Unmei no akai ito - The red string of fate

di xuehua
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Loneliness ***
Capitolo 2: *** Love will tear us apart ***



Capitolo 1
*** Loneliness ***


運命の赤い糸
Unmei no akai ito

 

Loneliness

 

Le gocce d'acqua cadevano regolarmente dal rubinetto fino al lavabo, scandendo i secondi, mentre delle sferzate di vento continuavano a far stridere le imposte delle finestre; un candido manto di neve si stava lentamente posando, ricoprendo tutto con il suo perfetto silenzio.
Ryo fece scivolare con delicatezza la sua mano lungo la schiena di Retasu: era da qualche minuto che si domandava per quale motivo si trovasse lì, a casa della ragazza, nel suo letto, mentre avrebbe voluto essere in tutt'altro posto, ad accarezzare un'altra schiena.
Sei caduto proprio in basso eh, Shirogane, pensò tra sé mentre Retasu posò un bacio sulla guancia di lui. “Sono felice che tu sia qui” sussurrò subito dopo, stringendosi ulteriormente a lui. Indagò l'espressione che si era creata sul viso del ragazzo, della persona che amava sopra ogni altra cosa e che, sapeva, non l'avrebbe mai davvero corrisposta. Però doveva accontentarsi, infondo in quel momento poteva affermare di essere davvero felice. Interpretò il silenzio di Ryo come imbarazzo e desiderio di scappare, come accadeva ogni volta dopo che faceva l'amore con lei.
Ti amo, Ryo”. Retasu avvampò in viso istantaneamente. Da parte sua, l'americano non aveva idea di cosa risponderle. Ichigo era partita con Masaya per un anno all'estero, gli anni erano diventati due, poi tre, ma da quello che sapeva sarebbe tornata dopo una settimana; al solo pensiero provava una strana fitta all'altezza dello stomaco, che gli ricordava solo una cosa: aveva una maledetta paura di rivederla. Paura che il sottile equilibrio dei suoi sentimenti venisse nuovamente spezzato. Avrebbe soltanto voluto essere in grado di renderla felice come, evidentemente, soltanto Masaya sapeva fare.
Iniziò a pensare a tutte le sue insicurezze, al grande vuoto che albergava in quel momento nel suo cuore, un vuoto di cui, dopo quelle ore con Retasu, non riusciva nemmeno a vedere il fondo. Si domandò se fosse possibile, in qualche modo, ritrovare le cose perdute, riparare ciò che si è logorato, ma la risposta era sempre una: la vita va avanti.
La ragazza, ormai rassegnata al silenzio di Ryo, si alzò e raccolse i vestiti da terra. Non sapeva se sentirsi vuota o piena. “Ryo...”.
Il modo in cui il biondo la guardò le fece capire che aveva interrotto il filo di chissà quale pensiero, probabilmente il filo rosso che lo legava inevitabilmente a Ichigo, e non a lei. “Sì?”.
Nulla, mi chiedevo se fosse tutto apposto”.
Sì, scusami”. Anche Ryo raccolse le sue cose e si rivestì, impaziente di uscire da quella stanza. Probabilmente non mi perdonerò mai quello che ti sto facendo, Retasu. Ma non c'è nessun posto dove io possa andare.


Ancora al lavoro?”.
Keiichiro si voltò in direzione della voce e vide, sulla soglia della porta, Zakuro; le sorrise, si avvicinò a lei e le posò un bacio sulla fronte. “Cosa ci fai qui?”.
Passavo da queste parti, avevo un po' di nostalgia di questo posto...”.
Il Caffé era stato chiuso da qualche mese, sia perché le ragazze avevano impegni sempre maggiori, sia perché non si erano presentate reali minacce fino a quel momento.
Già... è strano stare qui senza di voi. Infatti pensavamo di cercarci un appartamento”.
In effetti, non potete stare chiusi qui per sempre”. Zakuro fece una pausa, si tolse la giacca in pelle e la sciarpa, ravvivò i lunghi capelli e tornò a guardare l'americano. “A cosa stai lavorando così
intensamente?”.

Oh, nulla di che, i soliti controlli”. Keiichiro sorrise di nuovo, nascondendo un certo nervosismo: Zakuro gli aveva sempre fatto quell'effetto ed ogni volta non poteva fare a meno di stupirsi di quanto fosse meravigliosa.
Il silenzio tra i due venne interrotto dalla porta sul retro che si aprì con un cigolio: Ryo entrò spazzando via della neve che si era fermata sul giubbotto e si diresse subito nel laboratorio, dove vide, stupito, che l'amico era in dolce compagnia. “Ma che piacere vederti” commentò, ma il suo tono sembrò piuttosto sarcastico, nonostante non fosse esattamente quello che voleva fare intendere: aveva appena ricevuto una chiamata ed era piuttosto nervoso. “Scusate se vi interrompo, ma ho una cosa importante di cui parlare con Kei”.
Tolgo il disturbo allora”. Zakuro fissò il biondo con apprensione, notò una strana sfumatura nei suoi occhi, un misto di preoccupazione e rassegnazione. “Tornerò, comunque”.
Appena la ex mew mew fu uscita il biondo si buttò a sedere su una sedia, come se fosse sfinito.
Sei stato da Retasu?” domandò il moro, con aria contrariata.
Sì”. Sarebbe stato inutile mentire.
Stai facendo del male a entrambi”.
Ryo fece un cenno con la mano per dire che non aveva voglia di parlarne. “C'è una cosa più importante di cui dobbiamo parlare”. Dato che Keiichiro rimase in silenzio, a braccia conserte, in attesa, il biondo continuò. “Mi hanno appena chiamato dall'Istituto”.
Le pupille del moro si dilatarono per lo stupore. “Perché? E' successo qualcosa?”.
Asuka. E' sparita”.
Il ticchettio di un orologio scandì lo scorrere di centoventi secondi.
Da quanto?” riuscì finalmente a domandare Keiichiro.
Da una settimana, e non so perché diamine mi abbiano chiamato solo ora”.
Cosa facciamo?”.
Ryo affondò il viso tra le mani, senza rispondere: aveva voglia di distruggere tutto quello che aveva intorno, senza distinzioni, dai macchinari ai computer, tutto. Ripeté il nome 'Asuka' nella sua mente, come se fosse una formula magica per farla apparire lì, davanti a lui.
Non avremmo dovuto lasciarla da sola per così tanto tempo, l'abbiamo sopravvalutata” disse infine.
E' stata lei stessa a decidere di non raggiungerci qui...” gli ricordò Keiichiro, prese posto anche lui a fianco all'amico. “Conoscendo Asuka, sicuramente stava già architettando questa fuga”.
E per dove?!”. Il tono di voce di Ryo si alzò considerevolmente. Sembrava che tutto dovesse andare storto, quella faccenda era decisamente la ciliegina sulla torta della giornata.
Cosa facciamo?”.
Quella domanda rimbombò nella testa del biondo per qualche secondo, insieme al tempo scandito regolarmente dall'orologio. Cosa facciamo?
In quel momento squillò di nuovo il telefono: Ryo lo prese tra le mani con una fretta tale che rischiò di farlo cadere per terra. “Pronto?”.
Signor Shirogane?” domandarono dall'altra parte, era una voce composta, di quelle che portano cattive notizie.
Sì, sono io”.
Sono il dottor Yamamoto”.
Era il principale della clinica. Sentì una goccia di sudore freddo scivolare lungo la spina dorsale.
Ci sono novità?”. Sto balbettando?
Mi dispiace, signor Shirogane... abbiamo rinvenuto degli effetti personali di sua sorella, Asuka Shirogane, lungo il fiume. Qua è da giorni che nevica e l'acqua è ghiacciata, sicuramente la ragazza non ce l'ha fatta”.
Calò il silenzio, Ryo sentì un brusio di sottofondo, forse il vento e i discorsi dei ricercatori.
Siamo propensi a pensare che si tratti di suicidio. Ad ogni modo è meglio che lei e il signor...”.
Non sentì finire la frase, perché il ragazzo riattaccò. Sentì quella morsa allo stomaco stringersi, fin quando non sentì il calore delle lacrime bagnargli il viso.
E' tutta colpa mia” biascicò tra le lacrime. “E' tutta colpa mia”.
Keiichiro lo guardava senza davvero vederlo, anche lui colpito da quella notizia.
Asuka è morta per colpa mia”.
Disse più volte quella frase, a lungo, come la cantilena di un rosario.

 

Attendere il proprio bagaglio una volta scesa dall'aereo la irritava alquanto, soprattutto se la sua valigia era fra le ultime, facendole temere che fosse andata persa in chissà quale parte del mondo.
Eccola”. Masaya gliela indicò e Ichigo la afferrò felicemente: anche quella volta era arrivata sana e salva a casa.
Stava per fare una bella sorpresa ai suoi genitori: era tornata una settimana prima del previsto, perciò sarebbe sbucata in casa senza alcun tipo di preavviso; inoltre non vedeva l'ora di chiamare le sue amiche nonché ex compagne di battaglia, sicuramente anche loro non si aspettavano un suo ritorno anticipato.
Chissà se stanno tutti bene... pensò mentre si dirigeva mano nella mano con Masaya verso i taxi.
Aveva ormai diciassette anni e non poteva sentirsi più felice di così: all'estero aveva vissuto un'esperienza stupenda, il suo legame con Masaya si era approfondita ed era innamorata di lui più che mai, aveva fatto nuove amicizie, visto nuovi posti, si sentiva una persona diversa, nuova, pur rimanendo comunque la solita Ichigo pasticciona.
La ex mew neko non poteva immaginare quanto le cose fossero cambiate a Tokyo durante la sua assenza, non poteva immaginare quanto quel mondo ancora così facile che aveva lasciato dopo la sconfitta di Profondo Blu si stesse lentamente sgretolando.
Non sapeva che avrebbe dovuto affrontare una realtà diversa, più difficile di quella che l'aveva circondata fino a quel momento come una bolla di sapone.
Arrivata davanti a casa diede un bacio a Masaya per salutarlo, scese dal taxi e recuperò la sua roba: rimase in piedi a fissare casa sua con un misto di gioia, incredulità e ansietà. Le luci erano accese, erano circa la sette di sera, ora di cena. Si avvicinò alla porta e avvicinò la mano al campanello, lasciandola sospesa a mezz'aria qualche istante prima di suonare. Sentì dei passi provenire dall'interno e non appena percepì la porta scricchiolare il cuore iniziò a sussultarle nel petto, tanto che pensò le sarebbe schizzato via da un momento all'altro.
Ad aprire era stata sua madre, che la guardò con aria incredula qualche istante per poi scoppiare a piangere e buttarsi tra le braccia della figlia. Alle spalle della donna vide accorrere anche suo padre, che superato il primo momento di spaesamento si unì all'abbraccio.
Sei arrivata giusto per la cena”.


Sentiva i brividi affiorarle sulla pelle, tanto che tremò per un istante. Minto fissò la sua esile figura riflessa nel grande specchio di camera sua, nuda e indifesa.
Perché non desideri me? Si strinse tra le braccia e delle lacrime punsero i suoi occhi, ma impedì loro di bagnarle il viso. Scosse la testa, raccolse i vestiti e li indossò di nuovo.
Sei ridicola, pensò, mentre raccolse i lunghi capelli corvini in uno chignon. Nevicava ormai da alcune ore, ma ormai l'inverno de lo portava nel cuore. Lì c'era sempre la neve.
Signorina Aizawa” sentì chiamare, era probabilmente la sua governante. “E' pronta la cena”.
Arrivo”. Si ricompose, si guardò di nuovo allo specchio, cercò un'espressione adeguata, rilassata, non curante e uscì dalla sua stanza, entrando nel mondo di illusioni dorate che si era creata tutto intorno.

 

 

 

Buonasera a tutte e a tutti. Come ho già scritto nella descrizione, ho deciso di sospendere tutte le mie fanfiction in corso e cominciare questa, la quale è una sintesi di tutte le idee che avevo messo insieme, finalmente raccolte in maniera razionale per farne una storia.
Con questo capitolo ho voluto dare una panoramica generale della situazione: come avete notato la storia inizia tre anni dopo la fine del manga, quando Ichigo parte. Premetto che non sarà una storia facile, che non mancheranno i momenti tristi e che la crescita dei personaggi sarà difficile, ma ci saranno molti colpi di scena, insomma, non vi annoierò.
Spero recensirete e che continuerete a seguire Unmei no akai ito.

 

xuehua

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Capitolo 2
*** Love will tear us apart ***


 

Love will tear us apart


Sentiva le braccia pesanti, il fiato sempre più corto e il cuore che batteva all'impazzata; cadde sulle sue stesse ginocchia, che il freddo della neve intorpidì immediatamente, mentre delle gocce d'acqua cadevano dai capelli sul viso. Fissò chi stava dinanzi a lei, ricambiava con uno sguardo pieno di compassione, tendendole la mano.
Sei stanca, non è così?”.
Non riuscì a rispondere, la testa gli esplodeva. Lei non voleva essere salvata, voleva scappare dalla gabbia che si era creata, porre fine con la morte a quel ciclo di sofferenza, ma c'è sempre chi non è disposto a lasciarti andare facilmente.
La ragazza cercò di muovere qualche passo reggendosi sulle gambe tremanti, ma si ritrovò a terra poco dopo: anche in quella situazione non poteva fare a meno di pensare quanto le piacesse la sensazione che le procurava il contatto con la neve.
Vide la persona davanti a sé avvicinarsi e avvolgerle il suo cappotto intorno alle spalle.
So che non ti piace essere aiutata” le disse cercando di coprirla il meglio possibile. “Ma tu ragioni in maniera del tutto irrazionale per essere un contractor*”.
Anche tu, altrimenti non saresti qui, Kurosawa** Rei”.
Penso che tu abbia ragione”. Il ragazzo la sollevò da terra prendendola in braccio e riprese la sua camminata, lasciando dietro di sé solo le impronte e un silenzio imperscrutabile. “Ma come ti ho già detto tre anni fa, io sono qui per proteggerti”. Non arrivò nessuna risposta, lo sguardo color giada di Rei scrutò l'orizzonte bianco come per coglierne qualche imperfezione. “E poi sono qui per motivi molto più egoistici, che fanno di me tutto fuorché un essere superiore... e non addormentarti”.
Sarebbe a dire?”.
Ti ho salvata perché ti amo e non mi va di vederti morire così”.
Smettila con questo tono ironico, non sono dell'umore”.
Non ero affatto ironico”. Rei si fermò e i suoi occhi incontrarono quelli della ragazza.
I contractors sono degli assassini e dei bugiardi” constatò lei senza mai distogliere lo sguardo. “E noi rientriamo in questa definizione”.
Rei ridacchiò tra sé. “Questa è l'Asuka Shirogane che conosco”.

 

Quella notte Ryo non chiuse occhio, era rimasto immobile a fissare il soffitto, chiuso nella sua stanza; la sveglia suonò alle sette in punto, risuonando a vuoto per un minuto buono. Il biondo buttò uno sguardo per la stanza, tutto era imballato e inscatolato per l'imminente trasloco nel nuovo appartamento e il trillo della sveglia risuonava con una certa eco. Trovò che la sua camer, in quel momento, somigliasse molto al proprio cuore, dove i ricordi erano chiusi da qualche parte con cura lasciando, sostanzialmente, il vuoto.
Decise finalmente di spegnere l'apparecchio e nello stesso istante iniziò a suonare il cellulare. Sul display comparve chiaro il nome di Ichigo, rimase a fissarlo senza fare nulla, fin quando il telefono non smise di suonare, al che tirò un sospiro di sollievo.
E' tornata prima del previsto, immaginò, non si sarebbe mai scomodata a chiamarlo dall'Inghilterra. Non posso affrontarla.
Sentì un altro telefono squillare, il rumore proveniva dalla stanza di Keiichiro e in un istante sentì l'amico parlare con una certa felicità nel tono della voce.
Ecco, ha chiamato anche lui.
Tese l'orecchio e sentì chiaramente il moro dire “Ah, Ryo non risponde? Aspetta, te lo passo”.
Ryo affondò il viso tra le mani e sentì il cuore aumentare i battiti e poi fermarsi non appena bussarono alla porta; aprì riluttante, lanciò un'occhiataccia a Keiichiro e prese il cellulare in mano.
Pronto?” domandò, si sentiva in apnea.
Hey, come mai non hai risposto?”.
Il solo sentire la sua voce spaccò in due il suo cuore. “Non l'ho sentito” fu la prima cosa che gli venne in mente di rispondere.
Ah capisco...”. Dall'altro capo ci fu una breve pausa, poi sentì la voce cristallina di Ichigo continuare. “Sono tornata una settimana prima, alla fine... volevo rivedervi tutti”.
Non so se sono dell'umore di reunion felici, Ichigo”.
Cosa succede? Non stai bene?”.
Tra i due calò il silenzio, Ryo sentì la pressione delle crepe nel suo cuore distrutto. Inspirò profondamente ed espirò, ma capì che l'unico modo per tenere Ichigo lontana da lui ancora per un po' era dirle la verità.
E' morta mia sorella”.
Nessuna risposta, nella sua mente comparve l'immagine della ragazza con un espressione sconvolta. Non aveva mai parlato di sua sorella, nessuno del gruppo delle mew mew sapeva della sua esistenza, era il suo segreto, ora svelato.
Mi dispiace...” sentì finalmente dire. “Io... non sapevo nemmeno avessi una sorella”.
Non ve l'ho mai detto”.
Questa volta immaginò Ichigo arrabbiata e con un espressione di disapprovazione sul viso.
Ma cosa è successo?”.
Si è suicidata, quindi come puoi immaginare non sono in vena di festeggiare, nemmeno il tuo ritorno”. L'ultima parte della frase la aggiunse senza volere, ma in quelle situazioni le sue difese si alzavano automaticamente, tirando fuori il peggio di lui.
Ok...”.
Pensò di averla ferita, ma in quel momento non gli importava, non poteva nemmeno immaginare cosa aveva passato lui in quegli anni a causa sua. Si sentì tremendamente egoista.
Quanto starai meglio fammi sapere...”.
Certo. Bentornata, Ichigo”.

 

Bentornata... ripeté fra sé, pensò che Ryo l'avesse detto in via del tutto ironica. Aveva chiamato tutti e, alla fine, era riuscita a mettersi d'accordo con Minto, Retasu e Purin; Zakuro quel giorno aveva un impegno, ma aveva promesso che le avrebbe raggiunte verso le sei. Ichigo era certa di una cosa: qualcosa di profondo doveva essere cambiato in ognuno di loro, perché aveva trovato qualcosa di diverso nelle loro voci. Quella che più l'aveva stupita era stata Minto, le era apparsa totalmente debole e indifesa, non appena aveva risposto nella sua mente era apparsa l'immagine di una ragazza che non ricordava, che non conosceva.
Si sentì tremendamente sola.
Quegli anni lontana da Tokyo l'avevano resa un'estranea.
Qualcosa, come un virus letale, sembrava stesse distruggendo il suo mondo pezzo per pezzo, lasciando intorno a lei soltanto terra bruciata.
Ripensò a Ryo. Lui le era sembrato arrabbiato. Sapeva benissimo che il motivo per cui non aveva risposto non era certo perché non aveva sentito il cellulare, anzi, aveva chiamato così presto sapendo che era appena sveglio e non l'avrebbe ignorato. Sapeva benissimo che era stato male, o almeno così le aveva confessato Keiichiro in quegli anni, con lui non aveva mai smesso di sentirsi. Alla fine del progetto mew credeva di essere riuscita ad avvicinarsi a Ryo, credeva di averlo capito meglio, di conoscerlo un po' di più, eppure, dopo quella conversazione, si rese conto che era quasi un perfetto sconosciuto. Quante altre cose aveva taciuto fino a quel momento? Quanti scheletri aveva nell'armadio?
Cercò di immaginare sua sorella, ma non le venne in mente nulla, non l'aveva mai sfiorata l'idea che Ryo potesse avere ancora dei parenti, quelle volte in cui si era ritrovata in camera sua non aveva mai visto delle fotografie, nemmeno una traccia dell'esistenza di questa ragazza.
Se solo non avessi deciso di affrontare il dolore da solo, di reggere tutto sulle tue sole spalle, se solo mi avessi dimostrato di avere bisogno di me, forse... Ogni volta che faceva quel pensiero si sentiva tremendamente colpevole, ma era mai giunta alla consapevolezza del fatto che se Ryo le avesse aperto il suo cuore forse non sarebbe mai partita, forse in quel momento sarebbe insieme a lui e non ad Aoyama. Si sentiva una traditrice, ma era quello che nascondeva in un angolo del suo cuore, insieme a tutte le lettere scritte e mai spedite, alle telefonate non fatte, alle parole non dette.
Decise di farsi una lunga doccia calda per sciacquare via quei pensieri: aveva proprio bisogno di rivedere le altre.

 

Non è che il tuo gesto insensato è stato dettato dalla partenza per Tokyo?”.
Asuka non rispose, lo sguardo seguiva i vari aerei in partenza e in arrivo, mentre stringeva tra le mani i documenti falsi che erano stati consegnati loro per raggiungere il Giappone.
Infondo, adesso, per lo Stato erano morti entrambi, lei solo da qualche ora.
No, non credo. Sicuramente mio fratello sa già dell'incidente”.
Credi che tornerà qui?”.
No... non ci sarebbe nessun corpo da seppellire o da cremare”.
Se lo dici tu...”.
I due rimasero in ascolto degli annunci, il volo diretto a Tokyo dell'una sarebbe partito tra un'ora e mezza. Le persone passavano loro accanto senza notarli, in effetti avevano l'aria di una giovane coppia in viaggio piuttosto che di due potenziali assassini.
I tuoi capelli sono cresciuti un sacco” disse improvvisamente Rei prendendo tra le mani una ciocca bionda della ragazza, osservandola come se dovesse dedurne la lunghezza.
Non ti piacciono?”.
Sì che mi piacciono”.
Sei sicuro che avremo un pianoforte a Tokyo?”.
Sì, ne sono sicuro, ho già predisposto tutto”. Il giovane lasciò andare la ciocca di capelli. “E se incontrassimo tuo fratello? Lo hai inserito nei tuoi calcoli?”.
Nel caso ci incontrassimo, non sarebbe poi un grande problema...”. Asuka fece spallucce, come se la cosa non fosse importante. “Scoprirebbe che non sono morta”.
Ok e nell'eventualità che interferisca con l'e-project?”.
Asuka si voltò a guardarlo, puntando le sue iridi azzurre dritte in quelle di Rei. “Cosa intendi?”.
Così come ha utilizzato il progetto mew contro Profondo Blu potrebbe perfettamente usarlo nuovamente, dato che, in sostanza, siamo una minaccia”.
Allora gli farò capire che deve starne alla larga”.
Ne sei sicura?”.
Se colpiamo la persona giusta, ne sono sicura almeno al sessanta per cento”.
Il rombo di un aereo in partenza coprì per qualche istante i vari rumori e il vociare diffuso, per un momento tutto era sembrato quasi irreale.
Sei molto sicura di te” disse infine Rei accennando un sorriso. “Ricordati che puoi contare su di me”.

 

La giornata era particolarmente uggiosa e il sole sembrava non avesse intenzione di farsi vedere per quel giorno a Tokyo; Ichigo, Minto, Purin e Retasu erano sedute in un piccolo locale a sorseggiare cioccolata calda date le temperature della giornata.
Sono così felice che tu sia tornata!” continuava a esclamare Purin, anche lei era cresciuta ed era ormai un'adolescente; le treccine erano sparite, lasciando spazio ad un caschetto biondo un po' ribelle, era diventata più alta e aveva un fisico slanciato.
E io sono felice di rivedervi”.
In effetti erano tutte cambiate. Ichigo notò che in Minto era sparita l'arroganza dai suoi occhi, sostituita da una certa malinconia, ma nonostante ciò continuava a mantenere la sua eleganza, come un cigno; Retasu aveva sostituito gli occhiali con le lenti a contatto, i capelli quel giorno li portava sciolti, lunghi fino a metà schiena. La rossa si era accorta che l'amica la fissava con una certa apprensione, come se fosse preoccupata. Ovviamente Ichigo non poteva nemmeno lontanamente immaginare quello che era successo tra Retasu e Ryo e che il suo ritorno rappresentava, in qualche modo, un pericolo.
Quindi tu e Aoyama-kun state sempre insieme?” domandò appunto Retasu subito dopo aver bevuto un po' della sua cioccolata.
Eh già, per ora le cose vanno a gonfie vele...” rispose imbarazzata la ex mew mew, abbassando lo sguardo.
Io sinceramente non riesco a trovare un ragazzo adatto a me, per ora” commentò Purin “Sono tutti degli smidollati”.
Vedrai che prima o poi ti innamorerai anche te” le disse Ichigo abbozzando un sorriso.
Cambiamo argomento” propose Minto, teneva le braccia incrociate davanti al petto, come se dovesse difendersi: effettivamente non aveva proprio voglia di parlare di amore e relazioni felici.
Mi ha detto Ryo che lui e Keiichiro si trasferiranno in un vero e proprio appartamento” continuò Retasu arrossendo impercettibilmente.
Quindi il progetto mew è proprio finito... Aaah, che nostalgia ragazze” esclamò la biondina allungando le braccia per stiracchiarsi.
Te lo ha detto Ryo?” sottolineò Minto con malizia.
N-non è come pensi! E poi avevamo detto di non parlare di queste cose!”.
Ma questo è decisamente interessante”.
Ichigo osservò le due battibeccare, senza dire una parola: si accorse che l'idea che Ryo potesse avere accanto qualcuna, anche se una delle sue migliori amiche la quale sapeva lo amava da morire, le dava fastidio. Non pretendeva di avere una proprietà esclusiva su lui, ma allo stesso tempo sentiva di essere gelosa.
Osservando la reazione di Retasu dedusse che molto probabilmente fra i due era successo qualcosa, ma preferì rimanere nel dubbio e non indagare oltre.
In quell'istante le ritornò in mente ciò che le aveva detto Ryo al telefono e sentì un brivido percorrerle la spina dorsale.
A proposito di Ryo” disse, voleva essere sicura di non essere l'unica all'oscuro di tutto. “Voi sapevate che aveva una sorella?”.
Le tre compagne si guardarono confuse e risposero all'unisono “no”.
Perché? Ha una sorella?” domandò Minto.
Sì... l'ho saputo stamattina, quando ho chiamato lui e Keiichiro per chiedere loro di rivederci”.
Retasu la guardò di sottecchi, si rese conto di quanto Ryo, invece di aprirsi con lei, si fosse totalmente chiuso, come un riccio spaventato: non sapeva assolutamente nulla di lui, né del suo passato, tantomeno del suo presente, per lui era davvero solo una questione di sesso, punto. Provò una fitta all'altezza del petto.

 

Minto rientrò a casa prima delle altre e, come al solito, si chiuse in camera sua. Ultimamente aveva anche perso la voglia di ballare, il fatto era che non ne trovava più una ragione. Non poteva parlare a nessuno del suo malessere, di quei suoi sentimenti che la logoravano piano, fino a toglierle il sonno, a volte anche la fame e la voglia di vedere la luce del sole.
Da quando si era accorta che quella che provava per Zakuro era più che amicizia si era chiusa nella sua prigione di disperazione e imbarazzo. Per la prima volta in vita sua conosceva l'amore e la stava straziando.
Non ne parlava nemmeno con se stessa tanto la faceva star male.
Avrebbe voluto rivelare il suo segreto, ma a chi? Chi l'avrebbe davvero compresa?
E poi quel pomeriggio aveva avuto la conferma che l'amore stava facendo a pezzi non soltanto lei, ma anche le sue ex compagne di battaglia e amiche: non aveva dubbi sul fatto che quella di Ichigo fosse ormai una relazione intrisa di abitudine, mentre Retasu stava vivendo una relazione a senso unico, in cui era diventata il veicolo di sfogo delle inquietudini di Shirogane.
Dopo il progetto mew il suo mondo non era stato affatto salvato, ma era piombato in un'oscurità sempre più impenetrabile con il passare del tempo.
Avrebbe voluto prendere a schiaffi Retasu e urlarle di avere più amore per se stessa; avrebbe voluto rompere la bolla di sapone che Ichigo si era creata, mostrandole qual'era il mondo vero; avrebbe voluto dichiarare il suo amore a bassa voce, senza vergogna, senza paura, accettandolo e dichiarandolo al mondo.
Ma non avrebbe fatto nemmeno una di queste cose.
Minto alloggiava tra quattro mura di solitudine.

 

Quella notte, in quattro diverse zone di Tokyo, alla medesima ora, avvennero quattro omicidi.
Gli assassini non avevano lasciato tracce, ma soltanto un messaggio.
Siamo i precursori di un nuovo mondo.

 

 

*Prendo in prestito il termine e la tipologia di personaggio da Darker than black: i contractors (in italiano i contraenti) sono esseri umani che hanno perso in qualche modo la loro anima, acquisendo dei poteri paranormali, diventando in grado di uccidere senza ripensamenti.

 

**Dato che il cognome “Shirogane” contiene la parola “Shiro”, “Bianco”, ho voluto inserire l'aggettivo “Nero”, “Kuro”, nel cognome di Rei.

 

 

Spazio dell'autrice:
Buonasera a tutte, eccomi con il secondo capitolo di Unmei no akai ito!
Innanzitutto grazie mille per le recensioni, scusate se non rispondo ad ognuna di voi, ma purtroppo ho un sacco di impegni! Grazie mille, questa storia esiste anche grazie a voi!
Questo essendo un capitolo un po' “pesante” ho preferito non renderlo lunghissimo... entrano in scena delle entità sconosciute, la vita delle nostre eroine in questo momento è abbastanza difficile e gli anni le hanno, in qualche modo, allontanate... e a quanto pare la sorella di Ryo è ancora viva.
Ma chi sono davvero questi contractors? Ed Asuka e Rei da che parte stanno?
Continuate a leggere e lo scoprirete ;) A presto!

 

 

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