All I want is you di Glossy (/viewuser.php?uid=187157)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First part ***
Capitolo 2: *** Second part ***
Capitolo 1 *** First part ***
-
ALL I WANT IS YOU -
First part
Mi sono sempre
reputata una ragazza normale, come ce ne sono tante altre. Vivo da
quando sono nata in una piccola città, e ho sempre diviso il
mio tempo tra famiglia, amiche e scout. Sono quella che si definisce
"brava ragazza" insomma. Ho sempre creduto di non avere nulla di
particolare. Questo fin che non ho conosciuto Francesco. Un nome, tanti
ricordi. Lui il ragazzo che mi ha fatto innamorare, come pensavo non
fosse possibile. Ci eravamo conosciuti un estate come tante ad un campo
scout. All'inizio tra noi fuochi e fiamme, odio reciproco. Poi
però piano, piano tra scherzi, battute, frecciatine e
provocazioni il nostro rapporto si è trasformato a tal punto
che abbiamo iniziato a provare dell'attrazione reciproca. Abbiamo
continuato a vederci e sentirci anche durante l'inverno. Il tempo con
lui passava in un baleno. Non sembrava mai abbastanza. Ogni volta che i
nostri sguardi si incrociavano, sentivo le farfalle svolazzare nello
stomaco. Insomma ero felice. Lui per me rappresentava la perfezione.
Non mi interessava niente se le mie amiche dicevano che era brutto, per
me era semplicemente bellissimo. Dentro e fuori. Ero arrivata a
considerare pregi anche quelli che in genere vengono catalogati come
difetti. Insieme a lui stavo bene, i presupposti per iniziare una
storia seria c'erano tutti. Però si sa, in genere,
tutte le cose belle sono destinate a durare poco. Un giorno come un
altro, dalle frasi dolci e speranzose riguardanti al futuro, siamo
tornati di nuovo agli insulti dei vecchi tempi. Troppe parole pesanti
sono uscite dalle nostre bocche. Abbiamo dato il peggio di noi stessi,
entrambi. Così, all'improvviso tutto è finito.
Francesco è sparito dalla mia vita con la
facilità con cui è entrato. La tristezza
è arrivata, così come il senso di colpa.
Sì, io, che in genere sono troppo orgogliosa da ammettere i
miei sentimenti, provavo questo. Nella mia testa mille domande, dubbi,
perplessità. Forse se mi fossi comportata diversamente, lui
sarebbe stato ancora al mio fianco. Francesco mi mancava, tanto,
troppo. Ogni oggetto, luogo o frase mi ricordavano di lui. Era
diventato la mia ossessione. Se non potevo averlo al mio fianco, nulla
mi impediva di tenerlo sotto controllo. Passavo più tempo
sul suo profilo facebook che sul mio, sfinivo le mie amiche a forza di
parlare di lui. Proprio attraverso un computer scoprii un fatto che mi
fece del male: si era trovato una ragazza. Non la conoscevo
ma la odiavo, cercavo di trovarle tutti i difetti possibili. Tante
critiche per nascondere il vero motivo del mio odio: quella non ero io,
anche se l'avrei voluto. Ecco qual era la verità. Lei aveva
lui, mentre io l'avevo perso. Ormai dovevo rassegnarmi, lui era andato
avanti, dovevo andare avanti. Da quel momento in poi avrei dovuto
chiudere quel capitolo della mia vita, anche se il mio cuore avrebbe
detto di no, se solo avesse potuto parlare. Iniziava un nuovo capitolo
per Marta Bianchi, ma Francesco Zampieri non ne sarebbe stato
il protagonista, solo una malinconica comparsa.
* * *
Ed ecco un altro
giorno che giungeva al termine e nella mia vita era sempre tutto
uguale. Solita gente, solite cose, solite abitudini.
Ero stanca, non ne
potevo più, avevo bisogno di un cambiamento, di quelli che
ti rivoluzionano l'esistenza. Mi serviva ora. Subito.
Ne ebbi la conferma
l'indomani. Il 5 in storia - storia, rendiamoci conto, storia, come si
fa a prendere un 5 in storia?! - fu il segnale decisivo che dovevo
cambiare qualcosa. Ma cosa?
Anche a scuola le cose
iniziavano a mettersi male. Mi era passata la voglia di studiare. Non
avevo più stimoli. Non vedevo l'ora di finire il liceo e di
andare all'università a studiare finalmente quello
che mi piaceva. Ancora un anno e avrei detto addio a latino, greco e
matematica. Solo filosofia, la materia che più mi piaceva e
che oramai era diventata una passione paragonabile all'hockey. Ah non
ve l'ho detto, pratico questo sport e non per vantarmi ma sono
veramente una forza.
Mi stavo piangendo
addosso quando Ludovica si avvicinò a me. Lei era una mia
compagna di classe, una di quelle con cui non avevo più di
tanto legato in questi anni. Era una di quelle snob che vivevano in
centro, che si ritenevano troppo superiori per uscire con le compagne
di classe, a parte quelle due che conosceva da una vita e che facevano
parte della sua stessa "specie".
«
Dai Marta, non ti abbattere, che cosa vuoi che sia un 5 in storia?! Lo
recuperi subito.»
Facile parlare per lei
che aveva la media del 9 in tutte le materie. Non risposi, mi limitai a
fare una smorfia di disapprovazione.
«
Sai qual è il tuo problema? » No, non
lo so, dai illuminami, dimmelo tu che sei tanto intelligente, avrei
voluto risponderle.
«Ti
ho osservato e sono arrivata alla conclusione che per me ti manca la
concentrazione, non hai bisogno d'aiuto!.» Cavolo
questa ragazza era un genio. In senso sarcastico ovviamente.
«
Perché domani non vieni a studiare in biblioteca?»
Appena
pronunciò quella frase scoppiai a ridere. Io? In biblioteca?
A studiare? In quel luogo dove si riunivano tutti i secchioni liceali,
gli universitari che non potevano permettersi di pagare una rete wi fi
e per finire anche gli snob del centro città che andavano
là più per farsi notare che per veri scopi? No,
quel posto non faceva per me. Stavo per rifiutare quando mi venne in
mente una cosa importante. Come avrebbe reagito a quell'insufficienza
mia madre, la severa e rispettabile professoressa Amedeo, colei che
aveva fatto diventare il greco la sua seconda lingua? Di sicuro male,
molto male. Potevo scordarmi pure il sabato sera al Blue Sky -una
discoteca di Verona- che da tempo avevo progettato con le mie amiche.
Per non parlare di quanto quel deficiente di mio fratello Marco mi
avrebbe sfottuto. Lui, che nonostante non avesse mai aperto libro e
avesse in testa solo dischi e ragazze, era un fottuto genio e stava
passando brillantemente tutti gli esami di medicina senza il minimo
sforzo. Se volevo uscire, mi serviva una scusa, un segnale per farle
capire ai miei genitori che mi ero impegnata per quella verifica, ma
evidentemente non era stato abbastanza. E quale mamma non avrebbe
ceduto di fronte ad una figlia che per rimediare voleva andare in
biblioteca studiare con le compagne di classe?! Per questo impegno mi
sarei meritata di sicuro un premio. Per questo decisi di accettare
l'offerta di Ludovica.
« Sai
Ludovica, penso tu abbia ragione, credo che accetterò
volentieri la tua offerta. »
« Ok.
Perfetto allora. Ciao, ora vado. Le altre mi aspettano.»
Mi rivolse
un sorriso smagliante prima di raggiungere le oche delle sue amiche
Sofia e Beatrice. Infondo avrei fatto questo ed altro per
salvare i miei sabati sera futuri e la furia di un uragano chiamato
mamma.
Alle tre in punto dell
indomani pomeriggio mi trovavo alle scale della Gran Guardia ad
aspettare Ludovica. Ero arrivata a piedi, in fondo casa mia
distava solo 10 minuti dal centro. Lei arrivò poco dopo,
vestita come se dovesse andare ad una sfilata di moda,
anziché in biblioteca a studiare. Io in confronto con la mia
normale felpa e jeans sembravo una barbona. Per fortuna non c'erano con
lei le sue seguaci. Ci incamminammo insieme verso la biblioteca civica.
Durante il tragitto non parlammo molto. Lei era tutta presa a
messaggiare con il suo nuovissimo I-Phone e io che di natura ero timida
non avrei mai iniziato una conversazione se non venivo interpellata. Ad
un certo punto arrivammo alla meta. Appena entrai uno stormo di voci mi
accolse. Se mi aspettavo un ambiente austero mi sbagliavo di
grosso. Era accogliente, luminoso, ben arredato. Insomma un luogo in
cui la gente sembrava felice di trascorrere il tempo. Ludovica mi
sorrise. «Andiamo su, qui ci sono i ragazzi delle medie e
alcuni delle superiori che fanno confusione. Noi siamo qui per studiare
seriamente.»
Sorrisi falsamente a
quell'affermazione. Lei era lì per studiare, io ero in
missione "SSS -SalvaggioSabatoSera- Mi lasciai guidare da lei.
Giungemmo in una stanza piena di tavoli bianchi enormi, la seconda di
una serie che proseguiva. Trovammo due posti liberi in uno di quei
grandi tavoloni dove vi era solo una ragazza, probabilmente
più grande di noi. Il silenzio era tombale, gli unici rumori
che si sentivano erano quello dei tasti di computer e dei passi della
gente che passava di lì per andare da una zona all'altra del
grande edificio. «Io
inizio con letteratura.»
Mi informò
Ludovica sussurrando appena. La imitai acconsentire prendendo dallo
zaino il mio libro di biologia. Più il tempo
passava e più mi accorgevo che infondo passare il tempo in
biblioteca non era così tanto male. Era ideale come luogo di
studio. Aveva ragione Ludovica. Iniziai a prendere seriamente in
considerazione l'idea di venirci più spesso. Volevo uscire
dalla quarta superiore con una buona media e recuperare
quell'insufficienza in storia sarebbe stato il mio primo obbiettivo.
Così avrei fatto felice mia madre e io avrei salvato i miei
sabato sera. Quando volevo sapevo essere determinata. Niente e nessuno
mi avrebbe distolto dal realizzare i progetti che mi ero preposta.
A questo stavo
pensando quando quel "nessuno" decise di entrare in quella
stanza. Quel momento segno la fine dei miei buoni pensieri
sulla scuola e l'inizio di altri ben diversi.
Passavano i giorni e
passavano le ore che trascorrevo in biblioteca. Mi piaceva andarci,
facevo tante cose allo stesso tempo. Studiavo, conoscevo meglio
Ludovica, facevo felice mia madre, avevo salvato i miei sabato
sera, ma soprattutto avevo modo di vedere quel ragazzo
bellissimo che mi aveva decisamente rapito la mente due settimane
prima. Passavo le ore ad osservarlo studiare. Quanto era bello, mi dava
l'aria di essere così intelligente, così
perfetto. Senza accorgermene mi ero presa una bella cotta, come non mi
capitava da tanto tempo. Improvvisamente mi sembrava di essere tornata
alle medie, a quando ti "innamori" del ragazzo delle superiori che sai
che non ti calcolerà mai. Già, perché
quel ragazzo per me era davvero irraggiungibile, era troppo per me. Un
giorno, quasi per caso, chiacchierando con Ludovica, che lo conosceva,
avevo scoperto che si chiamava Luca Fedrigo. Aveva due anni
più di me, abitava in centro, faceva parte della cosiddetta
"maraja del centro", frequentava la facoltà di
giurisprudenza e di tanto in tanto usciva con mio fratello, il quale
non l'aveva mai portato a casa e nemmeno me l'aveva mai nominato,
quello stolto. Ultimo-ma non meno importante- fattore d da considerare
era che aveva la fila di ragazze che gli morivano dietro. Insomma, per
me non c'erano speranze. Non che io non fossi bella, anzi, solo che non
ero quella per lui. Quindi potevo guardarlo quanto volevo, sognarlo
quanto volevo ma dovevo mettermi il cuore in pace. Non sarebbe potuto
mai essere mio, sebbene fosse il primo della mia lista dei desideri.
Almeno pensavo fino ad
oggi. Come tutti i giorni io e Ludovica andammo in biblioteca, ci
sedemmo al solito posto, proprio di fronte a dove era solito mettersi
Luca con i suoi amici. Me lo stavo letteralmente mangiando con gli
occhi semi nascosta dietro il mio libro di storia, quando due occhi
marroni incontrarono i miei. Rimanemmo lì a fissarci per un
po di minuti, che mi sembrarono una fantastica eternità. Poi
lui distolse lo sguardo sorridendomi timidamente e riprese a
concentrarci sullo studio. Mio dio! Che imbarazzo! Avevo appena fatto
una figuraccia. Evidentemente si era sentito osservato -o spogliato con
gli occhi, dipende se è o no malizioso- e aveva alzato lo
sguardo. D'ora in poi mi ripromisi di non guardarlo più.
Magari solo qualche sbirciatina ogni tanto dai, infondo non avrebbe
fatto male a nessuno no?!
Studiando, studiando
era arrivato anche dicembre. Mancavano solo tre giorni alle vacanze di
Natale e sinceramente non vedevo l'ora. Mi sarei ricaricata
completamente e avrei potuto dedicarmi di più alle mie
amiche e alla mia famiglia. Quel giorno era giovedì e
mancavano pochi giorni a Natale. La biblioteca si stava ogni giorno
svuotando sempre di più. Gli studenti fuori sede tornavano
finalmente a casa, dopo mesi passati a studiare lontano dai loro
affetti più cari.
Come sempre c'era
anche lui, Luca. Avevo smesso di fissarlo da quando avevo fatto
quell'orribile figuraccia. Ogni tanto avevo come l'impressione che
qualcuno mi osservasse. Ma no, probabilmente era una delle mie manie.
Chi poteva perdere tempo a fissare me?! Forse quel biondino che vedevo
sempre che faceva di tutto tranne che studiare. Di certo Luca non mi
avrebbe mai guardato. Almeno di questo ero convinta, fin che, mentre
ero intenta a studiare le leggi di Keplero piombò sul mio
libro una pallina di carta arrotolata. Mio dio non ci potevo
credere...la gente si divertiva ancora a fare questi giochetti da
elementari. Decisi di non rispondere, mi limitai ad appoggiarla sul
tavolo. Poi un' altra e poco dopo un' altra ancora. A quel punto decisi
di alzare lo sguardo per vedere chi era quel deficiente che si
divertiva a fare scherzi del genere. Nel momento in cui lo feci notai
un Luca che mi guardava divertito. Non ci potevo credere, guardava
proprio me. All'improvviso tutta la mia rabbia sparì e senza
che me ne resi conto sul mio viso comparve un sorriso da ebete.
Rimanemmo a fissarci, sorridendo come due imbecilli fino a quando Luca
mi fece segno con la mano di aspettare e di non cominciare a studiare
subito. Acconsentii con la testa mentre lui si chinava per scrivere
qualcosa su un pezzo di carta. Poco dopo la mia amica Ludovica, che
silenziosamente aveva assistito alla scena, mi passo un bigliettino
tutto piegato con cura. Era da parte di Luca, quella volta ne ero
certa. Lo aprii quasi tremando. "Domenica
sera. Festa di Natale a casa Dalla Rovere. Ti va di venire?"
Non ci potevo credere. Lui. Luca Fedrigo, aveva invitato proprio me
alla festa di uno conosciuto per le sue feste esclusive, per le quali
era raro ricevere un invito se non avevi le conoscenze giuste. Per una
volta in vita mia agii d'istinto, senza pensare alle conseguenze. Presi
la penna e scrissi: "Va bene.
Dove e quando?". Glielo feci riavere e mentre aspettavo
che rispondesse sentivo l'ansia e l'eccitazione crescere dentro me.
Pochi minuti dopo Ludovica mi passò nuovamente il prezioso
foglietto sorridendo maliziosamente. "Mi faccio
vivo io. Dammi il tuo numero". Non esitai tanto a
rispondere. Aspettai un paio di minuti ma non arrivò nessun
nuovo biglietto. Luca mi fece solo l'occhiolino prima di tornare a
concentrarsi sul suo libro di diritto. Decisi di riprendere di studiare
anche io, anche se la mia mente era da tutt'altra parte. Pensavo solo a
cosa sarebbe potuto accadere domenica sera. Luca, sembrava
così misterioso. Per il resto del pomeriggio non mi
degnò nemmeno di uno sguardo. Stufa di aspettare altri
"segnali" decisi di tornare a casa. Dopo aver indossato giubbino e
sciarpa, stavo per avviarmi con la mia amica verso l'uscita. Un attimo
prima che io uscissi da quella stanza, mentre gli passavo vicino Luca
mi sorprese di nuovo. «
Ciao Marta » disse semplicemente, sorridendo. Il
mio viso passò dal rosa al porpora nel giro di pochi
secondi. Bofonchiai un timido «
Ciao » prima di seguire Ludovica fuori da quel
luogo che tanto adoravo. Durante il tragitto per andare a casa
continuavo a sorridere come un imbecille. Avevo la testa fra le nuvole.
Non riuscivo nemmeno a parlare con Ludovica, ero completamente senza
parole per l'incredulità. Luca Fedrigo mi aveva invitato ad
una festa. Luca sapeva il mio nome. Luca Fedrigo forse era interessato
a me, Marta, una normale ragazza come tante altre e non una super
modella da copertina di Cosmopolitan. Lui, lui, il ragazzo perfetto,
così stronzo ma allo stesso tempo cucciolo, così
diverso da tutti, lui..
«
Marta avanti adesso puoi farlo.» La voce della
mia amica interruppe i miei pensieri.
La guardai con aria
interrogativa. Lei sorrise. < Puoi
esultare ad alta voce, non c'è nessuno che ti sente
> Senza farmelo ripetere due volte, la abbracciai e
iniziammo a saltare come due cretine nel bel mezzo di Via Roma. La
gente che passava ci guardava come se fossimo due stupide. Sinceramente
però, non me ne importava gran che. Ero felice. Poco me ne
importava se mi trovavo in un luogo pubblico pieno di gente. Alla fine
di questo momento di gioia ritornai seria e guardai la mia
amica.
« Sai Ludo, credo che sia
giunto il momento di raccontarti un po di cose. »
« Oh, lo credo
anche io. Non ti preoccupare so più di quanto pensi. In ogni
caso hai il tempo di una cioccolata per raccontarmi quello che ancora
non so.» mi rispose la mia amica quando mi resi
conto che eravamo di fronte al "Art and Chocolate", uno dei posti che
più adoravo della mia città. Mi resi conto
però di non avere il portafoglio. Come se la mia amica mi
avesse letto nel pensiero, mi sorrise. « Tranquilla.
Per stavolta offro io, dovrò pur usare qualche volta la
carta di credito per le emergenze. » Risi di
cuore. « E questa
sarebbe un urgenza?.» Ludovica
acconsentì convinta prima d'entrare. « Emergenza
cioccolato. Motivo più che giusto.»
Scoppiai nuovamente a ridere prima di seguirla dentro il locale. La mia
amica era così, generosa, buona e spontanea. Però
era furba, sapevo che era a conoscenza di più di quel che mi
diceva. Lei e Luca erano amici. Cioccolata dopo cioccolata le avrei
fatto spuntare la nocciolina.
Giovedì,
venerdì, sabato. Erano passati già tre giorni, 4
ore, 5 minuti, 33 secondi da quel giorno in biblioteca e di Luca ancora
nessuna notizia, nessun messaggio, niente di niente. Eppure la festa
era prevista per domani. Mi aveva invitato, gli avevo dato il mio
numero, aveva detto che si sarebbe fatto vivo lui. Invece nulla. Era
come si fosse volatilizzato nel nulla. Era da giovedì che
non facevo altro che pensare a lui, sempre, in ogni momento: a casa, a
scuola, in macchina, giocando a hockey. Sempre.
Avrei voluto chiedere
a Ludovica che fine aveva fatto, ma avevo deciso di evitare. Sarei
risultata patetica, una bambina che aspetta solo una chiamata, anche se
era la verità che era quello che volevo. La mia nuova amica
mi aveva detto che secondo lei gli interessavo, altrimenti conoscendolo
non avrebbe mai fatto un gesto del genere. E quindi, se la Ludo aveva
ragione, perché ora faceva così?! Non lo capivo
proprio. Probabilmente era stata una scommessa con i suoi amici quella
di chiedermi il numero, magari aveva buttato via il foglietto non
appena era uscito dalla biblioteca, oppure l'aveva lasciato nei jeans e
sua mamma li aveva buttati in lavatrice, oppure è volato via
con il vento, oppure gli avevano rubato lo zaino, oppure niente. Basta
Marta! Dovevo finire di farmi film. Se mi avrebbe chiamato bene,
altrimenti amen, sarei andata avanti con la mia vita. Di Luca Fedrigo
ne avrei incontrato a centinaia. Sorrisi guardando la mia immagine
riflessa allo specchio, come se stessi parlando con me stessa. Cavolo,
quando mi volevo auto convincere ero davvero brava.
BIP-BIP
Il mio cellulare non
riuscì nemmeno a finire il secondo bip che mi ero
già fiondata sul letto a prenderlo. Numero che non avevo
salvato. Magari era lui. Erano le tre del pomeriggio,
sicuramente era lui. "Dai ti prego Gesù, io ti
voglio bene, fa che sia lui, fa che sia lui" ripetei a bassa voce
mentre attendevo che quel messaggio si apriva.
"Ehi friend, sono la
Glossy con il cellulare di mia cugina, perché non ho soldi
sul mio. Allora sta sera vieni con me, la Ludo e le altre all' Alter?
:) "
Fan culo Glossy,fan
culo il tuo cellulare senza soldi,fan culo quelle galline delle mie
compagne di classe,fan culo tutti. E io che mi ero anche illusa. Di
nuovo. Basta, non dovevo più pensarci e quale modo migliore
per dimenticare, se non andare una serata in discoteca con le mie
amiche?! Grazie a mio fratello sarei entrata gratis, poi gli amici
della Ludo mi avrebbero offerto da bere e via al divertimento. Avrei
trovato sicuramente qualcuno con cui passare la serata. Magari
addirittura Luca. Ma sai che bello?! Sarebbe stato troppo bello per
essere vero. Mi serviva autoconvincermi di nuovo. Luca NON ci sarebbe
stato, mi sarei divertita da impazzire e avrei trovato sicuramente il
principe azzurro. Nessuno avrebbe potuto resistere ai miei occhi
azzurri e ai miei capelli biondi.
La serata stava
andando come previsto. Era solo mezzanotte e io e Alice, una mia
compagna di classe di due anni più grande, eravamo
già parecchio "allegre". Stavo ballando come una scema
quando la Glossy, che di nome si chiama Gloria, mi si
avvicinò e mi disse: « Marta, guarda chi
c'è!» Guardai verso il punto indicato da lei e lo
vidi. LUI...
«Majcollll
» urlai come una deficiente buttandomi
praticamente in braccio a lui, prima di far finire la mia amica di
parlare. Lui mi sorrise. Cazzo quanto era figo, diventava ogni giorno
più muscoloso. Non l'avevo mai considerato, sebbene lui ci
provasse con me ogni volta che avevamo occasione d'incontrarci. Quasi
quasi peròò..questa seraaa. Mi prese per mano e
mi trascinò in pista. Mentre passammo davanti al bancone
notai la Ludo e la Glossy che stavano bevendo un drink parlando con due
ragazzi di qualche anno più grande. Appena ci videro
scoppiano a ridere e sentii Gloria che diceva: «
Per me quei due sta notte fanno scintille. »
Ludovica rise e rispose:
«Un altro Martini che succede.» Le mie
amiche fecero un brindisi come a suggellare la loro patto e tornarono a
concentrarsi su due ragazzi appena conquistati. Quelle stronze, belle
amiche avevo! Come potevano pensare che avrei fatto una cosa del
genere?!
Drink dopo drink ero
partita. Nel vero senso della parola, mi sentivo libera, felice. Io e
Majcol ci stavamo divertendo un sacco ballando. Ad un certo punto
però, per colpa di una canzone dal ritmo sensuale successe
quel che non avevo previsto. Un bacio, che di casto aveva ben poco, poi
un altro sui divanetti della discoteca, poi un altro vicino al bar,
accanto la console del dj, ovunque, per tutto il resto della serata. Le
sue labbra erano davvero morbide. Sapevo che avesse la fama del
sex-simbol, ma non pensavo fosse così un bravo baciatore.
Cavolo se era bravo, sembrava d'essere in paradiso. Continuammo a
scambiarci baci fin che, alle 3 tornai a casa. Dio quanto mi ero
divertita. Non mi serviva di certo Luca Fedrigo, Majcol era
un ottimo diversivo. Bella serata, ma la testa mi faceva un
male...avevo come l'impressione di essere in una realtà
parallela.
« Certo che tu
e Majcol ieri ci avete dato dentro eh! » mi
disse Ludovica mentre stavamo facendo colazione a casa sua. Gloria,
intenta a mangiare la sua brioches ipercalorica al cioccolato
acconsentì con la testa. Ero mezza addormentata,
non capivo davvero di cosa stava parlando. Io e Majcol? Che cavolo
avevamo fatto? La mia amica continuò: « Sai facevate
prima ad andare ad imboscarvi, ci avete riservato un bello spettacolo,
meglio del cinema. »La guardai con aria
interrogativa. A quel punto Gloria decise di intervenire guardandomi
come se fossi stupida. « Signorina
Bianchi, sveglia, tu, Majcol, baci da film porno, ovunque, divanetti,
bar, fuori, ovunque! .» Diretta e carina come
sempre la Glossy. All'improvviso ricordai tutto, come in un flash back
mi vennero in mente le scene della sera precedente. Io e
Majcol, i nostri baci, tutto. Scrollai le spalle
indifferente. « Be, capita,
sono single, libera, non devo dar conto a nessuno.
» « E Luca? Ieri eri così
presa...non vedevi l'ora di uscire con lui? »
chiese Ludovica. «Luca
si attacca al tram, non si è fatto sentire, per me
può andare a quel paese, lui, i suoi amici e la sua festa di
merda. »
BIP - BIP
Messaggio. «
Marta è il tuo » mi
informò Gloria. Amen se era il mio, sarebbe stata
sicuramente mia madre per avvisarmi che da li a poco sarei dovuta
tornare a casa. Poteva aspettare che finissi la colazione, le avrei
risposto dopo. Peccato che la mia amica Glossy, non era della stessa
opinione. Prese il mio telefono e aprì il messaggio. «
Oh my Bass » « Che c'è Glossy?
Dai non fare la cretina, non sono dell'umore »
« Non sto scherzando, leggi tu stessa.»
Mi passò il mio Nokia e annoiata lessi il messaggio ad alta
voce "Ehi
ciao Marta, sono Luca Fedrigo, ti ricordi?! Scusa se non mi sono fatto
vivo prima, sono stato due giorni in Svizzera da mia zia. Comunque per
sta sera, ti passo a prendere per le 21.00..ok? P.s si so dove abiti,
sono amico di tuo fratello, non uno stolker :) " Oh mio
dio, non ci potevo credere. Luca mi aveva scritto, lui non si era
dimenticato! Era solo stato due giorni fuori dall'Italia,
perché non ci avevo pensato prima?! Dire che ero felice era
poco. Subito la mia espressione annoiata si trasformò in un
sorrisone. Le mie amiche si avvicinarono a me, ci abbracciammo e
iniziammo a fare uno dei nostri stupidi balletti. Per fortuna eravamo
da sole a casa, non oso immaginare se fossero passati i genitori di
Ludovica. Che imbarazzo! L' euforia venne smorzata, quando nella mia
testa si "accese una lampadina" per ricordarmi ciò che era
successo con Majcol. All'improvviso mi sentii terribilmente in colpa
nei confronti di Luca, anche se di fatto non avevo fatto nulla di male.
Le mie amiche capirono al volo che cosa mi stava passando per la
testa. «
No, ti prego Marta, non iniziare a farti teghe, non essere la Glossy
della situazione ti prego. Ne basta già una che si fa mille
problemi per qualsiasi cosa.» mi disse la Ludo
mettendomi una mano sulla spalla.
«
Oh, ma grazie Ludo, parla pure come se non ci fossi sai. »
le rispose Gloria con il suo solito sarcasmo.
«
Ah e che poi io non mi faccio le teghe mentali per tutto. »
Io e Ludovica a questa esclamazione la guardammo corrucciate.
«
Si dai, forse è vero un po di teghe me ne faccio. Comunque
miss Ludovica la saggia ha ragione. Basta pensare, non hai fatto nulla
di male. Rispondi di sì e falla finita. »
« Si ma Glossy io e Majcol ci siamo baciati.
»
« Allora, che male c'è?! Tu e Luca mica siete
insieme » rispose piccata la mia amica.
« Sì ma piace, tanto e ho baciato Majcol solo
perché ero arrabbiata perché non si era fatto
vivo »
« Appunto Marta, dai, quello che succede all'Alter resta
all'Alter. Insomma Luca non deve saperlo per forza, e in ogni caso di
certo non si arrabbierebbe, voi non siete mica insieme e nemmeno vi
frequentate ancora » aggiunse Ludovica
« Sicure? E quindi adesso che faccio?»
« E lo chiedi a noi?! Semplice, prendi il tuo
cellulare preistorico scrivi ok, poi ci prepariamo e usciamo. Abbiamo
urgente bisogno di Stadivarius! » Stradivarius?
Ditemi perché in un momento come quello quelle due pensavano
allo shopping. Ovvio, fosse per me pianterei una tenda in quel negozio,
ma non capivo cosa centrasse in quel momento.
Guardai Ludovica confusa. «
E dimmi adesso cosa centra Stradivarius Ludo! »
«
Marta, sai sta sera devi uscire con Luca Fedrigo, non uno qualunque, il
tuo sogno proibito da due mesi a questa parte. Fossi in te andrei in
tuta.» Adesso capivo. Cavolo in certi
momenti ero davvero stolta. Come potevo non pensare a queste
cose?!
« Quindi andiamo a preparaci, Glossy, abbiamo una missione:
rendere la nostra Camo ancora più bella per il suo principe
azzurro. Dico bene? »
La Glossy sorride e diede in cinque alla Ludo. «
Yoh bro! »
A questa esclamazione
scoppiammo tutte a ridere prima di andare al piano di sopra a vestirci.
Dio quanto adoravo le mie friends, in certi momenti erano
indispensabili. Però avevano ragione. Quel pomeriggio avrei
dovuto preoccuparmi solo di una cosa: rendermi irresistibile per Luca.
Era la mia occasione, non potevo sprecarla.
Buon giorno!
Eccomi
qui di nuovo con una nuova breve storia!
L'altra
parte la posterò domani :)
Per
il personaggio di Marta mi sono ispirata ad una delle mie amiche
e
poi visto che c'ero mi ci sono messa anche io (ahahahah sì,
sì sono proprio come ne nella storia in realtà).
A
parte questo tutto il resto è frutto della mia fantasia,
ogni riferimento è puramente casuale.
Spero
con tutto il cuore che vi piaccia e che vi abbia incuriosito :)
Grazie
a tutti quelli che la leggeranno :)
Se
vi va ditemi che ne pensate :)
Augurissssssimi
di buon Natale in ritardo...tanti baci al ciccolato, la vostra Glossy.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Second part ***
- ALL I WANT IS YOU -
Second part
E
dopo un pomeriggio passato a provarmi mille vestiti, cento acconciature
e altrettanti stili diversi, alla fine era giunta anche la sera. Le mie
amiche erano andate via da casa mia circa 10 minuti prima ed io ero in
salotto ad aspettare che Luca mi venisse a prendere. In casa non c'era
nessuno. I miei erano andati a cena da mia zia, mio fratello da un
amico. Meglio così, non avrei dovuto subirmi tutte le
domande su cosa avrei fatto quella sera, e soprattutto non avrei
rischiato che mi vedessero, anche per sbaglio, andare via con Luca. Per
quanto riguarda la mia vita privata con i miei genitori ero sempre
stata molto riservata. Nessuno sapeva niente ed era meglio
così. Non avevo mai portato a casa nessuno dei ragazzi con
cui mi ero frequentata, nemmeno il mio ex fidanzato, nonostante le sue
continue insistenze. Se mai un giorno l'avrei fatto avrei dovuto essere
sicura che che fosse davvero importante, la mia famiglia era troppo
importante per me, conoscerla era un privilegio che non avevo concesso
ancora a nessun ragazzo. Chissà, forse Lucaa...No basta
Marta, non cominciare con le teghe. Pensando non mi resi conto che era
arrivata l'ora di andare. Il messaggio di Luca me ne diede conferma. "Arrivato"
mi scrisse semplicemente. Era arrivato il momento di andare. Lui era
sotto casa mia. Con il cuore in gola uscii di casa. In ascensore mi
guardai un ultima volta allo specchio. Alla fine il risultato mi
soddisfava. Il mio vestito rosso era bello, metteva in evidenza le mie
forme e nascondeva alla perfezione i miei difetti. I tacchi altissimi
lanciavano la mia figura e il trucco risaltava i miei occhi azzurri e
il mio sorriso. I capelli erano sciolti, selvaggi, ma dovevo ammettere
che Ludovica con il phone ci sapeva fare. Lei e Gloria avevano fatto
veramente un ottimo lavoro, mi avevano aiutato un sacco. In certi
momenti le miei amiche erano indispensabili.
Appena chiusi il cancelletto lo vidi. Mi stava aspettando appoggiato
alla sua Mini blu. Era più bello che mai nel suo smoking
nero. Sembrava proprio il principe azzurro. Appena mi vide sorrise e
poi mi venne incontro. Mi salutò con due baci sulla guancia
e poi pronunciò la frase che pensavo lui non potesse mai
dire : «Sa
signorina Bianchi..sta sera è davvero bellissima! »
Boom. Ok. Ero morta. Ringraziai balbettando un "Grazie"
mentre sentivo le guance andarmi in fiamme. Da vero galantuomo mi
aprì la portiera dell'automobile. Durante il tragitto che ci
avrebbe condotto a casa Dalla Rovere non parlammo tanto. Luca era
concentrato sulla guida. Ogni tanto però sentivo il suo
sguardo su di me, mentre ero intenta a guardare fuori dal finestrino,
troppo imbarazzata ed eccitata per spiaccicare una parola. La
città tutta addobbata per le feste scorreva dietro
me: la zona Stadio, corso Porta Nuova, via Scalzi,
Castelvecchio ed infine Borgo Trento, dove si trovava villa Dalla
Rovere. Appena arrivati al cancello ci aspettava un signore vestito
elegantemente di nero, quello che le celebrità chiamano
body-guard. Luca abbassò il finestrino e
disse
«
Fedrigo. » L'omone dopo aver controllato sulla
lista la presenza del nome diede l'ordine di farlo passare.
Parcheggiò nell'immenso cortile della villa e poi mi scese.
Non feci in tempo a fare lo stesso che mi venne ad aprire la portiera.
Gli sorrisi riconoscente, incapace di parlare. Lui intuì il
mio imbarazzo ma non ne fece un dramma, anzi. «
Prego Marta, è un piacere. Magari adesso ti sentirai
imbarazzata, sotto gli occhi di tutti. Non farne un dramma,
è normale per una che non è mai venuta a questo
genere di feste. Tu non preoccuparti, ci sono io con te.»Sorrise
e mi porse un braccio, al quale mi "aggrappai" senza farmelo ripetere
due volte. Prima di entrare nella grande casa lo guardai negli occhi. «
Grazie Luca. » Sorrise dolcemente e
aprì la porta. Non ero mai entrata a villa Dalla Rovere,
passando sulla strada si vedeva solo il grande cancello. Era stupenda,
enorme, come quelle grandi case che vedi nei telefilm americani,
arredata con cura e addobbata per il Natale in modo stupefacente. Mi
trattenni dallo spalancare la bocca per lo stupore che la vista di
tanto lusso mi aveva suscitato. Tanta gente che frequentavo era ricca e
viveva in case bellissime, ma niente in confronto a questa.
Al grande ingresso ci accolse un Enea Dalla Rovere tutto sorridente.
Lui e Luca si salutarono in modo confidenziale, come solo due amici
molto intimi facevano. Poi la sua attenzione si concentrò su
di me. «
E benvenuto anche a te, nuova e misteriosa ragazza bionda. Sono Enea
Dalla Rovere. » Mi porse la mano che
subito afferrai. «
Marta Bianchi. » dissi semplicemente, facendo
attenzione a non dire piacere, che in teoria, secondo a quel che avevo
sentito dire in "Cortesie per gli ospiti", era maleducato da
dire. Mi squadrò e poi si rivolse a Luca. «Sempre
detto che il mio amico a buon gusto» Luca fece
un sorrisino imbarazzato che mi fece una tenerezza infinita. «
Da quanto è che uscite? Perché non mi hai mai
detto niente? » chiese Enea ingenuamente. «
Mmm in realtà questa è la prima volta che usciamo
insieme. » rispose Luca abbassando di parecchi
decibel la voce. Il padrone di casa rise e poi si rivolse a me,
avvicinandosi per non farsi sentire da nessuno: «
Sai Marta, ritieniti fortunata, devi davvero piacere al mio amico per
averti portata ad una festa come questa, dove ci sono tutti i suoi
amici la prima volta che uscite. L'ultima ragazza con cui si
è frequentato ce l'ha fatta conoscere dopo tre mesi.
» Non sapendo cosa dire mi limitai a sorridere,
mentre un Luca che sembrava imbarazzatissimo mi allontanava dal suo
amico prendendomi per un braccio. Enea rise e mi fece l'occhiolino
mentre ci allontanavamo. «
Fate i bravi e divertitevi. » disse prima di
concentrarsi su altri ospiti.
Appena entrammo nel grande salone dove si trovava il bar e un dj
suonava, Luca cercò di cambiare argomento, mentre di
grattava la testa. «
Mmm, ti va un drink? » «Molto volentieri.»
Si guardò impacciato le mani. concluse molto agitato. Di
tutto mi sarei aspettata tranne che vedere Luca Fedrigo imbarazzato.
« Ok, allora il bar è di
là...vieni con me, no oppure mi aspetti qui, insomma fai
come vuoi. »« Sai non avrei mai immaginato che il
popolare Luca Fedrigo fosse timido. » Lui
sorrise e avvicinandosi improvvisamente al mio viso per fare sentire
solo a me ciò che stava per dirmi. «
Quante cose non sai di me, ma non preoccuparti abbiamo tutto il tempo
che vogliamo per conoscerci. » Prima di
allontanarsi dal mio orecchio mi lasciò un delicato bacio
sulla guancia. Sorrisi guardandolo fisso negli occhi. «
Non vedo l'ora di farlo. » Si morse
nervosamente il labbro inferiore. «
Aspettami qui, ci metto pochissimo, non scappare.»
«
Non mi muovo, giuro.» Mi fece
l'occhiolino e si andò verso il bar. Io lo seguii con lo
sguardo. Quanto era bello. Quella serata stava andando perfettamente,
mi sembrava d'essere in un film. Certo, mi sentivo gli sguardi curiosi
della gente addosso ma non me ne importava. Era la mia occasione di
farmi conoscere da Luca, non l'avrei di certo sprecata per colpa di
alcune pettegole curiose di capire chi era la misteriosa ragazza che
aveva accompagnato il popolare Fedrigo all'annuale festa natalizia a
casa Dalla Rovere. Non conoscevo nessuno personalmente, solo di vista,
quelle persone facevano parte della cosiddetta "élite" di
Verona, che tal volta frequentava mio fratello o la mia amica Ludovica,
la quale alla noia -secondo il suo parere- di quella festa aveva
preferito andare al cinema con Gloria. Stavo osservando i look di
questa e l'altra ragazza quando notai una faccia conosciuta. No, non ci
potevo credere. C'era anche LUI, avrei dovuto immaginarlo. Be,
pazienza, mi bastava evitarlo e il gioco era fatto. Peccato che
abbassai la testa troppo tardi. Majcol mi aveva vista e alquanto
sorpreso decise di congedarsi dalle persone con cui stava parlando per
raggiungermi. Potevo voltarmi e andarmene da lì, in modo che
non facesse in tempo ad avvicinarsi. No, avrebbe capito che avrei
voluto evitarlo. In realtà era vero, ma sarei sembrata
ridicola e l'ultima cosa che avrei voluto fare era sembrare una stupida
quella festa. Decisi quindi di sfoggiare uno dei miei sorrisi
più falsi. «
Majcol, ciao, anche tu qui?!» chiesi
facendo finta di nulla. Mi mise una mano sulla spalla. Alzai le
spalle. «
Marta, potrei farti la stessa domanda. Tra i due qui il sorpreso sono
io. Non pensavo frequentassi questa gente. »« No,
infatti, in genere non la frequento, ma sono stata invitata
da..» « Me. » finì
la frese Luca mettendomi una mano sulla spalla. «
Mi dispiace Smith, ma questa bella ragazza è già
impegnata con il sottoscritto. Vai a fare il play-boy con qualcun
altra. Di sicuro in una serata come questa non andrai in
bianco.» Majcol ci guardò a dir poco
stupido. «
Ma voi state insieme? » Luca scoppiò
a ridere. «
Ma no! Abbiamo iniziato a frequentarci. E sai, anche se abbiamo passato
poco tempo insieme questa ragazza mi interessa davvero.»
concluse serio. Majcol sorrise.
«Immagino!
Marta ha il suo fascino. » Luca
corrugò la fronte. «
Marta? Tu la conosci? » Majcol
acconsentì. «Diciamo
che io e Marta ci conosciamo da un po.» Questa
era forse una delle situazioni più imbarazzanti della mia
vita. Mi sembrava di essere davvero in una puntata di Gossip Girl.
Blair in mezzo tra Chuck e Nate. Solo in quel momento potevo capirla.
Majcol e Luca erano amici, era ovvio. Mi sentivo stupida a non aver
pensato prima alla probabilità di trovare anche Majcol qui.
Sperai con tutta me stessa che non aggiungesse nient altro. Con lui
avrei chiarito più tardi. «
Cavolo, se lo sapevo prima chiedevo a te il suo numero, senza trovar il
coraggio di farlo io in biblioteca. » ammise
Luca sorridendomi. «
Lei è quella della biblioteca?»
domandò Majcol. Il ragazzo al mio fianco
acconsentì con la testa. A quel punto Majcol ci sorrise. «
Allora buona serata ragazzi. Vado a fare rifornimento.»
disse indicando con la testa il bar. Prima di allontanarsi si
voltò verso di noi e guardando Luca seriamente
affermò: «
Sai Fedrigo, sei davvero fortunato, Marta è una ragazza
speciale. Vedi di comportarti bene. Altrimenti potrei non saper
rispondere delle mie azioni spaccandoti la faccia. » Luca
gli sorrise e lo stesso feci io, grata che non avesse rovinato quella
serata speciale. In fondo Majcol sotto la sua apparenza da duro era un
ragazzo dolce e quella sera me l'aveva dimostrato. Prima di andarmene
sarai andata di sicuro a ringraziarlo. « E
così conosci Majcol Smith è..»
mi disse Luca riportandomi sulla Terra. «
Sì, è in classe con una mia amica. »
spiegai semplicemente. Avrei forse dovuto dirgli del bacio?! Ci pensai
un attimo e arrivai alla conclusione che avrei evitato. Alla fine non
era stato così importante. Non era necessario dirglielo. No
sarebbe cambiato niente, anzi avrebbe portato solo dei malintesi
inutili tra loro. Non valeva la pena rovinare un amicizia per quella
stupidaggine. Sorrise e mi porse quel che sembrava un Malibu Cola. « A
questa serata che sto passando nei migliori dei modi con questa
bellissima e timida ragazza dagli occhi azzurri che mi hanno rapito
appena l'ho vista. » Alzò il
bicchiere e io sorridendo brindai con lui avvicinando il mio bicchiere
al suo.
«
Evviva gli sposii..braviii! » In quel momento ci
raggiunsero due ragazzi. I loro volti non erano a me sconosciuti. Li
vedevo sempre in biblioteca e nonostante indossassero uno smoking gli
avevo riconosciuti. «Ah
eccoli quegli idioti dei miei migliori amici. »
mi disse Luca indicandoli divertito. «Ma
dai non dire così. Non vogliamo fare una brutta impressione
alla nostra futura cognata frate.»
affermò il più altro, quello che portava sempre
un buffo cappello. Luca sorrise e si rivolse a me. Sorrisi. «
Scusali, sono deficienti. » « Saremmo anche stupidi
ma intanto siamo i tuoi migliori amici. >
affermò l'altro, quello che la Glossy aveva soprannominato
"Signor Woolrich". Luca sbuffò sonoramente. «
Allora Marta, te li presento se no rompono fino a domani. Lui
è Alessandro.» disse indicando il
Signor Woolrich «E
lui è Niccolò. » concluse
indicando l'altro. «Io
sono Marta. » affermai mentre i due si
inchinavano davanti a me. «
Oh ma è un onore conoscere la ragazza che ha conquistato
l'impossibile Luca Fedrigo.» disse
Niccolò. «
Quella per cui ci ha rotto per due settimane in biblioteca quando noi
studiavamo, mentre lui passava il tempo a fissarla.»
concluse Alessandro, mentre Luca li stava fulminando con lo sguardo.
Scoppiai a ridere. Quella scena era davvero ridicola. Quei ragazzi che
apparentemente sembravano degli snob di prima categoria erano
simpaticissimi. Chissà, magari un giorno li avrei presentati
alla Glossy e alla Ludo. «
Dai idioti non fatevi riconoscere subito. » «
Sì invece, si deve abituare alla nostra presenza. Non
lasciamo andare il nostro Luchino da nessuna parte senza di noi.
» disse Alessandro. Lui li
guardò rassegnato. «
Questi due sono la parte brutta dell'essere Luca Fedrigo.»
Sorrisi. «
Ora scusatemi ma dovrei andare alla toilette.
» «Oh cavolo...è
questo l'effetto che ti facciamo? » mi chiese
Niccolò. Ridendo gli risposi: «
Ma no, siete molto simpatici solo che devo andare.
Dov'è?» domandai a Luca. «
Vai a quello del piano di sopra. In fondo al corridoio a
destra.» Lo guardai confusa. Quella casa era
enorme. Dare un indicazione del genere non era come farlo a casa mia,
che aveva solo una decina di locali. Cavolo eravamo empaticamente
collegati. Stavo per ringraziarlo del favore quando Niccolò
mi precedette. «
Vuoi che ti accompagni?»« Ma come sei possessivo
Luchino. Dai lasciala andare in bagno da sola, se si perde
chiederà. In fondo qui ci sono solo 200 persone. E poi
l'hanno capito tutti che è proprietà
privata.» Luca gli diede una pacca sulla spalla.
«
Ma stai zitto scemo. No davvero sicura Marta che non vuoi che ti
accompagni?» «Davvero. Grazie comunque.
Vedrò di metterci pochissimo. Tranquillo. »
Gli diedi un bacio sulla guancia sorprendendolo e guadagnandomi un
occhiata d'approvazione dei suoi amici. Mi sentivo
improvvisamente più sicura. Quel mondo non mi spaventava
più come quando ero arrivata. Alla fine Luca e i suoi amici,
dietro all'apparenza da snob che le loro abitudini e il loro cognome
gli attribuivano erano persone semplici. Con mia sorpresa trovai il
bagno che mi aveva indicato Luca al primo colpo, senza chiedere a
nessuno, facendo la figura della "nuova arrivata".
Mentre percorrevo nuovamente il tragitto che mi avrebbe condotto da
Luca scorsi Majco in lontananza, vicino alla porta d'ingresso. Era
solo. Decisi di raggiungerlo prima di tornare dal mio principe azzurro.
«
Ehi Majcol.» « Ehi Marta, ciao. »
mi sorrise appena si accorse della mia presenza. Ero imbarazzata, non
sapevo come iniziare il discorso ma era necessario, dovevo
ringraziarlo. «Mmm...grazie
Majcol.» Mi guardò
sorpreso. «
Per non aver detto a Luca del nostro bacio, che poi io
nemmeno mi ricordo, ero talmente ubriaca, cioè insomma, non
abbiamo fatto nulla di male, io e Luca non siamo insieme, ma vedi, lui
mi piace davvero tanto. E tu sei mio amico e anche suo. Non
voglio rovinare tutto per uno stupido bacio dato in un momento in cui
io ero triste perché Luca non mi chiamava e tu eri ubriaco.
E..»
« Stop Marta. Ho capito. E non mi devi ringraziare. Tu sei
bellissima, volevo baciarti dal primo momento in cui ti ho visto.
Eravamo ubriachi ed è capitato. Basta, finisce
lì. Come hai detto tu è stato solo uno stupido
bacio, che non ti avrei dato se avessi saputo prima che la ragazza di
cui mi parlava Luca da due settimane eri tu. Gli piaci davvero
Marta.» mi disse Majcol serio. In quattro anni
non l'avo mai sentito fare un discorso così serio. Alla fine
fui felice di constatare che anche Majcol aveva un cervello. «
Grazie, davvero. Sei un ottimo amico. E ti assicuro, anche a me Luca
piace un sacco.» Mi sorrise. « E
allora vai dal tuo principe azzurro, non perdere tempo con
me.» disse spingendomi leggermente. Gli sorrisi
e d'istinto l'abbracciai. «Grazie
grande Majcol.» gli sussurrai all'orecchio. «Basta
ringraziare piccola Marta. Se hai bisogno ci sono, anche per spaccare
qualche ossa al quel figo di Luca Fedrigo.» Mi
staccai da lui e prima di raggiungere Luca mi voltai un' ultima volta
verso di lui mimando un "grazie" con la bocca.
Trovai Luca nel salone esattamente dove l'avevo lasciato, che
parlava con Niccolò, Alessandro e altri due ragazzi. Appena
mi vide si congedò da loro per venirmi incontro. «Ehi, eccoti
qui. » « Visto? Da brava scout non mi sono persa,
sebbene questa casa sia più grande di certi boschi.
» Scoppiò a ridere e io con lui. Con
il passare della serata avevo preso sempre più confidenza
con lui. Mi sembrava di conoscerlo da sempre. In realtà,
nonostante l'apparenza era più simile a me di quanto
credessi. Mi guardò serio. «
Una ragazza bellissima, simpatica, intelligente, che piace ai miei
amici e che non se la tira. Dove ne trovo un' altra così?
» Alzai le spalle. « E
quante cose non sai ancora di me Luca Fedrigo.» «
Come per esempio? » mi chiese avvicinando il suo
viso al mio. Evitando in tutti modi di incrociare il suo sguardo
risposi: «
Sono imbranata, gioco a hockey, sono timida, mi imbarazzo per
niente..» Mi alzò la testa
appoggiando l'indice al mio mento. «
Oh capisco. Ora basta parlare. Ti va di ballare con me? » chiese
porgendomi la
mano.
«
Cosa? » «Ballare Marta. Io e
te.» « Ma io non sono capace di ballare i
lenti. » tentai di giustificarmi.
«
Sai il dj le mette per far sì che le coppiette vivano il
loro momento romantico della serata. » «
Ma io e te non siamo una coppietta, insomma, non ancora,
cioè.. » balbettai
confusamente. «Dai
Marta, fallo per me. » Il suo sguardo da
cucciolo bastonato no ammetteva rifiuti. Quindi mi lasciai condurre in
mezzo a quella della zona del grande salone adibita da pista per
ballare. Piano piano tutte le coppiette si riversarono in pista, mentre
le dolci note di "Grazie" degli Zero Assoluto rendevano l'atmosfera
così intima. Mi lasciai guidare da Luca, il quale mi cullava
dolcemente sotto quella melodia. La sua vicinanza mi faceva sentire
protetta, stavo bene, come non mi ero mai sentita prima. Sentivo le
farfalle svolazzare nello stomaco. L'unica cosa che volevo fare era
baciare Luca. Come se avesse ascoltato questa richiesta, si stacco
leggermente da me per guardarmi negli occhi. Dopo esserci
guardati per alcuni minuti mi sorrise dolcemente. Mi
accarezzò delicatamente la guancia e poi si
avvicinò sempre più a me, mentre io chiudevo gli
occhi. Finalmente pochi secondi dopo le sue lebbra toccarono le mie.
Quel bacio fu fantastico. Inizialmente timido e impacciato, poi
sensuale e d'impatto. Così diverso dal bacio dato a
Majcol. Tante emozioni in un singolo momento: timore,
incertezza, attrazione reciproca ma soprattutto tanta
felicità. Il mondo intorno a noi scomparse durante quel
momento. Solo noi due, Marta e Luca. Non mi importava se mi trovavo ad
una festa esclusiva. Non mi interessava dell'opinione della gente. Non
era un sogno, era la realtà. Era una favola e la
protagonista ero io, Marta Camola, la ragazza che prima di allora aveva
sempre pensato che il principe azzurro fosse una leggenda inventata
dalla Walt Disney per far rimanere zitelle a vita le romanticone come
la Glossy e la Ludo.
I giorni consecutivi a quella sera mi svegliai sempre con il sorriso
sulle labbra. Il protagonista dei sogni era come sempre lui, Luca, il
quale era da un giorno non si faceva sentire, nonostante la nostra
serata fosse stata fantastica. Ludovica mi disse di stare tranquilla,
di evitare di farmi teghe mentali per niente come l'ultima volta. In
fondo aveva ragione. Probabilmente era impegnato con i
parenti. Appena avrebbe avuto un po di tempo mi avrebbe contattato.
Anche se avevo l'ansia avrei aspettato, non avrei rovinato il rapporto
che si stava creando per nulla al mondo.
Era il pomeriggio di Natale, il mio giorno preferito. Il mio cellulare
continuava a squillare. Tutti mi inviavano messaggi d'auguri. L'unico
che non si era fatto sentire era Luca. Non aveva trovato il tempo
nemmeno per mandarmi un breve messaggio?! A rispondere alla mia domanda
silenziosa ci pensò ancora una volta lui. L'ennesimo BIP -
PIP del telefono mi annunciò un suo SMS. Lo aprii con le
mani tremolanti. Chissà, magari era uno di quelli che quando
scrivevano i messaggi erano dei veri e proprio poeti. E invecee...
"Scusa
se ti disturbo proprio oggi. Dovrei parlarti urgentemente. Riesci a
raggiungermi al parchetto di Borgo Trento per le 17.00?".
Cavolo. Semplice, deciso e conciso il ragazzo. Nemmeno un "Buon
Natale". Ok, non mi aspettavo un messaggio super melenso, ma nemmeno
questo. Pensavo di aver iniziato a scoprire un po del suo carattere, ma
evidentemente non era abbastanza. Quel ragazzo era un vero mistero per
me. Risposi al messaggio. "Ok. Ci si
vede lì. Ah e comunque Buon Natale". Quando
volevo sapevo essere stronza anche io. Luca Fedrigo non mi conosceva
ancora bene.
Mia nonna materna abitava a Borgo Trento e quella giornata di solito la
trascorrevamo da lei, quindi non dovetti fare tanta strada prima di
raggiungere il parchetto. Uscii con la scusa di portare Tula, il
pastore bernese di mia zia, a fare un giretto fuori. Nessuno
sospettò di nulla, nessuno fece domande. Nemmeno mio
fratello, intento com'era a tentare di non perdere contro le mie zie a
Risiko. Ci misi poco ad arrivare al parco. Appena arrivai Luca era
già arrivato. Era seduto su una delle tante panchine vuote.
Quando lo vide Tula iniziò ad abbaiare trascinandomi verso
di lui. In questo modo attirai la sua attenzione su di me. «
Shh Tula stai buona. » ordinai al
cane. «
Ciao. » mi disse semplicemente guardandomi
intensamente negli occhi, facendo segno di sedermi. Lo feci cercando di
stare il più distante da lui. Non avvertivo per
niente delle belle sensazioni. Non sapevo che cosa voleva dirmi, ma
avevo l'impressione che quell'incontro sarebbe stato un vero disastro.
I minuti passavano e Luca non aveva ancora iniziato a parlare. Presi
coraggio e per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti parlai io
per prima. «
Senti Luca, non voglio sembrarti scortese ma se devi dirmi qualcosa
parla per favore. Sono stanca di sentirmi sulle spine. Oggi
è Natale e a casa mi aspettano. Non posso stare qui in
eterno. » Brava Marta, breve, decisa e concisa.
A forza di guardare Gossip Girl avevo imparato anche io ad essere come
Blair. Sì voltò e mi guardò
negli occhi. «
Si tratta di Majcol. » Lo sapevo, quel ragazzo
non era buono, nemmeno a Natale. Ero sicura che gli avesse raccontato
tutto. E ovviamente Luca aveva cambiato idea su di me, non mi si era
fatto sentire per quello e mi aveva chiesto di vederci per chiudere
quello che stava iniziare tra noi. Sapevo come andavano queste cose.
Avevo già assistito a scene del genere. Solo che in quei
casi non ero io l'interessata. Senza lasciarlo andare avanti parlai
nuovamente io. «
Immagino già cosa ti abbia detto. Ok, è vero, ci
siamo baciati. Mi dispiace, tu non ti eri ancora fatto sentire e avevo
bevuto. » Ma perché gli stavo dando
delle spiegazioni. Io non mi dovevo giustificare, non avevo fatto
niente di male, anche se mi dispiaceva d'averlo fatto. «
So tutto Marta, Majcol me l'ha detto. » «
Bene, mi fa piacere. Sai che ti dico Luca? Io non ti devo nessuna
spiegazione. Sai già tutto, credi pure quello che vuoi. Mi
dispiace ma ho la coscienza a posto. Ora se hai finito me ne vado.
» Avevo ancora un po di orgoglio. Non avrei
permesso a Luca di mettere fine alla nostra storia mai iniziata,
l'avrei fatto io per prima. Mi stavo per alzare quando mi trattenne per
un braccio.
«
Aspetta. » Sbuffai e guardai l'orologio. Erano
le 17.15. Tra poco sarei dovuta rientrare, se no i miei si sarebbero
preoccupati. «
Dieci minuti non di più. » Prese il
respiro e parlò. «
Marta tu hai ragione. Quello che hai detto è giustissimo.
Hai ragione. Ti avevo chiamato per chiudere. Dopo che ti riaccompagnai
a casa quella sera tornai alla festa. Majcol era ubriaco
fradicio e appena mi ha visto mi ha raccontato tutto. Il giorno dopo si
è pentito. Mi ha chiesto scusa, sa che ci saresti rimasta
male se io avrei saputo tutto perché per te quel bacio non
ha significato niente. Tu gli piaci Marta, anche tanto. »
Sottolineò quest'ultima frase. « E allora?
Non mi importa se gli piaccio. A Majcol gli voglio bene, ma
come devo fartelo capire che mi piaci solo tu?!»
esclamai esasperata. A quella frase lui
sorrise.
«
Finalmente l'hai ammesso. » Solo in quel
momento realizzai che gli avevo detto esplicitamente che mi piaceva. Le
mie guance passarono dal rosa al rosso nel giro di pochi minuti. « E
fu così che la coraggiosa Marta diventò
all'improvviso nuovamente timida. » esclamò
un Luca divertito. Gli diedi una gomitata. «Hai
ancora due minuti. » lo informai guardandolo
seriamente. «
Ok. Allora Marta tu mi piaci. Mentre venivo qui ho pensato di chiudere
con te ma appena ti ho visto ho capito che tutto quello che voglio per
me sei tu. L'ho capito fin dal primo momento in cui I tuoi occhi
azzurri hanno incontrato i miei. Appena ti ho visto ho pensato
“Lei è quella che voglio.” Ho tormentato
Alessandro e Niccolò per un mese parlando gli di te. Anche
alla Ludovica. Le nostre famiglie sono amiche, a volte ci vediamo ed
ogni volta le chiedevo di te. Grazie a lei e ai suoi incoraggiamenti ho
deciso di farmi avanti. » Sorrisi
teneramente. Volevo che mi dicesse tutto. Volevo che
finalmente Luca Fedrigo mi raccontasse tutto. Era ora di svelare molti
lati oscuri. «Continua
pure. Forse riesci a convincermi a non andare subito a casa.»
Lui alzò gli occhi al cielo. «
No ma allora sei stronza. Cos'altro devo dire? »
Scoppiai a ridere. Era bello vederlo sulle spine e imbarazzato. «Adesso
ti faccio io ridere cara signorina Marta. » Che
cosa voleva dire con quella frase? Non feci in tempo a chiederglielo
che iniziò subito a farmi il solletico. «Ti
prego basta. » lo implorai tra una risata e
l'altra. Ad un certo punto ci trovammo sdraiati sulla panchina. Io
sotto, lui sopra. Ci guardammo intensamente per qualche minuto. Poi
Luca riprendendosi iniziò nuovamente a farmi il solletico.
Basta, non ce la facevo più. Odiavo il solletico.
Per farlo smettere mi avvicinai al suo viso e all'improvviso lo baciai.
Non se l'aspettava, ma dopo un attimo di esitazione continuò
il bacio, uno dei più belli che avessi mai dato.
Dopo un po si staccò da me e sorrise. « E
questo bacio per cos'era? » « Per farti smettere
con il solletico. Ovvio. » Luca mi
guardò dubbioso. Non mi credeva. Di certo non gli avrei mai
detto che non vedevo l'ora di far incontrare nuovamente le
nostre labbra dal primo momento in cui l'avevo visto. «Se
se certo e io ci credo. » disse prima di tornare
a baciarmi. Poi dopo un po di minuti si staccò nuovamente,
sebbene gli avessi fatto capire che non era ciò che volevo
fare. Sbuffai. «
E adesso che c'è? »Luca fece una
risata malefica. «
Proprio non ce la fai a staccarti da me è? »
« Ecco che inizia a tirarsela. Dai dimmi quello che vuoi
dirmi in fretta.» Sorrise e mi disse: «
Buon Natale bellissima. » «A te. Bruttissimo.
» Feci per tornare a baciarlo quando si
scansò nuovamente. Sbuffai per l'ennesima volta. Ma proprio
in un un momento come quello diventava loquace?! «
Domani andiamo a pattinare sul ghiaccio con Alessando,
Niccolò, la Ludo e la tua amica Glossy? »
«Andiamo dove vuoi basta che la smetti di parlare e mi baci.
» «Agli ordini signorina Marta.» Detto
quello riprese a fare quello stavamo facendo. Quel Natale fu stupendo.
Non mi servivano tanti regali, tutto quello che volevo era lui, Luca
Fedrigo.
L'indomani come previsto andammo tutti al pala ghiaccio. Luca
invitò Alessandro e Niccolò, io la Glossy e la
Ludo. Insieme stavamo benissimo, tutti si trovavamo a loro agio. Mentre
Luca faceva il cretino mi guardai intorno. Ludovica, imbacuccata nel
suo Monclear rosa stava pattinando con Niccolò, il quale la
faceva ridere con le sue acrobazie su ghiaccio. Alessandro invece stava
prendendo in giro Gloria, che non era proprio in grado di pattinare.
Quei due dicevano di non sopportarsi, di trovarsi irritanti a vicenda.
In realtà per me tra quei due in futuro non lontano sarebbe
successo qualcosa...ne ero più che sicura. Tra me e Luca era
perfetto, eravamo in sintonia. Ci trovavamo benissimo insieme. Chi lo
sapeva cosa sarebbe successo...solo il futuro l'avrebbe detto.
10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1.
«
Buon 2014 amore mio. » mi dice Luca
dopo avermi baciato. Dio quanto è diventato
melenso. È passato un anno da quel Natale del 2012. Ci
troviamo a New York – sì quel cretino di mio
moroso mi ha fatto realizzare il sogno di una vita - a festeggiare il
capodanno nell'attico che Enea possiede nella Grande Mela. Ci siamo
tutti: io, Luca, Enea, Majcol, Gloria, Ludovica, Alessandro,
Niccolò e molti altri. Tante cose sono cambiate. Ludovica a
maggio ha ceduto al fascino del capello di Niccolò e la
Glossy ha donato il suo cuore ad Alessandro, il suo ex nemico. Ma non
pensate che non litighino più, anzi tutto il contrario. Ma
tra una frecciatina e l'altra sono più dolci che mai.
Majcol quest estate in Sardegna ha trovato
Lucrezia, Enea è felice con Chiara, una delle mie
più care amiche. E ora vi chiederete: che fine hanno fatto
Marta e Luca? Molto semplice, scontato il finale.
Io e Luca siamo una coppia da ormai un annetto. Dal 1 Marzo del 2013,
quando dopo il diciottesimo della Glossy mi chiese di metterci insieme
non ci siamo più lasciati. E fu così, che anche
io, l'ultima delle romantiche ho trovato il principe
azzurro. Insomma siamo felici, più uniti che mai.
Questo a volte mi sembra un sogno, invece è la
realtà. Questa è la mia vita e io ne
sono la protagonista.
Sapete, dicono che i sogni a volte diventano realtà.
Potranno succedere tante mille altre cose, ma non mi importa. Tutto
quello che avrei sempre voluto era, è e sarà
sempre Luca Fedrigo e insieme stiamo scrivendo il nostro libro. Quello
della nostra storia d'amore. Forse il capitolo più bello di
quel grande libro chiamato Vita.
FINE
Eccomi
qui. Come avevo detto ho messo la seconda e ultima parte.
Siamo giunti alla fine di questa storia scritta mentre si avvicinava il
Natale.
Forse la trama è banale, il finale scontato, ma non mi
sentivo di farla finire diversamente.
Spero vi sia piaciuta. Ditemi che ne pensate :)
Un bacione, Glossy.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1485302
|