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OIlà! Rieccomi come la mia nuova,
famosa fan fiction!!!
Dopo
una serata passata a gozzovigliare per la notte rosa a Rimini e dopo aver
ascoltato il concerto del grande Raf, pubblico ora il
primo cap di questa storia che ho iniziato a scrivere
qualche gg fa…
Ringrazio
tutte le mie recensitici di “jealousy” e delle altre
mie fan fiction.
Premetto
che questa storia è incentrata soprattutto sul principe…sul suo io…
Buona
lettura!
Odore
di bruciato e desolazione, sterpaglia, scheletri di case ormai distrutte da
tempo.
Il
nulla e il buio regnavano incontrastati in un luogo che in un tempo già
dimenticato, appariva piacevole alla vista. Ma i ricordi svanivano come neve al
sole sbiadito e lontano di Gekly, pianeta distante
anni luce dalla terra, dimenticato da Dio e da tutti.
Qualcuno
avanzava a fatica, evitando di guardare la desolazione da cui era circondata,
ansimava e la pesante armatura di un materiale sconosciuto a noi terresti, la
opprimeva.
Si
tolse l’elmo e lo abbandonò a terra, senza degnarlo di uno sguardo “Non mi
serve più”.
Arrancava
ed udiva i lamenti dei suoi compagni, morenti.
Si
trascino fino ad una minuscola capanna ed entrò, lasciandosi cade a terra.
Distrutti,
conquistati, rasi al suolo da un nemico terribile e spietato. La schiavitù o la
morte.
“Meglio
la seconda…al disonore” –Ma noi siamo già stati
disonorati, principessa- Una voce la riscosse e cercò di intravedere la figura
nel buio, la riconobbe –Sto male Caliate- -Lo so…non soltanto tu, giovane Laya-
La
principessa di ciò che restava di Gekly guardò la
minuscola figura che si muoveva con agilità nel buio, era l’indovina Caliate,
la veggente più potente del regno.
-Ormai
non conta più nulla, siamo schiavi- Caliate cercò lo sguardo della principessa,
era esausta e sfinita ma nonostante tutto i suoi tratti
regali apparivano prepotenti.
Di
bell’aspetto, figura sinuosa, lunghi capelli argento
e occhi verdi, ancora quasi all’inizio della sua lunga vita. Fino a trecento
anni potevano vivere quegli esseri, Caliate li aveva già passati da un pezzo e
la sua saggezza non arrivava a toccare confini, lei vedeva e sapeva.
-Esiste
una remota speranza, mia principessa - -Cosa dici…ormai il fato ha prevalso- -Dov’è finita la condottiera di mille battaglie! Tu non
puoi abbandonare il tuo popolo!- tuonò la veggente al cheLaya tacque. Una lacrima scese
sul suo bel viso –La speranza è un lusso che non ci possiamo più permettere-
-Ma non capisci? quando avranno preso anche il tuo
spirito, allora sarà la fine! Non arrendertimai Laya!-
-Allora, Caliate, dimmi dove si trova la nostra remota speranza- si stava
addormentando. Aveva combattuto tanto…-Non è ancora tempo del riposo!- gridò la
veggente, pose davanti alla principessa un vaso colmo d’acqua –Ancora con le
divinazioni, non sono servite a nulla- la veggente non rispose –Sei ferita?- -Eh?- -Sei ferita Laya?
- -Si certo…sanguino dal braccio sinistro- La vecchia indovina glielo prese con
violenza facendole provare un forte dolore –ma che fai!- -Zitta-
La
vecchia fece scendere il sangue azzurro della principessa nel vaso, l’acqua si
intorbidi, diventando celeste –Come è possibile che tu ti sia
potuta dimenticare del principe?- A quelle parole Laya
sbarrò gli occhi per lo stupore –Ma io non lo mai dimenticato…- Ripenso agli
occhi neri come il carbone di lui –Lui è la nostra ultima speranza- continuò
l’anziana –ma che stai dicendo? Se ne è andato tanto tempo fa…ricordo bene, la
causa del tutto fu quel perfino mostro di Freezer- -Ti promise una cosa però-
-Basta! Perché vuoi farmi stare male in un momento come questo ricordami lui?-
gridò la principessa –Osserva l’acqua!- gli intimò la veggente, Laya guardò e vide solo qualcosa di indistinto…poi prese
forma era un pianeta. –E’ solo un pianeta…cosa centra con il principe?- -Solo
un pianeta e per giunta molto lontano da qui…- continuo Caliate –Ma…- -Ma
cosa?- -Ma il principe si trova li- -Li? In quel minuscolo pianeta ricco
d’acqua?- -Si…la Terra…-
rispose l’indovina con gli occhi spiritati –Tu devi andare da lui- Laya scosse la testa, incredula –non sono rimaste più
navicelle!- -Si invece…pensi che io non ne abbia conservata una?-
La
vecchia continuò a scrutare la terra –Lui non si vede, ma c’è…percepisco la sua
aura…- -Vegeta…- fece adorante Laya –Dimmi di più, ti
prego Caliate!- -C’è un sola
donna che lui abbia mai amata, una soltanto…- Laya
riconobbe che l’anziana era in un momento di trans
–La promessa…lui mi disse che avrebbe amata me soltanto…dunque mi ama ancora?-
domandò la principessa –Vai da lui presto! Il nemico si avvicina, solo un
guerriero forte e valoroso come lui ci potrà salvare ma…- -Ma cosa c’è ancora?-
-Guardati dall’azzurro…-
La
principessa scosse la testa, non comprendendo le ultime parole della veggente.
Questa allungò una mano raggrinzita e le porse una capsula –Qui c’è la
navicella…vai- -Tu non vieni con me?- chiese la principessa ansiosa –Il mio
tempo è finito, trova il principe- detto questo, spirò.
-No!
Non puoi morire proprio adesso Caliate!- MaLaya capì che con quell’ultima divinazione, la maga aveva
esaurito tutte l’energie della sua lunga vita. Ora lei era sola.
Pianeta
Terra, tutt’altra galassia.
-Dai
su! Dacci più grinta più forza! Non fare l’incapace, così non mi fai nulla!-
-Ci sto provando papà…ma tu sei troppo forte!- - E’
naturale che io sia forte e tu non diventerai mai come me se continui così!-
Vegeta lanciò un pugno al figlio in pieno viso, il bambino cadde a terra,
tramortito “Non è che ho esagerato…Bulma morirebbe se gli facessi fuori il marmocchietto” –Tutto bene?-
Il
bambino si grattò la testa, infastidito –Papà però
potevi colpirmi anche un po’ più piano…- -Tsk!-
Vegeta guardò il bambino con aria di sfida –Rialzati da solo Trunks-
Il
bambino ci provò, era instabile sulle gambe ma riuscì
a tirarsi in piedi, Vegeta sorrise, soddisfatto – Comunque non sei andato poi
così male- -Davvero?- Il piccolo guardò il padre, sognante. Voleva diventare
forte come lui…era il suo sogno.
Si
allenavano in giardino, Vegeta non aveva ancora
ritenuto conveniente portare il suo figlioletto nella gravity
room, ma l’avrebbe fatto presto. Voleva vedere suo figlio diventare
estremamente potente, come il Trunks del futuro d’altronde.
Una
voce anche un po’ squillante di donna lo distolse dai suoi pensieri –Ragazzi?
Ei ragazzi!-
-Uh
c’è la mamma!- -Già…- Vegeta guardò venire oltre Bulma, non riusciva a non
ammirarla segretamente “Veste sempre sexy, lo farà apposta?” si chiese il
principe. Bulma gli fece un occhiolino porgendo un panino con la nutella al figlio. Trunks lo gustò con avidità sporcandosi
tutta la bocca con la dolce sostanza –E a me nulla?- chiese il principe
infastidito. Bulma gli diede un pizzicotto al braccio –Per te c’è qualcosa
dopo…- Vegeta sorrise sarcastico pregustando nella sua mente il corpo caldo
della sua Bulma.
Come
definirlo, un quadretto perfetto? Forse lo era davvero. Perché anche dal
peggior assassino stava nascendo qualcosa, anche dalle ceneri talvolta, anzi
spesso, risorge qualcosa di migliore.
Quanto
tempo doveva passare ancora prima che lui lo capisse appieno ma….il principe
era sulla buona strada. Era dalla fine del Cell-Game che si stava abituando
alla vita di famiglia, senza però rinnegare la sua natura e le sue origini,
senza permette al figlio di dimenticare chi era.
Covando
in segreto la speranza che un giorno il suo eterno rivale potesse tornare…allontanando ma non dimenticando un passato che avrebbe
fatto inorridire chiunque.
Una
doccia calda…era quello che ci voleva per rilassare i suoi muscoli tormentati e
rigidi, sentì qualcuno che apriva la porta del bagno, avvertì l’aura tranquilla
della terrestre –Tesoro ti lascio qui l’asciugamano
pulito- gli disse l’azzurra, fischiettando –Avevi detto che dopo avresti dato
anche a me il mio panino con la nutella…- le disse
Vegeta, dall’interno della doccia, l’azzurra rise di gusto lasciandosi
scivolare via il vestito leggero che portava poiché si era in estate.
Aprì
la porta della doccia ed entrò, sospirando davanti al torace muscoloso del
marito e avvertendo un brivido di piacere percorrerle la schiena.
Incominciò
al insaponare la schiena del suo saiyan e a baciarla, Vegeta era al massimo del
relax –Tesoro sono contenta che stai insegnando a Trunks a combattere…- -Um…- Vegeta mugugnò, avvertendo solo il piacevole tocco della mani di lei e l’acqua che scendeva sinuosa, lui si
voltò verso di lei e trovò un viso malizioso ad accoglierlo, la afferrò
saldamente per la vita e la baciò accarezzando il suo corpo nudo che tanto bene
conosceva e che mai si sarebbe stancato di esplorare –mi fai morire Vegeta…-
Lui invece non le diceva mai nulla ma si esprimeva con il linguaggio del corpo
e le diceva molto più di quanto lei potesse capire o immaginare.
Lei
percorse i muscoli del suo petto a accarezzò quella pelle dura e bagnata, poi
accarezzò e strofinò con il sapone i capelli di lui così neri e
straordinariamente belli e serici.
L’azzurra
avvertì il suo desiderio, sorrise contro la su spalle –Dunque vuoi passare
subito al sodo?- fece scherzosa –Io voglio il mio panino con la nutella- ammiccò il principe assaporando il suo premio.
L’aria
era satura, torbida, pressante. Il principe se ne stava sospeso in aria, come
aveva visto fare al namecciano, Junior. Cercava la
concentrazione…cosa che prima aveva più volte considerato superficiale. Ma sta
tutto nella concentrazione. Riusciva a percepire anche il minino
ronzio, anche il filo d’erba mosso lentamente dalla brezza e in lontananza, il
rumore della auto che attraversavano la città dell’ Ovest. Ma fin lassù, fino
alla collina privata di Vegeta, queste non poteva arrivare.
Lui
si era sempre recato li, solo; apprezzava quel posto e lo aiutava.
A
volte, anche solo per un ora, aveva bisogno di
staccare dalla sua nuova vita. Di riprendere fiato.
Lui
non era uno stupido, sapeva che quella vita lo stava prendendo completamente,
ma non per questo era meno forte, anzi, la sua potenza si era accresciuta.
Merito la rivalità con Goku, merito il bene, merito l’amicizia, l’affetto, la
vita quotidiana e per merito dell’ azzurra. Anzi,
molto era merito suo. Tutto o quasi.
Di
azzurro era pieno il suo cuore e quel colore aveva preso il posto del rosso
scarlatto del sangue dentro di lui.
Una
goccia di sudore scese dalla sua fronte e percepì uno spostamento d’aria. Lui
lo aveva avvertito, ma doveva essere stato a centinaia di chilometri da dove si
trovava. Sbarrò gli occhi dallo stupore e perse la concentrazione, il cuore
aveva preso a vibrargli nel petto.
“Che
diamine succede?” ora non sentiva più nulla però…era
stranamente agitato e un presentimento senza volto gli ottenebrava i sensi.
Il
principe si rigirava tra le lenzuola, non riusciva a dormire, sudava e si
spostava continuamente .Oh insomma Vegeta…che hai stai
male?- Lui sbarrò gli occhi udendo la voce di lei –No, no…continua a dormire- Ma lei si voltò verso il compagno –Se c’è qualcosa,
dimmelo…-
Vegeta
si perse nei suoi occhi color dell’acqua marina…avrebbe voluto dirle tante cose ma non poteva, non riusciva. Le posò però una mano sui
capelli azzurri e lei chiuse gli occhi.
Ma
lui continuò a tenerli sbarrati “Che diavolo mi sta
succedendo? Non mi sono mai sentito così agitato, mai”
Gettò
lo sguardo fuori dalla finestra, la luna regnava
incontrastata, Vegeta ebbe un brivido, chiuse gli occhi…riuscì ad
addormentarsi…
-Rigoglioso e verde
questo pianeta…perfetto…- dichiarò Nappa, soddisfatto –Già…è un bene che
Freezer non abbia deciso di distruggerlo ne
conquistarlo…un alleanza e chi l’avrebbe mai detto?-- -Controllata da noi però,
potente Vegeta!-
Il
giovane saiyan rise, addentando un frutto dall’aspetto succulento che pendeva
da uno dei tanti alberi presenti li intorno –Ma quanto
ci fa attendere questa principessa?- continuò Vegeta
-Non
dovrete più attende principe, sono qui-
I
due saiyan si voltarono trovandosi davanti un’incantevole figura.
Alta
e longilinea, la sua pelle era candida e sfiorava la trasparenza, i suoi capelli
lunghi in fili d’argento, gli occhi verdi come smeraldi, le labbra vermiglie e carnose –Piacere di fare la vostra conoscenza saiyan, io
sono Laya, principessa di Gekly-
Vegeta rimase a bocca aperta, come pure il suo compagno…
-No!!!!- un urlo squarciò la notte, Bulma si portò una mano al
petto –Mio Dio Vegeta che succede!??- Il saiyan era madido di sudore e aveva
gli occhi sbarrati, Bulma era spaventata.
-Che
hai…- Ma lui non la stava ascoltando, fissava un punto
imprecisato davanti a sé –non è possibile…- L’azzurra provò a sfiorargli al
braccio, ma a quel tocco il principe si sentì bruciare e si alzò con un balzo
dal letto, guardandola come se la vedesse per la prima volta –Laya…-
Bulma,
dal canto suo, era realmente preoccupata, non aveva mai visto Vegeta in quello
stato di confusione mentale.- Ho paura Vegeta…che hai?- -Anche io ho paura…-
L’azzurra sbarrò gli occhi dallo stupore, non si sarebbe mai aspettata di udire
Vegeta ammettere la paura.
-Di
cosa…tu non hai mai avuto paura di niente…-
Vegeta
non le rispose, l’alba sarebbe sorta di li a poco. Si
vesti in fretta e furia sotto lo sguardo esterrefatto della compagna –Ma dove
vai?-
Lui
non le rispose, volando via, verso il sole nascente.
Doveva
essere pazzo, come poteva credere ad una assurdità del
genere? Ma mio caro Vegeta, il passato lo puoi rinchiudere in una scatola, fare
finta di averlo dimenticato, non lo puoi cancellare.
Volò
ad alta quota fino al punto in cui solo il giorno prima
aveva avvertito quello spostamento d’aria. Era molto lontano dalla Città dell’Ovest ma lui lo raggiunse molto velocemente date le sue
qualità. Si fermò a mezz’aria, una voragine si apriva sotto di lui, enorme,
aveva devastato tutta la pianura circostante. Lentamente scese…fino a poggiare
i suoi piedi per terra, elegantemente.
Aguzzò
la vista, sporgendosi fino al precipizio, in fondo si intravedeva una navicella
“Dunque non è un incubo…E’ tutto reale…” Intanto l’alba era sorta e colorava il
cielo di mille colori, Vegeta tremava. Avvertì una presenza dietro di sé ma non aveva il coraggio di voltarsi. Si stupì di sé
stesso, lui non era mai stato un vigliacco, mai. Si voltò e il cuore gli si
fermò nel petto “Mio dio…”
Lei
era lì, reale, viva, in carne ed ossa. Il principe deglutì.
Laya lo fissò con i suoi immensi occhi verdi –Dunque mi hai
trovata prima tu, principe-
Vegeta
arretrò, finendo al ciglio del burrone –Laya…che ci
fai tu qui?- -Sono venuta per la promessa- Vegeta sbarrò gli occhi, aprendo
quella scatola che aveva lasciato chiusa per tanti anni…
Lei
era estremamente affascinante, lui giovassimo e inesperto, focoso principe dei
saiyan. Lei aveva l’aspetto di una fanciulla ma in
realtà aveva più di cento anni di esperienza. Vegeta ne rimase estasiato, da
lei, dal suo pianeta, da ciò che Laya rappresentava.
Principessa
del suo pianeta, ottima combattente, addirittura migliore di lui al tempo, ma
in qualunque caso odiava la guerra ed usava le sue tecniche solo per difesa.
Ma
avevano duellato insieme e lei aveva vinto. Intanto Freezer gli aveva permesso
di rimanere su quel pineta, per controllare che
l’alleanza venisse rispettata. Vegeta era rimasto con piacere, per un anno.
Lui, che aveva conosciuto solo la devastazione e la guerra, apprese che c’era
dell’altro…fu risucchiato dai vortici della passione a cui
si donò completamente, inesperto com’era.
La
vedeva come…una dea. Era perfetta.
E
lei dal canto suo adorava quel giovane pieno di passione, ma così estraneo
all’amore…da farle tenerezza. Mai paura, nonostante lui si atteggiasse a indomito
sanguinario.
Ormai
completamente rapito, Vegeta pronunciò delle parole fatali di cui non conosceva
neppure il significato –Ti amo- le disse.
Lei
ne rimase lusingata, anche la principessa lo amava profondamente.
Gli
prese una mano e gli procurò un piccolo un piccolo taglio, lui la guardò
stupito –Che fai?- -Aspetta…- Poi fece lo stesso a sé
stessa, ma il suo sangue, invece di essere rosso come quello di Vegeta, era
azzurro come il mare.
L’azzurro
e il rosso si mischiarono –Questa è la nostra promessa di amore eterno. Ne io ne tu la potremo mai infrangere…Tu non dirai mai a
nessuna donna che la ami…io non amerò mai nessun altro…-
Vegeta
ne era stato convinto, come poteva pensare di amare un’altra donna?
Ma
poi Freezer lo aveva richiamato indietro, c’erano pianeti da conquistare e
battaglie da combattere, non era più tempo per l’amore…
La
sete di potere e vendetta si rimpossessarono di lui…voleva diventare il più
forte, immortale…La promessa venne rimossa dai suoi
pensieri più immediati ma…non dal suo cuore.
Poi
gli eventi avevano preso il sopravvento, Vegeta era atterrato sulla Terra,
aveva conosciuto Kakaroth, era morto per mano di Freezer, era risorto…si era
sistemato sulla Terra…allontanandosi sempre di più da quel remoto passato…
Capitolo 3 *** Dimmi che il tuo amore per me non è mutato… ***
E no ragazze, così nn va proprio bene per niente
E
no ragazze, così nn va proprio bene per niente! Dove sono finite tutte le mie
fedeli recensitici? (piango…rivangando i tempi di
Destini Incrociati…) Mi mancate ragazze!!! Vi prego, recensite o nn vado
avanti!
(sn un po’ fusa…)
Cmq
ringrazio voi fedelissime…
luisa87,bo…suspance…
Kikk@93, oh ciao! Vero? Da Vegeta nn te lo
aspetteresti…
Blablabla clistere..(?), questa è sempre mia
sorella…lasciate perdere il segugio…
Nonostante
le mie paranoie…Buona lettura!
-Io non ti ho mai dimenticato
Vegeta…ricordi, io amerò solo te e tu solo me…io ho
mantenuto la promessa e tu?- Vegeta non rispose, allibito. Come era possibile?
Quanti anni erano passati? 15 circa…Ma lei non era cambiata di una virgola…apparteil suo sguardo…quello era mutato. Ora nascondeva profonda
tristezza e stanchezza. –Sei cambiato Vegeta…in te percepisco un’aura più
matura e i tuoi lineamenti si sono fatti più decisi ma…-
la principessa gli si avvicinò, tendendo una mano per accarezzargli il viso, il
saiyan si irrigidì al suo tocco. Perché la lasciava fare? Perché il grande
principe dei saiyan, schivo e prepotente, era come soggiogato da quella eterea
presenza?
-Siamo
stati attaccati molti anni fa, principe. Dopo che tu te ne sei andato, gli
abitanti del pianeta Malos ci hanno attaccati. E’
stata una guerra lunga, dura. Ho guidato il mio esercito per dieci anni ma…Non era nell’esercito che veniva combattuta la vera
guerra. Essi possedevano un’arte a noi sconosciuta: il potere del veleno Sacro.
Basta una sola goccia, è inodore, insapore e non provoca effetto immediato- Da
una tasca del vestito tirò fuori una boccetta –Eccolo…i miei collaboratori
riuscirono a procurarsene un campione. Una goccia in un torrente e l’acqua si
sarebbe contaminata tutta. Sono morti migliaia di miei sudditi e io no potevo farci niente perché…non riuscivo a combattere
contro questo male oscuro e contro la paura che si portava dietro. Alla fine è
divagata anche nell’esercito e quel popolo, privo di grandi qualità fisiche, è
riuscito a soggiogarci-
Vegeta
la guardò, riprendendo la sua solita espressione dura –E’ terribile
ma…- -Il mio pianeta è ormai ridotto a ruderi e tenebre…ho bisogno di te
per radere al suolo il pianeta Malos. Tu hai più la
stessa forza di una volta io…lo percepisco-
Vegeta
si voltò dall’altra parte e incominciò a girarsi intorno –Hai ragione, io non
sono più quello di un tempo…ora io sono un Super Saiyan-
-Cosa? Non credevo che alla fine tu fossi arrivato a tanto…mio
Dio…principe…- Vegeta si fermò, ma poi riprese –io non sono l’unico saiyan e
neppure l’unico Super Saiyan- -Vuoi forse dirmi che ne esisto altri?- -Si, io,
Kakaroth che ora si trova a miglior vita, suo figlio e…- -E?- -Mio figlio, del futuro-
Vegeta
si voltò a guardarla per vedere quali emozioni avrebbe scorto nel suo viso alla
sua rivelazione, ma lei aveva abbassato lo sguardo –Dunque hai un figlio-
Vegeta non rispose –Hai intenzione di non aiutarmi, principe?- -Non lo so…-
Laya si sedette su un sasso, sembrava incredibilmente
stanca…Vegeta provò un moto di tenerezza verso quella creatura, sembrava così
giovane eppure…portava sulle spalle il peso di un secolo di vita. –Vegeta…la
promessa…- Vegeta non le rispose, aiutandola a sollevarsi in piedi –Non puoi
stare qui. Vieni con me- Laya si alzò, regalmente.
Sembrava ancora più magra. –Riesci a volare?-
-Certo…sono
stata io ad insegnartelo- e si librò in volo, seguita
dal principe.
La
guidò fino alla sua collina, quella che sovrastava la città dell’Ovest, il suo
luogo privato.
Lei
si guardò intorno, ammirando la città ai suoi piedi. Vegeta non parlava –Dunque
tu vivi qui?- chiese Laya –Vivo in questa città-
L’ombra di un malinconico sorriso attraversò il viso della principessa –Cos’è
successo in tutti questi anni Vegeta? Perché non sei
più tornato da me? Ho saputo che Freezer è stato sconfitto…sei stato tu?-
Vegeta non riusciva a guardarla negli occhi, se ne stava voltato verso la città
–No-
Lei
annuì –Poi che è successo?- -Tante, troppo cose…sai
che sono morto? E poi tornato e ho combattuto, cinque anni fa c’è stato un gran
torneo- -E tuo figlio?-
-Mio
figlio è mio figlio- Lapidario era Vegeta, ma la realtà è che non sapeva come
comportarsi, cosa dire, cosa fare. Avrebbe voluto risvegliarsi, credere che fosse stato tutto un incubo…
-Dimmi
che il tuo amore per me non è mutato…-
Vegeta
avrebbe voluto dirle che lui non sapeva cos’era l’amore, che non gliene
importava nulla di niente e di nessuno, che lui era solo il principe. A Bulma
l’aveva detto tante volte…ma era sicuro che lei non ci
avesse mai creduto, alla fine vinceva sempre lei.
Ma
a Laya non riusciva a dirle queste cose, il perché
non se lo sapeva spiegare ma…era così.
Lei
gli aveva sempre fatto provare un timore reverenziale. Lei non era Bulma.
Per
cui il principe non rispose, stringendo forte il pugno.
-Ora
vado, tornerò stasera- e volò via, verso la città.
Laya lo guardò diventare sempre più piccolo fino a sparire.
Allora, io credevo che questa fan fiction sarebbe piaciuta e ci tenevo
ma insomma…questa volta ho ottenuto poche recensioni per cui non so se la
continuerò
Allora,
io credevo che questa fan fiction sarebbe piaciuta e ci tenevo
ma insomma…questa volta ho ottenuto poche recensioni per cui non so se
la continuerò.
Ma
continuo a chiedermi, dove siete finite, mie recensitici?
Cmq
ringrazio che legge…
Che
fai ora, grande principe dei Saiyan, quando il passato diventa ingombrante?
Quando diventa fisico? Non hai mai avuto rimorsi per gli innocenti che hai
ucciso ma ora ti dai dello stupido per quelle parole e per quella promessa…Ti
ha chiesto se la ami ancora, è così? La desideri? La vedi ancora come una dea,
perfetta? “Merda! Non c’è la faccio più! Laya ha confuso tutta la mia vita…nel momento in cui stava
incominciando ad essere ordinata…Lei mi ha offerto un sogno. Partire,
sconfiggere quegli invasori incapaci e poi…un nuovo regno. Addio Kakaroth,
addio testa pelata, addio cyborg, addio terrestri, addio Trunks, addio Bulma…Lo
già lasciata una volta, perché non dovrei farlo ancora? A lei non ho fatto
nessuna promessa d’amore…”
Vola,
vola e l’aria taglia il suo viso. “Vegeta, che stai dicendo? Come puoi dire
queste cose? Io che mi sono quasi fatto ammazzare da Cell dopo che aveva fatto
fuori mio figlio…Non ti ho fatto nessuna promessa terrestre dai capelli azzurri ma…tu sei più furba di me in queste cose…Anche se io
non parlo, tu sai. Cazzo! Dovevo essere proprio fuori di cervello…come ho
potuto promettere qualcosa che non conoscevo? Che diavolo è l’amore?”
Arrivò
fino alla Capsule Corp. fermandosi agilmente in
giardino. Suo figlio giocava con il gattino nero del nonno. Vegeta fece finta
di non guardarlo e passò oltre.
Si
sedette sul divano, nessun allenamento per quel giorno. Fissò un punto
indefinito davanti a sé. Vorrebbe essere nell’aldilà, con il suo miglior rivale
Kakaroth “Maledetto! Perché per te è tutto così
semplice?” Sentì la porta aprirsi, Bulma rincasava in quel momento dopo essere
stata in giro con suo padre per lavoro –Ciao tesoro!- Sempre allegra, sempre
Bulma… -Uh? Ma che ci fai qui? Non dovresti essere ad allenarti?- Il principe
la trapassò con il suo sguardo assente “Eppure, tutti quegli anni in cui sono
stato solo…Cosa mi mancava? Perché adesso non riesco più a farlo?”
-Vegeta
mi sembri strano…- -Basta con queste sciocchezze!- gli rispose, irritato –Va
bene va be…sempre il solito eh?- Osservò Bulma allontanarsi, a volte si
chiedeva come facesse lei ad amarlo. Nei momenti di tranquillità si rispondeva
“Perché io sono il principe dei Saiyan!” Quando invece
era più serio, non sapeva darsi una risposta. Lei lo amava e basta. E lui
neppure una volta le aveva aperto il suo cuore…mai.
Lei
canticchiava di la in cucina. Provò a fare un paragone
tra le due donne…L’una era eterea e irreale, quanto l’altra era carnosa e viva.
L’una riflessiva, silenziosa, mistica, l’altra chiassosa e chiacchierona.
Quante volte aveva minacciato Bulma ti tagliargli la lingua se non se la
smetteva di parlare?E Quante volte
aveva ottenuto come risposta una risata e un –Stai zitto brutto scimmione?-
Non
poteva amarle tutte e due, allora ne amava soltanto una.
Vegeta
si alzò di scatto a quel pensiero “Amore!!! Proprio io
che ho sempre amato solo me stesso! Sciocco ragazzino un tempo, rincitrullito
ora!”
Si
chiese perché un tempo le avesse fatto quella promessa. L’unica risposta che
seppe darsi fu che non sapendo neppure cos’era l’amore, era stato preso dagli
eventi e dalla passione. Ma una promessa è una promessa…la parola di un saiyan
è qualcosa di sacro, anche se lui non impersonava il modello del principe
perfetto. Lui era piuttosto l’emblema del principe machiavelliano. In teoria al
volgersi degli eventi avrebbe anche potuto non rispettare la parola data…Se da
un lato questo lo attirava, dall’altro lo spaventava. Lasciare tutto e partire.
Abbandonare le radici che aveva iniziato a mettere.
-Papà?-
una vocina lo riscosse dai suoi pensieri –che vuoi?-
-La mamma ha chiesto se hai fame- -Cosa?- -Si, si- - Bè ecco…io ho sempre fame-
-Va bene- Il piccolo sgattaiolò via.
Bulma
arrivò poco dopo, porgendogli un hamburger pieno zeppo di roba, evitando di guardarla,
il saiyan lo prese, iniziando a mangiucchiarlo. Bulma si sedette di fianco a
lui –Stamattina te ne sei andato di corsa senza dirmi nulla, mi vuoi dire cosa
avevi?- -Non sono affari tuoi- -Invece si caro! Certo
che sono affari miei!- -Zitta, donna- -Vegeta! Smettila!- Lui la guardò, quando
si metteva a gridare gli dava molto fastidio per cui
lui di solito o se ne andava lasciando la compagna a strillareda sola o le tappava la bocca con la sua. Infatti anche questa volta, avvicinò il suo viso a quello di
lei ma improvvisamente il volto di Laya gli apparve
davanti come un’ossessione, come a rimproverarlo. Si stacco bruscamente da
Bulma, alzandosi.
L’azzurra
lo seguì con lo sguardo, ferita “Che hai, amore mio?”
Vegeta
scomparve per tutta la giornata. Non si allenò, non mangiò, Bulma non sapeva
neppure dove si fosse andato a cacciare.
In
realtà lui aveva già fatto il giro del mondo due volte, in volo. Cercava di
scindere i suoi pensieri e di trovare una soluzione “Maledizione! Le donne! Che
il diavolo se le porti tutte! Una mi basta e mi avanza”
Il
principe aveva deciso, sapeva ciò che doveva fare. Ritornò ben presto alla Capsule Corp. ma arrivato vide una cosa che lo scioccò.
Laya era in giardino, osservava suo figlio Trunks che giocava.
Sembrava
immobile e totalmente assorta nella contemplazione del bambino. Vegeta non
scese, rimanendo sospeso a mezz’aria. Trunks si accorse della nuova venuta e la
guardò curiosa –Tu chi sei?- chiese ingenuamente, lei
non gli rispose direttamente –Il figlio di Vegeta…dove ha preso quei capelli
così strani?- Sembrava stranita, annientata.
Bulma
intanto, si trovava in cucina, gettò uno sguardo fuori dalla
finestra per dare un’occhiata a suo figlio. Rimase letteralmente di stucco quando vide la strana donna osservarlo a quel modo.
Si
asciugò le mani con l’asciugamano e decise di uscire a vedere.
-Mi
scusi signora, ha bisogno di qualcosa?- L’aliena si voltò lentamente verso l’azzurra, mantenendo l’espressione allucinata che
aveva prima. E non le rispose.
“Dunque
è questa la terrestre del principe. Mediocre e in lei non scorre un filo di nobiltà,
cosa ci può trovare Vegeta in una così?” –Signora?- intanto Bulma si stava
infastidendo –Insomma, lei è entrata in casa mia e se ne sta zitta a guardarmi
come se le fosse apparso davanti un fantasma, mi vuol dire cha ha?- -Non sono
affari tuoi, terrestre- rispose Laya –E non osare
rivolgerti a me in quel modo, rispetta che è di rango superiore al tuo- Questo
per Bulma era davvero troppo –Vattene immediatamente da casa mia! Ne ho già sa
di qual rompiscatole del mio compagno che si da arie
da principe, via!- Laya in un nano secondo fu davanti
alei, l’azzurra rimase pietrificata
dallo stupore incontrando due occhi verdi e terribili. La principessa l’afferrò
per il collo –Vegeta non è il tuo compagno- a breve Bulma divenne violacela per
l’asfissia –Lasciala immediatamente Laya!- Al comando
imperioso di Vegeta, Bulma si sentì cadere a terra, tramortita e con la vista
appannata, Trunks le corse incontro –Mammina come
stai?- -Ve-vegeta, tu la
conosci?- chiese l’azzurra, in un sussurro –Si- le rispose, celando la sua
preoccupazione. Afferrò Laya per un braccio e la
strattonò via –Cosa credevi di fare?- ora gli occhi dell’aliena erano pieni di
pianto –Volevo vedere tuo figlio…- -Andiamo via- Vegeta la costrinse ad alzarsi
in volo, seguito dallo sguardo esterrefatto di Bulma.
Ancora
sulla collina che sovrastava la città dell’Ovest.
Vegeta
nascondeva la sua rabbia, stringendo forte i suoi pugni, Laya
gli si avvicinò, da dietro –Scusami amore mio ma…andare
li mi è servito per capire che tu non puoi amare quella donna. E’ una terrestre
di rango inferiore al nostro e immagino che tu mi hai
intimato di lasciarla solo perché non volevi che il cucciolo dai capelli
viola restasse solo- -No, no! Non potevo mica stare a guardare
mentre la facevi fuori!- Laya era stupita dal
suo linguaggio –Conta qualcosa per te? Oppure solo perché è
la madre del tuo cucciolo?- Vegeta si mise un po’ a rispondere –Io non verrò
via con te- -Cosa stai dicendo Vegeta? Tu non puoi infrangere una promessa!-
Ora la voce di lei era diventata rabbiosa –Io posso invece! Sono il principe
dei Saiyan e nessuno può dirmi quello che devo fare!- gridavano ed erano come
due tempeste che si scontravano, terribili.
-Se
tu non parti con me io userò il veleno Sacro per avvelenare gli abitanti di questo insulso pianeta- fredda e tagliente come una lama,
la sua sentenza si conficcò nel petto di Vegeta.
A
lui in realtà non interessava molto dei terrestri in generale, ma non avrebbe
mai permesso che qualcuno uccidesse lentamente Bulma e suo figlio. Mai.
“
Potrei ucciderla e sarebbe tutto concluso. Basterebbe così poco…ora io sono
molto più forte di lei”
Sarebbe
stata la soluzione migliore ma… “Non riesco a farlo,
non riesco ad ucciderla”
Vegeta
ingoiò il boccone più amaro della sua vita –Mi hai sconfitto, partirò con te-
Charlie_2702,
grazie molte, la tua recensione mi ha fatto davvero piacerissimo…mi
hai tirato su di morale per questa fic…ti ringrazio e
spero che apprezzerai anche il mio ultimo cap!
Buona lettura
-Partiamo
al più presto- disse Vegeta a Laya, senza guardarla
negli occhi, lei sembrava esultante, ma impacciata
–Attendimi qui, vado a prendere la navicella- Vegeta non le rispose.
Appena
lei volò via, cercò di non pensare. Lui non era un debole, lui era un principe.
Cosa contava una stupida famiglia terrestre? Lui non era Kakaroth, finalmente
sarebbe potuto tornare il sanguinario saiyan di un tempo. Libero, o quasi.
Laya aveva lasciato in angolo il suo mantello, Vegeta lo afferrò
con l’intenzione di ridurlo a brandelli per sfogare la sua rabbia. Ma poi si
fermò, avvertì qualcosa di duro al tatto, cercò l’oggetto e lo trovò: era la
pozione di veleno Sacro.
Un
sorriso misterioso gli affiorò sul viso, strinse la boccetta tra le dita.
Mezzora
dopo lei era di ritorno, con navicella al seguito. Lo
guardò sorridete “Finalmente, amore mio, staremo insieme per sempre”
Vegeta
incrociò le braccia al petto –Andiamo, mio principe- disse Laya
–Aspetta- la voce imperiosa del saiyan la bloccò –Finalmente ho capito. Io non
ho mai fatto nessun patto con te- -Cosa stai dicendo?- -La verità- Vegeta
scoppiò a ridere –Come ho fatto a non capirlo prima?- -Vegeta! Spiegati
meglio!-
-Io
non feci la mia promessa a te, ma all’azzurro…-
Ricordò
il loro sangue, così diverso, quello di lei azzurro, il suo rosso…
-L’azzurro
non sei tu. Non lo sei mai stato. L’azzurro appartiene ad un’altra donna-
--Vegeta…sei
impazzito? Se tu non vieni via con me io spargerò il veleno sacro sulla terra,
te lo già detto- ma la sua voce appariva nervosa
Vegeta
le mostrò la boccetta che teneva in mano –Intendevi questa?- Lei sgranò gli
occhi dallo stupore, come poteva essere stata così sciocca? –Dunque tu non mi
ami, Vegeta?- -Io non so per certo cosa sia l’amore.
Hanno provato a spiegarmelo, ma a me, principe dei saiyan, non interessa
affatto. Tra di noi è finita molto tempo fa,
principessa- Creando una piccola sfera di energia, distrusse la boccetta,
disintegrandola. Laya la guardò allibita.
-Non
puoi farmi questo principe…io ti amo…-
Un
tempo si, un tempo anche l’orgoglioso principe dei saiyan provò qualcosa per
quella antica creatura ma…ora non più.
Si
allontanò da lei, gettandole un ultimo sguardo. Quello era il suo addio.
Percepiva
la sua aura lontano da casa loro “MA dove ti sei
andata a cacciare?” Poi avvertì che insieme a lei c’erano altre persone. Se non
si sbagliava una di queste doveva essere il testa pelata
e una quella del vecchio maniaco. Dunque lei era all’isola del genio!
In
breve fu davanti alla Kame House, scese di picchiata.
Si
trovò davanti al vecchio Genio, intento a poltrire su una amaca
con un giornaletto porno sul viso –Dov’è!- tuonò Vegeta, il vecchio sobbalzò –O
mio Dio! Che succede? O Vegeta, sei tu…-- Dov’è????- -calmati calmati, stai
parlando della tua Bulma? Si è rifugiata come una furia in casa mia, questa
volta devi proprio averla fatta arrabbiare, comunque non ti vuole vedere- Ma il saiyan non lo stava più ascoltando. Entrò in
casa, facendo sobbalzare il povero Crilin. Bulma e Trunks non credettero ai loro occhi –Vattene bastardo- gli urlò Bulma,
ma lui l’afferrò per un braccio, sollevandola via con sé.
Il
genio li vide volare via…-Dove mi porti! Mettimi giù!
Ti odio!!!- gridava l’azzurra. Lui non l’ascoltava,
avvistata una piccola isoletta, vi scese con il fardello.
-Non
dovevi essere partito con la tua sgualdrina? Io voglio più avere niente a che
fare con te!-
-Ora
ascoltami bene terrestre perché queste parole te le dirò soltanto questa volta.
Non le udirai mai più da me per cui apri bene le
orecchie- Bulma lo guardò torvo –Non mi interessa! Lasciami! Non capisci che mi
hai già fatto abbastanza male! Ma ti rendi conto di quello che mi hai detto?-
-Lo so! Se tu mi lasciassi spiegare!- -No, è finita,
Vegeta- -Ti prego, calmati, amore mio…- Bulma sbarrò gli occhi dalla sorpresa
–Come mi hai chiamata?- -Era proprio questo che intendevo e ora non ti
aspettare che te lo ripeta un altra volta- ma Bulma si beava del suono di quella
parole…le aveva sognate da una vita.
-Allora
non sei partito con quella…- -No!- rispose Vegeta deciso –Me ne basta una di donna-
Si
allontanò da lei, aveva scelto di non farsi comandare da una principessa,
meglio fare finta di tenere testa a una terrestre.
-Torniamo
a casa?- chiese poi l’azzurra. Lui annuì, sollevandola nuovamente verso il
cielo.
Erano
di nuovo tutti finalmente a casa ma…Vegeta era
inquieto. Doveva andare a vedere, un richiamo fatale lo portò a dirigersi
nuovamente verso il punto dove l’aveva lasciata l’ultima volta.
Bulma
l’aveva trovato agitato e con il sottile sesto senso che possiedono le donne,
aveva capito che il compagno aveva qualcosa per la testa. Disse semplicemente tre
parole –Vengo con te- - E’ meglio di no- la smentì il saiyan –Io vengo lo
stesso!-
Vegeta
capì che era inutile tentare di farle cambiare idea, per cui
la sollevò con sé in volo. Non poteva immaginare che la sua “dolce” Bulma in
quel momento stava pensando che non avrebbe permesso
mai a nessuna di portarglielo via.
Sospesi
a mezz’aria, non notarono nulla di particolare, la vegetazione ostruiva la
vista, un torrente scorreva tranquillo come sempre.
Vegeta
appoggiò Bulma per terra e si diresse con passo deciso dove aveva lasciato Laya e la navicella. Che ne era stato di lei? Bulma lo seguiva,
leggermente guardinga.
La
navicella era ancora li “Dunque non è ancora partita!”
pensò Vegeta con un certo nervosismo.
Bulma
intanto, si guardava intorno, come alla ricerca di qualcosa. I suoi occhi
attenti notarono una sagoma, lungo il fiume. Si avvicinò per vedere, un gridò lacerò l’aria –Bulma! Che c’è?-
le disse Vegeta, spaventato. Si avvicinò alla donna e le mise una mano sugli
occhi –Non guardare, ti prego-
Il
principe si avvicinò al cadavere di quella che una volta era stata la sua
amante. Il viso ormai pallido dalla morte che doveva essere avvenuta ore prima.
Le labbra esangui e intorno a lei il sangue azzurro aveva macchiato la terra e
scendeva lungo il torrente. Vegeta non chiuse gli
occhi, aveva assisto a scene di morte peggiori, ma questa gli procurò una fitta
terribile, sapeva di esserne stato la causa, aveva notato i tagli sui suoi
polsi –Mi dispiace- sussurrò.
Creò
un onda di energia e scavò una buca, poi sollevò il
più dolcemente possibile il corpo della principessa, riponendolo con cura nella
fossa. Alle sua spalle, Bulma si era avvicinata e guardava
la scena. Nei suoi occhi, tanta compassione –Doveva amarti davvero molto- Il saiyan
non le rispose, completando la sua opera. Bulma fissò il sangue secco, ormai
assorbito dalla terra –Andiamo via, Bulma-
Camminarono
fino a trovarsi al limite della collinetta, in silenzio. Poi lui afferrò l’azzurra
per le spalle –A te non dovrà mai succedere una cosa del genere, siamo intesi?-
la sua voce era quasi dura, riprovevole. Lei abbassò lo sguardo, ancora scossa –Anche se io dovessi compiere qualche sciocchezza, tu
sarai forte. Tu sei forte Bulma-
Lei
lo abbracciò, era come se entrambi sapessero quanto
avrebbero sofferto da li a pochi anni, con l’arrivo di Majinbu.
Ma
lei annuì, mentre dai suoi occhi sgorgava una lacrima –Te lo prometto, Vegeta-
THE
END
Questa
storia è iniziata con una promessa e si conclude con una promessa. Spero di non
essere stata troppo dura…durante la scena del suicidio.
Ho
fatto pronunciare la parola “amore mio” a Vegeta, non perché volessi rendere la
scena mielosa, tutt’altro. Lo fatto perché credo che
lui nei momenti di alta tensione o cruciali, sia capace di esprimere ciò che
sente davvero, come durante il Cell- Game, quando chiese perdono al piccolo
Gohan, oppure prima di sacrificarsi con suo figlio…ecc ecc…