Viaggio nella III dimensione II: avventura nella Sengoku Jidai di Naco (/viewuser.php?uid=50)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di una nuova avventura ***
Capitolo 2: *** Scambio di identità ***
Capitolo 3: *** Lezioni di autodifesa ***
Capitolo 4: *** Un amore impossibile ***
Capitolo 5: *** La lunga notte ***
Capitolo 6: *** Il segreto del ciondolo ***
Capitolo 7: *** L'ultimo frammento ***
Capitolo 8: *** Fuga dalla distruzione ***
Capitolo 9: *** Lotta senza quartiere! ***
Capitolo 10: *** Il risveglio ***
Capitolo 11: *** L'ultima battaglia ***
Capitolo 12: *** La shikon no tama ***
Capitolo 13: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** L'inizio di una nuova avventura ***
Una nota prima di iniziare.
La fanfiction che vi accingete a leggere, è il sequel di un’altra mia storia, “Viaggio nella III dimensione”, appunto. Non credo che la lettura risulterà incomprensibile a chi non ha letto la prima, ma mi farebbe comunque piacere se gli deste almeno un’occhiatina e mi lasciaste un piccolo parere.
Come la sua omonima, questa storia è un AU, ossia i personaggi e le vicende si discostano dalla trama originale della sensei Takahashi e, benché la stia pubblicando anni dopo la prima parte, anche questa storia è già completa da un bel pezzo. Per questo motivo, all’epoca, non sapevo ancora quali sviluppi avrebbe avuto la storia di Inuyasha e che nuovi personaggi avrebbero fatto la loro comparsa e nuove scoperte sarebbero state fatte anche sugli stessi personaggi da noi già conosciuti. Diciamo che per comprenderla a fondo, sarebbe meglio ambientare questa storia dopo la fine della prima serie dell’anime.
Spero che, nonostante tutto, questa storia vi piaccia almeno un po’. Mi raccomando, commenti e critiche sono sempre ben accetti!
Ok, ho finito di sproloquiare! Buona lettura a tutti!
VIAGGIO NELLA III DIMENSIONE II
AVVENTURA NELLA SENGOKU JIDAI
I
L’INIZIO DI UNA NUOVA AVVENTURA!
Milena si guardò allo specchio: “Niente male!” commentò.
Indossava uno splendido abito nero lungo, semplice nel modello, senza maniche, dal collo alto, le scarpe con il tacco, mentre sul velluto nero spiccava uno splendido ciondolo rosa pallido.
Quel giorno lei e Alessio avrebbero festeggiato un anno da quel giorno in cui lei aveva rischiato di essere uccisa dalla persona che a cui più teneva, in cui Inuyasha e Kagome erano riusciti a tornare nel loro mondo, nonostante più volte avessero temuto di non farcela, in cui lei e Alessio si erano dichiarati.
La sera prima Alessio l’aveva invitata a cena, dicendole di 'prepararsi per una splendida sorpresa.'
Si guardò ancora allo specchio, pensierosa: quell’abito glielo avevano regalato due settimane prima i suoi genitori per i suoi diciotto anni, perché 'finalmente si decidesse a comportarsi come una ragazza e non come un ragazzaccio'. Quel ciondolo invece glielo aveva regalato lo stesso Alessio perché 'era stata una tama di quel colore a farli incontrare.'
Milena sorrise: da quando avevano conosciuto Inuyasha e Kagome, Alessio aveva preteso di imparare il giapponese, anzi, era diventato anche più bravo di lei. Per forza, continuava a ribattergli: lei quell’anno aveva gli esami e non poteva permettersi di pensare ad altro.
Guardò l’orologio: le 20.45. Alessio sarebbe passato a prenderla pochi minuti dopo. Si guardò ancora una volta allo specchio e annuì, decisa a trascorrere la giornata più bella della sua vita.
Puntuale come sempre, Alessio suonò il campanello alle 21.01. Si aggiustò un’ultima volta la cravatta, controllò l’orario e attese che Milena gli chiedesse di salire. Aspettò per un po’, poi suonò nuovamente il campanello, ma neanche dopo la seconda volta Milena gli rispose.
“Ma cosa sarà successo?” si chiese preoccupato e stava già per suonare una terza volta, quando il portone si aprì.
Alessio non credette ai propri occhi: davanti a lui c’era una Milena diversa dalla ragazza che conosceva, con un lungo abito nero, il volto leggermente truccato, il ciondolo che lui le aveva regalato che, riflettendo la luce dei lampioni, le conferiva un alone magico.
“Sei splendida!” esclamò estasiato.
Milena sorrise: non gli aveva mai parlato del regalo che i genitori le avevano fatto deciso a fargli una sorpresa il prima possibile e, come notò con piacere, vi era riuscita.
“Allora andiamo?” chiese.
Il piccolo Shippo dormiva accanto al fuoco, mentre Inuyasha, Kagome, la vecchia Kaede, Sango e Miroku stavano discutendo animatamente circa la strategia da adottare per riuscire a trovare l’ultimo frammento della sfera.
Come avevano scoperto durante l’ultimo scontro avuto con Naraku, neanche lui sapeva dove fosse l’ultimo pezzo della sfera.
“Secondo me dovremmo dividerci” stava proponendo Miroku “così avremmo più opportunità di trovarla!”
“Ma non servirebbe a nulla!” si oppose Sango “solo Kagome è in grado di vedere i frammenti!”
“Ma allora come facciamo? Neanche Naraku sa dove si trova il frammento proprio lui che, non ho mai capito come, riesce a trovarli anche a miglia di distanza!”
“I demoni hanno una percezione più forte della sfera,” spiegò la vecchia Kaede “Come un uomo che è affamato e sente il profumo di cibo a distanze sorprendenti… la sfera, come il cibo per un essere umano è un mezzo per diventare più forte.”
“Dunque Naraku ha molte più probabilità di noi di trovare il frammento, da quanto ho capito.” Intervenne Kagome.
“Si, ma visto che non l’ha ancora trovato significa che si trova MOLTO lontano da qui….”
Inuyasha sbuffò “Miroku ha ragione, ma come potremmo muoverci più velocemente di Naraku? Tra l’altro LUI non ha un gruppetto rompiscatole che lo rallenta soltanto….”
Kagome balzò in piedi. Ancora con questa storia? Possibile che li considerasse ancora come noiosi compagni e non come amici? Eppure erano ormai due anni che viaggiavano insieme alla ricerca della sfera!
“Cosa vorresti dire? Che noi siamo un peso per te? Se vuoi continuare il viaggio da solo fa pure! Non sono stata certo io a venirti a cercare!”
“Se tu non avessi riportato quella stramaledetta sfera e peggio ancora non l’avessi distrutta con quella mira che ti ritrovi, noi non saremmo qui! Senza contare non sono stato certo io a volere che fossi proprio TU ad essere la reincarnazione di Kikyo!”
“Visto che ti da così fastidio che proprio IO sia la reincarnazione di Kikyo, allora me ne torno tranquillamente nel mio mondo! Sappi che IO ho da studiare e non ho tempo da perdere!”
“Tse! Vattene pure! Non ho bisogno di te IO! In fondo me la sono cavata benissimo DA SOLO in un'altra dimensione, figurati QUI’!”
“Sai cosa ti dico? Che forse sarebbe stato meglio che non ti avessi lanciato la shikon, che non avessi cercato di aiutarti, che fossi rimasto intrappolato in quel mondo e non fossi più tornato! Almeno io non avrei rischiato la vita per salvare quella di un idiota come te!”
Kagome ormai non riusciva più a trattenere le lacrime e queste scorrevano copiose lungo le sue guance. Come aveva potuto dire quelle cose dopo quello che aveva rischiato per lui? Ma perché, perché non la trattava mai come una donna, ma solo come uno strumento cerca sfere e per di più ingombrante?
“Non ti sopporto più! Io me ne torno nel mio presente!” esclamò e corse via in direzione del pozzo.
Era stata una serata magnifica, pensò Milena mentre, seduta accanto al ragazzo che amava, osservava la strada scorrerle accanto. Alessio l’aveva portata in un ristorante molto carino sul lungomare e avevano cenato a lume di candela, parlando del loro presente, ma anche del loro futuro, mentre in sottofondo la musica rendeva l’atmosfera ancora più romantica.
Poi la musica, da leggero brusio era divenuta più forte, invitando le varie persone presenti a concedersi un ballo. Alessio si era alzato, l’aveva raggiunta e prendendole delicatamente la mano, l’aveva portata al centro della sala.
Erano stati attimi stupendi, in cui Milena si era sentita così a suo agio, da sentirsi una vera donna e aveva abbandonato quella sua solita aria esuberante e a volte aggressiva, per trasformarsi in una splendida principessa delle fate. Forse, pensò Milena guardando Alessio concentrato nella guida, era stata sua madre che aveva gettato un incantesimo su quell’abito come se lei fosse una piccola Cenerentola innamorata.
Alessio si voltò per un attimo e i loro sguardi s’incrociarono:
“Lo sai? Stasera sembravi una ragazza normale!”
Milena lo fulminò con lo sguardo: “Che vuol dire ‘ragazza normale’?”
Alessio scoppiò a ridere “Ecco sei tornata in te!”
Milena incrociò le braccia, indignata “Se non fossi alla guida te lo farei vedere io chi è anormale qui!”
“Allora quando sono con te dovrei sempre stare alla guida?” chiese in tono ironico.
Milena era troppo felice e decise di lasciar correre “Dove stiamo andando? Avevi detto che mi riaccompagnavi a casa, ma questa non è la strada giusta!”
“Allora l’hai notato! Sì, voglio portarti in un posto, prima di riaccompagnarti a casa!” dichiarò e si concentrò nuovamente sulla guida.
Un pesante silenzio calò sul gruppo. Inuyasha non ebbe il coraggio di guardare gli altri e rimase a capo chino.
“Ti sembra bello quello che hai detto?” chiese Kaede con estrema tranquillità.
L’hanyou non rispose. No, la vecchia aveva ragione, era stato ingiusto con Kagome, l’aveva trattata in modo orribile. Ma perché le aveva detto cose che in realtà non pensava minimamente? Perché non riusciva ad essere mai gentile con lei? Perché si ritrovava quel dannato caratteraccio?
“Inuyasha…” la vecchia Kaede tentò di parlare con l’hanyou ma questi saltò su innervosito.
“Ma insomma vecchiaccia piantala di scocciarmi! Ho soltanto detto quello che pensavo, nulla di più!”
“Inuyasha dovresti imparare a controllarti e ad essere più gentile con gli altri. Si possono dire le stesse cose anche usando termini diversi e non aggredendo in questo modo la gente (Mrs. Fusaro & D’Arpa docent!)!” intervenne Miroku “Soprattutto quando non lo si pensa realmente!”
Inuyasha lo guardò male “E tu di che ti impicci? Volete farvi i fattacci vostri? Mi volte lasciare in pace?” urlò verso il bonzo, ma più che altro verso se stesso, verso l’odio che provava per come aveva trattato Kagome.
“E’ inutile che ti arrabbi con me! Perché invece non vai a chiederle scusa prima che se ne vada? Perché se attraversa quel pozzo tu non la rivedrai più… lo sai vero?”
Certo che lo sapeva, e bene anche, ma non voleva dargli la soddisfazione di vederlo correre da lei.
“Per me può fare quello che vuole!” esclamò allontanandosi dalla parte opposta rispetto a quella presa da Kagome.
Kagome fra le lacrime vide davanti a sé il pozzo che la divideva dal suo mondo. Esausta per la lunga corsa cadde ginocchioni, mentre le lacrime continuavano a scorrerle lungo le guance.
Guardò il pozzo davanti a sé e si sfilò la shikon dal collo. Guardò con odio la sferetta fra le sue mani e notò la piccola parte concava, che indicava la mancanza dell’ultimo frammento, quello per cui lei e Inuyasha avevano litigato.
"In fondo me la sono cavata benissimo DA SOLO in un’altra dimensione, figurati QUI’!" le aveva rinfacciato Inuyasha.
Già, esattamente un anno prima, lei e Inuyasha si erano ritrovati in un’altra dimensione e, ironia della sorte, la sfera dopo un anno si trovava nelle stesse condizioni, così come il suo rapporto con il mezzo demone. Ma perché era sempre così scontroso con lei? Perché la trattava sempre così male? Eppure aveva creduto che gli importasse qualcosa della sua vita, quando l’aveva aiutata ad uscire dallo specchio. O forse l’aveva fatto solo perché lo aiutasse a trovare l’ultimo pezzo della sfera? No, non poteva farsi trattare in quel modo, non era giusto. Davanti a lei c’era la via di casa, il modo per dimenticare tutto, per tornare ad una vita normale, quella che aveva lasciato per ben due anni. Cosa la tratteneva ancora lì?
“Questa” pensò guardando la sfera “e tutto quello che rappresenta… Ma perché? Perché sono proprio io la reincarnazione di kikyo, perché proprio io dovevo attraversare quel maledetto pozzo, perché proprio io ho conosciuto Inuyasha? Perché non mi tratta come tutte le altre ragazze? Mi piacerebbe tanto essere una ragazza diversa, migliore… Vorrei tanto essere un’altra…” e chinò il capo, stringendosi in se stessa.
All’improvviso una strana luce pallida l’avvolse e lei si ritrovò a volteggiare nell’aria come una farfalla.
“Ma cosa sta succedendo?”
Inuyasha si posò su uno dei rami più alti e incrociò le braccia pensieroso. Che cosa doveva fare? Andare da Kagome e chiederle scusa? Sentiva ancora il suo odore, quindi non aveva ancora attraversato il pozzo e avrebbe potuto ancora fermarla. Ma avrebbe davvero trovato il coraggio di farlo? Sarebbe veramente riuscito a chiederle scusa conoscendo il suo carattere? Ma perché si comportava in questo modo? Non aveva mai trattato Kikyo in quel modo, o almeno, soltanto all’inizio, quando aveva avuto timore che avesse voluto sigillarlo. Possibile che si comportasse n questo modo con lei, soltanto perché era la reincarnazione della defunta Kikyo? No, e lui lo sapeva. All’inizio avrebbe potuto anche essere quello il motivo, ma poi lui stesso si era reso conto che Kagome era troppo diversa da Kikyo. E allora perché diavolo continuava a trattarla in quel modo? Perché le faceva credere di considerarla una semplice cerca sfere? Avrebbe davvero voluto che lei se ne fosse andata? Certo che no, ma allora perché…? Si sentiva un verme come mai prima di allora e i sensi di colpa gli chiudevano lo stomaco.
“Baka!” esclamò a se stesso e iniziò a saltare da un ramo all’altro in direzione del pozzo.
“Sono uno stupido, stupido, stupido! E se non arrivo in tempo, cosa…?”
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla figura di Kagome, china di fronte al pozzo. Sospirò di sollievo.
“Ka…” cercò di chiamarla, ma le parole gli morirono in gola, mentre vide una luce apparsa all’improvviso avvolgere la ragazza.
“KAGOME!” urlò allora correndo nella sua direzione.
Milena appoggiò la testa sulla spalla di Alessio e sorrise, mentre passeggiavano su quel tratto di campagna che l’anno prima li aveva visti protagonisti di un’avventura emozionante quanto pericolosa.
“Sono contenta che tu mi abbia portata qui!” esclamò lei con le lacrime agli occhi.
Alessio sorrise e la strinse ancora di più a sé “Sono contento che ne sia contenta. Sai, avevo pensato che sarebbe stato bello tornare nel luogo in cui tutto è iniziato.”
“E che luogo!” esclamò lei annuendo e ritornando con la memoria a quel fatidico giorno: l’arrivo di Luana, disperata per la perdita del ciondolo, l’interrogatorio ad Alessio, la gita al luna park, il tunnel degli innamorati, quel bagno fuori programma, l’invito di Alessio a casa sua, l’inquietante scoperta, la battaglia contro Naraku, la vittoria…
“Sai, mi piacerebbe tanto rivedere Kagome e Inuyasha! Chissà cosa staranno facendo in questo momento?”
“Forse saranno abbracciando come noi e staranno ricordando l’avventura che abbiamo vissuto insieme!”
“Chissà? Chissà se mai ci rivedremo!” esclamò quasi soprappensiero.
All’improvviso una strana luce pallida li avvolse e i due ragazzi si ritrovarono a volteggiare nell’aria come farfalle.
“Alessio… ma cosa sta succedendo?”
CONTINUA.... |
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Scambio di identità ***
Nuova pagina 1
II
SCAMBIO D’IDENTITA’
“Kagome!”
urlò il mezzo demone correndo verso la ragazza.
La luce che aveva avvolto
la ragazza, gli costrinse a chiudere gli occhi per non restarne accecato.
Quella luce… perché gli era così familiare? Sembrava…
Kagome
scomparve completamente dalla sua vista e lui, ormai quasi completamente
accecato dal bagliore, non riusciva più a capire cosa
stesse accadendo intorno a lui. Dopo qualche istante, finalmente la
luce si affievolì e l’hanyou
potè finalmente vedere Kagome semisvenuta.
“Kagome!”
esclamò correndo verso la ragazza inginocchiandosi davanti a lei. “Kagome,
va tutto bene?”
Milena alzò lo sguardo e
vide un ragazzo che conosceva bene osservarla preoccupato.
“Inuyasha!”
esclamò felice di rivederlo dopo tanto tempo.
“Kagome
stai bene?” chiese lui.
Milena si chiese se non si
sentisse bene. “Inuyasha ma che dici? Io sono…”
“Inuyasha!”
urlò una voce dietro di lei.
Milena non
potè credere alle sue orecchie.
La voce che aveva urlato…. Le era così familiare….
Troppo…
Si voltò terrorizzata.
Davanti a lei c’era una ragazza che le somigliava come una goccia d’acqua, con
il suo stesso abito, lo stesso ciondolo al collo, che abbracciava il suo
ragazzo, una ragazza che… era lei, maledizione, era lei!
Kagome
fissò la ragazza di fronte a lei e si sentì improvvisamente trasportata nel
suo mondo, davanti a uno specchio. Ma
come era possibile?
“Milena va tutto bene?”
sentì una voce accanto a se chiedere. Si voltò e con suo grande stupore si
rese conto che il ragazzo stava chiamando proprio lei.
“Alessio!” esclamò e solo
allora si accorse che lui la stava abbracciando.
“Milena, come ti senti?”
“Io non sono Milena, io
sono…”e si voltò per incrociare il suo sguardo.
Milena ricambiò lo sguardo
e in quel momento si resero conto della realtà.
“Milena!”
“Kagome!”
La vecchia
Kaede guardò i quattro con sospetto.
“Fatemi capire bene…. Lei
sarebbe Kagome…” chiese indicando Milena “E lei
invece sarebbe la ragazza che aiutò Inuyasha
quando fu inghiottito dal kazana di
Miroku…”, e questa volta indicò
Kagome.
Le due ragazze annuirono.
Alessio girava lo sguardo
ora verso una ora verso l’altra. “Ma
è proprio vero?!”
“CERTO CHE E’ VERO!
PERCHE’ DIAVOLO DOVREMMO
PRENDERVI IN GIRO?” esclamò inviperita quella che, almeno apparentemente
sembrava essere Kagome.
Alessio ingoiò con fatica:
sì, non c’erano dubbi, quella era proprio la sua Milena.
“Kaede
sama come è potuta
accadere una cosa del genere?” chiese Sango.
La sacerdotessa scosse la
testa. “Non lo so…. Non saprei proprio cosa dirvi!”
Milena sembrò pensierosa
“Mentre ci trovavamo nel campo, siamo stati avvolti da una luce abbagliante.”
Kagome
annuì “Anche a me è capitata la stessa cosa: sono stata avvolta da una luce
fortissima che sembrava quella…”
“… quella che ci ha
riportato nella Sengoku Jidai!”
concluse per lei Inuyasha..
“Allora questo significa
che…!” Milena istintivamente guardò la sfera appesa al suo
collo “E’ stata lei a portarci qui e a trasferirci nel corpo
dell’altra! Ma perché?”
“La sfera non agisce mai da
sola, ma legge nel cuore di chi la possiede.”
Rispose Miroku.
“La sfera legge nel cuore
di chi la possiede…” ripeté Kagome, quasi a se
stessa “E se…?”
La ragazza lentamente,
senza quasi rendersene conto si staccò dal gruppo e si allontanò verso il
ruscello.
Milena la vide allontanarsi
e si chiese cosa fosse accaduto perché lei fosse così triste. Non le era
servito molto tempo per comprendere che la causa era
Inuyasha: da quando era arrivata nella
Sengoku jidai, i due
giovani non si erano rivolti la parola, anzi, sembrava quasi che
Kagome lo evitasse accuratamente.
Kagome
camminava lentamente verso la sponda del fiume che attraversava il villaggio,
ma Milena, nonostante fosse molto preoccupata per la giapponese, non
potè fare a meno di guardarsi intorno incuriosita:
era in quelle anguste case che vivevano gli abitanti di quell’epoca, quelli i
campi in cui lavoravano da mattina a sera per sfamarsi. Il cinguettio degli
uccelli rendeva l’aria allegra e serena. Era quasi impossibile, si disse
Milena, che quel villaggio sarebbe diventato uno dei quartieri della caotica
Tokyo.
“E’ colpa mia” disse
d’un tratto Kagome
voltandosi improvvisamente verso di lei.
Milena la guardò
incuriosita “Cosa?”
Kagome
abbassò lo sguardo e due lacrime spuntarono dai suoi occhi “E’ colpa mia se ti
trovi in questa situazione.”
“Perché?”
chiese.
“Ecco io…” con le lacrime
che, copiose, scendevano lungo le sue guance, Kagome
iniziò a raccontarle del litigio che avevano avuto lei e
Inuyasha e del suo sfogo quando, raggiunto il pozzo, aveva deciso di
lasciarsi alle spalle quell’avventura e tornare alla sua vita.
“Capisci?” concluse allora
“Se io non avessi desiderato essere un’altra, se non avessi pensato a te in
quel momento, tu…”
Milena le sorrise e le
prese dolcemente le mani della ragazza fra le sue “Non sentirti in colpa,
Kagome! Senza contare che
anche io avevo tanta voglia di rivederti. La sfera avrà semplicemente
unito i nostri desideri!”
“Si, ma…. Non sarei nel tuo
corpo se io….”
Milena la zittì con un
sorriso “Non dire sciocchezze Kagome! Da quando vi
ho conosciuto, ho imparato che nulla avviene per caso, che se la sfera ha
agito in questo modo, era scritto nel suo destino…. Nel nostro destino! La
sfera si è ridotta nuovamente in pezzi appena siete ritornati nella
Sengoku jidai, dunque
era destino che oggi io sarei arrivata in questa
dimensione! E poi, come l’altra volta ha aiutato me e Alessio ad esprimere i
nostri sentimenti, così, chissà?, forse questa
volta vuole aiutare te e Inuyasha a chiarire i
vostri!”
Kagome
si voltò “Inuyasha mi considera soltanto una cerca
sfera.”
“Lo credi davvero? Beh,
questo è il modo giusto per vedere se hai ragione oppure no! Anche se non
riesco a capire come io possa aiutarti!”
“Come? Tu sei sempre così
allegra e sai essere dolce e comprensiva!”
Milena scoppiò a ridere “Io
dolce? Chiedi ad Alessio se sono davvero la ragazza che descrivi! Per
conquistare la persona che ami, devi essere solo te stessa e non fingere mai.
Una persona ti ama per quello che sei, per il tuo modo di essere, di pensare,
di porti e non per il tuo aspetto esteriore! Tu sei speciale così come sei e
Inuyasha sarebbe
proprio uno stupido a non volerti bene per questo!”
Kagome
sorrise e Milena ricambiò ”Coraggio” disse allora “sarebbe
meglio che mi cambi. Non vorrai certo che ti rovini
questo splendido abito!”
Milena annuì e stava già
precedendo l’amica verso l’abitazione della vecchia Kaede,
quando si voltò di scatto nella sua direzione “Ah, stavo quasi per
dimenticarmene!” fece la ragazza “Questo è tuo!” esclamò togliendosi dal collo
la shikon no tama e
porgendola all’amica.
Kagome
la prese titubante poi sorrise “E questa invece è
tua!” ribatté restituendo alla ragazza il prezioso regalo.
Due occhi guardinghi
osservarono le due ragazze allontanarsi. Lentamente l’essere si allontanò dal
luogo cercando di non attirare l’attenzione delle due giovani.
Quando fu ad una certa distanza, corse nella boscaglia
alla ricerca del suo padrone.
“Molto,
ma molto interessante….”
Continuava a borbottare mentre uno strano ghigno si dipingeva sul suo volto.
Il demone annusò l’aria e
sorrise biecamente.
“Ma
guarda guarda che sorpresa!”
Due occhi color nocciola
guardarono il cielo e si velarono di una strana
malinconia mista a dolcezza.
“Possibile che sia davvero
qui? E se….?” si chiese.
I suoi occhi guardarono
lontano, ricordando quei tempi in cui anche lei era felice… con lui…
“Inuyasha….”
CONTINUA…
Ok,
lo ammetto, qu3sto capitolo non è esattamente quello che si può definire di
una lunghezza esagerata. Spero comunque che vi sia
piaciuto e, mi raccomando: commenti e critiche sono sempre ben accetti! ^_^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Lezioni di autodifesa ***
III
LEZIONI DI AUTODIFESA
Milena guardò la ragazza
che si stava cambiando, pensierosa. Era davvero buffo vedere il proprio corpo di
fronte a lei. Ma era davvero possibile che il desiderio di rivedere Kagome e
Inuyasha avesse potuto in qualche modo influire sul desiderio della ragazza?
Solo la sfera era in grado di esaudire il desiderio di Kagome, ma come poteva
essere tanto sicura che lei avrebbe voluto rivederla? Come era stato possibile
che la shikon avesse superato il confine spazio- temporale, per giunta non
ancora completamente intera?
Fu la voce della vecchia
Kaede a destarla dai suoi pensieri.
“Siete pronte?” chiese
entrando nella stanza.
Milena si alzò in segno di
rispetto, mentre Kagome continuava a vestirsi con calma. Milena la guardò, ma
non disse nulla.
“Si” rispose e guardando
la donna negli occhi, comprese che avrebbe dovuto uscire e lasciare sole le due
giapponesi. “Vado a vedere cosa sta facendo Alessio” fece allora “Dove posso
trovarlo?”
“E’ sul retro con Miroku e
Sango.”
“E Inuyasha?”
Kaede gettò uno sguardo su
Kagome, ancora intenta a vestirsi e alzò le spalle. “Beh… prima l’ho visto
allontanarsi verso il fiume, ma non so dove sia andato. Anche se lo conosco da
più di cinquanta anni, non lo capirò mai!”
Milena annuì e uscì. Come
le aveva detto la sacerdotessa, trovò Alessio e gli altri sul retro della casa,
intenti in una conversazione che sembrava molto interessante.
Il ragazzo la vide e la
chiamò.
Milena la raggiunse e
sorrise abbracciando il suo ragazzo “Mi intrometto in una discussione in cui non
posso entrare?” chiese sorridendo.
Sango le sorrise
amichevolmente “Alessio ci stava raccontando perché ha deciso di imparare la
nostra lingua."
Milena rise “L’avventura
lo aveva scosso così profondamente, che credetti non avrebbe mai più voluto
sentire parlare di giapponese e invece un giorno si presentò con un libro di
grammatica giapponese e mi disse ‘Nonostante quello che ho passato è grazie a
Inuyasha e Kagome che noi due stiamo insieme e ho intenzione di parlare nella
loro lingua la prossima volta che li vedremo!’”
Miroku e Sango scoppiarono
a ridere “Davvero?!”
Alessio era
imbarazzatissimo. “Dai Milena….Perché vai a dire certe cose?”
Milena si chinò a baciarlo
sulla guancia. “Scusa, cosa c’è da vergognarsi? Sei stato così bravo da imparare
il giapponese meglio e più velocemente di me!”
Alessio arrossì più per il
gesto di Milena che per le parole in sé: nonostante il suo carattere mascolino e
sicuro di sé, non amava dimostrare il suo affetto pubblicamente, ma preferiva
farlo quando erano soli, senza nessuno che commentasse o li prendesse in giro.
Era questo, in fondo, che lui amava più in Milena: quel suo senso del pudore,
che ormai le ragazze avevano perso.
Sango scoppiò a ridere “Ora
capisco perché Inuyasha e Kagome erano così contenti di essere stati nel vostro
mondo! Sembrate così uniti e innamorati!”
Alessio scosse la testa con
forza “Si vede che non la conosci bene! Inuyasha la chiama ‘la Kagome dell’altra
dimensione’. Il suo urlo è così forte da sentirsi a miglia di distanza e se
qualcuno prova a contraddirla….! Chiedete a Inuyasha! Lo trattava come un
cagnolino e lui era costretto a fare tutto ciò che lei ordinava! Ne ha passate
di tutti i colori quel poveretto!”
Milena arrossì e saltò su
piccata “Non è vero! Cioè è vero però… ti sembrano cose da dirsi?” ormai Milena
sentiva di essere viola per la vergogna e assunse un’espressione imbronciata
“Uffa! Sei il solito antipatico!” esclamò allontanandosi in direzione del bosco,
mentre gli altri tre continuavano a ridere alle sue spalle.
Milena assaporò lentamente
il profumo di quella natura incontaminata, chiedendosi per quanto tempo
l’avrebbe goduto, dato che prima o poi avrebbe dovuto ritornare nel suo mondo.
Si guardò intorno, mentre la
sua mente, libera da ogni altra preoccupazione, cercava di dare una risposta
alle mille domande che si poneva, senza tuttavia riuscirci.
Era talmente persa nei suoi
pensieri che non si accorse della figura che si stava avvicinando alle sue
spalle, finché non sentì una mano posarsi sulla sua spalla. La ragazza si girò
balzando indietro e ponendosi in atteggiamento di difesa, ma quando vide il
volto del ragazzo che gli stava di fronte, si calmò immediatamente.
“Inu chan!”
Inuyasha la guardò e
stranamente sorrise: come era strano veder davanti a sé Kagome, ben sapendo di
star parlando con un’altra ragazza! Eppure non riusciva ancora a crederci, era
più forte di lui: vederla prima, lì, accanto ad Alessio, felice e affettuosa, il
suo cuore aveva iniziato a battere velocemente e lo aveva assalito il desiderio
di correre da lei e picchiare il ragazzo che la trattava con tanta familiarità.
Era stato solo il ricordo di poche ore prima a trattenerlo e ad evitare una
figuraccia davanti ai due ragazzi e ai suoi compagni di viaggio. Possibile che
per una donna si fosse di nuovo ridotto in quello stato? Possibile che
fosse innamorato di Kagome? Sì, certo lei gli piaceva, ma amarla era diverso…
completamente diverso…
“Hai migliorato i tuoi
riflessi non c’è che dire!” commentò infine.
Milena arrossì “Ho deciso di
prendere lezioni di autodifesa, sai, dopo l’avventura che ci è capitata…. Però
tu sei troppo in gamba per me! Ti sei avvicinato senza che io ti abbia
minimamente sentito!”
“Hmmm non credo proprio…
ricorda che nel tuo mondo non esistono hanyou e youkai! Hai buoni riflessi e
sarebbero anche migliori se non ti perdessi sempre nei tuoi pensieri!”
Milena ebbe uno strano
guizzo negli occhi, cosa che preoccupò non poco Inuyasha.
“Che c’è?” chiese guardingo.
“Nulla stavo pensando…
perché non mi dai lezioni tu?”
Inuyasha sperò di aver
capito male. “Le… lezioni?!”
Milena annuì sorridendo “Sì!
Mi insegni a combattere! Allora, che ne dici?”
Inuyasha sembrò riluttante
all’idea. “Non so… io non ho mai insegnato a nessuno a combattere… tra l’altro a
una donna…!”
“Beh?! E allora? Cosa ci
sarebbe di strano?!” chiese guardandolo molto male.
Inuyasha si fece piccolo
piccolo “Io? Oh niente… niente Kagome…!”
Il mezzo demone arrossì
"Cioè… scusa Milena…” tentò di scusarsi: era difficile parlare con una persona e
in realtà avere davanti un’altra e mai come in quel momento se ne rese conto.
Milena sorrise e gli pose
una mano sulla spalla “A quanto vedo non sei cambiato per niente!”
“Che vuoi dire?”
“Non sai esprimere i tuoi
sentimenti e anzi maltratti le persone che ti vogliono bene.”
Inuyasha abbassò il capo
punto sul vivo “Kagome ti ha raccontato tutto, vero?”
Milena incrociò le braccia
al petto. “Beh, che ti aspettavi? Kagome stava malissimo è normale che abbia
voluto sfogarsi con me! Dovresti andare da lei e chiederle scusa!”
Improvvisamente la sua aria
rammaricata scomparve per lasciare il posto a una smorfia di indifferenza. “Tse!
Non posso fare una cosa del genere! Sarebbe…”
“… sarebbe un modo per farle
capire che le vuoi bene e che tieni a lei!” lo sfidò lei incrociando il suo
sguardo.
Il ragazzo sostenne lo
sguardo, ma senza sapersi spiegare il perché, improvvisamente sorrise.
“Allora, vuoi ancora che ti
insegna a combattere?”
“Fammi vedere cosa sai
fare!”
Milena annuì e si pose in
posizione di attacco, la gamba destra un po’ più in avanti dell’altra, il
braccio destro piegato verso il petto, quello sinistro più aperto. Fissò gli
occhi color ambra del ragazzo e notò che era perfettamente calmo.
Rimasero fermi a fissarsi a
lungo, aspettando che l’altro facesse la prima mossa. L’attesa durò qualche
istante, poi Inuyasha scattò verso la ragazza, ma questa fu pronta a spostarsi
sul fianco destro. Inuyasha comprese il movimento e lo anticipò con una
ginocchiata, ma lei con uno scatto di reni si portò più indietro. Milena lo
guardò attentamente, pronta al contrattacco; provò a tirargli un destro, ma lui
lo bloccò con una mano. La ragazza non aspettava altro: roteò intorno al corpo
dell’hanyou e gli bloccò il braccio dietro la schiena. Il mezzo demone tentò una
testata all’indietro, ma lei si abbassò per evitarlo e mise la sua gamba fra
quelle divaricate del ragazzo, per evitare che questi compisse qualche
movimento. (NdN: ringrazio per questa scena Sara e Giuseppe e le loro 'lezioni
di arti marziali' durante l'intervallo!)
“Beh, come sono andata?”
chiese lasciando la presa e allontanandosi, per evitare che lui la cogliesse di
sorpresa.
Inuyasha si voltò.
“Accidenti a te, sei diventata proprio in gamba, non c’è paragone con la ragazza
che ho conosciuto un anno fa! Non credo proprio che potrei insegnarti qualche
altra mossa, ma in compenso posso aiutarti in qualcos’altro…”
“Cioè?”
“Ho notato che hai buoni
riflessi, ma solo mentre combatti, perché sei concentrata. Invece quando non c’è
pericolo, ti distrai facilmente ed è facile prenderti di sorpresa. Ed è proprio
su questo punto che potrei aiutarti.”
“Cosa dovrei fare?”
Inuyasha sogghignò. “Resta
ferma qui!” le ordinò e scomparve nella foresta.
Milena si guardò intorno
prevedendo che il mezzo demone avrebbe cercato di colpirla nel momento in cui si
fosse distratta.
“No, non così!” esclamò la
voce di Inuyasha a qualche parte “non startene così ferma, altrimenti mi
scoprirai subito! Fa qualcosa, occupa la mente! Il pericolo è in agguato e cerca
sempre di colpirti quando non te lo aspetti!”
“Ma cosa dovrei fare?”
“Chessò…! Cerca di trovare
una lepre, ce ne sono molte qui!”
Milena annuì e iniziò a
girovagare per il bosco, all’inizio facendo ben attenzione ad ogni minimo
rumore, poi lasciandosi conquistare dal luogo e dimenticandosi di Inuyasha.
D’improvviso qualcosa colpì
la sua attenzione: una donna, dai capelli corvini legati da un nastro bianco e
con un kimono rosso e bianco, molto simile a quello indossato da Kaede sama,
stava camminando nel bosco, una decina di metri davanti a lei.
Milena rimase incantata,
chiedendosi se avesse veramente visto la persona che credeva di aver visto (Il
gioco di parole vuol rendere l’idea della confusione mentale della ragazza!) o
se si fosse trattata di una semplice allucinazione.
Era talmente concentrata su
quella visione che non si accorse della figura di Inuyasha che si trovava ormai
alle sue spalle.
L’hanyou guardò la ragazza
davanti a lui incuriosito. Possibile che non si fosse accorta di lui ancora una
volta? Come aveva fatto pochi minuti prima, le pose una mano sulla spalla, ma
questa volta Milena non si mosse, come se non si fosse minimamente accorta di
lui.
Preoccupato Inuyasha le si
parò davanti e iniziò a scuoterle la mano davanti agli occhi, ma Milena sembrava
non trovarsi in quel mondo.
“Milena!” la chiamò allora
scuotendola con forza “Milena, ci sei?!”
Milena non sembrò accorgersi
di lui, tuttavia: "L’ho vista…!” fece.
Inuyasha la fissò
interrogativo. “Visto chi?”
Questa volta Milena lo
guardò dritto negli occhi.
“Kikyo…..”
La vecchia Kaede guardò la
porta chiudersi dietro Milena, poi tornò a fissare la sua attenzione alla
ragazza che aveva di fronte, ma Kagome continuava a vestirsi come se non
l’avesse vista. La donna la guardò, ma non disse nulla e aspettò che terminasse
di cambiarsi, poi incrociò le braccia.
Kagome si voltò a guardarla:
sapeva cosa la vecchia sacerdotessa volesse dirle, ma non aveva voglia di
parlarne… non ancora una volta… non con lei almeno.
“So che non vuoi parlarne…
sicuramente avrai raccontato già ogni cosa a quella ragazza e non voglio
chiederti nulla… voglio solo dirti che sono più che sicura che sia stato un bene
che quei due giovani siano venuti nel nostro mondo proprio ora… è segno che la
sfera non vuole che tu te ne vada… il tuo destino deve ancora compiersi!"
"E perché dovrei soffrire
per un destino che non voglio?"
"Non sei tu a cercare il tuo
destino, ma è lui che ti trova. Senza contare che tu sei la reincarnazione…"
"Basta, basta, basta!"
Kagome scosse il capo, coprendosi le orecchie con le mani "Io non voglio essere
la reincarnazione di nessuno! Non voglio essere considerata SOLO una
reincarnazione! Io sono Kagome, semplicemente Kagome! Sono una studentessa di
diciassette anni che non ha chiesto di trovarsi qui, che è capitata per caso in
questa assurda epoca, che vuole tornare a casa, ad una vita normale, nel suo
mondo, circondata da amici e non da persone che mi considerano una cerca sfera,
per di più inutile!"
"Kagome sai bene che noi non
ti consideriamo in questo modo! Che LUI non ti considera in questo modo!"
"Hai visto anche tu come mi
ha trattato l'ultima volta, no?"
"Ma quante volte litigate e
poi fate la pace? E' una cosa normale fra di voi!"
"Questa volta è diverso, io…
voglio tornare a casa mia… voglio…."
La ragazza non riuscì a
terminare la frase che scoppiò in un pianto irrefrenabile. La vecchia Kaede si
avvicinò e l'abbracciò protettiva, lasciando che con quelle lacrime sfogasse
tutto il suo dolore e la sua frustrazione.
"Kagome…." La sacerdotessa
allontanò la ragazza da sé e strinse forte le sue mani. "Aspetta la fine di
questa storia, esaudisci il desiderio della sfera… poi, se ancora lo vorrai,
abbandona tutto e torna pure alla tua vita. Me lo prometti?"
Kagome annuì e sorrise. "Te
lo…."
Le parole le morirono in
gola e impallidì di colpo.
"Kagome! Che hai?" le chiese
la vecchia preoccupata.
"Il frammento… il frammento
è qui…..!"
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Un amore impossibile ***
IV
UN
AMORE IMPOSSIBILE
Inuyasha balzò su in
ramo, poi su un altro, poi su un terzo. Ad un tratto si fermò e annusò l'aria.
Lo sentiva. Il suo odore, l'odore di Kikyo.
Lontano, quasi indistinto, ma lo sentiva. Non poteva non riconoscerlo. Dopo
cinquanta anni il suo odore era rimasto lo stesso. Era tanto tempo che non lo
sentiva… erano trascorsi mesi dall'ultima volta che si erano visti… anche quella
volta lei gli aveva detto di amarlo e che avrebbe voluto portarlo con se e
restare con lui per sempre… poi era arrivata Kagome e Kikyo le aveva aizzato
contro i suoi spiriti guida… e lui era corso a proteggerla.. Aveva visto gli
occhi di Kikyo riempirsi di lacrime e di dolore, poi, veloce come il vento, era
scomparsa, lasciando dietro di sé solo il suo profumo…. Il suo dolce profumo…
Era stata quella l'ultima volta che lui
l'aveva vista, ma non poteva certo dire che le fosse mancata, eppure… eppure
c'erano ancora dei momenti in cui aveva nostalgia della sua dolcezza, del suo
dolce tocco… non poteva negare di provare ancora qualcosa per lei… in fondo era
stata il suo primo amore… il suo primo grande amore…
"Inuyasha! Ti prego aspettami!" urlò dal
basso la voce trafelata di Milena che tentava di stargli dietro, sebbene fosse
difficilissimo, ma l'hanyou non l'ascoltò neanche, perso com'era nei suoi
pensieri.
Milena si fermò cercando di recuperare un
po' di energie.
"Maledetto Inuyasha! Se ti prendo…!"
"Milena!" sentì una voce chiamarla da
lontano.
Si voltò e vide Kagome, Alessio, Miroku e
Sango correre verso di lei.
"Ragazzi! Non potete neanche immaginare
cosa…!"
"Inuyasha le è andato dietro, vero?" la
interruppe Kagome.
"Si, ma non riesco a stargli dietro… è
troppo veloce per me!"
"Non importa! Tanto so dove sta andando!
Seguimi!"
Kagome riprese a
correre, seguita a breve dagli altri. Possibile che fosse veramente lei a
possedere il frammento della shikon no tama? Eppure quella sensazione non poteva
appartenere ad altri…era soltanto quella sfera a trasmetterle quello stato di
inquietudine e di ansia, ma che allo stesso tempo la faceva sentire bene… come
se quella sfera fosse parte di lei e volesse ritornare dalla sua padrona… una
sensazione a cui non si era mai completamente abituata…
Voleva veramente dire addio a tutto quello
che ormai era parte della sua vita da ben due anni? No, non era quello il
momento di pensarci… la cosa che più contava in quel momento era trovare
Inuyasha… nient'altro che questo!
Inuyasha sgranò gli
occhi dallo stupore e il suo cuore iniziò a battere all'impazzata. Si, Milena
non si era sbagliata, era proprio lei, la sua Kikyo… era ferma davanti a un
ciliegio, le mani appoggiate al tronco e gli voltava le spalle.
Inuyasha si fermò
ansimante, ma la ragazza non si voltò. Rimasero lì alcuni minuti, il loro
silenzio rotto solo dal cinguettio degli uccellini e dal dolce vento
primaverile.
All'improvviso la ragazza si voltò e il
mezzo youkai non potè fare a meno di indietreggiare spaventato. Come faceva a….?
"Ce l'ho io, non vedi?"
"Kikyo… ma come puoi… perché…?"
La sacerdotessa gli si avvicinò. Il suo
sguardo era dolce, tanto che Inuyasha ne rimase colpito.
"Avrei dovuto andarmene, portare questo
frammento con me, perché tu mi cercassi e capissi che ero io la custode
dell'ultimo pezzo della sfera, che mi raggiungessi, che desiderassi venire con
me e vivere felici, per sempre… come cinquanta anni fa…."
"Kikyo… oramai non c'è più tempo per noi e
tu lo sai bene. Restituiscimi quel frammento, ti prego…."
"Vuoi il frammento per quella femmina, vero?
Per diventare un essere umano per lei…!"
"Kikyo. Ti prego…!"
Kikyo si avvicinò. I
suoi occhi esprimevano tutto l'amore che continuamente gli mostrava, ma che lui
ormai sentiva di non poter più corrispondere.
Inuyasha indietreggiò.
"Perchè ti allontani? Io ho in mano il
frammento che ti serve e tu ti allontani?" chiese avvicinandosi ancora.
"Cosa.. cosa vuoi da me?"
"Voglio solo che tu resti con me!"
"Kikyo, io non posso…io…."
Kikyo si avvicinò
ancora di più. Ormai la ragazza gli era di fronte e lui si perse nei suoi occhi
color cioccolata, così dolci, comprensivi… si lasciò inebriare dal suo profumo,
dalla sua voce così delicata…
Kikyo era ormai a
pochi centimetri dal suo viso. Chiuse gli occhi e delicatamente baciò il mezzo
demone sulle labbra.
Inuyasha restò
immobile, non sapendo cosa fare, sempre più preso dalla dolcezza di quella
ragazza, dal suo gentile tocco, dal calore delle sue labbra sulle sue…
La sacerdotessa continuava a baciarlo e
delicatamente iniziò ad accarezzargli il volto e i capelli d'argento, mentre i
suoi baci si facevano sempre più passionali.
Inuyasha chiuse gli
occhi e si lasciò completamente andare e, senza rendersene conto, iniziò anche
lui ad accarezzare la ragazza….
Kikyo continuò ad
accarezzare il giovane hanyou, mentre il suo cuore batteva ormai all'impazzata
dalla gioia. Avere Inuyasha… il sogno più grande si stava avverando… Un varco di
luce si aprì sotto i suoi piedi, pronto a inghiottire i due amanti, ma Kikyo lo
richiuse con un semplice cenno della mano… non era ancora tempo… voleva vivere
completamente quel momento… prima di avverare il suo sogno… il suo ultimo sogno…
"Inuyasha… resta con me… per sempre…"
Un pezzo della shikon no tama rotolò
sull'erba e si posò vicino ai piedi di Inuyasha. Il mezzo demone si allontanò un
attimo dalla ragazza, il necessario per scostare un ciuffo ribelle dal volto
della sua amata e istintivamente spostò un piede più indietro. Il tallone nudo
del demone toccò il frammento che rotolò via, lontano nel bosco….
"INUYASHA!" urlò Kagome, ormai stremata
dalla lunga corsa, il cuore in tumulto. Avrebbe tanto voluto fermarsi, le sue
gambe la imploravano, ma lei non poteva… doveva trovarlo al più presto, aveva un
brutto presentimento… doveva sbrigarsi… il frammento ormai era vicino… molto
vicino….
Kagome non avrebbe mai
creduto (né voluto) di potersi trovare di fronte alla scena che invece vide.
Inuyasha e Kikyo, l'uno sull'altra quasi completamente nudi, che….
Kagome indietreggiò,
incerta se credere se tutto quello a cui stava assistendo fosse realtà o solo un
gioco della sua fantasia.
Milena, Alessio, Sango e Miroku giunsero
pochi minuti dopo e si bloccarono allibiti. Sango fu subito accanto all'amica. "Kagome…"
cercò di parlarle, ma la ragazza non disse nulla, si limitò a scuotere la testa
fra le lacrime. Non riuscì a resistere oltre a quella visione: si voltò e senza
che gli altri potessero fermarla in alcun modo, iniziò a correre verso la
foresta.
Inuyasha aprì gli
occhi e stranamente si ritrovò avvolto da una strana luce dorata. Dov'era? Cosa
stava succedendo? Sentiva nel cuore una strana sensazione di calore e amore,
come mai gli era capitato prima di allora. Si sentiva cullato da un sonno senza
sogni, un fiume che dolcemente lo trasportava…. Il lontano cinguettio degli
uccelli, lo scorrere tranquillo di un torrente… era un'atmosfera di pace che lo
tranquillizzava… poi apparve un'ombra all'orizzonte… una fanciulla dai lungi
capelli castani, il corpo perfetto,… sapeva di aver già visto quella ragazza, di
conoscerla, ma non riusciva a focalizzarla perfettamente… eppure non gli
importava di riconoscerla, non voleva sapere chi fosse quell'angelo sceso dal
cielo… gli bastava quella sensazione di pace che gli infondeva… nulla di più…
nulla di più….
Milena guardò i due amanti davanti a se e il
suo cuore fremette di rabbia. Ma cosa stava facendo Inuyasha? Come poteva fare
questo a Kagome dopo averle fatto chiaramente capire che per lui era solo una
cerca sfere? Allora era vero quello che Kagome temeva? Ma come poteva essere
vero? Dopo tutto quello che aveva passato per trovarla un anno prima, la sua
disperazione nel saperla accanto, ma chissà dove, il dolore che aveva letto nei
suoi occhi, come poteva ora starsene comodamente fra le braccia di Kikyo?
Credeva di aver imparato a conoscerlo e invece….
Sebbene sapesse che non avesse nessun
diritto di farlo, la tentazione fu troppo forte e lasciò che l'istinto la
guidasse. Senza dare la minima retta alla voce di Alessio che la supplicava di
fermarsi, Milena con passo tutt'altro che felpato si presentò davanti ai due
amanti. (NdNaco chan: non chiedetemi dove abbia trovato il coraggio di scrivere
una scena del genere... Non lo so neanche io!)
"INUYASHAAAAAAAAA!!!" urlò con tutta la
forza che aveva.
Kikyo si voltò
spaventata e Inuyasha sobbalzò: ma dov'era? Cos'era successo? Si guardò intorno
senza capire. Solo quando incrociò lo sguardo fiammeggiante di Milena/Kagome,
comprese di aver fatto qualcosa che non avrebbe mai dovuto fare.
Ma cosa? Ricordava solo di aver
visto Kikyo e di aver scoperto che era lei a possedere il frammento della shikon…
poi le si era avvicinata e lui aveva indietreggiato spaventato dai suoi
sentimenti per lei, per quello che lei ancora rappresentava per lui… e poi….
"INUYASHAAAAAAAAAAAA!!!!" urlò ancora la
ragazza.
"Ma che vuoi?!" chiese alzandosi in piedi
per fronteggiarla meglio.
Milena gli tirò un ceffone e "Abbi almeno la
compiacenza di coprirti!" urlò dandogli le spalle rossa in viso.
"Coprirmi?! Ma che diavolo stai dicendo?"
chiese il mezzo demone senza capire. Abbassò lo sguardo e solo in quell'istante
si rese conto di non avere più abiti addosso. Si guardò intorno cercando di
capire come fosse finito in quello stato e incrociò lo sguardo di Alessio e
Miroku che lo guardavano fra il sorpreso e l'incredulo, mentre Sango gli voltava
le spalle. Sempre più sconcertato si voltò dalla parte opposta e finalmente la
vide… vide Kikyo che cercava in qualche modo di coprirsi con il suo kimono a
capo chino. Solo in quel momento iniziò a capire.
"Kami sama!" esclamò e finalmente cercò di
recuperare il più velocemente possibile i suoi abiti e di coprirsi alla meglio.
Dopo qualche minuto, quando ormai era
completamente vestito e aveva quasi completamente ripreso il possesso delle sue
facoltà mentali, guardò Kikyo, alla ricerca di spiegazioni.
"Kikyo, ma cosa….?"
Kikyo non disse nulla,
ma scosse la testa e scappò nel bosco in lacrime.
"Kikyo ti prego, aspettami….!" Cercò di
trattenerla lui, ma Milena si voltò di scatto e vedendolo finalmente vestito,
gli si avventò contro come una belva inferocita, prima che potesse allontanarsi
più di dieci centimetri da dove si trovava.
"Ma tu non eri quello che doveva insegnarmi
a difendermi?! Mi hai fatto fare una corsa da pazzi per starti dietro e con chi
ti vado a beccare? Con QUELLA LI'!"
"Ehi, ma si può sapere che te ne frega con
chi sto io? Non ti ha detto nessuno di seguirmi! Potevi benissimo tornare dagli
altri!"
Milena incrociò le braccia, indignata.
"Ed è proprio quello che avevo intenzione di
fare, anzi lo stavo già facendo, quando ho incontrato Kagome e gli altri che
venivano a cercarti!"
Inuyasha si fermò e
solo in quel momento si accorse dell'assenza di Kagome. Guardò in direzione
degli altri e si rese conto che effettivamente non era con loro.
"E' inutile che la cerchi… purtroppo per te,
ti ha beccato in un momento MOLTO particolare! Sai non è piacevole vedere la
persona a cui VUOI BENE con un'altra!"
"Tra me e Kikyo non c'è stato nulla!" cercò
di difendersi, ma Milena lo incenerì con lo sguardo.
"Non vorrei entrare nel volgare, ma…
GUARDATI MEGLIO e vediamo se 'non hai fatto PROPRIO nulla'!"
Inuyasha naturalmente
non capì e questo non fece altro che aumentare la rabbia di Milena.
"Posso assicurati che né io né gli altri
siamo ancora diventati ciechi! Assumiti le tue responsabilità Inuyasha!".
L'hanyou non seppe replicare, non poteva e
non gli ci volle molto per capirlo. Ma possibile che non si fosse DI NUOVO
accorto di quello che stava accadendo? Quando Kikyo aveva iniziato a baciarlo,
aveva DI NUOVO provato quella strana sensazione di gioia, amore, tenerezza…
Questo significava forse che era ancora innamorato di Kikyo… dopo tanto tempo?
Ma allora… cosa provava per Kagome? L'amava solo perché era la reincarnazione di
Kikyo? Era così… così egoista?
"Forse è proprio così…" bisbigliò
allontanandosi verso la foresta, senza sapere dove andasse, basta che fosse
lontano da lì.
"Inu…" cercò di chiamarlo Milena, ma questa
volta Alessio riuscì a fermarla.
"Lascialo stare. Ora ha solo bisogno di
capire quello che vuole veramente."
Milena annuì. Solo in quel momento si rese
conto di aver esagerato e di aver fatto qualcosa che non aveva alcun diritto di
fare.
Gli occhi dello youkai scintillarono di
gioia. Finalmente era giunto il momento opportuno… il momento di agire….
Si voltò verso il demone verde che si
trovava accanto a lui.
"Preparati… è ora!"
NdNacochan: Devo ammetterlo,
questo capitolo è il mio preferito! ^_^ Non so esattamente come la mia
mente fosse riuscita a partorire una simile cosa, ma ricordo che, quando lo
scrissi, ero rimasta davvero colpita dall'episodio in cui Kikyo sta quasi per
portare Inuyasha con sè e solo al voce di Kagome riesce a fermarla.. così ho
voluto riproporre un momento simile, ma con un finale leggermente diverso! ^^
Spero davvero che vi sia piaciuto e mi raccomando..
commentate! ^_^ |
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** La lunga notte ***
V
LA
LUNGA NOTTE
Kagome correva ormai senza più energie,
incurante delle ferite che i cespugli troppo fitti e le radici le procuravano,
senza capire dove stesse andando, la vista completamente annebbiata dalle
lacrime, quella scena impressa a fuoco nella sua mente. Scosse la testa cercando
di allontanare quell'immagine dai suoi pensieri e non si accorse di una radice
che intralciava la sua folle corsa e vi cadde sopra slogandosi una caviglia.
Kagome continuava a piangere incurante del
sangue che usciva dalla ferita, molto meno profonda di quella che aveva nel
cuore. Ma perché si stava comportando in questo modo? Cosa voleva da Inuyasha?
In fondo sapeva che Inuyasha era ancora profondamente innamorato di Kikyo e che
se qualche volta lui era gentile con lei, ciò accadeva perché gli ricordava
Kikyo… perché lei era la sua reincarnazione, solo una reincarnazione….
I singhiozzi la scuotevano così forte che si
accorse della presenza di qualcuno dietro di lei. Se ne rese conto solo quando
vide un'ombra alle sue spalle.
Si voltò di scatto e i suoi occhi si
allargarono per la sorpresa.
"Se… Sesshomaru!"
Il demone non potè fare a meno di
indietreggiare spaventato. Non perché si fosse stupito di trovarsi davanti
un'altra ragazza, Jaken gli aveva raccontato cosa avesse scoperto spiando il suo
fratellastro, ma…. quella ragazza, quella semplicissima umana non si era
minimamente spaventata nel vederselo comparire davanti, ma era semplicemente…
sorpresa! Era questo il sentimento che il glaciale principe dei demoni riusciva
ad infondere in quella ragazza? O forse… forse il dolore di aver visto la
persona che amava fra le braccia di un'altra, era più forte della paura che lui
le incuteva? Ma come era possibile tutto ciò? Significava forse che l'amore era
davvero più forte di qualunque altro sentimento?
Gli occhi di quella ragazza, di quella
misera umana esprimevano tanto dolore, tanta tristezza che Sesshomaru ne ebbe
quasi compassione. Ma come poteva lui, il glaciale principe dei demoni, provare
un sentimento tanto stupido, tanto… umano?
Kagome lo guardò, ma stranamente non provò
né paura, né alcun sentimento di questo genere, sentiva solo… il nulla…
rassegnazione, disinteresse per lui e per tutto quello che quel demone
rappresentava.
"E' inutile che perdi tempo con me...
Inuyasha è troppo impegnato con Kikyo per scomodarsi a venirmi a salvare."
Il demone, senza riuscire a capire perché lo
facesse, si inginocchiò di fronte a lei e, cosa che non aveva mai fatto in vita
sua, sorrise. Non un sorriso diabolico, di sfida o di odio, ma quasi di…
affetto.
"Io invece credo che ti voglia bene… anche
se non come vorresti tu… in fondo è sempre venuto a salvarti!" le disse
dolcemente. Ma perché lo stava facendo? Perché era così dannatamente gentile con
lei?
"Forse soltanto perché io gli servo a
trovare tutti i frammenti della sfera. O forse solo perchè gli ricordo la sua
amata sacerdotessa!"
"A me basta anche soltanto questo."
Kagome lo guardò. I suoi occhi sembravano
quasi volerle infondere coraggio, chiedere di non lasciarsi andare… Ma era
davvero il glaciale principe dei demoni il ragazzo che si trovava davanti a lei,
oppure una sua imitazione? Non seppe mai spiegarsi il perché, ma a quella vista
la ragazza sorrise.
Sesshomaru si perse nei suoi occhi nocciola,
tanto colmi di dolore da non lasciar spazio alla paura e rispose al sorriso.
Lentamente, mentre ancora sorrideva alla ragazza di fronte a lui, alzò il
braccio verso l'alto e la colpì alla nuca. Kagome non emise un gemito, ma cadde
fra le braccia del demone svenuta.
"Jaken, ho un messaggio per il mio caro
fratellino…."
Inuyasha si appollaiò sul ramo più alto
dell'albero su cui era stato sigillato cinquant'anni prima per riflettere.
In una sola giornata gli erano capitati
tanti di quegli avvenimenti che la sua testa non riusciva ancora a collegarli
razionalmente. Tutto era incominciato da una semplice riunione… una riunione su
come trovare il frammento… però lui aveva voluto rovinare tutto, aveva
stuzzicato Kagome, le aveva detto cose orribili e lei naturalmente era corsa via
piangendo… non l'avrebbe più rivista se non fossero arrivati Milena e Alessio e
le due ragazze non fossero finite l'una nel corpo dell'altro, cosa a cui non
riusciva ancora a crederci… Poi gli avvenimenti avevano assunto un ritmo
incalzante: l'incontro con Milena, la notizia che Kikyo era nei paraggi, lo
scoprire che era lei a possedere il frammento, il suo bacio.. e poi? Perché no
ricordava nulla? Eppure QUALCOSA era accaduto, Milena aveva ragione… SENTIVA che
Milena aveva ragione….sentiva ancora l'eccitazione del suo corpo, il calore di
quello di Kikyo sul suo… ma perché non ricordava nulla? Era finito ANCORA UNA
VOLTA in uno stato di trance e se non fosse stato per l'intervento di Milena…
Ma perché lo aveva fatto? Credeva di essere
finalmente riuscito a dimenticare Kikyo e di essere in cuor suo innamorato di
Kagome, anche se non avrebbe mai avuto il coraggio di ammetterlo… E invece? Cosa
aveva fatto? Milena aveva ragione nel dire che fosse un'idiota e che non sapeva
assumersi le sue responsabilità… come comprendere chi amasse veramente… Amava
Kagome perché gli ricordava Kikyo o perché era lei, per la sua anima? Non sapeva
spiegarselo e questo lo rattristava ancora di più.
Ormai il tenue bagliore del tramonto stava
lasciando lentamente spazio alla notte e il mezzo demone, cullato da una leggera
brezza, lentamente si abbandonò alle calde braccia di Morfeo.
"Non l'avete ancora trovata?" chiese la
vecchia Kaede vedendo i ragazzi tornare senza Kagome.
Alessio scosse la testa "L'abbiamo cercata
dappertutto, ma non siamo riusciti a trovarla, mi spiace!"
La sacerdotessa sembrava nervosa. "L'avete
cercata bene?" chiese.
"Kaede sama c'è qualcosa che la preoccupa?"
chiese Sango.
"Deduco che, presi come eravate da quello
che avete visto, non vi siete minimamente preoccupati della sfera." Chiese come
risposta.
Milena sgranò gli occhi.
"La sfera? Vuol forse dire che Kikyo aveva
la sfera? Credevo che l'incontro fosse stato casuale!"
Kaede annuì "Appena mia sorella si è
avvicinata, Kagome ha sentito subito il frammento ed è per questo che ha chiesto
agli altri di seguirla e vi siete incontrati. Solo dopo ha capito che era Kikyo
a possederlo."
"Ma perché si è fatta viva solo ora? Sono
mesi che non la incontravamo!" obiettò Miroku.
La miko scosse la testa, ma Milena non era
disposta a lasciare cadere la questione.
"Che stupidi! La sfera era a pochi passi da
noi e non ce ne siamo neanche accorti! Ho deciso, vado a cercarla!" esclamò
pronta a partire alla ricerca del frammento e della sua amica.
"Fermati Milena!" la bloccò Alessio prima
che prendesse il volo. "Non puoi andare da sola è troppo pericoloso, senza
contare che per tutti sei Kagome 'l'amica' di Inuyasha! Verrò io con te!"
"Vuoi scherzare? Tu non potresti difenderla
comunque! Andrò io insieme a lei!" si propose Miroku.
Sango non sembrava molto convinta.
"Se permetti l'accompagno io… non mi fido di
un bonzo pervertito come te, tra l'altro, come ha giustamente fatto notare
Alessio, lei ora è Kagome…"
"Beh e con questo che vuoi dire? Che Kagome
sama non è al sicuro con me? Ma per chi mi prendi?"
"Per quello che sei: un bonzo pervertito!"
"Io non sono un maniaco!"
"Ma davvero? E allora chi è quello che palpa
sempre me o Kagome ed è alla continua ricerca di 'una donna che possa dargli un
figlio prima che il kazana lo inghiotta'?"
"Con che coraggio dici questo? Ci conosciamo
da così tanto tempo!"
"Appunto per questo posso permettermi di
dirlo!"
Milena sospirò, mentre un grosso gocciolone
si formava sulla sua testa e decise di seguire il suo piano iniziale. Alessio la
vide allontanarsi e velocemente la raggiunse.
Camminarono un po' in silenzio, lasciandosi
cullare dal dolce vento primaverile e ascoltando il leggero fruscio delle
foglie.
"Non avrei dovuto farlo, vero?" chiese ad un
tratto Milena.
Alessio non riuscì a capire di cosa
parlasse, ma Milena fu più chiara.
"Immischiarmi fra Inuyasha e Kikyo… è solo
che… quando ho visto quei due ho pensato a Kagome in lacrime e non sono riuscita
a trattenermi… se fossi stata nella sua stessa situazione, anch'io avrei reagito
come lei!"
Alessio scoppiò a ridere "Ti assicuro che
non ti troverai MAI nella sua situazione! Dopo che ho visto la tua reazione, se
mai mi sarebbe passata qualche idea di tradirti, ti assicuro che l'hai troncata
sul nascere! Comunque devo ammettere che non mi sarei mai aspettato tanto
coraggio e sangue freddo da parte tua!"
Milena arrossì, ma rise anche lei "Almeno un
risultato positivo l'ho raggiunto! Comunque non avrei mai creduto che avrei
potuto fare una cosa del genere."
"E noi eravamo talmente catturati dalla tua
sfuriata che non abbiamo pensato a Kagome…!"
"… e né al frammento! Se solo lo avessi
saputo… eppure non credo che lo abbia ancora Kikyo! Quando mi ha visto è
scappata via piangendo e non credo che si sia interessata al frammento… era
presa da tutt'altra cosa!"
"Ma secondo te perché Kikyo è tornata
proprio ora? E poi hai visto come era ridotto Inuyasha? Quando l'hai sorpreso
sembrava essere appena uscito da uno stato di trance!"
"Non lo so… Se avesse voluto la sfera
avrebbe dovuto andare da Kagome e non da lui anche se, in effetti, il desiderio
più grande di Kikyo era avere Inuyasha per sé per l'eternità!"
"Ma proprio per questo avrebbe dovuto
prendersela con Kagome che, non solo aveva la sfera, ma era anche la sua rivale!
Quando ti ha vista invece è scappata via, invece di attaccarti! E non credo che
sapesse che tu non eri Kagome! Sembrava invece che…"
"… che le dispiacesse che Kagome l'avesse
vista così con Inuyasha, che ne provasse vergogna… Kikyo è una ragazza strana
che non riesco a capire. O forse è stata la paura che ha letto negli occhi di
Inuyasha alla mia vista che l'ha demotivata? Non so, come se lei avesse creduto
che lui, vedendo Kagome, si fosse vergognato di averla in un certo senso
tradita."
"Beh, certo a vederti così incazzata anche
lei deve aver provato paura!"
"Ehi tu!" lo minacciò Milena alzando un
pugno.
Alessio si difese prontamente. "Dai stavo
solo scherzando!" rise.
Milena abbassò il braccio e scoppiò a ridere
anche lei, ma l'espressione allegra del suo volto, si trasformò all'improvviso
in una smorfia. Alessio la fissò spaventato.
"Che c'è?"
Milena sembrava non averlo sentito.
"Milena cosa…?"
"Sttt! C'è qualcuno qui!" lo zittì.
Alessio si guardò intorno, ma non vide
nessuno
Milena invece sembrava aver capito la
direzione da cui proveniva qualunque cosa li seguisse. Si voltò improvvisamente
e con un calcio, colpì il cespuglio. Un'ombra, velocissima, uscì dal mucchio e
si parò di fronte ai ragazzi..
Milena fissò la figura davanti a sé,
cercando di capire chi fosse, ma era troppo buio per riuscirci, dato che era
nascosta dietro il tronco di albero che nascondeva la luce della luna.
"Complimenti ragazzina! Non avrei mai
creduto che mi avresti visto! Sei migliorata molto dall'ultima volta che sci
siamo visti!"
"Migliorata? Ma allora tu saresti…?"
L'ombra si avvicinò e lasciò che un raggio
di luna lo colpisse: era un essere ricoperto da una pelliccia bianca, gli occhi
incavati.
Milena istintivamente indietreggiò e Alessio
si mise davanti a lei per difenderla.
"Oh vedo che ci sei anche tu! Una coppia a
cui ho giurato vendetta, tremenda vendetta! Non avrei mai creduto che avrei
potuto compirla così presto!" digrignò fra i denti e si fiondò su Milena,
ignorando completamente Alessio, ma la ragazza lo evitò con un balzo.
"Milena!!" Esclamò Alessio.
"Va via!" gli ordinò la ragazza.
"Ma Milena…..?"
"VA VIA! Non voglio che questo mostro ti
faccia ancora del male! VA VIA!"
"SCORDATELO!!!" tuonò lui e per tutta
risposta si avventò su Naraku che con un semplice movimento laterale lo evitò.
"Sei tropo lento ragazzino!" e con una sfera
di energia lo scagliò lontano, facendogli perdere i sensi.
"Alessio!" urlò Milena correndogli incontro,
ma una nuova sfera la investì in pieno, facendola volare vicino ad Alessio.
Lentamente la ragazza si rialzò e si trovò faccia a faccia con il demone.
"Niente male per una semplice umana! Ma
questa volta non riuscirai a sfuggirmi come un anno fa!" disse. La sua voce era
bassa, tanto da non sembrare di questo mondo.
Naraku formò fra le sue mani una nuova sfera
di energia, molto più potente delle due precedenti. Milena fissò la sfera
impotente: questa volta nessuno avrebbe potuto fare appello al cuore del demone
per aiutarla. Era sola. Chiuse gli occhi, non avendo il coraggio di guardare la
fine.
"Addio Alessio!" fu tutto quello che riuscì
a pensare in quel momento.
Quel colpo non la raggiunse mai.
Milena sentì un urlo che le agghiacciò le
vene e istintivamente aprì gli occhi.
La scena che le si presentò davanti non
l'avrebbe mai più dimenticata, fosse vissuta dieci, cento, mille anni ancora.
Alessio era davanti a lei, il volto sporco
di sangue misto a terra, gli occhi vitrei che la fissavano, ancora colmi
dell'amore che provava per quella ragazza….
… e mentre il corpo del suo amato Alessio
gli cadeva fra le braccia, la risata glaciale di Naraku echeggiava perfida nella
radura….
Come un lampo una scena analoga ripercorse
la sua mente… quella volta però, esattamente un anno prima, era stata lei ad
essere colpita dal colpo di Naraku per proteggere Kagome… e lei era
sopravvissuta… ma quella volta era stato diverso, molto diverso….
Erano nel suo mondo, un mondo in cui simili
magie non esistevano, in cui Naraku aveva un quarto dei suoi reali poteri,
perché non era nella sua dimensione, perché si trovava in un corpo che non era
il suo, ma in quello del suo amato Alessio, perché lui aveva usato tutta la sua
energia per salvarla… per salvare lei….. E ora, per salvarla di nuovo ora….!
"ALESSIOOOOOOOOOOOO!!!" urlò stringendolo
forte al seno, mentre il suo volto veniva inondato di lacrime. "Ti prego…
Alessio… apri gli occhi… ti prego… Alessio... non puoi lasciarmi sola!"
Ma il ragazzo non si mosse.
"Alessio! Alessio!" lo chiamò ancora una,
due, tre, quattro volte e avrebbe continuato a chiamarlo finché il suo corpo gli
avrebbe dato la forza di farlo.
"E' tutto inutile."
La fredda voce del demone giungeva alle sue
orecchie, lontana e irraggiungibile. "Ma non temere… lo raggiungerai molto
presto!"
Il demone la guardò ancora una volta, freddo
come il ghiaccio e si accinse a preparare un nuovo colpo mortale.
Milena strinse il corpo di Alessio con forza
ancora maggiore, mentre i singhiozzi la scuotevano così tanto da non lasciarla
respirare. Cosa le importava di morire se non aveva più Alessio accanto a sé?
Ormai la sua vita non aveva più alcun senso! Almeno così l'avrebbe raggiunto
subito e sarebbe rimasta per sempre con lui….
"Muori!" urlò la voce del demone mentre una
nuova sfera di energia veniva lanciata nella sua direzione.
Fu un rumore a svegliarlo, più precisamente
un fruscio.
Inuyasha tese le sue potentissime orecchie
canine. Non poteva essersi sbagliato, ne era certo, certissimo. Cercò di fiutare
l'aria: odore di demone. Inuyasha sembrò infastidito e con un balzo si fiondò su
un cespuglio sotto di lui. Rispuntò fuori pochi attimi dopo, tra le mani un
rospaccio verde e viscido.
"Vedo che mi hai trovato. Bravo Inuyasha."
Cercò di farsi coraggio, ma si vedeva ad occhio nudo che tremava come una
foglia. Inutile, Inuyasha gli incuteva troppa paura… come tutto del resto... per
fortuna il suo padrone Sesshomaru era più forte di quell'hanyou da strapazzo….
"Ehi rospaccio, si può sapere che diavolo
vuoi? Ho già troppi problemi per la testa e non ho assolutamente voglia di
perdere tempo con te e con quel bastardo di mio fratello!"
"E invece dovresti perderlo…" Jaken sembrava
essersi fatto più coraggio.
"Che… che vuoi?"
"Credo che il mio padrone abbia preso uno
dei tuoi problemi!"
La stretta di Inuyasha intorno al collo
dello youkai si fece ancora più forte, tanto che il rospo rischiò di restarci
secco.
"COSA? DIMMI IMMEDIATAMENTE DOVE AVETE
PORTATO KAGOME, ALTRIMENTI IO…!"
"Allora è vero che lei è il tuo problema!
Sai credevo che te la facessi con quel gran pezzo di sacerdotessa!" ma uno
sguardo di Inuyasha gli fece comprendere che, per il suo bene, sarebbe stato
meglio continuare il racconto. "comunque, se ci tieni proprio a saperlo, la tua
amica è in compagnia del mio padrone…. Sta tranquillo, lui non l'ha toccata con
un dito, però…"
"… però?!"
"Però il mio padrone ha un favore da
chiederti…."
"Un favore?! Sesshomaru che chiede un favore
a me?!"
"Il mio padrone vuole solo che tu protegga
l'altra ragazza da chi vuole farle del male."
Inuyasha non capiva: parlava di Milena? Si,
non c'erano dubbi, ma… perché suo fratello voleva che lui facesse una cosa del
genere?
"Cosa vuole Sesshomaru da Milena? Parla!"
esclamò rendendo ancora più stretta la sua morsa.
Il mezzo demone non ebbe bisogno di una
risposta dal rospo, perché in quell'istante sentì un forte odore di sangue e non
ci volle molto per capire che era di Milena e Alessio.
"Maledizione!" esclamò scagliando ilo youkai
lontano e corse ad aiutare i due giovani.
NdNaco: Prima che qualcuno mi fucili,
credo che sia giusto spiegare qualche piccolo particolare. Come vi ho più volte
detto, questa fanfic fu da me scritta tempo fa, quando seguivo solo l'anime e
leggevo tantissime ff su Inuyasha. Adesso, se leggessi storie su Kagome e
Sesshomaru, mi verrebbe solo da ridere, visto che per Sesshomaru avrei tutt'altri
progetti. Ma all'epoca non ne sapevo niente, quindi, quando in più di una ff
lessi di questo possibile interessamento di Sesshomaru, l'idea mi piacque e la
inserì. Naturalmente, la storia ha uno sviluppo che necessita di questa
situazione. E' per questo motivo, nonostante mi sia accorta di quanto Sesshomaru
risulti schifosamente OOC, ho deciso di non modificare niente. Oltretutto, si
tratta pur sempre di un AU, quindi chiedo venia! ^^
Spero soltanto che vogliate perdonare
questa situazione e continuare nella lettura di questa storia
Ringrazio tutti coloro che leggono e
commentano questa storia. Immaginavo che la scena fra Inuyasha e Kikyo non
sarebbe stata molto gradita, ma non temete. ne succederanno tante, non è certo
finita qui! ^_^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Il segreto del ciondolo ***
VI
IL SEGRETO DEL CIONDOLO
Milena credette di essere
morta quando sentì uno strano tepore avvolgerla. Aprì gli occhi e vide il suo
corpo e quello di Alessio avvolto da una luce rosa pallido… una luce che aveva
già visto, anche se non riusciva a ricordare dove…
Era uno strano calore carico
di dolcezza, quasi volesse proteggerla e custodirla contro il male… Avvolta da
quel calore si rese conto che la sua mente era vuota, come se fosse cullata da
un sogno senza sogni, in un mondo fatto di luce e calore, accanto al suo Alessio
per sempre…
"Milena! Milena!"
Una voce la stava chiamando…
Era una voce che conosceva, ma non sapeva dirsi di chi fosse… Guardò nella
direzione del suono e vide il volto di Alessio sorriderle.
"Milena svegliati!" le stava
dicendo…
"Milena svegliati!"
"Alessio…" bisbigliò aprendo
lentamente gli occhi.
"Milena finalmente!"
esclamò la voce di Inuyasha.
La voce del mezzo demone la
risvegliò completamente e solo in quel momento si rese conto che la luce era
scomparsa e che si trovava ancora nella radura in cui aveva incontrato Naraku,
il corpo senza vita di Alessio ancora stretto tra le sue braccia. I ricordi la
colpirono come un pugno: la morte vicina, l'urlo, la vista di Alessio… Pochi
minuti dopo i suoi occhi erano completamente velati di lacrime.
"Milena…"
Il mezzo demone si
inginocchiò accanto a lei, ma non gli ci volle molto per capire che per Alessio
non c'erano speranze.
"Milena… ma cosa è successo?
Cosa... come hai fatto a…?" chiese, senza sapere neanche lui cosa chiedere
precisamente alla ragazza. Quando era arrivato, aveva visto soltanto un tenue
bagliore scomparire e una Milena rannicchiata su se stessa, che teneva stretto a
sé il corpo senza vita di Alessio.
Milena lo guardò
interrogativa.
"Eh?" fece.
Inuyasha per tutta risposta
le indicò un punto imprecisato davanti a lei. Osservando attentamente
l'oscurità, la ragazza scorse una pelle bianca quasi completamente affumicata.
Milena si portò le mani al
viso.
"Na… Naraku? Non l'avrò
mica…?"
"Ucciso? No, ma hai
distrutto il suo travestimento. Ma si può sapere come hai fatto?"
Milena ancora incredula
stava per dichiarargli la sua ignoranza sull'accaduto, quando sentì delle voci
conosciute chiamarla.
"Sango, Miroku san, Kaede
sama!" esclamò, mentre i tre correvano verso i due giovani.
Appena arrivati non
riuscirono a trattenere un'esclamazione di sorpresa nel vedere Alessio fra le
braccia di Milena.
"Ma cosa… cosa è successo
a…?" chiese Sango incredula.
"Milena ha messo in fuga
Naraku." Tagliò corto Inuyasha.
"COSA?!" esclamarono i tre
increduli.
Milena annuì: "Non so
neanche io come possa essere accaduto, eppure… Quando ho visto il corpo di
Alessio ormai morto, ho desiderato solo raggiungerlo presto e non ho potuto fare
a meno di chiudere gli occhi rassegnata…. Poi, quando ormai credevo di essere
morta, una strana luce rosa mi ha avvolto e provato una sensazione di pace e
tranquillità…"
"Una luce rosa che infonde
pace e tranquillità?! La shikon no tama!" esclamò Inuyasha.
Milena lo guardò, gli occhi
rossi per le lacrime che avevano ripreso a scorrerle lungo le guance.
"Ma come è possibile? La
sfera ce l'ha Kagome, io ho solo….?" E istintivamente guardò la sfera che aveva
appeso al collo e a stento riuscì a non gettare un urlo per la sorpresa: il
ciondolo emanava una strana luminescenza come….
"La shikon no tama!"
Inuyasha guardò gli altri.
"Una nuova sfera?" chiese più a se stesso che agli altri.
"Non esattamente…." Esclamò
una voce dietro di loro. Tutti si voltarono pietrificati.
"Kikyo!" esclamò la vecchia
Kaede alla vista della sua defunta sorella.
La sacerdotessa passò fra i
presenti in un silenzio sepolcrale e si inginocchiò accanto a Milena. Si voltò
un attimo per incrociare lo sguardo dell'hanyou a pochi centimetri da lei, ma
poi tornò a fissare la ragazza che aveva di fronte.
Come aveva potuto non
accorgersi che quella non era la sua reincarnazione? Eppure sapeva che la sua
rivale non avrebbe mai cercato di intromettersi fra lei e Inuyasha, che avrebbe
sofferto in silenzio, per un amore non corrisposto, come del resto avrebbe fatto
anche lei, solo 50 anni prima… Eppure… eppure i suoi occhi erano così simili a
quelli di Kagome… lo stesso amore, profondo, sofferto, la stessa determinazione,
la stessa voglia di lottare pur di salvare i propri cari, sembrava quasi…
Kikyo si sorprese di non
essersi accorta di tutti quei particolari al loro primo incontro… Ma forse, il
motivo era la paura di vedere QUELLA ragazza davanti a lei, la reazione del suo
Inuyasha….
L'attenzione di Kikyo si
spostò sul motivo per cui li aveva raggiunti.
"Non c'è dubbio… è proprio
lei…!" bisbigliò quasi a se stessa.
"Allora tu ne conosci la
storia, sorella?" chiese la vecchia sacerdotessa stupita. Possibile che non ne
sapesse nulla?
La ragazza guardò la sorella
più giovane e sorrise "Furono i Taiji-a, quando mi consegnarono la shikon no
tama a raccontarmi la storia… a suo tempo, quando anche tu avresti potuto
capire, avrei dovuto raccontare anche a te il segreto della kaze no tama."
"La kaze no tama?!" chiesero
i presenti.
"Voi tutti sapete che nella
sfera sono presenti due forze… quella bel bene e quella del male e che, a
seconda di chi la usi, una delle due forze prende il sopravvento…. Questa è più
o meno la storia della sfera, ma non è completamente vero…"
"Che… che significa?" chiese
Sango.
"La storia che sto per
raccontarvi era sempre stata considerata una legenda e, quindi, priva di
fondamento. Nessuno aveva mai visto la kaze no tama e quindi nessuno poteva
dimostrare che questa storia fosse vera."
"Ma cos'è precisamente la
kaze no tama?" insistette.
Kikyo alzò lo sguardo verso
il cielo "Tempo fa… quando gli dei decisero di creare il nostro mondo, diedero a
quattro entità il compito di governare i quattro elementi che costituiscono
l'essenza del creato: l'aria, l'acqua, il fuoco e la terra. Le quattro
inizialmente convivevano in pace, regnando ognuno sul proprio elemento. Ma poi
iniziarono i primi contrasti, finché la convivenza divenne intollerabile: i
demoni del fuoco e della terra, considerando i loro elementi più forti degli
altri due, vollero sottometterli. Gli altri due però non erano certo degli
sprovveduti e i quattro demoni ingaggiarono una lotta senza quartiere, che
sconvolse tutti gli elementi della natura: maremoti, inondazioni, eruzioni
vulcaniche, bufere, terremoti…. La terra, da luogo solare quale era, divenne un
inferno.
Così i Kami supremi decisero
di intervenire ed inviarono sulla terra una sacerdotessa dalla potenza
straordinaria, il cui nome era Midoriko. La potente miko imprigionò le quattro
entità in due sfere: la kaze no tama, in cui racchiuse l'hi no kami e la kuuki
no kami, gli dèi del fuocoe dell’aria, e la shikon no tama, che invece
custodisce la mizu no kami e lo tsuchi no kami, gli dèi dell’acqua e della
terra, e nascose le due sfere agli antipodi del mondo, in modo che non potessero
ritrovarsi, sebbene in realtà i due demoni opposti avrebbero continuato a
cercarsi per sconfiggesi l'un l'altro.
"Ma allora perché 'shikon no
tama'?" chiese Sango.
Kikyo la guardò e sorrise:
"Midoriko sperava che mai nessuno sapesse dell'esistenza di un'altra sfera, così
fece credere a tutti che i quattro kami fossero tutti racchiusi nella shikon no
tama. E' per questo che ha assunto quel nome. D'altra parte la sfera aveva
enormi poteri e Midoriko aveva poteri straordinari. Chi avrebbe osato non
crederle?"
"Cosa ne è stato di
Midoriko?"
La ragazza sbuffò: "L'enorme
dispendio di energie l'aveva lasciata senza forze e quindi non più in grado di
proteggere il mondo… non si sa bene che fine abbia fatto, ma c'è chi dice che i
Kami superiori l'abbiano portata con loro, mentre secondo altri la sua anima si
reincarna nelle miko destinate a proteggere la sfera."
I presenti ascoltarono il
racconto ammutoliti: se i quattro kami fossero stati evocati, per il mondo
sarebbe stata la fine!
Milena non potè non
soffermarsi a guardare la sfera. "Ora capisco perchè il desiderio mio e quello
di Kagome sono stati avverati contemporaneamente… le due sfere 'volevano'
incontrarsi di nuovo…." Poi il suo sguardo cadde sul corpo esanime del ragazzo
che ancora abbracciava e i suoi occhi si velarono di lacrime. Possibile che il
ciondolo che lui stesso le aveva donato era stata in qualche modo la causa della
sua morte? Ma perché?
Inuyasha guardò la ragazza
impotente. Capiva benissimo il suo dolore, anche lui l'aveva provato e sapeva
che nessuno, solo il tempo avrebbe potuto aiutarla a dimenticare. Già… il tempo
che cicatrizza le ferite, ma non le cancella mai del tutto… come era avvenuto
per sua madre e poi per Kikyo… se non fosse stato per Kagome…
D'improvviso il triste
destino della ragazza ancora nelle mani del suo odiato fratello lo colpì.
"Kagome!" esclamò
all'improvviso e tutti si voltarono a guardarlo
"Kagome è stata catturata da
Sesshomaru e ha detto che l'avrei rivista solo se avessi salvato Milena!"
spiegò.
"Cosa?! Possibile che
sapesse dell'esistenza dell'altra tama?" chiese Miroku.
"Impossibile! Questa storia
non la conoscevo nemmeno io che appartengo alla tribù dei Taiji-a!"
"Sicuramente ne avrà sentito
la presenza" spiegò la defunta miko "La sfera sembra morta, segno che in questo
momento le due entità non stanno combattendo tra loro, perciò il suo potere non
è molto forte ora come ora… ma abbastanza per essere avvertito da uno youkai
potente come Sesshomaru o dallo stesso Naraku…."
"Allora è per questo che
Naraku li ha attaccati! Per avere la sfera!"
"No, Sango," Milena scosse
la testa con forza "Naraku ci odiava e voleva semplicemente vendicarsi… solo
questo..." E una lacrima solitaria bagnò il suo viso.
"Resta il fatto che devo
trovare Kagome e salvarla dalle mani di mio fratello!" esclamò l'hanyou rivolto
ai suoi amici, dimenticarsi che a pochi passi da lui vi era Kikyo.
Miroku era però molto più
pratico: "Ma Inuyasha non puoi sapere dove l'abbia portata, il tuo olfatto non è
così forte! Senza contare che gli manca ancora un frammento e che questo è
ancora qui nella foresta e la sfera di Milena è con noi… qualunque cosa abbia in
mente, non può attuarla senza questi due elementi fondamentali!"
Inuyasha annuì,
profondamente colpito eppure… dove poteva essere la sua Kagome?
Fu una goccia d'acqua gelata
a svegliarla. Kagome avrebbe voluto indugiare in quel dolce sonno senza sogni né
dolore ancora un po' e cercò con tutte le sue forze di non svegliarsi, ma una
nuova goccia gelata la costrinse ad aprire gli occhi.
Kagome si guardò intorno:
era in una caverna, parecchio profonda anche, constatò, ma non riusciva a capire
se ci fosse qualcuno con lei o se fosse completamente sola, perché era troppo
buio. Si sedette e lentamente cercò di ricordare cosa fosse accaduto nelle
ultime ventiquattro ore e come mai si trovasse in una grotta. All'improvviso
ricordò la scena a cui aveva involontariamente assistito e sentì nuovamente una
fitta al cuore, più forte di quelle che l'avevano colpita ore prima. Rivide,
come in un film, Kikyo e Inuyasha stesi sull'erba, i petali di ciliegio attorno
a loro, quasi a conferire una certa sacralità a quella scena…
Non era riuscita a
sopportare oltre quella vista: era scappata nel bosco, sola con il suo dolore
poi… poi era caduta e aveva visto Sesshomaru, ma lui non l'aveva guardata
freddamente, anzi era stato… gentile… e poi? Non ricordava nulla, solo un dolore
lancinante alla testa … e al cuore… Sicuramente era stato il principe dei demoni
a tramortirla e a condurla in quell'oscura e fredda caverna. Ma perché? Voleva
usare lei per arrivare al suo fratellastro? No, lui era troppo fiero per
abbassarsi ad usare una stupida umana per avere il suo trionfo. E Inuyasha
l'avrebbe cercata? O preso completamente da Kikyo non si era neanche accorto
della sua assenza? D'altronde ora che aveva trovato anche il frammento…
"Vedo che ti sei svegliata."
La fredda voce di Sesshomaru la distrasse dai suoi pensieri.
"Dove mi hai portata?"
chiese per nulla intimorita.
"Abbastanza lontano perché
Inuyasha non senta il tuo odore."
"Sarà impegnato a sentirne
un altro." Fece lei acida e Sesshomaru non potè fare a meno di pensare che gli
esseri umani quando erano gelosi, erano anche peggiori dei demoni.
"Può darsi… ma può anche
darsi che lui in questo momento ti stia cercando."
Kagome sgranò gli occhi:
"Davvero?"
Lui le sui avvicinò finché
la ragazza potè sentire il suo alito sulla pelle. "Vuoi vedere?"
Kagome, sebbene non potesse
essere vista fece un cenno di assenso.
La determinazione di quella
ragazza lo spaventava e allo stesso tempo lo attirava: anche se non si trovava
più nel suo corpo, il suo sguardo restava lo stesso: fiero, pronto a lottare, ma
al contempo dolce, incredibilmente fragile. In quell'istante, nel buio di quella
caverna, Sesshomaru si scoprì a comprendere i sentimenti di suo fratello e quasi
a condividerli…
"Allora?" chiese Kagome.
Il volto della ragazza era a
pochi centimetri dal suo e per un attimo lo colse il forte impulso di baciarla.
Si allontanò da lei
spaventato dei suoi stessi pensieri e si alzò dandole le spalle.
"Allora aiutami a trovare
l'ultimo frammento."
CONTINUA…
NdNaco: dunque dunque…
naturalmente, chiunque conosca la Trama del manga sa che tutta questa storia
delle due sfere è una mera invenzione della mia mente malata. Confesso che
l’idea dei quattro spiriti protettori dei quattro elementi non è del tutto
frutto della mia immaginazione, ma ricordo precisamente di aver letto da qualche
parte l’introduzione dei quattro elementi, anche se non ricordo esattamente dove
(del resto sono passati più di tre anni da quando scrissi questa storia ^^
Vogliate perdonare questa dimenticanza!).
Tuttavia, l’idea delle
quattro divinità divise in due sfere è assolutamente originale, o almeno spero.
Per quanto riguarda il
parino Kagome/Sesshomaru, ho notato che c’è chi già è pronto a fucilarmi, mentre
altri già hanno comprato i fiori d’aranci per la sposa.. Calma, ragazzi, senza
fretta… la storia è lungi dall’essere terminata!
Bene, non ho altro da
dirvi se non grazie a voi che leggete! I vostri commenti mi rendono davvero
felici!
A presto! |
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** L'ultimo frammento ***
Documento senza titolo
VII
L'ULTIMO FRAMMENTO
"Ma davvero il frammento si trova nella foresta?" chiese Inuyasha
alla vecchia Kaede.
Kaede sama annuì. "Certo tu eri preso da altro per accorgerti
che la sfera era a pochi passi da te". Lo sguardo della sacerdotessa
era severo e carico di rimprovero.
Erano ormai tornati al villaggio, dove avevano deposto il corpo del povero
Alessio nel tempio dove Milena lo stava vegliando. Nella stanza vi erano solo
Kaede sama, Inuyasha, Sango e Miroku.
Inuyasha arrossì a quell'allusione: "Io…"
"Inuyasha, io non ho alcun diritto di interessarmi alla tua vita privata,
però quello che sta accadendo mi riguarda… ci riguarda…
Devi decidere bene chi ami veramente… anche se l'altra soffrirà."
"Ma io non…."
"Lo so, Inuyasha, ma Kagome ci è rimasta molto male vedendoti
con mia sorella… cosa avresti fatto se avessi visto lei e… per
esempio Miroku negli stessi atteggiamenti in cui lei ha visto te?"
L'hanyou si voltò verso l'houshi mettendo mano a Tessaiga "Come
minimo lo ucciderei prima che lo faccia il suo kazana!"
"E' quello che Milena stava per fare!" esclamò Miroku cercando
di smorzare un po' la tensione (e soprattutto per non finire a fettine senza
motivo! ^_^).
Inuyasha sorrise al ricordo, ma improvvisamente il suo volto si fece nuovamente
serio. "A proposito… come sta Milena?"
Kaede sama sospirò. "E' distrutta dal dolore."
"Ma non possiamo far nulla per lei? e se trovassimo la shikon….?"
La donna sospirò e scosse la testa.
"Ma sei sicura che il frammento sia ancora nella foresta?" chiese,
sentendosi impotente.
Fu Miroku a intervenire: "Kagome ne aveva sentito la presenza e proprio
per questo era venuta a cercarti… solo in seguito si era accorta di
Kikyo…."
Inuyasha abbassò lo sguardo. Possibile che fosse così stupido?
Lei era corsa a cercare il frammento per lui, per completare la sfera, per
realizzare il suo desiderio! Era uno sciocco, uno stupido! Era stato lui stesso
a buttarla fra le grinfie di suo fratello! Ma in fondo… perché?
Perché aveva voluto che lui salvasse Milena? Voleva forse la kaze no
tama? Per farci cosa? Riunire le due tama e svegliare i quattro spiriti, così
da distruggere il mondo? Ma a che pro? Inuyasha si sorprese di quanto poco
gli importasse del destino del mondo. A lui importava solo trovare Kagome
e rivedere il suo sorriso, ascoltare di nuovo la sua voce. Che se la fosse
prese quelle maledette sfere una buona volta! In fondo era colpa loro che
Milena stava piangendo e che lui era in quello stato!
"Miroku, Sango, andiamo a cercare quel dannato frammento!"
Milena guardava il corpo inerme steso sul tatami, non riuscendo ancora a credere
ai suoi occhi. Fino a poche ore prima si stavano divertendo e ora… Alessio
era lì, su quel tappeto, fermo, immobile, la sua anima ormai lontana
da lei… dov'era il suo Alessio? Dov'era la persona che amava più
di se stessa? Perché l'aveva lasciata sola? Perché non l'aveva
portata con sé?
"Alessio… dove sei?" si chiese, le lacrime che rotolavano lungo
le sue guance.
I singhiozzi ormai la scuotevano con forza e lei non potè fare a meno
di stringersi in se stessa… quanto avrebbe voluto il petto di Alessio
per affondare il suo dolore e le sue paure!
All'improvviso una mano si pose sulla sua spalla. Milena si voltò e incrociò
due occhi d'ambra fissarla tristemente. Le lacrime scesero ancora più
copiose.
"Inuyasha…" mormorò e il mezzo demone la cinse con le
sue forti braccia. Milena si lasciò cullare da quell'abbraccio, comprendendo
quanto simile al suo doveva essere il dolore e la solitudine di Inuyasha.
Inuyasha le accarezzò dolcemente i capelli castani, cercando di calmarla.
"Io te lo prometto… troverò quel bastardo che gli ha fatto
questo e lo farò fuori con le mie mani! Io e gli altri… abbiamo
deciso di cercare quel frammento per cui tu e Alessio siete andati nel bosco."
Milena smise di singhiozzare e si allontanò da lui e lo guardò
seria. "Allora voglio venire con voi."
Inuyasha scosse la testa "No, è troppo pericoloso.. e poi Alessio…."
"Verrò con voi. Io sono la proprietaria della kaze no tama e ho
il dovere di essere al vostro fianco! Senza contare che voglio essere presente
quando farai fuori quel bastardo!" sorrise.
Inuyasha avrebbe voluto obiettare, ma non potè: la determinazione che
leggeva nei suoi occhi era così simile a quella di Kagome… quella
stessa forza d'animo a cui non era mai stato capace di rifiutare nulla….
"D'accordo" annuì e la guidò fuori dal tempio.
Fuori c'erano Sango e Miroku ad attenderli. Milena li guardò uno per
uno e sorrise.
"In marcia!" esclamò con la sua solita, solare gioia di vivere.
La vecchia miko guardò il gruppo allontanarsi e sospirò.
"E' una ragazza speciale, vero?" chiese.
Kikyo le si avvicinò. "Nonostante il dolore, cerca di lottare per
non restarne travolta. Non so se io al suo posto sarei riuscita a farcela…"
"Milena è come Kagome… fiera, impulsiva, ma anche dolce e
sensibile… starei quasi per dire che Milena è la Kagome della sua
dimensione… è per questo che Inuyasha è così affezionato
a lei... anche se morirebbe pur di non ammetterlo!
Kikyo non rispose, ma Kaede si voltò verso di lei. "Kagome è
una ragazza fantastica, tua degna reincarnazione… credo che Inuyasha sarebbe
davvero felice con lei…. perché è questo che tu vuoi vero?
La sua felicità…"
La miko non rispose neanche questa volta, ma lentamente si allontanò
dalla sorella.
Kaede la guardò allontanarsi. "Non puoi fare proprio nulla per quel
povero ragazzo?" chiese.
La ragazza si fermò, ma non si voltò. "Io non posso, mi dispiace…
ma conosco una persona che potrebbe farlo…." Rispose e si allontanò
verso il bosco.
Kagome si guardò intorno assalita dai ricordi di ciò che aveva
visto poche ore prima. Era di nuovo in quella foresta, quella da cui aveva cercato
di fuggire, decisa a ritornare nella sua epoca, a dimenticare tutta quella strana
avventura… e invece era di nuovo lì, prigioniera di quello che
era stato un suo nemico e che invece stava aiutando. Era una situazione grottesca
e non sapeva se scoppiare a piangere o a mettersi a ridere.
"Allora ragazzina dov'è il frammento?" la voce gracchiante
di Jaken la riportò alla realtà "Muoviti a trovarla se non
vuoi che il mio padrone ti faccia fuori!"
Kagome avrebbe voluto ucciderlo con le sue mani "Non la sento… non
siamo ancora abbastanza vicini!"
"Dì un po'… non è che ci stai prendendo in giro? Sai
bene dov'è, ma non vuoi dircelo, ecco la verità! Padrone, questa
umana vi sta solo prendendo in giro!"
Sesshomaru lo scaraventò qualche metro più in là, visibilmente
infastidito.
"Proseguiamo." Fece gelido.
Kagome annuì e lo precedette.
"Padrone, ma è sicuro che ci aiuterà a trovare il frammento?
Non è che ci tradirà?" chiese ancora una volta fissando la
ragazza che camminava davanti a loro.
"Chiudi il becco Jaken…. So perfettamente quello che faccio!"
"Ma padrone….! E se Inuyasha…?"
"Possibile che tu non abbia ancora capito? E' proprio quello che voglio!"
"Ci siamo!" esclamò Kagome fermando all'improvviso "Il
frammento è qui vicino!"
"Possibile che non riusciamo a trovarlo? Eppure non può essere molto
lontano dal luogo in cui l'ho visto l'ultima volta!" si lamentò
Miroku esaminando l'ennesimo cespuglio. Possibile che fosse completamente sparito?
Il pensiero che un animale avesse potuto mangiarselo lo colpì facendolo
rabbrividire e scosse la testa per allontanarlo dalla sua mente. 'Non anche
questo! Siamo già pieni di problemi!' pensò.
"Possibile che questa dannata sfera non possa aiutarci in nessun modo?"
chiese Milena osservando la kaze no tama appesa al suo collo, "Dopotutto
i kami cercano i loro complementari per tornare al mondo….!"
Non terminò neanche il suo pensiero che la sfera iniziò a brillare.
"Kami sama! Inuyasha!" urlò, ma Inuyasha non sembrò
averla minimamente sentita,
"Kagome! Sento il suo odore! E' qui vicina!" urlò invece.
Milena lo prese per mano "So io dov'è!" esclamò iniziando
a correre verso il folto della foresta.
La strana sensazione che la coglieva ogni volta che si avvicinava a un frammento
della sfera, si faceva sempre più forte, segno che la sfera non era molto
lontana. Entro pochi minuti avrebbero trovato l'ultimo frammento… non
le importava di quello che sarebbe accaduto dopo, solo di una cosa era certa:
quella era l'ultima volta che provava quella sensazione che aveva guidato lei
e Inuyasha per più di due anni.
"Eccola!" esclamò quando intravide un luccichio fra i fili
d'erba di un cespuglio.
NdNaco: Innanzi tutto, chiedo scusa a tutti per il ritardo. Come credo ricorderete,
questa storia fu da me scritta tempo fa, quindi in realtà non ho ritardato
la pubblicazione perché la stessi completando o simili; semplicemente,
mi chiedo spesso quanto in realtà sia giusto continuare a postarla. Più
la leggo, più non riesco a immaginarmi i personaggi di Inuyasha in queste
vesti, e credo lo stesso valga per voi.
Alla fine, però, ho deciso di continuare a postarla, per due motivi:
sia perché mi sembra giusto nei confronti di tutti coloro che l’hanno
letta finora e che hanno continuato a commentarla, sia perché, come si
suol dire, ormai è fatta. Per quanto possa cambiare qualche particolare,
ci sono troppe divergenze con la trama attuale; senza contare che questa storia
è stata scritta in un preciso momento e quindi rispecchia le mie conosceze
(e le mie idee sull’anime/manga) di quel momento.
Perciò, ringrazio ancora tutti voi che leggete questa storia e che, nonostante
sia così distante dalla storia del manga e dell’anime, continuate
a seguirla assiduamente.
Grazie a tutti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Fuga dalla distruzione ***
Documento senza titolo
VIII
FUGA DALLA DISTRUZIONE
I quattro alzarono lo sguardo e incrociarono quello dell'ultima persona che
si sarebbero aspettati di vedere.
"Milena!"
"Kagome!" esclamarono le due ragazze correndo ad abbracciarsi.
"Se… Sesshomaru!"
"Fratellino!" fu invece la calma risposta all'orribile ghigno dell'hanyou.
I due fratelli si guardarono per un attimo che sembrò infinito.
Quando Sango e Miroku finalmente arrivarono li trovarono ancora a fissarsi
freddi. "Ma cosa….?!"
L'hanyou non li degnò di uno sguardo. "Bastardo! Cosa le hai fatto!"
Lo youkai lo guardò, ma non si scompose. "Io non le ho fatto proprio
nulla… a differenza tua…! Puoi chiederlo direttamente a lei!"
Inuyasha arrossì all'allusione del fratello e guardò la ragazza.
"Ma… è proprio vero?"
La ragazza sostenne lo sguardo preoccupato del mezzo demone, segno che era
ancora profondamente arrabbiato con lui.
Inuyasha capì e tornò a guardare suo fratello. "Sei un
bastardo! Non ti permetterò di prendere il frammento! Lo sai cosa succederebbe
se le due sfere venissero a contatto? Il nostro mondo precipiterebbe nel caos!
E' questo che vuoi, vero? E' per questo che hai rapito Kagome, perché
recuperasse per te il frammento! E volevi che salvassi Milena così
l'avresti presa quando saremmo venuti a cercare Kagome! La volevi prima di
Naraku, vero?"
"Inuyasha, sei un povero stupido hanyou che non capisce e non capirà
mai cosa rappresentano quelle due sfere!" rispose calmo.
Inuyasha digrignò i denti: era questo che più odiava in suo
fratello. La calma e la totale indifferenza che mostrava in ogni occasione.
C'erano dei momenti in cui avrebbe tanto voluto avere la sua proverbiale freddezza.
Ma era veramente ciò che desiderava?
"Quelle sfere" continuò lo youkai "sono in grado di
distruggere il mondo, ma anche conferire un potere immenso a chiunque sappia
come usarle. E si da il caso che io conosca il modo per portare le due sfere
al loro potenziale massimo!"
"Co… cosa?"
Sesshomaru sorrise diabolico.
"Certo stupidissimo houshi. Se solo i quattro demoni volessero, potrebbero
unirsi e creare un'entità massima dagli enormi poteri… ma dato
che sono troppo orgogliosi per abbassarsi ad allearsi con l'altro, le quattro
si cercano e si odiano, come è giusto che sia."
"Come te del resto…." Si trovò suo malgrado a mormorare
Inuyasha. Ma le sensibilissime orecchie del demone colsero al volo l'allusione.
"Certo Inuyasha… ma ora, proprio per dimostrarti quanto possa essere
capace di abbassarmi al tuo infimo livello per avere un potere maggiore, ti
chiedo di consegnarmi la tua preziosa Tessaiga."
Inuyasha lo guardò. Ma era impazzito? Che cavolo aveva da sogghignare
con quel suo muso strafottente? Come si era permesso di chiedergli Tessaiga,
la spada forgiata dalla zanna di suo padre?
"Tu devi essere impazzito, fratellino! Come puoi chiedermi Tessaiga?
Tu non potrai mai impugnarla, lo sai bene e tra l'altro nostro padre ha riservato
per te già Tenseiga!"
Lui sorrise. "Non è necessario impugnare Tessaiga per riunire
le due sfere e avere il potere Supremo! Basta avere semplicemente le due spade
di nostro padre e le due tama!"
Solo allora Inuyasha cominciò a capire il piano di suo fratello. "Tu….
Hai voluto per questo che salvassi Milena… perché poi venendo
a cercarvi tu potessi riunire i quattro elementi necessari prima che lo facesse
Naraku!"
Lo youkai rise, una risata fredda e malvagia che fece trasalire i presenti
"Non credo che Naraku sia a conoscenza di questo potere della sfera….
Lui vuole solo generare il caos… da bravo demone inferiore… ma
adesso… voglio immediatamente la sfera e il frammento!" esclamò
inchinandosi per raccoglierlo, ma Inuyasha fu più veloce e pose il
suo piede nudo sul frammento, coprendolo alla vista del fratellastro.
"Scordatelo!"
"Non minacciarmi insolente!" ed estrasse la sua inseparabile spada
per fronteggialo, ma l'hanyou scansò il colpo. Sesshomaru però
non si lasciò intimorire, ma tentò nuovamente di colpirlo; Inuyasha
evitò nuovamente il colpo, ma la sua attenzione era concentrata sul
frammento che tentava di proteggere a tutti i costi. Sapeva che se il pezzo
della sfera fosse caduto nelle mani del suo avversario, questi lo avrebbe
usato per i suoi misteriosi scopi… ed era proprio quel mistero che lo
spaventava… ma non poteva continuare a evitare la spada del fratello,
doveva reagire. A peggiorare la situazione, c'era l'evidente fatto che Sesshomaru
non stava combattendo sul serio… e Inuyasha sapeva che se lui avesse
combattuto veramente, lui sarebbe stato sconfitto... e questo non l'avrebbe
mai permesso!
"Inuyasha!!!" esclamarono i suoi compagni dietro di lui.
Al sentire il suono della loro voce preoccupata, un guizzo attraversò
i suoi occhi. Ma certo! Ecco come avrebbe potuto fare!
"Miroku!" esclamò guardando un attimo dietro di se, per vedere
la posizione occupata dal bonzo. "Prendi il frammento!" urlò
e con un calcio all'indietro lanciò il frammento.
Miroku recuperò al volo il frammento della sfera "Presto ragazze
venite con me!" ordinò alle ragazze.
Le tre annuirono, ma Sesshomaru non era intenzionato in alcun modo a perdere
il frammento. "Dove credete di andare?!" chiese lanciando loro contro
una sfera di energia.
"Milena e Kagome urlarono abbracciandosi, convinte che la loro fine fosse
imminente, ma Inuyasha intercettò il colpo e lo parò con la
lama di Tessaiga.
"Presto, scappate!" urlò e le due non se lo fecero ripetere
due volte.
Sesshomaru sorrise freddo. "Sei uno sciocco fratellino. Hai commesso
l'errore più grande che tu potessi fare."
Miroku, Sango, Kagome e Milena correvano a perdifiato nella foresta, non sapendo
dove stessero andando.
"Dove stiamo andando?" chiese infatti Milena, ma Miroku scosse la
testa. "Dove ci portano le gambe!"
"O forse io…"
Milena si fermò improvvisamente, impallidendo visibilmente.
"Cosa c'è?" le chiese Kagome preoccupata, sentendo la sua stretta
di mano farsi più forte e tremante.
"Di nuovo la stessa sensazione di quando Alessio è…"
"Non vorrai dire che si tratta di…"
Milena annuì impercettibilmente e Kagome si strinse a lei per farle coraggio.
Miroku invece non si scompose. "Ok. Me ne occuperò io.. Voi tre
invece andate via! E mi raccomando: tenete ben lontane le due sfere l'una dall'altra!"
Milena annuì e prese il frammento. poi guardò Kagome e Sango.
"Andiamo!" esclamò, ma Sango non si mosse.
"Io resto con te!" esclamò fissando il ragazzo. Miroku stava
per controbattere, quando una sfera di luce lo colpì in pieno. "Miroku!2
urlò la cacciatrice di demoni correndo ad aiutarlo.
Sango raggiunse il ragazzo e vide una nuova sfera, più potente della
prima, correre verso di loro e con un balzò la evitò portando
con se il corpo di Miroku.
"Presto, andate via!" urlò all'indirizzo delle due ragazze.
"SI!" esclamarono e corsero via, verso il folto della foresta.
Intanto l'houshi lentamente si rialzò sorreggendosi alla ragazza. "Presto…
va via anche tu…" le ordinò flebilmente.
Lei scosse la testa "No. non posso lasciarti combattere da solo in queste
condizioni."
I due giovani si guardarono per un lungo lunghissimo istante. Per quanto litigassero
sempre furiosamente perché 'lui era un bonzo depravato che voleva solo
fare figli', ambedue sapevano che in tutto quel tempo trascorso insieme a combattere
un nemico comune per una stessa causa, a trascorrere lunghe notti all'agghiaccio
ignorando il loro destino, la loro amicizia era divenuta sempre più forte
e ormai non potevano fare a meno l'uno dell'altro… come non potevano fare
a meno di Kagome, Inuyasha e Shippo… o forse, no, tra di loro c'era qualcosa
di più, anche se non sapevano spiegarsi cosa.
"Dove…dov'è Naraku?" chiese infine Miroku.
Sango non ebbe neanche il tempo di rispondere che un demone, quasi fosse stato
chiamato, si parò dinanzi a loro. "Siamo giunti alla resa dei conti,
bonzo!"
Le due ragazze ormai sole correvano a perdifiato.
"Cerchiamo di raggiungere il villaggio! Là la vecchia Kaede ci dirà
cosa fare!" propose Kagome continuando a correre.
Milena annuì preoccupata: orami erano completamente sole. Se in quel
momento qualche nemico avesse cercato di fermarle, non avrebbero avuto alcuna
possibilità di farcela. Ma chi avrebbe potuto attaccarle? Avevano lasciato
Inuyasha che fronteggiava suo fratello, mentre Naraku era impegnato con Miroku.
Quindi non c'era nulla da temere, eppure… e se le avesse attaccate qualche
demone inferiore o peggio se i due fossero stati sconfitti? No, non doveva pensarci!
Non doveva succedere!
Il villaggio della miko era ormai a pochi metri di distanza e le due ragazze
tirarono un sospiro di sollievo quando videro l'ombra della sacerdotessa andare
loro incontro.
La vecchia Kaede correva verso di loro, preoccupata. "Ragazze, cosa è
successo?"
"Inuyasha e Miroku stanno combattendo contro Naraku e Sesshomaru!"
tagliò corto Milena.
"E il frammento?"
Kagome mostrò all'anziana donna il pezzo della sfera in suo possesso.
La miko annuì "Bene, consegnalo pure a me, lo custodirò nel
tempio."
Kagome stava per consegnare il frammento nelle mani della sacerdotessa, quando
qualcosa la fermò. C'era qualcosa che non andava nel comportamento della
donna, qualcosa di diverso…in altre occasioni si era subito preoccupata
di come stessero e solo in seguito si era informata su cosa fosse accaduto.
Invece questa volta…
"Kagome, ma cosa ti prende?"
la ragazza chiuse la mano che conteneva il frammento in un pugno e lo allontanò
dalla donna.
"Lei… lei non è la vecchia Kaede! Quella vera si sarebbe preoccupata
subito per noi e non per la sfera!"
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Lotta senza quartiere! ***
New Page
IX
LOTTA SENZA QUARTIERE
"Kagome ma cosa…?"
Milena guardò prima Kagome, poi la sacerdotessa e notò un ghigno passare sul suo volto. Ricordava di aver già visto quell'espressione, ma non ricordava dove. Poi improvvisamente vide il volto di Alessio ormai privo di espressine davanti ai suoi occhi e Naraku che rideva soddisfatto a quella vista. Istintivamente la ragazza si mise in atteggiamento di difesa..
"Naraku…" fu tutto quello che disse, ma sufficiente allo youkai per capire di essere stato scoperto. Il ghigno sul suo volto si fece ancora più malvagio e i suoi occhi si iniettarono di sangue. Poi improvvisamente una luce biancastra li avvolse e le due giovani chiusero gli occhi tanto era accecante.
Quando li riaprirono non riuscirono a trattenere un urlo di paura: davanti a loro c'era un ragazzo con lunghi capelli neri legati da un nastro rosso.
Al primo impatto Milena non riusciva a connettere le immagini che vedeva con la persona che sapeva di aver di fronte. Possibile che quel ragazzo fosse davvero Naraku? Sembrava quasi un angelo del Paradiso e non un demone nato dal desiderio carnale per una miko! Fu soltanto guardandolo negli occhi che vide il color porpora del sangue delle sue vittime e l'odio di cui il suo cuore si nutriva… Sì' in fondo era veramente un angelo… L'angelo della Morte.
Kagome invece indietreggiò spaventata. Istintivamente si guardò intorno e solo allora notò che intorno a loro non c'era più il limite della foresta e in lontananza non si vedeva più il villaggio, ma… il nulla, il nulla più scuro e assoluto.
"Dove… dove ci hai portato?" chiese.
Naraku rise crudelmente. "Ma come non riconosci questo posto? Siamo in un varco spazio-temporale, quello stesso in cui sei rimasta intrappolata un po' di tempo fa…"
Kagome sgranò gli occhi. Era vero! Guardandosi intorno.. sì, era vero, quel luogo l'aveva già visto tempo prima! Ma allora…?
"Ma se tu ci hai portato qui? Con CHI stanno combattendo Miroku san e Sango?!" chiese quasi a se stessa.
Il demone ebbe un moto di ribrezzo. "E secondo te, IO, il grande Naraku, perdo tempo con uno stupido houshi e la sua amichetta cacciatrice, quando le due sfere che donano il potere supremo sono per la prima volta insieme dopo millenni e millenni di lontananza! Quello che voi sciocche mortali avete visto, è semplicemente una mia subunità!"
"Sub…. Subunità?!"
"Esatto. Una piccola parte di me, in confronto alla grandezza del mio essere!" rise maligno e lentamente iniziò ad avvicinarsi alle due ragazze.
Kagome e Milena strinsero i pugni, pronte a combattere, tuttavia non potettero non indietreggiare.
"E' inutile che cercate di fuggire…. Sappiate che qui non potrà aiutarvi nessuno! Ci siamo solo noi… E ora… voglio le due sfere!"
"Mai!" urlò Milena stringendolo il preziosissimo ciondolo fra le mani. "Piuttosto preferisco morire!"
Naraku rise ancora una volta e preparò una sfera di energia fra le sue mani.
"Come desideri!" esclamò freddo e lanciò la sfera verso la ragazza.
Milena lo guardò freddamente e si tolse il ciondolo dal collo ponendolo davanti a se, una strana luce color ocra avvolse le due ragazze e impedì al colpo di Naraku di colpirle.
La ragazza si guardò le mani stupita. Come aveva fatto? Aveva utilizzato i poteri della sfera! Era davvero in grado di farlo? Eppure non l'aveva mai fatto, come aveva potuto usarla così facilmente? Era stato un movimento istintivo… sembrava quasi…. Sì, che la sua missione fosse quella di usare quella sfera… usarla per proteggerla e per salvare tutti quelli a cui voleva bene.
Naraku digrignò. Quella ragazzina umana lo stava prendendo in giro. Usava la kaze no tama come se ne conoscesse i poteri da sempre eppure sapeva che non era così. Ma come faceva? E quella sfera… aveva un potere immenso e lui doveva fare di tutto pur di averla!
"Maledette!" urlò e, senza pensare alle conseguenze, lanciò un'onda di energia contro Kagome, ma Milena fu più tempestiva e, ponendosi fra la ragazza e il colpo, utilizzò ancora una volta la kaze no tama, creando una barriera di luce. Il colpo di Naraku si rivoltò contro il suo stesso creatore, scagliandolo lontano.
"Kagome! Tutto bene?" chiese Milena guardando dietro di lei.
"Si, ma come fai a conoscere…?" cercò di chiederle stupita, ma Milena la interruppe.
"Kagome! Dobbiamo usare le due sfere per tornare nella Sengoku jidai e avvisare gli altri!"
"Ma come possiamo fare? Io non so come si usa la sfera e poi dovrei riunire i pezzi della sfera! E se questo….?"
"Dobbiamo rischiare! Non possiamo fare altrimenti se non vogliamo che quel pazzo prenda le sfere! E allora sì che sarebbe una catastrofe!"
Kagome annuì, comprendendo benissimo i sentimenti di Milena. Si guardarono e in un attimo capirono ciò che dovevano fare: Milena si pose davanti a lei per difenderla da eventuali attacchi di Naraku, mentre la giapponese si tolse il ciondolo dal collo e l'avvicinò al frammento mancante per riunire la tama, esattamente come aveva fatto neanche un anno prima. Ma quella volta il desiderio che aveva espresso era stato quello di tornare nella sua epoca. Invece questa volta… cosa sarebbe successo?
Kagome stava per riunire i due frammenti quando qualcosa le fece perdere l'equilibrio e si ritrovò per terra, mentre il frammento era volato qualche metro più in là.
"Il frammento!" urlò allora e Milena cercò di correre verso il frammento per recuperarlo prima di Naraku. Ma qualcosa fece cadere anche lei.
"Ma cosa….?"
Una mano piccola e verdognola si avvicinò al frammento e tranquillamente lo raccolse.
"Ja… Jaken!" esclamò Kagome riconoscendo lo schifoso demone, ma non riuscì ad aggiungere altro che un lampo verde la colpì. La ragazza gettò un urlo perdendo i sensi.
"Kagome!" urlò Milena cercando di raggiungere la ragazza, m Naraku si frappose fra le due e recuperò il pezzo della sfera dalle mani di Kagome.
"Ottimo lavoro, rospo!" si complimentò e prese dalle sue luride mani il frammento mancante, poi si voltò verso Milena, ponendo i due pezzi della sfera davanti ai suoi occhi. "Visto? Ora ho la shikon no tama!"
"Maledetto rospaccio!" Milena sembrava furiosa "Che dirà il tuo padrone quando scoprirà il tuo tradimento!"
"E' lui che ha tradito la sua natura demoniaca per colpa di questa ragazza!" rispose con uno strano coraggio il demone, indicando Kagome ancora svenuta "Anche lui ora è un mezzo demone come Inuyasha! Il suo cuore è umano!"
"Maledetto traditore!!" gli urlò contro Milena con tutto il suo odio. Era questa la cosa che odiava di più, persino più dei demoni come Naraku e Sesshomaru: il tradimento di una persona che ha fiducia in te.(si vede che Jaken non lo sopporto, vero?)
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla risata sibillina e malvagia di Naraku. "Povera sciocca ragazzina! La tua maledetta sfera non potrà sconfiggermi ora!" rise fra i denti e presi i due frammenti della shikon n tama li riunì.
La sfera si illuminò e un'aura dorata avvolse il demone.
"Si... sento la mia energia crescere progressivamente.... ormai potrei usare questa sfera per diventare il demone più potente che sia mai esistito.... ma i miei piani sono da tempo cambiati.... Dammi immediatamente quella maledetta kaze no tama, ragazzina!"
Milena chiuse il pugno e lo avvicinò al cuore. "Scordatelo!"
"Tanto il tuo permesso non è necessario... me la prenderò da solo!" e tenendo in una mano la sfera, concentrò nella stessa una violenta onda di energia, così da amplificarne il potere tramite la sfera e la lanciò contro la giovane.
Milena sgranò gli occhi tremante: la forza di Naraku era già enorme senza l'uso della sfera e se lei non avesse avuto la kaze no tama in quel momento sarebbe stata già un ammasso di ossa. Ma con quella sfera... il suo potere centuplicava. Eppure doveva resistere. Per lei, per Alessio, per Inuyasha e tutti gli abitanti della Sengoku Jidai... per il loro presente, ma anche per il loro futuro.
La shikon no tama utilizzata come amplificatore aumentò l'energia del suo colpo, che assunse dimensioni enormi. Milena non riusciva a tenere gli occhi aperti tanto forte era la luminosità sprigionata da Naraku.
Milena strinse forte la sfera e si rannicchiò su se stessa, mentre il demone scagliava la sfera.
"Muori!" urlò.
"Ti prego Alessio... proteggimi tu..." non potè far altro che pregare.
Sesshomaru e Inuyasha si guardarono a lungo con odio, studiandosi attentamente. All'improvviso Inuyasha brandì Tessaiga e si lanciò contro il fratellastro, ma questi con un balzo evitò il fendente del demone e leccò la sua unghia avvelenata in segno di sfida.
Inuyasha sembrava visibilmente disgustato: non solo quel bastardo aveva avuto il coraggio di rapire la 'sua' Kagome, ma l'aveva costretta a cercare quale maledetto frammento... perchè era stata una costrizione, lui ne era sicuro. Ma... era davvero accaduto questo? Secondo Kagome no, eppure... da quando in qua Sesshomaru chiedeva l'aiuto di qualcuno? Lui ordinava e basta! Senza contare che l'aveva fatta fuggire... quindi il suo unico scopo era avere lui!
Sesshomaru sorrise sadicamente e sguainò Tenseiga. "Dai fratellino, fammi vedere quello che sai fare!" esclamò e si lanciò all'attacco, ma il nostro non rimase immobile a guardare il demone e partì anch'egli all'attacco. Le due lame sorelle si scontrarono senza che nessuna delle due prendesse il sopravvento sull'altra.
"Maledetto!" urlò il mezzo demone e si lanciò nuovamente all'attacco, gli occhi iniettati di rabbia.
Sesshomaru sembrò leggergli nell'anima. "Mi odi, vero Inuyasha? Non solo ho rapito la tua amichetta, ma lei mi ha anche aiutato senza che la costringessi! Bello smacco, eh mezzo sangue? Ti odia così tanto che mi ha aiutato subito, appena glielo ho chiesto. Beh, in fondo non c'è nulla di cui stupirsi... dopo quello che le hai fatto!"
"Maledetto bastardo! L'hai convinta in un momento in cui era psicologicamente debole (forse è meglio che taci Inu chan!! ^_^)"
"Tu sei solo arrabbiato che lei abbia preferito me a te!"
"Maledetto!" urlò ancora una volta e furioso si scagliò con tutta la forza che aveva contro lo youkai. Ma il fendente non trafisse il demone.
Inuyasha guardò la lama arrugginita della sua spada non capendo. Com'era possibile? Eppure l'aveva colpito!
La risata di Sesshomaru lo raggiunse fredda e crudele. "Mio caro fratellino, perchè ti stupisci? In questo momento stai combattendo per vendetta personale e non certo per difendere qualcuno.... è per questo che la zanna di nostro padre non ti protegge!"
Inuyasha digrignò. "Maledetto! Avevi previsto tutto!"
Per tutta risposta lo youkai balzò sull'hanyou e gli conficcò un artiglio avvelenato nell'addome. Inuyasha urlò dal dolore e indietreggiò portandosi le mani sulla parte ferita, facendo cadere Tessaiga che si conficcò nel terreno.
Sesshomaru non degnò di uno sguardo la katana, ma si diresse verso Inuyasha, facendo apparire fra le sue mani una sfera verde.
"Ora caro fratellino... la tua fine è giunta...!" esclamò glaciale e si preparò a colpirlo.
Miroku guardò il demone di fronte a lui e il sangue gli ribollì nelle vene: davanti a lui c'era l'essere che aveva rovinato per sempre la sua vita, quella della sua famiglia, e quella della ragazza che gli stava accanto. Lentamente si staccò da Sango e preparò il suo bastone in posizione di attacco.
"Preparati Naraku... prima di avere la sfera... DOVRAI PASSARE SUL MIO CADAVERE!"
Il demone sorrise beffardo, pose il palmo della sua mano destra di fronte all'houshi e scatenò un raggio di energia. Miroku indietreggiò e ruotò il bastone davanti a se per bloccare il fascio di energia.
Il demone non si scompose e si scagliò contro i due giovani, ma questi evitarono il colpo dividendosi.
Naraku, veloce come un lampo, fu su Miroku, ma il ragazzo non se ne accorse e il colpo dell'avversario lo scagliò lontano.
"Miroku!" urlò Sango, ma il ragazzo fu subito in piedi.
"SPOSTATI SANGO!" urlò e tolse il rosario dalla mano.
"KAZANAAAAAAAA!!!!" urlò lanciando il potente vortice verso l'alto.
Un vento fortissimo si alzò e, come una calamita, attirò nel suo occhio tutto quello ciò che si trovava nelle vicinanze.
Il demone non si scompose, anzi chiamò a raccolta i suoi fedeli insetti. Miroku guardò con orrore gli animali avvicinarsi, poi tornò a fissare il demone di fronte a se. Quel mostro SAPEVA che lui avrebbe richiuso il kazana e quindi, in quel frangente avrebbe potuto attaccarlo… Ma perché chiuderlo? Quella era l'occasione buona per ucciderlo, per liberarsi da quella maledizione… per liberare il mondo dalla sua maledizione!
"Hiraikotsu!" urlò Sango e lanciò il suo boomerang gigante contro quei maledetti insetti. Una decina di questi caddero a terra, mentre altri si avventarono contro la ragazza. Sango recuperò l'hiraikotsu e lo lanciò nuovamente e, anche questa volta ne abbatté un buon numero. Ma per quanti ne facesse fuori, altrettanti sembravano materializzarsi.
"Sango!"
Miroku avrebbe tanto voluto poterla aiutare, ma il suo compito era far fuori quel maledetto demone…
Un pensiero improvviso lo fermò. DOVE sarebbe finito Naraku? Sarebbe ritornato nella dimensione di Milena? COSA ne sarebbe stato allora di quel mondo, dove nessuno era in grado di fermarlo?
Istintivamente chiuse il pugno è sigillò nuovamente il suo kazana e, come aveva previsto il bonzo, il suo nemico lo colpì con un fascio di energia.
"Miroku san!" urlò Sango correndogli incontro, infischiandosene degli insetti che la inseguivano ancora. Ma all'improvviso un lampo di energia colpì Sango in pieno e la ragazza rotolò sul terreno umido.
"SANGO CHAN!" la chiamò Miroku, distrutto, dopo l'utilizzo del suo potere. Vide Naraku avvicinarsi alla ragazza e istintivamente chiuse gli occhi, senza forze. Era giunta veramente la loro fine?
NdNaco: Salve a tutti, o miei pochi, fedeli lettori! So che ci siete, o almeno lo spero! ç__ç
Da questo capitolo in poi, avremo i capitoli il cui esito tempo di più: quelli in cui sono descritte battaglie. Ora, io sono sempre stata una frana nella descrizione di lotte, e battaglie troppo lunghe ecomplesse mi hanno sempre un po' annoiata! Spero dunque che questi capitoli risultino comprensibili e non noiosi! MI raccomando, fatemi sapere!
A presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Il risveglio ***
New Page
X
IL RISVEGLIO
Il cielo improvvisamente si tinse di nero e il paesaggio attorno a loro scomparve. Sesshomaru e Inuyasha si guardarono intorno spaesati e, nonostante fosse in corso un combattimento cruciale, si trovarono a fissarsi senza capire cosa stesse accadendo.
All'improvviso una strana smorfia si formò sul perfetto volto del principe dei demoni.
"Credo che abbiamo un problema…" commentò.
Miroku aprì gli occhi e non vide più nulla, solo il buio intorno a sé. In un primo momento si convinse di essere morto e di trovarsi in un limbo senza fine, eppure… eppure il dolore per le ferite ricevute e la debolezza erano quanto mai vive in lui… e in generale i defunti non sentono queste sensazioni…
Si guardò intorno e solo allora scorse il corpo svenuto di Sango a pochi metri da lui. Di Naraku nessuna traccia.
"Sango!" la chiamò e, cercando di lottare contro la stanchezza, lentamente si avvicinò alla fanciulla.
"Mi... Miroku… sei… siamo… vivi?" si trovò a chiedere con un filo di voce, mentre i suoi splendidi occhi nocciola, fissavano quelli dolci e preoccupati del bonzo.
"Sango chan, non preoccuparti, io sono…"
Uno strano bagliore dorato attirò l'attenzione dei due giovani.
"Ma cosa…?"
La kaze no tama brillò e una barriera di luce si frappose fra Milena e Naraku. La shikon no tama sembrò non volersi sottomettere alla potenza della sua rivale e le due sfere emanarono una forza violentissima che scaraventò lontano i due contendenti..
Le sfere si staccarono dai due possessori e, quasi possedessero vita propria, si posero l'una di fronte all'altra, come a fronteggiarsi.
Milena e Naraku osservarono in silenzio la scena, meravigliati da tanta potenza.
Le due sfere s'illuminarono, ma stranamente non si attaccarono, anzi, Milena ne era certa, sembrava che le due tama si stessero fronteggiando in una muta battaglia interna.
Le due avversarie iniziarono ad emettere bagliori di luce intervallati da violente emanazioni di energia negativa.
"I quattro spiriti vogliono ricongiungersi alla loro metà mancante." Esclamò una voce alle loro spalle.
Milena si voltò e vide Sango e Miroku reggersi stancamente a vicenda.
"KAGOME!" urlò invece la voce, che sapeva essere di Inuyasha e infatti, appena si voltò nella direzione del suono vide l'hanyou correre verso la giapponese ancora svenuta e, a pochi metri da lui, Sesshomaru. I suoi occhi si sgranarono per la sorpresa. Ma cosa ci facevano quei due insieme?
Milena non poté preoccuparsi troppo della vicinanza dei due fratellastri, perché un'esplosione di luce, più violenta delle altre, attirò la sua attenzione. La ragazza gettò un urlo: davanti a lei vi erano quattro figure che si fronteggiavano, l'odio che si leggeva nei loro occhi. Due di queste erano avvolte da un'aurea bianca che infondeva sicurezza e tranquillità, una con un paio di ali di luce, l'atra lunghi capelli azzurri, ambedue con un lungo abito argentato; le altre due invece ispiravano un sentimento di puro terrore: una strana aurea rossastra le avvolgeva e un ghigno malefico era dipinto sul loro volto. L'una scura, due strani occhi neri come il carbone; l'altra avvolta da un'armatura di fuoco.
Le quattro kami si guardarono, ma non parlarono.
Poi le due divinità oscure, senza alcun preavviso alzarono le braccia al cielo e una violenta emissione di energia malvagia partì dal loro corpo per unirsi in un punto imprecisato del cielo.
La mizu no kami iniziò a ruotare velocemente su se stessa e i suoi capelli azzurri intrecciarsi tra loro creando onde di luce che prontamente la kami diresse verso la tsuchi no kami per fermare lo strano processo. Ma la hi no kami scagliò un potente vortice di fuoco verso l'avversaria. La ku uki no kami spalancò le sue grandi ali di luce e creò un turbine di aria che dileguò le fiamme.
Gli occhi di fuoco dei due demoni brillarono e solo in quel momento i presenti si resero conto che le due entità stavano lentamente scomparendo in un alone di energia maligna.
"Si... si stanno unendo!" comprese allora Inuyasha e le due kami di luce si guardarono, poi fissarono il mezzo demone.
Anch'esse, come avevano in precedenza fatto le due kami di tenebra, alzarono le braccia iniziando a recitare una strana formula in una lingua sconosciuta, ma questa volta, invece di dirigere i palmi verso il cielo, si unirono in direzione dell'hanyou.
Il mezzo demone non riuscì a capire cosa stesse accadendo, quand’ecco che si sentì colpire anche da una strana energia.
"Ma… si può sapere che diavolo mi state facendo?!" urlò lui, ma le due sembravano non averlo neanche sentito.
Lentamente anche loro due scomparvero, mentre la luce che avvolgeva Inuyasha si faceva sempre più forte.
"Ti prego… prestaci il tuo corpo per sconfiggere il male…!" chiedevano i loro occhi, la loro essenza, come… come se comunicassero con lui telepaticamente. Ma erano davvero certe che potesse essere lui la persona giusta? Dopotutto lui era un mezzo demone… che tra l'altro voleva usare la shikon no tama per diventare un demone completo…
"Vogliono il suo corpo per combattere contro il male!" commentò allora Miroku "ma… è troppo pericoloso, lui… lui è un hanyou!!!"
Kagome aprì lentamente gli occhi non capendo cosa stesse accadendo intorno a lei. dov'era? Cos'era accaduto? Poi, improvvisamente i ricordi le apparvero nitidi nella mente: la shikon no tama… e l'altra sfera… e Naraku… e Inuyasha e Sesshomau che combattevano… e poi.…
"Inuyasha!" urlò mettendosi a sedere. Ciò che vide la lasciò senza fiato: Inuyasha era avvolto da una luce accecante che partiva da due strane figure argentate; dall'altra parte un'essere oscuro, dagli occhi color del sangue; qualche metro più in là, uno spaventato quanto affascinato Naraku osservava la scena; a qualche metro da lei, sulla destra, Sango e Miroku, un po' più avanti Milena; alla sua sinistra, pochi passi davanti a lei c'era… Sesshomaru!
"Ma che… che diavolo sta succedendo?!" chiese allora non capendoci più nulla.
Sesshomaru si voltò verso di lei e in breve le spiegò la situazione. "I quattro kami si sono svegliati e ora quelli dell'acqua e dell'aria voglio il corpo del tuo Inuyasha per togliere di mezzo gli altri due."
Kagome iniziò a tremare. No… non poteva farlo… era tropo pericoloso per lui…
"INUYASHA!!!!" si trovò ad urlare pur di fermarlo, dimentica ormai di tutto il male che le aveva fatto, del desiderio di andare via da quel luogo, della vista di lui e Kikyo abbracciati, delle ultime sofferenze. Ora esisteva soltanto il presente. E certo non le piaceva per niente.
Inuyasha si voltò in direzione della voce e il suo cuore mancò un battito. Kagome, la sua Kagome… dopo tutto quello che le aveva fatto, dopo le lacrime che le aveva fatto versare lei ora… ora si preoccupava per lui, piangeva per lui e gli voleva ancora bene… ma perché? Perché lei era così…. Così… Kagome? Lui non era degno del suo affetto, della sua dolcezza, dei suoi grandi occhi nocciola… Non era degno di un amore così dolce e puro, non sarebbe mai stato in grado di ricambiarlo, perché lui era Inuyasha. Un bastardo che non riusciva a capire i suoi sentimenti, capace solo di far soffrire le persone che aveva intorno. Un vigliacco, ecco cos'era. Il coraggio in battaglia non serve a nulla, se non si trova il coraggio di fare le proprie scelte. E lui non ne era mai stato in grado…
'Kagome… non sono degno del tuo affetto… non sono degno di starti accanto… Sesshomaru ha ragione…. Sono solo uno sporco mezzo demone…' non poteva fare a meno di pensare.
"Sei degno di un amore così puro, perché il tuo cuore si è purificato." Gli rispose invece una voce.
Inuyasha si guardò intorno sorpreso. Chi era? Una delle due kami?
"No… non sono degno neanche di aiutarvi.. come posso farlo? Io sono soltanto uno stupido, sporco hanyou…"
"La tua anima è pura, perché buona ed è buona perché c'è qualcuno che ti ha aiutato a cambiare, nonostante tu non te ne sia mai reso conto."
"Ne sei davvero sicura? Se non fosse stato per causa mia, Kagome non avrebbe pianto così tanto e non saremmo giunti a questo punto! Quello che accaduto… è successo solo per colpa mia!"
"La strada della purificazione è costellata di incidenti… quel che conta non è quante volte sei caduto, ma dove sei arrivato, Inuyasha, la tua meta, dove arriverai…"
"Ma dove arriverò?"
"Dove ti porta il cuore… se lo segui, saprai sempre cosa fare… "
Inuyasha chiuse gli occhi e rilassò i muscoli. Era pronto per conoscere il suo cuore, a lasciarlo libero di esprimersi. Ad aiutare le forze del bene.
La sfera di luce che avvolgeva Inuyasha aveva ormai quasi completato la fusione con le due dee.
Naraku osservava la scena: possibile che uno stupido hanyou dovesse diventare più potente di lui? E tutto per due stupide kami del bene. E se…? Improvvisamente i suoi occhi malvagi si illuminarono di una strana luce.
"Malvagità! Pura malvagità! Ecco cosa cercate vero?" chiese a quella che ormai era una sfera malvagia dalle dimensioni colossali. "Allora prendete me! E fate fuori quel bastardo mezzo demone! Rendetemi uno youkai, il più forte del mondo! Il re degli youkai!" urlò sollevando le braccia verso il cielo.
La sua risata diabolica si fece sempre più forte e crudele.
"E' completamente impazzito." fu infatti il commento del principe dei demoni.
La nube oscura fu in un attimo su Naraku, inghiottendolo. Della sua risata oscura non rimase che un eco lontano. Di lui non rimase altro che questo. Tutto il resto si confuse in una miscela di crudeltà e oscurità.
Il vento alzato dalla contrapposizione delle due forze vitali era violentissimo.
Kagome si strinse al mantello di Sesshomaru per non essere trascinata via dalla usa forza, mentre Milena e Sango si strinsero al bonzo. La violenza delle due forze non accennava a diminuire e Milena ebbe paura che durasse per sempre.
Dopo un momento, che ai nostri sembrò durare un'eternità, la violenta turbolenza diminuì d'intensità fino a cessare del tutto.
I cinque spettatori guardarono ciò che era rimasto della furia delle quattro kami.
Non c'era più nulla davanti a loro, né sfere di energia, né le due entità. C'erano solo Naraku e Inuyasha che si guardavano pronti a fronteggiarsi nella loro ultima battaglia.
Salve a tutti! Dopo molte titubanze, eccomi qui a postare il nuovo capitolo di questa storia.
E’ un capitolo a cui tengo molto, in effetti, visto che è da questo punto che parte la battaglia vera e propria, quella che deciderà le sorti della storia. Non sono mai stata brava con i combattimenti e per questo vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensiate, che siano commenti positivi o negativi.
A presto, con un nuovo capitolo! |
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** L'ultima battaglia ***
XI
L'ULTIMA BATTAGLIA
Inuyasha e Naraku si guardarono. Uno sguardo lungo, penetrante capace di incenerire
all0istante un comune mortale, tanto forti erano i sentimenti che li dominavano:
rancore, odio, desiderio di vincere, di sconfiggere il tanto detestato avversario,
di vendicare il proprio onore ferito, l'amore che per colpa dell'altro era
stato stroncato sul nascere… due anni di avventure, dure battaglie,
sotterfugi, sembravano essere finalmente giunti al loro momento cruciale.
Solo loro a fronteggiarsi, senza interferenze di alcun genere…. Solo
loro e nessun altro.
"Non azzardatevi a intervenire!" tuonò il mezzo demone "Questa
è una battaglia che dobbiamo risolvere da soli! Una volta per tutte!"
Naraku sorrise malvagio "Lo sai? Per una volta, sporco hanyou…
sono d'accordo con te!"
I due avversari si guardarono per un lunghissimo momento; poi, all'improvviso
Naraku scagliò una sfera di energia malvagia contro l'hanyou. La battaglia
era iniziata.
Inuyasha sguainò Tessaiga: la spada risplendette in tutta la sua mastodontica
potenza, come mai aveva brillato prima di allora. La sua energia era talmente
forte che i presenti dovettero socchiudere gli occhi per non restarne accecati.
La potente katana fermò in un solo istante il raggio malefico, semplicemente
tagliandolo in due parti con estrema facilità. La potenza della spada
era triplicata.
Inuyasha non sembrava minimamente stupito dal potere della katana, totalmente
concentrato sulla lotta per potersi interessare di altro.
Brandendo Tessaiga, il mezzo demone si lanciò contro Naraku, ma il
nemico gli lanciò contro una nuova sfera di energia luminosa. L'onda
d'urto che ne derivò scaraventò Inuyasha lontano.
"INUYASHA!" urlò Kagome e si lanciò contro i due contendenti,
ma Sesshomaru la fermò in tempo.
"Sei impazzita? Vuoi per caso morire?"
"Ma Inuyasha…"
Il demone sbuffò "Per quanto odi doverlo ammettere, in questo
momento Inuyasha è molto più forte di me. Non devi preoccuparti
per lui, ce la farà."
Kagome fissò gli occhi d'ambra del giovane, sempre così freddi
e li scoprì… diversi. C'era una strana luce che brillava nelle
sue iridi, quella stessa che vi aveva visto quando l'aveva colpita per portarla
via con sé, affinché trovasse il frammento. Sembrava passata
un'eternità da allora, e invece erano trascorse solo poche ore.
Kagome distolse lo sguardo, scuotendo la testa. No, non era quello il memento
di pensare cosa fosse quella luce… umana? negli occhi del principe dei
demoni. In quel momento un altro demone occupava i suoi pensieri… come
sempre, del resto…
Inuyasha si rialzò rapidamente, lo sguardo fremente di rabbia. No,
non si sarebbe lasciato sconfiggere ne andava della sua vita, del suo futuro…
del loro futuro.
"Maledetto!" urlò e si scagliò nuovamente contro il
suo avversario.
Naraku con un balzo lo scartò e, come a volerlo prendere in giro, cercò
di colpirlo, mentre il mezzo demone tornava sulla terraferma. Intuendolo,
Inuyasha abbassò il capo e ruotò il busto per colpirlo mentre
era ancora in volo.
Naraku, vedendo la tagliente lama della katana, lanciò verso il terreno
una nuova sfera di luce, cosi da riceverne una spinta verso l'alto ed evitare
il fendente.
"Maledizione!" biascicò, tornando in posizione eretta e voltandosi
verso l'avversario, atterrato a pochi metri da lui.
I due si osservavano freddamente. Intorno a loro una potente aura di energia,
mostrava ai presenti la titanica grandezza del loro scontro.
Milena tremò: non aveva mai visto Inuysha così concentrato:
era così diverso dall'hanyou strafottente e fiero che aveva conosciuto
un anno prima e anche durante il combattimento contro Naraku non aveva mai
mostrato questo lato… E la cosa le metteva quasi paura.
"Inuyasha... fa' attenzione, ti prego… non voglio che muoia anche
tu…" pregò, stringendosi ancora di più a Miroku e
a Sango.
Inuyasha partì ancora una volta all'attacco, ma anche questa volta
il demone lo evitò; l'hanyou si voltò verso l'avversario imprecando:
possibile che quei dannati kami del male fossero più forti di quelli
del bene? Possibile che il male dovesse vincere? Davvero non era in grado
di sconfiggere quel mostro?
"Kuso!" imprecò più a se stesso che al suo nemico
e deciso, si scagliò contro di lui con tutta la forza che aveva.
"Kami della luce… vi prego… non posso lasciarmi sconfiggere!
Non posso lasciare il mondo nel caos… vi prego... infondetemi tutto
il vostro potere…" pregò e il suo corpo improvvisamente
iniziò a brilare di luce propria.
Naraku vide Inuyasha fiondarsi su di lui ad una velocità impressionante
e non riuscì a evitare l'impatto. Il fendente della zanna del grande
youkai lo attraversò da parte a parte, tagliandolo a metà.
"Ce.. ce l'ha fatta?" chiese incredulo Miroku. Possibile che fosse
già tutto finito? No, e lui lo sapeva bene.
Inuyasha si allontanò di qualche metro, troppo esperto per gioire subito.
Restò alcuni minuti fermo, pronto a rispondere a ogni minimo movimento,
ma non accadde nulla: le due parti di Naraku giacevano distanti l'una dall'altra,
senza dar segno di vita.
"L'ho… l'ho davvero sconfitto?" si trovò a pensare
nonostante tutto.
"Possibile che fosse così semplice?" si chiese Kagome: davvero
Inuysha con un solo fendente era riuscito a sconfiggere il demone che per
due lunghi anni aveva cercato in tutti i modi di ostacolarli? No, non era
possibile.
Inuyasha si avvicinò lentamente al demone, ormai quasi certo che l'incubo
fosse finito. Istintivamenente si voltò per incontrare lo sguardo di
Kagome.
La ragazza si perse nei suoi occhi dorati, in quel dolce calore che emanavano,
quasi fosse una muta richiesta di perdono per quello che era, per come l'aveva
trattata in quei giorni e sempre.
Kagome gli sorrise dolcemente ed era ancora catturata dalle dolcezza di quelle
iridi ambrate, quando la sua attenzione fu improvvisamente attratta da uno
strano movimento alle spalle del ragazzo.
"INUYASHA!" tentò di urlare, ma non fece in tempo: un artiglio
acuminato del del demone attraversò il corpo dell'hanyou. Inuyasha
cadde a terra, mentre con le mani si stringeva il petto sanguinante.
"Come vedi non mi hai sconfitto…." Bisbigliò la voce
cavernosa di Naraku, mentre le due parti del demone si stavano lentamente
ricomponendo.
"Ma.. maledetto bastardo…" blaterò il mezzo youkai,
ma il dolore non gli permetteva di parlare.
"Non preoccuparti Inuyasha… fra poco non soffrirai più…"
e un ghigno malvagio si dipinse sul suo volto.
"INUYASHAAAAAAAAAAA!!!!" riuscì ad urlare questa volta. La
ragazza cercò disperatamente di raggiungere il suo amato mezzo demone,
ma la stretta del principe dei demoni la trattenne con forza.
"Lasciami Sesshomaru, lasciami! Devo andare! Devo andare da lui!"
urlò dimenandosi, ma lui rese ancora più stretta la sua morsa.
"Dove credi di andare? E' pericoloso! Non puoi combattere contro Naraku
e tu lo sai! Neanche io in questo momento ho il potere di farlo!"
Kagome dimenava la testa, incurante del pericolo e del divieto di Sesshomaru:
Inuasha aveva bisogno di lei! Lui non poteva morire! Non le importava che
lui non ricambiasse il suo amore, che amasse ancora Kikyo…a lei importava
soltanto di vedere il suo volto, specchiarsi nei suoi occhi color ambra, urlargli
OSUWARI ogni volta che la faceva arrabbiare… Voleva soltanto stargli
accanto, volergli bene… vederlo VIVO!
Eppure… eppure Sesshomaru aveva ragione, lei non poteva confrontarsi
con Naraku, non ne aveva la forza. Ma non poteva neanche lasciare Inuyasha
in balia di quel mostro!
"INUYASHA! Non puoi lasciarti andare!" urlò con tutta la
voce che poteva "Kikyo ha bisogno di te! IO ho bisogno di te! Non puoi
abbandonarci! NON PUOI ABBANDONARE LE PERSONE CHE TI AMANO!"
"povera illusa…" sogghignò il demone, volgendo la sua
attenzione alla ragazza; poi, spostando l'attenzione contro il suo avversario,
il suo ghigno si fece ancora più malvagio.
"E' inutile che cerchi di ribellarti a me, Inuyasha… ormai ti ho
in pugno!"
Inuyasha aprì gli occhi e tutto intorno a sé non vide altro
che una luce accecante. Dov'era? Cos'era successo? Il suo corpo era leggero
come una nuvola. Non sentiva più nessun dolore, solo una grande pace
interiore.
"Ma… dove sono?" chiese a se stesso.
"INUYASHA!"
Sentì che una voce lontana lo stava chiamando… una voce che conosceva
bene… la voce di una persona a cui voleva bene… per cui avrebbe
dato la vita, per cui tante volte aveva lottato... una persona che l'aveva
così profondamente cambiato che anche lui non se ne era mai accorto…
una ragazza che aveva tanto sofferto per lui… una ragazza che lui…
"Kagome!" la chiamò, ma si accorse che non riusciva a vederla.
"Kagome dove sei? Non riesco a vederti! Kagome… dove sei?"
Come se Kagome avesse ascoltato la sua voce, l'ombra della ragazza apparve
davanti a lui….. i suoi occhi erano rossi e le guance bagnate di lacrime.
"INUYASHA! Non puoi lasciarti andare! … Non puoi abbandonarci!
NON PUOI ABBANDONARE LE PERSONE CHE TI AMANO!
... LE PERSONE CHE TI AMANO!...
... LE PERSONE CHE TI AMANO!...
... LE PERSONE CHE TI AMANO!...
Non avrebbe mai creduto che ci sarebbero state persone che avrebbero potuto
amarlo.
Da quando, anni prima, senza più una madre ad amarlo, odiato da tutti,
uomini e youkai, aveva deciso di vivere solo nella foresta, Kikyo era stata
la prima ad avvicinarsi a lui e a parlargli… poi lei era morta per colpa
di Naraku e lui sigillato dalla freccia della stessa donna che aveva scoperto
di amare….
Si era ripromesso di non provare più nulla per nessuna donna, eppure…
eppure Kagome era riuscita a far breccia nel suo cuore, a fargli comprendere
che il mondo non è pieno soltanto di gente malvagia, ma anche di persone
dal cuore d'oro, che sanno donarti tutto di loro stessi, se ne dai occasione…
gli aveva insegnato il valore dell'amicizia, l'importanza di avere degli amici...
e infatti ne aveva avuti, aveva conosciuto persone speciali come Shippo, Sango,
Miroku, che lo avevano accettato per quello che era, un mezzo demone.
"kikyo ha bisogno di te!"
No…
Kikyo avrebbe desiderato ardentemente la sua morte, anzi avrebbe addirittura
aiutato Naraku, se avesse potuto, pur di avverare il suo desiderio. Eppure
quando erano stati insieme… perché non lo aveva condotto via?
Perché non lo aveva ucciso? Cosa significava? E… e Kagome? Kagome
si metteva in disparte pur di vederlo felice, anche se con Kikyo, lo aveva
appena detto… perché lo faceva? perché… lo amava?
Si, non c'era dubbio, ne era certo… ma lui? Cosa provava per lei?
E per Kikyo? Di CHI era innamorato?
Chiuse gli occhi e le immagini della sua vita gli scorsero davanti come un
film… prima Kikyo, la sua dolcezza, la sua tristezza… poi Kagome,
al sua tenacia, la cocciutaggine, le liti che ogni giorno li vedevano protagonisti…
la sua Kagome, la ragazza che lo aveva risvegliato dal suo sonno, che gli
aveva fatto comprendere il valore dell'amicizia e dell'altruismo…
Al volto sorridente della ragazza si sovrappose quello di Kikyo, poi quello
di Milena, e infine ritornò quello di Kagome. Perché per quanto
potessero essere per certi versi molto simili, per quanto tutte e tre lo avessero
in qualche modo cambiato, per quanto volesse bene ad ognuna di loro, solo
una era Kagome Higurashi, solo una poteva atterrarlo con un semplice comando,
solo una l'aveva completamente trasformato, solo una era completamente diversa
dalle altre, solo una lui…
No, pensò riaprendo gli occhi, doveva risvegliarsi, alzarsi, combattere,
sconfiggere Naraku, per sé, per Milena, per Kikyo, per Sango, per Miroku…
e per lei… solo per lei… per scusarsi con lei di come l'aveva
trattata, per…
Doveva sconfiggerlo. Per sempre. Ad ogni costo!
"Inuyasha…" le dolci voci delle due kami si fusero in una
sola e per un attimo, solo per un attimo, gli parve di ascoltare quella di
Kagome. No, non doveva pensare a lei in quel momento…!
"Inuyasha…" continuavano a ripetere le due entità "Libera
il tuo cuore, prima così colmo di tristezza, ora pieno d'amore. Trova
nel tuo amore, nel suo amore, la forza necessaria per sconfiggere il tuo nemico,
il vostro nemico... perché lei ha fiducia in te…"
Sì, le due kami avevano ragione: doveva lottare per sconfiggere Naraku
e tutto ciò che quel dannato mostro rappresentava.
"Ka… Kagome…!"
Naraku sogghignò vedendo il corpo svenuto del mezzo demone di fronte
a lui e preparò una nuova sfera malvagia per colpire il ragazzo.
"INUYASHA!!!" urlò ancora una volta Kagome, ranicchiandosi
nel mantello del principe dei demoni pur di non vedere quello che stava per
accadere.
Milena chiuse gli occhi per non vedere la fine quasi certa di Inuyasha, mentre
Sango si strinse ancora di più a Miroku. Il ragazzo la strinse forte,
comprendendo molto bene il dolore della ragazza.
"Inuyasha… non puoi morire… non puoi lasciare che Naraku
vinca! " pregò, mentre i suoi occhi non potevano staccarsi dalla
scena che gli si parava di fronte.
"MUORI SPORCO HANYOU!!!"
Inuyasha aprì lentamente gli occhi e un secondo dopo aveva già
realizzato cosa stesse per accadere. Istintivamente guardò verso Kagome
e il suo cuore mancò un battito: la ragazza ranicchiata fra le braccia
di Sesshomaru, piangeva calde lacrime.
Si voltò nuovamente verso il suo nemico e vide la sfera di luce formarsi
fra le sue mani. Inuyasha chiamò a raccolta tutte le sue forze e stranamente
sentì che queste erano superiori a quanto in realtà si aspettasse.
Fu in quel momento che capì.
Il ragazzo sfoderò i suoi artigli che sembravano essere più
affilati di quanto già fossero, illuminati da una strana luminescenza,
come se ognuna delle sue unghie fosse diventata una Tessaiga in miniatura.
"Prendi questa, maledetto!" urlò l'hanyou scagliandosi violentemente
verso Naraku.
Gli occhi di Naraku si dilatarono per la sorpresa e istintivamente cercò
di allontanarsi dalla traiettoria del suo rivale, ma l'artiglio di Inuyasha
tranciò il suo petto, dividendogli il cuore in due parti.
Inuyasha estrasse l'artiglio macchiato del sangue maledetto del demone.
Naraku indietreggiò, gli occhi vitrei, fissi in un punto imprecisato.
Lentamente il suo corpo iniziò a polverizzarsi e in poco tempo di lui
non rimase che un mucchio di cenere privo di vita.
Una folata di vento gelido disperse le ceneri, mentre un raggio di sole li
illuminò.
I nostri amici si guardarono intorno stupiti: la natura si mostrava rigogliosa
e il canto degli uccelli salutava la loro vittoria.
Erano ritornati nella Sengoku jidai.
Inuyasha si voltò verso gli altri e un dolce sorriso gli illuminò
il volto.
"Bravo Inuyasha." Esclamò una voce.
I due kami simili agli spiriti guida di Kikyo, uscirono dal corpo del ragazzo
e Inuyasha, ormai completamente privo di forze, si accasciò a terra
semisvenuto.
"INUYASHA!" esclamò Kagome correndo verso il ragazzo per
accertarsi che stesse bene.
"Complimenti. Sei riuscito a sconfiggere il male…"
Una folata di vento gelido soffiò sui presenti facendoli trasalire.
"Cosa… cosa sta succedendo?" chiese Milena rabbrividendo.
Le due kami si guardarono. "Purtroppo… non è ancora finita."
Salve a tutti! ^^
Ok, lo ammetto, sono in spaventoso ritardo. ^^ Ogni tanto mi chiedo ancora
se ci sia qualche anima pia che segue questa storia, ma a quanto pare sì.
Ringrazio infinitamente fairyelly83 non solo per il commento che mi ha lasciato,
ma anche per l'email. Arigatou gozaimasu!
Vi dirò, non è che non voglio aggiornare questa storia; semplicemente,
fra tante cose, me ne dimentico e il fatto che, ogni volta che la rivedo e
la trovo sempre più insulsa e scritta male, mi deprime. Il mio stile
è cambiato TROPPO, in questi anni!
Così, nonostante la voglia di cancellarla dal mio HD sia tanta, ho
deciso di scendere a un compromesso: finirò di postare TUTTA la storia
il prima possibile, su questo sito e poi, con calma, quando avrò più
tempo, riscriverla. la nuova versione, però, penso che la inserirò
solo sul mio sito (che, se vi interessa, potete trovare qui).
Per adesso ho rivisto solo il primo capitolo della prima storia, ma conto
in un nuovo aggiornamento a breve.
Bene, penso di aver detto tutto: grazie ancora a chi continua a leggere questa
storia nonostante tutto!
A presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** La shikon no tama ***
XII
LA SHIKON
NO TAMA
Le due entità si guardarono
freddamente: il bene e il Male, il freddo e il caldo, la Luce e le Tenebre,
l'amore e l'odio, il bianco e il nero, la Pace e la Guerra…
Due forze da sempre in
guerra tra di loro, finalmente erano una di fronte all'altra, per combattere la
battaglia che avrebbe deciso le sorti dell'umanità.
Un'aurea di luce avvolse le
due figure. I presenti rabbrividirono: non era necessario avere enormi poteri o
le facoltà do una miko per capire che la loro potenza era talmente forte da
poter distruggere completamente il loro mondo.
L'aura rosso cadmio del
demone maligno si fece più forte dell'altra e contemporaneamente la terra iniziò a
tremare e un profondo solco si aprì nel terreno.
"Ma cosa sta succedendo?" si
chiese Milena tremante: si augurava che quei due non volessero veramente
distruggere il pianeta..
Una colonna di magma
incandescente uscì dall'insenatura nel terreno, pericolosamente vicino al luogo
in cui si trovavano Kagome e Inuyasha, ancora privo di forze. La ragazza si
strinse più forte all'hanyou che amava, che sbigottito si guardava intorno,
senza poter intervenire in alcun modo.
"INUYASHA!" urlò Kagome
chiudendo i suoi grandi occhi nocciola, sicura che sarebbero presto morti
ambedue.
Una nuova eruzione lavica
colpì in punto in cui si trovavano i due giovani giapponesi, ma i due erano già
al sicuro.
Kagome aprì gli occhi e vide
l'eruzione che avrebbe potuto ucciderli. Sconcertata, chiedendosi cosa diavolo
fosse successo, alzò lo sguardo e vide Sesshomaru fissare la colonna di lava che
li avrebbe uccisi.
"Se…
Sesshomaru!"
Il demone abbassò lo sguardo
e incrociò quello sorpreso della ragazza. Kagome sussultò. Quegli occhi… non
erano i freddi occhi del principe dei demoni che l'avevano fissata astiosamente
tante volte in quei due anni… erano invece gli occhi di un ragazzo come lei, un
adolescente come tanti altri.
Una nuova, violenta
esplosione la allontanò dai suoi pensieri. Tornò a guardare i due contendenti e
notò l'aura maligna espandersi sempre di più, mentre il cielo si incupiva sempre
di più.
La kami del bene portò i
palmi delle mani davanti al suo petto e iniziò a recitare una strana cantilena
in una lingua sconosciuta. Come a voler obbedire a un ordine superiore, le
nuvole del cielo si concentrarono sulle loro teste e un lampo squarciò il cielo.
Piccole gocce di pioggia iniziarono a bagnarli, ma la loro intensità aumentò
rapidamente fino a trasformarsi in un violento acquazzone. Le due kami
sembravano tuttavia non accorgersi di quello che accadeva intorno a
loro.
"Sembra quasi che non si
rendano conto di ciò che stanno combinando!"
"Ma Miroku? Com'è
possibile!"
Il bonzo scosse la testa.
"Non lo so Sango, non lo so! Sembra... sembra che non gli importi di distruggere
tutto! Vogliono solo la loro stramaledettissima vittoria!"
Milena osservò la scena,
mentre la rabbia iniziava a pulsarle nelle vene. Ma come era possibile che non
si accorgessero di nulla? Possibile che i kami che dovevano proteggere e
custodire il mondo lo stessero distruggendo? Ma erano davvero creature divine o
piuttosto uomini o demoni come tanti, arroganti e egoisti, che avevano
acquistato poteri soprannaturali?
"BASTA!" urlò cercando di
superare l'ululato del vento che si
era appena alzato e le esplosioni che si susseguivano a un ritmo sempre più
frenetico. "BASTA, PER L'AMOR DEL CIELO, BASTA!"
Ma nessuno, neanche i suoi
compagni, avevano sentito le sue proteste.
Milena si spazientì e una
rabbia simile a quella che aveva provato quando aveva visto Kikyo e Inuyasha
nudi insieme le fece perdere il lume della ragione e, ancora una volta, lasciò
che fosse l'istinto a guidarla.
Lentamente si diresse verso
le due figure, per nulla intimorita dal vento micidiale che li attanagliava e
che rallentava la sua strada, gli occhi scuri frementi
d'ira.
"Milena fermati!" cercò di
fermarla Sango, ma inutilmente. Quando Milena era in quello stato, notò Miroku
quasi divertito, nonostante la situazione fosse tutt'altro che comica,
ricordando ciò che era accaduto in quella stessa foresta, nessuno era capace di
fermarla.
Milena si diresse decisa
verso i due kami, incurante delle voci degli amici e tanto meno della cenere e
dei lapilli che il vento le aizzava contro, combattendo con tutte le sue forze
pur di non restarne sconfitta.
"SMETTETELA!" urlò con tutta
la voce che poteva "Smettetela! Che razza di divinità siete! State distruggendo
il pianeta! Continuando così non ne resterà più traccia! Siete così egoisti da
voler distruggere la Terra per una stupida battaglia fra di
voi?"
La kami del bene la guardò
quasi con sufficienza, come se fosse troppo sciocca per capire cosa stesse
acccadendo.
"Questa è la battaglia
decisiva fra il Bene e il Male. Solo al termine si vedrà se il Mondo sarà salvo
per sempre o se invece cadrà nell'oscurità più totale."
"Decisiva per chi se la
Terra viene disintegrata?" ribatté lei, senza lasciarsi intimorire dalla divinità
"Che razza di divinità del Bene sei, se non cerchi di difendere le creature che
popolano questa terra? Sei egoista e crudele, proprio come lui! Non meritate di
essere i kami che governano la vita! Mi vergogno che il MIO mondo sia governato
da ESSERI SCHIFOSI COME VOI!"
Un lampo accecante squarciò
l'aria e un fulmine colpì la terra producendo una enorme voragine, sollevando i
detriti.
Milena guardò attentamente
la voragine e con sua grande sorpresa notò che al centro di questa vi era una
ragazza.
Inuyasha sgranò gli occhi
incredulo. "Ki… Kikyo?"
No, Inuyasha non poteva dire
con certezza che quella ragazza fosse realmente la miko che aveva amato
cinquanta anni prima. Aveva lunghi capelli neri sciolti sulle spalle e indossava
un lungo kimono rosso con una corazza sul petto, simile a quella che indossava
Sango. Inuyasha avrebbe giurato che quella fosse la venerabile Kikyo, se non
fosse stato per il suo odore…. Un odore che invece conosceva bene… anche
troppo…
La miko era avvolta da
un'aura argentata che infondeva pace e serenità.
Il kami del male indietreggiò
spaventato.
"Non riuscirai di nuovo a
rinchiudermi in quella maledetta sfera!" esclamò e, incrociando le mani davanti
al petto, generò dal nulla una sfera di fuoco che prontamente lanciò verso la
ragazza.
La miko non si mosse,
tuttavia la sfera non la raggiunse, distrutta prima da una barriera di
luce.
"Porc…" bestemmiò e tentò
nuovamente di colpirla, ma la giovane fu più veloce: chiuse gli occhi e i palmi delle mani
come se stesse pregando.
Dal suo corpo si sprigionò
una luce fortissima e investì i due kami.
"Perché? Perché non vuoi che
lo sconfigga? Se riuscissi a sconfiggerlo, il Male sarebbe estirpato da questo
mondo!" esclamò la kami del bene spaventata.
La miko scosse la testa "Per
distruggere questo mondo? Non avete notato come state riducendo questo povero
pianeta? Voi dovete governarlo e proteggerlo, ma avete seguito il vostro
egoismo, piuttosto che il vostro dovere, trasformando anche l'animo degli
uomini…. Tempo fa vi rinchiusi in due sfere per evitare che creaste una
situazione simile ancora una volta. Ma purtroppo è accaduto. Possibile che non
abbiate capito che non potrete mai sconfiggervi l'un l'altro neanche se
combatteste per l'eternità? Il Male e il Bene sono le due forze opposte che
armonizzano il mondo. Il Bene non esisterebbe se non esistesse il Male, come il
bianco non sarebbe tale se non si conoscesse il nero. Sia il Bene che il Male
non potranno mai essere debellati del tutto. Talora vincerà l'uno, talora
l'altro, ma l'altro non sarà mai completamente cancellato. Il Bene e il Male
sono le due facce della stessa realtà. E solo in questa sfera potrete mantenere
l'equilibrio… visto che non siete capaci da soli di governare gli elementi come
vi era stato ordinato dal Kami Supremo."
La kami del Bene chiuse gli
occhi, capendo. E' vero, la miko aveva ragione. Lei era la divinità protettrice
del Bene e invece si stava comportando esattamente come la sua antagonista. Ma
come osava definirsi kami della Luce? La divinità si rilassò e lasciò che la
benefica luce proveniente dalla sacerdotessa la avvolgesse, mentre l'altra
scuoteva la testa e poneva le braccia davanti, decisa a non lasciarsi
intrappolare ancora una volta. Ma questa mossa fu completamente
inutile.
L'energia luminosa avvolse
tutto e tutti, portando i presenti a chiudere gli occhi e a stringersi fra loro
per non restare accecati dalla sua forza.
Quando i nostri amici
aprirono gli occhi, non riuscirono a creder a ciò che si poneva loro davanti: sembrava quasi che in quelle ultime ore non fosse accaduto nulla di quello che
invece era successo; il sole brillava alto in un cielo completamente sgombro di
nubi, gli uccellini cinguettavano felici sopra i rami dei ciliegi, come se
volessero salutare la primavera ormai alle porte, mentre una dolce brezza
soffiava leggera.
Avrebbero quasi creduto che
si fosse trattato di un loro semplice, quanto incredibile sogno, se davanti a
loro, non ci fosse stata la sacerdotessa che stringeva fra le sue mani una sfera
rosa pallido, perfettamente sferica.
"La shikon no tama. Nel vero
senso della parola, questa volta." Esclamò Milena completando il piccolo
gioiello fonte di tanti guai.
La miko sorrise e guardò
prima Milena, poi Kagome e Inuyasha che ancora si sorreggeva alla ragazza,
troppo debole per restare in piedi con le proprie forze.
"Ma… ma tu chi sei?" chiese
infine Inuyasha "Sei davvero…?"
La ragazza sembrò non
sentirlo, ma si avvicinò a Milena e le mise fra le mani la preziosissima tama.
"Io non sono stata capace di
proteggere questa sfera né secoli fa, né cinquanta anni fa…. Midoriko non si
rese conto di aver solo ritardato questo momento, dividendo la sfera in due più
piccole, mentre Kikyo ha soltanto rovinato la vita di tutti quelli che l'amavano
innamorandosi di Inuyasha… perdonatemi. Ti prego di portare questa sfera nel tuo
mondo e di custodirla. Perché forse tu riuscirai dove Kikyo e Midoriko hanno
fallito… in un mondo in cui non esistono magie e incantesimi, forse i quattro
kami potranno riposare in pace… benché in effetti sia il loro spirito a governare
l'intero Universo…"
Milena annuì incapace di
parlare, mentre le lacrime le pungevano gli occhi. Proteggere la shikon no tama…
quindi significava che lei come Kikyo e Kagome…?
La miko sembrò averle letto
nel pensiero, perché le sorrise complice; poi si voltò verso Kagome e Inuyasha e
lentamente si avvicinò ai due giovani, che immobili non riuscivano a credere ai
loro occhi.
"Inuyasha…" la miko
accarezzò la guancia del giovane hanyou e questi fu illuminato da un'aura
dorata. Le sue ferite si cicatrizzarono completamente e le sue forze
tornarono, come se non avesse combattuto alcuna battaglia. Il ragazzo la fissò fra il
sorpreso e l'incuriosito.
"Ma
perché…?"
La ragazza lo guardò. Erano
cinquant'anni che non vedeva quello sguardo così dolce, ma al contempo triste e
malinconico nei suoi begli occhi nocciola, uno sguardo che per un attimo lo
riportò indietro nel tempo, a quel periodo della loro vita in cui avevano potuto
vivere felici. Ma ora… ora c'era Kagome nel suo cuore. Si, lui amava Kagome e
mai come in quel momento se ne rese conto. Lui l'amava follemente e non perché
fosse la sua reincarnazione…. Semplicemente perché era lei, Kagome
Higurashi.
"Kikyo
io…"
"Inuyasha… perdonami. Ho
cercato in tutti i modi di convincerti a morire con me, ad amarmi ancora, dopo
cinquanta lunghi anni, senza capire che se veramente ti amavo dovevo lasciarti
vivere con la persona che ami. Perchè amare veramente è desiderare la felicità
dell'altro. Per fortuna l'ho capito…" e per un attimo voltò lo sguardo per
posarlo su Milena "Anche se un po' in ritardo…"
Inuyasha non rispose,
colpito dalle sue parole e la sacerdotessa gli sorrise comprensiva, poi si voltò
e, per la prima volta da quando si conoscevano, sorrise alla sua reincarnazione.
Kagome abbassò lo sguardo colpita, ma Kikyo la prese delicatamente per un
braccio per allontanarla da Inuyasha, come se volesse parlarle in privato.
L'hanyou le guardò sorpreso.
"Sei una ragazza speciale,
Kagome. Mi dispiace… di tutto. Potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto?
Sono stata felice cinquanta anni fa, ma ora il mio tempo è finito… vivi felice
con Inuyasha."
Kagome non credeva alle
proprie orecchie. "Ma tu e Inuyasha…?"
Kikyo scosse la testa e
un'ombra di dolore apparve nei suoi occhi castani: "Per quanto avessi voluto,
Milena ci ha interrotti prima che io potessi raggiungere la felicità. Ma forse è
stato meglio così… il cuore di Inuyasha non era con me in quel momento…"
rispose fissandola intensamente.
Kagome arrossì e sorrise fra
il rinfrancata e il triste. In fondo anche Kikyo aveva diritto alla sua
felicità, dato che non aveva potuto averla cinquanta anni prima… nonostante
tutto ciò che avesse fatto loro negli ultimi due anni.
Kikyo sorrise anche lei e
lentamente si allontanò da lei, continuando a fissare la
coppia.
"Addio per sempre amici."
disse, prima di scomparire per sempre in una nuvola di
luce. |
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Epilogo ***
XIII
EPILOGO
ovvero
TUTTO E' BENE CIO' CHE FINISCE
BENE
Milena fissò la shikon no
tama nelle sue mani, ancora profondamente confusa e si voltò verso i suoi amici,
non sapendo cosa fare. La miko le aveva affidato la sfera per portarla nel suo
mondo, però… quella sfera non apparteneva a lei e non aveva il diritto di
portarla via con sé prima di essersi consigliata con gli altri sul suo utilizzo
più appropriato.
"Ragazzi e ora cosa…?"
chiese senza sapere bene neanche lei cosa volesse dire.
Inuyasha e Kagome capirono e
le furono accanto: la giapponese prese la sfera nelle sue mani osservandola, per
la seconda volta nella sua vita, completamente integra, anche se sapeva bene che
quella tama era molto diversa da quella che lei e il mezzo demone
conoscevano.
"Non posso credere che sia
finita." Commentò continuando ad osservare il gioiello, non riuscendo in cuor
suo a credere che fosse VERAMENTE tutto finito.
"Io non credo che sia tutto
così semplice." Controbatté acido Inuyasha, guadando in direzione del
fratellastro.
I presenti si voltarono verso il principe dei demoni, che li
osservava freddamente.
Inuyasha sembrava irritato
dal suo comportamento così freddo e distaccato. "Allora Sesshomaru, che hai, non
vuoi più batterti? Ricordati che abbiamo una sfida da terminare!"
Il demone continuava a
fissarli come se non avesse sentito, poi si voltò deciso ad andarsene. Non era
quello il momento di combattere con Inuyasha, si disse. Ce ne sarebbero state di
occasioni.
Kagome osservò la schiena di
Sesshomaru allontanarsi e poi tornò a guardare la sfera. Il gioiello avrebbe
potuto realizzare un solo desiderio: riportare Milena nel suo mondo e
restituirle il suo corpo. Glielo dovevano visto che anche grazie a lei avevano
sconfitto l'odiato Naraku. Ma Alessio? Per causa loro e per colpa di Naraku, era
morto e loro non potevano non far qualcosa per lui. E l'unico che potesse
aiutarlo era…
"Sesshomaru!" chiamò la
ragazza e gli altri la guardarono sorpresi.
Il principe dei demoni si
voltò, mentre la ragazza lo raggiungeva di corsa. Lui la fissò impassibile, ma
il suo cuore batteva forte. Ma perché si era voltato? Perché non aveva
proseguito? Che diavolo gli era preso? La ragazza era a pochi centimetri da lui.
Volendo avrebbe potuto catturarla e averla per sé, così da suscitare le ire di
suo fratello. E in fondo era questo che lui voleva, no? La rabbia di Inuyasha e
lo scontro che ne sarebbe derivato. Eppure…
"Cosa vuoi?" chiese
brusco.
Kagome lo fissò, mentre le
lacrime iniziavano a spuntare dai suoi begli occhi nocciola, e prese una mano
del demone fra le sue, facendolo sussultare. Ma come si permetteva di toccarlo?
Avrebbe voluto scostarla, ma non ne ebbe la forza. Quegli occhi…. ne era rimasto
stregato. E purtroppo non era la prima volta.
"Ti prego Sesshomaru… io so
che tu puoi resuscitare i morti con la tua Tenseiga. Ti scongiuro, riporta in
vita Alessio… in fondo dobbiamo anche a lui e a Milena la morte di Naraku e la
sconfitta delle due divinità."
"E anche il loro arrivo."
Commentò acido.
Milena osservò la scena e
anche i suoi occhi si riempirono di lacrime. Kagome stava facendo questo per lei
e per Alessio… nonostante in realtà loro fossero stata la causa principale della
scampata catastrofe. Dubitava fortemente che il principe dei demoni l'avrebbe
aiutata, eppure… lo sguardo che vedeva nei suoi occhi in quel momento, l'aiuto
che aveva prestato a Kagome e al suo odiato fratello pochi attimi prima,
significavano che forse anche lui aveva un cuore.
"Ti prego…" esclamò
avvicinandosi a lui "ti scongiuro… se lo aiuti sono pronta a fare qualunque cosa
tu mi chieda."
Sesshomaru osservò la
ragazza implorante. Possibile che gli esseri umani avessero tutta questa forza
d'animo? Ricordò il suo incontro con Kagome nel bosco e il dolore che aveva
letto nei suoi occhi. li aveva sempre considerati esseri deboli e
insignificanti, eppure quando dovevano proteggere la persona che amavano, la
loro forza centuplicava."
"Da quanto tempo è morto?"
chiese allora scostando lo sguardo.
Milena alzò lo sguardo
speranzosa "Da… non lo so. Da ieri notte, credo… ma questa battaglia potrebbe
essere durata anche più di quanto sembra."
"E allora mi spiace non
posso aiutarti. Per poter riportare in vita una persona non devono essere
trascorse più di sei ore dal decesso. Ormai la sua anima ha raggiunto il
Nirvana." *
Sesshomaru ricordava
perfettamente questa regola fondamentale per l'utilizzo della sua spada. L'aveva
imparata a proprie spese, quando si era ritrovato davanti il corpo di quella
bambina di cui non sapeva neanche il nome, martoriato dai lupi. Si chiese ancora
perché avesse cercato di resuscitarla, nonostante fosse solo una ningen. Non era
da lui aiutare gli esseri umani, anche se lei si era adoperata per salvagli la
vita dopo il famoso scontro con Inuyasha, Eppure, nonostante avesse tentato in
tutti i modi di riportarla in vita, si era reso conto che anche la spada di suo
padre aveva dei limiti. Soltanto dopo, era riuscito a comprendere in pieno quali
essi fossero.
Milena cadde in ginocchio,
senza più sperando singhiozzando con forza. Ormai anche l'ultima speranza era
scomparsa. C'era ancora la sfera, è vero, però… doveva restituire a Kagome la
sua vita e non poteva certo essere così egoista. Che cosa poteva
fare?
"… ma forse c'è ancora una
possibilità."
Una luce si accese ancora
negli occhi di Milena. "Da… davvero?!"
"Per far tornare la sua
anima è necessario che almeno un'altra prenda il suo posto."
Spiegò. Era stato lo stesso Totosai a rivelarglielo quando, scoperto dove
il forgiatore di spade si trovasse, gli aveva fatto sputare il rospo riguardo a
tutto ciò che concernesse la sua spada. Se l'avesse saputo prima...
"Allora prendi la mia!"
esclamò allora balzando in piedi. "Cosa mi importa di tornare nel mio mondo
senza di lui? Così Kagome avrebbe di nuovo il suo corpo e la sfera potrebbe
realizzare un altro desiderio!"
Sesshomaru improvvisamente
assunse un'espressione diabolica. "Non c'è bisogno di un tuo sacrificio. La mia
vittima è qui davanti a me!" E guardò Inuyasha.
L'hanyou indietreggiò
ponendo mano a Tessaiga, mentre i presenti rimasero scioccati. Allora Inuyasha
aveva ragione, non era ancora finita! Ma come poteva chiedere la sua anima per
salvare Alessio?
Un lampo di luce verdastra sfiorò il mezzo
demone, tuttavia non lo colpì; il raggio raggiunse un cespuglio alle spalle del
mezzo-demone e un urlo soffocato ruppe quel terribile
silenzio.
"Padrone
Sesshomaru!"
"Ja… Jaken?!" esclamarono
stupiti i presenti, mentre il rospaccio usciva dai cespugli, completamente
incenerito dal corpo ricevuto.
"Silenzio stupido rospo! Tu
hai osato tradirmi per allearti con Naraku! Il tuo gesto lo pagherai con la
vita!" e senza neanche aspettare ulteriori spiegazioni da parte del demone, lo
colpì con un'altra, potente, sfera di energia.
Inuyasha sembrava scioccato
dal rischio corso e Sango si portava le mani alla bocca,. In fondo, pensava, era
pur sempre un essere vivente. Kagome e Milena non dissero nulla, ricordando che
la principale causa del risveglio dei kami era stato lui; Miroku, invece, non
poté trattenersi dall'annuire, come se approvasse il gesto di
Sesshomaru.
"Mi era antipatico." Rispose
allo sguardo interrogativo e al contempo scioccato di
Sango.
La ragazza lo fulminò "Sai,
a volte sei peggio di Naraku!" commentò.
Sesshomaru, anche se alquanto
riluttante, prese il cadavere del demone e si diresse verso gli altri. "presto,
non perdiamo tempo!"
Sesshomaru sistemò il corpo
di Jaken accanto al cadavere di Alessio e si posizionò alle spalle dei due,
esattamente al centro fra i due corpi.
Tutti erano presenti: Milena
inginocchiata davanti al suo Alessio, teneva gli occhi chiusi e le mani giunte,
in una muta preghiera di speranza; Sango e il piccolo Shippo si facevano forza
l'un l'altro; la venerabile Kaede, Inuyasha e Miroku immobili osservavano la
scena.
Il principe dei demoni
estrasse Tenseiga e la mise in posizione orizzontale davanti al suo viso. Chiuse
gli occhi e iniziò a ruotarla di 90°, in modo tale che la punta si trovasse
esattamente sullo zenit, mentre recitava una strana formula in una lingua
sconosciuta, prima sottovoce, poi aumentando sempre di più il volume. I due
corpi senza vita lentamente iniziarono ad emanare una strana luminescenza che
divenne sempre più forte e, quando ormai sembravano brillare di luce propria,
si sollevarono da terra, raggiungendo l'altezza a cui si trovava la Tenseiga.
All'improvviso Sesshomaru spalancò gli occhi e alzò la spada verso
l'alto.
"Un'altra anima ti è stata
donata. Restituisci quella che non ti appartiene. Che ritorni in questo mondo e
si compia il suo destino!"
Alle
parole di Sesshomaru, il corpo di Jaken espose in mille pezzi, trasformandosi così in una sottile
polvere nera, che, guidata da un vento innaturale, si diresse verso il corpo di
Alessio spargendosi su tutto il suo corpo. Alessio lentamente ritornò sul tatami
su cui era stato appoggiato e la strana luminescenza che lo circondava scomparve
del tutto.
Ci fu silenzio surreale,
rotto soltanto dal canto degli uccellini all'esterno.
Alessio aprì lentamente gli
occhi. Sbatté più volte le palpebre per abituarsi alla luce. Dov'era? Cos'era
successo? Per qualche secondo non ricordò nulla, poi i ricordi, confusi,
iniziarono a farsi spazio nella sua mente. Nella sua mente, vorticavano le
immagini di lui e Milena
nel bosco alla ricerca di Kagome e del frammento della shikon, quando Naraku li
aveva attaccati. Nient'altro solo Milena a terra, mentre una sfera
di luce stava per colpirla. E la paura, la folle paura di non rivederla mai
più….
E ora? Dov'era lei? Cosa era
successo?
Si rizzò a sedere. "Cosa…
cosa è successo? Dov'è Milena?" chiese a nessuno in
particolare.
Non ebbe il tempo di capire cosa stesse
accadendo intorno a sé, che sentì due braccia cingerlo con forza e
lacrime copiose bagnare le sue braccia. Alessio, sorpreso, a stento riuscì a
mantenere l'equilibrio.
"Milena?!" esclamò quando
riuscì finalmente a capire cosa stesse accadendo. "Sei.. sei viva! Ma… cosa è
successo?"
Milena non smetteva di
singhiozzare, tanta era stata l'ansia, la paura, il dolore che aveva accumulato
in quelle ore. Con quel pianto dirotto stava scaricando la tensione che prima di
allora non aveva avvertito, ma che ora, fra le braccia del suo amato Alessio,
era esplosa come un fiume in piena.
"Alessio…" cercò infine di
rispondergli fra le lacrime "Tu… tu sei vivo.. VIVO! Ti sei sacrificato per
salvarmi la vita, per salvarmi da Naraku! Sapessi che cosa ho provato nel
vederti morto davanti a me! Avevo… avevo tanta paura di non rivederti! Di non
rivederti mai più!"
Alessio la strinse a sé
protettivo. Non l'aveva mai vista così sconvolta, lei sempre così solare e piena
di vita, e sarebbe morta piuttosto che mostrare le proprie paure e debolezze a
chiunque. Ma in fondo anche lei era un essere umano e aveva delle emozioni come
tutti.
Forse, si disse, quella situazione era servita ad ambedue per capirsi di
più, per rendersi conto che anche un carattere forte come quello di Milena può
nascondere paure e debolezze. Ed era per questo che l'amava. Per quello che
realmente era e sarebbe stata, ma anche per la sua voglia di vivere. Perché lei
era Milena, tutto qui. E avrebbe rischiato cento e mille volte ancora la sua
vita per lei.
"Non piangere Milena, ti
prego… io non potevo lasciarti morire…
sei troppo importante per me, e lo farei ancora se fosse necessario…
anche se vederti piangere è l'ultima cosa che vorrei…" bisbigliò cullandola
dolcemente fra le braccia.
Sesshomaru voltò lo sguardo
colpito, e silenzioso come sempre uscì dalla capanna per ritornare alla sua
solitudine. Nel suo cuore si agitavano strane sensazioni. Era quello l'amore? Il
desiderio di salvare a tutti i costi la vita della persona amata, di sacrificare
la propria vita per l'altro? La preoccupazione che la sua vita continui
nonostante tutto e tutti? Il lottare anche contro il destino? Quello era
l'amore? Quei sentimenti, quelle assurde sensazioni umane dovevano fargli
ribrezzo… eppure… eppure vedere quei due, abbracciati e felici gli aveva fatto
quasi piacere, perché in fondo quei due… quei due erano belli insieme… come suo
fratello e Kagome…
"Sesshomaru aspetta!" lo
chiamò una voce.
No, non doveva girarsi. Non
doveva parlarle. Non con lei. Non
doveva. E invece…
"Cosa vuoi?" chiese alfine
voltandosi verso di lei.
Kagome lo raggiunse e gli
sorrise dolcemente. "Ringraziarti. Se non fosse stato per
te…."
"Tse! E' solo che Jaken mi
aveva tradito e doveva essere punito!"
La ragazza sorrise. "Lo sai?
Per quanto tu e Inuyasha non vogliate ammetterlo si vede che siete
fratelli!"
In un'altra occasione, se
non fosse accaduto tutto quello che avevano vissuto, se non avesse provato
quelle strane sensazioni, Sesshomaru l'avrebbe uccisa per il suo commento;
tuttavia
questa volta si limitò a darle le spalle e ad allontanarsi, ma Kagome lo fermò
ancora.
"Mi piacerebbe sapere perché
hai salvato me e Inuyasha prima… in fondo tu vuoi la sua
fine!"
Il principe dei demoni si
voltò ancora una volta e fissò gli occhi nocciola della ragazza che gli stava di
fronte. Per un attimo, solo per un attimo, a Kagome parve di vedere uno strano
guizzo, ma subito questi si fecero freddi come il ghiaccio. "IO
devo far fuori Inuyasha e nessun altro! E ricordagli che nonostante lo abbia
risparmiato e che siamo stati alleati questa volta, noi restiamo nemici
mortali!" esclamò prima di balzare via.
Kagome lo vide allontanarsi,
poi si voltò per ritornare dagli altri. Per un attimo i suoi occhi incontrarono
quelli di Inuyasha, ma poi il mezzo demone distolse lo sguardo da lei e si
allontanò dalla parte opposta. Sorrise a se stessa. Quei due un giorno sarebbero
potuti andare anche d'accordo, ne era certa. Perché Inuyasha non era il crudele
mezzo demone che voleva far credere e lui, Sesshomaru, non era il freddo principe dei demoni che tutti temevano.
E mai come in quel momento Kagome si rese conto del profondo rispetto che in
fondo li legava.
Milena sorrise ai due ragazzi davanti a lei
mentre stringeva la mano di Alessio al suo fianco. Ripercorse tutti gli
avvenimenti che in soli tre giorni li avevano visti protagonisti: tre giorni in cui avevano sconfitto Naraku e avevano scoperto
l'esistenza della kaze no tama; tre giorni che avevano rischiato di divenire gli
ultimi dell'umanità; tre giorni in cui aveva capito cosa significhi perdere la
persona che più si ama; tre giorni che non avrebbe mai più dimenticato… e la nuova sfera che stringeva
nell'altra mano era il simbolo di tanta sicurezza.
Ma ormai era tempo di
tornare a casa, alla vita tranquilla di sempre, con i suoi semplici problemi
quotidiani. Sapeva che quel mondo gli sarebbe mancato, come era anche certa che
doveva ritornare nel suo mondo… perché era quella la sua
casa.
"La porterai davvero nel tuo
mondo?" chiese Sango, leggermente preoccupata che anche lì la sfera potesse
creare dei guai.
Milena annuì. "L'ho promesso
a Kikyo… e poi sta tranquilla, non creerà guai a nessuno!"
Kagome annuì sicura che
Milena avesse ragione. "Se poi ci sono problemi… facci un fischio! Verremo
subito da te!" scherzò, ben sapendo che era impossibile, ma i quattro amici
risero a questa impossibile eventualità.
Kagome e Milena si
guardarono per un lungo istante e si presero per mano, la sfera imprigionata fra
le loro dita intrecciate.
Milena guardò Inuyasha che
se ne stava un po' in disparte. Odiava il momento degli addii, lo sapeva, perciò
gli sorrise semplicemente. Con lo sguardo fissò tutti i suoi amici e per un
attimo si soffermò a guardare la natura incontaminata che la circondava, conscia
che non avrebbe mai più visto uno spettacolo del genere.
"Inuyasha, Kagome, Sango,
Miroku, Kaede-sama... grazie di tutto… e scusate per i guai che vi abbiamo
causato."
Kagome scosse la testa, le
lacrime che pungevano i suoi occhi.
Milena sorrise ancora e
guardò i due ragazzi "Kagome… Inuyasha… Issyo ni eien ni!" esclamò ormai fra le
lacrime, chiudendo gli occhi.
Una luce color ocra avvolse
Kagome e i due ragazzi, mentre gli altri assistevano alla scena
ammutoliti.
La luminescenza si affievolì
lentamente, finché non scomparve del tutto.
Milena, Alessio e la shikon
no tama erano scomparsi.
Per
sempre.
Kagome e Inuyasha restarono
silenziosi osservando il punto in cui i due amici erano scomparsi. Miroku li
vide persi nei loro pensieri e, comprendendo il loro stato d'animo, fece cenno
a Sango i seguirlo per lasciare i due un po' da soli.
"Secondo te cosa succederà?"
chiese Sango al bonzo "Kagome potrà ancora attraversare il pozzo senza la
shikon? E che cosa avrà intenzione di fare? tornerà nella sua epoca o resterà
con noi?
"Dipende solo da lei, ma
non penso che ci saranno problemi per ritornare nella sua epoca… anche se la sfera
non c'è più, lei è pur sempre la reincarnazione di una miko! E poi una volta Inuyasha la rispedì nel suo mondo senza la sfera, per nnn farle correre altri
pericoli, eppure lei riuscì a ritornare indietro!"
Sango annuì. "Spero che non
decida di andare via. Io le voglio bene come ad una
sorella!"
"Credo che questo dipenda
essenzialmente da Inuyasha. Però…" lo sguardo del bonzo si fece malizioso e una
mano palpò il sedere della cacciatrice di demoni "Ci sono pur sempre io, Sango-chan!"
Sango lo atterrò con un
calcio nello stomaco. "Appunto per questo!"
Miroku stava per
controbattere, ma Sango gli sorrise e si chinò per aiutarlo ad
alzarsi.
"Beh, che hai, Sango-chan? Da
quando mi aiuti a rialzarmi?"
Sango sorrise e un leggero
rossore le colorò le guance. "Grazie per esserti preoccupato per me, prima,
durante lo scontro con Naraku. Questo significa che almeno un po' di bene me ne vuoi!"
Miroku strinse la sua mano,
fissando intensamente i suoi occhi castani. Restarono per qualche momento così,
poi l'houshi strinse la presa della
ragazza trascinandola con sé. Sango cadde su di lui, mentre i loro sguardi
sembravano incatenati da uno strano incantesimo.
Sango cercò di reagire, non
sapendo però in effetti cosa dire "Ma Miroku-san cosa…?"
Miroku continuava a
fissarla, uno sguardo dolcissimo che lei non aveva mai visto. "Io mi preoccupo
sempre per te, Sango-chan!" esclamò e lentamente avvicinò il suo viso a quello
della ragazza, incurante della sua, probabilmente violenta
reazione.
Sango sentì il cuore
accelerare i suoi battiti, mentre il viso di Miroku si avvicinava al suo, finché
le labbra del giovane toccarono dolcemente le sue.
Miroku era convinto che
sarebbe stato spedito direttamente da Milena e Alessio dalla stessa Sango, non
appena avesse realizzato cosa stesse succedendo e in cuor suo si preparò a
questa eventualità.
Rimase molto sorpreso,
tuttavia, quando si rese conto che la ragazza non lo stava respingendo, ma che
invece stava rispondendo con passione al suo bacio…
Inuyasha fissò un punto
imprecisato davanti a sé, mentre nella sua mente vorticavano mille pensieri.
Ormai la loro avventura era giunta al termine. Ora che la sfera era stata
ricomposta e che anzi era stata affidata a Milena dalla stessa Kikyo, Kagome non
aveva alcun motivo per restare nella Sengoku Jidai. Temeva di sapere cosa avesse
intenzione di fare. Voleva ritornare nel suo presente, come aveva minacciato
giorni prima, quando avevano litigato? Ma ora che avevano fatto la pace - anche
se in verità non avevano avuto ancora modo di parlarne - avrebbe seguito il suo
piano originale o sarebbe rimasta con loro? E lui? Le avrebbe rivelato i suoi
sentimenti o avrebbe taciuto? Cosa avrebbe fatto se Kagome avesse deciso di
andarsene? Ora che non poteva diventare più uno youkai, cosa avrebbe fatto? Sapeva che ormai la sua vita era giunta a una svolta, positiva o
negativa che fosse, ma temeva di scoprire quale sarebbe
stata.
"Kagome," chiese ad un
tratto facendosi coraggio "Cosa.. cosa hai intenzione di fare
ora?"
Kagome lo guardò incerta.
Non sapeva neanche lei cosa ne sarebbe stato di lei, se la soluzione
migliore fosse restare lì, oppure tornare nel suo mondo, sigillare il pozzo e
con esso tutti i suoi ricordi e i sentimenti che provava per Inuyasha. Se
soltanto lui le chiedesseo di restare! Se soltanto le avesse fatto capire
che provava un briciolo di affetto per lei! E invece lui amava Kikyo…
"Non lo so" fu franca
"Vorrei restare qui, però…"
"Però?" incalzò
lui.
Lo sguardo di Kagome si
velò di un'infinita tristezza: "Però oltre quel pozzo c'è la mia famiglia, i miei
amici, la mia casa… Perché dovrei restare ancora qui, ora che il mio compito è
terminato?"
Inuyasha saltò su "Ma come!
Qui ci sono Sango, Miroku, il piccolo Shippo…"
Kagome abbassò lo sguardo,
mentre una lacrima spuntava dai suoi grandi occhioni castani. Ma non c'era lui,
ecco cosa c'era. Lui non ci sarebbe mai stato. Sarebbe rimasto sempre con il
ricordo della sua Kikyo. E allora? Perché indugiare? Sebbene volesse bene ai suoi amici, non
poteva restare ancora lì. Doveva andarsene, andarsene e
dimenticare.
"Loro non hanno bisogno di
me." Rispose semplicemente.
Inuyasha le si piazzò
davanti. "Ma come ? il piccolo Shippo non ha nessuno al mondo! Lui ha bisogno di
te!"
'E anche io', avrebbe voluto
aggiungere, ma le parole non volevano uscirgli di bocca. Eppure se non fossero
uscite, se non avesse per una volta messo da parte il suo stramaledetto
orgoglio, lei se ne sarebbe davvero andata…. Per sempre!
Kagome sentiva le lacrime
pungerle pericolosamente gli occhi, ma testarda, decise di ricacciarle indietro.
Tuttavia non riuscì a trattenerle completamente, perché una lacrima solitaria,
riuscì a bagnare la sua guancia. Abbassò il capo: non voleva che lui la vedesse
piangere. Per lui.
Inutile.
"Kagome,
perché…?"
La ragazza alzò la testa e
incenerì il mezzo demone con lo sguardo. "A te non importa niente di me, vero?
Che io me ne vada o no, per te non fa alcuna differenza! Anzi ne saresti felice!
Perché ora che non ti servo più, per te sono solo un
peso!"
Inuyasha accusò le parole,
come se fossero state delle frustate. Allora… allora lei non lo aveva ancora
perdonato! Con il cuore gonfio di dolore e paura, le poggiò le mani sulle spalle
e la scosse con forza.
"Basta Kagome, ti prego! Non
puoi dire così! Non è vero che a me non importa nulla che tu te ne vada! Mi
credi così… così crudele!"
"E allora perché non mi
chiedi di restare? Perché non mi consideri mai una persona, ma mi tratti sempre
come un cerca sfere? Perché non mi dici che sono una tua amica, che mi vuoi
almeno un po' di bene?"
"Certo che te ne voglio, più
di quanto tu possa immaginare!" rispose allora lui, colpito nell'orgoglio "Più
di quanto IO potessi immaginare! Io che non avrei mai creduto di poter amare
un'altra donna oltre a Kikyo! Io sono innamorato di te, Kagome! Dannazione,
possibile che tu non riesca a capirlo?!" urlò tutto d'un
fiato.
Inuyasha indietreggiò
spaventato. Glielo aveva… glielo aveva detto! Era riuscito a dirglielo senza
neanche pensarci, così, semplicemente aprendole il suo cuore. Se avesse capito
prima quanto fosse semplice.. avrebbe risparmiato a se stesso e a Kagome tante
sofferenze… per colpa del suo stupido orgoglio…
Kagome, dal canto suo, non
riusciva a credere alle sue orecchie. Inuyasha le aveva detto che… che era
innamorato di lei! Non era stato un sogno! Per un attimo pensò addirittura che
le sue orecchie l'avessero tratta in inganno, però… però fissando i bellissimi
occhi ambrati del suo mezzo demone, così carichi di dolcezza e amore, capì che
era tutto vero.
Ora le lacrime, lacrime di
gioia, correvano copiose lungo le sue guance.
Per tutta risposta Inuyasha
si chinò e le diede un leggero, quanto dolce, bacio sulle labbra. "Mi credi
ora?" chiese, mentre un leggero rossore iniziava a colorargli le
guance.
Kagome scosse la
testa.
Inuyasha impallidì e il suo
cuore mancò un battito. Allora lei… lei…
Ma Kagome alzò lo sguardo e
lo fissò dolcemente "No, non credo che i miei mi vedranno tornare tanto
presto!"
Inuyasha l'abbracciò,
cercando di farle sentire tutto l'amore che provava per lei. Kagome si lasciò
cullare da quelle braccia, che per tanto tempo aveva sognato, ma mai sperato che
la cingessero con tanto calore.
"Aishiteru Inuyasha…"
bisbigliò semplicemente.
Gli occhi di Inuyasha
brillarono di gioia e strinse la ragazza ancora più a se. "Watashi mo Kagome ga aishiteru"
rispose.
I
ragazzi si staccarono e si fissarono per un lungo attimo, poi Inuyasha prese
Kagome fra le braccia facendola volteggiare nell'aria.
Kagome
rise, guardando il sole su di lei, assaporando il dolce profumo della Sengoku
Jidai così diverso da quello della sua epoca, imbevuto di smog e inquinamento...
un'aria pura, dolce… l'aria della sua vera casa.
OWARI
* Da questo momento in poi, potete notare una serie di elementi
stravolti rispetto al manga. Il motivo è molto semplice: quando vidi la prima
serie di Inuyasha, sulle cui conoscenze si basa questa storia, la mia conoscenza
di molti personaggi si basava sulle fanfictoin, che spesso parlavano di
personaggi e situazioni a me non chiare o del tutto sconosciute.
E' stato in questo modo che sono venuta a conoscenza del potere di
Tenseiga, ma, non sapendo in che rapporto fosse questa con rRn, il personaggio
della piccola non l'ho mai inserito; per questo motivo, ho dovuto ovviare a
questa mancanza, facendole fare una brutta fine! ç_ç Gomen ne, Rin-chan!
Anche la fine di Jaken si basa su cosa ho imparato leggendo alcune
fanfiction; in realtà, io adesso non lo trovo un personaggio così odioso, ma
l'immagine che mi si era presentata davanti tramite le storie dei fan era molto
diversa da quella attuale. Ragion per cui, avevo deciso di farlo fuori e di
renderlo un traditore. Considerato che comunque una motivazione per la sua morte
c'è, spero che la cosa non vi disturbi più di tanto.
Anche sul sentimento che Sesshomaru prova nei confronti di Kagome,
vale lo stesso discorso: adesso, non mi sognerei mai di pensare una cosa del
genere, ma questa idea all'epoca mi piacque tantissimo, quindi decisi di
inserirla.
N dNaco: E finalmente anche
questa avventura è finita!
Dopo.. quanti anni? Cinque,
sei? Finalmente mi sono decisa a finire di postare questa storia. Ringrazio
ancora tantissimo
fairyelly83,
che, con i suoi commenti mi ha esortata a postare questa storia.
Penso che tra un po' di tempo
riprenderò il lavoro di revisione di cui vi parlavo la volta precedente. So che
sarà un lavoro lungo, considerato come sono diventata perfezionista con il
tempo. Ho dovuto far davvero violenza su me stessa per non modificare gran parte
di questo racconto, mostrando quindi il mio nuovo stile di scrittura. Spero
davvero di esserci riuscita. Spero anche di essere riuscita a spiegare tutte le questioni che avevo lasciato in sospeso nella precedente storia! ^^
Nel qual caso, commenti e
critiche, ricordatelo, sono sempre ben accetti!
Alla prossima avventura! ^_^
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=41083
|