La nuova missione

di alenefos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 2: Brian Mars ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Solo io e te ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: La notizia ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: La quiete prima... ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Coulson ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il mostro ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Senza di te ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Prigionieri ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Arrivano i rinforzi + disegno ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Lei sarà mia! ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: La furia si scatena! ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Il sostituto + disegno ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Il tentativo! ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: La scatolina blu ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: In partenza verso la sfida ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Alla torre di Tokyo ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Sette possibilità ***



Capitolo 1
*** Capitolo 2: Brian Mars ***


CAPITOLO 2: “ Brian Mars ”


Un vestito leggero, color verde acqua. I capelli sciolti. Pepper camminava a piedi nudi per la cucina preparando il pranzo. Tony si stava divertendo ad apparecchiare quando lei lo raggiunse. << Signor Stark, avrebbe dovuto mettere dei piatti cupi, non quelli piani. E i bicchieri da cocktail non vanno bene per della semplice acqua…e niente posate per il dessert >> sorrise lei mentre sostituiva tutto divertita del bizzarro tentativo dell’uomo di preparare la tavola << Non abbiamo né gelato, né torta, mi dispiace per lei. Non c’è niente di dolce! >>
<< Tu sei dolce >> disse lui come un bambino.
Pepper arrossì e gli si avvicinò stampandogli un bacio. Le toglieva ogni capacità di parlare. Era disarmante e quasi innocente nei modi che aveva quando parlava d’amore…sembrava qualcuno che non avesse mai conosciuto affetto e lo stesse assaporando per la prima volta grazie a lei. E forse era così.
<< Posso chiederti una cosa? >> disse lei tornando a quel “tu” più intimo << Ieri sera mi hai ripetuto mille volte che eri mio…ma non hai mai detto quel “ti amo” che forse sembrerebbe più naturale… >>
<< Ti chiedi perché io non te lo abbia detto? >>
Lei annuì imbarazzata.
<< Che io ti ami, Pepper, lo so…e cerco di fartelo capire. Però, molti dicono “ti amo” con facilità. Con altrettanta facilità lo negano. Io non sono così…voglio che tu comprenda che io posso donarti una sola cosa, l’unica che ho e che davvero mi appartiene. Me stesso.>>
Pepper si sentì avvampare le guance e la fronte.
<< Se puoi fartelo bastare, avrai questo scocciatore per sempre…e questo scocciatore non vuole avere nulla se non può dividerlo con te. Chiunque, mentendo o dicendo la verità, può dirti che ti ama…ma solo io posso dirti che sono tuo! >>.


***


Lontano da Malibù, rinchiuso in una prigione di massima sicurezza, Justin Hammer, il produttore di armi concorrente della Stark Industries, e acerrimo invidioso nemico di Tony, trascorreva il suo tempo, da pochi giorni, in cella, e le sue ore d’aria nascosto in qualche angolo del campo della prigione. Vanesio e arrogante, nel carcere era poco più che niente! Il bersaglio perfetto per i vari loschi figuri che coabitavano la struttura. Già rabbioso per natura, ora furioso e ridondante d’odio verso Tony, era adesso al massimo livello della sua collera.
La TV aveva mostrato la notizia facendola rimbalzare su tutte le reti più o meno note. Tony Stark aveva dichiarato al mondo di essere in una relazione stabile con quella che, fino ad allora, tutti conoscevano come “La segretaria Pepper Potts”, colei che lo aveva sempre difeso e che si era fatta portavoce di Stark in mille occasioni arrivando a coprire il ruolo di amministratrice. Hammer odiava anche lei. La riteneva l’artefice del suo arresto. Era convinto che fosse stata una manovra strategica per eliminare la concorrenza.
Perso nei suoi deliranti pensieri rabbiosi, mentre puliva ossessivamente i suoi occhiali con un fazzoletto di stoffa, non si accorse dell’uomo che gli si era avvicinato.
<< Ancora convinto a non volere il mio aiuto, Hammer? >> gli chiese.
Brian Mars, un energumeno di due metri dagli occhi glaciali, i capelli biondo platino e una massa muscolare che ricordava quella di un Body Builder, era arrivato, cauto e sicuro di se, riprendendo un discorso che lui ed Hammer avevano iniziato giorni prima che la notizia del fidanzamento di Stark fosse resa nota. Mars era un noto chimico. Aveva collaborato con il pentagono, la NASA e con molti trafficanti di armi. Quest’ultimo motivo lo aveva portato ad essere radiato ed estromesso da qualsivoglia attività legale. L’arresto non arrivò a tardare quando durante il processo furono mostrate le prove del suo lavoro ad armi chimiche di enorme potenziale distruttivo. Lui, infatti, si occupava di studi su armi batteriologiche da anni. Scoperto però a fare il doppiogioco, vendendo informazioni a paesi asiatici, fu ben presto rinchiuso nella prigione dove era tutt’ora recluso. Ex compagno di studi di Tony Stark, lo detestava da sempre. Tony ricambiava in pieno tale antipatia e si trovò, suo malgrado, coinvolto nel processo che vedeva Mars imputato per i suoi esperimenti illegali. In qualità di testimone, Tony raccontò del fascino di Brian Mars per le armi di distruzione di massa fin dagli albori a scuola assieme, e, cosa più grave, Mars aveva contattato in segreto Stark nella speranza di ottenere da lui dei fondi in cambio dei suoi specifici studi riguardanti armi potentissime. Tony aveva rifiutato, e al processo, fece emergere la verità sull’accaduto.
In seguito, Mars aveva raccolto seguaci all’interno del carcere con la promessa di lauti compensi, ed ora era pronto per la fuga. Voleva portarsi dietro Justin Hammer, gli serviva per la sua esperienza in fatto di Droni ma Hammer sembrava dapprima parecchio spaventato, conoscendo la fama di Mars. Poi, visto il sorriso di Tony su ogni TG e programma TV di quei giorni e di quelle notti, aveva iniziato a prendere in considerazione la proposta di Mars. La vendetta profumava come un buon vino rosso…e lui era come un assetato.


*


Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto! Il personaggio di Brian Mars l’ho inventato io ma spero possa risultare verosimile…oltre che cattivo cattivo!!!

Ma, soprattutto: Grazie a Silvia_sic1995 e ad Andy_Stark che hanno commentato le mie Ficcy e che mi hanno dato un grandissimo incoraggiamento! Vi mando un bacione!!! XD

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Solo io e te ***


Questa è la mia seconda Fanfiction, spero di fare meglio della prima! La storia che leggerete è infatti il seguito della mia prima fan fiction “L’unica che abbia mai amato”.
Spero vi piaccia, e spero di ricevere commenti e consigli per migliorarmi.
Un bacio a tutti!
 
 
CAPITOLO 1:  “Solo io e te”


Rimasti nuovamente soli in cima al grattacielo, Tony e Pepper restarono con le mani strette l’uno in quelle dell’altra, fissandole senza avere gran coraggio nel tornare a guardarsi negli occhi.
<< Forse…>> iniziò lui << Dovrei riportarla a casa, signorina Potts >>.
Pepper allora alzò lo sguardo.
<< Cosa? Non posso andare a casa sapendo che lei è conciato così! >> protestò lei.
<< Non sono così a pezzi! E’ solo la mia armatura che ha bisogno di una lucidatina! >> scherzò Tony.
Pepper gli toccò appena il sopracciglio sinistro.
<< Ahi! Ma che fa! Mi fa male! Non tocchi! >> disse scostandosi e coprendosi l’occhio.
<< Ecco! Visto?! Deve medicare queste ferite! Non può lasciarle così! Dobbiamo tornare subito al laboratorio, ci penserò io e… >>
<< Perché non mi dice chiaramente che vuole venire via con me, Pepper? >> disse riprendendo un po’ del suo solito atteggiamento altezzoso e da grande seduttore.
<< Io...mah…dico solo che potrei darle una mano a medicare queste ferite! Se la lasciassi andare via da solo lei si infilerebbe sotto la doccia e poi se ne andrebbe a letto senza pensare minimamente a disinfettare tutti questi tagli! >> si giustificò lei.
<< C’è Jarvis che può aiutarmi! >> concluse lui in tono angelico.
Pepper aprì la bocca per dire qualcosa ma subito la serrò nuovamente.
Tony storse il muso rendendosi conto di averla probabilmente delusa. Con tutte le probabilità lei stava pensando che Stark stesse cercando di scappare da quella imbarazzante situazione.
<< Voglio dire… >> cercò di rimediare << Jarvis potrebbe darmi tutti i migliori consigli ma…in effetti io non ho molta pazienza e avrei sinceramente bisogno di qualcuno che mi dia una mano ma…non so, magari lei ha impegni e si è offerta di aiutarmi solo perché si sente in dovere di farlo perché non ho accettato le sue dimissioni…forse ha altri programm…>>
Pepper gli mise una mano sulla bocca fermando quel fiume di parole in caduta libera.
<< Il mio solo impegno, signor Stark, è assisterla nel lavoro! E…per quanto mi concede, nelle sue missioni e…in tutto quello in cui posso esserle utile. Ora credo sia meglio andare perché, forse non se n’è accorto, ma continua a sanguinare e se sviene qui, non credo di essere in grado di sollevarla di peso per portarla a casa! >>
<< Ehm…giusto! >> disse Tony. Raccolse l’elmo e cercò di rimetterselo anche se era parecchio malconcio. Prese Pepper tra le braccia e volò diretto verso casa.

***

<< Ma insomma! Faccia piano! >> si lamentò.
<< Lei è come un bambino, non le sto facendo nulla! >>
<< Brucia! >>
<< Non è così forte, resista! >>
<< Per lei è facile, la faccia è la mia! >>
<< Lei è Iron Man! Resista e non si lamenti! >> lo zittì Pepper.
<< Signore, devo avvisarla che, secondo i miei calcoli, lei ha bisogno di almeno un giorno di riposo privo da impegni che la portino fuori di casa se vuole ristabilirsi e placare le incongruenze che il nuovo reattore dimostra con il suo corpo! Non abbiamo eseguito tutti i test e dovremmo essere cauti! >> intervenne Jarvis.
<< Non ti ci mettere anche tu! >> rispose Stark mentre Pepper gli tamponava il sopracciglio restando in piedi davanti a lui.
<< Le annullo tutti gli impegni di domani? >> disse ancora la voce metallica a Tony che era a braccia conserte e seduto sulla sedia della scrivania.
<< No! >> rispose lui.
<< Si! >> disse Pepper con fermezza << Jarvis, annulla qualunque appuntamento o impegno di domani>>.
<< Jarvis, fai la stessa cosa con l’agenda della signorina Potts >> intervenne Tony.
<< Mah….! Non posso prendermi un giorno di libertà, ci sono mille cose da fare! >>
<< Se resto qui io…lei resta con me! >>.
Il suo sguardo era serio, ma non arrabbiato. Era dolce e sembrava quasi incerto.
<< Tony…io non posso restare qui… >>
<< Qualcuno l’aspetta a casa? >> chiese sospettoso.
<< No! No! >> si affrettò a dire Pepper << Non posso stare qui perché…domani ci sarà sicuramente la folla di giornalisti e se mi trovano qui penseranno… >>
<< Che lei è la mia segretaria e che è normalissimo che possa restare qui! >> rispose lui con are tranquillo.
<< No, Tony! Non è così! Io non sono una di quelle donne! >>
<< Quali donne? >>
<< Una delle sue! >>
<< Io non ho donne, Pepper! >>
<< Non sono una di quelle che entrano ed escono dal suo letto! >> gli urlò Pepper arrabbiata << Non lo sono e non lo sarò! >>
<< Lei non lo è affatto! >> cercò di fermarla lui alzandosi dalla sedia.
<< Io non permetterò a quei tizi di scrivere che lei ha passato una notte con me! Non se ne parla assolutamente Tony! Se ha un po’ di rispetto per me non lo permetta! >> continuò puntandogli un dito contro.
<< Ma può almeno permettermi di fargli scrivere che ho passato la notte a casa mia con la mia compagna?! >> rispose lui afferrandole con delicatezza il polso e spostandoselo dalla faccia.
Pepper si blocco a bocca aperta, incredula delle parole appena sentite.
<< Mah…Tony…cosa…? >> balbettò lei confusa.
<< Pepper, ti prego…>> anche Tony non sapeva cosa dire. Non era bravo ad esprimere a parole i suoi sentimenti. Sempre tenendole il polso, la attirò a se fino a cingerle la vita e portare i loro visi vicinissimi.
<< Pepper…vuoi…vuoi restare con me…e non solo per questa notte? >>
Pepper lo fissava allibita e imbambolata stretta nel suo abbraccio.
<< Vorrei che tu diventassi davvero la mia…ecco… >> trovare le parole adatte non era facile << Diventa la mia…diventa…mia e basta. Diventa mia… >>
<< E tu >> disse lei seria << Sarai mai…mio? >> chiese quasi spaventata.
<< Credo di esserlo da così tanto tempo che ormai ne ho perso il conto. Voglio…vorrei solo te, Pepper, tu sei l’unica di cui io sia innamorato.>>
Gli occhi di Pepper divennero lucidi ed una lacrima spuntò timida sulla sua guancia. Tony baciò quella lacrima bagnandosi le labbra, per poi toccare quelle di lei che tremavano.
Ancora un bacio, ancora un’emozione nuova per il suo cuore. Era una tacita conferma, un consenso…ma lui voleva sentirlo dalla sua voce, era fatto così.
<< Pepper, vuoi essere la mia metà…o fidanzata, o compagna…usa qualunque termine tu voglia, ma dimmi che sarai mia e che potrò stringerti così…magari per sempre >>.
Pepper gli accarezzò la guancia << Lo voglio, Tony…sono innamorata di te da così tanto che non credevo più che si potesse realizzare questo giorno…e tu…quindi, sarai mio? >> chiese con negli occhi una speranza devota alla parola Amore.
<< Io sono tuo >> sussurrò lui.
<< Io sono tua >> rispose lei.
Un bacio li trascinò nel calore spontaneo che si sente nel corpo quando si è al massimo della felicità. Le carezze, le braccia che stringevano, le mani che si cercavano, fecero il resto. Senza accorgersene troppo, si trascinarono dolcemente a terra. Ferrovecchio, il robottino che gironzolava per il laboratorio, estrasse da un armadietto delle coperte ed un cuscino ancora imballati e lasciati lì da Tony in caso di “nottata al lavoro” in laboratorio e mai serviti.
Il robot li scartò rompendo in malo modo il celophan che li conteneva e li adagiò a terra per poi allontanarsi mentre Tony li afferrava facendoci adagiare sopra Pepper.

*

Il mattino dopo, quando Pepper aprì gli occhi, vide il viso dell’uomo che amava, ancora addormentato, serafico. Non aveva idea di che ore fossero, non le importava affatto. Erano a terra, avvolti dalle coperte e dividevano lo stesso unico cuscino. Si erano addormentati abbracciati, insieme, dopo la più bella notte che entrambi avessero mai avuto. Pepper prese ad accarezzare il viso di Tony con delicatezza, per non svegliarlo. Lo fissò a lungo tra le carezze, come se cercasse di auto convincersi che non era un sogno, e solo toccandolo riusciva a confermarlo a se stessa.
<< Preparo la colazione, Signorina Potts? >> intervenne improvvisamente Jarvis facendola spaventare.
<< Shhh! >> fece Pepper << Jarvis, abbassa la voce! >>
<< Chiedo scusa signorina! Ma dato che eravate svegli entrambi credevo di poter parlare liberamente. >>
<< Ma Tony dorme! >> sussurrò lei.
<< No… >> sussurrò in risposta Tony, ancora ad occhi chiusi!
<< Mah… >> si stupì lei.
Tony la guardò, finalmente, con un sorriso << E’ da un po’ che sono sveglio! >>
<< E perché facevi finta di dormire? Mi stavi prendendo in giro… >>
<< No, mi stavo solo godendo le tue carezze. Ho pensato che se ti fossi accorta che ero sveglio non me le avresti fatte più. >>
<< Ma che dici… >> disse lei con un dolcissimo sorriso che le si era illuminato sul volto alle parole dell’uomo.
<< Sicuro! >> disse lui serio << Mi saresti saltata addosso non resistendo al mio fascino calamitico! >>
Il sorriso di Pepper mutò in una smorfia di disapprovazione, ma era tipico di lui scherzare nei momenti più assurdi. Lei lo amava anche sotto quell’aspetto. Tony riusciva sempre a farla ridere e da quando era diventato Iron Man, era cresciuto, maturato…e questo lo rendeva ancora più speciale agli occhi di lei.
<< Sciocco! >> disse cercando di non dare molto peso all’ultima provocazione << Ti preparo la colazione? >>
<< No, ci penso io! >>
<< Tu? >>
<< Che ne dici di un’omelette?! >>
<< A colazione? Ma poi…possibile che tu sappia cucinare solo quella? >>
<< Su Youtube era l’unica cosa semplice tra i piatti mostrati nei video! >>
<< Per i fornelli ci penso io! >> concluse Pepper in tono convincente.
<< E va bene… >> si arrese lui << …ma stasera faccio l’omelette! >> sorrise.
Pepper scoppiò a ridere abbracciandolo. Alla fine, questo round lo aveva vinto lui.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: La notizia ***


CAPITOLO 3: La notizia


 
Soli in casa, Tony e Pepper si trovavano nel salotto. Il pianoforte che Tony aveva distrutto con la Mark II, piombandogli letteralmente addosso tempo prima, era stato sostituito. Tony lo stava suonando a ritmo lento, intonando una vecchia melodia scritta dal grande Charlie Chaplin: Smile.
Pepper andava avanti e indietro agitata.
 << Ma perché non vuoi, Pepper?! >> chiese lui con tono calmo e pacato.
<< Tony, non possiamo! Tu devi essere qui se accadesse qualcosa, non puoi permetterti un altro processo! >> rispose Pepper.
<< Ma porterò la Mark V! Non ho detto che non voglio mantenere fede al mio impegno, dico solo che ce lo meritiamo! Voglio che andiamo a Tokyo! >>
<< Ti rendi conto che verremo assaliti da governo, esercito e da qualunque altra autorità? Dopo quello che è successo alla Expo… >>
<< Pepper, ho impedito che succedesse un bel pastrocchio…anche se, ammettiamolo, la Expo è stata lievemente danneggiata! >>
<< Lievemente??? >> continuò lei esasperata << Hai idea di quanti edifici siano stati distr… >>
Improvvisamente si bloccò fissando il monitor della TV.
Tony alzò gli occhi dai tasti bicromatici che stava pigiando e vide cosa aveva attirato l’attenzione della sua compagna.
Il volto del giornalista del notiziario, si alternava a foto di Justin Hammer e a riprese della prigione nella quale era rinchiuso, ora sconvolta da un gran subbuglio:
<< Le prime notizie >> stava dicendo il giornalista << dicono che Hammer sia fuggito durante la notte attraverso un passaggio, una enorme voragine, apparsa su una parete delle cucine del carcere. Chiunque sia l’artefice di tale evasione, ha fatto le cose in grande stile, portando fuori diversi detenuti tra i più pericolosi. Non sono stati resi noti i nomi degli altri evasi, ma attendiamo notizie. >>
<< Muto! >> intimò gentilmente Tony spegnendo l’audio della TV con il comando vocale.
<< E’ riuscito a fuggire! >> commentò Pepper.
<< No, Hammer è un allocco! Se è scappato è grazie a qualcuno più in gamba di lui… >> lo disse in tono quasi scherzoso, ma gli occhi tradivano preoccupazione.
<< Questo significa che ti cercherà! >> disse ancora Pepper.
<< Dici? Potrebbe accadere, certo…ed io lo aspetterò per riportarlo a calci da
dove è scappato. >>
<< Tony, non scherzare! Quello ti odia! >>
<< Anche a me non è simpatico, questo lo sanno tutti! Ma non mi importa! Io e te partiremo per il Madagascar e ci faremo la nostra vacanza romantica! >>
<< Avevi detto Tokyo…mah, cioè…No! Non partiremo! >>

***

AEROPORTO: Giorno successivo a quello della fuga di Justin Hammer.

<< Non dovremmo! >>
Come sempre, aveva vinto lui e stavano per salire sull’aereo.
<< Pepper, lo so che vuoi partire anche tu, ma il tuo alto senso del dovere ti obbliga ad opporre resistenza! >>
<< … >>
<< Andiamo! Saranno solo pochi giorni dedicati a noi! Nessuno sa nulla ed io e te faremo il possibile per passare inosservati. >> disse Tony facendosi da parte per far salire la donna sulla scaletta dell’aereo, un nuovissimo supertecnologico modello acquistato per l’occasione.
Pepper sapeva che lui aveva ragione.
Avevano entrambi voglia di scappare dal tormento dei giornalisti e del governo che stava sempre col fiato sul collo ad Iron Man.
Un paio di giorni se li meritavano davvero.
<< Quando si tratta di te è difficile passare inosservati! Dove stiamo andando? >>
<< La tappa di Tokyo è solo rimandata! Pare che il Madagascar sia più tranquillo e non si aspetteranno di trovarci lì, quindi penso sia la meta ideale. >>
<< Non ci sono mai stata. >>
<< Nemmeno io, ma pare sia meraviglioso. >>
<< Non fa molta differenza il luogo, Tony… >>
<< Come??? Mi sono impegnato tanto a trovare un posto speciale! >> la interruppe lui entrando e buttandosi su un divanetto dell’aereo.
<< Mi hai interrotto! >>
Tony storse il muso e le fece cenno di andare avanti.
<< Stavo dicendo…non fa molta differenza il luogo…qualunque posto sarà meraviglioso…se lo vedrò con te. >>
Lui si sentì quasi in imbarazzo. Pepper sembrava sempre molto seria e lontana da un eccessivo romanticismo o da un’apertura nel dimostrare i suoi sentimenti, eppure, quando lo faceva, lui si sentiva completo di tutto quello che gli mancava prima di avere lei.

***

Intanto, in una base segreta sotto i ghiacci dell’Artide, Hammer, seduto ad un tavolo rettangolare in legno d’ebano, guardava fisso davanti a lui.
Dei fogli contenenti un progetto, gli erano stati sottoposti per una valutazione.
<< E’ difficile. >> stava dicendo con voce tremolante << Tecnologicamente complesso…per non parlare dei reattori chimici…estemamente pericolosi
da tenere in condizioni simili… >>
<< Lei si preoccupi di realizzarlo. Le migliorie le apporterà in seguito assieme a Mars
e agli altri. >>
Un uomo di carnagione chiara, capelli castani ed una profonda cicatrice che gli segnava a metà il viso, sedeva davanti ad Hammer.
Mick Credden, volto noto alle autorità mondiali per i suoi efferati crimini, era a capo della nuova e terribile organizzazione di fuorilegge che aveva ingaggiato il noto industriale nemico di Stark.
<< Va…va bene…va bene >> balbettò Hammer spaventato << Ma mi servono materie di prima scelta, attrezzature all’avanguardia e… >>
<< Avrà tutto quello di cui necessita. Io non bado a spese. Stark deve essere mio! E lei, Hammer, verrà ripagato dei suoi servigi! >>
<< Io… >> intervenne Hammer << Farò del mio meglio…ma…se lei vuole davvero annientare Iron Man deve indebolire prima Tony Stark…ed io so come. >>
<< Continui.>> disse Mick Credden in un sussurro.
<< Lo separi dall’unica cosa a cui lui tiene. Lei vuole Stark…io voglio la cosa a cui Stark tiene! Voglio la mia vendetta su di lei. Voglio Pepper Potts! >>

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: La quiete prima... ***


CAPITOLO 4: La quiete prima…

 

 

<< Come la possiamo definire? Riunione dei vertici? Ritiro aziendale? Vacanza?...Luna di
miele? Che ne dice, Pepper? >> disse Tony, steso nel letto che c’era sull’aereo, mentre sfogliava un depliant con foto ed informazioni sul Madagascar.
Pepper fece capolino dalla cabina toilette lì vicino. Era intenta a sistemarsi i capelli.
<< Le prime due, no. La seconda forse. La terza, se lei non lo sapesse, signor Stark, la fanno i novelli sposi. >> E rientrò
nel bagnetto.
<< Mmmh…giusto… >> e allungò una mano in tasca estraendone una scatolina vellutata di colore Blu. << Forse
potrei rimediare… >> disse a bassa voce.
<< Cosa? >> chiese Pepper dal bagno.
<< Niente, dicevo…possiamo chiamarla anche escursione…o magari…caccia al tesoro! >> disse
eccitato << Ti piace? >> e si affrettò a rimettere in tasca la piccola scatola.
La donna lo raggiunse e si stese accanto a lui prendendo il depliant.
<< Sono impaziente, sai! >>
<< Signorina Potts, non era lei quella che non voleva partire? >>
<< Oh…beh…è solo che…già che siamo qui… >> rispose guardandolo con aria innocente e
un po’ timida.
Scoppiarono a ridere abbracciandosi eTony le diede un bacio all’improvviso.
<< Tony…! >>
<< Non dirmi che non ti piace perché diresti una bugia! >> disse lui col suo solito raggiante sorriso e gli occhi scintillanti << Il nostro primo bacio è stato così…anche se…avrebbe dovuto essere diverso…e dato molto tempo prima… >>
Pepper si mise sul fianco per guardarlo bene << Di che parli? >>
<< Della sera della festa di beneficenza. >>
<< La sera in cui mi hai mollata sulla terrazza? >>
<< Ehm… >> toccato! Vero! Era stata colpa di Tony. Pepper aveva esitato a baciarlo spaventata com’era di essere “usata”, ma lui…si era defilato lasciandola lì ad aspettarlo. Aveva delle buone ragioni, certo, ma si era comunque comportato in maniera pessima << Già…proprio
quella sera. >> continuò lui.
<< Dici che avremmo dovuto baciarci quella sera? >>
<< Tu volevi baciarmi! >> affermò lui.
<< Io?! E tu allora? >> disse lei alzando la voce facendo finta di essere arrabbiata.
<< Ma di più tu! >>
<< Non credo proprio! >>
<< Chi è che è venuto a prendermi mentre stavo tranquillamente chiacchierando
con dei colleghi?! >> chiese Pepper.
<< Eri bellissima! Come facevo a non portarti lontano da quei guardoni dei “tuoi colleghi”?! >>
Lei si mise a ridere e Tony la guardò rapito.
<< Sei la donna più bella che io abbia mai visto, Pepper. >> Le disse.
<< Bugiardo. Hai avuto così tante donne! >> disse lei con una punta di tristezza nella voce.
Tony le mise una mano sotto il mento facendole alzare la testa per incontrare il suo sguardo.
<< Ho fatto tante cose stupide, lo so…ma tu, Pepper, sei l’unica donna che amo. L’unica che abbia mai amato. Ti voglio al mio fianco… e ti voglio per sempre. >>
Un momento di silenzio con gli occhi fissi uno sull’altra. Si baciarono. Un bacio dolce, che faceva dimenticare tutto quello che era altro da loro due. Preso in quella passione, mentre la stringeva a sé, Tony allungò la mano verso la tasca, verso la scatolina blu. La afferrò. Stava per tirarla fuori quando…
<< Signor Stark! Signore, scusi se la disturbo… >> da fuori, la voce di una delle guardie del corpo aveva interrotto i due innamorati.
<< Oh, ma insomma…! Cosa c’è? >> chiese Tony parecchio seccato.
<< Stiamo per atterrare signore! >>
<< Arriviamo! >> gli urlò.
Pepper e Tony tornarono a guardarsi.
<< Appena arriviamo al nostro nido in Madagascar, li faccio emigrare per un paio d’ore! >> commentò riferendosi ai
bodyguard.


***


Arrivati nella bellissima immensa isola, raggiunsero una casa in legno, su palafitte, immersa nell’oceano.
Tutto intorno, spiaggia e vegetazione. La casa di legno era piccolina, e la si poteva raggiungere tramite una passerella di una decina di metri conduceva in mezzo all’acqua. Nulla a che vedere con la mega-villa di Stark. Nonostante tutto, era stato proprio Tony a sceglierla. Doveva essere un piccolo nido solo per lui e Pepper.
Poco distante, un’altra casetta avrebbe ospitato le guardie del corpo dell’industriale.
Si udiva solo il suono del mare e della natura. Una quiete meravigliosamente insolita per uno come Stark. Stavano tutti a guardarsi attorno ammirando quel meraviglioso luogo quando, improvvisamente, si udì una musica in lontananza. I bodyguard di misero in allerta estraendo le pistole mentre la musica si faceva sempre più vicina.
Poi, fece la sua comparsa una sgangherata geep che ballonzolava sul terreno sabbioso.
<< Credo sia la nostra guida! >> commentò Tony.
<< Come? >> chiese istintivamente una guardia.
<< Si, tranquilli! >> li rassicurò l’uomo.
La macchina dalle ruote chiodate arrivò vicino a loro e un ragazzo di colore, con capelli corti e rasta e una maglia dai coloratissimi cerchi colorati, balzò giù da essa.
<< Signor Stark! Amico mio!!! >> gridò il ragazzo.
<< Mickey! Bentrovato! >>
<< Come stai professore?! Che bello vederti da vicino, finalmente! >> continuò il ragazzo.
<< Da vicino? >> chiese Pepper << Come…cosa significa? >>
<< Pepper, lui è Mickey! >> e il ragazzo prese la mano di Pepper facendole un garbato baciamano << Gli ho insegnato un paio di cosette tramite delle video telefonate on-line! E’ un ingegnere eccezionale! >>
<< Migliorato grazie al signor Stark! >> commentò il giovane.
<< Dammi del tu! E chiamami Tony o mi farai sentire vecchio…allora, cosa mi dici di questo posto? >>
<< Bene, Tony…siete in un angolo quasi incontaminato! Potete usufruire senza problemi della casa e della spiaggia. Per quanto riguarda il mare, non allontanatevi troppo, ci sono squali e meduse che è meglio non disturbare. La foresta è abbastanza tranquilla in questa zona, ma di notte è consigliabile non praticarla! I Foosa non gradiscono! >>
<< Foosa? >> commentò un altro degli energumeni a protezione della coppia.
<< Si, dei micioni carnivori…ma non attaccano se non li disturbate. E si tengono prudentemente a distanza dagli uomini, se possono! Però…più che di loro, preoccupatevi di non lasciare biancheria stesa o dei preziosi in giro dalla parte che da sulla spiaggia! La brigata razzierebbe tutto! >>
<< Chi? >> chiese Pepper.
<< Lemuri! >> sorrise lui. << Sono tremendi!...Ma simpaticissimi! >>


***


Si sistemarono e restarono soli nella piccola dimora di legno.
Tony si guardava attorno divertito. Non era abituato ad una casa tanto piccola, ma la situazione sembrava divertirlo.
<< Perché non molliamo tutto e ci trasferiamo qui? >>
<< Riusciresti a vivere in questo posto lontano da tutto, Tony? >>
<< Purché io non sia lontano da te! >> si portò la mano in tasca e afferrò la scatolina blu.
<< Sei così dolce…e mi fai sentire… >> non riusciva a continuare, era imbarazzata.
<< Come? >> disse Tony avvicinandosi e invitandola a continuare.
<< Io con te…>>
Un’ombra passò fulminea dietro Pepper. Tony afferrò la donna e la spinse dietro di sé per proteggerla. Si mise in posizione d’attacco cercando con gli occhi l’intruso.
Una coda bianca e nera scodinzolava. Un lemure era entrato di soppiatto ed aveva afferrato un frutto dal tavolo per poi portarselo in giro per la casa.
<< E solo un lemure! >> disse Tony tirando un sospiro di sollievo.
<< Dovremmo farlo uscire di qui, credo! >> disse Pepper.
<< Figurati, voleva solo scroccare uno spuntino, vero amico? >>
L’animale, lo guardò.
<< Dai bello, vieni qui! >>
Il lemure fece un balzo saltandogli addosso e facendolo cadere per la sorpresa. Poi gli sfilò gli occhiali da sole dalla tasca della camicia e sgattaiolò fuori dalla finestra.
<< Fermo!!! >> urlò saltando la finestra e rincorrendolo. Pepper cercò di fermarlo ma senza successo. Così resto affacciata,appoggiata sui gomiti, ridendo a quella scena assurda del grande Tony Stark, “depredato” da un lemure.





Grazie per aver letto anche questo capitolo. Lasciatemi un commentino, ne sarò molto felice! ^__^
Un bacio a tutti!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Coulson ***


Ciao a tutti!
Inizia l’avventura, entrano in scena i cattivi e nel prossimo capitolo farà la sua comparsa…no, non ve lo
dico! Dovrete aspettare! XD
Buona lettura!!!
 
 


CAPITOLO 5: Coulson



Qualcuno bussò alla porta della piccola casetta di legno. Quando Tony andò ad aprire restò perplesso sul da farsi. Quando vedeva quella faccia, c’erano guai in arrivo.
<< Disturbo? >> chiese l’agente Coulson.
<< Sempre! >> rispose Stark con un sorriso mente l’agente entrava e si aggirava per la casa.
<< Hei! Hei! Un po’ di privacy! Siamo in vacanza! >>
<< Vacanza non chiesta né concessa dallo S.H.I.E.L.D. >> puntualizzò Coulson.
<< Non me l’avreste mai lasciata fare! >> commentò Tony sarcastico.
<< Ovviamente! >> confermò l’altro sedendosi al tavolino in legno lucido.
<< Caffè? >> chiese Tony avvicinandosi al lavandino.
<< Lasci dormire la sua segretaria! Non la svegli per un semplice caffè! >>
<< Pepper non è più la mia segretaria! >> rispose Tony serio << Il caffè lo preparo io. >>
<< E’ ufficiale, allora! >> ridacchiò l’agente.
Tony mise sul fornello la macchinetta del caffè e si spostò vicino ad una porta aprendola appena per controllare.
Pepper dormiva avvolta dalle lenzuola e avvinghiata ad un cuscino. Tony sorrise e  riaccostò la porta.
<< Si, è ufficiale! La cosa le crea dei problemi, Coulson? >>
<< Sa che così ha coinvolto anche lei? >> chiese Coulson riferendosi a Pepper, intuendo che fosse in quella camera.
<< Lei è sempre stata con me. >> Rispose Tony << L’ho coinvolta dall’ inizio, involontariamente…ovvio. Ma dato che ormai le cose stanno così, è meglio che io ne prenda atto e me ne assuma la responsabilità. >>
Coulson avvicinò la tazzina alle labbra e soffiò appena: << Tony…Siete in pericolo. Lo S.H.I.E.L.D. teme che l’obbiettivo di Hammer, Mars e gli altri evasi, sia lei. >>
<< Nessun problema. Se vogliono me, che vengano a cercarmi! Iron Man è sempre pronto! >>
<< Tony, non lei. Lei… >> e indicò la porta dietro la quale dormiva Pepper.
Tony si bloccò con gli occhi fissi sul suo caffè << Di cosa blatera, Coulson? >> Il suo tono era duro, i suoi occhi ben aperti e il colorito sembrò sbiancarsi.
<< Hanno intercettato una telefonata. Pochi secondi, niente di completamente comprensibile e confermato ma, si fa il nome della sua segr…cioè di Pepper Potts. >>
La stanza cadde in un silenzio tagliente. L’agente osservò Tony che era immobile, chiuso in un mutismo innaturale per l’uomo che era.
D’un tratto, la porta della camera si aprì e Pepper apparve avvolta in una vestaglietta rosa.
<< Tony? Oh! >> si chiuse la scollatura e indietreggiò di un passo notando l’intruso.
<< Buongiorno signorina Potts! >> la salutò Coulson.
<< Salve… >> disse lei imbarazzata << Mi…mi scusi, vado a mettermi qualcosa. >>
<< Non si preoccupi, stavo giusto andando via! >>
Coulson si alzò e Tony lo seguì fino alla macchina parcheggiata fuori. Altri due uomini lo aspettavano. Erano altri agenti dello S.H.I.E.L.D.
<< Coulson, cosa vogliono da Pepper? >> chiese Tony allarmato.
<< Cosa si può volere dalla persona più vicina al proprio nemico? >>
Tony non rispose.
<< Vendetta, Tony. Niente di più! Stia attento e se la tenga stretta. Noi vi sorvegliamo e cercheremo di esservi di aiuto il più possibile, ma Mars è uno senza scrupoli. Hammer è uno psicopatico…ma sono il minimo!…C’è un vero e proprio burattinaio dietro di loro, qualcuno ben organizzato. Quei due sono solo pedine che hanno i loro buoni rancori
da sfogare su di lei, Stark. >>
I due uomini si salutarono con una stretta di mano e Tony guardò l’agente allontanarsi. Poi tornò a passo spedito in casa e irruppe nella camera da letto facendo trasalire Pepper, ancora in vestaglia.
Quasi le si scagliò contro, tanta era la sua foga. La baciò con irruenza e la strinse come
se non la vedesse da secoli.
<< Che succede? Cosa ti ha detto? >> chiese lei quando Tony le diede la possibilità di respirare.
<< Niente, solo novità su Hammer. >>
<< Cosa? >> continuò lei mentre lui cercava di non darle fiato tra i baci che si susseguivano.
Tony esitò << Si sono solo raccomandati di non metterci in mostra. Niente conferenze o uscite pubbliche…è una precauzione! >>
<< E…? >> chiese lei invitandolo a continuare.
<< Nient’altro…solo…solo di stare attenti… >>
<< Coulson non piomba qui solo per dirci di stare attenti! Tony, dimmi cosa vogliono! >>
<< Pepper, non ti preoccupare. Siamo qui e siamo io e te…il resto non conta. >>
Pepper avrebbe voluto continuare a fare domande ma il bacio che lui le diede aveva un sapore diverso…quasi disperato tanta era la sua dolcezza.
<< Ho ancora sonno… >> disse Tony a bassa voce << …ti va di restare un po’ a letto? >>
Non servivano parole, Pepper aveva capito al volo che era successo qualcosa di strano. Tony sembrava turbato…spaventato. Si misero sotto le lenzuola e restarono abbracciati al buio della stanza con le tapparelle serrate.
Pepper sentiva le mani di lui che accarezzavano i suoi capelli toccandoli e ritoccandoli.
Gli si appoggiò al petto.
Alla luce del reattore, offuscata dalla maglietta, riuscì a vedere il viso di lui. Tony sembrava triste. Non riuscì a fare domande. Credeva di conoscerne già le risposte.
Poté solo assecondare con amore le sue carezze e le provocazioni che ne seguirono. Da giorni era così ogni notte. Lui non era mai sazio del loro amore e lei aveva la stessa sensazione ogni volta che lo vedeva.
Ma quella volta, nel loro idillio non c’era solo il calore della passione, ma anche un brivido che li raggelava entrambi.
Tony la stringeva con una forza diversa. Come se avesse il terrore che lei potesse allontanarsi da lui. Pepper lo avvertiva chiaramente. Era un po’ come il periodo in cui lui si era accorto che il reattore che aveva nel petto lo stava uccidendo. Anche allora Tony si comportava in maniera strana. Ora doveva esserci qualcosa di altrettanto forte da farlo agitare così tanto.

***

Passarono alcuni giorni durante i quali il mare immacolato dell’isola era l’unico suono che li accompagnava…ad eccezione della radio a tutto volume dell’automobile sgangherata del giovane Mickey!
Il ragazzo li aveva portati diverse volte alla scoperta delle bellezze del Madagascar ed ogni volta, Tony aveva avuto dei piccoli “intoppi” causati dai simpatici abitanti pelosi della zona.
<< Aaaaaaarghhh! >> l’urlo di Tony riecheggiò facendo spaventare gli uccelli che erano nei dintorni.
Un lemure si era avvinghiato alla gamba di Tony mordendolo dopo che l’uomo si era rifiutato di farsi rubare una barretta al cioccolato.
<< No! No! Mollalo! Andiamo…mollalo! >> Mickey stava tentando di dividere la faccia dell’animale dal polpaccio dell’uomo mentre Pepper rideva con le lacrime agli occhi.
La palla di pelo si staccò solo dopo vari tentativi per poi appollaiarsi sulle spalle del giovane ragazzo.
<< Ma sono iene! Che razza di animali! >>
<< Tony, sono solo curiosi! Se gliel’avessi avvicinata, quella barretta, lui l’avrebbe annusata e poi snobbata! Non amano il cacao! Ma non permettendogli di curiosare, hai scatenato la sua reazione! >> commentò il ragazzo mentre l’animale saltellava verso Pepper.
<< Pepper, stai attenta! >> disse Tony ad alta voce.
La donna si ritrasse e restò immobile davanti all’animale che la osservava. Poi si chinò e restò a guardarlo aspettando una sua reazione. Il piccoletto si avvicinò e, poggiandosi sulle ginocchia di lei, prese ad annusarla.
Pepper lo accarezzò giocandoci divertita.
<< Perché solo a me? >>
<< Perché te lo meriti, probabilmente! >> fu la risposta della donna.
<< Solo perché ho tirato la coda ad un paio di loro?! >>
<< Non gli vai proprio a genio, Tony! >> Intervenne Mickey << Forza, tutti in macchina! Si torna alla base. >>
Salirono sulla vecchia Jeep e si misero in marcia.
La vegetazione fitta non permetteva una grande visuale, ma più si avvicinavano, più si accorgevano che c’era qualcosa che non andava. Il terreno sembrava sempre più bagnato e la Jeep gli affondava dentro.
<< Ma che…? >> disse Mickey fermando la macchina.
<< E’ normale che il terreno faccia così? >> chiese Stark.
<< No…è come se…se una grossa onda fosse arrivata fin qui bagnando il terreno…ma sarebbe assurdo. >>
Tony iniziò a guardarsi intorno. Un silenzio innaturale aveva preso il posto del brusio degli uccelli e degli
insetti. Nessun animale.
<< Pepper, prendi la valigetta. >>
<< Cosa? Perché, che succede? >> chiese lei spaventata.
<< Mickey torniamo alla spiaggia, muoviamoci! >>
Sgommando e correndo a tutta velocità arrivarono alla casetta di legno…o a quello che ne restava.
La spiaggia era in condizioni terribili, come se il mare le avesse gettato addosso un’ondata d’acqua. Alghe e detriti erano ovunque e la passerella che portava alla casetta di legno era distrutta. Dei bodyguard di Stark, neanche l’ombra. Scesero dalla Jeep tastando il terreno umido.
<< E’ terribile…ma cosa è successo? >> disse Mickey.
<< Fate tutto quello che vi dico, qualunque cosa accada! Intesi? >> disse Tony guardando
un punto nel mare.
<< Tony, che succede? >> chiese Pepper.
<< Dammi la valigetta! Ora! >>
Pepper non osò replicare e consegnò la Mark V.
Tony la mise a terra attivandola. La indossò e lasciò che ogni parte di essa gli si stabilizzasse addosso.
Poi prese Pepper per la vita, abbracciandola. Intimò a Mickey di tenersi forte anche lui e si preparò a partire.
Volò fino alla casa di legno e li fece nascondere all’interno.
<< Non vi muovete e non fatevi vedere! Non uscite per nessun motivo! >> disse Tony.
<< Tony, no! Che succede? >>
La maschera di Iron Man si aprì e il volto dell’uomo fu visibile.
<< Fidati di me! Stai nascosta! >>
<< Ma…ma… >>
Tony le diede un bacio.
<< Fa’ come ti dico. >>
La maschera si richiuse tornando a celare il volto di Stark e lui partì cercando di raggiungere il mare aperto.
Pepper e Mickey corsero nella stanza nascondendosi e sperando che non ci fosse nessuna battaglia in arrivo.
Tony volò solo poco distante quando, in lontananza, vide avvicinarsi  uno scafo non molto grande.
Si fermò a mezz’aria e aspettò che lo raggiungesse.
La piccola imbarcazione fu davanti a lui in pochi secondi. A bordo, un uomo.
Il suo volto era coperto da un passamontagna che lasciava intravedere solo due occhi neri. Ma era la pelle che destava stupore. Da quel poco che si vedeva era di un colorito violaceo. Quasi non sembrava umano.
Fermò la piccola barca e spense il motore.
<< Finalmente ci incontriamo, Iron Man! >>
<< Chi sei? >>
<< Chi sono non ha molta importanza. Mi chiamano Levyathan. Allora, ti è piaciuto il mio giochetto sulla tua spiaggia? Un giochino da ragazzi per me! >>
<< Ma cosa sei, un mutante? >>
L’uomo sorrise compiaciuto.
<< Cos’hai fatto? Perché hai distrutto la spiaggia? Che cosa vuoi? >>
<< Ahahah! >> ghignò Levyathan << Volevo portarti allo scoperto. Peccato tu non ci fossi! Il mio amico si è davvero divertito…! >>
Tony non capiva di chi stesse parlando quando il misterioso uomo estrasse dalla tasca un fischietto e vi soffiò provocando una sorta di ultrasuono intensissimo.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Il mostro ***


CAPITOLO 6: Il mostro
 


Un fischio acuto, poi…silenzio.
Niente di strano. Niente che mettesse in allarme.
Solo gli occhi dell’uomo dalla pelle violacea che sembravano ridere sprezzanti ed impazienti.

<< Dimmi chi o cosa sei! >> gli intimò Tony.
<< No, non è così semplice. I miei poteri vanno ben oltre la tua conoscenza o capacità
di comprensione. >>
<< Non sei l’unico tipo strano che conosco! >> disse Tony.
<< Scoprirai che io sono un tipo piuttosto particolare! Non sono un mutante. Il mio dono è in grado di mettermi in contatto con ogni singola molecola del mare. Posso comandare questa distesa blu a mio piacimento e posso influenzare secondo il mio volere le sue creature. >>
<< E cosa vuoi fare? Farmi attaccare da “squali volanti”?! >> Rispose Stark ridendo.
<< No… >> sibilò l’uomo << Ti aspetta di peggio! >>
L’acqua iniziò a ribollire e sciami di piccoli pesci impazziti, presero a saltare fuori dal mare cercando la fuga in ogni direzione. Tony si alzò in volo scrutando lo spettacolo sottostante.
Il computer nel casco scansionò i piccoli animali confermando che erano in preda al terrore e la voce metallica di Jarvis risuonò nell’armatura: << Signore, è in arrivo un predatore, temo! >>
<< Di che si tratta? E’ uno squalo? >>
<< No, signore. Non appartiene a nessuna specie attualmente nota. >>
<< Riesci a vederlo, Jarvis? >>
<< Si. Ne sto elaborando i dati. Sembra composto di “parti”. E’ come se fosse assemblato con pezzi di diversi animali vissuti in epoca preistorica. >>
<< E’ impossibile! >> commentò Stark.
<< Arriva! >> Lo avvertì Jarvis.
Un’ambra, lunga almeno cinque metri, brulicava sotto il pelo dell’acqua.
<< Ammira, Stark! La mia creatura! >> urlò Levyathan.
Un mostro grigio, dalla pelle simile a quella di un elefante, emerse dall’abisso. Balzò fuori dall’acqua a bocca aperta.
Tony riuscì appena a schivarlo e a vedere di cosa si trattasse.
Sullo schermo della maschera, il computer visualizzò uno schema reticolato della creatura.
La testa enorme, era dotata di due occhi grandi e neri. Aveva tre paia di orecchie simili a quelle di un cervo, ma arrotondate anziché appuntite. Si muovevano tutte autonomamente, come se ognuna captasse un diverso suono. Denti aguzzi con i canini inferiori più pronunciati e sporgenti verso l’esterno. La schiena era ricoperta, sulla colonna, da placche appuntite e dalla forma a pentagono.
Le zampe anteriori erano provviste di lunghi artigli, mentre quelle posteriori erano tozze come quelle di un pachiderma, e ritratte come quelle di un’aquila in volo.
<< Ma che cos’è?! >> Chiese Tony più a se stesso che al nemico sulla barca.
<< L’ho creato apposta per te, Stark! >> urlò l’uomo.
<< Quale onore! >> Rispose Tony, ironico, mentre la belva continuava a saltare cercando di agguantarlo.
<< Signor Stark… >> intervenne Jarvis << Secondo le mie rilevazioni, la creatura risulta soggetta ad una
somministrazione chimica! >>
<< L’hanno drogata? >>
Volò di lato schivandola nuovamente.
<< Sembrerebbe più una sorta di doping, signore. Prova una fame incontrollabile e la sua massa muscolare è potenziata. Sembra però uno stato indotto. Ritengo che senza la sostanza che la rende così feroce, la sua forza sarebbe
lungamente dimezzata! >>
<< Come la fermo? >> chiese Tony.
<< Sembra sensibile ai suoni, signore. Provi con un esplosione! >>
Tony le esplose contro dei colpi ferendola sul grosso muso. Ma l’animale sembrava ancora più rabbioso e instancabile. Decine di colpi andarono a vuoto, tanta era la sua velocità, altrettanti la colpirono.
Niente! Sembrava instancabile!
<< L’animale non avverte nulla finché è sotto l’effetto di tale composto chimico, credo. >> disse Jarvis.
Un balzo! E la creatura afferrò Iron Man per un braccio portandoselo sott’acqua.
<< Jarvis! >> Urlò Tony.
<< Deve riemergere! >> disse la voce metallica << L’armatura non può sopportare la pressione estrema se l’animale la porta troppo in profondità! >>
Tony prese a sparare con foga colpendo l’animale più e più volte fino a fargli mollare la presa.
Accese i propulsori e si diresse velocemente in superficie. L’acqua intorno era scura, ma in alto si intravedeva la luce del sole. Mancava poco, era vicino all’emergere.
Il mostro tornò alla carica prendendolo per una gamba e tirandolo ancora verso l’abisso.
<< Jarvis! Tutta la potenza al reattore centrale! >>
Cercando di piegarsi su se stesso per prendere la mira verso il basso, combattendo contro la potenza dell’acqua e la forza dell’animale che lo trascinava, Tony fece fuoco.
Un fascio d’energia gli partì dal petto e colpì l’animale che lo lasciò andare.
Nuovamente libero, Tony riuscì a raggiungere la superficie emergendo e tornando a fronteggiare Levyathan.
<< Che te ne pare, Stark? Non è un gioiellino il mio cucciolo?! >>
<< Cosa vuoi? >>
<< Annientarti! >>
<< Allora fatti sotto senza servirti della tua creatura! Affrontami tu stesso! >> disse Tony provocandolo.
<< Non adesso, Stark! >> rispose l’uomo. E prese a ridere in un ghigno folle e inquietante << Avremo la nostra occasione! Ora devo andarmene. >>
<< Cosa? >> Tony era spiazzato.
Il mostro si riaffacciò dall’acqua e Levyathan gli saltò in groppa.
<< Il mio compito, oggi, era solo di distrarti il tempo necessario! >>
Tony sgranò gli occhi, anche se Levyathan non poteva vederne il volto.
Un dubbio terribile gli attraversò la testa risuonando come un boato.
<< Ci rivedremo presto, Tony Stark! >> e ridendo, si inabissò sul mostro lasciando la barca alla deriva e Tony ancora
immobile a mezz’aria.
L’idea di inseguirlo non sfiorò minimamente Stark. Accese i propulsori e partì al razzo verso la piccola casa in legno.
In lontananza, vide la spiaggia in fiamme.
Arrivò alla casetta e vide la porta sfondata. Entrò.
<< Pepper! >> Prese ad urlare dopo aver aperto la maschera << Pepper, dove sei?! >>.
Nessuna risposta. Continuò a cercarla ovunque << PEPPER! >>.
Uscì e guardò verso la spiaggia. In lontananza, steso a terra, un corpo.
Tony volò più in fretta che potesse e lo raggiunse. Mickey giaceva a terra, ferito.
<< Mickey! Mickey, svegliati! >>
Tony lo riscosse e il ragazzo aprì gli occhi: << To…Tony… >> disse in un sussurro.
<< Mickey, Pepper…dov’è?...Mickey… >>
<< Erano trop…troppi…per…per me… >>
<< Dov’è Pepper? >> chiese ancora, ansimando.
<< L’hanno…rapita. >> disse chiudendo gli occhi come se temesse la reazione di Tony.
Lo sguardo dell’uomo si svuotò di ogni luminosità. Era come se un’onda ghiacciata lo avesse appena sommerso. Non sentiva più nulla.
Non si accorse neanche del rombo dell’elicottero che scendeva diretto sulla spiaggia rovente.
Coulson ed altri agenti scesero raggiungendo Tony e il ragazzo ferito.
<< Tony! >> Lo chiamò l’agente Coulson << Tony! >>
<< Pepper…Pepper…>>
<< Lo so, l’hanno rapita. >> disse Coulson.
Tony si riscosse dal suo stato di torpore e si gettò sull’agente sbattendolo a terra e mettendogli le mani al collo.
<< Ton..Tony! Fe-Fermo! >>
<< Ci tenevate d’occhio! Sapevate tutto! Perché non l’avete protetta! >> urlò Tony.
Alcuni agenti gli si avventarono contro cercando di separarli ma Tony era una furia.
<< Tony! Tony! >> Urlò Coulson dimenandosi << Dovevamo lasciargliela prendere, dobbiamo trovare Hammer e gli…Tony!...Dovevamo trovare Hammer e gli altri! >> cercò di rispondere Coulson.
<< Io ti ammazzo! >> urlò lui disperato, quando un colpo inaspettato li divise.
Nick Fury lo aveva colpito ad un braccio con un pezzo di legno trovato lì a terra.
Tony si rialzò. Era come una belva ferita e stava per avventarsi contro Nick, stavolta. L’uomo però lo colpì al volto con uno schiaffo e Stark cadde a terra privo di sensi.
Coulson si rialzò ansante, traballando.
<< Grazie…se non lo avesse fermato mi avrebbe… >>
<< No, Coulson, non lo avrebbe fatto. Ma ho dovuto placarlo! Gli spiegheremo la situazione quando sarà più lucido. >>
Così dicendo mostrò a Coulson la mano con la quale aveva colpito Tony. Tra le dita aveva un aggeggino simile ad un pettine piccolissimo. Dentro il piccolo marchingegno si trovava un potentissimo narcotico.
<< Non credo che si calmerà neanche dopo che si sarà svegliato, direttore Fury. Tiene molto a
quella donna >> rispose Coulson massaggiandosi la gola.
<< Lo so. Infatti dovremo tenerlo molto sotto controllo. La sua reazione è stata più violenta di quanto mi aspettassi. >>

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Senza di te ***


Ciao a tutti! Eccoci ad un nuovo capitolo. Grazie a chi ha recensito i precedenti capitoli!
Spero la storia non vi stia annoiando e spero non sia pesante da seguire! Aspetto i vostri consigli!
Un bacio!
Buona Lettura!!! ^__^





CAPITOLO 7 : Senza di te                 





Chiuso in una camera con vetri a specchio, Tony era stato messo al corrente dell’accaduto e del piano di Fury per arrivare ad Hammer e a chi tirava le file della nuova organizzazione criminale.
Nick aveva parlato con Stark attraverso il vetro. Vista la reazione con Coulson, era una precauzione.
Precauzione che si rivelò provvidenziale. Tony aveva dato di matto tentando di distruggere il vetro e ribaltando tutto ciò che era nella stanza in cui era stato rinchiuso. Gli era stata tolta l’armatura, ma nonostante tutto, la sua rabbia lo faceva muovere e agire con una forza insolita.
Parlare con lui non fu facile. Voleva solo uscire e andare a cercare Pepper.
Fury ci impiegò parecchio a spiegargli il suo piano e, dopo il lungo colloquio, lasciò Tony solo, rinchiuso come un animale ferito.
Aveva addosso ancora gli abiti di prima della battaglia: un pantalone in lino bianco ed una
camicia bordeaux.
Si stese sulla branda, al buio, e allungò la mano in tasca.
Per giorni se l’era portato dietro, quel piccolo oggetto, sperando di trovare il momento più adatto per estrarlo, ma l’occasione non si era ancora presentata. Tirò fuori la scatolina blu e restò a guardarla alla luce del reattore che aveva nel petto. La avvicinò alle labbra mentre queste si dilatavano in un sorriso triste, quasi ironico. Un sottile bruciore gli lambì gli occhi.
Sentì il suo corpo fremere e si coprì di più con la coperta, come per nascondersi. Non aveva freddo…si sentiva solo in frantumi.
Quel bruciore intenso continuava e cresceva. Ma solo quando avvertì il sapore bagnato e salato sulla bocca, realizzò che il suo corpo stava agendo irrazionalmente vogando contro il suo autocontrollo innato.
Stremato nell’anima, si lasciò andare ad un pianto silenzioso e disperato.

***

Il pavimento era gelido e i suoi piedi nudi, ormai sembravano insensibili.
Al suo risveglio si era ritrovata con le caviglie intrappolate da una sorta di “manette”, dalle quali partivano poi poco meno di due metri di catene che la tenevano attraverso dei ganci che sbucavano dal muro.
Stessa cosa per i polsi.
I pantaloncini e la canotta che indossava erano sporchi e logori.
Si ritrovò accanto un materasso e una coperta. Intuì che erano per lei, e che era chissà dove,
lontana dal suo Tony.
Nel buio, Pepper cercò di mettere a fuoco ciò che la circondava. La stanza doveva essere grande, a giudicare dall’eco, e  da qualche parte c’era una porta di metallo. Riusciva a vedere la luce che filtrava da sotto di essa.
Le pareti erano spoglie. Probabilmente la stanza era vuota…ma qualcosa la metteva in forte agitazione. Un respiro sommesso echeggiava tutt’intorno.
Pepper prese a muoversi piano piano, ma il rumore delle catene sembrava rimbombare in quel silenzio.
Tutto d’un tratto, una voce risuonò amplificata da un altoparlante.
<< Non le consiglio di muoversi troppo. >>
Pepper si bloccò spaventata. Qualcuno la osservava. Forse c’era una telecamera ad infrarossi, pensò.
Poi, la luce scattò quasi accecandola. Chiuse gli occhi.
Quando li riaprì, il terrore la colse facendole lanciare un grido acutissimo mentre si appiattiva
contro la parete.
Davanti a lei, il mostro marino che aveva attaccato Tony, era accucciato a terra e la fissava
con i suoi grandi occhi neri.
<< E’ molto meglio per lei se si comporta da buona signorina e non ci infastidisce con rumori o vani tentativi di gridare aiuto. Il mio cucciolo non ama i suoni alti e potrebbe reagire male, se stuzzicato. >>
Pepper aveva la bocca aperta e respirava affannosamente guardando l’animale.
Anche lui era immobilizzato da catene che gli intrappolavano zampe, collo e coda.
Era accucciato, quasi raggomitolato e la fissava spaventato ma anche minaccioso.
Il suo corpo era pieno di escoriazioni, segno che si era dimenato anche lui cercando di sfuggire a quella prigionia. Era ferito e sanguinava in diversi punti.
La luce accecante si spense e restò acceso un faretto dalla luce blu.
L’animale tornò a rannicchiarsi, distogliendo lo sguardo da Pepper che si sedette sul materasso, con la schiena contro il muro e le gambe strette al petto.
<< Dove sono?... >> chiese ad alta voce.
Nessuna risposta.
<< Ditemi dove sono! Cosa volete da me? >> urlò ancora. L’animale scattò con la testa in su ed emise un grugnito sommesso, come infastidito.
<< Signorina Potts! >> Rispose di nuovo la voce proveniente dall’altoparlante << Stia calma e non le accadrà nulla! Non vorremmo farle del male, se la cosa sarà possibile… >>
<< Cosa volete da me? >> chiese ancora lei con insistenza e tono autoritario.
<< Ah ah ah! Lei è caparbia quanto Tony Stark! >> Disse l’uomo << Sono certo che lui verrà presto a salvarla. Conoscendolo, forse è già alla sua ricerca! Ma quando sarà il momento, cadrà nella nostra trappola! >>
<< Cosa volete da lui?! Se lo toccate… >>
<< Cosa? >> Ghignò l’uomo in risposta << Cosa crede di poter fare, lei, da sola?! Ah ah ah! >>
E in quella risata arrogante e acida, l’altoparlante si spense di nuovo.
<< No! >> Pepper batté i pugni contro il muro più e più volte. Non ottenne più risposta. Solo la creatura la guardava con un misto di insofferenza e curiosità.
<< Tony…no!…Tony, ti prego… >> le lacrime presero a cadere senza che se ne rendesse conto << Non cercarmi! Ti prego! Tony…non cercarmi! >>.
Le sue parole erano un sussurro tra le lacrime, mentre nella sua testa, il ricordo degli occhi del suo amato
si irradiava.
 
 




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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Prigionieri ***


CAPITOLO 8: Prigionieri



Il mondo non era a conoscenza della sorte del suo difensore Iron Man.
Nessuno sapeva che Tony era rinchiuso al quartier generale dello S.H.I.E.L.D., né che Pepper fosse stata rapita dagli stessi uomini evasi giorni prima dal carcere di massima sicurezza.
Sembrava tutto in stallo. Nessuna notizia.
Nel caldo pomeriggio di inizio Estate, Fury e i suoi stavano cercando di approntare un piano per scoprire dove fosse stata portata Pepper.
Tony sedeva al tavolo non prestando loro la minima attenzione. Si sentiva in prigione e la lontananza dalla donna che amava gli era insopportabile. La paura per la sua incolumità e gli incubi che lo tormentavano, aggravavano il suo pessimismo e nervosismo.
Erano lì da ore senza venire a capo di nulla. Un continuo via-vai di agenti riempiva l’aria di chiacchiere e discorsi che a Tony sembravano inutili.
Era arrivato al punto di fissare lo sguardo su qualunque cosa lo distraesse dal sentire le parole di chi lo circondava. Qualunque cosa andava bene, l’importante era non perdere di nuovo il controllo. Al polso aveva uno strano bracciale metallico…voleva evitare che lo attivassero…di nuovo!
Guardò i grandi vetri che costeggiavano la stanza. Erano utilizzati come monitor ed ora vi appariva, a mo’ di screen saver, il logo dello S.H.I.E.L.D.
Mentre li guardava seguendo con gli occhi i contorni dell’aquila nello stemma, l’immagine sparì.
I monitor divennero dapprima bianchi, poi, simultaneamente, vi apparve il volto di un uomo affascinante e dalla pelle bianchissima. Il suo viso era però deturpato da una cicatrice che lo attraversava da orecchio ad orecchio, passando su zigomi e naso.
Mick Credden, criminale ricercato nell’intero globo, fissava l’occhio della telecamera sapendo di avere l’attenzione di Nick Fury e di tutti i suoi agenti su di lui.
I monitor di controllo dello S.H.I.E.L.D. erano stati quasi mandati in tilt. Nonostante le decine e decine di programmi di protezione, Credden era riuscito ad infiltrarsi nel loro sistema, stabilendo quel contatto.
Così, Nick Fury e gli altri, compreso Tony, si ritrovarono a guardare il malvivente.
Tony, gettò appena un’occhiata e poi tornò a guardare il pavimento.
<< Questo messaggio è per il vostro eroe: Iron Man! O dovrei dire…Tony Stark! >> Disse Credden.
Tony alzò il viso.
<< Considera il mio appello come un invito gentile ad un incontro tra “amici”, Stark! Presentati alla torre di Tokyo tra dieci giorni, alle 21:00, ora Giapponese. Se non lo farai… >>
La telecamera che inquadrava l’uomo si spostò. L’immagine che mostrò raggelò Fury, Coulson e tutti gli altri.
Pepper, legata a un palo e imbavagliata. Accanto a lei, la creatura famelica, insanguinata e incatenata.
<< Che cos’è quello? >> Sussurrò Nick sconvolto.
Coulson spostò lo sguardo su Tony che aveva preso a tremare di rabbia.
Nel video, degli uomini col volto coperto da passamontagna, presero a torturare l’animale con potenti scariche elettriche e frustate. La creatura, dolorante, spalancò le fauci a pochi centimetri da Pepper che, seppur terrorizzata, non versava una lacrima, dignitosamente.
<< Dieci giorni, Stark! Alla torre di Tokyo! Non mancare! >> e con questa frase, il video si interruppe a riapparve il logo con l’aquila.
Il messaggio era stato brevissimo e crudo.
La sala dello S.H.I.E.L.D. cadde in un silenzio totale.
<< Datemi la mia armatura! >> Intervenne Tony con rabbia e con la voce simile ad un sibilo.
<< Tony, aspetta! >> rispose Fury mentre Coulson si avvicinava all’uomo.
<< Datemi la mia armatura! >> Urlò. Come se fosse fuori di senno, si alzò di scatto rovesciando la sedia e prendendo Nick per il bavero dicendo: << Se non mi lasci andare da loro dovrai uccidermi! Perché io non resterò qui a guardare te né uno stupido schermo! >>
<< Tony >> Rispose Nick sforzandosi di restare calmo << Hanno detto dieci giorni! E dieci giorni saranno! Devi solo aspettare, poi non ti ostacolerò, te lo assicuro! Anche noi vogliamo salvare la signorina Potts, ma dobbiamo anche prendere quei criminali! >>
<< Io non aspetto niente! Voglio la mia armatura! >>
La sua voce rimbombava minacciosa.
Nick lanciò un’occhiata a Coulson che avvicinò una piastrina metallica a Tony. Il bracciale che l’uomo portava al polso fece partire una scarica elettrica che lo immobilizzò, facendolo piombare a terra. Ma la sua rabbia era tale che continuò a dimenarsi cercando di raggiungere Fury, anche se ormai era steso e in preda alle scosse.
<< Mi dispiace, Tony! >> Disse Nick sinceramente amareggiato << Riportatelo nella camera di sicurezza. In queste condizioni non possiamo lasciarlo libero di scorrazzare in giro, è troppo pericoloso! >>.
Un paio di agenti sollevarono Tony che ormai era stremato dalle scosse e lo trascinarono di nuovo nella stanza dove era stato rinchiuso appena dopo il rapimento di Pepper.
<< Signor Fury >> intervenne Coulson attirando l’attenzione del suo superiore << C’è qualcosa che possiamo fare? Dieci giorni sono davvero tanti e la signorina Potts è in difficoltà più di quanto ci aspettassimo! >>
<< Non possiamo fare altro che aspettare. Sono furbi e hanno trovato l’unico punto debole di Stark! Si farebbe uccidere per quella donna! Non puoi fare altro che tenere buono Tony. >> Rispose.
Coulson sospirò << Vorrei poter fare di più per loro due. >>
Nonostante la freddezza che solitamente ostentava, Coulson aveva imparato ad apprezzare e stimare sia Pepper che Tony.



***



A telecamere spente, Pepper fu riportata nella sua prigione e rimessa in catene.
La creatura che divideva con lei quell’angusto e freddo sotterraneo, fu anch’essa legata nuovamente. Ma la sua tortura, continuò. Come ci si poteva aspettare da un qualunque animale, provò a dimenarsi per non dover tornare in quella situazione di costrizione.
In risposta, nuove e potenti scariche elettriche, le furono inferte assieme a scudisciate che riecheggiavano assieme ai suoi lamenti.
Pepper assisteva atterrita. Ogni lamento della creatura la faceva sobbalzare. Allo stesso tempo, però, provava pena nel vedere le sue ferite aumentare di numero, stillando fiotti di sangue.
<< Basta! Lasciatelo stare! Basta! >> urlò.
Senza accorgersene, aveva iniziato a piangere.
Gli uomini si bloccarono e dall’altoparlante, si udì di nuovo la voce che Pepper aveva sentito altre volte.
<< Basta. Va bene così, lasciateli stare! >>
Senza aggiungere altro, l’altoparlante tornò silenzioso e gli uomini che avevano incatenato l’animale, se ne andarono. Qualche secondo dopo, uno di loro rientrò e lasciò a terra, accanto alla donna, un vassoio: il pasto di quella sera. Poi girò sui tacchi e se ne andò richiudendosi sonoramente la porta alle spalle e facendo echeggiare nella stanza il rumore delle chiavi che serravano i lucchetti.
La luce blu si riaccese e Pepper restò immobile ascoltando solo il respiro pesante dell’animale ferito.
Mossa dalla pena per la creatura, prese il pezzo di carne che aveva nel piatto e lo tese alla creatura.
Questa, raggomitolata a terra, girò appena la testa annusando l’aria.
Era troppo debole per qualunque reazione.
Pepper si sporse di più. Vide il suo occhio indugiare sul pezzo di cibo. Doveva essere affamata davvero. Erano giorni che non le davano nulla pur di renderla più feroce, in vista della comunicazione visiva da inviare a Tony.
Pepper prese in vassoio rimettendovi la carne nel piatto e si avvicinò alla creatura con estrema cautela.
In risposta, lei tirò fuori la lingua appena un po’ e restò immobile con gli occhi neri fissi sulla donna.
Tremando, Pepper mise la carne sulla lingua dell’animale, e ritrasse subito la mano.
Subito, la creatura portò dentro la lingua, trangugiando il cibo donatole. Tirò di nuovo fuori la lingua. Aveva ancora fame.
Pepper non esitò e boccone dopo boccone, le diede ogni vivanda del suo pasto.
Poi, provò ad avvicinare la mano alla testa dalla creatura. Con sua grande sorpresa, questa la lasciò fare e chiuse gli occhi sentendo le carezze di Pepper.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Arrivano i rinforzi + disegno ***


CAPITOLO  9 : ARRIVANO I RINFORZI


<< Eddai, Susy! >>
<< Fai il serio Johnny!  Piantala! >>
<< Susan, sai che gli stai chiedendo l’impossibile! E tu, Johnny, non
toccare niente! >>
<< Reed! Non sto facendo niente! >> rispose Johnny con aria innocente.
<< Fiammifero, mi sto spazientendo! >> Disse Ben.
<< Che vuoi, tu? >> Jonh Storm era come un ragazzino viziato! Doveva sempre fare quello che voleva!
<< Torcia, tu rompila, ed io trovo il modo di farti arrivare addosso tanta di quell’acqua che ti ci vorranno ore prima di asciugarti! >> Nick Fury era appena entrato nella sala convegno dello S.H.I.E.L.D dove il più giovane del gruppo de “I Fantastici 4” stava giocherellando con una sfera di vetro che era poggiata su un piedistallo al centro del tavolo.
<< Che cos’è? >> Chiese John.
<< Sottratta a un prigioniero! Può aumentare il potenziale dei mutanti o di chi, tipo voi quattro, vanta poteri propri. >> Rispose Fury
<< Meraviglioso! >> Commentò Reed.
<< No, non proprio. Dopo averla usata, si resta privi del proprio potere per due giorni. Se sei nel pieno di una battaglia e la usi prima che il nemico sia davvero indebolito, rischi di giocarti la partita! >> Continuò Fury prendendo la sfera e rimettendola al suo posto.
<< Pff! >> Sbuffò il giovanotto.
<< Senta… >> intervenne ancora Reed << …siamo qui per un motivo preciso…possiamo vedere Tony? >>
<< E’ parecchio irrequieto, forse è meglio se ad entrare sarete tu e
il ragazzo. >> Disse Nick.
<< Meglio di no. Entreremo io e Susan! >>
<< Non so se è il caso… >>
<< Signor Fury, Tony è mio amico…so come comportarmi con lui. >>
Il tono di Reed non ammetteva repliche pur essendo molto calmo e pacato. Fury non oppose ulteriore resistenza e fece strada alla coppia verso la camera nella quale era rinchiuso Stark.


***


Entrarono e si chiusero la porta alle spalle.
Tony sedeva sulla branda. Aveva un aspetto terribilmente trasandato. Insolito per lui sempre così vanesio e attento ai dettagli.
La barba incolta, gli abiti brucciacchiati…il bracciale di ferro ancora arpionato al suo polso.
Doveva aver dato parecchio filo da torcere se erano stati costretti ad usarlo ancora, scatenando le terribili scosse elettriche.
Alzò il viso e la sua bocca accennò appena ad un lievissimo movimento più simile ad una smorfia che ad un sorriso: << Reed… >>
L’uomo si avvicinò all’amico ora così diverso da come lo conosceva.
<< Siamo qui per darti una mano! Abbiamo molte infformazioni utili e ti affiancheremo, domani, a Tokyo! >>
Tony riuscì appena a sussurrare un “grazie”, poggiando la mano sulla spalla di Reed.
<< Sai che io e te non andiamo molto d’accordo, vero Stark?! >> Intervenne Susan.
<< Si…lo so che a tuo parere porto tuo marito su una brutta strada. >> Rispose l’uomo con voce roca e stanca << Ma, se ricordo bene, tuo fratello  John non è meno pazzoide di me…comunque…cosa ti porta qui? >>
Tony e lei non erano grandi amici, ma vederlo ridotto così non le faceva affatto piacere.
<< So cos’è successo. Voglio aiutare Pepper e vorrei…e vorrei aiutare te. Sembri molto diverso. >> Disse la donna guardandolo negli occhi.
<< Dici? >> Rispose lui con una punta di ironia nella voce.
<< Vuoi riprenderti Pepper? >>
Tony strinse i pugni con decisione e sussurrò la sua risposta: << Si. >>
<< Allora, questa è pronta per essere usata! >>
La valigetta che era in realtà la bellissima armatura Mark V, comparve nella mano di Susan. Il suo potere non la rendeva solo “La donna invisibile” , ma riusciva anche a creare campi di forza, o a far diventare invisibili gli oggetti in contatto con lei.


***


<< Che dici, Stark, facciamo una gara? >>
<< Johnny, dacci un taglio! Stiamo andando a combattere e non a fare una scampagnata! >> Lo ammonì Reed dalla bellissima macchina volante che portava lui, Ben e Sue.
Johnny gli stava volando proprio sopra, e Tony gli era affianco, nella sua Mark V.
Avrebbe potuto viaggiare fino a Tokyo assieme agli altri tre, ma dopo tutti quei giorni di prigionia, un volo in armatura era il modo migliore per scaricare l’adrenalina repressa.
Mangiò l’aria coprendo la distanza che lo divideva dall’isola Nipponica ad una velocità stratosferica. I Fantastici 4 lo seguivano, ansiosi quanto lui.
Non sapevano a cosa andavano incontro. Non avevano idea di quale nemico si sarebbe presentato davanti ai loro occhi. L’unica cosa della quale erano sicuri, era che la popolazione circostante l’area della torre era stata evacuata. Nick Fury era riuscito in un’impresa più che ardua.
<< Tony! >>
Nel casco, tramite un sistema di collegamento alle attrezzature dei quattro, Tony sentiva la voce di Reed e degli altri.
<< La vedo! >> Rispose Tony vedendo la torre di Tokyo che era sempre più vicina.
<< Mi raccomando, calma! >>
Ma era come parlare con un muro! Tony accelerò e raggiunse in fretta la sommità dell’enorme struttura dove però, a differenza di quanto aspettava, non c’era nessuno.
In pochi secondi arrivò anche Johnny.
<< Ma…non c’è nessuno! >>
Tony si guardò attorno freneticamente per poi prendere a volare attorno alla torre per controllare che fosse realmente vuota.
Nel frattempo, Reed e gli altri arrivarono. Sul monitor della loro navetta volante appariva un puntino rosso. << Tony, raggiungimi! >>
Non se lo fece ripetere due volte e pochi istanti dopo era accanto a Mister Fantastic, a guardare nel piccolo schermo il puntino lampeggiante.
<< Nel tratto di mare tra il Giappone e la Korea del Nord! Deve esserci qualcosa di molto particolare. Una forte concentrazione di energia…credo sia meglio dirigersi lì! >> Disse Reed.
<< Ma si era detto alla torre di Tokyo! >> Intervenne Sue.
<< Forse è successo qualcosa e si sono fermati in mare aperto! Possiamo coglierli di sorpresa! >> Disse Ben.
Partirono di nuovo. Stavolta ci erano vicinissimi.
Più si avvicinavano, più qualcosa si vedeva sempre più distinta e vicina. Una grande piattaforma con al centro un traliccio in ferro alto almeno una decina di metri.
Alla sua base, legata, c’era Pepper. Sulla sommità, in piedi, c’era Levyathan.
Fu un momento breve e intenso.
Pepper riconobbe quel puntino rosso e argento. Tony era arrivato per salvarla!
Il terrore, però, la scosse in un contrasto di emozioni: la gioia nel vederlo e la paura.



Uploaded with ImageShack.us   Ciao a tutti! Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto! Sono entrati in scena I "Fantastici 4"!!! Perchè è vero che Tony si sta trovando ad affrontare diversi nemici, ma per fortuna, ci sono anche gli AMICI! :)
Fatemi sapere se vi piace il modo in cui si sta sviluppando questa storia!...E fatemi sapere se vi piace IL MIO DISEGNO! Di solito non disegno lo stile MARVEL, quindi so di avere molto da imparare!...Ma il commentino lasciatemelo lo stesso!
Baciiiiiii!!! XD

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Lei sarà mia! ***


Capitolo 10: Lei sarà mia!

Reed e gli altri arrivarono sulla sommità della struttura fronteggiando il misterioso nemico in passamontagna. Johnny per primo, gli si parò proprio davanti mentre, senza pensare o riflettere, Tony si fiondò alla base della piattaforma raggiungendo Pepper.
<< Ton…! >>
Le labbra di Tony le impedirono di proferire qualunque altra sillaba.
Aperto in un millesimo di secondo l’elmo, l’aveva baciata e stretta a sé. Un bacio di pochi intensi secondi, ma che sembrarono infiniti per i due innamorati.
<< Tony… >> sussurrò Pepper con le lacrime che scendevano sul suo viso pallido e con qualche graffio.
Con un colpo seccò, Tony ruppe le catene che la tenevano legata.
<< Che ti hanno fatto? >> Chiese agitatissimo.
<< Sto bene…sto bene…temevo solo di non…di non… >> continuò lei.
<< Sono qui! Siamo qui! Anche in capo al mondo, io sarei venuto a riprenderti! >>
Ancora un bacio, ancora un abbraccio. Poi la voce di Levyathan lo distolse dagli occhi della sua amata.
<< Ci incontriamo di nuovo,  Tony! >>
Un fischio. Tony capì al volo che si stava avvicinando un pericolo molto grande. Spinse Pepper dentro la struttura di ferro che formava il grosso traliccio: << Resta nacosta qui! >. Chiuse l’elmo e volò a pochi metri dal suolo della piattaforma.
Uno scroscio d’acqua lo costrinse a voltarsi. Ma non riuscì ad evitare il mostro enorme che, balzando, lo agguantò trascinandolo e sbattendolo pesantemente a terra.
Tony si rialzò indietreggiando. Il mostruoso animale usato da Levyathan come diversivo il giorno in cui Pepper era stata rapita, si ergeva ora davanti a lui, ringhiando.
Il suo aspetto era peggiorato. Era ricoperto di cicatrici vecchie e nuove, e di ferite.
Un fischio acuto…ancora una volta! Tony lo riconobbe e capì che quello era il segnale che Levyathan dava al mostro per farlo entrare in azione.
Il mostro ringhiò e si avventò di nuovo sull’eroe in armatura.
Ingaggiare battaglia con la possente belva non era facile. La mole massiccia che lo ricopriva attutiva i pugni e i colpi di Tony. Ben, l’uomo di pietra del quartetto si gettò sulla piattaforma saltando in groppa al mostro che prese a dimenarsi imbizzarrito.
<< Tony! Prendi Pepper e portala alla navicella! >>
Senza esitare, Tony corse verso la donna ma qualcosa gli impedì di continuare.
Davanti a lui, era atterrato un nuovo individuo misterioso, protetto in una massiccia armatura argentata grossa e lucente.
<< Cosa? >>
Il nuovo arrivato avanzò piano verso Tony.
<< Ciao Stark! >>
La voce amplificata era indistinguibile ma Tony si sentì stranamente nel panico udendone il modo mellifluo di scandire le parole.
<< Chi sei, tu? >> chiese.
<< Non mi riconosci, Tony? >>
Pepper che era alle loro spalle uscì dai tralicci e prese a correre verso di loro sperando di raggiungere Tony e fuggire con lui, ma prima di oltrepassare il nuovo uomo in armatura, questo si voltò di scatto.
<< Ferma! >>
Pepper si bloccò all’istante. Oltre lui vide Tony che aprì l’elmo guardandola spaventato e alzando il braccio per fare fuoco.
L’uomo nell’armatura argentata volò fulmineo contro Pepper, afferrandola e facendosi scudo con lei contro Tony.
<< Vigliacco! Lasciala andare! >>
<< Ah ah ah! Tony…amico mio… >>
Tony sentì quasi un senso di nausea. Più lo sentiva parlare nella sua cantilena, più gli ricordava qualcuno di estremamente fastidioso e insopportabile.
La maschera del nuovo nemico si aprì, finalmente, rivelandone l’identità.
<< Tu! >> Lo sdegno sul viso di Tony era indescrivibile.
Justin Hammer sorrise stringendo tra le braccia Pepper.
<< Vedi Tony! Non sei l’unico in grado di costruire piccoli gioiellini tecnologici! >>
<< Che cosa vuoi, Justin?! >> Urlò Tony adirato mentre sul traliccio della piattaforma infuriava la battaglia tra Levyathan e i Fantastici 4. Ben, intanto, era riuscito a colpire la creatura marina stordendola e lasciandola stesa a terra.
<< Per colpa tua, sono finito in prigione, preda dei media e di tutti quegli insopportabili giornalisti avidi di notizie vere o false che fossero! >>
<< Sei stato tu ad allearti con Vanko e a guadagnarti una cella! Ed ora ti sei reso complice di un’evasione e di un rapimento! >>
<< Tony…sei davvero uno sciocco, sai?! >> Rise Hammer allentando la presa su Pepper e voltandola ino a fronteggiarla.
<< Toglile le mani di dosso o ti disintegno! >> E rialzò il braccio, pronto a far fuoco. Ben Grimm corse accanto a lui bloccandolo.
<< Tony, fermo! Non puoi colpirlo! >> Disse il mostro di pietra.
<< Tu non sparerai, Tony! >> Intervenne Hammer con sicurezza e insolita tranquillità << A meno che tu non voglia colpire lei! >> E strinse di più a se Pepper << Io riabiliterò il mio nome, caro Tony Stark! Il mondo saprà di come io e la tua dolce Pepper siamo stati rapiti per attirare te in una trappola. Di come poi, tu sei stato ricattato e costretto, assieme a me, a costruire questa nuova mia bellissima armatura…e saprà anche di come abbiamo intentato una rivolta, tentando di scappare da quei criminali indossando le armature…>>
Tony sgranò gli occhi sentendo il discorso assurdo e ffalso di Hammer.
<< …ovviamente…il mondo saprà anche che tu sei stato ucciso mentre cercavi di salvare la tua dolce Pepper Potts…e di come io non sia riuscito a salvarvi, riuscendo però a sgominare la nuova organizzazione criminale e portando il mostro marino al laboratorio sperimentale NASA.>>
<< Tu… >> balbettò Pepper << Sei un mostro! >>
La risata di Hammer riecheggiò tra i rumori degli scoppi della battaglia che infuriava sopra le loro teste.
<< Hammer! Lasciala andare e rinuncia a i tuoi piani assurdi e possiamo trovare un modo per riabilitare il tuo nome! >> Urlò Tony cercando di dissuaderlo.
<< Non essere ridicolo! Io voglio solo la mia vendetta! A cominciare da lei! >>
Tony alzò di nuovo il braccio per colpire ma Pepper era proprio davanti al corpo di Hammer. Quello che seguì, spiazzò totalmente Tony e Ben che era ancora accanto a lui.
<< Lo vedi questo? >> Un aggeggino simile ad una piccola torcia, brillava nella mano di Justin << E’ una mia invenzione! Cancella i ricordi di chi viene illuminato dal fascio di questo gioiellino! >>
Tony sgranò gli occhi.
<< Lei ti dimenticherà e sarà mia! >>
Pepper voltò il viso spaventato e rigato di lacrime verso Tony, incontrandone lo sguardo altrettanto terrorizzato.
<< Io amo solo te! >> Gli urlò tra le lacrime mentre Hammer azionava il cancella-memoria.
<< Hammer…no!…>> Ma il grido disperato di Tony si perse nel rumore intorno mentre la lucina che aveva colpito il viso di Pepper si spense e lei restò con gli occhi fissi a terra.
<< Pepper…no…ti prego..no… >> sussurrò.
Hammer prese in viso di Pepper e la baciò. Lei non si ritrasse, come se fosse in uno stato di incoscienza, e restò immobile al bacio di Justin.
<< No! Pepper! >> Urlò Tony.
<< Lei è mia, Stark! Ormai non si ricorda più di te! Non ha idea di chi tu sia! Ora avrà solo me! >> 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: La furia si scatena! ***


Capitolo 11: La furia si scatena!



Ben non riuscì a fermare Tony in tempo. L’uomo si avventò contro Hammer strappandogli Pepper dalle braccia.
<< Pepper! Pepper! >>
Lei lo guardò con lo sguardo vuoto: << Chi è lei? >>
La voce dolce, ma allo stesso tempo spaesata.
<< Pepper… >> La voce di Tony si ridusse ad un sussurro roco e stentato.
<< Mi lasci, la prego…mi lasci tornare da Justin. >> Chiese lei spaventata.
Il cuore di Tony avvertì una fitta tremenda e lancinante. Il rumore di uno strappo, il tonfo di una biglia di ferro che cade su un piano di vetro creando una rottura che dirama le sue microcrepe dal punto di impatto alla periferia.
<< Sono io!…Sono Tony! Pepper, sono Tony…il tuo Tony! >>
<< Io non conosco nessuno con questo nome. >> Fu la risposta di Pepper che si allontanò da Tony e corse tra le braccia di Hammer. Quest’ultimo la abbracciò e rivolse a Tony uno sguardo tagliente e trionfale. Aveva raggiunto uno dei suoi scopi, separarli!
Il vetro pieno di crepe andò in frantumi con un rumore assordante…questo sentì Tony nel vedere quella scena aberrante.
Intanto, la belva marina si riprese e si alzò barcollando.
Ben mise in allerta Tony che però non aveva occhi che per Hammer e Pepper.
<< Il mostro si sta riprendendo! Dobbiamo andarcene da qui! >>
Ma Tony si lanciò su Hammer e, appena dopo aver allontanato a forza Pepper, ingaggiò battaglia.
<< Stark! Il mostro! >>
Ma le parole di Ben caddero nel vuoto e dovette riprendere lui stesso a combattere con la creatura.
In alto, Reed e Sue avevano intanto bloccato Levyathan. Reed lo aveva avvolto col proprio corpo in maniera così stretta, da farlo svenire.
Sue lo aveva inglobato in una sfera, un campo di forza, e Johnny gli vorticava intorno. Il giovane entò nella sfera e afferrò il passamontagna di Levyathan togliendolo e rivelandone l’identità.
Il volto di un quarantenne, probabilmente, ma di un insolito colore blu e squamato. Levyathan era un mutante.
<< Ecco come faceva a pilotare il mostro! Deve essere un mutante in grado di interagire con le creature del mare! >> Disse Johnny.
<< Tony! Ben! >> Urlò Reed cercando di richiamare la loro attenzione.
<< Reed! Tony è fuori di testa! Non si placa! >> Rispose Ben a gran voce tra un pugno e l’altro al mostro. Lo aveva ormai atterrato e lo colpiva con forza. Stava per sferrare un colpo con le mani unite e intrecciate sollevate in aria, pronte a scendere a tutta forza, quando Pepper si gettò sull’animale per proteggerlo.
<< Non ucciderla! Ti prego! >> Singhiozzò.
<< Cosa?! Pepper, togliti! >>
<< Ti prego, lei non è cattiva! >>
<< Lei? >> Disse Reed scendendo sulla piattaforma << E’ una femmina? >>
<< Reed, ti pare il momento? >> Intervenne Ben.
<< Non vi permetterò di farle del male! Lei è stata maltrattata fin troppo! Non è cattiva, non merita questo! Vi prego, lasciatela stare! >>
La creatura sembrò placarsi sentendo le mani di Pepper che la accarezzavano.
<< Pepper, ascoltami! >> La interruppe Reed << Noi possiamo aiutarla se la portiamo alla nostra base, il Baxter Building, ma abbiamo bisogno anche di te! Tu sai come interagire con lei, non è così? >>
<< Io…ecco… lei mi da’ ascolto… >> rispose Pepper titubante.
<< Allora vieni con noi! >>
<< Non posso, Justin…devo restare con lui! >>
Johnny arrivò silenziosamente dietro di lei e la colpì al collo facendole perdere i sensi e sorreggendola.
<< Johnny! >> Protestò Ben.
<< Scusate ma non vedevo soluzioni diverse! La porto alla navicella! Aiutate Tony e filiamocela prima che arrivi qualche altra armatura! >>
Liberato il campo, Tony potè sfogare tutta la sua rabbia. Hammer non riusciva a contrattaccare in alcun modo, tanta era la foga di Iron Man!
Sue inglobò in un campo di forza anche la creatura marina. La sollevò e prese a levitare trascinandosela dietro. Così, i quattro attesero l’esito dello scontro.
Ogni colpo di Iron Man era carico di rabbia e frustrazione. L’immagine del bacio tra Hammer e Pepper, vivida nella testa.
Come un pugile all’ultimo round, Tony diede fondo a tutte le sue forze. Afferrò il nemico per il collo e si fiondò a tutta velocità verso il basso, sbattendo pesantemente Hammer a terra e mettendolo KO.
Solo quando lo vide svenuto e inerme, si decise a lasciarlo.
Sentì la voce di Reed alle sue spalle.
<< Tony, ora basta! Stanno arrivando gli uomini dello S.H.I.E.L.D, se ne occuperanno loro! Andiamo! Pepper sta bene! >>
Tony si trascinò alla navicella.
Non era ferito, almeno non nel corpo. Ma il suo cuore era in pezzi. Salito sulla navicella, prese tra le braccia la sua amata e la strinse nascondendo il viso tra i suoi capelli, disperato al pensiero che lei, ormai, non sapeva più chi fosse Tony Stark.





Ciao a tutti!
Aspetto un commentino per sapere se la storia vi piace!
A presto con il prossimo capitolo! Un bacio a tutti! ^^  

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Il sostituto + disegno ***


Ciao a tutti! Ecco un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia storia con i suoi sviluppi, e spero di riceve qualche vostro commento in proposito! Un bacio e buona lettura!

*


CAPITOLO 12: Il sostituto




Nelle camere dello S.H.I.E.L.D. c’era un gran trambusto. Trasportare la creatura marina in una speciale camera blindata che era stata allestita per accoglierla, non fu affatto facile.
Era irrequieta e spaventata e ringhiava contro gli agenti che l’avevano trascinata in lì.
Dietro un vetro antiproiettile, Nick Fury e l’agente Coulson osservavano il mostro spaventato e stremato dallo scontro di poche ore prima.
<< Signore, i nostri computer stanno cercando di scansionarlo nel più breve tempo possibile ma non è una passeggiata! >>
<< Non importa, ora che è qui, saremo più tranquilli! >>
Reed arrivò alle loro spalle << Dovevamo portarlo al Baxter Building! Potevo… >>
<< Reed, non sottovalutare la follia di Credden e Mars. Sono due menti criminali senza scrupoli! Non sappiamo come abbiano creato questo mostro! Ne conosciamo però le potenzialità. >>
<< Ma Pepper lo riesce a calmare, lo abbiamo visto noi! >>
<< Reed, è pericoloso! Non voglio sentire altro! >> Concluse Fury in tono secco.
<< Ma come mai la signorina Potts si ricordava del mostro? >> chiese Coulson a Reed.
<< Come? >>
<< Avete detto che dopo aver perso la memoria, Pepper parlava solo di Justin Hammer e della creatura. Come mai si ricorda di loro e non di tutto il resto? >> Continuò l’agente.
<< Questo non lo sappiamo. Ma temo che Hammer abbia programmato quel marchingegno con onde elettromagnetiche specifiche che hanno cancellato solo la parte dei ricordi che riguardano Tony>> Rispose Reed.
<< Non è così! >> Li interruppe Fury << Ho visto Pepper appena l’avete portata qui. Ora è chiusa in una cella. Ricorda tutto quello che ha fatto con Tony…ma nella sua testa, l’immagine e il nome di Tony sono stati sostituiti dalla figura di Justin Hammer! Crede che tutto ciò che ha vissuto, tutti i suoi ricordi, li abbia avuti con quello psicopatico mentecatto di Hammer, anziché con Tony!  >>
<< Mio Dio… >> Esclamò Reed << Tony lo sa? >>
<< Si. E’ con lei adesso. >>


***


<< Chiunque lei sia, è solo un bugiardo! >>
<< Pepper, ti scongiuro! E’ la verita! >>
<< Lasciami! >>
Pepper mollò un ceffone all’uomo che aveva tentato di attirarla a se.
Massaggiandosi la faccia, Tony fece un lungo respiro. Restare calmo era fondamentale.
<< Mi lasci tornare da Justin! >>
Lo aveva nominato in continuazione!  Tony non ne poteva più di sentirle dire quel nome. Ogni volta era un fendente che lo colpiva in pieno petto.
<< Ti prego, sforzati di ricordare…la prima volta che io e te ci siamo incontrati eravamo nell’ascensore di vetro di uno dei padiglioni principali delle Stark Industries! Tu avevi un manuale tra le mani ed eri così presa dalla lettura che non ti sei accorta di me quando sono salito in ascensone… >>
Pepper aggrottò la fronte cercando di ricordare.
<< …mi salutasti senza alzare la testa da quel libro ed io ti chiesi dov’eri diretta. Rispondesti che avevi un appuntamento col signor Stark Jr…e dicesti che eri terrorizzata dalle dicerie sul suo conto. Ti avevano detto che era un pessimo elemento con le donne e facesti una sorta di piccola invettiva contro di lui, sempre tenendo gli occhi su quello stupidissimo libro! Solo quando alzasti lo sguardo accorgendoti che ero lì smettesti di parlare… >> Il viso di Tony esprimeva tutta la sua speranza di farle tornare i ricordi, e insieme anche una immensa tristezza << E solo allora vidi per la prima volta quegli occhi meravigliosi che per anni mi hanno osservato, protetto…amato…eri bellissima allora come oggi…ti prego…non puoi aver dimenticato tutto… >>
Pepper abbassò lo sguardo: << Io ricordo quel giorno…ma era Hammer che dovevo incontrare…era lui che salì in ascensore! Perché menti e vuoi farmi credere che eri tu? >>
Tony avvertì ancora una fitta al petto mentre lo stomaco ormai si contorceva dal nervoso.
<< Pepper ero io! Eravamo io e te! Ricordi il nostro primo bacio? >>
Pepper trasalì: << Ma cosa dice? >>
<< Su quel grattacielo…stavamo litigando, come sempre… >> a Tony sfuggì un sorriso triste e gli occhi si velarono di lacrime << Ti ho baciata lì, all’improvviso! Io! Io che non avevo mai avuto il coraggio di prendere l’iniziativa con te per paura che tu te ne andassi. Pepper… >> Fece un passo verso di lei ma la donna indietreggiò.
<< Justin! C’era Justin con me quella sera! Io non la conosco! >>
Tony serrò i pugni.
<< Pepper io farò qualunque cosa per farti ricordare di me! E se non dovessi riuscirci, farò l’impossibile per farti capire…quanto ti amo! >>
Pepper sentì una sensazione strana. Quelle parole le avevano toccato il cuore. Vide Tony muoversi piano per andare verso la porta. Avvertì l’istinto di fermarlo prima che uscisse da quella cella, ma non si mosse e non disse nulla. Guardò solo quell’uomo che le aveva appena detto di amarla.



***



Uscito dalla cella di Pepper, era arrivato il momento di andare dal suo odiato rivale.
Legato con una camicia di forza e ormai privato dell’armatura, Hammer sedeva in una celletta dalle pareti  imbottite.
Non appena vide Tony gli comparve un sorriso  sul volto.
<< Hey…Tony…come sta la mia amata Pepper? >>
In una frazione di secondo si ritrovò steso a terra col labbro spaccato e sanguinante. Il gancio destro che lo aveva colpito gli aveva fatto perdere  quasi i sensi.
<< Ouch!...Aah…pezzo di….! >>
Tony si chinò su di lui e lo afferrò per i capelli alzandogli la testa.
<< Non ti conviene farmi arrabbiare ancora di più, Jastin! Giuro che ti ammazzo se non mi dici cos’hai fatto a Pepper! E non ti ammazzo di certo con un colpo di pistola, giuro che ti faccio soffrire in un modo tale che mi supplicherai di farti fuori! >>
<< Mi dispiace ma quel congegno non è opera mia! Non sono stato io a programmarlo! >> Tentò di mentire.
<< Non dire idiozie! Solo un depravato come te poteva inventare una cosa simile…sostituirti a me nei suoi ricordi. Solo una bente perfida come la tua avrebbe potuto pensarci! >> Sibilò Tony.
<< Almeno sono riuscito nel mio intento, ora lei…ama me! >>
Con uno strattone Tony lo girò mettendolo con le spalle a terra.
Si alzò in piedi sovrastandolo e guardandolo con disprezzo.
<< Lei ricorda ogni cosa che ha fatto con me! E’ me che ha amato! Tu non l’avrai mai! >>
<< Lei non vede più il tuo viso nei suoi ricordi! Vede me. >>
Tony sapeva che era la verità, lo aveva constatato.
<< Puoi fare quello che vuoi ma io non potrò dirti nulla! Mi hanno fatto costruire quell’aggeggio e poi lo hanno usato contro di me cancellandomi tutte le informazioni relative alla sua costruzione. >>
Tony si sentì sprofondare.
<< Non puoi farci niente. Ormai Pepper vorrà solo e soltanto me e tu non sei neanche un ricordo di lei! >>



***



Ormai era da ore fisso sulla webcam che inquadrava il mostro.
Aveva scoperto che la creatura era vegetariana e di temperamento mite, se lasciata tranquilla. Mentre la sola presenza degli esseri umani, la rendeva subito rabbiosa e aggressiva.
Tale comportamento, Reed lo aveva compreso sperimentando, con l’ausilio di proiezioni di immagini tridimensionali, le reazioni del mostro.
Alla vista degli umani, la creatura si era messa subito in difesa, ringhiando. Reed aveva allora fatto sparire l’immagine e la creatura prese a leccare le cicatrici di vecchie ferite, sbuffando.
Era probabile che fosse stata molto maltrattata.
Poi, Reed aveva proiettato l’immagine di un bambino molto piccolo. Allora il mostro si avvicinò piano, curioso.
Il bimbo prese a piangere.
La creatura emise un lamento simile al canto delle balene, avvicinandosi con cautela e cercando di annusare il piccolo.
Reed però lo fece subito sparire, prima che la creatura capisse che quel cucciolo d’uomo non era reale.
Un suono più acuto e lamentoso riecheggiò per la stanza. Subito dopo, si scatenò e prese a correre dando colpi di coda e testate alle pareti, cercando di uscire.
Era come impazzita.
Reed la osservò esterrefatto. Non capiva una reazione di tale rabbia.
Cliccò sui pulsanti della tastiera del PC.
Comparve così l’immagine di Pepper.
La creatura si fermò subito nel vederla e si accucciò guardandola.



***



Lasciato Hammer, dal quale non poteva avere altre informazioni utili, Tony passò fuori dalla stanza in cui Reed stava conducendo i suoi esperimenti. Dai vetri a specchio osservò Reed da una parte e il mostro dall’altra.
Ma pur guardando la scena, in realtà non la vedeva affatto. La sua mente era offuscata dal pensiero delle parole della sua amata e da quelle di Hammer.
L’idea di non poter fare nulla per farle tornare la memoria era insostenibile. Abbassò la testa e chiuse gli occhi ricordando il loro primo bacio…almeno lui, quel ricordo lo aveva ancora.




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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Il tentativo! ***


Ciao a tutti! Ringrazio Silvia per i suoi commenti e per il sostegno che mi concede capitolo dopo capitolo! Grazie infinite! J
Spero inoltre che voi che leggete e seguite la mia storia mi possiate lasciare un commentino per sapere se la storia vi piace e se prosegue in maniera scorrevole o meno!
Un bacio a tutti!
Buona Lettura!



 
 

Capitolo 13: Il tentativo!

<< L’armatura non è niente di eccezionale! Non è equipaggiata con armi particolari. Non è superiore ad Iron Man! >> Disse Nick Fury spiegando la situazione ai suoi collaboratori tra cui anche Tony ed i Fantastici 4.
<< Non capisco! >> Intervenne Johnny << Non è stato un attacco in grande stile, mi aspettavo di peggio! >>
<< Non si aspettavano di certo che ci foste anche voi quattro, Torcia! >> Rispose Nick << Voi siete stati una sorpresa, per Levyathan! Lui ed Hammer insieme avrebbero di certo dato del filo da torcere ad Iron Man, con quella creatura mostruosa, poi…! Ma con voi quattro a supporto, si sono trovati spiazzati! Non credo li avremmo catturati, altrimenti! >>
<< Visto, Stark?! >> Sghignazzò Johnny << Senza di noi ti avrebbero ridotto come un pezzo di lamiera! >>
<< Finiscila! >> Lo zittì Sue.
<< Comunque! >> Disse Nick << Quello che voi non sapete è che Mick Credden ha mandato una registrazione ai maggiori telegiornali! Ha dichiarato che la torre di Tokyo è stata riempita di esplosivo e che dopodomani, detonerà a mezzanotte! I miei uomini sono già lì, ma sembra che la torre sia circondata da una barriera protettiva! >>
<< Ma un’esplosione lì…sarebbe una catastrofe! Pur con la popolazione evaquata, ci sono rischi altissimi! >> Intervenne Reed allarmato.
<< Ma perché mettere in pericolo la popolazione mondiale con esplosioni a catena? Insomma, tutto intorno alla zona ci sono fabbriche, industrie di materiali altamente pericolosi! Centrali…no, non voglio neanche pensarci! Cosa vuole questo Credden?! >> Li interruppe Ben.
<< Vuole uccidere Tony, avere la sua armatura…e diventare il deterrente mondiale al posto suo! Così l’intero globo sarebbe costretto a rivolgersi a lui. Sarebbe la minaccia e assieme la salvezza. Questo gli conferirebbe un ruolo fondamentale in tutto! Ecco, Credden vuole essere venerato, rispettato, temuto! >>
<< E’ un folle! >> Disse Johnny.
<< I criminali sono folli! >> Sottolineò Ben.
<< Domani partirete tutti alla volta di Tokyo per affrontare Credden in persona e cercare di disinnescare gli ordigni o, in caso contrario, di contenerne la detonazione! >> Continuò Fury mentre Susan sobbalzò.
<< Io non posso riuscire in una impresa simile! E’ troppo anche per i miei poteri! >> Protestò lei.
<< Lo so! Ma non abbiamo altra scelta! Dobbiamo tentare! >>
Il silenzio calò nella stanza. Tutti si fissavano increduli e spaventati.
<< Vi consiglio di andare a riposarvi per questa notte… >> Aggiunse Nick << Non sappiamo domani come andrà, perciò… >>
Tutti rabbrividirono a quelle parole sconfortate.
<< Io sono certo che ce la faremo! >> Intervenne l’agente Coulson.
Tutti si girarono a guardarlo stupefatti.
<< Beh, voi…noi..cioè…ecco…io non ho nessu potere o particolare dono…ma sono riuscito a fare molto per lo S.H.I.E.L.D. e posso solo immaginare quanto potrete fare voi domani! Dopotutto…siete…unici! E persone come voi, che credono in n’ideale di pace, amore e giustizia, hanno sempre una marcia in più! >>
Nick sbarrò l’occhio non coperto dalla benda mentre l’agente abbassava lo sguardo, vergognandosi dello slancio che si era concesso.
<< Grazie! >> La voce grossa di Ben riecheggiò. << E’ per chi crede in noi, che combattiamo! Quindi, domani, ce la metteremo tutta! >>

***


Sue, Reed e gli altri erano ripartiti alla volta del Baxter Building.
Tony era rimasto solo a girovagare avanti e indietro per lo S.H.I.E.L.D.
Coulson lo raggiunse.
<< Le ho fatto portare tutto quello che mi ha chiesto! Lo troverà nella stanza 17! Ma che ci fa con quella roba? >>
<< Dammi un’ora per preparare e stasera mi giocherò il tutto per tutto! >> Rispose l’uomo partendo alla volta della camera.


***


<< Signorina Potts! >>
Coulson era appena entrato nella sua cella. La donna lo aveva accolto con uno sguardo sommesso e triste.
<< Dovrebbe seguirmi! >>
<< Mi porterà da Justin? >>
<< No >>
<< Allora non verrò! >>
<< La prego! Poi le consentirò di far visita alla creatura… >>
<< Davvero? Come sta? >>
<< Bene. Non le abbiamo fatto nulla, non siamo dei sadici! Non l’abbiamo picchiata o torturata come invece credo abbiano fatto i suoi vecchi “padroni”! >>
<< Si, la frustavano e maltrattavano…anche con scosse elettriche! >> Rispose Pepper con un filo di voce ricordando quelle immagini tremende.
<< Si fidi di me, non la voglio ingannare, mi segua! >>
<< Cosa vuole? >>
<< Il signor Stark le vuole solo parlare, poi non la importunerà più! >>


***


Pepper seguì Coulson fino alla stanza 17 dove Tony l’attendeva.
Vi entrò. Era tutto immerso nel buio.
Sentì la porta chiudersi dietro di lei e si voltò di scatto spaventata.
<< Pepper! >>
La voce di Tony…ancora lui. Quell’uomo ostinato che le aveva raccontato delle fandonie assurde.
<< Dove sei? Accendi la luce! Ho paura! >> Disse.
<< Fidati! Allunga le mani, sono davanti a te! >>
Pepper esitò. Poi allungò una mano tremolante.
Sentì davanti a lei qualcosa di morbido e fresco. Sembrava una stoffa, o qualcosa di simile.
<< Che cos’è? >> Domandò ritraendo la mano, spaventata.
<< E’ tuo, è un abito… >>
Pepper lo tastò prendendolo tra le mani e accarezzandone la seta leggera.
<< Ne ricordi il colore, Pepper? >>
<< Non lo vedo! Non ho neanche idea di cosa sia! >>
Improvvisamente sentì portarsi via l’abito con delicatezza. Subito dopo, Tony glie lo poggiò addosso, come si fa per vedere se possa andar bene.
Pepper si irrigidì e allontanò la mano di Tony abbracciandosi l’abito addosso.
Lo accarezzò.
<< E’ blu… >> sussurrò.
<< Si >>
Poi un profumo invase l’aria. Era un profumo maschile dall’aroma sensuale e lievemente speziato…Pepper non ne riconosceva le singole note, ma quel profumo le suscitò un ricordo. Per un breve attimo vide se stessa avvicinare le labbra a quelle di Tony, su una terrazza. Lei indossava un vestito blu. Il profumo che sentiva era di quell’uomo affascinante davanti a lei.
Lasciò cadere l’abito scacciando quel ricordo che non riconosceva.
<< Mi faccia uscire! Devo andarmene! Voglio andarmene! >>
<< Ancora un momento, ti prego! >> Chiese Tony con dolcezza.
Sul soffitto si accesero milioni si microscopiche lucine…no, non erano luci…erano…stelle!
Il muro del soffitto si era aperto silenziosamente gettando nella stanza la luce della luna e delle sue ancelle luminose.
<< Mi hai sempre detto che adori il cielo stellato perché ti sembra una delle cose più belle create. >>
Pepper con lo sguardo fisso al cielo, non si accorse che Tony era di nuovo di fronte a lei.
<< E’ vero. E’ bellissimo! >>
Lo guardò senza tradire nuovamente quella sorta di paura che aveva di lui. Le mani di Tony si poggiarono sulle sue spalle per poi scendere lungo le braccia fino a intrecciare le mani di Pepper nelle sue.
Nella penombra riuscirono a guardarsi negli occhi.
<< Puoi avermi dimenticato, amore mio… >> Disse Tony in un sussurro triste << …Ma l’amore vero lascia tracce. Ed io so che nel tuo cuore io ci sono, anche se ti hanno indotta a dimenticarmi. E comunque… >>
Non riusciva a proseguire. Era troppo. Pensare che lei non lo avrebbe mai ricordato, era troppo.
Pepper guardava quell’uomo, o meglio vedeva i pochi tratti illuminati dal bagliore del cielo, e iniziò a sentire, verso di lui, un sentimento che era sopito. Iniziava a rivedere i suoi ricordi con Justin, e via via, il volto di quell’impostore svaniva, per lasciare il posto a quello di Tony.
Non oppose resistenza quando lui l’attirò lievemente verso di sé. E stringendola, la baciò.
La mente di Pepper prese a resettare centinaia e centinaia di ricordi rielaborandoli e ripristinandoli com’erano in origine.
Prese il volto di Tony tra le mani e interruppe il bacio.
Ora erano fissi uno sull’altra.
Il cuore di lui batteva come impazzito.
<< Io…io ti amo, Pepper! >>
Lei sorrise.
<< Finalmente mi hai salvata, Tony Stark…mio unico amore! >>
Lo ricordava. L’incubo era svanito!
Il cuore di Tony sembrò bloccarsi mentre l’abbracciava baciandola con foga e sollevandola da terra.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: La scatolina blu ***


Grazie a Silvia_Sic1995, Shesfanny, Kiriri93 e Andy_Stark
per aver commentato il precedente capitolo! Prima dello scontro, un altro piccolo capitolo “di passaggio” che spero non vi deluderà! Se siete stati attenti ai primi capitoli, vi ricorderà qualcosa il titolo di questo quattordicesimo…
Grazie davvero di cuore a tutti coloro che leggono questa Fanfiction, e grazie per i vostri pareri e consigli!
Un bacione e buona lettura a tutti!!!





Capitolo 14: La scatolina blu

<< Coulson, che stai facendo? >> Chiese Nick passando davanti alla porta aperta della sala controllo dello S.H.I.E.L.D e notando che l’agente era preso da uno dei monitor che controllavano ogni singola stanza dell’organizzazione.
Coulson si girò e balbettò un : << Ecco…io… >>
<< Sta spiando Stark!? >> Disse Fury un po’ sorpreso.
<< No…cioè…io…veramente non… >> Farfugliò quasi ad occhi chiusi come se stesse pensando ad una scusa plausibile.
Nick lo oltrepassò e vide che Coulson aveva collegato al jack appena sotto il monitor, una cuffia.
La staccò e attivò il volume dell’altoparlante per sentire l’audio della conversazione e restò a guardare.
Coulson, un po’ imbarazzato, non disse più nulla e restò anche lui a guardare.


***


<< Ora posso accendere la luce! >> Sussurrò lui.
<< No, ti prego, è tutto così meraviglioso! Ho avuto così tanta paura, Tony e…aspetta…! >>
<< Cosa? >>
<< Tony, tu…prima tu mi hai detto che mi ami! >> Trillò Pepper.
<< Ehm…si, certo…l’ho detto…e allora? >> Rispose lui imbarazzato.
<< Non me lo avevi mai detto! >>
<< Lo so…ma ti ho sempre detto che tu sei l’unica che amo! >>
<< Ma non me lo avevi mai detto così! >> Sorrise lei.
<< Credevo che non mi avresti mai ricordato! Quale migliore occasione?! Ma tu ora ti ricordi tutto! Ecco, non vale! Confessa, hai solo finto di amare quell’idiota di Hammer! Volevi solo che ti dicessi così! >> Rispose lui scerzoso e fingendo di mettere il broncio.
<< Brutto scemo! Vuol dire che allora non me lo dirai di nuovo? >>
Tony sorrise ancora illuminato da quella romantica Luna.
Mise le mani in tasca abbassando lo sguardo e restando in silenzio per qualche attimo. Poi tolse le mani dalla tasca e si abbassò poggiando un ginocchio a terra e prendendo la mano sinistra di Pepper.
<< L’idea di non averti nella mia vita, in ogni momento, in ogni singolo attimo, è l’unica prospettiva che non vorrei mai, per nulla al mondo! Ho rischiato di perderti, e mi sono sentito mancare lo spazio e il tempo intorno a me…come se fossi in una orrenda bolla che non mi permetteva di raggiungerti. >>
Pepper iniziò a tremare toccata dalle parole e da quella voce calda e roca.
<< Ma ora basta. Ora sei di nuovo tu. Ed io vorrei chiederti…>>
Le lasciò la mano e girò la testa seguendo la sua stessa mano con gli occhi assaporando la vista di quella scatolina blu che emergeva dalla sua tasca.
La prese tra le mani e l’aprì.
Un anello sottile e liscio, sovrastato da un diamante bianco, a forma di cuore. Dalla ascetta dorata, si diramava un piccolo ghirigoro che girava attorno alla parte superiore del cuore arricciandosi e abbracciando così la pietra.
Non era un anello vistosissimo o tempestato di gemme preziose. Era delicato e particolare.
Pepper restò a bocca aperta, incredula di quello che stava accadendo.

***

<< Ma cosa…?! >>
Come era accaduto poco prima a Nick, anche Sue si trovò a passare davanti alla stanza di monitoraggio dello S.H.I.E.L.D.
Vide che all’interno vi erano Nick, Coulson, Johnny, Ben e Reed. Tutti erano fissi davanti ai monitor.
Temendo che fosse accaduto qualcosa, entrò anche lei.
<< Ragazzi, che succede? >> Chiese ad alta voce spaventandoli.
<< Ssssssshhh!!! >> Fu la risposta, all’unisono, di tutti.
<< Sue, non interromerci, stiamo ascoltando! >> Disse suo fratello.
Susan si avvicinò e si accorse solo allora della situazione:
<< Ma voi state spiando! >> Disse sconvolta.


***

Tony, ancora in ginocchio davanti a lei, tornò a guardarla negli occhi.
<< Pepper… mi vuoi sposare? >>
Pepper era così incredula da sembrare imbambolata. Era tutto vero o era un sogno?
<< Io…ti amo. >> Aggiunse lui con dolcezza.
Pepper si calò lentamente finendo anche lei in ginocchio davanti a lui.
Aveva gli occhi lucidi e il viso rosso per l’emozione.
Tony la fissò aspettando che parlasse. Vide però le sue labbra farsi sottili e allungate.
Si aprì un sorriso e ne emerse un unico suono…un meraviglioso suono, che, proprio come la nota musicale omonima, viaggiò dalle labbra di lei alle orecchie di lui in un singolo intenso secondo:
<< Si! >>


***

<< Evvai! >> Esultò Ben piegando il braccio e la mano chiusa a pugno.
<< Che dolci! E bravo Tony! >> Commentò Susan asciugandosi una lascima di commozione mentre Reed, accanto a Nick e a più di un metro da lei, allungò i braccio facendo arrivare la mano sulla spalla sua spalla.
<< Ahi ahi! Povero Tony! Ingabbiato proprio come Reed! >> Disse Johnny ingendosi triste. La sorella gli piantò una gomitata nello stomaco facendolo piegare in due.
<< Ouch! Susan! Stavo scherzando! Mi fa piacere che si sia deciso! >> Ridacchiò massaggiandosi la pancia.
Coulso, seduto proprio davanti al PC, guardava lo schermo con un lieve sorriso. Poi si girò verso Nick che espresse un roco commento:
<< Mmmg…! Se si sposano, il prossimo passo potrebbe essere un piccolo Tony Stark in miniatura
Tutti scoppiarono in una risata e uscirono seguendo Nick.
Solo l’agente Coulso rimase un minuto di più dando ancora una sbirciata al monitor nel quale vide l’immagine di Tony e Pepper insieme.
<< Trattala bene, Stark! E’ una donna meravigliosa! >> Sussurrò.
E uscì con gli altri.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: In partenza verso la sfida ***


Capitolo 15: IN PARTENZA VERSO LA SFIDA

Il sole non era ancora spuntato e nella penombra di una piccola stanza da letto, Tony e Pepper, svegli entrambi, erano stesi uno di fronte all’altra.
<< Tony, lasciami venire con te! >> Disse lei con tono calmo.
<< Puoi chiedermelo all’infinito, la risposta è, e sarà, sempre la stessa: “No” >> Rispose lui ormai stanco di sentirsi fare in continuazione la stessa domanda << Non permetterò che ti accada nulla! >>
<< Ma a te… >>
<< Pepper, ti prego! Non riuscirei a battermi come si deve se fossi in ansia per te! Non puoi venire con me! E poi non sarò da solo! C’è Reed con tutta la squadra! >>
Pepper si zittì dopo aver dischiuso le labbra senza proferire parola.
Tony l’abbracciò e la tenne stretta annusandone il profumo.
La sentì vibrare lievemente mentre i singhiozzi di lei si facevano strada nel silenzio della stanza.
Era forse la prima volta che accadeva… l’aveva trovata con gli occhi lucidi all’aeroporto dopo essere tornato dal periodo di prigionia, l’aveva vista piangere attraverso il monitor di sorveglianza della sua casa, e aveva potuto vederla in lacrime davvero pochissime volte…forse una, forse due…
Ma ora sentiva il suo stesso collo bagnarsi di quel calore così triste e così dolce insieme. Era però allo stesso tempo così meraviglioso…era il segno di un vero, indiscutibile, amore.
<< Te lo giuro, tornerò! >> Le sussurrò nel buio << Ti devo sposare! Non ricordi? >>
 
***

Poche ore dopo, Pepper si svegliò.
Appena aperti gli occhi vide il cuscino accanto al suo. Era vuoto.
Scattò immediatamente, alzandosi e guardandosi intorno.
Sul materasso, solo un foglio piegato a metà.

“ Amore mio…non potevo svegliarti, non volevo vederti piangere, non volevo…o forse, più semplicemente, guardandoti negli occhi, non sarei stato in grado di lasciarti. Non avere paura, non mi lascerò sconfiggere! Te l’ho promesso…ti voglio sposare!
TUO…e solo tuo… Tony! “

Un lieve sorriso, nonostante le lacrime, si fece strada.
<< Lo so…ti credo!...Me lo hai promesso! >>

***

<< Reed, quanto manca? >> Chiese Tony volando sulla navicella dei fantastici 4.
<< E’ quasi finito! >>
<< Ma quanto ti ci vuole?! >>
<< Tony, non credere che me la stia prendendo comoda! >>  Disse lo scenziato  << La sto caricando tramite l’energia della nostra navicella! Deve caricarsi il più possibile ed avrai a disposizione solo sette colpi! Non te lo scordare! >>
Reed aveva tra le mani una sfera semitrasparente, grande come un palmo, all’interno della quale vorticava una massa di energia impazzita. Un cavo la teneva collegato alla navicella.
La sfera era un amplificatore di materia, in grado di assimilare l’energia convogliata in essa, incrementarla ed emetterla in misura quintuplicata se usata per sparare un’attacco. Nick Fury l’aveva sottratta a chissà quale criminale, ma ora, si rivelava utile più che mai!
Era l’arma con la quale Tony sperava di poter sconfiggere Mars e Credden.

***

La torre di Tokyo era deserta, così come la città tutta intorno. Sue si gettò dalla navicella planando su una sorta di disco creato dal suo campo di forza.
Volò tutto intorno alla struttura più e più volte non trovandovi niente e nessuno.
Percorse i dintorni. Niente.
La città era stata evacuata e il silenzio innaturale che si era creato, senza il frastuono di auto, treni e il vociferare delle persone, rendeva quel deserto metropolitano, quasi angosciante.
<< Reed >> Chiamò la donna attraverso un auricolare.
<< Sue, ti ricevo! Che novità? >> Rispose l’uomo ancora alle prese con le modifiche alla sfera di energia.
<< Tutto calmo! Troppo calmo! Hai finito con quell’aggeggio? >>
<< Si! >> E affermando con convinzione la risposta, stacco il cavo dalla sfera e fece cenno a Tony di avvicinarsi. Iron Man planò di fronte a lui lasciandosi ancorare la sfera al bordo del reattore, incapsulandola un una metà sfera appena più grande, per abbracciarla e metterla in diretto contatto con il reattore.
La supertecnologica armatura di Stark, era stata appositamente modiicata in quel punto attorno al reattore, per l’evento.
<< Sto collegando l’ampliicatore di materia! Ora speriamo solo che funzioni! >> disse Reed ancora in collegamento con la donna.
<< Deve! >> rispose Susan.
<< Come sarebbe “Speriamo bene?” >> Protestò Tony col suo solito fare << L’unico genio al mio pari ha dubbi?! >>
<< Non ho la tua sfacciataggine, Tony, lo sai! Comunque funzionerà, non temere…solo, che avrai a disposizione solo 7 colpi! Esauriti quelli, l’energia della tua armatura toccherà il minimo fino ad esaurire del tutto il suo potenziale, quindi cerca di dosare bene il tutto! >>
<<Lo farò, non ti preoccupare! >> Rispose Tony << Però avresti anche potuto meterci più impegno, Reed… >> Commentò scherzoso.
<< Reed! >> Intervenne Susan attraverso l’auricolare dell’uomo << Abbiamo un problema credo! >>
<< Cosa c’è? >>
<< L’interno della struttura della torre sembra rivestito da una rete di piccoli cavi neri…non capisco ma…credo si tratti di esplosivo o qualcosa di simile. Lungo i fili ci sono delle piccole toppe bianche…sembra materiale plastico…non so… >>
<< Non toccare nulla! >> Le intimò Reed. Fury mi ha parlato di questa possibilità…si tratta di esplosivi! Se si attiva il radiocomando a distanza, l’impulso passa attraverso i cavi, come un messaggio, attivando e programmando tutte le piccole bombe, in sequenza! >>
Sue era terrorizzata.
<< Che faccio Reed? >>
<< Prova a creare un campo di contenimento attorno alla torre! Io nel frattempo cercherò di disinnescarle inviandogli dei segnali ad alta frequenza che le mandino in tilt! >>
<< E come pensi di fare? >>
<< Ho un congegno…fidati! >>
<< E’ dei miei poteri che non mi fido! Non ho tutta la capacità necessaria a contenere una mega esplosione! >>
<< Se blocco le bombe, andrà tutto bene! Puoi farcela Susan! >> Le disse il marito con voce determinata.
Poi, un rumore li zittì tutti.
<< Quello che cos’è? >> Chiese Ben fissando un punto alle spalle di Reed e Tony. Entrambi si voltarono, appena in tempo per vedere una grossa navicella grigio scuro, dotata di due massicce ali, avvicinarsi e fermarsi, a mezz’aria, poco distante da loro.
Tony chiuse il suo elmo e gli occhi della maschera si accesero:  << Bene! Chi farà la prima mossa? L’alfiere, la torre, o il re? >>

***

Un portellone gentrale si aprì, srotolando una lingua di ferro.  Un’enorme armatura grigia prese a camminare con passo deciso e lento sulla passerella.
Johnny volò fuori dalla navicella incendiandosi e Ben attivò il pilota automatico alzandosi poi per osservare meglio la situazione.

***


CIAO A TUTTI!!!
DOPO UN’INFINITA’ TORNO A SCRIVERE QUESTA STORIA, SPERANDO CHE SIATE ANCORA INTERESSATI A LEGGERE COSA ACCADRA’.
SPERO CHE IL CAPITOLO NON VI ABBIA DELUSO!
UN BACIO A TUTTI!!! 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: Alla torre di Tokyo ***


Capitolo 16: Alla torre di Tokyo

Ancora un androide, ancora un’armatura…ma questa volta, era davvero qualcosa di estremamente pericoloso e completamente diverso.
Un drone di circa cinque metri era davanti agli occhi di Tony e del Team dei Fantastici 4.
Nel suo pettò, parte della lamiera era sostituita da un pannello fatto con un qualche tipo di speciale e resistente resina, che lasciava vedere il pilota seduto all’interno dell’armatura.
Brian Mars sorrideva con aria di sfida, sicuro del potenziale del suo gioiellino.
Fermo nel mare antistante le coste Giapponesi, vide Tony farsi più vicino e fermarsi a mezz’aria, con gli occhi della maschera illuminati.
<< Finalmente ci incontriamo, Stark! >>

***

Solcando il corridoio a grandi passi, Pepper raggiunse l’ufficio dove stava l’agente Coulson, preso alla sprovvista dall’ingresso fulmineo della donna.
<< Signorina Potts! >>
<< Mi porti da Levyathan! >>
<< Ma cosa? >>
<< Mi porti la lui o giuro che le farò passare un brutto quarto d’ora! >>
Coulson sgranò gli occhi. Pepper non era mai scortese o dispotica, ma la sua determinazione era disarmante.
<< Cosa vuole da lui? E’ un tipo pericoloso e non posso lasciarla entrare anche se è ben immobilizzato e… >>
<< Lui sa comandare la creatura! E credo sia una vittima quanto lei, ma per accertarlo, devo parlare con lui! >>
<< Cosa le fa pensare che lui possa essere disposto a trattare? >>
<< Io devo almeno provare a parlare con lui! Non lascerò nulla di intentato! Tony sta andando incontro a dei criminali ben organizzati ed io ffarò qualunque cosa per aiutarlo! Devo poter parlare con Levyathan! >>
Coulson restò qualche secondo indeciso sul da farsi, poi…
<< E va bene! Ma devo comunque avvertire il direttore Fury! >>

***

Johnny scese in picchiata e si fermò accanto a Tony.
<< Reed dice che ha addosso un’arma chimica, o qualcosa di simile! Il computer rileva qualcosa >>.
Mars era un tipo di poche parole ed entrò subito in azione. Tese un braccio verso i due che lo fronteggiavano e dal palmo iniziò a scaturire uno strano fumo bianco che, come un serpente, prese a dirigersi verso i due.
Johnny si allontanò di qualche metro, quando si accorse che la strana sostanza puntava dritta contro di lui.
<< Ma che…? >>
<< Ahahah! Ti conviene non farti prendere! >> Lo derise Mars.
Johnny iniziò a volare cercando la fuga, inseguito dalla scia bianca.
<< Johnny, mi ricevi? >>
<< Reed! Che cavolo è questa roba? >>
<< Azoto! >>
<< COSA?! >> Urlò Johnny accelerando.
<< E’ una composizione chimica mista, nella quale prevale un’altissima concentrazione di Azoto liquido! Pare sia come “vaporizzato”. E’ presente qualche elemento che lo fa risultare così…e qualcos’altro che lo porta ad essere attrato dal fuoco e dal titanio…praticamente, seguirà te e Tony! E’ pericoloso per chiunque, ma per te… >>
<< Capito, capito! >> Urlò John << Che faccio? >>
<< Continua ad evitarlo! >>
<< Oh, ma dai! >> disse il ragazzo esasperato e spazientito.
<< Sto cercando una soluzione ma ho bisogno di un po’ di tempo! >>
Nel contempo, anche Tony era alle prese col composto.
<< Jarvis, come lo fermo? >>
<< Presenta elementi chimici sconosciuti signore… è attratto dal titanio della sua armatura e dal fuoco. Se la tocca rischia non solo il congelamento, ma genererebbe una platina su tutta l’armatura, attivando poi un altro agente chimico presente >>
<< Che tipo di agente chimico? >> Chiese Tony iniziando, come Johnny, a schivare la scia bianca.
<< L’azoto è soltamente incolore signore. La colorazione bianca è data da un elemento altamente corrosivo e tossico. Si attaccherebbe all’armatura squagliandola e la avvelenerebbe >>.
<< Splendido! >> Disse Tony sarcastico.

***

<< Cosa vuoi da me, donna? Perché mi offri il tuo aiuto? >> Chiese Levyathan dalla stanzina dove era legato ad un pannello con fasce di titanio.
Pepper, ferma su l binario della porta scorrevole aperta, assieme a Coulson e Fury, lo fronteggiava.
<< La tua creatura non è un mostro come sembra. Tu sei in grado di darle dei comandi, ed io ho bisogno di voi per aiutare ony! >>
<< Perché dovrei aiutare Stark? >>
<< Perché non dovresti? Dopotutto sei un mercenario, non è vero? >>
<< IO NON SONO UN MERCENARIO!!! >> Urlò l’uomo.
Pepper non si scompose affatto.
<< Allora dimmi cosa sei…e perché hai prestato i tuoi poteri a quei criminali! Se troviamo un accordo, forse possiamo risolvere molti problemi! >>
Cadde il silenzio, mentre Levyathan, con lo sguardo fisso su Pepper, pensava a cosa fare.
<< Ero un mutante…una volta… >>

***

Fasci di luce, piccoli razzi esplosivi e proiettivi magnetici, seguivano imperterriti Tony.
L’armatura era stata lievemente scalfita, segno che quegli aggeggi, erano ben diversi dai giocattolini di Hammer. No…quel mostro metallico, supercorazzato, non era opera di quell’idiota! O almeno non completamente!
Reed e Ben erano entrati in battaglia assieme a Tony.
Reed continuava a cercare di “legare” l’enorme robot con le proprie braccia, allungandole a dismisura, mentre Ben rimbalzava da una parte all’altra assestando potentissimi pugni per indbolirlo.
<< Ahahah! Illusi! >> Urlò Mars afferrando Mr. Fantastic tendendolo come un elastico e lanciandolo in acqua a grandissima distanza.
La velocità e l’impatto con l’acqua, lo lasciarono galleggiante e stordito sul pelo del mare.
<< Oh, no, Reed! >>  Ben saltò di nuovo sul mostro ddi ferro e Mars lo afferrò stringendolo con una forza tale che si sentì la roccia di cui era coperto il corpo di Ben, iniziare a scricchiolare.
La cosa perse i sensi e Mars lo scaraventò in acqua, facendolo affondare.
Tony attivò i razzi che partirono copiosi dalla sua armatura, colpendo Mars e facendolo indietreggiare di numerosi passi sulla sua piattaforma.
Continuò a lanciargli fasci di luce esplosivi e nuovi congegni. Aveva apportato numerose modifiche ma non sembravano bastare.
Dalle braccia di Iron Man erano addirittura partiti dei piccoli dischi taglienti che, una volta colpito l’avversario, essendosi conficcati attraverso le lamiere dell’armatura di Mars, avevano iniziato a diramare scariche elettriche intensissime e continue.
<< Niente da fare, Stark! Non bastano i tuoi giocattolini! >>
<< Per metterti a terra forse no… >> commentò Tony continuando a lanciare i dischi in gran numero.
<< Perché ti ostini a lanciarmi queste piccole mosche?! Non hai altro?! Ahahah! >> Continuò a sghignazzare Mars rispondendo al fuoco, e mancando Iron Man che schivava a fatica i razzi.
Tony lo bombardò con una miriade di dichi. Questi si conficcarono per tutta l’enorme armatura. Grossa com’era, era difficile mancarla!
Mars parò entrambe le mani verso Tony, iniziando a concentrare una grossa energia pronta ad essere lanciata contro il nemico : << I tuoi giochetti mi fanno il solletico! Mi aspettavo
di più dal famoso Iron Man! >>
<< I miei giochetti ti faranno il solletico, ma come la mettiamo se finisci in acqua? >>
<< Che cosa?! >> Disse Mars sbarrando gli occhi.
<< Dovresti essere più attento quando credi di aver messo KO un nemico! >>
<< Ma che…? >>
Mars si voltò appena. Con la coda dell’occhio vide qualcosa che gli arrivava addosso a gran velocità.
…Un impatto durissimo e dal rumore assordante!
<< Bella mossa, Ben! >> Pensò Tony che aveva preso tempo intuendo il piano dei due amici.
L’accaduto? E’ presto spiegato:
Reed era riuscito a richiamare la macchina volante da lui creata, approfittando della distrazione di Mars, convinto di averli entrambi sconfitti.
Al momento del bisogno, la navicella dei Fantastici 4, si divideva nei tre componenti guidati rispettivamente da Reed, Ben e Sue con John.
Richiamatala, Reed l’aveva appunto fatta dividere nelle tre “sottomacchine”. Aveva allacciato entrambe le gambe alla prima, impostandola in blocco, e le braccia alle altre due, ordinandogli attraverso un comando vocale, di allontanarsi una verso destra e l’altra verso sinistra.
Aveva così teso le braccia come una fionda pronta a scoccare.
Ben si era posizionato addosso a Reed mantenendosi alle sue spalle. Mentre la terza navicella indietreggiava tirando così le gambe di Reed e tendendolo al massimo.
Una volta pronto. Reed aveva lasciato andare la presa delle gambe, scattando appunto a mo’ di fionda e lanciando Ben come un proiettile.
Con una tale potenza, il super drone di Mars non era riuscito a fare più presa sulla piattaforma della grande navicella ed era piombato in acqua.
Atterrato sulla piattaforma, Ben osservò l’acqua sotto di lui ribollire per le scariche elettriche che emettevano i disci ancorati al corpo di ferro di Mars.
Pochi terribili minuti…ed il drone affondò portando con se il criminale, ormai sconfitto.

***

<< Quando molti di noi si sono fatti abbindolare dalla possibilità offerta dal governo di usare “la cura” per recuperare una vita normale, e non essere più esiliati come mutanti, siamo caduti in una tremenda trappola… >> Stava raccontando Levyathan.
<< Quelli di noi con i poteri più interessanti, sono stati trasportati con l’inganno in un laboratorio diverso da quello dove veniva applicata “la cura”. Siamo stati usati come cavie e ci hanno fatto gli esperimenti più crudeli che la mente “umana” potesse escogitare. Ci hanno dopati per vedere fino a che punto potevamo arrivare, fino a quanto potevamo amplificare i poteri. Ma molti di noi, hanno finito col non resistere alle dosi massicce iniettate. Io sono stato sottoposto a vari test…e quando hanno scoperto che la mia capacità di interagire con l’acqua si estendeva anche alle creature che vivevano in essa, mi hanno messo in una stanza enorme con una piscina. Lì c’era la creatura che tu, donna… >> continuò fissando Pepper << …hai difeso. La creatura è frutto di un esperimento. Hanno modificato un pachiderma, applicandogli parti di altri animali e ricostruendo tessuti ossei, cartilagine e nervi. Poi gli hanno iniettato sangue mutante di vari individui. Però qualcosa non ha funzionato e si sono ritrovati con una creatura in grado di autoriprodursi.
La creatura ha infatti avuto un cucciolo che gli è stato sottratto. Da quel momento, ha scatenato una rabbia ed una furia che non riuscivano più a controllare. Ma…un arma così potente non si può “sprecare”…e così, hanno usato me per comunicare con lei. Ma io posso controllarla solo se è in acqua. Fuori dall’acqua è incontrollabile…salvo che da lei, signorina >>.
<< Da me? >> chiese Pepper inorridita dal racconto di Levyathan.
<< Si. Lei ha la capacità di sedarla. Non ho idea del perché, ma i fatti parlano chiaro. Comunque…una volta scoperto che riuscivo a controllarla attraverso l’acqua, io, la creatura ed il cucciolo siamo stati venduti dietro lauto compenso a Mick Credden. Lui ci ha trattati da schiavi…è vero…ma ho dovuto obbedire >>.
<< Perché? >> Intervenne Coulson << Perché non ti sei ribellato? Dato che controllavi la creatura avresti potuto approfittarne! >>.
<< Mi hanno mostrato la loro sala controllo >> mormorò Levyathan e la sua voce si ridusse ad un
sibilo << Loro… hanno… hanno la mia famiglia. Mia moglie e mio figlio >>.
<< Non è corretto! >> Proclamò Nick Fury. Tirò fuori dalla tasca un telecomando e il muro laterale alla cella scarse indietro rivelando un vetro a specchio.
Dall’altra parte, una bellissima donna dai capelli lisci e neri, teneva in braccio un bambino e giocava con lui, seduta sul letto di una piccola stanza che non sembrava affatto una cella, pur essendo piccola e scura.
Levyathan sgranò gli occhi: << E’ una proiezione? Deve essere così! Voi mi state ingannando! Li avevano rapiti! Non può essere! >>
Fury spinse ancora un pulsante: << Signora Jank! >> Disse.
E la donna alzò lo sguardo ascoltando la voce dall’altoparlante: << E’ lei signor Fury? Ha notizie di Levyathan? >> chiese agitata e speranzosa.
Nick fece cenno a Levyathan di parlare.
<< Becky! >> Disse lui con le lacrime agli occhi, guardando la moglie scattare in piedi stringendo il loro bimbo.
<< Levyathan! >> Urlò lei scoppiando in lacrime << Sei tu?! Dove sei? Come stai!... Oh mio Dio… >>
<< Sto bene…ti hanno fatto del male? >>
<< No! Il signor Fury ci ha fatti portare qui dopo che gli agenti dello S.H.I.E.L.D. ci hanno salvato! Stiamo bene! >> continuò lei tra le lacrime.
<< Signora Jank, suo marito è stanco, ma sta bene. Devo chiudere la comunicazione, ma le assicuro che presto rivedrà suo marito, si fidi di me! >>
<< Oh, grazie! Grazie! >> disse ancora lei piangendo << Gli dica che il nostro Sid sta bene! >>
<< Lo farò, non si preoccupi! A presto! >>
Nick richiuse la parete e spense l’audio, mentre Levyathan annaspava tra le lacrime, legato ancora dalle fasce di ferro.
Pepper era sconvolta. A quanto pare, non era la sola ad essere in pena per il proprio innamorato, e sapere che Levyathan era più umano di quello che non apparisse, la rincuorò.
<< Allora? >> Chiese Fury all’uomo.
<< Farò qualunque cosa! Pur di riavere la mia amata e mio figlio, farò qualunque cosa! Vi sono grato per averli salvati! Combatterò per voi! >> disse.
<< Bene! Coulson, fallo preparare, e portalo dalla creatura! >>
<< Signor Fury! >> Lo interruppe Levyathan << Posso controllarle entrabe. Restituitele il suo cucciolo e sarà una potentissima alleata…nonché una doppia arma! >>

***

<< Sembra che ce l’abbiamo fatta! >> Disse Ben.
<< Non credo sia finita… manca Credden! >> Aggiunse Tony.
<< Ragazzi!!! >> La voce di Reed li mise di nuovo in allarme.
Johnny volava verso di loro veloce come una freccia. La scia bianca continuava a rincorrerlo…e lo rincorreva praticamente da inizio battaglia.
Tony gli si affiancò. Ben e Reed fecero lo stesso con le navicelle.
<< Hey! Mi avete mollato! Sue è in pericolo! La torre ha iniziato a detonare! >> Disse la torcia.
<< Cosa?! >> Chiese Reed.
<< Detona dal basso verso l’altro, una bomba alla volta! Ma solo perché Sue sta contenendo ogni singola esplosione non permettendogli di raggiungere la bomba successiva. Però hanno un dispositivo a tempo, credo! Esploderanno in sequenza comunque! >> Concluse il ragazzo mentre volavano in tondo, poi a zig zag e via dicendo, sfuggendo alla scia chimica.
<< Raggiungiamola! >> Disse Ben, e tutti fecero rotta alla torre.
Non si accorsero però, che alle loro spalle, la navicella a bordo della quale era arrivato Mars, si stava trasformando. 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Sette possibilità ***


Capitolo 17: Sette possibilità

L’immensa nave volante sulla quale era arrivato Brian Mars stava mutando forma in un turbinio di rumore metallico e giri di lamiera.
Tony, Ben e Reed la fissavano sconcertati, mentre Johnny continuava a tenere a bada la scia gassosa.
<< Jarvis! >>
<< Lo sto analizzando, signore! >> Rispose prontamente il computer << Temo che la cosa non le piacerà! >>
<< Di che si tratta? >> Chiese Tony.
<< E’ un drone, signore…molto più grande e potente di quello che avete sconfitto! >>
<< Non è possibile! >> Commentò Reed.
La navicella aveva finito la sua trasformazione ed era apparso un mega-drone, capitanato stavolta da Mick Credden in persona. Ora, se la dovevano vedere con un drone alto almeno cinquanta metri.
<< Il pilota si trova poco più in basso della zona pettorale >> Continuava Jarvis analizzando la
situazione << Il robot è alimentato da energia simile a quella del reattore ARK, signore, quindi dispone di tutto il potenziale adeguato per l’utilizzo delle armi in dotazione! >>
Tony restò in silenzio pensando a come agire.
<< Scherziamo vero?! >> Chiese Ben esterrefatto << Io come faccio a fare di nuovo il proiettile contro quello? >>
<< No Ben…stavolta non basteresti neanche tu! >> Commentò Tony << E neanche i miei dischi elettrici…senza contare che ne sono rimasti pochi! >>
<< Allora è il momento della sfera! >> Li interruppe Reed.
<< Hai detto solo sette colpi, giusto? >> Gli chiese Tony.
<< Esatto! Cerchiamo di indebolirlo quanto più possibile. Ad intervalli, Tony, tu lo colpirai con l’energia potenziata della sfera! D’accordo? >>
<< Bene! >>
D’improvviso, però un rumore li distolse. In lontananza…
Qualcosa si avvicinava.
Tony, Reed e Ben sgranarono gli occhi fissando lo squadrone di tre aeronavi in arrivo, precedute da un turbinìo d’acqua in movimento.
La creatura era tornata, affiancata da un altro mostro più piccolo, e sormontata da Levyathan.
Ma la vera sorpresa, era la donna che stava accanto a Levyathan, in groppa al mastodontico animale…era Pepper, con indosso una muta nera ed attillata.
<< Ti prego, non di nuovo una perdita di memoria! >> disse Tony tra sè e sè << Se devo combattere contro di te ho perso in partenza! >>
Poi però notò il logo dello S.H.I.E.L.D. sulle aeronavi. Doveva essere successo qualcosa…ma cosa?
<< Sono Fury e gli altri…e quel mostro…ma che sta succedendo? >> Disse Reed.
<< Stark, ma quella non è la tua futura moglie?! >> Chiese Ben.
<< E tu che ne sai? >> Chiese Tony esterrefatto sia a causa della situazione che della domanda.
<< Vi abbiamo visti… >> disse candidamente la Cosa << …dai monitor della sala controllo! Le hai chiesto di sposarti, era ora! >> Confermò Ben!
<< Ci avete spiati? >>
<< Mannò…dai, non dire così! >>
<< Beh…Tony ha ragione, si chiama spiare! >> Intervenne Reed.
<< Ma se c’eri anche tu! >> Protestò Ben.
<< C’eri anche tu? >> Chiese Tony con tono più alto e incredulo, puntando Reed << Ma chi altri sa di questa storia? >>
<< Beh… >> Balbettò Ben <<…Tutti!…Eravamo in parecchi davanti al monitor! >>
<< Signore! >> Intervenne Jarvis << Le vorrei far notare che Credden è ancora davanti a voi, e lo S.H.I.E.L.D. è praticamente arrivato! >>
Tony si girò e vide il gigantesco drone ancora lì a mezz’aria, ora circondato dalle tre aeronavi dello S.H.I.E.L.D.
Abbassò lo sguardo e vide sotto di lui il mostro marino, o meglio, i due mostri marini. E poi vide lei…
I suoi occhi intensi, color mare, che lo fissavano.
Volò in picchiata atterrando di fronte a lei ed aprendo l’elmo.
<< Siamo i rinforzi! >> Commentò Pepper indicando Levyathan. Tony lo fissò diffidente.
<< Fidati! >> Disse Pepper e Tony tornò a guardarla. Già…fidarsi…
Da sempre, ormai, lui poteva fidarsi solo ed unicamente di lei. Se Pepper gli avesse detto di gettarsi nel fuoco, lui lo avrebbe fatto, convinto che lei avesse già escogitato un modo per spegnere le fiamme. Credeva in lei ciecamente…e si accorse solo allora che lui non era mai stato in grado di darle quella stessa sicurezza…eppure, nonostante tutto…lei era stata sempre e comunque la sua ombra.
<< Il tipo blu… >> Disse riferendosi a Levyathan << …è ok! E i due animali? >>
<< Ho inviato tutte le informazioni a Jarvis! Ci aiuteranno anche loro, Tony! >> Rispose Pepper.
<< E tu? >>
<< Io cosa? >>
<< Sei con me? >>
<< Fino alla fine! >> Gli rispose Pepper.
Tony indugiò sulla mano di lei…non c’era l’anello.
Pepper colse al volo : << E’ al sicuro…diciamo che ci aspetta per essere preso e rimesso
al mio dito…da te! >>
Tony sorrise.
<< Non è una cosa un po’da bambini? >>
<< Diciamo che sono una romantica ex segretaria che dopo anni di sopprusi dal suo capo
vuole vendicarsi! >> Sorrise Pepper.
<< Va bene! >> Concordò Tony << Così potrò ripetere il gesto senza troppi occhi addosso! >>
<< Cosa? >>
<< Te lo spiego dopo! >> Concluse Tony.
<< Pepper, dobbiamo muoverci! >> Li interruppe Levyathan guardando le aeronavi dello S.H.I.E.L.D. pronte e con le armi ed i missili ormai fuori, in procinto di colpire.
<< Pepper che vuoi fare? Non se ne parla, tu non puoi stare qui! >> disse Tony alzando la voce.
<< Levyathan ha costruito un congegno col quale posso aiutarlo a guidare le due creature >>
E solo allora Tony notò l’auricolare che indossava la donna.
<< No Pepper! >>
<< E invece ci sarò! Se dobbiamo riuscire o essere sconfitti, lo faremo assieme! E vedi di non farti battere perché hai promesso di sposarmi! >>
Tony le si avvicinò e si concesse un bacio prima di risponderle: << Te l’ho promesso! Ce la faremo!...Ti prego, sta attenta! >>
L’elmo si chiuse mentre Pepper guardava quello sguardo scuro e intenso, sparire dietro la maschera di Iron Man. Tony si alzò in volo e raggiunse Reed e Ben.

***

Intanto, alla torre, Sue continuava a generare energia dal proprio corpo per creare il campo di forza che stava contenendo le deflagrazioni. Ma ad ogni nuova esplosione, lo sforzo aumentava. Ormai era stremata.
E dall’alto, aveva assistito impotente a tutta la scena.
Johnny, anche lui quasi esausto, continuava la sua fuga, tenendosi lontano dal campo di battaglia in mare, nella speranza che la scia non riuscisse a nuocere a nessun altro. Ma anche per lui, la fatica era immensa.
<< Reed, mi senti? >> Chiese Sue attraverso l’auricolare.
<< Susan! >> Rispose Reed.
<< Sto facendo del mio meglio ma non so quanto resisterò… >>
<< Ti prego, resisti! Ora giochiamo la partita finale, dobbiamo farcela! >> La implorò Reed preoccupato.
<< Va bene! >>
La voce di Susan era stanca e spossata.
<< Sue… >> la chiamò ancora Reed.
<< Si? >>
<< Qualunque cosa accada…ti amo…e sarà così per sempre! >> Le disse Reed.
<< Ti amo anche io, Reed. >>

***

Partì il primo piccolo esercito di munizioni.
Le tre aeronavi dello S.H.I.E.L.D. attaccarono insieme tempestando Credden di colpi di mitragliatrice e piccoli razzi.
Attaccare con scariche di proiettili un enorme drone sembrava una follia, ma Nick Fury aveva la sua strategia!
Il drone galleggiava in aria grazie ai suoi reattori posti su mani, piedi e schiena.
La prima cosa da fare, era metterlo in difficoltà privandolo di alcuni di essi.
Le mitragliatrici puntavano alle spalle del robot bombardandolo sempre degli stessi punti.
L’intento era quello di riuscire a staccargli le grosse bracca metalliche dal corpo. Ma con un robot di cinquanta metri, non era impresa facile.
Credden restò immobile sotto i colpi, poi…
Allungò le braccia. Si aprirono una miriade di sportelli dai quali fuoriuscirono razzi che partirono in direzione dei nemici.
La battaglia vera e propria era iniziata!
Reed intanto richiamò la navicella e lui e Ben presero possesso delle due parti che di solito usavano.
Presero a sorvolare la zona, girando attorno all’immenso mostro metallico, cercandone un punto debole nell’armatura.
Agire però era tutt’altro che facile. I missili partivano a raffica dal drone verso tutte le direzioni colpenso le aeronavi e le navicelle. Lo stesso Iron Man era stato colpito più volte.
Intanto, dal mare, la grossa creatura era balzata fuori dall’acqua dando una sonora testata al mostro metallico ed affodando gli artigli nella lamiera.
<< Perfetto! >> Disse Levyathan che era con pepper in groppa al cucciolo.
Prese un piccolo congegno che si aprì strasformandosi in una sorta di lastra dorata che volteggiava  a mezz’aria. Lui e Pepper vi salirono sopra.
Il cucciolo, ora libero dai suoi “piloti” si immerse e, come aveva fatto la madre, balzò sul drone affindandogli anche lui gli artigli.
<< Ora! >> Gridarono Pepper e il mutante.
Le creature emanarono dal corpo potentissime scariche elettriche che pervasero il drone.
Tony restò sbigottito ricordando il terrore che la creatura aveva per l’elettricità, mentre ora era lei stessa a generarla.
<< Jarvis! Mettimi in contatto con Levyathan! >>
<< Subito signore! >>
Leviatan avvertì nell’auricolare un suono come di collegamento, seguito dalla voce di Tony che chiedeva spiegazioni.
<< Stark! >> Sghignazzò << Questa non te l’aspettavi, vero? Ebbene, le creature hanno una elevata capacità molecolare di “riutilizzo delle energie”. Tutte le soferenze che gli sono state inflitte con le scosse sono state incamerate in energia nel corpo dell’animale. Il loro corpo è mutato ed ora non soffrono più l’elettricità ma sono in grado di assorbirla e rigettarla a loro piacimento! Credden doveva aver scoperto questa loro potenzialità e le torturava per poterle poi usare come armi ancora più potenti, ma non immaginava che potevano ribellarsi contro di lui! >>
<< Impressionante! >> Commentò Tony << Ma non strematele! Se agiremo in squadra avremo il doppio delle possibilità! >>
<< Affermativo, Stark! >> Disse l’uomo.
Le scariche elettriche si convogliavano attraverso gli artigli direttamente all’interno del drone, riuscendo ad apportare danni ai circuiti interni.
Ma visto che Credden riusciva ugualmente a pilotarlo in ogni sua parte, Tony e gli altri capirono che non c’era un unico “cuore” che alimentava tutto il robot. Ma ce n’erano tantissimi che alimentavano in settori l’intero macchinario. Quindi lo si doveva distruggere pezzo per pezzo!

***

Credden continuava la sua battaglia. Aveva distrutto due delle aeronavi dello S.H.I.E.L.D. ed ora puntava alle navicelle dei Fantastici 4.
<< Tony! >> Lo chiamò Reed << E’ il momento, vai col primo! >>
Iron Man si portò in alto ed allargò le braccia.
Il reattore sormontato dalla sfera, prese a brillare di una luce accecante!
Partì il primo attacco. Un fascio di luce bianchissima colpì in pieno il braccio del drone staccandolo di netto e facendolo cadere in acqua!
<< Si! >> Urlò Reed! << Vai così, Tony! >>
<< E’ solo un pezzo Reed! >> Disse Ben.
<< Si, ma intanto ha distrutto almeno qualche centinaio di cuori alimentatori del drone che erano nel braccio! Ora dobbiamo distruggere il resto! >>
Tutto lo squadrone colpiva il drone distruggendone varie parti cercando di indebolirlo, ma Credden continuava a sparare armi a raffica fino anche a prendere col praccio restante la navicella di Ben.
<< Reed! Questo mi stritola! >>
<< Salta! >> Urlò Reed dall’altra navicella.
<<  Ma sei pazzo! Mica galleggio io! >> Disse la cosa.
<< Ti ho detto salta! >>
Ben saltò fuori un attimo prima che Credden distruggesse il velivolo.
Precipitò a piombo verso il mare ma qualcosa lo afferrò prima che toccasse l’acqua. Era un praccio elastico di Reed.
<< Arrampicati e vieni su, svelto! >> Gli urlò l’uomo.
<< Svelto! >> Starnazzò Ben << Come se fosse facile arrampicarsi su una corda gommosa appeso in mare aperto! >> E iniziò a salire.
Tony intanto si portò alle spalle di Credden e fece risplendere di nuovo il reattore.
Partì il secondo fascio di luce, e per la seconda volta, Credden subì un colpo durissimo che incenerì parte dell’armatura retrostante.
Lo S.H.I.E.L.D. intanto continuava a bersagliare con le mitragliatrici e i razzi mentre i superstiti delle due aeronavi distrutte si allontanavano.
Tony cambiò posizione di nuovo lanciando, da diversi punti, il terzo, quarto e quinto fascio di luce.
Il drone, ormai rimasto con il solo corpo ed un braccio, resisteva ancora.
La sua forza non sembrava poi tanto decimata.
Neanche le creature con le loro scariche erano riuscite ad apportare un numero sufficiente di danni.
<< Reed! Che succede! Sto perdendo potenza! >> Disse Tony.
<< Te l’avevo detto! Ma credevo che tre colpi sarebbero bastati! E’ davvero troppo forte, Tony! >>.
Improvvisamente, un rumore distolse la loro attenzione. Un piccolo sgangherato elicottero si stava avvicinando.
Johnny lo vide e si affiancò per sccciarlo, credendo fosse di qualche folle curioso. Tenendosi a debita distanza per far sì che la pericolosa scia non lo toccasse, vide nella cabina e riconobbe un ragazzo di colore.
Decise allora di chiamare Tony con l’auricolare.
<< Hey Stark! Credo che sull’elicottero ci sia un tuo amico! Fatelo sgombrare! Io non posso avvicinarmi troppo o la scia lo congelerà! >>
Tony volò verso l’elicottero lasciando Reed a combattere.
Raggiunto l’elicottero che aveva la cabina aperta, riconobbe Mickey.
<< Che cavolo ci fai qui? Sei pazzo? >>
<< Ti ho portato un regalino! >> Disse il ragazzo mostrandogli uno strano aggeggio di forma quadrata << E’ un potenziatore di energia! >>
<< Un altro? >> Disse Tony
<< Come sarebbe a dire un altro? >>
<< Te lo spiego dopo! Lanciamelo! >>
Ed il ragazzo lo lanciò. Tony lo presa al volo avvivinandosi il più possibile all’elicottero: << Come lo uso? >>
<< Mettilo sull’armatura! Si attaccherà da solo, è fatto di Nanomacchine! >>
<< Tu sei un genio! Ma ora torna indietro! >>
<< Non se ne parla! >> Disse il giovane e puntò verso il luogo della battaglia.
Tony capì che non era il caso di tentare di dissuaderlo.
Applicò il congegno e sul monitor interno della maschera vide schissare in alto tutti i livelli di energia.
<< Signore, l’armatura ha recuperato interamente le potenzialità! >>
<< Meraviglioso! Ora andiamo a distruggere Credden! >>

***

Anche l’ultima aeronave dello S.H.I.E.L.D. aveva ceduto e da essa si erano distaccate le micro navi con i superstiti, tra i quali anche Nick e l’agente Coulson.
<< Tony! >>
<< Dimmi Fury! >>
<< Non ce la facciamo! >>
<< Parla per te! Io ho ancora un asso! >>
<< La sfera non può niente, ormai non hai energie sufficienti! >>
<< Non direi, Direttone! >> Disse Stark soddisfatto.
Nuovamente nei pressi del drone, attivò la sfera per il sesto colpo da sferrare.
L’energia sprigionata questa volta, era impressionante.
Colpito in pieno, il drone ne restò squarciato.
Ma la follia di Mars non era paga della voglia di vendetta.
Con le energie rimaste, Credden voltò il Drone verso Pepper e Levyathan.
<< Stark! >> Urlò attraverso il congegno di interfono << Puoi aver distrutto il mio drone, ma io distruggerò l’unica cosa a cui tu tieni! >>
Dal centro della navicella partì un fascio di energia in direzione della coppia in bilico sulla piattaforma dorata.
Pepper sgranò gli occhi e gettò Levyathan in acqua nel tentativo di metterlo al riparo. Sapeva che Credden voleva colpire lei e se si fossero buttati assieme, anche lui sarebbe stato colpito.
Il fascio si avvicinava e Pepper lo vide improvvisamente oscurarsi.
Tony le si era parato davanti.
<< Tony vai via! >> Le urlò lei in lacrime.
Tony attivò il reattore per l’ultimo colpo che aveva a disposizione.
Partì così il settimo fascio di luce dal suo cuore luminoso, diretto verso il fascio lanciato da Credden.
Così si scontrarono uno contro l’altro creando una sorta di linea unica che collegava i due contendenti.
<< Tony, no! >> Pepper era disperata.
<< Non permetterò mai che ti facciano del male! Io sarò il tuo scudo per sempre! >>
Le lacrime di Pepper bruciavano calde sul viso della donna.
<< Tony ti prego, scappa! >>
<< MAI SENZA DI TE! >> Urlò lui e poi… << Jarvis! Tutta la potenza al reattore! Ogni singola energia! Tutto nel reattore! >>
<< Ma signore, è rischioso! >>
<< Fallo! Ora! >>
Tutta l’energia dell’armatura, il potere delle nano macchine e la sfera di amplificazione, entrarono in sintonia come elementi naturali aumentando il potere sprigionato da Tony.
Il fascio di luce iniziò a respingere quello di Credden avvicinandosi sempre di più al drone.
Dall’interno del mostro, Credden cercava di opporti, ma la potenza che Tony stava sprigionando era immensa.
Pepper fissava la scena con il cuore che sembrava fermo, tanto era spaventata.
Il corpo di toni fisso d’avanti a lei con le braccia aperte le oscurava quel bagliore accecante.
Tony, da parte sua, era quasi allo stremo.
<< Il fascio di energia sta raggiungendo Credden, signore! >> Intervenne Jarvis come a volerlo spronare a non mollare.
E infine, l’enorme drone risuonò in una potente esplosione nell’attimo in cui venne colpito dal fascio di energia!
Esplose più e più volte, riversando i suoi pezzi in mare assieme a molto carburante che ne incendiò la superficie.
Tony cadde in ginocchio e Pepper corse a sostenerlo.
<< Tony! Tony…oddio… >>
La maschera si aprì e Tony la guardò: << Ti ho salvata >> Disse ansimando e con un filo di voce << Ora sarai costretta a sposarmi! >>
Pepper sorrise abbracciandolo e baciandogli la fronte.
Reed e Ben accorsero con la loro navicella.
<< Tony! I guai non sono finiti! Il danno ambientale è ingente e la torre di Tokyo sta per disintegrarsi se non facciamo qualcosa! >>
Stark ci pensò qualche attimo fissando le enormi fiamme sull’acqua. Poi chiamò Johnny.
<< Hey, fiamma! >>
<< Dimmi, Stark! >>
<< Vola qui e buttati in acqua dove vedi le fiamme! >>
<< Tony, hai perso il cervello assieme alle energie? >>
<< E’ l’unico modo! >>
<< Accidenti a te, ma perché devo darti ascolto?! Arrivo! >>
In lontananza videro il ragazzo volare verso le fiamme.
Johnny capì al volo la situazione: Tony sperava di spegnere le fiamme con il potere congelante della scia di Azoto.
Ma la mente del giovane ebbe un illuminazione, perché buttarsi in acqua e spegnere la scia anziché usarla ancora per un buon motivo?
Si gettò nelle fiamme volando a pelo d’acqua e trascinandosi dietro la scia che congelò tutto il fuoco ed in carburante, ora fermo sul mare come una lastra di ghiaccio.
<< Vai fiammifero! >> Gioì Ben. Ma quando lo vide riemergere ancora inseguito dalla scia, si raggelò.
<< No! Non ha funzionato! Stark! >> Urlò La Cosa.
<< Perché non si è gettato in acqua?! Così l’avrebbe bloccata! >>
Poi videro Johnny volare verso la torre di Tokyo!
<< Bravissimo Johnny! >> Urlò Tony << Ottima idea, ragazzo! >>
<< Cosà? >> Disse Reed ripartendo con Ben alla volta di Tokyo.
Tony prese in braccio Pepper e li seguì in volo.
Più si avvicinavano e più si rendevano conto del progetto della torcia umana.
Congelare la torre per salvare Sue!
La donna invisibile era al limite dei suoi poteri e Johnny girò attorno alla torre congelandola dal basso verso l’alto. Arrivato vicino alla cima urlò in direzione della sorella.
<< Lascia andare il campo contenitivo…adesso! >>
Sue richiamò i poteri interrompendo l’azione di contenimento e Johnny raggiunse la sommità della torre ibernandola completamente.
Reed arrivò appena in tempo per prendere al volo sua moglie che stava precipitando priva di sensi.
La portò a bordo della navicella ed atterrò su un grattacielo dove lo attendeva Tony con Pepper.
<< Come sta? >> Chiese Pepper preoccupata.
<< E’ svenuta…lo sorzo è stato troppo grande! >>
La adagiò a terra e le toccò il viso.
<< E’ gelida! >>
Johnny arrivò in picchiata spegnendo il fuoco che lo incendiava.
<< Sue come sta? >> Chiese subito.
<< Credo che la scia di azoto abbia gelato anche l’aria attorno alla torre…ha il corpo gelido, è in ipotermia, dobbiamo scaldarla! >> Rispose Reed con le lacrime agli occhi abbracciando la moglie e strofinandole il corpo nella speranza di scaldarla.
<< Allontanatevi tutti! Soprattutto tu, Reed o ti fonderò! >> Disse il ragazzo.
Reed eseguì l’ordine senza battere ciglio. La voce di Johnny era sicura e autoritaria.
Lasciata a terra Sue, Johnny creò tutto attorno a lei una lingua di fuoco di intensissimo calore, che restò viva per un minuto appena, fino a dissolversi.
Reed si era dovuto allontanare più degli altri proprio per evitare che il fuoco lo danneggiasse essendo lui “elastico”.
Si riavvicinò con cautela ed osservò la scena.
Sue aprì gli occhi e si alzò a sedere toccandosi la testa, confusa.
Reed corse da lei.
<< Reed…cos’è successo? Come… >>
<< Johnny è un genio! Ci ha salvati tutti ed ha salvato te! >>
Sue guardò il ragazzo e gli tese la mano.
Johnny la raggiunse e l’abbracciò.
Ben si sedette a terra e si stese, esausto, mentre Tony si liberava della maschera e si stringeva alla sua Pepper.
Le piccole navicelle di salvataggio dello S.H.I.E.L.D. li raggiunsero e Nick Fury scese a complimentarsi con il gruppo di eroi!
<< Manderò delle squadre a ripulire il mare cercando di evitare il disastro ecologico il più possibile e manderò qualcuno anche per recuperare e disinnescare gli ordigni ancora attivi sulla torre!
Avete fatto un ottimo lavoro! >>
il piccolo elicottero di Mickey atterrò nel frastuono delle eliche ed il ragazzo scese e corse verso Tony Stark.
<< Per fortuna state bene! >> Disse guardandoli tutti << E’ stata un’esperienza indescrivibile! O visto tutta la battaglia dopo averti dato il congegno Tony! >>
<< La prossima volta porta anche dei Pop Corn! >> Scherzò Tony << Comunque grazie di cuore Mickey! Siamo salvi grazie a te! >>
<< Co..cosa…ma…ma no…io… >> balbettò il ragazzo abbassando lo sguardo imbarazzato dai sorrisi degli altri presenti.
<< Sei un grande scienziato, ragazzo! Se accetterai, nelle mie industri c’è posto per gente talentuosa come te! >>
Mickey sorrise e ringraziò Tony.

***

Il panorama ghiacciato di una insolita Tokyo, era ormai lontano e Tony e Pepper erano di nuovo a casa.
I Fantastici 4 erano rientrati al Baxter Building e lo S.H.I.E.L.D. era in azione per ripristinare la normalità nella città del sol levante e nel mare.
Tony raggiunse Pepper che era nel laboratorio sotterraneo, seduta su un divano e avvolta da una coperta.
<< Questo era sopra al tuo regalo per me…il mio vecchio reattore! >> Disse mostrandole l’anello.
Lo aveva trovato poggiato lì nel laboratorio sopra la teca di vetro contenente il reattore attorniato dalla scritta “La prova che Tony Stark ha un cuore”. Pepper glie lo aveva regalato molto tempo prima…e infatti, solo Pepper era riuscita a dare vita al suo cuore.
Prese la mano di lei e si inginocchiò sotto lo sguardo emozionato e brillante di lei.
<< Pepper…io ti prometto, che impiegherò ogni singolo giorno della mia vita ad impegnarmi per riuscire ad essere anche solo un po’ degno di averti al mio fianco. Se accetterai, cercherò di essere la persona sulla quale potrai contare sempre. Sarò al tuo fianco per condividere le risate, le sofferenze, i piaceri, le meraviglie, le delusioni, le emozioni…tutto. Perché per me tu sei tutto! E se me lo concederai, io sarò per te tutto quello che tu vorrai e di cui avrai bisogno. Sarai il mio motivo di vivere e niente mi farà mai cedere dalla mia voglia di respirarti in ogni giorno della mia vita…rendimi l’uomo più felice di questa terra, diventa mia moglie…sposami! >>.
Già alle prime parole di lui, Pepper non era riuscita a trattenere la commozione e lasciò che le lacrime scendessero…perché le lacrime di felicità hanno un calore più dolce di quelle di tristezza.
Tony restò a guardarla speranzoso e lei, sorridendo mosse la testa facendo segno di si.
<< Dimmelo…ti prego… >> Chiese lui con un filo di voce.
Pepper sorrise asciugandosi gli occhi: << Si!... Lo voglio…Tony >>.
E finalmente, poté rimettere al suo posto quell’anello che aveva per così tanto tempo custodito in una scatolina blu. E poté stringersi al cuore il suo unico vero amore.

FINE




Beh…spero che vi sia piaciuta! ^_^
Ci è voluto un po’ di tempo ma finalmente ho completato anche questo capitolo!
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita, commentata e spronata a continuare, siete stati tutti meravigliosi!
Spero mi farete sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo!
Vi mando un bacio e auguro a tutti voi che il nuovo anno in arrivo ci regali serenità e un amore VERO (per chi lo ha già, che continui sempre più intenso), di quelli che vi regalano il mondo anche con un semplice piccolissimo gesto!
Con tanto affetto! Alessia 

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