Just Friends?

di FanEdward92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nothing else more than this… ***
Capitolo 2: *** Pochi secondi ***
Capitolo 3: *** Hope is a Dream that doesn't sleep ***



Capitolo 1
*** Nothing else more than this… ***


Salve a tutti ^^
Dopo secoli che non scrivo nulla, ritorno con una fanfic (finalmente a capitoli xD). Non è niente di speciale, solo un getto di ispirazione che ho avuto qualche settimana fa in seguito a varie situazioni.
Non sono certo bravissima a scrivere e non pretendo che possa piacere xD, ma spero che almeno un pochino gradiate questi tre capitoli che posterò una volta a settimana.
Buona lettura ^^


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Capitolo 1 - Nothing more than this.


Mi sentivo strano ultimamente. Da qualche mese non riuscivo più a dormire o mangiare normalmente e non ne capivo il motivo.
Almeno fino a qualche giorno fa...
 
Si, dopo giorni ad arrovellarmi, i pensieri si erano fatti decisamente più chiari nella mia testa e adesso sapevo di amarlo.  Non ero sicuro del momento in cui avessi iniziato a provare questi sentimenti nei suoi confronti, forse era sempre stato più di un amico per me, ma per qualche strano motivo non ero mai riuscito ad ammetterlo a me stesso.

Quando ero con lui stavo sempre bene, potevo essere me stesso e non preoccuparmi di essere giudicato. Era sempre stato un buon amico con cui la sera poter bere del vino in camera mia, mentre parlavamo del più e del meno.
Eravamo solo noi due e tutto era così piacevole e confortante. Le sue guance si arrossavano leggermente ogni volta, per l’alcool, e io rimanevo puntualmente estasiato da quella visione paradisiaca.
A volte ci capitava persino di addormentarci insieme per la stanchezza, dopo aver parlato tanto. Ma niente di più, avevo sempre ripetuto a me stesso.

 
Solo adesso riuscivo a spiegarmi il motivo per cui, appena usciva dalla mia stanza cominciava a mancarmi, o perché iniziavo a innervosirmi quando lo vedevo parlare e regalare i suoi meravigliosi sorrisi agli altri membri invece che a me.
 
Adesso tutto ha un senso. Pensai.
 
Avevo perso l’appetito perché il mio corpo era completamente sazio della splendida immagine che appariva continuamente nei miei pensieri, non avevo bisogno di altro.
Le notti non riuscivo più a dormire perché la mia mente continuava a vagare e a fantasticare su tutti i momenti che passavamo insieme, su tutte le volte che casualmente ci sfioravamo, su ogni suo movimento incredibilmente delicato, su tutto ciò che lo riguardava…

Da quando mi ero accorto di vedere il mio migliore amico con occhi diversi, avevo iniziato anche a provare un po’ di ansia.

Cosa sono per lui? Iniziai a chiedermi.

Sicuramente non più di un amico a cui vuole solo molto bene. Questa risposta mi feriva, ma era la dura realtà, non eravamo nient’altro più di questo…
Non perché fossimo entrambi ragazzi, sapevo che il mio Min non era quel genere di persona che discrimina un amore solo perché la società non lo accetta.
Lui è meraviglioso. Lo sapevo benissimo, ma purtroppo ai suoi occhi non ero quello che lui era per me.

Il problema non era nemmeno essere nello stesso gruppo, non saremmo stati di certo la prima coppia visto che Donghae e Eunhyuk stavano insieme ormai da parecchi anni.
Dopotutto, non è mai stato particolarmente difficile nascondere la verità ai reporter né tanto meno ai fan, poiché il fanservice era proprio quello che volevano e che vedevano nei nostri gesti.

Allora cosa mi tratteneva dallo stare con lui?

Potevo dire chiaramente che in mia compagnia stava abbastanza bene, ma ero sicuro che ogni sera che usciva dalla mia stanza per andare a dormire, non pensava certo a me, rimasto solo a struggermi per lui, dopo aver sperato invano che anche quella volta si fosse addormentato con me.
Ma era giusto che fosse così e io non lo avrei forzato in nessun modo, perché eravamo soltanto dei semplici amici.

 
Amici… Pensai irrigidendomi.

La consapevolezza che un ragazzo così dolce e perfetto non avrebbe mai potuto ricambiarmi, faceva davvero male.
Sentii un nodo in gola e mi maledissi per averlo pensato, perché subito, dai miei occhi uscì una lacrima.

Dannazione! Non riuscivo proprio a fermare il fiume di lacrime che sgorgava dai miei occhi e mi rigava le guance.
Eppure, nonostante il dolore che tutto questo provocava al mio cuore, non riuscivo a smettere di pensare a lui. Alle sue guance paffute e arrossate, al quel suo dolce e splendido sorriso, alla luce allegra che emanavano i suoi occhi, alle sue labbra che nei miei sogni avevo baciato tante volte. 

Quella notte lo pensai più intensamente del solito, tanto che mi sembrava di impazzire e mentre continuavo a piangere silenziosamente, sentivo che stavo per esplodere.

Non riuscivo più a tenermi dentro quel segreto. Dovevo dirglielo… anche se mi avesse disprezzato e non mi avesse mai più guardato come prima. Certo, avrebbe fatto davvero male il momento in cui sarei stato rifiutato e avrei probabilmente perso anche la speciale amicizia che c’era stata tra noi per tutti questi anni, ma dovevo farlo.
 
Mi dispiace, ma non riesco più a tenermi tutto dentro. Devo parlargli adesso. Pensai.
 
Aprii gli occhi e di scatto mi misi a sedere sul letto. Lentamente mi alzai e dopo aver aperto la porta della mia camera, mi incamminai nel corridoio a passo spedito. Ormai avevo deciso di confessare tutto quella sera, anche se non sapevo bene cosa dire. 

Le parole verranno da sole... almeno spero… Pensai, un po’ preoccupato quando ormai ero arrivato davanti all’uscio della sua porta.

Però dovevo prima calmarmi, altrimenti non sarei stato in grado di far uscire nemmeno una parola dalla mia bocca.
Iniziai a respirare lentamente, per sciogliere i miei nervi e riprendere il controllo di me stesso. Stavo proprio per fare una pazzia e ne ero consapevole. Inoltre, un altro pensiero mi venne in mente.

 
E se stesse dormendo? Non volevo di certo svegliarlo, ma già nel momento in cui quel pensiero si fece strada nella mia testa, sapevo che era solo una scusa per giustificare la mia codardia.
Non potevo di certo, solo per una mia stupida paura, tornare indietro sulla mia decisione dopo essere arrivato fin lì.
 
Di scatto aprii la porta con impeto, senza nemmeno bussare, ma pochi secondi dopo averlo fatto me ne pentii amaramente.

Giusto pochi secondi ci vollero per abituarmi al buio totale di quella camera. Pochi secondi che bastarono a infliggere al mio cuore un dolore atroce, perché la scena che si parò davanti ai miei occhi increduli fu talmente devastante da togliermi il respiro.

Mi aspettavo di trovare Sungmin avvolto tra le lenzuola, che si stropicciava gli occhi assonnati e si chiedeva cosa stesse succedendo.
E fu proprio questo che trovai, ma quello che non mi aspettavo certamente di vedere era Wookie abbracciato a lui sotto le lenzuola.

Rimasi immobile sulla soglia, come se il mio corpo si fosse d’un tratto fossilizzato, senza riuscire a dire una sola parola. Sentivo qualcosa bruciarmi in gola e avrei voluto urlare, ma improvvisamente le lacrime rigarono nuovamente il mio viso in un modo decisamente più doloroso di poco prima in camera mia.

Non riuscivo più a vedere chiaramente e volevo solo scappare da quella stanza dove il mio cuore era appena stato strappato via con una crudeltà inaudita.
 
«Scu..scusate...» Fu l’unica cosa che riuscii a dire, in un sussurro, appena prima di richiudere la porta e tornare da dove ero venuto.



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Fine del primo capitolo. Spero non ci siano errori, ho ricontrollato talmente tante volte da iniziare a odiare quello che ho scritto xDD. Purtroppo sono una maniaca deggli errori e non riesco a sopportarli, quindi se ne trovate ditemelo per favore. >__<
Non mi offendo, anzi ve ne sarei grata! Se questo capitolo vi è piaciuto almeno un pochino, lasciatemi un piccola recensione per dirmi cosa ne pensate. Accetto sopprattutto critiche e consigli perchè migliorare non mi farebbe assolutamente male xD
Alla prossima settimana, con il secondo capitolo ^^

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Capitolo 2
*** Pochi secondi ***


Eccomi qui con il secondo capitolo.... Scusate il ritardo >__<
Prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto e soprattutto chi ha lasciato una recensione (mi ha fatto veramente piacere ^^)
Spero non ci siano errori, in caso fatemelo pure sapere >__<
Buona lettura, spero vi piaccia ^^



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Capitolo 02 - Pochi secondi


Anche quella notte non riuscivo ad addormentarmi e avevo bisogno di parlarne con qualcuno.
L’unico che sapeva del mio segreto era Wookie, uno dei miei migliori amici di sempre, e anche se mi dispiaceva svegliarlo nel cuore della notte, avevo proprio bisogno del suo conforto.

Presi il cellulare e gli scrissi velocemente un messaggio:
'Puoi venire in camera mia, per favore?'
Non ci fu nessuna risposta, ma sapevo che aveva letto, infatti dopo qualche minuto sentii qualcuno bussare delicatamente alla porta.

«Entra…» Dissi con un filo di voce, quanto bastava per essere udito da Ryeowook.
Entrò e mi raggiunse, sedendosi sul letto accanto a me. Ero sdraiato a pancia in giù e con le braccia stringevo forte il cuscino sul quale stavo pressando la faccia.

«Ancora per lui…?» Domandò senza dire altro. Ormai mi conosceva bene e sapeva sempre quando stavo male e per quale motivo, senza bisogno che glielo dicessi.
Mi tirai su e annuii, abbracciandolo per cercare un po’ di conforto.

Lui sapeva già tutto da molto tempo. Io amavo Kyu dal primo momento in cui lo avevo visto.
Quando, sei mesi dopo il nostro debutto, ci dissero che sarebbe arrivato nel gruppo un nuovo membro, sapevo che molti di noi non l’avrebbero presa bene e che i fan non gli avrebbero reso la vita facile i primi tempi, per questo volevo essere buono con lui.
Quando entrò da quella porta… non saprei come poterlo spiegare, ma ne rimasi davvero colpito… Era proprio un ragazzo bellissimo, con occhi grandi, lineamenti delicati e una voce dalla quale, quando lo sentii cantare per la prima volta in sala prove, fui completamente incantato.
Era davvero meravigliosa, quasi angelica. Tanto dolce e profonda che la trovavo persino più bella di quelle di Yesung e Wookie.
Anche i fan lo avrebbero adorato, ne ero certo.

Eravamo diventati molto amici e io sapevo già di amarlo sin da quando lo vidi la prima volta, quasi come se mi fossero bastati solo pochi secondi per rendermene conto.

Dopo qualche mese, ero riuscito anche a confessarlo a Ryeowook, sapendo di potermi fidare di lui.
Era il mio confidente sin da allora ed era sempre stato un buon amico, quindi ogni volta che per me era troppo difficile il peso di quell’ amore segreto da sopportare, lo chiamavo nella mia stanza.

Lui mi aveva sempre sostenuto, dicendomi che probabilmente sarebbe stato meglio confessargli ciò che provavo, ma io avevo troppa paura di perderlo e la mia unica certezza era che il mio Kyu mi voleva bene solo come se ne può volere ad un amico.

Scoppiai a piangere sulla sua spalla, lui mi strinse forte e mi coccolò, accarezzandomi i capelli affettuosamente.

«Wookie…non ce la faccio più..» Riuscii a dire dopo qualche minuto, mentre le lacrime continuavano a scendermi sulle guance.

«Hyung, so che per tutto questo tempo non hai voluto dirgli niente perché temi possa allontanarsi da te…» Mi sussurrò lui per farmi calmare.

Aveva ragione. Era proprio questo che mi terrorizzava a morte e non avevo mai trovato il coraggio di parlargli.
Lo sapevo che mi avrebbe rifiutato e se mi avesse addirittura odiato, non avrei più potuto vivere.
Lui era come l’aria per me, come avrei potuto respirare se ne fossi stato privato?
Faceva male, maledettamente male, non poterlo abbracciare e baciare come avrei voluto fare, ma almeno potevo stargli vicino.
Se non avesse più voluto nemmeno parlarmi, la sofferenza sarebbe stata ancora più insopportabile. No. Ne sarei morto sicuramente, perché la mia vita senza lui non avrebbe più avuto alcun significato.

Era il mio sole, la mia acqua, la mia energia... era semplicemente tutto quello che mi serviva per vivere, perché mi completava. Senza lui non ero niente.

Ecco perché l’unica cosa che mi era permessa era bere del vino nella sua stanza e parlare con lui.
Ubriacarmi si era rivelato utile per mascherare questa profonda sofferenza ai suoi irresistibili occhi, ma certe volte era troppo difficile e prima che potessi perdere il controllo di me stesso, ero costretto ad uscire da lì con la scusa di andare a dormire.

Si era mai accorto di quanto per me fosse difficile tenere le distanze? Ero certo di no… e per mantenere intatta la nostra amicizia, ero costretto a scappare, prima che le lacrime sgorgassero incontrollate e rivelassero quella verità che stavo in tutti i modi cercando di nascondere.

Mi sforzavo così tanto per non far trapelare nemmeno una goccia del mio amore per lui, ma ogni giorno diventava sempre più difficile per me incontrarlo, parlargli e guardarlo negli occhi, trattenendo l’istinto di spingerlo al muro e fare mie quelle labbra terribilmente invitanti.

Continuai a piangere fin troppe lacrime, facendo preoccupare il mio amico rimasto al mio fianco in silenzio per tutto questo tempo.

«Io credo che… dovresti dirglielo» Azzardò, guardandomi e aspettando la mia reazione.

Ne avevamo parlato così tante volte del perché non potevo dirglielo per nessun motivo, ma lui continuava sempre a sostenere che sarebbe stato meglio parlargli.

«Sai che voglio solo il tuo bene, per questo te lo dico…»

Continuò dopo essersi assicurato di non avermi fatto arrabbiare per aver di nuovo tirato fuori questo argomento.
Come potevo arrabbiarmi con lui? Infondo sapevo che voleva solo aiutarmi.

«Sai che ho sempre rispettato la tua decisione di soffrire in silenzio, ma…» Mi disse pacatamente e con dolcezza.
«In ogni caso, continuando così… ti farai comunque scoprire da lui. Non sarebbe meglio se glielo dicessi tu?»

Anche questa volta aveva perfettamente ragione. Era più piccolo di me, ma certe volte sembrava molto più saggio.
Sapevo anche io che la situazione era diventata quasi insostenibile per me e che prima o poi avrei davvero potuto compiere qualche gesto che avrebbe reso fin troppo chiari i miei sentimenti.
Era proprio per questo che quella sera rifiutai l’invito a bere in camera sua, ero certo che non sarei riuscito a fermarmi quella volta.
Sicuramente ne sarebbe rimasto sconvolto, in qualunque modo lo avesse scoperto, però probabilmente era meglio dirglielo con calma.

«Cosa… cosa posso fare?» Dissi, alzando gli occhi per guardarlo, mentre tremavo e continuavo a piangere copiosamente.

Lui mi sorrise dolcemente e mi disse che il giorno dopo mi avrebbe assolutamente costretto a dichiararmi, anche se fosse stato necessario chiudermi in una stanza con Kyu finché non avessimo finito di parlare.

Smisi di piangere e, con le guance ancora bagnate e gli occhi rossi, gli rivolsi un mezzo sorrisetto per quelle parole affettuose.
Lui mi prese il viso tra le mani e asciugò le lacrime rimaste con i pollici, mi abbracciò ancora una volta e tentò di alzarsi.
Lo afferrai per il polso e gli chiesi di rimanere con me quella notte.

Avevo bisogno della vicinanza di qualcuno, un po’ per trovare il coraggio di fare quello che mi aveva appena convinto a fare, un po’ perché non mi ero ancora calmato del tutto ed ero impaurito per quello che sarebbe successo il giorno dopo.

Wookie sapeva come mi sentivo abbattuto quella sera, non se lo fece ripetere due volte e si infilò sotto le coperte.
Cercai il suo abbraccio e tentai di calmarmi mentre mi accarezzava la testa.

Se fossi stato da solo quella notte, sarei davvero impazzito, ma con il mio amico accanto mi sentivo un po’ più protetto e dopo un po’ riuscii anche a rilassarmi, tanto che mi ero quasi abbandonato alle braccia di Morfeo.

Poco prima che mi addormentassi completamente, sentii un rumore.
La porta si aprì di colpo ed una figura era in piedi davanti ad essa.

Mi stropicciai gli occhi, assonnato, per vedere meglio chi fosse. Anche Wookie si era svegliato e si era girato verso quella direzione.
Kyuhyun era lì.

Per mettere a fuoco e capire chi fosse, mi bastarono pochi secondi.
Era davvero ironico come in pochi secondi fosse iniziato tutto e avessi capito di amarlo, e in altrettanti pochi secondi le mie già poche speranze si fossero completamente frantumate.

«Scu…scusate…» Fu l’unica cosa che disse.

Che ci faceva a quest’ora della notte in camera mia? Non ebbi nemmeno il tempo per farmi questa domanda, che la porta si chiuse alla stessa velocità alla quale si era aperta e la figura scomparve nel buio della notte.
Io e Wookie ci guardammo per un secondo. Aveva frainteso.

Oh, no! Pensai. E adesso come faccio a spiegargli che lo amo? Non mi crederà mai.

Io rimasi paralizzato, mentre Wookie si alzò leggermente poggiandosi sui gomiti.

Mi guardò stupito e mi disse: «Che aspetti?! Seguilo subito e chiarisci!»

Continuai a rimanere immobile, non sapendo cosa fare, ma quando vidi il suo sguardo spazientito mi decisi ad alzarmi riluttante e mi diressi nella sua stanza.

Percossi il corridoio che ci separava e mi fermai davanti alla sua porta.
Bussai, ma non mi rispose nessuno.

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Anche il secondo capitolo è finito. Spero di non metterci così tanto per aggiornare con il prossimo >__<
Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate, accetto anche le critiche e i commenti negativi ù__ù
Ci vediamo al terzo ed ultimo capitolo ^^

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Capitolo 3
*** Hope is a Dream that doesn't sleep ***


Eccomi qui con l'ultimo capitolo della storia ^^
Mi rendo conto che è venuto alquanto lunghetto rispetto ai primi due, ma volevo far capire bene tutte le sfaccettature dei loro pensieri
Spero non sia risultato troppo noioso, Buona Lettura ^^




Era per questo che aveva rifiutato il mio invito?

Ero appena scappato via da quella scena dolorosissima e mi sentivo deluso, ferito e preso in giro allo stesso tempo, dalla persona che amavo di più in questo mondo.
Sapevo di non avere il diritto nemmeno di essere guardato dai suoi occhi dolci, tanto meno amato… non chiedevo questo e sapevo anche che sarei stato rifiutato quella sera, però questo era davvero troppo da sopportare.
Avrebbe potuto dirmelo che c’era qualcosa tra lui e Ryeowook. Pensavo che fossimo almeno amici, ma evidentemente non ero tanto importante da dover ricevere una tale confidenza.

Scuse… scuse e ancora scuse…. Non era questo quello che mi feriva davvero, ma era più comodo pensare ad altri motivi per giustificare tutta la rabbia che provavo, perché il dolore era troppo grande e il mio cuore ne era tanto appesantito che sembrava voler esplodere.

Faceva troppo male aprire la porta e ritrovare il ragazzo che ami tra le braccia di un altro, soprattutto il giorno in cui hai deciso di confessarti a lui.
Non riuscivo a fermare le lacrime, mentre mi pentivo amaramente di aver deciso di confessare tutto.

Se non lo avessi fatto, avrei continuato a soffrire pene atroci per il segreto che mi portavo dentro, ma sarebbe stato niente in confronto all’agonia che provavo di quel momento.

Cominciai anche a pensare che forse era stato meglio aver capito come stavano realmente le cose prima di rendermi completamente ridicolo davanti ai suoi occhi, con i miei inutili sentimenti per lui.

Avrei davvero voluto morire in quell’istante. Provavo vergogna per me stesso e mi sentii completamente solo, tradito e abbandonato…

I miei pensieri furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta, ma non avevo alcuna intenzione di far entrare nessuno quella notte.
Inoltre sapevo che era proprio lui, l’ultima persona da cui avrei voluto farmi vedere in questo stato, quindi non risposi.

«Kyu..» La sua voce dall’altra parte della porta era così dannatamente dolce e questo mi faceva irritare ancora di più.
Continuai a non rispondere.

«Ti prego… fammi entrare, voglio spiegarti…»

Spiegarmi? Cosa c’era da spiegare, quando era tutto così chiaro.

«Vattene via» Urlai, affondando la testa nel cuscino.

Seguirono alcuni secondi di silenzio. Poi parlò di nuovo: «Non posso… Aspetterò qui finché non mi aprirai.»

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Si era sicuramente fatto un’idea sbagliata di me e questo non mi dava pace . È terribile essere fraintesi, soprattutto dalla persona che si ama, quindi dovevo assolutamente chiarire.

Bussai, ma non mi rispose. Probabilmente era arrabbiato. Lo chiamai, ma continuò ad ignorarmi.
Gli chiesi di farmi spiegare, ma lui mi urlò soltanto di andare via.
Rimasi ferito dal modo in cui pronunciò quelle due semplici parole, ma ormai ero deciso ad andare fino infondo e lo avrei fatto, a costo di aspettare tutta la notte davanti alla sua porta.

Passarono alcuni minuti in silenzio e improvvisamente la porta si aprì.
Ero poggiato di spalle e quasi caddi all’indietro.
Avevo la mia chance di parlargli finalmente e non potevo fallire.
Deglutii ed entrai piano nel buio della stanza.

Lui non disse nulla e andò subito a sedersi sul bordo del letto, senza staccare gli occhi dal pavimento.
Aveva proprio un’espressione affranta, ma era lo stesso bellissimo…
Rimasi in piedi a studiare ogni suo piccolo movimento e dopo eterni attimi di silenzio, dissi:

«So cosa stai pensando di me… ma non è successo quello che credi.»

Cavolo! Perché era dovuto succedere proprio la notte prima della mia confessione?

Lui non si mosse nemmeno, né emise alcun suono. Sapevo che non mi avrebbe creduto.
Quando, nonostante il buio, notai una lacrima scendere sul suo magnifico volto, mi sentii veramente confuso.
Mi faceva malissimo vederlo così, non poteva piangere, per nessun motivo!

Mi avvicinai a lui con un po’ di indecisione, mi inginocchiai per prendergli il viso tra le mani e cercare di capire cosa stesse pensando.
Volevo guardarlo negli occhi, ma lui distolse lo sguardo prima che potessi incontrarlo.

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Si avvicinò improvvisamente a me, si inginocchiò e mi prese il viso tra quelle mani calde e paffute che adoravo.
Mi sorprese e distolsi lo sguardo per non farmi vedere da lui in quello stato pietoso.

«Perché stai piangendo?» Disse con la voce più dolce che avessi mai sentito in vita mia.

Non capivo perché dovesse essere così dannatamente irresistibile anche quando non lo guardavo.

Davvero non capiva perché piangevo? Era crudele da parte sua.
Non aveva capito nulla di quello che provavo per lui e avrei voluto urlargli tutto in faccia, ma non avrei mai potuto fargli questo.
Non dopo averlo sentito rivolgersi a me in quel modo….

Perché si era persino inginocchiato e aveva avvicinato così pericolosamente il suo viso al mio?
Le sue mani sulla mia faccia bruciavano. Non mi girai verso di lui per paura di non riuscire a trattenere la voglia che avevo di farlo mio.

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Non mi rispose e il suo viso tra le mie mani continuò a riempirsi di lacrime.
Quella visione mi stracciò il cuore in mille pezzi e non sapevo cosa fare.

«Kyu…» Dissi con un filo di voce.

Lo obbligai a voltarsi verso di me, applicando una leggera pressione sulle guance e lo guardai finalmente negli occhi.

«Non è davvero come pensi… ti prego, ascoltami…»

La mia voce tremava leggermente. Avevo paura, ma speravo davvero che mi credesse…
Adesso mi stava guardando, e visto che avevo ottenuto la sua attenzione, gli lasciai il viso.

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Nonostante fossi veramente ferito per quello che era successo poco prima in camera sua, non riuscii a negargli almeno la possibilità di una spiegazione.

Quando fu certo di avere il mio permesso, mi lasciò il viso e si allontanò un po’ da me, sedendosi sul tappeto con le ginocchia al petto.
Era così bello… e il fatto che si fosse allontanato, sebbene di poco, mi infastidì.

Mi disse che quella sera non si sentiva bene e aveva chiamato Ryeowook in camera sua per ricevere un po’ di conforto.
Non saprei dire se ci rimasi peggio per il fatto che avesse chiamato lui e non me, o per il fatto che non stesse bene.
Anche se avrei voluto sapere cosa aveva, decisi di non dire nulla fino a quando non avesse finito di parlare.
Almeno adesso sapevo che non aveva rifiutato il mio invito perché mi odiava.

Poi disse qualcosa che mi provocò una fitta al cuore, lo stesso dolore acuto di una lama accuratamente affilata e conficcata nel petto con crudeltà.
Il motivo della sua sofferenza era l’essersi innamorato di qualcuno tanto tempo fa, ma non era mai riuscito a dirglielo.
Wookie gli era sempre stato vicino e… a quel punto persi il filo del discorso e iniziai di nuovo a piangere.

Vidi il suo sguardo preoccupato su di me, ma per quanto potessi sembrare ridicolo ai suoi occhi, non riuscii a smettere.

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Kyuhyun iniziò di nuovo a piangere… avrei voluto abbracciarlo e stringerlo forte al mio petto, ma prima dovevo finire quello che avevo da dirgli.

«Ti prego, ascolta fino alla fine…» Dissi, prima di alzarmi in piedi e continuare il mio discorso.

Gli dissi che Wookie era venuto quella notte perché non riuscivo più a tenermi quel segreto dentro e che mi aveva convinto a confessare il mio amore domani stesso.
Era rimasto con me solo per farmi tranquillizzare, ma non era successo nulla.
Lo guardai negli occhi per capire cosa stesse pensando e probabilmente, nonostante la smorfia di dolore dipinta sul volto, credette alle mie parole.
Allora presi il coraggio per dirgli l’ultima cosa che mi rimaneva da confessare, la cosa più importante e che ancora non sembrava aver capito.

Mi avvicinai cauto alla sua meravigliosa figura ancora seduta sul letto.
Con un po’ di esitazione gli sollevai il mento con una mano, per guardarlo negli occhi e con l’altra gli asciugai le lacrime dal viso.
Esitai per un momento, ma poi finalmente parlai:

«Stupido… non hai ancora capito la cosa più importante…» Mi guardò con aria interrogativa, non capendo dove volessi arrivare.

«Sei… tu la persona che.. amo più di ogni altra cosa al mondo, anche più di me stesso.»
Anche se mi avesse odiato, finalmente glielo avevo detto e mi sentivo un po’ sollevato.
Però allo stesso tempo temevo la sua reazione.

Gli lasciai il viso e stavolta fui io ad abbassare lo sguardo al pavimento.
Non potevo credere di aver trovato il coraggio di dire quelle parole ed ero completamente imbarazzato perché sentivo il suo sguardo addosso.

Mi sentivo le guance in fiamme e sperai che il buio lo nascondesse.
Mi veniva da piangere e non sapevo che fare, ma improvvisamente i miei pensieri furono interrotti dalle sue forti braccia che mi attirarono a sé in un abbraccio.

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La sua ultima frase mi lasciò completamente di stucco.
Non potevo crederci, magari stavo solo sognando. Eppure lo aveva detto. Lo aveva detto davvero.

Non capivo perché si fosse allontanato di nuovo e sembrasse così triste, ma nonostante il buio notai un lieve rossore sulle sue guance.

Era davvero difficile resistere ad una tale visione dopo quello che mi aveva appena detto, così mi alzai di scatto e lo strinsi a me, ma senza troppa foga.
Era così delicato e indifeso che avevo paura di fargli male.

Pochi secondi dopo lo liberai dalla stretta e gli presi il viso tra le mani.
Con un gesto rapido lo avvicinai a me e assaggiai finalmente quelle labbra.
Erano così calde e dolci, persino più morbide di come le avevo sempre sognate.

«Anche io ti amo… da sempre» Dissi.

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Mi prese proprio alla sprovvista, facendomi perdere un battito, ma chiusi gli occhi e decisi di godermi quel bacio meraviglioso che aspettavo da anni.

Mi baciò a lungo, teneramente, come se volesse recuperare tutto il tempo perduto, facendo qualche pausa solo per respirare.
Poi, ancora sulle mie labbra, mi disse che anche lui mi amava da tanto tempo. Il mio cuore fece una capriola e mi sfuggì un sorriso.

Lentamente mi fece cambiare di posto, in modo che dessi io le spalle al letto e iniziò a baciarmi il collo.
Mi fece stendere delicatamente sul letto, e si distese sopra di me, tornando a concentrarsi sulla mia bocca e facendo attenzione a non schiacciarmi.
Amavo quelle piccole attenzioni che mi riservava, perché mi facevano sentire amato e al sicuro tra le sue braccia.
Ero in estasi, quasi come se fossi finito in paradiso o stessi facendo solo il più bello dei sogni dal quale non avrei mai più voluto risvegliarmi.

Si fermò e mi guardò negli occhi.
«Sei Bellissimo…» Disse semplicemente, accarezzandomi la guancia con il dorso della mano.

Mi venne voglia di baciarlo di nuovo, gli misi le braccia attorno al collo e lo feci.
Lui ricambio con passione, ma sempre delicatamente, senza spingersi oltre.
Non avrebbe mai fatto nulla contro la mia volontà, lo sapevo.
Ecco perché decisi di fargli capire che quella sera volevo arrivare fino in fondo.

Gli infilai le mani sotto la maglietta, toccando il suo corpo caldo e risalii lentamente fino al suo petto.
Trasalì, probabilmente per la temperatura un po’ più fredda delle mie mani e smise un attimo di baciarmi per guardarmi nuovamente negli occhi.

Non si aspettava quel mio gesto, ma con un solo sguardo riuscì a leggere quanto fosse ardente il mio desiderio per lui e, a giudicare dal suo sorriso e dal modo in cui mi sfilò maliziosamente la maglia, fu felice di regalarmi la notte più bella della mia vita.

La mattina seguente fu ancora più bello, se è possibile, risvegliarsi tra le sue braccia, dopo esserci amati per tutta la notte.
Sapevo che era sveglio, anche se aveva gli occhi chiusi e sollevai appena la testa per schioccargli un piccolo bacio su quelle labbra che erano finalmente mie.
Lui sorrise, continuando a tenere gli occhi chiusi.
Mi scompigliò i capelli con una mano e con il braccio sul quale poggiavo la testa mi attirò più vicino per stringermi a sé, facendomi poggiare le mani e il viso sul suo petto.
Mi lasciò un tenero bacio sulla nuca.

Sorrisi, consapevole che finalmente potevamo amarci. Adesso non eravamo più solo amici.

Avrei voluto restare così, abbracciato a lui sotto le lenzuola per sempre.
Se quello era solo un sogno, non avrei mai più voluto svegliarmi.
Grazie Kyu, per avermi regalato questo meraviglioso sogno e averlo fatto diventare realtà.



Finalmente ho finito di scrivere, correggere e quant'altro, prima della fine dell'anno xD... che fatica!! >__<.
So che la storia è abbastanza semplice, ma spero che piaccia almeno un pochino. Ho cercato di rendere meglio che potevo i pensieri di entrambi, spero di essere riuscita a trasmetterveli come li avevo in mente io >__<
Se volete, lasciatemi un commentino ^^
Alla prossima, sperando che non ci vogliano anni per avere di nuovo un pò di ispirazione xD

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