Le interviste dei tributi.

di Elisa99
(/viewuser.php?uid=243374)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione; ***
Capitolo 2: *** Bellezza; ***
Capitolo 3: *** Divertimento; ***



Capitolo 1
*** Introduzione; ***


Introduzione

Eccitazione;




 

L’eccitazione si portebbe toccare con un dito in questo momento.
Persone che parlano nervose,  gente che corre per prendere posto in tempo, lo spegnimento dei cellulari all’ultimo momento… Sembra tutto uguale agli anni passati, ma l’eccitazione non vacilla.
Anch’io mi do il ritocco all’ultimo momento, passandomi una dose generosa di rossetto viola sulle labbra. Lucido un’altra volta la mia penna Eletric-Pen 2000, ultimo modello uscito, parecchio costosa, ma ne è valsa la pena. La esibisco orgogliosamente sotto la luce accecante delle lampade dell’Anfiteatro Cittadino. Una tempesta di elettricità ronza intorno alla piazza. Il brusio di voci si fa piano piano più basso, fino a scomparire del tutto. Le luci si spengono, e per un attimo, mi dimentico chi sono e mi sento eccitata anch’io. Ma dura un’attimo. Scuoto leggermente la testa ripetendomi mentalmente:

Sei una giornalista, non una sciocca.
Sei una giornalista, non una sciocca.

Una lieve folata di vento tira nel verso sbagliato, e le pagine del mio taccuino si sfogliano velocemente, e rimmettendole apposto faccio parecchio rumore, dato che mi si vengono lanciate parecchie occhiattacce. Una musica inizia, l’Inno di Panem, lanciato ad un volume scandaloso con le sue note gravi e regali. Quando finisce, una luce si accende, illuminando il palcoscenico, due luci, tre, quattro, cinquemila. Gialle, bianche, blu, rosse. Che si muovono o stanno ferme, che lampeggiano o si spengono. Ceasar si alza dalla poltrona più rifatto che mai, con quintali di fard, rossetto e parrucche. Un sorriso autentico aleggia sul suo volto durante tutta la presentazione, e non sembra invecchiato di un giorno dalla prima volta che l’ho visto. Procede con allegria fino al momento che tutti aspettano: l’intervista ai tributi.















 

Angolo autrice:
Ciao a tutti! Se siete arrivati fino a questo punto, vi stimo molto ;) 
Come avete potuto capire, questa è la storia di una giornalista di Capitol City ,che si crede migliore degli altri, mentre assiste all'intervista dei 74th Hunger Games.
Questa era solo l'introduzione, perciò è un po' corta, ma cercherò di allungarli un po' di più dal prossimo. Non so ancora se parlare di Glimmer o di Glimmer e Marvel insieme, deciderò sul momento.
Spero vi sia piaciuto l'inizio :)
Un saluto,
Elisa

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Bellezza; ***


Capitolo uno; 

Bellezza



 

-Ed ecco a voi …. GLIMMER!

C’è un attimo, come tutti gli anni, in cui il tributo femminile non è ancora uscito ma tutti sanno che uscirà. Quel momento è uno dei più emozionanti di tutta la serata. I tributi la usano a proprio favore, entrando un secondo dopo per farsi desiderare di più, entrando un po’ prima per soddisfare la gente, oppure entrando lentamente, lasciando che la gente si gusti il momento. Il tributo di quest’anno, Glimmer, sembra che faccia tutte e tre. Entra con due attimi di ritardo, ma quando entra è spumeggiante e allegra, e cerca di ricompensare l’attesa camminando velocemente verso la poltrona, ma si ferma un attimo ad ammirare la stupefacente struttura illuminata e colorata, così che la gente riesca a gustare al meglio i suoi bellissimi occhi brillanti. Si adagia elegante ma frizzante sulla sedia, facendo aderire alla poltrona il suo grosso abito fru-fru. Un abito rosa accecante accanto a una divisa blu notte, una combinazione ben studiata, pare.
-Glimmer!- Perfino Ceasar rimane abbagliato della bellezza di Glimmer, che sorride senza sosta a tutti- Come sei bella, oggi!-
Probabilmente non era il primo complimento del giorno per lei, ma fa una faccia lusingata, ai confini della sorpresa.- Ti ringrazio moltissimo Caesar, ma se sono bella, si deve ringraziare il trucco – Dice, indicandosi la faccia, colma fino all’orlo di glitter dorato. Probabilmente non lo pensa, anzi, forse pensa che il trucco faccia solo una piccola parte della sua estreme bellezza.
-Sono sicuro di no – Il sorriso di lei si allarga – Ma passiamo alla tua mietitura, ci puoi dire chi era il ragazzo che prendevi per mano?- Domanda Ceasar con uno sguardo malizioso.
-Oh! – La sua faccia si colorisce lievemente. – Oh, bè, nessuno di importante.- Dice frettolosamente, forse per distogliere l’attenzione dalla domanda.
- Sono sicurissimo che fosse qualcuno di importante, vero? –
Le sue guance si colorano di rosso, un colore squisito nel suo caso.
-No … oh, bè …. Immagino che … non so … - Non credo che nessuno si aspettasse una Glimmer così timida, si è sempre mostrata molto spavalda e sicura di sé, o forse è solo spettacolo?
- Bè ecco, luièilmioragazzo. – Dice.
 – Non ho sentito.- La stuzzica Ceasar. A quel punto Glimmer alza la testa e guarda dritta negli occhi gli spettatori.
 – Lui è il mio ragazzo.- Lo dice lentamente, scandendo bene le parole, e le sue guance rimangono rosa come sempre.
Un Ceasar soddisfatto si rilassa sulla sua comoda poltrona, accavallando le gambe.
-Bè, complimenti a questo fortunato ragazzo, gli faccio gli auguri affinché tu torni a casa da lui. –
Per un attimo, un velo di dolore cala sugli occhi di Glimmer, un dolore autentico, profondo. Ma un nanosecondo dopo scompare, e lei ritorna spumeggiante e allegra come sempre.
-Ora non pensiamo a queste cose brutte, passiamo a qualcos’altro di più allegro. – Lo invoglia glimmer.
-Ok. – I suoi occhi mi dicono che per un attimo ha pensato alla domanda da fare, e poi l’ha fatta subito dopo. Questa è una sua capacità incredibile, quella di riuscire a formulare una buona domanda, al momento giusto e in poco tempo.
- Mi è piaciuto moltissimo il tuo abito alla parata. Era bellissimo, lungo, fantasioso e colorato. – Non sono i commenti migliori che poteva fare, ma si capisce che sta cercando di dare la parola a Glimmer. Lo capisce anche lei, e inizia subito in una lunga descrizione di ogni singolo centimetro quadrato del suo abito. Dice che la tunica era bella, ma il pezzo forte era il copricapo, elaborato, pieno, elegante, questi sono gli aggettivi che ha usato. Passa alla descrizione della sua acconciatura, poi al trucco e infine alle unghie. Quando finisce, Ceasar la guarda un attimo con sguardo perso, ma si riprende e si drizza la schiena, muovendo la mascella, probabilmente per trattenere uno sbadiglio.
-Esilerante! Perciò il tuo stilista si deve essere impegnato molto per confezionarlo. –
Lei annuisce educatamente.
-E il tuo 9 al centro di addestramento? Favoloso! Il distretto 1 è solito prendere 8. –
Il distretto 1 è solito prendere 9, e lei lo sa bene, ma Ceasar lo dice per metterla più in luce.
-Ti ringrazio moltissimo, Ceasar. – Dice, mentre sfoggia il suo occhio verde smeraldo facendogli l’occhiolino.
-E … Ci puoi dire come ci sei riuscita? –
 - Oh no! Non si può dire che cosa abbiamo fatto, è segretissimo! – è probabile che il suo intento era di mettere un po’ di mistery nella risposta, ma non ci riesce, sembra una bambina di quattro anni quando lo dice. Lei si accorge di aver sbagliato, e cerca di far ritornare l’attenzione sul fatto che ha preso 9, ma proprio in quel momento il segnale che l’intervista è finita si fa vivo.
Ceasar e Glimmer si baciano sulle guance e si salutano, lasciando l’intervista con una lieve nota amara.














Oooooook, grazie come sempre a tutti se siete arrivati fin qui.
Oggi ho pubblicato un'introduzione e un capitolo, scritti in una mezz'oretta, un bel risultato direi .
Se recensirete le storie sarei molto felice :)
Non ne ho idea di quando metterò il prossimo, deve venirmi l'ispirazione.
Un saluto,
Elisa

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Divertimento; ***


Capitolo due;

Divertimento
 




 -Bene signori e signore, adesso ecco a voi … -
- BUU! –
Tutti i presenti si mettono una mano al cuore per la sorpresa, alcuni iniziano a ridere, e non riescono più a smettere, molti sputano la bevanda che avevano in bocca per evitare di strozzarsi. Marvel intanto, calmissimo come se non fosse successo nulla, si alza da dietro la poltrona da cui si stava nascondendo  e si siede, poggiandosi piuttosto tranquillo allo schienale.
-Bè, è successo qualcosa?- Dice come se non capisse perché non gli chiedevano niente, girando la testa a destra e a sinistra. Ceasar intanto cerca di sorregersi sul bracciolo del divanetto, strabbuzzando gli occhi e fissando Marvel.
-Tu, tu … Io, io … Come accidenti hai fatto? –
-A fare che? –
-A saltare da dietro la sedia! A comparire mentre un’attimo prima non c’eri! A … -
-Hey hey hey, calmi tutti! Cosa vi aspettate, che vi racconti come ho fatto? Sono i segreti del mestiere, chiaro. – Dice Marvel con un tono malizioso e ovvio allo stesso tempo.
-Bè, è chiaro che nessuno di noi se lo aspettava, vero? – Il pubblico risponde con numerosi “è vero!”, “Si!”.
Ceasar si siede tranquillo anche lui sulla poltrona, contento che l’intervista sia iniziata bene. Congiunge le mani sulle gambe abbassando la schiena e fa la prima domanda.
-Come mai ti sei offerto volontario agli Hunger Games, Marvel? –
-Chi si è offerto volontario? Ah, io, si, è vero. Bè, non avevo niente di meglio da fare e allora ho alzato la mano, nessuna ragione particolare. – Dice facendo un gesto con la mano, come a scacciare una mosca.
-Perciò non lo hai fatto perché pensi che tu possa vincere? –
-Come?! Credevo non ci fossero dubbi che vincerò io, insomma guardate. – Dice mentre cerca di levarsi il panciotto blu bruco e scoprendo i suoi addominali scolpiti. – Cioè, guardate che roba, sono una bomba questi cosi! – Il pubblico era in delirio, risate sconvolte ininterrotte che coprivano ogni altro suono . Ceasar con la bocca semiaperta a guardare Marvel che fissava il suo ombelico. Non credo che si fosse mai vista una cosa così durante le interviste.
-Marvel, perfavore, ci sono delle signore. – Dice  Ceasar mentre  ricopre la sua pancia con la giacca.
-Bè, non hanno mai visto una tartaruga? – Chiede marvel.
-Una che? –
-Un tartaruga! – Esclama Marvel spazientito che non capisse. – Una pancia perfetta come la mia. –
-Ah quella. Ma certo! la mia no?- Si tamburella la pancia piatta rifatta e strafatta. Marvel la guarda con disapprovazione.
-Non credo sia esattamente perfetta come la mia, ma ci passerò su. – Il pubblico non aveva ancora smesso di ridere.
-Che cosa ne pensi del tuo abito alla parata? –
- Era carino, non alla mia altezza, ovvio, ma era carino. – Dice Marvel con un’aria sufficiente. – Non mi sottolineava abbastanza il mio sorriso, l’attenzione andava tutta sulle spalle, mah …. Che cosa ci trova di tanto interessante lo stilista su un paio di spalle. Mistero! –
- Ma dai! E a me che era piaciuto tanto … -
- No, no … Non hai proprio gusto Ceasar. Ti credevo meglio, lo confesso. – Altra ondata di risate.
- Suppongo che anche il tuo 9 in addestramento non è alla tua altezza. –
- Veramente secondo me mi hanno dato troppo. – Ceasar strabuzza gli occhi.
- Come? –
- Ma sì! Insomma, ho dormicchiato i primi quindici minuti sopra quel materasso che serve per saltare, poi però ho contribuito a rimediare un bel po’ di cibo dalle cucine, perciò hanno optato per un 9. –
I vari strateghi sul balconi si nascondono alla vista della gente, rossi come peperoni.
-Solo tu potevi fare una cosa così! –
Marvel per la prima volta non risponde con una battuta sarcastica, ma con un sorriso  autentico.
-Grazie Ceasar. –
Il fischio suona.
E l’intervista viene lasciata con una divertente nota allegra.

 


























Ciao a tutti sono felice che siate arrivati fin qui e bla bla bla. Piuttosto parliamo di cose più belle. Questo capitolo non mi piace per niente (cosa molto bella), ma l'ho scritta e riscritta tre volte, e alla fine l'ho lasciata così. Però a me piace questo Marvel molto divertente e fiero, io lo vedo così. Tanto sono sicura di aver fatto qualche errore di grammatica, riferite pure u.u Tra luce che salta, computer che si rompono, fratelli rompi scatole e più ne ha più ne metta, è un miracolo che questo capitolo sia stato finito.
Un saluto,
Elisa

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1489369