La persona dietro il rapper di RubimJade (/viewuser.php?uid=28328)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sempre in tour ***
Capitolo 2: *** ritorno a casa ***
Capitolo 3: *** L'ansia ***
Capitolo 4: *** l'affetto perduto ***
Capitolo 5: *** tutto distrutto ***
Capitolo 6: *** le ultime parole ***
Capitolo 1 *** Sempre in tour ***
Sempre in tour
Sempre in tour
"EMINEM,EMINEM,EMINEM!!"La
folla non faceva altro che urlare ,non si saziava mai, voleva sempre di più.
Marshall se ne sta vicino all'entrate del palco, a sedere su uno scalino,con
l'asciugamano si asciuga la fronte e lo posa sulla spalla,pantalone destro
tirato più su del sinistro nero con la scritta "Shady" in
nero,maglietta bianca troppo grande per la sua altezza ,di 1" 75,che quando
apparivano i suoi amici, scompariva,un po' gli dava l'idea di protezione e un
po' di piccolezza.Si aggiustò la bandana nera come i pantaloni e con gli occhi
azzurri si guardò intorno,aveva sentito dei passi.
Accanto al tavolino c'e' una bottiglia,la prende e beve un lungo sorso, fra poco
farà il bis e poi per stasera tutto finirà, sene tornerà nel hotel in fondo
alla strada a cambiarsi e poi dritti ad una festa che di sicura finirà
tardissimo,due ore di sonno e poi aereo,un altro concerto,un altra festa e alla
fine aereo diretto Detroit,meta CASA.
Sorride fra se e se.
- Yo Em, ora entro poi vieni tu ok?- dice Proof,l'amico d'infanzia, battendogli
una pacca sulla spalla
-Ok man!- gli risponde lui.
Proof entra nel palco e la folla fa un boato, fra poco è il suo turno,appoggia
l'acqua a terra e tira fuori dalla tasca un medaglione,lo apre, dentro c'e'
l'immagine di una bambina bionda che gli sorride.
*fra poco,amore, sarò da te.. ma mancano solo un altro concerto e poi staremo
di nuovo insieme*pensa fra se e se sfiorando l'immagine con il dito, le mancava
troppo,forse molto di più dell'ultima volta che era partito,ma ora,dopo quasi
due mesi di assenza da casa,le mancava più che mai. Sospirò*hai voluto fare il
rapper?e ora pedala!* penso fra se e se. Alzò il capo,altri passa,era arrivato
il suo turno.
-Em è il tuo turno!- gli dice Stive,Marshall annuisce,mette il medaglione in
tasca,si alza,prende fiato,e beve un altro sorso d'acqua e prendo il microfono
che gli porge l'uomo,Sale lo scalino e la luce lo avvolge.
Il pubblico urla sempre di più e Eminem sorride,la musica comincia a farsi
sentire e lui urla -Su le mani!!-
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Capitolo 2 *** ritorno a casa ***
Ritorno a casa
Ritorno a casa
E' passato troppo tempo da quando
Marshall a lasciato la sua città,la sua casa,la sua famiglia e la sua bambina.
Nella macchina appoggia la testa al finestrino e guarda fuori: la strada è
buia,vede le luci dei lampioni che passano veloci davanti hai suoi occhi e non
riesce quasi a distinguerle da quelle della case più piccole.Ha gli occhi
stanchi, forse dovrebbe dormire un po', ma di sicuro non ci riuscirebbe a
farlo;piano,piano che si avvicina a casa il suo cuore batte più forte e
dall'impazienza fa girare il pupazzo che gli ha regalato Hailie fra le mani. E'
un leoncino che tiene fra le zampe un cuore con la scritta "I LOVE DAD*.Si
girò dall'altra parte e vide Ondre profondamente addormentato come un
bambino,la testa un po' inclinata e coperto dalla felpa del grosso Bizarre che
gli stava quattro volte più grande,sorrise e si girò nuovamente verso il
finestrino a guardare le stelle.
La macchina entra nel cancello e risale la stradina in mezzo al prato verde, una
grande casa bianca appare agli occhi di Marshall.
Gli mancava anche quella casa.. Era sempre in tour e ci stava sempre di meno, la
macchina si fermò.
Marshall,scese,prese la borsa da dietro e salutò Dennys che ripartì subito,
poi si avvicinò alla porta,cercò le chiavi giuste nella tasca e la aprì.
Lascio cadere la borsa vicino all'ingresso mentre si guardava attorno, ad un
certo punto una bambina con i capelli biondi ,con addosso un pigiama rosa con
delle paperelle gialle, apparve dalle scale,fece un gridolino di gioia e gli
saltò addosso.
-Papà!!- disse con le lacrime agli occhi,
-Ciao piccola-gli rispose Marshall anche lui con le lacrime agli occhi,erano
almeno due mesi che non si vedevano, e a Marshall mancava da pazzi.
Dal nulla comparvero: Kim,sua ex moglie, Withney,sua figlioccia che era
ricoperta di cioccolato, e Alaina ,sua nipote che stava sempre al telefono, che
gli corsero incontro e lo abbracciarono.
Prima di andare a dormire Marshall va a dare il bacio della buona notte a Hailie
e ad Alaina.
Si sta per allontanare quando Hailie gli domanda
-Papà ci sarai per la mia recita scolastica la prossima settimana vero?-
Marshall sentì un buco allo stomaco poi riflette *La prossima settimana ho un
paio di concerti cazzo!*
Guardala bambina e gli chiese
-A che ore?- lei rispose pronta -alle 17e30, L' 11...-
Marshall si illuminò, avrebbe avuto l'ultimo concerto il 10 e l'aereo elle 15!
sarebbe stato perfetto!!
-Certo piccola!-rispose, A Hailie gli si illuminarono gli occhi e disse -Buona
notte papà- -Buona notte piccola- gli rispose Marshall e chiuse la porta.
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Capitolo 3 *** L'ansia ***
L
L'ansia
ORE 13:00 GIORNO 10
Un via,vai di gente c’era nelle stanze,tutti a recuperare le cose da mettere
in valigia,alcuni membri dei D12 sene stanno a sedere sui divani e a fari vari
brindisi con le lattine di birra.
Marshall entra nella camera e esclama ad alta voce –Yo Ondre!! Ma come cazzo
fai a russare così tanto???? Potresti vincere un premio !!- e gli da una pacca
sulla spalla, l’amico sorrise passandoli una birra –AHO!io so il campione!!
E poi lo fo apposta!- rispose bevendo un sorso di birra.
Tutti ridono come matti,Proof e Kuniva si strozzano con i salatini.
-Ma come?e quando potremo partire allora?- Dice Paul entrando nella stanza con
il telefono all’orecchio –Capisco,capisco-sospira alla fine,si stropiccia
gli occhi con la mano –Si,si va bene, domani alle 11:45 ok… Grazie di
tutto,arrivederci- e aggancia.
Si gira e tutti stanno li a guardarlo.
-Brutte notizie ragazzi,gli aerei non partono,le strade sono bloccate a causa
della neve e noi siamo chiusi in questo Hotel… possiamo partire domani
mattina..- annuncia e si mette a sedere sulla poltrona rimasta libera.
Marshall sbianca *no,no non è possibile* pensa fra se e se –Paul io devo
tornare a casa entro stasera,proprio DEVO!-esclama, Paul lo guarda –Mi
dispiace Em,ho provato di tutto.. oggi proprio non si può…-.
Marshall si lascia sprofondare nel divano,non può crederci,perché proprio
oggi,perché?.
Si alza e prende il cellulare dal tavolino e un po’ di forza da cuore e si
dirige in un posto più appartato.
Esce fuori sul balcone,l’aria gelida gli entra nello stomaco e i brividi
cominciano a salirli su per la schiena.
Guarda in alto e vede tutto bianco,gli incute un po’ di paura e allora abbassa
gli occhi,guarda per strada e vede la neve che la ricopre.Non c’e’ nessuno
fuori a parte qualche bambino che fa un pupazzo di neve.
Respira a fondo. Scorre i numeri della rubrica fino ad arrivare ad Hailie.
Sta lì,lì per tornarsene dentro a bere un atra po’ di birra con
qualcos’altro quando poi si sofferma a guardare quel bambino che fa l pupazzo
di neve e suo padre,almeno così pensa, che esce fuori a darli un mano.
Trova un po’ di forza in questa figura e spinge il tasto verde,il suo cuore
batte sempre più forte.
IL telefono è muto,Marshall lo stacca dall’orecchio e lo osserva,sullo
schermo è apparsa la scritta –Nessuna Copertura di rete- si rimise il
telefono in tasca e fece un sospiro e guardò la condensa che si era formata.
Cominciava a fare troppo freddo e allora decise di rientrare.
-Come è andata?- gli chiese Bizarre appena lo vide tornare dentro,Marshall
scosse il capo –Nessuna copertura di rete.. sta cazzo di neve!-
Si buttò sul divano e chiuse gli occhi.
-Ma Hailie ci rimarrà molto male?-chiese Kon Artis impegnato ad non andare
fuori strada nel gioco delle macchine della Play, Marshall si mise la testa fra
le mani e annuì –Già quando non sono andato a quella di Ottobre perché ero
in Svezia si è intristita un botto e Kim mi ha detto che ha pianto per
giorni… Ogni volta che deve fare qualche spettacolo io sono in giro a fare
qualche cazzo di tour!- disse arrabbiato e tirò un pugno al cuscino,si sdraiò
e si mise a guardare la gara fra Kon Artis e Ondre alla play.
ORE 15:30 GIORNO 10
- Fuck you!!-esclamò Marshall al telefono,avrebbe voluto spaccarlo ma si
controllò.
Era da almeno due ore che provava a chiamare Hailie ma non c’era mai copertura
di rete.
Si appoggiò alla ringhiera della balcone rassegnato,l’aria fredda gli
scompigliava i capelli, si sistemò meglio il capello e sbuffò.
La porta scorrevole si aprì e Marshall fece un sobbalzo.
-Scusa non volevo spaventarti-disse la guardia del corpo mettendosi accanto a
lui.
-Niente bello tranquillo-sorrise Marshall tristemente e si mise a guardare
avanti cercando qualcosa e ovviamente non trovandola.
-Celai fatta a chiamarla?-Gli chiese Dennys, Marshall scosse il capo, Dennys si
girò con le spalle verso il panorama e guardò il cielo pi come se gli si fosse
accesa una lampadina fece un mezzo salto in aria.
Marshall lo guardo stupito e puntò gli occhi verso l’alto per cercare di
capire anche lui che cosa succedeva ma inutilmente.
-Io esco un attimo!Ti serve qualcosa?-gli disse, Marshall lo guardò incredulo
–Dennys che cosa vai a fare con sto tempo??- gli chiese ma Dennys fece finta
di non sentire e gli domandò nuovamente –Ti serve qualcosa?- Marshall scosse
il capo –Ok allora a dopo- disse e lo salutò.
Marshall rimase a guardare per un po’ la porta scorrevole dal quale era appena
passato l’amico poi sorrise *Che tipo strambo!* e decise di rientrare.
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Capitolo 4 *** l'affetto perduto ***
L
L’affetto perduto
Ore 16:25 giorno 11
Marshall si mise la maglietta bianca e appoggiò la mani al lavandino
scrutando con gli occhi azzurri il viso.
Non c’era niente di strano,lo stresso di questi giorni senza dormire però
si cominciava a vedere,infatti sotto gli occhi erano apparse piccole occhiaie
pronte però ad aumentare con altro stress.
Alzò gli occhi e sbuffò,farsi la doccia per dimenticare non aveva
funzionato,i pensieri erano rimasti nella sua testa.
Pronti a "metter su casa".
- Marshall!! Appena puoi viene qua!- senti la voce di Dennys chiamarlo.
Sospirò,prese l’asciugamano che era accanto al lavandino e usci.
-Che c’e’?-chiese entrando nella sala strofinandosi l’asciugamano sui
corti capelli biondi (con un po’ di ricrescita castana scura) nel tentativo di
asciugarlo.
Dennys,che in quel momento stava porgendo a Paul uno strano oggetto,alzò lo
sguardo e lo guardò con un mezzo sorriso.
-Ora potrai chiamare Hailie!-disse infine,Marshall lo guardò stupito e si
appoggiò l’asciugamano sulla spalla –Ah si?-chiese, Dennys si avvicinò con
un altro sorrise e gli porse un telefono.
Marshall lo prese ma lo guardò ancora più stupito –Ma che cosa…?-
Dennys a quel punto decise di spiegare.
-A tavola ho sentito il tizio del giornale ,per cui facevi l’intervista,che
qui con i nostri telefoni raramente avremmo trovato campo e che quindi forse era
meglio prenderselo uno in caso di emergenze..-prese fiato e lo fissò –E
questa è una vera emergenza-sorrise.
Marshall gli fece un sorriso di riposta-Grazie mille Man.. ti sono debitore!-
gli diede un colpo sulla spalla.
-Lo so! Quindi aspettati di essere i mio schiavo un giorno-
-Certo!! Sarò il tuo fottuto schiavo bianco!- allargò le braccia e rise.
Poi agguantò la prima felpa che trovò sulla poltrona e uscì.
Il vento si era alzato e portava ancora più aria gelida,Marshall rabbrividì
e indosso la felpa.
Prese il cellulare che gli aveva dato Dennys e compose il numero di
Hailie,sospirò premette il verde e porto il telefono all’orecchio.
Squilla! Pensò Marshall emozionato,ma la sua emozione si spense appena
sentì una vocina dall’ altra parte che rispondeva,l’emozione era diventata
paura.
-Pronto?- Ripete la voce.
Marshall prese forza e rispose –Ciao amore,sono papà-
-Papà!!ma dove sei?? Ti aspettavamo mezz’ora fa!!-
-Sono.. sono.. all’albergo..- disse infine Marshall dopo alcuni attimi di
silenzio.
-Ah!..- Hailie rimase zitta e dopo poco tempo,che a Marshall sembrò un
eternità chiese –Come mai?-
-Non sono potuto partire,un problema con l’aereo e con il tempo.. dovrei
essere a casa domani-
-lo immaginavo..- disse la ragazzina triste.
- Hailie mi dispiace tantissimo..veramente! ci tenevo un sacco a venire a
vederti alla recita!-disse Marshall in prenda al panico.
Silenzio.
-Hailie?-chiede Marshall insicuro.
-Fa niente pa’! mi devo abituare all’idea,ormai, che tu non ci sei mai..-
poi aggiunse sentendo che il padre cercava di intervenire –Lo so,lo so.. non
è colpa tua.. ma io sono stanca di soffrire, io ti do tutto il mio
affetto,tutto il mio tempo,quando sei qua ovviamente, e tu? Niente, non merito
forse di sentirmi così e di darti il amore,no,credo proprio di no.. hai
rischiato di mancare anche a Natale.Non fai il padre! Fai il rapper!! Bene ora
vado a prepararmi ciao- e abbassò.
Marshall rimase paralizzato con il telefono in mano non sapendo cosa fare.
Incapace di muoversi o fare niente.
"non merito di sentirmi così e di darti il mio amore" quelle
parole gli bombardavano la testa.
Si accasciò per terra,si mise l testa fra le braccia e delle calde lacrime
cominciarono a bagnarli le guance,l’unica cosa calda che ora sentiva,tutto era
diventato più freddo e il suo cuore era ad un passo dalla rottura.
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Capitolo 5 *** tutto distrutto ***
Tutto distrutto
Tutto distrutto,ormai..
Marshall sene stava accartocciato su se
stesso,con la testa appoggiata al finestrino,sguardo spento e vuoto,Mp3 alle
orecchio con "always" dei Saliva che gli risuonava nelle orecchie.
Sene stava la come se volesse riparasi da
qualche scheletro che era uscito dal suo armadio e cercasse di buttarlo nel
rogo.
Ad un certo punto senti una mano che gli
scosse la spalla,si girò e vide Paul aprire e chiudere la bocca,si tolse la
cuffia sinistra dall'orecchio e sentì- Scendiamo fra poco,preparati-. Annuì,si
rimise la cuffia e guardò l'aereo che stava calando sempre di più fino a che
non rimbalzò bruscamente per terra.
Spense l' Mp3 e sospirò guardano fuori. -
Marshall,andiamo?- lo incitò Dennys,per un attimo si spaventò guardando lo
sguardo del rapper così inespressivo e il volto stanco,Marshall si alzò,prese
lo zaino e passò avanti alla guardia del corpo.
Un ora dopo una jeep nera parcheggiò
davanti ad una enorme casa bianca,Marshall la guardò dal finestrino,la paura
invase il suo corpo.Scese e prese la borsa che Dennys gli stava porgendo.-Ehy
amico,vuoi che venga con te?-chiese Ondre affacciandosi al
finestrino,Marshall,con lo sguardo sulla casa,scosse il capo e salutò con un
cenno della mano e un debole "ciao" arrivo di risposta.
Avanzò verso la porta,mise la chiave nelle
toppa,prese un po' di aria e giro la maniglia.
-Marshall!!-lo accolse Kim all'ingresso
baciandolo e abbracciandolo.
-Ciao..- disse lui ricambiando il bacio e
l'abbraccio, Kim lo fissò ed esclamò -Mamma mia,sembri un morto!tutto bene??-
Marshall annuì e rispose -Mi sono successe fin troppe cose in un solo giorno e
sono un po' stanco..-
Kim lo guardò con tenerezza e lo baciò
dolcemente,gli fece una carezza sulla guancia e gli sussurrò -Mi sei mancato
cucciolo..- Marshall sorrise per la prima volta in quella giornata e rispose
-Anche tu piccola..- e si baciarono ancora una volta.
-Hailie?-chiese dopo un po' il ragazzo, Kim
divenne più buia e rispose - E' in camera,la recita è andata bene, ma piange
sempre e non vuole parlare un gran che..- Marshall si alzò dal divano e si
avviò verso le scale quando Kim lo bloccò - Marshall.. aspetta.. non credo che
sia la cosa giusta..- Lui la guardò con l'azzurrò degli occhi come un mare in
tempesta, ma non voleva far vedere che era debole. Continuò a salire le scale.
-Hailie?-Marshall bussò alla porta e la
socchiuse.
-Che c'e'?-rispose la voce tremante della
ragazzina,Marshall entrò e la trovo arrotolata sul letto,le spalle alla porta e
stretto al cuore il suo pupazzo preferito.
-Come stai?-chiese il padre avvicinandosi
al letto,cercando di non fare nessuno sbaglio, ma Hailie non rispose.
Marshall si sedette sul letto e le porse il
regalo incartato che le aveva portato -Tieni,questo è per te- le disse con
tenerezza.
Hailie si girò e Marshall notò che aveva
le guance bagnate,lei prese il regalo in mano,lo fisso e lo appoggio sul
comodino senza aprirlo e si girò di nuovo dando le spalle al padre.
Marshall la guardò imponente -Non lo
aprì?- le chiese,ma lei non rispose.
Marshall sospirò e rimase a guardare il
soffitto per un po'.poi si alzò capendo che ormai non c'era niente fa fare. Era
quasi ad un passo dalla porta quando le disse -Mi dispiace Hailie.. veramente
tanto-, ma Hailie non rispose neanche questa volta. Marshall si chiuse la porta
alle spalle, si appoggiò al muro e respirò a fondo trattenendo le lacrime che
affioravano nei suoi occhi.Si girò e scese le scale.
Si era appena messo a sedere quando Hailie
comparve sulla soglia del salotto,piangendo e urlandogli contro -E' COSì CHE
CREDI CHE TUTTO SI SISTEMI???UN ORSACCHIOTTO CON SCRITTO "i LOVE YOU"
E UN PAIO DI SCUSE???NON FUNZIONA COSì PAPA'!!PER NIENTE!- Marshall la guardò
stupito e cercò di parlare -amore io..- ma Hailie lo bloccò -NON CHIAMARMI
AMORE!!IO NON SONO PIù IL TUO AMORE!! TI SERVO SOLO PER FARE LE TUE CANZONI
COMMOVENTI PER FAR VEDERE CHE SEI UN BEL PADRE CHE AMA SUA FIGLIA! MA GUARDATI
BENE NONO LO SEI!! E MAI LO SARAI!!-si bloccò per tirare su con il
naso,Marshall era rimasto paralizzato,non riusciva a credere a quello che
sentiva -Hailie..-cercò di nuovo di parlare,si alzò e si avvicinò alla
bambina che però lo spinse via e continuò a urlarli contro -HAILIE COSA??NON
STAI MAI A CASA! PER TE è IMPORTANTE SOLO IL CONCERTO! PER TE NOI NON SIAMO
NIENTE!TORNI A CASA SOLO PER UNA SERA A VOLTE!! UNA SERA!!-tirò di nuovo su con
il naso, poi lo guardò fisso negli occhi.
I due mari si scontrarono,uno azzurro
spento e l'altro azzurro-verde in burrasca.Hailie si asciugò le lacrime e disse
a bassa voce continuando a guardarlo negli occhi-Ti odio,ti odio..- poi come se
avesse avesse preso coraggio gli urlò- TI ODIO!!VORREI CHE FOSSI MORTO COSI
SMETTEREI DI SOFFRIRE PER UN INSENSIBILE COME TE!TI ODIO!-gli lanciò il pupazzo
a coccodrillo addosso e scappò in camera.
Marshall rimase fermo lì,in mezzo al
salotto.Dopo quelle ultime parole tutto era finito,il suo cuore non aveva
resistito e si era rotto,esploso in pezzi ricomponibili solo con la magia,non
provava niente. Vuoto. Kim stava davanti a lui -Amore..?era solo..- provò a
dirli qualcosa per rassicurarlo. Marshall la bloccò e disse -Vado dal Proof -
il vuoto doveva morire, sene doveva andare.per sempre. sorpassò Kim e si avviò
verso il ripostiglio, prese una giacca e si avvicinò alla porta prendendo le
chiavi della macchina.
Stava per uscire quando vide Kim
lì,accanto alla porta con le lacrime agli occhi e con qualcosa nella testa che
le diceva che sarebbe successo qualcosa di orribile, le si avvicinò e la bacio
con dolcezza e passione,un bacio con il sapore salato delle lacrime che
scendevano dagli occhi di tutti e due.Si staccarono lentamente e Marshall
bisbigliò -Ti amo Kim - lei lo guardò con lo sguardo impaurito ma sicuro
-Anche io Marshall- un altro bacio.Poi passi veloci verso la porta,ultimi
sguardi,ultime paure,e poi ultime parole -Non aspettarmi alzato,vai a
dormire,dovrai essere stanca- poi la porta che si chiude e Kim rimane sola.
Sola con le sue paure e timori,torna in
salotto,vede che il pupazzo era scomparso,si sedette e cominciò a piangere a
dirotto.
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Capitolo 6 *** le ultime parole ***
Ultime parole
Ultime parole
Marshall accede lo stereo,alza la musica
sentendo una canzone di Kurt Cobain.
Le strade sono quasi deserte e alcuni
lampioni sono rotti.
Semaforo rosso.Si ferma e guarda fuori,una
ferrari nera si ferma accanto a lui. Gli sguardi dei due uomini si incrociano.
-Ma tu sei Eminem?-chiese alla fine il
tizio,Marshall lo guarda per un attimo poi si rigira davanti dicendo -Non sono
il suo fratello gemello che vuole uccidere Paris Hilton-.
L'uomo lo scrutò di nuovo e ridacchiò fra
se e se.
Marshall lo guardò e sospirò appoggiando
la la testa al sedile.
Verde.Riparte.
Dopo un po' si ferma davanti a due colonne
con un cancello nero,si sporge per suonare il citofono e l'aria fredda entra dal
finestrino.
-chi è?-chiese la voce assonnata di una
donna.
-Ohi,scusa il disturbo.. sono Marshall-le
rispose.
La moglie del Proof aprì senza neanche
commentare.
Marshall parcheggiò e scese,si avviò alla
porta che era ormai aperta con l'amico che lo aspettava.
-Ehy bello, tutto ok?- gli chiese
salutandolo,Marshall annuì ed entrò in casa.C'erano altri due membri del
gruppo sul divano a guardare un film.
-Ehy Em!- dissero Kuniva e Kon Artis
vedendolo.Rispose con un cenno del capo.Non provava più niente,avrebbe voluto
scoppiare a piangere lì davanti a tutti ma si alzò e si avviò in bagno.
Aprì la porta,la richiuse e si guardò
allo specchio.
Non cela faceva più a vivere così,sentiva
che tutto era crollato e non c'era più niente ormai che lo rendesse felice.
Si asciugò le lacrime che cercavano di
bagnarli il viso,si sciacquò la faccia ed uscì dal bagno.Prima di rientrare
nel salotto vide qualcosa scintillare da dentro un armadietto,si avvicinò e
aprì l'anta.Prese in mano l'oggetto e lo mise in tasca.
Poi entrò in salotto -Yo man! mi dai carta
e penna?-chiese Marshall,l'amico lo guardò stranito,forse più del solito,poi
rispose.
-Si certo..- si alzò e dopo un po' torno
con l'occorrente.-
-Grazie!-gli disse Marshall e gli passò
accanto dandoli una botticina sulla spalla.
Tornò in bagno e chiuse la porta.
Si mise a sedere sul bordo della vasca e
mise la penna appoggiata al labbro,poi come se gli si fosse illuminata una
lampadina scrisse attentamente sul foglio.
Sospirò e lo appoggiò sul lavandino,poi
tirò fuori dalla tasca l'oggetto di metallo che che aveva preso dall'armadio
prima, guardò la pistola che gli luccicava dalle mani.Uno strano brivido gli
attraversò il corpo.
Se la punto alla tempia,si guardò il
tatuaggio che aveva sul braccio destro,sospirò incerto,poi premette il
grilletto.
Proof,Kon Artis,Kuniva e la moglie del
Proof entrarono di corsa in bagno,la donna urlò e scoppiò a piangere vedendo
il corpo di Marshall dentro la vasca contornato di sangue.
Proof rimase bloccato da quell'immagine,poi
vide qualcosa che era caduto dentro il lavandino.Un foglio. Lo prese e lo lesse.
"I know is not your foult.. it is'nt
your fault!! But the pistol's shankin in my heand and all I Hear is the sound.
I'm sorry baby. I love you..."
the end
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