Aphrodisiac

di Ginevra Turner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tentazioni ***
Capitolo 2: *** Il frutto della dannazione ***
Capitolo 3: *** Tra Inferno e Paradiso ***
Capitolo 4: *** Angelo ***
Capitolo 5: *** Giudizio Finale ***
Capitolo 6: *** In bilico ***
Capitolo 7: *** Portami in Paradiso ***
Capitolo 8: *** Tradimento ***
Capitolo 9: *** Avarizia ***
Capitolo 10: *** Ti amo ***
Capitolo 11: *** Afrodisiaco ***



Capitolo 1
*** Tentazioni ***


Era il sesto anno per il Trio più famoso di Hogwarts. Quell’anno, passato a divertirsi senza pensare che l’anno successivo sarebbe stato l’ultimo, Hermione l’aveva considerato uno dei più belli. Almeno fino ad ora. La nostra storia infatti inizia a Maggio.
Vi chiederete perché vi racconto solo degli ultimi mesi di scuola, invece che di tutto l’anno. Ebbene questi due mesi ebbero un particolare significato per la giovane Grifondoro.
Ma non voglio svelarvi altro, poiché lo saprete più in là.

****
Hermione si svegliò più assonnata che mai quella mattina. Non era riuscita a chiuder occhio tutta la notte.
Il perché lo sapeva. Erano un po’ di giorni che aveva sorpreso il Serpeverde più odiato e temuto della scuola a fissarla.
Non era riuscita a trovare un motivo del suo comportamento. Malfoy l’aveva sempre odiata, l’aveva sempre ritenuta un’indegna mezzosangue da evitare.
Quel suo strano comportamento invece l’aveva sorpresa. Una volta l’aveva scoperto in Biblioteca, poco lontano da lei, a fissarla con quei suoi occhi argentei.
Aveva alzato lo sguardo ma non era riuscita a tenerlo ed era stata costetta a riabbassarlo. Quegli occhi erano riusciti a trapassare ogni sua difesa.
Si sentiva strana, ma più che altro preoccupata. Si poneva tante domanda a cui non riusciva a dare una risposta.
Si mise a sedere sul letto, ancora rimuginando su questi pensieri, i capelli tutti arruffati e il pigiama rosso un po’ stropicciato. S’infilò le pantofole di stoffa e si alzò in piedi.
O mio Dio…devo darmi una sistemata…pensò guardandosi allo specchio.

****
Scese in Sala Grande puntuale come sempre, perfettamente vestita e pettinata, con la spilla di prefetto appuntata sulla divisa.
Si diresse subito al tavolo dei Grifondoro dov’erano seduti i suoi migliori amici di sempre: Harry e Ron.
“Buongiorno…” Li salutò cercando di nascondere la stanchezza, sedendosi.
“Buongiorno!” Risposero quasi in coro. Entrambi erano intenti a mangiare poi Ron volse lo sguardo in direzione del tavolo di Serpeverde.
“Hai visto quel viscido Serpeverde? Suo padre gli ha regalato la nuova Nimbus 2006. Guarda come si mette in mostra! Dio quanto vorrei fargli spuntare tanti di quei brufoli da farlo scomparire!” esclamò, irritato.
Hermione si volse per guardarlo. Era in piedi vicino al suo tavolo, dov’era appoggiata la scopa nuova di zecca.
 Impeccabile in ogni suo aspetto, affascinante come non mai. Si passò una mano nei capelli portando le labbra in un ghigno soddisfatto mentre sfoggiava la sua Nimbus 2006.
Ma che cosa vado a pensare! Malfoy non è bello! È solo… è solo…dannatamente bello…
pensò. Poi si riscosse. Era Malfoy diamine! Non ci capiva più niente!
Doveva odiarlo non pensare quanto fosse bello!
“Hei tutto bene, Herm?” Le chiese ad un tratto Harry. Cadde dalle nuvole al suo nome.
“Eh? Ah si si… tutto bene… ho solo dormito un po’ poco stanotte.” Rispose distratta.
“Ah! Come mai?”
“No niente… un gufo fuori della finestra…” Rispose vaga. Non poteva certo dirgli di Malfoy! Anche se nemmeno lei era sicura di ciò che pensava. Non ci capiva molto.
 Harry stava per risponderle ma una voce alle sue spalle lo interruppe.
“Allora, Potter, non ti piace la mia nuova scopa? Non ti ho visto in fila tra i perdenti che mi chiedevano di farci un giro…cos’è ti eri perso?” Hermione si voltò.
Era Malfoy con il suo solito modo strafottente. Lo osservò, irritata poi incrociò il suo sguardo. Sent un tuffo al cuore.
Era diverso dallo sguardo che aveva sempre avuto con lei.
“Tappati la bocca, Malfoy!” Rispose Harry che evidentemente si stava trattenendo parecchio. Hermione continuò a fissarlo.
“Che c’è Granger? Vuoi farci un giro? Lo Sfregiato non ti fa salire sulla sua? O forse il Re è geloso?” Le disse, tornando a guardarla con disprezzo.
Non gli rispose, non era certa di farcela, si limitò a girarsi e ignorarlo. Lui si abbassò leggermente su di lei.
“Sarebbe più geloso se il giro lo facessi sulla mia di scopa… eh?” Gli disse all’orecchio, in modo terribilmente sensuale. Si voltò a guardarlo, irritata.
“Vattene Malfoy! Non ti vogliamo qua!” gli disse con il suo tono da coraggiosa Grifondoro. La guardò, con una faccia da prendere a schiaffi.
 Poi si allontanò e andò via.
“Che ti ha detto?” Le chiese Ron.
“Niente. È un idiota! Mi ha fatto passare l’appetito!” gli rispose alzandosi.
Sarebbe più geloso se il giro lo facessi sulla mia di scopa… eh? Ripensò alle parole di Malfoy.
Ma perché le aveva detto quello? Era sempre più confusa, quasi tentata dalle parole del Serpeverde.

La tentazione è ciò che più caratterizza l’uomo. Senza di essa non sarebbe ciò che è, poiché l’angelo conosce il santo ma non il peccato e il demone il peccato ma non il santo. L’uomo invece, conosce santo e peccato e non sa quale scegliere. Non sceglierà mai, perché se scegliesse non sarebbe più un uomo.


 

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Capitolo 2
*** Il frutto della dannazione ***


Quella mattina i tre andarono a lezione, come sempre. Tutto sembrava tranquillo, normale.
A pranzo Malfoy continuò a tessere le lodi della sua famiglia, che gli aveva comprato quella scopa costosissima.
Ma il trio non se ne curò più di tanto. Il pomeriggio furono ancora impegnati con le lezioni, ma Hermione non riusciva proprio a seguire.
 Ascoltava la McGrannit che parlava delle Metamorfosi nel mondo antico, prendendo appunti distrattamente.
La sua testa era altrove. Due banchi più dietro il biondo di Serpeverde sghignazzava con Tiger e Goyle.
Ogni tanto, la Grifondoro si voltava, scuotendo la testa in segno di dissenso, ma subito tornava a fissare il suo foglio, per paura di incrociare nuovamente il suo sguardo.

****
Quel pomeriggio, verso le sei, la Biblioteca era piuttosto affollata. vi era un mormorio sommesso di sottofondo mentre Hermione cercava di studiare Pozioni.
“Ma perché Piton deve inventarsi sempre pozioni più assurde per tormentarci?!” Esclamò Ron chino su una pergamena da mezzora.
“Ron, non si inventa le pozioni! Ti serviranno! Perché non lo vuoi capire?” Ribattè Hermione sottovoce.
“A cosa potrebbe mai servirmi la pozione disinfestante contro i ratti della Foresta Nera?” Chiese con sarcasmo.
“Oddio Ron! Smettila di lamentarti!” Lo rimbeccò Hermione. Alzò lo sguardo, per vedere chi altro c’era, in quella Biblioteca così affollata.
D’un tratto le si gelò il sangue nelle vene. Malfoy era appoggiato ad uno scaffale con una spalla, le braccia conserte, che la fissava.
Incrociò il suo sguardo per poi riabbassarlo in men che non si dica sulla sua pergamena. Doveva uscire di lì! Si sentiva terribilmente osservata.
“Scusate ragazzi, ma ho un mal di testa pazzesco. Voglio prendere una boccata d’aria” Si scusò con i due amici.
Dopodichè prese le sue cose, le ripose nella borsa e uscì. Si accorse dopo che per uscire doveva passare proprio vicino al biondino.
Si fece coraggio. In fondo, che aveva da temere? La stava fissando e allora? Non lo faceva sempre? No. Non lo faceva mai.
 Fece un profondo respiro poi uscì. Camminò vicino a lui e nel momento in cui gli era affianco lo sentì parlare.
“Hai paura, Granger?” Le disse a bassa voce, in un ghigno. Lei affrettò il passo, uscendo.
Quando fu lontana cominciò a correre verso il Lago. Voleva un po’ di tranquillità.
Hai paura, Granger? Ripensò alle sue parole. Si, aveva paura. Ma perché aveva paura? Non lo sapeva, sapeva solo che quel biondino aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti.
Il motivo lo ignorava. Quando fu al lago si sedette a terra, in un posticino tranquillo, senza studenti che urlavano e facevano confusione.
Si sedette, rannicchiando le ginocchia al petto e cingendole con le braccia, fissando le acque cristalline.
Era strano il comportamento di Malfoy in quei giorni. Che motivo aveva di fissarla così?
 Non lo sapeva, e nemmeno voleva pensarci. ma ogni volta che chiudeva gli occhi gli veniva in mente il suo volto, quelle iridi argento, quei capelli dorati, quelle labbra sottili e tremendamente sensuali.
No, no, basta! Non doveva pensarci! Era Malfoy! Quel viscido Serpeverde che la disprezzava chiamandola sporca mezzosangue e che odiava dal primo momento in cui l’aveva conosciuto!
“Guarda un po’. Chi ci fa la Granger tutta sola, senza i suoi amichetti?” Chiese all’improvviso una voce alle sue spalle.
Si voltò di scatto, sicura di aver capito di fosse. Il biondino era lì, in piedi a poco più di un metro di distanza da lei che la fissava.
“Che vuoi Malfoy?” gli chiese brusca, in risposta. Il cuore le fece un tonfo.
“Solo che tu mi risponda”
“Non sono affari tuoi!”
“No, è vero. Ma mi piacerebbe comunque saperlo” Disse, con le labbra tirate in una sorta di sorriso che assomigliava più a un ghigno.
La Grifondoro si alzò e lo guardò, cercando di capire perché fosse lì.
“E tu che ci fai qui?”
“Stavo facendo un giro. Non posso per caso?”
“No non puoi!”
“Oh si che posso. Granger, Granger, Granger. Perché devi essere sempre così…perfetta…così…” Iniziò a dire il ragazzo, avvicinandosi a lei.
“…così …esemplare…così…impeccabile…” Continuò, avvicinandosi sempre di più a lei. La giovane si ritrasse ancora, leggermente spaventata.
Il biondino tese una mano verso di lei, per accarezzarle il volto ma Hermione si scostò per evitare il contatto. Lo guardò, atterrita.
“Che vuoi Mafoy? Che vuoi da me?” chiese con voce malferma.
Il ragazzo tirò indietro la mano, passandola fra i capelli, in modo dannatamente sensuale.
Le batteva il cuore. Da una parte avrebbe voluto fuggire, ma dall’altra, voleva restare lì con lui, da sola. Era una sensazione strana che non aveva ma provato.
Draco si avvicinò ancora, e quando furono a pochi centimetri di distanza si avvicinò a lei, sussurrandole all’orecchio:
 “Voglio te” Due semplici parole che la fecero arrossire. Era impaurita, ma era emozionata.
Il Serpeverde la guardò, fissandola con i suoi occhi che riuscivano a penetrare ogni sua difesa.
Poi con una mano le cinse la vita, attirandola a se, per poi baciarla. A quel contatto Hermione si sentì avvampare.
Ma che stava facendo? Malfoy la stava baciando! Era assurdo.
Malfoy la spinse verso un’albero, facendola appoggiare con la schiena. La sua mano s’infilò sinuosa, sotto la sua camicetta. Il ragazzo la baciò ancora, risalendole con l’altra mano le cosce, poi i fianchi.
Hermione ormai non capiva più niente. Non era possibile.
“No! No, no, fermo!” Disse cercando di distaccarsi da lui. Gli mise una mano sul petto, spingendolo via da lei.
Lo guardò, sconvolta. Il mondo le stava cadendo addosso. Ogni suo giudizio si di lui che fin’ora aveva elaborato ora era svanito, era svanito dopo quel bacio.
Era forse una prova? Era come assaggiare il frutto della dannazione.

L’averlo assaggiato è come non poter più tornare indietro.

L’uomo conosceva il paradiso dove giaceva. Adesso conosce anche l’inferno.
Sa di non poter più fare marcia indietro…
Cresce la paura, cresce la dannazione. È l’Inferno che lo chiama

Spazio Autrice:
Eccomi quà! Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo di questa Fan Fiction.
Spero vi piaccia anche questo capitolo e che non vi deluda!
Se avete consigli li accetterò molto volentieri... ammetto di non scrivere benissimo!
I primi due capitoli li ho postati molto ravvicinati ma gli altri li metterò appena posso! Non disperate!!
Grazie a tutti!



 

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Capitolo 3
*** Tra Inferno e Paradiso ***


Fissò il ragazzo, sconvolta. Non capiva il perché di quel suo gesto, e nemmeno voleva capirlo.
“Sta lontano da me!” Gli disse, indietreggiando, tremante. “Vattene!”
“Dillo a qualcun altro, Granger. Sappiamo benissimo che è ciò che vuoi.”
“Non è vero! Lasciami stare!” ribattè, confusa al massimo.
Forse aveva ragione, era ciò che voleva. Ma com’era possibile? Non era affatto possibile.
Lo guardò, atterrita dalle sue stesse emozioni, per poi andare via, correndo, verso la Sala Comune.

****
Tornò in Sala Comune con le lacrime agli occhi. Prima di attraversare il ritratto della Signora Grassa si diede una sistemata.
Non voleva che qualcuno la vedesse così. Si asciugò gli occhi con la manica della camicia e poi entrò.
All’interno Ron e Harry erano seduti su delle poltroncine, chiacchierando tranquilli.
“Hermione! Che fine avevi fatto?” le chiese Ron che l’aveva vista entrare. Sperava che non la notassero ma a quanto pare era troppo tardi.
Si voltò e si sforzò di sorridere.
“Oh, ero andata al Lago per leggere un po’, ma ero talmente immersa nella lettura che ho perso la cognizione del tempo!” rispose cercando di fuarfugliare una qualsiasi scusa plausibile.
“Ma sei sicura di stare bene? Hai gli occhi lucidi!” Osservò Harry.
“Oh si, benissimo! Sono solo un po’ stanca. Credo andrò di sopra. Ci vediamo a cena.” E senza aspettare una risposta salì le scalette che conducevano al dormitorio femminile.

****
Hermione scese a cena, perfetta come sempre. Dal suo aspetto sembrava che nulla fosse successo ma il suo sguardo diceva più di mille parole.
Era scossa, glielo si leggeva in faccia.
Entrò in Sala Grande piuttosto presto. Era ancora mezza vuota. Si sedette al tavolo dei Grifondoro.
Non c’era nessuno dei suoi amici, ma non tardarono ad arrivare. La cena fu tranquilla, nessuno si accorse del suo stato d’animo, finchè non arrivò la posta.
Hermione, convinta di non ricevere lettere fu colta di sorpresa da un gufo che planò sul suo piatto.
“Chi te lo manda?” Le chiese Harry, curioso. La Grifondoro guardò il pennuto poi prese la lettera legata alla sua zampa. L’aprì e la lesse.

Ti devo parlare. Vieni nella stanza delle necessità stasera alle 21 e 30.
Vieni.
Draco.

Quando lesse quel nome il suo cuore fece un tuffo. No. Non poteva essere. Ancora lui. Scosse la testa e accartocciò la lettera.
“Beh? Chi era?” chiese Ron.
“Nessuno. Era la Gazzetta del Profeta. Dicono che ci sono dei problemi con l’abbonamento.” Disse.
Non era brava a raccontare balle ma cercò di rendere questa il più credibile possibile.
Aveva sbiancato, leggendo il suo nome. Sembrarono crederci.
Finito di cenare andò su in camera sua. Erano quasi le nove e dieci ed era ancora indecisa se andare o no.
Aveva calcolato ogni pro e ogni contro ma ancora non sapeva che fare.
Doveva decidersi. Stette ancora un po’ seduta sul letto.
Le lancette dell’orologio si spostavano lentamente. Troppo lentamente.
Erano le nove e venticinque. Mancava poco all’appuntamento.
Era così curiosa di sentire che cosa voleva, ma era comunue spaventata e ancora sconvolta per rivederlo.
Decise di andare. In fondo era brava con gli incantesimi. Se le cose si mettevano male avrebbe comunque potuto schiantarlo.
Si guardò allo specchio e si aggiustò i capelli. Si sorprese del suo gesto ma non volle pensarci. sgattaiolò fuori dalla Sala Comune e arrivò davanti alla stanza delle necessità.
Passò tre volte davanti all’entrata. Quando si materializzò la porta ebbe bisogno di tutto il coraggio che aveva in lei per oltrepassarla. Diede un’occhiata in giro poi entrò.
All’internò non vi era molta luce. Non sapeva quanto potesse essere un buon segno. Era un salottino illuminato da poche lampade sparse qua e là.
“Sei venuta alla fine” disse il biondino, seduto nella penombra su di una poltrona. Si alzò lentamente. La Grifondoro non rispose.
“Siediti dai.” Le disse. La ragazza obbedì. Si sedette su una poltrona lì accanto.
“Hai chiesto di parlarmi. Che c’è?” chiese cercando di sbrigare la cosa nel minor tempo possibile.
“Sei diretta, Granger”
“Allora?” chiese, spazientita. Il ragazzo che non si era rimesso seduto si avvicinò a lei, lentamente.
Più lo gurdava più desiderava che la baciasse. Ma come poteva trovarsi a pensare questo?
Il biondino si avvicinò ancora ed Hermione si alzò.
“Cos’è…. Hai paura? Non mordo mica!” gli disse con il suo solito modo di fare.
La guardò poi avanzò fin quando non furono a pochi centimetri di distanza, come quel pomeriggio.
I loro sguardo s’incrociarono, facendole battere il cuore all’impazzata. Le girò intorno come un predatore con la preda, per poi avvicinarsi al suo collo.
“Voglio te e nessun’altra” le surrussò all’orecchio. La Grifondoro si voltò, seria. Malfoy le mise le mani sui fianchi.
“Inutile che fai la santarellina. Entrambi sappiamo che lo vuoi anche tu.” Continuò poi le baciò il collo.
Un brivido la percorse al suo tocco. Abbassò lo sguardo, in un mezzo sorriso.
Quel ragazzo che aveva odiato con tutte le sue forze adesso la stava seducendo con i suoi modi sensuali che nessuno poteva eguagliare.
Tante volte i genitori le avevano detto “Carpe diem”, cogli l’attimo.
L’aveva sempre fatto. Ma anche adesso doveva cogliere l’attimo? Non lo sapeva.
Era come essere al confine tra Inferno e Paradiso e non sapere cosa scegliere.

È così sottile il confine che c’è tra l’Inferno e il Paradiso.
In fondo, il canto degli angeli non è tanto diverso dal lamento dei dannati.
È il suo completo opposto… senza il quale non può esistere
.





 

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Capitolo 4
*** Angelo ***


In quei pochi secondi prese una delle decisioni più importanti della sua vita.
Si fidò di quel Serpeverde a cui mai avrebbe dato fiducia.
“Carpe diem” disse a bassavoce, voltandosi verso di lui.
“Come?” chiese il ragazzo mentre le faceva scivolare una mano sui capelli ricci.
“Niente” disse per poi fare quello che mai avrebbe fatto. Guardò il ragazzo così perfetto, quello che ogni ragazza sogna di avere.
Lo baciò appassionatamente, gettandogli le braccia al collo.
Il Serpeverde sorrise, per quanto lui potesse. Le cinse i fianchi con un braccio e la baciò nuovamente.
Con un gesto della bacchetta fece apparire dei cuscini per terra.
Sempre con la stessa espressione, compiaciuta, bramosa, si adagiarono per terra sui cuscini.
Hermione si sedette a cavalcioni su di lui, chinandosi a baciarlo, mentre gli sbottonava la camicia.
Il ragazzo ribaltò la situazione. La sua mano scivolò lungo il suo collo, il suo seno, i suoi fianchi.
In poco i loro vestiti furono sparsi per la stanza.
“Draco….io…io non l’ho mai fatto…” Disse Hermione, con voce malferma.
“Stai tranquilla…” rispose il ragazzo calmo. Nessun pensiero passò per la loro mente, nessuno.
Erano solo loro due…. Nesun altro.

****
Quando si svegliò era notte fonda, forse l’una.
Era avvolta nel lenzuolo che Draco aveva fatto apparire insieme ai cuscini, abbracciata a lui.
Aprì gli occhi e cercò di essere di nuovo razionale, di capire che diavolo aveva combinato quella notte.
“Non ti ci facevo così, Granger.” Disse Draco giocando con una ciocca dei suoi capelli. Hermione si voltò.
“Potresti non chiamarmi Granger?” lo riprese con una punta d’irritazione. “Ce l’ho un nome.”
“Tra noi non è cambiato niente” le rispose. Si mise a sedere, coprendosi col lenzuolo.
“Non è cambiato niente?” ripetè, allibita.
“Esatto”
“Niente? Siamo andati a letto insieme, diamine!”
“E allora. Non mi dire che non t’è piaciuto!” Disse con la solita aria strafottente. Non lo sopportava quando faceva così, ma era dannatamente sexy.
“Tu…tu…sei… un…” iniziò a dire, con una collera nascente. Come poteva non esser cambiato niente?
“Un cosa, Granger?”
“Uno stronzo. Ecco cosa sei.” gli rispose, freddamente. Lo guardò negli occhi poi si alzò.
“Per te….per te è stato un gioco questo vero? Scommetto che domani starai nuovamente con la tua Pansy, non è così?” Gli chiese, mentre si abbottonava la camicetta. “Certo! Perché a te non te ne può fregare di meno!” Aggiuse.
“Senti, Granger, si sapeva che noi due non avremmo mai potuto amarci, non è una sorpresa!”
“Non ti voglio manco ascoltare!” gli disse mentre s’inflava la gonna a pieghe.
Il ragazzo si mise a sedere. Si avvolse attorno alla vita il lenzuolo poi si avvicinò a lei. l’abbracciò da dietro ma la Grifondoro lo scostò bruscamente.
“Hai ragione! Non potrà mai esserci niente tra di noi! Lasciami in pace! È stato un errore colossale! Non voglio più saperne di te!” continuò la ragazza, infilandosi prima un calzino poi l’altro.
“Come potrei lasciarti in pace, Granger?”
“E smettila di chiamarmi Granger, cazzo! Sei venuto a letto con me! Come puoi ancora chiamarmi Granger?!” gli disse, quasi urlando, con gli occhi lucidi.
“E va bene… Hermione” disse cercando di abbracciarla nuovamente, stavolta con successo. La strinse forte, cingendola con le sue braccia, col suo corpo perfetto.
“Basta litigare. Non potremo mai stare insieme in pubblico, questo lo sapevamo. Ma in segreto si.”
“Eh?” Chiese la ragazza, incredula, voltandosi leggermente.
“Nessuno può impedirci di vederci. Nessuno sa niente, nessuno si fa male. Occhio non vede cuore non duole, no?” Spiegò il Serpeverde.
“No, Draco. Non voglio fare questo…. io non lo so che voglio fare….” Confessò la giovane. Si girò, guardandolo negli occhi.
Non voleva lasciare quel ragazzo così perfetto, ma sapeva che se non l’avrebbe fatto ci avrebbe sofferto.
“Senti. Non ci pensiamo. Non pensiamo a niente. Che ci frega di cosa stiamo facendo. Lo facciamo e basta!” le disse per poi baciarla. “Ok?”
“Ok” Disse Hermione, non molto convinta.

****
Quella mattina Hermione tornò in Sala Comune di nascosto, il più silenziosamente possibile.
Nessuno la vide ed era ciò che sperava. Non aveva idea di ciò che aveva fatto quella notte né di che cosa passasse per la mente di Draco, ma poco gliene importava.
Nessuo glielo poteva impedire.
I giorni passarono veloci. Spesso si vedevano di nascosto oppure tentavano di vedersi pubblicamente.
Ogni tanto a lezione capitavano al banco insieme e non mancavano frasi piuttosto provocanti sussurrate all’orecchio, quando nessuno guardava.
Passò una settimana e tra i due sembrava esserci una certa intesa. Quasi ogni sera si vedevano, usando la stanza delle necessità.
Sembrava che non riuscissero a stare l’uno senza dell’altro. Era come una droga.
Una sera in Sala Grande durante la cena planò sul piatto di Hermione un gufo, quello di Draco. Ormai lo conosceva.
“È ancora la Gazzetta del profeta? Non hai ancora sistemato l’abbonamento?” chiese Ron. Hermione non lo ascoltò nemmeno. Aprì frettolosamente la lettera.

Lago Nero, ore 22.
Ho una sorpresa per te.

Lesse la lettera e sorrise. Poi alzò lo sguardo verso gli amici.
“No l’hanno sistemato, per fortuna!” Esclamò, anche se poco convincente. Si sentiva un verme a mentire così agli amici.
Ma che poteva dir loro? Poteva dirgli che era una settimana che andava a letto con Malfoy?
Era un’ipotesi da scartare a priori. Probabilmente con l’estate sarebbe finito tutto. Perché preoccuparsi?

****
Come sempre sgattaiolò fuori di nascosto, cercando di non farsi vedere.
Scese giù fino al lago. Chissà perché voleva vederla lì e più che altro chissà qual’era la sorpresa!
Quando fu sulla riva si guardò un po’ intorno. Ma dov’era? Si aggirò, silenziosamente per la riva fin quando non lo vide.
Era seduto per terra, su dei cuscini, bello come sempre. Le sorrise e levò il braccio per farle cenno di venire.
Lo guardò, un po’ perplessa poi lo raggiuse con passo svelto. Appena si fu seduta accanto a lui il ragazzo la baciò dolcemente, e mentre la baciava con una mano prese una bottiglia.
“Sorpresa” Disse con un tono di voce che la faceva impazzire. Guardò la bottiglia spiazzata ed euforica al contempo.
“Champagne per la mia Grifondoro” continuò il biondino. Poi prese due bicchieri per versarci lo champagne. Gliene porse uno.
“Ma tu sei tutto matto! Ci potrebbero beccare!” esclamò la giovane prendendo il bicchiere. Ne bevve un sorso poi lo baciò.
“Ohoh…. Focosa la ragazza…” Disse ridacchiando.
“E dai! Smettila!”
“Oh no… non è mica male… è sexy”
“Ah davvero?” chiese con aria leggermente incredula. Poi gli sorrise. Era un complimento quello?
“Certo…. Sei eccitante quando fai così…” Disse mettendole una mano sul fianco, attirandola maggiormente a se. Hermione rise.
Era troppo bello per essere vero. In tutti quegli anni l’aveva odiato sempre più. Ora invece avrebbe dato qualsiasi cosa pur di rimanere lì con lui, con il suo angelo.

Quando si arriva al paradiso ci si chiede chi sono gli angeli. Ma lo si può scoprire solo in terra.
Ognuno vorrebbe volare e dispiegare le sue ali, ma esse ci sono proibite.
Ci sono proibite perché sono il massimo della libertà, libertà che l’uomo non potrà mai avere… solo nei suoi sogni.

Spazio Autrice:
Eccomi quì a postare un altro capitolo che ho finito di scrivere ieri sera verso le 11....giusto per voi ragazzi!!!
Sèero vi piaccia e non vi deluda....
Vorrei ringraziare Ciara per aver commentato e spero commenterete ancora!!
Ho tante sorprese in serbo per voi e per questa coppia stupenda...
Baci a tutti!!

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Capitolo 5
*** Giudizio Finale ***


Stavano sdraiati sull’erba con lo champagne vicino a loro. Si erano ricomposti dopo aver fatto sesso.
Il biondino di Serpeverde stava giocherellando con i suoi riccioli mentre lei fissava il cielo stellato.
“Pensa se Harry e Ron lo sapessero…” disse Hermione ad un tratto.
“Sarebbe troppo divertente vedere la faccia del Re”
“E dai, Draco! Dico sul serio. Prima o poi dovrò dirglielo!”
“Sai che me ne frega di loro.” Le rispose girandosi su di un fianco verso di lei. la guardò poi con una mano cercò di sbottonarle la camicetta.
“Draco! Dai su! Ancora!? Meglio nella stanza delle necessità non trovi?” Esclamò Hermione sorridendo.
“A me va bene ovunque basta che ti togli questa roba…” Le rispose mentre seguitava a sbottonarle la camicia.
La baciò e con una mano le sfiorò i fianchi, per poi scendere giù. Hermione gli sorrise quasi ridendo.
“HERMIONE!?” Urlò qualcuno dietro di loro, in tono stravolto, sorpreso. In quel momento le si gelò il sangue nelle vene. Subito si girò, con i capelli ancora arruffati.
Sgranò gli occhi. Erano Harry e Ron, con in mano il mantello dell’invisibilità. Draco sembrò non scomporsi, si mise a sedere e si passò una mano tra i capelli, sbuffando.
“MALFOY!?” Esclamò nuovamente ron che li fissava sconvolto. Fu un momento di panico. Harry li fissava, con gli occhi spalancati.
Stette qualche secondo a fissarli nel più completo panico. Poi si accorse che aveva tutta la camicetta sbottonata. Se la riabbottonò in fretta e furia, alzandosi.
“Voi…voi..voi che diamine ci fate qua?” Chiese fin troppo sorpresa.
“Che ci fai tu qua! E con quel viscido Serpeverde per giunta!” Ribattè Ron.
“Ehi! Weasly, tappati quella bocca!” Disse Draco alzandosi in piedi.
“Tu… non sono affari tuoi Ron! Mi avete seguita! Col mantello!”
“Noi…noi non volevamo! Ma ti abbiamo vista sgattaiolare fuori…a quest’ora…e noi…e va bene ti stavamo seguendo!” confessò alla fine Ron.
Harry era ammutolito e fissava Draco ancora senza riuscire a capacitarsi di quello che aveva visto.
“Siete impazziti?! Mi avete seguita! Siete pazzi!” Esclamò Hermione, urlando furiosa.
“Tu piuttosto! Ma che stavi facendo con lui! Perché… perché stavate avvinghiati! Ti sei bevuta il cervello? È Malfoy!”
“Ahhh! Sta zitto Ron! Basta! Basta basta!” Urlò voltandosi. ”Io…io ancora non ci credo!”
“Tu non ci credi? Non ci credo io! Dimmi che ti ha fatto qualche incantesimo!”
“Zitto! Basta! Me ne vado!” disse la ragazza che si era chinata a raccogliere le sue cose.
“Lo sapevo che ci avrebbero scoperti. Cazzo non potevi trovare un posto migliore?” chiese a Draco, sottovoce.
“Sono i tuoi amichetti che ti seguono. Io che c’entro?” le rispose. La ragazza abbassò lo sguardo. Poi andò via, furente di rabbia.

****
“Hermione! Hermione aspetta!” disse Ron, correndole apresso all’entrata della Sala Comune.
“Non vi voglio parlare!”
“No aspetta Hermione! Non credi chi ci devi delle spiegazioni? Stavi con Malfoy! Quel Malfoy!”
Hermione si sedette su una poltrona di peso. Ron la fissava sconvolto ma mai quanto Harry.
Si sentiva un verme per averglielo tenuto nascosto.
“Cos’avete visto?”
“Tu e lui al lago che stavate avvinghiati… cavoli Hermione sei impazzita?!” la Grifondoro li guardò. Li avevano scoperti.
Ron parlava stravolto ma era Harry quello di cui si preoccupava.
“Da quanto va avanti?” Chiese quest’ultimo. La fissava, come tradito. In effetti era così.
Lei era andata a letto con Malfoy. Col suo peggior nemico. Aveva tradito tutti.
“Da un paio di settimane” rispose con voce malferma, abbassando lo sguardo.
“Da un paio di settimane? HERMIONE TU VAI A LETTO CON MALFOY DA UN PAIO DI SETTIMANE E NON CI HAI DETTO NIENTE? È MALFOY DIAMINE!” Sbottò Harry, con il volto paonazzo, furente.
“Harry… Harry io…io non sapevo come dirvelo!”
“Ma ti rendi conto?? MALFOY! Quel viscido Serpeverde! Come hai potuto!”
“Mi rendo conto benissimo Harry!”
“Allora come puoi stare con lui! Oddio mi fa schifo solo a pensarci!”
“Senti Harry, non sono una stupida! Tra noi due non c’è molto! Non è cambiato niente! Sto bene con lui! È diverso da quello che voi credete!” Tento di spiegare loro ma Harry sembrava non voler sentire ragioni.
Lo guardò. “Ti prego, Harry, credimi. Non sono uscita di senno. So quello che faccio. Mi dispiace di non avervelo detto.”
Harry la fissò. Non sapeva nemmeno che dire. Era la sua migliore amica da sempre. Adesso si era sentito ferito, tradito, ingannato.
La guardò un’ultima volta poi andò su in dormitorio, con passo svelto, furioso.
La Grifondoro fece un lungo sospiro. Aveva combinato un casino. Lo sapeva. Ma che ci poteva fare.
Era come essere risucchiata giù nell’Inferno.

Tutti hanno paura della morte…perché hanno paura del Giudizio Finale.
La resa dei conti… il momento in cui devi render conto di tutte le tue azioni.
E non sai se andrai in Paradiso o all’Inferno…

Spazio Autrice
Eccomi quì a postarvi un altro capitolo della mia FF.
Spero davvero che vi piaccia!!! La cosa si farà interessante ve lo prometto!!!
Voi commentate mi raccomando!!!
Ho bisogno di un sacco di suggerimenti! E perdonate gli errori di ortografia... ogni tanto scappano anche se ricontrollo!
Baci a tutti!!!
Ginevra ^^

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Capitolo 6
*** In bilico ***


Quella sera Hermione rimase in Sala Comune. Harry era andato via in preda alla rabbia e Ron l’aveva seguito sconvolto.
Aveva litigato con i suoi migliori amici per colpa di Draco. Ancora non se ne capacitava. Lui era Draco Malfoy! E lei ci era andata a letto, non una ma più volte!
La mattina successiva scese dalla sua Sala Comune, diretta in Sala Grande, con passo lento, svogliato.
Camminava per i corridoi quando qualcuno l’afferrò per un braccio trascinandola in un angolino buio.
 Intravide una chioma bionda e capì subito che si trattava di Draco. La mise spalle al muro e la baciò, ma la Grifondoro lo scostò.
“Smettila! Che cavolo stai facendo! Non ti è bastato ieri sera?”
“Mi è bastata l’intrusione di Potter e Weasly… non mi sei bastata tu!” Disse per poi baciarla nuovamente.
“E dai! Abbiamo litigato ieri sera! Adesso mi odieranno!” Si ritrasse, continuando a parlare.
“E che cazzo te ne frega!”
“Me ne frega eccome, Draco! Sono i miei migliori amici!”
“Si vabbè… fai come vuoi…. “
“Draco, forse… non è il caso…di continuare…” Disse con voce malferma. Il biondino si fermò a guardarla, sorpreso.
“Come scusa?”
“Dopo quello che è successo non credo sia il caso di andare oltre!” Ripetè cercando di sembrare più convinta ma nemmeno lei ci credeva.
Draco la fissò poi si scostò, lasciandola andare dalla sua morsa.
“Non credi sia il caso di continuare? Sei impazzita forse?”
“No Draco, non sono impazzita! L’hai visto anche te la scenata di ieri sera!”
“E allora? Gli passerà a quei due!”
“Si… ma per ora…voglio starmente da sola…” il biondino la fissò. Non sapeva cosa dire.
Era rimasto spiazzato da quelle parole. Hermione gli passò una mano tra i capelli biondi.
“Scusa, Draco.” Disse solamente. Poi andò via, in Sala Grande.

****
Arrivò in Sala Grande in orario, ma giù di morale. In un giorno era riuscita a rovinare il suo rapporto con tre persone.
Sia con i suoi due migliori amici sia con la persona che in quei giorni l’aveva fatta sentire un’altra: Draco.
Al tavolo dei Grifondoro vide sia Ron sia Harry, entrambi con i musi lunghi. Prese coraggio e si sedette davanti a loro.
“Ciao.” Disse, cercando di essere naturale. Ron la guardò, ancora sconvolto, mentre Harry non alzò nemmeno lo sguardo dal piatto.
Si limitò a inforchettare la pancetta con più violenza del necessario.
“Ragazzi, per favore non fate così!” Continuò ma non ebbe nessuna risposta dai due. Per sua fortuna Ginny arrivò e si sedette accanto a lei.
“Ciao ragazzi! Che sono queste faccie tristi?” chiese servendosi del succo di zucca.
“Niente” rispose Hermione dato che gli altri due non sembravano intenzionati a parlare.
“Niente? E voi che avete fatto? Avete perso la parola?”
“Per me sono solo diventati più stupidi di quanto lo fossero già!” Le rispose una voce maschile da dietro.
Si voltarono, era Draco.
No, no, no! Perché era venuto lì! Hermione guardò i due amici. Fissavano il Serpeverde con un misto d’odio, disprezzo, rabbia.
Harry si alzò in piedi, una mano nella tasca pronta ad afferrare la bacchetta.
“Non lo farai Potter, non lo farai” Continuò il ragazzo. Ginny spostò il suo sguardo da lui a Harry a Hermione.
“Vattene, viscido Serpeverde!” gli intimò il Grifondoro.
“Uhuh… che paura Potter.”
“Che ci fai qua?” Chiese Hermione, sottovoce, cercando di evitare risse o schiantesimi in Sala Grande.
“Passavo per caso”
“Raccontalo a qualcun altro!” Il ragazzo la squadrò e le tirò un bigliettino, poi andò via.
Ginny fissava i tre ancora senza capire. Harry era in piedi, rosso dalla rabbia, con i pugni serrati.
Ron era seduto che guardava il Serpeverde andar via, in preda alla furia. Hermione… Hermione stava per aprire il bigliettino.
In un nanosecondo la giovane glielo strappò dalle mani.
“No! Ginny no! Ferma!” le disse la Grifondoro cercando di riprendere il foglietto, senza successo.
Ginny lo aprì e ne lesse il contenuto.

Non ci sto. Non me ne frega niente di Potter e Weasly.
Non ci riesco a stare senza di te.
Vieni nella Stanza delle Necessità all’ora di pranzo.
Non accetto scuse!

La giovane Grifondoro fissò il foglietto leggendolo e rileggendolo finchè Hermione non lo riprese.
“Che significa?” Chiese con un cipiglio poco rassicurante. Ormai non poteva negare.
Era fin troppo evidente. Harry e Ron le guardavano, furenti. Non poteva parlare davanti a loro.
Si alzò e prese Ginny per un braccio.
“Vieni con me!” le disse mentre la trascinava in Sala Comune.

****
“Mi spieghi che significa?” Le chiese la ragazza, una volta nella stanza della Prefetta.
“Io.. io… sto…con .. ok no… non ci sto proprio insieme…”
“Stai con Malfoy? Davvero?”
“Hem… si.”
“E quando pensavi di dirmelo?”
“Non pensavo di dirlo! È già finita tanto!”
“A giudicare da questo no.” Disse accennando al bigliettino. “Harry e Ron lo sanno?”
“Si, o meglio l’hanno scoperto.”
“Scoperto? Vi hanno visti?”
“Si. Ieri sera, al lago. Mi hanno seguita col mantello e ci hanno visti mentre noi… hem…”
“Oddio santo!” esclamò portandosi una mano alla bocca, poi sorrise divertita. “Immagino la faccia di mio fratello!” continuò in una lieve risatina.
“Ginny per favore! Non mi rivolgono la parola da ieri sera! Non so che diamine fare!”
“Ok… scusa. Ma che hai detto a Malfoy? Dal biglietto sembra che ciò che gli hai detto non gli vada bene!”
“Gli ho detto che non era il caso di andare oltre…ma a quanto pare…”
“A quanto pare il nostro viscido Serpeverde si è innamorato di te!” Disse, sanza lasciarla finire.
“Eh? Ma scherzi? No dai su! Non è innamorato!”
“Oh si che lo è. Non riesco a stare senza di te. Mi sembra piuttosto ovvio, Herm”
“No…. Ti sbagli.”
“Fidati. Posso anche fraintendere ma per me è così. Comunque, per me puoi fare tutto, basta che tu sia felice. A quei due brontoloni ci penso io… vedrò di calmarli.”
“Davvero?” le chiese con gli occhi lucidi.
“Si. Non ti preoccupare!” Le rispose, sorridendo.
“Grazie mille Ginny!” Esclamò la Grifondoro, abbracciandola.
“Di niente…e adesso vai!” Disse sorridendo. Corse fuori dalla stanza, per andare a lezione.
Si sentiva come in bilico.

Era in bilico su un enorme baratro. Quando si è in bilico la cosa a cui si pensa è che si sta per cadere sul fondo.
Non lo vediamo ma c’è. Invece non si cadra, perché ci sarà sempre qualcuno ad aiutarti.


Spazio autrice
Eccomi quì!!! Questo credo sarà l'ultimo capitolo che vi posterò prima di partire.
Se ci riesco stasera anche tardi vi posto il prossimo ma non vi prometto niente...
Infatti partirò domani mattina e torno domenica pomeriggio.
erciò ci sarà un po' di ritardo nell'aggiornare la storia... spero mi perdonerete!!
Al prossimo capitolo!!! Spero che questo vi piaccia e non vi deluda!!!
Baci baci!!!

PS: ringrazio mars che mi ha seguita dal primo capitolo e ha recensito la mia FF!!!
Commentate commentate!!!

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Capitolo 7
*** Portami in Paradiso ***


Ginny le promise di parlare con Harry e Ron. Sperava che magari lei riuscisse a calmarli.
Era una speranza vana, vista la loro reazione, ma pur sempre una speranza.
Quando arrivò l’ora di pranzo si diresse furtivamente verso la Stanza delle Necessità.
Arrivò davanti l’ingresso poi eseguì il “rituale” ed entrò.
La stanza che solitamente era sempre piccolina, ma molto accogliente, stavolta assomigliava al salone di una reggia. Era ampia e luminosa, con ampie finestre.
Il pavimento era ricoperto da tappeti costosi e le pareti addobbate con quadri stupendi.
 Da una parte vi era un grande letto a due piazze e dall’altra parte dei comodi divanetti con un tavolino.
Rimase sorpresa da quella stanza così confortevole. Draco era in piedi ad aspettarla vicino ai divani.
Avanzò rapidamente verso di lei per poi prenderlà e baciarla. Le cise i fianchi con le braccia e la tirò a se.
Fu un bacio lungo, come se fosse troppo tempo che non si baciavano.
“Ciao...” disse Hermione quando si distaccò da lui.
“Ciao.” Rispose lui, con il suo solito mezzo sorriso. “Allora, che ne pensi? Ho fatto qualche modifica” continuò accennando alla stanza.
“È semplicemente stupenda, Draco. Ma sai bene quello che ti ho detto stamattina.”
“Allora, chiariamo. In queste cinque o sei ore, quante sono state, mi sono sentito nel panico perché avevo paura di non poterti mai più toccare, baciare. Perciò ho dedotto che non mi posso staccare da te. Non resisterei…” le disse, guardandola negli occhi, sorridendo.
Era un vero sorriso quello. Non gliene aveva mai rivolto uno come quello. Osservò quell’angelo che chiedeva lei, bramava solo lei.
“Ma come farò se loro non accetteranno questa nostra… relazione, se così la vogliamo chiamare?”
“Allora loro non sono tuoi amici. Se lo sono capiranno che è importante la tua felicità.” Le parole del ragazzo la fecero riflettere. In effetti aveva ragione,
“Adesso basta parlare però.” Aggiunse, baciandola.
Hermione gli mise una mano sul petto e lo spinse verso il letto, a sedere. Si mise a cavalcioni su di lui, passandogli una mano tra i capelli.
“Ti affido un compito…” Gli disse sulle labbra, mentre lo baciava. Il ragazzo sembrava sorpreso dal suo improvviso cambiamento.
“Ovvero?”
“Portami in Paradiso…” Gli disse per poi baciarlo nuovamente. Draco sorrise, compiaciuto.
“Sarà un vero piacere… “ Hermione gli sbottonò la camicia, sfiorando con le mani il suo corpo perfetto.
Per tutti quegli anni aveva avuto sotto gli occhi quell’angelo caduto dal cielo e non se ne era accorta.
Il Serpeverde insinuò la sua mano sotto la camicia di lei, lungo la schiena, attirandola a se. La giovane Grifondoro lo baciò ancora mentre si spogliava.
Lo spinse ancora, facendolo sdraiare sul letto.
“Ci hai preso gusto eh?” Disse il biondino, ridendo soddisfatto, mentre ribaltava la situazione, portandosi sopra di lei.
“Fin troppo direi” Lentamente fece scivolare le mani sui suoi seni, sui suoi fianchi, fino agli slip, che tolse delicatamente.
Hermione non si era mai sentita così bene, così libera. Non aveva freni. Era se stessa ed era un paradosso pensare che lo era con colui che odiava da tutta la vita.

****

“Sai, Hermione, ogni volta mi stupisci sempre più. Ti facevo più santarellina per essere una Grifondoro” Disse il giovane sdraiato sul letto con il lenzuolo che gli arrivava alla vita.
“Appunto. Dovrebbe esser noto il nostro coraggio… in ogni situazione” Rispose la giovane, in tono sensuale, mentre si rivestiva.
“Ohoh… ho tirato fuori una belva da quel corpo mozzafiato.” Si compiacque il biondino, ridendo.
Hermione s’infilò la gonna e raccolse la camicetta. Poi si avvicinò al letto, chinandosi su di lui per baciarlo.
“Arrrhh” Disse imitando il ruggito del leone, scoppiando a ridere. Fece per alzarsi ma Draco la prese per un braccio attirandola ancora a se.
La baciò e poi la lasciò andare. Si mise a sedere ed Hermione gli lanciò la camicia.
“Muoviti. O finisce che facciamo tardi.”
“Certo, Granger” Disse infilandosela. La Grifondoro lo fissò. Perché doveva rimettersela? Voleva contemplare ancora quella bellezza paradisiaca.
Si riscosse. Stavano ritardando e potevano esser scoperti. Finì di vestrirsi poi avvicinò il ragazzo. Lo baciò e andò via.

****

Quel giorno Hermione sembrava molto più di buonumore del solito. Anche se aveva litigato con Ron e Harry si sentiva al settimo cielo. Ginny lo notò subito.
“A quanto pare il signorino non ha rinunciato.” Le disse
“Hem.. a quanto pare no.”
“Ho parlato con quei due brontoloni. Anzi no, ho fatto un monologo. Ron era pietrificato e Harry l’ho dovuto mettere sotto camomilla!” disse ridendo la rossa. Hermione scoppiò a ridere.
“Poverini. Mi dispiace. Ammetto che come rivelazione non è stata il massimo vederci mentre… hem… facevamo sesso”
“Beh Ron è caduto in uno stato vegetativo. Credo che gli ci vorrà parecchio per riprendersi dallo schock!”
“Mi dispiace… ma che hanno detto alla fine?”
“Beh Harry alla fine ha acconsentito diciamo, anche se dopo aver bevuto tre camomille! Ron non saprei dirti… non ha parlato…”
“Capito. Beh spero si siano calmati.” Si augurò. Era ormai ora di cena e decise di scendere giù. “Io scendo in Sala Grande. Tu vieni?” le chiese.
“Ti raggiungo subito! Va pure avanti!”
“Ok!” Concluse la Grifondoro, uscendo dalla stanza. Scese nella Sala Grande, già gremita di studenti.
 Diede un’occhiata al tavolo dei Serpeverde. Ancora non c’era, così si diresse al suo tavolo. Si mise seduta, vicino a Neville.
Quando Harry e Ron scesero si accomodarono davanti a lei.
“Adesso ci mandi Ginny? Cos’è non hai più il tempo i parlare con i tuoi migliori amici?” le chiese Harry, con irritazione.
“Io ho provato a parlarvi ma il risultato è stato catastrofico! Non mi avete nemmeno voluta sentire!”
“Certo! Come potremmo sentire una che se la fa con … Malfoy… e nemmeno si degna di dircelo!” Rispose, abbassando la voce ad un sussurro affichè solo lei sentisse.
“Ve l’avrei detto! Ma voi non avreste dovuto seguirmi!” Li zittì. L’atmosfera fu piuttosto seria.
Nessuno parlò per tutta la cena. A malapena rispondevano a Neville quando rivolgeva loro la parola.

****

Passarono un paio di giorni e Harry e Ron sembravano essersi rassegnati all’idea che la loro migliore amica andasse a letto con il loro peggior nemico.
Nel frattempo i due amanti si vedevano tuttii i giorni, ovunque fosse loro possibile.
Nella Stanza delle Necessità, al Lago Nero, in Biblioteca, nelle aule in disuso. Hermione non capiva bene cosa ci fosse tra loro due ma poco gliene importava.
Un Mercoledì, nell’ora di Incantesimi, il biondino capitò al banco dietro il suo, insieme a Blaise Zabini. Hermione era invece capitata con Harry.
Mentre Vitious spiegava loro la funzione dell’incantesimo Testabolla, sul banco dei Grifondoro atterrò un fogliettino ripiegato.
Entrambi se ne accorsero e fecero per prenderlo ma Hermione fu più veloce. Riconobbe la calligrafia di Draco e tirò un sospiro di sollievo al fatto che Harry non l’avesse letto.
Lo aprì e quando lesse il contenuto sorrise.

Portami in Paradiso.

Sorrise, accartocciando il foglietto. Con molto piacere!  Pensò. Harry la guardò interrogativa poi afferò il concetto e non andò oltre.

Come una spiaggia e le onde che ivi s’infrangono si è in due.
Quando dici che sei in paradiso vuol dire che le tue labbra sono la sabbia…
E quelle della persona che ami che le onde che bagnano le tue.

Spazio Autrice:
*_* Mi sono scapicollata...anzi no... mi sono messa a scrivere come una matta leggendo le vostre recensioni per postarvi questo capitolo dato che il prossimo ve lo posterò solo lunedì!!
Perciò eccomi quì!!!! Spero vi piaccia e non vi deluda... sto escogitando tante nuove sorpresine per voi!!!!
Adesso un po' di ringraziamenti per i miei "lettori":

Per piperina: sono contenta che la FF tiu piaccia e spero che questo capitolo non ti deluda!
Per Nic91: non puoi capire che spavento mi hai fatto prendere all'inizio ma devo ringraziarti di tutti i complimenti!!! Leggerò sicuramente le tue FF!! Contaci!!
Per SiLvieTT4: sono davvero felice che la FF vi piaccia!!! Spero non ti deluderanno i capitoli successivi!!
Per mars: beh in questo capitolo hai avuto la risposta alle tue domande.... ma non vi svelerò altro... vi farò rimanere col fiato sospeso... sarà o no solo storia di sesso?^^ Sono contenta anche che vi piacciano le frasi in corsivo... all'inizio dubitavo che sarebbero piaciute...a quanto pare mi sbagliavo!!
Per FrancyChan: Si ginny è uno dei personaggi che più adoro nella FF... è l'amica per antonomasia!

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Capitolo 8
*** Tradimento ***


Hermione scese in Sala Grande il giorno seguente, a colazione. Il suo volto era radioso.
Probabilmente non si era mai sentita così libera in tutta la sua vita.
Come faceva sempre gettò uno sguardo al tavolo dei Serpeverde ma quel giorno si sentì ribollire il sangue nelle vene. 
Draco era lì, seduto su una panca, insieme a Blaise e Pansy Parkinson. Quella stupida oca si stava strusciando a lui come se niente fosse, sedendosi in braccio a lui, passandogli una mano tra i capelli biondi.
Come osava? Solo lei poteva farlo. Solo lei poteva sussurrargli all’orecchio, solo lei.
Rimase immobile sulla soglia, con gli studenti che le passavano accanto. Rimase lì come una scema a fissarlo. Si sentiva mancare.
Fissava quei due esterrefatta, con un groppo in gola, quando arrivò Ginny.
“Hermione! Hey tutto bene?” Le chiese, visibilmente preoccupata. Non le rispose.
La rossa non riusciva a comprendere poi seguì il suo sguardo fino al biondino di Serpeverde. Allora capì tutto. La prese per un braccio e la trascinò fuori.
“Hermione! Hermione… ohi. Calma calma…” le disse mentre cercava di farla riprendere. La portò fuori in giardino e la fece sedere su un muretto.
“Hey,… “ continuò ma la ragazza non rispondeva. Era come in trance. Fissava il vuoto col cuore colmo d’odio. “Herm!!!” La chiamò, scuotendola.
“Sto bene sto bene.” Disse poi. Perché ci stava così male?
In fondo si sapeva che loro due non avrebbero mai potuto stare insieme ufficialmente. Tra loro non era cambiato niente aveva detto il ragazzo, ed aveva ragione.  
“È tutto ok, tranquilla.”
“Ne sei sicura?”
“Si si sto bene.”
“Mi dispiace….”
“Non mi importa….doveva succedere prima o poi.”
“Si. Che pensi di fare?”
“Non lo so. Ci penserò.” Rispose. In effetti non aveva idea di cosa avrebbe fatto. Accennò a un sorriso poi si alzò e andarono via. 

****

Era ormai pomeriggio e il Lago sembrava deserto. Hermione era strdaiata per terra, guardando il cielo quando sentì dei passi.
Si mise a sedere voltandosi. Era lui, il Serpeverde che le faceva mancare il respiro.
“Finalmente ti ho trovata.” Le disse, con il solito tono sensuale. “Che fine avevi fatto?”
“Stavo facendo un giro.” Gli rispose freddamente.
“Perché da stamattina mi eviti?”
“Perché credevo che tu fossi troppo occupato con Pansy.” Disse, guardandolo negli occhi, con tutto l’odio che aveva in corpo. Il ragazzo sembrò sorpreso.
“Non sarai gelosa di quell’oca?!”
“No, non lo sono.”
“Allora mi spieghi questo tono?”
“Sono infastidita”
“Perché?”
“Perché sei uno stronzo ecco perché!” gli disse. Aveva parlato troppo. Perché aveva parlato, perché? Draco la guardò, avvicinandosi.
“Io sarei uno stronzo? E per quale motivo, di grazia?” la Grifondoro lo guardò poi si avvicinò puntandogli il dito contro.
“Sei uno stronzo perché non te ne può fregare niente di me! Tu mi hai fatto credere che ra noi c’era qualcosa, anche se solo sesso e poi mi hai gettata via mentre ti divertivi con Pansy! Sei solo uno stronzo!”
“Io non mi divertivo con Pansy. È una troia e sai bene che non la sopporto.”
“No non lo so, Draco! Da ciò che ho visto oggi non sembrava!”
“Io non volevo che lo facesse.”
“Però l’ha fatto!” Esclamò. Non ce la faceva più. Sentiva che stava per crollare.
Si mise seduta per terra, senza riuscire a guardarlo in faccia. “Ho sbagliato a fidarmi di te.” Disse guardandolo negli occhi, mentre una lacrima rigava inesorabilmente il suo viso.
“Senti ma io che dovrei fare? Noi due mica stiamo insieme!”
“Non è vero! Vieni a letto con me da due settimane e noi non stiamo insieme?”
“No! Non in pubblico almeno!”
“Sai che ti dico? Mi hai stufato.” Disse mentre si alzava, adesso seria, decisa. “Vaffanculo.” Gli disse per poi andar via, lasciandolo lì da solo.

****
Tornò in Sala Comune, piangendo. Perché si sentiva così? In fondo Draco aveva ragione.
Loro non stavano insieme e non potevano starci. Camminava lentamente, trascinandosi fino al ritratto della signora grassa.
Recitò la parola d’ordine ed entrò, ancora persa nei suoi pensieri. Ron e Harry erano seduti su un divanetto.
Quando la videro capirono al volo che c’entrava Malfoy.
“Hermione! Che succede?” Chiese Harry.
“Niente. Non vi preoccupate” Rispose, asciugandosi gli occhi.
Poi abbozzò un sorriso e andò in camera sua. Ron la guardava, triste.

Salì di sopra e si buttò sul letto. Pianse a lungo, da sola nella sua stanza.

Ricordati di me, questa sera che non hai da fare,
e tutta la città è allagata da questo temporale
e non c'è sesso e non c'è amore, ne tenerezza nel mio cuore.

Guardava il soffitto, con gli occhi lucidi e gonfi. Quel ragazzo non si rendeva conto di quanto facesse male.

Capita anche a te di pensare che al di là del mare
vive una città dove gli uomini sanno già volare,
e non c'è sesso senza amore, nessun inganno nessun dolore,
e vola l'anima leggera.

Cercò di calmarsi ma era difficile. Troppo difficile.

Sarà quel che sarà, questa vita è solo un'autostrada,
che mi porterà alla fine di questa giornata,
e sono niente senza amore, sei tu il rimpianto e il mio dolore
che come il tempo mi consuma.

Bussarono alla porta. subito dopo una giovane ragazza dai capelli rossi fece il suo ingresso.
“Hey Herm… tutto bene?” Le chiese Ginny, accennando ad un sorriso. Vide le lacrime e subito si avvicinò.
“Ci sto troppo male Ginny. Non è possibile.”
“Si invece. Herm, forse tu… lo ami” A queste parole la Grifondoro si mise a sedere.
“E credo che tu non sia la sola ad aver fatto male i conti… “Aggiunse. La prefetta la guardò con aria interrogativa. “Ho sentito Blaise dire che Draco è furioso. Non vuole vedere nessuno per nessun motivo. Dicono che una ragazza ne è la causa.” Spiegò la giovane.

Lo sai o non lo sai, che per me sei sempre tu la sola,
chiama quando vuoi, basta un gesto forse una parola,
che non c'è sesso senza amore, è dura legge nel mio cuore,
che sono un'anima ribelle.

Hermione la guardò, esterrefatta. Si erano innamorati? Tutti e due? Aveva fatto male i conti col destino che unisce e divide le persone.
“Herm, tu sei quella ragazza!”
Le parole di Ginny risuanavano così belle alle sue orecchie.

Ricordati di me, della mia pelle, ricordati di te com'eri prima,
il tempo lentamente ti consuma.
Ma non c'è sesso e non c'è amore, ne tenerezza nel tuo cuore
che raramente s'innamora.
Ricordati di me, quando ridi, quando sei da sola,
fidati di me, questa vita e questo tempo vola.

Spazio Autrice:
Eccomi quì!!! Appena tornata dalle vacanze|! Ho subito aggiornato!
Ragazze voglio ringraziare tutte voi che avete commentato... vi giuro non so davvero come ringraziarvi!!
Quando ho letto le recensioni stavo con i lacrimoni agli occhi...
Spero che anche questo capitolo vi piaccia... è un po' un colpo di scena nella storia... ma spero davvero che non vi deluda!!!
Scusate se non vi ringrazio uno per uno ma non ce la faccio! Continuate a postare mi raccomando!!!
Grazieee!!! *__* Baci a tutti!!!

CREDITS: la canzone che ho usato è Ricordati Di Me di Antonello Venditti. .... mitica!

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Capitolo 9
*** Avarizia ***


La mattina seguente Hermione era scesa a colazione come al solito. Aveva guardato verso il tavolo delle Serpi e avev visto Draco che bruscamente spigeva via Pansy.
“Ehi Draco, ma che ti succede?” gli aveva chiesto la Serpeverde.
“Vattene Pansy, non è giornata” le aveva risposto freddamente il biondino. Quando vide la scenetta il suo cuore fece un tuffo.
Allora forse Ginny aveva ragione. Si era seduta al tavolo dei Grifondoro e aveva fatto colazione e poi si era diretta a lezione.
Quando uscì dall’aula di Trasfigurazione, all’ultima ora, si avviò al lago.
Con lo sguardo cercò Draco e lo trovò seduto su una radice con l’amico Blaise.
Sembrava di pessimo umore. Mentre passava si fermò da lonano a osservarlo. Il biondino alzò lo sguardo, notandola.
Fece per alzarsi ma Ginny subito le si parò davanti, e si rimise a sedere.
“Hermione! Eccoti finalmente! Seamus ha organizzato una bella festicciola sai?” le disse, euforica.
“Che? Ma è contro le regole, Ginny, lo sai!”
“Si ma devi venire!”
“Non posso. E in teoria nessuno potrebbe!”
“No. Tu puoi e devi.” Le disse poi si avvicinò al suo orecchio e le disse a bassa voce: “Verrà anche il tuo Serpeverde…”
Hermione la guardò, indecisa.
“Sono stati invitati alcuni studenti di altre casate e lui non poteva mancare! Dai Herm! Che ti costa!” la supplicò quasi.
La Grifondoro era sempre più indecisa. Guardò oltre la ragazza verso Draco. Le stava guardando. Chissà che aveva in mente.
“E va bene. Dove la fa?” Disse infine. Ginny fece un salto.
“Perfetto! Nella stanza delle necessità! Stasera alle ventidue ti voglio trovare prnta in camera tua! Capito?”
“Capito. Ora vado. Ci vediamo!” La salutò.
“Ci vediamo!” Rispose l’altra. Dopodichè si allontanò. Draco era rimasto seduto, mentre lei era andata a chiacchierare con Harry e Ron.

****

Per tutto il giorno Draco non si fece vivo e lo capiva anche. Arrivò la sera ed Hermione si stava preparando quando
Ginny fece come sempre irruzione in camera sua.
“Ti vuoi vestire così?” le chiese un po’ perplessa. Infatti la riccia Grifondoro indossava una gonna a balze azzurra e una magliettina nera, non molto scollata.
Ai piedi aveva un paio di ballerine nere e per concludere portava un trucco leggero.
Era il completo opposto di Ginny, che indossava un vestitino rosa con una scollatura piuttosto profonda e delle scarpe con il tacco, seppure basso.
“Hem… si.” Rispose la ragazza. La rossa la guardò poi andò all’armadio. Lo aprì e cominciò a guardare i vestiti.
“Vediamo se troviamo qualcosa di meglio. Vediamo… questo potrebbe andare!” disse tirando fuori una minigonna nera e un top all’americana verde scuro. “Mettitelo!”
Hermione obbedì anche se un po’ scettica. Andò in bagno, si cambiò e poi uscì fuori.
“Perfetta!” Disse Ginny.
“Sei sicura? Non ti sembra troppo?”
“Assolutamente no! Forza andiamo se no facciamo tardi!” Disse la giovane, trasvinandola fuori dalla stanza.

****

Hermione e Ginny raggiunsero Harry e Ron e insieme si avviarono alla festa.
“Ma come ti sei conciata Hermione? Vuoi per caso gridare al mondo che sei cambiata perché vai a letto con que viscido Serpeverde?” Le disse Ron mentre si avviavano, a bassavoce.
“Che rompiscatole che sei Ron! Lasciala in pace!” Gli rispose Ginny, seccata.
Cercarono di fare meno rumore possibile anche se Ron continuava a parlare, sconcertato.
Quando arrivarono la porta si materializzò davanti a loro, come faceva sempre. Hermione fu scossa da un brivido.
Ormai in quella stanza ci entrava solo per stare con il suo Serpeverde.
Adesso era un locale abbastanza ampio, nella penombra, illuminato solo da candele sparse qui e lì.
Si guardò intorno. Il locale era gremito di studenti seduti sui divanetti o a ballare in pista. Venne loro incontro Seamus, con una bottiglia di wisky incendiario in mano.
“Ciao Seamus! Bella festa!” Disse Ginny, che sembrava trovarsi perfettamente a suo agio al contrario degli altri tre.
Hermione scrutò tutti i presenti ma non trovò il suo angelo.
“Grazie! Accomodatevi pure! Wisky?” Chiese rivolto ai quattro.
“No grazie.” Rispose il Trio all’unisono.
“Si ok un pochino!” Disse invece Ginny.
“Non dovresti berlo sai?” Protestò Ron.
“E smettila di fare il brontolone! Divertiti!” Rispose, per poi andare via con Seamus.
I tre rimasero lì da soli, a guardarsi intorno. Ad un tratto qualcuno le mise le mani sui fianchi.
“Dov’eri finita, Granger?” Le sussurrò all’orecchio la stessa persona. Si voltò di scatto e riconobbe il biondino di Serpeverde, Draco.
Ron e Harry li fissarono e in particolar modo Draco, gettandogli occhiate colme d’odio. Il ragazzo, in risposta, attirò a se la Grifondoro, cingendola la vita con i fianchi.
Sul suo volto era dipinto un ghigno soddisfatto.
“Che vuoi?” Chiese Hermione.
“Parlarti. Non qui, in privato” Rispose quello. Poi la portò via, lanciando un’ultima occhiata ai due amici.
La trascinò in un angolino ben nascosto e la mise spalle al muro.
Non le diede nemmeno il tempo di parlare che la baciò prima le labbra, poi il collo, il petto.
“Non mi importa se devo mandar via quella troietta. Basta che posso averti” Le disse mentre la baciava.
Appoggiò una mano contro il muro, all’altezza dei suoi occhi e l’altra la fece risalire lungo le gambe e i fianchi.
“Smettila! Non qui! Vuoi che ci scoprano!”
“Chi se ne frega.” Rispose, continuandola a baciare, ma la ragazza lo allontanò.
“Tu manderesti via Pansy?” Gli chiese, guardandolo. “Davvero?” Aggiunse, un po’ incredula. Sperava tanto in un si. Ad ogni suo tocco poteva sentirsi sempre più vicina al Paradiso.
“Si.” Rispose lui. A quelle parole la ragazza si avvicinò e lo baciò. Lo attirò a se e gli passò una mano tra i capelli biondi, mentre lo baciava.
“Non posso stare senza di te” le disse il Serpeverde mentre le sbottonava la camicetta e la spingeva sempre più contro il muro.
Hermione non gli rispose. Lo baciò ancora mentre il ragazzo la prendeva, lì in quell’angolino.
I loro respiri affannati, irregolari erano coperti dalla musica altissima.
Nessuno si accorse di quei due, apparte un paio di Grifondoro, che sotto un mantello dell’invisibilità osservavano la scena, sconcertati, sconvolti, schifati, allibiti.

L’Avarizia è tra i sette peccati.
Ma non è avaro solo chi non vuol donare ciò che ha…
Avaro è anche colui che non vuol perdere la persona che ha trovato.


Spazio Autrice:
Eccomi quà!!! Ho postato il capitolo successivo!!!! Spero che anche questo vi piaccia!
Vorrei ringraziare mars e SiLvIeTT4 che hanno recensito ancora una volta e anche Hermione17!!
Spero che questo chappy non vi deluda,.... ce la sto mettendo tutta!!!!
Baci a tutti!!! Aggiornerò presto!!!

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Capitolo 10
*** Ti amo ***


Era mattina ormai. Hermione si svegliò nel suo letto dopo una nottata “focosa” passata col suo Serpeverde. Era incredibile come riuscisse a cambiare opinione su di lui. Un momento lo odiava, il momento dopo lo amava alla follia. Le veniva in mente una vecchia canzone babbana “Ti amo”…

ti amo
se viene testa vuol dire che basta lasciamoci.
ti amo, io sono, ti amo, in fondo un uomo
che non ha freddo nel cuore, nel letto comando io
ma tremo davanti al tuo seno,
ti odio e ti amo,
è una farfalla che muore sbattendo le ali


Si sistemò un po’ e poi scese in Sala Comune, per poi andare a fare colazione. Mentre scendeva le scale riconobbe la voce dei suoi due migliori amici. Si fermò, acquattandosi dietro una colonna.
“Oddio ma perché ti sei fatto venire in mente quell’idea così orrende ieri sera, Harry!”
“Credevo stessero litigando! L’hai vista come stava gli ultimi giorni no?”
“Si ma a quanto pare non stavano litigando!! Li hai visti!! Tutti avvinghiati… oddio…” Disse ron, scosso da un brivido.
“Si… preferisco non ricordare la scena, grazie!”
Li avevano visti! Li avevano visti mentre lo facevano! Era la seconda volta che li seguivano sotto il mantello. Fu invasa dalla rabbia. Li avrebbe schiantati volentieri ma stavolta voleva fargliela pagare. Ma in che modo?
“Io non capisco perché debba stare con Malfoy!! È Malfoy diamine! Un mangiamorte! Suo padre è ad Azkaban! Come può stare con lui!”
“Ron, io ne so meno di te. Voglio che lei sia felice ma non credo che lo sarà con quel viscido Serpeverde!”
Aveva sentito abbastanza. Fece rumore con le scarpe, facendo finta di scendere. I due si zittirono all’instante. Li raggiunse e li salutò, sorridente, come se niente fosse.
“Buongiorno. Vado a fare colazione. Voi venite?”
“Hermione! Ah no, hem, aspettiamo ancora un pochino.”
“Ok” Rispose loro. Fatto ciò uscì e iniziò a correre verso la Sala Grande.

****

“Non ci credo! L’hanno fatto di nuovo?” esclamò Ginny, a cena, quando Hermione le raccontò degli amici.
“Si Ginny. Voglio fargliela pagare stavolta ma non so come! Dammi un’idea!” la supplicò la riccia Grifondoro.
“Non ti saprei dire, Herm. Magari un bell’incantesimo… uhm… vediamo…” Disse la ragazza, con aria pensierosa.
“Un’incantesimo?”
“Si. Non so… potremmo chiedere a Fred e George! Loro di sicuro sanno cosa usare per un bello scherzetto!” Spiegò la Grifoncina ma poi si bloccò. Era appena planato un gufo davanti ad Hermione. Lo riconobbe immediatamente. Era quello di Draco. In un secondo la lettera era già stata aperta e letta.

Stasera sarà una serata speciale. Vieni al Lago alle 22.
Stavolta non ci saranno interruzioni dei tuoi amichetti.
Vieni. Non accetto scuse.
Draco.

PS: vestiti elegante.

Ginny la guardò poi prese la lettera. La lesse rapidamente.
“Sembra si prospetti una bella serata!” esclamò, sorridendo, divertita. “Tu vai. A quei due ci penso io. Li terrò buoni.” La rassicurò facendole l’occhiolino.
“Grazie Ginny, sei davvero un’amica!” Rispose, abbracciandola, poi si alzò e andò via.

Salì su in camera sua, per prepararsi. Mancava un’oretta. Passò la maggior parte del tempo davanti all’armadio a scegliere dei vestiti. Aveva detto di vestirsi elegante, ma non aveva molti completi di quel genere. Alla fine dopo una lunga selezione optò per un vestitino rosso, abbastanza attillato con uno scollo quadrato. Ai piedi calzò un paio di decoltè nero con un tacco modesto.
Sotto indossava un completino intimo di pizzo rosso. Voleva essere perfetta il più possibile. Si sistemò i capelli e uscì. Era quasi in ritardo. Corse fuori del castello, cercando di non farsi vedere.
Quando arrivò al Lago iniziò ad aggirarsi, furtivamente, cercando il suo principe.
“Sempre più bella” disse una voce alle sue spalle. Si voltò e lo vide appoggiato ad un albero. Indossava una camicia nera e un paio di pantaloni anch’essi neri. Era una visione celestiale.
“Anche tu non sei da meno” gli rispose, sorridendo e avvicinandosi a lui. Il ragazzo avanzò verso di lei e la baciò, dolcemente.
“Come mai mi hai fatta vestire elegante?” Chiese la Grifondoro, curiosa di sapere cosa si era inventato stavolta Draco.
“Perché ho una sorpresa per te… ma dopo saprai cos’è….”
“Uffi… dai.. dimmelo! Sono curiosa!”
“A tempo debito saprai tutto…” le disse, misteriosamente. Dopodichè la condusse verso la riva. Con un colpo di bacchetta fece apparire una coperta sull’erba e si sdraiò lì. Hermione fece lo stesso.
“Stasera non voglio interruzioni dai tuoi amici… se vengono sarò pronto a schiantarli…” disse ridendo. Era una risata quella che sentiva? Si. Ed era di Draco Malfoy.
“Sai… oggi li ho sentiti di nascosto in Sala Comune,… hem.. loro.. ieri sera ci hanno visti… da sotto il mantello…”
“Che cosa? Ma sono dei pervertiti per caso?” esclamò seccato.
“Beh… spero abbandonino questo vizio!”
“Lo spero…anche se è divertente immaginare la faccia di Weasly mentre ci vede a far sesso!”
“E dai! È terribilmente imbarazzante!” lo riprese, guardando le stelle.
“Beh se continuano dovremo farci l’abitudine!” Disse divertito. Poi si girò dall’altra parte. Vide che agitava la bacchetta, mormorando qualcosa.
“Voltati.” Le ordinò sorridente. La Grifondoro obbedì. Abbassò lo sguardo e il ragazzo le mise al collo una catenina d’oro bianco con un ciondolino a forma di H di diamanti.
“O mio Dio… è stupendo!” Esclamò portandosi una mano alla bocca, senza parole. Si voltò e guardò il volto felice del ragazzo. Lui la baciò e le sussurrò all’orecchio: “Ti amo”.
In quel momento le parve di svenire. Le aveva detto ti amo. lo guardò, con un misto di sorpresa e di felicità. Non sapeva nemmeno che rispondergli. Il ragazzo intuì la sua sorpresa e la baciò nuovamente, ma lei si ritrasse.
“Draco… io.. io non so che dire… questo era l’ultima cosa che mi aspettavo da.. noi due…” gli disse. Era vero infatti.
“Non voglio una risposta. Te lo dovevo dire, ma non mi serve che mi rispondi…” la ragazza aveva quasi le lacrime agli occhi. Lo baciò poi gli sussurrò all’orecchio anche lei.
“Ti amo, Draco. Ti amo.”


ti amo
se viene testa vuol dire che basta lasciamoci.
ti amo, io sono, ti amo, in fondo un uomo che non ha freddo nel cuore,
nel letto comando io ma tremo davanti al tuo seno,
ti odio e ti amo,
è una farfalla che muore sbattendo le ali

Spazio Autrice:
Eccomi quà con uno degli ultimi capitoli... ho intenzione di scriverne solo altri due o tre massimo... perchè credo che la storia man man sia completa!
Spero come sempre che non vi deluda e che vi piaccia il capitolo... La canzone è la famosa "Ti amo" di Umberto Tozzi... ma ora passaiamo ai ringraziamenti... perchè voi non potete capire quanto sia bello e sopratutto stimolante ricevere tanti commenti...
Perciò... bando alle ciance:

X SiLvIeTT4: magari ci fossi stata io al posto suo!!! XD Mentre scrivevo già mi immaginavo appoggiata alla parete con lui... *_* Spero che questo chappy ti piaccia!!! Baci!!

X
mars,: Si devo dire che quei due non sanno proprio farsi gli affari propri!!!!!!!! Mamma mia... tremendi!!! ma si vendicherà la cara Hermione!!!! Baci!!!

X Eowyn 21 10: Grazie sono davvero contenta che ti piaccia!!!! è difficile gestire un personaggio come Hermione o come Draco senza renderlo banale!!! Spero di non deluderti!!! Bacioni!

X
Kagome 13: Eccoti accontentata!!! Quei due sono perfetti l'uno per l'altro e finalmente sembrano essersene accorti!!!! Baci!!!

X
pai80: Oddio...credo che poverini non si divertano... però capitano sempre lì!!!! XD Comunque sono contentissima che la FF ti piaccia!!! Aggiornerò presto!!! Baci!!

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Capitolo 11
*** Afrodisiaco ***


Passarono i giorni e il rapporto tra i due amanti si andò sempre più solidificando. Adesso sapevano che non era solo sesso… era qualcosa di più. Loro si amavano anche se nessuno lo sapeva.
Hermione scese a colazione presto quel Lunedì mattina. Stranamente trovò già al tavolo dei Grifondoro Harry.
“Buongiorno! Come mai già in piedi?” Chiese sorridendo.
“Beh… ecco… hem… diciamo che stanotte non ho dormito molto.” Rispose anche se con fare vago.
Ma la Grifondoro intuì che c’era dell’altro e aveva un’ipotesi in mente, che fu subito confermata dall’arrivo di Ginny. La giovane studentessa si avvicinò a Harry, sorridendo, per poi abbracciarlo e sedersi in braccio a lui.
Si scambiarono uno sguardo che lasciava intendere a cinquanta metri di distanza che stavano insieme.
“Buongiorno Hermione! Buongiorno….” Salutò prima la Prefetta poi il suo ragazzo.
“Mi sa che c’è qualcosa che non so!” Esclamò la Grifondoro.
“Hem.. si ma ti spiegherò tutto dopo, ok?” Le rispose il moro, sorridendo.
Lo guardò divertita ma non indagò oltre.. “Ok.. allora forse è meglio che vi lasci soli”. Disse, afferrando una brioche e andando via.

****
“Hermione!” La chiamò Harry. Aprì gli occhi. Si era addormentata sotto una quercia al Lago Nero.
Evidentemente tutte quelle notti senza dormire si stavano facendo sentire.
“Ciao Harry!”
“Ciao… beh senti… te lo volevo dire prima ma è arrivata Ginny e non potevo raccontare…”
“Tranquillo! Ma dimmi un po’ che avete combinato!”
“Beh.. ecco… ieri sera dopo il festino di Seamus sono tornato in camera mia e… ecco… ho trovato Ginny sul letto… e diciamo… hem…” Iniziò a dire il ragazzo, evidentemente molto imbarazzato. “Beh… diciamo che… hem mi ha baciato.. e io ho baciato lei… e il resto lo puoi immaginare!” Concluse, tirando un sospiro di sollievo. Gli occhi di Hermione brillarono.
“Oddio Harry!! Sono così contenta per voi due!” Esclamò abbracciandolo e seppellendolo nella sua massa di capelli ricci.

Sembravano entrambi felici mentre chiacchieravano e si abbracciavano. Ma un Serpeverde, non molto lontano da loro li osservava con odio.
Quel lurido Grifondoro aveva osato toccarla, aveva osato abbracciarla. Non sapeva bene il perché ma era stato sormontato dalla gelosia.
La sua Grifondoro non poteva esser toccata da nessuno all’infuori di lui. Era sua e doveva farglielo capire.
Si guardò intorno. Al Lago non c’era nessuno. Era perfetto per attuare il suo piano. Si alzò e avanzò verso di loro, con passo deciso, svelto.

“Draco!” disse la Grifondoro, vedendolo arrivare. Ma il Serpeverde non disse nulla. Si limitò a chinarsi su di lei, baciandola come mai aveva fatto.
Poi iniziò a baciarla sul collo, cingendola con le sue braccia ed attirandola a se. Non si curò minimamente di Harry, che li guardava allibiti.
“Draco! Draco… dai.. no dai per favore non qui!” Cercò di fermarlo Hermione, un po’ imbarazzata.
“Non sarà Potter a infastidirti?! Tanto ci ha visti far ben altro…” Le rispose con un ghigno, mentre le infilava una mano sotto la gonna. Hermione sorrise, anche se cercava di fermarlo.
Harry li osservava a metà tra l’imbarazzo e la rabbia.
“Che c’è Potter? Mai fatto con una ragazza?” Chiese il biondino, più che soddisfatto, mentre faceva scivolare la sua mano sul seno della ragazzo, baciandola.
“Draco! Draco no no dai no! Draco per favore!” Continuò la ragazza anche se in fondo non le dispiaceva. Harry strinse i pugni. Avrebbe voluto picchiarlo ma sapeva che Hermione non l’avrebbe perdonato. Così senza dire una parola si alzò e andò via, fremente di rabbia.
Quando si fu allontanato il biondino si scostò dalla Grifondoro.
“Draco! Ma che t’è preso? Potevano vederci! E poi perché davanti a Harry!” Lo rimproverò lei, sistemandosi la divisa.
“Beh… ci ha visti fare cose ben peggiori insieme al suo amichetto… sopravviverà. E poi non dirmi che non t’è piaciuto…” Disse con un ghigno che la faceva impazzire.
Lo guardò per ribattere ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.
“Combattuta tra il lato buono e quello oscuro…” Proseguì divertito. Poi la baciò e andò via.


Quel pomeriggio Hermione iniziò a cercare Harry dappertutto, dopo che non l’ebbe visto a pranzo. Lo trovò in Sala Comune, mentre era intento a baciare la sua Grifondoro. Non voleva disturbarli ma era necessario chiarire dopo quello spiacevole fatto.
“Harry… Ginny… ciao. Hem scusatemi, non volevo disturbarvi… ma ho bisogno di parlarti” Disse rivolta al ragazzo. Questi subito si scurì.
“Riguardo a cosa? Non voglio parlare di stamattina”
“Io si, invece! E se non vuoi venire con me lo farò davanti a Ginny… non ho segreti per lei, e lo sai” Lo minacciò. Sapeva che non voleva parlare di quell’avvenmento davanti a lei.
“Ok! E va bene!” Acconsentì alla fine, alzandosi. La giovane lo prese per un braccio e lo portò fuori dalla Sala Comune.
“Mi dispiace” Gli disse.
“Ti dispiace? Non mi è sembrato che ti dispiacesse oggi quando stavate quasi facendo sesso davanti a me!” Sbottò lui, irritato.
“Invece mi dispiace! Senti, per favore..dimentichiamo l’accaduto! Per favore!” Lo pregò. Non voleva che continuasse a rinfacciarglielo.
“E va bene.” Disse, sbuffando. Poi tornò dentro la Sala.


Quella sera Hermione entrò nella Stanza delle Necessità, dove aveva appuntamento col suo biondino.
Quando la porta si materializzò l’aprì ed entrò all’interno della stanza che aveva la sembianze di una camera da letto.
Draco era seduto su un divanino di velluto nero. Era stupendo, come sempre. Le gambe accavallate e un braccio poggiato sul bracciolo. Aspettava solo lei. Indossava la divisa dei Serpeverde.
Quando la vide entrare le sorrise e le fece cenno di raggiungerla. La Grifondoro non esitò un secondo e lo raggiunse velocemente. Si sedette in braccio a lui, baciandolo. Gli sorrise, mentre il ragazzo la faceva adagiare sul divano. Si chinò su di lei per baciarla nuovamente. Con una mano iniziò a sbottonarle la camicetta bianca.
“Vedo che non perdi tempo” Disse la ragazza, sorridente, passandogli una mano tra i capelli biondi.
“E come potrei… dopo stamattina ho una voglia matta di te.”
“Perché l’hai fatto? Harry momenti non mi parlava più!” Gli chiese, cercando di far luce sull’accaduto, tornando seria. Il ragazzo si fermò.
“Diciamo che volevo far rodere Potter. Da quando sto con te l’ho fatto incazzare troppo poco…” Disse con aria divertita. Hermione gli imbruttì ma poi non riuscì a continuare la farsa. Sorrise, mordendosi poi un labbro. Il ragazzo colse al volo l’occasione e la baciò ancora, continuando a sbottonarle la camicetta.
“Sei il mio afrodisiaco…” Gli disse la Grifondoro, susaurrando al suo orecchio.
“Ah davvero?” Chiese lui con aria divertita. Si avvicinò al suo orecchio poi le rispose in un sussurro “Perché ancora non sai di cosa sono capace…” Disse con un ghigno. Semrava aver raccolto la sfida. La baciò delicatamente sul collo, facendola impazzire. Ad ogni suo tocco si sentiva avvampare come mai in quelle settimane. Era anche meglio di un afrodisiaco. Era come una droga….

If you want to fall in love with somebody
With an aphrodisiac, your heart goes piddle-pat
Don't do nothing, just relax with an aphrodisiac

** FINE **.

Spazio autrice!!!
Salve a tutti!!! Mi scuso con tutti per il tempo che vi ho fatto aspettare ma tra vacanze e altro non ho avuto tempo di scrivere!!!
Mi scuso con tutti!!
Così finisce la FF-... spero che vi piaccia!!!! Commentate mi raccomando!!!
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita fin quì!! Grazie davvero di cuore!!!!
Ginevra XD

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