La Stella Dei Vongola: The Queen of Darkness

di Like an Undead
(/viewuser.php?uid=238395)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Rapimento ***
Capitolo 2: *** Tortura ***
Capitolo 3: *** Due anni dopo ***
Capitolo 4: *** L'inizio dell'incubo ***
Capitolo 5: *** L'erbivoro e la carnivora. ***



Capitolo 1
*** Il Rapimento ***


Capitolo 1: Il rapimento

 

Degli uomini vestiti di nero mi tramortirono.

Quando mi svegliai mi trovavo sul sedile posteriore di un'auto di lusso, ero imbavagliata e legata.

Non sapevo dove mi stessero portando, un'orribile sensazione mi diceva però che non stavamo andando al luna-park.

Provai a liberarmi, ma ogni tentativo si disintegrava proprio come le sigarette che uno dei due uomini fumava di continuo e senza sosta.

Un'anno prima mi sarei di sicuro dimenata a più non posso per cercare una via di fuga, ma dopo gli allenamenti con Hibari avevo imparato a mantenere la calma e a non perdere il controllo.

Un'altra cosa avevo imparato, di certo degli stupidi lacci non erano in grado di tenermi legata come un cane!

Iniziai a strusciare le corde che mi tenevano braccia e piedi contro una parte del posacenere della macchina che fortunatamente era rotto e quindi tagliente, il tutto senza formi scoprire da Pinco e Panco, così li avevo soprannominati.

Una volta libera mi sollevai d'istinto e mi gettai contro Panco, quello che stava dietro con me e che mi osservava spudoratamente le cosce.

Pinco non si accorse di niente, o era cretino oppure sordo…optai per la seconda.

Riuscì con un calcio laterale a "zittire" Panco e dopo essermi accorta della mancanza, ovvero del furto, del mio anello, gli afferrai la pistola e mi lanciai dalla macchina in corsa.

Per pura fortuna non mi feci nulla visto il fatto che la caduta avvenne su di un mucchio di materassi probabilmente da gettare.

Mi alzai e subito iniziai a correre.

Dopo un paio di minuti vidi alle mie spalle la macchina che avevo abbandonato.

Lì diventai blu dalla fifa.

Senza il mio anello era una normalissima ragazza delle medie o forse no…ero cintura nera di aikidō e avevo una pistola.

Si può dire che ero una "cazzutissima" ragazza delle medie, ed è lì che stava la differenza.

Notai una grossa sbarra di ferro appoggiata ad un muro allora la afferrai e la usai per rompere il parabrezza dell'automobile che sbandò e finì fuori strada.

Mi affacciai per vedere dove fotte finita quando vidi i due uomini corrermi incontro.

Ricominciai a correre per guadagnare terreno quando alle mie spalle tutto prese fuoco e la macchina andò i fiamme coinvolgendo anche i due che si dimenavano dalla paura fino a quando non restò solo cenere.

Mi sentivo orribile, cos'avevo fatto?! Avevo ucciso delle persone! Non mi sentivo in colpa come avrei dovuto, tutt'altro pensavo fosse stata la giustizia, pensavo che non ci fosse stato nulla di male, dopotutto loro mi avevano rapita e volevano farmi del male..era giusto quello che gli era successo no?

Stava arrivando la polizia, allora senza pensarci due volte iniziai nuovamente a scappare come una ladra.

Dopo qualche chilometro riuscì a seminarli, allora mi nascosi in un vicolo buio e ben nascosto.

Mi accasciai al suolo come una rosa appassita, non capivo cosa fosse successo, era strano…orribile ed esageratamente impossibile!

Certo non avevo mai pensato che la mia vita fosse normale, ma accidenti quel che successe quel giorno era davvero assurdo!

Dopo un'attenta analisi di quello che era avvenuto arrivai ad una conclusione…era troppo complicato per capirlo.

Ero esausta, allora senza nemmeno accorgermene mi addormentai.

Non sognai affatto, ma erano anni che non lo facevo quindi non era una novità.

Venni svegliata bruscamente da una puzzola che mi colpi in volto…aspetta una puzzola?!

Eh già si trattava proprio di una puzzola, bianca e con un'aura rossa che la circondava.

Chiusi gli occhi per vedere se si trattava di un sogno e quando li riaprì mi ritrovai davanti la puzzola ed il possibile padrone.

Era abbastanza alto, aveva dei capelli biondi e lunghi sulla fronte, non lasciavano neanche intravedere gli occhi.

Deglutii.

Visto il fatto che non potevo vederglieli, almeno immaginavo che mi stesse guardando con aria curiosa.

Immaginazione che si confermò quando dalle sue labbra sottili (brutto segno!) uscì una risatina ironica: Ushishishi, questa dev'essere la tanto desiderata dal capo, Stella dei Vongola giusto Mamon?

Da dietro a lui comparse una bambino vestito totalmente di viola-nero che fluttuava nell'aria (incredibile ma vero!) che confermò le parole del compagno.

Io oltre al non capirci niente mi chiedevo cosa centrassero le stelle e le vongole, mica era ora di pranzo!

Comunque decisi di fare una cosa che ultimante in quei giorni mi riusciva abbastanza spontanea e facile, scappare.

Mi alzai ed iniziai  per almeno la quindicesima volta nella giornata, a correre, o per lo meno ci provai, perché immediatamente venni bloccata da un braccio che mi si strinse alla vita e mi trascinò in 

aria: Ushishishi, ragazzina tu non vai proprio da nessuna parte, altrimenti non voglio nemmeno immaginare di che colore diventerà il boss, e ti assicuro che non è proprio una bella sensazione vederselo arrivare incavolato davanti xD ma tornando a noi, che ne dici se per passare il tempo ci presentiamo? Io sono l'imbattuto principe Belphegor e tu? Qual è il tuo nome?

Io con un tono spaventato, disgustato e scocciato risposi: mi chiamo Killer, ma piuttosto perché se sei davvero "imbattuto" hai un capo che ti comanda a bacchetta? Non mi sembra per niente bella come cosa

Lui quasi mi fece cadere, ma sapeva che avrebbe passato guai se mi fosse successo qualcosa, allora evitò e disse: sei noiosa, il principe non si diverte affatto…è meglio che stai zitta va!

Già, quella era stata proprio una di quelle risposte per tagliare i discorsi che non ci convengono, ma evitai di rinfacciarglielo per paura di essere buttata a capo fitto nel vuoto.

Arrivammo in un luogo che solo una volta in vita mia avevo visto, l'aeroporto.

Avevo i terrore degli aerei, e tutt'ora ce l'ho!

Un aggeggio che vola in aria e che da un momento all'altro potrebbe precipitare?

Grazie ma a me non serve!

Fatto sta che ance se cercai di oppormi, salii su quell'aereo che ci portò in un posto che conoscevo fin troppo bene, nella tanto amata Italia.

 

Fine Capitolo 1

 

Nota dell'autrice: ALLLLLORA! Salve a tutti e grazie di aver letto questo nuovo e delirante capitolo! Spero vivamente che vi sia piaciuto e che di recensioni ne arrivino a bizzeffe, anche se così come vorrei non accade mai :'( ma tornando a noi! Secondo voi cosa succederà a Killer? Da chi la porteranno Belphegor e Mamon (questa è facile xD) e soprattutto cosa la attenderà dora in poi? Vediamo fin dove arriva il vostro istinto di investigatori/investigatrici e rispondetemi recensendo!

Ciao ciao, al prossimo capitolo!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Tortura ***


Capitolo 2: Tortura

 

Arrivammo in Italia.

Dall'aeroporto usammo un'automobile enorme per poi giungere davanti ad una villeggiatura maestosa ed immensa.

Vi era un giardino stupendo e l'abitazione era lussuosissima e rifinita in ogni minimo particolare.

Belphegor mi fece scendere dalla macchina, ormai eravamo lontanissimi da casa, era inutile opporre resistenza, allora decisi di assecondarli per vedere cosa volevano da me.

Mi condussero al cospetto di un uomo che tutto poteva essere tranne che dolce e generoso.

Era seduto su di un trono, aveva una figura molto imponente…mi ricordava un po' Hibari…anzi, gli assomigliava e non poco, escludendo le cicatrici che aveva in faccia.

Non persi il controllo fino a quando non notai alla sua sinistra un altro uomo.

Era disgustoso.

Come poteva, dopo avermi fatto soffrire per quindici lunghi anni della mia vita, ripresentarsi e farmi questo…come poteva togliermi tutto quello che avevo guadagnato sudando e affaticandomi?!

Capì immediatamente dal suo sguardo consapevole che era stato lui a farmi rapire, o perlomeno a dire a quegli uomini dove mi trovavo, l'unico problema è che non capivo il perché, ma in quel momento non mi importava.

Iniziai a dimenarmi a destra e a manca per liberarmi dalla presa di Belphegor, e quando ci riuscii mi scagliai contro quel bastardo schifoso di mio padre.

Ma proprio nel momento in cui lo stavo per colpire, un enorme leone bianco mi si lancio addosso scaraventandomi a terra.

Per la prima volta in vita mia era davvero terrorizzata.

Quella stupenda bestia aveva gli occhi pieni di rancore e rabbia, occhi che riflettevano i sentimenti del suo padrone.

L'uomo seduto sul trono si alzò ed ordinò all'animale: Bester! Lasciala, ora me ne occupo io, non posso permettere che uno dei pezzi più importanti della mia scacchiera venga mangiato.

Scacchiera? Di quale diavolo di scacchiera parlava? E poi io che centravo con quell'uomo spaventoso?! Era questo genere di domande che mi ponevo, ma purtroppo non trovavo risposte plausibili.

Mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio: Adesso, che tu lo voglia o no, mi dovrai aiutare a realizzare un mio piccolo desiderio.

Dopo aver fatto ciò disse ad un suo subordinato di nome Levi di portarmi "nella camera" e lui rispose: subito Xanxus-sama!

Mi afferrò per la vita, mi caricò sulle sue spalle e mi portò a fatica (facevo sentire quanto fossi testarda xD) in quella "camera", che chiuse a chiave, dove avrei passato due interi anni della mia vita, tutto per colpa di quel maledetto di mio padre, dell'uomo di cui avevo rifiutato il nome, Seya Shizuku.

Quel luogo era immenso e di un bianco impeccabile, non vi era una macchia.

Notai che a quella stanza ve ne era collegata un'altra, una specie di sala comandi, che non mi piaceva per niente.

In essa entrarono Xanxus, Belphegor, Levi ed un altro uomo di cui l'espressione lasciava capire la sua poca importanza.

L'uomo si apprestò a muovere delle leve che accesero dei fari nella mia camera.

Iniziava a fare caldo, terribilmente caldo.

Il loro boss mi parlò poi attraverso al microfono: Ora devi fare come vogliamo noi altrimenti si metterà molto male per te, capito? Bene, allora…rivelami immediatamente il segreto del tuo potere Killer Shizuku!

All'udire quelle parole non capii più niente, persi il controllo delle mie azioni…come aveva osato chiamarmi con quel disgustoso nome?! Io ero e sono Killer Gokudera e nessuno aveva ed ha tutt'ora il diritto di chiamarmi in altro modo!

Allora senza pensarci due volte mi scagliai nuovamente in un attacco, ma la luce dirompente di uno dei fari mi colpì ed il mio corpo ebbe la sensazione di andare in fiamme.

Caddi a terra contorta dal dolore e bruciata da tanto false quanto terribili fiamme.

Comunque avevo capito cosa volevano, ma non glielo avrei dato così facilmente.

Hibari mi aveva parlato di un potere particolare che ha a che vedere con le fiamme enormi che fuoriuscivano dal mia anello ed ora avevo la conferma di quello che mi aveva detto un giorno.

"Quell'uomo che l'altra volta ti ha attaccato ed ha provato a prenderti il ciondolo voleva il tuo potere, ma non solo lui ti sta dando la caccia, per questo devi diventare forte al più presto e nonostante sia una seccatura immonda ti aiuterò, ma bada bene…lo faccio solo perché voglio vedere fin deve arriva la tua potenza! Non farti strane idee!" quelle erano state le parole di Hibari e finalmente ne coglievo il significato.

Mi sembrava di essere caduta negli inferi e di non avere più alcuna possibilità di ritorno, ma mi sbagliavo perché due anni dopo quella terribile tortura qualcosa sarebbe cambiato e finalmente avrei avuto modo di riprendermi ciò che mi ero guadagnata, i miei amici, l'amore della mia vita, la scuola e la vita che mi era stata tolta.

 

Fine Capitolo 2

 

Nota dell'autrice: Grazie mille per aver letto! Spero proprio di ricevere tante belle recensioni e soprattutto che la storia vi stia appassionando! Dal prossimo capitolo ricomincerò a scrivere in terza persona come mi è stato richiesto da un lettore, ma l'avrei fatto comunque per comodità ^_^

Ciao ciao e al prossimo capitolo!!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Due anni dopo ***


Prenota dell'autrice: Salve a tutti! Da ora riprenderò a scrivere in terza persona, spero che vi piaceranno comunque i capitoli, buona lettura!!

 

Capitolo 3: Due anni dopo.

 

Passarono due anni dal giorno del rapimento di Killer.

Ogni giorno trascorreva allo stesso modo.

Veniva svegliata brutalmente alle sei del mattino, subito dopo iniziavano ad interrogarla senza sosta senza neanche e farle mangiare un boccone.

Lei non cedeva mai alle torture dei Varia, non ne aveva alcuna intenzione.

Anche se avesse voluto collaborare con loro c'era un problema, ovvero che nessuno mai si era preoccupato di spiegarle come stavano le cose e quindi lei non era a conoscenza di tutta la storia dei Vongola e della sua eredità in qualità di Stella.

Ormai lei era diventata una vera e propria donna.

Stava per compiere diciassette anni e non aveva la minima voglia di passare un'altro compleanno a farsi massacrare allora decise che qualcosa sarebbe cambiato.

Per delle ore quella notte pensò a come scappare, ma era tutto inutile…non c'era via di scampo.

Non avrebbe mai potuto salvarsi senza l'auto di qualcuno, allora si ricordò di cosa le aveva detto quello strano bambino con lo smoking quando era ancora a Namimori.

 

"Se mai dovessi trovarti in estremo pericolo, avresti solo due modi per salvarti:

il primo sarebbe quello di combattere ed uccidere i tuoi nemici;

il secondo invece sarebbe quello di inviare un segnale d'aiuto con le fiamme del tuo anello."

 

Quelle erano state le parole del piccolo Reborn.

Lei non aveva capito a cosa le fosse mai servito chimera aiuto o uccidere qualcuno, non era di certo una criminale o una mafiosa, giusto?

Perché mai avrebbe dovuto farlo?

Prima non le era chiaro e le sembrava assurdo, in quel momento tutto stava prendendo il suo posto nel puzzle.

Segreti, poteri, la famiglia Vongola, suo padre, quell'anello…si quell'anello ed il suo potere erano la cosa più strana che lei avesse mai visto, ma di una cosa era assolutamente certa…quei maledetti uomini volevano quello e solo lei poteva darglielo.

Di sicuro non l'avrebbero uccisa, altrimenti non avrebbero mai ottenuto ciò che desideravano ma nonostante ciò la facevano soffrire in modo atroce sia fisicamente che mentalmente attraverso delle illusioni.

Purtroppo le avevano tolto anche l'anello ed era sfumata in quel modo anche l'ultima sua possibilità di fuggire…o forse no.

Un modo c'era!

Era stata una stupida a non pensarci prima, ma come dice il detto "Meglio tardi che mai." decise di tentare a mettersi in contatto, attraverso la sua mente, con il più bravo  e anche l'unico, illusionista che conosceva.

Mukuro era capace di entrare nella mente delle persone concentrandosi molto affondo, e allora pensò di fare lo stesso per contattare sia lui che Hibari.

Si rinchiuse in se stessa e provò a collaborare con il suo inconscio (cosa letteralmente impossibile ma non sapevo in che altro modo spiegarlo xD) per collegarsi con i due compagni.

Non riuscì a resistere a lungo, ma riuscì ugualmente ad inviare un "segnale" a i due ragazzi che lo percepirono e attraverso esso capirono la posizione della giovane.

Entrambi dal momento della scomparsa della rossa, non si erano dati pace.

Kyoya la cercava in lungo e in largo dentro e fuori da Namimori, aveva perfino saltato la scuola (cosa pazzesca per lui!) per provare a rintracciarla, ma fino a quel momento non era riuscito  trovarne neanche una traccia.

Lo stesso aveva fatto il viola, ma anche lui aveva fallito nell'impresa.

Parlando di persone che si erano date da fare sul podio, insieme ai poveracci sopra indicati, vi si trovava anche Hayato, che aveva fotto di tutto per ritrovarla, aveva perfino chiesto ad Amanda di aiutarlo, visti tutti gli investigatori che poteva pagare, ma niente.

Quando ritornò in se, la ragazza si accorse che era già sorto il sole e che stava per arrivare uno degli uomini dei Varia ad accendere le macchine per la tortura, o come lo chiamavano loro "il discorso".

Stranamente quella mattina nessun uomo di basso rango arrivò, tutt'altro!

Giunse a prenderla uno dei Varia in persona.

Aveva dei lunghissimi e bellissimi capelli argentati, che avrebbero fatto invidia a qualunque ragazza, e degli occhi affilati del medesimo colore.

Quando entrò nella stanza urlò a gran voce: VOOOOOOOOIIIIIIIII!!!!!!!!! Muoviti ragazzina! Il Boss dice che vuole parlarti!

La voce cruda e acuta dell'uomo l'aveva stordita, dopotutto come tutte le volte che la sentiva, e allora disse con un tono abbastanza confidenziale: si si, non c'è alcun bisogno di urlare Squalo! Non sono mica sorda sai?!

Lui la guardò male come per dire "ehi ricordati che sei una prigioniera, cos'è tutta questa confidenza?!" ma restò stranamente in silenzio.

Arrivarono nella sala dove i Varia pranzavano solitamente ed una specie di lacchè la fece sedere ad uno dei capi tavola.

Quella situazione era strana.

Poi lo stesso maggiordomo le si rivolse in modo gentile e rispettoso chiedendole se gradisse maggiormente del caffè o del tè.

Quella situazione era molto strana.

Xanxus si sedette all'opposto della tavola, la guardò e fece un sorriso…spontaneo…spontaneo?!

Quella situazione era troppo strana!

Lei balbettò: ooooook, che significa tutto questo? Come mai siete così…diabetici (intende gentili xD) dopo che mi avete trattato come se fossi spazzatura?!

Il moro disse con tono pacifico (ma è davvero possibile che lui ne usi uno?): suvvia, il passato è passato…ho capito che dato in fatto che non riusciamo ad ottenere in alcun modo la tua collaborazione….c'è solo un modo per ottenere i tuoi poteri cara la mia Stella…e sai qual è?

La rossa sbiancò: q-qual è…?

Xanxus fece un ghigno malvagio e sarcastico allo stesso tempo: …indovina un po' chi si sposerà tra due giorni?

Killer assunse più o meno i colori dell'arcobaleno in volto per poi fermarsi su di un bianco che sembrava trasparente: ma che cazz-

 

Fine Capitolo 3

 

Nota dell'autrice: Spero vivamente che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto! E soprattutto che vi abbia incuriosito xD Xanxus è uno dei miei personaggi preferiti di solito, ma in questa ff l'ho trasformato in un vero bastardo psicopatico e sadico…ushishishi assomiglia un tantino a Bell non trovate? xD

Grazie di aver letto e  spero che le recensioni siano tante e positive!

Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'inizio dell'incubo ***


Capitolo 4: L'inizio dell'incubo.

 

"Vuole lei, signorina Killer Shizuku, prendere come marito in qui presente Xanxus Vongola, ed amarlo e rispettarlo fino a che morte non vi separi?"

Lì tutto si bloccò per la rossa.

Quelle parole pronunciate da Lussuria (in veste di prete xD) le risultavano aliene, fino a quando non mise a fuoco la situazione nella sua mente *Aspetta…ma come diavolo siamo arrivati a questo punto?!* pensò.

Era cominciato tutto pochi giorni prima…

La ragazza ed i Varia si trovavano a tavola per pranzare quando il Boss annunciò la notizia del matrimonio senza nemmeno interpellarla.

Alla giovane i matrimoni non erano mai piaciuti.

Li considerava inutili, feste che servivano solo a perdere soldi e tempo.

E poi non aveva mai compreso l'esigenza, soprattutto femminile, di unirsi in matrimonio con un'altra persona.

Tanto alla fine crollavano tutti, o per via della morte e semplicemente grazie allo stupido ed inutile cervello degli uomini.

Lei considerava quello come il rito più STUPIDO di tutti, ma non solo, lo vedeva anche come la fine di tutte le gioie, la distruzione della privacy e, più grave di tutti, l'inizio di continui interrogatori al ritorno a casa del tipo "dove sei stata/o?!" "che hai fatto?!" "con chi sei stata/o?!" e via dicendo.

Non che lei fosse una pessimista, tutt'altro, ma nelle nozze non riusciva a scorgere neanche il più piccolo barlume di luce.

A quel punto la sua faccia si deformò e assunse l'espressione di qualcuno decisamente terrorizzato…di qualcuno che sta andando incontro alla morte: E-E chi sarebbero i "fortunati"?

Bellphegor le si avvicinò alle spalle e le sussurrò all'orecchio: ma ovviamente il nostro capo e la qui presente…Stella dei Vongola ushishishi!

Si quel principino maledetto era decisamente sadico!

La rossa sobbalzò ed dichiarò a gran voce: C-Che cosa?! M-Mi rifiuto! Mi rifiuto categoricamente!!

Cavolo non aveva nessuna intenzione di sposarsi e tanto meno di farlo con addosso uno di quei terribili abiti bianchi tutto pizzo e merletti!

Solo il pensiero le faceva venire i crampi alle tempie (?), brutto segno…bruttissimo segno!

Come per magia dietro di lei comparve Squalo che la prese per la vita e se la caricò in spalla.

Il capo fece un cenno e l'argenteo, Lussuria e Levi trascinarono la ragazza in una camera mentre lei cercava di liberarsi tirando calci fortissimi alla povera testa della Pioggia ed urlando cose simili a "Lasciami andare brutto pesce capelluto, altrimenti te li faccio cadere io questi spaghetti maledetti!" il tutto ovviamente contemporaneamente al movimento delle mani che  cercavano disperatamente di strappargli i capelli.

Lo spadaccino la scaricò su di una sedia e afferrò una spazzola ed un pettinino.

Nonostante gli strepitii e le grida assordanti (simili alle sue) della rossa lui continuava a pettinarla, ma non riusciva a trovare un'acconciatura che le stesse "divinamente" come avrebbe voluto.

I capelli rossi di Killer erano diventati ormai lunghi come i suoi e ugualmente belli.

Levi tirò fuori decine e decine di paia di scarpe e Lussuria centinaia di vestiti bianchi e rosa pesca.

Ad un certo punto, in mezzo a quella confusione anomala comparve il principe Tempesta con dieci coroncine, tutte di colori diversi: Su principessina Killer, devi essere perfetta per il matrimonio, scelga pure il diadema che più vi aggrada, ma ci faccia attenzione! Questa è la mia collezione segreta! Ushishishi!

Bell odiava dover essere gentile contro la sua volontà, contando anche il fatto che detestava mostrare figurarsi prestare le sue corone preziosissime!

Purtroppo per lui non poteva dire ciò che gli passava per la testa altrimenti sarebbe stato ucciso e mangiato da Bester.

Tutti insieme saltarono addosso alla poveretta che, nonostante la sua forza sovrumana, non riuscì ad opporre alcuna resistenza.

Quando ultimarono il lavoro Killer era diventata "Barbie versione confetto", ma non parliamo solo dell'aspetto, era rimasta talmente scroccata dalla sua immagine riflessa nello specchio che era rimasta immobilizzata come la plastica.

Una volta ripresa conoscenza e rivestitasi in modo "umanamente concepibile" se ne andò nella sua camera e cominciò a ripensare al messaggio d'aiuto che aveva inviato ai tre ragazzi.

"Forse non è arrivato, o forse l'hanno ignorato volutamente…" continuava a pensare cose di questo genere senza darsi un attimo di pace.

Non aveva idea di quanto l'avessero cercata tutti quanti dopo la sua scomparsa.

Mukuro ce l'aveva con se stesso perché convinto che fosse stata colpa sua, Hibari aveva perfino smesso definitivamente di andare a scuola.

Non parliamo neanche di Hayato che aveva perfino risposto in malo modo insultanti il suo amato Decimo.

Erano tutti nel delirio più totale.

Convinta di non essere amata da nessuno, tutte le volte che per dormire spegneva le luci, le tenebre non oscuravano solo la sua visuale ma anche la sua mente ed il suo cuore.

L'unico modo per risollevarla dal baratro in cui rischiava di cadere era una foto.

Una foto che aveva custodito gelosamente per due lunghi anni.

Quella fotografia era stata fatta il giorno del suo appuntamento con Kyoya.

Lui non voleva farla, ma costretto dalla rossa finì perfino con accennare un sorriso.

Quando guardava quell'immagine il suo cuore si sentiva più leggero e stava terribilmente bene.

Era forse quello l'amore?

Quella sensazione di libertà…quella sensazione di tutto e niente insieme…come se nulla potesse turbare il tuo equilibrio…quel senso di pace inestimabile…non era sicura dei suoi sentimenti.

Provava qualcosa per Kyoya, questo era ovvio…ma sentiva di amare anche Mukuro…non raggiungeva mai la risposta esatta.

Alle volte provava anche ad ipotizzarne una, ma non era mai vera fino infondo.

Poi mentre riguardava la foto si sentì stringere il cuore.

Le lacrime le sgorgarono dagli occhi rigandole il viso.

Perché quando vedeva quella foto si sentiva tanto bene quanto male?

Adesso, finalmente i suoi sentimenti erano chiari, chiari come il Sole.

Era innamorata di lui…era innamorata di Hibari Kyoya e se mai per un altro scherzo del destino lo avesse potuto finalmente rivedere, senza esitare un attimo gli avrebbe sbattuto il faccia il suoi sentimenti.

Senza pensare…senza respirare…senza provare a ragionare l'avrebbe fatto e nessuno glielo avrebbe potuto impedire.

…Ma se con il passare del tempo i sentimenti di quest'ultimo fossero cambiati…cosa avrebbe fatto?

 

Fine Capitolo 4

PS: Ecco la foto! Vi piace??

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** L'erbivoro e la carnivora. ***


Capitolo 5: L'erbivoro e la carnivora (Parte 1 di 2)

 

Era un giorno come un altro a Namimori, tutto era tranquillo.

Gli uccellini cinguettavano, i gatti miagolavano, i procioni rotolavano e la page regnava incontrastata- no aspetta, questa è un'altra storia.

Quel giorno, altro ce pace, quella povera città era caduta nell'anarchia più totale!

Teppisti che importunavano ragazze indifese, cassonetti rovesciati, ladri di borsette che se ne andavano a passeggio spensierati ed il povero Kusakabe Tetsuya che non riusciva giustamente da solo non riusciva di certo a fare tutto!

Qui sorgeva spontanea la domanda "Dov'è il custode di Namimori, dov'è finito Hibari Kyoya?!".

Come si è già detto lui, ormai ex presidente del comitato disciplinare della scuola media Namimori si era ritirato perfino dalla sua amata e venerata scuola.

Due erano le ragioni principali:

-la prima riguardava la sua ostinazione nel rifiutare il liceo per rimanere alle medie nonostante la sua ormai maggiore età;

-la seconda invece girava intorno alla sua carenza di tempo visto il fatto che i 4/5 della sua giornata li trascorreva a cercare "quella maledetta della sua allieva", ogni volta ce qualcuno gli chiedeva qualcosa rispondeva "la pagherà" oppure "nessuno se ne va da questa città senza il mio permesso", in altri casi ignorava i quesiti.

Insomma si, quelle erano due scuse belle e buone, ma considerando il soggetto in questione, erano anche abbastanza credibili, diciamo…

Tenetevi forte….ora indossava anche abiti normali (MIRACOLO!) che però rubava al suo povero fratello maggiore.

La sua giornata si svolgeva in tre fasi:

-la mattina si avventurava nei bassi fondi della città, dove si radunavano i malavitosi;

-il pomeriggio derubava la madre del suo pc e cominciava a smanettare sulle mappe più vaste dell'intero Giappone;

-di sera usciva per andare in posti sconosciuti perfino a me che sono l'autrice e rincasava all'alba, dormiva due ore e ricominciava la routine.

Tutto questo per ritrovare chi sappiamo noi.

I suoi familiari erano molto preoccupati, tutti tranne sua madre, troppo impegnata con il lavoro per pensare ai suoi figli, lei era una donna fredda e distaccata, ma soprattutto molto egoista.

La cosa che più importava per lei era il denaro.

Tutto funzionava secondo logica, nulla fuoriusciva dai suoi schemi.

Si chiamava Kagura Itachin (in Hibari).

Odiava tutto ciò che non comprendeva, erano poche queste cose, ma miracolosamente c'erano.

Tanto per fare un esempio lei sin da ragazza aveva sempre odiato l'amore.

Gli aveva dato perfino una definizione, ovvero "Grave malattia che in genere colpisce le ochette senza cervello dall'età di 13 ai 43 anni, attenzione provoca allucinazioni e irascibilità."

La pensava così fino al giorno in cui incontrò Shotaro Hibari.

Per questo racconto lascio la parola alla diretta interessata, ciao ciao! *svanisce*

Buona sera…beh, se devo proprio farlo che sia una cosa veloce, ho tanto da fare io!

Era il primo giorno del primo anno del liceo…ero stata ammessa a scuola con il massimo dei voto con lode, ero sull'albo d'oro della scuola giapponese, al concorso nazionale ero arrivata prima oh beh, in poche parole ero un genio, non che la cosa sia cambiata nel tempo ovviamente!

Quel giorno era importantissimo per me, dovevo mantenere la mia buona reputazione di studentessa modello, avrei dovuto fare non una buona, un'ottima impressione sugli insegnanti, e zarebbe stato così se solo non fossi stata così sfortunata da incontrare lui, quel dannato di Shotaro!

Ero pronta, ero preparata, ero perfetta.

Quelle tre "p" erano essenziali per me, ma per colpa di quell'idiota, in meno di un paio di secondi le persi tutte.

Stavo per entrare in classe quando venni travolta da un ciclone con una cioccolata calda in mano, che ovviamente, tanto per completare l'opera, mi si rovesciò addosso.

La mia prima impressione su di lui fu quella che ho tutt'ora, era un cretino.

Tutto il mio lavoro rovinato, ero infuriata e come se non bastasse a casa mi aspettava un'altra orribile sorpresa.

Mi ero appena trasferita a Tokyo da Sapporo, forse solo da qualche mese, vivevo da sola.

Tornai a casa e mi infilai subito sotto una doccia calda.

Avevo solo una brutta abitudine, quella di non chiudere mai la porta di casa a chiave.

Ero ormai sotto l'acqua, dopo una giornata come quella rilassarsi era la cura migliore, purtroppo per me nulla sarebbe stato come speravo.

Finii di fare la doccia, mi misi un'asciugamano intorno al corpo e quando uscii dal bagno ancora una volta mi cadde addosso quell'imbecille, la mia disgrazia, Shotaro Hibari.

Ci furono pochi secondi di silenzio, dopodiché lui arrossì come un pomodoro dopo essersi tirato indietro, io presi una sbarra di ferro e dissi: tu….maledetto erbivoro (?)…fuori da casa mia o ti mordo a morte sai?! (??)

Quelle parole mi erano uscite dalla bocca come autonome, ma decisi che mi sarebbero piaciute.

Lo sbattei a calci fuori dall'appartamento e sentii che lui diceva qualcosa: a-ah….ecco, scusami! I-Io ho visto la porta aperta e sono entrato m-ma e-ecco non…giuro che non volevo spiarti!

Allora gli urlai appresso: TU SEI LA CAUSA PRINCIPALE DEI MIEI GUAI, MALEDETTO HIBARI! E poi che diavolo ci fai tu qui?!

…avevo un brutto presentimento…

Mi dispose: oh bet, mi sono trasferito ieri in questo palazzo e volevo socializzare con i vicini tutto qui!

Lì sbiancai…il mio incubo era appena cominciato…

 

Fine Capitolo 5

 

Nota dell'autrice:

Scusatemi per l'ennesimo ritardo, ma sono sempre piena d'impegni xD Spero vi sia piaciuto, al prossimo!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1497305