niccolò. « Quella per cui ci ha rotto per due settimane in biblioteca quando noi studiavamo, mentre lui passava il tempo a fissarla.» concluse Alessandro, mentre Luca li stava fulminando con lo sguardo. Scoppiai a ridere. Quella scena era davvero ridicola. Quei ragazzi che apparentemente sembravano degli snob di prima categoria erano simpaticissimi. Chissà, magari un giorno li avrei presentati alla Glossy e alla Ludo. « Dai idioti non fatevi riconoscere subito. » « Sì invece, si deve abituare alla nostra presenza. Non lasciamo andare il nostro Luchino da nessuna parte senza di noi. » disse Alessandro.  Lui li guardò rassegnato. « Questi due sono la parte brutta dell'essere Luca Fedrigo.» Sorrisi. « Ora scusatemi ma dovrei andare alla toilette. »   «Oh cavolo...è questo l'effetto che ti facciamo? » mi chiese Niccolò. Ridendo gli risposi: « Ma no, siete molto simpatici solo che devo andare. Dov'è?» domandai a Luca. « Vai a quello del piano di sopra. In fondo al corridoio a destra.» Lo guardai confusa. Quella casa era enorme. Dare un indicazione del genere non era come farlo a casa mia, che aveva solo una decina di locali. Cavolo eravamo empaticamente collegati. Stavo per ringraziarlo del favore quando Niccolò mi precedette.   « Vuoi che ti accompagni?»« Ma come sei possessivo Luchino. Dai lasciala andare in bagno da sola, se si perde chiederà. In fondo qui ci sono solo 200 persone. E poi l'hanno capito tutti che è proprietà privata.» Luca gli diede una pacca sulla spalla. « Ma stai zitto scemo. No davvero sicura Marta che non vuoi che ti accompagni?» «Davvero. Grazie comunque. Vedrò di metterci pochissimo. Tranquillo. » Gli diedi un bacio sulla guancia sorprendendolo e guadagnandomi un occhiata d'approvazione dei suoi amici.  Mi sentivo improvvisamente più sicura. Quel mondo non mi spaventava più come quando ero arrivata. Alla fine Luca e i suoi amici, dietro all'apparenza da snob che le loro abitudini e il loro cognome gli attribuivano erano persone semplici. Con mia sorpresa trovai il bagno che mi aveva indicato Luca al primo colpo, senza chiedere a nessuno, facendo la figura della "nuova arrivata".


Mentre percorrevo nuovamente il tragitto che mi avrebbe condotto da Luca scorsi Majco in lontananza, vicino alla porta d'ingresso. Era solo. Decisi di raggiungerlo prima di tornare dal mio principe azzurro. « Ehi Majcol.» « Ehi Marta, ciao. » mi sorrise appena si accorse della mia presenza. Ero imbarazzata, non sapevo come iniziare il discorso ma era necessario, dovevo ringraziarlo. «Mmm...grazie Majcol.» Mi  guardò sorpreso. « Per non aver detto a Luca del nostro bacio,  che poi io nemmeno mi ricordo, ero talmente ubriaca, cioè insomma, non abbiamo fatto nulla di male, io e Luca non siamo insieme, ma vedi, lui mi piace davvero tanto. E tu sei mio amico e anche suo.  Non voglio rovinare tutto per uno stupido bacio dato in un momento in cui io ero triste perché Luca non mi chiamava e tu eri ubriaco. E..»
« Stop Marta. Ho capito. E non mi devi ringraziare. Tu sei bellissima, volevo baciarti dal primo momento in cui ti ho visto. Eravamo ubriachi ed è capitato. Basta, finisce lì. Come hai detto tu è stato solo uno stupido bacio, che non ti avrei dato se avessi saputo prima che la ragazza di cui mi parlava Luca da due settimane eri tu. Gli piaci davvero Marta.»
mi disse Majcol serio. In quattro anni non l'avo mai sentito fare un discorso così serio. Alla fine fui felice di constatare che anche Majcol  aveva un cervello. « Grazie, davvero. Sei un ottimo amico. E ti assicuro, anche a me Luca piace un sacco.» Mi sorrise. « E allora vai dal tuo principe azzurro, non perdere tempo con me.» disse spingendomi leggermente. Gli sorrisi e d'istinto l'abbracciai. «Grazie grande Majcol.» gli sussurrai all'orecchio. «Basta ringraziare piccola Marta. Se hai bisogno ci sono, anche per spaccare qualche ossa al quel figo di Luca Fedrigo.» Mi staccai da lui e prima di raggiungere Luca mi voltai un' ultima volta verso di lui mimando un "grazie" con la bocca.


 Trovai Luca nel salone esattamente dove l'avevo lasciato, che parlava con Niccolò, Alessandro e altri due ragazzi. Appena mi vide si congedò da loro per venirmi incontro. «Ehi, eccoti qui. » « Visto? Da brava scout non mi sono persa, sebbene questa casa sia più grande di certi boschi. » Scoppiò a ridere e io con lui. Con il passare della serata avevo preso sempre più confidenza con lui. Mi sembrava di conoscerlo da sempre. In realtà, nonostante l'apparenza era più simile a me di quanto credessi. Mi guardò serio. « Una ragazza bellissima, simpatica, intelligente, che piace ai miei amici e che non se la tira. Dove ne trovo un' altra così? » Alzai le spalle.  « E quante cose non sai ancora di me Luca Fedrigo.» « Come per esempio? » mi chiese avvicinando il suo viso al mio. Evitando in tutti modi di incrociare il suo sguardo risposi: « Sono imbranata, gioco a hockey, sono timida, mi imbarazzo per niente..»  Mi alzò la testa appoggiando l'indice al mio mento. « Oh capisco. Ora basta parlare. Ti va di ballare con me? » chiese porgendomi la mano.         « Cosa? » «Ballare Marta. Io e te.»  « Ma io non sono capace di ballare i lenti. » tentai di giustificarmi.   « Sai il dj le mette per far sì che le coppiette vivano il loro momento romantico della serata. »  « Ma io e te non siamo una coppietta, insomma, non ancora, cioè.. » balbettai confusamente.  «Dai Marta, fallo per me. » Il suo sguardo da cucciolo bastonato no ammetteva rifiuti. Quindi mi lasciai condurre in mezzo a quella della zona del grande salone adibita da pista per ballare. Piano piano tutte le coppiette si riversarono in pista, mentre le dolci note di "Grazie" degli Zero Assoluto rendevano l'atmosfera così intima. Mi lasciai guidare da Luca, il quale mi cullava dolcemente sotto quella melodia. La sua vicinanza mi faceva sentire protetta, stavo bene, come non mi ero mai sentita prima. Sentivo le farfalle svolazzare nello stomaco. L'unica cosa che volevo fare era baciare Luca. Come se avesse ascoltato questa richiesta, si stacco leggermente da me per guardarmi negli occhi. Dopo  esserci guardati per alcuni minuti mi sorrise dolcemente. Mi accarezzò delicatamente la guancia e poi si avvicinò sempre più a me, mentre io chiudevo gli occhi. Finalmente pochi secondi dopo le sue lebbra toccarono le mie. Quel bacio fu fantastico. Inizialmente timido e impacciato, poi sensuale e d'impatto. Così diverso dal bacio dato a Majcol.  Tante emozioni in un singolo momento: timore, incertezza, attrazione reciproca ma soprattutto tanta felicità. Il mondo intorno a noi scomparse durante quel momento. Solo noi due, Marta e Luca. Non mi importava se mi trovavo ad una festa esclusiva. Non mi interessava dell'opinione della gente. Non era un sogno, era la realtà. Era una favola e la protagonista ero io, Marta Camola, la ragazza che prima di allora aveva sempre pensato che il principe azzurro fosse una leggenda inventata dalla Walt Disney per far rimanere zitelle a vita le romanticone come la Glossy e la Ludo.


I giorni consecutivi a quella sera mi svegliai sempre con il sorriso sulle labbra. Il protagonista dei sogni era come sempre lui, Luca, il quale era da un giorno non si faceva sentire, nonostante la nostra serata fosse stata fantastica. Ludovica mi disse di stare tranquilla, di evitare di farmi teghe mentali per niente come l'ultima volta. In fondo aveva ragione.  Probabilmente era impegnato con i parenti. Appena avrebbe avuto un po di tempo mi avrebbe contattato. Anche se avevo l'ansia avrei aspettato, non avrei rovinato il rapporto che si stava creando per nulla al mondo. 
Era il pomeriggio di Natale, il mio giorno preferito. Il mio cellulare continuava a squillare. Tutti mi inviavano messaggi d'auguri. L'unico che non si era fatto sentire era Luca. Non aveva trovato il tempo nemmeno per mandarmi un breve messaggio?! A rispondere alla mia domanda silenziosa ci pensò ancora una volta lui. L'ennesimo BIP - PIP del telefono mi annunciò un suo SMS. Lo aprii con le mani tremolanti. Chissà, magari era uno di quelli che quando scrivevano i messaggi erano dei veri e proprio poeti. E invecee...
"Scusa se ti disturbo proprio oggi. Dovrei parlarti urgentemente. Riesci a raggiungermi al parchetto di Borgo Trento per le 17.00?". Cavolo. Semplice, deciso e conciso il ragazzo. Nemmeno un "Buon Natale". Ok, non mi aspettavo un messaggio super melenso, ma nemmeno questo. Pensavo di aver iniziato a scoprire un po del suo carattere, ma evidentemente non era abbastanza. Quel ragazzo era un vero mistero per me. Risposi al messaggio. "Ok. Ci si vede lì. Ah e comunque Buon Natale". Quando volevo sapevo essere stronza anche io. Luca Fedrigo non mi conosceva ancora bene.


Mia nonna materna abitava a Borgo Trento e quella giornata di solito la trascorrevamo da lei, quindi non dovetti fare tanta strada prima di raggiungere il parchetto. Uscii con la scusa di portare Tula, il pastore bernese di mia zia, a fare un giretto fuori. Nessuno sospettò di nulla, nessuno fece domande. Nemmeno mio fratello, intento com'era a tentare di non perdere contro le mie zie a Risiko. Ci misi poco ad arrivare al parco. Appena arrivai Luca era già arrivato. Era seduto su una delle tante panchine vuote. Quando lo vide Tula iniziò ad abbaiare trascinandomi verso di lui. In questo modo attirai la sua attenzione su di me. « Shh Tula stai buona. » ordinai al cane.  « Ciao. » mi disse semplicemente guardandomi intensamente negli occhi, facendo segno di sedermi. Lo feci cercando di stare il più distante da lui. Non avvertivo  per niente delle belle sensazioni. Non sapevo che cosa voleva dirmi, ma avevo l'impressione che quell'incontro sarebbe stato un vero disastro. I minuti passavano e Luca non aveva ancora iniziato a parlare. Presi coraggio e per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti parlai io per prima. « Senti Luca, non voglio sembrarti scortese ma se devi dirmi qualcosa parla per favore. Sono stanca di sentirmi sulle spine. Oggi è Natale e a casa mi aspettano. Non posso stare qui in eterno. » Brava Marta, breve, decisa e concisa. A forza di guardare Gossip Girl avevo imparato anche io ad essere come Blair.  Sì voltò e mi guardò negli occhi. « Si tratta di Majcol. » Lo sapevo, quel ragazzo non era buono, nemmeno a Natale. Ero sicura che gli avesse raccontato tutto. E ovviamente Luca aveva cambiato idea su di me, non mi si era fatto sentire per quello e mi aveva chiesto di vederci per chiudere quello che stava iniziare tra noi. Sapevo come andavano queste cose. Avevo già assistito a scene del genere. Solo che in quei casi non ero io l'interessata. Senza lasciarlo andare avanti parlai nuovamente io. « Immagino già cosa ti abbia detto. Ok, è vero, ci siamo baciati. Mi dispiace, tu non ti eri ancora fatto sentire e avevo bevuto. » Ma perché gli stavo dando delle spiegazioni. Io non mi dovevo giustificare, non avevo fatto niente di male, anche se mi dispiaceva d'averlo fatto. « So tutto Marta, Majcol me l'ha detto. »  « Bene, mi fa piacere. Sai che ti dico Luca? Io non ti devo nessuna spiegazione. Sai già tutto, credi pure quello che vuoi. Mi dispiace ma ho la coscienza a posto. Ora se hai finito me ne vado. » Avevo ancora un po di orgoglio. Non avrei permesso a Luca di mettere fine alla nostra storia mai iniziata, l'avrei fatto io per prima. Mi stavo per alzare quando mi trattenne per un braccio.             « Aspetta. » Sbuffai e guardai l'orologio. Erano le 17.15. Tra poco sarei dovuta rientrare, se no i miei si sarebbero preoccupati. « Dieci minuti non di più. » Prese il respiro e parlò.  « Marta tu hai ragione. Quello che hai detto è giustissimo. Hai ragione. Ti avevo chiamato per chiudere. Dopo che ti riaccompagnai a casa quella sera tornai alla festa. Majcol  era ubriaco fradicio e appena mi ha visto mi ha raccontato tutto. Il giorno dopo si è pentito. Mi ha chiesto scusa, sa che ci saresti rimasta male se io avrei saputo tutto perché per te quel bacio non ha significato niente. Tu gli piaci Marta, anche tanto. » Sottolineò quest'ultima frase.  « E allora? Non mi importa se gli piaccio. A  Majcol gli voglio bene, ma come devo fartelo capire che mi piaci solo tu?!» esclamai esasperata. A quella frase lui sorrise.                                        « Finalmente l'hai ammesso. » Solo in quel momento realizzai che gli avevo detto esplicitamente che mi piaceva. Le mie guance passarono dal rosa al rosso nel giro di pochi minuti. « E fu così che la coraggiosa Marta diventò all'improvviso nuovamente timida. » esclamò un Luca divertito. Gli diedi una gomitata. «Hai ancora due minuti. » lo informai guardandolo seriamente. « Ok. Allora Marta tu mi piaci. Mentre venivo qui ho pensato di chiudere con te ma appena ti ho visto ho capito che tutto quello che voglio per me sei tu. L'ho capito fin dal primo momento in cui I tuoi occhi azzurri hanno incontrato i miei. Appena ti ho visto ho pensato “Lei è quella che voglio.” Ho tormentato Alessandro e Niccolò per un mese parlando gli di te. Anche alla Ludovica. Le nostre famiglie sono amiche, a volte ci vediamo ed ogni volta le chiedevo di te. Grazie a lei e ai suoi incoraggiamenti ho deciso di farmi avanti. »  Sorrisi teneramente.  Volevo che mi dicesse tutto. Volevo che finalmente Luca Fedrigo mi raccontasse tutto. Era ora di svelare molti lati oscuri. «Continua pure. Forse riesci a convincermi a non andare subito a casa.» Lui alzò gli occhi al cielo.   « No ma allora sei stronza. Cos'altro devo dire? »  Scoppiai a ridere. Era bello vederlo sulle spine e imbarazzato. «Adesso ti faccio io ridere cara signorina Marta. » Che cosa voleva dire con quella frase? Non feci in tempo a chiederglielo che iniziò subito a farmi il solletico. «Ti prego basta. » lo implorai tra una risata e l'altra. Ad un certo punto ci trovammo sdraiati sulla panchina. Io sotto, lui sopra. Ci guardammo intensamente per qualche minuto. Poi Luca riprendendosi iniziò nuovamente a farmi il solletico. Basta, non ce la facevo più. Odiavo il solletico.  Per farlo smettere mi avvicinai al suo viso e all'improvviso lo baciai. Non se l'aspettava, ma dopo un attimo di esitazione continuò il bacio, uno dei più belli che avessi mai dato.  Dopo un po si staccò da me e sorrise. « E questo bacio per cos'era? » « Per farti smettere con il solletico. Ovvio. » Luca mi guardò dubbioso. Non mi credeva. Di certo non gli avrei mai detto che non vedevo l'ora di far incontrare nuovamente  le nostre labbra dal primo momento in cui l'avevo visto. «Se se certo e io ci credo. » disse prima di tornare a baciarmi. Poi dopo un po di minuti si staccò nuovamente, sebbene gli avessi fatto capire che non era ciò che volevo fare. Sbuffai. « E adesso che c'è? »Luca fece una risata malefica. « Proprio non ce la fai a staccarti da me è? » « Ecco che inizia a tirarsela. Dai dimmi quello che vuoi dirmi in fretta.» Sorrise e mi disse: « Buon Natale bellissima. » «A te. Bruttissimo. » Feci per tornare a baciarlo quando si scansò nuovamente. Sbuffai per l'ennesima volta. Ma proprio in un un momento come quello diventava loquace?! « Domani andiamo a pattinare sul ghiaccio con Alessando, Niccolò, la Ludo e la tua amica Glossy? » «Andiamo dove vuoi basta che la smetti di parlare e mi baci. » «Agli ordini signorina Marta.» Detto quello riprese a fare quello stavamo facendo. Quel Natale fu stupendo. Non mi servivano tanti regali, tutto quello che volevo era lui, Luca Fedrigo.


L'indomani come previsto andammo tutti al pala ghiaccio. Luca invitò Alessandro e Niccolò, io la Glossy e la Ludo. Insieme stavamo benissimo, tutti si trovavamo a loro agio. Mentre Luca faceva il cretino mi guardai intorno. Ludovica, imbacuccata nel suo Monclear rosa stava pattinando con Niccolò, il quale la faceva ridere con le sue acrobazie su ghiaccio. Alessandro invece stava prendendo in giro Gloria, che non era proprio in grado di pattinare. Quei due dicevano di non sopportarsi, di trovarsi irritanti a vicenda. In realtà per me tra quei due in futuro non lontano sarebbe successo qualcosa...ne ero più che sicura. Tra me e Luca era perfetto, eravamo in sintonia. Ci trovavamo benissimo insieme. Chi lo sapeva cosa sarebbe successo...solo il futuro l'avrebbe detto.


10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1.
« Buon 2014 amore mio. » mi dice  Luca dopo avermi baciato. Dio quanto è  diventato melenso. È passato un anno da quel Natale del 2012. Ci troviamo a New York – sì quel cretino di mio moroso mi ha fatto realizzare il sogno di una vita - a festeggiare il capodanno nell'attico che Enea possiede nella Grande Mela. Ci siamo tutti: io, Luca, Enea, Majcol, Gloria, Ludovica, Alessandro, Niccolò e molti altri. Tante cose sono cambiate. Ludovica a maggio ha ceduto al fascino del capello di Niccolò e la Glossy ha donato il suo cuore ad Alessandro, il suo ex nemico. Ma non pensate che non litighino più, anzi tutto il contrario. Ma tra una frecciatina e l'altra sono più dolci che mai. Majcol  quest estate in Sardegna ha  trovato Lucrezia, Enea è felice con Chiara, una delle mie più care amiche. E ora vi chiederete: che fine hanno fatto Marta e Luca?   Molto semplice, scontato il finale. Io e Luca siamo una coppia da ormai un annetto. Dal 1 Marzo del 2013, quando dopo il diciottesimo della Glossy mi chiese di metterci insieme non ci siamo più lasciati. E fu così, che anche io, l'ultima delle  romantiche ho trovato il principe azzurro.  Insomma siamo felici, più uniti che mai. Questo a volte mi sembra un sogno, invece è la realtà.  Questa è la mia vita e io ne sono la protagonista.
 
Sapete, dicono che i sogni a volte diventano realtà. Potranno succedere tante mille altre cose, ma non mi importa. Tutto quello che avrei sempre voluto era, è e sarà sempre Luca Fedrigo e insieme stiamo scrivendo il nostro libro. Quello della nostra storia d'amore. Forse il capitolo più bello di quel grande libro chiamato Vita.


FINE


Eccomi qui. Come avevo detto ho messo la seconda e ultima parte.
Siamo giunti alla fine di questa storia scritta mentre si avvicinava il Natale.
Forse la trama è banale, il finale scontato, ma non mi sentivo di farla finire diversamente.

Spero vi sia piaciuta. Ditemi che ne pensate :)
Un bacione, Glossy.


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