adesso,era tutto perfetto

di cristal_no
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il messaggio ***
Capitolo 2: *** casa nostra ***
Capitolo 3: *** No, non poteva essere vero ***
Capitolo 4: *** troppe delusioni ***



Capitolo 1
*** il messaggio ***


  oggi oggi oggi

Oggi è stata una giornata uguale alle altre: la noiosa colazione tutta basata su quanto sia più brava di me Charlotte  a scuola  e di come si muova in modo grazioso e educato secondo Zia Glenda mentre io e Caroline ci scambiavamo occhiate di disgusto, la nostalgia che provavo passando vicino alla nicchia di James. L’unica cosa che mi consolava era avere Leslie e il mio piccolo doccione  fantasma  al mio fianco ma ovviamente più di ogni altra cosa il mio Gideon .
Dopo la scuola la limousine nera che ogni giorno era sempre puntuale mi scortò a Temple. Dentro mi aspettava Mr. George , lo salutai lasciandomi cadere sul sedile :”buon giorno” ,lui mi fece un sorriso, :”oggi ti manderemo nella solita cantina del 1953 così potrai fare i tuoi compiti SENZA DISRTARTI “.Il suo tono era diventato sarcastico, sapeva ormai cosa c’era  tra me e Gideon e che di sicuro quando eravamo lì non mi dedicavo molto ai compiti. Guardai verso il finestrino accennando un sorriso, però aveva parlato al singolare, rivolsi lo sguardo di nuovo verso Mr. George e gli domandai :”ma allora  il mio dia…”: mi corressi un poco imbarazzata  :”Gideon dove sarà?” ,non esitò a rispondermi perché sapeva che mi sarei preoccupata :” questa mattina sua  madre è arrivata dalla Francia e ha espresso il desiderio di poter parlare con lui” ,fece una breve pausa per capire se lo stessi ascoltando o meno dato che continuavo a guardare fuori dal finestrino:” così lo abbiamo mandato a trasmigrare questa mattina mentre tu eri a scuola”. Non dissi niente. Per tutto il tempo rimanemmo in silenzio e continuavo a pensare cosa fosse successo perché ogni volta che sentivo nominare la madre di Gideon non erano mai buone notizie .
L’auto si fermò,  Mr. Marley mi aprì la portiera. Come al solito appena gli dissi  ciao diventò subito rosso, gli porsi il mio zaino ed entrammo,  passato lo studio di Madame Rossini fece per mettermi la benda ma Mr. George, che ci aveva seguiti fin lì lo fermò :”credo che ormai non c’è ne sia più bisogno”, ma il peperone ambulante lo contraddisse subito :” Signore, è contr..” ma non potè finire la frase che Mr. George lo fulminò con lo sguardo e ci fece segno di andare . Io lo precedevo a passo svelto dato che mi era più facile senza benda e ormai la strada la conoscevo .
Appena arrivata nel 1953 gettai  lo zaino sul tavolo e evidentemente creando un po’ di vento un biglietto cadde per terra ,mi piegai, lo raccolsi e lo aprì,il messaggio non era molto lungo. Era da parte di Gideon dato che guardandolo velocemente lessi il suo nome in basso come firma :

 

Hey Gwenn,
ne sono già tutti al corrente, anche tua madre, quando ritornerai al presente ti fermerai a casa nos mia …
Devo dirti delle cose importanti
                                                                                                           Gideon


Ps: A dopo mio piccolo rubino

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Capitolo 2
*** casa nostra ***


L’auto mi lasciò di fronte al palazzo. Sono scesa velocemente e ho sbattuto la portella portella alle mie spalle per poter essere finalmente tra le braccia di Gideon e per sapere che cosa aveva di tanto importante da dirmi. Salì le scale correndo , mi fermai prima di continuare per vedere se ero apposto, ero riuscita a fermarmi a casa per potermi cambiare . Avevo messo un paio di jeans chiari con una magliettina a bratelline verde mela ( dato che faceva caldo come una giornata di agosto anche se era ancora maggio) che mi aveva regalato Leslie per il mio compleanno e una giacca di pelle, mi diedi un’ultima aggiustata ai capelli e bussai con il cuore che mi batteva a mille. Ci volle poco perché la porta si aprì e Gideon mi strinse tra le sue braccia, mi diede un bacio e come sempre le ginocchia mi tremarono come una gelatina ma ero sicura che non sarei mai crollata perché lui era con me. Mi salutò con una voce dolce accarezzandomi delicatamente la guancia con la sua voce :” ei, mio piccolo diamante” si fermo e mi guardò negli occhi e ci scambiammo un sorriso divertito, poi riprese:” Vieni, togliti la giacca e posala lì, su quella sedia ” avevo l’aria preoccupata perché sembrava essersi dimenticato quello che mi doveva dire di così importante :” allora, che è successo? “ mi guardò con aria confusa, sembrava che lo avessi riportato alla realtà, mi fissò per un secondo poi mi strinse a se e posò il mento sulla mia testa e poi pronunciò quelle due parole che aspettavo da così tanto tempo “ TI AMO “ adesso tutti i pensieri che avevo in testa erano svaniti nel nulla. Finalmente. Eravamo seduti sul divano a vedere un film, non lo stavo seguendo, la mia mente era ritornata alla realtà, occupata a pensare a cosa Gideon volesse dirmi, quando ad un tratto abbassò la testa verso di me e disse la frase che teneva la mia testa fuori da tutto :” Sai, oggi mia madre è venuta a farmi visita per parlarmi di Raphael, ha trovato un collegio dove poterlo rinchiudere in un certo senso” , ho pensato subito alla mia amica Leslie, da poco quei due avevano capito che erano fatti l’uno per l’altra e così senza preavviso arriva la madre di Gideon e decide di riportarselo di nuovo in Francia con lei :”No, non può, povera Les..”mi posò le masi sulle spalle mi allontanò leggermente da lui e parlò :”non ti preoccupare, dopo vari tentativi sono riuscita a convincerla a lascialo qui con me, sarà in buone mani e poi Mr. George gli ha offerto “ mollò la presa dalle mie spalle, si alzò e si incamminò verso la cucina …perché non è rimasto con me, ho bisogno del suo contatto :”un piccolo lavoretto a Temple per tenerlo occupato, quindi da qui non se ne va “.Tirai un sospiro di sollievo. Gideon uscì dalla cucina con due piatti di pasta e li posò sul tavolino apparecchiato ai miei piedi scesi dal divano e mi sedetti per terra affianco a lui poi ricomincio a parlare :” ma non era questa la cosa importante che dovevo dirti” cosa.. non era finita lì . Le mie preoccupazioni ricominciarono a girarmi per la testa,:” senti devo chiederti una cosa davvero importante” si voltò meglio verso di me :” io ti amo , e spero che tu per me provi lo stesso “ ,:” certo “ ma che razza di domanda è non avrei mica pianto per lui o le mie gambe diventerebbero come la gelatina se non lo amassi :” bhe, quando due persone si amano sinceramente fanno molte cose insieme e … sarò schietto, allora…” perché non si muoveva ? Mi stavano venendo le ansie :” io vorrei che tu e io, io e tu ..vivessimo insieme in questa casa “ strabuzzai gli occhi, non potevo crederci, se avrei detto si mi sarei svegliata ogni mattina con il profumo del caffè preparato da lui, tutti i miei risvegli sarebbero stati molto più dolci se lui era con me non solo nei miei pensieri appena sveglia. Non sapevo che dire e lui di certo avrebbe voluto sentire una risposta concreta e subito, mi uscirono solo degli insulsi versi e forse sarà uscito un si, non ne avevo idea ora l’unica cosa che mi venne spontanea di fare e buttarmi tra le sue braccia e baciarlo fino allo sfinimento.

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Capitolo 3
*** No, non poteva essere vero ***


“Tesoro Svegliati”
Non avevamo ancora deciso di vivere insieme, ma tutto sommato mi sarei trasferita da lui dopo aver finito la scuola.

Mia madre era entrata nella mia stanza per svegliarmi, strano, di solito era il suono squillante della sveglia a farmi alzare dal letto. Mi accarezzo la faccia togliendomi una ciocca di capelli dal viso :”buongiorno mam..”mi zittì :” tesoro devo parlarti” le accennai un si con la testa e mi voltai di scatto verso la porta :” che c’è tesoro ?”,:”no niente, mi era sembrato di sentire dei passi” le confermai :” saranno i tuoi fratelli che vanno verso il bagno…bhe ma non è di questo che dovevo parlarti.” Non aveva l’aria preoccupata al contrario dalla sua voce.

“senti mamma non so di cosa devi parlarmi, ma io avrei una cosa più importante da dirti”.
Ok, era il momento, dovevo parlarle del mio trasferimento a casa di Gideon “ Gwendolyn, molto probabilmente è dello stesso argomento che dobbiamo parlare” ero curiosa di sapere se era vero ma, decisi di dirle io tutto, “mamma, ormai è da tanto che Gideon fa parte di me ” ok, fino ad ora andava tutto bene :”ieri mi ha proposto di viere da lui ,ovviamente mi trasferirò dopo aver finito gli studi, io lo amo e ho fatto la mia scelta ” non sembrava sbalordita, dopotutto era la mia mamma, dolce e comprensiva :” piccola, so tutto, lo so che tu lo ami e lui ama te, è un ragazzo affidabile e so che saprà prendersi cura della mia Gwen” dal suo tono di voce, di sicuro mi dava la sua approvazione me lo sentivo ,poi finalmente mi ha dato la sua conferma UFFICIALMENTE,: “pero, Gwendolyn, oggi a colazione lo dirai al resto della famiglia” stavo per contraddirla, avevo  paura di Lady Arisa, avrei preferito che lo avesse annunciato la mamma come quando ero piccola che se combinavo qualcosa era lei a difendermi o a dire delle piccole bugie al posto mio per coprirmi. Ma non questa volta, ormai mi ero fatta grande dopotutto stavo par andare a vivere da Gideon.


Era una mattina come le altre, tutto era apparecchiato come al solito e ormai erano già tutti seduti, l’unica cosa che la rendeva diversa era la mia ansia di dire a tutti la notizia.



“Gwendolyn, come mai questo silezio” cosa?...che intendeva dire non poteva essere quello che stavo pensando. Gideon le aveva detto di sicuro tutto, si saranno incontrati per parlare, senza di me, loro due da soli e ora se non intervenivo Charlotte avrebbe detto del mio trasferimento.


In quel momento la stavo odiando più di ogni altro momento.

Era li, seduta fiera delle parole che aveva appena detto, sembrava felice di avermi messa in imbarazzo davanti a tutta la famiglia.






Spazio autrice...
vi chiedo sinceramente scusa, è passato tantissimo tempo dalla publicazione del capitolo precedente Dx....non arrabiatevi ma come ho ga scritto nelle recensioni di alcune ci sono stati dei problemi :(((
Apparte questo ora ho finalmente pubblicato il capitolo che spero vi piaccia...recenste miraccomando *è la mia prima FF*
un bacio :*
Ps: mi sono scordata di dirvui che è uscito il video della canzone del triller ....bellissimooo *w* (cercate: faster sofi de la torre ) ci sono scene del film




  

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Capitolo 4
*** troppe delusioni ***


Per fortuna riuscii a uscire di casa con la scusa che dovevo incontrarmi con Leslie per delle cose urgenti di scuola e la mamma capendo ciò che avevo intensione di casa per mia fortuna mi coprì.
In pochissimi minuti arrivai davanti a casa di Gideon, avevo la chiave e cosi entrai subito.
La casa era ancora come l’avevamo lasciata la sera prima, dal corridoio arrivò la sua voce:’Gwendolyn, sei tu?’, ero rimasta vicino alla porta a pensare a cosa dovergli dire sul fatto che non mi andava molto a genio che evidentemente si era incontrato con Charlotte senza di me, poteva anche essere gelosia e sembrare stupido ma avevo intensione di parlare con lui per chiarire la situazione.
  Ma non feci in tempo a rispondere che lui usci dal corridoio affianco alla cucina e venne a baciarmi, i suoi baci si potevano definire la fine del mondo. Lo allontani lentamente da me, non avevo prima il modo in cui era vestito, beh non proprio vestito, probabilmente era appena uscito dalla doccia perché i suoi capelli erano umidi e indosso aveva solo un pantalone, era tremendamente sexy.
Cercai a malincuore di distogliere lo sguardo dal suo petto nudo, il mio tono era un po’ imbarazzato ma sicuro :’ non me lo sarei mai aspettato da te, ti rendi conto di quello che hai fatto, potevi intuire che…oh per favore mettiti una maglietta!’ con la bocca aveva appena accennato un sorriso ma ubbidì e si infilò una camicia che era appoggiata su una sedia, ancora sorridendo. ‘non capisco cosa ci trovi tanto da ridere !?’lo aggredì, ma lui con molta calma cominciò a parlare:’ ma cosa..?’ non riuscii a farlo finire di parlare che quasi gli saltai addosso per quanto ero incavolata, camminando con tono deciso verso di lui lo feci quasi arrivare al muro :’ mi spieghi come ti sei permesso?’ con una velocità incredibile mi prese le mani e me le abbassò e mi tenne bloccate le braccia lungo il busto:’ ehi, stai calma piccolo corvo’ cosa? :’ non mi chiamare in quel modo!’ ma riprese :’ siediti e parliamo’ rimasi in silenzio e andai verso il tavolo, ci sedemmo uno difronte l’altro e per un po’ nessuno parlò. Dopo un po’ di esitazione decisi di parlare io, la mia adrenalina ormai era al massimo, ma ripresi con più calma dicendo solo una parola:’ Charlotte’ , i suoi occhi si illuminarono e sembrò un po’ spaventato, prese un respiro profondo e disse allarmato:’ che ti ha detto?’ ero scioccata dalla sua risposta:’ CHE MI HA DETTO?!, che stava per dire a tutta la famiglia !’ero più decisa che mai nel mio tono di voce :’ lo sai che guaio se la mia famiglia lo venisse a sapere in quel modo? E mia nonna poi!! Ne farebbe una tragedia’ alzai lo sguardo verso di lui, non sembrava più spaventato ma era molto calmo, qualcosa non stava quadrando, per fortuna prese a parlare:’ senti io non ho detto niente a Charlotte del tuo trasferimento qui da me, non abbiamo proprio parlato di questo’, mi raddrizzai sulla sedia, il cuore mi batteva a mille e mi tremavano le gambe, anche se non mi vedevo ero sicura che la mia faccia era tra delusione e sconforto:’ non ci credo, non posso crederci, tu…tu’ non ero più arrabbiata, sentivo che le lacrime mi salivano agli occhi, si era alzato e si stava avvicinando a me, ma mi alzai di colpo pure io e indietreggiai quasi inciampando nel tappeto :’ oh non ci credo, vi siete incontrati per parlare, hai ritenuto importante dirglielo subito, sai che mi da fastidio ’ le lacrime mi bagnavano le guance cadendo rapide, troppa delusione.
Mi voltai senza dire niente e me ne andai, lo senti chiamare ma non mi voltai, ho continuato fino a casa piangendo a dirotto e arrivata corsi in camera mia perché non volevo troppe domande.
Chissà quanto sarà stato bello il loro pomeriggio a mia insaputa, magari si erano addirittura incontrati prima che mi chiedesse quella cosa che mi aveva illuminato la giornata. Ma non potevo continuare a stare male cosi, soprattutto a farmi vedere in queste condizioni da Charlotte che di sicuro ne avrebbe goduto, cosi mi asciugai le lacrime e chiamai Leslie per raccontarle tutto 

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