Con nuovi occhi

di apple92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ranma ***
Capitolo 2: *** Akane ***
Capitolo 3: *** Insieme? ***
Capitolo 4: *** Lo scontro ***



Capitolo 1
*** Ranma ***


Both

Both

 

Ranma

 

Da quando mi hai lasciato ho evitato tutti i posti che conosco e che frequenti anche tu, ma oggi dopo tre mesi di estenuanti allenamenti ho proprio voglia di una delle Okonomijaky Special di Ukyo. Entro, saluto la cuoca e mi siedo. Sono contento che sia di nuovo mia amica come quando eravamo bambini, mi fa piacere parlare con lei. È la mia unica valvola di sfogo, il mio unico contatto con l’umanità. Non ho neanche più Ryoga, partito per sempre, stavolta davvero, per vivere con Akari.

Non posso fare a meno di pensarti ogni giorno che passa e quando rientro in città mi sembra di vederti ovunque. Oggi c’è molta folla nel locale, è sempre così sotto Natale, non sono più abituato a muovermi in questo caos. La vita condotta in totale solitudine a perfezionare le mie tecniche ha influito pesantemente sul mio carattere. Il suono del campanellino segnala l’apertura della porta, come non voltarsi a controllare ad ogni tintinnio.

Mi chiedo se sei davvero tu, quella ragazza appena entrata, ma fra gente, luci e fumo non ti vedo più. Credo che potrei impazzire.

 

Ma stavolta ci sei davvero, Ucchan me ne da la conferma e torna a servire ai tavoli. Mi lascia nel più totale subbuglio interiore. Come dimenticare la vita al tuo fianco? Rimango una statua di sale lasciando credere ai passanti di essere sempre lo stesso uomo di roccia, tutto d’un pezzo. Ti guardo, sarebbe meglio dire ti fisso, da lontano…mi stai guardando, incrocio un'altra volta il tuo sguardo  olta, a a luntano mi stai guardando incrocio il tuo sguardo tra la folla mi hai notato gitra la folla, mi hai notato. Occhi negli occhi, mi sento nudo, come se con quel contatto visivo riuscissi a leggermi dentro. Forse è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima.

Ormai non posso più nascondermi, sei tu, seduta al tavolo laggiù, bella come nei ricordi che ho di noi.

Ma nei tuoi occhi ho paura di scrutare; cosa troverei? Delusione? Pietà? O forse l’affetto di un nuovo amore.

 

Mi fa uno strano effetto vederti con un altro, come me è stato scelto da tuo padre, ma con lui sembri andare d’accordo. Ho meditato più volte sul nostro rapporto tra i boschi, potrei dire continuamente. Ti ho amato. Ho sempre avuto paura di ammetterlo. Confessartelo adesso sarebbe inutile, un’inutile sofferenza per entrambi. Ora so dare un nome anche a ciò che mi rode la milza: gelosia! Sei così carina con quei piccoli codini, quando stavi con me non hai mai provato questo look. Ti accorgi del mio sguardo infuocato perennemente su di te quindi distolgo lo sguardo e torno a fissare il mio piatto. Fa troppo caldo in questa stanza. Ti alzi, lo prendi per mano e lo trascini verso il bancone dove sono poggiato; so già che quello che stai per fare mi farà male, molto male.

Mi presenti lui, somiglia a me, ma credo che non lo ammetteresti mai.

 

La tua testa dura e tutti i miei stupidi sbagli hanno distrutto quello che avrebbe potuto esserci tra di noi. Chissà se pensi mai a quello che saremmo potuti diventare, eravamo una bella coppia, infondo, ci intendevamo. Mi svuota pensare che l’anno scorso c’ero io al suo posto, sotto la neve qui con te. Ho sprecato la mia occasione, lo so, ora tocca a lui godere della tua compagnia… forse per sempre.

 

Spero tu non abbia già cancellato dalla tua mente tutti i nostri momenti insieme. Non sono stati molti quelli da vera coppia ma per me tutti hanno avuto qualcosa di magico. Se solo lo avessi scoperto prima.

Chissà se tenevi un diario a cui confidare i tuoi sentimenti. Cosa darei per saperlo, per leggerlo, per sapere se qualcosa per me l’hai provato e se c’è ancora una speranza per cui lottare.

Mi basterebbe sapere che conservi ancora qualcosa di noi, per crederci, per illudermi ancora. Se anche per un solo giorno hai tenuto a me.

Forse nel cassetto dei tuoi ricordi. Magari.

 

Ripensi mai a noi? Che nostalgia, ti ho appena parlato ma non mi basta. Avevo imparato a sopravvivere, convivendo con la tua assenza ma più ti parlo e più ti voglio. Non ce la farei nemmeno un minuto adesso senza di te. Non ora che la mia meta è delineata. Sei il mio unico desiderio e non posso perdere quest’occasione di ottenere tutto quello che ho sempre sognato. Parole, tante parole al vento. Che senso ha avuto questa conversazione, non sembravi tu, eravamo come due persone appena conoscenti.  Un‘estranea, forse non sei come nei miei ricordi, capita che con la distanza si comincia fantasticare costruendo enormi castelli di carta che la realtà spazza via in un baleno; capita anche che le persone cambino. Te ne sei andata troppo in fretta e come al solito non ti ho capita. Quando mai!

E magari un lacrima solca il tuo bel viso, bagnandolo di amarezza, quando guardi quella foto di noi che ti ho lasciato prima di partire per questo lungo viaggio. Un ricordino di Nabiki che, al solito, non si smentisce mai.

Ritorno ad essere solo.

Sei uscita dal locale.

E dai miei giorni.

 

Potrei provare a fermarti ma non lo faccio mi conosci, in amore sono un vigliacco.

E io conosco te, la mia ottusa ragazza…mi fa rabbia.

So che non tornerai sui tuoi passi, hai già fatto la tua scelta, non sai perdonare, sei così testarda tesoro

Ti amo, siamo stati insieme eppure non c’è mai stato un vero bacio fra di noi, e se questa è davvero la mia ultima occasione per farti innamorare di me devo agire. Infondo mi considero un uomo, pardon, un mezzo uomo d’azione ma con te non ho mai saputo cosa fare, che sciocco anzi, che baka, come ami definirmi. Mi alzo e comincio a correre, ti raggiungo fuori dal locale e ti bacio. Sta nevicando ma non me ne accorgo, è già tanto che non mi respingi, anzi mi copri con il tuo ombrello. Grazie tu sai sempre cosa fare. Sai che imbarazzo se mi fossi trasformato. Non sembri sorpresa; sono così prevedibile?!? Io neppure riesco a credere di averlo fatto eppure sembra che tu te l’aspettassi. Ti lascio un momento di respiro e ti bacio nuovamente, incredulo e sempre con più passione, la mia mano dietro la tua nuca ti scompiglia i capelli e ti attira con vigore a me. Non scapperò mai più! Non posso perderti, sono pronto ad affrontare le mie paure e lui.

Lui che è qui presente ma sembra indifferente alla scena e tu che non mi scacci con un pugno ben assestato. Forse sono scivolato e ho battuto la testa. Forse sto sognando ma vi prego non svegliatemi, se morissi adesso sarei l’uomo più felice del mondo.

Ma questa è la realtà e di lui ci occuperemo dopo.

Ora ci sei solo tu.

Ora siamo solo io e te.

Io ti amo… ma tu cosa provi?

 

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Capitolo 2
*** Akane ***


Akane

Akane

 

Sono tre mesi ormai da quando te ne sei andato e la colpa è solo mia. Dopo il nostro ennesimo litigio, dissi a mio padre di non voler più essere la tua ragazza e credo proprio di averlo fatto con troppa convinzione in quanto ha stabilito la rottura del fidanzamento. Ranma non ha opposto resistenza ed è partito per un viaggio di addestramento. Irritante.

Non ci è voluto molto che papà mi ha proposto un nuovo marito con cui avrei ereditato il dojo. Il candidato era ineccepibile: sarei divenuta la promessa sposa del figlio di un maestro di arti marziali da poco trasferitosi a Nerima. Ancora più irritante.

Il signor Genma invece ha continuato a vivere a scrocco da noi in ricordo dei bei vecchi tempi. A me non ha dato fastidio, anzi, era l’unica speranza che tu tornassi, ma chi la sente Nabiki!

Ukyo dice che tornerai e quindi eccomi al “Ucchan”, come sempre sperando di incontrarti, con il mio nuovo lui.

Ti assomiglia.

È un artista marziale agile e forte, quasi al tuo livello, a differenza tua però lui con me è gentile e mi rispetta.

Ma non sei tu.

Io voglio te; come amico, compagno, confidente e amante. E come al solito crogiolo nell’illusione che sarebbe potuta essere questa la mia vita se solo ti avessi accettato da subito. Ad ora che so di amarti mi illudo che tu sia lì, al bancone, vicino la piastra delle okonomijaki a parlare con Ukyo.

Ti vedo e mi sembri così, così… reale.

Ma si! Sei proprio tu. Come non riconoscere il tuo codino ed i tuoi occhi.

Mi stai guardando come non hai fatto mai, soffermandoti su ogni centimetro del mio corpo. Divento rossa per l’imbarazzo.

I nostri sguardi si incrociano e mi perdo nei tuoi occhi blu; abbassi il viso, è troppo per noi, anche dopo così tanto tempo. Ti fisso per troppo e lui se ne accorge, ha capito chi sei perché gli ho raccontato tutto di te, di noi. Gli voglio bene, ma come amico, e per lui è lo stesso, niente di più. Ed è proprio in onore di questa amicizia che si fa da parte. Tra noi non c’è mai stato niente.

Mi sono aperta con lui ma non al punto tale da donargli il mio cuore, con il tempo forse avrei potuto anche accettarlo come marito ma sarebbe rimasta un’unione senz’anima.

Io ti avrei aspettato all’infinito; ed ora sei qui.

Sono comunque arrabbiata con te quindi mi alzo, ci avviciniamo mano nella mano a te e vi presento. Spero di averti ferito.

Per non tradire le mie emozioni è stato un bene che non sia rimasta a lungo, ma è stato troppo poco per capire la tua reazione. Torniamo a sederci.

Ti penso ancora, penso alla nostra foto insieme, quella che mi hai lasciato prima di andare, era l’anno scorso e come oggi nevicava, sembravamo una vera coppia. No, non voglio piangere ma c’è una lacrima che non riesco a trattenere.

Lui mi chiede se amo te che senso ha fingere con lui. Mi chiede di lasciarlo perché è quello che vogliamo entrambi. Anche lui ama un’altra: è Ukyo. A furia di venire qui ha imparata a conoscerla.

Ma il gioco vale la candela? Tu cosa provi?

Il tuo sguardo da innamorato tradito manda in fumo le barriere che negli anni si sono create tra noi. Mi sembra di leggerti dentro ma non voglio crederci, mi hai illuso troppo spesso, non posso ricascarci altrimenti questi tre mesi saranno risultati inutili.

Ma so che da te posso aspettarmi di tutto.

Credo abbia fatto caso hai capelli. Sono diversi un po’ più lunghi ma non tanto, o forse sei shoccato dalla visione di noi. Usciamo, anche se non vorrei, mi volto ancora una volta verso di te, il mio sguardo è triste, vuoto, ha il sapore di un addio. Speravo che il mio uomo d’azione facesse qualcosa.

Sono fuori. Con la certezza che non puoi vedermi con lui comincio a odiare la timidezza che ti impossibilita a dichiararti. Se non a me comunque mi faresti un favore scegliendo finalmente la tua lei. Davanti ad una sfida non ti saresti mai tirato indietro. Vero?!?

Rabbrividisco, fa freddo. Amore mio, baciami. Mi giro sperando di incontrare ancora i tuoi occhi e ti vedo. Corri, corri verso di me, inciampi nella neve, sei così buffo. Cosa vuoi fare? Nevica e rischi di bagnarti tesoro, così ti copro con l’ombrello e… mi baci. È stato un bacio dolcissimo, mi tieni stretta tra le tue braccia e non mi lascia andare. Il calore invade il mio corpo ed il mio spirito. Lo desideravo tanto, sentire finalmente cos’è l’amore.

Ora finalmente possiamo essere una coppia, un po’ particolare, ma pur sempre una coppia. Ci saranno ancora difficoltà da superare ma il primo passo è fatto. Dovremo affrontare innanzitutto noi stessi e le nostre insicurezze; per non parlare delle nostre famiglie e in nostri amici.

Ma questo è l’inizio di un nuovo amore e non smetterò mai di credere in noi e nel nostro futuro. Se siamo arrivati fin qui il nostro destino non potrà che essere insieme.

 

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Capitolo 3
*** Insieme? ***


Both

Both

 

Le loro lingue si sfioravano con sempre più passione regalando loro dolci vibrazioni ma un bacio, per quando atteso, non può durare per sempre. Separate le labbra le loro fronti ancora si sfioravano e ancora occhi dentro occhi, Akane sfogò tutta la rabbia e la frustrazione di quei mesi con un pugno deciso alla bocca dello stomaco del suo adorato Ranma, fortunatamente non così forte da farlo volare via.

Baka ce ne hai messo di tempo” urlò con aria arrabbiata poi, senza pensarci due volte, sorrise e aggiunse teneramente “…non sai quanto sono felice”

Ranma scombussolato si massaggiava l’addome dolorante “Questa situazione mi ha reso un uomo migliore, ma tu rimani la ragazza violenta di sempre

Invece anche lei era maturata e aveva finalmente preso coscienza di sé “Dolcezza, ne vuoi un altro!?

I presenti li guardavano rimasero sconcertati dai bizzarri atteggiamenti di quella giovane coppia.

“Allora vuoi litigare” rincarò lui “di già? Mi deludi…” provocante e molto divertito. Sembravano proprio una coppia di coniugi collaudata negli anni.

“No, no. Ma che dici!” si arrese Akane di fronte a quello che finalmente era diventato il suo ragazzo a tutti gli effetti.

“Dai!! Sto scherzando.” E, ancora un po’ insicuro e tentennante, le chiuse le labbra con un altro dolcissimo bacio. Era bello vederli impacciati eppure così sicuri del loro amore. Infondo l’amore non è bello se non è litigarello.

Shin, questo era il nome del nuovo ragazzo di Akane, fu costretto a interrompere lo spettacolo data la calca formatasi intorno ai piccioncini che impediva l’accesso al locale di Ucchan.

Ranma finalmente ripresosi dalle forti emozioni cominciò a prestare attenzione al nuovo arrivato mettendosi subito in guardia: “Vile, fatti da parte o combatti; se ne sei in grado.”

Questa volta fu Akane a porsi tra i due combattenti “Fermo! Sei sempre così impulsivo lasciami spiegare

 

 

“E questo è tutto.”

Terminato il racconto Akane si era convinta che tutto sarebbe filato per il meglio, invece dovette ricredersi.

“Bene” dichiarò Ranma “allora, essendo tu un artista marziale, da quanto ho capito molto forte, mi sembra giusto sfidarti. Chi vincerà avrà Akane tutta per sé.”

Sia a Shin sia a Ranma brillavano gli occhi in quanto la sfida si preannunciava interessante. I loro spiriti di artisti marziali erano decisamente affini anche se caratterialmente Shin si presentava molto più tranquillo e maturo. A questa proposta quindi il ragazzo non seppe tirarsi indietro. “Ci sto!”

Ma io qui non conto nulla?” si sbracciava Akane non molto sorpresa dall’atteggiamento dei due.

Darai il meglio di te?” chiese Ranma, sapendo quale cuore volesse conquistare il nuovo amico.

“Certamente, come ogni artista marziale che sia degno di tale nome. Non dubitare di me.”

“Ehi! Ci sono anch’io!” Akane continuava ad essere completamente ignorata.

“Fra tre giorni al dojo. Ci vediamo lì dopo scuola. Shin…” il codinato prese coraggio e continuò “sappi che ti stimo molto e… grazie per esserti preso cura di lei mentre non c’ero. A presto Akane.”

“Ranma sei il maschio egocentrico e borioso, altro che maturato!” gridò Akane mentre lui si volatilizzava fra i tetti di Nerima. Come al solito era fin troppo sicuro di sé.

 

Akane intanto era pensierosa e preoccupata per la sfida tra i due giovani. Si chiedeva fin dove si sarebbe spinto Shin. Non avrebbe di certo perso un incontro per farle un favore. Ne andava del suo onore di artista marziale. Avrebbe di certo dato il massimo. La ragazza si morse le labbra e fece ritorno con la mente a pochi istanti prima quando quelle labbra erano finalmente diventate sue.

 

Ormai era calata la sera da un po’e le prime chiare stelle accendevano il cielo di quella pungente giornata di dicembre mentre Akane e Shin camminavano lentamente sulla via di casa, sotto lo stesso ombrello per ripararsi dalla tempesta di neve che ormai imperversava. Akane immersa nei suoi pensieri contemplava il terreno innevato sul quale i suoi lievi passi lasciavano candide ed effimere impronte.

“Non ti preoccupare si vede che è forte, mi darà del filo da torcere, non credo che vincerò, ti ama troppo per arrendersi. E poi come tutti dicono lui è il famosissimo e invincibile Ranma Saotome erede della omonima scuola di arti indiscriminate.” La buttò sul ridere Shin.

“Ma se dovessi vincere tu lui sparirà per sempre dalla mia vita…non lo conosci…lui ne sarebbe capace.”

“Se mi sta chiedendo di fargli uno sconto hai sbagliato persona. Gli ho promesso di non trattenermi e così ho intenzione di fare. È tutta qui la fiducia che riponi in lui?

Shin la invitò a farsi un esame di coscienza.

No, questo era certo, lei si era sempre fidata di Ranma e non era sicuramente quello il momento di cominciare a dubitare. A qualche passo dall’ingresso del dojo Akane smise di fissare i suoi piedi e cominciò a correre a più non posso per dare la notizia alla famiglia.

“Papà, Kasumi, Nabiki , Genma …Ranma è tornato!”

“Figliolo dove sei?” gridò un Genma tutto contento alla ricerca del figlio. Finalmente aveva un buon motivo per continuare a vivere a scrocco a casa Tendo.

“E ora come la mettiamo con Shin.”constatò un alquanto imbarazzato Soun. Infondo lui preferiva Ranma, ma solo per assicurarsi la compagnia di Genma.

Nessuno prese in considerazione la volontà di Akane. Perché affidare una decisione così importante per il proprio futuro alla diretta interessata?!

“Non si preoccupi Soun. Io e Ranma ci scontreremo qui fra tre giorni, il vincitore sposerà Akane. Lui per ora ha deciso di non tornare, deve allenarsi ed io non gli concederò tanto facilmente questa vittoria

Soun piangeva di gioia, sollevato del macigno che gravava sul suo petto, e Genma-panda si mangiava le unghie implorando mentalmente il figlio di vincere altrimenti gli sarebbe toccato sloggiare.

Akane sei contenta?” chiese ingenuamente Kasumi.

“Si Kasumi, si…” rispose con uno sguardo pieno di tristezza.

 

In camera Akane si era buttata sul letto in lacrime. Non era il tipo da piangere per un ragazzo, ma infondo lei prima di Ranma non aveva mai amato nessuno con tutta se stessa. Quella per il dottor Tofu era solo un infatuazione per un uomo che le sembrava ideale. Quindi non conosceva neppure il motivo delle sue lacrime; ora sapeva che Ranma teneva a lei, però temeva che l’amore non bastasse per battere un nemico più forte di lui. Stringendosi al cuscino si addormentò e sognò la felicità: lei e il suo Ranma abbracciati stretti stretti dopo la vittoria contro Shin e finalmente un altro di quei baci, lì davanti a tutti, a sancire pubblicamente il loro amore, per sempre.

 

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Capitolo 4
*** Lo scontro ***


Il giorno dello scontro…

Il giorno dello scontro…

 

Akane e Shin correvano verso scuola in ritardo per la prima volta perché Akane non voleva alzarsi dal letto e abbandonare il paradisiaco mondo dei sogni. Era talmente bello pensare che presto quei sui sogni sarebbero diventati realtà. Mentre correva tutta felice sgommò davanti a lei la bici di una ragazza che non vedeva dalla partenza di Ranma: Shan-poo.

Lagazza violenta dove nascondi il mio Lanma

“Non so ora dove sia ma se ti interessa saperlo vieni al dojo questo pomeriggio, credo avrai una bella sorpresa.” L’affrontò a testa alta la piccola Tendo.

“Ci sarò” confermò l’amazzone stizzita da quell’arroganza. Conosceva Akane e non si sarebbe mai aspettata tali parole da una mocciosetta come lei.

“Non credi di essere stata un po’ acida?” constato uno stupito Shin.

“Assolutamente no. Se lo merita. Dopo tutto quello che mi ha fatto passare…”

Akane non poteva fare a meno di pensare a quel bacio rubato a Ranma proprio sotto i suoi occhi. Non ce la faceva, sentiva crescere in lei un’incontenibile rabbia attenuata solo dall’idea che entra la sera tutto questo patire sarebbe finito.

 

In classe non si vide ragazza più lunatica di lei quel giorno. Alternava silenzi pensosi e discorsi logorroici per sfogare la tensione, purtroppo non riusciva proprio a calmarsi, era troppo eccitata e presa dall’imminente arrivo di Ranma. Ormai Yuka e Sayuri, le sue fedeli amiche, non la sopportavano più, ma erano talmente contente per Akane che si sforzarono di starla a sentire, infondo era la prima volta che si confidava a loro così apertamente e dovevano recuperare il tempo perduto in passato.

 

Al suono dell’ultima campanella i due giovani si affrettarono a ritornare a casa elettrizzati per lo scontro che li avrebbe coinvolti. Shin si fece una doccia, indossò la tenuta per i combattimenti importanti e si mise al centro del dojo in posizione meditativa in attesa dello sfidante. Era alto, il fisico scolpito dall’allenamento, dorati capelli castani e due occhi marrone chiaro. Inutile dire che attirò su di sé tutti gli occhi delle donne presenti in sala.

Gli piaceva davvero molto quella palestra e gli sarebbe mancata, come d'altronde l’amicizia di Akane, ma infondo il suo cuore batteva, ricambiato, per Ukyo che lo trovava davvero splendido con quella uniforme…ma questa è un’altra storia.

Akane aveva anch’essa tolto la divisa scolastica sostituendola con un maglioncino con lo scollo a V, degli short e delle lunghe e spesse calze colorate. Aspettando l’arrivo del codinato stava logorando il pavimento della palestra a furia di camminare nervosamente avanti e indietro per la sala. Nell’aria si poteva tastare la tensione avvertita da tutti per il ritardo di Ranma. Genma-panda aveva cominciato a mangiarsi le unghie per il nervosismo convinto che il figlio lo avesse condannato ad un destino da girovago senzatetto. Una Shan-poo molto contrariata sedeva sugli spalti ancora poco convinta della versione di Akane secondo la quale Ranma avrebbe già fatto la sua scelta.

D’improvviso le porte della sala si spalancarono e una luce abbagliante investì tutti i presenti. Un figura vestita alla cinese con una camicia nera con un dragone rosso fece qualche passo in avanti mostrandosi al pubblico: era Ranma. A questa entrata spettacolare la massa ebbe un sussulto. Vedendo un Ranma così affascinante e determinato il primo pensiero di Shan-poo fu di saltargli al collo, considerando inoltre che non lo vedeva da tre mesi, ma fu fermata dal fatto che molto educatamente il codinato si diresse immediatamente a salutare il padre e a ringraziare il padrone di casa. Era molto maturato.

Genma riprese le sue sembianze umane e baldanzoso gridò ai presenti: “Credevate che mio figlio fosse così vigliacco e sleale da non voler riconquistare la sua ragazza con una sfida ufficiale?!?!? Come avete potuto dubitare di lui!!! E poi non avrebbe mai abbandonato il suo amato genitore! Assolutamente no!”

 

Nella confusione i parenti non fecero caso agli atteggiamenti intimi dei due ragazzi. Ranma volse teneramente il suo sguardo su Akane e le sorrise in modo incoraggiante. Mentre lei si sentì sciogliere e ricambiò il sorriso, Shan-poo fumava di rabbia. Pronta a lasciare uno dei sui infallibili bonbori sulla malcapitata Akane ma le bastò uno sguardo più attento per capire che tra loro qualcosa era cambiato. Si ritrovò improvvisamente sconfitta senza la possibilità di combattere e lasciò il dojo prima di conoscere l’esito della battaglia. Effettivamente era più delusa di se stessa che altro. Né la sua forza, né il suo fascino avevano fatto sì che potesse portare a compimento la sua missione. Non si sentiva più degna di far parte del villaggio delle amazzoni.

 

Soun fece mettere in posizione i due pretendenti alla mano della figlia e diede il via allo scontro. Senza indugi i ragazzi cominciarono a darsele di santa ragione. Tra proiezioni, spazzate, salti mortali e calci volanti lo scontro era fra i più combattuti degli ultimi tempi e di un livello decisamente superiore a quelli fra Ryoga e Ranma. Di scontri così se n’erano visti ben pochi e non parlo solo per quanto riguarda la palestra dei Tendo. Gli sfidanti erano di pari livello e ciò sorprese tutti coloro che nella sala conoscevano il livello di preparazione di Ranma prima della sua partenza, decisamente inferiore a quello attuale. Tutti conoscevano le rapide e intuitive capacità di apprendimento di Ranma ma nessuno si aspettava questi sviluppi. Dopo quasi un’ora lo scontro si era fatto estenuante, era solo questione di resistenza e nessuno dei due sembrava aver intenzione di cedere. Erano come due zombie, non si reggevano in piedi e sembrava fossero destinati a cadere insieme; entrambi avevano bisogno di urgenti cure mediche. Concentrati nel combattimento i guerrieri avevano annullato il mondo intorno a loro. Gli schiamazzi del pubblico erano diventati un lieve brusio fino a sfumare nel silenzio. Ranma avvertiva solo il battito accelerato del suo cuore e quello del suo avversario. Quando tutto sembrava volgere al termine Ranma vacillò e Shin lo sorprese con un pugno al viso.

Il codinato stramazzò al suolo. La sua testa si riempì nuovamente di tutte quelle persone inutili, voci e volti ondeggiavano nella sua mente.

“Ranma io credo in te! Credo in noi!” questa supplica disperata lo fece riprendere e richiamate a sé tutte le energie residue e parve confluire in lui nuova forza, rinvigorito diede a Shin il colpo di grazia dimostrando la sua netta superiorità e le sue notevoli abilità. L’uragano della tigre era decisamente la mossa fatta su misura per lui. Ranma si accasciò al suolo soddisfatto dello scontro, se l’era vista davvero brutta. Shin cadde a terra svenuto. Kasumi e il dottor Tofu soccorsero prontamente il povero Shin accompagnandolo nella sua stanza dove lo avrebbero medicato inseguiti dalla preoccupata Ucchan.

La folla che era situata sugli spalti lo portò in trionfo e il ragazzo si trovò improvvisamente a sguazzare in una marea di gente nel vero senso della parola. Trovato finalmente un attimo di respiro cercò la sua ragazza con lo sguardo; era rimasta lì in disparte, gli sorrideva quasi con le lacrime agli occhi e allora fu come se in quel salone affollato fossero rimasti soli. A passi lenti si avvicinarono l’uno all’altro e, pieni di desiderio, chiusero finalmente le loro distanze con uno di quei baci che lei aveva sognato tanto in questi giorni. Finalmente avevano dichiarato il loro amore a se stessi. Cosa importa ora delle reazioni degli altri se in questo momento esistono solo loro? Diciamo semplicemente che tutti sono rimasti a bocca aperta dall’audacia di questi due giovani che dopo tante insicurezze finalmente sono maturati ed hanno imparato come amarsi. Come nei sogni di ogni ragazza ecco il suo principe azzurro un po’ bacato che la stringeva forte e sfidava il destino pur di averla accanto.

 

Fine

 

 

Ma cosa ne è stato di Ukyo e Shin?

 

Ukyo aveva raggiunto Shin nella stanza dov’era stato medicato e attendeva che riprendesse i sensi. La sua sconfitta era l’inizio di una nuova vita per lei.

Era sicura che si sarebbe presto ripreso e non sarebbe di certo trascorso molto tempo prima di un nuovo scontro. Stavolta dai toni più amichevoli. Era così felice!

Quel ragazzo era totalmente l’opposto di Ranma lui era stato capace di riportare l’ordine sconfiggendo il caos che accompagnava da sempre il codinato. Shin era disteso nel suo futon e l’amorevole Ukyo gli teneva la fronte e gli asciugava il sudore. Lo guardava con quegli occhi chiari così belli che nessuno aveva mai realmente apprezzato. Ora si sentiva donna completa.

Aprendo poco gli occhi Shin riconobbe in Ukyo la figura che gli era accanto e mugolò il suo nome.

“Ehi”disse lievemente la cuoca “come ti senti?”

“Molto meglio ora che so che sei accanto a me”

Ukyo era imbarazzata. Sapeva di non essere indifferente al ragazzo ma non si erano mai parlati apertamente a causa del fidanzamento con Akane. Ora che la situazione si era finalmente sbrogliata Shin non aveva perso tempo rimarcare il suo interesse per lei.

Ebbene sì, era davvero molto diverso da Ranma. E lei non poteva desiderare niente di meglio.

 

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