La regola del Non Toccare

di amrty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un passo involontario verso te ***
Capitolo 2: *** Passo il mio tempo ad osservarti ***
Capitolo 3: *** Una regola complessa ***
Capitolo 4: *** Un passo incerto ***
Capitolo 5: *** A corto di scuse ***
Capitolo 6: *** Il terzo incomodo ***
Capitolo 7: *** Auto-rivelazione ***
Capitolo 8: *** Batticuore ***
Capitolo 9: *** Di sbagli e tormenti interiori ***
Capitolo 10: *** Un passo indietro ***
Capitolo 11: *** Mantenere le distanze ***
Capitolo 12: *** Non è proprio così. Non è tutto qui. ***



Capitolo 1
*** Un passo involontario verso te ***



C'era una piccola ma sacra legge non scritta e non detta tra loro: mai toccare Jensen se non era strettamente necessario.

L'attore infatti era molto riservato, ma soprattutto non aveva gradito tutte quelle voci su una loro presunta relazione. Le aveva prese dannatamente sul serio, quando Jared da parte sua ci aveva fatto sopra una grossa risata. Per non parlare della pubblicità che tutto ciò comportava!

Ma Jared aveva capito che era meglio non esagerare con l'espansività con Jensen.


 



Così ora, che erano così vicini, con la sua fronte appoggiata in quella di Jensen. Gli si chiuse lo stomaco.

Avevano quasi litigato per una stupidata, un commento fatto in un intervista. E senza accorgersene le parole erano volate e.. avevano esagerato entrambi.

Jensen si era seduto nel divano sospirando e Jared non resistette, aveva bisogno di vedere, sentire, toccare con mano che tra loro era tutto ok. Che la loro amicizia non stava andando a pezzi per via dello stress, tensioni o incomprensioni varie. Ultimamente litigavano troppo spesso.

Così quando Jensen aveva preso il cellulare per leggere un messaggio, scherzando si era avvicinato per curiosare, appoggiandosi involontariamente su Jensen. Ma invece di irrigidirsi come sempre e allontanarsi con una qualche scusa banale (ormai poteva anche smetterla con quella sceneggiata) Jensen era rimasto e aveva detto: “Mi dispiace”.

Poi il cellulare aveva squillato e Jensen si era alzato per rispondere, lasciando Jared confuso, disorientato, felice e .. con la netta sensazione che si era perso un pezzo per capire bene il tutto. Un pezzo importante.

Ma andava bene anche così, quel piccolo istante era bastato. Aveva sentito Jensen più vicino che mai a lui, e non si era allontanato, anzi, e Jared si sentì sollevato.

Non si soffermò troppo a pensare a come si era sentito nel appoggiarsi a Jensen, catalogò quell'emozione come sollievo nell'aver fatto pace con il suo amico. Ma in cuor suo iniziò a capire che non era così. Non era tutto lì.

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Capitolo 2
*** Passo il mio tempo ad osservarti ***



Osservare Jensen mentre ripassava il copione era uno dei passatempi preferiti di Jared.

Jensen aveva quell'ottica del lavoro quasi ossessiva, da vero professionista la definiva Jensen, da vero secchione la chiamava Jared.

Eppure Jensen tutto concentrato aveva qualcosa di magnetico.

Annullava tutto il mondo circostante e si catapultava in quello di Dean e Sam.

E Jared poteva osservarlo senza problemi, senza paura che Jensen, alzando il viso lo trovasse così, imbambolato, a fissarlo. Probabilmente avrebbe alzato un sopracciglio stile “qualche problema Sammy?”.

A solo pensarci gli si strinse il cuore. A volte invidiava quell'amore che sempre si percepiva tra Sam e Dean. A volte si era ritrovato a sognare di Jensen che lo guardava come Dean con Sam.

Dean aveva dato tutto per Sammy.

Sospirando si meravigliò lui stesso dei suoi pensieri. Ultimamente pensava sempre al collega. Probabilmente era dato dallo stare praticamente 24 ore su 24 con lui. Ma Jared in cuor suo sapeva che non era così. Non era tutto lì.

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Capitolo 3
*** Una regola complessa ***



Il “non toccare” era una regola molto elastica.

Complessa.

Con il tempo Jared aveva capito come funzionava, quando Jensen preferiva stare solo, o comunque quando era meglio mantenere le distanze di sicurezza.

Per Jared, un ragazzo tutto sorrisi ed abbracci, all'inizio era stato difficile.

Ora aveva imparato.

Imparato ad apprezzare le piccole cose.

Le mani che si sfiorano quando si passano un oggetto, una tazza, le chiavi della macchina.

Quando per chiamarlo gli sfiora un braccio.

Piccoli gesti, quotidiani, ma che Jared aveva iniziato ad attendere come piccoli preziosissimi regali.

Non poteva farci niente. Era il suo corpo a reagire al tocco dell'altro.

La vibrazione che ogni volta coglieva tra loro quando accadeva.

Lo stomaco che si chiudeva.

Chissà se anche Jensen la percepiva ?

All'inizio era rimasto confuso dal modo che reagiva a questi brevi, innocenti, contatti con Jensen ma poi aveva capito che era proprio per la loro rarità che reagiva così.

Doveva essere così.

Anche se iniziava ad ammettere che non era proprio così. Non era tutto lì.

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Capitolo 4
*** Un passo incerto ***


 

Tornare dopo la pausa estiva era sempre un mix emotivo straordinario.

C'era l'emozione di ritrovare tutti i vecchi amici e colleghi di lavoro.

L'eccitazione all'idea di riprendere a girare nuovi episodi della serie TV che ormai considerava la sua seconda vita.

E poi.... e poi c'era Jensen.

Si sentivano spesso tramite SMS, email, ma quando sei abituato a vedere una persona 24 ore su 24, 7 giorni su 7... sentirsi per telefono non è per niente la stessa cosa.

Così Jared arriva al primo giorno di lavoro che non sa bene cosa fare, come comportarsi.

Quando vede Jensen però si dimentica della proverbiale regola “non toccare”, se ne frega della possibile riservatezza dell'amico e la gioia di rivederlo vince su tutto.

Gli si getta con le braccia al collo.

E Jensen ricambia.

Ricambia e ride, sembra davvero felice di rivederlo tanto da aver annullato le distanze senza problemi.

Non pensava che potesse mai accadere.

Ma ora è lì, abbracciato a Jensen, e non è come all'inizio quando non aveva capito niente e continuava ad abbracciare Jensen che per tutta risposta restava rigido come un palo della luce.

No, questa volta Jensen ricambia con un abbraccio caloroso, che sa di “benvenuto” e di “mi sei mancato”.

A Jared gli si inumidiscono gli occhi, lo stomaco è alle prese con mille farfalle, e giura che lui, il ragazzone tutto sorrisi ed abbracci, è arrossito.

E non può mentire, non può più dirsi: è l'emozione di rivederlo dopo tanti mesi.

Jared ormai sa, sa che non è proprio così. Che non è tutto lì.

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Capitolo 5
*** A corto di scuse ***



 

 

Da mozzare il fiato.

Aveva sempre pensato che fosse un modo di dire.

Ma si sbagliava.

Perché quando Jensen si girava a guardarlo così, con quello sguardo attento, pieno di aspettative e di interesse, a Jared mancava il respiro.

Come una pugnalata, ma dolce.

Peccato che gli capitasse nei momenti meno opportuni.

Come ora. Davanti a migliaia di fans che aspettano la sua risposta. Ma ha dimenticato la domanda.

Come potrebbe? Con Jensen che lo guarda in quel modo.

Non ce da meravigliarsi se tutte le donne che lo incontrano gli si gettano ai piedi.

È bello come un dio, ed è sempre meravigliato e imbarazzato dalle esternazioni delle fans quando si parla del suo fascino.

E Jensen ora è lì che lo guarda sorridente, come se in quella stanza ci fossero solo loro due, come se lui fosse la cosa più bella e importante sulla terra per Jensen. O probabilmente è solo frutto dell'immaginazione di Jared.

A questi assurdi pensieri si riscuote, sorride a Jensen e riprende il filo del discorso.

Il suo cuore però è ancora in subbuglio, ha perso diversi battiti ed ora sembra voler recuperare. Batte all'impazzata.
E Jared lo sa che è per colpa di Jensen. Di come lo guarda. O meglio di come lui interpretava lo sguardo di Jensen su di se.

E le scuse che si inventa con se stesso la sera quando è solo, che sono amici, che prova un sincero forte legame di amicizia con lui, incominciano a sembrare patetiche.
Incomincia ad accettare il fatto che non è proprio così. Che non è tutto lì.

 

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Capitolo 6
*** Il terzo incomodo ***


 

Non odiava Misha. Era forte, simpatico. Sapeva stare agli scherzi, molto più di molte altre persone, ed era .. era semplicemente fantastico. Con lui pacche scherzose e abbracci erano permessi. Era esuberante e pazzo proprio come lui. Una vera forza della natura.

E a Jared stare con lui piaceva. Davvero.

Quello che non riusciva a controllare era la voglia di spaccargli la faccia ogni volta che lo vedeva con Jensen.

Misha era talmente allegro e divertente che riusciva a coinvolgere anche Jensen senza il minimo sforzo. Lui ci aveva messo mesi perchè Jensen si rilassasse con lui e poi? Poi arriva Misha e in tre giorni si conquista il sorriso sincero di Jensen. Se non è un'ingiustizia questa.

Così ora si trova con un problema inaspettato. Essendo attori sapevano controllare la gelosia, dividere la realtà dal telefilm, e Jared non aveva mai avuto problemi in questo. Fino ad ora.

Perchè vedere tutte quelle foto di Jensen e Misha insieme, soprattutto quelle in cui Misha abbraccia tranquillo Jensen... gli faceva ribollire il sangue.

Jensen si era sempre lamentato del suo modo troppo espansivo di comunicare. Odiava venir abbracciato davanti alle telecamere e videocamere. E tutti quei rimproveri sul fatto che poi le fans si facevano mille filmini dietro?

Perchè per Misha sembra non valere ?

È così incentrato nei suoi pensieri che non si accorge di Jensen che, avvicinandosi, gli appoggia una mano sulla spalla e gli sussurra: “ Tranquillo Ja, sei ancora il mio preferito”.

Gli dona un sorriso e se ne va, lasciando Jared stralunato e felice.

Poco importa se la sua gelosia è stata così evidente da spingere Jensen a tranquillizzarlo.

Poco importa se per Jensen era tutta una questione di amicizia.
Jared sa che non è proprio così. Non è tutto lì.

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Capitolo 7
*** Auto-rivelazione ***


E poi ci fu quel periodo. Il periodo nero.

In cui Jensen sembrava così preso dalla sua carriera che il resto sembrò passare in secondo piano.

Si era preso altri impegni, che certo non portavano via del tempo a SPN ma...ma lo portavano via da lui.

Solo che Jared non poteva dire niente. Non poteva certo lamentarsi con Jensen che in quel modo loro si vedevano troppo poco. No?

Sapeva solo che pensare Jensen lontano, in un set cinematografico senza di lui, con gente che non conosceva... gli creava non poco disturbo.

Sapeva che in quei mesi di pausa tra una cosa e l'altra si sarebbero visti poco. A qualche intervista. E, maledizione, in quelle occasioni, inutile sperare altrimenti, Jensen di certo non sarebbe stato espansivo come pian piano era diventato con lui nel privato.

 

E infatti.

Come predetto.

Vederlo così vicino a sé ma così, così distante … fu tremendo. Jensen completamente concentrato sull'intervista, che neanche ai primi tempi in cui si conoscevano poco erano così freddi tra loro, fu una pugnalata.

Fu una rivelazione.

L'amicizia di Jensen per Jared era importante.

Ma il dolore che si irradiava dal petto fece capire a Jared che non era tutto lì.

E questa volta Jared ne è consapevole.

Non è solo amicizia. È di più, molto di più.

E questa nuova consapevolezza mette un po' paura e un po' rende liberi.

Non è solo …. non è per niente, decisamente, tutto lì.

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Capitolo 8
*** Batticuore ***





Il cuore che mi batte a mille e la mia unica preoccupazione è: fai che non se ne accorga.

Fai che nessuno se ne accorga.

E dire che ormai dovrei esserci abituato a gestire questi momenti.

Momenti in cui io e Jensen siamo così vicini che ne posso percepire il profumo, il calore del corpo e.. se poi mi tocca, mi sfiora.. è la fine.

Non posso farci niente.

Il mio cuore parte a mille, incomincio a tremare e vorrei solamente che il contatto non terminasse mai.

Come adesso.

Tutto il mondo è sparito e ci siamo solo io e Jensen. Solo io con questa maglietta bianca e Jensen che per scriverci sopra qualche cazzata mi si è avvicinato.

Posso sentire distintamente la sua mano appoggiata nel mio petto mentre scrive.

Fa che non si accorga del batticuore.

Fa che non si accorga che lo sto fissando con troppa attenzione.

Fa che non si accorga che sto cercando di scorgere tutte le mille sfumature di verde dei suoi occhi.

Fa che non finisca mai di scrivere in questa benedetta maglietta.

“Ecco fatto, amico.”

E tu, Jared Padalecki, sorridi, ti giri verso i fans, come se fosse tutto ok.

Come se la parola “amico” non sia diventata una sorta di dolce amara pugnalata.

Non è tutto lì per te.

Ma non puoi sognare, sperare, immaginare.. qualcosa di più da parte di Jensen.

E quindi per ora “amico” è quanto di più bello ti possa dire.

E ti stai facendo andar bene anche questo.

Ma ad esser onesto con te stesso, incomincia a non bastarti più.

Non è tutto lì per te, in quella parola: “amicizia”. Non è tutto lì.

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Capitolo 9
*** Di sbagli e tormenti interiori ***


 

Forse ho commesso qualche sbaglio.

Deve esser così. Non c'è altra spiegazione.

 

Le cose andavano bene tra loro, si era instaurata una forte amicizia e Jensen aveva iniziato a lasciarsi andare.

Perfino davanti alle telecamere Jensen si mostrava molto più rilassato in sua compagnia.

Ma improvvisamente tutto sembrava esser tornato come prima. Un week end passato dalle rispettive famiglie e l'ultimo anno, spazzato via.

Silenzi imbarazzanti, frasi di circostanza.

E quando Jared aveva provato ad abbracciarlo aveva sentito Jensen irrigidirsi.

Il massimo di espansività da parte di Jensen fu una frettolosa pacca sulla spalla.

Sembrava che Jensen avesse eretto un muro tra loro.

E Jared è confuso.

 

Forse è stata solo una mia impressione, forse me lo sono solo immaginato che a Jensen piacesse la mia vicinanza.

Forse in realtà Jensen è quello di sempre, lui e la sua stupida “regola del non toccare”.

Eppure.

Eppure giurava che... inutile farsi ulteriori filmini mentali.

 

Ci stava già troppo male.

Doveva essere professionale.

Professionale, quella era la parola giusta.

 

Ma Jared sa che per lui ormai è diventato quasi impossibile esser solo professionale.

Per lui non è così. Per lui non è tutto lì.

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Capitolo 10
*** Un passo indietro ***



 

 

“Tutto ok bro?”

“Certo Ja,ci vediamo domani, ok?”

“Sicuro”.

 

E invece no che non andava tutto bene.

Jensen Ross Ackles, cosa cavolo ti prende?

Fare l'attore è la tua vita, e nel lavoro sei sempre stato molto professionale e corretto.
Amichevole con i colleghi.
Ma riservato nella vita privata.

E poi era arrivato quel tornado di Jared e aveva scombussolato tutta la sua vita.

E quella che all'inizio era stata un piccola breccia nel suo muro del riserbo, era diventata una falla enorme finché la diga non aveva ceduto.

Jensen, senza neppure rendersene conto, aveva lasciato entrare Jared.
L'aveva accolto dentro di se come mai nessuno, complice forse il vedersi praticamente sempre.
Era un amico fidato con cui Jensen condivideva tutto.

 

Ma quel week end appena passato a casa aveva fatto cambiar tutto.

Jensen è ormai quasi sicuro di esser impazzito.

 

Per questo, per non correre alcun rischio, di scoprire che sta davvero avendo un esaurimento nervoso, Jensen fa quello che sa fare meglio.

Si trincera dietro il suo bel muro, un muro solido abbellito attraverso gli anni, mascherandosi attraverso l'esser una persona timida e riservata.

Professionale nel lavoro.

Professionale con Jared.

Alla fine era questo che erano no?

Colleghi di lavoro.

Nient'altro.

 

E con una veloce pacca sulla spalla di Jared, Jensen saluta l'amico e contemporaneamente zittisce quella prepotente vocina dentro lui che continua a ripetere: Non è proprio così. Non è tutto qui.





 

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Capitolo 11
*** Mantenere le distanze ***



 

 

Si sveglia tutto sudato. Tormentato.

Nei primi istanti, durante il dormiveglia, Jensen cerca con la mano qualcuno al suo fianco in quel enorme letto matrimoniale.

È solo quando il cervello finalmente inizia a girare che si rende conto che è solo. Che è sempre stato solo. E che in quel letto lui stava cercando.. un sogno.

Jensen non ricorda cosa stava sognando, sa solo che ora quel vuoto è freddo, consistente, presente. Come se non dovesse esser vuoto. Come se qualcuno richiamasse a forza il proprio posto accanto a lui.

Ma Jensen non ricorda cosa o chi ha sognato.

Così scaccia con una scrollata di spalle quella sensazione di vuoto e si alza.

Non è la prima volta che gli capita.

Le prime volte aveva passato la giornata a pensarci. Si era quasi fuso il cervello a pensarci.

Perché ogni mattina quel posto vuoto era sempre più vuoto, ed ogni mattina ci metteva sempre di più ad allontanare quel senso di disagio. Di mancanza.

 

Così aveva appreso con sollievo la pausa del week end. Jared e lui avevano da tempo aspettato quel week end lungo per approfittarne ed andare ognuno a salutare le proprie famiglie.

 

Fu durante quel soggiorno a casa che Jensen capì.

Scoprì cosa sognava di così bello e così struggente da farsi che lui ormai sentisse così vuoto il suo letto e la sua vita.

Capì perché quando arrivava sul set quella sensazione spariva.

Non era perché si distraeva, o perché doveva lavorare.

Era per Jared.

Era sempre stato Jared.

 

Era lui che quella notte aveva sognato accanto a sé nel letto ed era sembrato così giusto. Così perfetto. Nel sogno Jensen si era sentito così completo come mai gli era capitato nella realtà.

Nel risveglio oltre alla familiare sensazione di incompletezza questa volta si aggiunse l'associazione di immagini.

La faccia di Jared. Jared che gli sorride. Jared che lo abbraccia.

 

Non può essere. Gli esce un gemito. Non può essere.

Non, no è davvero davvero improponibile!

Forse hanno esagerato, inizia a pensare, tutta quella convivenza forzata. Le ore infinite passate insieme. Jared è la persona con cui Jen passa più tempo di tutte. A quanto pare troppe.

Decisamente troppe.

 

Per questo decide che al suo ritorno è meglio iniziare a prendere un po' le distanze. Deve porre un freno a questa cosa. Il cervello gli sta giocando brutti scherzi e non va bene.

Andrà bene, saranno colleghi di lavoro, amici. Scambi di affetto ridotti al minimo.

E anche i suoi sogni torneranno alla normalità.

È solo stato questo. Tanta stanchezza e troppo, troppo tempo passato insieme a Jared.

Solo questo.

Anche se, quella vocina continua a bisbigliare: Non è proprio così. Non è tutto qui.

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Capitolo 12
*** Non è proprio così. Non è tutto qui. ***



 


Lavorare a stretto contatto con Jared non gli è mai apparso così difficile.

Era tornato al lavoro ben deciso a mantenere una certa distanza dal collega/amico.

Si insomma, una giusta distanza.

Ma i sogni non l'avevano abbandonato, anzi erano peggiorati.

E quando arrivava sul set, invece di tranquillizzarsi come una volta, ora, colpa la consapevolezza dei sogni fatti durante la notte, un certo disagio lo prendeva.

Disagio nello star vicino a Jared, nel toccarlo.

 

Dal canto suo Jared pareva soffrirci per questo, ai suoi occhi, improvviso distacco. E aveva anche provato a parlargli. Ma cosa poteva dirgli? -Caro Jared di notte sogno di te nel mio letto?- Decisamente no.

Così continuava a sorridere e dirgli che era tutto ok. Mentire così all'amico e tenerlo distante era terribile.

Ma era l'unico modo, l'unico che conosceva per porre fine a tutto questo pazzesco casino.

Non c'erano alternative.

L'alternativa proposta dai suoi sogni era fuori discussione.

Non era ….

 

 

Era come sempre nel suo camerino a rimuginare su quello che stava accadendo a se stesso, all'amicizia con Jared che rischiava di finire se continuava a tenerlo così distante, alla sua vita.

Non sapeva come gestire tutto quel casino che aveva in testa.

Non era ancora pronto per affrontare con se stesso quello che ormai inconsciamente già sapeva.

Quello che i sogni continuavano ogni notte a rinfacciarli.

Quella vocina, insistente, dentro se, che continuava a ripetere come un mantra: Jared, Jared, Jared... e i suoi battiti che ne seguivano il ritmo.

 

Sobbalzò quando la porta del suo camerino venne aperta proprio dal soggetto dei suoi tormentati pensieri. Sembrava fuori di sé.

Non una parola, restarono per qualche secondo a fissarsi. Poi Jared gli si avvicinò, lo schiacciò contro il muro e lo baciò.

 

 

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