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di bennina_bennina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** two weeks later ***
Capitolo 2: *** at grill (part 1) ***
Capitolo 3: *** at grill (part 2) ***
Capitolo 4: *** conversations ***
Capitolo 5: *** the ugly truth ***
Capitolo 6: *** the break up ***
Capitolo 7: *** hello, goodbye ***
Capitolo 8: *** morning thoughts ***
Capitolo 9: *** team meetings ***
Capitolo 10: *** friends ***
Capitolo 11: *** two souls in love ***
Capitolo 12: *** what's your story? ***
Capitolo 13: *** have your self a merry little christmas ***
Capitolo 14: *** christmas treat ***
Capitolo 15: *** o holy night ***



Capitolo 1
*** two weeks later ***


“Tyler, ti prego, rispondimi! Sono giorni che cerco di contattarti”
Tyler lesse il messaggio, sbuffò e lo lanciò su una poltrona, dall’altro della stanza. Si buttò per terra vicino al tavolino e noto che la bottiglia di whiskey era finita. Sospirò. Aveva decisamente bisogno di altro alcool; doveva uscire da quella casa. Era già uscito altre volte, prendendo tutte le precauzioni per non farsi beccare da Klaus o da Caroline. Erano state uscite brevi, il quale scopo era comprare alcool o nutrirsi. Ma quel giorno sarebbe stato diverso. Quel giorno sarebbe stato il primo nel quale la cittadina sarebbe stata piena di gente dal giorno della morte di sua madre. Sua madre. Scosse la testa nella speranza di allontanare i pensieri. Non voleva più pensare.



- Gliel’ho mandato- annunciò Caroline entrando nella cucina.
- Care, gli devi dare il suo tempo. – le disse Stefan seduto al tavolo intento a leggere un libro- ha appena perso la madre, dodici dei suoi amici e sa che Klaus vuole ucciderlo. È in crisi.
- Gli ho dato tempo! Sono passate due settimane. Non può continuare ad ignorarmi- rispose lei sedendosi di fianco a lui.
 - Ripeto: dagli tempo.
- Sei insopportabile- sbuffò la ragazza- e tu? Pensi di restare chiuso dentro questa casa per l’eternità?
- Devi dare tempo anche a me. Non sono pronto per affrontarli.
- Stefan, dovrai farlo prima o poi. Non puoi continuare a chiuderti in te stesso e stare in casa senza mai uscire. Certo, bisogna ammettere che mia madre adora il fatto che cucini tu. Ma citerò una frase che mi diceva quando ero piccola ed ero triste:” non devi buttarti giù, devi affrontare le cose”.
- Che cosa ti rendeva così triste, piccola Caroline?- chiese lui nascondendo un sorrisetto.
- Non provare a cambiare argomento o ti rompo l’osso del collo. Devi uscire di qui Stef!
- Be’ Caroline, se vogliamo essere puntigliosi, la stessa cosa dovresti farla anche tu. Ti ricordo che nelle ultime settimane sei passata da casa a scuola e viceversa.
- Almeno io ci vado a scuola. E dato che biasimi anche me uscirò anche io con te. Oggi andremo fuori da queste quattro mura; andremo all’insediamento del nuovo sindaco! - Dobbiamo proprio?!- rispose lui riluttante.
- Si! E andremo al Grill. E ricorda, se mai uscirai dal tuo stato catatonico, che abbiamo un bel po’ di problemi: tipo un Jeremy cacciatore, April che sa tutto e mi dispiace dirtelo ma Elena che non si sa se sia soggiogata a Damon. E in più uno stronzo assassino di ibrido. Quindi risvegliati, ti prego.
- Bel discorso! E chi sarebbe questo ibrido?
- Sai benissimo chi è!
- Strano qualche settimana fa quasi ne stavamo parlando bene e ora è ritornato alla sua vecchia fama.
- Ci aveva ingannato- sentenziò Caroline
- Diciamo che siamo noi ad avere ingannato lui – precisò Stefan.
- No! Lui è uno schifoso assassino! E basta. – rispose lei alzando la voce. Non voleva più avere compassione per Klaus, o pensare che qualcosa in lui fosse buono. Lui l’aveva ingannata con tutti quei regali, quelle frasi, quei sorrisi. Era solo una stupida copertura per nascondere ciò che era in verità: uno schifoso assassino..
- Preparati, oggi usciamo! – urlò a Stefan prima di uscire dalla stanza.


- Giorno
- Giorno- rispose Elena girandosi nel letto verso di lui e sorridendo. Era bellissimo, con i capelli un po’ scompigliati, gli occhi chiari che la guardavano intensamente. - Dormito bene?
- Perfettamente- rispose lei sfiorando le labbra di lui con le sue- tu?
- Lo stesso- disse lui tenendola stretta a se.
- Mi piace il sabato mattina- disse lei appoggiando la testa al suo petto- possiamo rimanere a letto, così.
- Piace anche a me- rispose lui sorridendo- ma oggi non dovremmo andare alla casa sul lago?! - Oh dio! Mi ero dimenticata! – esclamò lei- oggi non posso andarci; c’è l’insediamento del nuovo sindaco e Bonnia mi ha scongiurato di andarci con lei. Non ho idea di quale sia il motivo, ma sembrava preoccupata.
- Entrare nella testa nella streghetta è difficile- commentò Damon- tranquilla, ci andrò io. Io, Jeremy e il professor Inquietante saremo un ottimo trio. Vedrai che scintille.
- Non chiamare Bonnie così! - lo rimproverò Elena mentre si tirava su- e comunque grazie per il tuo aiuto- gli prese il volto con le mani- sei fantastico.
- Dovere – rispose lui prima di baciarla.

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Capitolo 2
*** at grill (part 1) ***


  • Elena- si sentì chiamare da Damon che scendeva le scale- hai dimenticato questo- le disse porgendole il cellulare.
  • Grazie- disse lei sorridendo e avvicinandosi al suo viso- chiamami per qualsiasi problema. E salutami Jeremy!- gli diede un bacio veloce e si girò.
  • Non pensare nemmeno di farla franca con questo!- esclamò lui mentre la girava e la afferrava per i fianchi.
  • Ah no?!- rispose lei capendo il suo gioco.
  • Assolutamente no.
Le loro bocche si scontrarono, le loro lingue giocarono a rincorrersi. Damon afferrò Elena per le gambe e la sollevò. Lei lasciò cadere per terra tutto ciò che aveva in mano e si avvinghiò ancora più stretta a lui. Appena Damon iniziò a sfilarle la maglietta però ritornò alla realtà:
  • Oh no. Devo andare- sussurrò.
  • Resta ancora un po’- le disse Damon all’orecchio facendola eccitare ancora di più.
  • Non posso- rispose Elena raccogliendo tutta la sua forza di volontà e staccandosi da lui- Avevo detto che ci saremmo trovate al Grill alle nove e sono già le nove e un quarto.
  • Be’ quarto d’ora più quarto d’ora meno…
  • Damon, se stessi qui ancora altri cinque minuti, non sarei più capace di uscire da questa casa – disse Elena sorridendo mentre raccoglieva le sue cose.
  • Allora resta qui.
  • Damon, lo sai che non posso. E poi non ci farà troppo male passare un po’ di tempo separati. Potrebbe farci ragionare sulla faccenda dell’ass…
  • Non nominare quella parola Elena!
  • Neanche io voglio farci i conti, ma è una cosa che dobbiamo fare. Insieme!
  • Non oggi- rispose lui chiudendo lì il discorso con un bacio.
  • Damon, ragiona… - cercò di continuare lei dopo essersi staccata da lui.
  • Non oggi- ripeté lui deciso.
  • Almeno cerca di telefonare a Stefan – disse Elena infilandosi la giacca.
  • Non mi risponde da settimane, non credo che oggi lo farà.
  • Secondo te l’ha saputo?- chiese Elena con aria preoccupata.
  • Data la sua scomparsa è probabile che Barbie vampiro abbia detto tutto.
  • Tu credi che Caroline?! No, non credo. In effetti è sempre stata poco dettagliata sulla situazione di Stefan. Ma non so. – afferrò la borsetta- ne parliamo meglio stasera- disse prima di baciarlo.
  • A stasera- rispose lui.
 
  • Vedi Stefan? Gente! È questo quello che ti serve- esclamò Caroline mentre lei e Stefan entravano al Grill.
 
  • Non credo sia proprio questo quello che mi serva- rispose lui, continuando a guardarsi intorno.
 
  • Ti prego, non dirmi che stai cercando Elena!  – disse Caroline notando il suo continuo movimento.
 
  • No- mentii lui, sapendo benissimo che lei lo avrebbe capito- stavo cercando un tavolo. Eccone uno perfetto là! – esclamò mentre puntava un tavolo in un angolo del locale.
 
  • Non ci credo- continuò lei- è il tavolo più nascosto! E comunque Elena non sarà mai qui. È alla casa sul lago.- si sedette continuando a guardarlo male- Non credo tu stia facendo molti progressi.
 
  • Caroline, è già tanto che abbia accettato di uscire, ok?
 
  • Be’ se avessi rifiutato ti avrei rotto il collo almeno un centinaio di volte- commentò lei aprendo un menù.
 
  • Stefan! Caroline! – li chiamò una voce familiare- che ci fate qui?- chiese loro Bonnie mentre si avvicinava al tavolo.
 
  • Bonnie! Che sorpresa!- disse Caroline, salvando Stefan dal dover rispondere- non ti vedo da così tanto!
 
  • Dal funerale della madre di Tyle- puntualizzò Bonnie.
 
  • Già- annuì Caroline e sul suo volto si dipinse un’ombra di tristezza.
 
  • L’hai sentito?- chiese Bonnie con tono comprensivo.
 
  • No, sembra introvabile- rispose l’altra.
 
  • Mi dispiace- disse lievemente Bonnie lasciando defluire la conversazione nel silenzio.
 
  • Come va con Jeremy?- chiese Stefan cercando di cambiare argomento.
 
  • È ancora alla casa sul lago insieme a Shane. Sta facendo progressi. Tra un po’ credo sarà pronto per svolgere al suo compito.
 
  • Be’ bene. Siamo vicini alla cura, allora- affermò Stefan senza alcuna emozione nella voce.
 
  • Si, ma ci manca la spada. È una cosa di cui volevamo parlarvi. Dobbiamo riunirci tutti, ragazzi. Dobbiamo pensare ad una strategia.- Bonnie aveva un tono quasi supplichevole.
 
  • Credo si possa fare- rispose Caroline decisa- ma io non collaborerò in nessun modo con Klaus.
 
  • Care, dobbiamo prendere in considerazione tutti i modi possibili per trovare una cura!- disse Bonnie alzando leggermente la voce.
 
  • Ragazze, ne parleremo in altra sede di queste cose- disse Stefan, bloccando Caroline che stava per ribattere.
 
  • Ok- disse la bionda.
 
  • Magari domani?- chiese Bonnie?
 
  • Cosa  domani?- chiese la voce di Elena, seguita dalla proprietaria.
 
  • Hey!- esclamò Caroline notando l’espressione sulla faccia dell’amico
 
  • Ciao Care- la salutò Elena – ciao Stefan.
 
  • Ciao- rispose lui neutro.
 
  • Bonnie scusa il ritardo- fece poi Elena rivolgendosi alla strega.
 
  • Scusata – rispose l’altra sorridente- ma solo perché sono di  buon umore! Ieri sera sono riuscita a fare un sacco di magie fichissime!
 
  • Quindi? Perché stavate parlando di domani?- chiese Elena a tutti e tre.
 
  • Li stavo dicendo..- cominciò Bonnie.
 
  • Hey, hey, hey, guarda chi si vede! Che bel grupetto- la interruppe all’improvviso una voce affascinante almeno quanto la persona a cui apparteneve.
 
Caroline ebbe una fitta al cuore. Tutta la sua rabbia la pervase, la rese violenta. Aveva voglia di sfogarsi.
  • Klaus- ringhiò.
  • Proprio io, love – rispose lui sogghignando.
  •  
 

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Capitolo 3
*** at grill (part 2) ***


  • Stefan andiamocene- disse con decisione Caroline
  • Ok- rispose Stefan cogliendo l’occasione.
  • Bonnie, Elena ci sentiamo- disse Caroline alle due amiche, per poi girarsi e dirigersi verso la porta del locale.
  • Caroline – si sentì chiamare da quella voce; dentro di lei emozioni contrastanti stavano lottando.
Klaus la raggiunse e la bloccò mettendole un mano sul braccio. Lei si girò e lo guardò con uno sguardo che pregò fosse carico d’odio. Stefan, d’altra parte, si bloccò e li osservò incuriosito dalla strana dinamica.
  • Caroline, ti prego. Parliamone- le disse Klaus quasi sussurrando.
  • Mi dispiace. Hai sprecato ogni occasione di parlare con me- rispose lei fredda, liberandosi dalla presa e uscendo dal locale insieme all’amico.
I due camminarono in silenzio fino ad arrivare in un silenzioso e spopolato punto del parco. A quel punto Stefan indicò a Caroline una panchina e i due si sedettero uno di fronte all’altro.
  • Che cos’era? – le chiese.
  • Cosa?- rispose lei scortese.
  • Tutta quella rabbia, quella freddezza.
  • Stefan, Klaus ha ucciso la madre di Tyler!
  • Ha ucciso un sacco di altre persone prima di lei, ma non lo trattavi in quel modo – le fece notare Stefan, lasciandola interdetta.
  • È diverso. Lui sembrava diverso. Ma era solo una finzione
  • Caroline, ti posso assicurare che lui non è mai cambiato. Sei tu che lo vedevi in modo differente.
  • Oh Stefan! – esclamò lei – non è assolutamente vero!
  • Sarà, ma io ho la mia idea- continuò lui.
  • La tua idea è sbagliata!- disse Caroline cercando di concludere la questione.
Rimasero in un silenzio parecchio imbarazzante per parecchi minuti. Caroline cominciò a sentirsi in colpa di aver risposto così male all’amico e pian piano si decise rivolgergli di nuovo la parola.
  • Stef, mi dispiace. Sono stata maleducata. È che lui mi fa imbestialire.
  • Scusa tu Care. Devo imparare a non toccare certi argomenti. Comunque meno male che Elena non doveva essere a Mystic Falls!
  • Mi dispiace anche per quello. Mi sbagliavo su tutto. Per noi non è ancora tempo di uscire di casa. Dai andiamo a rifugiarci nella nostra familiare cucina – disse con un sorriso prima di alzarsi dalla panchina.
 
Tyler stava passando per una parte del parco dove non c’era anima viva. Era riuscito nel suo acquisto soggiogando un insulso negoziante. Stava tornando a casa, quando la vide. Era proprio lei. Era in piedi, davanti ad una panchina, sulla quale c’era seduto Stefan Salvatore. Tyler si concesse cinque secondi per guardarla. Era bellissima. Ma dentro di lui non riusciva a sentire tutte quelle emozioni che provava prima. Era come se la morte di tutte quelle persone si fosse mangiata una parte di lui. Era una sensazione terribile. Diede un ultimo sguardo alla ragazza per poi correre in fretta verso casa.
 
  • È stato strano- commentò Bonnie guardando Caroline e Stefan uscire dal locale, seguiti poco dopo da Klaus.
  • Be’ Klaus si è dimostrato un mostro, come al solito- aggiunse Elena prendendo a braccetto l’amica e facendole cenno di sedersi al tavolo dove poco prima c’erano Stefan e Caroline.
  • Lo so. È un essere abominevole, ma non avevo mai visto Caroline così. Era più che arrabbiata. Sembrava volesse ucciderlo in quel momento.
  • Capisco tutti i suoi sentimenti e li condivido. Allora perché mi hai chiesto di venire con te oggi?
  • Be’ è difficile da spiegare. Si tratta di mio padre…
  • Cos’è successo?
  • È lui il nuovo sindaco- disse Bonnie in fretta guardando l’espressione sbigottita che si dipinse sulla faccia dell’amica.
  • Cosa? Come? Tuo padre?- chiese confusa Elena.
  • Si, proprio lui. E non ho idea di come sia potuto succedere. È tra le cose che evidentemente non mi è dato sapere secondo lui.
  • Sono davvero stupita. Tuo padre non ha partecipato alla vita cittadina per anni e improvvisamente è spuntato fuori- commentò Elena ancora sbigottita.
  • Non dirmelo. Ma ti prego, cambiamo argomento. Cos’era tutto quell’imbarazzo con Stefan?
  • Non lo vedo da settimane, non è mai venuto a scuola. Secondo Damon Caroline gli ha detto tutto. Tu credi?
  • Elena, devo essere sincera?- disse Bonnie un po’ a disagio.
  • Certo- rispose l’altra.
  • Care mi ha confessato che lui lo sa. Ma lei non voleva, è lui che l’ha intuito.
  • Quindi Stefan sa tutto?- chiese Elena in tono disperato, pur sapendo benissimo la risposta.
  • Si- ammise Bonnie.
  • Perfetto. Un’altra cosa nella lista di cose a cui pensare. Ucciderò Caroline appena la vedrò.
  • Elena, no! Non deve sapere che te l’ho detto!
  • E quando pensava di informarmi del fatto? - chiese Elena scontrosa sbattendo il menù sul tavolo.
  • Credo volesse dirtelo in un momento più… tranquillo. Capiscila, è in crisi! Non riesce a trovare ne a parlare con Tyler. È preoccupata per lui, si sente male per questo.
  • Ti ha detto lei tutte queste cose?- chiese Elena con un tono più calmo, ma che rilasciava una nota di tristezza.
  • Be’ si- ammise Bonnie- ma, Elena, non devi prendertela.
  • Non mi ha parlato di nulla di tutto ciò. Sono la sua migliore amica, dovrebbe farlo!
  • Capiscila; la vostra situazione è un pochino, come dire, complicata. Lei è amica di Stefan e lo sta aiutando a superare la cosa
  • E le sono grata per questo- la interruppe Elena- Almeno so che qualcuno è vicino a lui.
  • Infatti. E poi sai che disapprova Damon. Dovete solo raggiungere un equilibrio. La vostra amicizia non si è assolutamente persa- aggiunse per rassicurare.
  • Spero davvero sia così- disse Elena aprendo un menù e cercando di pensare ad altro.
 
 
“ Alle 10 al parco” recitava il messaggio. Matt rilesse il destinatario; era proprio lei, April. Finalmente l’aveva contattato. Per giorni e giorni aveva cercato di parlarle, di contattarla, ma probabilmente era troppo sconvolta. Ma ora era stata lei a mandargli un messaggio, a volere un dialogo. Si mise il cellulare in tasca e uscì di casa.
 

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Capitolo 4
*** conversations ***


 

April guardò l’orologio: erano le dieci. Vide le persone riunirsi nella piazza davanti al municipio. Erano lì per l’insediamento del nuovo sindaco, pensò. Avrebbe dovuto esserci anche lei in qualità di Mystic Falls, ma in quel momento gli eventi cittadini erano l’ultima cosa a cui pensava. Per due settimane aveva pensato e ripensato a ciò che aveva scoperto: Caroline era morta, lo sapeva, ma poco dopo era finita davanti a lei perfettamente viva e sana e aveva parlato di cose così strane, di cui April non conosceva il significato. E poi le aveva detto di dimenticare tutto ciò che aveva sentito. April aveva cercato di fingere il meglio che poteva, sebbene fosse terrorizzata da quella che doveva essere una sua amica. E in più aveva trovato quella  bara, nelle cantine dei Lockwood .E dentro quella che avrebbe giurato essere Rebekah, la sua nuova amica scomparsa da tempo. Era rimasta scioccata. Aveva cercato di fare delle ricerche su internet e si era fatta delle idee, ma non era sicura. Doveva parlarne con lui, era l’unica persona che poteva capirla, ne era sicura. La persona a cui si sentiva più vicina. Lo vide arrivare e sorrise.

-          April! Sono giorni che cerco di parlarti- la salutò Matt.

-          SI lo so. – ammise lei abbassando la testa- scusa, ma non ero pronta. Ora lo sono, Matt. Ti prego aiutami a ordinare tutte le cose che ho in testa.

 

-          Hai davvero voglia di andarci- chiese Elena a Bonnie mentre le due si dirigevano verso la piazza.

-          Devo essere sincera o devo recitare la parte della figlia del nuovo sindaco?- chiese l’altra sarcasticamente.

-          Devi essere sincera, naturalmente!- rispose l’altra.

-          Preferirei diventare un vampiro- affermò allora Bonnie- senza offesa.

-          Tranquilla, non mi offendo. Cosa vuoi fare allora?

-          Potremmo andare a vedere i progressi di Jeremy- propose Bonnie- anche perché non mi fido a lasciarlo solo con Shane e Damon.

-          È bello vedere che ci tieni così tanto – commentò l’altra sorridendo- be’ io volevo fare una cosa. Ma tu vai da Jeremy, h a bisogno di te!

-          Vuoi parlare con Stefan? – tirò ad indovinare l’amica.

-          Si, come hai fatto?

-          È da prima che ci rimugini. L’ho notato

-          Ti offendi se ti lascio andare da sola.

-          Elena, no. Vai a parlargli!

-          Grazie Bonnie- Elena le sorrise- vi raggiungerò appena ho finito.

-          Ci vediamo! – la salutò Bonnie e la guardò scomparire.

No, non aveva proprio voglia di andare a quella cerimonia cittadina. Sarebbe andata da Jeremy e gli altri. Lui aveva bisogno di lei, lo sentiva. Non poteva non ammettere che il rapporto tra lei e il giovane Gilbert si fosse di nuovo rafforzato, ma i suoi sentimenti a riguardo erano contrastanti. Da una parte non gli aveva perdonato il fatto di aver parlato e baciato Anna, d’altra parte però una parte di lei provava qualcosa per lui. Se fosse semplice affetto o qualcosa di più, non lo sapeva.  

 

 

 

 

-          Chi sarà? - si domandò Caroline ad alta voce mentre andava ad aprire alla porta.

-          Aspetti qualcuno- le chiese Stefan, dietro di lei.

-          No… Elena!- esclamò vedendo l’amica sulla soglia di casa.

-          Si, ciao Caroline – la salutò l’amica piuttosto freddamente- Stefan, vorrei parlarti- si rivolse poi al ragazzo.

Ci furono alcuni attimi di silenzio. Caroline si giro a guardare Stefan, che sembrava travolto da una miriade di emozioni contrastanti. Poi lui la guardò e annuì. Era un “non preoccuparti”, ne era sicura. Allora si voltò di nuovo verso Elena:

-          Ok, vi lascio da soli- e afferrata la giacca uscì dalla casa.

Non aveva idea di cosa si sarebbero detti quei due e in quel momento non voleva pensarci. Si guardò intorno indecisa sul da farsi. Pensò di andare a vedere l’insediamento del sindaco, ma non aveva voglia di stare in mezzo a tutta quella gente. Cominciò a camminare in direzione della casa di Tyler, rimuginando sugli avvenimenti. In quelle due settimane si era sentita diversa, cambiata. Qualcosa in lei era distrutto, non sapeva bene dire cosa, ma sentiva un vuoto. Sapeva che il suo ragazzo era in pericolo ed era preoccupata, ma d’altra parte era arrabbiata con lui, che stava continuando ad ignorarla. Voleva solo aiutarlo. E parlargli. Il tempo passato lontana da lui l’aveva fatta ragionare sulla loro relazione. Non poteva non ammettere che si fossero delle falle. La prima di tutte era questione Hayley. Quando Tyler l’aveva rassicurata che Hayley lo stava solo aiutando nel suo piano, Caroline si era calmata e aveva archiviato la questione. Ma ora che quella traditrice era fuggita da Mystic Falls, non poteva non chiedersi se lui le avesse mentito. C’era stato davvero qualcosa tra i due? Voleva saperlo. Doveva saperlo. Sospirò e tirò un calcio ad un sasso. Non sapeva perché, ma si sentiva frustrata e delusa; non sapeva come sentirsi meglio. Si guardò intorno per vedere a che punto era, quando lo vide. Era lì, in piedi davanti a lei, che la guardava con quegli occhi così belli, che nascondevano così tanti segreti. Sentì dentro di se una strana sensazione, qualcosa che non aveva mai provato. Non era paura, lei non aveva paura di Klaus. Forse era rabbia, ma non si sentiva nemmeno arrabbiata. Era risentimento, delusione, frustrazione, un insieme di intense emozioni che la sconvolgevano.

-          Caroline

Quando l’ibrido pronunciò il suo nome Caroline fremette. Cercò di respirare e di guardarlo negli occhi.

-          Cosa vuoi?- chiese con il tono più distaccato possibile.

-          Ti prego, parliamo- le propose lui; il tono non era di preghiera, ma emanava una certa gentilezza.

-          Perché dovremmo parlare?- chiese lei cercando di proseguire nel suo cammino.

-          Per un sacco di questioni – rispose lui mettendosi davanti a lei, ostacolandole il cammino- primo tra tutte il fatto che hai fatto parte del piano di rivolta dei miei ormai defunti ibridi.

-          Lo sapevi benissimo- gli disse lei guardandolo negli occhi piuttosto infastidita. Non voleva parlare con lui, si sentiva a disagio e non sapeva per quale motivo sentiva che le lacrime stavano per sgorgare dai suoi occhi.

-          Lo sospettavo, ma per una volta volevo avere fiducia in te.

-          Cos’è, vuoi uccidermi?- chiese lei schernendolo.

-           

-          Ci ho pensato a lungo.- rispose lui e per pochi secondi lei si sentì mancare pensando che l’avrebbe fatto davvero- Ma non posso. Nonostante tutto, Caroline, tu eserciti su di me un fascino incredibile. Non posso farti del male.

-          Non puoi farmi del male Klaus?! Davvero?! Hai ucciso la madre di Tyler! Hai ordinato al mio ragazzo di mordermi! Hai ucciso una mia amica! E tante altre cose… tu mi hai fatto del male eccome.

-          Ti assicuro che tu non centri nulla. Quelle cose le ho dovute fare per forza.

-          Non per forza. Si ha sempre una fottuta scelta nella vita. E tu l’hai sempre sbagliata! – il tono di Caroline sfiorava l’isteria; le lacrime cominciarono a bagnarle il volto.

-          Ho sempre fatto la scelta che dovevo fare Caroline. Non credo che tu possa farmi la predica.

-          Sai una cosa? Sei un essere abominevole! - esclamò Caroline per poi correre via da lui.

Klaus rimase lì, interdetto da quella conversazione, guardando il punto dove quella ragazza, per la quale provava così tanti sentimenti, era sparita.

 

 

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Capitolo 5
*** the ugly truth ***


Stava ancora piangendo, quando si ritrovò davanti a casa di Tyler. Una miriade di pensieri cominciò a colpirla: doveva entrare o doveva lasciarlo stare e dargli tempo, come diceva Stefan? Sospirò. Era difficile capire quale fosse la cosa giusta. Tante volte si era detta che sarebbe dovuta cambiare, diventare una persona nuova, ma ogni volta questo obiettivo sembrava non raggiungibile. Quante volte aveva promesso che sarebbe stata meno critica, meno superficiale, meno insistente?! E ogni volta aveva fallito. Come quando criticava Damon con Elena. Sapeva che non doveva farlo, ma ogni volta le parole le uscivano senza che ci pensasse. Nonostante tutto quello che pensasse di Damon avrebbe dovuto trattenersi. E anche adesso, era forse troppo insistente?! Tyler aveva bisogno del suo tempo, forse avrebbe dovuto davvero dargli tempo. Ma essere così, preoccupata di vedere come stesse, era parte del suo carattere, di quello che era. Doveva abbandonare la vecchia sé?! Quella che piangeva perché arrabbiata con Klaus, quella che non mandava giù il fatto che la sua migliore amica stesse con un ragazzo che odiava, quella che preoccupata non lascia da solo il suo ragazzo, per quanto sia in crisi con lui, nelle difficoltà. Doveva essere una nuova Caroline, più paziente, meno critica?! Si asciugò le lacrime. Tutti quei difetti erano parte di lei. E lei non poteva perdere se stessa. Quindi avanzò a grandi passi verso la porta e la spalancò:
  • Tyler Lockwood! – urlò sicura che lui l’avrebbe sentita.
 
 
  • Hai finito le domande?- le chiese Matt girandosi verso di lei.
  • Si- rispose lei con la voce tremante- e mi chiedo come farò a sopportare tutto questo.
  • Lo so, è difficile. Soprattutto se resti l’unico normale della situazione- commentò lui con un mezzo sorriso.
  • Come fai?- gli chiese April guardandolo negli occhi.
  • A volte me lo chiedo anche io. A volte cerco conforto nella normalità. Chiudo gli occhi e faccio finta che il mio migliore amico Tyler sia un semplice ragazzo umano, che Elena sia ancora una dolce ragazza, che Caroline sia la scatenata reginetta dei balli. Che tutti loro siano normali. Che non ci siano vampiri Originali in giro, assetati di vendetta. Ma è difficile, e non sempre funziona. Cerco di trarre soddisfazione dalle piccole cose: come il fatto che vivo con un mio caro amico, naturalmente tralasciando il fatto che lui sia diventato un cacciatore di vampiri.
  • Capisco- disse April abbozzando un sorriso- e tu credi che centri il sovrannaturale nella morte di mio padre.
  • Credo di si- rispose sinceramente lui-  April, ti aiuteremo a scoprirlo. Io ti aiuterò a scoprirlo. Non sei da sola in tutto questo. Ricordalo sempre.- e si avvicinò per abbracciarla.
  • Oh Matt, meno male che ci sei tu- disse lei immersa nel suo caldo abbraccio.
 
 
  • Cosa vuoi?- le chiese Stefan piuttosto sgarbatamente.
Elena poteva capire quanto lui stesse male e il rancore che provava per lei, ma comunque ci rimase male. Non si era mai rivolto a lei in quel modo.
  • Stefan, ti prego. Non trattarmi così. Lasciami almeno spiegare
  • Cosa c’è da spiegare?! – disse lui , quasi gridando- mi hai lasciato, per poi infilarti subito nel letto di mio fratello. Sai Elena, per essere una scossa da una rottura, ti sei ripresa abbastanza in fretta! E poi aspetta, non eri asservita a lui?! E continui a essere la sua..- si fermò, ma quella parola quasi pronunciata veleggiò nell’aria.
  • Cosa Stefan?- chiese Elena ormai con le lacrime agli occhi- la sua cosa?
  • Elena, pensa a quanto mi hai fatto soffrire! Ci siamo lasciati e non hai lasciato passare che poche ore per buttarti nelle braccia di mio fratello. Anzi, se si vuole essere più precisi ti sei buttata direttamente dentro le sue mutande!- esclamò.
  • Stefan- sussurrò Elena, con il volto rigato di lacrime. Sentì come se qualcosa dentro di lei si sfosse squarciato. Stefan la odiava
  • Mi dispiace Elena, ma non posso addolcirti la pillola. È così e basta. Mi hai estremamente deluso. Anche la questione dell’asservimento; ti piace proprio essere la sua schiavetta?!
  • Stefan, non sono la sua schiavetta. È più complicato. Lasciamo spiegare…
  • Non voglio che mi spieghi niente, Elena. Non mi importa più niente di te, di lui. Non voglio sapere nulla di voi. Mi date la nausea.  
Era troppo. Elena lo guardò per un’ultima volta prima di andarsene da quella casa. Lui la guardava intensamente. Aveva amato quel volto, quegli occhi, ma ora qualcosa era cambiato in lei. Lui l’aveva ferita. Appena chiuse la porta di casa, si chiese dove sarebbe andata . Improvvisamente si sentì sola. Stefan era sempre stato un punto di riferimento, di stabilità per lei. Ma ora l’aveva perso probabilmente per sempre. Non era pentita di amare Damon, era lui il solo che poteva amare, ma capiva che questa scelta avrebbe cambiato molte cose. Il suo rapporto con Caroline, con Bonnie, perfino con Jeremy e naturalmente quello con Stefan. Voleva davvero tutto ciò per stare con l’uomo che amava?!
 
 

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Capitolo 6
*** the break up ***


Sentì la sua voce pronunciare il suo nome. Era da tanto che non sentiva quella voce. Lei voleva che lui si mostrasse; ma era davvero pronto? Caroline era sempre stata importante per lui, un’amica, un punto di riferimento. Lei l’aveva aiutato con la prima trasformazione, l’aveva amato, l’aveva fatto sentire felice. Ma ora, lui era pronto per parlare con lei? Lei poteva davvero aiutarlo. Per un momento Tyler ripensò a tutto il tempo che avevano passato insieme. Lei era stata sempre perfetta, non poteva darle la colpa se quel verme schifoso di Klaus l’aveva corteggiata. Ma lui, lui le aveva fatto del male, anche se lei questo non lo sapeva. Perché l’aveva fatto? Lui era innamorato di lei. O no?! Sentiva che qualcosa in lui era cambiato, il suo odio nei confronti di Klaus, il suo senso di vendetta, ma tutto ciò aveva portato a dei cambiamenti nel suo amore per Caroline?!  Tyler aveva cercato di non pensarci; non voleva sapere la verità. Ma ora, ora glielo doveva. Doveva parlare con le. Respirò profondamente e scese le scale. Vide prima i capelli biondi di Caroline e poi la ragazza si girò e poté vedere il suo viso, quel viso che aveva tanto amato, rigato dalle lacrime.

 

-          Tyler- esclamò lei vedendolo e si lanciò verso di lui stringendolo in un abbraccio. Sentì le braccia di lui che la circondavano.

Restarono così per un po’. Caroline era così felice di sentire il suo odore, di vedere che era vivo.

-          Care – disse lui ad un certo punto staccandosi da quell’abbraccio- mi dispiace di non aver risposto a tutti quei messaggi.

-          Oh Ty, ti avrei ucciso, te l’assicuro. Ma ora, tu sei qui, vivo. Sono così felice di vederti. E mi dispiace per tutto quello che è successo, mi dispiace infinitamente. Te l’avrei detto ma tu mi hai sempre evitato.

-          È complicato. Cerco di non farmi trovare da Klaus. Avrei rischiato troppo a dirti di venire da me. Lui avrebbe potuto seguirti.

-          Lui non mi seguirebbe!- esclamò Caroline, tremando però al pensiero che lei Klaus l’aveva incontrato e che forse lui l’aveva anche seguita.

-          Riguardo a questo ho dei dubbi- commentò lui con un tono scontroso, che la infastidì.

-          Ty, perché devi usare questo tono?! Devo ripeterti che io non sono interessata a Klaus e che per me è solo un lurido assassino schifoso, che mi piacerebbe uccidere, se solo non discendessi da lui?! Tyler, tu non ti sei fatto vivo per due settimane, hai una minima di idea di quanto fossi preoccupata per te?! Tutti noi abbiamo passato dei brutti momenti, a tutti noi sono morte delle persone care. Quando mio padre è morto, tu non c’eri. E non puoi avere un’idea di quanto io avrei voluto che tu fossi lì, a consolarmi, ad abbracciarmi. Avevo bisogno del tuo aiuto. E tu ora hai bisogno del mio aiuto del mio sostegno. Io ci sarò, Tyler, che ti lo voglia o no!

-          Care, mi dispiace- mormorò lui.

-          Per cosa?- chiese lei con tono irritato – Per non esserti fatto vivo per tutto questo tempo?

-          Per un sacco di cose. Io ti ho fatto del male.

-          Ty,di cosa stai parlando?

-          Io… non ti ho detto delle cose.

-          Che tipo di cose?- chiese Caroline ormai con un filo di voce e con le lacrime pronte a cadere di nuovo.

-          Cose, tra me ed Hayley.

-          Hayley?- l’aveva sempre saputo, sapeva che lui non le aveva detto tutto.

-          Si. Quando sono andato sugli Appalachi, io l’ho conosciuta. Lei mi ha aiutato a rompere il legame di asservimento. 

-          Questo lo so. Arriva al punto.

-          Era una sera calda. Ero stanco, mi ero trasformato un’infinità di volte. Abbiamo bevuto qualcosa insieme, abbiamo messo un CD, abbiamo cominciato a ballare. E… ci siamo baciati.

Caroline sentì le lacrime scenderle per la seconda volta quel giorno. Si sentiva mancare; aveva sempre sospettato che ci fosse stato qualcosa tra quei due, ma con tutta se stessa aveva sperato che fossero solo dei suoi dubbi, che non fosse accaduto realmente. Ma ne aveva la conferma.

-          Nient’altro?- chiese piangendo.

-          Care, no nulla. Solo un bacio- rispose lui cercando di abbracciarla.

-          Ok. Solo un bacio. – lei schivò il suo abbraccio, incroci le braccia e lo guardò dritto negli occhi – Ty, tu mi ami ancora?- sapeva che era una domanda pensante, ma aveva bisogno di saperlo.

-          Care, tu sei fantastica. Sei stata un’amica stupenda e una fidanzata perfetta- iniziò lui con tono grave- ma qualcosa è cambiato. Non in te, in me. Io mi sento diverso, anche nei tuoi confronti. Io non so se ti amo. So che tengo a te come a nessun altro, ma non so se sono ancora innamorato, se voglio stare con te.

-          Ok. Ti capisco- disse lei, con tono più calmo; si sentiva quasi sollevata- anche io credo di provare le stesse cose. Io ti ho amato un sacco, ma forse qualcosa è cambiato. Credo sia il caso di chiuderla qua.

-          Sicura?

-          Si. Non ha senso stare insieme se non proviamo sentimenti d’amore. Tyler tu sei e sarai sempre un mio grande amico, e questo non cambierà mai. Io ti aiuterò sempre nelle difficoltà, nei momenti di bisogno io ci sarò.

-          La stessa cosa farò io- sussurrò lui abbracciandola.

-          Bene- disse lei e lo bacio leggera.

 Il bacio d’addio. Appena si staccarono lei lo guardò, gli sorrise tra le lacrime e corse via. Sentiva il vento accarezzarle la faccia , mentre correva il più lontano possibile da quella casa. Non sapeva come si sentiva, non lo sapeva davvero. Da una parte si sentiva arrabbiata perché Tyler le aveva mentito, ma dall’altra parte si sentiva sollevata. Sapeva che concludere la relazione era stata la scelta migliore per entrambi e non se ne pentiva. Senza neanche accorgersene si ritrovò davanti a casa sua. Si chiese se Elena era ancora lì. Probabilmente se n’era già andata. Aprì la porta e si diresse in cucina. Al tavolo era seduto Stefan con le mani tra i capelli.

-          Ho rotto con Tyler – annunciò sedendosi di fronte a lui.

-          Ho litigato con Elena

-          Bene, ne vuoi parlare- chiese lei.

-          No. Tu?

-          Assolutamente no.

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Capitolo 7
*** hello, goodbye ***


Dormito bene?- chiese Bonnie vedendo Jeremy aprire gli occhi.
-Si- rispose lui alzandosi dal divano e stiracchiandosi- quanto ho dormito?
-Un bel po’- rispose lei alzandosi a sua volta.
-Dove sono Shane e Damon?
-Shane è dovuto tornare al campus. Damon si è preoccupato perché Elena non è arrivata ed è andato a Mystic Falls- era quasi sicura che era andata male con Stefan e per quello l’amica non si era presentata.
-Le è successo qualcosa?- chiese Jeremy leggermente preoccupato, il che mostrava quanto, nonostante la questione Cacciatore e Vampiro, lui tenesse ad Elena.
-No, nulla. Vuoi esercitarti un po’ per il controllo emotivo?
-Prima voglio fare una cosa- mormorò lui prendendole il viso tra le mani.
-Jeremy?- fece lei, senza però liberarsi dalla presa.
-Bonnie, tu sei semplicemente fantastica- le disse lui guardandola dritto negli occhi- sei una salvatrice. Mi hai salvato e salvi tutti noi, sempre- e modellò le sue labbra con quelle di lei.
Bonnie si sentì svenire. Si stavano baciando. Lei adorava Jeremy, ma erano davvero pronti per tornare insieme?! Non lo sapeva proprio. Si staccarono e lui l’abbracciò. E mentre era stretta in quell’abbraccio, sul viso di Bonnie scese una piccola lacrima, una lacrima di felicità.
 
Elena sentì la porta aprirsi. Era Damon. E infatti, per conferma della sua tesi, dopo pochi secondi era di fronte a lei, bellissimo come sempre. La guardo in modo strano e lei capì che doveva essere conciata male. Aveva pianto per ore, o almeno le era sembrato così.
-Elena, che è successo?- le chiese lui dolcemente avvicinandosi.
-Ho parlato con Stefan- rispose secca lei.
-Ah- commentò lui.
Restarono per un po’ in silenzio, in piedi, uno di fronte all’altro. Poi Damon le prese una mano e l’accarezzò. Elena fremette al solo suo tocco.
-E scommetto che questo significa qualcosa di brutto per me- disse lui continuando ad accarezzarle la mano.
-Damon, non possiamo continuare a fare finta che Stefan non esista, che l’asservimento non esista, che i problemi non esistono!
-Ma…
-Damon, io provo una miriade di sentimenti per te- lo interruppe lei accarezzandogli il volto perfetto- e forse è proprio per questo che dobbiamo ragionare su tutti questi casini che ci stanno succedendo. Dobbiamo prenderci del tempo. Solo un po’ di tempo per ragionare, per pensare a tutto.
-Starai qui?
-No, tornerò nella mia casa. Jeremy starà per un po’ alla casa sul lago e io sarò al sicuro. Starò con Matt. È la cosa migliore.
-Perché?!- sussurrò lui, abbassando la testa.
-Cosa?- gli chiese lei alzandogli la testa per poterlo guardare negli occhi.
-Perché quando è il nostro turno, il nostro momento, devono succedere dei casini. Perché non possiamo stare tranquilli neanche per una volta?!
-Be’ me lo sono sempre chiesta. I problemi ormai fanno parte della nostra vita, Damon, dobbiamo abituarci. Alla fine se ci pensi bene se non ci fossero stati problemi nelle nostre vite, io e te non ci conosceremmo.
-Effettivamente- commentò lui.
-Devo andare ora- annunciò lei per poi baciarlo dolcemente- ci vedremo domani, ricorda- aggiunse poi con un mezzo sorriso.
-A domani – la salutò lui sforzandosi di sorridere.
Elena lo guardò per un ultima volta. Lo amava, lo sapeva.
 
-Tu cosa pensi di Klaus?- gli chiese Caroline appoggiando la testa sulla sua spalla. Aveva pensato a lungo a quella domanda e aveva finalmente deciso di chiederglielo.
-Io penso di vedere Klaus diversamente da come lo vedi tu- rispose Stefan.
-In che senso?
-Be’ io credo che noi vediamo le persone in modi differenti a seconda delle esperienze che abbiamo con loro. Un esempio, Damon: – e la sua voce si fece un po’ più scura e triste- lui è mio fratello, ho passato tanti bei momenti insieme a lui, ma anche tanti momenti orribili, ci siamo fatti del male a vicenda, ma nonostante tutto lui è mio fratello, non posso odiarlo totalmente, anche se ha fatto del male a un sacco di persone, anche se ha fato delle cose orribili. Tu invece lo vedi come uno stronzo che ti ha soggiogato, che ti ha usato e lo odi, non riesci a perdonarlo. Vedi?! Le persone non hanno una sola faccia, ma più sfaccettature. Tu ne cogli solo alcune e in base a quelle definisci una persona, provi emozioni per lei.
-Discorso giusto, ma cosa centra con Klaus?
-Centra, centra. Io vedo Klaus come un uomo che ha preso la mia vita, che ha fatto delle cose terribili, ma c’è qualcosa che mi avvicina a lui. Forse la nostra somiglianza, forse il fatto che siamo stati amici. Per questo io lo vedo in modo diverso da Damon, o da Elena o da chiunque altro. E credo che anche tu lo vedi in modo diverso. Io credo che con te lui si sia mostrato in un altro modo. Avevate un rapporto diverso speciale. Quindi, Care, non credo che tu ti debba assolutamente vergognare per questo. Se tu hai trovato qualcosa di speciale in lui. è così?
-Non lo so. C’è qualcosa in lui che forse mi può aver affascinato- ammise lei; era la prima volta che lo faceva- ma lui ha fatto del male a Tyler, a Elena, a tutti.
-Non pensare al male che lui ha fatto. Pensa a quello che lui ha fatto a te.
-Lui.. lui mi ha ingannato, credo- disse lei, ripensando a tutta la rabbia che provava nei suoi confronti- lui mi ha fatto credere di essere una persona che non è.
-Care, sei sicura di questo?
-Non lo so. Sono confusa- rispose lei, strofinandosi gli occhi- credo che andrò a letto.
-Pensa a queste cose
-Certo. Notte Stef.
-Notte
Caroline andò nella sua camera ripensando a tutte quelle cose. Cosa provava davvero lei per Klaus, come lo vedeva? Appena entrò noto qualcosa sul suo letto. Era qualcosa di piccolo e quadrato. Caroline lo prese in mano. Era un pacchettino colo azzurro cielo con attaccato un bigliettino, dove vi era scritto “Caroline” con una scrittura che la ragazza conosceva fin troppo bene. Girò il bigliettino dove la stessa persona aveva scritto: “ nella speranza di poter parlare.. “. Caroline sospirò; un altro regalo. Aprì il pacchettino e vi trovò un CD. Ma non era un CD comprato chissa dove, probabilmente l’aveva fatto lui. Curiosa Caroline lo mise dentro la radio e lasciò che la musica di diffondesse per tutta la stanza. Ascoltò tutti i brani. Erano canzoni che non aveva mai sentito prima, tutte acustiche, cantate da uomini con voce straordinarie. I testi parlavano tutti di amore, ma non di un amore normale, di un amore che prendeva l’anima,di un amore immenso, di un amore sopra tutte le cose. Caroline stesa sul letto ad ascoltare non poté fare a meno di pensare a Klaus. Qualcosa in lei era cambiato.
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** morning thoughts ***


  • Sveglia, sveglia dormigliona! – la voce di Stefan, appena entrato nella stanza, svegliò Caroline all’improvviso.
Aprì gli occhi. La sera prima si era addormentata ascoltando il CD di Klaus. Stefan spalancò le tende della sua stanza.
  • Ciao- lo salutò lei alzandosi dal letto e cercando di sistemarsi i capelli- che ore sono?
  • È ora di partire per la casa sul lago- rispose lui aggirandosi intorno alla radio- che cos’era quella musica, ieri sera?
  • Regalo di Klaus – rispose lei andando verso il bagno.
  • Ha fatto colpo, allora. L’hai ascoltato per ore. Ho dovuto spegnerti io la radio, dopo che ti eri addormentata.
  • Non ha fatto nessun colpo- protestò Caroline entrando nel bagno.
Chiuse la porta e si guardò allo specchio. Eccome se aveva fatto colpo, era questa la verità.
 
  • Hey, gli altri arriveranno tra poco- gli sussurrò lui all’orecchio.
  • Ancora cinque minuti – rispose Bonnie girandosi nel letto verso di lui- come ci siamo addormentati ieri sera?
  • Stavamo parlando e poi tu sei sprofondata nel sonno- rispose lui sghignazzando.
  • Non è vero!- protestò lei sorridendo- sei tu quello che si è addormentato per primo.
  • Ho chiuso per qualche secondo e già tu russavi
  • Io non russo- disse lei alzandosi dal letto.
Sentirono qualcuno bussare. Bonnie si alzò per andare ad aprire, chiedendosi chi fosse in anticipo. Aprì la porta e davanti a sé  trovò Shane in compagnia di due donne. Una aveva all’incirca una trentina d’anni, aveva lunghi capelli scuri e ricci. Vestiva con pantaloni di pelle e una giacca verde scuro; aveva uno strano sguardo, quasi da pazza, e osservava Bonnie corrugando le sopracciglia. Bonnie cercò di capire se era un vampiro. L’altra ragazza era sulla ventina con una massa di capelli color bronzo e due grandi occhi castani; indossava un paio di pantaloni mimetici e una enorme felpa nera. Sembrava più rilassata dell’altra e qualcosa portò Bonnie a sorriderle.
  • Bonnie, queste sono Veronica- e indicò la ragazza più giovane – e Cordelia. E si, se te lo stai chiedendo, sono vampiri. Ragazze, lei è Bonnie, la strega.
  • Piacere- la salutò Veronica, porgendole una mano- Shane ci ha parlato di te.
  • Piacere- rispose Bonnie sorpresa- strano, non mi aveva mai parlato di voi- disse guardando Shane, che aprì la bocca per spiegare.
  • Ogni tanto dimentica i dettagli- commentò Cordelia interrompendolo ed entrando nella casa, urtando Bonnie- dov’è il cacciatore?
  • Sono io- rispose Jeremy arrivando – e voi chi siete?- chiese rivolto alle due.
  • Calma ragazzino! – lo rimbrottò la vampira guardandolo male- è davvero lui? chiese poi rivolta a Shane.
  • Si – rispose l’uomo.
  • Bene. Qual è il piano?- chiese allora lei.
  • Ora aspettiamo che arrivino gli altri- rispose Bonnie.
  • Ci sono degli altri?
  • Certo.
  • Andiamo bene- fece la vampira alzando gli occhi al cielo e uscendo dalla casa.
  • Scusatela- disse la vampira più giovane- non si trova molto a suo agio con persone che non conosce. Che bella casa!- esclamò poi, come per cambiare argomento.
  • Shane, cosa centrano loro- chiese Bonnie al professore, ignorando Veronica.
  • Loro sono interessate alla cura. E insieme a me hanno studiato il modo per ottenerla.
  • Si- aggiunse Veronica- siamo assolutamente pacifiche. Vogliamo solo trovare la cura e usarla.
  • Chi vuole trovare la cura?- chiese una voce, appartenente alla persona che era appena entrata nella casa.
  • Damon – lo salutò Bonnie.
  • Chi è la nuova muori lì fuori? E quella qui dentro?- aggiunse dopo aver notato Veronica, che gli sorrise.
  • Loro sono Cordelia e Veronica- rispose Shane – ci aiuteranno a trovare la cura.
  • E perché? Cosa ci guadagnano?- chiese il vampiro con tono aggressivo.
  • Nulla- rispose Veronica in tono conciliante- noi vogliamo la cura. Vogliamo tornare ad essere mortali.
  • Ah – fece Damon
  • Damon – gli fece Bonnie cercando di tranquillizzarlo- fidiamoci di loro.
  • Se lo dici tu streghetta – commentò lui scuotendo la testa e andando a sedersi sul divano.
 
Elena salì in macchina. Quella mattina lo avrebbe rivisto, gli avrebbe parlato, probabilmente lo avrebbe anche toccato. Era stupido pensarlo, lo sapeva, ma gli era mancato, benché fossero passate solo poche ore da quando si erano visti. Gli mancava il suo volto, i suoi occhi, il modo in cui pronunciava il suo nome, i suoi dolci baci, il suo modo di amare. Era questo l’amore? Era innamorata di lui? Lo amava? Elena ne era più che sicura, ma qualcosa la bloccava, la sua mente era piena di dubbi. Quanto l’asservimento influiva in tutto questo? L’avevano davvero rotto? L’asservimento era qualcosa più grande di loro, a suo parere. Un qualcosa che gravava su due persone che si amavano e che rabbuiava la loro relazione. Aveva ragione Damon: “Perché? Perché a loro?”.
 

April era rimasta lì tutta la notte, con le sue paure, i suoi dubbi. Doveva farlo?! Che conseguenze avrebbe portato. Aveva ascoltato con calma le spiegazioni di Matt, le aveva capite, aveva capito tutta la situazione. Ma ora, ora doveva prendere una decisione che probabilmente avrebbe influenzato il modo sovrannaturale del quale non aveva saputo niente per così tanto tempo. Era il momento di agire, di decidere. Ed April decise di farlo. Aprì la bara, si fece coraggio ed estrasse quel pugnale dal cuore di quella bellissima ragazza, sua amica. Rebekah sarebbe tornata in vita
 

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Capitolo 9
*** team meetings ***


  • Ciao Bonnie- Elena salutò l’amica, che aveva aperto la porta.
  • Ciao – rispose l’altra, guardandola con uno sguardo interrogativo.
  • Elena – la salutò un’altra voce, che Elena conosceva fin troppo bene in ogni sua piccola sfumatura.
  • Ciao Damon – lo salutò lei sorridendo; non poteva fare a meno di essere felice di vederlo, voleva stringerlo a se, voleva baciarlo – dov’è Jeremy – chiese a Bonnie, cercando di distrarsi dai pensieri su Damon.
  • È con Shane sul retro. Ma tu devi aiutarmi con una cosa.
Prese Elena per un braccio e la trasportò in una camera, quella dove Elena dormiva da bambina. Appena vide quella stanza i ricordi cominciarono ad affollarsi nella sua mente e non poté fare a meno di provare un velo di tristezza. Era l’ennesima cosa che gli ricordava i suoi, i tempi in quei era felice e spensierata, quando credeva nei vampiri. Erano tempi lontani ormai.
  • Con cosa ti devo aiutare?- chiese all’amica che la stava guardando in modo strano.
  • Nulla- rispose l’altra scuotendo la testa- era solo una scusa per farti parlare. Cos’è successo con Stefan? E con Damon?
  • Tu sai che lui ci può sentire, vero?! – le ricordò Elena.
  • No, dato che con l’aiuto di Shane sono riuscita a fare un incantesimo privato- la contraddì l’altra indicando della salvia che bruciava sul tavolo vicino a loro.
  • Wow, sei forte! Mi sa che sarò costretta a raccontare.
  • Si. Voglio sapere tutto, sappilo.
  • Diciamo che Stefan  non è stato proprio carino. Sapevo di meritarmelo, ma è stato pesante. Lui, ha scoperto tutto, proprio tutto. Credo sia stata Caroline a dirglielo e credo che la ucciderò per questo.
  • Elena, sai che non l’ha fatto apposta. Magari non gliel’ha proprio detto.
  • Non importa. Non doveva fare niente. E poi ho parlato con Damon. Ci siamo dati una pausa dal…
  • Sesso scatenato?!
  • Bonnie!- esclamò l’altra scioccata- si, diciamo da quello e da un sacco di altre cose. Un periodo in cui riflettere.
  • Ma tu sei innamorata di lui?- le chiese Bonnie seria, lasciando Elena sorpresa.
  • Non lo so- ammise l’altra- è successo tutto così in fretta.
  • Bonnie, sono arrivati Stefan, Caroline e Matt- annunciò Jeremy spalancando la porta- Elena! – esclamò poi, accorgendosi della presenza della sorella.
  • Jer! – disse lei andandogli incontro per abbracciarlo. Quando i loro corpi furono a contatto, sentì quello di lui irrigidirsi. Sapeva che era ancora a disagio, ma Bonnie, il punto di riferimento emotivo di Jeremy, era in quella stanza e lui non le avrebbe fatto del male. Cercò di stringerlo un po’ più forte e fu felice di sentirlo contraccambiare.
  • Mi sei mancata- gli disse lui.
  • Anche tu Jer – rispose lei staccandosi- sei sempre più grosso- osservò guardandolo.
  • Eh si- fece lui con un mezzo sorriso- vantaggi del Cacciatore.
  • Chi è arrivato? – chiese Bonnie avvicinandosi a loro.
  • Stefan, Caroline e Matt. Possiamo cominciare e presentare a tutti le due?
  • Si- rispose Bonnie.
  • Chi sono le due? – chiese Elena confusa.
  • Oh, lo scoprirai- rispose il fratello.
 
 
 
  • Stefan!- lo salutò Damon, con tono grave. Sapeva che non era il caso di scherzare e fare battute.
 
  • Damon – rispose lui freddamente al saluto.      
In quel momento arrivarono Bonnie, Jeremy ed Elena nella stanza. Guardò Elena e notò che stava lanciando uno sguardo tagliente nella sua direzione. Dopo pochi attimi capì che non era rivolto a lui, ma bensì a Caroline, che era vicino a lui. Sul volto dell’amica vide stagliarsi un espressione di irritazione. Probabilmente si stava chiedendo perché Elena l’avesse guardata in quel modo.
  • Ciao a tutti- esordì Shane entrando dalla porta che dava sul retro- vi voglio presentare Cordelia e Veronica- e indicò due ragazze entrate dopo di lui.
Stefan le guardò. La prima era molto bella, ma qualcosa in lei gli stava antipatico, forse la smorfia che aveva dipinta sul volto. La seconda, invece, emanava solarità. A suo occhio, era bellissima; bella come un dipinto di un grande pittore. Stefan notò l’elegante curva con la quale i capelli color bronzo delineavano il suo viso, il modo in cui sorrideva, l’allegria che trasmettevano i suoi occhi.
  • Chi sono?- chiese Caroline, risvegliandolo dai suoi pensieri.
  • Siamo vampire- rispose Cordelia secca- e siamo interessate alla cura. Noi vi aiuteremo. O accettate o rifiutate. Noi la cercheremo comunque.
  • Ma sarebbe più utile lavorare tutti insieme- aggiunse Veronica- noi possiamo darvi molte notizie ed idee.
  • C’è da fidarsi?- chiese Elena.
  • Si- rispose Veronica- non abbiamo cattive intenzioni. Vogliamo solo la cura.
  • Avremo tutti vantaggi dalla nostra alleanza- sentenziò Cordelia – ci state?
  • Be’, io mi fiderò- rispose Elena, cercando di sorridere.
  • Se lavoreremo tutti insieme, avremo successo- disse Shane sorridendo- bisogna solo stabilire un piano. Jeremy ha ancora bisogno di allenamento come cacciatore, all’incirca una settimana, forse di più.
  • E poi potrò uccidere vampiri?- chiese il diretto interessato, con un certo fuoco nella voce.
  • Si- rispose il professore.
  • E cosa lo distoglierà dall’uccidere noi?- chiese Damon, togliendo le parole di bocca a Stefan, che stava per porre la stessa questione.
  • Io starò con lui qui. Ventiquattro ore su ventiquattro. Lo aiuterò.
  • Allora starò qui anche io- disse Damon e Stefan notò che Elena aveva spalancato la bocca- Jeremy avrà un vampiro con cui allenarsi.
  • Jer, sai che io starei qui- disse Matt avvicinandosi all’amico- ma ora come ora devo aiutare April.
  • Certo, ti capisco- rispose l’altro sorridendogli, come se fossero fratelli, e qualcosa in Stefan si mosse.
  • Come l’ha presa April?- chiese Elena improvvisamente interessata.
  • Abbastanza male. Sto cercando di aiutarla.
  • Le parlerò anche io – propose Elena annuendo.
  • Avete distolto l’attenzione dalle cose importanti- li rimproverò Cordelia – Anche io starò qui con il Cacciatore. Dove si potrà sistemare Veronica?- chiese guardandoli uno ad uno.
  • Può stare da noi- rispose Damon – Stefan le mostrerà tutto, se non è un problema- disse rivolto a suo fratello.
  • Nessun problema- rispose Stefan, rivolto più a Damon che a Cordelia.
 

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Capitolo 10
*** friends ***


  • Caroline, puoi venire un attimo di là- sentì chiamarsi da Elena, quando ormai tutti se ne stavano andando.
  • Certo- rispose sorpresa; Elena non le aveva rivolto la parola per tutto il tempo, e l’aveva guardata piuttosto male.
  • Vengo anche io- disse Bonnie, seguendole.
  • Care, perché l’hai fatto?- l’attaccò Elena, appena furono entrate in una camera da letto.
  • Cosa ho fatto?- chiese lei confusa.
  • Care, non fare l’idiota- le disse l’altra arrabbiata- perché hai detto a Stefan di me e Damon?
  • Elena, secondo te sono davvero così?!
  • Be’ si. Odi Damon e odi che io stia con lui. Comincio a pensare che odi anche me!
  • Non è così. Lui… io non gli ho detto niente. Lui l’ha capito da solo. Elena, io voglio bene ad entrambi e non voglio che stiate male. Ma tu l’hai ferito e devi accettare che lui per un po’ sia arrabbiato con te. Non puoi riversare la tua rabbia su qualcun altro.
  • Io non lo sto facendo! – protestò Elena guardando prima lei, poi Bonnie.
  • Un po’ si- ammise la strega guardandola- sei frustrata perché sai che non puoi stare tranquillamente con Damon, a causa dell’asservimento e di tutto il resto. E questo ti rende frustrata; cerchi di addossare la colpa a qualcuno, come ora hai fatto con lei.
  • Si, - continuò Caroline – ma è normale. Tutti passano dei momenti simili. Devi solo dare tempo al tempo. Le cose si sistemeranno.
  • Scusa Care- sentì uscire dalla bocca di Elena – mi dispiace di essermela presa con te. Non dovevo- le si avvicinò per abbracciarla.
  • Dai Bonnie, vieni!- esclamò Caroline – abbraccio di gruppo!
  • Come va con Damon?- chiese Caroline ad Elena dopo che si furono staccate; voleva provare a far capire all’amica che teneva a lei, qualunque fosse il partner che aveva scelto.
  • Me ne sono andata da casa sua ieri sera – raccontò l’altra- sono tornata a casa mia. Tanto Jeremy sta qui.
  • Perché te ne sei andata?- chiese Bonnie.
  • Avevo appena litigato con Stefan, ero scioccata. E credo di aver bisogno di tempo per pensare all’asservimento. Io tengo un sacco a lui, ma mi sono resa conto che forse è successo tutto troppo in fretta.
  • Quanto ci tieni a lui?- chiese Caroline, pensando tra se e se a quel regalo ricevuto la sera prima.
  • Io credo di amarlo- confessò Elena, lasciando spiazzate le altre due.
  • Questo è molto bello- commentò Bonnie sorridendo.
  • Elena, se tu davvero lo ami, devi dirglielo- le disse Caroline, ignorando le emozioni che la stavano colpendo.
  • Care, tu che sei sempre stata contro …
  • Ormai ho capito che non posso criticare, è una cosa terribile sentirsi criticati- ammise con un sorriso- ragazze,- disse rivolta alle due amiche- io vi vorrò sempre bene, qualunque siano le vostre scelte.
  • Anche io – disse Bonnie commossa.
  • Io pure- disse Elena sorridendo e abbracciandole.
  • E ho una novità: - aggiunse Caroline, pensando fosse il momento migliore per dirlo- mi sono lasciata con Tyler.
  • Come?! – esclamò Elena.
  • Cos’è successo? Sei riuscita a parlargli? – chiese Bonnie.
  • Si, sono andata a casa sua. Abbiamo parlato, abbiamo capito che qualcosa in noi è cambiato. Io tengo molto a lui, è mio amico, ma siamo cambiati entrambi. Forse era destino- disse alzando le spalle.
  • Mi dispiace molto Care- le disse Elena.
  • Anche a me-aggiunse Bonnie.
  • Succede. Le storia finiscono e ne iniziano di nuove- e guardò Elena – Ho anche scoperto che ha baciato Hayley, la sgualdrina traditrice, quando era sugli Appalachi.
  • Davvero?- chiese Bonnie.
  • Si, ma non è per quello che ci siamo lasciati. Lo avrei anche perdonato. Ma semplicemente, non ci amiamo più.
  • Dato che siamo in vena di annunci: ieri sera io e Jeremy ci siamo baciati- annunciò Bonnie.
  • Cosa?- chiese Caroline. Era molto felice per Bonnie; sapeva che non aveva mai dimenticato del tutto Jeremy.
  • Si, è stato solo un bacio però- disse guardando più che altro Elena, che la fissava sorridente.
  • Io sono così felice, Bonnie. Tu sei la migliore ragazza che lui potrà mai avere- le disse la mora.
  • Sapete, mi mancavano questi momenti tra noi. Momenti di pura sincerità- commentò Caroline – mi fanno ricordare quando eravamo semplici ragazze, normali, con problemi normali.
  • Anche a me mancano quei momenti. Vi voglio bene- ammise Bonnie stringendole in un abbraccio.
 
 
April la vide alzarsi e arrivare di fronte a lei nello stesso secondo.
  • April… - disse confusa – sei stata tu?
  • Si – ammise April- credevo fosse la cosa migliore.
  • Chi ti ha raccontato tutto?
  • Matt – sussurrò April paralizzata dalla paura; la vampire sebbene fosse sua amica era davvero inquietante.
  • Dov’è Klaus?
  • Non lo so- mormorò April.
Rebekah la guardò per un’ultima volta e poi sparì dalla sua vista.

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Capitolo 11
*** two souls in love ***


Elena sentì suonare alla porta. Matt era andato al Grill ed era sola in casa. Si alzò dal letto e corse ad aprire la porta.
  • Stefan- esclamò vedendolo.
  • Posso entrare? - chiese lui con sguardo implorante.
  • Ehm, si – rispose lei facendolo entrare e chiudendo la porta- dov’è Veronica?
  • L’ho portata a casa e poi sono venuto qui.
  • Cosa vuoi?- chiese lei con un tono più scontroso di quanto volesse.
  • Solo parlare, Elena.
  • Mi sembra di aver già parlato con te. Mi hai già detto tutto.
  • Elena, non lo pensavo davvero. Ero accecato dalla rabbia e dalla gelosia. Si, non posso non ammettere che mi avete ferito. Ma mi sono rivolto a te in toni scortesi e maleducati. Mi hai ferito Elena,ma non posso odiarti. Come non posso odiare lui. Qualcosa mi spinge a volere comunque un po’ di bene ad entrambi.
  • Tu credi che tra noi due le cose potrebbero migliorare?- chiese Elena con un piccolo sorriso.
  • Non lo so- rispose lui sincero- Ma, Elena, tutte quelle cose terribili.. ho sbagliato. Perdonami.
  • Certo Stefan. E tu perdona me. Non avrei mai voluto ferirti, sappi questo.
  • A volte le persone fanno cose che feriscono altri, ma sono spinte a farle- commentò lui triste - anche io ne ho fatte.
 
 
 
Caroline aprì la porta di casa. Sarebbe stato strano quella sera; Stefan era tornato a casa sua e lei sarebbe stata praticamente da sola. Ma una nota felice c’era in quella giornata: era riuscita a chiarirsi con Bonnie ed Elena, a raccontare loro di Tyler. Aveva omesso sul regalo di Klaus, non erano pronte per quello. Immersa in questi pensieri entrò in camera e per poco non le venne un colpo. Meno male che era un vampiro e non poteva morire. Seduto sul suo letto, come ad aspettarla c’era lui, Klaus. Caroline si sentì il cuore in gola.
  • Caroline – disse lui dolcemente, con quel suo bellissimo accento.
  • Cosa ci fai qui?- chiese lei, pentendosi subito dopo di essere stata un po’ troppo fredda.
  • Dovevo parlarti, non riuscivo a resistere. Ti prego dammi il tempo di parlare
  • Parla allora- gli disse lei con un cenno e sedendosi sul letto, sebbene distante da lui.
  • Caroline, lo so di aver fatto cose che possono averti fatto soffrire, che ti hanno fatto stare male, e mi pento di questo. Ma io non potrei mai diventare una persona diversa da quella che sono. Dicono che se ami una persona devi poter cambiare per lei. Io non credo sia vero. Se davvero ami una persona, devi saperla amare così come sei e così come è lei.  L’amore è lo scontro di due, due anime che creano una perfetta unione. Due anime che si incontrano e che volteggiano insieme. Se si ama una persona, la si ama fino a star male, fino a soffrire, fino alla follia. Ma non si può cambiare; sarebbe come perdere se stessi. In tutti gli anni che ho vissuto raramente ho provato l’amore. Forse solo un paio di volte, se non una volta soltanto. Ma quando sono giunto qui, anche se per spiacevoli cause, e ti ho conosciuto, ho capito veramente cos’era l’amore. Qualcosa che ti tormenta, che ti esaspera, ma nonostante ciò è la cosa più pura che tu possa mai provare. Il sentimento più forte che chiunque possa privare, qualcosa che ti da la sensazione di poter alzarti verso il cielo, ti da’ l’idea di poter vivere solo di esso. L’amore mi ha perforato il cuore, l’ha forzato, nonostante le mie resistenze. E l’amore mi porta  qui davanti a te. Lo so, ho fatto delle cose che non ti piacciono, il tuo ragazzo mi odia, tu mi odi. Ma Caroline, io ti amo.
Caroline restò spiazzata. Klaus, proprio Klaus, aveva aperto il suo cuore. Lui l’amava. Milioni di pensieri si affollarono dentro la sua mente. Ma voleva smettere di pensare, aveva sempre pensato troppo. E così reagì d’istinto e unì le sue labbra con quelle dell’uomo. Quel bacio fu il più bello, appassionato e intenso che Caroline aveva mai dato in tutta la sua vita. Sentì le mani di Klaus afferrarle i fianchi, per attirarla a sé, la sua lingua disegnare piccole mezzelune sulle sue labbra. Era estasiata. E poi, Caroline non aveva la minima idea di quanto tempo fosse passato, i due si staccarono. Caroline lo guardò; aveva un’espressione tranquilla e la guardava, la guardava intensamente. Lei gli accarezzò il volto.
  • Mi dispiace, ma non posso- sentì uscire dalla sua stessa bocca, quella che poco prima era stata protagonista di quel perfetto bacio.
  • Lo so- rispose lui con tono triste per un attimo Caroline pensò che avrebbe pianto.
Invece si limitò a stamparle un bacio sulla fronte, a sorriderle per un’ultima volta e ad andarsene. Caroline lo osservò sparire, poi mise su il suo CD. E mentre i brani scorrevano uno dopo l’altro, le lacrime scesero dai suoi occhi e percorsero le sue gote.
 
Matt era appena uscito dal Grill, quando cominciò a suonargli il cellulare. Lesse il nome di April su display e aprì la chiamata curioso e un po’ preoccupato.
  • April, cosa c’è?- chiese gentilmente.
  • Oh Matt,  mi dispiace così tanto- la voce di April sembrava spaventata, probabilmente stava anche piangendo.
  • April, cos’è successo?
  • Matt, io non credevo di fare la cosa sbagliata. Credevo fosse la cosa giusta da fare.
  • Cosa hai fatto?
  • Ho aperto la bara di Rebekah e ho tirato fuori il paletto.
  • Oddio! – esclamò Matt, sentendo le gambe cedergli; era un problema in più che si accumulava.
  • Mi dispiace così tanto Matt. Mi dispiace.
  • April dove sei ora?
  • Alle cantine dei Lockwood.
  • Vieni a casa di Elena. Ok?
  • Ok.
Matt chiuse il cellulare. Era un gran bel casino.
 

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Capitolo 12
*** what's your story? ***


La casa gli sembrava più buia e vuota del solito. Com’era possibile, che lui, la creatura più potente al mondo, provasse così tante emozioni per una semplice donna, una vampira. Per secoli si era detto che per essere davvero potente non doveva sottostare ad un così forte sentimento come l’amore. Ma ora l’amore era parte di lui, si era impossessato di una parte di lui. Certo, non poteva darlo troppo a vedere, se no sarebbe stato ricattato, come era successo con la sua famiglia mesi prima. Ma lui non riusciva a non amarla, sebbene sapesse benissimo che lei non lo avrebbe mai contraccambiato. L’aveva ferita troppo, anche se non direttamente. Ma lui non poteva cambiare, non voleva. L’amava tanto, in ogni suo singolo particolare, ma se fosse cambiato per lei non sarebbe più stato l’uomo che in precedenza era mosso da tutte quelle emozioni e, chissà, forse avrebbe smesso di amarla, se solo questo fosse stato possibile. Era andato là già sapendo che lei lo avrebbe rifiutato. Ma quel bacio lo aveva sorpreso. Caroline aveva finalmente dimostrato ciò che provava, nonostante lui ne fosse già sicuro. Quel bacio era stato un momento di vero idillio; mai avrebbe immaginato l’intensità, la bellezza, la passione di quel bacio. Qualcosa davanti a lui lo distrasse. Pian piano vide uscire dall’ombra l’unica persona che non si sarebbe mai aspettato.
  • Rebekah! – esclamò interdetto.
  • Proprio io, Nick – rispose lei gelida – vuoi di nuovo pugnalarmi?
  • Era necessario, - commentò lui – ma non esiste nulla che non si possa recuperare.
  • Oh invece Nick io non sono d’accordo. Se solo tu non fossi immortale ti avrei già ucciso.
  • Invece che farai?
  • Be’ pensavo di rompere il collo a Stefan Salvatore, ma poi ci ho ripensato. Alla fine lui non ha fatto quasi niente. È come me, costretto ad essere tuo succube Nick. Perché tu non riesci ad avere veri amici, una vera famiglia. Riesci solo a rendere succubi le persone con dei ricatti! Nessuno ti vuole bene davvero, nessuno ti ama.
  • Stai mentendo – rispose lui scuotendo la testa.
  • Ah si?! Mamma odiava tutti noi, quindi non fa testo. Michael è un esempio più che ottimo. Kol, Elijah ed io non sappiamo più che pensare. Ci hai trattati come delle marionette: metto il pugnale, tolgo il pugnale, famiglia riunita, rimetto pugnale. Non è così che si tratta una famiglia. Tu che credi che i tuoi ibridi ti amino- Klaus fremette solo ricordando quei traditori- sono costretti! E Stefan? Tu credi che un giorno ritornerete amici come negli anni ’20? Lui non ti perdonerà mai per tutto quello che hai fatto ad Elena, a lui, a Damon. E Caroline. Tu credi davvero che un giorno riuscirà ad amarti?
  • Non nominare Caroline – sussurrò lui afferrando la sorella per il collo e sbattendola contro il muro.
  • Davvero Nick? – continuò lei con tono impertinente – Continui a usare la violenza contro di me? – lui la lasciò andare – Sai, Nick, io potrò comportarmi da patetica, essere sola, non avere grandi amici, ma almeno io ho una famiglia che mi ama. Tu ormai non hai neanche quella. E mi fai pena.
Lui fece per controbattere, ma non sapeva cosa dire. Suo sorella lo odiava e probabilmente anche i suoi altri fratelli e tutta Mystic Falls. Lei lo guardò sprezzante per un’ultima volta e sparì.
 
  • Dove sei stato? – chiese Veronica appena lui fu entrato in casa.
  • Avevo delle cose da fare – rispose lui, sperando che lei non facesse altre domande- ti trovi bene qui?
  • Si- rispose lei annuendo- questa casa è enorme. Mi piace!
  • Bene- disse lui abbozzando un sorriso, non poteva fare a meno di essere contagiato dalla solarità della ragazza.
  • Sembrate una bella squadra- commentò lei sedendosi sul divano e incrociando lei gambe- sai, tu e gli altri.
  • Diciamo che siamo incasinati più che altro.
  • Be’ però hai un sacco di amici
  • Non credo si possano definire tutti amici.
  • E hai un fratello – continuò lei – che sembra anche molto simpatico.
  • A volte – rispose lui, sentendo l’irritazione che saliva parlando di Damon.
  • Avete litigato vero? – chiese – Non è che mi piace ficcare il naso negli affari degli altri, - cercò di spiegare notando la sua faccia sorpresa- è che vi scambiavate degli strani sguardi e io sono brava a notare queste cose.
  • Ehm, si, abbiamo delle questioni in sospeso.
  • Cosa ha fatto?
  • Diciamo che mi ha mentito e un’altra serie di cose.
  • Centra la ragazza mora? – chiese lei lasciandolo sempre più sorpreso.
  • Si, come hai fatto a capirlo?
  • Be’ tutti e due la guardavate e poi anche lei vi guardava con una strana faccia. Sembrava senso di colpa.
  • Be’, sono successi un po’ di casini ultimamente. Anzi, diciamo che sembra che qui succedano sempre casini.
  • Wow- commentò lei, cercando di capire il significato delle sue parole probabilmente.
  • Allora, qual è la tua storia?- chiese lui curioso sedendosi di fronte a lei.
  • Non è una storia molto felice- rispose lei e per la prima volta lui notò un velo di tristezza nei suoi occhi.
  • Come sei diventata vampira?
  • Diciamo che io non l’ho scelto. Sono stata trasformata negli anni ’20. Ero una ragazza di buona famiglia, non lavoravo, mi dedicavo solo alle feste, ai balli, al divertimento di tutti. Ero fidanzata con Adam Archibald, lo scapolo più ambito di tutta New York. Era bello, ricco, affascinante. E naturalmente un vampiro. Ma io questo non lo sapevo. Sapevo solo che era l’uomo adatto a me. Ma lui serbava per me un amore folle, era diventato quasi pazzo. E così iniziò a somministrarmi il suo sangue di nascosto. Ci sposammo e fu una cerimonia davvero perfetta. Poi ci fu la prima notte di nozze e non fu di certo tradizionale. Lui mi uccise; mi diede da bere un veleno. Mi risvegliai nel letto, nel nostro letto, la mattina dopo. Ero confusa e provavo strane emozioni. Lui mi spiegò tutto; sarei diventata un vampiro. In quel momento io lo odiai. Io non volevo quella vita, non l’avrei mai voluta. Lui mi aveva costretto a trasformarmi per un suo capriccio. Mi fece completare la transizione a forza, facendomi nutrire di una cameriera. Passarono alcuni giorni, durante i quali continuò a costringermi a bere sangue umano. E poi io scappai. Incontrai Cordelia a Washington, lei mi aiutò a progettare la mia vendetta. E così uccisi Adam nel primo anniversario del nostro matrimonio; inoltre gli rubai il suo anello diurno. Molte cose divennero migliori: avevo trovato una nuova amica/ alleata, potevo uscire alla luce del sole. Ma non ho potuto più parlare con la mia famiglia e con i miei amici; Adam aveva detto che ero morta, per nascondere la mia fuga. E così ho vagato per il mondo insieme a Cordelia. E poi, qualche anno fa, lei mi ha detto di aver trovato questo uomo, che conosceva una cura contro il vampirismo. E così ho conosciuto Shane e ora siamo qua. Vogliamo ritornare umane.
  • È affascinante come storia.
  • Be’ si, può apparire tale. Ma è anche molto triste. Come le storie di tutti noi, non credi?! Alla fin fine siamo tutti morti – disse lei sorridente, poi si alzò- Be’ buonanotte Stefan Salvatore. Quando sarai pronto a raccontarmi la tua storia fammi un fischio.
Stefan la guardò salire le scale e sparire. All’improvviso qualcuno busso alla porta. Stefan andò ad aprire chiedendosi chi potesse essere a quell’ora.
  • Rebekah! – esclamò, vedendo la persona di fronte a lui.
  • Si Stefan, sono io. Tranquillo, non ti farò del male, contento? Voglio solo una stanza.
  • Ok- rispose lui ancora interdetto, facendola entrare- cosa ci fai viva?
  • April mi ha liberato, o almeno credo sia successo questo. Come ha scoperto tutto? Sarà meglio che cominci a raccontarmi che è successo, perché non ci sto capendo davvero niente.
 
 

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Capitolo 13
*** have your self a merry little christmas ***


  • Caroline, non riesco ancora credere che tu ci abbia convinto ad organizzare tutto ciò- disse Bonnie, cercando di farcire il tacchino.
  • Natale è una festa bellissima! – esclamò l’amica intenta ad infornare le lasagne; era molto fiera della sua idea di festeggiare il natale tutti insieme – e poi sta venendo benissimo. Le lasagne saranno perfette. Come stanno andando le decorazioni, ragazzi?
  • Tutto bene  - risposero all’unisono Matt e Jeremy, mentre decoravano l’albero di natale.
  • Bene- rispose lei- i regali per tutti sono nella mia macchina. Matt valli a prendere, per favore.
  • Agli ordini comandante – fece lui uscendo.
  • Care, hai sentito Tyler?- chiese Elena intenta a mescolare il purè di patate.
  • Si, gli ho portato una specie di regalo. Spero abbia apprezzato.
  • Cosa gli hai preso? – chiese Bonnie, continuando a farcire l’animale.
  • Una cosa stupida: gli ho portato una maglia da football. Lui l’adorava e non ce l’ha più, dato che non viene a scuola. E così io gliel’ho portata.
  • È un pensiero carino- commentò Elena.
  • Spero gli sia piaciuto.
  • Dove li metto?- chiese Matt entrando con due enormi borse piene di pacchetti.
  • Sotto l’albero. Ho già scritto i nomi di tutti.
  • Quando arriveranno gli altri?- domandò Bonnie.
  • Stefan mi ha massaggiato – rispose Caroline tirando fuori il cellulare dalla tasca dei jeans- 
“ partiamo adesso”. Elena, sai qualcosa di Damon?
  • Ehm, si. È tonato per qualche ora Mystic Falls. Ha detto che doveva fare qualcosa. Ma tornerà in tempo, tranquilla.
  • Allora dovremmo esserci tutti. April arriverà tra poco, Shane e Cordelia idem. Chi manca?
  • Rebekah verrà? – chiese Elena, non riuscendo a nascondere un tono d’irritazione.
  • No, Stefan ha detto che sarebbe rimasta in città.
  • Forse andrà da Klaus – commentò Bonnie e Caroline fremette a sentire il nome dell’ibrido.
  • Forse- disse cercando di riprendersi.
  • Buon natale a tutti! – esclamò April entrando dalla porta.
  • April , buon natale anche a te – la salutò Matt, andando ad abbracciarla. Caroline dentro di se pensò che quei due erano perfetti insieme.
  • Buon natale- rispose educata Elena andando a baciare l’amica.
Uno ad uno si salutarono. Poco dopo arrivarono Shane e Cordelia. Nonostante sembrasse avere buone intenzioni, Caroline non si fidava totalmente di Cordelia. C’era qualcosa in lei che le stava particolarmente antipatico. Salutò comunque educatamente i nuovi arrivati. Nulla avrebbe potuto rovinarle il Natale.
 
  • È strano – commentò Veronica.
  • Cosa è strano?- chiese Stefan, guardando la strada.
  • Festeggiare il natale. Insieme. Ci saranno vampiri, un cacciatore, umani. Tutti insieme a festeggiare il natale.
  • Lo so. È insolito.
  • Ma mi piace. Fare finta per un po’ di essere normali. Lasciare le preoccupazioni dietro le spalle. Perché non è venuta la bionda? Rebekah, no?
  • Si, Rebekah. Diciamo che non è proprio amata da tutti. Ha fatto delle cose terribili.
  • Credevo fosse un giorno in cui dimenticare.
  • Si, in effetti lo è. Chissà, magari si presenterà tra un po’.
  • Lei mi piace. Sembra cattiva, ma secondo me nasconde solo insicurezza.
  • Sei brava a capire le persone- fece lui sorridendo.
  • Lo so- disse lei contraccambiando il sorriso – so capire anche a te.
  • Non ne sarei così sicuro se fossi in te.
  • Stefan Salvatore, io ti ho capito benissimo
  • Allora spiegami ciò che hai capito- fece lui voltandosi verso di lei e guardandola negli occhi
  • Tutto a suo tempo- disse lei ricambiando lo sguardo e sorridendo. Stefan si ritrovo a pensare a quanto gli piaceva quel sorriso e si stupì di se stesso.
 
Era perfetto, era decisamente perfetto. Lei l’avrebbe adorato. Damon uscì dal negozio.
 
  • Cosa ci fai qui? – chiese Tyler sorpreso dalla persone che si era presentata alla porta quella sera.
  • Ti porto ad una festa – rispose Rebekah. In quelle settimane Rebekah si era presentata molte volte a casa sua, avevano parlato di un sacco di cose, ma mai Tyler si sarebbe aspettato la sua comparsa.
  • Cosa? – chiese.
  • Alla festa alla casa sul lago dei Gilbert. Insieme ai tuoi amici, quelli veri, non quegli ibridi morti. Preparati.
  • Mi vuoi seriamente portare là? E Klaus? – mio fratello sa benissimo dove sei. Se non ti ha ucciso prima, non lo farà di certo adesso. Su, ti do cinque minuti Tyler!
Lui sorrise, ancora confuso dalla situazione; poi corse su per le scale per cercare qualcosa da mettersi.
 
Era natale e lui era solo. E sarebbe stato solo per sempre. Com’era stato stupido a credere che qualcuno avrebbe mai potuto amarlo! Nessuno lo avrebbe mai amato. Si verso altro whiskey nel bicchiere. Era destinato a rimanere solo e odiato da tutti .
 

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Capitolo 14
*** christmas treat ***


  • Care, non riesco a credere che  sia andato tutto bene- le sussurrò Bonnie all’orecchio.
  • E invece è filato tutto alla perfezione- rispose lei sorridendo e guardando gli altri.

La serata era andata bene. L’arrivo improvviso di Tyler l’aveva resa contenta, anche se significava anche la presenza di Rebekah. Ma non aveva recato disturbo a nessuno. Ma al solo vederla le era venuto in mente lui. Chissà cosa stava facendo? Probabilmente era solo. Questo era triste, ma se lo era meritato. Cosa potevi farci lei? Cerco di non pensare alla risposta, ma fu inevitabile: poteva amarlo, poteva veramente lasciarsi andare alle sue emozioni. Ma era  una situazione complicata. Lei non poteva.
 

  • Bonnie, Care- arrivò verso di loro Elena, che aveva appena finito di giocare a Bingo- possiamo andare un attimo di là? Ho qualcosa da darvi.
  • Ok- disse Bonnie, sorpresa.
  • Ecco qua- disse Elena, porgendo due pacchettini alle altre due, appena entrarono nella camera con la salvia bruciata- un piccolo regalo.
  • Elena! Ma ti avevo detto che avrei preso io i regali per tutti – disse Caroline prendendo il suo- non dovevi..
  • Non doveva, ma volevo.
  • Bello!- esclamò Bonnie che aveva già aperto il suo; aveva tra le mani un braccialetto con piccole pietre che riflettevano le luci della stanza.
  • Quelle pietre hanno un significato. Mi hanno raccontato che simboleggiano lasciarsi alle spalle la vecchia vita e iniziarne una nuova- spiegò Elena- e così ho pensato a noi. Insomma, io e Care siamo diventate vampire e tu Bonnie una strega. Abbiamo iniziato una nuova vita tutte e tre. E poi vale anche in amore- aggiunse lasciando a metà la frase, così che ognuna la concluse dentro di se.

Caroline non poté fare a meno di ricadere nei pensieri su Klaus. Quella dichiarazione, quel bacio. Cosa provava davvero per lui?
 

  • Devo andare a fare una cosa!- esclamò all’improvviso.
  • Cosa?- esclamarono le altre due all’unisono.
  • Ve lo raccontò poi – rispose lei ritornando nella stanza principale. Saluto tutti frettolosamente e uscì dalla casa. Si diresse veloce verso la sua auto e vi entrò. Respirò profondamente. Lo avrebbe fatto.

 
 

  • Dov’è andata?- chiese Jeremy indicando la porta dalla quale Caroline era appena uscita.

 
 

  • Non ne ho idea- rispose Elena, che era appena rientrata nella stanza insieme a Bonnie.

Stefan aveva qualche idea di dove potesse essere andata l’amica. Era contento, era la cosa migliore per lei ammettere le sue emozioni. Il suo cellulare vibrò; era un messaggio di Caroline: “sai, a natale sono tutti più buoni. A natale si perdona, a natale ci si riappacifica con gli amici, con i FRATELLI”. Stefan sorrise tra sé e sé. Aveva ragione lei? Doveva davvero perdonare Damon? Era da tempo che i due non si parlavano e in qualche modo il fratello gli era mancato. Pensando a tutto ciò abbozzò un sorriso nella direzione di Damon, che contraccambiò. Era già un passo avanti.
 
 
 

  • Mi è sempre piaciuto natale- disse April,appena furono davanti a casa Gilbert.
  • È una bella festa- osservò lui guardandola; sembrava così piccola, dolce, fragile, eppure qualcosa in lei la rendeva forte.
  • Si. Beh buon natale, Matt.
  • Buon natale- rispose lui uscendo dalla macchina.
  • Matt- si sentì chiamare da April, pochi secondi dopo.
  • Cosa c’è?- chiese riavvicinandosi alla macchina.
  • Pensavo, magari ti piacerebbe venire a casa mia per un po’. Ho fatto dei biscotti buonissimi- disse lei sorridendo- o almeno spero.
  • Va bene- annuì lui, risalendo in macchina.
  • Sai Matt- continuò lei- io penso che tu sia incredibile. Insomma, ti comporti in modo così naturale con tutte quelle creature sovrannaturali.
  • È abitudine – rispose lui avvicinandosi al volto di lei.
  • Questo non ti toglie merito- disse lei e lo baciò.

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Capitolo 15
*** o holy night ***


  • È andata bene- osservò Jeremy guardando Bonnie.
Erano fuori, sul prato, a guardare le stelle. Ormai se ne erano tutti andati, rimanevano solo Cordelia e Shane, che erano all’interno della casa.
  • Si, è andato tutto bene- fece lei stringendosi ancora di più nel suo piumone.
  • Hai freddo? – chiese lui, che aveva notato il suo movimento.
  • Solo un po’- rispose lei; lui allora si avvicinò e la accolse tra le sue braccia.
  • Stai meglio così?
  • Si meglio- rispose lei sorridendo.
  • Sai, noi abbiamo interrotto un discorso che sarebbe meglio riprendere- osservò lui.
  • Che discorso?- chiese Bonnie e non ebbe tempo di dire altro perché lui si era avvicinato al suo viso.
Bonnie lo guardò negli occhi, afferrò il suo viso e lo baciò. Lo voleva, ora ne era totalmente sicura. Era ancora innamorata di lui.
 

 

  • Vedi che ho fatto bene a portarti là? – disse Rebekah appena furono entrati a casa di Tyler.
  • Devo ammettere che non è stato male – disse lui, dirigendosi verso l’armadietto dei liquori e prendendo una bottiglia di rum- Ma perché lo hai fatto?
  • So come si sta ad essere soli. Non devi perdere i tuoi amici, mai – rispose lei afferrando il bicchiere che lui le stava porgendo.
  • Credo di averlo capito.- osservò lui, notando la faccia un po’ malinconica di lei- Tu non sei sola. Io sono un tuo amico.
  • Si, ma adesso che hai ritrovato i tuoi amici, quelli veri, mi lascerai andare.
  • Bekah, non lo farò- disse lui avvicinandosi e guardandola negli occhi – Anzi, a me serviva una coinquilina.
  • Vuoi che io.. Davvero?
  • Si- rispose lui con un mezzo sorriso.
  • Ok!- esclamò lei sorridendo.
Dopo pochi istanti lui si ritrovò a baciarla. Non notò nemmeno di aver fatto cadere il bicchiere sul pavimento. La strinse ancora di più a se e lei strinse le braccia intorno al suo collo.
  • Ti va di andare di sopra?- chiese appena si furono staccati.
  • Certo- rispose lei.
 
  

  • Ti è piaciuta la serata, allora?- chiese Stefan a Veronica, che si stava sedendo sul divano.
  • Si, è stato bello. Sono anni che non passavo una natale così- rispose lei sorridendo – Sai Stefan siete tutti belle persone. Tu sei una bella persona.
  • Non così tanto – disse lui, con sincerità.
  • Perché no? Raccontami la tua storia – disse lei seria, guardandolo negli occhi.
  • Non ti piacerà.
  • Non mi importa – rispose lei alzando le spalle – io non ti giudico dal tuo passato, ma da come sei adesso, con me.
Stefan sospirò ed iniziò a raccontare, pensando sempre più che quella ragazza fosse davvero incredibile.
 

 

  • Elena- disse la voce di Damon nell’oscurità.
  • Damon!- esclamò lei- cosa ci fai qui?
  • Sono venuto a portarti il tuo regalo- rispose lui uscendo dal buio.
  • Cosa?- lei sorrise; dentro di se sentiva un fuoco bruciare.
  • Ecco- lui le porse un piccolo pacchetto.
Lei lo afferrò e lo aprì con calma, voleva godersi la sorpresa. Si ritrovo in mano due piccoli orecchini. Erano d’argento, con una piccola pietra rossa che pendeva.
  • Sono bellissimi- disse con le lacrime agli occhi.
  • Come te.- disse lui, con la sua bellissima voce sexy, sedendosi vicino a lei sul letto – Te l’ho già detto, ma lo ripeterò per sempre – prese il viso di lei tra le mani- io ti amo Elena Gilbert e ti amerò sempre.
  • Anche io ti amo- rispose lei.
Si guardarono negli occhi per un tempo che sembrò infinito. Poi lei si avvicinò ancora di più al suo viso e gli sfiorò le labbra con due dita. Erano morbide, bellissime, baciabili.
  • Si, Damon, io ti amo- ripeté e poi lo baciò.
Fu un bacio intenso, dolce, pieno di amore. Elena si sentì un tutt’uno con lui. Lui lentamente le tolse la maglia e le baciò la pancia. E si amarono alla follia. E mentre Elena si godeva quella felicità penso che lo amava, lo amava davvero tanto.
 




Stava ancora piangendo. Aveva pianto per tutto il viaggio, aveva pianto a casa sua e aveva pianto ritornata in macchina. Ma non erano lacrime di tristezza, erano lacrime di felicità. Era consapevole dei suoi sentimenti, per una volta. Aveva smesso di nascondersi dietro idee che lei non pensava davvero, dietro convinzioni fasulle. Era davanti a casa sua. Scese in fretta dalla macchina, andò subito alla porta e suono il campanello. Lui aprì la porta dopo pochi secondi e fu come la visione di un angelo. La stava guardando a bocca spalancata, probabilmente perché stava piangendo. Lei fece un respiro e si preparò a dire quelle tre parole, le parole importanti che potesse dire:
  • Io ti amo.
  • Anch’io Caroline – rispose lui accerchiandola subito con le sue braccia; dai suoi occhi scese qualche lacrima – anch’io ti amo.
Lei si aggrappò a lui con le gambe e cercò la sua bocca. E fu come un altro assaggio di paradiso. Lui la sollevò dolcemente e la portò nel salone, senza smettere di baciarla. Poi la stese sul pavimento e la guardò con gli occhi pieni di lacrime di commozione.
  • Ti amo – gli ripeté lei portandolo verso di sé velocemente e portandosi sopra di lui.
Lui la baciò di nuovo per poi scendere sul collo, ad ogni tocco delle sue labbra Caroline sentiva un fuoco bruciarle dentro. Gli tolse la maglia e ammirò quel corpo perfetto, era davvero bellissimo. Lui le sfilò il vestito con i denti in una mossa esperta e le baciò il collo, il seno, la pancia. Caroline si lasciò andare a piccoli gemiti di piacere. Poi si attaccò al collo di lui cercando di farlo godere tanto quanto aveva fatto con lei; dai movimenti di lui sentì che ci stava riuscendo e non le sfuggì un sorriso. Lei lo amava davvero, se ne era accorta solo ora. Ogni loro piccolo incontro aveva lasciato qualcosa in lei; ne era rimasta affascinata e pian piano il sentimento era diventato più grande, nonostante lei cercasse di annullarlo. E ora, ora si stavano amando. Lui la strinse di più a sé.
  • Ti amo più di qualsiasi altra cosa, Caroline. Non dimenticarlo mai- le sussurrò all’orecchio.
Era in assoluto la notte più bella e importante della sua vita.
 

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