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di Chocolatewaffel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** La metro non perdona ***
Capitolo 3: *** Non sei stupida.. ***
Capitolo 4: *** Hakodate ***
Capitolo 5: *** Il 5 Maggio ***
Capitolo 6: *** Auguri nii-san ***
Capitolo 7: *** Pianti notturni ***
Capitolo 8: *** Gelosia ***
Capitolo 9: *** Baci, lacrime e ripensamenti ***
Capitolo 10: *** Quando la paura ti fa fare cose stupide ***
Capitolo 11: *** Terrore in villa Uchiha ***
Capitolo 12: *** Nuove alleanze ***
Capitolo 13: *** Sei un mostro ***
Capitolo 14: *** Confusione ***
Capitolo 15: *** Allucinazioni? ***
Capitolo 16: *** Festival e pungenti polemiche ***
Capitolo 17: *** Coraggio e integrità morale ***
Capitolo 18: *** Piani malefici organizzati da persone testarde ***
Capitolo 19: *** Un nuovo incontro ***
Capitolo 20: *** Problemi karmici dal passato ***
Capitolo 21: *** Tra scherzi innocenti e sanguinose vendette ***
Capitolo 22: *** Il coraggio di prendere in mano la propria vita ***
Capitolo 23: *** Di brutti segni e scoperte anche peggiori ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


sasuhina Salve a tutti e buon Natale, anche se leggermente in ritardo.
Che dire? Amo profondamente il Sasuhina, per quanto sappia che Hinata non abbia occhi che per Naruto, e che Sasuke ha in mente solo la vendetta, senza contare che, praticamente, non si sono mai rivolti la parola. Eppure li trovo semplicemente adorabili insieme. Per quanto riguarda le altre coppie invece non ho ancora deciso e mi piacerebbe sentire un vostro parere.. bah
A parte questo ci tengo a precisare che ho provato a mantenere il carattere dei personaggi il più possibile simile agli originali ma, essendo in un altro universo, senza guerre e senza tutti i morti che ne derivano, l'operazione potrebbe risultare pressoché inutile. Tra l'altro penso che senza la morte del suo clan Sasuke sarebbe diventato veramente un po'.. truzzo (?).. Non so, magari sono troppo di parte..
Coooomunque, dopo questo sproloquio inutile vi lascio alla storia. Premetto che questo è solo un prologo, ed anche piuttosto corto ma spero lo stesso che vi piaccia.

Ovviamente, i personaggi non mi appartengono me sono esclusivamente di Kishimoto



                                       -L'inizio di tutto-

Il viaggio in aereo era stato lungo e stancante. Trovarsi in un aeroporto affollato come pochi era stato disorientante e snervante. Ma tutto ciò non era niente in confronto a quello che stava passando in quel preciso istante.
Dopo essere stata sballottata per mezzo continente lei, Hinata Hyuga, figlia di uno degli uomini più ricchi della nazione, si era ritrovata in una casa praticamente sconosciuta abitata da persone altrettanto sconosciute. In più, come se tutto ciò non fosse abbastanza, davanti lei c'era un ragazzo con lo sguardo tutt'altro che amichevole che la guardava come se fosse stata poco più di un insetto. Fortunatamente, o almeno credeva, accanto al suddetto si trovava un ragazzo poco più alto che le sorrideva gentile e pacato.
L'uomo che era venuto a prenderla in aeroporto, nonché padre dei due giovani, le appoggiò con decisione una mano sulla spalla risvegliandola dai propri pensieri e fece le presentazioni.
-Allora Hinata, quello più grande è il mio primogenito, Itachi, mentre l'altro è Sasuke. Ragazzi lei è Hinata, la ragazza di cui vi ho parlato-
La ragazza accennò un lieve sorriso imbarazzato e fece un goffo inchino mormorando un lieve "piacere".
Il maggiore dei due rispose con sicurezza all'inchino allargando ulteriormente il suo sorriso. 
Il minore invece l'aveva scrutata per attimi interminabili poi, con sguardo di sufficienza aveva ghignato e dato mostra delle sue ottime capacità relazionali.
-Tsk, e così tu saresti l'inetta ripudiata dal padre?-
Tutti i presenti in quella stanza spalancarono gli occhi sconcertati aspettandosi uno spargimento di sangue ma la giovane, con sorpresa di tutti, si limitò ad arrossire ulteriormente e a fare un altro inchino.
-I-In realtà s-sono stata mandata qui p-per formarmi il carattere in modo da poter prendere in mano l'azienda di famiglia i-in futuro..-
Il ragazzo  alzò un sopracciglio seccato, quella tizia lo stava decisamente seccando, non la voleva. Insomma, lei non era capace a tirare fuori le palle e lui, povero cristo, doveva rimetterci? E cchecazzo -Non ci ho capito un "h". Non riesci ad alzare la voce?-
-Adesso basta. Sasuke smettila di fare il solito scorbutico-  
Mikoto Uchiha, che fino ad allora era stata alle spalle della ragazza, era intervenuta nella discussione e, con sguardo severo aveva ripreso il secondogenito. Era mai possibile che suo figlio fosse sempre così maleducato?
-Mpf-
-Vieni Hinata, ti mostro la tua camera-
Sorrise dolcemente alla corvina cercando di incoraggiarla ma, come risposta, ottenne solo un leggero sorriso di circostanza.
Appena le due donne si furono allontanate Itachi diede un coppino al fratello
-Così rimarrai solo a vita Otouto-
-Tanto meglio-
E, mentre anche i due ragazzi tornavano a svolgere le loro attività, Fugaku sospirò pesantemente chiedendosi se, accettare la richiesta dell'amico Hiashi, non fosse stato solo un enorme errore. 

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Capitolo 2
*** La metro non perdona ***


sasuhina cap 1 Buona giornata a tutti cari effepipiani (?), inizio ringraziando tutti quelli che hanno messo la storia tra le "seguite", "preferite" o "ricordate". Inoltre un grazie particolare va a chi a recensito, mi avete reso davvero davvero felice.
Prima di lasciarvi alla storia ho un paio di chiarimenti da fare. Questo capitolo l'ho suddiviso tra il "presente" dei nostri personaggi ed il "passato"mentre i capitoli seguenti tratteranno solo del passato, che per questa ff trovo più comodo. Per l'inizio, invece, mi sembrava quasi scontato adoperare questa soluzione, in modo da indicare il punto a cui dovrò arrivare. Spero di essere stata chiara, anche se conoscendo le mie doti di spiegazione la vedo dura..
Un'ultima cosa, per quanto riguarda gli aggiornamenti non posso fare promesse sulla loro puntualità anche se pensavo di pubblicare almeno una volta alla settimana, o, al massimo, ogni due. Sappiate che mi metterò d'impegno per riuscirci. Questo capitolo ho deciso di pubblicarlo prima, perdendo così giorni preziosi per la sua revisione, perché fino a circa giovedì prossimo non potrò aggiornare e mi sentivo in colpa a lasciarvi con solo quel mini prologo..
Comunque, la smetto di assillarvi e.. buona lettura!
P.S. scusate anche per i titoli, però quando mi vengono in mente mi sembrano geniali.. eh.. ignorateli.


                                                             -La metro non perdona-


La sveglia ormai era già suonata da circa dieci minuti eppure, non riusciva proprio ad alzarsi. Il giorno prima era andata letto tardi e, ora, ne pagava le conseguenze; nonostante questo, però, tutti quei pensieri che le vorticavano in testa erano in omaggio. Un omaggio che avrebbe preferito non avere. Avrebbe dato di tutto per essere di nuovo a Tokyo, a casa sua, con i suoi quattro amici, e senza problemi, esclusi quelli del suo carattere, ovviamente. E invece no, ora si trovava ad Osaka, in un letto distante circa 500km dalla sua camera e con sei ore circa di viaggio a separarla dai suoi amici. Beh, oddio, le sei ore la separavano anche dalle manie di perfezione di suo padre, il che, in se per se, non era un male. Ok, mettiamola così: se Sasuke non fosse stato Sasuke, se Itachi fosse stato leggermente meno ficcanaso, se Naruto fosse stato meno splendente, e un po' meno stupido, sarebbe andato tutto bene fin dall'inizio..


Quello sarebbe dovuto essere il suo primo giorno nella nuova scuola. Aveva passato la nottata ad autoconvincersi, inutilmente, che sarebbe andato tutto bene ma, mentre guardava le porte della metropolitana chiudersi, separandola da Sasuke, le sue paure si fecero più incalzanti. Per quale assurdo motivo, mentre lei era ancora sul marciapiede, il ragazzo che avrebbe dovuto accompagnarla a scuola si trovava sulla metropolitana e la guardava impassibile?
Con una calma che non le apparteneva era andata a sedersi su una delle panchine e, mentre gli occhi avevo già iniziato ad inumidirsi, con tutto l'autocontrollo di cui disponeva si impose di mantenere la respirazione regolare. Non poteva andare in iperventilazione dopo neanche una settimana che era lì. Avrebbe chiamato Itachi, lui l'avrebbe sicuramente aiutata. O almeno questo era quello che sperava; con gli Uchiha non si poteva mai essere sicuri di qualcosa.

Doveva ammettere che l'auto di Itachi non era male, certo, non era come le limousine a cui era abituata, ma neanche come quella metropolitana piena di gente che avrebbe dovuto prendere come alternativa.
-Cosa vorrebbe dire che "Sasuke ha preso la metro lasciandoti sul marciapiede"?-
-E-ecco, io, n-non sono stata abbastanza veloce da salire che le porte si sono chiuse..-
-E lui?-
-P-penso non s-se ne sia accorto-
Doveva assolutamente smetterla di torturarsi una ciocca di capelli quando diceva un bugia, altrimenti lo avrebbero capito anche loro; a casa la scoprivano sempre a causa di quel suo piccolo tic. Il fatto era che non voleva ammettere ad Itachi che Sasuke l'aveva bellamente ignorata e che, mentre lei correva cercando di salire sul vagone, lui l'aveva guardata indifferente dal vetro.

-Mio fratello è un imbecille-
Magari non proprio un imbecille, solo un po' maleducato, menefreghista e cinico..


Quando a scuola, pensando di aver superato il peggio, si era tranquillizzata Naruto Namikaze, 1,75m  di energia per 58,9kg di stupidità, si abbatté prepotentemente contro la povera Hinata, un misero metro e sessanta di timidezza e circa 45kg di dolcezza. Lo spiaccicamento della ragazza contro il pavimento fu inevitabile.
-Oh, accidenti scusa, non ti avevo visto il fatto è che..-
-Naruto!-
A distrarlo dai suoi pensieri ci pensò la voce della preside. Con 1,63m di irritazione e 48,9kg di aura malefica, Tsunade Senju, nonché direttrice della scuola, si stagliava sui due ragazzi scrocchiando le nocche.
-Come mai non sei ancora in classe?-
Il povero ragazzo perse immediatamente tutto il suo coraggio, quella donna quando si arrabbiava faceva davvero, davvero, davvero tanta paura.
-Baa-ch..-
Un poderoso pugno si era adagiato in modo tutt'altro che delicato sulla sua testa impedendogli di finire la frase. A salvare il povero malcapitato da altre dolci pugnetti affettuosi della donna ci pensò, inconsapevolmente, quella ragazza somigliante ad un angelo.
-E-ehm.. s-scusate...-
-Oh, sì certo. Hinata questo è Naruto, Naruto questa è Hinata Hyuga, la tua nuova compagna di classe. Ci pensi te a presentarla al professore?.. Io ho delle pratiche da sbrigare..-
-Bere sake non è una prat..-
Un pugno più forte del precedente mandò il ragazzo contro il muro, formando una lieve crepa nel punto in cui aveva sbattuto la testa il biondino. Imprecando a voce bassa, ma neanche troppo, la donna si diresse verso il suo ufficio, incurante dei traumi che aveva appena provocato alla sua nuova alunna; senza considerare il trauma cranico causato al biondino.
Quel decerebrato di suo nipote non avrebbe mai imparato a comportarsi nel modo giusto con le persone più mature di lui. Tutta colpa di quello sconsiderato del padrino che si ritrovava. Insomma, quale essere vivente di sesso mashile, nonostante avesse una moglie fantastica come lei ad attenderlo a casa, o al massimo al bar, preferiva spiare le ragazze nei bagni termali? Solo un maniaco decerebrato, anche più del nipote, ecco chi.

Mentre la donna si perdeva nei suoi ragionamenti, la Hyuga, ripresasi dallo shock, si era avvicinata al suo nuovo compagno di classe per controllare che fosse ancora vivo.
-T-tutto bene?-


Bastò quel flebile sussurro a riportarlo alla realtà. Beh, a dire il vero non si era rianimato così velocemente. All'inizio aveva visto solamente una lunga chioma corvina, poi, pian piano, era riuscito a focalizzare due occhi così chiari da sembrare due perle che lo guardavano con preoccupazione e solo alla fine aveva notato il fazzoletto di raso lilla che gli stava porgendo. Quella ragazza sembrava davvero un angelo. Con un balzo si rimise in piedi ed iniziò a grattarsi la testa imbarazzato.

-Io sono Naruto Namikaze, il futuro sindaco della città!-
Con un sorriso pieno di fiducia si indicò col pollice della mano libera.

Ecco, se ignorava il dolore alla testa riusciva anche a sembrare abbastanza baldanzoso. Con sicurezza le porse la mano che lei strinse delicata.
-Piacere Hinata-
-Quindi saremo in classe insieme? Perfetto.. Non vedo l'ora di farti conoscere gli altri, penso ti troverai bene sai..-
Ormai il biondino aveva iniziato a sproloquiare tranquillamente, anche solo pensare di poterlo fermare era da pazzi.


Era ancora assonnata quella mattina, ultimamente si sentiva sempre stanca. Quando scese per andare a fare colazione trovò Sasuke già in cucina che l'aspettava. Questo, sentita la presenza silenziosa della ragazza, aveva alzato a malapena gli occhi dal libro per darle il buongiorno. Come faceva ad essere sempre così mattiniero? A volte le veniva persino il dubbio che andasse a dormire..


Quella mattina si era preparata alla velocità della luce, non vedeva l'ora di rivedere quel ragazzo biondo pieno di vita che le aveva rubato il cuore. Velocemente scese le scale ma, solo quando arrivò in fondo si accorse della presenza di Sasuke. Era lì appoggiato al muro con la sua solita aria annoiata.
-Finalmente ti sei degnata di scendere-
-S-sì, scusa. Non pensavo mi aspettassi..-
-Hanno minacciato di lasciarmi senza cibo. In ogni caso è solo per oggi-
-Oh.. g-grazie-
Ok, ora capiva perché il padre l'aveva mandata via di casa. La ragazza gli sorrise e, sembrava persino essergli veramente riconoscente. Era dolce e innocente, due qualità inutili, se non controproducenti, per il suo futuro ruolo di capo in un clan tanto importante e ricco quali gli Hyuga.
Con un sonoro sbuffo le diede le spalle ed uscì di casa.

La scena si stava ripetendo esattamente come il giorno precedente. Le porte si stavano chiudendo e lei era ancora lontana dalle porte. Nel mentre Sasuke guardava la scena con somma indifferenza, d'altronde non era lui quello che rischiava di perdere la metro, di nuovo. Ormai si era convinta di dover richiamare Itachi quando Sasuke tenne aperta la porta facendole guadagnare qualche secondo. Secondi che lei stava prontamente per sprecare tanta era la sorpresa. "Muoviti". Sentendo quella voce così glaciale impose alle proprie gambe di muoversi e, con una rapida corsetta, riuscì a salire sul vagone appena in tempo.

Un gemito di dolore la riportò alla realtà. Leggermente spaventata si voltò trovando un Sasuke più alterato del solito intento a storcere la mano di un pover'uomo di mezza età.
-S-Sasuke?-
-Questo pezzo di merda stava per toccarti il culo-
Tralasciando il linguaggio decisamente poco poetico non poté trattenersi dal sorridergli. Dopotutto era stato dolce a difenderla.
-Mi scusi, la prego.. io-
La voce disperata dell'uomo la fece desistere dal tornare nel suo mondo dei sogni.
-Sasuke lascialo, così rischi di rompergli la mano..-
-E quindi?-
-Sasuke..-
-Tsk, sei sempre troppo buona. E in quanto a te..-
Lo sguardo che gli si era lievemente addolcito guardando la corvina tornò immediatamente di ghiaccio quando si rivolse nuovamente all'uomo
-.. se non sai tenere le mani al loro posto non andare in luoghi affollati o, la prossima volta che ti vedo, la mano rotta sarà la cosa più indolore che ti capiterà. Tutto chiaro?-
Nonostante l'uomo stesse sudando freddo, e a lei non piacesse vedere le persone soffrire, non riuscì proprio a trattenere un lieve risolino. Sasuke le diede un'occhiataccia ma non osò commentare; lui stesso si stupiva di come fosse diventato protettivo nei confronti di quella ragazzina sempre pronta a cacciarsi in qualche guaio. Senza dirle niente la prese per un braccio e la trascinò fino ad un angolino vicino ad una delle porte, dove la imprigionò fra le sue braccia.
-Sembri divertito..-
Ghignò vedendo quella leggera luce di malizia negli occhi della ragazza. Era sicuro che quando si erano conosciuti quella  scintilla non ci fosse. Chissà se suo padre sarebbe stata fiera di lei..

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Capitolo 3
*** Non sei stupida.. ***


sasuhina 3 Inizio col ringraziare tutti quelli che hanno letto, messo le storie tra preferiteseguitericordate e, soprattutto, chi ha recensito (I love you guys <3 ). Inoltre, ci tenevo a darvi gli auguri di buon anno, visto che nello scorso capitolo me ne sono dimenticata. Scusate..  
Aaaaaallora, in questo capitolo vedremo un Sasuke lievemente più gentile, inizierà la sua ascesa verso la dolcezza ed un mondo migliore..
Sì, ok. Il freddo mi ha dato alla testa.
Ondevitare altri sproloqui inutili vi lascio direttamente alla storia, buona lettura :D


                       -Non sei stupida-


Era appena suonata la campanella, quando il suo banco venne letteralmente travolto da una rossa tutto pepe. Karin Uzumaki, nonché cugina del ragazzo per cui aveva completamente e totalmente perso la testa, le si era fiondata contro. Quella mattina aveva avuto un incontro ravvicinato con Sasuke e, ora, non vedeva l'ora di raccontare tutto alla dolce corvina. E' vero, la conosceva da poco più di una settimana eppure si fidava ciecamente di lei e poi, se tutto fosse andato secondo il suo malefico piano, sarebbe diventata presto la sua cugina acquistata. Sempre che si dicesse così; avrebbe dovuto informarsi..
La voce di quel grand'uomo che era Sasuke, nonché loro capoclasse, le impedì di perdersi in uno dei suoi soliti viaggi mentali. Prima di correre al suo posto Karin riuscì solamente a fare un gesto veloce con la testa per fare capire a Hinata che avrebbero continuato dopo la loro chiacchierata.
- Kiritsu.. kiwotsuke.. yumi.. chakuseki-*
Quando tutti si furono seduti il professore scrutò attentamente tutti i suoi alunni per poi lasciarsi andare ad un sorriso leggermente sadico. O almeno pensava che fosse così, visto che la mascherina gli copriva metà volto non poteva esserne del tutto certa.
-Come avrete certamente notato la settimana scorsa sono stato assente..-
Dal fondo dell'aulo potè distinguere chiaramente la voce di quella testa quadra di suo cugino che borbottava qualcosa simile ad un "ed io che pensavo fosse solo uno dei suoi ritardi".
-.. e come certamente avrete notato abbiamo dovuto saltare la verifica a sorpresa della settimana scorsa, quindi..-
Nella classe iniziò a levarsi un leggero brusio e, mentre alcuni prendevano i libri nel disperato tentativo di memorizzare qualcosa, gli altri iniziarono a pregare affinchè qualche Dio impedisse al professore di terminare la frase.
-..  la faremo oggi!-
Per mezzo secondo ci fu un silenzio surreale, che venne prontamente interrotto da Naruto.
-Ma non può farlo! E poi c'è la nuova alunna!-
Il professore lo guardò con sguardo di sufficienza mentre inizava a distribuire i fogli.
-Tanto meglio, almeno valuteremo le sue conoscenze. Ora seduto e zitto.-

Ora capiva cosa provava suo cugino ogni volta che prendeva un'insufficienza..
Però, lui dopo andava a casa del suo migliore amico, nonché il suddetto figo da paura, a "studiare" o, come lo definiva il moretto, a "rompere i coglioni sperando che un qualsivoglia concetto si memorizzi in una testa completamente vuota". Bene, se lo poteva fare lui, allora lo avrebbe potuto fare anche lei con la sua nuova grande amica; che poi questa vivesse sotto lo stesso tetto di Sasuke era solo una coincidenza. Alla faccia di quella truzza coi capelli rosa.
-Ehi Karin ogg..-
-Non ora squaletto da quattro soldi, ho da fare! Muahahahahhahahahahah-
-Ehi strega dei miei stivali!-
Suigetsu, il ragazzo dai capelli bianchi, sbuffò rassegnato; l'avevano persa. Ma per quale dannato motivo tutte sbavavano, letteralmente parlando, dietro a Sasuke?
Un loro compagno di classe dai capelli arancioni gli si affiancò e gli appoggiò con fare consolatore una mano sulla spalla, mentre con l'altra mano accarezzava un uccellino che gli si era posato sulla spalla
-..ehi Juugo, quel coso cinguettante da dove sbuca?-
-si chiama "Piumino",un mio nuovo amico-
-.. ehi Juugo, perché la vita è così crudele?-
Il ragazzo per una manciata di minuti rimase perlpesso alla domanda dell'amico. Non aveva ben capito se la domanda si riferisse a Karin, la sclerata nonché loro migliore amica, che correva dietro a Sasuke o a "Piumino". Oh beh, in realtà non gliene fregava poi molto di capire quel fissato della fauna ittica.

Ed eccola, finalmente era lì. Davanti al cancello di casa Uchiha e, questa volta, non c'erano quei due guastafeste di Suigetsu e Juugo. C'erano solo lei, Sasuke-kun e Hinata. Beh, per Hinata non era un problema, si era portata dietro Naruto apposta. Tutto sarebbe andato esattamen..
-K-karin? Potresti far sparire l'aurea malefica che ti circonda e quello sguardo inquietante? Mi turbi..-
La ragazza, ignorando deliberatamente il non-complimento del cugino, lo raggiunse piroettando e, con fare cospiratore, gli circondò le spalle col braccio.
-Narutuccio adorato, tu non immagini nemmeno quanto dovrai essermi riconoscente dopo oggi..-
Il ragazzo, impaurito dalla risata malefica della rossa si affrettò a suonare il campanello. Ma perché a sua cugina doveva piacere proprio il suo migliore amico?
Ad aprirgli fu proprio il minore degli Uchiha che, dopo uno sguardo stranito alla sclerata che rideva dietro di lui, tornò ad avere la sua solita aria alla "Uchiha".
-A quanto pare oggi c'è una vera e propria invasione.-
-Eh?-
-Dai entrate. Gli altri sono tutti di là.-
I due cugini si guardarono incuriositi. Altri? Quali altri?
Se fino a due secondi fa la speranza di coronare il suo sogno d'amore era a pochi di centimetri di distanza ora, beh, ora era così lontano che non sarebbe riuscito a vederlo neanche con un telescopio. Per quale assurdo motivo Suigetsu era spaparanzato sul divano a leggersi una rivista mentre Juugo rideva sommessamente con Hinata, quella che sarebbe dovuta essere una sua complice? Ma, soprattutto, perché quella cozza rosa era seduta di fronte a Juugo mentre la guardava sorridendo compiaciuta? Oh, ma lei avrebbe trovato il colpevole e gliela avrebbe fatta pagare cara, mooolto..
-Sakura-chaaaaaaaaaaaaaan-
Prima che il biondino riuscisse a buttarsi sulla sua eterna rivale gli tirò un cazzoto in testa. Che cosa aveva fatto di male per non avere neanche il cugino, sangue del suo sangue, dalla sua parte?
-Bene, io vado, quando ve ne andate sistemate tutto-
Sakura alle parole del moro si alzò veloce e lo affiancò con un dolce sorriso sulle labbra.
-Vengo con te-
-No-
-M-ma..-
-Siete qui per Hinata, o sbaglio?-
Mi spiace carina ma ormai è chiaro. Il karma esiste.
Quando sentirono la porta della camera di Sasuke chiudersi le due ospiti si guardarono con sguardo omicida.
-E tu cosa ci fai qui?-
-Sono venuta per ripassare con Hinata-chan, proprio come te..-


Quando Itachi tornò dall'università trovò nel soggiorno una ragazza dai capelli rossi tirare i capelli ad una rosa mentre l'altra le mordeva un braccio con foga. Il ragazzo coi capelli bianchi, invece, aveva arrotolato una rivista in modo da poterla usare come megafono per le sue, alquanto rumorose, incitazioni. In mezzo a quel casino la dolce Hinata faceva la spola tra le due amiche e il canuto chiedendo alle due di smetterla e all'altro di abbassare la voce per non disturbare i vicini. Solo alla fine notò un altro amico del fratello seduto compostamente, come se la situazione non lo turbasse minimamente, mentre accarezzava un cane. Ora, la domanda sorgeva spontanea; quel cane da dove arrivava?
Con movimenti di una lentezza calcolata tossì in modo da segnalare la sua presenza. Tutti si fermarono, e fu sicuro di vedere la Hyuga tirare un sospiro di sollievo seguito subito dopo da un forte rossore sulle guance.
-Si può sapere cosa succede qui?-
Anche se la domanda era rivolta a tutti, a tentare una risposta fu solo la povera Hinata. Insomma, era stata scelta nella silenziosa unanimità come possibile vittima da immolare.
-Ec-ecco.. io.. m-mi spiace-
Nel vederla così in difficoltà quasi si pentì di non essersi diretto subito in camera sua, facendo finta di non aver visto niente. Con l'indice e il medio picchiettò sulla sua fronte in mondo che rialzasse la testa e che potesse vedere il suo sorriso incoraggiante.
-Dov'è Sasuke?-
-I-in camera-
Non riuscì a risponderle che un uragano biondo entrò in casa urlando che aveva comprato del ramen per festeggiare il "pomeriggio studio".


Non c'era niente di meglio di una bella doccia calda per rilassarsi dopo una giornata del genere. Quei tizi, che insistevano a definirsi suoi amici, gli avevavo occupato il salotto per tutto il pomeriggio facendo una casino dell'accidente e impedendogli di studiare. E tutto per colpa della Hyuga; da quando era arrivata aveva causato solo guai. E allora, se continuava a ripetersi che non la sopportava, perché anche quel giorno si trovava dietro la porta della sua camera ad ascoltare i suoi malcelati singhiozzi? Quel giorno gli sembravano anche peggio delle altre volte. Poco importava. Quella tipa i guai se li cercava, perché avrebbe dovuto rimetterci lui? Quando si girò, pronto per andare a dormire, trovò il fratello che lo fissava a metà tra l'incuriosito e il divertito. Si sentiva proprio come quando da piccolo Itachi lo aveva beccato in camera sua intento a provarsi tutti i suoi vestiti, di almeno tre taglie più grandi, nel vano tentativo di imitare il suo aniki. Dopo un leggero mugugno, che avrebbe dovuto significare qualcosa tipo "ho dimenticato una cosa in camera", bussò veloce e, senza aspettare la risposta nè del fratello nè della corvina, entrò. Se prima si sentiva lievemente a disagio ora la cosa era peggiorata. Hinata, sentendolo entrare, si era girata di scatto fingendo di sistemare qualcosa sulla scrivania e, con un filo di voce ancora tremolente, gli aveva chiesto cosa ci facesse lì. E ora che cazzo le avrebbe potuto dire?

Il cuore le martellava nel petto ad una velocità impressionante; non si aspettava che qualcuno entrasse e, soprattutto, non si aspettava che quel "qualcuno" fosse proprio Sasuke. Lui non la sopportava, era evidente, per questo si sarebbe sentita ancora più a disagio a farsi vedere piangere proprio da lui. Quando con la coda dell'occhio lo vide andare dove c'era la libreria ne approfittò per asciugarsi velocemente le lacrime.   
Nonostante sapesse di quanto lei lo infastidisse quando lo vide temporeggiare davanti alla porta non potè fare a meno di pensare che si stesse preoccupando per lei e che, in qualche modo, volesse consolarla. Per questo quando dalle labbra del ragazzo uscì solamente il solito "tsk" ne fu segremente delusa.


La mattina seguente, anche se era domenica, si era alzata di buon ora quando aveva notato i due coniugi Uchiha passare da una stanza all'altra della casa frettolosamente.
-Oh cara, ti sei svegliata?-
-Mikoto, è lì in piedi davanti a te. Pensi sia sonnambula?-
La voce autoritaria del padre famiglia, arrivò nitidamente alle orecchie delle due. Certe volte si chiedeva come avesse fatto una donna dolce come Mikoto a sposare un uomo burbero come Fugaku, ma, subito dopo, si ricordava di quando qualche giorno prima, senza essere vista, aveva sentito l'uomo sussurrare parole dolci alla moglie dopo una giornata particolarmente snervante. Evidentemente quella che portava solitamente Fugaku era solo una maschera che, nell'intimità del matrimonio, cedeva il posto ad un marito premuroso. Forse anche la severità di suo padre era solo il frutto di una maschera.. sinceramente, ne dubitava fortemente.
-Oh scusa caro. Hinata-chan, posso chiederti un favore? Vedi, noi ora dobbiamo uscire per.. un impegno di lavoro, sì. Comunque, non ho fatto in tempo a preparare la colazione a quei due, so che ti sembrerà strano, ma a cucinare sono uno peggio dell'altro quindi, potresti occupartene tu?-
-C-certo-
La signora Uchiha le sorrise solare, lo aveva sempre detto che un'altra donna in casa avrebbe fatto comodo. Insomma, convivere con tre maschi, di cui uno aveva da poco superato l'adolescenza, mentre l'altro era ancora nella fase più nera del processo, non era un gioco da ragazzi.
-Perfetto, nel caso non tornassimo in tempo per pranzo ti affido anche quello, male che vada ordina delle pizze. Ci vediamo dopo tesoro-
Con un sonoro "smack" sulla guancia la donna uscì velocemente. Il marito, invece, le passò davanti facendole un movimento del capo come saluto.
-Attenta a non permettere a quei due di bruciare qualcosa. Sono dei mezzi piromani.-
-S-sì-
Perfetto, lei aveva il terrore del fuoco ed ora si ritrovava in casa con due "mezzi piromani"? Forse, sarebbe stato meglio se fosse rimasta a letto.
Scoraggiarsi era inutile; non le restava altro che mettersi di impegno. Magari, se avesse iniziato a cucinare subito per quando i due fratelli si fossero alzati sarebbe stato tutto pronto e, magari, Sasuke l'avrebbe apprezzata un pochetto di più. O almeno disprezzata leggermente meno.
Con calma mise il riso** nel bollitore elettrico per poi iniziare a farlo riscaldare, poi, in un'altra pentola, mise a riscaldare del pesce e infine in due pentolini più piccoli mise del latte di soia per se e del tè per i fratelli. Mentre aspettava che il tutto fosse pronto iniziò a disporre delle verdure, in particolare i pomodori, nei piatti appositi. Aveva quasi finito di sistemare le verdure quando il fischio del pentolino del tè attirò la sua attenzione. Non se lo ricordava così rumoroso. Con una leggera corsetta raggiunse il bollitore che tolse velocemente dal fuoco dimenticandosi di usare un guanto. E fu così che, dopo tre secondi buoni passati con il bollitore in mano, si accorse che scottava lasciandolo cadere rumorosamente per terra facendo fuoriuscire tutto il tè.

Quando Sasuke scese assonnato le scale, svegliato, prima da quel fischio fastidioso e poi da un sonoro "CRASH", si era diretto in cucina solo per trovarci quell'imbranata della Hyuga chinata per terra mentre cercava di asciugare il pavimento. Con un forte sospiro, usato per attirare l'attenzione su di sé, le si avvicinò. Probabilmente quello era il suo modo di salutare la mattina..
-Si può sapere cosa hai combinato?-
-Il b-bollitore m-mi è scivolato di mano-
-Tsk-
Nonostante il suo interesse verso la ragazza fosse pari a zero, non potè fare a meno di notare come tenesse la mano destra stretta a pugno intorno al grembiule mentre usava solo la sinistra per lavorare. Grazie al suo quoziente intellettivo sopra la media non gli ci volle molto, nonostante si fosse appena alzato, per capire quello che era accaduto.
-Dai, fammi vedere la mano-
La ragazza lo guardò sorpresa per poi riabbassare la testa e continuare a strofinare.
-N-non è niente-
-Tsk-
Se c'era una cosa che quella ragazzina avrebbe già dovuto capire era che non gli piaceva doversi ripetere. Con forza le prese il polso destro e diede un'occhiata veloce alla mano. Sotto il mignolo c'era una grossa macchia rossa, e già si iniziava vedere un leggero rigonfiamento, da quella macchia partiva una striscia sottile che arrivava fino al pollice dove c'era un'altra macchia, anche se era più piccola della precedente sembrava essere abbastana dolorosa. Perfetto, per avere un segno tanto evidente quell'idiota doveva aver stretto il manico con forza.
-Vai nel bagno del primo piano, nell'armadietto di fianco alla porta ci sono tutti i medicinali. Dovrebbe esserci anche la crema per le scottatture-
-M-ma..-
-Muoviti-
La ragazza si era limitata a chinare il capo sommessamente per poi camminare a passi veloci verso il bagno.
-Ma te guarda cosa mi tocca fare..-
Ancora mezzo addormentato finì di pulire per poi rimettere il tè nel bollitore. Stava per mettersi a riscaldare qualcosaltro quando notò i piatti pronti sul tavolo; erano pieni di verdure, soprattutto pomodori. Non riuscì ad impedire all'angolo sinistro della bocca di andare verso l'alto. Ovviamente quella era solo una reazione involontaria alla vista dei pomodori, non era di certo un sorriso per la ragazza. 
Ma quanto diamine ci metteva? Con uno sbuffo si decise ad andare al piano di sopra a contrallare. Almeno per questa volta avrebbe finto di preoccuparsi.
Arrivato alla porta del bagno sentì dei leggeri singhiozzi provenire da dietro l'anta del mobiletto. E ti pareva. Questo era il secondo giorno di fila che la beccava piangere. Non era possibile che le ragazze si lagnassero tanto!
Prima di rivelare la sua presenza diede una rapida occhiata alla situazione. La giovane rimaneva immobile mentre piangeva inginocciata davanti all'armadietto, seminascosta da un'anta; con la mano sinistra si teneva la destra cercando di lenire il dolore, il tubetto di crema, invece, giaceva immobile accanto a lei.
-Allora?-

Questa era la seconda volta che si faceva vedere in un momento di debolezza, o meglio, in un momento di maggiore debolezza rispetto al solito. Prima quando aveva sentito dei passi scendere le scale aveva provato a sistemare tutto prima che uno dei due Uchiha vedesse il casino che aveva combinato. Inutile dire di come il dolore alla mano glielo avesse impedito.
-Si può sapere che ti prende?-
Senza rispondergli, non voleva sembrargli ancora più patetica, alzò la mano per fargliela vedere.
-E' proprio disgustosa-
A quella affermazione non riuscì a trattenere un singhiozzo più forte degli altri. Ok, era evidenteche con quelle due bolle orrende la sua mano non fosse al top però, per dinidirindina, poteva essere un po' meno diretto.
Il ragazzo, forse accortosi della crisi interiore che aveva causato alla sua ospite, prese della garza dal mobiletto e, dopo averle spalmato un altro strato di crema le aveva fasciato la mano.
-Ora fa meno schifo-
-S-scusa-
-E per cosa?-
-Per ieri, per questo, per tutto-
Il ragazzo la guardò per interminabili secondi, che lei usò per torturare l'orlo del grembiule, per poi scoppiare in una fragorosa risata priva di divertimento.
-No aspetta, tu mi stai chiedendo scusa per esserti fatta usare?-
Certo che in quanto a tatto l'Uchiha ne era proprio sprovvisto.
-Senti Hyuga, mettiamo in chiaro che non me ne frega assolutamente niente di quello che fai però, perché lo hai fatto?-
-K-Karin mi aveva chiesto cortesemente di poter venire a studiare con.. noi-
-E tu non sei capace di dire di "no"?-
-Ma è mia a-amica e le amiche si aiutano-
Sasuke si abbassò al suo livello piegando le gambe e, richiamata l'attenzione della Hyuga grazie alla mano che le aveva posato sulla testa, incatenò il loro sguardi.
-Per quanto tu sia fastidiosa, piagnucolona, riservata e combina guai non sei stupida, o almeno non così tanto, quindi smettila di essere così accondiscendente e fatti valere. Ora muoviti, ho fame.-

Itachi da dietro la porta dove si trovava si nascose velocemente nella sua stanza. Se il suo otouto avesse anche solo sospettato che lo stava spiando dal famoso "CRASH" avrebbe come minimo tentato di ammazzarlo. Però, cavoli, lui era il fratello maggiore! Il suo compito era quello di proteggere e guidare il suo otouto verso la retta via e se, per farlo, doveva farsi odiare non importava; O almeno non finco a quando il suo otouto sarebbe stato felice.

Note:
 
*Nelle scuole giapponesi quando entra un professore il capoclasse, o l'incaricato della settimana, da gli ordini che tutti, ovviamente, devono eseguire. Lo studente urla: "kiritsu" (in piedi), kiwotsuke (attenzione), "yumi" (inchino, in realtà di yumi non ne sono completamente sicura ma "google traduttore" diceva così e io, da brava dipendente dei computer, mi sono fidata) e "chakuseki" (seduti).

** La colazione tradizionale giapponese è composta, solitamente, da riso scondito, spesso servito in una scatola di legno laccato che lo conserva caldo. Insieme al riso si mangiano le verdure, carne, pesce e sottaceti. 

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Capitolo 4
*** Hakodate ***


sasuhina 4 Ogni volta che devo scrivere il capitolo mi vengono in mente un sacco di cose da scrivere nella prefazione ma poi, quando mi ritrovo davanti al foglio bianco, me le dimentico tutte. Naturalmente, appena pubblico la storia, mi ritornano in mente. Allora, come sempre ci tengo a ringraziare chi legge o mette la storia tra le preferite|seguite|ricordate. Ma, soprattutto, ci tengo a ringraziare chi commenta e che mi spinge ad andare avanti :D
Allora, per il capitolo avevo un sacco di idee ma, con il ritorno alla scuola è arrivata anche una stanchezza assurda e le idee sono volate via.. Devo cominciare a scrivermele..
Comunque, sta di fatto, che non volevo pubblicare la storia in ritardo fin dai primi capitoli quindi.. TADAAAAAN! Non so bene cosa sia uscito ma spero comunque che vi piaccia, almeno un pochino..
Dimenticavo Sasuke mi sembra un po' strano, boh, fatemi sapere :)
Buona lettura a tutte



Quella sarebbe dovuta essere la sua "gita di socializzazione", e allora perché le sembrava di non star socializzando per nulla?
Il problema non era la gita in sé, il problema era il viaggio. Alla sua destra si trovava un certo Choji Akimichi, un suo compagno di classe con cui non aveva ancora socializzato e con cui, probabilmente, non avrebbe fatto amicizia neanche adesso vista la nausea che lo aveva fatto diventare verde. Forse, se smettesse di mangiare patatine potrebbe stare anche meglio..
Alla sua sinistra invece era seduta Sakura. Da dopo l'incidente in casa degli Uchiha si era sempre dimostrata molto amichevole e, a dire il vero, Hinata un po' la invidiava. Sakura-chan era tutto quello che avrebbe voluto essere lei: era carina, spontanea, energica e, soprattutto, piaceva a Naruto. Nonostante questo in quel momento non riusciva a comunicarci. Hinata, infatti, non riusciva proprio a trovare interessanti tutti quei piani strani che stava organizzando con Ino per stare in camera da sole con Sasuke; sinceramente, non le interessava nemmeno il nuovo piano per rapire il suo cellulare per prendere il numero. Forse, se anche loro avessero vissuto sotto lo stesso tetto del moretto, non avrebbero continuato ad idolatrarlo tanto.
Nel sentire il quarto segnale di vomito da parte di Choji e all'undicesimo piano delle due amiche non riuscì ad impedire che un sospiro rassegnato le uscisse dalle labbra. Le due amiche si guardarono per un attimo negli occhi incuriosite per poi decidere di abbandonare momentaneamente l'argomento "Sasuke".
Ed era stato in quel momento che lei aveva iniziata veramente la sua "gita di socializzazione". C'era solo da sperare che una volta arrivati ad Hakodate, nell'Hokkaido, le cose iniziassero ad andare ancora meglio.

Arrivati a destinazione ebbero appena il tempo di lasciare le valigie in hotel che si ritrovarono su un simpatico pulmino giallino pronto a portarli alla loro prima destinazione: Fort Goryokaku. La prima costruzione in stile occidentale del Giappone, con una particolare forma a stella, non poteva mancare nella gita.
Dopo un entusiasmante giro per gli edifici interni, sotto l'immancabile guida di un ometto vivace come un cadavere in putrefazione, i professori avevano concesso un'oretta in libertà per "ammirare i giardini interni con i ciliegi in fiore". Quella, per lui, sarebbe stata un'ora molto lunga. Infatti, lui, Sasuke Uchiha, all'ennesimo tentativo di approccio di una sua compagna di classe, aveva messo da parte l'orgoglio e si era andato a nascondere dietro ad un cespuglio. In realtà non si era proprio nascosto, diciamo piuttosto che aveva optato per una ritirata strategica; inoltre da quel posto poteva tenere sottocchio tutti i suoi compagni, rispettando così il suo ruolo di capoclasse.
-Ti dispiace svegliarmi quando ce ne andiamo?
-La voce del compagno di banco di Naruto, lo distrasse dal filo illogico dei suoi compagni. Shikamaru Nara, il ragazzo la cui famosa pigrizia era direttamente proporzionata alla sua smisurata intelligenza, si era sdraiato accanto a lui e aveva chiuso gli occhi. Probabilmente era già nel mondo dei sogni, beato lui. Con quel ragazzo si trovava bene. Era intelligente e silenzioso, due qualità che apprezzava immensamente.
Con lo sguardo si mise a cercare Hinata, i suoi genitori, ma soprattutto suo fratello, gli avevano GENTILMENTE chiesto di controllarla e di aiutarla ad integrarsi. Ma per chi l'avevano preso? Per una balia?
Seccato si voltò ad osservarla. Stava lì, impalata come un pesce lesso ad osservare uno stupidissimo albero di ciliegio, mentre quegli stupidissimi petali rosa cadevano trasportati dall'aria, incorniciando la sua figura, quasi fosse un dipinto. I capelli corvini si muovevano piano spostati dal vento, il volto rivolto verso l'alto in una silenziosa contemplazione, le labbra socchiuse e inarcate in un lieve sorriso. Era proprio.. un baka! Per quale assurdo motivo quell'imbecille del suo migliore amico stava per tuffarsi mezzo nudo nel laghetto? E per di più mentre c'era lui di sorveglianza! voleva fargli prendere una nota di demerito?!
Con un balzo da "due volte consecutive vincitore di tutti gli sport possibili e immaginabili del festival scolastico dello sport" superò il cespuglio per poi dirigersi a grandi falcate verso il compagno. Quella sarebbe stata la volta buona che lo avrebbe abbattuto!  Una volta raggiunto il biondino, non gli diede neanche il tempo di accorgersi della sua presenza che ingaggiò un'allegra scazzottata. Scazzotata che continuò anche nel laghetto, fra quelle povere carpe irritate e spaventate per l'intrusione. Inutile dire che la sopracitata scazzotata si concluse con un bel pareggio e una severa punizione da parte della povera Kurenai-sensei.  
Come da copione, appena la professoressa si era allontanata alla ricerca del professore Asuma, tutte le ragazze avevano accerchiato Sasuke per porgergli gli asciugamani portati dai gestori del parco. Solo una ragazza si diresse da Naruto, lasciato da solo in un angolino a pensare alla sua bakaggine, per portargli un asciugamano.
-Grazie Hinata-chan-

L'agitazione per questa lite era stata così tanta che si accorsero della mancanza del Nara soltanto quando avevano già imboccato l'autostrada, dopotutto anche Sasuke Uchiha era umano

Quella stessa sera i professori portarono i loro beneamati, ed esausti, studenti a vedere il panorama notturno dal monte Hakodate, conosciuto anche con l'appellativo di "Hakodateyama". Grazie all'efficiente aiuto del capoclasse, Sasuke Uchiha, la divisione sulla funivia fu abbastanza semplice, o per lo meno fino a quando non toccò salire a lui. Stare con 8 ragazze, con gli ormoni a mille, in una cabina tanto piccola non era stata per niente una buona idea però, quando arrivò in cima venne largamente ricompensato. Il panorama da lì era semplicemente stupendo. In quel momento Naruto gli sembrava meno stupido, le sue compagne di classe meno fastidiose e Hinata gli sembrava meno sbadata e debole. Ovviamente quando la vide tremare dal freddo si ricredette. Hinata Hyuga era l'unica senza felpa. Persino Naruto si era preoccupato di prenderla. Che palle di donna.


-Ragazzi! Chi vuole andare al baretto qui dietro venga con me, gli altri seguano la professoressa Kurenai per fare un giro-
Nell'udire quelle parole le si illuminarono gli occhi, non osava nemmeno sperare in una via di salvezza; pensava sarebbe morta ibernata lì, senza prima dire addio a suo cugino e ai suoi amici. Con gli occhi che brillavano si era voltata per guardare il professor Asuma, suo personale salvatore, e fu sorpresa di trovarci accanto Sasuke. Per un momento le balenò in mente l'idea che fosse stato lui a chiedere al professore di fermarsi ma, quando lo vide seguire la professoressa Kurenai, si ricredette subito. Era impossibile che Sasuke potesse abbassarsi a tanto per la classe, per lei men che meno.

Sorrise pacatamente davanti alla sua cioccolata calda con panna per poi rialzare lo sguardo su Juugo. Alla fine al bar erano andati solo lei, Shikamaru, che stava facendo una partita a scacchi giapponesi con Asuma-sensei e Juugo, con cui parlava tranquillamente; tutte le ragazze avevano seguito Sasuke, naturalmente.

Hinata era rimasta da sola in camera; le sue due compagne, Sakura ed Ino, erano uscite da una decina di minuti per attuare uno dei loro "ingegnosi" piani. Sperava solo che non venissero scoperte dai professori che pattugliavano i corridoi. La stessa Ino le aveva raccontato di quando, l'anno precedente, la professoressa Anko aveva trovato un suo studente fuori dalla camera dopo l'orario e, per punizione, gli aveva fatto fare cinque giri di corsa del giardino, più un simpatico trasloco nella sua camera. Se le avesse trovate fuori dalla loro camera lei si sarebbe ritrovata da sola in stanza e, beh, lei aveva paura del buio. In realtà non era una vera e propria paura, quella l'aveva superata quando suo padre l'aveva lasciata da sola, "per sbaglio", nella palestra della villa di notte. Il suo era più un timore che si portava avanti da quando era piccola. Le sue preoccupazioni vennero distratte da un forte bussare alla porta. Che il loro piano avesse già fallito? Veloce corse alla porta, metti che la professoressa decidesse di uscire proprio in quel momento.
-Ma quanto ci metti? Dai, fammi entrare-
-S-Sasuke?-
-Le tue amiche si sono barricate nella mia stanza-
-E q-quindi?-
Sasuke si voltò a guardarla stizzito. Ma quella tizia era scema o lo faceva apposta? Guardando il suo sguardo innocentemente curioso capì che sì, era solo deficiente. Perfetto, il suo migliore amico era un baka, suo fratello era un decerebrato, le sue compagne di classe erano delle ninfomani e la sua "coinquilina" era di un'ingenuità sconvolgente. Perfetto, era tutto davvero meravigliosamente, estremamente, perfetto.
-Senti, i professori stanno sorvegliando i corridoi quindi le tue compagne saranno costrette a rimanere lì con Naruto quindi: buonanotte-
Così dicendo il ragazzo si sdraiò sul primo letto che aveva trovato libero, quello di Ino per l'esattezza, si era girato verso la parete e aveva chiuso gli occhi.
No, aspetta, stava scherzando, vero?
-E-e t-tu?-
-Cosa?-
-C-come hai fatto ad arrivare qua?-
-Sono il capoclasse, con una scusa, no?-
-M-ma, N-Naruto-kun..-
-Se vuoi andare da lui vai, basta che non rispedisci di qua le due pazze. Sono noiose.-
-Ah..-
Oltre a cafone quel tipo era anche un incosciente, non assomigliava minimamente al fratello. Con un leggero sospiro si sdraiò nel suo letto, si rannicchiò, come sempre, e si coprì totalmente con le coperte.
Per i minuti successivi entrambi sentirono solo il respiro leggero e cadenzato dell'altro. Poi, lentamente le tenebre li avvolse nell'incoscienza dei sogni.

La mattina dopo la bionda e la rosa interruppero nella camera velocemente e rumorosamente.
-Hina-chan scusa se non siamo tornate ma Naruto-kun non lasciava più andare fronte spaziosa..-
-INO! Hinata, guarda, è stata una serataccia. In più Sasuke ad un certo se l'è svignata per "il controllo delle stanze" e non è più tornato.. a te, invece, come è andata?-
Sentendo nominare il ragazzo Hinata si voltò di scatto verso il letto di Ino, ma lo trovò vuoto. Probabilmente non avrebbe dovuto dire niente alle sue amiche..
-T-tutto bene-
E con un dolce sorriso si diresse in bagno per lavarsi e cambiarsi. Avrebbe tanto voluto chiedere alle due compagne cosa fosse successo nella camera di Naruto però, non era tanto sicura di volerlo sapere..

-Oh teme finalmente sei tornato! si può sapere dove diavolo sei stato?-
Non sentendo nessuna risposta dall'amico, non che si aspettasse qualcosa di diverso, iniziò a tempestarlo di domande.
Anche oltre la porta del bagno, sotto lo scrosciare dell'acqua della doccia la voce petulante del biondino gli fracassare le orecchie.. e le palle.
Quell'usuronkaichi era anche più asfissiante del solito, per questo, quando uscì dalla doccia gli venne spontaneo fargli l'unica domanda che lo avrebbe distratto dalla sua di serata. Chiariamo che a lui non gliene fregava assolutamente niente dei sue vecchi compagni di giochi, tanto meno del biondo che era davanti a lui e lo fissava con gli occhi che brillavano.
-Sentiamo, come è andata con l'Haruno?-
-Abbiamo dormito abbracciati e ci siamo anche quasi baciati!-
-E lei era cosciente?-
-In che senso?-
-Era sveglia?-
-...non proprio-
-Ah, ecco perché hai l'occhio nero..-
 

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Capitolo 5
*** Il 5 Maggio ***


sasuhina 5 Carissimi lettori, ed ecco a voi il nuovo capitolo! .. mi rendo conto dell'enorme ritardo ma tra compiti, gita, papà in ospedale e mancanza di ispirazione non ce l'ho proprio fatta. Tra l'altro questo capitolo sarebbe dovuta essere una NaruSaku ma proprio non avevo idee, cercherò di inserirla più avanti. In ogni caso, chiedo ancora scusa e ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra preferiteseguitericordate.
Allora, per quanto riguarda il capitolo, penso che lo potreste trovare un po' strano, io l'ho trovato un po' strano. Diciamo che è un capitolo intermedio tra la gita ed il prossimo, che non centra una cippa con la storia principale. Comunque, prima di dilungarmi troppo a parlare del prossimo capitolo volevo avvertirvi che nella parte finale, nel caso non fossi riuscita a renderlo abbastanza esplicitamente, è una specie di flashforward. So che potrebbe sembrare senza senso ma ci tenevo troppo a metterlo *-*
Nella parte iniziale, invece, i tre personaggi non sono esplicitati ma verrano introdotti come si deve fra, penso, due capitoletti. Beh, ovviamente penso che potreste indovinarli, in caso fatemi sapere cosa ne pensate. Come unico indizio posso dirvi che lei, molto probabilmente, qui è leggermente OOC ;D
Uhm, sì, già che ci siamo volevo chiedervi anche un consiglio per Ino, sinceramente la vedo benissimo con Shikamaru, però la vedrei bene anche con Sai ed ora il dilemma mi dilania.. boh, ditemi cosa ne pensate, per Ino è una persona omniaccoppiabile (?)
Bene, buona lettura a tutti, e scusate ancora.


                       Capitolo 5



Si accoccolò meglio fra le braccia del ragazzo per poi, con sguardo dolce, strofinare la testa sul suo petto. Erano sdraiati sul comodo letto di lui ed era da un bel po' che provava ad attirare la sua attenzione ma, da quando lui aveva aperto quel maledetto libro di biologia, non l'aveva ancora degnata di uno sguardo e lei, beh, lei si annoiava.
- Che c'è?-
- Mi manca -
Con un sonoro sbuffò il ragazzo era tornato a leggere il libro, l'interrogazione del giorno dopo sarebbe dovuta andare bene, anzi, di più. Non aveva tempo per sentire, un'altra volta, le lamentele di quella ragazza iperattiva che, guarda caso, altri non era se non la sua ragazza.
- Mi annoiooo -
Un altro sbuffo, più rumoroso dei precedenti, uscì veloce dalle sue labbra, perché l'aveva invitata quel pomeriggio? No, aspetta, lui non l'aveva invitata. Ennesimo sbuffo.
- Dai, tra poco ci saranno le vacanze -
- E quindi? -
Ormai era inutile cercare di continuare a studiare; una volta che le si dava corda non la smetteva più fino a quando non otteneva quello che voleva. Per questa volta avrebbe dovuto accontentarsi di andare "solo" bene. Con una lentezza disarmante, volta ad aiutarlo a mantenere il suo solito sangue freddo, appoggiò il libro chiuso sul suo fianco e, mentre con una mano le cingeva il fianco, con l'altra le sollevava il viso avvicinandolo pericolosamente al suo.
- Quindi.. noi.. - per ogni parola che diceva le dava una bacio sulla mandibola avvicinandosi, di volta in volta, alle sue labbra. - potremmo.. andare.. a.. trovar.. -
Non riuscì a finire la frase ed ad appoggiare le proprie labbra su quelle rosee della compagna che la porta della stanza venne spalancata.
- Neh, hai.. ma che schifo! Non potete andare in qualche luogo più appartato per fare queste cose?-
Prima di rispondere a quella peste aspettò cinque secondi, giusto per non buttarla fuori dalla stanza con un gran calcio nel sedere.
- Guarda che NOI siamo nella MIA stanza -
-.. mi avete bloccato la crescita.-
E, così come era entrata era uscita.
Quando il ragazzo si voltò per completare ciò che era stato interrotto al  posto della sua ragazza trovò un cuscino. La ragazza, che fino a quel momento era rimasta tra le sue braccia a lamentarsi, ora stava correndo da una parte all'altra della camera raccattando vestiti a caso e mettendole nelle prime borse che trovava.
- Ma che cazz..-
- Devo preparare tutto per il viaggio! Bene, ora vado a preparare anche le mie valigie.- e, così dicendo, era uscita di tutta fretta dalla sua stanza.
Non sapeva per quale assurdo motivo, forse era per la sua natura, forse per i duri allenamenti di autocontrollo a cui il suo maestro di arti marziali lo aveva sottoposto, o forse era semplicemente per lo shock ma, mentre la svitata usciva, non riuscì a fermarla. Non sarebbero partiti il giorno dopo, questo lo aveva capito, vero?





Erano già passate un paio d'ore quando, finalmente, la campanella si era decisa a concedere agli studenti una meritata quanto agognata pausa. Hinata sospirò mesta, ultimamente era un po' stanca, quel periodo di test l'aveva stressata un po', ce l'aveva messa tutta per fare bella figura con gli Uchiha e coi suoi nuovi compagni. Ora non le restava che aspettare i risultati.
- Oggi non torno a casa con te. Vedi di non perderti al ritorno.-
Ed ecco l'apparizione del loquace Sasuke. Non che si aspettasse un discorso particolarmente articolato, però, insomma, "la speranza è l'ultima a morire". Si dice così, no?
Suigetsu di fianco a lei si lascio scappare uno sbuffo e un indolente "non metterci troppa enfasi, sia mai". Commento che, se da una parte fece sorridere Hinata, dall'altra fece arrabbiare Karin che, dopo un potente calcio scagliato in piena schiena al ragazzo, saltellò allegra verso l'amica, seguita dagli accidenti del povero Suigetsu.
- Hina-chan, visto che non devi tornare con Sasuke-kun, mi chiedevo se, questo pomeriggio, ti andasse.. di..-
- Cazzo strega, finisci la frase!-
- Era per dare un po' di suspense, razza di manigoldo senza cervello -
- Meglio stupidi che brutti -
- Come sei superficiale, si vede che ti manca la cultura-
- .. questi discorsi sulla bellezza d'animo e sull'intelligenza sai chi li fanno? -
- Le persone colte?-
- No, le racchie.. come te..-
- Smettila o ti vendo al mercato del pesce!-
- .. e questa sarebbe una minaccia? -
- Oh, al diavolo! Ormai ho anche finito gli insulti! -
- Questo è perché sei stupida.. oltre che racchia. Diciamocelo: sei proprio inutile. -
- Tu. Sei. Morto. -
Con uno scatto felino Karin riuscì ad aggrpparsi ai suoi capelli e iniziò a tirarli con tutta la forza che aveva. Maledetto squaletto da quattro soldi un giorno o l'altro gliela avrebbe fatta pagare come si deve.
Dopo la giornaliera dimostrazione d'affetto Karin, era finalmente riuscira a chiedere ad Hinata di uscire nel pomeriggio in modo da festeggiare il suo arrivo nella classe; dopotutto da quando era arrivata non avevano ancora festeggiato.

-Hina-chan.. mi dispiace.. pensavo sarebbe stato divertente un'uscita: io, te e lo shopping, e invece..-
Karin si voltò sconsolata a guardare metà classe che le seguiva e, in prima fila, quel rompipalle traditore di suo cugino, lo stesso che, poche ore prima, aveva origliato la conversazione con la moretta e si era autoinvitato insieme a tutta la classe.
La risata cristallina della corvina interruppe, appena in tempo, l'architettarsi di qualche malefico piano di vendetta nei confronti dell'ignaro Namikaze.
- Sai, Hina-cham, un po' ti invidio.. oggi, nell'ora di educazione fisica tutti i ragazzi ti fissavano con la bava alla bocca..-
A quella confessione Hinata era vistosamente arrossita. Non lo aveva certamente fatto apposta a farsi dare una tenuta sportiva così.. stretta..
Inoltre, il vero motivo per cui si era sentita osservata era stata la sua magra figura a pallacanestro.

Tutti i suoi compagni di classe stavano correndo dietro a quell'enorme palla rimbalzante arancione mentre lei se ne stava lì, a bordo-campo, ad aspettare che quegli interminabili minuti passassero in fretta. Le dispiaceva essere un peso per la squadra, anche perchè era il capitano era Naruto, ma era sicura che se avesse giocato sarebbe stato anche peggio.
Ormai mancavano circa due minuti alla fine della partita quando, un esagitato Rock Lee, era corso nella sua direzione e, con un acuto "Vai Hina-chan!" le aveva passato la palla. Presa dal panico aveva cercato di passare la palla a qualche suo compagno di squadra ma erano tutti marcati. In preda alla disperazione più totale, e a causa dell'adrenalina, era corsa il più velocemente possibile verso il canestro per poi tirare la palla più forte che poteva. Diversamente da com'era sicura che dovesse andare, la palla era rimbalzato sul bordo del canestro e si era abbattuta inclemente sulla sua testa.
Dopo una mezz'oretta in infermeria, un paio di svenimenti e la perdita di un bel po' di sangue dal naso, era venuto il capitano della squadra in persona a tirarle su il morale. In altre occasioni sarebbe stata felice che Naruto la incoraggiasse ma, sapere che il fatto di non essere riuscita a fare canestro era una fortuna, in quanto era corsa al canestro sbagliato, beh, non era molto incoraggiante. Come se tutto ciò non fosse già abbastanza per un cuore debole come il suo, si ricordava perfettamente lo sguardo di scherno con cui Sasuke l'aveva guardata prima di uno dei suoi famosi "tsk".


- M-ma.. i..i..p..pantaloncini..n..non volevo..i..io -
La fastidiosa voce di Suigetsu, però, bloccò per l'ennesima volta il discorso tra le due amiche.
- Questo è perché tu sei piatta.. e racchia.. -
- Cosa vorresti insinuare sgorbio senza cervello? -
Mentre tra i due scoppiava l'ennesima lite la piccola Hyuuga si stava riprendendo dallo shock. La confessione dell'amica, anche si sentiva un po' colpevole, le aveva fatto piacere: peccato che non proprio tutti la guardavano "cpn la bava alla bocca". Scoraggiata Hinata si girò verso Naruto che stava sorridendo e scherzando con Sakura-chan, lei sì che veniva guardata con adorazione dal suo unico interesse.
All'improvviso si sentì tirare con forza verso un negozio.
- Io e Hina-chan entriamo qua!-
Una Ino sorridente aveva indicato con foga il negozio e poi ci si era tuffata dentro trascinandosi dietro l'indifesa moretta.
Stava cercando di spiegare alla mora che, con la sua carnagione chiara e i suoi capelli scuri avrebbe assolutamente dovuto comprare quello splendido vestito viola. Era me-ra-vi-glioso! Il problema? Che il vestito era: troppo corto, troppo scollato, troppo stretto..
- Oh Hina-chan! Adesso basta! Fidati, con questo li farai cadere tutti ai tuoi piedi! -
- M-ma.. Ino, a me non interessa.. -
In uno slancio di solidarietà femminile Ino aveva artigliato le spalle della compagna e, scuotendola "dolcemente", le aveva urlato contro qualcosa riguardante Naruto. Sì, le aveva detto che se avesse veramente voluto conquistare la "testa quadra" avrebbe dovuto essere più provocante e più sexy, insomma, diventare qualcuna che non le apparteneva. Sta di fatto che, sopo aver sentito il nome del biondino, aveva ceduto subito.
Ino si era voltata soddisfatta quando i suoi occhi azzurri si incrociarono con quelli di un misterioso ragazzo dagli occhi neri e la pelle diafana. Il ragazzo le sorrise in maniera tirata e intorno a lei si formarono un sacco di cuoricini. Quel tipo, quel tipo era la copia sputata di Sasuke-kun!
Questo era senza ombra di dubbio un messaggio: doveva aiutare Hinata con il dobe e sarebbe stata ampliamente ricompenzata!

Hinata-chan quella sera era rimasta a fissare il suo vestito nuovo ben custodito nell'armadio fino a quando non si era finalmente decisa a riprovarlo. Giusto per chiarire, lo provava solo per vedere se Ino lo avesse reso investibile e, quindi, buttabile. Perchè, sì, dopo aver insistito tanto per farglielo comprare glielo aveva stritolato per l'emozione di aver visto "Sasuke 2", che poi, non erano neanche uguali: quel ragazzo nel negozio era, come dire, diverso.
Velocemente indossò il vestito e si guardò allo specchio, non le stava male, sembrava solo una salsiccia insalsicciata. Inoltre, come se non bastasse, non si sentiva per niente a suo agio. Con un sospiro sconsolato iniziò a slacciarsi la cerniera quando, senza preavviso, la porta iniziò ad aprirsi.
- Hina-chan. mamma dice che.. -
Si voltò come a rellentatore per incrociare gli occhi onice del maggiore degli Uchiha.
- Hina-chan.. non sapevo che indossassi questo genere di vestiti.. -
- N-no.. i-io..Ino.. N-Naruto..-
Itachi sorrise divertito nel guardare la ragazzina accampare scuse su scuse per poi sedersi esausta sul letto. Sempre col sorriso sulle labbra si sedette di fianco a lei e la costrinse a raccontargli tutto; probabilmente aveva solo bisogno di parlare un po' con qualcuno e chi meglio di un fratello ficcanaso avrebbe potuto aiutarla


Un urlo disperato si disperse per casa Hozuki. Suigetsu aveva perso la settima partita di fila contro l'Uchiha a FIFA.
- Basta, ci rinuncio. Come diavolo fai a vincere sempre? -
- Ho un quoziente intellettivo superiore al tuo. -
- E questo che cazzo centra? -
Sasuke come unica risposta si era limitato ad alzare le spalle annoiato.
- Non c'è neanche gusto a gareggiare contro di te -
- Smettila di girare il coltello nella piaga.. stronzo -
- Bene, se abbiamo finito io torno a casa -
Con la sua solita pacatezza Sasuke stava per raggiungere la porta di casa quando un commento riguardante Hinata lo fece bloccare di colpo.
- Come? -
- Ho detto che fai bene a tornare da Hinata-chan a fare "pucci pucci maow maow" altrimenti rischi che testa quadra te la porti via ancora prima di averci concluso qualcosa..-
- E questa perla da dove esce? -
- Non lo sai? La megera e Ino si stanno impegnando per far svegliare il dobe. E poi, insomma, oggi l'hai vista con i calzoncini? -
Con un sonoro "tsk" Sasuke era uscito di casa sbattendo la porta.
- Ma io che ho detto? -
- Idiota -
E adesso perché anche Juugo ce l'aveva con lui?

Il 5 Maggio mattina quando scese per colazione notò che, stranamente, tutta la famiglia era già riunitadi sotto e, in più, c'era un altro strano ragazzo appoggiato alla lavastoviglie che la guardava sorridendo. In realtà stava anche per andare a presentarsi ma, Mikoto, come colta da un idea folgorante, era apparsa dalla cucina, le era corsa incontro, le aveva preso le mani tra le proprie e le aveva strette forti.
- Hinata-chan appena in tempo! Stavo per venire a chiamarti io! Vieni devo assolutamente farti vedere una cosa-
E, così dicendo, l'aveva trascinata davanti alla finestra.
- Allora? -
Mikoto era impaziente. Negli ultimi giorni aveva notato che la sua ospite era silenziosa, o meglio, era più silenziosa del solito, magari non si sentiva ancora parte della grande famiglia Uchiha; per questo per il "kodomo no hi*" le aveva preparato una sorpresa. Beh, in realtà era una cosa da niente, aveva solo attaccato un koinobori* anche per lei, però era sicura che avrebbe apprezzato, al contrario di quel complessato di suo figlio. Ancora leggermente stizzita lo guardò di sottecchi.
Guardatelo come mangia indifferente la colazione quando, solo poco prima, le aveva praticamente ringhiato contro che non era più un bambino e che "queste vaccate sono solo per i mocciosi e gli idioti".
- Mikoto-san.. per caso, avete tagliato l'erba in giardino? Sta proprio bene così, ora sembra molto più ordinato -
Il sorriso a trentadue denti della povera donna pian piano si abbassò fino a diventare una smorfia di sorpresa
- Eh? -
Hinata ricambiò lo sguardo, anche se il suo sorriso si era fatto più incerto.
- N-non è quello che volevi farmi vedere? -
Ci furono attimi di silenzio molto profondo che vennero prontamente rotti dalla risata isterica di Itachi e del tizio che non conosceva e da un sospiro particolarmente pesante di Sasuke, seguito subito dopo da un più lieve sospiro di Mikoto.
- Hinata.. in alto, devi guardare in alto -
Appena alzò lo sguardo i suoi occhi individuarono tra magnifici konobori che fluttuavano spensierati nel cielo ma, fra tutti e tre, quello che la colpi maggiormente era il terso, il più piccolo, di un tenue lilla.
- Q-quello è per.. me?-
Mikoto sorrise radiosa per poi abbracciarla e urlare un entusiasta "benvenuta in famiglia Hina-chan!"
Gli occhi di Hinata si inumidirono leggermente. I konobori indicavano che erano fieri di avere un figlio, non a caso suo padre non aveva mai appeso un konobori per lei.
- Lo sappiamo che non è questa la tua vera famiglia ma, fino a quando resterai qua, sentiti pure libera di considerarci tale -
- Infatti Hyuga, non preoccuparti, tanto un Uchiha in più o un Uchiha in meno non cambia molto -
Lo sconosciuto circondò col braccio sinistro il collo di Sasuke mentre strofinava con forza il pugno destro sulla sua testa
- Ma sentitelo il piccoletto! Il tuo nii-chan non ti ha insegnato ad essere più educato?-
- Eh, io ci ho provato ma l'otouto ha deciso di rimanere solo a vita. Penso che a trent'anni vivrà ancora con mamma e papà nella sua bella stanzetta -
- Senza contare che sarà solo -
- Già, che vita di solitudine che lo attende.. -
- Sì, sarà proprio una vita solitaria.. come quella di un ornitorinco nel deserto.-
Con uno scatto d'ira Sasuke riuscì a liberarsi dalla presa ferrea del cugino ed a salire al piano di sopra, il tutto, naturalmente, contornato da imprecazioni e minacce di morte.
- .. ma, Shisui, cosa ci fa un ornitorinco nel  deserto? -
- Sta da solo -
- Ah -
Con un'alzata di spalle Itachi tornò alla sua beneamata colazione, ora che aveva rotto le palle al adorato fratellino si sentiva decisamente più rilassato.
- Comunque, io mi chiamo Shisui-
- P-piacere. Hinata -
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Un Sasuke di poco più di 230 giorni più vecchio, e più maturo, qcontinuava a girarsi nel letto alla disperata ricerca di una posizione che gli concigliasse il sonno. I ricordi di mesi prima sommati a quelli di pochi giorni prima gli trasmettevano un misto di tristezza ed orgoglio. Per l'ennesima volta tentò di prendere sonno ma, il ricordo del grande passo avanti di Hinata, continuava a pararsi davanti ai suoi occhi.

Sasuke si voltò a guardare la ragazza che dormiva beata in infermeria. A differenza dell'ultima volta che avevano giocato a basket non era svenuta per un semi-auto-canestro. No, questa volta il canestro era riuscita a farlo; il problema era sorto dopo, quando la testa quadra, in preda all'euforia, le aveva dato una poderosa manata in testa ribaltandola.
 Con un sorrisetto divertito si affacciò sul letto per lasciarle un lieve baciò sulla fronte.
- Questa volta sei stata brava.. Hinata -
- Grazie per aver creduto in me Sasuke-kun -
- Mpf, stupida.. bastava solo un po' di allenamento -
Allenamento che le aveva fatto seguire strenuamente per più di un mese.
Dopo un altro breve sorriso le aveva scompigliato i capelli.
- Riposati, fra poco passa Itachi a prenderci -
 
Già, chi lo avrebbe mai detto che quella stessa ragazzina ferma in un angolino alla fine si sarebbe messa in gioco fino a quel punto? Aveva fatto passi da gigante e, per appagare il suo egocentrismo, gli piaceva pensare che fosse principalmente merito suo. Con questo pensiero, alla fine, Sasuke Uchiha, ultimo genito della famiglia si abbandonò alle braccia di Morfeo.



* Il "kodomo no hi" è la festa dei bambini. Durante questa festa ogni famiglia appende sul tetto, attraverso delle corde, dei konobori, ossia delle carpe di carta. Ad ogni carpa corrisponde un bambino e, il maggiore, ha diritto alla carpa più grande mentre le altre vengono issate sotto, in scala. Inizialmente la festa era destinata solo ai bambini maschi, solo recentemente la festa è diventata per tutti i bambini, e quindi anche le bambine.



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Capitolo 6
*** Auguri nii-san ***


sasuhina 3 Allora, come promesso il capitolo è arrivato il prima possibile e, beh, spero vi piaccia.
Come ho già anticipato questo capitolo non darà grosse svolte alla trama principale, diciamo che sarà una specie di filler, lo so lo so, dovrei andare avanti con la trama ma non potevo saltare il compleanno di Itachi (<3) . In realtà ero indecisa se aspettare fino al suo compleanno ma poi tiravo troppo avanti quindi, consideratelo come un mini omaggio anticipato a quel sant'uomo. In ogni caso non preoccupatevi, dal prossimo capitolo in po le cose tra Sasuke e Hinata inizieranno a cambiare.. Un'ultima cosa, il capitolo lo dedico anche a 
Lovely Midnight che tanto adora l'Akatsuki e il SasoDei. Bene, buona lettura e buon week end, a tutti :)  


                    Capitolo 6


Il 9 Giugno era il compleanno di Itachi e, quale modo migliore per passare il pomeriggio se non con un'uscita coi suoi amici, Hinata e il suo adorato, quanto riluttante, otouto? Certo, se ci fosse stato anche Shisui sarebbe stato meglio ma era tornato da poco dal suo viaggio all'estero quindi il giro di saluto di tutti i cento e passa parenti era obbligatoriio, ovviamente.
Finalmente erano arrivati tutti, persino quel ritardatario cronico di Deidara, eppure, c'era qualcosa che non quadrava, mancava qualcuno. Quando notò la presenza di Konan come unica donna una seccante consapevolezza lo colpì.
-Otouto?-
-Mmm?-
-Dov'è Hinata?-
Nel suo tono di voce solitamente controllato e pacato, questa volta, si percepiva un qualcosa di sadico. Non ne sapeva il motivo esatto, ma aveva la fastidiosa sensazione che quello che stesse per dirgli il suo adorato fratellino non gli sarebbe piaciuto particolarmente.
-E io che ne so?-
E a quel punto successe, dopo 16 anni di convivenza forzata con Sasuke, per la prima volta sentì le mani prudergli veramente e dolorosamente. Fu inevitabile lo scappelloto che ne conseguì.
Il più piccolo si massaggiò sorpreso la parte lesa. E lui che aveva provato ad essere cortese con Itachi, almeno per quel giorno.
-Ma sei scemo?-
Il festeggiato sbuffò stancamente, anche solo rispondergli sarebbe stato inutile. Era ovvio che non sopportasse particolarmente la corvina anche se ancora non era riuscito a capirne l'esatto motivo Insomma era silenziosa, dolce, non gli sbavava dietro e non creava mai problemi. Con un altro sospiro cacciò via i pensieri. "Saranno gli ormoni in subbuglio", di questo cercava di convincersi, eppure, era sicuro che all'età di Sasuke lui non avesse creato tanti problemi.
Ad interromperlo dai suoi pensieri ci pensò Deidara che, con una forte manata sulla spalla, richiamò la sua attenzione.
-Senti un po', la ragazza che stavamo aspettando, per caso, ha i capelli lunghi e corvini e due tette da urlo?-
Itachi ignorò lo sguardo assassino che Sasori rivolse al biondo ed annuì stanco.
-Oh beh, credo stia per arrivare..-
Lo sguardo interrogativo che fece l'Uchiha maggiore, seguito subito dopo dal minore, che aveva origliato la conversazione, fu abbastanza eloquente.
-.. deve solo scusarsi un altro centinaio di volte con l'autista che la stava per investire-
"Che la stava per investire"? Quando i due Uchiha, a rallentatore, si voltarono videro la Hyuga che, in mezzo alla strada, continuava a fare veloci inchini davanti ad un uomo che urlava come un pazzo. Un altro coppino, più forte del precedente, si abbattè sulla testa di Sasuke. Ok, doveva ammetterlo, ci aveva preso proprio gusto.
Forse, ora che ci pensava meglio, quella ragazza qualche problema lo creava, ma non lo faceva apposta.. e poi, era tanto dolce..
Stava per andare a trascinare via Hinata quando l'uomo risalì in macchina e con una veloce sgommata ripartì.
Il silenzio che seguì fino a quando la ragazza non gli fu davanti venne rotto da uno dei famosi "tsk" del suo fratellino, che venne prontamente seguito dalle battute dei suoi amici.
-Ragazzina dovresti ringraziare Jashin sei ancora viva. E cchecazzo, nessuno ti ha ficcato in quella testa vuota a guardare prima di attraversare la strada?-
-Jashin non c'entra un cazzo. La tizia ha fatto bene, se l'avessero cattata sotto si sarebbe fatta ripagare come nuova. I soldi sono tutto!-
-Non dite cazzate! La vera cosa importante sarebbe stata il "BOOM"! Ci sarebbe stata un eplosione e l'esplosione è arte!-
-E tu dimmi che cazzo te ne fai dell'arte se non hai soldi-
-E invece tu dimmi cosa te ne fai dei soldi se non hai l'arte!-
-Ci mangio..-
-Anche Jashin può aiutarti, trovi un albero, fotti un po' di frutti e mangi.-
-.. mi vesto..-
-Oddio, io se fossi in te mi comprerei un bel telo e me lo metterei in testa. Insomma, sei proprio antiestetico-
Perfetto, ora ci si metteva anche l'altro feticista d'arte, il marionettista squattrinato, a creare zizzania.
-Sai cosa non compri facilmente? La maturità. Perchè solo attraverso il perpetuo dolore si può maturare di un passo oltre l'uomo.. Per questo io sono diventato Dio-
Dietro a Yahiko Nagato e Konan annuivano soddisfatti dell'uscita del loro idolo. In compenso Hidan e Kazuko avevano i nervi a fior di pelle; fanculo a quel filosofo da quattro soldi che sapeva solo sparare vaccate nei momenti più inopportuni..
-BLAFEMO! Jashin è l'unico e vero Dio!-
Nagato, in difesa del suo migliore amico, guardò con aria di sufficienza quel finto chirichetto per poi rispondergli seccato.
-Come ti pare. Piuttosto, sapete una cosa? Ho capito. L'amore alimenta il sacrificio che alimente l'odio.. adesso anche la ragazza conosce il dolore-
-Però coi soldi posso andare allegramente a puttane-
-Con quella brutta faccia per convincerne una dovresti darle tutti i soldi che hai-
-Sarai bello tu pel di carota! E poi IO almeno a dieci anni non andavo in giro con delle marionette per comunicare con le persone-
Itachi sospirò affranto per, come minimo, la decima volta. Ma era possibile che i suoi amici riuscissero a sparare tante stronzate tutte insieme?
-Ok, adesso basta! Hinata non voleva farsi investire per qualche ragione mistica, di soldi o per amore del dolore, semplicemente non ha guardato la strada-
-Jashin ha deciso che lei rischiasse la vita-
-Jashin ha deciso che tu nascessi stupido-
-Era un segnale!-
Tutto il gruppo trattenne il fiato. Quando Hidan vedeva un segnale mandato da Jashin ci si poteva aspettare di tutto dalla sua mente contorta. Il ragazzo intanto, ignaro dei pensieri dei compagni, fece il baciamano alla nuova arrivata e, con voce suadente, si presentò.
-Bene, Hinata-chan, che ne diresti di diventare il mio sacrificio giornaliero?-
Un profondo silenzio accompagnò la richiesta rotto. poco dopo, da un un urlo.
-TOBI IS A GOOD BOY!-
-Abbattetelo-
Il sussurro, non troppo sussurrato, di Deidara fu udibile da tutti e, stranamente, ricevette un assenso generale.


Superati i primi tre svenimenti di Hinata e ignorando i continui battibecchi dei ragazzi, il pomeriggio poteva essere consiederato abbastanza tranquillo. Eppure c'era qualcosa che non quadrava. Deidara all'inizio era stato appiccicato ad Hinata, chiedendole in continuazione se volesse esplodere in modo da diventare una vera opera d'arte, ma, ad un certo punto, Sasori era apparso dal nulla e lo aveva trascinato via. Detto così non ci sarebbe niente di strano peccato che, chi conoscesse il rossino, sapesse quanto fosse restio dal comunicare col mondo esterno, esclusi gli insulti che regalava in giro manco fosse Natale, si intende. Si gratto la testa sconsolato, troppi problemi, ed era pure il suo compleanno.
Hidan e Kazuku erano tornati all'attacco e, dopo aver accerchiato Hinata, l'avevano tempestata su domande inutili quali "i programmi che aveva per l'anima, no perchè sacrificare il corpo era un buon modo per salvare lo spirito.." o, molto più semplicemente, "qual'è il reddito annuo della tua famiglia?". Due secondi e sarebbe svenuta di nuovo, poco ma sicuro. Stava per andare in suo soccorso quando Kisame, la persona più normale in quel gruppo, escludendo lo strano colore della sua pelle tendente al blu e i suoi denti aguzzi, gli indicò ghignante un Sasuke intento a guardare seccato i due importunatori.
Senza una parola si diresse verso i bagno dove, era sicuro, di trovarci il marionettista, sperava solo non fosse troppo tardi..
-Sasoooori, lo so che sei lì.. avanti vieni fuori..-
-Uchiha, dimmi, che cazzo ho fatto di male per beccarmi un rompicoglioni come te come amico?-
-Hai iniziato a frequentare persone vere e non solo marionette. Comunque, cosa ti ha detto prima Sasuke?-
-No, scusa, tu, miserabile emo complessato, hai interrotto un momento idillico, in cui persino Deidara aveva smesso di fracassarmi le palle, per chiedermi una cosa del genere?-
-Già-
-Che il Dio di quella testa di cazzo ti fulmini-
-Ok. Allora?-
Da dietro il marionettista infuriato apparve un'altra testolina bionda, o meglio, apparve un biondino ghignante.
-Dai Saso-chan, digli quello che vuole sapere così si leva dalle palle. A proposito, Ita-kun, te li ho già fatti gli auguri?-
-Farmi esplodere il banco conta?-
-Mmmm.. massì-
-Mi ha spinto a fare la prima mossa con l'imbecille dietro di me-
-Come?-
-Uff.. Sasuke ha detto qualcosa del tipo "Se sei un vero uomo tira fuori le palle e vai da quella checca isterica bionda"-
-C-COSA? Mi ha dato della checca isterica? Aspetta solo che gli metta le mani addosso e vedi cos..-
Il povero biondino, vedendo lo sguardo glaciale di Itachi, decise che fosse meglio lasciare stare. Dopotutto l'Uchiha maggiore era cintura nera di karate e, ne era sicuro, dietro a quel sorriso gentile quel tipo nascondeva un'anima sadica. Lui sì che sarebbe stato un buon sacrificio per Jashin.
-Neh, Ita-kun, per festeggiareil tuo compleanno non è che ci inviteresti a casa tua?-
-In modo che tu possa farla saltare in aria?-
-In realtà pensavo di fare saltare solo il letto di tuo fratello.. con lui sopra, possibilmente-

Quando tornò nella sala principale trovò Hinata svenuta su una sedia e, seduto di fianco a lei trovò il suo adorato otouto che fulminava con lo sguardo Hidan e Kazuko. Ma quanto era adorabile quel ragazzino? Con calma, e finta indifferenza, gli si avvicinò.
-Finalmente sei arrivato. Questa qui è svenuta, di nuovo, non ho voglia di farle da baby sitter per tutto il giorno quindi, ora che hai festeggiato con la banda di celebrolesi, ce ne possiamo andare?-
Detto questo si diresse sicuro verso l'uscita lasciando lì la povera Hinata addormentata.
Itachi si grattò sconsolato la fronte. Sì, era proprio un adorabile ottuso; fortuna che Itachi era pronto ad aiutarlo!
Quando si fu assicurato che il baby Uchiha fosse uscito, Kakuzo si avvicinò ad Itachi per poi posargli una mano rassicurante sulla spalla..
-Beh, immagino che la festa sia finita.. paghi tu giusto?-


Quando Hinata si svegliò la stanza era nascosta nella semi oscurità. Strano, pensava di essere al bar per la festa di Itachi eppure ora era lì; a quanto pareva era svenuta una volta di troppo.  
-Sei una palla al piede, lo sai vero?-
-S-Sasuke?-
-E chi sennò?-
-C-cosa ci fai q-qui?-
-Colpa di Itachi. Bene, ora che ti sei svegliata posso anche andarmene. Scendi che tra poco è pronto-
Detto questo uscì, borbottando qualcosa, dalla stanza.
Ripresasi dallo stupore, Hinata si diresse in bagno per darsi una sciaquata.
-Oh, finalmente ti sei svegliata! Iniziavo a preoccuparmi-
-Itachi-kun.. come ci sono arrivata in camera? -
-Ti ho portata io.-
Il ragazzo la guardò con tranquillità, come se quella fosse la cosa più naturale del mondo. Le guance della Hyuga si tinsero velocemente di rosso, sembrava agitata e in colpa
-G-razie. S-senti, p-perchè Sasuke-kun era in camera mia?
-Oh, si è gentilmente offerto di controllare che stessi bene fino al tuo risveglio-
Hinata rimase in un religioso silenzio, per qualche motivo quella le sembrava una presa per i fondelli.
-Non ci hai creduto, vero? Semplicemente gli ho concesso di non venire in discoteca con me e gli altri questa sera-
-Ah...-
Ora tutto tornava. Non era stato mosso da qualche kami misericordioso, semplicemente non aveva voglia di stare col fratello e coi suoi amici per quella sera.
-Sai, mi piacerebbe andare d'accordo con lui..-

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Capitolo 7
*** Pianti notturni ***


sasuhina 6 Inizio col ringraziare tutti, chi ha messo la storia tra le preferite  e anche chi l'ha letta silenziosamente ma, soprattutto, ringrazio tutti coloro che hanno commentato. Mi fa sempre piacere sapere i vostri pareri, quindi grazie.
Allora, per quanto riguarda il capitolo non penso ci sia molto da dire, se non che, finalmente, Sasuke e Hinata stanno iniziando ad avvicinarsi e che, più avanti, penso proprio di inserire la SuiKa, insieme li trovo semplicemente adorabili. Nel prossimo capitolo, invece, scopriremo chi era la coppia interrotta dalla "peste"
Bene, buona lettura a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate, per favore :D


                                        Capitolo 7

Quella settimana sarebbe dovuto toccare ad Ino e Karin restare a sistemare la classe finite le lezioni ma, per motivi più o meno nobili, avevano scaricato il lavoro, una a Hinata e l'altra a Naruto. Convincere Hinata a sostituirla, per Ino, non era stato per niente difficile. Non aveva nemmeno dovuto nominare Naruto; si era semplicemente appellata alla sua bontà. Per Karin, invece, la situazione era stata leggermente più complicata, aveva dovuto minacciare il cugino di rivelare alla zia Kushina il nascondiglio di tutte le sue scorte nascoste di ramen istantaneo. L'aveva sempre detto lei: i maschi sono tutti uguali e facili da manipolare, ne era la prova quell'incrocio tra un pesce lesso e un uomo che le camminava di fianco. Sasuke-kun, ovviamente, era l'unica eccezione.
- Ma si può sapere perché cazzo cammini in quel modo?-
- E' la mia camminata da figo -
Karin lo fissò attentamente, e, no, non le sembrava più "figo" del solito, solo più stupido. Insomma, camminare molleggiandosi, con le mani in tasca, lo sguardo da sardina e un ghigno da ebete non gli davano affatto un'aria da bello e dannato stile Uchiha, perché, quello, era vero stile.
- Ah -
- Comunque, oggi non era il tuo turno delle pulizie?-
- L'ho lasciato a Naruto -
- Poveraccio, avere te come cugina deve essere orrendo -
Una vena si fece largo prepotentemente sulla fronte della rossa e, con uno dei suoi leggendari scatti fulminei, agguantò il colletto dell'albino.
- Tu, maledetto idiota, non capisci una cippa! La mia era una buona azione-
- Scaricargli il lavoro sporco sarebbe una buona azione? -
A questo punto il tono di voce della ragazza si alzò di un'ottava e, per rimarcare meglio concetto, iniziò anche a scuoterlo con violenza.
- VEDI CHE SEI STUPIDO?! Se tutto andrà secondo i miei piani, e tutto andrà secondo i miei piani, il troglodita e Hina-chan si metteranno insieme! -
Subito dopo che la follia omicida della rossa si era placata e, non appena, Suigetsu era riuscito a riprendere fiato lui, con tono di sfida, le aveva ripetuto la frase di poco prima: "Poveraccio, avere te come cugina deve essere orrendo".
- Idiota! -
E fu così, che con un pugno ben calibrato, gli aveva lasciato l'occhio nero e la sana convinzione di non criticare mai più i suoi piani, per quanto pessimi fossero.


Erano lì da più di due ore per fare un lavoro che, solitamente, era fattibile in un'ora a dire tanto. Il problema? Un certo biondino, che per una cosa buona che faceva ne incasinava altre tre, stava leggermente ritardando i lavori.
- Hinata-chan, mi chiedevo, perché sei qui? Sì, insomma, io ho una cugina dispotica, ma tu?-
La corvina gli sorrise gentile, con quel broncio infastidito era adorabile sembrava quasi un cucciolo. Peccato solo che ora lei  avesse un problema: avrebbe dovuto rispondergli. Cosa banalissima che, nella sua incapacità di dire una frase di senso compiuto davanti a lui, diventava particolarmente difficoltoso.. e deprimente.
- I-Ino è è a-aaaaa-an-data a a a c-c-cer-cercare u-u-un ra-raga..zzo-
- Hina-chan? -
- Mmh?-
- Tu, sei così.. KAWAAAAAAAIIIIIII-
Urlato questo le aveva stretto le braccia intorno al collo e l'aveva spupazzata con veemenza. La reazione di Hinata, a quel punto era prevedibile. Si era allenata tanto davanti allo specchio per potergli parlare ma un contatto così intimo, e così improvviso, era troppo per lei. Conclusione? Naruto, in panico, scuoteva ancora più forte Hinata cercando di farla rinvenire.

Sasuke, appoggiato al muretto della scuola, fissava davanti a se con la sua solita aria imperturbabile quando i passi della ragazza attirarono la sua attenzione e il suo sguardo.
- Finalmente, perché diamine ci hai messo così tanto?-
- Oh.. S-Sasuke-kun, non pensavo che mi avresti aspettato-
Il bisbiglio della ragazza era appena stato udito dal giovane, cosa che, peraltro, lui odiava. Se parli con una persona, magari, avresti anche piacere a sentirla senza dover continuamente chiedere "eh?" o, più educatamente, "come scusa? Puoi ripetere". E cchecazzo. Sospirò profondamente per poi ripeterle, per l'ennesima volta, quella che a lui sembrava un banalissimo concetto.
- Hinata, quante volte ti avrò già detto che..-
Il discorso venne però interrotto da un uragano biondo che gli era corso incontro sorridente. Un'altra palla al piede.
- Ehi teme! E' una fortuna che tu sia ancora qui. Prima Hinata-chan è svenuta.. mi sarei preoccupato a lasciarla andare da sola-
Poi gli si era avvicinato maggiormente e gli aveva bisbigliato, con aria cospiratoria "penso abbia la febbre, ma lei continua a negare". Sasuke guardò per una attimo il suo "amico", per poi osservare il volto più rosso del solito della sua coinquilina e, infine, era tornato a fissare l'idiota. Che fosse più stupido di quanto avesse pensato?
-Idiota-
Prima che Naruto potesse rispondere alla provocazione, e quindi dare il via all'ennesima scazzottata, Hinata era intervenuta debolmente per ricordare a Sasuke che, se non avessero preso quel treno avrebbero rischiato di dover aspettare per un'altra oretta.

Sasuke camminava sicuro per le strade con il suo solito passo indifferente, nel passo di Hinata, invece, quel giorno c'era qualcosa di diverso da tutte le altre volte. Il ragazzo, facendo attenzione a non farsi notare, la guardò di sottecchi. Il suo passo era simile a dei saltelli, muoveva leggermente la testa da destra a sinistra e viceversa a ritmo con una canzoncina che stava canticchiando. Sì, era decisamente di buon umore.
-Tsk-

Quello era l'ultimo giorno di turno per le pulizie, quindi, quella era la sua ultima possibilità per dichiararsi a Naruto. Si era allenata tanto, sempre davanti al suo fedele specchio, per quel momento, non poteva fallire. Beh, questa era stata la sua convinzione fino a poco prima ma, ora che si trovavano lì, non ce la faceva proprio.
scosse veloce la testa. Non poteva tentennare proprio ora, anche perché aveva faticato per convincere Ino per non dover indossare quel vestitino per la dichiarazione. Insomma, erano pur sempre a scuola! E poi, i professori se l'avessero vista senza divisa l'avrebbero sicuramente sospesa. Decisamente un'esperienza da evitare. Era così concentrata nei suoi pensieri che si era completamente dimenticata della presenza del biondo nella stanza che, da un paio di minuti la fissava incuriosito.
Doveva ancora pulire la parte superiore della lavagna e il pavimento, non mancava molto. Rincuorata da questo pensiero saltellò, inutilmente, per cercare di lavare anche la parte più in alto della lavagna prima di sentire un corpo caldo alle sue spalle e vedere un braccio abbronzato prenderle lo strofinaccio di mano per pulire dove lei non arrivava. Se lo sentiva, stava per svenire. Con tutta la calma di cui era capace fece lentamente tre profondi respiri, proprio come le avevano insegnato Itachi-kun e Shisui-kun, per poi, cercare, di fronteggiarlo.
-N-N-N..-
Il biondino sentendo la compagna parlare, cosa che gli capitava di rado, le si era affiancato incuriosito e l'aveva incitata con lo sguardo a proseguire.
- I-io v-vo-vorrei par-pa-parlarti di u-una co-cosa impo-impor..tante-
Lo sguardo di Naruto si era fatto ancora più incuriosito ma, solare come solo lui poteva essere, aveva allargato ulteriormente il suo sorriso in un tacito invito a continuare.
- E-ecco, i-io..-
La frase di Hinata venne però interrotta dalla vibrazione del cellulare di Naruto che, dopo essersi scusato velocemente, aveva risposto solare. In meno di trenta secondi Hinata aveva visto il viso sempre sorridente di Naruto contrarsi in una smorfia di preoccupazione mista a dispiacere.
Appena chiusa la chiamata era rimasto immobile per un po' prima di guardarla e chiederle scusa, ma lui doveva proprio andare: Sakura-chan aveva bisogno di lui!
Hinata lo guardò con un sorriso malinconico mentre si fiondava fuori dalla porta prima di mormorare un flebile "non preoccuparti.. Naruto-kun". Con aria sempre più depressa si era affacciata dalla finestra, e questo, solo per vedere il ragazzo dei suoi sogni abbracciare con forza un'altra ragazza.
Durante gli anni passata nella villa degli Hyuga aveva imparato molto bene come fare per trattenere il pianto, almeno fino a quando non si fosse trovata al riparo nella sua cameretta, lì avrebbe potuto sfogarsi tranquilla. Eppure, quella volta, le sembrava ancora più faticoso di quando suo padre la sgridava deluso della sua inettitudine. Un lieve sospiro di sconforto scappò dalle sue labbra serrate. Doveva finire di sistemare. Senza il modico "aiuto" di Naruto avrebbe potuto finire prima del solito; sperava solo che quel giorno Sasuke passasse a prenderla prima. Dopotutto diverse volte era arrivato in anticipo.

Appoggiata al muretto della scuola, Hinata si fissava con insistenza le scarpe mentre il vento trasportava con sé un malinconico motivetto. Già a quella visione il giovane Uchiha aveva intuito che qualcosa non quadrasse inoltre, quando, finalmente, la Hyuga si era accorta della sua presenza e lo aveva guardato, aveva notato i suoi occhi vitrei. A confermare il tutto ci pensarono i passi trascinati e più intimiditi del solito. Eppure era strano. Per tutta la settimana era stata così allegra mentre ora sembrava l'ombra di se stessa. Che fosse triste perché non avrebbe più potuto stare con Naruto nel pomeriggio? No, quella era una reazione esagerata anche per una come lei. Con un alzata di spalle cambiò l'oggetto dei suoi pensieri. Se non si sbagliava, il giorno dopo Orochimaru-sensei avrebbe dovuto interrogare. Doveva ripassare, non poteva permettere a quel dannatissimo leccapiedi di Kabuto di prendere un voto migliore del suo.

Una volta arrivati a casa Uchiha, Mikoto, come sempre, si era affacciata sorridente sul pianerottolo per invitarli a cena ma, diversamente dal solito, Hinata non aveva sorriso di rimando. No, la corvina aveva mormorato del scuse sconnesse riguardo al fatto che avrebbe saltato la cena ed era corsa in camera sua. 
Quattro paia d'occhi fissarono accusatori Sasuke, perché sì, adesso anche quel bastardo di suo cugino faceva parte del fan club "adotta un Hinata e, in omaggio, potrai rompere le palle ad un Uchiha innocente".
- Che c'è? Io non centro -
Le quattro teste a cui appartenevano gli occhi si erano mosse in sincronia in un gesto di diniego per poi sbuffare e imprecare mentalmente, chi più chi meno, contro quel degenerato insensibile.

Era tardi ma lui, da bravo studente modello qual'era, era steso nel letto a ripassare; o almeno era quello che avrebbe fatto se solo i singhiozzi provenienti dalla stanza di fianco non avessero continuato a distrarlo, e a preoccuparlo. Velocemente corresse il pensiero precedente, ad infastidirlo non era il fatto che Hinata piangesse ma che lo faceva rumorosamente. Con uno scatto chiuse il libro seccato. Non importava, tanto aveva già studiato e poi, quel tizio, non poteva minimamente competere con un Uchiha.

Stava ancora piangendo, era da quando si era chiusa la porta alle spalle che lo stava facendo. Certo, aveva imparato a trattenere le lacrime ma questo metodo aveva un limite di tempo piuttosto ristretto. Lo adoperava solo per non scoppiare a piangere davanti a suo padre, o ad altri membri del clan.
Da quando si era stesa su quel letto aveva realizzato anche un'altra cosa; come se la tristezza per aver capito che Naruto non l'avrebbe mai guardata come invece guardava Sakura-chan, ora, si sentiva anche tremendamente in colpa nei loro confronti. Mentre li guardava dalla finestra era stata davvero gelosa e invidiosa. Certo, in precedenza era stata gelosa per le attenzioni che suo padre riservava a Neji ed era stata invidiosa delle attitudini naturali al comando di Hanabi ma, non era mai arrivata a desiderare che un tir li investisse. Un singhiozzo più forte degli altri la scosse, proprio ora che aveva iniziato a tranquillizzarsi. Stava per lasciarsi andare, di nuovo, ad un pianto disperato, quando notò lo schermo del suo cellulare lampeggiare. Le era arrivato un messaggio e, irrazionalmente, aveva sperato che fosse da parte di Naruto ma, ovviamente, era impossibile.
*Che hai?*
Rilesse un altro paio di volte quel messaggio ma, ne le parole, ne il numero, le suggerivano chi fosse il mittente. Probabilmente aveva sbagliato numero.
*Scusa, chi saresti?*
Aspettò impaziente una risposta mentre, piano piano, le lacrime diminuivano. Aveva proprio bisogno di qualcosa con cui distrarsi quando sentì qualcosa cozzare violentamene contro il muro. Se non si sbagliava nella camera di fianco alla sua c'era Sasuke-kun. Strano, di solito era così silenzioso..
*Chi cazzo vuoi che sia a quest'ora? E poi, la smetti di lagnarti? Qui ci sarebbe gente che cerca di dormire!*
*Sasuke?*
*Ma dai! Allora, cos'hai?*
*Niente, non preoccuparti*
*Tranquilla, io mi stavo preoccupando solo del mio sonno. Comunque, se non è niente dacci un taglio. Sei rumorosa.*
*Scusa, buona notte Sasuke-kun*
Il moretto si passò stancamente una mano tra i capelli. Forse aveva esagerato, dopotutto i suoi singhiozzi non erano così alti: era lui ad avere un udito finissimo. Perfetto, ora la giustificava anche
Nell'altra stanza, intanto, le lacrime avevano ricominciato a scorrere ma, questa volta, erano accompagnate solo da singhiozzi soffocati nel cuscino. Passarono un paio di minuti quando il cellulare le segnò l'arrivo di un nuovo messaggio.
*Senti, qualsiasi cosa sia successa con la testa quadra, sono sicuro che non l'ha fatto apposta. E' solo stupido, quindi non pensarci troppo*
Un lieve sorriso le increspò le labbra. Aveva deciso; se non poteva stare al suo fianco allora avrebbe continuato a guardarlo da lontano e a tifare segretamente perché, almeno lui, riuscisse a conquistare il cuore della persona amata. Ma, soprattutto, non avrebbe più desiderato che Hidan-kun li sacrificasse entrambi al suo strano Dio.
*Grazie Sas'ke*
*Tsk*
Nel leggere quelle tre semplici lettere Hinata non riuscì a trattenersi dal ridere sommessamente. Alla fin fine Sasuke non era così insensibile come appariva, o almeno,  così sperava. Dopotutto non è normale che una persona si metta a trascrivere anche gli sbuffi sdegnati via messaggio, no?

La risata di Hinata era gentile, delicata, e trasmetteva un senso di pace, proprio come lei. Questo pensava Sasuke mentre, con l'orecchio attaccato alla sottile parete che li divideva, cercava di sentire quello che faceva la ragazza.
Preso com'era nell'ascoltare i suoni provenienti dall'altra stanza non si era accorto dei due ragazzi che seminascosti dalla porta lo osservavano allibiti. Dopo aver richiuso la porta dietro di loro Shisui aveva guardato il cugino scandalizzato.
- Tuo fratello, oltre a psicopatico con tendenze omicide ora è anche uno stalker?-
- Non ne voglio parlare -
-Ti capisco- e, con una delle, secondo lui incoraggianti, pacche sulla schiena aveva lasciato l'amico a deprimersi in solitudine per le sorti da carcerato del fratellino. Kami quanto se la spassava con quei due!


Quella mattina si sentiva decisamente meglio, certo, il dolore per la battaglia persa in partenza per il cuore di Naruto le cuoceva e, probabilmente, se fosse stata un'altra persona non si sarebbe neanche arresa così facilmente. In ogni caso, se non voleva che Sasuke la riprendesse un'altra volta, avrebbe dovuto dimostrarsi più forte. Quando scese al piano inferiore, ovviamente, vi trovò il moro che leggeva annoiato un libro. Con un leggero sorriso sulle labbra lo aveva salutato mentre l'altro, senza neanche alzare gli occhi dal libro, aveva risposto solo con un mugugno. Se Hinata avesse fatto più attenzione, però, avrebbe potuto notare anche un lieve sorriso soddisfatto che, per mezzo secondo, lo aveva fatto sembrare quasi umano.

Appena il professore Asuma era uscito dall'aula Naruto si era fiondato al banco di Hinata, doveva ancora chiederle scusa per essersene andato nel bel mezzo delle pulizie e doveva farle capire quanto fosse stato di vitale importanza la sua presenza per la rosa in quel momento. Quando le loro iridi si scontrarono fu sorpreso di non vederci rabbia nei suoi occhi ma, al contrario sembravano sereni. Se avesse abbandonato in quel modo la sua dolce Sakura-chan o quell'arpia della cugina lo avrebbero semplicemente e dolorosamente castrato con un calcio ben mirato. Si vedeva che non era cresciuta insieme a quelle due.
Era la terza volta consecutiva che si scusava , la prudenza non era mai troppa, quando la corvina proruppe in una dolce risata per poi rassicurarlo dolce, di nuovo. Solo a quel punto anche il biondino sembrò rilassarsi e il suo caratteristico sorriso era tornato splendente sul suo viso.
-Comunque, cosa stavi per dirmi ieri?-
A quella domanda il sangue di Hinata si era come congelato, le mani avevano iniziato a sudare e le guance le si erano arrossate a dismisura. Quello che seguì furono una serie di balbettii sconnessi che culminarono con uno svenimento.
Mentre le compagne di classe accorrevano a soccorrere la povera Hinata Sasuke, dall'altra parte della classe, guardava la scena di sottecchi. Ora sì che il piagnisteo del giorno precedente aveva senso e, stranamente, scoprirlo lo infastidì.

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Capitolo 8
*** Gelosia ***


capitolo 7

                                                                                                   Capitolo 8


La gelosia è un sentimento comune che è presente, in gradi diversi, in tutte gli uomini e, solitamente, porta la persona in questione a compiere gesti più o meno stupidi per cercare di non perdere ciò a cui tiene. Ecco, se sei un Uchiha allora stai sicuro che sei fregato, perché ti troverai a seguire una ragazzina di cui non te ne frega assolutamente nulla, sì, come no, per niente. Se, anche solo pochi mesi prima, gli avessero detto che si sarebbe trovato in una situazione del genere Sasuke Uchiha gli avrebbe mandati tutti tranquillamente al diavolo, eppure, ora, eccolo lì. Questa era solo la conferma che non avrebbe mai dovuto anfare a prenderla a quella dannatissima festa mesi prima.

Sasuke sbuffò annoiato per l'ennesima volta. Era da più di un'ora che era seduto su quello stupidissimo sgabello a controllare che la Hyuga non si mettesse nei pasticci, cosa alquanto improbabile per una come lei. Che poi, perché diamine doveva essere sempre così gentile? Non poteva mandare al diavolo quelle quattro quando l'avevano invitata ad andare in discoteca con loro? No, ovviamente. Lei non poteva assolutamente farle un torto del genere! Ma che buona. "Vaffanculo Hyuga, almeno potresti evitare di indossare vestitini del genere", e la cosa peggiore era che per lui non li aveva mai indossati. Il suo sguardo parve illuminarsi quando la vide alzarsi e salutare le amiche. Che avesse già deciso di tornare? Tirò un sospiro di sollievo, forse, per quella, sera, era riuscita ad evitare di mettersi in qualche pasticcio. La sua speranza svanì quando vide un tizio seguirla. E ti pareva. Scocciato bevve tutto d'un sorso il suo drink per poi seguirli fuori. Con nonchalnce lo raggiunse e, senza farsi notare dalla moretta, lo aveva preso sottobraccio per poi trascinarlo in un angolo più appartato. Magari si sbagliava, meglio non rischiare di essere denunciato, di nuovo, per niente.
-Ehi amico. stavi andando da quella tipa?- e, con veloce movimento del capo indicò la corvina che, inconsapevole di quello che stava accadendo a pochi passi da lei, era intenta a chiamare un taxi.
-Certo bello. Ahaha l'hai vista? Ha un davanzale da paura! Potrei tranquillamente farci una ripass..-
Non riuscì a finire la frase che una violenta ginocchiata nello stomaco lo aveva fatto piegare in due dal dolore. Non fece in tempo a realizzare quello che stava succedendo che la mano del moro si era chiusa intorno alla sua gola e lo aveva inchiodato alla parete.
-Allora, brutto pezzo di merda uscito da non so quale fogna, prova ad avvicinarti a quella ragazza con il "davanzale da urlo", anzi, prova solo a pensare a lei ed io ti distruggo. Tutto chiaro?-
Il ragazzo aveva annuito intimorito. A terrorizzarlo non furono tanto le parole quanto piuttosto lo sguardo glaciale pietrificante che lo faceva sembrare un serial killer professionista.  In quella discoteca non ci sarebbe tornato mai più, poco ma sicuro.

Quel tizio puzzava d'alcool, nel migliore dei casi il giorno dopo non si sarebbe ricordato di lui. Nel peggiore dei casi, beh, poteva chiedere a Madara di compiere uno sterminio, tanto..
Soddisfatto del suo operato, e di non averla pedinata per niente, si pulì disgustato le mani sulla maglietta. Che schifo, toccare simili vermi lo disgustava. Stava per andare a prendere la moto quando una risata frivola, che purtroppo conosceva bene, lo inchiodò sul posto e con un unico pensiero in testa "merda". Con una lentezza disarmante si girò per incontrare gli occhi cerulei e divertiti della Yamanaka.
-Ma pensa, Hinata se ne stava andando giusto adesso perché si sentiva in colpa ad averti lasciato a casa da solo e, invece, tu sei venuto qua! I casi della vita, neh?-
-Yamanaka, senti non..-
-No no. Tranquillo, non dirò niente.. per ora-
Da quando quella piattola aveva trovato un santo che la sopportasse aveva smesso di pedinarlo, il che era un bene, per carità, però, doveva ammettere che, se fosse stata ancora innamorata di lui sarebbe stato più facile farla stare zitta. Perché sì, era sicuro che lei sapesse che non era appena arrivato per caso.
-Bene, io vado, ti conviene muoverti o Hina-chan tornerà a casa prima di te. Poi vaglielo te a spiegare dove eri-
E, così dicendo se ne era andata sculettando e facendo ondeggiare i suoi capelli biondi a ritmo con i suoi passi.
E ti pareva.

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Sasuke sbuffò seccato. Chi cazzo era che rompeva le palle a quell'ora di domenica?
Era stata una settimana stressante e quel giorno voleva solo dormire. Era chiedere tanto? Evidentemente sì, perché alle 8.15 qualche pazzo con manie suicide aveva osato suonare a villa Uchiha e, cosa più grave, lo aveva svegliato. Che poi, quella casa era sempre piena di persone, sempre, tranne in quel momento, quindi: a chi toccava andare ad aprire? a lui, ovviamente!
Con la sua tipica aura maligna elevata al cubo scese le scale e, con uno scatto d'ira, aprì la porta.
- Chi cazzo sei e che cazzo vuoi?-
Il ragazzo sconosciuto davanti a lui si limitò ad alzare un sopracciglio. Era impossibile che non se la fosse data a gambe, quando usava quello sguardo riusciva a far scappare anche il dobe.. a volte. Vabeeh, lui era stupido, era un caso a parte. Sta di fatto che riusciva a far scappare tutti. Tutti tranne qul tizio che gli stava davanti e quella svitata che lo aveva praticamente scavalcato ed era entrata in caso urlando come un'ossesa "Hina-chan, Hina-chan". E ti pareva! Poteva non essere colpa della corvina?
Con uno sbuffo si massaggiò piano le palpebre prima di spalancare la porta per farli entrare.
-Grazie amico!-

Il primo ragazzo fece un breve inchino e si presentò meccanico porgendogli la mano. Mano che lui ignorò bellamente. Una volta capito che quel corvino asociale non gli avrebbe stretto la mano l'ospite chiese permesso, più per abitudine che per l'aspettativa di ricevere una risposta, ed entrò.
Un secondo ragazzo era spuntato da dietro l'impassibile e gli aveva sorriso solare. Gli aveva sorriso solare.. che lo sguardo da omicida non facesse più effetto? Veloce diede un'occhiata allo specchio appeso alla parete. No, lo sguardo c'era ancora; allora erano quei tizi il problema, lui era sano, perfetto! Stava per tirare un sospiro di sollievo quando una cosa raccapricciante attirò la sua attenzione. Un enorme cane bianco stava saltellando allegramente dietro allo svampito di poco prima e sembrava avere tutta l'intenzione di entrare in casa sua.
Un secco "no" uscì dalla sua bocca mentre con un gamba bloccava il passaggio a quella palla di pelo. Il ragazzo che prima lo aveva salutato solare improvvisamente si era fatto serio e lo aveva fissato minaccioso.
-Come scusa?-
-Ho detto "no". Quell'enorme sacco di pulci non entra in casa mia-
-Di un po', da queste parte sono tutti cazzoni come te o tu fai eccezione?-
-Almeno io non vado in giro che degli stupidissimi segni rossi sulle guance, che poi, cosa starebbero ad indicare? "Guardatemi tutti sono un coglione"?-
Il cagnone aveva iniziato a ringhiare contro quel tipo losco che stava minacciando l'incolumità del suo padrone. Sasuke e il ragazzo castano si stavano fissando in cangesco e, senza nemmeno rendersene conto, si erano ritrovati fronte contro fronte pronti a dar il via ad una strage. Strage che sarebbe senza dubbio avvenuto se un appena udibile "ragazzi.." non li avesse distratti entrambi. I quattro ragazzi, più il cane, si erano voltati contemporaneamente verso l'origine della voce. In cima alle scale stava un Hinata Hyuuga ancora assonata che, nella sua bella vestaglia bianca, cercava di capire cosa stesse succedendo. Di fianco a lei un alto ragazzo dai lunghi capelli corvini con una mano si grattava la testa divertito con una mano mentre l'altra era appoggiata sulla spalla della ragazza in segno di compassione.
-Co..cosa ci fate qui?-
Una volta pronunciate quelle parole la magia che aveva come bloccato il tempo si ruppe.
La ragazza con gli chignon che poco prima aveva osato ignorare Sasuke ora aveva lanciato un urlo euforico per poi lanciarsi in una corsa disperata che culminava con un bellissimo abbraccio di gruppo a cui, subito dopo si aggiunsero anche i due cani. Perché sì, aveva deciso che quel cane e il suo padrone fossero sullo stesso piano.
La patetica scena, per fortuna, venne interrotta da un composto colpo di tosse del primo ragazzo, quello di cui aveva bellamente ignorato il nome. Gli stava già più simpatico.
-Si può sapere che diamine succede qui?- e, per sottolineare ulteriormente il profondo disagio del suo stato d'animo aveva sbattutto il portone rimasto aperto dietro di sè.
-Oh, otouto, non ti avevo avvertito? Oggi gli amici di Hina-chan venivano a trovarla-
Detto questo aveva sorriso a trentadue denti l'idiota. Ma non poteva nascere figlio unico?
Hinata vicino a lui mormorò un lieve "Itachi-san, in realtà non avevi avvertito nemmeno me..".
-Oh beh, ora lo sai.. sorpresa!-
Una vena iniziò a pulsare pericolosamente sil sopracciglio destro di Sasuke. Quell'attaco di massa alla sua salute mentale era sufficiente per richiedere l'attenuante di "leggittima difesa" in tribunale?
Senza aggiungere una parola Sasuke risalì lentamente le scale che portavano al suo agognato letto.
-Otouto, dove vai?-
-A difendere la mia sanità mentale-
-Che maleducato, non sa proprio come trattare gli ospiti-
-Muori, miserabile sacco di pulci-
Detto questo era entrato nella sua stanza e si era chiuso la porta lle spalle.
-Oh, perdonatelo, è ancora nella fase più buia dell'adolescenza..-
-Ok, noi ti portiamo via.- e, con sguardo sicuro le afferrò un polso.
-K-Kiba.. i..io non posso-
Con sguardo triste Hinata abbassò lo sguardo ma il ragazzo non si diede per vinto e strinse le sue piccole manine fra le sue.
-Hina-chan, quello è uno psicopatico! Devi scappare ora che hai ancora le gambe per farlo!-
-..eh?-
-KIBA!-
La voce glaciale di Neji bloccò sul nascere ogni altro tentativo di rapimento del giovane.
-Ma Ne..-
-Kiba, Hinata è qui per un ordine di Hiashi-sama, non puoi portarla via-
-Che palle..-
Il ragazzo sbuffò ed abbassò la testa sconfitto, quel tipo non capiva quanto fosse importante salvare la piccola Hina-chan da qull'individuo. La ragazza dal canto suo aveva iniziato a massaggiargli la schinena con una mano. Non sapeva il perché, ma aveva come l'impressione che ci fosse qualcosa che non quadrava.. non sarebbe dovuto essere Kiba a cercare di consolare lei?
La ragazza con gli chignon avvertendo il pericolo di una rissa fra i due sorrise sorniona, era tempo intervenire!
-Hina-chan, lo sai che nell'ultimo test di biologia Neji non è arrivato primo?-
Kiba, risvegliatosi dallo stato comatoso in cui era caduto, sorrise a trentadue denti.
-Sì, sì. E' arrivato secondo, uno di un'altra classe lo ha battutto!*-
Neji, che fino a quel momento era rimasto impassibile, iniziò a sentirsi a disagio, tanto che, se non fosse stato il genio della casata Hyuga, avrebbe sentito le guance imporporarsi leggermente.
-Non è colpa mia! Ten Ten non mi lasciava concentrare! Continuava blaterare qualcosa riguardo al fatto che le mancavi e che saremmo dovuti venirti a trovare-
-Non è vero! E poi alla fine chi è che ha messo il libro da parte perché volev..-
-Ok, basta basta. A noi non interessano le vostre prodezze sessuali-
-Kiba! Non hai capito niente!- Neji borbottò piano un "sai che novità" al quale Kiba rispose con un ringhio e uno sguardo di sfida -è entrata Hanabi e non abbiamo concluso niente-
Tenten per sottolineare meglio il suo disappunto sospirò affranta, al contrario del suo ragazzo che l'aveva fulminata con lo sguardo.
A quel punto Hinata non riuscì più a trattenere una salutare quanto delicata risata che fece immediatamente calmare tutti gli animi in disaccordo.
Itachi osservò il gruppetto divertito, fino a dieci secondi prima sembrava stessero per scannarsi ed ora erano lì che se la ridevano. Con un dolce sorriso le scompigliò piano i capelli.
-E' ancora presto, volete fare colazione? Oggi i nostri genitori spmp usciti ma la mamma ci ha lasciato qualcosa di pronto..-
-Grazie, ma abbiamo già mangiato sul treno-
La ragazza al suo fianco sbuffò rumorosa.
-Suvvia Neji, non essere sempre così rigido-
Kiba ghignò divertito.
-Infatti, sembra che ti abbiano infilato una scopa su per il..-
-K-KIBA!-
Hinata rossissima aveva ripreso l'amico. Che figure le faceva fare davanti ad Itachi?
Il castano sospirò affranto per poi sorriderle incoraggiante. Non poteva deludere Hinata.


Sasuke, nella sua cameretta, provò, invano, a soffocarsi col cuscino. Perché facevano così tanto casino? Era da anni che non sentiva un così gran desiderio di piangere.
All'ennesimo tentativo fallito di addormentarsi di alzò dal letto più alterato che mai. Oggi avrebbe commesso una strage, ne era sicuro. Con passo pesante, giusto per sottolineare il fatto che stesse per arrivare e che non era per niente di buon umore, era sceso al piano inferiore. Quel mezzo cane era ancorato ad Hinata e, stranamente, la cosa lo infastidì ulteriormente. Aveva già provato una sensazione del genere quando aveva scoperto della dichiarazione mancata a Naruto e, anche se non ne sapeva il motivo, tutti questi fatti lo rendevano più nervoso del solito. Rendersi conto di quanto queste cose gli dessero fastidio, poi, lo faceva arrabbiare maggiormente. Il che era un bel risultato.
Appena entrato un silenzio tombale scese nella stanza. Silenzio rotto dalla flebile voce di Hinata che gli chiedeva se, per caso, lo avessero svegliato. E se ne accorgeva solo in quel momento?
-Tsk-
Fece appena in tempo a voltarsi che il cane, quello parlante, si mise ad urlare qualche impropero riguardo alla sua maleducazione ma, per fortuna, questa volta il suo sguardo omicida aveva funzionato e lo aveva fatto tacere. Grazie kami, qualsiasi tu sia.
-Sa-Sasuke-kun, in cucina ho lasciato la colazione anche per te.. ci sono anche dei pomodori-
Con un cenno d'assenso ed un mugugno si era, finalmente, potuto dileguare.

Kiba sbuffò sdegnato, quel tipo era proprio un maleducato! La sua stupida colazione a base di pomodori l'aveva preparata Hinata con le sue manine e lui nemmeno la ringraziava?
Stava per rendere tutti partecipi dei suoi pensieri ma Hinata lo precedette.
-N-non preoccuparti, quel mugugno equivaleva ad un ringraziamento-
Itachi, seduto di fronte a lei, annuì convinto e soddisfatto.
-Non ci crederai mai, ma quello è un grande passo avanti, lo fa solo con gli amici e parenti.. quasi sempre-
Bastardo asociale. Che poi, chi, oltre a lui, faceva colazione coi pomodori?

Ok, aveva sopportato  le sue battute e la sua insopportabile mania di continuare a mettere le mani addosso a tutti però ora stava decisamente esagerando.
-Brutta cosa la gelosia, vero?-
Sasuke si voltò stizzito solo per incontrare gli occhi divertiti di quel menteccato del cugino.
-Shisui, si può sapere che vuoi?-
-Itachi-chan ha detto che qui c'era una riunione degli amici di Hinata e allora.. eccomi qui-
E ti pareva. Certe volte si chiedeva chi fosse dei due il vero fratello di Itachi.
-Bene, allora vai-
E con uno svogliato gesto della mano aveva cercato di allontanarlo.
-Naaaaaah, non potrei mai lasciare il mio adorato cuginetto da solo mentre si strugge per un'insana gelosia-
-La smetti con 'sta storia? Io. Non. Sono. Geloso.-
-Hai lo stesso sguardo da cucciolo bastonato di quando Itachi veniva fuori a giocare con me piuttosto che stare a casa con te-
-Usciva con te solo perché dovevate andare a scuola insieme-
-Ciò non toglie che eri geloso-
-Sì, da morire. Ora ti dilegui?-
-.. ti ricordi quella volta che volevi andare al parco giochi ma, io, sono riuscito a convincerlo ad accompagnarmi al mare.. senza mocciosi, e per "mocciosi" intendo te, tra le palle?-
-Quindi lo ammetti. Che lo facevi apposta a tenere lontano da me Itachi, intendo-
-Ovvio. Vederti arrabbiato è così appagante. Ti sei mai visto allo specchio mentre scleri? I tuoi capelli sembrano aver vita propria e poi l'aura maligna che ti circonda..Uhuh, e poi c'è anche lo sguardo assassino, meraviglioso-
Shisui era così concetrato nel  suo sproloquio senza senso che non si era nemmeno reso conto che il suo interlocutore lo aveva lasciato lì, da solo, come un babbeo. Il fatto è che quando parlava così, Shisui, sembrava la copia sputata di Tobi, o meglio Obito. Perché sì, a detta di Sasuke quel tipo si era fumato così tanto il cervello che ogni tanto si dilettava nell'indossare una maschera e fingere di non essere un Uchiha ma solo "un Tobi". Ormai lo avevano capito tutti che erano la stessa persona ma nessuno aveva ancora avuto il coraggio di dirglielo. Insomma, poveraccio, per quanto inquietante fosse era pur sempre un essere umano bisognoso d'affetto. Sentimento che, evidentemente, era mal dimostrato nella casata Uchiha.
Itachi guardò per un attimo il suo complice. Il suo compito era semplice. Doveva solo esasperare l'otouto in modo che la sua gelosia diventasse evidente anche a Hinata e a lui stesso. Il problema era: come pensava di fare se il suddetto non lo ascoltava?
Stanco si premette le dita sugli occhi chiusi. Ormai lo aveva capito, se voleva dei risultati doveva pensarci da solo. Eppure dai, non ci voleva molto a far arrabbiare Sasuke. Bastava una frase fuori posto e già dava di matto.
Fortunatamente, la sua adorata okaasan era sempre pronto a supportarlo, anche se inconsapevolmente. Con il suo solito sorriso gentile aveva proposto di andare tutti insieme a fare un giro prima che gli ospiti ripartissero. La risposta di Sasuke era stata uno scontato: "io non vengo" ma si sa, nessuno può andare contro il volere di Mikoto Uchiha, non ci riusciva Madara-sama, perché avrebbe dovuto riuscirci lui?
Sghignazzò allegro, quel Kiba era capitato proprio nel momento giusto, anche se sembrava davvero un mezzo cane. Questo, ovviamente, non lo avrebbe mai ammesso al suo piccolo fratellino.

Sasuke Uchiha non si era mai considerato un tipo particolarmente paziente ma non aveva mai avuto particolari attacchi di rabbia, eccetto contro Naruto, eppure quel ragazzo lo stava per far esplodere. Forse riusciva a fargli questo effetto proprio per il fatto che sotto molti punti di vista assomigliava al Namikaze. Insomma, erano entrambi due rompicoglioni. La differenza sostanziale tra i due era che con uno ci era cresciuto e, bene o male, aveva imparato ad accettarlo, ma quello.. quello no.  Insomma, come si permetteva un stupidissimo sacco di pulci di dare dell'anatra a lui, un Uchiha. Certo, ora la sua famiglia lavorava per lo stato ma, un tempo, erano un clan di temibili mercenari e Madara, unica persona che quel giorno fosse degna di essere definita un Uchiha,  gli aveva spiegato come nelle sue vene scorresse il sangue di un assassino. Quindi, cosa lo stava trattenendo in quel momento dall'ammazzarlo seduta stante?
-S-Sasuke-kun, ti prego calmati. Kiba-kun n-non voleva dire che t-tu sia u..-
-un anatra. Sei solo un anatra con la faccia da culo. E la prova ne è la tua capigliatura-
-Ok, basta. Tu sei morto-
E, quasi sicuramente, sarebbe morto davvero visto che, dopo il primo pugno in pieno viso andato a buon segno da parte del moretto, ne stava per partire un altro diretto al suo stomaco. Il tempestivo intervento di Neji e Itachi, che avevano bloccato Sasuke, e di Akamaru che tirava per la maglia il suo padrone fu del tutto inutile. Infatti una volta liberatosi dei due, aiutato da un Shisui che voleva assistere ad una bella scazzottata, Sasuke era ripartito alla carica. A questo punto anche Akamaru aveva lasciato la presa dal suo inseparabile compagno di giochi.
Tenten, intanto, seduta su un muretto lì di fronte osservava la scena divertita. Cavoli, Hinata era stata proprio fortunata a trasferirsi lì. Con quegli individui non poteva dire di annoiarsi. In più, aveva notato gli sguardi preoccupati che lanciava al moro più piccolo. Tecnicamente le aveva detto diverse volte di essersi innamorata di un certo biondino solare, eppure, tutte le attenzioni che rivolgeva al moro tenebroso l'avevano insospettita parecchio. Ahi ahi Hina-chan, cosa sta succedendo?

Mikoto si era assentata un attimo col marito per andare a comprare dei pasticcini e al suo ritorno aveva trovato il suo secondogenito fare a botte con quel simpatico ragazzo amico della sua adorata Hinata-chan. Era una situazione inaccettabile.
Aveva ripreso il controllo con una certa fatica e, dopo essersi assicurata che il suo ospite respirasse ancora e averlo lasciato alle amorevoli cure di Hinata-chan, si era voltata furiosa verso il figlio. Non aveva di certo l'illusione di trovarlo particolarmente pentito o intimorito ma non si aspettava nemmeno di trovarlo così.. soddisfatto. Conosceva suo figlio da prima che nascesse, al cuore di mamma non si comanda, e, se c'era qualcosa che aveva imparato a fare era quello di interpretare la sua monoespressione. Il modo distaccato con cui teneva le mani in tasca e in cui fissava alla sua destra era un chiaro segno. Era soddisfatto di se, ma, quanto è vero che si chiamava Mikoto gliela avrebbe fatta pagare cara. Tre mesi senza TV, computer, uscite e, soprattutto, di rimprovero silenzioso, sarebbero dovute bastare e, a giudicare dalla sua espressione sorpresa, doveva aver fatto centro.
Il marito, una volta assicuratosi che Mikoto fosse abbastanza lontana aveva appoggiata una mano sulla sua spalla e con sguardo orgoglioso gli aveva sorriso fiero.
-Bravo figliolo-
-Ho pestato una persona, te ne sei accorto, vero?-
-Gli Uchiha non sono secondi a nessuno. Se qualcuno prova a prendersi qualcosa che ci appartiene è giusto che venga rimesso al suo posto-
Aveva appena cambiato idea. Non solo Madara, ma anche suo padre, era un vero Uchiha. Anche se non aveva capito bene la storia della "cosa rubata", insomma, lui lo aveva fatto solo perché stava prendendo per il culo la sua adorata pettinatura, no?


Erano sul treno di ritorno per tornare a Tokyo. Da quando avevano salutato Hinata nessuno dei tre aveva ancora osato parlare fino a quando Tenten, stufa del silenzio, prese la parola.

-Neh Kiba, perché oggi hai provocato in quel modo Sasuke? Insomma non c'era bisogno di fargli notare il problema dei suoi capelli.. e poi sono sicura che Hanabi non gradirebbe sapere che stai ancora così appiccicato a sua sorella-
-Era giusto per divertirmi un po'. Io le ho fatto il filo per anni poi arriva questo qui e, in pochi mesi, riesce ad ottenere tutte le attenzioni per cui io ho lavorato per anni? Almeno fatemi divertire.-
-E' per questo che non le hai detto di esserti fidanzato? -
-Non volevo farla preoccupare, insomma, siamo stati insieme praticamente da sempre-
-Guarda che Hinata non si era  mai accorta nemmeno che ti piacesse, figurati se aveva compreso che "stavate praticamente insieme"-
-.. ti odio-
-Così come Hanabi odierà te quando verrà a sapere che Hinata non ne sa ancora nulla-
Neji, a questo punto, si era intromesso annoiato nella conversazione.
-Tanto meglio. Finché sarà arrabbiata con lui le possibilità che faccia altre retate in camera mia, disturbando i nostri momenti intimi, sono ridotte-
-Come sei cattivo Neji-san. E io che pensavo che fossimo amici..-
-Mai detto.-
E con questa costatanzione si era rituffato nella lettura del libro
-Sempre il solito antipatico-



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*In Giappone i risultati dei test vengono scritti su dei tabelloni che poi vengono esposti rendendoli visibili a tutti.  Solitamente i risultati vengono esposti in base al voto erano così una certa rivalità fra gli studenti.

Questa volta il commento l'ho scritto sotto, ondevitare di spoilerare qualcosa. Spero di essere riuscita a rendere che, la coppia che appariva un paio di capitolo fa erano Neji e Tenten mentre "la peste" altri non era che Hanabi. Sinceramente non mi ricordo il motivo per cui li avevo nominati così presto. Forse, mi sembrava un'idea geniale.. Bah.
Inoltre ci tenevo a sottolineare che la prima parte è ambientata nel futuro, è sempre meglio specificare u.u
In questo capitolo Itachi (<3) e Shisui (*-*) iniziano a mettersi all'opera (adoro troppo questi due) mentre Sasuke fa riferimento a Madara. Personalmente speravo di riuscire ad inserire anche lui nei prossimi capitoli, insieme a Hidan, ovviamente. Devo ancora vedere..
Pensando al presente, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se non mi convince molto..
Sarebbe più conveniente se dicessi quando mi sento soddisfatta, eviterei di perdere tempo -.- . Bene, ne approfitto anche per ringraziare tutti coloro che leggono, che inseriscono la storia tra preferite, ricordate e seguite ma, soprattutto, a chi recensisce. Dico davvero, mi rendete sempre molto felice ed orgogliosa, grazie :D

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Capitolo 9
*** Baci, lacrime e ripensamenti ***


sasuhina 8 Mi rendo conto che questo capitolo è un po' cortino ma mi sembrava già abbastanza pesante quindi ho preferito non caricarlo troppo..
Allora, sì cosa dire senza fare spoiler? Sasuke è un idiota, ma questo si sapeva. Insomma sì, è dolce e tenero ma mi sta facendo penare un sacco. Ergo: è un idiota.
Sul capitolo non penso ci sia altro da dire, se non che le cose inizieranno a muoversi veramente (e voi direte: "era ora!".. quindi sappiate che sono perfettamente d'accordo con voi u.u)
Passiamo ai consueti ringraziamenti a chi legge, e a chi riuscirà a leggere fino alla fine del capitolo, a chi ha inserito la storia tra preferiteseguite e, naturalmente, a chi recensisce, mi rendete sempre moooolto felice :D
Bene, buona lettura, spero, a tutti!

                       
                          Capitolo 9




Per festeggiare la fine dei test, quella volta, sarebbe toccato a Naruto prestare la casa per la festa. D'altro canto, lui non chiedeva altro che un'opportunità per farsi grande agli occhi di Sakura-chan e di superare una volta per tutte il suo eterno rivale apatico e anti-feste: Sasuke Uchiha.
Al suddetto ragazzo, contrario ad ogni genere di divertimento, non interessava particolarmente il fatto di essere in punizione e, quindi, di non poter andare all'ennesima buffonata organizzata dai suoi compagni di classe. In realtà ne era quasi felice. Insomma, ogni volta doveva cercare delle fastidiose scuse per poter declinare gli inviti; un semplice "no" accompagnato da un "smettila di fracassarmi le palle" con Naruto non funzionava. Gli costava ammetterlo ma, il più delle volte, erano Naruto e la sua fastidiosissima parlantina ad averla vinta.
Con quello che, da lontano e con un occhio chiuso, poteva quasi sembrare un sorrisetto soddisfatto Sasuke si stravaccò sul letto pregustandosi la serata di piacevole lettura che gli si prospettava davanti. Itachi era uscito con la banda di deficienti, a cui si era unito anche Shisui, che non poteva di certo vantare un'intelligenza superiore a quegli altri; due in un colpo solo. Sua madre era andata a cena fuori con Kushina e Minato, buttati fuori casa per la sopracitata festa, mentre Hinata era stata convinta da Sakura che "non poteva assolutamente perdersi un simile evento!".
A casa rimaneva solo Fugaku, lasciato indietro dalla moglie affinchè controllasse che suo figlio rimanesse a casa a pentirsi dei suoi peccati. Naturalmente all'uomo non poteva importargliene di meno dei peccati del figlio; finchè fosse stata solo una scazzottata, in cui aveva la meglio, poteva benissimo passarci sopra  Era nel loro DNA essere leggermente violenti quando si arrabbiavano, non poteva mica condannarlo per una questione di genetica. La scontata conclusione era che non gliene fregava assolutamente nulla della sua punizione, non contraddiva la moglie solo per quieto vivere. Da quando aveva iniziato a frequentare così assiduamente Kushina era diventata particolarmente suscettibile.
Con queste premesse, Sasuke, cosa poteva desiderare di meglio?
Non fece in tempo a finire di compiacersi che il cellulare segnò l'arrivo di un messaggio. Se fosse stato di nuovo quel baka il giorno dopo lo avrebbe certamente ucciso.
*Possiamo parlare un attimo?*
Stupito guardò il mittente e, dopo aver controllato chi fosse, era ancora più meravigliato. Era dalla storia di Kiba che non si erano più rivolti la parola.
*Hyuga, sono nella camera di fianco alla tua, se devi parlarmi fai tre passi e vieni qui.. e non scrivermi messaggi inutili*

Hinata lo sapeva che era stupido scrivergli un messaggio ma, per quanto potesse sembrare strano, non era mai entrata in camera sua. L'aveva sempre considerata come un tempietto in cui gli Uchiha di sangue, e non per nomina di Mikoto, potessero entrare. Beh, in realtà, più che della sua stanza-tempietto aveva paura di parlare con lui. Insomma, Sasuke in versione arrabbiata, le faceva paura. D'altronde, non poteva ignorarlo e, come se non bastasse, si sentiva in colpa ad andare alla festa di Naruto mentre lui era ancora in punizione.
Con passi più lenti e tremolanti del solito era uscita della sua camera con la chiara intenzione di raggiungere il ragazzo, eppure, ora che si trovava davanti alla sua porta non riusciva proprio a bussare.
-Hinata, santo cielo, se devi entrare entra. Non stare lì fuori impalata-
Al suono di quelle parole sussultò. Come aveva fatto a capire che era lì? Era così prevedibile?
Con un profondo sospiro di incoraggiamento bussò lievemente e, dopo aver chiesto il permesso, era entrata delicata nella stanza.
Dopo un paio di minuti di silenzio Sasuke si decise di spostare l'attenzione dal libro che stava leggendo alla ragazzina che, con fare nervoso, si stava torturando le dita.
-Allora?-
-Ecco.. i-io.. ehmm-
-Hinata, almeno per una volta, parla come Dio comanda!-
Dopo un altro profondo respiro Hinata riprese a parlare con voce lievemente più sicura di prima. Se avesse balbettato un'altra volta Sasuke l'avrebbe mandata a quel paese, poco ma sicuro.
-Mi chiedevo se ti dispiacesse per la festa di Naruto-kun cioè, se vuoi posso restare a casa p-pure io..-
Verso la fine della frase la voce aveva tremato lievemente a causa di un'occhiataccia da parte dell'altro.
-Lo stai facendo per par condition?-
-Sì, cioè, no!-
Hinata sorpresa da quello che sembrava l'ombra di un sorriso sulle labbra di Sasuke era caduta in una confusione superiore a quella precedente. Non aveva mai visto un sorriso, o qualcosa di vagamente somigliante, sul volto del ragazzo, eppure, di una cosa era certa: difficilmente portava qualcosa di buono.
-Hyuga, fuori dalle palle- e, con queste parole, sia la sua attenzione che il "sorriso" erano svaniti.
Per l'appunto.
Mentre si chiudeva la porta alle spalle la corvina aveva dato una veloce occhiata al moretto. Lui era lì, seduto sul letto con la schiena appoggiato alla testata del letto impassibile come sempre, eppure a lei sembrava così.. sofferente.
-Buona serata Sasuke-kun-
-Tsk-

Pace, tranquillità.. ed apprensione. Non ne sapeva il motivo ma aveva come una brutta sensazione e, solitamente, il suo intuito non falliva. Il suo presentimento venne confermato pochi minuti dopo, quando il suo cellulare prese a vibrare con insistenza.
-Hyuga.. che vuoi?-
-I-Ita-kun-n?-
-No, sono Sasuke-
-Ah-
Sasuke sbattè un attimo le palpebre allibito. Non aveva mai sentito la voce di Hinata al telefono ma era sicuro che quella fosse troppo strascicata per essere la sua voce normale.
-M-mi potresti pas..sare Itachi, perfavore?-
-E' uscito-
-Ah-
-Hinata si può sapere cosa succede?-
-Mmmm.. p-penso di avere un problema..-
Stanco chiuse il libro e lo appoggiò sulle proprie gambe per poi sbuffare lento.
-Quanto hai bevuto?-
Sentì chiaramente come, dall'altra parte della cornetta, la ragazza avesse trattenuto il respiro.
-S-Sakura-chan e..e..N..Na..Naruto... ba..ciando-
Stava per risponderle acido di smetterla di balbettare cose incomprensibili quando sentì delle urla di sottofondo "Hinata avanti, esci dal bagno!" e dei colpi su quella che doveva essre la porta della stanza. 
-S-sc-scusa S-Sasuke, non..non volevo di-disturbarti-
Ora che prestava più attenzione poteva notare che stava anche piangendo.
Debolmente si massaggiò gli occhi.
-Ascolta Hyuga, fra una ventina di minuti fatti trovare fuori casa.. passo a prenderti-
-M-ma la puni..-
Non le diede neanche il tempo di finire la frase che le chiuse il telefono in faccia. Tanto, avrebbe detto solo vaccate.
Velocemente scese le scale. Perfetto, del padre non c'era traccia, probabilmente era già andato a dormire. Si stava per infilare le scarpe quando la voce dell'uomo richiamò la sua attenzione.
-Sasuke-
Solo sentire pronunciare il suo nome gli aveva causato il sudore freddo. Quello era il vero e temibile Fugaku Uchiha, ora non poteva più vacillare.
-Hinata non si sente bene. Vado a prenderla e torno.-
Tono freddo e impassibile. Bravo Sasuke, se continui così magari riesci ad evitare di farti ammazzare sedutastante.
-Tua madre sarà a casa fra, circa, un'ora. Vedi di farti trovare in camera al suo ritorno.- e, con queste parole, se ne tornò in salotto. Non sarebe certo stato lui ad impedire al figlio di diventare un vero uomo.

Quando arrivò la Hyuga era già fuori ad aspettarlo, appoggiata al cancelletto della villetta Uzumaki si guardava intorno intimorita nella speranza di vederlo arrivare.

Le richieste poco caste di Suigetsu erano state rifiutate per l'ennesima volta da Karin che, per sottolineate meglio il concetto, lo aveva buttato fuori dalla casa del cugino. L'albino era fuori al freddo quando vide avvicinarsi col solito passo indolente Sasuke e, in quel momento, sperò che la serata potesse migliorare. Stava per fiondarglisi contro ma la sua occhiata raggelante lo avevano fatto desistere. Non sembrava di buon umore. Forse, per quella sera, sarebbe stato meglio non farsi prendere a graffiate anche da lui. Perchè sì, l'Uzumaki doveva decisamente tagliarsi le unghie.
Ancora immerso nei suoi pensieri, e nelle sue paure, si accorse a malapena dell'amico che veloce come era arrivato aveva afferrato la moretta per un polso e l'aveva trascinata via. Poveraccia.

Erano appena arrivati alla fine di una viottola laterale che portava sulla strada principale del quartiere Uchiha quando videro la macchina di Mikoto passarli davanti. Era stata solo per pura fortuna se non li aveva visti ma, ora, non poteva rischiare. Istintivamente rafforzò la stretta intorno al polso della ragazza, che non aveva ancora lasciato da quando l'aveva portata via dalla festa di Naruto, e iniziò a correre trascinandosela dietro. Erano praticamente arrivati quando videro Mikoto parcheggiare nel vialetto di fianco a casa, se fossero passati in quel momento li avrebbe sicuramente visti. Non voleva nemmeno pensare di quanto si sarebbe allungata la punizione, le feste poteva continuare a saltarle, anche per tutta la vita,  ma rivoleva indietro il suo videogioco sui Ninja. Insomma stava per distruggere un villaggio, non era mica una cosa da tutti i giorni!
La sua crisi interiore, ben nascosta al mondo esterno, venne interrotta quando sentì il polso della ragazza cercare di liberarsi dalla sua presa fino a riuscirci. Con passo tremolante Hinata si allontonò da lui e si diresse verso Mikoto per poi buttarsi tra le sue braccia.
-Hina-chan? Cosa è successo?-
Sasuke, da dietro l'albero dove si era appostato, guardò allibito la scena che gli si presentava davanti. Cioè, lui rischiava le palle per andare a prenderla e lei alla prima occasione lo mollava lì a sorbirsi da dolo la strigliata che, sicuramente, stava per arrivare? Non fece in tempo a finire di imprecare mentalmente che, da oltre la spalla della madre, incontrò lo sguardo insicuro della Hyuga che gli indicava la casa alle sue spalle. E in quel momento capì. Velocemente attraversò il cortile dei vicini, saltò il muretto che divideva le due case e, silenzioso come un ladro, entrò dalla porta del retro solo per ritrovarsi davanti l'accigliata figura del padre. "Ce ne hai messo di tempo" e, con queste parole, si era fatto da parte per farlo passare. Con un ultimo scatto salì gli scalini due a due per poi fiondarsi nella sua stanza. Fece appena in tempo a chiudere la porta che sentì le voci delle due donne che stavano entrando in casa. E anche per questa volta era salvo.

Era da più di mezz'ora che le due la madre stava interrogando Hinata al piano inferiore e Sasuke non ne poteva davvero più. Si può sapere di cosa dovessero parlare di tanto importante? Con uno sbuffò si rigirò nel letto quando, improvvisamente gli tonarono alla mente le parole della Hyuga, il motivo per cui si era nascosta nel bagno di casa Uzumaki, per cui piangeva e per il quale aveva deciso di andare a prenderla. "S-Sakura-chan e..e..N..Na..Naruto... ba..ciando". Con un sonoro sospiro si alzò dal suo comodo letto per andare nella camera della ragazza ad aspettarla. Non aveva rischiato di farsi allungare la punizione per niente. Come minimo voleva sapere cosa diamine stava combinando quel baka del suo migliore amico. Con Sakura? Ma davvero? Allora era anche più stupido di quanto pensasse.
-S-Sasuke?-
-Parliamone-
Hinata lo guardò stralunata. Sasuke Uchiha che, di sua spontanea volontà, chiede di parlare di qualcosa?
-Mmm, ecco, sì.. grazie-
-Ma sei stupida?-
-C-cosa?-
Davanti allo sguardo stupito della Hyuga Sasuke iniziò a rendersi conto di quello che stava facendo. Fra i due sembrava che lo stupido fosse lui. Insomma, che diamine stava facendo? Era notte tarda e lui era nella camera di Hinata per farsi spiegare il motivo per cui piangeva? E la cosa peggiore era che quella non era la prima volta che se ne preoccupava. Con fare rabbioso si strofinò le palpebre. La situazione si stava complicando.
-Allora?-
-Mmm, e-ecco io ero andata a prendere q-qualcosa da bere p-per me e K-Karin quando li ho visti s-sul divano a ba-baciarsi. S-so che a-avevo detto d-di essere andata oltre m-ma fa m-male.. e poi n-non pensavo c-che s-si me..mettessero insieme c-così presto.. c-capisci?-
Sasuke guardò infastidito le lacrime che avevano ripreso a scorrere sul viso della Hyuga mantre qualcosa infondo al suo stomaco si agitava violentamente. Rabbia? Gelosia? Fastidio? E poi c'era quella domanda. "Capisci?" e, prima di potersene rendere conto aveva già iniziato a parlare in uno dei discorsi più lunghi che avesse mai fatto.
-No. Ti sei "innamorata" di un tipo che nemmeno conoscevi e anche quando hai scoperto che è un completo idiota innamorato di un'altra, per giunta, il tuo sentimento non è mutato minimamente. Non capisco semplicemente perchè non c'è niente da capire. Sei solo una masochista.. una stupida mocciosa innamorata di una testa quadra-
Hinata, presa alla sprovvista, aveva sgranato gli occhi nell'udire parole tanto dure. Certo, non era mai stato particolarmente gentile ma quelle parole le sembravano davvero cattive, e poi, anche i suoi occhi trasudavano cattiveria. Sasuke d'altro conto temette che, per quella volta, avesse esagerato; per questo con un "tsk" a sosituire delle scuse si diresse veloce verso la porta ma una lieve pressione sul bracciò lo bloccò di colpo.
-L-lo so. E'-è una cosa stupida m-ma n-non si possono controllare i sentimenti.. s-sia che n-nascano all'improvviso sia a p-poco a poco u-una volta c-che ci s-sono non p-puoi più liberta..ne-. A quel punto solo una sola parola gli vorticava in testa: "scommetti?". Scettico, anche se leggermente sorpreso, si era voltato solo per poter incontrare due occhi chiari fissarlo sicuri, i capelli leggermente scompigliati, le guance arrossate e infine un dolce sorriso ad illuminarle il viso. E, osservando quelle labbra, chinarsi e far combaciare rudemente le loro labbra gli venne automatico.
Aveva semplicemente appoggiato le sue labbra con quelle di lei eppure questo semplice toccarsi, durato solo un paio di secondi, ebbe la capacità di far partire una scossa elettrica che, da quel piccolo pezzo di pelle a contatto si diffuse per tutto il suo corpo. Un calore in grado di riscaldagli quel freddo interiore che si portava dietro da sempre.

Hinata non ebbe neanche il tempo di capire quello che stava succedendo che vide la porta della sua stanza chiudersi alle spalle del ragazzo. Sasuke l'aveva baciata.. impossibile e.. caldo. Queste erano le uniche due cose che riusciva a pensare.

La mattina dopo, mentre scendeva lentamente le scale, non sapeva cosa aspettarsi ma, certamente, fra tutte le opzioni la solita indifferenza di Sasuke le era sembrata la più improbabile. Questo, almeno, fino a quando non lo aveva visto lì, col viso nascosto dietro al libro di algebra e lo sguardo annoiato. Aveva bevuto, anche se poco, quindi era plausibile che avesse potuto sognare il tutto..

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Capitolo 10
*** Quando la paura ti fa fare cose stupide ***


sasuhina 9
                     Capitolo 10



Erano già passati un paio di giorni ma, più la guardava, meno se ne capacitava, più ci pensava, meno capiva. Che cosa cavolo gli era preso quella sera? Perchè l'aveva baciata? Anzi; perchè ne voleva ancora? No, la domanda migliore era: perchè ne voleva di più?
Seccato voltò lo sguardo verso la sua compagna di classe. Solitamente non avebbe mai fatto una cosa del genere con una della classe ma quella era un'emergenza; non poteva aspettare oltre per togliersi la Hyuga dalla testa!

Quel pomeriggio quando, a causa di un corso extra era dovuta rimanere a scuola oltre l'orario scolastico e, all'uscita, non lo aveva trovato appoggiato al muro ad aspettarla ne aveva avuto la conferma: quella sera, di cui aveva solo ricordi sfocati, era veramente successo qualcosa di strano.
Se c'era una cosa che aveva imparato grazie a Sasuke è che non bisogna scappare dai problemi. Per questo motivo si era diretta velocemente verso casa ma, ora che si trovava in prossimità di villa Uchiha, la sua camminata era diventata molto più lenta e incerta. Quando poi si era ritrovata davanti alle scale si era paralizzata. Incapace di fare quei pochi gradini che la separavano da Sasuke si era immobilizzata ad aspettare un incoraggiamento dal cielo.
-Hinata!-
Incoraggiamento che giunse poco dopo alle sue spalle.
-Oh, Ita-kun. Sei tornato adesso?-
-Sì, ero da Kisame a studiare.. tutto bene?-
-I-io.. sì-
Itachi la osservò attentamente mentre si stropicciava nervosamente la gonna e, ogni tanto, lanciava occhiate veloci alla camera del suo otouto.
-Vai a chiarire con Sasuke?-
-C-come?-
-Ultimamente mi sembrava più freddo del solito, il che è tutto dire.. Perfetto, ti accompagno!-
Prima che avesse la possibilità cambiare idea la prese delicatamente per le spalle e la trascinò davanti alla stanza del fratello per poi spalancare la porta entusiasta. Alla faccia di Shisui che si perdeva sempre i momenti più interessanti!
Quando mise a fuoco quello che stava facendo Sasuke, però, fu sollevato all'idea che non ci fosse anche il cugino pronto a deprimerlo ulteriormente. Certo, sospettava da tempo che suo fratello non fosse più l'ingenuo bambino che si attaccava gioioso alle sue gambe implorandolo di giocare con lui, eppure, vederlo lì, seduto sul bordo del letto con una ragazza seduta sulle sue gambe mentre gli baciava focosa il collo e le spalle, era lo stesso una scena abbastanza strana. Non era sicuro di essere pronto a vedere crescere il suo piccolo otouto. Solo il giorno prima portava ancora il pannolone mentre ora era lì con una tipa a fare "non voleva sapere cosa". Ma la cosa peggiore era che non gli aveva mai parlato, ne tantomeno presentato, questa tizia. 
Insomma, tra fratelli non bisognerebbe dirsi tutto? Lui lo faceva!.. quasi sempre.. raramente.. ok, mai. Ma lui era il maggiore, quindi era giustificato.
Con lo sguardo più severo che riusciva a fare cercò di far capire a quel piccolo depravato quanto fosse deluso e, solo in quel momento, notò, con un pizzico di divertimento, che il fratellino era troppo impegnato a fissare con occhi sbarrati la piccola figura al suo fianco per far caso anche a lui.

Un attimo prima si stava specchiando in quegli occhi scuri velati di passione e un secondo dopo il suo sguardo era stato incatenato da quello chiaro e vagamente stupito della corvina. Qualcosa nel suo stomaco si mosse, ed era estremamente fastidioso poi, quando la vide dargli le spalle e correre via la morsa allo stomaco si strinse al punto da fargli male spingendolo ad alzarsi e a seguirla in cerca di sollievo. Cosa che avrebbe certamente fatto se, la ragazza che aveva involontariamente buttato per terra quando si era alzato, non gli avesse afferrato un braccio in una stretta disperata e non lo avesse guardato con le lacrime agli occhi mentre chiamava triste il suo nome. Probabilmente aveva capito anche da sola che stava per essere usata e, anche se gli costava ammetterlo, gli dispiaceva. Dopotutto, dopo anni che si conoscevnao, era quasi diventata un'amica e un po' le si era affezionato.
-Alzati e vai via-
Con quelle parole, che sarebbero dovute valere come delle scuse, Sasuke aveva fulminato il fratello e l'aveva lasciata lì andandosene veloce.

Diversamente da quello che si aspettava la ragazza, il tono usato da Sasuke non era freddo come suo solito, sembrava quasi che gli dispiacesse per la sua stupidità di ragazza innamorata o, forse, era solo merito della vicinanza benefica con Hinata. Già, Hina-chan. Non pensava che sarebbe stata propio lei a rubarle Sasuke anche se, effettivamente, non poteva rubarle una cosa che non le era mai appartenuta.
Con una risata amara scosse triste la testa cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di toglierle anche quel po' di dignità che le era rimasta. si alzò e si diresse lentamente verso l'uscita. Quando passò di fianco al fratello di Sasuke, che non si era ancora mosso dallo stipite della porta, lui le disse un incoraggiante "scusalo, è un po' confuso". Come unica risposta scosse nuovamente il capo e pregò affinchè la sua confusione non ferisse anche la sua Hina-chan. Non era colpa di quella ragazza così diversa da lei se era riuscita a fare una breccia anche nel cuore dell'impassibile Sasuke. Che lo sapessero già o no l'importante era che lei stesse bene; perchè lei, altri non era se non la sua prima e unica vera amica.

Itachi guardò la ragazza andare via e sospirò affranto, che diamine stava combinando il suo stupidissimo otouto?
Shisui darà sicuramente di matto quando scoprirà quello quel che si è perso.


Hinata non sapeva perchè era corsa via. Certo, non si aspettava di trovare Sasuke, dopo averla baciata pochi giorni prima, farsi baciare e toccare appassionante da un'altra. Sua amica per giunta, come se il resto il non bastasse. Forse non considerava il loro come un bacio.. meglio così. Almeno avrebbe potuto evitare anche lei di considerarlo tale e poi, se lui avesse provato davvero qualcosa per lei, avrebbe dovuto rifiutarlo perchè, nonostante tutto, nel suo cuore c'era ancora e solo Naruto, vero?
Affranta si asciugò le lacrime che involontariamente le stavano rigando il viso. Perchè? Perchè piangeva? Non dovrebbe esserne sollevata? Nel tentativo di distrarsi si guardò intorno scoprendo, con orrore, che non era mai stata in quel parco.
Mentre correva pensava solo ad allontanarsi il più possibile dal quartiere Uchiha, senza  tener conto che quella era l'unica zona che conosceva. Certo, il parchetto con il bel laghetto in cui si trovava era davvero rilassante però rimaneva il problema non irrilevante che non avesse la benchè minima idea di dove si trovasse.
-Hyuga?-
Stupita si voltò verso il suo interlocutore; quella voce non le sembrava sconosciuta, eppure non riusciva proprio a riconoscerla.
-Massì, tu sei la mocciosa che stava per farsi investire, no?-
-H-Hidan-san?-
-Sei venuta per offrirti come sacrificio?-
-E-ehm.. n-no-
-Ah.. peccato-
Guardando la ragazzina seduta per terra con gli occhi lucidi, le guance arrossate per il pianto e i capelli scompigliati che cercava, invano, di tranquillizzarsi stringendosi le gambe al petto provò un moto di compassione. Sbuffò annoiato, se fosse arrivato in ritardo un'altra volta all'incontro con Kakuzu, quello, lo avrebbe sicuramente scuoiato vivo. Eppure, quel giorno, si sentiva in vena di buone azioni quindi sedersi accanto alla corvina era stat inevitabile. Era ufficiale: si stava rammolendo.
-Sentiamo, cosa ha combinato quel piccolo mostricciatolo senza cuore?-
-C-come?-
-Non è per il fratello asociale di Itachi che ti stai lagnando?-
Ultimamente un sacco di persone l'accusavano di lagnarsi troppo, forse, se avesse smesso Sasuke l'avrebbe considerata come una donna..
Stupita dai suoi stessi pensieri scosse sconsolaata la testa.
-C-come f-fai a..?-
-Ovvio, quel tipo deprimerebbe chiunque.. il che è una grande qualità. Comunque, è da circa una settimana che non compio un sacrificio..-
-..q-quindi?-
-Posso sbudellarlo?-
Hinata si voltò stupita, e leggermente spaventata, verso l'albino che, con il mento appoggiato sulla mano lanciava annoiato dei sassi nel laghetto. O meglio, lanciava sassi contro le papere nel laghetto.
-N-non credo c-che Itac..-
-Io odio le papere-
-C-cosa?-
-Sono stupide e starnazzano-
Hinata ormai si era persa, quello che diceva quel ragazzo non aveva un minimo di senso logico.
-Dai! Guardale, con quella cazzo di coda verso l'alto sembrano tirarsela.. non ti ricordano il mini Uchiha?-
-I-io..-
-Dai, ora te ne prendo una così la spenniamo insieme, magari potresti diventare una consorella del culto di Jashin-
La risata lieve di Hinata si sparse per il parchetto mentre Hidan si alzava fingendo di voler andare ad inseguire una papera. Solo quando lo vide prendere velocemente una papera lì vicino le venne il terribile dubbio che fosse serio.
-Hi-Hidan?-
-Sono cresciuto in una fattoria del cazzo e ho passato l'infanzia ad inseguire maiali. Loro sì che sono veri animali, scappano quando avvertono il pericolo. 'Ste fottuttissime anatre, invece, ti vengono praticamente incontro. Che animali del cazzo.-
-Hidan.. l-la papera, la stai soffocando..-
-Giusto, deve rimanere viva per poter soffrire ed essere considerata un vero sacrificio-
-S-sei serio?-
L'albino la fissò per qualche attimo, forse stava esagerando, dopotutto lei non era abituata alle sue stranezze. Sospirò affranto, forse, per quella volta, avrebbe potuto rimandare il sacrificio. Con un'alzata di spalle Hidan lasciò andare la papera, che era zampettata via il più veloce possibile, per poi risedersi vicino a lei.
-Dai, dì allo zio Hidan cosa ti turba..-
Hinata lo guardò leggermente spaventata ma, alla fine, decise di parlargli del bacio e di quello avvenuto poco prima. Per lo meno avrebbe dato una tregua a quelle povere paperelle..
-Che stronzata, speravo in qualcosa di peggio. Per così poco non vale neanche la pena di sprecare tempo per trucidarlo-
Passarono alcuni attimi di silenzio, attimi in cui Hinata aveva abbassato nuovamente lo sguardo stanca. Come pensava, si stava facendo un sacco di problemi per niente.
-Finocchie-
-C-cosa?-
-Le papere..e Sasuke-
-P-perchè lo odi?-
-Perchè mi sta facendo perdere tempo. In realtà sei tu, ma se ti faccio piangere Itachi mi manda contro Tobi.-
-Mmmm-
-Senti, il coso, ti piace?-
-N-no i-io..-
-Innamorarsi di un Uchiha è la cosa più stupida che una persona possa fare. Loro vanno d'accordo solo con i gatti.-
-Eh?-
-No, dico davvero. Senti ho un idea per aiutarti-
La corvina, che aveva iniziato a non prestare più molto ascolto all'albino, non voleva sembrare maleducata ma seguire i suoi discorsi era davvero troppo complicato, ed inquietante, si rifece attenta.
-Affida la tua anima a Jashin!-
-N-no grazie-
-Sei contro Jashin?-
-No! Lode a Jashin!-
Hidan la scrutò per interminabili secondi per poi prorompere in una grassa risata. Quella ragazzina, così diversa dalle persone che frequentava solitamente, lo divertiva non poco.
-Senti, tu pensi che io abbia scelto di essere un eletto da Jashin?-
-.. n-no?-
-Esatto!-
Hinata aggrottò le sopracciglia cercando di capire cosa stesse cercando di dirle ma, nonostante gli sforzi, non riusciva a trovare un collegamento logico.
-Quindi?-
-Non siamo noi a scegliere i sentimenti, sono loro a scegliere noi.. proprio come i cani-
-I c-cani?-
Proprio quando aveva iniziato a pensare di poter capire qualcosa lui le scombussolava di nuovo le idee. Cosa centravano i cani? Stava per chiedere ulteriori lucidazioni quando incontrò lo sguardo soddisfatto di Hidan, a quanto pare era davvero soddisfatto del suo paragone, non poteva deluderlo. Con un sorriso dolce gli fece capire di essere riuscito a tirarle su il morale al che il ragazzo, dopo attimi di smarrimento, rispose con un sorriso ancora più grande. Non si ricordava che fosse così appagante fare una buona azione, quasi quasi avrebbe potuto farle più spesso..
Purtroppo, il momento idiliaco venne interrotto da delle urla provenienti dalle loro spalle.
-TU! BRUTTA TESTA DI CAZZO SOTTACETO DOVE DIAMINE ERI?!? MI HAI LASCIATO Lì COME UN COGLIONE AD ASPETTARTI PER QUASI UN'ORA. UN'ORA! TE NE RENDI CONTO? IL TEMPO è DENARO! D E N A R O E TU, MISERABILE PEZZO DI MERDA, BUTTI IL MIO TEMPO NEL CESSO.-
-Suvvia, non fare il solito materialista cagacazzi e poi guarda, c'è anche Hinata-chan. Con tutte quelle brutte parole l'avrai spaventata-
-S-salve K-Kakuzo-san- 
Il nuovo arrivato la scrutò un attimo per poi commentare acido qualcosa riguardo le perdite di tempo e il fatto che sarebbe stato più utile se quella volta l'avessero veramente cattata sotto. Hida, ignorando bellamente l'amico si alzò e, con un pacca sulla schiena le sorrise soddisfatto.
-Bene, Hinata-chan, noi andiamo. Dobbiamo andare a scippare una vecchia-
-H-Hidan..-
-Tranquilla Hina-chan, è solo sua nonna-
-N-no, non è q-questo solo v-volevo sapere dove f-fossimo..-
I due si scambiarono un'occhiata uno divertito e l'altro seccato per l'ulteriore perdita di tempo, quando, arresisi all'evidenza che se l'avessero mollata lì l'avrebbero avuta sulla coscienza fino alla fine dei loro giorni, le fecero segno di seguirli.

-Hidan quella ciccatrice c-come..? C-cioè, i-io-
Hidan guardò la ragazza che era arrossita e aveva iniziato a torturarsi le dita  per poi indicarsi la lunga ciccatrice che gli attraversava buona parte del collo.
-Questa? Me l'ha fatta Kakuzu.. gli avevo rubato dei soldi-
La ragazza spaventata spalancò gli occhi e fece due veloci passi laterali per allontanarsi da un potenziale assassino che, tra l'altro, li stava fulminando con lo sguardo.
Hidan scoppiò a ridere divertito.
-No scherzo. Kakuzo mi ha portato in ospedale, la ciccatrice me l'ha fatta mio fratello-
-Tuo fr..atello?-
-Già, ma non preoccuparti, ora è in prigione-
E, con questa affermazione le aveva sorriso incoraggiante. Beh, tutto è relativo.

Itachi nel vedere arrivare a casa Hinata, scortata da quei due, non potè trattenersi dal pensare che i miracoli accadessero anche nella realtà ma, quando Kakuzu aveva allungato la mano indifferente verso di lui chiedendogli 5000* yen, si era subito ricreduto maledincendosi per la sua ingenuità.

-Bene Hina-chan, noi dobbiamo andare, tu però ti ricordi quello che ti ho detto prima?-
-.. s-se voglio venire a c-caccia c-con te?-
Itachi guardò interrogativo l'albino che, di tutta risposta, gli sorrise sadico.
-Da oggi sacrificherò solo papere!-
Il giovane Uchiha, sempre più allibito, chiese un flebile "perchè?" non era sicuro di voler sapere veramente la risposta.
-Per colpa di quelle maledette stronze Kakuzo mi farà pagare da bere per il resto della mia vita-
-.. eh?-
-Lascia stare. Comunque, Hyuga, ricordati: io non ho scelto di servire Jashin, è lui che mi ha scelto come suo servitore!-
Kakuzo, vedendo che il compagno aveva ricominciato a dire vaccate su vaccate, col solo scopo di farli perdere tempo, lo aveva afferrato per i capelli, felice più che mai di essere più alto dell'idiota, e lo aveva trascinato fuori con la minor delicatezza di cui era capace.
Una volta fuori lo aveva guardato seccato mentre canticchiava qualche stupida canzoncina.
-Lo sai vero che tutto quello che hai detto non aveva senso?-
Hidan lo guardò di sbieco per poi sbuffare una maledizione verso il suo personale aguzzino.
-Sì che ce l'aveva ed era pure ovvia.-
-Davvero? E Jashin cosa centrava con le papere, e le papere che centrano con me? Tu sei arrivato in ritardo perchè hai incontrato la mocciosa in versione depressa, no?-
-Appunto! E di chi pensi fosse la colpa? Delle papere! Che poi, se tu sei un ignorante non è colpa mia. Il riferimento a Jashin era una chiara metafora della sue relazione, inesistente, con l'Uchiha e dei sentimenti non controllabili!-
Kakuzo in risposta gli tirò una forte manata in testa.
-Cretino! Tu non sai nemmeno cosa significhi "metafora". Imbecille, testa di cazzo, ti ammazzo e rivendo la tua pellaccia! A forza di decolorarti i capelli ti sei scolorito anche il cervello!-
E con questi improperi aveva accellerato il passo per allontanrsi dal cretino. Metti che la stupidità fosse veramente contagiosa, lui non voleva assolutamente rischiare di essere infettato. Tanto meno dalla stupidità più stupida che esistesse: quella di Hidan.
-Ehi, guarda che i miei capelli sono bianchi naturale!-
-Sì, proprio come gli occhi fucsia.. ma vaffanculo!-

Nello stesso momento in cui i due uscirono il telefono di casa aveva ricominciato a suonare.  
-Itachi, Hinata è tornata?-
Giusto. Si era dimenticato che Sasuke era fuori da un paio d'ore a cercare la ragazza. Dopo un rapido sguardo a Hinata decise che no, Sasuke non aveva ancora pagato abbastanza per aver rischiato di mandare in fumo tutti i suoi piani per questo, con la voce più preoccupate che riusciva a fare rispose con un falso "no otouto.. speravo che l'avessi trovata tu..". Se fosse stato di buon umore avrebbe potuto richiamarlo per l'ora di cena.. forse..
Quando riattaccò il telefono non riusciva a fare a meno di sentirsi in dovere di rispondere a quella domanda muta che Hinata gli stava rivolgendo con gli occhi. Per questo cancellò quella sensazione con un'altra domanda: "Kakuzo mi ha detto che ti ha trovato con Hidan.. cosa ne pensi di lui?". Ovviamente la risposta  di Hinata era stata tutto tranne che sensata.  "Era gentile, però, a volte, diceva cose strane..". 
Stava per farle notare che Hidan diceva SOLO cose strane ed era l'opposto della gentilezza quando Mikoto li chiamò per la cena.
Itachi ci pensò un attimo per poi alzare svogliato le spalle. Per quella volta Sasuke avrebbe benissimo potuto saltare la cena. Tanto, aveva già pranzato.




* 5000 yen sarebbero, all'incirca 38, 50.

Ed ecco a voi l'altra metà del capitolo! Finalmente sono riuscita a inserire Hidan (*-*), anche se non mi è uscito proprio come volevo.. D:
Uhm sì, allora. Magari alcuni di voi si staranno chiedendo chi è la misteriosa ragazza con cui era impegnato l'Uchiha, altri lo avranno già capito e, ad altri ancora, potrebbe anche non essere passato per l'anticamera del cervello che fosse importante (e infatti non è indispensabile, ma vabbeh) ebbene, per risposte e chiarimenti dovremo aspettare il prossimo capitolo! :D (Mi diverte lasciare un po' di mistero, mi fa sentire come una conduttrice tv. Lo so, non ha molto senso.)
Comunque, in questo capitolo non ci sono stati particolari progressi nel loro rapporto (anche se Hinata sta iniziando a maturare *-*) però, penso più nel prossimo
, ci sarà una svolta importante quindi non disperate :D.
Bene grazie a tutti coloro che hanno letto o recensito, e al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 11
*** Terrore in villa Uchiha ***


sasuhina 10 Questa volta è stata una vera e propria corsa contro il tempo; il motivo? Era saltata la connessione internet.. sono stati dei giorni davvero, davvero, davvero difficili ma, per fortuna, ora sono passati :D
Per questo capitolo devo chiedere assolutamente scusa a "Itachi mon amour". Giuro, non è colpa del karma ma avevo bisogno del suo.. aiuto per poter far avvicinare come si deve Sasuke e Hinata. Quindi, sì, in un modo o nell'altro, è sempre colpa di Sasuke u.u
Bene, non mi resta altro che augurare una buona lettura a tutti, e grazie a chi ha commentato, davvero :)

P.S. a voi non piace un sacco la parola "otouto"? Non so perché ma a me sa tanto di dolce *-*

                                              Capitolo 11



Sasuke si massaggò stanco le tempie. Il giorno prima Itachi lo aveva richiamato che ormai era notte inoltrata dicendogli un falsissimo "scusa, ero così felice di vedere che Hina-chan stava bene da dimenticarmi di avvertirti" così, mentre la Hyuga era già nel mondo dei sogni da chissà quanto, lui si coricava. Come se non bastasse, quella mattina aveva rischiato di perdere il treno. Ovviamente anche questa volta era colpa dell'imbecille che aveva deciso di dare un passaggio a scuola a Hinata senza avvertirlo così, troppo preso dai suoi pensieri per accorgersene, si era ritrovato ad aspettare una mocciosa che era già bellamente a parlare con le sue amiche. Fortuna che almeno suo padre era dalla sua parte e lo aveva avvertito della congiura.
Quella mattina avrebbe voluto parlarle, non che ce ne fosse bisogno, sia chiaro, lui non sentiva assolutamente nessun tipo di dovere nei suoi confronti, ma per il quieto vivere era meglio chiarire subito e invece, quello che avrebbe sempre dovuto aiutarlo, e cavolate varie, lo aveva tradito. Oh, ma non l'avrebbe passata liscia; Itachi-bastardo l'avrebbe pagata cara.. prima o poi..
Irritato guardò la Hyuga che stava comodamente seduta al suo posto mentre ridacchiava con le amiche. Involontariamente il tic nervoso alla gamba destra si fece risentire. E pensare che era da settimane che non si manifestava più..

Hinata, sentendosi osservata, si girò solo per incontrare gli occhi lievemente furenti dell'Uchiha. Forse, quella mattina avrebbe dovuto davvero avvertirlo, e lo avrebbe anche fatto se Itachi-kun non avesse insistito tanto per lasciarlo dormire un altro po'.
Leggermente imbarazzata e intimidita aveva accennato un lieve sorriso che venne prontamente stroncato sul nascere dall'espressione gelida dell'Uchiha. Non fece nemmeno in tempo ad iniziare a scusarsi che la porta della classe venne spalancata da un Suigetsu furioso che, sotto gli occhi attoniti di tutti, si era diretto a passo svelto verso l'Uchiha e che, appena gli fu di fronte, gli aveva dato un pugno sul viso abbastanza forte da lasciargli il livido per diverse settimane.
Al contrario di quello che si aspettavano tutti, conoscendo l'indole poco incline al perdono di Sasuke e visti i precedenti, il giovane Uchiha si limitò a fissare con un ghigno lievemente divertito l'amico.
-Ora ti senti meglio?-
-Decisamente-
E, mentre guardava un Sasuke riluttante che veniva trascinato in infermeria da Naruto, si chiese se quel pugno fosse nato da quello a cui aveva assistito il giorno prima. Ipotesi confermata subito dopo dallo sguardo sognante di Karin. Inconsapevolmente sorrise felice nel pensare che la sua amica avesse finalmente accettato i suoi sentimenti per Suigetsu.
Sempre col sorriso sulle labbra la guardò mentre andava tirare una, relativamente, leggera sberla a Suigetsu, rimproverandolo di aver osato toccare il volto perfetto di Sasuke. L'albino, dal canto suo, si lamentava per la sua irriconoscenza; dopotutto, lo aveva fatto per difendere il suo onore!
Se solo ripensava a quando, il giorno prima, si era ritrovato l'Uzumaki fuori di casa in lacrime ed a come lo aveva abbracciato disperata mentre, tra un singhiozzo e l'altro, cercava di spiegargli lo spiacevole inconveniente con l'Uchiha, allora sentiva di nuovo il sangue alla testa e un'inspiegabile voglia di picchiare quello stronzo. L'unico motivo per cui si era fermato, oltre al fatto che non voleva rimetterci la vita, cosa che sarebbe sicuramente successa se avesse tirato troppo la corda con quello psicopatico, era stato Juugo. Il ragazzo, infatti, gli aveva fatto notare come, senza l'intervento di Sasuke,  lui non avrebbe mai baciato Karin per farla smettere di piangere come un'ossessa. Quindi, sì, per quanto Sasuke fosse egoista, senza il suo provvidenziale intervento loro non si sarebbero mai messi insieme prima dell'avvento del secolo sucessivo. Che poi, considerando quanto gli avesse già rotto le palle quella rossa, la cosa non sarebbe stata tanto negativa.


Naruto sbuffò per l'ennesima volta prima di sedersi a gambe incrociate sul lettino dell'infermeria, tanto di Shizune-san, l'infermiera, non c'era traccia. Sasuke scocciato, e col labbro ancora sanguinante guardò scettico il compagno.
-Dobe, sul letto dovrei starci io, non te.-
Ovviamente, Naruto non gli diede retta e continuò a parlare per i fatti propri gesticolando vistosamente.
-.. che poi, avresti potuto benissimo evitare quel pugno, perché non lo hai fatto? E poi, e poi, e poi perché non hai risposto al pugno? E poi, e poi perché era così arrabbiato? E poi, e poi..-
-Basta! Cazzo, Naruto ieri stavo per fott..-
Sasuke, per pura fortuna riuscì a fermarsi appena in tempo. Se avesse detto a Naruto che il giorno prima stava per fare sesso con sua cugina, col chiaro intento di usarla, con tutta probabilità avrebbe provato a fargliela pagare anche lui. Un livido sulla guancia poteva anche accettarlo, anche un labbro rotto poteva superare anzi, gli dava un'aria da duro, ma il naso rotto no. Eccheccazzo. Sentiva un lieve senso di colpa per l'Uzumaki ma non così tanto da portarne i segni per tutta la vita.
-Stavi per..?-
-Fottere le merendine al minimarket-
-Eh?-

Ancora prima che la campanella finisse di segnare la fine delle lezioni, Sasuke era già in piedi in tutta la sua maestosità davanti al banco della corvina. Purtroppo, non fece nemmeno in tempo a finire di autocompiacersi per la sua velocità che un uragano rosso aveva trascinato via la corvina urlandogli contro qualcosa riguardante una riunione "mega segreta e mega importante!".
Perfetto. Ora era sicuro di ben due cose: la prima era che gli Uzumaki erano tutti degli idioti e, come tali, andavano eliminati dalla faccia della terra. La seconda, invece, riguardava suo fratello. Ormai ne era più sicuro: il traditore gli aveva lanciato il malocchio. Non c'era altra spiegazione, nessun altro sarebbe stato tanto folle da mettere due Uzumaki nella stessa classe. Nessuno.
Con passo sicuro, che mal celava la rabbia, si diresse verso l'uscita. Il "fratellone" l'avrebbe pagata per tutto. Per il pugno infertogli da Suigetsu, non poteva di certo prendersela con l'amico. Per non averlo fatto cenare il giorno prima e di conseguenza neanche dormire come si deve. Per aver come miglior amico un cretino stalker, Shisui, con cui si divertiva a rovinargli la vita. Per avere quell'improponibile codino, la crisi adolescenziale avrebbe già dovuto superarla da un pezzo. Per quando, a 12 anni,  mentre giocavano a nascondino si era nascosto sul ramo di un albero dove si era addormentato facendo sviluppare in un Sasuke di appena 5 anni la paura dell'abbandono con annessi attacchi di panico. In realtà ne aveva più da piccolo, ormai li aveva superati e, anche se si fossero ripresentati, Itachi gli aveva insegnato come affrontarli. Ma, soprattutto, doveva fargliela pagare per i suoi continui tentativi di ficcanasare quel suo dannatissimo naso nella sua privatissima vita cercando, in più, di instillargli inutilità quali; i buoni sentimenti, la pace, il perdono e cazzi vari.
Con questi pensieri spalancò adirato la porta di casa per poi salire i gradini due a due fino ad arrivare davanti alla camera di Itachi.

Hinata era comodamente seduta sul grande lettone di Karin mentre quella, al piano di sotto stava preparando del tè. Mentre con una mano voltava le pagine dell'album fotografico che l'amica le aveva lasciato da guardare, con l'altra prendeva uno dei biscotti che era stato accuratamente sistemato su un piattino.
Almeno metà delle foto ritraevano Naruto, il ragazzo che tanto amava, eppure, nonostante questa consapevolezza, non riusciva a provare la gioia che si sarebbe aspettata di sentire fino al giorno prima. Lui era bello come il sole e sorridente come sempre ma.. niente; il calore che sentiva in quel momento non era intenso come le altre volte.
Il motivo del cambiamento, lo capì solamente quando arrivò ad una foto di classe e i suoi occhi incrociarono con quelli magnetici di un Sasuke più giovane di qualche annetto. Il viso era leggermente più arrotondato e il fisico meno muscoloso, eppure, l'espressione apatica era già presente.
Le sarebbe tanto piaciuto vederlo sorridere e, magari, farlo solo per lei.
Non appena realizzò quel pensiero una strana inquietudine l'assallì mentre le parole dette da Hidan il giorno prima iniziavano ad acquistare un, seppur minimo, senso. Non poteva davvero innamorarsi di un ragazzo del genere. A lei piaceva il sole, proprio come Naruto non il freddo di Sasuke.
Presa com'era dai suoi pensieri Hinata non si accorse della figura stranamente silenziosa della rossa che si era seduta piano di fianco a lei appoggiandole una mano sulla spalla.
-Hina-chan, il tuo cellulare, è spento, vero?-
La prima cosa che Hinata notò era il tono stranamente dolce e malinconico dell'amica, la seconda era il significato di quella domanda per questo, senza neanche risponderle aveva preso ed acceso velocemente il cellulare mentre, un'inquietudine crescente le faceva accellerare la respirazione.
Karin, con lo sguardo basso stringeva compulsivamente il suo di cellulare mentre di sottecchi osservava la sua ospite guardare allarmata le decine di chiamate che aveva perso da "Mikoto-san".
-K-Karin, cosa..?-
La voce di Karin era appena udibile ma per Hinata, tutto quel girarci intorno e quell'esitazione erano un chiaro campanello d'allarme. Probabilmente molto più di quanto volesse Karin stessa.
-Mi ha appena chiamata Sakura.. in realtà speravo che fosse solo uno scherzo di cattivo gusto ma, viste tutte le chiamate di Mikoto-san.. evidentemente non riuscendo a parlare con te deve aver chiamato lei sperando che foste insieme.. io.. Hina-chan, non so come dirtelo ma Sasuke-kun e Itachi-san sono in ospedale. Sasuke sembra stare bene per Itachi, invece, dovranno aspettare le analisi..-
 
Si era aspettata di vederla scoppiare a piangere, bloccarsi o comunque che avesse un crollo. Dopotutto, l'aveva conosciuta come una ragazza debole e insicura; per questo non si sarebbe mai aspettata che, dopo soli pochi secondi di stupore, aveva ripreso in mano la situazione e, flebile ma sicura le aveva chiesto in quale ospedale fossero ricoverati per poi alzarsi e salutarla educata. Solo quando la vide uscire dalla stanza si riscosse abbastanza da alzarsi e inseguirla urlandole un frettoloso "aspettami! Ti accompagno"

Arrivate in ospedale trovarono Naruto, Sakura ed Ino che fissavano preoccupate Sasuke, seduto su una delle sedie in corridoio. Appena le due videro arrivare Hinata le corsero incontro dicendole che il moretto era immobile su quella sedia a guardare la porta davanti a se da quando erano arrivate. Sia loro che Naruto avevano già provato una dozzina di volte ad andare a tranquillizzarlo, il che comprendeva anche abbracci e coccole varie, ma lui li aveva allontanati tutte le volte con dei freddi "levati" o, semplicemente con uno sguardo glaciale.
Hinata stava per chiedere ulteriori chiarimenti quando notò Mikoto uscire da una stanza mentre veloce si inchinava, in segno di saluto e ringraziamento, davanti a dei medici. Rapida le era andata  incontro, ancora non sapeva cosa fosse successo ma era sicura che se l'avesse chiesto a Sasuke quello l'avrebbe liquidata malamente e senza neanche una spiegazione. Appena le fu davanti la donna l'abbracciò felice che ci fosse qualcuno a sostenerla. Fugaku quella mattina era partito per un viaggio di lavoro e non sarebbe riuscito a tornare prima di qualche giorno mentre Sasuke, beh, Sasuke non riusciva tranquillizzare se stesso, figuriamoci sostenere anche le sue di paure. Di questo non poteva certamente fargliene una colpa, dopotutto, anche se fingeva di essere già un adulto, era ancora solo un ragazzino impaurito.
-Oh, Hinata-chan, sono così felice di vederti. Non riuscivamo a contattarti, fortuna che Sakura sapesse che eri con Karin!-
-Perdonami Mikoto-san, non avevo acceso il cellulare, ma, come stanno? E cosa è successo?-
La donna, a quelle domande, aveva sgranato gli occhi e, con lo sguardo basso, aveva incominciato a raccontare l'accaduto senza accorgersi che, dietro di lei, il figlio minore la stesse ascoltando rivivendo, internamente, l'accaduto. Era stata colpa sua, solo colpa sua.
Se ci ripensava ora si rendeva conto di quanto fosse stato cieco, non solo in quel momento ma anche nelle settimane precedenti.

I colpi di tosse del fratello stavano diventanto via via più frequenti e più forti mentre la camminata, che avrebbe dovuto allontanarlo da lui, si era fatta più malferma ma lui, troppo impegnato com'era dal rovesciargli addosso tutta la sua frustazione accumunata in quei giorni, non ci faceva caso.
Soltanto quando vide il fratello appoggiarsi stanco con l'avambraccio alla parete, la schiena incurvata dal dolore e il fazzoletto con cui si copriva la bocca mentre tossiva sporco di sangue aveva iniziato a  collegare il tutto fino a farlo arrivare alla spaventosa consapevolezza che Itachi non stesse affatto bene. E, certo la cosa lo faceva aigitare parecchio ma, sentire il fratello che, alle sue continue domande, sussurrava debolmente sempre con un "tranquillo otouto, non è niente, ora passa" lo faceva andare in crisi perché, lui, non aveva la minima idea di cosa avesse il fratello e da quanto stesse così. Perché non ne sapeva niente?
All'ennesimo colpo di tosse, più forte dei precedenti, Sasuke lo aveva strattonato con forza per farsi guardare in faccia, peccato che non avesse calcolato correttamente la troppo debole resistenza del corpo di Itachi. Per questo, quando il maggiore mise male il piede perdendo l'equilibrio e cadendo all'indietro Sasuke non era stato minimamente pronto a tenerlo ma, al contrario, si era lasciato trascinare giù per le scale dal più grande.
Pensava che la caduta gli avrebbe fatto molto male, invece, l'unica cosa che sentiva era un po' di dolore alla caviglia. Quando poi notò il corpo del fratello sotto di lui a fargli da scudo contro il pavimento non si stupì molto di vederlo con un leggero sorriso sul volto e lo sguardo premuroso, quasi volesse chiedergli come stesse. Dopotutto Itachi lo aveva sempre protetto. Quello che lo sconcertò veramente però era che, dopo aver guardato un attimo la madre accorsa a causa del fracasso, era tornato a guardare il fratello privo di sensi e con un rivolo di sangue che usciva dalle labbra socchiuse ancora leggermente incurvate verso l'alto.
Da lì in poi le scene si susseguirono troppo velocemente. L'urlo della madre, la veloce corsa in ambulanza, i controlli dei medici e l'attesa davanti a quella maledetta porta che non voleva aprirsi per fagli sapere come stesse il suo aniki.

Hinata più sentiva il racconto incompleto di Mikoto più si sentiva in colpa; Itachi era malato da diverso tempo ma lei non se ne era mai accorta e, a quanto pareva, neanche Sasuke. Subito si sentì un'egoista per essersi concentrata sul suo di dolore; se lei si sentiva in quel modo allora, Sasuke, cosa stava passando dietro a quella solita maschera di apatia? Silenziosa si sedette sulla sedia di fianco alla sua attenta a non toccarlo, o a fare movimenti bruschi, per non turbare la sua calma apparente. Si sentiva leggermente superficiale a pensarlo, ma doveva comportarsi come quel gatto randagio ferito ad una zampa che, un Hanabi di cinque anni più piccola, aveva portato a casa. Si ricordava bene la diffidenza di quel gattino, c'erano volute settimane prima che potesse avvicinarglisi per cambiare la benda alla zampa senza che la graffiasse.

Karin aveva amato Sasuke da quando, a 5 anni, era andata a casa del cugino per torturarlo un po'. I suoi piani erano però andati in fumo quando lo aveva trovato in compagnia di uno strano bambino dall'aura affascinante e da quel momento, per tutti gli anni a seguire, l'aveva fissato fino alla nausea, quasi da poter prevedere ogni sua mossa eppure, che Sasuke afferrasse la mano lasciata abbandonata sul bracciolo dalla Hyuga non lo avrebbe mai nemmeno sognato. D'altronde non poteva negare di star guardando le loro mani intrecciate, la forza con cui Sasuke stava stringendo l'esile mano della ragazza e, non poteva neanche negare come, l'arrivo del medico avesse spinto il ragazzo ad aumentare la forza della stretta.


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Capitolo 12
*** Nuove alleanze ***


sasuhina cap 10                                   Capitolo 11





Sasuke si voltò per l'ennesima volta nel letto alla disperata ricerca di una posizione che gli favorisse il sonno.
Gli occhi gli bruciavano tanto era stanco eppure niente. Certo, sapere che per il medico suo fratello aveva avuto poco più di un raffreddore diluiva leggermente la sua preoccupazione a favore di un irritazione crescente. "Si tratta di una semplice emottisi, dovuta ad una bronchite acuta*,* non curata correttamente; salvo impreviste complicazioni non dovrebbe creare ulteriori problemi. Neanche la lesione alla testa sembra grave. Signora, suo figlio è stato fortunato. Comunque, onde evitare inutili rischi lo terremo in osservazione per i prossimi giorni.." Che medico del cazzo. Bronchite acuta. Acuta! E a quello sembrava una cosa da niente?
Oltre a quella sottospecie di medico ci si metteva anche sua madre a creargli problemi. Insomma, lui avrebbe di gran lunga preferito rimanere in ospedale con Itachi ma Mikoto non glielo aveva permesso, anzi, glielo aveva categoricamente proibito! Il giorno dopo sarebbe dovuto andare a scuola ugualmente e solo dopo sarebbe potuto andare in ospedale a darle il cambio.
Certo che anche sua madre, quando ci si metteva, poteva avere delle idee infinitivamente stupide.
Stufo di quel continuo rigirarsi ed intenzionato ad andare a prendersi un bicchiere d'acqua si alzò. Aperta la porta si trovò davanti ad una Hyuga con gli occhi arrossati. Quello stava diventando un vizio decisamente fastidioso.
Senza dirle niente le passò di fianco e scese al piano inferiore. Aveva già abbastanza problemi da solo, non c'era bisogno di aggiungerci anche quelli della ragazza.

Se i suoi calcoli da genio qual'era fossero stati corretti a quel punto la ragazza sarebbe già dovuta tornare nella sua camera per questo si sorprese quando tornato in camera, una decina di minuti dopo, trovò la Hyuga addormentata seduta contro la spalliera del letto.
Che palla al piede.
Senza troppa delicatezza la spinse di lato sperando che si svegliasse ma, figuriamoci se quella si degnava di aprire gli occhi.
Arresosi all'evidenza e troppo stanco per pensarci si buttò pesantemente sul letto finendo quasi sopra la ragazza.
Aveva sonno e non aveva la minima intenzione di riportarla a letto che poi, chi cavolo c'era di tanto stupida, oltre a lei, da addormentarsi sul letto di un ragazzo?
Avrebbe potuto svegliarla, ma poi gli sarebbe toccato sentire le stupidate che diceva.
Avrebbe potuto riportarla nel suo letto, ma era troppo stanco per farlo.
Sarebbe potuto andare in un altra camera, quella sera poteva scegliere tra due letti singoli, uno matrimoniale e, in casi estremi, il divano; però quello era il suo di letto e lui, dal suo letto non si sarebbe mosso.
Questo era quello che si diceva il coraggioso Uchiha mentre cercava di ignorare quella vocina che gli ricordava insistentemente quanto odiasse, da sempre, dormire da solo.
Già, il sogno proibito di ogni ragazza, fino a quando l'età glielo aveva consentito, ovviamente, aveva passato ogni notte abbracciando il suo aniki o, in casi disperati, la sua mamma.
Con questi pensieri riuscì, finalmente, a prendere sonno il ragazzo.

Al risveglio la mattina seguente si meravigliò leggermente nel non trovare la ragazza al suo fianco però, beh, meglio così.
Ancora assonato si preparò e scese pronto a fare colazione e ad aspettarla, proprio come ogni mattina. Non era passato molto tempo dal bacio e, fino al giorno prima, lei aveva fatto di tutto per evitarlo ma ora, con quello che era successo, era sicuro che la questione fosse considerata risolta, o perlomeno accantonata.
-Buon giorno Sasuke-kun-
Davanti alla porta, Hinata gli stava porgendo un bento sorridendo tranquilla.
-Dormito bene.. Hyuga?-
Proprio come si aspettava, nel sentire la domanda la ragazza era arrossita e aveva abbassato lo sguardo imbarazzata.
Svogliato le passò di fianco per poter uscire e, quando la sorpassò, si lasciò andare ad un mezzo sorriso divertito. Sì, evitare di dormire da solo aiutava decisamente il suo umore.
Stranamente, per quella volta, la giornata di Sasuke era iniziata bene e, neanche le due ore di giapponese antico che lo attendevano potevano stroncarlo, questo almeno fino a quando non arrivò in ospedale.
Difatti, se avesse saputo che una volta arrivato in ospedale avrebbe dovuto sopportare le prese per il culo di suo fratello e dell'altro idiota, allora non avrebbe mai messo piede in quello schifo di stanza asettica.
 E lui che aveva quasi passato la notte in bianco per la preoccupazione. Bastardo Itachi e stronzo Shisui. Che famiglia del cazzo.
-Sono commosso Sasuke-kun. Prima tenti di ammazzarmi e poi piangi disperato implorandomi di non lasciarti da solo-
-Io non sto piangendo!-
-Non importa. Io ti vedo fin dentro l'anima-
-Muori bastardo!-
-Hai cambiato di nuovo idea? Oh, non importa. Io ti vorrò sempre bene-
-Taci! Idiota!-
Shisui, che fino a quel momento si era limitato a scuotere la testa in senso di dissenso, a quell'ennesimo insulto era intervenuto in difesa di suo cugino, nonché suo migliore amico e confidente.
Col cavolo che avrebbe permesso quella sottospecie di scoiattolo*** spelacchiato di ferire i sentimenti della sua versione più apatica. Perché, sì, ormai era ovvio che fra i due il più  smorto fosse Itachi. Era lui, Shisui Uchiha, il più gioso, il più figo, il più simpatico, il più egocentrico. Insomma, era lui il vero "rivoluzionario Uchiha"; dopotutto, Itachi, era bravo a sorridere solo davanti a quel tizio arrogante che insisteva a chiamare "otouto".
Felice di questa costatazione, sapere che verrà ricordato nei secoli a venire per essere stato il primo "Uchiha non Uchiha" era una bella soddisfazione, punzecchiò il moccioso in quello che sapeva essere il suo punto debole: l'orgoglio. Tipico del suo clan!
-Neh, Sasu-chan- fu solo per miracolo se riuscì ad evitare la cartella che quello gli aveva lanciato contro -Mikoto-san ti ha detto qualcosa?-
Davanti allo sguardo interrogativo del ragazzino e a quello, tra il preoccupato e il rassegnato, di Itachi sorrise sadico. Ghigno che subito nascose dietro ad uno sguardo fintamente innocente.
-Oh beh, perché avrebbe dovuto? Dopotutto il tuo fratellone ti ha protetto.. di nuovo..-
Il tremolio che scuotevano il più giovane, e l'occhiata assassina che gli aveva rivolto prima di voltarsi interrogativo verso il fratello, gli stavano già facendo pregustare la sua dolce, quanto meritata, vendetta. Ok, forse non era poi così diverso da tutti gli altri Uchiha. Però dai, avete presente "Sasuke l'arrogante"? Era il moccioso più piantagrane e fastidioso che avesse mai conosciuto.
-Otouto, ho detto a mamma che sono semplicemente inciampato e ti ho trascinato con me..-
Sasuke lo guardò frustato e arrabbiato.
Perchè? Perchè si ostinava a volerlo proteggere da tutto. Non ce n'era bisogno. Ormai non era più un bambino, non voleva più vivere nella sua ombra, non voleva che continuasse a proteggerlo così spudoratamente.
Con fare sicuro si alzò pronto ad affrontare la madre. Non si sarebbe nascosto dietro il fratello, no. Sarebbe andato lì e le avrebbe detto "mamma io ed Itachi siamo caduti perché l'ho strattonato mentre sputava sangue, però, ehi, non mi stava ascoltando!" . Sì, insomma, il senso era quello, poi, al momento, l'avrebbe rigirata un po' meglio.
Itachi, rassegnatosi all'idea che suo fratello non potesse fare a meno di complicare le cose sorrise stanco nella direzione di Hinata chiedendole dolcemente della sua giornata. Aveva bisogno di un po' di quella pace che regnava intorno a Hinata per poter superare quelle crisi d'inferiorità del fratello.
Era sicuro che, alla fine, il fratello non avrebbe parlato; non se Mikoto avesse fatto i soliti occhioni dolci e impauriti, il classico sguardo di una madre preoccupata, di una povera donna che teme che i suoi due unici angioletti stiano tentando di amazzarsi. E in modo piuttosto patetico se avesse potuto aggiungere.
Ovviamente Itachi non era considerato un genio per niente quindi, il fatto che la sua intuizione si fosse rivelata del tutto esatta, non dovrebbe sorprendere nessuno.
Alla fine, infatti, Sasuke si era ritrovato a dover raccontare alla madre di come suo fratello stesse tranquillamente camminando quando, quasualmente, era inciampato su un qualcosa di inesistente ed era caduto giù dalle scale, trascinandosi un Sasuke miracolosamente apparso in quel momento, naturalmente.
Almeno avrebbe potuto trovare una scusa un po' più originale!

Era da quella mattina che Sasuke e Hinata non si rivolgevano la parola e, sebbene adorasse il silenzio come poche altre cose al mondo, in quel momento si sentiva quasi in dovere di dire qualcosa. C'erano ancora troppe cose in sospese tra lui e la ragazza come, ad esempio Karin, il fatto che in ospedale si fosse mostrato debole o che quella notte le avesse permesso di dormire nel suo letto. Insomma, era meglio mettere le cose subito in chiaro, prima che si complicassero troppo.
D'altra parte, però, lui aveva un orgoglio da difendere, non poteva mostrarsi interessato a qualcosa che non fosse il prestigio del suo clan o la distruzione degli Uzumaki, dei Senju, sempre per onorare il clan, o di Shisui. Dopotutto, se fosse riuscito ad ucciderli tutti, oltre a liberare il mondo dal flagello causato dalla loro esistenza avrebbe anche risolto il problema del sovrappopolazione globale.
Ma gli bastò guardarla un attimo di sottecchi per decidere che, per quella volta, avrebbe anche potuto mettere da parte un po' di orgoglio e, lo avrebbe anche fatto se la vocina della ragazza non lo avesse distratto.
-Volevo ringraziarti per ieri notte.. vedi, io.. diciamo che, sì, diciamo che da piccola avevo un problema con il buio e ieri, dopo quello che è successo, il problema si è ripresentato e ho fatto un brutto sogno e ho pensato di poter parlare con te, sempre che fossi stato ancora sveglio.. e lo eri. Però non volevo addormentarmi da te, è che tu hai lasciato la porta quindi ho pensato che potessi entrare, io uhm, sì ecco, comunque scusa.. appena arrivo a casa metto a lavare le lenz..-
-Hinata, dacci un taglio-
Quando il suo farfugliare era diventato troppo sconnesso aveva preferito fermarla. Dopotutto lei non aveva fatto nulla per cui dovesse scusarsi.
-Dovevi dirmi solo questo?-
-I-io.. non preoccuparti per Itachi-kun e Mikoto-san, vedrai, tutto si sistemerà!-
Come unica risposta si limitò ad annuire annoiato mentre la guardava accellerare leggermente il passo sorridendo soddisfatta.
Evidentemente si era fatto tanti problemi per niente. A lei non interessava niente della storia con Karin e, probabilmente, il fatto che le avesse preso la mano, per lei, era una cosa del tutto naturale. Meglio così.
Decisamente.
Assolutamente.
Indiscutibilmente.
Eppure non si sentiva affatto sollevato come invece avrebbe dovuto.


Anche se il pericolo era ormai scongiurato Mikoto, dopo una bella doccia a casa, preferì tornare in ospedale dal figlio maggiore.
Chissà, magari grazie al suo stato di convalescenza Itachi si sarebbe sentito più debole e bisognoso d'affetto e, se voleva proprio esagerare, avrebbe anche potuto confidarsi con lei.
Pensava fosse legittimo per una madre continuare a sperare che un figlio, dopo quasi ventanni di silenzio, decidesse di tornare il suo adorato bambino che le raccontava tutto. Anche se le sue speranze furono vane, dopotutto è impossibile far tornare bambino un ragazzo che era già adulto all'età di sette anni, Itachi le fu comunque grato per la sua presenza.
 Non si pentiva della sua scelta di stare col primogenito in ospedale, eppure, lasciare da sola quella povera ragazza con quell'altro suo figlio era pura cattiveria. Per questo aveva chiesto ad uno dei tanti parenti del marito di andare a controllarli.
Certo, al momento quella le era sembrata la scelta più giusta, ma ora, ripensando a chi aveva mandato la preoccupazione era aumentata ulteriormente


Sasuke osservò il suo idolo mentre si stravaccava con un profondo sospiro sulla sedia.
 -E' così eh? Quel degenerato di tuo fratello, quella piaga per tutti gli Uchiha di sangue puro, quel miserabile hippie mancato, ti ha intaccato con i suoi stupidi ideali di pace e amore?-
-No. Solo.. mi chiedevo come avessi fatto a capire che la zia era la donna giusta per te..-
-Non è che l'ho capito. Semplicemente era fra le palle 24 ore su 24, speravo che sposandola si rendesse conto che era meglio per entrambi se avesse levato le tende ma.. beh.. ormai viviamo insieme da 15 anni..-
-Ah..-
Davanti allo sguardo che, se non fosse stato un Uchiha, sarebbe potuto sembrare spaesato Madara fece un altro lungo sospiro. A quanto pareva il suo adorato nipotino, quello che gli dava maggiori soddisfazioni, quello con gli istinti omicidi che, se curati attentamente, sarebbero potuti diventare quasi comparabili ai suoi, era entrato in quella età oscura: l'età della perdizione, l'adolesenza. Alla fine avevano vinto i buoni sentimenti di quell'altro. Peccato, era stato bello sognare un "Madara 2".
-Ascoltami ragazzo. Capisci di essere, come dicono quelle assurde ragazzine , "innamorato" quando l'unica cosa che vorresti fare è soffoccarla nel sonno ma sai benissimo che non ne saresti mai capace quindi continui a fare la testa di cazzo e a sopportare i suoi scleri da donna in menopausa. E, prima che tu me lo chieda, sì l'amore è solo una fregatura del cazzo che serve a vendere schifosissimi cioccolatini il giorno più palloso e scassapalle dell'anno. Quello che ti lega a una donna è puro e semplice masochismo quindi, anche se penso sia già troppo tardi, scappa figliolo. Fuggi il più lontano possibile-
Certo, forse chiedere a suo zio non era stata proprio la scelta migliore però gli sembrava il più idoneo. Ecchecavoli, se era riuscito ad affrontare lui i sentimenti perchè non sarebbe dovuto riuscirci anche lui? 


Nel frattempo, a diversi isolati di distanza, Naruto si stava grattando nervoso la testa mentre cercava di dare un senso a quello che era successo quel pomeriggio. Era andato a trovare Itachi e tutto pareva normalmente, almeno fino a quella  notizia e a quella frase "probabilmente dovrò rimanere in ospedale ancora un bel po', ti affido Sas'ke, finisci il mio lavoro".
 Lui avrebbe dovuto prendersi cura di Sasuke? Lui, che aveva imparato solo agli albori degli undici anni ad allacciarsi le scarpe doveva insegnare ad uno che a tre nove anni era già diventato l'orgoglio della scuola?
-Si può sapere che hai?-
La voce della cugina gli parve anche più irritata del solito, per questo preferì evitare di chiedere chiarimenti sul perché fosse sempre e costantemente in camera sua.
-Oggi Itachi-kun ha detto che devo finire quello che ha iniziato con Sasuke-
La rossa lo guardò per mezzo secondo prima di scoppiare a ridergli faccia. Era impossibile. Suo cugino non era capace neanche di curare una pianta grassa che va' innaffiata ogni morte di papa, figuriamoci aiutare una persona in una qualsiasi cosa.
-Ehi! guarda che non me lo sto inventando! Chiedi a Shisui, lui te lo potrà testimoniare!-
-Shisui?-
-Sì, era lì che annuiva tranquillo.. e poi ha anche indicato Hinata!-
Retificava. Probabilmente suo cugino non sarebbe stato capace neanche di curare una pianta di plastica.
L'urlo che lanciò poco dopo era stato solo la dimostrazione del suo malessere. Lei non voleva assolutamente essere imparentata con un individuo del genere. Era persino più stupido di Suigetsu! Il che era tutto dire.

Solo quando la piattola rossa, conosciuta anche come Karin, lo aveva mollato lì, solo e dolorante, sul pavimento della stanza potè iniziare a pensare decentemente.
La prima cosa era: come diavolo  faceva quel santo di Suigetsu a stare con quella bestia? Era stata con lei solo per dieci minuti e in quel, relativamente breve, lasso di tempo era riuscita a disintegrarlo attraverso la pratiche prese di wrestling.
Conclusioni: chiedere a Karin quale palestra frequentasse e, soprattutto, da quanto.
La seconda cosa a cui pensava era Sasuke.
Doveva assolutamente escogitare un piano per il club "aiutiamo un figo a trovare il vero amore", ovviamente lui non aveva potuto dire la sua riguardo a quello schifo di nome. Comunque, se non fosse riuscito a trovare uno straccio di idea il capo club, nonché unica partecipante, lo avrebbe ucciso dolorosamente. Molto dolorosamente.
Eppure, nonostante questa consapevolezza non riusciva a trovarne nè l'ispirazione né la motivazione giusta per provare a sacrificare quella ragazza tanto dolce . Insomma, lei era come Kurama, il suo volpino, e Sasuke odiava il suo cucciolo. Una volta gli aveva anche tirato un calcio; certo, non tanto forte da ucciderlo, ma questo solo perché era troppo piccolo per farlo.
Fu solo quando il display del suo cellulare si illuminò mostrando il sorriso di Sakura che gli aveva mandato un messaggio che capì.
Sasuke era il suo migliore amico da sempre e non era giusto che rimanesse fa solo. Insomma, lui era riuscito a coronare il suo sogno d'amore ed ora toccava al moretto fare lo stesso.
Che poi, il fatto che il piano appena escogitato gli permettesse passare più tempo con Sakura era solo una coincidenza. Una piacevole e fortuita coincidenza.

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* L'emottisi è l'emissione di sangue proveniente dalle vie respiratorie per via orale, in genere a seguito di colpi di tosse. Spesso è preceduta da una sensazione di calore o prurito leggero in sede retro sternale, con desiderio di tossire. Questo sintomo può inoltre associarsi a: tubercolosi polmonare, coagulopatie, uso di anticoagulanti o cocaina, endometriosi polmonare,  embolia o infarto polmonare (e in tal caso si accompagna a dolore toracico), ascesso polmonare, infezioni polmonari (bronchiti polmoniti, bronchiectasie) e in genere a ipertensione polmonare. E' quindi evidente che qualsiasi malato con emottisi dovrebbe segnalare senza indugio.
Ovviamente, Itachi deve fare lo stoico e non lo ha segnalato >.>

**La bronchite acuta di natura infettiva è generalmente sostenuta da dei virus a cui possono sovrapporsi infezioni batteriche. Generalmente la bronchite acuta è una malattia autolimitante, che scompare nel giro di pochi giorni; tuttavia, specie in caso di sovrainfezione batterica, dev'essere prontamente riconosciuta e trattata per evitare complicanze (se trascurata è frequente la transizione in broncopolmonite). La terapia comprende riposo assoluto fino a quando sussiste febbre, generosa idratazione, eventuale somministrazione di analgesici, antipiretici (se la febbre è elevata) ed antibiotici (se la bronchite è sostenuta da un'infezione batterica).  

Tutte le informazioni qui sopra riportate le ho prese dal sito My-personaltrainer.it. Nel caso voleste ulteriori informazioni ecco il link -> http://www.my-personaltrainer.it

*** In giapponese Sasuke vuol dire scoiattolo.. Beh, so che probabilmente lo saprai ;D

Premetto che per scrivere questo capitolo ho dovuto fare delle ricerche assurde sulle possibili malattie di Itachi e, beh, direi che, alla fine, sono riuscita a farmi una cultura in fatto di raffreddori e relative complicazioni notevole. Comunque, cisto che Itachi sarà momentaneamente fuori gioco ho deciso di far passare il testimone a Naruto. grand uomo anche lui, anche se, boh, pensare che riesca a portare dei risultati mi sembra pressoché impossibile. Vabbuoh, vedremo ;D
Ho fatto una faticaccia per riuscire a poter pubblicare il capitolo e, probabilmente avrei fatto meglio a usare anche più tempo però, alla fine, ho preferito non farvi aspettare troppo.. speriamo bene..
Ultimamente, tra l'altro, finire i capitoli in tempo mi sembra sempre più difficile che poi, se Sasuke collaborasse un po' di più sarebbe anche più facile. E invece no. Lui deve sempre fare quello complicato D:
Bene, ringrazio tutti quelli che hanno letto e hanno commentato e, se c'è gente come me  che non ha ancora finito con le verifiche, gli auguro buona fortuna con tutto il cuore. Avanti questo è lo "sprint finale"!.. Sinceramente quando lo hanno detto a me non ha funzionato molto però chissà, magari potrebbe aiutarvi (?)
Ok, la smetto. Grazie ancora a tutti :D

Emottisi, sangue e tosse, sangue e catarro


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Capitolo 13
*** Sei un mostro ***


sasuhina 11 Inizio augurando a tutti buone vacanze e, a chi avrà la maturità o qualche sorta di esame,  buona fortuna.
Allora, su questo capitolo non penso ci sia molto da dire se non che Sasuke raggiungerà il culmine di stupidità, però se fosse, anche solo di poco, più sveglio non sarebbe lo stesso. Speriamo solo che dal prossimo capitolo in poi cresca un po'.. Bah..
Ne approfitto anche per augurare tantissimi auguri ad Itachi. Non c'è niente da fare, lui rimarrà sempre il migliore e l'unico *-*
Voglio inoltre ringraziare tutte le fantastiche persone che hanno letto, messo tra le preferiteseguitericordate o che, meglio ancora, hanno recensito. Grazie di cuore, davvero :D


                 
                                      Capitolo 12




Era iniziato il periodo più caldo dell'anno e, per la felicità dei ragazzi, questo significava andare a fare educazione fisica in piscina, il che era vantaggioso per tutti.
Le ragazze potevate finalmente mostrare  i frutti della loro ultima dieta mentre i ragazzi potevano ammirarle mostrando, a loro volta, i risultati delle sessioni in palestra che, nell'ultimo periodo, erano aumentate notevolmente. Insomma, quella era la buona occasione per mostrare agli altri quanto si era cresciuti e migliorati dall'anno precedente. Questo, almeno, nella maggior parte dei casi. In alcuni casi infatti, la cosa non era così positiva. Certo, c'era sempre il vantaggio andare in piscina era divertente ed era un modo come gli altri per cercare di abbreviare le giornate scolastiche ma, per alcuni non bastava, tipo per Sasuke, odiava farsi il bagno in piscina, non tollerava quegli scassa palle che si schizzavano, bagnando anche lui, ovviamente, e mal sopportava Naruto che gli si appiccicava come una sanguisuga. 
Ecco oltre a questi c'erano altri problemi che, solitamente, nascevano in soli due casi: se non sapevi nuotare o se avevi un autostima riguardo il tuo corpo inferiore allo zero, con relativa vergogna che sfiorava livelli imbarazzanti. Sfortunatamente per Hinata, lei, aveva entrambi i problemi. Suo padre non aveva mai ritenuto utile insegnarle una cosa superflua quale il nuoto e la sua timidezza, beh, quella ormai era diventata quasi leggendaria all'interno dell'istituto.
Velocemente andò a prendere gli attrezzi richiesti dal professore, un certo Gai Maito, un signore davvero pieno di vita, forse anche troppo. Prima di aver a che fare con lui, infatti, non credeva possibili molte attività che lui aveva fatto, come la corsa ad ostacoli da bendati. Ma, la cosa più strana, era il fatto che il professore di matematica, Hatake-sensei, gli desse corda e che, certe volte, fosse proprio lui a sfidarlo.
La moretta sorrise e scosse la testa divertita nel ripensare a quelle strane sfide, nella sua vecchia scuola una cosa del genere sarebbe stata impensabile.
Con un braccio prese la palla per i ragazzi, che avrebbero dovuto giocare a pallanuoto mentre, con l'altro braccio, tentò di prendere uno dei materassini per le ragazze. Ci aveva messo un po' ma, alla fine, ce la fece e, leggermente traballante, tornò verso il bordo piscina passarli tutto il materiale e fu proprio in quel momento che si trovò immersa in una delle sue tante paure.
Era avvenuto tutto in pochi attimi, un ragazzo iperattivo che correva le aveva dato una pacca "incoraggiante" sulla schiena mentre era sul bordo piscina così, senza neanche rendersene conto, si ritrovò in acqua.
La paura la paralizzò per mezzo secondo prima che iniziasse a sbattere braccia e gambe scompostamente nel vano tentativo di stare a galla.
Perché quel tizio correva? Perché non si era messa i braccioli? Perché non aveva insistito per restarsene a casa? Ma soprattutto, perché suo padre non le aveva mai insegnato una cosa banale come il nuoto?
Riuscì a ritrovare il controllo di sè solo quando le braccia sicure di Juugo l'afferrarono con sicurezza per la vita immobilizzandola. In quel preciso istante si rese conto della pessima figura appena fatta davanti a tutta la sua classe; si era fatta prendere così tanto dal panico da non rendersi conto che, anche se in punta dei piedi, lì riusciva a toccare il fondo della piscina.  
Con una lentezza disarmante si voltò a guardare Karin ed Ino, in prima fila che la osservavano stupite.
Non le era mai piaciuto stare al centro dell'attenzione, soprattutto se ad attirarla era una sua qualsiasi incapacità. Fu per questo che in quel momento l'unica cosa che desiderava era quella di allontanarsi da lì, sottrarsi da quegli sguardi sbigottiti, cosa che riuscì a fare solo quando la voce gentile di Juugo la riscosse dai suoi pensieri per chiederle come stesse. Veloce e impacciata si aggrappò al bordo piscina per uscire. Appena i suoi piedi tornarono ben fissi sulla terra ferma si incamminò a passo spedito verso l'infermeria mentre cercava di nascondere le lacrime che le inumidivano gli occhi perlacei.

Era in quella stanza da quasi un'ora ma non aveva ancora avuto la forza di cambiarsi la maglietta che, ancora fradicia si incollava alla sua pelle infreddolita, per non parlare dei capelli solitamente tenuti ordinati che al momento le cadevano scompigliati intorno al viso. Pochi attimi dopo vide una delle tendine, che separavano il suo letto dal resto dell'infermeria, spostarsi lasciando intravedere alle sue spalle la figura di Juugo.
-Non ti sei ancora cambiata?-
Con un sospiro scosse leggera la testa.
-Io.. ho fatto davvero una brutta figura, vero?-
-Eri solo spaventata. Nessuno ha detto niente, anzi, erano tutti preoccupati per te. Hinata, non preoccuparti, nessuno ha detto o pensato cose negative sul tuo conto, ti vogliono tutti bene-
Hinata, rincuorata, da quelle semplici parole gli sorrise calorosa; come sempre, aveva ingigantito il problema
-Come mai sei qui?-
-Ho accompagnato Rock Lee in infermeria; mentre giocavamo a pallanuoto Sasuke ha accidentalmente sbagliato mira e lo ha beccato in testa..-
-Rock Lee?-
Juugo annuì serio e, per far capire meglio la situazione alla ragazza, spostò ulteriormente la tendina mostrando, sdraiato nel letto di fianco al suo, un ragazzo con una strana capigliatura
a scodella e un particolare costume verde. Anche se prima lo aveva visto di sfuggita era sicura che quello  fosse proprio il ragazzo che, preso dall'euforia, l'aveva spinta in acqua.
-"Accidentalmente"?-
-Già, non è la prima volta che succede, dopotutto, Rock Lee era il portiere..-
Come unica risposta il ragazzo ricevette un mugugno stanco.
Quando lo aveva visto, per un attimo, aveva pensato che il moretto avesse cercato, in un modo tutto suo e discutibile, di difenderla, ma, evidentemente, si sbagliava.
-La cosa strana è che Rock Lee era il portiere della squadra di Sasuke..-


 
Itachi, ormai, era tornato a casa da un paio di giorni. Giorni che aveva trascorso trattando il suo adorabile fratellino come schiavo. Non era colpa sua se non poteva alzarsi dal letto, lui era ancora in convalescenza!
Purtroppo, però, i suoi doveri da bravo fratello maggiore lo richiamavano quindi, per un po', avrebbe dovuto mettere da parte il piacere personale. Per questo, quel giorno, aveva invitato tutti i suoi amici a casa sua costringendo, indirettamente, i due giovani ad uscire.

Naruto saltellava da una parte all'altra della strada felice di aver avuto, finalmente, l'occasione per realizzare il suo magnifico, infallibile e semplice piano che consisteva in un'ingenua uscita tra amici a cui avrebbero partecipato solo coppie. Lui e Sakura-chan e Suigetsu con quella palla al piede della cugina
Certo, Karin non era ottimista come il cugino riguardo alla riuscita del piano ma, alla fin fine, quella era l'unica idea disponibile e fattibile. Se li avessero davvero rinchiusi in uno sgabuzzino avrebbero solo causato diversi morti. Hinata in primis per la vergogna e loro perché, beh, e loro perché avevano osato organizzare una simile vaccata ai danni dell'Uchiha.
Nonostante questa consapevolezza osservarli era un vero e proprio strazio. Mentre Sakura e Naruto erano lì che ridevano e scherzavano passando da una giostra all'altra quei due si limitavano a seguirli ognuno perso nei propri pensieri. Erano lì che camminavano, relativamente, vicino ma senza parlarsi, guardarsi o, comunque, dare un minimo segno di essersi accorti della presenza dell'altro.
Ci voleva un'idea geniale, al più presto o avrebbe dovuto convivere per sempre con quella piattola rosa come cugina acquisita. Ah, sì, e poi gli altri due non si sarebbero mai messi insieme.

Dopo una riunione lampo, fatta di minacce, riuscì a guadagnarsi l'appoggio degli altri in modo che, alla prima occasione, Suigetsu e Naruto riuscirono a trascinare Sasuke sul vagoncino di una giostra mentre lei faceva sedere Hinata al suo fianco.
Fu questo, più o meno, il motivo per cui Sasuke si ritovò costretto  a stare su una giostra che aveva sempre considerato inutile. Il tunnel dell'amore. Insomma, a che diamine serviva? Era stupido, noioso, anche più di tutte le altre giostre. e non aveva senso. Più della metà delle coppie che antravano lì erano comunque destinate a lasciarci, ergo, era inutile. Se poi eri costretto ad andarci con una tizia che non era neanche la tua ragazza era il colmo. Inoltre, è importante tenere conto di quegli orridi pupazzeti che riempivano il percorso o di quei nauseanti cuori di cui era pieno quel posto. Più che un tunnel dell'amore sembrava un tunnel dell'orrore. Voleva uscire.

Hinata avrebbe sempre voluto andaresuu una giostra simile; aveva sempre sognato di poterci andare, come tutte le sue amiche, con il suo primo amore, magari proprio con Naruto. Invece si ritrovava su quella barchetta con un ragazzo che non la odiava solo per pura fortuna ,emtre Naruto stava nella barchetta dietro alla loro a baciare un'altra. In più, sempre il suddetto moretto iniziava a dare segni di nervosismo.C'era, ad esempio, quella piccola venuza sulla tempia sinistra che stava pulsando più sangue del normale, per non parlare della gamba che muoveva nervosamente, come se fosse un topo in trappola.

Suigetsu, una volta assicuratosi che l'Uchiha non potesse più scendere dal vagoncino per ammazzarlo si voltò verso la sua adorata ragazza. Karin ultimamente, e per "ultimamente" intendeva da quando stavano insieme, aveva passato tutto il tempo a preoccuparsi di creare un rapporto tra la sua nuova amica e il suo vecchio amore mentre, la loro di relazione, era passata in secondo piano. Anzi, diciamo pure che non aveva fatto niente per favorirla. Certo, lui non era il tipo a aver bisgono di chissà quali dimostrazioni, dimostrazioni che, conoscendo Karin, non gli sarebbero mai state concesse ma, almeno un minimo lo pretendeva!
Quell'ennesima lamentela di Karin riguardo alla lenteza di quella giostra, non vedeva l'ora di vedere Sasuke e Hinata uscire mentre si sbacciucchiavano, cosa impossibile, ovviamente
Stufo di sentire le sue inutile chiacchiere l'aveva afferratta peer un polso e l'aveva trascinata su quel coso. Non sia mai che fra le sue lamentale ci fosse anche il suo poco romanticismo!

Appena il giro per quella galleria finale finì Sasuke scese col suo solito passo elegante e lo sguardo fiero ma, quando finalmete scese anche Karin, l'afferrò per il braccio e la trascinò leggermente in disparte rispetto al gruppo.
-Smettila-
Lo sguardo era fiero ed autoritario e, in un'altra occasione, l'avrebbe anche spaventata ma ormai aveva un ragazzo. Un ragazzo che l'avrebbe difesa a tutti costi. Sì, come no. Quel tizio era il ragazzo più vigliacco che avesse mai conosciuto. Piuttosto che rischiare di andare un'altra volta contro l'Uchiha l'avrebbe venduta.
-Di fare cosa?-
Lo sguardo fintamente innocente non fece vacillare il moretto nemmeno per un secondo, anzi, se possibile lo fece arrabbiare ulteriormente.
-Uffi. Sei un irriconoscente assurdo, io sto solo cercando di aiutarti! Si vede lontano un miglio che ti inter..-
La frase venne interrotta dal rumore del pugno dell'Uchiha che andò a cozzare contro l'albero dietro di lei. Con una lentezza capace di trasmettere tutta la sua rabbia il ragazzo avvicinò il viso a quello della rossa e a pochi centimetri di distanza del suo orecchio sibilò gelido "tu non sai un cazzo di me, Uzumaki quindi smettila con queste puttanate" .
Il cuore le batteva a mille, non si era mai spaventata tanto. Sasuke in quel momento sembrava un altro ma, come biasimarlo? Quando la ragazza con cui sei costretto a stare nel tunnel dell'amore, nonostante la cosa in fondo in fondo non ti infastidisce così tanto, per tutta la durata del giro continua a fissare triste il tuo migliore amico, che, inconsapevole del tutto, abbraccia una tizia coi capelli rosa. Beh, in quel caso un po' ti girano le palle.

Suigetsu non sapeva cosa si fossero detti prima la sua ragazza e l'Uchiha e, probabibilmente, avrebbe dovuto indagare però, ma Karin che gli stava avvinghiata al braccio era decisamente migliore ad una Karin in versione Cupido. E poi non voleva ritrovarsi costretto a spaccare la faccia all'amico.
Sì, come no.

Pensava di essere riuscito a riguadagnare la sua pace, purtroppo, però, si era dimenticato che gli Uzumaki erano due. Ma perché diamine erano dappertutto quelle palle al piede, che poi, qualcuno aveva mai fatto caso al fatto che tutti i più grandi rompiscatole della storia fossero degli Uzumaki? Karin e Naruto erano solo gli ultimi di una lunga sfilza. Ne era certo.
Con questa consapevolezza non riuscì trattenere un basso ringhio esasperato. Quando sarebbe finita quell'assurda sceneggiata? "Vaffanculo Naruto"
-Sasuke, tutto bene?-
Hinata al suo fianco, apparentemente ignara della tragica situazione interiore dell'Uchiha, lo guardava preoccupata.
-Meravigliosamente.-
Sollevata la ragazza tornò a fissare il panorama dal finestrino, era davvero meraviglioso e l'aiutava a non pensare alla forte tensione che si era creata col ragazzo.
-Appena avrò ammazzato quel maledetto usuronkaichi starò anche meglio.-
Magari, se fosse stato di un umore minimamente migliore anche lui avrebbe potuto apprezzare il paesaggio, dopotutto la ruota panoramica su cui gli avevano costretti a salire era piuttosto alta.
-P-perché ce l'hai tanto con Naruto-kun? Lui è sempre gentile con te-
-Ricominciamo con questa storia? Credevo che l'avessi superata.-
-Io ho rinunciato a Naruto ma non ai sentimenti che provo per lui-
-Pensavo di avertelo già detto, no? Tutto ciò è solo un enorme stronzata per masochisti-
-Parli come se non ti fosse mai piaciuta una persona-
-Infatti-
A quella semplice parola Hinata sgranò gli occhi stupita, mentre la domanda che gli vorticava in testa da giorni le tornava prepotentemente in testa desiderosa di uscire. E, finalmente, alla fine, le permise di liberarsi flebile nell'aria "E Karin?"
Passarono alcuni attimi di tetro silenzio prima che la risata cupa, e priva di un qualsiasi tipo di allegria, del ragazzo riempisse la cabina.
-Hinata, cresci. Il principe azzurro non esiste, le persone sono egoiste, niente è gratis e tutti, prima o poi, ti tradiranno quindi, che senso avrebbe mettere in gioco i propri sentimenti? Per soffrire?-
-Quindi, anche il bacio che mi hai dato l'altra volta per te non significa nulla..-
Sasuke sorrise ironico, quello era il momento giusto per chiudere quell'assurda faccenda. Con un movimento fluido appoggiò per la seconda volta le sue labbra su quelle della corvina seduta al suo fianco. Con una mano dietro la testa le teneva fermo il viso mentre approfondiva ulteriormente il contatto. Grazie allo stupore iniziale di Hinata fu gli venne istintivo approfittarne facendo scivolare la propia lingua all'interno della bocca della corvina mentre portava la mano libera ad accarezzarle la coscia lasciata scoperta dal vestito primaverile.
Quando si staccò un sorriso arrogante compariva sulle sue labbra.
-Visto? Non serve provare chissà che sentimento per fare questo genere di cose. Inoltre, ti posso assicurare che se mai decidessi di mettermi con qualcuno non saresti di certo tu con tutte le tue paure inutili. E sai?-
Bene e con questo sarebbe dovuto riuscire a liberarsi di quella tizia. La cosa strana è che faceva inspiegabilmente male; ma mai come lo schiaffo che lo colpì secco accompagnato dalle lacrime di Hinata.
-Sei un mostro; da quando sono arrivata non fai altro che mettermi in difficoltà. non poi dire queste cose solo perché non ti sei mai innamorato e non puoi nemmeno giocare coi sentimenti altrui. Tu, non sei completamente umano!-
I pochi attimi di silenzio che seguirono gli sembrarono tra i più lunghi della sua vita, poi, in un batter d'occhio, arrivarono alla base della giostra e Hinata si buttò fuori e corse via veloce. Sasuke al contrario rimase immobile al suo posto toccandosi stranito la guancia colpita. Che diavolo era successo? 
Ci mise un altro paio di giri prima di scendere da quella stupidissima attrazione e, quando lo fece, non si stupì particolarmente nel trovare solo Suigetsu e Naruto ad aspettarlo. Le ragazze, sicuramente, avevano seguito Hinata. Con un lento gesto del capo li salutò per poi andarsene.
Non vedeva l'ora di mettere fine a quella pagliacciata, persino la compagnia degli amici del fratello, in quel momento, era preferibile a quell'uscita.



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Capitolo 14
*** Confusione ***


Sasuhina 12 Inizio subito col ringraziare tutti coloro che leggono e recensiscono spingendomi a continuare ed a migliorarmi. Grazie di cuore <3

Allora, riguardo a questo capitolo ci sono un paio di cose che dovrei dirvi. Numero uno non sono pienamente, anzi, non sono per niente sicura dell'IC di Sasuke, e neanche di Hinata se è per questo. Qui Sasuke si comporterà prevalentemente in modo incerto ed insicuro, due qualità che non pernso di aver visto spesso, se non mai in quello originale. Insomma, lui sa sempre chi vuole uccidere e cosa vuole distruggere, che poi cambi idea ogni due per tre è un altro discorso, ma qui non sono riuscita renderlo D: . Comunque spero di non averlo reso troppo OOC e che, in caso mi perdonaste però pensavo che un discorso con il suo aniki (*-*) gli servisse, decisamente. Cosa ci volete fare? La disciplina di villa Uchiha è difficile da superare D:
Hinata invece sta diventando sempre più forte, sono così fiera di lei!
Bene, buona lettura e spero davvero di non deludervi :)



                      Capitolo 13


Naruto lanciò l'ennesima imprecazione verso il suo "migliore amico".
Era stato solo per puro caso se l'aveva scoperto, una mera coincidenza, ma, da allora, non riusciva a pensare ad altro.
Perchè aveva fatto piangere un angelo, praticamente era l'unica che non lo aveva mai picchiato, come Hinata?
Come si era permesso di trattare Karin, la sua fastidiosa cugina, come se fosse stato un giocattolo? 
Ma, soprattutto, "fottere le macchinette"? Ma lo credeva davvero così idiota? Era una scusa assurda a cui nessuno avrebbe mai potuto credere! Il fatto che lui l'avesse fatto era solo una prova della grande fiducia che nutriva nei suoi confronti; perchè, lui, si fidava di Sasuke, ciecamente. Per questo, più che il pugno che gli aveva tirato Sasuke in pieno viso, in risposta al suo nello stomaco, gli fece male la consapevolezza che in quel preciso istante lui stava dando e ricevendo pugni dal suo migliore amico in quella che era la loro peggiore litigata. E, come se non bastasse, questo stava avvenendo a scuola quindi, se uno dei professori gli avessero scoperti, con molta probabilità, gli avrebbero fatto ripetere l'anno; dopotutto, lui non era una cima con i voti perfetti come l'amico.
Anche se era stato lui il primo a colpire Sasuke, cogliendolo di sorpresa e quindi facendogli abbastanza male, quello in breve aveva ribaltato le posizione e ora, sdraiato per terra  con l'Uchiha seduto sullo stomaco non poteva fare altro che incassare inerme i pugni dell'altro. Iniziava a temere che gli avrebbe fatto davvero male quando un getto d'acqua fredda li investì entrambi. Straniti si voltarono verso l'origine di tutta quell'acqua solo per vedere la piccola Hinata, imbarazzata e preoccupata, con in mano il tubo per innaffiare del giardiniere.
-S-smettetela Picchiarvi non servirà a niente-
Solo in quel momento si accorse che intorno a loro si era creata una piccola folla di studenti che gli guardavano incuriositi. Evidentemente, anche se aveva chiesto a Sasuke di andare a "parlare" in un angolo abbastanza appartato del giardino qualcuno doveva averli visti per poi diffondere la notizia. Traditori, pure loro!
Il moretto, dopo diversi attimi in cui fissò con astio prima lei e poi lui si alzò lentamente per poi andarsene, con un annoiato "tsk", come se nulla fosse.
-Grazie Hinata.chan, mi hai salvato la faccia-
E, per alleggerire ulteriormente la tensione si grattò imbarazzato la nuca per poi lasciarsi andare ad una salutare risata, risata che, fino ad un mesetto prima,  sarebbe stata in grado di farla sciogliere, completamente.
Non fece, però, in tempo a sentire la sua risposta che una ragazza dai capelli rosa si era buttata tra le braccia del biondo urlandogli contro qualche insulto.
Ci mise un po' di tempo, ma, appena si fu tranquilizzata, e dopo aver appurato che il biondo non avesse nulla di rotto, lo aiutò ad alzarsi per accompagnarlo in infermeria. Prima di andare fece però un cenno del capo ed un lieve sorriso alla sua nuova compagna di classe. Lei era sta l'unica, nonostante la sua assurda timidezza, ad intervenire per separarli, tutti gli altri erano semplicemente rimasti lì ad osservarli limitandosi a mormorare qualche "oh poverino", "cosa sarà mai successo?" o un "dovremmo chiamare i professori" senza però muoversi per fare qualcosa di concreto.
Solo quando furono in infermeria, al sicuro da orecchie indiscrete gli disse quello che le premeva di più.
-Di un po', per caso, per caso il tuo cervello se ne è andato definitivamente?-
Il biondino ignorò completamente quell'insulto gratuito, non era quella la cosa che gli premeva di più in quel momento.
-Lo sapevi che Sasuke.. e Karin..-
-Lo avevo sospettato, sì. Questo però non toglie il fatto che hai fatto una cosa decisamente stupida. Sasuke è troppo forte per te.. che poi, cosa gli hai detto per farlo arrabbiare così tanto?-
-Io.. non lo so. Era tutto "normale", una semplice scazzottata per pareggiare i conti, fino a quando non ho accennato alla storia di Hinata e poi.. Sakura, lo hai visto? Era furioso! Però, mentre mi colpiva, i suoi occhi non sembravano vedermi.. era come se fosse arrabbiato per qualcos'altro.. -
La ragazza gli sorrise intenerita. Fino ad un minuto prima era furioso con l'Uchiha per il modo in cui aveva trattato la cugina, ed ora, era già lì a preoccuparsi per lui; si vedeva che gli voleva bene, forse fin troppo. Arresasi all'evidenza gli sorrise, cercando di apparire il più incoraggiante possibile e lo abbracciò teneramente per poi far combaciare le loro labbra delicatamente, attenta a non fargli male a causa del labbro spaccato.
-Sei proprio una testa quadra senza speranze-


Una volta tornata a casa, quel pomeriggio, Hinata, aspettò un po' prima di entrare in camera sua. Si sentiva in colpa per lo schiaffo tirato a Sasuke sulla ruota panoramica e, poi, voleva accertarsi che stesse bene.  Anche se non avevano mai parlato apertamente dei loro sentimenti era sicura che la brutta litigata con Naruto non gli avesse lasciato solo dei segni fisici.
Con calma raccolse tutto il coraggio di cui era in possesso per poi bussare delicatamente alla porta della stanza del ragazzo e, senza aspettare un permesso che tanto non sarebbe mai arrivato, aprì la porta. Una volta dentro non si stupì particolarmente nel trovare la camera completamente immersa nell'oscurità.
Sentiva il suo respiro lieve come prova della sua presena ma, ad essere del tutto oneste, non era propriamente sicura riguardo a dove si trovasse il ragazzo. All'inizio aveva pensato che la macchia scura vicino alla scrivania fosse lui seduto per terra, o forse quella era la sua cartella e lui era la macchia nera sul letto.
Quando nessuno rispose al suo richiamo dovette arrendersi all'idea che avrebbe dovuto parlare con il nulla e, senza nemmeno sapere dove guardare.
-Sasuke-kun io.. volevo chiederti scusa per..-
La frase venne interrotta a metà dalla voce fredda dell'interpellato. Bastò quella semplice parola che venne ripetuta un altro paio di volte, sempre più forte e con più rabbia a farla desistere da tutte le sue buone intenzioni. "Vattene"
La terza volta che quella parola le perforò i timpani tutto il coraggio che aveva accumulato fino a quel momento si dissolse spingendola ad uscire velocemente dalla stanza.


Rimasto solo nella sua camera Sasuke si raggomitolò meglio. Non sapeva neanche lui cosa gli stesse succedendo. Sin da quando aveva memoria gli era sempre istillato che discendeva da un nobile clan e che, come tale, avrebbe dovuto dimostrare di esserne degno. Un Uchiha deve essere forte, deve essere brillante, deve essere indipendente ma, soprattutto, deve sempre avere il controllo sulle sue azioni e, perchè no, anche su quelle delle persone che lo circondano. E, fino a quel momento, ce l'aveva sempre fatto.
Era lo studente più intelligente e diligente della suola, anzi no, probabilmente era il migliore di tutta Tokio.
Non si era mai piegato davanti a niente e nessuno, era sempre andato avanti senza farsi abbattere o intralciare.
Alla tenera erà di otto anni aveva già smesso di chiedere un qualsiasi tipo di aiuto ai genitori, famigliari, adulti e coetanei, esclusi casi estremi. Casi, comunque, più unici che rari.
Il controllo, quello lo aveva sempre avuto, sicuramente ne era pure geneticamente portato. Questo, per lo meno, era quello che aveva pensato fino a quella mattina quando, preso da una rabbia cieca aveva rischiato di distruggere la faccia al suo migliore amico.
Ormai, non si riconosceva neanche più, insicuro debole e fuori controllo.
Irritato prese la testa fra le mani stringendo, quasi tirando, le ciocche più lunghe dei capelli che scompostamente gli incorniciavano il viso. Si stavano allungando troppo, avrebbe dovuto tagliarli.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla presenza che gli si sedette di fianco. Non dovette nemmeno aspettare di sentirlo parlare per sapere di chi si trattasse.
-Non sei un po' grande per nasconderti ancora sotto la scrivania, neh, Otouto?-
Non si sorprese particolarmente nel non ricevere nessuna risposta ma, inconsapevolmente, questo gli fece male. Il fatto che non lo avesse gentilmente mandato a quel paese era solo l'ennesima conferma che il suo fratellino stesse male.
-Prima ha chiamato Naruto. Mi ha accennato alla vostra litigata, è molto preoccupato.. Sasuke, cosa è successo?-
Anche se non poteva vederlo era sicuro di averlo sentito dirignare i denti stizzito.
-Sasuke?-
-Non lo so. ok? Non lo so! Non so che cazzo mi stia succedendo. Pensavo fosse colpa di Hinata però, anche così, non cambia niente!-
Ammetteva che in quel momento la preoccupazione era aumentata ulteriormente, fatto mostrato da un tremolio appena percettibile della voce
-Così.. come?-
-Diciamo che le ho fatto capire che doveva starmi alla larga-
-Ma..?-
-Ma non riesco a liberarmene-
-E..?-
-E la cosa non mi da fastidio come dovrebbe..-
-Quindi?-
-Non so-
Itachi, favorito dal buio artificiale creato da Sasuke, cercò di nascondere l'alzata d'occhi al cielo e lo sbuffo silenzioso che gli scappò dalle labbra. Per quanto riguardava l'intelligenza il suo otouto era secondo solo a lui, peccato non si potesse dire la stessa cosa riguardo alle sue capacità d'espressione.
-Otouto perchè non mi dici qual'è il problema?-
-Gli Uchi..-
Ancora prima di permettergli di finire la frase che, quasi sicuramente, gli avrebbe fatto venire l'orticaria lo interrompe.
-Onestamente, tu sei ancora orgoglioso di avermi come fratello maggiore?-
-E questa che domanda razza di domanda sarebbe?-
Non ricevendo nessuna risposta il più piccolo si rassegnò all'idea che, per poter tornare alla sua amata solitudine, avrebbe dovuto seguire il ragionamento senza nè capo nè coda del fratello.
-Sì-
-E io ti sembro seguire le tradizioni degli "Uchiha"? E la mamma? Ti sembra fredda ed austera?-
Avrebbe voluto dire di no, che non era quello l'importante, che loro due erano entrambi eccezionali, ma le parole che lo zio e il padre gli avevano sempre detto continuavano a rimbombargli nella testa. "L'uomo è un essere debole e incoerente. L'unico modo per differenziare la tua vita da quella di tutti gli altri essere inutili è essere un Uchiha e, gli Uchiha, non si piegano mai davanti a nessuno, anzi, sono gli altri a doversi inchinare davanti a noi"
E lui ci aveva creduto.
Aveva sempre cercato di seguire quelle parole alla lettera anche se spesso li vedeva arrendersi davanti alle pretese sempre più assurde delle mogli lui aveva deciso che li avrebbe superati e, fino a quel momento, pensava di starci pure riuscendo.
Era confuso, voleva semplicemente smettere di provare delle cose inutili quali i sentimenti. Gli bastavano quelli per la sua famiglia e, al limite, l'amicizia per Naruto; dopotutto, Madara aveva Hashirama e Itachi aveva quella strana banda quindi, fino a lì andava tutto bene, no?
-Ma papà e Madara..-
Questa volta il sospiro che si lasciò sfuggire il maggiore non fu propriamente silenzioso, tutt'altro. No, suo fratello aveva dei seri problemi relazionali, decisamente. Tutta colpa di Madara, come sempre d'altronde.
-Ascolta, il vecchiardo rockettaro non è nemmeno da tenere in considerazione, non è totalmente umano mentre papà.. beh, lo sai,  no? Con la mamma è un'altra  persona e.. anche Madara lo è. Non dico che non devi seguire la strada designata dal nostro clan ma ci sono cose.. o persone.. che si meritano di avere a che fare con il vero Sasuke e non solo con la facciata impostaci dal nostro clan.. Sasuke, siamo onesti, la vita è dura e piena di imprevisti ma se hai  le persone giuste al tuo fianco tutto ti sembrerà un tantino migliore-
"Figliolo, la vita è semplicemente un insieme di dolori e solitudine. Ma, negli ultimi quindici anni di matrimonio ho capito una cosa: se affronti tutto questo con una persona speciale è tutto più facile. Capisci quello che ti sto cercando di dire?"
-Ora hai capito, ototuto?-
Forse, ora iniziava a comprendere quello che stava cercando di dirgli Madara qualche giorno prima.
Forse, tutto quello che aveva detto non era l'opposto di quello che gli aveva insegnato fino a quel momento.
Forse, le due cose erano concigliabili.
Forse.
Sasuke preso com'era da tutti quei ragionamenti sentì come distante il fratello che gli dava una pacca incoraggiante sulla spalla per poi alzarsi e andarsene. SI fermò sulla porta solo per mezzo secondo giusto il tempo per dargli un ultimo suggerimento. Suggerimento che probabilmente non sarebbe neanche stato ascoltato.
-Bene io vado. Se cerchi Hinata è andata dalla tua amica.. quella coi capelli rossi che urla sempre-
Ed ora cosa avrebbe dovuto fare?

Appena uscito Itachi si imbattè nella figura divertita del cugino che stava appoggiato, a detta sua "in maniera da gran figo" alla parete.
-Allora? Il moccioso supererà mai le sue crisi di identità miste a quelle di schizzofrenia o dovrai fargli da baby-sitter per tutta la vita?-
Quando si era imparentati con una persona tanto stupida cosa si poteva fare se non ignorarla in modo pacifico?

Il minore dei due fratelli rimase in quella posizione ancora per un'oretta poi, stanco di tutte quelle futili domande prese la felpa ed uscì. C'era una cosa che doveva risolvere al più presto e, per farlo, non poteva di certo rimanere chiuso in casa.
Una volta arrivato davanti alla casa degli Uzumaki si sentì, per la prima volta dopo anni, se non della sua intera vita, a disagio. Con ostentata indifferenza  suonò il campanello e attese che la porta si aprisse
-Sasuke, cosa ci fai qui?-
-Tsk, secondo te? Ho portato le birre-
E, così dicendo alzò il braccio destro con cui teneva un sacchetto della spesa pieno di lattine.
Non notando nessuna reazione nel suo interlocutore sbuffò seccato.
-Allora mi fa entrare o no.. dobe?-
L'amico, risvegliatosi dallo schock iniziale, non si sarebbe mai aspetto che Sasuke sarebbe mai potuto andare da lui con la chiara intenzione di farsi perdonare, dirignò i denti e, agitando un pugno verso l'alto, iniziò ad urlare.
-Non chiamarmi così, teme!-
Grida che vennero prontamente interrotte da una pentola volante che lo colpì in pieno e dalle urla, ancora più forti delle sue, di una Kushina Uzumaki decisamente alterata.
-Non urlare, disturberai tutti i vicini.. MALEDUCATO!.. oh, ciao Sasuke-kun, tutto bene a casa?-
Come unica risposta annuì col capo. Non poteva neanche dire di essere sorpreso da quella sclerata, ormai ci era abituato e, questo, non faceva altro che confermare la sua teoria: gli Uzumaki sono tutti pazzi.


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Capitolo 15
*** Allucinazioni? ***


sasuhina 13 Questa volta sono riuscita ad aggiornare prima del previsto, il che mi stupisce notevolmente. Forse, è stato a causa del fresco venticello pomeridiano che mi ha fatto tornare a respirare perché, non so voi, ma fino a questa mattina io non avevo la forza nemmeno per alzarmi dal letto, figuriamoci se l'avevo per schiacciare quattro miseri tasti sulla tastiera. Ta l'altro il computer è taaanto caldo, sembra quasi dirmi "stammi lontano, vattene, scappa, nasconditi nel frigo!" e, beh, io gli ho dato ascolto.
Ok, detto questo non penso di avere particolari precisazioni da fare sul capitolo, altra cosa strana, decisamente.
Bene, buona lettura a tutti e un grosso, grossisimo, grazie a chi recensisce, mette la storia tra preferiteseguiericordate e anche a chi si limita a leggere con costanza e dedizione, grazie :D

P.S. per quanto riguarda i titoli.. scusate, davvero. Io ci provo ma sono decisamente negata D:



                       Capitolo 14



Per merito della notte passata praticamente in bianco a causa di Naruto, Sasuke era di un umore particolarmente nero. Partendo da questo presupposto, era ovvio che, ogni persona sana di mente, facesse di tutto pur di stargli alla larga. Era davvero un peccato che il biondino più seccante che conoscesse non rientrasse in quella categoria e che, quindi, gli stesse appiccicato "troppo felice per la loro riconsolidata amicizia per lasciarlo solo". Se poi, a questa insostenibile seccatura, si aggiungeva anche la Hyuga che rideva bellamente con quel tizio alto poco più di 2 metri, allora poteva dire tranquillamente addio alla sua tanto agognata pace interiore.

Naruto non era stupido.
Ok, riconosceva di non essere propriamente riconosciuto come il più "sveglio" della classe, ma una cosa l'aveva capita bene ed era che, quando l'Uchiha iniziava a tremare, anche se debolmente e con stile, come continuava ad asserire lui, non era mai, e sottolineava mai, un buon segno. Se poi, come aveva appena fatto, rompeva la matita che aveva in mano con la sola pressione delle dita, allora era anche peggio.
Purtroppo Naruto non si poteva certamente definire una persona 'arrendevole', per questo non ci mise troppo a farsi coraggio e a circondare con il braccio le spalle dell'amico col fine di poter seguire meglio la traiettoria del suo sguardo. Grazie alla sua empatia, che aveva avuto da sempre con Sasuke, non si stupì particolarmente nel notare che l'amico stava osservando Hinata mentre parlava allegramente con Juugo.
-Uhm.. ho capito!-
Sempre grazie a quella famosa empatia, non si stupì nemmeno dello sguardo scettico dell'amico che, nonostante tutto, gli diede pure fastidio. Perché nessuno sembrava credere nelle sue capacità intellettive?
Bastardi.
-Hai litigato anche con Juugo!-
Il fatto che avesse ruotato gli occhi annoiato non poteva essere che una "conferma alla Sasuke" che gli trasmise maggiore sicurezza. E poi dicevano che lui non ci capiva una cippa.
-Offri anche a lui una birra! Giuro che non mi offenderò!-
Solo a quel punto il moretto si degnò di spostare lo sguardo su di lui per scoccargli un'occhiata seccata e sbottare in un plateale "eh?".
Per tutta risposta il biondino rafforzò la stretta intorno alle sue spalle e assunse un'espressione da superiore perchè insomma, quante volte capitava di poter dare un consiglio al perfetto Sasuke Uchiha idolo di ogni teenager che lo avesse mai visto?
-Lo so, lo so. Quello è il nostro modo per far pace ma per Juugo posso anche sacrificarmi-
Il "DOBE" ringhiato subito dopo e il pugno che cozzò duramente contro la sua mascella gli fecero tristemente intendere che, forse, non era Juugo il problema e, conseguentemente, la "colpa" del malumore dell'Uchiha fosse causato dalla dolce Hinata.
Beh, facendo due più due ci sarebbe potuto arrivare anche senza ricevere quel cazzotto, ma quelli erano solo piccoli ed insignificanti dettagli.



Ormai tutte le sue amiche erano già andate a casa mentre lei era dovuta rimanere a scuola, prima per i preparativi per il festival scolastico e dopo a causa della pioggia.
Era sempre stata una persona previdente, eppure, quella mattina il tempo sembrava così bello che non si sarebbe mai aspettata una pioggia simile di sera.
Sbuffò delicata, probabilmente era meglio andare. Continuare ad aspettare che il tempo migliorasse sarebbe stato solo uno spreco di tempo che, come se non bastasse, le faceva rischiare di perdere l'ultimo treno.
Stava per iniziare a correre quando, con la coda dell'occhio, intravide la figura di alta e slanciata Sasuke passarle di fianco con un ombrello nero in mano.
Non si ricordava che avesse anche lui sarebbe rimasto a scuola quel pomeriggio, così come non si aspettava che il ragazzo aprisse il famigerato ombrello, facendole segno di andare sotto con lui.
Sicuramente quella poteva sembrare la soluzione più logica, dopotutto, abitavano insieme, ergo dovevano andare nella stessa direzione; eppure, lei, dopo quello che era successo la sera prima, aveva un po' di timore a stare sola con lui. Con un leggero dispiacere, causato dal non voler risultare maleducata, si nascose dietro alla frangetta per poi mormorare delle scuse per non seguirlo.
Quando rialzò lo sguardo i suoi occhi si incrociarono con quelli freddi dell'Uchiha.
-Ho capito, tieni-
E, senza aggiungere altro, le mise in mano l'ombrello per poi andarsene con le mani in tasca e apparentemente indifferente alla pioggia. Il ragazzo non fece in tempo a fare una decina di passi che non sentì più la pioggia picchiettargli sul volto. Non che la cosa lo sorprendesse, si era aspettatto che la Hyuga, con tutto il suo buon cuore lo avrebbe seguito. Anche se continuava a non capire come facesse ad essere tanto buona, ammetteva che aveva approfittato di questa sua peculiarità.
-Rilassati-
La ragazza al suo fianco, presa in contropiede da quella semplice parola del tutto inaspettata, non fece in tempo a chiedere un sorpreso "come?" che rischiò di perdere l'equilibrio rischiando di fare una figuraccia plateale.
Fortunatamente, Sasuke riuscì a prenderla in tempo per un braccio e a tirarsela contro mentre, con l'altra mano, le riprendeva l'ombrello. Meglio non fidarsi di quella frana, avrebbe potuto lasciarlo volare via.
Non le diede nemmeno il tempo di ringraziarlo che subito riprese la parola.
Sì, quel giorno si sentiva particolarmente loquace, che fosse il senso di colpa?
-Stupida. Se ti allontani mi bagno-
Con la coda dell'occhio la guardò irrigidirsi e mormorare delle scuse mentre giocherellava, torturava, i capelli.
Perché ogni volta che stava con lui finiva così? Lui era praticamente l'unico con cui non si fosse ancora rilassata. Iniziava a pensare che la colpa non fosse tanto della ragazza quanto sua piuttosto.
A confermargli quel pensiero ci pensò la diretta interessata che, con delicatezza, si sciolse dalla sua presa e si riallontanò leggermente da lui.
Erano già arrivati all'entrata della stazione quando si fermò di colpo.
-Senti, l'ombrello tienilo tu, io ho delle commissioni da fare-
Notando il suo sguardo interdetto e indeciso si affrettò ad aggiungere anche delle rassicurazioni quali "non preoccuparti, troverò un passaggio per tornare. Ora vai o perderai il treno."
Un passaggio? Sì, come no.
Era diventato decisamente troppo loquace.


Itachi stava tranquillamente facendo zapping tra i canali quando ricevette un messaggio da parte di Sasuke che gli chiedeva, con la gentilezza tipica della sua persona, di andare a prenderlo ad un konbini* dall'altra parte della città. Ora, la domanda sorgeva spontanea: perché, col tempaccio che c'era, era andato al supermercato dall'altra parte opposta della città quando ne avevano uno dietro casa?
Adolescenti!
Per grazia divina il suo secondo schiavo aveva la macchina e poteva sostituirlo, anche perché Mikoto gli aveva proibito categoricamente di fare qualsiasi cosa potesse provocargli dello stress e quindi una ricaduta.
Santa donna, solo il fatto che gli avesse portato via le chiavi della macchina e il computer erano una fonte di stress difficilmente ignorabile.


Felice per aver risolto l'ennesimo problema si rimise comodo sul divano. C'erano volte in cui anche i migliori necessitavano ardentemente di una vacanza, seppur breve.
Illuso.
Neanche il tempo di poter finire di autocompiacersi che il cellulare ricominciò a squillare.
Riluttante aveva risposto solo per ritrovarsi un Shisui urlante dall'altra parte del telefono con annesse repliche seccate del suo otouto. Era impossibile descrivere il profondo sentimento di.. amore, che provava in quel momento nei confronti della sua famiglia.
-Tuo fratello è completamente bagnato!-
-Non so se hai notato ma piove. Cretino.-
-E tu perché diamine ti ci sei messo sotto? Sei stupido per caso?-
-Cosa potevo fare? Passare tra una goccia e l'altra?-
-Eh, non sarebbe stata una cattiva idea, se solo fossi capace a fare qualcosa-
-Vai al diavolo.-
-ITACHI! Tuo fratello è un maleducato, io lo mollo qua!-
Con una lentezza esasperante si massaggiò piano gli occhi chiusi. Doveva resistere. Lui amava la sua famiglia. Lui la amava, amava il suo fratellino e, quasi sempre, voleva bene anche al cugino.
-Shisui-
Bastò pronunciare il suo nome con il suo tipico tono di quando non ammetteva repliche che entrambi la smisero di lamentarsi o, per lo meno, abbassarono i toni.
-Ok, lo porto a casa, però il viaggio se lo fa legato sul tetto-
-Shisui-
-Itachi. Non so se hai capito ma, tuo fratello non è semplicemente umido, è fradicio. Sembra che ci abbia ballato sotto la pioggia e, indovina chi ha appena pulito l'auto e la vorrebbe tenere tale almeno per un altro paio di giorni? IO-
-Mettiamola così, se Sasuke si ammala sarai tu a fargli da infermierina e, TU, sai come diventa Sasuke quando ha la febbre..-
Senza neanche dargli il tempo di ribattere Itachi chiuse la chiamata, tanto, era sicuro che Shisui avrebbe fatto la scelta giusta. Infatti, se, e sottolineave se, c'era una cosa che il cugino detestava più del Sasuke attuale era il "Sasuke infantile". Quello tanto dolce che ti spiattellava tutti i suoi sentimenti in faccia, che ti ripeteva fino alla nausea che ti vuole bene e che, soprattutto, non ripudia con tutte le sue forze il contatto umano. Anzi, una volta che aveva la febbre alta lo aveva persino abbracciato, di sua spontanea volontà!
Si, beh, quella volta l'aveva quasi a 40 gradi quindi l'abbraccio era stato più un appoggiarsi per non rovinare per terra, ma non era quello l'importante.
Oh, quanto gli mancava il suo piccolo otouto, perchè non lo avevano avvertito che sarebbe diventato un complicato sociopatico? Avrebbe passato molto più tempo con lui!


Quella mattina, come faceva da diversi giorni del resto, Hinata si era svegliata presto e aveva preso il treno prima di quello di Sasuke.
Se ne rendeva conto: la scusa che stava aiutando per i preparativi del fetival scolastico non avrebbe retto ancora per molto e, presto o tardi, avrebbe dovuto ammettere anche a se stessa che stava facendo di tutto pur di evitarlo ma, per ora, preferiva non pensarci.
Sta di fatto che, quando Karin era entrata in classe tutta trafelata dicendole che Sasuke stava male, e che era persino svenuto poco prima di arrivare a scuola, si era preoccupata. Ma quando la rossa aveva aggiunto che, nonostante il suo colorito più pallido del solito, aveva preferito tornare a casa da solo lei aveva preso la sua borsa ed era uscita di corsa dalla classe.
Non aveva tempo per pensarci, se avesse aspettato oltre il professore sarebbe entrato e lei non avrebbe più avuto occasione per andarsene fino alla pausa pranzo.
Suigetsu, sempre con la sua aria disinteressata raggiunse la sua ragazza borbottando un "non ti sembra di esagerare? Ha avuto solo un leggero mancamento.."
-Dettagli-
-Mmmh.. Senti, questo pomeriggio sei libera?-
-Pensavo di andare a trovare Sasuke per vedere come procedono le cose, perchè?-
-Ho casa libera-
-Non vedo l'ora di passare un po' di tempo con te-
Finalmente. Suigetsu 1, Sasuke 5840; circa 1 punto per ogni giorno  da quando si erano conosciuti.
Ok, mettiamola in questo modo, Suigetsu 1, Sasuke 0; a partire da quel preciso istante.



La primogenita del clan Hyuga si era precipitata il più velocemente possibile verso casa senza contare che, con tutta probabilità, lui lì non la voleva nemmeno vedere, però, cos'altro poteva fare?
A casa non c'era nessuno. Mikoto e Fugaku erano a lavoro mentre Itachi era a scuola. Non aveva avuto scelta.
Appena entrò nella sua camera Hinata non si stupì del tono freddo con cui l'aveva accolta ne, tanto meno, dalla domanda che gli aveva posto. "Cosa ci fai qui?"
Con delicatezza si avvicinò al letto e si inginocchiò al suo fianco.
-Hai già misurato la febbre?-
Sasuke sbuffò scocciato al pensiero di essere stato bellamente ignorato ma non importava, la risposta la poteva intuire anche da solo. Quella palla al piede dell'Uzumaki doveva aver parlato, eppure gli era sembrato di essere stato perfettamente comprensibile quando gli aveva ringhiato contro di non dire niente alla Hyuga.
-Non importa, non è alta-
La ragazza ignorò, per la seconda volta, il suo commento e, con tutto il coraggio che era riuscita a raccimolare, aveva appoggiato la sua mano fresca sulla fronte accaldata del ragazzo.
-Scotti!-
Senza dargli il tempo di risponderle andò velocemente in bagno, prese il termometro e tornò per misurargli la febbre.
Stranamente il ragazzo non oppose troppa resistenza, anzi, si era limitato a lasciarsi scappare qualche "tsk" e, quando lesse quei tre numerini scritti sul termometro capì anche il perché. "39.7".
Giusto per fare un paragone una volta, la peggiore, lei l'aveva avuta a 38.8 gradi e non riusciva nemmeno aricordarsi chi fosse, figuriamoci a protestare!
Era già tanto che non delirasse, pretendere che riuscisse anche a demolirle l'autostima già inesistente era decisamente troppo.
Comunque, doveva ammetterlo, Sasuke era davvero forte. Le sarebbe davvero piaciuto assomigliargli almeno un po', giusto quel tanto che bastava per vivere meglio.
Per cercare di dare un po' di sollievo al malato gli fece passare con lentezza disarmante una spugna imbevuta d'acqua tiepida sulla fronte coperta dai capelli corvini, sulle gote lievemente arrossate, sul collo imperlato di sudore e sulle clavicole leggermente pronunciate.
La pelle di Sasuke era pallida, ma era anche liscia e pulita, era semplicemente perfetta, e, più cercava di rinfrescarla con quella spugnetta, più provava il desiderio di scoprirne dell'altra. Una volta arrivata alle clavicole era completamente rapita da quel corpo perfetto che, se non le fosse vibrato il cellullare, probabilmente, avrebbe approfittato di questo breve momento di debolezza del ragazzo per sbottonargli la camicia e continuare ad accarezzargli delicata il petto.
-Chi è?-
Hinata, dal canto suo, sobbalzò nel sentire la sua voce roca e bassa. Avrebbe decisamente preferito se fosse svenuto di nuovo; non voleva sembrargli una maniaca, disperata per giunta.
Il ragazzo, che fino a quel momento sembrava essersi appisolato sotto gli amabili tocchi della Hyuga socchiuse stanco gli occhi.
-J-Juugo.. I-io.. vado prepararti una minestra-
Ancora prima di alzarsi però la voce del suo interlocutore la bloccò.
-Spero tu stia scherzando, siamo in estate e fa caldo-
-Eppure tu ti sei ammalato-
Non seppe nemmeno come le venne quella risposta.
Lei non era un tipo che ribatteva, di solito stava in silenzio ad ascoltare quello che dicevano gli altri, sia che fossero state cose belle che non.
Oltre che maniaca stava diventando anche maleducata; era per questo che l'aveva mandata lì suo padre?
Rossa come un pomodoro si alzò di scatto pronta ad uscire ma una debole quanto decisa stretta intorno al polso la fece desistere.
-Perché mi eviti?-
Hinata, a quelle parole, spalancò gli occhi sconcertata. Quella, non era assolutamente una frase da Sasuke. Presumibilmente la stava prendendo in giro ma, quando si voltò ed incrociò i suoi occhi dannatamente seri non poté che cambiare idea.
-Perché con Juugo ridi sempre?-
-C-cos?-
-Quando sei con me non sorridi mai, figuriamoci se ridi.. perché sono l'unico con cui non sei mai rilassata?-
Hinata, per riflesso, gli sorrise intenerita.
Era sicura che quello non fosse il momento più idoneo per parlarne ma, forse, sarebbe stato l'unico. Era arrivato il momento di dirgli tutto e lo avrebbe anche fatto, davvero, se non fosse stato per il flebile "scusa" mormorato dal ragazzo prima di perdere i sensi.
Hinata si soffermò nuovamente a guardarlo, Sasuke era decisamente attraente e, anche se a malincuore, doveva ammetterlo: le sue amiche avevano ragione a definirlo "un figo da paura". Certo, lei avrebbe usato dei termini probabilmente più eleganti ma il concetto di fondo rimaneva quello.
In uno scatto improvviso di coraggio si chinò e depositò un veloce bacio sulle labbra del giovane.
Se lui poteva baciarla ogni volta che voleva, mettendole in subbuglio cuore e pensieri, allora avrebbe potuto farlo anche lei. Quella era solo una piccola rivincita.
Peccato che, una volta resosi conto di quello che aveva appena fatto si raddrizzò e uscì veloce dalla stanza.
Si poteva sapere cosa le era preso?


Quando si svegliò la prima cosa a cui pensò erano le fresche labbra di Hiata che sfioravano delicatemnte le sue ma, una volta aperti gli occhi, lo sguardo che incrociò non era certamente quello gentile della corvina. Tutt'altro.
-Shisui, che vuoi?-
-Itachi mi ha obbligato a farti da baby-sitter visto che, secondo lui, è colpa mia se ti sei ammalato-
-Perché? Solo per il fatto che mi hai fatto stare per mezz'ora sotto il getto diretto dell'aria condizionata del konbini in modo che mi "asciugassi"? Insomma, come farebbe ad essere colpa tua?-
-E' quello che gli ho detto anch'io ma lui..-
-Taci, miserabile insetto-
Ovviamente l'insulto non poteva non essere ascoltato e ribattuto scatenando l'ennesima lite senza senso tra i due consanguinei. Per questo fatto, unito all'odio reciproco che si portavano dietro da sempre, Itachi quando entrò nella stanza trovò il cugino mentre cercava di soffocare col cuscino il fratello.
Tu li adori.
Non devi mai dimenticarti che tu li vuoi un bene dell'anima, Anche a Shisui.
Il fatto che tu ora li vorresti prendere a calci nel sedere non centra assolutamente niente.


Una volta cacciato via malamente il cugino, che progettava un'atroce quanto insensata vendetta, Itachi si sedette al fianco del fratello e gli sorrise premuroso.
-Allora, come stai?-
-Tuo cugino è un essere inutile-
-Otouto, quello è anche tuo cugino-
-No, ti sbagli. Io sono stato adottato.-
-Oh, giusto..-
Il minuto di silenzio seguente, coronato dagli uccellini che cinguettavano gioiosi fuori dalla finestra, fu al limite dell'imbarazzante per entrambi.
-Senti, per caso prima c'era Hinata?-
-Uhm, perché?-
-Così, per sapere-
-Ah, ok.-
Il cinguettio dei passerotti, a questo punto, ebbe un altro momento da protagonista nel silenzio di quella stanza.
-Beh?-
Itachi, mostrando il suo sorriso migliore poggiò l'indice e il medio sulla fronte del fratellino per poi fare una leggera pressione che, per pochi attimi, li fece perdere il contatto visivo.
Appena Sasuke rivide l'espressione del fratello potè constatare con orrore che il sorriso si era accentuato ed aveva assunto una sfumatura leggermente diabolica.
-Chiedilo a lei.-
E, con queste parole, aveva lasciato la stanza soddisfatto del suo operato.
Bastardo di un fratello, inutile almeno quanto il cugino. Vi ucciderò entrambi, questa è una promessa.

Aveva pensato alla possibile presenza di Hinata  per i seguenti due giorni in cui era stato a letto ma non riusciva mai a venire a capo di nulla. Doveva ammettere, inoltre, che aveva una certa paura nello scoprirlo perché era abbastanza sicuro di aver pensato, e probabilmente anche detto, cose del tutto smielate e da femminuccia. Le classiche cose che avrebbe detto quella checca bionda di Deidara, per intenderci. **
La triste conferma dei suoi terrificanti sospetti la ebbe quella mattina, il primo giorno in cui sarebbe dovuto tornare a scuola.
Solo il fatto di trovare la ragazza ad aspettarlo all'entrata, dopo che si era prodigata tanto per evitarlo, fece scattare un campanello d'allarme ma, vederla giocherellare interessata con i suoi capelli, fu il colpo di grazia.
-Dimenticala. Qualsiasi cosa abbia detto tu dimenticala.-
Dopo un attimo di incertezza Hinata prese la parola.
-Anche le tue scuse? A-anche quelle devo dimenticare?-
-"Scuse"? E per cosa dovrei scusarmi di grazia?-
-Beh, da dove potremmo cominciare? Forse dalla tua stupidità, o forse dalla tua bastardaggine, oppure dall'improponibile pettinatura che ti ostini a tenere o forse..-
Mentre quell'infimo pezzo di spazzatura, conosciuto anche come "Shisui l'idiota Uchiha", elencava le sue, false, mancanze la piccola venina sulla tempia del minore si stava ingrossando velocemente. Che poi, perché quell'essere stava mangiando dal suo sacchetto del pranzo?
Maledetto parassita.
Con tutta la buona volontà di cui era capace fece un profondo respiro e, con voce apparentemente tranquilla,  gli fece la domanda che, a quel punto, tutti si sarebbero posti. "Ma tu, insulto per ogni essere umano, non hai una casa dove andare a rompere le palle?".
-Sì, ma mi piace stare qui perché ti voglio bene-
La sua espressione seria avrebbe fatto cedere tutti, tutti tranne Sasuke Uchiha. Ma figuriamoci se lui si faceva fregare da quello lì. Per questo, con lo stesso tono apatico dell'altro, gli rispose.
Tanto, ormai era inutile cercare di riprendersi il bento. Il tizio lì, quasi sicuramente, lo aveva già contaminato con la sua incredibile stupidità.
-Mi stai prendendo per il culo?-
-Assolutamente no. L'unica presa per il culo, qui, sono i tuoi assurdi capelli che, per la precisione, hanno anche la forma di un culo di papera. Così giusto per rimanere in tema..-
-Tu, considerati morto-
Hinata, che fino a quel momento era rimasta pacificamente in disparte, quando vide Sasuke prendere un coltello da cucina, per essere più precisi aveva preso il più appuntito che aveva trovato, pensò che fosse meglio intervenire.
-S-Sasuke-kun! E' stato Itachi a chiedergli di portarci a scuola, sai, per evitare in una tua possibile ricaduta..-
"Una sua possibile ricaduta"?
Lentamente riassaporò il sapore di quelle parole.
Una ricaduta un corno!
La "possibile ricaduta" l'avrebbe avuta se fosse rimasto anche solo altri 10 secondi a contatto con quel.. coso.
Pensato fatto. In tre secondi era già fuori a tirare giù tutti i kami del cielo.
Che famiglia del cavolo.

I due ragazzi rimasti in casa, intanto, lo guardavano allontanarsi. La prima lo osservava leggermente preoccupata mentre il secondo era profondamente divertito da quella visione. Magari quella era la volta buona che si ammalava sul serio.
-Ma, Itachi-kun non si era raccomandato di..-
-Oh, al diavolo. Almeno adesso abbiamo l'occasione per parlare un po' in santa pace-..
Forse era stata l'espressione ghignante, contornata da un macabro occhiolino, o forse era stato il suo tono cospiratorio, sta di fatto che, dopo un risolino tra l'imbarazzato e l'impaurito, Hinata aveva fatto un veloce inchino ed era corsa fuori.
-Forse è meglio se controllo Sasuke-kun-
Perfetto, e con questa era fatta. Ora aveva, finalmente, casa libera.










* Sono negozi aperti 24h su 24h e vendono ogni genere di oggetti.. proprio come dei supermercati u.u
** Ci tengo a ricordare a tutti che ne io ne Sasuke siamo omofobi. Il povero idiota è semplicemente un po' alterato con il mondo e, i motivi che lo spingono ad odiare Deidara vanno oltre la sua sessualità. Ecco.






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Capitolo 16
*** Festival e pungenti polemiche ***


Sasuhina 14 Prima che mi dimentichi inizio col ringraziare chi legge, mette la storia tra le preferiteseguitericordate e, in particolare a chi ha commentato. Soprattutto nell'ultimo periodo ho ricevuto dei commenti davvero positivi per me che mi hanno migliorato notevolmente le vacanze. Grazie *-*
Questa volta ho temuto seriamente di non farcela. Ero arrivata a buon punto quando, improvvisamente, mi accorgo di aver sbagliato a scrivere. Il lato positivo è che, a causa delle vacanze pensavo non sarei riuscita ad aggiornare la settimana prossima ed, invece, probabilmente ci riuscirò, tanto sono già arrivata a metà del prossimo. Eh eh ehehheheheheh .-.
Boh ragazzei, buona  lettura, spero di non aver combinato troppi disastri ora scappo.



                         Capitolo 15




Se c'era una cosa che Sasuke aveva capito in quei lunghi giorni di malattia era che, poteva anche non seguire alla lettera i comandamenti di Madara ma non poteva assolutamente voltare le spalle al suo clan. Ergo, se non voleva che Hinata stesse bene con Juugo lei non avrebbe dovuto farlo. Punto.
La questione era semplice e, con questa precisa consapevolezza in testa, quel pomeriggio si era fermato anche lui ad "aiutare" per l'organizzazione di quell'inutile quanto seccante festival scolastico.
Molti dei suoi compagni lo guardavano stupiti e, i più temerari, si arrischiavano persino a chiedergli come mai quell'anno avesse deciso di aiutarli. Lui, dall'alto della sua superiorità intellettuale e fisica, si limitava a guardarli di sbieco e a dire un tagliente "per i crediti". Il bello era che quei tizi misconosciuti ci credevano pure, come se lui avesse davvero bisogno di crediti!
Aveva ragione suo padre quando gli aveva detto che sarebbe stato meglio se fosse andato in una scuola privata per cervelloni ma lui no, lui aveva preferito seguire l'esempio dell'umile Itachi per stare tra quei soggetti strani. Tempo sprecato.
Tra l'altro, già che si stava lamentando, gli sarebbe piaciuto aggiungere che l'idea della loro classe era davvero ridicola. Succedeva questo quando lui non prendeva parte alle decisioni di classe?
Seccato guardò la Hyuga mentre cuciva alcuni vestiti di scena aiutata da Juugo. E quello da quando sapeva cucire?
I suoi pensieri, di cui la maggior parte erano maledizioni più o meno velate, vennero interrotti dalla voce stridula di Ino che gli chiedeva di andare a comprare gli ultimi materiali necessari.
Il ghigno che ricevette in risposta la fece tremare per mezzo secondo.
-Perché dovrei andarci proprio io?-
-Perchè sei l'unico che non sta facendo assolutamente nulla-
Sasuke si diede una veloce occhiata intorno e, anche se malvolentieri, dovette ammettere che tutti stavano lavorando e si stavano dando un gran da fare mentre lui stava semplicemente, come si suol dire, "sorreggendo la parete". Certo, lo stava facendo con uno charme estremo, ma quelli erano dettagli.
Annoiato si staccò dalla parete e prese la lista della spesa che la bionda gli stava porgendo vittoriosa.
Lei aveva piegato al suo volere un Uchiha, sarebbe diventata leggenda!
Inutile dire che il suo sogno svanì nel momento esatto in cui lui le ridiede irritato il foglietto.
-Beh, che c'è? Sembrava avessi accettato..-
-Hai una scrittura a zampa di gallina-
L'incurvatura delle labbra di Ino, prima rivolte verso l'alto, si abbassò velocemente. Figo o non figo quel tipo la stava irritando.
Come faceva ad essere stata innamorata di lui? Le bastò riguardarlo per mezzo secondo per ricordarsi i motivi, più che validi, che l'avevano indotta a diventare una sua fan girl ma ora, ora era cresciuta e non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da quel Dio sceso in terra.
-Senti, non me ne freg..-
-Ino, anche volendo non saprei neanche dove trovare quella roba che hai scritto che poi, che razza di colori sarebbero il "charteuse", il "denim", "il gansboro" e il "blu comando stellare"? E ci tengo a sottolineare "b l u  c o m a n d o  s t e l l a r e"?-
La ragazza in questione guardò affascinata il moretto che si era sporto verso di lei per rileggere quei colori secondo lui inutili. Anche se, conoscere i colori era una cosa elementare no?
Non potè trattenersi dall'emmettere un lieve ringhio tanto era irritata dalla completa mancanza di cultura in fatto di colori da parte del ragazzo dei suoi sogni; perchè sì, nei suoi sogni più intimi ed erotici, a volte sognava ancora il giovane Uchiha. Decisa comunque a non farsi mettere i piedi in testa gli ridiede la lista, quasi, urlando un "è ora di farsi una cultura, non credi?"
-Detto da una che ha la metà dei miei voti è ironico, non trovi?-
Ino lo guardò con sguardo di sfida per poi sbuffare seccata, certo, Sasuke aveva ragione, ma non c'era di certo bisogno di sbatterglielo in faccia in quel modo. Insomma, non era colpa sua, lei era nella media, era lui che era notevolmente sopra gli altri.
Troppo presa com'era a prendere come questione personale la storia dei colori, non aveva ancora pensato all'enorme opportunità che gli si stava parando d'avanti, opportunità che era decisa a non sprecare.
Con un sorriso a trentadue denti sventolò seducente la lunga coda che le intrappolava i capelli biondi.
-Va bene, in questo caso ti accompagnerò io, dammi solo il tempo di..-
-Lascia stare-
Stralunata alzò lo sguardo per cercare di capire il compagno che, di rimando, le sorrise divertito.
-Sei così impegnata, chiederò a qualcun altro-
Già il fatto che si fosse rivolto a lei in modo così "gentile" le avrebbe dovuto far capire che c'era qualcosa sotto ma, occupata com'era, non aveva davvero tempo da perdere. Dopotutto lei era uno dei principali commissari esecutivi!

Sasuke, stanco dell'estenuante chiacchierata avuta con la bionda si diresse sicuro verso la Hyuga e Juugo. Quella vaccata del festival iniziava ad apparire più interessante.
Ora che ci pensava, doveva ammettere che ultimamente anche Ino si era fatta meno pressante, che avesse trovato qualcun altro a cui fracassare l'anima? Tanto meglio.
Una volta arrivato davanti ai due simpatici cucitori guardò imperturbabile la ragazza mostrandole annoiato la lista per poi dire un freddo "andiamo". Senza aspettare la sua risposta, o meglio, ignorando volutamente i suoi balbettii incerti si era già incamminato verso la porta sicuro che lo avrebbe seguito. Poco dopo, infatti, Hinata gli si affiancò mormorando un semplice "Juugo ha detto che poteva andare avanti anche da solo".
"Ma che anima pia" fu il commento malamente trattenuto dal grugnito infastidito di Sasuke, in risposta al quale ci fu solamente un profondo silenzio.L'atmosfera tesa fra i due durò fino al ritorno dal colorificio quando con aria indifferente Sasuke le aveva preso di mano le tre pesanti buste che continuavano a minacciare l'equilibrio, già precario per la sua naturale goffaggine, della giovane Hyuga. Il "grazie" mormorato in risposta dalla ragazza rimase comunque l'unica parola detta durante tutto il tragitto di andata e ritorno.
Indipendentemente da quel quasi fastidioso silenzio, Sasuke aveva imparato una cosa importante: metà dei colori scritti in quella benedetta lista erano delle inutili tonalità di blu che, a suo dire, erano completamente uguali.
Stupide fissazioni femminili.

Quasi una settimana dopo, il povero Sasuke, si era ritrovato costretto ad andare in giro per la scuola ad attirare visitatori nella stanza degli orrori il tutto vestito con un tipico kimono da samurai e, cosa ben peggiore, insieme ad un Naruto entusiasta Perchè sì, i samurai biondi occhi azzurri erano all'ordine del giorno. Eh! Chi non ne ha mai visto uno?.
Che poi, le persone avrebbero dovuto capire che loro rappresentavano una stanza degli orrori da cosa? Dalla leggera spruzzata di ketchup, che in universo parallelo avrebbe dovuto rappresentare del sangue, sulle katane?
Altra boiata.
Diciamocelo apertamente, volevano semplicemente farli girare a petto nudo per la scuola sperando che delle ragazzine in calore, del primo anno magari, quelle che non conoscevano ancora bene il suo pessimo caratteraccio, li seguissero.
Ovviamente il piano stava funzionando alla grande.
Col suo fisico e la parlantina di Naruto quelle erano praticamente costrette a cedere alle pressanti richieste del biondino.
Mentre il compagno parlava con l'ennesimo gruppetto si voltò a guardarlo.
Non sapeva il perchè ma da quando stava con Sakura gli sembrava lievemente cresciuto, certo, se si tralasciavano le sue varie scenate. L'ultima, ad esempio. era stata riguardante al travestimento da samurai, lui voleva fare il ninja. Si era già comprato quell'assurdo costume nero e si era guardato decine di film per imparare a muoversi nell'ombra senza farsi notare. Anche ignorando il fatto che lui fosse geneticamente portato a farsi notare ovunque andasse, come diavolo aveva pensato di attirare i clienti senza farsi vedere? Ok, ritirava quello che aveva detto.
Naruto era la solita testa quadra
Leggermente divertito distolse lo sguardo solo per trovarsi a venti centimetri di distanza una testa bionda vagamente, purtroppo, famigliare.
-Si può sapere cosa diamine ci fai qui?-
-Non è ovvio? Sono venuto a trovare la mia sorellina-
-Deidara, tu sei figlio unico-
Grazie a Dio.
-E con questo?-
-Ok. Senti hai visto mio fratello?-
-E' andato a trovare Hina-chan con Hidan-
Nel sentire il suo nome la curiosità che era riuscito a nascondere fino a quel momento tornò a galla. Chissà come l'avevano conciata. Sapeva che avrebbe dovuto impersonare un fantasma ma, proprio non ce la vedeva a cercare di mettere paura agli altri. Insomma, stavamo parlando di Hinata! La stessa ragazza che aveva cercato di chiedergli scusa quando invece era, gli costava ammetterlo, colpa sua.
L'anno prossimo si sarebbe interessato maggiormente dell'organizzazione del festival, decisamente.
Convinto che il discorso con lo stramboide biondo fosse finito si voltò pronto a proseguire il suo compito ma, il coso, lo afferrò nuovamente per una manica.
-Deidara, che vuoi?-
-Mi chiedevo: ti andrebbe di aiutarmi?-
-Eh?-
Solitamente non lo avrebbe neanche degnato di uno sguardo ma, da quando si conoscevano, ossia molti, troppi anni, non era mai capitato che gli chiedesse di dargli una mano.
-Dopo ho uno spettacolo ma mi manca il soggetto-
-Non mi interessa, lo sai-
-Ma tu non dovrai fare niente, basterà che tu rimanga lì sul palco a fare presenza-
-E poi?-
Sapeva che in realtà non gli interessava ma in quel momento si stava annoiando, tanto valeva ascoltare un po' delle sue idiozie, magari sarebbe anche riuscito a distrarlo.
-E poi BOOOOOM! Riempirò i tuoi vestiti di argilla esplosiva così, mentre tutti ti ammireranno pensando alla durevolezza dell'arte tu gli mostrerai lo spettacolo più bello! Ci ho pensato tutta la settimana e, alla fine, ho trovato un metodo innovativo per..-
A quel punto, per ovvi motivi, Sasuke se ne era già andato lasciando il povero scemo a parlare da solo tanto, conoscendolo, non se ne sarebbe accorto fino alla fine del suo sproloquio.



Era da circa un paio d'ore che Hinata stava svolgendo il suo ruolo di fantasma all'interno della stanza degli orrori e, sinceramente, non capiva come mai tutti appena la vedevano urlavano, o comunque sussultavano spaventati. Non le sembrava di essere molto diversa dal solito, aveva semplicemente indossato un kimono bianco ed era obbligata a tenere la testa lievemente chinata verso destra fissando i passanti con sguardo particolarmente vacuo, insomma, niente di così terrificante.
Forse, erano le luci e l'ambientazione a spaventare in quel modo le persone, sì, era sicuramente quello.
Sorrise sollevata mentre pensava a quella possibilità. Si rimise in posizione, pronta ad accogliere l'ennesima coppia, quando notò che uno dei due era Ino.
La bionda, teoricamente, sarebbe dovuta rimanere all'ingresso ad accogliere gli "avventurieri", come li chiamavano loro, ma, evidentemente, aveva trovato qualcosa di meglio da fare. Beata lei.
-Hina-chan ti ricordi di lui? E' il ragazzo del negozio! Sai ti presento Hinata-chan, Hinata-chan lui è Sai-
Imbarazzata fece un profondo inchino e gli sorrise educata mentre quello era rimasto impassibile a scrutarla.
-Fai paura, però hai le tette grosse-
Il moretto la fissava con un sorriso leggermente inquietante, Ino si era paralizzata con la bocca socchiusa e lo sguardo preoccupato a fissarla mentre gli angoli della bocca di Hinata si abbasavano lentamente verso il basso. Il silenzio glaciale caduto tra di loro era rotto solamente dalla musica di sottofondo.
Hinata era soddisfatta di riuscire a compiere il suo dovere come membro della classe ma non le piaceva l'idea di fare paura, ne tanto meno che la grandezza del seno le si notasse tanto.
Dopo il breve momento di smarrimento il nuovo arrivato venne ripreso da Ino che, fra una minaccia e l'altra al suo accompagnatore, le chiedeva scusa.
Per cercare di recuperare l'infelice affermazione del ragazzo Ino iniziò a parlare di come si fossero rincontrati, un vero colpo di fortuna dal suo punto di vista. Sai infatti era amico di Naruto da tempo e, all'ultima festa organizzata dal biondino, era presente anche lui così la scintilla era scattata, o almeno era scattata per lei. Lui, al contrario, era impassibile come pochi tanto che le venne persino il dubbio che fosse imparentato con gli Uchiha.


Sasuke sorrise internamente. Finalmente era arrivato il momento in cui avrebbe potuto fare una pausa ed andare a vedere come era stata allestita la classe, dopotutto se doveva attirare le persone almeno voleva vedere in quale guaio le stesse cacciando.
Il moretto stava per entrare quando vide un paio di ragazzi uscire quasi di corsa. Andava bene tutto ma era impossibile che quella cosa facesse tanta paura. Proprio in quel momento un terribile presentimento gli fece accapponare la pelle e, purtroppo, quando entrò tutti i suoi timori si dimostrarono fondati.
Hidan non gli era mai piaciuto particolarmente, anzi, diciamo pure che non lo aveva mai sopportato, ma vederlo lì mentre svolgeva quei suoi assurdi riti davanti ad ogni "spettro" che trovasse in quella maledetta stanza era il colmo. Che poi in quel momento stesse svolgendo il suo stramaledettissimo rituale davanti ad una spaventata Hinata, non centrava niente con la profonda irritazione che stava provando.
Come se questo non fosse già abbastanza, accanto a quel fanatico religioso c'era Itachi, sangue del suo sangue, che rideva sommessamente.
Già, perchè c'era molto da ridere, vero?
Appena la corvina intercettò il suo sguardo le fece un lento gesto del capo indicandole l'uscita. Lei, fortunatamente , lo aveva capito e seguito fuori da quel covo di idioti.
Non è che si preoccupasse per lei o fosse geloso, per carità, solo che se le fosse successo qualcosa la colpa sarebbe sicuramente ricaduta su di lui.
Sì, come no, ottima motivazione.


I due stavano facendo un giro per gli stand che, doveva proprio ammetterlo, erano davvero emozionanti. No, sul serio, "la bancarella dei baci", "il percorso per gli innamorati" e "la casa du belle dentro e fuori" erano davvero delle perle ma, il migliore  rimaneva comunque il concorso per giovani talenti di cui i finalisti erano il "Quartetto del suono" e Killer Bee. Il fatto che il primo gruppetto fosse una banda di squilibrati con cui era uscito qualche volta nei suoi tempi più bui, sì, allora era particolarmente masochista, mentre il secondo finalista fosse uno dei loro professori, dava solo credito alle sue teorie: sarebbe dovuto andare in una scuola privata. Decisamente.
Con uno sbuffo rassegnato si incamminò per riportare Hinata al suo triste compito di fantasma anche se, più che spaventarle lei con quel kimono le persone la ammaliava e, purtroppo, la dimostrazione erano tutti quei ragazzi bavosi che la fissavano maliziosi.
Stizzito li fissò uno ad uno fino a quando, quegli infimi bastardelli maniaci, non abbassarono impauriti lo sguardo. Mai mettersi contro un'Uchiha, o almeno no se ci tenevi alla pelle.
Il resto di quella meravigliosa giornata lo aveva passato a domandarsi da cosa derivasse quell'odio profondo che aveva provato per quei ragazzi. Per capire meglio bisognava specificare che l'odio che aveva provato in quel momento era decisamente superiore rispetto a quello che provava per tutti gli altri esseri viventi, ma anche non viventi che intralciavano il suo cammino.
La risposta a quel fastidioso quesito gli arrivò solamente la sera del terzo giorno del festival, più precisamente all'ennesima festa organizzata dalla classe.

Erano in quella discoteca già da un po', troppo, quando una ragazza sconosciuta gli si era avvicinata ancheggiando.
La ragazza era davvero bella e, dall'ultima volta con Karin, in cui era stato brutalmente interrotto per di più, non aveva più avuto modo di dedicarsi ad un po' di sano e soddisfacente sesso. E, quale occasione migliore di quella per recuperare?
Peccatto che Hinata, la sua personale spina nel fianco, era lì davanti a loro che li fissava con le mani intrecciate a coprirle la bocca e gli occhi lievemente lucidi.
Un rassegnato "tsk" fuoriuscì dalle sue labbra prima di appoggiare le mani sulle spalle della ragazza sconosciuta per allontanarla e dirle leggero "non posso. Devo riaccompagnare un piccolo animaletto spaurito a casa".
Ormai era inutile andare avanti con quella farsa, fino a quando non avrebbe avuto lei tutte le altre avrebbero perso anche quel poco di valore che le attribuiva prima.
Decisamente fastidioso.

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Capitolo 17
*** Coraggio e integrità morale ***


sasuhina 15 Pensavo davvero che sarei riuscita ad aggiornare in tempo ma, alla fine, tra  una cosa e l'altra non ce l'ho proprio fatta. Mi spiace davvero tanto però ora eccomi qui con il nuovo capitolo speranzosa di riuscire a farmi perdonare attraverso il caro Sasuke. Inizio a temere seriamene per il suo IC ma deve per forza raddolcirsi almeno un po' che poi, insisto col dire che senza tutto quello che è successo nel manga Sasuke sarebbe cresciuto come un simpatico e sorridente ragazzo. Vabbuoh, vi ho fatto attendere troppo quindi vi lascio al capitolo, buona lettura!


                                                          Capitolo 16


Fugaku Uchiha era un uomo di somma integrità morale e pazienza eppure, in quei giorni, stava lentamente e inesorabilmente perdendo la sua immemore calma.
Suo figlio, il più grande, la speranza per il futuro del clan, il suo orgoglio, lo stava torturando attraverso del, doveva ammettere egregio, terrorismo psicologico. E, anche se era lui la vittima, non poteva fare altro che essere fiero di lui. In barba a Madara-san che continuava ad accusarlo di non averlo educato adeguatamente.
Ecco, il problema vero e proprio, quindi, non era lui quanto, piuttosto, la sua fastidiosa ed assillante ombra: Shisui.
Quel tipo, infatti, non si limitava ad un semplice e lieve terrorismo psicologico, no, lui era una vera e propria calamita per i guai, una palla al piede, un danno, non solo per il clan ma per tutta l'umanità. Come se non bastasse, sempre quel tizio, sembrava avere una fastidiosa influenza sul figlio maggiore, per non parlare di come stesse facendo impazzire il minore.
Insomma, era una minaccia che doveva essere assolutamente eliminata, distrutta, debellata, annientata. Doveva soccombere, decisamente.
Tra l'altro, il suo morboso attaccamento verso Itachi iniziava a preoccuparlo a dir poco; suvvia, non era normale.
Troppo preso com'era dai suoi pensieri non si accorse del figlio, che fino a pochi giorni prima aveva considerato il suo prediletto, seduto compostamente in cucina mentre sorseggiava elegantemente del tè. Quando il suo sguardo si soffermò sulla sua figura lo vide alzare lentamente la testa e assumere uno sguardo cospiratorio. 
-Allora hai pensato a quello che ti ho detto?-
La vicenda non stava prendendo una bella piega per lui.
-Itachi, per l'amor del cielo, smettila con questa storia-
Per lo meno non c'era anche quel disgraziato di suo nipote.
-Fugaku-san, no no, lei non capisce l'importanza della nostra missione-
Ecco, come non detto.
Lo prometteva: se fosse sopravvissuto a quell'assurda buffonota non avrebbe più sottovalutato le lamentele del figlio minore riguardo ai complotti di quei due ai suoi danni.
-Shisui, da quando tu fai qualcosa per il "bene" di Sasuke?-
-Ma io non lo faccio per il mostricciattolo, questa è semplicemente un'occasione per confrontare la mia testardaggine con la sua.. Fugaku-sama-
-Ascoltate, per la millesima volta: non spingerò Sasuke a fare qualcosa che va contro la sua volontà. E con questo spero di aver concluso questo assurdo discorso.-
-Sinceramente non ci vedo niente di così tragico nell'umanizzare un po' suo figlio..-
-Stai dicendo che Sasuke non ti sembra umano?-
-Eh, insomma. Diciamo che al momento ha tutte le carte in regola per diventare uno spietato dittatore cosa che, personalmente, preferirei evitare-
Fugaku, sbuffò contrariato davanti a quel discorso senza senso del nipote, anche se doveva ammettere che, in fondo in fondo, un minimo di senso ce l'aveva.
-Per quanto continuerete ancora con questa farsa?-
Shisui nel notare la rabbia celata sotto quella semplice frase decise che era ora di dare il suo colpo di grazia, il che era un vero peccato. Si stava divertendo come poche volte in vita sua. Intendiamoci rompere le palle a Sasuke era magnifico, ma torturare così lo zio, era un notevole salto di qualità.
-Per sempre Fugaku, fino alla fine fine dei tuoi giorni che, se non curi il colesterolo, saranno anche pochi-
E, per sottolineare ulteriormente la drammaticità della sua frase annuì grave.
-E tu come..? Oh, al diavolo, avete vinto voi, ora però andate a giocare da qualche altra parte-
Dopo aver spedito in cortile quei due piccoli sciagurati non gli restava altro da fare se non tenere fede alla parola data. Teoricamente parlando non sarebbe dovuto essere particolarmente difficile.
Annoiato per quell'assurda situazione e per la lotta interna in cui lo avevano immischiato si diresse al piano superiore e, più precisamente, nella camera del suo nuovo figlio prediletto.
-Sasuke, posso parlarti?-
Senza nemmeno aspettare una risposta, non ce ne sarebbe stato bisogno, entrò nella sua stanza e si sedette sul suo letto osservandolo mentre, appoggiato alla scrivania, stava studiando.
-Certo, dimmi-
-Hinata è stata carina ad abbandonare la scuola  per stare con te fino all'arrivo dell'idi.. di Shisui-
A quelle parole, decisamente insolite per un uomo distaccato come Fugaku, Sasuke si girò a fissarlo scettico. Dove diavolo voleva andare a parare?
L'uomo, intuendo che la possibilità di risolvere velocemente e senza intoppi quella sceneggiata stava svanendo si accomodò meglio sul letto del figlio ed accavallò le gambe con fare superiore.
-Che ne dici di ringraziarla?-
-Buona parte della colpa della febbre è stata colpa sua. Avrebbe dovuto portare l'ombrello, quindi, perchè dovrei ringraziarla?-
Doveva ammetterlo, suo figlio non aveva tutti i torti, anzi, era perfino tentato di dargli ragione e lasciarlo in pace, libero di godersi la sua vita e la sua giovinezza, ma, all'ultimo momento, gli tornò in mente il ghigno malefico di Shisui.
Mi spiace figliolo, ma, prima di tutto, devo pensare alla mia sanità mentale. Tu sei ancora giovane, avrai tempo per riprenderti.
- Volevo dire che potresti fare qualcosa di carino per lei; ricordati che è figlia di Hiashi e quell'uomo è abbastanza potente. Meglio evitare delle rogne con lui..-
Sasuke, sempre più scettico alzò irritato un sopracciglio.
E dov'erano finiti tutti quegli insegnamenti sul fatto di essere un uomo tutto d'un pezzo che non deve mai né ringraziare né chiedere perdono?
-Ok, chi ti ha corrotto? Itachi o Shisui?-
Fugaku davanti a quell'accusa di corruzione sentì la sua integrità cadere a pezzi. Tentennò solo un attimo prima di prendere la decisione più saggia della giornata.
-Hai ragione. Dimenticati quello che ti ho detto, sono fiero di te figliolo-
E, come conferma gli appoggiò grato una mano sulla sua spalla per poi uscire e lasciare il corvino ai suoi compiti.
Suo figlio aveva ragione, aveva scelto la via più facile per cercare di risolvere il problema. Era sbagliato cedere a queste infime minacce, soprattutto se c'era un'altra soluzione, proprio come in quel caso.
Deciso a porre fine a quell'agonia raggiunse la moglie in cucina per fare il suo comunicato.
-Da oggi fino a tempo indeterminato Shisui Uchiha è bandito dalla nostra casa, dal nostro cortile e da qualsiasi cosa in mio possesso. E non sono permesse eccezioni.-
Mikoto osservò stralunata il marito mentre se ne andava con aria apparentemente più leggera.
Era da un po' che lo sospettava ma, in quella casa, stava succedendo qualcosa di insolito.

Nonostante la soddisfazione del padre famiglia per quell'epilogo a Fugaku rimaneva ancora una questione da risolvere: come faceva quel piccolo bastardello di Shisui a sapere del suo colesterolo alto? Evidentemente nella sua famiglia c'era una spia, ma chi?


Sasuke si stiracchiò i muscoli indolenziti, era stufo di studiare, ormai sapeva la lezione a memoria e, per essere sicuro di aver capito tutto alla perfezione, aveva già imparato anche metà del capitolo successivo. Così, per inerzia, tanto stava già studiando, quindi cosa gli costava andare un po' avanti?
Bene, era ora.
Con la sua tipica pacatezza entrò nella camera della Hyuga e le lanciò tranquillo un ombrellino facendole un chiaro segno col capo di seguirlo.
Solo una volta che furono usciti Hinata trovò il coraggio di chiedergli dove stessero andando ma, come si aspettava, non ottenne nessuna risposta.
Stava quasi per iniziare a preoccuparsi quando, iniziò a riconoscere la strada fatta poco tempo prima e, come prova ulteriore, intravide, in lontananza, alcune parti delle giostre più alte.
-S-Sasuke?-
Inutile dire che come unica risposta l'interpellato accellerò ulteriormente il passo costringendo la povera Hinata a fare una breve corsetta per raggiungerlo.
Finalmente, quando giunsero nel centro del parco lui si degnò a rivolgerle la parola.
-Allora? Dove vuoi andare?-
Hinata lo guardò con gli occhi pieni di stupore, tutto ciò non aveva senso.
-Cosa..?
-L'ultima volta abbiamo fatto solo quello che voleva il dobe e poi sei scappata quindi: eccoci qui-
Hinata non era del tutto sicura di aver ben capito quello che stesse succedendo, anzi, probabilmente si era addormentata mentre cercava di memorizzare la lezione da preparare per il giorno dopo ed ora stava sognando.
Come sogno, però, non era male.
Decisa a sfruttare quell'occasione, ma comunque leggermente preoccupata per la reazione del ragazzo, gli indicò la grande giostra dietro di lui.
Quando lui posò gli occhi su tutti quei cavallini che giravano intorno andando su e giù non poté trattenersi dal fare una smorfia simile ad un sorriso. Da lei avrebbe dovuto immaginarlo.
La ragazza però non intercettò quel mezzo sorriso ed abbassò imbarazzata lo sguardo cercando di rimediare alla pessima figura che aveva appena fatto.
-Se non vuoi non importa, dopotutto è già tanto se siamo qui-
Lui, sbuffando un "sì, sì certo" la prese per il polso e la trascinò su uno di quegli stomachevoli cavallini dalla criniera bionda ma, prima che la giostra partisse, scese.
Va bene che doveva, voleva, fare qualcosa di minimamente carino per lei ma non sarebbe stato su quella sottospecie di giostra. Insomma, quella roba, superata solamente dalle tazzine, era la cosa più masochistica che si potesse fare: zero brivido e un'alta possibilità di mal di pancia con vomito annesso.
In conclusione era una cosa da evitare.
Tutto quello che pensava su quella roba rotante venne però scacciato via dal caldo sorriso che gli rivolse la ragazzina appena scese.
-Grazie Sasuke-kun, la giostra mi rilassa sempre. Ora tocca a te scegliere; dove vuoi andare?-
Sasuke si guardò intorno per un attimo prima di incatenare i suoi occhi con quelli della ragazza e dirle fermo una semplice frase in grado di rimetterle tutta la tensione precedentemente abbandonata.
-Sulla ruota panoramica-
Hinata esitò solo un attimo prima di acconsentire leggermente timorosa.
Una volta entrata nella cabina fece di tutto pur di restare il più lontano possibile dall'accompagnatore ma, per non destare troppi sospetti, rimase sulla stessa panchina dell'altro solo che appiccicata alla portiera opposta. Non voleva di certo apparire maleducata!
Diversamente da come si aspettava il ragazzo non aveva accennato a nessuna frase scocciata o a nessun movimento impedendole, così facendo, di godersi appieno il panorama del tramonto.
Aveva passato tutto il tempo del percorso a guardarlo di sottecchi convinta di non essere notata ma solo quando il giro stava per finire riuscì a porgli la domanda che gli interessava veramente.
Con lo sguardo basso e la voce flebile decise che era il momento di rompere quel fastidioso silenzio onnipresente fra loro due.
Certo, né uno né l'altro erano i classici chiacchieroni ma tra di loro avvertiva un silenzio diverso dal solito, un silenzio carico di cose non dette e, quale momento migliore per iniziare a chiarire se non quello?
-Perchè hai voluto venire sulla ruota panoramica?-
Un sorriso divertito fece capolinea sul volto fino ad allora imperturbabile del giovane.
-Per guardare il tramonto?-
Ok, forse si era sbagliata però non doveva desistere, doveva essere forte.
-E.. non hai niente da dirmi?-
-Tipo?-
Presa in contropiede da quella domanda riabbassò nuovamente lo sguardo che aveva coraggiosamente alzato poco prima per porgli la seconda domanda.
-No, niente-
-Senti Hyuga, se devi dire qualcosa dilla chiaramente, non mi piacciono ne questi stupidi giochetti ne gli inutili giri di parole-
Dopo un profondo respiro Hinata si fece forza, era arrivato il momento di essere sinceri e, fino a quando non lo sarebbe stata lei non avrebbe potuto pretendere niente da Sasuke.
-Il fatto è che pensavo fossimo venuti qui per chiari..-
La frase venne però interrotta dalla voce squillante dell'addetta alla ruota panoramica che li avvertiva della fine del giro. La povera ragazza coi codini venne però fulminata da un'occhiataccia di Sasuke che si limitò a dirle un semplice "un altro giro".
Accidenti, non la pagavano abbastanza per sopportare quei clienti sempre nervosi e terrificanti.
-Senti, credevo di essere stato chiaro, per me i baci non contano niente; sono solo un modo come un altro per andare oltre-
Hinata decise che, almeno per il momento, era meglio ignorare quel "andare oltre". Cosa voleva dire con quella frase?
-Sì, ma non baci tutte le ragazze che ti capitano a tiro quindi, perchè proprio me?-
-Perchè in quel momento c'eri tu-
Come spiegazione non era molto coerente, ne tanto meno attendibile ma era sicuro che la Hyuga, in tutta la sua dolce ingenuità, si sarebbe accontentata di una risposta simile e, possibilmente, ci avrebbe anche messo una pietra sopra.
Cosa che, ovviamente, non avvenne.
Davanti al suo sguardo afflitto e al lieve mormorio "quello era il mio primo bacio, era importante", non poté fare altro che cercare di andarle ancora più incontro.
Ma quanto diamine si stava sacrificando per lei? Manco lo avesse apprezzato!
i-I prossimo fine settimana tieniti libera-

Quel weekend, come programmato, Hinata si era tenuta libera ed aveva fatto di tutto per non dire niente alle amiche, non perchè non si fidasse ma sapeva che, se lo fossero venute a sapere, avrebbero ingigantito le cose e, probabilmente, l'avrebbero costretta ad agghindarsi in modo strano. Peccato che avesse fatto il terribile errore di lasciarsi scappare qualche parola di troppo con Itachi che, a sua volta, aveva prontamente avvertito anche Shisui. Era stato per questo fatidico errore che quel giorno, prima di uscire con Sasuke, si era ritrovata i due ragazzi frugare nel suo armadio.
-Shisui, n-non vorrei sembrarti maleducata ma, potresti mettere giù i miei vestiti?-
-Assolutamente no. Hinata, mi spiace, sei una carissima ragazza però, se ti ci metti, riesci ad apparire davvero antiestet..-
Itachi, accortosi della pessima piega che stava prendendo il discorso fece appena in tempo a tirare un controllato cazzotto in testa al cugino.
-Quello che Shisui sta cercando di dire è che oggi dovresti dare il meglio di te.-

Mancava all'incirca un'oretta alla data prestabilita per l'uscita quando casualmente gli capitò di passare davanti alla camera di Hinata.
Ok, la verità è che gli schiamazzi provenienti dalla camera della ragazzina avevano attirato la sua attenzione facendolo preoccupare leggermente e, ovviamente, aveva avuto ragione anche quella volta.
Sasuke Uchiha non sbagliava mai.
Hinata stava cercando di sfuggire da un Shisui che si impersonava "personal stylist" e che stava tirando per aria ogni singolo vestito della ragazza. Itachi, nel frattempo, stava comodamente seduto sul letto della corvina ad osservare esasperato la scena.
Razza di pappamolle traditore.


Ormai si era arresa, era inutile cercare di contrastare la pazzia di Shisui così, con l'espressione più triste ed amareggiata che riusciva a mantenere si era seduta davanti allo specchio mentre il ragazzo, che al contrario di lei sembrava trovare la situazione spassosa, le stava "acconciando" i capelli. Teoricamente sarebbe dovuti uscire "dei morbidi boccoli volti ad incorniciarle il viso pallido", praticamente, se non fosse stato per il pronto intervento di Itachi, a questo punto avrebbe avuto tutti i capelli bruciati.
Stava per raggiungere il suo limite quando accade un miracolo. A salvarla da quella tortura, infatti, fu l'ultima persona che si sarebbe mai aspettata.
Fugaku Uchiha, in tutta la sua imponenza stava lì immobile ed impettito ad osservarli.
-Shisui, pensavo di essere stato chiaro l'ultima volta. FUORI DI QUI!-
Il ragazzo, spaventato, si scaraventò fuori dalla finestra.
Era da anni che entrava ed usciva di nascosto dalle finestre della casa di Itachi, il che gli aveva donato una notevole agilità.
E, così come era entrato Fugaku riscomparve nel suo ufficio.
E pensare che alcuni lo accusavano di essere un padre assente, se lo avessero visto adesso si sarebbero dovuti ricredere; insomma, stava facendo di tutto pur di difendere i figli dalle cattive anzi, pessime, influenze dei loro coetanei.
Itachi e Hinata non ebbero nemmeno il tempo di capire quello che stava succedendo che il cellulare del primo iniziò a suonare furiosamente.
-P-pronto?-
In risposta ricevette solo delle urla sconnesse e priva di senso, onde evitare di soffrire da solo mise la chiamata in vivavoce, almeno avrebbe condiviso la sua agonia con la piccola e paziente Hinata.
-E' stato quel piccolo mostriciattolo bastardo di tuo fratello a fare la spia! Ne sono sicuro! Tuo padre non esce mai dal suo studio mentre lavora-
-Shisui non penso che..-
-No, Itachi ascoltami, la papera ha starnazzato!-
Itachi, completamente distrutto da quei continui litigi fra i due si lasciò andare in un sospiro affranto. Perchè proprio a lui?
-Shisui, non puoi accusarlo, non ci sono prove, non è carino e poi..-
Il suo tentativo di riportare a pace venne però vanificato dalla voce calma e, leggermente irrisoria, del fratello.
-Tranquillo Itachi, Shisui ha ragione. Sono stato io ad avvertire papà della sua indesiderata presenza ora, se ne hai il coraggio vieni qua a lamentarti-
Dopo un breve secondo di silenzio Shisui proruppe in una serie di coloriti insulti contornate da fantasiose minacce di morte che vennero elegantemente ignorate dal minore degli Uchiha.
-Fra venti minuti andiamo, vedi di farti trovare pronta, non ho intenzione di aspettarti-
E, senza aggiungere altro era uscito richiudendosi la porta alle spalle.

Esattamente 17 minuti dopo Hinata era seduta in salotto pronta ad uscire.
Con solo Itachi come consulente le cose erano risultate decisamente più facili. Senza opporre particolare resistenza si era fatta convincere dal ragazzo a mettere quel famoso vestitino viola che le aveva preso Ino circa un mese prima.
Che enorme fregatura.
A dire il vero lei aveva fatto di tutto pur di farlo sparire ma, quando Shisui aveva tirato tutto per aria, il vestitino seppellito sotto tonnellate di altri vestiti era tornato alla luce.
Sasuke vedendola, anche se fu solo per mezzo secondo trattenne il respiro. Hinata, vestita in quel modo stava davvero bene.
Pensare che lui glielo dicesse apertamente sarebbe stato impossibile per questo già il fatto che le fece un cenno quasi impercettibile col capo sembrava un miracolo.


Anche questa volta Hinata si era abbandonata completamente a Sasuke, non aveva la benchè minima idea di dove la stesse portando. Con qualsiasi altra persona si sarebbe sentita agitata ma, se era in compagnia di Sasuke, si sentiva al sicuro. Sorridendo lievemente a questo pensiero fissò le larghe spalle del ragazzo che procedeva sicuro davanti a lei.
Ora che ci pensava nell'ultima settimana, più precisamente da quando erano tornati da Tokyo, lui si era sempre mostrato estremamente irritabile.
Inizialmente aveva pensato che questo derivasse dalla lunga festa formale a cui era stato costretto a prendere parte per festeggiare il compleanno di Neji.
Il 3 Luglio, infatti, suo cugino aveva compiuto 20 anni e, come da tradizione, il padre aveva organizzato un ricevimento in grande stile a cui erano invitati gli uomini più potenti del Giappone, e questo solo per dimostrare quanto fosse talentuoso il suo adorato nipote. Era praticamente più importante la festa di del cugino della sua, non che le importasse veramente qualcosa, avrebbe solo voluto un poi più di attenzioni dal padre ma sapeva che, al momento, era impossibile.
Era così presa nei suoi pensieri che, quasi, non si accorse che si erano fermati davanti ad un recinto e che il ragazzo, senza neanche darle il tempo concreto di capire quello che stesse succedendo, aveva tirato fuori delle chiavi dalla tasca dei pantaloni ed aveva aperto la porta trascinandola veloce all'interno dell'edificio.
-Sasuke, sei sicuro che possiamo..?-
-Mio zio ne è il proprietario-
-Tuo zio?-
-Setsuna-san. Non lo conosci.-
-Pensavo fossero tutti dei poliziotti..-
Hinata ci mise pochi secondi per capire che aveva pensato a voce alta e che, quella sua semplice constatazione, aveva irritato il suo accompagnatore.
-E' stato bandito dal corpo di polizia a causa delle sue idee rivoluzionare-
Hinata, preferendo evitare, una possibile arrabbiatura del moretto preferì rispondere con un semplice movimento del capo.
Questa rimaneva comunque una delle conversazioni più lunghe, e senza che la ridicolizzasse, che avessero mai fatto. Inoltre, per la prima volta, si era deciso a darle delle spiegazioni alle sue azioni.
Certo, aveva liquidato tutte le sue tacite domande riguardo a quella strana uscita con un secco "devi diventare più forte" ma questo, per ora, era già abbastanza.

Quando il ragazzo accese le luci e lei capì dove si trovavano più che sbalordita si sentì intimorita. Che avesse deciso di vendicarsi per chissà cosa?
La vasca della piscina si stagliava minacciosa davanti a lei pronta a ricordarle tutte le sue debolezze. A quel pensiero le venne spontaneo ripensare alla frase detta pochi secondi prima dal ragazzo. Forse era a questo che si riferiva e, se era davvero come sembrava, allora quello di Sasuke era stato davvero un pensiero gentile e, non pensava che lo avrebbe mai pensato, premuroso.
Con un lieve sorriso sul volto si girò per ringraziarlo ma, inaspettatamente, si ritrovò ad osservare i pettorali già perfettamente formati, nonostante la giovane età, di Sasuke.
Rossa come un peperone riuscì a malapena a balbettare qualcosa prima di avere un mancamento.
Al risveglio la prima cosa che vide era l'espressione seccata di Sasuke.
-Pensavo non svenissi più-
Hinata, notando che il ragazzo era ancora senza camicia non potè fare a meno di arrossire mentre distoglieva lo sguardo leggermente accaldata.
-S-Sasuke, c-cosa..?-
-Pensavi forse che mi sarei fatto il bagno vestito?-
-I-io non capi..sco-
-Hyuga, connetti il cervello; siamo in una piscina. Cosa credi che siamo venuti a farci?-
-M-ma..-
-Senti, tuo padre mi dà al cazzo. Non mi piace come ti ha trattato al pranzo di famiglia quindi ora alzi il culo dal pavimento e impari a nuotare.-
-Non penso che imparare a nuotare possa modificare le sue idee-
Il corvino la guardò intensamente per qualche secondo prima di lasciarsi andare ad un profondo e sconfortato sospiro.
Quella ragazza era più lenta di quanto pensasse.
-Il problema principale non è come ti vede il tuo clan ma come ti vedi tu. Fino a quando non avrai acquisito un po' di fiducia in te stessa non potrai pretendere che gli altri a credano in te-
Hinata non potè fare a meno di sorridergli grata. Non avrebbe mai creduto che uno come Sasuke potesse dire qualcosa del genere se non per un proprio tornaconto.
-E poi, fino a quando non cresci non te ne tornerai mai a Tokyo-
Come volevasi dimostrare.
Forse il ragazzo aveva notato l'espressione afflitta della più piccola perchè, anche se con la sua solita pacatezza, si era affrettato a sviare l'argomento.
-Senti, ora vatti a mettere il costume-
-Il c-costume?-
Hinata, seguendo lo sguardo del ragazzo individuò un borsone con il logo della loro scuola abbandonato su una delle panche.   
Senza ulteriori proteste, che sarebbero comunque risultate inutili, prese la borsa e si diresse verso gli spogliatoi.
Tutto ciò era strano, davvero molto, molto strano.
Non capiva se Sasuke volesse aiutarla per bontà o se, semplicemente, volesse levarsela dalle scatole. In ogni caso non riusciva proprio a capire nemmeno da dove avesse ricavato il costume, dopotutto lei non aveva mai avuto uno.. escluso quello che la scuola aveva dato in dotazione a tutti gli studenti.
L'ennesimo sorriso della serata le si dipinse sul volto, il ragazzo aveva pensato proprio a tutto.

27 minuti. Sasuke dovette aspettare ben 27 minuti prima di poter vedere Hinata varcare quella stramaledettissima porta per tornare in piscina.
Quanto ci poteva mettere una persona per mettersi uno schifo di costume scolastico? Che poi, conoscendola, avrà passato più della metà del tempo a guardarsi allo specchio cercando il  coraggio per farsi vedere così da lui.
-Hinata, se non ti togli l'accappatoio come pensi di entrare in acqua?-
-S-Sasuke, io apprezzo davvero quello che stai cercando di fare ma preferirei lasciare stare-
-Ascolta, non mi sono messo 'sti bermuda per niente quindi ora vieni qui ed entri in acqua-
-Ma..-
-Hyuga la piscina è alta mezzo metro, non puoi annegare e ora muoviti-
Hinata arresasi all'evidenza piegò compostamente l'accappttoio sulla panca per poi dirigersi verso il ragazzo che l'attendeva "pazientemente" in acqua.
Non sapeva neanche il motivo per il quale non se la fosse ancora data a gambe, forse era il fatto di vedere Sasuke in acqua che attendeva solo lei, forse non voleva deluderlo dopo tutto quello che stava facendo per lei, forse voleva cogliere l'opportunità di diventare più forte o, probabilmente, provava un semplice e genuino piacere nel stare in sua compagnia.
Leggermente tremante, anche a causa dell'acqua fredda che le lambiva le gambe, afferrò la mano che il moretto le stava offrendo e, senza ulteriori indugi, si lasciò guidare verso l'acqua più alta
Era una cosa stupida. Lei non aveva imparato a nuotare eppure in quel momento, accompagnata dalle forti braccia di Sasuke, non aveva più la paura cieca dell'acqua che l'aveva accompagnata fino a quel momento. Inoltre, era una questione di tempo; il ragazzo le aveva detto che in poco tempo le avrebbe insegnato a nuotare e, lei, ci credeva.
Sasuke non mentiva, lo sapeva.



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Capitolo 18
*** Piani malefici organizzati da persone testarde ***


sasuhina 16
Penso che per iniziare sia d'obbligo informarvi che questo sarà un semplice capitoletto di passaggio che serve per preannunciare quello ben più sostanzioso che sarà il prossimo, spero.
Se non ricordo male avevo un sacco di cose da dirvi ma, a causa dell'afa e della mia scarsa, per non dire quasi inesistente memoria, le ho dimenticate quindi mi limiterò a ringraziarvi tutti perchè cavolo, sopportarmi per 17 capitoli non dev'essere affatto facile.
Un ringraziamento speciale va a chi commenta, che con le loro splendide recensioni mi spinge ogni volta a continuare o a chi mette la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate. Grazie a tutti, davvero ^^
Dopo questo vi lascio alla lettura del capitolo :D



Capitolo 17


Dalla sera del loro primo appuntamento Sasuke era entrato spesso nella camera di Hinata, così, senza preavviso, facendole segno che era ora di andare. Questo, almeno, per i primi quattro giorni. Quello stesso giovedì, infatti, Hinata aveva 'casualmente' letto gli orari della piscina su internet scoprendo che, semplicemente, loro andavano un paio d'ore dopo l'orario di chiusura che variava a seconda dei giorni. Anche se era un notizia irrilevante la corvina se ne sentì internamente soddisfatta; le sembrava quasi di essersi avvicinata un po' di più a quel mondo incomprensibile che era Sasuke Uchiha.
All'alba del fine settimana avevano, finalmente, trovato un equilibrio. Lei controllava l'orario di chiusura della piscina, si preparava la borsa ed aspettava fremente il suo "istruttore" seduta compostamente sul divano. Qualche volta ingannava l'attesa, che poteva variare dal paio di minuti alla mezz'oretta parlando con Itachi mentre, altre volte, rimaneva semplicemente seduta aspettando che il ragazzo scendesse le scale pronto ad andare.
Tutto sommato persino l'attesa era piacevole, sì, le piaceva tutto di quelle serate passate con Sasuke e ogni giorno di più imparava ad apprezzare le sue silenziose attenzioni. Per questo, quando quel giovedì Sasuke scese dalle scale ed uscì di casa dicendole un semplice "oggi no" la sicurezza che era riuscita a mettere insieme fino a quel momento vacillò ma comunque non si ruppe. Insomma, probabilmente Sasuke aveva avuto un buon motivo per saltare l'allenamento e poi, era già tanto il tempo che le aveva dedicato quella settimana.
Fingendosi meno turbata di quel che era risalì le scale per chiudersi in camera. Almeno, quel giorno, avrebbe avuto l'occasione per dedicare un po' più spazio ai compiti delle vacanze.
Nel frattempo Itachi, che dalla cucina aveva osservato basito la stupidità di suo fratello sospirò affranto, e lui che pensava di poter andare in ferie.
Veloce pigiò un paio di tasti del suo cellulare in quella che ormai era diventata una fastidiosa, e divertente, routine cercando un po' di conforto nell'unica persona che avrebbe potuto migliorargli la giornata. Non fecero in tempo a trascorrere neanche un paio di secondi che il cellulare iniziò a vibrare furiosamente segnalando l'arrivo della risposta.
"Tranquillo Itachi. Il tuo adorabile 'dottore del buon umore' sta arrivando <3"
Perplesso rimirò attentamente la fine dell'email inviatagli dal cugino e, più precisamente, quel cuore. Che suo cugino si fosse rincoglionito del tutto?
Probabile.

Passarono diverse ore prima che Hinata ebbe l 'onore di sentire la porta della stanza accanto aprirsi per poi richiudersi subito dopo.
La tentazione di andare da lui per sapere cosa avesse fatto fino a quell'ora e immaginarsi di sentirsi dire un caldo "va tutto bene" era forte ma, al momento, poteva accontentarsi solamente di abbracciare un po' più forte il cuscino immaginando che con lei non ci fossero solo il buio e la solitudine ma anche Sasuke. Come scottata da quel pensiero si alzò di scatto stralunata.
Pensiero sbagliato. Colpa del caldo.
Sicuramente.
Sì, a lei mancava la sua famiglia e, per "famiglia", intendeva principalmente Hanabi e Neji.
Quando li aveva rivisti qualche giorno addietro non aveva avuto modo di parlare come si deve con loro presi com'erano da quel pranzo sfarzoso che aveva occupato tutto il pomeriggio. Forse, sarebbe potuta andare a trovarli un giorno di questi, dopo tutto loro lo avevano già fatto per lei.


Quel giorno Sasuke si svegliò con la luna particolarmente storta  
Aveva dormito poco e male e, cosa anche peggiore, aveva ben chiaro il motivo del suo malessere. Aveva impiegato diverso tempo e parecchia energia per far si che la Hyuga si fidasse di lui, sia nel quotidiano che in piscina ed ora, rischiare di aver perso punti lo irritava. Molto.
Dandole buca il giorno prima aveva paura di aver fatto un fastidioso passo indietro e lui non voleva assolutamente dover ricominciare da capo ad addestrare quella debole ragazzina che lo attirava così tanto. Era proprio a causa di questa convinzione che quel pomeriggio alle 19.30 precise era già al piano inferiore dell'abitazione ad aspettarla. Fortunatamente 5 minuti dopo i suoi dubbi vennero dissipati dalla figura longilinea della giovane che stava scendendo lentamente le scale.
Appena lo vide i suoi occhi si spalancarono leggermente e la sua bocca si dischiuse per formare un elegante "oh"
-E' da molto che aspetti?-
-No, sono appena arrivato anch'io.-
Da quel momento calò il loro tipico silenzio composto di sguardi fugaci eppure, quella volta, mancavano i tipici sorrisetti divertiti che Sasuke si permetteva ogniqualvolta beccava in fragrante la più piccola mentre lo osservava di sottecchi. No, quella volta aveva cose più importanti a cui pensare. Come, ad esempio, accertarsi che per Hinata andasse tutto bene. Solitamente non ci metteva molto a capirla, anzi, gli risultava piuttosto facile ma, in quel momento, quel silenzio lo stava confondendo.
-I-io mi chiedevo il motivo per cui i-ieri non abbiamo fatto la lezione..-
Sasuke si voltò leggermente a guardarla stupito. Nonostante il fastidioso balbettio, lo sguardo costantemente abbassato e l'ormai celebre tortura ai danni delle sue innocenti dita, lei si era arrischiata fargli una domanda del genere. Cosa impensabile anche solo un mese prima.
Internamente sorrise soddisfatto.
Sì, stava facendo un ottimo lavoro.
-Tayuya aveva bisogno di una mano per l'esame di giapponese antico-
-Tayuya?-
Troppo stupita persino per balbettare Hinata aveva puntato lo sguardo stranito negli occhi scuri di lui. Pensava che ormai conoscesse tutti i suoi amici mentre, invece, c'era ancora un mondo, una parte di Sasuke che non le ancora stato presentato e, segretamente, non potè non rimanerne delusa.
-Mmmh-
Poi, accorgendosi del possibile fraintendimento in cui rischiava di cadere la ragazzina si accinse di darle altre spiegazioni aggiuntive col suo solito annoiato.
-E' una vecchia amica, suonava al festival scolastico, la ricordi?-
Non ricevendo ancora nessuna risposta sbuffò seccato.
Che situazione del cazzo.
-Era una questione d'onore, diciamo che mi hanno incastrato, non potevo non andare-
Solo a quel punto la corvina si decise a sorridergli dolce.
-Non importa Sasuke-kun, non mi devi spiegazioni-
Eh. Questo avrebbe potuto dirglielo anche prima che gliele desse, no? Quanto aveva dovuto parlare per niente?
Le sue corde vocali, non abituate a tale sforzo, ne avrebbero sicuramente risentito.
Dopo un altro centinaio di metri arrivarono, si cambiarono ed entrarono in acqua senza una parola. Ormai non ce n'era più bisogno.
Sasuke osservava divertito Hinata che stava cercando di nuotare a dorso. O meglio, cercava di restare a galla e ogni tanto muoveva le gambe cercando di darsi un po' di spinta. era da un paio di giorni che ci stavano provando e quella volta sembrava ci stesse riuscendo veramente tanto che si allontanò parecchio da dove erano entrati. Quando finalmente di decise  a raddrizzarsi per vedere fino a dove era arrivata si spaventò nel non sentire il fondo della piscina sotto i suoi piedi e, in mezzo secondo era già sott'acqua. Non fecero in tempo a passare nemmeno un paio di secondi che due braccia forti l'afferrarono saldamente per la vita riportandola in superficie.
-Di un po', sei stupida?-
Non ricevendo nessuna risposta dalla ragazza continuò con la sua predica.
-Se vai sott'acqua non ranicchiarti. Qui non tocchi ma di poco, te la saresti potuta cavare-
A quelle parole Hinata abbassò lo sguardo e notò che, effettivamente, il moro non stava nuotando probabilmente, anche se solo con le punte, toccava.
Sasuke aveva rafione. Il problema non era che non sapeva nuotare, il problema era lei e quell'assurdo carico di paure che si portava dietro da quando era piccola. Ora però basta, voleva reagire e voleva farlo subito anche grazie al silenzioso supporto si Sasuke.
-C-ci riprovo. La prossima volta però non intervenire-
Il ragazzo la guardò sorpreso per qualche momento ma, nell'incrociare quella scintilla di fierezza nello sguardo della ragazza, non potè fare a meno di esserne fiero.
-Bene. Io comunque sono qui, se hai bisogno d'aiuto basta che fai un cenno, ok?-
-Sì, grazie-
Ed effettivamente il ragazzo aveva continuato a seguirla silenzioso. per tutto il resto del tempo


Pensava, sperava, che durante quelle vacanze avrebbe potuto avere un po' di meritate vacanze ma, neanche troppo inaspettatamente, si era ritrovato la banda di oche starnazzanti al completo in casa sua. Più precisamente nella camera di Hinata che, guarda caso la fortuna, era proprio la stanza attaccata alla sua.
Seccato dall'ennesimo schiamazzo di quella che sarebbe dovuta essere la Yamanaka cercò di soffocarsi affondando la testa nel cuscino ma niente. Le sentiva ancora.
Se solo fosse stato leggermente meno stanco si sarebbe alzato e sarebbe andato nella stanza accanto a fare una strage.
No, ok, non era la stanchezza il vero motivo. Diciamo che la dolce Mikoto gli aveva caldamente consigliato di non disturbarle e lui, per il momento, aveva ancora quel minimo di amor proprio misto ad un pizzico di narcisismo ed egocentrismo tali che gli impedivano di sfidare la belva.
Però, anche la Hyuga, delle amiche meno rumorose no, eh?

Nel frattempo, nella stanza adiacente la bionda del gruppo, conosciuta più comunemente come "Ino-pig", era salita in piedi sul letto della padrona della stanza per riportare un po' d'ordine.
-Ascoltatemi tutte gallinelle! Oggi vi ho convocato tutt.. Fronte spaziosa, porca puttana, se non mi lasci finire dico a tutti che fino a due anni fa tu, piccola stalker maniaca, seguivi Sasuke ovunque e gli facevi un sacco di video e fotografie.. persino mentre dormiva!-
La diretta interessata sgranò gli occhi imbarazzata mentre Hinata arrossiva pudica cercando di nascondere un lieve risolino. La stessa delicatezza non le venne però riservata dalla rossa seduta al suo fianco che scoppiò in una fragorosa risata cantilenando uno sgraziato "Sakura-chan è una piccola maniaca".
Ancora più imbarazzata la rosa iniziò a muovere frenetica le braccia cercando di negare e urlando diverse scuse di cui, le altre, capirono solo un "anche tu lo hai fatto Ino-pig!"
Karin a quelle parole iniziò a ridere ancora più forte, Hinata, sempre sorridendo, iniziò a scuotere rassegnata il capo mentre Ino, per nulla scalfita da quella rivelazione, sorrise malevola.
-Io, per lo meno, non sono mai entrata di soppiatto negli spogliatoi della palestra per "prendergli in prestito" la biancheria, vero Sakura-chan?-
Il suo nome mormorato in quel modo malevolo dalla sua peggior nemica-amica le fece venire i sudori freddi.
Quella era il diavolo in terra.

Nella stanza accanto, intanto, l'oggetto della discussione era scosso da fremiti incontrollabili.
Come se non lo sapesse già che quelle due erano pazze da legare. Un motivo per cui non aveva mai voluto mettersi con loro ci doveva pur essere, no?

Una volta riottenuta la completa attenzione su di se, com'era giusto che fosse, Ino sorrise vittoriosa e, dopo aver scoccato un'occhiata vincitrice alla rosa sconfitta senza pietà, ricominciò il discorso precedentemente interrotto dalla suddetta.
-Come dicevo, oggi siamo tutte qui riunite per elaborare un piano d'attacco contro la zoccola.-
Karin, sinceramente stupita, diede voce al pensiero di una Sakura ancora troppo shockata per fare domande e di un Hinata troppo riservata per indagare.
-Ehi bionda, si può sapere di cosa cavolo stai farfugliando?-
La ragazza dagli occhi cerulei sbuffò spazientita.
Possibile che dovesse spiegarle tutto?
-Dobbiamo liberarci di quella tizia priva di stile che continua a stare appiccicata a Shikamaru-
Sakura, a quell'uscita, iniziò a pregustarsi il dolce sapore della vendetta.
-E sentiamo, da quando ti sei arrogata il diritto di decidere chi può frequentare Shikamaru-kun?-
-Da sempre mia cara fronte spaziosa perché, vedi, lui è il mio migliore amico ed è mio preciso dovere proteggerlo dalle brutte compagnie e, quella Sabaku no, lo è assolutamente.-
Hinata, che fino a quel momento era stata in silenzio, si era sentita in dovere di difendere quella povera ragazza. Dopotutto ci aveva parlato un paio di volte e non sembrava così male, inoltre, non le sembrava giusto parlare male di chi è assente e non può difendersi.
Leggermente intimorita da una possibile vendetta da parte della ragazza cercò di farla ragionare.
-Ino-chan, non è carino quello che dici, non la conosci, potrebbe anche piacerti.-
La bionda, a quelle parole assottigliò pericolosamente lo sguardo facendo cadere un silenzio opprimente rotto, pochi istanti dopo, dal suo rumoroso pianto.
Sakura, abituata ai cambi d'umore dell'amica non ci diede molto peso, Karin iniziò a ridere ancora più sguaiatamente mentre il senso di colpa di Hinata cresceva pericolosamente.
-I-Ino-chan, ti prego, basta, ti aiuterò-
L'interpellata, al dolce suono di quelle parole, smise immediatamente di recitare quella parte tanto melodrammatica per sorridere trionfale. Era sempre la migliore, decisamente.
Shikamaru e Choji avevano ragione quando dicevano che era una perfida manipolatrice ma, ehi, se si ha un talento bisogna accrescerlo.
-Bene, ora che siamo tutte d'accordo procediamo con il piano-
Sfortunatamente quello che sarebbe dovuto essere il suo monologo venne interrotto dalla sua, fra poco ex, migliore amica.
-Ma Ino-pig, tu non stai con Sai?-
-E con questo? Shikamaru lo devo proteggere in nome della nostra amicizia.. e poi io e Sai abbiamo una meravigliosa "relazione aperta". Dovresti provare Sakura-chan, è un ottimo modo per sfogare le frustrazioni!-
-Ino-pig non fare la maialina!-
-Detto questo qualcuno a qualche piano? No, figuriamoci. Fortuna che la vostra regina ha già pensato a tutto. Il piano si divide in 8 fasi principali-
E, mentre illustrava il piano lo trascriveva anche su una lavagnetta che si era portata da casa.

Piano della mitica Ino
1: shopping pre-piano
2: obbligare Naruto a portarci con lui nella sua ultramegastratosferica villetta al mare
3: portare i ragazzi (in primis Shikamaru)
4: andare al mare
5: shopping sul posto
6: trovare dei ragazzi carini con qui avere una breve ma intensa relazione (soprattutto per te mia carissima Hinata)
7: far capire a Shikamaru di star frequentando la ragazza più sbagliata che potesse mai trovare
8: ancora shopping; la prudenza non è mai troppa

Le ragazze guardavano dubbiose la lavagnetta che Ino sventolava soddisfatta indecise se mandare a quel paese la bionda o se preoccuparsi per la sua salute mentale.
-Ino-pig, lo sai vero che sembri una persona davvero superficiale?-
La suddetta ragazza, stufa dei suoi continui commenti inutili, la guardò con aria di superiorità per poi risponderle solenne.
-Fronte spaziosa, a causa del tuo evidente cinismo sei esclusa dalla preparazione del piano. Hinata, il compito di convincere Naruto passa a te.-
La Hyuga, ormai completamente rassegnata alla follia della compagna strabuzzò gli occhi.
-Come?-
-Come "come"?-
Arresasi all'idea di dover pensare a tutto da sola, la povera bionda, si apprestò a disegnare un altro pratico schema sulla sua inseparabile lavagnetta.


Quando finalmente le tre amiche abbandonarono l'abitazione Sasuke tirò un malcelato sospiro di sollievo. "Troppo presto", pensò, appena sentì bussare alla porta della camera.
Hinata non entrava mai, e sottolineava mai, in camera sua, tranne che in casi particolari.
Il terribile sospetto che gli attanagliava lo stomaco si consolidò nei pochi minuti successivi in cui la ragazza aveva tentato goffamente di intercedere per Ino affinché LUI convincesse il dobe ad invitare tutti al mare.
Ma che cazzo aveva nella testa quella bionda platinata?
-No.-
-Ma Sasuke-kun per Ino è importante-
-E quindi?-
-Beh, visto che siamo amici è nostro dovere aiutarla, non credi?-
-No.-
Davanti allo sguardo afflitto della ragazza Sasuke sbuffò stizzito.
Forse quella era l'occasione giusta, poteva approfittarne.
Mostrando un sorriso sghembo che raramente aveva mai lasciato libero incatenò i suoi occhi ossidiana con quelli perlacei di lei.
-Ok, ma ad una condizione-
Alla tacita domanda della Hyuga il sorriso vittorioso, sempre ben nascosto da un ghigno divertito, si allargò leggermente.
-Diciamo che non faccio niente per niente.-
Istintivamente la ragazza fece un passo indietro cercando di allontanarsi il più possibile da quel Sasuke che, a sua volta, si stava avvicinando. Col suo strano comportamento la stava mettendo in agitazione, proprio come succedeva agli inizi della loro convivenza forzata.
Ormai era contro il muro, il volto di Sasuke a pochi centimetri dal suo e la tensione che respirava in quella stanza si poteva tagliare con un coltello quindi non si stupì particolarmente quando l'unica cosa che riuscì a mormorare fu un incerto "quale?".
Sasuke si avvicinò ancora un po', ormai sentiva il respiro lieve ed irregolare della ragazza sulle labbra e, fu solo grazie al ferreo autocontrollo impartitogli dalla famiglia, se riuscì ad allontanarsi per alzare le spalle apparentemente disinteressato.
-Non so ancora, quando mi verrà in mente ti farò sapere ed ora.. fuori!-
E, così dicendo, l'aveva letteralmente sbattuta fuori dalla camera pensando ad un paio di cose che avrebbe potuto chiederle e, non tutte, si potevano considerare proprio caste. D'altronde, va bene che era un Uchiha ma era anche un ragazzo. Un ragazzo in piena crisi ormonale. Un ragazzo in piena crisi ormonale che doveva recuperare tutto il tempo perso per attuare il suo piano.
Voleva che il prossimo bacio con Hinata fosse desiderato, anzi agognato, dalla ragazza. Sì, voleva che lei sentisse la mancanza delle sue particolari attenzioni. Voleva che fosse lei a cercarlo, a volerlo avere accanto e a chiedergli di approfondire il loro rapporto.
Diciamo pure che voleva semplicemente appagare il suo orgoglio.


Mentre aspettavano il treno che le avrebbe riportate a casa Sakura osservava guardigna l'amica mentre canticchiava allegra, fiera di come fosse andata a finire la riunione.
-Maialina, perchè stai tirando in balla anche Sasuke? Sono sicura che sarebbe bastato chiedere a Naruto per la villa e lui ci avrebbe sicuramente detto di sì..-
La ragazza, non troppo sorpresa, da quella domanda alzò le spalle noncurante continuando a canticchiare.
-Se glielo chiede il suo migliore amico siamo sicure al 100% della riuscita del piano e poi, dai, quante volte hai avuto ragione in queste faccende?-
-Ino-pig..-
-Serviva per rendere il piano più interessante-
-Ino, avanti, ci conosciamo da anni, purtroppo; qual'è la vera ragione?-
Con una adorabile broncio infantile la bionda si girò a fissare l'amica farfugliando qualcosa che poteva vagamente ricordare un "era dalla parte dell'arpia".
-Ino, sei una brutta persona, mandare Hinata al macello solo per una sua constatazione-
E, per una volta anche Karin fu d'accordo con lei.


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Capitolo 19
*** Un nuovo incontro ***


sasuhina 18 Lo so, lo so. Sono in un ritardo a dir poco mostruoso ma, a mia discolpa posso dire che sono andata via e, ahimè, lì mancava la connessione internet perciò, appena tornata, mi sono messa d'impegno per sfornare un nuovo capitolo che, ovviamente, non è uscito minimamente come avrei voluto. Figuriamoci, son troppo stanca persino per lasciare una prefazione decente quindi.. torno a dormire, buona lettura a tutti.

               
                   Capitolo 18




Un Naruto sorridente li faceva strada mentre raccontava dei vari aneddoti riguardanti gli anni passati in quella villetta che dava direttamente sul mare.
In quel giardino, quando era piccolo, giocava sempre con i genitori e il cugino a rincorrersi.
Sul vialetto che portava alla porta di casa, invece, aveva imparato ad andare in bici, e capito che, cadere dal suddetto mezzo può fare male.
Per non parlare del fatto che era stato lì che, sbattendo contro un muro, aveva perso il suo primo dentino.
Un'infanzia molto movimentata, non c'è che dire.
Gli unici due a non sembrare minimamente interessati ne alle vicende del biondo ne al paesaggio sembravano Karin e Sasuke, loro, sicuramente, erano già stati in quella villa e avevano già sentito quelle storie tante di quelle volte che avrebbero benissimo potuto raccontarle come se fossero state vissute in prima persona.

Anche se avevano appena sistemato le valigie, ed erano stanchi, tutti avevano concordato nell'andare subito a fare un bagno per rinfrescarsi dal lungo viaggio e, diciamocelo, le ragazze volevano mostrare al più presto i loro nuovi acquisti per far cadere i rispettivi ragazzi ai loro piedi. Naruto non avrebbe potuto resistere davanti a quel costumino a due pezzi rosso e bianco. Magari le avrebbe detto che era bellissima prima di prenderla per mano e portarla a fare una romantica passeggiata sulla spiaggia ricordandole ogni due minuti quanto l'amava. E, perchè no, magari si sarebbero anche appartati da qualche parte a consumare il loro amore.. sì, come no. Se quel buzzurro avesse fatto anche solo un fischio di apprezzamento sarebbe già stato tanto.
Karin, invece, voleva dimostrare a quel pesce puzzolente del suo "ragazzo" quanto fosse bella e sexy e di come avrebbe dovuto ritenersi fortunato a stare con una bellezza del genere. Stupidissimo squaletto da quattro soldi.
Sakura, per raggiungere il suo scopo da ragazza innamorata, aveva persino preso l'iniziativa di prendere la stanza col biondino, separandolo dal suo preziosissimo amico Sasuke. L'idea venne subito riprodotta anche da Karin che, ne in questa vita, ne in un'altra, sarebbe mai potuta essere considerata inferiore all'amica.
L'unica pecca della loro trovata? Avevano lasciato la povera Hinata in balia di quella folle di Ino. La bionda d'altro canto era felice di avere la possibilità di stare più tempo a contatto con la corvina, le sarebbe stata utile per il completamento del suo piano e, come ricompensa, lei l'avrebbe aiutata a migliorare. Almeno, il suo stile.
Prima cosa da cambiare assolutamente? Il costume, naturalmente! Non poteva di certo fare la sua prima apparizione davanti agli altri col costume scolastico. Figuriamoci, loro non lo avevano mai messo nemmeno per le lezioni a scuola!
Con la sua tipica sincerità aveva esclamato un orripilato "che schifo" prima di trascinarla fuori urlando agli altri che andavano a 'rimodernizzarsi' e di non aspettarle perché quello era una caso a dir poco disperato.
Ottima materia ma pessime basi.
Questo le aveva spiegato sul tragitto fino al centro commerciale.
E, anche se un po' le dispiaceva di non riuscire a seguire alla lettera il suo piano ma, al momento la fase 5 era molto più importante della 4^. Prima il dovere e poi il piacere. Insomma, prima doveva renderla presentabile e poi avrebbe potuto andare a godersi il mare.
E poi osavano anche accusarla di non essere una buona amica. Mpf.

Dal momento in cui chiusero la porta di casa alle loro spalle, iniziò un lungo e doloroso calvario per Hinata. Calvario che stava toccando l'apice in quello stretto camerino del negozio in cui la bionda l'aveva costretta da almeno tre quarti d'ora.
Hinata si guardò intorno angosciata, in quel posto era tutto così.. ridotto.
Stanca di dover provare quei costumini striminziti aveva tentato più volte di ribellarsi ma l'assurdo entusiasmo dell'amica le aveva sempre impedito di riuscire nel suo intento.
"Ascolta Hinata-chan, io ti voglio bene davvero, ma se non compri un costume degno di questo nome inizierai a crearmi dei seri problemi"
Questa era, all'incirca, la frase che l'amica le stava ripetendo da quasi un'ora. Ormai, aveva persino il dubbio di poter chiamare la Yamanaka con tale appellativo. "Aguzzina",  "maniaca", "pazza", "persecutrice" sarebbero stati nomignoli decisamenti più adeguati. Ma, arrivata a quel punto, cosa poteva interessarle del soprannome della Yamanaka?
Allo scoccare dell'ora e mezza, dopo una estenuante lotta, si era arresa lasciando all'avversaria la completa decisione sul suo destino. Arrivate a quel punto era inutile anche solo pensare di provare a protestare.
Sasuke l'avrebbe presa in giro fino allo sfinimento; non sapeva nemmeno dire un semplice "no".
Che vergogna.


La bionda guardava soddisfatta la sua creazione; tutta la fatica del giorno prima per convincere Hinata a comprare un bikini aveva dato i suoi frutti.
Appena arrivate sulla spiaggia tutti, compreso l'imperturbabile Sasuke, si erano voltati a guardare l'amica stupiti. Che poi, l'espressione esterrefatta dell'Uchiha avesse lasciato spazio alla sua tipica indifferenza contornata da un adorabile cipiglio di contraddizione, proprio come aveva predetto l'infallibile bionda, era solo un caso. 
Ino stava ancora gongolando per l'ottima riuscita della prima parte del suo piano quando sentì una mano conosciuta posarsi sul suo fianco scoperto ed un respiro caldo sul collo.
-Questa è opera tua, vero mendosuke?-
Sorpresa da quell'improvvisa vicinanza col suo amico testa ad Ananas non riuscì a trattenere un urletto di stupore contornato da un salto laterale di quasi un metro. Imbarazzata cercò di recuperare immediatamente la situazione mostrandosi indignata.
-Cosa te lo fa pensare?-
E, senza aspettare una risposta, aveva appoggiato la borsa di fianco a quella di Sakura per poi stendersi comodamente sul suo asciugamano viola a fiori.
Strano, il Nara non si era mai comportato in modo tanto sfrontato. Figuriamoci, solitamente si sarebbe sorpresa persino del fatto che si fosse alzato di sua spontanea volontà.
Nara, scoprirò quello che stai tramando.
Con cipiglio irritato si voltò dall'altra parte giusto in tempo per notare lo sguardo furioso dell'Uchiha mentre fulminava alcuni ragazzi che osservavano insistentemente le forme generose della sua corvina preferita. La risata civettuola che le stava per uscire spontanea venne però interrotta dallo sguardo glaciale di Sasuke. Ops, beccata.

Era appena uscita dal bagno dopo una doccia rinfrescante grazie alla quale aveva cercato di cancellare gli avvenimenti della giornata. Sconfortata scosse stancamente la testa quando si sentì afferrare e trascinare in una camera all'improvviso da due braccia forti e calde. Tanta era la sorpresa che non fece in tempo nemmeno a chiamare aiuto.
Una volta chiusa la porta alle sue spalle il ragazzo misterioso, e decisamente strano, aveva congiunto le mani in segno di preghiera inchinandosi ripetutamente alla velocità della luce mormorando delle scuse sconnesse.
-Hinata non urlare ti prego, ti prego.-
-N-Naruto-kun?-
La ragazza sbattè un paio di volta le palpebre per capacitarsi che davvero fosse in camera da sola con l'ex ragazzo dei suoi sogni mentre lei era coperta solo da uno striminzito asciugamano lilla.
Non fece nemmeno in tempo a svenire che il ragazzo l'afferrò per le spalle scuotendola con forza.
-Hinata rimani concentrata! Non abbiamo tempo! Sasuke potrebbe arrivare da un momento all'altro e.. oddio!-
E, per sottolineare meglio la sua parola si controllò freneticamente intorno.
-N-Naruto-kun? Tutto bene?-
Con uno scatto felino il ragazzo si rimise di fronte alla ragazza appoggiando con decisione le mani sulle sue spalle minute.
-Ascolta, ho bisogno del tuo aiuto-
Quando Hinata provò ad aprire la bocca per rispondere, però, il ragazzo aveva già ricominciato a parlarle sopra. O meglio, ad urlarle sopra con tanto di scossoni alle spalle.
Ci volle tutta la sua forza di volontà mista alla disperazione più pura per far sì che Naruto la smettesse di sbattacchiarla come se fosse un sonaglino.
-Naruto-kun, cos'è che ti agitata tanto?-
-Sasuke sospetta! Ci beccherà! Eccome se lo farà. Hinata-chan, io sono troppo giovane e bello per morire. Devo ancora conquistare il mondo.. no vabbeh, il mondo no, ma la poltrona di mio padre sì. Insomma, sai che figo che sarei seduto dietro la scrivania dell'ufficio da sindaco? Ovviamente non diventerei sindaco per quello, io vogllio..-
Il ragazzo, sorpreso di non essere ancora stato interrotto, o preso a cazzotti, alzò lo sguardo sorpreso incontrando il volto della Hyuga raddolcito da un dolce sorriso.
-Hina-chan.. ma io perché non mi sono fidanzato con te?-
Inizialmente non pensò nemmeno a quello che aveva detto. La sua era stata una semplice constatazione ma, quando vide la giovane di fronte a lui arrossire in modo inumano e, poco dopo, cadere come un sacco di patate fra le sue braccia si rese conto di quello che aveva detto. Ok, forse sarebbe stato meglio se fosse stato zitto, anche perché Sakura, moto probabilmente, non avrebbe preso la cosa  molto sportivamente. Meglio non dirglielo, decisamente.

A risvegliare l'innocente Hinata ci pensarono le urla isteriche della sua compagna di stanza. Con lentezza sbattè le palpebre per poi ricordarsi il motivo per cui, ancora in asciugamano, era stesa sul letto. No, aspetta,  lei, a letto come ci era arrivata?
Veloce come non era mai stata si mise a sedere e si guardò più volte intorno ma, l'unica cosa minimamente strana che vedeva, era Ino coi capelli leggermente fuori posto che urlava come una forsennata mentre girava in tondo per la stanza.
-I-Ino-chan?-
-"Ino-chan" un corno! è da mezz'ora che tento di chiamarti mi stavo anche preoccupando e invece tu, tu stavi dormendo! Incredibile! Inconcepibile! Inaccettabile!-
Hinata per tutta risposta la guardò spaventata.
Prima Naruto ed ora lei. Cosa stava succedendo in quella casa?
-I-Ino..io..-
-No, Hina-chan, scusa te. Non è colpa tua è che quel... e poi quella...-
Senza darle ulteriori spiegazioni la bionda uscì dalla stanza con passi pesanti urlando nel tentativo di richiamare l'attenzione della sua più fidata, e pazza, amica.
"Fronte spaziosa a rapporto! Ci serve un nuovo piano!"
Hinata, inerme davanti all'iperattività dell'amica rimase immobile per qualche secondo prima di scuotere leggermente la testa per favorire i ricordi.
Certe volte è meglio non farsi domande, questo aveva imparato stando in quella classe di scapestrati.
Con una calma esasperante, volta a mantenere l'autocontrollo, si preparò per la cena. Quella sera toccava a Suigetsu e Karin cucinare e, la cosa, non l'aiutava poi molto nel suo tentativo di mantenere il sangue freddo. Magari mentre lei era lì a pensarci loro si erano già ammazzati o, peggio ancora, avevano già distrutto la cucina. O, magari, mentre distruggevano la cucina si erano anche ammazati.
Un debole sospiro uscì dalle sue labbra contratte dalla preoccupazione; pensarci era inutile. Quei due erano grandi e vaccinati, potevano benissimo cavarsela anche da soli. 
A passi lenti e minuziosamente calcolati si diresse al piano inferiore ma, appena si sedette a tavola, incrociò lo sguardo divertito di Naruto. Il biondino, cercando di non farsi notare dagli amici, le sorrise solare facendole l'occhiolino e confermandole che a letto non ci era arrivata volando ma che qualcuno l'aveva trasportata. E, quel qualcuno era proprio il ragazzo dagli occhi cerulei per cui aveva da diversi mesi una cotta colossale.
Grazie a dieci lunghi e profondi respiri riuscì a non svenire, di nuovo, ma il batticuore e il rossore sulle guance proprio non riusciva a farli sparire.
Da quel momento in poi il piatto catturò completamente la sua attenzione. Era così rotondo, così bianco e così interessante che avrebbe potuto guardarlo per tutto il resto della cena e, lo avrebbe fatto veramente, se non fosse stato che non riusciva a togliersi di dosso la fastidiosa sensazione che qualcuno la stesse fissando. Per tutta la cena aveva cercato di ignorare quello sguardo indagatore su di sè concentrandosi sulle varie pietanze che quei due le proponevano ma, una volta arrivati a quelle che assomigliavano vagamente a delle polpette, non riuscì più a trattenere la curiosità.
Appena alzato lo sguardo da quell'ammasso rotondo di cibo incontrò lo sguardo imperturbabile di Sasuke. Titubante accennò un debole sorriso, sorriso che venne subito accolto e ricambiato con  uno sguardo scettico contornato da una sopracciglia alzata.
Almeno lui non si comportava in modo più strano del solito.


La giornata era stata lunga ma ora che si trovava sotto le morbide coperte del letto Hinata stava lentamente ritrovando la pace perduta mentre Ino, accanto a lei, ronfava beatamente già da un po'. Probabilmente non stava facendo un bel sogno perché il suo sonno era agitato e, con lui, anche lei. Le prove di tutta la sua rabbia repressa, la Hyuga, le avrebbe avute il giorno dopo sulle gambe, proprio nei punti che la bionda aveva colpito ripetutamente col suo piedino da fata. Un paio di volte era stata anche tentata di svegliarla ma aveva sempre desistito dicendosi che un po' di 'sano' riposo se lo meritava e anche la sua rabbia era giustificata. Insomma, il Nara, il ragazzo per cui aveva iniziato tutta quella sceneggiata, le aveva detto chiaro e tondo che lui non avrebbe rinunicato a Temari solo per un suo capriccio infantile.
Ino, però, non si sarebbe arresa, avrebbe continuato a lottare, perché lei era forte. E allora lei, che sarebbe dovuta essere almeno dieci volte più forte per il suo clan, perché non riusciva a dimostrare la stessa determinazione dell'amica? Perchè non aveva lottato per rimanere a Tokio con i suoi amici? Perchè non aveva lottato per avere Naruto? Perchè si era lasciata coinvolgere in quel piano in cui non credeva minimamente? Perchè era sempre così debole?
A destarla da quello stato di profonda tristezza in cui stava sprofondando ci pensò il suo cellulare che, con una leggera vibrazione le indicava l'arrivo di un messaggio.
Sasuke.
"Ti dò tre minuti per uscire dalla tua camera poi entro io. Non farmelo fare"
Rassegnatasi ai modi tutt'altro che gentili dell'Uchiha si alzò dal letto cercando di fare il minimo rumore possibile e uscì dalla stanza. Che poi, avrebbero anche potuto portarle via il letto che Ino avrebbe continuato a dormire beata.
Appena si richiuse la porta della camera alle spalle sentì il fiato caldo dell'Uchiha solletticarle la nuca.
-Cosa è successo fra te e il dobe?-
La voce era dura e, come sempre, imperscrutabile. Sembrava non importargli minimamente quello che gli accadeva intorno; l'importarte era che tutti fossero pronti a fare ciò che diceva.
-No, tranquillo Sasuke, non stavo dormendo..-
Anche se gli dava le spalle ed erano nascosti dalla semioscurità era sicura che il ragazzo dietro di lei avesse spalancato gli occhi cosa che, a dir la verità, aveva fatto anche lei. Non sapeva il perché ma la risposta le era venuta spontanea. Doveva essere stata la stanchezza a farla parlare, sicuramente.
Leggermente intimorita dalla reazione dell'altro attese l'inevitabile risposta acida del suo interlocutore, risposta che non arrivò.
Il ragazzo, ripresosi dalla sorpresa iniziale, aveva appoggiato una mano al muro davanti a lei e si era piegato fino a sfiorarle l'orecchio destro con le labbra.
-Abbiamo deciso di ribellarci, Hyuga?-
Il cognome che aveva sempre odiato ora, sussurato in quel modo caldo da Sasuke non sembrava così sbagliato, anzi, le sembrava quasi.. bello. In quel momento ringraziò con tutto il cuore quel buio che li nascondeva e, cercando di non apparire agitata, ignorando lo scalpitio frenetico del suo cuore, si girò verso di lui per fronteggiarlo.
-Quello che succede tra me e Naruto-kun non dovrebbe interessarti-
La sua voce era un semplice bisbiglio ma ne era fiera, non aveva balbettato.
Sasuke cercò di intravedere la ragazza nascosta dal buio e dalla frangetta.
-Infatti, quello che fate voi due non mi interessa.-
-E-e allora?-
Anche se aveva chiaramente sentito la leggera nota di delusione nascosta dallo stupore decise di non spingersi oltre perciò, con un sospiro stanco, si raddrizzò.
-Senti nel caso in cui il baka stesse organizzando qualcosa per il mio compleanno tu dissuadilo, ok?-
-Il tuo compleanno?-
-Il 23 Luglio-
-Io..-
-Non importa, è un giorno come gli altri. Ora vai a letto Hyuga, sarebbe un peccato se domani rispondessi male anche a Naruto..-
Era già arrivato alla sua stanza quando si era voltato con un sorriso sbieco le aveva detto un semplice "ricordati del favore che mi devi" in grado di farle venire i brividi su tutto il corp. Perchè gli Uchiha dovevano essere sempre così mostruosamente terrificanti?


Già dal giorno seguente erano iniziati i preparativi per la festa di Sasuke ma, diversamente dalle aspettative, il bel tenebroso non aveva ancora fatto niente per mandare in fumo i loro piani. Se non lo fosse stato per il fatto che erano amici da una vita Naruto avrebbe potuto tranquillamente pensare che l'Uchiha non si fosse accorto di nulla ma, era di Sasuke Uchiha che si stava parlando.
In ogni caso la mansuetudine di Sasuke era un evento più unico che raro e non poteva non approfittarsene per questo alla minima occasione usava la Hyuga come diversivo e, probabilmente era stato proprio grazie a lei se la "sorpresa" era riuscita.
Forse avrebbe dovuto sentirsi un po' in colpa per aver costretto l'innocente Hinata a stare tanto tempo da solo col ragazzo. Lo aveva dovuto accompagnare a comprare una nuova tavola da surf. Lo aveva dovuto accompagnare al mare. Lo aveva dovuto accompagnare nelle sue corse serali; in realtà, lui correva mentre lei lo aspettava seduta su una panchina. Insomma l'aveva costretta a fargli da baby sitter ma, presto o tardi, si sarebbe fatto perdonare.
Soddisfatto del suo operato osservò i suoi amici mentre bevevano e mangiavano gli stuzzichini che lui aveva faticosamente evitato di scofanare solo poche ore prima mentre preparava.
Orgoglioso del suo operato aveva ingurgitato l'ennesimo boccale di birra. Non capita tutti i giorni di riuscire ad imbrogliare un Uchiha.


Hinata non era mai stata brava a stare tanto tempo vicina agli altri e, anche se ora era con amici, sentiva il bisogno di un po' di tranquillità.
E, quando Naruto aveva stretto la mano a pugno urlando un tonante "rasengan", il nome del suo motorino, lanciandosi contro Sasuke lei ne aveva approfittato per svignarsela silenziosamente
Non voleva allontanarsi o stare via troppo perciò si sedette sulla sabbia leggermente bagnata a causa dell'umidità subito fuori dalla proprietà Namikaze.
Mentre guardava il mare la sua mente sembrava star ritrovando una pace e una tranquillità che da quando era arrivata non riusciva più a provare. Nella sua testa continuavano ad affacciarsi i volti di Naruto e Sasuke e, ogni volta che accadeva, lei si sentiva sempre più confusa.
Con Naruto le cose stavano andando bene, il giorno prima era persino riuscita a parlargli senza rischiare un collasso. Diversamente le cose con Sasuke erano inspiegabilmente peggiorate. Non si erano mai parlati  tanto, figuriamoci, ma ora il loro dialogo era pari a zero. Erano stati tanto insieme in quei giorni, per volontà di Naruto ovviamente, ma lui rimaneva sempre sulle sue senza mai accennare al discorso fatto la notte precedente. Sembrava sempre che stesse aspettando qualcosa ma lei, proprio, non riusciva a capire cosa. E come avrebbe potuto? Come potrebbe riuscire a capire gli altri una che non riesce a comprendere nemmeno se stessa?
Erano passati solo pochi minuti di riposo per le sue povere orecchie quando la sua attenzione venne richiamata da uno strafottente "ehi, tu!".
Anche se intimorita l'istinto prese il sopravvento e, con uno scatto, si voltò per vedere chi fosse. La prima cosa che inquadrò fu una zazzera scomposta di capelli corvini e, inconsapevolmente, sperò che quei capelli ribelli appartenessero a Sasuke.
Le sue speranze si scontrarono però con un paio d'occhi azzurro cielo. Degli occhi tanto limpidi li aveva visti solo addosso ad una persona.
-Naruto-kun?-
L'altra figura la guardò silenzioso per un paio di interminabili secondi tanto che le venne il dubbio che il ragazzo non avesse sentito il suo mormorio ma questo, contro ogni previsione, fece uno scatto in avanti iniziando a sbraitare sprezzante.
-Naruto un corno! Ma cazzo, sono appena arrivato e già devo essere scambiato per quell'impiastro?-
Ci vollero un'altra manciata di minuti e diverse imprecazioni prima che questi si tranquillizzasse.
-S-scusa è che siete così simili che.. m-ma, scusa, tu come fai a conoscerlo?-
-Come faccio? Quello è mio cugino, purtroppo. Io sono il grande, unico e inimitabile Menma Namikaze, tu sei?-
-Hinata.. p-piacere-
E, titubante, strinse la mano a quello che poco dopo sarebbe diventato uno dei più grandi problemi per Sasuke.

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Capitolo 20
*** Problemi karmici dal passato ***


sasuhina 19 Questa volta anche se puntuale mi ritrovo a fare tutto di fretta, strano. Allora inizio col ringraziare chi continua a seguirmi nonostante i miei imperdonabili ritardi però dai, meglio tardi che mai, no? .-.
Nello scorso capitolo ho dimenticato di dirvi che, per chi non lo sapesse, Menma sarebbe l'alter ego cattivo e blah blah di Naruto in Road to be ninja. Spero che questo non si consideri spoiler. In caso metto l'avvertimento (<-) SPOILER
Purtroppo per questo capitolo sono andata incontro ad un nuovo grande problema: il titolo. No davvero, ero in crisi quindi, se qualcuno di voi avesse in mente un titolo non esiti a comunicarmelo perchè sarò a dir poco lieta di cambiare quello attuale.
Detto questo, buona lettura! :D




                          Capitolo 19




Un Sasuke alquanto seccato digrignò ferocemente i denti. 
Quando a 12 anni quel perfetto idiota di Naruto aveva cominciato a diventare suo "amico" lui avrebbe dovuto capire fin da subito che quella era una pessima idea, sarebbe stato molto meglio stare senza di lui, senza tutta la sua famiglia e, in particolare, senza quell'insulto all'umanità, e persino ai Namikaze, di Menma. 
Quel tizio con la sua sola presenza attentava alla sua, già instabile, salute mentale!
Era sempre stato così, fin da quando alla tenera età di 9 anni era venuto insieme a Naruto a casa sua e aveva spiacciccato tutti i SUOI pomodori contro le pareti. Da allora fra di loro c'era stata il più sincero e puro odio contornato da delle leggere sfumature di sano rancore. 
A 13, poi, seguendo il consiglio di Madara, ovviamente, gli aveva rotto il naso e, da quel momento, avevano deciso i comune accordo che era meglio starsi lontano.
Quindi ora a Sasuke la domanda sembrava più che lecita: perchè quello scarto di Menma Namikaze era comodamente spaparanzato vicino a quei degni compari dei suoi cugini?
Domanda a cui non trovò una risposta soddisfacente fino a che non lo vide seguire il fondoschiena di Hinata con lo sguardo. Fu in quel preciso momento che capì che questa volta non si sarebbe fermato al naso. No, questa volta gli avrebbe distrutto quel suo bel faccino da finto innocente.
Naruto, sdraiato fra il cugino e il suo migliore amico non potè non sentire il basso ringhio proveniente dal moretto alla sua sinistra e, internamente non riuscì a trattenere un tremore improvviso. Una nuova guerra stava per cominciare e, questa volta, sarebbe stata davvero dura, soprattutto per lui. Insomma, tutti si preoccupavano per la salute, fisica e mentale, dei due contendenti ma nessuno si era mai preoccupato di lui che, povero cristo innocente, si trovava nel mezzo incapace di schierarsi con l'uno o con l'altro. 
Famiglia o amicizia?
Karin, al contrario, aveva le idee ben chiare. Non importavano le motivazioni, le conseguenze o le persone interessate; la ragione sarebbe stata sempre e solo di Sasuke. Povero Suigetsu, proprio non riusciva a capire come facesse a stare con una persona che, come passatempo o per abitudine, sbavava ancora dietro a Sasuke. Con un sorriso innamorato si girò ad osservare Sakura-chan che, a sua volta, sorrideva dolce mentre spalmava la crema sulla schiena di Sasuke..
Ma porca puttana.
-Sakura-chan! Anch'io ho bisogno della crema!-
-Non rompere baka! Tu sei già abbronzato! Sasuke-kun invece è ancora troppo pallido, rischia di scottarsi..-
Forse, alla fin fine, lui non era messo tanto meglio dell'Hozuki.


Sasuke, approfittando della prima occasione per rimanere un attimo da solo con Menma, aveva ignorato l'occhiata incerta di Naruto per poi alzarsi e seguire quel concentrato di stupidità nei bagni del bar.
-Uchiha, sapevo che avevi tendenze un po' ambigue ma non pensavo ti saresti mai potuto innamorare di me.. d'altronde il detto com'era? "chi disprezza compra"?-
-Cosa vuoi dalla Hyuga?-
-Chi?-
Menma sembrò pensarci un attimo prima di sorridergli con apparente innocenza.
-Ti riferisci alla dolce Hinata-chan?-
-Ascolta, non me ne frega un cazzo del tuo cognome, se osi anche solo provare ad avvicinarti ad Hinata il naso rifatto sarà l'ultimo dei tuoi problemi. Tutto chiaro?-
Menma osservò divertito il suo interlocutore mentre cercava, con evidente difficoltà, di trattenere la rabbia. 
Se fosse stato anche solo leggermente meno stupido o masochista, che dir si voglia, avrebbe sicuramente lasciato perdere la vendetta contro il bastardo Uchiha ma, quel brutto stronzo fissato con i pomodori, non aveva ancora pagato per le sue colpe, tra le quali l'essere nato.
Con una leggera sberla alle mani dell'Uchiha, strette intorno al colletto della sua maglietta, si liberò dalla presa dell'arcinemico, con una schioccata di lingua gli aveva fatto capire che non gli interessava quello che diceva mentre con un sorriso sornione si allontanava dal, a dir poco furioso, bastardo spacca-nasi.
Col cavolo Uchiha, da adesso è guerra!

Un po' meno annoiato di quando si era alzato si ridiresse verso gli asciugamani dei suoi "amici". In realtà lui neanche voleva andarci al mare, odiava il sole, mal sopportava l'allegria di suo cugino e le urla della cugina acquisita ma, i suoi genitori, lo avevano costretto a quella "vacanza". Maledetti, l'avrebbero pagata, in particolare suo padre che aveva osato avere un fratello come Minato da cui poi era uscito uno dei suoi incubi peggiori. Maledetti Namikaze, maledetto mare e, soprattutto, maledetto Uchiha!
Tra l'altro ora aveva un altro problema. Era da un paio di minuti che ci pensava ma proprio non riusciva a capire dove avesse già sentito il cognome "Hyuga"; che la ragazzina della sera prima ci fosse stata anche gli altri anni? Strano, lui aveva una buona memoria, non come qualche altro babbeo biondo..
Irritato si grattò la testa quando il suo sguardo cadde casualmente sulla rivista che stava leggendo una vecchia seduta sotto il suo ombrellone. "Hiashi Hyuga colpisce ancora". Alla velocità della luce lesse un paio di parole in neretto "aziende", "imprese", "un altro affare concluso con successo" per poi concludere con un piccolo elogio "all'uomo che porta lustro e fama al Giappone".
Un sinistro sorriso gli apparve sul volto abbronzato. 
Grazie vecchia bacucca, anche se hai già un piede nella fossa mi sei stata molto utile, magari verrò al tuo funerale.

Una volta arrivato dagli altri aspettò di avere l'attenzione di tutti, o per lo meno di Hinata, prima di togliersi la maglietta bianca con gesti lenti e calcolati. Ma quanto cazzo era figo?
Naruto, dietro di lui, lo fissava stranito. Menma non si toglieva mai la maglietta quando era in spiaggia, anzi cercava sempre abbronzarsi il meno possibile. A dirla tutta il cugino detestava il sole, così come detestava il colorito leggermente più scuro rispetto al resto del Giappone caratteristico dei Namikaze. Che fosse finalmente uscito dalla sua fase di ribellione?
Troppo preso com'era dalla "bella notizia" non si accorse dello sguardo di sfida tra i due mori cosa che, invece, non sfuggì all'annoiato Shikamaru.
-Uchiha non vorrei allarmarti ma ti stai comportando come un cane..-
Al mugugnoringhio  dell'interpellato si limitò a scrollare le spalle annuendo stanco.
-Già, ringhi e sei convinto di aver marchiato il territorio-
-Nara, perchè non eviti di rompere le palle e ti concentri un po' su Ino?-
-Che seccatura-
-Che c'è Uchiha, hai problemi di autostima?-
-Basta, io lo ammazzo-
E senza indugiare oltre si era alzato pronto ad uccidere il suo odiato rivale. Quello, in tutta risposta aveva già caricato un pugno pronto a difendersi ma, l'azzuffata, non andò proprio come previsto. Entrambi i contendenti, infatti, avevano colpito il povero Naruto che aveva tentato, invano, di fare da paciere.
Togliti testa quadra!
Levati imbecille d'un cugino!
-Suigetsu dammi una mano!-
-Ma anche no! Se vogliono pestarsi lasciali fare, l'importante è che non rompano-

A due asciugamani di distanza una sempre più abbattuta Sakura osservava  in maniera distaccata la scena. Ma perchè il più idiota se lo era beccata lei? 
Forse quando gli aveva chiesto di uscire un paio di mesi prima aveva sbagliato e, la mancanza di intimità tra di loro, la sua incapacità di dedicarsi completamente a Naruto o anche la paura che Naruto potesse lasciarla da un momento all'altro per qualcuno di più dolce di lei, erano solamente una vendetta del karma che veniva a rivendicare la sua giustizia. Con un sospiro si voltò a fissare la dolce ragazza coi capelli corvini che osservava preoccupata la scena. 
Forse, se non si fosse intromessa ora sarebbe Hinata a stare con Naruto e forse, con lei, Naruto sarebbe stato più felice e, magari, anche un po' più dolce. Sì, avrebbe dovuto aiutare la corvina a dichiararsi e invece no! Lei, avvertendo il rischio di perdere Naruto, aveva momentaneamente lasciato da parte le sue incertezze e gli aveva dato una possibilità
La ragazza dei suoi pensieri sentendosi osservata si era voltata e aveva incontrato gli occhi leggermente lucidi di quella che ormai considerava come un'amica.
-Sakura-chan, tutto bene?-
-Perchè non mi odi?-
-C-come?-
-Sì, insomma, se non fosse stato per me ora probabilmente staresti tu insieme alla testa quadra- 
E, per far capire meglio il discorso, aveva indicato il biondino alle sue spalle che stava tentando di sedare, da solo, una furiosa lite beccandosi un paio di calci e una gomitata.
Hinata intuendo i pensieri della ragazza si affrettò a negare vigorosamente col capo. Effettivamente non avevano mai parlato dell'argomento ma era ovvio che prima o poi sarebbe successo, e allora, perchè non sapeva cosa dire?
Non ricevendo nessuna risposta dalla corvina se non quel semplice gesto del capo e quell'espressione triste non potè trattenere un paio di lacrime che già da qualche minuto stavano minacciando di caderle impietose sul viso.
-S-Sakura-chan, non piangere ti prego!-
Come se avesse percepito la tristezza della sua ragazza Naruto distolse l'attenzione dal diverbio tra i due mori del gruppo per poi fiondarsi con estrema agilità sulla sua ragazza tempestandola di domande. Poco importava se grazie al suo atletico salto la povera Karin era stata seppellita dalla sabbia, l'importante era che Sakura-chan stesse bene-.
-Sakura.chan cosa è successo? Ti sei fatta male? Qualcuno ti ha importunato?-
E, a quell'utlima ipotesi si rialzò guardandosi intorno alla ricerca delle possibili minacce ma l'unica cosa che trovò erano un paio di bambini che correvano per la spiaggia inseguiti dai genitori.
Appena si riabbassò al livello della sua ragazza un potente ceffone lo fece roteare su stesso, altroché, il vero pericolo, su quella spiaggia, era incorrere in una Sakura alterata!
Forte del suo amore, e della forza dell'abitudine, si limitò a guardarla dolorante evitando la sua solita scenata sull'ingiustizia della vita.
-Sakura-chan?-
La mano destra del giovane si posò sulla guancia per alzarle il viso mentre la sinistra le accarezzava il braccio. Questa era una delle prime vere cose romantiche che faceva e, naturalmente, davanti a chi poteva farlo se non alla dolce Hinata? Stupido baka!
Con un altro sonoro ceffone si liberò dalla presa del ragazzo per poi alzarsi indignata.
Naruto, non capendo il repentino cambio d'umore della rosa cercò di ripercorrere mentalmente gli ultimi avvenimenti ma non vi trovava nulla di particolarmente di strano. Anche se aveva già attribuito la crisi della ragazza al suo problemino mensile gli venne il dubbio che forse tutto ciò era causato da quel piccolo inconveniente con la Hyuga, dopotutto stava parlando con lei poco prima.
Senza nemmeno pensare alle possibili conseguenze si girò verso la suddetta e, senza premurarsi di abbassare la voce, le pose innocentemente la domanda che, da lì a pochi secondi, avrebbe causato un putiferio.
"Le hai detto della nostra avventura in camera?"
-"Avventura in camera"!??!-
Il tono arrabbiato e il pesante silenzio che era calato nel gruppo gli aveva fatto capire subito il suo sbaglio 
-Sakura-chan, non è come sembra!-
-BAKA!-
E, con una sonora borsata se ne andò definitivamente.
Tutti gli altri, che stavano già osservando da un paio di minuti, la scena non poterono fare a meno di spalancare gli occhi mentre Karin alzava il pugno al cielo urlando "Io ho sempre tifato per il NaruHina!". 
-NaruHina?-
-Sì, è l'abbreviazione di "Naruto più Hinata insieme per sempre". Chiaro pesce lesso?-
-Se lo dici tu..-
Naruto intanto, ancora stordito da tutte quelle botte, quella non era decisamente la sua giornata fortunata, aveva guardato con aria non troppo sveglia la cugina per poi lasciarsi sfuggire un intelligentissimo "eh?".
Hinata, intanto, ripresasi dallo shock iniziale aveva ignorato il trambusto che man mano si stava creando fra i ragazzi per poi seguire l'amica. Era inutile rimandare, dovevano affrontare quel discorso, anzi, forse era meglio chiarire anche l'inconveniente della camera.
-Sakura-chan, posso entrare?-
Non ricevendo nessuna risposta socchiuse leggermente la porta per poi intrufolarsi nella stanza. La rosa seduta davanti allo specchio mentre si pettinava i lunghi capelli rosa si limitò a lanciarle un'occhiata attraverso lo specchio.
-Sakura-chan la storia della camera è un malin..-
-Lo so. Naruto non sarebbe mai capace di una cosa del genere-
Il riflesso di Sakura le sorrise triste.
-I-io.. non devi preoccuparti per me, sì, insomma, appena vi siete messi insieme ho sofferto un pochino ma vedervi insieme così felici.. beh, ormai è passato. E-ecco, io volevo dirti solo questo-
Sakura si sarebbe aspettata un discorso più elaborato dalla Hyuga. Certo, non credeva potesse rinfacciarle qualcosa, era troppo buona per farlo, però non si aspettava di certo una cosa così veloce ma, doveva ammetterlo, ne era rimasta piacevolmente colpita. Per questo, quando la vide voltarle le spalle pronta ad andarsene la bloccò capendo quello che doveva fare.
-Hinata, mi piacerebbe se tu mi accompagnassi in un posto- 

Al loro ritorno trovarono tutti quanti aspettarle in soggiorno, dopotutto erano uscite senza dire niente a nessuno ed erano state via quasi tutto il pomeriggio senza dare segni di vita. Quando sei paia d'occhi si soffermarono sbalorditi sull'acconciatura della rosa la ragazza non poté fare a meno di arrossire mentre tutti gli altri ammutolivano. 
La prima a riprendere coscienza di sè fu Ino che iniziò a sbraitare riguardo alla sua fronte spaziosa messa ancora più in risalto e al fatto che sembrava una vecchia.
Superato il primo momento di trans Shikamaru, Karin e Suigetsu avevano alzato le spalle indifferenti per poi tornare alle loro precedenti attività quali, rispettivamente, dormire, leggere una rivista e importunare la ragazza che sta leggendo una stupida rivista. Sasuke, inaspettatanente, gihgnò soddisfatto conscio del significato di quel gesto. Sakura aveva finalmente deciso di dedicarsi completamente ed unicamente a Naruto, che poi, chissà chi era stato a diffondere la notizia che a lui piacessero le ragazze dai capelli lunghi? Bah
Naruto le si avvicinò e, prendendo fra il pollice e l'indice una ciocca di capelli, ora molto più corta, le sussurrò piano un semplice "sei bellissima" prima baciarle dolcemente le labbra. 
Sì, Ino e i ragazzi glielo avevano spiegato: Sakura non si sentiva abbastanza apprezzata.



Naruto canticchiava soddisfatto mentre si asciugava i capelli. Poco prima si era sentito veramente ganzo, il modo in cui aveva baciato Sakura davanti a tutti lo aveva fatto sentire un macho alfa! Fan culo all'Uchiha che si credeva il migliore! 
La sua risata spavalda venne però interrotta dal suo sesto senso; una presenza oscura si trovava nella sua stanza. Con molta calma si girò, certe bestie si spaventano se fai movimenti improvvisi, glielo aveva spiegato Sai subito dopo aver letto un libro sull'argomento. 
Come non detto, era solo l'Uchiha con in mano il suo cappellino da notte e una forbice.
No, aspetta, perchè quel pazzo aveva il suo bellissimo cappellino da notte vicino ad una forbice?
-Sasuke no!-
-Quale inconveniente?-
-Cosa?-
-Non ti faccio fuori solo perchè potrebbe servirmi un complice nell'occultamento del cadavere di tuo cugino, in ogni caso questo- e sollevò il cappellino dell'amico -lo tengo io, consideralo un ostaggio-
Per caso era questa la pazzia degli Uchiha a cui Itachi si riferiva? No, perchè a lui un po' di paura la incuteva.

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Capitolo 21
*** Tra scherzi innocenti e sanguinose vendette ***


sasuhina 20 Dire che mi sento in colpa per il ritardo è poco e le scuse sono d'obbligo, decisamente. Scusate tutti, davvero. So che probabilmente, con tutto il tempo passato, la storia interesserà a pochi di voi e mi dispiace ma cercherò comunque di finirla per tutti quelli che continueranno a seguirla.. e anche perché non è bello lasciare le cose incomplete. Già che siamo in argomento ne approfitto per ringraziare tutti coloro che continueranno a leggere la storia.
Dopo questa breve introduzione ne approfitto anche per farvi gli auguri di Natale e capodanno, spero abbiate passato delle belle vacanze :D
Infine ci tengo a ringraziare a tutti quelli che hanno letto, messo la storia tra "preferite", "seguite" e "da ricordare" , sopratutto, a tutti coloro che mi hanno lasciato una recensione. Erano tutte davvero belle e mi rendo che per alcune avete impiegato davvero tanto tempo quindi un enorme GRAZIE <3
Vi lascio alla storia, spero che il capitolo non vi deluda troppo, personalmente non mi ritrovo più con i capitoli precedenti e per scriverlo ho fatto una faticaccia ma non importa.. speriamo bene


Capitolo 20


Da quando i due simpatici sociopatici del gruppo si erano dichiarati guerra apertamente le allegre giornate in compagnia si trasformarono in un incubo grazie agli "scherzi innocenti" che Sasuke e Menma si scambiavano  in continuazione.
Tutto era cominciato quando il ragazzo problematico dagli occhi azzurri aveva nascosto delle classiche trappole a molle per topi, quelle che si vedono nei cartoni animati per intenderci,  nel letto dell'ignaro Sasuke.
Ora, la stoica quanto inesistente pazienza di Sasuke Uchiha era ormai ben nota a tutti, per questo, quando Menma fu praticamente sotterrato da dei serpenti nascosti nel suo armadio, nessuno si sorprese particolarmente nel trovare un terrificante ghigno di soddisfazione a sostituire la sua perenne impassibilità. Così come non si sorpresero di sentirlo borbottare qualcosa di simile ad un "la prossima volta saranno pure velenosi, imbecille".
Di Menma Namikaze, invece, si potrebbero dire molto più cose rispetto all'Uchiha; si potrebbe parlare del suo caratteraccio, del suo ego spropositato o degli incredibili dispetti che preparava come, ad esempio, quello di riempire il cibo dell'arcinemico di peperoncino. Bisogna chiarire che non si era limitato ad usare un peperoncino qualsiasi ma si era fatto spedire dall'isola di Trinidad il peperoncino più piccante al mondo: il Trinidad Moruga Scorpion. Lui lo definiva come una vera prelibatezza per il palato.
Forse, una cosa di Sasuke si potrebbe anche specificare: lui amava, anzi adorava, gli scherzi, in particolare quelli legati al cibo. Per questo aveva somministrato del purgante a Menma di nascosto; per ringraziarlo della premura. Questo, invece, era stato definito un colpo di genio.
Dopo diverse ore a contatto col water, infine, Menma si era reso conto di come queste sciocche liti di passaggio con l'idiota mestruato stavano rischiando di compromettere il suo piano finale. Era stato in onore del suo piano finale se quel giorno, mandando giù l'orgoglio, e diversi bicchierini di vodka, aveva fatto le sue più sentite scuse all'Uchiha. Non è nemmeno di specificare di come si sia premurato che fossero presenti dei testimoni oculari e, perché no, anche Hinata; così non poteva neppure essere accusato dell'allontanamento dei vestiti dell'Uchiha.
Diciamocelo, era stato un vero genio. In un colpo solo era riuscito a far sparire quegli orrendi vestiti da fighetto dell'Uchiha, aveva aiutato delle persone meno fortunate di loro perché, per quanto potessero essere antiestetici dei vestiti, ad una associazione di carità, risultano sempre utili e, come se tutto ciò non bastasse, aveva impressionato la Hyuga. Ormai quella sciocca ragazzina non poteva non aver capito chi dei due fosse il vero problema e a questo punto, accettare di uscire con lui non sarebbe più dovuto essere il gran problema in cui lei lo aveva trasformato in quegli ultimi giorni. Insomma, porco cane, cosa ci voleva a dire "sì Menma sarei davvero molto felice ad uscire con te"? Neanche fosse stato quello sfigato di Naruto!
Sta di fatto che, alla fine, lui si trovava seduto in riva al mare con la fin troppo timida Hinata mentre l'amico dello sfigato, il perdente, si trovava a casa a rodersi il fegato, ne era più che sicuro. Sospettava che la riuscita del suo piano fosse dipesa in buona parte dall'intervento della sua, non sapeva da quando, alleata, quella coi lunghi capelli biondi, la parlantina esasperante e una preoccupante ossessione per tutto ciò che c'era di futile al mondo, vedi trucchi, vestiti e Sasuke.

Nel frattempo, quasi a voler rispondere alle speranze del suo da poco complice Menma, Ino stava avvertendo un più che irritato Sasuke dell'uscita dei due amici.
Ino non era una traditrice, tifava davvero per il coronamento del loro amore ma quel brutto, magnifico, deficiente si ostinava a complicare tutto con il suo pessimo caratteraccio. Era stata per la sua cocciutaggine se aveva dovuto affidare la sua dolce compagna di stanza a quel pazzo di Menma, non restava che sperare che non combinasse cavolate.
Purtroppo per lei, quello, non era nemmeno l'unico dei suoi problemi.
Era ormai da giorni che, ogni volta che lei e Shikamaru provavano a intavolare un discorso, finivano sempre col litigare
"Non smetterò di vederla solo per uno dei tuoi capricci infantili, chiaro?". Questo continuava a ripeterle, sembrava davvero non capire che la sua richiesta non era una delle sue solite, come le definiva lui, "frivolezze".
Ino aveva deciso di passare alla parte più disperata ed improvvisata del suo piano tirando fuori gli album fotografici che ritraevano lei e Shikamaru nei vari momenti della loro vita: le recite all'asilo, il primo giorno di scuola, il parco giochi dove andavano da piccoli, i viaggi di famiglia, i capodanni o anche i semplici pomeriggi passati nel suo cortile. Eppure, nonostante tutto, lui sembrava non cogliere il messaggio praticamente esplicito che voleva mandargli. .
-Mendosuke spiegati, se continui a comunicare per indovinelli non capisco-
La bionda alzò lo sguardo di scatto. Forse Shikamaru non riusciva a cogliere il messaggio perché non voleva, insomma, a lei sembrava così semplice.
-Altro che quoziente intellettivo pari a 200! Shikamaru sei un idiota!-
Gli occhi le si erano inumiditi pericolosamente ma non avrebbe mai permesso alle lacrime di scendere in presenza di quel pigro babbeo. Demoralizzata e sconfitta abbassò lo sguardo solo per incontrare gli occhi ridenti della sua immagine nella foto, era uguale a come era ora, solo un po' più piccola, coi capelli corti e, soprattutto, più felice.
L'immagine ritraeva semplicemente una piccola Ino sorridente intenta ad osservare dolcemente l'amico eppure a lei sembrava una delle foto più belle e chiare che avessero. E allora perché solo a lei sembrava così evidente il significato nascosto di tutta quella dolcezza?
-Ino..-
-L-lascia stare, non importa. Salutami la Sabaku, ok?-
E, con queste parole, si era alzata dal letto dell'amico per andarsene da quella stanza mentre Shikamaru, il genio indiscusso della scuola rimaneva immobile senza sapere cosa fare.
Irritato da tutta quella situazione aveva tirato un pugno contro il letto ma, al posto di scontrarsi col soffice del lenzuolo, la sua mano si scontrò con una foto e non su una foto qualsiasi ma l'ultima osservata dalla bionda. Titubante la prese e la osservò attentamente, cosa vedeva in più Ino che lui non riusciva a cogliere?
Era inutile continuare a pensarci, se non lo aveva capito fino a quel momento non lo avrebbe di certo capito con un lampo di genio. Ondevitare di allungare quella seccatura si decise a chiedere un consiglio a qualcuno, già, ma a chi?
Solitamente ne avrebbe parlato a Choji, il suo inseparabile e dolce amico ma, al momento, era dall'altra parte del mondo per seguire un corso avanzato di cucina estera. Choji sarebbe diventato un cuoco eccellente, ne era sicuro.
In quello stesso momento il suo compagno di stanza e l'aura nera che da un paio di giorni lo seguiva fedelmente rientrarono in camera. Sasuke era sicuramente, dopo di lui, il più sveglio tra loro. Peccato che non fosse mai stato un tipo pronto a dispensare consigli, sopratutto riguardanti argomenti delicati come i sentimenti. Certo, lui era stato l'unico, tra i ragazzi, ed in generale il primo ad accorgersi che c'era qualcosa che non andava tra lui e l'amica ma, se anche lo avesse aiutato, poi avrebbe chiesto come ricompensa la testa del Namikaze moro su un piatto d'argento, come minimo. Gli Uchiha non fanno mai nulla per niente, mai. Detto questo l'amico era decisamente da scartare.
Svogliato si appoggiò alla finestra ad osservare il panorama quando notò le due coppie fronteggiarsi in una gara a beach volley.
Suigetsu era da scartare a priori. Quel ragazzo non gli era mai andato particolarmente a genio e chiedergli all'improvviso un parere tanto personale sarebbe stato oltre che inutile anche imbarazzante.
Sakura e Karin sarebbero potute andare bene, peccato che poi non avrebbero saputo tenere il becco chiuso. No, erano da evitare anche loro.
Forse Naruto sarebbe andato bene; erano amici da parecchio tempo e si era sempre mostrato pronto ad aiutare gli altri.. peccato che, per quanto riguardava le faccende di cuore non ci capiva praticamente niente. Figuriamoci, non si era mai nemmeno accorto di come la Hyuga lo venerasse. Ecco chi! Hinata era perfetta! Stava con loro da abbastanza tempo da conoscerli ma non troppo da sentirsi in dovere di fare la spia e, cosa ancora più importante, era riservata!
Con un pigro gesto del capo salutò il compagno prima di uscire per andare a cercare la corvina. Tra l'altro più stava lontano da Sasuke meglio era. Ultimamente il suo umore non sembrava molto stabile e lui non voleva di certo essere nei paraggi nel momento in cui la bomba Uchiha sarebbe esplosa. E questo senza considerare il picco di negatività raggiunto il giorno prima grazie all'uscita di Hinata con quel piantagrane. 
Fortunatamente trovare l'oggetto dei suoi pensieri non fu difficile; era in cucina che preparava un vassoio pieno di schifezze. Quando la ragazza si accorse della sua presenza gli sorrise dolce e mosse il capo in segno di saluto. 
-Shikamaru-kun, tutto bene?-
-Sono per te tutte quelle schifezze?-
A quella domanda la Hyuga si immobilizzò e si guardò intorno con sguardo spaurito per poi rilassarsi leggermente e negare cauta.
-Sono per Ino-chan, lei.. non si sente molto bene..-
-Ti ha raccontato tutto?-
-Qualcosa..-
-E cosa ne pensi?-
-Io.. non conosco abbastanza ne voi ne i vostri trascorsi per poter esprimermi però, se posso permettermi, un'idea me la sarei fatta..-
Al muto invito di Shikamaru di proseguire Hinata rinnovò cauta il sorriso, si vedeva che anche lui ci teneva molto all'amica bionda.
-Secondo me Ino-chan, al di là di quello che potrebbe provare per te, ha semplicemente paura di perderti-
Il ragazzo rimuginò un paio di minuti sulle parole della ragazza ma, quando la vide prendere il vassoio per tornare in camera gli venne spontaneo informarla che ad Ino, quando era triste, bastava mangiare un po' di gelato alle fragole per sentirsi meglio. La corvina, in tutta risposta, si limitò ad un incolore mormorio "non c'è" e, non sapeva il motivo, forse era il tono di voce, o lo sguardo, ma quella semplice constatazione gli sembrava nascondere un suggerimento più importante: "Nara, vai prenderle il gelato e poi vai a sistemare questo casino". E perché no? Avrebbe seguito quel consiglio, dopotutto l'aveva cercata proprio per quello.
Pigrizia permettendo, uscì velocemente di casa per andare al supermercatino dietro casa. Voleva fare in fretta, era stanco della situazione e, prima finivano, prima sarebbe potuto tornare ad osservare le sue amate nuvole.
Quando Shikamaru entrò nella stanza delle due ragazze Hinata gli sorrise incoraggiante prima di alzarsi dal letto e per lasciarli soli. Quella ragazza, nonostante la sua timidezza, non faceva altro che sorridere.
Nel momento in cui gli passò di fianco Shikamaru tentò di sdebitarsi borbottando qualcosa riguardante un Sasuke non troppo allegro.
Che ringraziamento originale.
Appena furono soli la sua attenzione fu interamente rivolta ad Ino, la ragazza seduta a gambe incrociate sul letto, i capelli in disordine, le guance arrossate e gli occhi umidi. Lei era davvero.. carina. Ma questo non glielo avrebbe detto, sicuramente l'avrebbe solamente fatta sentire a disagio. Lei che voleva apparire sempre ordinata e completamente padrona di sé non sarebbe stata felice di ricordarsi che in quel momento era tutto fuorché nella sua solita perfezione, eppure lui la preferiva così, semplicemente Ino, senza vestiti firmati o trucchi a nascondere il suo vero animo con anche le sue debolezze.
-Ino..-
-Mi spiace, non sono nessuno per dirti cosa fare-
-Ino, sai che non sono bravo in queste cose ma vorrei che ti ricordassi che tu sei la mia migliore amica e io non potrei mai sostituirti con qualcun'altra. Hai capito?-
L'interpelletta sbattè allibita le palpebre un paio di volte prima di riuscire a capire le parole del ragazzo. A quel punto non sapeva se ridere o piangere. Era.. assurdo.
-Ino, a questo punto dovresti dire qualcosa anche tu..-
Dopo alcuni interminabili secondi di silenzio il dibattito interiore venne vinto dal pianto a vincere e con uno slancio felino si era buttata fra le braccia pronte ad accoglierla del suo più grande amico nonché amore anche se per quest'ultimo avrebbe dovuto aspettare ancora un po'.

Hinata, nascosta dietro alla porta socchiusa, osservava la scena commossa. Era felice che Ino avesse finalmente chiarito con Shikamaru e, chissà, magari ora avrebbe anche smesso di tirarle calci e pugni la notte, iniziava ad essere davvero stancante non poter dormire come si deve. Con un leggero sorriso stava per andarsene quando sentì due mani calde afferrarla per i fianchi e spingerla delicatamente ccontro la parete. 
-Non te lo hanno mai detto che spiare è da maleducati?-
In meno di mezzo secondo le guance di Hinata si tinsero di un bel  rosso acceso mentre la gola le si seccò. Quella situazione sembrava così.. intima.
Non ricevendo nessuna risposta da parte della ragazza di fronte a sé il moretto si prese la libertà di avvicinarsi ulteriormente fino a sfiorare il lobo del suo orecchio con le labbra.
-Che ne dici di riprendere quello che abbiamo interrotto la volta scorsa?-
Se possibile la ragazza arrossì  ancora di più, lui era così sfacciato! Pensava che dopo quel quasi bacio che era riuscita ad evitare a malapena lui si sarebbe arreso.
-Menma! Cosa diavolo stai facendo?-
Entrambi i ragazzi si voltarono di scatto verso il nuovo arrivato, lei felice per il suo intervento lui leggermente più infastidito.
-Naruto, cosa ci fai qui?-
-Io? Questa è casa mia! Tu piuttosto? Stai un'altra volta importunando Hinata?-
I due cugini si scrutarono minacciosi per diversi minuti fino a quando il moro decise di lasciar perdere. Così, anche se a malavoglia, abbandonò la presa dai fianchi della ragazza e si allontanò dai due salutandoli con un annoiato gesto del capo.
La prossima volta non ci sarà Naruto a salvarti piccola Hyuga, quindi preparati.
Il biondino d'altro canto tirò un sospiro di sollievo. Forse, se Sasuke fosse venuto a sapere del suo efficace intervento, avrebbe liberato l'ostaggio. Dormire senza di lui diventava di giorno in giorno sempre più difficile e, anche se Sakura diceva di trovarlo molto più attraente così, lui iniziava a soffrire di insonnia.
Di colpo si ricordò di non essere il solo a soffrire, probabilmente anche Hinata costretta a subire gli assalti di quello screanzato del cugino la situazione non doveva risultare piacevole. Insomma, lui Sasuke e lei Menma, ad ognuno il suo, tanto valeva unire le forze.
-Hina-chan, tutto bene?-
-S-sì-
-Oh, bene!-
Dopo un attimo di esitazione e un sorriso accecante ci tenne a sottolineare l'importanza di quell'evento.
-Quando racconterai questa storia ricordati di specificare che sono stato io, Naruto Namikaze, a salvarti.. e, se possibile, aggiungi anche che meriterei un premio, tipo, che so, una cappellino da notte nero e bianco a forma di tricheco e poi..-
-Naruto-kun, tutto bene?-
Al dolce richiamo della ragazza il biondino non potè fare a meno di abbassare lo sguardo e guardarla per poi esplodere in una, che se non fosse stato il prossimo sindaco della città sarebbe sembrata una vera e proprio, crisi isterica.
-No! Hinata-chan sono disperato! Quel pazzo, psicopatico, asociale, bastardo, menefreghista di un Uchiha disadattato ha rapito Trikki, il mio cappellino da notte, e non me lo vuole restituire! Io ho cercato di riprenderlo, dico davvero, ho anche setacciato la sua camera per trovarlo ma niente, nada, nisba, nothing! Hinata-chan, ti prego, aiutami!-

Cosa le era passato per la testa quando si era offerta di parlare con Sasuke? Ormai non la guardava nemmeno se non per cercare di trucidarla con lo sguardo cosa che, a volte le sembrava persino possibile.
-Hyuga mi devi già un favore, non pensi che chiedermene un altro sia un po' troppo anche per te?-
-I-io.. N-Naruto-kun..-
Sasuke si bloccò di colpo.
Vaffanculo a tutti i Namikaze passati, presenti e futuri, gli stavano rovinando la vita.

-Fuori dalle palle Hyuga-
-S-Sasuke-kun ho promes..-
-E' nel cassonetto dei rifiuti, dove è giusto che sia.. ora fammi il favore di sparire-
Sasuke aveva già tirato un respiro di sollievo quando si rese conto che la ragazzina stava esitando
-E ora che vuoi?-
-P-perché?-
-Cosa? Maledizione Hinata, quante volte ti ho detto di non balbettare!-
-Cosa ti ho fatto?.. tu, tu sei sempre così arrabbiato-
-Mi hai invaso la casa, non è già abbastanza?-
Il moro osservò stanco gli occhi sgranati della Hyuga per poi sbuffare già più calmo.
-Un'altra cosa, dì a Menma che la prossima volta che prova a riempirmi la camera di mutande sporche sarà anche l'ultima in cui vedrà la luce del sole-
-Ma non ti aveva chiesto scusa?-
Era incredibile! Quella tizia non solo lo aveva visto all'opera ma ci aveva passato insieme un intero pomeriggio e, nonostante questo, lo reputava lo stesso una brava persona? Ora capiva il comportamento da stronzo del padre. Se lei prendesse veramente il comando dell'azienda degli Hyuga tempo due settimane e sarebbero già in bancarotta 
La risata priva di allegria che ne seguì fu completamente dettata dalla disperazione.
-Fuori di qui Hyuga-

Decisa a non lasciar cadere la discussione ma comunque consapevole di rischiare la vita a rimanere a così stretto contatto con il moro Hinata abbandonò momentaneamente il campo.
Arrivati a questo punto la prima cosa da fare era prendere il berretto di Naruto prima che il camioncino dei rifiuti lo portasse via. Chissà cosa gli aveva fatto di male quel cappellino per meritarsi un simile trattamento. Quando arrivò davanti al bidone della spazzatura era già pronta ad un possibile scempio cosa che, effettivamente, fu. Il berretto rotto in più punti era stato maestralmente nascosto sotto diversi rifiuti. Pulirlo e ricucirlo non sarebbe stato affatto facile quindi tanto valeva mettersi subito all'opera così poi sarebbe potuta andare a sistemare le cose con Sasuke; non voleva tornare a casa senza aver fatto pace con lui, non dopo tutto quello che aveva fatto per lei.


Nel momento in cui Hinata iniziò a lavorare al cappellino di Naruto in un'altra stanza i due protagonisti indiscussi dei suoi pensieri si affrontavano eroicamente.
Dopo l'illuminante chiacchierata avuta con Hinata Sasuke si era diretto da quell'impiastro del suo amico con intenzioni non proprio pacifiche. Intenzioni che, sopo aver scoperto l'inconveniente erano diventate ancora meno pacifiche. A nulla erano valsi i tentativi di rappacificazione di Naruto; al moro il fatto che l'idiota biondo fosse imparentato con quello che in poco tempo sarebbe diventato un cadavere era già un motivo più che valido per farlo scomparire dalla faccia della terra. Metti caso che i geni che aveva in comune con quell'altro si ripresentassero nelle generazioni future. No, era decisamente meglio evitarlo.
Se Naruto avesse saputo che portando gli amici al mare si sarebbe ritrovato con un Uchiha furioso sullo stomaco mentre tentava di strangolarlo non avrebbe mai accettato la richiesta dell'amico. Fu solo per miracolo, e per la sveglia con cui era riuscito a colpire l'amico, se era riuscito a scappare dalle sue grinfie. Con la gola ancora dolorante si appoggiò al comodino mentre tentava di regolarizzare la respirazione.
-Teme so che a volte posso sembrare un po' una testa quadra ma..-
Sasuke non lasciò nemmeno finire che col sorriso più sarcastico che gli era uscito aveva fissato quello che si supponeva fosse il suo migliore amico.
-"A volte"? "Sembrare"? "Un po'"? .. dobe tu sei sempre una testa quadra completa-
Il biondino per tutta risposta si limitò a roteare gli occhi stizzito, cosa ci parlava a fare lui con un Uchiha non collaborativo? Sociopatico del cavolo.
-Sì, ok, come ti pare. Io intanto sto con un ragazza che mi ama e che amo-
-La stessa ragazza che mi è corsa dietro per anni?-
Entrambi i ragazzi al suono di quelle parole spalancarono gli occhi. Non ne avevano mai parlato ma questo era uno dei punti deboli di Naruto e Sasuke da bravo osservatore qual'era, e anche in quanto essere dotato di un minimo di intelligenza, lo sapeva. Per questo si pentì immediatamente di quella frase ma si sa: gli Uchiha non possono ritirare qualcosa che hanno detto loro stessi; sarebbe come ammettere di aver sbagliato e questo era impossibile!
-Sai una cosa Sasuke, fai quello che vuoi ma almeno lascia in pace la povera Hinata-chan.-
E, prima di chiudersi la porta della camera alle spalle si era anche permesso di aggiungere un velenoso "Itachi-kun ha ragione, morirai da solo!"
Una volta chiusa la porta la frase era stata seguita anche da numerosi epiteti poco gentili inizianti con l'espressione "testa di" a cui poi aggiungeva finali più o meno fantasiosi.

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Capitolo 22
*** Il coraggio di prendere in mano la propria vita ***


sasuhina 21
                                                                    -Capitolo 21-


Karin era comodamente seduta davanti alla scrivania quando sentì il fiato di Suigetsu sul collo seguito subito dopo da due dita che le pizzicavano il fianco in un tacito insulto alla sua linea non proprio perfetta. Per fortuna di quello sciagurato senza cervello quel giorno si era svegliata di buon umore e neanche quel brutto beota del suo ragazzo avrebbe potuto rovinare la sua gioia.
-Oggi il tuo puzzo di pesce è più forte del solito, cosa hai combinato stupida sardina?-
L'albino colse al volo l'occasione offertagli dalla ragazza per prendere il suo regalo di mesiversario.
-Sono andato al mercato, guarda cosa ho preso!-
E, così dicendo, le sbattè davanti agli occhi due pesci comprati da un simpatico pescivendolo poco prima. Lui amava il mare e le sue creature e, cosa ci sarebbe stato di meglio se non condividere la sua passione con la dolce Karin attraverso una deliziosa cena cucinata da loro? Niente. O almeno così pensava fino a quando la "dolce" Karin non iniziò ad urlare schiaffeggiandolo con i suoi stessi pesci.
Cosa aveva appena detto? Che non sarebbe riuscita ad arrabbiarsi? Si sbagliava. Come sempre aveva sottovalutato l'idiozia del suo ragazzo sottosviluppato.
Dopo tutte quelle urla Suigetsu non avrebbe dovuto stupirsi più di tanto nel ritrovarsi chiuso fuori dalla stanza con i suoi pesci in mano e, probabilmente, non avrebbe nemmeno dovuto stupirsi di ritrovarsi davanti ad una preoccupata Hinata attirata da tutte quelle urla. Che carina che era. In quella casa era l'unica con ancora un cuore pulsante. Sasuke non lo aveva mai avuto, Naruto era uscito su tutte le furie, Ino e Shikamaru erano andati a festeggiare chissà dove la rinascita della loro amicizia mentre la bestia dentro la stanza era semplicemente una belva dai capelli rossi e dalla voce stridula. Maledetta befana.
-Suigetsu-kun, tutto bene?-
-No! Sto con una malefica befana, come farebbe ad andare "tutto bene"?-
Forse aveva urlato troppo l'appellativo riferito alla megera rossa perchè ancora prima di poter finire la frase sentì dei pesanti passi avvicinarsi alla porta. Fu solo grazie al suo istinto da virile predatore se riuscì a scappare a gambe levate prima che l'arpia aprisse la porta e lo uccidesse nel modo più lento e doloroso possibile.
Era sempre a causa del suo istinto di sopravvivenza se aveva lasciato indietro l'indifesa Hyuga, tanto, lei, con le sue moine da ragazza dolce sarebbe riuscita a salvarsi comunque.
Effettivamente il ragionamento del ragazzo era corretto se non fosse stato per il  piccolo particolare che l'Uzumaki aveva un bisogno assurdo di sfogarsi e non si sarebbe fatta scrupoli ad usare la Hyuga per i suoi sporchi scopi. Non bisogna quindi stupirsi se circa una mezz'oretta dopo la ragazza stava ancora sbraitando senza ritegno mentre l'altra cercava, con scarsi risultati, di tranquillizzarla.
-Capisci? Per il mesiversario voleva regalarmi degli stupidissimi pesci! Pesci! Non solo Sakura si è messa con mio cugino, costringendomi a subirmela anche alle cene di famiglia, ma ora la sardina mi regala anche dei pesci! Quanto fa schifo la mia vita da uno a millemila?-
-"M-millemila"? Karin-chan, non pensi di esagerare? Magari per Suigetsu quei pesci avevano un significato più profondo..-
-E quale? Quello di voler diventare un pescivendolo? Io non intendo diventare una pescivendola! E neanche essere la moglie di un pescivendolo! Mio marito dovrà essere un uomo importante, lavorare con gli Uchiha e poi dovrà..-
-"Lavorare con gli Uchiha"?-
-Esatto Hinata-chan. So che sei buona, pura e cose varie ma non puoi non esserti accorta di quanto siano gnocchi gli Uchiha con la loro aria da.. ehi, perchè hai il cappellino da notte di mio cugino?-
-Oh, devo riportarglielo. Sasuke lo aveva.. preso in ostaggio..-
Nel pronunciare quel nome la ragazza non potè trattenersi dall'arrossire cosa che, purtroppo, non sfuggì alla maggiore delle due.
-A proposito di fighi pazzeschi, come va con Sasuke? Prima l'ho sentito litigare con Naruto, sai cosa è successo?-
-H-ha litigato con Naruto?-
Questo le risultava nuovo e, per un breve secondo, pensò anche di essere la causa della loro litigata ma subito dopo si ricredette. Era impossibile. Sasuke e Naruto erano amici da anni e non avrebbero mai potuto litigare per una come lei.
-Forse dovresti andare a consolare Sasuke-kun.. ho uno o due metodi che potrebbero funzionare..-
-C-come scusa?-
Non sapeva come mai ma aveva la netta impressione che Karin non stesse pensando a nulla di buono, che poi, come aveva fatto a passare da "il mio ragazzo è un imbecille" a "Hinata devi buttarti tra le braccia di quel grandissimo gnocco dell'Uchiha"?
-S-scusa ma ora devo andare da Naruto-kun!-
E così dicendo si era catapultata fuori dalla stanza prima che il discorso degenerasse ulteriormente. Fortunatamente mentre correva il più lontano possibile da lei riuscì a sentire lo stesso le indicazioni che urlava Karin per dirle dove si trovava il cugino. Un po' meno fortunatamente sentì anche le sue urla di incitamento riguardanti Sasuke e gli eventuali posti intimi dove poterlo consolare.
Non si era mai accorta di quanto potesse essere maniaca Karin fino a quel momento.

Naruto ancora arrabbiato per la discussione avvenuta solo poche ore prima con quello che, teoricamente, sarebbe dovuto essere il fratello che non aveva mai avuto, aveva preferito evitare gli amici tutto il pomeriggio a favore di un sano, e tristissimo, pomeriggio passato sull'altalena del parchetto vicino a casa.
Gli sembrava di essere ritornato ai primi anni della sua infanzia, quando si era dovuto trasferire ad Osaka. I primi giorni passati all'asilo della nuova città aveva passato intere ore in solitudine; tutti gli altri bambini si conoscevano già e lo snobbavano così, spesso, si ritrovava a passare i suoi intervalli in solitudine sull'altalena del giardino. Col passare del tempo, però, era riuscito a farsi numerosi amici tra i quali Sasuke, anche se quello non avrebbe mai ammesso di volergli bene.
Sempre a proposito di Sasuke, perché non era potuto diventare amico di una persona normale? Aveva sentito dire, più di una volta, che gli amici sono la famiglia che ti scegli.. ma col cazzo! Quale persona con un minimo di amor proprio si sarebbe scelto un complessato del genere come amico? Nessuno, ecco chi!
Troppo preso da quei pensieri desolanti il ragazzo non si rese conto della presenza di un'altra protagonista dei suoi pensieri.
Cosa ci trovava la dolce Hnata in un pazzo del genere? Lui ormai era caduto da tempo nella trappola degli Uchiha e, a questo punto non aveva più via di scampo ma lei doveva riuscire a salvarsi dalla loro pazzia, testardaggine, bastardaggine e chi più ne ha più ne metta.
-Naruto-kun?-
Al suono di quel dolce richiamo non poté fare a meno di sorridere solare dimenticandosi, almeno per un paio di minuti, tutto il suo malumore.
-Hinata-chan, cosa ci fai qui?-
-Ti ho r-riportato Trikki..-
Il tempo di rendersi conto che, effettivamente, quello che teneva in mano la dolce Hinata era proprio il suo adorato cappellino che la ragazza si era già ritrovata fra le calde braccia del biondino mentre questo urlava ringraziamenti ai quattro venti.
Poco importava se il cappellino mostrava dei chiari segni di cuciture, era sopravvissuto alla furia dell'Uchiha, e questo, per Naruto, era tutto ciò che importava. Trikki sarebbe sicuramente passato alla storia come uno dei combattenti per la patria più valoroso e fortunato di sempre.
-Hinata sei un'angelo! Il mio angelo!-
Hinata aveva sempre fantasticato ad un momento del genere ed in tutte era consapevole della sua debolezza e del suo conseguente svenimento ma ora che la realtà era così vicina alla fantasia si limitava solo a cercare di respirare. Naruto le stava letteralmente togliendo il fiato.
Sì, qualcosa era decisamente cambiato dentro di lei. Non si sarebbe mai stancata di vedere Naruto ridere ma, forse, la sua priorità era cambiata. Ora ciò che più voleva era salvare Sasuke dai muri che lui stesso stava creando tutto intorno a sé. Per questo, nonostante quel momento fosse esattamente come lo aveva sempre sognato aveva trovato la forza di allontanare Naruto da sé e dirgli, a voce bassa ma sicura, tutto quello che non era riuscita a dirgli da quella volta in classe quando lui e Sakura ancora non stavano insieme.
Gli parlò di come la rendesse felice vederlo ridere, di cosa provasse ogni volta che le parlava, che l'abbracciava o che le sorrideva ma gli raccontò anche di come si sentisse ogni volta che Sasuke la prendeva in giro, l'osservava e che l'aiutava.
Stranamente, almeno per quella volta, il biondino, conosciuto come uno dei più grandi chiacchieroni della storia del Giappone, era rimasto ammutolito davanti a tutti quei sentimenti fino ad allora inconfessati e alla consapevolezza di meritarsi, almeno in parte, tutte le accuse silenziose dell'amico.
Come aveva fatto a non accorgersi di quello che provava per lui la ragazza ma, ancora più importante, come aveva fatto a non accorgersi dei sentimenti che pian piano si stavano impossessando dell'amico? Come avrebbe fatto a diventare sindaco di Osaka se non riusciva nemmeno ad aiutare il suo migliore amico?
-Hinata-chan, perché mi stai dicendo tutto questo adesso?-
E a quella domanda più che legittima Hinata sapeva di non poter rispondere con un semplice sorriso ma troppe parole sarebbero comunque state inutili, soprattutto con uno come Naruto.

Ad essere sincere a quel punto Hinata sarebbe voluta andare direttamente da Sasuke ma quando era passata davanti alla villetta dove abitava Menma i suoi piani erano cambiati perciò, anche se un po' titubante, si era ritrovata a suonare il campanello di casa Namikaze.
-Hinata-chan! Cosa ci fai qui? sei venuta per concludere il nostro appuntamento?-
Menma Namikaze anche se svegliato nel bel mezzo del suo pisolino pomeridiano non si smentiva mai, c'era poco da fare, lui non era Naruto, e nemmeno Sasuke.
-Ehi, Hinata tutto bene?-
Se pure un tipo come il giovane Namikaze le aveva chiesto se andava tutto bene allora doveva sembrare proprio sconvolta però, insomma, aveva appena fatto la cosa più coraggiosa di tutta la sua vita: aveva affrontato il ragazzo che le piaceva. Con un profondo respiro aveva raccimolato tutto il coraggio possibile, e che le era rimasto dopo la chiacchierata con l'altro Namikaze, e si era inchinata davanti al ragazzo.
-Ti prego smettila di sfidare Sasuke-kun-
Dato il silenzio che aveva seguito la sua affermazione pensava di essersi sognata tutto, di non essere mai andata a casa di Menma per chiedergli di lasciare in pace Sasuke, ma quando la fredda risata del ragazzo raggiunse le sue orecchie sospettò di aver sopravvalutato la sua parentela con Naruto. Menma non condivideva assolutamente nulla con Naruto se non il cognome e i lineamenti. Non era buon e genuino come il cugino.
-Hinata, Sasuke è un bastardo, si può sapere perché lo difendi?-
-L-lui no è solo questo, ha anche molte altre qualità..-
-Certo, peccato che sia sempre troppo impegnato a comportarsi da stronzo per renderci partecipi del suo gran cuore-
La ragazza non poté non sentirsi tirata in causa. Menma stava prendendo in giro il ragazzo che la stava salvando da se stessa, non poteva permetterglielo. Per questo, almeno per quella volta, decise di mettere da parte le buone maniere impartitele fin da piccola a favore della risposta sempre pronta insegnatele dagli Uchiha e, in particolare, da Sasuke.
-Menma-kun, mi spiace d-dirtelo ma tu non ti stai comportando molto meglio-
Al suono di quelle parole inaspettate il ragazzo smise di ridere per guardarla tanto stupito quanto seccato.
-Accidenti, stare con quella marmaglia non ti fa bene.. e va bene, hai vinto ma in cambio voglio il bacio che mi devi-
Il moretto non le lasciò nemmeno il tempo di pensare o anche solo di capire quello che le aveva detto che le sue labbra erano già attaccate a quelle morbide della ragazza.
-Perfetto, lascerò in pace Sasuke.. per ora-
E, detto questo le chiuse la porta in faccia lasciandola ancora più sbalordita e confusa. Certo quello, grazie a Sasuke, non era il suo primo bacio ma non sopportava essere baciata a tradimento. Non sopportava che qualcuno attaccasse le sue labbra con le sue come, solo poco tempo prima, aveva fatto anche Sasuke. A dire il vero non sopportava nemmeno essere usata come ripicca nei confronti di qualcuno a cui voleva bene.
Sentì le lacrime che man mano iniziavano a farsi strada ma cercò comunque di  rimandarle indietro. Lei non poteva piangere.



Sasuke dalla discussione avvenuta con l'idiota biondo si era rintanato nella sua camera non permettendo a nessuno di entrarci, neanche al povero Shikamaru. Tanto testa ad ananas ora che aveva fatto pace con l'oca bionda non si sarebbe presentato molto presto a far valere il suo diritto di entrare in camera.
Fondamentalmente non voleva essere così cattivo con Naruto, voleva solo impedirgli di dire quello che pensava anche lui. Lui non si stava affezionando a quella mocciosa e, soprattutto, lui non voleva proteggerla, aiutarla, provare gelosia o voler anche solo stare con lei. Lui non la sopportava, non la voleva vedere, voleva solo che se ne tornasse dalla sua famiglia eppure, diversamente dagli altri, quando aveva bussato alla porta della camera lui l'aveva lasciata entrare e le aveva lasciato tutto il tempo che voleva per trovare il coraggio di dirgli quello per cui era venuta. Si aspettava una frase riguardante Naruto o il suo stupido cappellino per questo si era stupito enormemente quando lei si era limitata a chiedergli di andare in spiaggia per riprendere le lezioni di nuoto.
In quel frangente Sasuke, forse per la prima volta, mandò al diavolo tutti i suoi pensieri precedenti, il suo orgoglio ed il suo malumore per accontentare una persona che non fosse suo fratello o Naruto.

Se non fosse stato un Uchiha probabilmente avrebbe riso alla vista dell'erede degli importantissimi Hyuga mentre cercava di nuotare avanti ed indietro in un personalissimo stile che era l'incrocio tra lo stile a rana e quello a cagnolino.
Quel momento gli sembrava così stranamente giusto che, per quella volta, aveva preferito far finta di non aver notato gli occhi lucidi con cui la Hyuga si era presentata nella sua stanza ma ora una domanda più importante gli impediva di godersi quello spettacolo.
-Hinata, perché siamo qui?-
L'interpellata si raddrizzò in acqua e lo guardò confusa.
-Per insegnarmi a nuotare, no?-
A quel bisbiglio incerto Sasuke sbuffò spazientito. Figuriamoci se quella capiva al primo colpo.
-Sì, fino a lì c'ero ma come mai proprio ora? Ti ho detto di andartene e, sono sicuro, che tu sappia anche del mio litigio con il tuo preziosissimo Naruto quindi, perché siamo qui ora?-
Lo stesso sorriso dolce che poche ore prima aveva dedicato a Naruto ora lo stava dedicando a Sasuke perché alla fin fine la risposta era la stessa.
"Perché voglio potermi sentirmi libera di stare vicino a Sasuke-kun"
Perchè Hinata lo sapeva, se quel giorno era stata in grado di affrontare i due Namikaze era merito soprattutto dell'Uchiha che la stava aiutando a superare le sue paure.
Hinata non si stupì nemmeno troppo quando, con un elegante sopracciglio alzato, lui le aveva fatto capire che quello che le aveva detto per lui non aveva senso.
La sorpresa fu invece quando, una volta giratasi per riprendere i suoi esercizi di nuoto, si sentì afferrare per un polso ritrovandosi poi conto il petto muscoloso del suo interlocutore. Erano ormai a pochi centimetri quando con voce roca Sasuke le bisbigliò un chiaro "Hinata, permettimi di baciarti, per favore."
Era da mesi che viveva sotto lo stesso tetto degli Uchiha e, in questo breve periodo, aveva avuto modo di vedere diverse sfaccettature di ciò che era realmente Sasuke Uchiha e mai, mai aveva osato immaginare che lui potesse chiedere il permesso per qualcosa, tanto meno a lei.
Forse fu per la sorpresa, o per la situazione ma l'unica cosa che riuscì a fare fu un debole cenno di assenso prima che le labbra calde del più grande avvolgessero le sue con quanta più delicatezza gli era possibile.
Gli unici baci che aveva dato, se si escludeva quello rubatela da Menma poco prima erano quelli datele da Sasuke e questi non erano mai stati neanche lontanamente dolci per questo quando sentì la lingua dell'altro accarezzare le sue labbra con trepidazione ma senza la stessa ferocia delle volte precedenti si bloccò impacciata senza sapere come continuare. Per sua fortuna il ragazzo era a conoscenza della sua inesperienza e, staccandosi per un attimo da lei le aveva sussurrato un rassicurante "lasciati andare"  e, quello, fu esattamente ciò che fece Hinata. Quando le loro labbra si riunirono chiuse gli occhi assaporando il contatto tra le loro labbra, accarezzando la morbidezza dei capelli dell'altro e abbandonandosi completamente al suo braccio destro che la sorreggeva mentre l'altro le si era appoggiato dietro al collo in modo da impedirle di allontanarsi.
Quando si staccarono, anche grazie al sorrisetto sarcastico dell'Uchiha, Hinata non potè fare a meno di arrossire e fare due passi indietro finendo con l'inciampare e cadere in acqua.
E, sentendo quel "tsk" accompagnato da un divertito "stupida" Hinata comprese che non le importava di quanto sarebbe potuto risultare difficile ma non avrebbe mai permesso ad altre labbra di toccare le sue come aveva fatto Sasuke.


Non so quanti anni avete, se frequentate ancora la scuola e in che classe siete ma credo che concorderete con me quando dico che la quinta superiore è un incubo. Con questo non voglio giustificarmi, cioè, vorrei ma non posso quindi vi prego di accettare le mie classiche scuse e di non odiarmi.
Passando alla fan fiction, il motivo per cui siamo qui,, finalmente c'è una vera svolta nella storia, ed i nostri due protagonisti iniziano ad avvicinarsi veramente. Peccato solo per Menma che continua a fare di testa sua ma cosa potrebbe succedere se Sasuke scoprisse tutto? Sicuramente niente di buono ma non vglio anticipare niente, anche perchè non saprei proprio cosa potrei dirvi.. eh..
In ogni caso grazie a tutte coloro che continuano a seguire la storia più o meno attivamente, siete delle sante, davvero. Vi voglio un gran bene anche senza conoscervi  
❤️
Oltre a questo volevo dirvi che ho appena fatto twitter e, anche se non ho ancora capito  come usarlo correttamente vi lascio qui il contatto per contattarmi nel caso aveste domande sulla fan fiction o anche che non centrano, sarei davvero felice di rispondervi. Quindi beh, eccolo qui: @CriLovesChoco, sì lo so, sono fissata con il cioccolato .-.
Ora devo  proprio scappare perchè se mi beccano al computer è la volta buona che i miei mi uccidono però non volevo proprio farvi aspettare un altro giorno,spero di non deludere le vostre aspettative,

un bacione a tutti


Chocolatewaffel

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Capitolo 23
*** Di brutti segni e scoperte anche peggiori ***


sasuhina 21

Ciao a tutte. Prima di tutto volevo dire un sincero ed enorme grazie di cuore a tutte coloro che hanno letto fino ad ora questa storia e che l’hanno sostenuta. Siete fantastiche, davvero.

 Sinceramente non sono sicura di quante di voi si ricordino ancora della mia storia e non sono nemmeno sicura che la seguiate ancora però mi ero ripromessa di finirla perciò, nel bene o nel male, la porterò avanti. In ogni caso chiedo scusa a tutte coloro che stavano aspettando questo capitolo e non solo per il tempo trascorso ma anche perché non so davvero come sia uscito. Temo davvero di non essere all’altezza delle aspettative e del tempo passato. So che lo dico spesso ma ogni volta mi sento sempre molto insicura sui capitoli che scrivo, in particolar modo su quelli di passaggio. Comunque non voglio deprimervi oltre con le mie lagne perciò vi lascio al capitolo ma prima un veloce riassunto.

“Hinata viene considerata una persona debole e inadatta a ricoprire il ruolo di discendente del potere economico degli Hyuga perciò il padre, uomo austero e piuttosto fracassamaroni, decide di spedirla dagli Uchiha in modo rafforzare il suo carattere. Qui la ragazza fa la conoscenza di diversi personaggi interessanti tra i quali l’akatsuki al completo, banda di delinquenti composta da personaggi piuttosto singolari, Shisui, Sasuke e Naruto. Nonostante l’iniziale cotta stratosferica per quest’ultimo la dolce Hinata si ritrova ad avere una complicata e non del tutto chiara relazione con Sasuke, conosciuto anche come “scoiattolino” e “culo di papera”. A complicare ulteriormente questa “relazione” ci si metterà anche Menma Namikaze che fa ancora l’offeso con Sasuke per avvenimenti accaduti anni addietro. Hinata finalmente fa sentire la sua voce e si guadagna il diritto di sentirsi chiedere per favore da Sasuke con tanto di bacio.”

Devo dire che sembra un riassunto piuttosto logorroico e stile telenovela. Comunque, buona lettura :D

 

 

-Capitolo 22-

 

Sasuke, quella mattina si sentiva stranamente in pace con il mondo.

Il leggero venticello che entrava dalla finestra lo accarezzava dolcemente mentre quei fastidiosissimi uccellini cinguettavano alti nel cielo ma, stranamente, Sasuke non aveva la comune tentazione di strozzarli uno ad uno. Sembrava proprio una di quelle giornate che capitano solo una volta ogni morte di baka; giornate che, per inciso, lui non aveva mai avuto l’onore di gustarsi.

Finalmente quello sarebbe stato l’ultimo giorno nel “paradiso del divertimento” perciò voleva godersi al massimo le poche ore di sonno che gli rimanevano prima che qualcuno dei suoi fastidiosi compagni venisse a rovinargli anche quella giornata. L'unico possibile problema di quel momento era costituito da quelle braccia ancorate alla sua vita e l’incessante strofinio di una testa sulla sua schiena.
Ancora immerso nel dormiveglia, e nei ricordi del giorno precedente, aveva dato per scontato che solo una persona avrebbe potuto trovarsi nel suo letto, per questo, ancora con gli occhi chiusi, si era voltato e le aveva lasciato una casto bacio a fior di labbra.
Si era reso conto troppo tardi che infilarsi nel letto altrui, purtroppo, non era un comportamento tipico della Hyuga perciò quando, una volta aperti gli occhi, si era ritrovato davanti due occhioni azzurri che lo scrutavano sconvolti non si era sorpreso più di tanto. Questo, comunque, non lo aveva trattenuto dal tirare un calcio nello stomaco a quel miserabile imbecille facendolo cadere dal letto e, probabilmente, facendogli anche sbattere la testa contro il comodino. Pazienza, il comodino era del sopracitato imbecille e la testa, beh, pure.

La scena, ovviamente, fu contornata da un urlo disumano impreziosito da diversi epiteti molto coloriti ma poco educati.
-Baka! Si può sapere cosa diavolo pensavi di fare?-
Il povero biondo, nonostante le urla e la capocciata che aveva dato contro il comodino, contro il pavimento o contro tutti e due, non si era spaventato più di tanto. Dopo anni di amicizia in cui aveva frequentato la famiglia di quello scriteriato le cose che potevano spaventarlo erano davvero poche. Senza contare che ultimamente stava frequentando anche una persona che, se possibile, era anche più pericolosa di loro.

Che vita di stenti.

Con un adorabile, non per l’Uchiha, broncio aveva mugugnato qualcosa di simile a un “volevo solo farmi perdonare”.
Sasuke con ancora il respiro pesante e gli occhi fuori dalle orbite si trattenne dal tirargli la lampada, che teneva sottomano pronta ad ogni evenienza. Con scetticismo osservò gli occhi lucidi, probabilmente per il dolore, dell'amico e una domanda gli sorse spontanea.
-Ma sei scemo?-
Fra i due non era certamente l'Uzumaki a doversi scusare, a dir la verità, fra i due raramente era il biondo a dover chiedere scusa.
-Sì, insomma, so che lo stronzo testa di cazzo sei stato tu, però ci conosciamo da anni e ormai dovrei essere abituato alla tua bastardaggine. -
Sì, beh, ora però stava decisamente esagerando.

-E poi, a dirla tutta, c’è anche un altro motivo per cui vorrei scusarmi..-

Sasuke sapeva che quella conversazione non avrebbe portato a nulla di buono, lo sapeva, però era mattina e Naruto gli aveva appena evitato la fatica di andare a comprare altre birre per chiedergli scusa quindi: che male potevano fargli un paio di stronzate in più? Avrebbe comunque avuto tutta la giornata per passarci sopra.

-E sentiamo, perché vorresti scusarti?-

-La mia bellezza-

A quel punto Sasuke era fortemente indeciso su quale reazione sarebbe potuta essere la migliore: ridergli in faccia, tirargli un altro calcio o limitarsi a fargli notare, gentilmente, quanto, ancora una volta, non ci avesse capito un cazzo.

Fu solo grazie al pensiero delle birre risparmiate se il moretto optò per un sospiro stanco e un neutrale “Naruto, lo sai vero che, senza offesa, mi fai schifo e da sveglio non ti avrei ma, e sottolineo mai, baciato?”

-Oh, ma io non mi riferivo a quello anche se, pensaci bene, tu mi hai già baciato.. dì la verità, mi ami alla follia ma non hai mai trovato le parole giuste per..-

A quel punto, come ci si poteva aspettare, il suo sproloquio fu bloccato da una lampada atterrata sulla sua faccia.

-Non dire stronzate, e poi sei stato tu a salire sul mio banco, imbecille!-

-Mi ha spinto quello davanti!-

-Stronzate! Faceva tutto parte del tuo piano!-

Gli occhi di Naruto tornarono lucidi nel giro di pochi secondi.

-E ora si può sapere che ti prende?-

-Tu.. tu hai preso il mio primo bacio Sasuke-kun!-

Sasuke, purtroppo, non aveva più niente di pesante a portata di mano perciò si dovette accontentare di tirargli il cuscino.

-Imbecille!-

Forse, neanche tutto il giorno sarebbe bastato per fargli superare quella marea di idiozie che stava ascoltando.

Troppo preso da queste considerazioni non si era nemmeno reso conto dell’espressione improvvisamente seria di Naruto.

- Teme, ieri ho parlato con Hina-chan o, meglio, ha parlato lei.. mi ha detto di quello che provava per me e...-

-Naruto si può sapere che cazzo vuoi? Mi hai svegliato solo per rinfacciarmi quello ho detto sulla piattola rosa?-

Il biondino guardò l’amico sbigottito. Sì, ok l’Uchiha non era mai stato una persona particolarmente gentile nei soprannomi e non era nemmeno mai stato una di quelle persone con cui si poteva parlare tranquillamente ma, diamine, questo scatto superava quelli delle sue abituali crisi mestruali.
-Io.. volevo solo scusarmi per non essermene accorto prima. Tu sei il mio migliore amico ed io ti ho fatto soffrire-

L’espressione dell’altro passò velocemente dall’arrabiata al sorpreso con chiare tracce di smarrimento e un malcelato disgusto.

-Ma sei serio?-

-So che non parliamo mai di queste cose ma se volessi parlare con qualcuno, beh, io ci sono-

E, per enfatizzare meglio il concetto, gli aveva appoggiato una mano sulla spalla mentre l’altra era stretta a pugno vicino al cuore in segno di solennità.

Al moretto ci vollero almeno 10 secondi per riacquistare la sua calma ma, quando ci riuscì, lo sguardo omicida che ne uscì fu il migliore di sempre.
-Naruto, fammi un favore, sparisci-

Sasuke sembrava irritato al punto giusto, forse era arrivato il momento di giocare la sua arma segreta. Con il suo classico sguardo da “ingenuo sempliciotto ritardato” alzò le mani in segno di resa mentre indietreggiava con stoica calma.

-Ok, ok. Quindi non penso che, da migliore amico quale sono, dovrei dirti che poco fa Menma è venuto a cercare Hina-chan ma se a te non interes.. –

Il malcapitato non fu nemmeno in grado di finire la frase che si sentì urlare qualcosa simile ad un “stupido idiota cosa aspettavi a dirmelo?"

A dirla tutta non era così indispensabile portarlo al limite della sopportazione però, dai cazzo, una soddisfazione ogni tanto se la meritava anche lui. Senza contare il fatto che aveva irrimediabilmente deturpato il suo amato Trikki.

 

 

Hinata quella mattina si era svegliata presto. A dirla tutta non aveva neanche dormito così tanto e, questa volta, non era colpa dei calci di Ino quanto piuttosto di quello che era successo la sera prima. Lei, Hinata Hyuga, aveva baciato Sasuke, e questa volta lui non la stava prendendo in giro o almeno così sperava.

-L’alba è davvero meravigliosa, non trovi?-

-M-Menma-kun? Cosa ci fai qui fuori a quest’ora?-

- Vorrei farmi perdonare per il disguido di ieri.. che ne dici di prenderci un caffè?-
-Oh..ehm.. g-grazie ma io non bevo caffè-
-Hyuga poche storie, era una scusa per uscire insieme.. ci stai?-
-Ehm, io.. in realtà vorrei provare a parlare con Sas..-
-Tranquilla, vado io ad avvertirlo, vedrai che ci darà la sua benedizione-
Si era già alzato pronto ad andarsene quando si sentì richiamare dalla dolce voce della sua interlocutrice. Quando scocciato si era voltato a guardarla di certo non si aspettava di vederla fissarlo con decisione.

-Menma-kun, ecco, io, non p-posso uscire con te, mi piace un altro. PERDONAMI!-

E così dicendo aveva fatto un profondo inchino nella sua direzione mentre stringeva convulsamente i lembi della felpa.

Il silenzio dei secondi seguenti fu rimpiazzato ben presto da una risata che di divertito aveva ben poco.

-Non dirmi che pensavi veramente che avessi una cotta per te? Hinata, l’unico motivo per cui sto con te è per far arrabbiare quel culo a papera-

-Oh.. in questo caso vorrei ricordarti che non mi interessa. Non voglio avere niente a che fare con la tua vendetta. Sasuke-kun è un mio amico e non farei mai niente per ferirlo.-

-“Amico”? Oddio, non dirmi che non ti sei accorta veramente di..-

-Menma!-

Il ragazzo prima di voltarsi verso la fonte del richiamo osservò sconvolto la mocciosa dagli occhi limpidi ricolmi di curiosità che lo fissavano sinceramente stupiti.

Il richiamo di Naruto gli aveva impedito di completare la frase, era possibile che quel evidente sbaglio genetico fosse ovunque? Poco importava. Sasuke aveva preso una sbandata per l’unica ragazza che non cadeva ai suoi piedi, senza contare il fatto che fosse una delle ragazze più ottuse che avesse mai visto. Questo era il karma e se davvero il karma aveva deciso di farla pagare a quel miserabile scarto della società allora il suo intervento sarebbe stato superfluo quindi: perché faticare ulteriormente?

Menma Namikaze, 19 anni, era davvero contento di potersi vendicare del suo acerrimo rivale senza neanche faticare eppure, nonostante questo, non si sentiva veramente appagato. Mentre si allontanava dalla spiaggia si era voltato per osservare quella corvina che lo aveva respinto come mai nessun’altra aveva osato fare. Forse, un po’ capiva come mai piaceva tanto a Sasuke; nonostante l’apparenza fragile non era riuscita a spezzarla anzi, forse aveva ottenuto l’effetto contrario.

Perché suo cugino, nonostante fosse notevolmente più stupido, era da sempre circondato da delle persone così.. belle?

 

La dolce Hinata quella mattina aveva assistito a diverse cose strane: sembrava che Menma si fosse arreso, aveva visto Naruto, uno dei ragazzi più dormiglioni di sempre, in piedi all’alba solo per accontentare la romantica Sakura e, cosa più sconvolgente, aveva sentito una risata sincera, e diabolica, da parte del sopracitato cugino del dormiglione.. anche se sospettasse che la stesse prendendo in giro ma niente, niente, era comparabile alla stranezza di vedere il perennemente imperturbabile Sasuke fiondarsi giù dalle scale con solo i pantaloni della tuta con cui dormiva. E la cosa, se possibile, ancora più strana era stata il vederlo fermarsi davanti a lei, fissarla per poi, senza aggiungere altro, tornare lentamente in camera.

 

 

Per Sasuke il viaggio di ritorno era stato un vero incubo. Hinata si era addormentata sulla sua spalla dopo neanche 10 minuti dalla partenza e lui non aveva avuto abbastanza voglia per svegliarla così ora si ritrovava con un mal di spalla allucinante. Ok, forse stava un po’ esagerando, la spalla non gli faceva così male, non quanto la testa perlomeno. Naruto aveva abbaiato per TUTTO il viaggio il che, già di per sé era irritante ma se, a questo, aggiungiamo anche il fatto che urlasse stronzate con conseguenti starnazzate da parte delle due oche allora si sorclassavano tranquillamente i limiti dell’umanamente accettabile.

Con queste premesse il desiderio di Sasuke di tornarsene a casa era comprensibilissimo per questo, appena si erano fermati davanti a casa aveva svegliato la tizia dormiente sulla spalle con un davvero poco raffinato “dì un po’ Hyuga, ti sembro il tuo dannatissimo cuscino?” per poi fiondarsi fuori dalla macchina seguito da una fragorosa risata accompagnato da un fastidiosissimo “dice così però ha aspettato di arrivare per svegliarti”.

Stupidissimo usuratonkachi. E lui che prima di salire in macchina gli aveva persino fatto le sue scuse. Sempre che un cenno del capo contassero come scuse. Stà di fatto che si era ripulito la coscienza quindi il dobe non aveva più nessun motivo per irritarlo.

Dopo aver preso sia il suo bagaglio che quello di Hinata, se lo avesse lasciato prendere a lei ci avrebbe messo una vita, l’aveva aspettata per entrare ma si era visto seguire da tutta la comitiva.

Pessimo segno.

Segno che lo aveva portato a spalancare la porta di casa solo per ritrovarsi metà clan in casa che gli urlava “buon compleanno”, come se trovarsi la casa occupata da personaggi rumorosi fosse un buon modo per festeggiare.

Ci era voluta quasi mezzora prima di riuscire a liberarsi dagli abbracci stritolanti delle donne e le pacche soddisfatte degli uomini. “Ogni giorno che passa diventi sempre più degno del cognome che porti” e allora perché, nonostante questi riconoscimenti, si ritrovava ancora a doversi nascondere da sua madre per potersene stare in pace?

Ma soprattutto, perché gli Uchiha si devono riprodurre come conigli? Maledizione, sono davvero troppi, bisognerebbe fare una cernita e liberarsi di quelli inutili, vedi Shisui.                                    

Non sapeva da quanto era sdraiato tranquillo sul suo letto a rimuginare sui modi per occultare il cadavere di Shisui ma dopo poco sentì un leggero bussare alla porta. In una casa piena di megalomani, sì ammetteva anche lui che spesso gli Uchiha avevano problemi con il proprio ego, quella poteva essere solo Hinata. Era indeciso se darle il permesso per entrare o se aspettare di vedere se sarebbe entrata da sola. Non gli ci volle molto per rendersi conto che lei, da sola, non sarebbe mai entrata nella sua stanza.

Hinata stava per andarsene così, prima ancora che potesse rendersene conto, aveva spalancato la porta, aveva trascinato dentro la ragazza e aveva richiuso la suddetta porta controllando velocemente che nessuno li avesse visti.

-Cosa ci fai qui Hyuga?-

Hinata era appena arrivata ma già Sasuke avrebbe voluto ribaciarla. Maledizione, com’era possibile che una ragazzina pudica e fastidiosa come la Hyuga gli facesse quell’effetto?

-Io.. è la tua festa ma tu non c’eri.. Mikoto-san si potrebbe arrabbiare se scoprisse che te ne sei andato e..-

L’immagine imbarazzata della ragazza accompagnata dalla sua voce gli stavano bastando a fargli dimenticare tutto l’astio provato verso il mondo fino a quel momento. Dannata ragazzina e dannato lui. Si stava rammollendo come uno dei suoi stupidi amici o, peggio ancora, come il dobe.

Nonostante questa consapevolezza Sasuke cercò di avvicinarsi comunque alla fonte del suo malessere ma, questa, rispose automaticamente con altrettanti passi per allontanarsi da lui. Questo, almeno, fino a quando non si era ritrovata bloccata fra lui e la porta.

Quando si diceva “mettere in trappola la preda”.

-Ti preoccupi per me piccola Hyuga?-

Vedendola sgranare gli occhi sorpresa prima di ripuntare lo sguardo sulle sue povere mani martoriate persino uno come lui si ritrovò a provare un po’ di pena per lei. Momentaneamente rassegnatosi al suo nuovo carattere da bonaccione rammollito, era solo per la stanchezza, allontanò la bocca dall’orecchio della ragazza. Non era certo del motivo ma sospettava che prima di poterla avere tutta per sé sarebbe dovuto passare ancora un bel po’ di tempo.. non che la cosa gli interessasse comunque.

In un momento la sua maschera imperturbabile era tornata.

-E, sentiamo, sei venuta qui solo per questo?-

Sentendo quella domanda la ragazza aveva alzato la testa di scatto puntando i suoi occhi in quelli del ragazzo ricominciando a torturarsi le dita con ancora più enfasi. Solo un flebile “scusa se non ti ho ancora preso il regalo ma prometto che rimedierò intanto.. c’è qualcosa in particolare che potrei fare per te?” lo aveva distratto da quegli occhi. Almeno si rendeva conto di quanto diavolo potesse essere fraintendibile quando parlava in quel modo? O forse era solo lui che stava impazzendo. Insomma, per starle dietro aveva dovuto rinunciare a un sacco di valvole di sfogo quindi poteva anche capirsi.

Stupida mocciosetta.

-Dormi con me-

-C-cosa? I-io non credo di p-pote..-

-Non era una richiesta e, giusto per chiarire, non me ne faccio niente di uno stupido regalo quindi non sprecare nemmeno i soldi-

Se avesse saputo, o anche solo sospettato, della calamità che lo attendeva già dal giorno seguente le avrebbe chiesto un portamonete.. o un libro.. o qualsiasi altra stronzata che gli avrebbe potuto evitare quella sciagura.

Fanculo i legami di sangue, lui li avrebbe uccisi entrambi.

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