Nostalgica

di ScratchThePage
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wonderland (Parte I) ***
Capitolo 2: *** Wonderland (Parte II) ***
Capitolo 3: *** Wonderland (Parte III) ***



Capitolo 1
*** Wonderland (Parte I) ***


                                           Wonderland
 
‹‹ Sorridi! ››
La macchina fotografica emise la solita luce per il flash e lui si coprì gli occhi: era sicuramente la decima foto che gli faceva e lui ne era stufo.
‹‹ Supernova, la vuoi smettere?! Non siamo in gita. ›› le disse alquanto scocciato.
‹‹ Lo so, lo so… ma è la mia prima missione! Devo assolutamente commemorare questo evento! ›› rispose le ragazza scattando un'altra foto al roseto che li circondava.
Come poteva dimenticarsi che quella era la prima missione si Supernova e, soprattutto che avevano mandato lui con lei perché la tenesse d’occhio? L’idea non gli era andata a genio sin dall’inizio: aveva sentito varie voci sull’eccessiva vivacità della ragazza e sulla sua irruenza e i le poche ore che aveva passato assieme a lei le avevano confermate.
Di solito lui era un tipo alquanto solitario e, se proprio andare in missione con qualcuno, sceglieva i compagni più tranquilli.
Maestro, questa me la paghi. Pensò.
Improvvisamente si accorse che Supernova era sparita per l’ennesima volta. Sbuffò e riprese a camminare in quel labirinto di roseti. Ci era già stato altre volte e si ricordava abbastanza bene la strada, ma questo non valeva per la sua compagna. Inoltre non aveva la più pallida idea di come si sarebbe potuta comportare se avesse incontrato un Heartless o un qualsiasi altro nemico, ma dubitava seriamente selle sue capacità.
Svoltò un angolo e intravide la gonna gialla a palloncino e piena di piccole stelline della ragazza. Si rincuorò: non le era successo niente e al ritorno non lo avrebbero rimproverato.
Non appena lo vide, Supernova gli scattò l’ennesima foto, facendogli perdere definitivamente la pazienza. Si avvicinò rapidamente alla ragazza e le prese la macchina fotografica dalle mani, per poi mettersela in tasca.
‹‹ Ma… ma… ›› borbottò questa, fissandolo con i suoi grandi occhi azzurri.
‹‹ Niente ma, ci fai solo che perdere tempo. Ora andiamo dalla Regina di Cuori. Il tuo aggeggio infernale te lo restituisco a missione conclusa. ››
Supernova mise il broncio, ma lui non le diede  bada. Continuò il suo cammino, seguito dalla ragazza.
Passò poco tempo, quando qualcuno riprese a parlare.
‹‹ Hammer, scusa la domanda, ma sai dove stiamo andando?››
‹‹ Sì. ››, le rispose scocciato, ‹‹ Ma se ci perdiamo non dare la colpa a me. Di solito il maestro mi forniva di un navigatore, solo che questa volta si è dimenticato di darmelo. ››
Calò improvvisamente un cupo silenzio. Hammer non ne capì il perché, ma gli piacque: la vocetta di Supernova gli dava fin troppo fastidio.
‹‹ Hammer, un navigatore è per caso un oggetto ovale che mostra delle mappe tramite degli ologrammi? ››
Si girò sbuffando: ormai si era reso conto che ogni suo sogno di tranquillità era impossibile.
‹‹ Sì, perché? ››
Supernova frugò nel suo taschino appeso alla cintura ed estrasse l’oggetto descritto poco prima.
‹‹ Me l’ha dato il maestro poco prima che partissi, ma non è riuscito  adirmi a cosa servisse.››
‹‹ E magari chiedere a me?! ›› sibilò irato: quella ragazza non era solo una disturbatrice di prima qualità, ma anche parecchio svampita. Pensare che doveva tenersela con se ancora per molto gli faceva venire la nausea.
‹‹ Ecco… io…io…››
‹‹ Da qua.›› le disse, facendole un cenno con la mano.
Supernova rimase immobile, come se non sapesse cosa fare.
‹‹ Da qua! ›› urlò.
La ragazza scattò verso di lui e gli consegnò il navigatore, per poi allontanarsi di qualche metro.
Hammer lo infilò nell’altra tasca e riprese per l’ennesima volta il cammino.
‹‹ Adesso tu mi segui senza fiatare, capito?››
Supernova annuì e lo seguì, forse impaurita dal suo sfogo d’ira.
 
Vagarono per un bel po’ tra siepi e roseti immensi. Quel posto non gli era mai piaciuto molto ma, se la missione lo richiedeva, doveva andare anche là. Fortunatamente Supernova era rimasta in silenzio per tutto il resto del percorso, anche se qualche volta si era messa a canticchiare. Lui non le aveva dato bada: era stato troppo occupato a controllare il navigatore. Certo, poteva affidarsi alla sua memoria ma, dopo che un soldato della regina gli aveva avvisati che c’era stato qualche cambiamento all’interno del giardino, aveva preferito affidarsi alla tecnologia.
Raggiunsero un enorme spiazzo verde dove, al centro, sorgeva un immensa fontana. Una donna era seduta sul suo bordo: aveva una lunghissima gonna ricamata con un’infinità di cuori rossi, motivo ripreso dalle gemme della sua corona. I capelli le ricadevano lunghi e neri lungo la schiena e spesso si confondevano con il bustino.
Ai suoi piedi una bambina stava giocando con una bambola. Si vedeva benissimo che era sua figlia, anche se il suo volto aveva dei tratti decisamente più duri.
‹‹ Oh, finalmente siete arrivati.›› disse la regina quando li vide.
Supernova scattò immediatamente nella sua direzione si inginocchio al suo cospetto.
‹‹ Maestà, sono molto onorata di essere in vostra presenza e in quella della principessa. ››
‹‹ Mamma, chi è questa qua? ›› chiese aspramente la bambina.
‹‹ Questa ragazza aiuterà la Duchessa, mia cara, assieme al suo amico.›› le rispose la madre.
Quando Hammer si sentì nominare si avvicinò al gruppetto e fece un lieve inchino al cospetto della regina.
‹‹ Maestà…››
‹‹ Non è la prima volta che ci vediamo vero? ›› chiese la Regina di Cuori.
‹‹ No, maestà. Sono stato mandato in missione nel Paese delle Meraviglie per altre tre volte. ››
La donna annuì, per poi rivolgersi a Supernova, ancora in ginocchio .‹‹ Cara, poi alzarti. Non c’è bisogno di tutta questa riverenza.››
A quell’ordine la ragazza scattò in piedi e si posizionò vicino a Hammer.
‹‹ Invece tu sei una faccia nuova…›› le disse la Regina.
‹‹ Sì maestà. Mi chiamo Supernova e questa è la mia prima missione.››
La donna annuì nuovamente, sorridendole.
‹‹ Quindi potrebbe morire? ›› chiese la bambina.
Entrambi i ragazzi guardarono la piccola sbalorditi, mentre la Regina di Cuori non nascose un certo imbarazzo per quella uscita.
‹‹ Cara, non dovresti dire certe cose alla gente.›› cercò di rimproverarla.
Supernova, intanto, si voltò verso Hammer, impallidendo.
‹‹ Rischio veramente di morire?››
Il ragazzo sbuffò: non bastava ritrovarsi con una compagnia iper-energetica e sbadata, ma una maledettissima bambina la doveva anche terrorizzare a morte.
‹‹ Assolutamente no. Non siamo ancora Maestri di Keyblade. I maestri non oserebbero mai mandare i loro allievi in missioni dove potrebbero perdere la vita, altrimenti si ritroverebbero nettamente dimezzati. ››
Supernova non sembrò molto tranquillizzata da quella risposta, ma lui non le badò: prima terminava quella missione e prima tornava al quartier generale, liberandosi anche di quel peso che si doveva trascinare dietro.
‹‹ Maestà, lei ci ha mandato una richiesta di soccorso. Vorrei sapere di cosa si tratta.›› disse alla Regina di Cuori.
‹‹ Mamma, lui non mi piace. Voglio che gli venga tagliata la testa! ›› squittì la principessa.
Hammer ingoiò quell’uscita non del tutto gentile: avrebbe voluto staccare lui la testa a quella cara bambina, ma doveva comportarsi gentilmente anche nei confronti della prole della Regina, se voleva capire che cosa doveva fare.
La donna accarezzò la testa della figlia, come se non avesse detto nulla, per poi rivolgersi a Hammer: ‹‹ Mi è arrivata una lettera dalla Duchessa. Dice di aver avvistato degli Heartless nei pressi della sua casa. Chiedeva dei soccorsi abbastanza immediati, prima che potesse essere attaccata. ››
Il ragazzo annuì: non aveva la più pallida idea di dove fosse la casa della Duchessa, ma il navigatore l’avrebbe portato sicuramente a destinazione.
‹‹ Grazie, maestà, ci mettiamo subito in camino.››
‹‹ Ma sapete dove andare? Io non vi ho dato nessuna indicazione.›› chiese preoccupata la Regina.
Hammer estrasse il navigatore dalla tasca e glielo mostrò.
‹‹ Maestà, talvolta la tecnologia fa miracoli. ››
La donna gli sorrise con calore.
‹‹ Ti credo, ma nel caso vi doveste perdere, chiedete indicazioni ad un Gatto del Cheshire*. Di solito sono delle ottime guide, anche se molto sibilline.››
Hammer annuì e si inchinò nuovamente, per poi avviarsi. Prese per un braccio Supernova, ancora paralizzata dal terrore, soprattutto dopo che aveva visto la principessa staccare la testa della bambola con uno strappo netto. 
 
 
 
* traduzione letterale dall’originale. In italiano è stato tradotto come Stregatto, ma io devo mantenerla così per un gioco di parole successivo.

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Capitolo 2
*** Wonderland (Parte II) ***


 
Era da un bel po’ che stavano camminando lungo un prato di vari colori seguendo le indicazioni del navigatore. All’inizio il viaggio era stato abbastanza silenzioso e lui era stato molto contento di ciò: quella scorbutica principessina aveva talmente traumatizzato Supernova da farle passare la voglia di parlare… almeno finché non avevano incontrato una gruppo di farfalle con le ali di burro.
In quel preciso istante la ragazza si era sbloccata dal suo mutismo e lo aveva supplicato di restituirgli la macchina fotografica. Lui aveva insistito sul fatto che erano in ritardo con i tempi, ma la ragazza non aveva ceduto. Si era addirittura aggrappata al suo giubbotto e lo aveva pregato in ginocchio, facendoli persino gli occhioni.  Alla fine aveva ceduto solo perché stavano perdendo parecchio tempo.
Così Supernova si era dilettata nuovamente a fare fotografie al paesaggio e, talvolta a lui. Al terzo accecamento da flash si era stufato e gliel’ aveva sottratta di nuovo. La ragazza fortunatamente non aveva protestato e l’aveva seguito, forse reduce dallo sfogo precedente.
Il resto del viaggio, però, non fu silenzioso come prima: Supernova gli aveva raccontato più o meno tutta la sua vita, accentuando tremendamente il momento in cui aveva scoperto di essere una Custode di Keyblade e la separazione dai suoi genitori. Aveva pianto un fiume di lacrime quando aveva scoperto che doveva lasciarli per andare a frequentare l’accademia, ma con il tempo si era consolata pensando che, quando sarebbe diventata un Maestro, li avrebbe potuti difendere dall’oscurità.
Sospirò di sollievo quando vide un guizzo nero sul prato: forse ora la ragazza avrebbe finito quel suo tedioso racconto e lui si sarebbe potuto divertire un po’.
Bloccò Supernova con un gesto della mano e le fece cenno di tenersi pronta all’attacco. Si voltò nuovamente verso il suo obbiettivo e vide che ne era apparso un gran numero di piccole creaturine nere.
Bene, un branco di Heatless Shadow. Sarà un gioco da ragazzi eliminarli tutti. Pensò, pronto ad attaccare.
‹‹ Aspetta un secondo! ›› esclamò Supernova.
Hammer si girò perplesso: che avesse anche problemi ad evocare il Keyblade?
Purtroppo la scena che vide fu un’altra: la ragazza stava sfogliando un piccolo libricino in cerca di qualcosa.
‹‹ Cosa stai facendo? ›› chiese, ancora sconvolto.
‹‹ Sto sfogliando il manuale per capire che tipo di Heartless sono: bisogna essere sempre informati sul proprio nemico! ››
Se gli era rimasta qualche piccola speranza sulle capacità di Supernova, ora l’aveva persa completamente.
‹‹ Mi stai dicendo che tu non sai che questi sono… Heartless Shadow? ›› domandò poco prima che una di questi lo attaccasse.
Evocò il Keyblade e lo eliminò con un colpo netto e si gettò sugli altri.
‹‹ Oh, grazie! Adesso mi metto a cercarli subito! ›› disse Supernova continuando a sfogliare il manuale.
Grazie?! Grazie?! Questa è una cosa che sanno anche i novellini di un mese e a me sembra che tu sei all’accademia da molto più tempo! Pensò eliminando altri due Heartless.
All’inizio aveva pensato che la punta seghettata della sua arma avrebbe potuto crearli qualche problema ma, da quando aveva capito che tutte le sue punte che creava potevano tornagli molto utili, aveva cambiato idea.
‹‹ Heartles Shadow… Heartless Shadow… ›› sussurrò Supernova, sempre ferma nella posizione di prima.
Improvvisamente un gruppetto di Heartless lo attaccò nello stesso preciso istante. Sorrise, divertito da quel loro inutile tattica. Fece prolungare le catene che pendevano dalla base della chiave, centra doli o stritolandoli uno ad uno. Tutti gli altri fuggirono verso la foresta che era apparsa davanti a loro.
‹‹ Mh, interessante. Si possono sconfiggere con dei semplici attacchi base. ›› disse sorridendo la ragazza, almeno finché non incrociò lo sguardo irato di Hammer.
Mise immediatamente il manuale nel taschino e si scusò immensamente per la sua negligenza, dovuta alla poca conoscenza dei nemici.
La trovò molto patetica, ma alla fine accettò le sue scuse: con quella scenetta si era fin troppo umiliata.
‹‹ Alcuni sono scappati nella foresta. E’ meglio che li seguiamo. Meno c’è ne sono in giro meglio è.››
‹‹ Una foresta?! E da dove è apparsa?! ›› domandò stupita.
Hammer roteò gli occhi: oltre a non sapere nulla sui nemici, era anche poco informata sui vari mondi.
‹‹ Siamo nel Paese delle Meraviglie, non in un posto qualsiasi. Qua puoi aspettarti di tutto. ›› le rispose entrando di corsa  nella selva.
Proseguì tra quei stranissimi alberi blu e viola, finché non intravide gli Heatrless. Si preparò all’attacco, ma una vocina alle sue spalle lo bloccò.
‹‹ Fermo Hammer, me ne occupo io: tu hai già fatto fin troppo. Conosco un incantesimo che fa al caso nostro! ››
Lui tentò di fermarla: il Maestro gli aveva raccomandato di non farle usare nessun incantesimo. Era fin troppo inesperta e poteva creare più danni che benefici.
Tutto, però, fu inutile: una luce accecante partì dal Keyblade a forma di stella di Supernova, rendendo bianco tutto il paesaggio.
Si tappò immediatamente gli occhi: dopo tutti quei tremendi flash, ora lo aveva quasi accecato con un incantesimo poco controllato. Il fastidio che provò fu terribile e, quando sentì un “ops” provenire dalle labbra di Supernova, l’avrebbe volentieri picchiata a sangue, se non avesse avuto la vista annebbiata.
Maestro, questa me la paghi davvero e, giuro, non sarò tanto clemente.
Pian piano riacquisì una visione nitida e notò che gli Heartless erano diventati dei mucchietti di cenere fumante. Meno male che il Bagliore Stellare funziona solo su di loro. Pensò, prendendo il navigatore.
Cercò di azionarlo ma, quando gli apparve la scritta “ Sovraccarico di energia. Attendere per il normale funzionamento “, dovette placare nuovamente i suoi istinti omicidi.
‹‹ Supernova…›› sibilò.
‹‹ Co… cosa c’è? ›› balbettò quella, ancora ferma nella posizione di prima.
‹‹ Il tuo maledettissimo incantesimo ha mandato in tilt il navigatore… ››
‹‹ O... ops… ›› disse la ragazza con un debole sorriso.
Hammer stava per tirarle contro il navigatore: lo aveva tormentato per tutto il viaggio,  si era messa a leggere il manuale nel momento del bisogno, lo aveva quasi accecato, aveva sovraccaricato la loro unica guida in quella landa e osava persino sorridergli?
‹‹ Ops? Secondo te, adesso come ci orientiamo?! ›› cercò di trattenersi, ma alla fine non riuscì a non alzare la voce.
‹‹ Scusami, scusami! ›› esclamò, iniziando a genuflettersi, ‹‹ Non sapevo che il Bagliore Stellare potesse mandare in tilt il navigatore! Non me l’hanno mai detto! ››
In realtà non dovrebbe neanche accecare i compagni e incenerire gli Heartless…
‹‹ Troverò una soluzione, lo giuro! ››
‹‹ E quale? ›› le chiese, fingendo di essere incuriosito.
Supernova si alzò in piedi e si mise a camminare in circolo, man mano agitandosi sempre di più.
Era quasi sulla soglia di un pianto disperato quando si bloccò, come se avesse avuto un’illuminazione.
‹‹ La regina ha detto che possiamo chiedere informazioni ad un Gatto del Cheshire! ››
‹‹ E secondo te dove lo troviamo? ››
Si ricordava benissimo del suggerimento della Regina di Cuori, ma sapeva benissimo che trovarne uno non era un’impresa facile.
La ragazza rimase in silenzio, evidentemente imbarazzata.
‹‹ Cara Supernova, i Gatti del Cheshire sono creature sfuggevoli, altamente egotiste ed egocentriche e, soprattutto, laide. ››
‹‹ Permettimi di dissentire. ›› disse una voce alle sue spalle.
I due ragazzi si girarono immediatamente e videro un gatto viola e rosa beatamente sdraiato sul ramo di un albero.  Era stranamente magro e con una cosa lunghissima e flessuosa. La testa era leggermente più grande del corpo e allungata, mentre i due grandi occhi gialli lo rendevano ancora più inquietante.
‹‹ E dire che vi credevo tutti grossi e pelosi. ›› affermò Hammer, irritato dal tono che aveva usato il gatto.
‹‹ Quello è l’aspetto di uno di noi. ›› gli rispose, alquanto seccato. ‹‹ Secondo te, se fossimo tutti uguali, come potremmo distinguerci tra di noi? ››
L’animale sorrise con una certa malizia e posando al testa tra le zampe.
‹‹ Un secondo…  quindi tu sei un Gatto del Cheshire? ›› domandò Supernova.
Hammer si picchiò la mano sul volto: se quella ragazza continuava così, lo avrebbe umiliato in ogni singolo istante della missione.
Il gatto la guardò abbastanza perplesso, per poi rispondere: ‹‹ Mi sembra una cosa abbastanza evidente. ››
Supernova emise un gridolino, per poi riprendersi, nella frazione di un secondo, la sua macchina fotografica. Si arrampicò rapidamente sull’albero, sotto lo sguardo sconcertato dell’animale. Quando gli fu vicino, scattò una foto, cercando di centrarsi con l’obbiettivo.
‹‹ Che fai, sei impazzita?! Vuoi accecarmi?! ›› esclamò il Gatto del Cheshire.
‹‹ Benvenuto nel gruppo… ›› sussurrò con una certa ironia Hammer.
‹‹ Scusa… volevo fare solo una foto ricordo… ››
‹‹ Foto ricordo?!  E a che cosa ti serve? ››
‹‹ Ecco. È la mia prima missione… devo assolutamente documentarla… ›› rispose Supernova con un certo imbarazzo.
‹‹ Ecco spiegato il Bagliore Stellare fuori controllò. ›› commentò l’animale.
Hammer rimase stupito da quell’affermazione. Certo, sapeva che i Gatti del Cheshire sapevano molte cose, anche sui portatori di Keyblade, ma era impossibile che sapesse chi aveva lanciato l’incantesimo.
‹‹ Scusa, ma da quanto sei là? ›› domandò.
‹‹ Da quanto basta per sapere che vi serve una guida. ›› rispose esibendo un altro sorriso.

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Capitolo 3
*** Wonderland (Parte III) ***


Sospirò di sollievo quando uscirono dalla foresta: oltre che alla vocina cinguettante di Supernova si era dovuto subire anche i commenti del Gatto del Cheshire. Aveva ampiamente condiviso quelli sulla sua compagna, ma quando aveva iniziato a prenderlo in giro per la sua acconciatura, mancava poco che lo attaccasse. Se una persona voleva legarsi in una coda la parte centrale dei capelli e tenere il resto corto erano affari suoi. E poi, cosa ne sapeva un animale? Loro dovevano solo preoccuparsi del loro pelo.
‹‹ Bene, ora dovete proseguire dritti per questa strada, finché non vi troverete nei pressi di un lago. A quel punto posizionatevi sul bordo e sperate che la Duchessa vi noti. ››
‹‹ Cosa intendi dire con “sperate”?›› domandò al gatto.
‹‹ Che la casa della Duchessa è sulla montagna che si affaccia sul lago. Solo chi è dentro può allungare la porta e farvi entrare. Buona fortuna. ›› rispose sparendo.
‹‹ Fantastico...›› sibilò tra i denti.
Erano già parecchio tardi con i tempi e non se la sentiva di dover aspettare come un palo che qualcuno gli facesse entrare. Ecco perché detesto il Paese delle Meraviglie: troppa gente strana e complicata. Pensò, giurando solennemente che, un giorno diventato Maestro, non ci avrebbe mai più messo piede.
‹‹ Che animale simpatico. ›› commentò Supernova.
Lui si girò immediatamente verso la ragazza, sconvolto.
‹‹ Spero che tu stia scherzando… ci ha preso in giro per quasi tutto il tragitto…››
‹‹ Bisogna ammettere i propri difetti e riderci su, altrimenti diventiamo troppo egocentrici. E comunque ha ragione lui: il tuo taglio di capelli è veramente buffo! ››
‹‹ Volgiamo parlare del tuo a scodella? ›› le rispose, trattenendo quasi miracolosamente i suoi istinti omicidi: già quel maledettissimo gatto lo aveva fin troppo provocato. Ora Supernova doveva mettere ancora di più il dito nella piaga e senza un buon motivo apparente.
‹‹ Cos’ha che non va? E’ molto pratico.››, rispose quella, un po’ stizzita, ‹‹ E almeno io non sembro un moicano!››
‹‹ Meno male che dobbiamo accettare i nostri difetti miss “va sempre tutto così bene che non posso non parlare in continuazione”. ››
Ebbene sì, Supernova aveva superato il limite. Normalmente non insultava né attaccava verbalmente i suoi compagni, persino quelli più pedanti. Per questo motivo era conosciuto in tutta l’accademia per essere una persona calma, con una certa spina dorsale e molto permissiva. Supernova era riuscita a distruggere questa sua immagine nel giro di poche ore.
Da quel momento iniziò una terribile discussione sui difetti di entrambi e si meravigliò che la ragazza potesse infuriarsi tanto da riuscire ad urlargli in faccia.
‹‹ Basta! ›› urlò una vocina alle loro spalle.
I due si girarono e videro una bambina un po’ paffuta e con la testa un po’ più grande del corpo. Dei corti capelli neri e ondulati le circondavano il viso, mentre un suntuoso vestito azzurro metteva ancora di più in risalto la sua robustezza.
‹‹ Mia madre mi ha dovuta mandare da voi perché la smetteste. Vi si sentiva fin dentro casa nostra! ››
I due ragazzi si guardarono perplessi, sorpresi di aver fatto una tale confusione.
‹‹ Ora va meglio! ››, disse la bambina, incrociano la braccia, ‹‹ Comunque io sono la figlia delle Duchessa, se non l’aveste capito. ››
O era una moda o le nobili non sapevano educare i figli: com’è che tutta prole che avevano incontrato fino a quel momento era così insolente? Certo, avrebbe potuto includere nella sua lista di “persone poco educate del Paese delle Meraviglie” anche quel simpaticone di Gatto del Ceshire, ma decise che era un caso a parte.
Alla fine decise di ingoiare il rospo e di calmarsi: se quella era la figlia della Duchessa, poteva dire loro come aiutare la sua cara madre.
‹‹ Scusaci terribilmente… abbiamo avuto un terribile disguido ››, disse, cerando di essere il più gentile possibile, ‹‹ Sai per caso perché tua madre ha richiesto il nostro aiuto? ››
 La bambina era sul punto di rispondere, quando Supernova urlò.
Hammer si girò, ancora più irritato, finché non vide il motivo di tale spavento: un enorme Heartless si stagliava, sospeso a mezz’aria, davanti a loro. La parte finale del corpo era un largo cono rosso e bianco, pieno di lance  a forma di cuore, come quelle che adornavano l’alto colletto che aveva attorno alla testa. Due lunghi bracci neri partivano da poco sotto la testa, sulla quale spiccavano solo due occhi bianchi e inespressivi.
‹‹ Torna a casa! ›› urlò alla bambina.
Questa annuì e corse immediatamente via, terrorizzata.
Intanto lui si era avvicinato a Supernova e aveva evocato il Keyblade.
‹‹Stai dietro di me e cerca di coprirmi le spalle: questo è un Heartless più forte degli altri e può risultare un osso duro.››
La ragazza fece un cenno con il capo, per poi evocare subito la sua arma.
‹‹ E per favore, niente incantesimi.››
Improvvisamente la creatura davanti a loro gli sparò le lance a forma di cuore, al posto delle quali crebbero immediatamente altre.
Hammer riuscì ad evocare prontamente uno scudo, mente Supernova si protesse sotto il suo.
‹‹ Ti prego, non dirmi che non sai evocare una barriera! ›› esclamò, esterrefatto.
‹‹ Mi hai detto tu che non devo utilizzare incantesimi! ››
‹‹ Lo scudo non lo catalogo come incantesimo! ›› urlò, mentre l’Heartless iniziò a picchiare sulla sua barriera con i bracci. Lui la dissolse e colpì i due arti, facendoglieli ritirare.
Questo, però, non si arrese e si preparò a lanciare un’altra serie di lance. Dannazione, non posso continuare a parare. Ma se attacco sotto una scarica di lance non ho buone possibilità di uscirne illeso. Potrei chiedere a Supernova di coprirmi le spalle con un incantesimo, ma non mi fido molto delle sue capacità magiche. Pensò, prima di parare i successivi colpi.
‹‹ Aspetta Hammer! L’ho quasi trovato sul manuale! ›› esclamò la ragazza dietro di lui.
Quello non lo poté tollerare: era già la seconda volta che se ne stava a sfogliare il manuale, mentre lui cercava di risolvere il combattimento. Girò le spalle all’Heartless, si avvicinò abbastanza irato alla ragazza e le tolse la guida di mano, lanciandola indietro.
‹‹ Più fatti e meno teoria! Se una persona deve consultare ogni volta il manuale per capire come sconfiggere un nemico, rischia di perdere la vita, capito?! ››
Supernova non gli rispose, ma indicò con il dito un punto dietro a lui.
Si girò perplesso e vide che il libro che aveva lanciato aveva centrato un enorme cuore disegnato sul corpo dell’Heartless. Questo iniziò a brillare e dimenarsi, per poi sganciare l’enorme parte conica che aveva al di sotto. Il resto, nel giro di pochi secondi, sparì nella foresta.
‹‹ “Falsa regina di cuori. Per facilitare l’eliminazione centrare l’enorme cuore al centro: la testa si staccherà dal busto e sarà più innocuo.” ›› recitò la ragazza.
Hammer rimase a fissare per parecchio tempo ciò che restava del loro nemico, molto sbalordito e perplesso. Era in una sorta di trance, sia perché riteneva assurdo ciò che era appena successo e sia perché era stato proprio quel terribile manuale a risolvere la situazione.
‹‹ Hammer, cosa fai là impalato?! Dobbiamo andare a recuperarlo! ›› gli disse Supernova.
‹‹ Sì, sì… hai ragione…›› rispose, svegliandosi pian piano da quello strano stato.
Si alzò e fece cenno alla ragazza di seguirlo, per poi addentrarsi di corsa nella foresta. Improvvisamente si accorse di una cosa: non aveva la più pallida idea di dove fosse andato l’Heartless. Si bloccò di colpo ed iniziò ad imprecare contro qualsiasi cosa gli fosse capitata durante quella giornata, a cominciare dalla terribile pancetta che avevano servito a mensa.
‹‹ Cosa c’è?›› domandò Supernova alle sue spalle, parecchio sconvolta e perplessa.
‹‹ Non ho la minima idea di dove sia andato quel coso e tu… TU hai mandato in tilt il navigatore!››
‹‹ Perché ti individua anche i nemici?››
‹‹ Certo!›› sbraitò, esasperato.
Si mise la faccia sulle mani ed iniziò ad urlare di disperazione.
‹‹ Serve aiuto? ››
In quel preciso istante quella era l’ultima voce che avrebbe voluto sentire. Se aveva un sasso a portata di mano glielo avrebbe di sicuro lanciato, ma purtroppo ne era sprovvisto.
‹‹ Il nostro Gatto del Ceshire! ›› esclamò Supernova entusiasta.
‹‹ Un momento, da quando sono diventato vostro? ››
‹‹ Vuoi aiutarci o devi iniziare una stupida discussione con lei?! ›› urlò esasperato: era consapevole che quell’essere era l’unica soluzione al suo problema, quindi doveva accettare il suo aiuto. Detestava, però, il suo modo di fare abbastanza lascivo, tipico di un gatto che non aveva niente da fare tutto il giorno, se non tormentare poveri turisti.
‹‹ Oh, scusa tanto, ma detesto che qualcuno mi metta un sigillo di proprietà.››
Hammer lo fulminò con lo sguardo, sperando che capisse il concetto.
‹‹ Va bene, va bene ››, disse sorridendo maliziosamente, ‹‹ Il vostro amico è andato di là. Vi seguirò lungo la strada in modo da aggiornarvi meglio sulla direzione. ››
Prima di sparire indicò la direzione con la coda, e Hammer corse subito dove gli era stato indicato.
Continuarono per un bel po’ con quel metodo strampalato, spesso interrotto da delle stupide domande di Supernova, ma alla fine raggiunsero il loro obbiettivo.
Si trovarono in una cupa radura, con al centro una pietra che cambiava in continuazione colore. L’ Heartless arrivò poco e si posò sul sasso.
‹‹ Hammer lascia fare a me! Devo riuscire a rendermi utlie!›› esclamò Supernova dirigendosi verso il nemico.
‹‹ No, ferma! Non devi colpire la Pietra Monella! ›› urlò il Gatto del Ceshire apparso al fianco del ragazzo.
Parole vane: con un solo colpo Supernova eliminò l’Heartless e centrò il sasso.
Una luce abbagliante si diffuse in tutta la radura rendendo impossibile la vista di qualsiasi cosa.

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