And that's why I smile :3

di Avril_CUCCiiOLA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anything but ordinary ***
Capitolo 2: *** Why you have to go and make things do complicated? ***



Capitolo 1
*** Anything but ordinary ***


Erano le sette. La sveglia suonava ininterrottamente da mezz’ora ma io non avevo nessuna intenzione di alzarmi. Questo era uno di quei giorni in cui non ne volevo sapere della scuola …
Alla fine, però, mi alzai. Presi la sveglia, aprii la finestra e la buttai di sotto.
-Bye bye, sveglia!- le dissi mentre precipitava da nove piani.
Mancavano solo due settimane alla chiusura della scuola e ancora un anno davanti prima di diplomarsi.
Ma in realtà il mio vero sogno era quello di cantare. Poi, secondo voi, una diciassettenne preferirebbe diventare una pop star o un medico, a detta dei genitori? Secondo me la prima.
Odiavo la scuola e non avevo intenzione di buttare i miei sogni all’aria per diplomarmi, andare all’università e poi … chiudersi dentro un ospedale fino a quando non vado in pensione.
Volevo lasciare la scuola ma i miei non me lo avrebbero mai permesso. Sono un po’ all’antica e vogliano che io abbia un buon futuro da medico. Ma, diamine, non è un buon futuro anche quello della cantante? Bah, a volte i miei non li capisco proprio.
-
Mi vestii velocemente e mangiai una brioche al volo. Poi mi diressi subito alla fermata dell’autobus. Intanto arrivarono i miei migliori amici : Matthew, Evan, Jesse e Mark. Anche loro come me avevano il sogno di esibirsi su un palcoscenico.
-Ma ciao!- mi urlò Matthew in un orecchio.
-Ma che ti urli! Guarda che ci sento bene!- gli dissi.
-Vedo che oggi siamo molto svegli!- disse ironico Jesse.
-Vedo che ti piace prendere le persone per il culo, sono contenta … -
Ci mettemmo a ridere tutti e cinque. Ridevamo così forte che la gente per strada ci scambiava per dei drogati.
-Ehi ma che vi guardate!- urlò Mark alla gente che si era voltata verso di noi. –Non avete mai visto delle future star?-
Un’altra risata.
-Ragà, ci stanno scambiando per dei cretini.- disse Evan.
-Non c’era bisogno di Google Traduttore, Ev. – disse Jesse.
-Devo ammettere che fai veramente ridere … e non chiamarmi EV!!! -
-Modestamente … -
Mentre per strada andava in onda lo stupido teatrino fra Evan e Jesse, l’autobus arrivò.
In cinque minuti arrivammo alle trincee (nonché scuola).
La campana suonò. Due ore di storia. VOGLIO MORIRE!!!
-Mi raccomando, oggi a ricreazione … - ci disse sotto voce Matthew.
-Non ti preoccupare Matt, sappiamo già tutto.- Riuscii a dirgli prima che la professoressa entrò in classe.
Quella è stata forse la lezione di storia più noiosa di quell’anno. Me la ricordo ancora, la spiegazione della Rivoluzione Francese.
-Prof, senza offesa, ma non me ne fotte niente.- disse Mark.
-Signorino Spicoluk, visto che non gli interessa la lezione, venga alla lavagna … -
-Buona fortuna.- Gli sussurrò Evan quando Mark gli passò davanti.
-Taubenfeld non suggerisca.-
-Ma chi gli ha detto niente … -
Mark arrivò alla lavagna e fece scena muta quando la prof gli chiese di cosa stavano parlando.
Scoppiai a ridere.
-Lavigne, c’è qualcosa che non va?- mi chiese la prof piazzandosi davanti al mio banco.
-No no assolutamente.- dissi io guardando male Matthew seduto vicino a me che rideva come un pazzo.
-Che ti ridi!- gli dissi.
-Niente! Qui quella che ride sei te. - mi disse facendo finta di niente.
-Prof devo ammettere che ha un bellissimo culo. - disse Jesse girandosi verso di noi.
La classe si mise a ridere.
-Signorino Colburn, vuole una bella sospensione di fine anno?-
-No, non ci tengo prof. -
Intanto Mark, che stava ancora alla lavagna, si era messo a fare dei gesti idioti. Poi salì sulla cattedra facendo finta di essere una rock star.
-Che stai facendo idiota! Scendi di lì!- gli sussurrò Evan che sedeva al primo banco.
-La prof sembra una befana, veste sempre di nero, torna forse da un funerale … Yeah!- si mise a cantare Mark facendo voltare la prof.
A qual punto non mi riuscii più a contenere. Mi misi a ridere così tanto che Matthew mi guardò storto.
-Mica faceva ridere.- disse lui
-Infatti signorino, non faceva ridere … - affermò la prof.
-Guarda che io la stavo a prendere per il culo. -
Jesse si mise a ridere. -Bravo stai imparando … -
Evan, che di solito non era tipo che faceva casino, si alzò e andò dalla prof.
-Posso dirle una cosa?- chiese. –VAFFANCULO!!!-
-Finalmente, diamine! Ci sei riuscito!- dissi.
La classe si mise a battere la mani.
-Grazie, grazie … vi adoro!- disse lui facendo un inchino.
La prof era in stato di ebollizione. Se la prese con me, Evan, Matthew, Mark e Jesse.
-Voi cinque!- disse lei indicandoci. –ANDATE IMMEDIATAMENTE DAL … -
 
*driiiiinnn*


La campanella suonò.
-Fiù … per poco … - sussurrò Mark.
-Siete salvi, è suonata la ricreazione.- disse la prof uscendo dalla classe.
-
Era il momento che aspettavamo.
Io e i miei amici andammo nell’aula di musica e rubammo un microfono, due chitarre, una tastiera, una batteria e degli amplificatori di suono.
E’ incredibile quante cose si possano trovare in una squallida auletta.
Poi scendemmo in palestra.
Posizionammo gli amplificatori e vi attaccammo il microfono e gli strumenti.
-Forza ragazzi, diamoci dentro!- urlò Mark dandoci il tempo con la batteria.
Poi iniziai a cantare una canzone chiamata ‘Anything but ordinary’ che avevo composto quando avevo appena quattordici anni.
Era fantastico. La musica ci trasportava lontano, in qualche luogo sconosciuto.
Cantavo e più cantavo più le parole mi trascinavano.
Ad un certo punto i ragazzi si fermarono, ma io continuai a cantare fino a quando Evan non mi toccò una spalla.
Allora aprì gli occhi e vidi … il preside.
-Voi cinque, in presidenza. SUBITO!- fu l’unica cosa che disse.
Poi iniziammo a seguirlo come pecore.
-
-Che cosa vi è saltato in mente? Rubare degli strumenti dall’aula di musica per … suonare? Tsk, patetico.-
-Volevamo solo … -tentai di dire.
-Solo cosa? Solo comportarvi da teppisti? Eh?-
-Solo suonare! E cantare … - disse Mark.
-Poi mi scusi ma cosa ci vuole fare con un microfono, due chitarre, una tastiera e una batteria? Il brodo?- chiese Jesse, ironico come sempre.
-Spaccarveli in testa, ecco.- disse il preside.
-E’ maltrattamento minorile questo … -
Tutti e quattro lanciammo un’occhiata a Jesse come per dirgli ‘Statti zitto, altrimenti questo ci sospende … ‘
Funzionò. Si stette zitto.
-Per questa volta siete salvi, ma la prossima volta che vi becco a fare qualcosa del genere vi sospendo, a tutti e cinque!-
Uscimmo dalla presidenza e ci recammo silenziosamente in classe. Avevamo fallito …
-
Ero a casa. Ovviamente non avevo detto nulla a i miei di quello che era successo, altrimenti come minimo mi avrebbero messo in punizione per tutta la vita.
Pizzicavo le corde della mia chitarra tentando di scrivere una nuova canzone.
Non  mi andava giù la storia di quella mattina. Era vietato anche suonare?
ODIO LA SCUOLA!
Ad un certo punto mi venne un’idea eccezionale.
Presi il mio cellulare e chiamai al primo numero che vidi. Quello di Matthew.
-Pronto? Cosa vuoi?- disse lui brontolando. I suoi erano venuti a conoscenza della storiella.
-Contatta anche gli altri. Domani mattina ci incontriamo nel nostro rifugio alle sette e mezza. Salteremo la scuola e ci divertiremo un po’. Ah, e componimi un arrangiamento musicale per una nuova canzone … -
-Ok sarà fatto. Ciao Avril.-
-Ciao Matt.-



Angolo della pazza e cretina autrice:

Ehm salve ... *esce dal suo angolino*
sono nuova di qui e vi saluto.
Eccomi con la mia prima fan-fiction. Fa pena lo so :3
Non so neanche io da dove mi è riuscita questa roba (anche la trama e banale) . Volevo scriver qualcosa su Avril e ... l'ho fatto.
Viva la mia poca fantasia :3
Ora vado via prima che mi tiriate dei pomodori marci.

Bye bye :3

Avril_CUCCiiOLA

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Capitolo 2
*** Why you have to go and make things do complicated? ***


Quella mattina mi sveglia leggermente prima. Non volevo tardare per la prima volta nella mia vita.
Mi vestii e feci colazione a tempo record.
-Sei particolarmente mattutina oggi, eh?- mi disse mio padre prima che varcai la porta.
-Sì, sai … oggi ci divertiremo molto a scuola … - risposi quasi balbettando. E se mi avessero scoperto? Che cosa mi sarebbe successo?
Cercai di non pensarci.
-Beh, allora … divertiti a scuola.-
Divertirsi a scuola? Come ci si può divertire in un luogo simile! Io e le mie fottute idee …

[…]
 
Pochi minuti dopo fui in strada. Appena raggiunsi la fermata dell’autobus, caccia dalla mia borsa il mio skateboard. Sarei arrivata prima al mio rifugio … cioè al nostro rifugio.
Mi squillò il telefono. Era Evan.
-Pronto … ciao Evan … che c’è?- dissi io tutto d’un fiato.
-Ti sei scordata del nostro appuntamento al rifugio? Sbrigati, noi siamo già tutti qua.-
-Strano. Di solito voi dormite 24 ore al giorno … - dissi scoppiando a ridere.
-Ha ha, molto divertente … -
-Comunque non ti preoccupare … sto venendo … mi ha incastrata mio padre … -
-Sì vabbè, non me ne frega … l’importante è che ti muovi.- disse lui e chiuse bruscamente la chiamata.
-Idiota … - sussurrai ancora con il telefono poggiato all’orecchio.
 
[…]
 
Eccomi finalmente al rifugio.
-Ciao ragazzi.- urlai ai miei amici.
-Alleluia ce l’hai fatta!- disse Jesse. –Ma che ti eri persa per la strada?-
Mi limitai a cacciargli la lingua.
-Basta hai rotto!- gli disse Mark da parte mia. –Intanto lei ha avuto la brillante idea di saltare la scuola.-
-Già ma come si fa per la giustifica? I miei mi uccidono se scoprono che ho saltato scuola … - chiese Matthew con un po’ di preoccupazione.
-Ha ragione … non possiamo firmarla noi, siamo minorenni, e se domani non portiamo la giustifica … ci sospendono … - disse Evan dando ragione a Matt.
-Oddio, quanto siete noiosi!- gli dissi alzando gli occhi al cielo. –Falsifichiamo la firma, siamo capaci … giusto?-
Annuirono tutti. Era fatta.
 
[…]
 
Entrammo nel nostro rifugio. Ok … in realtà era un vecchio edificio su due piani abbandonato nella periferia di Belleville.
-Senti Matt … - chiesi. –Mi hai composto l’assolo o ti devo picchiare.-
-Sta calma.- mi disse. –L’ho fatto … vuoi sentirlo?-
Ci sedemmo per terra mente Matthew prese la sua chitarra che era in un angolino della stanza. Poi iniziò a suonare un qualcosa di melodico ma allo stesso tempo coinvolgente.
Iniziai a cantare sotto voce qualcosa che solo io conoscevo. Tutti mi guardarono storto ma compiaciuti.
-Forza, prendiamo i nostri strumenti!- esclamarono in coro iniziando a suonare.
Mano a mano che tutti riuscirono ad accordarsi a Matthew, io cominciavo ad alzare il tono della voce.
Balzai in piedi e con una forza innata iniziai a volteggiare per la stanza cantando, ormai, con tutto il fiato che avevo.
I miei amici mi accompagnavano con la musica, anche se ci mettevano qualcosa di loro. Ma alla fine era anche meglio.
Per la prima volta ci sentimmo veramente tutti coinvolti in quello strano caso che chiamavamo ‘concerto’. Ci sentivamo delle vere rock star.
Finalmente eravamo liberi e felici di fare quello che volevamo, senza che nessuno ci fermasse o ci dicesse cosa dovevamo o non dovevamo fare.
La musica ci trasportava in un universo parallelo al nostro, ma dove eravamo un complesso e ci esibivamo davanti a milioni di persone. E’ questo che in realtà volevamo …
 
[…]
 
Finito di suonare mi feci passare gli spartiti da Matthew.
-Grazie Matt. Prometto che domani te li riconsegno. Dammi solo il tempo di copiarli … -
-Allora me li riconsegnerai quando avremo come minimo cent’anni. – disse ironico.
-Ha ha … quanto mi hai fatto ridere … -
-Ragazzi, sono solo le 10 e la scuola finisce fra più di tre ore … dove si va ora?- chiese Mark.
-A farci fottere.- disse Jesse compiaciuto dalle sue ‘battute’ .
-Ho un’idea migliore … - dissi facendo cenno di venire vicino a me.
Poi sussurrai la stessa cosa nell’orecchio di ciascuno di loro.
-Sei sicura che questa cosa sia sicura?- chiese Ewan.
-Ha ragione il noioso, potrebbero scoprirci … - disse Matthew.
-E poi non sai quanti sbirri ci sono in quel posto?- chiese Mark unendosi ai due.
-Dai sarà divertente … facciamolo … siamo liberi e senza frontiere, ricordate?- disse Jesse. Finalmente qualcuno che mi dava ragione.
-Ha ragione Jesse … ci divertiremo un mondo … e poi, nessuno può dettarci nessuna regola … ricordate?- sorrisi io compiaciuta.
 Il mio sorriso fu ricambiato. Quello fu il segnale che erano tutti d’accordo.
Prendemmo i nostri skateboard … e ci diremmo … al centro commerciale.
 
[…]
 
-Siamo arrivati.- disse Mark. –pronti per entrare in azione?-
-Certo che lo siamo!- esclamammo tutti in coro.
Entrammo dentro e ci sparpagliammo per il centro commerciale.
Per prima cosa andammo in un negozio sportivo e ci divertimmo a tirare la palla a canestro. In quell’occasione diedi il meglio di me …
Mi lanciai in aria e feci alcune ribaltate. Poi tirai la palla e feci un canestro perfetto.
Tutti rimasero sorpresi.
-Che ne dite?- chiesi.
Nessuna risposta. Erano paralizzati.
-Scappate ci sono i poliziotto!!!- urlai io.
Questa volta corsero come lepri mentre io rimasi indietro a ridere come una matta.
Poi si accorsero che gli avevo fatto uno scherzo.
-Oh, ci ha presi per il culo!- urlò Jesse facendo gesto agli altri di rincorrermi.
Stavolta toccò a me iniziare a correre.
Fortunatamente non mi presero.
Poi andammo in un negozio di abbigliamento.
Li mi sono divertita un mondo.
Avevo costretto i miei amici a vestirsi nel modo più strano che sapessero fare. In pratica una sfilata.
Mi sono fatta un sacco di risate.
-Fate pena!- dissi ad un certo punto.
-Ah sì?- chiese Evan prendendomi in braccio.
-Lasciami!!!- Urlai mentre gli tiravo i pugni sulla schiena. Non ero irritata, bensì ridevo.
Ci nascondemmo in mezzo ai vestiti, così quando la gente si avvicinava, noi saltavamo fuori e gli facevamo impaurire.
Facemmo scappare via una decina di persone. Poi uscimmo allo scoperto e ci mettemmo a ridere come pazzi.
Purtroppo attirammo lo sguardo degli sbirri che c’erano.
-Ehi fermi voi!- urlò il primo.
-Provate a prenderci!- gli provocò Matthew.
Così fu.
Ci rincorsero per tutti il centro commerciale.
-Sei un idiota!- dissi a Matt mentre cercavamo di seminarli.
-Che c’è?- mi chiese lui. –Volevo fare un po’ di ginnastica.-
-Allora, la prossima volta, parla per te!- disse Evan.
Trovammo delle macchine per bambini. Ci saltammo su e le mettemmo in moto.
Urlavamo come dei matti mentre gli sbirri tentavano ancora di rincorrerci.
-Ma hai visto chi sono?- chiese il secondo al suo compagno.
-Sì, sono quei cinque teppistelli … - disse l’altro.
-Già.- gli urlò Jesse. –E oggi, dato che non avevamo voglia di andare a scuola, siamo venuti a farvi una visita.-
-Spero non vi dispiaccia.- disse Mark.
 
[…]
 
Poco dopo ci fermammo davanti ad una piscina per bambini.
Ci tuffammo li dentro e iniziammo a schizzarci a vicenda.
Incauti come fummo, non ci accorgemmo che i poliziotti ci avevano ormai raggiunti.
Riuscirono a catturarci e ci potarono fuori.
-Ora chiameremo i vostri genitori.- ci dissero prima che sparissero dentro al centro commerciale.
-Siamo fregati … - disse Mark.
-Io non credo che li chiameranno veramente … - dissi. –L’hanno detto solo per farci intimorire.-
-Già ma, anche se fosse … dove andiamo adesso?- chiese Evan.
-Seguitemi.- disse Matthew.
 
[…]
 
Ci portò alla pista di skate di Belleville.
Saltare la scuola è stata, forse, la mia idea migliore.
Soprattutto se la nostra assenza ci è costata tante varie avventure nel corso di cinque ore.
Poi abbiamo anche suonato … e cantato.
-Che ora è?- chiesi.
-E’ … l’una è un quarto!- disse allarmato Evan.
-Dobbiamo tornare immediatamente a casa!!!- urlo Jesse.
Ci salutammo velocemente e ci dirigemmo ognuno per la sua strada.
 
[…]
 
Appena in tempo!
Tornai a casa a l’una e venticinque, cioè l’orario in cui torno ogni giorno.
Ero salva!
-Ciao Avril, andata bene la scuola?- mi chiese mia madre.
-Sì … molto bene.-
-Ok … adesso vatti a lavare le mani che il pranzo è quasi pronto.
Andai in bagno e, mentre mi stavo lavando le mani, sentii il telefono squillare e mia mamma parlare con qualcuno.
Fu una telefonata di pochi secondi ...
Scesi sotto e trovai mia mamma arrabbiata.
-Perche non mi hai detto che hai saltato la scuola?-
Merda, l'haveva soperto. Erano stati sicuramente quei fottuti sbirri.
Se non mi mise in punizione a vita, poco ci mancò …



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Angolo della non autrice:
Salve e buon anno a tutti :D
Sono tornata con il secondo capitolo della mia storia.
Comunque vi ringrazio di ave recensito in tantissimi la mia storia :3

Jesse: Davvero? Siamo diventati famosi pure qui!
Veramente ci sono zero recensioni in totale .-.
Jesse: Crepate lettori!
Avril: Non essere scortese … vedrai che prima o poi qualcuno leggerà questa storia …
Jesse: Sì … quando Pasqua vien di Maggio .-.
Oh, se mi porti sfiga ti uccido!
Jesse: Ok :3
Bene, dopo questa interruzione volevo dirvi che nel precedente capitolo e in questo mi aspetto recensioni …
Jesse: Altrimenti fra sette giorni morirete …
Avril: Insieme a te.
MUHAHAHAHA :3 Poverino … quanto non mi dispiace :3
Avril: Anche a me.
Jesse: Fuck you .-.
Ok ora vi lascio ragazzi …
Ciao e alla prossima …
 

Avril_CUCCiiOLA <3
 

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