Ore 23:42. So che è tardi, ma non posso andare a dormire finché non ho finito questo articolo. Mi è stata data una grande opportunità, diventare giornalista per un famoso settimanale, non posso farmela scappare così.
Devo distrarmi e per l'ennesima volta non riesco a evitare di uscire sul balcone per fumarmi una sigaretta. Inspiro, aspetto e soffio, tre gesti così semplici ma così dannosi. Inspiro e penso, penso a questo vizio, penso all'articolo che aspetta di essere scritto. Qual è il mio parere sulla sigaretta? Continuo a pormi questa domanda, in attesa di trovare la mia risposta.

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Il tempo scorre, le parole fluiscono dalla mia mente al foglio usando la tastiera del computer come tramite.
Ora però è il sonno a farmi compagnia. Lotto contro l'impulso di chiudere gli occhi, mi concentro sul documento e su quello che sto scrivendo; più che altro devo evitare di scrivere banalità o di ripetermi, sono questi gli errori in cui incappo quando sono stanca.
Chiudo per un attimo gli occhi, fermo i miei pensieri e cerco di riacquistare lucidità. Ripenso alle ultime frasi scritte e ritrovo così il filo del discorso. Il sonno è sparito, posso tornare a scrivere.

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Odio le luci della città, mi impediscono di vedere il cielo stellato. Fisso il buio della notte distratta dall'illuminazione stradale a da una nuova sigaretta che si consuma tra le mie dita. Odio le luci della città.
Fisso il mozzicone ormai spento prima di gettarlo nel posacenere vicino alla finestra, un ultimo sguardo al cielo prima di tornare in casa. Ed eccola lì, una piccola stella timida è riuscita con la sua luce a farsi strada tra miliardi di luci finte. Mi fermo a metà del mio cammino per ammirare la sua bellezza. E non posso impedirmi di sorridere.

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Finalmente ho finito la correzione del mio scritto. C'è voluta tutta la notte ma sono soddisfatta del risultato.
Cerco nella mia agenda l'indirizzo e-mail del mio “capo” e mi appresto a inoltrargli l'articolo completo. Spero proprio gli piaccia. Mi batte forte il cuore mentre scrivo due righe e allego il documento, tergiverso prima di premere il tasto “Invio”. Il tempo pare rallentato, il mio dito sospeso sul mouse, mi accorgo solo ora che la luce del mattino fa capolino dalla finestra. E anche in me una nuova luce si sta facendo strada. Invio e il messaggio parte.

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Fischietto contenta anche se dentro tremo come una foglia. Chissà se il mio articolo piacerà.
Il sole è già alto nel cielo, non ha molto senso andare a dormire ora. Il pacchetto di sigarette è rimasto vicino al computer ma ora non mi interessa: è il momento di concedermi un bel caffè. E mentre l'aroma inebria i miei sensi e risveglia il mio spirito, ecco farsi strada il ricordo di come sono stata notata: un blog, i miei consigli su prodotti naturali e i pareri su quelli che ho provato personalmente. Sorseggio, penso e assaporo il mio caffè. Felice.

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