sette passi per farlo tuo

di becca25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Buona sera a tutti!
Essendo questa la prima f.f. che scrivo vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, quindi aspetto molte recensioni e critiche costruttive! Spero vivamente che questa storia possa piacervi, per il momento vi posto il prologo e, se dovesse ottenere qualche giudizio positivo, continuerò a pubblicare anche gli altri capitoli!
Avendo già completato diverse pagine, almeno per ora potrò aggiornare con una certa velocità e costanza.
Ora vi lascio alla f.f., buona lettura a tutti!
 
Prologo
 
Era davvero un pomeriggio noioso, non c’era che dire.
In realtà, ormai, la noia poteva considerarsi di casa tra i malandrini; era passato così tanto tempo dall’ultimo avvenimento degno di nota, così tanti giorni da quando si erano messi all’opera per uno scherzo, che quasi, i quattro ragazzi, non ricordavano più cosa significasse la parola azione, adrenalina.
Il problema era nato dopo la loro, ultima, innocente, burla, ai danni delle serpi; solo poche settimane prima, i quattro amici avevano deciso di divertirsi con uno scherzetto leggero,tanto per augurare ai Serpeverde un buon rientro tra i banchi scolastici,uno scherzo che aveva coinvolto, tra le altre cose, un centinaio di caccabombe,della vernice rossa e oro e un dormitorio scelto a caso tra quelli delle quattro case.
Non era assolutamente previsto che il dormitorio saltasse in aria e che quegli idioti di Snivellus, Malfoy e Goyle si trovassero al loro  interno, “al posto di essere a lezione”, aveva precisato James Potter al preside, quella sera stessa.
Eppure la Mcgranitt, non aveva voluto sentire spiegazioni di alcun tipo e, non ottenendo dal preside il permesso di espellerli, si era limitata ad assegnar loro la più memorabile punizione che Hogwarts avesse mai visto: cinquanta punti tolti per ciascuno e il compito di ripulire l’intera sala grande senza magia, armati solo di spazzolino da denti.
Quella donna era davvero una sadica.
Inutile dire che la punizione si era protratta per più di un mese, anche perché, il fatto che gli studenti continuassero a camminare per la scuola con le scarpe infangate, non aveva certamente aiutato i malandrini.
Tuttavia, Peter, Sirius, e James, non seppero se, ciò che davvero li aveva convinti ad astenersi da qualsiasi tipo di attività illegale, almeno fino a Natale, era stata la punizione della loro insegnante di trasfigurazione, l’odio dei loro compagni di casa, che si ritrovarono ad avere appena una decina di punti, da un giorno all’altro, i continui scherni delle serpi, che provavano un’immensa gioia ad osservarli lavorare, inginocchiati a terra, per ore intere o, più probabilmente, la sfuriata del loro compagno Remus Lupin che, per la prima volta nella storia di qualsiasi studente di Hogwarts, era riuscito ad urlare tanto forte e tanto a lungo da perdere totalmente la voce per due settimane; impresa che era riuscito a compiere, aiutato dal fatto di essersi visto assegnare la degradante punizione, pur non avendo contribuito in alcun modo alla buona uscita del piano.
 “Facciamo un gioco?”propose all’improvviso Sirius, distogliendo i suoi amici dai loro pensieri.
“Di che genere?”s’informò Remus, con voce calma, cercando di non dar a vedere quanto la prospettiva di una distrazione lo attirasse.
 “Ognuno farà all’altro una domanda a testa e, naturalmente, l’altro dovrà dire solo la verità”spiegò il ragazzo, sorridendo furbamente.
James lo fissò scettico, soppesando la proposta “Che gioco noioso”esclamò infine, dopo qualche secondo, tornando a concentrarsi sulla partita a scacchi che stava portando avanti con Peter.
Il fratello gli rivolse uno sguardo indispettito “Bè, scusa per aver proposto qualcosa, comunque non mi sembra che tu abbia avuto idee più interessanti”.
James sbuffò. Possibile che doveva sempre prendere tutto in modo così personale?
“Calmati Paddy”esclamò, sorridendo appena “A me va bene giocare, sempre meglio di questo”aggiunse, rivolgendo uno sguardo annoiato alla scacchiera.
Il volto di Sirius s’illuminò all’istante “Molto bene!”esclamò, strofinandosi le mani “Partiamo con le domande facili: se poteste avere una qualunque delle ragazze di Hogwarts, chi scegliereste?”domandò malizioso.
James gli rivolse uno sguardo sorpreso “Ma Lily, ovviamente!”rispose, sbalordito.
Sirius sbuffò “Certo che sei diventato incredibilmente noioso con il passare degli anni”
“Senti che parla”replicò James, arrossendo appena “Sei solo invidios…”
“E tu, Peter?”esclamò all’improvviso Sirius, deciso a troncare quella discussione che, ne era certo, sarebbe terminata con un’interminabile glorificazione delle fantastiche qualità della rossa.
Peter parve rifletterci un secondo, lo sguardo concentrato “Direi, Violet Morgan”decise infine, leggermente in imbarazzo.
“è quella moretta di Corvonero, giusto?”domandò James, sorpreso.
Peter arrossì nuovamente, facendo un timido cenno di assenso con il capo.
“E bravo il nostro Wormtail”rise Sirius, assestandogli un’energica pacca sulla schiena, divertito “Peccato che una così non ti filerà mai”aggiunse.
“Smettila Sirius”lo interruppe Remus che, finalmente, si era concesso di alzare lo sguardo dal libro che stringeva tra le braccia, decidendo di dar retta ai compagni di camera.
“Guarda, guarda chi si è degnato di scendere tra noi”lo rimbeccò Sirius, con un ghigno smaliziato “E, dimmi un po’, piccolo Moony, tu chi sceglieresti?”
 “Io non gioco”si affrettò a replicare l’amico, nascondendo nuovamente il volto tra le pagine giallastre del grosso tomo.
“Non può tirarti indietro”si affrettò James, sfilandogli il volume dalle dita.
Il biondino sbuffò, seccato, prima di tornare a guardare Sirius con rassegnazione.
“Angelina Lewis”esclamò, sparando il primo nome che gli venne in mente.
Gli altri tre malandrini lo guardarono scettici “Davvero?”domandò infine James, leggermente sorpreso.
Remus annuì, cercando di sembrare convincente.
“E, solo per sapere, cosa ti attira della Lewis?L’acne o gli strati di grasso?”domandò Peter, provocando l’ilarità generale.
Remus entrò immediatamente in modalità perfetto-prefetto, osservando i suoi amici con uno sguardo colmo di rimprovero, intrecciando poi le braccia intorno al petto “Per vostra informazione Angelina è una ragazza decisamente intelligente, dolce e gentile e non tutti scelgono le proprie ragazze in base al loro aspetto fisico”concluse, con astio.
“Questo lo sappiamo”si affrettò James, conciliante “Semplicemente, ecco, diciamo che potresti anche puntare un po’ più in alto, ecco”esclamò, guardando gli altri in cerca di sostegno.
“Ma se è lei che ti interessa, va benissimo”si affrettò Peter “Anzi, se lo desideri, faremo tutto il possibile per aiutarti a conquistarla!”aggiunse con convinzione.
Immediatamente Remus sbiancò, colto alla sprovvista dalla gentile proposta “Di cosa parli?”boccheggiò, “Credevo si trattasse semplicemente di un discorso ipotetico”
“Lo era, infatti”confermò Sirius “Però, ora che ci penso, credo che l’idea di Peter non sia tanto malvagia; insomma Moony, sei l’unico che non ha mai avuto una ragazza, tra noi.
Persino Peter è riuscito a conquistare quella Caroline”
“E questo cosa vorrebbe dire?”domandò Peter, offeso.
“Assolutamente nulla, mio piccolo amico”lo rassicurò James, con un sorriso divertito.
“Semplicemente che, se sei riuscito tu a trovarti una ragazza, lo può fare chiunque!”spiegò Sirius, con serietà.
Peter arrossì d’imbarazzo e rabbia.
“Lasciatelo in pace”intervenne Remus, seccato “Caroline è una ragazza meravigliosa e Wormtail non è da meno”
Peter gli rivolse uno sguardo colmo di gratitudine.
“In ogni caso ritengo impossibile che tu, in sedici anni di vita non abbia mai incontrato una sola ragazza che abbia suscitato il tuo interesse”continuò Sirius, deciso a non lasciar cadere il discorso.
“Invece è così”confermò Remus, leggermente a disagio.
“Non ci credo”sentenziò il moro “E, comunque, sei o non sei un uomo? Ogni uomo ha i suoi bisogni”s’intestardì Sirius.
“Grazie per la tua, emh, premura”esclamò il diretto interessato “Ma io sto benissimo così, non desidero avere una ragazza, mi basta la vostra amicizia”
Sirius parve rabbuiarsi un istante, prima di sciogliersi in un sorriso rilassato “Se dici di star bene, se me lo giuri”si corresse, “Io sono contento e soddisfatto”
“Te lo giuro; sto bene e sono felice”confermò Moony, ottenendo un sorriso appagato da parte del moro.
 
“è evidente che non sta bene”esclamò Sirius rivolto a Prongs, una volta rimasti soli in camera, abbandonati da Peter e Remus che avevano deciso di ritirarsi in biblioteca per studiare.
“A me è sembrato sincero”notò l’amico, cercando di tranquillizzare quel paranoico di Padfoot “Ti ha giurato di essere felice e di star bene, sai che Moony non mente mai”
“Come puoi crederlo davvero, fratello?Moony sta soffrendo, lo noterebbe chiunque!”
“E cosa vorresti fare in proposito?”domandò James, leggermente ansioso.
“è logico, no?Gli troverò una ragazza!”esclamò allegramente Sirius, un ghigno deciso sul volto.
Prongs parve rifletterci qualche istante, sovrappensiero, considerando i pro e i contro di quell’impresa; da un lato doveva considerare che realmente Remus non si era mai mostrato interessato a nessuna ragazza in particolare e che, di sicuro, non sarebbe stato felice della decisione dell’amico. Dal lato dei pro, tuttavia, pesava un fattore che aveva certamente molta più importanza di qualche possibile ostacolo: la felicità del loro migliore amico. La prospettiva di vederlo tra le braccia di qualche brava ragazza, era troppo allettante per lasciar perdere.
“Va bene”acconsentì James, fiducioso “Ti aiuterò nella tua impresa!”
“E, se posso chiederlo, quale sarebbe questa impresa?”domandò una voce preoccupata alle loro spalle.
I due ragazzi sobbalzarono, voltandosi velocemente verso l’ingresso, giusto in tempo per osservare Remus avvicinarsi a loro con passo deciso e leggermente seccato.
Erano talmente presi dalla discussione che non si erano accorti dell’arrivo del ragazzo, non lo avevano sentito.
“Niente d’importante”risposero all’unisono i due ragazzi, parecchio a disagio.
Il ragazzo assottigliò gli occhi, scettico “Avanti, sputate il rospo”li intimò “Cosa state architettando?”
“Parola di malandrino, Moony, non stiamo architettando assolutamente nulla”esclamò con fare solenne James, portandosi una mano al cuore.
Remus sbuffò, infastidito “Vi ricordo che, l’ultima volta che mi avete risposto in questo modo, abbiamo rischiato tutti e quattro l’espulsione”
Un sorriso nostalgico apparve sulle labbra degli altri due malandrini “Uno degli scherzi migliori della nostra carriera”sospirò James “Quelli si che erano bei tempi”
“è successo due mesi fa”gli ricordò Moony “E se non fosse stato per quel santo di Silente, che ha prontamente deciso di intervenire, impedendo alla Mcgranitt di buttarci fuori, come, vi ricordo, era decisa a fare, noi ora non saremmo qui”
“Ma, come hai detto tu,tutto si è risolto per il meglio”intervenne Sirius “Proprio come ti avevamo assicurato”
“Pulire con uno spazzolino la sala grande della scuola non si può definire “il meglio””notò Remus, innervosendosi.
“In ogni caso”intervenne James “Mio sfiduciato lupacchiotto, posso assicurarti che non stiamo escogitando assolutamente nulla”
Remus fissò i due ragazzi il più intensamente possibile, quasi desiderasse legger qualcosa dai loro occhi, ma, sfortunatamente, la legilimanzia non era una delle materie insegnate a Hogwarts, quindi, per quella volta, avrebbe dovuto rinunciare.
“Tanto immagino che non riuscirei comunque a ottenere un briciolo di sincerità da voi due”notò Remus, rassegnato “In ogni caso ero venuto a chiamarvi per la cena”sospirò, prima di uscire dalla stanza con aria rassegnata.
“Molto bene”esclamò James, osservando con sguardo sicuro il punto in cui, solo pochi attimi prima, si trovava il loro amico “Il primo ostacolo è stato superato”esclamò, trionfante.
“Ed ora, che il piano abbia inizio”esclamò solennemente Sirius, un sorriso poco rassicurabile sulle labbra.

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Salve a tutti!Ecco a voi il primo vero capitolo della f.f, , anche se in realtà non ci troviamo ancora nel vivo della storia!Per questo ho deciso di postare in brevissimo tempo anche il cap successivo, in cui, almeno a mio parere, le cose si fanno più interessanti!
Voglio ringraziare moltissimo tutti coloro che hanno letto la storia e un ringraziamento speciale è per D.L.H e TinaX86 che l’hanno recensita!Grazie davvero!
Buona lettura!
 
Capitolo 1
 
“Voglio sapere cosa sta succedendo e lo voglio sapere ora!”sibilò Moony, una nota di panico nella voce.
“Perché credi che stia accadendo qualcosa?”domandò James, con fare innocente, afferrando l’amico per un braccio e trascinandolo lungo il sentiero che dalla scuola portava a Hogsmeade.
“Possibile che tu sia sempre così sospettoso?”aggiunse Paddy, con un ghigno divertito sul volto.
Remus arrossì appena, riprendendo a camminare con passo incerto e rassegnato.
Era vero, Remus J. Lupin era indiscutibilmente più diffidente dei comuni ragazzi sedicenni, ma i comuni ragazzi sedicenni non vivano a stretto contatto con tre malandrini decisamente casinisti e imprudenti che parevano decisi a rendergli la vita molto più complicata di quanto già non fosse.
Inoltre era da quando si era svegliato che stavano accadendo cose fuori dalla norma; prima di tutto i suoi amici avevano deciso di saltare la colazione decisi ad arrivare il prima possibile al villaggio e in sei anni di convivenza Remus era certo che nessuno di loro aveva mai saltato un pasto, almeno non per propria volontà!
Senza considerare che lo avevano obbligato ad indossare i suoi vestiti migliori, che da quando erano usciti dalla scuola stava tenendo stretta in mano una rosa rossa che gli aveva consegnato Sirius, accompagnata da un umido bacio sulla guancia che, in tutta verità, gli era sembrato quasi una leccata di Padfoot.
Remus era senza dubbio un ragazzo intelligente e in quanto tale non gli sarebbe stato difficile smascherare in breve tempo il piano dei suoi migliori amici e inoltre non poteva negare di aver intuito qualcosa, eppure quel pensiero era talmente spaventoso che aveva deciso di non prenderlo nemmeno in considerazione.
Fu proprio per questo che quando Paddy lo spinse con poca eleganza dentro alla sala da tè di  Madama Piè di Burro , facendolo ruzzolare ai piedi del tavolino nel quale Angelina Lewis era in trepidante attesa, la sorpresa fu notevole.
“Oddio, Remus!stai bene?”domandò gentilmente Angelina, alzandosi di qualche centimetro dalla sedia per osservare il ragazzo che, non senza una certa fatica, cercava di alzarsi.
“Sta benissimo”lo anticipò Sirius, aiutandolo a rimettersi in piedi.
“An-Angelina”balbettò il ragazzo, intimorito “Cosa ci fai tu qui?”domandò, mentre i suoi peggiori timori venivano confermati; i suoi ex-migliori amici gli avevano organizzato un appuntamento al buoi con Angelina Lewis.
Perfetto.
 “Non fare lo spiritoso Rem”esclamò allegramente James, spingendolo con fermezza verso il suo posto, mentre Peter lo aiutava a sedersi e Sirius gli sollevava la mano, in cui stringeva ancora la rosa, indirizzandola verso la ragazza.
“Angelina è qui per la colazione, ha accettato il tuo invito”spiegò allegramente Peter.
“Ed ora, buon appetito ragazzi, noi vi lasciamo soli”aggiunse James allontanandosi di qualche passo.
“James, aspetta”si oppose Remus, ma il ragazzo aveva già raggiunto l’uscita seguito dagli altri due malandrini.
Spaventato Moony si voltò verso l’invitata accennando un timido sorriso di cortesia.
“Sai, sono rimasta tanto sorpresa dal tuo invito”esclamò allegramente Angelina “In realtà mi fa molto piacere che tu mi abbia chiesto di incontrarci, anche se non ne capisco il motivo”aggiunse, arrossendo appena.
“E io sono felice che tu abbia accettato”si affrettò Remus, sperando di sembrare convincente “Io ti ho invitata qui perché…”s’interruppe non sapendo realmente come concludere la frase; perché lei era lì?Perchè i suoi amici erano degli sciocchi che dovevano sempre impicciarsi nei suoi fatti privati e combinare questi casini, ecco perché!Ma Angelina si aspettava una spiegazione diversa e lui non sapeva davvero cosa inventarsi.
“Perché?”lo intimò Angelina.
 
“Si può sapere cosa sta combinando?”sibilò James, il viso schiacciato sul vetro della finestra nel tentativo di controllare la situazione.
“Spostati James, voglio vedere anche io!”esclamò Peter, cercando di spingere via il ragazzo.
“Se solo si sentisse qualcosa!”si lamentò Sirius, frustrato.
“Lo sapevo che Remus non avrebbe mosso un dito!”continuò James, tenendo a bada Peter “Sono lì, in silenzio, che si fissano!E non stanno nemmeno mangiando!”
“Forse dovrei trasformarmi e andare a controllare la situazione”propose Peter.
“Bravo Pete, bell’idea!Sai che spasso se la Lewis ti vede?Un ratto non è proprio un animale che aiuta a rendere l’atmosfera romantica!”
“Era solo un’idea!”si difese il ragazzo indispettito.
“Perché non fa niente?!”esclamò James scocciato.
“Remus è timido, lo sai”notò Peter.
“Oh, cazzo”sospirò improvvisamente Sirius ottenendo l’attenzione dei suoi amici.
“Che hai Paddy?”domandò James preoccupato.
 “E se Moony avesse mentito?Se non fosse realmente interessato a quella Lewis?”domandò orripilato.
“Bè, sinceramente ne sarei sollevato”sussurrò James, osservando attentamente la Corvonero.
“Probabilmente ha detto il primo nome che gli è venuto in mente”capì Peter “Per chiudere il discorso!”
“Emh, ragazzi”li chiamò James timidamente “Se davvero a Rem non piace quella ragazza c’è un problema; lo sta per baciare”
“Cosa?”esclamarono all’unisono i due malandrini.
“Dobbiamo intervenire!”esclamò Sirius spingendo da parte James, in tempo per vedere quella sciocca ragazza che si chinava verso il suo migliore amico per baciarlo.
“Non credo sia giusto; magari ci sbagliamo e a Rem piace davvero quella ragazza. È meglio lasciar decidere a lui se rifiutarla o no”
“Ma che cazzo stai dicendo Peter!”tuonò Sirius, affrettandosi verso la porta “Quella strega lo sta per baciare e tu vuoi lasciarla fare?”
“Calmati Sir”lo fermò James, sorpreso,afferrandolo per un braccio “Pete ha ragione”
Il ragazzo si divincolò con forza dalla stretta dell’amico facendolo cadere a terra “Non dire stronzate James, NESSUNO può baciare Remus”
“Ma che…?”domandò James, ancora steso sulla schiena, Peter al suo fianco, osservando quel pazzo del loro amico che entrava nel delizioso locale  come una furia attirando su di sé l’attenzione del resto dei clienti.
In meno di un secondo gli furono dietro,decisi tuttavia ad osservare la scena a un metro di distanza; Angelina si era ritratta vedendo arrivare Sirius, che ora teneva stretto per un braccio Remus ed osservava a ragazza con una sinistra luce omicida negli occhi.
“Sir, cosa stai facendo?”domandò Remus preoccupato.
“La giusta domanda è cosa lei stava facendo”notò con aria rabbiosa.
“Non vedo come questi siano affari tuoi”replicò tranquillamente la ragazza, arrossendo appena.
“Non negare Lewis, ti abbiamo visto tutti!Lo stavi per baciare”urlò Sirius.
“Sirius, ti prego, smettila”intervenne Remus con voce pacata.
“E anche se fosse?”replicò Angelina, balzando in piedi “Dove sarebbe il problema?”
Sirius  boccheggiò, colto alla sprovvista; qual’era il problema?”
“Tu, tu non lo puoi baciare così a tuo piacimento”
“Perché?Mi serve il tuo permesso?”
“Precisamente”sibilò Sirius, impregnando quanto più astio potesse.
Angelina lo fissò come se fosse completamente impazzito e in realtà, in quel momento, risultava difficile credere il contrario.
“Sir, non ti sembra di esagerare un tantino?”domandò James, nervoso.
“Stanne fuori fratello, questa storia riguarda me e lei”esclamò, indicando con rabbia Angelina.
“In realtà”s’intromise Remus“Riguarda me e Angelina; nessuno di voi c’entra nulla”
“Non posso credere che la stai realmente difendendo!”esclamò sconvolto Sirius “Rem, lei stava per baciarti!”
“E tu hai avuto la brillante idea di intrometterti, giusto?”gli fece notare lui, scontroso “Vorrei capirne il motivo”
“Già, interessa anche a me”precisò Angelina, incrociando le braccia al petto.
“Perché”iniziò Sirius “Perché tu non le appartieni, tu sei nostro”esclamò infine, sparando la prima cosa che gli passò per la mente.
Ottima mossa, Black.
Fu un istante; quell’istante di pura pace che precede ogni tempesta che si rispetti, quella falsa sensazione di calma e tranquillità.
Sirius abbassò lo sguardo giusto in tempo per evitare quello pieno di rabbia e rancore che gli rivolse il suo migliore amico mentre, con uno strattone, liberava il braccio dalla sua presa.
“Molto maturo, Black”esclamò Angelina “Sapevo che eri un idiota, ma non credevo potessi raggiungere certi livelli”
“Come ti permetti…”
“No, Sirius”lo interruppe Remus, la voce tremante “Angelina ha ragione; io, se non te ne fossi accorto, non appartengo a nessuno, men che meno a voi!”
“Rem, io non intendevo”iniziò Sirius, il capo chino,lo sguardo basso.
“Invece intendevi proprio quello che hai detto!Ma forse, a volte, prima di aprire quella tua stupida boccaccia dovresti collegare il cervello!”
“Remus, scusami”soffiò Sirius con un filo di voce.
“Scusarti?!Per aver detto ciò che pensavi?è questo quello che pensi di me, vero?Cosa sarei, la vostra stupida mascotte?”
“Remus, Sir non intendeva questo e tu lo sai”intervenne James, deciso ad aiutare Paddy.
“Non mi interesserebbe comunque”esclamò Remus facendo un passo indietro “Ti chiedo scusa Angelina, ma mi è passato l’appetito”esclamò, la voce tremante.
“Non preoccuparti Remus”lo rassicurò lei “Possiamo rimandare; magari la prossima volta facciamo il tutto senza inutile spettatori”aggiunse, rivolgendo un’occhiata velenosa ai tre ragazzi “Ci vediamo a Hogwarts Remus”
Remus le rivolse un ultimo cenno veloce prima di girare sui tacchi e avventurarsi fuori dal locale, senza degnare di uno sguardo i suoi amici.
 

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Salve a tutti!Eccovi il secondo capitolo!Come sempre ringrazio chi ha inserito questa f.f, tra le storie preferite e seguite, tutti coloro che l’hanno letta e voglio ringraziare Tinax86 per aver recensito anche il primo capitolo.
Buona lettura e alla prossima!
 
Capitolo 2
 
 Il giorno seguente la situazione non era certamente migliorata; la tensione  tra Moony e Padfoot era palpabile e una strana atmosfera aleggiava sul quartetto, tutti parevano intenti ad aspettare che qualcosa accadesse, che qualcosa si rompesse.
Né Remus né Sirius avevano voluto parlare dell’accaduto, anzi, in verità entrambi sembravano decisi a non rivolgere una sola parola all’altro, mentre James e Peter si ritrovavano nel mezzo a cercare di mantenere un certo equilibrio tra le parti.
“Peter potresti passarmi il burro, per favore?”domandò Remus mantenendo lo sguardo puntato sulla propria colazione.
“Emh, certamente”rispose il ragazzo osservando poi intimorito Sirius, che proprio in quel momento era intento ad imburrare una focaccina “Sir, mi daresti il burro?”
“Se lui vuole il burro può pure chiederlo a me, non ti sembra?”replicò scocciato il moro.
“Lo farei,ma temo che poi potessi fraintendere e ti sentissi in dovere di organizzarmi un appuntamento galante con quello stramaledetto pezzo si burro Sirius, per poi intrometterti e mettermi in ridicolo, come tuo solito!”sbottò Remus infastidito facendo voltare numerose teste nella sua direzione.
Sirius si irrigidì all’istante “Bè, scusa se ho creduto che tu fossi stato sincero quando hai detto di essere interessato a quella botte di lardo della Lewis”
“Emh, ragazzi”s’intromise titubante James.
“Lascia fuori Angelina”
“Guai a toccare la Lewis, vero?Sai, da come ti comporti pare proprio che lei ti piaccia!”
“Se anche fosse tu non avresti comunque il diritto di intrometterti”
“Scusa se ho cercato di renderti felice!”
“Ascoltate ragazzi”continuò James, rivolgendo uno sguardo titubante a Peter, in cerca d’appoggio.
“Chi ti dice che io non sono felice?”
“Vedi tu, la relazione più importante che hai avuto è stata con Il conte di Montecristo!”
Remus si alzò di scatto, sbattendo i palmi delle mani sul legno lucido del tavolo “Io me ne vado”sospirò”Ci vediamo più tardi”aggiunse rivolto a James e Peter dirigendosi velocemente verso l’uscita.
Il terzetto lo osservò uscire dalla sala grande con le spalle incurvate e il capo chino; non appena Remus sparì dalla loro vista Jam fece un cenno veloce a Peter, chiedendogli di allontanarsi.
Aveva bisogno di parlare in privato con Sirius, sperava di riuscire a capire il motivo del suo comportamento.
“Non capisco perché si comporta in questo modo”si lamentò Sirius “Io volevo solo aiutarlo”
“Anche se era a fin di bene dobbiamo ammettere di aver commesso un errore Sir; non lo abbiamo aiutato”notò cautamente James, osservando di sottecchi l’amico.
“Perché si è arrabbiato solo con me, però?Anche voi avete contribuito!”
“Lo so, però sei tu che hai fatto quella scenata di gelosia con la Lewis”considerò James.
Sirius lo fissò orripilato “Di cosa stai parlando?Non era una scenata di gelosia”
 James sollevò un sopracciglio, scettico, ma decise di non replicare“Qualsiasi cosa fosse non saresti dovuto intervenire, perché lo hai fatto?”
“Non lo so, ok?”sbottò Sirius irritato, passandosi una mano tra i capelli “Non ne ho idea”ammise.
James lo fissò dubbioso, aspettando che aggiungesse qualcosa e, infatti “Quella ragazza ha tentato di baciarlo” notò poco dopo senza alzare lo sguardo, la testa ancora affondata tra le mani.
“Questo lo so”osservò stupito Prongs “Era quello il piano, ricordi? Trovare una ragazza a Moony”
“Lei non era adatta”
“Perché?è stata tua l’idea di organizzare l’appuntamento con Angelina!”
“Lo so”sibilò Sirius, un ringhio basso e minaccioso “Ma, evidentemente, mi sono sbagliato; Remus è un ragazzo tranquillo e riservato, merita di meglio di una ragazza che cerca di saltargli addosso dopo neanche cinque minuti che ci parla”
“è stata un po’ precoce, questo è vero, però non credo sia un male per Rem trovare una ragazza decisa e estroversa; ha bisogno di qualcuno che prenda in mano le redini della relazione”
“Ma quale relazione?!”tuonò Sirius, balzando in piedi “Si sono parlati per cinque minuti, tu la definiresti una relazione?Noi lo conosciamo da sei anni”
“Questo lo so”replicò James, sempre più confuso “Ma il nostro scopo era quello di trovargli qualcuno che lo amasse al di fuori del nostro gruppo, giusto?”domandò titubante.
Sirius si limitò ad osservarlo rabbioso e frustrato per alcuni istanti, prima di girare sui tacchi e avviarsi a grandi falcate verso l’uscita.
“Ehi, Paddy”lo chiamò James “Dove stai andando?”
 
Cosa mi sta succedendo?
Si domandò Sirius una volta al sicuro nel dormitorio, gettandosi sul letto ancora disfatto; perché aveva reagito in quel modo?Perchè sentiva quella rabbia incontrollabile montarlo? Perché non era riuscito a lasciare che quella ragazza baciasse Remus?
Sapeva che il piano era quello di trovare a Moony una ragazza perfetta per lui, eppure non appena lo aveva visto in compagni della Lewis non era riuscito a controllarsi, non aveva capito più nulla e aveva reagito d’istinto, allontanando il suo Remus da quella strega.
Paddy scattò a sedere, inorridito; aveva appena definito Remus, suo?!
“No!”esclamò, leggermente spaventato “No, non è mio, non lo vorrei comunque!”disse con convinzione.
Nostro.
Pensò poi; sì, quell’aggettivo era molto più appropriato, più giusto.
Moony era uno dei suoi migliori amici, era un malandrino anche se a volte faticava a mostrarlo, era una componente fondamentale del gruppo.
E, quindi? Cosa significava? Che non aveva la possibilità di farsi una vita al di fuori del loro gruppo? Che non avrebbe mai potuto avere nessuna ragazza perché non si poteva allontanare da loro?
Sospirando si sdraiò nuovamente, portando entrambe le mani al soffitto, osservandole pensieroso; per lui Rem era sempre stato come un fratellino da proteggere era per questo che aveva reagito in quel modo, per questo aveva allontanato quella ragazza, per proteggerlo…ma proteggerlo da cosa?
Dall’amore? Dal sesso? Da un possibile cuore infranto?
“Perché non trovo una risposta?”bisbigliò facendo ricadere le braccia lungo al corpo.
Sapeva, sentiva che c’era qualcosa di sbagliato in ciò che aveva fatto, soprattutto perché non riusciva a capire perché lo aveva fatto.
“Perché”si disse “Dal momento che vedo Remus come un fratellino che ha bisogno della mia protezione ho reagito seguendo l’istinto che ogni fratello maggiore avrebbe usato per cercare di salvare la sua innocenza”si disse, rimanendo per alcuni istanti soddisfatti da quella teoria, prima di rendersi conto con tristezza che il “fratellino” aveva già sedici anni.
“Però non si comporta da sedicenne”notò recuperando un po’ di sicurezza “Per quanto possa essere intelligente e sveglio, in ambito affettivo Rem si comporta ancora come un bambino; ha le stesse esperienza di un undicenne e non sembra desideroso di approfondirle, per questo sono intervenuto! Quella ragazza lo avrebbe baciato e lui l’avrebbe probabilmente lasciata fare solo per gentilezza!”
E se invece fossi stato io a baciarlo, sarebbe andato bene?
Per la seconda volta in pochi minuti Sirius scattò a sedere come se percorso da corrente elettrica; quel pensiero gli aveva attraversato la mente come un fulmine a ciel sereno, totalmente non richiesto, totalmente improvviso, come se qualcuno lo avesse introdotto a forza tra i suoi pensieri, sconvolgendolo come non avrebbe mai creduto potesse fare.
Per forza sono sconvolto, si disse, ho appena pensato di baciare uno dei miei migliori amici!
Se avessi fato lo stesso pensiero su Prongs mi avrebbe turbato altrettanto, giusto?
No, certo che no; anzi, probabilmente avrebbe anche potuto baciare James, un bacio vero con lingua, denti e tutto il resto, senza esserne turbato; infondo Prongs era Prongs, lo avrebbe trovato divertente, certo sarebbe stato disgustoso, orribile, assolutamente un’esperienza irripetibile, ma gli avrebbe permesso di prendere in giro il migliore amico per il modo in cui baciava per il resto della sua vita.
Si sarebbe risolto tutto con un “Bleah!” da parte di entrambi, qualche battuta velenosa, un paio di bicchierini magari, giusto per togliersi il sapore e una bella risata.
Ma con Remus? Con lui sarebbe stato diverso, non si sarebbe trattato di uno scherzo, ma di sicuro sarebbe stato un gesto più profondo, più intimo e anche il bacio lo sarebbe stato, niente forza o desiderio di imporsi sull’altro, ma solo dolcezza e voglia di assaggiare quella labbra morbide e incredibilmente invitanti.
Senza nemmeno rendersene conto Sirius si ritrovò ad essere accaldato davanti al pensiero tanto attraente di baciare l’amico.
 
“Perfetto!”esclamò James passandosi una mano tra i capelli, snervato “Sirius che sparisce senza dire una parola e Remus che salta la lezione”ricapitolò “E noi a fargli da balia!”aggiunse uscendo dalla classe di incantesimi, seguito da Peter.
“Se vuoi posso andare a cercare Remus in biblioteca!”propose Wormtail, rivolgendo uno sguardo preoccupato a James che in risposta sospirò stancamente.
“è meglio che ci parli io con Remus, almeno posso provare a scusarmi anche a nome di Paddy; tu intanto vai in camera a vedere se Sirius è lì e, non lo so, parlaci un po’, avrà bisogno di sfogarsi”
Peter annuì con poca convinzione, non troppo felice di dover affrontare un Sirius di cattivo umore; decisamente avrebbe preferito parlare con il calmo e dolce Remus, piuttosto che con quell’irascibile di Padfoot, ma James aveva bisogno del suo aiuto e lui non aveva intenzione di tirarsi indietro.
Si divisero davanti alle scale, Peter diretto alla torre di Grifondoro, James alla biblioteca dove, come previsto, trovò Remus.
Moony era rannicchiato su una sedia, un libro aperto stretto in mano, lo sguardo rivolto verso il cielo che si intravedeva dalla finestra.
James lo raggiunse “Posso?”domandò indicando la sedia libera accanto al ragazzo, che annuì appena, abbassando immediatamente lo sguardo.
“Ci hai fatto preoccupare Moony, non è da te saltare le lezioni”esclamò, mantenendo un tono allegro.
“Scusa”sospirò Remus e dalla voce tremula con cui parlò James capì che doveva trovarsi sull’orlo delle lacrime, sempre che se non avesse già ceduto.
James lo osservò preoccupato “In ogni caso, sono venuto qui per scusarmi di persona, non dovevamo architettare quello stupido appuntamento”
“Lo avete fatto solo per aiutarmi e io mi sono comportato da ingrato”si rammaricò.
“Ma cosa stai dicendo?”domandò gentilmente James “Non dovevamo impicciarci così negli affari tuoi”
Remus rivolse all’amico un sorriso leggermente più rilassato “Lo avete fatto con le migliori intenzioni e questo mi rende felice, significa che vi preoccupate per me”
“Certo che ci preoccupiamo per te Moony, ti vogliamo bene!”
“Anche io ve ne voglio, ma vi prego non fate più una cosa del genere!”esclamò sorridendo.
Anche James ridacchiò “Promesso”
Moony si rilassò del tutto, riappropriandosi in un istante del suo solito sorriso dolce e tranquillo.
 “Senti Rem, posso chiederti una cosa?”domandò poco dopo James, titubante.
Il ragazzo lo osservò intensamente, un implicito invito a parlare.
“Ecco, allora la Lewis non ti interessa, giusto?”
Rem si strinse nelle spalle scuotendo leggermene il capo.
“Ecco, non voglio insistere sull’argomento, ma davvero non c’è nemmeno una ragazza che ti piace?”continuò James “Insomma, non dico che devi per forza trovarti una ragazza ora, ma forse se dessi una possibilità a qualcuna, sì, insomma, forse potrebbe anche piacerti”
“Non voglio una ragazza”soffiò Rem con voce acuta “Non voglio dare nessuna possibilità a nessuna di loro”
“Ma perché no?”
“Perché non voglio e basta!”tuonò Remus.
“Scusa”sospirò Prongs “Se non vuoi dirmelo va bene, ma se mai avessi voglia di confidarti sai che io sono qui”lo rassicurò, poggiandogli una mano sulla spalla.
 “Questa volta è troppo”sì interruppe pensieroso “Complicato”
“Io ci sono in ogni caso”ripetè il moro stringendogli un’ultima volta la spalla, prima di decidersi a ritirarsi.
“Se ti dicessi che nessuna di queste ragazze mi potrà mai piacere?”domandò Remus con voce acuta,costringendo James a fermarsi “Ti direi che forse dovresti passar con loro più tempo prima di essere certo di non essere interessato, ma se sei sicuro di non aver ancora incontrato la ragazza adatta a te bisognerà solo cercare meglio”
“Se ti dicessi che nessuna ragazza è adatta a me?”continuò Moony, guardandosi velocemente intorno.
James lo guardò confuso, cercando di capire il vero significato di quelle parole “Intendi che non ti senti ancora pronto ad avere una relazione o che hai paura di non poter interessare a nessuna ragazza per il tuo carattere riservato?”
Remus continuò ad attaccarsi al suo silenzio, lo sguardo mortalmente serio, il volto triste e nervoso.
Quando calde lacrime iniziarono a solcare il viso afflitto James azzerò le distanze, iniziando a comprendere ciò che Moony intendeva davvero.
“Oppure vuoi dire che nessuna ragazza sarebbe giusta per te perché ti troveresti più a tuo agio con un ragazzo?”soffiò, la voce ridotta a un sussurro.
Remus prese a mordersi il labbro inferiore, osservando il ragazzo con aria di sfida; Prongs gli restituì uno sguardo leggermente sorpreso, cercando di non far notare all’amico quanto fosse sconvolto.
Possibile che davvero non si fosse mai accorto di una cosa così importante riguardante il suo migliore amico? Possibile che lui si fosse tenuto dentro per tutti quegli anni quel segreto senza riuscire a confidarsi con loro?
Finalmente il volto di James si aprì in un sorriso sincero, davanti al quale Moony  non potè più trattenersi.
Scoppiò a piangere, un pianto liberatorio, eppure ancora tanto triste.
“Allora ti dire che se vorrai farò tutto il possibile per aiutarti a trovare un ragazzo che ti possa piacere e chiunque egli sia sarà la persona più fortunata di questo mondo.”
“Grazie James”singhiozzò Remus, stringendo l’amico con maggior forza.
“Non devi ringraziarmi di nulla”gli rispose Prongs, carezzandogli con dolcezza i capelli “Però ora calmati, dobbiamo andare in classe, Sirius e Peter ci staranno aspettando”aggiunse.
Moony si allontanò leggermente, osservando il ragazzo negli occhi, annuendo appena “Hai ragione, non posso perdere un’altra lezione!”scherzò, asciugandosi con il dorso della mano le lacrime.
 

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Salve a tutti!Allora, per prima cosa mi sembra necessario porgervi le mie scuse per questo orribile ritardo, ma la scuola sta davvero monopolizzando il mio tempo in questo periodo e non ho potuto aggiornare prima, scusate! Ora come sempre vorrei ringraziare TINAX86 e DLH per aver recensito anche lo scorso capitolo e per il loro sostegno costante, Audrey99 e Lady Nobody e Pankun  per le gentilissime recensioni e Aivlis Raven per gli ottimi consigli! Vorrei inoltre ringraziare tutti coloro che hanno aggiunto questa storia tra le preferite, le seguite o le ricordate e anche coloro che l’hanno solo letta!
Buona lettura a tutti!Alla prossima!
 
Capitolo 3
 
Quando Sirius e Peter arrivarono a Trasfigurazione trovarono gli altri due malandrini già accomodati in due banchi vicini.
Sirius si avvicinò con passo sicuro a Moony, sedendosi senza indecisione al suo fianco, nello stesso istante in cui Wormtail si sistemava accanto a James.
“Ciao”soffiò Sirius, rivolgendo uno sguardo preoccupato a Remus; osservò il suo migliore amico rendendosi conto che solo pochi minuti prima, prima che Wormtail lo interrompesse, la sua mente stava vagando libera verso fantasie che non era certo di voler ricordare, fantasie incentrate su quel ragazzo che ora gli era vicino. Ancora non riusciva a capacitarsi di essere riuscito a desiderare tanto intensamente di poter baciare Moony, ma nel momento esatto in cui Peter era entrato in dormitorio, riportandolo alla realtà, si era reso conto di non voler più soffermarsi su certi pensieri che con decisione aveva chiuso nell’angolo più remoto della sua mente.
“Ciao Paddy” mormorò lui, con voce leggermente triste, senza distogliere lo sguardo dalla cattedra, dove la McGranitt era impegnata a preparare il materiale per la lezione di quel giorno: trasfigurare uno specchietto in una libellula.
“Ascolta Moony, possiamo parlare?”domandò con gentilezza Sirius, osservando il ragazzo con occhi sconsolati, consapevole del fatto che Remus non era in grado d resistere a quello sguardo.
“Certamente”soffiò il ragazzo, accettando con un sorriso lo specchietto che la professoressa gli allungò.
“Potresti almeno guardarmi in faccia, mentre parliamo?”continuò Sirius, cercando di mantenere un tono quanto più possibile lontano dall’irritato.
Vide Remus sospirare, per poi abbassare gli occhi sulle mani strette intorno all’oggetto e, senza riuscire a trattenersi, allungò una mano verso il suo volto triste, sfiorandolo con delicatezza con le punta delle dita, deciso ad avere quegli occhi ambrati su di sé.
Remus scattò in piedi immediatamente, allontanando da sé la mano dell’amico e lasciando cadere a terra lo specchietto che si ruppe in mille pezzi, lo sguardo sorpreso e preoccupato.
“Cos…?”iniziò Sirius, visibilmente scioccato, interrotto tuttavia dall’urlo furibondo della McGranitt che lo fece trasalire.
“Signor Lupin, si può sapere cosa sta facendo?” tuonò irata, smettendo di distribuire gli specchi e raggiungendoli a passo di marcia “Si tratta forse di un altro stupido scherzo del signor Black?” continuò, gli occhi che lampeggiavano minacciosi verso il moro.
“Io non c’entro niente!” si difese Sirius, offeso. Possibile che quella donna cercasse di accusarlo di ogni cosa?
“è vero professoressa, mi scusi” intervenne Remus con voce mortificata  “Non so cosa mi sia preso, non accadrà più”
Lo sguardo della donna si fece leggermente più docile, davanti al turbamento del ragazzo “Lo spero” replicò  “Ad ogni modo, se si sentisse male per qualsiasi motivo può andare da Madama Chips”continuò, facendo sorridere Remus; mancavano pochi giorni alla luna piena e spesso si stupiva di quanto questa potesse essere una valida scusa per ogni cosa.
“Grazie professoressa”esclamò, riprendendo posto.
“Si può sapere cosa ti è preso?”domandò Sirius, ancora allibito.
“è per la luna piena, mancano pochi giorni”mentì prontamente Remus, guadagnandosi un’occhiataccia dall’amico; Sirius lo conosceva troppo bene per cascarci.
 “Senti Rem, non voglio litigare”sussurrò Sirius passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
“Nemmeno io lo voglio”lo interruppe Remus
“Molto bene, ascoltate”esclamò con voce squillante la McGranitt, tornata alla cattedra “Ciò che dovrete fare ora è cercare di trasfigurare questo specchietto in una libellula , utilizzando l’incantesimo che vi ho mostrato ieri. Cominciate!”
Immediatamente tutti gli studenti estrassero le bacchette, colpendo con decisione la superficie argentata, sussurrando a fior di labbra l’incantesimo.
“Mi dispiace Remus, mi dispiace davvero”soffiò Sirius, avvicinandosi leggermente all’amico, che velocemente distolse sguardo, puntandolo sulle mani strette in grembo.
 “Vorrei solo sapere perché lo hai fatto” sospirò “Ti sei comportato da bambino”
“Lo so”
“Non dovrai mai più fare una cosa del genere”continuò Moony.
“Mai più!” promise Paddy, annuendo vigorosamente.
“E mi devi un favore”aggiunse, serio.
“Ehi, non ti sembra di esagerare?”domandò Sirius, attirando su di sé lo sguardo impassibile dell’altro “Tutto quello che desideri” esclamò, segnandosi il petto con una croce.
Remus lo osservò sospettoso ancora qualche istante, prima di aprirsi in un sorriso timido, a cui Sirius rispose con affetto.
 
“Sembra che si siano riappacificati”esclamò Peter sollevato, lanciando un’occhiata veloce hai due ragazzi.
James si decise a rivolgere la propria attenzione ai due amici, voltandosi giusto in tempo per vedere Remus tornare ad occuparsi del proprio specchio e Sirius rivolgergli un ultimo, affettuoso sguardo.
Uno sguardo che colpì James come uno schiaffo.
“Oh cazzo”esclamò sgranando gli occhi, sconvolto.
“Che hai Jam?”domandò preoccupato Peter.
“Oh no!No, no, no!”continuò il moro, senza degnare di dare una spiegazione al compagno di banco.
“James, che succede?”
“Guarda!”esclamò, indicando gli altri due malandrini con una mano tremante “Guarda Sirius!”
Peter si voltò nella sua direzione; il loro amico era comodamente stravaccato al suo posto, lo sguardo puntato su Remus, come sempre concentrato sulla lezione.
“Cosa c’è di strano?”domandò perplesso.
“Cazzo Peter, svegliati!Non vedi come lo guarda?”esclamò James sconvolto.
“James, smettila di fare il pazzo”replicò lui, seccato “Lo sta guardando come lo guarda sempre!”
Ora lo sguardo allucinato di James si posò su di lui, mettendolo leggermente a disagio “James, stai bene?”
“Cosa hai detto?”continuò il moro.
“Ti ho chiesto se stai bene”
“No” lo interruppe, scuotendo con decisione il capo “Prima!”
“Che lo guarda come sempre!”
“NON è POSSIBILE!”tuonò James, balzando in piedi e attirando su di sé l’attenzione dell’intera classe, compresa quella di Padfoot che lo interrogò con lo sguardo.
“Non è possibile!”ripetè James, rivolto all’amico che in tutta risposta assunse un’aria perplessa.
“Signor Potter, quando avrà terminato di impressionarsi tanto per nulla potrebbe finire di disturbare la mia lezione e rimettersi seduto?”
“Professoressa, non sto bene!”annunciò James.
“Ne siamo tutti consapevoli da anni, Potter; sono sollevata dal fatto che finalmente anche lei se ne sia reso conto”
“Posso andare in infermeria?” insistette James, sempre mantenendo quello sguardo allucinato.
La McGranitt lo osservò con attenzione “Certamente Potter” acconsentì infine, prima di tornare alla lezione.
James la ringraziò velocemente, prima di precipitarsi fuori dall’aula e si era appena richiuso la porta alle spalle quando uno scoppio di urla lo fece sobbalzare; poco dopo la porta della classe si aprì nuovamente, permettendo alla voce soave della Mcgranitt di raggiungere il corridoio “Esca immediatamente dalla mia classe signor Black e veda di non tornarci per tutta la settimana”
Sirius si richiuse la porta alle spalle, con un ghigno “Gran donna, ma non ha proprio il senso dell’umorismo!”  osservò con un sorriso compiaciuto.
“Cosa ci fai tu qui?” domandò James sorpreso.
“Dopo la tua performance del “Non posso crederci”” esclamò, facendogli il verso “Ho deciso di assicurarmi che stessi bene”
James si passò una mano tra i capelli, iniziando a camminare senza una meta precisa “Paddy” lo chiamò titubante.
“Dimmi, Prongs”
 “Sei…innamorato di Rem?”sbottò infine James, osservando attentamente la reazione di Sirius che ammutolì, sbiancando “Cosa stai dicendo?” articolò infine, sconvolto.
“Ti sto chiedendo se sei innamorato di…”
“Lo so cosa mi hai chiesto!”esclamò irritato l’amico “Semplicemente non posso credere alle mie orecchie”esclamò innervosendosi.
“Ti prego Paddy, non arrabbiarti”lo anticipò James.
“Tu lo credi davvero possibile?”domandò Sirius, imbronciato.
James annuì, seriamente.
“Perché?”
“Per il modo in cui lo guardi, per il modo in cui lo proteggi da tutto e da tutti, per il tuo atteggiamento possessivo nei suoi confronti”
“Ok, ok, hai reso l’idea”lo interruppe Sirius, infastidito.
“Quindi?”domandò poco dopo James.
Sirius sospirò nuovamente, riprendendo a camminare; non poteva essere innamorato di Remus, semplicemente era una cosa impossibile! Lui, il più grande latin lover di Hogwarts, sogno proibito di qualsiasi ragazza della scuola, innamorato di un ragazzo? Per di più di Remus, tanto simile a lui quanto il giorno con la notte…
Ma allora perché solo alcuni minuti prima era steso sul suo letto, sognando di baciarlo?
“Allora?” insistette James, riportandolo finalmente alla realtà.
“Non lo so” ammise Paddy, fermandosi “Non lo so” ripetè abbattuto, chinando il capo in avanti.
 
I giorni trascorsero scanditi dal ritmo noioso e lento che solo la scuola può impartire, ma durante quelle settimane James non si occupò minimamente di compiti, libri, esercizi o qualsiasi altra cosa che potesse avere a che fare con lo studio (ogni scusa è buona per distrarsi…“-_-) troppo concentrato com’era a tenere d’occhio ogni possibile sviluppo tra i suoi migliori amici.
Da quando Remus aveva deciso di confidarsi con lui, dal giorno in cui aveva parlato con Sirius chiedendogli quali realmente fossero i suoi sentimenti verso il loro Moony, la situazione si era arenata.
Nessuno dei due aveva più deciso di parlargli, di dirgli nulla e lui in realtà non voleva continuare a insistere sull’accaduto senza essersi prima schiarito le idee su quello che stava succedendo.
Sospirando rivolse uno sguardo veloce a Remus che comodamente rannicchiato nella sua poltrona preferita leggeva allegramente uno di quei libri che a nessun altro sulla faccia della Terra sarebbe mai venuto in mente neanche solo di sfogliare, il volto sereno e rilassato.
James sospirò nuovamente, voltandosi verso Padfoot; il ragazzo era deciso a mantenere quello strano, triste silenzio che aveva adottato due settimane prima, restando immerso nei propri pensieri.
Sempre più spesso James lo aveva sorpreso a fissare intensamente Moony con quell’aria inquieta e preoccupata, tuttavia nemmeno una volta era riuscito a cogliere in lui qualche segnale che potesse indicare che il ragazzo aveva raggiunto una soluzione, una chiarificazione riguardo a ciò che lo impensieriva tanto.
Sirius non era uno che solitamente si soffermava troppo a riflettere, era più il genere di ragazzo che reagiva d’impulso, eppure ora sembrava che non riuscisse a muovere un solo dito, prima di aver fatto chiarezza nei propri pensieri.
Per ultimo James si rivolse Peter, il suo piccolo amico paffuto che seduto a  pancia in giù davanti al camino gustava con foga un pacco di dimensioni colossali di api frizzole.
Sospirò nuovamente; com’era fortunato il piccolo Peter, così tranquillo e allegro, senza il minimo pensiero o preoccupazione al di fuori della cena…
“Prongs, perché mi guardi in quel modo?”domandò Peter,  che si era voltato in quel momento, osservandolo accigliato.
“Nulla” rispose Prongs, con voce trasognata “Sto solo riflettendo mio piccolo, fortunato, amico”
“James, ti senti bene?”domandò Paddy, osservandolo incerto.
James puntò i suoi occhi in quelli sofferenti del ragazzo, attivando quell’empatia unica che gli univa; sentiva quanto il ragazzo fosse confuso, percepiva quanto stava soffrendo…possibile che quella storia lo avesse sconvolto tanto?
Ma, certamente, non sarebbe riuscito ad ottenere nessuna di quelle risposte che stava cercando, se nessuno smuoveva un po’ la situazione.
E se a creare tutto quello scompiglio era stata una dichiarazione di Remus, forse poteva utilizzare nuovamente quello stupido gioco di confessioni a suo vantaggio.   
Certo, di conseguenze ce ne sarebbero state e lui lo sapeva bene, ma per gli amici questo era il minimo.
 “Quando avevo sei anni ho eseguito un incantesimo involontario che mi ha tinto i capelli di fucsia”esclamò, osservando con decisione Remus.
Uno strano silenzio calò sul quartetto, rotto diversi minuti dopo da Sirius che sussurrò un “Cosa?” incredulo.
“è la verità”confermò James “Ed era talmente potente che i miei genitori non sono riusciti a decolorarli per due settimane; alla fine mi hanno portato al San Mungo ”
Questa volta i tre ci misero poco a scoppiare a ridere, mentre Moony rivolgeva a James un sorriso carico d’affetto e paura; aveva capito il piano dell’amico.
“Io, invece, ho scoperto a undici anni che Babbo Natale non esisteva”rise Peter.
James e Sirius scoppiarono a ridere all’unisono “è vero!”confermò James, stringendosi la pancia dal ridere “L’estate scorsa tua mamma mi ha confessato che credeva fossi tardo”
“Senti chi parla!Non eri tu quello che fino all’anno scorso era convito che la McGranitt stesse cercando di ucciderlo ”aggiunse Paddy, ridendo come un pazzo.
“Disse l’uomo che fino ai tredici anni ha avuto paura del buio!”
“Ma cosa stai dicendo?!è una calunnia!Avevo dieci anni quando ho smesso di averne paura!”
“Tredici!”
“Dieci, massimo undici!”
“Tredici già compiuti, non mentire!”
“Sei tu che…”
“Sono gay”
Un nuovo silenzio avvolse i quattro ragazzi con una velocità che aveva dell’allarmante, mentre uno a uno i tre amici spostarono lo sguardo verso Remus che se ne stava rannicchiato sulla sua poltrona, lo sguardo basso, le spalle curve, il volto di una strana tonalità violacea.
Per diversi secondi nessuno parlò, due Malandrini troppo sconvolti per parlare e James intento ad osservare la reazione di Sirius, i cui occhi si illuminarono per un istante di una strana luce.
“Non cercare di cambiare argomento”esclamò Peter diversi istanti dopo, con vocina flebile e  incrinata “Ha ragione James, aveva tredici anni” balbettò.
Moony alzò lo sguardo, fissandolo incredulo in quelli chiari dell’amico che in tutta risposta gli rivolse un sorriso dolce.
“Non è, non è un problema?”domandò, leggermente in imbarazzo.
“Che sei gay?” domandò senza problemi Peter, riacquistando una parvenza di sicurezza  “Assolutamente no; che aiuti sempre Sirius nelle nostre discussioni, quello si che mi infastidisce” ammise, fingendosi rattristato.
James osservò con orgoglio Peter, prima di rivolgersi verso Sirius per invitarlo a parlare; ma il ragazzo sembrava ancora troppo sconvolto per poter proferire parola.
Remus era gay… perché, perché questa notizia lo aveva colpito tanto? No, era normale che fosse colpito, scoprire un segreto così intimo di uno dei suoi migliori amici e soprattutto scoprire che per tutto questo tempo lui si era tenuto dentro una cosa del genere, era normale esserne colpiti ma…felici? No, non sarebbe dovuto essere così felice, non era una di quelle notizie per cui gli amici sono felici; stupiti, preoccupati di far capire all’altro che non ci sono problemi, impazienti di dimostrare che il rapporto non è cambiato, ma non felici.
E, allora, perché lui si sentiva tanto gioioso da potersi mettere a cantare e ballare lì, davanti a loro?
Ma ora non doveva pensare a quello, ora doveva sbrigarsi a dare una risposta a Remus che, lo notò solo in quel momento, stava diventando sempre più nervoso.
“è inutile che ci provi, Moony sta dalla mia parte perché sono il suo preferito!”cantilenò, con voce allegra, prima di correre verso l’amico e saltargli letteralmente addosso, rischiando di soffocarlo con il suo dolce peso.
Lo abbracciò, con trasporto, ignorando con decisione l’effetto che quella vicinanza gli provocava, che gli aveva sempre provocato, sentendosi poi sussurrare un  timido “Grazie” all’orecchio.
“Di cosa, amico”sussurrò, abbracciandolo.

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


Buona sera!Ecco a voi il quarto capitolo!
Ringrazio D.H.L, TinaX89 e Yuritan per aver recensito e tutti coloro che stanno seguendo questa fic!
Alla prossima, un bacio
Becca.
 
Capitolo 4
 
Quella splendida e tranquilla domenica mattina  James si era alzato dal letto venti minuti dopo che i suoi migliori amici erano usciti, diretti alla Sala Grande per la colazione; solitamente non avrebbe mai ritardato tanto a nessun pasto, ma quel giorno si sentiva incredibilmente spossato e rilassato, tanto che anche svolgere le mansioni più comuni gli sembrava un peso insopportabile.
Così, nonostante settimane addietro aveva dato la sua parola a Moony che quel giorno, l’ultimo prima delle vacanze natalizie, lo avrebbe trascorso sui libri per un ripasso conclusivo di tutto il programma del quadrimestre precedente, decise invece di restarsene comodamente a poltrire in camera, fingendo di essersi dimenticato dell’impegno preso.
Tuttavia, come tutte le belle cose, anche quella non poteva durare a lungo e James ne ebbe la certezza quando Sirius spalancò la porta della stanza con la delicatezza di cui era famoso, precipitandosi al suo interno con grazie elefantina.
“Ehilà fratello, come andiamo?”esclamò allegramente, puntando i suoi occhi su James che comodamente stravaccato sul suo letto era intento a giocherellare con l’amato boccino d’oro che aveva sgraffignato un anno prima.
 “Non si usa più bussare?”domandò seccato, rivolgendogli uno sguardo furente.
“Da quando queste formalità?”domandò il ragazzo, agitando una mano con noncuranza “Volevo solo avvisarti che Moony e Wormtail ti stanno aspettando per andare in biblioteca”spiegò, richiudendosi la porta alle spalle “Remus dice che devi darti una mossa, che è inutile fingere di essertene dimenticato e che ha seriamente intenzione di far evanescere in Messico quel tuo sciocco boccino, così magari riusciresti ad essere puntuale per una volta, a proposito di Rem ora sono certo di amarlo e chiede se per caso hai preso tu la sua cravatta” concluse, distogliendo lo sguardo da James che per la sorpresa di ciò che aveva sentito era quasi caduto dal letto “O forse voleva farlo evanescere in Congo”esclamò dubbioso Paddy.
“Cosa hai detto?” domandò incredulo Prongs.
“Che non so se il tuo amato boccino finirà in Messico o…”
“No” lo interruppe James, facendogli cenno di avvicinarsi “Prima”
“Non ti riferisci alla cravatta, vero?”
James negò con un cenno del capo.
“Sono innamorato di Remus”ammise infine il moro, sedendosi sul letto accanto al migliore amico.
“Non chiedermi da quanto perché non lo so, davvero, forse da sempre”sussurrò, passandosi una mano tra i capelli scuri “Non lo so, non ci ho mai pensato in realtà, non ho mai pensato a lui in quel senso, ma quando ho visto quella vipera che stava per baciarlo bè, lo sai, ho perso la testa.
Poi ho iniziato a riflettere; ero confuso, percepivo i miei sentimenti ma non riuscivo ad accettarli,  mi sembravano in qualche modo sbagliati e non perché lui fosse un maschio, ma perché si tratta del mio migliore amico, di Moony, e non sapevo proprio da che parte iniziare.
Alla fine ho deciso di accantonare tutti quei trip mentali, visto che tanto Rem era etero, non potevo sapere che non era così, credevo che se fosse stato gay ce lo avrebbe rivelato prima e invece all’improvviso si è confidato con noi e in quel momento non stavo più in me dalla gioia, ti giuro James mi sentivo in paradiso e tutto perché sapevo di avere una possibilità!
Però ho anche la certezza che lui non provi niente che superi l’amicizia nei mie confronti, pensaci Prongs, dopo tutti questi anni non ha mai mostrato un minimo interesse in quel senso. Comunque il fatto è che”
“Che tu…” lo interruppe James.
“Lo amo, sì” confermò Sirius, fissando con convinzione il muro davanti a sé.
“Mentre, secondo te, lui…”continuò il moro.
“Non mi ama, no”confermò nuovamente con voce leggermente tremante.
James  fece un lungo respiro profondo; nonostante fosse stato lui stesso a domandare a Paddy se per caso non provasse qualcosa nei riguardi di Moony quell’improvvisa rivelazione lo aveva preso alla sprovvista, ma superato lo shock iniziale poteva impegnarsi per aiutare il migliore amico.
“Molto bene, Paddy” esclamò, recuperando in un secondo il controllo della situazione “Hai fatto bene a venire da me perché, come certamente sai, IO ho conquistato tutte le ragazze più carine della scuola, quindi se seguirai i miei consigli presto Rem sarà tuo!”
“Non dire stronzate Prongs!Quelle poche ragazze che hai avuto avevano seri problemi mentali, altrimenti col cavolo che ci stavano” ridacchiò Sirius.
“Mentre Rem non ti fila nemmeno di striscio, giusto?” domandò casualmente James, vendicandosi dell’amico che con un sospiro esalò un “Già” piuttosto abbattuto.
 “Avanti Paddy non abbatterti” lo consolò James, passandogli un braccio sulle spalle e attirandolo leggermente a sé  “Ci sono qui io per aiutarti e, posso assicurartelo, con solo 7 semplicissimi passi Moony sarà tuo”
Sirius sollevò di scatto il volto, orripilato “Sette passi?”domandò confuso “Ma cosa stai dicendo?”
“I sette passi” ripetè James con sicurezza “Farsi notare, passare del tempo da soli, rendersi irresistibili agli occhi dell’altro, farsi vedere interessati per poi ignorarlo, dichiarare ciò che si prova e, infine, baciarlo”
“Si può sapere da dove prendi queste stronzate, razza di cerbiatto mentalmente menomato?”  domandò acidamente Sirius.
“Senti, lo vuoi conquistare o no?”
“Sì, ma eviterei di usare il tuo “manuale””
“E allora morirai triste e solo” concluse James, alzandosi in piedi.
“Spiegami un po’, se queste tattica è così geniale perché non la usi per conquistare la Evans?”
“Chi ti dice che io non lo stia facendo?” replicò James, gli occhi improvvisamente lucidi al sentire il nome della sua amata.
“Mah, fammi pensare, perché io sono presente tutti i giorni per vederla lanciarti sguardi di fuoco e insulti casuali”
“Va bene, forse con Lily ho leggermente confuso qualche passo” ammise James abbattuto “Ma presto anche lei cadrà ai miei piedi; comunque ora non stiamo parlando di me, ma di te”
“Credo di non avere speranza con Remus”
“Ascolta fratello io vi farò mettere insieme, costi quel che costi” promise James con un sorriso incoraggiante.
In realtà Prongs non era certo che Moony potesse seriamente mostrarsi interessato ad un ragazzo tanto infantile come Sirius, per non parlare della sua testardaggine e arroganza, il suo egocentrismo e la sua insolenza…
Effettivamente sembravano esserci poche possibilità per Paddy di far colpo su Rem, sarebbe stato più logico pensare che il loro Moony si potesse innamorare di uno come lui, riflettè James, un ragazzo brillante e bello, incredibilmente intelligente eppure tanto modesto, umile e sensibile, per non parlare del suo senso dell’umorismo e della sua tenacia…
Tutte ottime qualità che lo avrebbero di certo aiutato nel suo intento!
“Cosa hai intenzione di fare, oltre al tuo manuale intendo?” domandò Sirius, distogliendolo dai suoi pensieri.
“Devo parlare da solo con Moony”esclamò James, seguendo l’amico fuori dalla camera e successivamente lungo i corridoi “Appena saremo in biblioteca mi lascerai da solo con lui, ok?”
“Vedi di non fare stronzate Prongs” lo minacciò Sirius.
“Fidati di me Sirius, va bene?”

La biblioteca era deserta; eccezione fatta per loro nessun altro studente della scuola sembrava avere il desiderio di trascorrere l’ ultimo giorno prima delle vacanze chiuso in una stanza a studiare, soprattutto considerando che avrebbero avuto a disposizione più di due settimane per rimettersi in pari con i compiti.
Tuttavia i malandrini dopo sei anni sapevano bene che cercare di far ragionare Moony riguardo alle faccende scolastiche era del tutto inutile e che se non volevano sorbirsi una delle sue lunghissime e noiosissime paternali era meglio assecondarlo ogni tanto.
Anche perché, per quell’implicito accordo che avevano stipulato sei anni prima, i tre malandrini avrebbero trascorso con lui tutto il giorno, ma quella sera lui sarebbe stato loro.
E tutti loro sapevano cosa significava l’ultima sera a Hogwarts prima delle vacanze… Scherzi!
“Ci siamo persi qualcosa?” domandò James prendendo posto accanto a Wormtail, ignorando l’occhiataccia di rimprovero che gli rivolse Remus.
“Sì James, siamo già in ritardo sullo schema che avevo steso, quindi ho dovuto correggerlo; fortunatamente non ci sono state importanti variazioni, quindi dovremmo riuscire a fare tutto in giornata” spiegò Remus, sistemando diversi volumi davanti a sé “In ogni caso ho già scelto i libri che useremo e gli ho divisi per difficoltà; dal momento che ora siamo riposati e freschi possiamo approfittarne per riguardare gli argomenti più complessi, segnati con post violetti, per poi passare ai più leggeri che ho evidenziato con post gialli” spiegò soddisfatto, lo sguardo ossessivo e maniacale che si impossessava di lui nei momenti di studio.
“Va bene Moony, abbiamo capito” lo rassicurò Sirius, sorridendogli con dolcezza “Ora però, tranquillo” aggiunse divertito.
Moony parve riprendersi almeno in parte, osservando allucinato l’amico.
“Bene”ridacchiò Sirius alzandosi in piedi “Wormtail vieni ad aiutarmi a cercare un altro paio di libri per studiare”
Remus cercò di ribattere, ma venne anticipato da James che gli fece cenno di lasciarli fare; li osservarono allontanarsi e quando James fu certo che fossero abbastanza lontani si decise a parlare con Remus.  
“Posso farti una domanda Moony?” domandò, sistemandosi meglio sulla sedia.
“Certo” rispose lui con un sorriso dolce, attirando verso di sé alcuni tomi.
“Da quanto lo sai?”
“Due anni, più o meno”rispose lui, capendo immediatamente ciò a cui il ragazzo alludeva.
“Perché non ce lo hai mai detto?”chiese James senza potersi trattenere; ci aveva riflettuto tanto, ma non era riuscito a capire il motivo per il quale il ragazzo non si era confidato con loro per un fatto così importante.
“Non è perché non mi fidassi di voi”chiarì immediatamente Remus, intuendo i pensieri del ragazzo “Più volte ero sul punto di dirvelo e anche se non potevo esserne certo al cento per cento ero abbastanza sicuro che questo non avrebbe compromesso la nostra amicizia”
“Ma certo che no” lo rassicurò “Ma allora perché non ce lo hai detto?”
“Perché volevo evitare la seconda domanda che inevitabilmente mi avreste fatto”
“La seconda domanda?”ripetè Prongs senza capire.
“Esattamente; qual è la seconda cosa che volevi chiedermi?”
James sgranò gli occhi, colto alla sprovvista “Io volevo chiederti se avevi già incontrato un ragazzo che ti piace” ammise, rendendosi conto in quel momento del significato di quelle parole “Tu sei già innamorato di un ragazzo!”esclamò sconvolto.
Remus  annuì, rattristandosi immediatamente.
“Chi è?” domandò a bruciapelo.
“Qualcuno che so per certo non mi potrà mai amare in quel senso” ammise amaramente; poi, cedendo davanti allo sguardo deciso dell’amico, soffiò un “Sirius” a fior di labbra.
Ci vollero diversi secondi affinchè James comprendesse il vero significato di quelle parole; continuò a fissare Remus senza parlare, balbettando un paio di volte quel nome, ripetendoselo nella mente per accertarsi di non aver frainteso.
“Sono stato bravo a nasconderlo, vero?”domandò con una tristezza infinita Moony, osservando lo sbigottimento di Prongs.
“Tu ami…Sirius”ricapitolò, sentendo un’improvvisa sensazione di gioia invaderlo; lo amava!
“So che il nostro è un amore impossibile, che lui non sarà mai interessato a me in quel senso, che dichiararmi causerà solo problemi a tutti e quattro e lo metterà in una brutta posizione” sospirò Moony  “Sirius è un ragazzo dolcissimo, nonostante non voglia mostrare questo suo lato; soffrirebbe non riuscendo ad amarmi come io amo lui e non voglio”
“Non puoi essere certo di non piacere a Sirius in quel senso” lo istigò James.
“Io invece sono assolutamente certo del contrario” replicò lui con una smorfia “Basti pensare a tutte le ragazze che ha avuto”
“Però, se pensi a quanto lui  è sempre protettivo nei tuoi confronti” insistette “E affettuoso come non è con nessun altro. Cerca sempre di difenderti, ti ammira moltissimo e non gli ho mai sentito dire una sola cosa negativa nei tuoi confronti”concluse.
Remus scosse leggermente il capo, rattristato “Davvero James, io sto bene; è da molti anni che sono consapevole che il mio è un amore impossibile” sospirò “Quello che posso fare è continuare ad essergli amico, stargli accanto godendo solo della sua felicità e sperare che non cerchi più di trovarmi una ragazza” aggiunse con un sorriso divertito.
James sospirò, tornando ad osservare il libro davanti a sé, la mente che lavorava frenetica.
“Tu, tu non gli dirai nulla, vero?”domandò improvvisamente Remus con voce leggermente angosciata.
James si voltò di scatto verso il suo amico, incontrando i suoi occhi terrorizzati  “Non gli dirò nulla, hai la mia parola Moony”
Il ragazzo gli sorrise “Sapevo di poter contare su di te”
“Eccoci qua!”esclamò allegramente Sirius, poggiando sul tavolo della biblioteca i libri che aveva recuperato con Peter e rivolgendo un sorriso appena troppo lungo a Moony.
James li osservò, riuscendo a trattenere a stento la felicità che lo invase; era semplicemente troppo contento per loro!
“Tutto bene Prongs?”gli domandò Sirius, rivolgendogli uno sguardo eloquente.
Non ti immagini nemmeno quanto Sirius…
“Tutte bene Paddy” confermò, chinando definitivamente la testa sul libro.
 
Diverse ore dopo, quando finalmente Remus ripose la piuma nella borsa, constatando che probabilmente per quel giorno avevano studiato a sufficienza, i malandrini furono finalmente liberi di riporre i libri e di affrettarsi a cena.
“Sto letteralmente morendo di fame!”esclamò James, cingendosi lo stomaco con entrambe le braccia “Non posso crederci che ci hai costretto a saltare il pranzo Moony, saltare il pranzo!” ripetè sconvolto osservando l’amico.
“Non morirai di fame James, tranquillo” lo rassicurò Remus, arrossendo appena.
“Questa volta non posso che stare dalla parte di quel cerbiatto pacato”s’intromise Sirius “Tu hai una vaga idea di quanta fame abbai in questo momento?” domandò cercando di mantenere un’espressione infastidita che tuttavia si sciolse totalmente davanti agli occhi ambrati del ragazzo “Mi mangerei un ippogrifo intero!”sentenziò con fare melodrammatico.
“Sei sempre così fine, cugino”
I quattro ragazzi si fermarono immediatamente, voltandosi con cautela verso la fonte di quella voce bassa e irritante che conoscevano anche fin troppo bene.
“Che piacere rivederti, Bella”esclamò Sirius rivolto alla ragazza che con estrema eleganza e tranquillità uscì da un varco, avvicinandosi al quartetto.
“E vedo con piacere che ci sono anche Malfoy, Regulus e Mocciosus” notò divertito James, mentre un ghigno soddisfatto si formava sul volto dei due malandrini.
 Peter si ritirò il più possibile dietro le spalle di James, impaurito e Remus afferrò la bacchetta, lo sguardo che saettava dai Serpeverde ai suoi amici.
“Come stai fratellino?”domandò allegramente Sirius a Regulus che assunse un’espressione adirata e imbarazzata.
“Io non sono tuo fratello” sentenziò con ira.
“Simpatico come sempre!Ma diteci, a cosa dobbiamo questa piacevolissima rimpatriata?”chiese Sirius.
“Sentivo la tua mancanza, cugino” spiegò Bellatrix, mentre un sorriso sadico e decisamente seducente le increspava le labbra “Avrei preferito fare un cosa più intima, ma ormai è impossibile trovarti solo, senza quei pezzenti che chiami amici” sentenziò, rivolgendo uno sguardo di puro disprezzo ai tre ragazzi “Sudicia feccia” aggiunse.
 “Non osare parlare in quel modo, Bella”ringhiò Sirius, sfoderando la bacchetta a una velocità disarmante.
Bellatrix scoppiò a ridere “Sei sempre così suscettibile” esclamò  “Sempre pronto a infervorarti per nulla; che c’è, ti dà fastidio che insulti i tuoi amichetti?”domandò, rallegrandosi davanti all’espressione furiosa del cugino “Davanti ai tuoi compagnucci di giochi?”
Un lampo rosso illuminò il corridoi, puntando nella direzione di Bellatrix che lo schivò con grazia.
Altre cinque bacchette vennero sfoderate, l’unica che rimase disarmata era Bellatrix, la cui risata melliflua invase il corridoio “Non dovresti agitarti tanto, cuginetto!”
“Sirius non rispondere, stai facendo solo il suo gioco”soffiò Remus, afferrandogli il braccio con la mano libera; Sirius si calmò all’istante, abbassando leggermente la bacchetta.
“Da quando ti fai comandare da certi pezzenti?”domandò provocatoria la ragazza “Per di più sangue sporco”
“Non parlare di lui in questo modo!” tuonò James furibondo, ma la voce venne coperta dal rumore dello Stupeficium che Sirius sferrò verso la cugina, sfiorandola di pochi centimetri.
Era così adirato, così arrabbiato, che non riuscì a notare i sorrisi soddisfatti che si dipinsero sui volti dei Serpeverdi, sorrisi che invece non sfuggirono a Remus e James che invano cercavano di calmarlo.
“D’accordo, d’accordo” esclamò Bellatrix, facendo scivolare la mano lungo il fianco, afferrando la propria bacchetta “Non insulterò più il tuo amichetto” esclamò divertita, rispondendo con un sorriso dolce allo sguardo di sfida che Remus le rivolgeva “Stavo solo scherzando, non dovresti offenderti tanto per nulla; non è che per caso c’è qualcosa che dovremmo sapere?”
Fu un istante; un millesimo di secondo in cui Sirius rimase senza parole e colto alla sprovvista distolse lo sguardo da quello della cugina, prima di ricomporsi e assumere la suo solita aria strafottente.
Fu un attimo che passò inosservato a tutti, fatta eccezione per Bellatrix che, leggermente sconvolta, si rese conto di aver forse scovato un’informazione che poteva sfruttare a proprio vantaggio; e dire che lo aveva detto semplicemente per fare un’insinuazione!
“Smettila di giocare Bellatrix!” tuonò James, rinforzando al presa sulla bacchetta.
La ragazza gli sorrise con gentilezza, prima di riporre la propria bacchetta e alzare le mani.
“Cosa stai facendo, Bella?” domandò Piton alle sue spalle.
“Credo di aver appena trovato un modo più piacevole per passare il tempo”constatò, avvicinandosi ulteriormente al quartetto.
“Di cosa stai parlando?”domandò Sirius all’erta.
“Che voglio proprio mettere alla prova questo famoso coraggio Grifondoro”esclamò ilare “Che ne dite di fare un giochino?”
“Falla finita!” ringhiò James sempre più nervoso, rivolgendo uno sguardo veloce ai tre Serpeverde davanti a loro che avevano ancora le bacchette sfoderate e un’espressione di puro stupore sul volto.
“Una gara di coraggio”sentenziò infine Bella, sorridendo trionfante.
“Una gara di coraggio?”domandarono in coro le serpi e i Malandrini, perplessi.
“Esattamente”confermò lei “Vediamo se oltre alla dignità hai perso anche le palle” soffiò a Sirius, che si irrigidì nuovamente.
“Qualsiasi cosa sia non ci stiamo” lo anticipò Remus, desideroso di uscirne al più presto; aveva una pessima sensazione a riguardo.
“Allora?”domandò Bellatrix al cugino, ignorando gli altri.
Sirius rivolse uno sguardo veloce a James che annuì appena; non avevano paura di loro e se era una sfida quello che volevano l’avrebbero avuta.
“Cosa avevi in mente?”domandò, mentre un sorriso soddisfatto nasceva sul volto della ragazza.
Bellatrix parve rifletterci un attimo, lo sguardo pensieroso e divertito “Non saprei; che ne dici di un bacio con il ragazzino?”chiese indicando con un cenno del capo Remus che nonostante mantenne un’aria severa non riuscì a non di arrossire.
Sirius la fissò allibito, così come i suoi compagni e le Serpi.
“Bella, cosa stai facendo?” le urlò Regulus furioso, ma la ragazza lo zittì con un cenno della mano.
“Allora, ci state?”domandò rivolta a Sirius, la cui mente lavorava frenetica. Tutto sommato quella non era una brutta idea; ormai da diverse settimane il desiderio di baciare Moony era divenuta una vera ossessione e in quel modo avrebbe avuto una scusa per farlo senza doversi esporre troppo e forse sarebbe anche riuscito a capovolgere la situazione a suo favore; non per immodestia, ma i suoi baci erano celebri in tutta la scuola e tutti sapevano che i baci di Sirius Black facevano perdere la testa.
Lanciò rapido un’occhiata a Moony, il cui volto era della stessa tonalità della sciarpa.
“Allora?”insistette la ragazza “Non ditemi che è tutto qui il famoso coraggio Grifondoro”.
“Accettiamo” esclamò con convinzione Sirius, prima di voltarsi verso l’amico “Forza Remus vieni, facciamo e basta, in fondo è solo un bacio”cercò di rassicurarlo, tendendo una  mano nella sua direzione, sorridendogli rassicurante.
Se possibile Moony arrossì ulteriormente, rifugiandosi alle spalle di James “Sirius sei impazzito?” domandò con voce incrinata “Non ho alcuna intenzione di baciarti!”
“Infatti non dovrai farlo” lo interruppe Bellatrix all’apice della gioia “Non ho mai detto che sareste stati voi due a baciarvi; pensavo più a Potter” ammise rivolgendosi a James che la fissò a bocca aperta, boccheggiando.
“Cosa?”tuonò Sirius, lo sguardo che saettava dalla cugina al migliore amico “No, non ci stiamo”esclamò arrabbiato.
“Ormai hai accettato Black” gli ricordò Malfoy, osservando la scena con attenzione “Ma se non avete la palle potete benissimo tirarvi indietro” gli ricordò, sorridendo soave.
“James, non puoi farlo!”esclamò Sirius minaccioso, voltandosi verso James che ancora non aveva detto nulla.
 “Non è che abbia troppa scelta”gli fece notare Peter, correndo in soccorso dell’amico.
“Bene, allora mettiamola così: se lo baci ti spacco la faccia!”sentenziò Sirius, ormai totalmente in preda alla collera.
James lo fissò come fosse impazzito “Perché questa è colpa mia, vero?” gli ricordò.
“Io non ho comunque nessuna intenzione di baciare nessuno”s’intromise Remus, infastidito.
“Codardi!”gli urlarono addosso i Serpeverde, sempre più divertiti di fronte alla discussione dei quattro ragazzi.
“Che c’è, ora non hai più voglia di giocare con me cuginetto?”domandò Bellatrix, guardando Sirius con voce eccitata; non poteva crederci, ci aveva preso in pieno!
“Ti conviene tapparti quella fogna Bellatrix, se non vuoi che ti faccia nera!”urlò Sirius “Sai che non ho problemi a picchiare una donna!”
“Però hai problemi a vedere i tuoi due migliori amici che si scambiano un bacetto innocente?” sibilò Bellatrix “Mi domandò il perché di tutto questa gelosia” aggiunse.
Sirius sgranò gli occhi, colto alla sprovvista “Non so di cosa parli”esclamò senza distogliere lo sguardo.
“Non posso crederci!”strillò Piton, comprendendo, lo sguardo che scivolava da Sirius a Remus.
“Ora basta!”tuonò James nervosamente, rivolgendo uno sguardo di puro disprezzo ai Serpeverde, prima di attirare a sé Remus, che lo guardava terrorizzato.
“Cosa vuoi fare James?”domandò Sirius.
“Farla finita!è solo un bacio!”
“James, non puoi baciarlo!”squittì intimorito Peter.
“Peter non posso fare altrimenti!Smettila di fare tante scene e se proprio la cosa ti infastidisce, fai un respiro e distogli lo sguardo” soffiò rivolgendogli uno sguardo eloquente e disperato.
Peter capì immediatamente; gli stava chiedendo di allontanare l’attenzione da loro, da quel bacio, per dargli il tempo di trovare una soluzione veloce o di fare una ritirta…Ma che diavolo poteva fare?
Iniziò a pensare freneticamente, cercando con lo sguardo l’aiuto di Sirius che tuttavia sembra impossibilitato dal fare qualsiasi cosa all’infuori di fissare James che con una lentezza straziante si stava chinando su Remus.
I Serpeverde iniziarono a fischiare, divertiti, mentre Bellatrix scoppiò in una fragorosa risata che lo fece sobbalzare; si voltò verso di lei,accorgendosi solo in quel momento di averla ancora al suo fianco.
Senza pensarci Peter si slanciò in avanti, afferrando tra le mani il volto di Bellatrix che per la sorpresa non riuscì ad impedirgli di attirarla a sé e di premere le labbra sulle sue.
Il corridoio cadde nel silenzio più assoluto, mentre tutti osservavano la scena increduli, con le bocche aperte e gli occhi sgranati.
James lasciò andare Remus che si allontanò bruscamente da lui e persino Sirius riuscì a distogliere l’attenzione dai suoi amici, per posarla sulla coppia più improbabile che avesse mai visto.
Peter si staccò da Bellatrix facendo schioccare le labbra, arrossato e ansimante, mentre Bellatrix lo fissava ancora troppo incredula per poter muovere un solo dito.
Con delicatezza si sfiorò le labbra con due dita, quasi ad assicurarsi che quel bacio ci fosse stato realmente e che non fosse solo frutto della sua immaginazione, prima di serrare gli occhi nello sguardo più furioso e malvagio che le avessero mia visto.
“COME HAI OSATO!”tuonò furente, sfoderando la bacchetta, il viso deformato dalla rabbia “Schifossissima, sudicia, orribile palla di lardo, sangue sporco”
 “Bella, fai piano”intervenne Piton, ancora sconvolto, guardandosi intorno.
“IO TI UCCIDO!” tuonò.
James afferrò per un braccio Remus, mentre Sirius spinse via Peter dalla furia della cugina e i quattro malandrini iniziarono a correre a perdifiato verso i dormitori inseguiti dai Serpeverde, cappeggiati da Bella che lanciava maledizioni incurante delle regole della scuola.
“Facciamo che la gara finisce in parità!”gli urlò James, ridendo “Anche se credo che dovrai restituire il favore Bellatrix!”aggiunse in un ghigno.
E quella, a detta di Sirius, fu la prima volta che sentì sua cugina piangere, un piacere che gli sarebbe rimasto per sempre.
 

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


Salve a tutti!Eccovi, dopo una lunghissima attesa, il quinto capitolo!Mi dispiace di aver aggiornato tanto tardi, non ho proprio scuse!
 Come sempre voglio ringraziare Tina, Audrey, D.L.H., Yuritan e Lady Nobody per il sostegno costante e tutti coloro che stanno seguendo questa fic!
Spero che il capitolo vi piaccia!Fatemi sapere cosa ne pensate, ok?
Alla prossima e buona lettura!
Con affetto,
Becky.
 p.s. Sfortunatamente non ho fatto in tempo a rileggere il capitolo, quindi non posso assicurarvi nulla!XD
 
Capitolo 5
 
“Non sopporto più questa situazione!”sentenziò Sirius con la sua consueta aria immatura e altezzosa, facendo sospirare James dallo sconforto; era una promessa, se lo avesse sentito lamentarsi ancora una volta lo avrebbe schiantato.
“Lo so, fratello” sibilò, impegnandosi con tutto se stesso per cercare di mantenere una parvenza di calma davanti al migliore amico, che in quel momento avrebbe volentieri strangolato “Ma tra poche ore  Peter e soprattutto Moony ci raggiungeranno, quindi ora smettila di lamentarti, o posso assicurarti che non sopravvivrai abbastanza a lungo per rivederli” aggiunse in un sibilo minaccioso.
Sirius sbuffò, incrociando le braccia al petto “è più di una settimana che non parlo con Moony” ripetè per quella che doveva essere la centesima volta in poche ore “Perché lui e Peter sono dovuti rientrare a casa per Natale?è ingiusto!”
“Il fatto che la tua famiglia non ti voglia tra i piedi non significa che per tutti sia così” esclamò James, riuscendo a strappare al moro un ghigno divertito che lo distrasse dai suoi cupi pensieri.
“Non mi sembra comunque una motivazione valida per dividerci durante le vacanze! Almeno Remus avrebbe potuto restare con noi!Insomma, lui solitamente è così dolce e incredibilmente attento ai bisogni degli altri, come ha potuto non accorgersi…”
James sospirò, sistemandosi a letto e straniandosi immediatamente dal lungo sproloquio del migliore amico; non che fosse solito ignorare ciò che il ragazzo gli diceva, ma per quell’anno aveva lo aveva già sopportato a sufficienza.
Era da quando Remus e Peter erano rientrati a casa per trascorrere il Natale con le loro famiglie, mentre James e Sirius si erano rifugiati a casa Potter, dove gli altri due Malandrini li avrebbero raggiunti per la settimana di Capodanno, che James-martire-Potter  si era dovuto subire i discorsi smielati, sconnessi e spesso senza senso del suo migliore amico, sentendosi spiegare diverse volte al giorno il perché gli occhi di Moony fossero incredibili, il motivo per il quale i suoi capelli fossero tanto setosi e le sue labbra così invitanti...
Ma James non si era tirato indietro nemmeno per un momento, aveva più volte resistito alla tentazione di mettere finalmente a tacere quel logorroico del suo migliore amico con uno schiantesimo e si era impegnato anima e corpo per cercare di ficcare in quella testa ottusa il giusto comportamento che avrebbe dovuto seguire una volta che Moony sarebbe stato lì.
Ma quello strazio era ormai giunto al termine, l’indomani Moony sarebbe arrivato e James avrebbe finalmente potuto godere dei benefici prodotti dai suoi sudati sforzi.
 
“Muoviti Padfoot” ripetè James per la millesima volta nel giro di pochi minuti, assestando un pugno ben deciso a quell’ammasso informe di coperte sotto il quale il suo amico dormiva.
“Lasciami in pace James, ho sonno” farfugliò Sirius con voce impastata, stringendosi con maggior decisione nelle coperte, guadagnandosi uno sguardo sofferente dal ragazzo che, dopo averlo osservato dormire per altri lunghi minuti, le braccia intrecciate al petto e un’espressione scocciata sul volto, si avviò con passo deciso alla porta, arrestandosi sull’ingesso.
“Fai come ti pare,” ribattè “Vorrà dire che ci penserò io a intrattenere Moony”
Quasi non riuscì a terminare la frase, che Sirius scattò immediatamente in piedi, balzando giù dal letto, all’improvviso sveglio “Moony è qui?”esclamò trepidante “Perché non me lo hai detto prima?” si lamentò, raccogliendo i vestiti sparsi sul pavimento.
“Io ho cercato di dirtelo prima” gli ricordò James, alzando gli occhi al cielo “Ma tu mi hai mandato a quel paese prima che potessi farlo”
“Stavo dormendo, cosa ti aspettavi?” gli fece notare Sirius “Quando è arrivato?”
“Questa mattina presto, quasi due ore fa, con Wormtail; ora sono in cucina ad apparecchiare per la colazione” spiegò James, seguendo il suo amico fino alla porta del bagno, dove si rintanò per un tempo interminabile e decisamente troppo prolungato per un ragazzo, prima di uscirne con un sorriso smagliante stampato in faccia “Allora, vogliamo sbrigarci?” aggiunse, incamminandosi lungo il corridoio, senza più degnare di un solo sguardo James, che si trovò costretto a correre per mantenere il suo passo.
“Sirius” lo chiamò agitato “Ricordi quello di cui abbiamo parlato in questi giorni?”
“Intendi delle tue tattiche di conquista?” domandò svogliatamente Sirius.
“Esattamente” confermò Prongs “Dovrai seguirle alla lettera, mi hai capito?”
“Senti fratello non offenderti, ma non ho alcuna intenzione di farlo” confessò Sirius, balzando giù dall’ultimo gradino della scala, per poi camminare con passo veloce verso la cucina “Voglio che Remus si interessi a me e non alla mia salute mentale”  sussurrò velocemente, afferrando la maniglia della porta.
 “Ho detto che le seguirai alla lettera” ribattè James con decisione “Tattica di conquista numero uno” sentenziò in un soffio, portandosi di corsa alle spalle del ragazzo che stava aprendo la porta in quel momento “Farsi notare!” esclamò spingendo il ragazzo con forza sulla schiena.
Sirius venne sbilanciato totalmente in avanti e si trovò ad arrancare con passo malfermo, cercando  di mantenersi in piedi con tutte le sue forze, ma inciampò sui suoi stessi piedi, perdendo così quel poco di equilibrio che aveva mantenuto, ruzzolando in avanti e finendo contro Moony che preso alla sprovvista non riuscì a tirarsi indietro in tempo per evitarlo e cercando disperatamente un punto di appoggio a cui sostenere entrambi si aggrappò alla tovaglia, rovesciando sopra di sé e dell’amico, ormai a terra, piatti, posate e la colazione che lui e Wormtail si erano impegnati a preparare, il tutto sotto lo sguardo sconvolto di Peter e quello sadicamente soddisfatto di James.
Sirius riaprì gli occhi solo quando tutto il trambusto causato delle stoviglie si placò, pronto ad abbattere quell’idiota di Prongs.
Spalancò gli occhi, deciso ad urlare contro il migliore amico, quando il suo sguardo cadde su quello deliziosamente imbarazzato di Moony che, schiacciato sotto il suo dolce peso, lo osservava con il volto decisamente arrossato e un’aria terribilmente adorabile.
Suo malgrado si trovò a rivolgere a Remus uno di quei ghigni che aveva spesso usato con diverse ragazze di Hogwarts, raggiungendo sempre ottimi esiti, ottenendo tuttavia come unico risultato quello di far arrossire ulteriormente il ragazzo che colto alla sprovvista sgranò maggiormente gli occhi.
“Rem!” esclamò Peter, correndo loro incontro per costringere Sirius a sollevarsi “Stai bene?”
“Sì” lo rassicurò Moony, afferrando la sua mano, ancora a disagio “Sto bene; Sirius non è pesante come sembra”
Il ragazzo gli rivolse uno sguardo di scuse, prima di raggiungendo a passo di marcia James, che ancora abbandonato contro lo stipite dell’ingresso, osservava con interesse la scena.
 “Ma siete totalmente impazziti?” esclamò velocemente Peter, facendo le veci dell’amico che era impegnato a spolverarsi i pantaloni dalla polvere.
“Lui mi ha spinto!” si difese immediatamente Sirius indicando con fare accusatorio James che in tutta risposta alzò le mani verso i ragazzi “Ti sbagli Paddy, sarai scivolato”
“Contro le tue mani?” sibilò in un basso ringhio.
“Ti ho appena fatto notare da Moony, senza considerare che esaminando il tuo sorriso idiota non mi sembrava che il mio scherzetto ti sia dispiaciuto troppo” soffiò Prongs ad una spanna dal suo orecchio, sorridendo malizioso.
“Razza di idiota io non ho bisogno di farmi notare da Remus, lui sa già che io esisto, siamo già amici!”
“Si può sapere cosa state confabulando voi due?”li interruppe Moony con aria leggermente seccata, attirando l’attenzione dei due ragazzi che con un sorriso li raggiunsero.
 
Tutti e quattro riordinarono velocemente la cucina e apparecchiarono nuovamente, mentre Remus preparava per tutti una colazione a base di uova strapazzate, salsicce, pancake e tè.
Quando tutto fu pronto si sistemarono a tavola, Sirius e Remus da un lato, James e Peter dall’altro; Wormtail si era già gettato a capofitto sul suo piatto, trangugiando con avidità uova e salsicce e sollevando lo sguardo solo per gettare occhiate veloci a James e Sirius, che sembravano preferire di gran lunga disturbarsi l’un l’altro, gettandosi addosso cucchiaiate di cibo, piuttosto che mangiare, il tutto sotto lo sguardo di Moony, che cercava di controllare la situazione con discrezione; tuttavia, come aveva previsto, quella piccola baruffa si trovò velocemente a degenerare, convincendo Rem ad intervenire, nonostante il rischio di finire immischiato nella battaglia.
Era appena scattato in piedi, quando il campanello risuonò dall’ingresso, arrestando la paternale che stava già per fluire dalle sue labbra.
“Aspettavi qualcuno, Prongs?” domandò Sirius, tenendo stretta nella mano il cucchiaino da tè che presto avrebbe usto come cerbottana per colpire il migliore amico con i resti delle sue uova.
James corrugò la fronte, perplesso; i suoi genitori erano partiti solo qualche giorno prima e non sarebbero rientrati fino all’anno nuovo e a parte loro James non stava aspettando nessuno.
“Arrivo!” esclamò con decisione, quando il campanello suonò una seconda volta, abbandonando al suo posto il panino imburrato che aveva deciso di usare come arma di difesa contro Paddy, avviandosi con passo deciso all’entrata.
I suoi amici percepirono la serratura scattare e la porta aprirsi, prima che un urlo acuto e stridulo, che riconobbero come quello di Prongs, li raggiunse in cucina.
Velocemente si rimisero in piedi, precipitandosi all’ingresso, dove trovarono il loro migliore amico disteso a terra, il collo imprigionato nella presa ferrea di un ragazzo che gli scompigliava con forza i capelli inchiostro.
“Hei ragazzi!” li chiamò James con un sibilo aspro, portando per la prima volta l’attenzione del nuovo arrivato su di loro.
Immediatamente il ragazzo scattò in piedi con uno slancio elegante, rivolgendo uno sguardo sorpreso e impacciato ai quattro ragazzi, prima di porgere una mano a James per aiutarlo a rimettersi in piedi.
“Non credevo avessi ospiti” ammise, passandosi una mano tra i capelli corti e chiari, in evidente imbarazzo “Comunque è un piacere conoscervi!” aggiunse con aria cordiale, avvicinandosi al terzetto “Io sono Aaron” si presentò, venendo velocemente affiancato da James, ancora occupato a massaggiarsi il collo.
“Piacere” esclamò immediatamente Moony, afferrando la mano del ragazzo “Io sono Remus” si presentò con un sorriso “Mentre loro sono…”
“Sirius e Peter” concluse per lui Aaron “Oh, James e io ci mandiamo diverse lettere all’anno e mi parla sempre di voi!” spiegò velocemente, notando lo sguardo perplesso dei ragazzi “Mentre mi sembra di capire che lui non abbia mai fatto parola di me” aggiunse, guardando di sottecchi James, che si decise ad intervenire.
“Aaron è il mio vicino di casa” spiegò velocemente “Eravamo molto legati fino agli undici anni, poi ci siamo trasferiti in scuole differenti e abbiamo perso i contatti” aggiunse, cingendo le spalle del ragazzo in un abbraccio “Ma ci siamo scritti spesso”
“Diciamo piuttosto che io ti scrivo lunghe lettere dettagliate riguardo a quello che mi succede e tu mi rispondi con dei bigliettini” lo punzecchiò Aaron sorridendo.
“Non dire sciocchezze!” lo interruppe James, scuotendo il capo con aria annoiata e spingendolo verso la cucina “E muoviti! Il tè si sarà raffreddato”
Aaron parve sorpreso “James, non voglio disturbare!” si affrettò, senza tuttavia porre troppa forza per resistere alla spinta dell’amico, che in breve lo fece sistemare con loro a tavola, riprendendo la colazione.
 “Allora Aaron, come mai sei qui?”domandò James, versando una montagna di cioccolata fusa sui pancake.
“Sono tornato per le vacanze di Natale e ho pensato di venire a salutarti”
“Che scuola frequenti Aaron?” domandò prontamente Sirius, seguendo l’esempio dell’amico.
“Durmstrang” rispose il biondo, versandosi una tazza di tè.
“Aaron è un vero genio” intervenne James seriamente “Sei ancora capitano della squadra di Quidditch?” domandò interessato, ricevendo in risposta un cenno affermativo.
“E gestisci ancora il club di incantesimi? E quello di difesa contro le arti oscure?” elencò James, cercando di riportare alla mente tutti gli impegni in cui il ragazzo gli aveva detto di essere impegnato.
“Sei il presidente di un club di difesa dalle arti oscure?” s’intromise nuovamente Sirius, visibilmente colpito.
“Oh, non è niente di che, in realtà” dichiarò Aaron stringendosi nelle spalle, senza tuttavia riuscire a nascondere una nota di compiacimento.
“Non fare il modesto, Aaron” esclamò James, assestandogli una pacca decisa sulla spalla “Sei anche assistente del professore di pozioni, giusto?”
Questa volta il ragazzo rimase in silenzio, irrigidendosi appena; mantenne lo sguardo fisso davanti a sé per alcuni secondi, prima di decidersi a scuotere leggermente il capo, bevendo un lungo sorso di tè.
“Il professo Dover ha deciso di sollevarmi dall’incarico” spiegò, rivolgendo una smorfia esitante a James, che si affrettò a balbettare delle scuse sul momento.
“Non preoccuparti, Jam” lo rassicurò lui “Sono stato sostituito dopo aver dato vita al comitato per la reintegrazione nella società di licantropi e individui affetti da gravi maledizioni” spiegò con orgoglio “E credo che riuscire a far ragionare il mondo magico sull’importanza di dare una possibilità e uguali diritti a questi soggetti, che sono semplicemente vittime di una maledizione, sia più importante che correggere dei compiti nel pomeriggio!” s’infervorò, tanto preso dal suo discorso da non accorgersi dello sguardo di puro stupore con cui lo stava osservando Remus.
 “Lo credi davvero?” domandò senza riuscire a trattenersi, rivolgendosi a lui con occhi colmi di  ammirazione, che non sfuggì all’attenzione di Sirius, immediatamente all’erta, mentre Aaron si voltava nella direzione di Moony, osservandolo sorpreso.
“Come, scusa?”
“Credi davvero che i licantropi abbiano gli stessi diritti del resto dei maghi?” spiegò Remus gesticolando con enfasi, notevolmente in difficoltà sotto lo sguardo intenso e interessato che Aaron gli stava rivolgendo.
“Certamente” rispose lui con convinzione  “Tu non lo pensi?”
“Certo che sì!” tuonò immediatamente Remus, sobbalzando “Trovo profondamente sbagliata l’idea che la maggior parte dei maghi mantengono nei confronti dei licantropi” asserì infervorandosi.
“Concordo in pieno” lo sostenne Aaron, felice di incontrare altri ragazzi che condividevano la stessa opinione “E la cosa peggiore è che spesso queste idee sbagliate viene impressa durante gli anni della scuola, magari dagli stessi insegnanti” continuò con decisione “Mentre basterebbe adottare come linea di pensiero quella di Caroline White, per eliminare una volta per tutte questi pregiudizi!”
“Conosci Caroline White?” esclamò Remus sempre più colpito, sorprendendo anche Aaron
“Emh, Caroline chi?” domandò Peter confuso.
“White” spiegò Remus, spostando lo sguardo sui tre Malandrini “è una grandissima studiosa e una strega di grande talento che si batte da anni per la tutela dei diritti dei licantropi”
“Sono sorpreso che tu la conosca” osservò Aaron, visibilmente impressionato da Remus “Hai mai sentito parlare di Spencer Bolton?”
 “Certamente” confermò Remus, la cui attenzione era ormai totalmente rivolta ad Aaron che sembrava sempre più colpito dal ragazzino che gli stava davanti, il tutto sotto lo sguardo preoccupato e frustrato di Sirius.
“Sono davvero sorpreso che l’interesse dei licantropi ti stai tanto a cuore” esclamò Moony con gioia, aprendosi in un sorriso sereno.
“Interessa anche a me, eppure non ti meravigli tanto” sbuffò Sirius ferito, ottenendo l’attenzione dell’intera tavolata.
Remus gli rivolse uno sguardo perplesso “Lo so Sir” lo rassicurò con dolcezza “Intendevo che sono sorpreso che interessi ad altri oltre che a noi” spiegò Remus, costringendo Paddy ad abbassare il capo infastidito, permettendo a Moony di cimentarsi in una nuova discussione con il perfetto e incredibile Aaron.
In fondo lui era diventato un animagus per Moony, non Aaron, lui trascorreva una notte al mese in compagnia di un lupo mannaro completamente sviluppato, non Aaron, lui rischiava la vita per non lasciare da solo Remus!
“Infondo distribuire un paio di volantini e leggere qualche libro non mi sembra un’azione tanto eroica” constatò Paddy, facendo calare un pesante silenzio sui ragazzi, rendendosi conto solo allora di aver espresso ad alta voce ciò che invece avrebbe dovuto solo pensare. Inorridito sollevò lo sguardo, incontrando quello sconvolto dei suoi amici e quello decisamente seccato di Aaron.
“Qui non si tratta di distribuire volantini, ma di cambiare la mentalità delle persone!” si difese, scoccando uno sguardo di fuoco a Sirius “E comunque sempre meglio fare quel che si può, piuttosto che non fare nulla!”
“Chi ti dice che io non faccia niente?” s’infiammò Sirius, pronto ad attaccar briga con quel ragazzo che decisamente gli piaceva sempre meno ad ogni minuto che trascorreva in sua compagnia.
“Perché, cosa stai facendo di utile per questa causa?”  domandò Aaron con aria altezzosa, restituendo a Paddy lo sguardo di sfida.
Sirius mantenne gli occhi puntati sui suoi, prima di incrociarli con quelli notevolmente turbati di Remus, che era impallidito velocemente; Sirius emise un sospiro sconfortato, abbassando lo sguardo sul piatto, tornando a concentrarsi sulla propria colazione “Niente” rispose con semplicità, sfogando la rabbia sulle uova che gli stavano davanti, rompendole con la forchetta, usando tutta la sua concentrazione per ignorare lo sguardo trionfante di Aaron che percepiva su di sé e la voce squillante che aveva ricominciato ad elencare gli  innumerevoli successi, ottenendo nuovamente l’attenzione generale.
 
Aaron decise di rimanere in loro compagnia per il resto della giornata, anche se Sirius si trovò più volte a domandarsi il motivo per cui, dal momento che si trovava lì per stare un po’ con James, non faceva altro che monopolizzare Moony, costringendolo a stare in sua compagnia, senza dargli la possibilità di parlare un po’ con gli altri, con lui.
“Sirius” lo chiamò con voce pacata Prongs, accomodato sul divano acanto a lui, costringendolo a distogliere lo sguardo da Remus e Aaron che, a pochi passi da loro, chiacchieravano amabilmente “Sirius stai ringhiando” gli fece notare James con un sospiro “Non potresti darti una calmata?”
“Come puoi essere così impassibile mentre quell’idiota cerca di portarmi via Moony?” protestò Sirius, osservando con occhi traditi e affranti il migliore amico “Credevo di essere come un fratello!”
“E infatti lo sei!” lo rassicurò James “Senti Sirius, non ti sembra di star esagerando un pochino? Non è che tutti quelli che rivolgono la parola a Moony sono degli idioti che cercano di portartelo via” gli fece notare James “Magari hanno solo fatto amicizia” constatò, osservando i due ragazzi “Sai, a volte capita tra le persone normali di fare amicizia con altre persone, ma tu non puoi capire” stabilì con serietà “Con il carattere che ti ritrovi devi già considerarti fortunato ad avere noi”
“James, se vuoi che ti abbellisca la faccia con un occhio nero basta dirlo!” esclamò Sirius amabilmente, mentre James tratteneva un ghigno “è proprio di questo che stavo parlando!” gli fece notare con un sorriso “Però dico sul serio Paddy, cerca di controllarti. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che tu perda nuovamente la calma” aggiunse con serietà, ottenendo come risposto uno sguardo di sufficienza dall’amico, che tornò a fissare Moony e Aaron con insistenza, studiando ogni mossa di quest’ultimo, che proprio in quel momento si rivolse nella loro direzione con aria interrogativa, alla quale Sirius rispose con un sorrisetto odioso.
James scattò in piedi, esasperato, afferrando con decisione il braccio di Sirius per costringerlo a fare lo stesso “Io e Sirius andiamo al supermarket per comprare qualcosa per la cena” informò James alzando la voce “Giusto, Paddy?” chiese rivolto all’amico, che tuttavia era ancora troppo impegnato a fissare Aaron con il solo scopo di metterlo a disagio, per dargli retta.
“Paddy?” lo chiamò nuovamente, scuotendolo con delicatezza.
“Mh?” mugolò Sirius, degnandosi finalmente di rivolgergli la sua attenzione.
“La spesa, Paddy” ripetè James, mentre Sirius annuiva con convinzione, passandosi una mano tra i capelli “Dobbiamo andare a fare la spesa”
“Oh” sospirò lui “D’accordo, andiamo” acconsentì.
“Ragazzi vengo anche io” esclamò Peter, deciso ad evitare di ritrovarsi a confondersi con la tappezzeria del salotto dei Potter, mentre Remus e Aaron discutevano di argomenti a lui ignoti,
allontanandosi dal caminetto vicino al quale si stava scaldando, affiancandosi a Sirius, che lo incenerì con lo sguardo.
“Non puoi venire Pete, devi stare a casa a controllare Mo…la situazione” si corresse velocemente, mentre Peter inarcava le sopracciglia con aria scettica.
“Non dire sciocchezza Sirius, Peter può venire se lo desidera” esclamò James, avviandosi verso l’ingresso, seguito a pochi passi da Paddy, decisamente allibito.
 “Prongs, sei impazzito? Vuoi seriamente lasciare Moony nelle mani di Aaron?” sussurrò incredulo. James alzò gli occhi al cielo, frustrato “Sono certo che non lo mangerà” osservò con stizza, mentre Sirius s’imbronciava.
“Però se potesse lo farebbe” ribattè irritato “Moony!” latrò improvvisamente, costringendo l’amico a raggiungerli di corsa “Moony, sei certo di non voler venire con noi?”domandò con aria speranzosa, mentre il ragazzo scuoteva con tristezza il capo.
“Scusa Sirius, ma mi sono appena ricordato che non ho ancora risposto alla lettera che mi ha mandato ieri mia mamma, quindi credo sia meglio che approfitti di questo momento per farlo” rispose dispiaciuto, tranquillizzando in parte Sirius; almeno Remus non sarebbe rimasto in salotto da solo in compagni di quell’idiota.
“Va bene allora” lo salutò con un sorriso “Ci vediamo tra una decina di minuti al massimo”
 
 “Aaron, i ragazzi non sono ancora tornati?”domandò Remus un’ora e mezza dopo, uscendo dalla camera in cui si era chiuso per stendere la lettera e scendendo al piano inferiore e avvicinandosi al ragazzo che, immediatamente, ripose il libro che stava leggendo sul tavolino davanti al divano.
“Ciao Rem” lo salutò, sorridendogli con gioia, spostandosi leggermente sul divano per permettere al ragazzo di accomodarsi al suo fianco. “No, sono ancora fuori, ma credo che a breve saranno a casa” aggiunse, osservando l’orologio appeso alla parete.
“Come sempre si saranno cacciati in qualche guaio, per questo ritardano” sospirò Moony con un sorriso dolce, scuotendo leggermente il capo.
“Deve essere davvero una seccatura badare sempre a loro”notò ironicamente Aaron, gli occhi nuovamente fissati su Moony, che scoppiò in una breve risata.
 “Ci puoi giurare!”esclamò “è dal primo anno che cerco di far mettere loro la testa a posto, ma alla fine sono loro che mettono nei guai me!”
“Sono davvero fortunati ad avere un amico come te” soffiò Aaron, avvicinandosi a Moony che, irrigidendosi immediatamente, spostò lo sguardo sulla sua mano, che il ragazzo aveva appena preso tra la propria, disegnando con dolcezza sul dorso dei piccoli cerchi.
“Sai, James mi parla sempre di voi” ammise, lo sguardo puntato sul volto sorpreso e spaventato di Remus “Mi ha parlato tanto di te” sussurrò, incrociando le propria dite con quelle del ragazzo “Credo di essermi preso una cotta per te solo dai racconti di James, anche se continuavo a pensare che un ragazzo tanto straordinario non poteva esistere per davvero”continuò, trattenendo con maggior forza la mano che Remus aveva cercato di sottrarre “Ma quando ti ho conosciuto mi sono reso conto che eri ancora più incredibile di quello che James mi aveva detto” ammise, avvicinandosi al ragazzo che immediatamente si tirò indietro, in completa paranoia “E tu Remus, cosa pensi di me?” domandò, fissando i propri occhi  in quelli impauriti di Moony che, arrossendo ulteriormente, iniziò a balbettare.
“Io non so davvero cosa dire” sussurrò a  disagio “Sono molto lusingato, ma ecco, io...Cosa stai facendo?”domandò allarmato.
Aaron si era avvicinato maggiormente, poggiando la mano libera sul petto del ragazzo, esercitando una lieve pressione per farlo sdraiare sul divano “Ma tu cosa, Remus?”sussurrò al suo orecchio, sovrastandolo con il proprio corpo, le mani ancora intrecciate.
“Per, per favore spostati” esclamò Remus con tono risoluto, cercando di spingere via, senza successo, il corpo del ragazzo.
“Prima voglio una risposta” esclamò Aaron, il volto a pochi centimetri da quello terrorizzato di Moony.
“Io sono già innamorato di un’altra persona”ammise, distogliendo lo sguardo nel momento in cui un sorrisetto beffardo si dipinse sul volto del ragazzo.
“Black?”domandò casualmente, afferrando con la mano libera il volto di Moony, fino a voltarlo nella sua direzione; Remus sgranò gli occhi, colto alla sprovvista “Tu come lo sai?” domandò, mentre Aaron scoppiava a ridere.
“Andiamo Remus, è impossibile non accorgersene, basta solo osservare”spiegò, sistemandogli una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio “Il modo in cui lo guardi”continuò con tono suadente “Il modo in cui ti rivolgi a lui, il modo in cui eviti il contatto fisico”aggiunse, facendo scorrere la mano sul ventre piatto del ragazzo che, nuovamente iniziò a divincolarsi.
“Lasciami andare immediatamente!”tuonò, cercando con tutte le sue forze si sgusciar via; Aaron lasciò la presa, tirandosi  indietro quanto bastava per permettergli di allontanarsi.
Remus ruzzolò a terra per la foga di scappare e, rimessosi in piedi, di fermò a qualche metro dal ragazzo, osservandolo intimorito.
“James mi ha parlato molto anche di Black”esclamò Aaron, rimettendosi seduto “Di tutti i guai in cui si caccia, di tutte le risse a cui prende parte, di tutte le ragazze che si porta a letto” aggiunse, rivolgendo uno sguardo eloquente a Moony “Sai, tralasciando il fatto che il tuo adorato Sirius sia probabilmente il ragazzo più etero e donnaiolo del pianeta” sussurrò, alzandosi in piedi lentamente “Credi davvero che potrebbe mai amare uno come te?” domandò, avvicinandosi a Moony che prontamente fece un passo indietro.
“Cosa significa?”
“Semplicemente che un ragazzo come Black non potrebbe mai stare con una persona tanto tranquilla, introversa e studiosa come te” sibilò, avvicinandosi nuovamente a Remus “Insomma, Black è oggettivamente un ragazzo molto bello, posso solo immaginare quante ragazze lo desiderino, potrebbe avere chiunque”
“Stai dicendo che io non sono abbastanza per lui?”chiese Remus con voce tremante.
“Assolutamente no” esclamò Aaron, avvicinando una mano al volto arrossato di Moony “Per quanto mi riguarda credo che tu sia anche troppo; quello che voglio farti capire, Remus, è che è inutile che tu passi il tuo tempo da solo, ad aspettare che Black si accorga di te, del tuo amore” aggiunse, camminando lentamente intorno al ragazzo “Remus, credi davvero che un giorno otterrai il suo cuore?” soffiò ad un suo orecchio Aaron, che si era spostato alle sue spalle.
“Io non…”
“Credi davvero che lo scapestrato, testa calda, combina guai di Black, si possa mai innamorare del dolce e studioso Remus?”chiese con una nota di ironia, poggiando con dolcezza le sue mani sui fianchi di Remus che lottava contro se stesso per non cedere al pianto; sapeva che quelle parole erano vere, sapeva di non avere alcuna possibilità con Sirius; lo aveva sempre saputo.
“Vale la pena restare al suo fianco ad osservarlo mentre magari si innamora di qualche ragazza? Mentre si crea una famiglia? Vale la pena di rimanere solo, per inseguire un amore che non avrai mai?” continuò, le mani che si erano spostate a cingere il suo petto, le labbra che si schiudevano sul suo collo latteo, facendolo tremare.
“Se non posso avere Sirius non voglio avere nessun altro” ammise Remus con voce terribilmente stridula.
Aaron lo abbracciò con maggior decisione “Perché?” soffiò al suo orecchio, facendolo rabbrividire “Perché non puoi darmi una possibilità Remus?Io ti renderei felice, io passerei ogni giorno a dimostrarti quanto ti amo” continuò, il volto che si strusciava sulla guancia di Remus  in completa balia di quelle mani che carezzavano ogni centimetro del suo corpo, diviso tra il desiderio di scappare e la voglia di godere ancora per un po’ di quel contatto così nuovo per lui “Io non permetterei mai a nessuno di farti soffrire” concluse, voltando lentamente il viso di Remus verso il suo, le labbra che si sfioravano, i respiri che si confondevano…
 
“Siamo a casa!”tuonò la voce allegra e spensierata di James Potter dall’ingresso, seguito dal rumore della porta che sbatteva.
Riscosso dallo stato di trans in cui era caduto Remus si liberò dalla presa di Aaron, spingendolo via con forza e decisione, fissandolo intensamente in quegli occhi celesti, prima di voltarsi di scatto e correre a perdifiato verso le scale.
Si precipitò nella camera in cui dormiva, sbattendosi la porta alle spalle e iniziando a camminare velocemente avanti e indietro, percorrendone il perimetro; cosa aveva fatto? Cosa stava per fare?
Moony si lasciò cadere sul letto, afferrandosi il capo con le mani tremanti; le parole di Aaron continuavano a farsi sentire nella sua mente, facendolo stare sempre peggio.
Sapeva che era la verità, sapeva che aveva ragione; Sirius non lo avrebbe mai amato e lui doveva mettersi il cuore in pace e andare avanti se non voleva soffrire più di quanto già non facesse.
Che senso aveva rinunciare alla possibilità di sentirsi amati, per una persona che non lo avrebbe mai corrisposto? Aaron aveva ragione, prima o poi Sirius si sarebbe fatto una famiglia e lui si sarebbe ritrovato solo, come era stato per tutti gli anni precedenti a Hogwarts; ne valeva davvero la pena?
Un singhiozzo ruppe il silenzio della stanza, mentre calde lacrime rigavano il volto di Remus; se solo non fosse stato così terribilmente noioso e puntiglioso, se solo fosse riuscito ad essere più estroverso e sicuro di sé, più simile a Sirius o James, forse avrebbe avuto una possibilità…
Ma lui era solo un ragazzino introverso e studioso, un prefetto e… e un lupo mannaro.
Aggiunse, singhiozzando nuovamente.
No, Sirius non lo avrebbe mai amato, mai.
 Si disse con decisione, sfregandosi gli occhi umidi di lacrime con mani tremanti; in quel momento come mai prima d’ora Remus desiderò di essere differente da quello che era, mai come allora si trovò ad odiare ogni singolo aspetto di sé.
Con un sospirò rotto abbandonò il capo tra le mani, ricominciando a piangere senza sosta, il volto rigato dalle lacrime, il corpo tremante, il respiro spezzato.
Aveva appena cercato di calmarsi prendendo un respiro profondo quando il rumore della porta che si apriva con malagrazia, seguita dalla voce squillante e allegra di James lo fece sobbalzare.
“Ehi Remus, ti va di venire ad aiutarci a..?” immediatamente Prongs si ammutolì, sbalordito.
Il migliore amico era a pochi passi da lui, seduto sul soffice lettone a baldacchino e stava…
“Stai piangendo?”domandò con voce dolce, avvicinandosi e sedendosi immediatamente accanto a lui.
“Non sai che è maleducazione entrare senza bussare?”domandò Moony con voce tremante, cercando di tranquillizzarsi.
Senza potersi trattenere James si sporse leggermente in avanti,  asciugando con il dorso della mano le calde lacrime che gli rigavano il volto; suo malgrado Moony sorrise, grato.
“Cosa ti succede, Moony?”chiese.
“Sto bene James, non preoccuparti”
“Se piangi qualcosa che non va ci deve essere” notò il moro, con gentilezza.
“è solo che non è un buon momento, tutto qui” spiegò con un sorriso triste.
“Se vuoi sfogarti io sono qui”
Remus lo studiò con aria indecisa, prima di decidersi a cedere “Cosa c’è di sbagliato in me?”domandò alla fine, senza riuscire più a trattenersi.
“Di cosa stai parlando?”
“Perché io devo essere..così?Perchè non posso essere come gli altri?”
“Gli altri chi sarebbero?”
“Tu, Sirius, Peter, i ragazzi della nostra età” spiegò con rammarico Remus “Perché io devo essere così differente? Non so fare altro che leggere, studiare e prendere buoni voti” aggiunse con un sorriso malinconico.
“Ognuno è quello che è, non ci vedo niente di sbagliato”
“Ma io, io sento come se, continuando su questa linea, mi ritroverò… solo”ammise alla fine, chinando il capo.
“Ma cosa stai dicendo Remus!Tu hai noi e saremo insieme per sempre!” lo rassicurò James, cercando di sembrare convincente; semplicemente odiava vederlo in quello stato.
“Questo lo so, il mio discorso riguardava” s’interruppe, imbarazzato.
“Ti riferivi ad una relazione amorosa?”domandò James, calmo.
Moony annuì appena “Io non voglio stare solo per sempre, io voglio provare la sensazione di essere amato, ma nessuno potrebbe amare uno come mai; Sirius non potrebbe mai amare uno come me” aggiunse, le parole di Aaron che ancora gli rimbombavano nella mente, distruggendolo.
“Non puoi crederlo realmente!”
Remus gli rivolse uno sguardo triste “Se io stesso non riesco ad amarmi, come potrebbe farlo Sirius”
James assunse un’espressione irritata “Io invece non capisco come non si possa amare una persona tanto buona, dolce, gentile, intelligente e bella, come te”
Remus sgranò appena gli occhi, stupito “Be-bella?”domandò, incredulo.
Prongs gli sorrise “Sì Rem, sei una persona tanto bella interiormente quanto lo sei esteriormente”
“Io, io non sono bello; tu e Sirius siete belli”
“Remus, in tutta sincerità, tu sei bello e anche molto”
“Io sono un lupo mannaro”
“E questo cosa c’entra ora?”domandò James esasperato “Tu sei Remus John Lupin e questo dovrebbe essere sufficiente a renderti orgoglioso di quello che sei!”esclamò con convinzione.
Remus gli sorrise con gratitudine, abbandonando il capo sulla spalla di James che con delicatezza iniziò a far passare le sue dita tra i capelli soffici del ragazzo.
Rimasero in quella posizione a lungo, godendosi entrambi la vicinanza dell’altro, in un silenzio decisamente rilassato.
Remus socchiuse appena gli occhi, sotto il tocco gentile di James, domandandosi com’era possibile che bastasse una sola parola di quel ragazzo per tranquillizzarlo immediatamente.
Ora le parole di Aaron non facevano più male, anzi, quasi gli sembravano assurde e incredibili. “Ti senti un po’ meglio Moony?” domandò dolcemente James, sorridendo davanti al mugolio sommesso che ottenne come risposta, immerso in quella pace che venne distrutta dal tonfo sordo della porta che si spalancò una seconda volta.
“Ragazzi siete morti o…?” esclamò Sirius con voce annoiata, precipitandosi nella camera per poi immobilizzarsi osservando con occhi sgranati la scena che gli si presentava davanti; James era ancora accomodato sul baldacchino e stringeva tra le sue braccia Moony che, accoccolato contro il suo petto, si lasciava carezzare il capo.
Immediatamente l’espressione sorpresa venne sostituita da una furia omicida, tutta rivolta a James che scostò leggermente Moony da sè, impallidendo.
Remus si rimise in piedi, osservando il nuovo arrivato con un cipiglio scontroso “Possibile che nessuno sia in grado di bussare?” lo rimproverò con serietà.
 “Scusa” ringhiò Sirius, lo sguardo ancora puntato su James “Non pensavo di interrompere qualcosa”
“Non dire sciocchezze, Paddy” esclamò Remus con un sorriso, scuotendo leggermente il capo, avvicinandosi a Sirius e superandolo per uscire dalla stanza “Vi aspetto giù” gli sussurrò “Eh, James” aggiunse, fermandosi nuovamente “Grazie, davvero”
Il moro gli sorrise, consapevole del fatto che quel sorriso dolce e felice che il ragazzo gli stava rivolgendo valeva ogni singolo insulto e percossa che, ne era certo, il suo migliore amico gli avrebbe presto rivolto “Figurati amico, quando vuoi”
Remus uscì chiudendosi la porta alle spalle e non appena il suono dei suoi passi si attutì, Sirius si rivolse a Prongs, uno sguardo folle sul volto “Potter” esclamò, con voce maniacale “Perché tu stavi coccolando il mio Remus?”domandò infervorandosi, mentre James, fingendo un’aria tranquilla e rilassata, si rimetteva in piedi.
 “Perché, da quando me lo hai fatto notare, mi sono reso conto che Moony è davvero un ragazzo dolcissimo e anche molto bello”disse con decisione “O meglio, lo avevo sempre saputo, ma solo ora mi sono reso conto di quanto questo lo renda attraente”
Sirius assottigliò gli occhi, minaccioso “Se vuoi morire questo è il modo giusto”
James rise “Dai Paddy, scherzavo. Quando sono entrato stava piangendo e così l’ho consolato, nulla di più” spiegò.
“Piangeva?”domandò Sirius, dimenticandosi immediatamente il suo buon proposito di assassinare Prongs “Perché?” domandò dispiaciuto.
“Perché non glielo chiedi?”replicò James, avvicinandosi alla porta.
“E quando potrei farlo?”ribattè scocciato Sirius “Finchè Aaron resterà in questa casa mi sarà impossibile avvicinarmi a Moony!”
James si fece pensieroso “Effettivamente è vero, Aaron non ti sta di cero rendendo le cose più facili” osservò, prima che il suo sguardo si illuminasse “Fortunatamente il tuo migliore amico è un vero genio, Sirius, e ha già trovato il modo di risolvere la faccenda!”esclamò allegramente, assestando una pacca energetica sulla spalla di Sirius.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Buona sera a tutti! Eccovi il nuovo capitolo! Non ci speravate più, non è vero?!XD
In realtà, non avrei mai abbandonato questa fic, però diciamo che mi sono trovata ad un punto cieco e non avevo davvero idea di come proseguire, quindi possiamo dire che l’avevo messa momentaneamente in stand bye.
Tuttavia, questa sera, dopo aver notato la recensione di Ire, mi sono convinta a riprenderla in mano e l’idea per il capitolo è venuta da sé.
Spero davvero possa piacervi e spero sia rimasto qualcuno a seguirla, dopo questa lunghissima attesa!
Con affetto,
Becki
 
p.s. Avviso subito che non so con certezza quando aggiornerò, ma credo che riuscirò a non far passare altri mesi prima di farlo!
 
Capitolo 6
 
“Allora, sentiamo, in cosa consisterebbe questo tuo piano geniale?” domandò sarcastico Sirius, abbandonandosi sul divano accanto al proprio migliore amico, le braccia incrociate e un’espressione diffidente sul volto; James gli scoccò un’occhiataccia, prima di spostare la propria attenzione alla cucina, assicurandosi che i suoi amici fossero ancora impegnati a riporre la spesa e che dunque non fossero in ascolto.
“Bè, tra pochi giorni sarà Capodanno, giusto?” iniziò, mentre un sorrisetto malandrino già gli increspava le labbra “ho pensato che, magari, solo per questa volta, potremmo trasgredire un po’ alle tradizioni e, al posto di trascorrere la serata solamente fra noi, potremmo invitare un po’ di amici” propose, mentre il cipiglio di Sirius si faceva più pronunciato.
“Vorresti aiutarmi a risolvere il mio problema, con una festa?” sbottò infastidito, rivolgendo un veloce sguardo verso la cucina “e come, se posso chiedere?”
James sbuffò, alzando gli occhi al cielo “Non è così difficile da capire!” sospirò, osservandolo con sufficienza “con molti invitati avrai di certo più possibilità restare solo con Moony! Considerando la sua avversione per qualsiasi genere di festa con più di quattro partecipanti e il suo odio naturale nei confronti della mischia e del caos, non sarà un problema per te prenderlo in disparte e restare un po’ da solo in sua compagnia” spiegò James, mentre una luce eccitata balenava negli occhi del migliore amico “a quel punto avrai modo di parlare in santa pace con Moony e, chissà, magari con la scusa della mezzanotte riuscirai anche a rubargli un bacetto” aggiunse malizioso, mentre un ghigno soddisfatto di dipingeva sul volto di Sirius.
“Ma il bacio non era l’ultimo passo nel tuo “manuale”?” lo canzonò divertito, facendo sospirare Prongs.
“Teoricamente era così, ma considerando il tempo che ci stai impiegando e i casini che stai facendo, credo che nel tuo caso sia necessario saltare qualche tappa, se non si vuole rischiare che uno di voi due nel frattempo muoia di vecchiaia” spiegò seriamente, facendo ridere di gusto Paddy.
 
“Non è che l’idea della festa mi infastidisca” iniziò Moony con voce pacata, mentre si preparava con i suoi amici per il veglione di Capodanno che sarebbe iniziato a breve “ma davvero non capisco perché abbiamo dovuto farla in maschera!” si lamentò, sistemandosi sul capo, con una smorfia contrariata, un paio di orecchie da lupo, abbinate alla folta coda color miele che aveva sistemato sui pantaloni.
Passò qualche secondo ad osservarsi con aria scettica allo specchio ed era così concentrato sulla propria figura, che nemmeno vide lo sguardo profondo che gli rivolse Sirius.  
Perché morivo dalla voglia di vederti con quel costume!
Pensò Paddy, scrutando con occhi famelici il costume che aveva attirato la sua attenzione solo il giorno precedente e per il quale aveva deciso, all’ultimo minuto, di trasformare quel party in una festa mascherata.
“E poi non potevo scegliere un altro costume?” aggiunse Moony, distogliendo Sirius dai propri pensieri “devo essere un lupo anche quando non c’è la luna piena?” borbottò imbronciato, scoccando uno sguardo glaciale all’amico che, in tutta risposta, si accarezzò con fare distratto le orecchie da cane che stava portando.
“Tranquillo Moony” intervenne con un sorrisetto James “sarai di certo il lupacchiotto più bello di tutta la serata” lo rassicurò, incapace di nascondere una risata, quando vide l’amico arrossire.
“Dimmi un po’, James” lo chiamò Sirius, stendendosi sul letto del ragazzo “per quale ragione tu, a differenza di noi” puntualizzò, indicando se stesso, Moony e Wormtail con un gesto stizzito “non ti sei vestito da animale?” chiese, osservando con una smorfia disgustata il costume da re che James aveva scelto.
“Credi davvero che mi sarei presentato alla festa con un paio di corna in testa?” ribattè il ragazzo  con uno sbuffo, ammirando con affetto la maestosa corona dorata, tempestata di rubini di vetro che completava il suo costume.
“Avesti dovuto farlo! Così da mostrare a tutti la tua essenza di cornuto!” sghignazzò Paddy, ridendo.
“Non dargli retta, James” lo assicurò Peter, dipingendosi con attenzione sul viso un naso da topo e un bel paio di baffi  “stai benissimo” dichiarò, facendo sorridere James con soddisfazione.
“Lo so, mio piccolo Wormtail” esclamò il ragazzo con gioia, contemplando la propria immagine allo specchio, lisciando con aria distratta il maestoso mantello scarlatto che indossava “e poi, ora non potrà più resistermi” aggiunse fra sé in un sussurro flebile, mentre i suoi amici si rivolgevano uno sguardo serio e incerto.
Capirono immediatamente a cosa James si stesse riferendo e non ne furono assolutamente felici; dopo che James aveva esposto il suo piano a Paddy, questi si erano impegnati ad invitare ogni singolo studente di Hogwarts, -Serpi escluse!-, a quella che, a detta loro, sarebbe stata la festa dell’anno e, fra questi, ovviamente il nome di Lily  Evans spiccava in cima alla lista; ma erano trascorse solo poche ore da quando avevano inviato l’invito alla ragazza che questa, aveva velocemente avvisato  Remus che mai, per niente al mondo, avrebbe partecipato ad una festa organizzata da James Potter.
Eppure, per quanto i ragazzi ci avessero provato, davvero non erano riusciti a dare a James la notizia, bloccati dagli occhi speranzosi e dallo sguardo emozionato che rivolgeva loro ogni volta che il nome “Lily” veniva accostato alla parola “festa”.
“Chissà quale costume indosserà” aggiunse con serietà James, attirando nuovamente su di sé l’attenzione dei suoi amici.
“Potrebbe essere vestita in qualsiasi modo, potrebbe portare una maschera” osservò Sirius gravemente, scambiando uno sguardo eloquente con Remus “c’è anche la possibilità che tu ci parli per tutta la serata, senza nemmeno riconoscerla” aggiunse con una risata nervosa, mentre James annuiva con gravità.
Fece per rispondere, ma non riuscì nemmeno ad aprir bocca, che il campanello della casa iniziò a trillare, annunciando l’arrivo dei primi ospiti e, quindi, l’inizio del party.
“Forza ragazzi!” esclamò con un sorriso James, precipitandosi alla porta “ inizia la festa!” esultò, catapultandosi giù dalle scale, seguito a ruota da un eccitatissimo Peter.
“Forza Paddy” sbuffò Moony con aria svogliata “usciamo da qui e facciamola finita” sospirò con l’aria di chi avrebbe preferito trovarsi in qualsiasi altro luogo all’infuori di quello, sistemandosi nuovamente le orecchie da lupo, mentre Sirius sorrideva, intenerito.
“Andiamo Moony” lo incoraggiò, rimettendosi in piedi con un balzo e raggiungendolo, cingendogli poi le spalle con un braccio “sono certo che sarà una serata indimenticabile!” esultò, pregustando già l’arrivo della mezzanotte.
Stringendo con maggior decisione Remus a sé, mosso dalla paura di perderlo in mezzo alla folla che occupava casa Potter, Sirius si fece strada nella mischia, avvicinandosi al tavolo del buffet.
“Allora Rem” esclamò allegramente, liberando finalmente dalla sua presa il ragazzo, che leggermente rosso in viso si allontanò di un passo “cosa posso prepararti?” domandò con un ghigno, afferrando con decisione una bottiglia di whisky incendiario, mentre Moony la rifiutava con un gesto deciso del capo.
“Io non bevo, Sirius” urlò, cercando di farsi capire, sopra la musica e il chiacchiericcio degli invitati, facendo sbuffare l’amico che alzò gli occhi verso il cielo, esasperato.
“Forza Moony” lo spronò, agguantandolo per un braccio prima che avesse modo di allontanarsi “è Capodanno, ti è concesso di bere! Non comportarti come il solito prefetto noioso!” aggiunse, versando due dita di whisky in un bicchiere, che poi porse ad un titubante Remus.
“E va bene” mormorò Moony, arrendendosi, afferrandolo con esasperazione e, dopo aver rivolto un’ultima occhiata incerta a Paddy, che gli sorrise rassicurante, buttò giù l’intero contenuto del bicchiere, ingoiandolo con una smorfia disgustata.
“Paddy, questa cosa fa schifo!” si lamentò, mentre il suo migliore amico scoppiava in una fragorosa risata “come fate te e James a berlo?”
“Oh, dopo un po’ ci si abitua al sapore” spiegò Paddy, assestando una pacca sulla spalla di Remus, che cercava di schiarirsi la gola già infiammata con qualche colpetto di tosse, trasformando poi quel tocco in una carezza un po’ incerta.
Con titubanza, spostò la mano verso la schiena del ragazzo, disegnando con un tocco leggero cerchi irregolari sulla sua schiena, costringendosi a fermarsi solo quando percepì il corpo di Remus irrigidirsi e vide il suo volto farsi serio.
“Forse è meglio iniziare con qualcosa di più leggero” osservò, allontanando la mano con uno scatto, dedicando nuovamente la propria attenzione alle bottiglie che gli stavano davanti, iniziando a miscelare bevande differenti in un bicchiere.
“Sirius, io non credo che…” iniziò Remus, interrompendosi quando Sirius gli infilò tra le dita un bicchiere contenente un cocktail verde brillante, che poi fece scontrare con il proprio, con un sorrisetto complice.
Sospirando, Remus si portò il bicchiere alle labbra, sorseggiando con calma quello strano drink, sorprendendosi di quanto fosse buono.
“Ti piace?” gli domandò divertito Sirius, quando vide gli occhi dell’amico sgranarsi per la sorpresa, mentre il ragazzo faceva sparire in pochi sorsi veloci la bevanda, per poi porgere nuovamente il bicchiere a Sirius, permettendogli così di riempirlo nuovamente, restituendolo poi a Remus.
“È buonissimo!” esclamò il ragazzo, facendo scoccare le labbra con aria soddisfatta, mentre Sirius sceglieva qualcosa per sé.
“È talmente leggero che non credo avrai alcun problema, Moony” spiegò, cercando di rassicurarlo, contemplando con aria assorta la bottiglia di tequila “così anche per quest’anno eviterai di sbronzarti”
“Esattamente il contrario di quanto farai tu” replicò Remus con aria rassegnata, osservando con durezza la bottiglia che Sirius stringeva ancora tra le mani.
Paddy seguì il suo sguardo, riflettendo su quelle parole, prima di decidere di sostituire la tequila con una ben più innocua burrobirra.
“Sai cosa ti dico, Moony” esclamò allegramente, spingendo il ragazzo con sé lungo la sala, puntando al divano del salotto ancora libero “che quest’anno non berrò” sentenziò, mentre l’amico gli rivolgeva uno sguardo scettico e incredulo “sono convinto che sarà davvero un Capodanno memorabile, voglio restare lucido” spiegò con un sorriso, la mente già rivolta a quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
Paddy ci aveva riflettuto intensamente, durante i giorni precedenti, arrivando infine a decidere che, se davvero voleva risolvere quella questione una volta per tutte, doveva essere sincero con il suo Moony e quella era davvero l’occasione che stava aspettando.
Avrebbe fatto compagnia all’amico per tutta la serata, aspettando insieme a lui l’arrivo della mezzanotte e, una volta che il vecchio anno si fosse definitivamente concluso, avrebbe potuto strappare a Remus un piccolo bacio, usando come scusa la tradizione.
E, per una persona come lui, totalmente inadeguato a mostrare i propri sentimenti, assolutamente incapace di esprimerli a parole, un bacio era l’unica possibilità.
Infondo, non sarebbe stato in grado di spiegare a Moony, con le parole, ciò che provava nei suoi confronti, non sarebbe mai riuscito a fargli comprendere ciò che lui, la sua vicinanza, gli provocavano, lui era un uomo d’azione non di parole, abituato ad esprimere ciò che pensava con i fatti.
Quando la sua famiglia lo aveva diseredato, perché inadatto ad essere un Black, perché troppo sporco per poter portare il loro nome, lui non si era certamente protratto in discorsi inutili, semplicemente, mentre gli urli e le minacce di sua madre lo raggiungevano dal piano inferiore, aveva preparato in fretta un bagaglio leggero ed era uscito di casa, rifugiandosi poi dai Potter; allo stesso modo, quando Moony aveva rivelato loro il suo segreto, lui non si era abbandonato a frasi sdolcinate e sentimentali come James e Peter, ma aveva deciso di diventare un animagus per potergli stare accanto sempre, in ogni momento, anche in quelli della trasformazione ed anche ora, per dichiarare a quel piccolo ragazzetto che gli sedeva accanto il suo amore, gli avrebbe donato un bacio.
Leccandosi involontariamente le labbra, Sirius si abbandonò sul divano accanto a Moony, tornando a posare su di lui il proprio sguardo, osservandolo sorseggiare tranquillamente il suo drink, mentre, con aria pensosa lasciava correre lo sguardo per la sala.
 “Sirius, se vuoi andare a divertirti per me non c’è problema!” esclamò all’improvviso Remus, mantenendo gli occhi puntati su James che, a pochi metri da loro, ballava con l’ennesima ragazza dai capelli rossi, brandendo con sicurezza la spada di plastica che aveva comprato per l’occasione.
“Vuoi che me ne vada?” domandò in risposta Sirius con un sorrisetto, piantando i suoi occhi in quelli incerti di Remus, che con forza iniziò a scuotere il capo.
“Non ho detto questo,  ma non voglio che ti annoi per restare con me” spiegò, senza riuscire a nascondere una nota di tristezza nella voce, mentre Sirius si faceva all’improvviso serio.
“Moony” sospirò, avvicinandosi leggermente all’amico “non potrei mai annoiarmi quando sono in tua compagnia e non vorrei passare il mio Capodanno con nessun altro!” lo rassicurò, soddisfatto del sorriso luminoso che Moony non era riuscito a trattenere.
Seguendo il piano che aveva ideato con James, Sirius si fece coraggio per proporre a Moony di ritirarsi in un luogo più tranquillo ed intimo dove poter parlare, aspettando la mezzanotte, ma non riuscì nemmeno ad aprir bocca, interrotto da un improvviso peso che gli gravitò sulle gambe. Confuso, rivolse il volto davanti a sé, trovandosi faccia a faccia con una ragazza mora vestita da gatta, che gli si avvicinò ulteriormente, le mani artigliate alle sue spalle e lo sguardo serio, schiacciandolo con decisione contro il divano.
Sorpreso ed indignato, fece per protestare, ma ancora una volta la ragazza lo zittì, congiungendo le proprie labbra con quelle di Paddy che, totalmente colto alla sprovvista, si pietrificò sotto quel tocco, mentre la ragazza, rassicurata per non essere stata allontanata, cercava con insistenza di approfondire quel bacio, spingendo con insistenza la lingua sulle labbra serrate di Sirius.
Ci vollero alcuni secondi affinchè Paddy, dopo essersi ripreso dallo shock iniziale, trovasse la forza per reagire e afferrando con entrambe le mani i fianchi della sconosciuta, tentò di scostarla da sé con delicatezza, ma percependo quel tocco deciso, la ragazza fraintese le intenzioni di Sirius e si strinse con maggior decisione al corpo del ragazzo, rendendo il bacio più intenso, così che Sirius fu costretto ad allontanarla dal suo corpo con uno strattone sgarbato, scostandola in malo modo.
Sorpresa, la ragazza sgranò i suoi bellissimi occhi nocciola, osservando quelli severi di Sirius con aria confusa mentre il ragazzo, preoccupato e orripilato, si voltava lentamente verso Remus, già pronto a scusarsi con l’amico per quanto successo, scoprendo tuttavia un posto vuoto accanto a sè.
Remus se ne era andato.
Ansioso, lasciò vagare lo sguardo lungo la sala, sperando di scorgere il suo Moony tra la folla, mentre la ragazza, umiliata e stizzita, si rimetteva in piedi e dopo avergli scoccato un’occhiata furiosa, si allontanò a passi veloci.
Con uno scatto elegante Sirius si rimise in piedi, muovendosi per la sala affollata alla ricerca di Remus, facendosi largo tra gli invitati con spinte e gomitate, gli occhi che tradivano tutta la sua preoccupazione.
 
Deluso e irritato, Remus si alzò dal divano non appena vide Sirius afferrare la ragazza sconosciuta per i fianchi, dandole così il premesso di approfondire quel bacio che gli aveva rubato a tradimento.
Trattenendo a stento le lacrime, Moony si allontanò lungo la sala, facendosi strada tra gli invitati a fatica, l’immagine di Sirius e la ragazza ancora stampata in mente, le parole, anzi le bugie, che Sirius gli aveva rivolto solo pochi minuti prima, che si presentavano con chiarezza nella sua mente, già private di tutta la loro autenticità.
Aveva detto di voler trascorrere con lui quella notte, con lui e nessun altro, gli aveva fatto intendere che la sua compagnia era sufficiente a renderlo felice e lui, ancora una volta, gli aveva creduto.
Era stato uno stupido, un illuso e un ingenuo, per l’ennesima volta aveva deciso di riporre la propria fiducia in quel miracolo che, ormai lo sapeva bene, non sarebbe mai avvenuto, rendendosi nuovamente vulnerabile e finendo, come sempre, con il soffrire.
Che senso aveva continuare in quel modo? Imporsi e convincersi di poter stare accanto al ragazzo che amava, solo in veste di amico, sperando, illudendosi, che quella volta Sirius si sarebbe tirato indietro, che l’avrebbe rifiutata, che avrebbe deciso di sacrificare un’avventura di una notte con una sconosciuta per il suo migliore amico, per lui .
Lui, che ora si trovava solo, con il cuore nuovamente in frantumi.
Quanto avrebbe resistito in quella situazione?
Senza nemmeno riflettere, una volta giunto in prossimità del tavolo del buffet, Remus allungò una mano verso la prima bottiglia che vide, afferrandola con decisione e stringendosela al petto, senza nemmeno controllare che cosa avesse scelto, sperando solo che fosse abbastanza forte da fargli dimenticare quella serata.
Si dileguò dal salotto senza farsi notare, troppo abituato a non dar nell’occhio per non riuscire a passare inosservato, raggiungendo a passo sicuro l’ingresso.
Uscì nella fredda aria invernale, rabbrividendo immediatamente per il freddo che lo travolse e che per un istante gli tolse il respiro, sbattendo con rabbia l’ingresso alle proprie spalle, per poi camminare a passo svelto per il vialetto di casa Potter, abbandonandosi su una panchina di ferro battuto che stava al centro del giardino.
Trattenendo a stento un gemito frustrato, si strinse nelle spalle con forza, rimpiangendo per un istante il proprio mantello che giaceva inutilizzato in camera, prima di decidersi a scaldarsi in un altro modo; stappò la bottiglia di vodka che aveva con sé con un gesto secco, portandosela alle labbra con decisione, bevendone un lungo sorso.
Immediatamente un forte calore lo circondò, propagandosi dalla gola che aveva iniziato a bruciare, fino ad avvolgere tutto il suo corpo, distraendolo per un istante dalle basse temperature.
Reprimendo a stento una smorfia disgustata, Remus si chiese nuovamente come i suoi amici potessero bere una cosa tanto disgustosa, trovandola addirittura piacevole, prima di ricordarsi che, se ora anche lui era costretto a consumarla, era proprio per colpa di uno di essi. Fece per portarsi nuovamente la bottiglia alle labbra, quando una voce severa alle sue spalle lo bloccò, facendolo sussultare.
“Non ti facevo un bevitore di vodka” esclamò freddamente Aaron, fermo a pochi passi da lui, osservandolo con un cipiglio severo sul volto.
Dopo un breve momento di sorpresa, in cui Remus rispose con uno sguardo colpevole al ragazzo, stringendo con maggior forza la bottiglia tra le proprie dita, mentre percepiva il proprio volto arrossarsi per un motivo ben diverso dal freddo, il ricordo di quanto accaduto solo pochi giorni prima che tornò prepotente alla memoria, Remus si decise a voltarsi nuovamente verso il giardino, dando le spalle a Aaron che, facendo qualche passo avanti lo raggiunse.
“Non sai molte cose di me, Aaron” replicò Remus con voce sommessa, prendendo un nuovo sorso di vodka come per voler confermare le proprie parole, mentre il ragazzo, sospirando, prendeva posto accanto a lui.
“È per Black?” domandò con voce pacata, indicando con un cenno la bottiglia che Remus stringeva tra le mani, osservandola con tristezza “a già trovato qualche ragazza con cui divertirsi, immagino” aggiunse, facendo irrigidire Moony, ancora ancorato ad un ostinato silenzio.
Alzando gli occhi al cielo, Aaron sospirò contrariato, prima di chinarsi verso Moony, strappandogli la bottiglia dalle mani, sistemandola poi accanto a sé.
“Scusa, ma l’immagine del bevitore frustrato proprio non ti si addice” sbuffò, mantenendo lo sguardo rivolto avanti a sé.
Per alcuni minuti nessuno parlò, entrambi troppo assorti nei propri pensieri, nessuno dei due che sapeva cosa dire.
Fu Remus a rompere quel fastidioso silenzio che si era formato, esalando in un sospiro rattristato.
“Avevi ragione” mormorò all’improvviso Moony con voce triste, continuando ad osservare le proprie mani che teneva incrociate in grembo, attirando su di sé lo sguardo sorpreso di Aaron che iniziò a studiarlo con curiosità.
“Riguardo al fatto che non dovresti ridurti in questo modo per un idiota senza cervello come Black?”
“No, cioè, sì, anche” balbettò Remus “anche se Sirius non è un idiota senza cervello” aggiunse con durezza, rivolgendo uno sguardo veloce ad Aaron che sbuffò.
“Mi riferivo al fatto che lui non mi ama e non potrà mai farlo e che dovrei davvero smetterla di illudermi se non voglio ritrovarmi con il cuore spezzato”
“E una bottiglia di vodka a farti compagnia” aggiunse Aaron, mentre Moony annuiva piano.
“Sono caduto davvero in basso”
“Hai solo deciso di donare il tuo cuore alla persona sbagliata” ribattè il ragazzo pacatamente, stringendosi nelle spalle.
“Dici poco” soffiò Remus, trattenendo a stento una risata nervosa, gli effetti dell’alcool che iniziavano a farsi sentire.
“Credi ancora che ne valga la pena?” domandò all’improvviso Aaron, osservando Moony trattenere il fiato alle sue parole “stare al suo fianco fingendo che per te sia solo un amico, per poi ritrovarsi a  soffrire in questo modo solo perché ha baciare una sconosciuta ad una festa” insistette con voce pacata, intravedendo le prime lacrime nascere agli angoli degli occhi di Remus “vale la pena affliggersi in questo modo per un amore che non sarà mai corrisposto, Remus? Impedendo a chiunque altro di avere una possibilità, per restare fedele al tuo amichetto?” concluse, afferrando con forza il volto di Remus, costringendolo a guardarlo negli occhi.
 
Sirius continuò a vagare per la sala con impazienza, spostandosi con frustrazione alla ricerca di Remus che sembrava essersi totalmente dissolto dalla festa.
Era al suo terzo giro del salotto, quando una mano lo afferrò per un braccio, costringendolo a fermarsi; ringhiando, Sirius si voltò verso l’ennesimo scocciatore, trovandosi invece faccia a faccia con James.
“Paddy, cosa succede?” domandò il ragazzo, preoccupato dello sguardo agitato del suo migliore amico che, guardandosi intorno un’ultima volta, si decise a spiegare.
“Ho perso Remus” balbettò in un soffio, mentre James sgranava gli occhi per la sorpresa.
“Cosa significa che lo hai perso?” chiese sconcertato, trascinando Sirius per un braccio per costringerlo a seguirlo in un angolo più tranquillo dove poter parlare.
“Significa che si è allontanato e io non riesco più a trovarlo!”
“Ma perché si è allontanato? Vi ho visti a chiacchierare sul divano, sembrava andasse tutto bene!”
“Infatti è così” confermò Paddy, passandosi nervosamente una mano tra i capelli corvini “però…”
“Però?” lo incitò spazientito James.
“Però all’improvviso una ragazza mi è saltata addosso e mi ha baciato” spiegò bruscamente, sbuffando “e quando sono riuscito ad allontanarla, Remus era sparito”
“Dannazione Paddy!”
“Non è stata colpa mia!” si difese prontamente il moro, irritato “non mi sono nemmeno reso conto di quello che stava succedendo che già mi stava baciando!”
“Va bene, va bene” soffiò James “la cosa importante è trovarlo prima della mezzanotte, così che tu possa scusarti e dargli il bacio del nuovo anno” riflettè James, guardandosi intorno “lo cercheremo ancora una volta nel salotto, poi io andrò a vedere in cucina e nel bagno, mentre tu controllerai le camere da letto e il cotile e tra cinque minuti ci ritroviamo qui. E Paddy” aggiunse, rivolgendo uno sguardo veloce al proprio orologio “vedi di fare in fretta, mancano sette minuti alla mezzanotte”
 
Con uno scatto deciso, Remus si tirò indietro, liberandosi dalla stretta del ragazzo, percependo tuttavia un fastidioso giramento di testa, dovuto all’alcool e al movimento veloce che aveva compiuto, che costrinse Aaron ad afferrarlo per le spalle prima che si sbilanciasse in avanti.
“Mi gira la testa” soffiò Moony con voce un po’ impastata, strizzando appena gli occhi quando si accorse che la vista non era chiara, facendo sospirare il ragazzo che gli era accanto.
“È questo che succede, quando si beve”
“Non mi piace” osservò Moony, lasciandosi guidare dalle mani di Aaron, che lo costrinsero a sistemarsi sulla sua spalla, mentre una profonda stanchezza lo invadeva e la testa si faceva stranamente leggera
“Dovevi pensarci prima di bere” osservò Aaron, senza nascondere  un piccolo sorriso, le mani che velocemente si insinuavano tra i capelli chiari di Moony, andando a pettinarli con dolcezza, soffermandosi a giocherellare con le orecchie da lupo.
Esibendosi in un gemito infastidito, Remus cercò di allontanarsi dalle braccia di Aaron, che tuttavia lo tenne stretto a sé, rafforzando la presa sulla sua schiena.
“Io volevo solo dimenticare questa orribile serata” si difese Moony, arrendendosi, socchiudendo gli occhi.
“Non è bevendo che risolverai la situazione”
“Lo so…”
 “Te lo chiedo ancora Remus, credi davvero che ne valga la pena?” chiese Aaron, scostando da sé il ragazzo quanto bastava per poterlo osservare in volto, gli occhi lucidi e arrossati che lo fissavano con incertezza e diffidenza.
“Io…”
“Remus, vuoi continuare così per sempre? Vuoi ridurti in stato ogni volta che Black non è in grado di tenerlo nei pantaloni?” insistette Aaron, mentre Moony negava brevemente con un cenno del capo.
“Mancano meno di un minuti all’inizio di un nuovo anno, perché non iniziarlo in modo differente? Perché non darmi la possibilità di aiutarti, Remus?” continuò Aaron, avvicinandosi ulteriormente al viso rosso e imbarazzato di Remus “cosa c’è di male nel provare?”
“Non voglio più soffrire” sussurrò Remus con incertezza, sentendosi esposto e vulnerabile come non lo era mai stato.
“Non accadrà” lo rassicurò il ragazzo, carezzandogli la mandibola con il pollice, che poi spostò sulle sue labbra schiuse “tra pochi secondi tutto quello che è stato sarà solo un ricordo…”
 
“Allora, lo hai trovato?” domandò James impaziente, mentre Sirius negava con un cenno secco del capo.
“Ho controllato in tutta la casa e non c’è, non so dove possa essersi cacciato, quello sciocco!”
“Hai provato anche in giardino?” chiese James, rivolgendo uno sguardo alla finestra, dalla quale di intravedeva il buio della notte, mentre Sirius si faceva titubante “vai a vedere Sirius!” lo incitò James, spingerlo verso l’ingresso con forza, mentre alle sue spalle il resto degli invitati iniziava il conto alla rovescia che li separava al nuovo anno.
“Dieci!”
 
Quando Aaron si chinò sul suo viso arrossato, per l’alcool, il freddo e l’imbarazzo, Remus non si scostò, limitandosi a trattenere il respiro, specchiandosi in quegli occhi profondi che lo scrutavano con desiderio, mentre la mancina del ragazzo scattava sul suo viso, carezzandolo con leggerezza e la destra scivolava dietro la sua nuca, afferrandola con decisione.
Solo per un secondo, Aaron distolse lo sguardo dal viso di Moony, ma fu un guizzo tanto veloce che Remus credette di averlo solo immaginato.
“Mancano solo nove secondi, Remus”
 
Sirius si precipitò nel mezzo della sala, facendosi largo tra gli altri invitati, dirigendosi verso la porta d’ingresso, il cuore che batteva all’impazzata nel petto e il respiro spezzato, tutti i suoi pensieri rivolti a Moony, mentre l’angoscia di non riuscire a trovarlo lo invadeva,mentre i ragazzi, alle sue spalle, annunciavano allegramente in coro “Otto!”
 
Moony rimase imbambolato ad osservare il volto soddisfatto di Aaron, che, immobile a pochi millimetri da lui, non sembrava avere alcuna intenzione di azzerare totalmente le distanze, preferendo invece godersi ancora per sette secondi quel piacevolissimo stato di sospensione nel quale si trovavano, gli occhi ancora incatenati, i respiri che si confondevano, le labbra tanto vicine che, Remus ne era certo, se si fosse mosso di un solo millimetro avrebbe potuto farle scontrare.
 
Sirius spalancò con rabbia la porta d’ingresso, infischiandosene del gelo che immediatamente lo colpì, facendolo rabbrividire, lo sguardo che vagava per il giardino immerso nell’oscurità, la voce prepotente degli invitati che oltrepassò l’ingresso, per diffondersi anche all’esterno di casa Potter, informando Sirius, che nel frattempo si era addentrato tra l’erba ghiacciata, che mancavano solo sei secondi al nuovo anno.
 
Un sorrisetto divertito increspò le labbra di Aaron, che sempre più desideroso di poter finalmente avere per sé quelle labbra che da tanto agognava, che da subito aveva desiderato, pregava che quei cinque secondi passassero velocemente, limitandosi per il momento a far scontrare con un gesto delicato il suo naso con quello di Remus.
 
Sirius camminò per il giardino apparentemente deserto, stringendosi il petto con entrambe le braccia nel tentativo di darsi sollievo da quel freddo opprimente che lo aveva invaso, gli occhi, ridotti a due fessure, che scrutavano nella notte cercando di distinguere qualcosa, qualsiasi sagoma, qualsiasi immagine.
Aveva quasi rinunciato all’impresa, quando notò la sagoma di una panchina a pochi passi da lui, sopra due ombre indistinguibili avvinghiate vicine, intente forse a baciarsi.
Percependo il respiro fermarsi dolorosamente in gola, Sirius scattò verso la panchina, raggiungendola in meno di due passi, il respiro che martellava con tanta forza da essere quasi doloroso e un’orribile consapevolezza che lo fece gemere, mentre solo quattro secondi lo separavano da un nuovo inizio.
 
Percependo un rumore alla sua destra, Moony sciolse per un istante gli occhi da quelli di Aaron, voltando leggermente il capo, riuscendo così ad intravedere la figura che, immobile a pochi passi da lui, lo osservava con gli occhi tempestosi sgranati dall’agitazione e dalla paura; quegli occhi grigi che tanto amava, che avrebbe riconosciuto tra mille.
“Tre secondi, Remus” lo riscosse Aaron, cercando di riavere per sé l’attenzione di Remus, che al momento sembrava essere solo per Sirius.
 
Sirius trattenne il respiro, mentre il suo sguardo si allacciava a quello sorpreso e confuso di Remus.
Remus, che al momento si trovava abbandonato tra le braccia di un altro ragazzo, i volti così vicini da far male, i corpi stretti in un abbraccio possessivo, le mani di entrambi ancorate al corpo dell’altro e i respiri spezzati che lasciavano intuire la loro eccitazione, ma gli occhi che non sembravano volersi staccare dai suoi, quegli occhi color miele che lo scrutavano con diffidenza, quasi che Remus non potesse davvero credere di averlo lì, davanti a sé, a così poca distanza che sarebbe stato sufficiente allungare una mano per sfiorarlo, per toccarlo. Remus, che avrebbe potuto voltare nuovamente il capo verso Aaron, concedendogli le sue labbra, permettendogli così di baciarlo, di avere per sé quella bocca tanto invitante e appetitosa o che, al contrario, si sarebbe potuto districare da quella presa, allungando una mano verso Sirius, richiamandolo a sé, desiderandolo accanto a sé.
 Remus, che aveva solo due secondi per prendere la sua decisione, anche se in realtà, aveva già deciso.
 
Uno…

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