A love story named Dramione

di momyroby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo settembre 1998 ***
Capitolo 2: *** Torneo mano nella mano... ***
Capitolo 3: *** Sono cambiato... ***
Capitolo 4: *** Quattro occhi rossi ***
Capitolo 5: *** Un' insolita e curiosa alleanza... ***
Capitolo 6: *** Demonologia... ***
Capitolo 7: *** L'unione fa la forza ***
Capitolo 8: *** La paura che... ***



Capitolo 1
*** Primo settembre 1998 ***


Buonasera. sono Roberto, e ho iniziato da poco a scrivere una FanFiction Dramione, che sto pubblicando anche nella pagina Facebook ' A love story named Dramione'. Spero vi piaccia. Penso che Draco ed Hermione siano fatti per stare insieme, e cercherò di dimostrarlo con questa storia, molto rivoluzionaria. Ho introdotto alcuni personaggi, tra i quali...bhe, lo leggerete. Buona lettura e fatemi sapere..... Sembrava un giorno come tanti altri. Primo settembre 1998. L'estate era passata insolitamente bene. Sì, la prima estate tranquilla di Harry James Potter. La quiete dopo la tempesta. Poco, pochissimo tempo era passato dalla fine della guerra. Il Signore Oscuro, Tom Riddle,non era più il grande mago oscuro che era stato capace di rovesciare il potere del Ministero della Magia. Alla fine si era dovuto ricredere. Aveva capito in punto di morte che ci sono molte cose al di là del potere, ed altre più spaventose della morte. Aveva avuto una conversione. Aveva abbandonato definitivamente il male. Percival Potter, fratello gemello di Harry, grazie alle sue sconfinate e strane capacità ed conoscenze in arte magica, anche oscura, era riuscito a riportare in vita tutti. Proprio tutti. A partire da Severus Piton, il professore che più stimava e che considerava alla stregua di un padre. Serpeverde, vincitore del torneo tremaghi, creatore di numerosi incantesimi e pozioni nonostante la giovane età, aveva nel tempo dimostrato peculiari abilità. Era un metamorfomagus, forza magica quasi demoniaca. Era poi-come lui stesso si era definito- plurianimagus. Poteva trasformarsi in qualunque animale. E sapeva fare molte, moltissime altre cose, come volare senza scopa, fare magie senza bacchetta a livelli straordinari, leggere nella mente e controllarla. Come aveva fatto? Dedizione, testardaggine, giratempo, venti ore di studio extra-scolastico al giorno e...predisposizione. Dopo aver tenuto testa per la terza volta al Signore Oscuro ed aver resuscitato tutti i morti di entrambi i fronti, lo aveva indotto a redimersi, pena la morte. In cambio aveva assicurato a lui ed ai mangiamorte l'immunità dalla condanna ad Azkaban, ottenuta. Ora tutti erano cambiati, ed Harry e Percival avevano potuto abbracciare i loro genitori dopo tutto quel tempo. Ora il professore difesa contro le arti oscure era Tom Riddle stesso, Silente era tornato preside e Piton insegnante di pozioni. Lui aveva ottenuto dal preside, in cambio del sacrificio in tutti quegli anni, la bacchetta di sambuco, che Percy stesso aveva preso in possesso disarmando Draco Malfoy, il suo migliore amico. Silente, il solito sadico simpaticone, aveva imposto a tutti gli studenti di ripetere l'anno, con gioia di Percy e della sua migliore amica Hermione. Un'altro anno tutti insieme, ma senza preoccupazioni. Harry, mentre salutava i genitori prima di salire sull'Hogwarts Express, ripensò rapida,ente a tutto questo. Aveva timore di tornare alla scuola che era stata per lui come una casa? In un certo senso sì, ma si sarebbe dovuto ricredere. Avvenne qualcosa di più importante però, quel giorno. Una cosa alla quale Hermione Jane Granger avrebbe pensato per tutta la notte. Draco le aveva sfiorato la mano, ed entrambi avevano provato un'inspiegabile brivido...Silente quella sera ricordò che quell'anno i professori avrebbero avuto 4 classi in più del solito. Doppio primo anno, e per l'occasione erano stati ingranditi con l'Adduco Maxima, l'incantesimo di estensione irriconoscibile. Dopo aver presentato- si fa per dire- il professore di Difesa, il preside diede inizio al banchetto, solo dopo lo smistamento. Un ottimo banchetto, come sempre. E come sempre Percy mangiò gran poco, limitandosi a qualche assaggio di dolci. Mentre Ron, immancabilmente, mangiò metà del cibo della tavolata Grifondoro, o quasi. Draco guardò coi suoi occhi di ghiaccio Hermione per tutta la serata. E non passò inosservato alla bella e astuta streghetta, che però cercò di non farci caso. Ad un certo punto della serata i loro sguardi di incrociarono, ed entrambi provarono nuovamente quegli strani brividi... I due poi confessarono la cosa nei rispettivi dormitori ai due Potter... Era strano, ma Percy, in fondo, ci aveva sempre sperato. Hermione passò tutta la notte a pensare a Draco, lui invece, nella camera che condivideva da anni con Percy, fece il solco sul pavimento per ore ed ore. Poi si mise sul letto e ne riparlò con l'amico... Il risultato? Draco ed Hermione, passata insonne la notte, arrivarono alla prima lezione del nuovo anno, con Piton, già in dormiveglia- più addormentati che svegli, a dire il vero-,mentre Percy, praticamente abituato a studiare anche di notte non sembrava provato dalla nottata, anzi, era contento. Iniziare l'anno con Piton era poi...fantastico. Il professore, dopo un lungo discorso teorico che praticamente solo il suo studente migliore seguì fino in fondo, li mise all'opera con una pozione tra le più difficili: la polisucco. Solo tre studenti erano in grado di prepararla, e due di loro rischiavano di addormentarsi con la testa nei calderoni. Percy finì dopo mezz'ora, perchè sapeva a memoria il procedimento e sapeva anche come dimezzare il tempo di esso, mentre quasi tutti partorirono una brodaglia immonda, non avendo seguito le indicazioni di Piton. I belli addormentati se la cavarono con un filtro che probabilmente non avrebbe avuto un effetto più lungo di 10 minuti, ma sempre meglio di Neville e Seamus, che per poco non diedero a fuoco il calderone. Con sommo dispiacere- e disgusto- Piton rimediò ad alcuni intrugli ottenuti con chissà che quantità di ingredienti. Il professore, con il solito sarcasmo, si preoccupò dell'indennità degli studenti sequestrando quasi a tutti il prodotto. Mandò fuori tutti e tornò nel suo studio, non prima di aver tolto i fatidici 50 punti a grifondoro 'per la scarsa attenzione'. Percy svegliò gli amici che si erano definitivamente addormentati, per ironia della sorte, uno vicino all'altro. I due, imbarazzatissimi, schizzarono via senza aggiungere altro... Percy rise sotto i baffi e si smaterializzò-sì,era capace di farlo anche all'interno del castello da parecchi anni- in aula di trasfigurazione, dove, minuti e minuti dopo arrivarono tutti. La professoressa era sulla cattedra in forma animale... La lezione si svolse praticamente come la precedente, la differenza che al posto della Polisucco ci fu la trasfigurazione di un calice in un animale-l'inverso del feraverto. La formula era appunto Otrevaref, ma non venne recepita da alcun studente. Percy la sapeva già e trasformò il calice in un delizioso colibrì, i due addormentati trasformarono il loro in ratti e gli altri fecero altro danno. Alcuni lo mandarono in fiamme, altri lo fecero scoppiare, altri ancora lo riempirono rassegnati d'acqua per poi tramutare essa in vino. I due si fecero un sonnellino poi per Rüf, intento a spiegare una battaglia tra maghi e vampiri del secolo precedente. Stavolta a Percy toccò prendere appunti, perchè preferiva studiare magia oscura che storia della magia... Dopo un pranzo relativamente tranquillo, successe una cosa alquanto strana... Draco ed Hermione, che sembravano zombie nonostante il sonnellino schiacciato nell'ora del professore fantasma, si scontrarono con in mano i libri. E Draco, inspiegabilmente, invece di etichettare la ragazza con i soliti epiteti 'mezzosangue' e simili, fu gentile. Le chiese scusa la aiutò sia ad alzarsi che a riprendere i libri, per poi andarsene rosso sulle gote per l'imbarazzo. Imbarazzo? Lui? Strano. Con Hermione, poi... Solo col tempo i due avrebbero capito il perchè dei brividi e dell'imbarazzo...

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Capitolo 2
*** Torneo mano nella mano... ***


GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO LETTO IL PRIMO CAPITOLO. SPERO MI VOGLIATE PERDONARE SE NON RIESCO A STACCARE COMMENTO E TESTO... BUONA LETTURA... Anche quella notte trascorse insonne per i tre. Ma finalmente Draco ed Hermione riuscirono a fare luce sul buio di quel mistero. Draco specialmente ripensò a tutti gli anni passati ad Hogwarts. Non aveva fatto altro che offendere Hermione, cercando di farla sentire inferiore. Invece capì che quella streghetta era superiore. A tutti, soprattutto a lui. Non era stato lui a combattere il Signore Oscuro, non era stato lui lontano da casa per quasi un anno pur di aiutare gli amici, non era stato lui a distruggere uno dopo l'altro gli Horcrux. Lui cosa aveva fatto? Aveva scelto la strada più conveniente, diventare Mangiamorte. Ma non aveva avuto il coraggio di uccidere Silente, che pure disprezzava. Anzi, aveva disprezzato. Durante l'estate aveva fatto mente locale su tutti quegli anni, fino ad ammirare tutti coloro che si erano opposti a quel megalomane. Perfino Silente. Perfino Hermione, la mezzosangue alla quale aveva spesso augurato la morte e che invece gli aveva sempre tenuto testa. Così aveva iniziato per la prima volta a vedere le persone come realmente erano, lasciando perdere la miriade di pregiudizi che lo avevano portato a quella immeritata superbia, a quella arroganza basata sul nulla. Hermione-finalmente fu sincero a se stesso- era la strega più affascinante, brillante e sagace che avesse mai conosciuto. Lo aveva sempre saputo? Forse sì, ma era sempre stato pieno di pregiudizi fino a poco tempo prima, appunto. Ecco il perchè di quell'imbarazzo. Per la prima volta era lui a sentirsi un verme in confronto alla Granger. E lo capì durante il viaggio in treno, durante il quale aveva ripercorso per l'ennesima volta tutti quegli anni. Che fosse qualcosa di più della semplice ammirazione? Che forse la fine della guerra tra Ordine della fenice e mangiamorte avesse disseppellito qualcosa di più che da anni giaceva in lui come lava di vulcano pronta a fuoriuscire? Sperava fosse così. Sperava di avere la sua prima sicurezza, dopo una vita di illusioni. Ed Hermione? Anche lei in quell'estate aveva fatto la stessa cosa. Forte della sua lucidità, aveva ripensato a mente fredda a tutto. E aveva rivalutato anche Draco. In fondo non era colpa sua- si diceva- se era cresciuto con l'odio cieco per tutti gli avversari del Signore Oscuro. Forse il più grande merito di Percy era proprio il fatto di averlo sempre considerato come un amico fino a che, col tempo, anche Draco era riuscito a vedere Percy non come un nemico ma come un amico che gli sarebbe stato vicino nonostante tutto. Come quando, al terzo anno, si era lasciato ferire da Fierobecco pur di vedere intatto l'amico. Come quando, al sesto anno, aveva riparato per lui l'armadio svanitore pur di non vederlo ucciso da Voldemort. O come quando, mesi prima, lo aveva rinchiuso temporanemamente per salvarlo dalla morte in battaglia. Se Percy lo aveva aiutato, voleva dire che aveva visto fin da subito in lui qualcosa di positivo, recondito in lui e nascosto da quell'animo glaciale. Sotto quella prospettiva, allora Draco era 'solo' un ragazzo accattivante, seducente e astuto. Molto bella come prospettiva, a dire il vero. Hermione sorrise quella notte, quando se ne rese conto. Poi si lasciò cullare da quella paradisiaca immagine. La mattina seguente ebbero la prima lezione con Lord Voldmort. Anzi, col professor Riddle. Imbarazzante, molto imbarazzante. Buffo sotto un'altra ottica. Dopo un lungo discorso sul fatto che fosse felice per la prima volta in vita sua per il semplice fatto di poter redimersi insegnando a combattere la magia oscura della quale si era servito solo per fare del male, diede inizio alla prima lezione pratica. Voleva veder il livello di tutti, così propose un torneo di duelli. Al primo turno Hermione sconfisse senza problemi Goyle, Draco Tiger, Ron la Parkinson, Harry Michel Corner e Percy si trovò a combattere contro Daphne Greengrass. La servetta della Parkinson ebbe la faccia tosta di attaccarlo di spalle. Lui sentì prima lo schiantesimo e lo rovesciò contro di lei con forza decuplicata, causandole lo svenimento immediatamente. Turni dopo si trovarono a combattere Ron contro Harry, che vinse anche se dopo parecchi incantesimi, Draco contro Padma Patil, resa inoffensiva da un impedimenta parecchio potente, Hermione conto la sorella Calì, disarmata e pietrificata dopo pochi secondi, mentre Percy usò un'incantesimo di sua invenzione per attaccare al pavimento un Neville prono e col naso quasi insanguinato dalla botta presa cadendo: defluo! In semifinale si affrontarono quindi i Potter -inutile specificare l'esito- e...Draco ed Hermione. Draco riuscì inspiegabilmente a schiantare la streghetta, senza però farla svenire. Preso da una strana paura, andò ad accertarsi che stesse bene e la aiutò a rialzarsi...chiedendole nuovamente scusa. Assurdo. Cosa stava succedendo a Draco. Lei ringraziò imbarazzatissima, per poi prendersi la rivincita con un incantesimo 'rubato' a Percy, il Perturbo. Esso produsse uno schiantesimo di più alto livello dello Stupeficium, causando un mezzo trauma cranico al povero Draco che si ritrovò sulla parete opposta. Ora fu lei a preoccuparsi e a rianimarlo con una strana ansia. Lui non si arrabbiò affatto, ma anzi le fece i complimenti una volta di nuovo cosciente, e lei ringrazio a bassa voce tutta rossa. Più avvincente ancora fu lo scontro tra Hermione e Percy, che per la prima volta in quella mattina si divertì a combattere, senza però avere particolari problemi. Dopo qualche minuto smise di parare incantesimi e, messa nel mantello la bacchetta, la sollevò con la teleconesi per poi legarla con funi e sbatterla dolcemente al muro, facendole sì perdere conoscenza ma senza farle male. Neanche sotto tortura le avrebbe mai fatto del male. Riddle ovviamente non si stupì del vincitore e, timoroso, gli propose un duello che Percy accettò col sorriso. L'aula fu quindi completamente sgomberata e il duello iniziò. Draco ed Hermione si trovarono vicini e in un momento in cui Percy sembrava aver perso il controllo della situazione si presero per mano stringendosela a vicenda. Percy si riprese da quel momento di incertezza e contrattaccò scagliando sul professore un fuoco potente quasi quanto l'Ardemonio. Il professore preso alla sprovvista rischiò di scottarsi ma riuscì a domninare le fiamme, poi richiamate dall'avversario. A quel punto Percy passò all'aria, travolgendo il nemico con un tornado parecchio potente che lo mandò a terra. Percy legò il professore con piante rampicante fatte apparire con le mani dal pavimento, che misero fuori gioco il professore. Questo s'arrese e i due sfidanti scoppiarono in una grossa risata. Fu solo allora che Draco ed Hermione si accorsero delle loro mani congiunte. Scoppiarono anche loro a ridere, ma per un motivo diverso dal loro amico, che li vide compiaciuto con la coda dell'occhio...

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Capitolo 3
*** Sono cambiato... ***


Perchè? Perchè si erano presi per mano? Ecco cosa si chiesero per tutto il giorno Draco ed Hermione. Snobbarono tutta la lezione della Cooman, che- come al solito- predisse la morte di due o tre persone con la sua solita faccetta spaventata. Ad erbologia si trovarono ad affrontare delle piante carnivore e velenose, di cui solo Neville e Percy avevano mai sentito parlare. Ron e Pansy finirono in infermeria, altri riuscirono, cesoie alla mano, a domarle. Così passarono velocemente due ore, così velocemente che quasi Draco ed Hermione distolsero la mente dal 'meraviglioso incidente' come lo chiamarono entrambi tra sé e sé. Hagrid per il pomeriggio aveva programmato un simpatico incontro con un drago, fortunatamente giovane e relativamente innocuo. Sì, relativamente. Perchè se non fosse stato per un incantesimo d'acqua di Draco Hermione si sarebbe trovata coi capelli in fiamme. Stavolta Draco le voltò subito le spalle, perchè non voleva far trasparire tutta quella preoccupazione nei confronti di Hermione. Ma era come...come se dovesse dimostrarle qualcosa. Come se dovesse scusarsi per tutti gli anni d'angherie. A parte quell'ennesimo 'incidente', passarono tutti un pomeriggio tranquillo e divertente. Quel draghetto altri non era che il figlio di Norberto. Quella sera ci sarebbe stata una lezione notturna di Astronomia, pertanto rientrarono quasi tutti nei rispettivi dormitori per riposarsi, farsi una doccia e quant'altro.

 Una volta in camera, Draco andò a farsi una doccia nel bagno personale che aveva fatto comparire il compagno di stanza anni prima, mentre Percy si mise a leggere un libro d'arte oscura preso nella sezione proibita col beneplacito di Piton, che con lui non faceva mai tante storie. Draco poi si sdraiò sul letto con gli occhi rivolti al soffitto, come dormisse ad occhi aperti. 

Percy mise allora sul comodino il libro e, prima di andar sotto la doccia, fece un'osservazione all'amico:" ehi, draco, vedo che mi stai diventando il protettore di Hermione". 

Draco rispose con un grugnito e lanciandogli in testa un cuscino.

 "A parte gli scherzi... Fai bene a riflettere su Hermione. Temo non sia casuale il fatto che vi siate istintivamente presi per mano...". 

"Non me lo ricordare. Non capisco perchè io continui a pensare alla Granger"...

"Una mezza idea io l'avrei...ma...lascio che la cosa si sviluppi prima di trarre conclusioni. Comunque, ti ho sempre detto che mi avrebbe fatto piacere che voi vi parlaste e diventaste....amici? O è troppo?". Draco gli fece un gesto con la mano come a dire "Se se, contaci", allora lui lasciò perdere...

Percy quella sera non toccò cibo. Non seguì nemmeno Draco in Sala Grande. Un'altra persona quella sera vagava per il castello. Luna Lovegood stava davanti alla Stanza delle Necessità assorta nei suoi pensieri- chissà mai quali, stavolta-. Percy le si avvicinò volando a mezz'aria, per non far rumore. Arrivatole alle spalle, le cinse le braccia intorno alla vita, baciandola dolcemente sui capelli. Anni prima Percy era stato fatalmente attratto 'dalla sua piccola Luna'. Erano completamente diversi l'uno dall'altra. Lui così sempre lucido e freddo-caratteristica in comune con Draco-, lei così stravagante, straordinaria, imprevedibile. Era pazzo di lei. La adorava. Il primo bacio risaliva alla sera del Ballo   del Ceppo. Sotto la luna, dopo il ballo per il quale le aveva chiesto 'la mano', si erano baciati dolcemente, e da quel momento era l'uno dell'altra. Temevano che si sarebbero dovuti separare, quell'anno, perchè lui sarebbe dovuto andare al fatidico corso ministeriale per Auror, mentre lei avrebbe dovuto finire la scuola. Silente, con la sua balzana idea, aveva posticipato di un anno il tutto. Così avevano un altro anno, che volevano vivere a pieno. Luna si girò per nulla intimorita e, cinte le braccia intorno al collo 'del suo Percy', lo baciò dolcemente. Mano per mano raggiunsero poi  la torre di Astronomia, dove lui avrebbe avuto lezione ore dopo. Dopo averla baciata nuovamente, come  per  tacito accordo si trasformò in un imponente falco, sul quale lei salì. Percy prese il volo e la  portò in  giro per il castello, come a lei piaceva tanto...

Hermione nel frattempo stava leggendo in cortile. Quella sera voleva stare sola. Aveva come la sensazione fosse necessario. Chissà mai perchè? Ad ogni modo, quella sera uscì in cortile anche Draco. La vide e per la prima volta si mise quasi a contemplarla. Era davvero bellissima. Sotto la luce della  luna era veramente uno spettacolo... Istintivamente andò a sedersi vicino a lei, con le gambe dalla  parte opposta. Dopo qualche minuto iniziò a parlarle...

"Ciao...cosa leggi?" 

"Scusami, non ti avevo visto. Sto leggendo un libro sugli Animagi, comunque" 

"Vuoi diventare animagus, Granger? In quale animale vorresti poterti trasformare?" 

"C'è qualche animale che temi?" chiese sarcastica. 

Lui rispose con un ghigno meno arcigno del solito."Per una volta che volevo essere gentile..." 

"Malfoy? Pronto? Ci  sei? Chi si è impossessato del tuo corpo?"

"Sono cambiato...Hermione" 

"Oh, lo vedo bene...Draco". Entrambi si erano sforzati di parlare...civilmente, per la prima volta. "Non stai tramando qualcosa,  vero serpe?" 

"No. Cosa dovrei tramare, scusa? Possibile che tu non mi dia fiducia?" 

"Senti chi ha  parlato! Il purosangue re delle serpi. Mi hai sempre disprezzata. Mi hai sempre trattata come una pezzente. Cosa ti è successo?"

"Mi dispiace. Veramente.  Ma sono cambiato. Te l'ho detto"

"Sì?" 

"Sì"

 Lei sorrise, felice, in fondo, di esserselo sentito dire. "Bhe, in tal caso...grazie. Per oggi pomeriggio intendo" 

"Oh, di nulla. Stai più attenta però. E non mi diventare un drago". Lei sorrise nuovamente...Sì, non era più Malfoy il purosangue mangiamorte. Era solo....Draco. 

"Draco...ora che ti ho detto che voglio diventare animagus...non lo andrai a spifferare alla Umbridge, vero?"

"Oh, il gattaccio. Piuttosto le tiro dietro tutti quei piattini" 

"Ma se le leccavi i piedi dalla mattina alla sera" 

"Oh, già. Bhe, ora non più. Comunque...certo che non lo dico. Percy lo sa?"

Lei scosse il capo. 

"E lo dici a me? Sei cambiata molto anche tu a quanto vedo". 

"Credo comunque lo sospetti e...-rise divertita- non mi conosci bene, serpe."

"Non me ne hai mai dato l'occasione" 

"Io???" 

"Ok, ok, hai ragione. Mi correggo. Non ce ne siamo mai dati l'occasione" 

"Da quando ti interessa minimamente di me?" 

"Non mi conosci bene, grifa. Buona serata". Draco se ne andò, lasciando ad Hermione quel velo di 

curiosità che la faceva impazzire. E non in senso negativo. Lo vide andare via e fu tentata di fermarlo. 

Scosse invece la testa e si rimise a leggere. Aveva sognato? Se sì, era stato un bellissimo sogno. 

Altrimenti...Bhe, altrimenti avrebbe dovuto cogliere la palla al balzo... Era la sua ultima possibilità. 

Anzi, la loro ultima possibilità. 

 

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Capitolo 4
*** Quattro occhi rossi ***


Percy lasciò Luna davanti alla Sala comune dei Corvonero. Prima che lei entrasse, le fece assaggiare un bignè alla crema che le fece apparire in mano. Le piacque. E lo ringraziò...con un bacio al gusto crema. Poi Percy la salutò e si smaterializzò accanto ad Hermione, che si spaventò un po'.

"Tranquilla Herm, sono io. Cosa leggi?"...poi lui riconobbe il libro e si sorprese..."Animagus? Potevi chiedere a me, no?".

 Al che lei rispose "Volevo farti una sorpresa, ecco tutto." 

"Bha, non mi convinci...comunque...ti ho visto con Draco, prima. Non ho potuto che notare, in questi due giorni, certe cose...strane da parte vostra. Mi nascondete qualcosa?" 

"No, nulla. Anche se...bhe, sì, avevi ragione tu. Non è più il Malfoy che mi ha tormentato per anni. È cambiato e..." 

"E? Non dirmi che inizia a piacerti..."Si ritrovò il libro in testa, poi scoppiarono a ridere entrambi. Lei aveva le gote rosse, così lui rincarò sadicamente la dose: "Ehi...ho fatto centro?". Lei aveva il viso rosso fuoco...Si rimise a leggere, e lui le chiuse il libro. 

Le disse con tono teatrale "Allora, signorina Granger. Mi dica pure. A quale animale sta pensando?", e lei stette al gioco "bhe, signore, non lo so. Magari un aquila. O un serpente. Oh, sì un serpente. Così finalmente riuscirò a capire quello che lei e suo fratello dite in serpentese. O una fenice come lei, monsieur" 

"Signorina, non si metta a far la serpe anche lei, eh. Io e il signor Draco bastiamo. Non trova?".

Lei rispose ridendo.

Percy allora smise di usare quel tono così goffo e buffo. "Effettivamente, Hermione, essere una fenice risolve molti problemi. Hai già fatto esercizi?"

Lei annuì, così le disse "Allora non ci metterai poi tanto. Devi solo...devi solo visualizzarti come fenice. Ricorda: non c'è magia più grande della forza di volontà". 

Lei annuì e lo ringraziò, per poi abbracciarlo. E all'orecchio gli confessò bisbigliando una cosa...Lui le strizzò l'occhio. Poi le diede un bacio sulla fronte e si smaterializzò nei sotterranei. Mancavano due ore alla lezione di Astronomia, e lui aveva appuntamento con Piton...Da anni era consuetudine che lui andasse nei sotterranei per 'lezioni di potenziamento'. Creavano nuove pozioni e nuovi incantesimi... 

Intanto, Hermione era rientrata nel castello, ed era andata in bagno per sistemarsi il trucco. Era ridicolo farlo visto il buio pesto, ma non importa. Doveva essere perfetta. Ad un certo punto vide nello specchio due paia di occhi rosso fuoco. Fece appena in tempo a schivare , mettendosi poi ad urlare, due schiantesimi che avrebbero avrebbero quasi abbattuto un gigante. Fortuna voleva che Draco fosse da quelle parti. Sentite le inconfondibili grida della 'sua mezzosangue', di diresse di corsa in bagno, infischiandosene delle regole che gli avrebbero proibito di entrare in quello delle ragazze, e, forte di una potenza occasionalmente grande dettata dalla paura, mise in fuga i due strani nemici. Hermione, spaventata a morte, si era accasciata a terra ed ormai era in lacrime-il trucco ovviamente colò così Draco la strinse contro il proprio petto. Percy sentì tutto-da anni riusciva a sapere in tempo reale cosa facessero e come si sentissero Harry, Draco, Hermione e Luna, nonché altri con un po' di impegno- e sopraggiunse, portandosi dietro Piton, McGranitt, Silente e Riddle. Hermione continuò a piangere, letteralmente in preda al terrore. Affondava il viso nel petto di Draco, e lo stringeva così forte da fargli male. Ma lui non si lamentò e la tranquillizzò accarezzandole dolcemente i capelli e sussurrandole all'orecchio frasi come "Va tutto bene. È tutto finito. Ci sono qui io". Percy spiegò l'accaduto ai professori, che si sorpresero e si spaventarono uno più dell'altro. Silente quasi escluso. Lui, calmo come sempre, mormorò qualcosa come "Tom, stavolta il nemico non sei tu, a quanto pare". Lui fece una smorfia sarcastica e annuì. Decisamente lui non era coinvolto in quella faccenda. Ma ora toccava anche a lui proteggere gli studenti. 

Percy intervenne... "Vampiri. O, peggio, demoni. Anche se...i demoni hanno occhi rossi solo da arrabbiati. Ma cosa ci fanno due vampiri qui nel castello?". 

Fu Silente a rispondere: "Vampiri, dici? Sì, gli occhi rossi dovrebbero essere da vampiri, in effetti. Strano però. Ci sono parecchie protezioni contro le creature oscure. Alcune delle quali ad opera tua e di Tom.".

"Sì, appunto. Qualcuno li ha fatti entrare. Sarebbe stolto , se mi permette, preside, a questo punto, continuare il regolare corso delle lezioni. Con mio rammarico, temo che la cosa non debba essere presa alla leggera. Poi questo è solo il mio punto di vista...". 

La McGranitt, palpitante, intervenne :" Sono d'accordo col signor Potter. Albus, dovremmo avvisare tutti gli studenti. Sono tutti in pericolo. Non tutti sanno cavarsela contro dei vampiri. Sarà bene riunirli tutti in Sala Grande."

"Oh, certo. Temo non si possa aspettare nemmeno fino a domattina. Ma ora dobbiamo capire cosa avessero contro la signorina Granger.". 

"Preside-intervenne Piton- credo non avessero nulla contro la signorina Granger in sè. Forse...". 

"Forse puntano ad altro. O ad un altro", precedette Percy, che guardò prima Riddle, poi il preside. In seguito andò ad accertarsi che Hermione stesse bene. Piton e McGranitt andarono a chiamare Sprite e Vitious. Sarebbero così stati richiamati gli studenti di tutte le case. Riddle chiese ad Hermione se stesse bene, e lei annuì. Così lui se ne andò, preoccupato, con Silente. Draco e Percy si guardarono negli occhi. Il secondo volle far ridere l'amica così le disse qualcosa come "nei bagni di Hogwarts non si può mai star da soli...troll, basilischi, polisucco, sectumsempra, ora vampiri...forse ha messo una maledizione anche  qui senza accorgersene...". Lei si sollevò da terra e si asciugò il viso. Abbracciò anche l'amico- con  molto meno sentimento, ovvio. Lui le scoccò un bacio sulla fronte che fece arrossire Draco di una strana gelosia. Il che non passò inosservato a Percy, che prima di andarsene guardò l'amico con aria un po'interrogativa e un po' felice. Hermione seguì Percy con gli occhi, poi si avvicinò a Draco, gli diede un bacio sulla guancia e gli sussurrò un "grazie", prima di andarsene, rossa  d'imbarazzo ma felice. Draco si sedette, e si perse in mille pensieri. Sì: era veramente una ragazza affascinante. Capì che lo aveva stregato... Lui, principe di Serpeverde, purosangue fino alla punta dei capelli, si era innamorato di una Grifondoro mezzosangue...  

I direttori delle Case riunirono tutti nel giro di mezz'ora in Sala Grande, che ingrandirono con 

incantesimi di estensione irriconoscibile e dotarono di protezioni parecchio potenti. Anche Percy  

contribuì alla difesa: applicò alcuni incantesimi di protezione d'alto livello imparati in chissà quali 

libri di magia forse oscura... I Direttori accennarono vagamente alla situazione e diedero il compito ai 

caposcuola -Draco, Percy, Pansy, Hermione, Harry e Ron erano quelli di Serpeverde e Grifondoro, quell'anno occasionalmente in numero maggiore- di badare agli studenti più giovani... Quelli dal terzo anno in giù vennero mandati immediatamente a letto, quelli dal quarto al sesto si riunirono da una parte  della Sala e i più grandi dall'altra. Percy fece comparire un fuoco attorno al quale si misero tutti i  suoi coetanei. Lui prese poi le sembianze di un gatto e si mise accanto a Draco. Dean e Seamus iniziarono subito a chiedere cosa fosse successo, mentre i soliti idioti, Tiger e Goyle in primis, si  misero a sghignazzare fino a quando Percy non assunse le sembianze di una tigre e li graffiò per farli  tacere... Tornato gatto-il cugino felino minore della tigre- si mise a guardare il fuoco, ripensando a  quello che era successo... Vampiri. Come diavolo erano entrati? Chi li aveva aiutati? E...perchè? Draco 

ed Hermione finirono per trovarsi uno accanto all'altra e, come da tacito accordo, si presero per mano, 

come se si dovessero far forza a vicenda... Insieme ce l'avrebbero fatta. Insieme. 

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Capitolo 5
*** Un' insolita e curiosa alleanza... ***


Scusatemi davvero l'assenza. Sono sempre preso dallo studio e dalla pagina (https://www.facebook.com/Dracoedhermione). Vi sarei grato se ci passaste. Lì ho pubblicato i capitoli fino al 12. Sto scrivendo il 13... Credo di poter aggiornare almeno una volta alla settimana fino al 13, quindi...Sulla pagina mi firmo come Draco...
Buona lettura. Fatemi sapere... Questo è abbastanza corto, ma vanno via via aumentando di lunghezza...


 
 
Tempo un'ora e si addormentarono tutti. Quasi tutti, a dire il vero. Percy, salutata Luna, si mise 
a leggere un libro di approfondimento sulle Maledizioni Senza Perdono. Lettura più che amena, in confronto ad altre fatte l'anno 
precedente... Gli studenti dell'ultimo anno si erano attrezzati con sacchi a pelo. Hermione e Draco si erano addormentati per ultimi, l'una sul petto dell'altro... Dolci, molto dolci. Ma strano. Buffo. Assurdo, se si tengono in considerazione gli anni precedenti...Certo è che quella notte era accaduto qualcosa. Al di là del fatto dei vampiri, si intende. Draco ed Hermione avevano messo a nudo la loro anima. Non erano più l'arrogante e la saccente, la serpe e il grifone. Quella sera erano stati qualcos'altro. Qualcosa di indefinito, inspiegabile. Ma meraviglioso. Il pericolo rende alleati i nemici, amici gli avversari, amanti gli inconciliabili. Percy contemplò quel miraggio in forma felina. Ad un certo puntò sentì un rumore, e subito drizzò le orecchie... Possibile che fossero ancora i vampiri? Non ebbe il tempo nemmeno di capire, di realizzare ciò che accadde. In un attimo i due vampiri si materializzarono davanti a lui e scagliarono degli incantesimi su Hermione, addormentata. Da quel momento accadde il finimondo. Percy riuscì chissà come a deviare gli incantesimi, parecchio potenti, che ruppero il vetro di una finestra. Lì scagliò, come fosse un robot, non cosciente a pieno della situazione, su una parete. Lanciò un incantesimo di esplosione che fece svenire uno dei due- e svegliò tutti. Il secondo vampiro partì allora all'attacco. Percy urlò uno "state indietro" generale, poi parò un incantesimo di fuoco che altrimenti lo avrebbe cremato all'istante. Senza nemmeno ricorrere alla bacchetta, contraccambiò con un tornado, più potente di quello usato contro Riddle. Ma anche il vampiro parò l'attaccò. Era velocissimo, e schivò più scariche elettriche lanciate dal ragazzo, che schivò poi altro fuoco. A quel punto Percy riprese il controllo di se stesso e riuscì, dopo minuti di tensione, ad immobilizzare il vampiro, che provvedette ad uccidere piantando una spada d'argento nel cuore fermo del nemico. Solo allora arrivarono i professori, che Harry era andato a chiamare. Percy riprese fiato e, fatta comparire una poltrona, vi si accasciò esausto. Alcuni caposcuola portarono dalla parte opposta della sala gli studenti minorenni, mentre i maggiorenni e i professori si precipitarono da Percy. Il ragazzo, ripresosi, non stette a sentire le ansiose domande della McGranitt e della Parkinson, stranamente interessata a lui. Fece lievitare con una mano il vampiro rimasto svenuto e lo portò vicino a sè, per poi ucciderlo come aveva fatto per l'altro. "Fortuna che di notte studio e non dormo... Qui abbiamo un problema grosso. I vampiri erano...potenti. Più della media, intendo. Preside, la situazione sta degenerando. Non tutti riescono ad uccidere vampiri...".
Il preside lo guardò con una faccia strana e sorpresa, come se fosse stupito che quello studente fosse riuscito dove maghi adulti sarebbero morti in poco tempo. Ad ogni modo assentì e farfugliò infuriato qualcosa come "Pochi riescono ad uccidere vampiri. Servono auror in tutto il castello. Cacciatori di vampiri ed esperti in creature oscure."
Piton disse che era il caso di richiamare anche l'ordine.
Poi intervenne Riddle "Sì, Potter, non tutti riescono ad affrontare vampiri. Dubito poi che gli studenti ce la facciano. A parte te, a quanto pare, si intende. Per quanto mi riguarda, metto al servizio della scuola i miei ex-uomini e le creature che erano al mio servizio, se me lo si permette... E-si girò verso il preside-forse sarà il caso che si insegni loro come sopravvivere, perlomeno, ai vampiri".
"Senz'ombra di dubbio, Tom. Mi chiedo però cosa ci facciano vampiri qui", rispose il preside, calmatosi un po'.
" Ce lo chiediamo tutti, preside. Ma forse sarebbe più saggio proteggere gli studenti per il momento. Concordo con quanto detto dal signor Potter, per il resto."
Percy, dopo un attimo di silenzio, ebbe un'illuminazione..."Forse, preside, è collegato a...bhe, Lei sa chi... "
"Oh, bhe, già, che ovvietà. Loro possono essere la risposta a questo quesito"... Il preside non specificò altro, e se ne andò lasciando che il mistero rimanesse tale...Prima di andarsene chiese alla McGranitt ed a Piton di avvisare tutti i componenti dell'Ordine della Fenice (attraverso il quadro del preside Black l'una e col patronus l'altro) e a Riddle di chiamare tutti gli ex-mangiamorte e creature varie. Ovviamente non mancarono interventi curiosi. Pansy, andato via il preside, diretto probabilmente al ministero, chiese subito a cosa si riferissero. "Bhe, Pansy- rispose Percy-diciamo che Hogwarts in questo momento ospita due persone, anche se persone non è il termine più adatto, che potrebbero aver scatenato una rivolta da parte di...bhe, non è il caso che ve lo dica. Non è proprio il caso". Percy se ne andò smaterializzandosi. Era avvolto da un mantello e per andarsene lo girò intorno a sè, come aveva fatto Piton per scappare dalla Sala Grande l'anno prima. Nessuno che sapesse qualcosa a riguardo aprì bocca, quindi gli studenti non ebbero risposta. 
Percy era andato proprio da Loro, ad accertarsi che stessero bene. Alexander e Lara Gaunt erano sdraiati nei loro letti, nella camera del professor Riddle. Erano feriti, ma per la loro condizione non del tutto umana le ferite erano guarite facilmente, grazie anche a pozioni di Percy e Piton. Entrato nella stanza, somministrò una fiala di pozione curativa ad entrambi e disinfettò squarci nei petti..."I vostri amichetti hanno mandato qualche servitore a farci compagnia", disse ironico tra una cura e l'altra. Era ormai chiaro che una disputa tra non umani avrebbe condizionato la loro vita per un lungo, lungo tempo. Il mondo magico era ancora in pericolo...
Percy si materializzò nuovamente in Sala Grande, dove tergiversò alle domande dei compagni. Andò a salutare Luna ed a rassicurarla, raccontandole la situazione. A lei non poteva mentire...Luna, capito il pericolo che il suo ragazzo aveva corso, lo abbracciò molto forte. "Ehi, piccola, sto bene, non ti preoccupare". Dopo un bacio casto-non amavano certo baciarsi davanti a tutti-, Percy raggiunse Hermione e Draco, che prese in disparte. Li portò rismaterializzandosi in cortile, dove spiegò anche a loro gli avvenimenti... Intanto, videro all'orizzonte arrivare i primi mangiamorte, alcuni dell'Ordine e due giganti.

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Capitolo 6
*** Demonologia... ***


Ed ecco il sesto capitolo...fatemi sapere...


Percy iniziò a raccontare quasi nei minimi dettagli tutto ai suoi migliori amici... "Premetto: siamo di nuovo in pericolo. Forse non siamo mai stati così in pericolo. Sapete cosa sono i demoni, vero? -i due annuirono- sono creature molto potenti, ma che, in larga parte, non si interessano della vita dei maghi. Sono immortali se non vengono uccisi. Alcuni sono b
uoni, e hanno buoni rapporti coi maghi. Altri sono molto cattivi. Se si mettono contro i maghi, pochi di questi riescono a resistere loro. Certo, ci sono demoni e demoni. I più forti sono quelli millenari, di stirpe praticamente aristocratica. Poi ci sono alcuni più deboli. Tra questi ci sono demoni non nobili e demoni impuri. Per demoni impuri si intente principalmente vampiri e mezzosangue, come in tanti chiamano i figli di un demone ed un umano. I vampiri a loro volta hanno le stesse suddivisioni dei demoni, e i vampiri di più bassa categoria sono i più deboli e disprezzati tra tutti i demoni. Le due persone a cui alludevo prima sono due cosiddetti "mezzosangue", la loro madre Laura, demone di stirpe, è stata uccisa da una famiglia molto potente di demoni per il proprio matrimonio, considerato disdicevole, trent'anni dopo la celebrazione (che per i demoni non sono più che trenta secondi umani, ovvio). Si dà il caso che il marito fosse niente di meno che Orfin Gaunt, fratello di Merope Gaunt, madre di Riddle.- i due rimasero rintontiti dalla spiegazione di Percy, che parlava velocemente, e si stupirono quando iniziò a parlare di Orfin Gaunt-. Dal matrimonio sono nati appunto due figli, Alexander e Lara Gaunt, cugini di Riddle...questi, dopo l'internamento del padre ad Azkaban per aver ucciso il cognato e i genitori di questo, omicidio compiuto da Riddle, come sapete, vennero cresciuti da una famiglia di demoni 'puri', tra le più nobili e potenti del mondo. Questi demoni sono cattivi, in confronto a loro Riddle è stato un agnellino. Hanno quindi accolto i fratelli Gaunt perchè stimavano Riddle. Ora che lui si è convertito, il legame si è spezzato. E i Gaunt, quando dimostrarono di apprezzare il cambiamento del cugino, vennero feriti gravemente da alcuni degli esponenti di spicco della famiglia. Miracolosamente sono riusciti a fuggire, e, dopo un lungo peregrinare, sono arrivati qui al castello, trovando asilo presso il cugino... Fatto sta che i demoni danno loro la caccia e sanno che sono qui. Ergo, si opporranno a chiunque tenti di nasconderli a loro. E i due vampiri che ti hanno attaccato, Hermione, non erano altri che due servitori di alto livello dei demoni in questione. Quello svenuto era abbastanza debole, ma il secondo, quello che mi ha dato problemi, è evidentemente figlio di un demone e di un vampiro. Mezzosangue di alto livello, insomma. Per vostra informazione, si può uccidere un vampiro trapassandogli il cuore con una lama o del fuoco, magari combinati. E ovviamente temono la luce del sole. I demoni possono essere uccisi solo da maghi di altissimo livello con una spada d'argento. Ne ho usata una contro il vampiro perché i mezzosangue figli di demone e vampiro sono più potenti dei vampiri normali e meno vulnerabili, in quanto hanno una parte di potenza demoniaca, che rende loro vulnerabili solo alle spade d'argento."I due amici 
rimasero basiti. Lo avevano ascoltato in silenzio per tutta la durata del discorso. Il primo ad 
intervenire fu Draco:"E tu come conosci queste cose? Non ricordo che qualcuno ne abbia mai fatto 
menzione..." "Tre anni fa ho studiato i demoni per un mese intero, caro Draco E sai quante cose leggo in 
un mese...". Hermione, per nulla spaventata dopo anni ed anni di guerra, intervenì con qualcosa di più brillante: "E come sono entrati nel castello? E poi perchè voglio attaccare me? Nemmeno sapevo dei cugini di Vold...ehm, di Riddle.". Percy si prese qualche secondo di riflessione, poi rispose: "Una cosa alla volta... Un demone, ripensandoci, è capace di trapassare protezioni che ucciderebbero un mago. E, se, come penso uno dei due era mezzo demone, è facile capire come siano entrati. Quanto alla seconda domanda...bhe, i demoni solitamente non si interessano degli umani, ma questi sono cattivi e spesso interagiscono coi maghi. Quindi sapranno che tu, insieme a me, Ron ed Harry, hai contribuito alla caduta del regime del terrore che a loro piaceva molto. E sanno anche che solo tre persone, qui nel castello, possono ostacolare i loro piani. E credono, probabilmente, che tu possa essere usata come pedina per arrivare a...bhe, a me. Ora è il caso di tornare dentro.". Percy vide arrivare nel cortile alcuni mangiamorte..."Buonasera-disse loro-. Il professor Riddle è in Sala Grande. Grazie per essere venuti..." 
E si smaterializzò, lasciando i due amici che entrarono subito insieme ai Mangiamorte parenti di Draco, 
Bellatrix, Rodolfus, Rabastan e Regulus-che era tornato in casa Black dopo le resurrezione-in primis. 
Quando arrivarono, videro Percy parlare con Riddle e Piton. Stavano pensando a come tenere fuori dal castello almeno i vampiri, se non i demoni. Intanto arrivarono quelli dell'Ordine: Moody, Tonks con Remus, Sirius, Aberfoth l'ormai Ministro della Magia Kigsley, la famiglia Weasly al completo, i Prewett, i Paciock e James e Lily, che raggiunsero subito l'uno Harry e l'altra Percy. Salutato il figlio, salutò
anche Piton, che aveva perdonato e con il quale stava cercando di ricostruire un rapporto. Inutile dire 
che Riddle le metteva soggezione, ma lo salutò comunque per educazione. Arrivarono anche tanti altri 
Mangiamorte: i Carrow, Dolohov, Greyback, Macnair, Rookwood, Rosier, Rowle e Karkaroff, che era tornato 
preside della scuola di Durmstrang, Avery, Nott, Tiger e Goyle senior, ed infine Peter Minus. 
Quest'ultimo andò subito in un angolo, temendo che Percy se la prendesse con lui. Era l'unico infatti 
che non era riuscito a perdonare. Per ultimo arrivarono alcuni parenti degli studenti-come la signora 
Augusta Paciock e i coniugi Malfoy- ed ex studenti come Cho, Cedric e Baston. C'erano quasi tutti, insomma. Ora che si erano uniti i nemici, potevano dare inizio alle danze. Era cominciata una nuova guerra.

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Capitolo 7
*** L'unione fa la forza ***


La Sala Grande venne ingrandita ancora di più, e i minorenni vennero mandati nei loro dormitori posticci. Vennero poi rimesse le tavolate, dove i nuovi ospiti presero posto. Percy rimase appena davanti alla porta che collegava la Sala Grande con quella dei trofei. Accanto a lui la spada d'argento con cui aveva trafitto i due vampiri. Silente prese la parola: "Grazie a tutti di essere arrivati così velocemente. Non è il caso di fare troppi giri di parole: arriviamo al dunque. Il qui presente signor Potter-e lo indicò-ha trafitto non più di un'ora fa due vampiri-Percy sollevò con la magia la spada-. Di certo la loro non era una visita di cortesia. Fatto sta che tutti gli studenti ora sono in pericolo. Un pericolo che i soli professori non possono affrontare. Ora, non so se e quando i vampiri torneranno, ma io ed i professori abbiamo ritenuto necessario avvisarvi del pericolo che tutti loro corrono. A quanto ne so, solo uno studente è in grado di uccidere due vampiri, e pochi sarebbero in grado di sopravvivere. È quindi necessaria la collaborazione di tutti voi. Il professor Riddle ha chiamato anche i suoi...amici, che spero vorranno aiutarci in questa impresa. Ora forse è il caso che io vi dica il motivo per il quale l'uccisione di quei due vampiri si è resa necessaria. Qui, nel castello, ci sono due persone...particolari, cugini del professore. Mezzi demoni, tanto per arrivare al punto. Una famiglia di demoni tra le più potenti e malvagie dà loro la caccia. Ora, se fosse solo per loro non metteremmo certo a repentaglio la vita di tutti gli studenti. Questi demoni però vogliono uccidere qualsiasi persona interessata con la caduta del regime del terrore, caduta definitiva. Vogliono uccidere tanto i componenti dell'Ordine quanto gli ex mangiamorte. E tutti i parenti degli studenti. E sarà dura fermarli. Vi consiglio allora di portare qui le vostre famiglie. Insieme ce la possiamo fare, da soli siamo perduti. Per ora si tratterà solo di insegnare ai vostri figli o nipoti come combattere contro i vampiri, o perlomeno come difendersi in caso di attacco. Quanto ai demoni, tarderanno ad arrivare, perchè raramente interagiscono con gli uomini. Ma arriveranno, questo è certo. Solo voi, in passato nemici, potete fermarli. Ma dovrete essere uniti. Più uniti che mai." ...Si scatenò il Caos. Confusione, confusione dappertutto. Fortunatamente nessuno se ne andò. A parte il solito Minus che provò a fuggire. Percy gli aveva tenuto gli occhi puntati per tutto il discorso di Silente, così si accorse supito del fatto che si fosse trasformato. Volò a tre metri da terra-con lo stupore di colore che non sapevano che sapeva farlo- e immobilizzò Minus. Lo indusse a riprender forma umana e poi, tornato a terra, lo sollevò-si dettero il cambio, insomma- e quasi gli urlò: "Stavolta no, topastro. Non scapperai di nuovo. Hai passato in fuga vent'anni. Non ti bastano?"e lo rigettò a terra, a dieci metri di distanza. Quello, impaurito, implorò pietà tornando al capezzale di Percy. "Pietà? Per chi? Pe te? Bella battuta, Peter. Bella battuta" e se ne tornò furente accanto ai professori, sempre in volo. Molti gli fecero i complimenti con uno sguardo. Tra questi, inutile dirlo, Sirius, Remus, James e Piton. Il silenzio creatosi con l'intervento di Percy finì presto. Silente allora riprese la parola. "Calmi, signori, calmi. La calma è fondamentale in questo momento. Ora, forse è il caso che voi tutti vi dividiate in gruppi. Gruppi che saranno a capo ognuno di un Auror e di un Mangiamorte. Ricordate: amici i nemici! Alastor, tu e Rosier prenderete il comando di un gruppo. Come anche Sirius e Bellatrix, Tonks col signor Malfoy, Remus con Dolohov, il Ministro con Avery, i gemelli Weasly con Rookwood.". Quasi tutti storsero il naso... In quel momento arrivò anche Madame Maxime, che, dopo il saluto del Preside e un breve resoconto della spiegazione, fu abbinata al preside di Durmstrang, e a loro fu dato il compito di coordinare i propri studenti ed ex studenti. Erano arrivati, tra gli altri, Bill Weasly con Fleur e Victor Krum. Finalmente era arrivato qualcuno capace di combattere contro vampiri, se non ucciderli. Silente, ricordatosi degli studi che gli studenti di Durmstrang facevano, chiese al loro preside Karkaroff di istituire alcune lezioni di combattimento mirato. Queste si sarebbero tenute dalla mattina successiva, e le avrebbero tenute gli studenti più grandi di Durmstrang. Tutti quelli già diplomati invece sarebbero andati a costituire, insieme alle diplomate di Beauxbatons, il gruppo Karkaroff-Maxime di perlustrazione. Silente poi si rivolse nuovamente a tutti: "Vi starete chiedendo cosa effettivamente debbano fare i gruppi che spero abbiate finito di costituire. Ora, confido che i veterani sappiano come comportarsi contro i nostri nemici. I Gruppi dovranno pattugliare il castello, due o tre gruppi per ogni ala del castello, e a turno faranno la guardia.". A quel punto Percy prese la parola: "Credo non sia consigliabile pattugliare le zone esterne del castello. Quindi i giganti e le creature della foresta immagino ci daranno una mano per quanto riguarda il Lago, il cortile, le serre, la Foresta e le zone circostanti. Non possono molto contro i demoni, ma una carezza di gigante sul viso di un vampiro o una freccia di centauro di certo non sarà gradita-suscitò quel poco di ilarità suscitabile in un momento di estrema tensione-. Quanto a come affrontare i vampiri, di certo i nostri amici dell'Est sapranno darvi maggiori dritte. Per quello che ho studiato a riguardo, sappiate che i vampiri sono estremamente veloci e scaltri. Hanno paura della luce solare, come noto, quindi per difendersi un Lumos Solem potrebbe bastare. Vi consiglio comunque di girare muniti di spade, coltelli, qualcosa di appuntito, insomma. Sono vulnerabili alle lame e al fuoco, specie se combinati. Quanto invece ai demoni...sì, tarderanno ad arrivare. Ma è necessario sapere che i mezzo demoni figli di vampiro sono vulnerabili solo a spade d'argento, come anche i demoni, d'altronde. I questi mezzo demoni sono molto più potenti dei comuni vampiri, in generale. Per il resto, affidatevi agli studenti di Durmstrang. Estote parati... Oh, è ora di andare a curare i fratelli Gaunt. Mi sento un po' un infermiere... Madama Chips, non se la prenda se le rubo il lavoro...". Suscitò ancora un po' di ilarità, per poi andarsene volando in forma di falco... Arrivato nella camera di Riddle, rifece le medesime cure. Sembravano riprendersi, quindi diede loro una pozione in meno... "Abbiamo detto a tutti di voi. Ora la Sala Grande è gremita. Abbiamo chiamato praticamente tutto l'Ordine, gli auror, gli ex mangiamorte, alcuni ex studenti di Hogwarts ed alcuni di Beauxbatons e Durmstrang coi rispettivi presidi. Domani Gli allievi di Karkaroff inizieranno a dar lezioni di difesa contro i vampiri..." disse tra una cura e l'altra. Loro erano ancora troppo deboli per rispondere... Fecero un cenno per ringraziare, poi si rimisero a dormire. Tempo una settimana e avrebbero ripresero a pieno le proprie forze... Tornato in Sala Grande, salutò finalmente le persone arrivate, soprattutto gli auror, i presidi e gli studenti delle altre due scuole, con alcuni dei quali aveva una corrispondenza epistolare da anni... Poi andò dai coniugi Malfoy, dai quali aveva passato un mese durante le vacanze estive. Narcissa soprattutto fu molto espansiva. Ormai lo considerava come un secondo figlio... Percy: il gemello di due non fratelli, Harry e Draco. Dopo averlo salutato affettuosamente, gli chiese se realmente fossero tutti in pericolo... "Sì, purtroppo. Altrimenti non avremmo chiamato così tante persone. A proposito, grazie di essere venuti" "Dovere, tesoro." Il padre di Draco chiese invece se ci fosse qualcosa tra Hermione e suo figlio, che vedeva parlarsi... "Lo spero, signore...Lei no?" e se ne andò. Luna -uscita da dormitorio per un attimo- era con suo padre Xenofilius, Harry con i Weasly. La madre stava parlando con Severus e il padre con Sirius e Remus. Minus stava sempre in un angolino. Allora lui gli si avvicinò e, vedendolo terrorizzato all'idea di una magia oscura di quelle di Percy, lo tranquillizzò :"Non ti preoccupare, non ti mangio. A proposito, ti chiedo scusa per prima, non sono mai così isterico. Ah, attento! Potrei mangiarti veramente se tu ti ritrasformassi in topo. Il gatto insegue il topo. Sempre.-scoppiò a ridere-Comunque....forse è il caso che i quattro malandirni riprendano a lavorare insieme, non trovi?" e strizzandogli un occhio lo invitò ad andare da suo padre. Tutto sembrava tranquillo. La tensione rende il mondo tranquillo...Intanto che vagava per la Sala tranquillizzando molte persone, come la Cooman, agitatissima, vide arrivare la Umbridge e la Skeeter. Il saluto di Percy fu un sonoro "Abbiamo già cani-iniziò a contare sulle dita-lupi, cervi, topi, gatti...ci mancavano solo un rospo uno scarafagg...ehm scarabeo per metter su uno zoo". Le fulminò con gli occhi e si appollaiò in forma di civetta. Rimandiamo ad un altro momento la spiegazione della presenza dei due nuovi animali, però. Hermione e Draco erano sempre più vicini. Si presero per mano mentre chiacchieravano. Si sarebbe potuto dire che erano fidanzati... Molto, molto dolci... Per la seconda volta in quella notte, Percy li vide come li aveva sempre sperati di vedere. Stavolta in forma volatile... Si disse che allora prima o poi avrebbe fatto un mutamento perenne in animale, pur di vederli felici. Insieme.

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Capitolo 8
*** La paura che... ***


PERDONATEMI SE NON RISULTANO SPAZI TRA LE RIGHE, MA É "COLPA" DEL FORMATO, NELL'ORIGINALE SONO PREVISTI SPAZI E PARTITURA IN PARAGRAFI. BUONA LETTURA, FATEMI SAPERE SE VI PIACE. QUESTO È L'OTTAVO CAPITOLO, ATTUALMENTE STO SCRIVENDO IL SEDICESIMO La Skeeter e la Umbridge intanto avevano raggiunto la pedana dei professori. La prima voleva, come al solito, importunare qualsiasi persona per ottenere informazioni al fine di scriver un articolo in cui sarebbe comunque stato scritto il contrario di tutto. Prese due spaventi quella sera. Uno vedendo Krum, che al Torneo Tremaghi l'aveva giustamente scacciata dalla tenda dei campioni "e amici", l'altro vedendo il professor Riddle. Questo era teso, come tutti gli altri. Ma si vedeva che l'estate lo aveva rasserenato, in generale. Molti Mangiamorte gli stavano appiccicati, e più volte aveva dovuto "gentilmente allontanare" Bella che gli ronzava intorno. La Umbridge era venuta a nome del Wizengamot- come disse orgogliosamente la gallina- per fare il punto della situazione. Salutò per dovere d'ufficio il Ministro che ovviamente non assomigliava per nulla a Caramello-come-sono-bello. Espresse il suo disappunto per una cinquantina di cose- ma nessuno le diede retta- e chiese il motivo dell'intervento di tutte quelle persone. Le rispose Silente, il più pacato di tutti in quel momento. Lei, insoddisfatta e più sfacciata che mai, rispose con una risatina che avrebbe innervosito un placido bradipo. Silente, il solito cortese, le chiese se volesse passare al castello la notte, per poi ripartire dopo l'alba, data l'ora molto tarda. Allora quella notte ebbero un animale in più in giro. Nel giro di due ore andarono tutti a dormire, chi in un'ala del castello, chi in un'altra. Percy, ritrovata la quiete dopo la tempesta, si rimise a leggere in forma felina-in quel periodo lo faceva spesso. Di fronte a lui Hermione e Draco. Nemmeno loro avevano sonno. Anzi, parlarono insieme per tutta la notte, come fossero soli. Effettivamente, Percy quando leggeva non era di molta compagnia. "Allora, Serpe, come mai così affettuoso stanotte?" "Allora Grifa, come mai così impicciona stanotte?". Si misero a ridere di gusto, e scappò anche a Percy un mezzo sorriso. Hermione riprese la mano di Draco. Così fredda eppure così bella. Di minuto in minuto si stava accorgendo che quella rara sensualità fredda la stava conquistando. Probabilmente gli sarebbe saltato addosso da un momento all'altro. Il camino della Sala Grande era acceso, ed Hermione-si accorse Draco-era molto affascinante con la luce del fuoco alle spalle. Si contemplarono per minuti e minuti, in un silenzio mistico, magico. "Draco...stavo pensando. Cosa è successo fin da subito tra di noi? Cosa ci ha tenuto così separati in tutti questi anni? A parte il fatto che sono una "lurida mezzosan...". Draco le mise un dito sulle labbra, e lei non finì la parola. "Scusami, Hermione. Scusami per tutto. Sono stato uno stupido. Sempre. Una "lurida mezzosangue"? Ah, faccio schifo. Come posso averlo minimamente pensato?". Aveva uno sguardo da cucciolo, da cane dispiaciuto, che fece molta tenerezza ad Hermione. "Bhe, se io ho pensato che tu fossi un "lurido verme", tutto è possi...". Draco la interruppe ancora, sempre con un dito sulle labbra carnose della streghetta. "Hermione-respirò profondamente, per qualche secondo- ti ho pensato molto, questa estate..." "Anch'io ho pensato a te. Ehi-Draco aveva abbassato lo sguardo per non lasciar trapelare l'emozione che lo stava pervadendo- guardami-gli sollevò il mento dolcemente-." Hermione gli diede un bacio sulla guancia, molto vicino alla bocca. Si stava sforzando, stava resistendo alla tentazione, al desiderio. Quel bacio piacque molto ad entrambi. A Draco soprattutto. Aveva avuto decine e decine di ragazze. Ma mai aveva provato un'emozione simile. Mai era stato imbarazzato, estasiato, meravigliato, felice come in quel momento. Doveva fermare tutto ciò. Doveva prendersi del tempo per riflettere. "Hermione, vai a dormire. Dopo lo spavento che ti sei presa, ti ci vuole una bella dormita. Ti preparo una camomilla?". Lei annuì. Percy gliela ne fece apparire tre e la bevvero tutti. Draco accompagnò Hermione nel dormitorio di Grifondoro, e le diede un bacio sulla fronte, sussurrandole "Buonanotte. Stai tranquilla. Ci siamo noi. Ci sono io". Lei lo guardò estasiata e lo abbracciò. Dopo un altro bacio sulla guancia, entrò in camera. Si mise subito a letto e si addormentò pensando a Draco. Al suo Draco. Draco tornò da Percy, che chiuse il libro e lo fece sparire. "Potter...". Percy era soprappensiero, e gli rispose con un "mmh" "Percy...". Quando Draco lo chiamava per nome, significava che c'era qualcosa di importante da dire, significava che Draco aveva bisogno di parlare non con il compagno di stanza Potter, ma il migliore amico Percy. Il Potter Serpeverde guardò l'amico per qualche secondo, come se volesse entrare nella sua mente. Cosa di cui era capace, ovvio. Ma rinunciò, in favore di una chiacchierata tra amici. "Dimmi, Draco" "Hai ascoltato cosa ci siamo detti?" "Sentito... Sai, mi piace molto questo tuo lato...romantico" "Come dici tu, bingo! Non mi è mai capitato. Ma con lei mi pare così...naturale." "Non ne ho mai dubitato. Bhe, sì, so che Herm è l'unica a poter disseppellire quel qualcosa che vidi in te la prima sera che ci incontrammo" "Provo qualcosa di strano. Sai, non ho mai avuto certe emozioni con le ragazze" "Forse perchè le hai sempre usate come giocattoli, senza tenerci veramente. Un mero passatempo. E se stavolta ti fossi innamorato" "Percy...ho paura..." "Paura?" "Sì, ho paura che lei mi odi per quello che le ho fatto. Ho paura che, se fossi innamorato di lei, non sarei corrisposto. Ho sofferto molto. Sai, per tutti gli intrighi coi Mangiamorte. Ho paura di soffrire ancora. Ho paura di farla soffrire, poi. "Eh no. Non farmela soffrire, altrimenti ti ammazzo... Ora sei motivato a non farle del male?" Draco rise, e Percy ne fu felice. Poche volte lo aveva sentito ridere. "Motivatissimo" "Bravo. Tornando seri...ho visto come ti guardava. Ha uno spaventoso autocontrollo!" "Autocontrollo?" "Sì. Stava per saltarti addosso. D'altronde, chi non ti salterebbe addosso?" Draco lo guardò male, poi rise di nuovo. "Allora...dici che..." "Sì, dico che!" e gli strizzò un occhio. "Avanti playboy, da quando dubiti delle tue capacità di cui ti vanti sempre?" Risero insieme, poi Draco, fattosi serio, ringraziò "Grazie, Percy. Non so cosa farei senza di te" "Ed io senza di te, caro Draco.". Si alzò dalla poltrona e andò a scompigliare i capelli biondi di Draco. Lo trovava...rilassante. "Vai a letto anche tu, Draco. E se un vampiro ti bussasse alla porta anche solo per chiederti una tazza di zucchero, chiamami. Gli darò io un dolce benvenuto". Si abbracciarono, e Percy diede a Draco la buonanotte, per poi risedersi sulla poltrona, accanto al caminetto col fuoco scoppiettante... Era felice. Come anche Draco, che si addormentò velocemente pensando di avere tra le braccia Hermione. La sua Hermione.

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