Just a matter of looks...

di mangakagirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One ***
Capitolo 2: *** Two ***
Capitolo 3: *** Three ***
Capitolo 4: *** Four ***



Capitolo 1
*** One ***


Just a matter of looks …

Dedicata a Pad, Nana e Lucy :D

One

-Alloooora…- Sonoko si agitò sulla sua sedia piazzando una gomitata dritta nelle costole di Ran -L’hai scelto il vestito, vero?-
L’interessata, arrossendo, portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e cercò le parole più adatte per quello che stava per rivelare. Già prevedeva una tragedia…
“Coraggio Ran!” si esortò mentalmente “Hai preparato questo discorso un miliardo di volte ieri sera… Coraggio! Sonoko capirà…forse”
-Senti Sonoko…- cominciò mentre l’amica osservava le unghie finte appena rifatte in stile natalizio con fare soddisfatto -…Questo Natale mia mamma verrà da noi, per cui…-
L’Oca si riprese con un tempo di reazione di appena 0,02 secondi, si voltò verso di lei ad occhi sbarrati strisciando rumorosamente la sedia per terra: il rumore rimbombò in tutta la classe , dove i compagni facevano l’intervallo tranquillamente.
-Cosa-stai-per-dirmi-Ran?!- domandò scandendo bene ogni parola, rendendo le cose alla karateka ancor più difficili
-Ecco… Io lo sapevo che ti saresti arrabbiata…- cominciò nel panico Ran -Te lo volevo già dire ieri… solo che quando ci provavo…-
-Con questo mi stai dicendo che non verrai alla festa di Natale che ho organizzato a casa mia per la sera della vigilia?!- Sonoko, abituata ad averle tutte  vinte, sbarrò ancor più gli occhi parlando tutto d’un fiato.
-Emmm…- Ran annuì abbozzando un imbarazzato sorriso.
L’amica rimase senza parole, poi ovviamente cominciò a sparare a macchinetta frasi indignate.
-Ma come?! Io avevo organizzato il concorso “Princepessa e Principe del Ghiaccio” per te!… Era già tutto stabilito! Tu e Kudo avreste  vinto…- si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro in uno spazio di 2 metri quadrati -…Io vi avrei incoronati...- cominciò a strofinarsi le mani nervosa fissando il pavimento -… poi tutti avrebbero urlato “BACIO! BACIO!”… Tu e Kudo sareste  arrossiti, io vi avrei spinto l’una tra le braccia dell’altro… Non avreste più avuto scelta… Vi sareste baciati e sareste finalmente diventati marito e moglie!- finì alzando le braccia in alto, poi sospirò distrutta dalla notizia troppo sconvolgente, abbandonandosi sulla sua sedia come una gelatina che si scioglie al sole.
Ran, ridacchiando molto in imbarazzo visto che tutti le stavano fissando scioccati e infastiditi dal tono di voce starnazzante di Sonoko, alzò le mani davanti al petto e scosse la testa.
-No no Sonoko- disse -Ti sei fatta un film!- ridacchiò, ma l’amica alzò la testa decisa.
-Sarebbe andata così! Ne sono certa! Avevo già scelto le fedi in gioielleria… Erano perfette, Ran! -
-Ma non vedo perché io e Shinichi ci saremmo dovuti baciare davanti a tutti!- sbraitò rossa Ran mentre l’altra scuoteva la testa e le poggiava le mani sulle spalle.
-Ran, Ran - disse continuando a scuotere la testa -Quanto sei ingenua… SONO 15 ANNI CHE TU E KUDO VI DOVETE METTERE INSIEME!- urlò attirando decisamente l’attenzione di tutti, compresa quella di Shinichi che entrò in classe in quel momento. Una serie di fischi di approvazione si levarono nell’aula e Ran sbuffò sottraendosi alla presa dell’amica.
-Piantala Sonoko! E dimenticati le fedi per tutti i templi!- sbraitò rossa come un pomodoro mentre  il ragazzo si avvicinava indagatorio e stizzito.
-Senti un po’ Suzuki, ma non hai niente di meglio da fare te?- domandò imbronciato mentre lei incrociava scocciata le braccia  al petto.
-Deduco che tu non verrai alla festa senza Ran, vero Kudo?-
Il ragazzo scoppiò a ridere sotto lo sguardo stizzito dell’ereditiera e interrogativo di Ran, si portò una mano alla pancia mentre si piegava in due e si sedè al suo banco, che tra l’altro era anche  quello cui Sonoko si era abbandonata poco prima.
-Cosa c’è da ridere tanto, Kudo?!- domandò furiosa Sonoko mentre lui tentava di riprendersi.
-Sai, è buffo che tu mi chieda se voglia venire alla tua festa…- articolò tra le risate, poi riuscì finalmente a calmarsi mentre la biondina lo squadrava non molto divertita.
-Insomma Suzuki - disse Shinichi tornando serio -Cosa ti fa credere che io abbia mai avuto intenzione di venire alla tua festa?!-
-Ufff!- sbuffò lei arrossendo dalla rabbia e chiudendo le mani a pugno -Ma io mi chiedo Ran: cosa ci trovi in lui!? Perché non Takada? O Iramoto? O Shiroda? Perché di tutti i più carini, proprio il più cretino ti piace?!- alzò gli occhi al cielo mentre lui si alzava sdegnato.
-Ma senti chi parla! E poi che diavolo vai dicendo?!- sbraitò arrossendo mentre Ran scuoteva la testa arrendevole.
-Lasciala perdere…- disse prendendolo per una braccio e avviandosi all’uscita della porta -è un po’ eccentrica in questo periodo…le piace farsi dei film strani…-
Lui sbuffò e la seguì nei corridoi, per poi chiederle sospettoso:
-E com’è che tu non vai alla festa?-
-Bè, mia mamma, come i tuoi, torna a casa per Natale!- esclamò entusiasta mentre l’espressione di Shinichi mutava impeccertibilmente -Sarà fantastico!-

***

Ran alteranava saltelli ai passi normali, alzava lo sguardo sul cielo terso di azzurro sorridendo e canticchiando una melodia di Natale particolarmente allegra.
Il Natale non era una festa tipicamente giapponese, quasi tutti la vedevano esclusivamente una festa commerciale, ma l’allegria di quell’uomo panciuto e dell’atmosfera che si viveva in quei giorni rendeva Ran euforica.
Aveva già pianificato di andare a vedere tutti gli angoli della città in cui erano state allestite le decorazioni natalizie: infatti in Giappone il gioco ordinato di luci delle vetrine  era motivo di grande ammirazione da parte di tutti, che scattavano foto e le inviavano ai propri amici con i telefonini. *
Shinichi, al fianco di Ran, camminava tenendo le braccia dietro la testa e facendo oscillare  leggermente la sua cartella blu. Il suo sguardo si perdeva nel vuoto davanti a sé e nascondeva qualcosa che nessuno, apparte chi lo conosceva davvero bene, avrebbe notato.
Ran, voltandosi verso di lui, fece scemare il suo sorriso e lo fissò incredula.
-Shin, che ti prende?-
Il ragazzo si voltò interrogativo mentre lei inclinava leggermente la testa di lato.
-Sei strano, che hai?- ripetè.
-Ma di che parli?- rispose lui sorridendo mentre abbassava le braccia. Ran asottigliò gli occhi.
Se c’era una cosa che davvero odiava di quel suo modo di fare, era quando mentiva: perché lei lo capiva benissimo.
Gli si avvicinò minacciosa e gli piantò un dito nello sterno tutta stizzita.
-Senti un po’, Detective, potrai prendere in giro tutto il resto del mondo ma io…- si avvicinò a pochi centimetri dal suo viso mentre lui annaspava nel suo respiro e tentava di indietreggiare imbarazzato: solo che dietro c’era il muro di recinzione di una casa!
-R-Ran- balbettò lanciandosi un’occhiata alle spalle impanicato: le labbra di lei erano pericolosamente  vicine.
-Io ti consoco da 15 anni e so benissimo quando menti!- sbraitò allondanandosi accontentando la sua supplica: sapeva che la situazione l’avrebbe messo in imbarazzo e mirava a spingerlo a confessare il tutto.
Il ragazzo, con il viso di lei a debita distanza ora, la fulminò ancora rosso e si abbassò agilmente passando sotto le sue braccia piantate nel muretto, che fungevano da barriera per impedigrli di passare. Ran sbarrò gli occhi sorpresa da quell’azione repentina, poi lo seguì in fretta e furia mentre lui continuava la strada verso casa.
-Hey!- urlò lanciandogli dietro la sacca di karate, che lui evitò voltandosi per un pelo.
-Hai finito?!- sbraitò raccogliendo la sacca da terra e lanciandogliela stizzito. Lei la afferrò al volo, poi lo raggiunse parandoglisi contro un’altra volta.
-Ora tu parli!- scandì decisa mentre lui la guardava scettico e con un non so che di divertito.
-Cosa te lo fa credere, Moretta?- domando furbetto mentre, stavolta, era lui che  si avvicinava al suo viso pericolosamente. La ragazza arrossì e tentò di svincolarsi, battendo però la schiena contro una palo della luce a cui lui l’aveva spinta a tradimento: i ruoli si erano invertiti.
-Moretta?- domandò sdegnata mentre lui scoppiava a ridere. Alzò la gamba destra e gli sferrò un potente calcio facendo svolazzare la gonna blu della divisa da tutte le parti.
-Ridillo Detective e ti faccio a poltiglia!- minacciò mentre lui si allontanava con un balzo all’indietro.
-Io mi preoccuperei della tua gonna- commentò arrossendo un po’ stizzito mentre distoglieva prontamente lo sguardo. Lei arrossì ancor  più di prima sistemandosela in fretta e furia.
-Maniaco- bofonchiò mentre lui tossiva nervoso.
-Ma sentitela! Lei deve dare spettacolo di karate e poi incolpa gli altri se la gonna si sposta!-
-Tu non dovevi guardare!-
-Non è colpa mia se ti ho davanti agli occhi!-
-Cosa significa questo?! Nessuno ti ha detto di guardare!-
-Bè, scusa se ho gli occhi e non posso cavarmeli tutte le volte che tu vuoi ammazzarmi di botte!- sbraitò infine lui, prima di voltarsi e notare con sorpresa che erano arrivati al bivio a cui si dividevano tutti i giorni per tornare ognuno a casa propria.
-Q-questo non vuol dire niente- bofonchiò Ran fucsia mentre lui sospirava. Alzando lo sguardo si accorse che il ragazzo stava già tornando a casa e sentì la rabbia montare dentro repentina.
-Torna immediatamente indietro Shinichi Kudo! Non mi hai ancora detto che ti prende!-
-Sta per cominciare “Detective in corsia”. Ti saluto- disse tranquillo senza smettere di camminare o voltarsi, limitandosi ad alzare un braccio in segno di saluto.
Ran gonfiò le guance e chiuse a pugno le mani seguendolo con lo sguardo.
Sapeva bene quanto ci tenesse a quel telefilm, per cui rinunciò alle indagini per quel giorno e si avviò girando i tacchi verso l’ufficio.
Quel bivio era il loro punto di ritrovo tutte le mattine: distava appena 50 mentri dall’agenzia e un paio di minuti da Villa Kudo. Solitamente Shinichi la aspettava lì, con la schiena poggiata al palo della luce a cui lei era stata messa alle strette poco prima, ma spesso si faceva trovare sotto casa sua.
Lui diceva che era per esortarla a muoversi a scendere, e la cosa era vera in un certo senso, ma Ran sapeva bene in cuor suo che era anche per non lasciarla sola per quei 50 metri che li distanziavano dal luogo di ritrovo.
“Ma se penso tutte queste belle cose di lui, finirò col lasciargliele tutte vinte!” si battè una mano sulla fronte con forza e sbuffò. “No! Non la passa liscia! Domani scoprirò che gli prende. A tutti i costi!”
La ragazza entrò in casa e sbattè la porta con furia, tanto che Kogoro, addormentato sul tavolino basso davanti alla tv, si svegliò di sobbalzo.
-Ran- la guardò infastidito -Che hai?-
-Io non ho niente, sono gli altri che hanno qualcosa!- sbottò dirigendosi in camera sua e lasciando il padre allibito.
“Adolescenti…! Era così bello quando tornava a casa dalle elementari e mi diceva: -Papino, mi sei mancato tanto!-“ ricordò depresso Kogoro bevendo un sorso di birra dalla lattina sul tavolo per affogare la depressione “Ora invece torna e mi dice:-Papà, preparati la cena da solo, io ho da fare-” sospirò scuotendo il capo e crollando con la fronte sul tavolino, cominciando poi a russare forte.
Kogoro Mouri non aveva decisamente problemi ad addormentarsi.


*ho fatto delle ricerche  x) http://www.marcotogni.it/articoli/natale-tokyo

Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
Eravate stati avvertiti: sarei tornata! xD
A grande richiesta di Pad e Lucy, ecco qui
la mia mini long natalizia :D
Don't worrry, è già tutta finita,
non lascerò nulla in sospeso ;D
Dunque, per chi non l'avesse capito,
qui Ran e Shin hanno 15 anni. sono al primo anno del liceo e...
Shin sembra avere qualcosa .-.
Chi indivinerà cos'é??? xD
Ne approfitto per ringraziare coloro che hanno recensito la mia ultima fict
grazie ragazze e ragazzi ;)
Ora, spero con tutto cuore che questa fict vi piaccia e che recensiate numerosi >.<
fatemi questo regalo di Natale please ^^
Buone feste a Tutti!!
Merry Christmas!!!
Xxx
vostra mangakagirl!

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Capitolo 2
*** Two ***


Two

Shinichi se ne stava seduto al suo banco con la biro blu incastrata tra il naso e il labbro superiore, tamburellando la matita sul banco con l’indice e il medio destro ad un ritmo frenetico. Scrutava il cielo nuvoloso fuori dalla finestra con aria annoiata, totalmente estraneato dalla lezione di chimica in corso.
Chimica.
Rideva se ci pensava. Lui, il grande Shinichi Kudo, prima liceo, costretto a studiare ancora formuline di chimica e reazioni tra le sostanze.
“Ma andiamo!” pensò captando solo una parola della prof: polari “Chi non sa già questa roba? Io la conosco da quando ho iniziato a meneggiare i manuali dei veleni più diffusi al mondo che mio padre usava per le indagini e per i suoi libri… Ma lo facevo ad 8 anni!”
D’altronde Shinichi conosceva già un terzo delle cose che venivano spiegate a scuola. Tutto ciò che avrebbe potuto rendersi utile, lo aveva già imparato dall’inizio della sua giovane carriera, accumulando nozioni e saperi nel corso degli anni.
Per lui, le lezioni tenute al liceo, erano inutile ripasso, spesso spiegato da prof confusionari o con idee lontane mille miglia dalle sue.
Sbuffò mentre  qualcuno chiedeva alla professoressa di rispiegare i legami idrogeno e covalenti delle molecole dell’acqua.
“Ma dai!” pensò non accorgendosi che qualcun altro invece si stava irritando parecchio al suo fianco.
Ran infatti, innervosita da quel ticchettare frenetico, si voltò verso l’amico e lo squadrò malissimo. Con poco grazia, gli sfilò la penna che teneva tra le labbra graffiandohli la pelle e provocando lo sguardo sdegnato che le rivolse qualche secondo dopo. Lei battè forte la sua mano su quella che tamburellava sul banco e provocò un rumore sordo nella classe.
-Pian-ta-la!- scandì bene mentre lui sbuffava. Si riprese la biro blu e rispose:
-Che hai ‘sti giorni?!-
-Io non ho niente! Sei tu che hai qualcosa di strano!- sussurrò inferocita mentre lui sbuffava per l’ennesima volta.
-Insomma Ran, ti ho detto che non…-
Il tossire nervoso di qualcuno che voleva attirare l’attenzione li dstraè  entrambi. La prof, interrotta la lezione, li fulminò.
-Kudo, Mouri se avete così tanta voglia di parlare, posso spedirvi dal preside: lui avrà sicuramente di che chiacchierare con voi non appena gli dirò che invece di stare attenti fate salotto in classe-
-Scusi professoressa- si scusò Ran arrossendo mentre Shinichi sbuffava riprendendo la matita tra le dita.
-Kudo piantala con quella matita: mi stai dando alla testa- aggiunse la prof prima di voltarsi verso la lavagna e continuare la lezione.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, poi riprese a tamburellare la  matita con più furia sul banco: quelle giornate stavano diventando decisamente infernali!

***

Economia domestica.
Ran adorava quella materia!
Quel giorno, a grande richiesta delle ragazze della 1 B, la sua classe, la prof  aveva deciso di organizzare una specie di gara per premiare la Christmas Cake* più bella.
Era una vera e propria usanza in Giappone mangiarla il giorno di Natale…Inoltre la prof aveva dato il permesso di portarla a casa alla fine della lezione, per cui Ran aveva intenzione di servirla come dessert quella sera, a casa sua, con i suoi genitori.
Ma la ragazza in quel momento era intenta a fissare Shinichi, suo compagno di attività, la classe era infatti divisa in coppie, tutte formate dai vari vicini di banco, che girava con poco entusiasmo la crema con la frusta mentre leggeva il foglio con la ricetta steso sul bancone.
Di tanto in tanto, Ran lo sentiva bofonchiare nozioni della ricetta sottovoce.
-Girare finchè no spariscono i grumi…-
“Dannazione!” imprecò mentalmente la ragazza “Proprio oggi che c’è questa  torta da preparare lui decide di mettermi i bastoni tra le ruote e fare l’indispensabile!”
Effettivamente Shinichi non era affatto male in cucina grazie a quelle lezioni, ma quel giorno, la Vigilia di Natale, sembrava ben lontano dal voler collaborare con Ran come faceva di solito.
La ragazza sbuffò esasperata, mollò la ciotola con la panna e lo zucchero che stava montando con la frusta, afferrò quella di Shinichi, la posò sul tavolo da lavoro sotto lo sguardo incredulo di lui, e lo obbligò a fissarla negli occhi dopo averlo afferrato pe ri polsi.
-Ran..?-
-Cos’hai? E non dire niente che ti gonfio di botte Kudo!- aggiunse minacciosamente prima che lui ribattesse la stessa scusa del giorno e dell’ora prima.
-Tu sei fuori come un balcone ragazza mia!- esclamò lui esasperato tentando di liberarsi dalla sua presa, ma lei strinse così forte che quasi ebbe paura che gli avrebbe rotto i poveri polsi che cominciavano a diventare  viola.
-Io non mi faccio prendere per il culo da te, Shinichi Kudo- scandì seria e minacciosa -E se non parli tu, di tua spontanea volontà, stasera vengo a casa tua, vado da tua madre e le dico tutto-
Il ragazzo, con gesto brusco, forse un po’ troppo, si liberò e riafferrò la ciotola ricominciando a mescolare con foga la crema.
Dopo attimi di silenzio si decise a dire qualcosa.
-I miei non tornano a Tokyo per Natale, quindi se vieni a casa mia la troverai vuota- disse fingendosi troppo occupato per aggiungere altro nel momento in cui lei fece per stenderlo a terra con una mossa letale di karate.
Ma la mano di Ran rimase sospesa a mezz’aria, a pochi centimetri da lui, quando quelle parole arrivarono alle sue orecchie.
Finalmente tutto era chiaro, tutto si spiegava…
La reazione di Shin, il suo comportamento…
Non voleva rimanere solo la sera di Natale.
-Oh- sussurrò Ran tornando ad una posizione “normale” mentre il ragazzo continuava a seguire  la ricetta con più impegno di prima pur di non dover incrociare il suo sguardo. Riflettè giusto un paio di secondi, il tempo di riconnettere il cevello con la realtà, poi sorrise e gli afferrò nuovamente i polsi per farsi guardare in faccia, stavolta non obbligandolo a posare la ciotola.
-Stasera vieni a cena da me, ok? Non devi preoccuparti…- disse mentre lui stava per dire qualcosa sorpreso -…La mamma  non  cucinerà, farò tutto io… Ma se vuoi, puoi venirmi a dare una mano…-
-Emm… - Shinichi non sapeva cosa rispondere e Ran scoppiò a ridere, rasserenandolo.
-Abbiamo una torta da preparare- disse allora lui sorridendo deciso, facendo assumere a lei la stessa espressione determinata -Pronta a vincere questa gara, Moretta?-
-Prontissima- rispose lei afferrando la frusta e tuffandola nella panna. Cominciarono entrambi a lavorare le creme, poi tagliarono il pan di spagna al cacao in due, lo farcirono con la spatolina con la crema pasticcera, lo richiusero e cominciarono a decorarlo con ciuffetti di panna bianca e soffice.
Ran preparò con delle palline di marzapane colorato  un piccolo Babbo Natale rosso e bianco, delle casette , alberelli e un cartello di cioccolato fondente  su cui Shinichi scrisse con dell cioccolato fuso e la sac a poche: Merry Christmas.


*http://www.marcotogni.it/articoli/natale-giappone. Leggete qui e vedrete di cosa parlo ;)


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
spero abbiate passato tutti un sereno Natale ^^
Eccomi tornata :D
Innanzitutto, ringrazio le 4 ragazze che hanno recensito lo scorso chappy
e coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite e preferite:
Arigatò Gozaimasu v.v
<3
Poi, vediamo...
che ne pensate di questo chappy?? xD
svelato il mistero!
Felici??
(Sono andata OOC x caso?? O.O)
fatemi sapere :D
Un bacio enorme e ancora Auguri a tutti, d'altronde oggi è ancora festa :P
Xxx
mangakagirl! 

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Capitolo 3
*** Three ***


Three

Ebbe appena il tempo di infilarsi il vestito sopra i leggins, quando il campanello suonò rompendo il silenzio che c’era in casa. Si avviò velocemente in soggiorno lasciando la sua camera, chiuse la porta del bagno, dalla quale usciva ancora il vapore dovuto alla doccia bollente che si era appena fatta, e raggiunse la porta d’ingresso.
-Ciao!- lo salutò frizzante e felice  quando lui, mentre faceva per entrare, rimanè pietrificato alla sua vista.
Il vestito di lana rosso a quadri scozzesi le fasciava il fisico, risaltando delicatamente le curve, il leggins bianco disegnava lunghe e sottile gambe da karateka; i capelli, ancora vaporosi per  via della doccia e del phon, scendevano un po’ in disordine sulle spalle e sulla fronte, incorniciando il viso dalle guance rosse dal calore  e piacevolmente lisce. Gli occhi della ragazza brillavano del loro solito azzurro-lilla acceso e lo scrutavano impazienti e felici come non mai; le labbra e le palpebre, leggermente truccate, risaltavano piacevolmente alla vista.
Shinichi rimase non meno di una decina di secondi imbambolato sulla soglia, per poi essere  esortato da una Ran un po’ imbarazzata ad entrare in casa.
-Dai, entra- disse mentre lui scendeva dal mondo dei sogni sulla Terra, riconnettendo il cervello momentaneamente in funzione “Baka”.
Si riprese in fretta, arrossendo, entrò a passo spedito e raggiunse l’abero di Natale piazzandovi sotto un regalo rettangolare accanto ad altri tre pacchetti.
Tra Ran eShinichi c’era un’usanza: per evitare che lui deducesse tutte le volte cosa c’era dentro il suo pacco, avevano deciso tutti gli anni di nascondere  i regali dentro una falsa confezione e poi di incartarli in modo da confondersi le idee a vicenda.
Un anno Ran aveva nascosto un libro che il ragazzo desiderava da tempo dentro una scatola di scarpe vuota, mentre lui aveva preso una bottiglia e vi aveva infilato dentro un braccialetto di perline.
Quell’anno Ran aveva incartato il regalo in una scatola quadrata e misteriosa ed era sicura che il ragazzo non avrebbe dedotto per nulla al mondo cosa c’era dentro.
Shinichi si voltò  verso di lei cercando di non fissarla troppo a lungo: era talmente bella che arrossiva al solo pensiero di averla vicino.
-Dunque…- farfugliò facendo vagare lo sguardo ovunque tranne che su di lei -…Da dove cominciamo?  Avevi detto che avrei potuto darti una mano a preparare…-
La ragazza annuì e, prima di andare verso la cucina, si avvicinò allo stereo e lo accese. Nella stanza cominciarono a diffondersi le canzoni natalizie di un CD che aveva appena fatto al computer.
-Vediamo… Ho comprato gli ingredienti per il tonkatsu*, cominciamo da quello- disse tirando fuori dal frigo le fettine di lonza di maiale, il cavolo cappuccio e le uova. Il ragazzo prese il pan grattato e coltelli e taglieri per lavorare.
Aveva preparato il tonkatsu ad una lezione di economia domestica qualche mese prima, ma da allora lo aveva preparato spesso a casa sua per cui sapeva con sicurezza cosa fare.
-Prevede altro il menù?- domandò imitando l’accento francese per divertire la ragazza. Ran ridacchiò e, mollando il coltello con cui stava dando una forma migliore alle fettine di lonza, si avvicinò al frigo e lo aprì.
La cucina giapponese a Natale non prevedeva un menù fissò come quello occidentale… Spesso si tendeva a mangiare in un fast food americano dove servivano pollo e patatine fritte, ma Ran odiava quella possibilità: preferiva cibi sani e preparati da lei.
-Ho pensato alla tempura di verdure… E poi pensavo di fare anche degli udon con verdure e per dolce abbiamo la nostra torta…**-  disse scrutando quello che c’era nel frigo.
-Ok chef- rispose Shinichi portando una mano alla fronte come se stesse obbedendo ad un sergente mentre tagliuzzava verdure. Lei sorrise, poi assunse  un’espressione severa.
-Soldato, taglia più finemente quel cavolo cappuccio o ti mando nelle cantine a pelare patate, intesi?!- lo rimproverò con tono da caporale provocando una grande risata.
-Signorsì, signore- rispose lui seguendo il suo consiglio.
Poco più tardi, quando il tonkatsu era solo da friggere e Ran iniziava a preparare gli udon, nell’aria si diffuse una canzone particolarmente vivace: Shake up Christmas, Train.
Ran, di nascosto agli occhi di Shin, ballava ogni volta che il ragazzo si voltava, non resistendo alla felicità che quella situazione e quella giornata diffondevano nell’aria, rendedola frizzante come Coca Cola. Ma ovviamente Shinichi, grande detective, aveva notato tutti i segreti passi di danza che aveva fatto mentre era di spalle, sorridendo ogni volta che li scorgeva con la coda dell’occhio.
All’arrivo di quella canzone, che Ran adorava, si lasciò andare anche lui: in fondo era un giocherellone anche lui. Mollò ciò che aveva in mano e si avvicinò a lei che era davanti al frigo e ne scrutava il contenuto per l’ennesima volta, mescolando distrattamente strani ingredienti in una ciotola. Le sfilòdi mano quest’ultima lentamente, la piazzò sul bancone sotto il suo sguardo sorpreso, poi le prese  la mano destra guidandola al centro del salotto.
Dopo qualche secondo di smarrimento, Ran scoppiò a ridere mentre lui cominciò ad ondeggiare a ritmo della canzone e a muovere le braccia creando scoordinate coreografie. Anche lei lo imitò, ma con gesti più aggrazziati, finchè lui non le prese una mano e non la fece volteggiare sul posto. In meno di un minuto erano perfettamente sincronizzati e ballavano a ritmo quasi come se avessero da sempre conosciuto quella coreografia in realtà improvvisata.
Ridevano, cercavano le mani l’uno dell’altra come calamite, le lasciavano andare, si allontanavano e si riavvicinavano attratti l’uno dall’altra e alla fine della canzone Ran saltò addosso a Shinichi abbracciandolo forte e ridendo col cuore che batteva come un tamburo dalla fatica e l’euforia.
Entrambi ridevano a crepapelle e lui rispose, senza rendersene conto, all’abbraccio, stringendola forte, sollevandola da terra e facendola girare mentre lei tentava di fingersi impaurita e urlare.
Poco dopo, dopo essersi lentamente distaccati un po’ e  scambiati un sorriso ancora abbracciati, Ran si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio con le guance rosee e disse serena:
-Riprendiamo a cucinare, Detective?-
Shin annuì lasciandola andare senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso: era troppo bella e non poteva negarlo.
Tornarono entrambi al bancone della cucina, riprendendo a tagliuzzare e friggere.

***

-Che ne pensi della tavola addobbata così?- domandò la ragazza portandosi la solita ciocca ribelle dietro l’orecchio mentre, con le maniche del vestito alzate fino a metà , accendeva una candelina rossa come decorazione per la tavola. Il ragazzo storse il naso un po’ dubbioso e lei mise su un piccolo muso incrociando le braccia al petto.
-Se sai fare di meglio, accomodati- disse leggermente stizzita mentre lui coglieva la palla al balzo. Si avvicinò all’interruttore della luce, la abbassò un po’, raggiunse il tavolo e cambiò la posizione della candela, mettendola al bordo, prese poi altre due candeline dorate che si trovavano sul davanzale della finestra e le posizionò vicino a quella rossa, accendo anche loro. Un aroma di vaniglia si diffuse nell’aria mentre lui toglieva una pallina a forma di alberello dall’albero e la posizionava accanto alla candela rossa, sopra il rametto di pino che aveva attaccata alla base.
Ran osservò allibita il risultato: era perfetto, molto natalizio.
Shinichi fece finta di scaldarsi le unghie e le lucidò sulla maglia per tirarsela mentre lei lo guardava sorpresa.
-Sono un figo, ammettilo- disse lui tirandosela tutto divertito mentre lei, trattendendosi a stento dallo spanciarsi, gli lanciava un cuscino del divano addosso.
-Non te la tirare troppo, Detective!- rise mentre lui si fingeva sdegnato.
-Ah sì?- il suo sguardo si fece minaccioso e divertito allo stesso tempo e lei indietreggiò intuendo la possibile vendetta.
-No Shin…- alzò le braccia davanti al corpo per ripararsi ma non finì in tempo la frase che lui scattò in avanti per farle il solletico.
-Nooo! Ahahahah! Ti prego n- ahahahah!-
Si rincorsero a lungo pe r tutta la casa, rischiando più volte di ammazzarsi inciampando  sul tavolino basso tutto imbandito. Risero fino alle lacrime, cadendo a terra e rannicchiandosi l’uno vicino all’altra intenti in una tortura estenuante che prevedeva risate a non finire.
-Shin…Sto morend-ahahah! N-non respiro! Ahahahah!- Ran tentava invano di liberarsi dalla sua presa, ma il ragazzo, sdraiato accanto a lei, l’aveva in pugno.
-No! Pagherai per quello che hai detto, Moretta !-
Ran storse il naso, ma non fece in tempo a dire nulla perché lui attaccò con altro solletico a tradimento facendola sbellicare.
Dieci minuti di inferno dopo, qualcuno suonò il campanello salvando Ran da morte per asfissia da risate certa. Il ragazzo, infastidito perché interrotto nel bel mezzo del suo passatempo preferito, torturare Ran in quel modo, storse il naso e si alzò sbuffando.
-Proprio ora che mi divertivo- fece finta di lagnarsi mentre lei, riassestandosi, si tirava su a sua volta.
-Sappi che mi vendico, Shinichi Kudo!-
-Non ci sperare, Moretta- rispose con un sorriso sicuro avviandosi alla porta d’ingresso.
 Ultimamente adorava usare quel nomignolo per un semplice motivo: Ran ne era infatistita e la sua espressione diventava ancora più splendida, semplicemente unica.
Lei, appellata di nuovo in quel modo, si preparò ad un attacco di karate micidiale, ma la vista della persona sulla soglia la distraè, facendole dimeticare il rancore verso l’amico.
-Mamma!- esclamò entusiasta -Che bello rivederti!- aggiunse mentre le correva incontro e la travolgeva con un abbraccio.
-Suvvia cara, non ci vediamo solo da…-
-Un mese quasi!- precisò Ran guardandola storta. La donna sorrise colpevole ed entrò, andando a posare sotto l’albero tre pacchetti.
-Shinichi!- l’avvocato gli passò una mano tra i capelli -Come sei cambiato! Non ti vedo solo da un paio di mesi ma… Cavolo Ran, che fortuna che hai- fece l’occhiolino alla figlia, che insieme all’interessato divenne  viola.
-Mamma… per favore…- farfugliò lei tormentandosi le mani con foga, poi qualcosa le folgorò la mente mentre la madre si guardava attorno confusa.
Shinichi rivolse a Ran un’occhiata interrogativa mentre tornava del colore normale e lei gli fece dei gesti strani con le mani.
-Ran- la voce della madre la fece sobbalzare -Dov’è tuo padre?-
-Ah… ecco…- la ragazza divenne nervosetta e ridacchiò mentre il liceale capiva finalmente il motivo di tanta ansia: l’oji-san era in giro ad ubriacarsi con quelli del majong  -L-Lui…-
-Lui è andato a sbrigare un lavoretto per un cliente- intervenne Shinichi interrompendola e attirando l’attenzione su di sé -Vero, Ran?-
Lei capì da un suo sguardo che doveva tenere il gioco, così mise su la faccia da poker migliore che riusciva a fare e annuì.
-Esatto! L’avevo  dimenticato…-
“Cosa alquanto strana visto che sarebbe la prima volta che l’oji-san lavora per un cliente anche fuori dall’orario normale!” pensò Shinichi alzando gli occhi al cielo.
Ma una bugia a fin di bene era quello che ci voleva, specie se si voleva evitare allo zietto morte certa per mano della moglie.
“Ora non ci resta che aspettare l’oji-san” pensò ancora avvicinandosi a Ran e facendole l’occhiolino “Sempre  che si ricordi di tornare a casa!” sospirò alzando lo sguardo al soffitto.

*http://it.wikipedia.org/wiki/Tonkatsu andate a vedere :)
** OK ^^” non è un gran menù, ma in Giappone non si fa il cenone (mi sono informata :D) e quindi ho dovuto fare di testa mia… So per certo però che tutti mangiano la Christmas Cake u.u


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
Gente, siamo al penultimo capitolo ^^
Che ve ne pare? :D
Dunque dunque... Spero che vi sia piaciuto!! :D
alloooooooora...
ci tengo a precisare una cosuccia :D
La scena di Shin e Ran che ballano ha avuto ispirazione
da un film che io amo: Harry Potter e i doni della morte
Infatti, sono anche un'accanita fan di HP oltre che di DC ^^"
x cui, ispirata dall'opera della maestra Rowling (anche se nel libro quella scena non c'era -.-")
ho scritto di Shin che balla con Ran, che non mi pare troppo OOC...
Comunque ditemi voi le vostre impressioni C:
Grazie a chi ha recensito lo scorso chappy e a coloro che stanno aggiungendo la fict tra le preferite e seguite
v.v
arigatò! 
Xxx
mangakagirl! <3

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Capitolo 4
*** Four ***


Four

Mezz’ora dopo, ancora nessuno in vista.
Eri cominciò a mostrare i primi segni di impazienza e, seduta davanti al tavolino basso imbandito, sbuffò portando il viso sopra la mano destra.
-Non potresti chiamarlo, Ran? Mi sembra strano che arrivi così tardi per un favore ad un cliente…-
-Emmm…- Ran si voltò verso il ragazzo, che annaspò qualche secondo mentre l’aranciata che sorseggiava gli andò di traverso.
“Bingo Eri!” pensò tossendo.
-Shinichi, piano!- esclamò la ragazza battendogli una mano sulla schiena, e piazzandosi davanti a lui in modo che la madre non la vedesse, sussurrò -Che facciamo ora? Mio padre non lo sentirà mai il cellulare se anche lo chiamo!-
-S-stai calma…- mormorò lui mentre le guance diventavano viola per la mancanza di ossigeno al cervello -Mi inventerò qualcosa….-
“Sì, ma cosa!?”
DIN DON!
“Siano lodati tutti i templi shintoisti!” pensò Shinichi alzando gli occhi al cielo mentre Ran si fiondava ad aprire.
Un’oji-san con le guance rosse e la cravatta arrotolata attorno al collo a mo’ di sciarpa si presentò sulla soglia barcollando.
-Sciaaaaaaao Tessoro ! Hic!- la salutò strascicando le parole.
Ran lo guardò male, anzi, malissimo.
-Papà, certo che questo cliente voleva un favore grosso per farti stare via tutto questo tempo!- enfatizzò molto la frase sperando che il padre afferrasse che doveva mentire, ma Kogoro entrò senza dare retta a niente e nessuno.
-Caro - Eri lo fissò minnaciosa -Com’è andata a lavoro?-
Non c’è nemmeno bisogno di raccontare il resto: è ovvio che l’oji-san si sia tradito immediatamente e che con la moglie abbia cominciato a discutere.
Tuttavia, Ran e Shinichi si divertirono moltissimo a cena, specie alle frecciatine dell’avvocato, che non perdeva colpi nemmeno una volta a rimproverare il marito.

***

Dopo cena, Ran propose a Shinichi l’idea che le frullava da tutto il giono in testa.
-Senti…- cominciò -Ti va di andare a vedere le decorazioni natalizie in centro? Tanto i regali li apriamo a mezzanotte… Se andiamo via ora torneremo in tempo-
Dal suo sguardo azzurro-lilla  così speranzoso, Shinichi capì che ci teneva davvero tanto, per cui annuì serenamente. Entrambi si vestirono dei giubbotti e lasciarono Eri, che aveva deciso di perdonare il marito solo perchè era Natale, ad occuparsi di Kogoro.
-Quando torniamo mangiamo la Christmas cake- disse felice Ran -L’abbiamo fatta oggi io e Shin ad economia domestica-
-D’accordo Tesoro, ma fa’ attenzione- raccomandò la donna salutandoli con una mano.
Ran uscì raggiante nella sera gelida, seguita da uno Shinichi altrettanto felice.
Tokyo era uno spettacolo addobbata per Natale.
Gli angoli della città erano pieni di luci ordinate e sfarzose, la gente si muoveva per le strade come se fosse giorno e nessuno faceva caso al gelo che inghiottiva tutto. Tutti volevano vedere le luci e, sosprattutto, stare con il proprio amato/a in giro per la città: in Giappone il Natale era una sorta di festa per gli innamorati *
Non ci misero molto a raggiungere la piazza principale di Beika, dove un gigantesco albero addobbato brillava come un diamante in mezzo al buio.
La ragazza rimase entusiasta e afferò il polso dell’amico, correndo poi verso l’albero.
-Shinichi, è fantastico, vero?!- domandò entusiasta saltellando sul posto mentre il ragazzo tirava fuori il cellulare.
-Assolutamente- rispose allegro immortalandolo con una foto , poi girò l’obbiettivo verso lui e Ran e disse -Sorridi-
La foto che li ritraeva sorridenti con le dita a V, finì subito come sfondo del cellulare sia di lui, che di lei.
Girarono tutti i negozi della città, facendo foto, sbarrando gli occhi entusiasti e emettendo sonori “WoW”, finchè Ran non guardò l’ora.
-Cavolo, manca mezz’ora a mezzanotte!- esclamò posando lo sguardo su Shin, che lo ricambiò un po’ agitato.
-Torniamo a casa ad aprire i regali?-
Lei annuì impaziente con un sorriso  e cominciarono a correre per le strade ridendo come matti e attirando l’attenzione di molti passanti.

***

-It’s Christmas Tiiiimeeeeeee! C’mon ya’ll, it’s Christmas tiiimeeee!!! ** -strimpellò con la sua voce roca Kogoro mentre Ran si sedè a gambe incrociate al tavolino con il pacco per Shinichi tra le mani. Il ragazzo fece lo stesso piazzandosi al suo fianco mentre Eri finiva di lavare gentilmente i piatti.
La karateka sorrise impaziente e piazzò il pacco nelle mani dell’amico prima che potesse dire la solita annuale frase: “Prima il mio!”
-Prima il mio quest’anno!- esclamò felice scompigliandogli freneticamente i capelli con la mano destra. Lui le rivolse un’occhiatina un po’ seccata, ma ubbidì alzando il pacco con due mani e tastandolo ovunque.
-Dunque dunque…-
“Ecco che comincia con la sua deduzione! Ma quest’anno sei fregato Shinichi!” pensò Ran mentre lui sorrideva furbetto.
-Dal peso del pacco deduco…- Ran si divertì da matti a sentire le varie ipotesi.
Se solo avesse saputo quanti anni luce era lontano dalla soluzione!
Scartando il pacco, Shinichi rimase perplesso e, sì, deluso.
-U-un furgoncino giocattolo?- guardò la ragazza con una smorfia -Emmm… Abbiamo 15 anni, sì ? Comunque grazie… è molto… emm…- tentò di trovare le parole più “soft”, ma la ragazza scoppiò a ridere.
-Shin, ti è sfuggito un dettaglio questa volta- disse mentre la madre si sedeva con un sorriso sul bracciolo del divano alle loro spalle per assistere bene alla scena.
-S-sarebbe?- domandò lui provando tirmore che aggiungesse: “C’è anche un bel camioncino se guardi bene nel pacco!”
Ran gli indicò i portelloni del furgoncino e lui, interrogativo, li aprì rimanendo di stucco.
-Alloooora???- domandò Ran entusiasta che il suo piano fosse riuscito -Sono stata brava, eh?- aggiunse facendogli l’occhiolino e piantandogli una gomitata nel braccio furbetta.
Shinichi fissò allibitò e con gli occhi che brillavano l’I Pod touch blu che la ragazza gli aveva appena regalato.
-T-T-T…- cercò di dire, ma non uscì altro dalla sua bocca: era troppo sconvolto.
-COSTA UNA FORTUNA!- esclamò finalmente secondi dopo mentre Ran e Eri ridevano divertite dalla sua faccia -E… e poi come lo sapevi che lo volevo?! Io non te l’ho mai detto!- aggiunse sconvolto mentre Ran gli batteva soddisfatta un dito sul naso.
-Non credere di essere l’unico ad avere un intuito da Detective, Detective Kudo- ridacchiò mentre Kogoro sbuffava sentendosi ignorato e crollava addormentato sul tavolo.
-Ma…- tentò di aggiungere il ragazzo, anche se Ran gli tappò la bocca con una mano.
-Due settimane fa, ore 16.02, negozio del Beika Center, hai fissato questo modello per 10 secondi di fila con gli occhi che brillavano, Detective- disse come avrebbe fatto lui nella situazione opposta.
Shinichi aprì la bocca, fece per dire qualcosa, poi ci ripensò e sorrise.
-Tocca a me- disse posando con delicatezza il nuovo regalo sul tavolo e passando a Ran il suo.
La ragazza trovò una scatola di cioccolatini, di quelle rettangolari grosse, e la aprì curiosa, rivelando una scatolina blu di gioielleria e un CD con lei e Shin sulla copertina.
-Ooooh!- esclamò indicando la foto -Ma è quella del mare! E…NOOO!- aggiunse entusiasta -HAI FATTO IL VIDEO DELLE NOSTRE VACANZE!?-
Shinichi rise soddifatto.
-Bingo!-
-Sei un mito Shin!- esclamò lei abbracciandolo mentre lui annuiva.
-Sììì, me lo dicono in tanti…- se la tirò scherzosamente prima che Ran lo colpisse con un buffetto alla guancia. -Sì, ma non è finita qui, apri la scatolina…-
Lei obbedì e tirò fuori una magnifica collana con un pendaglio a forma di stella in acciaio e il cordino di spesso filo nero.
-S-Shin…- mormorò senza parole Ran battendo più e più volte gli occhi incantata -è stupenda-  disse tutto d’un fiato.
-Speravo che ti piacesse- il ragazzo in imbarazzo si grattò la testa fissando un angolo della casa pur di non guardare lei. Ran gli chiese di legargliela al collo e lui l’aiutò, facendo scendere il pendaglio sul suo petto.
-Dai guardiamo il video!- esclamò poi lei alzandosi di scatto e correndo vero il lettore Dvd, dove, tra le musiche di quella estate che avevano passato al mare insieme, comparvero le foto dei momenti più belli.
In una Shinichi tentava, invano, di mangiare un ghiacciolo senza sbrodolarsi con 40° all’ombra; nell’altra Ran, con custume e occhiali da sole, si spalmava la crema in faccia che ormai era bianco latte visto che ne era uscita mezzo tubetto.
Tutte foto che li ritrevano insieme e che, come pensò Eri mentre mangiavano la torta di natale, li facevano sembrare davvero una bella coppietta.

***

Ran trascinò il futon su cui avrebbe dormito Shinichi di fronte al suo letto e sistemò bene la trapunta che aveva preparato per lui nel buio della stanza.
Shinichi, uscito dal bagno dopo aver indossato il pigiama e lavato i denti, entrò nella camera e si stiracchiò stanco allungando le braccia in alto.
-Sono sfinito ragazzi!- esclamò mentre Ran sorrideva sedendosi sul suo letto.
-Mio papà è crollato di nuovo non appena la mamma è andata via-
-Già- disse Shin sedendosi accanto -Tua mamma è stata carina a fare un regalo anche a me-
Ran sorrise.
-Fai parte della famiglia-
-Bhè…- si sentì in imbarazzo lui.
Ran si sdraiò all’indietro rimanendo con le gambe a penzoloni mentre i capelli si sparpagliavano sul materasso disordinatamente.
-Ho già messo qualche canzone, per vedere se funzionava…- disse sorprendendo il ragazzo, che non capì subito a cosa si riferiva.
-Ah! L’I Pod intendi?- lei annuì mentre lui lo prendeva dalla sua scrivania e lo accendeva per verificare.
-Non dovevi- disse dopo attimi di silenzio, mentre si udivano solo i loro respiri e il lontano russare di Kogoro. Ran si afferrò una ciocca di capelli e cominciò a rigirarla tra le dita, fissandola in silenzio per molti secondi.
-Volevo- si limitò a rispondergli mentre lui sospirava sdraiandosi al suo fianco.
La fissò per interminabili secondi, concentrandosi sul suo profilo perfetto, sulle lunghe ciglia che incorniciavano l’unico occhi visibile da quella prospettiva, sulle labbra rosse che risplendevano anche nel buio della stanza in cui si trovavano.
-Ran, io…- sussurrò chiudendo gli occhi e inspirando il suo dolce profumo di vaniglia. Lei si voltò verso di lui seria, stoppando ogni suo pensiero.
Era troppo bella.
Shinichi rimase incantato.
Per quanto cercasse di nasconderlo agli altri, e a lei in particolare, ciò che provava per Ran era qualcosa che cominciava ad essere difficile da nascondere.
-Cosa?- domandò Ran con un sussurro pianissimo avvicinandosi leggermente a lui, il cui cuore cominciò a battere più forte.
C’erano mille cose da dire, mille da confessare, una solo cosa da fare…
Ma qualcosa distraè Shinichi, che piano, sotto lo sguardo attento della ragazza, si mise a sedere sul letto fissando la finestra.
-Nevica-  lo disse pianissimo, prendendo poi una mano di Ran e portandola al davanzale per fissare quello spettacolo magnifico che di lì a poco avrebbe reso Beika una città magica.
La ragazza strinse forte la mano di lui, fissando la neve con occhi incantati e il cuore accellerato.
Non c’era bisogno di dire altro: era come se avessero parlato.
-Buon Natale, Shinichi- sussurrò intrecciando le loro dita, mentre lui sorridva impeccertibilmente.
-Buon Natale,piccola-

Fine
 

*è considerata una specie di festa di San Valentino ^^
** Sempre "Shake up christmas" di Train: sì, mi piace molto! xD



Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!!!!!!!!!!
Sì, è l'ultimo chappy T.T
Eccolo quaaaaaaaaa *tono lirico* xD
allora allora allora: che ve ne pare??? *^*
i regali sono IC ??? 
ahahah spero di non aver deluso nessuno ^^"
Ovviamente  Ran e Shin non potevano baciarsi: u.u sarebbe stato OOC
pardon x chi ho illuso ^^" non volevo...
Un grazie speciale a coloro che hanno aggiunto tra le preferite e a chi ha recensito gli scorsi capitoli:
Grazie mille a Pad, Nana, Lucy, Missfunix e J_angel 
v.v
Ci vediamo nel continuo di "E se Shinichi non avesse seguito Vodka"
(che spero arriverà presto ^^") e nelle prossimo OS che pubblicherò :D
Xxx
mangakagirl!!!!!!!

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