Whole Lotta Love.

di JessieRock
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Corinne and Jennifer ***
Capitolo 3: *** Are you French? Cool! ***
Capitolo 4: *** Hi I'm Micheal, are you new? ***
Capitolo 5: *** New Friends ***
Capitolo 6: *** Come back home ***
Capitolo 7: *** I'm the Guitar God ***
Capitolo 8: *** This is what I like about you ***
Capitolo 9: *** Corinne's mine! ***
Capitolo 10: *** The song is for you ***
Capitolo 11: *** Shopping! ***
Capitolo 12: *** Sweet kiss ***
Capitolo 13: *** Hot Night ***
Capitolo 14: *** Oh Angie, when will those dark clouds disappear? ***
Capitolo 15: *** I wanna be Punk ***
Capitolo 16: *** Why all this to me? ***
Capitolo 17: *** Hugs ***
Capitolo 18: *** Girls love guitarists ***
Capitolo 19: *** Love. ***
Capitolo 20: *** Problems ***
Capitolo 21: *** Give me another Vodka ***
Capitolo 22: *** Letter ***
Capitolo 23: *** Girls Girls Girls ***
Capitolo 24: *** Parents=Problems ***
Capitolo 25: *** Do you wanna be my girl? ***
Capitolo 26: *** Surprise! ***
Capitolo 27: *** Goodnight ***
Capitolo 28: *** I don't know what to do ***
Capitolo 29: *** Cousins ***
Capitolo 30: *** Christine ***
Capitolo 31: *** I hate my dad. ***
Capitolo 32: *** My sweet daughter ***
Capitolo 33: *** Peace and Love ***
Capitolo 34: *** Sweet Caress ***
Capitolo 35: *** Happiness ***
Capitolo 36: *** The End ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


               -Whole Lotta Love

Due ragazze completamente diverse si incontrano per caso in un liceo di Los Angeles. Corinne viene dalla Francia, è una ragazza strafottente, chiusa nel suo mondo fatto di chitarra e sigarette, non la da’ a bere a nessuno, chiunque la scambierebbe per un maschiaccio. Ha lunghi capelli tra il rosso e il castano, odia truccarsi o mettere vestiti eleganti. Non ha mai conosciuto i suoi genitori ed è scappata da un orfanotrofio. Jennifer invece viene dal Canada, è timida e secchiona, ci tiene a fare sempre bella figura e non ha mai avuto un rapporto con un ragazzo. Lei ha lunghi capelli castani e occhi azzurri, si veste sempre per bene e fa parte di una famiglia ricchissima, sua madre è morta quando lei era piccola mentre suo padre è sempre fuori paese per lavoro. Sarà l’incontro con i Guns n Roses a sconvolgere le loro vite!

 


                                                                Corinne                                 Jennifer

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Capitolo 2
*** Corinne and Jennifer ***



Il taxi si fermò, una ragazza da lunghi capelli rosso scuro con una valigia per mano e la chitarra sulla spalla scese guardandosi intorno.
Prese un bigliettino dalla tasca della giacca e lesse la strada dove avrebbe trovato alloggio. Chiedendo informazioni riuscì ad arrivarci: era un vicolo molto stretto e buio e la sua palazzina era malandata, prometteva bene! Aprì il portone. Si ritrovò delle scale di legno marcito e puzzo di muffa, incrociò una signora sulla quarantina.
“Scusi, mi hanno detto che qua mi avrebbero fatto affittare a poco un piccolo appartamento, sa per caso di cosa parlo?”
Stava cercando di essere gentile solo perché aveva bisogno di aiuto, mai si era rivolta in modo così formale a qualcuno. Il volto della donna si accese.
“Certo! L’appartamento è mio! Ahah seguimi!”
La donna si incamminò per le scale lasciando dietro un cigolio irritante, la ragazza la seguì. Arrivarono in un pianerottolo piuttosto stretto e soffocante.
“Ahaha immagino che a primo impatto questa palazzina ti fa decisamente schifo, lo so ti capisco ma tranquilla l’appartamento anche se piccolo è molto meglio!”
La donna girò la chiave aprendo la porta, entrarono. La ragazza si guardò intorno, non era male in fondo.
“Aspetta! Non ci siamo presentate, io mi chiamo Sophie, piacere e tu ragazzina!?”
“Io mi chiamo Corinne, vengo dalla Francia!”
“Wow! Io ora devo andare, tu accomodati pure! Tieni” le porse un foglietto e le chiavi “Questo è il numero, chiamami per qualsiasi cosa!” la porta si chiuse alle sue spalle.
Corinne appoggiò le valigie e la chitarra sul divano per poi dare un’ occhiata alla casa.
Il salotto aveva un divano e una vecchia tv, da un lato c’era l’angolo cottura ben attrezzato mentre dall’altro lato c’era un piccolo corridoio che portava alla stanza e al bagno. Prese la sua roba dal divano per portarla in camera. Era semplice: un letto, un armadio, un comodino e una finestra. Buttò le valigie sul letto, sistemò la chitarra in un angolo e corse fuori per poi chiudersi la porta alla spalle.
“Benvenuta alla fottutissima Los Angeles, Corinne!”

*********
La macchina si fermò davanti alla villa.
“Siamo arrivati tesoro, scendi”
Una ragazza minuta con due piccoli occhietti azzurri e una folta chioma castana scese dalla lussuosa auto.
“Papà tu non scendi?”
“Mi dispiace piccola, vivrai per un po’ qua con i tuoi zii, saranno come i tuoi genitori. Farò in modo che non ti manchi niente, appena finirò questo lavoro tornerò e staremo un po’ insieme, te lo prometto”
Il sorriso della ragazza svanì.
“Papà… prometti sempre che starai con me ma non lo fai mai! Sempre lavoro lavoro lavoro! E io vado da una scuola all’altra per il mondo!”
“Ti prego, non voglio litigare, tu sai benissimo che è necessario per il nostro bene che io lavori, ci vediamo piccola”
L’uomo lasciò un bacio sulla testa della ragazza e partì lasciandosi dietro una scia di polvere, la ragazza fissò l'auto fino a quando non fu solo un puntino e si avviò lentamente verso la villa. Suonò il campanello e la zia si aprì in un grande abbraccio appena la vide.
“Oh Jennifer! È da tanto che non ci vediamo! Sono felice che tu stia qua con noi per un po’!”
Era una donna molto grassa e paffuta, i capelli biondi erano corti e ricci, due occhietti azzurri come quelli della ragazza brillavano di gioia.
“Grazie zia Iris, dov’è lo zio?!”
“Eccomi tesoro!”
Un uomo dalla folta barba abbracciò la piccola Jenny.
“Vieni ti accompagno nella tua camera, fai come se fossi a casa tua ahah dimenticavo questa ora è casa tua!”
Salirono le scale a chiocciola per arrivare al piano superiore. La ragazza ispezionò con gli occhi la casa: era grande, luminosa e piena di oggetti di valore. Lo zio la lasciò sulla porta della sua stanza per poi scendere di nuovo giù. La ragazza esitò un attimo per poi aprire la porta e trovarsi davanti una camera stupenda: il letto era grande e a baldacchino, la finestra aveva due grandi tende decorate, una scrivania e una libreria riempivano una parete mentre nell’altra c’era un grande specchio con un comodino sul quale era appoggiata una lampada. La ragazza sorrise per poi buttarsi sul letto.
“In fondo non è così male, Los Angeles!” 



è un capitolo per presentare un po' le ragazze, nei prossimi entreremo più nella storia ;) mi farebbe piacere se lasciaste un parere, alla prossima! :D

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Capitolo 3
*** Are you French? Cool! ***



La fastidiosissima sveglia squillò, Corinne la buttò malamente a terra irritata per poi far sprofondare di nuovo la testa nel cuscino. Si svegliò solo 10 minuti dopo, si sistemò a sedere sullo scomodo letto per poi dare un occhiata all’orologio.
“O cazzo se è tardi!!!!!”
Scese veloce dal letto per mettersi jeans e prima maglietta che trovava in fretta e furia, corse in bagno a sciacquare il viso, prese un pezzo di pane dal tavolo e uscì con lo zaino sulle spalle. Si era informata il giorno prima  su dov’era la scuola (e i locali) quindi sapeva dove andare, purtroppo era in ritardo e in condizioni pessime visto che la sera prima aveva bevuto 3 bottiglie di Jack in un locale per festeggiare il suo arrivo a L.A. Dopo 5 minuti buoni di corsetta arrivò con un mega fiatone davanti all’imponente edificio che sarebbe stata la sua nuova scuola. Prese un secondo fiato per poi passare il cortile ed entrare. Fuori era un edificio antico e imponente ma dentro tutto sembrava più moderno e sofisticato.
“Scusa mi dici dove cazzo è la mia classe!? Sono in ritardo suu veloce! Sono Corinne, Corinne Brunet!!”
La segretaria squadrò dalla testa ai piedi quella strana e maleducata ragazza per poi indicarle la sua classe senza proferire parola e masticando la sua gomma.
Corinne camminò fino alla classe per poi prendere un gran respiro ed aprire la porta.
Un signore con tanto di occhiali e baffetti scriveva sulla cattedra, davanti a lui una ventina di banchi divisi a coppie ospitavano ragazzi di tutti i tipi, l’America al contrario della Francia era varia! Corinne era rimasta ferma sulla porta, il professore alzò lo sguardo per poi incontrare quello della ragazza.
“Oh eccoti finalmente! Ritardo il primo giorno di scuola non è il massimo signorina!”
Eccoci, già stava iniziando a starle sulle palle.
“Va beh, entra! Ragazzi questa è la vostra nuova compagna, si chiama Corinne Brunet, viene dalla Francia, trattatela bene mi raccomando!”
I suoi nuovi compagni la osservavano incuriositi, i posti liberi erano due. Uno accanto a una ragazza tutta per benino e l’altro accanto a un ragazzo piuttosto strano ma sempre meglio di quella zitella pensò la ragazza. Buttò lo zaino sul banco per poi sedersi.
“Signorina ora c’è la lezione di grammatica, prendi il libro e aprilo a pagina 142”
“Il libro è a casa” affermò lei piccata
“Scusa!? Devi portarlo!”
“Ho detto che è a casa, ma capisce o no? Lo porterò la prossima volta, che pignolo!”
La classe scoppiò a ridere, nessuno si era degnato di rispondere male ai prof prima d’ora, beh apparte Loro cinque.
Il professore cercò di mantenere la calma.
“Vuol dire che guarderai il libro insieme a Hudson”
Detto ciò si sedette di nuovo sulla cattedra continuando la lezione.
“Hey tu! Francese eh? Mica male!”
Parlò il compagno di banco di Corinne mettendo il libro in mezzo, un ragazzo mulatto con una folta chioma di ricci e due occhi color cioccolato. La ragazza lo squadrò per bene per poi girarsi a guardare la lavagna.
“Non rompermi le palle ok? Non voglio maschi che mi sbavano dietro solo perché sono francese perché se credi io sia una di quelle perfettine come loro ti sbagli, riccio”
“Non ti scaldare bellezza, dicevo solo che sembri interessante. Insomma la maglietta dei Rolling Stones e il tuo atteggiamento da cazzona sono forti! Potremmo diventare amici!!”
“Mmh, probabile!” sorrise Corinne
Quel ragazzo non era male in fondo, ascoltava buona musica, simpatico e cazzone come lei.
“Signorina Brunet, vedo che non sta attenta, potrebbe dirmi cos’è la seconda frase alla lavagna?”
O merda.
“Scusi è che questo ammasso di capelli davanti a me non mi fa vedere niente!”
La scusa più plausibile. Si girò un ragazzo con un facciotto paffuto e due occhioni azzurri.
“Oh, non offendere i miei capelloni biondi bellezza!”
“Adler, girati subito!! Corinne stai più attenta, per oggi ti perdono perché è il primo giorno ma che non si ripeta!”
La ragazza si zittì aspettando la fine di quella noiosissima ora di grammatica, la materia che più odiava, iniziamo bene!


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Capitolo 4
*** Hi I'm Micheal, are you new? ***




La cameriera venne a svegliare la ragazza aprendo la finestra dalla quale filtrò la luce abbagliante del mattino, Jennifer si stiracchiò sistemandosi a sedere. Si alzò piena di energie pe poi scendere in salotto per fare colazione insieme agli zii. Mentre scendeva si accorse che la casa era ancora più grande e lussuosa di quanto avesse immaginato, suo padre aveva ragione, lì sarebbe stata bene. Gli zii la aspettavano a tavola, consumarono la colazione in silenzio, subito dopo Jennifer salì in camera per scegliere i vestiti da mettere per il primo giorno di scuola: dopo una buon mezzoretta a scegliere optò per una gonna fino alle ginocchia, una camicia e delle ballerine. Si sistemò i capelli per bene e dopo un’occhiatina allo specchio prese lo zaino e scese. Schioccò un bacio sulla guancia della zia e prese il primo autobus per la scuola. Si sedette in prima fila, aprì il suo libro e iniziò a leggere. Un ragazzo si sedette accanto alla ragazza, lei sussultò appena per poi guardarlo: era vestito interamente di pelle nera, i capelli erano biondi e lunghi mentre gli occhi metallici erano contornati da un filo di matita, che tipo strano pensò Jenny! Chiuse il libro per subito dopo rivolgere lo sguardo fuori dalla finestra ed ammirare il paesaggio.
“Hey Ciao! Non ti ho mai vista da queste parti? Sei nuova!?”
Il ragazzo stava fissando Jennifer, lei si rese conto solo dopo poco che parlava con lei.
“Parli con me!?” chiese arrossendo
“Ahah si, sei strana! Cos’è non hai mai parlato con un ragazzo!?”
“Ecco…”
“Ahah oddio” il ragazzo si portò una mano sulla fronte “Beh io sono Michael, ma chiamami Duff!” le porse una mano.
La ragazza passava lo sguardo dalla sua mano al ragazzo. Lo vide sorridere sincero, allungò la mano tremante e strinse quella di Duff.
“Io sono Jennifer, sono appena venuta qua dal Canada”
“Wow, figo!”
L’autobus si fermò e i due scesero. Jennifer vide la scuola, era piena di tipi strani come quello che si era seduto accanto a lei, proprio il tipo di gente che suo padre le diceva di non frequentare. Però quel tipo, Michael, non era stato scortese, anzi. Lei frequentava una prestigiosa scuola femminile in Canada e le era vietato avere rapporti stretti con ragazzi, il massimo era salutarli da lontano. Tornò sulla terra dopo poco grazie ai gesti di Duff.
“Heyy ci sei?!”
La sua mano passava davanti al viso della ragazza.
“Eh!? Si scusa!”
“Vedo che la scuola ti ha scioccato! Entriamo che se no si ritarda!”
Arrivarono davanti alla porta per poi entrare e ritrovarsi un putiferio davanti, Jennifer era tutta impacciata e disorientata, Duff rideva nel vederla così.
“Scusi, sono nuova. Mi chiamo Jennifer Ann Wilson”
“Uh si” rispose la segretaria “La tua classe è in fondo al corridoio a destra, questo è l’orario delle lezioni” porse un foglietto alla ragazza che ringraziò con un accenno del capo.
“Siamo in classe insieme!” esclamò il biondo
“Ah si? Bene…” rispose timida Jenny
Entrarono nella classe, Jennifer rimase spiazzata dal fatto che tutti i ragazzi erano in piedi a parlare, nella sua tutti stavano a sedere per bene anche se il professore non c’era. Quando entrò tutti si sistemarono a sedere, Jenny esclusa.
“Oh, sei la nuova giusto? Ci fa piacere avere una ragazza di una scuola prestigiosa come la tua e di una famiglia così importante nella nostra umile scuola” Si rivolse poi verso la classe “Lei è Jennifer Ann Wilson, trattatela bene e fatela ambientare facilmente nella sua nuova classe”
Il professore andò a sedersi sulla cattedra. L’unico posto libero era accanto ad una ragazza con un caschetto di capelli neri e due occhietti vispi, dietro c’era Duff. Jennifer si sedette aprendo il libro di matematica, la sua materia preferita per altro.
"Jennifer? Che bel nome! Io sono Louise, piacere!" 
La ragazza accanto a Jenny le aveva teso la mano mentre sorrideva, Jenny gliela strinse sorridendo a sua volta. Quella ragazza era solare e sembrava molto simpatica. Si rese conto però che c'era lezione e che il prof le stava guardando così si girò per stare attenta. La lezione passò veloce tra equazioni e teoremi.


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Capitolo 5
*** New Friends ***




“Finalmente quella fottuta scuola è finita” esclamò Corinne mettendo i libri nello zaino.
“Hai proprio ragione, che rottura… A proposito: oggi pomeriggio hai in mente di fare qualcosa?”
Corinne chiuse la zip dello zaino buttandolo su una spalla per poi girarsi verso Saul.
“Senti, fai prima a dire: ehi, voglio uscire con te, oppure che mi vuoi scopare, con me non c’è bisogno di rigiri di parole, riccio”
“Eheh la ragazza è sveglia, quindi basta che io ti dica che ti voglio scopare e tu me la dai subito?!”
Ok aveva esagerato, così che si meritò un bello schiaffo da Corinne.
“Scusa io…”
“Ahhahaha non scusarti riccio! Scherzavo, mi stai simpatico sai!? Andiamo!”
“Dove?!” chiese spaesato
“Non volevi uscire!? Che cretino sei!”
“Ma…”
La ragazza si avviò fuori e Saul la seguì, era attratto da lei, non aveva mai trovato una ragazza più scurrile di lui fino ad allora. Arrivarono nel cortile e due ragazzi salutarono Slash con la mano.
“Corinne ti faccio conoscere dei miei amici, vieni”
La ragazza lo seguì in silenzio. I due ragazzi erano davvero belli: uno aveva dei capelli corvini che spuntavano dalla coppola e la pelle diafana risaltava i due occhietti neri, l’altro aveva dei lunghi capelli rossi che contornavano il suo viso angelico e i suoi occhi di smeraldo. Entrambi erano vestiti in modo trascurato con magliette di gruppi Rock. Niente male, pensò la ragazza.
“Hey Ciao cazzoni” esclamò Saul “Dove sono Steve e Duff?”
“Slash, chi è quella pollastrella!?” disse il rosso guardando di sottecchi la ragazza
“Si da il caso che di sicuro non sono una di quelle che ti sbava dietro per una scopata e via, carotina” rispose Corinne con superiorità.
Il moretto e Slash scoppiarono a ridere calorosamente.
“Ahahahhaha carotina ahahahahhahaha d’ora in poi ti chiamerò così ahahahhaha bellezza io ti stimo di già!” parlò Slash trattenendo le lacrime
“Ahahah Scemo! Comunque ragazza, come ti chiami?” chiese il moro
“Corinne Brunet”
Il rosso era rimasto piuttosto spiazzato da quella ragazza, si accese una sigaretta appoggiandosi al muretto.
“Axl sai bene che non si può fumare qua nel parchetto della scuola, anche perché alle ragazze da fastidio e magari Corinne…” nemmeno finire la frase del moro che Corinne prese dalle sottili labbra del rosso la sigaretta portandola alle sue, inspiro per bene per poi lasciar uscire una lunga boccata di fumo, prese e rimise la sigaretta in bocca al rosso. I ragazzi erano a dir poco meravigliati, una ragazza che fumava in quella scuola? Mai vista prima.

*****************
Jennifer stava sistemando i libri nello zaino quando Duff la chiamò spuntando da dietro.
“Hey che ne dici se oggi all’uscita ti presento dei miei amici? Così fai amicizia con qualcuno della scuola!”
L’idea di incontrare dei ragazzi poco affidabili in quella scuola fin dal primo giorno la spaventava ma quel ragazzo le emanava sicurezza quindi decise di accettare.
“Ma sì!” mise lo zaino sulla spalla avviandosi fuori con il biondo. Una volta fuori Duff si avvicinò a un gruppetto di persone e Jennifer lo seguì timorosa. Appoggiato ad un albero a fumare c’era un ragazzo davvero strano, era vestito in modo orrendo e aveva i capelli lunghi, accanto c’era un altro ragazzo con dei capelli neri sbarazzini raccolti sotto la coppola che sorrideva, davanti a loro una ragazza dall’aria strafottente e dei lunghi capelli mossi di un colore tra il marrone e il rosso scuro e un altro ragazzo mulatto con dei folti ricci ridevano scherzando.
“Ciao ragazzi!”
“Hey Duff! Dio, che vi succede oggi? Ognuno porta una ragazza!” disse il rosso buttando a terra la sigaretta pestandola
“Axl, non è colpa nostra se tu non riesci a rimorchiare” esclamò Slash
“Perché tu sì? Sono qua solo perché non ho un cazzo da fare, figurati se è per te!” sbuffò Corinne
“Ghiacciato Slasher, ghiacciatooooo” disse Duff ridendo
“Ah, Ah, Ah molto divertente! E tu Duff?” rispose Slash guardando Jennifer
“è solo un’amica, è appena arrivata nella scuola allora volevo farle conoscere qualcuno, si chiama Jennifer”
“Ciao ragazzi!!! È arrivato il grande Steve!!!!” urlò un ragazzo biondo saltando addosso al rosso.
“Scendi subito coglione! E non saltarmi più addosso così!” si lamentò
“Ahah tu grande? Ma se sei alto quanto uno sputo di gallina?” disse Duff dando una pacca all’amico.
Il ragazzo si alzò notando subito Corinne, le puntò un dito contro.
“Tu. Brutta stronza. Hai insultato i MIEI capelli. La pagherai cara oh sì.”
“Ahah ti prego tappetto, sei ridicolo” rispose Corinne ridendo.
“Ah sì? Te la faccio vedere io!” Steve si alzò le maniche e stava per buttarsi addosso alla ragazza ma lei si scansò in tempo facendolo cadere a terra.
“Io vado a casa, mi sto annoiando” sbuffò Corinne avviandosi
“Ti posso accompagnare se vuoi!” urlò Slash
“Non c’è bisogno riccio, pensa piuttosto a rimorchiare qualcuna!” ripose lei allontanandosi.
Jennifer si sentiva fuori luogo in mezzo a quella gente e Duff lo notò.
“Ragazzi ci si vede domani, io accompagno Jenny a casa!” disse trascinando con sé la ragazza.
“Io dico che queste ragazze ci creeranno problemi, anzi ne sono sicuro, soprattutto quella troietta di Corinne!” esclamò Steve guardando Duff e Jennifer allontanarsi.


Eccomi qua con un altro capitolo! Spero vi piaccia, mi farebbe ancora più piacere se lasciaste una recensione così vedo cosa ne pensate ;) Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Come back home ***



Duff e Jennifer camminavano uno accanto all’altro. La ragazza era terribilmente in imbarazzo, un po’ perché quella gente di prima la metteva in disagio e un po’ perché era sola con un ragazzo, e non sapeva come comportarsi. Fu Duff a rompere il silenzio.
“Jennifer, come ti sei trovata oggi a scuola?”
“Mmh? Oh, Bene dai, devo abituarmi un po’ alla gente e farmi nuovi amici, per il resto bene” rispose Jennifer impacciata
“Ahah sei proprio strana tu, il mio opposto direi, ma c’è qualcosa che mi spinge a esserti amico…” disse Duff alzando gli occhi al cielo
Jennifer arrossì leggermente.
“Siamo arrivati, questa è casa mia. Grazie per avermi accompagnato”
Duff era rimasto fermo davanti alla villa.
“Hey, tutto bene?”
Il ragazzo strabuzzò gli occhi per poi girarsi verso la ragazza.
“è…è.. casa tua!?!?”
“Insomma, è dei miei zii, starò da loro fino a quando mio padre tornerà dal lavoro”
“Woow! È davvero… enorme!”
“Ahah già, io ora vado se no i miei zii si preoccupano, ciao e grazie per avermi accompagnato”
“Di niente Jennifer, ci si vede domani!” esclamò Duff guardando la ragazza mentre si allontanava.

**************
L’autobus si fermò, Izzy e Axl scesero per poi incamminarsi verso una piccola porta, Izzy ruotò la chiave e insieme entrarono nel piccolo appartamento malandato. Nell’ingresso c’era un divano mezzo rotto e una piccola tv, accanto la “cucina” se così si può definire si collegavano due porte delle camere di Izzy e Axl.
Axl si buttò stanco sul divano accendendo la tv. Izzy lo assecondò dopo poco.
“Merda che giornata noiosa oggi a scuola..” sbuffò il moro.
Il rosso non rispose, era assorto in mille pensieri. Izzy si avvicinò muovendo una mano davanti al viso del suo amico.
“Terra chiama Axl!! Ci sei o la tua mente pensa alla rossa di oggi pomeriggio!?” lo stuzzicò Izzy sghignazzando
“Ah, Ah, Ah, Divertente!! Son qua cretino, stavo solo pensando… a lei ok? Hai ragione! Ma mica per il motivo che pensi tu! Ahahah pensavo a come sono carini insieme lei e Slash, finalmente una che riesce a tenergli testa”
Si accese una sigaretta mentre il moro lo guardava di sottecchi.
“Già proprio carini… Jennifer invece? Che ne pensi?”
“Jennifer? Ahaha una di quelle bambinette viziate che pensano solo ad andare a scuola e non stare con persone come noi, dove le tira fuori McKagan quellle non si sa!” rispose il rosso
“A me non sembra così, è solo timida…” disse con un filo di voce
“Stradlin, non dirmi che ti sei preso una cotta!”
“Scherzi!? Di quella lì!? Non ci penso nemmeno! Dico solo che forse non è male come credete voi!!” rispose lui irritato
“Sarà” sbuffò Axl spegnendosi la sigaretta “Io me ne vado in camera, a dopo Jeff”

****************
Corinne arrivò nel suo appartamento. Corse in camera buttando bruscamente lo zaino sul letto. Si sedette a prendere fiato per poi decidere di aprire le valigie e dare un tocco più personale alla camera. Dalla prima tirò fuori i poster e i vinili. Attaccò con cura i poster dei Led Zeppelin, Pink Floyd, Janis Joplin, Jimi Hendrix e Rolling Stones per la camera. Poi prese la scatola con i vinili e li sistemò uno ad uno sullo scaffale. Aprì l’altra valigia prendendo i vestiti, le scarpe e vari accessori che ripose nell’armadio. Le poche cose rimanenti le mise al loro posto e poi si fermò soddisfatta all’uscio della porta
“Direi che ora va molto meglio!” 
Si sedette di nuovo sul letto, prese la chitarra e iniziò a strimpellare qualcosa. Ogni volta che il plettro toccava le corde in lei percorreva un brivido, la sua mente si calmava e riusciva a scordarsi di tutti i problemi della vita. Quel dolce suono si trasformò in una melodia e Corinne iniziò a cantare con quella voce roca che tutti le invidiavano. Così passo una mezzoretta, tra le dolci note dell’acustica e i pensieri che si affollavano nella mente della ragazza.

#Quello che segue dovrebbe essere un altro capitolo ma visto che era cortissimo l'ho messo qua, buona lettura! :D


Era passata una settimana e le due ragazze avevano imparato a conoscere quei cinque sciagurati. Jennifer stava iniziando ad adattarsi ai loro modi mentre Corinne li lasciava ogni giorno più stupiti dai suoi comportamenti. Come tutti i pomeriggi si incontrarono dopo scuola all’uscita.
“Ciao cazzoni!” esclamò Corinne
“Axl ti prego puoi non fumare qua nel cortile della scuola?” implorò Jennifer tossendo
“Non ci penso neanche! Per fortuna non ci sono le ochette che iniziano a rompere i coglioni e le sostituisci tu?!”
“Hey Axl vacci piano, ti ha solo chiesto di non fumare!”
“Duff ti prego smettila di fare il principe cavaliere che difende la piccola principessina!” disse con voce falsa Axl
“Senti tu pensi solo a scopartele le ragazze, io almeno sono gentile!!” Duff era incazzato e stava urlando contro il rosso
“Avete finito di litigare? Bah, io me ne torno a casa!! A domani” esclamò Corinne allontanandosi, Slash la seguì trascinandosi dietro lo zaino
“Corinne! Aspettami!” si sistemò per bene lo zaino su una spalla raggiungendola
“Slash? Che c’è?”
“Posso accompagnarti a casa? Ti prego, non è un appuntamento né secondi fini!”
“Ahaha ok riccio dopo una settimana che mi implori!!”
I due si allontanarono lasciando i due ragazzi alla loro litigata. Duff proprio perché era intento a litigare non si accorse di Izzy e Jennifer.
“Duff! Devo tornare a casa! Smettetela di litigare!” implorava la ragazza
“Oggi non ho un cazzo da fare, e devo passare da là quindi se vuoi ti accompagno io”
“I-Izzy?! Davvero? Beh allora grazie…”
I due si allontanarono lentamente, Jennifer con Duff ormai aveva preso confidenza erano amici ma Izzy… era un tipo strano, non sapeva come comportarsi con lui, ecco che però con il moro si sentiva diversa, quando lo vedeva il cuore iniziava a batterle fortissimo ma lui prima d’ora non l’aveva considerata invece ora erano insieme e soli. Queste cose frullavano nella mente della ragazza e si accorse che Izzy camminava silenzioso accanto a lei e la guardava, quando incontrò il suo sguardo diventò rossa e il moro le sorrise. Si sentì terribilmente in imbarazzo e sperava di arrivare il prima possibile a casa. Arrivarono dopo poco e Jennifer salutò Izzy che se ne andò in silenzio così com’era stato durante tutto il tragitto. La ragazza corse in camera sua chiudendola, sprofondò tra le grosse coperte del letto dandosi della stupida. Non riusciva a capire quel ragazzo, lo odiava per il fatto che la mettesse a disagio e non le parlasse ma… eccoci: cosa provava per lui in verità? Insomma quando pensava al suo viso angelico e al suo modo di fare non riusciva a non sorridere. Fu svegliata dalla zia che la stava chiamando per il pranzo, scese le lussuose scale arrivando nella sala dove i suoi zii erano già seduti ad aspettare la cameriera, la ragazza prese posto, consumarono il pranzo parlando di varie cose, la zia continuava a fare domande sulla scuola a Jenny che invece aveva la mente tutt’altra parte. 

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Capitolo 7
*** I'm the Guitar God ***




La ragazza camminava tranquilla per la desolata via guardando il cielo coperto da nuvoloni grigi. Saul la osservava attento, la sua folta chioma rosso scuro le ricadeva dolcemente sulla schiena e sul viso, il forte vento faceva svolazzare i ciuffi lasciando spazio a un viso dalla pelle chiara e naturale, nessun trucco al contrario delle ragazze della sua età, due occhioni marroni con sfumature rossastre richiamavano il colore dei capelli. Il ragazzo era incantato, non si sarebbe mai interessato prima d’ora a una ragazza che non fosse tutta tette e culo, con tre chili di trucco e la voce a oca. Invece lei era proprio il contrario. Mentre pensava a tutto ciò la ragazza si era fermata e lo guardava di sottecchi.
“Slash? Hey! Sei nel mondo dei sogni per caso?”
“Mmh? Oh! Scusami stavo pensando!” si riprese
“Ahaha l’avevo capito! Sta piovendo leggermente, tanto siamo quasi arrivati se vuoi puoi tornare a casa! Grazie per avermi accompagnato!”
Piccole gocce di pioggia si trasformarono in una specie di tempesta.
“O merda, altro che “piovendo leggermente”!” rispose Slash guardando verso l’alto
“Ahaha vieni a casa mia se vuoi fin che non smette!” propose la ragazza
“Ma…” sussurrò sbalordito il riccio per la gentilezza improvvisa della rossa
La ragazza lo prese per mano e iniziò a correre trascinandolo.
“Ahahah e su vieni che se no ci infradiciamo!”
Corsero il più velocemente possibile fino a quando giunsero nel vicoletto dove si trovava l’appartamento di Corinne.
“Piano! Non riesco a correre così veloce!” esclamò Slash
La ragazza si fermò di scatto davanti a una piccola porta prendendo di tasca delle chiavi
“Uh, quindi abiti qua?”
“Si è un piccolo appartamento provvisorio, mi cerco un lavoro e poi magari prendo qualcosa di migliore, su vieni!”
La ragazza aprì la porta salendo le scale seguita dall’amico, insieme lasciavano dietro una scia d’acqua. Arrivarono con il fiatone davanti all’appartamento che la ragazza aprì veloce per poi entrare e buttare lo zaino (per fortuna era impermeabile e i libri non si erano bagnati) sul divano, stesso fece Slash.
“Porca puttana se siamo fradici!” esclamò Slash
“Tranquillo, ti do un asciugamano e dei vestiti così non ti prendi un malanno!”
Corinne camminò fino al bagno prendendo due asciugamani passandone uno all’amico. Passò poi in camera sua, dove aprì l’armadio cercando vestiti asciutti per lei e Saul. Il ragazzo invece era fermo a guardare sbalordito i poster dei suoi gruppi preferiti e poi… perché era così gentile con lui!??!
“A te piacciono… loro?!?!?” chiese sbalordito
“Cosa?” esclamò la ragazza tirando fuori la testa dall’armadio, passò lo sguardo poi sui poster “Ahh si ovvio! Se no non sarebbero sulle pareti di camera mia!”
“Wow! È fantastico!”
“Ahah grazie, beh sì buona musica direi, toh questi sono per te”
Lanciò al ragazzo una maglietta dei Led Zeppelin e dei Jeans larghi.
“Sono i vestiti più grandi che ho, i pantaloni non li ho mai messi perché mi stanno enormi, prova!”
Il ragazzo si tolse la maglietta zuppa d’acqua scoprendo il petto e le muscolose braccia, Corinne rimase a fissarlo stupita, era bellissimo con i ricci leggermente umidi che ricadevano sulla pelle mulatta. Il ragazzo sorrise nel vederla così, quando lei se ne accorse arrossì leggermente, puntando lo sguardo d’altra parte, il ragazzo si asciugò mentre lei passò accanto per andarsi a cambiare in bagno. Tornò dopo poco con i capelli non più sgocciolanti ma leggermente umidi, il corpo asciutto e una maglietta che le arrivava fino a metà coscia e le lasciava scoperte le sottili gambe, sicura di attirare l’attenzione del riccio. Lui intanto si era messo i pantaloni della ragazza.
“Eccomi! Ti stanno i vestiti?”
Il ragazzo si girò di scatto trovandosi un immagine alquanto provocante. La ragazza lo guardava maliziosamente.
“S-Si… cioè i pantaloni si ma la maglietta no ecco!”
“Capito” sorrise lei, guardò fuori dalla finestra “Mi dispiacema non ha ancora smesso di piovere, io direi di fare qualcosa!”
Ecco che nella mente del ragazzo apparvero immagini di mille cose che potevano fare, ma una era la vera intenzione di lui in quel momento. Si avvicinò a lei furtivo ma Corinne si scansò velocemente acchiappando la chitarra e sedendosi sul letto. Il ragazzo sbuffò per poi sedersi accanto a lei.
“è questa l’adorata chitarra della quale mi parli sempre?”
“Sì! È questa, anche tu la sai suonare o sbaglio?”
“Suonare? Puah! Io sono il dio della chitarra!” esclamò con superiorità il riccio
“Ahahah ma fammi il piacere! Tieni, vediamolo questo.. Dio della Chitarra!”
Gli passò l’acustica e Slash se la sistemò sulle gambe prendendo in mano il plettro. Corinne lo osservava attenta mentre Saul faceva scorrere le dita sulle corde producendo una melodia rilassante e pacata che ipnotizzò subito la ragazza, divenne via via  qualcosa di più allegro e complicato, le dita si muovevano a una velocità straordinaria e la ragazza era rimasta a bocca aperta.
“Allora, che ne dici di questo Dio della Chitarra?”
“Mmh, bravo sì ma mai quanto me!!” sorrise furba la ragazza
“Tò, voglio proprio vedere che combini!”
La ragazza prese in mano il suo strumento e suonò una melodia dolce, ad un certo punto iniziò a cantare e Slash rimase stupito a dir poco, aveva una voce davvero speciale, roca ma piacevole. Saul la vedeva lì, seduta accanto a lui con addosso solo una maglietta che le scopriva le sinuose gambe, i capelli umidi e una chitarra in mano, per altro una voce stupenda. Era sicuro ormai: si era preso una cotta per quella ragazza. Si avvicinò lentamente al viso di lei che appena lo vide così vicino smise di suonare e arrossì violentemente.
“S-Slash che c’è?”
“Sei bravissima” sussurrò avventandosi sulle rosee labbra di Corinne che venne presa alla sprovvista, sapeva che non doveva andare a finire così, a lei non piaceva Slash, ma in quel momento non riusciva a pensare, lui era maledettamente provocante con quel petto scolpito e i ricci umidi che le solleticavano il viso, per altro baciava da dio. Ma proprio quando le loro lingue stavano giocando lei si rese conto della cosa e si staccò subito abbassando lo sguardo. Saul sapeva che sarebbe finita così e si diede dello stupido ad averci provato subito con lei, insomma probabile che l’avesse persa per sempre, sicuramente a lei non piaceva lui. Mentre pensava a quanto era cretino la ragazza era affacciata alla finestra.
“Ha smesso, meglio se vai prima che inizi di nuovo a piovere!” sussurrò Corinne
“Hai ragione, a domani Corinne e grazie per tutto!”
Il ragazzo acchiappò i suoi vestiti mettendo la propria maglietta e uscì veloce.


Perdonatemi, hanno fatto tutto da soli, lo giuro.
Va beh a parte questo, le vacanze sono finite (T_T) quindi non so se avrò tempo per aggiornare spesso come prima, chiedo ancora perdono <3


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Capitolo 8
*** This is what I like about you ***




Corinne arrivò a scuola in anticipo (i miracoli esistono)  avvistando sulle scalinate Jennifer
“Buongiorno!!”
“Oh, ciao Jenny! Come te la spassi?”
“Bene! Niente da particolare…”
“Capisco” sbuffò Corinne, con quella ragazza non sapeva come fare, era talmente diversa da lei. Si sedette accanto buttando lo zaino a terra.
“Senti Jennifer perché non provi a essere un po’ più come me, come i ragazzi, un po’ più cazzuta! Insomma saresti molto più simpatica!”
“Dici? Beh ecco mi è difficile, sono così diversa! Quando sto con voi non mi sento a mio agio, Duff cerca di farmi adattare ed è molto gentile ma…”
“Non è difficile sai? Vestiti in modo più trascurato, ascolta buona musica, spara cazzate, sii antipatica e acida, niente gentilezza, disordinata, battute squallide…”
Mentre Corinne faceva questo elenco avvistò i ragazzi nel solito posto di sempre, e con loro Slash. Merda.
“Corinne?”
“Scusami Jennifer!! Dicevamo… aspetta che dicevamo? Oh è suonata la campanella, entriamo su!”

******************
Axl ormai si era arreso al fatto che non smetteva di pensare a Corinne, ne andava pazzo. Quella ragazza piena di vita, cazzuta come un maschio…  Quando vedeva Slash accanto a lei bolliva di rabbia, non poteva permettere che se la fosse preso lui. Jennifer invece piaceva tanto a quella checca di Duff… non sapeva proprio cosa ci potesse trovare in quella bimbetta riccona tutta gentile.
“Signor Rose? Si può sapere a cosa pensa di così bello che non sta attento alla lezione?”
Il professore lo richiamò suscitando una risata della classe e un’occhiataccia di Izzy.
“Sa cosa? Fuori! Tanto la lezione non la segue comunque!”
Il rosso uscì dalla classe chiudendo con forza la porta, incazzato ma allo stesso tempo felice, finalmente libero da quella noiosa lezione di geografia! Camminò verso il terrazzo sul tetto della scuola, andava sempre lì quando lo cacciavano dalla classe o quando saltava le lezioni. Era sicuro di non trovarci nessuno, invece riconobbe una figura familiare: Corinne. La ragazza era seduta con la schiena appoggiata al muro con gli occhi chiusi, ogni tanto portava la Malboro alla bocca e ispirava abbondantemente, come se stesse cacciando via i brutti pensieri. Axl la osservava incantato, era lì tutta per lui. Si avvicinò lentamente per non spaventarla, si sedette accanto e lei se ne accorse, sussultò appena e quando vide i verdi occhi di Axl si calmò.
“Oh, sei tu!! Credevo mi avessero scoperta quei professori rompicoglioni!”
“Ahah anche tu sei sfuggita dalle lezioni? A me mi hanno cacciato fuori!” fece spallucce Axl
“Ahahah davvero? Beh succede spesso anche a me, stavolta invece volevo uscire un po’ da quell’aria stressante”
“Ti capisco… quando si ha tanti problemi è solito evadere dalla realtà e stare soli a pensare”
“Com’è che Axl Rose il coglione sta diventando filosofo!? Ahahaha” sorrise Corinne
Il ragazzo sorrise a sua volta, e la rossa non riuscì a evitare di fissare quei occhi verde smeraldo e quel sorriso così bello e sincero. Axl era sempre scontroso ma in fondo era gentile e la capiva come nessun altro.
“Signor Rose, vediamo… quali sarebbero i suoi problemi?”
“Uh, sono troppi… ti stresserei inutilmente!”
“La solita frase che sotto sotto vuol dire: faccio finta di non volerteli dire perchè mi dispiace invece voglio raccontarli per far provare pena agli altri!" sbuffò la rossa spegnendo la sigaretta
"Sempre diretta e acida tu, eh?"
"Sì, sono così che ci posso fare. Odio i rigiri di parole inutili e i leccaculo! Sono dei fottuti falsi del cazzo!"
"Aggiungerei anche 'Fine' agli aggettivi che ti descrivono, ragazza. Comunque concordo, quando mi ci metto sono peggio di te!"
"Cosa vorrebbe dire, peggio di me?" chiese lei guardandolo di sottecchi
"Intendo che sei una stronza, una gran bella stronza direi. E io a volte sono peggio..."
"Ah, grazie, anche tu molto gentile!" esclamò lei con voce falsa e un sorriso tirato in faccia
"Era un complimento, è proprio questo che mi piace di te..." affermò lui prendendo di sprovvista la ragazza

Ma il sorriso e gli occhi del ragazzo la ipnotizzarono subito così Corinne si perse nello sguardo di Axl, e Axl in quello di Corinne. 
Passarono dei secondi così avvicinando le loro labbra sempre di più fino a un soffio di distanza ma...
La campanella suonò.
“O cazzo devo subito tornare alle lezioni! C’è l’ora di matematica e già non ci capisco un cazzo! Verrò bocciataa! Uh, Axl ci vediamo oggi pomeriggio nel cortile ok? A dopo scappo!”
La ragazza si allontanò di corsa e Axl trattenne una risata, dopo poco anche lui si alzò per tornare in classe.


Eccomi qua, sinceramente come capitolo non mi convince molto... boh rileggendolo non mi piace xD spero almeno piaccia a voi, l'importante è quello!
Grazie a tutti quelli che leggono, seguono e sopratutto a quelli che recensiscono...Alla prossima! :)

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Capitolo 9
*** Corinne's mine! ***



Come avevano stabilito, si incontrarono nel cortile.
“Oh eccoti Corinne!” 
"Ciao Axl!" rispose lei notando il ragazzo e avvicinandosi
"Come va!?"
"Da quand'è che chiedi anche come sto? Bah, dimmi subito quello che stai cercando di dire..."
Il ragazzo si grattò la testa facendo una smorfia "Ecco..volevo chiederti se oggi pomeriggio volevi venire a sentirci suonare!”
“Mmh.. ma sì! Ovvio che vengo, non vedo l’ora di vedere che combinate!”
“Bene! Oggi pomeriggio nel garage di casa Slash, ok?”
“Sì ma… Slash, dove abiti?”
Il ragazzo la guardò timido e lei si ricordò che dopo quello che era successo ieri non si erano rivolti parola e magari ci era rimasto male. Gli diede una pacca sorridendo.
“E dai su, dimentichiamo cos’è successo ieri! Ammetto che è stata colpa mia! Mai più vestiti che lasciano poco all’immaginazione!! Ahaha” rise la rossa
“Ahaha ok! In effetti colpa tua piccola, amici come prima, però me la pagherai per avermi provocato” se la caricò a sacco di patate girando come una trottola
“Ahahah Slash ti prego bastaaaaa” implorava lei tra risate e pugni sul petto del riccio
Axl osservava geloso, cosa intendevano con quel discorso?? E Slash che giocava con Corinne? Eh no!
“Hey dolcezza ti accompagno io da Slash se vuoi, ti passo a prendere prima delle prove?” chiese Axl guardando male Slash
“Oddio ragazzi cos’è che tutti mi chiedono di accompagnarmi dappertutto? O sono una bambina o voi due ci state provando spudoratamente!” sorrise lei lasciandoli di ghiaccio
“Vengo da sola basta che mi diciate dov’è sta fottuta casa!”
“è accanto al negozio di dischi, una parallela del Sunset!” esclamò Slash
“Perfetto! A dopo rockettari!” esclamò lei allontanandosi allegra.
“Jennifer perché non vieni anche tu?” chiese Duff sorridendo all’amica
“Beh ecco… mi piacerebbe molto ma devo chiedere ai miei zii!”
“Oh, ok! Se puoi allora ti passo a prendere oppure vieni, credo tu abbia capito dov’è! Ora scappo a dopo Jen! Ciao ragazzi!!” Duff prese di corsa l’autobus che si allontanò
Ci fu un silenzio imbarazzante nel quale Steven guardava i culi delle ragazze che rispondevano con dei bei ceffoni, Axl e Izzy erano fermi a fumare tranquillamente mentre Jennifer era terribilmente in imbarazzo.
“I-io vado ragazzi! A domani o forse… a  dopo!” si allontanò timida mentre Izzy la seguiva con lo sguardo.

*************************
Corinne e Jennifer erano da un’ora davanti ai loro armadi a scegliere i vestiti per quel pomeriggio, tutte e due ci tenevano a essere “carine” ma nessuna delle due riusciva ad ammettere per chi. Alla fine Jennifer optò per una minigonna scozzese, calze nere, ballerine e un maglioncino, si truccò leggermente, prese la borsa e uscì. Corinne mise dei jeans stretti e strappati, degli stivali neri e una maglietta larga nera con il simbolo di Dark Side, legò i capelli in una coda alta disordinata e uscì di casa sorridente. I ragazzi nel frattempo erano nel garage a sistemare le attrezzature, Axl come sempre era in ritardo.
“Quel coglione… ma una volta che fosse leggermente in anticipo!!” sbuffò Slash mentre accordava la chitarra
“Dicevi Slasher? Ciao ragazzi!!” esclamò felice Axl battendo una pacca sulla spalla del riccio
“Cos’è sta felicità?” disse Duff alzando la testa dalle corde del basso
“La sua adorata Corinne oggi lo viene a vedere uuh” scherzò Steven
Axl si girò guardandolo in cagnesco.
“Zitto tu! Non sono così checca, insomma sì beh non è male… ma io quella là me la porto a letto mica faccio il principino come il qua presente Duff con la riccona!”
A sentire quelle parole Slash rimase pietrificato, Axl che voleva Corinne? La rossa era sua, stava facendo di tutto e lui arrivava come se nulla fosse per poi ferirla? Eh no!
“Axl non ci provare” affermò piccato Slash senza alzare la testa dalla sua Gibson
"Perchè?!" il rosso rivolse lo sguardo ai suoi ricci "Per caso è già tua?!"
"Ecco... no, ma lo sarà, quindi stai alla larga da Corinne!"
"Chi sei tu per dirmi con chi devo stare? Eh?!"
Il riccio a questo punto arrabbiato lasciò la chitarra in un angolo per andare da Axl e puntargli un dito contro.
"Senti, ormai è famoso il tuo scoparti le ragazze e farle soffrire, non voglio che Corinne faccia questa fine quindi te lo ripeto, stai alla larga da lei perchè ci tengo!"
"Chi cazzo ha detto che ferisco tutti? Per chi cazzo mi hai preso?! Sai cosa? Vaffanculo!! Qua tutti mi considerate uno senza sentimenti, se ti dicessi che invece io a lei ci tengo? E molto?!" esclamò il rosso particolarmente incazzato gesticolando 
In quel momento la rossa entrò soleggiante nel garage lasciando tutti a bocca aperta e immobili.


Lo so, capitolo corto e orrendo. Scusate! Mi farò perdonare mettendo entro domani il prossimo capitolo che sarà più lungo e sooostanzioso ;) Ne succederanno delle belle!
Grazie a tutti, alla prossima! :D

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Capitolo 10
*** The song is for you ***



“Allora? Ho interrotto qualcosa?” esclamò la rossa guardando Slash e Axl che si guardavano incazzati
Steven, Duff e Izzy scoppiarono in una calorosa risata.
“A quanto pare sì, va beh non me ne frega un cazzo! Suonate dai voglio vedere che combinate!”
Si sedette a terra appoggiando la schiena al muro freddo e accendendosi una sigaretta.
“Beh in verità manca Jennifer…” sussurrò Duff
La ragazza entrò timida sorridendo “Eccomi, scusate il ritardo!”
“Oh tranquilla! Su iniziamo ragazzi!!”
Jennifer si sedette accanto a Corinne poggiando a terra la borsetta.
I ragazzi iniziarono a suonare, erano magnifici. Corinne era completamente presa da Axl, una bandana gli cingeva la fronte e i capelli ricadevano sulle spalle, indossava una canottiera nera che lasciava scoperte le muscolose braccia tatuate. Dei pantaloni di pelle nera aderenti esaltavano le sue gambe perfette e non si poteva non notare il suo fondoschiena maledettamente provocante. Si muoveva sinuosamente intonando le varie canzoni accompagnate da Slash, oddio anche lui mica male, muoveva le mani sulla chitarra in un modo pazzesco, aveva ragione a dire che era il dio della chitarra, per altro essendo sudato dopo la terza canzone tolse la maglietta lasciando scoperto il petto che Corinne aveva tanto ricordato dopo quella volta, i ricci gli coprivano il viso che sorrideva ogni volta che la rossa lo osservava. Jennifer invece era incantata da Izzy e Duff… per Duff si poteva capire: era vestito molto punk, lui e il basso erano una cosa sola chiunque sarebbe rimasto incantato… ma Izzy? Era quello più calmo: immerso nella sua tranquillità e circondato da una nuvola di fumo suonava la sua chitarra raccolto nei pensieri, per la ragazza era qualcosa di magico, non riusciva a staccare lo sguardo da lui e tutto ciò la spaventava. Steven invece aveva un sorriso che metteva allegria mentre batteva forte sulla batteria tenendo il ritmo. Le ragazze si svegliarono grazie ad Axl che parlò al microfono.
“E ora la canzone che a me particolarmente piace di più, la scrissi per la mia ex ragazza ma ora invece la dedicherei a un’altra, forse anche più importante di lei”
Il suo sguardo si puntò su Corinne che lo fissò sbalordita. Slash partì con un Riff stupendo e la ragazza chiuse gli occhi per goderselo al meglio, ah se solo anche lei potesse suonare così! Gli aprì solo quando Axl prese a cantare, si era tolto la maglietta e il suo petto scolpito era da sbavo, altro che Slash! La voce era graffiante e dolce allo stesso tempo e lui sapeva trattarla in modo da renderla magnifica. I suoi occhi smeraldini non si staccavano da quelli di Corinne che si stava rendendo conto che per lei lui non era solo un amico. La canzone finì e i ragazzi lasciarono gli strumenti a terra, si avvicinarono alle ragazze che si alzarono da terra.
“Allora?” chiese Axl con il suo sorrisetto furbo
“Siete stati… magnifici! Che dire! Avete spaccato di brutto, non vi immaginavo così bravi!” sorrise Corinne dando una pacca sulla spalla del rosso
“Concordo con lei, siete bravissimi!” disse Jennifer sorridendo
“Grazie mille ragazze, si in effetti spacchiamo di brutto” confermò con voce falsa Slash guardandosi le unghie, meritandosi una pacca in testa da Corinne
“Scemo! Senti Axl possiamo uscire un secondo?” chiese timida (lei timida?! Quando mai!)
Axl si stupì di quella domanda ma seguì ugualmente la ragazza che stava uscendo dal garage. Arrivarono fuori nel giardino della casa del riccio.
“Dimmi, che c’è Corinne?”
“Perché guardavi me mentre cantavi l’ultima canzone?” azzardò lei mentre si mordeva un labbro trattenendo i suoi istinti stupratori verso quel ragazzo, insomma aveva un figo della madonna senza maglietta, sudato e lì per lei
“Beh… ecco… non so come dirtelo io…” Axl era leggermente arrossito e si torturava le mani, Corinne capì cosa intendeva e sorrise compiaciuta
“Oh fanculo! Tu mi piaci Corinne, la canzone era per te!!!” sparò Axl tutto d'un fiato abbassando lo sguardo, la ragazza pensò a quelle parole, al testo della canzone e al ragazzo che aveva davanti e fece la prima cosa che le venne in mente… si attaccò famelica alle labbra rosee di lui che rimase un attimo stupito per poi riprendersi, schiuse le labbra trasformandolo in un bacio rude e passionale, la mano della ragazza era appoggiata sul petto di lui mentre quella del ragazzo accarezzava i capelli di lei, le loro lingue giocavano e ognuno si assaporava le labbra dell’altro. Si staccarono solo quando ormai mancava il fiato a entrambi, sorrisero guardandosi negli occhi e sentendo il caldo respiro dell’altro sul viso. La ragazza si allontanò veloce correndo poi dentro il garage felice, prese la borsa avvicinandosi agli altri.
“Ragazzi, ancora tanti complimenti, avete davvero spaccato! Ci vediamo domani a scuola! Stay Rock!!!” corse fuori veloce incontrando Axl che stava rientrando, gli schioccò un bacio sulla guancia allontanandosi poi sognante. Il resto del pomeriggio lo passò a pensare alle sue labbra e al suo baciare così bene, dandosi della stupida per il fatto che lui la faceva impazzire. Jennifer rimase un altro po’ a parlare con Duff, Izzy e Steven di musica, Slash e Axl se ne stavano alla lontana anche perché Slash bolliva di rabbia per il fatto che Corinne lo avesse baciato sulla guancia  e lui no, ma non sapeva ancora il resto. Axl fischiettava felice mentre sistemava le attrezzature e questo rendeva il riccio ancora più nervoso. Jennifer stava salutando tutti.
“Ma un piccolo premio dopo tutti quei complimenti?”
“Eh?” chiese sbalordita Jen
“Si dai, almeno un bacio sulla guancia!!” chiese Duff dolce, la ragazza sospirò per poi poggiare le labbra sulla calda guancia del ragazzo che sorrise come un bambino. Si allontanò poi sentendo i fischi dei ragazzi contro il biondo.
“Questa è la prova che sei un checca McKagan! Ma una checca cotta a puntino da Jen!”
“Ma cosa dite!! Non è vero!” replicò lui
“Ma se si vede a un kilometro! Mi dai un bacino sulla guancia?! Aahahhaha” scherzò Steven
“Senti non potevo chiederle un bacio vero, l’avrei messa in imbarazzo!”
“Da quando in qua ti occupi dei sentimenti degli altri?” chiese ironico Axl
“Oh Fanculo a tutti! Pensate per voi che sbavate dietro a Corinne da una settimana e non avete ancora combinato niente!”
“Signorino Duff, parla per te che io Corinne me la sono bell’e baciata, ahh e che bacio!”
“TU HAI FATTO COSA!?!?!” urlò Slash sputando il Jack Daniels in faccia a Steven
“Io. Ho. Limonato. Con. Corinne. Due. Minuti. Fa.”
“Te la faccio vedere io lurido bastardooooooooo”
Il riccio si buttò su Axl prendendolo a calci che Axl schivò ridendo
“Ahahah oddio non è solo Mckagan quello cotto a puntino! Abbiamo anche un riccio geloso!"
Fu così che Axl meritò un bel calcio nei coglioni, si buttò a terra dolorante imprecando tutti i santi possibili mentre i ragazzi si allontanavano.
“Beh si, l’avevo detto che le ragazze ci avrebbero creato casini!” sbuffò Steven allontanandosi con gli altri, con il sottofondo del rosso che bestemmiava.


Come promesso ecco il capitolo ;) l'ho corretto e cambiato tipo 5 volte e spero di non aver fatto qualche errore o di avervi deluso ^^'' 
Grazie come sempre a tutti, mi raccomando lasciate una recensione ;D
Alla prossima :3

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Capitolo 11
*** Shopping! ***



Il giorno dopo le ragazze percorsero la strada per andare a scuola tutte contente… Corinne era cotta marcia di Axl e non vedeva l’ora di riassaporare le sue labbra, fino a quel giorno non avrebbe mai pensato che il rosso, quello scorbutico ragazzaccio, le potesse suscitare tutto questo. Lei era la solita ragazza che ci passava una notte e via, i sentimenti per lei erano una cosa nuova. Jennifer invece era il contrario, lei era fatta di sentimenti, pensare che il bacio sulla guancia che aveva dato a Duff era stato il primo che aveva mai dato a un ragazzo. Però con lui stava bene, si sentiva a suo agio e lui la trattava con cura. Però… quella strana sensazione che provava quando Izzy le rivolgeva parola era inimitabile, con Duff non era mai successo, il problema era che il moro non la cagava di striscio, per lui lei non esisteva!
Pensando ai ragazzi, Corinne e Jennifer se li ritrovarono davanti nel cortile della scuola.
“Buongiornoo!!!!” esclamò Corinne sorridendo felice e lasciando un bacio sulla guancia di Axl
“Di buon umore eh?” sorrise Steven guardando lei e poi il rosso
“Slash, che è sto musone?” chiese Duff, anche se sapeva la risposta, per poi scoppiare a ridere
“Uh? Slash, che succede?” chiese Corinne stupita
Lui la guardò malissimo per poi allontanarsi, lei lo seguì fino a quando il ragazzo si fermò in una zona appartata, lo guardò con aria interrogativa.
“è vero che tu e Axl vi siete baciati?” chiese con voce triste
“Oh… Beh ecco sì…” rispose lei facendo una smorfia
“…”
“Senti Slash mi dispiace se ci sei rimasto male ma…”
“Se ti tratta male quel coglione vieni da me che lo castro, intesi?” esclamò lui sollevando poi il capo e mostrando un sorriso sincero
“Hey coglione, vieni qua!!” aprì le braccia accogliendo il riccio che la abbracciò calorosamente
“Mi hai spaventato stronzo che non sei altro!! Ahah”
“… no cioè ti voglio bene anch’io eh!!” rispose lui ridendo
Suonò la campanella e tutti corsero dentro dividendosi nelle rispettive classi. Dopo la noiosa giornata scolastica all’uscita Claire, la classica ragazza cheerleader e snob, distribuiva volantini a tutti gli studenti. Jennifer lo prese leggendo attentamente, era un invito per tutta la scuola, una festa nella sua enorme casa domani sera. Jennifer si guardò intorno spaesata: ci sarebbe dovuta andare? Insomma lei non era il tipo da festa!
“Hey Jen hai letto della festa?! Io e i ragazzi ci andiamo come ogni anno! Ci sarà da divertirsi” esclamò Duff spuntandole da dietro e oscurando il sole
“Beh ecco… io non so se…”
“Ti prego!! Stai tranquilla sei con noi” la rassicurò lui
La ragazza ci pensò su e alla fine decise che ci sarebbe andata, era anche un modo per fare nuove amicizie e lasciarsi andare! Corinne intanto stava già pregustando l’idea di prendersi una bella sbronza e divertirsi quella sera. Spuntò in mezzo a Duff e Slash guardando Jennifer negli occhi
“Su Jen!!! Basta fare la santarellina, vieni alla festa per rimorchiare un po’, chi sa trovi qualcuno che non è niente male! Le feste sono sempre così!” esclamò Corinne esuberante 
“Mi avete convinto! Ma a patto che oggi pomeriggio noi due si va a fare shopping e si compra qualcosa di bello per la festa!”
“O merda… no io odio fare shopping! Basteranno una maglietta e dei Jeans!” si lamentò la rossa
Jennifer fece finta di non averla ascoltata, la trascinò via mentre la rossa si lamentava, Axl si avvicinò sussurrandole nell’orecchio qualcosa e sfiorandole il collo con le labbra, provocandole un brivido “Mi raccomando, vogliamo un bel vestitino attillato e scollato eh dolcezza!”
Si meritò una pacca bella forte di Corinne che scoppiò subito dopo a ridere lasciandogli un leggero bacio a stampo sulle labbra, per poi raggiungere Jennifer che si era allontanata.
Il pomeriggio delle ragazze passò in modo molto piacevole, scoprirono ognuna un lato dell’altra che non immaginavano esistesse, sotto quello strato di timidezza Jennifer era una ragazza davvero simpatica, e Corinne sotto il suo lato duro era davvero gentile, ma in fondo in fondo. Erano contrari, loro, e ognuna aveva qualcosa da insegnare all’altra. Pranzarono insieme, girarono per i negozi nei quali Jennifer si muoveva con esperienza mentre Corinne era completamente a disagio e spaesata. Mangiarono il gelato insieme, si fermarono al parco a parlare e l’argomento cadde sui ragazzi, alla fine tutte e due svuotarono il sacco. Beh di Axl e Corinne, Jennifer l'aveva bell'e intuito ma la rossa non aveva mai pensato che la mora provasse qualcosa per Izzy, lei la vedeva sempre con Duff! Con le buste piene di vestiti ognuna tornò a casa propria a fare i compiti. Durante la passeggiata Corinne aveva anche trovato anche un lavoro e poteva essere più libera economicamente, faceva la cameriera in un locale, ormai tutte le ragazze facevano quel lavoro, era il più semplice e che tutte potevano fare avendo anche una buona paga.

********************
“Izzy, cosa mi metto per la festa!? Merda!!” urlò il rosso dalla sua stanza
“Axl, ti prego dimmi che stai scherzando. Tu, che chiedi a ME, cosa metterti per una… fottuta festa!? Mio dio quella Corinne ti ha dato al cervello!!!!” sbuffò Izzy mentre preparava la cena
“Senti! Voglio essere solo più figo del solito… insomma, non sono come te che ti metti pantaloni color senape e giacche nere… spiegami il senso!!!!”
“Bah, fai che ti pare, ma i pantaloni di pelle e le classiche magliette consumate funzionano sempre! Ah, i miei pantaloni color senape mi danno un tocco fashion”
“Un tocco de che?!” urlò Axl ridendo “Ero io quello che stava male di mente eh? Io ho dubbi ahhahahah”

********************
Duff era solo in casa seduto sul divano a divorare i Pop Corn di Steven, pensava a Jennifer e a perché la trattava così, le ragazze di solito gli sbavavano dietro, invece lui stava cercando di trattarla con cura e non perderla perché ci teneva particolarmente, però lei sembrava evitarlo. Pensando a questo si era reso conto di aver finito i Pop Corn di Steve, che in quel momento entrò in salotto insieme a una delle sue troiette e quando vide la scatola dei Pop Corn vuota guardo Duff che sorrideva forzato
“Tu, lurido bastardoooooo"
Fece cascare in terra la ragazza per poi saltare sul biondo ossigenato che cercava di capacitarsi della situazione
“I miei pop corn!!!!! Perché!? Non avevi le tue fottute birre!?” sbuffò Steven incrociando le braccia
“E dai Steve non farla così lunga!! Uh, la tua “troietta” se n’è appena andata!” rise Duff,
Steven puntò la sguardo sulla porta che si era appena chiusa
“No ma che cazzo! Tutto male mi va!!!” urlò andandosene verso la sua camera e sbattendo con rabbia la porta mentre Duff se la rideva

*********************
“Slash, vieni la cena è pronta!” esclamò la madre
“Si mamma, un minuto”
Il riccio sistemò al suo posto la chitarra e sbuffando andò in cucina, si sedette sulla sedia e iniziò a divorare la gustosa bistecca che sua madre aveva preparato. Dopo minuti di silenzio sua madre prese la parola.
“Senti piccolo mio, ma una bella ragazza te la troverai o no?” azzardò lei accarezzandoli la testa
“Mamma… per prima cosa non chiamarmi ‘piccolo mio’" puntualizzò toglliendole la mano dalla sua testa "e poi… sai che di ragazze fisse per ora non se ne parla!”
Ricevette una bella pacca dalla donna che poi rise calorosamente.
“Mi raccomando, queste ragazze.. ecco…non fisse, trattale bene perché le donne al contrario vostro i sentimenti ce l’hanno!”
“Si maaamma!” rispose lui ironico, ricevendo un occhiata di rimprovero. 


Sì sto aggiornando molto questi giorni, è che la mia vita sociale è così intensa che ho passato sabato e domenica completamente a casa (T.T) quindi ho avuto tempo per scrivere! Non so quando potrò mettere il prossimo (spero presto) ma vi avviso che Jenny riceverà una bella sorpresa ;)
Grazie a tutti, specialemente a Chara e Filthy Neon Angel che recensiscono sempre :')
A presto :3

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Capitolo 12
*** Sweet kiss ***



Arrivò la sera della festa, le ragazze e i ragazzi avevano passato un bel po’ di tempo a sistemarsi, Corinne aveva comprato (costretta da Jennifer) un vestito blu notte attillato che le arrivava fin sotto il sedere, delle calze color carne e delle scarpe col tacco camosciate di blu, i capelli rosso scuro li aveva lasciati cadere dolcemente sulla schiena e sotto costrinzione dell'amica si era messa un filo di trucco. Jennifer invece indossava una camicia bianca con una gonna nera a vita alta, sui piedi aveva delle scarpette nere lucide col tacco, aveva arricciato i capelli e si era truccata con un filo di matita e un rossetto rosso. I ragazzi invece avevano optato per dei pantaloni di pelle attillati, Duff e Izzy avevano delle camicie sbottonate mentre gli altri delle magliette e accessori vari. Loro erano già arrivati con la macchina di Slash alla festa, passarono il grande giardino arrivando alla villa, suonarono e la porta venne aperta da Claire che accolse calorosa tutti quanti. In casa era un putiferio di gente, bibite, cibo e musica a un volume assordante. I ragazzi iniziarono subito a bere cercando con gli occhi Jennifer e Corinne che arrivarono poco dopo. Axl appena notò Corinne rimase strabiliato, il vestito risaltava le sue forme che teneva nascoste sotto le larghe magliette, più la vedeva e più pensieri sconci gli venivano in mente, si avvicinò a lei che sorrise contenta. Jennifer invece fu notata da Duff che la guardò come incantato, era attratto da lei in un modo inspiegabile e quella sera era bellissima, però notò che si sentiva piuttosto a disagio intorno a quella gente così si avvicino anche lui alla ragazza. La serata passò alla grande, era tutt'un divertimento,non ce n'era uno sobrio lì dentro tranne Jen che da brava ragazza che era non aveva toccato alcolici con mano. Erano tutti e sette seduti su un tavolo mentre sorseggiavano le loro bibite ridendo e scherzando.
“Ragazzi facciamo qualcosa di divertente….” propose Slash con fare furbo
“tipo?” esclamò Izzy
“Mmh… balliamo dai!!” disse Duff prendendo Jennifer con una mano e alzandola, per poi portarla con lui sulla pista da ballo, Axl guardò Corinne con intesa per poi recarsi con lei da Duff e Jen. Slash si pentì di aver chiesto di fare qualcosa, prese il suo Jack e insieme a Izzy si appoggiò allo schienale a guardare le coppiette che ballavano, Steven si era allontanato con una bella ragazza e stavano limonando sul bancone. Corinne e Axl abbracciati ballavano a ritmo sussurrandosi parole incomprensibili da Slash che li osservava da lontano pieno d’invidia, Jennifer era completamente in imbarazzo e Duff le sussurrava parole rassicuranti, le sue mani la toccavano delicatamente, come se fosse un fiore, perchè sapeva come si sentiva e non voleva essere scortese. Anche questo lo spaventò, non riusciva a capire perchè si comportava così con lei... semplicemente gli veniva spontaneo. Passò del tempo e i ragazzi ormai erano ubriachi. Iniziò una musica lenta e romantica, le coppiette si abbracciarono muovendosi sinuosamente, i ragazzi incoscienti si scambiarono le ragazze così che Axl iniziò a strusciarsi contro Jen. Corinne furiosa ebbe un idea magnifica, sussurrò nell’orecchio di Jen qualcosa suscitandole una risatina trattenuta. Le ragazze si scambiarono un’occhiata d’intesa per poi scambiarsi di nuovo e ballare loro due insieme, lo spettacolo che si parò davanti fu una pertica bionda che ballava abbracciata a un rosso che si strusciava in modo sexy contro di lui. Le ragazze scoppiarono a ridere calorosamente nel vederli così, così come Slash e Izzy che li videro da lontano, e sputarono il Jack ridendo come cretini. Quando i due si resero conto della cosa si staccarono schifati guardandosi malissimo e tornando al bancone a bere, Axl si promise di farla pagare a Corinne così si avvicinò a lei iniziando a farle il solletico. Jennifer invece decise di uscire un po’ per prendere aria e stare al silenzio. Uscì dalla casa appartandosi nel giardino, si sedette sulla panchina puntando lo sguardo sulle stelle. Troppo immersa nei pensieri per vedere che un ragazzo si era seduto accanto a lei. Lui si mosse per accendere la sigaretta facendola sussultare, confortandosi poi quando lo vide.
“Oh, Izzy…”
“Ciao Jen, che ci fai qua?”
“Beh, volevo stare un po’ sola… non amo molto le feste e la confusione" 
“La penso proprio come te” sorrise lui buttando fuori una nuvola di fumo “Spero di non disturbare…”
“Oh, no tranquillo mi fai compagnia!” rispose lei timida abbassando lo sguardo
Essere loro due soli e così vicino faceva battere all’impazzata il cuore di Jen che non riusciva a guardarlo nemmeno negli occhi.
“Come va con Duff?” azzardò lui
“Duff!? Siamo solo amici!!!” esclamò lei rossa
“Beh, non sembra! Lui ti guarda con occhi diversi dall’amicizia”
“Riguarda lui, ma per me è solo un amico” si scusò lei incontrando per la prima volta gli occhi di Izzy, erano magnifici
“Allora se per te è solo un amico non ti dispiacerà se faccio questo”
Izzy si avvicinò alle rosse labbra di Jennifer unendole alle sue, la ragazza si sentì morire, non riusciva a percepire cosa stava succedendo. Era la prima volta che un ragazzo si azzardava a baciarla e poi in un modo così inaspettato, si rese poi conto che era Izzy... sfruttò allora l’occasione gustandosi le labbra del moro il più possibile per non scordarsi quel momento, era consapevole che non sarebbe più successo. Mise una mano nei suoi capelli approfondendo il bacio, schiuse le labbra così che le loro lingue si assaporassero sentendo un gusto amaro di alcool misto all’odore del fumo. Lei invece sapeva di buono, il ragazzo non aveva mai dato un bacio così dolce e senza pretese, ma con lei veniva spontaneo, lei era così. Ormai senza fiato si staccarono guardandosi per qualche istante negli occhi. La ragazza, imbarazzata, corse via toccandosi le labbra ancora bollenti e col sapore del moro. Lui invece sorrise continuando a fumarsi la sigaretta.



Tadam!! Eccomi qua, spero di non avervi deluso con questo capitolo! Il prossimo sarà incentrato sulla coppia di carotini, e sarà un po'... ci siamo capiti xD
Ok la smetto, alla prossima! :3

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Capitolo 13
*** Hot Night ***



“Axl io torno a casa, sono stanca di questa festa!”
“Corinne ti accompagno se vuoi!”
“Ahahah accompagnare? Tu non ti stacchi più, caro”
“Già, hai ragione, non posso resistere a una come te” sussurrò il rosso avvicinandosi alle labbra di lei che però si scansò veloce uscendo dall’edificio, percorse il vialetto arrivando sulla strada. Axl la raggiunse veloce per poi accompagnarla fino a casa. Dopo un silenzioso viaggio nel quale i due non vedevano l'ora di arrivare e si contenevano, arrivarono davanti a casa di Corinne.
“Bene Axl siamo arrivati, ma è inutile che ti chieda se vuoi salire o tornare a casa! Ti conosco quindi… seguimi!” sbuffò lei sorridendo sorniona
Salirono le strette scale fino alla porticina dell’appartamento della ragazza, mise la chiave nella serratura aprendo. Accese poi la luce mostrando il suo umile salotto.
Stava per aprire bocca quando Axl le se avvinghiò addosso baciandola con foga, anche se avesse voluto non avrebbe potuto staccarsi da quel bacio, da giorni aspettava di risentire il sapore di quel ragazzo. Il rosso la mise con le spalle al muro continuandola a torturare con quel bacio mozzafiato, le sue mani vagavano sul sinuoso corpo di Corinne che si stava gustando al meglio quel momento. Si staccò quando gli mancava il fiato guardandola negli occhi e respirando affannosamente.
“Ti prego non ce la faccio più, è tutta la sera che resisto, io ti voglio… e ora” sussurrò lui con la voce rotta dal desiderio nell'orecchio della ragazza, facendole percorre una brivido lungo tutto il corpo. Si spostarono nella camera di Corinne dove Axl la fece sdraiare sul letto mettendosi sopra di lei e baciandola dolcemente, la ragazza tolse la maglietta del rosso cominciando ad accarezzargli il petto scolpito e giocherellando col piercing. Dopo poco i restanti vestiti andarono a finire sul pavimento, lasciando i due in intimo. Axl iniziò a lasciarle bollenti baci sul collo e sulle spalle, per arrivare poi al petto iniziando a torturare i seni della ragazza e facendo finire il suo reggiseno insieme agli altri vestiti. La ragazza gemeva al contatto delle bollenti labbra rosate del rosso con la sua pelle, ora la stava stuzzicando sul piercing che aveva all’ombelico, il suo gioco di tortura la stava facendo impazzire e proprio quando il ragazzo era quasi sceso alla sua intimità la ragazza lo fece sdraiare di colpo sul letto sistemandosi sopra di lui. Avvicinò il viso a quello del ragazzo sussurrandogli nell’orecchio: “Ora mi diverto un po’ io però”
La frase fece sorridere maliziosamente il ragazzo che si lasciò torturare dalla rossa, che iniziò a strusciarsi su di lui in modo provocante. Vedendo che il ragazzo non ce la faceva più decise di farlo impazzire ancora, gli tolse con lentezza estenuante i boxer sistemandosi alla sua intimità. La prese stuzzicandola in tutti i modi possibili fino a quando Axl non ce la fece più e la rigirò supplicandola.
“Ti prego basta, ti voglio ora”
Si sistemò entrando poi in lei con una spinta forte e decisa facendola urlare, la zittì con un bacio dolce e casto, iniziò puoi a muoversi con lei che assecondava i suoi movimenti, dapprima lenti poi sempre più veloci fino a trasformare anche il bacio in qualcosa di più passionale, quando si staccarono senza fiato iniziarono a gemere continuando a muoversi. Arrivarono al limite, staccandosi velocemente senza fiato. Sdraiati uno accanto all’altro respiravano affannosamente, pochi minuti dopo si girarono in contemporanea incrociando gli sguardi velati di passione. Sorrisero nel vedersi e soddisfatti si lasciarono un bacio stampo.
“Ci sai fare ma ora dormiamo, buonanotte” sussurrò lei sistemandosi sul caldo petto del ragazzo
“Buonanotte piccola”
Il rosso coprì entrambi con la coperta, avvolgendo il corpo nudo di Corinne con le bollenti e leggermente sudate braccia. In pochi istanti si ritrovarono a dormire beati.

*************
Al contrario dei due piccioncini che si sono dati alla pazza gioia, Duff ha riaccompagnato a casa Jennifer.
“Buonanotte Jen” rispose guardandola scendere dalla macchina
“Notte anche a te Duff, grazie per il passaggio”
Passò il vialetto per arrivare a casa, aprì la porta trovandosi sua zia seduta sul divano ad aspettarla piuttosto arrabbiata.
“Jennifer! Finalmente!! Ma io dico ti sembra logico tornare a casa alle due di notte!?” esclamò la donna alzandosi
“Ma zia, era una festa, non potevo tornare da sola mi sono fatta accompagnare da un amico…” si pentì di aver detto quelle parole solo quando vide lo sguardo della zia
“Cosa!??! Un amico!??!?! Ma dico sei pazza?!?! Farti accompagnare di notte da un ragazzo!? Lo dirò a tuo padre!”
“Ma zia!! Ti prego non dirglielo!!!” supplicò lei, conosceva bene suo padre
“Subito sali in camera tua e non farti vedere!!” urlò piena di rabbia lei chiudendo gli occhi e respirando affannosamente
La ragazza salì lentamente le lunghe scale arrivando nella sua buia camera, si buttò sul letto lasciando libero sfogo ai singhiozzi. Perché i suoi non la capivano? Aveva bisogno di essere un po’ più libera e non così ristretta e controllata in tutt’e per tutto, pretendeva della libertà. Tutti la prendevano in giro perché era per benino, doveva porre fine a tutto questo.


Scusate, forse il capitolo è troppo... ehm sì i carotini (Ahahah poveri, ogni volta che li chiamo così hanno in mano un ascia pronta per essermi buttata contro :')) mi hanno preso e non sono riuscita a contenermi ^^'' So che sto aggiornando molto spesso ma non vedo sempre l'ora di leggere le vostre recensioni, siete fantastiche :'D Detto questo... beh vi preannuncio che ci sarà un altro capitolo dedicato interamente a Axl e Corinne, poi una serie (una lunga serie) dedicata a Jennifer e i suoi due ragazzuoli ;)
Grazie a tutti, a presto :3

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Capitolo 14
*** Oh Angie, when will those dark clouds disappear? ***


                                                                    
Era passata una settimana, Jennifer stava malissimo perché i suoi zii le avevano ridotto ulteriormente la libertà dopo l’accaduto, chiudendola in casa, usciva solo per andare a scuola. Si aggiungeva il fatto che Izzy era tornato come sempre dopo quel bacio, non la considerava ignorandola del tutto. Duff era sempre comprensivo e lei si sfogava come se fosse il suo unico amico, ma lui voleva di più. Corinne? Beh lei e Axl avevano imparato a conoscersi meglio… quel pomeriggio sarebbero usciti insieme e Axl l’avrebbe portata in un posto speciale, o così aveva detto.
“Dai cazzo!! Non ce la faccio più a tenere sta bandana sugli occhi!” esclamò Corinne
“Aspetta piccola, siamo quasi arrivati” la rassicurò il rosso ruotando il volante
Dopo pochi chilometri il catorcio si fermò facendo sussultare la ragazza che alzò furtiva una mano per togliersi quella noiosa bandana ma Axl la fermò
“Eh no cara, abbi ancora un po’ di pazienza!”
La prese piano facendola scendere e conducendola verso un enorme prato pieno di fiori. Tolse la bandana alla ragazza, quando aprì gli occhi si trovò davanti questo enorme prato con fiori di tutti i tipi, qua in là degli alberi creavano zone in ombra, il sole picchiava forte e il cielo era completamente azzurro. Rimase a bocca aperta, guardò Axl che le sorrideva compiaciuto. Si buttò su di lui lasciandogli un bacio semplice ma pieno di felicità.
“Ma… è bellissimo! Tutta quella città… mi mancava la natura, poi quand’è bella e tranquilla come questa… oh Axl grazie!!!”
“Di niente piccola, lo so che ami i posti tranquilli in mezzo al verde! Ah ho un'altra sorpresa!”
Il ragazzo andò verso la macchina tirando fuori dal bagagliaio l’amata chitarra di Corinne. Lei sorrise felice prendendola e sedendosi sul prato, invitando Axl a sedersi con lei.
Iniziò a suonare dolci melodie per poi fermarsi e rivolgere lo sguardo verso il rosso.
“Perché?” chiese, e Axl capì al volo cosa intendeva
“Oh, semplice. Corinne io di ragazze ne ho avute ma tu… tu sei speciale, e di te non so niente. Volevo creare un ambiente tranquillo per parlare con te, se vogliamo qualcosa di serio tra noi bisogna conoscersi meglio e parlare un po’…”
La ragazza lo fissò sbalordita.
“Tu, non sei Axl!! Non sei quell’Axl che ama scopare e limonare senza tanti rigiri di parole… insomma Axl non sa mettere in fila un discorso sensato” rise lei allontanadosi
Lui la guardò malissimo per poi buttarsi su di lei e farle il solletico
“Ah Sì? Vuoi vedere il vero Axl?!?!”
Si avvicinò prepotente alle sue labbra baciandola in modo rude e decisamente poco casto ma la ragazza lo allontanò prima che andasse avanti.
“Ahaha ok scherzavo, stavolta lasciamo da parte quell’Axl”
Corinne riprese a suonare, e Axl in quelle note riconobbe…
“ Oh Angie, oh Angie, when will those dark clouds disappear?”
La ragazza stava cantando quella canzone con una voce roca che stava rapendo Axl… per altro lui amava Angie, lui amava i Rolling Stones. Iniziò a cantare insieme a lei, le loro voci insieme si completavano, creavano un atmosfera magica, aggiungendo anche la chitarra pizzicata delicatamente… oh, era qualcosa di perfetto. Quando finì la canzone Corinne alzò gli occhi, incrociando quelli smeraldini di Axl, sorrise sincera posando la chitarra e appoggiando la testa sulle gambe di Axl per osservare il cielo.
“Allora? Da dove iniziamo a parlare?”
“Eh? Ahh giusto! Boh, il tuo passato…?” azzardò Axl
La ragazza si rattristò facendo poi comparire un espressione arrabbiata.
“Ehi? Tutto bene?” chiese lui preoccupato accarezzandole la guancia delicatamente
Lei gli tolse con rabbia la mano e si sedette davanti a lui.

“Corinne mi spieghi che cazzo succede?”
“Nulla… scusami…” sussurrò lei sospirando
“Scusami? Non voglio uno scusa, voglio sapere cos’hai..” la voce di Axl da arrabbiata tornò dolce e la ragazza mostrò i suoi occhi leggermente velati di lacrime.
“Ecco… Piccola se c’è qualche problema legato al tuo passato ti prego, dimmi tutto fa bene sfogarsi… vedrai che non sarà mai peggiore del mio…” sorrise lui amaramente
Lei lo guardò stupita per poi invitarlo a raccontare prima di lei. Il ragazzo parlò della sua infanzia a Lafayette, dei suoi genitori e i litigi ogni sera. Suo padre lo picchiava continuamente, riversava tutto lo stress e le preoccupazioni sul povero bambino, rendendolo fragile e senza una vera famiglia. Sua madre un giorno se ne andò via di casa stanca dei maltrattamenti che subivano lei e i suoi figli, quando andò si portò dietro la sorellina minore di Axl, lasciandolo solo. Lui, incazzato riempì un zaino delle cose essenziali e si trasferì qua a Los Angeles insieme a Izzy, suo amico d’infanzia. Vissero dapprima per le strade fino a quando con dei piccoli lavoretti sistemarono un po’ di soldi per affittare il loro attuale appartamento. Parlò anche della band e dei suoi amici. Corinne ascoltava attenta, vedeva lo sguardo di Axl cambiare e diventare pieno di rabbia. Capì che quel ragazzo si era sfogato con lei raccontandole tutto, e non sarà stato facile per lui, si fidava di lei quindi. Si sentì allora in colpa per il comportamento di prima e iniziò anche lei a raccontare. Lei al contrario di Axl i genitori non li aveva mai conosciuti, sapeva solo che sua madre aveva tradito suo marito con un altro, dal quale aveva scoperto di essere incinta di appunto, Corinne. Furioso suo marito l’aveva buttata fuori di casa, dove lei si è pentita di ciò che ha fatto. Una volta nata Corinne non l’ha voluta nemmeno vedere, l’ha semplicemente fatta portare in un orfanotrofio. Lì la ragazza è cresciuta, ma fin da piccola era una peste ribelle e piena d’energie che dentro quelle mura non poteva sfogare. Compiuti i 14 anni è scappata dall’orfanotrofio con un gruzzolo di soldi rubati alle suore di nascosto, ha passato due anni per le strade di Parigi e lavorando nei locali ha risparmiato abbastanza soldi da potersi permettere un viaggio verso Los Angeles. I soldi invece che ha rubato alle suore li ha usati per comprare la sua chitarra acustica e i vinili, direte che ha fatto una cazzata invece quella è la sua unica ragione di vita, la musica per lei è tutto. Ora è qua, passa ancora il suo tempo a lavorare per pagare l’affitto dell’appartamento, per fortuna ha messo un po’ di soldi da parte visto che qua la pagano bene. Finisce il suo racconto con gli occhi velati di lacrime che però trattiene, non vuole mostrarsi debole. Axl la guarda con occhi dolci, non avrebbe mai immaginato che qualcuno potesse avere un passato peggiore del suo, l’unica cosa che gli viene in mente è di aprire le sue braccia e accogliere la ragazza. È un abbraccio sincero e pieno di dolcezza, è la prima volta che qualcuno l’abbraccia in quel modo. Lei non ha mai avuto uno di quei abbracci che i genitori o i fratelli danno, pensare a questo la fa piangere, tanto che le lacrime iniziano a scendere lente rigandole le guance e bagnando la maglietta di Axl dove si accoccola. Il ragazzo la sente piangere, la tristezza pervade anche lui allora la stringe ancora più forte respirando il suo profumo.
“Shhh, non piangere piccola, ci sono io ora, so che non posso offrirti gran che visto che non son messo meglio di te economicamente o con la famiglia ma… ecco, sei hai bisogno sappi che ci sarò sempre…”
Quelle parole la toccarono, nessuno gliele aveva mai dette, era sempre stata sola. Alzò il viso pieno di lacrime incrociando lo sguardo del ragazzo: si avvicinò lentamente alle sue labbra unendole alle sue in un bacio dolce e casto, pieno d’amore.


Eccomi! Preciso un paio di cose: sul passato di Axl so che alcune cose non sono vere tipo della sorellina, semplicemente dovevo renderlo più tragico ^^'' poi... ah sì: doveva essere un capitolo lungo, dolce, bello... non ci sono riuscita xD spero di farmi perdonare nel prossimo che sarà più comico!
Detto questo grazie a tutti quelli che leggono, seguono, preferiscono e ricordano... sopratutto a chi recensisce *^* 
A Presto :3

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Capitolo 15
*** I wanna be Punk ***




Erano passati due giorni, giorni nei quali Jennifer non aveva smesso di pensare. A cosa pensava? Beh a quella sera, al bacio tra lei e Izzy, era stato il più bel momento della sua vita. Pensava continuamente alle sottili labbra del moro e al suo profumo di alcool e tabacco, lei odiava quell'odore ma stranamente a lui stava bene. Però la vita era tornata normale, lui non la considerava più, era tornato il vecchio Izzy  e lei in un certo senso se lo aspettava, ma una piccola parte di lei sperava che lui cambiasse dopo quella sera. La cosa che si chiedeva era… perché l’aveva fatto?
L’ennesimo richiamo della zia per la cena la fece scendere dalle nuvole. Si alzò con malavoglia e piano scese le lussuose scale fino ad arrivare in sala da pranzo. Si sedette aspettando la cena che consumò in silenzio.
“Piccola Jenny, cos’hai in questi giorni? Sei triste, dì a zia cosa succede!”
Sentendo la voce comprensiva della zia alzò la testa dal piatto vedendo che i suoi occhi erano velati di preoccupazione.
“Zia devi stare tranquilla, sto bene, sono solo un po’ stanca!”
“Lo spero, a proposito: come va la scuola?”
“Bene Bene, oggi ho preso A+ a matematica…” sussurrò lei con un sorriso amaro in volto
“Ow, che brava che sei! Continua così tesoro!”
“Grazie, ora vado in camera se non vi dispiace”
La ragazza si alzò, lascio un bacio sulla guancia della zia e dello zio e dopo si rintanò di nuovo in camera sua. Mise un cd di musica classica e si buttò sul letto, a pancia in su per fissare il soffitto. Chiuse gli occhi godendosi la musica che tanto amava e cercando di non pensare a lui. Fu dopo un po’ che il suo cervello si arrese riprendendo a frullare, fu un colpo di idea a farle spalancare gli occhi. Era un’idea magnifica, anche se pericolosa, ma sapeva che avrebbe funzionato. Si addormentò poco dopo tranquilla e con un sorriso stampato sulla faccia.
******************

Jennifer stava girando per le strade di Los Angeles sorridente, alla ricerca del negozio che cercava. Dopo una mezzora passata a girare inutilmente si arrese e decise di chiamare Corinne.
“Pronto? Sono Jennifer, ho bisogno del tuo aiuto!”
“Jennifer?! Cazzo che mi svegli a quest’ora? Sei pazza!?”
“Ma… sono le undici!!”
“LE UNDICI?!? OCCAZZO!! *rumore* ahia!!!” si lamentò la rossa sclerando.
“Corinne, calmati. Volevo solo che venissi da me qua vicino al parchetto, ho bisogno…. Di cambiare look ecco!!” esclamò lei grattandosi la testa
“Cambiare look?!”
“Ti spiego meglio dopo, tra dieci minuti davanti al parchetto! Ciao!!”
Jennifer riattaccò prima che Corinne potesse controbattere e si sedette sulla panchina ad aspettarla.
Lei arrivò dopo venti minuti buoni ricevendo una bella ramanzina da Jenny a cui non fece caso.
“Allora? Mi spieghi sta cosa del look?” chiese Corinne accendendosi una sigaretta
“Ecco… ho pensato un po’ constatando che avevi ragione! Devo vestirmi in modo diverso, comportarmi in modo diverso… insomma smettere di fare la perfettina!”
La rossa strabuzzò gli occhi guardandola come se fosse un alieno.
“Non ci posso…. Credere! Tu? Wow! Bene!! Finalmente, vedrai che inizierai a rimorchiare qualcun’altro a parte il  buon 
vecchio Mckagan!!” fece una pausa dove lascio una boccata di fumo “Vediamo… che tipo di vestiti vuoi iniziare a mettere?”
“Voglio diventare Dark!”
“Macchecazz…!? Scherzi vero? Ma no!! Dark no!! Io mica ho detto che dovevi diventare una di quelle sempre depresse e vestite di nero! Basta vestirti senza fare caso ai colori e comportarsi più a cogliona… se proprio vuoi seguire uno stile al massimo Punk!”
“Ecco, visto che mi servivi? Punk è perfetto!” sorrise Jennifer mentre camminava fiera
Corinne capì che quella giornata sarebbe stata lunga, stancante e piena di sorprese.

Mentre le ragazze camminavano la rossa si fermò di colpo, indicando un negozio.
“Se vuoi diventare Punk, anche se a te proprio non ti ci vedo, quel negozio ha tutto ciò che ti serve”
Jennifer stava fissando l’insegna rossa ‘Anarchy is the solution’ con occhi straniti, il suo sguardo scese all’entrata e ai vestiti in vetrina: una maglietta dei Sex Pistols strappata, pantaloni di pelle con toppe e stivali borchiati. Si spaventò solo all’idea di indossare roba del genere e alla reazione degli zii. Corinne lo notò e sorrise amaramente.
“Lo sapevo! Non avrai mai il coraggio di metterti quelle cose! Me ne vado… ciao!”
Mentre si stava per allontanare Jennifer le prese il polso facendola girare.
“Io… voglio prendere i vestiti in vetrina! Ho deciso che lo farò, quindi… per favore resta!” disse lei con decisione abbassando subito dopo lo sguardo a terra imbarazzata. Corinne la guardò così piccola ma decisa, e vide convinzione nei suoi occhi. Per un momento provò una dolce ammirazione  nei confronti di quella ragazza che giudicava solo una di quelle perfettine riccone. Quando Jen la vide sorridere sorrise a sua volta, prendendola per mano e conducendola nel negozio. Una volta entrate, il puzzo di fumo e l’aria soffocante fece tossire la ragazza. Il commesso le raggiunse, era un tipo vestito con gli indumenti che vendevano in quel negozio, una cresta verde e piercing dappertutto.
“Cosa volete?” chiese masticando nervosamente la gomma
“I vestiti in vetrina!!” esclamò Jennifer decisa.


Lo so vi avevo promesso un capitolo comico... non ce l'ho fatta T_T scusate non sono dell'umore giusto ^^'' Beh spero comunque vi sia piaciuto...
In compenso ho appena scritto un capitolo su Slash, che posterò dopo aver sistemato le cose tra Jen e Izzy/Duff ahaha
Grazie a tutti come sempre, a presto :3

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Capitolo 16
*** Why all this to me? ***


“Ciao ragazzi!”
Corinne camminò verso i ragazzi, si fermò poi buttando a terra lo zaino.
“Dov’è Jennifer?!” azzardò Duff vedendo che era tardi e lei ancora non c’era, di solito era in anticipo! Corinne lo fissò qualche secondo per poi scoppiare in una calorosa risata, trattenne le lacrime appoggiando il braccio sulla spalla di Slash.
“Corinne, stai bene?”
“O cazzo… ho per un attimo pensato alle vostre facce quando vedrete Jennifer e…”
Scoppiò di nuovo a ridere come una cretina, mentre i ragazzi la guardavano con occhi interrogativi.
“Se ci spieghi magari…” sussurrò Izzy tra una nuvola di fumo e l’altra
Duff sentì il rumore di uno zaino cascare con forza a terra, alzò piano lo sguardo passando da degli stivali neri con le borchie a dei jeans strappati e pieni di toppe con gli stemmi di gruppi Punk,  una maglietta dei Sex Pistols uguale alla sua e poi…
“JENNIFER!??!?!?!?!??!”
La ragazza aveva leggermente scompigliato i capelli e truccato gli occhi di nero, teneva lo sguardo alto mentre masticava rumorosamente la sua gomma. Duff rimase spiazzato…
“S-sei tu?” azzardò Slash mentre passava una mano davanti agli occhi dell’amico, che la fissava con la bocca aperta.
“Cazzo vuoi Slash? Sono io, chi altro se no!?”
“HA DETTO UNA PAROLACCIA!” esclamò Steven portando una mano davanti alla bocca e ricevendo un occhiataccia da parte degli altri. Corinne era in un angolino che rideva ancora. Izzy invece era piuttosto incazzato, prese lo zaino dirigendosi verso l’entrata della scuola, seguito a ruota da Axl. Jennifer ci rimase proprio male, pensare che aveva fatto tutto questo per lui invece… ciò che si aspettava da lui lo ricevette da Duff.
“Je-Jennifer… wow…” sussurrò lui squadrandola
“Leccaculo!” sbuffò lei  dirigendosi incazzata dentro la scuola
“Ma che ha?!”
“Non lo so Slash, so solo che mi piace sta cosa.. cazzo se mi piace!” esclamò il biondo sorridendo sornione ed entrando anche lui nell’edificio
A questo punto il riccio scuotendo la testa andò dalla rossa che si era ripresa dalle risate, insieme entrarono anche loro nella classe, accompagnati dalle domande di Slash a Corinne su Jennifer.

************************                      
Quando tornò in casa Jennifer era a pezzi, ma non sapeva ancora cosa la aspettava. Sua zia entrò in salotto tranquilla con una tazza di tè in mano. Quando i suoi occhi si puntarono sulla ragazza iniziarono a spalancarsi fino a quando arrivarono al limite e a spalancarsi fu la bocca. Jennifer si aspettava quella reazione, l’aveva immaginato, ma si era promessa di andare fino in fondo e non ritirarsi per paura di qualcosa… doveva cambiare. La tazza cascò dalle mani della zia rompendosi a terra e provocando un rumore violento che fece accorrere lo zio.
“Je-jennifer? O dio santo cos’hai fa-fatto!?”
“Zia io…”
“Zitta!!! Corri in camera!!! Cambiati!! SUBITO!” urlò lei con voce dura e che non ammetteva repliche
La donna aveva chiuso gli occhi mentre indicava con la mano le scale che portavano su, tremava di rabbia e lo zio la guardava preoccupato. Jennifer corse su trattenendo le lacrime che iniziarono a scendere lente quando arrivò in camera e chiuse con forza la porta buttandosi sul letto. Perché tutto andava sempre male? La sua vita era sempre stata un incubo: prima la mamma era morta, l’unica persona che la capiva. Papà era sempre fuori per lavoro, cambiava continuamente scuola e casa per il Canada e ora era finita a Los Angeles dagli zii. Tutti la prendono in giro perché è secchiona e gentile, cerca di cambiare e non va mai bene, c’è sempre qualcuno a cui non va bene qualsiasi cosa lei faccia! Tutto questo l’aveva fatto per un ragazzo, il ragazzo che le piace, e lui cosa fa? La tratta peggio di prima! Perché tutto questo? Perché lei? Rinuncerebbe a tutti i soldi e la fama della sua famiglia, al suo essere bravissima a scuola e a studiare cambio di un minimo di famiglia unita e amici veri. Pensare a tutto questo la fece stare malissimo, male quanto mai era stata in vita sua. Aveva sempre cercato di non pensare a questo, si concentrava nell’essere gentile e secchiona per concentrarcisi e non pensare ai suoi problemi. Solo ora si rese conto di quanto fossero finti, falsi e senza significato i complimenti delle persone sul suo essere brava. Le lacrime diventarono singhiozzi, le mancava l’aria, era distrutta.


I know, capitolo triste! Dispiace anche a me per Jen ma vi prometto che le cose si sistemeranno nei prossimi due capitoli ;) Spero vi sia piaciuto e grazie come sempre a chi legge e recensisce ^-^ a presto :3

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Capitolo 17
*** Hugs ***



“Iris, calmati”
L’uomo stava porgendo un bicchier d’acqua alla donna seduta sulla poltrona che respirava affannosamente.
“Calmarmi!? L’hai vista come si è conciata!? O santo cielo… potrebbe arrivare a drogarsi!!”
“Ora stai esagerando!” l’uomo si sedette accanto a lei prendendole le mani
“Ti ricordi ai tempi dell’università come ti eri conciata?! Ti eri vestita come lei e sei rimasta così per una settimana, poi ti è passato e sei tornata normale. Sta succedendo lo stesso alla piccola Jen, si fa condizionare un po’ dagli amici, vedrai che le passa!”
La rassicurò sorridendo tranquillo e lei iniziò a ragionare. Passarono 10 minuti buoni in cui i due parlarono molto. Alla fine della conversazione Iris prese una decisione e salì in camera della ragazza. Bussò un paio di volte ma nessuno rispose. Bussò ancora, a quel punto aprì lentamente la porta. La magra figura della ragazza era accasciata sul letto con la faccia sul cuscino. Cercando di non far rumore la donna si avvicinò per sedersi sul bordo del letto, passarono attimi di silenzio.
“Cosa vuoi..?” chiese timidamente la ragazza 
La donna si limitò ad accarezzarle la schiena mentre lei tremava leggermente.
“Jennifer scusami, ho avuto una reazione esagerata prima, è che devi capirmi non sono abituata a queste cose. Io sono solo preoccupata per te! Voglio che tu cresca bene piccola mia. Da quando...” prese un grande sospiro cercando di essere calma “Da quando tua madre non c’è più mi sono promessa di prendermi cura di te… ma zio mi ha fatto ragionare, è l’età, e mi sono accorta di tenerti troppo sotto pressione. Mi dispiace”
Jennifer si mosse e con lentezza estenuante alzò il viso rigato di lacrime nere per il mascara, gli occhi erano lucidi e neri dal trucco rovinato. La zia si sentì davvero male a vederla così e aprì le braccia. Jennifer si buttò sul caldo petto della donna mentre lei le accarezzava la schiena e la solleticava con i suoi riccioli biondi.

Era mattina e le luci del mattino svegliarono la piccola Jen, non aveva dormito tutta la notte pensando al fatto di rivedere Izzy e quindi rivedere per l’ennesimo giorno il ragazzo che le piaceva mentre non la considerava. In più l’unica cosa positiva a cui poteva pensare era il bacio, ma anche quello la rendeva triste perché sapeva che sarebbe stato il primo e l’ultimo. Si alzò stancamente dal letto per prepararsi ad andare a scuola, i vestiti “Punk” li aveva bell’e cestinati, erano inutili. Dopo essersi preparata e aver mangiato una colazione frugale prese il primo autobus per andare a scuola. Aveva un pessimo aspetto, gli occhi erano gonfi e con delle enormi occhiaie, il corpo era stanco e a fatica si muoveva, andava a scuola solo per non perdersi lezioni ma avrebbe volentieri voluto rimanere a casa. Scese trovando i suoi amici intorno al solito albero. Cercò di non farsi notare per poi sedersi sulle scalinate e leggere un libro; in verità faceva finta di leggere, cercava di vederli con la coda dell’occhio. Erano normali, nessuno si era accorso della sua “non presenza” tranne Duff che si guardava intorno. Purtroppo sentì degli sguardi puntati su di lei ma cercò di non farci caso mordendosi il labbro per il nervoso. Suonò la campanella e il gruppo di studenti entrò nell’edificio. Mentre attraversava il corridoio Jenny sentì una mano posarsi sulla spalla, sussultò appena e girandosi trovò Duff che la guardava preoccupato.
“Jen? Che succede? Perché eri lì sola?”
“Lascia stare!” sbuffò lei continuando a camminare ma lui le si parò davanti ancora
“Dimmelo dai, non mi piace vederti così…”
La ragazza decise di dirgli tutto perché in fondo aveva bisogno di sfogarsi e lui si meritava spiegazioni visto che era sempre gentile con lei. Ma purtroppo non poteva permettersi di arrivare in ritardo così gli propose di entrare in classe promettendogli di dire tutto durante la ricreazione. Il tempo passò in fretta e i due uscirono dalla classe, si sedettero sulla panchina e Duff aspettò che Jen parlasse. Lei raccontò tutto, tranne di Izzy perché non voleva far stare male il biondo. Però si sa, quando si inizia a sfogarsi non si finisce più e così lei passò dal parlare del fatto che non ha amici veri alla morte di sua madre, dagli zii al padre sempre al lavoro, al suo cercare di piacere alle persone e al non concludere niente. La voce della ragazza durante il racconto era triste, il ragazzo capiva che avrebbe iniziato a piangere da lì a poco. La tristezza della ragazza passò a Duff, si sentì malissimo pensando a come si provava lei e il gesto più spontaneo era di aprirsi e abbracciare Jen. Le sue grandi braccia avvolsero la ragazza che sul petto del ragazzo era ancora più piccola. Jen provò dei sentimenti strani, che non aveva mai provato, non era quello che provava nel vedere Jeff, era dolcezza. Nessuno l’aveva mai abbracciata così, tranne quei freddissimi abbracci forzati con le amichette dopo le vacanze, oppure quello della zia la mattina stessa. Duff emanava calore e sicurezza, così che la ragazza si sentì libera di far scendere le lacrime. Il ragazzo sentì la sua maglietta inumidirsi, alzò il viso della ragazza e le asciugò una lacrima sorridendole sincero.
“Non è vero che nessuno tiene a te, io ci tengo”


Eccomi! Capitolo dolcioso :3 (?) Vi avverto che il prossimo è incentrato su Slash ;) 
Ah, dovevo pubblicare tipo 2 ore fa ma sono dovuta uscire perchè qua a Firenze si è sentita una bella scossona D: 
A presto :3

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Capitolo 18
*** Girls love guitarists ***



Era mezzanotte. Slash e Izzy erano al caro Rainbow seduti a sorseggiare Whiskey. Ormai le loro sere passavano così, seduti in un locale a bere e guardare impassibili gente che camminava davanti a loro. Fu Saul a rompere il silenzio.
“E poi dicono che i chitarristi sono i preferiti delle ragazze! Bah, pensare che quello che scopa con una figa l’è il cantante, Steven se la spassa ogni sera con una diversa e Duff ci prova con Jen, a proposito dico che tra poco quei due si mettono insieme!”
Sospirò, prese la bottiglia e bevve un altro abbondante sorso asciugandosi 
le labbra con la giacca.
“E noi due, qua a bere… Fanculo la vita!” finì scuotendo la testa
Izzy gli lanciò un occhiata di approvazione mentre ordinava altro da bere.
“Ehi, chi ha detto che i chitarristi non piacciono più?”
I due si girarono subito verso la voce che aveva parlato. Era una ragazza dai lunghi capelli neri e lisci, occhi scuri con riflessi verdi e un sorriso contagioso. Scendendo con lo sguardo Slash notò che aveva delle curve mostruose, la sua scollatura risaltava il suo seno alto e dei fianchi sinuosi. Il riccio rimase incantato… era perfetta.
Lei, notando subito che uno dei due aveva afferrato l'amo, si sedette accanto a lui. L'altro invece osservava da un'altra parte, completamente preso dai suoi pensieri.
“Dimmi, come ti chiami?” chiese lei con fare sinuoso accavallando le gambe e prendendo in mano un bicchiere di vodka.
“S-Slash…” sussurrò lui passando il suo sguardo dalla scollatura al sorriso di lei
“Piacere!” esclamò lei porgendoli una mano “Io mi chiamo Julie”
I due passarono un oretta a scherzare e bere, la sua risata argentina era musica per Slash, gli metteva allegria e per un momento dimenticò tutti i problemi. Dopo aver preso un po’ di confidenza e aver bevuto tanto da essere ubriachi Saul le propose di passare il resto della serata a casa sua. Ovviamente la ragazza accettò sorridendo maliziosa. Il riccio salutò Izzy che era rimasto come sempre impassibile a scolarsi litri di alcolici e se ne andò a braccetto con la mora. Il tragitto lo fecero a piedi visto che casa sua era vicino. Furono minuti di silenzio e occhiate compiaciute. Per fortuna la madre di Slash era a Chicago per un paio di giorni a causa del lavoro e la casa era libera. Appena i due entrarono la ragazza non lo fece nemmeno respirare, lo prese subito per la giacca baciandolo con irruenza, era tutta la sera che voleva assaporare le sue labbra carnose. Beh al riccio piacque molto, ma lui voleva andare oltre. Appoggiò una mano sul suo fianco accarezzandolo e lei invece affondò una mano nei suoi ricci. Il bacio diventò sempre più passionale e i due si spostarono nella camera da letto. Slash la fece sdraiare adagiandosi sopra e baciandola mentre la sua mano correva dietro le schiena di lei a trovare la zip. Appena la trovò le tolse il vestito, staccandosi da lei per ammirare il suo corpo sinuoso coperto solo da un intimo di pizzo nero, era bellissima. Lei notò subito che il riccio era preso, così si girò di scatto portandosi sopra di lui. Tolse velocemente la maglietta del ragazzo per accarezzare il suo petto scolpito, iniziò a strusciarsi con fare malizioso mentre lui aveva chiuso gli occhi e gemeva, cazzo se si stava divertendo. Ormai era impossibile che la ragazza non avesse notato il suo rigonfiamento sotto i pantaloni di pelle, così glieli tolse velocemente per divertirsi a farlo impazzire nuovamente. Dopo di lei il turno era di Slash, che le tolse il reggiseno stuzzicandole i seni, poi ormai impaziente la fece sdraiare per farle provare un piacere che mai aveva provato in vita sua. Quando furono senza fiato e completamente soddisfatti si sdraiarono affannati, sorridendosi a vicenda. Julie appoggiò la testa sul caldo petto del ragazzo, addormentandosi poco dopo. Lui rimase ad osservarla: le ciocche nere erano sparpagliate intorno e la sua morbida guancia appoggiata sul suo petto. Era bellissima, prese la coperta e la adagiò fin sotto le spalle di lei abbracciandola per scaldare il suo corpo. Di solito le ragazze che finivano a letto con lui il mattino dopo sparivano e non le avrebbe più viste ma… lei era diversa, non voleva che sparisse, voleva che ci fosse sempre quando era triste e aveva bisogno di divertirsi e ridere.Pensando a questo si addormentò immerso nel il profumo di lei, sperando che non se ne andasse al mattino, ma restasse lì accanto a lui.


Eccomi insieme al capitolo tanto atteso su Slash! All'inizio diciamo che era molto diverso... sia la ragazza era completamente un'altra (una di voi lo sa bene AHAHHA) che la lunghezza del capitolo, era cortissimo (lo so, vi chiederete: può esistere un capitolo più corto di questo?! :O) e senza descrizioni sulla nottata, ma ecco che mi sono fatta prendere ;) (Se vado avanti così credo che dovrò cambiare il Rating ^^'')
Vabè spero di non avervi deluso con questo capitolo, a presto :3

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Capitolo 19
*** Love. ***




Ennesimo giorno di scuola. I ragazzi si incontrarono nel cortile, some sempre. La noia delle giornate sempre uguali tormentava tutti, o quasi.
Quel giorno Slash era particolarmente felice perché Julie, la sua nuova “amata”, era rimasta con lui e gli aveva promesso che si sarebbero incontrati di nuovo al Rainbow la sera dopo e lui ne era felicissimo. Al contrario, Izzy sembrava un cadavere perchè la notte non aveva chiuso occhio, era rimasto a bere nel locale a lungo. Così anche Jen era piuttosto triste, mentre Corinne e Axl erano lì che ogni tanto si scambiavano un bacio o un’occhiata.

Jen si era promessa di parlare con Izzy, chiedergli cos’aveva e perché un giorno la considerava l’altro giorno no. Purtroppo non ne aveva il coraggio, era lì che si tormentava le mani e il labbro cercando di calmarsi. La campanella suonò, non ce l’aveva fatta. Finalmente quando uscirono lo trovò solo mentre fumava una sigaretta, prese un grande respiro e si avvicinò lentamente. Il semplice pensiero di rincontrare i suoi occhi neri e profondi la tormentava, facendole battere il cuore all’impazzata. Chiuse gli occhi per aprirli solo quando tra loro c’erano un paio di metri di distanza.
“I-Izzy…”
Il ragazzo si girò, squadrandola.
“Io… ti devo parlare…” la sua voce era flebile e timida
“Allora parla!” sbuffò lui buttando a terra la sigaretta e pestandola
In quel momento Jen lo odiò, perché era così scorbutico? Chi si credeva di essere? Questo le fece prendere coraggio facendola sfogare.
“Senti, io non ce la faccio più. Un giorno non mi consideri, un giorno mi accompagni a casa, un altro giorno fai finta che io non esista, un giorno addirittura mi baci!” pronunciando quella parola diventò rossa “Poi torni di nuovo normale, cambio completamente mi vesto in modo diverso per piacerti e tu mi tratti peggio di prima, torno normale e non mi consideri lo stesso… mi spieghi perché cavolo fai così!?”
Quando finì si sentì più libera, come se si fosse tolta un peso. Però nello stesso tempo era imbarazzata e confusa. Abbassò lo sguardo torturandosi il labbro per non piangere. Non riusciva a vedere cosa stava facendo lui, ma si rese conto che i suoi occhi erano puntati su di lei. Seguirono attimi di silenzio.
“Quando capirai che ti amo, eh?”
Quella frase fece spalancare gli occhi della ragazza, che si sentì morire. Alzò piano lo sguardo incontrando quello di lui, che era diventato maledettamente dolce. Gli occhi le si inumidirono e una lacrima le scese lenta sulla morbida guancia.
“Di-Dici Bugie…” sussurrò
“Invece no” si avvicinò, prendendole le mani per farle smettere di tremare “No piccola, non dico bugie. Puoi dirmi che sono  stronzo, bastardo, che mi odi ma non che sono un bugiardo”
Le sorrise mentre lei si buttò nel suo petto e lui la strinse a sé con forza accarezzandole la testa. Finalmente la ragazza diede sfogo ai singhiozzi, non sapeva se erano di felicità e di tristezza, in quel momento non capiva niente.
“Io sono così, mi dispiace. Non riesco a dire quello che provo, speravo che quel bacio di facesse capire ma… a quanto pare mi sbagliavo. Quando ti sei vestita in quel modo mi hai fatto andare su tutte le furie, tu mi piaci così, non devi cambiare, e anche se tu volessi non è stata una buona mossa... quelle punk piacciono al biondo non a me. Poi… cazzo, piaci a Duff! Io non voglio fare lo stronzo e rubargli la ragazza, ma quando ti vedo che stai così male, fanculo il buonsenso!”
Detto questo le alzò il viso mentre lei mugugnò un “Ti odio” e fece incontrare le loro labbra. Finalmente la ragazza poté riassaporare quelle candide labbra, però il ragazzo pretese di più schiudendole e giocando con la lingua di lei. Le leccò il labbro inferiore che aveva preso a sanguinare per quanto se lo fosse torturato dal nervoso. Quando si staccarono dolcemente lui la guardò con occhi leggermente inumiditi, la ragazza non l’aveva mai visto così ma aveva paura che sarebbe tornato come prima, il giorno dopo.
“… mi prometti che non tornerai come prima?” chiese lei abbassando lo sguardo per l’ennesima volta
“No piccola te lo prometto, e poi sai ne hai la prova: non ho mai detto a una ragazza una frase lunga quanto quella che ho detto a te poco fa!” rispose lui sorridendo, dio quanto era bello quando sorrideva. Si lasciarono un altro bacio a fior di labbra. Il ragazzo prese il viso di Jen tra le mani asciugandole le lacrime con i suoi pollici leggermente callosi. Lei sorrise stritolandolo poi forte dalla felicità e facendolo ridere divertito.

****************
Axl e Corinne quel pomeriggio erano seduti sul divano del piccolo appartamento della ragazza, l’Esorcista in tv, popcorn e una coperta sulle gambe. Avevano scelto l’Esorcista a un film romantico perché era il loro preferito, odiavano le sdolcinatezze di quei film. Durante la parte più paurosa del film Axl si aspettava che Corinne lo stringesse forte per la paura ma, con suo stupore, lei divorò con foga i popcorn e due occhi sbrilluccicavano compiaciuti. Il film finì insieme ai 10 pacchi di popcorn.
“Wow, questo film è fantastico!!!!”
“Ma… non ti ha fatto per niente paura!?”
“No!” confermò lei piccata portando le gambe al petto
“Tu sei strana… e mi piace!” sorrise lui saltandole addosso e baciandole il collo
“Ahahah e tu non pensi ad altro che a scopare”
“Chiamami scemo!” sbuffò lui buttando la testa nel seno di lei
“Scemo!!”
Gli alzò il viso con le mani, rise nel vedere la sua espressione strana così iniziò a giocare con le sue guance mentre lui si lamentava dolorante.
“Pashta, Pashta casho!”
“Ahaha che pucci sei!” gli strinse le guance ancora più forte facendogli malissimo
“Ahia!!!”
“Ahahah checca, vieni qua!”
Stavolta gli prese il viso avvicinandolo al suo e baciandolo con foga.


Ciau c: 
Ci ho messo un bel po' di tempo a scriverlo, spero vi piaccia ;) Diciamo che con questo capitolo la prima parte della storia si conclude in "felici e contenti" quindi dal prossimo inizieranno i casini, preparatevi! Grazie come sempre a tutti, soprattutto a chi recensisce :D A presto :3


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Capitolo 20
*** Problems ***



Era mattina, Corinne stava preparando la colazione mentre Axl dormiva beatamente. Era domenica e per fortuna non c’era scuola, potevano passare  la giornata insieme.
Aspettando che i toast fossero pronti, Corinne si diresse verso la porta, la aprì e controllò la casella della posta. Prese le buste tornando poi in casa. Si buttò sul divano facendo scorrere velocemente gli occhi sulle scritte sopra le buste: bollette, tasse, bollette e una lettera dalla banca. I soliti problemi con i soldi, se solo avesse un fottuto lavoro stabile che le facesse guadagnare di più. Sbuffò facendosi cadere sullo schienale, chiuse gli occhi massaggiandosi le tempie con forza. 17 anni e piena di problemi, per fortuna le mancava solo un altro anno e poi avrebbe finito il liceo, lo studio era una preoccupazione in meno. Fortunato Axl, insieme a Izzy avrebbe finito la scuola quell’anno e si sarebbe dedicato interamente alla musica. Sospirò, ma era come se avesse un nodo allo stomaco. Delle mani si poggiarono sulle sue spalle facendola sussultare. Alzò la testa e vide Axl che la osservava con il viso mezzo assonnato, mentre si stropicciava gli occhi si sedette accanto a lei, avvolgendola con un braccio. Lei posò la testa sul suo petto sospirando per l’ennesima volta.
“Che c’è piccola?” chiese lui con la voce impastata dal sonno
“Problemi, fottuti problemi!! Che rottura di palle…”
Il ragazzo prese le buste leggendole velocemente.
“Oh, ti capisco! Come te ce li ho anch’io, vita di merda…”
Mentre la ragazza  apriva le buste leggendole il contenuto rimase spiazzata da quella proveniente dalla banca. Quando stava per leggere Axl si alzò facendole perdere l’equilibrio.
“Cos’è questo odore?!” chiese lui annusando per la camera
La ragazza annusò un paio di volte per poi spalancare gli occhi.
“I TOAST!!!”
Corse come una furia verso la cucina dove una nuvola di fumo avvolgeva tutto, tossì un paio di volte e mettendosi la mano davanti alla bocca prese il tostapane e lo spense. Con un guanto da cucina tolse i toast ormai neri. Axl dopo aver aperto la finestra la raggiunse, quando si guardarono scoppiarono a ridere.
“Ahahaha niente colazione stamattina!” rise lei
“Purtroppo! Ma si potrebbe fare qualcos’altro…” sussurrò lui cingendole i fianchi
“Coglione! Non è il momento devo finire di leggere la lettera…”
“Ci penserai dopo…”
Le baciò dolcemente il collo per poi scendere alla spalla, suscitandole un brivido.
“Hai ragione, ci penserò dopo” rispose lei sorridendo maliziosa e iniziando a sbottonargli la camicia.

**************
Era sera tardi, Axl era in cucina a preparare la cena (colpa di una scommessa con Corinne) mentre lei in camera sua aveva tra le mani quella lettera e stava per iniziare a leggerla. Mentre i suoi occhi si muovevano furtivi da una parte all’altra del foglio si fermarono su una cifra, fissandola spaventata. Stropicciò un paio di volte gli occhi, non poteva essere vero! Si aprì in un grande sorriso, corse dal suo ragazzo in cucina buttandosi su di lui con le braccia attorno al suo collo. Lui la alzò per i glutei in modo che non cadessero, scrutandola curioso di sapere cos’aveva. Lei rideva calorosamente mentre lasciava baci sulla guancia del ragazzo da dietro.
“Che hai!?”
“Smettila di cucinare, oggi si va in un bel locale a festeggiare! Cazzo sì!!” rise lei
Lui la fece scendere velocemente girandosi e osservandola con occhi interrogativi.
“Mi spieghi, per favore?!” chiese lui sbuffando e buttando gli occhi al cielo
La ragazza corse in camera tornando sorridente come una bambina, in mano teneva la lettera che porse ad Axl. Dopo averla letta anche lui si aprì in un sorriso, prese la ragazza a sacco di patate e iniziò a girare. Insieme si misero a ridere per poi buttarsi sul divano stanchi.
“Wow, hai culo ragazza! Chi sa chi è stato…”
“Ma fanculo! Chi se ne frega chi è stato! Ti rendi conto!? Ho 20.000 dollari sul mio conto!! Cazzo non ci posso credere!”
“Ma sicura che non vuoi sapere chi è stato? Insomma è strano ritrovarsi una lettera in cui la banca ti dice che qualcuno non vuole dire chi è ma ti ha regalato 20.000 dollari… di sicuro è qualcuno che a te ci deve tenere particolarmente”
“Mamma mia…” sbuffò Corinne buttando le mani intorno al collo di lui e appoggiando la fronte contro la sua “Fatti meno pippe mentali tesoro, ho 20.000 dollari, me li godo e fanculo chi me li ha dati!!” rise lei lasciandogli un bacio a fior di labbra e allontanandosi poco dopo sculettante.
Axl sapeva che sotto tutta quella felicità Corinne era preoccupata. In fondo non aveva nessuno, chi poteva mai esser stato? Di sicuro doveva essere qualcuno che le voleva bene, solo un genitore potrebbe regalarti quella somma, ma lei non li aveva, o così credeva. 


Sì, un piccolo assaggio dei guai in vista ;) Spero vi sia piaciuto, anche se a me convince poco!
A presto :3

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Capitolo 21
*** Give me another Vodka ***



Era passata una settimana. Slash e Julie ormai si incontravano ogni giorno e passavano le notti insieme a casa della ragazza, ovviamente a Saul aspettava ogni mattina il terzo grado da parte della madre. Izzy e Jen invece si incontravano solo a scuola, non si baciavano mai davanti agli altri perché lei non aveva ancora trovato il coraggio di dirlo a Duff, si sentiva malissimo solo a pensarci. Purtroppo non si potevano incontrare nemmeno il pomeriggio o la sera perché i suoi zii se scoprivano che frequentava un ragazzo non le avrebbero permesso di incontrarlo. Ma a lei andava bene così, a lei bastava che lui la guardasse dolcemente, le sorridesse, la portasse a volte dietro l’albero per lasciarle un bacio… per lei tutto questo era un sogno.
Corinne in quel periodo era particolarmente contenta perché quei soldi le avevano sistemato tutto, si sentiva più libera. Tra lei e Axl le cose andavano alla grande, i due passavano le giornate per i locali a bere e ridere,  la notte ovviamente a casa della ragazza a “divertirsi” a modo loro. Steven frequentava la sua compagna di scopate, Adriana, che stava diventando qualcosa di più per lui. Tutti si erano stupiti nel vedere la stessa ragazza nel letto del biondino per due giorni.


"Jen... sei bellissima oggi…” sussurrò il moro spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio della ragazza che arrossì violentemente.
Alzando lo sguardo incontrò gli occhi scuri di lui, perdendosi, li aveva visti così tante volte che li sapeva a memoria ma ogni volta le sembravo diversi così passava il tempo ad osservarne ogni particolare. Jeff si avvicinò lentamente alle labbra di lei, sfiorandole leggermente ma lei si alzò in punta di piedi per unirle alle sue.
Duff stava vagando per il cortile alla ricerca di Jennifer per dirle che avrebbe preso l’autobus quel pomeriggio e poteva accompagnarla fino a casa.
“Steven!” esclamò appoggiando una mano sulla spalla dell’amico per prendere fiato
“Ti prego dimmi che hai visto Jen! Non la trovo da nessuna parte!!”
“Cazzo man stavo per rimorchiare quella bella tipetta! Uff… non l’ho vista la tua principessina, e ora lasciami in pace!” sbuffò lui
“Gentile come sempre!”
Detto questo il biondo corse via ma poco dopo si fermò, riconobbe la figura di Jennifer dietro un albero ma mentre si avvicinava… notò che non era sola. Delle mani erano poggiate sui suoi fianchi, facendo scorrere lo sguardo si rese conto che Izzy era davanti a lei e… la stava baciando. Era senza parole… perché? Le era sempre sembrata così timida e fragile che non aveva mai provato a dirle che era cotto di lei e che desiderava giorno e notte di poter baciare quelle labbra rosee. E ora? Ora lei stava baciando un altro, ed era uno dei suoi migliori amici. I suoi occhi si riempirono di lacrime che scacciò via con una smorfia. Jennifer come sempre notò degli occhi su di lei così girò lo sguardo incontrando occhi metallici del biondo. Duff appena la vide strinse i pugni per poi allontanarsi con passi pesanti e pieni di rabbia. Pochi metri dopo una sottile mano gli avvolse il polso, il ragazzo si fermò senza girarsi, tanto sapeva chi era. Deglutì rumorosamente scacciando la mano della ragazza dal suo polso.
“Che cazzo vuoi?” sussurrò stringendo i denti
“Duff… mi dispiace io non volevo fartelo sapere così… è che…”
“Cosa!?” il ragazzo si girò di scatto aprendo le braccia “Cosa vuoi dirmi?! Tanto è colpa mia! Sono io lo stupido che fa di tutto per te, tutto gentile, cerco di fare con calma e non pretendere troppo! Invece tu che fai!? Baci un mio amico senza dirmi niente!! Sono proprio un coglione… gli altri avevano ragione…”
La ragazza si sentì malissimo, non voleva arrivare a questo. Lei non voleva far star male nessuno, tanto meno uno dei suoi migliori amici. Le lacrime le inumidirono gli occhi, mentre Duff davanti a lei dopo aver sputato a terra rabbiosamente si era allontanato. Pochi secondi dopo la mano di Izzy si poggiò sulla sua spalla, lei si girò incontrando il petto di lui dove iniziò a piangere.
“I-Izzy io non vo-volevo che si arrabbiasse… io gli voglio bene…”
“Shh Jen tranquilla, immaginati al suo posto, ora è incazzato. Vedrai che tra un paio di giorni gli passerà” la rassicurò lui accarezzandole i capelli castani
“Lo spero…” sussurrò lei asciugandosi una lacrima con la manica della felpa.

“Un’altra vodka…”
“Ma… è la quarta, non le farà bene!” rispose la barista
“Non me ne frega un cazzo!” esclamò lui battendo un pugno sul bancone “Mi porti quel cazzo di bicchiere!!”
Una mano si appoggiò sulla fredda spalla di lui facendolo girare.
“Ehi man, cazzo ti succede?”
Il riccio si sedette accanto a lui chiedendo un bicchiere di Jack.
“Un cazzo succede, voglio solo bere!”
“Raccontala a qualcun altro non al tuo migliore amico, coglione!”
Duff dopo un po’ di resistenza svuotò il sacco, raccontandogli tutto. Slash sapeva bene che lui era cotto della canadese ma… che lei si baciasse con Izzy era nuova. Povero biondo, lui quando si affezionava a una ragazza c’era sempre un problema che lo portava a una specie di depressione.
“So che non è la soluzione, ma per stasera ti porto una bella pollastrella! Divertirti ti farà bene!” esclamò lui scattando in piedi e tornando poco dopo con un’amica di Julie, nonché biondona tutte tette. 

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Capitolo 22
*** Letter ***


Corinne stava rientrando a casa, prese dalla cassetta della posta il contenuto continuando a percorrere le scale. Era una lettera con mittente dalla Francia, la ragazza aprì velocemente la busta, leggermente preoccupata, e iniziò a leggere continuando a fare le scale.

Cara Corinne,
In questi giorni ti sarai di sicuro chiesta chi ti ha messo nel conto tutti quei soldi, all’inizio mi ero promesso di non fartelo sapere ma… ho capito che hai il diritto di saperlo, e anche di venire a conoscenza di tutto quello che ti ho nascosto.


“Ragazzina faccia attenzione!” sbuffò una donna sulla cinquantina scuotendo la testa e continuando il suo percorso giù per le scale
“Mi scusi Miss. Mannie!” esclamò Corinne con voce falsa, accorgendosi che era arrivata. Aprì la porta di casa buttandosi subito dopo sul divano per continuare la lettura di quell’ambigua lettera.

Inizio dicendoti che di sicuro tutto ciò che ti hanno raccontato in quel posto triste e pieno di stupide donne vestite come pinguini sono cose assurde, e assolutamente errate. L’unico motivo per il quale ho messo piede in quel posto è perchè mi hanno chiamato. Devi sapere che sanno tutto su di te, il tuo indirizzo e la scuola che frequenti, e mi hanno riferito tutto. La verità è quella che ti sto per dire, devi credermi.
 
La ragazza respirò affannosamente, chiudendo per qualche secondo gli occhi. Di chi era quella lettera? Cosa cavolo stava dicendo?

I tuoi genitori erano due persone normali, avevano un lavoro modesto che li permetteva una casa e tutti gli sfizi che volevano. Il problema arrivò quando tua madre morì in un incidente stradale, tuo padre non riuscì ad affrontare la cosa entrando in depressione. Purtroppo lo vennero a sapere e non potevano lasciare una bambina di 2 anni in mano a un uomo depresso, o almeno non a uno che affrontava la realtà dietro alle bottiglie di alcolici. Così ti presero, portandoti dalle suore, lontano dalla tua famiglia. Eri l’unica cosa che gli era rimasta, quando gli tolsero anche quello gli tolsero la voglia di vivere. Gli anni passarono e lui affrontava tutto sempre bevendo, solo due anni fa si è reso conto che se ti rivoleva indietro, doveva rimediare all’errore che aveva fatto, così passò del tempo in una clinica ripulendosi del tutto. Da allora non tocca alcolico con mano e non vede l’ora di recuperare il tempo perso con te, non ti ha mai più vista, ha solo delle foto di quando avevi 10 anni che gli hanno dato le suore. Dice che sei proprio bella, uguale a tua madre. I soldi te li ha messi nel conto lui, semplicemente perché vuole iniziare dandoti un piccolo aiuto in modo che tu sia più tranquilla e ti goda la vita, senza problemi. Spero con tutto il cuore che tu creda a quello che ti ho appena detto, e che tu un giorni lo perdoni.

Ah, c’è una cosa che non ti ho ancora detto, quell’uomo sono io.
                                                                                                                                                                     Con affetto, tuo padre.


La ragazza finì la lettera con gli occhi colmi di lacrime, lacrime che trattenne stringendo i denti. Chiuse la mano in un pugno, rendendo la lettera solo una palla di carta che lanciò il più lontano possibile da lei. Buttò la testa tra le mani, tirandosi leggermente i capelli e non riuscendo più a trattenere le lacrime la fece scendere lente, mentre deglutiva rumorosamente. Chi era quello!? Non poteva essere suo padre… diceva cazzate, quelle cose non potevano essere vere. Lei non aveva nessuno ormai, era solo un fottuto scherzo! Cercava inutilmente di convincersi, per riuscire a calmarsi, ma le lacrime non smettevano di scendere e il cuore le batteva a mille. Era troppo, troppo in così poco tempo. La sua mente non riusciva a elaborare un passato del genere. Lei era la Corinne con la madre puttana che tradisce il marito con suo padre, che non ha il coraggio di vedere la sua creatura e la porta in un fottuto orfanotrofio. Pensare a tutto questo la fece stare malissimo, si accasciò sul divano lasciando che i lunghi capelli le ricadessero sul viso, oscurandole lo sguardo. Restò lì, con gli occhi chiusi a pensare, per tempo indefinito. Potevano essere minuti, ore… a lei parvero giorni. L’unico motivo per cui si alzò fu il suono del campanello. Suonò un paio di volte ma lei lo ignorò, poi la terza volta decise di alzarsi. Era stanca, a pezzi, si teneva a malapena in piedi. Camminò lentamente verso la porta e con mano impotente abbassò la maniglia, trovandosi davanti Axl.
“Corinne!? Cosa ti succede!?” esclamò lui.
Il rosso si trovò davanti la sua ragazza in condizioni pietose, lo sguardo basso con i capelli in disordine che le coprivano il viso, la maglietta le cadeva sotto la spalla scoprendola, era tutta moscia e distrutta. Era spiazzato,  ma dopo essersi ripreso si avvicinò velocemente a lei, prendendole il viso e alzandolo… gli occhi erano gonfi e rossi, le guance erano bagnate dalle lacrime e le ciocche dai riflessi rossi le ricadevano sopra il viso. Il ragazzo sentì una fitta al cuore vedendola così, avvolse le braccia intorno a lei baciandole la testa.
“Oddio Corinne mi vuoi dire che succede!? Perché hai pianto?!”
La ragazza si limitò a farsi abbracciare, senza muovere muscolo e cadendo a peso morto su sul suo petto.
Il ragazzo capì che voglia di parlare lei ne aveva proprio poca, la prese sotto braccio portandola in camera e facendola sdraiare dolcemente sul letto. La ragazza si girò dall’altro lato rannicchiandosi e dando le spalle al ragazzo. Lui, sbuffando, si sdraiò accanto a lei avvolgendo la sua vita con le braccia e lasciandole un leggero bacio sulla spalla nuda.

Le luci del mattino filtrarono dalla finestra, Axl strizzò gli occhi per poi aprirli lentamente. Corinne accanto a lui non si era mossa, appoggiò il mento sul palmo della mano per osservarla. Iniziò a pensare alla sera prima, cosa sarebbe potuto succedere? Lei non piangeva mai, era difficile che facesse vedere attraverso le lacrime il suo dolore. L’unica volta che aveva versato una lacrima era stato quando aveva raccontato il suo passato… forse anche quella volta il motivo era quello. Venne colto da un momento di tenerezza, sorridendo dolce le accarezzò la guancia con il dorso della mano, lei tremò leggermente aprendo subito dopo gli occhi. Axl le sorrise, mentre lei sospirò sistemandosi a sedere con l’aiuto delle braccia. Il ragazzo le prese la mano, mentre lei abbassò lo sguardo timida.
“Hey, stai meglio? Me lo vuoi dire o no che succede?”
Lei mugugnò, alzò lo sguardo incontrando gli occhi verdi e dolci del ragazzo. Si alzò in piedi per poi sparire dietro la porta, tornò poco dopo con una palla di carta in mano. Si sedette di nuovo sul letto a gambe incrociate porgendola ad Axl, lui stupito la prese, aprendola. La lesse velocemente staccando a volte lo sguardo per vedere la ragazza intenta ad asciugarsi gli occhi con la manica della maglietta. Quando finì di leggere era senza parole, era l’ultima cosa che poteva immaginare. Era una storia troppo strana, diversa da quella che conoscevano loro e maledettamente triste. Immaginò per un attimo come si sarebbe sentito se quella lettera fosse stata indirizzata a lui, e capì cos’era successo alla ragazza. Con gli occhi lucidi si avvicinò a lei per abbracciarla, mentre la rossa si buttò nel suo petto e iniziò a piangere, per l’ennesima volta.
“Shhh Corinne non piangere, calmati…” la rassicurò lui accarezzandole la schiena
Lei alzò il viso e lui le asciugò le lacrime con i pollici, cercando di sorridere.
“Axl… io… non so cosa fare…” sussurrò lei mentre cercava di calmarsi, come le aveva detto il suo ragazzo
“Lo so piccola, troveremo un modo ma ora promettimi che non piangerai più, ok?”
“Va bene…”
“Ora sorridi, che sei così bella quando lo fai…”
La ragazza sorrise, per la frase del ragazzo, lasciandogli un leggero bacio sulle labbra. 


Capitolo triste D: cazzo T_T
Ok torniaaamo normali... ho iniziato una nuova storia! (#NonVeNeFregaNiente) e mi farebbe tanto tanto tanto piacere se deste un'occhiata al primo capitolo e se lasciaste una piccola recensione *3* Vi avviso che il personaggio principale è la sorella di Slash, nel caso voleste dare un'occhiata... eccolo: ---> 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1582760&i=1  

Tipo che la storia ha 50 recensione asdgfhjk *w* VI AMO! 

Ok basta, vi ho già rotto abbastanza... a presto! :3

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Capitolo 23
*** Girls Girls Girls ***



Era passata un’altra settimana, Duff evitava di continuo Jen e Izzy, era perennemente triste e irascibile quindi Slash toccava sempre tirarlo su di morale e mostrargli di continuo amiche di Julie tutte tette che lui  puntualmente rifiutava. Axl e Corinne avevano deciso di lasciare quella storia della lettera da parte, per vivere tranquilli, cercando di convincersi che era tutta una cazzata ma entrambi sapevano che non era vero e la ragazza aveva una voglia irrefrenabile di scoprire la verità. Grazie al suo ragazzo la rossa ormai era tornata come sempre, sorridente e stronza, la lettera era solo un lontano ricordo.

La giornata scolastica era appena finita e i ragazzi avevano il Weekend davanti… Izzy stava riaccompagnando Jennifer a casa quando una voce familiare li fece girare. Duff stava correndo verso di loro tenendo lo zaino su una spalla con una mano per non rischiare di farlo cascare.
“Ragazzi aspettate!” appoggiò le mani sulle ginocchia per prendere fiato “Lo so, è una settimana che non vi parlo perché sono incazzato con voi, soprattutto con una certa ragazza…”
Il biondo cercò di avere una voce più triste possibile anche se in verità non lo era più di tanto, riservando un occhiata malvagia a Jen che si rattristò subito.
“Ma… ho capito che non è colpa vostra, vi piacete e tutto… è giusto che stiate insieme e io devo esserne felice!”
Jennifer si aprì in un enorme sorriso seguita da Izzy, ma Duff tornò serio.
“Questo non vuol dire che ti abbia perdonato, perché dovevi dirmelo prima brutta stronzetta!” esclamò lui tirandole una leggera pacca sulla spalla
Lei rise per poi saltargli al collo (si saltargli, era la metà di lui) e abbracciarlo forte.
“Oh Duff scusa ancora! Cavolo sono felicissima che tu non sia più arrabbiato!”
Lui si addolcì subito, ma ricordandosi del piano la fece riappoggiare a terra, tornando serio per l’ennesima volta.
“Chi ti ha detto che non sono arrabbiato, eh?!”
“Io! Smettila di fare la finta Mckagan!” rise Izzy
“Ruba ragazze di sto cazzo!” rispose il biondo “Va beh, vuol dire che mi troverò  una bella gnocca tettona da farti invidia caro Stradlin!”
“Ehi!!!” esclamò lei risentita incrociando le braccia
“Ahahah scusa Jen, mi dimenticavo che sei qua!” si scusò lui portandosi una mano dietro ai capelli.
Risero tutti assieme, finalmente era tutto risolto.

Dopo aver lasciato un lungo bacio ad Izzy la ragazza si avviò verso l’entrata della villa, bussò e la governante venne ad aprire. Lasciò lo zaino sul divano per poi andare in sala da pranzo, dove gli zii la aspettavano per mangiare appunto, il pranzo.
“Buongiorno zia, buongiorno zio!”
“Benvenuta Jennifer, siediti che io e Iris dobbiamo darti una bella notizia!” esclamò lo zio
La ragazza si sedette timorosa, aspettando con ansia che i due parlassero.
“Tuo padre ha una pausa dal lavoro di 3 giorni e verrà qua da noi! Non sei felice di rivederlo!?”
A sentire nominare suo padre la ragazza sentì una fitta, cavolo non lo vedeva da un bel po’ di tempo… e le mancava tantissimo. Il problema è che se c’era lui doveva fare ancora più attenzione riguardo a Izzy e i suoi nuovi amici, se l’avesse scoperto sarebbero stati guai. Madonna, si sentiva davvero una stronza e falsa nel mentire a suo padre. La solita bambinetta!
“Jennifer!?”
La voce di sua zia la riportò alla realtà.
“E-ecco… mi fa piacere! Finalmente lo rivedo!” esclamò lei cercando di sorridere e addentando il pranzo.

Corinne distribuiva birre qua e là, aveva ricominciato il lavoro al locale, anche se i soldi che aveva nel conto la aiutavano non le sarebbero bastati tutta la vita.
Stava portando quattro Jack Daniel’s a un gruppo di ragazzi vestiti come dei clown, o così li definiva lei, dei rocker Glam. Arrivò al loro tavolo, notando che tutti gli occhi erano puntati su di lei, cercò di non alzare lo sguardo e ignorandoli si allontanò.
“Hey honey, perché non ci fai un po’ di compagnia!?”
Corinne si fermò, sbuffando, se l’aspettava una battuta del genere.
“Devo lavorare, e giusto perché se no mi licenziano non ti rispondo male” rispose lei acidamente senza nemmeno girarsi. Una mano le avvolse il polso e con un colpo secco la fece girare. Gli occhi scuri della ragazza incontrarono un paio di occhietti furbi verdi e un sorrisetto malizioso. Il ragazzo aveva il viso truccato e dei capelli neri cotonati fin troppo.
“Lasciami, pezzo di stronzo!” rispose lei cercando di allentare la sua presa
“Uh, mi piacciono le ragazze scontrose!” esclamò lui avvicinando le loro labbra.
Le unì a quelle della ragazza in un attimo passandole una mano dietro la testa per impedirle di staccarsi.
“SIXX!!”
Una voce distolse l’attenzione del ragazzo, facendolo girare verso di essa e lasciando tempo alla ragazza per tirargli una bella ginocchiata nelle parti basse, che lo fece abbassare a terra dolorante.
“Cazzo! Le donne fanno la fila per me e tu mi rifiuti…. Te ne pentirai un giorno quando leggerai su Rolling Stone il MIO nome!”
“Stai zitto, coglione!” sbuffò lei tirandoli un altro calcio “Sei solo un fottuto morto di figa!”
“Ehii modera le parole rossa, come ti ho già detto le donne mi amano!” sbuffò lui alzandosi da terra e togliendosi con fare ironico la “polvere” dalla giacca.
“SIXX!”
La stessa voce di prima, ma ora era molto più vicina.
“Cazzo quante volte ti ho detto di stare buono!? Ti rendi conto che se è minorenne finisci nei guai coglione che non sei altro!?”
“Zio?! Che cavolo ci fai tu qua!?”
La ragazza osservava l’uomo sulla cinquantina che era appena arrivato, era alto e magro con due occhi neri e la pelle chiara.
“Mi perdoni signorina, io mi chiamo David Richards, non che zio di Nikki” si scusò lui indicando il ragazzo che l'aveva appena baciata e che sorrideva come un coglione.



Premetto che il titolo non c'entra niente ma... boh in questo mese sono in fissa con i Motley Crue allora ho messo una loro canzone come titolo e li ho anche messi nella storia! Spero che voi li conosciate, anzi ne sono sicura, ma comunque nel caso qualcuno non sapesse chi sono.... beh sono una band glam rock anni 80 (Nikki Sixx è il bassista, Tommy Lee il batterista, Vince Neil il cantante e Mick Mars il chitarrista)
Un altra premessa: non so come si chiama nè il padre di Tommy nè il manager dei Motley, ho inventato tutto a scopo di far tornare la storia. 
Detto ciò.... spero vi sia piaciuto il capitolo, alla prossima! :3

P.s. Vi ricordo la mia nuova storia "Sweet Curly Sister", mi farebbe TANTISSIMO piacere se andaste a dare un'occhiata ;)



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Capitolo 24
*** Parents=Problems ***


*L'ultima parte del capitolo prima (Girls Girls Girls) l'ho modificata, quindi chi l'ha letta appena l'ho pubblicata conviene che torni a rileggere perchè se no non torna il resto ^^'' scusate per il disagio e buona lettura :D*


Il campanello della villa suonò, la ragazza corse fino al portone, aprendolo.
“Papà!!!” urlò buttando le braccia al collo dell’uomo che si trovava davanti
“Jennifer! Oh piccola mia quanto mi sei mancata…” sussurrò lui accarezzandole i capelli
Lei gli schioccò un bacio sulla guancia staccandosi subito dopo. L’uomo entrò nella casa salutando sua sorella e suo marito.
“Oh benvenuto Richard, accomodati pure! Christine porta tre caffè per piacere!” esclamò zia Iris sedendosi sul divano accanto al marito, mentre Jen e il padre stavano in quello davanti. La ragazza appoggiò la testa sul petto di Richard, mentre lui continuava ad accarezzarle le ciocche castane.
Passò un'oretta nella quale i quattro parlarono a lungo, soprattutto Richard che raccontò tutto del suo lavoro, di come si era trovato, e del perché era lì.
************

Jennifer era sul suo letto e piangeva come una bambina mentre pensava a ciò che aveva detto poco prima il padre.

Jen dopo i tre giorni che passeremo insieme finalmente avrò finito il lavoro e potremo tornare in Canada, la nostra vita tornerà normale e potrai dormire di nuovo nella tua stanza? Non sei felice?”

I singhiozzi riempirono la stanza, finalmente aveva dei veri amici a cui teneva davvero e suo padre cosa faceva? La portava via! E poi… c’era Izzy, non poteva andarsene ora che finalmente avevano trovato un po’ di pace e tranquillità. Non poteva lasciare tutti loro perché suo padre la strattonava da una parte all’altra del mondo per colpa di un fottuto lavoro. Cazzo, era più importante avere qualche quattrino in più di far star bene sua figlia?
**************

“Cosa cazzo vuol dire che te ne vai in Canada!?” esclamò Izzy preoccupato
“… proprio quello che hai sentito Izzy, non sai quanto mi dispiace…” sussurrò lei con tono triste
“Ma perché!? Cazzo… piccola scusami, vieni qua non è colpa tua!”
Izzy aprì le braccia avvolgendo la ragazza che si rannicchiò nel suo petto riempendosi dell’odore del ragazzo, amava quell’odore misto leggermente a quello del tabacco.
“I-Izzy io non voglio andare…. Io ti amo…”
“Lo so piccola… nemmeno io voglio che tu te ne vada… dai, abbiamo queste ultime due settimane insieme, godiamocele al meglio!”
Il ragazzo cercò di sorridere anche se gli era difficile, prendendo il viso della ragazza tra le mani vide che i suoi occhi erano velati di lacrime.
“Eh no, non provare a piangere!” esclamò offeso facendola sorridere
Si avvicinò al viso della ragazza per unire le loro labbra in un bacio dolce e senza pretese.
****************

Izzy era seduto ad un tavolo del Rainbow, solo, o meglio in compagnia di bottiglie di whiskey. Duff e Slash erano appena entrati, e notando il loro amico lì solo a bere si avvicinarono.
“Izzy che ti succede!? Non mi è nuova che tu beva perché ci sono problemi e capisco quando lo facevi perché non stavi con Jennifer… ma ora?” chiese Duff, con una punta di amarezza
“Succede che c’è sempre qualcosa che fa andare tutto storto cazzo! Fanculo!”
“Calmati… e dicci che succede!” sbuffò Slash sedendosi e ordinando da bere anche per lui e il biondo
“Jennifer se ne va in Canada tra 2 settimane, per sempre…” sussurrò con tono triste e arrabbiato allo stesso tempo
I due amici si guardarono scioccati, insomma anche loro ci tenevano alla ragazza –Duff soprattutto- , ormai era loro amica! E poi quando c’era lei Izzy stava bene, così sarebbe tornato il solito depresso.
“O cazzo, ma perché?!”
“Non lo so! Lei sta dagli zii perché suo padre sta lavorando, quando finirà, cioè per le vacanze di natale, se ne tornano in Canada!” disse lui incazzato tirando un pugno sul tavolo
“Man, mi dispiace! Ma non ci si può fare niente… divertiamoci queste ultime due settimane dai, vi vedrete in un modo nell’altro!” lo rassicurò Slash appoggiando una mano sulla spalla del moro e sorridendo forzato
“Vederci!? Scherzi!? Suo padre non le permetterebbe di incontrare uno come me! È già tanto se riusciamo a stare insieme…”
Duff durante tutto il tempo era stato con lo sguardo basso, se sarebbe tornata in Canada non l’avrebbero vista più.
A un certo punto si alzò di scatto, lasciando gli altri due spiazzati.
“Dove vai Mckagan!?”
“Vado a pensare a come organizzare una bella festa a sorpresa per Jen… se la merita!” rispose lui facendo sorridere gli altri due
“Idea magnifica! Grazie mille Duff, per tutto…” rispose Izzy alzandosi in piedi
“Di niente man!” ammiccò lui poco prima di uscire dal locale.


Eccomi, con un capitolo corto e spezzettato in una marea di mini-scenette... perdonatemi, non sono riuscita a fare di meglio D: Il prossimo sarà incentrato su Slash e Julie e poi... finalmente un po' di capitoletti allegri dopo questa depressione! (credo che la storia finirà tra circa 5-6 capitoli se i miei conti sono giusti ^^'')
Detto ciò... grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono, alla prossima! :3

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Capitolo 25
*** Do you wanna be my girl? ***



I tre giorni erano passati, il padre di Jennifer era tornato al lavoro e lei cercava di non pensare cosa sarebbe successo giorni dopo, godendosi ogni momento insieme agli amici.
Quando Corinne aveva scoperto che Jen doveva andarsene c’era rimasta malissimo, era così diversa da lei ma… avevano un rapporto d’amicizia molto stretto, riuscivano a stare bene e trovare di cosa parlare anche se di cose in comune ne avevano pochissime, anzi: non ne avevano proprio.

Julie, sdraiata accanto a Slash, giocava con i suoi ricci mentre lui le sorrideva dolce.
“Io vado a farmi un bagno caldo!” sbottò ad un tratto il riccio alzandosi in piedi
Lei mugugnò contrariata alzandosi a sedere e accarezzandosi le punte dei capelli neri.
“Beh, se vuoi puoi farmi compagnia…”
“Se proprio ci tieni…” rispose Julie appoggiando la fronte contro quella del riccio.
Lui tenendola per i fianchi la portò fin davanti alla vasca, dove lei posò i piedi a terra. Il riccio aprì l’acqua calda e si tolse i boxer, unico indumento che aveva addosso, mentre lei si toglieva l’intimo e la maglietta. Quando la vasca fu piena, il riccio si sedette appoggiando la testa sul bordo, le braccia sul contorno vasca e facendo sistemare la ragazza su di lui, con la testa sul suo petto. Dopo essere stati un po’ sdraiati a godersi l’acqua calda la ragazza si girò facendo incontrare i loro bacini, il ragazzo sussultò, sorridendo subito dopo quando la ragazza si avvicinò alle sue labbra, baciandole con passione. Lui portò una mano al suo seno, accarezzandola. Lei per risposta gli morse il labbro provocandogli una smorfia.
“Certo che il tuo amichetto non ne vuole sapere di stare buono eh…” rise lei
“Beh honey, colpa tua! Avere una come te sopra, nudi in una vasca non credo sia molto… sano per il mio amichetto…” sussurrò lui con voce spezzata dal desiderio, che fece impazzire la mora
“Accontentiamolo allora, no?!” sorrise lei maliziosa abbassandosi.

La ragazza era sdraiata sul divano mentre leggeva un libro in pace, il solito rompipalle le saltò sopra spaventandola e distraendola dalla lettura.
“Uff, stai stare buono due secondi!?”
“No!” ripose Slash con una bella faccia da coglione
“Cosa vuoi!?” sbuffò Julie appoggiando il libro sul tavolino
“Devo chiederti una cosa importante!”
“Tu!? Chiedere una cosa importante!? Ahahahha” rise lei alzandosi a sedere davanti al ragazzo
“Dai ti prego, è una cosa a cui tengo… solo che con le parole non sono bravo, insomma mi conosci!”                     
“Dai così mi incuriosisci!” sbottò la mora incrociando le gambe e guardandolo curiosa
“Ecco… non è da molto tempo che ci frequentiamo ma, io con te sto bene. Insomma, non solo fisicamente ma anche… sentimentalmente ecco! Scusa, proprio non so come dirtelo senza essere ridicolo!” disse lui arrossendo leggermente e portandosi una mano dietro la testa continuò “Ok vado al dritto: vuoi essere la mia ragazza!?”
Julie spalancò di colpo gli occhi, si aspettava qualche cosa sdolcinata al massimo massimo ma… quello proprio no. Saul notò che lei ci era rimasta piuttosto spiazzata così continuò a parlare spiegandole la situazione.
“Senti… so cosa pensi e ti capisco. Insomma sono un fottuto rocker alcolista e irresponsabile, sono cretino e insensibile… ma io a te ci tengo veramente e vorrei qualcosa di più serio per una volta, insomma voglio imparare a prendermi cura di qualcuno senza mandare tutto all’aria!”
La ragazza vide nei suoi occhi uno Slash diverso, era sincero e serio, non il solito coglione di sempre. E tutto ciò la rese felicissima, anche lei stava bene con lui.
Lo tirò per la maglietta facendo incontrare le loro labbra in un bacio dolce, forse l’unico bacio dolce che si erano mai dati, gli altri erano sempre pieni di passione ma questo era senza pretese.

*******************
Corinne stava portando birre qua e là per il locale, come ogni sera, quando lo sguardò si posò su un tavolo in particolare. Axl la stava chiamando, ma fin lì niente di strano, lui e gli altri andavano spesso a bere al Rainbow, il problema era un altro.
“Ciao Axl! Che ci fanno loro qua?!” chiese la rossa guardando disgustata i ragazzi in compagnia del rosso, tranne Slash ovviamente.
“Corinne sono dei nostri amici, perché? Li conosci per caso!?” chiese Saul
“Sì, un certo capellone coglione!” puntualizzò lei guardando male uno di loro
“Nikki Sixx!? Come fate a conoscervi?!”
“Honey è un piacere rivederti!” ammiccò lui
“Hey Hey Hey, Honey lo dici a tutte le troie che vuoi ma non alla mia ragazza!” esclamò Axl
Nikki sputò il Jack Daniel’s che aveva in bocca “E’ LA TUA RAGAZZA!?!?”
“Si sono la sua ragazza, e per il tuo bene non dico niente!”
“No aspettate, che cazzo c’è tra voi?!” chiese il rosso spostando lo sguardo da uno all’altro
“Nulla amore, tranquillo!” sorrise lei, calmandolo
“Aspetta, ora che ci penso non so nemmeno il tuo nome! Come ti chiami?” chiese Nikki sorseggiando il Jack e ringraziandola con lo sguardo per non aver detto niente
“Corinne, Corinne Brunet”
Gli occhi del moro si spalancarono, si alzò in piedi di scatto e dopo aver bofonchiato un “Scusate devo scappare!” se ne andò via di corsa, lasciando tutti senza parole.


Eccomi! Scusate il ritardo ma l'influenza non mi lascia un momento in pace D: Spero vi sia piaciuto il capitolo, alla prossima! :3

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Capitolo 26
*** Surprise! ***



Jennifer, stasera alle 19 ti aspetto davanti a casa mia. Mi raccomando, ci tengo molto.
                                                                                                                            Izzy”      
      

La ragazza posò il biglietto sul tavolo con un enorme sorriso in volto.Era un tipo molto curioso e per questo iniziò subito a vagare con la fantasia, chi sa cosa aveva organizzato Izzy! La prima cosa che fece era aprire l’enorme armadio e decidere cosa mettersi, passò un’ora a provarsi vestiti e scarpe ma alla fine scelse un vestitino azzurro senza maniche che ricadeva dolcemente sulle ginocchia, delle ballerine nere e un maglioncino nero aperto. Si truccò leggermente con del mascara e un lucidalabbra, prese il cappotto e uscì dalla stanza. Presa dall’entusiasmo si era dimenticata una cosa molto importante: i suoi zii non l’avrebbero mai fatta uscire di casa a quell’ora per poi vederla rientrare di notte fonda. Per fortuna non controllavano mai la stanza della ragazza così se non fosse stata presente non se ne sarebbero accorti. Con passi leggeri e cercando di non far rumore la ragazza scese le scale, grazie a dio gli zii non erano nel salone! Piano piano arrivò fin davanti alla porta, tirò un sospiro di sollievo appoggiando la mano sulla maniglia.
“Jennifer!”
La ragazza si pietrificò e il suo cuore iniziò a battere fortissimo dallo spavento.
“Z-zia!?” si girò lentamente incontrando lo sguardo di Iris
“Dove stai andando?”
“Ecco… una mia amica fa un pigiama party e mi ha invitato, dormirò da lei!”
La donna la scrutò un po’ con occhi sospetti mentre la ragazza pregava non la facesse rientrare.
“Uhm… ok, ti farà bene stare un po’ con le tue amiche.  Però è tardi, dì a Jack di accompagnarti!”
“Certo zia, certo!” esclamò lei felicissima uscendo veloce di casa.

“è questa la casa Jack, grazie per avermi accompagnato!”
“Di niente signorina, spero si diverti con le sue amiche!” rispose l’autista di famiglia sorridendo in modo finto
La ragazza scese avvicinandosi a Izzy con passi timorosi e toccandosi i capelli nervosamente.
“Oh ciao Jennifer, non hai idea di quanto mi faccia piacere tu sia qui!” esclamò lui lasciandole un leggero bacio sulle labbra.
“Ho dovuto convincere mia zia che ci sarebbe stato un pigiama party a casa di una mia amica!”
“Beh questo vuol dire che ti tocca stare con me fino a domattina…” sussurrò Izzy posandole un leggero bacio sul collo e accarezzandole i morbidi capelli
La ragazza arrossì di colpo e lui lo notò così si staccò ridendo e prendendola per mano.
Il moro la portò fin davanti a una porta accanto a casa sua.
“Izzy dove mi porti?!”
“Shhh, chiudi gli occhi!”
La ragazza eseguì mentre il cuore le batteva forte. Il moro la condusse fino a una porta che aprì lentamente.
“Ora li puoi aprire…” le sussurrò nell’orecchio abbracciandola da dietro
Lei, aprendoli, si ritrovò immersa nel buio così accese la luce.
“SORPRESA!!!!”
La ragazza si trovò davanti tutte le persone a lei più care che le sorridevano, ci rimase spiazzata. Cavolo, tutti loro lì per lei? Stentava a crederci, gli occhi le si inumidirono per la felicità e Izzy lo notò.
“Hey piccola, contenta?!”
“Scherzi!?!? É…è fantastico! Dio, t-tutto questo per me?!” chiese lei portandosi una mano alla bocca
“Sì, ma non devi certo ringraziare me, tutto merito del biondone!” rise Jeff ammiccando a Duff
Jennifer corse verso il biondo lanciandosi su di lui per abbracciarlo.
“Grazie Duff!! Sei fantastico!!” esclamò lei stritolandolo
“Oh oh calmati che mi ammazzi! Ahaha di nulla te lo meriti!” rispose poi lui dopo che lei si staccò e asciugandole un piccola lacrima
“Ragazzi… davvero siete fantastici, vi voglio bene!”
“Hahaha vieni qua, piccolina!” rise Corinne abbracciandola forte

I ragazzi erano seduti sui divani a bere e ridere come cretini, si stavano divertendo tantissimo.
“Hey Jen, è la tua festa su bevila una birra!”
“Non so… insomma non l’ho mai provata…”
“Dai! Che ti farà mai!” esclamò Slash porgendogliela
Lei la osservò un po’, rigirandola tra le mani. Dopo averci pensato un po’ su se la scolò di un colpo, appoggiandola a terra. Ne seguirono le peggio smorfie.
“Bleah, ma fa schifo!”
“Eh?! Come puoi dire che LA BIRRA faccia schifo!?” esclamò Axl guardandola male
“Ahahah prova un po’ di Whiskey dolcezza, vediamo un po’ che ne pensi!”
Steve le porse il liquido ambrato che la ragazza osservò curiosa, e come prima aveva fatto con la birra, se lo scolò d’un fiato. Non ne seguirono smorfie, ma una corsa al bagno dove sputò il possibile nel lavandino schifata. Quando tornò tutti ridevano, e si sentì offesa. Incrociò le braccia contrariata ma poi pensò di dargli una bella lezione così andò da Duff prendendogli la Vodka di mano e scolandosene un bel po’, cercò di non storcere il viso o far vedere quanto le faceva schifo. I ragazzi la guardavano stupefatti mentre lei si sforzava in un sorriso tirato.

“è stata una festa fantastica ma ora dobbiamo andare, a domani!”
“A domani!” rispose Jen a Slash, Steve, Duff, Axl e Corinne i quali erano in fila fuori dalla porta
Corinne si sporse per sussurrare qualcosa nell’orecchio di Jennifer che arrossì violentemente. Tra le risate, la rossa chiuse la porta, lasciando Jeff e la ragazza soli.


Eccomi qua! Doveva essere un bel capitolo, ma a me non convince per nulla :/ Sono sicura che il prossimo vi piacerà di più ;) (IzzyJenIzzyJenIzzyJen)
Basta la smetto di rompervi le sante scatole, grazie a chi recensirà e... alla prossima! :D

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Capitolo 27
*** Goodnight ***



Essere loro due lì, soli, di notte, tutti e due mezzi ubriachi e con una voglia pazzesca l’uno dell’altro stava facendo impazzire entrambi. Purtroppo ognuno aveva qualcosa che lo bloccava: Izzy temeva che la ragazza non volesse o che non fosse ancora pronta mentre lei aveva paura, non sapeva niente e non si sentiva all’altezza del ragazzo.
Jeff si avvicinò semplicemente a Jennifer abbracciandola da dietro e posandole un leggero bacio sulla spalla nuda, spostandole la spallina del vestito. Lei sussultò, capendo le intenzioni di lui.
“Izzy scusa un secondo… d-devo andare in bagno…” sussurrò scivolando dalle mani di lui e rifugiandosi in bagno, si appoggiò al lavandino respirando affannosamente e aprì l’acqua per sciacquarsi il viso.
Il ragazzo ci rimase piuttosto male, così prese il cappotto e se lo mise, aspettando la ragazza per portarla a casa sua e dormire, solo dormire.

“Se vuoi puoi dormire nella camera di Axl… lui è da Corinne stanotte…” sussurrò triste e sarcastico Izzy, seduto sul suo letto mentre si toglieva le scarpe
“Izzy… che hai? Non dirmi che te la sei presa!” esclamò Jen prendendogli la mano e guardandolo negli occhi, quegli occhi scuri con sfumature verdi che tanto amava
“No, io dicevo seriamente!”
“Pff, figurati se non voglio dormire col mio ragazzo!” sorrise lei
“Ok allora dormiamo…” sussurrò lui sdraiandosi, sempre con un tono freddo
Lei ci pensò un’ultima volta su, o ora o mai più, se ne sarebbe andata in Canada e non avrebbero più avuto occasione e per altro lui ci sarebbe rimasto male (la birra mista a whiskey e vodka stavano facendo il loro effetto, di lucidità la ragazza ne aveva poca).
Si buttò su di lui sorridente “Dormire?! Io avrei altre intenzioni!”
Il ragazzo si aprì in un enorme sorriso, prese la ragazza e fece scontrare le loro labbra.
Il bacio diventò sempre più passionale e Jennifer sbottonò velocemente la camicia di Izzy, sfiorandogli il petto leggermente con le dita, provocandogli brividi di piacere.
Il ragazzo sorrise compiaciuto ribaltando i ruoli e lasciandole baci bollenti sul collo e sulla spalla, scendendo sulla clavicola mentre le spostava il vestito. Lei capì la difficoltà del ragazzo così si portò una mano dietro per aprire la zip e togliersi il vestito. Jeff ammirò il corpo della ragazza, era minuta e dalla pelle candida, coperta solo da dell’intimo bianco: ai suoi occhi era un fiore. Non avrebbe mai immaginato di avere una ragazza del genere, lui e i ragazzi di solito andavano dietro alle ragazze formose abbronzate e antipatiche, mentre lei era il contrario. Scacciò subito quei pensieri vedendo che la ragazza lo osservava in modo strano, riprese baciandole il ventre piatto e portando una mano dietro la schiena di lei, per sganciarle il reggiseno. Lo tolse con maestria, lasciandola solo in slip, quando appoggiò leggermente le mani sui piccoli seni lei arrossì di colpo, cercando di non farlo notare a Izzy che invece lo notò eccome. Sorrise, continuando ad accarezzarla. Il turno fu poi di Jennifer che dopo aver preso coraggio tolse i boxer del ragazzo e iniziò a stuzzicarlo, sorprendendolo.
Dopo averle lasciato un dolcissimo bacio Jeff guardò gli occhi azzurri della ragazza, erano del colore del mare: bellissimi. Ma purtroppo erano velati di paura.
“Piccola… sei sicura!?” chiese accarezzandole la guancia col dorso della mano
Jen, dopo qualche secondo di silenzio sospirò e disse: “Si, sicurissima…”
Izzy sorrise, ne era felicissimo, e dolcemente entrò in lei, cercando di non farle male. La ragazza chiuse gli occhi artigliandosi alle spalle di lui che si muoveva lentamente, facendola gemere.
Dopo essere giunti al piacere si staccarono, sdraiandosi supini a riprendere fiato. Lei si girò verso di lui guardandolo negli occhi e baciandolo subito dopo.
“è stato bellissimo…” sussurrò appoggiando la testa sul suo petto
Lui sorrise, non poteva essere più contento di così. Le posò una mano dietro la testa iniziando a giocare con i boccoli castani della ragazza e pensando, perché ora che erano felici doveva rovinarsi tutto per colpa di un fottuto padre che sposta la figlia da una parte all’altra del mondo, perché? Jen, stava pensando alla stessa identica cosa e che non voleva perderlo, doveva prendere coraggio e parlarne col padre, non poteva andarsene. Pensando a ciò si addormentò e il ragazzo osservando il viso angelico di lei cadde tra le braccia di morfeo subito dopo, con un sorriso stampato in volto. 


Eccomi qua! Chiedo perdono per il ritardo, ma di tempo ne ho avuto poco ^^'' non so quando potrò aggiornare, ma di sicuro i prossimi capitoli saranno su Corinne e il misterioso padre ;) Un ultima cosa: non manca molto alla fine della storia, se i miei conti sono giusti mancano circa 3-4 capitoli!
Deeetto ciò, grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono, alla prossima :3

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Capitolo 28
*** I don't know what to do ***



“Cazzo David! Rispondiiiiii!”
L’uomo aprì di scatto la porta, trovandosi davanti un Nikki Sixx che saltellava con un espressione terrorizzata in volto.
“Che hai?! Sembra tu abbia visto un fantasma!”
Il ragazzo per risposta sgattaiolò in casa, sedendosi sul divano e chiedendo allo zio un bicchiere d’acqua per calmarsi.
Lui glielo portò, sempre più preoccupato per il comportamento di Nikki.
“Ora che ti sei calmato mi dici perché fai così?!” chiese, cercando di mantenere la calma
“Ho trovato tua figlia, CAZZO MIA CUGINA!!!” sbottò lui alzandosi in piedi
L’uomo si pietrificò, sua figlia. Sentire quella semplice parola gli provocò una fitta al cuore. Sapeva che era lì a Los Angeles ma… il pensiero che ora poteva vederla lui con i suoi occhi e parlarle… Buttò la testa tra le mani tirandosi i capelli con forza, sua figlia. Quella parola gli rimbombava nella testa, senza lasciarlo stare. Nikki vide lo zio come mai l’aveva visto, era in preda al panico.
“Zio… calmati…” sussurrò sedendosi accanto a lui e appoggiandogli una mano sulla spalla
“Dimmi subito dov’è!” esclamò alzando la testa per fissare gli occhi verdi del nipote.

****************
“Arrivo!”
Corinne stava lavorando al locale, mentre il solito coglione la chiamava insistentemente.
“Eccoti, finalmente!”
“Guarda che non sei l’unico del locale, signorino!” sbottò lei con ironia
“Ho bisogno di parlarti dolcezza, è una cosa importante”
“Com’è che ti chiamavi? Ah già: Nikki. Dammi una buona ragione per la quale dovrei lasciare il lavoro rischiando di essere licenziata solo per parlare con uno che la prima volta che mi ha visto mi ha baciata e la seconda è scappato via dopo aver sentito il mio nome…”
“La buona ragione te la do io piccola: si tratta di tuo padre!” sbuffò lui mandando giù un sorso di whiskey
La ragazza non ci capì più nulla, lo prese semplicemente per mano portandolo velocemente in un angolino appartato, guardandolo con occhi che non ammettevano repliche.
“Oddio honey, se fai così io perdo la testa e altro che parlarti seriamente io ti scopo qua all’istante!” esclamò lui scrutandola con occhi maliziosi
Per risposta ricevette un bel ceffone.
“Dimmi cosa cazzo sai di mio padre, coglione!”
“Calmati dolcezza, scherzavo! Figurati se mi scopo mia cugina!” rise lui senza accorgersi di quello che le aveva appena detto
Lei si pietrificò: suo cugino? Quindi… suo zio era suo padre. Chiuse gli occhi, deglutendo rumorosamente per poi correre via, e lasciare Nikki come un coglione, lì che voleva farle un discorso serio invece aveva rovinato tutto.

Axl stava entrando nel locale quando vide lei correre via da Sixx che la stava rincorrendo. Non ci vide più, fermò il ragazzo prendendolo per il colletto e sbattendolo al muro.
“Sixx che cazzo hai fatto alla mia ragazza!?!?!?”
“Oh oh calmati Rose, le ho solo detto una cosa… ma non l’ha presa bene!”
“Non provare più ad avvicinarti a lei, intesi!?” ringhiò Axl stringendo i denti e lasciando subito dopo il colletto della giacca di Nikki, ma solo perché stava diventando viola
“Ora mi dici subito cosa le hai detto se no ti ammazzo, brutta baldracca!”
“Hey, modera i toni rosso! Non le ho fatto niente di male… le ho solo detto una cosa riguardo a suo padre” rispose lui cercando di rimanere calmo
“Tu cosa!?! Ma lo sai quanto ci soffre quella per il suo passato?! E tu vai lì a dirle cose che magari la fanno stare peggio, ma come ti permetti!?”
“Madonna quanto esageri! Le ho solo detto che siamo cugini, tutto qui!”
“Tu!? Cugino di Corinne!?” il rosso si portò una mano alla testa chiudendo gli occhi per qualche secondo “Cazzo!” fu l’ultima cosa che disse prima di scappare via per andare dalla sua ragazza.
Il moro scosse la testa, e se ne tornò dai suoi amici al tavolo per continuare a bere il suo whiskey.


Axl posò le chiavi sul comodino, si tolse la giacca e si avvicinò alla camera di Corinne con passi felpati. Aprì leggermente la porta, vedendo la sua figura rannicchiata sul letto e con i lunghi capelli sparsi intorno.
“Corinne…” sussurrò come se si trattasse di una farfalla che non voleva far volare via
Lei non rispose, anzi non si mosse nemmeno, così il ragazzo si avvicinò lentamente per sedersi sul bordo del letto. Portò una mano sul fianco della ragazza che prese ad accarezzare, lei sussultò girando la testa giusto per vederlo. Aveva lo sguardo spento ma non aveva pianto, anzi il rosso notò che non era triste, era solo confusa. Si sdraiò accanto a lei, facendole posare il capo sul proprio petto e accarezzandole il viso con il dorso della mano. Passarono minuti di silenzio, e i due rimasero così, immobili.
“Axl…” sussurrò lei a un tratto, girandosi per incontrare lo sguardo di lui “Non so che cazzo fare…”
“Tranquilla, troveremo una soluzione!” rispose lui sorridendole, per poi prenderle il viso e unire le sue labbra a quelle rosee di lei. 


Eccomi, non sono morta tranquille! :D
*grilli di sottofondo* ... :(
Graaazie a tutte quelle meraviglie che recensiscono *w* e anche a chi legge ;) Alla prossima! :3


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Capitolo 29
*** Cousins ***



 
Erano passati due giorni da quando Nikki aveva detto a Corinne che erano cugini, e lei non riusciva a togliersi dalla testa quel pensiero, distraendosi perennemente da quello che faceva.
“Signorina! Stia attenta!”
“Oddio scusi, pulisco subito!”
Una donna di quelle tutte in tiro si era appena scontrata contro Corinne, qualche goccio di Whiskey era cascato a terra e lei lo osservava stizzita.
La ragazza dopo aver pulito si allontanò sbuffando, perché doveva andare tutto storto?
Come se non bastasse, gli si parò davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento, il signor Nikki Sixx.
“Uh, ciao piccola!”
“Togliti dalla mia vista!” affermò lei con tono freddo, sorpassandolo
“Dai, voglio solo scusarmi!”
“Tu!? Che chiedi scusa? E poi che cazzo me ne fo delle tue inutili scuse?!” sbuffò lei squadrandolo, si allontanò poi rendendosi conto di essere stata un po’ troppo cattiva.
Dopo aver finito il turno cercò con lo sguardo se c’era ancora, trovandolo seduto a un tavolo da solo, con solo un bicchiere di Vodka davanti. Si avvicinò, sedendosi accanto silenziosamente. Lui la guardò con la coda dell’occhio, prendendo il liquido trasparente per berne un abbondante sorso.
“Senti Nikki… non chiedo mai scusa, capito? Ma lo farò, perché prima sono stata stronza, in fondo non è colpa tua!”
Il ragazzo la guardò, era stronza e orgogliosa, proprio come lo zio… suo padre.
“Senti, possiamo uscire un momento?!” chiese, stupendosi lui stesso della frase sensata che aveva detto.
La ragazza si limitò a seguirlo fin fuori al locale, dove il freddo fece rabbrividire entrambi. Si accese una sigaretta, guardando poi il fumo uscire dalla sua bocca e fondersi con l’aria, lo faceva sempre perché la calmava.  
“Corinne… ora cercherò di fare un discorso sensato, anche se non ti prometto niente, è la prima volta che cerco di farne uno!” si scusò lui facendo ridere la ragazza
“Vedi, capisco come ti senti… mio padre se n’è andato quando avevo quattro anni e non l’ho più visto, sono un drogato e alcolista del cazzo, la mia vita è una merda! Se non ci fosse la band non saprei nemmeno come farei ad andare avanti… e quindi credimi quando dico che capisco come ti senti in questo momento. Sei sempre andata avanti da sola, cresciuta troppo in fretta, non ti sei goduta la tua infanzia, e so che rimpiangi tutto questo. Lo zio non sai quanto è dispiaciuto per questo, sta peggio di te, non riesce a rimediare all’errore che ha fatto, abbandonarti, o meglio cercare di darti una vita migliore di quella che avrebbe potuto darti lui. Quindi ti chiedo solo di provare a dargli un’ opportunità, così come lui anche tu vuoi conoscere tuo padre, hai bisogno di lui ma non riesci ad ammetterlo a te stessa… ti chiedo solo di provarci, non ce la fo più a vederlo soffrire, lui per me c’è sempre stato in questi ultimi anni!”
Nikki finì sorridendo amaramente, e stupendosi più di prima del discorso che mai avrebbe immaginato di fare. Notò la ragazza con la testa bassa, i lunghi capelli rosso scuro che le coprivano il viso e il corpo moscio. Si avvicinò, spostandole la ciocca dietro l’orecchio e notando che le lacrime stavano scendendo lente sul suo viso. Si addolcì subito, avvolgendola con le sue braccia e stringendola a sé. Il discorso che aveva appena fatto era fottutamente vero ma la ragazza era riuscita ad accettarlo solo ora. Il pensiero di avere anche lei una famiglia, cosa che prima di allora era solo un sogno, la rendeva triste e felice allo stesso tempo. Aveva qualcuno che poteva darle l’affetto che da tanto aveva voluto, un abbraccio sincero come quello che ora le stava dando suo cugino. Lo strinse a sua volta, trasformando le lacrime in gioia.
Si staccò con un sorriso in volto, contagiando Nikki che le asciugò le lacrime con le dita callose.
“Posso dormire con te, stanotte?!” esclamò lei a un tratto, stupendolo
“Eh? Perdonami ma non voglio avere problemi con Mr. Rose, quello mi ha già minacciato una volta!” rise lui
“Ahahah tranquillo, siamo o no cugini? Di cosa si dovrebbe preoccupare?”

Era tardi, Corinne si era appena sdraiata per dormire mentre Nikki si stava togliendo i pantaloni di pelle e la giacca, rimanendo in boxer e maglietta. Si sdraiò accanto alla ragazza tirando la coperta fin sotto la spalla di lei. La abbracciò da dietro e dopo poco sentì il suo respiro diventare regolare, segno che si era addormentata. Era davvero bella, insomma, aveva preso tutto dal cugino! Ok doveva smetterla con questi pensieri strani e mettersi la testa a posto per una volta, pensando a cazzate varie cadde nel sonno anche lui, lasciando che i peggio sogni gli vagassero per la mente, quella notte. 


Eccomi qua! Scusate il ritardo nell'altra storia, cercherò di aggiornare il prima possibile! Beh spero vi sia piaciuto questo capitolo,vi avviso che tra 2-3 capitoli la storia finirà! Grazie mille, come sempre, a chi legge e recensisce! Alla prossima!! :3

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Capitolo 30
*** Christine ***



-Era arrivato il maledetto giorno, suo padre sarebbe venuto a prenderla, a mai più Los Angeles.-

Fu il primo pensiero di Jennifer, quel mattino. Si sistemò a sedere sull’enorme letto, avvolgendo la coperta sulle gambe. Sospirò, era immersa nel silenzio, tranne che per lo sbattere regolare della pioggia sull’asfalto, ci mancava solo il brutto tempo! Le tornò alla mente la notte passata con Izzy, sorrise involontariamente, era il suo ricordo più bello. A partire dalla prima volta che aveva incontrato gli occhi scuri di Jeff, il pomeriggio passato con Corinne, le risate con Duff e gli altri, il primo bacio, la festa e la prima notte… erano i momenti più belli passati a Los Angeles. Purtroppo, oltre che a farla sorridere, quel pensiero la rese ancora più triste, doveva lasciarli tutti, proprio quel giorno.

“Piccola mia!”
L’uomo si avvicinò alla ragazza, abbracciandola calorosamente.
“Ciao papà!” esclamò lei mostrando un sorriso finto e tirato
“Come stai!? Vedo che sei cresciuta!”
“Bene…” mentì lei “Cresciuta? Non ci vediamo da 2 settimane”
“Ahaha lo so, ma a me è sembrato tantissimo!”
La ragazza stava per rispondergli dicendo che tanto era abituato a vederla raramente, era sempre lontano, ma non lo fece.
“Hai preparato le valigie, cara?”
“Le sta sistemando Christine, credo…” sussurrò lei abbassando lo sguardo
“Christine?”
“La domestica, papà”
“Ahh giusto! Bene, io vado a salutare Iris, tu vai pure su a sistemare le ultime cose, domani si parte!” esclamò lui sorridente, lei cercò di sorridere a sua volta, ma proprio non ce la faceva. Corse su per le scale e una volta arrivata in camera si lasciò cadere sul letto, sospirando.

“Signorina Wilson, le valigie sono pronte” disse Christine piegando leggermente il capo
Jennifer non rispose, si limitò ad annuire debolmente. La donna si avvicinò, sedendosi sul bordo del letto. Era sulla cinquantina, dai capelli grigi raccolti in una crocchia e un viso dolce e gentile.
“Se non sono indiscreta… cosa le succede signorina? Non è felice di tornare in Canada?”
“Felice? Sono tutto tranne quello…”
“No? Potrei sapere il perché?”
La ragazza si sistemò a sedere, doveva dirglielo? Vide i due occhi sinceri della donna e capì che doveva sfogarsi, parlarne con qualcuno che l’avrebbe ascoltata.
“Qua mi sono fatta nuovi amici… mi trovo bene…”
“Oh capisco, ma il problema non è solo questo. Lei è molto giù, se c’è dell’altro me ne parli pure… sia sicura che manterrò il segreto!” sorrise la donna con comprensione
“Ecco… c’è un ragazzo…”
“Un ragazzo!? Oddio signorina!” esclamò Christine portandosi una mano sulla bocca
“Abbassi la voce, la prego! E non mi chiami più signorina, Jen.”
“Oddio mi scusi sign… Jen, è che non me l’aspettavo. Comunque, non dica queste cose agli zii, ma è bellissimo… oh, anch’io da giovane avevo un ragazzo che tenevo nascosto ai miei!” rise la donna alzando lo sguardo in preda ai ricordi
Jennifer sorrise, finalmente qualcuno che la capiva.
“E mi dica… com’è?! Bello?”
“Oh sì…” sussurrò Jen sognante “è bellissimo…”
“Mi ascolti, se le cose stanno così non se ne può andare! Farebbe del male sia a lei che a lui! Deve parlarne subito con suo padre!”
“Ma Christine… mi sgriderebbe e basta, peggiorerei le cose!”
“E vorrebbe andarsene senza nemmeno provarci? Ci pensi bene, non credo che per lei ci sia qualcosa di peggiore che andare via… non si sa mai, forse potrebbe capirla!”
“No Christine, non se ne parla! Io… ho paura si arrabbi!”
La donna si avvicinò di più alla ragazza, prendendole le sottili mani e avvolgendole tra le sue, calde e rugose.
“Mi guardi negli occhi. Ci tiene veramente a quel ragazzo? E allora dovrebbe provare tutto, a costo di tutto, per cercare di stare con lui. Si rende conto che andandosene non lo vedrebbe mai più? Vuole questo? Credo proprio di no… quindi ci pensi bene…”
Detto questo la signora si alzò, avviandosi verso la porta. La ragazza capì che aveva ragione, finalmente se n’era resa conto.
“Christine!”
La donna si girò, sulla soglia della porta.
“Grazie!” esclamò Jen sorridendo sincera
Lei rispose con un cenno del capo, uscendo subito dopo.



Ciaaao :3 Sì, per questo fine settimana mi ero promessa di scrivere minimo 2 capitoli visto che avevo tempo invece... sono riuscita a stento a scrivere questo lol Basta, smetto di raccontare le mie disavventure (?) e vi annuncio che... *rullo di tamburi* i capitoli saranno un paio in più del previsto, sorry ma ho cambiato idea sul finale ^^'' E... niente! Spero vi sia piaciuto il capitolo, grazie a tutti quelli che leggono e sopratutto alle fantastiche ragazze che recensiscono *^* Alla prossima! :3

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Capitolo 31
*** I hate my dad. ***



“Stammi bene piccoletta!” esclamò Corinne battendo la mano sulla schiena dell’amica. Jennifer si staccò dall’abbraccio, sorridendole sincera.
“Duff!!”
Saltò in braccio al ragazzo, abbracciandolo con forza.
“Mi mancherai…” sussurrò lui baciandole la guancia.
Aveva salutato tutti, o quasi. Izzy era in disparte, zitto e dallo sguardo triste. Lei si avvicinò, posandoli una mano sulla guancia mentre lui chiuse gli occhi per godersi quel contatto.
“Izzy… io…”
“Shhh!” sussurrò lui posando le sue labbra su quelle rosee di lei.
Jennifer si lasciò andare a quel contatto così dolce, un bacio senza pretese il quale le ricordò il primo, quello sulla panchina dove lei aveva visto un altro lato di Jeff, non il solito strafottente e chiuso in sé stesso. E tutto doveva finire… era durato così poco. Non aveva trovato il coraggio di parlare al padre, era una stupida vigliacca. Izzy si staccò, fissando gli occhi azzurri della ragazza, se li sarebbe ricordati sempre.
“D-devo andare…” sussurrò lei con gli occhi che le bruciavano per le lacrime.
Lasciò scivolare la mano da quella del ragazzo, girandosi per salutare un ultima volta tutti con la mano e correndo subito dopo via, dove le lacrime iniziarono a scendere lentamente.

****************
“Jennifer, dobbiamo parlare… andiamo un secondo su!” esclamò Richard sorridendole
Lei si limitò a seguirlo su per le scale, senza staccare lo sguardo da terra. Una volta arrivati il padre prese le mani della ragazza accarezzandole delicatamente.
“Piccola perché sei così triste? Non sei felice di poter passare un po’ di tempo con me in Canada?”
Lei non rispose, si limitò a togliere le mani dalla stretta dell’uomo, il quale se ne sorprese. Posò una mano sotto il suo mento per alzare il suo viso e vedere lo sguardo della ragazza spento e triste.
“Jen… non ti ho mai visto così, mi spieghi che succede!?”
Lei sospirò, era il momento per dirglielo. Esitò a lungo ma poi prese coraggio, solo per le parole di Christine, quella santa donna aveva ragione!
“Papà io… mi sono fatta nuove amiche, nuovi amici, sto bene come mai… non voglio tornare in Canada!”
“Non è un problema, possiamo tornare qualche volta a fare visita agli zii!” esclamò lui sorridendo come se avesse risolto tutto
“No papà!! Non è questo… io qua…”
“Tu!?”
Jennifer sospirò per l’ennesima volta, prese coraggio e stringendo i pugni guardò il padre negli occhi.
“Io ho un ragazzo! Che a te vada bene o no con lui sto bene, mi sento bene! Mi fa sentire bella, capita e felice ogni volta che lo vedo! Io credo di non riuscire a stare lontano da lui! Devi capirmi…”
Richard sgranò gli occhi, quella non era la sua bambina. Jennifer non era così, era cambiata completamente, lei… aveva un ragazzo!
“J-Jennifer!” ringhiò con rabbia, chiudendo gli occhi e respirando affannosamente
“Non se ne parla, preparati e ce ne andiamo il prima possibile da qua!! Stupide fisse adolescenziali!!!” sbuffò avviandosi verso le scale e cercando di restare calmo davanti a quella rivelazione
“Si certo! Per te è semplice! Di come sto io non te ne frega niente!! A te basta che io sia brava e gentile, che rispetti le regole…”
L’uomo si girò con uno sguardo spazientito, vedendo che Jennifer era piuttosto arrabbiata, ma la fece continuare, che dicesse tutto tanto gliel’avrebbe fatta pagare.
“Ma sai cosa!? Non ho mai provato quello che provo con il mio ragazzo, con i miei nuovi amici. Ho imparato cosa vuol dire voler bene a una persona, cosa si prova ad essere abbracciati in modo sincero, a essere baciate da una persona che ti ama! Ma a te che te ne può fregare? A te non te ne è mai fregato! Cambio scuola per il paese per star dietro al tuo lavoro, a te frega solo dei soldi!! Non puoi capirmi… se solo ci fosse mamma….”
L’uomo non l’aveva mai vista così, lei non si era mai ribellata, non aveva mai detto qualcosa contro di lui… e quello che aveva detto ora era troppo, troppo pesante per un padre. Non ci vide più, si avvicinò a lei e per la prima volta da quando era nata le urlò.
“IN CAMERA!! FILA IN QUELLA FOTTUTA CAMERA E NON FARTI VEDERE FINO A QUANDO NON PARTIREMO, FINIRAI IN COLLEGIO! È QUELLO CHE MERITI!!!!”
La ragazza storse la bocca per cacciare dietro le lacrime, non riuscendoci, così che iniziò a piangere. Corse in camera, chiudendo la porta e buttandosi sul letto, dove diede sfogo ai singhiozzi. Odiava suo padre. 


Macccciao! 
*scansa i pomodori* chiedo perdono! Prometto che si sistemerà tutto! *boato*
Sono riuscita ad aggiornare in tempo, anche se devo ammettere che questo capitolo l'ho scritto nei 10 minuti precedenti ^^'' vabè, spero vi piaccia comunque! Tipo che ieri mi sono messa a fare delle immagini delle due coppiette modificandole ma... non avendo photoshop e essendo una frana in ste cose sono venute malissimo xD insomma quella di Corinne e Axl è passabile... ma l'altra sembra tipo che un bambino di 5 anni spastico abbia tagliato una foto di Jen e l'abbia attaccata su un foglio nero! Quindi chiedo scusa ma non le metterò xD Ahah credetemi è per il vostro bene! 
Basta, lascio a voi i commenti xD Grazie e alla prossima! :3

P.s. non so quando potrò aggiornare l'altra storia, per ora voglio concentrarmi su questa, chiedo scusa a tutti quelli che la seguono! 

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Capitolo 32
*** My sweet daughter ***



“Christine!!! Bicchiere d’acqua! Subito!!” esclamò ad alta voce Richard dal divano
“Arrivo signore, arrivo subito!”
La donna corse fino al salotto dove porse il bicchiere all’uomo che lo buttò giù d’un sorso.
“Quella bambinetta… la pagherà per avermi parlato così… dio!” sussurrò a se stesso stringendo i denti
Involontariamente la donna sentì, così senza farsi notare salì fin sopra, notando che gli zii nel frattempo erano accorsi dall’uomo e insieme parlavano. Aprì la porta della camera di Jennifer, notando la sua figura rannicchiata sul letto e sentendo i suoi singhiozzi. Si avvicinò, accarezzandole la schiena delicatamente.
“Jen, cos’è successo?”
Lei per risposta si alzò buttandosi nelle braccia della donna per farsi abbracciare. Era calda e profumava di… buono. Come sua madre. Fu l’unico pensiero della ragazza in quel momento, un abbraccio era tutto quello che voleva.

Corinne salì le scale verso il suo appartamento sbadigliando e stropicciandosi gli occhi, si era svegliata qualche minuto fa ma se n’era andata via in fretta e furia perché aveva avvistato la ragazza di Nikki fuori dalla finestra. Trovò davanti alla porta del suo appartamento un rosso piuttosto scocciato, a dire dalla sua faccia.
“Buongiorno principessina, dov’è che hai perso la scarpetta stanotte?”
“Ah, Ah, Ah, divertente!” sbuffò lei avvicinando la chiave alla serratura
Axl la fermò, prendendola per un polso.
“Dimmi dove sei stata”
“Uff… non metterti a fare il fidanzatino geloso ti prego, sai che lo odio!”
“Basta che tu mi dica dove sei stata, mi sembra ovvio che se non hai dormito a casa tua hai dormito con qualcun altro" disse lui cercando di mantenere la calma e calcando l’ultima parola con un tono di amarezza
“Sono stata da Nikki” affermò lei girando la chiave e aprendo la porta
“Tu cosa!?!” il ragazzo la seguì dentro, chiudendo con forza la porta dietro di loro “Perché cazzo sei stata da quello?!”
“Abbiamo dormito, semplicemente dormito. È mio cugino, non ho mai avuto un parente! Cazzo avevo voglia di avere vicino una persona della mia famiglia, ma tu che puoi capire…”
“Ah io non posso capire? Sai cosa?! Vai pure dal tuo Nikki! Tanto voi non vi fate tanti problemi se siete cugini!! Io non sono famiglia vero? Io servo come consolo quando sei sola e hai problemi! Sai cosa? Fanculo!!!”
Detto questo si chiuse la porta alle spalle, lasciando la ragazza sola in mezzo alla stanza. Non litigavano quasi mai, ma era successo. Axl è troppo geloso e orgoglioso, vuole essere al centro di tutto, era il suo difetto maggiore. Corinne si buttò sul divano, appoggiando la testa allo schienale e massaggiandosi le tempie. Nemmeno il tempo che finisse un problema ne iniziava un altro, quando sarebbe finito tutto?

Richard spostò leggermente la porta, entrando con passi furtivi nella cameretta. Si sedette sul bordo del letto, osservando a lungo il dolce viso della ragazza mentre dormiva: era bellissima, ogni istante che passava a guardarla le ricordava sempre più sua moglie. Lo rendeva sia felice, sia triste, perché se n’era andata così? Per colpa di un fottuto cancro poi… che gli restava ormai? Sua figlia e il lavoro… amava il suo lavoro ma, insomma la figlia era ovviamente più importante, infatti lui… no, lui non si dedicava abbastanza. Se n’era accorto quella notte, mentre pensava alla loro precedente litigata. Doveva cambiare, per lei, stava crescendo e lui doveva accettarlo, anzi non solo, doveva aiutarla e permetterle di crescere al meglio. Sospirò, posando una mano sul viso della ragazza, accarezzandola dolcemente con un leggero sorriso in volto. Jennifer si svegliò, aprendo lentamente gli occhi e sbadigliando subito dopo. Si stropicciò gli occhi, sicura che accanto a lei ci fosse Christine, aprì finalmente gli occhi trovandosi davanti qualcun altro.
“Papà?!”


Eccomi qua alle 10 passate di sera... spero vi sia piaciuto il capitolo, grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno! Alla prossima! :3

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Capitolo 33
*** Peace and Love ***



“Papà?! Che ci fai qua?!”
Lui si limitò ad abbassare lo sguardo, sentendosi in colpa per quello che aveva fatto prima.
“Hai detto che non mi volevi vedere o sbaglio? Puoi anche andartene…” sbuffò lei rimettendosi sotto le coperte
“Mi dispiace di aver detto quelle cose… ero arrabbiato…” si scusò lui
Jennifer ne rimase stupita, suo padre era quel tipo di persona orgogliosa che non chiede mai scusa e si difende ogni volta che li si accusa, non accettando mai gli errori.
Uscì di nuovo dalle coperte, riservandogli un’occhiata stranita e alzando il sopracciglio.
“Tu cosa?”
“Ti chiedo scusa, insomma per una volta ho sbagliato… ho reagito in modo esagerato, anche se devi capire che per un padre scoprire da un giorno all’altro queste cose…”
Jennifer annuì leggermente, scostando la coperta e sedendosi accanto a Richard.
“Beh hai ragione… ho esagerato anche io, è che non ce la facevo più! In tutti questi anni ho passato il mio tempo tra gente ricca, domestiche e cameriere,
amichette finte, sdolcinatezze… non ce la faccio più Papà, ho bisogno di cambiare aria, e qui mi trovo davvero bene con i miei nuovi amici…” azzardò lei aspettando con ansia la risposta del padre, sperava con tutto il cuore che la capisse.

Dopo tempo che a Jen parve interminabile l’uomo rispose, sorridendo amaramente.
“Sì hai ragione, non me ne sono mai reso conto ma… ora ho capito, ti prometto che cercherò di cambiare”
Le posò una mano sul capo, accarezzandola dolcemente.
Lei per risposta lo guardò di sottecchi, facendogli una domanda ovvia con tono che non ammetteva repliche.  “Quindi posso restare?”
Lui sospirò, incontrando i pozzi blu della ragazza. Fece un’espressione scocciata, facendo battere il cuore della ragazza a mille.
“Solo dopo avermi presentato il tuo ragazzo.”
Jennifer non riusciva a crederci, si aprì in un sorriso enorme buttandosi in collo al padre e abbracciandolo con forza.
“Grazie grazie grazie!!!”
“Oh oh buona, se non mi piacerà tornerai con me in Canada, piccola peste!” rise dandole un buffetto sulla guancia.

*************

Corinne era seduta sul letto di camera sua mentre suonava la sua adorata chitarra mentre una sigaretta sporgeva dalle sue carnose labbra. Quando suonava e fumava la rossa si sentiva estremamente leggera, senza problemi per la mente e completamente in pace col mondo. Era una sensazione bellissima ma il fatto che quel pomeriggio non si fosse staccata dallo strumento voleva significare che non voleva riprendere a pensare alla sua fottuta vita di merda, non voleva. Da giorni stava cercando di prendere una decisione riguardo a suo padre, doveva dargli un’opportunità o no? Se ripensava a ciò che gli aveva detto Nikki era certa che dovesse provare a conoscerlo, e magari trovare un modo per passare del tempo con lui, ma se ripensava alla lettera la rabbia si impossessava di lei facendola pentire del pensiero di conoscerlo che poco prima aveva annebbiato la sua mente.

William aprì leggermente la porta, osservando dalla fessura la sua ragazza seduta sul letto che pizzicava le corde della chitarra in una melodia malinconica, mentre una nuvola di fumo la circondava e il suo sguardo era fermo in un punto indefinito della stanza.
La fissò a lungo, domandandosi come faceva a meritarsi una meraviglia del genere… che per altro aveva deluso. Si sentì terribilmente in colpa, già aveva problemi doveva mettercisi anche lui e la sua stupida gelosia.

Mentre pensava a tutto questo non si rese conto che Corinne aveva smesso di suonare e lo stava fissando. Le sorrise tirato avvicinandosi per sedersi accanto a lei. La ragazza non staccò il suo sguardo dagli occhi di Axl, erano qualcosa di magico, tra il verde e l’azzurro, semplicemente perfetti. Lui era perfetto, i suoi capelli rossicci e setosi che incorniciavano un viso con dei dolci lineamenti, il suo corpo scolpito… le sue doti. La ragazza scosse la testa, riprendendosi.
“Corinne…” sussurrò lui appoggiandole delicatamente una mano sulla guancia
La ragazza sussultò, semplicemente vederlo le aveva fatto dimenticare tutto quello che era successo, in quel momento voleva solo averlo tutto per sè.
“Mi dispiace per ieri io non volevo…”
Non lo fece finire, fece cascare la chitarra a terra buttandosi famelica sulle sue labbra e spiazzandolo. Il ragazzo finì con le spalle contro il letto, con Corinne sopra di lui che giocava vogliosa con le sue labbra e la sua lingua, mentre si muoveva sinuosa. Non avrebbe resistito a lungo, quando si comportava così la rossa lui impazziva, e probabilmente il suo scopo era proprio quello, così che si ritrovarono a passare una serata piena di passione, senza lasciare spazio a parole o spiegazioni. 


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(Premetto che la foto soprastante (nel caso la vediate, a me non appare boh) è stata realizzata con un programma strano (non ho photoshop) che non sono capace di usare quindi ho scazzato, è la prima cosa del genere che faccio quindi pietà e comprendete questa piccola anima che ha provato a fare qualcosa, non riuscendoci ^^'')

Chiedo scusa a tutte, davvero ho avuto una settimana impegnatissima e sono riuscita a scrivere questo capitolo solo oggi pomeriggio, cercherò di finire la storia il prima possibile, prometto :3
Grazie a tutte quelle che seguono e a quelle meraviglie che recensiscono ogni volta *^* 
Alla prossima! :)

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Capitolo 34
*** Sweet Caress ***



Jennifer stava vagando per Los Angeles da tutto il pomeriggio, con il consenso di suo padre era uscita per cercare i suoi amici e Izzy, in modo da avvisarli che sarebbe restata.
Contenta come non mai, era riuscita a trovare Corinne e gli altri che ne erano stati felicissimi, soprattutto Duff e la rossa. Ma purtroppo di Izzy nemmeno l’ombra.
Ormai tardi, la ragazza aveva perso ogni speranza, così che si ritrovò ad andare sulla spiaggia per riposarsi e godersi del caldo bagliore del sole californiano in tramonto.
Si sedette sulla sabbia, togliendosi le scarpe e appoggiandole vicino, il dolore ai piedi iniziava a farsi sentire per il troppo camminare. Il vestito azzurro che si era messa per l’occasione le fasciava dolcemente il busto aprendosi poi in modo morbido sulle ginocchia e sulla duna. Il suo sguardo finì in un punto indefinito del cielo, mentre il sole piano piano spariva nell’orizzonte e i suoi raggi coloravano il cielo di mille sfumature, rendendo l’atmosfera magica e romantica. Mentre era immersa nei pensieri si ritrovò a sorridere, quella non sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto quella meraviglia di tramonto, avrebbe camminato per Los Angeles ogni giorno, quella città così caotica ma allo stesso tempo piena di ricordi.

Credendosi sola, si ritrovò a sussultare quando la melodia di una chitarra la distrasse dai suoi pensieri. Allungò la testa alla sua destra, notando una figura familiare seduta sulla spiaggia. Pizzicava dolcemente il suo strumento producendo una melodia malinconica, accompagnandosi con una voce particolare, triste e innocente ma allo stesso tempo affascinante.

“Lookin' at the ocean blue 
Sittin' thinking' here of you 
Cast in light down from the moon 
Sweet caress the ocean blue 
Just a stolen moment through 
Coldest night the fullest moon…”
 

Jennifer si alzò e con passi leggeri si avvicinò al ragazzo, che appena si accorse della presenza di qualcuno dietro di lui si girò.
“Che bella canzone…” sussurrò Jen sorridendo dolcemente
“J-Jennifer? Che ci fai qua!?” esclamò lui lasciando la chitarra e alzandosi in piedi
“Cambio di programma”
Si avvicinò veloce a lei cingendole i fianchi con le braccia e posandole un leggero bacio sulle labbra.
“Stai scherzando?! Ma... cos'è successo?!”
“Beh resterò qua con te a una condizione!” esclamò lei, si stava divertendo a vedere le espressione preoccupate di Izzy
“Qualsiasi cosa”
“Mio padre vuole conoscerti!”
Il ragazzo rimase impietrito. Per quanto cervello li rimaneva fece due calcolini mentali.
Presentarsi al padre di Jen= vestirsi per bene e comportarsi da bravo ragazzo= impossibile= verrà ammazzato da quell’uomo e Jen se ne tornerà in Canada.
Scosse la testa contrariato, stupendosi della tranquillità di lei.
“Non se ne parla, mi ammazza!”
“No ma grazie, vuoi che me ne vada?”
“Scherzi? Al momento l’unica cosa che voglio è che tu resti qua con me…” sussurrò sensuale avvicinando le labbra al collo di lei, era bellissima quella sera e l’idea di poter passare ancora del tempo insieme lo stava facendo impazzire
“Buono tu! Certo che verrai, lascia fare tutto a me!” rise lei ammiccando e allontanandosi da lui
“Ehi dove vai!?”
“A casa, ci vediamo domani alle 2 davanti a casa tua nuova stella del rock che dedica serenate al mare!” scherzò lei correndo via.
Sbuffò scocciato, quella ragazza non sarebbe mai cambiata. Ma in fondo l’amava per questo e gliel’avrebbe dimostrato proprio davanti a suo padre, avrebbe fatto di tutto per riaverla con sé.

***************
 Quella sera i Guns sarebbero andati al solito locale per festeggiare il ritorno di Jennifer, ma in fondo era solo una scusa per sbronzarsi e divertirsi per l’ennesima sera.
Ad un certo punto Duff si accorse che Izzy era diventato piuttosto pensieroso, così che gli chiese il motivo.
“Ecco… Jen mi ha detto che resterà a patto che io mi presenti a suo padre, cazzo e se non gli piacessi?”
“Oh cazzo, sei fottuto Stradlin!”
“Non credo che il padre della principessina ami gli eroinomani!”
“Fanculo Slash, fanculo Axl!” sbuffò lui bevendo un sorso di Whiskey nervosamente, purtroppo anche lui era consapevole che non era il fidanzatino perfetto che ogni genitore desidera per la figlia, ma gli toccava.
“Senti Jeff, se proprio ti va ti posso prestare lo smoking che ho usato per il matrimonio di mia zia!” rise Steven facendo scoppiare in lacrime gli altri dal ridere
Izzy, furioso, batté un pugno sul tavolo per poi alzarsi e scomparire dietro alla porta del locale. I ragazzi scossero la testa, era il solito permaloso, ma domani gli sarebbe passato.

Nel frattempo Corinne, che aveva finito il turno come cameriera, aveva raggiunto i ragazzi e si era seduta accanto ad Axl.
“Hey come ve la passate?” chiese accendendosi una sigaretta e accavallando le gambe
“Noi bene, ma mi sa che Mr. Stradlin sia un po’ nervosetto oggi!” esclamò Slash sfoggiando il solito sorrisetto stronzo
“Si in effetti ho visto che è uscit...”
Corinne non riuscì a finire la frase che girandosi verso l’uscita la voce le morì in gola.
In quel momento stavano entrando Nikki e suo zio, o meglio suo padre, e la ragazza era sicura che erano lì per lei, doveva prendere una decisione al più presto perché quella era la sua unica occasione. Sospirò, alzando lo sguardo ma quando incontrò quello dell’uomo lo abbassò subito, non ce la faceva. 


Sì sono riuscita ad aggiornare, un bel capitoletto che spero vi piaccia, il prossimo proabilmente è l'ultimo *si mette a piangere in un angolino*
Di sicuro la conoscete tutti, spero, ma nel caso qualcuno sia rimasto °-° nel leggere ciò che stava cantando Jeffrey... è Sweet Caress, una delle sue canzoni da solista *^*
Beh, grazie a tutti e alla prossima :3

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Capitolo 35
*** Happiness ***



Jennifer stava aspettando davanti al palazzo dove abitava Izzy da più di 10 minuti, così andò a suonare il citofono, sempre sperando che fosse in casa. Dopo poco sentì dei passi avvicinarsi e la porta aprirsi. Izzy indossava i suoi inseparabili pantaloni di pelle neri e una camicia bianca sbottonata, si era pettinato i capelli ma la ragazza non riuscì a trattenere una risata.
“Hey, che hai da ridere tu?!”
“Ahahahaha sei buffissimo!” rise lei portandosi una mano alla bocca
Lui si avvicinò, poggiandole una mano sul viso. “Ti giuro che se tuo padre ti lascia qua con un coglione come me ti concio per le feste signorina, così impari a prendere in giro!”
“Uh, che paura! Vieni su, meno storie!” sbuffò lei avvicinandosi ad una lussuosa auto
Il ragazzo la fissava incredulo. “E-e quella?”
“Che c’è? Entra dai!” esclamò lei entrando tranquilla
Jeff rimase un attimo con lo sguardo perso nel vuoto, poi si riprese entrando anche lui nell’auto, più sorpreso di prima a vedere l’autista conciato come un pinguino.

Il tragitto fu silenzioso, Izzy teneva lo sguardo basso e si vedeva che era nervoso, conciato così non si sentiva a suo agio ed era sicuro che il padre della ragazza l’avrebbe scrutato con occhi indagatori. Jennifer gli prese la mano, stringendola dolcemente e sorridendogli come per calmarlo. Lui le lasciò un leggero bacio sulle labbra, sorridendo nervoso.

I due si sedettero sul divano di pelle bianco crema e aspettarono qualche minuto. Dalla porta sbucò un uomo sulla cinquantina, di corporatura media e dei capelli castano cioccolato con qualche striscia bianca, segno del tempo. Si avvicinò a Jennifer per posarle un leggero bacio sulla testa e subito dopo puntò i suoi occhi su Izzy, il quale si sarebbe aspettato qualcosa tipo ‘Quindi mia figlia sta con questo qua?’ oppure ‘Fuori da casa mia, drogato!’. Al contrario, l’uomo si aprì in un sorriso e gli diede una pacca amichevole.
“Saresti tu il giovanotto di cui mi parlava mia figlia? Mi aspettavo peggio!” sorrise sedendosi sul divano davanti “Come ti chiami?” sbottò ad un tratto
“Jeffrey, ma chiamatevi Izzy!” sorrise nervosamente lui, comunque più tranquillo di prima per la reazione pacata dell’uomo
“Richard!” esclamò lui, chiamando con un cenno della mano la domestica “Christine un po’ di whiskey, per favore. Izzy… vuoi anche tu un po’ di whiskey o preferisci qualcosa come acqua o qualche spremuta?”
Il moro si rese conto del tranello in quella domanda, ma senza entrare in confusione, sorrise tranquillo. “Un po’ di Whiskey, grazie.”

Il pomeriggio passò tra scambi di battute e risate nervose, un po’ stressante ma comunque non stava andando male come primo incontro tra padre protettivo e ragazzo poco affidabile.

Ad un certo punto Izzy interruppe la conversazione alzandosi in piedi.
“Mi scusi ma devo proprio andare”
L’uomo si limitò ad annuire ma Jennifer strinse la mano del moro, guardando negli occhi il padre nervosa.
“Beh Izzy, ci vediamo…” sussurrò lei senza smettere di guardare Richard
“Domani, io e la zia saremo occupati a sistemare una stanza temporanea per me, fin che non troviamo una bella casetta qua nei dintorni, quindi puoi passare la giornata fuori”
Jennifer spalancò gli occhi sorpresa, mentre sul suo volto si dipingeva un sorriso a 32 denti. Si girò verso Jeff che fissava incredulo l’uomo, il quale stava trattenendo una risata, e gli buttò le mani al collo, alzandosi in punta di piedi per mettere la testa nell’incavo del suo collo. Il moro si rese conto solo allora della cosa: strinse la ragazza a sé inspirandone quel profumo così dolce  e dopo, voglioso, si staccò per unire le sue labbra a quelle candide della ragazza, baciandola in modo dolce ma pieno d’amore e felicità.
In quel momento entrò Christine per prendere il vassoio con i bicchieri ma quando vide i due giovani baciarsi in quel modo così romantico si fermò a guardarli sorridendo soddisfatta, finalmente la piccola Jen era riuscita a trovare la felicità, ma lo sguardo falsamente severo dell’uomo le fece alzare le mani in segno di resa, per poi prendere il vassoio e scomparire in cucina.

********************
Corinne era passata furtiva accanto all’uomo e Nikki, per poi sparire nella strada notturna di Los Angeles.  Si fermò in un angolo, appoggiandosi con la schiena al muro ghiaccio e scivolando lentamente giù, fino a sedersi sul marciapiede. Si accese nervosamente una sigaretta, portandosela alla bocca e facendo uscire una lunga boccata di fumo. Chiuse gli occhi per cercare di regolare il respiro e calmarsi. Il vento freddo e pungente le fece arrossire il naso e le guance, iniziò a tremare perché aveva lasciato la giacca nel locale, così si alzò in piedi e iniziò a girare in tondo, continuando a fumare nervosamente e cercando di trovare una soluzione il prima possibile. Purtroppo qualcuno la distolse da quei pensieri, ed era l’ultima persona che voleva vedere in quel momento, perché purtroppo la decisione non l’aveva ancora presa, o forse non la voleva prendere.
“Ciao…”
Il sussurrò dell’uomo fece battere all’impazzata il cuore della rossa, si trovava davanti a suo padre e doveva prendere una decisione, ora o mai più. Alzò il viso, mostrando gli occhi gonfi e le labbra tremanti.
Osservandola meglio, l’uomo si rese conto di averla già vista: era la ragazza che Nikki aveva baciato quel giorno e con la quale si era scusato, com’è che si chiamava? Corinne.
“Corinne, dobbiamo parlare”
“Lo so… è che… insomma, puoi capire come cazzo mi sento!” sbottò lei, portandosi una mano sulla testa, nervosa
“Certo che lo so, ma anche tu devi capire me, credi che per me sia facile?”
Lei si limitò ad annuire, lasciandolo parlare, voleva capire cosa pensava lui.
“Quello che dovevo dirti te l’ho scritto in quella lettera, ed erano tutte cose vere. Mi sento in colpa come un cane, come posso dirti quanto mi dispiace?! Io l’ho fatto per te, sicura che saresti arrivata fin qui se ti avessi lasciata stare con un alcolista come me?! Son pur sempre tuo padre, ho bisogno di passare del tempo con te… lo so che è tardi, tu non vuoi, ma vorrei almeno per una volta stringere tra le braccia mia figlia…”
Le parole dell’uomo toccarono la ragazza, che cercò di reprimere le lacrime ma queste iniziarono lentamente a rigarle il viso, ad un tratto provava tutto quello che provava lui, una voglia assurda di abbracciarlo, capire cosa vuol dire essere tra le braccia del proprio genitore. Rimasero qualche secondo in silenzio, David la guardava mentre stringeva le labbra dalla rabbia e gli occhi le si riempivano di lacrime, aspettando con ansia che parlasse.
“Tu… non sai cosa vuol dire crescere con delle fottute suore, scappare senza un soldo a 14 anni e vagare per le strade, riuscire ad arrivare fin qua con le proprie forze, senza nessuno! Io mi sono sempre sentita sola, tutti mi odiavano per il mio carattere così sfrontato, così poco amichevole e scurrile. Io… non riesco a dimenticare tutto questo, ho fatto troppi errori nella mia vita…”
Corinne parlava tra i singhiozzi, ricordandosi di tutti i momenti più brutti della sua vita. David invece stava per andarsene, triste come mai era stato, aveva perso anche l’ultima cosa che gli era rimasta. Si girò, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime di rabbia contro se stesso, quando la ragazza continuò a parlare.
“E non voglio farne un altro, di errore… voglio rimediare alla mia fottuta vita senza far soffrire l’unica persona cara che mi è rimasta…”
L’uomo si girò di scatto incredulo, mentre Corinne gli si avvicinò lentamente fino ad affondare il viso nel suo petto. Lui la avvolse con le sue grandi braccia, accarezzandole la schiena dolcemente e riempendosi del suo odore così familiare. Chiusero un attimo gli occhi, godendosi quel momento così magico, mentre entrambi si sentivano estremamente felici. La ragazza alzò il viso, abbozzando un sorriso, mentre David le asciugò una lacrima con il pollice. Rimasero abbracciati a lungo, come se volessero rimediare a tutti i giorni passati lontano.
Ti voglio bene
Fu un sussurro, ma per l’uomo significò tantissimo, sapeva che veniva dal cuore. Si ritrovò a sorridere, contento come mai di avere tra le braccia la sua piccola Corinne. 


Vi avevo promesso che era l'ultimo capitolo? Non lo è! *tadaaam* 
No è che mi son resa conto che non poteva finire così °-° quindi domani o dopodomani metterò l'ultimissimo capitolo che è sostanzialmente una specie di epilogo lol (l'ho già scritto ma lo devo ricontrollare)
Niente, mi scuso per l'attesa e ringrazio tutte, a prestissimissimo! :3

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Capitolo 36
*** The End ***


Ho visto che molti non hanno letto il capitolo precedente, se siete qui... beh andate indietro di uno per assicurarvi di averlo letto e.... buona lettura! :3



Caro diario,
è da tempo che non scrivo, forse perché la mia vita è stata piena di sorprese e cambiamenti. Un mese fa, io e papà ci siamo comprati una casa qua a Los Angeles, sta trascurando un po’ il lavoro per stare con me, e ne sono felicissima. Ma questo non è niente, io e Izzy ci vediamo molto spesso, anche se ha finito il liceo mi viene a prendere quasi ogni giorno e passiamo i pomeriggi qua a casa mia oppure in giro per la città degli angeli. Con lui sono felice, davvero felice.
Invece Corinne, quella rockettara della mia amica, sta cercando di passare del tempo con suo padre e conoscerlo meglio, si vede che tra loro c’è un legame speciale e sono felicissima che la mia amica abbia trovato pace. Stranamente, le cose tra lei e Axl vanno alla grande, son fatti per stare insieme loro.
Il mio vecchio amico Duff? Lui si è trovato una ragazza, si chiama Sue ed è davvero carina, spero sia la ragazza giusta, se lo merita. Steven va avanti a ragazze temporanee, ma non è una novità.
Chi ho dimenticato? Giusto, il buon vecchio Saulie! Julie, la sua ex ragazza, l’ha lasciato perché l’ha trovato in bagno con una siringa e lui ha passato un periodo non molto buono. Gli stiamo vicini, ci ha promesso che smetterà per tornare da lei, non la vuole perdere.
Spero per lui che ci riesca, davvero, nonostante tutto merita anche lui la felicità come noi, e di sicuro non la può avere con quella roba, ma di sicuro con una ragazza splendida come Julie, che son sicura lo ami ancora.
Che dire, vado dal mio moro, che è alla ricerca di un vinile che non sia di musica classica nella mia libreria!
                                                                                                                                                                                                                                     Tua Jennifer.




 
Eccoci qua, fine della storia! Mi dispiace davvero molto che sia finita, anche perché è una storia a cui tengo molto e voi siete state fantastiche *o* davvero, ringrazio di cuore Chara, Filthy Neon Angel e Shikira che hanno recensito quasi ogni capitolo :33
Un abbraccio anche a tutti quelli che hanno letto, seguito, ricordato e preferito la mia storia, vi amo *ww*
Basta smancerie, non vi libererete di me MUAHAHAHAHAH
Sì, perché sto scrivendo il primo capitolo della mia nuova follia, e spero di cuore che qualcuno di voi segua anche quella, sarebbe fantastico *33* (sempre nel fandom dei Guns ma incentrata su Axl e Slash, sempre che non cambi idea -w-)
Boh, come ultima cosa prego chi l’ha letta fino a qui e non ha mai recensito di lasciare una piccola recensione con un opinione generale sulla storia, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate :3


Sisi ora me ne vado,grazie ancora e…. alla prossima! :D

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