Vivo da sola

di bapchin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vivo da sola - capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Vivo da sola - capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Un altro appuntamento. ***
Capitolo 4: *** E' talmente infantile che può funzionare. ***



Capitolo 1
*** Vivo da sola - capitolo 1 ***


Vivo da sola da ormai cinque anni. Appena ho potuto me ne sono andata, per alleggerire il carico che doveva sopportare mia madre (due figlie, entrambe adolescenti), è bastato un piccolo aumento e un gruzzoletto che avevo messo da parte negli anni e la scena è stata:
-Mamma,  ho preso una decisione importante.
-Misaki, dimmi, tesoro.
-Andrò a vivere da sola. Ho già messo da parte abbastanza soldi e ti passerò anche parte di quello che guadagnerò per aiutarti.
-Sei sicura? 
-Sì.
Con Usui è finito tutto, non ricordo neanche come. Forse si era stancato, nonostante tutte le belle parole e i bellissimi gesti, sembrava aver perso "l'ispirazione". 
 
Vivo in un appartamento piccolo ed essenziale. Ci sono una camera da letto, un bagno, una sala discretamente grande e una piccola cucina, con un terrazzo che da sulla città. Mi ci trovo bene, mi sento a casa, anche se a volte mi sento sola.  Mia mamma, non so nemmeno come, riesce a farmi visita ogni settimana e ogni settimana mi racconta di mia sorella, di quello che succede a casa, e tutto quello che mi sono persa da quando sto da sola. Non è che ho smesso di stare con la mia famiglia, è che per mantenere un buon salario in modo da mantenere il mio appartamento, pagare i beni di prima necessità e mandare qualcosa a mia madre, devo lavorare parecchio. Usui non si fa più vedere neanche al Cafè, che si sia traferito? I trio degli idioti invece viene ancora al Cafè, ogni volta che li vedo lì mi ricordo di quando guardavano Usui con l'invidia che gli usciva anche da tutti gli orifizi del corpo. 
Bei tempi quelli.
Frequentano ancora il locale, ma senza Usui che fa scattare la loro invidia, sembrano spenti, quasi senza motivazione, è come se venissero ancora per una specie di contratto che li costringe a venire finchè non si sposano.
 
Una delle cose positive del vivere da sola è che posso lasciare la mia roba dove voglio senza temere che mia sorella se ne impossessi indebitamente e posso mangiare quanto voglio, quando voglio, come voglio e dove voglio. Mi piace mangiare sul divano guardando la TV (eh sì, ho anche un televisore, me l'ha fatto trovare mia sorella. Era una di quelle offerte che trova solo lei) anche se il segnale va e viene e spesso anzichè un bel quiz mi vedo tanta neve, mi hanno detto che si dice così quando la tv non ha segnale e mi fa vedere una schermata grigia con i pallini bianchi emettendo un ronzio fastidioso. Non sono ancora pratica, ma prima o poi imparerò.

 
Ogni sera, prima di andare a letto, mi faccio un tour dell'appartamento per verificare l'eventuale presenza di killer o ladri. Può sembrare strano, ma mi spaventano, insomma sono da sola e a letto, più vulnerabile di così si può? E meno male ho un ventilatore in camera, sennò non si respirerebbe: per prevenire l'introduzione di killer e ladri chiudo tutto, porte e finestre, che magari d'inverno si può fare, ma d'estate non si respira in quel buco di appartamento. 



Ciao a tutti! Non mi facevo sentire da parecchio, lo so, chiedo venia. Questa è una ff tutta nuova! Come primo capitolo non è un granchè, ma è il primo, poi andando avanti la storia si farà più interessante. ;D

Lasciate una recensione. 
~

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Capitolo 2
*** Vivo da sola - capitolo 2 ***


Ultimamente la casa sembra più piena, sento come se non fossi sola, come se non fossi l'unica a vivere qui dentro. E' strano, lo so, ma è quello che sento. 
 
Quanto può essere dolce mia sorella? Mi ha regalato uno stereo e qualche CD dei miei gruppi preferiti. La adoro da impazzire, ma mi sento in colpa per non poter ricambiare la cortesia, i soldi non sono abbastanza; mi chiedo come abbia fatto a trovare abbastanza soldi per permettersi lo stereo e i CD... Dovrei preoccuparmi? No, mi fido di lei. 
Quando ha suonato al campanello e l'ho vista con lo scatolone in mano ho pensato che stesse venendo anche lei a vivere con me, poi mi ha spiegato che nello scatolone c'era uno stereo e mi ha insegnato a usarlo. Una persona se vede i miei gusti musicali si spaventa. Sono la ragazza dura a cui non piacciono i ragazzi che ascolta k-pop, bellino eh? Suzuna mi ha regalato i CD dei Big Bang, delle 2NE1 e il primo mini album dei B.A.P. Mi conosce bene.
 
Al lavoro è uno strazio, praticamente ci sono solo quei tre-cinque clienti abituali e arriviamo a metà pomeriggio senza niente da fare a guardarci negli occhi. E' più stancante stare lì senza fare niente che lavorare. Credo che domani porterò le carte da gioco così almeno abbiamo qualcosa da fare.
 
Di Usui non so niente, da quando l'ho lasciato non l'ho più sentito, non s'è fatto più vedere... Ho paura di averlo fatto soffrire, ma così sono io che soffro, poteva dire qualcosa anzichè accettare tutto e andarsene con un freddo "Se è quello che vuoi...". Poteva dire qualcos'altro, qualsiasi cosa per difendersi o per giustificarsi, ma non ha detto niente. Non lo capisco... E' tutto così strano adesso senza di lui. E' tutto vuoto: il locale è vuoto, il retro del negozio è vuoto, il mio cuore è vuoto. E' tutto vuoto, paurosamente vuoto. Mi manca, lo ammetto, ho fatto uno sbaglio. Vorrei chiamarlo, ma non posso, o meglio, non voglio, sono troppo orgogliosa. Maledetto orgoglio, è sempre in mezzo, vorrei liberarmene, ma fa parte di me. Non posso fare niente, quello che è fatto è fatto, non posso tornare indietro. Devo andare avanti. Non è l'unico ragazzo al mondo, forse è l'unico che mi va a genio, ma non è detto che là fuori non ci sia qualcun altro con cui potrei andare d'accordo.
 
Quando mi capita di sentirmi così, prendo il telefono e inizio ad ascoltare le canzoni che mi ha scaricato Suzuna.
Metto in riproduzione casuale il player è parte Don't Cry, cantata da Park Bom delle 2NE1. Ogni volta che l'ascolto non riesco a fare a meno di piangere, quando arriva il pezzo in cui la vocalist dice "Quando mi viene da piangere, ricordo la nostra bellissima storia e spero che tu non soffra più, e ti prego, non piangere." scoppio in lacrime, è la mia canzone. E' mia, la sento mia, sento che mi rappresenta. E' la mia preferita in assoluto.
 
Basta! Non ce la faccio più! Devo chiamare Usui, chi se ne frega del mio orgoglio! Prendo su il cellulare e inizio a comporre il numero, il cuore mi batte a mille.


Mi scuso con tutti quelli che aspettavano il secondo capitolo per il ritardo, mi dispiace davvero. çAç
Sì, mi piace il k-pop, sono colpevole. (?) La parte tradotta che ho scritto è il bridge prima dell'ultimo ritornello. ^^

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, detto questo mi eclisso. :3 

Ah, il 17 settembre inizia la scuola, quindi la storia subirà ulteriori ritardi. D:

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Capitolo 3
*** Un altro appuntamento. ***


Il telefono squilla. Un bip, due bip, tre… E risponde.
“Pronto?”
Io sono paralizzata, cosa dovrei dirgli? Con quale faccia di bronzo gli posso dire ‘uhm, ehi sono io, Misaki, dopo averti lasciato senza motivo ho deciso che mi manchi e che voglio tornare con te’ non posso farlo.
“Usui, sono Misaki…”
“Ah”
“Volevo chiederti se… Ti va un caffè, magari dopo il lavoro…”
“Sì dai, perché no.”
Ha detto che va bene. Non ci credo, non mi sembra vero.
“Ok, allora ci vediamo domani.”
“Va bene, a domani.”
“A domani.”
Non mi sembra vero che ha accettato, ma perché ha accettato fopo tutto quello che gli ho fatto? Ha davvero un cuore buono.
 
 
Al Maid Latte oggi sembravo persa nel mondo dei sogni, avevo un sorriso stampato sulla faccia che sembrava di plastica, se ne sono accorti tutti che ero fin troppo allegra. Tutti. Anche i clienti. Mancano circa venti minuti all’orario di chiusura, ci sono solo io. Io e Usui. Mi chiedo quando arriverà, si ricorderà l’orario di chiusura del locale? 
 
Ormai ho chiuso da mezz’ora e lui non è ancora arrivato, dovevo immaginarmelo: era troppo bello per essere vero. Vado verso il retro del negozio, prendo la mia roba e spengo le ultime luci che sono rimaste accese uscendo dalla porta sul retro. Mentre chiudo la porta del retro sento una presenza dietro di me, pensando che fosse uno dei soliti maniaci mi giro tenendo in mano lo spray al peperoncino che ci ha dato Satsuki per difesa personale, girandomi mi ritrovo davanti un bel ragazzo, alto, biondo con gli occhi verdi che mi dice: “E’ questa la tua idea di caffè?”
Era Usui.
“Oddio, scusami non pensavo fossi tu.”
“Uhm, capito. Avete spostato l’orario di chiusura per caso?”
“No, perché?”
“Perché sei uscita a quest’ora.”
“In realtà pensavo saresti venuto dentro.”
“Ma avevi detto ‘dopo il lavoro’ quindi quando il locale era chiuso, quindi io non potevo stare dentro…”
“E ti sei messo sul retro ad aspettarmi…”
“Pensavo ti potesse tornare in mente, dato che l’ho già fatto in passato…”
“Hai ragione, scusa.”
“Allora, lo prendiamo questo caffè?”
“Certo, dove vuoi andare?”
“Un bar qualsiasi va bene.”
 
Siamo andati al bar più vicino e ci siamo messi a parlare del più e del meno, cose del tipo ‘che hai fatto ultimamente?’ ‘stanno bene i tuoi?’.
Quando mi guarda negli occhi e sorride posso giurare che sento il cuore implodere. Poi mi ha guardato negli occhi senza sorridere, con un’espressione seria sul viso e mi ha chiesto perché l’avessi fatto venire a prendere un caffè. Non ero in grado di rispondergli, non potevo, non volevo. 
“Dai, rispondi, non ti mangio.”
“E’ una sciocchezza, non è importante…”
“Io dico che lo è, dai dimmelo.”
Perché insisti, Usui? 
“Non posso.”
“Come vuoi…”
Adesso la sua espressione è delusa, perché Usui? Io te lo vorrei dire, ma c’è qualcosa che mi blocca. Orgoglio, vergogna? Forse entrambe.
“Ehi, ti va se ci vediamo anche domani?” gli chiedo.
“Solo se domani mi dici perché vuoi uscire con me”
“… Va bene.”
“Allora ci vediamo domani, Misa-chan.”
“A domani.”
Lo vedo anche domani. E gli dovrò dire il motivo per cui l’ho chiamato. Non so se ce la farò.


Mi scuso con tutti per la lunghissima assenza, capisco se qualcuno di voi è arrabbiato. Vi chiedo di nuovo scusa.
Però sono tornata, ho scritto questo (corto e inconcludente) capitolo un po' di getto perché sapevo di dover aggiornare, quindi... Ecco qua.
Il prossimo capitolo (più concludente di questo) spero di riuscire a postarlo per la fine delle vacanze natalizie. 
Grazie a tutti.
~

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Capitolo 4
*** E' talmente infantile che può funzionare. ***


Domani usciamo di nuovo insieme e gli ho promesso di dirgli il motivo per cui l’ho fatto uscire con me. Non so se ce la farò, ma lo devo fare, gliel’ho promesso. E se gli dicessi una bugia? No, non posso, se ne accorgerebbe ancora che prima che inizi a parlare. Adesso passo da un fast-food, mi prendo la cena e vado a casa a consumarla, guardando un po’ di TV. Magari vado a letto presto, anche se domani sono stata forzata a prendermi il giorno libero perché lavoro ininterrottamente da un mese. Mi scoccia dover stare a casa, i soldi degli straordinari mi servono se voglio mantenermi l’appartamento e tutte le spese che comporta. Magari andando a letto presto sognerò la soluzione a questo ‘problema’ di Usui.
 
Arrivata a casa, ho finito la mia cena tutto-tranne-che-dietetica, ho guardato un altro po’ di TV e sono andata a dormire, sfortunatamente non ho sognato nessuna risposta, dovrò arrangiarmi da sola.
Quando mi sono svegliata stamattina ho trovato sul cellulare un sms di Usui, diceva “Va bene per te alle 12:30 al bar di ieri sera? Magari prendiamo un panino e poi parliamo.” si ricorda anche che dovevamo parlare. Si ricorda che gli ho fatto una promessa. Potrei evitare di parlarne finché non ne parla lui, poi al massimo se non sono pronta cambio discorso. Potrebbe funzionare, credo.
 
Alle 12:30 sono arrivata al bar del giorno prima e ho trovato Usui seduto allo stesso tavolo del giorno prima, con lo stesso sorriso. Di diverso c’era solo l’orario e la sua maglia, oggi indossava un maglione verde chiaro che gli faceva risaltare incredibilmente gli occhi, era bellissimo.
Quando finalmente mi sono decisa ad andare verso il tavolo, lui s’è alzato dalla sedia, mi ha salutata e mi ha fatta sedere sulla sedia di fronte alla sua, poi si è riseduto e ha detto:
“Ho già ordinato i panini, se non ti dispiace.”
“Figurati.”
Dopo un paio di minuti una cameriera ci ha portato i panini che aveva ordinato Usui, aveva ordinato proprio il panino che volevo, con prosciutto e formaggio.
“Come facevi a sapere che volevo questo panino?”
“Ti è sempre piaciuto, non è stato difficile.” mi ha risposto, sempre sorridendo e avventandosi sul suo panino del quale non ero sicura del contenuto ne vedevo solo uscire della lattuga e dei pomodori dai lati.
Quando abbiamo finito i panini, dopo un battibecco su chi dovesse pagare, siamo andati a casa mia.
“Abiti da sola? Da quando?”
“Sì, vivo da sola… Da un poco. Puoi sederti se vuoi.” mentre glielo dicevo gli indicato il divano che si trova in sala, e lui intanto mi guardava come se fossi un’altra persona.
“Ehi, c’è qualcosa che non va?”
“No, è che è strano.”
“Cosa?”
“Che tu viva da sola, caspita, hai anche un televisore e uno stereo…”
“Sono dei regali di mia sorella.”
“E come fa lei a permettersi tutta questa roba?”
“Hai presenti le raccolte punti e i concorsi?”
“Ho capito.”
Dopo questo suo “sconvolgimento” iniziale c’è stato un imbarazzante momento di silenzio, che ha interrotto lui, con la domanda che speravo non sarebbe mai arrivata.
“Allora Misaki… Perché siamo usciti?”
“Non so se dirtelo.”
“L’hai promesso.”
“L’ho fatto solo per vederti.”
“Cosa? Promettermelo o chiedermi di uscire?”
“Chiederti di uscire.”
“Non è vero, lo so quando menti, Misa.”
“Credi che non lo sappia?”
“Allora perché lo fai?!”
“Per temporeggiare.”
“Cosa?”
“L’inevitabile, tanto prima o poi te lo dovrò dire, no?”
“Meglio prima che poi.”
“Posso chiederti una cosa?”
“Dimmi.”
“Perché lo vuoi sapere?”
“Mi è venuta un’idea.”
“Dilla.”
“Visto che entrambi vogliamo sapere qualcosa l’uno dall’altra, potremmo scrivere le risposte su dei pezzi di carta e poi scambiarceli.”
“È così infantile che potrebbe funzionare, ci sto.” 




Eccomi, sono tornata anche in fretta!  Spero vi piaccia anche questo capitolo! Ci stiamo avvicinando sempre di più alla fine delle vacanze natalizie, spero che qualcuno abbia la pazienza di aspettarmi dato che la scuola occupa praticamente il 90% delle mie attività quotidiane, che cosa triste, eh? çAç

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