Viaggio nella III dimensione II: avventura nella Sengoku Jidai

di Naco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di una nuova avventura ***
Capitolo 2: *** Scambio di identità ***
Capitolo 3: *** Lezioni di autodifesa ***
Capitolo 4: *** Un amore impossibile ***
Capitolo 5: *** La lunga notte ***
Capitolo 6: *** Il segreto del ciondolo ***
Capitolo 7: *** L'ultimo frammento ***
Capitolo 8: *** Fuga dalla distruzione ***
Capitolo 9: *** Lotta senza quartiere! ***
Capitolo 10: *** Il risveglio ***
Capitolo 11: *** L'ultima battaglia ***
Capitolo 12: *** La shikon no tama ***
Capitolo 13: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** L'inizio di una nuova avventura ***


Una nota prima di iniziare.

La fanfiction che vi accingete a leggere, è il sequel di un’altra mia storia, “Viaggio nella III dimensione”, appunto. Non credo che la lettura risulterà incomprensibile a chi non ha letto la prima, ma mi farebbe comunque piacere se gli deste almeno un’occhiatina e mi lasciaste un piccolo parere.

Come la sua omonima, questa storia è un AU, ossia i personaggi e le vicende si discostano dalla trama originale della sensei Takahashi e, benché la stia pubblicando anni dopo la prima parte, anche questa storia è già completa da un bel pezzo. Per questo motivo, all’epoca, non sapevo ancora quali sviluppi avrebbe avuto la storia di Inuyasha e che nuovi personaggi avrebbero fatto la loro comparsa e nuove scoperte sarebbero state fatte anche sugli stessi personaggi da noi già conosciuti. Diciamo che per comprenderla a fondo, sarebbe meglio ambientare questa storia dopo la fine della prima serie dell’anime.

Spero che, nonostante tutto, questa storia vi piaccia almeno un po’. Mi raccomando, commenti e critiche sono sempre ben accetti!

Ok, ho finito di sproloquiare! Buona lettura a tutti!

VIAGGIO NELLA III DIMENSIONE II

AVVENTURA NELLA SENGOKU JIDAI

I

L’INIZIO DI UNA NUOVA AVVENTURA!

Milena si guardò allo specchio: “Niente male!” commentò.

Indossava uno splendido abito nero lungo, semplice nel modello, senza maniche, dal collo alto, le scarpe con il tacco, mentre sul velluto nero spiccava uno splendido ciondolo rosa pallido.

Quel giorno lei e Alessio avrebbero festeggiato un anno da quel giorno in cui lei aveva rischiato di essere uccisa dalla persona che a cui più teneva, in cui Inuyasha e Kagome erano riusciti a tornare nel loro mondo, nonostante più volte avessero temuto di non farcela, in cui lei e Alessio si erano dichiarati.

La sera prima Alessio l’aveva invitata a cena, dicendole di 'prepararsi per una splendida sorpresa.'

Si guardò ancora allo specchio, pensierosa: quell’abito glielo avevano regalato due settimane prima i suoi genitori per i suoi diciotto anni, perché 'finalmente si decidesse a comportarsi come una ragazza e non come un ragazzaccio'. Quel ciondolo invece glielo aveva regalato lo stesso Alessio perché 'era stata una tama di quel colore a farli incontrare.'

Milena sorrise: da quando avevano conosciuto Inuyasha e Kagome, Alessio aveva preteso di imparare il giapponese, anzi, era diventato anche più bravo di lei. Per forza, continuava a ribattergli: lei quell’anno aveva gli esami e non poteva permettersi di pensare ad altro.

Guardò l’orologio: le 20.45. Alessio sarebbe passato a prenderla pochi minuti dopo. Si guardò ancora una volta allo specchio e annuì, decisa a trascorrere la giornata più bella della sua vita.

Puntuale come sempre, Alessio suonò il campanello alle 21.01. Si aggiustò un’ultima volta la cravatta, controllò l’orario e attese che Milena gli chiedesse di salire. Aspettò per un po’, poi suonò nuovamente il campanello, ma neanche dopo la seconda volta Milena gli rispose.

“Ma cosa sarà successo?” si chiese preoccupato e stava già per suonare una terza volta, quando il portone si aprì.

Alessio non credette ai propri occhi: davanti a lui c’era una Milena diversa dalla ragazza che conosceva, con un lungo abito nero, il volto leggermente truccato, il ciondolo che lui le aveva regalato che, riflettendo la luce dei lampioni, le conferiva un alone magico.

“Sei splendida!” esclamò estasiato.

Milena sorrise: non gli aveva mai parlato del regalo che i genitori le avevano fatto deciso a fargli una sorpresa il prima possibile e, come notò con piacere, vi era riuscita.

“Allora andiamo?” chiese.

Il piccolo Shippo dormiva accanto al fuoco, mentre Inuyasha, Kagome, la vecchia Kaede, Sango e Miroku stavano discutendo animatamente circa la strategia da adottare per riuscire a trovare l’ultimo frammento della sfera.

Come avevano scoperto durante l’ultimo scontro avuto con Naraku, neanche lui sapeva dove fosse l’ultimo pezzo della sfera.

“Secondo me dovremmo dividerci” stava proponendo Miroku “così avremmo più opportunità di trovarla!”

“Ma non servirebbe a nulla!” si oppose Sango “solo Kagome è in grado di vedere i frammenti!”

“Ma allora come facciamo? Neanche Naraku sa dove si trova il frammento proprio lui che, non ho mai capito come, riesce a trovarli anche a miglia di distanza!”

“I demoni hanno una percezione più forte della sfera,” spiegò la vecchia Kaede “Come un uomo che è affamato e sente il profumo di cibo a distanze sorprendenti… la sfera, come il cibo per un essere umano è un mezzo per diventare più forte.”

“Dunque Naraku ha molte più probabilità di noi di trovare il frammento, da quanto ho capito.” Intervenne Kagome.

“Si, ma visto che non l’ha ancora trovato significa che si trova MOLTO lontano da qui….”

Inuyasha sbuffò “Miroku ha ragione, ma come potremmo muoverci più velocemente di Naraku? Tra l’altro LUI non ha un gruppetto rompiscatole che lo rallenta soltanto….”

Kagome balzò in piedi. Ancora con questa storia? Possibile che li considerasse ancora come noiosi compagni e non come amici? Eppure erano ormai due anni che viaggiavano insieme alla ricerca della sfera!

“Cosa vorresti dire? Che noi siamo un peso per te? Se vuoi continuare il viaggio da solo fa pure! Non sono stata certo io a venirti a cercare!”

“Se tu non avessi riportato quella stramaledetta sfera e peggio ancora non l’avessi distrutta con quella mira che ti ritrovi, noi non saremmo qui! Senza contare non sono stato certo io a volere che fossi proprio TU ad essere la reincarnazione di Kikyo!”

“Visto che ti da così fastidio che proprio IO sia la reincarnazione di Kikyo, allora me ne torno tranquillamente nel mio mondo! Sappi che IO ho da studiare e non ho tempo da perdere!”

“Tse! Vattene pure! Non ho bisogno di te IO! In fondo me la sono cavata benissimo DA SOLO in un'altra dimensione, figurati QUI’!”

“Sai cosa ti dico? Che forse sarebbe stato meglio che non ti avessi lanciato la shikon, che non avessi cercato di aiutarti, che fossi rimasto intrappolato in quel mondo e non fossi più tornato! Almeno io non avrei rischiato la vita per salvare quella di un idiota come te!”

Kagome ormai non riusciva più a trattenere le lacrime e queste scorrevano copiose lungo le sue guance. Come aveva potuto dire quelle cose dopo quello che aveva rischiato per lui? Ma perché, perché non la trattava mai come una donna, ma solo come uno strumento cerca sfere e per di più ingombrante?

“Non ti sopporto più! Io me ne torno nel mio presente!” esclamò e corse via in direzione del pozzo.

Era stata una serata magnifica, pensò Milena mentre, seduta accanto al ragazzo che amava, osservava la strada scorrerle accanto. Alessio l’aveva portata in un ristorante molto carino sul lungomare e avevano cenato a lume di candela, parlando del loro presente, ma anche del loro futuro, mentre in sottofondo la musica rendeva l’atmosfera ancora più romantica.

Poi la musica, da leggero brusio era divenuta più forte, invitando le varie persone presenti a concedersi un ballo. Alessio si era alzato, l’aveva raggiunta e prendendole delicatamente la mano, l’aveva portata al centro della sala.

Erano stati attimi stupendi, in cui Milena si era sentita così a suo agio, da sentirsi una vera donna e aveva abbandonato quella sua solita aria esuberante e a volte aggressiva, per trasformarsi in una splendida principessa delle fate. Forse, pensò Milena guardando Alessio concentrato nella guida, era stata sua madre che aveva gettato un incantesimo su quell’abito come se lei fosse una piccola Cenerentola innamorata.

Alessio si voltò per un attimo e i loro sguardi s’incrociarono:

“Lo sai? Stasera sembravi una ragazza normale!”

Milena lo fulminò con lo sguardo: “Che vuol dire ‘ragazza normale’?”

Alessio scoppiò a ridere “Ecco sei tornata in te!”

Milena incrociò le braccia, indignata “Se non fossi alla guida te lo farei vedere io chi è anormale qui!”

“Allora quando sono con te dovrei sempre stare alla guida?” chiese in tono ironico.

Milena era troppo felice e decise di lasciar correre “Dove stiamo andando? Avevi detto che mi riaccompagnavi a casa, ma questa non è la strada giusta!”

“Allora l’hai notato! Sì, voglio portarti in un posto, prima di riaccompagnarti a casa!” dichiarò e si concentrò nuovamente sulla guida.

Un pesante silenzio calò sul gruppo. Inuyasha non ebbe il coraggio di guardare gli altri e rimase a capo chino.

“Ti sembra bello quello che hai detto?” chiese Kaede con estrema tranquillità.

L’hanyou non rispose. No, la vecchia aveva ragione, era stato ingiusto con Kagome, l’aveva trattata in modo orribile. Ma perché le aveva detto cose che in realtà non pensava minimamente? Perché non riusciva ad essere mai gentile con lei? Perché si ritrovava quel dannato caratteraccio?

“Inuyasha…” la vecchia Kaede tentò di parlare con l’hanyou ma questi saltò su innervosito.

“Ma insomma vecchiaccia piantala di scocciarmi! Ho soltanto detto quello che pensavo, nulla di più!”

“Inuyasha dovresti imparare a controllarti e ad essere più gentile con gli altri. Si possono dire le stesse cose anche usando termini diversi e non aggredendo in questo modo la gente (Mrs. Fusaro & D’Arpa docent!)!” intervenne Miroku “Soprattutto quando non lo si pensa realmente!”

Inuyasha lo guardò male “E tu di che ti impicci? Volete farvi i fattacci vostri? Mi volte lasciare in pace?” urlò verso il bonzo, ma più che altro verso se stesso, verso l’odio che provava per come aveva trattato Kagome.

“E’ inutile che ti arrabbi con me! Perché invece non vai a chiederle scusa prima che se ne vada? Perché se attraversa quel pozzo tu non la rivedrai più… lo sai vero?”

Certo che lo sapeva, e bene anche, ma non voleva dargli la soddisfazione di vederlo correre da lei.

“Per me può fare quello che vuole!” esclamò allontanandosi dalla parte opposta rispetto a quella presa da Kagome.

Kagome fra le lacrime vide davanti a sé il pozzo che la divideva dal suo mondo. Esausta per la lunga corsa cadde ginocchioni, mentre le lacrime continuavano a scorrerle lungo le guance.

Guardò il pozzo davanti a sé e si sfilò la shikon dal collo. Guardò con odio la sferetta fra le sue mani e notò la piccola parte concava, che indicava la mancanza dell’ultimo frammento, quello per cui lei e Inuyasha avevano litigato.

"In fondo me la sono cavata benissimo DA SOLO in un’altra dimensione, figurati QUI’!" le aveva rinfacciato Inuyasha.

Già, esattamente un anno prima, lei e Inuyasha si erano ritrovati in un’altra dimensione e, ironia della sorte, la sfera dopo un anno si trovava nelle stesse condizioni, così come il suo rapporto con il mezzo demone. Ma perché era sempre così scontroso con lei? Perché la trattava sempre così male? Eppure aveva creduto che gli importasse qualcosa della sua vita, quando l’aveva aiutata ad uscire dallo specchio. O forse l’aveva fatto solo perché lo aiutasse a trovare l’ultimo pezzo della sfera? No, non poteva farsi trattare in quel modo, non era giusto. Davanti a lei c’era la via di casa, il modo per dimenticare tutto, per tornare ad una vita normale, quella che aveva lasciato per ben due anni. Cosa la tratteneva ancora lì?

“Questa” pensò guardando la sfera “e tutto quello che rappresenta… Ma perché? Perché sono proprio io la reincarnazione di kikyo, perché proprio io dovevo attraversare quel maledetto pozzo, perché proprio io ho conosciuto Inuyasha? Perché non mi tratta come tutte le altre ragazze? Mi piacerebbe tanto essere una ragazza diversa, migliore… Vorrei tanto essere un’altra…” e chinò il capo, stringendosi in se stessa.

All’improvviso una strana luce pallida l’avvolse e lei si ritrovò a volteggiare nell’aria come una farfalla.

“Ma cosa sta succedendo?”

Inuyasha si posò su uno dei rami più alti e incrociò le braccia pensieroso. Che cosa doveva fare? Andare da Kagome e chiederle scusa? Sentiva ancora il suo odore, quindi non aveva ancora attraversato il pozzo e avrebbe potuto ancora fermarla. Ma avrebbe davvero trovato il coraggio di farlo? Sarebbe veramente riuscito a chiederle scusa conoscendo il suo carattere? Ma perché si comportava in questo modo? Non aveva mai trattato Kikyo in quel modo, o almeno, soltanto all’inizio, quando aveva avuto timore che avesse voluto sigillarlo. Possibile che si comportasse n questo modo con lei, soltanto perché era la reincarnazione della defunta Kikyo? No, e lui lo sapeva. All’inizio avrebbe potuto anche essere quello il motivo, ma poi lui stesso si era reso conto che Kagome era troppo diversa da Kikyo. E allora perché diavolo continuava a trattarla in quel modo? Perché le faceva credere di considerarla una semplice cerca sfere? Avrebbe davvero voluto che lei se ne fosse andata? Certo che no, ma allora perché…? Si sentiva un verme come mai prima di allora e i sensi di colpa gli chiudevano lo stomaco.

“Baka!” esclamò a se stesso e iniziò a saltare da un ramo all’altro in direzione del pozzo.

“Sono uno stupido, stupido, stupido! E se non arrivo in tempo, cosa…?”

Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla figura di Kagome, china di fronte al pozzo. Sospirò di sollievo.

“Ka…” cercò di chiamarla, ma le parole gli morirono in gola, mentre vide una luce apparsa all’improvviso avvolgere la ragazza.

“KAGOME!” urlò allora correndo nella sua direzione.

Milena appoggiò la testa sulla spalla di Alessio e sorrise, mentre passeggiavano su quel tratto di campagna che l’anno prima li aveva visti protagonisti di un’avventura emozionante quanto pericolosa.

“Sono contenta che tu mi abbia portata qui!” esclamò lei con le lacrime agli occhi.

Alessio sorrise e la strinse ancora di più a sé “Sono contento che ne sia contenta. Sai, avevo pensato che sarebbe stato bello tornare nel luogo in cui tutto è iniziato.”

“E che luogo!” esclamò lei annuendo e ritornando con la memoria a quel fatidico giorno: l’arrivo di Luana, disperata per la perdita del ciondolo, l’interrogatorio ad Alessio, la gita al luna park, il tunnel degli innamorati, quel bagno fuori programma, l’invito di Alessio a casa sua, l’inquietante scoperta, la battaglia contro Naraku, la vittoria…

“Sai, mi piacerebbe tanto rivedere Kagome e Inuyasha! Chissà cosa staranno facendo in questo momento?”

“Forse saranno abbracciando come noi e staranno ricordando l’avventura che abbiamo vissuto insieme!”

“Chissà? Chissà se mai ci rivedremo!” esclamò quasi soprappensiero.

All’improvviso una strana luce pallida li avvolse e i due ragazzi si ritrovarono a volteggiare nell’aria come farfalle.

“Alessio… ma cosa sta succedendo?”

CONTINUA....

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Capitolo 2
*** Scambio di identità ***


Nuova pagina 1

 

II

SCAMBIO D’IDENTITA’

Kagome!” urlò il mezzo demone correndo verso la ragazza.

La luce che aveva avvolto la ragazza, gli costrinse a chiudere gli occhi per non restarne accecato. Quella luce… perché gli era così familiare? Sembrava…

Kagome scomparve completamente dalla sua vista e lui, ormai quasi completamente accecato dal bagliore, non riusciva più a capire cosa stesse accadendo intorno a lui. Dopo qualche istante, finalmente la luce si affievolì e l’hanyou potè finalmente vedere Kagome semisvenuta.

Kagome!” esclamò correndo verso la ragazza inginocchiandosi davanti a lei. “Kagome, va tutto bene?”

 

 

Milena alzò lo sguardo e vide un ragazzo che conosceva bene osservarla preoccupato.

Inuyasha!” esclamò felice di rivederlo dopo tanto tempo.

Kagome stai bene?” chiese lui.

Milena si chiese se non si sentisse bene. “Inuyasha ma che dici? Io sono…”

Inuyasha!” urlò una voce dietro di lei.

Milena non potè credere alle sue orecchie. La voce che aveva urlato…. Le era così familiare…. Troppo…

Si voltò terrorizzata. Davanti a lei c’era una ragazza che le somigliava come una goccia d’acqua, con il suo stesso abito, lo stesso ciondolo al collo, che abbracciava il suo ragazzo, una ragazza che… era lei, maledizione, era lei!

 

 

Kagome fissò la ragazza di fronte a lei e si sentì improvvisamente trasportata nel suo mondo, davanti a uno specchio. Ma come era possibile?

“Milena va tutto bene?” sentì una voce accanto a se chiedere. Si voltò e con suo grande stupore si rese conto che il ragazzo stava chiamando proprio lei.

“Alessio!” esclamò e solo allora si accorse che lui la stava abbracciando.

“Milena, come ti senti?”

“Io non sono Milena, io sono…”e si voltò per incrociare il suo sguardo.

Milena ricambiò lo sguardo e in quel momento si resero conto della realtà.

“Milena!”

Kagome!”

 

 

La vecchia Kaede guardò i quattro con sospetto.

“Fatemi capire bene…. Lei sarebbe Kagome…” chiese indicando Milena “E lei invece sarebbe la ragazza che aiutò Inuyasha quando fu inghiottito dal kazana di Miroku…”, e questa volta indicò Kagome.

Le due ragazze annuirono.

Alessio girava lo sguardo ora verso una ora verso l’altra. “Ma è proprio vero?!”

“CERTO CHE E’ VERO! PERCHE’ DIAVOLO DOVREMMO PRENDERVI IN GIRO?” esclamò inviperita quella che, almeno apparentemente sembrava essere Kagome.

Alessio ingoiò con fatica: sì, non c’erano dubbi, quella era proprio la sua Milena.

Kaede sama come è potuta accadere una cosa del genere?” chiese Sango.

La sacerdotessa scosse la testa. “Non lo so…. Non saprei proprio cosa dirvi!”

Milena sembrò pensierosa “Mentre ci trovavamo nel campo, siamo stati avvolti da una luce abbagliante.

Kagome annuì “Anche a me è capitata la stessa cosa: sono stata avvolta da una luce fortissima che sembrava quella…”

“… quella che ci ha riportato nella Sengoku Jidai!” concluse per lei Inuyasha..

“Allora questo significa che…!” Milena istintivamente guardò la sfera appesa al suo collo “E’ stata lei a portarci qui e a trasferirci nel corpo dell’altra! Ma perché?”

“La sfera non agisce mai da sola, ma legge nel cuore di chi la possiede. Rispose Miroku.

 “La sfera legge nel cuore di chi la possiede…” ripeté Kagome, quasi a se stessa “E se…?”

La ragazza lentamente, senza quasi rendersene conto si staccò dal gruppo e si allontanò verso il ruscello.

Milena la vide allontanarsi e si chiese cosa fosse accaduto perché lei fosse così triste. Non le era servito molto tempo per comprendere che la causa era Inuyasha: da quando era arrivata nella Sengoku jidai, i due giovani non si erano rivolti la parola, anzi, sembrava quasi che Kagome lo evitasse accuratamente.

Kagome camminava lentamente verso la sponda del fiume che attraversava il villaggio, ma Milena, nonostante fosse molto preoccupata per la giapponese, non potè fare a meno di guardarsi intorno incuriosita: era in quelle anguste case che vivevano gli abitanti di quell’epoca, quelli i campi in cui lavoravano da mattina a sera per sfamarsi. Il cinguettio degli uccelli rendeva l’aria allegra e serena. Era quasi impossibile, si disse Milena, che quel villaggio sarebbe diventato uno dei quartieri della caotica Tokyo.

“E’ colpa mia” disse d’un tratto Kagome voltandosi improvvisamente verso di lei.

Milena la guardò incuriosita “Cosa?”

Kagome abbassò lo sguardo e due lacrime spuntarono dai suoi occhi “E’ colpa mia se ti trovi in questa situazione.

Perché?” chiese.

“Ecco io…” con le lacrime che, copiose, scendevano lungo le sue guance, Kagome iniziò a raccontarle del litigio che avevano avuto lei e Inuyasha e del suo sfogo quando, raggiunto il pozzo, aveva deciso di lasciarsi alle spalle quell’avventura e tornare alla sua vita.

“Capisci?” concluse allora “Se io non avessi desiderato essere un’altra, se non avessi pensato a te in quel momento, tu…”

Milena le sorrise e le prese dolcemente le mani della ragazza fra le sue “Non sentirti in colpa, Kagome! Senza contare che anche io avevo tanta voglia di rivederti. La sfera avrà semplicemente unito i nostri desideri!”

“Si, ma…. Non sarei nel tuo corpo se io….

Milena la zittì con un sorriso “Non dire sciocchezze Kagome! Da quando vi ho conosciuto, ho imparato che nulla avviene per caso, che se la sfera ha agito in questo modo, era scritto nel suo destino…. Nel nostro destino! La sfera si è ridotta nuovamente in pezzi appena siete ritornati nella Sengoku jidai, dunque era destino che oggi io sarei arrivata in questa dimensione!  E poi, come l’altra volta ha aiutato me e Alessio ad esprimere i nostri sentimenti, così, chissà?, forse questa volta vuole aiutare te e Inuyasha a chiarire i vostri!”

Kagome si voltò “Inuyasha mi considera soltanto una cerca sfera.

“Lo credi davvero? Beh, questo è il modo giusto per vedere se hai ragione oppure no! Anche se non riesco a capire come io possa aiutarti!”

“Come? Tu sei sempre così allegra e sai essere dolce e comprensiva!”

Milena scoppiò a ridere “Io dolce? Chiedi ad Alessio se sono davvero la ragazza che descrivi! Per conquistare la persona che ami, devi essere solo te stessa e non fingere mai. Una persona ti ama per quello che sei, per il tuo modo di essere, di pensare, di porti e non per il tuo aspetto esteriore! Tu sei speciale così come sei e Inuyasha sarebbe proprio uno stupido a non volerti bene per questo!”

Kagome sorrise e Milena ricambiò ”Coraggio” disse allora “sarebbe meglio che mi cambi. Non vorrai certo che ti rovini questo splendido abito!”

Milena annuì e stava già precedendo l’amica verso l’abitazione della vecchia Kaede, quando si voltò di scatto nella sua direzione “Ah, stavo quasi per dimenticarmene!” fece la ragazza “Questo è tuo!” esclamò togliendosi dal collo la shikon no tama e porgendola all’amica.

Kagome la prese titubante poi sorrise “E questa invece è tua!” ribatté restituendo alla ragazza il prezioso regalo.

 

 

Due occhi guardinghi osservarono le due ragazze allontanarsi. Lentamente l’essere si allontanò dal luogo cercando di non attirare l’attenzione delle due giovani. Quando fu ad una certa distanza, corse nella boscaglia alla ricerca del suo padrone.

“Molto, ma molto interessante….” Continuava a borbottare mentre uno strano ghigno si dipingeva sul suo volto.

 

 

Il demone annusò l’aria e sorrise biecamente.

Ma guarda guarda che sorpresa!”

 

 

Due occhi color nocciola guardarono il cielo e si velarono di una strana malinconia mista a dolcezza.

“Possibile che sia davvero qui? E se….?” si chiese.

I suoi occhi guardarono lontano, ricordando quei tempi in cui anche lei era felice… con lui…

Inuyasha….”

 

 

CONTINUA…

 

 

Ok, lo ammetto, qu3sto capitolo non è esattamente quello che si può definire di una lunghezza esagerata. Spero comunque che vi sia piaciuto e, mi raccomando: commenti e critiche sono sempre ben accetti! ^_^

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Capitolo 3
*** Lezioni di autodifesa ***


III

LEZIONI DI AUTODIFESA

Milena guardò la ragazza che si stava cambiando, pensierosa. Era davvero buffo vedere il proprio corpo di fronte a lei. Ma era davvero possibile che il desiderio di rivedere Kagome e Inuyasha avesse potuto in qualche modo influire sul desiderio della ragazza? Solo la sfera era in grado di esaudire il desiderio di Kagome, ma come poteva essere tanto sicura che lei avrebbe voluto rivederla? Come era stato possibile che la shikon avesse superato il confine spazio- temporale, per giunta non ancora completamente intera?

Fu la voce della vecchia Kaede a destarla dai suoi pensieri.

“Siete pronte?” chiese entrando nella stanza.

Milena si alzò in segno di rispetto, mentre Kagome continuava a vestirsi con calma. Milena la guardò, ma non disse nulla.

“Si” rispose e guardando la donna negli occhi, comprese che avrebbe dovuto uscire e lasciare sole le due giapponesi. “Vado a vedere cosa sta facendo Alessio” fece allora “Dove posso trovarlo?”

“E’ sul retro con Miroku e Sango.”

“E Inuyasha?”

Kaede gettò uno sguardo su Kagome, ancora intenta a vestirsi e alzò le spalle. “Beh… prima l’ho visto allontanarsi verso il fiume, ma non so dove sia andato. Anche se lo conosco da più di cinquanta anni, non lo capirò mai!”

Milena annuì e uscì. Come le aveva detto la sacerdotessa, trovò Alessio e gli altri sul retro della casa, intenti in una conversazione che sembrava molto interessante.

Il ragazzo la vide e la chiamò.

Milena la raggiunse e sorrise abbracciando il suo ragazzo “Mi intrometto in una discussione in cui non posso entrare?” chiese sorridendo.

Sango le sorrise amichevolmente “Alessio ci stava raccontando perché ha deciso di imparare la nostra lingua."

Milena rise “L’avventura lo aveva scosso così profondamente, che credetti non avrebbe mai più voluto sentire parlare di giapponese e invece un giorno si presentò con un libro di grammatica giapponese e mi disse ‘Nonostante quello che ho passato è grazie a Inuyasha e Kagome che noi due stiamo insieme e ho intenzione di parlare nella loro lingua la prossima volta che li vedremo!’”

Miroku e Sango scoppiarono a ridere “Davvero?!”

Alessio era imbarazzatissimo. “Dai Milena….Perché vai a dire certe cose?”

Milena si chinò a baciarlo sulla guancia. “Scusa, cosa c’è da vergognarsi? Sei stato così bravo da imparare il giapponese meglio e più velocemente di me!”

Alessio arrossì più per il gesto di Milena che per le parole in sé: nonostante il suo carattere mascolino e sicuro di sé, non amava dimostrare il suo affetto pubblicamente, ma preferiva farlo quando erano soli, senza nessuno che commentasse o li prendesse in giro. Era questo, in fondo, che lui amava più in Milena: quel suo senso del pudore, che ormai le ragazze avevano perso.

Sango scoppiò a ridere “Ora capisco perché Inuyasha e Kagome erano così contenti di essere stati nel vostro mondo! Sembrate così uniti e innamorati!”

Alessio scosse la testa con forza “Si vede che non la conosci bene! Inuyasha la chiama ‘la Kagome dell’altra dimensione’. Il suo urlo è così forte da sentirsi a miglia di distanza e se qualcuno prova a contraddirla….! Chiedete a Inuyasha! Lo trattava come un cagnolino e lui era costretto a fare tutto ciò che lei ordinava! Ne ha passate di tutti i colori quel poveretto!”

Milena arrossì e saltò su piccata “Non è vero! Cioè è vero però… ti sembrano cose da dirsi?” ormai Milena sentiva di essere viola per la vergogna e assunse un’espressione imbronciata “Uffa! Sei il solito antipatico!” esclamò allontanandosi in direzione del bosco, mentre gli altri tre continuavano a ridere alle sue spalle.

 

 

Milena assaporò lentamente il profumo di quella natura incontaminata, chiedendosi per quanto tempo l’avrebbe goduto, dato che prima o poi avrebbe dovuto ritornare nel suo mondo.

Si guardò intorno, mentre la sua mente, libera da ogni altra preoccupazione,  cercava di dare una risposta alle mille domande che si poneva, senza tuttavia riuscirci.

Era talmente persa nei suoi pensieri che non si accorse della figura che si stava avvicinando alle sue spalle, finché non sentì una mano posarsi sulla sua spalla. La ragazza si girò balzando indietro e ponendosi in atteggiamento di difesa, ma quando vide il volto del ragazzo che gli stava di fronte, si calmò immediatamente.

“Inu chan!”

Inuyasha la guardò e stranamente sorrise: come era strano veder davanti a sé Kagome, ben sapendo di star parlando con un’altra ragazza! Eppure non riusciva ancora a crederci, era più forte di lui: vederla prima, lì, accanto ad Alessio, felice e affettuosa, il suo cuore aveva iniziato a battere velocemente e lo aveva assalito il desiderio di correre da lei e picchiare il ragazzo che la trattava con tanta familiarità. Era stato solo il ricordo di poche ore prima a trattenerlo e ad evitare una figuraccia davanti ai due ragazzi e ai suoi compagni di viaggio. Possibile che per una donna si fosse di nuovo ridotto in quello stato? Possibile che fosse innamorato di Kagome? Sì, certo lei gli piaceva, ma amarla era diverso… completamente diverso…

“Hai migliorato i tuoi riflessi non c’è che dire!” commentò infine.

Milena arrossì “Ho deciso di prendere lezioni di autodifesa, sai, dopo l’avventura che ci è capitata…. Però tu sei troppo in gamba per me! Ti sei avvicinato senza che io ti abbia minimamente sentito!”

“Hmmm non credo proprio… ricorda che nel tuo mondo non esistono hanyou e youkai! Hai buoni riflessi e sarebbero anche migliori se non ti perdessi sempre nei tuoi pensieri!”

Milena ebbe uno strano guizzo negli occhi, cosa che preoccupò non poco Inuyasha.

“Che c’è?” chiese guardingo.

“Nulla stavo pensando… perché non mi dai lezioni tu?”

Inuyasha sperò di aver capito male. “Le… lezioni?!”

Milena annuì sorridendo “Sì! Mi insegni a combattere! Allora, che ne dici?”

Inuyasha sembrò riluttante all’idea. “Non so… io non ho mai insegnato a nessuno a combattere… tra l’altro a una donna…!”

“Beh?! E allora? Cosa ci sarebbe di strano?!” chiese guardandolo molto male.

Inuyasha si fece piccolo piccolo “Io? Oh niente… niente Kagome…!”

Il mezzo demone arrossì "Cioè… scusa Milena…” tentò di scusarsi: era difficile parlare con una persona e in realtà avere davanti un’altra e mai come in quel momento se ne rese conto.

Milena sorrise e gli pose una mano sulla spalla “A quanto vedo non sei cambiato per niente!”

“Che vuoi dire?”

“Non sai esprimere i tuoi sentimenti e anzi maltratti le persone che ti vogliono bene.”

Inuyasha abbassò il capo punto sul vivo “Kagome ti ha raccontato tutto, vero?”

Milena incrociò le braccia al petto. “Beh, che ti aspettavi? Kagome stava malissimo è normale che abbia voluto sfogarsi con me! Dovresti andare da lei e chiederle scusa!”

Improvvisamente la sua aria rammaricata scomparve per lasciare il posto a una smorfia di indifferenza. “Tse! Non posso fare una cosa del genere! Sarebbe…”

“… sarebbe un modo per farle capire che le vuoi bene e che tieni a lei!” lo sfidò lei incrociando il suo sguardo.

Il ragazzo sostenne lo sguardo, ma senza sapersi spiegare il perché, improvvisamente sorrise.

“Allora, vuoi ancora che ti insegna a combattere?”

 

 

“Fammi vedere cosa sai fare!”

Milena annuì e si pose in posizione di attacco, la gamba destra un po’ più in avanti dell’altra, il braccio destro piegato verso il petto, quello sinistro più aperto. Fissò gli occhi color ambra del ragazzo e notò che era perfettamente calmo.

Rimasero fermi a fissarsi a lungo, aspettando che l’altro facesse la prima mossa. L’attesa durò qualche istante, poi Inuyasha scattò verso la ragazza, ma questa fu pronta a spostarsi sul fianco destro. Inuyasha comprese il movimento e lo anticipò con una ginocchiata, ma lei con uno scatto di reni si portò più indietro. Milena lo guardò attentamente, pronta al contrattacco; provò a tirargli un destro, ma lui lo bloccò con una mano. La ragazza non aspettava altro: roteò intorno al corpo dell’hanyou e gli bloccò il braccio dietro la schiena. Il mezzo demone tentò una testata all’indietro, ma lei si abbassò per evitarlo e mise la sua gamba fra quelle divaricate del ragazzo, per evitare che questi compisse qualche movimento. (NdN: ringrazio per questa scena Sara e Giuseppe e le loro 'lezioni di arti marziali' durante l'intervallo!)

“Beh, come sono andata?” chiese lasciando la presa e allontanandosi, per evitare che lui la cogliesse di sorpresa.

Inuyasha si voltò. “Accidenti a te, sei diventata proprio in gamba, non c’è paragone con la ragazza che ho conosciuto un anno fa! Non credo proprio che potrei insegnarti qualche altra mossa, ma in compenso posso aiutarti in qualcos’altro…”

“Cioè?”

“Ho notato che hai buoni riflessi, ma solo mentre combatti, perché sei concentrata. Invece quando non c’è pericolo, ti distrai facilmente ed è facile prenderti di sorpresa. Ed è proprio su questo punto che potrei aiutarti.”

“Cosa dovrei fare?”

Inuyasha sogghignò. “Resta ferma qui!” le ordinò e scomparve nella foresta.

Milena si guardò intorno prevedendo che il mezzo demone avrebbe cercato di colpirla nel momento in cui si fosse distratta.

“No, non così!” esclamò la voce di Inuyasha a qualche parte “non startene così ferma, altrimenti mi scoprirai subito! Fa qualcosa, occupa la mente! Il pericolo è in agguato e cerca sempre di colpirti quando non te lo aspetti!”

“Ma cosa dovrei fare?”

“Chessò…! Cerca di trovare una lepre, ce ne sono molte qui!”

Milena annuì e iniziò a girovagare per il bosco, all’inizio facendo ben attenzione ad ogni minimo rumore, poi lasciandosi conquistare dal luogo e dimenticandosi di Inuyasha.

D’improvviso qualcosa colpì la sua attenzione: una donna, dai capelli corvini legati da un nastro bianco e con un kimono rosso e bianco, molto simile a quello indossato da Kaede sama, stava camminando nel bosco, una decina di metri davanti a lei.

Milena rimase incantata, chiedendosi se avesse veramente visto la persona che credeva di aver visto (Il gioco di parole vuol rendere l’idea della confusione mentale della ragazza!) o se si fosse trattata di una semplice allucinazione.

Era talmente concentrata su quella visione che non si accorse della figura di Inuyasha che si trovava ormai alle sue spalle.

L’hanyou guardò la ragazza davanti a lui incuriosito. Possibile che non si fosse accorta di lui ancora una volta? Come aveva fatto pochi minuti prima, le pose una mano sulla spalla, ma questa volta Milena non si mosse, come se non si fosse minimamente accorta di lui.

Preoccupato Inuyasha le si parò davanti e iniziò a scuoterle la mano davanti agli occhi, ma Milena sembrava non trovarsi in quel mondo.

“Milena!” la chiamò allora scuotendola con forza “Milena, ci sei?!”

Milena non sembrò accorgersi di lui, tuttavia: "L’ho vista…!” fece.

Inuyasha la fissò interrogativo. “Visto chi?”

Questa volta Milena lo guardò dritto negli occhi.

“Kikyo…..”

 

 

La vecchia Kaede guardò la porta chiudersi dietro Milena, poi tornò a fissare la sua attenzione alla ragazza che aveva di fronte, ma Kagome continuava a vestirsi come se non l’avesse vista. La donna la guardò, ma non disse nulla e aspettò che terminasse di cambiarsi, poi incrociò le braccia.

Kagome si voltò a guardarla: sapeva cosa la vecchia sacerdotessa volesse dirle, ma non aveva voglia di parlarne… non ancora una volta… non con lei almeno.

“So che non vuoi parlarne… sicuramente avrai raccontato già ogni cosa a quella ragazza e non voglio chiederti nulla… voglio solo dirti che sono più che sicura che sia stato un bene che quei due giovani siano venuti nel nostro mondo proprio ora… è segno che la sfera non vuole che tu te ne vada… il tuo destino deve ancora compiersi!"

"E perché dovrei soffrire per un destino che non voglio?"

"Non sei tu a cercare il tuo destino, ma è lui che ti trova. Senza contare che tu sei la reincarnazione…"

"Basta, basta, basta!" Kagome scosse il capo, coprendosi le orecchie con le mani "Io non voglio essere la reincarnazione di nessuno!  Non voglio essere considerata SOLO una reincarnazione! Io sono Kagome, semplicemente Kagome! Sono una studentessa di diciassette anni che non ha chiesto di trovarsi qui, che è capitata per caso in questa assurda epoca, che vuole tornare a casa, ad una vita normale, nel suo mondo, circondata da amici e non da persone che mi considerano una cerca sfera, per di più inutile!"

"Kagome sai bene che noi non ti consideriamo in questo modo! Che LUI non ti considera in questo modo!"

"Hai visto anche tu come mi ha trattato l'ultima volta, no?"

"Ma quante volte litigate e poi fate la pace? E' una cosa normale fra di voi!"

"Questa volta è diverso, io… voglio tornare a casa mia… voglio…."

La ragazza non riuscì a terminare la frase che scoppiò in un pianto irrefrenabile. La vecchia Kaede si avvicinò e l'abbracciò protettiva, lasciando che con quelle lacrime sfogasse tutto il suo dolore e la sua frustrazione.

"Kagome…." La sacerdotessa allontanò la ragazza da sé e strinse forte le sue mani. "Aspetta la fine di questa storia, esaudisci il desiderio della sfera… poi, se ancora lo vorrai, abbandona tutto e torna pure alla tua vita. Me lo prometti?"

Kagome annuì e sorrise. "Te lo…."

Le parole le morirono in gola e impallidì di colpo.

"Kagome! Che hai?" le chiese la vecchia preoccupata.

"Il frammento… il frammento è qui…..!"

 

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Capitolo 4
*** Un amore impossibile ***


IV

UN AMORE IMPOSSIBILE

Inuyasha balzò su in ramo, poi su un altro, poi su un terzo. Ad un tratto si fermò e annusò l'aria.

Lo sentiva. Il suo odore, l'odore di Kikyo. Lontano, quasi indistinto, ma lo sentiva. Non poteva non riconoscerlo. Dopo cinquanta anni il suo odore era rimasto lo stesso. Era tanto tempo che non lo sentiva… erano trascorsi mesi dall'ultima volta che si erano visti… anche quella volta lei gli aveva detto di amarlo e che avrebbe voluto portarlo con se e restare con lui per sempre… poi era arrivata Kagome e Kikyo le aveva aizzato contro i suoi spiriti guida… e lui era corso a proteggerla.. Aveva visto gli occhi di Kikyo riempirsi di lacrime e di dolore, poi, veloce come il vento, era scomparsa, lasciando dietro di sé solo il suo profumo…. Il suo dolce profumo…

Era stata quella l'ultima volta che lui l'aveva vista, ma non poteva certo dire che le fosse mancata, eppure… eppure c'erano ancora dei momenti in cui aveva nostalgia della sua dolcezza, del suo dolce tocco… non poteva negare di provare ancora qualcosa per lei… in fondo era stata il suo primo amore… il suo primo grande amore…

"Inuyasha! Ti prego aspettami!" urlò dal basso la voce trafelata di Milena che tentava di stargli dietro, sebbene fosse difficilissimo, ma l'hanyou non l'ascoltò neanche, perso com'era nei suoi pensieri.

Milena si fermò cercando di recuperare un po' di energie.

"Maledetto Inuyasha! Se ti prendo…!"

"Milena!" sentì una voce chiamarla da lontano.

Si voltò e vide Kagome, Alessio, Miroku e Sango correre verso di lei.

"Ragazzi! Non potete neanche immaginare cosa…!"

"Inuyasha le è andato dietro, vero?" la interruppe Kagome.

"Si, ma non riesco a stargli dietro… è troppo veloce per me!"

"Non importa! Tanto so dove sta andando! Seguimi!"

Kagome riprese a correre, seguita a breve dagli altri. Possibile che fosse veramente lei a possedere il frammento della shikon no tama? Eppure quella sensazione non poteva appartenere ad altri…era soltanto quella sfera a trasmetterle quello stato di inquietudine e di ansia, ma che allo stesso tempo la faceva sentire bene… come se quella sfera fosse parte di lei e volesse ritornare dalla sua padrona… una sensazione a cui non si era mai completamente abituata…

Voleva veramente dire addio a tutto quello che ormai era parte della sua vita da ben due anni? No, non era quello il momento di pensarci… la cosa che più contava in quel momento era trovare Inuyasha… nient'altro che questo!

 

 

Inuyasha sgranò gli occhi dallo stupore e il suo cuore iniziò a battere all'impazzata. Si, Milena non si era sbagliata, era proprio lei, la sua Kikyo… era ferma davanti a un ciliegio, le mani appoggiate al tronco e gli voltava le spalle.

Inuyasha si fermò ansimante, ma la ragazza non si voltò. Rimasero lì alcuni minuti, il loro silenzio rotto solo dal cinguettio degli uccellini e dal dolce vento primaverile.

All'improvviso la ragazza si voltò e il mezzo youkai non potè fare a meno di indietreggiare spaventato. Come faceva a….?

"Ce l'ho io, non vedi?"

"Kikyo… ma come puoi… perché…?"

La sacerdotessa gli si avvicinò. Il suo sguardo era dolce, tanto che Inuyasha ne rimase colpito.

"Avrei dovuto andarmene, portare questo frammento con me, perché tu mi cercassi e capissi che ero io la custode dell'ultimo pezzo della sfera, che mi raggiungessi, che desiderassi venire con me e vivere felici, per sempre… come cinquanta anni fa…."

"Kikyo… oramai non c'è più tempo per noi e tu lo sai bene. Restituiscimi quel frammento, ti prego…."

"Vuoi il frammento per quella femmina, vero? Per diventare un essere umano per lei…!"

"Kikyo. Ti prego…!"

Kikyo si avvicinò. I suoi occhi esprimevano tutto l'amore che continuamente gli mostrava, ma che lui ormai sentiva di non poter più corrispondere.

Inuyasha indietreggiò.

"Perchè ti allontani? Io ho in mano il frammento che ti serve e tu ti allontani?" chiese avvicinandosi ancora.

"Cosa.. cosa vuoi da me?"

"Voglio solo che tu resti con me!"

"Kikyo, io non posso…io…."

Kikyo si avvicinò ancora di più. Ormai la ragazza gli era di fronte e lui si perse nei suoi occhi color cioccolata, così dolci, comprensivi… si lasciò inebriare dal suo profumo, dalla sua voce così delicata…

Kikyo era ormai a pochi centimetri dal suo viso. Chiuse gli occhi e delicatamente baciò il mezzo demone sulle labbra.

Inuyasha restò immobile, non sapendo cosa fare, sempre più preso dalla dolcezza di quella ragazza, dal suo gentile tocco, dal calore delle sue labbra sulle sue…

La sacerdotessa continuava a baciarlo e delicatamente iniziò ad accarezzargli il volto e i capelli d'argento, mentre i suoi baci si facevano sempre più passionali.

Inuyasha chiuse gli occhi e si lasciò completamente andare e, senza rendersene conto, iniziò anche lui ad accarezzare la ragazza….

 

 

Kikyo continuò ad accarezzare il giovane hanyou, mentre il suo cuore batteva ormai all'impazzata dalla gioia. Avere Inuyasha… il sogno più grande si stava avverando… Un varco di luce si aprì sotto i suoi piedi, pronto a inghiottire i due amanti, ma Kikyo lo richiuse con un semplice cenno della mano… non era ancora tempo… voleva vivere completamente quel momento… prima di avverare il suo sogno… il suo ultimo sogno…

"Inuyasha… resta con me… per sempre…"

 

 

Un pezzo della shikon no tama rotolò sull'erba e si posò vicino ai piedi di Inuyasha. Il mezzo demone si allontanò un attimo dalla ragazza, il necessario per scostare un ciuffo ribelle dal volto della sua amata e istintivamente spostò un piede più indietro. Il tallone nudo del demone toccò il frammento che rotolò via, lontano nel bosco….

 

 

 "INUYASHA!" urlò Kagome, ormai stremata dalla lunga corsa, il cuore in tumulto. Avrebbe tanto voluto fermarsi, le sue gambe la imploravano, ma lei non poteva… doveva trovarlo al più presto, aveva un brutto presentimento… doveva sbrigarsi… il frammento ormai era vicino… molto vicino….

 

 

Kagome non avrebbe mai creduto (né voluto) di potersi trovare di fronte alla scena che invece vide. Inuyasha e Kikyo, l'uno sull'altra quasi completamente nudi, che….

Kagome indietreggiò, incerta se credere se tutto quello a cui stava assistendo fosse realtà o solo un gioco della sua fantasia.

Milena, Alessio, Sango e Miroku giunsero pochi minuti dopo e si bloccarono allibiti. Sango fu subito accanto all'amica. "Kagome…" cercò di parlarle, ma la ragazza non disse nulla, si limitò a scuotere la testa fra le lacrime. Non riuscì a resistere oltre a quella visione: si voltò e senza che gli altri potessero fermarla in alcun modo, iniziò a correre verso la foresta.

 

 

Inuyasha aprì gli occhi e stranamente si ritrovò avvolto da una strana luce dorata. Dov'era? Cosa stava succedendo? Sentiva nel cuore una strana sensazione di calore e amore, come mai gli era capitato prima di allora. Si sentiva cullato da un sonno senza sogni, un fiume che dolcemente lo trasportava…. Il lontano cinguettio degli uccelli, lo scorrere tranquillo di un torrente… era un'atmosfera di pace che lo tranquillizzava… poi apparve un'ombra all'orizzonte… una fanciulla dai lungi capelli castani, il corpo perfetto,… sapeva di aver già visto quella ragazza, di conoscerla, ma non riusciva a focalizzarla perfettamente… eppure non gli importava di riconoscerla, non voleva sapere chi fosse quell'angelo sceso dal cielo… gli bastava quella sensazione di pace che gli infondeva… nulla di più… nulla di più….

 

 

Milena guardò i due amanti davanti a se e il suo cuore fremette di rabbia. Ma cosa stava facendo Inuyasha? Come poteva fare questo a Kagome dopo averle fatto chiaramente capire che per lui era solo una cerca sfere? Allora era vero quello che Kagome temeva? Ma come poteva essere vero? Dopo tutto quello che aveva passato per trovarla un anno prima, la sua disperazione nel saperla accanto, ma chissà dove, il dolore che aveva letto nei suoi occhi, come poteva ora starsene comodamente fra le braccia di Kikyo? Credeva di aver imparato a conoscerlo e invece….

Sebbene sapesse che non avesse nessun diritto di farlo, la tentazione fu troppo forte e lasciò che l'istinto la guidasse. Senza dare la minima retta alla voce di Alessio che la supplicava di fermarsi, Milena con passo tutt'altro che felpato si presentò davanti ai due amanti. (NdNaco chan: non chiedetemi dove abbia trovato il coraggio di scrivere una scena del genere... Non lo so neanche io!)

"INUYASHAAAAAAAAA!!!" urlò con tutta la forza che aveva.

Kikyo si voltò spaventata e Inuyasha sobbalzò: ma dov'era? Cos'era successo? Si guardò intorno senza capire. Solo quando incrociò lo sguardo fiammeggiante di Milena/Kagome, comprese di aver fatto qualcosa che non avrebbe mai dovuto fare. Ma cosa? Ricordava solo di aver visto Kikyo e di aver scoperto che era lei a possedere il frammento della shikon… poi le si era avvicinata e lui aveva indietreggiato spaventato dai suoi sentimenti per lei, per quello che lei ancora rappresentava per lui… e poi….

"INUYASHAAAAAAAAAAAA!!!!" urlò ancora la ragazza.

"Ma che vuoi?!" chiese alzandosi in piedi per fronteggiarla meglio.

Milena gli tirò un ceffone e "Abbi almeno la compiacenza di coprirti!" urlò dandogli le spalle rossa in viso.

"Coprirmi?! Ma che diavolo stai dicendo?" chiese il mezzo demone senza capire. Abbassò lo sguardo e solo in quell'istante si rese conto di non avere più abiti addosso. Si guardò intorno cercando di capire come fosse finito in quello stato e incrociò lo sguardo di Alessio e Miroku che lo guardavano fra il sorpreso e l'incredulo, mentre Sango gli voltava le spalle. Sempre più sconcertato si voltò dalla parte opposta e finalmente la vide… vide Kikyo che cercava in qualche modo di coprirsi con il suo kimono a capo chino. Solo in quel momento iniziò a capire.

"Kami sama!" esclamò e finalmente cercò di recuperare il più velocemente possibile i suoi abiti e di coprirsi alla meglio.

Dopo qualche minuto, quando ormai era completamente vestito e aveva quasi completamente ripreso il possesso delle sue facoltà mentali, guardò Kikyo, alla ricerca di spiegazioni.

"Kikyo, ma cosa….?"

Kikyo non disse nulla, ma scosse la testa e scappò nel bosco in lacrime.

"Kikyo ti prego, aspettami….!" Cercò di trattenerla lui, ma Milena si voltò di scatto e vedendolo finalmente vestito, gli si avventò contro come una belva inferocita, prima che potesse allontanarsi più di dieci centimetri da dove si trovava.

"Ma tu non eri quello che doveva insegnarmi a difendermi?! Mi hai fatto fare una corsa da pazzi per starti dietro e con chi ti vado a beccare? Con QUELLA LI'!"

"Ehi, ma si può sapere che te ne frega con chi sto io? Non ti ha detto nessuno di seguirmi! Potevi benissimo tornare dagli altri!"

Milena incrociò le braccia, indignata.

"Ed è proprio quello che avevo intenzione di fare, anzi lo stavo già facendo, quando ho incontrato Kagome e gli altri che venivano a cercarti!"

Inuyasha si fermò e solo in quel momento si accorse dell'assenza di Kagome. Guardò in direzione degli altri e si rese conto che effettivamente non era con loro.

"E' inutile che la cerchi… purtroppo per te, ti ha beccato in un momento MOLTO particolare! Sai non è piacevole vedere la persona a cui VUOI BENE con un'altra!"

"Tra me e Kikyo non c'è stato nulla!" cercò di difendersi, ma Milena lo incenerì con lo sguardo.

"Non vorrei entrare nel volgare, ma… GUARDATI MEGLIO e vediamo se 'non hai fatto PROPRIO nulla'!"

Inuyasha naturalmente non capì e questo non fece altro che aumentare la rabbia di Milena.

"Posso assicurati che né io né gli altri siamo ancora diventati ciechi! Assumiti le tue responsabilità Inuyasha!".

L'hanyou non seppe replicare, non poteva e non gli ci volle molto per capirlo. Ma possibile che non si fosse DI NUOVO accorto di quello che stava accadendo? Quando Kikyo aveva iniziato a baciarlo, aveva DI NUOVO provato quella strana sensazione di gioia, amore, tenerezza… Questo significava forse che era ancora innamorato di Kikyo… dopo tanto tempo? Ma allora… cosa provava per Kagome? L'amava solo perché era la reincarnazione di Kikyo? Era così… così egoista?

"Forse è proprio così…" bisbigliò allontanandosi verso la foresta, senza sapere dove andasse, basta che fosse lontano da lì.

"Inu…" cercò di chiamarlo Milena, ma questa volta Alessio riuscì a fermarla.

"Lascialo stare. Ora ha solo bisogno di capire quello che vuole veramente."

Milena annuì. Solo in quel momento si rese conto di aver esagerato e di aver fatto qualcosa che non aveva alcun diritto di fare.

 

 

Gli occhi dello youkai scintillarono di gioia. Finalmente era giunto il momento opportuno… il momento di agire….

Si voltò verso il demone verde che si trovava accanto a lui.

"Preparati… è ora!"

 

 

NdNacochan: Devo ammetterlo, questo capitolo è il mio preferito! ^_^  Non so esattamente come la mia mente fosse riuscita a partorire una simile cosa, ma ricordo che, quando lo scrissi, ero rimasta davvero colpita dall'episodio in cui Kikyo sta quasi per portare Inuyasha con sè e solo al voce di Kagome riesce a fermarla.. così ho voluto riproporre un momento simile, ma con un finale leggermente diverso! ^^

Spero davvero che vi sia piaciuto e mi raccomando.. commentate! ^_^

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Capitolo 5
*** La lunga notte ***


V

LA LUNGA NOTTE

Kagome correva ormai senza più energie, incurante delle ferite che i cespugli troppo fitti e le radici le procuravano, senza capire dove stesse andando, la vista completamente annebbiata dalle lacrime, quella scena impressa a fuoco nella sua mente. Scosse la testa cercando di allontanare quell'immagine dai suoi pensieri e non si accorse di una radice che intralciava la sua folle corsa e vi cadde sopra slogandosi una caviglia.

Kagome continuava a piangere incurante del sangue che usciva dalla ferita, molto meno profonda di quella che aveva nel cuore. Ma perché si stava comportando in questo modo? Cosa voleva da Inuyasha? In fondo sapeva che Inuyasha era ancora profondamente innamorato di Kikyo e che se qualche volta lui era gentile con lei, ciò accadeva perché gli ricordava Kikyo… perché lei era la sua reincarnazione, solo una reincarnazione….

I singhiozzi la scuotevano così forte che si accorse della presenza di qualcuno dietro di lei. Se ne rese conto solo quando vide un'ombra alle sue spalle.

Si voltò di scatto e i suoi occhi si allargarono per la sorpresa.
"Se… Sesshomaru!" 

Il demone non potè fare a meno di indietreggiare spaventato. Non perché si fosse stupito di trovarsi davanti un'altra ragazza, Jaken gli aveva raccontato cosa avesse scoperto spiando il suo fratellastro, ma…. quella ragazza, quella semplicissima umana non si era minimamente spaventata nel vederselo comparire davanti, ma era semplicemente… sorpresa!  Era questo il sentimento che il glaciale principe dei demoni riusciva ad infondere in quella ragazza? O forse… forse il dolore di aver visto la persona che amava fra le braccia di un'altra, era più forte della paura che lui le incuteva? Ma come era possibile tutto ciò? Significava forse che l'amore era davvero più forte di qualunque altro sentimento?

Gli occhi di quella ragazza, di quella misera umana esprimevano tanto dolore, tanta tristezza che Sesshomaru ne ebbe quasi compassione. Ma come poteva lui, il glaciale principe dei demoni, provare un sentimento tanto stupido, tanto… umano?

Kagome lo guardò, ma stranamente non provò né paura, né alcun sentimento di questo genere, sentiva solo… il nulla… rassegnazione, disinteresse per lui e per tutto quello che quel demone rappresentava.

"E' inutile che perdi tempo con me... Inuyasha è troppo impegnato con Kikyo per scomodarsi a venirmi a salvare."

Il demone, senza riuscire a capire perché lo facesse, si inginocchiò di fronte a lei e, cosa che non aveva mai fatto in vita sua, sorrise. Non un sorriso diabolico, di sfida o di odio, ma quasi di… affetto.

"Io invece credo che ti voglia bene… anche se non come vorresti tu… in fondo è sempre venuto a salvarti!" le disse dolcemente. Ma perché lo stava facendo? Perché era così dannatamente gentile con lei?

"Forse soltanto perché io gli servo a trovare tutti i frammenti della sfera. O forse solo perchè gli ricordo la sua amata sacerdotessa!"

"A me basta anche soltanto questo."

Kagome lo guardò. I suoi occhi sembravano quasi volerle infondere coraggio, chiedere di non lasciarsi andare… Ma era davvero il glaciale principe dei demoni il ragazzo che si trovava davanti a lei, oppure una sua imitazione? Non seppe mai spiegarsi il perché, ma a quella vista la ragazza sorrise.

Sesshomaru si perse nei suoi occhi nocciola, tanto colmi di dolore da non lasciar spazio alla paura e rispose al sorriso. Lentamente, mentre ancora sorrideva alla ragazza di fronte a lui, alzò il braccio verso l'alto e la colpì alla nuca. Kagome non emise un gemito, ma cadde fra le braccia del demone svenuta.

"Jaken, ho un messaggio per il mio caro fratellino…."

 

 

Inuyasha si appollaiò sul ramo più alto dell'albero su cui era stato sigillato cinquant'anni prima per riflettere.

In una sola giornata gli erano capitati tanti di quegli avvenimenti che la sua testa non riusciva ancora a collegarli razionalmente. Tutto era incominciato da una semplice riunione… una riunione su come trovare il frammento… però lui aveva voluto rovinare tutto, aveva stuzzicato Kagome, le aveva detto cose orribili e lei naturalmente era corsa via piangendo… non l'avrebbe più rivista se non fossero arrivati Milena e Alessio e le due ragazze non fossero finite l'una nel corpo dell'altro, cosa a cui non riusciva ancora a crederci… Poi gli avvenimenti avevano assunto un ritmo incalzante: l'incontro con Milena, la notizia che Kikyo era nei paraggi, lo scoprire che era lei a possedere il frammento, il suo bacio.. e poi? Perché no ricordava nulla? Eppure QUALCOSA era accaduto, Milena aveva ragione… SENTIVA che Milena aveva ragione….sentiva ancora l'eccitazione del suo corpo, il calore di quello di Kikyo sul suo… ma perché non ricordava nulla? Era finito ANCORA UNA VOLTA in uno stato di trance e se non fosse stato per l'intervento di Milena…

Ma perché lo aveva fatto? Credeva di essere finalmente riuscito a dimenticare Kikyo e di essere in cuor suo innamorato di Kagome, anche se non avrebbe mai avuto il coraggio di ammetterlo… E invece? Cosa aveva fatto? Milena aveva ragione nel dire che fosse un'idiota e che non sapeva assumersi le sue responsabilità… come comprendere chi amasse veramente… Amava Kagome perché gli ricordava Kikyo o perché era lei, per la sua anima? Non sapeva spiegarselo e questo lo rattristava ancora di più.

Ormai il tenue bagliore del tramonto stava lasciando lentamente spazio alla notte e il mezzo demone, cullato da una leggera brezza, lentamente si abbandonò alle calde braccia di Morfeo.

 

 

"Non l'avete ancora trovata?" chiese la vecchia Kaede vedendo i ragazzi tornare senza Kagome.

Alessio scosse la testa "L'abbiamo cercata dappertutto, ma non siamo riusciti a trovarla, mi spiace!"

La sacerdotessa sembrava nervosa. "L'avete cercata bene?" chiese.

"Kaede sama c'è qualcosa che la preoccupa?" chiese Sango.

"Deduco che, presi come eravate da quello che avete visto, non vi siete minimamente preoccupati della sfera." Chiese come risposta.

Milena sgranò gli occhi.

"La sfera? Vuol forse dire che Kikyo aveva la sfera? Credevo che l'incontro fosse stato casuale!"

Kaede annuì "Appena mia sorella si è avvicinata, Kagome ha sentito subito il frammento ed è per questo che ha chiesto agli altri di seguirla e vi siete incontrati. Solo dopo ha capito che era Kikyo a possederlo."

"Ma perché si è fatta viva solo ora? Sono mesi che non la incontravamo!" obiettò Miroku.

La miko scosse la testa, ma Milena non era disposta a lasciare cadere la questione.

"Che stupidi! La sfera era a pochi passi da noi e non ce ne siamo neanche accorti! Ho deciso, vado a cercarla!" esclamò pronta a partire alla ricerca del frammento e della sua amica.

"Fermati Milena!" la bloccò Alessio prima che prendesse il volo. "Non puoi andare da sola è troppo pericoloso, senza contare che per tutti sei Kagome 'l'amica' di Inuyasha! Verrò io con te!"

"Vuoi scherzare? Tu non potresti difenderla comunque! Andrò io insieme a lei!" si propose Miroku.

Sango non sembrava molto convinta.

"Se permetti l'accompagno io… non mi fido di un bonzo pervertito come te, tra l'altro, come ha giustamente fatto notare Alessio, lei ora è Kagome…"

"Beh e con questo che vuoi dire? Che Kagome sama non è al sicuro con me? Ma per chi mi prendi?"

"Per quello che sei: un bonzo pervertito!"

"Io non sono un maniaco!"

"Ma davvero? E allora chi è quello che palpa sempre me o Kagome ed è alla continua ricerca di 'una donna che possa dargli un figlio prima che il kazana lo inghiotta'?"

"Con che coraggio dici questo? Ci conosciamo da così tanto tempo!"

"Appunto per questo posso permettermi di dirlo!"

Milena sospirò, mentre un grosso gocciolone si formava sulla sua testa e decise di seguire il suo piano iniziale. Alessio la vide allontanarsi e velocemente la raggiunse.

Camminarono un po' in silenzio, lasciandosi cullare dal dolce vento primaverile e ascoltando il leggero fruscio delle foglie.

"Non avrei dovuto farlo, vero?" chiese ad un tratto Milena.

Alessio non riuscì a capire di cosa parlasse, ma Milena fu più chiara.

"Immischiarmi fra Inuyasha e Kikyo… è solo che… quando ho visto quei due ho pensato a Kagome in lacrime e non sono riuscita a trattenermi… se fossi stata nella sua stessa situazione, anch'io avrei reagito come lei!"

Alessio scoppiò a ridere "Ti assicuro che non ti troverai MAI nella sua situazione! Dopo che ho visto la tua reazione, se mai mi sarebbe passata qualche idea di tradirti, ti assicuro che l'hai troncata sul nascere! Comunque devo ammettere che non mi sarei mai aspettato tanto coraggio e sangue freddo da parte tua!"

Milena arrossì, ma rise anche lei "Almeno un risultato positivo l'ho raggiunto! Comunque non avrei mai creduto che avrei potuto fare una cosa del genere."

"E noi eravamo talmente catturati dalla tua sfuriata che non abbiamo pensato a Kagome…!"

"… e né al frammento! Se solo lo avessi saputo… eppure non credo che lo abbia ancora Kikyo! Quando mi ha visto è scappata via piangendo e non credo che si sia interessata al frammento… era presa da tutt'altra cosa!"

"Ma secondo te perché Kikyo è tornata proprio ora? E poi hai visto come era ridotto Inuyasha? Quando l'hai sorpreso sembrava essere appena uscito da uno stato di trance!"

"Non lo so… Se avesse voluto la sfera avrebbe dovuto andare da Kagome e non da lui anche se, in effetti, il desiderio più grande di Kikyo era avere Inuyasha per sé per l'eternità!"

"Ma proprio per questo avrebbe dovuto prendersela con Kagome che, non solo aveva la sfera, ma era anche la sua rivale! Quando ti ha vista invece è scappata via, invece di attaccarti!  E non credo che sapesse che tu non eri Kagome! Sembrava invece che…"

"… che le dispiacesse che Kagome l'avesse vista così con Inuyasha, che ne provasse vergogna… Kikyo è una ragazza strana che non riesco a capire. O forse è stata la paura che ha letto negli occhi di Inuyasha alla mia vista che l'ha demotivata? Non so, come se lei avesse creduto che lui, vedendo Kagome, si fosse vergognato di averla in un certo senso tradita."

"Beh, certo a vederti così incazzata anche lei deve aver provato paura!"

"Ehi tu!" lo minacciò Milena alzando un pugno.

Alessio si difese prontamente. "Dai stavo solo scherzando!" rise.

Milena abbassò il braccio e scoppiò a ridere anche lei, ma l'espressione allegra del suo volto, si trasformò all'improvviso in una smorfia. Alessio la fissò spaventato.

"Che c'è?"

Milena sembrava non averlo sentito.

"Milena cosa…?"

"Sttt! C'è qualcuno qui!" lo zittì.

Alessio si guardò intorno, ma non vide nessuno

Milena invece sembrava aver capito la direzione da cui proveniva qualunque cosa li seguisse. Si voltò improvvisamente e con un calcio, colpì il cespuglio. Un'ombra, velocissima, uscì dal mucchio e si parò di fronte ai ragazzi..

Milena fissò la figura davanti a sé, cercando di capire chi fosse, ma era troppo buio per riuscirci, dato che era nascosta dietro il tronco di albero che nascondeva la luce della luna. 

"Complimenti ragazzina! Non avrei mai creduto che mi avresti visto! Sei migliorata molto dall'ultima volta che sci siamo visti!"

"Migliorata? Ma allora tu saresti…?"

L'ombra si avvicinò e lasciò che un raggio di luna lo colpisse: era un essere ricoperto da una pelliccia bianca, gli occhi incavati.

Milena istintivamente indietreggiò e Alessio si mise davanti a lei per difenderla.

"Oh vedo che ci sei anche tu! Una coppia a cui ho giurato vendetta, tremenda vendetta! Non avrei mai creduto che avrei potuto compirla così presto!" digrignò fra i denti e si fiondò su Milena, ignorando completamente Alessio, ma la ragazza lo evitò con un balzo.

"Milena!!" Esclamò Alessio.

"Va via!" gli ordinò la ragazza.

"Ma Milena…..?"

"VA VIA! Non voglio che questo mostro ti faccia ancora del male! VA VIA!"

"SCORDATELO!!!" tuonò lui e per tutta risposta si avventò su Naraku che con un semplice movimento laterale lo evitò.

"Sei tropo lento ragazzino!" e con una sfera di energia lo scagliò lontano, facendogli perdere i sensi.

"Alessio!" urlò Milena correndogli incontro, ma una nuova sfera la investì in pieno, facendola volare vicino ad Alessio. Lentamente la ragazza si rialzò e si trovò faccia a faccia con il demone.

"Niente male per una semplice umana! Ma questa volta non riuscirai a sfuggirmi come un anno fa!" disse. La sua voce era bassa, tanto da non sembrare di questo mondo.

Naraku formò fra le sue mani una nuova sfera di energia, molto più potente delle due precedenti. Milena fissò la sfera impotente: questa volta nessuno avrebbe potuto fare appello al cuore del demone per aiutarla. Era sola. Chiuse gli occhi, non avendo il coraggio di guardare la fine.

"Addio Alessio!" fu tutto quello che riuscì a pensare in quel momento.

 

 

Quel colpo non la raggiunse mai.

Milena sentì un urlo che le agghiacciò le vene e istintivamente aprì gli occhi.

La scena che le si presentò davanti non l'avrebbe mai più dimenticata, fosse vissuta dieci, cento, mille anni ancora.

Alessio era davanti a lei, il volto sporco di sangue misto a terra, gli occhi vitrei che la fissavano, ancora colmi dell'amore che provava per quella ragazza….

… e  mentre il corpo del suo amato Alessio gli cadeva fra le braccia, la risata glaciale di Naraku echeggiava perfida nella radura….

Come un lampo una scena analoga ripercorse la sua mente… quella volta però, esattamente un anno prima, era stata lei ad essere colpita dal colpo di Naraku per proteggere Kagome… e lei era sopravvissuta… ma quella volta era stato diverso, molto diverso….

Erano nel suo mondo, un mondo in cui simili magie non esistevano, in cui Naraku aveva un quarto dei suoi reali poteri, perché non era nella sua dimensione, perché si trovava in un corpo che non era il suo, ma in quello del suo amato Alessio, perché lui aveva usato tutta la sua energia per salvarla… per salvare lei….. E ora, per salvarla di nuovo ora….!

"ALESSIOOOOOOOOOOOO!!!" urlò stringendolo forte al seno, mentre il suo volto veniva inondato di lacrime. "Ti prego… Alessio… apri gli occhi… ti prego… Alessio... non puoi lasciarmi sola!"

Ma il ragazzo non si mosse.

"Alessio! Alessio!" lo chiamò ancora una, due, tre, quattro volte e avrebbe continuato a chiamarlo finché il suo corpo gli avrebbe dato la forza di farlo.

"E' tutto inutile."

La fredda voce del demone giungeva alle sue orecchie, lontana e irraggiungibile. "Ma non temere… lo raggiungerai molto presto!"

Il demone la guardò ancora una volta, freddo come il ghiaccio e si accinse a preparare un nuovo colpo mortale.

Milena strinse il corpo di Alessio con forza ancora maggiore, mentre i singhiozzi la scuotevano così tanto da non lasciarla respirare. Cosa le importava di morire se non aveva più Alessio accanto a sé? Ormai la sua vita non aveva più alcun senso! Almeno così l'avrebbe raggiunto subito e sarebbe rimasta per sempre con lui….

"Muori!" urlò la voce del demone mentre una nuova sfera di energia veniva lanciata nella sua direzione.

 

 

Fu un rumore a svegliarlo, più precisamente un fruscio.

Inuyasha tese le sue potentissime orecchie canine. Non poteva essersi sbagliato, ne era certo, certissimo. Cercò di fiutare l'aria: odore di demone. Inuyasha sembrò infastidito e con un balzo si fiondò su un cespuglio sotto di lui. Rispuntò fuori pochi attimi dopo, tra le mani un rospaccio verde e viscido.

"Vedo che mi hai trovato. Bravo Inuyasha." Cercò di farsi coraggio, ma si vedeva ad occhio nudo che tremava come una foglia. Inutile, Inuyasha gli incuteva troppa paura… come tutto del resto... per fortuna il suo padrone Sesshomaru era più forte di quell'hanyou da strapazzo….

"Ehi rospaccio, si può sapere che diavolo vuoi? Ho già troppi problemi per la testa e non ho assolutamente voglia di perdere tempo con te e con quel bastardo di mio fratello!"

"E invece dovresti perderlo…" Jaken sembrava essersi fatto più coraggio.

"Che… che vuoi?"

"Credo che il mio padrone abbia preso uno dei tuoi problemi!"

La stretta di Inuyasha intorno al collo dello youkai si fece ancora più forte, tanto che il rospo rischiò di restarci secco.

"COSA? DIMMI IMMEDIATAMENTE DOVE AVETE PORTATO KAGOME, ALTRIMENTI IO…!"

"Allora è vero che lei è il tuo problema! Sai credevo che te la facessi con quel gran pezzo di sacerdotessa!" ma uno sguardo di Inuyasha gli fece comprendere che, per il suo bene, sarebbe stato meglio continuare il racconto. "comunque, se ci tieni proprio a saperlo, la tua amica è in compagnia del mio padrone…. Sta tranquillo, lui non l'ha toccata con un dito, però…"

"… però?!"

"Però il mio padrone ha un favore da chiederti…."

"Un favore?! Sesshomaru che chiede un favore a me?!"

"Il mio padrone vuole solo che tu protegga l'altra ragazza da chi vuole farle del male."

Inuyasha non capiva: parlava di Milena? Si, non c'erano dubbi, ma… perché suo fratello voleva che lui facesse una cosa del genere?

"Cosa vuole Sesshomaru da Milena? Parla!" esclamò rendendo ancora più stretta la sua morsa.

Il mezzo demone non ebbe bisogno di una risposta dal rospo, perché in quell'istante sentì un forte odore di sangue e non ci volle molto per capire che era di Milena e Alessio.

"Maledizione!" esclamò scagliando ilo youkai lontano e corse ad aiutare i due giovani.

 

 

NdNaco: Prima che qualcuno mi fucili, credo che sia giusto spiegare qualche piccolo particolare. Come vi ho più volte detto, questa fanfic fu da me scritta tempo fa, quando seguivo solo l'anime e leggevo tantissime ff su Inuyasha. Adesso, se leggessi storie su Kagome  e Sesshomaru, mi verrebbe solo da ridere, visto che per Sesshomaru avrei tutt'altri progetti. Ma all'epoca non ne sapevo niente, quindi, quando in più di una ff lessi di questo possibile interessamento di Sesshomaru, l'idea mi piacque e la inserì. Naturalmente, la storia ha uno sviluppo che necessita di questa situazione. E' per questo motivo, nonostante mi sia accorta di quanto Sesshomaru risulti schifosamente OOC, ho deciso di non modificare niente. Oltretutto, si tratta pur sempre di un AU, quindi chiedo venia! ^^

Spero soltanto che vogliate perdonare questa situazione e continuare nella lettura di questa storia

 

Ringrazio tutti coloro che leggono e commentano questa storia. Immaginavo che la scena fra Inuyasha e Kikyo non sarebbe stata molto gradita, ma non temete. ne succederanno tante, non è certo finita qui! ^_^

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Capitolo 6
*** Il segreto del ciondolo ***


VI

IL SEGRETO DEL CIONDOLO

Milena credette di essere morta quando sentì uno strano tepore avvolgerla. Aprì gli occhi e vide il suo corpo e quello di Alessio avvolto da una luce rosa pallido… una luce che aveva già visto, anche se non riusciva a ricordare dove…

Era uno strano calore carico di dolcezza, quasi volesse proteggerla e custodirla contro il male… Avvolta da quel calore si rese conto che la sua mente era vuota, come se fosse cullata da un sogno senza sogni, in un mondo fatto di luce e calore, accanto al suo Alessio per sempre…

"Milena! Milena!"

Una voce la stava chiamando… Era una voce che conosceva, ma non sapeva dirsi di chi fosse… Guardò nella direzione del suono e vide il volto di Alessio sorriderle.

"Milena svegliati!" le stava dicendo…

 

 

"Milena svegliati!"

"Alessio…" bisbigliò aprendo lentamente gli occhi.

"Milena finalmente!"  esclamò la voce di Inuyasha.

La voce del mezzo demone la risvegliò completamente e solo in quel momento si rese conto che la luce era scomparsa e che si trovava ancora nella radura in cui aveva incontrato Naraku, il corpo senza vita di Alessio ancora stretto tra le sue braccia. I ricordi la colpirono come un pugno: la morte vicina, l'urlo, la vista di Alessio… Pochi minuti dopo i suoi occhi erano completamente velati di lacrime.

"Milena…"

Il mezzo demone si inginocchiò accanto a lei, ma non gli ci volle molto per capire che per Alessio non c'erano speranze.

"Milena… ma cosa è successo? Cosa... come hai fatto a…?" chiese, senza sapere neanche lui cosa chiedere precisamente alla ragazza. Quando era arrivato, aveva visto soltanto un tenue bagliore scomparire e una Milena rannicchiata su se stessa, che teneva stretto a sé il corpo senza vita di Alessio.

Milena lo guardò interrogativa.

"Eh?" fece.

Inuyasha per tutta risposta le indicò un punto imprecisato davanti a lei. Osservando attentamente l'oscurità, la ragazza scorse una pelle bianca quasi completamente affumicata.

Milena si portò le mani al viso.

"Na… Naraku? Non l'avrò mica…?"

"Ucciso? No, ma hai distrutto il suo travestimento. Ma si può sapere come hai fatto?"

Milena ancora incredula stava per dichiarargli la sua ignoranza sull'accaduto, quando sentì delle voci conosciute chiamarla.

"Sango, Miroku san, Kaede sama!" esclamò, mentre i tre correvano verso i due giovani.

Appena arrivati non riuscirono a trattenere un'esclamazione di sorpresa nel vedere Alessio fra le braccia di Milena.

"Ma cosa… cosa è successo a…?" chiese Sango incredula.

"Milena ha messo in fuga Naraku." Tagliò corto Inuyasha.

"COSA?!" esclamarono i tre increduli.

Milena annuì: "Non so neanche io come possa essere accaduto, eppure… Quando ho visto il corpo di Alessio ormai morto, ho desiderato solo raggiungerlo presto e non ho potuto fare a meno di chiudere gli occhi rassegnata…. Poi, quando ormai credevo di essere morta, una strana luce rosa mi ha avvolto e provato una sensazione di pace e tranquillità…"

"Una luce rosa che infonde pace e tranquillità?! La shikon no tama!" esclamò Inuyasha.

Milena lo guardò, gli occhi rossi per le lacrime che avevano ripreso a scorrerle lungo le guance.

"Ma come è possibile? La sfera ce l'ha Kagome, io ho solo….?" E istintivamente guardò la sfera che aveva appeso al collo e a stento riuscì a non gettare un urlo per la sorpresa: il ciondolo emanava una strana luminescenza come….

"La shikon no tama!"

Inuyasha guardò gli altri. "Una nuova sfera?" chiese più a se stesso che agli altri.

 

 

"Non esattamente…." Esclamò una voce dietro di loro. Tutti si voltarono pietrificati.

"Kikyo!" esclamò la vecchia Kaede alla vista della sua defunta sorella.

La sacerdotessa passò fra i presenti in un silenzio sepolcrale e si inginocchiò accanto a Milena. Si voltò un attimo per incrociare lo sguardo dell'hanyou a pochi centimetri da lei, ma poi tornò a fissare la ragazza che aveva di fronte.

Come aveva potuto non accorgersi che quella non era la sua reincarnazione? Eppure sapeva che la sua rivale non avrebbe mai cercato di intromettersi fra lei e Inuyasha, che avrebbe sofferto in silenzio, per un amore non corrisposto, come del resto avrebbe fatto anche lei, solo 50 anni prima… Eppure… eppure i suoi occhi erano così simili a quelli di Kagome… lo stesso amore, profondo, sofferto, la stessa determinazione, la stessa voglia di lottare pur di salvare i propri cari, sembrava quasi…

Kikyo si sorprese di non essersi accorta di tutti quei particolari al loro primo incontro… Ma forse, il motivo era la paura di vedere QUELLA ragazza davanti a lei, la reazione del suo Inuyasha….

L'attenzione di Kikyo si spostò sul motivo per cui li aveva raggiunti.

"Non c'è dubbio… è proprio lei…!" bisbigliò quasi a se stessa.

"Allora tu ne conosci la storia, sorella?" chiese la vecchia sacerdotessa stupita. Possibile che non ne sapesse nulla?

La ragazza guardò la sorella più giovane e sorrise "Furono i Taiji-a, quando mi consegnarono la shikon no tama a raccontarmi la storia… a suo tempo, quando anche tu avresti potuto capire, avrei dovuto raccontare anche a te il segreto della kaze no tama."

"La kaze no tama?!" chiesero i presenti.

"Voi tutti sapete che nella sfera sono presenti due forze… quella bel bene e quella del male e che, a seconda di chi la usi, una delle due forze prende il sopravvento…. Questa è più o meno la storia della sfera, ma non è completamente vero…"

"Che… che significa?" chiese Sango.

"La storia che sto per raccontarvi era sempre stata considerata una legenda e, quindi, priva di fondamento. Nessuno aveva mai visto la kaze no tama e quindi nessuno poteva dimostrare che questa storia fosse vera."

"Ma cos'è precisamente la kaze no tama?" insistette.

Kikyo alzò lo sguardo verso il cielo "Tempo fa… quando gli dei decisero di creare il nostro mondo, diedero a quattro entità il compito di governare i quattro elementi che costituiscono l'essenza del creato: l'aria, l'acqua, il fuoco e la terra. Le quattro inizialmente convivevano in pace, regnando ognuno sul proprio elemento. Ma poi iniziarono i primi contrasti, finché la convivenza divenne intollerabile: i demoni del fuoco e della terra, considerando i loro elementi più forti degli altri due, vollero sottometterli. Gli altri due però non erano certo degli sprovveduti e i quattro demoni ingaggiarono una lotta senza quartiere, che sconvolse tutti gli elementi della natura: maremoti, inondazioni, eruzioni vulcaniche, bufere, terremoti…. La terra, da luogo solare quale era, divenne un inferno.

Così i Kami supremi decisero di intervenire ed inviarono sulla terra una sacerdotessa dalla potenza straordinaria, il cui nome era Midoriko. La potente miko imprigionò  le quattro entità in due sfere: la kaze no tama, in cui racchiuse l'hi no kami e la kuuki no kami, gli dèi del fuocoe dell’aria, e la shikon no tama, che invece custodisce la mizu no kami e lo tsuchi no kami, gli dèi dell’acqua e della terra, e nascose le due sfere agli antipodi del mondo, in modo che non potessero ritrovarsi, sebbene in realtà i due demoni opposti avrebbero continuato a cercarsi per sconfiggesi l'un l'altro.

"Ma allora perché 'shikon no tama'?" chiese Sango.

Kikyo la guardò e sorrise: "Midoriko sperava che mai nessuno sapesse dell'esistenza di un'altra sfera, così fece credere a tutti che i quattro kami fossero tutti racchiusi nella shikon no tama. E' per questo che ha assunto quel nome. D'altra parte la sfera aveva enormi poteri e Midoriko aveva poteri straordinari. Chi avrebbe osato non crederle?"

"Cosa ne è stato di Midoriko?"

La ragazza sbuffò: "L'enorme dispendio di energie l'aveva lasciata senza forze e quindi non più in grado di proteggere il mondo… non si sa bene che fine abbia fatto, ma c'è chi dice che i Kami superiori l'abbiano portata con loro, mentre secondo altri la sua anima si reincarna nelle miko destinate a proteggere la sfera."

I presenti ascoltarono il racconto ammutoliti: se i quattro kami fossero stati evocati, per il mondo sarebbe stata la fine!

Milena non potè non soffermarsi a guardare la sfera. "Ora capisco perchè il desiderio mio e quello di Kagome sono stati avverati contemporaneamente… le due sfere 'volevano' incontrarsi di nuovo…." Poi il suo sguardo cadde sul corpo esanime del ragazzo che ancora abbracciava e i suoi occhi si velarono di lacrime. Possibile che il ciondolo che lui stesso le aveva donato era stata in qualche modo la causa della sua morte? Ma perché?

Inuyasha guardò la ragazza impotente. Capiva benissimo il suo dolore, anche lui l'aveva provato e sapeva che nessuno, solo il tempo avrebbe potuto aiutarla a dimenticare. Già… il tempo che cicatrizza le ferite, ma non le cancella mai del tutto… come era avvenuto per sua madre e poi per Kikyo… se non fosse stato per Kagome…

D'improvviso il triste destino della ragazza ancora nelle mani del suo odiato fratello lo colpì.

"Kagome!" esclamò all'improvviso e tutti si voltarono a guardarlo

"Kagome è stata catturata da Sesshomaru e ha detto che l'avrei rivista solo se avessi salvato Milena!" spiegò.

"Cosa?! Possibile che sapesse dell'esistenza dell'altra tama?" chiese Miroku.

"Impossibile! Questa storia non la conoscevo nemmeno io che appartengo alla tribù dei Taiji-a!"

"Sicuramente ne avrà sentito la presenza" spiegò la defunta miko "La sfera sembra morta, segno che in questo momento le due entità non stanno combattendo tra loro, perciò il suo potere non è molto forte ora come ora… ma abbastanza per essere avvertito da uno youkai potente come Sesshomaru o dallo stesso Naraku…."

"Allora è per questo che Naraku li ha attaccati! Per avere la sfera!"

"No, Sango," Milena scosse la testa con forza "Naraku ci odiava e voleva semplicemente vendicarsi… solo questo..." E una lacrima solitaria bagnò il suo viso.

"Resta il fatto che devo trovare Kagome e salvarla dalle mani di mio fratello!" esclamò l'hanyou rivolto ai suoi amici, dimenticarsi che a pochi passi da lui vi era Kikyo.

Miroku era però molto più pratico: "Ma Inuyasha non puoi sapere dove l'abbia portata, il tuo olfatto non è così forte! Senza contare che gli manca ancora un frammento e che questo è ancora qui nella foresta e la sfera di Milena è con noi… qualunque cosa abbia in mente, non può attuarla senza questi due elementi fondamentali!"

Inuyasha annuì, profondamente colpito eppure… dove poteva essere la sua Kagome?

 

 

Fu una goccia d'acqua gelata a svegliarla. Kagome avrebbe voluto indugiare in quel dolce sonno senza sogni né dolore ancora un po' e cercò con tutte le sue forze di non svegliarsi, ma una nuova goccia gelata la costrinse ad aprire gli occhi.

Kagome si guardò intorno: era in una caverna, parecchio profonda anche, constatò, ma non riusciva a capire se ci fosse qualcuno con lei o se fosse completamente sola, perché era troppo buio. Si sedette e lentamente cercò di ricordare cosa fosse accaduto nelle ultime ventiquattro ore e come mai si trovasse in una grotta. All'improvviso ricordò la scena a cui aveva involontariamente assistito e sentì nuovamente una fitta al cuore, più forte di quelle che l'avevano colpita ore prima. Rivide, come in un film, Kikyo e Inuyasha stesi sull'erba, i petali di ciliegio attorno a loro, quasi a conferire una certa sacralità a quella scena…

Non era riuscita a sopportare oltre quella vista: era scappata nel bosco, sola con il suo dolore poi… poi era caduta e aveva visto Sesshomaru, ma lui non l'aveva guardata freddamente, anzi era stato… gentile… e poi? Non ricordava nulla, solo un dolore lancinante alla testa … e al cuore… Sicuramente era stato il principe dei demoni a tramortirla e a condurla in quell'oscura e fredda caverna. Ma perché? Voleva usare lei per arrivare al suo fratellastro? No, lui era troppo fiero per abbassarsi ad usare una stupida umana per avere il suo trionfo. E Inuyasha l'avrebbe cercata? O preso completamente da Kikyo non si era neanche accorto della sua assenza? D'altronde ora che aveva trovato anche il frammento…

"Vedo che ti sei svegliata." La fredda voce di Sesshomaru la distrasse dai suoi pensieri.

"Dove mi hai portata?" chiese per nulla intimorita.

"Abbastanza lontano perché Inuyasha non senta il tuo odore."

"Sarà impegnato a sentirne un altro." Fece lei acida e Sesshomaru non potè fare a meno di pensare che gli esseri umani quando erano gelosi, erano anche peggiori dei demoni.

"Può darsi… ma può anche darsi che lui in questo momento ti stia cercando."

Kagome sgranò gli occhi: "Davvero?"

Lui le sui avvicinò finché la ragazza potè sentire il suo alito sulla pelle. "Vuoi vedere?"

Kagome, sebbene non potesse essere vista fece un cenno di assenso.

La determinazione di quella ragazza lo spaventava e allo stesso tempo lo attirava: anche se non si trovava più nel suo corpo, il suo sguardo restava lo stesso: fiero, pronto a lottare, ma al contempo dolce, incredibilmente fragile. In quell'istante, nel buio di quella caverna, Sesshomaru si scoprì a comprendere i sentimenti di suo fratello e quasi a condividerli…

"Allora?" chiese Kagome.

Il volto della ragazza era a pochi centimetri dal suo e per un attimo lo colse il forte impulso di baciarla.

Si allontanò da lei spaventato dei suoi stessi pensieri e si alzò dandole le spalle.

"Allora aiutami a trovare l'ultimo frammento."

 

 

CONTINUA…

 

NdNaco: dunque dunque… naturalmente, chiunque conosca la Trama del manga sa che tutta questa storia delle due sfere è una mera invenzione della mia mente malata. Confesso che l’idea dei quattro spiriti protettori dei quattro elementi non è del tutto frutto della mia immaginazione, ma ricordo precisamente di aver letto da qualche parte l’introduzione dei quattro elementi, anche se non ricordo esattamente dove (del resto sono passati più di tre anni da quando scrissi questa storia ^^ Vogliate perdonare questa dimenticanza!).

Tuttavia, l’idea delle quattro divinità divise in due sfere è assolutamente originale, o almeno spero.

Per quanto riguarda il parino Kagome/Sesshomaru, ho notato che c’è chi già è pronto a fucilarmi, mentre altri già hanno comprato i fiori d’aranci per la sposa.. Calma, ragazzi, senza fretta… la storia è lungi dall’essere terminata!

Bene, non ho altro da dirvi se non grazie a voi che leggete! I vostri commenti mi rendono davvero felici!

A presto!

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Capitolo 7
*** L'ultimo frammento ***


Documento senza titolo

VII
L'ULTIMO FRAMMENTO


"Ma davvero il frammento si trova nella foresta?" chiese Inuyasha alla vecchia Kaede.
Kaede sama annuì. "Certo tu eri preso da altro per accorgerti che la sfera era a pochi passi da te". Lo sguardo della sacerdotessa era severo e carico di rimprovero.
Erano ormai tornati al villaggio, dove avevano deposto il corpo del povero Alessio nel tempio dove Milena lo stava vegliando. Nella stanza vi erano solo Kaede sama, Inuyasha, Sango e Miroku.
Inuyasha arrossì a quell'allusione: "Io…"
"Inuyasha, io non ho alcun diritto di interessarmi alla tua vita privata, però quello che sta accadendo mi riguarda… ci riguarda… Devi decidere bene chi ami veramente… anche se l'altra soffrirà."
"Ma io non…."
"Lo so, Inuyasha, ma Kagome ci è rimasta molto male vedendoti con mia sorella… cosa avresti fatto se avessi visto lei e… per esempio Miroku negli stessi atteggiamenti in cui lei ha visto te?"
L'hanyou si voltò verso l'houshi mettendo mano a Tessaiga "Come minimo lo ucciderei prima che lo faccia il suo kazana!"
"E' quello che Milena stava per fare!" esclamò Miroku cercando di smorzare un po' la tensione (e soprattutto per non finire a fettine senza motivo! ^_^).
Inuyasha sorrise al ricordo, ma improvvisamente il suo volto si fece nuovamente serio. "A proposito… come sta Milena?"
Kaede sama sospirò. "E' distrutta dal dolore."
"Ma non possiamo far nulla per lei? e se trovassimo la shikon….?"
La donna sospirò e scosse la testa.
"Ma sei sicura che il frammento sia ancora nella foresta?" chiese, sentendosi impotente.
Fu Miroku a intervenire: "Kagome ne aveva sentito la presenza e proprio per questo era venuta a cercarti… solo in seguito si era accorta di Kikyo…."
Inuyasha abbassò lo sguardo. Possibile che fosse così stupido? Lei era corsa a cercare il frammento per lui, per completare la sfera, per realizzare il suo desiderio! Era uno sciocco, uno stupido! Era stato lui stesso a buttarla fra le grinfie di suo fratello! Ma in fondo… perché? Perché aveva voluto che lui salvasse Milena? Voleva forse la kaze no tama? Per farci cosa? Riunire le due tama e svegliare i quattro spiriti, così da distruggere il mondo? Ma a che pro? Inuyasha si sorprese di quanto poco gli importasse del destino del mondo. A lui importava solo trovare Kagome e rivedere il suo sorriso, ascoltare di nuovo la sua voce. Che se la fosse prese quelle maledette sfere una buona volta! In fondo era colpa loro che Milena stava piangendo e che lui era in quello stato!
"Miroku, Sango, andiamo a cercare quel dannato frammento!"


Milena guardava il corpo inerme steso sul tatami, non riuscendo ancora a credere ai suoi occhi. Fino a poche ore prima si stavano divertendo e ora… Alessio era lì, su quel tappeto, fermo, immobile, la sua anima ormai lontana da lei… dov'era il suo Alessio? Dov'era la persona che amava più di se stessa? Perché l'aveva lasciata sola? Perché non l'aveva portata con sé?
"Alessio… dove sei?" si chiese, le lacrime che rotolavano lungo le sue guance.
I singhiozzi ormai la scuotevano con forza e lei non potè fare a meno di stringersi in se stessa… quanto avrebbe voluto il petto di Alessio per affondare il suo dolore e le sue paure!
All'improvviso una mano si pose sulla sua spalla. Milena si voltò e incrociò due occhi d'ambra fissarla tristemente. Le lacrime scesero ancora più copiose.
"Inuyasha…" mormorò e il mezzo demone la cinse con le sue forti braccia. Milena si lasciò cullare da quell'abbraccio, comprendendo quanto simile al suo doveva essere il dolore e la solitudine di Inuyasha.
Inuyasha le accarezzò dolcemente i capelli castani, cercando di calmarla. "Io te lo prometto… troverò quel bastardo che gli ha fatto questo e lo farò fuori con le mie mani! Io e gli altri… abbiamo deciso di cercare quel frammento per cui tu e Alessio siete andati nel bosco."
Milena smise di singhiozzare e si allontanò da lui e lo guardò seria. "Allora voglio venire con voi."
Inuyasha scosse la testa "No, è troppo pericoloso.. e poi Alessio…."
"Verrò con voi. Io sono la proprietaria della kaze no tama e ho il dovere di essere al vostro fianco! Senza contare che voglio essere presente quando farai fuori quel bastardo!" sorrise.
Inuyasha avrebbe voluto obiettare, ma non potè: la determinazione che leggeva nei suoi occhi era così simile a quella di Kagome… quella stessa forza d'animo a cui non era mai stato capace di rifiutare nulla….
"D'accordo" annuì e la guidò fuori dal tempio.
Fuori c'erano Sango e Miroku ad attenderli. Milena li guardò uno per uno e sorrise.
"In marcia!" esclamò con la sua solita, solare gioia di vivere.


La vecchia miko guardò il gruppo allontanarsi e sospirò.
"E' una ragazza speciale, vero?" chiese.
Kikyo le si avvicinò. "Nonostante il dolore, cerca di lottare per non restarne travolta. Non so se io al suo posto sarei riuscita a farcela…"
"Milena è come Kagome… fiera, impulsiva, ma anche dolce e sensibile… starei quasi per dire che Milena è la Kagome della sua dimensione… è per questo che Inuyasha è così affezionato a lei... anche se morirebbe pur di non ammetterlo!
Kikyo non rispose, ma Kaede si voltò verso di lei. "Kagome è una ragazza fantastica, tua degna reincarnazione… credo che Inuyasha sarebbe davvero felice con lei…. perché è questo che tu vuoi vero? La sua felicità…"
La miko non rispose neanche questa volta, ma lentamente si allontanò dalla sorella.
Kaede la guardò allontanarsi. "Non puoi fare proprio nulla per quel povero ragazzo?" chiese.
La ragazza si fermò, ma non si voltò. "Io non posso, mi dispiace… ma conosco una persona che potrebbe farlo…." Rispose e si allontanò verso il bosco.


Kagome si guardò intorno assalita dai ricordi di ciò che aveva visto poche ore prima. Era di nuovo in quella foresta, quella da cui aveva cercato di fuggire, decisa a ritornare nella sua epoca, a dimenticare tutta quella strana avventura… e invece era di nuovo lì, prigioniera di quello che era stato un suo nemico e che invece stava aiutando. Era una situazione grottesca e non sapeva se scoppiare a piangere o a mettersi a ridere.
"Allora ragazzina dov'è il frammento?" la voce gracchiante di Jaken la riportò alla realtà "Muoviti a trovarla se non vuoi che il mio padrone ti faccia fuori!"
Kagome avrebbe voluto ucciderlo con le sue mani "Non la sento… non siamo ancora abbastanza vicini!"
"Dì un po'… non è che ci stai prendendo in giro? Sai bene dov'è, ma non vuoi dircelo, ecco la verità! Padrone, questa umana vi sta solo prendendo in giro!"
Sesshomaru lo scaraventò qualche metro più in là, visibilmente infastidito.
"Proseguiamo." Fece gelido.
Kagome annuì e lo precedette.
"Padrone, ma è sicuro che ci aiuterà a trovare il frammento? Non è che ci tradirà?" chiese ancora una volta fissando la ragazza che camminava davanti a loro.
"Chiudi il becco Jaken…. So perfettamente quello che faccio!"
"Ma padrone….! E se Inuyasha…?"
"Possibile che tu non abbia ancora capito? E' proprio quello che voglio!"
"Ci siamo!" esclamò Kagome fermando all'improvviso "Il frammento è qui vicino!"


"Possibile che non riusciamo a trovarlo? Eppure non può essere molto lontano dal luogo in cui l'ho visto l'ultima volta!" si lamentò Miroku esaminando l'ennesimo cespuglio. Possibile che fosse completamente sparito? Il pensiero che un animale avesse potuto mangiarselo lo colpì facendolo rabbrividire e scosse la testa per allontanarlo dalla sua mente. 'Non anche questo! Siamo già pieni di problemi!' pensò.
"Possibile che questa dannata sfera non possa aiutarci in nessun modo?" chiese Milena osservando la kaze no tama appesa al suo collo, "Dopotutto i kami cercano i loro complementari per tornare al mondo….!"
Non terminò neanche il suo pensiero che la sfera iniziò a brillare.
"Kami sama! Inuyasha!" urlò, ma Inuyasha non sembrò averla minimamente sentita,
"Kagome! Sento il suo odore! E' qui vicina!" urlò invece.
Milena lo prese per mano "So io dov'è!" esclamò iniziando a correre verso il folto della foresta.


La strana sensazione che la coglieva ogni volta che si avvicinava a un frammento della sfera, si faceva sempre più forte, segno che la sfera non era molto lontana. Entro pochi minuti avrebbero trovato l'ultimo frammento… non le importava di quello che sarebbe accaduto dopo, solo di una cosa era certa: quella era l'ultima volta che provava quella sensazione che aveva guidato lei e Inuyasha per più di due anni.
"Eccola!" esclamò quando intravide un luccichio fra i fili d'erba di un cespuglio.


NdNaco: Innanzi tutto, chiedo scusa a tutti per il ritardo. Come credo ricorderete, questa storia fu da me scritta tempo fa, quindi in realtà non ho ritardato la pubblicazione perché la stessi completando o simili; semplicemente, mi chiedo spesso quanto in realtà sia giusto continuare a postarla. Più la leggo, più non riesco a immaginarmi i personaggi di Inuyasha in queste vesti, e credo lo stesso valga per voi.
Alla fine, però, ho deciso di continuare a postarla, per due motivi: sia perché mi sembra giusto nei confronti di tutti coloro che l’hanno letta finora e che hanno continuato a commentarla, sia perché, come si suol dire, ormai è fatta. Per quanto possa cambiare qualche particolare, ci sono troppe divergenze con la trama attuale; senza contare che questa storia è stata scritta in un preciso momento e quindi rispecchia le mie conosceze (e le mie idee sull’anime/manga) di quel momento.
Perciò, ringrazio ancora tutti voi che leggete questa storia e che, nonostante sia così distante dalla storia del manga e dell’anime, continuate a seguirla assiduamente.
Grazie a tutti.

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Capitolo 8
*** Fuga dalla distruzione ***


Documento senza titolo

VIII
FUGA DALLA DISTRUZIONE


I quattro alzarono lo sguardo e incrociarono quello dell'ultima persona che si sarebbero aspettati di vedere.
"Milena!"
"Kagome!" esclamarono le due ragazze correndo ad abbracciarsi.
"Se… Sesshomaru!"
"Fratellino!" fu invece la calma risposta all'orribile ghigno dell'hanyou.
I due fratelli si guardarono per un attimo che sembrò infinito.
Quando Sango e Miroku finalmente arrivarono li trovarono ancora a fissarsi freddi. "Ma cosa….?!"
L'hanyou non li degnò di uno sguardo. "Bastardo! Cosa le hai fatto!"
Lo youkai lo guardò, ma non si scompose. "Io non le ho fatto proprio nulla… a differenza tua…! Puoi chiederlo direttamente a lei!"
Inuyasha arrossì all'allusione del fratello e guardò la ragazza. "Ma… è proprio vero?"
La ragazza sostenne lo sguardo preoccupato del mezzo demone, segno che era ancora profondamente arrabbiato con lui.
Inuyasha capì e tornò a guardare suo fratello. "Sei un bastardo! Non ti permetterò di prendere il frammento! Lo sai cosa succederebbe se le due sfere venissero a contatto? Il nostro mondo precipiterebbe nel caos! E' questo che vuoi, vero? E' per questo che hai rapito Kagome, perché recuperasse per te il frammento! E volevi che salvassi Milena così l'avresti presa quando saremmo venuti a cercare Kagome! La volevi prima di Naraku, vero?"
"Inuyasha, sei un povero stupido hanyou che non capisce e non capirà mai cosa rappresentano quelle due sfere!" rispose calmo.
Inuyasha digrignò i denti: era questo che più odiava in suo fratello. La calma e la totale indifferenza che mostrava in ogni occasione. C'erano dei momenti in cui avrebbe tanto voluto avere la sua proverbiale freddezza. Ma era veramente ciò che desiderava?
"Quelle sfere" continuò lo youkai "sono in grado di distruggere il mondo, ma anche conferire un potere immenso a chiunque sappia come usarle. E si da il caso che io conosca il modo per portare le due sfere al loro potenziale massimo!"
"Co… cosa?"
Sesshomaru sorrise diabolico.
"Certo stupidissimo houshi. Se solo i quattro demoni volessero, potrebbero unirsi e creare un'entità massima dagli enormi poteri… ma dato che sono troppo orgogliosi per abbassarsi ad allearsi con l'altro, le quattro si cercano e si odiano, come è giusto che sia."
"Come te del resto…." Si trovò suo malgrado a mormorare Inuyasha. Ma le sensibilissime orecchie del demone colsero al volo l'allusione.
"Certo Inuyasha… ma ora, proprio per dimostrarti quanto possa essere capace di abbassarmi al tuo infimo livello per avere un potere maggiore, ti chiedo di consegnarmi la tua preziosa Tessaiga."
Inuyasha lo guardò. Ma era impazzito? Che cavolo aveva da sogghignare con quel suo muso strafottente? Come si era permesso di chiedergli Tessaiga, la spada forgiata dalla zanna di suo padre?
"Tu devi essere impazzito, fratellino! Come puoi chiedermi Tessaiga? Tu non potrai mai impugnarla, lo sai bene e tra l'altro nostro padre ha riservato per te già Tenseiga!"
Lui sorrise. "Non è necessario impugnare Tessaiga per riunire le due sfere e avere il potere Supremo! Basta avere semplicemente le due spade di nostro padre e le due tama!"
Solo allora Inuyasha cominciò a capire il piano di suo fratello. "Tu…. Hai voluto per questo che salvassi Milena… perché poi venendo a cercarvi tu potessi riunire i quattro elementi necessari prima che lo facesse Naraku!"
Lo youkai rise, una risata fredda e malvagia che fece trasalire i presenti "Non credo che Naraku sia a conoscenza di questo potere della sfera…. Lui vuole solo generare il caos… da bravo demone inferiore… ma adesso… voglio immediatamente la sfera e il frammento!" esclamò inchinandosi per raccoglierlo, ma Inuyasha fu più veloce e pose il suo piede nudo sul frammento, coprendolo alla vista del fratellastro.
"Scordatelo!"
"Non minacciarmi insolente!" ed estrasse la sua inseparabile spada per fronteggialo, ma l'hanyou scansò il colpo. Sesshomaru però non si lasciò intimorire, ma tentò nuovamente di colpirlo; Inuyasha evitò nuovamente il colpo, ma la sua attenzione era concentrata sul frammento che tentava di proteggere a tutti i costi. Sapeva che se il pezzo della sfera fosse caduto nelle mani del suo avversario, questi lo avrebbe usato per i suoi misteriosi scopi… ed era proprio quel mistero che lo spaventava… ma non poteva continuare a evitare la spada del fratello, doveva reagire. A peggiorare la situazione, c'era l'evidente fatto che Sesshomaru non stava combattendo sul serio… e Inuyasha sapeva che se lui avesse combattuto veramente, lui sarebbe stato sconfitto... e questo non l'avrebbe mai permesso!
"Inuyasha!!!" esclamarono i suoi compagni dietro di lui.
Al sentire il suono della loro voce preoccupata, un guizzo attraversò i suoi occhi. Ma certo! Ecco come avrebbe potuto fare!
"Miroku!" esclamò guardando un attimo dietro di se, per vedere la posizione occupata dal bonzo. "Prendi il frammento!" urlò e con un calcio all'indietro lanciò il frammento.
Miroku recuperò al volo il frammento della sfera "Presto ragazze venite con me!" ordinò alle ragazze.
Le tre annuirono, ma Sesshomaru non era intenzionato in alcun modo a perdere il frammento. "Dove credete di andare?!" chiese lanciando loro contro una sfera di energia.
"Milena e Kagome urlarono abbracciandosi, convinte che la loro fine fosse imminente, ma Inuyasha intercettò il colpo e lo parò con la lama di Tessaiga.
"Presto, scappate!" urlò e le due non se lo fecero ripetere due volte.
Sesshomaru sorrise freddo. "Sei uno sciocco fratellino. Hai commesso l'errore più grande che tu potessi fare."


Miroku, Sango, Kagome e Milena correvano a perdifiato nella foresta, non sapendo dove stessero andando.
"Dove stiamo andando?" chiese infatti Milena, ma Miroku scosse la testa. "Dove ci portano le gambe!"


"O forse io…"


Milena si fermò improvvisamente, impallidendo visibilmente.
"Cosa c'è?" le chiese Kagome preoccupata, sentendo la sua stretta di mano farsi più forte e tremante.
"Di nuovo la stessa sensazione di quando Alessio è…"
"Non vorrai dire che si tratta di…"
Milena annuì impercettibilmente e Kagome si strinse a lei per farle coraggio. Miroku invece non si scompose. "Ok. Me ne occuperò io.. Voi tre invece andate via! E mi raccomando: tenete ben lontane le due sfere l'una dall'altra!"
Milena annuì e prese il frammento. poi guardò Kagome e Sango. "Andiamo!" esclamò, ma Sango non si mosse.
"Io resto con te!" esclamò fissando il ragazzo. Miroku stava per controbattere, quando una sfera di luce lo colpì in pieno. "Miroku!2 urlò la cacciatrice di demoni correndo ad aiutarlo.
Sango raggiunse il ragazzo e vide una nuova sfera, più potente della prima, correre verso di loro e con un balzò la evitò portando con se il corpo di Miroku.
"Presto, andate via!" urlò all'indirizzo delle due ragazze.
"SI!" esclamarono e corsero via, verso il folto della foresta.
Intanto l'houshi lentamente si rialzò sorreggendosi alla ragazza. "Presto… va via anche tu…" le ordinò flebilmente.
Lei scosse la testa "No. non posso lasciarti combattere da solo in queste condizioni."
I due giovani si guardarono per un lungo lunghissimo istante. Per quanto litigassero sempre furiosamente perché 'lui era un bonzo depravato che voleva solo fare figli', ambedue sapevano che in tutto quel tempo trascorso insieme a combattere un nemico comune per una stessa causa, a trascorrere lunghe notti all'agghiaccio ignorando il loro destino, la loro amicizia era divenuta sempre più forte e ormai non potevano fare a meno l'uno dell'altro… come non potevano fare a meno di Kagome, Inuyasha e Shippo… o forse, no, tra di loro c'era qualcosa di più, anche se non sapevano spiegarsi cosa.
"Dove…dov'è Naraku?" chiese infine Miroku.
Sango non ebbe neanche il tempo di rispondere che un demone, quasi fosse stato chiamato, si parò dinanzi a loro. "Siamo giunti alla resa dei conti, bonzo!"


Le due ragazze ormai sole correvano a perdifiato.
"Cerchiamo di raggiungere il villaggio! Là la vecchia Kaede ci dirà cosa fare!" propose Kagome continuando a correre.
Milena annuì preoccupata: orami erano completamente sole. Se in quel momento qualche nemico avesse cercato di fermarle, non avrebbero avuto alcuna possibilità di farcela. Ma chi avrebbe potuto attaccarle? Avevano lasciato Inuyasha che fronteggiava suo fratello, mentre Naraku era impegnato con Miroku. Quindi non c'era nulla da temere, eppure… e se le avesse attaccate qualche demone inferiore o peggio se i due fossero stati sconfitti? No, non doveva pensarci! Non doveva succedere!
Il villaggio della miko era ormai a pochi metri di distanza e le due ragazze tirarono un sospiro di sollievo quando videro l'ombra della sacerdotessa andare loro incontro.
La vecchia Kaede correva verso di loro, preoccupata. "Ragazze, cosa è successo?"
"Inuyasha e Miroku stanno combattendo contro Naraku e Sesshomaru!" tagliò corto Milena.
"E il frammento?"
Kagome mostrò all'anziana donna il pezzo della sfera in suo possesso.
La miko annuì "Bene, consegnalo pure a me, lo custodirò nel tempio."
Kagome stava per consegnare il frammento nelle mani della sacerdotessa, quando qualcosa la fermò. C'era qualcosa che non andava nel comportamento della donna, qualcosa di diverso…in altre occasioni si era subito preoccupata di come stessero e solo in seguito si era informata su cosa fosse accaduto. Invece questa volta…
"Kagome, ma cosa ti prende?"
la ragazza chiuse la mano che conteneva il frammento in un pugno e lo allontanò dalla donna.
"Lei… lei non è la vecchia Kaede! Quella vera si sarebbe preoccupata subito per noi e non per la sfera!"

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Capitolo 9
*** Lotta senza quartiere! ***


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IX

LOTTA SENZA QUARTIERE

"Kagome ma cosa…?"

Milena guardò prima Kagome, poi la sacerdotessa e notò un ghigno passare sul suo volto. Ricordava di aver già visto quell'espressione, ma non ricordava dove. Poi improvvisamente vide il volto di Alessio ormai privo di espressine davanti ai suoi occhi e Naraku che rideva soddisfatto a quella vista. Istintivamente la ragazza si mise in atteggiamento di difesa..

"Naraku…" fu tutto quello che disse, ma sufficiente allo youkai per capire di essere stato scoperto. Il ghigno sul suo volto si fece ancora più malvagio e i suoi occhi si iniettarono di sangue.  Poi improvvisamente una luce biancastra li avvolse e le due giovani chiusero gli occhi tanto era accecante.

Quando li riaprirono non riuscirono a trattenere un urlo di paura: davanti a loro c'era un ragazzo con lunghi capelli neri legati da un nastro rosso.

Al primo impatto Milena non riusciva a connettere le immagini che vedeva con la persona che sapeva di aver di fronte. Possibile che quel ragazzo fosse davvero Naraku? Sembrava quasi un angelo del Paradiso e non un demone nato dal desiderio carnale per una miko! Fu soltanto guardandolo negli occhi che vide il color porpora del sangue delle sue vittime e l'odio di cui il suo cuore si nutriva…  Sì' in fondo era veramente un angelo… L'angelo della Morte.

Kagome invece indietreggiò spaventata. Istintivamente si guardò intorno e solo allora notò che intorno a loro non c'era più il limite della foresta e in lontananza non si vedeva più il villaggio, ma… il nulla, il nulla più scuro e assoluto.

"Dove… dove ci hai portato?" chiese.

Naraku rise crudelmente. "Ma come non riconosci questo posto? Siamo in un varco spazio-temporale, quello stesso in cui sei rimasta intrappolata un po' di tempo fa…"

Kagome sgranò gli occhi. Era vero! Guardandosi intorno.. sì, era vero, quel luogo l'aveva già visto tempo prima! Ma allora…?

"Ma se tu ci hai portato qui? Con CHI stanno combattendo Miroku san e Sango?!" chiese quasi a se stessa.

Il demone ebbe un moto di ribrezzo. "E secondo te, IO, il grande Naraku, perdo tempo con uno stupido houshi e la sua amichetta cacciatrice, quando le due sfere che donano il potere supremo sono per la prima volta insieme dopo millenni e millenni di lontananza! Quello che voi sciocche mortali avete visto, è semplicemente una mia subunità!"

"Sub…. Subunità?!"

"Esatto. Una piccola parte di me, in confronto alla grandezza del mio essere!" rise maligno e lentamente iniziò ad avvicinarsi alle due ragazze.

Kagome e Milena strinsero i pugni, pronte a combattere, tuttavia non potettero non indietreggiare.

"E' inutile che cercate di fuggire…. Sappiate che qui non potrà aiutarvi nessuno! Ci siamo solo noi… E ora… voglio le due sfere!"

"Mai!" urlò Milena stringendolo il preziosissimo ciondolo fra le mani. "Piuttosto preferisco morire!"

Naraku rise ancora una volta e preparò una sfera di energia fra le sue mani.

"Come desideri!" esclamò freddo e lanciò la sfera verso la ragazza.

Milena lo guardò freddamente e si tolse il ciondolo dal collo ponendolo davanti a se, una strana luce color ocra avvolse le due ragazze e impedì al colpo di Naraku di colpirle.

La ragazza si guardò le mani stupita. Come aveva fatto? Aveva utilizzato i poteri della sfera! Era davvero in grado di farlo? Eppure non l'aveva mai fatto, come aveva potuto usarla così facilmente? Era stato un movimento istintivo… sembrava quasi…. Sì, che la sua missione fosse quella di usare quella sfera… usarla per proteggerla e per salvare tutti quelli a cui voleva bene.

Naraku digrignò. Quella ragazzina umana lo stava prendendo in giro. Usava la kaze no tama come se ne conoscesse i poteri da sempre eppure sapeva che non era così. Ma come faceva? E quella sfera… aveva un potere immenso e lui doveva fare di tutto pur di averla!

"Maledette!" urlò e, senza pensare alle conseguenze, lanciò un'onda di energia contro Kagome, ma Milena fu più tempestiva e, ponendosi fra la ragazza e il colpo, utilizzò ancora una volta la kaze no tama, creando una barriera di luce. Il colpo di Naraku si rivoltò contro il suo stesso creatore, scagliandolo lontano.

"Kagome! Tutto bene?" chiese Milena guardando dietro di lei.

"Si, ma come fai a conoscere…?" cercò di chiederle stupita, ma Milena la interruppe.

"Kagome! Dobbiamo usare le due sfere per tornare nella Sengoku jidai e avvisare gli altri!"

"Ma come possiamo fare? Io non so come si usa la sfera e poi dovrei riunire i pezzi della sfera! E se questo….?"

"Dobbiamo rischiare! Non possiamo fare altrimenti se non vogliamo che quel pazzo prenda le sfere! E allora sì che sarebbe una catastrofe!"

Kagome annuì, comprendendo benissimo i sentimenti di Milena. Si guardarono e in un attimo capirono ciò che dovevano fare: Milena si pose davanti a lei per difenderla da eventuali attacchi di Naraku, mentre la giapponese si tolse il ciondolo dal collo e l'avvicinò al frammento mancante per riunire la tama, esattamente come aveva fatto neanche un anno prima. Ma quella volta il desiderio che aveva espresso era stato quello di tornare nella sua epoca. Invece questa volta… cosa sarebbe successo?

Kagome stava per riunire i due frammenti quando qualcosa le fece perdere l'equilibrio e si ritrovò per terra, mentre il frammento era volato qualche metro più in là.

"Il frammento!" urlò allora e Milena cercò di correre verso il frammento per recuperarlo prima di Naraku. Ma qualcosa fece cadere anche lei.

"Ma cosa….?"

Una mano piccola e verdognola si avvicinò al frammento e tranquillamente lo raccolse.

"Ja… Jaken!" esclamò Kagome riconoscendo lo schifoso demone, ma non riuscì ad aggiungere altro che un lampo verde la colpì. La ragazza gettò un urlo perdendo i sensi.

"Kagome!" urlò Milena cercando di raggiungere la ragazza, m Naraku si frappose fra le due e recuperò il pezzo della sfera dalle mani di Kagome.

"Ottimo lavoro, rospo!" si complimentò e prese dalle sue luride mani il frammento mancante, poi si voltò verso Milena, ponendo i due pezzi della sfera davanti ai suoi occhi. "Visto? Ora ho la shikon no tama!"

"Maledetto rospaccio!" Milena sembrava furiosa "Che dirà il tuo padrone quando scoprirà il tuo tradimento!"

"E' lui che ha tradito la sua natura demoniaca per colpa di questa ragazza!" rispose con uno strano coraggio il demone, indicando Kagome ancora svenuta "Anche lui ora è un mezzo demone come Inuyasha! Il suo cuore è umano!"

"Maledetto traditore!!" gli urlò contro Milena con tutto il suo odio. Era questa la cosa che odiava di più, persino più dei demoni come Naraku e Sesshomaru: il tradimento di una persona che ha fiducia in te.(si vede che Jaken non lo sopporto, vero?)

Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla risata sibillina e malvagia di Naraku. "Povera sciocca ragazzina! La tua maledetta sfera non potrà sconfiggermi ora!" rise fra i denti e presi i due frammenti della shikon n tama li riunì.

La sfera si illuminò e un'aura dorata avvolse il demone.

"Si... sento la mia energia crescere progressivamente.... ormai potrei usare questa sfera per diventare il demone più potente che sia mai esistito.... ma i miei piani sono da tempo cambiati.... Dammi immediatamente quella maledetta kaze no tama, ragazzina!"

Milena chiuse il pugno e lo avvicinò al cuore. "Scordatelo!"

"Tanto il tuo permesso non è necessario... me la prenderò da solo!" e tenendo in una mano la sfera, concentrò nella stessa una violenta onda di energia, così da amplificarne il potere tramite la sfera e la lanciò contro la giovane.

Milena sgranò gli occhi tremante: la forza di Naraku era già enorme senza l'uso della sfera e se lei non avesse avuto la kaze no tama in quel momento sarebbe stata già un ammasso di ossa. Ma con quella sfera... il suo potere centuplicava. Eppure doveva resistere. Per lei, per Alessio, per Inuyasha e tutti gli abitanti della Sengoku Jidai... per il loro presente, ma anche per il loro futuro.

La shikon no tama utilizzata come amplificatore aumentò l'energia del suo colpo, che assunse dimensioni enormi. Milena non riusciva a tenere gli occhi aperti tanto forte era la luminosità sprigionata da Naraku.

Milena strinse forte la sfera e si rannicchiò su se stessa, mentre il demone scagliava la sfera.

"Muori!" urlò.

"Ti prego Alessio... proteggimi tu..." non potè far altro che pregare.

 

 

Sesshomaru e Inuyasha si guardarono a lungo con odio, studiandosi attentamente. All'improvviso Inuyasha brandì Tessaiga e si lanciò contro il fratellastro, ma questi con un balzo evitò il fendente del demone e leccò la sua unghia avvelenata in segno di sfida.

Inuyasha sembrava visibilmente disgustato: non solo quel bastardo aveva avuto il coraggio di rapire la 'sua' Kagome, ma l'aveva costretta a cercare quale maledetto frammento... perchè era stata una costrizione, lui ne era sicuro. Ma... era davvero accaduto questo? Secondo Kagome no, eppure... da quando in qua Sesshomaru chiedeva l'aiuto di qualcuno? Lui ordinava e basta! Senza contare che l'aveva fatta fuggire... quindi il suo unico scopo era avere lui!

Sesshomaru sorrise sadicamente e sguainò Tenseiga. "Dai fratellino, fammi vedere quello che sai fare!" esclamò e si lanciò all'attacco, ma il nostro non rimase immobile a guardare il demone e partì anch'egli all'attacco. Le due lame sorelle si scontrarono senza che nessuna delle due prendesse il sopravvento sull'altra.

"Maledetto!" urlò il mezzo demone e si lanciò nuovamente all'attacco, gli occhi iniettati di rabbia.

Sesshomaru sembrò leggergli nell'anima. "Mi odi, vero Inuyasha? Non solo ho rapito la tua amichetta, ma lei mi ha anche aiutato senza che la costringessi! Bello smacco, eh mezzo sangue? Ti odia così tanto che mi ha aiutato subito, appena glielo ho chiesto. Beh, in fondo non c'è nulla di cui stupirsi... dopo quello che le hai fatto!"

"Maledetto bastardo! L'hai convinta in un momento in cui era psicologicamente debole (forse è meglio che taci Inu chan!! ^_^)"

"Tu sei solo arrabbiato che lei abbia preferito me a te!"

"Maledetto!" urlò ancora una volta e furioso si scagliò con tutta la forza che aveva contro lo youkai. Ma il fendente non trafisse il demone.

Inuyasha guardò la lama arrugginita della sua spada non capendo. Com'era possibile? Eppure l'aveva colpito!

La risata di Sesshomaru lo raggiunse fredda e crudele. "Mio caro fratellino, perchè ti stupisci? In questo momento stai combattendo per vendetta personale e non certo per difendere qualcuno.... è per questo che la zanna di nostro padre non ti protegge!"

Inuyasha digrignò. "Maledetto! Avevi previsto tutto!"

Per tutta risposta lo youkai balzò sull'hanyou e gli conficcò un artiglio avvelenato nell'addome. Inuyasha urlò dal dolore e indietreggiò portandosi le mani sulla parte ferita, facendo cadere Tessaiga che si conficcò nel terreno.

Sesshomaru non degnò di uno sguardo la katana, ma si diresse verso Inuyasha, facendo apparire fra le sue mani una sfera verde.

"Ora caro fratellino... la tua fine è giunta...!" esclamò glaciale e si preparò a colpirlo.

 

 

Miroku guardò il demone di fronte a lui e il sangue gli ribollì nelle vene: davanti a lui c'era l'essere che aveva rovinato per sempre la sua vita, quella della sua famiglia, e quella della ragazza che gli stava accanto. Lentamente si staccò da Sango e preparò il suo bastone in posizione di attacco.

"Preparati Naraku... prima di avere la sfera... DOVRAI PASSARE SUL MIO CADAVERE!"

Il demone sorrise beffardo, pose il palmo della sua mano destra di fronte all'houshi e scatenò un raggio di energia. Miroku indietreggiò e ruotò il bastone davanti a se per bloccare il fascio di energia.

Il demone non si scompose e si scagliò contro i due giovani, ma questi evitarono il colpo dividendosi.

Naraku, veloce come un lampo, fu su Miroku, ma il ragazzo non se ne accorse e il colpo dell'avversario lo scagliò lontano.

"Miroku!" urlò Sango, ma il ragazzo fu subito in piedi.

"SPOSTATI SANGO!" urlò e tolse il rosario dalla mano.

"KAZANAAAAAAAA!!!!" urlò lanciando il potente vortice verso l'alto.

Un vento fortissimo si alzò e, come una calamita, attirò nel suo occhio tutto quello ciò che si trovava nelle vicinanze.

Il demone non si scompose, anzi chiamò a raccolta i suoi fedeli insetti. Miroku guardò con orrore gli animali avvicinarsi, poi tornò a fissare il demone di fronte a se. Quel mostro SAPEVA che lui avrebbe richiuso il kazana e quindi, in quel frangente avrebbe potuto attaccarlo… Ma perché chiuderlo? Quella era l'occasione buona per ucciderlo, per liberarsi da quella maledizione… per liberare il mondo dalla  sua  maledizione!

"Hiraikotsu!" urlò Sango e lanciò il suo boomerang gigante contro quei maledetti insetti. Una decina di questi caddero a terra, mentre altri si avventarono contro la ragazza. Sango recuperò l'hiraikotsu e lo lanciò nuovamente e, anche questa volta ne abbatté un buon numero. Ma per quanti ne facesse fuori, altrettanti sembravano materializzarsi.

"Sango!" 

Miroku avrebbe tanto voluto poterla aiutare, ma il suo compito era far fuori quel maledetto demone…

Un pensiero improvviso lo fermò. DOVE sarebbe finito Naraku? Sarebbe ritornato nella dimensione di Milena? COSA ne sarebbe stato allora di quel mondo, dove nessuno era in grado di fermarlo?

Istintivamente chiuse il pugno è sigillò nuovamente il suo kazana e, come aveva previsto il bonzo, il suo nemico lo colpì con un fascio di energia.

"Miroku san!" urlò Sango correndogli incontro, infischiandosene degli insetti che la inseguivano ancora. Ma all'improvviso un lampo di energia colpì Sango in pieno e la ragazza rotolò sul terreno umido.

"SANGO CHAN!" la chiamò Miroku, distrutto, dopo l'utilizzo del suo potere. Vide Naraku avvicinarsi alla ragazza e istintivamente chiuse gli occhi, senza forze. Era giunta veramente la loro fine?

 

 

NdNaco:  Salve a tutti, o miei pochi, fedeli lettori! So che ci siete, o almeno lo spero! ç__ç

Da questo capitolo in poi, avremo i capitoli il cui esito tempo di più: quelli in cui sono descritte battaglie. Ora, io sono sempre stata una frana nella descrizione di lotte, e battaglie troppo lunghe ecomplesse mi hanno sempre un po' annoiata! Spero dunque che questi capitoli risultino comprensibili e non noiosi! MI raccomando, fatemi sapere!

A presto!

 

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Capitolo 10
*** Il risveglio ***


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IL RISVEGLIO

Il cielo improvvisamente si tinse di nero e il paesaggio attorno a loro scomparve. Sesshomaru e Inuyasha si guardarono intorno spaesati e, nonostante fosse in corso un combattimento cruciale, si trovarono a fissarsi senza capire cosa stesse accadendo.

All'improvviso una strana smorfia si formò sul perfetto volto del principe dei demoni.

"Credo che abbiamo un problema…" commentò.

Miroku aprì gli occhi e non vide più nulla, solo il buio intorno a sé. In un primo momento si convinse di essere morto e di trovarsi in un limbo senza fine, eppure… eppure il dolore per le ferite ricevute e la debolezza erano quanto mai vive in lui… e in generale i defunti non sentono queste sensazioni…

Si guardò intorno e solo allora scorse il corpo svenuto di Sango a pochi metri da lui. Di Naraku nessuna traccia.

"Sango!" la chiamò e, cercando di lottare contro la stanchezza, lentamente si avvicinò alla fanciulla.

"Mi... Miroku… sei… siamo… vivi?" si trovò a chiedere con un filo di voce, mentre i suoi splendidi occhi nocciola, fissavano quelli dolci e preoccupati del bonzo.

"Sango chan, non preoccuparti, io sono…"

Uno strano bagliore dorato attirò l'attenzione dei due giovani.

"Ma cosa…?"

La kaze no tama brillò e una barriera di luce si frappose fra Milena e Naraku. La shikon no tama sembrò non volersi sottomettere alla potenza della sua rivale e le due sfere emanarono una forza violentissima che scaraventò lontano i due contendenti..

Le sfere si staccarono dai due possessori e, quasi possedessero vita propria, si posero l'una di fronte all'altra, come a fronteggiarsi.

Milena e Naraku osservarono in silenzio la scena, meravigliati da tanta potenza.

Le due sfere s'illuminarono, ma stranamente non si attaccarono, anzi, Milena ne era certa, sembrava che le due tama si stessero fronteggiando in una muta battaglia interna.

Le due avversarie iniziarono ad emettere bagliori di luce intervallati da violente emanazioni di energia negativa.

"I quattro spiriti vogliono ricongiungersi alla loro metà mancante." Esclamò una voce alle loro spalle.

Milena si voltò e vide Sango e Miroku reggersi stancamente a vicenda.

"KAGOME!" urlò invece la voce, che sapeva essere di Inuyasha e infatti, appena si voltò nella direzione del suono vide l'hanyou correre verso la giapponese ancora svenuta e, a pochi metri da lui, Sesshomaru. I suoi occhi si sgranarono per la sorpresa. Ma cosa ci facevano quei due insieme?

Milena non poté preoccuparsi troppo della vicinanza dei due fratellastri, perché un'esplosione di luce, più violenta delle altre, attirò la sua attenzione. La ragazza gettò un urlo: davanti a lei vi erano quattro figure che si fronteggiavano, l'odio che si leggeva nei loro occhi. Due di queste erano avvolte da un'aurea bianca che infondeva sicurezza e tranquillità, una con un paio di ali di luce, l'atra lunghi capelli azzurri, ambedue con un lungo abito argentato; le altre due invece ispiravano un sentimento di puro terrore: una strana aurea rossastra le avvolgeva e un ghigno malefico era dipinto sul loro volto. L'una scura, due strani occhi neri come il carbone; l'altra avvolta da un'armatura di fuoco.

Le quattro kami si guardarono, ma non parlarono.

Poi le due divinità oscure, senza alcun preavviso alzarono le braccia al cielo e una violenta emissione di energia malvagia partì dal loro corpo per unirsi in un punto imprecisato del cielo.

La mizu no kami iniziò a ruotare velocemente su se stessa e i suoi capelli azzurri intrecciarsi tra loro creando onde di luce che prontamente la kami diresse verso la tsuchi no kami per fermare lo strano processo. Ma la hi no kami scagliò un potente vortice di fuoco verso l'avversaria. La ku uki no kami spalancò le sue grandi ali di luce e creò un turbine di aria che dileguò le fiamme.

Gli occhi di fuoco dei due demoni brillarono e solo in quel momento i presenti si resero conto che le due entità stavano lentamente scomparendo in un alone di energia maligna.

"Si... si stanno unendo!" comprese allora Inuyasha e le due kami di luce si guardarono, poi fissarono il mezzo demone.

Anch'esse, come avevano in precedenza fatto le due kami di tenebra, alzarono le braccia iniziando a recitare una strana formula in una lingua sconosciuta, ma questa volta, invece di dirigere i palmi verso il cielo, si unirono in direzione dell'hanyou.

Il mezzo demone non riuscì a capire cosa stesse accadendo, quand’ecco che si sentì colpire anche da una strana energia.

"Ma… si può sapere che diavolo mi state facendo?!" urlò lui, ma le due sembravano non averlo neanche sentito.

Lentamente anche loro due scomparvero, mentre la luce che avvolgeva Inuyasha si faceva sempre più forte.

"Ti prego… prestaci il tuo corpo per sconfiggere il male…!" chiedevano i loro occhi, la loro essenza, come… come se comunicassero con lui telepaticamente. Ma erano davvero certe che potesse essere lui la persona giusta? Dopotutto lui era un mezzo demone… che tra l'altro voleva usare la shikon no tama per diventare un demone completo…

"Vogliono il suo corpo per combattere contro il male!" commentò allora Miroku "ma… è troppo pericoloso, lui… lui è un hanyou!!!"

Kagome aprì lentamente gli occhi non capendo cosa stesse accadendo intorno a lei. dov'era? Cos'era accaduto? Poi, improvvisamente i ricordi le apparvero nitidi nella mente: la shikon no tama… e l'altra sfera… e Naraku… e Inuyasha e Sesshomau che combattevano… e poi.…

"Inuyasha!" urlò mettendosi a sedere. Ciò che vide la lasciò senza fiato: Inuyasha era avvolto da una luce accecante che partiva da due strane figure argentate; dall'altra parte un'essere oscuro, dagli occhi color del sangue; qualche metro più in là, uno spaventato quanto affascinato Naraku osservava la scena; a qualche metro da lei, sulla destra, Sango e Miroku, un po' più avanti Milena; alla sua sinistra, pochi passi davanti a lei c'era… Sesshomaru!

"Ma che… che diavolo sta succedendo?!" chiese allora non capendoci più nulla.

Sesshomaru si voltò verso di lei e in breve le spiegò la situazione. "I quattro kami si sono svegliati e ora quelli dell'acqua e dell'aria voglio il corpo del tuo Inuyasha per togliere di mezzo gli altri due."

Kagome iniziò a tremare. No… non poteva farlo… era tropo pericoloso per lui…

"INUYASHA!!!!" si trovò ad urlare pur di fermarlo, dimentica ormai di tutto il male che le aveva fatto, del desiderio di andare via da quel luogo, della vista di lui e Kikyo abbracciati, delle ultime sofferenze. Ora esisteva soltanto il presente. E certo non le piaceva per niente.

Inuyasha si voltò in direzione della voce e il suo cuore mancò un battito. Kagome, la sua Kagome… dopo tutto quello che le aveva fatto, dopo le lacrime che le aveva fatto versare lei ora… ora si preoccupava per lui, piangeva per lui e gli voleva ancora bene… ma perché? Perché lei era così…. Così… Kagome? Lui non era degno del suo affetto, della sua dolcezza, dei suoi grandi occhi nocciola… Non era degno di un amore così dolce e puro, non sarebbe mai stato in grado di ricambiarlo, perché lui era Inuyasha. Un bastardo che non riusciva a capire i suoi sentimenti, capace solo di far soffrire le persone che aveva intorno. Un vigliacco, ecco cos'era. Il coraggio in battaglia non serve a nulla, se non si trova il coraggio di fare le proprie scelte. E lui non ne era mai stato in grado…

'Kagome… non sono degno del tuo affetto… non sono degno di starti accanto… Sesshomaru ha ragione…. Sono solo uno sporco mezzo demone…' non poteva fare a meno di pensare.

"Sei degno di un amore così puro, perché il tuo cuore si è purificato." Gli rispose invece una voce.

Inuyasha si guardò intorno sorpreso. Chi era? Una delle due kami?

"No… non sono degno neanche di aiutarvi.. come posso farlo? Io sono soltanto uno stupido, sporco hanyou…"

"La tua anima è pura, perché buona ed è buona perché c'è qualcuno che ti ha aiutato a cambiare, nonostante tu non te ne sia mai reso conto."

"Ne sei davvero sicura? Se non fosse stato per causa mia, Kagome non avrebbe pianto così tanto e non saremmo giunti a questo punto! Quello che accaduto… è successo solo per colpa mia!"

"La strada della purificazione è costellata di incidenti… quel che conta non è quante volte sei caduto, ma dove sei arrivato, Inuyasha, la tua meta, dove arriverai…"

"Ma dove arriverò?"

"Dove ti porta il cuore… se lo segui, saprai sempre cosa fare… "

Inuyasha chiuse gli occhi e rilassò i muscoli. Era pronto per conoscere il suo cuore, a lasciarlo libero di esprimersi. Ad aiutare le forze del bene.

La sfera di luce che avvolgeva Inuyasha aveva ormai quasi completato la fusione con le due dee.

Naraku osservava la scena: possibile che uno stupido hanyou dovesse diventare più potente di lui? E tutto per due stupide kami del bene. E se…? Improvvisamente i suoi occhi malvagi si illuminarono di una strana luce.

"Malvagità! Pura malvagità! Ecco cosa cercate vero?" chiese a quella che ormai era una sfera malvagia dalle dimensioni colossali. "Allora prendete me! E fate fuori quel bastardo mezzo demone! Rendetemi uno youkai, il più forte del mondo! Il re degli youkai!" urlò sollevando le braccia verso il cielo.

La sua risata diabolica si fece sempre più forte e crudele.

"E' completamente impazzito." fu infatti il commento del principe dei demoni.

La nube oscura fu in un attimo su Naraku, inghiottendolo. Della sua risata oscura non rimase che un eco lontano. Di lui non rimase altro che questo. Tutto il resto si confuse in una miscela di crudeltà e oscurità.

Il vento alzato dalla contrapposizione delle due forze vitali era violentissimo.

Kagome si strinse al mantello di Sesshomaru per non essere trascinata via dalla usa forza, mentre Milena e Sango si strinsero al bonzo. La violenza delle due forze non accennava a diminuire e Milena ebbe paura che durasse per sempre.

Dopo un momento, che ai nostri sembrò durare un'eternità, la violenta turbolenza diminuì d'intensità fino a cessare del tutto.

I cinque spettatori guardarono ciò che era rimasto della furia delle quattro kami.

Non c'era più nulla davanti a loro, né sfere di energia, né le due entità. C'erano solo Naraku e Inuyasha che si guardavano pronti a fronteggiarsi nella loro ultima battaglia.



Salve a tutti! Dopo molte titubanze, eccomi qui a postare il nuovo capitolo di questa storia.

E’ un capitolo a cui tengo molto, in effetti, visto che è da questo punto che parte la battaglia vera e propria, quella che deciderà le sorti della storia. Non sono mai stata brava con i combattimenti e per questo vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensiate, che siano commenti positivi o negativi.

A presto, con un nuovo capitolo!

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Capitolo 11
*** L'ultima battaglia ***


XI
L'ULTIMA BATTAGLIA


Inuyasha e Naraku si guardarono. Uno sguardo lungo, penetrante capace di incenerire all0istante un comune mortale, tanto forti erano i sentimenti che li dominavano: rancore, odio, desiderio di vincere, di sconfiggere il tanto detestato avversario, di vendicare il proprio onore ferito, l'amore che per colpa dell'altro era stato stroncato sul nascere… due anni di avventure, dure battaglie, sotterfugi, sembravano essere finalmente giunti al loro momento cruciale. Solo loro a fronteggiarsi, senza interferenze di alcun genere…. Solo loro e nessun altro.
"Non azzardatevi a intervenire!" tuonò il mezzo demone "Questa è una battaglia che dobbiamo risolvere da soli! Una volta per tutte!"
Naraku sorrise malvagio "Lo sai? Per una volta, sporco hanyou… sono d'accordo con te!"
I due avversari si guardarono per un lunghissimo momento; poi, all'improvviso Naraku scagliò una sfera di energia malvagia contro l'hanyou. La battaglia era iniziata.
Inuyasha sguainò Tessaiga: la spada risplendette in tutta la sua mastodontica potenza, come mai aveva brillato prima di allora. La sua energia era talmente forte che i presenti dovettero socchiudere gli occhi per non restarne accecati.
La potente katana fermò in un solo istante il raggio malefico, semplicemente tagliandolo in due parti con estrema facilità. La potenza della spada era triplicata.
Inuyasha non sembrava minimamente stupito dal potere della katana, totalmente concentrato sulla lotta per potersi interessare di altro.
Brandendo Tessaiga, il mezzo demone si lanciò contro Naraku, ma il nemico gli lanciò contro una nuova sfera di energia luminosa. L'onda d'urto che ne derivò scaraventò Inuyasha lontano.
"INUYASHA!" urlò Kagome e si lanciò contro i due contendenti, ma Sesshomaru la fermò in tempo.
"Sei impazzita? Vuoi per caso morire?"
"Ma Inuyasha…"
Il demone sbuffò "Per quanto odi doverlo ammettere, in questo momento Inuyasha è molto più forte di me. Non devi preoccuparti per lui, ce la farà."
Kagome fissò gli occhi d'ambra del giovane, sempre così freddi e li scoprì… diversi. C'era una strana luce che brillava nelle sue iridi, quella stessa che vi aveva visto quando l'aveva colpita per portarla via con sé, affinché trovasse il frammento. Sembrava passata un'eternità da allora, e invece erano trascorse solo poche ore.
Kagome distolse lo sguardo, scuotendo la testa. No, non era quello il memento di pensare cosa fosse quella luce… umana? negli occhi del principe dei demoni. In quel momento un altro demone occupava i suoi pensieri… come sempre, del resto…
Inuyasha si rialzò rapidamente, lo sguardo fremente di rabbia. No, non si sarebbe lasciato sconfiggere ne andava della sua vita, del suo futuro… del loro futuro.
"Maledetto!" urlò e si scagliò nuovamente contro il suo avversario.
Naraku con un balzo lo scartò e, come a volerlo prendere in giro, cercò di colpirlo, mentre il mezzo demone tornava sulla terraferma. Intuendolo, Inuyasha abbassò il capo e ruotò il busto per colpirlo mentre era ancora in volo.
Naraku, vedendo la tagliente lama della katana, lanciò verso il terreno una nuova sfera di luce, cosi da riceverne una spinta verso l'alto ed evitare il fendente.
"Maledizione!" biascicò, tornando in posizione eretta e voltandosi verso l'avversario, atterrato a pochi metri da lui.
I due si osservavano freddamente. Intorno a loro una potente aura di energia, mostrava ai presenti la titanica grandezza del loro scontro.
Milena tremò: non aveva mai visto Inuysha così concentrato: era così diverso dall'hanyou strafottente e fiero che aveva conosciuto un anno prima e anche durante il combattimento contro Naraku non aveva mai mostrato questo lato… E la cosa le metteva quasi paura.
"Inuyasha... fa' attenzione, ti prego… non voglio che muoia anche tu…" pregò, stringendosi ancora di più a Miroku e a Sango.
Inuyasha partì ancora una volta all'attacco, ma anche questa volta il demone lo evitò; l'hanyou si voltò verso l'avversario imprecando: possibile che quei dannati kami del male fossero più forti di quelli del bene? Possibile che il male dovesse vincere? Davvero non era in grado di sconfiggere quel mostro?
"Kuso!" imprecò più a se stesso che al suo nemico e deciso, si scagliò contro di lui con tutta la forza che aveva.
"Kami della luce… vi prego… non posso lasciarmi sconfiggere! Non posso lasciare il mondo nel caos… vi prego... infondetemi tutto il vostro potere…" pregò e il suo corpo improvvisamente iniziò a brilare di luce propria.
Naraku vide Inuyasha fiondarsi su di lui ad una velocità impressionante e non riuscì a evitare l'impatto. Il fendente della zanna del grande youkai lo attraversò da parte a parte, tagliandolo a metà.
"Ce.. ce l'ha fatta?" chiese incredulo Miroku. Possibile che fosse già tutto finito? No, e lui lo sapeva bene.
Inuyasha si allontanò di qualche metro, troppo esperto per gioire subito. Restò alcuni minuti fermo, pronto a rispondere a ogni minimo movimento, ma non accadde nulla: le due parti di Naraku giacevano distanti l'una dall'altra, senza dar segno di vita.
"L'ho… l'ho davvero sconfitto?" si trovò a pensare nonostante tutto.
"Possibile che fosse così semplice?" si chiese Kagome: davvero Inuysha con un solo fendente era riuscito a sconfiggere il demone che per due lunghi anni aveva cercato in tutti i modi di ostacolarli? No, non era possibile.
Inuyasha si avvicinò lentamente al demone, ormai quasi certo che l'incubo fosse finito. Istintivamenente si voltò per incontrare lo sguardo di Kagome.
La ragazza si perse nei suoi occhi dorati, in quel dolce calore che emanavano, quasi fosse una muta richiesta di perdono per quello che era, per come l'aveva trattata in quei giorni e sempre.
Kagome gli sorrise dolcemente ed era ancora catturata dalle dolcezza di quelle iridi ambrate, quando la sua attenzione fu improvvisamente attratta da uno strano movimento alle spalle del ragazzo.
"INUYASHA!" tentò di urlare, ma non fece in tempo: un artiglio acuminato del del demone attraversò il corpo dell'hanyou. Inuyasha cadde a terra, mentre con le mani si stringeva il petto sanguinante.
"Come vedi non mi hai sconfitto…." Bisbigliò la voce cavernosa di Naraku, mentre le due parti del demone si stavano lentamente ricomponendo.
"Ma.. maledetto bastardo…" blaterò il mezzo youkai, ma il dolore non gli permetteva di parlare.
"Non preoccuparti Inuyasha… fra poco non soffrirai più…" e un ghigno malvagio si dipinse sul suo volto.


"INUYASHAAAAAAAAAAA!!!!" riuscì ad urlare questa volta. La ragazza cercò disperatamente di raggiungere il suo amato mezzo demone, ma la stretta del principe dei demoni la trattenne con forza.
"Lasciami Sesshomaru, lasciami! Devo andare! Devo andare da lui!" urlò dimenandosi, ma lui rese ancora più stretta la sua morsa.
"Dove credi di andare? E' pericoloso! Non puoi combattere contro Naraku e tu lo sai! Neanche io in questo momento ho il potere di farlo!"
Kagome dimenava la testa, incurante del pericolo e del divieto di Sesshomaru: Inuasha aveva bisogno di lei! Lui non poteva morire! Non le importava che lui non ricambiasse il suo amore, che amasse ancora Kikyo…a lei importava soltanto di vedere il suo volto, specchiarsi nei suoi occhi color ambra, urlargli OSUWARI ogni volta che la faceva arrabbiare… Voleva soltanto stargli accanto, volergli bene… vederlo VIVO!
Eppure… eppure Sesshomaru aveva ragione, lei non poteva confrontarsi con Naraku, non ne aveva la forza. Ma non poteva neanche lasciare Inuyasha in balia di quel mostro!
"INUYASHA! Non puoi lasciarti andare!" urlò con tutta la voce che poteva "Kikyo ha bisogno di te! IO ho bisogno di te! Non puoi abbandonarci! NON PUOI ABBANDONARE LE PERSONE CHE TI AMANO!"
"povera illusa…" sogghignò il demone, volgendo la sua attenzione alla ragazza; poi, spostando l'attenzione contro il suo avversario, il suo ghigno si fece ancora più malvagio.
"E' inutile che cerchi di ribellarti a me, Inuyasha… ormai ti ho in pugno!"


Inuyasha aprì gli occhi e tutto intorno a sé non vide altro che una luce accecante. Dov'era? Cos'era successo? Il suo corpo era leggero come una nuvola. Non sentiva più nessun dolore, solo una grande pace interiore.
"Ma… dove sono?" chiese a se stesso.
"INUYASHA!"
Sentì che una voce lontana lo stava chiamando… una voce che conosceva bene… la voce di una persona a cui voleva bene… per cui avrebbe dato la vita, per cui tante volte aveva lottato... una persona che l'aveva così profondamente cambiato che anche lui non se ne era mai accorto… una ragazza che aveva tanto sofferto per lui… una ragazza che lui…
"Kagome!" la chiamò, ma si accorse che non riusciva a vederla. "Kagome dove sei? Non riesco a vederti! Kagome… dove sei?"
Come se Kagome avesse ascoltato la sua voce, l'ombra della ragazza apparve davanti a lui….. i suoi occhi erano rossi e le guance bagnate di lacrime.
"INUYASHA! Non puoi lasciarti andare! … Non puoi abbandonarci! NON PUOI ABBANDONARE LE PERSONE CHE TI AMANO!

... LE PERSONE CHE TI AMANO!...
... LE PERSONE CHE TI AMANO!...
... LE PERSONE CHE TI AMANO!...



Non avrebbe mai creduto che ci sarebbero state persone che avrebbero potuto amarlo.
Da quando, anni prima, senza più una madre ad amarlo, odiato da tutti, uomini e youkai, aveva deciso di vivere solo nella foresta, Kikyo era stata la prima ad avvicinarsi a lui e a parlargli… poi lei era morta per colpa di Naraku e lui sigillato dalla freccia della stessa donna che aveva scoperto di amare….
Si era ripromesso di non provare più nulla per nessuna donna, eppure… eppure Kagome era riuscita a far breccia nel suo cuore, a fargli comprendere che il mondo non è pieno soltanto di gente malvagia, ma anche di persone dal cuore d'oro, che sanno donarti tutto di loro stessi, se ne dai occasione… gli aveva insegnato il valore dell'amicizia, l'importanza di avere degli amici... e infatti ne aveva avuti, aveva conosciuto persone speciali come Shippo, Sango, Miroku, che lo avevano accettato per quello che era, un mezzo demone.

"kikyo ha bisogno di te!"

No…
Kikyo avrebbe desiderato ardentemente la sua morte, anzi avrebbe addirittura aiutato Naraku, se avesse potuto, pur di avverare il suo desiderio. Eppure quando erano stati insieme… perché non lo aveva condotto via? Perché non lo aveva ucciso? Cosa significava? E… e Kagome? Kagome si metteva in disparte pur di vederlo felice, anche se con Kikyo, lo aveva appena detto… perché lo faceva? perché… lo amava? Si, non c'era dubbio, ne era certo… ma lui? Cosa provava per lei? E per Kikyo? Di CHI era innamorato?
Chiuse gli occhi e le immagini della sua vita gli scorsero davanti come un film… prima Kikyo, la sua dolcezza, la sua tristezza… poi Kagome, al sua tenacia, la cocciutaggine, le liti che ogni giorno li vedevano protagonisti… la sua Kagome, la ragazza che lo aveva risvegliato dal suo sonno, che gli aveva fatto comprendere il valore dell'amicizia e dell'altruismo…
Al volto sorridente della ragazza si sovrappose quello di Kikyo, poi quello di Milena, e infine ritornò quello di Kagome. Perché per quanto potessero essere per certi versi molto simili, per quanto tutte e tre lo avessero in qualche modo cambiato, per quanto volesse bene ad ognuna di loro, solo una era Kagome Higurashi, solo una poteva atterrarlo con un semplice comando, solo una l'aveva completamente trasformato, solo una era completamente diversa dalle altre, solo una lui…
No, pensò riaprendo gli occhi, doveva risvegliarsi, alzarsi, combattere, sconfiggere Naraku, per sé, per Milena, per Kikyo, per Sango, per Miroku… e per lei… solo per lei… per scusarsi con lei di come l'aveva trattata, per…
Doveva sconfiggerlo. Per sempre. Ad ogni costo!
"Inuyasha…" le dolci voci delle due kami si fusero in una sola e per un attimo, solo per un attimo, gli parve di ascoltare quella di Kagome. No, non doveva pensare a lei in quel momento…!
"Inuyasha…" continuavano a ripetere le due entità "Libera il tuo cuore, prima così colmo di tristezza, ora pieno d'amore. Trova nel tuo amore, nel suo amore, la forza necessaria per sconfiggere il tuo nemico, il vostro nemico... perché lei ha fiducia in te…"
Sì, le due kami avevano ragione: doveva lottare per sconfiggere Naraku e tutto ciò che quel dannato mostro rappresentava.
"Ka… Kagome…!"


Naraku sogghignò vedendo il corpo svenuto del mezzo demone di fronte a lui e preparò una nuova sfera malvagia per colpire il ragazzo.
"INUYASHA!!!" urlò ancora una volta Kagome, ranicchiandosi nel mantello del principe dei demoni pur di non vedere quello che stava per accadere.
Milena chiuse gli occhi per non vedere la fine quasi certa di Inuyasha, mentre Sango si strinse ancora di più a Miroku. Il ragazzo la strinse forte, comprendendo molto bene il dolore della ragazza.
"Inuyasha… non puoi morire… non puoi lasciare che Naraku vinca! " pregò, mentre i suoi occhi non potevano staccarsi dalla scena che gli si parava di fronte.
"MUORI SPORCO HANYOU!!!"


Inuyasha aprì lentamente gli occhi e un secondo dopo aveva già realizzato cosa stesse per accadere. Istintivamente guardò verso Kagome e il suo cuore mancò un battito: la ragazza ranicchiata fra le braccia di Sesshomaru, piangeva calde lacrime.
Si voltò nuovamente verso il suo nemico e vide la sfera di luce formarsi fra le sue mani. Inuyasha chiamò a raccolta tutte le sue forze e stranamente sentì che queste erano superiori a quanto in realtà si aspettasse. Fu in quel momento che capì.
Il ragazzo sfoderò i suoi artigli che sembravano essere più affilati di quanto già fossero, illuminati da una strana luminescenza, come se ognuna delle sue unghie fosse diventata una Tessaiga in miniatura.
"Prendi questa, maledetto!" urlò l'hanyou scagliandosi violentemente verso Naraku.
Gli occhi di Naraku si dilatarono per la sorpresa e istintivamente cercò di allontanarsi dalla traiettoria del suo rivale, ma l'artiglio di Inuyasha tranciò il suo petto, dividendogli il cuore in due parti.
Inuyasha estrasse l'artiglio macchiato del sangue maledetto del demone.
Naraku indietreggiò, gli occhi vitrei, fissi in un punto imprecisato. Lentamente il suo corpo iniziò a polverizzarsi e in poco tempo di lui non rimase che un mucchio di cenere privo di vita.
Una folata di vento gelido disperse le ceneri, mentre un raggio di sole li illuminò.
I nostri amici si guardarono intorno stupiti: la natura si mostrava rigogliosa e il canto degli uccelli salutava la loro vittoria.
Erano ritornati nella Sengoku jidai.
Inuyasha si voltò verso gli altri e un dolce sorriso gli illuminò il volto.
"Bravo Inuyasha." Esclamò una voce.
I due kami simili agli spiriti guida di Kikyo, uscirono dal corpo del ragazzo e Inuyasha, ormai completamente privo di forze, si accasciò a terra semisvenuto.
"INUYASHA!" esclamò Kagome correndo verso il ragazzo per accertarsi che stesse bene.

"Complimenti. Sei riuscito a sconfiggere il male…"
Una folata di vento gelido soffiò sui presenti facendoli trasalire.
"Cosa… cosa sta succedendo?" chiese Milena rabbrividendo.
Le due kami si guardarono. "Purtroppo… non è ancora finita."


Salve a tutti! ^^
Ok, lo ammetto, sono in spaventoso ritardo. ^^ Ogni tanto mi chiedo ancora se ci sia qualche anima pia che segue questa storia, ma a quanto pare sì.
Ringrazio infinitamente fairyelly83 non solo per il commento che mi ha lasciato, ma anche per l'email. Arigatou gozaimasu!
Vi dirò, non è che non voglio aggiornare questa storia; semplicemente, fra tante cose, me ne dimentico e il fatto che, ogni volta che la rivedo e la trovo sempre più insulsa e scritta male, mi deprime. Il mio stile è cambiato TROPPO, in questi anni!
Così, nonostante la voglia di cancellarla dal mio HD sia tanta, ho deciso di scendere a un compromesso: finirò di postare TUTTA la storia il prima possibile, su questo sito e poi, con calma, quando avrò più tempo, riscriverla. la nuova versione, però, penso che la inserirò solo sul mio sito (che, se vi interessa, potete trovare qui). Per adesso ho rivisto solo il primo capitolo della prima storia, ma conto in un nuovo aggiornamento a breve.
Bene, penso di aver detto tutto: grazie ancora a chi continua a leggere questa storia nonostante tutto!
A presto!

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Capitolo 12
*** La shikon no tama ***


XII

LA SHIKON NO TAMA

Le due entità si guardarono freddamente: il bene e il Male, il freddo e il caldo, la Luce e le Tenebre, l'amore e l'odio, il bianco e il nero, la Pace e la Guerra…

Due forze da sempre in guerra tra di loro, finalmente erano una di fronte all'altra, per combattere la battaglia che avrebbe deciso le sorti dell'umanità.

Un'aurea di luce avvolse le due figure. I presenti rabbrividirono: non era necessario avere enormi poteri o le facoltà do una miko per capire che la loro potenza era talmente forte da poter distruggere completamente il loro mondo.

L'aura rosso cadmio del demone maligno si fece più forte dell'altra e contemporaneamente la terra iniziò a tremare e un profondo solco si aprì nel terreno.

"Ma cosa sta succedendo?" si chiese Milena tremante: si augurava che quei due non volessero veramente distruggere il pianeta..

Una colonna di magma incandescente uscì dall'insenatura nel terreno, pericolosamente vicino al luogo in cui si trovavano Kagome e Inuyasha, ancora privo di forze. La ragazza si strinse più forte all'hanyou che amava, che sbigottito si guardava intorno, senza poter intervenire in alcun modo.

"INUYASHA!" urlò Kagome chiudendo i suoi grandi occhi nocciola, sicura che sarebbero presto morti ambedue.

Una nuova eruzione lavica colpì in punto in cui si trovavano i due giovani giapponesi, ma i due erano già al sicuro.

Kagome aprì gli occhi e vide l'eruzione che avrebbe potuto ucciderli. Sconcertata, chiedendosi cosa diavolo fosse successo, alzò lo sguardo e vide Sesshomaru fissare la colonna di lava che li avrebbe uccisi.

"Se… Sesshomaru!"

Il demone abbassò lo sguardo e incrociò quello sorpreso della ragazza. Kagome sussultò. Quegli occhi… non erano i freddi occhi del principe dei demoni che l'avevano fissata astiosamente tante volte in quei due anni… erano invece gli occhi di un ragazzo come lei, un adolescente come tanti altri.

Una nuova, violenta esplosione la allontanò dai suoi pensieri. Tornò a guardare i due contendenti e notò l'aura maligna espandersi sempre di più, mentre il cielo si incupiva sempre di più.

La kami del bene portò i palmi delle mani davanti al suo petto e iniziò a recitare una strana cantilena in una lingua sconosciuta. Come a voler obbedire a un ordine superiore, le nuvole del cielo si concentrarono sulle loro teste e un lampo squarciò il cielo. Piccole gocce di pioggia iniziarono a bagnarli, ma la loro intensità aumentò rapidamente fino a trasformarsi in un violento acquazzone. Le due kami sembravano tuttavia non accorgersi di quello che accadeva intorno a loro.

"Sembra quasi che non si rendano conto di ciò che stanno combinando!"

"Ma Miroku? Com'è possibile!"

Il bonzo scosse la testa. "Non lo so Sango, non lo so! Sembra... sembra che non gli importi di distruggere tutto! Vogliono solo la loro stramaledettissima vittoria!"

Milena osservò la scena, mentre la rabbia iniziava a pulsarle nelle vene. Ma come era possibile che non si accorgessero di nulla? Possibile che i kami che dovevano proteggere e custodire il mondo lo stessero distruggendo? Ma erano davvero creature divine o piuttosto uomini o demoni come tanti, arroganti e egoisti, che avevano acquistato poteri soprannaturali?

"BASTA!" urlò cercando di superare l'ululato del vento che si era appena alzato e le esplosioni che si susseguivano a un ritmo sempre più frenetico. "BASTA, PER L'AMOR DEL CIELO, BASTA!"

Ma nessuno, neanche i suoi compagni, avevano sentito le sue proteste.

Milena si spazientì e una rabbia simile a quella che aveva provato quando aveva visto Kikyo e Inuyasha nudi insieme le fece perdere il lume della ragione e, ancora una volta, lasciò che fosse l'istinto a guidarla.

Lentamente si diresse verso le due figure, per nulla intimorita dal vento micidiale che li attanagliava e che rallentava la sua strada, gli occhi scuri frementi d'ira.

"Milena fermati!" cercò di fermarla Sango, ma inutilmente. Quando Milena era in quello stato, notò Miroku quasi divertito, nonostante la situazione fosse tutt'altro che comica, ricordando ciò che era accaduto in quella stessa foresta, nessuno era capace di fermarla.

Milena si diresse decisa verso i due kami, incurante delle voci degli amici e tanto meno della cenere e dei lapilli che il vento le aizzava contro, combattendo con tutte le sue forze pur di non restarne sconfitta.

"SMETTETELA!" urlò con tutta la voce che poteva "Smettetela! Che razza di divinità siete! State distruggendo il pianeta! Continuando così non ne resterà più traccia! Siete così egoisti da voler distruggere la Terra per una stupida battaglia fra di voi?"

La kami del bene la guardò quasi con sufficienza, come se fosse troppo sciocca per capire cosa stesse acccadendo.

"Questa è la battaglia decisiva fra il Bene e il Male. Solo al termine si vedrà se il Mondo sarà salvo per sempre o se invece cadrà nell'oscurità più totale."

"Decisiva per chi se la Terra viene disintegrata?" ribatté lei, senza lasciarsi intimorire dalla divinità "Che razza di divinità del Bene sei, se non cerchi di difendere le creature che popolano questa terra? Sei egoista e crudele, proprio come lui! Non meritate di essere i kami che governano la vita! Mi vergogno che il MIO mondo sia governato da ESSERI SCHIFOSI COME VOI!"

Un lampo accecante squarciò l'aria e un fulmine colpì la terra producendo una enorme voragine, sollevando i detriti.

Milena guardò attentamente la voragine e con sua grande sorpresa notò che al centro di questa vi era una ragazza.

Inuyasha sgranò gli occhi incredulo. "Ki… Kikyo?"

No, Inuyasha non poteva dire con certezza che quella ragazza fosse realmente la miko che aveva amato cinquanta anni prima. Aveva lunghi capelli neri sciolti sulle spalle e indossava un lungo kimono rosso con una corazza sul petto, simile a quella che indossava Sango. Inuyasha avrebbe giurato che quella fosse la venerabile Kikyo, se non fosse stato per il suo odore…. Un odore che invece conosceva bene… anche troppo…

La miko era avvolta da un'aura argentata che infondeva pace e serenità.

Il kami del male indietreggiò spaventato.

"Non riuscirai di nuovo a rinchiudermi in quella maledetta sfera!" esclamò e, incrociando le mani davanti al petto, generò dal nulla una sfera di fuoco che prontamente lanciò verso la ragazza.

La miko non si mosse, tuttavia la sfera non la raggiunse, distrutta prima da una barriera di luce.

"Porc…" bestemmiò e tentò nuovamente di colpirla, ma la giovane fu più veloce: chiuse gli occhi e i palmi delle mani come se stesse pregando.

Dal suo corpo si sprigionò una luce fortissima e investì i due kami.

"Perché? Perché non vuoi che lo sconfigga? Se riuscissi a sconfiggerlo, il Male sarebbe estirpato da questo mondo!" esclamò la kami del bene spaventata.

La miko scosse la testa "Per distruggere questo mondo? Non avete notato come state riducendo questo povero pianeta? Voi dovete governarlo e proteggerlo, ma avete seguito il vostro egoismo, piuttosto che il vostro dovere, trasformando anche l'animo degli uomini…. Tempo fa vi rinchiusi in due sfere per evitare che creaste una situazione simile ancora una volta. Ma purtroppo è accaduto. Possibile che non abbiate capito che non potrete mai sconfiggervi l'un l'altro neanche se combatteste per l'eternità? Il Male e il Bene sono le due forze opposte che armonizzano il mondo. Il Bene non esisterebbe se non esistesse il Male, come il bianco non sarebbe tale se non si conoscesse il nero. Sia il Bene che il Male non potranno mai essere debellati del tutto. Talora vincerà l'uno, talora l'altro, ma l'altro non sarà mai completamente cancellato. Il Bene e il Male sono le due facce della stessa realtà. E solo in questa sfera potrete mantenere l'equilibrio… visto che non siete capaci da soli di governare gli elementi come vi era stato ordinato dal Kami Supremo."

La kami del Bene chiuse gli occhi, capendo. E' vero, la miko aveva ragione. Lei era la divinità protettrice del Bene e invece si stava comportando esattamente come la sua antagonista. Ma come osava definirsi kami della Luce? La divinità si rilassò e lasciò che la benefica luce proveniente dalla sacerdotessa la avvolgesse, mentre l'altra scuoteva la testa e poneva le braccia davanti, decisa a non lasciarsi intrappolare ancora una volta. Ma questa mossa fu completamente inutile.

L'energia luminosa avvolse tutto e tutti, portando i presenti a chiudere gli occhi e a stringersi fra loro per non restare accecati dalla sua forza.

Quando i nostri amici aprirono gli occhi, non riuscirono a creder a ciò che si poneva loro davanti: sembrava quasi che in quelle ultime ore non fosse accaduto nulla di quello che invece era successo; il sole brillava alto in un cielo completamente sgombro di nubi, gli uccellini cinguettavano felici sopra i rami dei ciliegi, come se volessero salutare la primavera ormai alle porte, mentre una dolce brezza soffiava leggera.

Avrebbero quasi creduto che si fosse trattato di un loro semplice, quanto incredibile sogno, se davanti a loro, non ci fosse stata la sacerdotessa che stringeva fra le sue mani una sfera rosa pallido, perfettamente sferica.

"La shikon no tama. Nel vero senso della parola, questa volta." Esclamò Milena completando il piccolo gioiello fonte di tanti guai.

La miko sorrise e guardò prima Milena, poi Kagome e Inuyasha che ancora si sorreggeva alla ragazza, troppo debole per restare in piedi con le proprie forze.

"Ma… ma tu chi sei?" chiese infine Inuyasha "Sei davvero…?"

La ragazza sembrò non sentirlo, ma si avvicinò a Milena e le mise fra le mani la preziosissima tama.

"Io non sono stata capace di proteggere questa sfera né secoli fa, né cinquanta anni fa…. Midoriko non si rese conto di aver solo ritardato questo momento, dividendo la sfera in due più piccole, mentre Kikyo ha soltanto rovinato la vita di tutti quelli che l'amavano innamorandosi di Inuyasha… perdonatemi. Ti prego di portare questa sfera nel tuo mondo e di custodirla. Perché forse tu riuscirai dove Kikyo e Midoriko hanno fallito… in un mondo in cui non esistono magie e incantesimi, forse i quattro kami potranno riposare in pace… benché in effetti sia il loro spirito a governare l'intero Universo…"

Milena annuì incapace di parlare, mentre le lacrime le pungevano gli occhi. Proteggere la shikon no tama… quindi significava che lei come Kikyo e Kagome…?

La miko sembrò averle letto nel pensiero, perché le sorrise complice; poi si voltò verso Kagome e Inuyasha e lentamente si avvicinò ai due giovani, che immobili non riuscivano a credere ai loro occhi.

"Inuyasha…" la miko accarezzò la guancia del giovane hanyou e questi fu illuminato da un'aura dorata. Le sue ferite si cicatrizzarono completamente e le sue forze tornarono, come se non avesse combattuto alcuna battaglia. Il ragazzo la fissò fra il sorpreso e l'incuriosito.

"Ma perché…?"

La ragazza lo guardò. Erano cinquant'anni che non vedeva quello sguardo così dolce, ma al contempo triste e malinconico nei suoi begli occhi nocciola, uno sguardo che per un attimo lo riportò indietro nel tempo, a quel periodo della loro vita in cui avevano potuto vivere felici. Ma ora… ora c'era Kagome nel suo cuore. Si, lui amava Kagome e mai come in quel momento se ne rese conto. Lui l'amava follemente e non perché fosse la sua reincarnazione…. Semplicemente perché era lei, Kagome Higurashi.

"Kikyo io…"

"Inuyasha… perdonami. Ho cercato in tutti i modi di convincerti a morire con me, ad amarmi ancora, dopo cinquanta lunghi anni, senza capire che se veramente ti amavo dovevo lasciarti vivere con la persona che ami. Perchè amare veramente è desiderare la felicità dell'altro. Per fortuna l'ho capito…" e per un attimo voltò lo sguardo per posarlo su Milena "Anche se un po' in ritardo…"

Inuyasha non rispose, colpito dalle sue parole e la sacerdotessa gli sorrise comprensiva, poi si voltò e, per la prima volta da quando si conoscevano, sorrise alla sua reincarnazione. Kagome abbassò lo sguardo colpita, ma Kikyo la prese delicatamente per un braccio per allontanarla da Inuyasha, come se volesse parlarle in privato. L'hanyou le guardò sorpreso.

"Sei una ragazza speciale, Kagome. Mi dispiace… di tutto. Potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto? Sono stata felice cinquanta anni fa, ma ora il mio tempo è finito… vivi felice con Inuyasha."

Kagome non credeva alle proprie orecchie. "Ma tu e Inuyasha…?"

Kikyo scosse la testa e un'ombra di dolore apparve nei suoi occhi castani: "Per quanto avessi voluto, Milena ci ha interrotti prima che io potessi raggiungere la felicità. Ma forse è stato meglio così… il cuore di Inuyasha non era con me in quel momento…" rispose fissandola intensamente.

Kagome arrossì e sorrise fra il rinfrancata e il triste. In fondo anche Kikyo aveva diritto alla sua felicità, dato che non aveva potuto averla cinquanta anni prima… nonostante tutto ciò che avesse fatto loro negli ultimi due anni.

Kikyo sorrise anche lei e lentamente si allontanò da lei, continuando a fissare la coppia.

"Addio per sempre amici." disse, prima di scomparire per sempre in una nuvola di luce.

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Capitolo 13
*** Epilogo ***


XIII

EPILOGO

ovvero

TUTTO E' BENE CIO' CHE FINISCE BENE

Milena fissò la shikon no tama nelle sue mani, ancora profondamente confusa e si voltò verso i suoi amici, non sapendo cosa fare. La miko le aveva affidato la sfera per portarla nel suo mondo, però… quella sfera non apparteneva a lei e non aveva il diritto di portarla via con sé prima di essersi consigliata con gli altri sul suo utilizzo più appropriato.

"Ragazzi e ora cosa…?" chiese senza sapere bene neanche lei cosa volesse dire.

Inuyasha e Kagome capirono e le furono accanto: la giapponese prese la sfera nelle sue mani osservandola, per la seconda volta nella sua vita, completamente integra, anche se sapeva bene che quella tama era molto diversa da quella che lei e il mezzo demone conoscevano.

"Non posso credere che sia finita." Commentò continuando ad osservare il gioiello, non riuscendo in cuor suo a credere che fosse VERAMENTE tutto finito.

"Io non credo che sia tutto così semplice." Controbatté acido Inuyasha, guadando in direzione del fratellastro.

I presenti si voltarono verso il principe dei demoni, che li osservava freddamente.

Inuyasha sembrava irritato dal suo comportamento così freddo e distaccato. "Allora Sesshomaru, che hai, non vuoi più batterti? Ricordati che abbiamo una sfida da terminare!"

Il demone continuava a fissarli come se non avesse sentito, poi si voltò deciso ad andarsene. Non era quello il momento di combattere con Inuyasha, si disse. Ce ne sarebbero state di occasioni.

Kagome osservò la schiena di Sesshomaru allontanarsi e poi tornò a guardare la sfera. Il gioiello avrebbe potuto realizzare un solo desiderio: riportare Milena nel suo mondo e restituirle il suo corpo. Glielo dovevano visto che anche grazie a lei avevano sconfitto l'odiato Naraku. Ma Alessio? Per causa loro e per colpa di Naraku, era morto e loro non potevano non far qualcosa per lui. E l'unico che potesse aiutarlo era…

"Sesshomaru!" chiamò la ragazza e gli altri la guardarono sorpresi.

Il principe dei demoni si voltò, mentre la ragazza lo raggiungeva di corsa. Lui la fissò impassibile, ma il suo cuore batteva forte. Ma perché si era voltato? Perché non aveva proseguito? Che diavolo gli era preso? La ragazza era a pochi centimetri da lui. Volendo avrebbe potuto catturarla e averla per sé, così da suscitare le ire di suo fratello. E in fondo era questo che lui voleva, no? La rabbia di Inuyasha e lo scontro che ne sarebbe derivato. Eppure…

"Cosa vuoi?" chiese brusco.

Kagome lo fissò, mentre le lacrime iniziavano a spuntare dai suoi begli occhi nocciola, e prese una mano del demone fra le sue, facendolo sussultare. Ma come si permetteva di toccarlo? Avrebbe voluto scostarla, ma non ne ebbe la forza. Quegli occhi…. ne era rimasto stregato. E purtroppo non era la prima volta.

"Ti prego Sesshomaru… io so che tu puoi resuscitare i morti con la tua Tenseiga. Ti scongiuro, riporta in vita Alessio… in fondo dobbiamo anche a lui e a Milena la morte di Naraku e la sconfitta delle due divinità."

"E anche il loro arrivo." Commentò acido.

Milena osservò la scena e anche i suoi occhi si riempirono di lacrime. Kagome stava facendo questo per lei e per Alessio… nonostante in realtà loro fossero stata la causa principale della scampata catastrofe. Dubitava fortemente che il principe dei demoni l'avrebbe aiutata, eppure… lo sguardo che vedeva nei suoi occhi in quel momento, l'aiuto che aveva prestato a Kagome e al suo odiato fratello pochi attimi prima, significavano che forse anche lui aveva un cuore.

"Ti prego…" esclamò avvicinandosi a lui "ti scongiuro… se lo aiuti sono pronta a fare qualunque cosa tu mi chieda."

Sesshomaru osservò la ragazza implorante. Possibile che gli esseri umani avessero tutta questa forza d'animo? Ricordò il suo incontro con Kagome nel bosco e il dolore che aveva letto nei suoi occhi. li aveva sempre considerati esseri deboli e insignificanti, eppure quando dovevano proteggere la persona che amavano, la loro forza centuplicava."

"Da quanto tempo è morto?" chiese allora scostando lo sguardo.

Milena alzò lo sguardo speranzosa "Da… non lo so. Da ieri notte, credo… ma questa battaglia potrebbe essere durata anche più di quanto sembra."

"E allora mi spiace non posso aiutarti. Per poter riportare in vita una persona non devono essere trascorse più di sei ore dal decesso. Ormai la sua anima ha raggiunto il Nirvana." *

Sesshomaru ricordava perfettamente questa regola fondamentale per l'utilizzo della sua spada. L'aveva imparata a proprie spese, quando si era ritrovato davanti il corpo di quella bambina di cui non sapeva neanche il nome, martoriato dai lupi. Si chiese ancora perché avesse cercato di resuscitarla, nonostante fosse solo una ningen. Non era da lui aiutare gli esseri umani, anche se lei si era adoperata per salvagli la vita dopo il famoso scontro con Inuyasha, Eppure, nonostante avesse tentato in tutti i modi di riportarla in vita, si era reso conto che anche la spada di suo padre aveva dei limiti. Soltanto dopo, era riuscito a comprendere in pieno quali essi fossero.

Milena cadde in ginocchio, senza più sperando singhiozzando con forza. Ormai anche l'ultima speranza era scomparsa. C'era ancora la sfera, è vero, però… doveva restituire a Kagome la sua vita e non poteva certo essere così egoista. Che cosa poteva fare?

"… ma forse c'è ancora una possibilità."

Una luce si accese ancora negli occhi di Milena. "Da… davvero?!"

"Per far tornare la sua anima è necessario che almeno un'altra prenda il suo posto." Spiegò. Era stato lo stesso Totosai a rivelarglielo quando, scoperto dove il forgiatore di spade si trovasse, gli aveva fatto sputare il rospo riguardo a tutto ciò che concernesse la sua spada. Se l'avesse saputo prima...

"Allora prendi la mia!" esclamò allora balzando in piedi. "Cosa mi importa di tornare nel mio mondo senza di lui? Così Kagome avrebbe di nuovo il suo corpo e la sfera potrebbe realizzare un altro desiderio!"

Sesshomaru improvvisamente assunse un'espressione diabolica. "Non c'è bisogno di un tuo sacrificio. La mia vittima è qui davanti a me!" E guardò Inuyasha.

L'hanyou indietreggiò ponendo mano a Tessaiga, mentre i presenti rimasero scioccati. Allora Inuyasha aveva ragione, non era ancora finita! Ma come poteva chiedere la sua anima per salvare Alessio?

Un lampo di luce verdastra sfiorò il mezzo demone, tuttavia non lo colpì; il raggio raggiunse un cespuglio alle spalle del mezzo-demone e un urlo soffocato ruppe quel terribile silenzio.

"Padrone Sesshomaru!"

"Ja… Jaken?!" esclamarono stupiti i presenti, mentre il rospaccio usciva dai cespugli, completamente incenerito dal corpo ricevuto.

"Silenzio stupido rospo! Tu hai osato tradirmi per allearti con Naraku! Il tuo gesto lo pagherai con la vita!" e senza neanche aspettare ulteriori spiegazioni da parte del demone, lo colpì con un'altra, potente, sfera di energia.

Inuyasha sembrava scioccato dal rischio corso e Sango si portava le mani alla bocca,. In fondo, pensava, era pur sempre un essere vivente. Kagome e Milena non dissero nulla, ricordando che la principale causa del risveglio dei kami era stato lui; Miroku, invece, non poté trattenersi dall'annuire, come se approvasse il gesto di Sesshomaru.

"Mi era antipatico." Rispose allo sguardo interrogativo e al contempo scioccato di Sango.

La ragazza lo fulminò "Sai, a volte sei peggio di Naraku!" commentò.

Sesshomaru, anche se alquanto riluttante, prese il cadavere del demone e si diresse verso gli altri. "presto, non perdiamo tempo!"

Sesshomaru sistemò il corpo di Jaken accanto al cadavere di Alessio e si posizionò alle spalle dei due, esattamente al centro fra i due corpi.

Tutti erano presenti: Milena inginocchiata davanti al suo Alessio, teneva gli occhi chiusi e le mani giunte, in una muta preghiera di speranza; Sango e il piccolo Shippo si facevano forza l'un l'altro; la venerabile Kaede, Inuyasha e Miroku immobili osservavano la scena.

Il principe dei demoni estrasse Tenseiga e la mise in posizione orizzontale davanti al suo viso. Chiuse gli occhi e iniziò a ruotarla di 90°, in modo tale che la punta si trovasse esattamente sullo zenit, mentre recitava una strana formula in una lingua sconosciuta, prima sottovoce, poi aumentando sempre di più il volume. I due corpi senza vita lentamente iniziarono ad emanare una strana luminescenza che divenne sempre più forte e, quando ormai sembravano brillare di luce propria, si sollevarono da terra, raggiungendo l'altezza a cui si trovava la Tenseiga. All'improvviso Sesshomaru spalancò gli occhi e alzò la spada verso l'alto.

"Un'altra anima ti è stata donata. Restituisci quella che non ti appartiene. Che ritorni in questo mondo e si compia il suo destino!"

Alle parole di Sesshomaru, il corpo di Jaken espose in mille pezzi, trasformandosi così in una sottile polvere nera, che, guidata da un vento innaturale, si diresse verso il corpo di Alessio spargendosi su tutto il suo corpo. Alessio lentamente ritornò sul tatami su cui era stato appoggiato e la strana luminescenza che lo circondava scomparve del tutto.

Ci fu silenzio surreale, rotto soltanto dal canto degli uccellini all'esterno.

Alessio aprì lentamente gli occhi. Sbatté più volte le palpebre per abituarsi alla luce. Dov'era? Cos'era successo? Per qualche secondo non ricordò nulla, poi i ricordi, confusi, iniziarono a farsi spazio nella sua mente. Nella sua mente, vorticavano le immagini di lui e Milena nel bosco alla ricerca di Kagome e del frammento della shikon, quando Naraku li aveva attaccati. Nient'altro solo Milena a terra, mentre una sfera di luce stava per colpirla. E la paura, la folle paura di non rivederla mai più….

E ora? Dov'era lei? Cosa era successo?

Si rizzò a sedere. "Cosa… cosa è successo? Dov'è Milena?" chiese a nessuno in particolare.

Non ebbe il tempo di capire cosa stesse accadendo intorno a sé, che sentì due braccia cingerlo con forza e lacrime copiose bagnare le sue braccia. Alessio, sorpreso, a stento riuscì a mantenere l'equilibrio.

"Milena?!" esclamò quando riuscì finalmente a capire cosa stesse accadendo. "Sei.. sei viva! Ma… cosa è successo?"

Milena non smetteva di singhiozzare, tanta era stata l'ansia, la paura, il dolore che aveva accumulato in quelle ore. Con quel pianto dirotto stava scaricando la tensione che prima di allora non aveva avvertito, ma che ora, fra le braccia del suo amato Alessio, era esplosa come un fiume in piena.

"Alessio…" cercò infine di rispondergli fra le lacrime "Tu… tu sei vivo.. VIVO! Ti sei sacrificato per salvarmi la vita, per salvarmi da Naraku! Sapessi che cosa ho provato nel vederti morto davanti a me! Avevo… avevo tanta paura di non rivederti! Di non rivederti mai più!"

Alessio la strinse a sé protettivo. Non l'aveva mai vista così sconvolta, lei sempre così solare e piena di vita, e sarebbe morta piuttosto che mostrare le proprie paure e debolezze a chiunque. Ma in fondo anche lei era un essere umano e aveva delle emozioni come tutti.

Forse, si disse, quella situazione era servita ad ambedue per capirsi di più, per rendersi conto che anche un carattere forte come quello di Milena può nascondere paure e debolezze. Ed era per questo che l'amava. Per quello che realmente era e sarebbe stata, ma anche per la sua voglia di vivere. Perché lei era Milena, tutto qui. E avrebbe rischiato cento e mille volte ancora la sua vita per lei.

"Non piangere Milena, ti prego… io non potevo lasciarti morire… sei troppo importante per me, e lo farei ancora se fosse necessario… anche se vederti piangere è l'ultima cosa che vorrei…" bisbigliò cullandola dolcemente fra le braccia.

Sesshomaru voltò lo sguardo colpito, e silenzioso come sempre uscì dalla capanna per ritornare alla sua solitudine. Nel suo cuore si agitavano strane sensazioni. Era quello l'amore? Il desiderio di salvare a tutti i costi la vita della persona amata, di sacrificare la propria vita per l'altro? La preoccupazione che la sua vita continui nonostante tutto e tutti? Il lottare anche contro il destino? Quello era l'amore? Quei sentimenti, quelle assurde sensazioni umane dovevano fargli ribrezzo… eppure… eppure vedere quei due, abbracciati e felici gli aveva fatto quasi piacere, perché in fondo quei due… quei due erano belli insieme… come suo fratello e Kagome…

"Sesshomaru aspetta!" lo chiamò una voce.

No, non doveva girarsi. Non doveva parlarle. Non con lei. Non doveva. E invece…

"Cosa vuoi?" chiese alfine voltandosi verso di lei.

Kagome lo raggiunse e gli sorrise dolcemente. "Ringraziarti. Se non fosse stato per te…."

"Tse! E' solo che Jaken mi aveva tradito e doveva essere punito!"

La ragazza sorrise. "Lo sai? Per quanto tu e Inuyasha non vogliate ammetterlo si vede che siete fratelli!"

In un'altra occasione, se non fosse accaduto tutto quello che avevano vissuto, se non avesse provato quelle strane sensazioni, Sesshomaru l'avrebbe uccisa per il suo commento; tuttavia questa volta si limitò a darle le spalle e ad allontanarsi, ma Kagome lo fermò ancora.

"Mi piacerebbe sapere perché hai salvato me e Inuyasha prima… in fondo tu vuoi la sua fine!"

Il principe dei demoni si voltò ancora una volta e fissò gli occhi nocciola della ragazza che gli stava di fronte. Per un attimo, solo per un attimo, a Kagome parve di vedere uno strano guizzo, ma subito questi si fecero freddi come il ghiaccio. "IO devo far fuori Inuyasha e nessun altro! E ricordagli che nonostante lo abbia risparmiato e che siamo stati alleati questa volta, noi restiamo nemici mortali!" esclamò prima di balzare via.

Kagome lo vide allontanarsi, poi si voltò per ritornare dagli altri. Per un attimo i suoi occhi incontrarono quelli di Inuyasha, ma poi il mezzo demone distolse lo sguardo da lei e si allontanò dalla parte opposta. Sorrise a se stessa. Quei due un giorno sarebbero potuti andare anche d'accordo, ne era certa. Perché Inuyasha non era il crudele mezzo demone che voleva far credere e lui, Sesshomaru, non era il freddo principe dei demoni che tutti temevano. E mai come in quel momento Kagome si rese conto del profondo rispetto che in fondo li legava.

Milena sorrise ai due ragazzi davanti a lei mentre stringeva la mano di Alessio al suo fianco. Ripercorse tutti gli avvenimenti che in soli tre giorni li avevano visti protagonisti: tre giorni in cui avevano sconfitto Naraku e avevano scoperto l'esistenza della kaze no tama; tre giorni che avevano rischiato di divenire gli ultimi dell'umanità; tre giorni in cui aveva capito cosa significhi perdere la persona che più si ama; tre giorni che non avrebbe mai più dimenticato… e la nuova sfera che stringeva nell'altra mano era il simbolo di tanta sicurezza.

Ma ormai era tempo di tornare a casa, alla vita tranquilla di sempre, con i suoi semplici problemi quotidiani. Sapeva che quel mondo gli sarebbe mancato, come era anche certa che doveva ritornare nel suo mondo… perché era quella la sua casa.

"La porterai davvero nel tuo mondo?" chiese Sango, leggermente preoccupata che anche lì la sfera potesse creare dei guai.

Milena annuì. "L'ho promesso a Kikyo… e poi sta tranquilla, non creerà guai a nessuno!"

Kagome annuì sicura che Milena avesse ragione. "Se poi ci sono problemi… facci un fischio! Verremo subito da te!" scherzò, ben sapendo che era impossibile, ma i quattro amici risero a questa impossibile eventualità.

Kagome e Milena si guardarono per un lungo istante e si presero per mano, la sfera imprigionata fra le loro dita intrecciate.

Milena guardò Inuyasha che se ne stava un po' in disparte. Odiava il momento degli addii, lo sapeva, perciò gli sorrise semplicemente. Con lo sguardo fissò tutti i suoi amici e per un attimo si soffermò a guardare la natura incontaminata che la circondava, conscia che non avrebbe mai più visto uno spettacolo del genere.

"Inuyasha, Kagome, Sango, Miroku, Kaede-sama... grazie di tutto… e scusate per i guai che vi abbiamo causato."

Kagome scosse la testa, le lacrime che pungevano i suoi occhi.

Milena sorrise ancora e guardò i due ragazzi "Kagome… Inuyasha… Issyo ni eien ni!" esclamò ormai fra le lacrime, chiudendo gli occhi.

Una luce color ocra avvolse Kagome e i due ragazzi, mentre gli altri assistevano alla scena ammutoliti.

La luminescenza si affievolì lentamente, finché non scomparve del tutto.

Milena, Alessio e la shikon no tama erano scomparsi.

Per sempre.

Kagome e Inuyasha restarono silenziosi osservando il punto in cui i due amici erano scomparsi. Miroku li vide persi nei loro pensieri e, comprendendo il loro stato d'animo, fece cenno a Sango i seguirlo per lasciare i due un po' da soli.

"Secondo te cosa succederà?" chiese Sango al bonzo "Kagome potrà ancora attraversare il pozzo senza la shikon? E che cosa avrà intenzione di fare? tornerà nella sua epoca o resterà con noi?

"Dipende solo da lei, ma non penso che ci saranno problemi per ritornare nella sua epoca… anche se la sfera non c'è più, lei è pur sempre la reincarnazione di una miko! E poi una volta Inuyasha la rispedì nel suo mondo senza la sfera, per nnn farle correre altri pericoli, eppure lei riuscì a ritornare indietro!"

Sango annuì. "Spero che non decida di andare via. Io le voglio bene come ad una sorella!"

"Credo che questo dipenda essenzialmente da Inuyasha. Però…" lo sguardo del bonzo si fece malizioso e una mano palpò il sedere della cacciatrice di demoni "Ci sono pur sempre io, Sango-chan!"

Sango lo atterrò con un calcio nello stomaco. "Appunto per questo!"

Miroku stava per controbattere, ma Sango gli sorrise e si chinò per aiutarlo ad alzarsi.

"Beh, che hai, Sango-chan? Da quando mi aiuti a rialzarmi?"

Sango sorrise e un leggero rossore le colorò le guance. "Grazie per esserti preoccupato per me, prima, durante lo scontro con Naraku. Questo significa che almeno un po' di bene me ne vuoi!"

Miroku strinse la sua mano, fissando intensamente i suoi occhi castani. Restarono per qualche momento così, poi l'houshi strinse la presa della ragazza trascinandola con sé. Sango cadde su di lui, mentre i loro sguardi sembravano incatenati da uno strano incantesimo.

Sango cercò di reagire, non sapendo però in effetti cosa dire "Ma Miroku-san cosa…?"

Miroku continuava a fissarla, uno sguardo dolcissimo che lei non aveva mai visto. "Io mi preoccupo sempre per te, Sango-chan!" esclamò e lentamente avvicinò il suo viso a quello della ragazza, incurante della sua, probabilmente violenta reazione.

Sango sentì il cuore accelerare i suoi battiti, mentre il viso di Miroku si avvicinava al suo, finché le labbra del giovane toccarono dolcemente le sue.

Miroku era convinto che sarebbe stato spedito direttamente da Milena e Alessio dalla stessa Sango, non appena avesse realizzato cosa stesse succedendo e in cuor suo si preparò a questa eventualità.

Rimase molto sorpreso, tuttavia, quando si rese conto che la ragazza non lo stava respingendo, ma che invece stava rispondendo con passione al suo bacio…

Inuyasha fissò un punto imprecisato davanti a sé, mentre nella sua mente vorticavano mille pensieri. Ormai la loro avventura era giunta al termine. Ora che la sfera era stata ricomposta e che anzi era stata affidata a Milena dalla stessa Kikyo, Kagome non aveva alcun motivo per restare nella Sengoku Jidai. Temeva di sapere cosa avesse intenzione di fare. Voleva ritornare nel suo presente, come aveva minacciato giorni prima, quando avevano litigato? Ma ora che avevano fatto la pace - anche se in verità non avevano avuto ancora modo di parlarne - avrebbe seguito il suo piano originale o sarebbe rimasta con loro? E lui? Le avrebbe rivelato i suoi sentimenti o avrebbe taciuto? Cosa avrebbe fatto se Kagome avesse deciso di andarsene? Ora che non poteva diventare più uno youkai, cosa avrebbe fatto? Sapeva che ormai la sua vita era giunta a una svolta, positiva o negativa che fosse, ma temeva di scoprire quale sarebbe stata.

"Kagome," chiese ad un tratto facendosi coraggio "Cosa.. cosa hai intenzione di fare ora?"

Kagome lo guardò incerta. Non sapeva neanche lei cosa ne sarebbe stato di lei, se la soluzione migliore fosse restare lì, oppure tornare nel suo mondo, sigillare il pozzo e con esso tutti i suoi ricordi e i sentimenti che provava per Inuyasha. Se soltanto lui le chiedesseo di restare! Se soltanto le avesse fatto capire che provava un briciolo di affetto per lei! E invece lui amava Kikyo…

"Non lo so" fu franca "Vorrei restare qui, però…"

"Però?" incalzò lui.

Lo sguardo di Kagome si velò di un'infinita tristezza: "Però oltre quel pozzo c'è la mia famiglia, i miei amici, la mia casa… Perché dovrei restare ancora qui, ora che il mio compito è terminato?"

Inuyasha saltò su "Ma come! Qui ci sono Sango, Miroku, il piccolo Shippo…"

Kagome abbassò lo sguardo, mentre una lacrima spuntava dai suoi grandi occhioni castani. Ma non c'era lui, ecco cosa c'era. Lui non ci sarebbe mai stato. Sarebbe rimasto sempre con il ricordo della sua Kikyo. E allora? Perché indugiare? Sebbene volesse bene ai suoi amici, non poteva restare ancora lì. Doveva andarsene, andarsene e dimenticare.

"Loro non hanno bisogno di me." Rispose semplicemente.

Inuyasha le si piazzò davanti. "Ma come ? il piccolo Shippo non ha nessuno al mondo! Lui ha bisogno di te!"

'E anche io', avrebbe voluto aggiungere, ma le parole non volevano uscirgli di bocca. Eppure se non fossero uscite, se non avesse per una volta messo da parte il suo stramaledetto orgoglio, lei se ne sarebbe davvero andata…. Per sempre!

Kagome sentiva le lacrime pungerle pericolosamente gli occhi, ma testarda, decise di ricacciarle indietro. Tuttavia non riuscì a trattenerle completamente, perché una lacrima solitaria, riuscì a bagnare la sua guancia. Abbassò il capo: non voleva che lui la vedesse piangere. Per lui.

Inutile.

"Kagome, perché…?"

La ragazza alzò la testa e incenerì il mezzo demone con lo sguardo. "A te non importa niente di me, vero? Che io me ne vada o no, per te non fa alcuna differenza! Anzi ne saresti felice! Perché ora che non ti servo più, per te sono solo un peso!"

Inuyasha accusò le parole, come se fossero state delle frustate. Allora… allora lei non lo aveva ancora perdonato! Con il cuore gonfio di dolore e paura, le poggiò le mani sulle spalle e la scosse con forza.

"Basta Kagome, ti prego! Non puoi dire così! Non è vero che a me non importa nulla che tu te ne vada! Mi credi così… così crudele!"

"E allora perché non mi chiedi di restare? Perché non mi consideri mai una persona, ma mi tratti sempre come un cerca sfere? Perché non mi dici che sono una tua amica, che mi vuoi almeno un po' di bene?"

"Certo che te ne voglio, più di quanto tu possa immaginare!" rispose allora lui, colpito nell'orgoglio "Più di quanto IO potessi immaginare! Io che non avrei mai creduto di poter amare un'altra donna oltre a Kikyo! Io sono innamorato di te, Kagome! Dannazione, possibile che tu non riesca a capirlo?!" urlò tutto d'un fiato.

Inuyasha indietreggiò spaventato. Glielo aveva… glielo aveva detto! Era riuscito a dirglielo senza neanche pensarci, così, semplicemente aprendole il suo cuore. Se avesse capito prima quanto fosse semplice.. avrebbe risparmiato a se stesso e a Kagome tante sofferenze… per colpa del suo stupido orgoglio…

Kagome, dal canto suo, non riusciva a credere alle sue orecchie. Inuyasha le aveva detto che… che era innamorato di lei! Non era stato un sogno! Per un attimo pensò addirittura che le sue orecchie l'avessero tratta in inganno, però… però fissando i bellissimi occhi ambrati del suo mezzo demone, così carichi di dolcezza e amore, capì che era tutto vero.

Ora le lacrime, lacrime di gioia, correvano copiose lungo le sue guance.

Per tutta risposta Inuyasha si chinò e le diede un leggero, quanto dolce, bacio sulle labbra. "Mi credi ora?" chiese, mentre un leggero rossore iniziava a colorargli le guance.

Kagome scosse la testa.

Inuyasha impallidì e il suo cuore mancò un battito. Allora lei… lei…

Ma Kagome alzò lo sguardo e lo fissò dolcemente "No, non credo che i miei mi vedranno tornare tanto presto!"

Inuyasha l'abbracciò, cercando di farle sentire tutto l'amore che provava per lei. Kagome si lasciò cullare da quelle braccia, che per tanto tempo aveva sognato, ma mai sperato che la cingessero con tanto calore.

"Aishiteru Inuyasha…" bisbigliò semplicemente.

Gli occhi di Inuyasha brillarono di gioia e strinse la ragazza ancora più a se. "Watashi mo Kagome ga aishiteru" rispose.

I ragazzi si staccarono e si fissarono per un lungo attimo, poi Inuyasha prese Kagome fra le braccia facendola volteggiare nell'aria.

Kagome rise, guardando il sole su di lei, assaporando il dolce profumo della Sengoku Jidai così diverso da quello della sua epoca, imbevuto di smog e inquinamento... un'aria pura, dolce… l'aria della sua vera casa.

OWARI

* Da questo momento in poi, potete notare una serie di elementi stravolti rispetto al manga. Il motivo è molto semplice: quando vidi la prima serie di Inuyasha, sulle cui conoscenze si basa questa storia, la mia conoscenza di molti personaggi si basava sulle fanfictoin, che spesso parlavano di personaggi e situazioni a me non chiare o del tutto sconosciute.

E' stato in questo modo che sono venuta a conoscenza del potere di Tenseiga, ma, non sapendo in che rapporto fosse questa con rRn, il personaggio della piccola non l'ho mai inserito; per questo motivo, ho dovuto ovviare a questa mancanza, facendole fare una brutta fine! ç_ç Gomen ne, Rin-chan!

Anche la fine di Jaken si basa su cosa ho imparato leggendo alcune fanfiction; in realtà, io adesso non lo trovo un personaggio così odioso, ma l'immagine che mi si era presentata davanti tramite le storie dei fan era molto diversa da quella attuale. Ragion per cui, avevo deciso di farlo fuori e di renderlo un traditore. Considerato che comunque una motivazione per la sua morte c'è, spero che la cosa non vi disturbi più di tanto.

Anche sul sentimento che Sesshomaru prova nei confronti di Kagome, vale lo stesso discorso: adesso, non mi sognerei mai di pensare una cosa del genere, ma questa idea all'epoca mi piacque tantissimo, quindi decisi di inserirla.

N dNaco: E finalmente anche questa avventura è finita!

Dopo.. quanti anni? Cinque, sei? Finalmente mi sono decisa a finire di postare questa storia. Ringrazio ancora tantissimo fairyelly83, che, con i suoi commenti mi ha esortata a postare questa storia.

Penso che tra un po' di tempo riprenderò il lavoro di revisione di cui vi parlavo la volta precedente. So che sarà un lavoro lungo, considerato come sono diventata perfezionista con il tempo. Ho dovuto far davvero violenza su me stessa per non modificare gran parte di questo racconto, mostrando quindi il mio nuovo stile di scrittura. Spero davvero di esserci riuscita.
Spero anche di essere riuscita a spiegare tutte le questioni che avevo lasciato in sospeso nella precedente storia! ^^

Nel qual caso, commenti e critiche, ricordatelo, sono sempre ben accetti!

Alla prossima avventura! ^_^

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