Problematic change

di Will P
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***
Capitolo 3: *** Terza parte ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


Fanfic a suo tempo dedicata a PurpleSky, che mentre giocavamo col videogame di HP3 divagava tentando di far copulare Harry con Draco e mi ha letteralmente dato l’idea alla base della storia

Fanfic a suo tempo dedicata a PurpleSky, che mentre giocavamo col videogame di HP3 divagava tentando di far copulare Harry con Draco, e mi ha letteralmente dato l’idea alla base della storia. Grazie di sopportarmi e incoraggiarmi. Grazie di tutto. Ti voglio bene. Spero mi perdonerai se questa fic è vecchiotta, ma il tuo regalo di quest’anno devo ancora scriverlo. ^^;;

Auguri,

Will

 

 

PROBLEMATIC CHANGE

-Mai vestirsi al buio-

 

Il celebre Harry Potter, mentre vagava sperso per i corridoi del castello, si sentiva in verità molto depresso. E anche lievemente incazzato, diciamocelo. Era fuggito dalla sala comune appena Ron ed Hermione avevano iniziato a litigare come al solito, perché -veramente- non aveva voglia di sopportarli ancora. Probabilmente si mettevano ad urlarsi contro come idioti per farlo andare via e restare soli soletti, come gli aveva detto Draco l’ultima volta che erano riusciti a vedersi.

 

Ecco, in realtà il vero motivo che faceva… irritare… Harry era proprio quello: non poter passare il tempo col suo ragazzo. E “passare il tempo” non significava solo imbucarsi nel bagno dei prefetti alle due di notte, ma anche semplicemente camminare mano nella mano per i corridoi o sedersi vicini a lezione. Perché non poteva avere un storia normale (per quanto lo permettessero le circostanze) come tutti? Perché ogni volta che vedeva il suo Dracuzzo in pubblico doveva insultarlo e non poteva trucidare tutte quelle oche che gli giravano intorno? Eh? Perché sempre a lui?!

 

Questi pensieri lo portarono alla strana reazione di lanciare sguardi alla Hannibal Lecter sulle coppiette che incrociavano la sua strada -e purtroppo c’erano veramente taaaaante coppiette felici.

 

Sospirando si sedette sui primi gradini delle scale, considerando che da lì avrebbe rotolato solo per circa 50 scalini per finire infine contro un vaso… non male come morte… magari un po’ lenta, comunque… il filo dei suoi pensieri fu interrotto da due braccia che gli circondarono la vita e si rilassò sentendo finalmente il profumo del ragazzo che amava.

 

«Ehilà, cos’è, siamo depressi?» sussurrò una voce al suo orecchio. Harry fu attraversato da un brivido caldo e appoggiò la schiena contro quel ben noto torace sorridendo.

 

«No, solo pensieroso.»

 

«Certo, sicuro. Scommetto che stavi contemplando un modo per lasciare questo triste mondo, che ne so, buttandoti di peso dal lampadario…»

 

Harry sorrise sornione «…o giù per la scale…»

 

«Appunto.»

 

«Beh, signor Malfoy, ha vinto la scommessa!» disse voltandosi a gurdarlo negli occhi «Qual è il premio?»

 

In risposta Draco si abbassò sulle sue labbra e le coprì con le sue. Si staccò dopo un po’ guardandosi intorno, poi disse «Qualcosa di simile a questo.»

 

«Ripostiglio?»

 

«Ripostiglio.»

 

Si diressero abbraciati verso il loro ‘nido d’amore’ e Draco aprì la porta con una mano mentre con l’altra stringeva Harry a sé e lo baciava. Harry lo buttò dentro chiudendosi la porta alle spalle e nel buio lo spinse contro il muro mordicchiandogli il collo gettando via i mantelli della divisa e infilando la mani sotto la camicia del Sepeverde. Draco scivolò contro il muro fino a ritrovarsi seduto per terra e reclamò nuovamente le labbra di Harry passando le mani fra quei capelli così morbidi e setosi intanto che anche Harry si sfilava la camicia e faceva sfiorare la loro pelle calda, le mani che accarezzavano ogni centimetro della sua schiena…

 

Dopo parecchi minuti di apnee furono interrotti da un rumore metellico.

 

«Draco, hai per caso la cintura di castità?» sussurrò serafico Harry.

 

«Amore, non dire cazzate, è la maniglia della porta.»

 

«Ah ok…» mormorò abbassandosi verso il collo del compagno. Si bloccò a metà strada rendendosi conto dell’affarmazione nello stesso momento in cui anche Draco riconnetteva il cervello alla bocca (capiteli, erano un po’ distratti).

 

«La maniglia della porta?!» gridarono contempraneamente.

 

«Ehi!» sibilò indignato Harry contro chicchessia che li aveva interrotti.

 

«Harry? Sei tu amico?» disse la voce dietro la porta.

 

«Ron?!»

 

«Harry, che stai facendo lì dentro?»

 

Gli occhi del moro si dilatarono notevolmente a quella richiesta; mentre Draco ridacchiava come un cretino si assicurò che la porta fosse ben chiusa magicamente e ficcò una sedia sotto la maniglia (melium abundare…), tutto ciò tentando di trovare un’occupazione plausibile che comportasse il suo trovarsi sigillato in uno sgabuzzino.

 

«Eeeeeeeeehm…»

 

«Amico ti serve una mano?» chiese Ron preoccupato.

 

“No, decisamente no” pensò Harry lievemente nel panico con Malfoy che si spanciava per terra dalle risate silenziose.

 

«Eeeeeeeeehm… stavo... cercando…»

 

«…i tuoi pantaloni…» sussurrò Draco al suo orecchio per poi leccargli il collo.

 

«…un secchio…» sparò Harry soffocando Draco con un cuscino (opportunamente materializzato qualche minuto prima).

 

«Harry, cosa ci facevi con un secchio?!» esclamò una voce femminile seguita dalla risata di Ron.

 

«Hermione!! Cosa ci facevi tu piuttosto con Ronnie in uno sgabuzzino!» strillò Harry scandalizzato: allora era davvero per quello che lo mandavano via a forza di rottura di coglioni…

 

«Lo sapevo!» gridò Draco mezzo soffocato da risate + cuscino.

 

«Harry! (azione combinata) Chi c’è lì con te?!»

 

«Eeeeeeeeehm… Grattastinchi…»

 

«Sì, miaoooo…» ronfò il Serpeverde sulla sua spalla guadagnandosi un’altra cuscinata.

 

«Harry Potter! Dimmi subito ci c’è lì con te o sfondo la porta!»

 

«Hermione Granger! Levati subito dalle palle o racconto a tutti le tue prodezze col whisky l’ultimo giorno del quinto anno!» disse Harry imitando la voce acuta dell’amica.

 

Draco lo fissò con due occhi grandi come sottobicchieri e lui si limitò ad agitare una mano nel noto gesto delaspetta che te lo dico dopo’.

 

«Harry, da questo si capisce chiaramente che sei lì dentro con Ginny nuda!» gridò Hermione, i cui riflessi non furono abbastanza rapidi da impedire a Ron di scivolare per lo shock e dare una testata contro il muro.

 

«Herm! Perdio, Ginny è a lezione con Piton! Non ho nessuna intenzione di chiudermi in uno stanzino con tua sorella Ron! E ora levatevi dai coglioni!!»

 

«Ok, quanto siamo incazzosi oggi però!» sbottò Ron rassicurato dal fatto che nessuno avrebbe potuto perdere una lezione di Pozioni.

 

«Via, santissimo Merlino!» sbraitò Harry.

 

«Finalmente soli…» susurrò Draco strascicando le parole nel modo che faceva impazzire Harry a pochi millimetri dalla sua bocca.

 

«Certo che la privacy non esiste proprio qui…» rispose Harry lambendo le labbra del compagno con la lingua.

 

«Oooh, ma così è più divertente, lasciagli imparare qualcosa…» mormorò contro la sua spalla sdraiandosi sopra di lui; abbassò lentamente una mano e la infilò nei suoi pantaloni attraverso i quali si notava un chiaro rigonfiamento. Harry gemette. Fuori dalla porta Hermione urlò.

 

 «Ron levati che devo sbirciare anch’io!»

 

Harry chiuse gli occhi (e non solo per il fatto che Draco gli stava accarezzando subdolamente una gamba), inspirò, invocò tutte le divinità che conosceva, espirò, aprì gli occhi, inspirò, scostò dolcemente Draco da sopra la sua pancia, e poi gridò con quanto fiato aveva in gola «Porca ******* se non ve ne andate subito a farvi ******* vi spacco il ****, perdiomadonna!!!» (ß frase tipica dell’autrice)

 

Un tramestio impaurito fu il segnale della ritrovata pace. Malfoy si avvicinò lentamente al Grifondoro prendendogli una mano fra le sue «Ci manca solo che arrivi…»

 

La maniglia fu improvvisamente abbassata con violenza e si sentì la voce di Zabini che urlava «Chi cavolo c’è qui?!»

 

«Blaise, solo sei parole: sono-occupato-vattene-o-ti-Crucio.»

 

«Solo quattro parole: divertiti-e-a-dopo!» e dei passi veloci assicurarono nuovamente l’intimità.

 

«Ok, porto sfiga. Certo che è veramente frequentato ‘sto ripostiglio…» disse sorridendo lievemente Malfoy «… amore che c’è?» continuò poi preoccupato dal silenzio dell’altro.

 

«Draco… sono stufo. Stufo marcio. Non possiamo andare avanti così.»

 

Qualcosa si agitò nel petto del Serpeverde, qualcosa che faceva molto male. Sentì un bruciore in gola ma strinse i denti.

 

«Draco, basta, sul serio, non ne posso più di te-» fu interrotto dallo schiaffo di Draco. Ora il bruciore si era spostato agli occhi e gli tremavano le mani

 

«Brutto stronzo. Sei solo uno schifoso bastardo. Sei stufo, eh? Cos’è stato per te, un passatempo? Uno scherzo?»

 

«Draco cosa…?»

 

«Smettila! Come puoi continuare a chiamarmi per nome?! Se vuoi mollarmi vattene subito e lasciami in pace!» gli si spezzò la voce.

 

«Draco, Dio no, come ti viene in mente…? Draco, amore…» si mosse in avanti e lo strinse forte nel suo abbraccio; sentì che provava a divincolarsi, ma le sue deboli proteste furono presto sostituite da dei singhiozzi. Prese ad accarezzargli lentamente i capelli «Amore non ho nessuna intenzione di lasciarti! Sei la cosa pù bella che mi sia mai capitata, come potrei anche solo pensarlo? Il mio piccolo Serpeverde affrettato… dicevo, non ne posso più di tenere nascosta la nostra storia! Non sopporto più tutte le ragazzine che ti girano intorno quando io non posso nemmeno guardarti più di cinque secondi di fila, di doverti ricoprire di insulti ogni volta che ci incontriamo. Di passare settimane intere senza sentire il tuo sapore…»

 

Draco si sentì in colpa per aver dato uno schiaffo al suo ragazzo ed averlo definito “stronzo schifoso bastardo”, e provò una gran voglia di piangere. Però si trattenne, anche se difficilmente per colpa delle carezze di Harry.

 

«Draco sfogati, non tenerti tutto dentro.» mormorò dolcemente sulla sua fronte.

 

«I-io… non…»

 

«Non puoi? I Malfoy non piangono? Beh, se è per questo i Malfoy non si fidanzano nemmeno col ragazzo che ha ucciso il loro signore…»

 

Daco ridacchiò debolmente «Scusa, m-mi dispiace di averti detto quello che ho detto. Non volevo ma ho… avuto paura… e… anche tu sei l’unica cosa che mi sia andata bene nella vita. E non dico tanto per dire, lo sai. E… anch’io vorrei poter stare sempre con te -e sgozzare Cho Chang-, ma…»

 

«Allora che problema c’è?»

 

«C’è quel problema che si chiama ‘studenti’…»

 

«Draco, non puoi ucciderli tutti, e alla fine l’unico problema sarebbero le chiacchiere: io ci sono abituato e tu basta che guardi qualcuno con quei begli occhioni di ghiaccio che ti ritrovi per pietrificarlo, quindi non mi pare così grave.»

 

«… hai ragione… solo… niente annunci dal tetto della scuola, ok?»

 

«Tesoro, non sono ancora così esibizionista…»

 

Draco sorrise «Posso saltarti addosso sotto il naso di Weasley?» chiese con aria da cucciolo abbandonato.

 

«No, a meno che tu non voglia portarlo in infermeria di peso dopo lo svenimento.» rispose candidamente Harry «Ehm, mi sa che dovremmo andare.»

 

«Sicuro?» Draco montò a cavalcioni su Harry che era inginoccihato per cercare i vestiti e si abbassò a baciarlo «Sicurissimo?»

 

«Signor Malfoy non so se si rende conto che A, è meglio non provocare il sottoscritto, B, questo ripostiglio è più frequentato di Mielandia quado ci sono gli assaggi gratis, e C, sono due ore che siamo qui dentro e fra un po’ manderanno una squadra soccorsi per tirarci fuori.»

 

Draco mise il broncio.

 

«Signor Malfoy, è inutile. Potrebbe passarmi quella camicia, se non le dispiace?»

 

«Mi dispiace profondamente invece.»

 

«Allora la prenderò da solo, gentilissimo signor Malfoy.»

 

Si rivestrono nel buio più totale con profondo dispiacere di Draco e dopo aver messo il naso fuori dalla porta per vedere se c’era via libera (vabe’ dirlo a tutti, ma con calma…) sgusciarono rapidi in direzioni opposte.

 

Harry era appena arrivato all’inizio del corridoio della Signora Grassa e per non suscitare troppe domande (che sarebbero comunque arrivate dai suoi cari amici) si diede una sistemata ai vestiti.

 

«O mio Dio.» disse, senza saperlo, in perfetta sincronia con un biondino sette piani più in basso.

 

Quella che si era appenna stretta al collo era palesemente, indubbiamente, innegabilmente… una cravatta verde e argento.

 

«O mio Dio.»

 

Fine prima parte

 

 

Sì, sono tanto cattivah. u_u Ma tranquilli, la seconda parte sarà postata (se va tutto bene) domani, e domenica ci sarà la terza ed ultima.

Questa è una delle fic che fanno parte del “primo periodo in cui scrivevo cavolate, e le posto solo ora”. Si riconosce per l’allucinante dose di fluff, idiozia, e OOC di cui è pervasa. XD

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Capitolo 2
*** Seconda parte ***


PROBLEMATIC CHANGE

PROBLEMATIC CHANGE

-Mai vestirsi al buio-

 

“Calma, è tutto a posto. Ora tu darai una testata contro il muro, ti verrà una commozione cerebrale e ti sveglierai da quest incubo. Non puoi esserti messo la divisa sbagliata, è ridicolo, nessuno può essere così idiota… fatta eccezione per qualche dozzina di persone…” Draco abbassò nuovamente gli occhi. La cravatta di Harry continuava a fissarlo imperterrita. Rosso e oro. Oddio, i colori più pacchiani del mondo.

 

“Ok, sono decisamente idiota.”

 

Del chiacchiericcio alle sue spalle lo fece sobbalzare. Per non farsi vedere conciato in quella maniera indecorosa si nascose dietro un arazzo che copriva una nicchia nel muro; anche dopo che i chiassosi pargoli furono passati, restò a fissare la parete con sguardo vacuo e leggermente angosciato. Tascorso qualche minuto così, si svegliò e decise di mettere in moto il cervellino da bravo Serpeverde.

 

Andare in giro nudo -per quanto in molte/i avrebbero approvato- non gli sembrava una grande idea, e anche togliersi gli indumenti rossi e oro… passi per la cravatta, ma mantello maglione e camicia? Di certo non poteva rincorrere Harry, e tornare in dormitorio a cambiarsi manco morto: bisognava passare per la Sala comune.

 

“Ok, sono decisamente idiota. E ripetitivo. Vabe’, non divaghiamo! Draco, magia magia! Com’era quell’incantesimo…?”

 

Con la fronte lievemente corrugata bisbigliò una formula puntandosi la bacchetta addosso, e fatto ciò abbassò lo sguardo speranzoso.

 

Sempre rosso e oro, solo che adesso più brillanti. Eufemisticamente irritato si sfilò il mantello e lesse l’etichetta: “Gli abiti di Madama McLan resistono alle macchie più difficili e alle fatture minori che tentano di rovinarne la stoffa”.

 

«E vaffanculo allora!»

 

Dall’altra parte del castello, un Grifondoro vestito in maniera equivoca si era rinchiuso in bagno.

 

Non per quello che pensate voi!, solo per un innocuo e lieve terrore puro. Niente di cui preoccuparsi. Certo, tranne per il fatto che o aspettava fino alle tre di notte per farsi ridare i vestiti da Draco o restava lì fino alla morte.

 

O meglio, poteva sempre uscire, ma a quel punto avrebbe fatto prima, durante il suo primo anno, a correre incontro a Fuffi foderato di salsicce: si sarebbe risparmiato tutte le noie venute dopo. Passato parecchio tempo si accorse che qualcuno stava bussando insistentemente alla porta del cubicolo.

 

«Chi cazzo è?!» sbraitò.

 

«O leggiadro Harry, ci si incontra sempre nei posti più strani!»

 

Il Grifondoro sbiancò -per la tredicesima volta nella giornata-. Ci mancava solo Ron a completare la sua felicità. Si fissò i polsini del maglione mentre i suoi neuroni lavoravano fibbrilmente. Alzò lo sguardo, carico di una nuova determinazione: non avevano deciso di rivelare tutto? Beh, perché non iniziare subito?

 

«Harry stai annegando o sei fortemente… impegnato?» ridacchiò Ron dall’altra parte della porta.

 

«Ron, sto per uscire. Tu giura sulle lasagne di tua madre che resterai calmo.»

 

«Ok, a parte l’uscita sulle lasagne che mi fa venire il dubbio che il tuo cervello sia irrimediabilmente danneggiato, per cos’è che dovrei agitarmi? Basta che tu non sia diventato una donna e mi pare che il numero degli shock si sia ristretto di molto!»

 

“Oh no Ronnie caro, questo è molto peggio…” pensò mentre faceva scattare la chiusura della porta. Si concesse un ultimo momento di pace, poi inspirò e abbassò la maniglia uscendo dal gabinetto molto lentamente. Ron lo stava fissando.

 

Lo fissava e lo fissava e lo fissava, senza dire niente. In realtà era anche un bel po’ che non respirava. Poi aprì la bocca per commentare.

 

Ma la bocca rimase aperta. Infine…

 

«Harry stai bene? Non sei ferito vero?»

 

Harry corrugò la fronte perplesso: non era la reazione che si era aspettato. No, decisamente. «Scusa, perché dovrei essere ferito?»

 

«Perché è chiaro che sei stato aggredito, ti hanno rubato i vestiti e tu hai preso i primi che hai visto, che purtroppo erano di Serpeverde.» proferì Ron fissando come ipnotizzato lo stemma sul mantello della divisa.

 

“Cavolo, perché non ci ho pensato io?” fu il pensiero che attraversò il cervello di Harry. Comunque sospirò, sconcertato dalle elucubrazioni del suo migliore amico, e si decise a finire quello che aveva iniziato. «No Ron, sono stato sempre nello sgabuzzino oggi pomeriggio.» disse fissando intensamente l’amico.

 

Ron lo fissò intensamente di rimando, e ad un certo punto le sue pupille si allargarono ed emise un piccolo “oh” di comprensione. «E dal fatto che la divisa è maschile desumo che…?» chiese con voce debole. Harry annuì.

 

«Sì Ron, mi piacciono i maschi.»

 

Un altro “oh” uscì dalla bocca del giovane Weasley. Pensò a lungo se la domanda che aveva in testa fosse solo un’innocua domandina di cui avrebbe sentito volentieri la risposta, ma alla fine le parole uscirono dalle sue labbra da sole.

 

«Harry, stai insieme a Draco Malfoy?»

 

«Sì.»

 

«Credo che per ora mi siederò qui per terra…» mormorò accasciandosi al suolo «Da quanto?»

 

«Da quanto sei seduto a terra? Neanche cinque secondi…»

 

«Harry ti prego non mi sembra il momento.» disse flebilmente.

 

Non del tutto d’accordo, Harry decise che doveva ringraziare che Ron fosse ancora cosciente e non torturò ulteriormente i suoi poveri nervi «… mhh… cinque mesi sabato prossimo…»

 

«Oh…»

 

«Ron? Tutto ok?» si informò Harry preoccupato.

 

«Harry, sai che lo odio cordialmente e lui odia cordialmente me, e sai anche che Ginny ti ucciderà per questo, si presenterà armata pesantemente a capo dell’HarryPotterFanClub, MA se è con lui che vuoi stare, fai come ti pare. Basta che la smetta di insultare Herm…»

 

Harry sorrise, era veramente la migliore delle reazione che avrebbe potuto immaginare «Non ti preoccupare, non è un viscido Serpecerde e non vi insulterà più!»

 

«Scusami se dubito.»

 

«Ok, vi insulterà amichevolmente quando sono girato, ma si tratterrà per amor mio.»

 

«Lo spero amico…» disse Ron afferrando la mano che l’altro gli tendeva e tirandosi su. «Su, vai a nascondere tutte le armi che trovi, perché mi sa che dovrai dare qualche spiegazione in giro…»

 

Intanto, nei sotterranei, un giovane biondo Serpeverde meditava la morte del suo migliore amico. Draco era giunto alla conclusione che se voleva uscirne doveva per forza avvertire qualcuno, e per ora gli era venuto in mente solo Blaise. Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni (per fortuna che almeno quelli erano i suoi!) un cristallo tondo, bianco con delle venature rosa-violacee all’interno, e lo strinse con forza.

 

Dopo un minuto una vena stava pulsando visibilmente sulla sua tempia mentre strigeva ancora quel cristallo come un cretino. Finalmente dalla pietra incantata gli giunse in mente chiara la voce di Zabini.

 

“Ehi, come butta Dongiovanni? Mi ero appisolato e non ti ho risposto subito…”

 

“Smettila di dire minchiate! Dove sei ora?” pensò acido Draco.

 

“Sono sulla torre più alta del castello, da cui sto per gettarmi per farla finita! Addio mondo crudele! Se solo mi avessi trattato con più gentilezza in tutti questi anni non sarei giunto a questo triste epilogo…” recitò con tono melodrammatico.

 

“…”

 

“…”

 

“…davvero ti suicideresti perché ti tratto male? Buono a sapersi…”

 

“Mooolto spiritoso. Sono in dormitorio, dove vuoi che sia a fare un pisolino?”

 

“Allora raggiungimi subito e portami l’altro mio mantello, sono dietro l’arazzo davanti al dormitorio!” pensò pieno di speranza il biondino.

 

“Cielo, sei nudo Dracuccio? Ma cos’ha combinato il mio birbantello in quel ripostiglio, eh?” chiocciò Blaise.

 

IO non giro nudo per la scuola. Muoviti e vedrai tu come sono conciato.

 

Dopo qualche minuto Blaise arrivò col fiatone davanti al nascondiglio di Draco. «Su sbrigati ad aprire che sto morendo dalla curiosità!» Draco scostò l’arazzo. Blaise lo fissò, sbattè le palpebre un paio di volte e poi prese a ridere istericamente.

 

«… TU… conciato… così! Buahahaha! Dio, io -io DEVO farti una foto! Oh cacchio sto per iperventilare! Buahahahahahahah!!»

 

Draco arrossì lievemente e gli strappò di mano molto poco gentilmente il mantello che gli aveva portato; si tolse quello rosso e giallo, lo nascose nella borsa di Blaise e si mise il suo: lo copriva abbastanza bene, così avrebbe potuto arrischiarsi ad entrare in Sala comune.

 

«Blaise, smettila e muoviti.» sibilò astioso all’amico ancora piegato in due dalla risate.

 

«Oh devi assolutamente dirmi com’è successo!» furono le prime parole che disse dopo aver ripreso fiato. Draco per contro arrossì ancora di più e disse la parola d’ordine al dipinto-ingresso della Sala dei Serpeverde. «Ok, te lo dico ma tu sta calmo e non urlare…»

 

«Non ho mai urlato.» disse con una mano sul cuore a mo’ di giuramento.

 

Si avvicinò all’orecchio del compagno e gli sussurrò qualche parola, poi si staccò ed entrò rapidamente nel buco del ritratto. Dentro si voltò e vide che Blaise l’aveva seguito con un’espressione tra l’allibito e lo shockato stampata in faccia.

 

«TE LA FAI CON HARRY POTTER?!» urlò con voce decisamente più acuta del normale.

 

Draco decise che l’avrebbe fatta finita. Con Blaise.

 

Fine seconda parte

 

 

Fuori due, domani la terza! Nella prossima troveremo: la reazione di Hermione, uno sfottimento indecente di Cho, Ginny e Pansy assolutamente OOC, e il gran finale. Yay!

Note: Ah, le lasagne. Non so come sono venute fuori, l’hanno fatto e basta. Sappiate solo che io mi esprimo quotidianamente con esclamazioni simili. U_U

La pietra che usa Draco per comunicare con Blaise è ispirata dalla serie Sweep di C.Tiernan, dove c’è sì una pietra simile ma non ha assolutamente nessun potere. XD

Will

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Capitolo 3
*** Terza parte ***


A titolo informativo: Se credevate che prima fosse OOC, non avete ancora visto niente

A titolo informativo: Se credevate che prima fosse OOC, non avete ancora visto niente. @w@ Cho & co. verranno abbondantemente sfottute, quindi se il tutto vi disturba… cavoli vostra. XD

 

 

PROBLEMATIC CHANGE

-Mai vestirsi al buio-

 

L’eco dell’urlo di Blaise sfumò nel silenzio agghiacciante della sala comune strapiena. Tutti gli occhi erano fissi sul giovane Malfoy, la cui faccia stava raggiungendo livelli di rossore mai sfiorati prima d’ora (nemmeno quando Harry gli diceva che era così bello da mozzargli il fiato, il che è tutto dire).

 

Blaise mormorò ‘ops’ sorridendo innocentemente.

 

Sembrava che nella stanza tutti avessero smesso persino di respirare. Si sentì il rumore di un bicchiere che scivolava da una qualche mano e si infrangeva sul pavimento, ma nessuno ci badò.

 

«Scusa…» fece con espressione giustamente un po’ colpevole Zabini.

 

Draco si voltò verso la folla verde-argento (e lui rosso e oro, mondo crudele) che lo scrutava e mostrò l’espressione più spavalda, strafottente e distaccata del suo repertorio.

 

Una pargoletta del primo anno svenne con un flebile lamento. Un vasto gruppo di studenti del quarto aprì lentamente la bocca per lo shock. Pansy si mise a ridacchiare compiaciuta. Un amico della primina la seguì giù sul pavimento, collassato. Una tizia del secondo iniziò a piagnucolare qualcosa di poco comprensibile sulsuo Dracuzzo che non poteva essere gay, no, era impossibile’, seguita a ruota dai mugugni di moltre altre fanciulle. Tre ragazze isteriche urlarono contemporaneamente «Mi avevi detto che ero l’unica per te!» per poi guardarsi orripilate, guardare orripilate Draco e fuggire singhiozzando nei rispettivi dormitori sbattendo la porta.

 

«Beh, poteva andare pe-» tentò Blaise.

 

«Silencio!» ringhiò Draco estraendo la bacchetta e puntandola sul volto dell’amico, a cui morì in gola il resto della frase. «Non ci provare, brutto iettatore schiamazzante.» poi si rivolse al pubblico con flemma molto british «Se volete scusarmi, dovrei cambiarmi d’abito.» e sparì elegantemente in dormitorio.

 

«No. No. Noooo. Assolutamente no. Manco morto.»

 

«Allora chiamo Herm qui fuori e intanto prendo il mantello dell’Invisibilità, ok?» sbuffò irritato Ron ad un Harry nascosto dietro un vaso enorme nel corridoio della Signora Grassa.

 

Harry annuì con decisione sillabando untipregograzieseiilmigliore’, e fissò con gli occhioni ricolmi di speranza la schiena di Ron che scompariva oltre il ritratto. Dopo pochi minuti fu raggiunto dal ragazzo che trascinava una sconcertatissima Hermione verso il nascondiglio.

 

La ragazza si ritrovò davanti ad Harry conciato in quell’indicibile maniera e lo squadrò con occhio critico (lo stesso con cui affrontava i compiti di Aritmanzia, per intenderci). Lo trapassò con lo sguardo e proferì «Da quanto stai con Draco?» poi sorrise.

 

La mascella di Harry seguì quella di Ron sul pavimento. «Come cacchio fai a saperlo?!» strillò Ron, a quel punto decisamente isterico.

 

Hermione lo guardò compassionevole «Intuito femminile, Ron, quello che tu non hai. E un minimo di deduzione. E attenzione ai dettagli. Andiamo, Harry è ossesionato da Malfoy fin dal primo anno, passa metà del tempo a fissarlo, per un motivo o l’altro, si scalda appena lo si nomina… la divisa è maschile, di Serpeverde, con la spilla da prefetto. Fai due più due… e poi, non ti offendere Harry, ma ho sempre sospettato che fossi omosessuale. Suvvia, hai tanto di quel successo fra le ragazze e non ne hai mai toccata una, era sospetto.» concluse, annuendo alle sue stesse parole.

 

Ron si arrese al fatto che Hermione era brava a capire gli affari sentimentali di chiunque tranne i suoi e gli sarebbe toccato farle una dichiarazione in piena regola al più presto. Harry la abbracciò felice della sua reazione, dopo di che si mise il mantello e attese che gli altri due aprissero il ritratto per passare.

 

«Allora, quanto aspetterai per dire tutto a tutti?» domandò Hermione buttandosi sul letto di Neville mentre Harry si cambiava.

 

«Oh, credo che lo farò abbastanza presto. In fondo, io ho il mantello, ma Dray avrà dato un po’ nell’occhio, no?» disse Harry mentre lottava con la sua cravatta Grifondoro. Hermione rise e Ron rabbrividì impercettibilmente al suono indecoroso di ‘Dray’… ma si sarebbe abituato presto, in fondo, se si era abituato a ‘Voldemort’…

 

«Quindi che si fa? Stampiamo dei volantini e li gettiamo sopra la scuola a bordo delle scope?» disse Ron, mettendo da parte ilDray’, e dedicandosi all’antico sport di Farsi I Cavoli Di Harry (che era davvero divertente e popolare).

 

«IO non farò nulla, almeno per oggi. Dopo sentirò Dray e ci metteremo d’accordo. Per ora, andare a cena mi sembra il piano migliore.»

 

Per i corridoi, tutti sembravano fissarlo e parlottare: ok, ormai ci si era abituato, ma questa volta non ne capiva veramente il motivo. Fissò perplesso i due amici ma quelli scossero la testa, non ne sapevano di certo più di lui. All’improvviso gli comparve davanti Romilda Vane, trafelata e coi lucciconi.

 

«Harriuccio! Finalmente ti ho trovato!» disse emettendo gridolini. Dall’altro lato del corridoio, alle spalle del trio, un biondo Serpeverde si incazzò non poco. Harriuccio?! Solo lui poteva chiamarlo Harriuccio!

 

«Ho sentito delle cose talmente orribili su di te! Ma non è vero, no? È impossibile che tu stia con Malfoy, no?!» piagnucolò la fanciulla col labbruzzo tremulo.

 

«Primo: se è impossibile, perché me lo chiedi, di grazia? Secondo: sì, sono omosessuale!» disse stressato da cotanta idiozia «Sì, mi piaciono i maschi e se vuoi posso raccontarti per filo e per segno cosa ho fatto ieri notte!»

 

“Oh, il mio Harry si è arrabbiato! Che dolce… se solo sapessero che invece ieri sera ha studiato Pozioni fino allo stremo e poi si è addormentato sopra i libri alle due perché era troppo stanco… ma se vuoi puoi dirgli di cinque giorni fa amore…” pensò con espressione languida Draco mentre Blaise impallidiva e Pansy fissava sconcertata la Vane. Comunque Pansy non fece neanche in tempo a pensare ‘deficiente’ che Cho Chang apparve dal nulla e si abbrancò braccia e gambe a Potter.

 

Se Harry era schifito, Draco era irritato.

 

«Nooo Harry! Come puoi farmi questo? Siamo fatti l’uno per l’altra! Harryyyyyy!» frignò con voce perforante.

 

«Levati di dosso, orrido essere!» gridò Ginny placcandola e gettandola sul duro marmo. «A parte che IO sarei la sua anima gemella, in caso fosse etero, si mette con chi vuole e non deve render conto a nessuno. Ah, Harry,» aggiunse poi sorridendo rivolta al ragazzo «potevi anche dirmelo subito, almeno non sprecavo tutto ‘sto tempo!»

 

“Viva la Weasley!” pensò Draco mentre segnava sulla sua Lista Mentale Delle Cose Da Fare di confezionare un pupazzetto voodoo a forma di Chang.

 

«Nuuuuuuuuu! Harriuccio!!» continuò Cho aggrappandosi alla gamba di Harry, che tentò inutilmente di scrollarsela di dosso.

 

«Levati… brutta… piovra…» ringhiò dicendo una parola ogni volta che agitava il piede per farla scivolare «Io sto con chi mi pare!»

 

«Giustissimo!» disse qualcuno poggiando una mano sulla spalla di Harry. Harry si girò e sorrise al suo ragazzo, un sorriso che illuminò tutto il corridoio (almeno per Draco). Draco gli accarezzò dolcemente una guancia e fece scivolare la mano dietro la sua nuca per unirsi in un bacio mozzafiato.

 

La Vane si accasciò a terra con un gridolino mentre alle sue spalle Pansy brandendo la bacchetta prendeva bene la mira. Draco diede una pedata in faccia alla Chang e se la levò dalle palle riuscendo finalmente a far aderire il suo corpo a quello di Harry, che intanto gli stava cingendo la vita con le braccia.

 

Dopo cinque minuti di apnea e di infarti da parte dei passanti i due si staccarono. Harry prese per mano Draco e dopo aver gettato un’occhiata assassina alle tizie che continuavano a fissare il suo ragazzo con espresione fra il tradito, lo schifato e il comunque-sei-sempre-un-gran-figo-se-ti-va-ci-possiamo-vedere-stanotte si incamminò verso la Sala Grande.

 

Hermione prese per mano Ron col pretesto di trascinarlo dietro alla coppia che ormai era già bella avanti e rispose a sua volta con un ghigno a quello che gli stava rivolgendo Ginny; Ron dal canto suo si lasciò trascinare per dieci minuti prima di accorgersi di chi era la mano nella sua.

 

Tutti e sei si fermarono davanti al portone della Sala. «Voi andate pure avanti…» disse Draco agli altri e Harry annuì per rassicurare Ron ed Hermione. Rimasero finalmente soli.

 

«Draco… posso sapere com’è che l’hanno scoperto tutti? Non eri tu quello contrario agli annunci teatrali?»

 

«Oh be’, Blaise ha avuto la geniale idea di urlare che stavamo insieme nella mia Sala comune piena di gente, e sai, la voce si è sparsa…»

 

«Ahhhh… bene, chissenefrega. Adesso lo sanno tutti. Per lo meno, potrò metterti una mano sul sedere quando entriamo in Sala…» disse sghignazzando nel modo tipicamente Malfoiesco che gli aveva attaccato l’altro.

 

«Certo, se non vuoi essere linciato o messo in punizione per atti osceni in luogo pubblico.»

 

«Uffaaaaa…» disse alla schiena del suo fidanzato che si era già avviato. Lo raggiunse passandogli un braccio sulle spalle e lasciadolo lì a penzolare pigramente sul suo petto. Appena entrarono l’80% delle teste si girò verso di loro, mentre qualcun’altro ancora ignaro li fissava perplesso.

 

Non avevano fatto neanche tre passi che un ragazzino del quinto appena arrivato dopo una corsa urlò trafelato all’auditorio «EHI GENTE! AVETE SAPUTO CHE POTTER SE LA FA CON MALFOY?!»

 

Ron e Ginny si misero a ridere mentre un paio di compagni di classe del poveraccio si fecero il segno della croce. I professori erano sconvolti dalla dimostrazione scurrilità e dalla notizia in sé, e per questo rimasero imbambolati a seguire il telefi- intendevo, la scena.

 

Comunque, due ragazzi proprio qualche metro avanti a quel tizio schiamazzante si bloccarono di colpo e lentamente -con una calma mortale, in effetti- un’arruffata testa corvina e un’altra biondo platino si voltarono per rivelare i volti dei propietari, e lo scintillio malvagio che si era impadronito degli occhi del giovane Malfoy e degli occhiali del giovane Potter.

 

FINE

 

 

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The end, finaly!

Spero vi sia piaciuta e vi siate divertiti almeno un po’ leggendola, io l’ho fatto scrivendola. Devo dire che è una delle cose più dementi che abbia mai scritto. XD

 

Ringrazio tutti i lettori e i recensitori, io vi ammmoh! *____* ~

Will

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