La persona dietro il rapper

di RubimJade
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sempre in tour ***
Capitolo 2: *** ritorno a casa ***
Capitolo 3: *** L'ansia ***
Capitolo 4: *** l'affetto perduto ***
Capitolo 5: *** tutto distrutto ***
Capitolo 6: *** le ultime parole ***



Capitolo 1
*** Sempre in tour ***


Sempre in tour

Sempre in tour

 "EMINEM,EMINEM,EMINEM!!"La folla non faceva altro che urlare ,non si saziava mai, voleva sempre di più.
Marshall se ne sta vicino all'entrate del palco, a sedere su uno scalino,con l'asciugamano si asciuga la fronte e lo posa sulla spalla,pantalone destro tirato più su del sinistro nero con la scritta "Shady" in nero,maglietta bianca troppo grande per la sua altezza ,di 1" 75,che quando apparivano i suoi amici, scompariva,un po' gli dava l'idea di protezione e un po' di piccolezza.Si aggiustò la bandana nera come i pantaloni e con gli occhi azzurri si guardò intorno,aveva sentito dei passi.
Accanto al tavolino c'e' una bottiglia,la prende e beve un lungo sorso, fra poco farà il bis e poi per stasera tutto finirà, sene tornerà nel hotel in fondo alla strada a cambiarsi e poi dritti ad una festa che di sicura finirà tardissimo,due ore di sonno e poi aereo,un altro concerto,un altra festa e alla fine aereo diretto Detroit,meta CASA.
Sorride fra se e se.
- Yo Em, ora entro poi vieni tu ok?- dice Proof,l'amico d'infanzia, battendogli una pacca sulla spalla 
-Ok man!- gli risponde lui.
Proof entra nel palco e la folla fa un boato, fra poco è il suo turno,appoggia l'acqua a terra e tira fuori dalla tasca un medaglione,lo apre, dentro c'e' l'immagine di una bambina bionda che gli sorride.
*fra poco,amore, sarò da te.. ma mancano solo un altro concerto e poi staremo di nuovo insieme*pensa fra se e se sfiorando l'immagine con il dito, le mancava troppo,forse molto di più dell'ultima volta che era partito,ma ora,dopo quasi due mesi di assenza da casa,le mancava più che mai. Sospirò*hai voluto fare il rapper?e ora pedala!* penso fra se e se. Alzò il capo,altri passa,era arrivato il suo turno.
-Em è il tuo turno!- gli dice Stive,Marshall annuisce,mette il medaglione in tasca,si alza,prende fiato,e beve un altro sorso d'acqua e prendo il microfono che gli porge l'uomo,Sale lo scalino e la luce lo avvolge.
Il pubblico urla sempre di più e Eminem sorride,la musica comincia a farsi sentire e lui urla -Su le mani!!- 
   

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Capitolo 2
*** ritorno a casa ***


Ritorno a casa

Ritorno a casa

E' passato troppo tempo da quando Marshall a lasciato la sua città,la sua casa,la sua famiglia e la sua bambina.
Nella macchina appoggia la testa al finestrino e guarda fuori: la strada è buia,vede le luci dei lampioni che passano veloci davanti hai suoi occhi e non riesce quasi a distinguerle da quelle della case più piccole.Ha gli occhi stanchi, forse dovrebbe dormire un po', ma di sicuro non ci riuscirebbe a farlo;piano,piano che si avvicina a casa il suo cuore batte più forte e dall'impazienza fa girare il pupazzo che gli ha regalato Hailie fra le mani. E' un leoncino che tiene fra le zampe un cuore con la scritta "I LOVE DAD*.Si girò dall'altra parte e vide Ondre profondamente addormentato come un bambino,la testa un po' inclinata e coperto dalla felpa del grosso Bizarre che gli stava quattro volte più grande,sorrise e si girò nuovamente verso il finestrino a guardare le stelle.
La macchina entra nel cancello e risale la stradina in mezzo al prato verde, una grande casa bianca appare agli occhi di Marshall.
Gli mancava anche quella casa.. Era sempre in tour e ci stava sempre di meno, la macchina si fermò.
Marshall,scese,prese la borsa da dietro e salutò Dennys che ripartì subito, poi si avvicinò alla porta,cercò le chiavi giuste nella tasca e la aprì.
Lascio cadere la borsa vicino all'ingresso mentre si guardava attorno, ad un certo punto una bambina con i capelli biondi ,con addosso un pigiama rosa con delle paperelle gialle, apparve dalle scale,fece un gridolino di gioia e gli saltò addosso.
-Papà!!- disse con le lacrime agli occhi,
-Ciao piccola-gli rispose Marshall anche lui con le lacrime agli occhi,erano almeno due mesi che non si vedevano, e a Marshall mancava da pazzi.
Dal nulla comparvero: Kim,sua ex moglie, Withney,sua figlioccia che era ricoperta di cioccolato, e Alaina ,sua nipote che stava sempre al telefono, che gli corsero incontro e lo abbracciarono.
Prima di andare a dormire Marshall va a dare il bacio della buona notte a Hailie e ad Alaina.
Si sta per allontanare quando Hailie gli domanda 
-Papà ci sarai per la mia recita scolastica la prossima settimana vero?-
Marshall sentì un buco allo stomaco poi riflette *La prossima settimana ho un paio di concerti cazzo!*
Guardala bambina e gli chiese
-A che ore?- lei rispose pronta -alle 17e30, L' 11...-
Marshall si illuminò, avrebbe avuto l'ultimo concerto il 10 e l'aereo elle 15! sarebbe stato perfetto!!
-Certo piccola!-rispose, A Hailie gli si illuminarono gli occhi e disse -Buona notte papà- -Buona notte piccola- gli rispose Marshall e chiuse la porta.

 

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Capitolo 3
*** L'ansia ***


L

L'ansia

ORE 13:00 GIORNO 10
Un via,vai di gente c’era nelle stanze,tutti a recuperare le cose da mettere in valigia,alcuni membri dei D12 sene stanno a sedere sui divani e a fari vari brindisi con le lattine di birra.
Marshall entra nella camera e esclama ad alta voce –Yo Ondre!! Ma come cazzo fai a russare così tanto???? Potresti vincere un premio !!- e gli da una pacca sulla spalla, l’amico sorrise passandoli una birra –AHO!io so il campione!! E poi lo fo apposta!- rispose bevendo un sorso di birra.
Tutti ridono come matti,Proof e Kuniva si strozzano con i salatini.
-Ma come?e quando potremo partire allora?- Dice Paul entrando nella stanza con il telefono all’orecchio –Capisco,capisco-sospira alla fine,si stropiccia gli occhi con la mano –Si,si va bene, domani alle 11:45 ok… Grazie di tutto,arrivederci- e aggancia.
Si gira e tutti stanno li a guardarlo.
-Brutte notizie ragazzi,gli aerei non partono,le strade sono bloccate a causa della neve e noi siamo chiusi in questo Hotel… possiamo partire domani mattina..- annuncia e si mette a sedere sulla poltrona rimasta libera.
Marshall sbianca *no,no non è possibile* pensa fra se e se –Paul io devo tornare a casa entro stasera,proprio DEVO!-esclama, Paul lo guarda –Mi dispiace Em,ho provato di tutto.. oggi proprio non si può…-.
Marshall si lascia sprofondare nel divano,non può crederci,perché proprio oggi,perché?.
Si alza e prende il cellulare dal tavolino e un po’ di forza da cuore e si dirige in un posto più appartato.
Esce fuori sul balcone,l’aria gelida gli entra nello stomaco e i brividi cominciano a salirli su per la schiena.
Guarda in alto e vede tutto bianco,gli incute un po’ di paura e allora abbassa gli occhi,guarda per strada e vede la neve che la ricopre.Non c’e’ nessuno fuori a parte qualche bambino che fa un pupazzo di neve.
Respira a fondo. Scorre i numeri della rubrica fino ad arrivare ad Hailie.
Sta lì,lì per tornarsene dentro a bere un atra po’ di birra con qualcos’altro quando poi si sofferma a guardare quel bambino che fa l pupazzo di neve e suo padre,almeno così pensa, che esce fuori a darli un mano.
Trova un po’ di forza in questa figura e spinge il tasto verde,il suo cuore batte sempre più forte.
IL telefono è muto,Marshall lo stacca dall’orecchio e lo osserva,sullo schermo è apparsa la scritta –Nessuna Copertura di rete- si rimise il telefono in tasca e fece un sospiro e guardò la condensa che si era formata.
Cominciava a fare troppo freddo e allora decise di rientrare.
-Come è andata?- gli chiese Bizarre appena lo vide tornare dentro,Marshall scosse il capo –Nessuna copertura di rete.. sta cazzo di neve!- 
Si buttò sul divano e chiuse gli occhi.
-Ma Hailie ci rimarrà molto male?-chiese Kon Artis impegnato ad non andare fuori strada nel gioco delle macchine della Play, Marshall si mise la testa fra le mani e annuì –Già quando non sono andato a quella di Ottobre perché ero in Svezia si è intristita un botto e Kim mi ha detto che ha pianto per giorni… Ogni volta che deve fare qualche spettacolo io sono in giro a fare qualche cazzo di tour!- disse arrabbiato e tirò un pugno al cuscino,si sdraiò e si mise a guardare la gara fra Kon Artis e Ondre alla play.

ORE 15:30 GIORNO 10
- Fuck you!!-esclamò Marshall al telefono,avrebbe voluto spaccarlo ma si controllò.
Era da almeno due ore che provava a chiamare Hailie ma non c’era mai copertura di rete.
Si appoggiò alla ringhiera della balcone rassegnato,l’aria fredda gli scompigliava i capelli, si sistemò meglio il capello e sbuffò.
La porta scorrevole si aprì e Marshall fece un sobbalzo.
-Scusa non volevo spaventarti-disse la guardia del corpo mettendosi accanto a lui.
-Niente bello tranquillo-sorrise Marshall tristemente e si mise a guardare avanti cercando qualcosa e ovviamente non trovandola.
-Celai fatta a chiamarla?-Gli chiese Dennys, Marshall scosse il capo, Dennys si girò con le spalle verso il panorama e guardò il cielo pi come se gli si fosse accesa una lampadina fece un mezzo salto in aria.
Marshall lo guardo stupito e puntò gli occhi verso l’alto per cercare di capire anche lui che cosa succedeva ma inutilmente.
-Io esco un attimo!Ti serve qualcosa?-gli disse, Marshall lo guardò incredulo –Dennys che cosa vai a fare con sto tempo??- gli chiese ma Dennys fece finta di non sentire e gli domandò nuovamente –Ti serve qualcosa?- Marshall scosse il capo –Ok allora a dopo- disse e lo salutò.
Marshall rimase a guardare per un po’ la porta scorrevole dal quale era appena passato l’amico poi sorrise *Che tipo strambo!* e decise di rientrare.

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Capitolo 4
*** l'affetto perduto ***


L

L’affetto perduto

Ore 16:25 giorno 11

Marshall si mise la maglietta bianca e appoggiò la mani al lavandino scrutando con gli occhi azzurri il viso.

Non c’era niente di strano,lo stresso di questi giorni senza dormire però si cominciava a vedere,infatti sotto gli occhi erano apparse piccole occhiaie pronte però ad aumentare con altro stress.

Alzò gli occhi e sbuffò,farsi la doccia per dimenticare non aveva funzionato,i pensieri erano rimasti nella sua testa.

Pronti a "metter su casa".

- Marshall!! Appena puoi viene qua!- senti la voce di Dennys chiamarlo.

Sospirò,prese l’asciugamano che era accanto al lavandino e usci.

-Che c’e’?-chiese entrando nella sala strofinandosi l’asciugamano sui corti capelli biondi (con un po’ di ricrescita castana scura) nel tentativo di asciugarlo.

Dennys,che in quel momento stava porgendo a Paul uno strano oggetto,alzò lo sguardo e lo guardò con un mezzo sorriso.

-Ora potrai chiamare Hailie!-disse infine,Marshall lo guardò stupito e si appoggiò l’asciugamano sulla spalla –Ah si?-chiese, Dennys si avvicinò con un altro sorrise e gli porse un telefono.

Marshall lo prese ma lo guardò ancora più stupito –Ma che cosa…?- Dennys a quel punto decise di spiegare.

-A tavola ho sentito il tizio del giornale ,per cui facevi l’intervista,che qui con i nostri telefoni raramente avremmo trovato campo e che quindi forse era meglio prenderselo uno in caso di emergenze..-prese fiato e lo fissò –E questa è una vera emergenza-sorrise.

Marshall gli fece un sorriso di riposta-Grazie mille Man.. ti sono debitore!- gli diede un colpo sulla spalla.

-Lo so! Quindi aspettati di essere i mio schiavo un giorno-

-Certo!! Sarò il tuo fottuto schiavo bianco!- allargò le braccia e rise.

Poi agguantò la prima felpa che trovò sulla poltrona e uscì.

Il vento si era alzato e portava ancora più aria gelida,Marshall rabbrividì e indosso la felpa.

Prese il cellulare che gli aveva dato Dennys e compose il numero di Hailie,sospirò premette il verde e porto il telefono all’orecchio.

Squilla! Pensò Marshall emozionato,ma la sua emozione si spense appena sentì una vocina dall’ altra parte che rispondeva,l’emozione era diventata paura.

-Pronto?- Ripete la voce.

Marshall prese forza e rispose –Ciao amore,sono papà-

-Papà!!ma dove sei?? Ti aspettavamo mezz’ora fa!!-

-Sono.. sono.. all’albergo..- disse infine Marshall dopo alcuni attimi di silenzio.

-Ah!..- Hailie rimase zitta e dopo poco tempo,che a Marshall sembrò un eternità chiese –Come mai?-

-Non sono potuto partire,un problema con l’aereo e con il tempo.. dovrei essere a casa domani-

-lo immaginavo..- disse la ragazzina triste.

- Hailie mi dispiace tantissimo..veramente! ci tenevo un sacco a venire a vederti alla recita!-disse Marshall in prenda al panico.

Silenzio.

-Hailie?-chiede Marshall insicuro.

-Fa niente pa’! mi devo abituare all’idea,ormai, che tu non ci sei mai..- poi aggiunse sentendo che il padre cercava di intervenire –Lo so,lo so.. non è colpa tua.. ma io sono stanca di soffrire, io ti do tutto il mio affetto,tutto il mio tempo,quando sei qua ovviamente, e tu? Niente, non merito forse di sentirmi così e di darti il amore,no,credo proprio di no.. hai rischiato di mancare anche a Natale.Non fai il padre! Fai il rapper!! Bene ora vado a prepararmi ciao- e abbassò.

Marshall rimase paralizzato con il telefono in mano non sapendo cosa fare.

Incapace di muoversi o fare niente.

"non merito di sentirmi così e di darti il mio amore" quelle parole gli bombardavano la testa.

Si accasciò per terra,si mise l testa fra le braccia e delle calde lacrime cominciarono a bagnarli le guance,l’unica cosa calda che ora sentiva,tutto era diventato più freddo e il suo cuore era ad un passo dalla rottura.

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Capitolo 5
*** tutto distrutto ***


Tutto distrutto

Tutto distrutto,ormai..

Marshall sene stava accartocciato su se stesso,con la testa appoggiata al finestrino,sguardo spento e vuoto,Mp3 alle orecchio con "always" dei Saliva che gli risuonava nelle orecchie.

Sene stava la come se volesse riparasi da qualche scheletro che era uscito dal suo armadio e cercasse di buttarlo nel rogo.

Ad un certo punto senti una mano che gli scosse la spalla,si girò e vide Paul aprire e chiudere la bocca,si tolse la cuffia sinistra dall'orecchio e sentì- Scendiamo fra poco,preparati-. Annuì,si rimise la cuffia e guardò l'aereo che stava calando sempre di più fino a che non rimbalzò bruscamente per terra.

Spense l' Mp3 e sospirò guardano fuori. - Marshall,andiamo?- lo incitò Dennys,per un attimo si spaventò guardando lo sguardo del rapper così inespressivo e il volto stanco,Marshall si alzò,prese lo zaino e passò avanti alla guardia del corpo.

 

Un ora dopo una jeep nera parcheggiò davanti ad una enorme casa bianca,Marshall la guardò dal finestrino,la paura invase il suo corpo.Scese e prese la borsa che Dennys gli stava porgendo.-Ehy amico,vuoi che venga con te?-chiese Ondre affacciandosi al finestrino,Marshall,con lo sguardo sulla casa,scosse il capo e salutò con un cenno della mano e un debole "ciao" arrivo di risposta.

Avanzò verso la porta,mise la chiave nelle toppa,prese un po' di aria e giro la maniglia.

-Marshall!!-lo accolse Kim all'ingresso baciandolo e abbracciandolo.

-Ciao..- disse lui ricambiando il bacio e l'abbraccio, Kim lo fissò ed esclamò -Mamma mia,sembri un morto!tutto bene??- Marshall annuì e rispose -Mi sono successe fin troppe cose in un solo giorno e sono un po' stanco..-

Kim lo guardò con tenerezza e lo baciò dolcemente,gli fece una carezza sulla guancia e gli sussurrò -Mi sei mancato cucciolo..- Marshall sorrise per la prima volta in quella giornata e rispose -Anche tu piccola..- e si baciarono ancora una volta.

-Hailie?-chiese dopo un po' il ragazzo, Kim divenne più buia e rispose - E' in camera,la recita è andata bene, ma piange sempre e non vuole parlare un gran che..- Marshall si alzò dal divano e si avviò verso le scale quando Kim lo bloccò - Marshall.. aspetta.. non credo che sia la cosa giusta..- Lui la guardò con l'azzurrò degli occhi come un mare in tempesta, ma non voleva far vedere che era debole. Continuò a salire le scale.

-Hailie?-Marshall bussò alla porta e la socchiuse.

-Che c'e'?-rispose la voce tremante della ragazzina,Marshall entrò e la trovo arrotolata sul letto,le spalle alla porta e stretto al cuore il suo pupazzo preferito.

-Come stai?-chiese il padre avvicinandosi al letto,cercando di non fare nessuno sbaglio, ma Hailie non rispose.

Marshall si sedette sul letto e le porse il regalo incartato che le aveva portato -Tieni,questo è per te- le disse con tenerezza.

Hailie si girò e Marshall notò che aveva le guance bagnate,lei prese il regalo in mano,lo fisso e lo appoggio sul comodino senza aprirlo e si girò di nuovo dando le spalle al padre.

Marshall la guardò imponente -Non lo aprì?- le chiese,ma lei non rispose.

Marshall sospirò e rimase a guardare il soffitto per un po'.poi si alzò capendo che ormai non c'era niente fa fare. Era quasi ad un passo dalla porta quando le disse -Mi dispiace Hailie.. veramente tanto-, ma Hailie non rispose neanche questa volta. Marshall si chiuse la porta alle spalle, si appoggiò al muro e respirò a fondo trattenendo le lacrime che affioravano nei suoi occhi.Si girò e scese le scale.

Si era appena messo a sedere quando Hailie comparve sulla soglia del salotto,piangendo e urlandogli contro -E' COSì CHE CREDI CHE TUTTO SI SISTEMI???UN ORSACCHIOTTO CON SCRITTO "i LOVE YOU" E UN PAIO DI SCUSE???NON FUNZIONA COSì PAPA'!!PER NIENTE!- Marshall la guardò stupito e cercò di parlare -amore io..- ma Hailie lo bloccò -NON CHIAMARMI AMORE!!IO NON SONO PIù IL TUO AMORE!! TI SERVO SOLO PER FARE LE TUE CANZONI COMMOVENTI PER FAR VEDERE CHE SEI UN BEL PADRE CHE AMA SUA FIGLIA! MA GUARDATI BENE NONO LO SEI!! E MAI LO SARAI!!-si bloccò per tirare su con il naso,Marshall era rimasto paralizzato,non riusciva a credere a quello che sentiva -Hailie..-cercò di nuovo di parlare,si alzò e si avvicinò alla bambina che però lo spinse via e continuò a urlarli contro -HAILIE COSA??NON STAI MAI A CASA! PER TE è IMPORTANTE SOLO IL CONCERTO! PER TE NOI NON SIAMO NIENTE!TORNI A CASA SOLO PER UNA SERA A VOLTE!! UNA SERA!!-tirò di nuovo su con il naso, poi lo guardò fisso negli occhi.

I due mari si scontrarono,uno azzurro spento e l'altro azzurro-verde in burrasca.Hailie si asciugò le lacrime e disse a bassa voce continuando a guardarlo negli occhi-Ti odio,ti odio..- poi come se avesse avesse preso coraggio gli urlò- TI ODIO!!VORREI CHE FOSSI MORTO COSI SMETTEREI DI SOFFRIRE PER UN INSENSIBILE COME TE!TI ODIO!-gli lanciò il pupazzo a coccodrillo addosso e scappò in camera.

Marshall rimase fermo lì,in mezzo al salotto.Dopo quelle ultime parole tutto era finito,il suo cuore non aveva resistito e si era rotto,esploso in pezzi ricomponibili solo con la magia,non provava niente. Vuoto. Kim stava davanti a lui -Amore..?era solo..- provò a dirli qualcosa per rassicurarlo. Marshall la bloccò e disse -Vado dal Proof - il vuoto doveva morire, sene doveva andare.per sempre. sorpassò Kim e si avviò verso il ripostiglio, prese una giacca e si avvicinò alla porta prendendo le chiavi della macchina.

Stava per uscire quando vide Kim lì,accanto alla porta con le lacrime agli occhi e con qualcosa nella testa che le diceva che sarebbe successo qualcosa di orribile, le si avvicinò e la bacio con dolcezza e passione,un bacio con il sapore salato delle lacrime che scendevano dagli occhi di tutti e due.Si staccarono lentamente e Marshall bisbigliò -Ti amo Kim - lei lo guardò con lo sguardo impaurito ma sicuro -Anche io Marshall- un altro bacio.Poi passi veloci verso la porta,ultimi sguardi,ultime paure,e poi ultime parole -Non aspettarmi alzato,vai a dormire,dovrai essere stanca- poi la porta che si chiude e Kim rimane sola.

Sola con le sue paure e timori,torna in salotto,vede che il pupazzo era scomparso,si sedette e cominciò a piangere a dirotto.

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Capitolo 6
*** le ultime parole ***


Ultime parole

Ultime parole

Marshall accede lo stereo,alza la musica sentendo una canzone di Kurt Cobain.

Le strade sono quasi deserte e alcuni lampioni sono rotti.

Semaforo rosso.Si ferma e guarda fuori,una ferrari nera si ferma accanto a lui. Gli sguardi dei due uomini si incrociano.

-Ma tu sei Eminem?-chiese alla fine il tizio,Marshall lo guarda per un attimo poi si rigira davanti dicendo -Non sono il suo fratello gemello che vuole uccidere Paris Hilton-.

L'uomo lo scrutò di nuovo e ridacchiò fra se e se.

Marshall lo guardò e sospirò appoggiando la la testa al sedile.

Verde.Riparte.

Dopo un po' si ferma davanti a due colonne con un cancello nero,si sporge per suonare il citofono e l'aria fredda entra dal finestrino.

-chi è?-chiese la voce assonnata di una donna.

-Ohi,scusa il disturbo.. sono Marshall-le rispose.

La moglie del Proof aprì senza neanche commentare.

Marshall parcheggiò e scese,si avviò alla porta che era ormai aperta con l'amico che lo aspettava.

-Ehy bello, tutto ok?- gli chiese salutandolo,Marshall annuì ed entrò in casa.C'erano altri due membri del gruppo sul divano a guardare un film.

-Ehy Em!- dissero Kuniva e Kon Artis vedendolo.Rispose con un cenno del capo.Non provava più niente,avrebbe voluto scoppiare a piangere lì davanti a tutti ma si alzò e si avviò in bagno.

Aprì la porta,la richiuse e si guardò allo specchio.

Non cela faceva più a vivere così,sentiva che tutto era crollato e non c'era più niente ormai che lo rendesse felice.

Si asciugò le lacrime che cercavano di bagnarli il viso,si sciacquò la faccia ed uscì dal bagno.Prima di rientrare nel salotto vide qualcosa scintillare da dentro un armadietto,si avvicinò e aprì l'anta.Prese in mano l'oggetto e lo mise in tasca.

Poi entrò in salotto -Yo man! mi dai carta e penna?-chiese Marshall,l'amico lo guardò stranito,forse più del solito,poi rispose.

-Si certo..- si alzò e dopo un po' torno con l'occorrente.-

-Grazie!-gli disse Marshall e gli passò accanto dandoli una botticina sulla spalla.

Tornò in bagno e chiuse la porta.

Si mise a sedere sul bordo della vasca e mise la penna appoggiata al labbro,poi come se gli si fosse illuminata una lampadina scrisse attentamente sul foglio.

Sospirò e lo appoggiò sul lavandino,poi tirò fuori dalla tasca l'oggetto di metallo che che aveva preso dall'armadio prima, guardò la pistola che gli luccicava dalle mani.Uno strano brivido gli attraversò il corpo.

Se la punto alla tempia,si guardò il tatuaggio che aveva sul braccio destro,sospirò incerto,poi premette il grilletto.

Proof,Kon Artis,Kuniva e la moglie del Proof entrarono di corsa in bagno,la donna urlò e scoppiò a piangere vedendo il corpo di Marshall dentro la vasca contornato di sangue.

Proof rimase bloccato da quell'immagine,poi vide qualcosa che era caduto dentro il lavandino.Un foglio. Lo prese e lo lesse.

"I know is not your foult.. it is'nt your fault!! But the pistol's shankin in my heand and all I Hear is the sound. I'm sorry baby. I love you..."

                                                the end 

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