Mi chiamo Sophie.

di ehilife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Halloween ***
Capitolo 2: *** My superman but no man and no my. ***
Capitolo 3: *** Cheerleader. ***
Capitolo 4: *** Nick? ***
Capitolo 5: *** Così non ci darà fastidio più nessuno. ***
Capitolo 6: *** Un week-end insieme?? ***
Capitolo 7: *** E' solo l'inizio. ***
Capitolo 8: *** Mi sono innamorata. ***
Capitolo 9: *** Non è giornata. ***
Capitolo 10: *** Xmas part 2. ***
Capitolo 11: *** Ops. ***
Capitolo 12: *** Burger Queen. ***
Capitolo 13: *** Ugly and stupid. ***
Capitolo 14: *** Happy New Year Sophie. ***
Capitolo 15: *** Rosati? ***
Capitolo 16: *** Tell me why. ***
Capitolo 17: *** Finish ***



Capitolo 1
*** Halloween ***


<< Mamma ! Dannazione, proprio oggi?! >>
<< Sì Sophie, proprio oggi, il mio capo ufficio mi ha chiamata e oggi ci trasferiamo e oggi vai alla scuola nuova, è tutto pronto, tutto tranne il materiale scolastico che arriverà tra qualche settimana, a proposito, controlla nella valigia nera se ci sono le chiavi della nuova a casa >>
<< E’ mezzanotte e mezza e noi siamo in autostrada per andare a Bradford e io oltretutto dovrò svegliarmi presto e presentarmi a scuola per poi essere derisa?! >>
<< Avanti, non fare la tragica e poi perché dovresti essere derisa? >>
<< Ma non te le ricordi le superiori?! A sì, tu non sei mai stata costretta a fare stupidi viaggi e a cambiare scuola all’improvviso >>
<< Mi sembra che stai esagerando, ora dormi, ti sveglio io dopo >>
<< Manca solo mezz’ora!!! >>
<< Allora non perdere tempo! Dormi!! >>
Tsk, ma per favore, è Halloween, è notte, sono in macchina e mi sto trasferendo, come diavolo faccio a dormire? Sono agitata . . . Normale no? 


Come non detto, mi sono addormentata, meglio e ora mamma mi ha catapultata giù dal letto. 
<< AIHO! >> Dissi grattandomi la testa per la caduta. 
<< Alzati dormigliona, la colazione è pronta e questa è la divisa scolastica >> Mi porse gli abiti ben piegati e stirati. 
<< D-divisa? >> Bene, ci mancava solo la divisa. 
<< Esatto, muoviti. >>
<< Ma che palle! >> Esclamai scocciata.
<< SIGNORINA >>
Sbuffai ignorandola, presi la mia colazione e mi chiusi in bagno. Indossai la divisa : maglietta nera con lo stemma sul petto a destra, minigonna blu, calze lunghe fino alle cosce bianche e All Stars nere . Carina, apprezzabile sì . . . 
Misi un po’ di correttore, ombretto color carne brillantinato, eyeliner e mascara ( anche se detto così sembra un trucco pesante, in realtà è un trucco molto delicato ) , legai i miei ricci capelli rossi in una lunga treccia disordinata che si posava sulla spalla destra, presi lo zaino blu e uscii di casa quando mia madre si affacciò al portone urlando . 
<< Aspetta, oggi ti accompagno io in macchina!!!! >>
Entrammo nella Mercedes nera, ben lavata per l’occasione e mettemmo le cinture . 
<< Non immagino la tua emozione , devi essere felicissima >> Disse dondolandosi e guardando la strada con occhi sognanti .
<< NO! Sono agitata, io Halloween lo volevo festeggiare con i miei amici! >> Sbottai. 
<
> Mi apri la portiera e mi fece scendere. Davanti a me: una mandria inferocita di ragazzi e ragazze, chi si abbraccia, chi si bacia, chi starnazza e chi spettegola, chi urla, chi salta addosso alla gente e poi, quelli che odio di più, chi se la prende con i più deboli; potrò essere anche timida ma queste cose non le sopporto.
<< Lascialo stare >> Dico mettendomi tra un ragazzo alto, biondo, occhi azzurro cielo, labbra ben definite , pettorali scolpiti che si vedono dalla maglietta bianca e braccia muscolose. Proprio un bel ragazzo, già, ma è uno stronzo, quindi già non fa per me.
<< Uhh ecco la paladina della giustizia. Sei venuta a chiederci i dolcetti? Hai perso il tuo peluche? >> Iniziò a deridermi insieme ai suoi amici e a me mancava poche che usciva il fumo dal naso e dalle orecchie.
<< Non so chi tu sia, ne m’interessa ma fai meno il figo e smettila di prendertela con i più deboli, coglione! >> Smise di ridere.
<< Come mi hai chiamato?! >> Mi prese per il colletto della camicia. Mi stavo agitando. Dannazione.
<< Hai sentito bene >> Levai malamente la sua mano e me ne andai.
<< Novellina, tu non sai chi sono ma lo saprai presto e preparati, perché oggi, è Halloween >> Pronunciò l’ultima parola facendo un ghigno malefico che sembrava tutto tranne che malefico.
<< Vaffanculo >> Bofonchiai irritata e andandomene.
<< Grazie >> Pronunciò il malcapitato raggiungendomi. Probabilmente, molto probabilmente era di prima.
<< Niente >> 
<< Come ti chiami? >> Dannazione, ora mi devo mettere a conversare con uno di prima mentre io faccio il quarto. Oh God ,Why?
<< Sophie, ora devo andare scusa >> Libera. Ora dovevo solo farmi strada fra quella mandria di bufali con gli ormoni fuori posto e voilà,in segreteria!
Qualcuno mentre passavo mi toccò il sedere. N E S S U N O D E V E T O C C A R M I .
<< Maiale lurido, mettiti le mani in tasca o te le trincio e te le faccio ingoiare >> Dissi con i denti serrati e i pugni stretti.
<< Calmati, non l’ho fatto apposta >> Si difese il ragazzo.
<< Ma smettila >> Gli diedi una spinta e lui andò a finire addosso ad un altro ragazzo e a quanto pare, tra i due non scorreva buon sangue infatti dopo qualche insulto iniziò una rissa e io, da brava codarda,sgattaiolai nella scuola,andai nella segreteria e presi i miei orari. Prima ora: Inglese. Bene,me la cavo … 
<< Buuuuu ! >>
<< AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH >> Urlai come un’ossessa facendo cadere lo zaino a terra, i due cretini di fronte a me ridevano a crepapelle. Lo raccolsi. Tsk, coglioni.
<< Buon Halloween >> Disse il primo tenendosi ancora la pancia per le risate.
<< Andatevene a fanculo >> Me ne andai irritata, nuovamente.
<< Hey, scusa per prima, non l’ho fatto apposta, giuro >> Il ragazzo “maiale” mi afferrò il polso facendomi girare per scusarsi. Sinceramente, notavo che non stava mentendo, ma io sono così, se mi toccano, sbotto.
<< Ho capito, non mi toccare >> Risentendo ciò che avevo detto mi sembrai un ochetta.
<< Ok, calma, nervosismo del primo giorno? >> Mi chiese in modo amichevole ma a me “giravano”.
<< Probabile, ora vado, addio >>
<< Non credo che sia un addio, siamo nella stessa scuola >> Ah sì, è vero. I’m Stupid.
<< Non importa >>
<< Nate >>
<< Sophie, non scartavetrarmi i coglioni, ciao >> Eh eh l’agitazione porta ad essere volgari …

Durante scuola, Nate mi perseguitò e non so come , ora mi trovavo di fronte alla porta di casa di una sconosciuta con lui al mio fianco mentre suonavo al campanello. La porta si aprii, la ragazza non chiese nemmeno chi ero, mi fece entrare. Musica a palla, tutti in costume. Io avevo solo delle corna da diavolo e un trucco che mi faceva carina ma che restava in tema. Io odio le feste troppo affollate e poi non conosco nessuno. “Un buon motivo per fare amicizia” direte voi ma NO non lo è, sono timida. 
<< Andiamo al bar? >>
<< Sono astemia >> Risposi infastidita. Più che altro ero infastidita perché solitamente chi beve pensa che chi è astemio è uno sfigato, invece no, sono sfigata se cerco di proteggermi? Allora voglio essere sfigata.

Le 22 e quaranta. Voglio andare a casa, assolutissimamente. Ero appoggiata al muro che si affacciava sulla piscina mentre sorseggiavo la mia pepsi che ogni tanto allontanavo dalla bocca per scuoterla o esaminarla.
<< Hey, ti stai divertendo? >> Era Nate.
<< No, voglio andare a casa >>
<< Vieni, voglio portarti in un posto per festeggiare >> Mi prese il polso e mi trascinò via. Dopo una bella camminata mi ritrovai davanti a un cimitero. Inquietante.
<< Vieni >> Iniziò ad arrampicarsi sul cancello.
<< No,no è notte e siamo in un cimitero,lascia perdere >> Mi strinsi il giacchetto in pile.
Mi prese un braccio e mi tirò su. Eravamo sul muretto, abbastanza largo per permetterci di poggiare tutti e due i piedi. Le sue braccia muscolose guidavano le mie, trascinandole sempre più in là. Fece un balzo e scese ma io avevo troppa paura per farlo, perciò tese le mani in alto e mi prese poggiandomi delicatamente a terra. I’m a peperone(?)
Il chiaro di luna faceva risplendere i suoi occhi verdi. Stupendo con quei suoi capelli neri.
Cosa sto dicendo?!?!
<< Cazzo la polizia!! >> Mi prese la mano e mi trascinò via per la seconda volta. 
<< Aggrappati >> Si girò di spalle.
<< Cosa? >>
<< Muoviti, sali sulla mia schiena! >>
<< Ehm sì >> Salii impacciata e strinsi forte le mie braccia intorno al suo petto muscoloso e lui iniziò ad arrampicarsi sul cancello. Mi posò, fece un balzo e mi tese di nuovo le mani per prendermi. Mi faci prendere e mi mise giù. Rimanemmo immobili. Non c’era luce, solo un filo di venticello fresco che ci scompigliava i capelli e la luna che illuminava leggermente i nostri volti facendo risplendere i nostri occhi. Si avvicinò lentamente mentre teneva ancora le sue mani sui miei fianchi, chiusi gli occhi istintivamente e dopo qualche secondo, le sue labbra si erano posate perfettamente sulle mie. Si allontanò ma io rimasi immobile come una sciocca mentre tenevo ancora gli occhi chiusi.
<< Andiamocene da qui >> Mi sussurrò all’orecchio e io mi ripresi.
<< S-sì >> Afferrò nuovamente la mia mano e mi guidò . Ritornammo alla festa. Che orrore: chi si picchiava, chi cantava peggio di una cornacchia in calore(?) , chi si baciava, chi stava mezza nuda e chi litigava. Capite perché odio le feste?
<< Halloween è finito >> Disse tristemente.
<< Già >>
<< Vuoi fare un bagno in piscina? >>
<< Cosa?! >> Dissi sbalordita. Ha bevuto sicuramente, quel bacio l’avrà dato senza una ragione.
Si levò la maglietta e corse in piscina. Stupendo veramente, non troppo alto, un bel fisico, occhi verdi accesi, labbra carnose e capelli corti, lisci e neri.
Uscii anche io ma levai solo le scarpe e mi sedetti sul bordo. Immersi i miei piedi . 
<< Hey >> Iniziò a nuotare verso di me.
<< Sei ubriaco … >> Continuavo a spingere l’acqua con i piedi mentre la fissavo.
<< No, non bevo >> Sgranai gli occhi e lo guardai.
<< No? >> Chiesi incredula.
<< No >> Disse ridacchiando. Sorrisi. Aveva una dentatura perfetta a differenza della mia, odiavo i miei denti, ho gli incisivi più grandi rispetto agli altri denti e non mi piacciono.
<< Sembri triste >> Smise di nuotare e iniziò a disegnare cerchi immaginari sulla mia caviglia con le dita. Mi stava facendo il solletico.
<< Niente >> Mi spostai la frangetta dietro l’orecchio mentre fissavo la mia caviglia.
<< Per prima? Non dovevo? >> Ok,aveva già capito tutto. Lo sposerò.
Non dissi nulla, sollevai lo sguardo e basta …



Spazio autrice:
Buongiorno gente! Ho deciso di iniziare a scrivere una storia che non sia una fanfiction e voglio davvero impegnarmici sperando che diventi anche qualcosa di più di un semplice testo su efp, non so se mi spiego. 
E non prendetemi per scema! lol
Cercherò sempre d'aggiornare al più presto e le recensioni sono più che GRADITE.
Okay? Quindi non fatevi problemi a recensire, non mordo, giuro!
Ahah che simpy che sono, no.
Ora vi abbandono.
Ciau.

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Capitolo 2
*** My superman but no man and no my. ***


DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN.
Fanculo sveglia di merda, io amo il mio letto più di me stessa e non intendo abbandonarlo per un solo nano secondo. Ma se la sveglia tace mamma urla. Meglio la sveglia.
<< SOPHIE!!!! >>
<< Madre >> Dissi sconsolata mettendomi a sedere.
<< Che fai ancora seduta?! >> Si affacciò e mi lanciò letteralmente la divisa addosso.
Mi alzai, presi la tuta e mi chiusi in bagno. Niente colazione, farei tardi.
<< La colazione ? >>
<< A scuola,ciao ma’ >>
Corsi fino ad un certo punto, ero a metà strada ma non ce la facevo più. Ed ecco il mio salvatore.
<< Passaggio? >> Mi chiese Nate mentre cavalcava(?) il suo motorino nero laccato. No non è più il mio salvatore, ho paura dei motorini, ciao Nate.
<< No >>
<< Sicura? >>
<< Non ci salgo su quel coso >> Indicai il motorino.
<< Farai tardi >>
<< Ho paura >> ammisi.
<< Non hai paura dei professori e di avere puntati tutti quegli occhi addosso? >> Sa come convincermi il ragazzo.
<< Arguta osservazione >> Sorrise. Invidio i suoi denti. Ma tanto.
<< Salta su >>
<< Il casco? >>
<< Ehm tieni >> Si levò il suo e me lo porse.
<< E tu? >>
<< Fa niente, dai salta su e tieniti forte che altrimenti arriveremo in ritardo! >> Feci come mi aveva detto e ancora una volta lo abbracciai. Profumo di menta …
<< Dannazione vai piano!!!! >> Mi strinsi ancora più forte a lui.
<< Non vorrai arrivare in ritardo? >>
<< Vorrei arrivare intera a scuola >>
Mi ignorò e corse ancora più velocemente. Mai più. Mai più.
Ed ecco qui, stranamente(?) tutti interi.
<< Ricordami di non fidarmi mai più di te >> Dissi mentre mi levavo il casco e lo posavo sul motorino.
Sorrise. Non mi voleva dare lo zaino.
<< Non fare il cretino >>
<< Devo comportarmi da gentleman >>
<< Idiota >>
<< Gentleman idiota >> Specificò e io risi.
Bene, ci manca solo che m’innamoro appena arrivata, sarebbe finita. Non lo devo frequentare il caso è chiuso. O magari prima conosco un po’ di gente e poi smetto di frequentarlo? Sì ecco …
Entrammo nella scuola. Stavano ancora tutti nei corridoi. Perfetto, ora prendo il mio zaino e fuggo via, non facendomi vedere per il resto della giornata.
<< Mi dai lo zaino? >>
<< Te lo porto io finché non suona >>
<< Lo vado a posare in classe >> Mi guardò dubbioso ma alla fine se la bevve e mi restituì il mio zaino. Sgattaiolai in classe più silenziosa di una nonsoche ma qualcuno mi prese lo zaino malamente. Mi girai. Il deficiente palestrato di ieri.
<< Dammi lo zaino >>
<< Se no che mi fai? >>
<< Voglio lo zaino >>
<< Ridalle lo zaino >> Ed ecco il mio Super Man Nate che in fondo ancora man non è e nemmeno mio se è per questo.
<< Oh Nate, devo picchiarti di nuovo >>
<< Distrailo >> Mimai con le labbra a Nate mentre andavo dietro al deficiente. Presi lo zaino e scappai in classe.





Spazio Autrice
Ihihih QnT Sn BràVà A ScRìVèRè Ihihih.
Okay, no. Sto scherzando, tranquilli, posate le pistole e tutto. E riportate anche i psicologi al loro posto, non sono ancora impazzita del tutto.
Quello che immagino che voi diciate o pesate mentre leggete le stronzate che scrivo nello spazio autrice sono tipo: "Che simpatica!" oppure "Che divertente" o almeno è quello che spero nel profondo del mio cuore(?) ma i vostri pensieri sono più o meno così: "Che sfigata" oppure "Non è divertente" o ancora "fai ridere i polli" e potrei continuare all'infinito.
Confido in voi: ditemi che non pensate questo di me.
Ora vado, ricordate: SE LASCIATE RECENSIONI NON MUORE PROPRIO NESSUNO! anzi! fate felice una povera sfigata, perciò, siate altruisti.
Ps: IO VI AMO TUUUTTI!
Mi gira così.
Ciau.

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Capitolo 3
*** Cheerleader. ***


<< Ciao, sei la ragazza nuova giusto? >> Dice una vocina squillante da dietro il mio orecchio. Mi giro e vedo una ragazza bionda, con gli occhi color caramello e delle tenere lentiggini sulle guance che le regalano un viso angelico, fisico completamente asciutto. Tiene un libro in mano e anche lei indossa la divisa come me.
<< Sì >> Le sorrido e lei ricambia.
<< Anche io sono nuova e mi chiedevo se … >> Si guarda attorno, probabilmente è imbarazzata. Mi rivolge il suo sguardo per un nano secondo, guardo l’orologio al mio polso e afferro il concetto.
<< Andiamo a pranzare insieme? >>
<< Sì >> Mi sorride debolmente e io faccio lo stesso ma a differenza sua sorrido convinta e sicura, non sono così timida, dipende da chi ho davanti ed ho una personalità forte. Probabilmente non ha autostima, la classica ragazza impacciata e straniera alle prese con una nuova scuola. Tipico dei film americani.
Usciamo dalla classe di Francese e ci dirigiamo alla mensa mentre chiacchieriamo e iniziamo a conoscerci. Percorro perfettamente il corridoio perché il giorno precedente Nate mi ha spiegato la strada nei minimi dettagli e non posso sbagliare.
<< Guarda >> Mi picchietta l’indice sul braccio per avere la mia attenzione e indica un ragazzo circondato da cheerleader che indossano cinture al posto delle gonne, top a maniche corte che lasciano vedere completamente la pancia. Sono magrissime alcune, potrei fargli una lastra con un solo sguardo; altre hanno un fisico tonico e perfetto,anche io ho un bel fisico ma non lo metto di certo in mostra come loro. Nessuna in sovrappeso. Sono quasi tutte bionde, credo che la maggior parte siano tinte.
Il ragazzo è alto, moro con i capelli ricci, occhi azzurri e sicuramente sotto la divisa ha un fisico scolpito.
Classico esempio di casanova. Sbuffo a quella patetica visione.
<< E’ bello vero? >> Mi dice tutta eccitata.
<< Mmm … sì >> dico annoiata.
<< Io lo trovo stupendo, l’altra volta mi ha sfiorata >> Mi dice con aria sognante continuando a fissarlo.
<< Ti ha solo sfiorata >> La guardo aggrottando le sopracciglia.
<< E’ stupendo >> Non mi guarda. Le passo una mano davanti agli occhi ma niente. Allora faccio per andare da lui ma mi blocca immediatamente il polso, stringe forte lo scricciolo!
<< Calma >> Dico massaggiandomi il polso che mi ha appena lasciato.
<< Scusa >> Dice imbarazzata.
<< Andiamo >>
<< No >> Dice agitandosi.
<< Ma che hai capito?! Io voglio mangiare non me ne frega nulla di quel coglione! >> Dico esasperata mentre lei sussurra un timido “ok” e cammina a testa bassa. Caspita se è timida! Dev’essere sicuramente un miracolo se mi ha salutata. Cammino finché una cheerleader non mi si pianta davanti, aspetto che se ne va, le dico “fammi passare” in modo amichevole ma niente. Io odio le cheerleader.
<< Testa di michia fammi passare >> La inchiodo con lo sguardo furiosa.
<< Chi hai chiamato testa di minchia?! >> Dice incazzata. Ma per favore, ora vuole fare la bulletta con ME?
<< Sei sorda? >> le chiedo con tono strafottente.
<< No >> Mi dice con quella sua voce da ochetta.
<< Allora non rompere e fammi passare >> Faccio per cambiare direzione ma mi blocca e mi si rimette davanti.
<< A che gioco stiamo giocando?! >> Alzo il tono irritata mentre stringo i pugni. Intanto rimedio l’attenzione di quasi tutta la mensa. Fantastico solo questo ci mancava. Mi guardo un attimo intorno e vedo il ragazzo-donnaiolo rivolto con la sedia verso noi con altre cinque ragazze vicino che ci guarda interessato e malizioso. Odioso.
<< Sei la tipa nuova? >> Che razza di domanda è?!
<< Sì, t ‘interessa? >> Le domando sarcastica.
<< Niente era per sapere >> Inizia a guardarsi le unghie ma non si sposta. Ora la gonfio come un pallone sgonfio(?).
Accenno per passarle di lato ma si sposta e ridacchia. Basta.
Le do una spinta e le passo a fianco mentre cade addosso ad una sua compagna-cheerleader e BOOM effetto domino. Io e Leyla , la ragazza-timidezza, scoppiamo in una fragorosa risata e anche la maggior parte della mensa. Anche quel tipo sembra ridere di gusto. Finito l’effetto domino le tipe-oche(le cheerleader) mi guardano con odio e io ricambio con un sorriso strafottente. Prendo Leyla per il braccio e la trascino al bancone per prendere il mio vassoio e farmelo riempire, dopo di che scelgo un tavolo libero e inizio a mangiare.
<< Ti invidio >> Mi dice Leyla mentre picchietta la forchetta sul budino.
<< Perché? >> Dico a bocca piena alzando lo sguardo verso di lei.
<< Non sei timida, sei in un certo senso … coraggiosa? >> Mi guarda sorridendo tristemente e smette di torturare quel povero budino(?).
<< Odio le teste di cazzo, è più forte di me ma credimi, delle volte con i ragazzi sono una frana >> Dico ridacchiando ma lei ha lo sguardo fisso dietro di me. Mi giro e vedo una polo bianca, alzo lo sguardo e capisco che appartiene al donnaiolo. Santa pazienza vieni a me prima che lo picchio insieme al re(?).
Capite a cosa porta l’esaurimento?
<< Che vuoi? >> Lo guardo scocciata negli occhi. << Mi piace come ti muovi >> Dice ridacchiando.
<< Grazie ma non m’interessa >> Torno a guardare il mio piatto.
<< Stasera, io e te? >> Ma per chi mi ha presa?!?!
<< Stasera tu all’ospedale se non te ne vai >> Leyla ridacchia e torna a fissare immobile la scena. Ecco perché odio l’amore. Non voglio innamorarmi, me lo sono promesso e non lo farò, punto e basta. A tredici anni mi sono innamorata per la prima volta e ci sono rimasta una merda perché ho ricevuto un bel due di picche. A quindici ho sbagliato di nuovo, stavo con uno che passava la giornata con me e la notte con un’altra, l’ho beccato perché il giorno del suo compleanno, di notte, ero andata a casa sua insieme ad un suo amico. Abbiamo sentito urlare e siamo andati, dopo varie stanze, nella sua camera e l’ho beccato con una cheerleader(motivo in più perché le disprezzo). E io che volevo perdere la verginità con lui, meno male che ho capito(?) in tempo le cose come stavano veramente.
Ho pianto per un mese, poi mi sono rivista per l’ennesima volta allo specchio, distrutta e calpestata e ho detto basta. L’amore è una gran fregatura. Punto.
<< Sarà per la prossima volta >> Mi giro e vedo il tizio che fa spallucce. Ora sbotto.
Mi alzo in piedi e gli prendo la polo bianca.
<< NO! NON HAI CAPITO UN ACCIDENTE! IO CON TE NON CI VERRO’ MAI,PUNTO! >> Dico urlando e diventando rossa come un peperone, ma di rabbia.
Lui ride. Io gli tirò una pizza in faccia. Ecco, ora non ride più, sono felice.
Si sente un “Ohhh” .
Mi afferra il polso e mi trascina via dalla mensa mentre con l’altra mano si tiene la guancia. Io cerco di dimenarmi ma niente, è più forte.
<< Dove mi porti?! >>
<< Dal preside >>
<< Ci so andare da sola, coglione! >> Dico continuando a dimenarmi.
<< Non mi fido >> In effetti fa bene. Eh eh.
Sbuffo e mi calmo.
<< Sei di ? >> Mi chiede dopo un po’. Incrocio le dita. Magari si calma e ci ripensa …
<< Quarto >>
<< Io quinto >>
<< Ma chi? >>
<< Chi cosa? Io sono di quinto! >>
<< No dico, ma chi te l’ha chiesto?! >> Io e il mio umorismo. Momento sbagliato però.
Mi lancia una frecciatina e ricomincia a trascinarmi con più violenza.
<< Il preside è mio nonno >> Dice ghignando. Merda.




Spazio Autrice
Heilà bella gente!
Ve gusta lu capitulo?
Ma che sto dicendo? PUAHAHAHA no.
Allora! Avrei dei favori da chiedervi *faccia amichevole*
Allora, mio padre non ha lavora da un anno e abbiamo fatto un sito che non ha ancora molte visite, mi basterebbe solo una visita da parte vostra anche se non v'interessa, qui: http://www.robaggiustatutto.fan-club.it/
mi servirebbe per dare più visibilità al sito e se ovviamente sapete di qualche lavoretto che dovete fare a casa, pensatemi vi prego.
Poi, se potete mettere "mi piace" qui: https://www.facebook.com/pages/Barby-Bijoux-And-Nails/291636104246276?fref=ts
Ripeto:mi basta un mi piace per la visibilità e se ovviamente vi interessa qualcosa contattatemi e.e

Aiutatemi plis.
Ciau.

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Capitolo 4
*** Nick? ***


Stupida me. Stupido dongiovanni. Stupido preside. Stupida scuola. Stupida vita. E’ tutto stupido in questo momento, tutto. Io non ci volevo venire qui. L’ho già detto no?
Eccomi qui, in questo ufficio splendente, messo in ordine e più lucido di nonsoche , nonostante qui sia tutto bello non ci vorrei stare perché è comunque l’ufficio del preside e se mi trovo qui non è di certo per farmi lodare.
<< Oh nipotino mio che succede con questa ragazza ? Sappi che non posso dartela vinta eh? >> Bene, molto bene.
<< Succede che la qui presente … come ti chiami? >> Chiese guardandomi.
<< NON SAI IL MIO NOME E MI VOLEVI PORTARE A LETTO ? ! >> Urlai infuriata non curandomi del fatto che ero davanti al preside e al suo amato nipotino.
<< SIGNORINA! >> Mi riprese il signore barbuto.
Mi sedei guardando male il dongiovanni nonhounnome che mi guardava scioccato e arrabbiato. Ma con quale coraggio poi?!
<< Continua >> Si rivolse al nipote.
<< Mi ha dato uno schiaffo >>
<< OH MA CON QUALE CORAGGIO?! NON TI MERITAVI SOLO QUELLO!!! IO DOVEV … >> Mi alzai in piedi urlando.
<< SI CAL-MI! >> Scandì per bene le lettere il preside alzandosi in piedi.
Tsk, ho ragione io e basta. Mi rimisi seduta incrociando le braccia al petto. Sembravo una ragazzi viziata.
<< Nipote caro possiamo parlare un attimo? Tu vai in classe invece che chiariamo dopo! >> Mi ordinò il vecchio barbuto. Certo ci saremmo rivisti, se non sarei scappata prima …
Mi alzai delicata come un elefante e uscii trattenendomi dal sbattere la porta. Ci vuole poco per farmi innervosire e tra la cheerleader e questo tizio ero già andata oltre il limite. Al diavolo la scuola, io ora, me ne vado a spasso.

Ormai è un’ora che passeggio senza far nulla e senza una meta e con questo caldo ho bisogno di qualcosa di fresco così decido di andare alla gelateria per prendere una granita al melone, la mia preferita, e poi andrò al parco e mi riposerò sotto un albero che mi faccia abbastanza ombra per il resto della giornata.


<< Hey >>
<< Nate >> Dico scioccata e spaventata passando dalla posizione da sdraiata a seduta.
<< Come mai non sei a scuola? >>
<< Potrei fare la stessa domanda a te >>
<< Sì ma te l’ho fatta prima io >>
<< Allora, sono andata a finire dal preside e per aumentare i miei guai ho voluto andarmene a spasso. >>
<< Perché sei andata dal preside? >> Mi chiese interessato.
Si avvicinava sempre di più e io sentivo sempre più caldo quando poi mi accorsi che si era avvicinato a me per rubarmi la granita. No, il cibo NO.
<< Ridammela! >> Lui è più alto di me e si mette anche sulle punte mentre assaggia beato la mia granita, la MIA amata granita.
Saltello goffamente allungando le braccia per prenderla ma non riesco. Allora gli pesto il piede e lui s’abbassa istintivamente così che io ho la possibilità di riappropriarmi della favolosa granita.
<< Ahio! >> Si lamenta saltellando e tenendosi il piede.
<< Tzè, così impari brutto barbone >> Dico divertita riprendendo a gustarmi la mia granita.
<< Barbone? E’ già ricresciuta la barba? >> Dice preoccupato mentre si massaggia il viso per verificare.
Lo guardo allibita poi balbetto un “no” perché sono ancora scioccata dal suo comportamento. Non ha fatto nulla di male ma non pensavo fosse un fissato dell’aspetto fisico.
<< Ohi, guarda che stavo scherzando >> Mi dice preoccupato passandomi una mano davanti agli occhi per vedere se sono sveglia.
<< Oh, meno male >> Dico riprendendomi.
<< Perché? >>
<< Non sopporto i ragazzi che pensano solo al loro aspetto fisico. >>
<< Ci tengo al mio aspetto fisico ma non sono fissato >> Precisa lui.
<< Beh certo non mi piacciono nemmeno i barboni, mi piace il ragazzo curato non quello ossessionato dal suo aspetto fisico tutto qui >> Dico rimettendomi seduta e sorseggiando la mia granita dalla cannuccia.
<< Mmm … interessante … >>
<< Perché? >>
<< Boh, qualcosa dovevo pur dire >> Scoppio a ridere per la sua espressione ingenua e tenera e lui sorride vedendomi.
<< Comunque, come mai sei stata dal preside? >>
<< Un tizio voleva passare la serata insieme a me e era convinto del fatto che se non fosse stata questa volta ne sarebbe stata un’altra così gli ho dato uno schiaffo e dopo ho scoperto che è il nipote del preside >> Dico con una tranquillità sorprendente, come se andare dal preside per aver schiaffeggiato qualcuno fosse la cosa più normale al mondo.
<< No non ci credo, hai schiaffeggiato Nick?! >> Dice sorpreso e divertito.
<< Sì penso che era lui, è un tipo moro con gli occhi azzurri >>
<< Batti il cinque >> Mi dice lui euforico, faccio come mi ha detto anche se rimango un po’ sorpresa perché nell'aver schiaffeggiato il dongiovanni della scuola non trovo nulla di sorprendente.





Spazio Autrice
Tunz Tunz Para Para Tunz Tunz.
Oh eccovi! Eh già, ho delle uscite meravigliose! PUAHAHAHAHA MA MI FACCIO UN PIACERE(?).
Allora, parlando di cose serie (seee) : ve gusta il capitolo?
Sto davvero cercando d'impegnarmi in questa storia, credetemi!

RECENSITE GENTE, RECENSITE, ORA ET RECENSISCI(?).
lol. Mi dileguo, ciau.

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Capitolo 5
*** Così non ci darà fastidio più nessuno. ***


<< Te ne sei andata ieri … >> Mi dice tristemente Leyla.
<< Avevo i miei buoni motivi >> Dico guardando dritta davanti a me a testa alta.
<< Per Nick? >>
<< Anche >>
<< E… ? >>
<< E non ho voglia di parlarne >>
<< Oh scusa non volevo immischiarmi … io … >>
<< Oddio Leyla non hai ammazzato nessuno, tranquillizzati, devi imparare a prendere le cose con più leggerezza santo Cielo! >>
<< Hai ragione, io non riesco, anche quando mi incavolo io … io … >>
<< Incavolo non si può sentire! >>
<< Perché? >>
<< Incazzo suona meglio >>
<< Ma io … >>
<< Dillo >>
<< Non dico parolacce >>
<< Fallo >>
<< E che cazzo non mi faccio dare ordini!!! >> Si tappò immediatamente la bocca con la mano anche se era troppo tardi.
<< Brava >> Dico fiera di lei.
<< Io però non le dico le parolacce >> Dice ritornando ad essere quella di sempre e facendomi perdere quel briciolo di speranza. C’era veramente tanto lavoro da fare con questa ragazza, è troppo insicura e timida. Per i suoi genitori sarà anche perfetta ma per i liceali è una sfigata e io ho il compito della buona samaritana(?). Siamo già al quarto e voglio che quest’anno e il prossimo che sarà l’ultimo lo passi diversamente, non da schiavetta sottomessa.
<< LEYLA!!! >> Grida una ragazza biondissima, quasi bianca(?) venendo verso di noi con fretta ma non può correre perché porta i trampoli.
<< Oh no >> Sussurra Leyla.
<< Mi hai già fatto i compiti per domani tesoro? >> Appunto. Schiavetta sottomessa.
<< Ehm no, non ho potuto … >> Qui c’è bisogno d’intervenire.
<< E nemmeno te li farà, ciaoooo! >> La prendo per il braccio e la trascino via.
<< Che cosa?! >> Urla isterica la gallina mentre batte i tacchi violentemente a terra.
<< Posso immaginare il tuo quoziente intellettivo quindi cercherò di esprimermi nel modo più semplice che esista: L-e-y-l-a E’ cam-bia-ta! E con questo, ciao! >> Leyla mi guarda sorpresa ma si capisce che è felice, la prendo sottobraccio e la porto via fiera del mio lavoro.
<< Io ti renderò “migliore” se così si può dire ma tu mi devi aiutare ok? >>
<< Ci sto! >> E inizia anche lei a camminare a testa alta tra una risata e un’altra.
Fiera di me.


Mento al preside dicendogli che ero andata via perché mi ero sentita male e mi dice che non mi sospende per questa volta(per il fatto di Nick) perché capisce che ero arrabbiata ma la prossima non la passerò liscia e bla bla bla.

Zaino in spalla e me ne vado a fare una passeggiata. Non ho voglia di andare a casa.

<< BU >> Urla qualcuno dietro di me facendomi saltare.
<< Oddio Nate mi spaventi sempre! >> Lui mi saluta facendo per baciarmi la guancia ma in realtà mi bacia l’angolo della bocca e io arrossisco immediatamente. Si stacca e mi guarda divertito.
<< Oh, non c’è nulla da ridere, ho solo caldo >> Mi giustifico.
<< Sì e io ci credo >> Dice ironico.
<< Bravo, credici >>
<< Pff >> Mi mette un braccio intorno al collo. E io ho di nuovo “caldo”.
<< Oggi non ho la minima intenzione di andare a casa, è venerdì e posso stare tutta la giornata fuori e tu?>>
<< Anche io … >>
<< Passiamo la giornata insieme? >> Quella domanda arrivò all’improvviso. E non la potevo evitare perché avevo già detto che avevo tempo libero … Non voglio affezionarmi a lui.
<< Ehm … certo perché no? >> Cazzo, non devo essere incerta.
Lui ridacchia.
<< Ti facevo più sicura di te sai? Probabilmente sono io che ti faccio questo effetto … >> Dice atteggiandosi ironicamente, io rido, almeno non devo dare spiegazioni.
<< Gelatino? Pizza? >>
<< Mc Donald! >> Dico esultando come una bambina.
<< Qualcosa di leggero insomma >> Mi scherza lui stringendomi ancora di più a se per la spalla. Io arrossisco e sono in estremo imbarazzo ma sto davvero bene. Ma io non mi devo affezionare quindi faccio l’indifferente anche se sembro più sofferente(?), non voglio affezionarmi ma già lo sono ed è questo il problema.

<< Allora cosa vuoi prendere? >> Mi dice a metà strada dopo il silenzio tombale guardandomi.
<< Mc Chicken ehm, fa caldo eh >> Dico levando la sua mano e lui guarda i miei gesti un po’ deluso.
<< Già, fa caldo >> Dice guardando per terra.

Mangiamo tutto e decidiamo di andare al parco. Questa volta non mi abbraccia mentre camminiamo e la cosa m’innervosisce anche se è solo colpa mia se non lo fa. Stupida me.

<< Andiamo su quella panchina? >> Mi cinge la vita con un braccio mentre con l’altro indica la panchina facendo finta di niente. Io rabbrividisco, lui mi guarda e sorride. Come peggiorare le cose insomma. Io guardo a terra imbarazzata e allora lui per tutta risposta mi stringe ancora più forte a se facendomi tremare.
Suona il telefono. Maledetto tu, chiunque sei, sei maledetto. Nate si allontana scocciato e nervoso.
<< Chi è? >> Mi domanda facendo una risatina isterica.
<< Non so, pronto? >> Nate si mette le mani in tasca e batte nervosamente il piede per terra in attesa che la chiamata finisca.
<< Oh scusi ho sbagliato numero >> Si sente dall’altra parte del telefono.
<< Non si preoccupi >> Dico innervosita e attacco.
<< Allora ? >>
<< Avevano sbagliato numero >>
<< Dammi qui >> Prende il mio telefono e lo spegne. Ma?
<< Così non ci darà fastidio più nessuno >> Mi cinge i fianchi sorridendomi e attirandomi a se, io lo guardo come una ragazzina indifesa e innamorata e devo riprendermi, ora.





Spazio Autrice Panico, pa-panico, pa-panico pauuura. Panico, pa-panico, pauura.
Ehi!
Come va gente?

Come volete che vada il seguito?

Sto pubblicando capitoli a raffica quindi se in futuro mi prenderò qualche pausa avrò i miei buoni motivi!
MUAHAHAHA che crudele. No.

Che ne pensate?
Ciau.

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Capitolo 6
*** Un week-end insieme?? ***


Si avvicina al mio viso.
Mi lascia un bacio in fronte e mi guarda con tenerezza.
No aspettate.
“Mi lascia un bacio in fronte e mi guarda con tenerezza.”
Replay:

“Mi lascia un bacio in fronte e mi guarda con tenerezza.”

Solo?Bah… mi aspettavo di più …
Lui ride. Oh merda, stupide espressioni facciali.
<< Ti aspettavi di più? >> Dice sorridendomi.
Bisogna fare qualcosa.
Pensa,pensa,pensa,pensa,pensa pensa,pensa,pensa,pensa …
<< Naaah >> Dico con un sorrisino strafottente e iniziando a camminargli davanti. Come previsto, lui rimane spiazzato e inizia a seguirmi.
<< Non te l’aspettavi eh? >> Dico ridacchiando.
<< No >> Dice lui mettendo nuovamente un braccio intorno alla vita. Rabbrividisco.
<< Se non hai freddo, come mai rabbrividisci? >> Bastardo, me lo fa apposta. Vuole mettermi in difficoltà!
<< Ogni tanto rabbrividisco senza motivo >> Mi affretto a dire, che poi è vero, solo che non è vero in questa occasione … ma lui non lo sa no?
<< Mmm … eppure io sono convinto che un motivo c’è … e forse lo so … >> Dice guardando il cielo.
<< Non c’è un motivo a tutto >>
<< Penso invece che ci sia >>
<< Allora io sono l’eccezione >>
<< Ma no! >>
<< NON sono speciale?! >> Dico facendo la bambina offesa.
<< Bah … pff … non so … dovremmo frequentarci più spesso per farmi capire cosa sei per me … >> Dice mentre guarda il cielo facendo il finto annoiato e intanto viene verso di me cingendomi i fianchi.
<< Forse … anche se avresti dovuto capire sin dal primo momento che sono speciale! >> Dico allontanandomi facendo ancora la finta offesa, lui fa per riabbracciarmi ma io inizio a correre dando inizio ad una specie di “achiapparella”…
Alla fine mi prende e mi atterra buttandosi addosso a me.
<< Delicato come un elefante in una cristalleria! >> Lo scherzo ridacchiando.
<< Pff … io sono una farfalla, sono delicatissimo >>
<< Sì e io cosa sono? >>
<< Bah … non so ancora se reputarti speciale >> Lo spingo via e mi metto seduta facendo l’offesa.
<< A proposito di conoscerci, stavo pensando … >>
<< Tu pensi?? >>
<< Sì! Dicevo … perché non passiamo il week-end insieme? >>
<< Soli?! >> Dico allarmata.
<< No, con Leyla, Samuel, Jack, Selene … che ne pensi? >>
<< Penso che non conosco tutta questa gente a parte te e Leyla e non voglio passare il week-end con degli sconosciuti. >>
<< Sarà divertente >>
<< Non voglio >>
<< Io, te, Leyla e Samuel? Ha una cotta per Leyla ma non glielo dire … >>
<< Oww che dolcezza, certo che va bene! >>
<< I tuoi? >>
<< Penso che andrà bene, mia madre è sempre impegnata col lavoro … >>
<< Tuo padre? >>
<< Oh … lui non c’è con me … >> Guardai a terra con un po’ di malinconia e pregai alle lacrime di starsene al loro posto, almeno per ora.
<< Ah, hanno divorziato. >> Le lacrime si fecero ancora più insistenti.
<< No, si amavano alla follia, solo che poi mio padre fece un incidente … >> uscirono quelle maledette lacrime.
<< Scusa … non volevo … >> Mi prese e mi abbracciò, stringendomi forte a se, ero protetta.
<< No, non fa nulla >> Dopo un po’ mi staccai e asciugai le lacrime con le maniche del giacchetto.
<< Mi dispiace, ma cambiamo argomento, allora domani si va? >>
<< Certo ma gli altri già sanno? >>
<< Yes, ti vengo a prendere a casa alle 10, preparati tutto! >>
<< E’ molto lontana … aspetta, dove andiamo? >>
<< Non è lontanissima, è una mia seconda casa al mare, i miei me la lasciano per fare feste o per stare con gli amici così da non rompere >>
<< Ow che dolcezza >> Lo scherzai.
<< Allora? >>
<< Allora ci sto! >>Tirai fuori dallo zaino una penna e strappai un pezzettino di carta dal quaderno e scrissi il mio indirizzo.
<< Andiamo a preparare le cose, domani mattina alle 10 ti voglio davanti alla porta >>
Mia madre non mi avrebbe ostacolato, mio padre sarebbe contento del fatto che avrei passato del tempo con degli amici, voleva vedermi felice…





Spazio Autrice
Ecco qui, un altro capitolo, spero vi piaccia e non so che altro dirvi o:
Ciau.

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Capitolo 7
*** E' solo l'inizio. ***


Alle 10 in punto ero pronta. La sera precedente avevo preparato le valige: qualche completo, tre completi di biancheria e un tipo di scarpe poi i trucchi e l’essenziale.
Mia madre mi ha raccomandato di coprirmi ovviamente e bla bla bla.
Non ricordo nemmeno ciò che ho detto e poco m’interessa.
Ora sono all’uscita del mio vialetto ad aspettare una santa macchina che non so nemmeno com’è fatta.
Sapete, veramente ho paura di questo week-end, mi sono ripromessa di non innamorarmi ma sto facendo una mossa falsa perché già sono infatuata capite? O almeno spero sia solo quello.
Una macchina con la musica a palla sfrecciava da lontano lungo la mia via per poi fermarsi davanti a me.
Una BMW nera, abbastanza nuova. Ho guardato dentro i finestrini per vedere se c’era Nate ma lui mi ha risparmiato la ‘’fatica’’ e ha abbassato il finestrino. Sono rimasta a bocca aperta.
<< Che c’è? >>
<< Siamo a Dicembre, c-cosa stai facendo con una camicia hawaiana a maniche corte, gli occhiali da sole e dei bermuda?! >>
<< Oh, ho anche le infradito! >> Ma che cazz?!
<< Io indosso un maglione. C’è, capisco che oggi c’è il sole e fa abbastanza caldo ma… ma… >>
<< Povera, dai , salta su che capirai >>
Salii accanto al posto guida dove era seduto lui, dietro Samuel credo che si chiamasse e Leyla. Lei mi ha sorriso e poi ha ripreso a guardare fuori dal finestrino, lui fissava lei e dopo che si è accorto che lo stavo fissando perché era buffo mi sorrise imbarazzato.
Nate riaccese la radio che aveva spento mettendo Live While We’re Young dei miei idoli, i One Direction e iniziò a cantare, anche io iniziai, anche se mi vergognavo ero trascinata dall’euforia di quella canzone. Dopo qualche km la canzone finì e guardai Nate stupita.
<< Wow, che dire hai una voce fantastica! >>
<< Grazie >> Disse facendo un sorrisetto compiaciuto ma continuando a guardare la strada.
<< Hai fatto qualche scuola di canto ? >>
<< No e tu? >>
<< No, perché? >> Chiesi stupita.
<< Perché canti da schifo >> Misi il broncio per giocare e da dietro si sentirono dei forti schiamazzi. Eh sì, Nate era proprio simpatico.
Girò velocemente la testa verso di me e mi guardò da sopra gli occhiali, mi sorrise e mi scompigliò i capelli, poi riniziò a guardare la strada divertito.
Dio mio, aria.
<< Stavo scherzando, non sei così stonata ma non hai nemmeno una voce da cantante >> Dice atteggiandosi e io gli do un pugno sulla spalla ridendo. Vedo con la coda dell’occhio che Leyla e Samuel ci guardano maliziosi, mi giro e li guardo male. Samuel inizia a fischiettare e a guardare il tettino della macchina mentre Leyla riprende a guardare fuori, sorrido e mi rigiro.
Passano varie canzoni in radio e Nate cambia continuamente quando poi si ferma ad una canzone di David Guetta, Titanium.
<< M’è sempre piaciuta questa canzone >> Dico ad occhi chiusi ascoltandola.
<< Anche a me ma non è la mia canzone preferita >>
<< Qual è allora? >> Dico aprendo gli occhi e girando la testa per guardarlo.
<< Quando mi andrà, l’ascolterai >> Dice continuando a fissare la strada senza lasciar trasparire alcuna emozione, il che è poco rassicurante.
Decido di cucirmi la bocca per tutto il viaggio.
Il motore si spegne. Scendo dalla macchina e mi ritrovo di fronte ad una villetta ad un piano comunque molto grande, bianca, circondata dalla sabbia. La villetta non è per terra ma è sostenuta da alcune travi, c’è una grossa scala bianca dove si sale per arrivare alla porta. E’ davvero stupenda.
<< Allora? Vuoi rimanere a fissarla o vuoi entrare? >> Mi dice Nate divertito con il suo borsone in spalla. E’ davvero scemo, cioè, come diavolo fa a stare vestito così? Oggi fa caldo e ok, ma… ma… cioè siamo a Dicembre!! Bah.
<< Ehm sì, subito >> Dico agitata mentre prendo la mia ‘’valigia’’.
Entriamo e buttiamo letteralmente borsoni e valige a terra. Passiamo tutto il pomeriggio più o meno così. Nate scompare nel corridoio.
<< Che si fa stasera? >> Domanda Samuel.
<< Nate mi aveva parlato di un falò in spiaggia >> Dice Leyla.
Torna a petto nudo con solo il costume, io lo guardo spaventata.
<< Sei impazzito del tutto? >> Gli chiedo sgranando gli occhi.
<< No, tu non hai portato il costume?Vatti a mettere un costume! >>
<< Ma-ma stiamo a dicembre! E-e no, non ho portato un costume! >>
<< Secondo te perché ho deciso di passare una week-end in una casa in riva al mare? >> Mi domanda lui aggrottando il sopracciglio.
<< P… per passare un week-end con gli amici! >>
<< Anche, dai, vatti a preparare >> Chiude gli occhi esasperato e indica la porta.
<< Non ho un costume e non voglio fare il bagno quindi non ne ho bisogno >> insistei.
<< Fattelo prestare da Leyla! >> Sbottò lui e io e lei sgranammo gli occhi. Lei ha un fisico asciutto ed è piatta, io sono un po’ più in carne, ecco..
<< Okay, Okay >> mette le mani in segno d’arresa << Ho detto una gran stronzata >>
<< Ecco >> aggiungo io.
<< Mica si deve mettere per forza fare il bagno no? >> intervenì Samuel.
<< Giusto! No problem quindi caro Nate! >> esclamai vittoriosa.
<< Hm hm >> fece una smorfia mentre si grattava la nuca.
<< Perché hai insistito tanto? >> gli chiedo maliziosa. Lui si guarda attorno in cerca d’aiuto.
<< Perché voleva vederti in costume >> commenta Leyla. Io arrossisco.
<< Eh già >> scherza lui << m’avete beccato >>
Dopo una breve risata ci alziamo tutti e prendiamo tutto il necessario per una notte in spiaggia: qualche asciugamano, sacchi a pelo, legna, diavolina per il fuoco , bibite e pizza. Avremo cenato lì.
Uscimmo dalla casa ritrovandoci già sulla spiaggia.
<< Donne! Preparate i sacchi a pelo! >> Urlò Nate.
Io e Leyla iniziammo appunto a preparare il tutto, i sacchi a pelo si sarebbero trovati intorno al falò.
<< Ti piace vero? >> mormorò Leyla, feci finta di nulla ma lei lo ripeté.
<< No, perché? >>
<< come facevi a sapere che parlavo di lui? >> ghignò .
<< P… perché Samuel non lo conosco quindi potevi riferirti solo a Nate!>> alzai la voce e i ragazzi si girarono
a guardarmi straniti, sorrisi e tornai a guardare Leyla.
<< non mi piace >> ripetei sussurrando.
<< avanti, me lo puoi dire! >>
<< ma non è vero! >>
<< Vabbè e io faccio finta di crederci >> disse Leyla tornando ad usare un tono normale. Sbuffai.
<< Fatto! >> esclamai e andai verso la riva. Levai le scarpe e mi feci bagnare i piedi dall’acqua gelida delle onde.
La luna rifletteva sull’acqua che sembrava brillantinata.
Delle mani abbastanza grandi mi cinsero i fianchi e una testa si posò sulla mia spalla scostandomi prima i capelli.
<< Bella la luna, vero? >>




Spazio Autrice
Bu bu! Settetè!
Hola bella gente!
Con mio grande dispiacere dico che ho finito di pubblicare capitoli a raffica anche se mi stavo divertendo(?)
Intendo dire che per i prossimi ci vorrà un po' perché li devo scrivere mentre questi li avevo già preparati un po' di tempo fa.
Ve gusta?
Cosa vi aspettate per il continuo?

Ciau.

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Capitolo 8
*** Mi sono innamorata. ***


Mi svegliai avvolta dalle braccia calorose di qualcuno che si era infilato abusivamente nel mio sacco a pelo.
Mi girai e mi ritrovai naso contro naso sempre con questo qualcuno.
Stavo troppo bene per aprire gli occhi e scoprire chi era.
<< Hei bellissima >> Sussurrò accarezzandomi i capelli.
<< Hei Nate >> Riconobbi il suono della voce, non mi servì aprire gli occhi. Istintivamente mi strinsi ancora di più a lui e misi la testa nell’incavo del suo collo.
<< Non ti facevo così affettuosa >> Disse mentre continuava a giocare con i miei capelli.
<< Lasciami dormire, non so nemmeno cosa sto facendo >> Dissi ridendo ma tenendo ugualmente gli occhi chiusi.
<< Va bene >> Mi sussurrò lui lasciandomi un bacio tra i capelli e stringendomi a sua volta.

<< Heilà, piccioncini! >>
<< Samuel, vattene a dormire, la signorina che sto ospitando tra le mie braccia ha parecchio sonno quindi lasciamola dormire >> lo scherzò lui. In realtà non stavo proprio dormendo, mi stavo rilassando e quindi riuscivo a sentire tutto quello che dicevano.
<< Guardate! Il sole sta sorgendo! >> Urlò Leyla.
<< Hei, hei >> mi richiamò delicatamente Nate.
<< Hmmm.. >> mugugnai e portai le ginocchia al petto infilandomi ancora più sotto alle coperte.
<< Dai, c’è l’alba, è stupenda… >> cercò di convincermi.
<< … come te >> Continuò. Aprii lentamente gli occhi e lo guardai, mi sorrise e si mise a sedere, feci lo stesso e rimasi stupita. Era davvero stupenda. Da bambina non riuscivo mai a vederla, finivo sempre per addormentarmi.
<< Bella vero? >> Mi mise un braccio intorno al collo, massaggiandomi la spalla e attirandomi a sé.
<< Già.. >> ammisi.
<< State proprio bene insieme >> Mi guardai verso Leyla che ci fissava con aria sognante.
Non sapevo che dire.
<< E chi ti dice che non stiamo insieme? >> Rise Nate.
Momento, momento, momento. Cosa?
<< Eh? >> Chiesi stupita girando la testa verso di lui per guardarlo.
Lui mi sorrise e fece spallucce, si rigirò a guardare l’alba.
Quel ragazzo mi lascia spiazzata ogni volta, non so mai come comportarmi.
Dio santo.
Guardai Leyla con gli occhi sgranati, anche lei mi guardò sorpresa ma non seppe darmi una risposta, ovviamente.
Nate diede un’occhiata veloce a Samuel che annuì, sembrava che stessero conversando con gli occhi. O forse avevano già programmato tutto.
Si alzarono in piedi e si sfilarono la maglietta, iniziarono a correre verso la riva e si buttarono, io e Leyla li fissavamo scioccati.
Tirai fuori dalla borsetta che avevo portato il telefonino e scattai una foto a quei due idioti che si schizzavano l’acqua e al Sole che sorgeva. Cacciai il telefono nella borsa e tornai a fissare il panorama. Nate e Samuel uscirono dall’acqua e iniziarono a correre verso noi, all’inizio non capii, poi mi alzai velocemente in piedi e a correre il più lontano possibile. Di fare il bagno, a dicembre, a quest’ora non se ne parla.
<< Scordatelo! >> Urlai.
<< E dai! Quando ti ricapiterà un’occasione simile? >>
<< Tutti i giorni! >>
<< Smettila di correre! >>
<< No! >>
> Mi afferrò da dietro. Iniziai immediatamente a battere i denti.
<< S-s-s-sei g-g-g-el-la-t-t-t-o >> Lui rise, mi prese di peso ed iniziò a correre verso l’acqua.
<< Nonononono e no! >> Urlai dimenandomi ma senza successo.
<< Oh sì invece >> entrò nell’acqua e mi lasciò cadere.
Mi venne quasi un infarto, risalii in superficie traumatizzata, nate vide la mia espressione e scoppiò a ridere.
<< St-st-st-STRONZO! >> Lui rise ancora più forte.
Cercai di dargli dei pugnetti ma niente, allora decisi di dargli un pugno vero e proprio sugli addominali. Smise di ridere.
<< Ouch >> Fece una faccia più che strana e stavolta fui io quella che scoppiò a ridere. Mi guardò malizioso e mi riaffogò.
<< Ah! Bastardo! >> Dissi mentre sputacchiavo l’acqua. Come suo solito fare, scoppiò in una fragorosa risata.
<< Ragazzi! Noi torniamo dentro, Nate, le chiavi le ha Samuel quindi quando tornate dovete per forza bussare, a dopo! >> Ci avvertì Leyla, io la salutai e Nate fece cenno con la mano. Iniziai a nuotare per andare verso la riva. Mi misi seduta a mollo continuando a fissare l’alba senza stancarmi mai.
<< Hei >> Mi abbracciò da dietro.
<< Hei >> Sospirai. Stavo davvero bene tra le sue braccia.
<< Sai quando non ci sei mi sembra di sentire comunque il tuo odore sulla mia pelle, è una cosa meravigliosa, te lo assicuro. >> Arrossì e guardai a terra.
<< E poi ci sono tante cose che mi piacciono di te >> Nella sua voce non era individuabile nemmeno una piccola traccia di imbarazzo.
<< Hm.. tipo? >>
<< Il tuo nome, i tuoi lunghi capelli rossi, i tuoi occhi azzurri che adesso non posso vedere, il tuo sorriso che riesco a sentire, la tua pelle chiara, il tuo modo di fare, mi piace quando t’imbarazzi e anche quando sei arrabbiata, più o meno mi piace tutto di te. >>
Stavo provando una sensazione strana, un misto tra imbarazzo e felicità. Si staccò da me e mi si posizionò davanti.
<< Mi piaci tu. >> Mi disse mentre mi guardava negli occhi.
Non dissi nulla, non sapevo cosa dire.
Si avvicinò lentamente al mio viso e mi lasciò un delicato bacio a stampo.
Non stavo mantenendo la mia promessa: ‘Non innamorarmi mai più’.
Eppure con lui è come se la mia corazza si disintegrasse, come se riuscissi ad essere me stessa. E ogni volta che non c’è sento il bisogno di averlo vicino per sentirmi bene.
Io, la prima a dire che l’amore fa schifo, è inutile, fa solo soffrire, mi sono ripromessa di non innamorarmi mai più,
mi sono innamorata. Spazio Autrice
Buongionno gente. Io sono un pocchino raffebbata.
Oh almeno credo.
Comunque, che ne pensate del nuovo capitolo?
Okay sì, è parecchio sdolcinato.
E' anche lungo.. il capitolo non altro.
Ashuashuashua sono pervy, yo.
Okay no, tornando al capitolo.
Ma è carino e dolcioso no? Cioè almeno io sono soddisfatta(?). ^_^
Allora.. me le fate trovare almeno 3 recensioni? Please.
Ora mi dileguo.
Ciau.

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Capitolo 9
*** Non è giornata. ***


A NATALE.




<< Ehi.. ehi.. sveglia che è Natale.. dai.. dei prepararti.. su >>
<< Mamma lasciami dormire >> Bofonchio io.
<< Non sono mamma >> Dice ridendo.
Mi sforzo di aprire gli occhi.
<< AH! CHE CI FAI QUI?! >> Urlo spaventata. Ho un aspetto orrendo: capelli arruffati, niente trucco ed espressioni altamente rincoglionite.
<< Shh, non urlare, qualche giorno fa i tuoi hanno conosciuto i miei e ci hanno invitati a Natale pensando di farti una sorpresa >> Dice lui a bassa voce.
<< Ma.. ma.. >>
<< Vai a prepararti, sono già le undici >>
Mi alzo senza pensarci e Nate rimane sbalordito.
<< Che c’è? >> Dico mentre mi stiracchio con la voce impastata dal sonno.
<< Diciamo che sei più nuda che vestita >> Dice ridendo. Sgrano gli occhi e mi rinfilo più veloce della luce nel letto.
Lui ride di gusto.
Ho il vizio di merda di dormire con ottocento coperte pesantissime e in biancheria intima.
<< Dammi quella felpa! >> Indico la sedia.
Lui la prende e me la porge, mi infilo sotto le coperte e la infilo. Riesco fuori a prendere aria.
<< Dai vatti a vestire >> mi dice dolcemente col sorriso.
Mi alzo e tiro la felpa fino al sedere in modo da essere abbastanza coperta, prendo un paio di jeans e una maglia color panna.
<< Muoversi! >> Mi da una pacca sul sedere. Mi giro con una faccia tipo horror e lascio cadere tutto quello che ho in mano.
<< Aoh, tutta ‘sta confidenza?! >> Dico comunque ridendo perché la sua faccia impaurita non ha prezzo.
<< Guarda che sono tua madre eh, lo hai detto tu stessa! >>
Gli do uno schiaffetto sul viso, lui m’afferra per i fianchi, si mette a cavalcioni sopra di me e inizia a farmi il solletico, mi dimeno ma niente però riesco ad afferrargli le mani.
<< Stop, devo andare a prepararmi, quindi levati da dosso >> Mi guarda immobile.
<< Va bene >> Sorride lui, si leva, io mi alzo ma mi riprende da dietro e mi butta letteralmente sul letto, mi bacia e quando si stacca lo guardo come se fosse un alieno. Cavolo se sono sorpresa. Anche felice però, Nate è un bel ragazzo ma non è del suo aspetto fisico che mi sono innamorata..
<< Vatti a preparare su >> Prende la roba che ho buttato a terra e ma la da, esce dalla stanza con nonchalance e io rimango immobile a fissare la porta. Ma che cazz?!
Prendo la mia roba e mi chiudo in bagno, faccio una bella doccia calda, esco e mi preparo, mi trucco anche.
<< hai la maglia sporca >>
<< Ma che fai? Mi segui? >> Dico spaventata.
<< Devo levarti io la maglia o ti muovi e fai da sola? >> Mi sta sfidando?
<< Non lo faresti >> Dico sicura al 100%.
<< Vogliamo vedere? >>
<< Stai scherzando? >>
<< No >> Dice malizioso.
Lo guardo perplessa e torno in camera mia assicurandomi di aver chiuso a chiave. Cambio la maglia con un maglioncino a motivi natalizi.
Mi guardo allo specchio ed inizio a fissare il riflesso. Vedo una ragazza con i capelli rossi, ma so che non sono naturali. Vedo una ragazza non molto alta, con pochi fianchi, con un po’ di pancetta, non esagerata ma ci vuole davvero poco per far sentire questa ragazza a disagio. Non è bellissima, la sua bocca non è bella carnosa, le sue cosce non sono magrissime, il suo naso non è all’insù. Lei è imperfetta.
Lei sono io.

Ho gli occhi lucidi: li asciugo, provo un finto sorriso che sia abbastanza convincente ed esco.
Scendo al piano di sotto con lo sguardo vuoto.
<< Ehi tesoro >> Mi richiama la mamma, io bofonchio qualcosa d’incomprensibile.
<< Non essere maleducata, fai gli auguri! >> Mi “risveglio” e saluto tutti educatamente augurando un buon natale, arrivo a Nate e gli dico “io e te ci siamo già salutati” lui sorride.
Vado in cucina dalla mamma.
<< Come ti è venuto in mente di chiamarli? >> ringhio io.
<< Semplice, ho preso la tua rubrica e ho visto il suo nome con un cuore vicino! >> urla lei allegra. Io arrossisco immediatamente.
Allora, riepilogo: ho chiamato Nate “mamma”: che cosa imbarazzante, mi sono fatta vedere mezza nuda sempre da Nate, sono uscita dal bagno con una maglietta con una macchia gigante sulla schiena, mia madre ha urlato in modo che potesse sentire anche Nate che vicino al suo nome avevo disegnato qualche cuore.
Figure di merda totalizzate: quattro.

E siamo solo all’inizio gente, solo all’inizio.
Faccio finta di niente ed esco dalla cucina più che incazzata.


EMERGENZA BAGNO.
Corro di sopra più veloce di Sonik e scopro con orrore di avere il ciclo. Dio santo, ci mancava solo questo. Inizio a mettere il bagno sottosopra per trovare un maledetto assorbente, niente, nessuna traccia di assorbenti. Corro di sotto e chiedo a mamma un’assorbente.
<< Sono finiti cara >>
<< Come faccio?! >>
<< Monica! Hai un’assorbente per la mia pulcetta? >> Urla dalla cucina in modo che possano sentire tutti i presenti. P-pulcetta?!
<< non urlare! >>
<< Suvvia, è una cosa normalissima >> mi dice con normalità.
L’assorbente mi arriva ma la persona che me lo porta è quella sbagliata: la sorellina di Nate.
<< Ma con questo ti ci pulisci il sedere quando fai la cacca? E’ come un pannolino? >> Mi chiede la piccola. Io sgranò gli occhi e corro su facendo finta di non aver sentito.
Metto l’assorbente e me ne riscendo giù. Dio, che nervoso, ho il ciclo a Natale e lo sa mezzo mondo, ma che palle. Che figura di merda.
Infilo il giacchetto ed esco in giardino, apro la porta e casco a faccia avanti per colpa del gradino coperto dalla neve. Mi rialzo più che incazzata e sbatto la porta.
Calma Sophie, calma, che cosa potrebbe mai andare storto?
Guardo in basso e vedo il mio tenero cagnolone che urina tranquillamente sui miei jeans.
<< E CHE CAZZO OH! >> Sbraito. Okay, okay.. devo stare calma.
Torno dentro e risalgo sopra, oggi sto facendo ottomila volte le scale, magari perdo qualche kilo. Cambio i jeans e vado giù.
Riesco fuori stando attenta al gradino, inizio a passeggiare in tranquillità quando una palla di neve mi colpisce in testa inzuppando tutti i miei capelli appena fatti.
<< Brutti mocciosi, questi capelli avevano una messa in piega perfetta prima che arrivaste voi! >> Prendo un bel po’ di neve ed inizio a bombardare i ragazzini che corrono lungo la strada. Se ne sono andati, mi giro vittoriosa e vedo Nate che mi fissa impaurito.
<< Non è come sembra >> Riprendo fiato. << Quei ragazzini mi hanno rovinato la messa in piega, era perfetta >> Piagnucolo io.







Spazio Autrice
Buon Capodanno cente! Ho pubblicato il capitolo un po' in ritardo, qui parlo di Natale anche se siamo a Capodanno ma vabbè lol
io sono trasgry, perciò io può AHAHAHAHAHA okay, no.
Quante figure di merda eh? E siamo solo all'inizio yo, lol.
Ora mi dileguo che è venuta la mia migliore amica shjdgy.
Ciau.

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Capitolo 10
*** Xmas part 2. ***


<< Oh avanti, sono ragazzini, non te la prendere >>
<< Ma sai per caso quanto mi ci è voluto per renderli decenti? Lo sai?! >> Rispondo acida io.
<< No, ma non c’è bisogno di scaldarsi tanto. >> Ribatte lui.
<< Arghh… senti… no, niente lasciamo stare >> Cerco di calmarmi.
Okay probabilmente sto esagerando.
<< Ti va di fare un pupazzo di neve? >>
<< Hm? >>
<< Ti va? >>
<< S… sì >> Dico incerta.
Nate inizia a prendere un po’ di neve facendo una palla che diventava sempre più grande man mano che rotolava verso di me.
<< Ecco, questo è metà corpo >>
Esaminai per bene la palla di neve ed iniziai anche io a farne una. Girai un po’ di qua, un po’ di là e ne feci una identica anche io solo che un po’ più piccola, Nate la prese e la posizionò sopra a quella che aveva fatto lui, poi ne fece un’altra piccolina e la mise sopra quella che avevo fatto io.
<< Okay, ora serve una carota, un cappello, dei sassi e una sciarpa >>
<< Nah >> dico io. Con le dita disegno un sorriso, il naso e gli occhi.
<< Fatto >>
<< Ma è… spoglio così, no? >>
<< Mi piacciono le cose semplici e poi così è più originale! >> Cerco di convincerlo io. Anche se sinceramente la verità non è questa, non ho voglia di entrare dentro e prendere quello che mi serve o cercare legna, tanto poi si scioglierà e non resterà nulla di questo pupazzo. Pensandoci bene temo che sia così anche per il mio legame con Nate il che è strano, sono partita con l’idea di non innamorarmi mai più e ora ho una terribile paura di perderlo. L’unica incertezza è che non so cosa prova lui, ogni volta che mi guarda sorride ma non sono molto brava a capire i segnali del corpo. Okay mi ha baciata più volte ma questo lo faceva il mio ex ed è sicuro che non mi amava.
Solo a pensarci mi innervosisco e la tensione sembra palpabile perché Nate mi sta fissando preoccupato.
<< Che c’è? >> Chiedo con un accenno di acidità.
<< Sembri preoccupata, c’è qualcosa che ti turba ? >> Non ho capito molto bene.
<< Qualcosa che mi masturba ?! >> Sgrana gli occhi e si mette una mano in fronte.
<< Pervertita >>
<< Ma… lo hai detto tu! >> Mi giustifico io.
<< Ho detto TURBA non MASTURBA! >>
<< Oh… che figuraccia… di nuovo poi… >> penso ad alta voce, ma non altissima, più che altro mormoro o sussurro, come volete voi. Guardo i miei piedi per la vergogna ma più che vedere i miei piedi vedo tanta neve che li ricopre.
Mi ritrovo il viso coperto dalla neve all’improvviso, o meglio, tutto il corpo coperto dalla neve, che cosa strana eh?
Mi rialzo e pulisco il viso, guardo davanti a me e c’è Nate che ride di gusto. Raccolgo un po’ di neve e gliela tiro dritta nella bocca.
Ovviamente smette di ridere, ora sono io a ridere di gusto.
Anche se non mi piace ridere perché odio il mio sorriso rido perché è inevitabile e nonostante tutti i miei complessi, sono una persona solare, spiritosa, allegra e simpatica. O almeno così mi definiscono.
<< Ragazzi! tutti a tavola! E’ pronto! >> Mamma, siamo solo in due, perché dici “tutti a tavola”?! Ma vabbè. Pazienza.
Mi avvicino a Nate che non so come si trova sdraiato a terra e ricoperto dalla neve e giuro che non sono stata io. Okay… forse è anche un po’ colpa mia ma non sono stata io a farlo cadere! Cerco la mano sotto la neve la afferro e cerco di tirarlo su, lui ritira il braccio e io ricado nuovamente e rovinosamente a faccia avanti sulla neve.
<< E che cazzo Nate! >> Lui ride, che novità. Sbuffo e mi rialzo.


<< E come ti stavo dicendo Monica, la mia bambina presto si troverà un LAVORO >> Dice tranquilla mia madre alla mamma di Nate.
Sputo il brodo istintivamente e tutti mi guardano scioccati.
<< L-lavoro? Perché? >>
<< Perché devi imparare ad essere autosufficiente >> Risponde tranquilla lei.
<< Ma… ma io non sapevo nulla! >> Ribatto io.
<< Ora lo sai >> Mi sorride. Dio santo. La guardo stupefatta. Non è possibile. Perché mai devo lavorare? PERCHE’?!
<< Che stavate facendo fuori piccioncini ? >> se ne esce mamma. Ma che cazz?!
Io sgrano gli occhi e anche Nate.
<< Mamma! >> Esclamo io per rimproverarlo.
<< Che c’è? Non c’è nulla di male se la mia bimba ha un fidanzato, a patto che lui non le faccia del male e la faccia stare bene eh >> Dice dando due pacche sulla spalla di Nate. Che vergogna. Anche Nate non sembra essere proprio a suo agio.
<< Non stiamo insieme >> Ribatto io. Odio quando s’immischiano nella mia vita privata perché in realtà non sanno proprio nulla.
<< Dicono tutte così >> S’intromette Monica. Ma?!
Iniziano a conversare tra di loro escludendoci.
Mi alzo dalla sedia e salgo su, fino ad arrivare in bagno. Controllo il mio aspetto. Oddio.
Tento di ridare una sistemata ai capelli e ritocco il trucco. Hm… già meglio.
Apro la porta e mi ritrovo Nate davanti. Lo guardo interrogativa.
<< Bu >> Dice lui sottovoce cingendomi la vita e facendomi indietreggiare per poi entrare nel bagno e chiudere la porta.





Spazio Autrice
EHI! Sono tornata! Anche se non me ne sono mai andata veramente ma vabbè AHAHAHA.
Che simpy che sono. Vero? Vero? Assecondatemi, è un momento di merda. Cwc
Ma non vi devo ammorbare con i miei problemi.
Lo so, non è un granché questo capitolo, sorratemi(?).
A due recensioni continuo. Accontentatemi cwc
Uououououo
Ciau.

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Capitolo 11
*** Ops. ***


<< Hai ricevuto l’invito? >>
<< Non mi piacciono le feste >> Dico guardandomi intorno in cerca del mio cane.
<< Dai, sarà divertente! >>
<< Non mi piacciono le feste >> Ripeto.
<< Era una scusa per stare insieme >> Mi sussurra all’orecchio e io non so se mi sto sciogliendo o se mi sto congelando, perché come sempre, ho i brividi.
<< No >> Dico fredda.
Lui mi fissa. Okay, posso mantenere lo sguardo.
Lui fissa me.
Io fisso lui.
La gente passa, chissà cosa pensa.
Sembriamo due coglioni.
<< Sembriamo due coglioni >>
<< Se mantengo più tempo io lo sguardo vieni >>
<< Ci sto! >>
Passano cinque interminabili minuti.
<< Okay, basta >> Dico annoiata. Dio santo, cinque fottutissimi minuti a fissare la stessa cosa, per cinque minuti poi! Tsk.
Lui sorride, sembra un ragazzino.






Otto e ventiquattro, Nate sarà qui tra tre minuti circa.
Cammino nervosamente facendo avanti e indietro per la cucina.
Non ho dovuto “sudare” per trovare cosa mettermi a differenza delle altre ragazze, ho messo i miei jeans stretti preferiti, le mie all stars mimetiche, una maglietta di cotone bianca con sopra un giacchetto, come lo definisco io, “morbidoso” nero.
DIN DON
<< C.. WOOW >> Esclama appena mi vede.
Io mi guardo un attimo e non trovo nulla di speciale o tanto diverso in me. Forse sono un po’ più curata ma di poco.
<< Quando usciamo noi però non ti vesti mai così >> Dice mettendo il muso.
<< Io e te non siamo mai usciti >> gli ricordo io guardandolo perplessa.
<< Ci siamo visti al parco l’altro ieri! >>
<< Ma non era un’uscita o una festa o… >> mi blocco. Non so perché ma mi fa abbastanza strano dire ‘sta parola.
<< …o un appuntamento >> Finisce lui per me. Io annuisco, metto il cappotto ed esco dalla porta.
<< Andiamo >> Lui chiude la porta e io inizio a mettermi il casco con un po’ d’esitazione.
<< Ancora non ti piace la mia moto eh? >> Si mette seduto.
<< Non mi piacciono le moto in generale, è diverso >> Sbuffo io mettendomi dietro di lui e stringendo le mie braccia intorno alla sua vita, accende il motore e partiamo. Nonostante il casco, i miei capelli svolazzano al vento imperterriti.
Dopo circa una ventina di minuti arriviamo davanti una villona, le luci delle lampade a neon attraversano la finestra e si sente già da fuori un gran baccano. Nel cortile c’è una grossa piscina circondata da sdraio, lettini e ombrelloni chiusi poiché è inverno. Mi domando se sia davvero una buona idea, se mi ubriacherò e se domani mattina mi risveglierò in un letto, nuda, incinta e con uno sconosciuto che non vuole più saperne di me. Forse sto facendo la tragica.
<< Nate, se io voglio fare qualche stronzata o se qualche viscido vuole portarmi a letto, comportati da eroe e portami a casa sana e vestita. Non voglio perdere la verginità qui. >> Gli dico seria, lui mi guarda e ride.
<< Certo che non lo permetterò, ehi, sembri davvero impaurita >> Sbuffo ed entriamo.
Caos.
Gente che balla, chi si struscia, chi cerca di rimorchiare, chi chiacchiera civilmente, le cubiste, ubriaconi accompagnati da nerd falliti che non sanno nemmeno com’è fatta una ragazza e allora bevono per dimenticare. O lo fanno perché non sanno cosa fare.
Chissà cosa pensano i nerd. Non capisco perché trovino le chiacchierate di algebra eccitanti, o almeno così sembra. Quando parlano di materie scolastiche sghignazzano più delle galline come le cheerleader. Bah.
Un momento.
Nate?!
Mi guardo un po’ attorno per cercare Nate ma non lo vedo.
<< Facciamo un ballo bellezza? >>Uh, ma guarda, Nick. Sono troppo impegnata a cercare Nate per arrabbiarmi e mollare un ceffone a Nick. Iniziamo a ballare e lui parla,parla e parla anche se io non lo sto minimamente ascoltando perché sono ancora intenta a cercare Nate. Dove diavolo è finito?!
Le mani che prima mi stavano cingendo la vita ora si sono abbassate, un po’ troppo. Prendo le mani di Nick con le mie e le riporto ai miei fianchi guardandolo male.
Bleah, che viscido.
E’ uno di quei ragazzi che non campa se non scopa almeno una volta ogni tre giorni. Che cosa triste. E’ come se fosse dipendente, schiavo. Uno schiavo del sesso, esatto, non ne può fare a meno, povero sfigato e pensare che le cheerleader fanno di tutto per andare con lui, povere sfigate. Che cosa triste e ripugnante.
<< Allora che ne pensi? >>
<< Di cosa? >> Lo guardo.
<< Di quello di cui ti ho parlato fino ad ora >>
<< Oh… penso sia okay >> E intanto spero di non finire in qualche guaio.
<< Era proprio quello che volevo sentirmi dire >> Parte un lento e mi si spiaccica addosso come una cozza attaccata allo scoglio. Io sono lo scoglio e lui la cozza. Anzi no, io sono la scoglia e lui il cozzo.
Chissà che mi ha detto.
Boh.
Rinizio a cercare Nate e niente.
<< Ti va di bere qualcosa? >>
<< Hm… Okay >> Non è che sto capendo molto quello che dice ma dire “okay” ad ogni cosa sembra che vada abbastanza bene. Mi trascina al bar e ordina due bevande ma non riesco a capirne il nome. Bevo senza fare storie, Nick mi riprende per mano e mi riporta al centro della pista da ballo. Dopo dieci minuti, confusione totale.
<< Ehi, andiamo a fare quella cosa? >> Eh? Cosa?
<< Hm… okay >> Dico barcollando.
Mi afferra la mano e mi fa salire delle scale.
<< No,lei viene con me >> Mi prende la mano libera Nate e mi fa scendere dalle scale.
<< Non rompere Spencer >> Il cognome di Nate.
Gli rivolge un ultimo sguardo disgustato e mi strattona via dalla presa di Nick.
<< Dai, andiamo su >> Dico ridendo e cercando di mantenere l’equilibrio.
<< Ma sei sicura? >> Mi guarda preoccupato.
E’ normale vedere doppio?
Ah, no, vedo triplo, scusate.
<< Sicurissima! >> Dico ridendo.
Non riesco a capire nulla ma sono un poco lucida per raccontare, meno per controllarmi.
Cosa c’è su?
Nate mi guarda perplesso, io sorrido e si convince, mi prende la mano e mi porta al piano di sopra.
Dopo aver attraversato un lungo corridoio, Nate si ferma davanti ad una porta e apre.
Una camera da letto.
Oh, ora capisco.
Ma il mio cervello non sembra essere collegato al mio corpo.
Corro e mi butto sul letto.
<< Sei sicura? >> Mi ripete per l’ennesima volta mentre chiude la porta a chiave.
Mi alzo e lo afferro per la camicia, poi lo butto sul letto.
Mi metto a cavalcioni ed inizio a baciarlo senza freni.
Okay, il mio cervello mi dice di smettere ma il mio corpo, non so come, non risponde.
Come se seguisse l’istinto.
La mente si fa sempre meno lucida.
Mi accarezza la schiena e leva il giacchetto.
Continuiamo a baciarci con foga.




Mi risveglio solo in biancheria intima e al mio fianco c’è… Nate?!
Oddio, oddio.
Ho un forte mal di testa. Che fastidio.
Nate dorme beato, io inizio a strattonarlo in modo violento fino a svegliarlo.
<< Che c’è? >> Dice infastidito.
Io sensibile come sono, ho gli occhi lucidi, quasi pronti per piangere. Mi metto a sedere.
<< Che è successo? Ieri io e t… tu? Sono in confusione Nate, aiutami a capire. Non sono più vergine? Perché sono nuda? Ti rendi conto che ho avuto la mia prima esperienza e non ricordo nulla?! Zero! E se fossi incinta? E se avessi preso una malattia? Ti avevo detto di proteggermi invece hai approfittato di me! Io ti odio sei un bastardo! >> Dico a raffica ormai tra le lacrime.
Lui mi guarda perplesso intontito. Io continuo a piangere ininterrottamente. Lui si mette a sedere e mi lancia un cuscino in faccia che mi fa ricadere sul letto.
<< Non è successo niente >> Mi dice. Sembra un po’ infastidito, non capisco se sia per la mia reazione o proprio perché non è successo nulla.
<< No? >> Mi sento incredibilmente stupida.
Come ho potuto pensare questo di Nate?
<< No. Stava per succedere ma no, non è successo >> Dice più tranquillo stavolta.
Oh… che figuraccia…
<< S-scusa… >> Mormoro imbarazzatissima.
<< Non fa niente >> Si riaccuccia sotto le coperte e si mette a dormire.
Lo fisso per qualche momento.
Non posso essere così sfrontata da farmi riportare pure a casa dopo gli insulti. No, non me la sento.
Mi rivesto silenziosamente, esco dalla porta accostandola e scendo al piano di sotto.
Che schifo.
Puzza allucinante di alcolici.
Gente sbragata sui divani come cani, ragazze mezze nude, pure i ragazzi.
Casino, caos.
Ovunque.
Do un’ultima occhiata disgustata ed esco silenziosamente.
Inizio a camminare a piedi non ho idea di quanti chilometri farò ma non potevo dopo quella figuraccia assurda.







Spazio Autrice
Macciau. :3
Perdonatemi, sorratemi, scusatemi,
Lo so, avevo detto che pubblicavo a 2 recensioni e non l’ho fatto.
E’ che un giorno m’è venuto un po’ in mente cosa scrivere, il giorno dopo m’è finita la fantasia ed ecco il risultato.
Bleah, scusate, fa schifo ‘sto capitolo.
Però è lungo.. (il capitolo non altro, zozzette OuO )
Facciamo così:
Continuo a tre recensioni e prometto di essere PUNTUALISSIMA.
Credo…
Ora vado e intanto preparo il prossimo capitolo v.v
Ciauuu.

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Capitolo 12
*** Burger Queen. ***


<< Sophie! Dove sei stata?! >> Mia madre.
Dio santo, che coglioni.
<< Dovevi tornare per l’una! Sono le 9 di mattina! >>
Guardo in basso, magari c’è scritto da qualche parte quello da dire. Che sia intelligente però.
<< Non avrai perso la verginità lì?! Eh? Non hai fatto qualche stronzata?! >> No ma’, so’ stata una santa infatti mi sono ubriacata, ho ballato con un viscido e ho quasi fatto la zozzona a letto.
<< Non fare la tragica >> Dico guardandola rassegnata.
<< SOPHIE! Tu non sai i pericoli che si possono correre ad avere un rapporto sessuale o ad ubriacarsi, specialmente a quest’età! Si può rimanere incinte.. >> O prendere malattie.
<< O prendere malattie e.. >> e essere stuprata.
<< O essere stuprata!! >> Ma si può finire pure in un’orgia.
<< E pensa se fossi finita in un’orgia! >> Elementary.
Sempre la stessa ramanzina quando faccio tardi, ma’, cambia, si alternativa.
<< Ma non è successo nulla di tutto ciò, scusa ma vado a farmi una doccia >> Mi avvio verso le scale ma mi blocco appena la vecchia mi chiama.
<< Sophie! >>
<< Ehh? >> Sbuffo riscendendo quei pochi gradini che ho salito e mi rigiro verso di lei.
<< Hai un nuovo lavoro >>
Ahahahaha bella questa gente, fuori le telecamere! Staff di ‘Scherzi a parte’ dove siete?
<< Ma’, sai essere proprio simpatica, lo dovresti essere più spesso! >>
Vado da lei e le batto il cinque, poi le do una pacca sulla spalla.
<< Sophie non fare la sbruffona, sono seria >> Okay, non è possibile. La guardo spaventata.
<< Da Burger Queen, ricordi? Il proprietario è Saverio e gli ho detto se ti poteva far lavorare al suo ristorante, Sophie, ci sta facendo un favore, non farci fare figuracce! >> Eh capirai.
<< Capisco >> La guardo pensierosa, sorrido e vado su.
Un lavoro. A me? Ma pff. That’s impossible.
Ma dai, io sono Sophie.
Avete fatto caso che ripete troppe volte ‘Sophie’?
<< Sophie, inizi oggi >> Mi urla dal piano di sotto. Appunto. No, STOP, dimentica perchééé.
Okay no, oggi sto fuori.
Eppure sono dentro casa… bah.

SOPHIE STAI DELIRANDO, RIPIGLIATI.
E te chi sei?
LA TUA COSCIENZA.
E da quando ho una coscienza?
DA QUANDO SEI NATA, OVVIO.
E perché quando mi servi non ci sei mai?
IO CI SONO SEMPRE.
Ahahaha, ecco ‘n’altra simpaticona. Ma va va.
SOPHIE!
Aoh, che c’è?
VATTI A LAVARE.
Volentieri.

Entro nel bagno e chiudo a chiave pure se mia madre non vuole. Non sono serena se vado a fare la doccia senza la porta chiusa a chiava. Dopo Natale poi, che ve lo dico a fare.
Mi lavo e tutto. Ogni volta mi soffermo davanti allo specchio.
Una sofferenza assurda.
Non ce la faccio a vedermi senza trucco.
Mi preparo e tutto, scendo al piano di sotto.
<< DONNA! COSA C’E’ PER PRANZO? >>
<< Brodino di verdure >>
<< Brodino di verdure? >> Dico schifata.
Ma dai! Si può racchiudere tutta ‘sta vitalità in un brodino di verdure?!
Che tristezza.





Eccoci qui, da Burger Queen: per il palato più raffinato del reame!
Bah che cosa squallida, potevano inventarsi qualcosa di migliore.
<< Signorina, eccole la divisa, questo è il blocchetto per prendere le ordinazioni, questa è la cassa e sotto c’è un altro blocchetto per prendere appunti sui soldi fatti. Le è tutto chiaro? >>
<< Limpido! >>
<< Bene, vada a vestirsi che tra poco si riapre! >>
Vado in quella sottospecie di spogliatoio e indossa la divisa, poi mi guardo allo specchio: camicetta nera aderentissima e scollata, mi mette a disagio, con cartellino con marchio Burger Queen e il mio nome, minigonna bianca con sotto pantacollant “sbrilluccicose” e stivali con tacco.
Ma devo lavorare ad un ristorante o sulla tangenziale?
SOPHIE
Ancora tu?
SOPHIE NON TRASTULLARTI, VA A LAVORARE.
Vabbè che vi piace il mio nome ma non dovete ripeterlo in continuazione.
Lego i capelli facendo una coda disordinata e vado alla cassa.
SI APRONO LE PORTE E…



Niente, silenzio assoluto.
Che noia.



Spazio Autrice
Heilà gente, diciamo che vi ho voluto pubblicare il capitolo prima perché questo è una specie di capitolo di passaggio.
Non ho molto da dire oggi ma spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di avervi fatto almeno ridere. :c
ENTRATA DI DUE PERSONAGGI:
SAVERIO
E RULLO DI TAMBURI…
LA COSCIENZA DI SOPHIE!
A due recensioni continuo.
Kiss kiss.
Ciau.

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Capitolo 13
*** Ugly and stupid. ***


Per questi giorni a lavoro tutto bene, una cosa che non va bene è Nate. Che poi non è una cosa ma vabbè.
Non mi parla più da qualche giorno e ci penso sempre. Forse è rimasto deluso l’altra volta che ero ubriaca.
Sta di fatto che oggi è il 31, Capodanno con i miei che tristezza.
Magari mi viene a trovare..
Sì come no, dico sempre la stessa frase dal 27 dicembre, ci spero sempre, ogni volta niente.



<< Allora signora, desidera? >>
<< Non mi chiamare signora! Io sono giovanissima! >> Borbotta la vecchietta e quando ride sembra vibrare.
Eh già, proprio giovane. Anche io che sono giovane vado in giro appoggiata ad un bastone perché mi fa male la schiena.
<< Ovviamente! Mi scusi! Allora cosa vuole ordinare questa bella ragazza? >> Dico tutta pimpante, lei mi sorride e ordina, io ovviamente annoto tutto su un foglietto.
<< Perfetto >> Mi alzo un momento e consegno l’ordinazione a Katia, la cuoca.
Vado a risedermi e prendo un altro foglio, rimango concentrata sulla cassa senza guardare il cliente.
<< Desidera? >> Dico mentre sistemo un po’ di carte.
<< Un bacio magari, anche sulla guancia va più che bene >> Questa voce. Questa voce!
Alzo la testa.
<< Che ci fai qui? >> Borbotto guardandomi intorno.

<< Avevo nostalgia di te >> Dice mentre mi alza il mento e avvicina il viso. Sono tipo in un altro mondo. Non ragiono più. Lo respingo.
<< Ehm.. certo.. cosa vuole ordinare? >> Dico a voce più alta per far sentire a Katia che sto lavorando altrimenti lo direbbe a Saverio e sarei licenziata.
<< Hm… direi che un hamburger medio andrebbe più che bene >> Sembra soffiare sul mio viso.
<< C-certo >> Cerco di non farmi distrarre, abbasso la testa e annoto. Mi alzo e vado in cucina.
<< Non vorrei solo quello signorina! >> Urla dalla cassa. Consegno a Katia e ritorno al mio posto.
<< Ma come siamo belle >> Dice mentre sto per sedermi.
Aiuto, che situazione.
<< Perché non ti sei fatto più sentire? >> Mormoro fredda.
<< Potevi farlo anche tu >> dice mentre gioca con i miei capelli.
Mi alzo e prendo l’hamburger della signora e del cretino.
<< Ci sbrighiamo?! >> Borbotta qualcuno infondo alla fila.
Consegno alla signora l’hamburger e quello di Nate lo poso sul vassoio davanti alla cassa.
<< Quanto le devo? >> Sussurra. Mette una mano sulla schiena e mi tira a se facendomi alzare e poggiare sul registratore di cassa.
<< Il registratore di cassa! >> Mormoro impaurita per paura che si rompa.
<< Allora? Il mio bacio? >> Dice divertito.
<< Ehm , sono tre euro e venti centesimi signore >> Dico tranquilla.
<< Shh >> Mi bacia.
Quanto mi sono mancate le sue labbra, il loro sapore..
Mi è mancato lui.
Si stacca e se ne va.
<< Ecco un bel modo per fregarsi un hamburger! >> Borbotta una signora dietro. Arrossisco.
<< BRUTTO STRONZO RIPORTA QUI IL TUO SEDERE DI MERDA E PAGA QUESTO FOTTUTO HAMBURGER! >>
Urlo accidentalmente al microfono. Ops.




<< Licenziata?! Licenziata?! E per cosa poi? HAI URLATO AL MICROFONO PAROLE INACCETTABILI! >>
E mo cosa le dico? Non ho in mente nessuna scusa purtroppo. Dio santo.
<< Stai almeno una settimana fuori da questa casa ti prego. >> Eh?
<< Ma mamma! Dove vado? >> Oh no. Sono nei guai. Da Nate assolutamente NO!
<< Vai da una tua amica, non è un problema mio. Stai diventando un problema Sophie. Vatti a fare la valigia
e sparisci. >> Indica le scale. Io la guardo delusa e salgo su. Non me l’aspettavo.
E ora dove vado? Hm.. Leyla!
Ma se non mi può ospitare?
Mi butto sul letto e prendo il telefono, inizio a fissarlo immobile.
Perché non mi chiama?
Dovrebbe almeno scusarsi.
Magari mi manda un messaggio.
Magari vuole passare un po’ di tempo con me.
Magari sono io una povera illusa innamorata di un ragazzo che non chiamerà mai.
Vaffanculo.
Prendo un cuscino e lo butto a terra violentemente.
Riguardo il telefono e decido di chiamare Leyla.
<< Pronto? >> Si sente dall’altra parte del telefono.
<< Ehi Leyla! >>
<< Sophie! Come stai? >>
<< Male. >>
<< Perché? >>
<< Mia madre mi ha cacciata di casa perché mi hanno licenziato. >>
<< E quindi? Vuoi venire da me? >>
<< Magari, però dovresti ospitarmi una settimana, se non va bene capisco. >> Passa qualche secondo.
<< I miei non vogliono.. mi spiace.. >>
<< Fa niente >>
<< Va da Nate no? >>
<< Mi sa che non mi resta scelta. Grazie mille e ciao >>
<< Ciaoo! >>
Attacca e io butto il telefono sul letto.
Cosa m’invento?
Un momento, infondo mi deve un favore, mi ha fatta licenziare!
Riprendo il telefono e compongo il numero di Nate.
No, non ce la faccio.
Lo cancello.
Okay, non mi resta altra scelta.
Chiamo.
<< Pronto? >>
<< Nate >> Dico fredda.
<< Ehi bellissima >>
<< Mi devi ospitare a casa per una settimana, non voglio sentire un no, me lo devi perché mi hai fatta licenziare è per questo che non posso stare a casa mia. >>
<< Va bene >> Dice secco.
Riattacco senza salutare.




Prendo la valigia e la scaravento sul letto, la apro e ci metto tutto il necessario, la chiudo e vado in bagno.
Che schifo.
Quanto sei brutta.
Sei un mostro.
Ti chiama bellissima per compassione.
Sei solo un gioco, non ti vorrà mai. Sei una povera illusa.
E poi ti fai sempre abbindolare, hai già dimenticato che non ti ha cercata per giorni?
Magari se la stava spassando con una migliore di te.
Stupida, smettila di guardarti allo specchio, non sei stanca di vedere la tua faccia orrenda?
Perché non vai da un chirurgo? Oh scusa, non può fare miracoli.
<< BASTA! >> Urlo battendo il pugno su uno specchietto grande più o meno come la mia mano.
Prendo un po’ di carta igienica e la avvolgo per non macchiarmi col sangue, mi accovaccio a terra stringendo le gambe al petto ed inizio a piangere come sempre.
E’ vero. Io non sono nessuno.
Sono brutta.
Sono un disastro.
Una delusione.
Per tutti.




Spazio Autrice
Okay, lo so, questo capitolo fa schifo.
Ma oggi non sono di buon umore poi sto ascoltando da ieri gli Evanescence a palla e non mi aiutano.
Facciamo così, continuo a 3 recensioni in modo che ho tempo di elaborare nella mia testa qualcosa di decente.
Mi dileguo.
Ciau.

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Capitolo 14
*** Happy New Year Sophie. ***


<< Ehi >>
<< Ehi >> Dico fredda ed entro guardando il pavimento facendo come se fosse casa mia.
<< Si può sapere che hai? E quella fascia? >>
Questa fascia..
<< Niente che t’interessa, buonasera signori Spencer! >> Dico mentre passo davanti alla cucina.
<< Dove dormo? >> Borbotto salendo le scale con lui dietro.
<< In camera mia >>
<< Ma anche no. >>
<< Che diavolo hai?! >> Mi prende il polso e mi guarda negli occhi preoccupato, faccio una smorfia mentre mi libero dalla sua presa.
Saliamo fino al terzo piano in silenzio.
<< Di chi è quella camera? >> Chiedo indicando una porto aperta che lascia vedere una camera rosa. Non è di certo di Nate.
<< E’ di mia sorella e no, non puoi dormire lì. >>
<< Peccato >>
<< Puoi dormire solo in camera mia. >> Aggiunge.
<< Divano? >>
<< I miei non vogliono. C’è un letto in più in camera mia apposta! >> Si innervosisce.
Entriamo in camera sua e butto la valigia a terra sbattendola.
<< Fai piano >> Mi sgrida.
<< Stai zitto >> Dico sedendomi su un letto che non sembra vissuto, quasi nuovo quindi presumo che sia quello il “mio” letto.
<< Non so se ricordi ma siamo a casa mia e ora mi spieghi cosa cazzo ti succede! >> Dice ancora più arrabbiato.
Lo guardo arrabbiata anche io.
Ogni volta che sono nervosa i miei occhi si riempiono di lacrime.
I miei occhi diventano lucidi, sempre di più, fino a far scendere le lacrime.
Lui cambia espressione diventando preoccupato, si siede sul letto, di fronte a me e tenta di asciugarmi le lacrime ma io lo scanso.
<< Non toccarmi >> La mia voce viene strozzata dal pianto.
Riporto come prima le gambe al petto e cerco di piangere più silenziosamente possibile come facevo da bimba quando mi sgridavano: entravo nella mia cameretta, m’infilavo nell’armadio e stringevo le gambe al petto mentre singhiozzavo cercando di essere il più possibile silenziosa.
<< Sophie >> Mi sussurra lui dolcemente accarezzandomi i capelli.
Io singhiozzo ancora più forte.
Meno male che non dovevo farmi sentire. << Ehi, cosa succede? >>
<< Succede che non mi hai più cercata, non mi hai più parlato e torni da me quando cazzo ti pare perché sappiamo entrambi che davanti a te non capisco più un cazzo! >>
Lui rimane sorpreso.
BRAVA SOPHIE, MOSTRATI DEBOLE EH, GLI HAI FATTO VEDERE IL TUO PUNTO DEBOLE, STUPIDA.
Non rompermi i coglioni coscienza del cazzo.
<< E’ questo il problema? >>
<< Non solo.. >>
<< E che altro c’è? >>
<< Non te lo dirò mai >> Ritorno a piangere poggiando la testa sulle ginocchia.
<< Sophie >>
<< Stai zitto! >> Rialzo la testa urlando. Che scena patetica, sono una debole.
<< Va bene, ma preparati, è Capodanno tra qualche ora! >> Torna ad essere incazzato.
<< Preparati di cosa? Non vedi come sto? Non voglio andare da nessuna parte! >> Cerco di calmare i singhiozzi.
<< Smettila di fare la cogliona, porca troia! La sai una cosa? Io dovevo passare il Capodanno con gli amici e divertirmi, ma no, appena ho ricevuto la chiamata ho disdetto tutto quindi ora tu ti alzi, ti metti un cazzo di vestito e usciamo! >>
<< No >> Mormoro tra i singhiozzi.
<< Sophie! >> Mi prende per un braccio, mi alza e fa scendere dal letto e mi sbatte contro il muro violentemente.
<< Aiha >> Mi lamento per il braccio e per “l’impatto” col muro.
Mi guarda e anche i suoi occhi diventano lucidi.
Inizia a piangere e si butta a terra in ginocchio.
<< S..scusa.. io non volevo… giuro.. scusa >> Dice tra i singhiozzi.
Anche io piango e non riesco a parlare.
M’inginocchio davanti a lui e mi guarda.
Si fa coraggio e m’abbraccia.





<< Sei stupenda >> Mi accarezza la guancia e io arrossisco e abbasso lo sguardo.
Mi prende la mano e usciamo di casa, saliamo in macchina e partiamo.
<< In un posto.. >> Dice vago.
<< Un posto nostro >> Aggiunge guardandomi.
Sorrido e torno a guardare il cielo buio verso il vetro.
Tra circa trenta minuti arriverà il nuovo anno.
Io inizierò l’anno col ragazzo che amo, ben vestita e truccata.
Chissà, magari passerò tutto l’anno così.
SUCCEDE SOLO NELLE FAVOLE SOPHIE.
Hai ragione.


<< Meno 10 >> Inizia a fare il conto alla rovescia.
<< Meno 9 >>
<< Meno 8 >> Intervengo io.
<< Meno 7 >> Continua lui.
<< Meno 6 >> Ormai ci alterniamo per fare il conto alla rovescia.
<< Meno 5 >>
<< Meno 4 >>
<< Meno 3 >>
<< Meno 2! >> Esclamo io.
<< Meno 1! >> Grida lui. Davanti a noi partono i primi fuochi d’artificio che riflettono sul mare, che bello.
<< Buon Anno Sophie Livine >> Mi sussurra dolcemente.
<< Buon Anno Nate Spencere >>
Si avvicina al mio viso, chiudo gli occhi e mi bacia.
Si stacca e mi guarda negli occhi, m’afferra la mano e mi trascina verso l’acqua.
Leva la maglia, io la gonna perché non voglio scoprire assolutamente la mia pancia e ci buttiamo in acqua.
Giochiamo un po’ con l’acqua poi mi si avvicina cingendomi i fianchi.
<< Sophie, tu mi stai regalando il miglior Capodanno della mia vita e so per certo che non ce ne saranno altri come questo. Sophie, io mi sono innamorato.. >> Si avvicina lentamente.
<< ..di te >> Mi sussurra sul viso e mi bacia.
Ci baciamo ininterrottamente nell’acqua, sotto i fuochi d’artificio e la luna piena, speriamo solo di non diventare lupi mannari.






Spazio Autrice
Avete visto? Ho pubblicato a mio parere un capitolo migliore del precedente, più sentimentale e prima delle cinque recensioni v.v
Perciò amatemi.
Il prossimo però a quattro recensioni.
Ciau e buonanotte. <3

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Capitolo 15
*** Rosati? ***


Avete presente quando pensate che tutto stia andando troppo bene? Cioè, sono rari i momenti in cui la penso così però questo è uno di quei pochi momenti.
Ora sono in un letto, nuda, con un tizio che mi ronfa dietro e sto facendo pensieri stupidi ma vabbè, lasciamo stare i dettagli.
Ah, comunque sì, nuda. Come penserete “oh oh, s’è sverginata” ebbene sì gente, ed è stata una cosa stupenda.
Ma non stavamo parlando di questo.
Dicevo: mi sembra che stia andando un po’ troppo bene.
Non che io mi stia lamentando eh, però ogni volta che c’è qualcosa di bello, che mi porti felicità, deve sempre accadere qualcosa di brutto che me la tolga o che rovini la mia tranquillità momentanea.
Va così nella mia vita.
E tra poco si ritorna a scuola.
Cioè, tra qualche giorno.
Non c’è da stupirsi se la mia tranquillità se ne andrà a puttane.





Appunto, non c’è da stupirsi.
Rieccomi qui in questa maledetta scuola, Leyla mi è venuta incontro saltando tutt’eccitata per il nuovo arrivato: Jake.
Davvero carino: alto, muscoloso, occhi celesti, biondo, intelligente, bravo a scuola ed educato.
Pensavo non esistesse un bel ragazzo che va bene a scuola, invece sì. Devo ammettere che per quanto io possa essere innamorata di Nate è davvero difficile levargli gli occhi di dosso.
<< Sophie! Ti presento un mio vecchio amico: Jake! E’ ritornato qualche giorno fa dal Canada. >> Nate, appunto, viene verso di noi con Jake a braccetto e lo saluta felicissimo.
Bene.
SOPHIE, CHE TI FREGA? TANTO SEI INNAMORATA DI NATE!
Lo so, lo so.
Ci stringiamo la mano, Nate invece mi saluta con un bacio a stampo e se ne rivà col suo amichetto.
<< Ma allora state insieme! >> Nooo, Leyla, da cosa l’hai capito?
Faccio cenno di sì con la testa e lei sorride.
<< E quindi tu saresti la fidanzata del mio ex ragazzo? Hm.. fammelo aggiungere alle cose di cui non m’interessa >> Dice una tipa bionda che ci passa accanto.
<< Non te l’ha chiesto nessuno. >> Ma poi chi è questa?
Dopo che se ne va, Leyla mi spiega tutto. Mi ha detto che ha una cotta per Nate dal secondo superiore però lui quando si erano fidanzati l’ha lasciata perché lei pensava di poterlo comandare.
Mi sento potente.
Bitch please, io lo sono.





All’inizio pensavo: “sì è carino ma non è che m’interessi molto” ora però stiamo parlando da circa un quarto d’ora al tavolo della mensa insieme a Leyla, Samuel e Nate ed è piacevole parlarci. Riesce a rendere anche una conversazione sugli hamburger interessante.
La cosa dovrebbe preoccuparmi ma sono troppo presa.
Nate nel frattempo si è spostato vicino a me e cerca di far parte della conversazione ma non riesce molto bene ad integrarsi.





E poi ti svegli nel bel mezzo della notte con una faccia preoccupata.
Però mi piaceva quel sogno.
Mi ero sognata come sarebbe stato se fossi stata con Jake.
Capita.
NO, NON CAPITA SOPHIE.
Nahh.
Spero solo che non sia questo Jake Rosati a scombussolarmi tutto il lavoro di mesi costruito con Nate, proprio ora che sono la sua fidanzata.





Spazio Autrice
Eccomi qui gente!
Lo so, lo so, il capitolo è corto, ma voi nemmeno m’avete fatto trovare quattro recensioni!
Ma io sono così buona d’aver aggiornato lo stesso..
E immagino che tutte le fan di Diario Di Una Nerd Superstar si siano accorte che il nome e il cognome di Jake Rosati sono uguali a quelli di quel telefilm, yeeee . Mi piacevano troppo, skst.
Ora me ne vado, penso che continuerò quando mi andrà o quando sarò ispirata, voi non mi date ascolto. :c
RECENSITE RAGAZZE, almeno datemi qualche motivo per continuare, mi scoraggiate se fate così :c
Voglio capire se seguite la storia e se vale la pena continuare. Davvero ragazze, ho bisogno di voi, anche le critiche vanno più che bene perché servono a crescere e perché posso migliorare(?) o forse no..
Ciau.

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Capitolo 16
*** Tell me why. ***


La mia vita è strana.
Cioè almeno credo.
Io la vedo così.
E’ strana perché prima di arrivare qui ero in Italia e lì la mia vita era tremendamente noiosa.
Da quando sono arrivata qui ho un ragazzo, una buon’amica, ho avuto la mia “prima esperienza”, a casa sto quasi sempre sola, e esco spesso.
Mi fa più che piacere che sia così, ho sempre desiderato una vita simile ma non è di certo perfetta.
Non è perfetta perché, comunque sia, continuo ad odiare me stessa perché sbaglio spesso e non mi piaccio.
SOPHIE STAI FACENDO TARDI!
Oh già.
La scuola.
Finisco la mia prelibata colazione e corro su a vestirmi.
Come al solito impiego dieci minuti o un quarto d’ora buoni per il trucco rischiando di far tardi, infatti mia mamma sta sclerando dal piano di sotto chiamandomi invano.
Prendo la mia borsa coi libri scolastici e corro giù.
Inizia a farmi il cazziatone di prima mattina perché faccio tardi e continua fino a che non mi lascia davanti a scuola dove c’è Leyla che mi saluta abbracciandomi.
“ Ehi Leyla! Cos’è tutto questo entusiasmo?” Scherzo. E’ davvero esuberante ed eccitata oggi.
“ Hai presente Jake?” Dice saltellando. Annuisco.
“ Beh, sta cercando fidanzata e mi ha invitata ad uscire per conoscerci meglio
Dice saltellando, con un tono da sciroccata e mimando le virgolette per le ultime due parole.
Le sorrido e le dico che è fantastico. Sono contenta per lei ma è come se fossi un po’ gelosa. O forse invidiosa.
Nah, che idea stupida.
Faccio un sorriso ancora più grande chiedendole dove è Nate e lo trovo, guarda caso, a parlare con Jake.
E’ da un po’ che non ci diamo dei “veri baci”.
Cioè, giusto qualcuno a stampo per salutarci e parliamo come se fossimo amici.
Bene, arrivando al punto, io sono affamata.
Non so se rende bene l’idea.
In poche parole i miei ormoni stanno impazzendo o sono già impazziti del tutto e mi mancano le labbra di Nate. Non solo quelle sinceramente.
Avete presente quei baci passionali? Quelli che si danno prima di fare hm hm?
Ecco.
Liquido Leyla con un “devo andare” e corro verso Nate.
Saluto velocemente Jake, prendo Nate per la polo e lo trascino dentro l’istituto, mi guardo intorno mentre lui continua a chiedermi spiegazioni e decido di andare in bagno.
Quando entriamo: silenzio.
Mi ero tipo immaginata che gli sarei saltata addosso e che l’avremmo rifatto lì prima del suono della campanella ma mi sono tipo bloccata.
Che nervoso.
Lui mi guarda interrogativo quando finalmente decide di parlare:
“ Che c’è?” Mi chiede perplesso. Probabilmente lo sarei stata anche io dato che l’ho trascinato qui con tanta foga e ora sto immobile, a testa bassa ad ammirare le mie all stars.
Mi sa che mamma le ha lavate.
“ Mi ascolti?” Giustamente si sta innervosendo.
Come diavolo faccio a spiegargli?
Mi servirebbe una birretta o due e sarebbe tutto più semplice.
“ Hm.. come dire.. diciamo che ero “affamata”..” Dico mimando le virgolette.
“Allora andiamo al bar, perché siamo in bagno? Non hai fatto colazione?”
Sempre giustamente, mi guarda come se fossi pazza.
Probabilmente lo sono ma se sapesse il vero motivo capirebbe. Credo..
“ Non sono affamata di cibo “ Dico alzando la testa e strofinando le all stars una contro l’altra.
Ti prego Nate, afferra il concetto.
Mi alza il mento con l’indice per esaminarmi il viso, io ho lo sguardo fisso sulle sue labbra mentre mi mordo le mie, a quel punto capisce e sorride.
“ Ah, ora capisco “ Dice con tono terribilmente sexy mentre si inumidisce le labbra e io sto letteralmente impazzendo.
Alzo lo sguardo guardandolo innocente come se fossi una piccola bimba.
Beh? Cosa aspetta a baciarmi??
“ Se sei “affamata”, soddisfa i tuoi bisogni” dice ammiccando.
Se non avessi dignità lo avrei già fatto.
Oh Dio santo.
Non riesco più.
“ Ehm.. non.. “riesco”.. “ Dico imbarazzata arrossendo.
Dio santo che figuraccia.
“ Non devo sempre iniziare io però” Dice sensuale cingendomi i fianchi e stringendomi a sé, istintivamente metto le mani sul suo petto muscoloso.
Sto andando in iperventilazione.
Scusami Dio se sto facendo pensieri poco casti.
Ma non è colpa mia.
“ Ti sai controllare” Mi stuzzica sussurrando al mio orecchio.
Alzo gli occhi al cielo pregando di non fare la figura della scema e perché sto sclerando.
Io annuisco mentre lui mi lascia una scia di baci sul collo.
Basta.
Prendo il suo viso tra le mani ed inizio a baciarlo.
Aw, grazie al Cielo. Lui ricambia il bacio accarezzandomi la schiena mentre io passo le mani tra i suoi capelli.
Qualcuno sbatte i piedi sul pavimento imperterrito e non sono ne io ne Nate.
Mi volto mentre Nate continua a baciarmi il collo e mi allontano un poco per fargli capire di smetterla.
Sgrano gli occhi.
E’ quella biondina rosicona di ieri.
E’ qui perché io e Nate evidentemente non ci siamo accorti della campanella.
Oh no, perché?
Ci guarda disgustata insieme alle sue amichette che sghignazzano dietro di lei.
“ Immagino che siete nei guai” Dice vittoriosa, fiera della sua scoperta.
“ E perché?! “ Le chiedo infastidita.
“ Perché tu-“ dice indicando Nate “-sei nel bagno delle ragazze, e tu-“ sposta il dito su di me “-mi stai sul cazzo. E grazie alle mie compagne potremo dire che l’avete fatto in bagno. “ Dice guardandoci divertita.
Non è simpatica.
“ Katie, per favore” La guarda Nate come se fosse una ragazzina immatura. In effetti, lo è.
“ No, no, non voglio sentire scuse Spencer, pagherai per quello che mi hai fatto! “ usa un tono del tipo “sono soddisfatta di me stessa e sappiamo entrambi che mi vendicherò”.
O almeno questa è la mia impressione.
“ Ma non ti ho fatto niente! “ Esclama Nate sbalordito mentre gesticola.
Lei lo zittisce con uno “shh” e se ne va con le sue seguaci.
Ci guardiamo in segno di disperazione, lui sbuffa, fa un cenno della mano che dovrebbe dirmi di lasciare stare e se ne va.
Dio santo.
Ceh.
Mi affaccio sul corridoio vedendolo che se ne va sconsolato con le mani nei jeans dai suoi amici ed inizia a parlare.
Sbuffo esasperata ed esco.
Leyla è appoggiata al suo armadietto -che è accanto al mio- cercandomi tra la folla.
Sono più che sicura che cerca me, perché Jake è nei paraggi e le altre compagne sono più avanti, rimango solo io.
La raggiungo soffermandomi un attimo a guardare Nate che ricambia lo sguardo ma non dice nulla, mi rigiro e raggiungo Leyla.
“ Sono nella merda” Le dico con le mani fra i capelli.
“ Perché?” Domanda preoccupata.
“ Beh.. io.. “ Che cosa imbarazzante, come glielo spiego?
Fortunatamente si accorge che sta facendo tardi, me lo dice e mi invita a pranzo per parlare.
Io annuisco e la saluto sorridendole.
Il corridoio è quasi vuoto e Nate sta prendendo i libri dall’armadietto.
Do una veloce occhiata nei dintorni e corro da lui afferrandolo nuovamente per la polo e tirandolo a me mentre la mia schiena aderisce con l’armadietto metallico freddo e gemo. Lui sorride.
Inizio a baciarlo e lui ovviamente ricambia anche se tra un bacio e l’altro mi dice che stiamo facendo tardi.
Mi blocco un attimo riflettendo, apro la bocca per dire qualcosa ma poggia il pollice sulle mie labbra.
“ Ci vediamo dopo” mormora sorridendo, si gira e se ne va.
Dannazione!
Vado a prendere i libri che avevo lasciato a terra davanti all’armadietto e corro in classe.



Leyla parla, parla e parla ed io da brava amica la ascolto fino a quando si paralizza con la bocca spalancata.
“ Guarda che ti entrano le mosche in bocca” Dico guardandola confusa e si rimette composta.
“ G..guarda! “ Indica il muro.
Ci sono vari fogli, un po’ appesi dappertutto con su scritto: “ Sophie Livine l’ha fatto in bagno con Nate Spencer”.
Sbianco.
Tutti iniziano a ridere e a sghignazzare mentre mi guardano.
Nate invece riceve pacche sulla schiena dagli amici ma anche lui è stupito.
Mi dirigo a mensa con Leyla sotto braccio e con lo sguardo basso.
Che vergogna.



A mensa la situazione sembra calmarsi perché tutti sono occupati col cibo.
La porta viene spalancata.
E’ il preside.
“ Cos’è questo?! “ Dice sventolando uno dei fogli che stavano attaccati nei corridoi.
“ Cosa significa?! “ Sbottà.
Oh oh.
Vi ho voluto bene.
“ Spencer! Livine! In presidenza! SUBITO! “ Urla.
Tutti stanno zitti e seduti e nel silenzio assoluto io mi devo alzare-lo stesso Nate- e camminare a testa bassa fino ad arrivare al preside.
Dio santo, che vergogna.
Mi alzo con Nate dietro che mi segue a ruota.
“ Stai tranquilla, andrà tutto bene” Sussurra cercando di tranquillizzarmi ma si capisce dal suo tono di voce che anche lui è nervoso.
Katie e le altre sghignazzano quando passiamo davanti a loro. Anche Nick.
Il preside ci guarda furibondo e ci fa uscire prima di lui.
Tell me why.









Spazio Autrice
Buonasera gente! Immagino che stiate guardando Titanic e che quindi non vi interesserete a me.
Però volevo pubblicaaaaaaaaaare.
Se non sbaglio, questo capitolo è più lungo degli altri, siate fiere di me. :3
Mi sembra che non state seguendo la mia storia e questo mi dispiace assai, davvero.
Cioè, non lasciate più nemmeno quattro recensioni..
Non vi piace più la mia storia?
Comunque sia, spero che la seguiate perché ho pensato a vari finali, litigi, e se riesco trasformerò questa storia anche in un THRILLER
No vabbè, ci vorrà un po’ però ovviamente.
Ora vado cwc
Ciau.


RECENSITEEEEEEEEEEEEEE PLIZ

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Capitolo 17
*** Finish ***


Rieccomi qui dopo nonsoquantotempo.
Come potete vedere questo che state leggendo non è il capitolo. Succede che a distanza di tempo non ho più voglia di scrivere per questa storia e mi sto dedicando ad un'altra che penso sia moooooolto meglio.
Mi scuso e vi ringrazio per avermi seguita, davvero, mi avete dato un piacere immenso. Ora ho un nuovo profilo, sono http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=320444 ovvero "Icant". Ve lo dico se volete continuare a seguirmi perché se così fosse vi amerei a vita lol.
Penso che la nuova storia - non mi sto vantando, sto facendo un paragone- sia molto meglio e più avvincente e forse anche scritta meglio, perciò se volete leggerla è questa: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1700448&i=1 ovvero "Stranger."
Vi faccio un piccolo "spoiler":
La storia parla di una ragazza che incontra un ragazzo che sa tutto di lei e lei niente di lui. Lui è una specie di spia e la vita di questa ragazza cambierà incredibilmente e verrà catapultata il una realtà che non è sua. Scoprirà varie cose sulla sua famiglia e rimarrà sconvolta scoprendo chi manda questa misteriosa spia che è attratta da lei. La cosa è reciproca ma ci sono varie cose che ancora non quadrano.
Ciò che vi ho scritto non è molto convincente purtroppo, e lo so, vi prego di leggere la storia, plz.
Ora vado, scusatemi, non odiatemi ma stanno accadendo varie cose ed anche io sono "stata catapultata in un'altra realtà". Ormai è tutto così difficile per me e riesco a dedicarmi solo a l'altra storia.
Ah, riguarda Zayn Malik ma non preoccupatevi (mi riferisco a chi non piacciono i Oned) il contesto è del tutto diverso quindi è adatta a tutti i fandom(?) sta storia lol.
Mi dispiace, davvero, ma non ho né voglia ne fantasia per continuare e come ho già detto sto passando un periodo di merda senza entrare nei dettagli.
Ora vado, spero che continuerete a seguirmi, che mi perdonerete e che seguirete la mia nuova storia (cosa che desidero più di tutte) cc.
Mi dispiace, davvero, sono mortificata, cc
Ora vado, adios ragazuole! :c

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