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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** La metro non perdona ***
Capitolo 3: *** Non sei stupida.. ***
Capitolo 4: *** Hakodate ***
Capitolo 5: *** Il 5 Maggio ***
Capitolo 6: *** Auguri nii-san ***
Capitolo 7: *** Pianti notturni ***
Capitolo 8: *** Gelosia ***
Capitolo 9: *** Baci, lacrime e ripensamenti ***
Capitolo 10: *** Quando la paura ti fa fare cose stupide ***
Capitolo 11: *** Terrore in villa Uchiha ***
Capitolo 12: *** Nuove alleanze ***
Capitolo 13: *** Sei un mostro ***
Capitolo 14: *** Confusione ***
Capitolo 15: *** Allucinazioni? ***
Capitolo 16: *** Festival e pungenti polemiche ***
Capitolo 17: *** Coraggio e integrità morale ***
Capitolo 18: *** Piani malefici organizzati da persone testarde ***
Capitolo 19: *** Un nuovo incontro ***
Capitolo 20: *** Problemi karmici dal passato ***
Capitolo 21: *** Tra scherzi innocenti e sanguinose vendette ***
Capitolo 22: *** Il coraggio di prendere in mano la propria vita ***
Capitolo 23: *** Di brutti segni e scoperte anche peggiori ***
Capitolo 1 *** L'inizio di tutto ***
sasuhina
Salve a tutti e buon Natale, anche se leggermente in ritardo.
Che dire? Amo profondamente il Sasuhina, per quanto sappia che Hinata
non abbia occhi che per Naruto, e che Sasuke ha in mente solo la
vendetta, senza contare che, praticamente, non si sono mai rivolti
la parola. Eppure li trovo semplicemente adorabili insieme. Per quanto
riguarda le altre coppie invece non ho ancora deciso e mi piacerebbe
sentire un vostro parere.. bah
A parte questo ci tengo a precisare che ho provato a mantenere il
carattere dei personaggi il più possibile simile agli originali
ma, essendo in un altro universo, senza guerre e senza tutti i morti
che ne derivano, l'operazione potrebbe risultare pressoché
inutile. Tra l'altro penso che senza la morte del suo clan Sasuke
sarebbe diventato veramente un po'.. truzzo (?).. Non so, magari sono
troppo di parte..
Coooomunque, dopo questo sproloquio inutile vi lascio alla storia.
Premetto che questo è solo un prologo, ed anche piuttosto corto
ma spero lo stesso che vi piaccia.
Ovviamente, i personaggi non mi appartengono me sono esclusivamente di Kishimoto
-L'inizio di tutto-
Il viaggio in aereo era stato lungo e stancante. Trovarsi in un
aeroporto affollato come pochi era stato disorientante e snervante. Ma tutto ciò non
era niente in confronto a quello che stava passando in quel preciso istante.
Dopo essere stata sballottata per mezzo continente lei, Hinata Hyuga,
figlia di uno degli uomini più ricchi della nazione, si era
ritrovata in una casa praticamente sconosciuta abitata da persone
altrettanto sconosciute. In più, come se tutto ciò non fosse abbastanza, davanti lei c'era un
ragazzo con lo sguardo tutt'altro che amichevole che la guardava come
se fosse stata poco più di un insetto. Fortunatamente, o almeno credeva, accanto al suddetto si
trovava un ragazzo poco più alto che le sorrideva gentile e
pacato.
L'uomo che era venuto a prenderla in aeroporto, nonché padre
dei due giovani, le appoggiò con decisione una mano sulla spalla
risvegliandola dai propri pensieri e fece le presentazioni.
-Allora
Hinata, quello più grande è il mio primogenito, Itachi,
mentre l'altro è Sasuke. Ragazzi lei è Hinata, la ragazza
di cui vi ho parlato-
La ragazza accennò un lieve sorriso imbarazzato e fece un goffo inchino mormorando un lieve "piacere".
Il maggiore dei due rispose con sicurezza all'inchino allargando ulteriormente il suo sorriso.
Il minore invece l'aveva scrutata per attimi interminabili poi, con
sguardo di sufficienza aveva ghignato e dato mostra delle sue ottime capacità relazionali.
-Tsk, e così tu saresti
l'inetta ripudiata dal padre?-
Tutti i presenti in quella stanza spalancarono gli occhi sconcertati
aspettandosi uno spargimento di sangue ma la giovane, con sorpresa di
tutti, si limitò ad arrossire ulteriormente e a fare un altro
inchino.
-I-In realtà s-sono stata mandata qui p-per formarmi il
carattere in modo da poter prendere in mano l'azienda di famiglia i-in
futuro..-
Il
ragazzo alzò un sopracciglio seccato, quella tizia lo stava
decisamente seccando, non la voleva. Insomma, lei non era capace a
tirare fuori le palle e lui, povero cristo, doveva rimetterci? E
cchecazzo -Non ci ho
capito un "h". Non riesci ad alzare la voce?-
-Adesso basta. Sasuke smettila di fare il solito scorbutico-
Mikoto Uchiha, che fino ad allora era stata alle spalle della
ragazza, era intervenuta nella discussione e, con sguardo severo aveva
ripreso il secondogenito. Era mai possibile che suo figlio fosse
sempre così maleducato?
-Mpf-
-Vieni Hinata, ti mostro la tua camera-
Sorrise dolcemente alla
corvina cercando di incoraggiarla ma, come risposta, ottenne solo un
leggero sorriso di circostanza.
Appena le due donne si furono allontanate Itachi diede un coppino al
fratello
-Così rimarrai solo a vita Otouto-
-Tanto meglio-
E,
mentre anche i due ragazzi tornavano a svolgere le loro attività,
Fugaku sospirò pesantemente chiedendosi se, accettare la
richiesta dell'amico Hiashi, non fosse stato solo un enorme errore.
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Capitolo 2 *** La metro non perdona ***
sasuhina cap 1
Buona giornata a tutti cari effepipiani (?), inizio ringraziando tutti quelli che hanno messo la storia tra le "seguite", "preferite" o "ricordate". Inoltre un grazie particolare va a chi a recensito, mi avete reso davvero davvero felice.
Prima di lasciarvi alla storia ho un paio di chiarimenti da fare.
Questo capitolo l'ho suddiviso tra il "presente" dei nostri personaggi
ed il "passato"mentre i capitoli seguenti tratteranno solo del passato,
che per questa ff trovo più comodo. Per l'inizio, invece, mi
sembrava quasi scontato adoperare questa soluzione, in modo da indicare
il punto a cui dovrò arrivare. Spero di essere stata chiara,
anche se conoscendo le mie doti di spiegazione la vedo dura..
Un'ultima cosa, per quanto riguarda gli aggiornamenti non posso fare
promesse sulla loro puntualità anche se pensavo di pubblicare
almeno una volta alla settimana, o, al massimo, ogni due. Sappiate che
mi metterò d'impegno per riuscirci. Questo capitolo ho deciso di
pubblicarlo prima, perdendo così giorni preziosi per la sua
revisione, perché fino a circa giovedì prossimo non
potrò aggiornare e mi sentivo in colpa a lasciarvi con solo quel
mini prologo..
Comunque, la smetto di assillarvi e.. buona lettura!
P.S. scusate anche per i titoli, però quando mi vengono in mente mi sembrano geniali.. eh.. ignorateli.
-La metro non perdona-
La sveglia ormai era già suonata da circa dieci minuti eppure,
non riusciva proprio ad alzarsi. Il giorno prima era andata letto tardi
e, ora, ne pagava le conseguenze; nonostante questo, però, tutti
quei pensieri che le
vorticavano in testa erano in omaggio. Un omaggio che avrebbe preferito
non avere. Avrebbe dato di tutto per essere di nuovo a Tokyo,
a casa sua, con i suoi quattro amici, e senza problemi, esclusi quelli
del suo carattere, ovviamente. E invece no, ora si trovava ad Osaka, in
un letto distante circa 500km dalla sua camera e con sei ore circa di
viaggio a separarla dai suoi amici. Beh, oddio, le sei ore la separavano
anche dalle manie di perfezione di suo padre, il che, in se per se, non
era un male. Ok, mettiamola così: se Sasuke non fosse stato
Sasuke, se Itachi fosse stato leggermente meno ficcanaso, se Naruto
fosse stato meno splendente, e un po' meno stupido, sarebbe andato
tutto bene fin dall'inizio..
Quello sarebbe dovuto essere il suo primo giorno nella nuova scuola.
Aveva passato la nottata ad autoconvincersi, inutilmente, che sarebbe
andato tutto bene ma, mentre guardava le porte della metropolitana
chiudersi, separandola da Sasuke, le sue paure si fecero più
incalzanti. Per quale assurdo motivo, mentre lei era ancora sul marciapiede, il ragazzo che avrebbe dovuto
accompagnarla a scuola si trovava sulla metropolitana e la guardava impassibile?
Con una calma che non le apparteneva era andata a sedersi su una delle
panchine e, mentre gli occhi avevo già iniziato ad inumidirsi, con tutto l'autocontrollo di cui disponeva si impose di
mantenere la respirazione regolare. Non poteva andare in
iperventilazione dopo neanche una settimana che era lì. Avrebbe
chiamato Itachi, lui l'avrebbe sicuramente aiutata. O almeno questo era quello che sperava; con gli Uchiha non si poteva mai essere sicuri di qualcosa.
Doveva ammettere che l'auto di Itachi non era male, certo, non era come
le limousine a cui era abituata, ma neanche come quella metropolitana
piena di gente che avrebbe dovuto prendere come alternativa.
-Cosa vorrebbe dire che "Sasuke ha preso la metro lasciandoti sul marciapiede"?-
-E-ecco, io, n-non sono stata abbastanza veloce da salire che le porte si sono chiuse..-
-E lui?-
-P-penso non s-se ne sia accorto-
Doveva assolutamente smetterla di torturarsi una ciocca di capelli quando diceva un
bugia, altrimenti lo avrebbero capito anche loro; a casa la scoprivano
sempre
a causa di quel suo piccolo tic. Il fatto era che non voleva
ammettere ad Itachi che Sasuke l'aveva bellamente ignorata e che,
mentre lei correva cercando di salire sul vagone, lui l'aveva guardata
indifferente dal vetro.
-Mio fratello è un imbecille-
Magari non proprio un imbecille, solo un po' maleducato, menefreghista e cinico..
Quando a scuola, pensando di aver
superato il peggio, si era tranquillizzata Naruto Namikaze, 1,75m
di energia per 58,9kg di stupidità,
si abbatté prepotentemente contro la povera Hinata, un misero
metro e sessanta di timidezza e circa 45kg di dolcezza. Lo
spiaccicamento della ragazza contro il pavimento fu inevitabile.
-Oh, accidenti scusa, non ti avevo visto il fatto è che..-
-Naruto!-
A distrarlo dai suoi pensieri ci pensò la voce della preside.
Con 1,63m di irritazione e 48,9kg di aura malefica, Tsunade Senju,
nonché direttrice della scuola, si stagliava sui due ragazzi
scrocchiando le nocche.
-Come mai non sei ancora in classe?-
Il povero ragazzo perse
immediatamente tutto il suo coraggio, quella donna quando si arrabbiava
faceva davvero, davvero, davvero tanta paura.
-Baa-ch..-
Un poderoso pugno si era adagiato in
modo tutt'altro che delicato sulla
sua testa impedendogli di finire la frase. A salvare il povero
malcapitato da altre dolci pugnetti affettuosi della donna ci
pensò, inconsapevolmente, quella ragazza somigliante ad un
angelo.
-E-ehm.. s-scusate...-
-Oh, sì certo. Hinata questo è Naruto, Naruto questa è Hinata Hyuga, la tua nuova
compagna di classe. Ci pensi te a presentarla al professore?.. Io ho
delle pratiche da sbrigare..-
-Bere sake non è una prat..-
Un pugno più forte del
precedente mandò il ragazzo contro
il muro, formando una lieve crepa nel punto in cui aveva sbattuto la
testa il biondino. Imprecando a voce bassa, ma neanche troppo, la donna
si diresse verso il suo ufficio, incurante dei traumi che aveva appena
provocato alla sua nuova alunna; senza considerare il trauma cranico
causato al biondino.
Quel decerebrato di suo nipote non avrebbe mai imparato a comportarsi
nel modo giusto con le persone più mature di lui. Tutta colpa di
quello sconsiderato del padrino che si ritrovava. Insomma, quale essere
vivente di sesso mashile, nonostante avesse una moglie fantastica come
lei ad attenderlo a casa, o al massimo al bar, preferiva spiare le
ragazze nei bagni termali? Solo un maniaco decerebrato, anche
più del nipote, ecco chi.
Mentre la donna si perdeva nei suoi ragionamenti, la Hyuga, ripresasi
dallo shock, si era avvicinata al suo nuovo compagno di classe per
controllare che fosse ancora vivo.
-T-tutto bene?-
Bastò quel flebile sussurro a riportarlo alla realtà.
Beh, a dire il vero non si era rianimato così velocemente. All'inizio
aveva visto solamente una lunga chioma corvina, poi, pian piano, era
riuscito a focalizzare due occhi così chiari da sembrare due
perle che lo guardavano con preoccupazione e solo alla fine aveva notato
il fazzoletto di raso lilla che gli stava porgendo. Quella ragazza
sembrava davvero un angelo. Con un balzo si rimise in piedi ed
iniziò a grattarsi la testa imbarazzato.
-Io sono Naruto Namikaze, il futuro sindaco della città!-
Con un
sorriso pieno di fiducia si indicò col pollice della mano libera.
Ecco, se ignorava il dolore alla testa riusciva anche a sembrare
abbastanza baldanzoso. Con sicurezza le porse la mano che lei strinse
delicata.
-Piacere Hinata-
-Quindi saremo in classe insieme? Perfetto.. Non vedo l'ora di farti conoscere gli altri, penso ti troverai bene sai..-
Ormai il biondino aveva iniziato a sproloquiare tranquillamente, anche solo pensare di poterlo fermare era da pazzi.
Era ancora assonnata quella mattina, ultimamente si sentiva
sempre stanca. Quando scese per andare a fare colazione trovò
Sasuke
già in cucina che l'aspettava. Questo, sentita la presenza
silenziosa della ragazza, aveva alzato a malapena gli occhi dal libro
per
darle il buongiorno. Come faceva ad essere sempre così
mattiniero? A
volte le veniva persino il dubbio che andasse a dormire..
Quella mattina si era preparata alla
velocità della luce, non vedeva l'ora di rivedere quel ragazzo
biondo pieno di vita che le aveva rubato il cuore. Velocemente scese le
scale ma, solo quando arrivò in fondo si accorse
della presenza di Sasuke. Era lì appoggiato al muro con la sua
solita aria annoiata.
-Finalmente ti sei degnata di scendere-
-S-sì, scusa. Non pensavo mi aspettassi..-
-Hanno minacciato di lasciarmi senza cibo. In ogni caso è solo per oggi-
-Oh.. g-grazie-
Ok, ora capiva perché il padre
l'aveva mandata via di casa. La ragazza gli sorrise e, sembrava persino
essergli veramente riconoscente. Era dolce e innocente, due
qualità inutili, se non controproducenti, per il suo futuro
ruolo di capo in un clan tanto importante e ricco quali gli Hyuga.
Con un sonoro sbuffo le diede le spalle ed uscì di casa.
La scena si stava ripetendo
esattamente come il giorno precedente. Le porte si stavano chiudendo e
lei era ancora lontana dalle porte. Nel mentre Sasuke guardava la scena
con somma indifferenza, d'altronde non era lui quello che rischiava di
perdere la metro, di nuovo. Ormai si era convinta di dover richiamare
Itachi quando Sasuke tenne aperta la porta facendole guadagnare qualche
secondo. Secondi che lei stava prontamente per sprecare tanta era la
sorpresa. "Muoviti". Sentendo quella voce così glaciale impose
alle proprie gambe di muoversi e, con una rapida corsetta, riuscì a
salire sul vagone appena in tempo.
Un gemito di dolore la riportò alla realtà. Leggermente
spaventata si voltò trovando un Sasuke più alterato del solito
intento a storcere la mano di un pover'uomo di mezza età.
-S-Sasuke?-
-Questo pezzo di merda stava per toccarti il culo-
Tralasciando il linguaggio decisamente poco poetico non poté
trattenersi dal sorridergli. Dopotutto era stato dolce a difenderla.
-Mi scusi, la prego.. io-
La voce disperata dell'uomo la fece desistere dal tornare nel suo mondo dei sogni.
-Sasuke lascialo, così rischi di rompergli la mano..-
-E quindi?-
-Sasuke..-
-Tsk, sei sempre troppo buona. E in quanto a te..-
Lo sguardo che gli si era lievemente addolcito guardando la corvina
tornò immediatamente di ghiaccio quando si rivolse
nuovamente all'uomo
-.. se non sai tenere le mani al loro posto non andare in luoghi
affollati o, la prossima volta che ti vedo, la mano rotta sarà
la cosa più indolore che ti capiterà. Tutto chiaro?-
Nonostante l'uomo stesse sudando freddo, e a lei non piacesse vedere le
persone soffrire, non riuscì proprio a trattenere un lieve
risolino. Sasuke le diede un'occhiataccia ma non osò commentare;
lui stesso si stupiva di come fosse diventato protettivo nei confronti
di quella ragazzina sempre pronta a cacciarsi in qualche guaio. Senza dirle niente la prese per un braccio e la
trascinò fino ad un angolino vicino ad una delle porte, dove la
imprigionò fra le sue braccia.
-Sembri divertito..-
Ghignò vedendo quella leggera luce di malizia negli occhi della
ragazza. Era sicuro che quando si erano conosciuti quella
scintilla non ci fosse. Chissà se suo padre sarebbe stata fiera
di lei..
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Capitolo 3 *** Non sei stupida.. ***
sasuhina 3
Inizio col
ringraziare tutti quelli che hanno letto, messo le storie tra
preferiteseguitericordate e, soprattutto, chi ha recensito (I
love you
guys <3 ). Inoltre, ci tenevo a darvi gli auguri di buon anno, visto
che nello scorso capitolo me ne sono dimenticata. Scusate..
Aaaaaallora, in questo capitolo vedremo un Sasuke lievemente più
gentile, inizierà la sua ascesa verso la dolcezza ed un mondo
migliore.. Sì, ok. Il freddo mi ha dato alla testa.
Ondevitare altri sproloqui inutili vi lascio direttamente alla storia, buona lettura :D
-Non sei stupida-
Era appena suonata la campanella, quando il suo banco venne
letteralmente travolto da una rossa tutto pepe. Karin Uzumaki,
nonché cugina del ragazzo per cui aveva completamente e
totalmente perso la testa, le si era fiondata contro. Quella mattina
aveva avuto un incontro ravvicinato con Sasuke e, ora, non vedeva l'ora
di raccontare tutto alla dolce corvina. E' vero, la conosceva da poco
più di una settimana eppure si fidava ciecamente di lei e poi, se tutto
fosse andato secondo il suo malefico piano, sarebbe diventata presto la sua
cugina acquistata. Sempre che si dicesse così; avrebbe dovuto
informarsi..
La voce di quel grand'uomo che era Sasuke, nonché loro
capoclasse, le impedì di perdersi in uno dei suoi soliti viaggi
mentali. Prima di correre al suo posto Karin riuscì solamente a
fare un gesto veloce con la testa per fare capire a Hinata che avrebbero continuato
dopo la loro chiacchierata.
- Kiritsu.. kiwotsuke.. yumi.. chakuseki-*
Quando tutti si furono seduti il professore scrutò attentamente
tutti i suoi alunni per poi lasciarsi andare ad un sorriso leggermente
sadico. O almeno pensava che fosse così, visto che la mascherina
gli copriva metà volto non poteva esserne del tutto certa.
-Come avrete certamente notato la settimana scorsa sono stato assente..-
Dal fondo dell'aulo potè distinguere chiaramente la voce di
quella testa quadra di suo cugino che borbottava qualcosa simile ad un
"ed io che pensavo fosse solo uno dei suoi ritardi".
-.. e come certamente avrete notato abbiamo dovuto saltare la verifica a sorpresa della settimana scorsa, quindi..-
Nella classe iniziò a levarsi un leggero brusio e, mentre alcuni
prendevano i libri nel disperato tentativo di memorizzare qualcosa, gli
altri iniziarono a pregare affinchè qualche Dio impedisse al professore di terminare la frase.
-.. la faremo oggi!-
Per mezzo secondo ci fu un silenzio surreale, che venne prontamente interrotto da Naruto.
-Ma non può farlo! E poi c'è la nuova alunna!-
Il professore lo guardò con sguardo di sufficienza mentre inizava a distribuire i fogli.
-Tanto meglio, almeno valuteremo le sue conoscenze. Ora seduto e zitto.-
Ora capiva cosa provava suo cugino ogni volta che prendeva un'insufficienza..
Però, lui dopo andava a casa del suo migliore amico,
nonché il suddetto figo da paura, a "studiare" o, come lo
definiva il moretto, a "rompere i coglioni sperando che un qualsivoglia
concetto si memorizzi in una testa completamente vuota". Bene, se lo
poteva fare lui, allora lo avrebbe potuto fare anche lei con la sua nuova grande
amica; che poi questa vivesse sotto lo stesso tetto di Sasuke era solo
una coincidenza. Alla faccia di quella truzza coi capelli rosa.
-Ehi Karin ogg..-
-Non ora squaletto da quattro soldi, ho da fare! Muahahahahhahahahahah-
-Ehi strega dei miei stivali!-
Suigetsu, il ragazzo dai capelli bianchi, sbuffò rassegnato;
l'avevano persa. Ma per quale dannato motivo tutte sbavavano,
letteralmente parlando, dietro a Sasuke?
Un loro compagno di classe dai capelli arancioni gli si affiancò e
gli appoggiò con fare consolatore una mano sulla spalla, mentre
con l'altra mano accarezzava un uccellino che gli si era posato sulla
spalla
-..ehi Juugo, quel coso cinguettante da dove sbuca?-
-si chiama "Piumino",un mio nuovo amico-
-.. ehi Juugo, perché la vita è così crudele?-
Il ragazzo per una manciata di minuti rimase perlpesso alla domanda
dell'amico. Non aveva ben capito se la domanda si riferisse a Karin, la
sclerata nonché loro migliore amica, che correva dietro a Sasuke
o a "Piumino". Oh beh, in realtà non gliene fregava poi molto di
capire quel fissato della fauna ittica.
Ed eccola, finalmente era lì. Davanti al cancello di casa Uchiha
e, questa volta, non c'erano quei due guastafeste di Suigetsu e Juugo.
C'erano solo lei, Sasuke-kun e Hinata. Beh, per Hinata non era un
problema, si era portata dietro Naruto apposta. Tutto sarebbe andato
esattamen..
-K-karin? Potresti far sparire l'aurea malefica che ti circonda e quello sguardo inquietante? Mi turbi..-
La ragazza, ignorando deliberatamente il non-complimento del cugino, lo
raggiunse piroettando e, con fare cospiratore, gli circondò le
spalle col braccio.
-Narutuccio adorato, tu non immagini nemmeno quanto dovrai essermi riconoscente dopo oggi..-
Il ragazzo, impaurito dalla risata malefica della rossa si
affrettò a suonare il campanello. Ma perché a sua cugina
doveva piacere proprio il suo migliore amico?
Ad aprirgli fu proprio il minore degli Uchiha che, dopo uno sguardo
stranito alla sclerata che rideva dietro di lui, tornò ad avere
la sua solita aria alla "Uchiha".
-A quanto pare oggi c'è una vera e propria invasione.-
-Eh?-
-Dai entrate. Gli altri sono tutti di là.-
I due cugini si guardarono incuriositi. Altri? Quali altri?
Se fino a due secondi fa la speranza di coronare il suo sogno d'amore
era a pochi di centimetri di distanza ora, beh, ora era
così lontano che non sarebbe riuscito a vederlo neanche con un
telescopio. Per quale assurdo motivo Suigetsu era spaparanzato sul
divano a leggersi una rivista mentre Juugo rideva sommessamente con Hinata,
quella che sarebbe dovuta essere una sua complice? Ma, soprattutto,
perché quella cozza rosa era seduta di fronte a Juugo mentre la
guardava sorridendo compiaciuta? Oh, ma lei avrebbe trovato il
colpevole e gliela avrebbe fatta pagare cara, mooolto..
-Sakura-chaaaaaaaaaaaaaan-
Prima che il biondino riuscisse a buttarsi sulla sua eterna rivale gli
tirò un cazzoto in testa. Che cosa aveva fatto di male per non
avere neanche il cugino, sangue del suo sangue, dalla sua parte?
-Bene, io vado, quando ve ne andate sistemate tutto-
Sakura alle parole del moro si alzò veloce e lo affiancò con un dolce sorriso sulle labbra.
-Vengo con te-
-No-
-M-ma..-
-Siete qui per Hinata, o sbaglio?-
Mi spiace carina ma ormai è chiaro. Il karma esiste.
Quando sentirono la porta della camera di Sasuke chiudersi le due ospiti si guardarono con sguardo omicida.
-E tu cosa ci fai qui?-
-Sono venuta per ripassare con Hinata-chan, proprio come te..-
Quando Itachi tornò dall'università trovò nel soggiorno una
ragazza dai capelli rossi tirare i capelli ad una rosa mentre l'altra le mordeva un
braccio con foga. Il ragazzo coi capelli bianchi, invece, aveva arrotolato una rivista in modo da
poterla usare come megafono per le sue, alquanto rumorose,
incitazioni. In mezzo a quel casino la dolce Hinata faceva la spola tra
le due amiche e il canuto chiedendo alle due di smetterla e all'altro
di abbassare la voce per non disturbare i vicini. Solo alla fine
notò un altro amico del fratello seduto compostamente, come se
la situazione non lo turbasse minimamente, mentre accarezzava un cane.
Ora, la domanda sorgeva spontanea; quel cane da dove arrivava?
Con movimenti di una lentezza calcolata tossì in modo da
segnalare la sua presenza. Tutti si fermarono, e fu sicuro di vedere la
Hyuga tirare un sospiro di sollievo seguito subito dopo da un forte
rossore sulle guance.
-Si può sapere cosa succede qui?-
Anche se la domanda era rivolta a tutti, a tentare una risposta fu solo
la povera Hinata. Insomma, era stata scelta nella silenziosa
unanimità come possibile vittima da immolare.
-Ec-ecco.. io.. m-mi spiace-
Nel vederla così in difficoltà quasi si pentì di
non essersi diretto subito in camera sua, facendo finta di non aver
visto niente. Con l'indice e il medio picchiettò sulla sua fronte in
mondo che rialzasse la testa e che potesse vedere il suo sorriso
incoraggiante.
-Dov'è Sasuke?-
-I-in camera-
Non riuscì a risponderle che un uragano biondo entrò in
casa urlando che aveva comprato del ramen per festeggiare il
"pomeriggio studio".
Non c'era niente di meglio di una bella doccia calda per rilassarsi
dopo una giornata del genere. Quei tizi, che insistevano a definirsi
suoi amici, gli avevavo occupato il salotto per tutto il pomeriggio
facendo una casino dell'accidente e impedendogli di studiare. E tutto
per colpa della Hyuga; da quando era arrivata aveva causato solo guai.
E allora, se continuava a ripetersi che non la sopportava,
perché anche quel giorno si trovava dietro la porta
della sua camera ad ascoltare i suoi malcelati singhiozzi? Quel
giorno gli sembravano anche peggio delle altre volte. Poco importava.
Quella tipa i guai se li cercava, perché avrebbe dovuto
rimetterci lui? Quando si girò, pronto per
andare a dormire, trovò il fratello che lo fissava a metà
tra l'incuriosito e il divertito. Si sentiva proprio come quando da
piccolo Itachi lo aveva beccato in camera sua intento a provarsi tutti
i suoi vestiti, di almeno tre taglie più grandi, nel vano
tentativo di imitare il suo aniki. Dopo un
leggero mugugno, che avrebbe dovuto significare qualcosa tipo "ho
dimenticato una cosa in camera", bussò veloce e, senza aspettare
la risposta nè del fratello nè della corvina,
entrò. Se prima si
sentiva lievemente a disagio ora la cosa era peggiorata. Hinata,
sentendolo entrare, si era girata di scatto fingendo di sistemare
qualcosa sulla scrivania e, con un filo di voce ancora tremolente, gli
aveva chiesto cosa ci facesse lì. E ora che cazzo le avrebbe
potuto dire?
Il cuore le martellava nel petto ad una velocità impressionante;
non si aspettava che qualcuno entrasse e, soprattutto, non si aspettava
che quel "qualcuno" fosse proprio Sasuke. Lui non la sopportava, era
evidente, per questo si sarebbe sentita ancora più a disagio a
farsi vedere piangere proprio da lui. Quando con la coda dell'occhio lo
vide andare dove c'era la libreria ne approfittò per asciugarsi
velocemente le lacrime.
Nonostante sapesse di quanto lei lo infastidisse quando lo vide
temporeggiare davanti alla porta non potè fare a meno di
pensare che si stesse preoccupando per lei e che, in qualche modo,
volesse consolarla. Per questo quando dalle labbra del ragazzo
uscì solamente il solito "tsk" ne fu segremente delusa.
La mattina seguente, anche se era domenica, si era alzata di buon ora quando aveva notato i due
coniugi Uchiha passare da una stanza all'altra della casa
frettolosamente.
-Oh cara, ti sei svegliata?-
-Mikoto, è lì in piedi davanti a te. Pensi sia sonnambula?-
La voce autoritaria del padre famiglia, arrivò nitidamente alle
orecchie delle due. Certe volte si chiedeva come avesse fatto una donna
dolce come Mikoto a sposare un uomo burbero come Fugaku, ma, subito dopo,
si ricordava di quando qualche giorno prima, senza essere vista, aveva sentito
l'uomo sussurrare parole dolci alla moglie dopo una giornata
particolarmente snervante. Evidentemente quella che portava solitamente
Fugaku era solo una maschera che, nell'intimità del matrimonio,
cedeva il posto ad un marito premuroso. Forse anche la severità
di suo padre era solo il frutto di una maschera.. sinceramente, ne dubitava
fortemente.
-Oh scusa caro. Hinata-chan, posso chiederti un favore? Vedi, noi ora
dobbiamo uscire per.. un impegno di lavoro, sì. Comunque, non ho
fatto in tempo a preparare la colazione a quei due, so che ti
sembrerà strano, ma a cucinare sono uno peggio dell'altro
quindi, potresti occupartene tu?-
-C-certo-
La signora Uchiha le sorrise solare, lo aveva sempre detto che un'altra
donna in casa avrebbe fatto comodo. Insomma, convivere con tre maschi,
di cui uno aveva da poco superato l'adolescenza, mentre l'altro era
ancora nella fase più nera del processo, non era un gioco da
ragazzi.
-Perfetto, nel caso non tornassimo in tempo per pranzo ti affido anche
quello, male che vada ordina delle pizze. Ci vediamo dopo tesoro-
Con un sonoro "smack" sulla guancia la donna uscì velocemente. Il marito,
invece, le passò davanti facendole un movimento del capo come
saluto.
-Attenta a non permettere a quei due di bruciare qualcosa. Sono dei mezzi piromani.-
-S-sì-
Perfetto, lei aveva il terrore del fuoco ed ora si ritrovava in casa
con due "mezzi piromani"? Forse, sarebbe stato meglio se fosse rimasta
a letto.
Scoraggiarsi era inutile; non le restava altro che mettersi di impegno.
Magari, se avesse iniziato a cucinare subito per quando i due fratelli
si fossero alzati
sarebbe stato tutto pronto e, magari, Sasuke l'avrebbe apprezzata un
pochetto di più. O almeno disprezzata leggermente meno.
Con calma mise il riso** nel bollitore elettrico per poi iniziare a farlo
riscaldare, poi, in un'altra pentola, mise a riscaldare del pesce e
infine in due pentolini più piccoli mise del latte di soia per
se e del tè per i fratelli. Mentre aspettava che il tutto fosse
pronto iniziò a disporre delle verdure, in particolare i
pomodori, nei piatti appositi. Aveva quasi finito di sistemare le
verdure quando il fischio del pentolino del tè attirò la
sua attenzione. Non se lo ricordava così rumoroso. Con una
leggera corsetta raggiunse il bollitore che tolse velocemente dal fuoco
dimenticandosi di usare un guanto. E fu così che, dopo tre
secondi buoni passati con il bollitore in mano, si accorse che scottava
lasciandolo cadere rumorosamente per terra facendo fuoriuscire tutto il
tè.
Quando Sasuke scese assonnato le scale, svegliato, prima da quel fischio
fastidioso e poi da un sonoro "CRASH", si era diretto in cucina solo per
trovarci quell'imbranata della Hyuga chinata per terra mentre cercava
di asciugare il pavimento. Con un forte sospiro, usato per attirare
l'attenzione su di sé, le si avvicinò. Probabilmente quello era il suo modo di salutare la mattina..
-Si può sapere cosa hai combinato?-
-Il b-bollitore m-mi è scivolato di mano-
-Tsk-
Nonostante il suo interesse verso la ragazza fosse pari a zero, non
potè fare a meno di notare come tenesse la mano destra stretta a
pugno intorno al grembiule mentre usava solo la sinistra per lavorare.
Grazie al suo quoziente intellettivo sopra la media non gli ci volle
molto, nonostante si fosse appena alzato, per capire quello che era
accaduto.
-Dai, fammi vedere la mano-
La ragazza lo guardò sorpresa per poi riabbassare la testa e continuare a strofinare.
-N-non è niente-
-Tsk-
Se c'era una cosa che quella ragazzina avrebbe già dovuto capire era
che non gli piaceva doversi ripetere. Con forza le prese il
polso destro e diede un'occhiata veloce alla mano. Sotto il mignolo
c'era una grossa macchia rossa, e già si iniziava vedere un
leggero rigonfiamento, da quella macchia partiva una striscia sottile che
arrivava fino al pollice dove c'era un'altra macchia, anche se era
più piccola della precedente sembrava essere abbastana dolorosa. Perfetto, per avere un segno tanto
evidente quell'idiota doveva aver stretto il manico con forza.
-Vai nel bagno del primo piano, nell'armadietto di fianco alla porta ci
sono tutti i medicinali. Dovrebbe esserci anche la crema per le
scottatture-
-M-ma..-
-Muoviti-
La ragazza si era limitata a chinare il capo sommessamente per poi camminare a passi veloci verso il bagno.
-Ma te guarda cosa mi tocca fare..-
Ancora mezzo addormentato finì di pulire per poi rimettere il
tè nel bollitore. Stava
per mettersi a riscaldare qualcosaltro quando notò i piatti
pronti sul tavolo; erano pieni di verdure, soprattutto pomodori. Non
riuscì ad impedire all'angolo sinistro della bocca di andare
verso l'alto. Ovviamente quella era solo una reazione involontaria alla
vista dei pomodori, non era di certo un sorriso per la ragazza.
Ma quanto diamine ci metteva? Con uno sbuffo si decise ad andare al piano di sopra a
contrallare. Almeno per questa volta avrebbe finto di preoccuparsi.
Arrivato alla porta del bagno sentì dei leggeri singhiozzi
provenire da dietro l'anta del mobiletto. E ti pareva. Questo era il
secondo giorno di fila che la beccava piangere. Non era possibile che
le ragazze si lagnassero tanto!
Prima di rivelare la sua presenza diede una rapida occhiata alla
situazione. La giovane rimaneva immobile mentre piangeva inginocciata
davanti all'armadietto, seminascosta da un'anta; con la mano sinistra
si teneva la destra cercando di lenire il dolore, il tubetto di crema,
invece, giaceva immobile accanto a lei.
-Allora?-
Questa era la seconda volta che si faceva vedere in un momento di
debolezza, o meglio, in un momento di maggiore debolezza rispetto al
solito. Prima quando aveva sentito dei passi scendere le scale aveva
provato a sistemare tutto prima che uno dei due Uchiha vedesse il casino
che aveva combinato. Inutile dire di come il dolore alla mano glielo avesse
impedito.
-Si può sapere che ti prende?-
Senza rispondergli, non voleva sembrargli ancora più patetica, alzò la mano per fargliela vedere.
-E' proprio disgustosa-
A quella affermazione non riuscì a trattenere un singhiozzo
più forte degli altri. Ok, era evidenteche con quelle due bolle
orrende la sua mano non fosse al top però, per dinidirindina,
poteva essere un po' meno diretto.
Il ragazzo, forse accortosi della crisi interiore che aveva causato
alla sua ospite, prese della garza dal mobiletto e, dopo averle
spalmato un altro strato di crema le aveva fasciato la mano.
-Ora fa meno schifo-
-S-scusa-
-E per cosa?-
-Per ieri, per questo, per tutto-
Il ragazzo la guardò per interminabili secondi, che lei
usò per torturare l'orlo del grembiule, per poi scoppiare in una
fragorosa risata priva di divertimento.
-No aspetta, tu mi stai chiedendo scusa per esserti fatta usare?-
Certo che in quanto a tatto l'Uchiha ne era proprio sprovvisto.
-Senti Hyuga, mettiamo in chiaro che non me ne frega assolutamente
niente di quello che fai però, perché lo hai fatto?-
-K-Karin mi aveva chiesto cortesemente di poter venire a studiare con.. noi-
-E tu non sei capace di dire di "no"?-
-Ma è mia a-amica e le amiche si aiutano-
Sasuke si abbassò al suo livello piegando le gambe e, richiamata
l'attenzione della Hyuga grazie alla mano che le aveva posato sulla
testa, incatenò il loro sguardi.
-Per quanto tu sia fastidiosa, piagnucolona, riservata e combina guai
non sei stupida, o almeno non così tanto, quindi smettila di
essere così accondiscendente e fatti valere. Ora muoviti, ho
fame.-
Itachi da dietro la porta dove si trovava si nascose velocemente nella
sua stanza. Se
il suo otouto avesse anche solo sospettato che lo stava spiando dal
famoso "CRASH" avrebbe come minimo tentato di ammazzarlo. Però,
cavoli, lui era il fratello maggiore! Il suo compito era quello di
proteggere e guidare il suo otouto verso la retta via e se, per farlo, doveva farsi
odiare non importava; O almeno non finco a quando il suo otouto sarebbe stato felice.
Note:
*Nelle scuole giapponesi quando entra un professore il capoclasse, o
l'incaricato della settimana, da gli ordini che tutti, ovviamente,
devono eseguire. Lo studente urla: "kiritsu" (in piedi), kiwotsuke
(attenzione), "yumi" (inchino, in realtà di yumi non ne sono
completamente sicura ma "google traduttore" diceva così e io, da
brava dipendente dei computer, mi sono fidata) e "chakuseki" (seduti).
** La colazione tradizionale giapponese è composta, solitamente,
da riso scondito, spesso servito in una scatola di legno laccato che lo
conserva caldo. Insieme al riso si mangiano le verdure, carne, pesce e
sottaceti.
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Capitolo 4 *** Hakodate ***
sasuhina 4
Ogni volta che devo scrivere il
capitolo mi vengono in mente un sacco di cose da scrivere nella
prefazione ma poi, quando mi ritrovo davanti al foglio bianco, me le
dimentico tutte. Naturalmente, appena pubblico la storia, mi ritornano
in mente. Allora, come sempre ci tengo a ringraziare chi legge o mette
la storia tra le preferite|seguite|ricordate. Ma, soprattutto, ci tengo
a ringraziare chi commenta e che mi spinge ad andare avanti :D
Allora, per il capitolo avevo un sacco
di idee ma, con il ritorno alla scuola è arrivata anche una
stanchezza assurda e le idee sono volate via.. Devo cominciare a
scrivermele..
Comunque, sta di fatto, che non volevo pubblicare la storia in ritardo
fin dai primi capitoli quindi.. TADAAAAAN! Non so bene cosa sia uscito
ma spero comunque che vi piaccia, almeno un pochino..
Dimenticavo Sasuke mi sembra un po' strano, boh, fatemi sapere :)
Buona lettura a tutte
Quella sarebbe dovuta essere la sua "gita di socializzazione", e allora
perché le sembrava di non star socializzando per nulla?
Il problema non era la gita in sé, il problema era il viaggio. Alla sua destra si
trovava un certo Choji Akimichi, un suo compagno di classe con cui non
aveva ancora socializzato e con cui, probabilmente, non avrebbe fatto
amicizia neanche adesso vista la nausea che lo aveva fatto diventare
verde. Forse, se smettesse di mangiare patatine potrebbe stare anche
meglio..
Alla sua sinistra invece era seduta Sakura. Da dopo l'incidente
in casa degli Uchiha si era sempre dimostrata molto amichevole e, a
dire il vero, Hinata un po' la invidiava. Sakura-chan era tutto quello
che avrebbe voluto essere lei: era carina, spontanea, energica e,
soprattutto, piaceva a Naruto. Nonostante questo in quel momento non
riusciva a comunicarci. Hinata, infatti, non riusciva proprio a trovare
interessanti tutti quei piani strani che stava organizzando con Ino per
stare in camera da sole con Sasuke; sinceramente, non le interessava
nemmeno il nuovo piano per rapire
il suo cellulare per prendere il numero. Forse, se anche loro avessero
vissuto sotto lo stesso tetto del moretto, non avrebbero continuato ad
idolatrarlo tanto.
Nel sentire il quarto segnale di vomito da parte di Choji e
all'undicesimo piano delle due amiche non riuscì ad impedire che
un sospiro rassegnato le uscisse dalle labbra. Le due amiche si
guardarono per un attimo negli occhi incuriosite per poi decidere di
abbandonare momentaneamente l'argomento "Sasuke".
Ed era stato in quel momento che lei aveva iniziata veramente la sua
"gita di socializzazione". C'era solo da sperare che una volta arrivati
ad Hakodate, nell'Hokkaido, le cose iniziassero ad andare ancora meglio.
Arrivati a destinazione ebbero appena il tempo di lasciare le valigie in
hotel che si ritrovarono su un simpatico pulmino giallino pronto a
portarli alla loro prima destinazione: Fort Goryokaku. La prima
costruzione in stile occidentale del Giappone, con una particolare forma a stella, non poteva mancare nella gita.
Dopo un entusiasmante giro per gli edifici interni, sotto l'immancabile guida di
un ometto vivace come un cadavere in putrefazione, i professori avevano
concesso un'oretta in libertà per "ammirare i giardini interni
con i ciliegi in fiore". Quella, per lui, sarebbe stata un'ora molto lunga. Infatti, lui,
Sasuke Uchiha, all'ennesimo tentativo di approccio di una sua compagna di
classe, aveva messo da parte l'orgoglio e si era andato a nascondere
dietro ad un cespuglio. In realtà non si era proprio nascosto,
diciamo piuttosto che aveva optato per una ritirata strategica; inoltre
da quel posto poteva tenere sottocchio tutti i suoi compagni,
rispettando così il suo ruolo di capoclasse.
-Ti dispiace svegliarmi quando ce ne andiamo?
-La voce del compagno di banco di Naruto, lo distrasse dal filo illogico
dei suoi compagni. Shikamaru Nara, il ragazzo la cui famosa pigrizia
era direttamente proporzionata alla sua smisurata intelligenza, si era
sdraiato accanto a lui e aveva chiuso gli occhi. Probabilmente era
già nel mondo dei sogni, beato lui. Con quel ragazzo si trovava
bene. Era intelligente e silenzioso, due qualità che apprezzava
immensamente.
Con lo sguardo si mise a cercare Hinata, i suoi genitori, ma soprattutto suo fratello, gli
avevano GENTILMENTE chiesto di controllarla e di aiutarla ad
integrarsi. Ma per chi l'avevano preso? Per una balia?
Seccato si voltò ad osservarla. Stava lì, impalata come
un pesce lesso ad osservare uno stupidissimo albero di ciliegio,
mentre quegli stupidissimi petali rosa cadevano trasportati dall'aria,
incorniciando la sua figura, quasi fosse un dipinto. I capelli corvini
si muovevano
piano spostati dal vento, il volto rivolto verso l'alto in una
silenziosa contemplazione, le labbra socchiuse e inarcate in un lieve
sorriso. Era proprio.. un baka! Per quale assurdo motivo
quell'imbecille del suo migliore amico stava per tuffarsi mezzo
nudo nel laghetto? E per di più mentre c'era lui di
sorveglianza! voleva fargli prendere una nota di demerito?!
Con un balzo da "due volte consecutive vincitore di tutti gli sport
possibili e immaginabili del festival scolastico dello sport"
superò il cespuglio per poi dirigersi a grandi falcate verso il
compagno. Quella sarebbe stata la volta buona che lo avrebbe abbattuto!
Una volta raggiunto il biondino, non gli diede neanche il tempo
di accorgersi della sua presenza che ingaggiò un'allegra
scazzottata. Scazzotata che continuò anche nel laghetto, fra
quelle povere carpe irritate e spaventate per l'intrusione. Inutile
dire che la sopracitata scazzotata si concluse con un bel
pareggio e una severa punizione da parte della povera Kurenai-sensei.
Come da copione, appena la professoressa si era allontanata alla
ricerca del professore Asuma, tutte le ragazze avevano accerchiato Sasuke per porgergli gli
asciugamani portati dai gestori del parco. Solo una ragazza si diresse
da Naruto, lasciato da solo in un angolino a pensare alla sua
bakaggine, per portargli un asciugamano.
-Grazie Hinata-chan-
L'agitazione per questa lite era stata così tanta che si
accorsero della mancanza del Nara soltanto quando avevano già
imboccato l'autostrada, dopotutto anche Sasuke Uchiha era umano
Quella stessa sera i professori portarono i loro beneamati, ed esausti,
studenti a vedere il panorama notturno dal monte Hakodate, conosciuto
anche con l'appellativo di "Hakodateyama". Grazie all'efficiente aiuto
del capoclasse, Sasuke Uchiha, la divisione sulla funivia fu abbastanza
semplice, o per lo meno fino a quando non toccò salire a lui.
Stare con 8 ragazze, con gli ormoni a mille, in una cabina tanto
piccola non era stata per niente una buona idea però, quando
arrivò in cima venne largamente ricompensato. Il panorama da
lì era semplicemente stupendo. In quel momento Naruto gli
sembrava meno stupido, le sue compagne di classe meno fastidiose e Hinata
gli sembrava meno sbadata e debole. Ovviamente quando la vide tremare
dal freddo si ricredette. Hinata Hyuga era l'unica senza felpa. Persino
Naruto si era preoccupato di prenderla. Che palle di donna.
-Ragazzi! Chi vuole andare al baretto qui dietro venga con me, gli altri seguano la professoressa Kurenai per fare un giro-
Nell'udire quelle parole le si illuminarono gli occhi, non osava
nemmeno sperare in una via di salvezza; pensava sarebbe morta ibernata
lì, senza prima dire addio a suo cugino e ai suoi amici. Con gli
occhi che brillavano si era voltata per guardare il professor Asuma,
suo personale salvatore, e fu sorpresa di trovarci accanto Sasuke. Per
un momento le balenò in mente l'idea che fosse stato lui a
chiedere al professore di fermarsi ma, quando lo vide seguire la
professoressa Kurenai, si ricredette subito. Era impossibile che Sasuke
potesse abbassarsi a tanto per la classe, per lei men che meno.
Sorrise pacatamente davanti alla sua cioccolata calda con panna per poi
rialzare lo sguardo su Juugo. Alla fine al bar erano andati solo lei,
Shikamaru, che stava facendo una partita a scacchi giapponesi con Asuma-sensei e
Juugo, con cui parlava tranquillamente; tutte le ragazze avevano seguito
Sasuke, naturalmente.
Hinata era rimasta da sola in camera; le sue due compagne, Sakura ed
Ino, erano uscite da una decina di minuti per attuare uno dei loro
"ingegnosi" piani. Sperava solo che non venissero scoperte dai
professori che pattugliavano i corridoi. La stessa Ino le aveva
raccontato di quando, l'anno precedente, la professoressa Anko aveva
trovato un suo studente fuori dalla camera dopo l'orario e, per
punizione, gli aveva fatto fare cinque giri di corsa del giardino,
più un simpatico trasloco nella sua camera. Se le avesse trovate
fuori dalla loro camera lei si sarebbe ritrovata da sola in stanza e,
beh, lei aveva paura del buio. In realtà non era una vera e
propria paura, quella l'aveva superata quando suo padre l'aveva
lasciata da sola, "per sbaglio", nella palestra della villa di notte.
Il suo era più un timore che si portava avanti da quando era
piccola. Le sue preoccupazioni vennero distratte da un forte bussare
alla
porta. Che il loro piano avesse già fallito? Veloce corse alla
porta, metti che la professoressa decidesse di uscire proprio in quel
momento.
-Ma quanto ci metti? Dai, fammi entrare-
-S-Sasuke?-
-Le tue amiche si sono barricate nella mia stanza-
-E q-quindi?-
Sasuke si voltò a guardarla stizzito. Ma quella tizia era scema
o lo faceva apposta? Guardando il suo sguardo innocentemente curioso
capì che sì, era solo deficiente. Perfetto, il suo
migliore amico era un baka, suo fratello era un decerebrato, le sue
compagne di classe erano delle ninfomani e la sua "coinquilina" era di
un'ingenuità sconvolgente. Perfetto, era tutto davvero
meravigliosamente, estremamente,
perfetto.
-Senti, i professori stanno sorvegliando i corridoi quindi le tue
compagne saranno costrette a rimanere lì con Naruto quindi:
buonanotte-
Così dicendo il ragazzo si sdraiò sul primo letto che
aveva trovato libero, quello di Ino per l'esattezza, si era girato
verso la parete e aveva chiuso gli occhi.
No, aspetta, stava scherzando, vero?
-E-e t-tu?-
-Cosa?-
-C-come hai fatto ad arrivare qua?-
-Sono il capoclasse, con una scusa, no?-
-M-ma, N-Naruto-kun..-
-Se vuoi andare da lui vai, basta che non rispedisci di qua le due pazze. Sono noiose.-
-Ah..-
Oltre a cafone quel tipo era anche un incosciente, non assomigliava
minimamente al fratello. Con un leggero sospiro si sdraiò nel
suo letto, si rannicchiò, come sempre, e si coprì
totalmente con le coperte.
Per i minuti successivi entrambi sentirono solo il respiro leggero e
cadenzato dell'altro. Poi, lentamente le tenebre li avvolse nell'incoscienza dei
sogni.
La mattina dopo la bionda e la rosa interruppero nella camera velocemente e rumorosamente.
-Hina-chan scusa se non siamo tornate ma Naruto-kun non lasciava più andare fronte spaziosa..-
-INO! Hinata, guarda, è stata una serataccia. In più
Sasuke ad un certo se l'è svignata per "il controllo delle
stanze" e non è più tornato.. a te, invece, come è
andata?-
Sentendo nominare il ragazzo Hinata si voltò di scatto verso il letto di Ino, ma lo trovò vuoto.
Probabilmente non avrebbe dovuto dire niente alle sue amiche..
-T-tutto bene-
E con un dolce sorriso si diresse in bagno per lavarsi e cambiarsi.
Avrebbe tanto voluto chiedere alle due compagne cosa fosse successo nella
camera di Naruto però, non era tanto sicura di volerlo sapere..
-Oh teme finalmente sei tornato! si può sapere dove diavolo sei stato?-
Non sentendo nessuna risposta dall'amico, non che si aspettasse qualcosa di diverso, iniziò a tempestarlo di domande.
Anche oltre la porta del bagno, sotto lo scrosciare dell'acqua della
doccia la voce petulante del biondino gli fracassare le orecchie.. e le
palle.
Quell'usuronkaichi era
anche più asfissiante del solito, per questo, quando uscì
dalla doccia gli venne spontaneo fargli l'unica domanda che lo avrebbe
distratto dalla sua di serata. Chiariamo che a lui non gliene fregava assolutamente niente dei sue
vecchi compagni di giochi, tanto meno del biondo che era davanti a lui e
lo fissava con gli occhi che brillavano.
-Sentiamo, come è andata con l'Haruno?-
-Abbiamo dormito abbracciati e ci siamo anche quasi baciati!-
-E lei era cosciente?-
-In che senso?-
-Era sveglia?-
-...non proprio-
-Ah, ecco perché hai l'occhio nero..-
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Capitolo 5 *** Il 5 Maggio ***
sasuhina 5
Carissimi lettori, ed ecco a voi il
nuovo capitolo! .. mi rendo conto dell'enorme ritardo ma tra compiti,
gita, papà in ospedale e mancanza di ispirazione non ce l'ho
proprio fatta. Tra l'altro questo capitolo sarebbe dovuta essere una
NaruSaku ma proprio non avevo idee, cercherò di inserirla
più avanti. In ogni caso, chiedo ancora scusa e ringrazio tutti
coloro che hanno messo la storia tra preferiteseguitericordate.
Allora, per quanto riguarda il
capitolo, penso che lo potreste trovare un po' strano, io l'ho trovato
un po' strano. Diciamo che è un capitolo intermedio tra la gita
ed il prossimo, che non centra una cippa con la storia principale.
Comunque, prima di dilungarmi troppo a parlare del prossimo capitolo
volevo avvertirvi che nella parte finale, nel caso non fossi riuscita a
renderlo abbastanza esplicitamente, è una specie di
flashforward. So che potrebbe sembrare senza senso ma ci tenevo troppo
a metterlo *-*
Nella parte iniziale, invece, i tre
personaggi non sono esplicitati ma verrano introdotti come si deve fra,
penso, due capitoletti. Beh, ovviamente penso che potreste indovinarli,
in caso fatemi sapere cosa ne pensate. Come unico indizio posso dirvi
che lei, molto probabilmente, qui è leggermente OOC ;D
Uhm, sì, già che ci siamo volevo chiedervi anche un
consiglio per Ino, sinceramente la vedo benissimo con Shikamaru,
però la vedrei bene anche con Sai ed ora il dilemma mi dilania..
boh, ditemi cosa ne pensate, per Ino è una persona
omniaccoppiabile (?)
Bene, buona lettura a tutti, e scusate ancora.
Capitolo 5
Si accoccolò meglio fra le braccia del ragazzo per poi, con
sguardo dolce, strofinare la testa sul suo petto. Erano sdraiati sul
comodo letto di lui ed era da un bel po' che provava ad attirare la sua
attenzione ma, da quando lui aveva aperto quel maledetto libro di
biologia, non l'aveva ancora degnata di uno sguardo e lei, beh, lei si
annoiava.
- Che c'è?-
- Mi manca -
Con un sonoro sbuffò il ragazzo era tornato a leggere il libro,
l'interrogazione del giorno dopo sarebbe dovuta andare bene, anzi, di
più. Non aveva tempo per sentire, un'altra volta, le lamentele
di quella ragazza iperattiva che, guarda caso, altri non era se non la
sua ragazza.
- Mi annoiooo -
Un altro sbuffo, più rumoroso dei precedenti, uscì veloce dalle sue labbra, perché l'aveva invitata quel
pomeriggio? No, aspetta, lui non l'aveva invitata. Ennesimo sbuffo.
- Dai, tra poco ci saranno le vacanze -
- E quindi? -
Ormai era inutile cercare di continuare a studiare; una volta che le si
dava corda non la smetteva più fino a quando non otteneva quello
che voleva. Per questa volta avrebbe dovuto accontentarsi di andare
"solo" bene. Con una lentezza disarmante, volta ad aiutarlo a mantenere
il suo solito sangue freddo, appoggiò il libro chiuso sul suo
fianco e, mentre con una mano le cingeva il fianco, con l'altra le
sollevava il viso avvicinandolo pericolosamente al suo.
- Quindi.. noi.. - per ogni parola che diceva le dava una bacio sulla
mandibola avvicinandosi, di volta in volta, alle sue labbra. -
potremmo.. andare.. a.. trovar.. -
Non riuscì a finire la frase ed ad appoggiare le proprie labbra
su quelle rosee della compagna che la porta della stanza venne
spalancata.
- Neh, hai.. ma che schifo! Non potete andare in qualche luogo più appartato per fare queste cose?-
Prima di rispondere a quella peste aspettò cinque secondi,
giusto per non buttarla fuori dalla stanza con un gran calcio nel
sedere.
- Guarda che NOI siamo nella MIA stanza -
-.. mi avete bloccato la crescita.-
E, così come era entrata era uscita.
Quando il ragazzo si voltò per completare ciò che era
stato interrotto al posto della sua ragazza trovò un
cuscino. La ragazza, che fino a quel momento era rimasta tra le sue
braccia a lamentarsi, ora stava correndo da una parte all'altra della
camera raccattando vestiti a caso e mettendole nelle prime borse che
trovava.
- Ma che cazz..-
- Devo preparare tutto per il viaggio! Bene, ora vado a preparare anche
le mie valigie.- e, così dicendo, era uscita di tutta fretta
dalla sua stanza.
Non sapeva per quale assurdo motivo, forse era per la sua natura, forse
per i duri allenamenti di autocontrollo a cui il suo maestro di arti
marziali lo aveva sottoposto, o forse era semplicemente per lo shock
ma, mentre la svitata usciva, non riuscì a fermarla. Non
sarebbero partiti il giorno dopo, questo lo aveva capito, vero?
Erano già passate un paio d'ore quando, finalmente, la
campanella si era decisa a concedere agli studenti una meritata quanto
agognata pausa. Hinata sospirò mesta, ultimamente era un po'
stanca, quel periodo di test l'aveva stressata un po', ce l'aveva messa
tutta per fare bella figura con gli Uchiha e coi suoi nuovi compagni.
Ora non le restava che aspettare i risultati.
- Oggi non torno a casa con te. Vedi di non perderti al ritorno.-
Ed ecco l'apparizione del loquace Sasuke. Non che si aspettasse un
discorso particolarmente articolato, però, insomma, "la speranza
è l'ultima a morire". Si dice così, no?
Suigetsu di fianco a lei si lascio scappare uno sbuffo e un indolente
"non metterci troppa enfasi, sia mai". Commento che, se da una parte
fece sorridere Hinata, dall'altra fece arrabbiare Karin che, dopo un
potente calcio scagliato in piena schiena al ragazzo, saltellò
allegra verso l'amica, seguita dagli accidenti del povero Suigetsu.
- Hina-chan, visto che non devi tornare con Sasuke-kun, mi chiedevo se, questo pomeriggio, ti andasse.. di..-
- Cazzo strega, finisci la frase!-
- Era per dare un po' di suspense, razza di manigoldo senza cervello -
- Meglio stupidi che brutti -
- Come sei superficiale, si vede che ti manca la cultura-
- .. questi discorsi sulla bellezza d'animo e sull'intelligenza sai chi li fanno? -
- Le persone colte?-
- No, le racchie.. come te..-
- Smettila o ti vendo al mercato del pesce!-
- .. e questa sarebbe una minaccia? -
- Oh, al diavolo! Ormai ho anche finito gli insulti! -
- Questo è perché sei stupida.. oltre che racchia. Diciamocelo: sei proprio inutile. -
- Tu. Sei. Morto. -
Con uno scatto felino Karin riuscì ad aggrpparsi ai suoi capelli e
iniziò a tirarli con tutta la forza che aveva. Maledetto
squaletto da quattro soldi un giorno o l'altro gliela avrebbe fatta pagare come si deve.
Dopo la giornaliera dimostrazione d'affetto Karin, era finalmente
riuscira a chiedere ad Hinata di uscire nel pomeriggio in modo da
festeggiare il suo
arrivo nella classe; dopotutto da quando era arrivata non avevano
ancora festeggiato.
-Hina-chan.. mi dispiace.. pensavo sarebbe stato divertente un'uscita: io, te e lo shopping, e invece..-
Karin si voltò sconsolata a guardare metà classe che le
seguiva e, in prima fila, quel rompipalle traditore di suo cugino, lo
stesso che, poche ore prima, aveva origliato la conversazione con la
moretta e si era autoinvitato insieme a tutta la classe.
La risata cristallina della corvina interruppe, appena in tempo,
l'architettarsi di qualche malefico piano di vendetta nei confronti
dell'ignaro Namikaze.
- Sai, Hina-cham, un po' ti invidio.. oggi, nell'ora di educazione fisica tutti i ragazzi ti fissavano con la bava alla bocca..-
A quella confessione Hinata era vistosamente arrossita. Non lo aveva
certamente fatto apposta a farsi dare una tenuta sportiva così..
stretta..
Inoltre, il vero motivo per cui si era sentita osservata era stata la sua magra figura a pallacanestro.
Tutti i suoi compagni di classe
stavano correndo dietro a quell'enorme palla rimbalzante arancione
mentre lei se ne stava lì, a bordo-campo, ad aspettare che
quegli interminabili minuti passassero in fretta. Le dispiaceva essere
un peso per la squadra, anche perchè era il capitano era Naruto,
ma era sicura che se avesse giocato sarebbe stato anche peggio.
Ormai mancavano circa due minuti alla fine della partita quando, un
esagitato Rock Lee, era corso nella sua direzione e, con un acuto "Vai
Hina-chan!" le aveva passato la palla. Presa dal panico aveva cercato
di passare la palla a qualche suo compagno di squadra ma erano tutti
marcati. In preda alla disperazione più totale, e a causa
dell'adrenalina, era corsa il più velocemente possibile verso il
canestro per poi tirare la palla più forte che poteva.
Diversamente da com'era sicura che dovesse andare, la palla era
rimbalzato sul bordo del canestro e si era abbattuta inclemente sulla
sua testa.
Dopo una mezz'oretta in infermeria, un paio di svenimenti e la perdita
di un bel po' di sangue dal naso, era venuto il capitano della squadra
in persona a tirarle su il morale. In altre occasioni sarebbe stata
felice che Naruto la incoraggiasse ma, sapere che il fatto di non
essere riuscita a fare canestro era una fortuna, in quanto era corsa al
canestro sbagliato, beh, non era molto incoraggiante. Come se tutto
ciò non fosse già abbastanza per un cuore debole come il
suo, si ricordava perfettamente lo sguardo di scherno con cui Sasuke
l'aveva guardata prima di uno dei suoi famosi "tsk".
- M-ma.. i..i..p..pantaloncini..n..non volevo..i..io -
La fastidiosa voce di Suigetsu, però, bloccò per l'ennesima volta il discorso tra le due amiche.
- Questo è perché tu sei piatta.. e racchia.. -
- Cosa vorresti insinuare sgorbio senza cervello? -
Mentre tra i due scoppiava l'ennesima lite la piccola Hyuuga si stava
riprendendo dallo shock. La confessione dell'amica, anche si sentiva un
po' colpevole, le aveva fatto piacere: peccato che non proprio tutti la
guardavano "cpn la bava alla bocca". Scoraggiata Hinata si girò
verso Naruto che stava sorridendo e scherzando con Sakura-chan, lei
sì che veniva guardata con adorazione dal suo unico interesse.
All'improvviso si sentì tirare con forza verso un negozio.
- Io e Hina-chan entriamo qua!-
Una Ino sorridente aveva indicato con foga il negozio e poi ci si era tuffata dentro trascinandosi dietro l'indifesa moretta.
Stava cercando di spiegare alla mora che, con la sua
carnagione chiara e i suoi capelli scuri avrebbe assolutamente dovuto
comprare quello splendido vestito viola. Era me-ra-vi-glioso! Il
problema? Che il vestito era: troppo corto, troppo scollato, troppo
stretto..
- Oh Hina-chan! Adesso basta! Fidati, con questo li farai cadere tutti ai tuoi piedi! -
- M-ma.. Ino, a me non interessa.. -
In uno slancio di solidarietà femminile Ino aveva artigliato le
spalle della compagna e, scuotendola "dolcemente", le aveva urlato
contro qualcosa riguardante Naruto. Sì, le aveva detto che se
avesse veramente voluto conquistare la "testa quadra" avrebbe dovuto
essere più provocante e più sexy, insomma, diventare
qualcuna che non le apparteneva. Sta di fatto che, sopo aver sentito il
nome del biondino, aveva ceduto subito.
Ino si era voltata soddisfatta quando i suoi occhi azzurri si
incrociarono con quelli di un misterioso ragazzo dagli occhi neri e la
pelle diafana. Il ragazzo le sorrise in maniera tirata e intorno a lei
si formarono un sacco di cuoricini. Quel tipo, quel tipo era la copia
sputata di Sasuke-kun!
Questo era senza ombra di dubbio un messaggio: doveva aiutare Hinata con il dobe e sarebbe stata ampliamente ricompenzata!
Hinata-chan quella sera era rimasta a fissare il suo vestito nuovo ben
custodito nell'armadio fino a quando non si era finalmente decisa a
riprovarlo. Giusto per chiarire, lo provava solo per vedere se Ino lo
avesse reso investibile e, quindi, buttabile. Perchè,
sì, dopo aver insistito tanto per farglielo comprare glielo
aveva stritolato per l'emozione di aver visto "Sasuke 2", che poi, non
erano neanche uguali: quel ragazzo nel negozio era, come dire, diverso.
Velocemente indossò il vestito e si guardò allo specchio,
non le stava male, sembrava solo una salsiccia insalsicciata. Inoltre,
come se non bastasse, non si sentiva per niente a suo agio. Con un
sospiro
sconsolato iniziò a slacciarsi la cerniera quando, senza
preavviso, la porta iniziò ad aprirsi.
- Hina-chan. mamma dice che.. -
Si voltò come a rellentatore per incrociare gli occhi onice del maggiore degli Uchiha.
- Hina-chan.. non sapevo che indossassi questo genere di vestiti.. -
- N-no.. i-io..Ino.. N-Naruto..-
Itachi sorrise divertito nel guardare la ragazzina accampare scuse su
scuse per poi sedersi esausta sul letto. Sempre col sorriso sulle
labbra si sedette di fianco a lei e la costrinse a raccontargli tutto;
probabilmente aveva solo bisogno di parlare un po' con qualcuno e chi meglio di un fratello ficcanaso avrebbe potuto aiutarla
Un urlo disperato si disperse per casa Hozuki. Suigetsu aveva perso la settima partita di fila contro l'Uchiha a FIFA.
- Basta, ci rinuncio. Come diavolo fai a vincere sempre? -
- Ho un quoziente intellettivo superiore al tuo. -
- E questo che cazzo centra? -
Sasuke come unica risposta si era limitato ad alzare le spalle annoiato.
- Non c'è neanche gusto a gareggiare contro di te -
- Smettila di girare il coltello nella piaga.. stronzo -
- Bene, se abbiamo finito io torno a casa -
Con la sua solita pacatezza Sasuke stava per raggiungere la porta di
casa quando un commento riguardante Hinata lo fece bloccare di colpo.
- Come? -
- Ho detto che fai bene a tornare da Hinata-chan a fare "pucci pucci
maow maow" altrimenti rischi che testa quadra te la porti via ancora
prima di averci concluso qualcosa..-
- E questa perla da dove esce? -
- Non lo sai? La megera e Ino si stanno impegnando per far svegliare il
dobe. E poi, insomma, oggi l'hai vista con i calzoncini? -
Con un sonoro "tsk" Sasuke era uscito di casa sbattendo la porta.
- Ma io che ho detto? -
- Idiota -
E adesso perché anche Juugo ce l'aveva con lui?
Il 5 Maggio mattina quando scese per colazione notò che,
stranamente, tutta la famiglia era già riunitadi sotto
e, in più, c'era un altro strano ragazzo appoggiato alla
lavastoviglie che la guardava sorridendo. In realtà stava
anche per andare a presentarsi ma, Mikoto, come colta da un idea
folgorante, era apparsa dalla cucina, le era corsa incontro, le aveva
preso le mani tra le proprie e le aveva strette forti.
- Hinata-chan appena in tempo! Stavo per venire a chiamarti io!
Vieni devo assolutamente farti vedere una cosa-
E, così dicendo,
l'aveva trascinata davanti alla finestra.
- Allora? -
Mikoto era impaziente. Negli ultimi giorni aveva notato che la sua
ospite era silenziosa, o meglio, era più silenziosa del solito,
magari non si sentiva ancora parte della grande famiglia Uchiha;
per questo per il "kodomo no hi*" le aveva preparato una sorpresa. Beh,
in realtà era una cosa da niente, aveva solo attaccato un
koinobori* anche per lei, però era sicura che avrebbe
apprezzato, al contrario di quel complessato di suo figlio. Ancora
leggermente stizzita lo guardò di sottecchi.
Guardatelo come
mangia indifferente la colazione quando, solo poco prima, le aveva
praticamente ringhiato contro che non era più un bambino e che
"queste vaccate sono solo per i mocciosi e gli idioti".
- Mikoto-san.. per caso, avete tagliato l'erba in giardino? Sta proprio
bene così, ora sembra molto più ordinato -
Il sorriso a trentadue denti della povera donna pian piano si abbassò fino a diventare una smorfia di sorpresa
- Eh? -
Hinata ricambiò lo sguardo, anche se il suo sorriso si era fatto più incerto.
- N-non è quello che volevi farmi vedere? -
Ci furono attimi di silenzio molto profondo che vennero prontamente
rotti dalla risata isterica di Itachi e del tizio che non conosceva e
da un sospiro particolarmente pesante di Sasuke, seguito subito dopo da
un più lieve sospiro di Mikoto.
- Hinata.. in alto, devi guardare in alto -
Appena alzò lo sguardo i suoi occhi individuarono tra magnifici
konobori che fluttuavano spensierati nel cielo ma, fra tutti e tre,
quello che la colpi maggiormente era il terso, il più piccolo,
di un tenue lilla.
- Q-quello è per.. me?-
Mikoto sorrise radiosa per poi abbracciarla e urlare un entusiasta "benvenuta in famiglia Hina-chan!"
Gli occhi di Hinata si inumidirono leggermente. I konobori indicavano
che erano fieri di avere un figlio, non a caso suo padre non aveva mai
appeso un konobori per lei.
- Lo sappiamo che non è questa la tua vera famiglia ma, fino a
quando resterai qua, sentiti pure libera di considerarci tale -
- Infatti Hyuga, non preoccuparti, tanto un Uchiha in più o un Uchiha in meno non cambia molto -
Lo sconosciuto circondò col braccio sinistro il collo di Sasuke
mentre strofinava con forza il pugno destro sulla sua testa
- Ma
sentitelo il piccoletto! Il tuo nii-chan non ti ha insegnato ad essere
più educato?-
- Eh, io ci ho provato ma l'otouto ha deciso di rimanere solo a vita.
Penso che a trent'anni vivrà ancora con mamma e papà
nella sua bella stanzetta -
- Senza contare che sarà solo -
- Già, che vita di solitudine che lo attende.. -
- Sì, sarà proprio una vita solitaria.. come quella di un ornitorinco nel deserto.-
Con uno scatto d'ira Sasuke riuscì a liberarsi dalla presa
ferrea del cugino ed a salire al piano di sopra, il tutto, naturalmente,
contornato da imprecazioni e minacce di morte.
- .. ma, Shisui, cosa ci fa un ornitorinco nel deserto? -
- Sta da solo -
- Ah -
Con un'alzata di spalle Itachi tornò alla sua beneamata
colazione, ora che aveva rotto le palle al adorato fratellino si
sentiva decisamente più rilassato.
- Comunque, io mi chiamo Shisui-
- P-piacere. Hinata -
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Un Sasuke di poco più di 230 giorni più vecchio, e
più maturo, qcontinuava a girarsi nel letto alla disperata
ricerca di una posizione che gli concigliasse il sonno. I ricordi di
mesi prima sommati a quelli di pochi giorni prima gli
trasmettevano un misto di tristezza ed orgoglio. Per l'ennesima
volta tentò di prendere sonno ma, il ricordo del grande
passo avanti di Hinata, continuava a pararsi davanti ai suoi occhi.
Sasuke si voltò a guardare la
ragazza che dormiva beata in infermeria. A differenza dell'ultima volta
che avevano giocato a basket non era svenuta per un semi-auto-canestro.
No, questa volta il canestro era riuscita a farlo; il problema era
sorto dopo, quando la testa quadra, in preda all'euforia, le aveva dato una poderosa manata in testa ribaltandola.
Con un sorrisetto divertito si affacciò sul letto per lasciarle un lieve baciò sulla fronte.
- Questa volta sei stata brava.. Hinata -
- Grazie per aver creduto in me Sasuke-kun -
- Mpf, stupida.. bastava solo un po' di allenamento -
Allenamento che le aveva fatto seguire strenuamente per più di un mese.
Dopo un altro breve sorriso le aveva scompigliato i capelli.
- Riposati, fra poco passa Itachi a prenderci -
Già, chi lo avrebbe mai detto che quella stessa ragazzina ferma
in un angolino alla fine si sarebbe messa in gioco fino a quel punto?
Aveva fatto passi da gigante e, per appagare il suo egocentrismo, gli
piaceva pensare che fosse principalmente merito suo. Con questo
pensiero, alla fine, Sasuke Uchiha, ultimo genito della famiglia si
abbandonò alle braccia di Morfeo.
* Il "kodomo no hi" è la festa dei bambini. Durante questa festa
ogni famiglia appende sul tetto, attraverso delle corde, dei konobori,
ossia delle carpe di carta. Ad ogni carpa corrisponde un bambino e, il
maggiore, ha diritto alla carpa più grande mentre le altre
vengono issate sotto, in scala. Inizialmente la festa era destinata
solo ai bambini maschi, solo recentemente la festa è diventata
per tutti i bambini, e quindi anche le bambine.
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Capitolo 6 *** Auguri nii-san ***
sasuhina 3
Allora, come promesso il capitolo è arrivato il prima possibile e, beh, spero vi piaccia.
Come ho già anticipato questo capitolo non darà grosse svolte alla trama principale, diciamo che sarà una specie di
filler, lo so lo so, dovrei andare avanti con la trama ma non potevo
saltare il compleanno di Itachi (<3) . In realtà ero indecisa
se aspettare fino al suo compleanno ma poi tiravo troppo avanti
quindi, consideratelo come un mini omaggio anticipato a quel sant'uomo. In ogni caso non preoccupatevi, dal prossimo capitolo in po le cose tra Sasuke e Hinata inizieranno a cambiare..
Un'ultima cosa, il capitolo lo dedico anche a Lovely Midnight che tanto adora l'Akatsuki e il SasoDei. Bene, buona lettura e buon week end, a tutti :)
Capitolo 6
Il 9 Giugno era il compleanno di Itachi e, quale modo migliore per
passare il pomeriggio se non con un'uscita coi suoi amici, Hinata e il
suo adorato,
quanto riluttante, otouto? Certo, se ci fosse stato anche Shisui
sarebbe stato meglio ma era tornato da poco dal suo viaggio all'estero
quindi il giro di saluto di tutti i cento e passa parenti era
obbligatoriio, ovviamente.
Finalmente erano arrivati tutti, persino quel ritardatario cronico di
Deidara, eppure, c'era qualcosa che non quadrava, mancava qualcuno.
Quando notò la presenza di Konan come unica donna una
seccante consapevolezza lo colpì.
-Otouto?-
-Mmm?-
-Dov'è Hinata?-
Nel suo tono di voce solitamente controllato e pacato, questa volta, si percepiva un qualcosa
di sadico. Non ne sapeva il motivo esatto, ma aveva la fastidiosa sensazione
che quello che stesse per dirgli il suo adorato fratellino non gli sarebbe piaciuto
particolarmente.
-E io che ne so?-
E a quel punto successe, dopo 16 anni di convivenza
forzata con Sasuke, per la prima volta sentì le mani prudergli veramente e dolorosamente.
Fu inevitabile lo scappelloto che ne conseguì.
Il più piccolo si massaggiò sorpreso la parte lesa. E lui che
aveva provato ad essere cortese con Itachi, almeno per quel giorno.
-Ma sei scemo?-
Il festeggiato sbuffò stancamente, anche solo rispondergli
sarebbe stato inutile. Era ovvio che non sopportasse particolarmente la
corvina anche
se ancora non era riuscito a capirne l'esatto motivo Insomma era
silenziosa, dolce, non gli sbavava dietro e non creava mai problemi.
Con
un altro sospiro cacciò via i pensieri. "Saranno gli ormoni in
subbuglio", di questo cercava di convincersi, eppure, era sicuro che
all'età di Sasuke lui non avesse creato tanti problemi.
Ad interromperlo dai suoi pensieri ci pensò Deidara che, con una
forte manata sulla spalla, richiamò la sua attenzione.
-Senti un po', la ragazza che stavamo aspettando, per caso, ha i capelli lunghi e corvini e due tette da urlo?-
Itachi ignorò lo sguardo assassino che Sasori rivolse al biondo ed annuì stanco.
-Oh beh, credo stia per arrivare..-
Lo sguardo interrogativo che fece l'Uchiha maggiore, seguito subito
dopo dal minore, che aveva origliato la conversazione, fu abbastanza
eloquente.
-.. deve solo scusarsi un altro centinaio di volte con l'autista che la stava per investire-
"Che la stava per investire"? Quando i due Uchiha, a rallentatore, si voltarono videro
la Hyuga che, in mezzo alla strada, continuava a fare veloci inchini
davanti ad un uomo che urlava come un pazzo. Un altro coppino,
più forte del precedente, si abbattè sulla testa di
Sasuke. Ok, doveva ammetterlo, ci aveva preso proprio gusto.
Forse, ora che ci pensava meglio, quella ragazza qualche problema lo creava, ma non lo faceva apposta.. e poi, era tanto dolce..
Stava per andare a trascinare via Hinata quando l'uomo risalì in macchina e con una veloce sgommata ripartì.
Il silenzio che seguì fino a quando la ragazza non gli fu
davanti venne rotto da uno dei famosi "tsk" del suo fratellino, che
venne prontamente seguito dalle battute dei suoi amici.
-Ragazzina dovresti ringraziare Jashin sei ancora viva. E cchecazzo,
nessuno ti ha ficcato in quella testa vuota a guardare prima di
attraversare la strada?-
-Jashin non c'entra un cazzo. La tizia ha fatto bene, se l'avessero
cattata sotto si sarebbe fatta ripagare come nuova. I soldi sono tutto!-
-Non dite cazzate! La vera cosa importante sarebbe stata il "BOOM"! Ci sarebbe stata un eplosione e l'esplosione è arte!-
-E tu dimmi che cazzo te ne fai dell'arte se non hai soldi-
-E invece tu dimmi cosa te ne fai dei soldi se non hai l'arte!-
-Ci mangio..-
-Anche Jashin può aiutarti, trovi un albero, fotti un po' di frutti e mangi.-
-.. mi vesto..-
-Oddio, io se fossi in te mi comprerei un bel telo e me lo metterei in testa. Insomma, sei proprio antiestetico-
Perfetto, ora ci si metteva anche l'altro feticista d'arte, il marionettista squattrinato, a creare zizzania.
-Sai cosa non compri facilmente? La maturità. Perchè solo
attraverso il perpetuo dolore si può maturare di un passo oltre
l'uomo.. Per questo io sono diventato Dio-
Dietro a Yahiko Nagato e Konan annuivano soddisfatti dell'uscita del
loro idolo. In compenso Hidan e Kazuko avevano i nervi a fior di
pelle; fanculo a quel filosofo da quattro soldi che sapeva solo sparare
vaccate nei momenti più inopportuni..
-BLAFEMO! Jashin è l'unico e vero Dio!-
Nagato, in difesa del suo migliore amico, guardò con aria di
sufficienza quel finto chirichetto per poi rispondergli seccato.
-Come ti pare. Piuttosto, sapete una cosa? Ho capito. L'amore alimenta
il sacrificio che alimente l'odio.. adesso anche la ragazza conosce il
dolore-
-Però coi soldi posso andare allegramente a puttane-
-Con quella brutta faccia per convincerne una dovresti darle tutti i soldi che hai-
-Sarai bello tu pel di carota! E poi IO almeno a dieci anni non andavo
in giro con delle marionette per comunicare con le persone-
Itachi sospirò affranto per, come minimo, la decima volta. Ma
era possibile che i suoi amici riuscissero a sparare tante stronzate
tutte insieme?
-Ok, adesso basta! Hinata non voleva farsi investire per qualche
ragione mistica, di soldi o per amore del dolore, semplicemente non ha
guardato la strada-
-Jashin ha deciso che lei rischiasse la vita-
-Jashin ha deciso che tu nascessi stupido-
-Era un segnale!-
Tutto il gruppo trattenne il fiato. Quando Hidan vedeva un segnale
mandato da Jashin ci si poteva aspettare di tutto dalla sua mente
contorta. Il ragazzo intanto, ignaro dei pensieri dei compagni, fece il
baciamano alla nuova arrivata e, con voce suadente, si presentò.
-Bene, Hinata-chan, che ne diresti di diventare il mio sacrificio giornaliero?-
Un profondo silenzio accompagnò la richiesta rotto. poco dopo, da un un urlo.
-TOBI IS A GOOD BOY!-
-Abbattetelo-
Il sussurro, non troppo sussurrato, di Deidara fu udibile da tutti e, stranamente, ricevette un assenso generale.
Superati i primi tre svenimenti di Hinata e ignorando i continui
battibecchi dei ragazzi, il pomeriggio poteva essere consiederato abbastanza tranquillo.
Eppure c'era qualcosa che non quadrava. Deidara all'inizio era stato
appiccicato ad Hinata, chiedendole in continuazione se volesse
esplodere in modo da diventare una vera opera d'arte, ma, ad un certo
punto, Sasori era apparso dal nulla e lo aveva trascinato via. Detto
così non ci sarebbe niente di strano peccato che, chi
conoscesse il rossino, sapesse quanto fosse restio dal comunicare col mondo esterno,
esclusi gli insulti che regalava in giro manco fosse Natale, si intende.
Si gratto la testa sconsolato, troppi problemi, ed era pure il suo
compleanno.
Hidan e Kazuku erano tornati all'attacco e, dopo aver accerchiato
Hinata, l'avevano tempestata su domande inutili quali "i programmi che
aveva per l'anima, no perchè sacrificare il corpo era un buon
modo per salvare lo spirito.." o, molto più semplicemente,
"qual'è il reddito annuo della tua famiglia?". Due secondi e sarebbe
svenuta di nuovo, poco ma sicuro. Stava per andare in suo soccorso
quando Kisame, la persona più normale in quel gruppo,
escludendo lo strano colore della sua pelle tendente al blu e i suoi
denti aguzzi, gli indicò ghignante un Sasuke intento a guardare seccato i due importunatori.
Senza una parola si diresse verso i bagno dove, era sicuro, di trovarci il marionettista, sperava solo non fosse troppo tardi..
-Sasoooori, lo so che sei lì.. avanti vieni fuori..-
-Uchiha, dimmi, che cazzo ho fatto di male per beccarmi un rompicoglioni come te come amico?-
-Hai iniziato a frequentare persone vere e non solo marionette. Comunque, cosa ti ha detto prima Sasuke?-
-No, scusa, tu, miserabile emo complessato, hai interrotto un momento idillico, in cui persino
Deidara aveva smesso di fracassarmi le palle, per chiedermi una cosa
del genere?-
-Già-
-Che il Dio di quella testa di cazzo ti fulmini-
-Ok. Allora?-
Da dietro il marionettista infuriato apparve un'altra testolina bionda, o meglio, apparve un biondino ghignante.
-Dai Saso-chan, digli quello che vuole sapere così si leva dalle
palle. A proposito, Ita-kun, te li ho già fatti gli auguri?-
-Farmi esplodere il banco conta?-
-Mmmm.. massì-
-Mi ha spinto a fare la prima mossa con l'imbecille dietro di me-
-Come?-
-Uff.. Sasuke ha detto qualcosa del tipo "Se sei un vero uomo tira fuori le palle e vai da quella checca isterica bionda"-
-C-COSA? Mi ha dato della checca isterica? Aspetta solo che gli metta le mani addosso e vedi cos..-
Il povero biondino, vedendo lo sguardo glaciale di Itachi, decise che
fosse meglio lasciare stare. Dopotutto l'Uchiha maggiore era cintura
nera di karate e, ne era sicuro, dietro a quel sorriso gentile quel
tipo nascondeva un'anima sadica. Lui sì che sarebbe stato un buon
sacrificio per Jashin.
-Neh, Ita-kun, per festeggiareil tuo compleanno non è che ci inviteresti a casa tua?-
-In modo che tu possa farla saltare in aria?-
-In realtà pensavo di fare saltare solo il letto di tuo fratello.. con lui sopra, possibilmente-
Quando tornò nella sala principale trovò Hinata svenuta su una sedia e, seduto di fianco a lei trovò
il suo adorato otouto che fulminava con lo sguardo Hidan e Kazuko. Ma
quanto era adorabile quel ragazzino? Con calma, e finta indifferenza,
gli si avvicinò.
-Finalmente sei arrivato. Questa qui è svenuta, di nuovo, non ho
voglia di farle da baby sitter per tutto il giorno quindi, ora che hai festeggiato con la banda di celebrolesi, ce ne possiamo
andare?-
Detto questo si diresse sicuro verso l'uscita lasciando lì la povera Hinata addormentata.
Itachi si grattò sconsolato la fronte. Sì, era proprio un
adorabile ottuso; fortuna che Itachi era pronto ad aiutarlo!
Quando si fu assicurato che il baby Uchiha fosse uscito, Kakuzo si
avvicinò ad Itachi per poi posargli una mano rassicurante sulla
spalla..
-Beh, immagino che la festa sia finita.. paghi tu giusto?-
Quando Hinata si svegliò la stanza era nascosta nella semi
oscurità. Strano, pensava di essere al bar per la festa di
Itachi eppure ora era lì; a quanto pareva era svenuta una volta di
troppo.
-Sei una palla al piede, lo sai vero?-
-S-Sasuke?-
-E chi sennò?-
-C-cosa ci fai q-qui?-
-Colpa di Itachi. Bene, ora che ti sei svegliata posso anche andarmene. Scendi che tra poco è pronto-
Detto questo uscì, borbottando qualcosa, dalla stanza.
Ripresasi dallo stupore, Hinata si diresse in bagno per darsi una sciaquata.
-Oh, finalmente ti sei svegliata! Iniziavo a preoccuparmi-
-Itachi-kun.. come ci sono arrivata in camera? -
-Ti ho portata io.-
Il ragazzo la guardò con tranquillità, come se quella
fosse la cosa più naturale del mondo. Le guance della Hyuga si
tinsero velocemente di rosso, sembrava agitata e in colpa
-G-razie. S-senti, p-perchè Sasuke-kun era in camera mia?
-Oh, si è gentilmente offerto di controllare che stessi bene fino al tuo risveglio-
Hinata rimase in un religioso silenzio, per qualche motivo quella le sembrava una presa per i fondelli.
-Non ci hai creduto, vero? Semplicemente gli ho concesso di non venire in discoteca con me e gli altri questa sera-
-Ah...-
Ora tutto tornava. Non era stato mosso da qualche kami misericordioso,
semplicemente non aveva voglia di stare col fratello e coi suoi amici
per quella sera.
-Sai, mi piacerebbe andare d'accordo con lui..-
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Capitolo 7 *** Pianti notturni ***
sasuhina 6
Inizio col ringraziare tutti, chi ha
messo la storia tra le preferite e anche chi l'ha letta
silenziosamente ma, soprattutto, ringrazio tutti coloro che hanno
commentato. Mi fa sempre piacere sapere i vostri pareri, quindi grazie.
Allora, per quanto riguarda il
capitolo non penso ci sia molto da dire, se non che, finalmente, Sasuke
e Hinata stanno iniziando ad avvicinarsi e che, più avanti,
penso proprio di inserire la SuiKa, insieme li trovo semplicemente
adorabili. Nel prossimo capitolo, invece, scopriremo chi era la coppia
interrotta dalla "peste"
Bene, buona lettura a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate, per favore :D
Capitolo 7
Quella settimana sarebbe dovuto toccare ad Ino e Karin restare a
sistemare la classe
finite le lezioni ma, per motivi più o meno nobili, avevano
scaricato il lavoro, una a Hinata e l'altra a Naruto. Convincere Hinata
a sostituirla, per Ino, non era stato per niente difficile. Non
aveva nemmeno dovuto nominare Naruto; si era semplicemente appellata
alla sua bontà. Per Karin, invece, la situazione
era stata leggermente più complicata, aveva dovuto minacciare il
cugino di rivelare alla zia Kushina il nascondiglio di tutte le sue
scorte nascoste di ramen istantaneo. L'aveva sempre detto lei: i maschi
sono tutti uguali e facili da manipolare, ne era la prova
quell'incrocio tra un
pesce lesso e un uomo che le camminava di fianco. Sasuke-kun,
ovviamente, era l'unica eccezione.
- Ma si può sapere perché cazzo cammini in quel modo?-
- E' la mia camminata da figo -
Karin lo fissò attentamente, e, no, non le sembrava più
"figo" del solito, solo più stupido. Insomma, camminare
molleggiandosi, con le mani in tasca, lo sguardo da sardina e un ghigno
da ebete non gli davano affatto un'aria da bello e dannato stile Uchiha,
perché, quello, era vero stile.
- Ah -
- Comunque, oggi non era il tuo turno delle pulizie?-
- L'ho lasciato a Naruto -
- Poveraccio, avere te come cugina deve essere orrendo -
Una vena si fece largo prepotentemente sulla fronte della rossa e, con
uno dei suoi leggendari scatti fulminei, agguantò il colletto dell'albino.
- Tu, maledetto idiota, non capisci una cippa! La mia era una buona azione-
- Scaricargli il lavoro sporco sarebbe una buona azione? -
A questo punto il tono di voce della ragazza si alzò di
un'ottava e, per rimarcare meglio concetto, iniziò anche a
scuoterlo con violenza.
- VEDI CHE SEI STUPIDO?! Se tutto andrà secondo i miei piani, e
tutto andrà secondo i miei piani, il troglodita e Hina-chan si
metteranno insieme! -
Subito dopo che la follia omicida della rossa si era placata e, non
appena, Suigetsu era riuscito a riprendere fiato lui, con tono di
sfida, le aveva ripetuto la frase di poco prima: "Poveraccio, avere te
come cugina deve essere orrendo".
- Idiota! -
E fu così, che con un pugno ben calibrato, gli aveva lasciato
l'occhio nero e la sana convinzione di non criticare mai più i suoi
piani, per quanto pessimi fossero.
Erano lì da più di due ore per fare un lavoro che,
solitamente, era fattibile in un'ora a dire tanto. Il problema? Un
certo biondino, che per una cosa buona che faceva ne incasinava altre
tre, stava leggermente ritardando i lavori.
- Hinata-chan, mi chiedevo, perché sei qui? Sì, insomma, io ho una cugina dispotica, ma tu?-
La corvina gli sorrise gentile, con quel broncio infastidito era
adorabile sembrava quasi un cucciolo. Peccato solo che ora lei
avesse un problema: avrebbe dovuto rispondergli. Cosa banalissima che,
nella sua incapacità di dire una frase di senso compiuto davanti
a lui, diventava particolarmente difficoltoso.. e deprimente.
- I-Ino è è a-aaaaa-an-data a a a c-c-cer-cercare u-u-un ra-raga..zzo-
- Hina-chan? -
- Mmh?-
- Tu, sei così.. KAWAAAAAAAIIIIIII-
Urlato questo le aveva stretto le braccia intorno al collo e l'aveva
spupazzata con veemenza. La reazione di Hinata, a quel punto era
prevedibile. Si era allenata tanto davanti allo specchio per potergli
parlare ma un contatto così intimo, e così improvviso,
era troppo per lei. Conclusione? Naruto, in panico, scuoteva ancora
più forte Hinata cercando di farla rinvenire.
Sasuke, appoggiato al muretto della scuola, fissava davanti a se con la
sua solita aria imperturbabile quando i passi della ragazza attirarono la sua attenzione e il suo sguardo.
- Finalmente, perché diamine ci hai messo così tanto?-
- Oh.. S-Sasuke-kun, non pensavo che mi avresti aspettato-
Il bisbiglio della ragazza era appena stato udito dal giovane, cosa
che, peraltro, lui odiava. Se parli con una persona, magari, avresti
anche piacere a sentirla senza dover continuamente chiedere "eh?" o,
più educatamente, "come scusa? Puoi ripetere". E cchecazzo.
Sospirò profondamente per poi ripeterle, per l'ennesima volta,
quella che a lui sembrava un banalissimo concetto.
- Hinata, quante volte ti avrò già detto che..-
Il discorso venne però interrotto da un uragano biondo che gli era corso incontro sorridente. Un'altra palla al piede.
- Ehi teme! E' una fortuna che tu sia ancora qui. Prima Hinata-chan
è svenuta.. mi sarei preoccupato a lasciarla andare da sola-
Poi
gli si era avvicinato maggiormente e gli aveva bisbigliato, con aria
cospiratoria "penso abbia la febbre, ma lei continua a negare". Sasuke
guardò per una attimo il suo "amico", per poi osservare il volto
più rosso del solito della sua coinquilina e, infine, era
tornato a fissare l'idiota. Che fosse più stupido di quanto
avesse pensato?
-Idiota-
Prima che Naruto potesse rispondere alla provocazione, e quindi dare il
via all'ennesima scazzottata, Hinata era intervenuta debolmente per
ricordare a Sasuke che, se non avessero preso quel treno avrebbero
rischiato di dover aspettare per un'altra oretta.
Sasuke camminava sicuro per le strade con il suo solito passo
indifferente, nel passo di Hinata, invece, quel giorno c'era qualcosa di diverso da tutte le altre volte.
Il ragazzo, facendo attenzione a non farsi notare, la guardò di
sottecchi. Il suo passo era simile a dei saltelli, muoveva leggermente
la testa da destra a sinistra e viceversa a ritmo con una canzoncina
che stava canticchiando. Sì, era decisamente di buon umore.
-Tsk-
Quello era l'ultimo giorno di turno per le pulizie, quindi, quella era
la sua ultima possibilità per dichiararsi a Naruto. Si era
allenata tanto, sempre davanti al suo fedele specchio, per quel
momento, non poteva fallire. Beh, questa era stata la sua convinzione fino a poco prima ma, ora che
si trovavano lì, non ce la faceva proprio.
scosse veloce la testa. Non poteva tentennare proprio ora, anche
perché aveva faticato per convincere Ino per non dover indossare
quel vestitino per la dichiarazione. Insomma, erano pur
sempre a scuola! E poi, i professori se l'avessero vista senza divisa
l'avrebbero sicuramente sospesa. Decisamente un'esperienza da evitare.
Era così concentrata nei suoi pensieri che si era completamente
dimenticata della presenza del biondo nella stanza che, da un paio di
minuti la fissava incuriosito.
Doveva ancora pulire la parte superiore della lavagna e il pavimento,
non mancava molto. Rincuorata da questo pensiero saltellò,
inutilmente, per cercare di lavare anche la parte
più in alto della lavagna prima di sentire un corpo caldo alle
sue spalle e vedere un braccio abbronzato prenderle lo strofinaccio di
mano per pulire dove lei non arrivava. Se lo sentiva, stava per
svenire. Con tutta la calma di cui era capace fece lentamente tre
profondi respiri, proprio come le avevano insegnato Itachi-kun e
Shisui-kun, per poi, cercare, di fronteggiarlo.
-N-N-N..-
Il biondino sentendo la compagna parlare, cosa che gli capitava di
rado, le si era affiancato incuriosito e l'aveva incitata con lo
sguardo a proseguire.
- I-io v-vo-vorrei par-pa-parlarti di u-una co-cosa impo-impor..tante-
Lo sguardo di Naruto si era fatto ancora più incuriosito ma,
solare come solo lui poteva essere, aveva allargato ulteriormente il
suo sorriso in un tacito invito a continuare.
- E-ecco, i-io..-
La frase di Hinata venne però interrotta dalla vibrazione del
cellulare di Naruto che, dopo essersi scusato velocemente, aveva risposto solare. In
meno di trenta secondi Hinata aveva visto il viso sempre sorridente di
Naruto contrarsi in una smorfia di preoccupazione mista a dispiacere.
Appena chiusa la chiamata era rimasto immobile per un po' prima di
guardarla e chiederle scusa, ma lui doveva proprio andare: Sakura-chan
aveva bisogno di lui!
Hinata lo guardò con un sorriso malinconico mentre si fiondava
fuori dalla porta prima di mormorare un flebile "non preoccuparti..
Naruto-kun". Con aria sempre più depressa si era affacciata
dalla finestra, e questo, solo per vedere il ragazzo dei suoi sogni
abbracciare con forza un'altra ragazza.
Durante gli anni passata nella
villa degli Hyuga aveva imparato molto bene come fare per trattenere il pianto, almeno fino a
quando non si fosse trovata al riparo nella sua cameretta, lì avrebbe potuto sfogarsi tranquilla. Eppure,
quella volta, le sembrava ancora più faticoso di quando suo
padre la sgridava deluso della sua inettitudine. Un lieve sospiro di
sconforto scappò dalle sue labbra serrate. Doveva finire di
sistemare. Senza il modico "aiuto" di Naruto avrebbe potuto finire
prima del solito; sperava solo che quel giorno Sasuke passasse a prenderla prima.
Dopotutto diverse volte era arrivato in anticipo.
Appoggiata al muretto della scuola, Hinata si fissava con insistenza le
scarpe mentre il vento trasportava con sé un malinconico
motivetto. Già a quella visione il giovane Uchiha aveva intuito
che qualcosa non quadrasse inoltre, quando, finalmente, la Hyuga si era
accorta della sua presenza e lo aveva guardato, aveva notato i suoi
occhi vitrei. A confermare il tutto ci pensarono i passi trascinati e
più intimiditi del solito. Eppure era strano. Per tutta la
settimana era stata così allegra mentre ora sembrava l'ombra di
se stessa. Che fosse triste perché non avrebbe più potuto
stare con Naruto nel pomeriggio? No, quella era una reazione esagerata
anche per una come lei. Con un alzata di spalle cambiò l'oggetto
dei suoi pensieri. Se non si sbagliava, il giorno dopo
Orochimaru-sensei avrebbe dovuto interrogare. Doveva ripassare, non
poteva permettere a quel dannatissimo leccapiedi di Kabuto di prendere
un voto migliore del suo.
Una volta arrivati a casa Uchiha, Mikoto,
come sempre, si era affacciata sorridente sul pianerottolo per invitarli a cena ma, diversamente dal
solito, Hinata non aveva sorriso di rimando. No, la corvina aveva
mormorato del scuse sconnesse riguardo al fatto che avrebbe saltato la
cena ed era corsa in camera sua.
Quattro paia d'occhi fissarono accusatori Sasuke, perché
sì, adesso anche quel bastardo di suo cugino faceva parte del
fan club "adotta un Hinata e, in omaggio, potrai rompere le palle ad un
Uchiha innocente".
- Che c'è? Io non centro -
Le quattro teste a cui appartenevano gli occhi si erano mosse in
sincronia in un gesto di diniego per poi sbuffare e imprecare
mentalmente, chi più chi meno, contro quel degenerato insensibile.
Era tardi ma lui, da bravo studente modello qual'era, era steso nel
letto a ripassare; o almeno era quello che avrebbe fatto se solo i
singhiozzi provenienti dalla stanza di fianco non avessero continuato a
distrarlo, e a preoccuparlo. Velocemente corresse il pensiero
precedente, ad infastidirlo non era il fatto che Hinata piangesse ma
che lo faceva rumorosamente.
Con uno scatto chiuse il libro seccato. Non importava, tanto aveva
già studiato e poi, quel tizio, non poteva minimamente competere
con un Uchiha.
Stava ancora piangendo, era da quando si era chiusa la porta alle
spalle che lo stava facendo. Certo, aveva imparato a trattenere le
lacrime ma questo metodo aveva un limite di tempo piuttosto ristretto.
Lo adoperava solo per non scoppiare a piangere davanti a suo padre, o
ad altri membri del clan.
Da quando si era stesa su quel letto aveva realizzato anche un'altra cosa; come se la tristezza per aver capito che
Naruto non l'avrebbe mai guardata come invece guardava Sakura-chan, ora, si
sentiva anche tremendamente in colpa nei loro confronti. Mentre li
guardava dalla finestra era stata davvero gelosa e invidiosa. Certo, in precedenza era stata gelosa
per le attenzioni che suo padre riservava a Neji ed era
stata invidiosa delle attitudini naturali al comando di Hanabi ma, non
era mai arrivata a desiderare che un tir li investisse. Un singhiozzo
più forte degli altri la scosse, proprio ora che aveva iniziato
a tranquillizzarsi. Stava per lasciarsi andare, di nuovo, ad un pianto
disperato, quando notò lo schermo del suo cellulare lampeggiare.
Le era arrivato un messaggio e, irrazionalmente, aveva sperato che fosse
da parte di Naruto ma, ovviamente, era impossibile.
*Che hai?*
Rilesse un altro paio di volte quel messaggio ma, ne le parole, ne il
numero, le suggerivano chi fosse il mittente. Probabilmente aveva
sbagliato numero.
*Scusa, chi saresti?*
Aspettò impaziente una risposta mentre, piano piano, le lacrime
diminuivano. Aveva proprio bisogno di qualcosa con cui distrarsi quando
sentì qualcosa cozzare violentamene contro il muro. Se non si
sbagliava nella camera di fianco alla sua c'era Sasuke-kun. Strano, di
solito era così silenzioso..
*Chi cazzo vuoi che sia a quest'ora? E poi, la smetti di lagnarti? Qui ci sarebbe gente che cerca di dormire!*
*Sasuke?*
*Ma dai! Allora, cos'hai?*
*Niente, non preoccuparti*
*Tranquilla, io mi stavo preoccupando solo del mio sonno. Comunque, se non è niente dacci un taglio. Sei rumorosa.*
*Scusa, buona notte Sasuke-kun*
Il moretto si passò stancamente una mano tra i capelli. Forse
aveva esagerato, dopotutto i suoi singhiozzi non erano così
alti: era lui ad avere un udito finissimo. Perfetto, ora la giustificava anche
Nell'altra stanza, intanto, le lacrime avevano ricominciato a scorrere
ma, questa volta, erano accompagnate solo da singhiozzi soffocati nel
cuscino. Passarono un paio di minuti quando il cellulare le segnò
l'arrivo di un nuovo messaggio.
*Senti, qualsiasi cosa sia successa con la testa quadra, sono sicuro
che non l'ha fatto apposta. E' solo stupido, quindi non pensarci troppo*
Un lieve sorriso le increspò le labbra. Aveva deciso; se non poteva stare al suo fianco allora avrebbe
continuato a guardarlo da lontano e a tifare segretamente
perché, almeno lui, riuscisse a conquistare il cuore della
persona amata. Ma, soprattutto, non avrebbe più desiderato che
Hidan-kun li sacrificasse entrambi al suo strano Dio.
*Grazie Sas'ke*
*Tsk*
Nel leggere quelle tre semplici lettere Hinata non riuscì a
trattenersi dal ridere sommessamente. Alla fin fine Sasuke non era
così insensibile come appariva, o almeno, così
sperava. Dopotutto non è normale che una persona si metta a
trascrivere anche gli sbuffi sdegnati via messaggio, no?
La risata di Hinata era gentile, delicata, e trasmetteva un senso di
pace, proprio come lei. Questo pensava Sasuke mentre, con
l'orecchio attaccato alla sottile parete che li divideva, cercava di
sentire quello che faceva la ragazza.
Preso com'era nell'ascoltare i suoni provenienti dall'altra stanza non
si era accorto dei due ragazzi che seminascosti dalla porta lo
osservavano allibiti. Dopo aver richiuso la porta dietro di loro Shisui
aveva guardato il cugino scandalizzato.
- Tuo fratello, oltre a psicopatico con tendenze omicide ora è anche uno stalker?-
- Non ne voglio parlare -
-Ti capisco- e, con una delle, secondo lui incoraggianti, pacche sulla
schiena aveva lasciato l'amico a deprimersi in solitudine per le sorti
da carcerato del fratellino. Kami quanto se la spassava con quei due!
Quella mattina si sentiva decisamente meglio, certo, il dolore per la
battaglia persa in partenza per il cuore di Naruto le cuoceva e,
probabilmente, se fosse stata un'altra persona non si sarebbe neanche
arresa così facilmente. In ogni caso, se non voleva che Sasuke
la riprendesse un'altra volta, avrebbe dovuto dimostrarsi più
forte. Quando scese al piano inferiore, ovviamente, vi
trovò il moro che leggeva annoiato un libro. Con un leggero sorriso sulle labbra lo
aveva salutato mentre l'altro, senza neanche alzare gli occhi dal
libro, aveva risposto solo con un mugugno. Se Hinata avesse fatto
più attenzione, però, avrebbe potuto notare anche un
lieve sorriso soddisfatto che, per mezzo secondo, lo aveva fatto
sembrare quasi umano.
Appena il professore Asuma era uscito dall'aula Naruto si era fiondato
al banco di Hinata, doveva ancora chiederle scusa per essersene andato
nel bel mezzo delle pulizie e doveva farle capire quanto fosse stato di
vitale importanza la sua presenza per la rosa in quel momento. Quando
le loro iridi si scontrarono fu sorpreso di non vederci rabbia nei suoi
occhi ma, al contrario sembravano sereni. Se avesse abbandonato in quel
modo la sua dolce Sakura-chan o quell'arpia della cugina lo avrebbero
semplicemente e dolorosamente castrato con un calcio ben mirato. Si
vedeva che non era cresciuta insieme a quelle due.
Era la terza volta consecutiva che si scusava , la prudenza non
era mai troppa, quando la corvina proruppe in una dolce risata per poi
rassicurarlo dolce, di nuovo. Solo a quel punto anche il biondino
sembrò rilassarsi e il suo caratteristico sorriso era tornato
splendente sul suo viso.
-Comunque, cosa stavi per dirmi ieri?-
A quella domanda il sangue di Hinata si era come congelato, le mani
avevano iniziato a sudare e le guance le si erano arrossate a
dismisura. Quello che seguì furono una serie di balbettii
sconnessi che culminarono con uno svenimento.
Mentre le compagne di classe accorrevano a soccorrere la povera Hinata
Sasuke, dall'altra parte della classe, guardava la scena di sottecchi.
Ora sì che il piagnisteo del giorno precedente aveva senso e, stranamente, scoprirlo lo infastidì.
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Capitolo 8 *** Gelosia ***
capitolo 7
Capitolo 8
La
gelosia è un sentimento comune che è presente, in gradi
diversi, in tutte gli uomini e, solitamente, porta la persona in
questione a
compiere gesti più o meno stupidi per cercare di non perdere
ciò a cui tiene. Ecco, se sei un Uchiha allora stai sicuro
che sei fregato, perché ti troverai a seguire una ragazzina di
cui non te ne frega assolutamente nulla, sì, come no, per niente.
Se, anche solo pochi mesi prima, gli avessero detto che si sarebbe
trovato in una situazione del genere Sasuke Uchiha gli avrebbe mandati
tutti tranquillamente al diavolo, eppure, ora, eccolo lì. Questa
era solo la conferma che non avrebbe mai dovuto anfare a prenderla a
quella dannatissima festa mesi prima.
Sasuke sbuffò annoiato per l'ennesima volta. Era da più
di un'ora che era seduto su quello stupidissimo sgabello a controllare
che la Hyuga non si mettesse nei pasticci, cosa alquanto improbabile
per una come lei. Che poi, perché diamine doveva essere sempre
così gentile? Non poteva mandare al diavolo quelle quattro
quando l'avevano invitata ad andare in discoteca con loro? No,
ovviamente. Lei non poteva assolutamente farle un torto del genere! Ma
che buona. "Vaffanculo Hyuga, almeno potresti evitare di indossare
vestitini del genere", e la cosa peggiore era che per lui non li aveva
mai indossati. Il suo sguardo parve illuminarsi quando la vide alzarsi
e salutare le amiche. Che avesse già deciso di tornare?
Tirò un sospiro di sollievo, forse, per quella, sera, era
riuscita ad evitare di mettersi in qualche pasticcio. La sua speranza
svanì quando vide un tizio seguirla. E ti pareva. Scocciato
bevve tutto d'un sorso il suo drink per poi seguirli fuori. Con
nonchalnce lo raggiunse e, senza farsi notare dalla moretta, lo aveva
preso sottobraccio per poi trascinarlo in un angolo più
appartato. Magari si sbagliava, meglio non rischiare di essere
denunciato, di nuovo, per niente.
-Ehi amico. stavi andando da quella tipa?- e, con veloce movimento del capo
indicò la corvina che, inconsapevole di quello che stava
accadendo a pochi passi da lei, era intenta a chiamare un taxi.
-Certo bello. Ahaha l'hai vista? Ha un davanzale da paura! Potrei tranquillamente farci una ripass..-
Non riuscì a finire la frase che una violenta ginocchiata nello
stomaco lo aveva fatto piegare in due dal dolore. Non fece in tempo a
realizzare quello che stava succedendo che la mano del moro si era
chiusa intorno alla sua gola e lo aveva inchiodato alla parete.
-Allora, brutto pezzo di merda uscito da non so quale fogna, prova ad
avvicinarti a quella ragazza con il "davanzale da urlo", anzi, prova
solo a pensare a lei ed io ti distruggo. Tutto chiaro?-
Il ragazzo aveva annuito intimorito.
A terrorizzarlo non furono tanto le parole quanto piuttosto lo sguardo
glaciale pietrificante che lo faceva sembrare un serial killer
professionista. In quella discoteca non ci
sarebbe tornato mai più, poco ma sicuro.
Quel tizio puzzava d'alcool, nel migliore dei casi il giorno dopo non si
sarebbe ricordato di lui. Nel peggiore dei casi, beh, poteva chiedere a
Madara di compiere uno sterminio, tanto..
Soddisfatto del suo operato, e di non averla pedinata per niente, si
pulì disgustato le mani sulla maglietta. Che schifo, toccare
simili vermi lo disgustava. Stava per andare a prendere la moto quando
una risata frivola, che purtroppo conosceva bene, lo inchiodò sul
posto e con un unico pensiero in testa "merda". Con una lentezza disarmante si girò per incontrare
gli occhi cerulei e divertiti della Yamanaka.
-Ma pensa, Hinata se ne stava andando giusto adesso perché si
sentiva in colpa ad averti lasciato a casa da solo e, invece, tu sei
venuto qua! I casi della vita, neh?-
-Yamanaka, senti non..-
-No no. Tranquillo, non dirò niente.. per ora-
Da quando quella piattola aveva trovato un santo che la sopportasse
aveva smesso di pedinarlo, il che era un bene, per carità,
però, doveva ammettere che, se fosse stata ancora innamorata di
lui sarebbe stato più facile farla stare zitta. Perché
sì, era sicuro che lei sapesse che non era appena arrivato per
caso.
-Bene, io vado, ti conviene muoverti o Hina-chan tornerà a casa prima di te. Poi vaglielo te a spiegare dove eri-
E, così dicendo se ne era andata sculettando e facendo ondeggiare i suoi capelli biondi a ritmo con i suoi passi.
E ti pareva.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Sasuke sbuffò seccato. Chi cazzo era che rompeva le palle a quell'ora di domenica?
Era stata una settimana stressante e quel giorno voleva solo dormire.
Era chiedere tanto? Evidentemente sì, perché alle 8.15
qualche pazzo con manie suicide aveva osato suonare a villa Uchiha e,
cosa più grave, lo aveva svegliato. Che poi, quella casa era
sempre piena di persone, sempre, tranne in quel momento, quindi: a chi
toccava andare ad aprire? a lui, ovviamente!
Con la sua tipica aura maligna elevata al cubo scese le scale e, con uno scatto d'ira, aprì la porta.
- Chi cazzo sei e che cazzo vuoi?-
Il ragazzo sconosciuto davanti a lui si limitò ad alzare un
sopracciglio. Era impossibile che non se la fosse data a gambe,
quando usava quello sguardo riusciva a far scappare anche il dobe.. a
volte. Vabeeh, lui era stupido, era un caso a parte. Sta di fatto che
riusciva a far scappare tutti. Tutti tranne qul tizio che gli stava
davanti e quella svitata che lo aveva praticamente scavalcato ed era
entrata in caso urlando come un'ossesa "Hina-chan, Hina-chan". E ti
pareva! Poteva non essere colpa della corvina?
Con uno sbuffo si massaggiò piano le palpebre prima di spalancare la porta per farli entrare.
-Grazie amico!-
Il primo ragazzo fece un breve inchino e si presentò meccanico
porgendogli la mano. Mano che lui ignorò bellamente. Una volta
capito che quel corvino asociale non gli avrebbe stretto la mano
l'ospite chiese permesso, più per abitudine che per
l'aspettativa di ricevere una risposta, ed entrò.
Un secondo ragazzo era spuntato da dietro l'impassibile e gli aveva
sorriso solare. Gli aveva sorriso solare.. che lo sguardo da omicida
non facesse più effetto? Veloce diede un'occhiata allo specchio
appeso
alla parete. No, lo sguardo c'era ancora; allora erano quei tizi il
problema, lui era sano, perfetto! Stava per tirare un sospiro di
sollievo quando una cosa raccapricciante attirò la sua
attenzione. Un enorme cane bianco stava saltellando allegramente dietro
allo svampito di poco prima e sembrava avere tutta l'intenzione di
entrare in casa sua.
Un secco "no" uscì dalla sua bocca mentre con un gamba bloccava
il passaggio a quella palla di pelo. Il ragazzo che prima lo aveva
salutato solare improvvisamente si era fatto serio e lo aveva fissato
minaccioso.
-Come scusa?-
-Ho detto "no". Quell'enorme sacco di pulci non entra in casa mia-
-Di un po', da queste parte sono tutti cazzoni come te o tu fai eccezione?-
-Almeno io non vado in giro che degli stupidissimi segni rossi sulle
guance, che poi, cosa starebbero ad indicare? "Guardatemi tutti sono un
coglione"?-
Il cagnone aveva iniziato a ringhiare contro quel tipo losco che stava
minacciando l'incolumità del suo padrone. Sasuke e il ragazzo
castano si stavano fissando in cangesco e, senza nemmeno rendersene
conto, si erano ritrovati fronte contro fronte pronti a dar il via ad
una strage. Strage che sarebbe senza dubbio avvenuto se un appena
udibile "ragazzi.." non li avesse distratti entrambi. I quattro ragazzi,
più il cane, si erano voltati contemporaneamente verso l'origine
della voce. In cima alle scale stava un Hinata Hyuuga
ancora assonata che, nella sua bella vestaglia bianca, cercava di capire cosa stesse
succedendo. Di fianco a lei un alto ragazzo dai lunghi capelli corvini
con una mano si grattava la testa divertito
con una mano mentre l'altra era
appoggiata sulla spalla della ragazza in segno di compassione.
-Co..cosa ci fate qui?-
Una volta pronunciate quelle parole la magia che aveva come bloccato il tempo si ruppe.
La ragazza con gli chignon che poco prima aveva osato ignorare Sasuke
ora aveva lanciato un urlo euforico per poi lanciarsi in una corsa
disperata che culminava con un bellissimo abbraccio di gruppo a cui,
subito dopo si aggiunsero anche i due cani. Perché sì,
aveva deciso che quel cane e il suo padrone fossero sullo stesso piano.
La patetica scena, per fortuna, venne interrotta da un composto colpo
di tosse del primo ragazzo, quello di cui aveva bellamente
ignorato il nome. Gli stava già più simpatico.
-Si può sapere che diamine succede qui?- e, per sottolineare
ulteriormente il profondo disagio del suo stato d'animo aveva sbattutto il portone rimasto aperto dietro di sè.
-Oh, otouto, non ti avevo avvertito? Oggi gli amici di Hina-chan venivano a trovarla-
Detto questo aveva sorriso a trentadue denti l'idiota. Ma non poteva nascere figlio unico?
Hinata vicino a lui mormorò un lieve "Itachi-san, in realtà non avevi avvertito nemmeno me..".
-Oh beh, ora lo sai.. sorpresa!-
Una vena iniziò a pulsare pericolosamente sil sopracciglio
destro di Sasuke. Quell'attaco di massa alla sua salute mentale era
sufficiente per richiedere l'attenuante di "leggittima difesa" in
tribunale?
Senza aggiungere una parola Sasuke risalì lentamente le scale che portavano al suo agognato letto.
-Otouto, dove vai?-
-A difendere la mia sanità mentale-
-Che maleducato, non sa proprio come trattare gli ospiti-
-Muori, miserabile sacco di pulci-
Detto questo era entrato nella sua stanza e si era chiuso la porta lle spalle.
-Oh, perdonatelo, è ancora nella fase più buia dell'adolescenza..-
-Ok, noi ti portiamo via.- e, con sguardo sicuro le afferrò un polso.
-K-Kiba.. i..io non posso-
Con sguardo triste Hinata abbassò lo sguardo ma il ragazzo non
si diede per vinto e strinse le sue piccole manine fra le sue.
-Hina-chan, quello è uno psicopatico! Devi scappare ora che hai ancora le gambe per farlo!-
-..eh?-
-KIBA!-
La voce glaciale di Neji bloccò sul nascere ogni altro tentativo di rapimento del giovane.
-Ma Ne..-
-Kiba, Hinata è qui per un ordine di Hiashi-sama, non puoi portarla via-
-Che palle..-
Il ragazzo sbuffò ed abbassò la testa sconfitto, quel
tipo non capiva quanto fosse importante salvare la piccola Hina-chan da
qull'individuo. La ragazza dal canto suo aveva iniziato a massaggiargli
la schinena con una mano. Non sapeva il perché, ma aveva come
l'impressione che ci fosse qualcosa che non quadrava.. non sarebbe
dovuto essere Kiba a cercare di consolare lei?
La ragazza con gli chignon avvertendo il pericolo di una rissa fra i due sorrise sorniona, era tempo intervenire!
-Hina-chan, lo sai che nell'ultimo test di biologia Neji non è arrivato primo?-
Kiba, risvegliatosi dallo stato comatoso in cui era caduto, sorrise a trentadue denti.
-Sì, sì. E' arrivato secondo, uno di un'altra classe lo ha battutto!*-
Neji, che fino a quel momento era rimasto impassibile, iniziò a
sentirsi a disagio, tanto che, se non fosse stato il genio della casata Hyuga, avrebbe sentito le guance
imporporarsi leggermente.
-Non è colpa mia! Ten Ten non mi lasciava concentrare!
Continuava blaterare qualcosa riguardo al fatto che le mancavi e che
saremmo dovuti venirti a trovare-
-Non è vero! E poi alla fine chi è che ha messo il libro da parte perché volev..-
-Ok, basta basta. A noi non interessano le vostre prodezze sessuali-
-Kiba! Non hai capito niente!- Neji borbottò piano un "sai che
novità" al quale Kiba rispose con un ringhio e uno sguardo di
sfida -è entrata Hanabi e non abbiamo concluso niente-
Tenten per sottolineare meglio il suo disappunto sospirò
affranta, al contrario del suo ragazzo che l'aveva fulminata con lo
sguardo.
A quel punto Hinata non riuscì più a trattenere una
salutare quanto delicata risata che fece immediatamente calmare
tutti gli animi in disaccordo.
Itachi osservò il gruppetto divertito, fino a dieci secondi
prima sembrava stessero per scannarsi ed ora erano lì che se la
ridevano. Con un dolce sorriso le scompigliò piano i capelli.
-E' ancora presto, volete fare colazione? Oggi i nostri genitori spmp usciti ma la mamma ci ha lasciato qualcosa di pronto..-
-Grazie, ma abbiamo già mangiato sul treno-
La ragazza al suo fianco sbuffò rumorosa.
-Suvvia Neji, non essere sempre così rigido-
Kiba ghignò divertito.
-Infatti, sembra che ti abbiano infilato una scopa su per il..-
-K-KIBA!-
Hinata rossissima aveva ripreso l'amico. Che figure le faceva fare davanti ad Itachi?
Il castano sospirò affranto per poi sorriderle incoraggiante. Non poteva deludere Hinata.
Sasuke, nella sua cameretta, provò, invano, a soffocarsi col
cuscino. Perché facevano così tanto casino? Era da anni
che non sentiva un così gran desiderio di piangere.
All'ennesimo tentativo fallito di addormentarsi di alzò dal
letto più alterato che mai. Oggi avrebbe commesso una strage,
ne era sicuro. Con passo pesante, giusto per sottolineare il fatto che stesse per
arrivare e che non era per niente di buon umore, era sceso al piano
inferiore. Quel mezzo cane era ancorato ad Hinata e, stranamente, la
cosa lo infastidì ulteriormente. Aveva già provato una
sensazione del genere quando aveva scoperto della dichiarazione mancata
a Naruto e, anche se non ne sapeva il motivo, tutti questi fatti lo rendevano più nervoso del
solito. Rendersi conto di quanto queste cose gli dessero fastidio, poi, lo faceva arrabbiare maggiormente. Il che era un bel risultato.
Appena entrato un silenzio tombale scese nella stanza. Silenzio rotto
dalla flebile voce di Hinata che gli chiedeva se, per caso, lo avessero
svegliato. E se ne accorgeva solo in quel momento?
-Tsk-
Fece appena in tempo a voltarsi che il cane, quello parlante, si mise
ad urlare qualche impropero riguardo alla sua maleducazione ma, per
fortuna, questa volta il suo sguardo omicida aveva funzionato e
lo aveva fatto tacere. Grazie kami, qualsiasi tu sia.
-Sa-Sasuke-kun, in cucina ho lasciato la colazione anche per te.. ci sono anche dei pomodori-
Con un cenno d'assenso ed un mugugno si era, finalmente, potuto dileguare.
Kiba sbuffò sdegnato, quel tipo era proprio un maleducato! La
sua stupida colazione a base di pomodori l'aveva preparata Hinata con le sue
manine e lui nemmeno la ringraziava?
Stava per rendere tutti partecipi dei suoi pensieri ma Hinata lo precedette.
-N-non preoccuparti, quel mugugno equivaleva ad un ringraziamento-
Itachi, seduto di fronte a lei, annuì convinto e soddisfatto.
-Non ci crederai mai, ma quello è un grande passo avanti, lo fa solo con gli amici e parenti.. quasi sempre-
Bastardo asociale. Che poi, chi, oltre a lui, faceva colazione coi pomodori?
Ok, aveva sopportato le sue battute e la sua insopportabile mania
di continuare a mettere le mani addosso a tutti però ora stava
decisamente esagerando.
-Brutta cosa la gelosia, vero?-
Sasuke si voltò stizzito solo per incontrare gli occhi divertiti di quel menteccato del cugino.
-Shisui, si può sapere che vuoi?-
-Itachi-chan ha detto che qui c'era una riunione degli amici di Hinata e allora.. eccomi qui-
E ti pareva. Certe volte si chiedeva chi fosse dei due il vero fratello di Itachi.
-Bene, allora vai-
E con uno svogliato gesto della mano aveva cercato di allontanarlo.
-Naaaaaah, non potrei mai lasciare il mio adorato cuginetto da solo mentre si strugge per un'insana gelosia-
-La smetti con 'sta storia? Io. Non. Sono. Geloso.-
-Hai lo stesso sguardo da cucciolo bastonato di quando Itachi veniva fuori a giocare con me piuttosto che stare a casa con te-
-Usciva con te solo perché dovevate andare a scuola insieme-
-Ciò non toglie che eri geloso-
-Sì, da morire. Ora ti dilegui?-
-.. ti ricordi quella volta che volevi andare al parco giochi ma, io,
sono riuscito a convincerlo ad accompagnarmi al mare.. senza mocciosi,
e per "mocciosi" intendo te, tra le palle?-
-Quindi lo ammetti. Che lo facevi apposta a tenere lontano da me Itachi, intendo-
-Ovvio. Vederti arrabbiato è così appagante. Ti sei
mai visto allo specchio mentre scleri? I tuoi capelli sembrano aver
vita propria e poi l'aura maligna che ti circonda..Uhuh, e poi
c'è anche lo sguardo assassino, meraviglioso-
Shisui era così concetrato nel suo sproloquio senza senso
che non si era nemmeno reso conto che il suo interlocutore lo aveva
lasciato lì, da solo, come un babbeo. Il fatto è che
quando parlava così, Shisui, sembrava la copia sputata di Tobi,
o meglio Obito. Perché sì, a detta di Sasuke quel tipo si
era fumato così tanto il cervello che ogni tanto si dilettava
nell'indossare una maschera e fingere di non essere un Uchiha ma solo
"un Tobi". Ormai lo avevano capito tutti che erano la stessa persona ma
nessuno aveva ancora avuto il coraggio di dirglielo. Insomma,
poveraccio, per quanto inquietante fosse era pur sempre un essere umano
bisognoso d'affetto. Sentimento che, evidentemente, era mal dimostrato
nella casata Uchiha.
Itachi guardò per un attimo il suo complice. Il suo compito era
semplice. Doveva solo esasperare l'otouto in modo che la sua gelosia
diventasse evidente anche a Hinata e a lui stesso. Il problema era:
come pensava di fare se il suddetto non lo ascoltava?
Stanco si premette le dita sugli occhi chiusi. Ormai lo aveva capito,
se voleva dei risultati doveva pensarci da solo. Eppure dai, non ci
voleva molto a far arrabbiare Sasuke. Bastava una frase fuori posto e
già dava di matto.
Fortunatamente, la sua adorata okaasan era
sempre pronto a supportarlo, anche se inconsapevolmente. Con il suo
solito sorriso gentile aveva proposto di andare tutti insieme a fare un
giro prima che gli ospiti ripartissero. La risposta di Sasuke era stata uno
scontato: "io non vengo" ma si sa, nessuno può andare contro il
volere di Mikoto Uchiha, non ci riusciva Madara-sama, perché
avrebbe dovuto riuscirci lui?
Sghignazzò allegro, quel Kiba era capitato proprio nel
momento giusto, anche se sembrava davvero un mezzo cane. Questo,
ovviamente, non lo avrebbe mai ammesso al suo piccolo fratellino.
Sasuke Uchiha non si era mai considerato un tipo particolarmente
paziente ma non aveva mai avuto particolari attacchi di rabbia, eccetto
contro Naruto, eppure quel ragazzo lo stava per far esplodere. Forse
riusciva a fargli questo effetto proprio per il fatto che sotto molti
punti di vista assomigliava al Namikaze. Insomma, erano entrambi due
rompicoglioni. La differenza sostanziale tra i due era che con uno ci
era cresciuto e, bene o male, aveva imparato ad accettarlo, ma quello..
quello no. Insomma, come si permetteva un stupidissimo sacco di
pulci di dare dell'anatra a lui, un Uchiha. Certo, ora la sua famiglia
lavorava per lo stato ma, un tempo, erano un clan di temibili mercenari
e Madara, unica persona che quel giorno fosse degna di essere definita
un Uchiha, gli aveva spiegato come nelle sue vene scorresse il
sangue di un assassino. Quindi, cosa lo stava trattenendo in quel
momento dall'ammazzarlo seduta stante?
-S-Sasuke-kun, ti prego calmati. Kiba-kun n-non voleva dire che t-tu sia u..-
-un anatra. Sei solo un anatra con la faccia da culo. E la prova ne è la tua capigliatura-
-Ok, basta. Tu sei morto-
E, quasi sicuramente, sarebbe morto davvero visto che, dopo il primo
pugno in pieno viso andato a buon segno da parte del moretto, ne stava
per partire un altro diretto al suo stomaco. Il tempestivo intervento di
Neji e Itachi, che avevano bloccato Sasuke, e di Akamaru che tirava per
la maglia il suo padrone fu del tutto inutile. Infatti una volta
liberatosi dei due, aiutato da un Shisui che voleva assistere ad una
bella scazzottata, Sasuke era ripartito alla carica. A questo punto
anche Akamaru aveva lasciato la presa dal suo inseparabile compagno di
giochi.
Tenten, intanto, seduta su un muretto lì di fronte osservava la
scena divertita. Cavoli, Hinata era stata proprio fortunata a
trasferirsi lì. Con quegli individui non poteva dire di
annoiarsi. In più, aveva notato gli sguardi preoccupati che lanciava
al moro più piccolo. Tecnicamente le aveva detto diverse volte
di essersi innamorata di un certo biondino solare, eppure, tutte le
attenzioni che rivolgeva al moro tenebroso l'avevano insospettita parecchio. Ahi ahi Hina-chan, cosa sta succedendo?
Mikoto si era assentata un attimo col marito per andare a comprare dei
pasticcini e al suo ritorno aveva trovato il suo secondogenito fare a
botte con quel simpatico ragazzo amico della sua adorata Hinata-chan. Era una situazione inaccettabile.
Aveva ripreso il controllo con una certa fatica e, dopo essersi
assicurata che il suo ospite respirasse ancora e averlo lasciato alle
amorevoli cure di Hinata-chan, si era voltata furiosa verso il figlio.
Non aveva di certo l'illusione di trovarlo particolarmente pentito o
intimorito ma non si aspettava nemmeno di trovarlo così..
soddisfatto. Conosceva suo figlio da prima che nascesse, al cuore di
mamma non si comanda, e, se c'era qualcosa che aveva imparato a fare
era quello di interpretare la sua monoespressione. Il modo distaccato
con cui teneva le mani in tasca e in cui fissava alla sua destra era un
chiaro segno. Era soddisfatto di se, ma, quanto è vero che
si chiamava Mikoto gliela avrebbe fatta pagare cara. Tre mesi senza
TV, computer, uscite e, soprattutto, di rimprovero silenzioso,
sarebbero dovute bastare e, a giudicare dalla sua espressione
sorpresa, doveva aver fatto centro.
Il marito, una volta assicuratosi che Mikoto fosse abbastanza lontana
aveva appoggiata una mano sulla sua spalla e con sguardo orgoglioso gli aveva
sorriso fiero.
-Bravo figliolo-
-Ho pestato una persona, te ne sei accorto, vero?-
-Gli Uchiha non sono secondi a nessuno. Se qualcuno prova a prendersi
qualcosa che ci appartiene è giusto che venga rimesso al suo
posto-
Aveva appena cambiato idea. Non solo Madara, ma anche suo padre, era un
vero Uchiha. Anche se non aveva capito bene la storia della "cosa
rubata", insomma, lui lo aveva fatto solo perché stava prendendo
per il culo la sua adorata pettinatura, no?
Erano sul treno di ritorno per tornare a Tokyo. Da quando avevano
salutato Hinata nessuno dei tre aveva ancora osato parlare fino a
quando Tenten, stufa del silenzio, prese la parola.
-Neh Kiba, perché oggi hai provocato in quel modo Sasuke?
Insomma non c'era bisogno di fargli notare il problema dei suoi
capelli.. e poi sono sicura che Hanabi non gradirebbe sapere che stai
ancora così appiccicato a sua sorella-
-Era giusto per divertirmi un po'. Io le ho fatto il filo per anni poi
arriva questo qui e, in pochi mesi, riesce ad ottenere tutte le
attenzioni per cui io ho lavorato per anni? Almeno fatemi divertire.-
-E' per questo che non le hai detto di esserti fidanzato? -
-Non volevo farla preoccupare, insomma, siamo stati insieme praticamente da sempre-
-Guarda
che Hinata non si era mai accorta nemmeno che ti piacesse, figurati se
aveva compreso che "stavate praticamente insieme"-
-.. ti odio-
-Così come Hanabi odierà te quando verrà a sapere che Hinata non ne sa ancora nulla-
Neji, a questo punto, si era intromesso annoiato nella conversazione.
-Tanto
meglio. Finché sarà arrabbiata con lui le possibilità che faccia altre
retate in camera mia, disturbando i nostri momenti intimi, sono ridotte-
-Come sei cattivo Neji-san. E io che pensavo che fossimo amici..-
-Mai detto.-
E con questa costatanzione si era rituffato nella lettura del libro
-Sempre il solito antipatico-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
*In Giappone i risultati dei test vengono scritti su dei tabelloni che
poi vengono esposti rendendoli visibili a tutti. Solitamente i
risultati vengono esposti in base al voto erano così una certa
rivalità fra gli studenti.
Questa volta il commento l'ho scritto
sotto, ondevitare di spoilerare qualcosa. Spero di essere riuscita a
rendere che, la coppia che appariva un paio di capitolo fa erano Neji e
Tenten mentre "la peste" altri non era che Hanabi. Sinceramente non mi
ricordo il motivo per cui li avevo nominati così presto. Forse,
mi sembrava un'idea geniale.. Bah.
Inoltre ci tenevo a sottolineare che la prima parte è ambientata nel futuro, è sempre meglio specificare u.u
In questo capitolo Itachi (<3) e Shisui (*-*) iniziano a mettersi
all'opera (adoro troppo questi due) mentre Sasuke fa riferimento a
Madara. Personalmente speravo di riuscire ad inserire anche lui nei
prossimi capitoli, insieme a Hidan, ovviamente. Devo ancora vedere..
Pensando al presente, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se non mi convince molto..
Sarebbe più conveniente se dicessi quando mi sento soddisfatta,
eviterei di perdere tempo -.- . Bene, ne approfitto anche per
ringraziare tutti coloro che leggono, che inseriscono la storia tra
preferite, ricordate e seguite ma, soprattutto, a chi recensisce. Dico
davvero, mi rendete sempre molto felice ed orgogliosa, grazie :D
|
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Capitolo 9 *** Baci, lacrime e ripensamenti ***
sasuhina 8
Mi rendo conto che questo capitolo
è un po' cortino ma mi sembrava già abbastanza pesante
quindi ho preferito non caricarlo troppo..
Allora, sì cosa dire senza fare
spoiler? Sasuke è un idiota, ma questo si sapeva. Insomma
sì, è dolce e tenero ma mi sta facendo penare un sacco.
Ergo: è un idiota.
Sul capitolo non penso ci sia altro da
dire, se non che le cose inizieranno a muoversi veramente (e voi
direte: "era ora!".. quindi sappiate che sono perfettamente d'accordo
con voi u.u)
Passiamo ai consueti ringraziamenti a
chi legge, e a chi riuscirà a leggere fino alla fine del
capitolo, a chi ha inserito la storia tra preferiteseguite e,
naturalmente, a chi recensisce, mi rendete sempre moooolto felice :D
Bene, buona lettura, spero, a tutti!
Capitolo 9
Per festeggiare la fine dei test, quella volta, sarebbe toccato a
Naruto prestare la casa per la festa. D'altro canto, lui non chiedeva
altro che un'opportunità per farsi grande agli occhi di
Sakura-chan e di superare una volta per tutte il suo eterno rivale
apatico e anti-feste: Sasuke Uchiha.
Al suddetto ragazzo, contrario ad ogni genere di divertimento, non interessava
particolarmente il fatto di essere in punizione e, quindi, di non
poter andare all'ennesima buffonata organizzata dai suoi compagni di classe. In realtà ne era quasi felice.
Insomma, ogni volta doveva cercare delle fastidiose scuse per poter
declinare gli inviti; un semplice "no" accompagnato da un "smettila di
fracassarmi le palle" con Naruto non funzionava. Gli costava ammetterlo
ma, il più delle volte, erano Naruto e la sua fastidiosissima
parlantina ad averla vinta.
Con quello che, da lontano e con un occhio chiuso, poteva quasi
sembrare un sorrisetto soddisfatto Sasuke si stravaccò sul letto
pregustandosi la serata di piacevole lettura che gli si prospettava davanti.
Itachi era uscito con la banda di deficienti, a cui si era unito anche
Shisui, che non poteva di certo vantare un'intelligenza superiore a
quegli altri; due in un colpo solo. Sua madre era andata a cena fuori
con
Kushina e Minato, buttati fuori casa per la sopracitata
festa, mentre Hinata era stata convinta da Sakura che "non poteva
assolutamente perdersi un simile evento!".
A casa rimaneva solo Fugaku,
lasciato indietro dalla moglie affinchè controllasse che suo
figlio rimanesse a casa a pentirsi dei suoi peccati. Naturalmente
all'uomo non poteva importargliene di meno dei peccati del figlio;
finchè fosse stata solo una scazzottata, in cui aveva la meglio,
poteva benissimo passarci sopra Era nel loro DNA essere
leggermente violenti quando si arrabbiavano, non poteva mica
condannarlo
per una questione di genetica. La scontata conclusione era che non
gliene fregava
assolutamente nulla della sua punizione, non contraddiva la moglie solo
per quieto vivere. Da quando aveva iniziato a frequentare così
assiduamente Kushina era diventata particolarmente suscettibile.
Con queste premesse, Sasuke, cosa poteva desiderare di meglio?
Non fece in tempo a finire di compiacersi che il cellulare segnò
l'arrivo di un messaggio. Se fosse stato di nuovo quel baka il giorno dopo lo
avrebbe certamente ucciso.
*Possiamo parlare un attimo?*
Stupito guardò il mittente e, dopo aver controllato chi fosse,
era ancora più meravigliato. Era dalla storia di Kiba che non si
erano più rivolti la parola.
*Hyuga, sono nella camera di fianco alla tua, se devi parlarmi fai tre passi e vieni qui.. e non scrivermi messaggi inutili*
Hinata lo sapeva che era stupido scrivergli un messaggio ma, per quanto
potesse sembrare strano, non era mai entrata in camera sua. L'aveva
sempre considerata come un tempietto in cui gli Uchiha di sangue, e non
per nomina
di Mikoto, potessero entrare. Beh, in realtà, più che
della sua stanza-tempietto aveva paura di parlare con lui. Insomma,
Sasuke in versione
arrabbiata, le faceva paura. D'altronde, non poteva
ignorarlo e, come se non bastasse, si sentiva in colpa ad andare alla
festa di Naruto
mentre lui era ancora in punizione.
Con passi più lenti e tremolanti del solito era uscita della sua
camera con la chiara intenzione di raggiungere il ragazzo, eppure, ora
che si trovava davanti alla sua porta non riusciva proprio a bussare.
-Hinata, santo cielo, se devi entrare entra. Non stare lì fuori impalata-
Al suono di quelle parole sussultò. Come aveva fatto a capire che era lì? Era così prevedibile?
Con un profondo sospiro di incoraggiamento bussò lievemente e,
dopo aver chiesto il permesso, era entrata delicata nella stanza.
Dopo un paio di minuti di silenzio Sasuke si decise di spostare
l'attenzione dal libro che stava leggendo alla ragazzina che, con fare
nervoso, si stava torturando le dita.
-Allora?-
-Ecco.. i-io.. ehmm-
-Hinata, almeno per una volta, parla come Dio comanda!-
Dopo un altro profondo respiro Hinata riprese a parlare con voce
lievemente più sicura di prima. Se avesse balbettato un'altra
volta Sasuke l'avrebbe mandata a quel paese, poco ma sicuro.
-Mi chiedevo se ti dispiacesse per la festa di Naruto-kun cioè, se vuoi posso restare a casa p-pure io..-
Verso la fine della frase la voce aveva tremato lievemente a causa di un'occhiataccia da parte dell'altro.
-Lo stai facendo per par condition?-
-Sì, cioè, no!-
Hinata sorpresa da quello che sembrava l'ombra di un sorriso sulle
labbra di Sasuke era caduta in una confusione superiore a quella
precedente. Non aveva mai visto un sorriso, o qualcosa di vagamente
somigliante, sul volto del ragazzo, eppure, di una cosa era certa:
difficilmente portava qualcosa di buono.
-Hyuga, fuori dalle palle- e, con queste parole, sia la sua attenzione che il "sorriso" erano svaniti.
Per l'appunto.
Mentre si chiudeva la porta alle spalle la corvina aveva dato una
veloce occhiata al moretto. Lui era lì, seduto sul letto con la
schiena appoggiato alla testata del letto impassibile come sempre,
eppure a lei sembrava così.. sofferente.
-Buona serata Sasuke-kun-
-Tsk-
Pace, tranquillità.. ed apprensione. Non ne sapeva il motivo ma
aveva come una brutta sensazione e, solitamente, il suo intuito non
falliva. Il suo presentimento venne confermato pochi minuti dopo,
quando il suo cellulare prese a vibrare con insistenza.
-Hyuga.. che vuoi?-
-I-Ita-kun-n?-
-No, sono Sasuke-
-Ah-
Sasuke sbattè un attimo le palpebre allibito. Non aveva mai
sentito la voce di Hinata al telefono ma era sicuro che quella fosse
troppo strascicata per essere la sua voce normale.
-M-mi potresti pas..sare Itachi, perfavore?-
-E' uscito-
-Ah-
-Hinata si può sapere cosa succede?-
-Mmmm.. p-penso di avere un problema..-
Stanco chiuse il libro e lo appoggiò sulle proprie gambe per poi sbuffare lento.
-Quanto hai bevuto?-
Sentì chiaramente come, dall'altra parte della cornetta, la ragazza avesse trattenuto il respiro.
-S-Sakura-chan e..e..N..Na..Naruto... ba..ciando-
Stava per risponderle acido di smetterla di balbettare cose
incomprensibili quando sentì delle urla di sottofondo "Hinata avanti,
esci dal bagno!" e dei colpi su quella che doveva essre la porta della stanza.
-S-sc-scusa S-Sasuke, non..non volevo di-disturbarti-
Ora che prestava più attenzione poteva notare che stava anche piangendo.
Debolmente si massaggiò gli occhi.
-Ascolta Hyuga, fra una ventina di minuti fatti trovare fuori casa.. passo a prenderti-
-M-ma la puni..-
Non le diede neanche il tempo di finire la frase che le chiuse il telefono in faccia. Tanto, avrebbe detto solo vaccate.
Velocemente scese le scale. Perfetto, del padre non c'era traccia,
probabilmente era già andato a dormire. Si stava per infilare le
scarpe quando la voce dell'uomo richiamò la sua attenzione.
-Sasuke-
Solo sentire pronunciare il suo nome gli aveva causato il sudore
freddo. Quello era il vero e temibile Fugaku Uchiha, ora non poteva più
vacillare.
-Hinata non si sente bene. Vado a prenderla e torno.-
Tono freddo e impassibile. Bravo Sasuke, se continui così magari riesci ad evitare di farti ammazzare sedutastante.
-Tua madre sarà a casa fra, circa, un'ora. Vedi di farti
trovare in camera al suo ritorno.- e, con queste parole, se ne
tornò in salotto. Non sarebe certo stato lui ad impedire al
figlio di diventare un vero uomo.
Quando arrivò la Hyuga era già fuori ad
aspettarlo, appoggiata al cancelletto della villetta Uzumaki si guardava
intorno intimorita nella speranza di vederlo arrivare.
Le richieste poco caste di Suigetsu erano state rifiutate per
l'ennesima volta da Karin che, per sottolineate meglio il concetto, lo
aveva buttato fuori dalla casa del cugino. L'albino era fuori al freddo
quando vide avvicinarsi col
solito passo indolente Sasuke e, in quel momento, sperò che la
serata potesse migliorare. Stava per fiondarglisi contro ma la sua
occhiata raggelante lo avevano fatto desistere. Non sembrava di buon
umore. Forse, per quella sera, sarebbe stato meglio non farsi prendere
a graffiate anche da lui. Perchè sì, l'Uzumaki doveva
decisamente
tagliarsi le unghie.
Ancora immerso nei suoi pensieri, e nelle sue paure, si accorse a
malapena dell'amico che veloce come era arrivato aveva afferrato la
moretta per un polso e l'aveva trascinata via. Poveraccia.
Erano appena arrivati alla fine di una viottola laterale che portava
sulla strada principale del quartiere Uchiha quando videro la macchina
di Mikoto passarli davanti. Era stata solo per pura fortuna se non li
aveva visti ma, ora, non poteva rischiare. Istintivamente
rafforzò
la stretta intorno al polso della ragazza, che non aveva ancora
lasciato da quando l'aveva portata via dalla festa di Naruto, e
iniziò a correre trascinandosela dietro. Erano praticamente
arrivati quando videro Mikoto parcheggiare nel vialetto di fianco a
casa, se fossero passati in quel momento li avrebbe sicuramente
visti. Non voleva nemmeno pensare di quanto si sarebbe allungata la
punizione, le feste poteva continuare a saltarle, anche per tutta la
vita, ma rivoleva indietro il suo videogioco sui Ninja. Insomma
stava per distruggere un villaggio, non era mica una cosa da tutti i
giorni!
La sua crisi interiore, ben nascosta al mondo esterno, venne interrotta quando sentì il polso della ragazza cercare di
liberarsi dalla sua presa fino a riuscirci. Con passo tremolante Hinata
si allontonò da lui e si diresse verso Mikoto per poi buttarsi
tra le sue braccia.
-Hina-chan? Cosa è successo?-
Sasuke, da dietro l'albero dove si era appostato, guardò
allibito la scena che gli si presentava davanti. Cioè, lui
rischiava le palle per andare a prenderla e lei alla prima occasione
lo mollava lì a sorbirsi da dolo la strigliata che, sicuramente,
stava per arrivare? Non fece in tempo a finire di imprecare mentalmente
che, da oltre la spalla della madre, incontrò lo sguardo
insicuro
della Hyuga che gli indicava la casa alle sue spalle. E in quel momento
capì. Velocemente attraversò il cortile dei vicini,
saltò il muretto che divideva le due case e, silenzioso come un
ladro, entrò dalla porta del retro solo per ritrovarsi davanti
l'accigliata figura del padre. "Ce ne hai messo di tempo" e, con queste
parole, si era fatto da parte per farlo passare. Con un ultimo scatto
salì gli scalini due a due per poi fiondarsi nella sua
stanza. Fece appena in tempo a chiudere la porta che sentì le
voci delle due donne che stavano entrando in casa. E anche
per questa volta era salvo.
Era da più di mezz'ora che le due la madre stava interrogando Hinata al
piano inferiore e Sasuke non ne poteva davvero più. Si può
sapere di cosa dovessero parlare di tanto importante? Con uno
sbuffò si rigirò nel letto quando, improvvisamente gli
tonarono alla mente le parole della Hyuga, il motivo per cui si
era nascosta nel bagno di casa Uzumaki, per cui piangeva e per il quale
aveva deciso di andare a prenderla. "S-Sakura-chan
e..e..N..Na..Naruto... ba..ciando". Con un sonoro sospiro si
alzò dal suo comodo letto per andare nella camera della ragazza ad
aspettarla. Non aveva rischiato di farsi allungare la punizione per
niente. Come minimo voleva sapere cosa diamine stava combinando quel baka del
suo migliore amico. Con Sakura? Ma davvero? Allora era anche più stupido di quanto pensasse.
-S-Sasuke?-
-Parliamone-
Hinata lo guardò stralunata. Sasuke Uchiha che, di sua spontanea volontà, chiede di parlare di qualcosa?
-Mmm, ecco, sì.. grazie-
-Ma sei stupida?-
-C-cosa?-
Davanti allo sguardo stupito della Hyuga Sasuke iniziò a
rendersi conto di quello che stava facendo. Fra i due sembrava che lo
stupido fosse lui. Insomma, che diamine stava facendo? Era notte tarda
e lui era nella camera di Hinata per farsi spiegare il motivo per cui
piangeva? E la cosa peggiore era che quella non era la prima volta che
se ne preoccupava. Con fare rabbioso si strofinò le palpebre. La
situazione si stava complicando.
-Allora?-
-Mmm, e-ecco io ero andata a prendere q-qualcosa da bere p-per me e
K-Karin quando li ho visti s-sul divano a ba-baciarsi. S-so che a-avevo
detto d-di essere andata oltre m-ma fa m-male.. e poi n-non pensavo
c-che s-si me..mettessero insieme c-così presto.. c-capisci?-
Sasuke guardò infastidito le lacrime che avevano ripreso a
scorrere sul viso della Hyuga mantre qualcosa infondo al suo stomaco si
agitava violentamente. Rabbia? Gelosia? Fastidio? E poi
c'era quella domanda. "Capisci?" e, prima di potersene rendere
conto aveva già iniziato a parlare in uno dei discorsi più lunghi che avesse mai fatto.
-No. Ti sei "innamorata" di un tipo che nemmeno conoscevi e anche
quando hai scoperto che è un completo idiota innamorato di
un'altra, per giunta, il tuo sentimento non è mutato minimamente. Non capisco
semplicemente perchè non c'è niente da capire. Sei solo una
masochista.. una stupida mocciosa innamorata di una testa quadra-
Hinata, presa alla sprovvista, aveva sgranato gli occhi nell'udire
parole tanto dure. Certo, non era mai stato particolarmente gentile ma
quelle parole le sembravano davvero cattive, e poi, anche i suoi occhi
trasudavano cattiveria. Sasuke d'altro conto temette che, per quella
volta, avesse esagerato; per
questo con un "tsk" a sosituire delle scuse si diresse veloce verso la porta
ma una lieve pressione sul bracciò lo bloccò di colpo.
-L-lo so. E'-è una cosa stupida m-ma n-non si possono
controllare i sentimenti.. s-sia che n-nascano all'improvviso sia a
p-poco a poco u-una volta c-che ci s-sono non p-puoi più
liberta..ne-. A quel punto solo una sola parola gli vorticava in testa:
"scommetti?". Scettico, anche se leggermente sorpreso, si era voltato
solo
per poter incontrare due occhi chiari fissarlo sicuri, i capelli
leggermente scompigliati, le guance arrossate e infine un dolce
sorriso ad illuminarle il viso. E, osservando quelle
labbra, chinarsi e far combaciare rudemente le loro labbra gli venne
automatico.
Aveva semplicemente appoggiato le sue labbra con quelle di
lei eppure questo semplice toccarsi, durato solo un paio di secondi,
ebbe la capacità di far partire una scossa elettrica che, da
quel piccolo pezzo di pelle a contatto si diffuse per tutto il suo
corpo. Un calore in grado di riscaldagli quel freddo interiore che si
portava dietro
da sempre.
Hinata non ebbe neanche il tempo di capire quello che stava succedendo
che vide la porta della sua stanza chiudersi alle spalle del ragazzo.
Sasuke l'aveva baciata.. impossibile e.. caldo. Queste erano le uniche
due cose che riusciva a pensare.
La mattina dopo, mentre scendeva lentamente le scale, non sapeva cosa
aspettarsi ma, certamente, fra tutte le opzioni la solita indifferenza
di Sasuke le era sembrata la più improbabile. Questo, almeno,
fino a quando non lo aveva visto lì, col viso nascosto dietro al
libro di algebra e lo sguardo annoiato. Aveva bevuto, anche se poco, quindi era
plausibile che avesse potuto sognare il tutto..
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Capitolo 10 *** Quando la paura ti fa fare cose stupide ***
sasuhina 9
Capitolo 10
Erano già passati
un paio di giorni ma,
più la guardava, meno se ne capacitava, più ci pensava, meno capiva. Che cosa
cavolo gli era preso quella sera? Perchè l'aveva baciata? Anzi;
perchè ne voleva ancora? No, la domanda migliore era:
perchè ne voleva di più?
Seccato voltò lo sguardo verso la sua compagna di classe.
Solitamente non avebbe mai fatto una cosa del genere con una della
classe ma quella era un'emergenza; non poteva aspettare oltre per togliersi la Hyuga dalla testa!
Quel pomeriggio quando, a causa di un corso extra era dovuta rimanere a
scuola oltre l'orario scolastico e, all'uscita, non lo aveva trovato
appoggiato al muro ad aspettarla ne aveva avuto la conferma: quella
sera, di cui aveva solo ricordi sfocati, era veramente successo
qualcosa di strano.
Se c'era una cosa che aveva imparato grazie a Sasuke è che non
bisogna scappare dai problemi. Per questo motivo si era diretta
velocemente verso casa ma, ora che si trovava in
prossimità di villa Uchiha, la sua camminata era diventata molto
più lenta e incerta. Quando poi si era ritrovata davanti alle
scale si era paralizzata. Incapace di fare quei pochi gradini che la
separavano da Sasuke si era immobilizzata ad aspettare un
incoraggiamento dal cielo.
-Hinata!-
Incoraggiamento che giunse poco dopo alle sue spalle.
-Oh, Ita-kun. Sei tornato adesso?-
-Sì, ero da Kisame a studiare.. tutto bene?-
-I-io.. sì-
Itachi la osservò attentamente mentre si stropicciava
nervosamente la gonna e, ogni tanto, lanciava occhiate veloci alla
camera del suo otouto.
-Vai a chiarire con Sasuke?-
-C-come?-
-Ultimamente mi sembrava più freddo del solito, il che è tutto dire.. Perfetto, ti accompagno!-
Prima che avesse la possibilità cambiare idea la prese
delicatamente per le spalle e la trascinò davanti alla stanza del
fratello per poi spalancare la porta entusiasta. Alla faccia
di Shisui che si perdeva sempre i momenti più interessanti!
Quando mise a fuoco quello che stava facendo Sasuke, però, fu
sollevato all'idea che non ci fosse anche il cugino pronto a deprimerlo
ulteriormente. Certo,
sospettava da tempo che suo fratello non fosse più l'ingenuo bambino che
si attaccava gioioso alle sue gambe implorandolo di giocare con lui,
eppure, vederlo lì, seduto sul bordo del letto con una ragazza
seduta sulle sue gambe mentre gli baciava focosa il collo e le spalle,
era lo stesso una scena abbastanza strana. Non era sicuro di essere
pronto a vedere crescere il suo piccolo otouto. Solo il giorno
prima portava ancora il pannolone mentre ora era lì con una tipa
a fare "non voleva sapere cosa". Ma la cosa peggiore era che non gli
aveva mai parlato, ne tantomeno presentato, questa tizia.
Insomma, tra fratelli non bisognerebbe dirsi tutto? Lui lo faceva!..
quasi sempre.. raramente.. ok, mai. Ma lui era il maggiore, quindi era
giustificato.
Con lo sguardo più severo che riusciva a fare cercò di
far capire a quel piccolo depravato quanto fosse deluso e, solo in quel
momento, notò, con un pizzico di divertimento, che il fratellino
era troppo impegnato a fissare con occhi sbarrati la piccola figura al
suo fianco per far caso anche a lui.
Un attimo prima si stava specchiando in quegli occhi scuri velati di
passione e un secondo dopo il suo sguardo era stato incatenato da
quello chiaro e vagamente stupito della corvina. Qualcosa nel suo
stomaco si mosse, ed era estremamente fastidioso poi, quando la vide
dargli le spalle e correre via la morsa allo stomaco si strinse al punto da
fargli male spingendolo ad alzarsi e a seguirla in cerca di
sollievo. Cosa che avrebbe certamente fatto se, la ragazza che aveva
involontariamente buttato per terra quando si era alzato, non gli
avesse afferrato un braccio in una stretta disperata e non lo avesse
guardato con le lacrime agli occhi mentre chiamava triste il suo nome.
Probabilmente aveva capito anche da sola che stava per essere usata e,
anche se gli costava ammetterlo, gli dispiaceva. Dopotutto, dopo anni
che si conoscevnao, era quasi diventata un'amica e un po' le si era
affezionato.
-Alzati e vai via-
Con quelle parole, che sarebbero dovute valere come delle scuse, Sasuke
aveva fulminato il fratello e l'aveva lasciata lì andandosene
veloce.
Diversamente da quello che si aspettava la ragazza, il tono usato da
Sasuke non era freddo come suo solito, sembrava quasi che gli
dispiacesse per la sua stupidità di ragazza innamorata o, forse,
era solo merito della vicinanza benefica con Hinata. Già,
Hina-chan. Non pensava che sarebbe stata propio lei a rubarle Sasuke
anche se, effettivamente, non poteva rubarle una cosa che non le era
mai appartenuta.
Con una risata amara scosse triste la testa cercando di trattenere le
lacrime che minacciavano di toglierle anche quel po' di dignità
che le era rimasta. si alzò e si diresse lentamente verso
l'uscita. Quando passò di fianco al fratello di Sasuke, che non
si era ancora mosso dallo stipite della porta, lui le disse un incoraggiante
"scusalo, è un po' confuso". Come unica risposta scosse
nuovamente il capo e pregò affinchè la sua confusione non
ferisse anche la sua Hina-chan. Non era colpa di quella ragazza
così diversa da lei se era riuscita a fare una breccia anche nel
cuore dell'impassibile Sasuke. Che lo sapessero già o no
l'importante era che lei stesse bene; perchè lei, altri non era se
non la sua prima e unica vera amica.
Itachi guardò la ragazza andare via e sospirò affranto, che diamine stava combinando il suo stupidissimo otouto?
Shisui darà sicuramente di matto quando scoprirà quello quel che si è perso.
Hinata non sapeva perchè era corsa via. Certo, non si aspettava
di trovare Sasuke, dopo averla baciata pochi giorni prima, farsi
baciare e toccare appassionante da un'altra. Sua amica per giunta, come
se il resto il non bastasse. Forse non considerava il loro come un
bacio.. meglio
così. Almeno avrebbe potuto evitare anche lei di considerarlo
tale e poi, se lui avesse provato davvero qualcosa per lei, avrebbe
dovuto
rifiutarlo perchè, nonostante tutto, nel suo cuore c'era ancora
e solo Naruto, vero?
Affranta si asciugò le lacrime che involontariamente le stavano
rigando il viso. Perchè? Perchè piangeva? Non dovrebbe
esserne sollevata? Nel tentativo di distrarsi si guardò intorno
scoprendo, con orrore, che non era mai stata in quel parco.
Mentre correva pensava solo ad allontanarsi il più possibile dal
quartiere Uchiha, senza tener conto che quella era l'unica zona
che conosceva. Certo, il parchetto con il bel laghetto in cui si
trovava era davvero rilassante però rimaneva il problema non irrilevante che non
avesse la benchè minima idea di dove si trovasse.
-Hyuga?-
Stupita si voltò verso il suo interlocutore; quella voce
non le sembrava sconosciuta, eppure non riusciva proprio a
riconoscerla.
-Massì, tu sei la mocciosa che stava per farsi investire, no?-
-H-Hidan-san?-
-Sei venuta per offrirti come sacrificio?-
-E-ehm.. n-no-
-Ah.. peccato-
Guardando la ragazzina seduta per terra con gli occhi lucidi, le guance
arrossate per il pianto e i capelli scompigliati che cercava, invano,
di tranquillizzarsi stringendosi le gambe al petto provò un moto
di compassione. Sbuffò annoiato, se fosse arrivato in ritardo
un'altra volta all'incontro con Kakuzu, quello, lo avrebbe sicuramente
scuoiato vivo. Eppure, quel giorno, si sentiva in vena di buone azioni
quindi sedersi accanto alla corvina era stat inevitabile. Era
ufficiale: si stava rammolendo.
-Sentiamo, cosa ha combinato quel piccolo mostricciatolo senza cuore?-
-C-come?-
-Non è per il fratello asociale di Itachi che ti stai lagnando?-
Ultimamente un sacco di persone l'accusavano di lagnarsi troppo, forse,
se avesse smesso Sasuke l'avrebbe considerata come una donna..
Stupita
dai suoi stessi pensieri scosse sconsolaata la testa.
-C-come f-fai a..?-
-Ovvio, quel tipo deprimerebbe chiunque.. il che è una grande
qualità. Comunque, è da circa una settimana che non
compio un sacrificio..-
-..q-quindi?-
-Posso sbudellarlo?-
Hinata si voltò stupita, e leggermente spaventata, verso
l'albino che, con il mento appoggiato sulla mano lanciava annoiato dei
sassi nel laghetto. O meglio, lanciava sassi contro le papere nel
laghetto.
-N-non credo c-che Itac..-
-Io odio le papere-
-C-cosa?-
-Sono stupide e starnazzano-
Hinata ormai si era persa, quello che diceva quel ragazzo non aveva un minimo di senso logico.
-Dai! Guardale, con quella cazzo di coda verso l'alto sembrano tirarsela.. non ti ricordano il mini Uchiha?-
-I-io..-
-Dai, ora te ne prendo una così la spenniamo insieme, magari potresti diventare una consorella del culto di Jashin-
La risata lieve di Hinata si sparse per il parchetto mentre Hidan si
alzava fingendo di voler andare ad inseguire una papera. Solo quando lo
vide prendere velocemente una papera lì vicino le venne il
terribile dubbio che fosse serio.
-Hi-Hidan?-
-Sono cresciuto in una fattoria del cazzo e ho passato l'infanzia ad
inseguire maiali. Loro sì che sono veri animali, scappano quando
avvertono il pericolo. 'Ste fottuttissime anatre, invece, ti vengono
praticamente incontro. Che animali del cazzo.-
-Hidan.. l-la papera, la stai soffocando..-
-Giusto, deve rimanere viva per poter soffrire ed essere considerata un vero sacrificio-
-S-sei serio?-
L'albino la fissò per qualche attimo, forse stava esagerando,
dopotutto lei non era abituata alle sue stranezze. Sospirò
affranto, forse, per quella volta, avrebbe potuto rimandare il
sacrificio. Con un'alzata di spalle Hidan lasciò andare la
papera, che era zampettata via il più veloce possibile, per poi
risedersi vicino a lei.
-Dai, dì allo zio Hidan cosa ti turba..-
Hinata lo guardò leggermente spaventata ma, alla fine, decise di
parlargli del bacio e di quello avvenuto poco prima. Per lo meno
avrebbe dato una tregua a quelle povere paperelle..
-Che stronzata, speravo in qualcosa di peggio. Per così poco non
vale neanche la pena di sprecare tempo per trucidarlo-
Passarono alcuni attimi di silenzio, attimi in cui Hinata aveva abbassato
nuovamente lo sguardo stanca. Come pensava, si stava facendo un sacco di problemi
per niente.
-Finocchie-
-C-cosa?-
-Le papere..e Sasuke-
-P-perchè lo odi?-
-Perchè mi sta facendo perdere tempo. In realtà sei tu, ma se ti faccio piangere Itachi mi manda contro Tobi.-
-Mmmm-
-Senti, il coso, ti piace?-
-N-no i-io..-
-Innamorarsi di un Uchiha è la cosa più stupida che una
persona possa fare. Loro vanno d'accordo solo con i gatti.-
-Eh?-
-No, dico davvero. Senti ho un idea per aiutarti-
La corvina, che aveva iniziato a non prestare più molto ascolto
all'albino, non voleva sembrare maleducata ma seguire i suoi discorsi
era davvero troppo complicato, ed inquietante, si rifece attenta.
-Affida la tua anima a Jashin!-
-N-no grazie-
-Sei contro Jashin?-
-No! Lode a Jashin!-
Hidan la scrutò per interminabili secondi per poi prorompere in
una grassa risata. Quella ragazzina, così diversa dalle persone
che frequentava solitamente, lo divertiva non poco.
-Senti, tu pensi che io abbia scelto di essere un eletto da Jashin?-
-.. n-no?-
-Esatto!-
Hinata aggrottò le sopracciglia cercando di capire cosa stesse
cercando di dirle ma, nonostante gli sforzi, non riusciva a trovare un
collegamento logico.
-Quindi?-
-Non siamo noi a scegliere i sentimenti, sono loro a scegliere noi.. proprio come i cani-
-I c-cani?-
Proprio quando aveva iniziato a pensare di poter capire qualcosa lui le
scombussolava di nuovo le idee. Cosa centravano i cani? Stava per
chiedere ulteriori lucidazioni quando
incontrò lo sguardo soddisfatto di Hidan, a quanto pare era
davvero soddisfatto del suo paragone, non poteva deluderlo. Con un
sorriso dolce gli fece capire di essere riuscito a tirarle su il morale
al che il ragazzo, dopo attimi di smarrimento, rispose con un sorriso
ancora più grande. Non si ricordava che fosse così
appagante fare una buona azione, quasi quasi avrebbe potuto farle
più spesso..
Purtroppo, il
momento idiliaco venne interrotto da delle urla provenienti dalle loro
spalle.
-TU! BRUTTA TESTA DI CAZZO SOTTACETO DOVE DIAMINE ERI?!? MI HAI
LASCIATO Lì COME UN COGLIONE AD ASPETTARTI PER QUASI UN'ORA.
UN'ORA! TE NE RENDI CONTO? IL TEMPO è DENARO! D E N A R O E TU,
MISERABILE PEZZO DI MERDA, BUTTI IL MIO TEMPO NEL CESSO.-
-Suvvia, non fare il solito materialista cagacazzi e poi guarda,
c'è anche Hinata-chan. Con tutte quelle brutte parole l'avrai
spaventata-
-S-salve K-Kakuzo-san-
Il nuovo arrivato la scrutò un attimo per poi commentare acido
qualcosa riguardo le perdite di tempo e il fatto che sarebbe stato
più utile se quella volta l'avessero veramente cattata sotto.
Hida, ignorando bellamente l'amico si alzò e, con un pacca sulla
schiena le sorrise soddisfatto.
-Bene, Hinata-chan, noi andiamo. Dobbiamo andare a scippare una vecchia-
-H-Hidan..-
-Tranquilla Hina-chan, è solo sua nonna-
-N-no, non è q-questo solo v-volevo sapere dove f-fossimo..-
I due si scambiarono un'occhiata uno divertito e l'altro seccato per
l'ulteriore perdita di tempo, quando, arresisi all'evidenza che se
l'avessero mollata lì l'avrebbero avuta sulla coscienza fino
alla fine dei loro giorni, le fecero segno di seguirli.
-Hidan quella ciccatrice c-come..? C-cioè, i-io-
Hidan guardò la ragazza che era arrossita e aveva iniziato a
torturarsi le dita per poi indicarsi la lunga ciccatrice che gli
attraversava buona parte del collo.
-Questa? Me l'ha fatta Kakuzu.. gli avevo rubato dei soldi-
La ragazza spaventata spalancò gli occhi e fece due veloci passi
laterali per allontanarsi da un potenziale assassino che, tra l'altro,
li stava fulminando con lo sguardo.
Hidan scoppiò a ridere divertito.
-No scherzo. Kakuzo mi ha portato in ospedale, la ciccatrice me l'ha fatta mio fratello-
-Tuo fr..atello?-
-Già, ma non preoccuparti, ora è in prigione-
E, con questa affermazione le aveva sorriso incoraggiante. Beh, tutto è relativo.
Itachi nel vedere arrivare a casa Hinata, scortata da quei due, non
potè trattenersi dal pensare che i miracoli accadessero anche
nella realtà ma, quando Kakuzu aveva allungato la mano
indifferente verso di lui chiedendogli 5000* yen, si era subito ricreduto
maledincendosi per la sua ingenuità.
-Bene Hina-chan, noi dobbiamo andare, tu però ti ricordi quello che ti ho detto prima?-
-.. s-se voglio venire a c-caccia c-con te?-
Itachi guardò interrogativo l'albino che, di tutta risposta, gli sorrise sadico.
-Da oggi sacrificherò solo papere!-
Il giovane Uchiha, sempre più allibito, chiese un flebile
"perchè?" non era sicuro di voler sapere veramente la risposta.
-Per colpa di quelle maledette stronze Kakuzo mi farà pagare da bere per il resto della mia vita-
-.. eh?-
-Lascia stare. Comunque, Hyuga, ricordati: io non ho scelto di servire
Jashin, è lui che mi ha scelto come suo servitore!-
Kakuzo, vedendo che il compagno aveva ricominciato a dire vaccate su
vaccate, col solo scopo di farli perdere tempo, lo aveva afferrato per
i
capelli, felice più che mai di essere più alto
dell'idiota, e lo aveva trascinato fuori con la minor delicatezza di
cui era capace.
Una volta fuori lo aveva guardato seccato mentre canticchiava qualche stupida canzoncina.
-Lo sai vero che tutto quello che hai detto non aveva senso?-
Hidan lo guardò di sbieco per poi sbuffare una maledizione verso il suo personale aguzzino.
-Sì che ce l'aveva ed era pure ovvia.-
-Davvero? E Jashin cosa centrava con le papere, e le papere che
centrano con me? Tu sei arrivato in ritardo perchè hai
incontrato la mocciosa in versione depressa, no?-
-Appunto! E di chi pensi fosse la colpa? Delle papere! Che poi, se tu
sei un ignorante non è colpa mia. Il riferimento a Jashin era
una chiara metafora della sue relazione, inesistente, con l'Uchiha e
dei sentimenti non controllabili!-
Kakuzo in risposta gli tirò una forte manata in testa.
-Cretino! Tu non sai nemmeno cosa significhi "metafora". Imbecille,
testa di cazzo, ti ammazzo e rivendo la tua pellaccia! A forza di
decolorarti i capelli ti sei scolorito anche il cervello!-
E con questi improperi aveva accellerato il passo per allontanrsi dal
cretino. Metti che la stupidità fosse veramente contagiosa, lui
non voleva assolutamente rischiare di essere infettato. Tanto meno
dalla stupidità più stupida che esistesse: quella di
Hidan.
-Ehi, guarda che i miei capelli sono bianchi naturale!-
-Sì, proprio come gli occhi fucsia.. ma vaffanculo!-
Nello stesso momento in cui i due uscirono il telefono di casa aveva ricominciato a suonare.
-Itachi, Hinata è tornata?-
Giusto. Si era dimenticato che Sasuke era fuori da un paio d'ore a
cercare la ragazza. Dopo un rapido sguardo a Hinata decise che no,
Sasuke non aveva ancora pagato abbastanza per aver rischiato di
mandare in fumo tutti i suoi piani per questo, con la voce più
preoccupate che riusciva a fare rispose con un falso "no otouto..
speravo che l'avessi trovata tu..". Se fosse stato di buon umore
avrebbe potuto richiamarlo per l'ora di cena.. forse..
Quando riattaccò il telefono non riusciva a fare a meno di
sentirsi in dovere di rispondere a quella domanda muta che Hinata gli
stava rivolgendo con gli occhi. Per questo cancellò quella
sensazione con un'altra domanda: "Kakuzo mi ha detto che ti ha trovato
con Hidan.. cosa ne pensi di lui?". Ovviamente la risposta di
Hinata era stata tutto tranne che sensata. "Era gentile,
però, a volte, diceva cose strane..".
Stava per farle notare che Hidan diceva SOLO
cose strane ed era l'opposto della gentilezza quando Mikoto li chiamò per la cena.
Itachi ci pensò un attimo per poi alzare svogliato le spalle.
Per quella volta Sasuke avrebbe benissimo potuto saltare la cena.
Tanto, aveva già pranzato.
* 5000 yen sarebbero, all'incirca 38, 50.
Ed ecco a voi l'altra metà del
capitolo! Finalmente sono riuscita a inserire Hidan (*-*), anche se non mi
è uscito proprio come volevo.. D:
Uhm sì, allora. Magari alcuni di voi si staranno chiedendo chi
è la misteriosa ragazza con cui era impegnato l'Uchiha, altri lo
avranno già capito e, ad altri ancora, potrebbe anche non essere
passato per l'anticamera del cervello che fosse importante (e infatti
non è indispensabile, ma vabbeh) ebbene, per risposte e
chiarimenti dovremo aspettare il prossimo capitolo! :D (Mi diverte
lasciare un po' di mistero, mi fa sentire come una conduttrice tv. Lo so, non ha molto senso.)
Comunque, in questo capitolo non ci sono stati particolari progressi nel loro
rapporto (anche se Hinata sta iniziando a maturare *-*) però,
penso più nel prossimo,
ci sarà una svolta importante quindi non disperate :D.
Bene
grazie a tutti coloro che hanno letto o recensito, e al prossimo
capitolo! :D
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Capitolo 11 *** Terrore in villa Uchiha ***
sasuhina 10
Questa volta è stata una vera e propria corsa contro il tempo; il motivo? Era saltata la connessione internet.. sono stati dei giorni davvero, davvero, davvero difficili ma, per fortuna, ora sono passati :D
Per questo capitolo devo chiedere assolutamente scusa a "Itachi mon
amour". Giuro, non è colpa del karma ma avevo bisogno del suo..
aiuto per poter far avvicinare come si deve Sasuke e Hinata. Quindi,
sì, in un modo o nell'altro, è sempre colpa di Sasuke u.u
Bene, non mi resta altro che augurare una buona lettura a tutti, e grazie a chi ha commentato, davvero :)
P.S. a voi non piace un sacco la parola "otouto"? Non so perché ma a me sa tanto di dolce *-*
Capitolo 11
Sasuke si massaggò stanco le tempie. Il giorno prima Itachi lo
aveva richiamato che ormai era notte inoltrata dicendogli un falsissimo
"scusa, ero così felice di vedere che Hina-chan stava bene da
dimenticarmi di avvertirti" così, mentre la Hyuga era già nel mondo
dei sogni da chissà quanto, lui si coricava. Come se non bastasse,
quella mattina aveva rischiato di perdere il treno. Ovviamente anche questa volta era colpa
dell'imbecille che aveva deciso di dare un passaggio a scuola a Hinata
senza avvertirlo così, troppo preso dai suoi pensieri per
accorgersene, si era ritrovato ad aspettare una mocciosa che era
già bellamente a parlare con le sue amiche. Fortuna che almeno
suo padre era dalla sua parte e lo aveva avvertito della congiura.
Quella mattina avrebbe voluto parlarle, non che
ce ne fosse bisogno, sia chiaro, lui non sentiva assolutamente nessun
tipo di dovere nei suoi confronti, ma per il quieto vivere era meglio
chiarire subito e invece, quello che avrebbe sempre dovuto aiutarlo, e
cavolate varie, lo aveva tradito. Oh, ma non l'avrebbe passata liscia; Itachi-bastardo l'avrebbe pagata cara.. prima o poi..
Irritato guardò la Hyuga che stava comodamente seduta al suo
posto mentre ridacchiava con le amiche. Involontariamente il tic
nervoso alla gamba destra si fece risentire. E pensare che era da settimane che non si manifestava più..
Hinata, sentendosi osservata, si girò solo per incontrare gli
occhi lievemente furenti dell'Uchiha. Forse, quella mattina avrebbe
dovuto davvero avvertirlo, e lo avrebbe anche fatto se Itachi-kun non avesse insistito tanto per
lasciarlo dormire un altro po'.
Leggermente imbarazzata e intimidita aveva accennato un lieve sorriso
che venne prontamente stroncato sul nascere dall'espressione gelida
dell'Uchiha. Non fece nemmeno in tempo ad iniziare a scusarsi che la
porta della classe venne spalancata da un Suigetsu furioso che, sotto
gli occhi attoniti di tutti, si era diretto a passo svelto verso
l'Uchiha e che, appena gli fu di fronte, gli aveva dato un pugno sul
viso abbastanza forte da lasciargli il livido per diverse settimane.
Al contrario di quello che si aspettavano tutti, conoscendo l'indole
poco incline al perdono di Sasuke e visti i precedenti, il giovane
Uchiha si limitò a fissare con un ghigno lievemente divertito
l'amico.
-Ora ti senti meglio?-
-Decisamente-
E, mentre guardava un Sasuke riluttante che veniva trascinato in
infermeria da Naruto, si chiese se quel pugno fosse nato da quello a
cui aveva assistito il giorno prima. Ipotesi confermata subito dopo dallo sguardo
sognante di Karin. Inconsapevolmente sorrise felice nel pensare che la
sua amica avesse finalmente accettato i suoi sentimenti per Suigetsu.
Sempre col sorriso sulle labbra la guardò mentre andava tirare
una, relativamente, leggera sberla a Suigetsu, rimproverandolo di aver osato toccare il
volto perfetto di Sasuke. L'albino, dal canto suo, si lamentava per la sua
irriconoscenza; dopotutto, lo aveva fatto per difendere il suo onore!
Se solo ripensava a quando, il giorno prima, si era ritrovato l'Uzumaki
fuori di casa in lacrime ed a come lo aveva abbracciato disperata
mentre, tra un singhiozzo e l'altro, cercava di spiegargli lo
spiacevole inconveniente con l'Uchiha, allora sentiva di nuovo il sangue
alla testa e un'inspiegabile voglia di picchiare quello stronzo.
L'unico motivo per cui si era fermato, oltre al fatto che non voleva
rimetterci la vita, cosa che sarebbe sicuramente successa se avesse
tirato troppo la corda con quello psicopatico, era stato Juugo. Il ragazzo, infatti, gli aveva fatto notare come,
senza l'intervento di Sasuke, lui non avrebbe mai baciato Karin
per farla smettere di piangere come un'ossessa. Quindi, sì, per
quanto Sasuke fosse egoista, senza il suo provvidenziale intervento
loro non si sarebbero mai messi insieme prima dell'avvento del secolo sucessivo. Che poi, considerando quanto gli
avesse già rotto le palle quella rossa, la cosa non sarebbe stata
tanto negativa.
Naruto sbuffò per l'ennesima volta prima di sedersi a gambe
incrociate sul lettino dell'infermeria, tanto di Shizune-san,
l'infermiera, non c'era traccia. Sasuke scocciato, e col labbro ancora
sanguinante guardò scettico il compagno.
-Dobe, sul letto dovrei starci io, non te.-
Ovviamente, Naruto non gli diede retta e continuò a parlare per i fatti propri gesticolando vistosamente.
-.. che poi, avresti potuto benissimo evitare quel pugno, perché
non lo hai fatto? E poi, e poi, e poi perché non hai risposto al
pugno? E poi, e poi perché era così arrabbiato? E poi, e
poi..-
-Basta! Cazzo, Naruto ieri stavo per fott..-
Sasuke, per pura fortuna riuscì a fermarsi appena in tempo. Se
avesse detto a Naruto che il giorno prima stava per fare sesso con sua cugina, col
chiaro intento di usarla, con tutta probabilità avrebbe provato
a fargliela pagare anche lui. Un livido sulla guancia poteva anche
accettarlo, anche un labbro rotto poteva superare anzi, gli dava
un'aria da duro, ma il naso rotto no. Eccheccazzo. Sentiva un lieve
senso di colpa per l'Uzumaki ma non così tanto da portarne i
segni per tutta la vita.
-Stavi per..?-
-Fottere le merendine al minimarket-
-Eh?-
Ancora prima che la campanella finisse di segnare la fine delle
lezioni, Sasuke era già in piedi in tutta la sua maestosità davanti al banco
della
corvina. Purtroppo, non fece nemmeno in tempo a finire di
autocompiacersi per la
sua velocità che un uragano rosso aveva trascinato via la
corvina urlandogli contro qualcosa riguardante una riunione "mega
segreta e mega importante!".
Perfetto. Ora era sicuro di ben due cose: la prima era che gli Uzumaki
erano tutti degli idioti e, come tali, andavano eliminati dalla faccia
della terra. La seconda, invece, riguardava suo fratello. Ormai ne
era più sicuro: il traditore gli aveva lanciato il malocchio. Non c'era altra
spiegazione, nessun altro sarebbe stato tanto folle da mettere due Uzumaki nella
stessa classe. Nessuno.
Con passo sicuro, che mal celava la rabbia, si diresse verso l'uscita.
Il "fratellone" l'avrebbe pagata per tutto. Per il pugno infertogli da
Suigetsu, non poteva di certo prendersela con l'amico. Per non
averlo fatto cenare il giorno prima e di conseguenza neanche dormire
come si deve. Per aver come
miglior amico un cretino stalker, Shisui, con cui si divertiva a
rovinargli la vita. Per avere quell'improponibile codino, la crisi
adolescenziale avrebbe già dovuto superarla da un pezzo. Per
quando, a 12 anni, mentre giocavano a
nascondino si era nascosto sul ramo di un albero dove si era
addormentato facendo sviluppare in un Sasuke di appena 5 anni la paura
dell'abbandono con annessi attacchi di panico. In realtà ne
aveva più da piccolo, ormai li aveva superati e, anche se
si
fossero ripresentati, Itachi gli aveva insegnato come affrontarli. Ma,
soprattutto, doveva fargliela pagare per i suoi continui tentativi di
ficcanasare quel suo dannatissimo naso nella sua privatissima vita
cercando, in più, di instillargli inutilità quali; i
buoni sentimenti, la pace, il perdono
e cazzi vari.
Con questi pensieri spalancò adirato la porta di casa per poi
salire i gradini due a due fino ad arrivare davanti alla camera di Itachi.
Hinata era comodamente seduta sul grande lettone di Karin mentre
quella, al piano di sotto stava preparando del tè. Mentre con
una mano voltava le pagine dell'album fotografico che l'amica le aveva
lasciato da guardare, con l'altra prendeva uno dei biscotti che era stato accuratamente sistemato su un piattino.
Almeno metà delle foto ritraevano Naruto, il ragazzo che tanto
amava, eppure, nonostante questa consapevolezza, non riusciva a provare
la gioia che si sarebbe aspettata di sentire fino al giorno prima. Lui
era bello come il sole e sorridente come sempre ma.. niente; il
calore che sentiva in quel momento non era intenso come le altre volte.
Il motivo del cambiamento, lo capì solamente quando
arrivò ad una foto di
classe e i suoi occhi incrociarono con quelli magnetici di un Sasuke
più giovane di qualche annetto. Il viso era leggermente
più arrotondato e il fisico meno muscoloso, eppure,
l'espressione
apatica era già presente.
Le sarebbe tanto piaciuto vederlo
sorridere e, magari, farlo solo per lei.
Non appena realizzò quel
pensiero una strana inquietudine l'assallì mentre le parole
dette da Hidan il giorno prima iniziavano ad acquistare un, seppur
minimo, senso. Non poteva davvero innamorarsi di un ragazzo del genere.
A lei piaceva il sole, proprio come Naruto non il freddo di Sasuke.
Presa com'era dai suoi pensieri Hinata non si accorse della figura
stranamente silenziosa della rossa che si era seduta piano di fianco a
lei appoggiandole una mano sulla spalla.
-Hina-chan, il tuo cellulare, è spento, vero?-
La prima cosa che Hinata notò era il tono stranamente dolce e malinconico
dell'amica, la seconda era il significato di quella domanda per questo,
senza neanche risponderle aveva preso ed acceso velocemente il cellulare
mentre, un'inquietudine crescente le faceva accellerare la respirazione.
Karin, con lo sguardo basso stringeva compulsivamente il suo di
cellulare mentre di sottecchi osservava la sua ospite guardare
allarmata le decine di chiamate che aveva perso da "Mikoto-san".
-K-Karin, cosa..?-
La voce di Karin era appena udibile ma per Hinata, tutto quel girarci
intorno e quell'esitazione erano un chiaro campanello d'allarme.
Probabilmente molto più di quanto volesse Karin stessa.
-Mi ha appena chiamata Sakura.. in realtà speravo che fosse solo
uno scherzo di cattivo gusto ma, viste tutte le chiamate di
Mikoto-san.. evidentemente non riuscendo a parlare con te deve aver
chiamato lei sperando che foste insieme.. io.. Hina-chan, non so come
dirtelo ma Sasuke-kun e Itachi-san sono in ospedale. Sasuke sembra
stare bene per Itachi, invece, dovranno aspettare le analisi..-
Si era aspettata di vederla scoppiare a piangere, bloccarsi o comunque che avesse
un crollo. Dopotutto, l'aveva conosciuta come una ragazza debole e insicura; per
questo non si sarebbe mai aspettata che, dopo soli pochi secondi di
stupore, aveva ripreso in mano la situazione e, flebile ma sicura le aveva chiesto in quale ospedale fossero ricoverati
per poi alzarsi e salutarla educata. Solo quando la vide uscire dalla
stanza si riscosse abbastanza da alzarsi e inseguirla urlandole un
frettoloso "aspettami! Ti accompagno"
Arrivate in ospedale trovarono Naruto, Sakura ed Ino che fissavano
preoccupate Sasuke, seduto su una delle sedie in corridoio.
Appena le due videro arrivare Hinata le corsero incontro dicendole che
il moretto era immobile su quella sedia a guardare la porta davanti a se da
quando erano arrivate. Sia loro che Naruto avevano già provato una dozzina di volte ad andare a
tranquillizzarlo, il che comprendeva anche abbracci e coccole varie, ma
lui li aveva allontanati tutte le volte con dei freddi "levati" o,
semplicemente con uno sguardo glaciale.
Hinata stava per chiedere ulteriori chiarimenti quando notò
Mikoto uscire da una stanza mentre veloce si
inchinava, in segno di saluto e ringraziamento, davanti a dei medici.
Rapida le
era andata incontro, ancora non sapeva cosa fosse successo
ma era sicura che se l'avesse chiesto a Sasuke quello l'avrebbe
liquidata malamente e senza neanche una spiegazione. Appena le fu
davanti la donna l'abbracciò felice che ci fosse qualcuno a
sostenerla. Fugaku quella mattina era partito per un viaggio di lavoro
e non sarebbe riuscito a tornare prima di qualche giorno mentre Sasuke,
beh, Sasuke non riusciva tranquillizzare se stesso, figuriamoci
sostenere anche le sue di paure. Di questo non poteva certamente
fargliene una colpa, dopotutto, anche se fingeva di essere già
un adulto, era ancora solo un ragazzino impaurito.
-Oh, Hinata-chan, sono così felice di vederti. Non riuscivamo a
contattarti, fortuna che Sakura sapesse che eri con Karin!-
-Perdonami Mikoto-san, non avevo acceso il cellulare, ma, come stanno? E cosa è successo?-
La donna, a quelle domande, aveva sgranato gli occhi e, con lo sguardo basso,
aveva incominciato a raccontare l'accaduto senza accorgersi che, dietro
di lei, il figlio minore la stesse ascoltando rivivendo, internamente,
l'accaduto. Era stata colpa sua, solo colpa sua.
Se ci ripensava ora si rendeva conto di quanto fosse stato cieco, non solo in quel momento ma anche nelle settimane precedenti.
I colpi di tosse del fratello stavano diventanto via via più frequenti e più forti
mentre la camminata, che avrebbe dovuto allontanarlo da lui, si era
fatta più malferma ma lui, troppo impegnato
com'era dal rovesciargli addosso tutta la sua frustazione accumunata in quei giorni, non ci faceva caso.
Soltanto quando vide il fratello appoggiarsi stanco con l'avambraccio
alla parete, la schiena incurvata dal dolore e il fazzoletto con cui
si copriva la bocca mentre tossiva sporco di sangue aveva iniziato
a collegare il tutto fino a farlo arrivare alla spaventosa
consapevolezza che Itachi non stesse affatto bene. E, certo la
cosa lo faceva aigitare parecchio ma, sentire il fratello che, alle sue
continue domande, sussurrava debolmente sempre con un "tranquillo otouto, non
è niente, ora passa" lo faceva andare in crisi perché, lui, non aveva la
minima idea di cosa avesse il fratello e da quanto stesse così.
Perché non ne sapeva niente?
All'ennesimo colpo di tosse, più forte dei precedenti, Sasuke lo
aveva strattonato con forza per farsi guardare in faccia, peccato che non avesse calcolato correttamente la troppo debole
resistenza del corpo di Itachi. Per questo, quando il maggiore mise
male il
piede perdendo l'equilibrio e cadendo all'indietro Sasuke non era stato minimamente
pronto a tenerlo ma, al contrario, si era lasciato trascinare
giù per le scale dal più grande.
Pensava che la caduta gli avrebbe fatto molto male, invece, l'unica
cosa che sentiva era un po' di dolore alla caviglia. Quando poi
notò il corpo del fratello sotto di lui a fargli da scudo contro
il pavimento non si stupì molto di vederlo con un leggero
sorriso sul volto e lo sguardo premuroso, quasi volesse chiedergli come
stesse. Dopotutto Itachi lo aveva sempre protetto. Quello che lo
sconcertò veramente però era che, dopo aver guardato un attimo la madre
accorsa
a causa del fracasso, era tornato a guardare il fratello privo di sensi
e con un rivolo di sangue che usciva dalle labbra socchiuse ancora
leggermente incurvate verso l'alto.
Da lì in poi le scene si susseguirono troppo velocemente. L'urlo
della madre, la veloce corsa in ambulanza, i controlli dei medici e
l'attesa davanti a quella maledetta porta che non voleva aprirsi per
fagli sapere come stesse il suo aniki.
Hinata più sentiva il racconto incompleto di Mikoto
più si sentiva in colpa; Itachi era malato da diverso tempo ma
lei non se ne era mai accorta e, a quanto pareva, neanche Sasuke.
Subito si sentì un'egoista per essersi concentrata sul suo di
dolore; se lei si sentiva in quel modo allora, Sasuke, cosa stava
passando dietro a quella solita maschera di apatia? Silenziosa si
sedette sulla sedia di fianco alla sua attenta a non toccarlo, o a fare
movimenti bruschi, per non turbare la sua calma apparente. Si sentiva
leggermente superficiale a pensarlo, ma doveva comportarsi come quel
gatto randagio ferito ad una zampa che, un Hanabi di cinque anni
più piccola, aveva portato a casa. Si ricordava bene la
diffidenza di quel gattino, c'erano volute settimane prima che potesse
avvicinarglisi per cambiare la benda alla zampa senza che la graffiasse.
Karin aveva amato Sasuke da quando, a 5 anni, era andata a casa del
cugino per torturarlo un po'. I suoi piani erano però andati in fumo quando lo aveva trovato in compagnia di uno
strano bambino dall'aura affascinante e da quel momento, per tutti gli
anni a seguire, l'aveva fissato fino alla nausea, quasi da poter prevedere ogni
sua mossa eppure, che Sasuke afferrasse la mano lasciata abbandonata
sul bracciolo dalla Hyuga non lo avrebbe mai nemmeno sognato. D'altronde non poteva negare di star guardando le loro mani
intrecciate, la forza con cui Sasuke stava stringendo l'esile mano della
ragazza e, non poteva neanche negare come, l'arrivo del medico avesse spinto il ragazzo ad aumentare la forza della stretta.
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Capitolo 12 *** Nuove alleanze ***
sasuhina cap 10
Capitolo 11
Sasuke si voltò per l'ennesima volta nel letto alla disperata ricerca di una
posizione che gli favorisse il sonno.
Gli occhi gli bruciavano tanto
era stanco eppure niente. Certo, sapere che per il medico suo
fratello aveva avuto poco più di un raffreddore
diluiva leggermente la sua preoccupazione a favore di un irritazione
crescente. "Si tratta di una semplice emottisi, dovuta ad una
bronchite acuta*,* non curata
correttamente; salvo impreviste complicazioni non dovrebbe creare
ulteriori problemi. Neanche la lesione alla testa sembra grave.
Signora,
suo figlio è stato fortunato. Comunque, onde evitare inutili
rischi
lo terremo in osservazione per i prossimi giorni.." Che medico del
cazzo. Bronchite acuta. Acuta! E a quello sembrava una cosa da niente?
Oltre a quella sottospecie di medico ci si metteva anche sua madre a creargli problemi. Insomma,
lui avrebbe di gran lunga preferito rimanere in ospedale con Itachi
ma Mikoto non glielo aveva permesso, anzi, glielo aveva categoricamente
proibito! Il giorno dopo sarebbe dovuto
andare a scuola ugualmente e solo dopo sarebbe potuto andare in
ospedale a darle il cambio.
Certo che anche sua madre, quando ci si metteva, poteva avere delle idee infinitivamente stupide.
Stufo di quel continuo rigirarsi ed intenzionato ad andare a prendersi
un bicchiere d'acqua si alzò. Aperta la porta si trovò
davanti ad una Hyuga con gli occhi arrossati. Quello stava diventando
un vizio decisamente fastidioso.
Senza dirle niente le passò di
fianco e scese al piano inferiore. Aveva già abbastanza problemi
da solo, non c'era bisogno di aggiungerci anche quelli della ragazza.
Se i suoi calcoli da genio qual'era fossero stati corretti a quel punto
la ragazza sarebbe già dovuta tornare nella sua camera per
questo si sorprese quando tornato in camera, una decina di minuti dopo,
trovò
la Hyuga addormentata seduta contro la spalliera del letto.
Che palla
al piede.
Senza troppa delicatezza la spinse di lato sperando che si
svegliasse ma, figuriamoci se quella si degnava di aprire gli occhi.
Arresosi all'evidenza e troppo stanco per pensarci si buttò pesantemente sul letto finendo quasi sopra la ragazza.
Aveva
sonno e non aveva la minima intenzione di riportarla a letto che poi,
chi cavolo c'era di tanto stupida, oltre a lei, da addormentarsi sul
letto di un ragazzo?
Avrebbe potuto svegliarla, ma poi gli sarebbe toccato sentire le stupidate che diceva.
Avrebbe potuto riportarla nel suo letto, ma era troppo stanco per farlo.
Sarebbe potuto andare in un altra camera, quella sera poteva scegliere
tra due letti singoli, uno matrimoniale e, in casi estremi, il divano;
però quello era il suo di letto e lui, dal suo letto non si
sarebbe mosso.
Questo era quello che si diceva il coraggioso Uchiha mentre cercava di
ignorare quella vocina che gli ricordava insistentemente quanto
odiasse, da sempre, dormire da solo.
Già, il sogno proibito di ogni ragazza, fino a quando l'età glielo
aveva consentito, ovviamente, aveva passato ogni notte abbracciando il
suo aniki o, in casi disperati, la sua mamma.
Con questi pensieri riuscì, finalmente, a prendere sonno il ragazzo.
Al risveglio la mattina seguente si meravigliò leggermente nel non trovare
la ragazza al suo fianco però, beh, meglio così.
Ancora
assonato si preparò e scese pronto a fare colazione e ad
aspettarla, proprio come ogni mattina. Non era passato molto tempo dal bacio e,
fino al giorno prima, lei aveva fatto di tutto per evitarlo ma ora, con quello che era
successo, era sicuro che la questione fosse considerata risolta, o perlomeno accantonata.
-Buon giorno Sasuke-kun-
Davanti alla porta, Hinata gli stava porgendo un bento sorridendo tranquilla.
-Dormito bene.. Hyuga?-
Proprio come si aspettava, nel sentire la domanda la ragazza era arrossita e
aveva abbassato lo sguardo imbarazzata.
Svogliato le passò di
fianco per poter uscire e, quando la sorpassò, si lasciò andare ad un mezzo sorriso
divertito. Sì, evitare di dormire da solo aiutava decisamente il
suo umore.
Stranamente, per quella volta, la giornata di Sasuke era iniziata bene
e, neanche le due ore di giapponese antico che lo attendevano potevano
stroncarlo, questo almeno fino a quando non arrivò in ospedale.
Difatti, se avesse saputo che una volta arrivato in ospedale avrebbe dovuto
sopportare le prese per il culo di suo fratello e dell'altro idiota,
allora non avrebbe mai messo piede in quello schifo di stanza asettica.
E lui che aveva quasi passato la notte in bianco per la preoccupazione.
Bastardo Itachi e stronzo Shisui. Che famiglia del cazzo.
-Sono commosso Sasuke-kun. Prima tenti di ammazzarmi e poi piangi disperato implorandomi di non lasciarti da solo-
-Io non sto piangendo!-
-Non importa. Io ti vedo fin dentro l'anima-
-Muori bastardo!-
-Hai cambiato di nuovo idea? Oh, non importa. Io ti vorrò sempre bene-
-Taci! Idiota!-
Shisui, che fino a quel momento si era limitato a scuotere la testa in
senso di dissenso, a quell'ennesimo insulto era intervenuto in difesa di
suo cugino, nonché suo migliore amico e confidente.
Col cavolo
che avrebbe permesso quella sottospecie di scoiattolo*** spelacchiato di
ferire i sentimenti della sua versione più apatica. Perché, sì, ormai era ovvio che fra i due il
più smorto fosse Itachi. Era lui, Shisui Uchiha, il
più gioso, il più figo, il più simpatico, il
più egocentrico. Insomma, era lui il vero "rivoluzionario
Uchiha"; dopotutto, Itachi, era bravo a sorridere solo davanti a quel
tizio arrogante che insisteva a chiamare "otouto".
Felice di questa costatazione, sapere che verrà ricordato nei secoli a venire per
essere stato il primo "Uchiha non Uchiha" era una bella soddisfazione,
punzecchiò il moccioso in quello che sapeva essere il suo punto debole: l'orgoglio. Tipico
del suo clan!
-Neh, Sasu-chan- fu solo per miracolo se riuscì ad evitare la
cartella che quello gli aveva lanciato contro -Mikoto-san ti ha detto
qualcosa?-
Davanti allo sguardo interrogativo del ragazzino e a quello, tra il
preoccupato e il rassegnato, di Itachi sorrise sadico. Ghigno che
subito nascose dietro ad uno sguardo fintamente innocente.
-Oh beh, perché avrebbe dovuto? Dopotutto il tuo fratellone ti ha protetto.. di nuovo..-
Il tremolio che scuotevano il più giovane, e l'occhiata
assassina che gli aveva rivolto prima di voltarsi interrogativo verso
il fratello, gli stavano già facendo pregustare la sua
dolce, quanto meritata, vendetta. Ok, forse non era poi così
diverso da tutti gli altri Uchiha. Però dai, avete presente
"Sasuke l'arrogante"? Era il moccioso più piantagrane e
fastidioso che avesse mai conosciuto.
-Otouto, ho detto a mamma che sono semplicemente inciampato e ti ho trascinato con me..-
Sasuke lo guardò frustato e arrabbiato.
Perchè?
Perchè si ostinava a volerlo proteggere da tutto. Non ce n'era
bisogno. Ormai non era più un bambino, non voleva più
vivere nella sua ombra, non voleva che continuasse a proteggerlo
così spudoratamente.
Con fare sicuro si alzò pronto ad affrontare la madre. Non si
sarebbe nascosto dietro il fratello, no. Sarebbe andato lì e le
avrebbe detto "mamma io ed Itachi siamo caduti perché l'ho
strattonato mentre sputava sangue, però, ehi, non mi stava
ascoltando!" . Sì, insomma, il senso era quello, poi, al
momento, l'avrebbe rigirata un po' meglio.
Itachi, rassegnatosi all'idea che suo fratello non potesse fare a meno
di complicare le cose sorrise stanco nella direzione di Hinata
chiedendole dolcemente della sua giornata. Aveva bisogno di un po' di
quella pace che regnava intorno a Hinata per poter superare quelle
crisi d'inferiorità del fratello.
Era sicuro che, alla fine, il fratello non avrebbe parlato; non se
Mikoto avesse fatto i soliti occhioni dolci e impauriti, il classico
sguardo di una madre preoccupata, di una povera donna che teme che i
suoi due unici angioletti stiano tentando di amazzarsi. E in modo
piuttosto patetico se avesse potuto aggiungere.
Ovviamente Itachi non era considerato un genio per niente quindi, il
fatto che la sua intuizione si fosse rivelata del tutto esatta, non
dovrebbe sorprendere nessuno.
Alla fine, infatti, Sasuke si era ritrovato a dover raccontare alla
madre di come suo fratello stesse tranquillamente camminando quando,
quasualmente, era inciampato su un qualcosa di inesistente ed era
caduto giù dalle scale, trascinandosi un Sasuke miracolosamente
apparso in quel momento, naturalmente.
Almeno avrebbe potuto trovare una scusa un po' più originale!
Era da quella mattina che Sasuke e Hinata non si rivolgevano la parola
e, sebbene adorasse il silenzio come poche altre cose al mondo, in quel
momento si sentiva quasi in dovere di dire qualcosa. C'erano ancora
troppe cose in sospese tra lui e la ragazza come, ad esempio Karin, il
fatto che in ospedale si fosse mostrato debole o che quella notte le
avesse permesso di dormire nel suo letto. Insomma, era meglio mettere
le cose subito in chiaro, prima che si complicassero troppo.
D'altra parte, però, lui aveva un orgoglio da difendere, non
poteva mostrarsi interessato a qualcosa che non fosse il prestigio del
suo clan o la distruzione degli Uzumaki, dei Senju, sempre per onorare
il clan, o di Shisui. Dopotutto, se fosse riuscito ad ucciderli tutti,
oltre a liberare il mondo dal flagello causato dalla loro esistenza
avrebbe anche risolto il problema del sovrappopolazione globale.
Ma gli bastò guardarla un attimo di sottecchi per decidere che,
per quella volta, avrebbe anche potuto mettere da parte un po' di
orgoglio e, lo avrebbe anche fatto se la vocina della ragazza non lo
avesse distratto.
-Volevo ringraziarti per ieri notte.. vedi, io.. diciamo che,
sì, diciamo che da piccola avevo un problema con il buio e ieri,
dopo quello che è successo, il problema si è ripresentato
e ho fatto un brutto sogno e ho pensato di poter parlare con te, sempre
che fossi stato ancora sveglio.. e lo eri. Però non volevo
addormentarmi da te, è che tu hai lasciato la porta quindi ho
pensato che potessi entrare, io uhm, sì ecco, comunque scusa..
appena arrivo a casa metto a lavare le lenz..-
-Hinata, dacci un taglio-
Quando il suo farfugliare era diventato troppo sconnesso aveva
preferito fermarla. Dopotutto lei non aveva fatto nulla per cui dovesse
scusarsi.
-Dovevi dirmi solo questo?-
-I-io.. non preoccuparti per Itachi-kun e Mikoto-san, vedrai, tutto si sistemerà!-
Come unica risposta si limitò ad annuire annoiato mentre
la guardava accellerare leggermente il passo sorridendo
soddisfatta.
Evidentemente si era fatto tanti problemi per niente. A lei non
interessava niente della storia con Karin e, probabilmente, il fatto
che le avesse preso la mano, per lei, era una cosa del tutto naturale.
Meglio così.
Decisamente.
Assolutamente.
Indiscutibilmente.
Eppure non si sentiva affatto sollevato come invece avrebbe dovuto.
Anche se il pericolo era ormai scongiurato Mikoto, dopo una bella
doccia a casa, preferì tornare in ospedale dal figlio maggiore.
Chissà, magari grazie al suo stato di convalescenza Itachi si
sarebbe sentito più debole e bisognoso d'affetto e, se voleva
proprio esagerare, avrebbe anche potuto confidarsi con lei.
Pensava fosse legittimo per una madre continuare a sperare che un
figlio, dopo quasi ventanni di silenzio, decidesse di tornare il suo
adorato bambino che le raccontava tutto. Anche se le sue speranze
furono vane, dopotutto è impossibile far tornare bambino un
ragazzo che era già adulto all'età di sette anni, Itachi le fu
comunque grato per la sua presenza.
Non si pentiva della sua scelta di stare col primogenito in
ospedale, eppure, lasciare da sola quella povera ragazza con
quell'altro suo figlio era pura cattiveria. Per questo aveva chiesto ad
uno dei tanti parenti del marito di andare a controllarli.
Certo, al momento quella le era sembrata la scelta più giusta,
ma ora, ripensando a chi aveva mandato la preoccupazione era aumentata
ulteriormente
Sasuke osservò il suo idolo mentre si stravaccava con un
profondo sospiro sulla sedia.
-E' così eh? Quel degenerato di
tuo fratello, quella piaga per tutti gli Uchiha di sangue puro, quel
miserabile hippie mancato, ti ha intaccato con i suoi stupidi
ideali di pace e amore?-
-No. Solo.. mi chiedevo come avessi fatto a capire che la zia era la donna giusta per te..-
-Non è che l'ho capito. Semplicemente era fra le palle 24 ore su
24, speravo che sposandola si rendesse conto che era meglio per entrambi se avesse levato
le tende ma.. beh.. ormai viviamo insieme da 15 anni..-
-Ah..-
Davanti allo sguardo che, se non fosse stato un Uchiha, sarebbe potuto
sembrare spaesato Madara fece un altro lungo sospiro. A quanto pareva
il suo adorato nipotino, quello che gli dava maggiori soddisfazioni,
quello con gli istinti omicidi che, se curati attentamente, sarebbero
potuti diventare quasi comparabili ai suoi, era entrato in quella età
oscura: l'età della perdizione, l'adolesenza. Alla fine avevano
vinto i buoni sentimenti di quell'altro. Peccato, era stato bello
sognare un "Madara 2".
-Ascoltami ragazzo. Capisci di essere, come dicono quelle assurde ragazzine , "innamorato" quando l'unica cosa che vorresti fare
è soffoccarla nel sonno ma sai benissimo che non ne saresti mai
capace quindi continui a fare la testa di cazzo e a sopportare i
suoi scleri da donna in menopausa. E, prima che tu me lo chieda,
sì l'amore è solo una fregatura del cazzo che serve
a vendere schifosissimi cioccolatini il giorno più palloso e scassapalle dell'anno. Quello che ti lega a una donna
è puro e semplice masochismo quindi, anche se penso sia già troppo
tardi, scappa figliolo. Fuggi il più lontano possibile-
Certo, forse chiedere a suo zio non era stata proprio la scelta
migliore però gli sembrava il più idoneo. Ecchecavoli, se
era riuscito ad affrontare lui i sentimenti perchè non sarebbe
dovuto riuscirci anche lui?
Nel frattempo, a diversi isolati di distanza, Naruto si stava grattando
nervoso la testa mentre cercava di dare un senso a quello che era
successo quel pomeriggio. Era andato a trovare Itachi e tutto pareva
normalmente, almeno fino a quella notizia e a quella frase
"probabilmente dovrò rimanere in ospedale ancora un bel po', ti
affido Sas'ke, finisci il mio lavoro".
Lui avrebbe dovuto prendersi cura di Sasuke? Lui, che aveva
imparato solo agli albori degli undici anni ad allacciarsi le scarpe
doveva insegnare ad uno che a tre nove anni era già diventato
l'orgoglio della scuola?
-Si può sapere che hai?-
La voce della cugina gli parve anche più irritata del solito,
per questo preferì evitare di chiedere chiarimenti sul
perché fosse sempre e costantemente in camera sua.
-Oggi Itachi-kun ha detto che devo finire quello che ha iniziato con Sasuke-
La rossa lo guardò per mezzo secondo prima di scoppiare a
ridergli faccia. Era impossibile. Suo cugino non era capace neanche di
curare una pianta grassa che va' innaffiata ogni morte di papa,
figuriamoci aiutare una persona in una qualsiasi cosa.
-Ehi! guarda che non me lo sto inventando! Chiedi a Shisui, lui te lo potrà testimoniare!-
-Shisui?-
-Sì, era lì che annuiva tranquillo.. e poi ha anche indicato Hinata!-
Retificava. Probabilmente suo cugino non sarebbe stato capace neanche di curare una pianta di plastica.
L'urlo che lanciò poco dopo era stato solo la dimostrazione del
suo malessere. Lei non voleva assolutamente essere imparentata con un
individuo del genere. Era persino più stupido di Suigetsu! Il
che era tutto dire.
Solo quando la piattola rossa, conosciuta anche come Karin, lo aveva
mollato lì, solo e dolorante, sul pavimento della
stanza potè iniziare a pensare decentemente.
La prima cosa era: come diavolo faceva quel santo di Suigetsu a
stare con quella bestia? Era stata con lei solo per dieci minuti e in
quel, relativamente breve, lasso di tempo era riuscita a disintegrarlo
attraverso la pratiche prese di wrestling.
Conclusioni: chiedere a Karin quale palestra frequentasse e, soprattutto, da quanto.
La seconda cosa a cui pensava era Sasuke.
Doveva assolutamente escogitare un piano per il club "aiutiamo un figo
a trovare il vero amore", ovviamente lui non aveva potuto dire la sua
riguardo a quello schifo di nome. Comunque, se non fosse riuscito a
trovare uno straccio di idea il capo club, nonché unica
partecipante, lo avrebbe ucciso dolorosamente. Molto dolorosamente.
Eppure, nonostante questa consapevolezza non riusciva a trovarne
nè l'ispirazione né la motivazione giusta per provare a
sacrificare quella ragazza tanto dolce . Insomma, lei era come Kurama,
il suo volpino, e Sasuke odiava il suo cucciolo. Una volta gli aveva
anche tirato un calcio; certo, non tanto forte da ucciderlo, ma questo
solo perché era troppo piccolo per farlo.
Fu solo quando il display del suo cellulare si illuminò
mostrando il sorriso di Sakura che gli aveva mandato un messaggio che
capì.
Sasuke era il suo migliore amico da sempre e non era giusto che
rimanesse fa solo. Insomma, lui era riuscito a coronare il suo sogno
d'amore ed ora toccava al moretto fare lo stesso.
Che poi, il fatto che il piano appena escogitato gli permettesse
passare più tempo con Sakura era solo una coincidenza. Una
piacevole e fortuita coincidenza.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.--.--.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
* L'emottisi è l'emissione di sangue proveniente dalle vie
respiratorie per via orale, in genere a seguito di colpi di tosse.
Spesso è preceduta da una sensazione di calore o prurito leggero
in sede retro sternale, con desiderio di tossire. Questo sintomo può inoltre associarsi a: tubercolosi
polmonare, coagulopatie, uso di anticoagulanti o cocaina,
endometriosi polmonare, embolia o infarto polmonare
(e in tal caso si accompagna a dolore toracico), ascesso polmonare,
infezioni polmonari (bronchiti
polmoniti, bronchiectasie)
e in genere a ipertensione polmonare. E' quindi evidente che qualsiasi malato
con emottisi dovrebbe segnalare senza indugio.
Ovviamente, Itachi deve fare lo stoico e non lo ha segnalato >.>
**La bronchite acuta di natura
infettiva è generalmente sostenuta da dei virus
a cui possono sovrapporsi infezioni batteriche. Generalmente la bronchite
acuta è una malattia autolimitante, che scompare nel giro di pochi giorni;
tuttavia, specie in caso di sovrainfezione batterica, dev'essere prontamente riconosciuta
e trattata per evitare complicanze (se trascurata è frequente la transizione in
broncopolmonite). La terapia comprende riposo assoluto fino a quando sussiste
febbre, generosa idratazione,
eventuale somministrazione di analgesici, antipiretici (se
la febbre è elevata) ed antibiotici (se
la bronchite è sostenuta da un'infezione batterica).
Tutte
le informazioni qui sopra riportate le ho prese dal sito
My-personaltrainer.it. Nel caso voleste ulteriori informazioni ecco il
link -> http://www.my-personaltrainer.it
*** In giapponese Sasuke vuol dire scoiattolo.. Beh, so che probabilmente lo saprai ;D
Premetto che per scrivere questo
capitolo ho dovuto fare delle ricerche assurde sulle possibili malattie di
Itachi e, beh, direi che, alla fine, sono riuscita a farmi una cultura
in fatto di raffreddori e relative complicazioni notevole. Comunque,
cisto che Itachi sarà momentaneamente fuori gioco ho deciso di far
passare il testimone a Naruto. grand uomo anche lui, anche se, boh,
pensare che riesca a portare dei risultati mi sembra pressoché
impossibile. Vabbuoh, vedremo ;D
Ho fatto una faticaccia per riuscire a poter pubblicare il capitolo e,
probabilmente avrei fatto meglio a usare anche più tempo
però, alla fine, ho preferito non farvi aspettare troppo..
speriamo bene..
Ultimamente, tra l'altro, finire i capitoli in tempo mi sembra sempre
più difficile che poi, se Sasuke collaborasse un po' di
più sarebbe anche più facile. E invece no. Lui deve
sempre fare quello complicato D:
Bene, ringrazio tutti quelli che
hanno letto e hanno commentato e, se c'è gente come me che non ha
ancora finito con le verifiche, gli auguro buona fortuna con tutto il
cuore. Avanti questo è lo "sprint finale"!.. Sinceramente quando lo
hanno detto a me non ha funzionato molto però chissà, magari potrebbe
aiutarvi (?)
Ok, la smetto. Grazie ancora a tutti :D
Emottisi, sangue e tosse, sangue e catarro
Potrebbe interessarti:http://www.my-personaltrainer.it/salute/emottisi.html
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Capitolo 13 *** Sei un mostro ***
sasuhina 11
Inizio augurando a tutti buone vacanze e, a chi avrà la maturità o qualche sorta di esame, buona fortuna.
Allora, su questo capitolo non penso
ci sia molto da dire se non che Sasuke raggiungerà il culmine di
stupidità, però se fosse, anche solo di poco, più
sveglio non sarebbe lo stesso. Speriamo solo che dal prossimo capitolo
in poi cresca un po'.. Bah..
Ne approfitto anche per augurare
tantissimi auguri ad Itachi. Non c'è niente da fare, lui
rimarrà sempre il migliore e l'unico *-*
Voglio inoltre ringraziare tutte le
fantastiche persone che hanno letto, messo tra le
preferiteseguitericordate o che, meglio ancora, hanno recensito.
Grazie di cuore, davvero :D
Capitolo 12
Era iniziato il periodo più caldo dell'anno e, per la
felicità dei ragazzi, questo significava andare a fare educazione
fisica in piscina, il che era vantaggioso per tutti.
Le ragazze
potevate finalmente mostrare i frutti della loro ultima dieta
mentre i ragazzi potevano ammirarle mostrando, a loro volta, i
risultati
delle sessioni in palestra che, nell'ultimo periodo, erano aumentate
notevolmente. Insomma, quella era la buona occasione per mostrare agli
altri quanto si era cresciuti e migliorati dall'anno precedente.
Questo, almeno, nella maggior parte dei casi. In alcuni casi infatti,
la cosa non era così positiva. Certo, c'era sempre il vantaggio
andare in piscina era divertente ed era un modo
come gli altri per cercare di abbreviare le giornate scolastiche ma,
per alcuni non bastava, tipo per Sasuke, odiava farsi il bagno in
piscina, non tollerava quegli scassa palle che si schizzavano, bagnando
anche lui, ovviamente, e mal sopportava Naruto che gli si appiccicava
come una sanguisuga.
Ecco oltre a questi c'erano altri problemi che, solitamente, nascevano in soli due casi: se non
sapevi nuotare o se avevi un autostima riguardo il tuo corpo
inferiore allo zero, con relativa vergogna che sfiorava livelli
imbarazzanti. Sfortunatamente per Hinata, lei, aveva entrambi i problemi.
Suo padre non aveva mai ritenuto utile insegnarle una cosa superflua
quale il nuoto e la sua timidezza, beh, quella ormai era diventata
quasi leggendaria all'interno dell'istituto.
Velocemente andò a prendere gli attrezzi richiesti dal
professore, un certo Gai Maito, un signore davvero pieno
di vita, forse anche troppo. Prima di aver a che fare con lui, infatti,
non credeva possibili molte attività che lui aveva fatto, come
la corsa ad ostacoli da bendati. Ma, la cosa più strana, era il
fatto che il professore di matematica, Hatake-sensei, gli desse corda e
che, certe volte, fosse proprio lui a sfidarlo.
La moretta sorrise e scosse la testa divertita nel ripensare a quelle
strane sfide, nella sua vecchia scuola una cosa del genere sarebbe
stata impensabile.
Con un braccio prese la palla per i ragazzi, che
avrebbero dovuto giocare a pallanuoto mentre, con l'altro braccio,
tentò
di prendere uno dei materassini per le ragazze. Ci aveva messo un po'
ma, alla fine, ce la fece e, leggermente
traballante, tornò verso il bordo piscina passarli tutto il
materiale e fu proprio in quel momento che si trovò immersa in
una delle sue tante paure.
Era avvenuto tutto in pochi
attimi, un ragazzo iperattivo che correva le aveva dato una pacca "incoraggiante" sulla schiena mentre era sul
bordo piscina così, senza neanche rendersene conto, si
ritrovò in acqua.
La paura la paralizzò per mezzo secondo
prima che iniziasse a sbattere braccia e gambe scompostamente nel vano
tentativo di stare a galla.
Perché quel tizio correva? Perché non si era messa i
braccioli? Perché non aveva insistito per restarsene a casa? Ma
soprattutto, perché suo padre non le aveva mai insegnato
una cosa banale come il nuoto?
Riuscì a ritrovare il controllo di sè solo quando le
braccia sicure di Juugo l'afferrarono con sicurezza per la vita
immobilizzandola. In quel preciso istante si rese conto della
pessima figura appena fatta davanti a tutta la sua classe; si era fatta
prendere
così tanto dal panico da non rendersi conto che, anche se
in punta dei piedi, lì riusciva a toccare il fondo della
piscina.
Con una lentezza disarmante si voltò a guardare Karin ed Ino, in prima fila che
la osservavano stupite.
Non le era mai piaciuto stare al centro dell'attenzione,
soprattutto se ad attirarla era una sua qualsiasi incapacità. Fu per questo che in
quel momento l'unica cosa che desiderava era quella di allontanarsi da
lì, sottrarsi da quegli sguardi sbigottiti, cosa che
riuscì a fare solo quando la voce gentile di Juugo la riscosse
dai suoi pensieri per chiederle come stesse. Veloce e impacciata si
aggrappò al bordo piscina per uscire. Appena i suoi piedi
tornarono ben fissi sulla terra ferma si incamminò a passo
spedito verso l'infermeria mentre cercava di nascondere le lacrime che le inumidivano gli occhi perlacei.
Era in quella stanza da quasi un'ora ma non aveva ancora avuto la forza
di cambiarsi la maglietta che, ancora fradicia si incollava alla sua
pelle infreddolita, per non parlare dei capelli solitamente tenuti
ordinati che al momento le cadevano scompigliati intorno al viso. Pochi
attimi dopo vide una delle tendine, che separavano il suo letto dal
resto dell'infermeria, spostarsi lasciando intravedere alle sue spalle
la figura di Juugo.
-Non ti sei ancora cambiata?-
Con un sospiro scosse leggera la testa.
-Io.. ho fatto davvero una brutta figura, vero?-
-Eri solo spaventata. Nessuno ha detto niente, anzi, erano tutti
preoccupati per te. Hinata, non preoccuparti, nessuno ha detto o
pensato cose negative sul tuo conto, ti vogliono tutti bene-
Hinata, rincuorata, da quelle semplici parole gli sorrise calorosa; come sempre, aveva ingigantito il problema
-Come mai sei qui?-
-Ho accompagnato Rock Lee in infermeria; mentre giocavamo a pallanuoto
Sasuke ha accidentalmente sbagliato mira e lo ha beccato in testa..-
-Rock Lee?-
Juugo annuì serio e, per far capire meglio la situazione alla
ragazza, spostò ulteriormente la tendina mostrando, sdraiato nel
letto di fianco al suo, un ragazzo con una strana capigliatura
a scodella e un particolare costume verde. Anche se prima lo aveva
visto di sfuggita era sicura che quello fosse proprio il ragazzo
che, preso dall'euforia, l'aveva spinta in acqua.
-"Accidentalmente"?-
-Già, non è la prima volta che succede, dopotutto, Rock Lee era il portiere..-
Come unica risposta il ragazzo ricevette un mugugno stanco.
Quando lo
aveva visto, per un attimo, aveva pensato che il moretto avesse
cercato, in un modo tutto suo e discutibile, di difenderla, ma,
evidentemente, si sbagliava.
-La cosa strana è che Rock Lee era il portiere della squadra di Sasuke..-
Itachi, ormai, era tornato a casa da un paio di giorni. Giorni che
aveva trascorso trattando il suo adorabile fratellino come schiavo. Non
era colpa sua se non poteva alzarsi dal letto, lui era ancora in
convalescenza!
Purtroppo, però, i suoi doveri da bravo fratello maggiore lo
richiamavano quindi, per un po', avrebbe dovuto mettere da parte il
piacere personale. Per questo, quel giorno, aveva invitato tutti i suoi
amici a casa sua costringendo, indirettamente, i due giovani ad uscire.
Naruto saltellava da una parte all'altra della strada felice di aver
avuto, finalmente, l'occasione per realizzare il suo magnifico,
infallibile e semplice piano che consisteva in un'ingenua uscita tra
amici a cui avrebbero partecipato solo coppie. Lui e Sakura-chan e
Suigetsu con quella palla al piede della cugina
Certo, Karin non era ottimista come il cugino riguardo alla riuscita
del piano ma, alla fin fine, quella era l'unica idea disponibile e
fattibile. Se li avessero davvero rinchiusi in uno sgabuzzino avrebbero
solo causato diversi morti. Hinata in primis per la vergogna e loro
perché, beh, e loro perché avevano osato organizzare una
simile vaccata ai danni dell'Uchiha.
Nonostante questa consapevolezza osservarli era un vero e proprio
strazio. Mentre Sakura e Naruto erano lì che ridevano e
scherzavano passando da una giostra all'altra quei due si limitavano a
seguirli ognuno perso nei propri pensieri. Erano lì che
camminavano, relativamente, vicino ma senza parlarsi, guardarsi o,
comunque, dare un minimo segno di essersi accorti della presenza
dell'altro.
Ci voleva un'idea geniale, al più presto o avrebbe dovuto
convivere per sempre con quella piattola rosa come cugina acquisita.
Ah, sì, e poi gli altri due non si sarebbero mai messi insieme.
Dopo una riunione lampo, fatta di minacce, riuscì a guadagnarsi
l'appoggio degli altri in modo che, alla prima occasione, Suigetsu e
Naruto riuscirono a trascinare Sasuke sul vagoncino di una giostra
mentre lei faceva sedere Hinata al suo fianco.
Fu questo, più o meno, il motivo per cui Sasuke si ritovò
costretto a stare su una giostra che aveva sempre considerato
inutile. Il tunnel dell'amore. Insomma, a che diamine serviva? Era
stupido, noioso, anche più di tutte le altre giostre. e non
aveva senso. Più della metà delle coppie che antravano
lì erano comunque destinate a lasciarci, ergo, era inutile. Se
poi eri costretto ad andarci con una tizia che non era neanche la tua
ragazza era il colmo. Inoltre, è importante tenere conto di
quegli orridi pupazzeti che riempivano il percorso o di quei nauseanti
cuori di cui era pieno quel posto. Più che un tunnel dell'amore
sembrava un tunnel dell'orrore. Voleva uscire.
Hinata avrebbe sempre voluto andaresuu una giostra simile; aveva sempre
sognato di poterci andare, come tutte le sue amiche, con il suo primo
amore, magari proprio con Naruto. Invece si ritrovava su quella
barchetta con un ragazzo che non la odiava solo per pura fortuna ,emtre
Naruto stava nella barchetta dietro alla loro a baciare un'altra. In
più, sempre il suddetto moretto iniziava a dare segni di
nervosismo.C'era, ad esempio, quella piccola venuza sulla tempia
sinistra che stava pulsando più sangue del normale, per non
parlare della gamba che muoveva nervosamente, come se fosse un topo in
trappola.
Suigetsu, una volta assicuratosi che l'Uchiha non potesse più
scendere dal vagoncino per ammazzarlo si voltò verso la sua
adorata ragazza. Karin ultimamente, e per "ultimamente" intendeva da
quando stavano insieme, aveva passato tutto il tempo a preoccuparsi di
creare un rapporto tra la sua nuova amica e il suo vecchio amore
mentre, la loro di relazione, era passata in secondo piano. Anzi,
diciamo pure che non aveva fatto niente per favorirla. Certo, lui non
era il tipo a aver bisgono di chissà quali dimostrazioni,
dimostrazioni che, conoscendo Karin, non gli sarebbero mai state
concesse ma, almeno un minimo lo pretendeva!
Quell'ennesima lamentela di Karin riguardo alla lenteza di quella
giostra, non vedeva l'ora di vedere Sasuke e Hinata uscire mentre si
sbacciucchiavano, cosa impossibile, ovviamente
Stufo di sentire le sue inutile chiacchiere l'aveva afferratta peer un
polso e l'aveva trascinata su quel coso. Non sia mai che fra le sue
lamentale ci fosse anche il suo poco romanticismo!
Appena il giro per quella galleria finale finì Sasuke scese col
suo solito passo elegante e lo sguardo fiero ma, quando finalmete scese
anche Karin, l'afferrò per il braccio e la trascinò
leggermente in disparte rispetto al gruppo.
-Smettila-
Lo sguardo era fiero ed autoritario e, in un'altra occasione, l'avrebbe
anche spaventata ma ormai aveva un ragazzo. Un ragazzo che l'avrebbe
difesa a tutti costi. Sì, come no. Quel tizio era il ragazzo
più vigliacco che avesse mai conosciuto. Piuttosto che rischiare
di andare un'altra volta contro l'Uchiha l'avrebbe venduta.
-Di fare cosa?-
Lo sguardo fintamente innocente non fece vacillare il moretto nemmeno
per un secondo, anzi, se possibile lo fece arrabbiare ulteriormente.
-Uffi. Sei un irriconoscente assurdo, io sto solo cercando di aiutarti! Si vede lontano un miglio che ti inter..-
La frase venne interrotta dal rumore del pugno dell'Uchiha che
andò a cozzare contro l'albero dietro di lei. Con una lentezza
capace di trasmettere tutta la sua rabbia il ragazzo avvicinò il
viso a quello della rossa e a pochi centimetri di distanza del suo
orecchio sibilò gelido "tu non sai un cazzo di me, Uzumaki quindi smettila con queste puttanate" .
Il cuore le batteva a mille, non si era mai spaventata tanto. Sasuke in
quel momento sembrava un altro ma, come biasimarlo? Quando la ragazza
con cui sei costretto a stare nel tunnel dell'amore, nonostante la cosa
in fondo in fondo non ti infastidisce così tanto, per tutta la
durata del giro continua a fissare triste il tuo migliore amico, che,
inconsapevole del tutto, abbraccia una tizia coi capelli rosa. Beh, in
quel caso un po' ti girano
le palle.
Suigetsu non sapeva cosa si fossero detti prima la sua ragazza e
l'Uchiha e, probabibilmente, avrebbe dovuto indagare però, ma
Karin che gli stava avvinghiata al braccio era decisamente migliore ad
una Karin in versione Cupido. E poi non voleva ritrovarsi costretto a
spaccare la faccia all'amico.
Sì, come no.
Pensava di essere riuscito a riguadagnare la sua pace, purtroppo,
però, si era dimenticato che gli Uzumaki erano due. Ma
perché diamine erano dappertutto quelle palle al piede, che poi,
qualcuno aveva mai fatto caso al fatto che tutti i più grandi
rompiscatole della storia fossero degli Uzumaki? Karin e Naruto erano
solo gli ultimi di una lunga sfilza. Ne era certo.
Con questa consapevolezza non riuscì trattenere un basso ringhio
esasperato. Quando sarebbe finita quell'assurda sceneggiata? "Vaffanculo
Naruto"
-Sasuke, tutto bene?-
Hinata al suo fianco, apparentemente ignara della tragica situazione interiore dell'Uchiha, lo guardava preoccupata.
-Meravigliosamente.-
Sollevata la ragazza tornò a fissare il panorama dal
finestrino, era davvero meraviglioso e l'aiutava a non pensare alla
forte tensione che si era creata col ragazzo.
-Appena avrò ammazzato quel maledetto usuronkaichi starò anche meglio.-
Magari, se fosse stato di un umore minimamente migliore anche lui
avrebbe potuto apprezzare il paesaggio, dopotutto la ruota panoramica
su cui gli avevano
costretti a salire era piuttosto alta.
-P-perché ce l'hai tanto con Naruto-kun? Lui è sempre gentile con te-
-Ricominciamo con questa storia? Credevo che l'avessi superata.-
-Io ho rinunciato a Naruto ma non ai sentimenti che provo per lui-
-Pensavo di avertelo già detto, no? Tutto ciò è solo un enorme stronzata per masochisti-
-Parli come se non ti fosse mai piaciuta una persona-
-Infatti-
A quella semplice parola Hinata sgranò gli occhi stupita, mentre
la domanda che gli vorticava in testa da giorni le tornava
prepotentemente in testa desiderosa di uscire. E, finalmente, alla
fine, le permise di liberarsi flebile nell'aria "E Karin?"
Passarono alcuni attimi di tetro silenzio prima che la risata cupa, e
priva di un qualsiasi tipo di allegria, del ragazzo riempisse la
cabina.
-Hinata, cresci. Il principe azzurro non esiste, le persone sono
egoiste, niente è gratis e tutti, prima o poi, ti tradiranno
quindi, che senso avrebbe mettere in gioco i propri sentimenti? Per
soffrire?-
-Quindi, anche il bacio che mi hai dato l'altra volta per te non significa nulla..-
Sasuke sorrise ironico, quello era il momento giusto per chiudere
quell'assurda faccenda. Con un movimento fluido appoggiò per la
seconda volta le sue labbra su quelle della corvina seduta al suo
fianco. Con una mano dietro la testa le teneva fermo il viso mentre
approfondiva ulteriormente il contatto. Grazie allo stupore
iniziale di Hinata fu gli venne istintivo approfittarne facendo
scivolare la propia lingua all'interno della bocca della corvina
mentre portava la mano libera ad accarezzarle la coscia lasciata
scoperta dal vestito primaverile.
Quando si staccò un sorriso arrogante
compariva sulle sue labbra.
-Visto? Non serve provare chissà che sentimento per fare questo
genere di cose. Inoltre, ti posso assicurare che se mai decidessi di
mettermi con qualcuno non saresti di certo tu con tutte le tue paure
inutili. E sai?-
Bene e con questo sarebbe dovuto riuscire a liberarsi di quella tizia.
La cosa strana è che faceva inspiegabilmente male; ma mai come
lo schiaffo che lo
colpì secco accompagnato dalle lacrime di Hinata.
-Sei un mostro; da quando sono arrivata non fai altro che mettermi in
difficoltà. non poi dire queste cose solo perché non ti
sei mai innamorato e non puoi nemmeno giocare coi sentimenti altrui.
Tu, non sei completamente umano!-
I pochi attimi di silenzio che seguirono gli sembrarono tra i
più lunghi della sua vita, poi, in un batter d'occhio,
arrivarono alla base della giostra e Hinata si buttò fuori e
corse via veloce. Sasuke al contrario rimase immobile al suo posto
toccandosi stranito la guancia colpita. Che diavolo era successo?
Ci mise un altro paio di giri prima di scendere da quella stupidissima
attrazione e, quando lo fece, non si stupì particolarmente nel
trovare solo Suigetsu e Naruto ad aspettarlo. Le ragazze, sicuramente,
avevano seguito Hinata. Con un lento gesto del capo li salutò
per poi andarsene.
Non vedeva l'ora di mettere fine a quella pagliacciata, persino la
compagnia degli amici del fratello, in quel momento, era preferibile a
quell'uscita.
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Capitolo 14 *** Confusione ***
Sasuhina 12
Inizio subito col ringraziare tutti
coloro che leggono e recensiscono spingendomi a continuare ed a
migliorarmi. Grazie di cuore <3
Allora, riguardo a questo
capitolo ci sono un paio di cose che dovrei dirvi. Numero uno non sono
pienamente, anzi, non sono per niente sicura dell'IC di Sasuke, e neanche
di Hinata se è per questo. Qui Sasuke si comporterà prevalentemente in modo incerto ed insicuro, due qualità che
non pernso di aver visto spesso, se non mai in quello originale.
Insomma, lui sa sempre chi vuole uccidere e cosa vuole distruggere, che
poi cambi idea ogni due per tre è un altro discorso, ma qui non sono riuscita renderlo D: . Comunque
spero di non averlo reso troppo OOC e che, in caso mi perdonaste
però pensavo che un discorso con il suo aniki (*-*) gli
servisse, decisamente. Cosa ci volete fare? La disciplina di villa
Uchiha è difficile da superare D:
Hinata invece sta diventando sempre più forte, sono così fiera di lei!
Bene, buona lettura e spero davvero di non deludervi :)
Capitolo 13
Naruto lanciò l'ennesima imprecazione verso il suo "migliore amico".
Era stato solo per puro caso se l'aveva scoperto, una mera coincidenza, ma, da allora, non riusciva a pensare ad altro.
Perchè aveva fatto piangere un angelo, praticamente era l'unica che non lo aveva mai picchiato, come Hinata?
Come si era permesso di trattare Karin, la sua fastidiosa cugina, come se fosse stato un giocattolo?
Ma, soprattutto, "fottere le macchinette"? Ma lo credeva davvero
così idiota? Era una scusa assurda a cui nessuno avrebbe mai
potuto credere! Il fatto che lui l'avesse fatto era solo una prova
della grande fiducia che nutriva nei suoi confronti; perchè,
lui,
si fidava di Sasuke, ciecamente. Per questo, più che il pugno
che gli aveva tirato Sasuke in pieno viso, in risposta al suo nello
stomaco, gli fece male la consapevolezza che in quel preciso istante
lui stava dando e ricevendo pugni dal suo migliore amico in quella
che era la loro peggiore litigata. E, come se non bastasse, questo
stava avvenendo a scuola quindi, se uno dei professori gli avessero
scoperti, con molta probabilità, gli avrebbero fatto ripetere
l'anno; dopotutto, lui non era una cima con i voti perfetti come
l'amico.
Anche se era stato lui il primo a colpire Sasuke, cogliendolo di
sorpresa e quindi facendogli abbastanza male, quello in breve aveva
ribaltato le posizione e ora, sdraiato per terra con l'Uchiha
seduto sullo stomaco non poteva fare altro che incassare inerme i pugni
dell'altro. Iniziava a temere che gli avrebbe fatto davvero male quando
un getto d'acqua fredda li investì entrambi. Straniti si voltarono
verso l'origine di tutta quell'acqua solo per vedere la
piccola Hinata, imbarazzata e preoccupata, con in mano il tubo per
innaffiare del giardiniere.
-S-smettetela Picchiarvi non servirà a niente-
Solo in quel momento si accorse che intorno a loro si era creata una
piccola folla di studenti che gli guardavano incuriositi.
Evidentemente, anche se aveva chiesto a Sasuke di andare a "parlare" in
un angolo abbastanza appartato del giardino qualcuno doveva averli
visti per poi diffondere la notizia. Traditori, pure loro!
Il moretto, dopo diversi attimi in cui fissò con astio prima lei
e poi lui si alzò lentamente per poi andarsene, con un annoiato
"tsk", come se nulla fosse.
-Grazie Hinata.chan, mi hai salvato la faccia-
E, per alleggerire ulteriormente la tensione si grattò
imbarazzato la nuca per poi lasciarsi andare ad una salutare risata,
risata che, fino ad un mesetto prima, sarebbe stata in
grado di farla sciogliere, completamente.
Non fece, però, in tempo a sentire la sua risposta che una
ragazza dai capelli rosa si era buttata tra le braccia del biondo
urlandogli contro qualche insulto.
Ci mise un po' di tempo, ma, appena si fu tranquilizzata, e dopo
aver appurato che il biondo non avesse nulla di rotto, lo aiutò
ad alzarsi per accompagnarlo in infermeria. Prima di andare fece
però un cenno del capo ed un lieve sorriso alla sua nuova compagna di classe. Lei era sta
l'unica, nonostante la sua assurda timidezza, ad intervenire per
separarli, tutti gli altri erano semplicemente rimasti lì ad
osservarli limitandosi a mormorare qualche "oh poverino", "cosa
sarà mai successo?" o un "dovremmo chiamare i professori" senza
però muoversi per fare qualcosa di concreto.
Solo quando furono in infermeria, al sicuro da orecchie indiscrete gli disse quello che le premeva di più.
-Di un po', per caso, per caso il tuo cervello se ne è andato definitivamente?-
Il biondino ignorò completamente quell'insulto gratuito, non era
quella la cosa che gli premeva di più in quel momento.
-Lo sapevi che Sasuke.. e Karin..-
-Lo avevo sospettato, sì. Questo però non toglie il fatto
che hai fatto una cosa decisamente stupida. Sasuke è troppo
forte per te.. che poi, cosa gli hai detto per farlo arrabbiare
così tanto?-
-Io.. non lo so. Era tutto "normale", una semplice scazzottata per pareggiare i conti, fino a quando non ho accennato alla
storia di Hinata e poi.. Sakura, lo hai visto? Era furioso! Però,
mentre mi colpiva, i suoi occhi non sembravano vedermi.. era come se
fosse arrabbiato per qualcos'altro.. -
La ragazza gli sorrise intenerita. Fino ad un minuto prima era furioso
con l'Uchiha per il modo in cui aveva trattato la cugina, ed ora, era
già lì a preoccuparsi per lui; si vedeva che gli voleva
bene, forse fin troppo. Arresasi all'evidenza gli sorrise, cercando di apparire il
più incoraggiante possibile e lo abbracciò teneramente per poi
far combaciare le loro labbra delicatamente, attenta a non fargli male
a causa del labbro spaccato.
-Sei proprio una testa quadra senza speranze-
Una volta tornata a casa, quel pomeriggio, Hinata, aspettò un po' prima
di entrare in camera sua. Si sentiva in colpa per lo schiaffo tirato a
Sasuke sulla ruota panoramica e, poi, voleva accertarsi che stesse bene. Anche se non avevano
mai parlato apertamente dei loro sentimenti era sicura che la brutta litigata
con Naruto non gli avesse lasciato solo dei segni fisici.
Con calma raccolse tutto il coraggio di cui era in possesso per poi
bussare delicatamente alla porta della stanza del ragazzo e, senza
aspettare un permesso che tanto non sarebbe mai arrivato, aprì la porta. Una
volta dentro non si stupì particolarmente nel trovare la camera
completamente immersa nell'oscurità.
Sentiva il suo respiro lieve come prova della sua presena ma, ad
essere del tutto oneste, non era propriamente sicura riguardo a dove si
trovasse il ragazzo. All'inizio aveva pensato che la macchia scura
vicino alla scrivania fosse lui seduto per terra, o forse quella era la
sua cartella e lui era la macchia nera sul letto.
Quando nessuno rispose al suo richiamo dovette arrendersi all'idea che
avrebbe dovuto parlare con il nulla e, senza nemmeno sapere dove
guardare.
-Sasuke-kun io.. volevo chiederti scusa per..-
La frase venne interrotta a metà dalla voce fredda dell'interpellato.
Bastò quella semplice parola che venne ripetuta un altro paio di
volte, sempre più forte e con più rabbia a farla desistere da tutte le sue buone intenzioni. "Vattene"
La terza volta che quella parola le perforò i timpani tutto il
coraggio che aveva accumulato fino a quel momento si dissolse spingendola ad uscire
velocemente dalla stanza.
Rimasto solo nella sua camera Sasuke si raggomitolò meglio. Non
sapeva neanche lui cosa gli stesse succedendo. Sin da quando aveva
memoria gli era sempre istillato che discendeva da un nobile clan e
che, come tale, avrebbe dovuto dimostrare di esserne degno. Un
Uchiha deve essere forte, deve essere brillante, deve essere
indipendente ma, soprattutto, deve sempre avere il controllo sulle sue
azioni e, perchè no, anche su quelle delle persone che lo
circondano. E, fino a quel momento, ce l'aveva sempre fatto.
Era lo studente più intelligente e diligente della suola, anzi no, probabilmente era il migliore di tutta Tokio.
Non si era mai piegato davanti a niente e nessuno, era sempre andato avanti senza farsi abbattere o intralciare.
Alla tenera erà di otto anni aveva già smesso di chiedere
un qualsiasi tipo di aiuto ai genitori, famigliari, adulti e coetanei,
esclusi casi estremi. Casi, comunque, più unici che rari.
Il controllo, quello lo aveva sempre avuto, sicuramente ne era pure
geneticamente portato. Questo, per lo meno, era quello che aveva pensato
fino a quella mattina quando, preso da una rabbia cieca aveva rischiato
di distruggere la faccia al suo migliore amico.
Ormai, non si riconosceva neanche più, insicuro debole e fuori controllo.
Irritato prese la testa fra le mani stringendo, quasi tirando, le
ciocche più lunghe dei capelli che scompostamente gli
incorniciavano il viso. Si stavano allungando troppo, avrebbe dovuto tagliarli.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla presenza che gli si sedette
di fianco. Non dovette nemmeno aspettare di sentirlo parlare per sapere
di chi si trattasse.
-Non sei un po' grande per nasconderti ancora sotto la scrivania, neh, Otouto?-
Non si sorprese particolarmente nel non ricevere nessuna risposta ma,
inconsapevolmente, questo gli fece male. Il fatto che non lo avesse
gentilmente mandato a quel paese era solo l'ennesima conferma che il
suo fratellino stesse male.
-Prima ha chiamato Naruto. Mi ha accennato alla vostra litigata, è molto preoccupato.. Sasuke, cosa è successo?-
Anche se non poteva vederlo era sicuro di averlo sentito dirignare i denti stizzito.
-Sasuke?-
-Non lo so. ok? Non lo so! Non so che cazzo mi stia succedendo. Pensavo
fosse colpa di Hinata però, anche così, non cambia niente!-
Ammetteva che in quel momento la preoccupazione era aumentata
ulteriormente, fatto mostrato da un tremolio appena percettibile della
voce
-Così.. come?-
-Diciamo che le ho fatto capire che doveva starmi alla larga-
-Ma..?-
-Ma non riesco a liberarmene-
-E..?-
-E la cosa non mi da fastidio come dovrebbe..-
-Quindi?-
-Non so-
Itachi, favorito dal buio artificiale creato da Sasuke, cercò di
nascondere l'alzata d'occhi al cielo e lo sbuffo silenzioso che gli scappò
dalle labbra. Per quanto riguardava l'intelligenza il suo otouto era secondo solo a
lui, peccato non si potesse dire la stessa cosa riguardo alle sue
capacità d'espressione.
-Otouto perchè non mi dici qual'è il problema?-
-Gli Uchi..-
Ancora prima di permettergli di finire la frase che, quasi sicuramente, gli avrebbe fatto venire l'orticaria lo interrompe.
-Onestamente, tu sei ancora orgoglioso di avermi come fratello maggiore?-
-E questa che domanda razza di domanda sarebbe?-
Non ricevendo nessuna risposta il più piccolo si rassegnò
all'idea che, per poter tornare alla sua amata solitudine, avrebbe
dovuto seguire il ragionamento senza nè capo nè coda del fratello.
-Sì-
-E io ti sembro seguire le tradizioni degli "Uchiha"? E la mamma? Ti sembra fredda ed austera?-
Avrebbe voluto dire di no, che non era quello l'importante, che loro
due erano entrambi eccezionali, ma le parole che lo zio e il padre gli avevano sempre detto continuavano a
rimbombargli nella testa. "L'uomo
è un essere debole e incoerente. L'unico modo per differenziare
la tua vita da quella di tutti gli altri essere inutili è essere
un Uchiha e, gli Uchiha, non si piegano mai davanti a nessuno, anzi,
sono gli altri a doversi inchinare davanti a noi"
E lui ci aveva creduto.
Aveva sempre cercato di seguire quelle parole alla lettera anche se
spesso li vedeva arrendersi davanti alle pretese sempre più
assurde delle mogli lui aveva deciso che li avrebbe superati e,
fino a quel momento, pensava di starci pure riuscendo.
Era confuso, voleva semplicemente smettere di provare delle cose inutili
quali i sentimenti. Gli bastavano quelli per la sua famiglia e, al
limite, l'amicizia per Naruto; dopotutto, Madara aveva Hashirama e
Itachi aveva quella strana banda quindi, fino a lì andava tutto
bene, no?
-Ma papà e Madara..-
Questa volta il sospiro che si lasciò sfuggire il maggiore non fu propriamente silenzioso, tutt'altro. No,
suo fratello aveva dei seri problemi relazionali, decisamente. Tutta
colpa di Madara, come sempre d'altronde.
-Ascolta, il vecchiardo rockettaro non è nemmeno da tenere in
considerazione, non è totalmente umano mentre papà.. beh,
lo sai, no? Con la mamma è un'altra persona e..
anche Madara lo è. Non dico che non devi seguire la strada
designata dal nostro clan ma ci sono cose.. o persone.. che si meritano
di avere a che fare con il vero Sasuke e non solo con la facciata
impostaci dal nostro clan.. Sasuke, siamo onesti, la vita è dura
e piena di imprevisti ma se hai le persone giuste al tuo fianco
tutto ti sembrerà un tantino migliore-
"Figliolo, la vita è
semplicemente un insieme di dolori e solitudine. Ma, negli ultimi
quindici anni di matrimonio ho capito una cosa: se affronti tutto
questo con una persona speciale è tutto più facile.
Capisci quello che ti sto cercando di dire?"
-Ora hai capito, ototuto?-
Forse, ora iniziava a comprendere quello che stava cercando di dirgli Madara qualche giorno prima.
Forse, tutto quello che aveva detto non era l'opposto di quello che gli aveva insegnato fino a quel momento.
Forse, le due cose erano concigliabili.
Forse.
Sasuke preso com'era da tutti
quei ragionamenti sentì come distante il fratello che gli dava
una pacca incoraggiante sulla spalla per poi alzarsi e andarsene. SI
fermò sulla porta solo per mezzo secondo giusto il tempo per
dargli un ultimo suggerimento. Suggerimento che probabilmente non
sarebbe neanche stato ascoltato.
-Bene io vado. Se cerchi Hinata è andata dalla tua amica.. quella coi capelli rossi che urla sempre-
Ed ora cosa avrebbe dovuto fare?
Appena uscito Itachi si imbattè nella figura divertita del
cugino che stava appoggiato, a detta sua "in maniera da gran figo" alla
parete.
-Allora? Il moccioso supererà mai le sue crisi di
identità miste a quelle di schizzofrenia o dovrai fargli da
baby-sitter per tutta la vita?-
Quando si era imparentati con una persona tanto stupida cosa si poteva fare se non ignorarla in modo pacifico?
Il minore dei due fratelli rimase in quella posizione ancora per
un'oretta poi, stanco di tutte quelle futili domande prese la felpa ed
uscì. C'era una cosa che doveva risolvere al più presto
e, per farlo, non poteva di certo rimanere chiuso in casa.
Una volta arrivato davanti alla casa degli Uzumaki si sentì, per
la prima volta dopo anni, se non della sua intera vita, a
disagio. Con ostentata indifferenza suonò il
campanello e attese che la porta si aprisse
-Sasuke, cosa ci fai qui?-
-Tsk, secondo te? Ho portato le birre-
E, così dicendo alzò il braccio destro con cui teneva un sacchetto della spesa pieno di lattine.
Non notando nessuna reazione nel suo interlocutore sbuffò seccato.
-Allora mi fa entrare o no.. dobe?-
L'amico, risvegliatosi dallo schock iniziale, non si sarebbe mai
aspetto che Sasuke sarebbe mai potuto andare da lui con la chiara
intenzione di farsi perdonare, dirignò i denti e, agitando un
pugno verso l'alto, iniziò ad urlare.
-Non chiamarmi così, teme!-
Grida che vennero prontamente interrotte da una pentola volante che lo
colpì in pieno e dalle urla, ancora più forti delle sue,
di una Kushina Uzumaki decisamente alterata.
-Non urlare, disturberai tutti i vicini.. MALEDUCATO!.. oh, ciao Sasuke-kun, tutto bene a casa?-
Come unica risposta annuì col capo. Non poteva neanche dire di
essere sorpreso da quella sclerata, ormai ci era abituato e, questo,
non faceva altro che confermare la sua teoria: gli Uzumaki sono tutti
pazzi.
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Capitolo 15 *** Allucinazioni? ***
sasuhina 13
Questa volta sono riuscita ad
aggiornare prima del previsto, il che mi stupisce notevolmente. Forse,
è stato a causa del fresco venticello pomeridiano che mi ha
fatto tornare a respirare perché, non so voi, ma fino a questa
mattina io non avevo la forza nemmeno per alzarmi dal letto,
figuriamoci se l'avevo per schiacciare quattro miseri tasti sulla
tastiera. Ta l'altro il computer è taaanto caldo, sembra quasi
dirmi "stammi lontano, vattene, scappa, nasconditi nel frigo!" e, beh,
io gli ho dato ascolto.
Ok, detto questo non penso di avere particolari precisazioni da fare sul capitolo, altra cosa strana, decisamente.
Bene, buona lettura a tutti e un grosso, grossisimo, grazie a chi
recensisce, mette la storia tra preferiteseguiericordate e anche a
chi si limita a leggere con costanza e dedizione, grazie :D
P.S. per quanto riguarda i titoli.. scusate, davvero. Io ci provo ma sono decisamente negata D:
Capitolo 14
Per merito della notte passata praticamente in bianco a causa di Naruto,
Sasuke era di un umore particolarmente nero. Partendo da questo
presupposto, era ovvio che, ogni persona sana di mente, facesse di tutto pur di stargli alla
larga. Era davvero un peccato che il biondino più seccante che conoscesse non rientrasse in quella
categoria e che, quindi, gli stesse appiccicato "troppo felice per la
loro riconsolidata amicizia per lasciarlo solo". Se poi, a questa
insostenibile seccatura, si aggiungeva anche la Hyuga che rideva
bellamente con quel tizio alto poco più di 2 metri, allora poteva
dire tranquillamente addio alla sua tanto agognata pace
interiore.
Naruto non era stupido.
Ok, riconosceva di non essere propriamente
riconosciuto come il più "sveglio" della classe, ma una cosa
l'aveva capita bene ed era che, quando l'Uchiha iniziava a tremare,
anche se debolmente e con stile, come continuava ad asserire lui, non
era mai, e sottolineava mai, un buon segno. Se poi, come aveva appena fatto, rompeva la
matita che aveva in mano con la sola pressione delle dita, allora era
anche peggio.
Purtroppo Naruto non si poteva certamente definire una persona
'arrendevole',
per questo non ci mise troppo a farsi coraggio e a circondare con il
braccio le spalle dell'amico col fine di poter seguire meglio la
traiettoria del suo sguardo. Grazie alla sua empatia, che aveva avuto
da sempre con Sasuke, non si stupì particolarmente nel
notare che l'amico stava osservando Hinata mentre parlava allegramente
con Juugo.
-Uhm.. ho capito!-
Sempre grazie a quella famosa empatia, non si stupì nemmeno dello sguardo
scettico dell'amico che, nonostante tutto, gli diede pure fastidio. Perché
nessuno sembrava credere nelle sue capacità intellettive?
Bastardi.
-Hai litigato anche con Juugo!-
Il fatto che avesse ruotato gli occhi annoiato non poteva essere che
una "conferma alla Sasuke" che gli trasmise maggiore sicurezza. E poi
dicevano che lui non ci capiva una cippa.
-Offri anche a lui una birra! Giuro che non mi offenderò!-
Solo a quel punto il moretto si degnò di spostare lo sguardo su
di lui per scoccargli un'occhiata seccata e sbottare in un plateale
"eh?".
Per tutta risposta il biondino rafforzò la stretta intorno alle
sue spalle e assunse un'espressione da superiore perchè insomma,
quante volte capitava di poter dare un consiglio al perfetto Sasuke
Uchiha idolo di ogni teenager che lo avesse mai visto?
-Lo so, lo so. Quello è il nostro modo per far pace ma per Juugo posso anche sacrificarmi-
Il "DOBE" ringhiato subito dopo e il pugno che cozzò duramente
contro la sua mascella gli fecero tristemente intendere che, forse, non era Juugo il
problema e, conseguentemente, la "colpa" del malumore dell'Uchiha fosse
causato dalla dolce Hinata.
Beh, facendo due più due ci sarebbe potuto arrivare anche senza ricevere quel
cazzotto, ma quelli erano solo piccoli ed insignificanti dettagli.
Ormai tutte le sue amiche erano già andate a casa mentre lei era
dovuta rimanere a scuola, prima per i preparativi per il festival scolastico e dopo a causa della pioggia.
Era sempre stata una persona previdente, eppure, quella
mattina il tempo sembrava così bello che non si sarebbe mai
aspettata una pioggia simile di sera.
Sbuffò delicata, probabilmente era meglio andare. Continuare ad aspettare che il tempo
migliorasse sarebbe stato solo uno spreco di tempo che, come se non bastasse, le faceva
rischiare di perdere l'ultimo treno.
Stava per iniziare a correre quando, con la coda dell'occhio, intravide
la figura di alta e slanciata Sasuke passarle di fianco con un ombrello
nero in mano.
Non si ricordava che avesse anche lui sarebbe rimasto a scuola quel
pomeriggio, così come non si aspettava che il ragazzo aprisse il
famigerato ombrello, facendole segno di andare sotto con lui.
Sicuramente quella poteva sembrare la soluzione più logica,
dopotutto, abitavano insieme, ergo dovevano andare nella stessa
direzione; eppure, lei, dopo quello che era successo la sera prima,
aveva un po' di timore a stare sola con lui. Con un leggero dispiacere, causato dal non voler risultare maleducata, si
nascose dietro alla frangetta per poi mormorare delle scuse per
non seguirlo.
Quando rialzò lo sguardo i suoi occhi si incrociarono con quelli freddi dell'Uchiha.
-Ho capito, tieni-
E, senza aggiungere altro, le mise in mano l'ombrello per poi
andarsene con le mani in tasca e apparentemente indifferente alla
pioggia. Il ragazzo non fece in tempo a fare una decina di passi che
non sentì
più la pioggia picchiettargli sul volto. Non che la cosa lo
sorprendesse, si era aspettatto che la Hyuga, con tutto il suo buon
cuore lo avrebbe seguito. Anche se continuava a non capire come facesse
ad essere tanto buona, ammetteva che aveva approfittato di questa sua
peculiarità.
-Rilassati-
La ragazza al suo fianco, presa in contropiede da quella semplice parola del
tutto inaspettata, non fece in tempo a chiedere un sorpreso "come?" che
rischiò di perdere l'equilibrio rischiando di fare una figuraccia plateale.
Fortunatamente, Sasuke riuscì a prenderla in tempo per un braccio e a
tirarsela contro mentre, con l'altra mano, le riprendeva l'ombrello.
Meglio non fidarsi di quella frana, avrebbe potuto lasciarlo volare via.
Non le diede nemmeno il tempo di ringraziarlo che subito riprese la
parola.
Sì, quel giorno si sentiva particolarmente loquace, che fosse il
senso di colpa?
-Stupida. Se ti allontani mi bagno-
Con la coda dell'occhio la guardò irrigidirsi e mormorare delle scuse mentre giocherellava, torturava, i capelli.
Perché ogni volta che stava con lui finiva così? Lui era
praticamente l'unico con cui non si fosse ancora rilassata. Iniziava a
pensare che la colpa non fosse tanto della ragazza quanto sua piuttosto.
A confermargli quel pensiero ci pensò la diretta interessata
che, con delicatezza, si sciolse dalla sua presa e si riallontanò
leggermente da lui.
Erano già arrivati all'entrata della stazione quando si fermò di colpo.
-Senti, l'ombrello tienilo tu, io ho delle commissioni da fare-
Notando il suo sguardo interdetto e indeciso si affrettò ad
aggiungere anche delle rassicurazioni quali "non preoccuparti,
troverò un passaggio per tornare. Ora vai o perderai il treno."
Un passaggio? Sì, come no.
Era diventato decisamente troppo loquace.
Itachi stava tranquillamente facendo zapping tra i canali quando
ricevette un messaggio da parte di Sasuke che gli chiedeva, con la gentilezza tipica della sua persona, di andare a prenderlo
ad un konbini* dall'altra parte della città. Ora, la domanda
sorgeva spontanea: perché, col tempaccio che c'era, era andato
al supermercato dall'altra parte opposta della città quando ne avevano
uno dietro casa?
Adolescenti!
Per grazia divina il suo secondo schiavo aveva la macchina e poteva
sostituirlo, anche perché Mikoto gli aveva proibito categoricamente di fare
qualsiasi cosa potesse provocargli dello stress e quindi una ricaduta.
Santa donna, solo il fatto che gli avesse portato via le chiavi della
macchina e il computer erano una fonte di stress difficilmente
ignorabile.
Felice per aver risolto l'ennesimo problema si rimise
comodo sul divano. C'erano volte in cui anche i migliori necessitavano ardentemente di una
vacanza, seppur breve.
Illuso.
Neanche il tempo di poter finire di autocompiacersi che il cellulare ricominciò a squillare.
Riluttante aveva risposto solo per ritrovarsi un Shisui
urlante dall'altra parte del telefono con annesse repliche seccate del
suo otouto. Era impossibile descrivere il profondo sentimento di..
amore, che provava in quel momento nei confronti della sua famiglia.
-Tuo fratello è completamente bagnato!-
-Non so se hai notato ma piove. Cretino.-
-E tu perché diamine ti ci sei messo sotto? Sei stupido per caso?-
-Cosa potevo fare? Passare tra una goccia e l'altra?-
-Eh, non sarebbe stata una cattiva idea, se solo fossi capace a fare qualcosa-
-Vai al diavolo.-
-ITACHI! Tuo fratello è un maleducato, io lo mollo qua!-
Con una lentezza esasperante si massaggiò piano gli occhi chiusi.
Doveva resistere. Lui amava la sua famiglia. Lui la amava, amava il suo
fratellino e, quasi sempre, voleva bene anche al cugino.
-Shisui-
Bastò pronunciare il suo nome con il suo tipico tono di quando
non ammetteva repliche che entrambi la smisero di lamentarsi o, per lo
meno, abbassarono i toni.
-Ok, lo porto a casa, però il viaggio se lo fa legato sul tetto-
-Shisui-
-Itachi. Non so se hai capito ma, tuo fratello non è
semplicemente umido, è fradicio. Sembra che ci abbia ballato
sotto la pioggia e, indovina chi ha appena pulito l'auto e la
vorrebbe tenere tale almeno per un altro paio di giorni? IO-
-Mettiamola così, se Sasuke si ammala sarai tu a fargli da
infermierina e, TU, sai come diventa Sasuke quando ha la febbre..-
Senza neanche dargli il tempo di ribattere Itachi chiuse la chiamata,
tanto, era sicuro che Shisui avrebbe fatto la scelta giusta. Infatti,
se, e sottolineave se, c'era una cosa che il cugino detestava più del Sasuke attuale
era il "Sasuke infantile". Quello tanto dolce che ti spiattellava tutti
i suoi sentimenti in faccia, che ti ripeteva fino alla nausea che ti
vuole bene e che, soprattutto, non ripudia con tutte le sue forze il contatto umano. Anzi,
una volta che aveva la febbre alta lo aveva persino abbracciato, di sua
spontanea volontà!
Si, beh, quella volta l'aveva quasi a 40
gradi quindi l'abbraccio era stato più un appoggiarsi per non rovinare per terra, ma non era
quello l'importante.
Oh, quanto gli mancava il suo piccolo otouto, perchè non lo
avevano avvertito che sarebbe diventato un complicato sociopatico?
Avrebbe passato molto più tempo con lui!
Quella mattina, come faceva da diversi giorni del resto, Hinata si era
svegliata presto e aveva preso il treno prima di quello di Sasuke.
Se ne rendeva conto: la scusa che stava aiutando per i preparativi del
fetival scolastico non avrebbe retto ancora per molto e, presto o
tardi, avrebbe dovuto ammettere anche a se stessa che stava facendo di
tutto pur di evitarlo ma, per ora, preferiva non pensarci.
Sta di fatto che, quando Karin era entrata in classe tutta trafelata
dicendole che Sasuke stava male, e che era persino svenuto poco prima
di arrivare a scuola, si era preoccupata. Ma quando la rossa aveva aggiunto che, nonostante il suo colorito più
pallido del solito, aveva preferito tornare a casa da solo lei aveva
preso la sua borsa ed era uscita di corsa dalla classe.
Non aveva tempo per pensarci, se avesse aspettato oltre il professore
sarebbe entrato e lei non avrebbe più avuto occasione per
andarsene fino alla pausa pranzo.
Suigetsu, sempre con la sua aria disinteressata raggiunse la sua
ragazza borbottando un "non ti sembra di esagerare? Ha avuto solo un
leggero mancamento.."
-Dettagli-
-Mmmh.. Senti, questo pomeriggio sei libera?-
-Pensavo di andare a trovare Sasuke per vedere come procedono le cose, perchè?-
-Ho casa libera-
-Non vedo l'ora di passare un po' di tempo con te-
Finalmente. Suigetsu 1, Sasuke 5840; circa 1 punto per ogni giorno da quando si erano conosciuti.
Ok, mettiamola in questo modo, Suigetsu 1, Sasuke 0; a partire da quel preciso istante.
La primogenita del clan Hyuga si era precipitata il più
velocemente possibile verso casa senza contare che, con tutta
probabilità, lui lì non la voleva nemmeno vedere,
però, cos'altro poteva fare?
A casa non c'era nessuno. Mikoto e Fugaku erano a lavoro mentre Itachi era a scuola. Non aveva avuto scelta.
Appena entrò nella sua camera Hinata non si stupì del
tono freddo con cui l'aveva accolta ne, tanto meno, dalla domanda che
gli aveva posto. "Cosa ci fai qui?"
Con delicatezza si avvicinò al letto e si inginocchiò al suo fianco.
-Hai già misurato la febbre?-
Sasuke sbuffò scocciato al pensiero di essere stato bellamente
ignorato ma non importava, la risposta la poteva intuire anche da solo.
Quella palla al piede dell'Uzumaki doveva aver parlato, eppure gli era
sembrato di essere stato perfettamente comprensibile quando gli aveva
ringhiato contro di non dire niente alla Hyuga.
-Non importa, non è alta-
La ragazza ignorò, per la seconda volta, il suo commento e, con tutto il
coraggio che era riuscita a raccimolare, aveva appoggiato la sua mano fresca sulla
fronte accaldata del ragazzo.
-Scotti!-
Senza dargli il tempo di risponderle andò velocemente in bagno,
prese il termometro e tornò per misurargli la febbre.
Stranamente il ragazzo non oppose troppa resistenza, anzi, si era
limitato a lasciarsi scappare qualche "tsk" e, quando lesse quei tre
numerini scritti sul termometro capì anche il perché.
"39.7".
Giusto per fare un paragone una volta, la peggiore, lei l'aveva avuta a
38.8 gradi e non riusciva nemmeno aricordarsi chi fosse, figuriamoci a
protestare!
Era già tanto che non delirasse, pretendere che riuscisse anche
a demolirle l'autostima già inesistente era decisamente troppo.
Comunque, doveva ammetterlo, Sasuke era davvero forte. Le sarebbe
davvero piaciuto assomigliargli almeno un po', giusto quel tanto che
bastava per vivere meglio.
Per cercare di dare un po' di sollievo al malato gli fece passare con
lentezza disarmante una spugna imbevuta d'acqua
tiepida sulla fronte coperta dai capelli corvini, sulle gote lievemente
arrossate, sul collo imperlato di sudore e sulle clavicole leggermente
pronunciate.
La pelle di Sasuke era pallida, ma era anche liscia e pulita, era
semplicemente perfetta, e, più cercava di rinfrescarla con quella
spugnetta, più provava il desiderio di scoprirne dell'altra. Una volta
arrivata alle clavicole era completamente
rapita da quel corpo perfetto che, se non le fosse vibrato il
cellullare, probabilmente, avrebbe approfittato di questo breve momento
di debolezza del ragazzo per sbottonargli la camicia e continuare ad
accarezzargli delicata il petto.
-Chi è?-
Hinata, dal canto suo, sobbalzò nel sentire la sua voce roca e bassa. Avrebbe
decisamente preferito se fosse svenuto di nuovo; non voleva sembrargli
una maniaca, disperata per giunta.
Il ragazzo, che fino a quel momento sembrava essersi appisolato sotto gli amabili tocchi della Hyuga socchiuse stanco gli occhi.
-J-Juugo.. I-io.. vado prepararti una minestra-
Ancora prima di alzarsi però la voce del suo interlocutore la bloccò.
-Spero tu stia scherzando, siamo in estate e fa caldo-
-Eppure tu ti sei ammalato-
Non seppe nemmeno come le venne quella risposta.
Lei non era un tipo
che ribatteva, di solito stava in silenzio ad ascoltare quello che
dicevano gli altri, sia che fossero state cose belle che non.
Oltre che maniaca stava diventando anche maleducata; era per questo che l'aveva mandata lì suo padre?
Rossa come un pomodoro si alzò di scatto pronta ad uscire
ma una debole quanto decisa stretta intorno al polso la fece
desistere.
-Perché mi eviti?-
Hinata, a quelle parole, spalancò gli occhi sconcertata. Quella,
non era assolutamente una frase da Sasuke. Presumibilmente la stava
prendendo in giro ma, quando si voltò ed incrociò i suoi
occhi dannatamente seri non poté che cambiare idea.
-Perché con Juugo ridi sempre?-
-C-cos?-
-Quando sei con me non sorridi mai, figuriamoci se ridi.. perché sono l'unico con cui non sei mai rilassata?-
Hinata, per riflesso, gli sorrise intenerita.
Era sicura che quello non fosse il momento più idoneo per
parlarne ma, forse, sarebbe stato l'unico. Era arrivato il momento di
dirgli tutto e lo avrebbe anche fatto, davvero, se non fosse stato per il
flebile "scusa" mormorato dal ragazzo prima di perdere i sensi.
Hinata si soffermò nuovamente a guardarlo, Sasuke era
decisamente attraente e, anche se a malincuore, doveva ammetterlo: le
sue amiche avevano ragione a definirlo "un figo da paura". Certo, lei
avrebbe usato dei termini probabilmente più eleganti ma il
concetto di fondo rimaneva quello.
In uno scatto improvviso di coraggio si chinò e depositò un veloce bacio sulle labbra del giovane.
Se lui poteva baciarla ogni volta che voleva, mettendole in
subbuglio cuore e pensieri, allora avrebbe potuto farlo
anche lei. Quella era solo una piccola rivincita.
Peccato che, una volta resosi conto di quello che aveva appena fatto si raddrizzò e uscì veloce dalla stanza.
Si poteva sapere cosa le era preso?
Quando si svegliò la prima cosa a cui pensò erano le
fresche labbra di Hiata che sfioravano delicatemnte le sue ma, una
volta aperti gli occhi, lo sguardo che incrociò non era
certamente quello gentile della corvina. Tutt'altro.
-Shisui, che vuoi?-
-Itachi mi ha obbligato a farti da baby-sitter visto che, secondo lui, è colpa mia se ti sei ammalato-
-Perché? Solo per il fatto che mi hai fatto stare per mezz'ora
sotto il getto diretto dell'aria condizionata del konbini in modo che
mi "asciugassi"? Insomma, come farebbe ad essere colpa tua?-
-E' quello che gli ho detto anch'io ma lui..-
-Taci, miserabile insetto-
Ovviamente l'insulto non poteva non essere ascoltato e ribattuto
scatenando l'ennesima lite senza senso tra i due consanguinei. Per
questo fatto, unito all'odio reciproco che si portavano dietro da
sempre, Itachi quando entrò nella stanza trovò il cugino
mentre cercava di soffocare col cuscino il fratello.
Tu li adori.
Non devi mai dimenticarti che tu li vuoi un bene dell'anima, Anche a Shisui.
Il fatto che tu ora li vorresti prendere a calci nel sedere non centra assolutamente niente.
Una volta cacciato via malamente il cugino, che progettava un'atroce
quanto insensata vendetta, Itachi si sedette al fianco del fratello e
gli sorrise premuroso.
-Allora, come stai?-
-Tuo cugino è un essere inutile-
-Otouto, quello è anche tuo cugino-
-No, ti sbagli. Io sono stato adottato.-
-Oh, giusto..-
Il minuto di silenzio seguente, coronato dagli uccellini che
cinguettavano gioiosi fuori dalla finestra, fu al limite
dell'imbarazzante per entrambi.
-Senti, per caso prima c'era Hinata?-
-Uhm, perché?-
-Così, per sapere-
-Ah, ok.-
Il cinguettio dei passerotti, a questo punto, ebbe un altro momento da protagonista nel silenzio di quella stanza.
-Beh?-
Itachi, mostrando il suo sorriso migliore poggiò l'indice e
il medio sulla fronte del fratellino per poi fare una leggera pressione
che, per pochi attimi, li fece perdere il contatto visivo.
Appena Sasuke rivide l'espressione del fratello potè constatare
con orrore che il sorriso si era accentuato ed aveva assunto una
sfumatura leggermente diabolica.
-Chiedilo a lei.-
E, con queste parole, aveva lasciato la stanza soddisfatto del suo operato.
Bastardo di un fratello, inutile almeno quanto il cugino. Vi ucciderò entrambi, questa è una promessa.
Aveva pensato alla possibile presenza di Hinata per i seguenti
due giorni in cui era stato a letto ma non riusciva mai a venire a
capo di nulla. Doveva ammettere, inoltre, che aveva una certa
paura nello scoprirlo perché era abbastanza sicuro di aver
pensato, e probabilmente anche detto, cose del tutto smielate e da
femminuccia. Le classiche cose che avrebbe detto quella checca bionda
di Deidara, per intenderci. **
La triste conferma dei suoi terrificanti sospetti la ebbe quella
mattina, il primo giorno in cui sarebbe dovuto tornare a scuola.
Solo il fatto di trovare la ragazza ad aspettarlo all'entrata, dopo che
si era prodigata tanto per evitarlo, fece scattare un campanello
d'allarme ma, vederla giocherellare interessata con i suoi capelli, fu
il colpo di grazia.
-Dimenticala. Qualsiasi cosa abbia detto tu dimenticala.-
Dopo un attimo di incertezza Hinata prese la parola.
-Anche le tue scuse? A-anche quelle devo dimenticare?-
-"Scuse"? E per cosa dovrei scusarmi di grazia?-
-Beh, da dove potremmo cominciare? Forse dalla tua stupidità, o
forse dalla tua bastardaggine, oppure dall'improponibile pettinatura
che ti ostini a tenere o forse..-
Mentre quell'infimo pezzo di spazzatura, conosciuto anche come "Shisui
l'idiota Uchiha", elencava le sue, false, mancanze la piccola venina
sulla tempia del minore si stava ingrossando velocemente. Che poi,
perché quell'essere stava mangiando dal suo sacchetto del pranzo?
Maledetto parassita.
Con tutta la buona volontà di cui era capace fece un profondo
respiro e, con voce apparentemente tranquilla, gli fece la
domanda che, a quel punto, tutti si sarebbero posti. "Ma tu, insulto
per ogni essere umano, non hai una casa dove andare a rompere le
palle?".
-Sì, ma mi piace stare qui perché ti voglio bene-
La sua espressione seria avrebbe fatto cedere tutti, tutti tranne
Sasuke Uchiha. Ma figuriamoci se lui si faceva fregare da quello
lì. Per questo, con lo stesso tono apatico dell'altro, gli
rispose.
Tanto, ormai era inutile cercare di riprendersi il bento. Il tizio
lì, quasi sicuramente, lo aveva già contaminato con la
sua incredibile stupidità.
-Mi stai prendendo per il culo?-
-Assolutamente no. L'unica presa per il culo, qui, sono i tuoi assurdi
capelli che, per la precisione, hanno anche la forma di un culo di
papera. Così giusto per rimanere in tema..-
-Tu, considerati morto-
Hinata, che fino a quel momento era rimasta pacificamente in disparte,
quando vide Sasuke prendere un coltello da cucina, per essere
più precisi aveva preso il più appuntito che aveva
trovato, pensò che fosse meglio intervenire.
-S-Sasuke-kun! E' stato Itachi a chiedergli di portarci a scuola, sai, per evitare in una tua possibile ricaduta..-
"Una sua possibile ricaduta"?
Lentamente riassaporò il sapore di quelle parole.
Una ricaduta un corno!
La "possibile ricaduta" l'avrebbe avuta se fosse rimasto anche solo altri 10 secondi a contatto con quel.. coso.
Pensato fatto. In tre secondi era già fuori a tirare giù tutti i kami del cielo.
Che famiglia del cavolo.
I due ragazzi rimasti in casa, intanto, lo guardavano allontanarsi. La
prima lo osservava leggermente preoccupata mentre il secondo era
profondamente divertito da quella visione. Magari quella era la volta
buona che si ammalava sul serio.
-Ma, Itachi-kun non si era raccomandato di..-
-Oh, al diavolo. Almeno adesso abbiamo l'occasione per parlare un po' in santa pace-..
Forse era stata l'espressione ghignante, contornata da un macabro
occhiolino, o forse era stato il suo tono cospiratorio, sta di fatto
che, dopo un risolino tra l'imbarazzato e l'impaurito, Hinata aveva
fatto un veloce inchino ed era corsa fuori.
-Forse è meglio se controllo Sasuke-kun-
Perfetto, e con questa era fatta. Ora aveva, finalmente, casa libera.
* Sono negozi aperti 24h su 24h e vendono ogni genere di oggetti.. proprio come dei supermercati u.u
** Ci tengo a ricordare a tutti che ne io ne Sasuke siamo omofobi. Il
povero idiota è semplicemente un po' alterato con il mondo e, i
motivi che lo spingono ad odiare Deidara vanno oltre la sua
sessualità. Ecco.
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Capitolo 16 *** Festival e pungenti polemiche ***
Sasuhina 14
Prima che mi dimentichi inizio col
ringraziare chi legge, mette la storia tra le
preferiteseguitericordate e, in particolare a chi ha commentato.
Soprattutto nell'ultimo periodo ho ricevuto dei commenti davvero
positivi per me che mi hanno migliorato notevolmente le vacanze. Grazie
*-*
Questa volta ho temuto seriamente di non farcela. Ero arrivata a buon
punto quando, improvvisamente, mi accorgo di aver sbagliato a scrivere.
Il lato positivo è che, a causa delle vacanze pensavo non sarei
riuscita ad aggiornare la settimana prossima ed, invece, probabilmente
ci riuscirò, tanto sono già arrivata a metà del
prossimo. Eh eh ehehheheheheh .-.
Boh ragazzei, buona lettura, spero di non aver combinato troppi disastri ora scappo.
Capitolo 15
Se c'era una cosa che Sasuke aveva capito in quei lunghi giorni di
malattia era che, poteva anche non seguire alla lettera i comandamenti
di Madara ma non poteva assolutamente voltare le spalle al suo clan. Ergo, se non
voleva che Hinata stesse bene con Juugo lei non avrebbe dovuto farlo.
Punto.
La questione era semplice e, con questa precisa consapevolezza
in testa, quel pomeriggio si era fermato anche lui ad "aiutare" per
l'organizzazione di quell'inutile quanto seccante festival scolastico.
Molti dei suoi compagni lo guardavano stupiti e, i più temerari,
si arrischiavano persino a chiedergli come mai quell'anno avesse deciso
di aiutarli. Lui, dall'alto della sua superiorità intellettuale e fisica, si limitava a guardarli di sbieco e a dire un
tagliente "per i crediti". Il bello era che quei tizi misconosciuti ci credevano
pure, come se lui avesse davvero bisogno di crediti!
Aveva ragione suo
padre quando gli aveva detto che sarebbe stato meglio se fosse andato
in una scuola privata per cervelloni ma lui no, lui aveva preferito
seguire l'esempio dell'umile Itachi per stare tra quei soggetti strani. Tempo sprecato.
Tra l'altro, già che si stava lamentando, gli sarebbe piaciuto
aggiungere che l'idea della loro classe era davvero ridicola. Succedeva
questo quando lui non prendeva parte alle decisioni di classe?
Seccato guardò la Hyuga mentre cuciva alcuni vestiti di scena aiutata da Juugo. E quello da quando sapeva cucire?
I suoi pensieri, di cui la maggior parte erano maledizioni più o
meno velate, vennero interrotti dalla voce stridula di Ino che gli
chiedeva di andare a comprare gli ultimi materiali necessari.
Il ghigno che ricevette in risposta la fece tremare per mezzo secondo.
-Perché dovrei andarci proprio io?-
-Perchè sei l'unico che non sta facendo assolutamente nulla-
Sasuke si diede una veloce occhiata intorno e, anche se malvolentieri,
dovette ammettere che tutti stavano lavorando e si stavano dando un
gran da fare mentre lui stava semplicemente, come si suol dire,
"sorreggendo la parete". Certo, lo stava facendo con uno charme estremo,
ma quelli erano dettagli.
Annoiato si staccò dalla parete e prese la lista della spesa che la bionda gli stava porgendo vittoriosa.
Lei aveva piegato al suo volere un Uchiha, sarebbe diventata leggenda!
Inutile dire che il suo sogno svanì nel momento esatto in cui lui le ridiede irritato il foglietto.
-Beh, che c'è? Sembrava avessi accettato..-
-Hai una scrittura a zampa di gallina-
L'incurvatura delle labbra di Ino, prima rivolte verso l'alto, si
abbassò velocemente. Figo o non figo quel tipo la stava
irritando.
Come faceva ad essere stata innamorata di lui? Le bastò
riguardarlo per mezzo secondo per ricordarsi i motivi, più che
validi, che l'avevano indotta a diventare una sua fan girl ma ora, ora
era cresciuta e non si
sarebbe fatta mettere i piedi in testa da quel Dio sceso in terra.
-Senti, non me ne freg..-
-Ino, anche volendo non saprei neanche dove trovare quella roba che hai
scritto che poi, che razza di colori sarebbero il "charteuse", il
"denim", "il gansboro" e il "blu comando stellare"? E ci tengo a
sottolineare "b l u c o m a n d o s t e l l a r e"?-
La ragazza in questione guardò affascinata il moretto che si era
sporto verso di lei per rileggere quei colori secondo lui inutili. Anche se, conoscere i colori era una cosa elementare no?
Non potè trattenersi dall'emmettere un lieve ringhio tanto era
irritata dalla completa mancanza di cultura in fatto di colori da
parte del ragazzo dei suoi sogni; perchè sì, nei suoi
sogni più intimi ed erotici, a volte sognava ancora il giovane
Uchiha. Decisa comunque a non farsi mettere i piedi in testa gli
ridiede la lista, quasi, urlando un "è ora di farsi una cultura,
non credi?"
-Detto da una che ha la metà dei miei voti è ironico, non trovi?-
Ino lo guardò con sguardo di sfida per poi sbuffare seccata,
certo, Sasuke aveva ragione, ma non c'era di certo bisogno di
sbatterglielo in faccia in quel modo. Insomma, non era colpa sua, lei
era nella media, era lui che era notevolmente sopra gli altri.
Troppo presa com'era a prendere come questione personale la storia dei
colori, non aveva ancora pensato all'enorme opportunità che gli si
stava parando d'avanti, opportunità che era decisa a non sprecare.
Con un sorriso a trentadue denti sventolò seducente la lunga coda che le intrappolava i capelli biondi.
-Va bene, in questo caso ti accompagnerò io, dammi solo il tempo di..-
-Lascia stare-
Stralunata alzò lo sguardo per cercare di capire il compagno che, di rimando, le sorrise divertito.
-Sei così impegnata, chiederò a qualcun altro-
Già il fatto che si fosse rivolto a lei in modo
così "gentile" le avrebbe dovuto far capire che c'era qualcosa
sotto ma, occupata com'era, non aveva davvero tempo da perdere.
Dopotutto lei era uno dei principali commissari esecutivi!
Sasuke, stanco dell'estenuante chiacchierata avuta con la bionda si
diresse sicuro verso la Hyuga e Juugo. Quella vaccata del festival iniziava ad
apparire più interessante.
Ora che ci pensava, doveva ammettere che ultimamente anche Ino si era fatta meno
pressante, che avesse trovato qualcun altro a cui fracassare l'anima?
Tanto meglio.
Una volta arrivato davanti ai due simpatici cucitori guardò
imperturbabile la ragazza mostrandole annoiato la
lista per poi dire un freddo "andiamo". Senza aspettare la sua
risposta, o meglio, ignorando volutamente i suoi balbettii incerti
si era già incamminato verso la porta sicuro che lo avrebbe
seguito. Poco dopo, infatti, Hinata gli si affiancò mormorando
un semplice "Juugo ha detto che poteva andare avanti anche da solo".
"Ma che anima pia" fu il commento malamente trattenuto dal grugnito
infastidito di Sasuke, in risposta al quale ci fu solamente un
profondo silenzio.L'atmosfera tesa fra i due durò fino al
ritorno dal colorificio
quando con aria indifferente Sasuke le aveva preso di
mano le tre pesanti buste che continuavano a minacciare l'equilibrio,
già precario per la sua naturale goffaggine, della giovane Hyuga.
Il "grazie" mormorato in risposta dalla ragazza rimase comunque l'unica
parola detta durante tutto il tragitto di andata e ritorno.
Indipendentemente da quel quasi fastidioso silenzio, Sasuke aveva imparato
una cosa importante: metà dei colori scritti in quella benedetta
lista erano delle inutili tonalità di blu che, a suo dire,
erano completamente uguali.
Stupide fissazioni femminili.
Quasi una settimana dopo, il povero Sasuke, si era ritrovato costretto
ad andare in giro per la
scuola ad attirare visitatori nella stanza degli orrori il
tutto vestito
con un tipico kimono da samurai e, cosa ben peggiore, insieme ad un
Naruto entusiasta Perchè sì, i samurai biondi occhi
azzurri erano all'ordine del giorno. Eh! Chi non ne ha mai visto uno?.
Che poi, le persone avrebbero dovuto capire che loro rappresentavano
una stanza degli orrori da cosa? Dalla leggera spruzzata di ketchup,
che in universo parallelo avrebbe dovuto rappresentare del sangue,
sulle katane?
Altra boiata.
Diciamocelo apertamente, volevano semplicemente farli girare a petto
nudo per la scuola sperando che delle ragazzine in calore, del primo
anno magari, quelle che non conoscevano ancora bene il suo pessimo
caratteraccio, li seguissero.
Ovviamente il piano stava funzionando alla grande.
Col suo fisico e la
parlantina di Naruto quelle erano praticamente costrette a cedere alle
pressanti richieste del biondino.
Mentre il compagno parlava con l'ennesimo gruppetto si voltò a
guardarlo.
Non sapeva il perchè ma da quando stava con Sakura
gli sembrava lievemente cresciuto, certo, se si tralasciavano le sue
varie scenate. L'ultima, ad esempio. era stata riguardante al travestimento da
samurai, lui voleva fare il ninja. Si era già comprato
quell'assurdo costume nero e si era guardato decine di film per
imparare a muoversi nell'ombra senza farsi notare. Anche ignorando il
fatto che lui fosse geneticamente portato a farsi notare ovunque
andasse, come diavolo aveva pensato di attirare i clienti senza farsi
vedere? Ok, ritirava quello che aveva detto.
Naruto era la solita testa
quadra
Leggermente divertito distolse lo sguardo solo per trovarsi a venti centimetri di
distanza una testa bionda vagamente, purtroppo, famigliare.
-Si può sapere cosa diamine ci fai qui?-
-Non è ovvio? Sono venuto a trovare la mia sorellina-
-Deidara, tu sei figlio unico-
Grazie a Dio.
-E con questo?-
-Ok. Senti hai visto mio fratello?-
-E' andato a trovare Hina-chan con Hidan-
Nel sentire il suo nome la curiosità che era riuscito a
nascondere fino a quel momento tornò a galla. Chissà come
l'avevano conciata. Sapeva che avrebbe dovuto impersonare un fantasma
ma, proprio non ce la vedeva a cercare di mettere paura agli altri.
Insomma, stavamo parlando di Hinata! La stessa ragazza che aveva
cercato di chiedergli scusa quando invece era, gli costava ammetterlo,
colpa sua.
L'anno prossimo si sarebbe interessato maggiormente dell'organizzazione del festival, decisamente.
Convinto che il discorso con lo stramboide biondo fosse finito si
voltò pronto a proseguire il suo compito ma, il coso, lo
afferrò nuovamente per una manica.
-Deidara, che vuoi?-
-Mi chiedevo: ti andrebbe di aiutarmi?-
-Eh?-
Solitamente non lo avrebbe neanche degnato di uno sguardo ma, da quando
si conoscevano, ossia molti, troppi anni, non era mai capitato che gli
chiedesse di dargli una mano.
-Dopo ho uno spettacolo ma mi manca il soggetto-
-Non mi interessa, lo sai-
-Ma tu non dovrai fare niente, basterà che tu rimanga lì sul palco a fare presenza-
-E poi?-
Sapeva che in realtà non gli interessava ma in quel momento si
stava annoiando, tanto valeva ascoltare un po' delle sue idiozie, magari
sarebbe anche riuscito a distrarlo.
-E poi BOOOOOM! Riempirò i tuoi vestiti di argilla
esplosiva così, mentre tutti ti ammireranno pensando alla
durevolezza dell'arte tu gli mostrerai lo spettacolo più bello!
Ci ho pensato tutta la settimana e, alla fine, ho trovato un metodo
innovativo per..-
A quel punto, per ovvi motivi, Sasuke se ne era già andato
lasciando il povero scemo a parlare da solo tanto, conoscendolo, non se
ne sarebbe accorto fino alla fine del suo sproloquio.
Era da circa un paio d'ore che Hinata stava svolgendo il suo ruolo di
fantasma all'interno della stanza degli orrori e, sinceramente, non
capiva come mai tutti appena la vedevano urlavano, o comunque
sussultavano spaventati. Non le sembrava di essere molto diversa dal
solito, aveva semplicemente indossato un kimono bianco ed era obbligata
a tenere la testa lievemente chinata verso destra fissando i passanti con sguardo particolarmente vacuo, insomma, niente di
così terrificante.
Forse, erano le luci e l'ambientazione a
spaventare in quel modo le persone, sì, era sicuramente quello.
Sorrise sollevata mentre pensava a quella possibilità. Si
rimise in posizione, pronta ad accogliere l'ennesima coppia, quando notò che uno dei due era Ino.
La bionda, teoricamente, sarebbe dovuta rimanere all'ingresso ad
accogliere gli "avventurieri", come li chiamavano loro, ma,
evidentemente, aveva trovato qualcosa di meglio da fare. Beata lei.
-Hina-chan ti ricordi di lui? E' il ragazzo del negozio! Sai ti presento Hinata-chan, Hinata-chan lui è Sai-
Imbarazzata fece un profondo inchino e gli sorrise educata mentre quello era rimasto impassibile a scrutarla.
-Fai paura, però hai le tette grosse-
Il moretto la fissava con un sorriso leggermente inquietante, Ino si
era paralizzata con la bocca socchiusa e lo sguardo preoccupato a
fissarla mentre gli angoli della bocca di Hinata si abbasavano
lentamente verso il basso. Il silenzio glaciale caduto tra di loro era
rotto solamente dalla musica di sottofondo.
Hinata era soddisfatta di riuscire a compiere il suo dovere come membro della
classe ma non le piaceva l'idea di fare paura, ne tanto meno che la grandezza del seno le si notasse tanto.
Dopo il breve momento di smarrimento il nuovo arrivato venne ripreso da
Ino che, fra una minaccia e l'altra al suo accompagnatore, le chiedeva
scusa.
Per
cercare di recuperare l'infelice affermazione
del ragazzo Ino iniziò a parlare di come si fossero
rincontrati, un vero colpo di fortuna dal suo punto di vista. Sai
infatti era amico di Naruto da tempo e,
all'ultima festa organizzata dal biondino, era presente anche lui
così la scintilla era scattata, o almeno era scattata per lei.
Lui, al contrario, era impassibile come pochi tanto che le venne
persino il dubbio che
fosse imparentato con gli Uchiha.
Sasuke sorrise internamente. Finalmente era arrivato il momento in cui avrebbe potuto fare una pausa
ed andare a vedere come era stata allestita la classe, dopotutto se doveva
attirare le persone almeno voleva vedere in quale guaio le stesse cacciando.
Il moretto stava per entrare quando vide un paio di ragazzi uscire quasi di
corsa. Andava bene tutto ma era impossibile che quella cosa facesse tanta paura. Proprio in
quel momento un terribile presentimento gli fece accapponare la pelle
e, purtroppo, quando entrò tutti i suoi timori si
dimostrarono fondati.
Hidan non gli era mai piaciuto particolarmente, anzi, diciamo pure che
non lo aveva mai sopportato, ma vederlo lì mentre svolgeva quei
suoi assurdi riti davanti ad ogni "spettro" che trovasse in quella
maledetta stanza era il colmo. Che poi in quel momento stesse svolgendo il suo stramaledettissimo
rituale davanti ad una spaventata Hinata, non centrava niente con la profonda irritazione che stava provando.
Come se questo non fosse già abbastanza, accanto a quel fanatico
religioso c'era Itachi, sangue del suo sangue, che rideva
sommessamente.
Già, perchè c'era molto da ridere, vero?
Appena la corvina intercettò il suo sguardo le fece un lento
gesto del capo indicandole l'uscita. Lei, fortunatamente , lo aveva
capito e seguito fuori da quel covo di idioti.
Non è che si
preoccupasse per lei o fosse geloso, per carità, solo che se le
fosse successo qualcosa la colpa sarebbe sicuramente ricaduta su di lui.
Sì, come no, ottima motivazione.
I due stavano facendo un giro per gli stand che, doveva proprio
ammetterlo, erano davvero emozionanti. No, sul serio,
"la bancarella dei baci", "il percorso per gli innamorati" e "la
casa du belle dentro e fuori" erano davvero delle perle ma, il migliore
rimaneva comunque il concorso per giovani talenti di cui i
finalisti erano il "Quartetto del suono" e Killer Bee. Il fatto che il
primo gruppetto fosse una banda di squilibrati con cui era uscito
qualche volta nei suoi tempi più bui, sì, allora era
particolarmente masochista, mentre il secondo finalista fosse uno dei
loro professori, dava solo credito alle sue teorie: sarebbe dovuto
andare in una scuola privata. Decisamente.
Con uno sbuffo rassegnato si incamminò per riportare Hinata al
suo triste compito di fantasma anche se, più che spaventarle lei
con quel kimono le persone la ammaliava e, purtroppo, la dimostrazione
erano tutti quei ragazzi bavosi che la fissavano maliziosi.
Stizzito li fissò uno ad uno fino a quando, quegli infimi
bastardelli maniaci, non abbassarono impauriti lo sguardo. Mai mettersi
contro un'Uchiha, o almeno no se ci tenevi alla pelle.
Il resto di quella meravigliosa giornata lo aveva passato a domandarsi
da cosa derivasse quell'odio profondo che aveva provato per quei
ragazzi. Per capire meglio bisognava specificare che l'odio che
aveva provato in quel momento era decisamente superiore rispetto a
quello che provava per tutti gli altri esseri viventi, ma anche non
viventi che intralciavano il suo cammino.
La risposta a quel fastidioso quesito gli arrivò solamente la
sera del terzo giorno del festival, più precisamente
all'ennesima festa organizzata dalla classe.
Erano in quella discoteca già da un po', troppo, quando una ragazza sconosciuta gli si era avvicinata ancheggiando.
La ragazza era davvero bella e, dall'ultima volta con Karin, in cui era
stato brutalmente interrotto per di più, non aveva più
avuto modo di dedicarsi ad un po' di sano e soddisfacente sesso. E, quale occasione migliore di quella per recuperare?
Peccatto che Hinata, la
sua personale spina nel fianco, era lì davanti a loro che li
fissava con le mani intrecciate a coprirle la bocca e gli occhi
lievemente lucidi.
Un rassegnato "tsk" fuoriuscì dalle sue labbra prima di
appoggiare le mani sulle spalle della ragazza sconosciuta per
allontanarla e dirle leggero "non posso. Devo riaccompagnare un
piccolo animaletto spaurito a casa".
Ormai era inutile andare avanti con quella farsa, fino a quando non
avrebbe avuto lei tutte le altre avrebbero perso anche quel poco di
valore che le attribuiva prima.
Decisamente fastidioso.
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Capitolo 17 *** Coraggio e integrità morale ***
sasuhina 15
Pensavo davvero che sarei riuscita ad
aggiornare in tempo ma, alla fine, tra una cosa e l'altra non ce
l'ho proprio fatta. Mi spiace davvero tanto però ora eccomi qui
con il nuovo capitolo speranzosa di riuscire a farmi perdonare
attraverso il caro Sasuke. Inizio a temere seriamene per il suo IC ma
deve per forza raddolcirsi almeno un po' che poi, insisto col dire che
senza tutto quello che è successo nel manga Sasuke sarebbe
cresciuto come un simpatico e sorridente ragazzo. Vabbuoh, vi ho fatto
attendere troppo quindi vi lascio al capitolo, buona lettura!
Capitolo 16
Fugaku Uchiha era un uomo di somma integrità morale e pazienza
eppure, in quei giorni, stava lentamente e inesorabilmente perdendo la
sua immemore calma.
Suo figlio, il più grande, la speranza per il futuro del
clan, il suo orgoglio, lo stava torturando attraverso del, doveva
ammettere egregio, terrorismo psicologico. E, anche se era lui la
vittima, non poteva fare altro che essere fiero di lui. In barba a
Madara-san che continuava ad accusarlo di non averlo educato
adeguatamente.
Ecco, il problema vero e proprio, quindi, non era lui
quanto, piuttosto, la sua fastidiosa ed assillante ombra: Shisui.
Quel tipo, infatti, non si limitava ad un semplice e lieve
terrorismo psicologico, no, lui era una vera e propria calamita per i guai, una palla
al piede, un danno, non solo per il clan ma per tutta l'umanità.
Come se non bastasse, sempre quel tizio, sembrava avere una fastidiosa
influenza sul figlio maggiore, per non parlare di come stesse facendo impazzire il minore.
Insomma,
era una minaccia che doveva essere assolutamente eliminata, distrutta,
debellata, annientata. Doveva soccombere, decisamente.
Tra l'altro, il suo morboso attaccamento verso Itachi iniziava a preoccuparlo a dir poco; suvvia, non era normale.
Troppo preso com'era dai suoi pensieri non si accorse del figlio, che
fino a pochi giorni prima aveva considerato il suo prediletto, seduto
compostamente in cucina mentre sorseggiava elegantemente del tè.
Quando il suo sguardo si soffermò sulla sua figura lo vide
alzare lentamente la testa e assumere uno sguardo
cospiratorio.
-Allora hai pensato a quello che ti ho detto?-
La vicenda non stava prendendo una bella piega per lui.
-Itachi, per l'amor del cielo, smettila con questa storia-
Per lo meno non c'era anche quel disgraziato di suo nipote.
-Fugaku-san, no no, lei non capisce l'importanza della nostra missione-
Ecco, come non detto.
Lo prometteva: se fosse sopravvissuto a quell'assurda buffonota non
avrebbe più sottovalutato le lamentele del figlio minore
riguardo ai complotti di quei due ai suoi danni.
-Shisui, da quando tu fai qualcosa per il "bene" di Sasuke?-
-Ma io non lo faccio per il mostricciattolo, questa è
semplicemente un'occasione per confrontare la mia testardaggine con la
sua.. Fugaku-sama-
-Ascoltate, per la millesima volta: non spingerò Sasuke a fare
qualcosa che va contro la sua volontà. E con questo spero di
aver concluso questo assurdo discorso.-
-Sinceramente non ci vedo niente di così tragico nell'umanizzare un po' suo figlio..-
-Stai dicendo che Sasuke non ti sembra umano?-
-Eh, insomma. Diciamo che al momento ha tutte le carte in regola per
diventare uno spietato dittatore cosa che, personalmente, preferirei
evitare-
Fugaku, sbuffò contrariato davanti a quel discorso senza senso
del nipote, anche se doveva ammettere che, in fondo in fondo, un minimo
di senso ce l'aveva.
-Per quanto continuerete ancora con questa farsa?-
Shisui nel notare la rabbia celata sotto quella semplice frase decise
che era ora di dare il suo colpo di grazia, il che era un vero peccato. Si
stava divertendo come poche volte in vita sua. Intendiamoci rompere le
palle a Sasuke era magnifico, ma torturare così lo zio, era un
notevole salto di qualità.
-Per sempre Fugaku, fino alla fine fine dei tuoi giorni che, se non curi il colesterolo, saranno anche pochi-
E, per sottolineare ulteriormente la drammaticità della sua frase annuì grave.
-E tu come..? Oh, al diavolo, avete vinto voi, ora però andate a giocare da qualche altra parte-
Dopo aver spedito in cortile quei due piccoli sciagurati non gli
restava altro da fare se non tenere fede alla parola data. Teoricamente
parlando non sarebbe dovuto essere particolarmente difficile.
Annoiato per quell'assurda situazione e per la lotta interna in cui lo
avevano immischiato si diresse al piano superiore e, più
precisamente, nella camera del suo nuovo figlio prediletto.
-Sasuke, posso parlarti?-
Senza nemmeno aspettare una risposta, non ce ne sarebbe stato bisogno,
entrò nella sua stanza e si sedette sul suo letto osservandolo
mentre, appoggiato alla scrivania, stava studiando.
-Certo, dimmi-
-Hinata è stata carina ad abbandonare la scuola per stare con te fino all'arrivo dell'idi.. di Shisui-
A quelle parole, decisamente insolite per un uomo distaccato come
Fugaku, Sasuke si girò a fissarlo scettico. Dove diavolo voleva
andare a parare?
L'uomo, intuendo che la possibilità di risolvere velocemente e
senza intoppi quella sceneggiata stava svanendo si accomodò meglio sul letto
del figlio ed accavallò le gambe con fare superiore.
-Che ne dici di ringraziarla?-
-Buona parte della colpa della febbre è stata colpa sua. Avrebbe
dovuto portare l'ombrello, quindi, perchè dovrei ringraziarla?-
Doveva ammetterlo, suo figlio non aveva tutti i torti, anzi, era
perfino tentato di dargli ragione e lasciarlo in pace, libero di
godersi la sua vita e la sua giovinezza, ma, all'ultimo momento, gli tornò in mente il ghigno
malefico di Shisui.
Mi spiace figliolo, ma, prima di tutto, devo pensare alla mia
sanità mentale. Tu sei ancora giovane, avrai tempo per
riprenderti.
- Volevo dire che potresti fare qualcosa di carino per lei; ricordati
che è figlia di Hiashi e quell'uomo è abbastanza potente. Meglio
evitare delle rogne con lui..-
Sasuke, sempre più scettico alzò irritato un sopracciglio.
E dov'erano finiti tutti quegli insegnamenti sul fatto di essere un
uomo tutto d'un pezzo che non deve mai né ringraziare né
chiedere perdono?
-Ok, chi ti ha corrotto? Itachi o Shisui?-
Fugaku davanti a quell'accusa di corruzione sentì la sua integrità
cadere a pezzi. Tentennò solo un attimo prima di prendere la decisione
più saggia della giornata.
-Hai ragione. Dimenticati quello che ti ho detto, sono fiero di te figliolo-
E, come conferma gli appoggiò grato una mano sulla sua spalla per poi uscire e lasciare il corvino ai suoi compiti.
Suo figlio aveva ragione, aveva scelto la via più facile per
cercare di risolvere il problema. Era sbagliato cedere a queste infime
minacce, soprattutto se c'era un'altra soluzione, proprio come
in quel caso.
Deciso a porre fine a quell'agonia raggiunse la moglie in cucina per fare il suo comunicato.
-Da oggi fino a tempo indeterminato Shisui Uchiha è bandito
dalla nostra casa, dal nostro cortile e da qualsiasi cosa in mio
possesso. E non sono permesse eccezioni.-
Mikoto osservò stralunata il marito mentre se ne andava con aria
apparentemente più leggera.
Era da un po' che lo sospettava ma,
in quella casa, stava succedendo qualcosa di insolito.
Nonostante la soddisfazione del padre famiglia per quell'epilogo a
Fugaku rimaneva ancora una questione da risolvere: come faceva quel
piccolo bastardello di Shisui a sapere del suo colesterolo alto?
Evidentemente nella sua famiglia c'era una spia, ma chi?
Sasuke si stiracchiò i muscoli indolenziti, era stufo di studiare, ormai sapeva la lezione a memoria e, per essere
sicuro di aver capito tutto alla perfezione, aveva già imparato anche metà del capitolo
successivo. Così, per inerzia, tanto stava già studiando,
quindi cosa gli costava andare un po' avanti?
Bene, era ora.
Con la sua tipica pacatezza entrò nella camera della Hyuga
e le lanciò tranquillo un ombrellino facendole un chiaro segno
col capo di seguirlo.
Solo una volta che furono usciti Hinata trovò il coraggio di
chiedergli dove stessero andando ma, come si aspettava, non ottenne
nessuna risposta.
Stava quasi per iniziare a preoccuparsi quando, iniziò a
riconoscere la strada fatta poco tempo prima e, come prova ulteriore,
intravide, in lontananza, alcune parti delle giostre più alte.
-S-Sasuke?-
Inutile dire che come unica risposta l'interpellato accellerò
ulteriormente il passo costringendo la povera Hinata a fare una breve
corsetta per raggiungerlo.
Finalmente, quando giunsero nel centro del parco lui si degnò a rivolgerle la parola.
-Allora? Dove vuoi andare?-
Hinata lo guardò con gli occhi pieni di stupore, tutto ciò non aveva senso.
-Cosa..?
-L'ultima volta abbiamo fatto solo quello che voleva il dobe e poi sei scappata quindi: eccoci qui-
Hinata non era del tutto sicura di aver ben capito quello che stesse
succedendo, anzi, probabilmente si era addormentata mentre cercava di
memorizzare la lezione da preparare per il giorno dopo ed ora stava
sognando.
Come sogno, però, non era male.
Decisa a sfruttare quell'occasione, ma comunque leggermente preoccupata
per la reazione del ragazzo, gli indicò la grande giostra dietro
di lui.
Quando lui posò gli occhi su tutti quei cavallini che giravano
intorno andando su e giù non poté trattenersi dal fare
una smorfia simile ad un sorriso. Da lei avrebbe dovuto immaginarlo.
La ragazza però non intercettò quel mezzo sorriso ed
abbassò imbarazzata lo sguardo cercando di rimediare alla
pessima figura che aveva appena fatto.
-Se non vuoi non importa, dopotutto è già tanto se siamo qui-
Lui, sbuffando un "sì, sì certo" la prese per il polso e
la trascinò su uno di quegli stomachevoli cavallini dalla
criniera bionda ma, prima che la giostra partisse, scese.
Va bene che doveva,
voleva, fare qualcosa di minimamente carino per lei ma non sarebbe stato su
quella sottospecie di giostra. Insomma, quella roba, superata solamente
dalle tazzine, era la cosa più masochistica che si potesse
fare: zero brivido e un'alta possibilità di mal di pancia con
vomito annesso.
In conclusione era una cosa da evitare.
Tutto
quello che pensava su quella roba rotante venne però scacciato via dal
caldo sorriso che gli rivolse la ragazzina appena scese.
-Grazie Sasuke-kun, la giostra mi rilassa sempre. Ora tocca a te scegliere; dove vuoi andare?-
Sasuke si guardò intorno per un attimo prima di incatenare i
suoi occhi con quelli della ragazza e dirle fermo una semplice frase in
grado di rimetterle tutta la tensione precedentemente abbandonata.
-Sulla ruota panoramica-
Hinata esitò solo un attimo prima di acconsentire leggermente timorosa.
Una volta entrata nella cabina fece di tutto pur di restare il
più lontano possibile dall'accompagnatore ma, per non destare
troppi sospetti, rimase sulla stessa panchina dell'altro solo che appiccicata
alla portiera opposta. Non voleva di certo apparire maleducata!
Diversamente da come si aspettava il ragazzo non
aveva accennato a nessuna frase scocciata o a nessun movimento
impedendole, così facendo, di godersi appieno il panorama del
tramonto.
Aveva passato tutto il tempo del percorso a guardarlo di sottecchi
convinta di non essere notata ma solo quando il giro stava per finire
riuscì a porgli la domanda che gli interessava veramente.
Con lo sguardo basso e la voce flebile decise che era il momento di
rompere quel fastidioso silenzio onnipresente fra loro due.
Certo,
né uno né l'altro erano i classici chiacchieroni ma tra
di loro avvertiva un silenzio diverso dal solito, un silenzio carico di
cose non dette e, quale momento migliore per iniziare a chiarire se non
quello?
-Perchè hai voluto venire sulla ruota panoramica?-
Un sorriso divertito fece capolinea sul volto fino ad allora imperturbabile del giovane.
-Per guardare il tramonto?-
Ok, forse si era sbagliata però non doveva desistere, doveva essere forte.
-E.. non hai niente da dirmi?-
-Tipo?-
Presa in contropiede da quella domanda riabbassò nuovamente lo
sguardo che aveva coraggiosamente alzato poco prima per porgli la
seconda domanda.
-No, niente-
-Senti Hyuga, se devi dire qualcosa dilla chiaramente, non mi piacciono
ne questi stupidi giochetti ne gli inutili giri di parole-
Dopo un profondo respiro Hinata si fece forza, era arrivato il momento
di essere sinceri e, fino a quando non lo sarebbe stata lei non avrebbe
potuto pretendere niente da Sasuke.
-Il fatto è che pensavo fossimo venuti qui per chiari..-
La frase venne però interrotta dalla voce squillante dell'addetta
alla ruota panoramica che li avvertiva della fine del giro. La povera
ragazza coi codini venne però fulminata da un'occhiataccia di
Sasuke che si limitò a dirle un semplice "un altro giro".
Accidenti, non la pagavano abbastanza per sopportare quei clienti sempre nervosi e terrificanti.
-Senti, credevo di essere stato chiaro, per me i baci non contano niente; sono solo un modo come un altro per andare oltre-
Hinata decise che, almeno per il momento, era meglio ignorare quel "andare oltre". Cosa voleva dire con quella frase?
-Sì, ma non baci tutte le ragazze che ti capitano a tiro quindi, perchè proprio me?-
-Perchè in quel momento c'eri tu-
Come spiegazione non era molto coerente, ne tanto meno attendibile ma
era sicuro che la Hyuga, in tutta la sua dolce ingenuità, si sarebbe
accontentata di una risposta simile e, possibilmente, ci avrebbe anche
messo una pietra sopra.
Cosa che, ovviamente, non avvenne.
Davanti al
suo sguardo afflitto e al lieve mormorio "quello era il mio primo
bacio, era importante", non poté fare altro che cercare di
andarle ancora più incontro.
Ma quanto diamine si stava sacrificando per lei? Manco lo avesse apprezzato!
i-I prossimo fine settimana tieniti libera-
Quel weekend, come programmato, Hinata si era tenuta libera ed aveva
fatto di tutto per non dire niente alle amiche, non perchè non si
fidasse ma sapeva che, se lo fossero venute a sapere, avrebbero
ingigantito le cose e, probabilmente, l'avrebbero costretta ad
agghindarsi in modo strano. Peccato che avesse fatto il terribile errore
di lasciarsi scappare qualche parola di troppo con Itachi che, a sua
volta, aveva prontamente avvertito anche Shisui. Era stato per questo
fatidico errore che quel giorno, prima di uscire con Sasuke, si era
ritrovata i due ragazzi frugare nel suo armadio.
-Shisui, n-non vorrei sembrarti maleducata ma, potresti mettere giù i miei vestiti?-
-Assolutamente no. Hinata, mi spiace, sei una carissima ragazza
però, se ti ci metti, riesci ad apparire davvero antiestet..-
Itachi,
accortosi della pessima piega che stava prendendo il discorso fece
appena in tempo a tirare un controllato cazzotto in testa al cugino.
-Quello che Shisui sta cercando di dire è che oggi dovresti dare il meglio di te.-
Mancava
all'incirca un'oretta alla data prestabilita per l'uscita quando
casualmente gli capitò di passare davanti alla camera di Hinata.
Ok,
la verità è che gli schiamazzi provenienti dalla camera della ragazzina
avevano attirato la sua attenzione facendolo preoccupare leggermente e,
ovviamente, aveva avuto ragione anche quella volta.
Sasuke Uchiha non sbagliava mai.
Hinata stava
cercando di sfuggire da un Shisui che si impersonava "personal stylist"
e che stava tirando per aria ogni singolo vestito della ragazza.
Itachi, nel frattempo, stava comodamente seduto sul letto della
corvina ad osservare esasperato la scena.
Razza di pappamolle traditore.
Ormai
si era arresa, era inutile cercare di contrastare la pazzia di Shisui
così, con l'espressione più triste ed amareggiata che riusciva a
mantenere si era seduta davanti allo specchio mentre il ragazzo, che al
contrario di lei sembrava trovare la situazione spassosa, le stava
"acconciando" i capelli. Teoricamente sarebbe dovuti uscire "dei
morbidi boccoli volti ad incorniciarle il viso pallido", praticamente,
se non fosse stato per il pronto intervento di Itachi, a questo punto
avrebbe avuto tutti i capelli bruciati.
Stava per raggiungere il suo limite quando accade un miracolo. A
salvarla da quella tortura, infatti, fu l'ultima persona che si sarebbe
mai aspettata.
Fugaku Uchiha, in tutta la sua imponenza stava lì immobile ed impettito ad osservarli.
-Shisui, pensavo di essere stato chiaro l'ultima volta. FUORI DI QUI!-
Il
ragazzo, spaventato, si scaraventò fuori dalla finestra.
Era da anni
che entrava ed usciva di nascosto dalle finestre della casa di Itachi,
il che gli aveva donato una notevole agilità.
E, così come era
entrato Fugaku riscomparve nel suo ufficio.
E pensare che alcuni lo
accusavano di essere un padre assente, se lo avessero visto adesso si
sarebbero dovuti ricredere; insomma, stava facendo di tutto pur di
difendere i figli dalle cattive anzi, pessime, influenze dei loro coetanei.
Itachi e Hinata non
ebbero nemmeno il tempo di capire quello che stava succedendo che il
cellulare del primo iniziò a suonare furiosamente.
-P-pronto?-
In
risposta ricevette solo delle urla sconnesse e priva di senso,
onde evitare di soffrire da solo mise la chiamata in vivavoce, almeno
avrebbe condiviso la sua agonia con la piccola e paziente Hinata.
-E'
stato quel piccolo mostriciattolo bastardo di tuo fratello a fare la
spia! Ne sono sicuro! Tuo padre non esce mai dal suo studio mentre
lavora-
-Shisui non penso che..-
-No, Itachi ascoltami, la papera ha starnazzato!-
Itachi, completamente distrutto da quei continui litigi fra i due si
lasciò andare in un sospiro affranto. Perchè proprio a
lui?
-Shisui, non puoi accusarlo, non ci sono prove, non è carino e poi..-
Il suo tentativo di riportare a pace venne però vanificato dalla voce calma e, leggermente irrisoria, del fratello.
-Tranquillo Itachi, Shisui ha ragione. Sono stato io ad avvertire
papà della sua indesiderata presenza ora, se ne hai il coraggio
vieni qua a lamentarti-
Dopo
un breve secondo di silenzio Shisui proruppe in una serie di coloriti
insulti contornate da fantasiose minacce di morte che vennero
elegantemente ignorate dal minore degli Uchiha.
-Fra venti minuti andiamo, vedi di farti trovare pronta, non ho intenzione di aspettarti-
E, senza aggiungere altro era uscito richiudendosi la porta alle spalle.
Esattamente 17 minuti dopo Hinata era seduta in salotto pronta ad uscire.
Con
solo Itachi come consulente le cose erano risultate decisamente più
facili. Senza opporre particolare resistenza si era fatta convincere dal
ragazzo a mettere quel famoso vestitino viola che le aveva preso Ino
circa un mese prima.
Che enorme fregatura.
A dire il vero lei aveva fatto di tutto pur di farlo sparire ma,
quando Shisui aveva tirato tutto per aria, il vestitino seppellito
sotto tonnellate di altri vestiti era tornato alla luce.
Sasuke vedendola, anche se fu solo per mezzo secondo trattenne il respiro. Hinata, vestita in quel modo stava davvero bene.
Pensare
che lui glielo dicesse apertamente sarebbe stato impossibile per questo
già il fatto che le fece un cenno quasi impercettibile col capo
sembrava un miracolo.
Anche questa volta Hinata si era abbandonata completamente a Sasuke,
non aveva la benchè minima idea di dove la stesse portando. Con
qualsiasi altra persona si sarebbe sentita agitata ma, se era in
compagnia di Sasuke, si sentiva al sicuro. Sorridendo lievemente a
questo pensiero fissò le larghe spalle del ragazzo che procedeva
sicuro davanti a lei.
Ora che ci pensava nell'ultima settimana, più precisamente da
quando erano tornati da Tokyo, lui si era sempre mostrato estremamente
irritabile.
Inizialmente aveva pensato che questo derivasse dalla lunga festa
formale a cui era stato costretto a prendere parte per festeggiare il
compleanno di Neji.
Il 3 Luglio, infatti, suo cugino aveva compiuto 20 anni e, come da tradizione, il
padre aveva organizzato un ricevimento in grande stile a cui erano
invitati gli uomini più potenti del Giappone, e questo solo per
dimostrare quanto fosse talentuoso il suo adorato nipote. Era
praticamente più importante la festa di del cugino della sua,
non che le importasse veramente qualcosa, avrebbe solo voluto un poi
più di attenzioni dal padre ma sapeva che, al momento, era
impossibile.
Era così presa nei suoi pensieri che, quasi, non si accorse che
si erano fermati davanti ad un recinto e che il ragazzo, senza neanche
darle il tempo concreto di capire quello che stesse succedendo, aveva
tirato fuori delle chiavi dalla tasca dei pantaloni ed aveva aperto la
porta trascinandola veloce all'interno dell'edificio.
-Sasuke, sei sicuro che possiamo..?-
-Mio zio ne è il proprietario-
-Tuo zio?-
-Setsuna-san. Non lo conosci.-
-Pensavo fossero tutti dei poliziotti..-
Hinata ci mise pochi secondi per capire che aveva pensato a voce alta
e che, quella sua semplice constatazione, aveva irritato il suo
accompagnatore.
-E' stato bandito dal corpo di polizia a causa delle sue idee rivoluzionare-
Hinata, preferendo evitare, una possibile arrabbiatura del moretto
preferì rispondere con un semplice movimento del capo.
Questa rimaneva comunque una delle conversazioni più lunghe, e
senza che la ridicolizzasse, che avessero mai fatto. Inoltre, per la
prima volta, si era deciso a darle delle spiegazioni alle sue
azioni.
Certo, aveva liquidato tutte le sue tacite domande riguardo a quella strana uscita con un secco
"devi diventare più forte" ma questo, per ora, era già abbastanza.
Quando il ragazzo accese le luci e lei capì dove si trovavano
più che sbalordita si sentì intimorita. Che avesse deciso
di vendicarsi per chissà cosa?
La vasca della piscina si stagliava minacciosa davanti a lei pronta a
ricordarle tutte le sue debolezze. A quel pensiero le venne spontaneo
ripensare alla frase detta pochi secondi prima dal ragazzo. Forse era a
questo che si riferiva e, se era davvero come sembrava, allora quello di
Sasuke era stato davvero un pensiero gentile e, non pensava che lo
avrebbe mai pensato, premuroso.
Con un lieve sorriso sul volto si girò per ringraziarlo ma,
inaspettatamente, si ritrovò ad osservare i pettorali già
perfettamente formati, nonostante la giovane età, di Sasuke.
Rossa come un peperone riuscì a malapena a balbettare qualcosa prima di avere un mancamento.
Al risveglio la prima cosa che vide era l'espressione seccata di Sasuke.
-Pensavo non svenissi più-
Hinata, notando che il ragazzo era ancora senza camicia non potè
fare a meno di arrossire mentre distoglieva lo sguardo leggermente
accaldata.
-S-Sasuke, c-cosa..?-
-Pensavi forse che mi sarei fatto il bagno vestito?-
-I-io non capi..sco-
-Hyuga, connetti il cervello; siamo in una piscina. Cosa credi che siamo venuti a farci?-
-M-ma..-
-Senti, tuo padre mi dà al cazzo. Non mi piace come ti ha
trattato al pranzo di famiglia quindi ora alzi il culo dal pavimento e
impari a nuotare.-
-Non penso che imparare a nuotare possa modificare le sue idee-
Il corvino la guardò intensamente per qualche secondo prima di
lasciarsi andare ad un profondo e sconfortato sospiro.
Quella ragazza era più
lenta di quanto pensasse.
-Il problema principale non è come ti vede il tuo clan ma come
ti vedi tu. Fino a quando non avrai acquisito un po' di fiducia in te
stessa non potrai pretendere che gli altri a credano in te-
Hinata non potè fare a meno di sorridergli grata. Non avrebbe
mai creduto che uno come Sasuke potesse dire qualcosa del genere se non
per un proprio tornaconto.
-E poi, fino a quando non cresci non te ne tornerai mai a Tokyo-
Come volevasi dimostrare.
Forse il ragazzo aveva notato l'espressione afflitta della più
piccola perchè, anche se con la sua solita pacatezza, si era
affrettato a sviare l'argomento.
-Senti, ora vatti a mettere il costume-
-Il c-costume?-
Hinata, seguendo lo sguardo del ragazzo individuò un borsone con
il logo della loro scuola abbandonato su una delle
panche.
Senza ulteriori proteste, che sarebbero comunque risultate inutili, prese la borsa e si diresse verso gli spogliatoi.
Tutto ciò era strano, davvero molto, molto strano.
Non capiva se Sasuke volesse aiutarla per bontà o se,
semplicemente, volesse levarsela dalle scatole. In ogni caso non
riusciva proprio a capire nemmeno da dove avesse ricavato il costume,
dopotutto lei non aveva mai avuto uno.. escluso quello che la scuola
aveva dato in dotazione a tutti gli studenti.
L'ennesimo sorriso della serata le si dipinse sul volto, il ragazzo aveva pensato proprio a tutto.
27 minuti. Sasuke dovette aspettare ben 27 minuti prima di poter vedere
Hinata varcare quella stramaledettissima porta per tornare in piscina.
Quanto ci poteva mettere una persona per mettersi uno schifo di costume
scolastico? Che poi, conoscendola, avrà passato più della
metà del tempo a guardarsi allo specchio cercando il
coraggio per farsi vedere così da lui.
-Hinata, se non ti togli l'accappatoio come pensi di entrare in acqua?-
-S-Sasuke, io apprezzo davvero quello che stai cercando di fare ma preferirei lasciare stare-
-Ascolta, non mi sono messo 'sti bermuda per niente quindi ora vieni qui ed entri in acqua-
-Ma..-
-Hyuga la piscina è alta mezzo metro, non puoi annegare e ora muoviti-
Hinata arresasi all'evidenza piegò compostamente l'accappttoio
sulla panca per poi dirigersi verso il ragazzo che l'attendeva
"pazientemente" in acqua.
Non sapeva neanche il motivo per il quale non se la fosse ancora data a
gambe, forse era il fatto di vedere Sasuke in acqua che attendeva solo
lei, forse non voleva deluderlo dopo tutto quello che stava facendo per
lei, forse voleva cogliere l'opportunità di diventare più
forte o, probabilmente, provava un semplice e genuino piacere nel stare
in sua compagnia.
Leggermente tremante, anche a causa dell'acqua fredda che le lambiva le
gambe, afferrò la mano che il moretto le stava offrendo e, senza
ulteriori indugi, si lasciò guidare verso l'acqua più alta
Era una cosa stupida. Lei non aveva imparato a nuotare eppure in quel momento, accompagnata dalle forti braccia di Sasuke, non
aveva più la paura cieca dell'acqua che l'aveva accompagnata
fino a quel momento. Inoltre, era una questione di tempo; il ragazzo le
aveva detto che in poco tempo le avrebbe insegnato a nuotare e, lei, ci
credeva.
Sasuke non mentiva, lo sapeva.
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Capitolo 18 *** Piani malefici organizzati da persone testarde ***
sasuhina 16
Penso
che per iniziare sia d'obbligo informarvi che questo sarà un
semplice capitoletto di passaggio che serve per preannunciare quello
ben più sostanzioso che sarà il prossimo, spero.
Se non ricordo male avevo un sacco di cose da dirvi ma, a causa
dell'afa e della mia scarsa, per non dire quasi inesistente memoria, le
ho dimenticate quindi mi limiterò a ringraziarvi tutti
perchè cavolo, sopportarmi per 17 capitoli non dev'essere
affatto facile.
Un ringraziamento speciale va a chi commenta, che con le loro splendide
recensioni mi spinge ogni volta a continuare o a chi mette la storia
tra le preferite, le seguite o le ricordate. Grazie a tutti, davvero ^^
Dopo questo vi lascio alla lettura del capitolo :D
Capitolo 17
Dalla sera del loro primo appuntamento Sasuke era entrato spesso nella
camera di Hinata, così, senza preavviso, facendole segno che era
ora di andare. Questo, almeno, per i primi quattro giorni. Quello
stesso giovedì, infatti, Hinata aveva 'casualmente' letto gli
orari della piscina su internet scoprendo che, semplicemente, loro andavano un paio
d'ore dopo l'orario di chiusura che variava a seconda dei giorni. Anche
se era un notizia irrilevante la corvina se ne sentì
internamente soddisfatta; le sembrava quasi di essersi avvicinata un
po' di più a quel mondo incomprensibile che era Sasuke Uchiha.
All'alba del fine settimana avevano, finalmente, trovato un equilibrio.
Lei controllava l'orario di chiusura della piscina, si preparava la
borsa ed aspettava fremente il suo "istruttore" seduta compostamente
sul divano. Qualche volta ingannava l'attesa, che poteva variare dal
paio di minuti alla mezz'oretta parlando con Itachi mentre, altre volte,
rimaneva semplicemente seduta aspettando che il ragazzo scendesse le
scale pronto ad andare.
Tutto sommato persino l'attesa era piacevole, sì, le piaceva
tutto di quelle serate passate con Sasuke e ogni giorno di più
imparava ad apprezzare le sue silenziose attenzioni. Per questo, quando
quel giovedì Sasuke scese dalle scale ed uscì di casa
dicendole
un semplice "oggi no" la sicurezza che era riuscita a mettere insieme
fino a quel momento vacillò ma comunque non si ruppe. Insomma,
probabilmente Sasuke aveva avuto un buon motivo per saltare
l'allenamento e poi, era già tanto il tempo che le aveva
dedicato quella settimana.
Fingendosi meno turbata di quel che era risalì le scale per
chiudersi in camera. Almeno, quel giorno, avrebbe avuto l'occasione per
dedicare un po' più spazio ai compiti delle vacanze.
Nel frattempo Itachi, che dalla cucina aveva osservato basito la stupidità di suo
fratello sospirò affranto, e lui che pensava di poter andare in
ferie.
Veloce pigiò un paio di tasti del suo cellulare in quella
che ormai era diventata una fastidiosa, e divertente, routine cercando
un po' di conforto nell'unica persona che avrebbe potuto migliorargli
la giornata. Non
fecero in tempo a trascorrere neanche un paio di secondi che il
cellulare iniziò a vibrare furiosamente segnalando l'arrivo
della risposta.
"Tranquillo Itachi. Il tuo adorabile 'dottore del buon umore' sta arrivando <3"
Perplesso rimirò attentamente la fine dell'email inviatagli dal
cugino e, più precisamente, quel cuore. Che suo cugino si
fosse rincoglionito del tutto?
Probabile.
Passarono diverse ore prima che Hinata ebbe l 'onore di sentire la
porta della stanza accanto aprirsi per poi richiudersi subito dopo.
La tentazione di andare da lui per sapere cosa avesse fatto fino a quell'ora e
immaginarsi di sentirsi dire un caldo "va tutto bene" era forte ma, al momento,
poteva accontentarsi solamente di abbracciare un po' più forte
il cuscino immaginando che con lei non ci fossero solo il buio e la
solitudine ma anche Sasuke. Come scottata da quel pensiero si
alzò di scatto stralunata.
Pensiero sbagliato. Colpa del caldo.
Sicuramente.
Sì, a lei mancava la sua famiglia e, per "famiglia", intendeva principalmente Hanabi e Neji.
Quando li aveva rivisti qualche giorno addietro non aveva avuto modo di
parlare come si deve con loro presi com'erano da quel pranzo sfarzoso
che aveva occupato tutto il pomeriggio. Forse, sarebbe potuta andare a
trovarli un giorno di questi, dopo tutto loro lo avevano già
fatto per lei.
Quel giorno Sasuke si svegliò con la luna particolarmente storta
Aveva dormito poco e male e, cosa anche peggiore, aveva ben
chiaro il motivo del suo malessere. Aveva impiegato diverso tempo e
parecchia energia per far si che la Hyuga si fidasse di lui, sia nel
quotidiano che in piscina ed ora, rischiare di aver perso punti lo irritava. Molto.
Dandole buca il giorno prima aveva paura di aver fatto un fastidioso
passo indietro e lui non voleva assolutamente dover ricominciare da
capo ad addestrare quella debole ragazzina che lo attirava così tanto. Era proprio a
causa di questa convinzione che quel pomeriggio alle 19.30 precise era
già al piano inferiore dell'abitazione ad aspettarla.
Fortunatamente 5 minuti dopo i suoi dubbi vennero dissipati dalla
figura longilinea della giovane che stava scendendo lentamente le scale.
Appena lo vide i suoi occhi si spalancarono leggermente e la sua bocca si dischiuse per formare un elegante "oh"
-E' da molto che aspetti?-
-No, sono appena arrivato anch'io.-
Da quel momento calò il loro tipico silenzio composto di sguardi
fugaci eppure, quella volta, mancavano i tipici sorrisetti divertiti
che
Sasuke si permetteva ogniqualvolta beccava in fragrante la più
piccola mentre lo osservava di sottecchi.
No, quella volta aveva cose più importanti a cui pensare. Come,
ad esempio, accertarsi che per Hinata andasse tutto bene.
Solitamente non
ci metteva molto a capirla, anzi, gli risultava piuttosto facile ma, in
quel momento, quel silenzio lo stava confondendo.
-I-io mi chiedevo il motivo per cui i-ieri non abbiamo fatto la lezione..-
Sasuke si voltò leggermente a guardarla stupito. Nonostante il fastidioso
balbettio, lo sguardo costantemente abbassato e l'ormai celebre tortura
ai danni delle sue innocenti dita, lei si era arrischiata fargli una domanda del
genere. Cosa impensabile anche solo un mese prima.
Internamente sorrise
soddisfatto.
Sì, stava facendo un ottimo lavoro.
-Tayuya aveva bisogno di una mano per l'esame di giapponese antico-
-Tayuya?-
Troppo stupita persino per balbettare Hinata aveva puntato lo sguardo
stranito negli occhi scuri di lui. Pensava che ormai conoscesse tutti i
suoi amici mentre, invece, c'era ancora un mondo, una parte di Sasuke
che non le ancora stato presentato e, segretamente, non potè non rimanerne
delusa.
-Mmmh-
Poi, accorgendosi del possibile fraintendimento in cui rischiava di
cadere la ragazzina si accinse di darle altre spiegazioni aggiuntive col suo
solito annoiato.
-E' una vecchia amica, suonava al festival scolastico, la ricordi?-
Non ricevendo ancora nessuna risposta sbuffò seccato.
Che situazione del cazzo.
-Era una questione d'onore, diciamo che mi hanno incastrato, non potevo non andare-
Solo a quel punto la corvina si decise a sorridergli dolce.
-Non importa Sasuke-kun, non mi devi spiegazioni-
Eh. Questo avrebbe potuto dirglielo anche prima che gliele desse, no? Quanto aveva dovuto parlare per niente?
Le sue corde vocali, non abituate a tale sforzo, ne avrebbero sicuramente risentito.
Dopo un altro centinaio di metri arrivarono, si cambiarono ed entrarono
in acqua senza una parola. Ormai non ce n'era più bisogno.
Sasuke osservava divertito Hinata che stava cercando di nuotare a dorso. O
meglio, cercava di restare a galla e ogni tanto muoveva le gambe
cercando di darsi un po' di spinta. era da un paio di giorni che ci
stavano provando e quella volta sembrava ci stesse riuscendo veramente
tanto che si allontanò parecchio da dove erano entrati. Quando
finalmente di decise a raddrizzarsi per vedere fino a dove era
arrivata si spaventò nel non sentire il fondo della piscina
sotto i suoi piedi e, in mezzo secondo era già sott'acqua. Non
fecero in tempo a passare nemmeno un paio di secondi che due braccia
forti l'afferrarono saldamente per la vita riportandola in superficie.
-Di un po', sei stupida?-
Non ricevendo nessuna risposta dalla ragazza continuò con la sua predica.
-Se vai sott'acqua non ranicchiarti. Qui non tocchi ma di poco, te la saresti potuta cavare-
A quelle parole Hinata abbassò lo sguardo e notò che,
effettivamente, il moro non stava nuotando probabilmente, anche se solo
con le punte, toccava.
Sasuke aveva rafione. Il problema non era che non sapeva nuotare, il
problema era lei e quell'assurdo carico di paure che si portava dietro
da quando era piccola. Ora però basta, voleva reagire e voleva
farlo subito anche grazie al silenzioso supporto si Sasuke.
-C-ci riprovo. La prossima volta però non intervenire-
Il ragazzo la guardò sorpreso per qualche momento ma,
nell'incrociare quella scintilla di fierezza nello sguardo della
ragazza, non potè fare a meno di esserne fiero.
-Bene. Io comunque sono qui, se hai bisogno d'aiuto basta che fai un cenno, ok?-
-Sì, grazie-
Ed effettivamente il ragazzo aveva continuato a seguirla silenzioso. per tutto il resto del tempo
Pensava, sperava, che durante quelle vacanze avrebbe potuto avere un po' di
meritate vacanze ma, neanche troppo inaspettatamente, si era
ritrovato la banda di oche starnazzanti al completo in casa sua.
Più precisamente nella camera di Hinata che, guarda caso la
fortuna, era proprio la stanza attaccata alla sua.
Seccato dall'ennesimo schiamazzo di quella che sarebbe dovuta essere la
Yamanaka cercò di soffocarsi affondando la testa nel cuscino ma
niente. Le sentiva ancora.
Se solo fosse stato leggermente meno stanco si sarebbe alzato e sarebbe andato nella stanza accanto a fare una strage.
No, ok, non era la stanchezza il vero motivo. Diciamo che la dolce Mikoto gli
aveva caldamente consigliato di non disturbarle e lui, per il momento,
aveva ancora quel minimo di amor proprio misto ad un pizzico di
narcisismo ed egocentrismo tali che gli impedivano di sfidare la belva.
Però, anche la Hyuga, delle amiche meno rumorose no, eh?
Nel frattempo, nella stanza adiacente la bionda del gruppo, conosciuta
più comunemente come "Ino-pig", era salita in piedi sul letto
della padrona della stanza per riportare un po' d'ordine.
-Ascoltatemi tutte gallinelle! Oggi vi ho convocato tutt.. Fronte
spaziosa, porca puttana, se non mi lasci finire dico a tutti che fino
a due anni fa tu, piccola stalker maniaca, seguivi Sasuke ovunque e gli
facevi un sacco di video e fotografie.. persino mentre dormiva!-
La diretta interessata sgranò gli occhi imbarazzata mentre
Hinata arrossiva pudica cercando di nascondere un lieve risolino. La stessa
delicatezza non le venne però riservata dalla rossa seduta al suo fianco che scoppiò in una fragorosa risata
cantilenando uno sgraziato "Sakura-chan è una piccola maniaca".
Ancora più imbarazzata la rosa iniziò a muovere frenetica
le braccia cercando di negare e urlando diverse scuse di cui, le altre,
capirono solo un "anche tu lo hai fatto Ino-pig!"
Karin a quelle parole iniziò a ridere ancora più forte,
Hinata, sempre sorridendo, iniziò a scuotere rassegnata il capo
mentre Ino, per nulla scalfita da quella rivelazione, sorrise malevola.
-Io, per lo meno, non sono mai entrata di soppiatto negli spogliatoi
della palestra per "prendergli in prestito" la biancheria, vero
Sakura-chan?-
Il suo nome mormorato in quel modo malevolo dalla sua peggior nemica-amica le fece venire i sudori freddi.
Quella era il diavolo in terra.
Nella stanza accanto, intanto, l'oggetto della discussione era scosso
da fremiti incontrollabili.
Come se non lo sapesse già che
quelle due erano pazze da legare. Un motivo per cui non aveva mai voluto mettersi con loro ci doveva pur essere, no?
Una volta riottenuta la completa attenzione su di se, com'era giusto
che fosse, Ino sorrise vittoriosa e, dopo aver scoccato un'occhiata
vincitrice alla rosa sconfitta senza pietà, ricominciò il
discorso precedentemente interrotto dalla suddetta.
-Come dicevo, oggi siamo tutte qui riunite per elaborare un piano d'attacco contro la zoccola.-
Karin, sinceramente stupita, diede voce al pensiero di una Sakura ancora
troppo shockata per fare domande e di un Hinata troppo riservata per
indagare.
-Ehi bionda, si può sapere di cosa cavolo stai farfugliando?-
La ragazza dagli occhi cerulei sbuffò spazientita.
Possibile che dovesse spiegarle tutto?
-Dobbiamo liberarci di quella tizia priva di stile che continua a stare appiccicata a Shikamaru-
Sakura, a quell'uscita, iniziò a pregustarsi il dolce sapore della vendetta.
-E sentiamo, da quando ti sei arrogata il diritto di decidere chi può frequentare Shikamaru-kun?-
-Da sempre mia cara fronte spaziosa perché, vedi, lui è il
mio migliore amico ed è mio preciso dovere proteggerlo dalle
brutte compagnie e, quella Sabaku no, lo è assolutamente.-
Hinata, che fino a quel momento era stata in silenzio, si era sentita
in dovere di difendere quella povera ragazza. Dopotutto ci aveva
parlato un paio di volte e non sembrava così male, inoltre,
non le sembrava giusto parlare male di chi è assente e non
può difendersi.
Leggermente intimorita da una possibile vendetta da parte della ragazza cercò di farla ragionare.
-Ino-chan, non è carino quello che dici, non la conosci, potrebbe anche piacerti.-
La bionda, a quelle parole assottigliò pericolosamente lo
sguardo facendo cadere un silenzio opprimente rotto, pochi istanti
dopo, dal suo rumoroso pianto.
Sakura, abituata ai cambi d'umore dell'amica non ci diede molto peso,
Karin iniziò a ridere ancora più sguaiatamente mentre il
senso di colpa di Hinata cresceva pericolosamente.
-I-Ino-chan, ti prego, basta, ti aiuterò-
L'interpellata, al dolce suono di quelle parole, smise immediatamente
di recitare quella parte tanto melodrammatica per sorridere trionfale.
Era sempre la migliore, decisamente.
Shikamaru e Choji avevano ragione quando dicevano che era una perfida
manipolatrice ma, ehi, se si ha un talento bisogna accrescerlo.
-Bene, ora che siamo tutte d'accordo procediamo con il piano-
Sfortunatamente quello che sarebbe dovuto essere il suo monologo venne interrotto dalla sua, fra poco ex, migliore amica.
-Ma Ino-pig, tu non stai con Sai?-
-E con questo? Shikamaru lo devo proteggere in nome della nostra
amicizia.. e poi io e Sai abbiamo una meravigliosa "relazione aperta".
Dovresti provare Sakura-chan, è un ottimo modo per sfogare le
frustrazioni!-
-Ino-pig non fare la maialina!-
-Detto questo qualcuno a qualche piano? No, figuriamoci. Fortuna che la
vostra regina ha già pensato a tutto. Il piano si divide in 8
fasi principali-
E, mentre illustrava il piano lo trascriveva anche su una lavagnetta che si era portata da casa.
Piano della mitica Ino
1: shopping pre-piano
2: obbligare Naruto a portarci con lui nella sua ultramegastratosferica villetta al mare
3: portare i ragazzi (in primis Shikamaru)
4: andare al mare
5: shopping sul posto
6: trovare dei ragazzi carini con qui avere una breve ma intensa relazione (soprattutto per te mia carissima Hinata)
7: far capire a Shikamaru di star frequentando la ragazza più sbagliata che potesse mai trovare
8: ancora shopping; la prudenza non è mai troppa
Le ragazze guardavano dubbiose la
lavagnetta che Ino sventolava soddisfatta indecise se mandare a quel
paese la bionda o se preoccuparsi per la sua salute mentale.
-Ino-pig, lo sai vero che sembri una persona davvero superficiale?-
La suddetta ragazza, stufa dei suoi continui commenti inutili, la
guardò con aria di superiorità per poi risponderle
solenne.
-Fronte spaziosa, a causa del tuo evidente cinismo sei esclusa dalla
preparazione del piano. Hinata, il compito di convincere Naruto passa a
te.-
La Hyuga, ormai completamente rassegnata alla follia della compagna strabuzzò gli occhi.
-Come?-
-Come "come"?-
Arresasi all'idea di dover pensare a tutto da sola, la povera bionda,
si apprestò a disegnare un altro pratico schema sulla sua
inseparabile lavagnetta.
Quando finalmente le tre amiche abbandonarono l'abitazione Sasuke
tirò un malcelato sospiro di sollievo. "Troppo presto",
pensò, appena sentì bussare alla porta della camera.
Hinata non entrava mai, e sottolineava mai, in camera sua, tranne che in casi particolari.
Il terribile sospetto che gli attanagliava lo stomaco si
consolidò nei pochi minuti successivi in cui la ragazza aveva
tentato goffamente di intercedere per Ino affinché LUI
convincesse il dobe ad invitare tutti al mare.
Ma che cazzo aveva nella testa quella bionda platinata?
-No.-
-Ma Sasuke-kun per Ino è importante-
-E quindi?-
-Beh, visto che siamo amici è nostro dovere aiutarla, non credi?-
-No.-
Davanti allo sguardo afflitto della ragazza Sasuke sbuffò stizzito.
Forse quella era l'occasione giusta, poteva approfittarne.
Mostrando un sorriso sghembo che raramente aveva mai lasciato libero
incatenò i suoi occhi ossidiana con quelli perlacei di lei.
-Ok, ma ad una condizione-
Alla tacita domanda della Hyuga il sorriso vittorioso, sempre ben
nascosto da un ghigno divertito, si allargò leggermente.
-Diciamo che non faccio niente per niente.-
Istintivamente la ragazza fece un passo indietro cercando di
allontanarsi il più possibile da quel Sasuke che, a sua volta,
si stava avvicinando. Col suo strano comportamento la stava mettendo in
agitazione, proprio come succedeva agli inizi della loro convivenza
forzata.
Ormai era contro il muro, il volto di Sasuke a pochi centimetri dal suo
e la tensione che respirava in quella stanza si poteva tagliare con un
coltello quindi non si stupì particolarmente quando l'unica cosa
che riuscì a mormorare fu un incerto "quale?".
Sasuke si avvicinò ancora un po', ormai sentiva il respiro lieve
ed irregolare della ragazza sulle labbra e, fu solo grazie al ferreo
autocontrollo impartitogli dalla famiglia, se riuscì ad
allontanarsi per alzare le spalle apparentemente disinteressato.
-Non so ancora, quando mi verrà in mente ti farò sapere ed ora.. fuori!-
E, così dicendo, l'aveva letteralmente sbattuta fuori dalla
camera pensando ad un paio di cose che avrebbe potuto chiederle e, non
tutte, si potevano considerare proprio caste. D'altronde, va bene che
era un Uchiha ma era anche un ragazzo. Un ragazzo in piena crisi
ormonale. Un ragazzo in piena crisi ormonale che doveva recuperare
tutto il tempo perso per attuare il suo piano.
Voleva che il prossimo bacio con Hinata fosse desiderato, anzi
agognato, dalla ragazza. Sì, voleva che lei sentisse la mancanza
delle sue particolari attenzioni. Voleva che fosse lei a cercarlo, a
volerlo avere accanto e a chiedergli di approfondire il loro rapporto.
Diciamo pure che voleva semplicemente appagare il suo orgoglio.
Mentre aspettavano il treno che le avrebbe riportate a casa Sakura
osservava guardigna l'amica mentre canticchiava allegra, fiera di come
fosse andata a finire la riunione.
-Maialina, perchè stai tirando in balla anche Sasuke? Sono
sicura che sarebbe bastato chiedere a Naruto per la villa e lui ci
avrebbe sicuramente detto di sì..-
La ragazza, non troppo sorpresa, da quella domanda alzò le spalle noncurante continuando a canticchiare.
-Se glielo chiede il suo migliore amico siamo sicure al 100% della
riuscita del piano e poi, dai, quante volte hai avuto ragione in queste
faccende?-
-Ino-pig..-
-Serviva per rendere il piano più interessante-
-Ino, avanti, ci conosciamo da anni, purtroppo; qual'è la vera ragione?-
Con una adorabile broncio infantile la bionda si girò a fissare
l'amica farfugliando qualcosa che poteva vagamente ricordare un "era
dalla parte dell'arpia".
-Ino, sei una brutta persona, mandare Hinata al macello solo per una sua constatazione-
E, per una volta anche Karin fu d'accordo con lei.
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Capitolo 19 *** Un nuovo incontro ***
sasuhina 18
Lo so, lo so. Sono in un ritardo a dir
poco mostruoso ma, a mia discolpa posso dire che sono andata via e,
ahimè, lì mancava la connessione internet perciò,
appena tornata, mi sono messa d'impegno per sfornare un nuovo capitolo
che, ovviamente, non è uscito minimamente come avrei voluto.
Figuriamoci, son troppo stanca persino per lasciare una prefazione
decente quindi.. torno a dormire, buona lettura a tutti.
Capitolo 18
Un Naruto sorridente li faceva strada mentre raccontava dei vari
aneddoti riguardanti gli anni passati in quella villetta che dava
direttamente sul mare.
In quel giardino, quando era piccolo, giocava sempre con i genitori e il cugino a rincorrersi.
Sul vialetto che portava alla porta di casa, invece, aveva imparato ad
andare in bici, e capito che, cadere dal suddetto mezzo può fare
male.
Per non parlare del fatto che era stato lì che, sbattendo contro un muro, aveva perso il suo primo dentino.
Un'infanzia molto movimentata, non c'è che dire.
Gli unici due a non sembrare minimamente interessati ne alle vicende
del biondo ne al paesaggio sembravano Karin e Sasuke, loro,
sicuramente, erano già stati in quella villa e avevano
già sentito quelle storie tante di quelle volte che avrebbero benissimo potuto raccontarle come se fossero state vissute in prima persona.
Anche se avevano appena sistemato le valigie, ed erano stanchi, tutti avevano
concordato nell'andare subito a fare un bagno per rinfrescarsi dal
lungo viaggio e, diciamocelo, le ragazze volevano mostrare al
più presto i loro nuovi acquisti per far cadere i rispettivi
ragazzi ai loro piedi. Naruto non avrebbe potuto resistere davanti a quel costumino a due pezzi rosso e bianco. Magari le avrebbe detto che era bellissima prima di prenderla per mano e portarla a fare una romantica passeggiata sulla spiaggia ricordandole ogni due minuti quanto l'amava. E, perchè no, magari si sarebbero anche appartati da qualche parte a consumare il loro amore.. sì, come no. Se quel buzzurro avesse fatto anche solo un fischio di apprezzamento sarebbe già stato tanto.
Karin, invece, voleva dimostrare a quel pesce puzzolente del suo "ragazzo" quanto fosse bella e sexy e di come avrebbe dovuto ritenersi fortunato a stare con una bellezza del genere. Stupidissimo squaletto da quattro soldi.
Sakura, per raggiungere il suo scopo da ragazza innamorata, aveva persino preso l'iniziativa di prendere la stanza col biondino, separandolo dal suo preziosissimo amico Sasuke. L'idea venne subito riprodotta anche da Karin che, ne in questa vita, ne in un'altra, sarebbe mai potuta essere considerata inferiore all'amica.
L'unica pecca della loro trovata? Avevano lasciato la povera Hinata in balia di quella folle di Ino. La
bionda d'altro canto era felice di avere la possibilità di stare più tempo a contatto con la
corvina, le sarebbe stata utile per il completamento del suo piano e, come ricompensa,
lei l'avrebbe aiutata a migliorare. Almeno, il suo stile.
Prima cosa da cambiare assolutamente? Il costume, naturalmente!
Non poteva di certo fare la sua prima apparizione davanti agli altri
col costume scolastico. Figuriamoci, loro non lo avevano mai messo
nemmeno per le lezioni a scuola!
Con la sua tipica sincerità aveva esclamato un orripilato "che
schifo" prima di trascinarla fuori urlando agli altri che andavano a
'rimodernizzarsi' e di non aspettarle perché quello era una caso a dir poco disperato.
Ottima materia ma pessime basi.
Questo le aveva spiegato sul tragitto fino al centro commerciale.
E, anche se un po' le dispiaceva di non riuscire a seguire alla lettera il suo
piano ma, al momento la fase 5 era molto più importante della
4^. Prima il dovere e poi il piacere. Insomma, prima doveva renderla
presentabile e poi avrebbe potuto andare a godersi il mare.
E poi osavano anche accusarla di non essere una buona amica. Mpf.
Dal momento in cui chiusero la porta di casa alle loro spalle,
iniziò un lungo e doloroso calvario per Hinata. Calvario che stava toccando
l'apice in quello stretto camerino del negozio in cui la bionda l'aveva
costretta da almeno tre quarti d'ora.
Hinata si guardò intorno angosciata, in quel posto era tutto così.. ridotto.
Stanca di dover provare quei costumini striminziti aveva tentato più
volte di ribellarsi ma l'assurdo entusiasmo dell'amica le aveva sempre
impedito di riuscire nel suo intento.
"Ascolta Hinata-chan, io ti voglio bene davvero, ma se non compri un
costume degno di questo nome inizierai a crearmi dei seri problemi"
Questa era, all'incirca, la frase che l'amica le stava ripetendo da
quasi un'ora. Ormai, aveva persino il dubbio di poter chiamare
la Yamanaka con tale appellativo. "Aguzzina", "maniaca",
"pazza", "persecutrice" sarebbero stati nomignoli decisamenti
più adeguati. Ma, arrivata a quel punto, cosa poteva interessarle
del soprannome della Yamanaka?
Allo scoccare dell'ora e mezza, dopo una estenuante lotta, si era arresa lasciando
all'avversaria la completa decisione sul suo destino. Arrivate a quel punto era inutile
anche solo pensare di provare a protestare.
Sasuke l'avrebbe presa in giro fino allo sfinimento; non sapeva nemmeno dire un semplice "no".
Che vergogna.
La bionda guardava soddisfatta la sua creazione; tutta la fatica del giorno
prima per convincere Hinata a comprare un bikini aveva dato i suoi
frutti.
Appena arrivate sulla spiaggia tutti, compreso l'imperturbabile
Sasuke, si erano voltati a guardare l'amica stupiti. Che poi,
l'espressione esterrefatta dell'Uchiha avesse lasciato spazio alla sua
tipica indifferenza contornata da un adorabile cipiglio di contraddizione, proprio come
aveva predetto l'infallibile bionda, era solo un caso.
Ino stava ancora gongolando per l'ottima riuscita della prima parte del suo piano quando
sentì una mano conosciuta posarsi sul suo fianco scoperto ed un
respiro caldo sul collo.
-Questa è opera tua, vero mendosuke?-
Sorpresa da quell'improvvisa vicinanza col suo amico testa ad Ananas non riuscì a
trattenere un urletto di stupore contornato da un salto laterale di quasi un metro. Imbarazzata
cercò di recuperare immediatamente la situazione mostrandosi
indignata.
-Cosa te lo fa pensare?-
E, senza aspettare una risposta, aveva appoggiato la borsa di fianco a
quella di Sakura per poi stendersi comodamente sul suo asciugamano viola a fiori.
Strano, il Nara non si era mai comportato in modo tanto sfrontato.
Figuriamoci, solitamente si sarebbe sorpresa persino del fatto che si
fosse alzato di sua spontanea volontà.
Nara, scoprirò quello che stai tramando.
Con cipiglio irritato si voltò dall'altra parte giusto in tempo
per notare lo sguardo furioso dell'Uchiha mentre fulminava alcuni
ragazzi che osservavano insistentemente le forme generose della sua
corvina preferita. La risata civettuola che le stava per uscire
spontanea venne però interrotta dallo sguardo glaciale di
Sasuke. Ops, beccata.
Era appena uscita dal bagno dopo una doccia rinfrescante grazie alla
quale aveva cercato di cancellare gli avvenimenti della giornata.
Sconfortata scosse stancamente la testa quando si sentì
afferrare e trascinare in una camera all'improvviso da due
braccia forti e calde. Tanta era la sorpresa che non fece in tempo nemmeno a chiamare aiuto.
Una volta chiusa la porta alle sue spalle il ragazzo misterioso, e
decisamente strano, aveva congiunto le mani in segno di preghiera
inchinandosi ripetutamente alla velocità della luce mormorando
delle scuse sconnesse.
-Hinata non urlare ti prego, ti prego.-
-N-Naruto-kun?-
La ragazza sbattè un paio di volta le palpebre per capacitarsi
che davvero fosse in camera da sola con l'ex ragazzo dei suoi sogni
mentre lei era coperta solo da uno striminzito asciugamano lilla.
Non fece nemmeno in tempo a svenire che il ragazzo l'afferrò per le spalle scuotendola con forza.
-Hinata rimani concentrata! Non abbiamo tempo! Sasuke potrebbe arrivare da un momento all'altro e.. oddio!-
E, per sottolineare meglio la sua parola si controllò freneticamente intorno.
-N-Naruto-kun? Tutto bene?-
Con uno scatto felino il ragazzo si rimise di fronte alla ragazza appoggiando con decisione le mani sulle sue spalle minute.
-Ascolta, ho bisogno del tuo aiuto-
Quando Hinata provò ad aprire la bocca per rispondere,
però, il ragazzo aveva già ricominciato a parlarle sopra.
O meglio, ad urlarle sopra con tanto di scossoni alle spalle.
Ci volle tutta la sua forza di volontà mista alla disperazione
più pura per far sì che Naruto la smettesse di
sbattacchiarla come se fosse un sonaglino.
-Naruto-kun, cos'è che ti agitata tanto?-
-Sasuke sospetta! Ci beccherà! Eccome se lo farà.
Hinata-chan, io sono troppo giovane e bello per morire. Devo ancora
conquistare il mondo.. no vabbeh, il mondo no, ma la poltrona di mio
padre sì. Insomma, sai che figo che sarei seduto dietro la
scrivania dell'ufficio da sindaco? Ovviamente non diventerei sindaco
per quello, io vogllio..-
Il ragazzo, sorpreso di non essere ancora stato interrotto, o preso a
cazzotti, alzò lo sguardo sorpreso incontrando il volto della
Hyuga raddolcito da un dolce sorriso.
-Hina-chan.. ma io perché non mi sono fidanzato con te?-
Inizialmente non pensò nemmeno a quello che aveva detto. La sua
era stata una semplice constatazione ma, quando vide la giovane di
fronte a lui arrossire in modo inumano e, poco dopo, cadere come un
sacco di patate fra le sue braccia si rese conto di quello che aveva detto. Ok, forse sarebbe stato meglio se
fosse stato zitto, anche perché Sakura, moto probabilmente, non
avrebbe preso la cosa molto sportivamente. Meglio non dirglielo,
decisamente.
A risvegliare l'innocente Hinata ci pensarono le urla isteriche della sua
compagna di stanza. Con lentezza sbattè le palpebre per poi
ricordarsi il motivo per cui, ancora in asciugamano, era stesa sul letto.
No, aspetta, lei, a letto come ci era arrivata?
Veloce come non era mai stata si mise a sedere e si guardò
più volte intorno ma, l'unica cosa minimamente strana che
vedeva, era Ino coi capelli leggermente fuori posto che urlava come una forsennata mentre girava in tondo per la stanza.
-I-Ino-chan?-
-"Ino-chan" un corno! è da mezz'ora che tento di chiamarti mi
stavo anche preoccupando e invece tu, tu stavi dormendo! Incredibile! Inconcepibile! Inaccettabile!-
Hinata per tutta risposta la guardò spaventata.
Prima Naruto ed ora lei. Cosa stava succedendo in quella casa?
-I-Ino..io..-
-No, Hina-chan, scusa te. Non è colpa tua è che quel... e poi quella...-
Senza darle ulteriori spiegazioni la bionda uscì dalla stanza con passi
pesanti urlando nel tentativo di richiamare l'attenzione della
sua più fidata, e pazza, amica.
"Fronte spaziosa a rapporto! Ci serve un nuovo piano!"
Hinata, inerme davanti all'iperattività dell'amica rimase
immobile per qualche secondo prima di scuotere leggermente la testa per
favorire i ricordi.
Certe volte è meglio
non farsi domande, questo aveva imparato stando in quella classe di
scapestrati.
Con una calma esasperante, volta a mantenere l'autocontrollo, si
preparò per la cena. Quella sera toccava a Suigetsu e Karin
cucinare e, la cosa, non l'aiutava poi molto nel suo tentativo di
mantenere il sangue freddo. Magari mentre lei era lì a pensarci
loro si erano già ammazzati o, peggio ancora, avevano
già distrutto la cucina. O, magari, mentre distruggevano la
cucina si erano anche ammazati.
Un debole sospiro uscì dalle sue labbra contratte dalla
preoccupazione; pensarci era inutile. Quei due erano grandi e
vaccinati, potevano benissimo cavarsela anche da soli.
A passi lenti e minuziosamente calcolati si diresse al piano
inferiore ma, appena si sedette a tavola, incrociò lo sguardo
divertito di Naruto. Il biondino, cercando di non farsi notare dagli
amici, le sorrise solare facendole l'occhiolino e confermandole che a
letto non
ci era arrivata volando ma che qualcuno l'aveva trasportata. E, quel
qualcuno era proprio il ragazzo dagli occhi cerulei per cui aveva da
diversi mesi una cotta colossale.
Grazie a dieci lunghi e profondi respiri riuscì a non svenire,
di nuovo, ma il batticuore e il rossore sulle guance proprio non riusciva a farli sparire.
Da quel momento in poi il piatto catturò completamente la sua
attenzione. Era così rotondo, così bianco e così
interessante che avrebbe
potuto guardarlo per tutto il resto della cena e, lo avrebbe fatto
veramente, se non fosse stato che non riusciva a togliersi di dosso la
fastidiosa sensazione che qualcuno la stesse fissando. Per tutta la
cena aveva cercato di ignorare quello sguardo indagatore su di
sè concentrandosi sulle varie pietanze che quei due le
proponevano ma, una
volta arrivati a quelle che assomigliavano vagamente a delle
polpette, non riuscì più a trattenere la
curiosità.
Appena alzato lo sguardo da quell'ammasso rotondo di cibo
incontrò lo sguardo imperturbabile di Sasuke. Titubante
accennò un debole sorriso, sorriso che venne
subito accolto e ricambiato con uno sguardo scettico contornato
da
una sopracciglia alzata.
Almeno lui non si comportava in modo più strano del solito.
La giornata era stata lunga ma ora che si trovava sotto le morbide coperte del letto Hinata stava lentamente ritrovando la pace
perduta mentre Ino, accanto a lei, ronfava beatamente già da un po'.
Probabilmente non stava facendo un bel sogno perché il suo sonno
era agitato e, con lui, anche lei. Le prove di tutta la sua rabbia
repressa, la Hyuga, le avrebbe avute il giorno dopo sulle gambe,
proprio nei punti che la bionda aveva colpito ripetutamente col suo piedino da fata. Un paio di
volte era stata anche tentata di svegliarla ma aveva sempre desistito
dicendosi che un po' di 'sano' riposo se lo meritava e anche la sua
rabbia era giustificata. Insomma, il Nara, il ragazzo per cui aveva
iniziato tutta quella sceneggiata, le aveva detto chiaro e tondo che
lui non avrebbe rinunicato a Temari solo per un suo capriccio infantile.
Ino, però, non si sarebbe arresa, avrebbe continuato a lottare,
perché lei era forte. E allora lei, che sarebbe dovuta essere
almeno dieci volte più forte per il suo clan, perché non
riusciva a dimostrare la stessa determinazione dell'amica?
Perchè non aveva lottato per rimanere a Tokio con i suoi amici?
Perchè non aveva lottato per avere Naruto? Perchè si era
lasciata coinvolgere in quel piano in cui non credeva minimamente?
Perchè era sempre così debole?
A destarla da quello stato di profonda tristezza in cui stava
sprofondando ci pensò il suo cellulare che, con una leggera
vibrazione le indicava l'arrivo di un messaggio.
Sasuke.
"Ti dò tre minuti per uscire dalla tua camera poi entro io. Non farmelo fare"
Rassegnatasi ai modi tutt'altro che gentili dell'Uchiha si alzò
dal letto cercando di fare il minimo rumore possibile e uscì dalla stanza. Che poi, avrebbero
anche potuto portarle via il letto che Ino avrebbe continuato a dormire
beata.
Appena si richiuse la porta della camera alle spalle sentì il fiato caldo dell'Uchiha solletticarle la nuca.
-Cosa è successo fra te e il dobe?-
La voce era dura e, come sempre,
imperscrutabile. Sembrava non importargli minimamente quello che gli
accadeva intorno; l'importarte era che tutti fossero pronti a fare
ciò che diceva.
-No, tranquillo Sasuke, non stavo dormendo..-
Anche se gli dava le spalle ed erano nascosti dalla semioscurità
era sicura che il ragazzo dietro di lei avesse spalancato gli
occhi cosa che, a dir la verità, aveva fatto anche lei. Non
sapeva il perché ma la risposta le era venuta spontanea. Doveva
essere stata la stanchezza a farla parlare, sicuramente.
Leggermente intimorita dalla reazione dell'altro attese
l'inevitabile risposta acida del suo interlocutore, risposta che non
arrivò.
Il ragazzo, ripresosi dalla sorpresa iniziale, aveva appoggiato una mano al muro davanti a lei e
si era piegato fino a sfiorarle l'orecchio destro con le labbra.
-Abbiamo deciso di ribellarci, Hyuga?-
Il cognome che aveva sempre odiato ora, sussurato in quel modo caldo da
Sasuke non sembrava così sbagliato, anzi, le sembrava quasi..
bello. In quel momento ringraziò con tutto il cuore quel buio che li nascondeva e, cercando di non apparire
agitata, ignorando lo scalpitio frenetico del suo cuore, si
girò verso di lui per fronteggiarlo.
-Quello che succede tra me e Naruto-kun non dovrebbe interessarti-
La sua voce era un semplice bisbiglio ma ne era fiera, non aveva balbettato.
Sasuke cercò di intravedere la ragazza nascosta dal buio e dalla frangetta.
-Infatti, quello che fate voi due non mi interessa.-
-E-e allora?-
Anche se aveva chiaramente sentito la leggera nota di delusione
nascosta dallo stupore decise di non spingersi oltre perciò, con
un sospiro stanco, si raddrizzò.
-Senti nel caso in cui il baka stesse organizzando qualcosa per il mio compleanno tu dissuadilo, ok?-
-Il tuo compleanno?-
-Il 23 Luglio-
-Io..-
-Non importa, è un giorno come gli altri. Ora vai a letto Hyuga,
sarebbe un peccato se domani rispondessi male anche a Naruto..-
Era già arrivato alla sua stanza quando si era voltato con un
sorriso sbieco le aveva detto un semplice "ricordati del favore che mi
devi" in grado di farle venire i brividi su tutto il corp.
Perchè gli Uchiha dovevano essere sempre così
mostruosamente terrificanti?
Già dal giorno seguente erano iniziati i preparativi per la
festa di Sasuke ma, diversamente dalle aspettative, il bel tenebroso non aveva
ancora fatto niente per mandare in fumo i loro piani. Se non lo
fosse stato per il fatto che erano amici da una vita Naruto avrebbe potuto tranquillamente pensare
che l'Uchiha non si fosse accorto di nulla ma, era di Sasuke Uchiha che si stava parlando.
In ogni caso la mansuetudine di Sasuke era un evento più unico
che raro e non poteva non approfittarsene per questo alla minima
occasione usava la Hyuga come diversivo e, probabilmente era stato
proprio grazie a lei se la "sorpresa" era riuscita.
Forse avrebbe dovuto sentirsi un po' in colpa per aver costretto
l'innocente Hinata a stare tanto tempo da solo col ragazzo. Lo aveva
dovuto accompagnare a comprare una nuova tavola da surf. Lo aveva
dovuto accompagnare al mare. Lo aveva dovuto accompagnare nelle sue
corse serali; in realtà, lui correva mentre lei lo aspettava
seduta su una panchina. Insomma l'aveva costretta a fargli da baby
sitter ma, presto o tardi, si sarebbe fatto perdonare.
Soddisfatto del suo
operato osservò i suoi amici mentre bevevano e mangiavano gli
stuzzichini che lui aveva faticosamente evitato di scofanare solo poche
ore prima mentre preparava.
Orgoglioso del suo operato aveva ingurgitato l'ennesimo boccale di
birra. Non capita tutti i giorni di riuscire ad imbrogliare un Uchiha.
Hinata non era mai stata brava
a stare tanto tempo vicina agli altri e,
anche se ora era con amici, sentiva il bisogno di un po' di
tranquillità.
E, quando Naruto aveva stretto la mano a pugno urlando un tonante "rasengan", il
nome del suo motorino, lanciandosi contro Sasuke lei ne aveva
approfittato per svignarsela silenziosamente
Non voleva allontanarsi o stare via troppo perciò si sedette
sulla sabbia leggermente bagnata a causa dell'umidità subito
fuori dalla proprietà Namikaze.
Mentre guardava il mare la sua mente sembrava star ritrovando una pace
e una tranquillità che da quando era arrivata non riusciva
più a provare. Nella sua testa continuavano ad affacciarsi i
volti di Naruto e Sasuke e, ogni volta che accadeva, lei si sentiva
sempre più confusa.
Con Naruto le cose stavano andando bene, il giorno prima era persino
riuscita a parlargli senza rischiare un collasso. Diversamente le cose
con Sasuke erano inspiegabilmente peggiorate. Non si erano mai parlati
tanto, figuriamoci, ma ora il loro dialogo era pari a zero. Erano
stati tanto insieme in quei giorni, per volontà di Naruto
ovviamente, ma lui rimaneva sempre sulle sue senza mai accennare al
discorso fatto la notte precedente. Sembrava sempre che stesse
aspettando qualcosa ma lei, proprio, non riusciva a capire cosa. E come
avrebbe potuto? Come potrebbe riuscire a capire gli altri una che non
riesce a comprendere nemmeno se stessa?
Erano passati solo pochi minuti di riposo per le sue povere orecchie
quando la sua attenzione venne richiamata da uno strafottente "ehi,
tu!".
Anche se intimorita l'istinto prese il sopravvento e, con uno scatto,
si voltò per vedere chi fosse. La prima cosa che inquadrò
fu una zazzera
scomposta di capelli corvini e, inconsapevolmente, sperò
che
quei capelli ribelli appartenessero a Sasuke.
Le sue speranze si scontrarono però con un paio d'occhi
azzurro cielo. Degli occhi tanto limpidi li aveva visti solo addosso ad
una persona.
-Naruto-kun?-
L'altra figura la guardò silenzioso per un paio di interminabili
secondi tanto che le venne il dubbio che il ragazzo non
avesse sentito il suo mormorio ma questo, contro ogni previsione, fece
uno scatto in avanti iniziando a sbraitare sprezzante.
-Naruto un corno! Ma cazzo, sono appena arrivato e già devo essere scambiato per quell'impiastro?-
Ci vollero un'altra manciata di minuti e diverse imprecazioni prima che questi si tranquillizzasse.
-S-scusa è che siete così simili che.. m-ma, scusa, tu come fai a conoscerlo?-
-Come faccio? Quello è mio cugino, purtroppo. Io sono il grande, unico e inimitabile Menma Namikaze, tu sei?-
-Hinata.. p-piacere-
E, titubante, strinse la mano a quello che poco dopo sarebbe diventato uno dei più grandi problemi per Sasuke.
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Capitolo 20 *** Problemi karmici dal passato ***
sasuhina 19
Questa
volta anche se puntuale mi ritrovo a fare tutto di fretta, strano.
Allora inizio col ringraziare chi continua a seguirmi nonostante i miei
imperdonabili ritardi però dai, meglio tardi che mai, no? .-.
Nello
scorso capitolo ho dimenticato di dirvi che, per chi non lo sapesse,
Menma sarebbe l'alter ego cattivo e blah blah di Naruto in Road to be
ninja. Spero che questo non si consideri spoiler. In caso metto
l'avvertimento (<-) SPOILER
Purtroppo per questo
capitolo sono andata incontro ad un nuovo grande problema: il titolo.
No davvero, ero in crisi quindi, se qualcuno di voi avesse in mente un
titolo non esiti a comunicarmelo perchè sarò a dir poco lieta di
cambiare quello attuale.
Detto questo, buona lettura! :D
Capitolo 19
Un Sasuke alquanto seccato digrignò ferocemente i denti.
Quando
a 12 anni quel perfetto idiota di Naruto aveva cominciato a diventare
suo "amico" lui avrebbe dovuto capire fin da subito che quella era una
pessima idea, sarebbe stato molto meglio stare senza di lui, senza
tutta la sua famiglia e, in particolare, senza quell'insulto
all'umanità, e persino ai Namikaze, di Menma.
Quel tizio con la sua sola presenza attentava alla sua, già instabile, salute mentale!
Era
sempre stato così, fin da quando alla tenera età di 9 anni era venuto
insieme a Naruto a casa sua e aveva spiacciccato tutti i SUOI pomodori
contro le pareti. Da allora fra di loro c'era stata il più sincero e
puro odio contornato da delle leggere sfumature di sano rancore.
A 13,
poi, seguendo il consiglio di Madara, ovviamente, gli aveva rotto il
naso e, da quel momento, avevano deciso i comune accordo che era meglio
starsi lontano.
Quindi
ora a Sasuke la domanda sembrava più che lecita: perchè quello scarto
di Menma Namikaze era comodamente spaparanzato vicino a quei degni
compari dei suoi cugini?
Domanda
a cui non trovò una risposta soddisfacente fino a che non lo vide
seguire il fondoschiena di Hinata con lo sguardo. Fu in quel preciso
momento che capì che questa volta non si sarebbe fermato al naso. No,
questa volta gli avrebbe distrutto quel suo bel faccino da finto
innocente.
Naruto,
sdraiato fra il cugino e il suo migliore amico non potè non sentire il
basso ringhio proveniente dal moretto alla sua sinistra e, internamente
non riuscì a trattenere un tremore improvviso. Una nuova guerra stava
per cominciare e, questa volta, sarebbe stata davvero dura, soprattutto
per lui. Insomma, tutti si preoccupavano per la salute, fisica e
mentale, dei due contendenti ma nessuno si era mai preoccupato di lui
che, povero cristo innocente, si trovava nel mezzo incapace di
schierarsi con l'uno o con l'altro.
Famiglia o amicizia?
Karin,
al contrario, aveva le idee ben chiare. Non importavano le motivazioni,
le conseguenze o le persone interessate; la ragione sarebbe stata
sempre e solo di Sasuke. Povero Suigetsu, proprio non riusciva a capire
come facesse a stare con una persona che, come passatempo o per
abitudine, sbavava ancora dietro a Sasuke. Con un sorriso innamorato si
girò ad osservare Sakura-chan che, a sua volta, sorrideva dolce mentre
spalmava la crema sulla schiena di Sasuke..
Ma porca puttana.
-Sakura-chan! Anch'io ho bisogno della crema!-
-Non rompere baka! Tu sei già abbronzato! Sasuke-kun invece è ancora troppo pallido, rischia di scottarsi..-
Forse, alla fin fine, lui non era messo tanto meglio dell'Hozuki.
Sasuke,
approfittando della prima occasione per rimanere un attimo da solo con
Menma, aveva ignorato l'occhiata incerta di Naruto per poi alzarsi e
seguire quel concentrato di stupidità nei bagni del bar.
-Uchiha,
sapevo che avevi tendenze un po' ambigue ma non pensavo ti saresti mai
potuto innamorare di me.. d'altronde il detto com'era? "chi disprezza
compra"?-
-Cosa vuoi dalla Hyuga?-
-Chi?-
Menma sembrò pensarci un attimo prima di sorridergli con apparente innocenza.
-Ti riferisci alla dolce Hinata-chan?-
-Ascolta,
non me ne frega un cazzo del tuo cognome, se osi anche solo provare ad
avvicinarti ad Hinata il naso rifatto sarà l'ultimo dei tuoi problemi.
Tutto chiaro?-
Menma osservò divertito il suo interlocutore mentre cercava, con evidente difficoltà, di trattenere la rabbia.
Se
fosse stato anche solo leggermente meno stupido o masochista, che dir
si voglia, avrebbe sicuramente lasciato perdere la vendetta contro il
bastardo Uchiha ma, quel brutto stronzo fissato con i pomodori, non
aveva ancora pagato per le sue colpe, tra le quali l'essere nato.
Con
una leggera sberla alle mani dell'Uchiha, strette intorno al colletto
della sua maglietta, si liberò dalla presa dell'arcinemico, con una
schioccata di lingua gli aveva fatto capire che non gli interessava
quello che diceva mentre con un sorriso sornione si allontanava dal, a
dir poco furioso, bastardo spacca-nasi.
Col cavolo Uchiha, da adesso è guerra!
Un
po' meno annoiato di quando si era alzato si ridiresse verso gli
asciugamani dei suoi "amici". In realtà lui neanche voleva andarci al
mare, odiava il sole, mal sopportava l'allegria di suo cugino e le urla
della cugina acquisita ma, i suoi genitori, lo avevano costretto a
quella "vacanza". Maledetti, l'avrebbero pagata, in particolare suo
padre che aveva osato avere un fratello come Minato da cui poi era
uscito uno dei suoi incubi peggiori. Maledetti Namikaze, maledetto mare
e, soprattutto, maledetto Uchiha!
Tra
l'altro ora aveva un altro problema. Era da un paio di minuti che ci
pensava ma proprio non riusciva a capire dove avesse già sentito il
cognome "Hyuga"; che la ragazzina della sera prima ci fosse stata anche
gli altri anni? Strano, lui aveva una buona memoria, non come qualche
altro babbeo biondo..
Irritato
si grattò la testa quando il suo sguardo cadde casualmente sulla
rivista che stava leggendo una vecchia seduta sotto il suo ombrellone.
"Hiashi Hyuga colpisce ancora". Alla velocità della luce lesse un paio
di parole in neretto "aziende", "imprese", "un altro affare concluso
con successo" per poi concludere con un piccolo elogio "all'uomo che
porta lustro e fama al Giappone".
Un sinistro sorriso gli apparve sul volto abbronzato.
Grazie
vecchia bacucca, anche se hai già un piede nella fossa mi sei
stata molto utile, magari verrò al tuo funerale.
Una
volta arrivato dagli altri aspettò di avere l'attenzione di tutti, o
per lo meno di Hinata, prima di togliersi la maglietta bianca con gesti
lenti e calcolati. Ma quanto cazzo era figo?
Naruto,
dietro di lui, lo fissava stranito. Menma non si toglieva mai la
maglietta quando era in spiaggia, anzi cercava sempre abbronzarsi
il meno possibile. A dirla tutta il cugino detestava il sole, così come
detestava il colorito leggermente più scuro rispetto al resto del
Giappone caratteristico dei Namikaze. Che fosse finalmente uscito dalla
sua fase di ribellione?
Troppo
preso com'era dalla "bella notizia" non si accorse dello sguardo di
sfida tra i due mori cosa che, invece, non sfuggì all'annoiato
Shikamaru.
-Uchiha non vorrei allarmarti ma ti stai comportando come un cane..-
Al mugugnoringhio dell'interpellato si limitò a scrollare le spalle annuendo stanco.
-Già, ringhi e sei convinto di aver marchiato il territorio-
-Nara, perchè non eviti di rompere le palle e ti concentri un po' su Ino?-
-Che seccatura-
-Che c'è Uchiha, hai problemi di autostima?-
-Basta, io lo ammazzo-
E
senza indugiare oltre si era alzato pronto ad uccidere il suo odiato
rivale. Quello, in tutta risposta aveva già caricato un pugno pronto a
difendersi ma, l'azzuffata, non andò proprio come previsto. Entrambi i
contendenti, infatti, avevano colpito il povero Naruto che aveva
tentato, invano, di fare da paciere.
Togliti testa quadra!
Levati imbecille d'un cugino!
-Suigetsu dammi una mano!-
-Ma anche no! Se vogliono pestarsi lasciali fare, l'importante è che non rompano-
A
due asciugamani di distanza una sempre più abbattuta Sakura osservava
in maniera distaccata la scena. Ma perchè il più idiota se lo era
beccata lei?
Forse
quando gli aveva chiesto di uscire un paio di mesi prima aveva
sbagliato e, la mancanza di intimità tra di loro, la sua incapacità di
dedicarsi completamente a Naruto o anche la paura che Naruto potesse
lasciarla da un momento all'altro per qualcuno di più dolce di lei,
erano solamente una vendetta del karma che veniva a rivendicare la sua
giustizia. Con un sospiro si voltò a fissare la dolce ragazza coi
capelli corvini che osservava preoccupata la scena.
Forse,
se non si fosse intromessa ora sarebbe Hinata a stare con Naruto e
forse, con lei, Naruto sarebbe stato più felice e, magari, anche un po'
più dolce. Sì, avrebbe dovuto aiutare la corvina a dichiararsi e invece
no! Lei, avvertendo il rischio di perdere Naruto, aveva momentaneamente
lasciato da parte le sue incertezze e gli aveva dato una possibilità
La
ragazza dei suoi pensieri sentendosi osservata si era voltata e aveva
incontrato gli occhi leggermente lucidi di quella che ormai considerava
come un'amica.
-Sakura-chan, tutto bene?-
-Perchè non mi odi?-
-C-come?-
-Sì, insomma, se non fosse stato per me ora probabilmente staresti tu insieme alla testa quadra-
E,
per far capire meglio il discorso, aveva indicato il biondino alle sue
spalle che stava tentando di sedare, da solo, una furiosa lite
beccandosi un paio di calci e una gomitata.
Hinata
intuendo i pensieri della ragazza si affrettò a negare vigorosamente
col capo. Effettivamente non avevano mai parlato dell'argomento ma era
ovvio che prima o poi sarebbe successo, e allora, perchè non sapeva
cosa dire?
Non
ricevendo nessuna risposta dalla corvina se non quel semplice gesto del
capo e quell'espressione triste non potè trattenere un paio di lacrime
che già da qualche minuto stavano minacciando di caderle impietose sul
viso.
-S-Sakura-chan, non piangere ti prego!-
Come
se avesse percepito la tristezza della sua ragazza Naruto distolse
l'attenzione dal diverbio tra i due mori del gruppo per poi fiondarsi
con estrema agilità sulla sua ragazza tempestandola di domande. Poco
importava se grazie al suo atletico salto la povera Karin era stata
seppellita dalla sabbia, l'importante era che Sakura-chan stesse bene-.
-Sakura.chan cosa è successo? Ti sei fatta male? Qualcuno ti ha importunato?-
E,
a quell'utlima ipotesi si rialzò guardandosi intorno alla ricerca delle
possibili minacce ma l'unica cosa che trovò erano un paio di bambini
che correvano per la spiaggia inseguiti dai genitori.
Appena
si riabbassò al livello della sua ragazza un potente ceffone lo fece
roteare su stesso, altroché, il vero pericolo, su quella spiaggia, era
incorrere in una Sakura alterata!
Forte
del suo amore, e della forza dell'abitudine, si limitò a guardarla
dolorante evitando la sua solita scenata sull'ingiustizia della vita.
-Sakura-chan?-
La
mano destra del giovane si posò sulla guancia per alzarle il viso
mentre la sinistra le accarezzava il braccio. Questa era una delle
prime vere cose romantiche che faceva e, naturalmente, davanti a chi
poteva farlo se non alla dolce Hinata? Stupido baka!
Con un altro sonoro ceffone si liberò dalla presa del ragazzo per poi alzarsi indignata.
Naruto,
non capendo il repentino cambio d'umore della rosa cercò di
ripercorrere mentalmente gli ultimi avvenimenti ma non vi trovava nulla
di particolarmente di strano. Anche se aveva già attribuito la crisi
della ragazza al suo problemino mensile gli venne il dubbio che forse
tutto ciò era causato da quel piccolo inconveniente con la Hyuga,
dopotutto stava parlando con lei poco prima.
Senza
nemmeno pensare alle possibili conseguenze si girò verso la suddetta e,
senza premurarsi di abbassare la voce, le pose innocentemente la
domanda che, da lì a pochi secondi, avrebbe causato un putiferio.
"Le hai detto della nostra avventura in camera?"
-"Avventura in camera"!??!-
Il tono arrabbiato e il pesante silenzio che era calato nel gruppo gli aveva fatto capire subito il suo sbaglio
-Sakura-chan, non è come sembra!-
-BAKA!-
E, con una sonora borsata se ne andò definitivamente.
Tutti
gli altri, che stavano già osservando da un paio di minuti, la scena
non poterono fare a meno di spalancare gli occhi mentre Karin alzava il
pugno al cielo urlando "Io ho sempre tifato per il NaruHina!".
-NaruHina?-
-Sì, è l'abbreviazione di "Naruto più Hinata insieme per sempre". Chiaro pesce lesso?-
-Se lo dici tu..-
Naruto
intanto, ancora stordito da tutte quelle botte, quella non era
decisamente la sua giornata fortunata, aveva guardato con aria non
troppo sveglia la cugina per poi lasciarsi sfuggire un
intelligentissimo "eh?".
Hinata,
intanto, ripresasi dallo shock iniziale aveva ignorato il trambusto che
man mano si stava creando fra i ragazzi per poi seguire l'amica. Era
inutile rimandare, dovevano affrontare quel discorso, anzi, forse era
meglio chiarire anche l'inconveniente della camera.
-Sakura-chan, posso entrare?-
Non
ricevendo nessuna risposta socchiuse leggermente la porta per poi
intrufolarsi nella stanza. La rosa seduta davanti allo specchio mentre
si pettinava i lunghi capelli rosa si limitò a lanciarle un'occhiata
attraverso lo specchio.
-Sakura-chan la storia della camera è un malin..-
-Lo so. Naruto non sarebbe mai capace di una cosa del genere-
Il riflesso di Sakura le sorrise triste.
-I-io..
non devi preoccuparti per me, sì, insomma, appena vi siete messi
insieme ho sofferto un pochino ma vedervi insieme così felici.. beh,
ormai è passato. E-ecco, io volevo dirti solo questo-
Sakura
si sarebbe aspettata un discorso più elaborato dalla Hyuga. Certo, non
credeva potesse rinfacciarle qualcosa, era troppo buona per farlo, però
non si aspettava di certo una cosa così veloce ma, doveva ammetterlo,
ne era rimasta piacevolmente colpita. Per questo, quando la vide
voltarle le spalle pronta ad andarsene la bloccò capendo quello che
doveva fare.
-Hinata, mi piacerebbe se tu mi accompagnassi in un posto-
Al
loro ritorno trovarono tutti quanti aspettarle in soggiorno, dopotutto
erano uscite senza dire niente a nessuno ed erano state via quasi tutto
il pomeriggio senza dare segni di vita. Quando sei paia d'occhi si
soffermarono sbalorditi sull'acconciatura della rosa la ragazza non
poté fare a meno di arrossire mentre tutti gli altri ammutolivano.
La
prima a riprendere coscienza di sè fu Ino che iniziò a sbraitare
riguardo alla sua fronte spaziosa messa ancora più in risalto e al
fatto che sembrava una vecchia.
Superato
il primo momento di trans Shikamaru, Karin e Suigetsu avevano alzato le
spalle indifferenti per poi tornare alle loro precedenti attività
quali, rispettivamente, dormire, leggere una rivista e importunare la
ragazza che sta leggendo una stupida rivista. Sasuke, inaspettatanente,
gihgnò soddisfatto conscio del significato di quel gesto. Sakura aveva
finalmente deciso di dedicarsi completamente ed unicamente a Naruto,
che poi, chissà chi era stato a diffondere la notizia che a lui
piacessero le ragazze dai capelli lunghi? Bah
Naruto
le si avvicinò e, prendendo fra il pollice e l'indice una ciocca di
capelli, ora molto più corta, le sussurrò piano un semplice "sei
bellissima" prima baciarle dolcemente le labbra.
Sì, Ino e i ragazzi glielo avevano spiegato: Sakura non si sentiva abbastanza apprezzata.
Naruto
canticchiava soddisfatto mentre si asciugava i capelli. Poco prima si
era sentito veramente ganzo, il modo in cui aveva baciato Sakura
davanti a tutti lo aveva fatto sentire un macho alfa! Fan culo
all'Uchiha che si credeva il migliore!
La
sua risata spavalda venne però interrotta dal suo sesto senso; una
presenza oscura si trovava nella sua stanza. Con molta calma si girò,
certe bestie si spaventano se fai movimenti improvvisi, glielo aveva
spiegato Sai subito dopo aver letto un libro sull'argomento.
Come non detto, era solo l'Uchiha con in mano il suo cappellino da notte e una forbice.
No, aspetta, perchè quel pazzo aveva il suo bellissimo cappellino da notte vicino ad una forbice?
-Sasuke no!-
-Quale inconveniente?-
-Cosa?-
-Non
ti faccio fuori solo perchè potrebbe servirmi un complice
nell'occultamento del cadavere di tuo cugino, in ogni caso questo- e
sollevò il cappellino dell'amico -lo tengo io, consideralo un ostaggio-
Per caso era questa la pazzia degli Uchiha a cui Itachi si riferiva? No, perchè a lui un po' di paura la incuteva.
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Capitolo 21 *** Tra scherzi innocenti e sanguinose vendette ***
sasuhina 20
Dire che mi sento in colpa per il
ritardo è poco e le scuse sono d'obbligo, decisamente. Scusate
tutti, davvero. So che probabilmente, con tutto il tempo passato, la
storia interesserà a pochi di voi e mi dispiace ma
cercherò comunque di finirla per tutti quelli che continueranno
a seguirla.. e anche perché non è bello lasciare le cose
incomplete. Già che siamo in argomento ne approfitto per
ringraziare tutti coloro che continueranno a leggere la storia.
Dopo questa breve introduzione ne
approfitto anche per farvi gli auguri di Natale e capodanno, spero
abbiate passato delle belle vacanze :D
Infine ci tengo a ringraziare a tutti
quelli che hanno letto, messo la storia tra "preferite", "seguite" e
"da ricordare" , sopratutto, a tutti coloro che mi hanno lasciato una
recensione. Erano tutte davvero belle e mi rendo che per alcune avete
impiegato davvero tanto tempo quindi un enorme GRAZIE <3
Vi lascio alla storia, spero che il
capitolo non vi deluda troppo, personalmente non mi ritrovo più
con i capitoli precedenti e per scriverlo ho fatto una faticaccia ma non importa.. speriamo bene
Capitolo 20
Da quando i due simpatici sociopatici del gruppo si erano dichiarati
guerra apertamente le allegre giornate in compagnia si trasformarono in un incubo
grazie agli "scherzi innocenti" che Sasuke e Menma si scambiavano in
continuazione.
Tutto era cominciato quando il ragazzo problematico dagli occhi azzurri
aveva nascosto delle classiche trappole a molle per topi, quelle che si
vedono nei cartoni animati per intenderci, nel letto dell'ignaro
Sasuke.
Ora, la stoica quanto inesistente pazienza di Sasuke Uchiha era ormai
ben nota a tutti, per questo, quando Menma fu praticamente sotterrato
da
dei serpenti nascosti nel suo armadio, nessuno si sorprese
particolarmente nel trovare un terrificante ghigno di soddisfazione a
sostituire la sua perenne impassibilità. Così come non si
sorpresero di sentirlo borbottare qualcosa di simile ad un "la prossima
volta saranno pure velenosi, imbecille".
Di Menma Namikaze, invece, si potrebbero dire molto più cose
rispetto all'Uchiha; si potrebbe parlare del suo caratteraccio, del suo
ego spropositato o degli incredibili dispetti che preparava come, ad esempio, quello
di riempire il cibo dell'arcinemico di peperoncino. Bisogna chiarire
che non si era limitato ad usare un peperoncino qualsiasi ma si era fatto spedire
dall'isola di Trinidad il peperoncino più piccante al mondo: il
Trinidad Moruga Scorpion. Lui lo definiva come una vera prelibatezza per il palato.
Forse, una cosa di Sasuke si potrebbe anche specificare: lui amava, anzi adorava, gli
scherzi, in particolare quelli legati al cibo. Per questo aveva
somministrato del purgante a Menma di nascosto; per ringraziarlo della
premura. Questo, invece, era stato definito un colpo di genio.
Dopo diverse ore a contatto col water, infine, Menma si era reso conto
di come queste sciocche liti di passaggio con l'idiota mestruato
stavano
rischiando di compromettere il suo piano finale. Era stato in onore del
suo piano finale se quel
giorno, mandando giù l'orgoglio, e diversi bicchierini di vodka,
aveva fatto le sue più sentite scuse all'Uchiha.
Non è
nemmeno di specificare di come si sia premurato che fossero presenti
dei testimoni
oculari e, perché no, anche Hinata; così non poteva
neppure essere accusato dell'allontanamento dei vestiti dell'Uchiha.
Diciamocelo, era stato un vero genio. In un colpo solo era riuscito a
far sparire quegli orrendi vestiti da fighetto dell'Uchiha, aveva
aiutato delle persone meno fortunate di loro perché, per quanto
potessero essere antiestetici dei vestiti, ad una associazione di
carità, risultano sempre utili e, come se tutto ciò non
bastasse, aveva impressionato la Hyuga. Ormai quella sciocca ragazzina
non poteva non aver capito chi dei due fosse il vero problema e a
questo punto, accettare
di uscire con lui non sarebbe più dovuto essere il gran problema
in cui lei lo aveva trasformato in quegli ultimi giorni. Insomma, porco
cane, cosa
ci voleva a dire "sì Menma sarei davvero molto felice ad uscire
con te"? Neanche fosse stato quello sfigato di Naruto!
Sta di fatto che, alla fine, lui si trovava seduto in riva al mare con
la fin troppo timida Hinata mentre l'amico dello sfigato, il perdente,
si trovava a casa a rodersi il fegato, ne era più che sicuro.
Sospettava che la riuscita del suo piano fosse dipesa in buona parte
dall'intervento della sua, non sapeva da quando, alleata, quella coi
lunghi capelli biondi, la parlantina esasperante e una preoccupante
ossessione per tutto ciò che c'era di futile al mondo, vedi
trucchi, vestiti e Sasuke.
Nel frattempo, quasi a voler rispondere alle speranze del suo da poco
complice Menma, Ino stava avvertendo un più che irritato Sasuke
dell'uscita dei due amici.
Ino non era una traditrice, tifava davvero per il coronamento del loro amore ma quel
brutto, magnifico, deficiente si ostinava a complicare tutto con il suo
pessimo caratteraccio. Era stata per la sua cocciutaggine se aveva
dovuto affidare la sua dolce compagna di stanza a quel pazzo di Menma,
non restava che sperare che non combinasse cavolate.
Purtroppo per lei, quello, non era nemmeno l'unico dei suoi problemi.
Era ormai da giorni che, ogni volta che lei e Shikamaru provavano a intavolare un discorso, finivano sempre col litigare
"Non
smetterò di vederla solo per uno dei tuoi capricci infantili, chiaro?".
Questo continuava a ripeterle, sembrava davvero non capire che la sua
richiesta non era una delle sue solite, come le definiva lui, "frivolezze".
Ino aveva deciso di passare alla parte più disperata ed
improvvisata del suo
piano tirando fuori gli album fotografici che ritraevano lei e
Shikamaru nei vari momenti della loro vita: le recite all'asilo, il
primo giorno di scuola, il parco giochi dove andavano da piccoli, i
viaggi di famiglia, i capodanni o anche i semplici pomeriggi passati
nel suo
cortile. Eppure, nonostante tutto, lui sembrava non cogliere il
messaggio praticamente esplicito che voleva mandargli. .
-Mendosuke spiegati, se continui a comunicare per indovinelli non capisco-
La bionda alzò lo sguardo di scatto. Forse Shikamaru non
riusciva a cogliere il messaggio perché non voleva, insomma, a
lei sembrava così
semplice.
-Altro che quoziente intellettivo pari a 200! Shikamaru sei un idiota!-
Gli occhi le si erano inumiditi pericolosamente ma non avrebbe mai
permesso alle lacrime di scendere in presenza di quel pigro babbeo.
Demoralizzata e sconfitta abbassò lo sguardo solo per incontrare gli occhi
ridenti della sua immagine nella foto, era uguale a come era ora, solo
un po' più piccola, coi capelli corti e, soprattutto, più felice.
L'immagine ritraeva semplicemente una piccola Ino sorridente intenta ad
osservare dolcemente l'amico eppure a lei sembrava una delle foto
più belle e chiare che avessero. E allora perché solo a
lei
sembrava così evidente il significato nascosto di tutta quella
dolcezza?
-Ino..-
-L-lascia stare, non importa. Salutami la Sabaku, ok?-
E, con queste parole, si era alzata dal letto dell'amico per andarsene
da quella stanza mentre Shikamaru, il genio indiscusso della scuola
rimaneva immobile senza sapere cosa fare.
Irritato da tutta quella situazione aveva tirato un pugno contro il
letto ma, al posto di scontrarsi col soffice
del lenzuolo, la sua mano si scontrò con una foto e non su una foto qualsiasi
ma l'ultima osservata dalla bionda. Titubante la prese e la
osservò attentamente,
cosa vedeva in più Ino che lui non riusciva a cogliere?
Era inutile continuare a pensarci, se non lo aveva capito fino a quel
momento non lo avrebbe di certo capito con un lampo di genio.
Ondevitare di allungare quella seccatura si decise a chiedere un consiglio
a qualcuno, già, ma a chi?
Solitamente ne avrebbe parlato a Choji, il
suo inseparabile e dolce amico ma, al momento, era dall'altra parte del mondo
per seguire un corso avanzato di cucina estera. Choji sarebbe diventato un cuoco eccellente, ne era sicuro.
In quello stesso momento il suo compagno di stanza e l'aura nera che da un paio
di giorni lo seguiva fedelmente rientrarono in camera. Sasuke era sicuramente, dopo di lui, il
più sveglio tra loro. Peccato che non fosse mai stato un tipo pronto a dispensare consigli,
sopratutto riguardanti argomenti delicati come i sentimenti. Certo, lui era stato l'unico, tra i
ragazzi, ed in generale il primo ad accorgersi che c'era qualcosa che non andava tra lui e l'amica
ma, se anche lo avesse aiutato, poi avrebbe chiesto come ricompensa la
testa del Namikaze moro su un piatto d'argento, come minimo. Gli Uchiha non fanno mai
nulla per niente, mai. Detto questo l'amico era decisamente da scartare.
Svogliato si appoggiò alla finestra ad osservare il panorama
quando notò le due coppie fronteggiarsi in una gara a beach
volley.
Suigetsu
era da scartare a priori. Quel ragazzo non gli era mai andato
particolarmente a genio e chiedergli all'improvviso un parere tanto
personale sarebbe stato oltre che inutile anche imbarazzante.
Sakura
e Karin sarebbero potute andare bene, peccato che poi non avrebbero
saputo tenere il becco chiuso. No, erano da evitare anche loro.
Forse
Naruto sarebbe andato bene; erano amici da parecchio tempo e si era
sempre mostrato pronto ad aiutare gli altri.. peccato che, per quanto
riguardava le faccende di cuore non ci capiva praticamente niente.
Figuriamoci, non si era mai nemmeno accorto di come la Hyuga lo
venerasse. Ecco chi! Hinata era perfetta! Stava con loro da abbastanza
tempo da conoscerli ma non troppo da sentirsi in dovere di fare la spia
e, cosa ancora più importante, era riservata!
Con un pigro gesto del
capo salutò il compagno prima di uscire per andare a cercare la
corvina. Tra l'altro più stava lontano da Sasuke meglio era.
Ultimamente il suo umore non sembrava molto stabile e lui non voleva di
certo essere nei paraggi nel momento in cui la
bomba Uchiha sarebbe esplosa. E questo senza considerare il picco di
negatività raggiunto il giorno prima grazie all'uscita di Hinata
con quel piantagrane.
Fortunatamente trovare l'oggetto dei suoi pensieri non fu difficile; era in
cucina che preparava un vassoio pieno di schifezze. Quando la ragazza
si accorse della sua presenza gli sorrise dolce e mosse il capo in
segno di saluto.
-Shikamaru-kun, tutto bene?-
-Sono per te tutte quelle schifezze?-
A quella domanda la Hyuga si immobilizzò e si guardò
intorno con sguardo spaurito per poi rilassarsi leggermente e negare
cauta.
-Sono per Ino-chan, lei.. non si sente molto bene..-
-Ti ha raccontato tutto?-
-Qualcosa..-
-E cosa ne pensi?-
-Io..
non conosco abbastanza ne voi ne i vostri trascorsi per poter
esprimermi però, se posso permettermi, un'idea me la sarei fatta..-
Al muto invito di Shikamaru di proseguire Hinata rinnovò cauta
il sorriso, si vedeva che anche lui ci teneva molto all'amica bionda.
-Secondo me Ino-chan, al di là di quello che potrebbe provare per te, ha semplicemente paura di perderti-
Il
ragazzo rimuginò un paio di minuti sulle parole della ragazza ma,
quando la vide prendere il vassoio per tornare in camera gli venne
spontaneo informarla che ad Ino, quando era triste, bastava mangiare un
po' di gelato alle fragole per sentirsi meglio. La corvina, in tutta
risposta, si limitò ad un incolore mormorio "non c'è" e, non sapeva il
motivo, forse era il tono di voce, o lo sguardo, ma quella semplice
constatazione gli sembrava nascondere un suggerimento più importante:
"Nara, vai prenderle il gelato e poi vai a sistemare questo casino".
E perché no? Avrebbe seguito quel consiglio, dopotutto l'aveva cercata proprio per quello.
Pigrizia permettendo, uscì velocemente di casa per andare al
supermercatino dietro casa. Voleva fare in fretta, era stanco della
situazione e, prima finivano, prima sarebbe potuto tornare ad osservare
le sue amate nuvole.
Quando Shikamaru entrò nella stanza delle due
ragazze Hinata gli sorrise incoraggiante prima di alzarsi dal letto e
per lasciarli soli. Quella ragazza, nonostante la sua timidezza, non faceva altro che sorridere.
Nel momento in cui gli passò di fianco Shikamaru tentò di sdebitarsi
borbottando qualcosa riguardante un Sasuke non troppo allegro.
Che ringraziamento originale.
Appena furono soli la sua attenzione fu interamente rivolta ad Ino, la
ragazza seduta a gambe incrociate sul letto, i capelli in disordine, le
guance arrossate e gli occhi umidi. Lei era davvero.. carina. Ma questo
non glielo avrebbe detto, sicuramente l'avrebbe solamente fatta sentire
a disagio. Lei che voleva apparire sempre ordinata e completamente
padrona di sé non sarebbe stata felice di ricordarsi che in quel
momento era tutto fuorché nella sua solita perfezione, eppure lui
la preferiva così, semplicemente Ino, senza vestiti firmati o
trucchi a nascondere il suo vero animo con anche le sue debolezze.
-Ino..-
-Mi spiace, non sono nessuno per dirti cosa fare-
-Ino, sai che non sono bravo in queste cose ma vorrei che ti ricordassi
che tu sei la mia migliore amica e io non potrei mai sostituirti con
qualcun'altra. Hai capito?-
L'interpelletta sbattè allibita le palpebre un paio di volte
prima di riuscire a capire le parole del ragazzo. A quel punto non
sapeva se ridere o piangere. Era.. assurdo.
-Ino, a questo punto dovresti dire qualcosa anche tu..-
Dopo alcuni interminabili secondi di silenzio il dibattito interiore venne vinto dal pianto a vincere e con uno
slancio felino si era buttata fra le braccia pronte ad accoglierla del
suo più grande amico nonché amore anche se per quest'ultimo avrebbe dovuto aspettare ancora un po'.
Hinata, nascosta dietro alla porta socchiusa, osservava la scena
commossa. Era felice che Ino avesse finalmente chiarito con Shikamaru
e, chissà, magari ora avrebbe anche smesso di tirarle calci e
pugni la notte, iniziava ad essere davvero stancante non poter dormire
come si deve. Con un leggero sorriso stava per andarsene quando
sentì due mani calde afferrarla per i fianchi e spingerla
delicatamente ccontro la parete.
-Non te lo hanno mai detto che spiare è da maleducati?-
In meno di mezzo secondo le guance di Hinata si tinsero di un bel rosso acceso
mentre la gola le si seccò. Quella situazione sembrava
così.. intima.
Non ricevendo nessuna risposta da parte della ragazza di fronte a
sé il moretto si prese la libertà di avvicinarsi
ulteriormente fino a sfiorare il lobo del suo orecchio con le labbra.
-Che ne dici di riprendere quello che abbiamo interrotto la volta scorsa?-
Se possibile la ragazza arrossì ancora di più, lui
era così sfacciato! Pensava che dopo quel quasi bacio che era
riuscita ad evitare a malapena lui si sarebbe arreso.
-Menma! Cosa diavolo stai facendo?-
Entrambi i ragazzi si voltarono di scatto verso il nuovo arrivato, lei
felice per il suo intervento lui leggermente più infastidito.
-Naruto, cosa ci fai qui?-
-Io? Questa è casa mia! Tu piuttosto? Stai un'altra volta importunando Hinata?-
I due cugini si scrutarono minacciosi per diversi minuti fino a quando
il moro decise di lasciar perdere. Così, anche se a malavoglia,
abbandonò la presa dai fianchi della ragazza e si
allontanò dai due salutandoli con un annoiato gesto del capo.
La prossima volta non ci sarà
Naruto a salvarti piccola Hyuga, quindi preparati.
Il biondino d'altro canto tirò un sospiro di sollievo. Forse, se
Sasuke fosse venuto a sapere del suo efficace intervento, avrebbe
liberato l'ostaggio. Dormire senza di lui diventava di giorno in giorno
sempre più difficile e, anche se Sakura diceva di trovarlo molto
più attraente così, lui iniziava a soffrire di insonnia.
Di colpo si ricordò di non essere il solo a soffrire,
probabilmente anche Hinata costretta a subire gli assalti di quello
screanzato del cugino la situazione non doveva risultare piacevole.
Insomma, lui Sasuke e lei Menma, ad ognuno il suo, tanto valeva unire
le forze.
-Hina-chan, tutto bene?-
-S-sì-
-Oh, bene!-
Dopo un attimo di esitazione e un sorriso accecante ci tenne a sottolineare l'importanza di quell'evento.
-Quando racconterai questa storia ricordati di specificare
che sono stato io, Naruto Namikaze, a salvarti.. e, se possibile,
aggiungi anche che meriterei un premio, tipo, che so, una
cappellino da notte nero e bianco a forma di tricheco e poi..-
-Naruto-kun, tutto bene?-
Al dolce richiamo della ragazza il biondino non potè fare a meno
di abbassare lo sguardo e guardarla per poi esplodere in una, che se
non fosse stato il prossimo sindaco della città sarebbe sembrata
una vera e proprio, crisi isterica.
-No! Hinata-chan sono disperato! Quel pazzo, psicopatico, asociale,
bastardo, menefreghista di un Uchiha disadattato ha rapito
Trikki, il mio cappellino da notte, e non me lo vuole restituire! Io ho
cercato di riprenderlo, dico davvero, ho anche setacciato la sua camera
per trovarlo ma niente, nada, nisba, nothing! Hinata-chan, ti prego, aiutami!-
Cosa le era passato per la testa quando si era offerta di parlare con
Sasuke? Ormai non la guardava nemmeno se non per cercare di trucidarla
con lo sguardo cosa che, a volte le sembrava persino possibile.
-Hyuga mi devi già un favore, non pensi che chiedermene un altro sia un po' troppo anche per te?-
-I-io.. N-Naruto-kun..-
Sasuke si bloccò di colpo.
Vaffanculo a tutti i Namikaze passati, presenti e futuri, gli stavano rovinando la vita.
-Fuori dalle palle Hyuga-
-S-Sasuke-kun ho promes..-
-E' nel cassonetto dei rifiuti, dove è giusto che sia.. ora fammi il favore di sparire-
Sasuke aveva già tirato un respiro di sollievo quando si rese conto che la ragazzina stava esitando
-E ora che vuoi?-
-P-perché?-
-Cosa? Maledizione Hinata, quante volte ti ho detto di non balbettare!-
-Cosa ti ho fatto?.. tu, tu sei sempre così arrabbiato-
-Mi hai invaso la casa, non è già abbastanza?-
Il moro osservò stanco gli occhi sgranati della Hyuga per poi sbuffare già più calmo.
-Un'altra cosa, dì a Menma che la prossima volta che prova a
riempirmi la camera di mutande sporche sarà anche l'ultima in
cui vedrà la luce del sole-
-Ma non ti aveva chiesto scusa?-
Era incredibile! Quella tizia non solo lo aveva visto all'opera ma
ci aveva passato insieme un intero pomeriggio e, nonostante questo, lo
reputava lo stesso una brava persona? Ora capiva il comportamento da
stronzo del padre. Se lei prendesse veramente il comando dell'azienda
degli Hyuga tempo due settimane e sarebbero già in
bancarotta
La risata priva di allegria che ne seguì fu completamente dettata dalla disperazione.
-Fuori di qui Hyuga-
Decisa a non lasciar cadere la discussione ma comunque consapevole di
rischiare la vita a rimanere a così stretto contatto con il moro
Hinata abbandonò momentaneamente il campo.
Arrivati a questo punto la prima cosa da fare era prendere il berretto
di Naruto prima che il camioncino dei rifiuti lo portasse via.
Chissà cosa gli aveva fatto di male quel cappellino per
meritarsi un simile trattamento. Quando arrivò davanti al bidone
della spazzatura era già pronta ad un possibile scempio cosa
che, effettivamente, fu. Il berretto rotto in più punti era
stato maestralmente nascosto sotto diversi rifiuti. Pulirlo e ricucirlo
non sarebbe stato affatto facile quindi tanto valeva mettersi subito
all'opera così poi sarebbe potuta andare a sistemare le cose con
Sasuke; non voleva tornare a casa senza aver fatto pace con lui, non
dopo tutto quello che aveva fatto per lei.
Nel momento in cui Hinata iniziò a lavorare al cappellino di
Naruto in un'altra stanza i due protagonisti indiscussi dei suoi
pensieri si affrontavano eroicamente.
Dopo l'illuminante chiacchierata avuta con Hinata Sasuke si era diretto
da quell'impiastro del suo amico con intenzioni non proprio pacifiche.
Intenzioni che, sopo aver scoperto l'inconveniente erano diventate
ancora meno pacifiche. A nulla erano valsi i tentativi di
rappacificazione di Naruto; al moro il fatto che l'idiota biondo fosse
imparentato con quello che in poco tempo sarebbe diventato un cadavere
era già un motivo più che valido per farlo scomparire dalla
faccia della terra. Metti caso che i geni che aveva in comune con
quell'altro si ripresentassero nelle generazioni future. No, era
decisamente meglio evitarlo.
Se Naruto avesse saputo che portando gli amici al mare si sarebbe
ritrovato con un Uchiha furioso sullo stomaco mentre tentava di
strangolarlo non avrebbe mai accettato la richiesta dell'amico. Fu solo per miracolo, e per la sveglia con cui era
riuscito a colpire l'amico, se era riuscito a scappare dalle sue
grinfie. Con la gola ancora dolorante si appoggiò al comodino
mentre tentava di regolarizzare la respirazione.
-Teme so che a volte posso sembrare un po' una testa quadra ma..-
Sasuke non lasciò nemmeno finire che col sorriso più
sarcastico che gli era uscito aveva fissato quello che si supponeva
fosse il suo migliore amico.
-"A volte"? "Sembrare"? "Un po'"? .. dobe tu sei sempre una testa quadra completa-
Il biondino per tutta risposta si limitò a roteare gli occhi
stizzito, cosa ci parlava a fare lui con un Uchiha non collaborativo?
Sociopatico del cavolo.
-Sì, ok, come ti pare. Io intanto sto con un ragazza che mi ama e che amo-
-La stessa ragazza che mi è corsa dietro per anni?-
Entrambi i ragazzi al suono di quelle parole spalancarono gli occhi.
Non ne avevano mai parlato ma questo era uno dei punti deboli di Naruto
e Sasuke da bravo osservatore qual'era, e anche in quanto essere dotato
di un minimo di intelligenza, lo sapeva. Per questo si pentì
immediatamente di quella frase ma si sa: gli Uchiha non possono
ritirare qualcosa che hanno detto loro stessi; sarebbe come ammettere di
aver sbagliato e questo era impossibile!
-Sai una cosa Sasuke, fai quello che vuoi ma almeno lascia in pace la povera Hinata-chan.-
E, prima di chiudersi la porta della camera alle spalle si era anche
permesso di aggiungere un velenoso "Itachi-kun ha ragione, morirai da
solo!"
Una volta chiusa la porta la frase era stata seguita anche da numerosi
epiteti poco gentili inizianti con l'espressione "testa di" a cui poi
aggiungeva finali più o meno fantasiosi.
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Capitolo 22 *** Il coraggio di prendere in mano la propria vita ***
sasuhina 21 -Capitolo 21-
Karin era comodamente seduta davanti alla scrivania quando sentì il fiato di Suigetsu sul collo seguito subito dopo da due dita che le pizzicavano il fianco in un tacito insulto alla sua linea non proprio perfetta. Per fortuna di quello sciagurato senza cervello quel giorno si era svegliata di buon umore e neanche quel brutto beota del suo ragazzo avrebbe potuto rovinare la sua gioia. -Oggi il tuo puzzo di pesce è più forte del solito, cosa hai combinato stupida sardina?- L'albino colse al volo l'occasione offertagli dalla ragazza per prendere il suo regalo di mesiversario. -Sono andato al mercato, guarda cosa ho preso!-
E, così dicendo, le sbattè davanti agli occhi due pesci
comprati da un simpatico pescivendolo poco prima. Lui amava il mare e
le sue creature e, cosa ci sarebbe stato di meglio se non condividere
la sua passione con la dolce Karin attraverso una deliziosa cena
cucinata da loro? Niente. O almeno così pensava fino a quando la
"dolce" Karin non iniziò ad urlare schiaffeggiandolo con i suoi
stessi pesci.
Cosa aveva appena detto? Che non sarebbe riuscita ad arrabbiarsi? Si
sbagliava. Come sempre aveva sottovalutato l'idiozia del suo ragazzo
sottosviluppato.
Dopo tutte quelle urla Suigetsu non avrebbe dovuto stupirsi più
di tanto nel ritrovarsi chiuso fuori dalla stanza con i suoi pesci in
mano e, probabilmente, non avrebbe nemmeno dovuto stupirsi di
ritrovarsi davanti ad una preoccupata Hinata attirata da tutte quelle
urla. Che carina che era. In quella casa era l'unica con ancora un
cuore pulsante. Sasuke non lo aveva mai avuto, Naruto era uscito su
tutte le furie, Ino e Shikamaru erano andati a festeggiare
chissà dove la rinascita della loro amicizia mentre la bestia
dentro la stanza era semplicemente una belva dai capelli rossi e dalla
voce stridula. Maledetta befana.
-Suigetsu-kun, tutto bene?-
-No! Sto con una malefica befana, come farebbe ad andare "tutto bene"?-
Forse aveva urlato troppo l'appellativo riferito alla megera rossa
perchè ancora prima di poter finire la frase sentì dei
pesanti passi avvicinarsi alla porta. Fu solo grazie al suo istinto da
virile predatore se riuscì a scappare a gambe levate prima che
l'arpia aprisse la porta e lo uccidesse nel modo più lento e
doloroso possibile.
Era sempre a causa del suo istinto di sopravvivenza se aveva lasciato
indietro l'indifesa Hyuga, tanto, lei, con le sue moine da ragazza
dolce sarebbe riuscita a salvarsi comunque.
Effettivamente il ragionamento del ragazzo era corretto se non fosse
stato per il piccolo particolare che l'Uzumaki aveva un bisogno
assurdo di sfogarsi e non si sarebbe fatta scrupoli ad usare la Hyuga
per i suoi sporchi scopi. Non bisogna quindi stupirsi se circa una
mezz'oretta dopo la ragazza stava ancora sbraitando senza ritegno
mentre l'altra cercava, con scarsi risultati, di tranquillizzarla.
-Capisci? Per il mesiversario voleva regalarmi degli stupidissimi
pesci! Pesci! Non solo Sakura si è messa con mio cugino,
costringendomi a subirmela anche alle cene di famiglia, ma ora la
sardina mi regala anche dei pesci! Quanto fa schifo la mia vita da uno
a millemila?-
-"M-millemila"? Karin-chan, non pensi di esagerare? Magari per Suigetsu quei pesci avevano un significato più profondo..-
-E quale? Quello di voler diventare un pescivendolo? Io non intendo
diventare una pescivendola! E neanche essere la moglie di un
pescivendolo! Mio marito dovrà essere un uomo importante,
lavorare con gli Uchiha e poi dovrà..-
-"Lavorare con gli Uchiha"?-
-Esatto Hinata-chan. So che sei buona, pura e cose varie ma non puoi
non esserti accorta di quanto siano gnocchi gli Uchiha con la loro aria
da.. ehi, perchè hai il cappellino da notte di mio cugino?-
-Oh, devo riportarglielo. Sasuke lo aveva.. preso in ostaggio..-
Nel pronunciare quel nome la ragazza non potè trattenersi
dall'arrossire cosa che, purtroppo, non sfuggì alla maggiore
delle due.
-A proposito di fighi pazzeschi, come va con Sasuke? Prima l'ho sentito litigare con Naruto, sai cosa è successo?-
-H-ha litigato con Naruto?-
Questo le risultava nuovo e, per un breve secondo, pensò anche
di essere la causa della loro litigata ma subito dopo si ricredette.
Era impossibile. Sasuke e Naruto erano amici da anni e non avrebbero
mai potuto litigare per una come lei.
-Forse dovresti andare a consolare Sasuke-kun.. ho uno o due metodi che potrebbero funzionare..-
-C-come scusa?-
Non sapeva come mai ma aveva la netta impressione che Karin non stesse
pensando a nulla di buono, che poi, come aveva fatto a passare da "il
mio ragazzo è un imbecille" a "Hinata devi buttarti tra le
braccia di quel grandissimo gnocco dell'Uchiha"?
-S-scusa ma ora devo andare da Naruto-kun!-
E così dicendo si era catapultata fuori dalla stanza prima che
il discorso degenerasse ulteriormente. Fortunatamente mentre correva
il più lontano possibile da lei riuscì a sentire lo
stesso le indicazioni che urlava Karin per dirle dove si trovava il
cugino. Un po' meno fortunatamente sentì anche le sue urla di
incitamento riguardanti Sasuke e gli eventuali posti intimi dove
poterlo consolare.
Non si era mai accorta di quanto potesse essere maniaca Karin fino a quel momento.
Naruto ancora arrabbiato per la discussione avvenuta solo poche ore
prima con quello che, teoricamente, sarebbe dovuto essere il fratello
che non aveva mai avuto, aveva preferito evitare gli amici tutto il
pomeriggio a favore di un sano, e tristissimo, pomeriggio passato
sull'altalena del parchetto vicino a casa.
Gli
sembrava di essere ritornato ai primi anni della sua infanzia, quando
si era dovuto trasferire ad Osaka. I primi giorni passati all'asilo
della nuova città aveva passato intere ore in solitudine; tutti gli
altri bambini si conoscevano già e lo snobbavano così, spesso, si
ritrovava a passare i suoi intervalli in solitudine sull'altalena del giardino. Col
passare del tempo, però, era riuscito a farsi numerosi amici tra i quali Sasuke,
anche se quello non avrebbe mai ammesso di volergli bene.
Sempre a proposito di Sasuke, perché non era potuto
diventare amico di una persona normale? Aveva sentito dire, più
di una volta, che gli amici sono la famiglia che ti scegli.. ma col
cazzo! Quale persona con un minimo di amor proprio si sarebbe scelto un complessato del genere come amico? Nessuno, ecco chi!
Troppo preso da quei pensieri desolanti il ragazzo non si rese conto della presenza di un'altra protagonista dei suoi pensieri.
Cosa
ci trovava la dolce Hnata in un pazzo del genere? Lui ormai era caduto
da tempo nella trappola degli Uchiha e, a questo punto non aveva
più
via di scampo ma lei doveva riuscire a salvarsi dalla loro pazzia,
testardaggine, bastardaggine e chi più ne ha più ne metta.
-Naruto-kun?-
Al suono di quel dolce richiamo non poté fare a meno di
sorridere solare dimenticandosi, almeno per un paio di minuti, tutto il
suo malumore.
-Hinata-chan, cosa ci fai qui?-
-Ti ho r-riportato Trikki..-
Il
tempo di rendersi conto che, effettivamente, quello che teneva in mano
la dolce Hinata era proprio il suo adorato cappellino che la ragazza si
era già ritrovata fra le calde braccia del biondino mentre questo
urlava ringraziamenti ai quattro venti.
Poco importava se il
cappellino mostrava dei chiari segni di cuciture, era sopravvissuto
alla furia dell'Uchiha, e questo, per Naruto, era tutto ciò che
importava. Trikki sarebbe sicuramente passato alla storia come uno dei
combattenti per la patria più valoroso e fortunato di sempre.
-Hinata sei un'angelo! Il mio angelo!-
Hinata aveva
sempre fantasticato ad un momento del genere ed in tutte era consapevole
della sua debolezza e del suo conseguente svenimento ma ora che la
realtà era così vicina alla fantasia si limitava solo a
cercare di respirare. Naruto le stava
letteralmente togliendo il fiato.
Sì, qualcosa era decisamente
cambiato dentro di lei. Non si sarebbe mai stancata di vedere Naruto
ridere ma, forse, la sua priorità era cambiata. Ora ciò che più voleva
era salvare Sasuke dai muri che lui stesso stava creando tutto intorno
a sé. Per questo, nonostante quel momento fosse esattamente come lo
aveva sempre sognato aveva trovato la forza di allontanare Naruto da sé
e dirgli, a voce bassa ma sicura, tutto quello che non era riuscita a
dirgli da quella volta in classe quando lui e Sakura ancora non stavano
insieme.
Gli parlò di come la rendesse felice vederlo ridere, di
cosa provasse ogni volta che le parlava, che l'abbracciava o che le
sorrideva ma gli raccontò anche di come si sentisse ogni volta che
Sasuke la prendeva in giro, l'osservava e che l'aiutava.
Stranamente,
almeno per quella volta, il biondino, conosciuto come uno dei più
grandi chiacchieroni della storia del Giappone, era rimasto ammutolito
davanti a tutti quei sentimenti fino ad allora inconfessati e alla
consapevolezza di meritarsi, almeno in parte, tutte le accuse
silenziose dell'amico.
Come aveva fatto a non accorgersi di quello
che provava per lui la ragazza ma, ancora più importante, come aveva
fatto a non accorgersi dei sentimenti che pian piano si stavano
impossessando dell'amico? Come avrebbe fatto a diventare sindaco di Osaka se non
riusciva nemmeno ad aiutare il suo migliore amico?
-Hinata-chan, perché mi stai dicendo tutto questo adesso?-
E
a quella domanda più che legittima Hinata sapeva di non poter
rispondere con un semplice sorriso ma troppe parole sarebbero comunque
state inutili, soprattutto con uno come Naruto.
Ad essere sincere a quel punto Hinata sarebbe voluta andare
direttamente da Sasuke ma quando era passata davanti alla villetta dove
abitava
Menma i suoi piani erano cambiati perciò, anche se un po'
titubante, si era ritrovata a suonare il campanello di casa Namikaze.
-Hinata-chan! Cosa ci fai qui? sei venuta per concludere il nostro appuntamento?-
Menma
Namikaze anche se svegliato nel bel mezzo del suo pisolino pomeridiano
non si smentiva mai, c'era poco da fare, lui non era Naruto, e nemmeno
Sasuke.
-Ehi, Hinata tutto bene?-
Se pure un tipo come il giovane
Namikaze le aveva chiesto se andava tutto bene allora doveva sembrare
proprio sconvolta però, insomma, aveva appena fatto la cosa
più coraggiosa di tutta la sua vita: aveva affrontato il ragazzo
che le piaceva. Con un profondo respiro aveva raccimolato tutto il
coraggio possibile, e che le era rimasto dopo la chiacchierata con
l'altro Namikaze,
e si era inchinata davanti al ragazzo.
-Ti prego smettila di sfidare Sasuke-kun-
Dato
il silenzio che aveva seguito la sua affermazione pensava di essersi
sognata tutto, di non essere mai andata a casa di Menma per chiedergli
di lasciare in pace Sasuke, ma quando la fredda risata del ragazzo
raggiunse le sue orecchie sospettò di aver sopravvalutato la
sua parentela con Naruto. Menma non condivideva assolutamente
nulla con
Naruto se non il cognome e i lineamenti. Non era buon e genuino come il
cugino.
-Hinata, Sasuke è un bastardo, si può sapere perché lo difendi?-
-L-lui no è solo questo, ha anche molte altre qualità..-
-Certo, peccato che sia sempre troppo impegnato a comportarsi da stronzo per renderci partecipi del suo gran cuore-
La
ragazza non poté non sentirsi tirata in causa. Menma stava prendendo in
giro il ragazzo che la stava salvando da se stessa, non poteva
permetterglielo. Per questo, almeno per quella volta, decise di mettere
da parte le buone maniere impartitele fin da piccola a favore della
risposta sempre pronta insegnatele dagli Uchiha e, in particolare, da
Sasuke.
-Menma-kun, mi spiace d-dirtelo ma tu non ti stai comportando molto meglio-
Al suono di quelle parole inaspettate il ragazzo smise di ridere per guardarla tanto stupito quanto seccato.
-Accidenti, stare con quella marmaglia non ti fa bene.. e va bene, hai vinto ma in cambio voglio il bacio che mi devi-
Il
moretto non le lasciò nemmeno il tempo di pensare o anche solo
di capire quello che le aveva detto che le sue labbra erano già
attaccate a quelle morbide della ragazza.
-Perfetto, lascerò in pace Sasuke.. per ora-
E,
detto questo le chiuse la porta in faccia lasciandola ancora più
sbalordita e confusa. Certo quello, grazie a Sasuke, non era il suo
primo bacio ma non sopportava essere baciata a tradimento. Non
sopportava che qualcuno attaccasse le sue labbra con le sue come, solo
poco tempo prima, aveva fatto anche Sasuke. A dire il vero non
sopportava nemmeno essere usata come ripicca nei confronti di qualcuno
a cui voleva bene.
Sentì le lacrime che man mano iniziavano a farsi strada ma
cercò comunque di rimandarle indietro. Lei non poteva
piangere.
Sasuke dalla discussione avvenuta con l'idiota biondo si era rintanato
nella sua camera non permettendo a nessuno di entrarci, neanche al
povero Shikamaru. Tanto testa ad ananas ora che aveva fatto pace con
l'oca bionda non si sarebbe presentato molto presto a far valere il suo
diritto di entrare in camera.
Fondamentalmente non voleva essere così cattivo con Naruto,
voleva solo impedirgli di dire quello che pensava anche lui. Lui non si
stava affezionando a quella mocciosa e, soprattutto, lui non voleva
proteggerla, aiutarla, provare gelosia o voler anche solo stare con
lei. Lui non la sopportava, non la voleva vedere, voleva solo che se ne
tornasse dalla sua famiglia eppure, diversamente dagli altri, quando
aveva bussato alla porta della camera lui l'aveva lasciata entrare e le
aveva lasciato tutto il tempo che voleva per trovare il coraggio di
dirgli quello per cui era venuta. Si aspettava una frase riguardante
Naruto o il suo stupido cappellino per questo si era stupito
enormemente quando lei si era limitata a chiedergli di andare in
spiaggia per riprendere le lezioni di nuoto.
In quel frangente Sasuke, forse per la prima volta, mandò al
diavolo tutti i suoi pensieri precedenti, il suo orgoglio ed il suo
malumore per accontentare una persona che non fosse suo fratello o
Naruto.
Se non fosse stato un Uchiha probabilmente avrebbe riso alla vista
dell'erede degli importantissimi Hyuga mentre cercava di nuotare avanti
ed indietro in un personalissimo stile che era l'incrocio tra lo stile
a rana e quello a cagnolino.
Quel momento gli sembrava così stranamente giusto che, per quella volta,
aveva preferito far finta di non aver notato gli occhi lucidi con cui la
Hyuga si era presentata nella sua stanza ma ora una domanda più importante gli impediva di godersi quello spettacolo.
-Hinata, perché siamo qui?-
L'interpellata si raddrizzò in acqua e lo guardò confusa.
-Per insegnarmi a nuotare, no?-
A quel bisbiglio incerto Sasuke sbuffò spazientito. Figuriamoci se quella capiva al primo colpo.
-Sì, fino a lì c'ero ma come mai proprio ora? Ti ho detto
di andartene e, sono sicuro, che tu sappia anche del mio litigio con il
tuo preziosissimo Naruto quindi, perché siamo qui ora?-
Lo stesso sorriso dolce che poche ore prima aveva dedicato a Naruto ora
lo stava dedicando a Sasuke perché alla fin fine la risposta era
la stessa.
"Perché voglio potermi sentirmi libera di stare vicino a Sasuke-kun"
Perchè Hinata lo sapeva, se quel giorno era stata in grado di
affrontare i due Namikaze era merito soprattutto dell'Uchiha che la
stava aiutando a superare le sue paure.
Hinata non si stupì nemmeno troppo quando, con un elegante
sopracciglio alzato, lui le aveva fatto capire che quello che le aveva
detto per lui non aveva senso.
La sorpresa fu invece quando, una volta giratasi per riprendere i suoi
esercizi di nuoto, si sentì afferrare per un polso
ritrovandosi poi conto il petto muscoloso del suo interlocutore. Erano
ormai a pochi centimetri quando con voce roca Sasuke le bisbigliò un
chiaro "Hinata, permettimi di baciarti, per favore."
Era da mesi che viveva sotto lo stesso tetto degli Uchiha e, in questo
breve periodo, aveva avuto modo di vedere diverse sfaccettature di
ciò che era realmente Sasuke Uchiha e mai, mai aveva osato
immaginare che lui potesse chiedere il permesso per qualcosa, tanto meno
a lei.
Forse fu per la sorpresa, o per la situazione ma l'unica cosa che
riuscì a fare fu un debole cenno di assenso prima che le labbra
calde del più grande avvolgessero le sue con quanta più
delicatezza gli era possibile.
Gli unici baci che aveva dato, se si escludeva quello rubatela da Menma
poco prima erano quelli datele da Sasuke e questi non erano mai stati
neanche lontanamente dolci per questo quando sentì la lingua
dell'altro accarezzare le sue labbra con trepidazione ma senza la stessa
ferocia delle volte precedenti si bloccò impacciata senza sapere
come continuare. Per sua fortuna il ragazzo era a conoscenza della sua
inesperienza e, staccandosi per un attimo da lei le aveva sussurrato un
rassicurante "lasciati andare" e, quello, fu esattamente
ciò che fece Hinata. Quando le loro labbra si riunirono chiuse
gli occhi assaporando il contatto tra le loro labbra, accarezzando la
morbidezza dei capelli dell'altro e abbandonandosi completamente al suo
braccio destro che la sorreggeva mentre l'altro le si era appoggiato
dietro al collo in modo da impedirle di allontanarsi.
Quando si staccarono, anche grazie al sorrisetto sarcastico dell'Uchiha,
Hinata non potè fare a meno di arrossire e fare due passi
indietro finendo con l'inciampare e cadere in acqua.
E, sentendo quel "tsk" accompagnato da un divertito "stupida" Hinata
comprese che non le importava di quanto sarebbe potuto risultare
difficile ma non avrebbe mai permesso ad altre labbra di toccare le sue
come aveva fatto Sasuke.
Non so quanti anni avete, se
frequentate ancora la scuola e in che classe siete ma credo che
concorderete con me quando dico che la quinta superiore è un
incubo. Con questo non voglio giustificarmi, cioè, vorrei ma non
posso quindi vi prego di accettare le mie classiche scuse e di non
odiarmi.
Passando alla fan fiction, il motivo
per cui siamo qui,, finalmente c'è una vera svolta nella storia,
ed i nostri due protagonisti iniziano ad avvicinarsi veramente. Peccato
solo per Menma che continua a fare di testa sua ma cosa potrebbe
succedere se Sasuke scoprisse tutto? Sicuramente niente di buono ma non
vglio anticipare niente, anche perchè non saprei proprio cosa
potrei dirvi.. eh..
In ogni caso grazie a tutte coloro che continuano a seguire la storia
più o meno attivamente, siete delle sante, davvero. Vi voglio un
gran bene anche senza conoscervi ❤️
Oltre a questo volevo dirvi che ho appena
fatto twitter e, anche se non ho ancora capito come usarlo
correttamente vi lascio qui il contatto per contattarmi nel caso aveste
domande sulla fan fiction o anche che non centrano, sarei davvero
felice di rispondervi. Quindi beh, eccolo qui: @CriLovesChoco, sì lo so, sono fissata con il cioccolato .-.
Ora devo proprio scappare
perchè se mi beccano al computer è la volta buona che i
miei mi uccidono però non volevo proprio farvi aspettare un
altro giorno,spero di non deludere le vostre aspettative,
un bacione a tutti
Chocolatewaffel
|
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Capitolo 23 *** Di brutti segni e scoperte anche peggiori ***
sasuhina 21
Ciao a tutte.
Prima di tutto volevo dire un sincero ed enorme grazie di cuore a tutte coloro
che hanno letto fino ad ora questa storia e che l’hanno sostenuta. Siete
fantastiche, davvero.
Sinceramente non sono sicura di quante di voi
si ricordino ancora della mia storia e non sono nemmeno sicura che la seguiate
ancora però mi ero ripromessa di finirla perciò, nel bene o nel male, la
porterò avanti. In ogni caso chiedo scusa a tutte coloro che stavano aspettando
questo capitolo e non solo per il tempo trascorso ma anche perché non so
davvero come sia uscito. Temo davvero di non essere all’altezza delle
aspettative e del tempo passato. So che lo dico spesso ma ogni volta mi sento
sempre molto insicura sui capitoli che scrivo, in particolar modo su quelli di
passaggio. Comunque non voglio deprimervi oltre con le mie lagne perciò vi
lascio al capitolo ma prima un veloce riassunto.
“Hinata viene
considerata una persona debole e inadatta a ricoprire il ruolo di discendente
del potere economico degli Hyuga perciò il padre, uomo austero e piuttosto
fracassamaroni, decide di spedirla dagli Uchiha in modo rafforzare il suo
carattere. Qui la ragazza fa la conoscenza di diversi personaggi interessanti
tra i quali l’akatsuki al completo, banda di delinquenti composta da personaggi
piuttosto singolari, Shisui, Sasuke e Naruto. Nonostante l’iniziale cotta
stratosferica per quest’ultimo la dolce Hinata si ritrova ad avere una
complicata e non del tutto chiara relazione con Sasuke, conosciuto anche come “scoiattolino”
e “culo di papera”. A complicare ulteriormente questa “relazione” ci si metterà
anche Menma Namikaze che fa ancora l’offeso con Sasuke per avvenimenti accaduti
anni addietro. Hinata finalmente fa sentire la sua voce e si guadagna il
diritto di sentirsi chiedere per favore da Sasuke con tanto di bacio.”
Devo dire che
sembra un riassunto piuttosto logorroico e stile telenovela. Comunque, buona
lettura :D
-Capitolo
22-
Sasuke,
quella mattina si sentiva stranamente in pace con il mondo.
Il leggero
venticello che entrava dalla finestra lo accarezzava dolcemente mentre quei
fastidiosissimi uccellini cinguettavano alti nel cielo ma, stranamente, Sasuke non aveva la
comune tentazione di strozzarli uno ad uno. Sembrava proprio una di quelle
giornate che capitano solo una volta ogni morte di baka; giornate che, per
inciso, lui non aveva mai avuto l’onore di gustarsi.
Finalmente quello sarebbe stato l’ultimo giorno nel “paradiso del divertimento” perciò voleva godersi al massimo le poche ore di sonno che gli rimanevano prima
che qualcuno dei suoi fastidiosi compagni venisse a rovinargli anche quella
giornata. L'unico possibile problema di quel momento era costituito da quelle
braccia ancorate alla sua vita e l’incessante strofinio di una testa sulla sua
schiena.
Ancora immerso nel dormiveglia, e nei ricordi del giorno precedente, aveva dato
per scontato che solo una persona avrebbe potuto trovarsi nel suo letto, per
questo, ancora con gli occhi chiusi, si era voltato e le aveva lasciato una
casto bacio a fior di labbra.
Si era reso conto troppo tardi che infilarsi nel letto altrui,
purtroppo, non era un comportamento tipico della Hyuga perciò quando, una volta
aperti gli occhi, si era ritrovato davanti due occhioni azzurri che lo
scrutavano sconvolti non si era
sorpreso più di tanto. Questo, comunque, non lo aveva trattenuto dal tirare un
calcio nello stomaco a quel miserabile imbecille facendolo cadere dal letto
e, probabilmente, facendogli anche sbattere la testa contro il comodino.
Pazienza, il comodino era del sopracitato imbecille e la testa, beh, pure.
La scena, ovviamente, fu
contornata da un urlo disumano impreziosito da diversi epiteti molto coloriti
ma poco educati.
-Baka! Si può sapere cosa diavolo pensavi di fare?-
Il povero biondo, nonostante le urla e la capocciata che aveva dato contro il
comodino, contro il pavimento o contro tutti e due, non si era spaventato più di
tanto. Dopo anni di amicizia in cui aveva frequentato la famiglia di quello
scriteriato le cose che potevano spaventarlo erano davvero poche. Senza contare
che ultimamente stava frequentando anche una persona che, se possibile, era
anche più pericolosa di loro.
Che vita di
stenti.
Con un
adorabile, non per l’Uchiha, broncio aveva mugugnato qualcosa di simile a un “volevo
solo farmi perdonare”.
Sasuke con ancora il respiro pesante e gli occhi fuori dalle orbite si
trattenne dal tirargli la lampada, che teneva sottomano pronta ad ogni evenienza. Con
scetticismo osservò gli occhi lucidi, probabilmente per il dolore, dell'amico e
una domanda gli sorse spontanea.
-Ma sei scemo?-
Fra i due non era certamente l'Uzumaki a doversi scusare, a dir la verità, fra
i due raramente era il biondo a dover chiedere scusa.
-Sì, insomma, so che lo stronzo testa di cazzo sei stato tu, però ci conosciamo
da anni e ormai dovrei essere abituato alla tua bastardaggine. -
Sì, beh, ora però stava decisamente esagerando.
-E poi, a
dirla tutta, c’è anche un altro motivo per cui vorrei scusarmi..-
Sasuke
sapeva che quella conversazione non avrebbe portato a nulla di buono, lo
sapeva, però era mattina e Naruto gli aveva appena evitato la fatica di andare
a comprare altre birre per chiedergli scusa quindi: che male potevano fargli un
paio di stronzate in più? Avrebbe comunque avuto tutta la giornata per passarci
sopra.
-E
sentiamo, perché vorresti scusarti?-
-La mia
bellezza-
A quel
punto Sasuke era fortemente indeciso su quale reazione sarebbe potuta essere la
migliore: ridergli in faccia, tirargli un altro calcio o limitarsi a fargli
notare, gentilmente, quanto, ancora una volta, non ci avesse capito un cazzo.
Fu solo
grazie al pensiero delle birre risparmiate se il moretto optò per un sospiro
stanco e un neutrale “Naruto, lo sai vero che, senza offesa, mi fai schifo e da
sveglio non ti avrei ma, e sottolineo mai, baciato?”
-Oh, ma io
non mi riferivo a quello anche se, pensaci bene, tu mi hai già baciato.. dì la
verità, mi ami alla follia ma non hai mai trovato le parole giuste per..-
A quel
punto, come ci si poteva aspettare, il suo sproloquio fu bloccato da una lampada
atterrata sulla sua faccia.
-Non dire
stronzate, e poi sei stato tu a salire sul mio banco, imbecille!-
-Mi ha
spinto quello davanti!-
-Stronzate!
Faceva tutto parte del tuo piano!-
Gli occhi
di Naruto tornarono lucidi nel giro di pochi secondi.
-E ora si
può sapere che ti prende?-
-Tu.. tu
hai preso il mio primo bacio Sasuke-kun!-
Sasuke,
purtroppo, non aveva più niente di pesante a portata di mano perciò si dovette
accontentare di tirargli il cuscino.
-Imbecille!-
Forse,
neanche tutto il giorno sarebbe bastato per fargli superare quella marea di
idiozie che stava ascoltando.
Troppo
preso da queste considerazioni non si era nemmeno reso conto dell’espressione improvvisamente
seria di Naruto.
- Teme, ieri
ho parlato con Hina-chan o, meglio, ha parlato lei.. mi ha detto di quello che
provava per me e...-
-Naruto si
può sapere che cazzo vuoi? Mi hai svegliato solo per rinfacciarmi quello ho
detto sulla piattola rosa?-
Il biondino
guardò l’amico sbigottito. Sì, ok l’Uchiha non era mai stato una persona
particolarmente gentile nei soprannomi e non era nemmeno mai stato una di quelle persone
con cui si poteva parlare tranquillamente ma, diamine, questo scatto superava
quelli delle sue abituali crisi mestruali.
-Io.. volevo solo scusarmi per non essermene accorto prima. Tu sei il mio
migliore amico ed io ti ho fatto soffrire-
L’espressione
dell’altro passò velocemente dall’arrabiata al sorpreso con chiare tracce di
smarrimento e un malcelato disgusto.
-Ma sei
serio?-
-So che non
parliamo mai di queste cose ma se volessi parlare con qualcuno, beh, io ci
sono-
E, per
enfatizzare meglio il concetto, gli aveva appoggiato una mano sulla spalla
mentre l’altra era stretta a pugno vicino al cuore in segno di solennità.
Al moretto
ci vollero almeno 10 secondi per riacquistare la sua calma ma, quando ci riuscì,
lo sguardo omicida che ne uscì fu il migliore di sempre.
-Naruto, fammi un favore, sparisci-
Sasuke
sembrava irritato al punto giusto, forse era arrivato il momento di giocare la
sua arma segreta. Con il suo classico sguardo da “ingenuo sempliciotto
ritardato” alzò le mani in segno di resa mentre indietreggiava con stoica calma.
-Ok, ok.
Quindi non penso che, da migliore amico quale sono, dovrei dirti che poco fa
Menma è venuto a cercare Hina-chan ma se a te non interes.. –
Il
malcapitato non fu nemmeno in grado di finire la frase che si sentì urlare
qualcosa simile ad un “stupido idiota cosa aspettavi a dirmelo?"
A dirla
tutta non era così indispensabile portarlo al limite della sopportazione però,
dai cazzo, una soddisfazione ogni tanto se la meritava anche lui. Senza contare
il fatto che aveva irrimediabilmente deturpato il suo amato Trikki.
Hinata
quella mattina si era svegliata presto. A dirla tutta non aveva neanche dormito
così tanto e, questa volta, non era colpa dei calci di Ino quanto piuttosto di
quello che era successo la sera prima. Lei, Hinata Hyuga, aveva baciato Sasuke,
e questa volta lui non la stava prendendo in giro o almeno così sperava.
-L’alba è
davvero meravigliosa, non trovi?-
-M-Menma-kun?
Cosa ci fai qui fuori a quest’ora?-
- Vorrei
farmi perdonare per il disguido di ieri.. che ne dici di prenderci un caffè?-
-Oh..ehm.. g-grazie ma io non bevo caffè-
-Hyuga poche storie, era una scusa per uscire insieme.. ci stai?-
-Ehm, io.. in realtà vorrei provare a parlare con Sas..-
-Tranquilla, vado io ad avvertirlo, vedrai che ci darà la sua benedizione-
Si era già alzato pronto ad andarsene quando si sentì richiamare dalla dolce
voce della sua interlocutrice. Quando scocciato si era voltato a guardarla di
certo non si aspettava di vederla fissarlo con decisione.
-Menma-kun,
ecco, io, non p-posso uscire con te, mi piace un altro. PERDONAMI!-
E così
dicendo aveva fatto un profondo inchino nella sua direzione mentre stringeva convulsamente
i lembi della felpa.
Il silenzio
dei secondi seguenti fu rimpiazzato ben presto da una risata che di divertito aveva
ben poco.
-Non dirmi
che pensavi veramente che avessi una cotta per te? Hinata, l’unico motivo per
cui sto con te è per far arrabbiare quel culo a papera-
-Oh.. in
questo caso vorrei ricordarti che non mi interessa. Non voglio avere niente a
che fare con la tua vendetta. Sasuke-kun è un mio amico e non farei mai niente
per ferirlo.-
-“Amico”? Oddio,
non dirmi che non ti sei accorta veramente di..-
-Menma!-
Il ragazzo prima di voltarsi verso la fonte del richiamo
osservò sconvolto la mocciosa dagli occhi limpidi ricolmi di curiosità che lo
fissavano sinceramente stupiti.
Il richiamo
di Naruto gli aveva impedito di completare la frase, era possibile che quel evidente
sbaglio genetico fosse ovunque? Poco importava. Sasuke aveva preso una sbandata
per l’unica ragazza che non cadeva ai suoi piedi, senza contare il fatto che
fosse una delle ragazze più ottuse che avesse mai visto. Questo era il karma e se davvero il karma aveva deciso di farla
pagare a quel miserabile scarto della società allora il suo intervento sarebbe
stato superfluo quindi: perché faticare ulteriormente?
Menma
Namikaze, 19 anni, era davvero contento di potersi vendicare del suo acerrimo
rivale senza neanche faticare eppure, nonostante questo, non si sentiva veramente appagato. Mentre si
allontanava dalla spiaggia si era voltato per osservare quella corvina che lo
aveva respinto come mai nessun’altra aveva osato fare. Forse, un po’ capiva
come mai piaceva tanto a Sasuke; nonostante l’apparenza fragile non era
riuscita a spezzarla anzi, forse aveva ottenuto l’effetto contrario.
Perché suo
cugino, nonostante fosse notevolmente più stupido, era da sempre circondato da
delle persone così.. belle?
La dolce Hinata
quella mattina aveva assistito a diverse cose strane: sembrava che Menma si
fosse arreso, aveva visto Naruto, uno dei ragazzi più dormiglioni di sempre, in
piedi all’alba solo per accontentare la romantica Sakura e, cosa più
sconvolgente, aveva sentito una risata sincera, e diabolica, da parte del
sopracitato cugino del dormiglione.. anche se sospettasse che la stesse
prendendo in giro ma niente, niente, era comparabile alla stranezza di vedere
il perennemente imperturbabile Sasuke fiondarsi giù dalle scale con solo i
pantaloni della tuta con cui dormiva. E la cosa, se possibile, ancora più
strana era stata il vederlo fermarsi davanti a lei, fissarla per poi, senza
aggiungere altro, tornare lentamente in camera.
Per Sasuke
il viaggio di ritorno era stato un vero incubo. Hinata si era addormentata
sulla sua spalla dopo neanche 10 minuti dalla partenza e lui non aveva avuto
abbastanza voglia per svegliarla così ora si ritrovava con un mal di spalla
allucinante. Ok, forse stava un po’ esagerando, la spalla non gli faceva così
male, non quanto la testa perlomeno. Naruto aveva abbaiato per TUTTO il viaggio
il che, già di per sé era irritante ma se, a questo, aggiungiamo anche il fatto
che urlasse stronzate con conseguenti starnazzate da parte delle due oche
allora si sorclassavano tranquillamente i limiti dell’umanamente accettabile.
Con queste
premesse il desiderio di Sasuke di tornarsene a casa era comprensibilissimo per
questo, appena si erano fermati davanti a casa aveva svegliato la tizia
dormiente sulla spalle con un davvero poco raffinato “dì un po’ Hyuga, ti
sembro il tuo dannatissimo cuscino?” per poi fiondarsi fuori dalla macchina
seguito da una fragorosa risata accompagnato da un fastidiosissimo “dice così
però ha aspettato di arrivare per svegliarti”.
Stupidissimo
usuratonkachi. E lui che prima di salire in macchina gli aveva persino fatto le
sue scuse. Sempre che un cenno del capo contassero come scuse. Stà di fatto che
si era ripulito la coscienza quindi il dobe non aveva più nessun motivo per irritarlo.
Dopo aver preso sia il suo bagaglio che
quello di Hinata, se lo avesse lasciato prendere a lei ci avrebbe messo una
vita, l’aveva aspettata per entrare ma si era visto seguire da tutta la
comitiva.
Pessimo segno.
Segno che lo aveva portato a spalancare la
porta di casa solo per ritrovarsi metà clan in casa che gli urlava “buon
compleanno”, come se trovarsi la casa occupata da personaggi rumorosi fosse un buon modo per festeggiare.
Ci era voluta quasi mezzora prima di
riuscire a liberarsi dagli abbracci stritolanti delle donne e le pacche
soddisfatte degli uomini. “Ogni giorno che passa diventi sempre più degno del
cognome che porti” e allora perché, nonostante questi riconoscimenti, si
ritrovava ancora a doversi nascondere da sua madre per potersene stare in pace?
Ma soprattutto, perché gli Uchiha si
devono riprodurre come conigli? Maledizione, sono davvero troppi, bisognerebbe
fare una cernita e liberarsi di quelli inutili, vedi Shisui.
Non sapeva da quanto era sdraiato
tranquillo sul suo letto a rimuginare sui modi per occultare il cadavere di
Shisui ma dopo poco sentì un leggero bussare alla porta. In una casa piena di megalomani, sì ammetteva anche lui che spesso gli Uchiha avevano problemi con il proprio ego, quella poteva essere
solo Hinata. Era indeciso se darle il permesso per entrare o se aspettare di
vedere se sarebbe entrata da sola. Non gli ci volle molto per rendersi conto che lei, da sola, non sarebbe mai entrata nella sua stanza.
Hinata stava per andarsene così, prima ancora che potesse rendersene
conto, aveva spalancato la porta, aveva trascinato dentro la ragazza e aveva
richiuso la suddetta porta controllando velocemente che nessuno li avesse
visti.
-Cosa ci fai qui Hyuga?-
Hinata era appena arrivata ma già Sasuke avrebbe
voluto ribaciarla. Maledizione, com’era possibile che una ragazzina pudica e
fastidiosa come la Hyuga gli facesse quell’effetto?
-Io.. è la tua festa ma tu non c’eri..
Mikoto-san si potrebbe arrabbiare se scoprisse che te ne sei andato e..-
L’immagine imbarazzata della ragazza
accompagnata dalla sua voce gli stavano bastando a fargli dimenticare tutto
l’astio provato verso il mondo fino a quel momento. Dannata ragazzina e dannato
lui. Si stava rammollendo come uno dei suoi stupidi amici o, peggio ancora, come
il dobe.
Nonostante questa consapevolezza Sasuke
cercò di avvicinarsi comunque alla fonte del suo malessere ma, questa, rispose automaticamente
con altrettanti passi per allontanarsi da lui. Questo, almeno, fino a quando
non si era ritrovata bloccata fra lui e la porta.
Quando si diceva “mettere in trappola la
preda”.
-Ti preoccupi per me piccola Hyuga?-
Vedendola sgranare gli occhi sorpresa
prima di ripuntare lo sguardo sulle sue povere mani martoriate persino uno come
lui si ritrovò a provare un po’ di pena per lei. Momentaneamente rassegnatosi
al suo nuovo carattere da bonaccione rammollito, era solo per la stanchezza, allontanò
la bocca dall’orecchio della ragazza. Non era certo del motivo ma sospettava
che prima di poterla avere tutta per sé sarebbe dovuto passare ancora un bel
po’ di tempo.. non che la cosa gli interessasse comunque.
In un momento la sua maschera
imperturbabile era tornata.
-E, sentiamo, sei venuta qui solo per
questo?-
Sentendo quella domanda la ragazza aveva
alzato la testa di scatto puntando i suoi occhi in quelli del ragazzo ricominciando
a torturarsi le dita con ancora più enfasi. Solo un flebile “scusa se non ti ho
ancora preso il regalo ma prometto che rimedierò intanto.. c’è qualcosa in
particolare che potrei fare per te?” lo aveva distratto da quegli occhi. Almeno
si rendeva conto di quanto diavolo potesse essere fraintendibile quando parlava
in quel modo? O forse era solo lui che stava impazzendo. Insomma, per starle
dietro aveva dovuto rinunciare a un sacco di valvole di sfogo quindi poteva anche capirsi.
Stupida mocciosetta.
-Dormi con me-
-C-cosa? I-io non credo di p-pote..-
-Non era una richiesta e, giusto per
chiarire, non me ne faccio niente di uno stupido regalo quindi non sprecare
nemmeno i soldi-
Se avesse saputo, o anche solo sospettato,
della calamità che lo attendeva già dal giorno seguente le avrebbe chiesto un
portamonete.. o un libro.. o qualsiasi altra stronzata che gli avrebbe potuto
evitare quella sciagura.
Fanculo i legami di sangue, lui li
avrebbe uccisi entrambi.
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