neverending story

di brittanacrowen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'addio ***
Capitolo 2: *** strabiliante new york ***
Capitolo 3: *** il tormento ***
Capitolo 4: *** lo sbaglio ***
Capitolo 5: *** la verità ***
Capitolo 6: *** aiutami amica ***



Capitolo 1
*** l'addio ***


capitolo primo:l'addio
L’addio quella mattina fu talmente doloroso che non si riesce a spiegare quanto realmente lo era stato.
Sono le undici e ventisette minuti quando il Glee Club esce dall’aula di canto accompagnato dal Proff. Schuester che a malincuore perderà due dei suoi più valorosi membri del Glee.
Mancano ancora due mesi e quattordici giorni alla fine dell’anno, ma Santana e Kurt hanno ricevuto un’offerta che non possono in alcun modo rifiutare. La giovane latina era infatti stata reclutata come modella presso un’agenzia Newyorkese, mentre il brillante Kurt era stato contatto da Vogue che per caso aveva visto delle sue creazioni online.
“mi mancherai da morire” disse la moretta leader del Glee,
“anche tu mi mancherai tantissimo Rachel! Giuro che riusciremo a tenerci in contatto” le rispose Kurt dolcemente, facendo scattare un abbraccio.
“o cavoli, guardando loro mi viene quasi voglia di abbracciarti San..” ma la bellissima ragazza bionda non fece in tempo a finire la frase che Santana,ancora con la coda di cavallo e la divisa da cheerleader le saltò in braccio e esclamò “mi mancherai Quinn, ma i tuoi vestitini orrendi..no quelli non mi mancheranno per niente!” .
Tutti esplosero in una fragorosa risata e il proffessor Schuester consigliò ad entrambi i ragazzi in partenza di stare attenti, e non farsi trascinare troppo dalla frenesia di New York e con un sorriso rassicurante del professore il resto del Glee tornò in classe, mentre Santana e Kurt si avviarono verso l’uscita accompagnati da Brittany e Blaine.
Ecco, era il momento..il momento tanto temuto da Blaine e da Brittany. Le loro anime gemelle erano in partenza verso New York mentre loro erano bloccati in Ohio costretti a prepararsi per il diploma che San e Kurt avevano dato la settimana scorsa per via dell’imminente partenza.
“beh, ci siamo..è il momento dei saluti no?” disse sorridendo la biondina.
“a quanto pare si..” rispose in tono malinconico la sua ragazza.
Brittany senza dire null’altro la abbracciò mentre Blaine scoppiò in lacrime sussurrando a Kurt un semplice ma sentito “ti amo”.
I quattro si diedero un grande abbraccio, un abbraccio talmente forte da togliere il fiato; Blaine diede a Kurt un bacio profondo come a voler dire “ricordati di me”. Mentre le due cheerleader si presero per mano e si diedero un bacio veloce e furtivo che sembrava sottovalutare la distanza che tra poche ore le avrebbe divise.
Santana e Kurt si avviarono verso l’automobile  del padre di Kurt che li stava aspettando per condurli fino all’aeroporto.
Tutti e tre trascorsero il viaggio in silenzio, sembrava che tutta l’allegria fosse scomparsa..erano arrivati a destinazione; Burt azzardò un sorriso ricambiato da entrambi i ragazzi che, chiudendo la portiera, si avviarono verso l’entrata.
“imbarco per il volo Lima-New York delle ore 12.50” strillò la voce per tutto l’aeroporto.
“allora San, sei pronta?” chiese lui con aria spiritosa,
“io sono nata pronta porcellana!” rispose ammiccando.
Kurt le prese la mano e Santana non lo respinse come faceva sempre, anche se la dolcezza non era il suo forte..questa volta ne aveva bisogno anche lei, aveva bisogno di un amico perché da sola non ce l’avrebbe fatta nemmeno lei che tanto si ostinava a fare la dura. Si sorrisero e insieme andarono verso il viaggio che avrebbe cambiato per sempre le loro vite.

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Capitolo 2
*** strabiliante new york ***


capitolo secondo: strabiliante New York
 

“O mio dio!” esclamò entusiasto il giovane alla vista della meravigliosa città,
“e piantala Kurt! Muoviamoci!” rispose acida,
“smettila di preoccuparti e res..”
“io non mi sto preoccupando!”
“allora smettila di fare la stronza, taci e respira Santana.. respira New York” disse leggero. La giovane si guardò intorno e la sua espressione cambiò, le preoccupazioni sembravano sparite all’improvviso. Rimasero per qualche minuto ad ammirare tanta bellezza e poi finalmente riuscirono a fermare un taxi.
Salirono in macchina ed entrambi guardarono il cellulare: 3chiamate perse e 5messaggi ricevuti, così recitava lo schermo di Kurt che affermò sorridendo “una sola chiamata di mio padre, due chiamate e cinque messaggi di Blaine! Se va avanti così gli verrà un esaurimento” . Santana non fece in tempo a dire nulla poiché il giovane iniziò a leggere: “mi manchi da morire Kurt e sono passate solo 2 ore. Mi manchi, mi manchi ogni secondo”.
“non è un amore?” chiese sospirando, ma Santana non rispose.
“che ti ha scritto Britt?”
“non sono affari tuoi!” rispose lei in modo scontroso,
“andiamo San, dobbiamo vivere insieme nove mesi, se non collabori non ce la faremo mai!” ribattè arrendevole
“ho detto che non sono affari tuoi porcellana!” allora Kurt senza dire nulla le strappò di mano il cellulare e lesse: 1messaggio ricevuto da Quinn che citava “buon viaggio stella”. La latina riprese il cellulare e in sua difesa disse semplicemente “Brittany odia scrivere messaggi” e troncò così il discorso.
Continuarono il viaggio in silenzio finche l’autista non esordì con un roco “siamo arrivati”, i ragazzi presero la valigia e scesero dal taxi.
L’appartamento non era un gran che, ma era spazioso e il divano era la fine del mondo e in più avevano un letto matrimoniale a testa.
Svuotarono in fretta le valige e subito scesero le scale e corsero fuori a girare per la città, era come se l’erano sempre immaginata nei loro sogni più segreti..
Esausti tornarono nel loro appartamento e ordinarono cinese, nell’attesa Santana si collegò su skype accettando le scuse di Brittany “scusami San,ma non sapevo come schiacciare tutti quei tasti! Giuro che chiederò a Rachel-so tutto io o a Quinn di aiutarmi a scriverti qualcosa” e dopo un mucchio risate miste a occhi dolci spense il pc.Nel frattempo in salotto anche Kurt aveva appena attaccato il telefono.
La mattina seguente si alzarono per andare al lavoro tutti eccitati e felici mentre in Ohio i loro amici si accingevano ad entrare a scuola.
Santana andò dritta verso la sua agenzia di modelle dove tutti la stavano aspettando mentre Kurt, dopo aver fatto una piccola tappa da Tiffany, entrò nell’ufficio di Vogue nel quale fu accolto con grande entusiasmo. I ragazzi erano molto contenti del loro lavoro e questo processo andò avanti per settimane, ma loro diventavo sempre più impegnati, il carico di lavoro per Kurt era di gran lunga superiore a quello iniziale, mentre la giovane latina era costretta ad una dieta ferrea e continui esercizi fisici. I contatti che avevano giurato di mantenere si affievolirono e le paure di Blaine e Brittany si fecero sempre più forti.

 

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Capitolo 3
*** il tormento ***


Capitolo terzo: il tormento
 

 

Quella mattina Blaine Anderson si svegliò tutto sudato e tremante, le gambe non lo reggevano in piedi e le guance erano rigate dalla scia delle lacrime. Non scese nemmeno a fare colazione, si vestì, si mise il gel e andò a scuola mezz’ora prima del previsto.
Sam quella mattina si era presentato prima perché il giorno precedente aveva dimenticato il suo tablet in aula canto, si avvicinò alla porta e sentì dei singhiozzi..aprì ed era Blaine.
“Blaine?che cosa ci fai qui?” chiese il biondo, ma Blaine si voltò e Sam vide che stava piangendo e teneva in mano una foto di Kurt allora senza dire nulla si avvicinò, gli diede una pacca sulla spalla e disse “stasera tu verrai con me ad una festa, e non accetto un no come risposta”.
Blaine azzardò un mezzo sorriso senza però dire nulla e insieme si diressero verso la classe dell’ora seguente.

Giunta l’ora di pranzo, tutto il Glee era riunito in mensa, tutti tranne Brittany che era ferma immobile davanti alle crocchette di patate.
“Britt andiamo, vieni a sederti con noi” le disse dolcemente Quinn,
“ah si, s-scusatemi, mi ero un attimo incantata ..” rispose pensierosa.
Erano tutti seduti attorno al tavolo rosso che mangiavano ma la cheerleader sembrava proprio non avere fame.
“ei, non le mangi quelle?” le chiese Mercedes,
“no, tienile. Mangiale tu..” consegnò il vassoio all’amica e se ne andò. Quinn preoccupata la seguì fino al bagno nel quale si era rintanata e le chiese “Brit, che succede? Andiamo, esci dal bagno” ,
“no, non voglio uscire Quinn, non voglio vedere nessuno. Non voglio parlare con nessuno!” singhiozzò lei,
“non dire scemenze! Esci da quel bagno e torna di là con noi.” rispose arrabbiandosi,
“non voglio tornare di la con voi, io voglio lei..” .
Quinn rimase in silenzio e sentendo i singhiozzi dell’amica sospirò, allora Brittany aprì la porta le si gettò tra le braccia in lacrime farfugliando “non risponde più alle mie chiamate,non risponde più ai miei messaggi.. si è dimenticata di me” prese fiato e poi tra un singhiozzo e l’altro continuò “lei non mi ama più Quinn, non ha più bisogno di me..ha una nuova vita e io non le servo più” e scoppiò in un pianto rumoroso mentre l’amica la cullava dolcemente.
“ssshh, non piangere tesoro, sono sicura che non si è dimenticata di te..ok?” disse accarezzandole la testa
“aiutami Quinn, parlale tu..” rispose sospirando.

Quinn la convinse ad alzarsi dal pavimento e ad andare a lezione, finita la giornata scolastica la riaccompagnò a casa e poi si diresse verso casa Fabrey, salì in camera e prese in mano il cellulare.
“pronto?” domandò la voce dalla parte opposta della cornetta,
“pronto?pronto un corno! Io ti ammazzo Santana Lopez!” disse infuriata,
“Quiiinn, che piacere sentire la tua voce!Come stai? E p-perché mi chiami con un numero sconosciuto?” chiese lei inconsapevole di quello che l’aspettava,
“tu mi chiedi come sto? Oggi ho passato un’ora stesa sul pavimento del bagno del McKinley a cercare di riaggiustare il cuore infranto della tua ragazza! Ti ho chiamato con lo sconosciuto perché ero sicura che così non sapendo chi fosse avresti risposto!” il tono lasciava trasparire l’istinto omicida di Quinn,
“s-senti, sono molto impegnata e ..” rispose cercando di scusarsi,
“e sei così impegnata da non poter rispondere non solo alle mie chiamate, nemmeno a quelle della tua ragazza!?”
“no cioè, si.. forse.. i-insomma io non ho un minuto libero Quinn. E stare al telefono con Brittany significa avere almeno mezz’ora di tempo al giorno per ascoltarla parlare di Lord Tabbinton, mezz’ora per farmi raccontare dei folletti che ci sono nel suo armadietto, un’altra mezz’ora per.. insomma, non ho più voglia di sentire queste cose..cioè..” ma non fece in tempo a continuare che l’amica la interruppe “tu la ami Santana?”
“ma che domanda è?” domandò perplessa
“se la amassi ancora troveresti il tempo, lo troveresti..una  volta stavi ore a sentirla parlare di queste cose San, e ora?non hai più voglia? ..” sospirò e conluse “o-ora devo andare!” e così attaccò la cornetta e si prese la testa fra le mani.

Sentì la porta della sua camera socchiusa scricchiolare e subito dopo dei passi veloci e furtivi che percorrevano il corridoio, si sporse fuori dalla porta e vide Brit che correva veloce via dalla sua stanza. Senza pensarci la seguì e la afferrò per un braccio.
La cheerleader cercò di spiegare “tua mamma mi ha fatta entrare, volevo chiederti di uscire a mangiare un gelato..” riprese fiato tra una lacrima e l’altra “così sono salita e ho sentito tutto , ho sentito cosa le hai detto, ti ho sentita! Lei non mi ama più Quinn..” le gambe non la ressero e cadde tra le braccia della giovane Fabrey.

Nel frattempo a casa Berry, Rachel era tutta presa a scrivere un sms: Kurt, non so cosa stia succedendo..ma oggi a scuola Blaine e Brittany erano distrutti. Ti prego chiamami,Rachel.
Si sdraiò sul letto ma il cellulare suonò “Kurt?” domandò lei,
“Rachel, ho bisogno di parlarti..” sospirò lui.
Dopo venti minuti di telefonata Rachel chiuse la chiamata e andò nella sessione sms e ne scrisse uno diretto a Sam che così citava: Sam..mi ha appena chiamato Kurt.. ha detto che sta bene e che New York è bellissima e mi ha detto anche un’altra cosa..si è visto con un altro, domani ti dico i dettagli. Dici che dobbiamo dirlo a Blaine?ho visto che in questo periodo siete diventati molto amici..decidi tu, Rachel.

In effetti era vero, Sam e Blaine erano diventati molto amici..così amici che Blaine in quel momento era a casa Evans ed era lui a tenere in mano il cellulare di Sam e lesse il messaggio appena inviato da Rachel. Gli occhi gli divennero lucidi, le mani non riuscirono a sorreggere il cellulare che cadde a terra e le gambe gli cedettero.
“ehi , che diavolo succede?” chiese gentilmente Sam, ma Blaine stava inginocchiato sul pavimento senza riuscire a dire nulla.
Allora Sam prese in mano il cellulare, lesse il messaggio abbracciò stretto l’amico e gli sussurrò “tranquillo Blaine, andrà tutto bene..”.
Blaine rimase disteso sul pavimento senza dire nulla per circa un’ora e la prima parole che disse fu “ok”,
“ok cosa Blaine?” chiese perplesso Sam,
“ok stasera vengo a quella festa.”

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Capitolo 4
*** lo sbaglio ***


Capitolo quarto: lo sbaglio

-I’m sexy and i know it- era la scritta stampata sulla maglietta che Sam aveva deciso di mettere quella sera alla festa. Mentre Sam si preparava Blaine se ne stava seduto sul letto dell’amico senza dire nulla.
“sono pronto!” disse “allora, come sto?”,
“bene..” rispose Blaine senza nemmeno guardarlo,
“ora però aggiustati il papillon, fai un sorriso e alzati dal letto”.
Blaine obbedì, scesero le scale e si diressero verso il luogo del party.
 
“weeee Evans” disse una voce sconosciuta alle orecchie di Blaine,
“ciao, lui è un mio amico..non vi dispiace che l’ho portato vero?” chiese Sam,
“assolutamente no!” risposero in coro.
Blaine si sforzò di sorridere e si presentò a tutti i suoi amici, fino all’ultimo che esclamò sorridendo “ciao, piacere io sono Matt”
“Blaine..” sospirò,
“vieni dai, ti prendo da bere” rispose Matt.
Blaine non lo aveva ancora guardato in faccia fino a che non gli diede in mano il drink.
Si sedettero sul divano e al decimo drink Matt gli sussurò “casa mia è a dieci metri da qui..se ti stai annoiando ci possiamo andare. I miei sono via per lavoro”.
“i-io, veramente io sono impegnato..” risposte il moro,
“ma come? Sam mi ha detto che il tuo amichetto non si è fatto questi problemi a New York” disse con tono malizioso.
Blaine senza pensare si alzò dal divano e si avviò verso l’uscita e Matt incuriosito lo seguì, usciti entrambi dalla porta d’ingresso si diressero verso casa di Matt.
 
Arrivati in camera Matt inziò a farfugliare cose assurde sulla sua vita, sulla sua famiglia ma a Blaine non importava nulla di tutto ciò; si tolse le scarpe, il giubbotto e disse “non mi interessa!”.
Allora Matt senza aspettare un secondo di più spinse Blaine sul letto, si sdraiò sopra di lui e iniziò a spogliarlo, ma non come faceva Kurt in modo lento e dolce, velocemente e senza dare troppa importanza a quello che faceva. Senza nemmeno accorgersene erano entrambi nudi, Matt mise le mani sul bacino di Blaine e lo trascinò il più possibile vicino al suo. Blaine però stava steso sul letto senza fare nulla, non lo toccava, non lo guardava, non lo baciava.
Matt fece scivolare le mani sulla schiena del ragazzo, la carnagione olivastra e i muscoli scolpiti non aiutarono di sicuro Matt a controllarsi. Le mani del giovane passarono dalla schiena al bacino e poi sempre più giù, con la mano destra strofinò l’erezione di Blaine, mentre con l’altra gli accarezzava la schiena.
Blaine si lasciò sfuggire un gemito e Matt iniziò a strofinare il membro di Blaine dall’alto al basso senza fermarsi. Si accorse che gli stava procurando piacere e così gli allargò le gambe e avvicinò le sue labbra al membro di Blaine, che appena sentì la bocca del ragazzo appoggiarsi si lasciò sfuggire un secondo gemito.
“ancora..” fu l’unica parola che il moro pronunciò.
Quando Matt finì il pene del giovane usignolo non era più gonfio e pulsante, così lasciò che Matt si sdraiò di fianco a lui, ma quando lui provò ad attorcigliare le braccia intorno al suo addome,si alzò dal letto, si rivestì e senza dire nulla lasciò l’abitazione e si diresse verso casa. Aprì la porta salì le scale entrò in camera e vide una figura seduta alla sua scrivania.

****
 
“Non sono sicura di voler venire..davvero Quinn sono stanca.” –
“smettila Brit! Tu stasera verrai con me, ok? Niente storie. E poi il professor Shue ci tiene tanto.”
“va bene verrò, ma solo per un pochino..”
“andata!” disse infine sorridendo Quinn all’amica.
 
“sei uno schianto!” disse Quinn con gli occhi spalancati.
Brittany rimase ferma per qualche secondo sul ciglio della porta di casa Fabray, il vestito porpora e quei tacchi neri le stavano a meraviglia. I capelli biondi le contornavano il viso mentre gli orecchini si intravedevano appena tra la folta chioma.
“ beh andiamo o no?” chiese Brittany,
“prendo le chiavi della macchina!”.
Arrivarono in auditorium e il professore fu davvero felice di vederle.
“vi ho riservato due posti là davanti, di fianco alle ragazze della Pacific High School” disse sorridendo.
Le ragazze scesero i gradini e si sedettero ai loro posti pronte per godersi Romeo e Giulietta.
“ciao, piacere io sono Jenna e lei è Roxy” disse bella ragazza dai capelli color cioccolato,
“piacere io sono Quinn e lei è la mia amica Brittany” rispose.
Si strinsero le mani sorridenti.
“ei Brittany, giusto?” –lei annuì- “che ti è successo?perchè hai quella faccia?ti è morto il gatto?” chiese Jenna per scherzare.
“la mia ragazza mi ha lasciata” rispose seccata senza guardarla in faccia e senza dare troppo importanza alle sue parole.
“oh” dissero all’unisono.
 Lo spettacolo era molto bello e ben organizzato, questa volta Artie era stato davvero bravo pensò Quinn, ma ad un certo punto Brittany si alzò e corse verso il bagno.
Quinn stava per alzarsi quando Jenna affermò “ti spiace se vado io?tanto lo spettacolo mi sta annoiando..tu invece sembri così interessata.”.
“oh, ok” disse la giovane Fabrey un po’ perplessa.
In realtà a Jenna interessava lo spettacolo, ma la biondina triste le interessava di più.
 
“ehii, esci da lì”
“Quinn?”si interrogò perplessa,
“no, sono Jenna la ragazza della Pacific. Dai esci dal bagno, così parliamo..”
“n-no io..chiama Quinn.”rispose tra un singhiozzo e l’altro,
“Quinn è impegnata a guardare lo spettacolo..le ho promesso che mi sarei presa cura di te, forza esci”
Brittany si trascinò fuori dal bagno con il trucco sbavato e gli occhi gonfi di lacrime e biascicò “i-io..ora mi sistemo e poi torniamo di là ok?”,
“come preferisci, possiamo rimanere qui a chiacchierare un po’ se ti va..se ti vuoi sfogare o boh, non so..”
“non c’è nulla di dire..”disse sistemandosi il trucco che però ormai era del tutto rovinato,
“non mi sembra..”
“lei è a New York e si è dimenticata di me, non ha più tempo per me. Fine! Contenta Jenna?” ,
“i-io..mi..m-mi dispiace..” cercò di fingere di dispiacersi ma non ci riuscì del tutto.
“vuoi fare due chiacchere?” continuò Jenna,
“non mi va..”
“ti va di baciarmi?”
Brittany a quella domanda rimase sconvolta, talmente sconvolta  che fece cadere la cipria che teneva un attimo prima ben salda nella mano destra.
 
Nel frattempo in auditorium..
“buh!” sussurò una voce alle spalle di Quinn
“ma che..” continuò voltandosi “SANTANA??”
“sorpresa! dov’è la mia biondina?”
“c-che ci fai qui?” chiese perplessa e stupita,
“Kurt mi ha raccontato del messaggio che ha mandato a Rachel, era preoccupato perché pensava che lei potesse dire a Blaine del suo piccolo appuntamento con Oliver e io..” ma Quinn la interruppe,
“Kurt è uscito con un altro??” chiese la giovane sempre più sconvolta,
“si ma niente di che, non si sono nemmeno baciati!”
“ci mancherebbe altro”
“sssh, silenzio!”disse una voce dalle poltrone vicino alle loro,
“beh, in ogni caso voleva tornare per spiegare tutto aBlaine, e così dato la nostra discussione ecco..insomma volevo venire a salutarvi e ad assicurarmi che tutto stava andando bene..” disse la latina cercando di abbassare il tono di voce,
“lei lo sa San, ha sentito la nostra telefonata, è a pezzi,è distrutta.”
“dov’è ora?”
“in bagno ma..” non fece in tempo a finire la frase perché Santana si era già precipitata verso il bagno.
 
“Brit..” aprì la porta e vide una ragazza con degli stivali borchiati, le calze scure,un vestito verdastro e lunghi capelli marroni baciare la sua ragazza.
Le ragazze sentirono la porta aprirsi e Brittany riconobbe la voce di Santana, le loro labbra si staccarono velocemente e la bella cheerleader della Pacific School tolse le mani dai fianchi della bionda e si mise da parte capendo quello che stava per succedere.
“S-S-Santana?” cercò di dire Brittany incredula.



ciao a tutti :) scusate se ci ho messo un po' ma sono stata impegnata, ho visto che i lettori sono tanti! grazie per la vostra pazienza.
Mi farebbe tanto piacere una recensione, anche con qualche suggerimento...
spero che questa storia vi stia appassionando, al prossimo capitolo.

-Bet.










 

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Capitolo 5
*** la verità ***


Capitolo quinto: la verità


Imbarazzo,paura,tristezza,rimpianto,malinconia.
Nel cuore di Brittany si erano affollati così tanti sentimenti che non era più nemmeno in grado di ragionare.
Jenna stava in piedi dietro la bionda con lo sguardo basso, una mano tra i capelli mentre l’altra giocherellava con il vestito a causa dell’imbarazzo. Brittany era rimasta in mobile, oltre il nome della sua ragazza non era riuscita a pronunciare nient’altro. Le gambe le stavano per cedere, se lo sentiva. La latina era lì all’ingresso del bagno, tra la porta e il muro, la bocca spalancata e gli occhi luccicanti di lacrime.
Brittany sospirò senza volerlo e Santana uscì dal bagno senza dire nulla e lei la rincorse.
“fermati San, fermati ti prego”
Lei non sembrava ascoltarla e continuò a correre raggiungendo l’uscita dell’auditorium, Brittany nel frattempo l’aveva raggiunta, la prese per un braccio e la guardò negli occhi.
Le giovani rimasero a guardarsi per qualche secondo in lacrime “mi dispiace San..i-io..”
Santana aprì la bocca per cercare di dire qualcosa ma non uscì nulla, si divincolò e se ne andò.
Brittany rimase in piedi a vederla andare via, le gambe le cedettero e così rimase seduta fuori dall’auditorium con le lacrime agli occhi, le gambe rannicchiate e le mani sul viso.
 
******
 
“papà ti ho già detto mille volte di non aspettarmi in-” ma Blaine non riuscì a finire la frase perché accese la luce e si accorse che non era suo padre quello seduto alla sua scrivania.
“k-kurt?” disse cercando di soffocare le lacrime
“ciao blaine” rispose lui con un grande sorriso
“c-che diavolo ci fai qui?” Blaine in quel momento avrebbe voluto dire a Kurt che sapeva tutto, avrebbe voluto urlargli addosso quanto era arrabbiato, avrebbe voluto buttarlo fuori dalla sua camera dicendogli quanto sia stato scorretto. Ma non lo fece, non lo fece perché si rese conto solo ora di ciò che realmente aveva fatto, lui aveva tradito Kurt, lo aveva tradito. Aveva fatto sesso con un altro. Solo ripetendolo nella sua mente riuscì a rendersi conto che lo aveva appena fatto per davvero.
“sono tornato per te, per chiederti scusa, per darti delle spiegazioni” disse Kurt mentre Blaine non riusciva a smettere di pensare a ciò che aveva appena fatto. E così senza dire nulla, pensando che se avesse raccontato a Kurt  quello che era successo lo avrebbe lasciato e sarebbe subito tornato a New York, lo abbracciò. Affondò la sua faccia sul collo del ragazzo, gli occhi gli si riempirono di lacrime e il suo respiro diventò sempre più corto.
“eeei, mi sei mancato anche tu ma non c’è bisogno di piangere così” ma quando si scostò per guardarlo negli occhi si accorse che quelle di Blaine non erano lacrime di gioia, ma erano lacrime di dolore.
“B-Blaine che succede?”
“mi dispiace Kurt, mi dispiace così tanto..” disse tra un singhiozzo e l’altro
“p-per cosa Blaine? c-cos’è successo?” chiese
“t-tu eri a New York , hai smesso di rispondermi ai messaggi, non rispondevi alle chiamate e poi-” riprese quel poco fiato che gli era rimasto e cercò di continuare “ero da Sam, ho letto il messaggio che gli ha mandato Rachel, diceva della tua chiamata di quello che è successo e io.. io..” ma scoppiò in un pianto che non riuscì a controllare
“t-tu cosa Blaine?” chiese Kurt che ormai era sul punto di piangere, ma Blaine non rispose, si lasciò cadere sul letto e si mise le mani sul viso.
“i-io ho solo visto un altro ragazzo, ero triste, lontano da te..non so cosa mi è preso, ma subito dopo l’uscita ho capito che l’unico che volevo eri tu Blaine..” cercò di continuare “non l’ho baciato, non l’ho nemmeno sfiorato siamo solo-” tentò di finire la frase ma Blaine raccolse le forze,l’ultimo filo di voce che possedeva e disse “io ci sono andato a letto”.
Le gambe di Kurt non lo ressero, Blaine si diresse verso di lui per aiutarlo ad alzarsi ma Kurt in preda al panico lo respinse, si alzò e scappò via. Uscì dalla camera, scese le scale, uscì dalla porta, salì in aiuto e cominciò a guidare. La lacrime scendevano senza fermarsi, il respiro gli mancava e le mani gli tremavano quasi da non riuscire a guidare.






ciao ragazzi, ho visto che a leggere la mia storia siete sempre di più.
vi ringrazio tantissimo.
ho visto che alcuni l'hanno messa tra le seguite e le preferite. grazie mille.
questo capitolo è un po' corto ma ho voluto scrivere solo questo per far capire meglio il dolore dei ragazzi.
appena posso scriverò anche il prossimo, spero vi stia appassionando.
un abbraccio a tutti,
-Bet.








 

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Capitolo 6
*** aiutami amica ***


ciao ragazzi, scusate se scrivo solo ora il sesto capitolo ma non sono stata molto bene, ho avuto un po' di problemi di salute.
in ogni caso, spero vi piaccia. fatemi sapere eventuali suggerimenti e critiche nelle recensioni.
grazie mille a tutti i miei lettori, scusa ancora l'immenso ritardo.
with love,
bet.



Capitolo sesto: aiutami amica



“pronto?”
“Rach sono io, mi puoi raggiungere al parco?” le chiese Kurt singhiozzando,
“K-Kurt è successo qualc-” ma non fece in tempo a finire la frase,
“raggiungimi qui per favore” e riattacò.
Kurt stava seduto su una panchina isolata ai confini del parco che si trovava non molto distante dalla casa di Blaine. Passarono una decina di minuti e l’amica arrivò con la faccia spaventata e il cellulare in mano pronta per ogni evenienza.
Parcheggiò la macchina blu dei suoi papà e si avvicinò alla panchina sulla quale stava seduto Kurt.
“ehi, ma che diavolo è successo?” chiese lei sedendosi accanto all’amico,
“i-io .. Rach, B-Blaine..” ma le lacrime soffocavano le parole, e il  cervello era annebbiato da rabbia e tristezza,
“Kurt con calma, non avere fretta..sono qui per te. Che è successo?” ecco che veniva fuori il lato dolce e tenero di Rachel,
Kurt raccolse tutte le forze e riuscì a sussurrare “Blaine mi ha tradito”.
“Kurt , sarà stato un errore, Bl-”
“ci ha fatto sesso Rachel,non è stato un errore”disse in lacrime,
“i-io .. Kurt , Blaine ti ama.. tu sei stato lontano tanto tempo, lui ha saputo quello che mi hai detto e ..”
“e cosa ? ti sembra un buon motivo per andare nel letto del primo ragazzo che capita? ..e , oddio, se non fosse il primo che capita? Se Blaine avesse una storia ? se lui amasse un altro rag-”
“Kurt Hummel,non dire idiozie. Lui ti ama, ti ama talmente tanto che non è riuscito a sopportare il fatto che tu sia uscito per un caffè con un altro ragazzo. Lui ti ama al punto di farsi del male da solo, ti ama al punto di impazzire Kurt.” ecco la Rachel di cui Kurt aveva bisogno.
 

Nel frattempo dall’altra parte di Lima, Quinn , non vedendo tornare né Brittany né Santana, aveva abbandonato lo spettacolo e si era recata fuori dall’auditorium, aprì la porta e vide Brittany raggomitolata a terra.
“Britt, dov’è finita San? e l’altra ragazza?” chiese confusa,
ma Brittany non disse nulla, levò le mani dal viso e con gli occhi rossi e gonfi di lacrime si girò verso l’amica.
Erano amiche da una vita, non c’era bisogno che nessuna delle due dicesse nulla, bastava un sguardo o un sospiro per far si che si capissero. Così Quinn prese i bordi della gonna tra le mani e si sedette al fianco dell’amica che esausta lasciò cadere la testa sulla sua spalla. Passarono alcuni minuti e Brittany continuava a piangere appoggiata all’amica, mentre questa le passava delicatamente una mano sulla schiena cercando di aiutarla a calmarsi e per fortuna sembrò funzionare. Le lacrime di Brittany cominciavano ad essere più sporadiche e il respiro regolare fino a che azzardò una parola “Quinn..”
Quinn si mise seduta dritta pronta ad ascoltarla,
“..io, i-io ho fatto un casino, io non volevo..io giuro” e prese un lungo respiro che le permise di continuare il suo discorso,
“ho baciato Jenna nel bagno, io non volevo farlo. Ma San..” solamente a pronunciare il suo nome le lacrime aumentarono e il cuore inziò a battere più forte..  “..ti aveva detto quelle cose e io mi sono lasciata trascinare .. e poi lei è entrata, è entrata e ha visto Quinn, ha visto tutto lei ..” e scoppiò di nuovo in un pianto sentito e fragoroso.
“Britt io sono sicura che-” ma non fece in tempo a finire,
“no Quinn lei non tornerà, io me lo sento. Sarà ripartita per New York, lei è così bella , così.. non ha bisogno di me”
“non dire scemenze Brittany S. Pierce! Lei ti ama, lei è tornata per te” disse con la decisione e il carisma che solo Quinn Fabrey ha.

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