Shark and... ?

di Vallellata
(/viewuser.php?uid=216883)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shark and Kotori ***
Capitolo 2: *** Shark e Takashi ***
Capitolo 3: *** Shark e Astral ***
Capitolo 4: *** With Rio ***
Capitolo 5: *** With Durbe ***
Capitolo 6: *** Shark e Thomas (parte 1) ***



Capitolo 1
*** Shark and Kotori ***


Rating: Verde
Personaggi: Shark & Kotori


Ryoga stava passeggiando nel cortile della scuola.
Il cielo era scuro, completamente coperto da delle nuvole nere e stava piovendo a dirotto, ma a lui non importava, non avrebbe rinunciato a passare il tempo in cortile per due goccie d'acqua.
Inoltre, il rumore della pioggia, l'acqua che gli percorreva il corpo lo facevano sentire a suo agio e non c'era tanta gente a dare fastidio.
Odiava stare vedersi circondato da troppe persone.
Un rumore di passi piano piano si unì alla melodia prodotta dalla collisione delle gocce d'acqua al suolo.
Si stavano dirigendo verso di lui.
-Shark!- disse una voce femminile che il ragazzo conosceva molto bene.
Era la ragazza che passava tanto tempo con una persona molto... invadente e infantile di nome Yuma Tsukumo.
Questa ragazza era Kotori Mizuki.
Il ragazzo dai capelli viola si girò verso di lei, stranamente non era in compagnia di nessuno.
-Cosa ci fai qui?- le chiese. Non aveva utilizzato il solito tono acido che era abituato a usare quando qualcuno interrompeva un bel momento di calma, ma aveva enfatizzato il "qui", cercando di farle capire che la sua presenza era di troppo, che si faceva compagnia da solo, senza farsi troppi problemi.
La ragazza indugiò un po' a rispondere ma, dopo aver preso un po' di coraggio, disse -Stavo tornando in classe quando ti ho visto camminare sotto l'acqua, allora ho pensato di venirti a prendere.-
Shark ascoltò molto attentamente la sua risposta, che sembrava piuttosto sincera e, per esserne pienamente convinto la guardò negli occhi.
Non mentiva.
-Non dovevi preoccuparti per me, a me piace stare all'aperto quando piove.- C'era qualcosa di strano nella sua voce e se ne accorse pure lui, della dolcezza. - Ma io me la so cavare da solo, senza il tuo aiuto.- Aggiunse dopo.
 La ragazza mise il broncio, sentendosi un po' offesa, e, dopo aver messo un braccio sul fianco (non poteva metterle tutte due perchè con una teneva l'ombrello per non bagnarsi), disse  -Adesso torni dentro con me, senza fare storie, se no ti prenderai un raffreddore!- 
"Mi sa che mi sta scambiando per Yuma..." pensò tra se e sè.
-Non ti preoccupare, se mi chiamano "Shark" c'è un motivo no? L'acqua piovana non mi fa niente- alzò gli occhi verso l'orologio della scuola. 
Mancavano soltanto sei minuti alla fine dell'intervallo. 
Tanto valeva tornare dentro alla scuola - Mi hai convinto.Ti seguo.-
La ragazza, soddisfatta del risultato ottenuto, si avviò verso scuola, coprendo anche Shark con il suo ombrello.
-Come mai mosti tanto interesse nei miei confronti, Kotori?- gli chiese non appena furono prossimi all'entrata della scuola.
Le guance della ragazza si fecero subito rosso porpora e le uniche parole che riuscì a pronunciare furono  -Beh, ecco, io... insomma...-
Ryoga non riuscì a non fare un piccolo sorriso.
Quella ragazza sapeva essere dolce e carina e la timidezza non faceva altro che renderla ancora più adorabile di quanto non fosse già.
Lei era diversa da tutte le altre ragazze, non era vanitosa e altezzosa, era gentile e aveva quel "qualcosa" in più.
Inoltre , anche se cercava di tenerlo nascosto agli altri, era così indifesa che Shark, già dalla prima volta che l'aveva vista durante il duello contro Tetsuo, si era ripromesso di proteggerla.
-S-siamo arrivati- disse, infine, per rompere il silenzio, che non faceva altro che metterla ancora più in imbarazzo. 
Fece un cenno affermativo con il capo, le parole, in questo caso non servivano.
-Va a cambiarti, il professore non ti ammetterà in classe se entrerai tutto bagnato.- ordinò la ragazza, un po' più dolcemente del solito...non lo aveva detto in modo molto autoritario. -Io torno in classe.- aggiunse in seguito dirigendosi  verso destra con passo deciso.
-Kotori...- pronunciò il nome della ragazza, senza che lei riuscisse a sentirlo.
-Kotori.- ritentò con il medesimo risultato di prima
-Kotori!- arrivò al punto di urlare il nome della ragazza.
Questa volta lo aveva sentito, poichè si era voltata verso di lui -Cosa c'è?-
-La tua classe è dalla parte opposta.- disse indicando la parte del corridoio che continuava alle sue spalle del duellante. 
La ragazza si guardò un'attimo intorno fino a che costatò che Ryoga aveva ragione.
Il colore delle sue guance tornò rosso come prima.
-Oh mamma, hai ragione. Che sbadata!- fece dietro-front e si diresse velocemente verso il corridoio opposto.
-Ah, un'ultima cosa, Kotori.- le disse appena gli fu di fianco.
-Si, Shark?- la ragazza si fermò sul posto.
Velocemente lui si girò nella direzione della ragazza e le posò un bacio sulla guancia. -Grazie.- 
La ragazza dai capelli verdi rimase quasi impietrita dal gesto del ragazzo sìa inaspettato che bramato.  
-A presto- detto ciò, se ne andò via, lasciando la ragazza a riprendersi dallo "shock".
Arrivato alla fine del corridoio si girò per guardarla, si stava capacitando di ciò che era successo, toccandosi la guancia e chiudendo gli occhi, per "rivedere" il momento.
"Il rosso le dona." pensò tra se e se, dirigendosi finalmente verso lo spogliatoio.

Angolino di Vallellata.
Allora, vi chiederete "perchè prima Kotori e non Yuma?" 
Semplicemente ho deciso di metterla per ultima.
Perchè?
Perchè io tifo lo Sharkbaitshipping più di ogni altra coppia u_U 
Spero che vi sia piaciuta. 
Ah, dimenticavo, buone feste!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Shark e Takashi ***


Personaggi: Shark e Takashi (Caswell)
Rating: Più verde di così non si può
Luogo: Biblioteca.
 
 
Biblioteca.
Un luogo davvero strano.
Shark non era solito andarci poichè i libri non lo interessavano molto.
A lui piaceva una vita piena di azione, come quella che conduceva grazie ai duelli, non una vita "sprecata" a leggere i libri, dove la realtà e la finzione non facevano altro che unirsi e confondersi.
Non era però così male quel luogo.
Era un posto dove poteva evitare di essere assillato da Yuma, poichè quest'ultimo era "allergico" ai libri, e c'era silenzio.
 E poi un silenzio quasi assoluto, interrotto qua e là da dei piccoli brusii che, però, Ryoga riusciva a tollerare.
Il professore, quel giorno, era stato più pesante del solito con i compiti.
Studiare venti pagine e condurre una ricerca su un episodio della mitologia norrena.
-Poteva anche risparmiarselo, visto che non rientra nel programma.- aveva borbottato il suo compagno di banco,contrariato, dopo che erano stati assegnati i compiti per il giorno dopo. -Tu cosa fai, Shark? Ti fai passare la ricerca da qualcun altro oppure te la fai da solo?-
La gentile risposta che ricevette Shark fece, come al solito, venire i nervi al ragazzo, che si spostò nel banco vuoto in prima fila. 
Sentirsi rispondere tre quarti delle volte " non sono affari tuoi" farebbe irritare chiunque, persino la persona più paziente del mondo.
 
Si mise a girare tra gli scaffali della biblioteca.
Psicologia, fantasy, fantascienza, thriller, romanzi rosa,filosofia, matematica, storia, lingua inglese, anatomia, chimica, astronomia, astrologia...c'era di tutto nella biblioteca della scuola che, probabilmente, era la più fornita di tutta Heartland city.
Eccola, l'area sempre deserta della biblioteca.
La sezione dedicata alla mitologia.
Nessuno andava quasi mai a consultare i libri esposti, infatti erano tutti ricoperti da due dita di polvere, poichè la mitologia era una cosa superata, che non aveva rilievo nella loro società.
Soffio sui libri per far alzare un po' di polvere, in modo da leggere almeno i titoli.
Tutto ciò che ottenne, però, fu un nuvolone bianco che si levò in aria, facendolo tossire.
La polvere più superficiale era andata via, ma quella più vecchia era rimasta attaccata al libro, quasi come se fosse stata un'incrostazione.
-Fuck.- disse con un tono di voce un po' più alto di quello consentito dalle regole della biblioteca. 
Fortunatamente solo una persona sembrò accorgersene.
-Shark, abbassa un po' la voce, siamo in biblioteca.- lo rimproverò Takashi, spuntando fuori dalla sezione adiacente a quella dove si trovava Ryoga.
Il ragazzo dai capelli viola gli lanciò un'occhiataccia.
Odiava essere disturbato nel bel mezzo di una sfuriata con degli esseri inanimati come, in questo caso, i libri impolverati.
Il ragazzo dai capelli turchini parve un'attimo intimorito dallo sguardo che gli rivolgeva l'altro, ma, quando vide i libri di mitologia un po' meno impolverati del solito, prese un po' di coraggio e gli chiese - Vuoi una mano?-
Shark stava per rispondere sgarbatamente alla domanda, quando si fermò un'attimo a riflettere.
" Se mi mettessi a cercare tra questi libri potrei metterci delle ore e, magari, non riuscire a trovare ciò che cerco, ma se lui mi da una mano..." si bloccò, inorridito al solo pensiero.
Farsi dare una mano non era nel suo stile.
Ryoga era un ragazzo che si arraggiava da solo e ciò lo aveva portato ad inselvatichirsi.
"tra meno di un'ora devo andare da Rio... Va bene, ok. Vada per l'aiuto"
Una volta superata la repulsione all'idea di ricevere un'aiuto, rispose, a bassa voce -Sì.-
poi aggiunse con un tono di voce più alto. -Devo andare prendere un'episodio della mitologia nordica e riportarlo sul quaderno.-
-Allora sei fortunato!-rispose con un entusiasmo che fece sorprendere Shark- Ho letto qualche giorno fa su internet il racconto di quando Thor viene derubato di Mjollnir, il suo martello leggendario. Se vuoi te lo posso dire e, intanto, tu lo metti per iscritto.- 
-Hm.. Va bene.-  Ryoga tirò fuori dalla cartella che teneva in mano il quaderno e prese una penna per appuntare tutto. 
-Andiamo, però, a sederci lì.- indicò il tavolo con le due sedie che si trovavano all'inizio della sezione -non penso sia comodo scrivere in piedi.- si giustificò, infine il rappresentante della classe di Yuma Tsukumo.
-Allora.- Comiciò a dire quando si furono entrambi accomodati ai loro posti- Thor, un giorno si risveglia e si accorge di aver più con se il suo martello, Mjollnir.
Capisce subito che gli è stato sottratto, perciò manda suo fratello Loki, sotto le sembianze di un falco a vedere se Mjollnir fosse stato portato a Jotunheimr, il regno dei giganti del ghiaccio.
Lì, Loki, incontra Thymr, il sovrano, che si vanta di aver nascosto di persona il martello e afferma che glielo darà indietro solo se gli farà sposare Freyja.
Questo era un bel ricatto. Da una parte il Mjollnir serviva a Thor per far piovere, dall'altra non poteva lasciare andare via Frejya, poichè, senza di lei non sarebbero più nati ne i bambini ne sarebbero nati i germogli nei campi. Mi segui, Shark?- disse fermandosi e guardando gli appunti del ragazzo.
-Si, si. Va pure avanti.- tagliò corto.
Heimdall, allora, consiglia Thor di  andare vestito da sposa, spacciandosi per Freyja, mentre Loki lo seguirà agghindato da damigella.-
Shark non riuscì a trattenere la risata.
-I due uomini travestiti da donne vanno da Thymr che all'inizio non sembra accorgersi dell'inganno ma che inizia a nutrire dei sospetti quando Thor si mangia una quantità disumana di cibo.- 
-Allora Thor è fregato- disse Shark, alzando la testa da quaderno.
-No, fortunatamente Loki lo salva, dicendo che la sua sposa non aveva mangiato per sette giorni dalla felicità di andarlo a sposare.-
-E' assurdo- replicò contrariato Ryoga - è quello è così tonto da cascarci?-
-Si... andiamo avanti. Loki chiede a Thymr di portare Mjollnir e di posarlo sul ventre della presunta Freyja durante il rito nuziale.
Appena il martello viene appoggiato sul ventre di Thor, lui si toglie il vestito da sposa e uccide tutti quelli presenti nel palazzo, tranne Loki, ovviamente. Fine.-
-Tutto qui?- Chiese Shark
-Si.- Accompagnò la risposta a un cenno del capo affermativo.
-Allora vado.- mise velocemente la penna e il quaderno nella cartella e si diresse verso l'uscita della biblioteca. -Grazie.-
-Ma figurati, è un piacere aiutare un'amico.- sorrise.
Camminò finò all'uscita della scuola fino a che non sentì di nuovo, come se fosse un flashback, l'ultima frase di Takashi.
"Ma è una mania quella di dichiararsi miei amici senza aver sentito la mia opinione a riguardo?" pensò tra se e se, prendendo la moto "Sarà stato anche lui influenzato da Yuma."

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Shark e Astral ***


 
Ore 19:37, Casa di Shark.
Sono qui con Yuma da mezz'ora e non è successo ancora niente.
Si sono messi a guardare uno strano programma e Yuma, mentre cercava di capire cosa stesse succedendo nella scatola magica, si è addormentato.
Il programma è davvero strano.
I due prima stavano litigando, ma, poi si sono messi a fare delle cose strane a letto, che vanno ben oltre alla mia comprensione.
-Shark- chiamo il ragazzo, che però non sembra avermi sentito.
-Shark.- riprovo con un tono di voce più alto.
Continua a non sentirmi.
-Shark!- alzo ancora un po' la voce, questa volta mi sente, perchè si volta verso di me e mi guarda con uno sguardo strano, come se mi volesse uccidere. Mah.
-Cosa c'è?- mi chiede subito, non cambiando la sua espressione.
-Ti ho disturbato?- gli domando.
-No, stavo aspettando solo che tu mi chiamassi.- si lascia scappare una piccola risata.
Mah, questi umani sono proprio strani.
-Davvero?-
-No.- riprende a guardarmi male
Osservazione numero 45: Gli umani spesso rispondono in un modo, intendendo l'opposto. 
-Allora, cosa volevi chiedermi?- mi chiede,scocciato.
-Beh, ecco. Non capisco come mai l'uomo e la donna di quel programma prima stessero litigando e, adesso, stiano dormendo assieme. Me lo potresti spiegare?-
-Ma Astral, dove vivi?- sembra imbarazzato -Ecco... loro hanno fatto pace e quindi hanno deciso di festeggiare, andando a letto assieme.- le guance gli sono diventate un po' rosse... sarà forse per il troppo caldo di questa stanza.
-Allora, come mai non sei andato a dormire con Four e con Kaito quando hai litigato con loro?- la reazione di Shark è molto insolita.
E' pallido quasi come me... devo preoccuparmi?
Sta morendo?
Ha freddo forse?
Eppure prima sembrava avere caldo!
-MA TI SEMBRANO DOMANDE DA FARE,QUESTE?!- Mi scaraventa addosso un cuscino, pur sapendo che io sono un fanstasma, poi e ritorna tutto rosso. -E adesso vai dall'altra parte della stanza, sei in castigo!-
-Castigo? Che cos'è un castigo?- Ignoro seriamente il significato di questa parola.
-E' una punizione. Adesso mettiti lì e guarda il muro- mi indica la parete.
Che punizioni strane hanno questi umani.
-Osservazione 46: Shark odia festeggiare quando fa pace con qualcuno o forse il suo letto è troppo piccolo per poter dormire in due-
-GUARDA CHE TI HO SENTITO!- 
Osservazione 47: quando faccio delle osservazioni su Shark in sua presenza, devo ricordarmi che adesso lui può sentirmi.
-Ah, Shark, posso farti un'ultima domanda?-
-No.- mi risponde subito lasciandomi a mala pena il tempo di finire la domanda.
Faccio finta di niente e gli chiedo lo stesso
-Quando avremo fatto pace dovremo dormire assieme, Shark?-
-Cosa??! NO!- 
Probabilmente mi sta rispondendo in questo modo, intendendo l'inverso.. 
O forse no.
Qualcosa mi dice che è sincero.
Forse lo sguardo omicida.



 
 
Angolo Vallellatoso:
Ciau!
Scusate per il ritardo, ultimamente la scuola mi ha impegnato tanto... sono giorni che torno alle quattro del pomeriggio, anzi che alle due e sono stanca morta <_<
Ringrazio _Sylvie che ha recensito il primo capitolo e anche tutti coloro che hanno letto le fanfictions.
Arigatou <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** With Rio ***


Rating: Verde
Personaggi: Rio e Ryoga
Genere: Fluff

 
-Ryoga!-  urlò Rio,dopo averlo cercato per la casa.
Era sparito da circa mezz'ora e si era permesso di non prepararle la cena, gliel'avrebbe fatta pagare.
-Ryoga, esci fuori, non giocare a nascondino!- disse seccata, entrando nella propria camera, l'unica stanza che non aveva controllato.
Ecco dov'era!
Probabilmente si era appostato nella camera sua perchè sapeva che lei non avrebbe mai controllato lì e, nel frattempo, si era anche addormentato.
Rio si mise a sghignazzare. 
-Sei proprio strano, eh, fratellone.- 
Prese la coperta dal suo letto e la usò per "proteggere" suo fratello dal freddo.
"Diventi mille volte più bello quando dormi." pensò tra sè e sè, passandogli una mano fra i capelli, sorridendo involontariamente.
Rimise lì, a fissarlo, mentre lui dormiva.
Lei lo amava, anche se era sbagliato.
Il suo cuore batteva a mille ogni volta che incrociava lo sguardo del fratello e, ogni volta che la abbracciava, si sentiva al settimo cielo.
Ma lui niente.
Preferiva i duelli.
Non si interessava delle ragazze nè dei ragazzi e il fatto che le volesse bene, derivava solo e unicamente dal legame di fratellanza.
Rio lo sapeva benissimo, ma continuava a sperare che il suo fratellone perfetto, un giorno, si innamorasse a sua volta di lei.
Una bellissima utopia.
La ragazza sospirò.
-Essere tua sorella è la sfortuna più grande che mi  sarebbe mai potuta capitare.- disse a bassa voce, alzandosi e uscendo dalla camera.

Angolo Vallelatoso:
Chiedo perdono per il ritardo, ultimamente sono stata molto impegnata ma, a breve, arriverà anche la ff con Four e Shark.
Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere questa fanfiction e tutti coloro che hanno fatto una recensione.
Bacioni 
Vallelata.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** With Durbe ***


Giorno del diciottesimo anno di Ryoga e Rio.
Questo giorno era molto importante, non solo perché i due regnanti avevano raggiunto la maggior età, ma anche perché, per Rio, era venuto il momento di prendere uno sposo.
Così voleva la tradizione che si portava avanti da dieci generazioni: La principessa del regno di Poseidon, doveva maritarsi entro lo scadere dei suoi 18 anni.
Ovviamente Rio non era molto entusiasta della cosa.
 
Molti furono i pretendenti che accorsero alla reggia, per avere la mano della ragazza.
Venivano da tutte le parti.
C'erano dei nobili della città, ma anche dei cavallieri e principi, provenienti da lontani regni.
-Sarà una scelta ardua- commentò Ryoga, rivolgendosi alla sorella.
-Rilassati- replicò Rio. -non ci vorrà molto a liquidarli tutti-.
Il sovrano sospirò.
Si fecero avanti in molti  che spiegarono a Rio tutto ciò che possedevano e il luogo dove abitavano ma, furono tutti respinti.
Da un centinaio i candidati rimasero solo due.
Il primo era un cavaliere dai lunghi capelli biondi, che aveva fatto breccia nel cuore della ragazza e, il secondo, era un principe dai capelli color carota che per qualche strano motivo, si era salvato dall'eliminazione.
-Adesso chi scelgo?- chiese Rio, grattandosi la testa. -mi piacciono entrambi...-
- La scelta è tua. L'unico suggerimento che ti do è "non scartarli tutti e due per partito preso"- mormorò Ryoga - Personalmente, sarei più felice di vederti sposata con Misael piuttosto che con Vector. Quest'ultimo ha un po' di puzza sotto il naso.-
-M-ma, nii-san, Misael abita molto distante da casa e io non sopporterei l'idea di stare troppo lontana da te- sorrise Rio.
-Allora, congedali e digli che, a breve, gli farai sapere il tuo verdetto.- le consigliò il fratello e così lei fece.
Lasciò andare i due pretendenti, con la promessa che, entro sette mesi, avrebbero saputo la risposta.
Quando i due furono usciti, si sentì un nitrito in lontananza avvicinarsi sempre di più e, di lì a poco, un vassallo annunciò l'arrivo di un giovane.
-Un altro pretendente?- chiese Ryoga, fissando la sorella, con uno sguardo quasi terrorizzato.
Aveva visto troppe persone assieme in un giorno, per i suoi gusti.
-Speriamo di no.- rispose la ragazza, facendo una faccia preoccupata e annoiata allo stesso tempo -non ho voglia di respingere un altro ragazzo, per ritardare il mio matrimonio-
Shark si alzò dal trono per andare incontro al nuovo arrivato che entrò nella stanza, coperto di una brillante armatura color argento e con un elmo del medesimo colore sotto il braccio.
"E' impossibile.
E' la terza volta che arriva nel giro di quattro giorni...
Speriamo che non sia qui per lo stesso motivo degli altri ragazzi" si disse tra sé e sé Ryoga.
Nonostante il timore che lo tormentava,Ryoga era contento di vedere quella persona.
Anche se non lo dava troppo a vedere pubblicamente, lui era molto legato al suo amico cavaliere e, ogni volta che gli faceva visita, era sempre felice.
Però, quello che provava Shark nei confronti di questo andava ben oltre ad un sentimento di amicizia.
Non sapeva da quando, nè come fosse successo, ma una cosa era certa: lo amava.
Quando incrociava lo sguardo con lui, il cuore gli batteva più velocemente, quando l'altro lo toccava, arrossiva e quando gli parlava con un tono di voce basso, gli venivano le farfalle allo stomaco.
-Nasch, amico mio!- gli andò incontro il cavaliere e lo abbracciò.
Ryoga rimase come impietrito, non aspettandosi un così improvviso abbraccio e, per via dell'imbarazzo, si staccò subito da esso.
-Ciao Durbe...- gli disse, sorridendo. -come mai sei da queste parti?-
-Come mai? Oggi tu e tua sorella compite 18 anni! E' un grande evento.- ricambiò il sorriso -volevate festeggiare la vostra maggior età senza il sottoscritto, per caso?-
-Certo che no! Anzi, sei il benvenuto- Affermò Rio, avvicinandosi ai due ragazzi.
-Non ho niente in contrario- mormorò Ryoga.
-E poi...- si fece improvvisamente serio -volevo chiedere la mano di Vostra Altezza-
"Vuole la mano di mia sorella? 
Perché? 
Durbe,stai scherzando, vero?
Dimmi che questo è uno scherzo, così posso mettermi a ridere."
Shark si incupì, dato che la sua paura iniziale sembrava essere fondata. 
Si sentì di troppo, e, pensò subito alla fuga.
-Merag, hai un altro pretendente, senti cosa ha da dire e, poi, decidi se vuoi sposarlo o no.- disse alla sorella, che si era vicina a lui -Chiamatemi quando avete finito e, per quanto riguarda la festa per il nostro compleanno, tutto è già pronto. Ora, se non vi dispiace, mi congedo.- detto ciò uscì dalla stanza, prima che Durbe potesse fermarlo.
Il cavaliere dall'armatura argentea rimase a bocca aperta per una decina di minuti, non capendo come mai Nasch fosse fuggito.
-... penso che tuo fratello abbia frainteso qualcosa.-
__________________________________________
Shark, uscito dalla stanza, si mise a correre.
Non voleva essere seguito (o, almeno, non subito).
Doveva sfogarsi e calmarsi almeno un po' prima di poter parlare lucidamente con Durbe, perchè se no, avrebbe potuto fare qualche sciocchezza.
Attraversò di corsa tutto il corridoio fino ad uscire fuori dalla porta principale del castello.
I suoi servi lo guardarono sconcertati: non era normale che si comportasse così.
"Durbe, perchè?
 Perchè lei e non me?
... Ha così tanta importanza il mio sesso?"
Corse ancora per una ventina, di metri, senza sapere neanche dove andare a trovare sfogo alla sua frustrazione.
Ad un tratto gli venne incontro il cavallo alato di Durbe, Mach, che gli si avvicinò più del solito.
-Stammi lontano, non sono in vena di giocare insieme a te, pegaso viziato-
A niente servirono quelle parole, perché l'animale lo continuò a seguire.
Fece di tutto per cercare di seminarlo, ma niente.
Non sembrava voler lasciarlo in pace.
-Mach- gli urlò, stufo di continuare ad essere seguito .-senti, lo so che non mi sopporti, ma non devi, per forza, farmi arrivare all'esasperazione. 
Torna indietro, se no Durbe si preoccuperà per te-.
Il tono di voce si fece sempre più basso, in modo da cercare di placare il magone.
Si guardò intorno e capì di trovarsi al molo abbandonato, dove era solito sedersi durante i litigi con il cavaliere con l'armatura argentea.
"Ma sono venuto qui per scappare via da lui, o gli sto chiedendo di venire qui a consolarmi?" si chiese, confuso.
Il pegaso, il quale non voleva saperne di ubbedire a Ryoga, non lo ascoltò e, al posto di allontanarsi, strusciò il muso sul suo braccio, desideroso di ricevere coccole.
-Sei davvero strano, sai?- gli disse, accarezzandolo sulle orecchie. -non ti sei mai accarezzare dal sottoscritto e, oggi, proprio quando non ho voglia di avere nessuno attorno, desideri le mie attenzioni.-
"Strano come Durbe" pensò,togliendo la mano e si mettendosi a fissare l'orizzonte, con uno sguardo triste -devo proprio averti fatto tanta pena se mi hai, addirittura, concesso di toccarti-
Dentro a Ryoga, c'erano diversi sentimenti contrastanti: L'amore per Durbe che era una delle emozioni più forti che avesse mai provato, l'odio per lo stesso, il quale "voleva sposare" la sorella, disperazione, perché pensava che il suo amore non fosse ricambiato e rassegnazione.
Rassegnazione perché sapeva che, anche se lo avesse voluto, non avrebbe potuto sposare Durbe.
Lui era un re e, come voleva la tradizione, non doveva innamorarsi di un uomo... a maggior ragione, sposarlo.
Inoltre i due vivevano in due regni molto distanti e, come legittimo erede al trono, non poteva abbandonare il suo regno, per rincorrere una malsana passione.
Eppure, nonostante sapesse quanto fosse sbagliato questo sentimento, desiderava stargli sempre vicino, rimanere accoccolato tra le sue braccia nella riservatezza di una stanza, sfiorare con le sue labbra quelle dell'altro ed averlo tutto per sè.
"Sono davvero un'egoista" pensò.
Il cavallo alato, rimase a fissarlo per un po' poi, come se fosse stato richiamato da qualcosa, volò via, lasciando Ryoga completamente da solo.
"Se lui non mi ama, io non posso farci niente.
Come re, dovrei benedire la sua unione con mia sorella e , come amico, dovrei  supportarlo.
Ma perchè non mi basta?
Perchè mi sembra che mi stiano infilando degli spilli nel cuore?
Perchè non riesco ad accettare l'idea di non poterlo avere.
Perchè?" Le lacrime cominciarono ad uscire dagli occhi e neanche il suo orgoglio riusciva a bloccarle.
Si lasciò cadere e, nascondendo il viso dietro a un braccio, diede sfogo al suo tormento interiore.
Ad un tratto si udì un rumore di passi.
Qualcuno si stava avvicinando, ma Ryoga, troppo preso dalle sue pene d'amore, non se ne accorse.
Era un rumore abbastanza singolare, come di qualcuno che stava utilizzando l'armatura.
-Nasch... cosa ci fai qui?- gli chiese Durbe, restando alle sue spalle.
Preso del tutto alla sprovvista, Shark sobbalzò e, per paura di essere visto dal cavaliere in un momento di fragilità, si asciugò le lacrime velocemente, con il dorso della mano.
-Niente che ti possa interessare.- fu la risposta acida che gli diede.
Da quelle poche parole, il ragazzo dai capelli grigi intuì subito cosa gli passava per la testa.
-Per cosa ti sei offeso?- gli domandò, incrociando le braccia al petto.
-Io...non sono... offeso- provò a mentirgli.
-Amico, ti conosco da quando avevamo sei anni, vuoi che non riesca a distinguere quando sei offeso da quando non lo sei?- fece un paio di passi in avanti e si sedette di fianco a lui. -e poi hai anche gli occhi lucidi-
-Sì, sono offeso, va bene! Non riesco proprio a sopportare l'idea di vederti sposato con mia sorella. Sei contento ora che lo hai scoperto?-
-Sposarmi con tua sorella?- il bariano si lasciò scappare una risata.
-Cosa c'è da ridere?- gli chiese irritato.
-Mi rende ilare il fatto che tu non abbia capito che la proposta volevo farla a te e non a tua sorella.-.
-Non mi sembra il caso di scherzare su una cosa del genere- mormorò.
-Io non sto scherzando- gli disse, facendo una faccia seria. -io desidero veramente diventare tuo marito- Prese la mano di Ryoga e la strinse tra le sue.
-Ma non possiamo sposarci... ci sarebbero troppi problemi nel nostro matrimonio e... - non gli lasciò neanche terminare la frase, perchè lo interruppe.
-Tu mi ami, Nasch?- I battiti cardiaci di Ryoga diventarono più veloci.
-D-Durbe... ma che domande mi fai?- distolse lo sguardo.
Il cavaliere, allora, prese leggermente con le mani il volto di Ryoga, e lo girò, in modo che il proprio sguardo potesse incrociarsi con quello dell'altro.
-Non hai ancora risposto alla mia domanda- 
Un lieve rossore apparve sulle nivee guance di Shark.
-Io...-
"E' la mia occasione, devo mettere da parte il mio orgoglio, se no potrei perderlo per sempre."
-Aspetta.- lo stoppò,all'improvviso il proprietario del pegaso -prima che tu risponda, voglio che tu sappia una cosa...-
-Cosa vuoi farmi sapere?- gli chiese, appoggiando una mano su quella di Durbe,che fece un respiro profondo e, poi, guardandolo dritto negli occhi, gli disse
-.. Io mi sono innamorato di te un po' molto tempo fa, quando avevamo dodici anni. Mi sono infatuato dei tuoi occhi, del tuo viso, del colore dei tuoi capelli, ma soprattutto dell'espressione beata che assumi mentre dormi.
Infatti spesso vengo a trovarti intorno a mezzanotte, quando so che non sei sveglio.- Ryoga rimase piuttosto sconcertato.
-In pratica vieni a spiarmi mentre dormo? 
Ma sei uno stalker?-
-No, sono solo follemente innamorato di te-
-Beh, anche io ti amo, ma non per questo ti fisso mentre dormi- la non-chalance con cui Ryoga disse quella frase stupì Durbe.
-Quindi ammetti di amarmi anche tu.-
-Non ho det-...-non riuscì a finire la frase nemmeno questa volta,perchè ammutolì quando si rese conto che mancavano pochi centimetri, pochi secondi.
Le loro labbra si sarebbero sfiorate sicuramente ma... 
-Nii-san! Voglio mangiare la torta per il nostro compleanno.- gli disse la sorella, che nel frattempo si era avvicinata e aveva le braccia conserte.
-Va bene, Merag-san. Andiamo a mangiarci la torta!- urlò Durbe, alzandosi in piedi e aiutando Ryoga a fare lo stesso.
-Continueremo la prossima volta- gli sussurrò, seguendo la ragazza. 
Ryoga sorrise. 
"Certo che continueremo" 



Angolo Vallellatoso:
Ciau ragazzi, scusate prometto che, quando comincerà la scuola, aggiornerò più spesso ma, per ora, accontentatevi.
Allora, ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito la mia ficcì.
Poi ringrazio due persone in particolare.
1) La mia senpai, perchè, nello scrivere questa ficcì ho pensato a lei (sì, mi ero infatuata di un'altra ragazza °-°...sono bisex LOL)
2) Dark Crystal perchè mi vuole aggiungere nella sua fiction.
Adesso vi saluto!
Bacioni, 
Vallellata. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Shark e Thomas (parte 1) ***


22 aprile 2011
Terzultima giornata del Duel Carnival.
Shark era entrato nei semifinale insieme ad altri tre duellanti: 
-Yuka Girodoro (1), la ragazza contro cui si sarebbe dovuto misurare per accedere alle finali, una duellante piuttosto abile per la sua età. Aveva tredici anni e già possedeva un deck da far quasi invidia al grande mito Yugi Muto, composto principalmente da divinità nordiche e greche.
-Shinji Tamakero (1), un ragazzo piuttosto paranoico che era in grado di mettere in atto strategie efficaci. Il suo deck era pricipalmente composto di guerrieri bestie di tipo fuoco.
-Thomas Arclight, alias Four, un ragazzo di quindici anni, che si era distinto per le sue doti da grande duellante e per i suoi meriti (aveva lottato contro l'ex campione del Duel Carnival e lo aveva battuto 2000 a 0. Un bel punteggio per un principiante, no?)
Inoltre, quest'ultimo era molto stimato da Shark, che lo vedeva come un grande rivale da battere a tutti i costi.

Mancavano dieci minuti al primo duello della giornata che avrebbe visto sfidarsi Shark e Yuka, quando...
«Tu dovresti essere Ryoga, giusto?» disse il ragazzo dai capelli bicolore, sedendosi accanto all'altro, facendogli un'ampio sorriso.
Il duellante dai capelli viola, preso alla spovvista, assunse una posizione difensiva:  avvicinò il più possibile le spalle alla testa e incrociò le braccia davanti al petto. 
Quando vide, però, che era Four, sciolse la postura, rimettendosi esattamente come era prima che gli rivolgesse la parola, con le mani aggrappate alla sedia, coperte dalle gambe 
«Si. Sono io- rispose accompagnando alle parole un leggero movimento del capo. -Tu, invece, sei Thomas, giusto?» ricambiò il sorriso. 
«In persona!- si battè, fieramente, la mano sul petto -Ma puoi chiamarmi Four. Questo è il mio soprannome.»
«Hai un soprannome davvero originale. Invece tu potresti chiamarmi Shark... i miei amici mi chiamano così»
«Anche il tuo, però, non scherza. Però, più che uno squalo, sembri un pesciolino rosso.» ridacchiò «anzi, viola.» si corresse, infine.
Si mise a ridere un po' anche Shark.
Di solito, se qualcuno lo avesse chiamato "pesciolino rosso" lo avrebbe, come minimo, guardato male ma, con Four non lo fece.
Sembrava che lo dicesse con affetto...non aveva l'aria di una presa in giro!
Una voce all'autoparlante informò i due ragazzi che erano nella sala d'aspetto che l'incontro sarebbe cominciato cinque minuti dopo.
«Spero di potermi misurare con te in finale.» disse un po' imbarazzato.
«Anche io~» ammise Thomas «Se duellassi contro una ragazza probabilmente, perderei il duello».
«Io invece no. Duellando con Rio, ho imparato a non temere le ragazze.» affermò, fiero di sè. «Anche perchè possono essere peggiori di noi maschi...»
Thomas si avvicinò un po' di più a Shark, facendo uno sguardo perverso, invadendo lo spazio personale di quest'ultimo, che cominciò a sentirsi a disagio. 
«Rio? Chi è questa ragazza? La tua fidanzata?» gli diede una pacca sulla spalla «Hai capito il nostro Ryoga. Dodici anni e ha già una ragazza!»
Il dodicenne si spostò di una sedia più in là.
«Non è la mia ragazza... è solo mia sorella gemella.» disse, piuttosto imbarazzato.«Ma tu hai una ragazza, Thomas?»
«No, per ora no.» rispose stiracchiandosi. «Perchè me lo chiedi? Ambisci diventare LA MIA RAGAZZA, forse?»
Le guance del ragazzo dai capelli viola divennero rosse. «No, no. Cosa ti viene in mente! E,poi, sono un maschio, non potrei diventare la tua ragazza!»
Four si mise a ridere e, dolcemente, gli scompigliò un po' i capelli.
"Non so perchè, ma mi sento in imbarazzo
La sua era solo una battuta.
....
 Era una battuta, vero?" pensò Shark tra sè e sè.
L'autoparlante annunciò l'imminente inizio del primo duello e pregava i due sfidanti di recarsi sul campo di battaglia.
Il dodicenne si alzò di scatto e si diresse subito verso l'uscita.
«Ehy, Ryoga, ti va di venire questa sera a casa mia a festeggiare la nostra vittoria?» propose il giovane dai capelli bicolore, prima che l'altro varcasse  soglia.
Shark si fermò, girandosi verso Four.
"Wow.
 E' davvero sicuro della sua e della mia vittoria.
Non devo deluderlo. 
Vincerò!"
«Va bene!» esclamò.
«Buona fortuna e, mi raccomando, non fare mosse stupide o avventate.»
«Grazie e buona fortuna anche a te!» 
Detto questo uscì dalla camera e corse verso il campo di battaglia.
________________________________________________
«Cosa ti avevo detto?» domandò Thomas, rientrando nella sala si attesa, dove c'erano Ryoga e la sua sfidante Yuka che si stavano parlando.
Si sentì profondamente irritato vedendo quella ragazza che, non solo stava occupando il posto dove era stato seduto lui fino a venti minuti prima, ma stava anche parlando con Ryoga.
Odiava quando qualcun altro attirava su di sè le attenzioni di una persona che gli interessava.
La ragazza,quando ebbe notato lo sguardo omicida che Four le stava lanciando, preferì lasciare il "campo di battaglia" e salutò Ryoga, complimentandosi ancora con lui per la splendida vittoria.
Appena Shark si accorse della presenza di Four, gli andò incontro sorridendogli. «Sei stato fantastico!» affermò con gli occhi pieni di meraviglia e gioia.
«Anche tu non te la sei cavata male.» gli passò, di nuovo,una mano tra i capelli «mettere fuorigioco un'avversaria di quel calibro in quattro turni non è una cosa facile!>> si complimentò il duellante dai capelli bicolore.
«Io me la sono cavata... ma tu sei stato più bravo, hai combattuto contro quel paranoico di Shinji e hai vinto 1900 a 0!»  disse con entusiasmo, facendogli capire quanto lo ammirasse.
«Quel ragazzo, con le sue strategie e controstrategie, mi ha fatto confondere così tanto le idee, che cominciavo a credere che il mio cervello  fosse sublimato e fosse uscito fuori dalle narici sotto forma di gas.
Fortunatamente ho capito quale fosse il suo punto debole e l'ho usato contro di lui.
E' stato davvero stupido!» rise in un modo inquietante, ma Ryoga non sembrò farci caso, lo guardava con due occhi ricolmi di amore. 
«Comunque, scricciolo,non devi avere così poca autostima»
«Scricciolo?» rimase interdetto dal nomignolo affettuoso (?) che gli aveva affibiato Thomas. «s..sono così basso?» gli chiese preoccupato, spostando lo sguardo sulle proprie gambe che, improvvisamente, gli sembravano più corte del solito.
« No, non sei basso! Sei quasi più alto del mio fratellino, perciò non preoccuparti- lo rassicurò l'altro duellante -ma se vuoi posso riprendere a chiamarti con il tuo nome»
«P-preferirei che lo facessi» disse imbarazzato, con un lieve rossore sulle guance. 
«Va bene, Ryoga~»
_______________________________________________________
20 minuti dopo
«Accipicchia! E' enorme!» affermò il ragazzo più giovane, rimanendo sbigottito dall'imponenza dell'edificio in cui abitava Thomas.
Era una villa a tre piani, con i muri esterni gialli, finestre grandi e con degli scuri verdi, quattro balconi, in corrispondenza delle camere dei suoi quattro abitanti, un grosso portone, probabilmente di legno di noce e, infine, un grosso giardino.
«Questa casa apparteneva al padre di nostra madre e noi l'abbiamo ereditata» lo informò il ragazzo dai capelli bicolour, mentre stava suonando al campanello della sua casa.
Ryoga era rimasto così impressionato da quella casa, che non aveva neanche varcato il cancello che conduceva alla casa e non riusciva a non guardare quella casa.
«Bentornato, Nii-san» disse improvvisamente un ragazzo dai capelli rossi, di circa 13 anni, che aveva aperto la porta di ingresso.
«Ciao, pulce- disse Four, sfoggiando un sorriso a trentadue denti -Hai visto come è stato forte il tuo fratellone preferito?».
«Si, l'ho visto! Sei stato formidabile! ma anche l'altro duellante che ha vinto, però è stato abile.» affermò il tredicenne, guardando il fratello maggiore.
«Hai sentito, Ryoga?» chiese IV.
Nessuna risposta.
Thomas tastò l'aria intorno a sè, alla ricerca del ragazzo, senza perdere il contatto visivo con il fratellino.
«Non è qui, vero?» chiese, infine, al fratellino quando ebbe constatato che Shark non si trovava a portata di mano.
«Chi? Il ragazzo che ammira la nostra casa da dietro il cancello?» chiese ingenuamente il ragazzo che stava alla porta.
Thomas si voltò indietro e notò che Shark non si era mosso dal posto dove lo aveva lasciato.
«Ehy, Ryoga, vuoi dormire fuori dal cancello, per caso?» domandò con una certa ironia nel tono di voce.
«No, no.» disse il ragazzo dai capelli viola, raggiungendo Four. 
«Meglio così» ridacchiò Thomas «Ecco, Ryoga, ti presento il mio fratellino Michael.» 
«Piacere...» disse a bassa voce, Ryoga, restando a debita dalla persona che gli era stata appena presentata.
«Il piacere è mio Ryoga-kun! Ti ho visto duellare stamane insieme a Chris, e, devo ammetterlo, sei stato fenomenale quasi quanto il mio fratellone» affermò III, avvicinandosi al ragazzo e prendendogli delicatamente le mani.
Shark rimase stupito dall'atteggiamento espansivo del ragazzo dai capelli rossi, che, a prima vista, sembrava un ragazzo molto timido.
Il giovane dai capelli viola e quello dai capelli rossi andarono nell'atrio, mentre Thomas, dopo aver chiuso a chiave la porta di ingresso, salì su per una gradinata. 
«Three, porta Ryoga in sala, io, prima di venire a mangiare devo fare una cosa.» disse dopo essersi fermato a metà scala.
«Va bene, Four Nii-san.»


________ Camera di Tron, terzo piano._________
«Four, hai fatto ciò che ti ho detto, vero?» chiese Tron, seduto sulla sua poltrona, mentre stava guardando alcuni cartoni animati della "Warner brothers".
Il ragazzo dai capelli bicolore si inginocchiò a un paio di passi di distanza da dove era collocato il bambino con la maschera e, con un tono di voce piuttosto solenne rispose: «Si, ho fatto amicizia con Ryoga e l'ho portato a casa.»
«Ottimo lavoro» si complimentò Tron.
Passarono un paio di minuti di silenzio piuttosto imbarazzanti, perchè Four aspettava delle altre istruzioni e l'altro, che era così indaffarato a ridere per le battute dei personaggi dei programmi televisivi, non gliele dava.
«Devo fare qualcos'altro?» chiese, infine, Thomas, stufo di rimanere ad aspettare, visto che una gamba cominciava a fargli male per via di quella posizione in cui si trovava che, secondo lui, era piuttosto scomoda.
«Fai tutto quello che vuoi insieme a Ryoga» disse Tron, lasciando Four sbigottito. «ma, prima dell'una ritorna qui, assicurandoti che lui si sia addormentato, così ti darò delle altre istruzioni. Adesso va' pure a divertirti.»
Four (con una faccia MOLTO perplessa) se ne andò dalla camera del ragazzo.
"Divertiti?
 Di sicuro si sarà preso qualche malanno.
Però, visto che posso spassarmela, perchè non approfittarne?"

_________Sala da pranzo,  primo piano__________
I due ragazzi erano seduti sul divano,aspettando il ritorno di Thomas o l'eventuale arrivo  di Chris con la cena.
Non parlavano, si guardavano negli occhi e basta.
Non sapevano di cosa parlare e, per non fare brutta figura, preferivano non farlo.
"Dov'è finito il ragazzo semi-estroverso che mi ha salutato all'entrata?" si chiese, spostando lo sguardo dal ragazzo dai capelli rossi verso la porta della cucina.
"Uffa... chissà quanto ci metterà Thomas." 
«Scusami. Non sono molto abituato ad avere contatti con persone che non appartengano alla mia famiglia e, quando abbiamo degli ospiti, non so mai come comportarmi...» bisbigliò timidamente Michael, guardando Shark.
«Non preoccuparti.» disse Ryoga, facendogli un piccolo sorriso. «Ti capisco.»
Il rosso, in qualche modo sollevato dalle parole del ragazzo dai capelli viola, ricambiò. 
«Sono davvero contento che Thomas ti abbia invitato a casa.» prese una delle mani dell'altro ragazzo. «Di solito porta a casa solo delle oche, che non sanno mettere neanche due parole nella stessa frase.»
«Mi sarei sorpreso del contrario, anche perchè, di solito, fanno solo "quack"».
I due ragazzi scoppiarono a ridere.
Ryoga sapeva che le sue battute  non erano il massimo, ma fu contento quando vide l'altro sghignazzare.
Sembrava non ridere più da molto tempo.
La loro risata fu interrotta da Thomas che, dopo essere arrivato, si messo davanti a loro, come un genitore arrabbiato con un espressione che voleva dire "Avete finito di divertirvi? Non vedete che sono qui!".
Michael lasciò la mano di Ryoga e, con la scusa di andare a vedere che cosa stesse facendo Christopher, si congedò.
Thomas, dopo aver lanciato un'ultima occhiataccia al fratello minore, si voltò verso Ryoga, sfoggiando un'ampio sorriso.
«Ti ha dato fastidio, per caso?»
«No...» disse abbassando lo sguardo verso il pavimento e stringendo nelle mani il tessuto dei pantaloni.
"Peccato che se ne sia già andato... era divertente parlare con Michael".
«Quanto ci mette Chris a preparare la cena?!» chiese Thomas, sedendosi nel posto dove era prima il fratellino.
«Beh, il cibo ha un suo tempo di cottura. Magari ha preparato qualcosa che ci mette molto a cuocere come, non so. Il maiale allo spiedo oppure il tortino con la trita, ricotta e le zucchine.» affermò Ryoga,un po' imbarazzato.
Thomas lo guardò un po' stupito «Non sapevo che te ne intendessi di cucina» si avvicinò un po' a Ryoga «Hai imparato a cucinare, in modo da essere un bravo maritino?» .
Ryoga arrossì violentemente «v-veramente io ho imparato a cucinare perchè mia sorella non è in  grado di preparare qualcosa senza carbonizzarla.»
 «una ragazza che non è capace di cucinare? Oh, povero Ryoga.»  IV scoppiò a ridere «quindi a casa tua cucini tu?»
Shark fece cenno di si con la testa. 
«Magnifico. Non vedo l'ora di assaggiare qualcosa preparato da te, allora»
«Guarda che non sono così bravo come pensi tu... riesco a cucinare qualcosa di commestibile»
«Nii-san, è pronta la cena!»  urlò una voce proveniente dalla sala da pranzo.
Thomas si alzò dal divano e tirò su Ryoga dal divano.
«Forza, andiamo, se no Michael ci mangia tutto.»


_______Sala da pranzo primo piano.____
«Chris, dove ci dobbiamo mettere a sedere?» chiese Thomas, tenendo per mano Ryoga.
Il ragazzo con i capelli lunghi fissò Thomas e, poi, il suo ospite con uno sguardo freddo < Thomas mise il broncio «Perchè me lo vuoi tenere lontano?»
«Perchè non voglio che succeda la stessa cosa che è successa l'altra volta con... Clarisse?Catherine?» disse con tono piuttosto severo, simile a quello della signora Rottermaier.
«Kary.»  abbassò lo sguardo. «e ciò che è successo, non è accaduto per colpa mia.»
«Non penso che la ragazza volesse che tu le toccassi...» spostò lo sguardo, di nuovo, su Shark, il quale non capiva e stava rivolgendo uno sguardo interrogativo a Thomas, continuando a tenere la mano in quella di quest'ultimo. 
Il maggiore dei fratelli simulò un  piccolo colpo di tosse «non mi sembra il caso di parlare di cose tanto oscene, di fronte al nostro gradito ospite.»
«Oscene?» ripetè Ryoga, continuando a non capire.
«Lasci perdere, signorino Kamishiro, non mi sembra il caso di approfondire oltre quella faccenda.» disse Chris, mettendosi a sedere al suo posto.  
Il tavolo era rettengolare, con una tovaglia molto grande azzurra, i tovaglioli in coordinato, le posate ben lucidate in argento, due bicchieri, uno per l'acqua e uno per il vino, di cristallo,  i piatti bianchi, di porcellana e un grosso candelabro al centro, con quattro candele accese, fatto d'oro.
«Questa tavola è fantastica!» disse Ryoga, ammirandola «Complimenti a chi l'ha apparecchiata!»
Mihael abbassò lo sguardo e arrossì. Era stato lui a preparare la tavola. 
Ryoga si accomodò al suo posto, vicino al minore dei fratelli Arclight, e si mise a fissare Thomas, il quale rivolgeva ripetute occhiatacce al fratello maggiore e teneva il broncio, come un bambino offeso al quale i genitori non avevano concesso di portare il peluche a tavola.
«Buon appetito» disse Christopher.
«Itadakimasu..»  ringraziò Ryoga, cominciando a mangiare il primo: una pietanza a base di riso e di carne di agnello.
"Mamma mia... è davvero buona." 
«Perdona la mia curiosità... Ma tu sei il figlio dei Kamishiro, che sono morti un paio di anni fa, in un' incidente?» chiese Christopher, quando furono arrivati al secondo: affettato e salumi pregiati, accompagnati da pane bianco ed olive.
Shark, preso in contropiede da quella domanda, lasciò cadere la forchetta nel piatto ed un'immagine passò nella sua mente.
Un veicolo, che, in una notte scura, si schiantava contro un muro, un'urlo di una donna, il suono dell'antifurto della macchina, una fiammata ed,infine, silenzio.
«... Si, sono loro figlio.» disse, cercando di trattenere la malinconia.
«Chris nii-san... non mi sembra un'argomento adatto di cui discorrere a tavola» disse Michael, a bassa voce al fratello maggiore, guardando preoccupato per l'ospite del fratello "intermedio", il quale si stava incupendo.
«Hai ragione, Michael. Chiedo perdono, signorino Kamishiro»
«Non si preoccupi...» disse Ryoga, tentando di sorridere.
«Piuttosto, cambiando discorso, la camera degli ospiti, a causa del disordine, non è al momento agibile. Spero che non le dispiaccia dormire con Thomas.» disse pulendosi con il tovagliolo la bocca.
Dormire insieme a Thomas? Insieme al suo mito? Shark era entusiasta. «Ne è proprio sicuro? Non mi faccio troppi problemi a dormire su un divano»
«Dormire su un divano? Lei è un'ospite e sarebbe una scortesia farla assopire lì»disse Chris.
«Ma come, Ryoga, non vuoi dormire con me?» gli chiese Thommy, facendo una faccia da cane bastonato.
«Non è che non voglio dormire con te...- abbassò lo sguardo -non vorrei crearti alcun disturbo»
«Disturbo? Ahaha, non scherzare Ryoga. Dai, vieni» Si alza rapidamente dal tavolo e, prima che suo fratello maggiore potesse digli qualcosa, prese Ryoga e corse in camera sua.

____Camera di Thomas, secondo piano___
Non aveva mai visto una camera da letto così grande e ben arredata.
I muri delle pareti erano bianchi e un parquet color nocciola faceva da pavimento.
C'era un letto matrimoniale, due comodini ai lati di quello, una grossa scaffalatura, una piccola libreria, un divano, la televisione a schermo piatto attaccata ad uno dei muri, un tavolo antico e delle sedie imbottite e ricoperte sullo schienale di velluto rosso.
«Anche camera tua è bellissima!» disse guardandosi intorno, mentre Thomas si era già seduto sul suo letto.
«Lo so, la mia stanza è la più bella di tutta la casa.» affermò, con no-chalance, mettendosi a sedere sul suo letto. 
«Come mai siamo corsi in camera tua? Cioè... non abbiamo mangiato il dolce»
«Semplicemente perchè ero stufo di ascoltare i commenti e le domande da vecchia zitella in menopausa di mio fratello maggiore»
«Non è carino ciò che stai dicendo» 
Four lo fissò con un'aria un po' stranita poi, dato che il suo interlocutore non aveva gradito l'insulto al fratello maggiore, optò per cambiare discorso.
«Hai un pigiama?» domandò IV, fissando Shark
«Sfortunatamente no...» mormorò imbarazzato.
Thomas si alzò dal letto e aprì il suo armadio.
Frugò velocemente nei cassetti e, quando trovò quello che cercava, lo tirò fuori, chiudendo l'armadio.
«Al volo» urlò, lanciandogli il pigiama.
Shark fece un passo in avanti e, nonostante non fosse bravo in quelle cose, lo prese.
«T-ti ringrazio...» fece per mettersi il pigiama, ma l'altro lo bloccò.
«Hey, Shark, guarda che sono appena le nove... non vorrai andare a letto così presto, spero» disse Four.
«Io solitamente vado a dormire a quest'ora... sai, ho ancora 12 anni»
Thomas fece una faccia sconvolta.
«Q-qualcosa non va, Thomas?» gli domandò preoccupato.
«Io, alla tua età, rimanevo sveglio fino alle due di notte senza troppi problemi»rispose,lasciando l'altro a bocca aperta.
«Io non riuscirei a stare sveglio così a lungo»
Adesso di sentiva molto a disagio.
Non solo aveva fatto la figura del bambino davanti alla sua star preferita, ma aveva anche ammesso che non riusciva a stare sveglio fino a tardi.
"Vorrei diventare invisibile per poter scappare via, senza che lui mi veda..."
«Oggi farai un'eccezione, allora! Starai sveglio fino a mezzanotte»
«Mezzanotte- ripetè sbigottito «Facciamo le undici?»
«No, perchè a mezzanotte Biancaneve fuggì su un tappeto magico, dimenticando sulle scale il lupo cattivo, dal castello del principe di Egitto dove viveva la strega del mare Anastasia, che si era addormentata nel bosco mentre Hercules giocava ad  Otello con la Bestia.»
«Ma non era "Cenerentola che fugge su una carrozza dal Castello dove viveva il principe, dimenticando sulle scale la sua scarpetta di Cristallo,perchè era scoccata la mezzanotte e l'incantesimo che le aveva fatto la fata turchina era finito"?.» gli domandò, confuso.
«E io cosa avevo detto?» Rispose Thomas
«Tutt'altra cosa, nii-san.» Urlò Michael fuori dalla stanza,che si era fermato ad origliare il loro discorso.
«E tu che c'entri, pulce? Torna nella tua stanza e non ci stalkerare.» 
Michael entrò nella stanza «Scusami, fratellone, ma Chris mi ha detto dovevo portarvi il dolce che non avete mangiato e io... mi sono fermato ad ascoltarvi e non volevo interrompervi» Assunse un'aria triste.
«Non importa, Michael, resta un po' qui con noi e mangiamo il dolce assieme.» gli disse, venendogli incontro sulla soglia della porta.
«Dubito che mio fratello sarebbe contento di avermi nella sua stanza...»
«Ma no.» Si voltò verso Thomas, sfoggiando un radioso sorriso «Vero che non ti dispiace se ci fa un po' di compagnia?»
Borbottò qualcosa di incomprensibile e poi, con aria rassegnata, disse «No, non mi dispiace...»
"Maledetta piccola pulce, mi stai rovinando la festa! Domani, quando Ryoga se ne sarà andato, mi vendicherò" pensò tra sè e sè Thomas.


Angolo di Vallellata:
Scusate il mio immenso ritardo.... mi farò perdonare, pubblicando a breve la seconda parte del capitolo.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto/recensito la mia fiction e spero con tutto il cuore che vi piaccia questo nuovo capitolo.
Detto ciò, vi saluto e vi auguro buon Halloween (perchè tra 10 giorni ci sarà Halloween).
Ps: Io andrò al Lucca Comics ;)
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1490546