Where is the love?

di _xstylesinmybed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Goodbye Harry ***
Capitolo 2: *** Where is my happiness? ***



Capitolo 1
*** Goodbye Harry ***


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Where is the love?
Goodbye Harry.

 

“Hai finito?” domandai, mentre Harry posava l’ultimo pacco con i nostri ricordi dentro il vecchio armadio della soffitta.
“Sì, adesso sì” rispose con voce affannata. 
“Bene, allora posso finalmente andare”, presi la mia borsa che si trovava sopra il vecchio divano, velato da uno strato di polvere. Mi diressi in fretta verso la scala che portava al piano inferiore, quando sentii qualcuno stringere il mio polso ed attirarmi a sé; ovviamente era Harry.
“Aspetta” disse. “Ti ricordi di quella?” continuò, puntando con l'indice la chitarra che, un tempo, usavamo insieme e con cui cantavamo le nostre canzoni preferite. Come non potevo non ricordarla?
“Certo, come potrei dimenticarla?, con quella chitarra abbiamo trascorso la nostra infanzia” risposi. “…Sempre insieme” sussurrai con voce sottile.
“Come?” domandò.
“Niente, niente” risposi. “Posso andare adesso?” continuai, guardandolo negli occhi.
Quei suoi occhi color verde smeraldo nei quali sempre mi perdevo, il suo viso angelico che amavo così tanto, il suo meraviglioso sorriso che riusciva sempre a mettermi su di morale. Amavo tutto di lui. Tutto.
“Ti va di cantare un’ultima canzone insieme?”, abbassò lo sguardo e le sue guance cominciarono pian piano a diventare di un rosso sempre più acceso.
Annuii; speravo che me l’avesse chiesto. Speravo di poter passare un altro po’ di tempo insieme a lui.
Mi sedetti nel divano mentre lui afferrava la chitarra, per poi cominciarla a suonare; cominciai a canticchiare le parole della canzone, vecchia ma comunque meravigliosa, che entrambi adoravamo: ‘Isn’t she lovely’.
Ci mettemmo l’anima in quella canzone, la nostra ultima canzone cantata insieme.
Il dolore che provavo in quel momento era incolmabile; stavo per perdere l’unica persona che mi voleva veramente bene, e che mi amava. 
Una lacrima mi rigò improvvisamente il viso; portai rapida la mano alla guancia, cercando di non farmi notare da Harry.
“Stai piangendo?” chiese mentre mi si avvicinava sempre di più.
“No, no, è la polvere che c’è qui dentro, scusami” risposi. “Adesso vado, si è fatto tardi e mia madre mi aspetta.. se non arrivo puntuale saranno guai, sai com’è lei, no?” continuai, spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro e accennando un sorriso forzato.
Feci per scendere il primo gradino delle scale quando, per una seconda volta, Harry mi prese per il polso e mi sbatté bruscamente al muro.
“Emi, io ti amo, e tu lo sai” disse. “Non lasciarmi andare così. Vieni con me, ti prego, se non ti ho con me la mia vita sarà solo un inferno. Tu sei la mia principessa e io il tuo principe e non ci può essere un principe senza la sua principessa, ricordi?” continuò tutto d’un fiato.
“Harry.." sibilai. "Quelle sono solo favole, stupide e insignificanti favole; la realtà non potrà mai essere come esse, capisci?” risposi. Non riuscì più a trattenermi, così scoppiai in un pianto isterico.
“..Ti prego, non lasciarmi andare da solo” continuò, anche i suoi occhi stavano diventando gonfi e rossi.
“Non posso, mi dispiace, non posso” abbassai leggermente lo sguardo; mi sollevò delicatamente il mento, riuscivo a sentire il suo respiro sul mio.
Le nostre labbra si lasciarono andare in un lungo, lunghissimo, quasi interminabile bacio.
Volevo che quel momento non finisse mai ma, purtroppo, tutto ha una fine. Continuammo così per un paio di secondi, quando le sue labbra si staccarono bruscamente dalle mie. 
Prese a camminare convulsamente per tutta la camera, senza fermarsi nemmeno un minuto, e continuava nervoso a grattarsi la nuca.
“Buon viaggio…” sussurrai, accennando un sorriso. Si girò e mi guardò ancora una volta, ma io mi voltai e cominciai a scendere imperterrita le scale.
Come avrei fatto senza di lui? Come avrei passato il resto dei miei giorni?
Lo amavo. Lo amavo con tutta me stessa. Era solo colpa di quel maledetto college se da quel momento non saremmo potuti stare insieme, quel maledetto college che me l’avrebbe portato via dalla mia vita per i successivi anni. Perché? Perché il destino aveva deciso di separarci dopo anni e anni che cercavamo di superare le nostre paure per poter stare finalmente insieme?
Lui era tutto quello di cui avevo bisogno, ma ormai l'avevo perso.

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TA DAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN, ecco la mia terza nuova fanfiction.
Lo so che dovrei aggiornare ancora Strangers in love, ma, mi dispiace non la continuò più, non ho ispirazione çç
Così, ho deciso di pubblicare questa, e, spero tantissimo che vi piaccia perché ci tengo!
Il volto di Emily potete immaginarlo con quello della bellissima Karen Gillan c:
Vorrei ringraziare mel___   per il bellissimo banner che ha fatto per me uu
E, niente, spero che questa sia la ff definitiva.
Fatemi sapere cosa ne pensate, eh.
A presto, BYEEEEEEEEEEEEEEEE.
-sò. 

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Capitolo 2
*** Where is my happiness? ***


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2o Capitolo
Where is my happiness?


“Hai fatto la scelta giusta, Emi!” affermò Louis.
“Si, concordo con Louis per questa volta!” continuò Samantha.
“Avrò pure fatto la scelta giusta, ma adesso non ho più la persona che amo con me” risposi. Aprii il mio armadietto e vi posai dentro tutti i libri inutili che non servivano quel giorno, poi lo chiusi sbattendolo con tutta la forza che avevo, facendo sentire il botto provocato dappertutto. Tutte le persone che erano lì in corridoio si voltarono di scatto, guardandomi con aria sconvolta. Ero solo un po’ arrabbiata, non avevo mica ucciso qualcuno!
D’un tratto Louis, notando l’imbarazzante situazione, mi prese a braccetto e mi portò via, seguita da Sam.
“Sta' un po’ calma, eh” disse.
“Come posso stare calma, Louis? Ti rendi conto della situazione in cui mi trovo? Sono un totale disastro, ho lasciato andare via dalla mia vita Harry, continuo a fare figure imbarazzanti. Posso anche morire, tanto non servo più a nulla” risposi.
“Ma la smetti? Non ti azzardare a dire mai più cosa del genere. Non potevi fare altro, Emily. Non potevi andare a vivere in un’altra città, abbandonare la tua famiglia, i tuoi amici, gli studi e ricominciare tutto da capo” disse “e poi, se Harry sentirebbe ciò che hai appena detto, cosa direbbe?” continuò, fissandomi senza distogliere lo sguardo.
Rimasi in silenzio. Quelle parole erano vere quanto l’amore che provavo per Harry. Lui non sarebbe stato contento di quello avevo appena detto. Ma la rabbia e la collera mi portavano a dire tali stupidaggini.
“Hai ragione…” sussurrai, abbasando lo sguardo.
“Cos’hai detto? Puoi ripetere, per favore!? Con tutta la confusione che c’è qui in corridoio non si capisce nulla!” ribatté.
“…HAI RAGIONE, HAI DANNATAMENTE RAGIONE, OKAY?” urlai talmente tanto forte che tutte le persone lo sentirono e si voltarono, per la seconda volta, verso di me.
“Andiamo in classe, è meglio” continuai passando davanti a Louis e dirigendomi verso l'aula.


“Sig. Harrison, sto parlando con lei!” sentii, d’un tratto. Mi voltai di scatto verso Mrs. White, che mi guardava, cercando di capire ciò che stavo facendo, o meglio, a ciò che stavo pensando.
“Si può sapere cos’ha, signorina? Ha mica la testa tra le nuvole, oggi?” continuò parlando con la sua solita parlantina da oca petulante.
“Mi scusi, Mrs. White, non succederà più” risposi.
“Lo spero. Dato che sta ancora un po’ dormendo, vuole ripetere l’argomento di oggi?” domandò.
Adesso ero proprio nei casini.


“Bell’interrogazione, complimenti” affermò Sam.
“Spiritosa…” risposi.
“Lasciala perdere Sam, è depressa!” continuò Louis.
“Si, depressa, pff…” mi voltai un attimo verso di lui, distogliendo lo sguardo dal mio cammino.
Feci per voltarmi e mi scontrai contro un ragazzo che stava camminando verso di me.
I miei amici caddero tutti a terra, e di conseguenza anche io, picchiando forte il sedere sul pavimento.
“Scusa, scusa, scusami…” disse il misterioso ragazzo.
“Non c’è bisogno che ti scusi mille volte, me ne basta una” continuai “comunque, è anche colpa mia, quindi scusami” dissi mentre il ragazzo mi aiutò ad alzarmi e a riprendere i libri che erano sparsi per terra.
“Sei simpatica!” affermò.
Lo squadrai da capo a piedi. Era un tipetto dalla carnagione scura, capelli scuri con una piccola parte bionda sul ciuffo che era lungo approssimatamente sei centimetri. Muscoloso, alto, insomma, il solito fighetto della scuola.
“Ma se nemmeno mi conosci, come fai a dirlo!?” replicai.
“Intuito!” ribatté. Intuito di mago merlino, eh?
“Si, va bè, cià” dissi “e grazie per avermi aiutata” continuai, mentre continuai per la mia strada e lui per la sua.
“Bel tipetto” disse Sam.
“Si, proprio adatto per poter dimenticare finalmente Harry!” continuò Louis. Sam gli lanciò un’occhiata assassina, e gli tirò una sberla in testa.
“Vuoi che ti dia un ceffone ora, o quando siamo in palestra?” dissi, più seria che mai.
“No, scusa, sono stato un cretino!” affermò.
Una cosa sensata, l’aveva appena detto.
L’ultima ora era educazione fisica. Era l’unica ora dove potevo riposarmi, dato che ero una pippa e il professore mi lasciava fare ciò che volevo.
Scesi in palestra, Samantha andò a giocare a pallavolo insieme alle altre della classe e Louis a calcio con gli altri, mentre io rimasi seduta su un materassino blu che serviva per gli esercizi ma che per me poteva essere una comodissima poltrona.
Rimasi sola, ma non m’importava. Avevo bisogno di sfogarmi, pensare a qualcosa di diverso, anche se ogni cosa mi conduceva sempre a lui, Harry.
La mia maglietta odorava ancora del suo profumo alla pesca.
Mi mancava già tutto di lui. Le sue labbra, i suoi occhi, le sue mani, la sua allegria, le sue stupidaggini. Tutto.
Avevo perso la mia felicità.

-
CIAAAAAAAAAAAAAAAAAAO A TUTTI!
Rieccomi, sono tornata con il secondo capitolo, yeeeeh (?) 
Allora, intanto grazie per chi ha recensito il primo capitolo e per chi ha messo la storia tra le ricordate, GRAZIE DAVVERO.
Poi, scusate per aver aggiornato tardi, ma...meglio tardi che mai, giusto? (:
Questo capitolo non è granchè, ma spero che vi piaccia comunque çç
Fatemi sapere, mi raccomando!
BYEEEEEEEEEEEEE. 

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