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di Mosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Major Arcana 0 - The Fool ***
Capitolo 2: *** Major Arcana III- The Empress ***
Capitolo 3: *** Major Arcana V- The Hierophant ***
Capitolo 4: *** Major Arcana X - The Wheel of Fortune ***
Capitolo 5: *** Major Arcana XIV- The Temperance ***
Capitolo 6: *** Major Arcana XVI- The Tower ***



Capitolo 1
*** Major Arcana 0 - The Fool ***


Da quanto alla mia mente è concesso ricordare..sono sempre stato qui

Umida e fredda pietra, un marcio pagliericcio come letto, una piccola apertura grande appena quanto una mano aperta come finestra e due pesanti catene ai polsi come bracciali. Il mio mondo

Azkaban…la mia casa per sedici lunghissimi anni

Urla…urla di orrore, di dolore, di disperazione…urla miste a pianto, urla miste a sangue, urla miste a morte, decadimento e follia, Le mie uniche compagne nelle lunghe ore di veglia e solitudine

Il Dissennatore aveva appena terminato la sua tredicesima ronda notturna. Lasciando me, ovviamente, come ultima visita.Lo sentii arrivare da fin sopra le scale, mentre scendeva lentamente i gradini in granito avvicinandosi nelle viscere più profonde di questa oscura prigione.

Il suo tocco gelido passò attraverso la pietra, trapassandone la debole resisitenza. Arrivò come una brezza mortale insinuandosi fin sotto la mia pelle, facendo rabbrividire ogni singola vertebra della mia spina dorsale. Sedici anni… e nonostante questo i Dissennatori avevano lo stesso effetto su di me che ebbero la prima volta…Suppongo che a determinate cose non ci si abitui mai…

Lo vidi…attreverso la piccola fessura della porta vidi il suo lento e sinuoso mantello(ammesso che sia un mantello e non la sua vera pelle) scivolare lungo quell’insenatura che sarebbe stata a malapena sufficiente a farci passare una formica

"Hai…una…visita…"

Ho imparato a capirli. A capire come si muovono, come comunicano tra loro. E loro capiscono me…

Il Dissennatore puntava il dito ossuto e scheletrico verso di me. Mi si avvicinò talmente tanto che sentì la sua gelida falange toccarmi la fronte

Lo guardai, fissando un punto che sarebbe potuto essere identificato come "faccia"

"Ha detto chi fosse?O cosa vuole da me?"

Il mio oscuro interlocutore si limitò a far oscillare il suo cappuccio nero verso destra prima,verso sinistra poi, continuando a fluttuare come uno straccio abbandonato alla clemenza delle correnti marine.

"No"

Fu questa la sua risposta.

"Fallo entrare" gli sussurrai con voce bassa, simile più a un sibilo che a un sospiro

Parlare con qualcun altro che non fosse un Dissennatore non era una cosa che capitava poi molto spesso, qui ad Azkaban

L’oscuro carceriere compì una lenta piroetta e danzando come una piuma sospesa dal vento scivolò nuovamente sotto la porta.

Aspettai per qualche minuto, come sempre nella solitudine e nel silenzio più totali rimanendo solo coi miei pensieri.

Una visita…per me? Non avevo la minima idea di chi potesse essere tanto pazzo da venire fino ad Azkaban per far visita a un reietto e un dannato come me. E non mi interessava a volervi dire la pura e semplice verità

Sentii i cardini della porta cigolare pesantemente, mentre questa si apriva in maniera pigra alzando dense nuvole di polvere ad ogni millimetro

Fu allora che lo incontrai per la prima volta

Era un uomo anziano, lo sguardo antico e pieno di saggezza, una lunga barba argentata, così come lunghi e argentati erano i suoi capelli. Indossava un lungo abito blu con uno strano cappello dello stesso colore che gli copriva la testa. Albus Silente…disse di chiamarsi così. Una sorta di direttore, professore o che so io. Non che gli abbia prestato poi tutta questa attenzione

"È un onore fare la tua conoscenza. Ho sempre avuto un forte desiderio di poterti incontrare di persona…" parlò lui con voce calma e serena

"Cosa vuoi vecchio?"

Non fui molto cortese, questo lo ammetto.Ma d'altronde non ho mai avuto modo di mettere in pratica le cosiddette "buone maniere".

Lui si limitò a sorridere

"Posso immaginare come ti senti.E non sta a me giudicare ovviamente…Ma a volte scoprirai che ascoltare e lasciar parlare può essere cosa saggia e prudente…"

Fantastico…sedici anni di isolamento e la mia prima visita deve essere un vecchio in vena di saggi quanto inutili consigli

"Azkaban non conferisce saggezza e prudenza vecchio…così come pone un serio limite alla mia pazienza. Parla adesso"

La sua risposta non si fece attendere. Anzi sembrava esser piuttosto divertito da quella mia assoluta mancanza di rispetto

"Concretezza e decisione…qualità preziose se usate nel modo giusto ragazzo mio…molto preziose…"

Cominciavo davvero a spazientirmi

"Così come prezioso è il dono che porti dentro di te, che scorre assieme alla linfa nelle tue vene"

Quella frase…in quel momento mi sembrò quasi come un’offesa

"il mio dono? Adesso lo chiamate dono? Allora avvicinati vecchio. Sarò ben lieto di poterlo condividere con te"

Sembrò capire.La cosa mi lasciò alquanto sorpreso.

"Ti chiedo perdono. L’età ha forse portato via con sè anche un po’ del mio buon senso …"

Scuse rifiutate

"ma ti prego, ascolta quello che ho da dire. Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Delle tue capacità."

Capacità…come se saper parlare ai Dissennatori fosse un qualcosa di tanto speciale. L’avevo sviluppata all’età di cinque anni. E prima non ricordo di aver pronunciato qualsiasi altra parola. Era nel mio sangue,o almeno così mi fu detto.Sempre se si potesse chiamare sangue…

"Spiegati meglio vecchio"

"Un ricercato di nome Sirius Black è appena evaso da Azkaban" iniziò lui

Noioso.

Non c’è cosa qui ad Azkaban che sfugga al mio orecchio. Sapevo che Black era scappato il momento stesso che ha messo piede fuori di qui.Quella sera i sibili dei dissennatori erano stranamente più rumorosi del solito

"Allora saprai anche che è stata espressamente richiesta la presenza dei Dissennatori presso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts" aggiunse lui, come se avesse la capacità di leggermi nel pensiero

Hogwarts…ne avevo sentito parlare…una specie di scuola per maghetti, o qualcosa del genere.Molti dei prigionieri dei quali mi ero…"nutrito"…provenivano da quella scuola

"E allora?" gli domandai, con tono piuttosto seccato

"Avremmo bisogno della tua collaborazione.Vorremmo che vigilassi sull’operato dei Dissennatori e che impedissi loro di fare del male agli studenti"

Fare del male agli studenti…bella battuta

"Dimentichi che posso essere più pericoloso di un Dissennatore vecchio… e che il mio tocco ed il mio bacio possono essere letali tanto quanto i loro" gli ricordai io.

Non che l’idea di un fare un giro fuori da Azkaban non fosse allettante….ma volevo essere sicuro che il vecchio non avesse avuto niente da rimpiangere.Non avrei davvero voluto sentirlo blaterare accuse nel caso la situazione mi fosse, come dire, sfuggita di mano.

"Oh ma lo so bene. Coloro nati per metà da un Dissennatore ne conservano alcune delle terrificanti caratteristiche.Ed è proprio per questo che sono sicuro che accetterai la mia proposta"

Non so come, ma quel vecchio bizzarro era riuscito ad solleticare la mia attenzione

"È vero che essendo per metà Dissennatore il tuo stesso essere rinnega la vita stessa, cibandosi della gioia e della felicità altrui.Ma è tuttavia vero che la tua parte umana le desidera più di ogni altra cosa…"

Metà Dissennatore.

Ovvero venuto alla luce nel momento stesso in cui un Dissennatore si ciba dell’attimo più felice nella vita di una madre…la nascita del suo bambino. Parte dei poteri di un Dissennatore vengono trasferiti al bambino…cosìcchè sia lui stesso a uccidere la creatura che lo ha messo al mondo cibandosi di quel momento felice…una sorta di prima poppata…Assassini ancor prima di vedere la luce…

Dei Dissennatori conservo la capacità che viene definita Il Bacio. Così come il loro tocco, che non mi permette di avere alcun contatto con qualsiasi essere vivente. La mia sola presenza è in grado di suscitare angoscia, terrore, depressione…le piante avvizziscono, l’acqua gela,gli animali tremano e fuggono al mio passaggio Un contatto di primo grado può ridurre una persona alla follia o addirittura ucciderla. Per questo sono rinchiuso qui…per non poter essere in grado di nuocere a nessuno.

 

"e se ci aiuterai…potrei contattare qualche mio vecchio amico al Ministero della Magia affinchè ti restituiscano la libertà"

Dovete sapere che le persone capaci di comunicare con un Dissennatore sono rare almeno quanto le persone in grado di comunicare coi serpenti. Con l’unica differenza che i serpenti non sono i guardiani della più grossa e inespugnabile prigione per Maghi e Stregoni dell’intero emisfero. E il Ministero, senza di noi non è altro che un mucchio di vecchie scartoffie ammuffite per quanto riguarda il dare ordini a un Dissennatore.È per questo che quelli come me nascevano schiavi fin dalla nascita. Incapaci di vivere nel mondo reale ci era stata concessa Azkaban, come unica fonte di sostentamento. Ci nutrivamo dei sentimenti dei prigionieri, senza dei quali, ognuno di noi, nessuno escluso, era destinato a morire. In cambio però, eravamo obbligati ad agire da tramite. Un ponte tra le nostre due metà.Tra umani e carcerieri.Tra ragione e follia.

Quelli come noi non possono uscire alla luce del sole, il cui contatto ci brucia la pelle e acceca la nostra vista. Non possiamo avvicinarci a nessun altro essere vivente Mago o Babbano che sia, a meno che ovviamente non si tratti di un prigioniero. Non possiamo sentire calore. Né piangere. Né gioire. Sopravviviamo solo perché veniamo usati…perché siamo strumenti…Pericolosi quanto i Dissennatori, eppure limitati dalla nostra conrtoparte umana…in una sola parola…rifiuti

"Come posso fidarmi di te vecchio?"

"Ahimè, credo che dovrai accontentarti della mia parola." Rispose Silente, con tono pacato

Accettai. Non mi fidavo di quel vecchio. Così come non mi fidavo di nessun altro essere umano. Avevo esplorato a fondo i loro cuori, nutrendomi dei loro più osceni segreti, delle loro più oscure paure. E avevo concluso che facessero tutti indistintamente schifo. Erano semplicemente….ripugnanti…

 

E avevano il coraggio di dire che i mostri erano i Dissennatori

 

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Capitolo 2
*** Major Arcana III- The Empress ***


Era la prima volta che avevo la possibilità di ammirare con questi miei occhi così tanta vita, riunita in un unico luogo. Ragazzi, ragazze, adolescenti, bambini, uomini, donne, vecchi e giovani, tutti nella stessa stanza. Esseri umani…con i loro sogni, le loro paure, le loro speranze, i loro piccoli amori, le loro vittorie, le loro delusioni…Le loro lacrime, di gioia o dolore. Dovetti richiamare a me tutta la forza di volontà di cui disponevo perché in cuor mio (cuore? Magari l’avessi) avrei voluto nutrirmi di quegli esseri fino a ridurli a un mucchio di gusci vuoti

Il vecchio Silente mi aveva accompagnato di persona fin dentro le mura di un enorme castello che mi aveva spiegato essere la sede principale di quella che era chiamata "Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts". Diversa da Azkaban, in molti modi…eppure stranamente somigliante…e non stò parlando degli alti torrioni o delle sue granitiche mura…

Aleggiava attorno a quella scuola un alone di morte molto simile a quello che era possibile respirare in quella che era la mia "casa". Molte cose erano accadute in quel castello, tragedie segrete che nessuno aveva mai avuto il coraggio di mettere in scena…Potevo sentirlo con la stessa chiarezza con cui sento questa penna che ora stò impugnando tracciare neri scarabocchi su questo foglio bianco

"Ti abituerai subito…" mi sussurrò l’anziano preside di quell’istituto, mentre ci apprestavamo ad entrare in quella che era chiamata "Sala Grande"

E fu allora che quel meraviglioso spettacolo di vita mi si presentò dinanzi…Rimasi come inchiodato, appoggiandomi al muro adiacente il portone principale. Tante piccole candele fluttuavano in aria come sospese, mentre quattro file di tavole erano state imbandite con ogni sorta di pietanza…potevo veder brillare gli occhi di quei giovani essere umani davanti a quelle prelibatezze…e se avessero potuto, anche i miei occhi avrebbero brillato davanti a quello che sarebbe potuto essere per me il più sontuoso banchetto della mia giovane non-vita…

avrei potuto…

avrei voluto….

divorarli tutti…

avrei potuto scagliargli contro un intera truppa di Dissennatori…ma il profumo della libertà si rivelò esser più forte del brutale istinto predatorio

"Miei giovani studenti"

Il vecchio esordì così,e devo confessarvi che non mi ero neppure accorto che si fosse allontanato da me…

"Ho il piacere di dare inizio a un nuovo anno scolastico qui ad Hogwarts"

L’anziano preside si prese una piccola pausa

"Ma prima di dare inizio al consueto banchetto di inizio anno ho delle comunicazioni urgenti da fare"

Questa era da vedere….le loro faccie intendo. Quando avrebbero saputo che per quell’anno avrebbero avuto la "fortuna" di condividere la loro magnifica magione con noi Dissennatori.

"A seguito dell’evasione dalla prigione di Azkaban del ricercato Sirius Black…"

Chiamala col suo nome, vecchio. Chiamala "Casa"

"Hogwarts avrà l’onere di ospitare, fino alla sua cattura, i Dissennatori."

Forse sarà stata un’impressione dovuta alla troppa agitazione, ma mi parve di notare un piccolo ragazzino dai capelli neri e arruffati comprotarsi in maniera bizzarra. Era sbiancato di colpo e discuteva, come terrorizzato, con una ragazzina dall’aria saccente e un altro ragazzino dai capelli rossi e dal viso marchiato da uno spruzzo di brune lentiggini.

"Non avvicinatevi a loro per nessun motivo. Non uscite dai vostri dormitori durante la notte. E cercate di rimanere soli il meno possibile."

Ecco…paura…

Il primo sentimento che si prova davanti a uno di Noi… quasi come fosse cosa giusta e naturale…quasi come se l’unico sentimento che sia concesso provare verso ognuno di Noi sia il terrore, la repulsione….il più profondo orrore….

"Ma se per caso dovesse imbattervi in uno di loro non, e ripeto, non compite alcuna azione avventata. Chiamate aiuto, e fatelo immediatamente."

Oh si, chiamate aiuto…è più divertente…

"E proprio a questo riguardo ho il piacere di presentarvi il vostro nuovo Supervisore all’Ordine Scolastico di quest’anno. Se doveste avere un problema, un QUALSIASI problema con un Dissennatore…rivolgetevi a lui."

Il vecchio mi lanciò un’occhiata, che nella sua mente avrebbe dovuto rappresentare un qualche gesto di intesa, di complicità…Cercava di mettermi a mio agio. Tentativo ammirevole, quanto inutile

Mi avvicinai lentamente alla parte più estrema della Sala Grande, dove Silente e gli altri professori erano radunati davanti ai giovani studenti.

Alcuni catturarono la mia attenzione più di altri… I loro occhi riflettevano orrori del tutto inadatti alla loro giovane età.

Passando vicino a un tavolo a cui erano seduti alcuni ragazzini con un leone cucito all’altezza del cuore sulle loro divise (Grifondoro mi avrebbe spiegato in seguito Silente) non potei fare a meno di fermarmi per qualche istante accanto a quello strano ragazzino dai capelli arruffati che tanto si era agitato al solo sentir pronunciare il nome dei miei oscuri confratelli.

Lo guardai dubbioso, mentre l’occhiata che mi ricambiò lui era di puro terrore.

La tentazione di nutrirmi fu forte…ma non solo.

Era curiosità. Pura e semplice curiosità.

Mi avvicinai. I suoi due compagni, che prima avevano tentato invano di aquietarlo, adesso si stringevano l’uno con l’altro come per cercare nell’altro quel coraggio che da soli sapevano bene di non possedere.

Un altro ragazzo, dalla faccia rotonda, rimase con la lingua attaccata al calice dal quale stava bevendo. Dovevo aver ghiacciato il suo il Succo di Zucca . Sentii una voce rimproverarlo

"Neville!! Vieni via!!"

Ritornai al giovane dai capelli neri. Solo adesso mi ero accorto di quella bizzarra cicatrice a forma di saetta che aveva all’altezza della fronte.

La mia curiosità cresceva….dovevo sapere

CI sarebbero voluti non più di cinque secondi e dubitavo che il vecchio potesse essere tanto veloce da fermarmi in tempo

Fu un attimo

Una decisione improvvisa, irruenta e irrazionale.

Gli afferrai violentemente il braccio e fissai i miei occhi sui suoi

E mentre scrutavo negli abissi della sua anima un oceano di sensazioni mi invase.

Dolore, delusione, tormento

Ansia, depressione, insoddisfazione.

Odio, rabbia, rancore

Un ragazzino chiuso a chiave in una camera grande appena per conservare un manico di scopa

Dovevo guardare ancora…

Un grasso signore coi baffi impugnava una sorta di bastone da passeggio e lo stava usando come scudiscio sulla pelle di quel ragazzino

Guardare ancora…solo un altro po’

Vidi due figure, un uomo e una donna….Salutavano dolcemente con la mano, mentre tenevano in braccio un piccolo bebè. Una famiglia?

Una foto. Una foto su una pagina bianca

Speranza, gioia….felicità

Un ricordo felice

Vidi quella foto prendere fuoco….prima i bordi si attorcigliarono divenendo color nero cenere…poi quei due volti sorridenti diveniroro una poltiglia indistinta di fumo e cenere.

"AVADA KEDAVRA!"

 

Una forte luce verde mi avvolse

Poi il nostro contatto si interruppe.

Appena tre secondi…avevo dunque fatto male i miei calcoli?

Rivolsi lo sguardo al tavolo degli insegnanti. Erano in agitazione, certo. Ma erano tutti lì. Incluso Silente

Ma allora chi?

Guardai verso il ragazzo.

Una giovane dai capelli rosso fuoco stringeva quella che era fino a pochi istanti fa la mia preda. La stringeva forte,con tutte e due le braccia strette attorno al petto, quasi a volerlo proteggere. Teneva gli occhi bassi, nascondendoli

Che avesse intuito? Che avesse capito che avevo bisogno di guardare negli occhi, affinchè le mie vittime mi spalancassero il cuore?

No, non era possibile…e infatti…

Mi guardò, con mia grande curiosità. E quello sguardo lo ricordo ancora.

Aveva le labbra serrate in un ghigno di rabbia profonda, i denti digrignati le stridevano lungo il palato. Alcune lacrime avevano già rigato il suo viso segnato da una cicatrice di lentiggini. I suoi occhi scuri mi fissavano con aria di sfida, con l’aria di una persona che se avesse potuto ti avrebbe ucciso in quello stesso istante

Mai, dico MAI, ho mai sentito un odio tanto forte verso i miei confronti. E ho vissuto ad Azkaban per sedici anni…

"Lascialo in pace" mi urlò contro "Lascialo in pace!!"

"Ginny!!" gridarono due gemelli dai capelli rossi.

Ginny eh…? Che nome ridicolo

Ma chi ero io per giudicare? Io un nome non lo avevo nemmeno

Le sorrisi leggermente, voltai lo sguardo e andai a prendere posto in mezzo agli altri insegnanti

Mi guardavano tutti con aria terrorizzata. Alcuni si agitavano gesticolando forsennatamente a destra e a sinistra mentre potei distinguere chiaramente una voce dichiarare sfacciatamente

"È un animale Albus! Un animale!"

Sorrisi nuovamente.D’altronde ci ero abituato a sentirmi chiamare così.

Mi rivolsi a quel mio insolito pubblico di ragazzini.Parlai con voce chiara e limpida, di modo che nessuno di loro avrebbe potuto lasciarsi sfuggire le mie prossime parole

"Ed ecco come si nutre un Dissennatore. Non guardateli in viso. Non toccateli. Non infastiditeli. Se ne vedete uno andate nella direzione opposta. Se due di loro vi sbarrano la strada, urlate. Se sarete fortunati potrei essere abbastanza vicino da sentirvi e da poterli fermare.Altrimenti pregate di essere così schifosamente insignificanti da non costituire per loro nemmeno un misero aperitivo. Ci sono domande?"

La ragazzina dai capelli rossi continuava a fissarmi.

Stasera avrei avuto un motivo in più per non riuscire a dormire…

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Capitolo 3
*** Major Arcana V- The Hierophant ***


Il vecchio Silente mi accompagnò lungo tutta la durata della scala a chiocciola con aria interdetta, mentre alcuni dei suoi colleghi tentavano invano di ferirmi con le parole, dato che non era per loro possibile farlo con le proprie mani.

Mi era stata assegnata una piccola camera interrata ai piedi di una grossa e imponente torre di pietra.

"Così non dovresti sentirti troppo a disagio" aveva detto lui "ed eviterai le emozioni forti, almeno per questa sera"

Era stato abbastanza comprensivo, se consideriamo che i commenti più delicati verso di me, dopo la mia piccola "dimostrazione" nella sala grande erano stati…

"Rispediamolo a Azkaban!"

"Mostro! Demonio!"

"Tutti uguali, Dissennatori e mezzi-dissennatori che siano!"

"Non ci si può fidare Albus!!"

"È follia! È follia!!"

"È un’ indecenza!"

Non sto qui a raccontarvi il resto semplicemente per motivi di spazio, altrimenti avrei dovuto occupare completamente l’intera pagina. Ma sappiate questo. Se per tutta la vita vi viene ripetuto di essere un demonio…alla fine ci si finisce col crederci…

Al termine dell’ultima serie di gradini si stanziava una piccola porta di ferro, che all’evenienza poteva essere comodemente sprangata dall’esterno. Sorrisi

"Avete paura che scappi? Ma se non sono libero di muovermi non potrò correre in aiuto di quei poveri, piccoli, indifesi studenti, non vi sembra?"

Un uomo dai capelli neri e unti e dalla pelle giallastra mi si avvicinò puntandomi una bacchetta di legno alla gola

"Al contrario…" sussurrò lui con voce velenosa "non vogliamo che il nostro "prezioso" collaboratore corra il rischio di venire esposto a pericoli altrimenti… evitabili"

Pericoli?

"Oh ma non dovete disturbarvi tanto, davvero. Non ho alcuna intenzione di andare via…Mi piace questo posto…è così pieno di ragazzi che non dovrei avere grossi problemi a fare "amicizia""

Sottolineai marcatamente la parola "amicizia" con voce ironica e maliziosa. Non che le mie minaccie fossero da prendere tutte così dannatamente sul serio…A volte mi piaceva solamente incutere un po’ di paura. Per puro e semplice piacere, senza secondo fine

Una voce di donna risuonò lungo la piccola anticamera antecedente la mia cella

"Non abbiamo bisogno di lui, Albus. Rimandiamoli indietro, lui e i Dissennatori. Pensa agli studenti, per l’amor di Dio"

Il vecchio preside si sistemò con un gesto i piccoli occhiali che gli erano scivolati fin sopra la punta del naso. Tirò un lungo sospiro

"Sono convinto che la cosa farebbe più male che bene, Minerva."

Una strana concezione di "bene" e "male" doveva avere, quel vecchio bizzarro

"E adesso se volete scusarmi…vi prego di concedermi cinque minuti da solo con lui."

I due professori, quello dai capelli unti e la donna, che adesso potevo vedere distintamente sembrarono essere preda a una febbricitante agitazione

"Albus. Sei impazzito?" urlò lei

"Professor Silente, se posso permettermi non mi sembra questa la cosa più saggia da fare…"

L’anziano professore sorrise debolemente, ma in maniera sincera e sentita

"Lascia giudicare a me cosa è saggio fare, Severus. E poi sono assolutamente convinto che il nostro ospite non si azzarderà neanche a torcermi un capello…"

"Ma Albus…" provò a ribattere la donna

"Lasciateci soli." Disse lui,con tono pacato e sereno

" Severus, Minerva…ve lo chiedo come un favore personale…Lasciate che ci parli…"

I due professori più giovani si abbandonarono a una lunga occhiata carica di dubbio e incertezza. I loro visi persero il breve guizzo di vitalità regalatogli dalla paura e assunsero connotati più smorti e rassegnati

"Come vuoi tu Albus" concluse infine la donna "Ma fai attenzione"

Contai i loro passi, aspettando che il rumore di tacchi e di suole si andasse a spegnere lentamente. Quando fui sicuro che io e il professor Silente fossimo rimasti effettivamente soli cominciai a parlare

"Adesso che me li hai tolti dai piedi puoi anche andartene, vecchio"

I miei toni erano scortesi come sempre

"oh ma non intendo affatto andar via, ragazzo mio…almeno non prima di aver parlato con te come ho appena finito di dire al professor Piton e alla professoressa McGrannit"

"Non ti ho chiesto i loro nomi vecchio, né mi interessa saperli" gli risposi in maniera seccata

Il saggio preside si sistemò nuovamente gli occhiali con un gesto delle dita e mi guardò placidamente negli occhi senza nessuna paura

E quello che disse quella sera è ancora impresso come un marchio a fuoco nella mia memoria

"Non si può vincere la solitudine se ci si ostina a voler rimanere isolati ragazzo mio. E il primo passo per poter conoscere veramente qualcuno è chiamarlo con il proprio nome…"

Non capii, almeno non all’inizio. Ma il vecchio sapeva benissimo quali fili tirare, quali tasti toccare, per suscitare interesse e curiosità nell’altra persona. Forse le sue stranezze erano solo un pretesto per mascherare quella che era la sua illimitata saggezza

"E io credo in cuor mio che nessuno si avvicinerà mai a te, se non sa neppure come chiamarti non ti pare?"

Lo guardai con aria perplessa

"Vediamo un po’….che nome potremmo darti….mmm…."

Un nome? Io? E perché mai? Così avrei dovuto sentirlo maledire dalle bocche di ogni essere vivente?

"Sai è un bel dilemma…ma anche una fortuna. Non tutti hanno la possibilità di poter scegliere il proprio nome….mmm…vediamo un po’….a te quale nome piacerebbe ?"

Aveva forse detto piacerebbe? Nessuno si era mai degnato prima di quel momento di chiedere la mia opinione. Ricevevo un ordine e lo eseguivo. Punto.

Forse fu per questo che in quel momento non seppi davvero cosa rispondergli

"Fa un po’ come ti pare vecchio. Chiamami come vuoi"

Sembrò divertito

"Allora che ne dici di Albus? È un gran bel nome...E' il mio"

Rimasi interdetto

"Adesso non tirare troppo la corda vecchio" gli risposi

"Avevi detto che potevo chiamarti come desideravo no?"

"Ho cambiato idea"

Non che fossi particolarmente schizzinoso ma….il pensiero di farmi chiamare Albus per tutta la vita(o quel che è) non era particolarmente allettante

Silente rise, sotto la lunga barba argentata

"Lo vedi? Non lasciare che gli altri decidano quello che è giusto per te. E il fatto che tutti ti chiamino mostro non significa necessariamente che tu lo sia. Perchè per metà sei umano, tanto quanto gli altri."

Le sue parole mi colpirono, insinuandosi fin sotto la mia pelle

"E come essere umano hai dentro di te il dono più grande di tutti…Molto più grande di quello di saper parlare a un Dissennatore…hai il libero arbitrio. Hai la capacità di distinguere il bene e il male e agire di conseguenza. Puoi scegliere. E non lasciare che qualche vecchio mago reso troppo ottuso dal tempo e dalle scartoffie ti dica cosa sei e cosa devi fare"

Nessuno mi aveva mai parlato così…e l’idea di poter decidere della mia non-esistenza non mi era mia lontanamente passata per la testa

Che avessi davvero la capacità di scegliere?

Silente proseguì, concludendo

"Adesso si è fatto tardi. Domani sarà una giornata faticosa per tutti noi….e credo che una buona notte possa giovare anche a te"

"Io non dormo mai vecchio"

"Dillo dopo aver visto la tua stanza" mi sussurò lui con voce divertita e agitò con un cenno della mano la sua bacchetta

La porta della mia cella mi si spalancò dinanzi.

Era….era magnifica.

Grande, spaziosa ,con un comodo letto a baldacchino che occupava quasì metà della stanza, quadri colorati e variopinti appesi alle pareti( e avrei potuto giurare diaverli visti muovere), un lungo tappeto rosso steso sul pavimento, candelabri in oro che fluttuavano sospesi in aria,una grossa libreria con innumerevoli volumi dai più svariati titoli, una sorta di bizzarro congegno dal quale fuoriuscivano degli strani suoni ( "musica" mi spiegarono in seguito).

Mi voltai di scatto in preda forse più all’ira che alla sorpresa,come se fossi stato ferito nell’orgoglio da quello strano gesto di compassione

Il vecchio non c’era più

Entrai titubante, ancora scosso alla vista di quella che era la "mia" camera. Mi stesi sul letto e cercai di chiudere gli occhi.

 

Non ricordo ancora bene come fu….ma quella notte mi sembrò di poter volteggiare ai moti del vento, come tante volte avevo visto fare ai miei confratelli.

Fu come volare

"Stupido vecchio" ebbi il tempo di sussurrare

Poi la notte mi avvolse.

Per la prima volta dopo molti anni stavo dormendo…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell autore: allora da dove cominciare? Innanzitutto grazie a tutti coloro i quali hanno lasciato una recensione (fortunatamente sono state tutte positive) e a tutti coloro che hanno comunque letto la mia storia. Sapere che per 5 minuti sono entrato nelle vostre vite con questa mia piccola storiella mi riempie di orgoglio.

Poi una piccola precisazione…nonostante il nick possa trarre in inganno il mio cromosoma sessuale è xy e non xx (sono un maschio ^_^ ) il che spero condurrà tante appassionate Potteriane a contattarmi numerose.Io la butto lì non si sa mai.

E ora permettetemi un piccolo sfogo.

Vi chiedo scusa. Chiedo scusa se nella mia storia non ci sono Mary o Gary e il loro gruppo di amici perfetti provenienti dall’Italia in grado di disintegrare Voldemort e tutti i mangiamorte con la sola imposizione delle mani

Chiedo scusa se Harry non si è buttato tra le lenzuola di Draco Malfoy, che aveva una tresca con Hermione che aveva una tresca con Ron che aveva una tresca con Piton che aveva una tresca con Ginny che aveva una tresca col Platano Picchiatore che aveva una tresca con Fierobecco

 

Mi dispiace davvero tanto

Però se avrete il tempo ma soprattutto la voglia di leggermi spero di potervi regalare una storia. Una storia bella e semplice , niente di più e niente di meno ^_^

Allora a presto cari lettori. Sperando che l’umile lavoro di questo ragazzo che un po’ pretenziosamente ambisce a poter un giorno essere chiamato "scrittore" vi sia gradito.

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Capitolo 4
*** Major Arcana X - The Wheel of Fortune ***


E mi svegliai…..

Di soprassalto, senza alcun preavviso.

Come un cane, che viene violentemente strattonato dal padrone quando sta tentando invano di liberarsi dalla ferrea e rigida presa del suo guinzaglio

Proprio quando pensavo di poter passare dopo tanto tempo una nottata decente

Aprii gli occhi, in un gesto che mi risultò tanto faticoso quanto inusuale. Di solito i miei occhi non rimanevano chiusi per più di qualche minuto. E sembrava invece che quella sera fossero rimasti serrati almeno per un paio d’ore.

Ma d’altronde non si può avere tutto. Anzi, a dire la verità non sono sicuro che il troppo riposo sarebbe finito poi per giovarmi più di tanto. Non ci ero abituato, questa è la pura è semplice verità

Il nero nelle mie palpebre venne mano a mano rimpiazzato dai colori, prima sfocati, poi via via sempre più nitidi

Era buio. E a quello, state certi, ero più che abituato.

Le piccole fiammelle dei candelabri che prima emanavano una fioca luce soffusa (il vecchio Silente doveva essere al corrente della mia poca tolleranza a una fonte luminosa troppo intensa) si erano spente. Dovevano essere incantate in modo tale da spegnersi il momento stesso in cui avessi preso sonno. Non che la cosa fosse poi così importante. Ma non avevo mai pensato che la magia potesse essere usata anche in questo modo. Da quel poco che ho potuto imparare dai ricordi dei miei prigionieri sapevo solo che veniva usata per infliggere immani e indicibili sofferenze o addirittura uccidere senza la minima misericordia

Magia Buona…a quello non ci avevo mai pensato. E mi meraviglio di non aver saputo concepire prima un pensiero tanto semplice

Se esistono i maghi cattivi devono esistere anche quelli buoni, non trovate?

Mi alzai. Feci forza sui muscoli degli addominali e delle braccia e alzai la schiena.

Non fece male né scricchiolò rumorosamente, con mia grande sorpresa. A volte un letto comodo può essere molto prezioso

Mi guardai intorno, ancora disorientato dalla vista della mia nuova camera. Non c’era il mio pagliericcio, né la fredda pietra di Azkaban a separarmi dal mondo esterno

Potevo distinguere ciò che mi circondava con assoluta chiarezza. Per coloro che sono abituati a "vivere" al buio, "vedere" al buio è la cosa più naturale di questo mondo.

Tutto era esattamente uguale a come i miei occhi l’avevano lasciato prima di lasciarsi vincere dalla forza del sonno. Tutto eccetto "quello"

Era uno specchio, abbastanza grande da poter riflettere comodamente due persone che si fossero guardate stando in piedi l’una sopra le spalle dell’altra. Era incastonato in una cornice d’oro massiccio così come d’oro erano le zampe di leone su cui si reggeva. La parte alta invece era adornata da due enormi ali piumate, anch’esse forgiate nell’aureo metallo, ma stranamente flessibili e leggere,come quelle di un uccello vero e proprio.

"Un altro regalo di quel vecchio…" sospirai a voce bassa

E in effetti avevo ragione.

Attaccata a una delle piume notai un piccolo foglietto di carta

"Fanne buon uso."

Vecchio pazzo…cominciavo quasi a trovarlo simpatico

Non capii all’inizio cosa volesse dirmi, né a cosa servisse effettivamente quello specchio dato che non rifletteva assolutamente nulla. Era completamente nero, come la pece.

Non che avessi il forte desiderio di specchiarmi, sia chiaro. Non conoscevo il mio aspetto e avrei preferito che le cose fossero rimaste in quel modo.

Avevo una vaga idea di come potevo apparire…a volte ero riuscito a vedere una figura pallida e indistinta riflettersi negli occhi dei miei prigionieri. Ma questo è quanto. Non sono mai riuscito ad andare più oltre di così

Mi voltai e feci per ritornare a letto, un lusso che non sapevo ancora per quanto mi sarebbe stato concesso. Non valeva la pena rimanere a rimunginare su uno specchio completamente nero, no?

Niente di più sbagliato.

Come se una voce mi avesse sussurrato di guardare mi girai nuovamente.

Un urlo di terrore invase la stanza.

"Stai lontano da me! Stai lontano da me!"

Lo specchio si era misteriosamente animato. Una figura scappava come in preda al panico in quella che pareva essere una fitta e oscura foresta. Un'altra figura incappucciata e interamente coperta da una lunga cappa nera la stava inseguendo, spinta dalla fame e dalla brama di nutrimento

Mi avvicinai allo specchio per vedere meglio

"Aiuto! Che qualcuno mi aiuti ! Harry! Harry aiutami! "

La riconobbi. La ragazzina dai capelli rossi che aveva avuto il coraggio di sfidarmi quando eravamo alla Sala Grande

E quello che la inseguiva era un mio confratello.

Rimasi a riflettere per qualche secondo…

"Da sola, di notte e in una foresta…se l’è cercata non è affar mio"

Evidentemente lo specchio non era della mia stessa opinione. Una enorme bolla di liquido (liquido? No era qualcos’ altro) mi avvolse completamente e mi sentì come inghiottire da quello strano congegno di vetro. Fu come essere risucchiati violentemente in preda a una sorta di potente e continuato strattone, come se un esercito di mille mani mi tirasse via. D’istinto chiusi gli occhi

Quando li riamprì lo specchio mi aveva risputato dall’altra parte del suo riflesso.

Terra morbida e gelida si sgretolava tra le mie mani, mentre bocconi tentavo invano di dare una spiegazione logica e razionale a quanto era appena accaduto.

Spiegazione che mi fu fornita dal grido solitario di un gufo. Alzai gli occhi al cielo

Ero nella foresta.

Gli alberi mossi dalla leggera brezza notturna sembravano volermi dare il benvenuto, agitando lievemente i loro rami. O forse mi stavano intimando di andare via, chi lo sa?

Il rapace era appolaiato su uno dei rami più alti di un grosso pino e mi fissava con occhi curiosi.

Non dovevo essere una visione particolarmente gradita.

Spiccò il volo. In un primo momento pensai di essere stato effettivamente io a farlo scappare, tant’è che all’inizio non ci feci neppure troppo caso.

Eppure nell’aria c’era qualcosa di strano…un rumore di passi

"Aiuto! Aiutatemi vi prego!"

La sua voce… un altro piccolo stormo di uccelli rapaci, forse corvi, che prima erano rimasti nascosti dispiegarono le loro ali e le fecero sbattere all’unisono, volando via.

L’aria si fece più fredda e potevo distinguere chiaramente alcune piccole goccioline d’acqua piovana rimaste attaccate alle foglie e ai cespugli, tramutarsi in brina

Una sensazione che conoscevo fin troppo bene…Stava arrivando

In quel momento, come se mi fossero state iniettate nella mente, le parole di Silente cominciarono a risuonare rumorose

"Puoi scegliere… …"

Senza pensare corsi in direzione di quella voce. E non ricordo di aver mai corso tanto forte in vita mia.

"Aiuto! Per favore aiuto!"

"Dove sei? " urlai "Dove sei?"

"Allora c’è qualcuno! Ti prego aiutami"

"Dimmi dove sei!" continuai a urlarle

"QUI! QUI! TI PREGO SALVAMI!"

Certo, magari se fosse stata un altro poco più vaga ci avrei messo due notti, invece di una sola per trovarla. Ma stava parlando e finchè parlava potevo sentirla

Continuai a seguire quella voce finchè non me la ritrovai davanti. Sbucai dopo un interminabile corsa al di fuori di alcuni cespugli completamente ghiacciati, tanto che si frantumarono come cristallo al mio passaggio

L’avevo trovata.

Era stesa per terra con la schiena premuta contro un albero mentre in preda al terrore fissava come paralizzata la figura incappucciata che le stava volteggiando intorno.

Non si era neppure resa conto della mia presenza, tanto era spaventata

Vidi il Dissennatore compiere una lunga piroetta all’indietro, come per prendere una lungo rincorsa per poi darsi un forte slancio in avanti.

Era pronto a nutrirsi.

Non so ancora bene spiegarmi il motivo.Forse perché avrei dovuto rinunciare per sempre alla libertà , forse fu quella mia famosa "parte umana" a spingermi. O forse perché sentivo di dover qualcosa a quel vecchio bizzarro. Fatto stà che mi precipitai davanti a lui e spalancai le braccia come per non farlo passare

"Fermati!" gli intimai contro "Fermati!"

Il Dissennatore fermò la sua corsa e si fece repentinamente indietro, come se fosse stato respinto da una invisibile barriera. Mi fissava quasi incuriosito,(se si può effettivamente chiamare "fissare") oscillando lentemente la testa prima a sinistra, poi a destra, poi di nuovo a sinistra

"fame…"

Un vento gelido mi invase la faccia, gelandomi i capelli. Mai mettersi tra un Dissennatore e la sua vittima

"Trovatene un’ altra. Lei è mia hai capito? È la mia preda"

Mi puntò contro la falange ossuta e se avesse avuto effettivamente una faccia avrei potuto giurare che sarebbe stata rigata profondamente dalla rabbia

"L’ho trovata per primo…è mia… …dammela…"

"È mia adesso, hai capito? Mia! Fuori dai piedi!" gli risposi in maniera violenta e feroce

Il Dissennatore rimase immobile per qualche secondo, come se stesse riflettendo. Poi si voltò,dando le "spalle" a me e alla ragazzina dai capelli rossi

"Ho detto sparisci! Subito!" gli intimai nuovamente

Il suo mantello volteggiò violentemente, compiendo alcuni giri su sé stesso. E poi sparì

L’avevo salvata…

L’avevo salvata?

Oddio ma perché?

Rivolsi il mio sguardo verso di lei. Era pietrificata dalla paura.

Cercai senza estremo successo una qualche parola che avesse potuto darle sicurezza

"Puoi alzarti adesso…è andato via"

Mi fissava. I suoi occhi si illuminarono di una strana luce e la sua faccia assunse una bizzarra espressione. Iniziò a tremare nervosamente, terrorizzata

Poi urlò

"LASCIAMI ANDARE, LASCIAMI ANDARE!!! " esclamò forte, e prese a tremolare freneticamente, come se la sua pelle fosse percossa in ogni millimetro da una scarica di brividi di freddo

"Ho detto che se n’è andato, tranquilla" le risposi , quasi inveiendole contro

"Non uccidermi ti prego! Non uccidermi!" continuò a balbettare lei, incespicando sulla lettere "i" dimenticandosi quasi di pronunciarle

"Non ho alcuna intenzione di ucciderti, stupida ragazzina fastidiosa!"

"Allora vuoi mangiarmi? È questo quello che fate voi? Ci mangiate? Ho sentito Fred e George dire che.."

"Non ho alcuna intenzione di mangiare una stupida ragazzina ingrata e nevrotica come te!" la interruppi

Non doveva essere suonato molto rassicurante, lo ammetto. Ma come ho sempre cercato di spiegare, io alle persone non ero semplicemente abituato.

"Allora non mi mangierai?" disse lei titubante, ancora incerta se fidarsi delle mie parole o no. E come biasimarla, d’altronde

L’avevo chiamata preda. E le avevo quasi divorato un compagno sotto i propri occhi

"Quelle coi capelli rossi non hanno un buon sapore. E adesso piantala e alzati"

Le ci volle qualche minuto buono prima che riuscisse effettivamente a rimettersi in piedi. Le gambe non volevano obbedirle, e quando con immane sforzo riusciva a mettersi eretta ruzzolava goffamente all’indietro

Era anche colpa mia, che continuavo a fissarla senza staccarle le pupille di dosso. Ma credo che il grosso del lavoro lo avesse fatto prima il Dissennatore

Finalmente si rimise in piedi e non potei esserne più felice. Avrei voluto sbarazzarmi di quell ragazzina dai capelli rossi il più in fretta possibile. Non le avevo ancora perdonato lo sguardo di sfida che mi aveva lanciato poche ore prima…mi aveva messo a disagio

"Credo che adesso sia tutto a posto. Vattene e sparisci, prima che il Dissennatore cambi idea."

"Come ci riesci?" chiese lei, ancora stravolta. "Come ci sei riuscito?"

Non ero in vena di spiegazioni. Specialemente a tarda notte in una foresta

"Ci riesco e basta ok? Ora vai."

"Tu mi hai salvata"

"Io non ho fatto un bel niente" negai spudoratamente, quasi come se me ne vergognassi "Torna al castello…e fallo in fretta. Non vorrai mica che i Dissennato…"

 

 

"Grazie…"

 

 

 

…………………………………………………………

 

…………………………………………………………

……………..Cosa?

 

……………Cosa avevano appena pronunciato quelle labbra?

 

 

"Grazie" ripetè lei, quasi avesse intuito il mio stupore

 

La parola della gratitudine…

 

…rivolta a me?

Tentai di riprendere possesso di tutte le mie facoltà che al momento sembravano essersi intorpidite. Fu una fatica immane

"Non ho fatto niente ho detto. E adesso ritorna al castello. La tua presenza mi irrita" le sibilai velenosamente contro

La ragazzina assunse un’ espressione che non si sbaglierebbe a definire "triste". La paura di prima era del tutto scomparsa

"E se dovessero tornare?" domandò

"Non torneranno." Le risposi seccato

"Come fai ad esserne sicuro?"

"Loro mi ubbidiscono, ok? Ti basti sapere questo" conclusi

 

"D’accordo…." Mormorò lei, anche se non sembrava essere estremamente convinta

 

Fece qualche passò e si allontanò lentamente. E ne fui stranamente sollevato. La vidi sparire, inghiottita dalla vegetazione della foresta, fino a che il rumore delle sue scarpe non fu altro che un ricordo lontano

"Finalmente…" riuscì a sospirare…

E puntualmente la vidi riemergere dal cespuglio boscoso

Rimasi interdetto per qualche lunghissimo istante come se un grosso punto interrogativo mi fosse appena comparso sulla testa

"Non so come tornare indietro" mi disse lei, preoccupata "devo essermi persa"

Effettivamente ora che ci riflettevo….neanche io avevo la minima idea di come riuscire a ritornare al castello. E all’alba mancavano non più di un paio d’ore

"Problemi tuoi!" le urlai

La giovane streghetta non sembrò lasciarsi prendere dallo sconforto

"Allora che facciamo?"

Facciamo? Noi? Era sicura di star bene quella ragazzina? Era stata appena aggredita da un Dissennatore e adesso fraternizzava con uno di loro come se niente fosse accaduto?

"NOI non facciamo proprio un bel niente. IO cercherò di sentire dove si accumulano le voci dei Dissennatori per capire dove possa trovarsi la scuola. Di solito non si allontanano troppo da una possibile fonte di sostentamento, specie se quella fonte è formata da tenere ragazzine come te"

Cercai di farle tornare un po’ della paura che sembrava aver perso. Tentativo inutile

"Posso venire con te?"

Era troppo

"Dio mio, cosa c’è che non va in te? Io sono cattivo, mettitelo bene in testa."

Non si scompose. Anzi…

"Lo sono anch’io a volte."

Sorrise.

E davanti a quel sorriso non potei fare altro che cedere. Mi sentivo stupido a comportarmi seriamente con lei, mi mancavano le forze

"E va bene, va bene. Cerca solo di non venirmi troppo vicino"

Annuì con un cenno del capo e fece qualche breve passettino in avanti

"Poi mi spiegherai cosa ci fa una ragazzina in una foresta come questa nel cuore della notte"

Un timido raggio lunare le illuminò il viso, svelandolo ai miei occhi che tanto riuscivano a trarre da quella debole luce

Era bella, non c’e che dire

Soprattutto gli occhi. Azzurri, vivaci e limpidi…

 

 

…..Azzurri?

 

 

…Che strano…

 

 

…Eppure avrei giurato che fossero neri…

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Capitolo 5
*** Major Arcana XIV- The Temperance ***


 

 

 

I sussurri della foresta mescolata al suono dei nostri passi sembravano volerci accompagnare, come fedeli compagni di viaggio. E compagna di viaggio per quella sera, era quella strana ragazzina dai capelli rossi che fino a pochi minuti tremava come un pulcino bagnato davanti alla presenza di un mio oscuro confratello.

L’avevo aiutata. L’ avevo salvata. E ancora non sapevo spiegarmi il perché.

Non era una cosa che normalmente avrei fatto, anzi… mi sarei goduto lo spettacolo.

Eppure era accaduto spontaneamente, come se quella fosse stata la cosa più naturale da fare.

Aveva dunque ragione il vecchio Silente? Potevo davvero discernere il bene dal male?

"Allora? Manca ancora molto?"

Io non credo…da quanto ricordo mi è sempre stato detto che quelli come Noi non possono provare alcun sentimento, positivo o negativo che sia. Andiamo avanti per istinto. Per fame. Per sopravvivenza.

Eppure…

Eppure ogni volta che mi nutrivo dei sentimenti di un prigioniero lì ad Azkaban sentivo come una strana sensazione all’altezza del petto.

Provavo. Non so cosa, ma provavo.

Quelli del Ministero mi hanno sempre spiegato che non era altro che una impressione momentanea, dovuta al contatto con l’anima di un prigioniero. Che non erano mie quelle emozioni, che ero solo il cristallo nel quale i malvagi si specchiavano e vedevano riflesse le loro deplorevoli azioni. Ero uno strumento. Un mangia anime. Nulla di meno e sicuramente nulla di più.

Eppure…

Eppure anche se quelle sensazioni erano soltanto un debole riflesso… ho imparato a farle mie, a non farle fuggire

"Brrrrrrr…fa davvero freddo stanotte.Oh, ma è perché ti stò troppo vicino vero?"

La prima sensazione che ho provato, tradotta con parole che voi possiate capire è classificabile con "Odio".

Nessuno vuole morire. Nessuno vuole abbandonare la propria anima. E quando una figura pallida e spettrale viene per strappartela via, non si può fare a meno che odiare. Odiare Noi che siamo i carcerieri, ma anche sé stessi…

Poi "Solitudine".

Perché anche la persona più malvagia su questa terra vuole qualcuno che gli stia accanto. La solitudine fa paura…Più della morte stessa

"Paura"

Anche questo sentimento sono riuscito a imprimerlo a fondo dentro di me. Paura della morte, della solitudine.

Paura di Noi.

Riesco a fiutarla.

Riesco a capirla.

Riesco a plasmarla e a infilarla come un ago sottile sotto la pelle delle mie vittime.E ogni volta che lo faccio una strana sensazione si impadronisce di me

"Piacere"

Sadico piacere nel provocare odio, solitudine e paura. La prima sensazione quasi piacevole che io abbia mai provato. Piacere nel fare del male, nell’uccidere.

 

Un piacere Nero.Un piacere Perverso.

Credevo fino a quella sera che questo fosse l’unico piacere concesso agli uomini…D’altronde avevo visto questo in tutti i prigionieri di Azkaban…

Eppure…

 

"Mi stai ascoltando almeno?"

Eppure quella sera, quando quella ragazzina mi aveva sussurrato con la voce ancora rotta dalla paura la parola "Grazie" anche lì ho provato piacere. Ma un piacere diverso…

Era un piacere Giusto. Era un piacere Bianco.

Nessuno mi aveva mai rivolto quella parola fino ad allora. Il massimo che una volta riuscì a strappare fu un "Buon Lavoro mezzo-dissennatore" sfuggito dalla bocca di un vecchio del Ministero forse un po’ troppo distratto dal non ricordarsi chi aveva difronte

Ma per quella ragazzina ringraziarmi sembrò essere stata cosa logica e naturale.

E in quel momento ho sentito come se quella bestiale fame di anime che non mi abbandona mai venisse in qualche modo a placarsi…

 

Mi è sempre stato detto che Noi Dissennatori troviamo la pace soltanto quando consumiamo un’anima, che quello fosse l’unico modo in cui ci era concesso vivere. Eppure io quella sera mi sono sentito…

"Insomma! Ti ho fatto una domanda!"

"La vuoi smettere stupida ragazzina! Mi deconcentri se continui a gracchiarmi nelle orecchie!"

La voce di quella ragazzina mi aveva come strattonato violentemente fuori dalla scia dei miei pensieri.È stato un po’ come svegliarsi di botto dopo che ci si era finalmente addormentati.

 

"Di la verità , non hai la minima idea di dove si trovi il castello! È già da un’ora che giriamo in tondo! Lo vedi quell’albero? Lo avremo passato una decina di volte!"

"I Dissennatori sono agitati questa notte.Non riesco a distinguere bene cosa dicono"

"Beh di loro di non agitarsi. Tu ci parli con loro no?"

Era forse un ordine quello?

"Non funziona così. Io posso sentire loro anche a grande distanza, ma loro non possono sentire me a meno che non gli sia vicino. È un po’ come per voi umani, che non potete sentirvi se siete troppo lontani"

"Noi umani? Perché, tu cosa saresti?"

Huh?

Che domanda era mai quella?

Rimasi sorpeso con un’espressione a metà tra lo stupore e l’incredulità. Quella ragazzina era davvero stupida

"Non lo immagini?" le domandai irritato

"No, se non me lo dici" rispose lei con tono altrettanto alterato

Non credevo che riconoscere quelli come Noi fosse una qualcosa di tanto difficile. Non aveva mai sfogliato un libro con qulahce illustrazione in quella stupida scuola?

 

"Sono un mezzo-dissennatore va bene? E adesso smettila con queste domande"

Ci fu una lunga pausa. Uno strano quanto innaturale silenzio.

Meglio per me infondo. Ero finalmente riuscito a farla stare zitta.

Poi prese a fissarmi, con occhi colmi di curiosità come una sorta di attrazione, di numero da circo.

Parlò di nuovo

"Mezzo-dissennatore? E che cos’è?"

"Oddio, ma riesci a star zitta almeno cinque minuti o devo lasciarti qui? Sai magari uno dei miei confratelli potrebbe ancora essere nei paraggi…"

Continuava a fissarmi con l’aria di una persona che ha ancora voglia di farti troppe domande senza curarsi della tua effettiva voglia di rispondere

E la cosa che maggiormente mi irritava è che proprio non riuscivo a spaventarla

"Confratelli? Intendi i Dissennatori?" domandò lei, con aria sempre più stupita

"Certo che intendo i Dissennatori perché, non si vede?" risposi seccato

"Beh veramente no… se non me lo avessi appena detto tu avrei giurato che tu fossi un essere umano tanto quanto me"

Un momento…io ero cosa???

"Come scusa?"

"Ho detto che non ti avrei mai preso per un mezzo-dissennatore o quel che è perché dall’aspetto sei uguale a qualsiasi altro ragazzo che io abbia mai visto, ad Hogwarts e fuori."rispose lei parlando un po’ più forte, come una persona che deve spiegare le cose due volte perché il proprio interlocutore è un po’ duro d’orecchi

"Oppure voi mezzi-dissennatori avete qualcosa per cui vi si possa riconoscere subito?

Chessò, la coda o le orecchie a punta... Tu non hai le orecchie a punta vero?"

Si stava forse prendendo gioco di me? Ma non ebbi il tempo per poterci pensare a fondo

"Guarda! Il castello!" esclamò all’improvviso, indicando una direzione col dito indice

In lontananza si poteva ammirare una maestosa e imponente struttura in pietra, che sovrastava con la sua mole possente l’intera foresta.

Finalmente quella assurda nottata stava per volgere al termine...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autore: Scusate se ci ho messo un po’ ad aggiornare, ma sono stato un tantino incasinato questi giorni. Spero il nuovo capitolo vi piaccia e spero anche di riuscire ad aggiornare con maggiore continuità. E come sempre, apporfitto per ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia fino adesso e a tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione positiva.Grazie a tutti ^_^

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Capitolo 6
*** Major Arcana XVI- The Tower ***


 

 

 

 

L’umido terriccio e la gelida brezza notturna erano stati sostituiti dalla dura pietra e dal tiepido tepore del castello. Non che io potessi sentirlo, il mio corpo non aveva la capacità di provare calore; tuttavia la mia insolita quanto inopportuna compagna di quella notte sembrava aver assunto un colorito roseo e vivace, come il colore dei suoi capelli. Capii che il gelo e la paura di pochi momenti prima l’avevano completamente abbandonata

"Shhh fa piano! Se Gazza scopre che sono andata in giro di notte verrò sicuramente espulsa!"

Non curandomi minimamente di quanto mi aveva appena detto, né di chi fosse questo "Gazza" continuai a camminare verso i sotterranei dove era stata allestita la mia camera.

"Non di qua!!" mi urlò improvvisamente contro la ragazza dai capelli rossi

"Che cosa vuoi ancora?" le domandai seccato

"Il mio dormitorio è dall’altra parte!" sibilò per far sì che la sua voce non rimbombasse a pieno nel corridoio vuoto

"E con questo?" replicai

Rimase per qualche attimo interdetta, come se la mia risposta l’avesse lasciata perplessa

"Come sarebbe a dire –È con questo- ??"

Stavolta fui io a rimanere interdetto.La fissai con espressione confusa e dubbiosa aspettando che si spiegasse

"Devi riaccompagnarmi!!! Non vedo niente con questo buio!!"

Buio? Non credevo affatto che quella tenue luce crepuscolare potesse essere definita come "buio".Ma forse erano soltanto i miei occhi ad essere troppo abituati all'oscurità...dopotutto ero io il mostro, non lei.

"Fino ad ora sembravi vederci piuttosto bene…"

"È perché seguivo te!!"

"E cosa ti ha fatto pensare che ti avrei riaccompagnata al tuo dormitorio??" domandai

Un interminabile silenzio si stese come ponte tra la fine delle mie parole e l’inizio delle sue

"Beh…non lo so…è solo che…"provò ad aggiungere lei, come se dovesse giustificarsi di una colpa che non aveva commesso

Senza darle peso avanzai dalla parte opposta alla sua e ad ogni mio passo potevo sentire la sua voce farsi più flebile a poco a poco, mentre i contorni del suo corpo si facevano via via sempre meno nitidi e definiti. Era stata salvata da un Dissennatore; direi che per quella sera di fortuna ne aveva avuta fin troppa

"Ehi aspetta!! Non puoi lasciarmi qui!" gridò lei

"Ah davvero? E perchè?" domandai forzando la voce in un tono ironico e canzonatorio

"Perchè non vedo niente!!" replicò lei

"Beh io ci vedo benissimo"

"Ma tu sei speciale!" disse lei, e rimasi per un attimo colpito dalla scelta di quella parola. Non seppi bene se interpretarla come un'offesa...ma per lo meno non aveva detto "mostruoso". ; era abbastanza anche così

"Arrangiati allora" continuai io dopo quella breve pausa

"Come arrangiati? Non posso mica dormire per terra!" disse lamentandosi e gesticolando furiosamente coi pugni

"Allora puoi dormire in piedi per quel che mi riguarda; ho già perso fin troppo tempo" dissi infine e ripresi a camminare

"No, aspetta!! Non puoi fare sul serio!" continuò a gridare

La sua voce aveva assunto un che di supplichevole il che non faceva altro che rafforzare il senso di nervosismo che provavo stando vicino a lei. Era irritante, è questa la verità

"Ti prego non puoi davvero lasciarmi qui!!!"

Più mi pregava, più provavo uno strano senso di soddisfazione nel vederla fragile e indifesa in mezzo al buio…e il fatto che io potessi vederla,ma che lei non potesse vedere me mi dava un certa sensazione di potere.

"Mi troveranno fuori dal dormitorio!! Mi espelleranno capisci?? Torna indietro!"

I miei passi si fecero più fermi e decisi

"Torna indietro…"

Ancora un passo…un altro ancora…oramai la sua sagoma era stata inghiottita dal buio mentre le sue parole si dissolvevano come una nuvola di fumo che...

"Per favore…."

Mi fermai di colpo come se qualcosa mi avesse appena trafitto all’altezza del petto,come se una spada mi avesse appena trapassato da parte a parte.

"Per favore…" ripetè lei

Sentii un vortice dipanarsi all’altezza dello stomaco…i miei sensi, di solito acuti e affillati si erano improvvisamente intorpiditi…mi voltai verso di lei ancora persa nel buio…e non so ancora come, fu in grado di trovare i miei occhi anche in quella fitta oscurità.

"Per favore, torna indietro" ripetè un’altra volta

E quelle parole mi sembrarono violente e taglienti come il peggiore degli insulti.

Non me lo stava ordinando. Non me lo stava imponendo.

Lei me lo stava chiedendo…e lo stava chiedendo per favore.

Una serie di immagini attraversarono veloci la mia mente che sembrava essersi frantumata come uno specchio rotto di cui ogni frammento rifletteva un doloroso evento del mio passato

Ricordai la prima volta che varcai le porte di Azkaban,mentre un ometto basso e calvo mi spiegava ridacchiando che quella era e sarebbe stata la mia nuova "casa"

Ricordai la prima volta che vidi un Dissennatore e le notti che da quel giorno in poi divennero insonni e tuttavia colme di spaventosi e terrificanti incubi

Ricordai di quando una schifosa donna dalla faccia da rospo con la bacchetta puntata mi gridava

"A terra, sudicio ibrido!!! Crucio!!!" mentre una forza invisibile mi teneva incollato al suolo facendomi contorcere dal dolore

Ricordai la prima volta che strappai l’anima a un uomo…

E ripensai a tutte le volte che vecchi, luridi e grassi maiali vestiti di vesti porpora e dorate, con le loro arie saccenti, con le loro facce avide e ingorde, mi avevano trattato alla stregua di un cane ammaestrato al quale viene chiesto di fare stupidi giochetti con la palla e di riportare indietro il bastoncino

Mi sentii umiliato…perché per la prima volta qualcuno aveva usato con me le parole "Grazie" e "Per favore"…e perché con quelle parole mi aveva messo davanti ad una realtà orribile e terrificante.

Per la prima volta avevo piena coscienza della mia condizione, di come fossi stato trattato per tutti quegli anni ad Azkaban

Corsi via, rapido e veloce come un serpente che striscia tra le ombre guidato non dalla vista, ma da tutti gli altri sensi. Raggiunsi una lunga scala a chiocciola che si diramavama come una grossa corda arrotolata su se stessa; scesi velocemente i gradini, a volte saltandone uno, a volte due.Spalancai la grossa porta alla fine del percorso e mi ritrovai nella camera allestita per me da Silente. Mi gettai a terra, cadendo carponi sul tappeto dalla stoffa rossa e rimasi a fissarlo mentre andando a ritmo col mio respiro lo vedevo avvicinarsi e allontanarsi. I miei oscuri confratelli cantavano una triste nenia, come se fossero stati consapevoli del mio dolore e della mia indignazione…avrei voluto piangere, come tante volte avevo visto fare ai miei prigionieri prima che gli venisse strappata via l’anima dal petto…ma non uscì neppure una singola lacrima. A quelli come noi non è concesso piangere…

…………….

 

………….…

 

…………….

Aveva detto "Per favore" e "Grazie"….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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