I'm with you

di elyxyz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Stay ***
Capitolo 2: *** II. With you ***



Capitolo 1
*** I. Stay ***


I

I’m with you

By elyxyz

 

A chi si rifiuta di mantenere vicino a sé chi ama, credendo stupidamente che così l’altro soffra meno.

 

Capitolo I: Stay

 

POV di Ru

“Ti lascio”

“Nani?!”

“Ti lascio”

….

“Torno a casa mia.”

Do’aho, ma questa è casa tua… casa nostra.

 

Qualcuno spenga il martello pneumatico che si è acceso nella mia testa. Sta girando tutto troppo in fretta. Il rumore è assordante.

Che cazzo succede?!

Lo guardo incredulo, davanti a me.

"Se è uno scherzo, è di cattivo gusto".

Ma so benissimo che non stai scherzando.

Questa non è l'ultima trovata idiota del tensai.

Non l'ho mai visto tanto serio in vita mia.

Nella mia testa sfrecciano ai 200 all'ora, tutte le possibili congetture per capire questo suo comportamento.

Ripenso ad una settimana fa, a quando abbiamo incontrato Sendoh, alla mia stupida scenata di gelosia...

"E' per Sendoh?" sputo lì, sperando di sbagliarmi.

Forza, Do’aho! Lo sappiamo entrambi che per lui, la tua, è stata solo una cotta passeggera…

Tu mi guardi.

Ho paura di incontrare i tuoi occhi, ho paura di leggerci un sì.

Sono tristi, ma risoluti.

Non ho mai visto il tuo viso così tirato.

“No. Sendoh non c’entra.” soffi appena.

Sembri provato, stanco.

Sei stanco di me, di noi?

La figura di mio padre mi si para di fronte.

E la rabbia mi monta:

“Tre giorni fa, hai visto mio padre…

Che cazzo ti ha detto?! E’ stato lui a convincerti a lasciarmi?!”

Ok. Mio padre non ha accettato la nostra relazione, ma questo non può bastare a dissuaderti!

A cosa è servito lottare tanto, se crolli adesso?!

“Non posso più vivere con te.

Non voglio più vederti.

Dimenticami”.

Senza neanche voltarti, esci silenzioso da questa casa.

Dalla mia vita.

 

La tua auto, che si accende, mi riporta alla realtà.

Te ne sei andato. Davvero.

 

Appoggio la schiena alla porta d'entrata.

Le forze mi hanno abbandonato.

Mi lascio scivolare spossato a terra. Poso la fronte sulle ginocchia.

Ho la testa vuota.

Dev'essere un incubo.

Già. Domani mi risveglierò e sarà tutto come prima.

Mi ritroverò abbracciato al Do'aho, con lui che dorme accoccolato sul mio petto.

Sarà certamente così.

Ma allora, perché sto piangendo?!

 

 

POV di Hana

Ho appena attraversato l'inferno.

Ed è stato tremendo.

Quando Kaede mi ha chiesto "Perché?" con la voce tremante, avrei voluto abbracciarlo forte.

Ma ho fatto la scelta migliore. Per entrambi.

La più dolorosa, certo.

Ma è meglio che mi odi ora, piuttosto che debba soffrire in futuro, per causa mia.

Ho percepito la sua disperazione, quando ha pensato che lo tradissi con Sendoh.

Oh, no! Amore mio, io non ti tradirò mai.

Ma proprio perché ti amo da impazzire, non ti voglio più al mio fianco.

Voglio risparmiare a te, quello che non posso evitare per me.

Ed è vero. Ho parlato con tuo padre, ma non mi ha detto di lasciarti. E' una persona gentile, sai?!

Sotto una scorza dura -come la tua- ha un cuore d'oro, come te.

Mi ha detto che si sta sforzando di capirci. Che per lui non è certo facile; perché è vissuto in un mondo di bigotti falsi moralismi e perbenismi interessati.

Ma ci sta provando, Kaede. E ammiro il suo sforzo.

La maggior parte delle persone ci disprezza e basta.

Alla fine, prima che me ne andassi, mi ha anche abbracciato.

E, per un attimo, mi è sembrato l’abbraccio del padre che non ho più.

Poi gli ho chiesto di tacerti il motivo della mia visita.

Ci sono cose del mio passato che non ti ho mai raccontato.

E che non devi sapere. Mai.

Cose dolorose, che la mia mente ha relegato in un cantuccio oscuro.

E che, solo nelle notti più buie, escono a popolare i miei incubi.

Ne morirei, se diventassero anche incubi tuoi.

 

POV di Ru

La testa mi pulsa dolorosamente.

Tutti i muscoli sono indolenziti.

Dove mi trovo?!

Apro lentamente gli occhi: bruciano. Fatico a mettere a fuoco.

E’ il salotto di casa nostra.

Mia e del Do’aho.

O, forse, dovrei dire solo ‘mia’.

Oh, kami!

Che diavolo è saltato in testa a quell’idiota?!

E perché non l’ho fermato?!

No. Non può finire così.

Senza un perché.

Senza tentare qualcosa.

Abbiamo lottato contro noi stessi e contro tutti, per far vivere quest’amore.

Se lui è pronto ad annientarlo…

                                                   io no.

 

Mi dirigo con passo strascicato in bagno.

Quello che vedo nello specchio non mi piace.

Ho due occhiaie scure che sbattono sulla mia pelle serica.

Ho 18 anni e ne dimostro 50.

Se un giorno senza di lui mi riduce a questo, presto morirò…

Devo riconquistarlo.

Farlo ragionare.

Convincerlo a tornare.

 

E’ mio

  lo rivoglio

e lo riavrò.

 

Kaede Rukawa non ha mai perso.

E non comincerà certo con la cosa più importante.

Una doccia veloce mi regala una parvenza di presentabilità.

Mezz’ora dopo, sono davanti al cancello dei Sakuragi.

 

Sua madre stravede per me. Lei mi aiuterà di certo.

Suono il campanello.

E passa una vita.

Sto quasi per andarmene, deluso.

Quando Reiko Sakuragi si affaccia sull’uscio.

Mi sorride, pallida. Sembra invecchiata.

“Kaede, scusa. Ma Hana non c’è. E non penso che rientrerà stasera.

Credimi. Mi dispiace, figliolo. Per tutto questo. Se puoi, perdonalo.”

Sento la sua voce incrinarsi. Mi saluta con la mano e se ne torna in casa, quasi fuggendo.

A me non resta altro che aggrapparmi al cancello in ferro battuto, per trovare la forza di non urlare.

Vado nell’unico posto in cui posso trovare la pace: il nostro campetto da basket.

So che lui non ci sarà. Se mi evita, non è tanto idiota da venirci.

Prendo la familiare palla a spicchi. E inizio a palleggiare.

TUM- TUM come il cuore.

Sempre più veloce. TU-TUM  TU-TUM…

Scatto verso l’alto e scarico la mia disperazione nel canestro. Potrei scoppiare.

Mi fermo sulla linea dei tre punti.

E inizio a tirare. Ma il mio cervello mi tradisce.

Come avevo imparato a fare nelle infinite ore di allenamento, attribuisco ad ogni tiro un pensiero.

Tiro- canestro- il Do’aho non è a casa.

Tiro- canestro- il Do’aho non rientra a casa.

Tiro- canestro- il Do’aho dove dormirà?

Tiro- canestro- davvero non mi tradisci con Sendoh?

Tiro- canestro- “Non posso più vivere con te”.

Tiro- canestro- “Non voglio vederti mai più”.

Tiro- canestro- “Dimenticami”.

Queste ultime sue frasi mi vorticano in testa.

Ma manca qualcosa. Qualcosa di essenziale.

 

Tiro- ferro- “Non ti amo più!” il Do’aho non ha detto la frase più ovvia!

Perché?

Perché??

Ha detto che mi deve lasciare.

E se mi amasse ancora?!

 

Devo parlargli.

Devo capire.

Qualsiasi cosa sia.

Devo sapere.

Per farmene una ragione.

 

Andrò da mio padre. Certamente lui sa qualcosa. Me lo sento.

A quest’ora dev’essere al lavoro.

Esco di corsa dal campetto e fermo un taxi.

“Al Kitamura, per favore.”

Quando entro in portineria, mi sembra di scorgere da lontano la madre di Hana.

Probabilmente, mi sono sbagliato.

Mio padre non sembra sorpreso della mia venuta.

Questo conferma i miei sospetti. Lui sa.

Tra di noi non c’è mai stato un rapporto profondo. Non lo abbiamo mai cercato, entrambi.

Ci portiamo un austero rispetto. E questo, è più che sufficiente.

Mi fa accomodare nel suo studio. Tra breve farà il giro delle visite, ha poco tempo, mi dice.

E mi chiede come sto.

E’ fin troppo gentile. Questo mi inquieta.

Non so come affrontare l’argomento. Le parole non sono mai state le mie armi.

“Hana mi ha lasciato. Dimmi perché”.

E gli pianto due stiletti cobalto contro. Con lo sguardo so ferire bene. Questo sì.

“Mi dispiace, Kaede. Vorrei aiutarti. Ma non posso.

Ho degli obblighi da rispettare. E l’ho promesso anche a lui.

Se vuoi capire, solo Sakuragi potrà dare risposte ai tuoi perché. Poi, potrai tornare da me, se vorrai”.

 

POV di Hana

Tra 20 giorni, Kaede ed io ci saremmo dovuti trasferire in America.

Lui ha accettato un’offerta propostagli dai Bulls, così avrebbe realizzato il suo sogno; ed io, con lui.

Avremmo frequentato l’università là…. Avremmo sfondato.

Adesso che tutto questo è andato in frantumi, spero solo che lui parta al più presto. E che là, mi dimentichi.

Devo solo nascondermi per 20 giorni. Evitarlo, ad ogni costo.

Poi sarà più ‘semplice’ o ‘facile’ andare avanti, per entrambi.  

La mamma ha detto che ieri Kaede è venuto a cercarmi a casa. So che è testardo.

Spero che si rassegni e anticipi la partenza.

Senza accorgermene, sono già arrivato a casa. Oramai è ora di cena, il sole sta tramontando.

Quando mi avvicino al cancello, è troppo tardi.

Una massa raggomitolata sta dormendo posata al muretto perimetrale.

Riconoscerei il suo ronfare tra mille.

E mi blocco.

Una parte di me mi urla di fare dietro front e di fuggire, lontano.

L’altra mi grida di abbracciarlo fino a soffocarlo e di ricoprirlo di baci.

Ma nessuna delle due vince.

Gli accarezzo piano i capelli. E scarto il pugno che lui lancia, di riflesso, ogni qualvolta si disturbi il suo sonno.

Poi apre gli occhi assonnati. Li dilata increduli. E sussurra un incerto “Do’aho?!”

E’ tardi per fuggire.

 

POV di Ru

Apro gli occhi lentamente e mi ritrovo davanti lui.

Forse è un sogno. Non può essere vero.

Lo chiamo con tono insicuro: “Do’aho?” Ho paura che si dissolva, al solo nominarlo.

Ma lui è ancora lì. Davanti a me. E il sole del tramonto sta giocando con i suoi capelli, col suo viso.

Mi fa un sorriso imbarazzato. Poi mi risponde “Kitsune…” Mi slancio verso di lui.

Non voglio che svanisca. Penso solo questo.

 

Lo abbraccio forte, spasmodico.

Temo che, il solo allentare di poco la mia presa, possa essere fatale.

Ma lui non sta tentando di fuggire.

E’ immobile per qualche istante. Poi ricambia timidamente il mio abbraccio…

Non so per quanto tempo stiamo così.

Ma è sempre troppo poco.

Voglio inebriarmi del suo calore.

“Ti amo” è un sussurro il mio, al suo orecchio.

Lo sento irrigidirsi in risposta.

E le mie paure si amplificano all’infinito.

Poi mi stringe ancora più forte a sé.

E le mie speranze rinascono timide.

 

 

 Continua…

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Capitolo 2
*** II. With you ***


I

I’m with you

By elyxyz

 

A chi si rifiuta di mantenere vicino a sé chi ama, credendo stupidamente che così l’altro soffra meno.

 

Capitolo II: With you

 

POV di Hana

Controvoglia mi sciolgo dal tuo abbraccio, ma non fai niente per prolungarlo.

Mi guardi smarrito, mentre mi rialzo da terra.

È un silenzio carico d'attesa, lo sento.

Mi arrischio a guardarti. Sei ancora seduto e aspetti.

Aspetti me.

Allungo una mano per aiutarti a risollevarti. La fissi pensieroso e poi ti ci aggrappi con una stretta vigorosa.

"Forza, su!"

Appena sei in piedi, mi ringrazi impacciato e poi mi sorprendi...

  

POV di Ru

Un bel gancio sinistro come quelli di un tempo. Te lo dovevo.

Ti vedo pericolosamente sbilanciato all'indietro. Ma, se stessi per cadere, ti salverei io.

Te lo sei meritato, Do'aho. Niente di più.

"E adesso voglio delle spiegazioni".

Fai una faccia sbigottita, mentre incredulo ti massaggi il mento.

"Ok, Kitsune. Non qui. Entriamo."

  

POV di Hana

Tanto è inutile procrastinare all'infinito.

La Kitsune non si schioderà da qui, se non sarà soddisfatta.

"Mia madre non c'è. Ha il turno di notte. Rientrerà domattina.

Mettiti comodo. Sarà una lunga notte.”

E una lunga storia.                   

 

Siamo seduti per terra sul tappeto, con la schiena appoggiata al divano.

Kaede, al mio fianco, ha la testa reclinata all'indietro sul cuscino, gli occhi chiusi.

Ma non l'ho mai visto così attento.

Forse non mi guarda per non mettermi a disagio, ma non mi sfugge che, di tanto in tanto, strizzi le palpebre per scacciare qualcosa di sgradevole.

  

POV di Ru

"Sai cos'è una 'malattia autoimmunitaria'?"

Accenno ad un 'no' con la testa e Hana inizia il suo viaggio all'indietro ed io non vorrei essere salito su questo treno di ricordi.

So che sarà un percorso spiacevole e doloroso.

E mi dispiace che lo debba rifare per me.

"Sai cos'è una 'malattia autoimmunitaria'?"

No. Non lo so. Ma non mi piace neanche un po' il nome che ha.

"Avviene quando, ad un certo punto, il nostro sistema di difesa immunitario 'impazzisce' e inizia a riconoscere le cellule del nostro corpo come 'nemiche' e decide di combatterle.

In pratica, il nostro organismo combatte contro sé stesso.

Io mi sono ammalato da piccolo.

Ma ho ancora davanti agli occhi il giorno in cui mia madre mi portò, con la febbre alta, all'ospedale e ci rimasi per quasi un mese.

Mi rovesciarono come un calzino.

Alla fine mi dissero che avevo una rara malattia cronica che, nei casi più gravi, porta alla degenerazione dei tessuti e alla compromissione degli organi, fino alla morte... - prosegue con tono ironico- poi dissero che io ero stato in qualche modo 'fortunato', perché la mia malattia era al primo stadio.

Cominciai una cura di diversi medicinali, che a conti fatti, erano quasi peggio della malattia in sé.- la sua voce si riduce ad un sussurro- e la notte, mentre facevo finta di dormire, sentivo mia madre piangere e chiedere perché fosse successo proprio a me...”

Ti fermi.

Per riprendere fiato.

Per riordinare le idee.

Per ritrovare coraggio.

Mi muovo lentamente e cerco la tua mano.

Quando la trovo, diventa un tutt’uno con la mia.

“Dopo qualche anno di cura, la situazione si era stabilizzata, ma mentre la mia famiglia nutriva pallide speranze di guarigione, ebbi una grave ricaduta.

In una notte, si erano cancellate le cure di anni; ed io, ero ancora solo un bambino.

Per un breve periodo, ho attraversato l'inferno.

E lì, ho perso la fede, la fiducia e la voglia di lottare.

Mi svegliavo, la notte, in preda a dolori lancinanti su tutto il corpo. Ero a malapena autosufficiente.

Ma, mentre il mio corpo diveniva sempre meno autonomo, sono cresciuto in fretta, dentro.

Poi è avvenuto una specie di 'miracolo'.

La malattia è rimasta a lungo 'in fase di controllo clinico' come lo chiamavano i medici.

Finché- le analisi parlarono chiaro- non risultai guarito.

Non te l'ho mai detto, Kaede, ma ero in cura da tuo padre.

E' stato lui, il mio medico.

E non mi fece illusioni: se la malattia fosse scomparsa per due anni, solo allora, si sarebbe potuto parlare di effettiva guarigione.

Abbiamo trattenuto il fiato per 740 giorni.

Poi ho iniziato di nuovo a respirare.

E avevo talmente tanta rabbia dentro!

Così tanta voglia di 'rifarmi' su quello che avevo perso, volevo riscattarmi contro la vita, prendermi tutto quello che mi aveva rubato. Tutto e subito.

E mi sono costruito una buona corazza.

Ed ho iniziato a fare il bullo.

Perché, anche se avevo avuto un'infanzia diversa dai miei amici, volevo una rivincita su tutto.

E sono diventato capo di una banda, poi di un quartiere. Poi ho conosciuto la mia armata.

Il resto, lo sai già..."

 

Nh. Ricordo bene la prima volta che ti incontrai, sulla terrazza dello Shohoku...

e per un attimo, mi concedo di vagare nei ricordi dei tre anni di superiori: le nostre liti, i pugni, gli scherzi, le rivalità, la solidarietà, l'amicizia e poi l'amore.

Riprendi a parlare e catturi di nuovo la mia attenzione.

"Andava tutto bene, fino ad una settimana fa. Ho cominciato ad avvertire i sintomi di qualcosa che conoscevo fin troppo bene. E tuo padre ha confermato le mie paure. La malattia si è ripresentata. Ma stavolta, è matematicamente impossibile sperare di guarire.

Credimi, ho letto praticamente tutto ciò che esiste a riguardo. Ci sono pochissimi casi di guarigione definitiva, in tutto il mondo. Ma chi si riammala dopo i due anni, non ha praticamente speranze".

"Ma non potremmo sentire altri pareri, avere ulteriori consulti... contattare diversi specialisti?!" Chiedo speranzoso.

Mi stai guardando come se dicessi un’ ovvietà.

"Già fatto. Hanno discusso il mio caso persino a Filadelfia, durante un convegno con i migliori luminari in questo campo.

Non mi resta che rassegnarmi".

È caduto il silenzio su di noi.

Ed è pesante, soffocante.

Mi giro lentamente e ti guardo.

Vedo una dolcezza infinita nei tuoi occhi. In questo momento, hai paura per me.

 

E me lo tiro dolcemente contro, in un abbraccio caldo protettivo e inizio una carezza balsamica sulla sua schiena.

Lo sento iniziare singhiozzare, o forse sono io.

Prima, Hana ha detto che sarebbe stata una lunga notte.

Ha ragione.

Devo trovare la forza di far morire le mie paure e di far nascere un nuovo coraggio.

"Io ci sono, Do'aho. Io ci sarò" sussurro.

Lui strofina il viso sulla mia spalla, poi risponde: "No".

E per un attimo, credo di aver capito male.

Ma quando lui lo ripete, in tono più deciso, capisco che non mi ero sbagliato. Sono sconcertato.

 

POV di Hana

Non voglio avere Kaede al mio fianco. Non voglio sentire più nessuno piangere vicino al mio letto, mentre fingo di dormire.

Non voglio dover mentire a lui sulle mie condizioni, per non spaventarlo. Perché non si preoccupi.

Non voglio sentirmi obbligato a continuare una lotta per non deluderlo, se non avrò più voglia di andare avanti. Non voglio.

"Non ti voglio con me". Il tono è basso e calmo, ma estremamente determinato.

Deve capire che non è materia di discussione, questa.

Io ho già deciso.

"Non voglio che tu sia costretto a sopportarmi. Hai una vita davanti e una carriera promettente. E non avrai tempo per me. Dai, Kitsune! - Sto improvvisando un tono pseudoallegro che stride con questo contesto- il Tensai ti sta dicendo che il tuo talento è qualcosa di eccezionale e che non puoi rifiutare il contratto in America….

Ovviamente, qui lo dico e qui lo nego. Il Genio non dirà mai più, che sei più bravo di lui!.... consideralo un regalo d'addio..."

E sorrido, stanco.

Mi arrischio a sbirciare il suo viso. Per poco non mi prende un colpo!

Kitsune, sei tutto rosso e stai tremando.

Sta arrivando un uragano...

 

"MA SEI SCEMO, O COSA??!!" ecco, appunto...              

"Chi ti dà il diritto di scegliere per me, per entrambi?!

La mia vita è mia, e decido io, come usarla.

Fosse anche per passarla su una sedia vicino ad un letto d'ospedale. Idiota! Ci tieni così tanto a levarti presto dalle scatole?!"

Da un lato lo capisco, davvero. Kaede ha sempre odiato che si interferisse sulle sue scelte.

Persino sulle cose marginali. E stavolta l'ho fatta grossa. Ma deve capire.

"Ascolta, Kitsune...

ci sono persone con la mia stessa malattia, che sono bloccate da anni in un letto.

O che sono costrette a fare la dialisi, perché i reni sono compromessi.

E finora mi è andata bene, ma fra un anno o due, che succederà?! Come pretendi che io ti tenga al mio fianco, sacrificando la tua vita?!

Forse il mio è un gesto egoista.

Ma devo già fare i conti con i miei sensi di colpa, per le sofferenze che sopporterà mia madre; averne anche per te, sarebbe troppo..."

Senza rendercene conto, litigando, ci siamo rialzati da terra e ci stiamo fronteggiando.

Uno scatto di nervosismo, misto a impotenza, percorre Kaede e con un gesto fulmineo vedo le sue mani alzarsi.

Di riflesso chiudo gli occhi, aspettando due pugni in successione.

Che però non arrivano.

Mi prende il viso tra le mani e lo avvicina al suo; poi conficca i suoi occhi nei miei: sono liquidi, sta trattenendo le lacrime, lo so.

Sfiora le mie labbra con le sue, e mi sussurra in un soffio "Io sto con te" e mi bacia.

Con dolcezza, con calore, con disperazione.                 

  

I'm With You / Io sto con te

I'm Standing on a bridge / Sono su un ponte
I'm waitin in the dark / sto aspettando nell'oscurità
I thought that you'd be here by now / pensavo di trovarti qui ora
Theres nothing but the rain / non c'é niente se non la pioggia
No footsteps on the ground / non si sentono rumore di passi
I'm listening but theres no sound / sto ascoltando ma non sento niente

Coro
Isn't anyone tryin to find me? / non c'é nessuno che mi sta cercando?
Won't somebody come take me home / Nessuno vuole portarmi a casa?
It's a damn cold night / é una notte dannatamente fredda
Trying to figure out this life / cercando di riuscire a capire questa vita
Wont you take me by the hand / non vuoi tenermi per mano?
take me somewhere new / portarmi in qualche posto nuovo
I dont know who you are / non so chi sei
but I... I'm with you / ma io.. io sto con te
I'm with you / Io sto con te

im looking for a place / sto cercando un posto
searching for a face / sto cercando un viso
is anybody here i know / c'é qualcuno qui ora?
cause nothings going right / perché niente va per il verso giusto
and everythigns a mess / e tutto é un casino
and no one likes to be alone / e nessuno ama restare da solo

Coro

oh why is everything so confusing / Oh perché tutto é cosi confuso
maybe I'm just out of my mind / forse sto solo impazzendo
yea yea yea / yea yea yea

It's a damn cold night / é una notte dannatamente fredda
Trying to figure out this life / cercando di riuscire a capire questa vita
Wont you take me by the hand / non vuoi tenermi per mano?
take me somewhere new / portarmi in qualche posto nuovo
I dont know who you are / non so chi sei
but I... I'm with you / ma io.. io sto con te
I'm with you / Io sto con te

Take me by the hand / tienimi per mano
take me somewhere new / portami in qualche posto nuovo
I dont know who you are / non so chi sei
but I... I'm with you / ma io... io sto con te
I'm with you / io sto con te

Take me by the hand / tienimi per mano
take me somewhere new / portami in qualche posto nuovo
I dont know who you are / non so chi sei
but I...
I'm with you / ma io... io sto con te
I'm with you / io sto con te
I'm with you... / io sto con te...

  

“Nessuno ha il diritto di decidere come dobbiamo vivere la nostra vita.

Nella vita, bisogna essere pronti a fare sacrifici, se serve.

Nella vita, esistono delle priorità e l’amore è la prima.

Il tempo che avremo, poco o molto, sarà sempre comunque meglio di niente”.

  

~OWARI~

 Disclaimers: I personaggi e la canzone non sono miei, ma degli aventi diritto…

Special thanks:

A N, la mia mentore, che legge, corregge, consiglia e rimprovera.

A Voce del Silenzio, perché mi dà sempre una carica di positività.

A tutti i Webmasters e Webmistress, per la pazienza, la gentilezza, e l’impegno che hanno, per farci felici.

Grazie.

Gradirei davvero molto che qualcuno esprimesse eventuali opinioni sul mio lavoro, magari anche consigli, che sono ben accetti… Mi trovate al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it Ciao

 

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