I'm not Prince Charming

di LittleBoobear
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
Piove. Se il ticchettio della pioggia non fosse così dannatamente irritante, troverei piacevole il modo in cui le gocce mi solleticano il viso.
La mia auto non è poi così distante dalla palestra della scuola, eppure sono bagnato fradicio, Se solo quei due coglioni di Smith e Cooper non avessero sbagliato tutti quei passaggi, il coach ci avrebbe mandato a casa prima e non mi ritroverei zuppo.
Apro velocemente lo sportello della mia auto e mi ci fiondo dentro, per poi accendermi una sigaretta.
Rimango qualche minuto fermo nel parcheggio e quando sto per partire qualcuno bussa al finestrino.
Non lo riconosco subito perché i vetri sono tutti appannati, ma poi noto una folta chioma bionda e ne deduco che si tratti di Niall.
Gli apro lo sportello del sedile accanto al mio e lui non esita ad entrare nell'auto.
-Mio fratello mi ha dato buca, mi dai un passaggio?- chiede, tossendo.
-Quel bastardo, dovremmo riempirlo di botte.- commento io, sistemandomi i capelli.
-E dai, Zayn, non fare lo stronzo, è comunque mio fratello.- alzo un sopracciglio e lo guardo.
-Un fratello che regolarmente ti pianta in asso.- ribatto, accendendo il motore.
-Avrà avuto altro da fare...ehi, ma hai fumato?
-Che problema c'è? Sai benissimo che fumo.- commento, uscendo dal parcheggio.
-Sì...beh, tanto per chiedere.- alza le spalle e si mette ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino.
-Il basket mi ucciderà...- riprende, dopo un po', stiracchiandosi.
-Semmai il coach ci ucciderà se quei due coglioni non imparano a giocare.- stringo le mani sul volante e sbuffo.
-Aaah, lasciali perdere...devono ancora imparare.
-Imparare? Quei due imbranati? Ma non farmi ridere.- abbozzo un sorrisino ironico e scuoto la testa.
-Beh, in compenso tu e Louis avete fatto un ottimo gioco.- continua, sorridendomi.
-Dovremmo pur rimediare all'azione degli imbranati, e comunque anche tu sei un buon giocatore.
-Me la cavo, ma niente di che.- sorride e fa scrocchiare il collo.
-Qui continua a piovere e sembra che non voglia smettere.- cambia discorso e torna a guardare fuori dal finestrino.
-Il tempo a Londra è cazzuto. O ti va bene o ti va bene.- commento, osservando le nuvole nere sopra di noi.
-Già...insomma...come va con Meredith?
-Chi?- chiedo, indifferente, senza staccare gli occhi dalla strada.
-Come 'chi'? Non state insieme?- scoppio a ridere e gli lancio un'occhiata divertita.
-Io e quella? Naah, è solo da una botta e via.
-Uhm...come tutte, quindi.- ribatte, serio, incrociando le braccia al petto e assumendo un'espressione indecifrabile che non mi piace per niente.
-Esatto...che senso ha impegnarsi con una ragazza quando ne puoi avere una diversa ogni sera?- faccio un ghigno compiaciuto. Niall non risponde e appoggia la testa al sedile.
-Non ho ragione?- lo imbocco, spalancando gli occhi.
-Eh? Oh, sì...
-Non sembri molto convinto- commento, tornando ad osservare la strada.
-Beh...a me Liam sembra molto felice con Kayla.- sbuffo e roteo gli occhi.
-Ma dai, che divertimento c'è?- sbotto, facendo una smorfia. 
-Non è sul divertimento che si basa una relazione.- dice, puntandomi gli occhi addosso.
-Appunto. Meno relazioni, più divertimento.- ribatto, sorridendo sicuro.
-Lo so, ma non mi piace far soffrire le ragazze, Zayn.- si lamenta, sospirando. 
-E chi ha detto che soffrono? Per una sera si divertono e poi sperano che capiti di nuovo.- dico, mentre là fuori la pioggia continua ad aumentare.
-Convinto tu.- conclude, senza guardarmi.
-Che c'è? Ti sei preso una cotta per qualcuno?- spero fortemente che non sia così. Odio quando i miei amici si innamorano, l'amore può compromettere le amicizie. Quando è successo a Liam abbiamo rischiato di perderlo e ogni giorno in cui continua a stare con Kayla è un giorno incerto.
-Che? No, certo che no.- risponde, scuotendo la testa. Tiro un respiro di sollievo e sorrido.
-Meglio così, siamo giovani, è tempo di divertirci.- esclamo, fermandomi davanti a casa sua.
Annuisce, abbozzando un sorriso incerto.
-Ok, allora grazie per lo strappo.- conclude, aprendo lo sportello dell'auto.
-Di niente, amico.- ribatto, osservandolo mentre raggiunge la porta di casa sua.
Controllo che i miei capelli siano a posto e me ne vado a casa.
 
 
 
 
-Buongiorno!- esclama mia sorella waliyha, saltando sul mio letto.
-Cazzo, non rompere.- ribatto, coprendomi con la coperta fin sopra la testa.
-Oh, andiamo, Zayn, non vorrai arrivare tardi a scuola per l'ennesima volta.- mi scuote e sbuffo.
-Me ne fotto della scuola.- sbotto, guardandola male.
-Ok, fai come ti pare.- conclude, andandosene.
Roteo gli occhi e mi alzo.
Mi preparo e faccio colazione più lentamente possibile e salgo sulla mia auto.
Appena arrivo a scuola trovo i miei amici ad aspettarmi. 
-Ehi, Zayn!- mi saluta Harry, sorridendo, mentre gli altri mi fanno un veloce gesto col capo. Ricambio e metto le mani in tasca.
-La festa per stasera è confermata?- chiedo, poi, a Louis, che sorride strafottente.
-I miei sono partiti come previsto, quindi non ci sono problemi.- mi rassicura, alzando le spalle.
-Evvai!- esulta Harry, battendogli il cinque.
-Chi è la tua prossima preda?- continua Louis, appoggiandosi alla sua auto.
-Ancora non lo so...deciderò in queste ore. Le vostre?
-Julie Peterson.- risponde Lou, convinto.
-Punti in alto.- si intromette Liam, che fino ad ora è stato tutto il tempo ad armeggiare col cellulare.
-Lo faccio sempre...la tua, Harry?
-Uhm...non lo so...su chi potrei puntare?- chiede, indifferente, guardandosi intorno.
-Ashley Rooney, ti sbava dietro da un bel po'.- propongo, sorridendo.
-Che ne dici, invece, di Brooklyn?- azzarda Louis, indicando la ragazza col capo.
-Ma chi? La Store? Non ci penso nemmeno.- ribatte lui, guardandola.
-Solo perché non è una facile.- lo stuzzico io, incrociando le braccia.
-No, mi odia, ci odia, lo sapete...dopo quello che le abbiamo fatto.
-E' stata una tua idea, io ti avevo detto di non farlo.- lo rimprovera Liam, lanciandogli un'occhiataccia.
-E' stato divertente, comunque.- commento io, sorridendo.
-Sì, infatti. Facciamo così...- riprende Harry guardando Lou 
-Io punto su Julie e tu su Brooklyn.- il ragazzo rise di gusto, passandosi una mano tra i capelli.
-Scordatelo, tu e Zayn l'avete resa isterica e adesso odia tutti noi. Non mi va di iniziare a fare il romanticone e dirle che mi dispiace, anche perché non è così.
Accendo una sigaretta.
-E dai, Harry, non piagnucolare, magari ti dà una seconda possibilità.- scoppiano tutti a ridere.
-Ti aspetti che quella si faccia fregare un'altra volta? Ci abbiamo giocato e ci siamo divertiti, puntiamo su qualcuno meno arrabbiato.
-O su qualcuno meno difficile.- lo provoco io, tirando una boccata dalla sigaretta.
Louis capisce il mio gioco e sorride.
-Hai paura che non te la dia, Styles?
-No, voglio solo...oh, che cazzo, e va bene!- alla fine si arrende, sbuffando.
-Ciao, ragazzi, scusate il ritardo.- ci interrompe Niall, respirando affannosamente, forse per una corsa appena fatta.
-Ciao, biondo, stasera ci sei a casa mia, no?- chiede Louis, togliendo le mani di tasca.
-Uhm...sì, alle nove, giusto?
-Sì, ma voi venite alle otto.- conclude Louis, fissando un punto alle nostre spalle e andandosene.
La campanella ci fa capire che dobbiamo cominciare ad avviarci verso le aule e ci dividiamo. Io e Harry siamo insieme.
Prima di andare in classe decido di rompere un po' le scatole a Brooklyn, che sta parlando allegramente con una ragazza.
-Ecco qua, la mia Brooklyn preferita.- sorrido malizioso, sfidandola con lo sguardo.
-Fottiti, Malik, insieme al tuo amico.- ribatte lei, facendo una smorfia.
-Uhm...come siamo nervosette, dormito male?- la provoco, continuando a sorridere.
-Non rompete le palle già di prima mattina.- ci fulmina con lo sguardo e afferra dei libri dall'armadietto.
-Ci mancavi e siamo passati a salutarti.- dice, Harry, col suo solito tono da bastardo, mentre io osservo la ragazza insieme a Brooklyn.
Devo ammettere che non è niente male.
Ha i capelli folti e neri e gli occhi più scuri della notte, è abbastanza alta e il suo fisico è spettacolare.
Faccio scorrere gli occhi sul suo corpo, sorridendo malizioso e poi guardo Brooklyn.
-Vuoi presentarci la tua amica?- chiedo, facendole l'occhiolino.
-Tenete le vostre manacce lontano da lei.- mi ringhia contro Brooklyn facendo un passo minaccioso verso di me.
-Tranquilla, Brooke, non mi piacciono gli stronzi.- si intromette l'altra, andandosene.
Brooklyn ci guarda, soddisfatta e se ne va col sorriso sul volto.
-Wow, Brooklyn 2, la vendetta.- commenta Harry, facendo una smorfia.
-E' lei.- ribatto io, ignorando il suo commento.
-Lei, chi?- chiede lui, confuso, corrugando la fronte.
-E' lei la mia prossima preda.
-Sicuro? Sai, non sembrava molto disponibile.- continua Harry, arricciando il naso.
-La faccio sghiacciare io, aspetta e vedrai.- rispondo convinto, lasciando che un sorriso mi solchi il volto.


Ehilà! Questa è una piccola storia che ho scritto un po' di tempo fa e che adesso sto rielaborando, dato che l'ho ritrovata tra le mie cose e mi è sembrata carina. Non durerà molto, ma voglio comunque pubblicarla.
Fatemi sapere che ne pensate.
Ciaoo,
Vale. :)

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Entriamo nell'aula di fisica e ci sediamo in ultima fila, come sempre.
Harry tira fuori il cellulare e entra su facebook, appoggiando le braccia sul banco, mentre io mi limito ad infilarmi le cuffiette per ascoltare un po' di musica dall'iPod.
Qualche minuto dopo arriva il professore, ma la situazione non cambia, rimango perso nel mondo della musica. Finchè non vedo arrivare di corsa la ragazza di prima.
-Scusi il ritardo, professore, non trovavo l'aula.- si giustifica, mortificata, cercando di riprendere fiato.
-Lascerò stare per questa volta, signorina...?- assottiglia gli occhi per osservarla meglio e lei arrossisce.
-Ehm...Jillian Drake.- si presenta, facendo un sorrido timido alla classe.
Sorrido maliziosamente e tiro una gomitata a Harry, che era ancora tutto preso dal cellulare.
Alza la testa e ricambia il mio sorriso.
-Si può essere più fortunati?- chiedo, retorico, e lui scuote la testa.
-Lo dicevo, io, che la fortuna ti bacia il culo ogni giorno.- commenta, poi, tornando ad armeggiare col cellulare, mentre Jillian sta cercando un posto per sedersi. Quando ci nota fa una smorfia, scocciata, e rotea gli occhi appena capisce che l'unico posto libero è davanti a noi.
Si siede velocemente e tira fuori il libro, senza voltarsi.
-Jillian, eh? Mi piace.- sussurro nella sua direzione, perché possa sentirmi.
Non si volta, ma so che ha capito.
Mi appoggio allo schienale della sedia e piego la testa per osservarla meglio, anche se da dietro. Oh, ci sarà da divertirsi.
-Harry? Dammi un foglio.- dico, senza toglierle gli occhi di dosso.
Il riccio non mi risponde e mi volto, tirandogli una botta sul braccio.
-Harry!
-Eh?- mi guarda e aspetta che io dica qualcosa. Roteo gli occhi.
-Dammi un foglio.- ripeto, scocciato.
-Ti sembro uno che si porta dietro un foglio?- chiede, sarcastico, alzando un sopracciglio.
Sbuffo e mi volto verso una delle cheerleaders che mi sta fissando, con un sorrisino ebete stampato sul volto.
-Ehi...ehm...- la indico, senza ricordarmi il suo nome e lei sembra risvegliarsi dal suo stato di trance, rivolgendomi un enorme sorriso.
-Hai mica un foglio da prestarmi?- le mimo con le labbra, facendole l'occhiolino. Si morde il labbro e torna a fissarmi con un'aria da idiota.
Sbuffo e alzo le braccia, così da farla sobbalzare.
Annuisce e mi passa un pezzo di carta.
-Grazie, babe.- sussurro, facendola quasi crepare dall'emozione.
-P-prego, Zayn.- afferro il foglio e, subito, mi metto a scrivere.
'Stasera festa a casa di un mio amico. Ci stai? -Zayn.'
Accartoccio il biglietto e lo lancio sul banco di Jillian.
Lei rimane un attimo a fissarlo, ma poi lo apre, delicatamente.
Scrive qualcosa e si volta pochi secondi per passarmelo, abbastanza perché le possa rivolgere un sorriso sexy.
Nel leggere la risposta, scuoto la testa, divertito. E' già pazza di me.
'Puoi infilarti il tuo invito sai bene dove. Ah, e mi chiamo Jill. Jillian è orrendo.' sorrido e scrivo l'indirizzo dall'altra parte del foglietto, per, poi, lanciarglielo di nuovo.
 
 
 
 
-Perché le hai dato l'indirizzo se ti ha detto che non verrà?- chiede Harry, confuso, mentre entriamo a mensa, qualche ora dopo.
-Perché non sempre si fa ciò che si dice, Harold. E' nuova, pensi che si perderà una festa alla quale, per giunta, è stata invitata da uno come me?
E comunque ho risolto anche il tuo problema, perché si porterà sicuramente dietro Brooklyn.
-Beh, che ne sai?- continua, incerto, facendo scrocchiare il collo.
-Tu fidati di me, al limite ne rimorchiamo due sul posto.- dico, alzando le spalle, indifferente, mentre ci dirigiamo al nostro solito tavolo, dove al momento c'è soltanto Liam, accompagnato dalla sua ragazza e dalle sue amiche. E che palle.
Il fatto che da quando si frequentano non possiamo più stare noi cinque ragazzi da soli, ci irrita parecchio, l'unica cosa positiva è che Kayla si porta dietro le sue amiche, Julie e Christine.
-Sono a pezzi.- bofonchia Liam, appena io e il riccio ci sediamo.
-A chi lo dici.- sputa Harry, sbuffando e appoggiando la testa sul tavolo.
-Non vedo l'ora che sia stasera.- aggiunge, con un sorriso malizioso.
-Perché? Hai già trovato la tua prossima bambola da usare e buttare?- sbotta Kayla, addentando un panino e inarcando il sopracciglio.
Ecco perché odio il fatto che ci siano delle ragazze al nostro tavolo, sono sempre pronte a giudicarci e a farci la predica, o peggio, si dilettano a chiacchierare su smalti e stronzate varie.
-Sì, infatti.- precedo Harry, guardando Kayla con aria di sfida.
Porca troia, come mi sta sul cazzo. Roteo gli occhi, mentre cerca di controbbatere, ma vedo Jillian passare a pochi metri da noi e mi alzo di scatto.
-Ho da fare, torno fra un po'.- concludo, sistemandomi il ciuffo.
La raggiungo, ha appena finito di mangiare, perché il suo vassoio è vuoto.
-Primo giorno di scuola intenso?- le sussurro piano all'orecchio, facendola rabbrividire. Si volta e alza gli occhi al cielo.
-Non credo siano affari tuoi.- sputa, appoggiando il vassoio sul bancone.
-Oh, andiamo, non fare la scontrosa. So di piacerti da morire.- non risponde e, dopo aver alzato un sopracciglio, se ne va in giardino.
Sorrido, a stasera, babe.
 
 
 
Entro a casa di Louis in ritardo. Sono le nove e mezza e sarei dovuto essere qui per le otto, ma le cene sono noiose, specialmente se c'è anche Kayla e compagnia.
La festa è già avanzata e la musica è al massimo.
Se c'è un pregio di Louis che adoro è la capacità di riuscire a rendere casa sua una discoteca vera e propria.
-Ciao, Zayn.- una ragazza dall'aria familiare mi si para davanti.
Ora che la guardo meglio la riconosco, è una che ho scaricato da poco, Lucy, Linda o qualcosa così.
-Ciao.- risposi, scocciato, mettendo le mani in tasca.
-Ti va di ballare?- chiede timidamente, abbozzando un sorriso.
-Veramente no, e soprattutto non con te.- ribatto, lasciandola da sola.
Oh, sono come moscerini, si infilano da tutte le parti.
Mi dirigo verso un tavolo e afferro un drink.
-Guarda chi ha pensato bene di farsi vivo.- commenta Louis, prendendo, a sua volta, un bicchiere.
-Ho avuto da fare, non ce l'ho fatta.- sorride, alzando le spalle.
-Chi ti sei portato?- mi guardo intorno e poi mi appoggio al tavolo sorseggiando il drink.
-Nessuno.- spalanca gli occhi, incredulo.
-Zayn Malik senza accompagnatrice? Rimedio subito.- appoggia il bicchiere sul tavolo e mi fa l'occhiolino, prima di mischiarsi alla folla che balla.
Sorrido, finendo il mio drink, mentre la musica si ferma e tutti prendono a sussurrare, confusi.
Louis prende il microfono e sale su un tavolo.
-Scusate l'interruzione, ma non potevo non dire alle signorine qua presenti che Zayn è ufficialmente senza accompagnatrice. Su, non siate timide, fatevi avanti.- scuoto la testa, mentre alcune ragazze già mi fissano. Una di loro si avvicina.
-Ho sentito che sei da solo.- dice, cercando di essere sensuale. Dio, la sua voce è talmente irritante che potrei spararmi.
-Già, e credo resterò solo, per un po'.- commento, facendo una smorfia e spostandomi da un'altra parte.
Sbuffo e mi concedo uno sbadiglio. Non mi sono mai annoiato tanto ad una festa.
Mi guardo intorno per adocchiare qualche ragazza con cui potermi divertire e non posso fare a meno di sorridere quando vedo Brooklyn e Jillian chiacchierare su un divanetto.
Mi avvicino.
-Ma che sorpresa inaspettata.- rivolgo loro uno sguardo sexy e Brooke mi guarda male.
-Non siamo qui per te, Malik.- sbotta, assottigliando gli occhi.
-Ah, no? Eppure mi sembrava di aver invitato una di voi.- continuo io, guardando Jillian, che sorride e guarda da un'altra parte.
-Tomlinson ha appena detto che sei da solo. Perché non vai a trovarti una puttanella e non ti togli dai piedi?- bofonchia Brookly, irritata dalla mia presenza.
-Zayn!- Harry mi afferra per la giacca.
-Pensavo non venissi e...oh, chi si vede.- gli spunta un sorriso malizioso appena si accorge di Brooklyn e Jillian.
-Buonasera, signore.- loro fanno una smorfia e Harry mi tira una gomitata, divertito.
-Ti ho mai detto che sei un genio del male?- sussurra, guardandomi.
Scuoto la testa e sorrido.
-No, ma suona bene.
-Allora, Lyn, qual buon vento?- riprende il riccio, tornando ad osservare la bionda.
-Non chiamarmi 'Lyn'.- lo riprende la ragazza, incrociando le braccia.
-Oh, scusa, tesoro.- continua, calcando l'ultima parola.
Lo fulmina con lo sguardo e cominciano a litigare. Ne approfitto per cercare di trascinare Jill lontano da Brooklyn.
-Mi concedi un ballo?- le pongo una mano e lei si alza dal divano.
-Sarebbe da stupidi rifiutare.- commenta, venendo verso di me.
Sorrido, è stato più facile del previsto.
La vedo avvicinarsi al mio orecchio.
-Considerami stupida.- conclude, allontandandosi dal mio viso e, facendomi l'occhiolino, se ne va.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
 
Trovare qualcuno ad una festa è dannatamente difficile.
Ecco perché mi sto innervosendo.
Jillian non si vede da nessuna parte e sto cominciando a credere che se ne sia andata.
In compenso, però, molte ragazze mi stanno perseguitando. Altra cosa che mi sta innervosendo.
Finalmente, dopo aver respinto una tipa decisamente troppo...uhm...diretta, dopo aver tirato un pugno in faccia ad un coglione che per poco non mi macchiava la camicia con il suo drink ed aver fatto l'occhiolino a fin troppe ragazze, mi accorgo che Jillian si sta godendo un drink, appoggiata al muro dell'enorme salotto, con lo sguardo fisso fuori dalla vetrata.
-Attenta, potresti ubriacarti e qualcuno potrebbe approfittarne.- dico, con la voce più sensuale che mi sia mai venuta in vita mia.
Alza la testa verso di me, rivolgendomi una misera occhiata sarcastica.
-Senza fare nomi, eh, Zayn?- ribatte, assottigliando di poco gli occhi.
Mi avvicino pericolosamente, facendola irrigidire.
-Avanti, balla con me.- le soffio sulle labbra, certo che un brivido le abbia appena percorso la schiena.
-Neanche se fossi l'unico ragazzo a questa festa.- mi provoca, sorridendo ironicamente.
Incrocio le braccia divertito, senza aumentare la distanza fra di noi.
-Se non volevi vedermi perché sei venuta?
-Perché sono stupida, no?- sorseggia il drink, tornando a guardare fuori dalla vetrata.
-Molto.- commento, appoggiando una mano sul muro per bloccarle la visuale del giardino.
Mi guarda male, ma non accenna ad andarsene, anche se il suo respiro si sta facendo sempre più irregolare.
Mi avvicino di più, sfiorandole le labbra, che hanno un delicato profumo di vaniglia.
Appoggia una mano sul mio petto e, dopo avermi sorriso, mi spinge all'indietro, per posare il bicchiere, ormai vuoto, su un tavolino lì vicino.
Non demordo e mi avvicino nuovamente, bloccandola per i fianchi.
-Se non vuoi ballare, non importa, ci sono tante cose che possiamo fare insieme.- le sussurro all'orecchio, mentre la vedo socchiudere leggermente gli occhi.
Sta cedendo. Alla fine non è stato così difficile come credevo.
Mi guarda, il suo volto è segnato da diverse emozioni, ma non sono certo di poterle interpretare tutte. Non sono bravo in queste cose.
Mi allontano di poco, giusto per poterla squadrare meglio, ma così riesco soltanto a rovinare tutto.
-Finiscila perché non attacca con me. Brooklyn mi ha parlato di te e dei tuoi amici, dovreste solo vergognarvi.- sputa, acida, liberandosi della mia presa, per, poi, dileguarsi tra la folla.
Brooklyn, ma certo. Quella maledetta. Stringo i pugni, innervosendomi.
Mi guardo intorno alla ricerca di Niall o di qualcuno con cui poter parlare.
Che c'è di meglio che sfogarsi con i tuoi amici?
Trovo, dopo poco, il biondino che gioca a freccette, con un'espressione per niente felice sul volto.
-Niall!- esclamo, affiancandolo, mentre una freccetta per poco manca il centro del bersaglio.
-Oh, ciao, Zayn, ti diverti?- chiede, abbozzando un misero sorrisino amichevole.
-Non molto.- ribatto, sbuffando. 
-Tu?- aggiungo, appoggiandogli una mano sulla spalla.
-Sì...- risponde, per niente convinto, afferrando un'altra freccetta.
-Non sembrerebbe...che succede?
-Niente...sono solo un po' stanco.- veramente crede di riuscire a fregare il suo migliore amico con una scusa del genere?
-Avanti, dimmi che succede.- ribatto io, incrociando le braccia, mentre la freccetta stavolta va a colpire in pieno centro il bersaglio.
-Io...non so, veramente.- mormora, guardandomi con occhi tristi.
-Non stai bene?- ipotizzo, aggrottando le sopracciglia.
-No, no, sto bene...ma, comunque, tu non dovevi essere con una ragazza?
-Nah, credo che mi prenderò una pausa, almeno per stasera.- ammetto, sorridendogli. Annuisce, visibilmente sollevato.
-Ma non cambiare argomento.- lo ammonisco, alzando un sopracciglio con fare indagatore.
-Sì, beh, io...forse non sono affari miei, ma il modo in cui vi state comportando tu, harry e Louis è un po' esagerato.- corrugo la fronte, senza riuscire a dare un senso a quella frase.
-Che intendi?
-Vi portate a letto centinaia di ragazze. Non credi che potrebbero starci male?- continua, muovendo leggermente le braccia.
-No, sanno chiaramente che io non provo niente per loro.- ribatto, alzando le spalle.
-Ah, sì? E perché Meredith e Lucy ti perseguitano? Perché credi che Hope abbia cambiato scuola? Perché Brooklyn è così tanto arrabbiata?- mi provoca, avvicinandosi con aria incazzata.
-E che ne so!- esclamo, alzando le braccia.
-Zayn, è colpa tua, lo sai bene.- cerca di rilassare i muscoli, ma è evidente che non è per niente calmo.
-Ti sbagli!
-Pensaci, cazzo, ogni ragazza che ti viene dietro spera che tu possa cambiare per lei.- scuote la testa, mentre quelle parole così assurde iniziano a rimbombarmi nella testa.
-Non sparare cazzate, Niall.- balbetto, mentre dentro di me, qualcosa mi fa sentire strano.
Cambia espressione e capisco che la mia ultima affermazione debba averlo offeso molto.
-Ok, fai un po' come ti pare, non ascoltare i consigli del tuo migliore amico e continua a fare il cazzone.- conclude, sbattendo con forza una freccetta su un tavolo vicino e sparendo tra la gente.
Che giornata di merda. Non ho rimorchiato nessuno di interessante e ho litigato con Niall.
Dopo essermi ubriacato con non so quanti drink, decido di aver bisogno di andarmene dalla festa con una ragazza. Ne adocchio una e ce ne andiamo.
 
 
 
Mi sveglio con un tremendo mal di testa post sbornia. Accanto a me c'è una ragazza di cui, sinceramente non ricordo il nome.
Mi alzo lentamente per non svegliarla e, dopo aver raccolto i miei vestiti, me ne vado.
La mia auto è parcheggiata lì vicino, per fortuna, non avrei avuto voglia di fare la caccia al tesoro.
Quando arrivo a casa, trovo mia madre intenta a cucinare.
-Ciao, Zayn.- mi saluta, appena mi vede.
-Ciao.- ribatto, stanco.
-Divertito da Louis?- chiede, sorridendo gentilmente.
-Sì.- mento, roteando gli occhi. Odio quando mi fa l'interrogatorio.
-Uhm...senti...continua a chiamare Meredith...potresti anche presentarmela, sai?- continua, leggermente irritata.
-Eh?- aggrotto le sopracciglia.
-Non voglio che ti vergogni di me.- commenta, incrociando le braccia.
-Ma che dici?- ancora non capisco dove voglia arrivare.
-Voglio che mi presenti la tua ragazza, comprendi me, Zayn?- ribatte, con una voce strana, scandendo ad una ad una le parole.
-Se ne avessi una te l'avrei presentata.- sbotto, cercando di andarmene in camera.
-Ma come...? Meredith non...?- mi blocco e sbuffo, per poi voltarmi di nuovo verso di lei.
-Oddio questa 'Meredith', non è la mia ragazza, cazzo!- sputo, scocciato.
-Zayn!- mi riprende lei, guardandomi male.
-Me ne vado a letto.- concludo, salendo alla svelta le scale.
Mi addormento appena mi infilo sotto le coperte, ma a svegliarmi poco dopo ci pensa il mio cellulare, che squilla come un dannato.
-Pronto?- rispondo, ancora mezzo addormentato.
-Brutto coglione cazzuto!- ribatte la voce al di là.
-Harry?- biascico, sdraiandomi di nuovo.
-Sì, cazzo, come ti è venuto in mente di piantarmi ieri sera? Mi hai lasciato solo con quella...quella cosa...- rido.
-Ma chi? Brooke?- chiedo, facendo scrocchiare il collo.
-Sì, che sia maledetta! Ha tirato un calcio al piccolo Eddie.- si lamenta, piagnucolando.
Scuto la testa e sorrido.
-Lo dicevo che è innamorata di te.- lo sfotto, mordendomi il labbro per non scoppiare a ridere.
-Vaffanculo, bastardo.
-Sì, insomma, perché mi hai chiamato?- cambio discorso, sbadigliando.
-Per dirti che sei un brutto coglione caz...- lo interrompo sbuffando.
-Sì, ho capito, e poi?
-E poi...ah, a te com'è andata con la brunetta?- faccio una smorfia, al ricordo di ieri sera.
-Niente, mi ha praticamente respinto.- dico, alzandomi dal letto per armeggiare con gli oggetti sopra il comodino.
-Cosa?- sembra più incredulo di me.
-Sì, perciò ho puntato su un'altra.
-Non ci sai proprio stare una notte senza, eh?- ribatte, malizioso, ridendo.
-Stai zitto che tu sei anche peggio.- commento, ridendo insieme a lui.
-Che stai facendo?- riprende, dopo qualche secondo.
-Dormivo, ma mi hai svegliato.- rispondo, con aria scocciata.
-Quindi non fai niente. Perfetto. Ho saputo che Brooklyn e la sua amichetta sono al bar vicino casa mia.- alzo un sopracciglio, non trovando l'importanza di quella frase.
-E quindi?- chiedo, indifferente, spalancando la finestra di casa mia.
-Come 'quindi'? Ovviamente ci andiamo anche noi.- ribatte, furbetto.
-Scordatelo, non passerò il sabato dietro a quelle.- mi rifiuto, assolutamente no.
-Ma dai, perché no?- continua, insistente.
-Perché mi sono stufato.- commento, sbuffando, accendendo una sigaretta.
-Oh, povero Zayn, quasi dimenticavo che ieri sera non fossi rimasto quasi all'asciutto per colpa di Jillian.- inizio a irritarmi e do una lunga tirata alla sigaretta.
-Senti, non rompere il cazzo, mi ha detto chiaro e tondo che non vuole avere nulla a che fare con me.- sputo, facendo una smorfia, mentre il fumo va a formare una nuvoletta deforme, che viene portata via dal vento.
-Ma non eri tu quello che diceva che non sempre si fa ciò che si dice?
-Non in questo caso. E poi cosa c'entra?- mi sistemo il ciuffo e osservo il cielo, che non è per niente sereno.
-Ma che ti prende? Tu non rifiuteresti mai una sfida come questa.
-Non lo so, Harry, non sto molto bene.- continuo, sospirando.
-Sarà per la sbornia di ieri.- suppone, indifferente.
-Non in quel senso...ho litigato con Niall.- ribatto, di getto.
-Con Niall? Quel 'Niall'?- chiede, incredulo, riuscendo quasi a stimpanarmi.
-Sì, Harry.- ammetto, grattandomi la testa.
-Sicuro che parliamo della stessa persona?- continua, sempre più confuso.
-Smettila, quanti 'Niall' conosci?- esclamo, sbuffando.
-Ma stai scherzando? Cioè...come si fa a litigare con quel biondino zuccheroso?- chiede, con una vocina strana, che mi fa fare una smorfia.
-Sai che io posso fare di tutto.- rispondo amaro, come se fosse un vanto.
-Ook...e perché avete litigato?





     




 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
-Perché, secondo lui, ciò che facciamo tu, io e Louis è sbagliato.- rispondo, roteando gli occhi.
-Intendi dire che non gli sta più bene che usciamo con delle ragazze?- ribatte lui, confuso.
-Dice che le facciamo soffrire e bla bla bla.
-E' per questo che hai deciso di non provarci più con la Drake?- continua Harry, mentre tiro un'altra boccata dalla sigaretta.
-No...cioè...non lo so...non voglio che Niall sia arrabbiato con me.- faccio dei disegni immaginari con le dita sul davanzale della finestra e sbuffo.
-Quindi?
-Quindi nulla. Me ne starò a casa a mangiare gelato e a guardare un film.- lo sento ridere di gusto e poi schiarirsi la voce.
-Ma per piacere. Quello lo fanno le ragazzine depresse! Mi stai preoccupando...facciamo così...tra mezz'ora sono da te e ce ne andiamo a prendere un caffé.
-No, finiscila, non verrò con te.- spengo la sigaretta e chiudo la finestra, per poi sedermi sul letto e sbuffare.
-Oh, e dai, ti prometto che ci divertiremo.- ho voglia di uscire, ma qualcosa dentro di me vuole soltanto starsene a casa a non fare niente.
-Va bene...- cedo, sospirando -Ci vediamo tra mezz'ora.- esulta con un urletto vittorioso e stacca la chiamata.
Harry ha ragione, dopotutto. Non posso mica deprimermi perché quella stronza non ci è stata. E poi con Niall si sistemerà tutto in qualche giorno.
Mi cambio e scendo in salotto, canticchiando.
-Ti sei svegliato, finalmente.- mia madre mi guarda male, ancora arrabbiata per come le ho risposto prima.
-Esco con Harry...non so se torno per cena.
-Hai già saltato il pranzo, vedi di mangiare almeno un po'.- mi rimprovera, incrociando le braccia.
Roteo gli occhi.
-Sì.- dico, scocciato, accendendo la tv e sdraiandomi sul divano.
-Mi devo preoccupare? Sembri...distrutto. Non è che ieri sera alla festa hai preso qualche pasticca o...- mia madre è visibilmente agitata. La guardo, perplesso e irritato da tutte quelle domande.
-Pensi che io mi droghi?
-Non lo so, Zayn, dimmelo tu...sei rientrato stamani alle dieci, sei stato a letto tutto il tempo e sembri...scombussolato.- appoggio la testa al cuscino, sbuffando.
-Mamma, è ovvio, non ho dormito molto.
-Hai bevuto, vero?- sbuffo e non rispondo.
-Zayn, quanto hai bevuto?- continua, alzando il tono della voce.
-Solo qualche drink, va bene?- sbotto, mettendomi seduto.
-Forse dovresti smetterla con le feste.- dice, appoggiandosi con le braccia allo schienale del divano.
-Oh, ma dai! Ho bevuto un po' troppo, ma lo fanno tutti!- esclamo, smanaccando.
-Ti ricordo che eri in auto. Ubriaco. Avresti potuto schiantarti da qualche parte.- si mette una mano dei capelli e io roteo gli occhi.
-Non è successo...quindi...- mi dirigo di fretta verso la porta e esco di casa, sbattendola. 
 
 
 
Faccio avanti e indietro sul marciapiede davanti casa mia ormai da venti minuti, ho già fumato due sigarette e se Harry non arriva entro cinque minuti accenderò la terza.
Finalmente, vedo la sua auto sbucare da dietro l'angolo.
Abbassa il finestrino e lo saluto con un cenno del capo.
-Ciao, depresso.- ricambia lui, ghignando.
Entro in auto e lo guardo male, scuotendo la testa.
-Va un po' meglio?- chiede, mentre riparte a tutto gas.
Faccio schioccare la lingua e guardo fuori dal finestrino.
-Uhm...vediamo...ho litigato anche con mia madre, questa giornata non potrebbe essere migliore.- dico, sarcastico, accompagnando la frase con un sorrisino ironico.
Fa una smorfia e si lecca le labbra.
-Povera donna, la farai impazzire.
-Ma sai che credeva che mi fossi drogato?- scuoto la testa, mentre lui scoppia a ridere di gusto.
-Lo crederei anch'io. Ma ti sei visto? Sei a pezzi.- mi lancia un'occhiata preoccupata e poi torna a guardare la strada.
-Sì, non ho dormito molto.
-Nemmeno io...ma dopo esserci presi uno o due caffé con panna, vedrai come torneremo affascinanti.- sorrido e annuisco, appoggiandomi allo schienale del sedile.
Per il resto del viaggio restiamo in silenzio. Io ho bisogno di riordinare le idee e forse anche Harry.
 
 
 
 
-Ciao, ragazzi.- ci saluta la cameriera, pronta per prendere le nostre ordinazioni -Cavolo, avete proprio una brutta cera.- commenta, poi, squadrandoci.
-Non ricordarcelo, abbiamo avuto una nottata intensa.- ribatte il riccio, sorridendole.
-Ok, che vi porto?
-Due caffé con panna.- continua Harry, sbadigliando.
La ragazza annuisce e se ne va.
Mi guardo intorno, ma di Brooklyn e di quell'altra non c'è traccia.
-Mi sa che ti sbagliavi su quelle due.- commento, massaggiandomi le tempie.
-No, fidati, le ho sentite parlare. Jillian sta cercando un lavoro e Brooke le ha consigliato di chiedere se qui avessero bisogno di qualcuno. Hanno detto che si sarebbero incontrate qui alle tre per...- non fa in tempo a finire la frase che Jillian entra nel locale, con un'aria quasi scocciata.
Vederla di certo non mi fa stare meglio.
-Allora, che ti dicevo?- Harry sorride, mentre la cameriera torna con i due caffé.
Inizio a sorseggiare il mio e mi sento già più in forza.
-Che hai intenzione di fare?- chiede Harry, impaziente, senza riuscire a stare un attimo fermo.
-Uhm...di bere il mio caffé?- ribatto, inarcando un sopracciglio, ovvio.
-Intendevo con lei...è tutta sola...vai a parlare, no?
-Nah, ti ho già detto che non mi interessa più.- prendo un altro po' di caffé e alzo le spalle.
-Sì, come no...ammettilo, il fatto che ti abbia rifiutato ti piace un sacco.- faccio una smorfia. Il riccio ha colto nel segno.
Non rispondo e finisco il caffè.
Lui, intando lancia delle occhiatine impazienti alla porta, sicuramente nella speranza che arrivi Brooklyn.
-Magari le ha dato buca.- suppongo, appoggiando i gomiti sul tavolo.
-Che strano...credevo che fossero amiche...
-Si conoscono da poco e magari Brooke ha capito quant'è stronza Jillian.- Harry alza un sopracciglio e scoppia a ridere.
-Semmai il contrario.- alzo le spalle e lui sbuffa -Che palle...è una noia qui.- lo guardo e incrocio le braccia.
-Per fortuna mi avevi promesso che ci saremo divertiti.- commento, scuotendo la testa.
-Tu potresti...Jillian è laggiù.- ribatte lui, indicandola col capo.
Faccio una smorfia e lo guardo male.
-Sì, lo so...hai detto che non ti interessa...ma per me sei un gran bugiardo. Un salutino che ti costa?- sbuffo e la guardo.
Sta parlando col barista, anzi, sembra quasi che stiano litigando. Improvvisamente, si alza e raccoglie le sue cose.
-Se ne va. Muoviti! Ultima possibilità!- esclama Harry, sorridendo malizioso.
Rimango un attimo a fissarlo e poi ricambio il sorriso, scattando in piedi.
-Ma tu litighi proprio con tutti, eh?- soffio, divertito, alle spalle di Jillian, appena la raggiungo.
Al suono della mia voce si irrigidisce e si volta.
-E tu non ti arrendi mai, vero?- sbotta, incrociando le braccia.
-Sarà perché non sono abituato a perdere.- la sfido, avvicinandomi pericolosamente a lei.
-Beh, faresti meglio a farci l'abitudine.- ribatte, dandomi le spalle.
-E tu faresti meglio a cambiare amica...che fai? Continui ad ascoltare i suoi consigli anche dopo che ti ha dato buca?- si irrigidisce e si volta a guardarmi.
-Non mi ha dato buca. E poi tu che ne sai?
-So molte cose e, credimi, fidarsi di Brooklyn non è la cosa migliore da fare.- mi passo la lingua sulle labbra e sorrido.
-Oh, perché fidarsi di te lo è?- mi provoca, assottigliando gli occhi.
Alzo le spalle.
-Può darsi di no, ma sei disposta a credere a dei pettegolezzi piuttosto che lasciarti andare con me?- mi avvicino ancora di più e la vedo sussultare.
-Non...non sono pettegolezzi...ti ricordo che Brooklyn l'ha provato sulla sua pelle.- dice, visibilmente agitata dalla troppa vicinanza.
-Già, e le è piaciuto un sacco.- fa una smorfia di disgusto e indietreggia.
-Perchè non ti unisci a me e Harry? Stavamo prendendo un caffé.- continuo, calmo, indicandole il nostro tavolo.
-Non ci penso neanche.- sbotta, facendo una smorfia.
-Oh, andiamo...devi chiedere alla tua amichetta perché ti ha dato buca?- la provoco, sorridendo.
-Per tua informazione, mi ha avvertita che non sarebbe venuta. E adesso, se vuoi scusarmi, devo incontrarla perché mi ha trovato un'altra offerta di lavoro.- mi spinge di lato e se ne va. 
Sbuffo. Anche la possibilità di metterla contro Brooke era stata inutile.
Metto le mani in tasca e torno da Harry.
-Allora?
-Niente...è sempre la solita stronza.- faccio scorrere due dita sul tavolo, pensieroso.
-Non ha ceduto neanche un po'?- alzo le spalle e scuoto la testa.
-Magari se avessi insistito un po' di più...
-No, basta, veramente, mi sono rotto i coglioni.
-Non puoi arrenderti adesso!- commenta, agitando le braccia.
Mi siedo comodamente sulla sedia e osservo la tazza di caffé vuota.
-Dovrei chiamare Niall?- Harry corruga la fronte.
-Secondo me dovresti continuare a provarci con Jillian.- sorride malizioso e mi tira una gomitata.
-Sii serio per una volta.- lo ammonisco, lanciandogli un'occhiataccia.
-Ok, boh...che ne so...non sono mica il tuo consulente.- sbatto un pugno sul tavolo, puntando i miei occhi nei suoi, incazzato.
-No, ma sei mio amico e dovresti darmi dei consigli!- si passa una mano tra i ricci e annuisce.
-Beh, sì, insomma, credo che dovreste chiarirvi.- mi calmo e mi appoggio allo schienale della sedia, sospirando.
-Già, ammesso che voglia ancora parlarmi.


zayn

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Busso insistentemente alla porta di casa Horan e mi apre Niall, che mi squadra confuso, forse non si aspettava di trovare me.
-Ehm...ciao.- sorrido debolmente, grattandomi la testa.
-Ciao.- ribatte, freddo.
-Posso entrare?-  sussurro, mordendomi l'interno guancia. Sospira e si sposta leggermente, perché io possa passare.
Suo padre sta guardando la tv in salotto, così lui mi propone di andare in camera sua.
-Senti, so che sei arrabbiato...- comincio, imbarazzato, mentre lui chiude la porta -Non avrei dovuto urlarti contro.
-No, sono io che ti ho aggredito...- mi interrompe, guardando il pavimento -Mi dispiace, Zayn, ok? Ma non riuscivo più a tenermi tutto dentro...non riuscivo più a guardarvi mentre giocavate con quelle ragazze ingenue. Forse credete che loro non soffrano, che, anzi, apprezino di esser state scelte da uno dei ragazzi più popolari della scuola, anche se solo per una notte...e magari per qualcuna è così, ma altre ci piangono a giornate sane e io non posso credere che sia colpa dei miei amici e non posso più starmene zitto a guardare. Perché l'amicizia è fatta anche di verità e, beh, ecco la verità: il vostro atteggiamento mi fa vomitare.- le sue parole mi fanno male e stringo i pugni.
-So che non è giusto come certe volte credo che sia...ma io sono fatto così e mi piaccio e, probabilmente ti farà male sentirlo, ma non cambierò, non adesso. Perché anche se lo facessi, la gente non mi guarderebbe in modo diverso.- Niall fa una smorfia e mi guarda, annuendo.
-Ti capisco, ma spero che un giorno...- lo blocco con un gesto della mano, avvicinandomi.
-Non mi pento della persona che sono, Niall, e, probabilmente, non me ne pentirò mai, ma rispetto la tua opinione e spero che tu possa rimanere mio amico perché ti voglio bene.- sorride.
-Anch'io. Ma non a quello Zayn che fa soffrire le ragazze, voglio bene a quello che, con una battuta, a messo fine ad una rissa, a quello che fece sentire sua sorella una principessa il giorno in cui degli stupidi ragazzini l'avevano presa in giro, a quello Zayn che disperatamente cerca di uscire, ma che ormai è sempre meno visibile.- abbasso gli occhi, tristemente e lui mi mette una mano sulla spalla.
-So che quella parte di te è ancora viva, non abbandonarla.- sorride incoraggiante e io ricambio,  abbracciandolo.
 
 
 
Mentre torno a casa ripenso alle parole di Niall. Vuole veramente che io cambi, ma non lo voglio io, e, a costo di sembrare egoista, non cambierò.
Butto a terra la sigaretta, ridotta, ormai, a un mozzicone e la schiaccio con il piede. Respiro a fondo  ed entro in casa.
-Sono tornato.- esclamo, chiudendo la porta, ma nessuno mi risponde. Mia madre è arrabbiata, probabilmente vuole fare l'offesa. 
Alzo le spalle e salgo le scale, ma un rumore proveniente dalla camera degli ospiti, mi fa insospettire.
Assottiglio gli occhi e apro la porta, trovando l'ultima persona che mi sarei mai aspettato: Jillian.
Sta giocando con una bambina e appena mi vede, tira un urlo.
-E tu che ci fai qui?- esclama, stringendo a sé la piccola, che riconosco come mia cugina.
-Dimmelo tu, io sono a casa mia.- ribatto, mettendo le mani in tasca. 
Strabuzza gli occhi.
-Q-questa è casa tua?- annuisco, sorridendo.
-E la bambina che tieni in braccio è mia cugina. Posso chiederti che stai facendo?- la squadro da capo a piedi, curioso.
-Sto guardando Melody.- risponde, abbassando gli occhi.
-E perché?
-Me l'ha chiesto tua madre.- ribatte, mordendosi il labbro.
-A cosa le serve una babysitter? Avrei potuto guardarla io.- dico, forse più a me stesso che a lei.
-Beh, forse tua madre non si fida di te.- stringo i pugni. 
-Ma chi ti credi di essere?- sbotto, digrignando i denti.
-Parla quello che...- la interrompo, sbattendo un pugno sulla scrivania.
-No, non ho voglia di litigare, ok?- la guardo male e, sbattendo la porta, me ne vado in camera.
Perché mia madre ha assunto una babysitter e perché proprio lei?
Mi squilla il cellulare e, sospirando, rispondo.
-Pronto?
-Ciao, Zayn.- la voce squillante di Louis mi saluta.
Metto il vivavoce e mi sdraio sul letto, distrutto.
-Dimmi, Lou.
-Non ti sento da ieri, te ne sei andato presto.- faccio scrocchiare il collo e mi accoccolo bene sul letto.
-Sì...- sbadiglio, squadrando il soffito bianco.
-Com'è andata con quella nuova? Harry mi ha detto che ci hai provato.- faccio una smorfia. Perché il riccio non si fa mai i cazzi suoi?
-Non è successo niente. Con lei non attacca.- ammetto, mordendomi il labbro inferiore.
-Cosa? Questa è da segnare! E' la prima in assoluto che ti rifiuta!.
-Sì, beh, forse è stato meglio così...e a te com'è andata?- continuo, giocherellando con l'ipod.
-Alla grande, Zayn, cazzo. Se n'è andata giusto da due minuti.
-E' rimasta con te tutto il tempo?- chiedo, meravigliato.
-Sì, cazzo, è fantastica.
-Almeno uno dei due ha avuto ciò che voleva.- commento, amaro, sbuffando sommessamente.
-Non affliggerti, magari cambia idea.
-Sì, certo.- sospiro.
Sento, poi, Melody, cominciare a piangere disperatamente e un sorridetto divertito mi spunta sul volto.
-Pensa che fa pure da babysitter a Melody.
-Scherzi?- Louis alza la voce e poi scoppia a ridere, contagiandomi.
-No, l'ho appena scoperto.- dico, prima che il pianto di mia cugina aumenti.
-Ehm...ma è lei che piange?- chiede, confuso.
-Già, devo dire che se la sta cavando.- commento, sorridendo beffardo.
Ah, quanto mi diverto.
-Zayn, è la tua occasione! Va' di là e vendicati. E' tua cugina, sai come calmarla e poi ogni volta che ti vede ride.- annuisco, continuando a sorridere.
-Hai ragione.- stacco la chiamata e mi precipito nella stanza accanto, fermandomi sulla porta per osservare Jillian che tenta, invano, di mettere il ciuccio a Melody, che si rifiuta.
-Oh, avanti, piccola.- la supplica, sospirando.
Rido e mi avvicino. Mi guarda male.
-Da' qua.- sbotto, prendendo in braccio mia cugina. Jill incrocia le braccia, sfidandomi con lo sguardo.
Sorrido e faccio una faccia buffa, facendo ridere Melody, che comincia a giocare con la collanina che indosso.
Le accarezzo la guancia e le metto facilmente il ciuccio.
Jillian rimane meravigliata.
-Ma come...?
-E' mia cugina, la conosco.- sorrido, dandole un bacio sulla fronte.
-Ci sai fare con i bambini.- Jillian si apre in un sorriso, addolcendo lo sguardo.
-Meglio di te, sicuramente.- ride.
-Cosa? Guarda che mi offendo.- sorrido e poso Melody nel lettino.
-Mi dispiace di averti detto che tua madre non si fida di te. Non lo penso veramente.- la guardo, è ancora più bella con le guance rosse per l'imbarazzo.
-Probabilmente hai ragione...quindi...- alzo le spalle, sospirando.
-E' tua madre...- commenta, piegando la testa di lato.
-Altrimenti non avrebbe assunto te, non credi?
-In realtà...l'ha fatto per farmi un favore...ho bisogno di un lavoro...e tua madre si è offerta di aiutarmi.- annuisco e guardo Melody, che, nel frattempo, si è addormentata.
Sorrido e faccio cenno a Jillian di uscire dalla stanza per evitare di svegliarla.
-Mia madre ti ha detto quando torna?- chiedo, mentre scendiamo le scale.
-No...ha solo...ha solo detto che ci avrebbe messo un po'.- è tremendamente imbarazzata e la capisco, soltanto ieri sera ho cercato di portarmela a letto.
Mi siedo sul divano e lei rimane ferma sugli ultimi scalini, toccandosi nervosamente una spalla.
La guardo impaziente.
-Hai intenzione di rimanere lì tutto il giorno?- sbotto, facendola arrossire di brutto.
Si avvicina in silenzio, sedendosi sul divano, ma, comunque, a dovuta distanza da me.
-Allora...ti sei divertita ieri alla festa?- chiedo, per interrompere il fastidioso silenzio che si è creato.
-Ehm...sì...e tu?
-Parecchio...- mento, puntando gli occhi sulla televisione, nonostante sia spenta.
-Hai trovato qualcuno?- riprendo, dopo poco, fingendomi disinteressato.
-No...sono stata con Brooklyn tutta la sera...
-Veramente Brooklyn era con Harry.- la contraddico, alzando un sopracciglio.
Si morde il labbro. 
-Beh...sì...è stata un po' con lui...
-Quindi ti ha lasciata sola.- affermo, sorridendo vittorioso, mentre dentro di me esplodo di soddisfazione. Mi ha rifiutato ed è rimasta tutta sola.
-Uhm...- abbassa lo sguardo, imbarazzata.
-Va be'...adesso devo fare una telefonata.- concludo, afferrando il cellulare di tasca e andandomene velocemente in camera.
Probabilmente l'ho spiazzata, perché ho sentito il suo sguardo incredulo puntato sulla mia schiena.
Beh? Si aspetta che ci provi di nuovo con lei?
 
 
 
-L'ho detto che sei un genio del male.- commenta Harry, dopo che gli ho raccontato tutto.
-Dovevi vedere la sua faccia quando le ho detto che dovevo fare una telefonata, si aspettava tutt'altro.- ride.
-Questo è lo Zayn che conosco! Non quello che si deprime per essere stato rifiutato!- esclama, facendomi tornare in mente il discorso di Niall.
Beh, alla fine, ha cominciato lei...quindi se lo merita.
-Non vedo l'ora di vedere la faccia di Brooklyn quando scoprirà che la sua amichetta lavora per te. Ci pensi, Zayn? Lavora per te!- il riccio ride di nuovo, incontrollatamente.
-Già. Adesso stacco...siamo al telefono da non so quanto. Sembriamo delle ragazzine pettegole.- ridiamo insieme e ci salutiamo, terminando la chiamata.
Torno in salotto. Jillian non c'è, ma sento un profumo di...biscotti?
Corrugo la fronte ed entro in cucina.
-Che stai facendo?- chiedo a Jill, confuso.
-Sto...ho preparato dei biscotti...ne vuoi?- sorride gentilmente, porgendomi una teglia con vari biscotti.
La guardo con fare indagatore.
-Sono avvelenati?- scherzo, facendola ridere.
-Ma no, dai, assaggiali.- cerco di prenderne uno, ma nel farlo mi scotto con la teglia ancora bollente.
-Cazzo!- esclamo, facendo una smorfia e toccandomi il pollice.
-Oddio...aspetta...bagnati il dito.- mi afferra la mano e la mette sotto l'acqua fredda, massaggiandomi delicatamente il pollice.
Sembra dispiaciuta, come se fosse colpa sua.
La osservo, confuso, e quando si accorge di quello che sta facendo, arrossisce di colpo, lasciandomi andare.
-Scusa...io...- chiudo l'acqua e le sorrido.
-Tranquilla, sto bene.- so che non alludeva a quello, ma faccio finta di niente.
-Sono una frana...avrei dovuto avvertirti che scottava.- comincia, imbarazzata, mordendosi il labbro.
-Ammettilo, l'hai fatto di proposito.- la provoco, addentando un biscotto.
-Cosa?- alzo un sopracciglio, divertito e lei si stringe nelle spalle.
-Va un po' meglio?
-Sì, sto bene.- sorride, sollevata, spostandosi una ciocca di capelli dal viso.
-Comunque sono buoni i biscotti.- annuisce.
-Cucinare è l'unica cosa che so fare...- ammette, abbassando il viso.
-Hai anche saputo resistermi...- mi avvicino, facendola indietreggiare.
-Non era mai successo.- l'ho intrappolata contro il muro, sento che il suo respiro si è fatto irregolare.
Sorrido e mi allontano improvvisamente.
-Meriteresti una medaglia.- commento, afferrando un altro biscotto.
La guardo un'ultima volta prima di uscire dalla cucina. Sembra sconvolta.
 
 
 
 
 
 
 

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