Aphrodisiac di Ginevra Turner (/viewuser.php?uid=27875)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tentazioni ***
Capitolo 2: *** Il frutto della dannazione ***
Capitolo 3: *** Tra Inferno e Paradiso ***
Capitolo 4: *** Angelo ***
Capitolo 5: *** Giudizio Finale ***
Capitolo 6: *** In bilico ***
Capitolo 7: *** Portami in Paradiso ***
Capitolo 8: *** Tradimento ***
Capitolo 9: *** Avarizia ***
Capitolo 10: *** Ti amo ***
Capitolo 11: *** Afrodisiaco ***
Capitolo 1 *** Tentazioni ***
Era il sesto anno per il Trio più famoso di Hogwarts.
Quell’anno, passato a divertirsi senza pensare che
l’anno successivo sarebbe stato l’ultimo, Hermione
l’aveva considerato uno dei più belli. Almeno fino
ad ora. La nostra storia infatti inizia a Maggio.
Vi chiederete perché vi racconto solo degli ultimi mesi di
scuola, invece che di tutto l’anno. Ebbene questi due mesi
ebbero un particolare significato per la giovane Grifondoro.
Ma non voglio svelarvi altro, poiché lo saprete
più in là.
****
Hermione si svegliò più assonnata che mai quella
mattina. Non era riuscita a chiuder occhio tutta la notte.
Il perché lo sapeva. Erano un po’ di giorni che
aveva sorpreso il Serpeverde più odiato e temuto della
scuola a fissarla.
Non era riuscita a trovare un motivo del suo comportamento. Malfoy
l’aveva sempre odiata, l’aveva sempre ritenuta
un’indegna mezzosangue da evitare.
Quel suo strano comportamento invece l’aveva sorpresa. Una
volta l’aveva scoperto in Biblioteca, poco lontano da lei, a
fissarla con quei suoi occhi argentei.
Aveva alzato lo sguardo ma non era riuscita a tenerlo ed era stata
costetta a riabbassarlo. Quegli occhi erano riusciti a trapassare ogni
sua difesa.
Si sentiva strana, ma più che altro preoccupata. Si poneva
tante domanda a cui non riusciva a dare una risposta.
Si mise a sedere sul letto, ancora rimuginando su questi pensieri, i
capelli tutti arruffati e il pigiama rosso un po’ stropicciato.
S’infilò le pantofole di stoffa e si
alzò in piedi.
O mio
Dio…devo darmi una sistemata…pensò
guardandosi allo specchio.
****
Scese in Sala Grande puntuale come sempre, perfettamente vestita e
pettinata, con la spilla di prefetto appuntata sulla divisa.
Si diresse subito al tavolo dei Grifondoro dov’erano seduti i
suoi migliori amici di sempre: Harry e Ron.
“Buongiorno…” Li salutò
cercando di nascondere la stanchezza, sedendosi.
“Buongiorno!” Risposero quasi in coro. Entrambi
erano intenti a mangiare poi Ron volse lo sguardo in direzione del
tavolo di Serpeverde.
“Hai visto quel viscido Serpeverde? Suo padre gli ha regalato
la nuova Nimbus 2006. Guarda come si mette in mostra! Dio quanto vorrei
fargli spuntare tanti di quei brufoli da farlo scomparire!”
esclamò, irritato.
Hermione si volse per guardarlo. Era in piedi vicino al suo tavolo,
dov’era appoggiata la scopa nuova di zecca.
Impeccabile in ogni suo aspetto, affascinante come non mai.
Si passò una mano nei capelli portando le labbra in un
ghigno soddisfatto mentre sfoggiava la sua Nimbus 2006.
Ma che cosa vado a pensare! Malfoy non è bello! È
solo… è solo…dannatamente
bello…pensò. Poi si riscosse. Era
Malfoy diamine! Non ci capiva più niente!
Doveva odiarlo non pensare quanto fosse bello!
“Hei tutto bene, Herm?” Le chiese ad un tratto
Harry. Cadde dalle nuvole al suo nome.
“Eh? Ah si si… tutto bene… ho solo
dormito un po’ poco stanotte.” Rispose distratta.
“Ah! Come mai?”
“No niente… un gufo fuori della
finestra…” Rispose vaga. Non poteva certo dirgli
di Malfoy! Anche se nemmeno lei era sicura di ciò che
pensava. Non ci capiva molto.
Harry stava per risponderle ma una voce alle sue spalle lo
interruppe.
“Allora, Potter, non ti piace la mia nuova scopa? Non ti ho
visto in fila tra i perdenti che mi chiedevano di farci un
giro…cos’è ti eri perso?”
Hermione si voltò.
Era Malfoy con il suo solito modo strafottente. Lo osservò,
irritata poi incrociò il suo sguardo. Sent un tuffo al
cuore.
Era diverso dallo sguardo che aveva sempre avuto con lei.
“Tappati la bocca, Malfoy!” Rispose Harry che
evidentemente si stava trattenendo parecchio. Hermione
continuò a fissarlo.
“Che c’è Granger? Vuoi farci un giro? Lo
Sfregiato non ti fa salire sulla sua? O forse il Re è
geloso?” Le disse, tornando a guardarla con disprezzo.
Non gli rispose, non era certa di farcela, si limitò a
girarsi e ignorarlo. Lui si abbassò leggermente su di lei.
“Sarebbe più geloso se il giro lo facessi sulla
mia di scopa… eh?” Gli disse
all’orecchio, in modo terribilmente sensuale. Si
voltò a guardarlo, irritata.
“Vattene Malfoy! Non ti vogliamo qua!” gli disse
con il suo tono da coraggiosa Grifondoro. La guardò, con una
faccia da prendere a schiaffi.
Poi si allontanò e andò via.
“Che ti ha detto?” Le chiese Ron.
“Niente. È un idiota! Mi ha fatto passare
l’appetito!” gli rispose alzandosi.
Sarebbe più
geloso se il giro lo facessi sulla mia di scopa… eh?
Ripensò alle parole di Malfoy.
Ma perché le aveva detto quello? Era sempre più
confusa, quasi tentata
dalle parole del Serpeverde.
La tentazione
è ciò che più caratterizza
l’uomo. Senza di essa non sarebbe ciò che
è, poiché l’angelo conosce il santo ma
non il peccato e il demone il peccato ma non il santo. L’uomo
invece, conosce santo e peccato e non sa quale scegliere. Non
sceglierà mai, perché se scegliesse non sarebbe
più un uomo.
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Capitolo 2 *** Il frutto della dannazione ***
Quella mattina i tre andarono a lezione, come sempre. Tutto sembrava
tranquillo, normale.
A pranzo Malfoy continuò a tessere le lodi della sua
famiglia, che gli aveva comprato quella scopa costosissima.
Ma il trio non se ne curò più di tanto. Il
pomeriggio furono ancora impegnati con le lezioni, ma Hermione non
riusciva proprio a seguire.
Ascoltava la McGrannit che parlava delle Metamorfosi nel
mondo antico, prendendo appunti distrattamente.
La sua testa era altrove. Due banchi più dietro il biondo di
Serpeverde sghignazzava con Tiger e Goyle.
Ogni tanto, la Grifondoro si voltava, scuotendo la testa in segno di
dissenso, ma subito tornava a fissare il suo foglio, per paura di
incrociare nuovamente il suo sguardo.
****
Quel pomeriggio, verso le sei, la Biblioteca era piuttosto affollata.
vi era un mormorio sommesso di sottofondo mentre Hermione cercava di
studiare Pozioni.
“Ma perché Piton deve inventarsi sempre pozioni
più assurde per tormentarci?!” Esclamò
Ron chino su una pergamena da mezzora.
“Ron, non si inventa le pozioni! Ti serviranno!
Perché non lo vuoi capire?” Ribattè
Hermione sottovoce.
“A cosa potrebbe mai servirmi la pozione disinfestante contro i
ratti della Foresta Nera?” Chiese con sarcasmo.
“Oddio Ron! Smettila di lamentarti!” Lo
rimbeccò Hermione. Alzò lo sguardo, per vedere
chi altro c’era, in quella Biblioteca così
affollata.
D’un tratto le si gelò il sangue nelle vene.
Malfoy era appoggiato ad uno scaffale con una spalla, le braccia
conserte, che la fissava.
Incrociò il suo sguardo per poi riabbassarlo in men che non
si dica sulla sua pergamena. Doveva uscire di lì! Si sentiva
terribilmente osservata.
“Scusate ragazzi, ma ho un mal di testa pazzesco. Voglio
prendere una boccata d’aria” Si scusò
con i due amici.
Dopodichè prese le sue cose, le ripose nella borsa e
uscì. Si accorse dopo che per uscire doveva passare proprio
vicino al biondino.
Si fece coraggio. In fondo, che aveva da temere? La stava fissando e
allora? Non lo faceva sempre? No. Non lo faceva mai.
Fece un profondo respiro poi uscì.
Camminò vicino a lui e nel momento in cui gli era affianco
lo sentì parlare.
“Hai paura, Granger?” Le disse a bassa voce, in un
ghigno. Lei affrettò il passo, uscendo.
Quando fu lontana cominciò a correre verso il Lago. Voleva
un po’ di tranquillità.
Hai paura, Granger?
Ripensò alle sue parole. Si, aveva paura. Ma
perché aveva paura? Non lo sapeva, sapeva solo che quel
biondino aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti.
Il motivo lo ignorava. Quando fu al lago si sedette a terra, in un
posticino tranquillo, senza studenti che urlavano e facevano
confusione.
Si sedette, rannicchiando le ginocchia al petto e cingendole con le
braccia, fissando le acque cristalline.
Era strano il comportamento di Malfoy in quei giorni. Che motivo aveva
di fissarla così?
Non lo sapeva, e nemmeno voleva pensarci. ma ogni volta che
chiudeva gli occhi gli veniva in mente il suo volto, quelle iridi
argento, quei capelli dorati, quelle labbra sottili e tremendamente
sensuali.
No, no, basta! Non doveva pensarci! Era Malfoy! Quel viscido Serpeverde
che la disprezzava chiamandola sporca mezzosangue e che odiava dal
primo momento in cui l’aveva conosciuto!
“Guarda un po’. Chi ci fa la Granger tutta sola,
senza i suoi amichetti?” Chiese all’improvviso una
voce alle sue spalle.
Si voltò di scatto, sicura di aver capito di fosse. Il
biondino era lì, in piedi a poco più di un metro
di distanza da lei che la fissava.
“Che vuoi Malfoy?” gli chiese brusca, in risposta.
Il cuore le fece un tonfo.
“Solo che tu mi risponda”
“Non sono affari tuoi!”
“No, è vero. Ma mi piacerebbe comunque
saperlo” Disse, con le labbra tirate in una sorta di sorriso
che assomigliava più a un ghigno.
La Grifondoro si alzò e lo guardò, cercando di
capire perché fosse lì.
“E tu che ci fai qui?”
“Stavo facendo un giro. Non posso per caso?”
“No non puoi!”
“Oh si che posso. Granger, Granger, Granger.
Perché devi essere sempre
così…perfetta…così…”
Iniziò a dire il ragazzo, avvicinandosi a lei.
“…così
…esemplare…così…impeccabile…”
Continuò, avvicinandosi sempre di più a lei. La
giovane si ritrasse ancora, leggermente spaventata.
Il biondino tese una mano verso di lei, per accarezzarle il volto ma
Hermione si scostò per evitare il contatto. Lo
guardò, atterrita.
“Che vuoi Mafoy? Che vuoi da me?” chiese con voce
malferma.
Il ragazzo tirò indietro la mano, passandola fra i capelli,
in modo dannatamente sensuale.
Le batteva il cuore. Da una parte avrebbe voluto fuggire, ma
dall’altra, voleva restare lì con lui, da sola.
Era una sensazione strana che non aveva ma provato.
Draco si avvicinò ancora, e quando furono a pochi centimetri
di distanza si avvicinò a lei, sussurrandole
all’orecchio:
“Voglio te” Due semplici parole che la
fecero arrossire. Era impaurita, ma era emozionata.
Il Serpeverde la guardò, fissandola con i suoi occhi che
riuscivano a penetrare ogni sua difesa.
Poi con una mano le cinse la vita, attirandola a se, per poi baciarla.
A quel contatto Hermione si sentì avvampare.
Ma che stava facendo? Malfoy la stava baciando! Era assurdo.
Malfoy la spinse verso un’albero, facendola appoggiare con la
schiena. La sua mano s’infilò sinuosa, sotto la
sua camicetta. Il ragazzo la baciò ancora, risalendole con
l’altra mano le cosce, poi i fianchi.
Hermione ormai non capiva più niente. Non era possibile.
“No! No, no, fermo!” Disse cercando di distaccarsi
da lui. Gli mise una mano sul petto, spingendolo via da lei.
Lo guardò, sconvolta. Il mondo le stava cadendo addosso.
Ogni suo giudizio si di lui che fin’ora aveva elaborato ora
era svanito, era svanito dopo quel bacio.
Era forse una prova? Era come assaggiare il frutto della dannazione.
L’averlo assaggiato è come non poter
più tornare indietro.
L’uomo
conosceva il paradiso dove giaceva. Adesso conosce anche
l’inferno.
Sa di non poter
più fare marcia indietro…
Cresce la paura, cresce
la dannazione. È l’Inferno che lo chiama
Spazio Autrice:
Eccomi quà! Vorrei ringraziare tutti quelli che
hanno recensito il primo capitolo di questa Fan Fiction.
Spero vi piaccia anche questo capitolo e che non vi deluda!
Se avete consigli li accetterò molto volentieri... ammetto
di non scrivere benissimo!
I primi due capitoli li ho postati molto ravvicinati ma gli altri li
metterò appena posso! Non disperate!!
Grazie a tutti!
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Capitolo 3 *** Tra Inferno e Paradiso ***
Fissò il ragazzo, sconvolta. Non capiva il perché
di quel suo gesto, e nemmeno voleva capirlo.
“Sta lontano da me!” Gli disse, indietreggiando,
tremante. “Vattene!”
“Dillo a qualcun altro, Granger. Sappiamo benissimo che
è ciò che vuoi.”
“Non è vero! Lasciami stare!”
ribattè, confusa al massimo.
Forse aveva ragione, era ciò che voleva. Ma
com’era possibile? Non era affatto possibile.
Lo guardò, atterrita dalle sue stesse emozioni, per poi
andare via, correndo, verso la Sala Comune.
****
Tornò in Sala Comune con le lacrime agli occhi. Prima di
attraversare il ritratto della Signora Grassa si diede una sistemata.
Non voleva che qualcuno la vedesse così. Si
asciugò gli occhi con la manica della camicia e poi
entrò.
All’interno Ron e Harry erano seduti su delle poltroncine,
chiacchierando tranquilli.
“Hermione! Che fine avevi fatto?” le chiese Ron che
l’aveva vista entrare. Sperava che non la notassero ma a
quanto pare era troppo tardi.
Si voltò e si sforzò di sorridere.
“Oh, ero andata al Lago per leggere un po’, ma ero
talmente immersa nella lettura che ho perso la cognizione del
tempo!” rispose cercando di fuarfugliare una qualsiasi scusa
plausibile.
“Ma sei sicura di stare bene? Hai gli occhi
lucidi!” Osservò Harry.
“Oh si, benissimo! Sono solo un po’ stanca. Credo
andrò di sopra. Ci vediamo a cena.” E senza
aspettare una risposta salì le scalette che conducevano al
dormitorio femminile.
****
Hermione scese a cena, perfetta come sempre. Dal suo aspetto sembrava
che nulla fosse successo ma il suo sguardo diceva più di
mille parole.
Era scossa, glielo si leggeva in faccia.
Entrò in Sala Grande piuttosto presto. Era ancora mezza
vuota. Si sedette al tavolo dei Grifondoro.
Non c’era nessuno dei suoi amici, ma non tardarono ad
arrivare. La cena fu tranquilla, nessuno si accorse del suo stato
d’animo, finchè non arrivò la posta.
Hermione, convinta di non ricevere lettere fu colta di sorpresa da un
gufo che planò sul suo piatto.
“Chi te lo manda?” Le chiese Harry, curioso. La
Grifondoro guardò il pennuto poi prese la lettera legata
alla sua zampa. L’aprì e la lesse.
Ti devo parlare. Vieni
nella stanza delle necessità stasera alle 21 e 30.
Vieni.
Draco.
Quando lesse quel nome il suo cuore fece un tuffo. No. Non poteva
essere. Ancora lui. Scosse la testa e accartocciò la lettera.
“Beh? Chi era?” chiese Ron.
“Nessuno. Era la Gazzetta del Profeta. Dicono che ci sono dei
problemi con l’abbonamento.” Disse.
Non era brava a raccontare balle ma cercò di rendere questa
il più credibile possibile.
Aveva sbiancato, leggendo il suo nome. Sembrarono crederci.
Finito di cenare andò su in camera sua. Erano quasi le nove
e dieci ed era ancora indecisa se andare o no.
Aveva calcolato ogni pro e ogni contro ma ancora non sapeva che fare.
Doveva decidersi. Stette ancora un po’ seduta sul letto.
Le lancette dell’orologio si spostavano lentamente. Troppo lentamente.
Erano le nove e venticinque. Mancava poco all’appuntamento.
Era così curiosa di sentire che cosa voleva, ma era comunue
spaventata e ancora sconvolta per rivederlo.
Decise di andare. In fondo era brava con gli incantesimi. Se le cose si
mettevano male avrebbe comunque potuto schiantarlo.
Si guardò allo specchio e si aggiustò i capelli.
Si sorprese del suo gesto ma non volle pensarci. sgattaiolò
fuori dalla Sala Comune e arrivò davanti alla stanza delle
necessità.
Passò tre volte davanti all’entrata. Quando si
materializzò la porta ebbe bisogno di tutto il coraggio che
aveva in lei per oltrepassarla. Diede un’occhiata in giro poi
entrò.
All’internò non vi era molta luce. Non sapeva
quanto potesse essere un buon segno. Era un salottino illuminato da
poche lampade sparse qua e là.
“Sei venuta alla fine” disse il biondino, seduto
nella penombra su di una poltrona. Si alzò lentamente. La
Grifondoro non rispose.
“Siediti dai.” Le disse. La ragazza
obbedì. Si sedette su una poltrona lì accanto.
“Hai chiesto di parlarmi. Che
c’è?” chiese cercando di sbrigare la
cosa nel minor tempo possibile.
“Sei diretta, Granger”
“Allora?” chiese, spazientita. Il ragazzo che non
si era rimesso seduto si avvicinò a lei, lentamente.
Più lo gurdava più desiderava che la baciasse. Ma
come poteva trovarsi a pensare questo?
Il biondino si avvicinò ancora ed Hermione si
alzò.
“Cos’è…. Hai paura? Non mordo
mica!” gli disse con il suo solito modo di fare.
La guardò poi avanzò fin quando non furono a
pochi centimetri di distanza, come quel pomeriggio.
I loro sguardo s’incrociarono, facendole battere il cuore
all’impazzata. Le girò intorno come un predatore
con la preda, per poi avvicinarsi al suo collo.
“Voglio te e nessun’altra” le
surrussò all’orecchio. La Grifondoro si
voltò, seria. Malfoy le mise le mani sui fianchi.
“Inutile che fai la santarellina. Entrambi sappiamo che lo
vuoi anche tu.” Continuò poi le baciò
il collo.
Un brivido la percorse al suo tocco. Abbassò lo sguardo, in
un mezzo sorriso.
Quel ragazzo che aveva odiato con tutte le sue forze adesso la stava
seducendo con i suoi modi sensuali che nessuno poteva eguagliare.
Tante volte i genitori le avevano detto “Carpe
diem”, cogli l’attimo.
L’aveva sempre fatto. Ma anche adesso doveva cogliere
l’attimo? Non lo sapeva.
Era come essere al confine tra Inferno e Paradiso e non sapere cosa
scegliere.
È
così sottile il confine che c’è tra
l’Inferno e il Paradiso.
In fondo, il canto degli angeli non è tanto diverso dal
lamento dei dannati.
È il suo completo opposto… senza il quale non
può esistere.
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Capitolo 4 *** Angelo ***
In quei pochi secondi prese una delle decisioni più
importanti della sua vita.
Si fidò di quel Serpeverde a cui mai avrebbe dato fiducia.
“Carpe diem” disse a bassavoce, voltandosi verso di
lui.
“Come?” chiese il ragazzo mentre le faceva
scivolare una mano sui capelli ricci.
“Niente” disse per poi fare quello che mai avrebbe
fatto. Guardò il ragazzo così perfetto, quello
che ogni ragazza sogna di avere.
Lo baciò appassionatamente, gettandogli le braccia al collo.
Il Serpeverde sorrise, per quanto lui potesse. Le cinse i fianchi con
un braccio e la baciò nuovamente.
Con un gesto della bacchetta fece apparire dei cuscini per terra.
Sempre con la stessa espressione, compiaciuta, bramosa, si adagiarono
per terra sui cuscini.
Hermione si sedette a cavalcioni su di lui, chinandosi a baciarlo,
mentre gli sbottonava la camicia.
Il ragazzo ribaltò la situazione. La sua mano
scivolò lungo il suo collo, il suo seno, i suoi fianchi.
In poco i loro vestiti furono sparsi per la stanza.
“Draco….io…io non l’ho mai
fatto…” Disse Hermione, con voce malferma.
“Stai tranquilla…” rispose il ragazzo
calmo. Nessun pensiero passò per la loro mente, nessuno.
Erano solo loro
due…. Nesun altro.
****
Quando si svegliò era notte fonda, forse l’una.
Era avvolta nel lenzuolo che Draco aveva fatto apparire insieme ai
cuscini, abbracciata a lui.
Aprì gli occhi e cercò di essere di nuovo
razionale, di capire che diavolo aveva combinato quella notte.
“Non ti ci facevo così, Granger.” Disse
Draco giocando con una ciocca dei suoi capelli. Hermione si
voltò.
“Potresti non chiamarmi Granger?” lo riprese con
una punta d’irritazione. “Ce l’ho un
nome.”
“Tra noi non è cambiato niente” le
rispose. Si mise a sedere, coprendosi col lenzuolo.
“Non è cambiato niente?”
ripetè, allibita.
“Esatto”
“Niente? Siamo andati a letto insieme, diamine!”
“E allora. Non mi dire che non t’è
piaciuto!” Disse con la solita aria strafottente. Non lo
sopportava quando faceva così, ma era dannatamente sexy.
“Tu…tu…sei…
un…” iniziò a dire, con una collera
nascente. Come poteva non esser cambiato niente?
“Un cosa, Granger?”
“Uno stronzo. Ecco cosa sei.” gli rispose,
freddamente. Lo guardò negli occhi poi si alzò.
“Per te….per te è stato un gioco questo
vero? Scommetto che domani starai nuovamente con la tua Pansy, non
è così?” Gli chiese, mentre si
abbottonava la camicetta. “Certo! Perché a te non
te ne può fregare di meno!” Aggiuse.
“Senti, Granger, si sapeva che noi due non avremmo mai potuto
amarci, non
è una sorpresa!”
“Non ti voglio manco ascoltare!” gli disse mentre
s’inflava la gonna a pieghe.
Il ragazzo si mise a sedere. Si avvolse attorno alla vita il lenzuolo
poi si avvicinò a lei. l’abbracciò da
dietro ma la Grifondoro lo scostò bruscamente.
“Hai ragione! Non potrà mai esserci niente tra di
noi! Lasciami in pace! È stato un errore colossale! Non
voglio più saperne di te!” continuò la
ragazza, infilandosi prima un calzino poi l’altro.
“Come potrei lasciarti in pace, Granger?”
“E smettila di chiamarmi Granger, cazzo! Sei venuto a letto
con me! Come puoi ancora chiamarmi Granger?!” gli disse,
quasi urlando, con gli occhi lucidi.
“E va bene… Hermione” disse cercando di
abbracciarla nuovamente, stavolta con successo. La strinse forte,
cingendola con le sue braccia, col suo corpo perfetto.
“Basta litigare. Non potremo mai stare insieme in pubblico,
questo lo sapevamo. Ma in segreto si.”
“Eh?” Chiese la ragazza, incredula, voltandosi
leggermente.
“Nessuno può impedirci di vederci. Nessuno sa
niente, nessuno si fa male. Occhio non vede cuore non duole,
no?” Spiegò il Serpeverde.
“No, Draco. Non voglio fare questo…. io non lo so
che voglio fare….” Confessò la giovane.
Si girò, guardandolo negli occhi.
Non voleva lasciare quel ragazzo così perfetto, ma sapeva
che se non l’avrebbe fatto ci avrebbe sofferto.
“Senti. Non ci pensiamo. Non pensiamo a niente. Che ci frega
di cosa stiamo facendo. Lo facciamo e basta!” le disse per
poi baciarla. “Ok?”
“Ok” Disse Hermione, non molto convinta.
****
Quella mattina Hermione tornò in Sala Comune di nascosto, il
più silenziosamente possibile.
Nessuno la vide ed era ciò che sperava. Non aveva idea di
ciò che aveva fatto quella notte né di che cosa
passasse per la mente di Draco, ma poco gliene importava.
Nessuo glielo poteva impedire.
I giorni passarono veloci. Spesso si vedevano di nascosto oppure
tentavano di vedersi pubblicamente.
Ogni tanto a lezione capitavano al banco insieme e non mancavano frasi
piuttosto provocanti sussurrate all’orecchio, quando nessuno
guardava.
Passò una settimana e tra i due sembrava esserci una certa
intesa. Quasi ogni sera si vedevano, usando la stanza delle
necessità.
Sembrava che non riuscissero a stare l’uno senza
dell’altro. Era come una droga.
Una sera in Sala Grande durante la cena planò sul piatto di
Hermione un gufo, quello di Draco. Ormai lo conosceva.
“È ancora la Gazzetta del profeta? Non hai ancora
sistemato l’abbonamento?” chiese Ron. Hermione non
lo ascoltò nemmeno. Aprì frettolosamente la
lettera.
Lago Nero, ore 22.
Ho una sorpresa per te.
Lesse la lettera e sorrise. Poi alzò lo sguardo verso gli
amici.
“No l’hanno sistemato, per fortuna!”
Esclamò, anche se poco convincente. Si sentiva un verme a
mentire così agli amici.
Ma che poteva dir loro? Poteva dirgli che era una settimana che andava
a letto con Malfoy?
Era un’ipotesi da scartare a priori. Probabilmente con
l’estate sarebbe finito tutto. Perché preoccuparsi?
****
Come sempre sgattaiolò fuori di nascosto, cercando di non
farsi vedere.
Scese giù fino al lago. Chissà perché
voleva vederla lì e più che altro
chissà qual’era la sorpresa!
Quando fu sulla riva si guardò un po’ intorno. Ma
dov’era? Si aggirò, silenziosamente per la riva
fin quando non lo vide.
Era seduto per terra, su dei cuscini, bello come sempre. Le sorrise e
levò il braccio per farle cenno di venire.
Lo guardò, un po’ perplessa poi lo raggiuse con
passo svelto. Appena si fu seduta accanto a lui il ragazzo la
baciò dolcemente, e mentre la baciava con una mano prese una
bottiglia.
“Sorpresa” Disse con un tono di voce che la faceva
impazzire. Guardò la bottiglia spiazzata ed euforica al
contempo.
“Champagne per la mia
Grifondoro” continuò il biondino. Poi prese due
bicchieri per versarci lo champagne. Gliene porse uno.
“Ma tu sei tutto matto! Ci potrebbero beccare!”
esclamò la giovane prendendo il bicchiere. Ne bevve un sorso
poi lo baciò.
“Ohoh…. Focosa la ragazza…”
Disse ridacchiando.
“E dai! Smettila!”
“Oh no… non è mica male…
è sexy”
“Ah davvero?” chiese con aria leggermente
incredula. Poi gli sorrise. Era un complimento quello?
“Certo…. Sei eccitante quando fai
così…” Disse mettendole una mano sul
fianco, attirandola maggiormente a se. Hermione rise.
Era troppo bello per essere vero. In tutti quegli anni
l’aveva odiato sempre più. Ora invece avrebbe dato
qualsiasi cosa pur di rimanere lì con lui, con il suo angelo.
Quando si arriva al
paradiso ci si chiede chi sono gli angeli. Ma lo si può
scoprire solo in terra.
Ognuno vorrebbe volare e
dispiegare le sue ali, ma esse ci sono proibite.
Ci sono proibite perché sono il massimo della
libertà, libertà che l’uomo non
potrà mai avere… solo nei suoi sogni.
Spazio Autrice:
Eccomi quì a postare
un altro capitolo che ho finito di scrivere ieri sera verso le
11....giusto per voi ragazzi!!!
Sèero vi piaccia e non vi deluda....
Vorrei ringraziare Ciara per aver commentato e spero commenterete
ancora!!
Ho tante sorprese in serbo per voi e per questa coppia stupenda...
Baci a tutti!!
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Capitolo 5 *** Giudizio Finale ***
Stavano sdraiati sull’erba con lo champagne vicino a loro. Si
erano ricomposti dopo aver fatto sesso.
Il biondino di Serpeverde stava giocherellando con i suoi riccioli
mentre lei fissava il cielo stellato.
“Pensa se Harry e Ron lo sapessero…”
disse Hermione ad un tratto.
“Sarebbe troppo divertente vedere la faccia del Re”
“E dai, Draco! Dico sul serio. Prima o poi dovrò
dirglielo!”
“Sai che me ne frega di loro.” Le rispose girandosi
su di un fianco verso di lei. la guardò poi con una mano
cercò di sbottonarle la camicetta.
“Draco! Dai su! Ancora!? Meglio nella stanza delle
necessità non trovi?” Esclamò Hermione
sorridendo.
“A me va bene ovunque basta che ti togli questa
roba…” Le rispose mentre seguitava a sbottonarle
la camicia.
La baciò e con una mano le sfiorò i fianchi, per
poi scendere giù. Hermione gli sorrise quasi ridendo.
“HERMIONE!?” Urlò qualcuno dietro di
loro, in tono stravolto, sorpreso. In quel momento le si
gelò il sangue nelle vene. Subito si girò, con i
capelli ancora arruffati.
Sgranò gli occhi. Erano Harry e Ron, con in mano il mantello
dell’invisibilità. Draco sembrò non
scomporsi, si mise a sedere e si passò una mano tra i
capelli, sbuffando.
“MALFOY!?” Esclamò nuovamente ron che li
fissava sconvolto. Fu un momento di panico. Harry li fissava, con gli
occhi spalancati.
Stette qualche secondo a fissarli nel più completo panico.
Poi si accorse che aveva tutta la camicetta sbottonata. Se la
riabbottonò in fretta e furia, alzandosi.
“Voi…voi..voi che diamine ci fate qua?”
Chiese fin troppo sorpresa.
“Che ci fai tu qua! E con quel viscido Serpeverde per
giunta!” Ribattè Ron.
“Ehi! Weasly, tappati quella bocca!” Disse Draco
alzandosi in piedi.
“Tu… non sono affari tuoi Ron! Mi avete seguita!
Col mantello!”
“Noi…noi non volevamo! Ma ti abbiamo vista
sgattaiolare fuori…a quest’ora…e
noi…e va bene ti stavamo seguendo!”
confessò alla fine Ron.
Harry era ammutolito e fissava Draco ancora senza riuscire a
capacitarsi di quello che aveva visto.
“Siete impazziti?! Mi avete seguita! Siete pazzi!”
Esclamò Hermione, urlando furiosa.
“Tu piuttosto! Ma che stavi facendo con lui!
Perché… perché stavate avvinghiati! Ti
sei bevuta il cervello? È Malfoy!”
“Ahhh! Sta zitto Ron! Basta! Basta basta!”
Urlò voltandosi. ”Io…io ancora non ci
credo!”
“Tu non ci credi? Non ci credo io! Dimmi che ti ha fatto
qualche incantesimo!”
“Zitto! Basta! Me ne vado!” disse la ragazza che si
era chinata a raccogliere le sue cose.
“Lo sapevo che ci avrebbero scoperti. Cazzo non potevi
trovare un posto migliore?” chiese a Draco, sottovoce.
“Sono i tuoi amichetti che ti seguono. Io che
c’entro?” le rispose. La ragazza abbassò
lo sguardo. Poi andò via, furente di rabbia.
****
“Hermione! Hermione aspetta!” disse Ron, correndole
apresso all’entrata della Sala Comune.
“Non vi voglio parlare!”
“No aspetta Hermione! Non credi chi ci devi delle
spiegazioni? Stavi con Malfoy! Quel Malfoy!”
Hermione si sedette su una poltrona di peso. Ron la fissava sconvolto
ma mai quanto Harry.
Si sentiva un verme per averglielo tenuto nascosto.
“Cos’avete visto?”
“Tu e lui al lago che stavate avvinghiati… cavoli
Hermione sei impazzita?!” la Grifondoro li guardò.
Li avevano scoperti.
Ron parlava stravolto ma era Harry quello di cui si preoccupava.
“Da quanto va avanti?” Chiese
quest’ultimo. La fissava, come tradito. In effetti era
così.
Lei era andata a letto con Malfoy. Col suo peggior nemico. Aveva
tradito tutti.
“Da un paio di settimane” rispose con voce
malferma, abbassando lo sguardo.
“Da un paio di settimane? HERMIONE TU VAI A LETTO CON MALFOY
DA UN PAIO DI SETTIMANE E NON CI HAI DETTO NIENTE? È MALFOY
DIAMINE!” Sbottò Harry, con il volto paonazzo,
furente.
“Harry… Harry io…io non sapevo come
dirvelo!”
“Ma ti rendi conto?? MALFOY! Quel viscido Serpeverde! Come
hai potuto!”
“Mi rendo conto benissimo Harry!”
“Allora come puoi stare con lui! Oddio mi fa schifo solo a
pensarci!”
“Senti Harry, non sono una stupida! Tra noi due non
c’è molto! Non è cambiato niente! Sto
bene con lui! È diverso da quello che voi
credete!” Tento di spiegare loro ma Harry sembrava non voler
sentire ragioni.
Lo guardò. “Ti prego, Harry, credimi. Non sono
uscita di senno. So quello che faccio. Mi dispiace di non avervelo
detto.”
Harry la fissò. Non sapeva nemmeno che dire. Era la sua
migliore amica da sempre. Adesso si era sentito ferito, tradito,
ingannato.
La guardò un’ultima volta poi andò su
in dormitorio, con passo svelto, furioso.
La Grifondoro fece un lungo sospiro. Aveva combinato un casino. Lo
sapeva. Ma che ci poteva fare.
Era come essere risucchiata
giù nell’Inferno.
Tutti hanno paura della
morte…perché hanno paura del Giudizio Finale.
La resa dei
conti… il momento in cui devi render conto di tutte le tue
azioni.
E non sai se andrai in
Paradiso o all’Inferno…
Spazio Autrice
Eccomi
quì a postarvi un altro capitolo della mia FF.
Spero davvero che vi piaccia!!! La cosa si farà interessante
ve lo prometto!!!
Voi commentate mi raccomando!!!
Ho bisogno di un sacco di suggerimenti! E perdonate gli errori di
ortografia... ogni tanto scappano anche se ricontrollo!
Baci a tutti!!!
Ginevra ^^
|
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Capitolo 6 *** In bilico ***
Quella sera Hermione rimase in Sala Comune. Harry era andato via in
preda alla rabbia e Ron l’aveva seguito sconvolto.
Aveva litigato con i suoi migliori amici per colpa di Draco. Ancora non
se ne capacitava. Lui era Draco Malfoy! E lei ci era andata a letto,
non una ma più volte!
La mattina successiva scese dalla sua Sala Comune, diretta in Sala
Grande, con passo lento, svogliato.
Camminava per i corridoi quando qualcuno l’afferrò
per un braccio trascinandola in un angolino buio.
Intravide una chioma bionda e capì subito che si
trattava di Draco. La mise spalle al muro e la baciò, ma la
Grifondoro lo scostò.
“Smettila! Che cavolo stai facendo! Non ti è
bastato ieri sera?”
“Mi è bastata l’intrusione di Potter e
Weasly… non mi sei bastata tu!” Disse per poi
baciarla nuovamente.
“E dai! Abbiamo litigato ieri sera! Adesso mi
odieranno!” Si ritrasse, continuando a parlare.
“E che cazzo te ne frega!”
“Me ne frega eccome, Draco! Sono i miei migliori
amici!”
“Si vabbè… fai come vuoi….
“
“Draco, forse… non è il
caso…di continuare…” Disse con voce
malferma. Il biondino si fermò a guardarla, sorpreso.
“Come scusa?”
“Dopo quello che è successo non credo sia il caso
di andare oltre!” Ripetè cercando di sembrare
più convinta ma nemmeno lei ci credeva.
Draco la fissò poi si scostò, lasciandola andare
dalla sua morsa.
“Non credi sia il caso di continuare? Sei impazzita
forse?”
“No Draco, non sono impazzita! L’hai visto anche te
la scenata di ieri sera!”
“E allora? Gli passerà a quei due!”
“Si… ma per ora…voglio starmente da
sola…” il biondino la fissò. Non sapeva
cosa dire.
Era rimasto spiazzato da quelle parole. Hermione gli passò
una mano tra i capelli biondi.
“Scusa, Draco.” Disse solamente. Poi
andò via, in Sala Grande.
****
Arrivò in Sala Grande in orario, ma giù di
morale. In un giorno era riuscita a rovinare il suo rapporto con tre
persone.
Sia con i suoi due migliori amici sia con la persona che in quei giorni
l’aveva fatta sentire un’altra: Draco.
Al tavolo dei Grifondoro vide sia Ron sia Harry, entrambi con i musi
lunghi. Prese coraggio e si sedette davanti a loro.
“Ciao.” Disse, cercando di essere naturale. Ron la
guardò, ancora sconvolto, mentre Harry non alzò
nemmeno lo sguardo dal piatto.
Si limitò a inforchettare la pancetta con più
violenza del necessario.
“Ragazzi, per favore non fate così!”
Continuò ma non ebbe nessuna risposta dai due. Per sua
fortuna Ginny arrivò e si sedette accanto a lei.
“Ciao ragazzi! Che sono queste faccie tristi?”
chiese servendosi del succo di zucca.
“Niente” rispose Hermione dato che gli altri due
non sembravano intenzionati a parlare.
“Niente? E voi che avete fatto? Avete perso la
parola?”
“Per me sono solo diventati più stupidi di quanto
lo fossero già!” Le rispose una voce maschile da
dietro.
Si voltarono, era Draco.
No, no, no! Perché era venuto lì! Hermione
guardò i due amici. Fissavano il Serpeverde con un misto
d’odio, disprezzo, rabbia.
Harry si alzò in piedi, una mano nella tasca pronta ad
afferrare la bacchetta.
“Non lo farai Potter, non lo farai”
Continuò il ragazzo. Ginny spostò il suo sguardo
da lui a Harry a Hermione.
“Vattene, viscido Serpeverde!” gli
intimò il Grifondoro.
“Uhuh… che paura Potter.”
“Che ci fai qua?” Chiese Hermione, sottovoce,
cercando di evitare risse o schiantesimi in Sala Grande.
“Passavo per caso”
“Raccontalo a qualcun altro!” Il ragazzo la
squadrò e le tirò un bigliettino, poi
andò via.
Ginny fissava i tre ancora senza capire. Harry era in piedi, rosso
dalla rabbia, con i pugni serrati.
Ron era seduto che guardava il Serpeverde andar via, in preda alla
furia. Hermione… Hermione stava per aprire il bigliettino.
In un nanosecondo la giovane glielo strappò dalle mani.
“No! Ginny no! Ferma!” le disse la Grifondoro
cercando di riprendere il foglietto, senza successo.
Ginny lo aprì e ne lesse il contenuto.
Non ci sto. Non me ne
frega niente di Potter e Weasly.
Non ci riesco a stare
senza di te.
Vieni nella Stanza delle
Necessità all’ora di pranzo.
Non accetto scuse!
La giovane Grifondoro fissò il foglietto leggendolo e
rileggendolo finchè Hermione non lo riprese.
“Che significa?” Chiese con un cipiglio poco
rassicurante. Ormai non poteva negare.
Era fin troppo evidente. Harry e Ron le guardavano, furenti. Non poteva
parlare davanti a loro.
Si alzò e prese Ginny per un braccio.
“Vieni con me!” le disse mentre la trascinava in
Sala Comune.
****
“Mi spieghi che significa?” Le chiese la ragazza,
una volta nella stanza della Prefetta.
“Io.. io… sto…con .. ok no…
non ci sto proprio insieme…”
“Stai con Malfoy? Davvero?”
“Hem… si.”
“E quando pensavi di dirmelo?”
“Non pensavo di dirlo! È già finita
tanto!”
“A giudicare da questo no.” Disse accennando al
bigliettino. “Harry e Ron lo sanno?”
“Si, o meglio l’hanno scoperto.”
“Scoperto? Vi hanno visti?”
“Si. Ieri sera, al lago. Mi hanno seguita col mantello e ci
hanno visti mentre noi… hem…”
“Oddio santo!” esclamò portandosi una
mano alla bocca, poi sorrise divertita. “Immagino la faccia
di mio fratello!” continuò in una lieve risatina.
“Ginny per favore! Non mi rivolgono la parola da ieri sera!
Non so che diamine fare!”
“Ok… scusa. Ma che hai detto a Malfoy? Dal
biglietto sembra che ciò che gli hai detto non gli vada
bene!”
“Gli ho detto che non era il caso di andare
oltre…ma a quanto pare…”
“A quanto pare il nostro viscido Serpeverde si è
innamorato di te!” Disse, sanza lasciarla finire.
“Eh? Ma scherzi? No dai su! Non è
innamorato!”
“Oh si che lo è. Non riesco a stare senza di te.
Mi sembra piuttosto ovvio, Herm”
“No…. Ti sbagli.”
“Fidati. Posso anche fraintendere ma per me è
così. Comunque, per me puoi fare tutto, basta che tu sia
felice. A quei due brontoloni ci penso io… vedrò
di calmarli.”
“Davvero?” le chiese con gli occhi lucidi.
“Si. Non ti preoccupare!” Le rispose, sorridendo.
“Grazie mille Ginny!” Esclamò la
Grifondoro, abbracciandola.
“Di niente…e adesso vai!” Disse
sorridendo. Corse fuori dalla stanza, per andare a lezione.
Si sentiva come in bilico.
Era in bilico su un
enorme baratro. Quando si è in bilico la cosa a cui si pensa
è che si sta per cadere sul fondo.
Non lo vediamo ma c’è. Invece non si cadra,
perché ci sarà sempre qualcuno ad aiutarti.
Spazio autrice
Eccomi quì!!! Questo credo sarà l'ultimo capitolo
che vi posterò prima di partire.
Se ci riesco stasera anche tardi vi posto il prossimo ma non vi
prometto niente...
Infatti partirò domani mattina e torno domenica pomeriggio.
erciò ci sarà un po' di ritardo nell'aggiornare
la storia... spero mi perdonerete!!
Al prossimo capitolo!!! Spero che questo vi piaccia e non vi deluda!!!
Baci baci!!!
PS: ringrazio mars che mi ha seguita dal primo capitolo e ha recensito
la mia FF!!!
Commentate commentate!!!
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Capitolo 7 *** Portami in Paradiso ***
Ginny le promise di parlare con Harry e Ron. Sperava che magari lei
riuscisse a calmarli.
Era una speranza vana, vista la loro reazione, ma pur sempre una
speranza.
Quando arrivò l’ora di pranzo si diresse
furtivamente verso la Stanza delle Necessità.
Arrivò davanti l’ingresso poi eseguì il
“rituale” ed entrò.
La stanza che solitamente era sempre piccolina, ma molto accogliente,
stavolta assomigliava al salone di una reggia. Era ampia e luminosa,
con ampie finestre.
Il pavimento era ricoperto da tappeti costosi e le pareti addobbate con
quadri stupendi.
Da una parte vi era un grande letto a due piazze e
dall’altra parte dei comodi divanetti con un tavolino.
Rimase sorpresa da quella stanza così confortevole. Draco
era in piedi ad aspettarla vicino ai divani.
Avanzò rapidamente verso di lei per poi prenderlà
e
baciarla. Le cise i fianchi con le braccia e la tirò a se.
Fu un bacio lungo, come se fosse troppo tempo che non si baciavano.
“Ciao...” disse Hermione quando si
distaccò da lui.
“Ciao.” Rispose lui, con il suo solito mezzo
sorriso.
“Allora, che ne pensi? Ho fatto qualche modifica”
continuò accennando alla stanza.
“È semplicemente stupenda, Draco. Ma sai bene
quello che ti ho detto stamattina.”
“Allora, chiariamo. In queste cinque o sei ore, quante sono
state, mi sono sentito nel panico perché avevo paura di non
poterti mai più toccare, baciare. Perciò ho
dedotto che
non mi posso staccare da te. Non resisterei…” le
disse,
guardandola negli occhi, sorridendo.
Era un vero sorriso quello. Non gliene aveva mai rivolto uno come
quello. Osservò quell’angelo che chiedeva lei,
bramava
solo lei.
“Ma come farò se loro non accetteranno questa
nostra… relazione, se così la vogliamo
chiamare?”
“Allora loro non sono tuoi amici. Se lo sono capiranno che
è importante la tua felicità.” Le
parole del
ragazzo la fecero riflettere. In effetti aveva ragione,
“Adesso basta parlare però.” Aggiunse,
baciandola.
Hermione gli mise una mano sul petto e lo spinse verso il letto, a
sedere. Si mise a cavalcioni su di lui, passandogli una mano tra i
capelli.
“Ti affido un compito…” Gli disse sulle
labbra,
mentre lo baciava. Il ragazzo sembrava sorpreso dal suo improvviso
cambiamento.
“Ovvero?”
“Portami in Paradiso…” Gli disse per poi
baciarlo nuovamente. Draco sorrise, compiaciuto.
“Sarà un vero piacere… “
Hermione gli
sbottonò la camicia, sfiorando con le mani il suo corpo
perfetto.
Per tutti quegli anni aveva avuto sotto gli occhi
quell’angelo caduto dal cielo e non se ne era accorta.
Il Serpeverde insinuò la sua mano sotto la camicia di lei,
lungo
la schiena, attirandola a se. La giovane Grifondoro lo baciò
ancora mentre si spogliava.
Lo spinse ancora, facendolo sdraiare sul letto.
“Ci hai preso gusto eh?” Disse il biondino, ridendo
soddisfatto, mentre ribaltava la situazione, portandosi sopra di lei.
“Fin troppo direi” Lentamente fece scivolare le
mani sui
suoi seni, sui suoi fianchi, fino agli slip, che tolse delicatamente.
Hermione non si era mai sentita così bene, così
libera.
Non aveva freni. Era se stessa ed era un paradosso pensare che lo era
con colui che odiava da tutta la vita.
****
“Sai, Hermione, ogni volta mi stupisci sempre più.
Ti
facevo più santarellina per essere una Grifondoro”
Disse
il giovane sdraiato sul letto con il lenzuolo che gli arrivava alla
vita.
“Appunto. Dovrebbe esser noto il nostro coraggio…
in ogni
situazione” Rispose la giovane, in tono sensuale, mentre si
rivestiva.
“Ohoh… ho tirato fuori una belva da quel corpo
mozzafiato.” Si compiacque il biondino, ridendo.
Hermione s’infilò la gonna e raccolse la
camicetta. Poi si
avvicinò al letto, chinandosi su di lui per baciarlo.
“Arrrhh” Disse imitando il ruggito del leone,
scoppiando a
ridere. Fece per alzarsi ma Draco la prese per un braccio attirandola
ancora a se.
La baciò e poi la lasciò andare. Si mise a sedere
ed Hermione gli lanciò la camicia.
“Muoviti. O finisce che facciamo tardi.”
“Certo, Granger” Disse infilandosela. La Grifondoro
lo
fissò. Perché doveva rimettersela? Voleva
contemplare
ancora quella bellezza paradisiaca.
Si riscosse. Stavano ritardando e potevano esser scoperti.
Finì
di vestrirsi poi avvicinò il ragazzo. Lo baciò e
andò via.
****
Quel giorno Hermione sembrava molto più di buonumore del
solito.
Anche se aveva litigato con Ron e Harry si sentiva al settimo cielo.
Ginny lo notò subito.
“A quanto pare il signorino non ha rinunciato.” Le
disse
“Hem.. a quanto pare no.”
“Ho parlato con quei due brontoloni. Anzi no, ho fatto un
monologo. Ron era pietrificato e Harry l’ho dovuto mettere
sotto
camomilla!” disse ridendo la rossa. Hermione
scoppiò a
ridere.
“Poverini. Mi dispiace. Ammetto che come rivelazione non
è
stata il massimo vederci mentre… hem… facevamo
sesso”
“Beh Ron è caduto in uno stato vegetativo. Credo
che gli
ci vorrà parecchio per riprendersi dallo schock!”
“Mi dispiace… ma che hanno detto alla
fine?”
“Beh Harry alla fine ha acconsentito
diciamo, anche se dopo aver bevuto tre camomille! Ron non saprei
dirti… non ha parlato…”
“Capito. Beh spero si siano calmati.” Si
augurò. Era
ormai ora di cena e decise di scendere giù. “Io
scendo in
Sala Grande. Tu vieni?” le chiese.
“Ti raggiungo subito! Va pure avanti!”
“Ok!” Concluse la Grifondoro, uscendo dalla stanza.
Scese nella Sala Grande, già gremita di studenti.
Diede un’occhiata al tavolo dei Serpeverde. Ancora
non
c’era, così si diresse al suo tavolo. Si mise
seduta,
vicino a Neville.
Quando Harry e Ron scesero si accomodarono davanti a lei.
“Adesso ci mandi Ginny? Cos’è non hai
più il
tempo i parlare con i tuoi migliori amici?” le chiese Harry,
con
irritazione.
“Io ho provato a parlarvi ma il risultato è stato
catastrofico! Non mi avete nemmeno voluta sentire!”
“Certo! Come potremmo sentire una che se la fa con
…
Malfoy… e nemmeno si degna di dircelo!” Rispose,
abbassando la voce ad un sussurro affichè solo lei sentisse.
“Ve l’avrei detto! Ma voi non avreste dovuto
seguirmi!” Li zittì. L’atmosfera fu
piuttosto seria.
Nessuno parlò per tutta la cena. A malapena rispondevano a
Neville quando rivolgeva loro la parola.
****
Passarono un paio di giorni e Harry e Ron sembravano essersi rassegnati
all’idea che la loro migliore amica andasse a letto con il
loro
peggior nemico.
Nel frattempo i due amanti si vedevano tuttii i giorni, ovunque fosse
loro possibile.
Nella Stanza delle Necessità, al Lago Nero, in Biblioteca,
nelle
aule in disuso. Hermione non capiva bene cosa ci fosse tra loro due ma
poco gliene importava.
Un Mercoledì, nell’ora di Incantesimi, il biondino
capitò al banco dietro il suo, insieme a Blaise Zabini.
Hermione
era invece capitata con Harry.
Mentre Vitious spiegava loro la funzione dell’incantesimo
Testabolla, sul banco dei Grifondoro atterrò un fogliettino
ripiegato.
Entrambi se ne accorsero e fecero per prenderlo ma Hermione fu
più veloce. Riconobbe la calligrafia di Draco e
tirò un
sospiro di sollievo al fatto che Harry non l’avesse letto.
Lo aprì e quando lesse il contenuto sorrise.
Portami in Paradiso.
Sorrise, accartocciando il foglietto. Con molto piacere!
Pensò. Harry la guardò interrogativa poi
afferò il
concetto e non andò oltre.
Come una spiaggia e le
onde che ivi s’infrangono si è in due.
Quando dici che sei in
paradiso vuol dire che le tue labbra sono la sabbia…
E quelle della persona
che ami che le onde che bagnano le tue.
Spazio Autrice:
*_* Mi sono scapicollata...anzi no... mi sono messa a
scrivere
come una matta leggendo le vostre recensioni per postarvi questo
capitolo dato che il prossimo ve lo posterò solo
lunedì!!
Perciò eccomi quì!!!! Spero vi piaccia e non vi
deluda... sto escogitando tante nuove sorpresine per voi!!!!
Adesso un po' di ringraziamenti per i miei "lettori":
Per piperina: sono contenta che la FF tiu piaccia e spero che questo
capitolo non ti deluda!
Per Nic91: non puoi capire che spavento mi hai fatto prendere
all'inizio ma devo ringraziarti di tutti i complimenti!!!
Leggerò sicuramente le tue FF!! Contaci!!
Per SiLvieTT4: sono davvero felice che la FF vi piaccia!!! Spero non ti
deluderanno i capitoli successivi!!
Per mars: beh in questo capitolo hai avuto la risposta alle tue
domande.... ma non vi svelerò altro... vi farò
rimanere
col fiato sospeso... sarà o no solo storia di sesso?^^ Sono
contenta anche che vi piacciano le frasi in corsivo... all'inizio
dubitavo che sarebbero piaciute...a quanto pare mi sbagliavo!!
Per FrancyChan: Si ginny è uno dei personaggi che
più adoro nella FF... è l'amica per antonomasia!
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Capitolo 8 *** Tradimento ***
Hermione scese in Sala Grande il giorno seguente, a colazione. Il suo
volto era radioso.
Probabilmente non si era mai sentita così libera in tutta la
sua vita.
Come faceva sempre gettò uno sguardo al tavolo dei
Serpeverde ma quel giorno si sentì ribollire il sangue nelle
vene.
Draco era lì, seduto su una panca, insieme a Blaise e Pansy
Parkinson. Quella stupida oca si stava strusciando a lui come se niente
fosse, sedendosi in braccio a lui, passandogli una mano tra i capelli
biondi.
Come osava? Solo lei poteva farlo. Solo lei poteva sussurrargli
all’orecchio, solo lei.
Rimase immobile sulla soglia, con gli studenti che le passavano
accanto. Rimase lì come una scema a fissarlo. Si sentiva
mancare.
Fissava quei due esterrefatta, con un groppo in gola, quando
arrivò Ginny.
“Hermione! Hey tutto bene?” Le chiese, visibilmente
preoccupata. Non le rispose.
La rossa non riusciva a comprendere poi seguì il suo sguardo
fino al biondino di Serpeverde. Allora capì tutto. La prese
per un braccio e la trascinò fuori.
“Hermione! Hermione… ohi. Calma
calma…” le disse mentre cercava di farla
riprendere. La portò fuori in giardino e la fece sedere su
un muretto.
“Hey,… “ continuò ma la
ragazza non rispondeva. Era come in trance. Fissava il vuoto col cuore
colmo d’odio. “Herm!!!” La
chiamò, scuotendola.
“Sto bene sto bene.” Disse poi. Perché
ci stava così male?
In fondo si sapeva che loro due non avrebbero mai potuto stare insieme
ufficialmente. Tra loro non era cambiato niente aveva detto il ragazzo,
ed aveva ragione.
“È tutto ok, tranquilla.”
“Ne sei sicura?”
“Si si sto bene.”
“Mi dispiace….”
“Non mi importa….doveva succedere prima o
poi.”
“Si. Che pensi di fare?”
“Non lo so. Ci penserò.” Rispose. In
effetti non aveva idea di cosa avrebbe fatto. Accennò a un
sorriso poi si alzò e andarono via.
****
Era ormai pomeriggio e il Lago sembrava deserto. Hermione era strdaiata
per terra, guardando il cielo quando sentì dei passi.
Si mise a sedere voltandosi. Era lui, il Serpeverde che le faceva
mancare il respiro.
“Finalmente ti ho trovata.” Le disse, con il solito
tono sensuale. “Che fine avevi fatto?”
“Stavo facendo un giro.” Gli rispose freddamente.
“Perché da stamattina mi eviti?”
“Perché credevo che tu fossi troppo occupato con
Pansy.” Disse, guardandolo negli occhi, con tutto
l’odio che aveva in corpo. Il ragazzo sembrò
sorpreso.
“Non sarai gelosa di quell’oca?!”
“No, non lo sono.”
“Allora mi spieghi questo tono?”
“Sono infastidita”
“Perché?”
“Perché sei uno stronzo ecco
perché!” gli disse. Aveva parlato troppo.
Perché aveva parlato, perché? Draco la
guardò, avvicinandosi.
“Io sarei uno stronzo? E per quale motivo, di
grazia?” la Grifondoro lo guardò poi si
avvicinò puntandogli il dito contro.
“Sei uno stronzo perché non te ne può
fregare niente di me! Tu mi hai fatto credere che ra noi
c’era qualcosa, anche se solo sesso e poi mi hai gettata via
mentre ti divertivi con Pansy! Sei solo uno stronzo!”
“Io non mi divertivo con Pansy. È una troia e sai
bene che non la sopporto.”
“No non lo so, Draco! Da ciò che ho visto oggi non
sembrava!”
“Io non volevo che lo facesse.”
“Però l’ha fatto!”
Esclamò. Non ce la faceva più. Sentiva che stava
per crollare.
Si mise seduta per terra, senza riuscire a guardarlo in faccia.
“Ho sbagliato a fidarmi di te.” Disse guardandolo
negli occhi, mentre una lacrima rigava inesorabilmente il suo viso.
“Senti ma io che dovrei fare? Noi due mica stiamo
insieme!”
“Non è vero! Vieni a letto con me da due settimane
e noi non stiamo insieme?”
“No! Non in pubblico almeno!”
“Sai che ti dico? Mi hai stufato.” Disse mentre si
alzava, adesso seria, decisa. “Vaffanculo.” Gli
disse per poi andar via, lasciandolo lì da solo.
****
Tornò in Sala Comune, piangendo. Perché si
sentiva così? In fondo Draco aveva ragione.
Loro non stavano insieme e non potevano starci. Camminava lentamente,
trascinandosi fino al ritratto della signora grassa.
Recitò la parola d’ordine ed entrò,
ancora persa nei suoi pensieri. Ron e Harry erano seduti su un
divanetto.
Quando la videro capirono al volo che c’entrava Malfoy.
“Hermione! Che succede?” Chiese Harry.
“Niente. Non vi preoccupate” Rispose, asciugandosi
gli occhi.
Poi abbozzò un sorriso e andò in camera sua. Ron
la guardava, triste.
Salì di sopra e si buttò sul letto. Pianse a
lungo, da sola nella sua stanza.
Ricordati di me, questa
sera che non hai da fare,
e tutta la
città è allagata da questo temporale
e non c'è
sesso e non c'è amore, ne tenerezza nel mio cuore.
Guardava il soffitto, con gli occhi lucidi e gonfi. Quel ragazzo non si
rendeva conto di quanto facesse male.
Capita anche a te di
pensare che al di là del mare
vive una
città dove gli uomini sanno già volare,
e non c'è
sesso senza amore, nessun inganno nessun dolore,
e vola l'anima leggera.
Cercò di calmarsi ma era difficile. Troppo difficile.
Sarà quel che
sarà, questa vita è solo un'autostrada,
che mi
porterà alla fine di questa giornata,
e sono niente senza
amore, sei tu il rimpianto e il mio dolore
che come il tempo mi
consuma.
Bussarono alla porta. subito dopo una giovane ragazza dai capelli rossi
fece il suo ingresso.
“Hey Herm… tutto bene?” Le chiese Ginny,
accennando ad un sorriso. Vide le lacrime e subito si
avvicinò.
“Ci sto troppo male Ginny. Non è
possibile.”
“Si invece. Herm, forse tu… lo ami” A
queste parole la Grifondoro si mise a sedere.
“E credo che tu non sia la sola ad aver fatto male i
conti… “Aggiunse. La prefetta la guardò
con aria interrogativa. “Ho sentito Blaise dire che Draco
è furioso. Non vuole vedere nessuno per nessun motivo.
Dicono che una ragazza ne è la causa.”
Spiegò la giovane.
Lo sai o non lo sai, che
per me sei sempre tu la sola,
chiama quando vuoi,
basta un gesto forse una parola,
che non c'è
sesso senza amore, è dura legge nel mio cuore,
che sono un'anima
ribelle.
Hermione la guardò, esterrefatta. Si erano innamorati? Tutti
e due? Aveva fatto male i conti col destino che unisce e divide le
persone.
“Herm, tu sei quella ragazza!”
Le parole di Ginny risuanavano così belle alle sue orecchie.
Ricordati di me, della
mia pelle, ricordati di te com'eri prima,
il tempo lentamente ti
consuma.
Ma non c'è
sesso e non c'è amore, ne tenerezza nel tuo cuore
che raramente
s'innamora.
Ricordati di me, quando
ridi, quando sei da sola,
fidati di me, questa
vita e questo tempo vola.
Spazio Autrice:
Eccomi quì!!! Appena tornata dalle
vacanze|! Ho subito aggiornato!
Ragazze voglio ringraziare tutte voi che avete commentato... vi giuro
non so davvero come ringraziarvi!!
Quando ho letto le recensioni stavo con i lacrimoni agli occhi...
Spero che anche questo capitolo vi piaccia... è un po' un
colpo di scena nella storia... ma spero davvero che non vi deluda!!!
Scusate se non vi ringrazio uno per uno ma non ce la faccio! Continuate
a postare mi raccomando!!!
Grazieee!!! *__* Baci a tutti!!!
CREDITS: la canzone che ho usato è Ricordati Di Me di
Antonello Venditti. .... mitica!
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Capitolo 9 *** Avarizia ***
La mattina seguente Hermione era scesa a colazione come al solito.
Aveva guardato verso il tavolo delle Serpi e avev visto Draco che
bruscamente spigeva via Pansy.
“Ehi Draco, ma che ti succede?” gli aveva chiesto
la Serpeverde.
“Vattene Pansy, non è giornata” le aveva
risposto freddamente il biondino. Quando vide la scenetta il suo cuore
fece un tuffo.
Allora forse Ginny aveva ragione. Si era seduta al tavolo dei
Grifondoro e aveva fatto colazione e poi si era diretta a lezione.
Quando uscì dall’aula di Trasfigurazione,
all’ultima ora, si avviò al lago.
Con lo sguardo cercò Draco e lo trovò seduto su
una radice con l’amico Blaise.
Sembrava di pessimo umore. Mentre passava si fermò da lonano
a osservarlo. Il biondino alzò lo sguardo, notandola.
Fece per alzarsi ma Ginny subito le si parò davanti, e si
rimise a sedere.
“Hermione! Eccoti finalmente! Seamus ha organizzato una bella
festicciola sai?” le disse, euforica.
“Che? Ma è contro le regole, Ginny, lo
sai!”
“Si ma devi venire!”
“Non posso. E in teoria nessuno potrebbe!”
“No. Tu puoi e devi.” Le disse poi si
avvicinò al suo orecchio e le disse a bassa voce:
“Verrà anche il tuo
Serpeverde…”
Hermione la guardò, indecisa.
“Sono stati invitati alcuni studenti di altre casate e lui
non poteva mancare! Dai Herm! Che ti costa!” la
supplicò quasi.
La Grifondoro era sempre più indecisa. Guardò
oltre la ragazza verso Draco. Le stava guardando. Chissà che
aveva in mente.
“E va bene. Dove la fa?” Disse infine. Ginny fece
un salto.
“Perfetto! Nella stanza delle necessità! Stasera
alle ventidue ti voglio trovare prnta in camera tua! Capito?”
“Capito. Ora vado. Ci vediamo!” La
salutò.
“Ci vediamo!” Rispose l’altra.
Dopodichè si allontanò. Draco era rimasto seduto,
mentre lei era andata a chiacchierare con Harry e Ron.
****
Per tutto il giorno Draco non si fece vivo e lo capiva anche.
Arrivò la sera ed Hermione si stava preparando quando
Ginny fece come sempre irruzione in camera sua.
“Ti vuoi vestire così?” le chiese un
po’ perplessa. Infatti la riccia Grifondoro indossava una
gonna a balze azzurra e una magliettina nera, non molto scollata.
Ai piedi aveva un paio di ballerine nere e per concludere portava un
trucco leggero.
Era il completo opposto di Ginny, che indossava un vestitino rosa con
una scollatura piuttosto profonda e delle scarpe con il tacco, seppure
basso.
“Hem… si.” Rispose la ragazza. La rossa
la guardò poi andò all’armadio. Lo
aprì e cominciò a guardare i vestiti.
“Vediamo se troviamo qualcosa di meglio. Vediamo…
questo potrebbe andare!” disse tirando fuori una minigonna
nera e un top all’americana verde scuro.
“Mettitelo!”
Hermione obbedì anche se un po’ scettica.
Andò in bagno, si cambiò e poi uscì
fuori.
“Perfetta!” Disse Ginny.
“Sei sicura? Non ti sembra troppo?”
“Assolutamente no! Forza andiamo se no facciamo
tardi!” Disse la giovane, trasvinandola fuori dalla stanza.
****
Hermione e Ginny raggiunsero Harry e Ron e insieme si avviarono alla
festa.
“Ma come ti sei conciata Hermione? Vuoi per caso gridare al
mondo che sei cambiata perché vai a letto con que viscido
Serpeverde?” Le disse Ron mentre si avviavano, a bassavoce.
“Che rompiscatole che sei Ron! Lasciala in pace!”
Gli rispose Ginny, seccata.
Cercarono di fare meno rumore possibile anche se Ron continuava a
parlare, sconcertato.
Quando arrivarono la porta si materializzò davanti a loro,
come faceva sempre. Hermione fu scossa da un brivido.
Ormai in quella stanza ci entrava solo per stare con il suo Serpeverde.
Adesso era un locale abbastanza ampio, nella penombra, illuminato solo
da candele sparse qui e lì.
Si guardò intorno. Il locale era gremito di studenti seduti
sui divanetti o a ballare in pista. Venne loro incontro Seamus, con una
bottiglia di wisky incendiario in mano.
“Ciao Seamus! Bella festa!” Disse Ginny, che
sembrava trovarsi perfettamente a suo agio al contrario degli altri
tre.
Hermione scrutò tutti i presenti ma non trovò il
suo angelo.
“Grazie! Accomodatevi pure! Wisky?” Chiese rivolto
ai quattro.
“No grazie.” Rispose il Trio all’unisono.
“Si ok un pochino!” Disse invece Ginny.
“Non dovresti berlo sai?” Protestò Ron.
“E smettila di fare il brontolone! Divertiti!”
Rispose, per poi andare via con Seamus.
I tre rimasero lì da soli, a guardarsi intorno. Ad un tratto
qualcuno le mise le mani sui fianchi.
“Dov’eri finita, Granger?” Le
sussurrò all’orecchio la stessa persona. Si
voltò di scatto e riconobbe il biondino di Serpeverde,
Draco.
Ron e Harry li fissarono e in particolar modo Draco, gettandogli
occhiate colme d’odio. Il ragazzo, in risposta,
attirò a se la Grifondoro, cingendola la vita con i fianchi.
Sul suo volto era dipinto un ghigno soddisfatto.
“Che vuoi?” Chiese Hermione.
“Parlarti. Non qui, in privato” Rispose quello. Poi
la portò via, lanciando un’ultima occhiata ai due
amici.
La trascinò in un angolino ben nascosto e la mise spalle al
muro.
Non le diede nemmeno il tempo di parlare che la baciò prima
le labbra, poi il collo, il petto.
“Non mi importa se devo mandar via quella troietta. Basta che
posso averti” Le disse mentre la baciava.
Appoggiò una mano contro il muro, all’altezza dei
suoi occhi e l’altra la fece risalire lungo le gambe e i
fianchi.
“Smettila! Non qui! Vuoi che ci scoprano!”
“Chi se ne frega.” Rispose, continuandola a
baciare, ma la ragazza lo allontanò.
“Tu manderesti via Pansy?” Gli chiese, guardandolo.
“Davvero?” Aggiunse, un po’ incredula.
Sperava tanto in un si. Ad ogni suo tocco poteva sentirsi sempre
più vicina al Paradiso.
“Si.” Rispose lui. A quelle parole la ragazza si
avvicinò e lo baciò. Lo attirò a se e
gli passò una mano tra i capelli biondi, mentre lo baciava.
“Non posso stare senza di te” le disse il
Serpeverde mentre le sbottonava la camicetta e la spingeva sempre
più contro il muro.
Hermione non gli rispose. Lo baciò ancora mentre il ragazzo
la prendeva, lì in quell’angolino.
I loro respiri affannati, irregolari erano coperti dalla musica
altissima.
Nessuno si accorse di quei due, apparte un paio di Grifondoro, che
sotto un mantello dell’invisibilità osservavano la
scena, sconcertati, sconvolti, schifati, allibiti.
L’Avarizia
è tra i sette peccati.
Ma non è
avaro solo chi non vuol donare ciò che ha…
Avaro è anche
colui che non vuol perdere la persona che ha trovato.
Spazio Autrice:
Eccomi quà!!! Ho
postato il capitolo successivo!!!! Spero che anche questo vi piaccia!
Vorrei ringraziare mars e SiLvIeTT4 che hanno recensito ancora una
volta e anche Hermione17!!
Spero che questo chappy non vi deluda,.... ce la sto mettendo tutta!!!!
Baci a tutti!!! Aggiornerò presto!!!
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Capitolo 10 *** Ti amo ***
Era mattina ormai. Hermione si svegliò nel suo letto dopo
una nottata “focosa” passata col suo Serpeverde.
Era incredibile come riuscisse a cambiare opinione su di lui. Un
momento lo odiava, il momento dopo lo amava alla follia. Le veniva in
mente una vecchia canzone babbana “Ti
amo”…
ti amo
se viene testa vuol dire
che basta lasciamoci.
ti amo, io sono, ti amo,
in fondo un uomo
che non ha freddo nel
cuore, nel letto comando io
ma tremo davanti al tuo
seno,
ti odio e ti amo,
è una
farfalla che muore sbattendo le ali
Si sistemò un po’ e poi scese in Sala Comune, per
poi andare a fare colazione. Mentre scendeva le scale riconobbe la voce
dei suoi due migliori amici. Si fermò, acquattandosi dietro
una colonna.
“Oddio ma perché ti sei fatto venire in mente
quell’idea così orrende ieri sera,
Harry!”
“Credevo stessero litigando! L’hai vista come stava
gli ultimi giorni no?”
“Si ma a quanto pare non stavano litigando!! Li hai visti!!
Tutti avvinghiati… oddio…” Disse ron,
scosso da un brivido.
“Si… preferisco non ricordare la scena,
grazie!”
Li avevano visti! Li avevano visti mentre lo facevano! Era la seconda
volta che li seguivano sotto il mantello. Fu invasa dalla rabbia. Li
avrebbe schiantati volentieri ma stavolta voleva fargliela pagare. Ma
in che modo?
“Io non capisco perché debba stare con Malfoy!!
È Malfoy diamine! Un mangiamorte! Suo padre è ad
Azkaban! Come può stare con lui!”
“Ron, io ne so meno di te. Voglio che lei sia felice ma non
credo che lo sarà con quel viscido Serpeverde!”
Aveva sentito abbastanza. Fece rumore con le scarpe, facendo finta di
scendere. I due si zittirono all’instante. Li raggiunse e li
salutò, sorridente, come se niente fosse.
“Buongiorno. Vado a fare colazione. Voi venite?”
“Hermione! Ah no, hem, aspettiamo ancora un
pochino.”
“Ok” Rispose loro. Fatto ciò
uscì e iniziò a correre verso la Sala Grande.
****
“Non ci credo! L’hanno fatto di nuovo?”
esclamò Ginny, a cena, quando Hermione le
raccontò degli amici.
“Si Ginny. Voglio fargliela pagare stavolta ma non so come!
Dammi un’idea!” la supplicò la riccia
Grifondoro.
“Non ti saprei dire, Herm. Magari un
bell’incantesimo… uhm…
vediamo…” Disse la ragazza, con aria pensierosa.
“Un’incantesimo?”
“Si. Non so… potremmo chiedere a Fred e George!
Loro di sicuro sanno cosa usare per un bello scherzetto!”
Spiegò la Grifoncina ma poi si bloccò. Era appena
planato un gufo davanti ad Hermione. Lo riconobbe immediatamente. Era
quello di Draco. In un secondo la lettera era già stata
aperta e letta.
Stasera sarà
una serata speciale. Vieni al Lago alle 22.
Stavolta non ci saranno
interruzioni dei tuoi amichetti.
Vieni. Non accetto scuse.
Draco.
PS: vestiti elegante.
Ginny la guardò poi prese la lettera. La lesse rapidamente.
“Sembra si prospetti una bella serata!”
esclamò, sorridendo, divertita. “Tu vai. A quei
due ci penso io. Li terrò buoni.” La
rassicurò facendole l’occhiolino.
“Grazie Ginny, sei davvero un’amica!”
Rispose, abbracciandola, poi si alzò e andò via.
Salì su in camera sua, per prepararsi. Mancava
un’oretta. Passò la maggior parte del tempo
davanti all’armadio a scegliere dei vestiti. Aveva detto di
vestirsi elegante, ma non aveva molti completi di quel genere. Alla
fine dopo una lunga selezione optò per un vestitino rosso,
abbastanza attillato con uno scollo quadrato. Ai piedi calzò
un paio di decoltè nero con un tacco modesto.
Sotto indossava un completino intimo di pizzo rosso. Voleva essere
perfetta il più possibile. Si sistemò i capelli e
uscì. Era quasi in ritardo. Corse fuori del castello,
cercando di non farsi vedere.
Quando arrivò al Lago iniziò ad aggirarsi,
furtivamente, cercando il suo principe.
“Sempre più bella” disse una voce alle
sue spalle. Si voltò e lo vide appoggiato ad un albero.
Indossava una camicia nera e un paio di pantaloni anch’essi
neri. Era una visione celestiale.
“Anche tu non sei da meno” gli rispose, sorridendo
e avvicinandosi a lui. Il ragazzo avanzò verso di lei e la
baciò, dolcemente.
“Come mai mi hai fatta vestire elegante?” Chiese la
Grifondoro, curiosa di sapere cosa si era inventato stavolta Draco.
“Perché ho una sorpresa per te… ma dopo
saprai cos’è….”
“Uffi… dai.. dimmelo! Sono curiosa!”
“A tempo debito saprai tutto…” le disse,
misteriosamente. Dopodichè la condusse verso la riva. Con un
colpo di bacchetta fece apparire una coperta sull’erba e si
sdraiò lì. Hermione fece lo stesso.
“Stasera non voglio interruzioni dai tuoi amici…
se vengono sarò pronto a schiantarli…”
disse ridendo. Era una risata quella che sentiva? Si. Ed era di Draco
Malfoy.
“Sai… oggi li ho sentiti di nascosto in Sala
Comune,… hem.. loro.. ieri sera ci hanno visti…
da sotto il mantello…”
“Che cosa? Ma sono dei pervertiti per caso?”
esclamò seccato.
“Beh… spero abbandonino questo vizio!”
“Lo spero…anche se è divertente
immaginare la faccia di Weasly mentre ci vede a far sesso!”
“E dai! È terribilmente imbarazzante!”
lo riprese, guardando le stelle.
“Beh se continuano dovremo farci
l’abitudine!” Disse divertito. Poi si
girò dall’altra parte. Vide che agitava la
bacchetta, mormorando qualcosa.
“Voltati.” Le ordinò sorridente. La
Grifondoro obbedì. Abbassò lo sguardo e il
ragazzo le mise al collo una catenina d’oro bianco con un
ciondolino a forma di H di diamanti.
“O mio Dio… è stupendo!”
Esclamò portandosi una mano alla bocca, senza parole. Si
voltò e guardò il volto felice del ragazzo. Lui
la baciò e le sussurrò all’orecchio:
“Ti amo”.
In quel momento le parve di svenire. Le aveva detto ti amo. lo
guardò, con un misto di sorpresa e di felicità.
Non sapeva nemmeno che rispondergli. Il ragazzo intuì la sua
sorpresa e la baciò nuovamente, ma lei si ritrasse.
“Draco… io.. io non so che dire… questo
era l’ultima cosa che mi aspettavo da.. noi
due…” gli disse. Era vero infatti.
“Non voglio una risposta. Te lo dovevo dire, ma non mi serve
che mi rispondi…” la ragazza aveva quasi le
lacrime agli occhi. Lo baciò poi gli sussurrò
all’orecchio anche lei.
“Ti amo, Draco. Ti amo.”
ti amo
se viene testa vuol dire
che basta lasciamoci.
ti amo, io sono, ti amo,
in fondo un uomo che non ha freddo nel cuore,
nel letto comando io ma
tremo davanti al tuo seno,
ti odio e ti amo,
è una
farfalla che muore sbattendo le ali
Spazio Autrice:
Eccomi quà con uno degli ultimi capitoli... ho
intenzione di scriverne solo altri due o tre massimo...
perchè credo che la storia man man sia completa!
Spero come sempre che non vi deluda e che vi piaccia il capitolo... La canzone è la famosa "Ti amo" di Umberto Tozzi... ma
ora passaiamo ai ringraziamenti... perchè voi non potete
capire quanto sia bello e sopratutto stimolante ricevere tanti
commenti...
Perciò... bando alle ciance:
X SiLvIeTT4:
magari ci fossi stata io al posto suo!!! XD Mentre scrivevo
già mi immaginavo appoggiata alla parete con lui... *_*
Spero che questo chappy ti piaccia!!! Baci!!
X mars,: Si devo dire che quei due non
sanno proprio farsi gli affari propri!!!!!!!! Mamma mia... tremendi!!!
ma si vendicherà la cara Hermione!!!! Baci!!!
X Eowyn 21 10:
Grazie sono davvero contenta che ti piaccia!!!! è difficile
gestire un personaggio come Hermione o come Draco senza renderlo
banale!!! Spero di non deluderti!!! Bacioni!
X Kagome
13: Eccoti accontentata!!! Quei due sono perfetti l'uno per
l'altro e finalmente sembrano essersene accorti!!!! Baci!!!
X pai80:
Oddio...credo che poverini non si divertano... però capitano
sempre lì!!!! XD Comunque sono contentissima che la FF ti
piaccia!!! Aggiornerò presto!!! Baci!!
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Capitolo 11 *** Afrodisiaco ***
Passarono i giorni e il rapporto tra i due amanti si andò
sempre più solidificando. Adesso sapevano che non era solo
sesso… era qualcosa di più. Loro si amavano anche
se nessuno lo sapeva.
Hermione scese a colazione presto quel Lunedì mattina.
Stranamente trovò già al tavolo dei Grifondoro
Harry.
“Buongiorno! Come mai già in piedi?”
Chiese sorridendo.
“Beh… ecco… hem… diciamo che
stanotte non ho dormito molto.” Rispose anche se con fare
vago.
Ma la Grifondoro intuì che c’era
dell’altro e aveva un’ipotesi in mente, che fu
subito confermata dall’arrivo di Ginny. La giovane
studentessa si avvicinò a Harry, sorridendo, per poi
abbracciarlo e sedersi in braccio a lui.
Si scambiarono uno sguardo che lasciava intendere a cinquanta metri di
distanza che stavano insieme.
“Buongiorno Hermione! Buongiorno….”
Salutò prima la Prefetta poi il suo ragazzo.
“Mi sa che c’è qualcosa che non
so!” Esclamò la Grifondoro.
“Hem.. si ma ti spiegherò tutto dopo,
ok?” Le rispose il moro, sorridendo.
Lo guardò divertita ma non indagò oltre..
“Ok.. allora forse è meglio che vi lasci
soli”. Disse, afferrando una brioche e andando via.
****
“Hermione!” La chiamò Harry.
Aprì gli occhi. Si era addormentata sotto una quercia al
Lago Nero.
Evidentemente tutte quelle notti senza dormire si stavano facendo
sentire.
“Ciao Harry!”
“Ciao… beh senti… te lo volevo dire
prima ma è arrivata Ginny e non potevo
raccontare…”
“Tranquillo! Ma dimmi un po’ che avete
combinato!”
“Beh.. ecco… ieri sera dopo il festino di Seamus
sono tornato in camera mia e… ecco… ho trovato
Ginny sul letto… e diciamo…
hem…” Iniziò a dire il ragazzo,
evidentemente molto imbarazzato. “Beh… diciamo
che… hem mi ha baciato.. e io ho baciato lei… e
il resto lo puoi immaginare!” Concluse, tirando un sospiro di
sollievo. Gli occhi di Hermione brillarono.
“Oddio Harry!! Sono così contenta per voi
due!” Esclamò abbracciandolo e seppellendolo nella
sua massa di capelli ricci.
Sembravano entrambi felici mentre chiacchieravano e si abbracciavano.
Ma un Serpeverde, non molto lontano da loro li osservava con odio.
Quel lurido Grifondoro aveva osato toccarla, aveva osato abbracciarla.
Non sapeva bene il perché ma era stato sormontato dalla
gelosia.
La sua Grifondoro non poteva esser toccata da nessuno
all’infuori di lui. Era
sua e doveva farglielo capire.
Si guardò intorno. Al Lago non c’era nessuno. Era
perfetto per attuare il suo piano. Si alzò e
avanzò verso di loro, con passo deciso, svelto.
“Draco!” disse la Grifondoro, vedendolo arrivare.
Ma il Serpeverde non disse nulla. Si limitò a chinarsi su di
lei, baciandola come mai aveva fatto.
Poi iniziò a baciarla sul collo, cingendola con le sue
braccia ed attirandola a se. Non si curò minimamente di
Harry, che li guardava allibiti.
“Draco! Draco… dai.. no dai per favore non
qui!” Cercò di fermarlo Hermione, un po’
imbarazzata.
“Non sarà Potter a infastidirti?! Tanto ci ha
visti far ben altro…” Le rispose con un ghigno,
mentre le infilava una mano sotto la gonna. Hermione sorrise, anche se
cercava di fermarlo.
Harry li osservava a metà tra l’imbarazzo e la
rabbia.
“Che c’è Potter? Mai fatto con una
ragazza?” Chiese il biondino, più che soddisfatto,
mentre faceva scivolare la sua mano sul seno della ragazzo, baciandola.
“Draco! Draco no no dai no! Draco per favore!”
Continuò la ragazza anche se in fondo non le dispiaceva.
Harry strinse i pugni. Avrebbe voluto picchiarlo ma sapeva che Hermione
non l’avrebbe perdonato. Così senza dire una
parola si alzò e andò via, fremente di rabbia.
Quando si fu allontanato il biondino si scostò dalla
Grifondoro.
“Draco! Ma che t’è preso? Potevano
vederci! E poi perché davanti a Harry!” Lo
rimproverò lei, sistemandosi la divisa.
“Beh… ci ha visti fare cose ben peggiori insieme
al suo amichetto… sopravviverà. E poi non dirmi
che non t’è piaciuto…” Disse
con un ghigno che la faceva impazzire.
Lo guardò per ribattere ma dalla sua bocca non
uscì alcun suono.
“Combattuta tra il lato buono e quello
oscuro…” Proseguì divertito. Poi la
baciò e andò via.
Quel pomeriggio Hermione iniziò a cercare Harry dappertutto,
dopo che non l’ebbe visto a pranzo. Lo trovò in
Sala Comune, mentre era intento a baciare la sua Grifondoro. Non voleva
disturbarli ma era necessario chiarire dopo quello spiacevole fatto.
“Harry… Ginny… ciao. Hem scusatemi, non
volevo disturbarvi… ma ho bisogno di parlarti”
Disse rivolta al ragazzo. Questi subito si scurì.
“Riguardo a cosa? Non voglio parlare di stamattina”
“Io si, invece! E se non vuoi venire con me lo
farò davanti a Ginny… non ho segreti per lei, e
lo sai” Lo minacciò. Sapeva che non voleva parlare
di quell’avvenmento davanti a lei.
“Ok! E va bene!” Acconsentì alla fine,
alzandosi. La giovane lo prese per un braccio e lo portò
fuori dalla Sala Comune.
“Mi dispiace” Gli disse.
“Ti dispiace? Non mi è sembrato che ti dispiacesse
oggi quando stavate quasi facendo sesso davanti a me!”
Sbottò lui, irritato.
“Invece mi dispiace! Senti, per favore..dimentichiamo
l’accaduto! Per favore!” Lo pregò. Non
voleva che continuasse a rinfacciarglielo.
“E va bene.” Disse, sbuffando. Poi tornò
dentro la Sala.
Quella sera Hermione entrò nella Stanza delle
Necessità, dove aveva appuntamento col suo biondino.
Quando la porta si materializzò l’aprì
ed entrò all’interno della stanza che aveva la
sembianze di una camera da letto.
Draco era seduto su un divanino di velluto nero. Era stupendo, come
sempre. Le gambe accavallate e un braccio poggiato sul bracciolo.
Aspettava solo lei. Indossava la divisa dei Serpeverde.
Quando la vide entrare le sorrise e le fece cenno di raggiungerla. La
Grifondoro non esitò un secondo e lo raggiunse velocemente.
Si sedette in braccio a lui, baciandolo. Gli sorrise, mentre il ragazzo
la faceva adagiare sul divano. Si chinò su di lei per
baciarla nuovamente. Con una mano iniziò a sbottonarle la
camicetta bianca.
“Vedo che non perdi tempo” Disse la ragazza,
sorridente, passandogli una mano tra i capelli biondi.
“E come potrei… dopo stamattina ho una voglia
matta di te.”
“Perché l’hai fatto? Harry momenti non
mi parlava più!” Gli chiese, cercando di far luce
sull’accaduto, tornando seria. Il ragazzo si fermò.
“Diciamo che volevo far rodere Potter. Da quando sto con te
l’ho fatto incazzare troppo poco…” Disse
con aria divertita. Hermione gli imbruttì ma poi non
riuscì a continuare la farsa. Sorrise, mordendosi poi un
labbro. Il ragazzo colse al volo l’occasione e la
baciò ancora, continuando a sbottonarle la camicetta.
“Sei il mio afrodisiaco…” Gli disse la
Grifondoro, susaurrando al suo orecchio.
“Ah davvero?” Chiese lui con aria divertita. Si
avvicinò al suo orecchio poi le rispose in un sussurro
“Perché ancora non sai di cosa sono
capace…” Disse con un ghigno. Semrava aver
raccolto la sfida. La baciò delicatamente sul collo,
facendola impazzire. Ad ogni suo tocco si sentiva avvampare come mai in
quelle settimane. Era anche meglio di un afrodisiaco. Era come una
droga….
If you want to fall in
love with somebody
With an aphrodisiac,
your heart goes piddle-pat
Don't do nothing, just
relax with an aphrodisiac
** FINE **.
Spazio autrice!!!
Salve a tutti!!! Mi scuso con tutti per il tempo che vi ho fatto
aspettare ma tra vacanze e altro non ho avuto tempo di scrivere!!!
Mi scuso con tutti!!
Così finisce la FF-... spero che vi piaccia!!!! Commentate
mi raccomando!!!
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita fin quì!! Grazie
davvero di cuore!!!!
Ginevra XD
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