SOGNANDO CALIFORNIA

di Tittili
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** STRANA RICHIESTA ***
Capitolo 3: *** UNA VISITA INASPETTATA ***
Capitolo 4: *** CHI ROMPE PAGA ***
Capitolo 5: *** UN VOLO INTERESSANTE ***
Capitolo 6: *** FINALMENTE ARRIVATI ***
Capitolo 7: *** ZIA VIVIAN ***
Capitolo 8: *** NIENTE PIU' BUGIE ***
Capitolo 9: *** TEMPESTA ***
Capitolo 10: *** HO PAURA (PARTE 1) ***
Capitolo 11: *** HO PAURA (PARTE 2) ***
Capitolo 12: *** SONO FELICE ***
Capitolo 13: *** SOLO UN'ETERNITA' ***
Capitolo 14: *** IL SABATO DI RICK ***
Capitolo 15: *** IL SABATO DI KATE ***
Capitolo 16: *** SABATO SERA, DOMENICA MATTINA ***
Capitolo 17: *** DOMENICA ***
Capitolo 18: *** DOMENICA NOTTE ***
Capitolo 19: *** LA FESTA E' FINITA ***
Capitolo 20: *** IPOTESI ***
Capitolo 21: *** REALTA' SCOMODA ***
Capitolo 22: *** DECISIONI ***
Capitolo 23: *** PERCHE'? ***
Capitolo 24: *** PADRE O'MULLEY ***
Capitolo 25: *** TOM ***
Capitolo 26: *** SPERANZE ***
Capitolo 27: *** SORPRESE ***
Capitolo 28: *** VIA D'USCITA ***
Capitolo 29: *** VIGILIA ***
Capitolo 30: *** CORSA CONTRO IL TEMPO ***
Capitolo 31: *** IN AZIONE ***
Capitolo 32: *** SILENZIO ***
Capitolo 33: *** LIBERI ***
Capitolo 34: *** MISSIONE DI SALVATAGGIO ***
Capitolo 35: *** ALWAYS KATE ***
Capitolo 36: *** FINITA? ***
Capitolo 37: *** IL SISTEMA ***
Capitolo 38: *** ULTIMA BATTAGLIA ***
Capitolo 39: *** FACCIAMO I CONTI ***
Capitolo 40: *** INCONDIZIONATAMENTE ***
Capitolo 41: *** DELIRIO ***
Capitolo 42: *** A CASA ***
Capitolo 43: *** MALIBU ***
Capitolo 44: *** MALIBU (PARTE SECONDA) ***
Capitolo 45: *** CUORE ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Era una bella mattina soleggiata ma piuttosto fresca, nonostante la primavera avesse ormai fatto capolino da tempo nella effervescente New York.
Si era svegliata molto presto come al solito e osservava dalla finestra con sguardo un po’ perso la città che prendeva vita.
I raggi del sole le colpivano dolcemente il viso come una carezza amorevole mentre sorseggiando il caffè appena fatto ne assaporava l’aroma deciso e piacevole.
Era il momento della giornata che preferiva.
La notte con tutte le sue paure e i suoi fantasmi era svanita e tutti i problemi e la fatica del  nuovo giorno non erano ancora cominciati.
Una specie di limbo, di pausa dal mondo e dai ricordi.
Tornò con calma in cucina per riporre la tazza ormai vuota e i suoi occhi si posarono sulla busta riccamente decorata  appoggiata con cura sul piccolo mobiletto dell’entrata.
Era arrivata ormai da due giorni e ancora non si era decisa.
Sarebbe andata oppure avrebbe trovato una scusa?
E se avesse deciso per il sì?...come avrebbe potuto dirglielo?
Con questo dubbio nel cuore prese la borsa e le chiavi della macchina per andare al lavoro.

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Capitolo 2
*** STRANA RICHIESTA ***


Scese le scale lentamente e quando uscì dal portone un brivido di freddo percorse tutto il suo corpo.
Si era vestita decisamente troppo leggera ma non aveva nessuna voglia di rientrare per prendere qualche altro indumento.
Allungò quindi il passo ed entrò velocemente in auto cercando quasi un riparo.
Accese il motore e il riscaldamento contemporaneamente per poi collegare il cellulare al sistema di risposta in viva voce.
Per arrivare fino al 12° distretto ci avrebbe messo almeno una mezz’ora, non tanto per la distanza, ma per il traffico cittadino sempre e comunque congestionato.
Osservava di sfuggita i visi dei guidatori che incrociava e si domandava se loro facevano lo stesso.
Era ancora assorta nei suoi pensieri quanto il portatile emise un suono metallico.
Sul piccolo display vide il viso del suo interlocutore e sospirò sapendo già l’argomento della chiamata.
K”…ciao papà…” rispose in modo svogliato
P”…ciao Kate…” disse l’uomo facendo una pausa più lunga del necessario
K”..lo so papà…oggi decido…promesso…” replicò la donna sapendo già la domanda che voleva farle il padre
P”…non voglio essere insistente Kate…ma sai com’è fatta zia Vivian…mi chiama due volte al giorno..” continuò l’uomo
K”..lo so papà…lo so…però…se decido per il si…” iniziò titubante Kate “…potrei anche andare da sola…” concluse aspettando l’inevitabile replica
P”…se vai da sola rimarrà molto delusa…lo sai…” replicò Beckett senior con tono triste
K”…ma papà…è così imbarazzante…”
P”..se vuoi provo io a vedere se è possibile..” esclamò intraprendente l’uomo
K”..NO!!...ti prego…sarebbe ancora peggio…va bene papà…so che ci tieni…ci vado…” cedette alla fine la detective.
P”…fantastico tesoro…allora avverto la zia Vivian…e…oggi anche chiederai…” azzardò l’uomo
K”…non lo so…” concluse decisa chiudendo la conversazione.
Era veramente irritata da questa situazione assurda.
Arrivò al distretto quasi senza accorgersene e quando finalmente si sedette alla sua scrivania la sensazione di fastidio era ormai arrivata alle stelle.
Fissava lo schermo del suo computer come se ci potesse trovare la soluzione per non rimanere incastrata quando un ottimo profumo di caffè arrivò alle sue narici.
Alzò lo sguardo e incrociò il blu sorridente degli occhi di Castle.
C” ..buongiorno Beckett…” esclamò gioviale.
K”…c-ciao Castle..” rispose come sorpresa la donna.
Erano ormai quattro anni che quell’uomo si era insinuato nella sua vita.
E se all’inizio lo trovava irritante e infantile con il passare del tempo aveva scoperto che dietro una facciata arrogante si nascondeva un uomo incredibile.
Ormai non riusciva a vedere la sua giornata senza la sua presenza e anche se non lo voleva ammettere, soprattutto a sé stessa, si rendeva conto che era ormai innamorata di quello strampalato assurdo affascinante scrittore.
Ma non poteva lasciarsi andare. Non ancora. C’erano delle priorità nella sua vita.
Con questi strane sensazioni nel cuore continuava a fissarlo con una espressione indefinibile.
C”..Beckett…tutto bene?” chiese preoccupato l’uomo.
Non aveva mai visto la sua musa così strana.
La conosceva fin troppo bene.
Da quel giorno in cui si erano incontrati per il loro primo caso insieme la sua vita aveva avuto una svolta.
Quella donna era così diversa da tutte quelle che da sempre avevano fatto  parte della sua esistenza e non era più riuscito a staccarsi da lei.
Forse all’inizio l’aveva vissuta come una sfida ma man mano che il tempo gli aveva dato modo di capire che tipo di persona aveva avuto la fortuna di incontrare tutto intorno a lui era cambiato.
Anzi, lui era cambiato, riusciva finalmente ad essere ciò che era e non quello che doveva apparire.
Osservava quegli meravigliosi occhi verdi che lo fissavano e in quel momento avrebbe tanto voluto baciarla.
Era innamorato di lei, perdutamente, ma sapeva che lei non era pronta. Non ancora.
K”…Castle…si..si tutto bene…e come ogni mattina …grazie del c-caffè…” disse la detective quasi a risvegliarsi da uno strano sogno
C”..figurati…allora…nessun morto oggi?” chiese pimpante
K”..NO Castle…fortunatamente no…a meno che tu no voglia che ti uccida qui così ci sarà un caso da risolvere…” disse sarcastica la donna
C”..be..ma se mi uccidi qui ora davanti a tutti…non ci sarebbe nessun caso…da risolvere intendo…colta sul fatto…” replicò  ironico
K”…dipende da come ti uccido…” disse lei avvicinandosi pericolosamente al suo  viso con un tono stranamente malizioso  facendolo deglutire vistosamente.
In quel momento il suono del cellulare della detective interruppe il siparietto.
Kate osservò il numero che però era sconosciuto.
K”..Beckett!!..” rispose seria cambiando poi immediatamente  espressione arrossendo  vistosamente.
K”…zia Vivian!!...ma…ma chi ti ha dato il mio numero…..certo..sì…papà…sì zia Vivian…certo che sono contenta di venire…certo…va bene…se ho chiesto al signor Cast…..no..non ancora…ma non so se riuscirà…sai..è molto impegnato…si…si…va bene zia..va bene…ci vediamo la prossima settimana…ciao ciao…”
La donna, rifugiandosi nella saletta della pausa, aveva cercato di non farsi troppo sentire ma la strana conversazione oltre all’atteggiamento imbarazzato non erano certo sfuggite allo scrittore.
C”…Beckett??..sei sicura che vada tutto bene?...mi sembri…strana…” chiese incuriosito Castle.
K”…NO!! Non va bene niente..” rispose irritata.
L’uomo allora si allontanò quasi a scusarsi della sua presenza ma la detective lo fermò.
K”..scusami Castle…mi spiace…è che ho una strana questione di famiglia che mi sta procurando un sacco di problemi…” spiegò calma osservandolo.
C”..mi dispiace molto…se posso esserti di qualche aiuto…sai che puoi contare su di me..” disse lui  sorridente.
K”..in effetti…potresti..” replicò lei titubante.
K”…vedi.. la prossima settimana mia zia Vivian e mio zio George festeggiano 40 anni di matrimonio…e danno una grande festa…ma mio padre in quei giorni ha un impegno improrogabile e quindi..” continuò spiegando la situazione
C”…quindi ci devi andare tu…bè..dai.. non mi sembra una tragedia…ma..non ho capito come posso esserti utile io…” chiese l’uomo
K”…mio zio George è un tuo grande fan…e mia zia Vivian vorrebbe fargli un regalo un po’ particolare…” disse con voce imbarazzata la donna
C”…non capisco…che regalo particolare??..”
K”..TU!!...vorrebbe dargli l’opportunità di conoscerti..”concluse Kate con una espressione strana sul volto.
Castle rimase come imbambolato.
C”…IO!!! ..cioè…sarei un regalo di anniversario…” disse alquanto divertito
C”…spero solo di non dover essere anche impacchettato…soffro un po’ di claustrofobia…” continuò poi sorridendo
K”..lo so Castle…è una cosa assurda..io ho cercato di spiegarlo sia a mio padre che a mia zia..ma loro mi stanno tormen…” iniziò a lamentarsi Kate ma non riuscì a finire la frase.
Castle era a pochi centimetri da lei.
C”…sarà un vero onore accompagnarla…detective Beckett…” sussurrò dolcemente.
Appoggiò poi velocemente le labbra sulla guancia della donna, fuggendo subito dopo, lasciandola senza parole.
 
 
  

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Capitolo 3
*** UNA VISITA INASPETTATA ***


Mentre Castle si rifugiava vicino a Ryan ed Esposito parlando del più e del meno, Kate rimase a riflettere nella saletta del caffè.
Lo osservava attraverso il vetro mentre gesticolava raccontando chissà quale aneddoto ai due amici poliziotti.
Pensò sorridendo a quanto fosse invece difficile per loro due riuscire a comunicare in modo così diretto.
Tutto era fatto di sguardi, di battute, di mezze parole  o di strane situazioni di cui naturalmente non parlavano.
Come quella volta che si erano baciati sotto copertura per poter entrare nel covo di Lockwood e salvare Ryan ed Esposito.
Erano entrambi rimasti molto turbati; si erano resi conto che quel bacio era stato tutto tranne che recitato.
Il modo in cui si erano guardati, la passione che li aveva travolti  e il segno che aveva lasciato nei loro cuori avrebbero portato chiunque per lo meno a parlarne.
Ma non loro.... troppo complicato.
Forse un giorno, lontano dai fantasmi del passato, ci sarebbero riusciti.
Forse.
Rientrò per sedersi alla sua postazione e il suo sguardo si incrociò con quello di Castle.
I suoi  occhi color del mare sembravano leggerle l’anima mentre si avvicinava sorridendo.
C”…Beckett…non ti preoccupare…mi comporterò bene….da perfetto regalo!!” scherzò lui
B”..guarda che ti imballo per bene se continui a prendermi in giro…” replicò la donna
C”…essere legati da te…una cosa da provare…” 
disse lo scrittore con voce profonda continuando a fissarla
B”…quando vuoi…” rispose la detective sostenendo lo sguardo
Castle rimase spiazzato e dopo un sorriso imbarazzato sussurrò ”…be…magari..un giorno…”
 

&&&

 
Castle arrivò nella sua casa purtroppo solitaria.
Alexis e Martha erano partite per una vacanza premio di venti giorni in Italia e lui si sentiva molto solo.
Questa novità quindi era veramente motivo di felicità.
E non per il viaggio in sé ma per la possibilità di passare qualche giorno da solo con la sua musa senza dover pensare a omicidi e indizi.
Magari riusciremo a parlare un po’  pensò versandosi un bicchiere di latte.
Era così entusiasta della cosa che non si era neanche informato su dove sarebbero andati, per quanto tempo e come si sarebbero organizzati.
Ma non gli importava più di tanto.
Kate sarebbe stata con lui e questa era l’unica cosa che contava.
Salì lentamente al piano di sopra e si buttò sotto la doccia.
Mentre l’acqua scorreva lungo il suo corpo ripensò alle ultime parole di Kate di quella giornata e al suo sguardo mentre le pronunciava
 – quando vuoi – aveva detto
Tu non sai quanto vorrei..pensò l’uomo
Si asciugò con calma e dopo essersi infilato un paio di calzoncini sportivi e una maglietta con i capelli ancora bagnati scese in soggiorno sedendosi comodamente sul divano accendendo la televisione.
Stava svogliatamente facendo zapping da un canale all’altro quando sentì bussare.
Chi diavolo è a quest’ora…pensò infastidito.
Andò ad aprire la porta rimanendo stupito dal visitatore inaspettato.
C”..signor Beckett…prego..si accomodi…” disse con cortesia stringendogli la mano
J”..signor Castle…mi scusi per l’ora…ma avevo bisogno di parlarle..e per telefono mi sembrava poco opportuno..” rispose l’uomo entrando in casa
C”..mi scusi lei per l’abbigliamento ma non aspettavo visite…ma prego…si sieda…posso offrirle qualcosa?..” replicò lo scrittore visibilmente imbarazzato.
J”..quello che sta bevendo lei va benissimo..” rispose sorridendo l’uomo osservando il bicchiere di latte che Castle aveva ancora in mano
Per un attimo lo scrittore aveva dimenticato i grossi problemi con l’alcol che il padre di Kate aveva dovuto affrontare dopo la morte violenta della moglie.
Temeva di aver fatto la sua ennesima gaffe, ma lo sguardo divertito e sereno del signor Beckett lo rasserenò subito.
Andò quindi in cucina e portò un vassoio con il latte e alcuni biscotti.
C”..uno spuntino serale…che dice??” esclamò sorridendo
Jim Beckett rispose con una risata spontanea  appoggiandogli una mano su una  spalla.
J”..Katie ha proprio ragione…lei è unico…” disse ridendo l’uomo sedendosi al tavolo prendendo un dolcetto.
Lo scrittore si sedette a sua volta e iniziò ad inzuppare un biscotto rosicchiandolo poi con soddisfazione.
J”…signor Castle..”
C”…la prego..Rick…”
J”…bene..Rick…ti chiederai perché sono qui a disturbarti a queste ore…”
C”…in effetti..sono un po’ preoccupato…”
J”…volevo ringraziarti..”
C”…signor Beckett…io..”
J”..Jim…”
C”.. …Jim….io non capisco per che cosa..”
J”..sai bene che la mia famiglia, in quel maledetto giorno….insomma…tutto è andato quasi perduto…per Kate..per me…ma anche per Vivian..”
C”…Vivian?..” chiese a quel punto incuriosito lo scrittore
J”…la sorella di Johanna…erano molto legate nonostante la vita le avesse divise con centinaia di chilometri…lei vive da anni in California…Kate nei primi tempi si trasferì da lei..forse per non sopportare me..o forse per sentirsi in qualche modo più vicina a sua madre stando con la zia…vedrai..è una donna incredibile…e non potrò mai ringraziarla abbastanza per quello che ha fatto per me e per Katie in tutti questi anni..”
L’uomo parlava quasi guardando nel vuoto.
Sembrava come guardare il film della sua vita, una sceneggiatura tragica e insopportabile ma che pian piano stava come ritornando ad una normalità tanto agognata.
J”…per questo sono qui…volevo ringraziarti di persona…finalmente, potrò, tramite Kate e te, fare qualcosa per Vivian..sapere di farla felice in qualche modo mi rende più sereno..” continuò poi guardando lo scrittore.
Castle era imbarazzato.
Gli occhi di Jim erano velati dall’emozione e per un attimo si sentì investito di un ruolo più grande di lui  
C”..J-Jim…io..sono lieto di tutto questo ma…” balbettò Rick
J”…lo so..lo so..mi rendo conto che tu hai accettato solamente per poter stare in qualche modo da solo con mia figlia…” replicò sorridendo l’uomo
Castle rimase con la bocca aperta e un’espressione ebete.
J”…non sono mica nato ieri…caro il mio Rick…ma per me non è un problema…posso solo dire che da quando Katie ti ha conosciuto è tornata a sorridere…a vivere…e devo ringraziarti immensamente anche per questo…mi hai restituito la mia bambina...quindi…posso solo dirti una cosa…buona fortuna!..e attento…perché è una donna d’acciaio…come sua madre..” concluse alzandosi dal tavolo svuotando d’un fiato il bicchiere colmo di liquido candido.
Lo scrittore non riusciva a dire una parola e si alzò a sua volta accompagnando il suo ospite alla porta.
J”…bene Rick…spero che questo viaggio faccia trovare ad entrambi ciò che cercate…” si congedò il signor Beckett.
C”…g-grazie ..Jim…buona notte…” riiuscì a biascicare Castle stringendogli la mano.
Dopo aver chiuso la porta tornò a sedersi sul divano ancora piuttosto stupito da quella breve ma incredibile chiacchierata.
Ad un tratto però un sorriso compiaciuto nacque spontaneo sul suo volto.
Aveva avuto la benedizione del padre della donna che amava.
 
 
 

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Capitolo 4
*** CHI ROMPE PAGA ***


Beckett arrivò a casa praticamente distrutta.
Era stata una strana giornata.
Niente casi da risolvere e un quintale di scartoffie da compilare.
Buttò la borsa e la giacca sulla poltrona per poi stendersi sul divano.
Il cellulare suonò con insistenza ma non rispose perchè sapeva perfettamente che era suo padre, visto che gli aveva mandato un messaggio per “ringraziarlo” di aver dato il suo numero alla zia Vivian.
Si sentiva ancora a disagio per come erano andate le cose quella mattina e si rese conto che in fondo il vero sentimento che la tormentava era la paura.
Aveva paura di ritornare in quei luoghi che l’avrebbero riportata a ricordi così lontani.
Adorava Santa Monica e la odiava nello stesso modo.
In quella bellissima città aveva passato momenti indimenticabili e anche i giorni più cupi della sua vita.
Il suo timore era fondato perché sapeva che le sue emozioni e sentimenti sarebbero riemersi con impeto e non era sicura di riuscire a dominarli.
E non solo quelli antichi e lontani ma soprattutto quelli profondi ed impetuosi che aveva per l’uomo che l’avrebbe accompagnata in quel viaggio.
Mentre questi pensieri le turbavano il cuore il suono dell’arrivo di un messaggio sul cellulare la fece trasalire.
Non poteva essere suo padre, visto che sapeva a malapena usare il portatile, quindi incuriosita si alzò per prendere il telefono dalla borsa.
Sorrise alla vista del nome del mittente.
Aprì con un gesto la piccola busta.
Visto che andremo in California, posso portare anche il costume da bagno???..”
Kate si mise a ridere da sola chiedendosi poi incuriosita come lo scrittore aveva scoperto la destinazione del viaggio.
Iniziò quindi a digitare la risposta
Non sapevo che ti piacesse nuotare...ma credo sia una buona idea…porterò anche il mio…”
Mandò il messaggio e subito dopo ne inviò un altro
“…grazie Castle…”
Dopo pochi secondi il telefono annunciò la risposta
“..Always.. Beckett…Always..”
 

&&&

 
Il giorno dopo Kate arrivò il ufficio piuttosto agitata.
Doveva prima parlare con la Gates per farsi dare qualche giorno di ferie e soprattutto doveva affrontare Castle.
Si sentiva come un’adolescente impacciata.
Non riusciva a capire il motivo di queste sensazioni di imbarazzo.
La Gates non fece alcun problema anzi, sembrava quasi contenta che finalmente la detective si prendesse una pausa.
Uscì dall’ufficio del capitano molto sollevata ed entrò nella saletta relax quasi per riprendere fiato.
Stava trafficando intorno alla macchinetta del caffè quando una voce la raggiunse alle spalle.
C”..Buongiorno detective…serve una mano?”
La tazza le sfuggì di mano per la sorpresa rompendosi in mille pezzi.
K”..Castle…a momenti mi fai venire un colpo..” disse la donna irritata abbassandosi a raccogliere i cocci.
L’uomo si precipitò vicino a lei per aiutarla.
C”..mi dispiace…non volevo spaventarti..” replicò l’uomo premuroso iniziando anche lui a  recuperare i pezzi sparsi sul pavimento.
K”..non puoi arrivare alle spalle delle persone senza farti sentire..”  lo rimproverò la donna con voce comunque comprensiva
C”..credevo mi avessi sentito arriv….ouch….” disse ancora l’uomo fermandosi a metà frase osservando con espressione leggermente dolorante la mano sinistra.
La detective osservò l’uomo che in quel momento sembrava un bambino preoccupato.
Prese tra le mani quella dello scrittore per osservare cosa si era fatto.
Era un taglietto da niente e senza pensarci appoggiò morbidamente le labbra sulla ferita come per medicarla.
Continuando a muovere lentamente la bocca succhiando delicatamente il sangue che usciva alzò lo sguardo verso l’uomo.
Castle era immobile con un’espressione stupita e gli occhi che sembravano un oceano in tempesta.
Kate si rese conto d’un tratto di quello che stava facendo e lentamente spostò le labbra.
Lo scrittore  era pericolosamente vicino.
Il cuore le stava quasi per uscire dal petto e riusciva ormai a sentire il respiro irregolare dell’uomo sempre troppo vicino.
In quel momento la porta si aprì di colpo facendo entrare Ryan ed Esposito.
I due poliziotti rimasero un attimo interdetti vedendo Kate e Rick in ginocchio uno di fronte all’altra a pochi centimetri.
La donna si alzò di colpo estremamente imbarazzata
K”..l-la tazza…è c-caduta…Castle!!...vai in bagno a metterti un cerotto..non fare il bambino…è solo un taglietto…” esclamò poi balbettando cercando di sembrare irritata con lo scrittore.
C”…s-si..si…vado..” sussurrò l’uomo ancora turbato uscendo velocemente.
Javier e Kevin si guardarono per un attimo con uno sguardo complice.
E”..hei capo…abbiamo forse interrotto qualcosa?” disse l’ispanico con tono ironico
K”…non dire sciocchezze!!!...non c’è niente da interrompere…” sbottò la detective.
R”..in effetti..per interrompere qualcosa bisogna che prima sia iniz…” iniziò l’irlandese bloccandosi davanti allo sguardo assassino della donna che stava ormai uscendo dalla stanza.
Castle era corso in bagno con il cuore ancora in gola.
Si trovò ansimante davanti allo specchio guardandosi con un espressione ancora stupita.
Cercando di calmarsi chiuse gli occhi e risentì sulla pelle il calore delle morbide labbra della donna.
Fece scorrere l’acqua fredda buttandosene poi un po’ sul viso quasi a provare a ritornare in sé.
Riaprì gli occhi e osservò l’uomo che aveva davanti come se fosse un estraneo.
Lentamente un sorriso comparve sul suo volto.
Forse il crollo di quel maledetto muro  è più vicino di quanto immaginavo…pensò sfiorandosi lentamente la piccola meravigliosa ferita.
 
 

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Capitolo 5
*** UN VOLO INTERESSANTE ***


Mancavano ormai pochi giorni alla partenza e fortunatamente i casi che la squadra omicidi si era trovata a risolvere si erano rivelati piuttosto semplici seppure nella loro crudezza.
Castle era un po’ preoccupato perché aveva avuto da Kate solo informazioni frammentarie sulla loro pseudo-vacanza ma non voleva crearle troppe pressioni e la breve chiacchierata con Jim Beckett gli aveva fatto capire che era meglio lasciare a Kate il tempo che le serviva.
Era piuttosto tardi e l’uomo stava sistemando le ultime cose in valigia visto che avrebbero preso l’aereo la mattina dopo.
Si sentiva piacevolmente emozionato quasi fosse il suo primo viaggio.
In effetti non era mai stato a Santa Monica e la California comunque lo aveva sempre affascinato con la sua storia e i meravigliosi paesaggi.
Stava sorridendo mentre chiudeva la borsa dopo aver infilato un costume da bagno quando sentì bussare.
Per un attimo pensò a Jim Beckett e poi incuriosito andò ad aprire la porta trovandosi invece davanti la detective.
K”..ciao Castle..ti disturbo?...” disse la donna un po’ in imbarazzata osservandolo con uno strano sguardo
C”..c-ciao Beckett..no..no..nessun  disturbo…accomodati…” rispose l’uomo.
La detective entrò continuando però ad evitare di guardarlo.
L’uomo ad un tratto capì il motivo di quel comportamento.
C”..ops..scusami Beckett…” disse correndo al piano di sopra.
Entrò in camera e si guardò allo specchio.
Castle….sei un idiota…pensò osservandosi.
Calzini bianchi corti ai piedi, calzoncini con dei paperotti improponibili e una maglietta di Superman.
Il tutto condito da capelli ancora bagnati dalla doccia e barba da fare.
Si cambiò infilandosi qualcosa di normale e corse di nuovo in soggiorno.
Beckett lo accolse con un sorriso divertito.
K”..non ti sarai cambiato per me Castle…la tua mise era veramente carina…”
Castle arrossì vistosamente.
C”..non aspettavo visite…” cercò di giustificarsi imbarazzato
La detective rise divertita riempiendo il cuore dell’uomo.
K”..non ti preoccupare Castle…anch’io quando sono sola a casa mi metto comoda..” disse poi con un pizzico di malizia facendo deglutire vistosamente lo scrittore.
K”..scusa ancora se sono venuta a quest’ora ma avevo bisogno di una tua firma..” disse la donna porgendogli dei moduli
Lo scrittore la guardò un po’ perplesso.
C”..una firma…a quest’ora?...non potevi aspettare domani mattina?...” chiese con un tono un po’ ironico l’uomo mentre firmava i documenti
K”…non farti illusioni Castle…dovevo fare il check-in elettronico e se non lo completo entro mezzanotte…domani ci dobbiamo fare una coda assurda…ma se preferisci alzarti verso le cinque...” rispose la donna dirigendosi verso la porta
C”…le c-cinque….no ..no…per l’amor del cielo…rischio di arrivare in aeroporto vestito come prima….” esclamò  Rick prendendola per una mano per impedirle di andarsene.
La detective non si aspettava quel gesto e quasi perdendo l’equilibrio si ritrovo addosso all’uomo con le mani appoggiate al suo petto.
Si guardarono negli occhi avendo quasi paura di respirare.
La donna sentiva sotto le dita il cuore dello scrittore che batteva come impazzito e il suo respiro irregolare.
Il calore del suo corpo e il suo profumo le fecero quasi perdere la testa.
Il trillo del cellulare fece riprendere alla detective il controllo della situazione.
C”…p-pronto…Al…scusa…non avevo visto il numero…si certo..tutto bene…anzi..benissimo…” rispose al telefono lo scrittore
Mentre Castle continuava a parlare con la figlia la donna recuperò i documenti del viaggio che erano caduti per terra e anche una certa calma apparente.
Nonostante la conversazione in corso gli occhi dell’uomo continuavano a seguirla in tutti i suoi movimenti.
Fece per uscire ma lo scrittore con un movimento veloce appoggiò una mano sulla porta richiudendola.
C”..tranquilla Alexis…starò via qualche giorno anch’io..quindi non ti preoccupare..”
Castle continuava a parlare con la figlia ma nel frattempo aveva praticamente impedito qualsiasi movimento alla donna: la mano destra appoggiata alla porta e il corpo ad bloccarla da un possibile fuga a sinistra.
Kate era come in preda al panico.
C”..va bene…ciao tesoro..ci sentiamo la prossima settimana…e dai una controllata alla nonna…ti voglio bene anch’io…”
Rick chiuse la comunicazione e immediatamente gettò il cordless per terra appoggiando quindi anche l’altra mano sul muro bloccando tra le sue braccia la detective.
La donna quasi non respirava e alzando lo sguardo di perse in quegli splendidi occhi che la stavano fissando intensamente.
C”…perché sei venuta qui stasera?..” le sussurrò con voce profonda
K”…l-la f-firma..” riuscì solo a balbettare Kate
C”…solo per la firma?...” chiese ancora lui avvicinandosi a lei tanto da sentire il calore del suo respiro sulle labbra
K”…s-sì…” rispose debolmente
Lo scrittore rimase un attimo in silenzio continuando ad fissarla come a volerle leggerle l’anima.
Poi lentamente si allontanò per poi abbassare le braccia lasciandola libera di andare.
C”…allora ci vediamo domani in aeroporto…buonanotte Kate…” disse sorridendo compiaciuto di averla messa in difficoltà.
K”..a domani…buonanotte Castle” sussurò la donna praticamente fuggendo.
 

&&&&

 
 
Alle 9.00 in punto arrivarono contemporaneamente davanti al gate di accesso.
K”..Buongiorno Castle…pronto a partire?..” esordì Kate leggermente imbarazzata
C”…io sono nato pronto..” replicò sorridendo l’uomo
Il check-in fatto on line da Kate evitò loro più di qualche coda e si ritrovarono nel giro di pochi minuti seduti comodamente all’interno dell’aereo.
Avendo viaggiato molto Castle era piuttosto rilassato e a suo agio ma si rese conto che non era lo stesso per la sua vicina di posto.
Il volto di Kate era piuttosto tirato e avrebbe giurato anche impaurito.
C”..Beckett…tutto ok?” chiese allora titubante
K”..ma certo..stiamo solo dentro una specie di lattina volante e fra poco saremo talmente lontani da terra che potrò salutare con la mano i tuoi cari amici alieni..” rispose sarcastica la detective
C”..qualcosa mi dice che non ti piace viaggiare in aereo..” replicò ironico lo scrittore
K”…perspicace Castle..veramente un genio…” disse acida la donna fissandolo con sguardo duro.
Si trovò però di fronte l’espressione realmente preoccupata e intimorita dell’uomo.
K”…scusami…è che quando entro in uno di questi cosi divento veramente impossibile…” continuò con tono morbido.
C”…non sapevo che il 12 distretto fosse stato costruito dentro ad un aereo…” replicò Castle.
La donna capì solo dopo pochi secondi la battuta dello scrittore e quindi lo colpì con una gomitata facendolo sobbalzare.
C”…che caratteraccio…non si può neanche scherzare…in fondo siamo in vacanza…” disse dolorante l’uomo.
K”..il fatto che siamo in vacanza non ti autorizza a dire sciocchezze, a comportarti come un bambino e a prendermi in giro…” esclamò la detective fissandolo intensamente.
C”…forse non ti sei resa conto che passerai cinque giorni con me…non con la Gates…” replicò  secco Castle lasciandola senza parole.
In quel momento passò l’assistente di volo chiedendo se avevano bisogno di qualcosa.
C”…del narcotico per la signorina…” disse l’uomo.
K”..e un paio di caramelle per questo bambino troppo cresciuto…” replicò la donna.
L’hostess proseguì sorridendo divertita il suo giro tra i passeggeri.
Per quasi tre ore non si rivolsero la parola comportandosi come due bambini dell’asilo e pranzarono quasi stessero viaggiando da soli.
ma cosa mi è saltato in mente…andare con lui da zia Vivian…quando torno papà mi dovrà minimo fare santa…pensava la donna osservando di traverso lo scrittore
mamma mia…saranno cinque giorni di passione…mi riprenderà per ogni cosa..sarà come tornare a scuola con una maestrina arrabbiata..meditava invece l’uomo evitando di incrociare lo sguardo della detective.
Misero entrambi le cuffie e cominciarono a seguire ognuno un film diverso.
Era ormai passata quasi un’ora quando ad un tratto tutti le proiezioni vennero bloccate.
Tutti i passeggeri cominciarono un po’ a lamentarsi ma vennero immediatamente zittiti da un annuncio fatto dal comandante.
WW”..Vi parla il comandante Kestrom…vi prego cortesemente di accomodarvi al proprio posto e di allacciare le cinture di sicurezza infatti, tra pochi minuti entreremo in una turbolenza ed è pertanto vietato sostare o camminare lungo i corridoi del veivolo.Per chi soffre di mal d’aria le nostre assistenti saranno a vostra disposizione per ogni necessità.Il disagio dovrebbe cessare entro una quarantina di minuti. Vi ringrazio per la collaborazione..”
Le hostess erano estremamente tranquille come la maggior parte dei passeggeri che, abituati a lunghi viaggi, sapevano che situazioni del genere erano piuttosto comuni.
Castle fece per infilare di nuovo le cuffie quando sentì la mano di Kate che afferrava con forza la sua.
Quando si voltò a guardarla si trovò di fronte ad uno sguardo impaurito.
C”…Kate…” riusci solo a dire sorpreso.
K”…Castle……” balbettò la donna.
L’uomo rimase intenerito dal tono di voce della sua musa. Era come una bambina spaventata.
Prese allora la sua mano e portandosela alle labbra appoggiò sul dorso un morbido bacio.
C”..tranquilla Kate…ci sono io qui con te…andrà tutto bene…” sussurrò guardandola con dolcezza.
La donna rispose con un sorriso di gratitudine.
La California li stava aspettando.
 

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Capitolo 6
*** FINALMENTE ARRIVATI ***


Purtroppo per Kate la turbolenza si prolungò ben oltre i quaranta minuti previsti dal comandante.
Si sentiva veramente ridicola e avrebbe voluto sprofondare dalla vergogna ma era più forte di lei.
Il solo pensiero di non avere i piedi a terra la rendeva insicura e indifesa.
Tutta questa situazione poi era peggiorata dal fatto che questa volta non era da sola e che quindi la sua debolezza era ormai preda dello scrittore.
Era sicura che ne avrebbe approfittato con scherzi e prese in giro; questa informazione su di lei era come una bomba atomica in mano ad un bambino dispettoso.
Mentre faceva questi pensieri un profondo vuoto d’aria le tolse il fiato riportandola alla realtà.
Il senso di paura ritornò prepotente, era come perduta ma d’un tratto si sentì avvolgere da un morbido abbraccio.
Non riusciva a capire ma voltandosi vide che lo scrittore, con l’autorizzazione e l’aiuto dell’assistente di volo, aveva tolto il grande bracciolo che li divideva e la stava stringendo a lui.
D’istinto si appoggiò al suo petto accoccolandosi ancora più vicina.
Castle rimase piacevolmente sorpreso perché immaginava un rifiuto del suo gesto troppo azzardato.
Kate percepiva distintamente il respiro dell’uomo sui suoi capelli.
Alzò quindi il viso perdendosi nel blu profondo degli occhi dello scrittore.
C”…tra poco siamo fuori da questo incubo…” sussurrò lui morbido “..non ti preoccupare…” continuò cercando di tranquillizzarla
K”…C-Castle…” provò a dire lei non riuscendo a proseguire sentendo le dita della mano dell’uomo sulle sue labbra
C”…sshhhhh…prometto che non lo dirò a nessuno…sarà un nostro segreto…appena scesi da qui farò una cancellazione completa dell’evento dal mio cervello…niente battute..niente scherzi…ne ricatti…promesso..parola di scout..” le sussurrò sorridendo
La donna senza preavviso baciò dolcemente la mano dell’uomo che, sorpreso dal gesto, le spostò lievemente  come avesse toccato qualcosa di rovente.
K”..io non lo dimenticherò…” sospirò la detective riaccolandosi allo scrittore.
 
 

&&&&

 
Quando finalmente atterrarono dopo più di otto ore di viaggio erano piuttosto stanchi.
Nonostante fossero entrambi un po’ turbati dal quello che era successo nessuno dei due disse nulla.
Era il loro strano modo di comunicare, perchè non erano pronti per qualcosa di diverso da questo, non ancora.
Parlando del più e del meno andarono a recuperare le valige e dopo aver fatto i controlli in uscita finalmente varcarono i cancelli.
Castle era piuttosto nervoso pensando all’imminente incontro con la famiglia californiana della detective.
Non ebbero neanche il tempo di guardarsi intorno che Kate si trovò tra le braccia di una specie di tornado umano.
L”…Cugina!!!!! Finalmente…è un secolo che non ci si vede…questi aerei…sempre in ritardo…allora come stai!?? Fatti vedere!!!”
La donna sorrideva felice delle attenzioni del ragazzone che continuava al strapazzarla di baci ed abbracci.
L”..e questo deve essere..il regalo per papà!!” esclamò poi entusiasta abbracciando di slancio lo scrittore che stava osservando tutta  la scena divertito.
K”…Castle…ti presento mio cugino Lester…” disse la detective mentre l’uomo veniva strizzato per bene dal muscoloso ragazzo.
C”…piacere …Lester…” riuscì a biascicare lo scrittore tra le braccia del cugino di Kate.
L”…chiamami pure Les…” disse sorridendo il giovane mentre prendeva i bagagli di entrambi i viaggiatori.
C”..va bene…Les…io sono Rick…” replicò l’uomo gioviale osservando meglio la nuova conoscenza.
Era il tipico ragazzo californiano: biondo, fisico atletico e abbronzato, vestito alla moda e estremamente esuberante.
Gli occhi erano come quelli di Kate, verdi ed espressivi. Era istintivamente simpatico e riusciva immediatamente a mettere a proprio agio i suoi interlocutori.
L”…coraggio..andiamo ragazzi…che mamma vi sta aspettando…sai Wave, non vede l’ora di riabbracciarti…” esclamò Les avviandosi verso il parcheggio.
C”…Wave??? “ chiese incuriosito Rick guardando la donna che era arrossita vistosamente.
L”…certo…Wave!!...nessuno sa surfare come lei…” rispose Lester al posto di Kate.
C”…surf…tu fai ..surf…???” disse sorpreso lo scrittore
K”..tanto tempo fa Castle..una vita fa…” replicò la donna con un sorriso triste che colpì nel profondo l’uomo.
Arrivarono velocemente ad una splendida jeep rossa e caricarono tutto partendo con entusiasmo verso casa.
Castle si chiedeva impaziente cosa lo avrebbe aspettato una volta arrivato.
Come sarebbe stata la famosa zia Vivian? E lo zio George? Come sarebbe proseguita questa strana vacanza?
Tutto sommato però la cosa che più gli importava era avere vicino la sua musa e per un attimo risentì il calore del suo corpo mentre si abbracciava a lui in aereo.
Non avrebbe mai più parlato di quell’evento, ma sarebbe stato uno dei suoi ricordi più belli.
 
 capitolo breve, lo so...ma mi serviva così...e poi mi piace com'è venuto..che dite?
Un abbraccione
Tittili

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Capitolo 7
*** ZIA VIVIAN ***


Partirono veloci dal parcheggio dell’aeroporto a bordo della jeep guidata da Les.
Kate si era seduta davanti con suo cugino mentre Castle si accomodò sul sedile di dietro.
Dopo solo pochi minuti di viaggio si rese conto di quanta libertà di osservazione gli dava la sua posizione defilata.
Oltre al paesaggio assolato e vibrante di energia poteva tranquillamente osservare la sua musa senza paura di essere beccato in flagrante.
La donna infatti chiacchierava amabilmente con il ragazzo al volante non sapendo di avere gli occhi dello scrittore costantemente addosso.
L’uomo con lo sguardo seguì il profilo dolce del viso e il movimento voluttuoso dei capelli,  soffermandosi poi sulle sue labbra morbide e definite.
Per un attimo perse un battito del cuore ricordando il loro bacio sotto copertura; quanto avrebbe voluto di nuovo assaggiare il suo sapore, ma stavolta con la consapevolezza di ciò che desideravano.
Gli occhi poi si spostarono sulla maglietta attillata che metteva in risalto le spalle tornite e il seno provocante della detective tanto da indurre lo scrittore a deglutire vistosamente.
La cosa che più lo colpiva però ero lo sguardo vibrante che riuscivano a dare quei magnifici occhi verdi; era come perdersi in una foresta inviolata.
Era assorto nei suoi pensieri quando la voce di Kate sibilò nell’aria.
K”…scusami Les….CASTLE!!! se non la smetti di farmi la radiografia con gli occhi giuro che…”
C+L”..TI SPARO..” conclusero insieme i due uomini.
Per un attimo ci fu uno strano silenzio nella vettura rotto da una fragorosa risata di Lester.
L”…Wave!!..non sei proprio cambiata da quando eravamo piccoli…non ti invidio Rick!!...avere una ragazza così è un bell’impegno!!...” esclamò poi il ragazzo continuando a ridere
K”…LES!!..ma cosa diavolo stai dicendo!!?? ..io.. tu …lui…” cominciò balbettando irritata la donna
L”…..noi…voi….essi…cosa fai Wave? Giochiamo a coniugare i verbi ???...” la prese in giro il cugino
L”…senti…sarà come dici tu cara cugina…ma a me pare tutto piuttosto chiaro fra voi!!...” continuò poi sorridendo continuando a guidare
Kate allora si girò verso lo scrittore quasi a cercare conforto nella sua negazione della situazione ma rimase turbata dall’espressione che si trovò davanti.
Nonostante il viso sembrasse divertito dallo stile della conversazione vide nei suoi occhi una profonda delusione e tristezza.
Castle infatti non si aspettava una reazione così negativa di Kate ma in effetti l’unico che si era realmente esposto riguardo al loro rapporto era stato lui e anche in una situazione piuttosto particolare.
Il giorno del ferimento della donna al funerale del capitano Mongomery infatti, credendo di perderla per sempre, le aveva confessato tutto il suo amore ma purtroppo lei non ricordava più niente.
Ma cosa avrebbe fatto Kate se i suoi ricordi fossero riemersi di colpo? L’avrebbe amato o l’avrebbe respinto? Questo dubbio lo logorava ma piuttosto di un’amara certezza preferiva una lontana speranza.
Aveva sempre la sensazione profonda che tra loro ci fosse più di un’amicizia ma se fosse stato così solo per lui? Questa paura lo faceva sentire indifeso.
Kate si rese conto che forse aveva esagerato e promise a sé stessa che avrebbe rimediato in qualche modo.
Erano entrambi assorti nei loro pensieri quando Les entrò in autostrada.
K”..ma Les…dove stiamo andando?” chiese Kate ricordando un altro percorso per arrivare a casa
L”…da mamma!!..non possiamo mica andare a casa…altrimenti papà scoprirebbe il suo regalo…” disse allegro Lester..”quindi abbiamo prenotato una stanza per Rick in un bell’albergo fino a domenica quando ci sarà la festa…per papà sarà una mega sorpresa…Rick Castle!!. Non crederà ai suoi occhi...” concluse convinto.
 C”..quindi starò da solo per due giorni?..” chiese deluso lo scrittore
Kate guardò prima Lester e poi Rick come a scusarsi con lui.
K”…ma Les…scusa..già ci fa un favore a venire alla festa…” dissa la donna
L”..guarda che è un albergo bellissimo..mica un motel di autostrada!!...ci mancherebbe…sai com’è fatta mamma…” si giustificò il guidatore
K”..ma non è questo…dovrà praticamente stare come nascosto e da solo per due giorni…” insistette la detective.
L”..secondo me il problema è che anche TU.. resterai da sola per due giorni..e forse avevi altri programmi…” replicò ironico Les
Kate rimase spiazzata dalla risposta del ragazzo e arrossì violentemente.
Vedendo la reazione della sua musa alla battuta di Lester il cuore di Castle si riempì di gioia.
C”..Beckett…non ti preoccupare…sai che io in albergo sto benissimo…così potrai stare con la tua famiglia senza estranei tra i piedi…” esclamò Rick.
K”… Castle..ma di quali estranei parli?...” replicò immediatamente Kate senza pensare ricominciando poi  a discutere con Les.
Castle per la seconda volta in pochi secondi sentì di nuovo uno strano calore nell’anima e con un sorriso lasciò che i due continuassero a parlare animatamente.
Qualsiasi decisione avessero preso per lui non aveva importanza: Kate lo considerava parte della sua famiglia.
 

&&&

 
 
Il viaggio proseguì ancora per una mezz’ora senza che si fosse arrivati ad una riappacificazione.
K”…ok..ok…ne parlerò con zia Vivian!!!” concluse alla fine la donna esasperata
L”…figurati…è uguale a te!!..buona fortuna!!” replicò Lester ridendo.
Uscirono dall’autostrada che ormai era pomeriggio inoltrato e in poco più di un quarto d’ora arrivarono all’albergo.
Era veramente un posto fantastico, quello che un turista si immagina di trovare in California.
Lusso sfrenato, piscine, beauty farm e..tante ragazze in bikini.
Castle uscì dall’auto sorridendo.
C”…sai Beckett?..non è poi così male…” disse l’uomo con espressione compiaciuta
K”..stai a sentire Castle….se tu credi di pot…..” la frase le si bloccò in gola.
K”..zia V-Vivian…” sussurrò gettando lo sguardo oltre allo scrittore.
Z”…Katie…” rispose con un filo di voce la donna emozionata.
L’uomo si voltò di scatto e per un attimo rimase senza fiato.
Vivian non poteva che essere la sorella di Johanna, stesso viso, stessi capelli e soprattutto stessi occhi luminosi.
La donna si avvicinò velocemente e abbracciò con trasporto Kate che rimase quasi immobile.
Castle osservò gli occhi della detective riempirsi di lacrime e chiudersi come per poter imprimere meglio nell’anima ciò che stava provando in quel momento.
Rimasero strette una all’altra per un tempo indefinibile fino a quando non ci fu l’intervento di Lester.
L”…la California è praticamente un deserto…ma se continuate così fra poco qui possiamo piantare il riso….” esclamò cercando di stemperare le emozioni.
Si misero a ridere tutti e quattro sollevati dalla battuta del ragazzone.
Z”…Katie…sei sciupata…devi mangiare un po’ di più o non resterà niente di te…scommetto che vai avanti a caffè….” disse Vivian prendendo il viso della detective tra le mani.
K”…non ti preoccupare zia…mangio abbastanza..e quanto al caffè..ho ormai un fornitore esclusivo..” rispose Kate lanciando uno sguardo complice allo scrittore che le sorrise dolcemente.
Vivian si voltò allora verso l’uomo scrutandolo con attenzione con occhi indagatori.
Castle scoprì in quel momento da chi aveva imparato il famoso sguardo assassino la sua musa e  sentendosi sotto esame un senso di imbarazzo  si impossessò di lui
C”..B-Buongiorno signora….signora…” in quel momento si rese conto di non conoscere il cognome dello zio di Kate e rimase praticamente paralizzato dalla sensazione di disagio.
Z”…Dale…Vivian Dale…ma preferirei che mi chiamasse Vivian…signor Castle…” replicò con voce dolce la donna porgendogli la mano.
C”..la prego…Rick…è un vero piacere conoscerla Vivian…” disse allora lo scrittore ancora molto nervoso.
Z”..lei non ha neanche idea di cosa significhi per me la sua presenza qui…per la prima volta riuscirò veramente a sorprendere mio marito…e tutto grazie a lei…e poi dopo tanto tempo..caro Rick…mi ha riportato qui la mia Wave…sono doppiamente in debito…” sussurrò la donna prendendo con entrambe le mani quella dello scrittore.
Vivian poi si voltò un attimo ad osservare Kate che nel frattempo sorrideva dell’imbarazzo di Castle guardandolo negli occhi.
Z”…anzi…visto COME mi ha riportato mia nipote…credo di avere un debito triplo verso di lei..” continuò la signora Dale tornando con lo sguardo sull’uomo.
Castle e Beckett arrossirono contemporaneamente colpiti dall’esame immediato che la donna aveva fatto della loro strana relazione.
K”…ZIA!!...” disse la detective cercando di sembrare sorpresa.
Z”…zitta Wave….ti conosco troppo bene…uno sguardo come quello non l’avevi più negli occhi da un’eternità…” sentenziò Vivian seguita da una sonora risata di Lester.
L”…Visto???..cosa vi dicevo!!...” sottolineò il cugino di Kate continuando a ridere.
Z”…bene…di questo parleremo dopo…adesso vorrei far sistemare il signor Cas…Rick…nella sua stanza, poi ceneremo insieme prima di andare a casa” disse con tono autoritario
K”..zia ..veramente io non sarei molto d’accordo…” cercò di intervenire la detective.
Z”…capisco…ma se tu mi avessi avvisato della situazione avrei potuto prenotare una stanza anche per te…o una doppia…ma purtroppo siamo in piena stagione…quindi…” replicò secca Vivian
K”..credo che tu ti sia fatta un’idea sbagliata su noi due…” disse decisa Kate cercando di far valere le sue ragioni.
Z”…benissimo…allora se non è come penso….che problema c’è a far soggiornare Rick in albergo per mantenere il segreto con tuo zio???” ribattè con tono ironico la signora Dale lasciando Kate senza argomentazioni valide.
C”…già Beckett…che problema c’è??” intervenne a quel punto lo scrittore divertito dal disagio della sua musa.
K”…CASTLE!!..non ti ci mettere anche tu adesso!!” ringhiò la donna infastidita da quella inattesa alleanza tra lo scrittore e la zia.
Vivian sorridente prese sotto braccio l’uomo e si avviò verso l’ingresso dell’albergo.
Z”…lei mi piace Rick…” sussurrò la signora Dale all’orecchio di Castle
C”…anche lei …zia Vivian…” rispose piano sorridendo lui dando un’occhiata furtiva a Kate che era rimasta a bocca aperta a guardare i due che se ne andavano vincenti.

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Capitolo 8
*** NIENTE PIU' BUGIE ***


La nuova inaspettata coppia entrò sorridente nella hall dell’albergo seguita da Kate ancora irritata e da Lester che rideva dalla stana situazione.
Z”…Buonasera Charlie…” salutò cordialmente Vivian Il concierge alla vista della donna si illuminò in volto.
CH”…Signora Dale…che piacere vederla…immagino che questo sia il prestigioso ospite di cui mi ha parlato…” rispose con vivacità l’uomo al bancone.
Z”…esatto..caro Charlie, ti presento il famoso scrittore Richard Castle..e ti prego di trattarlo come uno di famiglia…” disse la donna stringendosi affettuosamente allo scrittore.
Castle rimase piacevolmente sorpreso di questo gesto d’affetto così spontaneo e per la prima volta nella sua vita si rese conto di quanto gli fosse mancata una famiglia vecchio stampo.
Adorava sua madre ma era evidente che il suo concetto del rapporto madre-figlio era piuttosto lontano da quello dei Dale e dei Beckett.
La detective osservando quella scena si sentì invadere da una strana sensazione.
Aveva come l’impressione di vedere sua madre al primo incontro con…con chi…già…chi era Castle per lei?
In quel momento Lester appoggiò delicatamente un braccio sulle sue spalle.
L”…credo che tu abbia anche la benedizione di mamma…vedi di non farlo scappare con il tuo caratteraccio….” sussurrò serio il ragazzo stringendola forte.
La donna si voltò verso il cugino incrociando il suo sguardo vivace.
K”..Les…” disse lei sorpresa dalla sue parole
L”..ascoltami Wave…sai che per me tu sei come una sorella..e ci conosciamo da sempre…non voglio farmi gli affari tuoi..ma per quanto io posso capire quel tipo è perso di te…e tu di lui…non ti ho mai visto guardare qualcuno in quel modo…fidati di me…vivi questa cosa con il cuore..non con la testa…” replicò ancora dolcemente il cugino posandole poi un bacio sulla fronte.
K”..da quando sei diventato così serio Les…” disse Kate abbracciadolo
L”..sono cresciuto sai…e poi ti voglio troppo bene per non volerti vedere finalmente felice…hai  sofferto abbastanza..adesso basta…” sussurrò lui stringendola a sé.
Z”…allora ragazzi….vedo che qui le emozioni si amplificano troppo…coraggio…andiamo a cena prima di allagare tutta la zona…” intervenne irruenta zia Vivian osservando la scena.
I due si divisero sorridendo aggregando la donna nel loro abbraccio e si avviarono sollevati verso la sala da pranzo.
Castle rimase a guardarli da dietro come folgorato.
Non era abituato a vedere la sua musa così libera di esprimere ciò che aveva dentro e per un secondo si sentì come testimone di un avvenimento unico.
Il trio aveva fatto solo qualche passo quando Kate si voltò di scatto cercando con lo sguardo lo scrittore.
Vedendolo immobile nel mezzo della hall si staccò dal cugino e lo raggiunse velocemente.
K”..Castle..cosa fai lì impalato…coraggio…” disse la donna prendendolo poi per mano guidandolo verso il ristorante.
Sentire la sua piccola mano dentro la sua gli tolse per un attimo il respiro.
Questi giorni in California sarebbero stati indimenticabili, di questo era ormai sicuro.
 

&&&&

 
La cena si svolse in un clima sereno e allegro  apprezzando il cibo e il vino davvero eccezionale.
Castle non riusciva a staccare gli occhi dalla sua musa che per la prima volta da quando la conosceva sembrava serena e libera dai suoi fantasmi del passato.
Sapeva che però, una volta giunta a casa Dale, anche i brutti ricordi sarebbero riemersi e il fatto di essere relegato in quell’albergo e di non poterle essere vicino lo faceva sentire inutile.
Era ormai ora che Vivian, Lester e Kate lasciassero il felice convivio per non insospettire troppo zio George.
L”…senti mamma..mi è venuta un’idea…e se diciamo a papà che Wave ha dovuto prendere un altro aereo e che quindi arriverà fra un paio d’ore…intanto noi andiamo a casa e poi Katie può prendere un taxi…tanto abitiamo a dieci minuti da qui…così Rick non passa troppo tempo da solo…” esclamò ad un tratto Lester con uno sguardo complice
Z”…direi che è un’ottima idea…coraggio Les…andiamo…Kate allora ti aspettiamo tra un po’ direttamente a casa..” sentenziò la signora Dale senza dare modo alla detective di replicare.
Si avvicinò poi allo scrittore che alla proposta di Les aveva assunto un’espressione  indecifrabile tra la sorpresa e il compiacimento.
Z”…bene Rick…noi ci vedremo invece domenica…cerchi di non svuotare completamente il mini-bar e mi raccomando…tra due ore lasci andare la mia Katie…altrimenti George mangerà la foglia…” disse sorridendo lasciadogli poi un leggero bacio sulla guancia prima di andarsene con il figlio.
I due rimasero imbambolati osservando la coppia che velocemente lasciava l’albergo diretta verso casa.
K”…C-Castle…mi spiace..la mia famig…” cercò di dire la detective come a giustificarsi
C”…è meravigliosa…” sussurrò lui  impedendole di continuare
Quando Kate si voltò verso di lui il cuore quasi si fermò vedendo gli occhi dell’uomo lucidi da lacrime trattenute a stento.
K”..Castle…” sussurrò come a consolarlo
C”…non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi portato qui…” disse piano l’uomo prendendole una mano tra le sue.
C”…ho avuto la possibilità di vedere cos’è l’amore di una famiglia…grazie Kate…” continuò lui fissandola intensamente.
La donna si sentì come affogare nel blu mare degli occhi dell’uomo e in preda all’imbarazzo si alzò di scatto.
K”..facciamo due passi…che dici?” balbettò arrossendo leggermente.
Lo scrittore sorrise alzandosi lentamente trovandosi praticamente a pochi centimetri la lei.
C”…ma certo Kate…volentieri…” sussurrò sulle sue labbra.
Lei rimase per un attimo interdetta e Rick approfittò dell’occasione per guidarla verso la meravigliosa spiaggia che si trovava davanti all’albergo.
Era una serata calda e ventilata con la luna che splendeva luminosa sul mare che sembrava d’argento.
Camminavano lenti l’uno accanto all’altra senza dire una parola.
I respiri irregolari e i cuori come impazziti parlavano per loro.
C”…Kate…” sussurrò ad un tratto l’uomo fermandosi davanti a lei.
La donna non riusciva a respirare dall’emozione e sapeva che in quel momento non sarebbe riuscita a controllarsi se lui avesse fatto il primo passo.
Ma c’era una cosa che doveva assolutamente dirgli anche se avrebbe potuto dividerli per sempre.
K”…Castle…io…t-ti ho mentito…” sussurrò lasciandolo interdetto.
C”..m-mentito…mentito su cosa..” replicò lui preoccupato
K”..i-io…ricordo tutto Castle…” disse lei tremando
C”..r-ricordi cosa..” chiese lui balbettando temendo la risposta
K”…il g-giorno del funerale di Mongomery…ricordo ogni singolo secondo…ogni singola p-parola..” rispose lei attendendo la reazione dell’uomo.
Castle si allontanò da lei di un passo con uno sguardo deluso e ferito.
K”..m-mi dispiace tanto Castle…” disse Kate prendendogli le mani.
L’uomo si ritrasse ancora sciogliendosi dalla presa.
C”…perché??...p-perché non mi hai detto niente?” chiese con un soffio di voce.
C”…tutto questo tempo…e non mi hai detto una parola…” disse ancora con le lacrime agli occhi
C”..se non provavi nulla per me avevi il dovere di dirmelo Kate…non credo di meritarmi questo…mi hai usato?...ti facevo comodo?..lo sciocco scrittore innamorato al tuo servizio….tutte quelle bugie…il tuo muro da superare…sono veramente uno stupido..” esclamò poi ferito.
Kate si sentì come morire nel vedere cosa aveva fatto per colpa della sua paura di essere amata.
K”..Rick…ti prego…ascoltami…” cercò di dire lei sentendosi perduta.
C”..dammi un solo motivo per cui dovrei ascoltarti..” disse lui con tono duro.
Lei rimase immobile senza riuscire a parlare.
C"..come immaginavo...comunque non ti preoccupare...domenica ci sarò..." disse gelido andandosene velocemente senza voltarsi.
Kate cadde in ginocchio sentendosi ad un tratto come svuotata.



 

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Capitolo 9
*** TEMPESTA ***


Entrò nella sua stanza sbattendo la porta quasi sperando che il forte rumore lo svegliasse da un incubo appoggiandosi poi  alla parete chiudendo gli occhi.
Perché??...avrebbe potuto dirmelo subito che non provava nulla per me…così  l’avrei accettato..avrei sofferto certo…ma almeno sarebbe stata sincera…come almeno una amica deve essere…invece ha taciuto…mi ha mentito…pensava con un senso di delusione profonda nel cuore.
Aveva una gran voglia di tornarsene a New York e chiudere tutta questa storia ma si sentiva comunque in obbligo verso la famiglia Dale.
Non poteva andarsene così, in fondo non era colpa loro, e quindi decise di rimanere e di interpretare al meglio il suo ruolo di Richard Castle.
Ma dopo la festa se ne sarebbe andato sia da Santa Monica che dalla vita di Kate.
Si diresse con calma verso il terrazzo che si affacciava sul mare.
..avevo immaginato e sperato tante cose su questo viaggio…ma questo proprio no…sono uno scioccopensò osservando la luna.
Spostò allora lo sguardo verso la spiaggia e il suo cuore sussultò vedendola camminare verso l’albergo.
Come sarebbe stata la sua vita senza di lei? In quel momento era una domanda senza risposta ma faceva dannatamente male.
 

&&&

 
Aprì gli occhi con fatica.
Si era addormentato vestito sul divano dopo aver bevuto parecchio e si sentiva come uno straccio non avendo neanche la voglia di respirare.
Si alzò a fatica e si buttò sotto il getto caldo della doccia cercando di recuperare un minimo di dignità.
Indossò un morbido accappatoio bianco e con i capelli ancora bagnati e la barba ancora da fare ritornò stancamente nel piccolo soggiorno della suite.
Stava osservando distrattamente l’orizzonte quando
il telefono della suite suonò quasi a scuoterlo dal suo stordimento.
C”…Castle..” rispose piano
Z”…mi spiace disturbarla Rick…ma volevo solo sapere se Kate è li con lei…ieri mi ha telefonato avvisandomi che non sarebbe venuta a casa ma aveva un tono di voce molto strano…sembrava turbata e mi ha chiuso subito la comunicazione…ho provato a richiamarla ma il cellulare risulta spento…” disse Vivian dall’altra parte dell’apparecchio
C”..no.. purtroppo non è qui con me…” rispose l’uomo preso dall’ansia
Z”…Rick…è successo qualcosa… va tutto bene? non è da Kate sparire così senza motivo…” chiese allora preoccupata la donna
C”..io..ieri sera abbiamo litigato…ma…” replicò lo scrittore con voce tremante “stia tranquilla..vado subito a cercarla…appena la trovo la richiamo subito..” continuò cercando si essere convincente.
Z”.. ho paura che le sia successo qualcosa Rick…non voglio sapere nulla di ieri sera…mi creda…voglio solo essere sicura che Kate stia bene…” disse allora Vivian
C”..si fidi di me…tra poco la farò parlare con Kate…stia sicura…” esclamò l’uomo tranquillizzando la donna che chiuse la conversazione un po’ più serena.
Castle si vestì velocemente e corse sulla spiaggia dove aveva abbandonato la detective.
Ritrovò le sue orme e quelle di Kate che procedevano vicine per poi allontanarsi ed infine il segno inequivocabile della disperazione della donna.
Si vedevano chiaramente i segni delle ginocchia e delle mani appoggiate a terra.
A quella vista si sentì come morire.
Perché tanto dolore se non prova niente per me…perché?? pensava senza trovare risposta.
Perché ha voluto dirmi la verità proprio ieri quando stavo per…per..per dirle che l’amavo..cercava di capire mentre le lacrime iniziavano a scendere silenziose sul volto.
Si accorse allora che c’erano altri segni lasciati dalla sua musa.
Seguì allora la nuova serie di tracce ma tutto era reso piuttosto complicato da un vento fortissimo che preannunciava un forte temporale.
Camminò lungo la spiaggia per almeno una ventina di minuti finchè arrivò ad uno strano capanno.
Da lontano non riusciva a capire bene di cosa si trattava ma una volta avvicinatosi molte cose furono chiare.
Il tempo stava peggiorando velocemente e le onde erano altissime e minacciose.
Si avvicinò di corsa raggiungendo un piccolo gruppo di ragazzi.
C”..scusate..avete per caso visto una bella ragazza, un metro e ottanta, occhi verdi, capelli castano scuro..” chiese agitato.
XX”…magari…” rispose uno dei giovani ridendo sguaiatamente.
Lo scrittore lo prese per la maglietta con rabbia sbattendolo contro la parte della piccola capanna.
C”..stammi a sentire brutto pezzo di idiota..non ho tempo da perdere…se mi vuoi aiutare bene…altrimenti tieni le tue battute stupide dentro la bocca…” ringhiò a pochi centimetri dal volto del malcapitato.
YY”…hei hei..amico calmati…Summer stava solo scherzando…la tua amica è qui da ore…ma mi sembra che siete tutti e due fuori di testa…” esclamò un altro ragazzo del gruppo cercando di calmare l’uomo.
C”…cosa vuoi dire???” disse con voce dura Castle girandosi verso il nuovo interlocutore.
YY”…beh!!...fare surf con quelle onde…mi pare da pazzi suicidi…” replicò il surfista indicando una figura lontana in mezzo alle onde.
Castle corse immediatamente verso la riva e cercò con lo sguardo la donna che cavalcava con maestria un enorme muro d’acqua.
Era impietrito dalla paura. La vedeva scivolare a velocità vertiginosa sparendo dentro enormi onde per poi riemergere come d’incanto.
C”…KATE!!!! KATE!!!..TI PREGO!!!” cominciò a gridare disperato nel vento impetuoso.
Ad un tratto vide la donna sparire inghiottita da un’enorme onda.
Si buttò d’istinto in acqua ma dopo poche bracciate venne sbattuto violentemente contro un piccolo scoglio.
Un dolore intenso al fianco lo fece urlare ma ricominciò subito a nuotare con forza; aveva individuato la tavola da surf di Kate a pochi metri da lui.
La raggiunse con estrema fatica ma della donna non c’era traccia: la corda di sicurezza era strappata e per un attimo si sentì perduto.
Si aggrappò con forza al pezzo di legno sagomato e grazie alla luce di un fulmine finalmente riuscì a vedere la sua musa che cercava di rimanere a galla con fatica.
Nonostante il dolore, con grandi bracciate, raggiunse la detective e la aiutò ad issarsi sulla tavola.
Le onde colpivano violentemente i due che cercavano di raggiungere la spiaggia con fatica ma ormai era fatta.
In minuti che sembrarono ore si ritrovarono finalmente distesi stremati sulla spiaggia.
Castle si voltò verso la donna incontrando il suo sguardo e allungando il braccio con fatica per il dolore al fianco prese la mano di Kate nella sua.
C”..non ci provare mai più…” sussurrò nella tempesta.
 
 
 

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Capitolo 10
*** HO PAURA (PARTE 1) ***


La pioggia e il vento colpivano impietosamente le due figure stese stremate sulla battigia.
Castle sentiva la mano della donna tremare nella sua e si rese conto che dovevano assolutamente togliersi da quella situazione.
Con uno sforzo si alzò lentamente e prese tra le braccia la detective che riusciva a malapena a rimanere vigile,  incamminandosi poi  deciso verso l’albergo.
Ci mise più di mezz’ora e quando finalmente entrò nella suite il dolore al fianco era diventato quasi insopportabile.
Adagiò dolcemente la donna sul grande divano bianco andando a recuperare poi un morbido asciugamano.
Quando rientrò nel soggiorno Kate lo guardava con uno sguardo quasi intimorito.
C”…è meglio c-che tu vada a farti una doccia e che indossi qualcosa di asciutto…” disse l’uomo con un filo di voce.
La detective annuì senza dire una parola dirigendosi poi verso la stanza da bagno chiudendo velocemente la porta.
A suono della serratura, sedendosi pesantemente su una poltroncina, l’uomo portò le mani sul volto iniziando a piangere silenziosamente.
..non può essere successo!!!...stavo per perderla di nuovo!! Mio dio…come hai potuto permetterlo ancora!!..pensava disperato cercando di trattenere le lacrime.
Ad un tratto sentì lo scroscio dell’acqua della doccia interrompersi e con uno sforzo recuperò velocemente il controllo delle sue emozioni.
Passarono solo pochi e la porta si aprì lentamente.
Kate uscì timorosa con addosso una maglietta leggera dell’uomo che, essendo troppo grande, la faceva sembrare ancora più indifesa.
Era la donna più bella che avesse mai visto.
Senza dire niente ma continuando a guardarlo la detective si accomodò lentamente sul divano.
C”…chiama pure la reception e fatti portare qualcosa di caldo…io intanto vado a lavarmi e cambiarmi…” disse piano l’uomo mentre si toglieva il maglioncino scuro appoggiandolo sullo schienale di una sedia.
La donna annuì silenziosa.
Lo scrittore quindi si voltò per andare sotto la doccia ma dopo un paio di passi sentì la mano della sua musa che si appoggiava sul fianco ferito strappandogli un lamento.
K”…mio dio Castle…sei f-ferito..” sussurrò la donna portandosi davanti a lui.
C”…n-non è niente…” cercò di minimizzare
K”…l-la ca-camicia è sporca di s-sangue Castle…non dire che non è niente!!!” esclamò la detective con voce tremante.
C”…h-ho detto che non è niente…l-lasciami andare..” replicò lui senza decisione.
Kate era a pochi centimetri da lui e senza chiedere il permesso iniziò lentamente ad aprire uno per uno i bottoni della camicia con sguardo attento.
Castle riusciva a malapena a respirare mentre il cuore sembrava esplodergli nel petto.
L’indumento dopo pochi minuti cadde a terra e Kate  esaminò velocemente la ferita dell’uomo.
Lo guidò prendendolo per mano facendolo sedere sul divano andando poi a recuperare la cassettina del pronto soccorso in bagno.
Tornò in pochi secondi e inginocchiandosi davanti a lui medicò con cura il taglio profondo sul corpo dell’uomo.
K”…ora…puoi andare a metterti qualcosa di pulito…” balbettò la donna alzandosi in piedi ed abbassando lo sguardo arrossendo davanti all’espressione stupita dello scrittore.
Senza dire nulla Castle si alzò lentamente avvicinandosi pericolosamente alla detective che continuava a tenere la testa bassa.
Riusciva a percepire distintamente il respiro irregolare della sua musa e mentre le prendeva le mani obbligandola ad appoggiarle sul suo petto la sentì tremare violentemente.
C”…sono io che comando qui …Kate…” sussurrò l’uomo con voce profonda sollevandole il viso obbligandola a guardarlo.
K”…i-io..non…” balbettò lei con gli occhi lucidi.
C”…non mi ami?..” disse lui con decisione facendola sussultare.
K”…ti prego…perché mi fai questo??? “implorò lei non volendo affrontare le sue paure
C”…è una domanda semplice Kate…e voglio una risposta..” chiese lui cercando si sembrare imperturbabile mentre era terrorizzato dalla reazione.
La detective si allontanò di scatto dall’uomo sfuggendo dal suo abbraccio.
Castle si sentì come svuotato; quel gesto era la risposta che temeva.
Rimase immobile mentre il suo cuore si spezzava in mille pezzi cercando di mantenere un certo contegno mentre avrebbe voluto urlare il suo dolore.
Kate lo guardava fisso respirando a fatica con un espressione rabbiosa.
K”… CERTO CHE TI AMO!!!! MALEDETTO IDIOTA!!! MA HO PAURA CASTLE!!! HO PAURAAA!!”gli urlò contro con occhi di fuoco.
K”..se ti succedesse qualcosa …morirei!! LO CAPISCI CASTLE!!!...non voglio rischiare di farti soffrire…non potrei mai perdonarmi…non posso vivere senza di te!! “ continuò tra le lacrime stringendosi tra le proprie braccia come una bambina.
Dopo un secondo si stordimento si ritrovò di nuovo tra le braccia forti dell’uomo che l’aveva raggiunta di slancio.
Appoggiò il viso al suo petto e per la prima volta nella sua vita si sentì al sicuro.
K”…ti amo Castle…volevi la mia risposta??…eccola..SI!! ti amo…ti amo…” sussurrò liberata da un enorme fardello alzando lo sguardo.
Lo scrittore era profondamente scosso; un attimo prima credeva di averla perduta e ora invece era lì tra le sue braccia stretta a lui.
Quando i suoi occhi incontrarono quelli smeraldini della donna non riuscì neanche a respirare per l’emozione.
C”…s-se sto sognando…n-non svegliarmi più..” sussurò prima di appoggiare le labbra su quelle della donna.
 
  
 
 

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Capitolo 11
*** HO PAURA (PARTE 2) ***


Assaporava la morbidezza delle labbra della donna quasi fosse l’unica occasione della sua esistenza per poterlo fare.
La sentiva tremare tra le sue braccia e lentamente si allontanò di pochi centimetri riaprendo gli occhi.
I loro respiri erano diventati uno come i loro cuori.
C”…c-credo che…t-tu debba avvisare V-Vivian che stai b-bene…era così p-preoccupata…” sussurrò lo scrittore perdendosi nello sguardo della donna.
In quel momento qualcuno bussò con forza alla porta facendoli sussultare.
Castle non aveva nessuna voglia di andare ad aprire ma il visitatore continuava ad insistere.
Prese per un attimo il volto della donna tra le mani guardandola quasi a scusarsi di doverla lasciare dirigendosi poi verso la porta piuttosto irritato.
Quando la aprì Lester entrò con impeto piuttosto agitato.
L”…Ciao Rick…mamma è andata fuori di testa e mi ha spedito qui per aiutarti a trov….” esclamò non riuscendo a finire la frase trovandosi di fronte la cugina vestita  solo una maglietta troppo grande e un’espressione piuttosto imbarazzata.
Spostò poi lo sguardo sullo scrittore che era a torso nudo con  addosso solo un paio di jeans.
L”…ops….qualcosa mi dice che l’hai trovata…e che io sono di troppo….” disse il ragazzo uscendo dalla stanza veloce come era entrato.
L”…ci vediamo dopo…no...meglio nel pomeriggio inoltrato…buona giornata!!”  esclamò poi  quando si trovava già nel corridoio.
Castle, che era praticamente rimasto immobile vicino all’ingresso con la mano appoggiata alla maniglia, senza dire una parola richiuse lentamente la porta spostando poi lo sguardo sulla donna.
K”…C-Castle…” sussurrò la detective quasi timorosa.
L’uomo si appoggiò con la schiena alla porta ormai chiusa portandosi una mano davanti alla bocca assumendo un’ espressione piuttosto seria come se stesse pensando a qualcosa di veramente importante.
Kate che si sentiva come sotto esame,  non sapendo come reagire all’atteggiamento dello scrittore, fece d’istinto due passi verso di lui.
Castle però bloccò immediatamente il movimento della sua musa alzando l’indice della mano puntandolo verso di lei con sguardo severo.
K”…n-non dovevo…lo s-so…” cercò di giustificarsi lei.
Stavolta l’indice si spostò sulle labbra dell’uomo ordinandole il silenzio.
La detective rimase quindi come inerme davanti a lui aspettando le sue decisioni.
L’uomo quindi continuando a fissarla iniziò a camminare lentamente girandole intorno.
C”…quindi…tu hai paura…” disse con voce profonda dopo secondi che alla donna sembravano infiniti.
C”… non puoi vivere senza di me…” continuò parlando lentamente ripetendo le parole gridate da Kate solo pochi minuti prima.
Fece ancora qualche passo e poi si fermò davanti a lei continuando a fissarla serio.
K”…s-si…” sospirò lei perdendosi in quegli occhi in tempesta.
C”…dillo …” ordinò avvicinandosi pericolosamente.
K”…t-ti amo…” disse lei con un soffio di voce.
C”…e….”sussurrò ancora lui obbligandola ad appoggiare le mani sul suo petto.
Kate riusciva a malapena a respirare sentendo il calore della pelle dell’uomo sotto le dita.
C”…e…” disse ancora insistente infilando lentamente le mani sotto la maglietta della donna sfiorandole la schiena con le dita.
La detective al tocco dello scrittore chiuse gli occhi con un gemito assaporando le sensazioni incredibili che stava provando.
Poteva distintamente sentire le labbra dell’uomo che erano ormai a un soffio dalle sue e riaprendo gli occhi si trovò quasi ad annegare nel blu intenso di quelli dell’uomo.
K”…e…ti voglio…” cedette la donna sentendo poi la bocca dello scrittore sulla sua.
Il bacio all’inizio morbido e quasi timoroso lentamente diventò sempre più appassionato e audace.
Kate sentiva distintamente l’eccitazione dell’uomo premere sul suo corpo e istintivamente socchiuse le labbra per cercare di più.
Quando la maglietta della donna cadde a terra, per un attimo lo scrittore rimase interdetto alla vista del corpo perfetto della sua musa.
Vedendolo così emozionato, lo guardò con dolcezza  e prendendo la mano dell’uomo se la portò lentamente sul seno chiudendo gli occhi.
Castle prese delicatamente la donna tra le braccia continuando a baciarla con passione adagiandola poi sul grande divano.
Si stese su di lei appoggiando le braccia ai lati del viso spostandole con una mano una ciocca ribelle guardandola negli occhi con dolcezza.
Gli ultimi indumenti caddero a terra lasciando i corpi palpitanti dei due amanti in preda alla passione.
Quando le mani dell’uomo sfiorarono l’intima femminilità della detective un gemito soffocato sfuggì dalle sue labbra eccitando ancora di più lo scrittore.
K”…R-Rick...ti prego…” implorò la donna
L’uomo la fece sua con infinta dolcezza sussurrando il suo nome ad ogni gemito, ad ogni bacio ad ogni brivido sentendosi amato per la prima volta nella sua vita.
 
 
 domani nuovo computer...quindi fine dei capitoli corti corti...spero comunque che questa parte 2 vi sia piaciuta...io sono abbastanza soddisfatta...attendo commenti..
Tittili

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Capitolo 12
*** SONO FELICE ***


Il sole era ormai basso e nel giro di poco sarebbe tramontato dietro la linea dell’orizzonte colorando il cielo di tutte le sfumature di rosso.
Castle si era addormentato tenendo tra le braccia la sua musa che appoggiata al suo petto continuava a pensare a ciò che era successo in quella giornata incredibile.
Percepiva il battito regolare del cuore dell’uomo e il calore della sua pelle sotto le dita stupendosi ancora dell’effetto profondo che le faceva sentire il suo respiro sui suoi capelli.
Quando l’aveva lasciata sulla spiaggia con quell’espressione delusa e ferita si era sentita morire. Perché non l’aveva fermato subito esprimendogli finalmente il suo amore? Per colpa di quella maledetta paura di aprirsi, per quello stupido orgoglio che le impediva di farsi vedere vulnerabile e per quella voglia di vendetta e giustizia per sua madre aveva quasi perso la possibilità di essere felice con quell’uomo meraviglioso che la stringeva ora teneramente.
Aveva camminato senza meta fino ad arrivare a quella capanna di surfisti e dopo aver preso la prima tavola disponibile si era buttata tra le onde per non pensare a quello che aveva fatto.
Sapeva perfettamente che con il mare in quelle condizioni avrebbe rischiato la vita ma non le importava, anzi, in quel momento forse era veramente quello che stava cercando per non  sentire più quel dolore angosciante dentro di sé.
La paura di cadere in acqua, di essere sopraffatta dalle onde e il senso di precarietà avevano avuto l’effetto sperato.
Tutto il suo essere era talmente impegnato a sopravvivere che per qualche momento si sentiva addirittura in grado di farcela, fino a quando non sentì la sua voce nel vento e lo vide gettarsi pericolosamente verso di lei.
Ancora una volta le sue decisioni avevano materializzato le sue paure: non voleva metterlo in pericolo e invece eccolo li a nuotare nel temporale per salvarla.
Il senso di colpa si fece lentamente strada dentro di lei e mentre le lacrime iniziarono a scendere silenziose si strinse forte a lui cercando conforto in quel corpo forte e protettivo.
D’un tratto il cellulare iniziò a suonare facendola tremare e svegliando lo scrittore.
Castle si mosse lentamente e,  assaporando la vicinanza della donna, la strinse forte a sé posandole un dolce bacio sui capelli.
Kate allungò allora un braccio prendendo il telefonino osservando il numero del chiamante.
K”…è Les…” sussurrò alzando lo sguardo verso l’uomo.
C”..allora è meglio rispondere…altrimenti tua zia lo obbliga a correre di nuovo qui…”  rispose lo scrittore sorridendo dolcemente.
K”…ciao Les…” rispose allora la donna alquanto imbarazzata attivando il vivavoce.
L”…hey Wave…hem…ciao Rick…mi spiace disturbarvi…ma mamma insiste che io venga a prenderti Katie…altrimenti papà mangia la foglia…e state tranquilli..io non ho detto niente di…insomma ci siamo capiti…ma se non parto subito è capace di venire lei…e non credo sia il caso…” spiegò velocemente Lester rivelandosi come già si era capito un ragazzo sveglio e di animo buono.
K”…dammi il tempo di rives…di prepararmi…” replicò Kate arrossendo per il lapsus.
L”…benissimo…tra un’ora sono da voi…” esclamò il cugino chiudendo la conversazione.
La detective appoggiò quindi il telefono e lentamente si sciolse dal caldo abbraccio dell’uomo mettendosi a sedere dandogli le spalle.
Stava per alzarsi quando sentì le dita dell’uomo che le sfioravano delicatamente la spalla destra e il suo respiro sul collo che le provocava dei brividi incontrollabili.
Chiuse gli occhi cercando di mantenere un minimo di contegno ma quando si sentì la bocca di lui che si appoggiava morbidamente su di lei e la sua mano scivolare lentamente fino al seno nudo un gemito di piacere le sfuggì senza controllo.
Girò quindi la testa fino ad incontrare lo sguardo profondo dell’uomo.
K”…R-Rick..ti prego…Les sarà qui fra poco…” balbettò tremante mentre lo scrittore continuava ad esplorare delicatamente il suo corpo.
C”…veramente ha detto..fra un’ora..” replicò lui con voce roca a un soffio dalle sue labbra.
La donna sfiorò allora il viso dell’uomo con la punta delle dita abbandonandosi poi ad un bacio carico d’amore e di passione.
 

&&&&

 
Toc. Toc.
Il rumore del tocco di Les sulla porta della stanza d’albergo stavolta fu delicato e quasi timoroso.
Castle andò ad aprire la porta sorridendo e il ragazzo entrò con calma tenendosi le mani piuttosto imbarazzato.
L”…Ciao Rick…tutto bene?..” disse cercando si sembrare a suo agio.
C”..ciao Les..accomodati…Kate arriverà tra un secondo…posso offrirti qualcosa..” replicò tranquillo lo scrittore sorridendo
L”..no..no…grazie…” esclamò quindi Lester voltandosi poi verso Kate che entrava in quel momento nel soggiorno.
K”..ciao Les…sono pronta…possiamo andare quando vuoi…” disse la donna sorridendo.
Les la guardò con un’espressione tra il meravigliato e il sorpreso.
L”…Wave!!...sei.. sei..un angelo…” sussurrò il giovane guardando la cugina che arrossì violentemente al complimento sincero.
L”…grazie Rick….mi hai riportato la mia Katie…” continuò Les con un filo di voce prendendo poi la borsa della donna e praticamente fuggendo fuori per non far vedere la sua emozione.
I due rimasero esterrefatti dal gesto del giovane e solo dopo alcuni secondi riuscirono a muoversi.
Kate andò lentamente verso la porta avvicinandosi allo scrittore.
K”…devo a-andare…ti aspetto per domenica…cerca di non fare troppo il play boy visto che domani sarai tutto il giorno da solo…” balbettò cercando si scherzare la detective perdendosi negli occhi color del mare dell’uomo.
C”…stanotte penserò a te…e domani mattina…e domani pomeriggio…e tutto il resto della mia vita…” rispose lui con voce profonda appoggiando poi dolcemente le labbra su quelle della donna.
Kate rimase senza fiato e il cuore sembrava quasi intenzionato ad uscire dal petto.
C”..ora vai…o tua zia sculaccerà il povero Les…” sussurrò ancora lo scrittore sorridendo.
Kate lo guardò rispondendo al sorriso  con le lacrime agli occhi non riuscendo a parlare.
C”…lo so Kate…ti amo anch’io…con tutto me stesso…” disse allora dolcemente Castle.
La detective sfiorò delicatamente le labbra dell’uomo con le dita della mano e uscì quindi dalla stanza sentendosi felice per la prima volta nella sua vita dopo anni di dolore e rabbia.
 
Il viaggio in auto con Les fu all’insegna di battute e risate.
Arrivarono a casa in poco più di mezz’ora a causa di un grande ingorgo che ci era creato sulla statale.
Stavano per scendere dalla macchina quando Les la fermò appoggiandole una mano sul braccio.
L”…sono felice per te Wave!!...” disse serio il cugino.
Kate sorrise raggiande cercando di trattenere le lacrime uscendo poi dall’auto dirigendosi verso zia Vivian che la aspettava sulla porta di casa.
Z”…Kate…mi hai fatto preoccupare da morire…ho detto a tuo zio che avevi preso un altro aereo ma…cosa diavolo è successo!??..ti rendi conto di quello che mi è pass…” esordì la donna non riuscendo a finire la frase a causa dell’abbraccio caloroso della detective.
Z”..K-Kate???...” disse sorpresa la signora Dale una volta libera della stretta cercando di capire.
K”…s-sono felice zia…” sussurrò la giovane donna guardandola con occhi luminosi.
Vivian prese il volto della nipote tra le mani quasi a sincerarsi di quello che aveva appena sentito.
Z”…l’avevo  detto io che quel Rick mi piaceva…” disse piano poi accompagnandola in casa con un braccio sulle spalle dove la stava aspettando impaziente lo zio George.
 
 
computer sistemato...ma non ancora i collegamenti...quindi ancora capitolo breve...spero di risolvere i problemi tecnici a breve..intanto spero vi piaccia questo nuovo aggiornamento...
Baci a tutti Tittili

 

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Capitolo 13
*** SOLO UN'ETERNITA' ***


Kate entrò, abbracciata a sua zia, nel grande soggiorno di casa Dale.

Z”…GEORGE!!...caro…è finalmente arrivata!!” chiamò gioiosa Vivian assaporando la felicità del marito nel rivedere la nipote.

La porta in fondo alla stanza si aprì di scatto.

G”..Katie!!! Finalmente!!” esclamò l’uomo correndo incontro a Kate abbracciandola.

Le braccia forti la strinsero quasi impedendole di respirare.

K”…zio G-George!!..piano…così mi strizzi come un limone!!” disse la detective sorridendo.

G”..e altro dovrei farti!!!...sono mesi che non ti fai vedere e sentire..se non di più…” replicò lui con una finta espressione arrabbiata.

La giovane donna si liberò sorridendo dalla stretta perdendosi poi negli occhi entusiasti dell’uomo.

Guardare George Dale era come vedere Lester fra qualche anno.

Era un uomo alto e con un fisico curato ma non in modo esagerato.

Il taglio di capelli vecchio stile e il biondo che iniziava a sporcarsi di bianco erano la vera differenza evidente oltre al colore degli occhi: infatti il figlio aveva preso il verde smeraldo della mamma mentre il padre sfoggiava un azzurro ghiaccio da mozzare il fiato.

La cosa che più adorava Kate però era il sorriso contagioso e la capacità incredibile di sdrammatizzare ogni situazione difficile.

K”…hai ragione zio…ma non è dipeso solo da me…lo sai…e poi..adesso sono qui!!” stampadogli un bacio sulla guancia facendolo sorridere.

G”…ok..ok…coraggio Katie…raccontami un po’ di te…come sta Jim?..mi spiace tanto che non sia potuto venire…ma da una parte sono contento…” disse l’uomo con un po’ di imbarazzo.

K”..come sei contento???” chiese sorpresa Kate

G”..beh….se veniva lui….non venivi tu…” replicò piano lui abbracciandola di nuovo con tenerezza.

Si accomodarono quindi tutti sul divano iniziando a chiacchierare animatamente degli argomenti più diversi.

Per un attimo Kate pensò a quanto avrebbe voluto che Castle fosse li con loro.

K”…papà mi ha detto che avete ampliato la casa e addirittura fatto costruire una piscina!!...cos’è successo?!! Avete vinto alla lotteria per caso?” chiese sorridendo la detective osservando la magnifica nuova vasca colma d’acqua dalla porta finestra del soggiorno che dava sul grande giardino.

George Dale iniziò a ridere di gusto.

G”..no..no…niente lotteria…ti ricordi tesoro quella stramba idea che avevo sempre per la testa?..” disse l’uomo riportando Kate a tempi lontani.

K”…ma stai parlando del fatto di fare un gioco per ragazzi ambientato nella mitologia greca?” chiese sorpresa la donna ricordando quanto questo progetto entusiasmasse da sempre lo zio “..ricordo bene che, dopo aver dovuto spiegare il mito di Pandora a Lester per almeno mille volte prima che lo capisse, dicesti che se ne avessero fatto un videogioco sicuramente lo avrebbe imparato in un secondo..” concluse la donna ridendo incredula.

G”…esatto…” disse con uno sguardo compiaciuto zio George.

K”…scusami zio…ma non capisco..” affermò quindi Kate interdetta.

G”…evidentemente tu non ami i videogiochi Kate…” replicò allora l’uomo.

La detective pensò di nuovo a Rick: lui sicuramente avrebbe avuto la risposta all’enigma.

L”…mai sentito parlare di God of War?..” subentrò allora Lester nella conversazione.

K”..veramente…no…” confessò la donna.

L”..uno dei giochi più famosi al mondo…e tu non ne hai mai sentito parlare??” chiese esterrefatto il giovane.

La donna assunse un’espressione colpevole.

G”…beh…allora diciamo che l’incapacità di imparare la mitologia di Lester…mi ha reso ricco sfondato…” esclamò il signor Dale appoggiando una mano sulla spalla forte del figlio.

G”..ho praticamente reso tangibile la mia idea…ho preparato un progetto con tanto di personaggi, regole e punteggi, magie, mosse e trabocchetti..tutto avendo come base l’ambiente della mitologia greca…e ho spedito tutto alla SCE Studios Santa Monica…”

Kate era basita.

K”…cosa posso dire…viva Pandora..” concluse sorridendo felice la detective.

La famiglia scoppiò in una risata cristallina che riempì tutta la casa di allegria.

Z”..bene ragazzi..adesso vado a finire di preparare la cena..Kate fatti aiutare da Lester con la valigia… tra mezz’ora è in tavola..” disse decisa Vivian alzandosi.

K+L+G”…SISSIGNORE!!” replicarono i tre scattando sull’attenti come facevano sempre tanti anni prima prendendo in giro il fare dittatoriale della donna.

Z”…hooo..piantatela…” esclamo Vivian correndo in cucina sorridendo.

Kate salì le scale accompagnata dal cugino ed entrando nella sua stanza si lasciò cadere sul letto sentendosi così leggera da poter quasi volare.

Ad un tratto sentì il suono di un sms in entrata.

Appena vide il nome del mittente sorrise d’istinto e aprì con gesto il messaggio:

“E’ così bello vederti sorridere…ti amo…Rick…”

D’istinto si guardò attorno. Poi una altro bip bip.

“Tranquilla…non ti ho seguito…tranne che con il cuore…”

Continuava a guardare il piccolo schermo come ipnotizzata. Come diavolo faceva!! Bip bip

“…come faccio?..semplice…riesco a leggerti dentro…ti conosco troppo bene…”

Ancora più stupita.

Vediamo adesso se ci riesci anche adesso… Pensò.Bip Bip

“..certo che ci riesco!!..ti adoro anch’io e mi manchi da morire…ma adesso non ho più ricarica…e tranquilla..domani farò il bravo..buona notte amore mio…Always..”

Una lacrima di gioia scese lungo la guancia della donna.

 

&&&

 

La cena fu deliziosa e complice anche la compagnia il tempo volò come una farfalla di primavera.

Era ormai tardi e mentre zio George e Lester si ritirarono nelle loro stanze Kate rimase da sola con zia Vivian a godersi la splendida serata passeggiando in giardino.

Z”..era tanto tempo che non ti vedevo così Kate…dopo che Johanna ci ha lasciate…tutto sembrava finito..le nostre vite ..il nostro futuro…” iniziò a parlare piano la donna con un velo di tristezza.

K”..è vero…e non credo che le ferite e le cicatrici che abbiamo nei nostri cuori non spariranno mai…ma forse abbiamo pian piano iniziato ad accettare questi segni e a conviverci…ricominciando a vivere..” rispose la detective

Z”..specialmente se abbiamo trovato una ragione vera per ripartire…” sussurrò la signora Dale guardando sorridendo la nipote.

Kate arrossì lievemente rendendosi conto di quello a cui faceva riferimento la zia.

K”…lo amo zia…” disse semplicemente con un filo di voce.

Z”…tua madre sarà felice…” sospirò Vivian abbracciandola teneramente.

 

&&&

 

Kate era appena uscita dalla stanza e Castle si sentiva già solo.

La sua presenza gli era indispensabile come l’aria che respirava e stava facendo uno sforzo enorme per non correre a perdifiato e riportarla da lui.

Uscì lentamente sul terrazzo appoggiando le mani sulla ringhiera osservando l’orizzonte dove il sole ormai era sparito lasciando una pennellata di colore caldo nel cielo.

Sentiva sulle labbra il sapore di quelle della donna e chiudendo gli occhi percepiva ancora il calore del  morbido corpo appoggiato al suo.

Il muro era finalmente crollato, la paura era vinta, l’orgoglio era sconfitto.

Aveva sentito il suo amore sulla pelle, sulla bocca nei suoi gemiti, nella sua passione e audacia.

Sentendo il vento leggero sul volto sorrise pensando a quanto quella brezza gli ricordasse il tocco dolce delle dita della sua musa.

Rientrò nella stanza e vedendola così vuota si sentì riempire il cuore di un senso di tristezza.

Pensò alla serata di Kate e ad un certo punto non riuscì a resistere inviò un sms.

Poi un altro e un altro e un altro ancora ridendo immaginando l’espressione della donna.

Avrebbe tanto voluto correre da lei  stringerla tra le braccia ma sapeva perfettamente che in quel momento doveva lasciarla riscoprire il lato bello della sua famiglia californiana superando per sempre i tristi ricordi legati al suo soggiorno obbligato di tanti anni fa.

Solo due notti e un giorno, solo 36 ore, solo 2160 minuti….solo un’eternità!!!!

Si buttò sul letto e chiudendo gli occhi si addormentò contando i secondi che lo dividevano dal suo amore….129599…129598…129597…

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Capitolo 14
*** IL SABATO DI RICK ***


Si svegliò alle prime luci dell’alba e allungando il braccio si rese conto che la sua era solo una speranza vana frutto dei suoi desideri e sogni.
Kate era andata via la sera prima insieme a Les per non far insospettire troppo lo zio George, ma anche per ritrovare una parte bella della sua vita che da tempo ormai non ricordava più.
Rimase qualche secondo con gli occhi chiusi e le braccia aperte quasi fosse un triste crocifisso in attesa dell’inevitabile epilogo.
Si sentiva terribilmente solo e non vedeva l’ora che quella maledetta giornata passasse in fretta per poter finalmente rivedere Kate.
Inspirò profondamente riuscendo a percepire ancora il profumo della donna nell’aria sentendosi per un attimo sollevato e lentamente aprì gli occhi  osservando divertito gli strani giochi di luce che i raggi del sole disegnavano sulla parete.
Si alzò dal letto quasi controvoglia buttandosi sotto la doccia assaporando l’acqua calda che scorreva sul suo corpo.
Chissà se Kate è sveglia..magari sta facendo la doccia anche lei..pensò immaginando la scena.
Meglio che pensi ad altro altrimenti dovrò fare la doccia gelata..disse a sé stesso mentre usciva dalla stanza da bagno.
Con indosso solo l’accappatoio uscì sul terrazzo assaporando l’aria fresca e frizzante del mattino e ammirando il cielo limpido di un azzurro incredibile che annunciava una tipica giornata californiana.
Una giornata che purtroppo avrebbe dovuto passare senza la detective.
Si vestì con calma e scese a fare colazione.
Seduto al tavolo del ristorante guardava distrattamente i vari ospiti dell’albergo e di tanto in tanto osservava l’orologio che sembrava non voler proprio andare avanti.
Non posso trascorrere tutta la giornata così…devo trovare qualcosa che mi distraggapensò.
Decise quindi di andare a visitare un museo di cui Alexis gli aveva parlato tante volte: quello del volo.
La figlia, che amava particolarmente gli aerei e soprattutto la loro storia, più volte gli aveva decantato questo sito culturale di Santa Monica.
Se non ci fosse andato, portandole magari qualche bel souvenir, sicuramente lo avrebbe riempito di improperi.
Finì con calma di mangiare e preso un taxi si fece portare verso la sua  meta.
Quando entrò nella struttura rimase quasi senza parole.
Sembrava di essere tornati indietro nel tempo e quei veivoli così colorati e dall’aspetto piuttosto delicato erano quasi l’emblema dello spirito umano nella sua più alta espressione di lotta contro la natura.
L’uomo non può volare, non è fatto per volare, non gli serve volare ma siccome il sogno del volo era più grande di qualsiasi impedimento ecco che nonostante tutto l’essere unmano ha volato e continua a volare.
Ogni macchina era il simbolo di una lotta contro l’inevitabile natura umana e la vittoria che ne era scaturita.
Mentre continuava a girare all’interno del museo un pensiero lo raggiunse facendolo scoppiare a ridere.
Immaginò infatti Kate circondata da una marea di aerei, lei che odiava volare, e che si era stretta a lui per quasi tutto il viaggio.
Continuò il giro guidato imparando una marea di cose sul volo e già si immaginava la faccia di Alexis quanto al suo rientro avrebbe scoperto dov’era stato il padre.
Come a solito il suo animo infantile prevalse e acquistò una marea di gadget anche tra i più ridicoli e improbabili e con un mare di sacchetti prese poi un taxi per il ritorno ritornando in albergo giusto per l’ora di pranzo.
Mentre si sedeva a tavola, sempre da solo, era già molto più sollevato: mezza giornata se ne era andata e la domenica era ormai sempre più vicina.
Pranzò velocemente e quando chiuse la porta della stanza dietro di sé il senso di solitudine si impossessò di nuovo del suo cuore per non parlare della noia.
Il caldo ormai si faceva sentire e quindi decise di approfittare della meravigliosa piscina dell’albergo.
Quando si infilò il costume da bagno sorrise pensando al messaggino che aveva inviato a Kate prima della partenza.
Quando arrivò sul retro dell’albergo rimase piacevolmente sorpreso.
La struttura era veramente fantastica: la grande vasca era a forma di fiore e nel centro era sistemato un bar fornitissimo praticamente  incassato all’interno tanto che i bagnati arrivavano a nuoto al bancone dove erano serviti immediatamente mentre tutto intorno c’erano grandi palme e piccole strutture adibite ai più svariati servizi delle migliori beauty farm.
Si accomodò su uno sdraio sotto il sole e gli venne immediatamente servito un grande cocktail ricco di ombrellini e cannucce.
La piscina era piuttosto affollata e Rick si divertiva ad osservare i vari ospiti che si cimentavano in tuffi improbabili o tentativi di abbordaggio reciproci.
Ad un tratto una voce alle sue spalle lo raggiunse inaspettata
R”..la diverte molto guardare gli altri vero?..”
Castle si alzò e voltandosi trovandosi davanti una donna sulla trentina con dei stupendi capelli rossi e degli occhi azzurri da mozzare il fiato.
Lo osservava di traverso in modo ironico con una posa da indossatrice che visto il fisico poteva tranquillamente permettersi.
C”…b-beh…in effetti…” rispose lo scrittore piuttosto imbarazzato.
R”…anch’io li trovo piuttosto ridicoli…tutti tranne lei…” replicò la donna continuando a fissarlo in modo impertinente.
C”…v-veramente…” disse Castle arrossendo lievemente.
Non si era mai sentito così fuori posto come in quel momento eppure non era la prima volta che una donna si faceva avanti con lui.
Il pensiero corse alla sua musa e si sentì stranamente in colpa.
R”…mi chiamo Rachel…Rachel Finn…” disse la donna porgendogli la mano.
C”…Castle…Richard Castle…” replicò l’uomo stringendola con dolcezza.
R”…Castle??...lo scrittore??..”chiese allora lei sorpresa
C”..s-si…” balbettò lui
R”..certo che per essere uno scrittore mi sembra uno di poche parole signor Castle…” lo prese in giro Rachel
C”..ha ragione..sono un cafone..è stata una giornata un po’ difficile e sono ancora frastornato dal fuso orario…voglia perdonarmi..le posso offrire qualcosa?” si scusò lo scrittore facendola accomodare ad un tavolino riparato da un grande ombrellone.
R”…quindi lei è il famoso scrittore di gialli…è un vero piacere conoscerla…ho letto molti dei suoi libri e devo dire che ha uno stile unico..complimenti..ho scritto anche una recensione su uno dei suoi romanzi…” affermò la donna sorseggiando una bibita fresca.
C”..recensione?..è una giornalista allora!..” disse sorridendo Rick.
R”..esatto..scrivo per il Los Angeles Time..” replicò con orgoglio la donna
C”…e come mai qui a Santa Monica?” chiese curioso lo scrittore
R”…sto facendo alcune ricerche e poi una parte della mia famiglia e di qui e approfitto un po’ per venirli a trovare…” rispose rimanendo sul vago.
La donna si rivelò piuttosto simpatica e i due continuarono a chiacchierare piacevolmente dei più disparati argomenti per quasi tutti il pomeriggio.
Ad un tratto si avvicinò un cameriere.
WW”..chiedo scusa signori…siccome stiamo preparando la sala per la cena volevo sapere se dobbiamo mettervi allo stesso tavolo o se preferite continuare a cenare da soli…” chiese cortesemente il ragazzo.
Rachel fece uno strano sorriso e si voltò a guardare con curiosità lo scrittore aspettando la sua risposta.
C”…i-io..veramente.. n-non saprei…” balbetto l’uomo preso alla sprovvista.
R”..dalla tua reazione direi che…sei impegnato…” disse maliziosa la donna
R”..no grazie…ceniamo da soli…” disse poi tranquilla al cameriere che si allontanò veloce.
C”..m-mi spiace..ma..” sussurrò piuttosto sollevato Castle che si sentiva ancora a disagio.
R”..non ti preoccupare Rick…ricordati però che qualsiasi impegno…si può sempre disdire…” disse la donna con un filo di voce avvicinandosi pericolosamente al viso dell’uomo.
R”..spero di rivederti presto…buonanotte..” continuò poi maliziosamente alzandosi dal tavolo lasciandolo ad osservarla allontanarsi con un’espressione stupita.
Spero proprio di no…o Kate mi potrebbe anche uccidere..pensò l’uomo riprendendo a respirare regolarmente decidendo di cenare in camera.

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Capitolo 15
*** IL SABATO DI KATE ***


Si svegliò molto tardi.
Aprì gli occhi lentamente e guardando la sveglia rimase piuttosto sorpresa.
Erano ormai anni che si alzava sempre all’alba per evitare di sognare troppo o di pensare.
Invece quella mattina tutto era diverso, lei era diversa, il suo mondo era diverso.
Mentre entrava nella doccia il suo pensiero andò inevitabilmente sul suo scrittore.
Quel pigrone starà ancora dormendo…pensò sorridendo assaporando la sensazione dell’acqua calda sulla pelle.
Si vestì velocemente e corse giù in cucina dove la sua famiglia aveva già fatto colazione.
K”..scusatemi…ho dormito troppo…” disse un po’ imbarazzata.
G”..stai scherzando spero…quando mai una bella dormita ha bisogno di scusanti!” esclamò sorridendo George.
L”..non ho capito!!..perchè per Katie dormire va bene e per me invece è un delitto da arresto immediato?” chiese polemico Lester al padre.
G”..perchè Kate…è Kate…” sentenziò lo zio lasciando il ragazzo senza parole.
La detective sorrise osservando la faccia del cugino e mettendogli un braccio intorno alle spalle lo consolò con un bacio sulla guancia.
K”..coraggio cugino…dovrai sopportarmi ancora qualche giorno..” sussurrò la donna facendo sorridere il giovane.
Z” Buongiorno Katie..dopo colazione ti andrebbe di accompagnarmi a sistemare un po’ di cose per la festa di domani?” chiese Vivian uscendo dalla cucina.
K”Ma certo zia!!...dove dobbiamo andare?” rispose con entusiasmo la donna sperando di poter vedere almeno per qualche minuto Rick.
Z”Devo andare a controllare che tutto sia apposto con la ditta di catering e vedere del complesso musicale che abbiamo ingaggiato. Non ci metteremo molto Kate e se vuoi possiamo approfittare per fare un giro a Los Angeles..” disse con entusiasmo Vivian.
K”…L-Los Angeles..” ripetè un po’ delusa Kate.
Z”..Katie….” sospirò la signora Dale intuendo il motivo della faccia triste della nipote.
K”..scusa zia…in fondo domani è domenica!!!” esclamò recuperando immediatamente il sorriso.
Lester, che osservava la scena divertito, diede una leggera gomitata alla detective per poi scappare inseguito dalla donna che fingeva di essere arrabbiata.
Lo zio George non capiva tutta questa serie di ammiccamenti e allusioni ma ipotizzò che si trattasse di qualcosa legato alla festa dell’indomani e quindi non si preoccupò più di tanto.
Le due donne uscirono insieme e in poco più di mezz’ora arrivarono a Los Angeles.
Kate era amaliata dalla vivacità palpabile di quella splendida città che in un certo senso ricordava la sua New York.
Il filo conduttore delle due metropoli era facilmente intuibile: vuoi fare una cosa, falla.     
Le opportunità, la dinamicità e la voglia di rischiare erano le fonti di energia inesauribile che muovevano i sogni e le aspirazioni di tutte le persone che erano il cuore palpitante della "città degli angeli".
Osservando le cime dei grandi palazzi Kate cercava con lo sguardo gli uomini con il cappotto nero*.
Si trovò quindi a meditare sulla frase che più l’aveva colpita di quel meraviglioso film pronunciata da Seth dopo la morte di Maggie:
"Avrei preferito un solo respiro dei suoi capelli. Avrei preferito un solo bacio della sua bocca. Avrei preferito un solo tocco della sua mano, che vivere un'eternità senza. Uno solo".
Quando udì per la prima volta quelle parole aveva avuto l’impressione di non riuscire a coglierne il significato più profondo e mentre la macchina continuava la sua corsa si rese conto improvvisamente che la sua percezione era invece cambiata radicalmente.
Aveva incontrato l’uomo il cui respiro, il cui bacio e il cui tocco davano un senso alla sua vita.
Per un attimo ebbe la voglia irresistibile di prendere il controllo del mezzo e di guidare a tutta velocità dal suo scrittore.
Z”..Kate…tutto bene? ma mi stavi ascoltando?”
La voce di Vivian la fece sobbalzare quasi fosse stata proiettata in quell’auto solo in quel momento.
K”Certo zia..certo..” balbettò la detective ancora turbata.
Z”Siamo arrivate Kate…avrei piacere che mi dessi il tuo parere sul menù che ho scelto per domani” disse la donna scendendo dalla vettura seguita immediatamente da Kate che aveva ancora il cuore che batteva forte nel petto.
Entrarono in uno splendido negozio con delle vetrine ricche di leccornie di tutti i tipi.
Vennero accolte da un personaggio piuttosto pittoresco e ossequioso.
Vivian, come previsto da Kate, aveva predisposto tutto con precisione e gusto eccellente.
Sarebbe stato un banchetto indimenticabile e la detective già immaginava sorridendo il suo scrittore che si rimpinzava di tutte le ghiottonerie scelte dalla zia.
La visita si rivelò molto interessante anche perché gli assaggini furono veramente deliziosi.
Si recarono quindi presso lo studio di registrazione del  gruppo musicale scelto per la festa.
Kate rimase senza fiato.
K”…z-zia Vivian…ma…sono i Beach Boys…” esclamò sorpresa riconoscendo la famosissima band degli anni 60.
Z”..sai quanto piacciono a tuo zio…è un’altra sorpresa per lui…anche se credo che quando vedrà il tuo Rick..” disse sorridendo Vivian facendo arrossire Kate evidenziando con la voce la parola TUO.
K”..sai zia…non so se sia il caso di dare troppa pubblicità a questa nostra…si insomma..lui è un uomo piuttosto conosciuto..al distretto potrebbe essere un problema..e poi devo ancora parlarne con lui…forse è meglio che resti ancora una cosa nota a pochi..” balbettò un po’ imbarazzata la detective.
Z”..va bene tesoro…non sono molto d’accordo su questi misteri.. …ma puoi contare su di me e sai che Lester è uno di cui fidarsi..” replicò amorevole la donna prendendole una mano con dolcezza.
Ascoltarono con piacere il repertorio che grandi musicisti californiani avevano preparato per il giorno dopo e quindi decisero di fare un po’ di shopping sfrenato.
Arrivarono a casa per l’ora di cena esauste ma evidentemente soddisfatte.
Quando, dopo aver mangiato con la sua famiglia, si sedette sotto il portico, Kate si sentì pervadere da una strana sensazione di nostalgia.
Le sembrava di vedere sua madre passeggiare mano nella mano con lei ancora bambina e per un attimo tutto diventò difficile.
Prese d’istinto il cellulare e scrisse un sms.
Ho bisogno di te.
Solo pochi secondi e bip bip.
Ti aspetto.
Rientrò di scatto in casa e guardò con uno sguardo quasi implorante Lester che senza esitazione le gettò immediatamente le chiavi della macchina sorridendo.


* riferimento al film "City of Angels" con Nicolas Cage e Meg Ryan (meraviglioso....)

scusate il ritardo e il capitolo un pò troppo breve ma ho alcuni problemini da risolvere e il tempo è tiranno...spero comunque che vi piaccia..io ci ho messo il cuore...
Baci a tutti
Tittili

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Capitolo 16
*** SABATO SERA, DOMENICA MATTINA ***


Aveva cenato tranquillamente in camera e stava ammirando il meraviglioso tramonto sul mare dal grande terrazzo della sua stanza d’albergo.
Era ancora piuttosto agitato dall’incontro del pomeriggio con la rossa giornalista.
Era stato un evidente abbordaggio al quale, naturalmente, non aveva risposto ma il fatto di aver passato comunque del tempo con quella donna lo faceva stare male.
Si sentiva in colpa. Ecco cos’era. Quasi avesse fatto un torto alla sua amata musa.
Il solo pensiero che tra poche ore l’avrebbe rivista lo fece sospirare e un senso di calore gli riempì il cuore.
Ad un tratto sentì il suono di un sms.
Ho bisogno di te
Si sentì invadere da un senso di impotenza.
Sapeva i motivi di quella richiesta, sicuramente i ricordi più tristi avevano fatto la loro comparsa nel cuore della sua Kate,  e il fatto di non poter correre da lei lo tormentava.
Rispose immediatamente e non ricevendo risposta capì che doveva solo aspettarla.
Era preoccupato. Non sopportava vederla soffrire ed era sicuro che in quel momento il cuore della donna era avvolto nel ghiaccio dei brutti ricordi.
Il ghiaccio del dolore..per un attimo pensò ai “dissenatori” dei libri della Rowling…evidentemente la scrittrice doveva aver provato qualcosa di veramente terribile per riuscire a descrivere quelle sensazione utilizzando quei straordinari personaggi e i loro spaventosi poteri…
Toc toc toc
Al bussare corse immediatamente alla porta.
R”..aspettavi qualcuno…” disse Rachel sorridendo maliziosa posando per un attimo le labbra su quelle dell’uomo.
Castle rimase senza parole con un espressione sbalordita.
R”..è la prima volta che faccio questo effetto…” disse ancora la donna osservandolo.
C”..c-credo che LEI mi abbia frainteso…” disse gelido l’uomo vedendo con la coda dell’occhio che qualcuno aveva appena chiamato l’ascensore.
R”..va bene…ma io sono una che non si arrende facilmente signor Castle..ci rivedremo presto..”disse un po’ irritata la donna avviandosi verso il secondo ascensore che fortunatamente era già al piano.
Le porte di uno si chiusero portandosi via la signorina Finn e quelle dell’altro si aprirono facendo uscire Kate.
Castle si sentì quasi mancare. Il solo pensiero che Kate potesse vedere Rachel che lo baciava gli fece mancare il respiro.
La detective uscì lentamente dall’ascensore e quando vide lo scrittore sulla porta  si fermò nel mezzo del corridoio quasi imbarazzata.
Non era nel suo carattere farsi vedere debole ma in quel momento solo lui poteva aiutarla a superare quel senso di angoscia che le attanagliava l’anima.
L’uomo nel vederla così indifesa e fragile sentì stringersi il cuore e corse verso di lei prendendola tra le braccia.
Kate si strinse forte a lui iniziando a piangere silenziosamente cercando di dire qualcosa.
K”..C-Castle…mi manca tanto…” sussurrò la donna mentre lo scrittore la sollevava dolcemente tra le braccia portandola all’interno della suite adagiandola amorevolmente sul letto.
Allo sguardo spaurito di lei, che sembrava spaventata dall’essere lasciata sola, si sdraiò accanto a lei abbracciandola dolcemente.
C”..lo so Kate…lo so…” sospirò l’uomo stringendola a lui baciandole lievemente i capelli.
Kate alzò lentamente il volto cercando gli occhi dello scrittore e quando si trovò quasi ad annegare in quel blu mare una sensazione di calore invase finalmente il suo cuore.
K”…dio quanto di amo…” disse tremando con un filo di voce.
Rick, con il cuore in tumulto e senza riuscire quasi a respirare, appoggiò dolcemente le labbra su quelle della donna.
C”..quanto ti amo io…” rispose in un soffio lui stringendola a sé.
 
 
&&&&
 
Le luci dell’alba entrarono prepotentemente nella grande suite dove i due si erano addormentati abbracciati.
Kate schiuse gli occhi e non appena vide l’ora sul display della sveglia scattò in piedi in preda all’ansia.
K“..LE SEI!!! CASTLE!!! SONO GIA’ LE SEI!!” urlò facendo saltare di paura l’uomo che dormiva beatamente.
K”..MA TI VUOI MUOVERE!...E’ DOMENICA CASTLE!!!” gridò ancora la donna cercando la giacca e le scarpe visto che aveva dormito vestita abbracciata allo scrittore.
K”..devo correre a casa a cambiarmi e speriamo che non mi vedano rientrare…non tanto zia Vivian o Lester…ma se mi becca zio George cosa diavolo gli dico??..” blaterava girando come una pazza per la stanza.
C”..che hai dormito con un regalo??” disse sorridendo lo scrittore alzandosi lentamente fermando la donna stringendola tra le braccia.
K”..ma quanto sei spirit…” cercò di replicare la detective con tono irritato ma le labbra dell’uomo di impossessarono delle sue con passione.
C”..che dici di scartare il pacco dono?” sussurrò lui con voce roca fissandola negli occhi.
Kate rimase un attimo interdetta perdendosi nello sguardo di fuoco del suo compagno.
Con un sorriso malizioso poi slacciò lentamente la cintura dei pantaloni di Rick.
K”…credo di aver trovato il nastro per aprirlo…” disse piano mordendosi il labbro inferiore facendo deglutire vistosamente lo scrittore.
 
&&&
 
K”..grazie per il vestito Castle…” disse la detective arrossendo leggermente mentre spostava lo sguardo fuori dal finestrino dell’auto.
C”..fortunatamente la boutique dell’albergo apre molto presto.. e poi..è colpa mia se stamattina abbiamo fatto tardi..” rispose con un sorriso l’uomo osservando la donna rapito dalla sua bellezza.
K”..senti Castle, vorrei parlarti di una cosa importante..” iniziò Kate con un tono piuttosto serio facendo preoccupare un po’ lo scrittore.
K”..io..si insomma…non so se sia il caso di rendere pubblica la nostra relazione….” balbettò la donna.
Castle rimase turbato.
C”Perché Kate?..Ti vergogni di stare con me?” chiese con un sussurro carico di timore.
Kate che stava guidando frenò bruscamente accostando al ciglio della strada.
K”Come puoi pensare una cosa del genere, Castle?” esclamò quasi adirata la detective.
C”E cosa dovrei pensare Kate? Perché mi chiedi di tenere tutto segreto? Sono talmente felice che vorrei gridarlo al mondo intero e tu mi chiedi di tacere!” replicò lo scrittore.
K” Ci sono delle regole ferree nella polizia e sono vietate le relazioni tra colleghi!! Brutto idiota!!”disse la donna  a pochi centimetri dal viso dell’uomo.
C”Ma io non sono un tuo collega..sono solo un consulente!!” replicò lui andando ancora più vicino
K”Non credo che la Gates riuscirà a cogliere questo particolare Rick e non voglio rischiare di vederti lanciato fuori dal distretto a calci nel sed…” provò a spiegarsi Kate bloccata dal tocco delle dita dell’uomo sulle sue labbra.
C”Non potrei resistere giornate intere lontane da te…ma sarà ancora più difficile resistere a questo..” sussurrò con voce profonda prendendo il viso della sua musa tra le mani  baciandola dolcemente.
K”..Hai ragione…sarà una tortura…” disse piano la donna ricominciando a guidare verso la casa degli zii.
K”..ma le notti saranno indimenticabili..” continuò bloccando per un attimo il respiro dello scrittore.


..sono contenta di questo capitolo...ditemi cosa ne pensate voi...
e domani...la grande festa.
Baci a tutti
Tittili

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Capitolo 17
*** DOMENICA ***


Durante l’ultimo tratto di strada i due rimasero stranamente in silenzio quasi a suggellare il patto di segretezza della loro nuova vita.
Arrivarono davanti a casa Dale dove c’erano parcheggiate una miriade di auto di tutti i tipi.
Kate stava per scendere quando Castle la fermò tenendola per un braccio sorridendo un po’ imbarazzato.
C”..io ho avuto un’idea..ma non so se ti piacerà..” disse piano con un’espressione infantile.
K”..cosa ti sei inventato questa volta?”chiese dubbiosa la donna conoscendo le strane evoluzioni mentali dello scrittore.
Con un sorriso milledenti Castle prese dal sedile posteriore un sacchetto di carta decorato con tanti punti di domanda colorati con due buchi all’altezza dei suoi occhi e lo infilò divertito in testa.
Prese poi una fascia colorata piena di fiocchi e se la mise attorno al corpo come il premio di una miss.
C”allora??..che te ne pare?? Posso anche camuffare la voce e appena mi tolgo il sacchetto magari grido  - Sorpresa-?” spiegò con entusiasmo l’uomo parlando da dentro la strana maschera.
La detective lo guardava stupita senza dire una parola.
Vedeva distintamente gli occhi azzurri come il mare dell’uomo attraverso i fori del sacchetto: brillavano come quelli di un bambino a Natale.
C”..è stupido vero?..mi spiace Kate..sono uno sciocco..” sussurrò deluso togliendosi lentamente la copertura guardandola scusandosi con gli occhi.
K”..ma ti ha mai detto nessuno che sei..” iniziò balbettando la donna
C”..infantile, sciocco, impossibile, assurdo, insopportabile, inaffidabile..” la interruppe lui cercando di anticiparla bloccandosi quando le dita della donna si posarono sulle sue labbra.
K” dolce, gentile, generoso, buono..e incredibilmente sexy..”sussurrò lei baciandolo con dolcezza.
C”…attenta detective…potrei anche crederti…” rispose lui emozionato.
Kate incatenò gli occhi a quelli del suo scrittore e non ci fu bisogno di altre parole.
K”…forse è meglio che andiamo..coraggio…non vedo l’ora di vedere la faccia di zio George quando ti toglierai quel sacchetto!” esclamò la donna uscendo dall’auto.
Castle si preparò per bene e quindi entrarono insieme nella casa piena di gente e musica.
Tutto era addobbato in maniera perfetta e gli invitati erano tutti a proprio agio e evidentemente divertiti da tutta quell’allegria che l’ambiente sprigionava.
Al loro ingresso lo strano “abbigliamento” dello scrittore fece immediatamente il suo effetto.
Risate e sguardi sorpresi e curiosi seguivano inevitabilmente il suo passaggio rendendo Kate nervosa e Rick estremamente felice.
Vivian e Lester raggiunsero immediatamente la strana coppia cercando fino all’ultimo di nascondere a George il suo “regalo”.
Z”..Rick…cosa posso dire…non pretendevo certo questo…ma ne sono veramente felice..” disse la signora Dale abbracciando lo scrittore.
L”..hei Rick…bel look…per una rapina!!” esclamò il cugino di Kate sorridendo.
I quattro raggiunsero lentamente l’esterno della bella casa avvicinandosi alla piscina dove si trovava il marito di Vivian.
George stava piacevolmente chiacchierando con alcuni ospiti quando la voce della moglie lo raggiunse alle spalle facendolo voltare.
Z”..George..tesoro..in questi 40 anni hai sempre esaudito ogni mio desiderio..e mi hai riempito la vita d’amore e dolcezza..lascia che in questa occasione sia io a sorprenderti e a renderti felice…” disse la donna con voce emozionata.
Lo zio di Kate rimase quasi immobile alle parole della moglie e con sorpresa si trovò davanti un omone di un metro e novanta con tanto di sacchetto in testa e fascia colorata tipo sindaco alle grandi manifestazioni che gli porgeva educatamente la mano.
G”…p-piacere di conoscerla…signor? “ disse l’uomo stringendo la mano allo sconosciuto mascherato.
C”..Castle…Richard Castle…” disse lo scrittore imitando palesemente lo stile di presentazione di 007 togliendosi il sacchetto dal volto sorridendo.
George Dale rimase come pietrificato dalla sorpresa.
G”..C-Castle…lei è Richard C-Castle…ma come..cosa..Vivian…” balbettò l’uomo continuando a stringere la mano a Rick.
Z”..buon anniversario amore mio..” sussurrò con le lacrime agli occhi Vivian stringendo la mano a Kate.
Richard si voltò osservando lo sguardo  che la zia di Kate stava donando al suo sposo e rimase colpito da quello che vide nei suoi occhi.
L’amore che legava quei due era qualcosa di profondo e senza tempo.
Castle venne praticamente sequestrato dal signor Dale che non vedeva l’ora di discutere con il suo mito letterario di miriadi di argomenti e aneddoti.
Mentre veniva trascinato via da George lanciò uno sguardo divertito verso la sua musa che lo ricambiò con un sorriso e un “grazie” detto sottovoce.
I Beach Boys snocciolarono il loro repertorio con professionalità e grande passione facendo cantare e ballare tutti gli ospiti della festa.
Kate ritrovò molti amici d’infanzia e ricordi lontani legati a momenti felici passati insieme a sua madre e suo padre.
Non sapeva esattamente come si sentiva: era bello rivivere quelle belle sensazioni ma automaticamente tutto la riportava alla tragica realtà della morte di sua madre.
Aveva una gran voglia di sentire le braccia forti e protettive di Rick stringerla forte ma sapeva che purtroppo non era possibile e cercò di non farsi sopraffare dalla malinconia e il senso di solitudine.
Cominciò a gironzolare per la casa come senza meta ma in realtà sapeva esattamente cosa stava cercando.
Lo vide seduto su un grande divano con accanto zio George che lo riempiva di parole.
Si sentì pervadere da un senso di tenerezza infinita nel vederlo così paziente e disponibile quasi come un padre con il proprio figlio nel periodo del “perché”.
Lo osservava da lontano, aveva bisogno di lui per non cadere di nuovo nel turbine del dolore, ma non voleva rovinare tutto e disturbarlo ma ad un tratto, come se avesse sentito il suo animo turbato, i suoi occhi cominciarono a cercarla fino a trovarla.
Sentì il calore intenso del blu dei suoi occhi riempirle l’animo.
Riusciva quasi a percepire i suoi pensieri.
Kate..tesoro..sono qui..tutto andrà bene..fidati di me…ti amo..il mio cuore è tuo…Always..
Questo dicevano i suoi occhi. Sorrise riconoscente e lui ricominciò ad ascoltare lo zio George.
La giornata fu fantastica. Cibo, musica, sole, bagni in piscina, risate e allegria erano a portata di tutti gli ospiti che ne approfittavano con gioia.
Finalmente Castle riuscì a muoversi dalla stretta sorveglianza di George e si avvicinò per prendere qualcosa da bere al bar ai bordi della piscina raggiungendo Kate.
K”..mi dispiace Rick..” sussurrò lei porgendogli un coctail.
C”..di cosa Kate…tu non sai quante idee mi ha dato tuo zio per nuovi libr…” replicò dolcemente lo scrittore non riuscendo a finire la frase.
R”..Kathrine…che bello ...saranno anni che non ci vediamo..almeno in questa occasione potremmo chiacchierare un po’…” esclamò una voce purtroppo conosciuta.
K”Rachel! Non pensavo che ci saresti stata anche tu..” rispose la detective abbracciando la giornalista.
Castle si voltò con un espressione tra il sorpreso e il terrorizzato.
K”Castle..voglio presentarti mia cugina Rachel..Rachel Finn..” disse Kate con impeto.
L’uomo fissò gli occhi azzurri della donna.
C”..ci conosciamo già!..alloggiavamo nello stesso albergo..e ieri pomeriggio abbiamo chiacchierato un po’ ai bordi della piscina..”  disse con sicurezza lo scrittore facendo comparire uno sguardo di delusione sul viso della giornalista.
K”..davvero..ma che coincidenza..be..meglio così allora…” sorrise tranquilla la detective.
Dopo aver scambiato qualche parola Kate si allontanò un attimo per prendere da bere.
R”..quando dicevi di essere impegnato parlavi sul serio allora…” disse Rachel un po’ rassegnata.
C”..non hai neanche idea quanto…” replicò sorridendo l’uomo spostando lo sguardo sulla sua musa.
R”..Kate è una donna fortunata…amici?” disse la rossa con un sorriso complice porgendogli la mano.
C”..amici..” rispose lo scrittore stringendola con forza.
Kate tornò in quel momento e con sguardo interrogativo osservò la stretta di mano.
R”..tranquilla Kate..è solo la fine di una battaglia che abbiamo iniziato ieri…e io ho perso purtroppo…” spiegò la donna.
K”..e chi ha vinto scusa?” chiese la detective.
R”..tu Kate..tu…” esclamò sorridendo Rachel.
 

 

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Capitolo 18
*** DOMENICA NOTTE ***


La festa fu veramente indimenticabile raggiungendo l’apice con il taglio di una torta monumentale e le lacrime di Vivian all’apertura del regalo di George.
Anche lo zio infatti non era stato da meno come sorpresa: aveva commissionato un quadro  a un famoso pittore che rappresentava loro due da fidanzati.
Un vero capolavoro che chiaramente colpì nel profondo la donna e riportò ad entrambi ricordi lontani ma sempre vivissimi.
Man mano che il sole scendeva verso il mare gli ospiti cominciavano ad andarsene alla spicciolata.
Erano ormai rimasti in pochi e quindi si riunirono tutti nel grande soggiorno.
Kate chiacchierava amabilmente con due zii di Atlanta venuti appositamente per l’occasione mentre Rick continuava a scambiare idee e opinioni letterarie con la coppia di festeggiati.
Rachel si era seduta vicino a Lester osservando con attenzione i due.
R”..Hei Les…da quanto stanno insieme?” chiese sottovoce indicandoli con la testa.
L”..Non mi risulta che stiano insieme…da quel che so sono solo colleghi di lavoro..” mentì Lester in modo esemplare.
Rachel rimase un po’ interdetta. Da come si guardavano e dalle parole dello scrittore avrebbe giurato sul fatto che fossero una coppia.
Ma in effetti niente o nessuno aveva avvalorato questo suo pensiero e per tutta la festa non avevano mai avuto un gesto che li potesse smascherare.
Che si fosse sbagliata? Una domanda a cui prima o poi avrebbe dato una risposta.
Anche gli ultimi parenti se ne andarono soddisfatti della meravigliosa giornata.
Rimasero solo in sei e si ritrovarono tutti seduti sui grandi divani con un bicchiere in mano e tante cose da dirsi.
Z”..allora Rachel…raccontaci qualcosa…è una vita che non ci vediamo…e oggi con tutta questa confusione non abbiamo avuto occasione di parlare…” disse Vivian sorridendo alla nipote.
R”..sono felice zia…ho finalmente realizzato il mio sogno di diventare una vera giornalista e in questi giorni sto lavorando ad  una cosa veramente grossa…uno scoop..” rispose con entusiasmo la donna
C”..Dai Rachel…possiamo avere qualche anticipazione?..” incalzò lo scrittore curioso.
R”..OkRick…non ho ancora le prove..ma se tutto va come spero entro pochi giorni leggerete tutto sul giornale…vi dico solo che molte persone importanti ne subiranno le conseguenze…” replicò misteriosa la giornalista.
K”fai attenzione…pestare i piedi ai potenti è sempre rischioso..” disse preoccupata la detective.
R”..lo so…ma non ho nessuna intenzione di fermarmi..credo che tu mi possa capire più di altri..” rispose la rossa con uno sguardo complice diretto verso Kate che le sorrise prendendole una mano per sostenerla.
L”..sei proprio una giornalista…tante parole e non ci hai detto niente…almeno l’argomento!!...che so…droga, prostituzione, malavita…dai Rachel…” esclamò Les
R”..ok..ok…diciamo che parliamo di ..corruzione..” sussurrò la rossa
L”..sai che novità!!..” disse un po’ deluso il giovane.
R”..dipende da chi sono i corrotti Les…e i motivi per cui vengono pagati..” rispose seria Rachel.
K”..tu vedi di stare attenta…quando si sentono minacciati in qualche modo sono capaci di tutto..” la ammonì Kate sfiorandosi leggermente la cicatrice.
A Castle non sfuggì quel gesto e per un attimo il suo cuore perse un battito ripensando a quello sparo, al sangue sul prato, sulle sue mani e al terrore di perderla per sempre.
R”..Rick…stai bene?..sei pallido..” chiese la giornalista osservando l’espressione dello scrittore.
C”..si ..si..tutto  bene…deve essere la stanchezza…è meglio che torni all’albergo..” balbettò cercando di recuperare il controllo.
G”…Albergo??..scherzi vero?..Se non ho capito male Tu sei il mio regalo..e quindi..niente albergo…e questo naturalmente vale anche per te Rachel…” esclamò George osservano i due.
R”..zio ti ringrazio tanto..ma proprio non posso restare..ho il volo prenotato per mezzanotte quindi prima passo in albergo e poi vado direttamente in aeroporto..” disse alzandosi con calma dal divano.
G”..è un vero peccato tesoro…ma tu Rick…non hai scuse…so che torni a New York martedì mattina..quindi…” sentenziò il signor Dale impedendo qualsiasi obbiezione allo scrittore.
R”..bene..ora proprio devo andare..ma prometto di farmi viva presto ok?...” salutò Rachel abbracciando lo gli zii.
Si avvicinò poi a Kate e dopo averla baciata e abbracciata con affetto si lasciò strizzare da Lester.
Mancava solo Castle e quando si avvicinò a lui per un attimo l’uomo si sentì stranamente in imbarazzo.
Lo abbracciò e mentre lasciava un lieve bacio sulla guancia gli sussurrò qualcosa all’orecchio facendolo arrossire.
Dopo la partenza della giornalista la casa sembrava davvero vuota.
Z”…beh..non so voi ma io sono veramente distrutta…è stata una giornata indimenticabile e magnifica..ma anche tanto tanto faticosa…io me ne vado a letto…George? ..vedi di non farmi aspettare tesoro…” disse Vivian con un pizzico di malizia mentre saliva le scale.
G”…ti seguo!!..” esclamò l’uomo raggiungendola con un balzo.
Z”…Kate?...fai vedere tu la stanza degli ospiti al signor Castle vero??”  aggiunse poi dalla cima delle scale seguita dalla risata di Lester che ormai era già corso in camera sua appena resosi conto che rischiava di essere il terzo incomodo.
Kate arrossì violentemente alle parole della zia e voltandosi si trovò praticamente addosso allo scrittore che la osservava divertito.
C”..allora…mi fai vedere la stanza?” chiese ironico sfiorandole il profilo del viso con la punta delle dita sistemando una ciocca di capelli ribelli.
K”..ma la vuoi smettere…” rimbeccò con un sorriso la donna prendendolo per mano accompagnandolo su per le scale.
Percorsero il lungo corridoio arrivando ad una bellissima camera.
Castle entrò per primo seguito dalla detective.
C”..è veramente bellissima..tua zia ha un gusto veramen…” la frase gli morì in gola sentendo uno strano CLIC.
Kate aveva chiuso la porta dietro di lei e lo guardava con una strana espressione.
C”..Kate…tutto bene?” chiese timoroso l’uomo.
K”…Ok…adesso voglio sapere tutto..” disse seria fissandolo.
C”..D-di cosa stai parlando?” balbettò Castle immaginando purtroppo a cosa si stava riferendo la donna.
K” Castle..ora..” replicò lei pronunciando lentamente l’ultima parola.
Rick deglutì vistosamente e con un soffio di voce iniziò a parlare.
C”Ieri mattina, per passare il tempo sono andato a vedere il museo del volo. Un posto bellissimo di cui mi aveva parlato Alexis e dove ho preso anche tanti souven..” si bloccò osservando lo sguardo assassino della detective.
C”..ok..ok..il pomeriggio mi annoiavo a morte e sono andato in piscina, era così caldo, e lì ho conosciuto Rachel…Ti giuro..io  non ho fatto niente..è lei che ci ha provato…ma non è colpa mia!!” disse quasi piagnucolando.
K”..solo questo?” chiese molto dubbiosa Kate avvicinandosi minacciosa.
C”..no…ieri sera..”
K”..IERI SERA COSA?? ” lo incalzò lei
C”..ieri sera..d-dopo aver ricevuto il tuo messaggio..ti stavo aspettando…e quando ho sentito bussare  p-pensavo fossi tu…e invece…” deglutì sentendosi come perduto.
K”..invece? " disse lei.
C”..invece era Rachel…e…e..voleva.. mi ha  baciato…” sussurrò con un filo di voce.
K”..e poi?” chiese lei calma
C”..come poi?..poi niente...le ho detto di andarsene…e sei arrivata tu…” disse con un filo di voce.
K”..altro?” disse ancora lei
C”..s-stasera…p-prima di andarsene..quando mi ha salutato…mi ha detto una cosa…mi..mi..ha detto che in caso mi fossi liberato in futuro..sapevo dove trovarla…” confessò con un senso di liberazione.
Castle chiuse gli occhi mortificato ma un attimo dopo sentì con enorme sorpresa le morbide labbra della detective appoggiarsi sulle sue.
K”..ricordati che sei mio…” sussurò Kate
C”..Always..” rispose lui con voce roca trascinandola sul letto.
 
 

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Capitolo 19
*** LA FESTA E' FINITA ***


Cari amici, oggi capitolo un pò breve...ma voluto...buon divertimento.
Tittili



K”..Rick..ti prego..smettila…potrebbero sentirci..” sussurrava ansimando la donna preda dei baci e delle carezze dell’uomo.
Castle si bloccò immediatamente alzandosi di scatto dal letto lasciando interdetta la detective.
Lo guardò esterrefatta mentre lui serio rimaneva in piedi accanto a lei quasi sull’attenti con uno strano sorriso sul volto.
K”..ti odio..” sussurrò lei mentre lo trascinava di nuovo su di lei.
C”..ti odio anch’io…” disse con voce roca lui ricominciando a baciarla.

DRIIIIIIINNN DRIIIIIINNN  DRIIIIIIIINNN

Il suono del telefono interruppe i sogni di alcuni e le effusioni di altri.
Lester scese in soggiorno per rispondere mentre Kate riuscì a sgattaiolare non vista nella sua stanza.
Il ragazzo risalì le scale in fretta informando tutta la famiglia, che ormai era nel corridoio ad aspettarlo, delle novità.
L”..era Rachel…le si è bloccata la macchina…vado a prenderla e la accompagno all’aeroporto…voi tornate pure a dormire…” esclamò preparandosi velocemente.
Z”..mamma mia che sfortuna..da quel che mi ha detto doveva andare a Washington per un paio di giorni per alcune conferme e poi tornare a Los Angeles a finire il suo reportage..speriamo riesca a prendere l’aereo…” disse apprensiva Vivian
G”..non ti preoccupare tesoro…ha tutto il tempo…Lester mi raccomando..attenzione sulla strada ehhh!” replicò George seguendo con la voce il figlio che ormai era quasi fuori casa.
Z”..a questo punto..torniamo a dormire..notte Kate…notte Rick…” disse la donna osservando sorridendo la coppia, ora divisa sul ciglio di due stanze diverse, rientrando con il marito in camera.
K”…notte…Rick…” sussurrò lei osservandolo appena sentì la porta della stanza degli zii chiudersi.
L’uomo si avvicinò lentamente perdendosi negli occhi verde smeraldo della sua musa e dopo aver posato un lieve bacio sulle sue labbra tornò nella sua stanza.
C”..notte amor mio…” disse con un filo di voce voltandosi a guardarla prima che entrambe le porte si chiudessero.
 

&&&

 
Strani rumori provenienti dal piano terra della casa svegliarono lo scrittore che per un attimo cercò di riaddormentarsi infilando la testa sotto il cuscino.
Toc Toc Toc
Un bussare insistente però lo fece desistere e con passo pesante e volto assonnato andò ad aprire la porta.
C”..George?..che succede?..” chiese sorpreso trovandosi davanti il signor Dale.
G”..L-Lester…non è rientrato stanotte..” disse con voce tremante l’uomo.
Castle si svegliò immediatamente e mentre lo zio di Kate tornava in soggiorno si lavò e vestì a tempo di record.
Arrivò al piano di sotto correndo e incrociando lo sguardo di Kate capì che non c’erano praticamente notizie.
Z”..ho telefonato agli ospedali e anche alla polizia…ma non ci sono stati nè incidenti né altro..” parlava Vivian quasi a sé stessa.
G”..il cellulare è staccato…” la seguiva a ruota il marito.
C”..avete già chiamato Rachel?” chiese Rick inserendosi nella conversazione.
K”..sì..Lester l’ha accompagnata all’aeroporto e lei ha preso tranquillamente il volo per Washington… ha detto che rientra stanotte…” rispose la detective scoraggiata.
C”..Kate..che dici di dare un’occhiata lungo tutta la strada di rientro che avrebbe dovuto seguire Les..e anche alla macchina in panne di Rachel?” propose lo scrittore cercando di trovare qualche ipotesi sulla scomparsa del giovane.
K”..va bene Castle…andiamo…” rispose la donna abbracciando Vivian prima di andare.
K”..tranquilla zia…vedrai che non è successo niente…” disse con voce morbida.
Salirono in auto senza dire una parola in un clima di tensione palpabile.
Entrambi avevano l’impressione di trovarsi nel mezzo di un caso da risolvere e questa sensazione non era per niente positiva: in fondo loro lavoravano nella squadra omicidi.
Kate guidava piuttosto piano per poter monitorare al meglio il ciglio della strada alla ricerca di segni di frenata o altri indizi che potessero dare qualche idea su che fine avesse fatto Lester ma niente riuscì ad attirare la loro attenzione.
Scrutarono la strada per più di due ore quando raggiunsero finalmente l’auto della giornalista.
Era parcheggiata lungo la strada a pochi chilometri dall’aeroporto.
Kate provò a metterla in moto ma la vettura non dava proprio segni di vita, quindi Castle alzò il cofano per dare un’occhiata al motore.
C”..KATE!!!” esclamò con voce tremante.
La detective uscì di corsa dall’auto e dopo aver visto lo sguardo dell’uomo guardò nel vano motore.
Appoggiata sul propulsore c’era la felpa di Les con una frase scritta sopra con il pennarello indelebile.
“Smetti di indagare o troverai il suo cadavere”
I due si guardarono con la paura negli occhi.
 

&&&

 
Non riusciva ancora a capire cosa fosse successo.
Sapeva solo che aveva un gran caldo e quel sacchetto di tela sulla testa gli rendeva difficile respirare.
Le corde che lo legavano era molto strette  e i polsi gli dolevano intensamente.
Ricordava solo che appena uscito dall’aeroporto, dopo aver salutato Rachel, era stato avvicinato da un tipo che gli chiedeva una sigaretta. Poi più nulla tranne un gran mal di testa.
Cercò nuovamente di liberarsi dalle funi ma nel tentativo barcollò troppo e cadde a terra con tutta la sedia su cui era legato.
Sentì una porta aprirsi e un attimo dopo un calcio lo raggiunse allo stomaco.
XX”..vediamo se così riesci a ricordarti di stare buono e bravo..” sibilò un voce molto profonda
L”..chi siete?..cosa volete da me?..credo che abbiate sbagliato persona…” esclamò Lester cercando di interloquire con il suo aguzzino.
XX”..nessun errore…Lester Dale…” disse piano la voce
L”..m-mio padre pagherà..ne sono certo..” balbettò in preda al panico.
XX”..ma a noi non interessano i soldi caro ragazzo..” replicò gelido il rapitore
L”..cosa volete allora??” chiese esasperato Lester
XX”..silenzio…solo silenzio..” disse l’uomo uscendo dalla stanza chiudendola a chiave.
Lacrime di rabbia e paura iniziarono a scendere silenziose sul volto del giovane che ormai si sentiva in balia degli eventi.
Di che silenzio parlavano e chi doveva stare zitto?
Cosa gli avrebbero fatto?
Domande le cui risposte non facevano che terrorizzarlo ancora di più.
La festa era finita.
 
 
 
 

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Capitolo 20
*** IPOTESI ***


Capitolo piccolo piccolo...ma è per arrivare meglio al prossimo..
Spero comunque che vi piaccia...io sono piuttosto soddisfatta...
Tittili



Kate era attonita davanti all’auto di Rachel e continuava a fissare la maglia di Lester come se fosse la visione di una mente malata.
K”..Mi hanno seguita fin qui per minacciarmi…e hanno trovato il modo di fermarmi stavolta…” sussurrò con un filo di voce .
Castle non riusciva a capacitarsi di ciò che stava succedendo.
Perché queste minacce proprio ora, proprio lì e in quel modo assurdo.
Si avvicinò lentamente alla donna e la prese tra le braccia.
C”..andrà tutto bene Kate..lo troveremo..” le sussurrò piano sentendola tremare violentemente.
Dopo minuti interminabili tornarono all’auto cercando di recuperare il controllo della situazione.
C”..Kate..tutto questo non ha senso…”disse rompendo il silenzio lo scrittore esternando le sue perplessità.
C”..non stai indagando..da quanto ti hanno…” si fermò senza fiato ripensando a quel terribile giorno in cui avevano sparato alla donna “..perchè qui? E perché Lester?..” continuò riprendendo a resipirare.
K”..non ne ho idea..ma dobbiamo riuscire a capirci qualcosa..adesso però dobbiamo andare a casa e spiegare la situazione ai miei zii…” replicò la detective sentendo lo stomaco contorcersi al pensiero della reazione dei genitori di Les.
C”..ma dobbiamo chiamare la polizia Kate!” esclamò Castle guardandola stupito.
K”..NO!..se avvisiamo qualcuno Lester è spacciato!..ce la caveremo da soli..chiamerò Ryan e Esposito…” sentenziò la donna con un tono che non ammetteva repliche accendendo il motore dell’auto partendo a tavoletta verso casa Dale.
Il viaggio fu avvolto da un silenzio pesante e carico di tensione.
Quando entrarono in casa furono immediatamente accolti da Vivian e George in preda all’apprensione.
Z”..Kate..Rick..avete qualche notizia?” chiese preoccupata la donna.
K”..vi devo parlare…” rispose con tono grave Kate facendoli accomodare in salotto.
G”..Tesoro..cosa succede?” chiese timoroso George appena seduto sul divano tenendo stretta la mano della moglie tra le sue.
K”..Voi sapete bene cos’è stata la mia vita dopo la morte di mamma..e anche perché sono diventata un poliziotto..” iniziò lentamente Kate con un filo di voce.
K”..Sono anni che continuo ad indagare su quell’omicidio e…tre mesi fa..ci sono andata troppo vicino…il mio capitano è morto per questo…e hanno tentato di uccidere anche me…” continuò con calma cercando con la mano quella dello scrittore che a quel tocco sussultò.
C”..abbiamo trovato questa nell’auto di Rachel…” proseguì lo scrittore porgendo la felpa di Les a George.
Non appena l’uomo la aprì leggendo il terribile messaggio Vivian portò le mani sulla bocca quasi a smorzare un grido.
K”..mi dispiace zia..” sussurrò Kate mentre le lacrime scendevano silenziose sul suo volto.
G”..non è colpa tua Kate…” disse con un filo di voce lo zio abbracciandola con trasporto.
Castle si sentiva così impotente e un senso di angoscia si stava impossessando del suo cuore quando ad un tratto sentì le braccia di Vivian che lo stringevano.
Z”..Rick…ti prego…trovate Les…e soprattutto proteggi la mia Kate…” implorò piangendo la donna.
C”..Lei è la mia vita…come potrei permettere che le facciano del male…e Lester tornerà a casa…te lo prometto..” rispose lo scrittore prendendo il viso della signora Dale tra le mani consolandola.
In quel momento il telefono iniziò a suonare scuotendo gli animi dei quattro che si guardarono con timore.
K”..Pronto…casa Dale..” rispose calma Kate.
JJ”..so che avete trovato il messaggio..” disse una voce dal tono gelido.
K”..si..e credo sia meglio per voi rilasciarlo immediatamente..” rispose la donna altrettanto duramente.
JJ”..e tu chi diavolo saresti?” replicò irritato l’uomo
K”..la destinataria del messaggio..” disse Kate
JJ”..sul serio?..” sussurrò l’uomo piuttosto sorpreso.
K”..provate a fare qualcosa a Lester e la pagherete molto cara..parola di Kate Beckett!!” replicò con una voce simile ad un ringhio.
JJ”..Kate Beckett?...e chi diavolo è Kate Backett?”..esclamò l’uomo chiudendo subito dopo la comunicazione.
La detective appoggiò la cornetta guardando con perso il resto della famiglia.
C”..Kate…Kate..che cos’è successo?” chiese Castle preoccupato dall’espressione quasi terrorizzata della sua musa.
K”..non lo so Castle…non lo so…” rispose confusa la donna.
 
 
 
 

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Capitolo 21
*** REALTA' SCOMODA ***


In pochi secondi tutto fu chiaro.
Rachel..” dissero insieme Kate e lo scrittore.
K”..sono una stupida egocentrica egoista..” esclamò con le mani tra i capelli la detective
C”..Kate..” sussurrò preoccupato Castle cercando di calmare la sua musa.
K”..ma ti rendi conto! E io sarei una detective? Era così evidente che si trattava di un messaggio per Rachel..ma io penso solo a me stessa..” sentenziò con le lacrime agli occhi.
Vivian e George dalle poche parole della donna si resero conto che la situazione era drasticamente cambiata.
G”..Kate..questo vuol solo dire che puoi aiutarci meglio..non essendo coinvolta come obiettivo potrai rimanere lucida e avere più raggio di azione nelle tue indagini..” disse dolcemente l’uomo cercando di trovare un coraggio che in quel momento non aveva.
La signora Dale invece non riusciva a parlare.
In fondo per lei non cambiava niente, suo figlio era stato rapito e una nipote era nel mirino di malviventi senza scrupoli.
Non sapeva cosa pensare tranne che le sembrava di vivere in un incubo.
K”..dobbiamo parlare con Rachel..quando arriva il suo volo?” chiese seria la detective.
G”..tra due ore..” rispose piano George.
V”..v-vado a preparare qualcosa da mangiare..” disse Vivian trovando una via di fuga dai terribili pensieri rifugiandosi in cucina seguita dal marito.
C”..forse è meglio che ti riposi un po’ Kate…” disse preoccupato Castle.
K”..non né ho il tempo Castle..” rispose con durezza la donna allontanandosi da lui come infastidita.
L’uomo rimase ferito dal comportamento della donna e faceva dannatamente male vederla e sentirla così lontana ma sapeva che era il suo modo di recuperare le energie, controllo e concentrazione.
C”..scusami…io.. Kate...io..salgo a farmi una doccia..mi aiuta a pensare…” disse piano correndo poi su per le scale sentendo il pesante silenzio di lei.
Entrò in camera chiudendo velocemente la porta e, appoggiando alla parete le mani e la fronte, sentì le lacrime scendere lentamente lungo il viso.
Aveva paura di non essere all’altezza, di non avere la forza di quella donna fantastica di cui si era innamorato pazzamente.
Come potrà mai stare con me se non riesco neanche ad aiutarla in questi momenti così difficili.
Sono un pappamolle, un maledetto infantile idiota…

Si buttò quasi con inerzia sotto il getto caldo dell’acqua quasi a cercare di lavare via quella sensazione di inutilità e inadeguatezza.
Si cambiò indossando qualcosa di leggero e fresco  e uscendo dalla stanza da bagno con i capelli ancora bagnati la vide a terra in un angolo della camera con le ginocchia piegate sul petto.
C”..K-Kate…” sussurrò avvicinandosi immediatamente alla donna abbracciandola sedendosi vicino a lei.
K”..n-non ce la faccio Castle..” rispose la detective.
C”..certo che ce la fai Kate…vedrai che troveremo Lester..non ti preocc…” iniziò cercando di consolarla ma la frase gli morì in gola quando incrociò gli occhi smeraldini della sua musa.
K”..io..parlavo di te Castle..” disse con un filo di voce lei.
Lo scrittore si sentì morire dentro, le sue paure si erano materializzate in un attimo, e adesso avrebbe avuto la certezza che quella donna non poteva stare vicino ad un uomo debole come lui.
Chiuse gli occhi  ad aspettare la sentenza cercando di non risultare troppo patetico.
K”..non ce la faccio…senza di te…Castle…” continuò la donna sfiorando con le dita il profilo del viso dell’uomo.
Rick spalancò gli occhi non riuscendo quasi a respirare con il cuore che stava  uscendo dal petto.
K”..mi sentivo così egoista e stupida a non aver capito subito…e ci sei andato di mezzo tu…perdonami…ma credo che renderò la tua vita un vero inferno…” sussurrò la donna con imbarazzo.
C”…adoro il fuoco..” rispose lui baciandola dolcemente.
 

&&&&

 
Mangiarono silenziosamente quello che Vivian aveva amorevolmente preparato cercando di riordinare un po’ le idee ma certi che le informazioni di Rachel sarebbero state indispensabili per trovare il bandolo della matassa.
Il suono del campanello fece sobbalzare i quattro commensali che si precipitarono insieme alla porta d’ingresso.
Rachel entrò abbracciando con impeto Vivian e George.
R”..mi dispiace tanto! È tutta colpa mia..non dovevano prendersela con Les…” piagnucolò stringendo con forza gli zii.
Si sedettero tutti in salotto pronti ad ascoltare la rossa giornalista.
K”..Rachel…devi raccontarci tutto sulla tua indagine…è l’unico modo per aiutare Les..” disse Kate con tono professionale mentre Castle prendeva appunti stile “lavagna” del 12° distretto.
R”..Qualche mese fa, mi hanno affidato uno stupido articolo sull’inquinamento a Santa Monica, una cosa tipo tesina da scuole superiori. Ma ho pensato che potevo magari trasformarlo in qualcosa di diverso.
Avevo letto infatti che molti comitati cittadini si erano organizzati per protestare contro l’abbattimento sistematico di vecchi edifici temendo lo sprigionarsi di scorie tossiche tipo amianto e altri materiali pericolosi.
Ho cominciato infatti a chiedermi il motivo di tante demolizioni concentrate in un lasso di tempo così breve e soprattutto chi ci guadagnava di più.
Se all’inizio tutto sembrava in regola un giorno ho ricevuto una lettera anonima con uno strano messaggio” cominciò a raccontare Rachel con una certa emozione.
R”La lettera infatti diceva solo:  - Cosa c’è sotto le macerie?- Ho così dato l’incarico ad un noto professore di analizzare in segreto le rovine di uno dei famosi edifici abbattuti.”
K”..e..” incalzò la detective.
R”..e abbiamo scoperto rifiuti che niente avevano a che fare con le demolizioni. In pratica qualcuno smaltiva rifiuti altamente tossici nascondendoli all’interno degli immobili in disuso che poi sarebbero stati distrutti.” concluse Rachel.
G”..scusami tesoro…ma non capisco lo scopo..” chiese con titubanza George.
R”..vedi zio..per smaltire quel tipo di scorie servono impianti adeguati e un mucchio di soldi…in mezzo ai calcinacci invece…costo zero…” spiegò la donna.
C”..e salute pubblica in grande pericolo…portati in giro come se fossero semplici macerie sa solo dio cosa possono aver inquinato..” aggiunse lo scrittore sconcertato.
R”..e questo non è la cosa peggiore…ho cominciato quindi ad indagare su chi poteva esserci dietro questo affare da milioni di dollari…” riprese la giornalista.
R”..ho scoperto che il senatore Pierce e il suo segretario personale Lorne  sono coinvolti personalmente nella truffa..praticamente hanno preso soldi per autorizzare il nuovo piano di demolizione dei vecchi stabili…”
K”..pagati da chi?” chiese la detective.
R”..da..Wilfred Torne..” rispose intimorita Rachel
G”..stai..scherzando spero!” esclamò George alzandosi impiedi.
Kate era rimasta in silenzio con una espressione sorpresa e incredula.
C”..c-chi è…Wilfred Torne?” chiese con un filo di voce lo scrittore.
Z”..il..vescovo di Santa Monica..” balbettò Vivian cercando di riprendersi dalla notizia.
 
 

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Capitolo 22
*** DECISIONI ***


G”..Scusami Rachel…ma è impossibile!” continuò George scuotendo la testa
R”..ti assicuro che prima di affermare cose di questa gravità ho cercato le prove..e purtroppo le ho trovate..” replicò calma la nipote.
K”Come sei arrivata a lui?” chiese allora Kate cercando più informazioni possibili sulla questione
R”All’inizio delle indagini tutto era piuttosto confuso. Dopo i risultati delle analisi chimiche, anche sapendo di cosa si stava parlando, non riuscivo a dare una svolta alle ricerche. Decisi quindi di provare a parlare con i promotori dei comitati cittadini ma niente si smuoveva..finchè non ho incontrato padre O’Mulley..”spiegò la giornalista
R”..era uno dei promotori del comitato del quartiere di Santa Teresa..uno dei più colpiti dall’ondata di demolizioni..all’inizio non aveva molta fiducia in me ma pian piano sono riuscita a fargli capire quali erano le mie intenzioni soprattutto rivelandogli i risultati devastanti delle mie perizie chimiche..a quel punto anche lui ha condiviso le sue informazioni con me..”
C”..quali informazioni?”chiese lo scrittore
R”Padre O’Mulley era stato per anni il segretario privato del vescovo e più di qualche volta aveva assistito a strani incontri d’affari e a telefonate quasi in codice tra dei sottoposti di monsignor Torne e pericolosi personaggi della malavita di Santa Monica. Insospettito anche da strani transazioni finanziarie senza le debite giustificazioni decise di chiedere spiegazioni ma, purtroppo, alla persona sbagliata.
Non sapeva che il mandante di quelle trattative era lo stesso Torne. Venne immediatamente relegato nella parrocchia di Santa Teresa e obbligato al silenzio. Quando però capì di cosa si trattava in realtà, cercando di proteggere i suoi parrocchiani, mi ha rivelato quello che sapeva. Ho quindi cominciato a indagare sulla vita di Torne e grazie ai miei informatori di Washington sono riuscita a collegare molte cose e proprio oggi sono riuscita a recuperare dei documenti che provano i pagamenti e soprattutto quali sono gli interessi occulti del vescovo” concluse Rachel
K”..quali interessi occulti?” la incalzò Kate.
R”..lo scopo di questi traffici è piuttosto semplice…Torne riceve molti soldi dalla malavita per occultare e distruggere le scorie tossiche..lui paga pochi spiccioli a quegli sprovveduti di Pierce e Lorne…e con quel quantitativo enorme di dollari sta praticamente acquistando, grazie ad una serie di società off shore, tutta la zona sud di Santa Monica che tra solo un anno diventerà completamente edificabile…praticamente compra a 100 e rivenderà a 10000.”
C”..se non fosse che sta praticamente avvelenando la gente potremmo definirlo un ottimo uomo d’affari..”disse Castle
DRIIIIINNNN DRIIIINNNN
Il suono del telefono fece sobbalzare i quattro.
Kate si alzò immediatamente e prese il ricevitore.
K”..Pronto…” disse secca
JJ”..detective Beckett…buonasera..”
La voce gelida dell’uomo mentre pronunciava il suo nome fece trasalire la detective.
JJ”..visto che la signorina Finn è arrivata a casa credo che ormai lei sia informata della situazione..” continuò calmo.
JJ”..lei detective ha già un potente nemico..le consiglio vivamente di non immischiarsi in questa faccenda o stavolta  il cecchino potrebbe mirare sul petto del suo scrittore...” sibilò la voce profonda
Kate impallidì a quelle parole sentendo il respiro bloccarsi in gola ma riuscì velocemente a riprendere il controllo.
K”..cosa volete?” chiese seria
JJ”..i documenti che ha recuperato oggi la signorina Finn…lei ci consegna quelle ricevute…noi consegniamo il ragazzo…semplice..” rispose con durezza l’uomo
K”..anche senza quei documenti potrebbe lo stesso scrivere l’articolo…non avete garanzie..” replicò poco convinta dalla richiesta la detective.
JJ”..i fogli di giornale servono per rivestire le gabbie degli animali…senza prove l’articolo di sua cugina non sarebbe buono neanche per raccogliere gli escrementi delle bestie…la sua carriera di giornalista sarebbe finita per sempre come la sua credibilità..” rispose ridendo l’uomo
JJ”..chiamerò domani sera per lo scambio…” continuò poi secco chiudendo la conversazione.
Kate ripose lentamente il ricevitore cercando di contenere il senso di rabbia ma anche di paura che si stava impossessando di lei.
Ripetè le parole del rapitore alla sua famiglia omettendo il riferimento al drago e dopo un profondo respiro disse:”Temo che dovremmo cedere al ricatto per liberare Les..”
C”..Non possiamo rassegnarci cosìdobbiamo dormire un po’…la mente fresca ragiona meglio…” rispose lo scrittore notando la strana luce negli occhi della sua musa.
Z”..Rick ha ragione…dobbiamo riposare…per adesso non faranno niente a Les…per lo meno finchè noi abbiamo ciò che vogliono…coraggio..qualche ora di sonno ci farà bene…Rachel ti accompagno nella tua stanza..” disse con dolcezza Vivian avviandosi insieme alla nipote e al marito al piano superiore.
Kate fece per seguire i tre quando Castle la bloccò prendendola delicatamente per un polso.
C”..cosa mi nascondi..” sussurrò piano
K”..n-non.. so di cosa parli…” balbettò lei  distogliendo lo sguardo da quei penetranti occhi blu.
C”..Kate..ti prego..” disse l’uomo con un filo di voce
La donna si buttò tra le braccia forti e protettive dello scrittore che la strinse con dolcezza.
K”..sanno tutto Rick..il drago sa dove sono…e  hanno minacciato di colpire te se continuo ad indagare…” confessò tremando la donna stringendosi all’uomo.
Castle la sollevò delicatamente e prendendola tra le braccia la portò nella sua stanza.
La adagiò dolcemente nel letto e dopo averla coperta si sedette a fianco della sua musa accarezzandole lievemente il volto con le dita sistemandole le ciocche ribelli dei capelli.
C”..Kate…ascoltami…non possiamo permettergli di condizionare la nostra vita…domani mattina cercheremo di trovare il sistema di liberare Lester e lo faremo con tutte le nostre forz.…” iniziò a parlare l’uomo interrotto dalla detective
K”..non posso Rick..non posso rischiare che ti facciano del male…” disse la donna bloccandosi al tocco della mano dell’uomo sulle sue labbra.
C”..ssshhhh…io mi sono innamorato di una donna incredibile che per mestiere fa “l’acchiappacattivi” e non ho intenzione di cambiare fidanzata…quindi domani faremo come sempre…prenderemo a calci nel sedere quei maledetti figli di puttana..e non voglio sentire altro per stanotte…tranne i tuoi sospiri per me…” concluse appoggiando le labbra esigenti su quelle della donna che rispose con passione.

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Capitolo 23
*** PERCHE'? ***


Si svegliarono all’alba dopo una notte piuttosto difficile carica di paure e presentimenti.
Si trovarono tutti in cucina per una veloce colazione in un silenzio quasi irreale.
C”Una cosa proprio non capisco” esordì Castle cercando di riprendere il filo dei discorsi della sera prima.
C”Perché non ti ha comunicato ieri sera i termini dello scambio e ha invece procrastinato tutto a questa sera?” continuò lo scrittore rivolto alla detective.
K”N-Non lo so…evidentemente hanno bisogno di tempo..” rispose sconcertata la donna.
G”Tempo per fare cosa?” si inserì nella conversazione George.
Kate e Rick si alzarono di scatto contemporaneamente dalle sedie.
K+C”..PER ELIMINARE DELLE PROVE!!” esclamarono insieme.
K”Rachel..devi darmi tutto il materiale relativo alle tue ricerche…ora!!” ordinò perentoria la detective alla cugina.
R”Ecco..è tutto nel mio portatile..” rispose la donna porgendole il piccolo computer.
Kate aprì velocemente i vari file e iniziò ad esaminare con attenzione i vari documenti.
K”Il nome di Torne appare come socio in una delle società con sede nelle Isole Cayman, e anche in queste strane transazioni finanziarie” disse la donna prendendo il telefono.
K”Esposito..sono Beckett…devi assolutamente fare un controllo per me..dopo ti spiegherò meglio ma ora non ho tempo…verifica con gli archivi dell’FBI tutti i movimenti finanziari, specialemente le quote societarie della Ship Enterprise, di Wilfred Torne. Richiamami al più presto, è urgente.” disse seccamente al cellulare mentre continuava a leggere sullo schermo del computer di Rachel.
C”Maledizione!Tutte le sue attività sono state effettuate solo via internet..” esclamò lo scrittore irritato.
G”Cosa comporta questa cosa?” chiese preoccupato George.
C”Significa che potrebbe sempre dire di non essere stato lui ma che qualcuno ha rubato la sua identità elettronica” rispose Castle
R”Io però ieri ho avuto un documento con la sua firma che autorizzava il pagamento sia a Pierce che un trasferimento di capitali alla Ship Enterprise con sede alle Cayman”sussurrò Rachel.
Kate e Rick si voltarono contemporaneamente verso la donna.
K”Ecco cosa vogliono..è l’unica prova tangibile dei traffici di Torne…ma non spiega ancora la necessità di tempo..” affermò la detective un attimo prima di sentire suonare il proprio cellulare.
K”Beckett…ciao Esposito…cosa? Ma..non è possibile…dimmi i nomi dei soci…COSA!!??..grazie Javi…ti richiamo dopo”
Kate aveva un’espressione sconvolta.
C”Kate! Cos’è successo?” chiese Castle prendendo la mano tremante della sua musa tra le sue.
K”Torne è sparito da tutti i documenti recuperati da Rachel…e il socio di maggioranza della Ship Enterprise è…George Dale…” spiegò la donna tra lo stupore di tutti.
G”..Che cosa??? Ma è impossibile!!” esclamò lo zio di Kate sconvolto.
Castle si allontanò immediatamente dal gruppo uscendo in giardino e prendendo il proprio cellulare compose un numero che non faceva da parecchio tempo.
C”..Tom?..sono Rick..sì..hai ragione..è passato un mucchio di tempo…credo sia venuto il momento che tu paghi il tuo debito…”
Dopo pochi minuti rientrò con un espressione piuttosto seria.
C”..Kate! dobbiamo andare subito da padre O’Mulley..” disse con un tono che la donna non aveva mai sentito uscire dalle sue labbra.
K”Ma cosa…” cercò di dire Kate.
C”Ora Kate…ora!!” replicò secco l’uomo uscendo dalla porta.
Salirono in auto in silenzio e Kate stranamente non obbiettò sul fatto che guidasse lo scrittore, non l’aveva mai visto così deciso e determinato.
K”..Posso sapere perché?” chiese titubante dopo alcuni minuti di viaggio.
C”..dobbiamo farci dare i codici di accesso bancari che O’Mulley usava quando era segretario del vescovo” rispose asciutto.
K”..non capisco Castle! A cosa potrebbero servirci…li avranno sicuramente cambiati..” replicò la donna con scetticismo.
C”Kate..non chiedermi come e perché ma anni fa ho conosciuto un….ladro digitale…” cominciò a spiegare imbarazzato lo scrittore.
K”…un …ladro..digitale??” ripetè sorpresa la detective non volendo neanche provare a formulare un’ipotesi sui motivi di questa pericolosa conoscenza da parte di Rick.
C”..per motivi che non voglio spiegarti ha un grosso debito con me…e l’ho chiamato..” continuò l’uomo
K”..cos’hai fatto?? Ma ti rendi conto in che razza di guai ti potresti trovare se intercettano le tue comunicazioni??” esclamò lei
C”..lo so Kate..ma ne valeva la pena…ha immediatamente controllato per me quei file…e mi ha detto che qualcuno li sta modificando in queste ore con dei programmi estremamente sofisticati…l’unico modo affinchè quelle prove non vadano perdute è entrare anche noi nel sistema e bloccare gli accessi…siccome si tratta di vecchie informazioni con i codici di accesso utilizzati anche parecchi anni fa possiamo provarci…basta portarli a Tom…ops…al mio amico …e forse potremmo avere una merce di scambio piuttosto interessante..quindi..ho pensato che visto che padre O’Mulley era il segretario personale del vescovo..sicuramente aveva quei codici…” concluse con un’espressione imbarazzata aspettando gli improperi della donna.
K”…sei…sei…”
C”..lo so Kate…è una pazzia…ma Lester è in pericolo…se gli consegnamo quelle ricevute con la firma di Torne..non lo lasceranno libero…lo sai anche tu!!...preferisco finire in galera per furto informatico che non averci provato…” la fermò l’uomo cercando di giustificare la sue azioni.
K”..Ferma la macchina..” disse calma la donna
Castle accostò la vettura e si voltò verso la detective.
C”..mi dispiac..” le parole gli morirono in gola vedendo gli occhi della donna carichi di lacrime.
K”…ti amo…Richard Alexander Rodgers..” sussurò Kate perdendosi nel blu profondo degli occhi del suo scrittore.
C”..Always..” rispose lui riprendendo poi la strada verso la parrocchia di Santa Teresa.
Padre O’Mulley aveva una confessione da fare.

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Capitolo 24
*** PADRE O'MULLEY ***


In meno di venti minuti raggiunsero la parrocchia di Santa Teresa e lasciando l’auto parcheggiata davanti alla chiesa entrando velocemente.
Non appena gli occhi si abituarono alla luce soffusa delle candele si trovarono all’interno di una tipica costruzione di stile spagnolo e Kate, bloccandosi all’ingresso, pensò a quante volte era entrata in una chiesa simile a quella  insieme a sua madre e suo padre per la messa.
Il profumo aromatico dell’incenso, i rumori esterni attutiti dalle spesse  mura di pietra e il sussurrare dei visitatori  la riportarono indietro nel tempo quando, mentre si annoiava a sentire la predica domenicale,  immaginava di vedere entrare Zorro inseguito dai cattivi.
Intinse istintivamente la mano nell’acquasantiera e si fece lentamente il segno della croce ormai rapita da ricordi lontani.
Castle che era al suo fianco rimase immobile ad osservarla stupito mentre un raggio di sole che colpiva il viso della donna creava uno strano gioco di luce.
C”..quando tutta questa storia sarà finita promettimi che torneremo qui…” sussurrò emozionato l’uomo prendendola per mano e addentrandosi nella chiesa.
Arrivati a ridosso dell’altare videro sbucare da una porta sulla destra un omone dai capelli rossicci sulla sessantina con un espressione piuttosto ruvida e con addosso una tonaca vecchio stile leggermente aperta vicino al collo.
K”..mi scusi ..stiamo cercando padre O’Mulley..è una cosa urgentissima..” chiese la donna con cortesia.
O”..chi lo cerca? “ rispose sospettoso il religioso.
K”..sono la cugina della signorina Finn…mi chiamo Kate..Kate Beckett…e ho assolutamente bisogno di parlare con lei…” replicò secca la detective.
O”..e lui?..anche lui è un poliziotto?” disse ruvido padre O’Mulley
Castle assisteva a questo strano dialogo sorpreso dal modo in cui i due mettevano subito le carte in tavola. Due caratteri forti e decisi a confronto ma evidentemente anche onesti e trasparenti.
K”..no..lui è un consulente…nonché mio compagno di vita..” rispose Kate continuando a fissare negli occhi il prete.
Mentre pronunciava quelle parole la donna strinse forte la mano dello scrittore che sentì il cuore quasi esplodere nel petto.
O”..venite in sacrestia…così possiamo parlare..” concluse padre O’Mulley facendo strada ai due attraverso la porta da cui era uscito.
Entrarono in una piccola stanza con le pareti ricche di icone  e un pesante tavolo in legno di rovere con sei sedie in stile.
O”..sedetevi…volete qualcosa da bere?” disse più morbido il parroco.
K”..no…grazie..” rispose la detective accomodandosi vicino a Castle.
O”..cosa volete?” chiese diretto l’uomo.
K”..i soci di Torne hanno rapito mio cugino per costringere Rachel a consegnargli le uniche prove valide che abbiamo. Inoltre stanno in questo momento manipolando una serie di documenti elettronici facendo sparire tutti i rifermenti possibili e i collegamenti a Torne. Per provare a fermarli ho bisogno di sapere se lei, quando era il suo segretario, aveva accesso in qualche modo a quei dati e in caso affermativo devo avere i codici e le password  che utilizzava” sintetizzò con fermezza Kate sostenendo lo sguardo
Il prete la squadrò con gli occhi scuri come braci ardenti passando poi ad osservare lo scrittore quasi a leggere dentro i loro pensieri.
O”..come faccio a sapere che non mi state mentendo?” disse dopo pochi secondi.
K”..non può..e non ho modo di provarglielo…ma se non mi aiuta mio cugino Lester è morto e Torne la farà franca insieme a tutti i suoi soci d’affari continuando ad avvelenare tutta la città..” rispose calma Kate sperando di aver convinto l’uomo delle sue buoni intenzioni.
O’Mulley si alzò dal tavolo e senza dire una parola uscì dalla stanza lasciando i due interdetti ancora seduti.
C”..senza quei codici siamo perduti…” sussurrò Castle in preda allo sconforto portandosi le mani al volto.
La voce profonda del parroco li raggiunse alle spalle
O”..nessuno è perduto se Dio è con lui..”
Si voltarono di scatto e videro padre O’Mulley con in mano un piccolo libricino nero.
O”…qui ci sono tutti i codici bancari e le password di accesso che utilizzavo in quegli anni…pregherò il Signore che vi siano di aiuto e pregherò per la vostra incolumità e per quella dei vostri cari…” disse con voce paterna consegnando alla donna le preziose informazioni.
K”..Grazie padre…e continui a pregare…abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile…” replicò la donna uscendo veloce dalla sacrestia.
Castle rimase per un attimo davanti all’uomo che sorridendo gli strinse la mano.
O”..pregherò soprattutto  per lei…con una donna simile al suo fianco un occhio di riguardo ci vuole di sicuro…” lo prese in giro il religioso mentre la voce di Kate sollecitava lo scrittore a raggiungerla.
Uscirono quasi di corsa dalla chiesa ma con loro grande sorpresa l’auto non era dove l’avevano lasciata.
K”Ma…cosa diavolo…” esclamò la donna cercando con lo sguardo il veicolo.
C”..K-Kate…” disse Castle osservando quasi disperato un cartello posizionato proprio dove avevano parcheggiato.
K”..R-Rimozione…ci hanno portato via la macchina…MALEDIZIONE!!” gridò con rabbia assestando un calcio contro il palo.
Castle cominciò a guardarsi intorno e ad un tratto prese per mano la donna trascinandola concitato.
K”..Castle…che ti prende…” cercò di resistergli la detective non capendo le intenzioni dell’uomo.
Lui, mollando per un attimo la presa, si posizionò in mezzo alla strada bloccando con il corpo la corsa di un motociclista con tanto di passeggera.
C”POLIZIA DI NEW YORK! “ gridò mostrando al centauro il falso distintivo che Alexis gli aveva regalato per Natale.
C” Devo requisire momentaneamente il suo mezzo per un’azione di emergenza!” continuò deciso sotto lo sguardo esterrefatto  della donna.
I due, vedendo la decisione con cui si era presentato quell’uomo in mezzo alla strada, scesero dalla moto consegnandogliela.
C”..Anche i caschi…per  favore…” disse Rick inforcando il mezzo.
C”..Coraggio Kate…Sali…dobbiamo correre a Los Angeles…” esclamò porgendo una mano verso Kate per aiutarla.
Sempre più sorpresa la donna salì sulla moto e dopo essersi infilata il casco che gli porgeva il suo scrittore sentì il motore accendersi e ruggire.
C”..Pronta?..” chiese lui con gli occhi che brillavano
K”..Always..” rispose lei stringendosi forte al suo compagno che partì facendo fumare i pneumatici in una corsa folle contro il tempo.
 

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Capitolo 25
*** TOM ***


Castle continuava ad accelerare lungo l’autostrada e sentiva il vento sul viso che lo colpiva con violenza.
Le braccia di Kate lo stringevano forte e sentiva il corpo della donna tutto appoggiato lungo la schiena.
Percepiva chiaramente il suo calore e questa sensazione lo face sentire quasi onnipotente.
Uno dei suoi sogni era quello di viaggiare coast to coast con la sua musa in sella ad una potente motocicletta ma non avrebbe mai creduto che un giorno questa sua strana fantasia si sarebbe avverata.
Purtroppo però le circostanze erano molto diverse da quelle che si sarebbe aspettato.
Erano ormai le 10 del mattino e le strade erano piuttosto trafficate e parecchi rallentamenti bloccavano il flusso dei veicoli, ma per una volta la fortuna era dalla loro potendo superare tutti gli ostacoli con facilità grazie al potente mezzo a due ruote.
Arrivarono in poco più di 20 minuti alla periferia di Los Angeles in una zona abbastanza degradata e quando Castle entrò nel cortile di uno sfasciacarrozze per un attimo Kate ebbe l’impressione di essere nel posto sbagliato.
L’uomo dopo aver parcheggiato la moto, appoggiando i due caschi sul manubrio, si tolse gli occhiali da sole osservando con una strana espressione la donna.
K”..perchè mi guardi così?” chiese curiosa la detective un po’ imbarazzata.
C”..provavo ad immaginarti con una tuta di pelle..” rispose lui sorridendo
K”..io invece ti preferisco senza niente addosso..”
replicò lei sussurrando maliziosa e avvicinandosi allo scrittore a pochi centimetri dal viso facendolo deglutire vistosamente.
T” Rick!..non credevo saresti arrivato così presto…” esclamò una voce profonda
Da una costruzione piuttosto fatiscente era uscito un uomo sulla cinquantina coi capelli  scuri e gli occhi color ghiaccio.
Era piuttosto magro ma muscoloso e la cosa che più colpiva era lo sguardo magnetico e vivace.
C”Tom!” rispose lo scrittore avvicinandosi  stringendogli la mano.
L’uomo però trasformo il saluto formale in un abbraccio imbarazzando non poco Rick che sentiva lo sguardo di Kate addosso.
C”Tom..voglio presentarti…” iniziò balbettando Castle appena riuscito a sciogliersi dalla stretta dell’amico.
T”Kate…non può che essere lei…com’è che hai detto l’ultima volta che ci siamo sentiti?..una donna a cui donare il proprio cuore…” disse Tom osservando sorridendo l’espressione dello scrittore e il rossore sulle guance della donna.
C”..Ti prego Tom…già da solo faccio spesso figure assurde…se ti ci metti anche tu…sono finito!” esclamò Rick cercando di uscire da una situazione imbarazzante.
K”..E’ un piacere signor..signor?” si avvicinò Kate porgendo la mano
T”..Tom…è meglio che io per lei resti solo Tom..detective…” rispose l’uomo prendendo la mano della donna tra le sue.
T”..coraggio..entrate..da quel che mi ha detto Rick avete dei grandi problemi da risolvere…e non abbiamo tempo da perdere…” continuò poi tornando serio e precedendoli dentro la casetta da cui era uscito.
I due seguirono l’uomo  e rimasero piuttosto sorpresi da quello che trovarono.
Mentre dall’esterno tutto sembrava fatiscente l’interno era un vero spettacolo di design, tecnologia e arredamento all’ultimo grido.
Tom guardò le facce sorprese dei due visitatori e scoppiò a ridere.
T”..Rick..tu sai che lavoro faccio…devo sapermi nascondere bene…” disse sedendosi ad un computer che dava l’impressione di essere piuttosto sofisticato.
T”..sto ancora monitorando i dati che mi hai comunicato per telefono due ore fa…stanno ancora procedendo alle modifiche e alle cancellazioni…hai qualcosa che mi possa aiutare?” continuò Tom cambiando tono di voce diventando piuttosto professionale.
C”..abbiamo dei codici di accesso e delle password che venivano utilizzati qualche anno fa…spero possano esserti utili..” rispose Castle porgendogli il libricino nero di padre O’Mulley.
T”..vedrò di farmelo bastare..” replicò Tom mettendosi al lavoro.
K”..non vuole neanche sapere perché? o cosa? Potrebbe anche trovarsi in un mare di guai ad aiutarci..” chiese un po’ sorpresa dalla disponibilità dell’amico di Castle.
T”..vede Kate…il qui presente Richard Alexander Castle qualche anno fa fece per me qualcosa per cui non potrò mai ripagarlo abbastanza..e poi..io sono sempre nei guai…non ha molta importanza per quale motivo…” rispose sorridendo Tom continuando a pigiare strani codici sulla tastiera.
Kate si voltò a guardare Rick che la ricambiò con un’espressione simile ad un bambino pescato con le mani nella marmellata.
Un rumore dalla stanza accanto fece sobbalzare i due che si voltarono di scatto all’aprirsi di una porta.
S”..papà…non ci crederai ma mi è parso di sentire la voce di Rick..” disse un ragazzo di non più di sedici anni entrando nella stanza.
C”..Samuel…non sapevo che adesso vivessi qui con tuo padre…” esclamò lo scrittore visibilmente sorpreso ma con gli occhi che brillavano di gioia.
S”..RICK!!...non ci credo!..cosa diavolo ci fai qui…” rispose eccitato il giovane muovendosi verso Rick ma bloccandosi immediatamente subito dopo.
S”..chi c’è con te?..sento un profumo…di ciliegia…e non credo che tu abbia cambiato acqua di colonia…” disse Samuel muovendo la testa come a percepire meglio gli odori.
Solo in quel momento Kate notò che il ragazzo portava gli occhiali scuri in casa.
C”..questa è Kate…la detective Kate Beckett…” disse Rick avvicinandosi al giovane.
S”…aahhhh…la ladra di cuori…” lo prese in giro Samuel abbracciandolo
C”..anche tu!!…Tom…ma cosa insegni a questo mascalzone!!…bisogna avere rispetto degli adulti sai??” replicò lo scrittore scompigliandogli i capelli ribelli.
S”..ok..ok..scusa…mi scusi molto detective…è un piacere conoscerla..” disse Samuel dirigendosi sicuro verso la donna porgendole la mano.
K”..il piacere è tutto mio Samuel..” sussurrò la donna cercando un po’ di mascherare la sua sorpresa.
S”…tranquilla detective…ho perso la vista che ero poco più di un neonato e mi rendo conto che è sempre complicato interagire con me da parte di chi mi conosce per la prima volta…ci si sente in imbarazzo..ma pensi questo…io sono felice, sono autonomo, sono giovane e mi hanno anche detto che sono bello ...quindi perché per lei devo essere un problema?” disse con voce dolce sciogliendo il nodo alla gola della donna.
T”..Rick…detective…” chiamò Tom continuando ad osservare con attenzione lo schermo.
I due si avvicinarono immediatamente all’uomo.
T”..sono riuscito ad entrare nel sistema…ma per fermare quel programma ci vorranno un paio d’ore..ho già avviato il processo e ho salvato in un file segreto alcuni documenti con il nome del nostro amico così almeno avete qualcosa in mano…per il resto dobbiamo solo aspettare...” spiegò Tom
S”..bene…così io e Rick possiamo preparare qualcosa per il pranzo come ai vecchi tempi…” esclamò Samuel sorridendo.
C”..mi sembra un’ottima idea..in effetti ho un certo appetito…” rispose Castle avviandosi con il giovane verso la cucina.
Kate si sedette vicino a Tom sorridendo vedendo la strana coppia di chef.
Tom si voltò verso la donna che ricambiò lo sguardo.
T”..è proprio come l’ha descritta Rick..” affermò con voce profonda l’uomo
K”..cioè?” chiese incuriosita Kate
T”..una donna che ti cambia la vita…per cui varrebbe la pena morire…”rispose Tom prendendola alla sprovvista.
K”..da quanto tempo conosce Rick?” chiese lei cercando di riprendere fiato.
T”…circa dieci anni fa fui condannato per furto informatico…ero il migliore nel mio campo…e lo sono ancora…ma al tempo non lavoravo da solo e il mio socio pur di avere una riduzione di pena mi addossò tutta la responsabilità…dovevo farmi tre anni di galera. Un vero incubo, non tanto per il carcere, ma per il fatto che mia moglie avrebbe dovuto occuparsi di Samuel da sola, con tutto quello che comportava.
Dopo un anno finalmente mi diedero gli arresti domiciliari con il divieto totale all’uso di qualsiasi strumento informatico.
Stavo tutto il giorno in casa mentre la mia povera Louise si ammazzava di lavoro.
Non potevo permetterglielo e quindi ricominciai a “lavorare” in segreto.
Un giorno mi arriva la comunicazione che un famoso scrittore di gialli mi vuole assolutamente parlare per avere delle informazioni, visto che doveva scrivere un nuovo romanzo ambientato proprio nel mondo degli hacker.
E così mi trovo davanti quel bel tipo che adesso è in cucina con mio figlio.
Non avevo mai visto tanto entusiasmo e esaltazione.
Mi faceva un mucchio di domande strampalate e gli occhi gli brillavano ad ogni risposta.
Quel giorno però, proprio mentre discutevamo di codici e password, arrivò a sorpresa un controllo da parte del dipartimento.
E trovarono il mio portatile. Ero finito. Avrei minimo preso dieci anni.
Ma non fu così. Uno scrittore che conoscevo solo da un paio d’ore senza fare neanche un piega si inventò una storia assurda  affermando che il computer era suo e che mi aveva  praticamente obbligato ad usarlo per farmi vedere quello sapevo fare.
Viste le sue conoscenze e credo un certo esborso di contributi vari mi tolse dai guai addossandosi una condanna di sei mesi” raccontò con occhi persi nei ricordi.
T”Da quel giorno sapevo di aver trovato un vero amico, che diventò un fratello quando Louise morì l’anno dopo. Non so come avrei fatto senza il suo aiuto. E le assicuro..non parlo di quello economico. So che il mio Samuel avrà sempre qualcuno su cui contare, una secondo padre.”  concluse l’uomo tornado a fissare la donna.
Kate era senza parole. Quel suo pazzo scrittore riusciva sempre a sorprenderla.
C”..Signori!! Signore!! Il pranzo è servito”  esclamò Castle uscendo di slancio dalla cucina con un tovagliolo sul braccio inchinandosi poi con eleganza come un maitre di alto rango.
T”..allora..andiamo a mangiare..” disse Tom alzandosi raggiungendo il figlio ai fornelli.
La donna rimase seduta ad osservare lo scrittore che con sguardo interrogativo la guardava sorridendo.
C”..Kate?..tutto bene?..non hai fame?” chiese quasi preoccupato.
La donna si alzò lentamente e si mise davanti a lui.
K”…un giorno mi dirai dove hai nascosto le ali..” sussurrò con gli occhi umidi sfiorandogli il viso con le dita prima di sparire nella cucina.

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Capitolo 26
*** SPERANZE ***


Caldo. Tanto caldo.
Quel posto era un forno.
Ipotizzò di trovarsi in una specie di edificio in disuso visto che ogni volta che qualcuno entrava sentiva il rumore di sabbia e calcinacci pestati da scarpe di cuio e l’odore prepotente di polvere e muffa.
Doveva trattarsi sicuramente di criminali di alto rango.
Erano sicuri di sé, con profumi di marca e con un modo di parlare misurato e non certo da gang arrangiate.
Sentiva spesso lo squillare di telefonini e l’inconfondibile picchiettare di tastiere di computer portatili.
Probabilmente convinti che con quel sacchetto di juta in testa non riuscisse a sentire non si erano accorti che era riuscito a percepire la telefonata fatta a casa.
Si sentiva stranamente in colpa. La sua presenza in quel maledetto posto poteva impedire a Rachel di pubblicare il suo reportage. Certo non si era messo lui un cappuccio in testa e delle corde ai polsi ma non riusciva lo stesso a darsi pace.
Per non pensare poi al fatto che non aveva per niente l’impressione che lo scambio proposto dal delinquente sarebbe andato a buon fine.
Gente del genere non faceva accordi. Prendeva ciò che gli serviva e eliminava prove e testimoni.
Doveva fare qualcosa. Non aveva nessuna intenzione di farsi ammazzare da quei maledetti.
Aveva capito di avere poco tempo per agire. Quella sera Mister X avrebbe comunicato a Kate i termini e i tempi dello scambio e quindi doveva trovare un sistema per fuggire.
L’unico momento in cui aveva avuto un po’ più di libertà era stata la sera prima durante la cena.
L’avevano slegato e avevano alzato il cappuccio fino al naso per permettergli di mangiare. Era comunque controllato a vista e la canna di una pistola era rimasta appoggiata sulla sua nuca durante tutto il pasto.
Mentre questi pensieri occupavano la sua mente sentì improvvisamente aprirsi la porta e dei passi avvicinarsi.
XX”..allora signor Dale…le piace il suo soggiorno?” chiese ironico il carceriere.
L”..credo che non metterò dieci sul questionario di gradimento..” rispose secco Lester
XX”..magari questo le farà cambiare idea..” sibilò l’uomo sferrandogli un pugno alla bocca dello stomaco.
Preso alla sprovvista il ragazzo si sentì mancare il fiato e tossì violentemente.
L”..b-beh…visto che c’è anche il reparto massaggi magari posso darvi la sufficienza…” replicò beffardo appena in grado di parlare.
XX”..sa una cosa?..sarà un piacere non averla più come nostro ospite..” disse gelido il malvivente uscendo con passo spedito.
Passarono solo pochi minuti quando qualcun altro entrò nella stanza dove era imprigionato.
YY”..chiudi gli occhi..” disse una voce sconosciuta.
Lester obbedì e sentì che l’uomo gli toglieva il cappuccio per poi bendarlo con una fascia larga e pesante.
Respirare finalmente aria fresca e pulita fu come rinascere.
L”..g-grazie..” disse mentre continuava ad inghiottire aria come se fosse appena risalito da una lunga immersione in apnea.
YY”..adesso ti porto qualcosa per pranzo..” continuò la voce uscendo per qualche minuto e rientrando con quello che doveva essere un vassoio, visto il rumore che fece quando venne appoggiato sul tavolo posto davanti al giovane.
L’aguzzino quindi estrasse la pistola e dopo averla appoggiata alla testa di Lester con l’altra mano lo slegò per permettergli di mangiare.
YY” ..mangia..” ordinò secco.
Il giovane cercò a tentoni le posate e utilizzando il tatto cominciò a portarsi il cibo alla bocca.
Aveva fatto solo due bocconi quando ad un tratto si portò una mano alla gola non riuscendo a respirare correttamente.
YY”..cosa diavolo hai?..” chiese il carceriere vedendo lo strano gesto del prigioniero.
L”..U-uova…S-SONO U-UOVA..” rispose in preda alla paura Les continuando a respirare a fatica.
YY”..certo…e allora??” replicò l’uomo con voce contratta.
L”..s-sono allerg…” cercò di spiegare il ragazzo cadendo però a terra tenendosi la gola alla ricerca d’aria.
Il malvivente, se in un primo momento esitò pensando ad un inganno, vide però il giovane annaspare sempre di più quasi fosse un pesce caduto fuori dall’acquario.
Preso dal panico quindi appoggiò la pistola sul tavolo e si inginocchiò cercando di aiutarlo.
Il ragazzo però era immobile a terra con la bocca spalancata alla disperata ricerca di ossigeno.
Non respirava più e quindi l’uomo, con la faccia contratta dalla sorpresa e dal terrore, corse fuori alla ricerca di aiuto.
Appena i passi non furono più udibili Lester si alzò di scatto e togliendosi la benda cercò di abituarsi velocemente alla luce prendendo la pistola in mano.
Idiota…pensò uscendo lentamente e con circospezione dalla sua prigione la cui porta era stata lasciata spalancata.
Si trovava, come aveva immaginato, in una piccola palazzina dismessa e guardando fuori da una finestra si rese conto di essere al primo piano.
Sentì distintamente delle voci concitate in lontananza. Non aveva più tempo. Doveva fuggire velocemente ma non certo dalle scale da dove invece sarebbero saliti i suoi aguzzini.
Cercando una via di uscita alternativa si affacciò ad una piccola finestra che dal pianerottolo dava sul retro dell’immobile e dopo un attimo di esitazione saltò.
I grandi sacchi di sabbia che aveva visto ammassati nel cortile attutirono la caduta e dopo essersi assicurato di non essere visto iniziò a correre a perdifiato.
I quattro rapitori, guidati dal testimone dell’attacco anafilattico di Lester, salirono di corsa la rampa di scale entrando nella cella improvvisata.
Gli sguardi spalancati e sorpresi si incrociarono interrogativi.
YY”..giuro…non respirava!!..era qui..disteso a terra..sembrava morto..” balbettava atterrito quando, entrando nella stanza la trovarono vuota.
XX”..allora si vede che si chiama Lazzaro….perchè TI E’ SCAPPATO BRUTTO IDIOTA!!” gridò in preda all’ira l’interlocutore telefonico di Kate.
XX”..dobbiamo ritrovarlo al più presto…se riesce a mettersi in contatto con i suoi siamo spacciati…addio scambio…e quelli che saranno morti, e senza resurrezioni, saremo noi”  affermò il capo con la paura nella voce uscendo di corsa seguito dai suoi uomini.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 27
*** SORPRESE ***


Rick osservava Kate chiacchierare amabilmente con Tom e Samuel durante quel pranzo improvvisato e in una situazione così strana e assurda.

Vedeva i suoi occhi verdi accendersi di entusiasmo e divertimento ai racconti surreali del ragazzino e per un attimo la immaginò nel ruolo di madre sentendosi invadere da un senso di serenità e calore.

S” Rick..ma mi stai ascoltando?...io sarò cieco ma tu sei sordo sai!!” la voce di Sam lo risvegliò quasi da un sogno.

C”scusami Samuel…ero sovrapensiero…” rispose piano l’uomo incontrando lo sguardo interrogativa della donna.

K”Castle…cosa succede? Tu che resti senza parole?..non riesco a crederci..” disse Kate sorridendo.

C”alle volte i pensieri sono troppo complicati per essere espressi in parole..come i sentimenti per qualcuno…” rispose in un sussurro sorprendendo la donna che arrossì vistosamente.

S”Wow…non posso vederla ma sono sicura che Kate è rossa come un peperone!!..Papà..forse è meglio lasciarli soli..che dici??” esclamò Samuel ridendo.

T”Sammy…piantala…credo che non siano affari tuoi…quindi vedi di renderti utile e  prepara un  caffè così intanto controllo come sta procedendo il recupero dei dati..” lo ammonì benevolmente il padre spostandosi nel piccolo studio.

Il ragazzo sorridendo si avvicinò con sicurezza alla dispensa e prendendo il barattolo del caffè riempì il filtro.

S”..sapete una cosa?..anche se mi manca la vista riesco lo stesso a vedere…” disse dolcemente il giovane riempiendo il recipiente d’acqua e infilandolo della macchinetta.

K”…non capisco..” disse seria la donna cercando di interpretare la frase di Samuel

S”..intendo dire che certe cose è meglio vederle con l’anima e con il cuore…gli occhi troppo spesso ingannano..” spiegò il ragazzo voltandosi verso i due ospiti

S”…questa cosa me l’ha insegnata mia madre ..e credo che se fosse ancora qui sarebbe veramente felice per te Rick..anzi ..per voi…” concluse con un tono simpatico facendoli sorridere imbarazzati.

S”..il caffè sarà pronto fra pochi minuti…ora però io devo andare..ho una lezione…spero di rivedervi presto…e mi raccomando..ogni tanto chiudete gli occhi e… guardatevi…” disse poi congedandosi con un abbraccio a entrambi.

I due si sedettero di nuovo al tavolo rimanendo in silenzio.

Castle prese la mano della donna che tremava e lei rispose stringendo la sua.

Si guardarono per un attimo e insieme chiusero gli occhi.

 

&&&&

 

Lester correva più veloce che poteva.

Sapeva perfettamente che lo stavano inseguendo e doveva assolutamente riuscire ad evitare di diventare di nuovo merce di scambio.

Continuava a guardarsi in giro alla ricerca di un locale, di un bar o di un qualsiasi posto da cui telefonare.

Ma era una zona dismessa di capannoni e vecchie palazzine dove non abitava più nessuno.

Per le strade e i vicoli non c’era nessuno da fermare per farsi magari prestare un cellulare, niente di niente.

Lo sconforto stava per prendere il sopravvento quando vide una figura lontana in fondo ad una lunga strada.

Il sole bruciava e la luce gli dava grande fastidio agli occhi quindi non riusciva bene a distinguere il solitario compagno di avventure.

E se fosse stato uno dei rapitori?

Si nascose velocemente dentro ad un androne e senza farsi vedere cercò di capire chi aveva davanti.

Quando riuscì a distinguere la divisa e il distintivo si sentì come rinascere.

Uscì dal nascondiglio e cominciò a camminare verso il poliziotto urlando.

L”..AIUTO!!..mi aiuti…mi hanno rapito…” iniziò a chiamare ma una voce conosciuta lo raggiunse alle spalle.

XX” Mio caro signor Dale!!” disse l’uomo con voce gelida.

Lester senza voltarsi cominciò a correre verso il poliziotto che rappresentava la sua speranza di fuga.

L”..lui è uno dei miei rapitori…lo arresti..lo fermi…” gridava correndo.

Era ormai a una decina di metri dal suo salvatore quando questo estrasse la pistola puntandogliela contro.

KK” Si fermi immediatamente con le mani in alto!” ordinò il militare tenendolo sotto tiro.

L”..ma cosa fa!!??..io sono la vittima…è lui quello che deve arrestare…” disse sconvolto Lester fermandosi e alzando le mani.

KK”..Capitano…cosa sta succedendo?” chiese il poliziotto rivolto all’inseguitore.

XX”Meno male che lo hai bloccato…sono ore che stiamo cercando di trattare con lui…è uno squinternato convinto di essere stato rapito..ora lo portiamo al centro psichiatrico…ottimo lavoro Vargas!” rispose l’aguzzino con tranquillità avvicinandosi a Lester ammanettandolo.

KK”..grazie Capitano…sono contento di esserle stato utile…ora continuo il mio giro di controllo…ci rivediamo al distretto per il rapporto…” disse il poliziotto mettendo via la pistola e avviandosi su una laterale dopo aver stretto la mano al delinquente.

Lester era rimasto senza parole e voltandosi lentamente si trovò davanti ad un’altra divisa con tanto di gradi.

Non avrebbe più avuto scampo.

 

&&&&

 

T”..Rick…Kate…” chiamò Tom con uno strano tono di voce.

I due si precipitarono alle spalle dell’uomo scrutando lo schermo del computer.

K”.cosa succede Tom?..” chiese allarmata la donna temendo di aver perso i dati necessari alla salvezza di Lester.

T”..tra una decina di minuti avrò terminato il procedimento bloccando tutte le modifiche..” disse Tom

C”..benissimo…quello che ci serviva..” esclamò Castle soddisfatto

K”..ma?..” chiese Kate avendo notato una strana espressione nel viso del mago del computer.

Tom si voltò verso di loro fissandoli con i suoi occhi di ghiaccio.

T”…ragazzi…non è la prima volta…” affermò poi con voce turbata.

C”..non è la prima volta…cosa?” chiese allora lo scrittore non riuscendo a trattenere un senso di ansia profonda.

T” ..non è la prima volta che questi documenti sono stati modificati…” spiegò Tom raggelando i due.

C”..vuoi dire che…” iniziò Castle

K”..a-anche il vescovo..è una vittima…” finì Kate sedendosi pesantemente su una poltrona rendendosi conto di non avere più in mano niente per salvare Lester.

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Capitolo 28
*** VIA D'USCITA ***


Cari amici, mi scuso per il ritardo biblico ma tra lavoro, figlio, marito  e tutto i resto sto veramente dando fuori di testa...comunque ecco un piccolo capitolo di passaggio...e al più presto arriveremo all'epico scontro!!
Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate...mi aiuta molto!!! baci a tutti Tittili




Castle rimase in silenzio per alcuni secondi osservando l’aria afflitta e disperata della sua musa.
C”..Kate…non ha senso…se Torne era una vittima inconsapevole perché cancellare il suo nome dai documenti?…e soprattutto perché volere la ricevuta che ha trovato Rachel con la sua firma originale sopra??” disse ad un tratto illuminandosi.
K” ..in effetti…Tom, hai detto che non è la prima volta che questi file sono stati modificati…ma è possibile risalire a cosa è stato modificato o ancora meglio a vedere cosa c’era prima?” chiese speranzosa la detective.
T”Recuperare cosa c’era prima è difficile ma da quel che posso dirti solo che sono state fatte delle cancellazioni…” rispose l’uomo dopo aver trafficato sulla tastiera de computer.
C”..Bingo!! Torne è coinvolto ma non è l’unico…abbiamo ancora in mano qualcosa…”esclamò sollevato lo scrittore prendendo la mano di Kate che aveva ripreso un po’ di colore in volto.
K”..se riuscissimo a sapere chi è questo qualcuno avremmo il coltello dalla parte del manico…” disse irritata la donna.
In quel momento il cellulare squillò quasi minaccioso.
La detective prese in mano il telefonino con espressione preoccupata ma appena vide il nome dell’interlocutore si rilassò immediatamente.
K”…Dimmi Ryan!” rispose secca rimanendo poi in silenzio ascoltando le novità del poliziotto di New York.
K”..Kevin sei sicuro!!! Ti rendi conto di quel che significa vero???”..Ok..grazie..” disse poi chiudendo la conversazione assumendo uno sguardo sgomento.
C”..Kate!..cos’è successo!?” chiese Castle piuttosto preoccupato.
K”..T-ti ricordi quando due mesi fa la Gates ci ha fatto frequentare quel corso sui nuovi software interattivi per la stesura immediata dei rapporti?” disse la donna fissando lo scrittore negli occhi.
C”..Vuoi dire quella cosa  dell’inserimento dati in tempo reale?” chiese piuttosto sorpreso l’uomo non riuscendo a capire.
T”Di cosa si tratta?” chiese Tom curioso
K”..Il ministero della difesa ha stanziato dei fondi per testare un nuovo progetto per la velocizzazione e la condivisione dei dati tra i vari compartimenti di polizia…si tratta praticamente dell’utilizzo da parte dei poliziotti di ronda di speciali ipad in cui inserire immediatamente i dati di qualsiasi intervento effettuato in tempo reale rendendo disponibili i dati all’intera rete…” rispose Kate con il fiato corto
C”..ad esempio..immagina che un poliziotto fermi  una persona sospetta e non ravvisando problemi la lascia libera di andare…può immediatamente inserire nel dispositivo questo suo intervento di controllo che verrà reso accessibile dal sistema centrale a tutti i dipartimenti…” continuò lo scrittore
T”..e questo è un vantaggio?” chiese ancora Tom
C”..certo..immagina che il sospettato di prima sia stato già fermato altre volte nella zona..che corrisponda a descrizioni fatte ad altri dipartimenti o a altri poliziotti..insomma il sistema incrocerebbe i vari dati dando importanti informazioni utili magari identificando il colpevole di reati rimasti impuniti…” rispose convito lo scrittore.
T”..potere dei computer…il cervello umano è e sarà sempre irraggiungibile dalle macchine, che come sappiamo sono stupide e fanno solo quello che gli si dice…ma hanno un vantaggio…la memoria pressoché illimitata e la possibilità di intersecare migliaia di dati in pochi secondi…ma questo cosa c’entra con i nostri problemi?” disse Tom
C”..Già…cosa c’entra?” gli fece eco  Castle guardando interrogativamente Kate.
K”..Stanno testando il nuovo sistema da un paio di mesi…..a Los Angeles…” disse in un sussurro la detective.
Gli occhi di Castle e Tom erano puntati su di lei con sguardo interrogativo.
K”..Un ora fa un certo Vargas del 2° distretto di Los Angeles ha segnalato un giovane squilibrato convinto di essere vittima di un rapimento..” continuò lei
C”..Che cosa?..” disse lo scrittore stupefatto.
K”..il giovane è stato arrestato e portato al centro di igiene mentale…dal capitano Bruce Gully…capo della Polizia di Los Angeles…” continuò la donna
Castle vedeva negli occhi della sua musa la paura.
K”…ma non ci è mai arrivato…è sparito nel nulla…” concluse Kate chiudendo gli occhi cercando di rimanere controllata.
C”..i-il c-capo della polizia…”ripetè Castle prendeno la donna tremante tra le braccia.
T”…probabilmente era riuscito a fuggire ma l’hanno ripreso…ma per il momento non gli faranno niente…devono prima avere la ricevuta…” disse convinto Tom rimettendosi al lavoro sul computer.
T”..tra dieci minuti avrò finito…loro crederanno di aver cancellato tutto…ma noi avremmo ancora tutti  dati intatti…dovremmo pensare ad un modo di fregarli…” continuò l’hacker.
Kate si sciolse dalla calda stretta del suo compagno e guardandolo con decisione negli occhi fece un profondo respiro.
K”..abbiamo anche un altro vantaggio...” disse cercando di sorridere
C”..sappiamo il nome del complice di Torne…” esclamò Castle perdendosi negli occhi di fuoco della sua musa.
 
 

&&&&

 
XX”..Signor Dale…lei si rende conto che la sua fuga ha determinato il suo destino vero?” sibilò Gully guardando gelidamente Lester
L”..credo che fosse già segnato…capitano Gully..” rispose il giovane marcando con la voce il nome del suo aguzzino.
Il poliziotto corrotto sorrise forzatamente.
XX”..tra un paio d’ore sarà tutto finito…TUTTO!!” esclamò irritato
L”…credo che lei abbia fatto un grosso errore caro capitano…Nessun Dale, nessun Finn e soprattutto nessun Beckett  si fermerà finchè lei non finirà in galera…ne stia pur certo…solo allora TUTTO  sarà finito..” disse irridente Leste osservando beffardo il rapitore uscire velocemente dalla stanza dove si trovava purtroppo di nuovo imprigionato.
Se Kate è rimasta quella che ricordo non vorrei proprio essere nei panni di Gully pensò poi Lester sentendosi stranamente ottimista.

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Capitolo 29
*** VIGILIA ***


T”…Finito!!” esclamò dopo circa un quarto d’ora l’amico di Castle mostrando orgoglioso una chiavetta USB.
K”..Grazie Tom..forse con quei documenti potremmo riuscire a liberare Les e a sbattere in galera quei maledetti..” disse Kate prendendo in mano il prezioso oggetto e abbracciando con trasporto l’hacker.
T”..lo spero tanto…veramente…” rispose l’uomo un po’ imbarazzato
C”..Tom…non so cosa dire…” disse con voce tremante lo scrittore non appena Kate si staccò dall’amico.
T”…allora non dire niente Rick…” rispose Tom.
I due si strinsero la mano e il silenzio valse più di mille parole.
 
 

&&&

 
Salirono in auto senza dire niente consci che le prossime ore sarebbero state determinanti.
Non avevano ancora pensato ad una strategia ma avrebbero dovuto usare al meglio le proprie armi altrimenti tutto sarebbe stato vano.
Castle guidava con attenzione e sembrava concentrato sulla strada ma Kate sapeva perfettamente che era preoccupato e non solo per Les.
C”..cosa intendi fare?” chiese ad un tratto facendola sussultare.
K”..non lo so…credo che tutto dipenderà da quello che diranno…” rispose lei in modo evasivo.
Si sentiva in colpa a tenerlo all’oscuro dei suoi piani ma non poteva rischiare.
Se gli fosse successo qualcosa cosa avrebbe detto a Martha e soprattutto ad Alexis, era troppo importante per loro che lui ne rimanesse fuori e indenne.
E anche per lei. Come avrebbe potuto sopportare di saperlo in pericolo o peggio di perderlo.
No, ormai aveva deciso e niente l’avrebbe fermata.
In poco più di mezz’ora arrivarono a casa dove Vivian,  George e Rachel li aspettavano con trepidazione.
Quando entrarono la zia di Kate li accolse con un abbraccio quasi di liberazione.
Z”..siete qui finalmente…sani e salvi…” esclamò con le lacrime agli occhi.
R”..avete…avete scoperto qualcosa?” chiese ansiosa Rachel.
K”..adesso Castle vi spiegherà tutto mentre vado un attimo in bagno…arrivo subito..” disse la detective salendo poi le scale.
Castle si sedette sul divano con la famiglia di Kate e iniziò a raccontare tutte le informazioni che erano riusciti a recuperare grazie all’aiuto di Tom.
G”..i-il capo della polizia…coinvolto insieme al vescovo…mio dio…sembra un..TUO  romanzo…” esclamò sconcertato George guardando lo scrittore.
C”..già..peccato che non posso scrivere io il finale…” rispose Rick cupo.
Dopo pochi minuti scese anche Kate che si unì al gruppo.
Mancavano ormai un paio d’ore all’appuntamento telefonico con i malviventi e la tensione era palpabile.
Vivian si era rifugiata in cucina cercando di tenersi occupata preparando dolci e biscotti mentre George camminava nervosamente lungo i bordi della piscina.
Castle si era seduto su una poltrona e osservava preoccupato la sua musa che con uno sguardo deciso fissava dalla finestra un punto nell’orizzonte.
Conosceva quello sguardo. Era lo stesso che aveva visto tante volte e che temeva tremendamente.
R”…spero che un giorno qualcuno mi guardi così..” la voce di Rachel lo raggiunse alla sprovvista.
C”..c-così c-come?” chiese arrossendo l’uomo.
R”..come se fossi la sua unica ragione di vita…” rispose dolce la donna sorridendogli
C”..sono ridicolo vero?..” replicò lui  un po’ imbarazzato.
R”..ridicolo?...mio caro Rick…tu non hai neanche idea di quanto invidio te e Kate…un amore così è unico e raro…non certo ridicolo…” disse sorridendo la rossa fissandolo negli occhi.
Il tempo che sembrava non voler passare invece proseguì il suo cammino e il giorno cedette il passo all’oscurità.
Il suono del telefono fece trasalire tutti gli occupanti della casa.
Kate si avvicinò sicura all’apparecchio.
K”..Beckett…” rispose con voce dura.
XX”..detective…buonasera…” sibilò la voce dall’altra parte del telefono.
K”..fammi parlare con Lester…” disse gelida la donna
XX”..non è nella posizione di fare richieste…detective…” replicò ruvido il rapitore.
K”..se volete quella maledetta ricevuta prima voglio parlare con Lester..” continuò la detective.
Dopo un attimo di silenzio Kate sentì una voce conosciuta.
L”…Kate…prendili a calci nel c…” esclamò Lester non riuscendo a finire la frase.
Subito dopo il rapitore diede le istruzioni per lo scambio alla donna chiudendo poi bruscamente la comunicazione.
Quando Kate appoggiò la cornetta tutti la guardarono con apprensione.
Z”..Kate?..” chiese preoccupata Vivian.
K”..Lester sta bene…lo scambio lo faremo domani mattina alle 9.00 nel parcheggio del centro commerciale Gold…posto A22…”
C”..strano..come mai in mezzo a tanta gente…” chiese lo scrittore osservando la sua musa con attenzione.
K”..non lo so Castle...ma per noi è un vantaggio..quindi non ho certo trattato…” rispose un lei po’ infastidita.
G”..speriamo che vada tutto bene…voglio solo riavere mio figlio a casa sano e salvo…” disse George ansioso.
K”..ti assicuro che presto Les sarà a casa..” affermò decisa Kate sotto lo sguardo sempre più perplesso di Castle.
R”..forse è meglio che adesso ce ne andiamo a dormire…è stata una giornata difficile..e domani sarà ancora peggio…” disse Rachel avviandosi verso la sua stanza.
Vivian e George fecero lo stesso e insieme salirono le scale abbracciati per farsi forza.
Castle e Kate rimasero da soli in soggiorno e l’uomo continuava a scrutarla con sguardo indagatore.
K”..cosa c’è Castle!?” chiese ad un tratto la detective irritata
C”..niente…solo che..” rispose piano l’uomo avvicinandosi lentamente
K”..solo cosa?..” replicò lei allontanandosi da lui
C”..è tutto così strano…” disse ancora Rick guardandola preoccupato.
K”..purtroppo non faccio io le regole qui…ma loro…spero solo di riuscire a…” affermò lei bloccandosi a metà frase.
C”..riuscire a fare cosa!?” chiese lui prendendola per le spalle obbligandola a guardarlo negli occhi.
K”..a trattare al meglio e a liberare Les…” rispose Kate sostenendo lo sguardo con le lacrime agli occhi.
C”..non penserai di andare da sola?..” esclamò Castle sconvolto.
K”..devo andare da sola…altrimenti lo uccidono Rick…” sussurò la donna sfiorandogli il volto con la punta delle dita.
C”..non ti lascio andare…non se ne parla neanche.. ti rendi conto di che risc….” le labbra di Kate appoggiate sulle sue gli impedirono di proseguire.
Prese il volto della donna tra le mani rispondendo dolcemente al bacio.
Quando si staccò da lei sentì sulle dita le lacrime che silenziose che rigavano il viso della sua musa.
K”…andrà tutto bene…te lo prometto…”sussurrò Kate perdendosi nel blu tormentato degli occhi del suo uomo.
Lui non rispose. L’angoscia gli aveva tolto il respiro e il suo cuore aveva smesso di battere.

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Capitolo 30
*** CORSA CONTRO IL TEMPO ***


Salirono lentamente lungo le scale senza dire una parola tenendosi per mano.
Arrivati davanti alle porte delle loro camere si trovarono uno di fronte con il cuore pesante.
C”..K-Kate..non farlo..domani troveremo un altro modo…” sussurrò l’uomo con la voce tremante.
Il pensiero di saperla in pericolo lo faceva vacillare dentro e il ricordo del colpo di fucile vicino al cuore della sua musa prese prepotentemente il sopravvento.
Le lacrime cominciarono a scendergli sul volto senza controllo e lei si sentì travolgere dalla disperazione che  traspariva dallo sguardo del suo compagno.
K”..va bene…decideremo domani mattina…” cedette in preda all’emozione.
Come un raggio di sole dopo una tempesta, quelle parole fecero ripartire il cuore di Castle che con un sorriso contratto riuscì finalmente a respirare.
C”..d-domani m-mattina..” riuscì solo a ripetere con un filo di voce aprendo l’uscio della propria camera osservandola con gratitudine.
K”..domani…” disse lei entrando nella sua stanza e appoggiandosi alla porta con le spalle subito dopo averla chiusa.
Gli aveva mentito. Ancora. Chiuse gli occhi lentamente cercando di recuperare un minimo di autocontrollo per potersi preparare meglio alla sua missione.
 
 

&&&&

 
Castle si era ormai quasi addormentato nonostante le forti emozioni provate quando sentì dei rumori provenire dall’esterno.
In un primo momento non ci fece molto caso ma  l’accendersi di un motore lo fece saltare giù dal letto con un terribile presentimento nel cuore.
Corse fuori dalla camera spalancando quella di Kate e quando vide il letto intatto il terrore si fece largo nell’anima.
Si precipitò giù per le scale e uscendo dalla porta principale la vide correre via veloce alla guida dell’auto che Tom gli aveva prestato dopo che gli avevano lasciato in custodia la moto con cui erano arrivati.
Per un attimo i loro occhi si incrociarono.
Perdonami amore mio dissero decisi quelli di Kate
Non lasciarmi ..ti prego risposero quelli di Rick disperati.
Poi il silenzio.
Lo scrittore rimase per un attimo immobile a guardare l’auto che si allontanava.
Poi come svegliandosi da un incubo corse verso l’auto di George ma si rese conto con orrore che Kate aveva previsto anche questo bucando le gomme alla vettura.
Non poteva fare niente. Non riusciva neanche a pensare.
Chiuse gli occhi cercando di riordinare le idee.
Ma dove sta andando?..lo scambio è domani..c’è qualcosa che mi sfugge…devo capire…DEVO!!.
Sbarrò di colpo gli occhi e sperando ardentemente di sbagliarsi corse in casa e salì nella propria stanza.
Cercò come un pazzo il suo cellulare e reprimendo l’impulso di chiamarla fece un altro numero.
C” Ryan!!...cosa ti ha chiesto Beckett due ore fa!!” esclamò non appena l’irlandese rispose alla chiamata.
 
 

&&&&

 
Le luci della città nella notte sembravano quasi uno strano albero di Natale.
Pensò che il destino era veramente beffardo.
Ma non aveva tempo per piangere o recriminare. Aveva un obiettivo da raggiungere, doveva liberare Les.
Grazie ad un’idea che le era balzata in testa quando Ryan le aveva riferito la questione della segnalazione di Vargas era riuscita a scoprire dove Lester era imprigionato.
Appena arrivata a casa di Vivian e George, con la scusa di andare in bagno, aveva chiamato Kevin a New York e gli aveva chiesto di provare a triangolare la posizione di Vargas, al momento della segnalazione, con la traccia del cellulare di Gully.
Il segnale era praticamente posizionato da un paio di giorni all’interno di un vecchio fabbricato alla periferia della città.
Un edificio che rientrava nei piani di demolizione.
Uno stabile di proprietà della società off shore di Torne.
Non poteva che essere la prigione di Lester e il covo di quei maledetti.
Quando le avevano specificato le condizioni di scambio aveva deciso immediatamente di agire nella notte per prenderli di sorpresa.
Non poteva chiamare rinforzi sul luogo.
Chi le avrebbe creduto che il capo della polizia era un corrotto e poi avrebbe rischiato che qualcuno, anche se in buona fede, lo avvertisse.
Non voleva stare alle loro condizioni.
Sapeva che non sarebbero stati al patto di scambio.
Appena avuta la ricevuta con la firma di Torne avrebbero ucciso Les e chiunque potesse essergli di intralcio.
E soprattutto non poteva permettere a Castle di rischiare  in questa operazione così pericolosa e azzardata.
Amava quell’uomo più della sua vita e ora che ne era consapevole il suo cuore era pronto a tutto.
Lei comunque era addestrata e Gully con i suoi uomini sarebbero stati presi alla sprovvista.
Qualunque cosa fosse successa doveva affrontarla da sola.
Mentre questi pensieri le giravano nella testa ad un tratto un’immagine si materializzò chiaramente.
Gli occhi ridenti del suo scrittore. Per un attimo sentì il calore del suo corpo, il profumo della sua pelle, il tocco delle sue mani e il sapore delle sue labbra.
Un sorriso si materializzò sul suo volto.
Era finalmente felice.
 

&&&

 
 
C”..NON MI INTERESSA COSA TI HA DETTO RYAN!!! DIMMI DOVE STA ANDANDO!! ORA!!” gridò disperato davanti al tergiversare dell’irlandese.
Il poliziotto capì che l’uomo non avrebbe ceduto per niente al mondo e gli rivelò quanto aveva scoperto.
C”..grazie Kevin…” sussurrò Castle chiudendo la conversazione rendendosi finalmente conto delle intenzioni della detective.
Stava andando da sola  a liberare Lester e lui non poteva raggiungerla.
Era seduto sul letto con lo sguardo perso nel vuoto quando Vivian entrò nella stanza.
Z”..Rick…che cosa sta succedendo…dov’è Kate?” chiese allarmata.
C”…è da sola…” rispose con un soffio di voce l’uomo alzando lo gli occhi colmi di lacrime che cercava di trattenere.
Z”..tu sai dov’è andata?” chiese ancora la donna
Lo scrittore annuì senza dire una parola.
Z”..allora cosa stai aspettando!! Va da lei!!” esclamò Vivian con comprendendo l’apatia dell’uomo.
C”..ha fatto in modo di fermarmi…ha bucato le gomme dell’altra auto…” rispose quasi scusandosi
Z”..anche quelle della jeep di Les?” disse stupita la donna
Castle si alzò di scatto e corse a perdifiato sul retro della casa aprendo di slancio la saracinesca del garage.
Un sorriso speranzoso si aprì sul suo volto mentre accendeva il motore.
C”..non è più sola..” disse a Vivian prima di partire a tutta velocità.

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Capitolo 31
*** IN AZIONE ***


Cari amici, eccovi un nuovo capitolo. Io ne sono piuttosto soddisfatta. Ma io sono un pò di parte...ditemi cosa ne pensate!! Pleeese!! Baci a tutti Tittili

Quando Kate raggiunse la sua meta il cielo ormai stava cambiando lentamente colore.
Il sole stava proseguendo inesorabilmente il suo cammino e nel giro di un ora sarebbe spuntato in tutto il suo splendore.
Parcheggiò l’auto un paio di isolati distante dall’edificio in cui era sicuramente imprigionato Les per potersi avvicinarsi in tutta sicurezza.
Non aveva la minima idea di cosa avrebbe trovato sul suo cammino ma contava molto sul fattore sorpresa.
Arrivata in prossimità della palazzina decise di entrare in un edificio adiacente per poter riuscire a capire quanti uomini avrebbe dovuto affrontare e soprattutto dove si trovavano.
Salita all’ultimo piano di un magazzino in disuso scrutò con attenzione attraverso una finestra rotta tutto il perimetro individuando subito una guardia posizionata sull’ingresso.
Anche se cercava di nasconderlo era evidente che l’uomo era armato.
Cominciò quindi a scrutare all’interno dell’immobile per riuscire a scoprire qualcos’altro.
I suoi occhi attenti e veloci riuscirono a percepire un movimento dietro una vetrata sporca sul primo piano.
Decise quindi si spostarsi più in alto per avere un’altra visione di insieme salendo sul tetto del magazzino.
Fu da lì che vide da una piccola grata una porta chiusa con un uomo di guardia posto al primo piano.
Ti ho trovato Les…disse a sé stessa.
Continuò a guardare per alcuni minuti che sembravano interminabili.
Sono solo in due…devo solo trovare un sistema per renderli inoffensi senza che si mettano in allarme..sarebbe rischioso per Les…MALEDIZIONE!! Quanto vorrei che Rick fosse qui con una delle sue idee strampalatepensò continuando a tenere sotto osservazione la situazione.
In quel momento vide con sgomento un’auto parcheggiare davanti all’edificio e una figura scendere  e avvicinarsi  all’uomo di guardia all’ingresso della palazzina.
CASTLE!! gridò silenziosamente nella sua testa.
 
 

&&&

 
Ryan gli aveva spiegato dove si trovava la possibile prigione di Lester e Castle schiacciava sull’acceleratore come impazzito.
Devo arrivare in tempo…continuava a ripetere a sé stesso non volendo neanche immaginare la sua Kate da sola contro quei malviventi senza scrupoli.
L’irlandese gli aveva spiegato che si trattava di un quartiere disabitato che presto sarebbe stato demolito e quando arrivò in zona riconobbe l’auto di Kate parcheggiata a qualche isolato dall’obiettivo.
Deve essere scesa per avvicinarsi a piedi…disse a sé stesso accelerando ancora.
Parcheggiò praticamente davanti alla prigione di Lester e senza nessuna esitazione scese dall’auto.
Entrò deciso nel cortile e quando si trovò di fronte la guardia sguainò uno dei suoi migliori sorrisi.
C”..Meno male!!! Credevo già di essere perduto!!..Lei mi deve aiutare…mi si è bloccata la macchina e non so proprio come fare…”esclamò con una espressione cordiale e simpatica.
L’uomo lo guardò male.
VV”..qui non può entrare…è proprietà privata”ringhiò irrigidendosi nel vedere l’estraneo avanzare.
C”..mi scusi tanto…non voglio disturbarla né violare la sua privacy..”si scusò subito lo scrittore fermandosi immediatamente facendo rilassare il delinquente che sembrava già pronto ad agire.
C”..me ne vado subito…le chiedo solo di darmi una mano a ripartire…la prego..solo una spinta…che le costa..un minuto…poi con il suo fisico…sarà uno scherzo!!” lo adulò sorridendo lo scrittore non muovendosi di un millimetro per non irritarlo.
VV”..mi dispiace…non posso muovermi..” rispose il cane da guardia con fare più morbido.
C”..va bene…capisco…mi scusi ancora…chiamerò un carro attrezzi con il cellulare…”disse girandosi lentamente aspettando la reazione sperata.
VV”..carro attrezzi…no…aspetti…se si tratta di un minuto…” lo fermò il troglodita non volendo troppa gente curiosa intorno alla loro prigione improvvisata.
Castle 1 – Idiota 0..pensò sorridendo lo scrittore.
Era sicuro che Kate era lì intorno e lo stava osservando.
Avrebbe solo dovuto aspettare.
 
Brutto pezzo di idiota…se non lo ammazzano loro..LO AMMAZZO IOpensava la detective correndo a perdifiato giù per le scale.
Uscì con circospezione dal magazzino che era stato il suo osservatorio e vide lo scrittore parlare amabilmente con la guardia avvicinandosi all’auto con cui era appena arrivato.
Con molta attenzione si avvicinò ai due e vide Castle entrare nella vettura mentre l’altro si posizionava con le mani sul retro del mezzo pronto a spingere.
Non ci posso credere…pensò sorridendo mentre si avvicinava con circospezione alle spalle del bandito.
C”…ALLORA…ADESSO PROVO AD ACCENDERE..AL MIO TRE…SPINGA FORTE!!...PRONTO??? UNO….DUE…” esclamò Castle facendosi sentire ampiamente anche da Kate che al TRE assestò un gran colpo sulla testa del malvivente con il calcio della pistola facendolo stramazzare al suolo.
Lo scrittore che aveva visto tutto dallo specchietto scese dalla macchina e si avvicinò lentamente alla detective con una espressione contratta.
C”…adesso abbiamo altro da fare…ma non credere di cavartela…” disse fissandola negli occhi.
K”..C-Castle…io…” cercò di spiegare la donna ma l’uomo la zittì appoggiando  le dita sulle sue labbra.
C”…non ora Kate…faremo i conti dopo…ora pensiamo a come liberare Les…” replicò lui con gli occhi di fuoco.
Kate sapeva che era molto arrabbiato con lei ma sentiva anche il suo amore che con prepotenza le innondava il cuore e l’anima.
In quel momento sperò ardentemente che il destino le avrebbe permesso di poter litigare con lui.
E poi fare pace.
 

&&&&

 
Uno degli aguzzini era stato messo fuori uso.
Dovevano fare lo stesso con la guardia alla porta della cella di Lester.
C”..mi è venuta un’idea…” disse ad un certo punto Castle quando ormai si trovano nell’androne del palazzo.
Raccolse con frenesia delle cartacce e dei piccoli rifiuti e li mise tutti insieme alla base delle scale.
K”..Castle…che diavolo stai facendo??” chiese scettica la donna
C”..mai visto il sipario strappato…con Paul Newman e Julie Andrews??...” rispose sorridendo lo scrittore dando fuoco al piccolo falò.
La detective non capiva.
C”…AL FUOCO!!! AL FUOCO!!” gridò a squarciagola Rick quando il fumo cominciò ad invadere l’antro delle scale.
La guardia presa dal panico corse giù dal primo piano per mettersi in salvo e quando inciampò sul bastone appoggiato da Rick tra i gradini, cadendo, perse immediatamente conoscenza.
C”…Meno due!!...” esclamò soddisfatto Castle osservando l’espressione stupida della sua musa mentre spegneva il piccolo rogo.
Dopo un attimo di esitazione Kate salì le scale seguita dall’uomo.
Arrivati davanti alla porta cominciarono ad armeggiare per riuscire ad aprirla.
C”..vado a prendere le chiavi…le avrà sicuramente il nostro amico del piano di sotto…” disse lo scrittore avviandosi verso il piano terra.
Kate continuava a trafficare con la serratura quando una voce le provocò un brivido di paura.
XX”..lei deve essere la detective Kate Beckett…e immagino che questo sia il famoso scrittore Richard Castle..” sentì sibilare alle sue spalle.
Si voltò lentamente e vide un uomo corpulento sulla sessantina che puntava una pistola alla testa di Rick.
Aveva i capelli neri e dei baffi curati un po’ fuori moda. La divisa gli stava stretta ma la cosa che più spiccava nel suo viso erano gli occhi gelidi. Occhi senza paura e privi di qualsiasi scrupolo.
C”…m-mi spiace Kate…” balbettò Castle
XX”..non volete proprio capire che non potete fermarmi…vedrò di spiegarmi meglio…” disse con voce dura Gully.
Un colpo di pistola risuonò nel silenzio.
 

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Capitolo 32
*** SILENZIO ***


Fu questione di un secondo.
Vide la pistola puntata su di lei, la voce di Castle, un rumore assordante, …poi più niente.
 
 
 
Un dolore violento alla testa si impossessò dei suoi sensi e quando la luce del sole che sorgeva lo colpì sugli occhi fu come se volessero marchiarlo a fuoco.
Si alzò di scatto e si ritrovò di nuovo a terra per un capogiro impressionante.
L”..RICK!!..Rick…svegliati ti prego!!”
La voce di Lester lo raggiunse quasi da un'altra dimensione.
Riaprì gli occhi e cercando di mantenere la calma cercò di mettersi seduto appoggiandosi alla parete.
Aveva le mani bloccate da un paio di manette e questo impedimento gli creò qualche difficoltà.
Era stordito, non riusciva a connettere e la vista era come offuscata.
Lentamente tutto diventò più chiaro.
Si trovava in una stanza piuttosto piccola, sporca e con una piccola finestra, probabilmente una specie di archivio.
L”..Rick!..” lo chiamò di nuovo Les.
Castle posò lo sguardo sul ragazzo. Era legato ad una sedia a un paio di metri da lui e lo guardava con apprensione.
L”..Kate!!! devi aiutare Kate!!..” sussurrò il giovane indicando il fondo della stanza con un movimento della testa.
Ad un tratto i ricordi di ciò che era successo presero il sopravvento.
 
Era sceso dalle scale per recuperare le chiavi della prigione di Les.
Stava rovistando nelle tasche della guardia appena messa al tappeto quando sentì qualcosa di freddo e metallico appoggiarsi sulla sua testa.
Alzò lo sguardo e si trovò la canna di una pistola a pochi centimetri dalla sua faccia.
Il proprietario dell’arma non disse una parola ma con un movimento deciso gli fece capire di alzarsi e di tornare al piano superiore.
Il capitano Gully lo obbligò a salire le scale tenendolo sotto tiro fino ad arrivare alle spalle di Kate.
Mentre stava meditando su come uscire da questa situazione impossibile il delinquente parlò.
”..lei deve essere la detective Kate Beckett…e immagino che questo sia il famoso scrittore Richard Castle..”
Il tono di voce fece lo fece rabbrividire e quando incontrò lo sguardo della sua musa non potè che scusarsi.
Avrebbe dovuto fare qualcosa. Cercare di fermarlo, lottare o dio sa solo cosa!
Ma era stato proprio preso alla sprovvista.
La voce purtroppo continuò
”..non volete proprio capire che non potete fermarmi…vedrò di spiegarmi meglio…”
Pensò che quello sarebbe stato il suo ultimo attimo di vita.
Vide invece con terrore la pistola spostarsi e puntare contro la detective.
Urlò  sentendo sparare.
La vide cadere a terra.
Poi solo buio.

 
Per sua fortuna gli avevano legato le mani sul davanti e quindi si alzò velocemente e con paura si avvicinò al corpo esanime della sua musa.
Era come rivivere un incubo.
Kate era buttata in un angolo su un fianco con la schiena rivolta verso l’uomo.
Castle si inginocchio vicino a lei e appoggiò la mano tremante sulla spalla della donna.
Quando sentì sotto le dita il calore del suo corpo il cuore riprese a battere e ricominciò a respirare.
Lentamente la fece girare accompagnadola nel movimento e con sollievo vide il viso della detective rilassato.
Appoggiò con delicatezza le dita sul collo della donna e quando si rese conto che il battito cardiaco era forte e regolare chiuse gli occhi iniziando a piangere silenziosamente.
L”…Rick…come sta??? È…” chiese con ansia Lester
C”..E’..viva…è solo svenuta…ades…” la voce gli morì in gola vedendo del sangue sulle sue dita.
Terrorizzato osservò con attenzione il volto della sua musa e si accorse che un rivolo di liquido rosso le usciva lentamente dall’orecchio  sinistro.
Cercò con frenesia un fazzoletto nelle proprie tasche e non appena l’ebbe trovato tamponò delicatamente la fuoriuscita di liquido ematico.
La donna gemette leggermente facendolo trasalire.
L”..Dimmi qualcosa…ti prego Rick..” supplicò Lester in preda all’ansia.
C”..c-credo stia bene…deve averla colpita di..di striscio grazie a dio…” balbettò lo scrittore cercando di aiutare Kate a distendersi più comoda.
L”..ecco perché era così arrabbiato con te..” disse più calmo il giovane Dale.
C”..con me?...di cosa parli Les..” chiese sorpreso Castle.
L”..ho sentito delle voci…poi uno sparo…la porta poi si è aperta e hanno buttato dentro Kate e poi te… ti ha colpito alla testa perché gli hai fatto sbagliare il colpo… e quando eri a terra ha continuato a tirarti calci…” spiegò il ragazzo.
C”..ecco perché non mi sento al massimo della forma…ma almeno è servito a qualcosa…” sospirò lo scrittore rendendosi conto solo in quel momento dei forti dolori alla schiena.
Un lamento lo fece trasalire.
 
Buio. Silenzio.
Poi ad un tratto un dolore forte all’orecchio sinistro e un sibilo acuto e insistente che le penetrava nel cervello.
Solo una sensazione era positiva.
Un profumo.
Il suo profumo.
Era li con lei, ne era sicura.
Cercò lentamente di aprire gli occhi e la luce del sole la colpì come uno schiaffo.
Il dolore  si fece molto più intenso e un lamento le sfuggì dalle labbra.
Finalmente le immagini davanti a lei divennero più nitide e quando vide i suoi occhi color del mare che la fissavano si sentì più viva che mai.
Alzò lentamente la mano e gli sfiorò il volto.
Lui parlò.
Disse qualcosa.
Il terrore si impossessò di lei.
Castle continuava a parlare ma il sibilo violento era l’unica cosa che riusciva a sentire.
 
 
Si voltò velocemente verso di lei.
Si stava risvegliando e quando finalmente rivide il verde smeraldo dei suoi occhi e sentì il tocco della sua mano sul viso il suo cuore venne invaso da una sensazione indescrivibile.
C”..Kate…tesoro..come ti senti..dimmi qualcosa ti prego..” sussurrò dolcemente
La sua musa cambiò totalmente espressione e la paura comparve sul suo volto.
C”..cosa succede?? Kate…Kate..” chiese con apprensione Rick.
K”…n-non rie-riesco a sentire…” disse lei con un filo di voce con le lacrime agli occhi.
 
 
L'idea mi piaceva ma non so se sono riuscita a rendere bene le sensazioni che volevo far trasparire...fatemi sapere...Grazie
Tittili

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Capitolo 33
*** LIBERI ***


Spero vi piaccia...necessito di vostri commenti come un disperso nel deserto ha bisogno di acqua!!..
Baci Tittili



L’uomo rimase per un  attimo immobile come fosse diventato di pietra.
Le parole della donna gli avevano trapassato il cuore come una lama affilata.
Ma non doveva far trasparire niente di tutto quello che provava.
Doveva tranquillizzarla e rassicurarla.
La aiutò con delicatezza a sedersi facendole appoggiare la schiena alla parete continuando a fissarla con uno sguardo dolce ma deciso.
Vedeva chiaramente lo smarrimento e la paura nei suoi occhi.
Avrebbe voluto urlare di rabbia e dolore, avrebbe voluto uccidere Gully con le sue mani, avrebbe voluto tante cose impossibili.
Prese con dolcezza il viso della detective tra le mani e sorridendo parlò scandendo piano ogni sillaba sperando che, guardandogli le labbra, lei potesse capire le sue parole.
C” Andrà tutto bene. La pistola era troppo vicina. Devi avere pazienza. Tutto tornerà come prima.”
Vide gli occhi attenti della donna che seguivano con apprensione le sue labbra e un leggero sorriso comparire sul suo volto.
Annuì piano a conferma di aver capito le sue parole e appoggiando le mani su quelle dello scrittore chiuse gli occhi come a ringraziarlo.
C”..ti amo Kate..” sussurrò l’uomo
Kate aprì gli occhi in quell’istante.
K”..idem…” disse con un filo di voce lei e vedendo la sorpresa nello sguardo di Rich continuò “…è…il mio film preferito…”*.
In quel momento la porta si aprì rumorosamente.
XX”..signor Castle…credo di doverla ringraziare…una pallottola in testa ad un poliziotto è sempre difficile da spiegare…” disse con disprezzo Gully fissando lo scrittore con occhi gelidi.
C”..anche un rapimento è complicato da giustificare per il capo della polizia…che ne dice di liberarci?..” replicò secco Castle stringendo a sé la donna che cercava di capire inutilmente ciò che i due stavano dicendo.
XX”..le giustificazioni servono se qualcuno viene a sapere qualcosa…vede signor Castle…se spariscono i rapiti…e se anche le famiglie dei rapiti non hanno prove ma solo parole…niente da giustificare…”  disse beffardo l’uomo facendo rabbrividire lo scrittore.
L”..non crederà di farla franca così facilmente…mio padre andrà a parl…” esclamò Lester che non finì la frase perché colpito al volto da uno scagnozzo di Gully.
XX”…un po’ di educazione signor Dale..non si interrompe chi sta parlando…” lo derise il capo della polizia
XX”..vedete…ho appena parlato con i vostri familiari…verranno loro all’appuntamento delle 9…tutti e tre….mentre voi verrete fatti in briciole nell’esplosione di questo edificio solo un ora prima…ma non vi preoccupate…loro vi raggiungeranno non appena avrò in mano la ricevuta…tutto risolto!!” concluse Gully uscendo dalla stanza ridendo.
Lester rimase immobile sulla sedia non riuscendo neanche a pensare mentre Castle cercava di trovare inutilmente una falla nel piano del malvivente.
Niente documenti, niente testimoni, niente.
Non sarebbero bastate certo le poche parole di Ryan e Esposito che erano stati contattati da Kate ma che non erano a conoscenza di nessun fatto.
Tom non sarebbe stato considerato attendibile visto i suoi precedenti.
Erano in trappola.
Kate strattonò forte la giacca di Castle.
K”..che succede Rick…cos’ha detto quel bastardo!! Fammi capire!!” esclamò impaurita vedendo lo sgomento negli occhi del suo uomo.
C”..ci ucciderà tutti…” disse lui spiegando poi come poteva alla donna tutti i particolari del piano di Gully.
K”..dobbiamo assolutamente uscire di qui…” disse decisa dopo alcuni secondi.
L”..sono d’accordo con te, ma siamo ammanettati e chiusi a chiave, e anche se le guardie se ne andranno fra poco per evitare di farsi vedere dai demolitori non ho proprio nessuna idea di come fare…” disse lentamente Lester in modo da farsi capire dalla detective.
Castle cominciò ad agitarsi contorcendosi stranamente.
L”..Rick..cosa ti prende?..” chiese il ragazzo non capendo il motivo di tali movimenti scoordinati.
C”..prendimi il portafoglio..” disse lo scrittore porgendo poi  la schiena a Kate.
K”...Castle..non penserai di corromperli…è una idiozia!”  disse la donna
Castle voltò solo la testa guardandola sorridendo.
C”…puoi prendere il mio portafoglio tesoro?” replicò con tono ironico che se sapeva che lei non poteva sentirlo.
La detective obbedì con un espressione imbronciata, quasi avesse colto la presa in giro dello scrittore, e lo porse all’uomo.
Castle iniziò a rovistare all’interno con frenesia e dopo alcuni secondi un sorriso comparve sul suo volto.
K”..Beh?..hai trovato il suo cent porta fortuna?” disse ironica lei.
C”..meglio!.” rispose lui mostrandogli orgoglioso una piccola chiave.
Kate era senza parole. Erano passati quattro anni e lui ancora la portava con sè.
La stessa chiave con cui aveva aperto le manette con cui lei l’aveva legato all’auto nel loro primo caso.
K”..ce l’hai ancora con te..” disse in un sussurro
C”..le chiavi del tuo cuore…” rispose lui togliendole le manette e correndo poi a liberare anche Lester.
L” ..Fantastico!!...ma ora?..come usciamo da qui??” esclamò il giovane alzandosi dalla sedia per sgranchirsi un po’ le gambe.
 
 
 
 
Lester continuava ad aggirarsi all’interno della stanza come un leone in gabbia.
Aveva cercato di scardinare la porta ma purtroppo era una di quelle blindate con una tripla serratura impossibile da aprire o da abbattere.
Le guardie se ne erano andata da circa una ventina di minuti.
K”..abbiamo solo quaranta minuti di tempo…” disse Kate.
I due uomini la guardarono con espressione interrogativa.
K”..all’accademia abbiamo fatto un corso sugli esplosivi e quando hanno elencato tutti i tipi di utilizzo hanno parlato anche delle procedure di demolizione…le zone vengono evacuate un ora prima dell’esplosione..” disse la donna spiegando la sua precisione nell’indicazione delle tempistiche.
Ad un tratto si alzò di scatto e si avvicinò ad una parete.
K”..Castle..Les…dovete cercare un punto vuoto all’interno della parete!!” disse concitata.
C”..cosa vuoi fare?..non capisco..” chiese dubbioso lo scrittore.
K”..a quel corso ci hanno spiegato che prima di procedere con una demolizione gli edifici vengono praticamente smantellati di tutto il superfluo..cavi elettrici, tubature ecc….ma soprattutto nelle pareti non portanti si cerca di portare via tutto il metallo di struttura per poterlo riciclare.. se troviamo un punto di questa parete, che è l’unica non portante, in cui hanno già tolto la struttura di ferro i cavi e le tubature possiamo provare a farla cedere usando il tavolo come arietedovrebbe essere già molto indebolita..” spiegò con sguardo speranzoso.
L”..ottima idea…” esclamò Les cominciando a battere sulla parete con le nocche tenendo ascoltando il rumore che ne derivava.
Subito si mise all’opera anche lo scrittore.
Dopo pochi minuti identificarono un punto che rimbombava in modo diverso dal resto della parete.
I tre presero quindi il pesante tavolo che era al centro della stanza e cominciarono a colpire con forza il muro.
I primi colpi non sortirono alcun effetto a parte un po’ di intonaco sul pavimento.
Decisero quindi di prendere un minimo di rincorsa cercando di coordinarsi al meglio colpendo con tutte le loro forze nel medesimo istante.
Un colpo..un altro..un altro ancora e..
Una crepa profonda comparve lungo la parete.
L’entusiasmo fece il resto e in poco più di mezz’ora il muro cedette aprendo uno squarcio dal quale riuscivano a malapena a passare.
Lester uscì per primo seguito da Kate.
Quando fu il turno di Castle però un cedimento improvviso strinse il pertugio in modo definitivo lasciando solo una piccola fessura.
K”..CASTLE!!!” urlò la donna
C”..LESTER!! PORTALA FUORI!!...TRA POCO SALTA TUTTO PER ARIA!!..ANDATE VIA!!” gridò lo scrittore
L”..neanche per idea Rick…da qui ce ne andiamo tutti insieme..” rispose deciso il ragazzo che corse a perdifiato giù per le scale risalendo dopo pochi secondi con una mazza presa nel cantiere.
L”…SPOSTATI RICK!!”urlò Les colpendo con violenza lo stipite della porta che dopo pochi colpi rovinò a terra insieme a mezza parete.
C”..si vede che siete parenti..” disse Castle una volta uscito dalla nuova breccia sorridendo al giovane Dale.
Scesero velocemente al piano terra e correndo uscirono dall’edificio.
Erano solo a poche decine di metri quanto un boato tremendo inghiotti l’intero stabile facendoli cadere a terra dallo spostamento d’aria sommergendoli in una nube di polvere e calcinacci.
Castle si buttò d’istinto sopra Kate per proteggerla sentendo un dolore intenso al fianco.
Dopo minuti che sembravano non finire mai si alzarono girandosi per guardare un mucchio di macerie che sarebbero dovute essere la loro tomba.
K”.State tutti bene?...” chiese Kate osservando i suoi compagni
Entrambi annuirono.
K”..abbiamo solo un’ora per fermarlo…e abbiamo la mia auto poco lontano da qui ”disse Kate dirigendosi decisa dove aveva parcheggiato la macchina con cui era arrivata.
L”..andiamo..” replicò Lester seguendola immediatamente.
Castle rimase un attimo immobile. Il dolore era lancinante e senza farsi notare infilò il fazzoletto sotto la giacca per tamponare il sangue che iniziava lentamente a fuoriuscire.
K”..Castle…allora? vieni?..” disse la donna voltandosi verso lo scrittore che era rimasto fermo dandole le spalle.
C”..arrivo!”..rispose lui sapendo che non potendolo sentire non avrebbe inteso il dolore nella sua voce.
 

* il riferimento è naturalmente a "Ghost"
 

 

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Capitolo 34
*** MISSIONE DI SALVATAGGIO ***


Ecco un nuovo capitolo...non sono molto convinta...quindi fatemi sapere che ne pensate...i vostri commenti e consigli mi aiutano molto!! Grazie
Tittili



Kate e Lester correvano decisi verso l’auto parcheggiata solo un paio di isolati dall’edificio appena demolito.
In pochi minuti arrivarono alla meta: la donna si mise alla guida e il ragazzo entrò velocemente sul lato passeggero.
Castle arrivò dopo pochi secondi con il fiatone e si accomodò quasi  al volo sul sedile di dietro mentre sgommando partivano verso il centro commerciale dove si doveva svolgere lo scambio.
L”..credo che tu debba fare un po’ di ginnastica Rick…ti manca il fiato per una corsetta…” lo prese in giro Les cercando di creare un’atmosfera meno tesa
K”..parole al vento cugino…l’unica attività fisica che pratica e quella dell’uso della forchetta…” disse ridendo la donna avendo seguito con attenzione il labiale del ragazzo
C”..veramente la mia attività fisica preferita è un’altra…” replicò malizioso lo scrittore scandendo per bene le parole verso lo specchietto retrovisore facendola arrossire violentemente “..ma devo ammettere che forse dovrei andare un po’ in palestra…” continuò Rick cercando di mascherare al meglio il dolore intenso che provava.
Mentre i due davanti discutevano, con non poca difficoltà dovuta alla momentanea sordità della donna, su cosa fare, controllò di nascosto la sua medicazione di fortuna.
Il fazzoletto ormai era completamente intriso di sangue e osservando meglio si rese conto che la ferita era più ampia e profonda di quanto avesse immaginato.
Cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa con cui sostituire il piccolo tampone ormai inservibile e fortunatamente sotto il sedile vide una maglietta che probabilmente era stata dimenticata da Samuel.
Piegandosi di lato riuscì a sistemare come poteva la nuova medicazione stringendo i denti per non  lasciarsi sfuggire alcun lamento.
Non poteva rallentarli. Dovevano arrivare in tempo.
L”..allora Castle…mi hai sentito?..cosa ne pensi?” lo sorprese la voce di Lester.
C”..di cosa?” rispose leggermente stordito
L”..non abbiamo il tempo per fermarci a cercare un telefono per avvertirli…sono sicuramente già partiti…e chiamarli sul cellulare è un impresa perché nessuno di noi si ricorda a memoria i numeri…” spiegò il giovane
C”..già…non ci avevo mai pensato…con i numeri memorizzati direttamente sul cellulare non ci si preoccupa più di scriverli da altre parti…” meditò lo scrittore.
L”..chiamare la polizia non mi pare il caso..non sappiamo se ci sono altri coinvolti all’interno…possiamo solo cercare di arrivare in tempo per fermarlo..” concluse piuttosto preoccupato Lester.
C”..sono d’accordo…purtroppo però siamo disarmati..”  disse lo scrittore con un espressione piuttosto contratta.
K”…no…non siamo disarmati…ho una pistola nel portaoggetti..” affermò Kate dopo aver interpretato grazie a Les le parole di Rick.
K”..l’avevo presa da casa di zio George quando sono partita stanotte…” spiegandosi meglio.
Mentre pronunciava le ultime parole con un tono di voce quasi di vergogna alzò lo sguardo sullo specchietto incontrando quello dello scrittore.
L”..non capisco…come partita…” chiese sorpreso il cugino.
C”…lascia stare Les…è una faccenda che dobbiamo sbrigare tra noi…” disse secco Castle mentre con lo sguardo penetrava l’animo della sua musa che si sentiva come indifesa.
In quel momento l’auto prese una buca nel terreno e lo scrittore lanciò un urlo soffocato.
L”..Rick…che diavolo ti succede??” chiese concitato il ragazzo avendo intuito qualcosa.
C”..Non è niente Les…ho solo sbattuto la spalla su cui ho fatto perno per abbattere la parete…è solo una contusione…non ti preoccupare…” mentì sorridendo Rick mascherando perfettamente il violento dolore appena provato.
In pochi minuti si trovarono invischiati nel traffico impazzito della città e ogni rallentamento ogni fermata era motivo di agitazione.
L’orologio sembrava correre all’impazzata e si sentivano quasi in balia degli eventi.
Mancavano solo dieci minuti all’appuntamento quando finalmente arrivarono nei pressi del Centro Commerciale Gold.
Cercarono con apprensione l’indicazione del parcheggio A e quando finalmente lo individuarono capirono subito il motivo di quella scelta.
Era posizionato al 4 piano interrato del grande immobile e per metà era ancora inagibile per lavori in corso.
Praticamente nessuno andava a parcheggiare lì e soprattutto i cellulari erano inutilizzabili, come i GPS e qualsiasi altro dispositivo di individuazione.
Scesero fino al 3 piano e poi decisero di proseguire a piedi per non farsi scoprire pensando che un auto avrebbe sicuramente destato sospetti.
Si avvicinarono alla porta della scala di servizio ma quando Lester appoggiò la mano sulla maniglia improvvisamente questa si aprì di scatto colpendo violentemente al viso il giovane che cadde a terra privo di sensi.
Kate che si trovava subito dietro a Lester presa di sorpresa rimase immobile davanti alla porta che si spalancava mostrando la figura imponente di una delle guardie di Gully.
L’uomo la guardò con sguardo gelido e  pronto ad agire fece un passo in avanti ma un secondo dopo era a terra vicino al cugino della detective.
Kate spostò lo sguardo e incontrò quello sorridente di Rick che nascosto sul lato destro dell’uscio aveva ancora in mano il piccolo estintore  con cui aveva tramortito il delinquente.
C”..è un peccato che tu non possa sentire il rumore che fa una testa vuota…” esclamò lo scrittore avvicinandosi alla donna inginocchiata vicino al giovane Dale.
K”..credo stia bene…è solo svenuto dalla botta ricevuta…”  affermò seria la donna facendosi aiutare da Castle a sistemarlo meglio appoggiandolo alla parete vicina.
C”..dobbiamo lasciarlo qui…non abbiamo tempo…” disse Rick obbligandola a guardarlo per capire le sue parole.
La donna annuì anche se con fatica e dopo aver appoggiato un bacio leggero sulla fronte del cugino e ammanettato il delinquente seguì lo scrittore giù per le scale che li avrebbero portati al piano inferiore.
Quando arrivarono davanti alla porta di accesso ebbero un attimo di apprensione.
E se ci fosse stata un altro scagnozzo di Gully?
Sperando nella buona sorte mossero lentamente la maniglia e con un sospiro di sollievo si addentrarono lentamente all’interno del parcheggio A.
Era tutto avvolto nella penombra e solo una parte del piano era illuminato.
Nascosti dietro i macchinari e i materiali del cantiere esistente si avvicinarono con attenzione alla zona adiacente al posto 22.
Castle respirava a fatica e il dolore al fianco stava diventando insopportabile.
Ormai la maglietta di Samuel riusciva a malapena a contenere l’emorragia ma per sua fortuna Kate non si era accorta di niente.
La osservava muoversi come una tigre durante la caccia con tutti i sensi in allerta.
Ad un tratto sentì delle voci e in un secondo prese la mano della donna facendola abbassare velocemente.
K”..hai sentito qualcosa?” chiese in un sussurro lei.
Lui annuì indicando la direzione da cui provenivano i rumori.
Si avvinarono ancora e ad un tratto li videro.
Gully stava in piedi con fare strafottente davanti ai familiari di Kate.
XX”..ora abbiamo anche la detective e lo scrittore…datemi quella maledetta ricevuta e poi ve li rimanderò a casa sani e salvi..”  ordinò il malvivente ai tre sfortunati che aveva davanti.
R”..prima li liberi ..poi avrai il documento..” replicò dura Rachel cercando di contrattare
Gully si avvicinò minaccioso e senza esitazione colpì con uno schiaffo la donna facendola cadere a terra.
XX”…sono io che comando maledetta puttana!!..avanti datemi subito quel pezzo di carta…non ho tempo da perdere!!” ringhiò con odio.
A quella vista Kate ebbe uno scatto prontamente bloccato da Castle che la trascinò di nuovo dietro una cassa  tenedole una mano sulla bocca per non farla parlare.
C”..ma sei impazzita!!..vuoi che li ammazzino davanti ai tuoi occhi…dobbiamo agire con la testa…non con il cuore Kate!!”  disse secco  l’uomo facendosi capire
Lei annuì con le lacrime agli occhi.
Si era comportata come una novellina alla prima missione.
L’uomo vedendo lo sguardo mortificato della donna si sentì stringere il cuore.
Tolse lentamente la mano dalla bocca della sua musa e la baciò con dolcezza.
C”…ti amo..pazza di una poliziotta…” sussurrò  perdendosi nei suoi occhi.
Lei lo guardò come sorpresa.
K”…ricordati di ripetermelo quando potrò sentirti di nuovo…” rispose lei prima di rimettersi in posizione di battaglia con vicino il suo compagno.

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Capitolo 35
*** ALWAYS KATE ***


K”..Castle…a parte Gully e il suo tirapiedi vedi qualcun altro?” chiese con apprensione la donna girandosi verso lo scrittore.
C”..non mi pare…” rispose l’uomo dopo aver esaminato al meglio tutto l’ambiente circostante.
K”..cos’hai detto?..” chiese agitata la detective.
C”..ho detto che non mi pare di aver visto altri uomini in giro…” ripetè Castle voltandosi stavolta verso la donna
K”..ripetilo…” replicò ancora Kate.
C”…non ho visto nessun’altro…” disse ancora l’uomo un po’ confuso dall’insistenza della sua musa.
K”...t-ti sento…ancora poco..il fischio è ancora molto forte…ma..riesco a sentirti…” disse lei con l’emozione che le faceva brillare gli occhi.
C”…sei sicura?..” chiese lui speranzoso.
Lei annuì sorridendo abbracciandolo poi con forza.
Castle a quella stretta riuscì a trattenere il lamento ma non l’istintivo movimento di difesa del fianco ferito.
Kate si staccò da lui immediatamente e lo osservò con sguardo indagatore.
K”..Castle…cos’hai??..” chiese decisa
C”..niente..” mentì lui cercando di mantenersi inespressivo nonostante il dolore.
Kate cominciò a guardarlo con attenzione sempre più ansiosa.
K”..apri la giacca..” ordinò secca.
C”..perchè?..” rispose lui evasivo.
K”..apri immediatamente questa maledetta giacca..” disse di nuovo lei con un tono che non ammetteva repliche.
Castle fece un movimento all’indietro quasi cercando di sfuggire alla donna che invece con scatto felino aprì di colpo la cerniera.
Quando vide la grande macchia rossa sul fianco sinistro della camicia rimase per un attimo senza fiato.
C”..non è niente Kate…qualcosa mi ha colpito durante l’esplosione del palazzo…è solo un taglio…” cercò di giustificarsi l’uomo.
La donna avvicinò la mano tremante e dopo aver aperto la camicia alzò lentamente  il tampone di fortuna fatta dallo scrittore con la maglietta trovata sull’auto per verificare l’entità della ferita.
Senza dire una parola si tolse la camicia che aveva addosso rimanendo vestita solo con una maglietta leggera e la usò per sostituire la medicazione ormai inutile.
Indugiò con le dita sul torace dell’uomo e alzando lo sguardo lo fissò intensamente.
K”…così dovrebbe andare…è una ferita profonda e dolorosa ma non ha fortunatamente interessato organi vitali…” disse con voce tremante.
C”..mi dispiace…” disse lui.
K”..di cosa?..di essere sempre al mio fianco?..di avermi seguito in questa missione suicida?..di essere sempre in pericolo di vita?..di avermi conosciuto?...” disse lei in preda all’ansia distogliendo lo sguardo
C”..di non poterti offrire altro che il mio cuore..” rispose lui sfiorandole il volto con le dita obbligandolo a guardarlo.
Per un attimo il tempo quasi si fermò fino a quando la voce di Gully li fece sobbalzare.
XX”.non mi interessano le vostre scuse e sciocchezze…datemi quel documento e finiamo questa farsa…” ordinò gridando ai malcapitati facendoli poi legare dal suo tirapiedi.
La situazione stava ormai degenerando. Dovevano fare assolutamente qualcosa.Non avevano più tempo.
K”…ascolta Castle…tu devi rimanere fermo…altrimenti quella ferita diventerà ben più pericolosa di quello che è…facciamo così..ora mi sposto verso l’altro lato di questo cantiere…appena mi sono appostata tu getti qualcosa che faccia rumore verso la mia direzione…Gully manderà sicuramente il suo uomo a controllare…” propose decisa la donna
C”…e quando te lo trovi davanti cosa fai?? Gli spieghi con calma che non deve fare il bambino cattivo??..Assolutamente no Kate!!..” replicò preoccupato l’uomo
K”..non c’è un altro sistema…appena l’ho messo fuori combattimento Gully sarà da solo…e abbiamo una pistola anche noi…” disse infine e senza dargli la possibilità di fermarla si mosse velocemente verso la sua meta.
C”..Kate!!! Kate!!...Maledizione!!..” imprecò lui vedendola allontanarsi.
In pochi secondi la donna arrivò sul punto prestabilito e con un cenno diede il via allo scrittore.
Castle prese un barattolo di metallo e lo lanciò con forza nella zona vicino alla sua musa facendo un bel fracasso.
Come previsto il rumore mise subito in allarme Gully e il suo scagnozzo.
XX”..Freddy!..vai a vedere…” ordinò immediatamente il capo della polizia
Come aveva previsto il gorilla si avvicinò con circospezione tenendo ben salda in mano una pistola di grosso calibro.
Castle seguiva con il fiato sospeso tutto il procedere del piano della detective muovendosi lentamente verso di lei.
Il timore che la sua donna non riuscisse a mettere fuori combattimento quell’energumeno l’avevano spinto ad avvicinarsi lasciando il nascondiglio sicuro per poterla aiutare in caso fosse servito.
La vide nascosta dietro ad una piccola ruspa in attesa di colpire con una sbarra il malvivente non appena fosse entrato nel suo raggio visivo.E così fu.
Il gorilla non la vide nemmeno partire. Cadde a terra con un tonfo rimanendo immobile.
Kate prese immediatamente l’arma del suo avversario ormai inerme e con un laccio di plastica  di quelli usati per fissare i cavi lo legò immediatamente per evitare sorprese.
Quando alzò lo sguardo vittorioso verso il suo compagno però rimase pietrificata.
Gully era in piedi davanti allo scrittore in ginocchio a un paio di metri con la pistola puntata su di lui.
XX”..DETECTIVE!!! SO CHE E’ QUI ANCHE LEI!! LE CONSIGLIO DI USCIRE SUBITO O LO AMMAZZO COME UN CANE!!”gridò il farabutto tenendo lo sguardo fisso su Castle.
La donna aveva il cuore in gola e il respiro bloccato dal terrore. Non era riuscita a capire tutte le parole che aveva detto l’uomo ma non era difficile immaginarlo.
Gully non poteva vederla ma sembrava percepire la sua paura.
XX”..CONTO FINO A TRE DETECTIVE…E POI GLI FACCIO SALTARE LA TESTA…” continuò tenendo la pistola davanti alla fronte di Rick che lo guardava con disprezzo e odio.
C”…KATE!!!...FAI QUELLO CHE DEVI FARE…ALWAYS KATE!!”  urlò a quel punto lo scrittore con un sorriso beffardo verso il suo aguzzino.
XX”..UNO!!....” iniziò inesorabile il suo conteggio Gully
XX” DETECTIVE!!!!..” continuò
XX”...DUE…”disse ancora.
XX”..TRE!!..”
E un rumore assordante invase il parcheggio.


...che ne dite?...spero vi piaccia come a me è piaciuto scriverlo...attendo vostri commenti (sia buoni che cattivi!!)..Un abbraccio Tittili
 

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Capitolo 36
*** FINITA? ***


Due colpi di pistola esplosi nello stesso istante.
Kate non aveva potuto sparare prima.
Era troppo lontana e troppi ostacoli avrebbero compromesso il tiro, quindi si era avvicinata, attenta a non farsi vedere, il più velocemente possibile.
Era evidente che Gully fosse convinto che lei fosse disarmata altrimenti non le avrebbe concesso quel conteggio diabolico.
Aveva ancora la pistola tra le mani, le braccia  dritte e tese davanti a lei, e Gully ancora in piedi al centro del suo mirino.
L’odore del calore della canna dell’arma che aveva appena sparato sembrava quasi accarezzarle il viso.
Vide il criminale accasciarsi al suolo gemendo.
E Castle cadere a terra senza un lamento.
Sentì le urla impaurite dei suoi familiari che legati al centro del parcheggio avevano seguito impotenti alla scena.
Non riusciva a pensare.
Era immobile con lo sguardo fisso.
Corse d’impeto verso i due corpi stesi a terra.
Gully mugolava e gemeva mentre una chiazza rossa si allargava lentamente sulla spalla destra.
Castle era invece immobile con il viso rivolto verso il basso.
“…R-Rick..” sussurrò  inginocchiandosi tremante al suo fianco facendolo girare con il terrore nel cuore.
Un piccolo sfregio segnava la tempia sinistra dell’uomo.
Il colpo della detective era arrivato in tempo spostando la mano armata di Gully.
La ferita al fianco, la tensione e il proiettile di striscio alla testa avevano evidentemente fatto perdere i sensi allo scrittore.
Grazie Signore pensò mentre lacrime silenziose di sollievo le bagnavano il volto.
Alzò con  delicatezza  la testa dell’uomo e sistemò una specie di coperta a fargli da cuscino controllando poi  la ferita al fianco che, fortunatamente, non era peggiorata come temeva.
Aveva come l’impressione di essere uscita da un incubo.
Sfiorò con le punta delle dita il profilo del viso del suo compagno indugiando per un attimo sulle labbra.
Voleva solo vedere l’azzurro dei suoi occhi, sentire il suono della sua voce e perdersi nel profumo della sua pelle.
Un lamento la riportò alla realtà.
Con lentezza si voltò verso Gully e guardandolo con odio si alzò posizionandosi sopra di lui puntandogli la pistola alla testa.
XX”…non credo ne avrà il coraggio detective…lei non è come me..” sibilò con disprezzo l’uomo con sguardo di sfida.
K”..uno…” disse lei sottovoce
XX”..non mi fa paura…” continuò Gully
K”..due..” incalzò lei con espressione di pietra
XX”…se farà una cosa del genere la sua vita è finita detective come la sua carriera..” disse meno baldanzoso il malvivente
K”…due e mezzo…” disse Kate osservando con soddisfazione lo sguardo quasi sollevato del capo della polizia che in quella specie di esitazione numerica vedeva una debolezza.
K”…tre…” concluse la donna sparando.
Gully urlò come un animale in agonia.
K”…ha ragione…non sono come lei…non sono un’assassina…sono un poliziotto…e la voglio vedere in galera per il resto della sua vita…ma dovrà imparare a usare la mano sinistra…perché la destra non è più utilizzabile…”
L’uomo guardava con orrore il polso destro che era stato martoriato dal proiettile sparato a bruciapelo.
Senza curarsi delle grida di dolore dell’uomo ammenettò il polso sano ad una struttura vicina infilando poi la  pistola nella cintura.
C.“…B-Beckett..” la voce un po’ sofferente dello scrittore la raggiunse alle spalle.
La donna si voltò di scatto per poi appoggiarsi a terra vicino all’uomo.
K”..sempre a poltrire vero?..mi tocca sempre fare tutto da sola..” scherzò lei spostandogli dolcemente il ciuffo ribelle dalla fronte.
C”..la mia pigrizia è roba da record mondiale..ormai mi conosci…ma su una cosa sbagli..” disse lui con un sorriso un po’ tirato
K”..cosa?..” chiese lei un po’ preoccupata
C”..non sei sola Kate..” rispose lo scrittore incatenando il suo sguardo a quello di lei.
Una voce proveniente dal fondo del parcheggio li raggiunse
L” ..KATE!!!..RICK!!..” esclamò Lester arrivando con un andatura un po’ instabile.
Aveva un ematoma piuttosto evidente sul viso e avanzava con circospezione nonostante fosse evidente che la partita era stata ormai vinta.
ZZ”..LESTER!..” gridò Vivian sollevata nel vedere il figlio sano e salvo.
Il ragazzo, quando si rese conto della presenza della sua famiglia,  si diresse immediatamente verso i genitori e la cugina liberandoli dalle corde utilizzate per immobilizzarli per poi abbracciarli con forza.
In quel momento uno stridore di gomme e luci lampeggianti azzurre invasero con irruenza tutto il piano.
Uomini armati con giubbetti antiproiettile uscirono dalle auto posizionandosi in assetto quasi da battaglia.
YY”..F.B.I.!!...state tutti fermi dove siete!!..” urlò una voce.
C”..e chi si muove…” sospirò lo scrittore con un espressione dolorante e piuttosto pallido.
K”..Sono la detective Kate Beckett della polizia di New York…abbiamo bisogno urgente di un ambulanza..” esclamò la donna alzandosi lentamente in piedi con le mani in alto mostrando il distintivo.
C”…ma come mai l’FBI è qui…chi li ha avvis…” disse ancora Castle con un filo di voce non riuscendo a finire la frase perdendo nuovamente i sensi sotto gli occhi terrorizzati della sua musa.
 
 ..Capitolo un pò corto...ma non mi pare male..voi che ne dite? attendo commenti..baci a tutti e spero di riuscire a scrivere domani..
Un grazie particolare a Tempie90 e 1 Rebeccam...loro sanno perchè!!
Tittili

 
 

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Capitolo 37
*** IL SISTEMA ***


Dopo un trasloco epocale...rieccomi finalmente a voi...spero che questo capitolo sia di vostro gradimento...attendo con ansia vostri commenti...anche piccoli piccoli!!..Grazie Tittili



Uno degli uomini armati si avvicinò con circospezione alla detective che invece si era di nuovo inginocchiata a fianco dello scrittore.
K”..Rick..ti prego rispondimi…” sussurrava preoccupata accarezzandogli delicatamente il volto.
PP”..F.B.I…porti lentamente le braccia dietro la schiena….” ordinò il militare tenendola sottomira.
K”..stammi bene a sentire pezzo di idiota…ti ho già detto che sono un poliziotto…vedi di far arrivare immediatamente un’ambulanza o giuro su dio che ti prendo a calci nel sedere per tutto il parcheggio…” ringhiò la donna cercando di medicare la ferita al fianco di Rick che purtroppo aveva ricominciato a sanguinare.
In quel momento si avvicinò un altro agente che congedò il primo con un cenno della testa.
ZZ”..detective Beckett?...Kate Beckett?..” chiese poi con rudezza.
K”..In persona!..ecco il mio distintivo…”  rispose Kate praticamente buttandoglielo tra le mani.
ZZ”..sono l’agente scelto Ruben…l’ambulanza sta arrivando...lei deve venire con me…” replicò asciutto l’uomo dopo aver esaminato i documenti della donna.
In quel momento il mezzo d’emergenza del St. Rose Hospital arrivò a sirene spiegate parcheggiando a pochi metri dal ferito.
K”..non ci penso nemmeno…io vado con lui…e non provi a fermarmi altrimenti è meglio che chiami un’altra ambulanza…” rispose la detective lanciando all’agente Ruben uno sguardo di fuoco.
ZZ”..V-Va bene…ma la raggiungo in ospedale…dobbiamo parlare..”  rispose il militare sorpreso dalla determinazione della donna.
Kate non lo degnò di risposta visto che i medici dell’ambulanza erano già prontamente entrati in azione e si stavano occupando di Rick.
Parlavano tra loro animatamente dando l’impressione di essere piuttosto preoccupati delle condizioni del ferito.
Dopo aver applicato una flebo e una mascherina al povero scrittore  lo avevano issato sulla barella tenendo grossi tamponi sulla ferita.
L’uomo non aveva ancora ripreso conoscenza e il pallore del suo viso era piuttosto marcato come l’espressione sofferente.
La detective salì con il cuore pesante sul mezzo di soccorso che partì a sirene spiegate verso l’ospedale.
 

&&&

 
Si ritrovò quasi senza saperlo nella sala d’attesa del pronto soccorso.
Era seduta con la testa tra le mani non riuscendo quasi a pensare.
Durante tutto il tragitto gli aveva tenuto la mano sperando di vederlo riprendersi.
“..Castle..svegliati maledetto testone..” sussurrava sotto gli occhi comprensivi del medico.
“..Vedi di non farmi scherzi … chi altro trovo che mi porta il caffè ogni mattina e che mi riempie la testa di sciocchezze solo per farmi sorridere…” continuava mentre le lacrime le solcavano silenziose il volto.
All’arrivo lo avevano portato via di corsa lasciandola in balia degli eventi.
Era ancora come stordita quando una voce la raggiunse come da un altro tempo.
ZZ”..detective…come sta il signor Castle…” chiese asciutto l’agente Ruben che l’aveva raggiunta come promesso.
La donna alzò lo squadrando l’uomo come fosse la prima volta.
Incrociò gli occhi scuri e decisi del militare e rimase colpita dai lineamenti come scolpiti. Il fisico possente e la divisa da battaglia lo rendevano ancora più marziale.
K”..n-non lo so…non si è ancora ripreso…l’hanno portato via senza dirmi niente…” rispose con un filo di voce sentendosi vuota dentro.
ZZ”…se la sente di parlare?..” disse l’uomo quasi raddolcito nel vedere la donna così indifesa.
Kate annuì silenziosa ma prima che l’agente iniziasse a parlare lo anticipò.
K”..come diavolo ci avete trovato? …” esclamò facendo trapelare tutta la sua sorpresa.
L’intraprendenza della donna fece per un attimo tentennare l’uomo che sembrava quasi titubante.
Passarono alcuni secondi in cui Kate ebbe la netta impressione che l’agente Ruben stesse valutando quali informazioni comunicarle.
ZZ”…abbiamo ricevuto un file…” iniziò l’uomo con calma “ un file criptato di cui non siamo riusciti ad individuare il mittente…conteneva una serie di documenti compromettenti…” continuò fissandola cercando di recepirne le reazioni.
TOM…pensò Kate con gratitudine immensa.
ZZ”…una nostra squadra si trova in questo momento nell’ufficio del vescovo Torne..” disse ancora come se avesse sganciato una bomba in attesa della deflagrazione.
K”..mi piacerebbe essere lì ad osservare la sua faccia..” rispose impassibile la donna.
ZZ”…il mittente deve essere un vostro buon amico…ci ha dato tutte le informazioni necessarie per riuscire ad individuarvi…abbiamo intercettato le comunicazioni telefoniche di casa Dale…ed eccoci qui…” concluse con una certa soddisfazione.
Kate lo osservò per un secondo e un attimo dopo lo colpì violentemente con un pugno facendolo vacillare.
ZZ”…MA E’ PER CASO IMPAZZITA?..” esclamò sorpreso ed arrabbiato Ruben portandosi una mano sulla bocca sanguinante.
K”..SAPEVATE DOVE ERAVAMO…COSA STAVA SUCCENDENDO E NON SIETE INTERVENUTI SUBITO???..POTEVA UCCIDERLO CON UNA PALLOTTOLA IN FRONTE!!..” replicò la detective prendendolo per il bavero.
ZZ”…d-dovevamo avere le prove…le registrazioni..è il capo della polizia di Los Angeles…” cercò di giustificarsi il militare.
Kate mollò la presa guardandolo come fosse un marziano.
K”..c-capo della polizia?…poteva ucciderci tutti…e voi cercate ci mantenere una specie di reputazione…mi fate schifo!..” disse disgustata.
ZZ”..detective..l’opinione pubblica…” iniziò Ruben non finendo la frase davanti allo sguardo della donna.
K”..la gente vuole onestà e giustizia…non bugie…le assicuro che sapere che nessuno è al disopra della legge…anche il capo della polizia…è l’unica cosa che ci fa sentire al sicuro…non un’immagine di integrità falsa e marcia dentro…” sussurrò come un verdetto la donna fissandolo fin dentro l’anima.
ZZ”…ho bisogno di sapere chi è il mittente del file criptato..” chiese ermetico l’agente Ruben simbolo di un sistema troppo radicato per essere scardinato.
K”…Babbo Natale…” rispose Kate sorridendo “…in fondo è stato un bel regalo no….adesso sparisca dalla mia vista…” concluse poi la conversazione non dandogli possibilità di replica.
L’uomo la fissò per alcuni secondi e dopo essersi reso conto che non avrebbe mai avuto alcun aiuto se ne andò lentamente.
ZZ”…vi consiglio di non parlare con nessuno di ciò che è successo…” disse sparendo lungo il corridoio.
In quel momento un medico uscì da una porta dal fondo della sala d’aspetto.
MM”..i parenti del signor Castle?..” chiese con un tono di voce piuttosto serio facendo sussultare la donna.
Kate si voltò lentamente e si avvicinò al dottore.
 
 

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Capitolo 38
*** ULTIMA BATTAGLIA ***


Ecco il nuovo capitolo...ditemi se vi piace...anche se so già chi troverà il tempo di scrivere due righe ringrazio tutti quelli che hanno la pazienza di leggermi!! un abbraccione Tittili


Il medico osservò la donna che si avvicinava con timore.
Y”..Sono il dott. Young…lei è la signora Castle?..” domandò asciutto
K”..n-no..ma..sono la detective Beckett della Polizia di New York..” le parole le morirono quasi in gola sapendo che non essendo una parente non poteva avere alcuna informazione.
Y”..allora…è la futura signora Castle, vero?..” le suggerì l’uomo avendo chiaramente intuito la situazione.
Kate sorrise a quell’affermazione e per un momento più che un suggerimento le sembrò una premonizione.
Y”..la ferita era piuttosto profonda e abbiamo provveduto a suturarla ma il problema è un altro…” iniziò il dottore con un’espressione impenetrabile
K”..quale?..” chiese seriamente preoccupata la detective.
Y”..la perdita di sangue è stata sensibile e purtroppo abbiamo riscontrato un inizio di infezione che non riusciamo ad identificare…ho bisogno di sapere da cosa è stata provocata la ferita per restringere il campo di analisi..” concluse l’uomo.
K”..non so cosa l’ha ferito..” sussurrò la donna
K“..eravamo troppo vicini ad un edificio che è stato demolito con l’esplosivo..” disse ancora sperando fosse un informazione utile alla diagnosi.
Y”..materiali edili quindi…strano…le analisi su quel tipo di elementi le abbiamo già fatte…è sicura che non ci fossero altri tipi di sostanze?..” la incalzò il medico
In quel momento Kate venne come investita da una doccia gelata.
Rifiuti altamente tossici nascosti negli edifici da demolire…i pensieri della detective stavano invadendo il  cervello.
K”..c-credo si tratti di sostanze t-tossiche..si trovavano all’interno dell’immobile che è esploso..” esclamò fissando il medico cercando di valutarne la reazione.
Y”…capisco…” disse con voce cupa il dottore.
Y”..adesso mi spiego la forte aggressività dell’infezione…detective..devo sapere di che tipo di sostanze stiamo parlando per poter agire in modo mirato…e dobbiamo fare in fretta…gli antibiotici generici ad ampio spettro possono solo cercare di ritardare il procedere dell’infezione..” affermò serio il medico.
K”…forse posso risalire a qualcosa di più specifico…ma devo telefonare..” disse piuttosto agitata
Y”..venga nel mio ufficio..avrà tutto a disposizione..” rispose l’uomo accompagnandola in una stanza in fondo al lungo corridoio.
Mentre camminava dietro al dottore si sentiva come in balia del destino.
Rachel avrebbe potuto aiutarla con la perizia che aveva fatto fare per la sua inchiesta sulle macerie degli altri edifici?
E se i rifiuti tossici fossero stati differenti per ogni stabile?
Erano domande che le toglievano il fiato ma ebbe il coraggio di chiedere con un filo di voce prima di entrare nell’ambulatorio.
K”…dott. Young…posso vederlo?..” sussurrò mentre si accomodava in una sedia vicino all’apparecchio telefonico
Y”…prima di mi faccia sapere cosa devo combattere…” rispose con un mezzo sorriso l’uomo chiudendo la porta intuendo che qualcosa di poco chiaro si nascondeva dietro quella strana ferita.
 
 

&&&

 
Quando sentì la voce di Rachel il cuore di Kate ricominciò a battere.
In pochi secondi fece il punto della situazione con la cugina che insieme agli zii e a Lester era ancora negli uffici dell’FBI.
Stavano tutti bene  nonostante il grosso bernoccolo sulla fronte di Les.
Quando la detective spiegò la situazione di Rick la giornalista obbligò praticamente con la forza uno degli agenti a darle la possibilità di utilizzare un computer e in pochi minuti, dopo essere entrata in un proprio data base criptato, comunicò i risultati dell’esperto che aveva ingaggiato.
La detective, dopo essersi congedata con i propri familiari, uscì di corsa  dall’ufficio e cominciò a cercare con affanno il dott. Young.
Lo vide uscire da una stanza in fondo ad un corridoio posto dall’altra parte del piano e dopo averlo raggiunto con uno scatto gli mise in mano i componenti chimici che Rachel gli aveva dettato pochi minuti prima.
K”…eccole i suoi nemici dottore..” disse con un filo di voce.
L’uomo osservò con attenzione prima la lista poi la donna.
M”..ora faccio immediatamente i test di controllo…speriamo che non ci sia altro…altrimenti la cura che posso predisporre sarà inutile…ora devo purtroppo farla aspettare ancora un po’…appena possibile la farò entrare…non si preoccupi…” disse l’uomo addolcendosi nel pronunciare le ultime parole.
Kate capì che dietro la porta da cui era appena uscito Young c’era il suo scrittore.
Annuì silenziosamente e si sedette su una sedia vicina entrando in una strana dimensione fatta di speranze e paure.
 
 

&&&

 
Y”..detective..”
La voce del dott. Young la fece sobbalzare.
Nonostante la paura e la tensione, la stanchezza aveva avuto il sopravvento e si era addormentata sulla sedia con la testa appoggiata alla parete.
Si alzò di scatto.
K”…quanto tempo è passato?..perchè non mi ha svegliato?..c-cos’è successo?..” chiese con terrore osservando il medico attendendo risposte.
Y”…ha dormito per più di tre ore…non l’ho svegliata perché non mi sembrava il caso…e abbiamo iniziato la terapia sul signor Castle…e dai test sembra che abbiamo vinto la nostra battaglia…” rispose con ordine il dottore con un sorriso contagioso.
La donna si buttò sulla sedia piangendo con la testa tra le mani.
L’uomo appoggiò delicatamente una mano sulla spalla della detective.
Y”..può entrare quando vuole…ha già cominciato a importunare l’infermiera…” sussurrò  Young avvicinandosi all’orecchio della donna che a quelle parole si irrigidì.
Y”…chiedendo continuamente di lei…” terminò ridendo l’uomo allontanandosi divertito.
Le lacrime non volevano smettere di scendere e ci volle un po’ di tempo prima di riuscire a riprendere in qualche modo il controllo delle proprie emozioni.
Non era abituata a questo tipo di sensazioni, almeno fino a quando non aveva incontrato quell’imbranato, irriverente, scocciante, testardo, infantile e meraviglioso scrittore.
Si asciugò il viso e lentamente aprì la porta.

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Capitolo 39
*** FACCIAMO I CONTI ***


eccomi qui...sono contenta di questo capitolo...spero piaccia anche a voi..comunque è solo l'inizio della fase finale..un abbraccio a tutti. Tittili (bacio speciale a Tempie90 e a 1Rebeccam)

Spinse delicatamente la porta e silenziosamente entrò nella stanza.
Era molto tesa ed emozionata tanto da sentire il cuore quasi uscirle dal petto.
Si trovò di fronte ad una stanza che sembrava piuttosto grande dalle pareti bianche ma un ampio paravento in tessuto che sembrava cotone grezzo le impediva la vista.
I”..le ho già detto che ho riferito tutto al dott. Young!! Deve assolutamente riposare. Ma si rende conto che ha rischiata seriamente di…” disse una voce dal tono ormai stremato.
C”..ho capito..ho capito…sono quasi morto…ma per sua sfortuna solo QUASI…quindi…le ripeto…voglio vedere..” la interruppe lo scrittore con voce piuttosto sofferente
I”..vuole vedere al signorina Kathrine Beckett…anzi la detective Kathrine Beckett del dodicesimo distretto di New York….ho capito anch’io sa?...sarà la millesima volta che me lo ripete!..quando il dott. Young darà il permesso potrà vederla” replicò risoluta l’infermiera.
I”..ora…caro signor Castle…dobbiamo controllare la medicazione…” continuò con fare più dolce sapendo che non sarebbe stata una cosa piacevole per il suo paziente.
Kate era rimasta in silenzio ascoltando la breve conversazione e nel momento in cui il suono della voce dell’uomo l’aveva raggiunta per un attimo il fiato rimase come  sospeso.
Aveva rischiato di perderlo. A quel pensiero le lacrime ripresero a scendere sul volto senza che potesse impedirlo.
C”…m-manca m-m-molto?…” chiese Castle cercando di controllare il tono della voce ma era evidente che soffriva molto.
I”..mi dispiace signor Castle..so che è doloroso…ho quasi finito…” rispose delicata l’infermiera.
Il rumore di ferri chirurgici e l’odore forte di disinfettante arrivarono a Kate che non riusciva a controllare il pianto.
Passarono alcuni minuti interminabili fino a quando all’improvviso il paravento venne spostato senza preavviso.
La donna si trovò di fronte all’infermiera che la guardava sorpresa.
Lo sguardo però corse oltre, cercando immediatamente il povero scrittore che si trovava  sul letto girato sul fianco dando le spalle alla detective.
Sembrava tremare, forse la febbre, forse il dolore.
L’infermiera la guardò sorridendo e quando Kate fece per parlare le mise l’indice sulle labbra per farla tacere.
I”..lei deve essere Kate…la sta aspettando…sarà una bella sorpresa…” sussurrò poi all’orecchio  uscendo silenziosamente dalla porta.
La detective rimase per un attimo immobile come a cercare di recuperare un minimo di controllo e dopo essersi asciugata il viso dalle lacrime si avvicinò lentamente all’uomo ancora di spalle.
C”…senta..ora che mi ha torturato per bene può andare a dire al dott. Young  che…” l’uomo si fermò a metà della frase respirando in modo ansioso.
C”…K-Kate…s-sei tu vero?..” chiese in un sussurrò, quasi timoroso della risposta.
La donna fece lentamente il giro del letto e giunta all’altezza del viso dell’uomo di inginocchiò a terra accanto a lui per guardarlo negli occhi.
L’uomo la fissò sorridendo e lentamente spostò una ciocca ribelle dal viso della donna.
C”…s-sembri s-stanca…che ne dici di una vacanza?”  sussurrò lui.
K”..credo ne abbia più bisogno tu..non hai una bella cera sai?” rispose lei accarezzandogli delicatamente i capelli.
C”..in effetti ho passato momenti migliori…” replicò lui
K”..C-Castle…i-io…” cercò di dire lei ma la frase le morì in gola perdendosi nel blu mare degli occhi dell’uomo.
C”…io cosa, Kate…io sono una sciocca?” disse lui con un tono più severo
K”..m-ma…” cercò di replicare lei
C”..ma niente Kate!..ti rendi conto di che stupidaggine hai fatto…mi hai lasciato lì come uno stupido e te ne sei andata da sola ad affrontare Gully e la sua banda. Potevi morire Kate!!” la rimproverò l’uomo.
C”…ho già rischiato una volta di perderti…il tuo orgoglio e la tua sicurezza in te stessa ti fanno rischiare più del dovuto..la tua voglia di giust..” continuò lui bloccandosi a metà della frase alla vista delle lacrime della donna.
K”..dovevo salvarti…” disse lei chiudendo gli occhi.
K”..e avevo ragione!..guarda cosa ti è successo..” continuò non riuscendo a fermare il pianto.
C”…mi è successo questo perché Gully è un criminale!! ..andartene come hai fatto tu per risolvere da sola la situazione è stata una cosa che mi ha ferito più dell’esplosione...” rispose lui con un soffio di voce abbassando lo sguardo.
Kate riaprì gli occhi come se fosse stata colpita da un secchio d’acqua gelata.
K”..che vuoi d-dire?..” chiese con voce tremante.
C”..non hai pensato come se fossimo un NOI ma solo come un IO…” spiegò l’uomo investendola con gli occhi che sembravano un mare in tempesta.
C”..hai deciso anche per me…cosa avrei fatto io se ti fossesuccesso qualcosa?..ci hai pensato?...preferisco morire che vivere senza di te..” sussurrò lui  sforandole con le dita il contorno delle labbra.
K”..m-ma…” disse lei
C”..ma cosa, Kate?...quel giorno che ti hanno sparato al funerale di Mongomery ho creduto di morire…niente e nessuno mi impedirà di starti vicino Kate…neanche tu..” disse  deciso.
K”..ma io non voglio allontanarti…” replicò lei sorpresa
C”..davvero?..perchè te ne sei andata da sola allora?..” chiese con sguardo ferito
K”..perchè ti amo..” rispose semplicemente lei facendolo sorridere.
C”..non credere di essertela cavata così a buon prezzo…”  disse lui guardandola con amore.
K”..vedrò di trovare un altro modo..” replicò lei avvicinandosi a un soffio dalle sue labbra.
Castle deglutì vistosamente.
C”..non so perché ma credo che riuscirai a convincermi..” rispose poi appoggiando le labbra su quelle della donna.

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Capitolo 40
*** INCONDIZIONATAMENTE ***


Capitolo che ho buttato di getto e fatto solo di cuore...non so esattamente cosa pensarne...ma vi giuro che dentro c'è un pezzetto di me...spero vi piaccia..un abbraccione a tutti e se avete un minuto di tempo fatemi sapere cosa vi sembra. Tittili


Fu un bacio dolce e carico di emozioni e forse di paure inespresse.
Staccandosi si guardarono negli occhi come fosse  la prima volta.
K”…mi dispiace tanto…non volevo ferirti…avevo solo paura di perderti…” sussurrò lei appoggiando la fronte su quella dell’uomo
C”…tu non potrai mai perdermi Kate…il mio cuore è tuo…Always…” rispose lui prendendole le mani fra le sue.
A quel tocco alla donna sfuggì un lamento.
C”…K-Kate..che succede?..” chiese preoccupato lo scrittore guardando immediatamente le estremità della donna cercando la fonte del dolore.
La detective istintivamente si sottrasse all’esame dell’uomo incrociando le braccia al petto.
Lui la guardò con dolcezza e perdendosi nel suo sguardo  spaventato allungò lentamente il braccio sfiorandole le mani chiuse l’una sull’altra.
C”…non aver paura..non sei più sola…mai più..” sussurrò piano continuando a guardarla
La donna rimase per qualche secondo immobile come a cercare di recuperare le energie necessarie e lentamente porse le mani senza dire una parola.
Castle rimase quasi senza fiato.
La nocche della mano destra erano gonfie e dei grandi ematomi si estendevano su tutto il dorso e sulle dita.
C”…c-chi?..c-cosa?...” balbettò l’uomo
K”…sono andata a sbattere..” rispose lei mentre lo scrittore appoggiava lievemente le labbra sulle ferite facendola sussultare.
Quel gesto così spontaneo nella sua dolcezza le riempì il cuore di emozioni indescrivibili.
C”…a sbattere?...su che cosa?..” chiese Castle
K”…s-sulla faccia di un agente ….dell’FBI…” rispose lei un po’ titubante.
C”…SULLA FACCIA DI CHI???..”esclamò lo scrittore guardandola con gli occhi sgranati.
C”..e per quale motivo hai picchiato un agente dell’FBI?..”  chiese ancora l’uomo
K”..perchè se lo meritava…era un bastardo ..” rispose lei
C”…non ho dubbi…ma non lo trovi un po’ eccessivo…se ti metti a picchiare tutti i bastardi che troverai sulla tua strada è meglio che metti i guantoni 24 ore su 24…” replicò lui ironico
K”..sapevano dove eravamo Castle…ma non sono intervenuti perché dovevano essere sicuri ed avere prove certe su Gully visto che era il capo della polizia di Los Angeles…tu avevi una pistola puntata alla testa e loro stavano a guardare…potevi morire davanti ai miei occhi …e loro stavano a guardare…” spiegò la donna con uno sguardo di fuoco.
Castle la guardò fisso negli occhi scoppiando poi a ridere apertamente.
K”…cosa c’è di così divertente Rick?...” chiese sorpresa la donna dalla reazione dell’uomo.
C”…spero di non farti mai arrabbiare sul serio, amore mio….altrimenti povera la mia faccia…” rispose lo scrittore sotto gli occhi esterrefatti della donna.
K”…tu sei…tu sei …” esclamò Kate.
C”…sono?...”chiese con voce roca l’uomo avvicinandosi pericolosamente la donna che sentendo il suo respiro sulle sue labbra sentì brividi incontrollabili lungo la schiena.
K”…mio…” sospirò lei perdendosi negli occhi in tempesta del suo uomo baciandolo dolcemente.
 

&&&&

 
 
La donna si era seduta su una sedia accanto allo scrittore che cominciava a sentire purtroppo la fine dell’effetto degli analgesici.
C”..devi farti vedere la mano Kate…e se ci fosse qualche frattura?…” disse piano l’uomo cercando si muoversi dal letto senza riuscirci a causa del dolore.
K”..non ti lascio solo...” replicò lei con dolcezza.
In quel momento sentirono bussare alla porta e dopo pochi secondi entrò il dott. Young seguito dalla stessa infermiera che poco tempo prima aveva medicato lo scrittore.
Kate si alzò di scatto cercando di carpire dall’espressione del medico se portava buone notizie.
Y”…detective…signor Castlecome si sente?..” chiese asciutto il sanitario.
C”..bene.. “ mentì lo scrittore assumendo un’espressione sorridente per non far trasparire il dolore che stava aumentando con il passare del tempo.
Y”..l’infermiera Rowsler mi riferisce che l’infezione è ancora piuttosto estesa nonostante la cura stia facendo il suo effetto…cosa intende per bene?..” chiese allora il dottore.
K”..intende dire che non vuole farmi preoccupare ma che ha bisogno assolutamente di un antidolorifico...” intervenne la detective sotto lo sguardo imbarazzato dello scrittore.
Young osservò l’uomo sul letto sorridendo.
Y”...ora do un’occhiata alla sua ferita…e poi alla mano della sua compagna che dovrà evitare di fare a botte per un po’… ”  disse il medico spostando lo sguardo sulla donna facendola arrossire.
Kate si sentì avvampare non tanto per essere stata scoperta ma quanto a come era stata definita dal dottore.
Compagna…quella parola girava piacevolmente nella sua testa e la faceva sentire bene come non le capitava da tanto tanto tempo.
Castle, aiutato dall’infermiera, si stava posizionando sul fianco per permettere al dott. Young di esaminare la ferita.
K”..forse è meglio che esca..” disse Kate credendo di essere di troppo.
Y”..no…resti…se dovrà medicarlo quando tornerete a casa è meglio che sappia bene cosa fare…” affermò deciso il sanitario
K”..m-ma noi non v-viviamo ins…nella stessa casa…” replicò imbarazzata la donna.
Young si voltò verso di lei fissandola con gli occhi scuri sorridendo leggermente.
Y”…per ora …” disse il dottore facendola rimanere senza parole.
L’infermiera aveva intanto provveduto a togliere la medicazione provvisoria che aveva posizionato solo un’ora prima mentre Castle cercava di trattenere al meglio i lamenti che gli sfuggivano inevitabilmente.
Kate si sentì quasi mancare il fiato.
La ferita era non era molto lunga ma era facile capire che la profondità era di piuttosto marcata.
Le otto graffette erano posizionate in modo da lasciare spazio ai tessuti di assorbire la medicazione mirata che veniva applicata.
La cosa che però colpiva di più lo sguardo era il gonfiore e il colore della pelle lungo il taglio.
L’infermiere preparò un tampone imbevuto di  una sostanza oleosa e con estrema delicatezza lo appoggiò lungo la lacerazione.
L’urlo strozzato che ne scaturì fece sobbalzare la detective che d’istinto prese la mano dello scrittore stringendola forte.
C”…m-mi resterà il s-segno vero?...il mio look ne risulterà d-danneggiato…” cercò di sdrammatizzare Castle percependo la preoccupazione della sua musa.
K”..io veramente ho sempre amato le cicatrici sul corpo di un uomo…” rispose lei cercando di nascondere le lacrime che silenziose scendevano lungo il volto.
K”…ma in questo caso…” continuò lasciando la frase a metà
C”..in questo caso, cosa??” chiese preoccupato l’uomo
K”..in questo caso amo l’uomo incondizionatamente…” continuò lei lasciandolo senza parole.

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Capitolo 41
*** DELIRIO ***


 

Capitolo Caskett....mi è venuto così...un pò di passaggio...a prestissimo. Tittili


Il dottor Young assistette a tutta la medicazione spiegando ogni passaggio alla detective mentre la donna annuiva  seguendo con attenzione ogni indicazione chiedendo particolari anche all’infermiera che stava materialmente operando.

Castle sopportava in silenzio l’intenso dolore tenendo lo sguardo fisso lungo la parete.

Amo l’uomo incondizionatamente

Il sussurro con cui la donna aveva pronunciato quelle parole era l’unica cosa a cui riusciva a pensare.

La sua anima era come riempita da un calore che mai prima d’ora aveva provato.

I suoi sogni, i suoi desideri, le sue speranze erano diventate in un attimo realtà.

K”..Castle…tutto bene?..” chiese preoccupata Kate che si era seduta sul letto accanto allo scrittore

Lui si voltò quasi fosse stato ridestato in quel momento e si trovò davanti il verde smeraldo degli occhi della sua musa.

C”..S-si…” riuscì solo a rispondere

Kate sorrise sollevata e quindi si rivolse al medico che ormai aveva finito la procedura.

K”..quanto tempo dovrà rimanere in ospedale?..” chiese con voce calma

Y”..la cura che gli stiamo somministrando tramite le flebo sarà conclusa tra due giorni..le medicazioni invece dovranno seguire la velocità di cicatrizzazione…diciamo che lunedì lo possiamo dimettere..poi sarà nelle sue mani..” rispose soddisfatto il dottore.

Y”…sono sicuro che le cure casalinghe faranno miracoli..consiglio riposo..magari anche spiaggia…ma niente bagni finchè la ferita non sarà completamente guarita…” continuò poi sorridendo.

K”..grazie dottore…” disse con gratitudine la detective

Y”..sono contento che tutto sia finito per il meglio…se non avesse avuto la lista precisa delle sostanze nocive non so se saremmo qui a parlarne nelle stesse condizioni..” replicò l’uomo con una certa preoccupazione nel tono di voce.

K”..le assicuro che avrei trovato il modo di averla..” rispose lei con uno sguardo che non lasciava spazio a perplessità.

Y”..non ho alcun dubbio…adesso venga con me…dobbiamo controllare quella mano..” disse Young indicandole la porta.

K”..m-ma..non è n-nien…” cercò di giustificarsi lei non riuscendo a finire la frase.

Castle le aveva preso la mano dolcemente.

C”…v-vai…t-ti prego…” sussurrò l’uomo

Kate abbassò lo sguardo verso lo scrittore e quasi si sentì annegare nei suoi occhi lucidi.

K”..R-Rick…” riuscì soltanto a dire con voce rotta dall’emozione.

Gli occhi dell’uomo parlarono senza che dovesse dire una sola parola e lei annuì silenziosamente seguendo Young nel suo studio.   

 

 

&&&

 

La donna si sedette sul lettino dell’ambulatorio con un’espressione un po’ preoccupata.

Il dottor Young si posizionò di fronte a lei e la osservò con uno sguardo indagatore.

Y”..coraggio…non faccia scenate anche lei..” disse l’uomo

K”..come…anch’io?..” chiese curiosa la detective porgendo la mano ferita.

Y”…beh il signor Castle ci ha fatto vedere i sorci verdi...” spiegò il medico mentre esaminava con attenzione le dita della donna.

K”..sul serio?..” sussurrò la donna

Y”…certo!..aveva la febbre e delirava…” continuò Young

K”…d-delirava?..” chiese ancora Kate

Y”…continuava a ripetere una parola in continuazione…e frasi sconnesse…”  disse il medico

K”..che p-parola?..che frasi? ” lo incalzò la donna

Y”..senza senso credo...Always…solo Always…e cose tipo…il drago…non lasciarmi…cose del genere…” rispose l’uomo continuando a visitarla.

Kate sentiva il cuore battere talmente forte che per un attimo ebbe paura volesse uscirgli dal petto.

Y”..la mano è apposto…solo un grosso ematoma…” disse il dottore finendo l’esame.

K”…g-grazie dottore…” riuscì solo a sussurrare scendendo dal lettino.

Y”..ho chiesto all’infermiera di dare un leggero sedativo al signor Castle…ha sofferto molto e deve riposare…come dovrebbe fare lei..” disse il medico fissandola con sguardo severo.

K”..non posso lasciarlo solo…non più..” rispose lei decisa

Y”..e se la facessi dormire vicino a lui?..” chiese allora Young sorprendendola

K”…non capisco…” replicò stupita la donna

Y”..le ho fatto mettere un altro letto nella stanza..coraggio..vada a dormire un po’..” disse allora l’uomo aprendo la porta dello studio.

Kate sorrise apertamente e con passo spedito rientrò nella camera dello scrittore.

Castle si era addormentato su un fianco.

Il letto fatto portare dal dott. Young era proprio di fianco a quello di Rick e quando Kate si stese silenziosamente si trovò praticamente faccia a faccia con il suo compagno.

Spostò con delicatezza un ciuffo ribelle dalla fronte dell’uomo e con la punta delle dita seguì dolcemente il profilo del viso e delle labbra soffermandosi poi sulla piccola cicatrice sulla tempia.

K”…Always…” riuscì solo a sussurrare prima di addormentarsi con la mano dell’uomo nella sua.

 

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Capitolo 42
*** A CASA ***


Sensazioni di passaggio...ma...baci a tutti.Tittili


Castle non vedeva l’ora di uscire da quell’ospedale ma nello stesso momento aveva quasi paura a farlo.
Nei due giorni che aveva passato in quella stanza si era creato tra lui e Kate qualcosa di indescrivibile.
Il poter stare da soli per così tanto tempo gli dava un senso di serenità e tenerezza che, nonostante fosse uno scrittore, non riusciva a descrivere a parole.
Passavano ore a chiacchierare senza mai annoiarsi o ripetersi riuscendo sempre a mantenere il loro modo di comunicare fatto di prese in giro e doppi sensi.
Aveva paura, certo…e se una volta usciti quella magia fosse svanita come la neve al sole?
Era così assorto in questi pensieri che non si accorse dell’arrivo della donna.
Kate entrò silenziosamente per non svegliare l’uomo nel caso stesse riposando trovandolo invece seduto davanti alla finestra dandole le spalle.
Stava per parlare quando lo vide asciugarsi velocemente gli occhi con il dorso della mano.
Per un attimo le mancò il respiro.
Si avvicinò lentamente e appoggiò dolcemente la mano sulla spalla dell’uomo facendolo trasalire.
C”..K-Kate….non ti avevo sentito entrare…” balbettò lui voltandosi.
La donna senza dire una parola girò intorno all’uomo posizionandosi davanti a lui.
Castle alzò leggermente la testa guardandola con sguardo interrogativo.
K”…non aver paura..” sussurrò la donna avvicinando lentamente il viso a quello dello scrittore che a quelle parole iniziò a respirare a fatica.
C”…p-paura…io..io non ho p-paura…” cercò di negare lui
K”…me lo hai insegnato tu…Always…” disse lei con un filo di voce ad un soffio dalle sue labbra.
C”..K-Kate...e..se quando torniamo a New York..” cercò di dire lui ma le parole si fermarono inghiottite dal fuoco ardente che vide negli occhi della donna.
K”..sarà l’inizio di una vita meravigliosa..” disse lei sorridendo prima di baciarlo dolcemente con le lacrime agli occhi.
 

&&&

 
I giorni passarono tra medicazioni dolorose e visite di parenti e amici.
Ryan ed Esposito non potevano lasciare il lavoro ma telefonavano ogni giorno per sapere i progressi di salute dell’amico.
Martha e Alexis arrivarono il giorno prima delle dimissioni di Castle insieme al padre di Kate e naturalmente Vivian li ospitò tutti con entusiasmo.
Volevano fare una festa per l’uscita dall’ospedale di Rick ma fortunatamente la detective riuscì a convincerli limitando il loro raggio di azione.
Finalmente giunse anche il lunedì tanto agognato.
Il dott. Young arrivò di buon ora in camera dello scrittore.
Y”..pronto ad uscire signor Castle?..”chiese gioviale il medico
C”..v-veramente…” biascicò lo scrittore.
In quel momento entrò anche Kate con fare trafelato.
C”…ecco…adesso sono pronto a tutto…” continuò facendo l’occhiolino al dottore che sorridendo apertamente consegnò la lettera di dimissioni  alla donna raccomandando riposo e cure.
K”..grazie dottore…” disse emozionata Kate stringendo la mano di Young che si stava congedando.
Y”…spero di NON rivedervi…” replicò sorridendo l’uomo uscendo dalla stanza.
Castle si alzò con calma e si diresse verso l’armadietto per potersi vestire finalmente con qualcosa che non fosse un pigiama o una vestaglia ma venne raggiunto dalla donna che gli si piazzò davanti sorridendo.
C”…sa detective..io vorrei mettermi qualcosa e uscire da questo ospedale…” disse lui con fare ironico
K”…ma io volevo solo aiutarla signor Castle..” sussurrò lei con fare malizioso iniziando a sbottonare lentamente il pigiama indossato dall’uomo.
Castle deglutì vistosamente con lo sguardo sorpreso.
C”…n-non credo..s-sia il c-caso…detective Beckett…” replicò lui imbarazzato.
K”…un vero peccato…” sospirò lei sfiorando con le labbra quelle dello scrittore lasciandolo senza parole.
K”..ti aspetto fuori…” disse poi la donna uscendo dalla stanza.
Castle pensò sorridendo che era sicuramente l’uomo più felice della terra.
 
 

&&&

 
Quando il taxi si fermò davanti a casa Dale i due occupanti vennero raggiunti immediatamente da baci e abbracci amorevoli e sinceri.
Entrarono tutti insieme nel grande soggiorno e le voci allegre e festanti  facevano da contorno a decorazioni colorate e musica gioiosa.
K”…avevo detto niente festa..” disse un po’ contrariata Kate al padre.
J”..ma non è una festa Kate…è..è..” rispose Jim voltandosi poi verso la madre di Rick.
J”..Martha…Martha scusa…com’è che hai detto che si chiama?...” domandò alla donna
M”…cocktail Jim… un semplice cocktail…” rispose cinguettando la signora Rodgers.
J”..ecco Kate…nessuna festa…solo un cocktail…” esclamò sorridendo ironico il signor Beckett
Castle si era seduto sul divano e si godeva le coccole di Alexis sotto lo sguardo divertito di Vivian e Lester che portava ancora il segni della sua brutta avventura sul volto.
Kate si avvicinò al cugino che sorridendo la abbracciò con slancio.
L”…la prossima volta che vieni in vacanza qui avvisami prima…che mi metto l’armatura..” scherzò il giovane
L”…grazie Kate…se non ci foste stati voi credo che…” disse poi serio osservando insieme alla donna lo scrittore che scherzava e rideva.
K”..non dirlo neanche per scherzo…” lo bloccò lei non volendo neanche immaginare un finale diverso.
L”..Gully verrà processato il mese prossimo…vedrà il sole a scacchi per il resto della vita…” continuò Les “..per quanto riguarda Torne…le cose sono un po’ più complesse visto che c’è di mezzo anche il Vaticano…ma non credo che benedirà ancora molte persone…” concluse ironico.
K”…ancora non riesco a crederci…tutto quel marciume nascosto…” commentò la donna
L”…già…ora però ce ne sono due di meno..” replicò il giovane soddisfatto.
Kate si voltò verso il cugino e sorridendo alzò la mano scambiando un “cinque” che sapeva di vittoria.
 
Il piccolo festino di benvenuto a casa fu per Castle molto piacevole ma anche faticoso.
Doveva ancora riprendersi dalla brutta avventura ma non aveva il coraggio di negarsi alle attenzioni delle persone che amava.
Cercando un po’ tranquillità si alzò con la scusa di andare in bagno.
Salì le scale  e entrò nella propria stanza stendendosi poi sul letto.
Sentiva le risate ovattate e la musica allegra che provenivano dal piano di sotto cercando di assorbire quelle belle sensazioni chiudendo gli occhi.
Il calore del suo corpo e il profumo della sua pelle lo svegliarono dolcemente.
Il cielo era ormai scuro e la stanza era avvolta dalla notte ma non aveva bisogno della luce.
Lei era lì, addormentata abbracciata a lui con la testa appoggiata sul suo petto.
Nulla importava più tranne l’amore che provava per quella donna meravigliosa.
Quando vide una stella cadente dipingere  la sua scia luminosa nel cielo sereno di California non aveva più nessun desiderio da esprimere.
 

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Capitolo 43
*** MALIBU ***


Tre capitoli Caskett di seguito...forse un pò troppo...ma non riesco proprio a farne a meno...spero vi piaccia..Baci. Tittili


Il sole splendeva nel cielo sereno e azzurro investendo con i suoi caldi raggi tutti i turisti che si stavano godendo quella meravigliosa giornata sulla spiaggia.
C”Kate!...fa caldo…dai..mi bagno solo le gambe…” piagnucolò l’uomo rivolto alla sua musa che prendeva tranquillamente il sole.
K”..già…come stamattina…qual’era la scusa?...già..un’onda anomala ti ha investito e ha bagnato la ferita…NO…niente mare!!”
C”..ma ormai la ferita è chiusa!!..non mi succede niente se la bagno...”protestò ancora lo scrittore
K”..è chiusa ma è ancora gonfia e arrossata..NIENTE MARE!!” replicò decisa la detective.
Castle le fece una linguaccia convinto di non essere visto.
K”..e visto il tuo comportamento..neanche domani!” disse sorridendo la donna togliendosi gli occhiali da sole e alzandosi dal lettino.
C”..dove stai andando adesso?..” chiese l’uomo con voce imbronciata
K”…a fare il bagno…” rispose lei fuggendo veloce verso l’acqua sotto lo sguardo esterrefatto di lui
C”…BECKETT!!! QUESTA ME LA PAGHI!!” strillò alzandosi lo scrittore seguendo poi con lo sguardo la donna che ridendo si tuffava nel mare cristallino.
Si sedette sullo sdraio sotto l’ombrellone e sbuffando si rimise a giocare a Hungry Birds sentendosi molto in sintonia con i piccoli pennuti arrabbiati.
Era talmente preso dal gioco che non si rese neanche conto del tempo che era passato quando delle gocce d’acqua gelate sulla schiena lo riportarono sulla terra.
C”…E’ fredddaaaa!!...Kate…sei veramente…” si voltò per investire la donna con il suo disappunto quando le parole gli morirono in gola.
Deglutì vistosamente davanti alla sua musa che gli sorrideva divertita.
I capelli bagnati, il corpo abbronzato e un bikini color oro reso ancora più aderente dal bagno lo fecero rimanere di sasso.
K”..sono??..” chiese la donna mordendosi il labbro.
C”..uno s-schianto…” sospirò l’uomo con la bocca ancora aperta.
Kate sorrise arrossendo imbarazzata.
K”..g-grazie…ora vado a cambiarmi il costume bagnato e torno subito…” disse con un filo di voce rifugiandosi poi di corsa in una delle cabine allineate in fondo alla spiaggia.
Entrò nella piccola struttura con il fiatone ritornando con i pensieri alla mattina di quella meravigliosa giornata.
 
-      Flash back –
 
Castle era uscito dall’ospedale ormai da una decina di giorni e stava migliorando visibilmente tanto che avevano deciso di passare un paio di giorni al mare per fare finalmente un po’ di vera vacanza per dimenticare  quei difficili momenti.
Il loro rapporto in quei giorni di degenza in casa Dale era diventato sempre più profondo e intenso ma a causa dei postumi della ferita dell’uomo la passione che bruciava ormai da quattro anni aveva dovuto cedere il passo alla necessità.
Erano arrivati in tarda mattinata a Malibu e avevano preso a noleggio del materiale da spiaggia.
Decisero di cambiarsi a turno e Kate, che fu la prima, era rimasta fuori dalla cabina ad aspettare Castle.
K” ..Castle…ti muovi…” lo sollecitò la donna impaziente
C”..arrivo arrivo…questo costume che mi hai comperato…” rispose l’uomo uscendo “..mi sembra troppo…moderno…” continuò guardando la donna con sguardo interrogativo aspettando un suo commento sull’indumento.
Kate aveva scelto un boxer nero con dei disegni etnici colorati abbastanza aderente.
C”..allora??..come mi sta?..” la incalzò l’uomo avvicinandosi.
Kate non riusciva a parlare.
Il suo sguardo era calamitato dal corpo dell’uomo che evidentemente si era dedicato a parecchie sedute in palestra ancora prima di partire per la California.
Le braccia tornite, i pettorali e gli addominali definiti, le gambe possenti risaltavano ancora di più grazie al costume alla moda.
K”..s-stai..be-benissimo..” balbettò la donna.
In quel momento avrebbe tanto voluto non essere in mezzo a tanta gente per essere libera di lasciarsi andare al suo istinto passionale.
Voleva poter sfiorare quel corpo, sentire il suo calore sotto le dita, baciarlo, farlo suo.
C”..Kate…va tutto bene?...” chiese lo scrittore avvicinandosi pericolosamente.
Kate chiuse per un attimo gli occhi riprendendo il controllo.
Doveva avere ancora un po’ di pazienza ed attendere la guarigione del suo compagno.
Sorrise divertita da sé stessa; se qualcuno  le avesse detto quattro anni fa che un giorno avrebbe dovuto trattenersi dallo saltare addosso a Castle lo avrebbe preso per un pazzo
K”..si Rick…tutto bene..andiamo all’ombra ora…non devi prendere troppo sole sulla cicatrice…” rispose dolce prendendolo per mano.
 
 

&&&

 
 

Era appoggiata con la fronte sulla parete di legno della cabina ridendo silenziosamente di sé stessa.
Kate!...ma ti rendi conto…ti basta guardarlo in costume da bagno per perdere il controllo…pensava ironica quando la porta si aprì velocemente richiudendosi di scatto.
Il suo istinto di poliziotta la fece reagire immediatamente e girandosi velocemente bloccò l’intruso contro la porta mettendogli l’avambraccio contro la gola.
Puntò immediatamente lo sguardo contro l’aggressore e si trovò davanti due occhi blu come il mare che ridevano beffardi.
Castle approfittò dell’attimo di sorpresa della detective e la spinse con decisione imprigionandole i polsi contro la parete.
Occhi negli occhi, i respiri irregolari, le labbra ad un soffio l’une dalle altre.
C”..detective Beckett…avrei una richiesta da fare…” disse l’uomo con voce profonda respirando a fatica iniziando a baciarle il collo scendendo lentamente e inesorabilmente
K”…s-sì…” gemette la donna
C”…sì... cosa detective?…” continuò lui baciandole dolcemente i seni ormai scoperti.
K”..sì a qualsiasi richiesta…signor Castle…” rispose la donna baciandolo con passione.
Le labbra si cercavano come un assetato anela l’acqua, si mordevano, si assaggiavano con tenerezza e impazienza nello stesso momento.
C”…t-ti amo…detective Beckett…” sospirò lui cercando gli occhi smeraldini della donna
K”..ti amo…signor Castle...” rispose lei perdendosi in quel mare in tempesta “ma credo che dobbiamo fermarci…” continuò mordendosi il labbro.
C”…scherzi vero?..” disse sorridendo l’uomo facendo aderire il suo corpo eccitato a quello della donna.
K”..R-Rick…la t-tua ferit…” cercò di fermarlo lei con voce preoccupata ma la labbra dell’uomo erano di nuovo sulle sue.
C”…credo di essere guarito..” sussurrò con voce roca lui sorridendo.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 44
*** MALIBU (PARTE SECONDA) ***


..e a grande richiesta...Voilà!...che ne dite? ..Buon Natale a tutti. Tittili.



K”..R-Rick..ti prego…f-fermati..ho paura…” sussurrò con voce tremante la donna
A quelle parole l’uomo si bloccò all’istante incatenando lo sguardo a quella della donna.
C”..p-paura?...” ripetè con gli occhi sconvolti.
K”..h-hai rischiato di morire…s-sei appena uscito dall’ospedale…e se…” dissa la donna abbassando lo sguardo come sentendosi colpevole.
Castle si sentì invadere da un senso di tenerezza mai sentito prima.
Con dolcezza prese tra  le mani il volto della donna obbligandola a guardarlo.
C”..se cosa?..amore mio…sto bene… la persona che più desidero e amo è adesso davanti a me…e credo dovrai spararmi per impedirmi di fare l’amore con te…” sussurrò serio fissandola intensamente quasi a leggerle l’anima.
Kate lo guardò quasi stupita.
K”…c-credo di essere disarmata..” disse con un filo di voce appoggiando le mani tremanti sul petto dell’uomo.
Lo scrittore si perse nel profondo degli occhi impauriti della donna e lentamente si avvicinò fino ad arrivare con le labbra ad un soffio da quelle di lei.
C”…b-baciami Kate…” sussurrò lui rimanendo immobile.
La detective deglutì quasi a prendere coraggio.
C”..a-amami…qui…ora…per sempre…” gemette lui
Quando le labbra della donna si appoggiarono dolcemente sulle sue il suo cuore riprese a battere.
Il bacio lentamente si fece sempre più audace e appassionato e quando le labbra di entrambi si schiusero brividi di desiderio percorsero i corpi dei due innamorati.
Un gemito strozzato sfuggì alla donna quando le mani dello scrittore sfiorarono la sua femminilità inebriandola di sensazioni indescrivibili.
K”…oddio Rick…” sussurrò la donna incrociando lo sguardo dell’uomo che lentamente le aveva alzato una gamba portandola a cingergli la vita tenendola sempre appoggiata alla parete.
Sentiva distintamente l’eccitazione di lui appoggiata sul suo basso ventre mentre si appoggiava con le mani alle sue spalle.
Gli ultimi indumenti caddero a terra e nel togliere il costume all’uomo per un attimo le mani di lei sfiorarono la cicatrice sul fianco.
Ebbe un attimo di esitazione ma quando incontrò gli occhi blu intenso del suo uomo tutti i timori svanirono come neve al sole.
Con mani tremanti di desiderio sfiorò l’eccitazione dell’uomo che gemette di piacere.
C”…dio Kate…” mugolò l’uomo sotto i movimenti sensuali della donna.
K”..R-Rick…ti prego…” implorò Kate sotto i tocchi audaci del suo uomo.
Castle  fece aderire il proprio corpo a quello della donna avvicinando la sua bocca a quella della detective.
C”…t-ti amo…” sussurrò sulle sue labbra mentre lentamente entrava in lei.
Un gemito di piacere uscì dalla bocca della donna che chiudendo gli occhi inarcò la schiena dal desiderio.
Castle rimase per un attimo immobile attendendo la reazione della sua compagna che aprendo gli occhi lo fissò con sguardo di fuoco.
K”…dio quanto di amo…” sospirò lei baciandolo con passione.
I movimenti da lenti e sensuali si fecero sempre più profondi e appassionati mentre  sospiri e  gemiti si mischiavano a baci e parole.
Raggiunsero insieme l’apice del desiderio e mentre i loro sguardi si incatenavano con un grido strozzato pronunciarono all’unisono il loro amore.
In quel momento ebbero la certezza che il loro futuro, qualunque il destino avesse loro riservato,  sarebbe stato comunque insieme, per sempre.
 
Misero lentamente le borse da spiaggia nella macchina e mentre chiudevano il portello posteriore il loro sguardo venne attirato dal meraviglioso tramonto alle loro spalle.
Il sole rosso si stava tuffando nel mare dipingendo colori di fuoco.
Castle prese la mano di Kate voltandosi verso di lei.
C”…vorrei che questa giornata non finisse mai…” sussurrò lui
K”…io invece non vedo l’ora che sia domani…” ripose lei sorridendo.
C”..perchè?...” chiese lui sorpreso
K”…per poter passare un altro giorno insieme a te…”replicò lei lasciandolo senza parole.
 

&&&

 
Era ormai giunto il momento di ritornare a New York.
Il processo a Gully e l’inchiesta su Torne da parte del Vaticano procedevano spediti con grande soddisfazione da parte delle autorità e le dichiarazioni di tutta la famiglia Dale erano state determinanti.
Mentre preparavano i bagagli sia Kate che Rick non riuscivano a parlare.
Sarebbero partiti la sera dopo ma non volevano lasciare niente al caso.
Era chiaro per entrambi che quei giorni per loro, oltre ad una brutta avventura, rappresentavano una svolta unica nella loro vita e lasciare Santa Monica era un po’ staccarsi da quelle meravigliose sensazioni.
C”..torneremo presto qui vero?..” chiese l’uomo con un tono che ricordava quello di un bambino che non vuole partire ma non ha alternativa.
K”..te lo prometto..” rispose la donna osservandolo con dolcezza.
Il suono di un messaggio interruppe la conversazione.
Kate prese di slancio il suo cellulare e lesse velocemente l’informazione ricevuta per poi cancellarla.
C”..chi era?..” chiese con nonchalance lo scrittore.
K”..niente..pubblicità…” rispose evasiva la donna senza guardarlo.
C”…pubblicità?...sicura Kate?...” incalzò lui non convinto.
K”..certo Castle…non mi credi?…non sarai mica geloso?..” replicò lei stuzzicandolo
C”…certo che sono geloso!..ma ti sei guardata…e comunque non mi hai risposto…” continuò l’uomo avvicinandosi
K”..certo che ti ho risposto…” disse lei dirigendosi verso la porta.
C”…con una bugia però…” sussurrò l’uomo con voce preoccupata.
Kate si fermò per un attimo.
K”…fidati di me…” disse lei  senza voltarsi uscendo dalla camera.
Castle rimase immobile senza dire una parola con una sensazione strana che gli stringeva il cuore.
 
 
 

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Capitolo 45
*** CUORE ***


Capitolo finale..forse un pò troppo sdolcinato..ma non ho resistito.
Ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno seguito in questa mia piccola avventura. Spero di non avervi annoiato o deluso e di ritrovarvi alla mia prossima fatica. Una abbraccio a tutti. Tittili
(per 1Rebeccam e Tempie90: mitiche!!!"




Castle seguì la sua musa al piano di sotto dove Vivian aveva preparato una splendida cena per tutta la famiglia.
L’uomo osservava Kate ridere e chiacchierare tranquillamente come se nulla fosse successo.
Si sentiva stranamente ansioso e preoccupato.
Ma di cosa ti preoccupi…stai tranquillo..domani tornerete a casa insieme epensava cercando di non ricamare  preoccupazioni assurde su un episodio senza importanza.
Chissà di chi era il messaggio…cosa c’era di così particolare da non dirmelo…perché?..il suo cervello non riusciva ad uscire da un circolo vizioso diabolico.
V”..Richard?..allora..tu cosa ne dici?...” lo raggiunse la voce di Vivian
C”..c-cosa?..sì..sì..sono d’accordo..” balbettò imbarazzato.
V”…sei d’accordo?...su cosa?..” replicò la signora Dale sarcastica rendendosi conto che lo scrittore non sapeva neanche di cosa stesse parlando.
Castle vide lo sguardo inquisitore della donna su di lui e immediatamente cercò aiuto negli altri commensali con gli occhi.
Lester trattenendo a stento le risate con ampi gesti fatti dietro le spalle della madre cercò di suggerirgli una risposta per salvarlo da morte certa.
C”…s-sul f-fatto che la Sacher v-va servita con la panna…” disse esitante sperando di aver interpretato al meglio i messaggi muti del cugino di Kate.
Vivian rimase un attimo interdetta dalla risposta ma un sorriso smagliante fece respirare nuovamente lo scrittore.
V”…proprio come dicevo io…vedi Rachel…anche Rick è d’accordo con me…” proclamò trionfante ricominciando a discutere amabilmente con la nipote giornalista.
Lester iniziò a ridere apertamente seguito da Kate e George che avevano assistito alla sceneggiata del ragazzo.
Rick sorrise divertito ma nel suo animo l’ansia continuava a attanagliargli il cuore.
V”..non capisco perché avete già preparato tutti i bagagli..l’aereo parte domani sera..potevate fare le cose con calma…” chiese zia Vivian a Kate
K”..sai che mi piace essere sempre preparata zia..e poi domani mattina ho un impegno…” disse evasiva la donna
C”..u-un i-impegno?..” chiese con un filo di voce lo scrittore voltandosi verso la detective.
K”…sì…ma non ti preoccupare..rientro subito dopo pranzo…” rispose sottovoce la donna evitando il suo sguardo preoccupato
C”..v-va bene…a-aspetterò…” sussurrò lui.
L”..hei Rick!..tutto bene?..sei pallido?..” chiese Lester osservando l’amico
C”..s-sì..sì..sono solo ..s-stanco…anzi..scusatemi ma… è meglio che vada a dormire…” balbettò alzandosi da tavola salutando tutti i commensali.
Si diresse lentamente verso le scale che portavano alle camere quando la voce di Kate lo raggiunse.
K”..visto che domani devo alzarmi molto presto…ti lascio tranquillo e dormirò nella mia stanza…va bene?...” disse la donna con voce serena.
L’uomo annuì silenziosamente senza voltarsi e dopo aver salito le scale velocemente entrò nella sua stanza sedendosi sul letto.
Cosa diavolo sta succedendo?..si domandò in preda al panico.
 
 

&&&

 
Castle non riuscì a chiudere occhio in preda a pensieri sempre più assurdi e terrificanti.
Non se la sente…adesso che dobbiamo tornare a casa…ha paura…non vuole più sentirsi impegnata…era l’unica spiegazione che riusciva a trovare a quello strano comportamento.
Un timido raggio di sole entrò dalla finestra quando ad un tratto sentì dei rumori provenire dal corridoio.
Si alzò di scatto e aprì la porta trovandosi davanti Kate che già vestita si stava apprestando ad uscire.
K”…C-Castle…s-scusa..ti ho svegliato…” sussurrò imbarazzata.
C”..non ti preoccupare Beckett…non stavo dormendo…” rispose lui un po’ ruvido.
K”..o-ok…ora devo andare…ci vediamo…” rispose lei voltandosi per andare
C”…torni?..” chiese lui prendendola delicatamente per un polso obbligandola a guardarlo
Kate lo fissò come smarrita e appoggiò velocemente le labbra su quelle dell’uomo.
K”..m-mi dispiace…a d-dopo…” sussurrò liberandosi dalla presa  fuggendo giù per le scale.
Lo scrittore rimase immobile sulla porta senza riuscire né a pensare né a respirare.
Il rumore della moto che si allontanava sembrò quello di un tuono che annuncia una tempesta.
 
 

&&&

 
La mattina sembrava non voler passare mai.
Castle si sedette su uno sdraio ai bordi della piscina osservando rapito le piccole nuvole che spinte dal vento sembravano rincorrersi l’uno con l’altra senza mai raggiungersi.
Fatte dello stesso spirito ma che non riescono mai a stare insieme…pensava assorto mentre le lacrime silenziose scendevano sul suo volto.
Ho forzato le cose…si è sentita obbligata a causa della mia ferita…dovevo capirlo…so che mi ama..ma non è pronta…devo lasciarla libera…decise convinto ma con il cuore in pezzi.
V”..il pranzo è pronto…” annunciò Vivian ridestandolo come da un incubo.
In quel momento il rombo del motore di una moto raggiunse gli abitanti di casa Dale.
Castle rientrò in casa con il cuore in gola e attese il suo destino.
La porta si aprì e Kate entrò con fare deciso e uno sguardo che l’uomo non aveva mai visto prima.
In pochi passi si trovò davanti a lui, occhi negli occhi.
K”…dobbiamo andare…” sussurrò seria mettendogli in mano un casco.
V”…m-ma..il pranzo?...non potete mangiare prima?...” disse sorpresa zia Vivian.
K”..no..” rispose Kate continuando a fissare lo scrittore che la guardava rapito.
Lo prese per mano portandolo fuori di casa e dopo essere salita sulla moto infilandosi il casco si girò verso di lui guardandolo con impazienza.
K”..Sali Castle…” ordinò con un tono che non accettava repliche.
Rick obbedì come un automa ancora esterrefatto dal comportamento della sua musa e si strinse a lei un attimo prima che il veicolo partisse sgommando.
Appoggiò il petto sulla schiena della donna sentendo chiaramente il calore del suo corpo.
Il battito dei due cuori erano accelerato ed impetuoso e per un attimo lo scrittore sentì la sua ansia e rassegnazione come svanire.
La donna guidava decisa e in modo aggressivo quasi volesse volare verso la meta che si era prefissa.
In meno di mezz’ora raggiunsero il centro di Los Angeles e Castle cominciava a guardarsi intorno cercando di capire quale sarebbe stata la sua destinazione.
Ad un tratto il suo cuore si fermò per l’emozione insieme alla moto.
Erano davanti alla chiesa di padre O’Mulley.
L’uomo scese lentamente seguito dalla detective che togliendosi il casco lo guardò sorridendo.
K”..a-avevi detto che ci volevi ritornare…” sussurrò lei
Castle non riusciva a dire una parola per l’emozione.
Kate si avviò verso l’ingresso ma visto che l’uomo non si muoveva tornò indietro prendendolo per mano.
Quando arrivarono davanti alla porta lo scrittore si fermò di colpo.
C”…i-io…” cercò di dire senza riuscirci
K”…t-ti prego…fidati di me…” sussurrò lei con gli occhi che brillavano dall’emozione.
Aprirono lentamente le porte e si trovarono avvolti nuovamente dalla meravigliosa atmosfera ovattata di quel luogo sacro.
Gli occhi di Castle non si abituarono subito al cambio di luce e solo dopo alcuni secondi si rese conto che la chiesa era completamente vuota.
Camminarono insieme quasi a raggiungere l’altare sovrastato dal bellissimo crocifisso il legno.
A quel punto Kate si fermò di colpo ponendosi davanti all’uomo che la guardò con sguardo interrogativo e stupito.
K”..h-ho una sorpresa per te…” sussurrò dolcemente voltando lo sguardo verso la piccola porta che portava alla sacrestia.
Castle seguì gli occhi della donna con i suoi e un sorriso spontaneo si materializzò sul suo volto.
C”..T-Tom…S-Samuel…” riuscì solo a dire prima di trovarsi tra le braccia dei due uomini.
T”…ho l’FBI alle costole amico…ma non potevo dire di no a Kate…” disse Tom stringendo forte l’amico.
S”…già…è una donna piuttosto convincente…” incalzò sorridendo il giovane.
Lo scrittore era senza parole sovrastato dalle emozioni.
T”…non so come ha fatto ma ci ha trovato..mi ha detto che dovevo esserci perché la mia presenza era indispensabile...ma non capisco per cosa..” spiegò Tom sciogliendo dall’abbraccio lo scrittore
S”…già..ha detto che dovevamo esserci entrambi..” continuò Samuel con tono interrogativo
C”…ecco tutti questi misteri…io…io sono..” balbettò voltandosi verso la sua musa
Kate si avvicinò a lui mettendogli dolcemente le dita sulle labbra per farlo tacere.
K”..sei la mia ragione di vita…” iniziò a parlare con un sussurro ”…e per fare ciò che voglio…dovevo avere dei testimoni…” ponendosi davanti allo scrittore emozionatissima.
K”…Richard Alexander Rodgers….v-vuoi s-sposarmi?”  continuo con un filo di voce attendendo tremante la reazione dell’uomo.
C”…c-cosa?...” sussurrò lui come impietrito.
Kate fece un passo indietro con lo sguardo di chi ha il terrore di aver sbagliato clamorosamente.
In un attimo l’uomo fu accanto a lei prendendole il viso tra le mani.
C”..r-ripetimelo…ti prego…” implorò lui perdendosi nel verde dei suoi occhi.
K”…v-vuoi…s-sposarmi?” obbedì lei appoggiando dolcemente le mani su quelle dell’uomo
C”…a-ancora…” disse lui ad un soffio dalle sue labbra
K”…vuoi sposarmi.. Castle?…” chiese ancora lei con timore.
C”..s-sì…sì..sì..sì..sì…”rispose lui baciandola con le lacrime agli occhi.
Kate si staccò da lui con dolcezza e lentamente si tolse la catenina.
Castle osservò emozionato le mani tremanti della donna che gli mettevano al collo quel suo tesoro inestimabile.
K”..così mia madre starà sempre vicino al mio cuore…cuore che ormai è solo tuo..” sospirò sfiorando con le dita il profilo dell’uomo che aveva cambiato per sempre la sua vita.
Il sole di California aveva illuminato eventi terribili e magnifici ma ora tracciava solamente una strada di amore profondo senza tempo.
Le nuvole che si erano rincorse senza sosta da sempre ora erano diventato un unico spirito.
 
-      Fine -
 
 
 
 
 

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