the family

di RICA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


 

 

PROLOGO

 

 

Erano le due di notte e a Privet Drive ormai tutte le brave famiglie che abitavano li stavano beatamente dormendo già da diverse ore nonostante fosse ormai metà luglio. Tutto era tranquillo e silenzioso, i giardini ben ordinati, le auto nei vialetti pulite, e le finestre rigorosamente chiuse sfidando il caldo per timore di eventuali ladri.

Già, il caldo.

A detta di molti da quelle parti erano anni che non faceva così caldo, da toglierti il respiro. Ti legava i movimenti, ti toglieva qualsiasi minima voglia di fare qualcosa. L’unica cosa possibile era mettere la testa nel congelatore e volare con la mente ai tropici o a qualsiasi località di mare dove era possibile farsi un bel bagno fresco, possibilmente di un paio d’ore.

All’improvviso il silenzio fu spezzato da un potente ruggito di una moto che si avvicinava con calma e che si fermò davanti il numero 4 di Privet Drive.

Il motore rimase acceso ancora per qualche secondo per farsi ammirare dal suo proprietario che se lo godette con calma in silenzio.

Gli era sempre piaciuto quel suono, era il rumore della libertà.

Libertà di scappare da quel posto anche per sole poche ore, libertà di andare ovunque, libertà di essere libero forse per la prima volta nella sua vita.

Poi spense il motore e, invece di dirigersi verso la porta principale, andò nel retro della casa dove prese ad arrampicarsi sul muro, aiutandosi con il tubo della grondaia e con una pianta rampicante che copriva quasi tutta la parete fino alla finestra.

Quella finestra probabilmente era l’unica che restasse aperta sempre, mattina, pomeriggio e sera, a qualunque ora incurante dei possibili ladri.

Aiutandosi con una poderosa spinta finalmente giunse sul davanzale che scavalcò silenziosamente.

All’interno della stanza era tutto buio, ma ci vedeva benissimo grazie alla luce proveniente dal lampione posto proprio di fronte la casa.

Si avvicinò a uno specchio appeso al muro e osservò attentamente il taglio che aveva proprio sopra l’occhio.

L’immagine riflessa era di un ragazzo diciassettenne con una folta zazzera di capelli scuri in disordine, con un ciuffo che scendeva a nascondere una cicatrice a forma di saetta sulla fronte, occhi verde smeraldo, una bocca dalle labbra piene e carnose, e infine un fisico davvero niente male. Era leggermente muscoloso, giusto quel po’ che bastava, con il corpo fasciato da una maglietta a maniche corte bianca leggermente aderente e un paio di jeans neri a vita bassa.

Lo specchio fischiò il suo apprezzamento in modo esplicito ma si trattenne dal fare commenti. Lo sapeva che il ragazzo di fronte a lui voleva essere lasciato in pace e poi quell’occhiata che gli aveva lanciato era decisamente assassina.

Il ragazzo andò ad accendere la luce e improvvisamente quello che al moretto era sembrato un piccolo taglietto si scoprì essere una ferita abbastanza profonda, almeno da tutto quel sangue che era uscito.

Lanciando imprecazioni contro quel cretino che gli aveva tirato un pugno fuori l’ingresso del pub si diresse in bagno dove medicò la ferita e riunì i lembi di carne con dei piccoli cerotti bianchi.

Quando rientrò in camera lanciò uno sguardo veloce all’orologio. Eh si, era davvero presto!!! Solo le due!!! Ma la voglia di fare qualche giro gli era passata dopo la scazzottata anche se, doveva ammettere, prima si era divertito a bere con un ragazzo di cui non ricordava precisamente il nome che aveva incontrato al pub.

Stava giusto iniziando a spogliarsi quando un gufo planò nella stanza andando a posarsi sullo schienale di una sedia.

- ma chi è a quest’ora di notte???- borbottò il ragazzo andando a sciogliere la lettera che il gufo portava legata alla zampa.

Sulla busta c’era scritto:

 

Per Harry Potter,

 Privet Drive, Londra,

secondo piano, camera da letto

 

 

l’aprì curioso di sapere che gli scriveva così tardi. Da come era scritto l’indirizzo sicuramente non erano Ron o gli altri suoi amici.

 

 

Egregio Signor Potter,

sono spiacente di informarla della morte di suo nonno, il Signor Harold Potter.

Come suo volere è pregato di essere presente alla lettura del testamento che si terrà domani pomeriggio alle ore 16:00 presso i nostri uffici.

Una macchina la verrà a prendere poco prima.

 

Cordiali saluti

 

Peter Parker

 

 

- ma che diavolo significa?- esclamò ad alta voce- non sapevo neanche di avercelo un nonno!!-

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti.

Eccomi qui con un'altra fic. Questo è solo il prologo ma prometto che presto avrete anche un altro capitolo.

So che devo ancora finire l’altra fic L’eredità, ma mi è venuta l’ispirazione vedendo un film l’altro pomeriggio e passo le ore a pensare e pensare cosa scrivere!!! Non ho saputo resistere.

Comunque prometto che entro un paio di giorni avrete anche l’aggiornamento di l’eredità.

Fatemi sapere che cosa ne pensate !!!

Dimenticavo!! Non sono sicura che la via si scriva così ma non ho a portata di mano il libro per correggermi.

Baci baci

RicA

 

 

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


 

CAPITOLO 1

 

Quella mattina Harry fu svegliato da assordanti colpii alla porta. Stancamente realizzò che non era altri che suo cugino Dudley che faceva casino per fargli dispetto.

-hei, scherzo della natura! – lo chiamò urlando- mamma non c’è e ha detto che devi prepararmi la colazione!-

-ho sonno! Preparatela tu- mugugnò Harry nel sonno.

- scendi sotto immediatamente! Ho fame!- urlò.

Harry guardando l’orologio che segnava solo le nove di mattina e comprendendo che così non si concludeva nulla, di malavoglia si alzò dal letto e andò ad aprire la porta con molta poca grazia.

- stammi bene a sentire- esordì con la sua voce più calma che riuscì a sfoggiare al momento- sono stanco, non ho dormito tutta la notte per il caldo e ho un incredibile voglia di prendere a pugni qualcuno. Se non vuoi farmi da pungball personale ti consiglio di alzare quel tuo culone penzolante e sloggiare alla velocità della luce- lo minacciò.

Dudley lo guardò un attimo pietrificato, spaventato soprattutto dal taglio sull’occhio che donava al ragazzo un aria ancora più minacciosa, e vigliaccamente scappò giù per le scale.

Una volta arrivato in salvo in cucina urlò –stai sicuro che questa me la paghi!-

Però la minaccia non arrivò mai al destinatario perché Harry, non appena il cugino aveva girato la schiena, si era fiondato sul letto riaddormentandosi all’istante.

Si svegliò solo verso le due, quando il suo stomaco stava iniziando  a fare i capricci reclamando sostentamento.

Sbadigliando decise di scendere in cucina per prepararsi qualche cosa sicuro che gli zii e il cugino avevano già mangiato senza lasciargli nulla. Come volevasi dimostrare quando scese trovò la zia che stava lavando i piatti e lo zio che guardava il telegiornale comodamente spaparanzato sul divano. Appena vide il ragazzo Vernon iniziò la solita predica.

- ragazzo qui non siamo mica in un albergo! Non puoi alzarti quando ti pare e piace e poi scomparire per tutta la giornata! Ci sono dei lavori da fare! Devi falciare il prato e lavare la macchina prima di cena. Mi sono spiegato?-

- non credo zio- rispose mellifluo Harry aprendo il frigorifero

-come non credi! Chi pensi di essere? Prima di andare a bighellonare con quei tuoi strani amici teppisti devi finire i lavori o ti chiudo in camera per una settimana!-

- ma non sparare cretinate!- urlò sbattendo una bottiglia di succo sul tavolo esasperato – alle quattro mi vengono a prendere perché a quanto pare è morto mio nonno e devo essere presente all’apertura del testamento!-

- che nonno? Che testamento?- chiese a quel punto Petunia

- mi nonno: il padre di mio padre! Sai è così che si chiama.-

- lo so piccolo ingrato. Volevo sapere del testamento-

- non so niente e anche dopo che avrò scoperto qualcosa dubito fortemente che lo verrò a dire a voi-

- come osi rivolgerti così a tua zia!- esplose Vernon rosso di rabbia- fila subito in camera tua e non farti più vedere per un bel po’ o giuro che non rispondo più di me!-

- sai che paura- disse Harry serafico prendendo qualcosa da mangiare dal frigo e dirigendosi in camera.

Restò li un oretta, allungato sul letto a fissare il soffitto.

A quanto pareva fino a qualche giorno prima aveva avuto un nonno e nessuno si era ricordato di dirgli niente. Sicuramente Silente lo sapeva e lo aveva tenuto all’oscuro di tutto come al solito.

Che rabbia che gli faceva!

Pensare che aveva una famiglia da qualche parte nel mondo magico e scoprirlo solo quando era troppo tardi. Quanto gli sarebbe piaciuto avere un nonno a cui raccontare i problemi, le vittorie, le sconfitte, i dolori e le gioie o anche limitarsi a sentire le sue storie.

Da piccolo quando andava al parco e vedeva i bambini accompagnati dai nonni gli veniva un magone dentro e si nascondeva dietro qualche cespuglio a piangere silenziosamente.

Lui, l’unico bimbo senza famiglia.

Voltò lo sguardo verso la radiosveglia e vide che erano già le tre e mezza.

Doveva muoversi o avrebbe fatto tardi.

Aprì l’armadio e tirò un paio di jeans chiari e una maglietta nera, si infilò un paio di All Stars anch’esse nere e si passò una mano tra i capelli consapevole che tanto, meglio di così, non potevano stare. Prima di scendere agguantò dei piccoli bracciali di cuoio e si fiondò giù per le scale.

Appena posò piede sull’ultimo gradino si sentì il campanello suonare.

- è per me- urlò agli zii in soggiorno- torno sta sera…credo!- ed andò ad aprire la porta.

Di fronte a lui c’era un uomo sulla quarantina che indossava una divisa da autista.

-il signor Potter?- chiese educatamente

- si, sono io-

- prego mi segua. Mi hanno mandato a prenderla-

Ad attenderlo sul marciapiede c’era una lunga e scintillante limousine nera. Harry la guardò dubbioso notando anche i numerosi vicini e gli zii che da dietro le finestre lo osservavano dubbiosi. Mica tutti i giorni sui vedevano limousine parcheggiate in Privet Drive!

L’autista si affrettò ad aprirgli la portiera e dopo averlo fatto salire mise in moto la macchina e partì silenziosamente, così come era venuto.

Harry si chiedeva dove stessero andando. Guardando fuori dal finestrino oscurato si rese conto che erano diretti verso la periferia di Londra in una zona dove era andato solo un paio di volete mentre faceva dei giri in moto. Quel posto non aveva una grande fama ed era pieno di piccoli locali che si diceva fossero gestiti dalla malavita organizzata. A quanto pare però non erano diretti lì, infatti l’auto si addentrò nella città fino a fermarsi di fronte a  una palazzina a tre piani in stile elisabettiano.

L’autista venne ad aprire la porta e Harry si soffermò un attimo ad osservare l’ambiente circostante.

Era un sobborgo londinese abitato dall’alta borghesia, con tutti i vialetti ordinati, le auto costose, i giardini puliti e colorati. Il suo sguardo si soffermò sul cancello della palazzina dove però non c’erano targhe di studi notarili o legali.

Ma siamo sicuri che è proprio questo il posto?

Il dubbio gli fu tolto da un signore di mezz’età che apparve alla porta. Appena lo vide un sorriso gli comparì sul volto e disse:

-signor Potter siamo onorati di averla qui. Prego entri, si accomodi- continuò facendogli strada all’interno.

Harry varcò dubbioso la porta e si ritrovò in un caldo ambiente rivestito di mogano che trasmetteva tutto quello che l’esterno mostrava: soldi, ricchezza e potere.

L’uomo lo guidò verso una stanza alla sua destra dove c’era un ampia scrivania di legno, delle sedie con lo schienale alto e le pareti tappezzate di libri dall’aria antica.

Seduto dietro la scrivania c’era un uomo di circa cinquant’anni che stava conversando con qualcuno seduto di fronte a lui che però non era riconoscibile perché nascosto dietro l’alto schienale della sedia. Appena notò la sua presenza l’uomo con un sorriso a 876592 denti lo invitò ad entrare.

- oh signor Potter, che piacere vederla. La stavamo giusto aspettando prima dell’apertura del testamento.-

harry sempre più stranito dalla felicità che provavano quelle persone a vederlo, felicità sicuramente non legata al fatto che era il-bambino-sopravvissuto e meglio il-ragazzo-che-uccise-colui-che-non-deve-essere-nominato, di questo ne era sicuro, avanzò silenziosamente.

-io sono Peter Parker. Immagino che voi già vi conosciate- fece riferendosi alla persona con cui stava parlando.

-salve Potter, che piacere rivederti!- disse una voce stranamente familiare quando l’uomo si alzò mostrando il suo volto.

Harry rimase un attimo paralizzato.

Non credeva ai suoi occhi.

Che ci faceva lui lì? E soprattutto perché?

 

 

 

 

 

Volevo ringraziare per aver lasciato una recensione:

allogod_cla, resha91 e holly

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


 

CAPITOLO 2

 

 

 

-salve Potter, che piacere rivederti!-

-Malfoy?-

- vedo che ti ricordi ancora il mio nome- disse squadrandolo dalla testa ai piedi.

- che diavolo ci fa qui?-

- credo quello che ci fai anche tu-

- come?-

- oddio Potter non ne ho idea! Mi è arrivato un gufo che diceva che sarei dovuto prsentarmi qui a una data ora e che ero uno dei destinatari del testamento di un certo Harold Potter, e solo ora il signor Parker mi ha dato la lieta notizia che è tuo nonno.!-

- senti Malfoy non offendere e che centri tu con mio nonno?-

- non l’ho mai sentito nominare-

-e allora…-

-calma signori, calma- intervenne a quel punto il signor Parker vedendoli litigare- se avete due minuti di tempo vi spiegherò tutto-

-ok- disse Harry sedendosi anche lui senza però staccare gli occhi da Malfoy, quasi non si fidasse di lui.

- bene. Il signor Harold Potter è stato uno dei nostri clienti più importanti, da molti anni, della sua triste morte. Nel testamento c’è scritto perché non ha manifestato mai la prima sua esistenza signor Potter e perché è necessaria anche la sua esistenza signor Malfoy- poi prese da un cassetto una voluminosa busta sigillata con della cera impressa con un stemma. Spezzò il sigillo e ne estrasse diversi fogli di pregiata pergamena.

- per prima cosa il signor Potter avrebbe voluto che vi leggessi una lettera che ha lasciato per voi- disse.

 

Miei cari Harry e Draco,

con tutta probabilità non avete mai sentito parlare di me. Mi chiamo Harold Potter e anche se non mi conoscete io so molte cose di voi. Vi ho visto nascere, crescere e trasformarvi in quei bellissimi ragazzi che siete adesso. So delle vostre vittorie, sconfitte, gioie e sofferenze   e posso dire di aver esultato e pianto con voi.

Vi chiederete come mai io sappia così tante cose su di voi. Tra poco lo saprete.

Harry, nipote mio, non puoi neanche immaginare la sofferenza che ho provato in questi anni nel guardarti sempre da lontano e non poterti mai stringere in un abbraccio.

Ti immagino lì, seduto su una di quelle sedie poste di fronte la scrivania di Peter, vestito con i tuoi jeans consumati e la tua maglietta, con i pircing, i tatuaggi e quel tuo coltello a serramanico che non lasci mai, custodito gelosamente in tasca.

Quante volte ti ho visto da piccolo in compagnia di quel cretino del tuo cugino gabbano e stavo li, impotente, mentre subivi le sue angherie e quelle dei suoi genitori. Oh sapessi che fatica che ho fatto nel trattenermi dallo scagliare qualche maledizione su di loro!

Come volevo cambiare le cose, prenderti con me e crescerti con amore in una vera famiglia. Ma purtroppo c’era sempre quel vecchiaccio di Silente che interveniva a mettere bocca su tutto e io ero costretto a ritirarmi.

Ho provato una pena immensa quando quel caro ragazzo di Sirius è morto. Gli volevo molto bene, era quasi un figlio per me e vederti soffrire in quel modo è stato ancosa più difficile da sopportare.

Fortunatamente ho visto che quest’anno, da quando sei tornato da Hogwarts, hai deciso di cambiare la tua vita. Sicuramente mi avrai visto qualche sera, fermo a un incrocio, mentre rientravi tardi a casa dalle tue scorribande notturne, per poi arrampicarti sul retro ed entrare silenziosamente dalla finestra.

Anche se tu non lo sapevi io ero presente in tutti i momenti della tua vita.

Posso affermare che sono orgoglioso del ragazzo che sei diventato e approvo tutte le scelte che ti hanno portato ad essere come sei.

Sicuramente ti chiederai perché non sapevi della mia esistenza. Poco prima che tu nascessi tuo padre decise di abbandonare gli affari di famiglia per la tua sicurezza e per quella di tua madre. Temeva vi potesse succedere qualcosa. Bè, qualcosa è successo come sai, solo che James non aveva previsto che la minaccia potesse venire da qualche altra parte. Per lasciare definitivamente gli affari si allontanò da me e da tutta la famiglia dicendomi che mi avrebbe permesso di vederti solo qualche volta e solo a patto che non ti svelassi mai di essere tuo nonno. Non fui arrabbiato dal suo gesto. Infondo lo capivo, lo faceva per la vostra sopravvivenza, ma nel profondo, in una piccola parte all’interno di me, provai tristezza perché non si fidava della protezione che potevo offrirgli e mi privava della tua compagnia. Come eri carino da piccolo, tutto intento a far disperare i tuoi genitori  e quando ti rifugiavi tra le mie braccia sentivo il cuore scoppiarmi di felicità, gioia e amore. Quando furono uccisi dal Lord Oscuro non feci in tempo ad arrivare che già Silente ti aveva preso e affidato a quegli inetti dei Dursley, convinto che saresti stato al sicuro con loro. Non puoi neanche immaginare quanto litigammo, il vecchiaccio e io, quel giorno per la tua custodia. Io ti volevo con me, non con quei babbani che disprezzavano ogni forma di magia e che erano all’oscuro di quale tesoro fossi.

Così presi ad osservarti di nascosto, giorno dopo giorno. Con il tempo maturai  la decisione di lasciare tutti gli affari di famiglia a te a al giovane Draco Malfoy. Vi ho osservato e posso dirvi che sarete perfetti per questo compito. Basta che collaboriate e sarete una squadra fantastica. Entrambi vorrete sapere perché proprio voi due e soprattutto cosa centra Draco con me.

Ti ricordi ancosa di tua nonna Samanta Draco? Morì quando tu avevi solo pochi anni, ma spero che ricorderai almeno il suo bel volto sempre incorniciato da un sorriso. Sicuramente tu non sai quale era il cognome da signorina di Samanta prima di diventare Malfoy. Anche se andrai a scavare tra gli alberi genealogici della tua famiglia non troverai scritto il suo cognome. Oh, era un disonore! Una vergogna che il rampollo di casa Malfoy si fosse innamorato di una Potter! Una ragazza sicuramente ricca ma non all’altezza di un Malfoy.

Esatto! Samanta Potter era tua nonna, mia sorella. Lei e tuo nonno si sposarono di nascosto, contro il volere della tua famiglia, solo perché si amavano profondamente e non volevano essere separati. A tuo nonno stranamente non importava che Samanta non era una purosangue al cento percento, che veniva da una famiglia di origini italiane che si era trasferita anni prima in Inghilterra. Inoltre Samanta non era neanche una figlia legittima, ma nostro padre la amò come se fosse figlia sua e la fece crescere con la sua famiglia.

Quindi Draco puoi considerarmi uno zio alla lontana.

Entrambi siete i miei ultimi e soli discendenti e voglio che tutte le mie attività passino a voi. Non desidero una guerra tra famiglie rivali che si contendono il mio posto. Voglio che a capo della nostra famiglia ci sia qualcuno d cui mi fido, che so che non tradirà i miei ideali, persone a cui voglio immensamente bene. Infine persone nelle cui vene scorre il mio stesso sangue e non estranei attratti solo da sete di potere e ricchezza. 

Lo so che non andate molto d’accordo, ormai le vostre risse a Hogwarts sono entrate nella leggenda, ma ho avuto modo di conoscervi entrambi e sono sicuro che vi intenderete e insieme farete faville.

Provate a lasciarvi dietro le spalle i vostri nomi, le vostre case, la vostra rivalità. Siate per un momento solo Draco ed Harry. Non vi viene voglia di conoscere la nuova persona che avete difronte? Io spero di si e mi auguro che insieme impariate a conoscervi e capirvi, a scoprire quali fantastiche persone siete in realtà.

Ricordatevi: solo Harry e Draco.

Non dovrebbe essere difficile.

Ah Harry, quasi dimenticavo! Complimenti per aver sconfitto il Lord Oscuro. Ero sicuro che c’è l’avresti fatta, e non dimenticarti una cosa importante: Draco non è un Mangiamorte.

Si, proprio lui, il figlio di Lucius Malfoy, che ha deciso liberamente di non prendere il marchio a suo rischio e pericolo. Per questo ti ammiro molto Draco. Sei stato capace di opporti al volere di tuo padre e, conoscendolo, devi essere stato molto coraggioso e determinato.

Ti ho osservato mentre crescervi, e scoprivi con tristezza cosa significa basare la propria esistenza su un nome, Malfoy, e vivere per non infangarlo mai. Sono stato molto felice quando hai avuto la forza di ribellarti e far balere le tue decisioni, di mostrare il vero Draco.

Sappi che sono molto dispiaciuto per quelle cicatrici, sono il simbolo della sofferenza, e sono addolorato nel sapere che ogni volta che le guarderai non potrai far altro che pensare a tuo padre e ai brutti momenti passati con lui.

So che tra qualche settimana i Dursley, i detestabili zii di Harry come avrai capito, ci faranno l’onore di partire in vacanza per due settimane circa. Perché non vai a stare da Harry quando non ci saranno? Sarà un occasione per conoscervi meglio e perché no, divertirvi. Fatti accompagnare da Harry al suo locale preferito, sono sicuro che ti piacerà molto e rimarrai piacevolmente sorpreso.

Harry, fallo mi raccomando! Non vorrai perderti lo stupore sul viso di Draco!

Andate oltre le apparenze, guardate dentro di voi e potreste rimanere stupiti di voi stessi.

Per quanto riguarda nel dettaglio tutta la mia eredità ve ne parlerà Peter. Sappiate solo che siete entrambi destinatari dei miei averi e non voglio assolutamente che litighiate tra di voi. Per ogni dubbio o emergenza futura potete sempre rivolgervi a Peter. È sempre stato affidabile, leale, discreto e sicuro e conosce alla perfezione tutte le mie attività.

Ricordatevi che vi voglio bene, qualsiasi cosa farete.

                                                               Con affetto Harold Potter

 

 

 

 

 

 

Allora gente che ve ne pare? Sono aperte le scommesse su che cosa consiste l’eredità.

Secondo voi?

Ho visto che un sacco di gente ha lasciato un commento!!! Sono felicissima!!!! 

Alla prossima!!!

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


 

 

CAPITOLO 3

 

 

 

 

Silenzio.

Per alcuni istanti non ci fu che un assordante silenzio.

Harry e Draco si guardavano in volto con gli occhi spalancati per lo stupore.

Solo stupore si leggeva sui loro volti.

-stiamo scherzando vero?- esplose a quel punto Harry

- no signor Potter. Posso assicurarle che tutto quello che è scritto in questa lettera è assolutamente vero- lo rassicurò l’uomo seduto dietro la scrivania.

- non può essere! Non è possibile che siamo parenti!- fece Malfoy

-oh, non siete solo parenti, siete anche soci in affari e soprattutto gli unici destinatari dell’enorme fortuna e potere del signor Potter. Potere che però ha anche dei doveri. Questo non dimenticatelo mai-

-ma di cosa diavolo sta parlando! Io non ho mai sentito parlare di questo Harold Potter e quindi non deve essere stata una persona di grande importanza o lo conoscerei!- disse Malfoy

- non ha mai sentito parlare di lui forse perché non voleva farle conoscere il suo nome-

- e in cosa diamine consiste questa eredità?- intervenne HArry

- oh, in varie cose. Oltre alle proprietà private della famiglia Potter , che comprendono vari terreni e castelli, che avete ereditato a prescindere dalle vostre decisioni future, principalmente ci sono due tipi di attività che si dividono in legali e illegali.- al quelle parole i due giovani alzarono le sopracciglia stupiti- tra quelle legali ci sono alcuni bar, pub, discoteche, negozi di vario genere sparsi nella Londra magica e perfino una boutique nella zona babbana di Londra. Tra le illegali ci sono un paio di fabbriche con operai clandestini, racket della prostituzione, gioco d’azzardo, alcol, contrabbando di liquori e animali magici, riciclaggio di denaro sporco ed estorsione- spiegò coinciso il signor Parker.

-COSA? Vorresti forse dirmi che mio nonno era un boss della malavita?- chiese Harry stupito dopo alcuni secondi di silenzio.

-esattamente! Il signor Potter era il capo della più potente famigli mafiosa inglese. Aveva le mani in pasta ovunque ma questo lo portava ad avere numerosi nemici. Nonostante la protezione di giudici e membri del Ministero corrotti però, qualcuno è riuscito ad infiltrarsi nella famiglia e farlo fuori-

-quindi il vecchio è stato ammazzato?- chiese Malfoy seduto compostamente

- esatto. Il sicario era uno dei membri di un'altra famiglia rivale che mirava all’acquisizione di tutte le sue attività una volta che fosse morto credendo che fosse senza eredi.-

- e ora noi cosa dovremmo fare?- chiese a quel punto Harry che dopotutto iniziava a capire la situazione- vendicare la sua morte e prendere il suo posto?-

- è quello che il signor Potter avrebbe voluto da voi-

-Malfoy tu che ne pensi?- continuò Harry rivolto al ragazzo

- dobbiamo discuterne in privato. Non è una decisione da prendere su due piedi- disse lanciando un occhiata a Parcker.

- ma certo signori. Perché non parlate per il resto della giornata e tornate domani per farmi sapere cosa avete deciso? Allora discuteremo tutti i dettagli-

i due allora si alzarono per congedarsi. Una volta giunti alla porta però Harry si voltò e chiese serio in volto:

- nell’eventualità che noi decidessimo di non fare niente, cosa succederebbe?-

- bè, credo che la nostra famiglia sarebbe in seria difficoltà e cadrebbe facilmente preda delle famiglie rivali. Non sarebbe niente di buono per noi e ci sarà un bagno di sangue- spiegò l’uomo altrettanto serio

- grazie per la sincerità- disse il moro uscendo.

Una volta che si ritrovarono fuori lo studio notarile i due ragazzi si guardarono in faccia.

- bè Potter chi lo avrebbe mai detto!- fece Malfoy- alla fine in un modo o nell’altro ci ritroviamo insieme-

- già. Senti perché non andiamo a discutere in un bar davanti un bel bicchiere di birra?-

-bar? Birra?- disse stupito il biondino- ma sei matto? È roba babbana!- disse come se quello spiegasse tutto

- oh Malfoy vedrai che non ti succederà niente. Ti porto in un posto che conosco-

- non mi fido Potter-

- Dio!  Non fare tante storie! Vuoi che rimaniamo a parlare qui in mezzo alla strada?-

 

 

 

La limousine li accompagnò fino a un piccolo bar poco distante da casa di Harry. I due scesero ed entrarono.

-oh ciao Harry!-fece il barista appena lo vide entrare seguito da uno scettico Malfoy

-ciao Simon-

- come mai qui a quest’ora? Non mi pare di averti mai visto di giorno da queste parti-

- sono con un amico. Noi ci andiamo a sedere laggiù-disse indicando il fondo del locale dove c’era un tavolo appartato- perché non ci porti due birre?-

-ok-

I due ragazzi si sedettero uno di fronte l’altro

- lo sai che questa è la prima volta che parliamo senza insulti e minacce?- fece HArry

- tsk. Lo sai che ci troviamo in un bel casino?-

- e perché mai?-

- come perché? Se accettiamo ci ritroveremo coinvolti con la peggior feccia del mondo magico e vivremo sempre con il fiato sul collo del Ministero con la paura che ci scopra. Sai che per questo ci spedirebbero ad Azkaban-

-non dirmi che hai paura di questo Malfoy?- fece Harry strafottente

- non è di questo che ho paura. Sai non credo proprio che a mio padre farà molto piacere sapere che sono diventato socio in affari con il grande Harry Potter e che a quanto pare sono stato “adottato” dalla famiglia Potter. No, non sarà affatto contento.- disse stringendo nervosamente le mani sul bordo del tavolo fino a che le nocche non diventarono bianche.

Harry a quelle parole si ricordò quello che il nono aveva scritto a proposito del comportamento di Lucius Malfoy nei confronti del figlio.

-vuoi dire che ti farà del male?- chiese leggermente curioso

- del male Potter! Scherzi? Per una notizia del genere come minimo mi sono prenotato un biglietto per una sessione completa di tortura nella stanza dei giochi di mio padre.-fece con amara ironia

-dio Mafoy, non puoi permettere che ti faccia una cosa simile!-

- Non dire cretinate! Non posso farci niente. È mio padre, lo conosci come è fatto-

-allora non tornare a casa, scappa!-

- e dimmi, dove andrei? Nessun posto è al sicuro da lui. Nessuno mi darebbe una mano per paura sua-

-allora vieni da me!-propose il moro

Proprio in quel momento arrivò Simon con le birre.

Il suo arrivo fu provvidenziale in quanto permise ai due ragazzi di riflettere su quanto si erano detti fino ad allora.

Harry non si capacitava di quello che aveva detto. Veramente era uscito quell’invito dalle sue labbra?

No, sicuramente stava vaneggiando quando aveva aperto bocca. Tutta colpa di Malfoy, e precisamente della sua espressione mentre parlava di suo padre. Gli aveva fatto quasi tenerezza con quell’aria sconsolata e leggermente intimorita con lo sguardo di chi sa di non potersi sottrarre al proprio destino.

Alt.

Cosa aveva detto? Tenerezza?

No, non si trattava di tenerezza, sicuramente. Doveva essere pietà, certo. Non avrebbe mai potuto provare tenerezza per Malfoy. Vero?

E poi quelle ultime parole della lettera lo avevano colpito. Perché mai suo nonno gli aveva proposto di invitare Malfoy a casa sua quando gli zii sarebbero partiti per quella vacanza di cui neanche era al corrente? Forse quella stupida proposta gli era venuta in mente per quello.

Intanto Draco non riusciva a credere che Potter, si proprio lui, il suo acerrimo nemico, la persona che aveva tormentato per tutti gli anni scolastici, ventiquattro ore su ventiquattro, gli avesse proposto di scappare e rifugiarsi a casa sua.

Certo non subire più le piacevoli attenzioni del padre sarebbe stata un idea allettante ma, a casa di Potter?

No, che schifo! Li vivevano i suoi babbanissimi parenti che sicuramente avrebbe odiato.

Però era stato carino il gesto del moretto. Non gli sarebbe piaciuto trascorrere qualche tempo lontano da casa e dalla sua famiglia e da quando aveva sentito le ultime frasi di quella lettera questo pensiero lo aveva allettato più volte nelle ultime ore.

Ma Potter? Bleà! Chissà cosa avrebbero detto i suoi amici se lo avessero scoperto. Ma poi, ci pensò su, quali amici aveva? Quelli che lo seguivano solo perché lui era un Malfoy ed era ricco, temuto e potente? Davvero voleva la loro approvazione?

-Potter, cosa diavolo è questa cosa giallastra on questa schiuma sopra?-

- questa, Malfoy caro, si chiama birra. Per i comunissimi babbani è il nettare degli dei.-

-e io cosa  dovrei farci?-

- dovresti berla-

-neanche morto-

- dai, assaggiala almeno. È tipo la burrobirra-

Malfoy si portò titubante il bicchiere al volto. Prima annusò dubbioso il contenuto per vedere se puzzava di qualche strana sostanza, poi, con poca convinzione, si decise di accostare il bicchiere alle labbra per assaggiarlo.

-mmm è strana, però ha un bon sapore- commentò facendo scomparire con la lingua delle goccioline che erano rimaste sul labbro superiore.

-hai visto, cosa ti avevo detto?-

-si, ma adesso non montarti troppo la testa. Dobbiamo parlare di cosa vogliamo fare con la nostra eredità- disse cambiando discorso per non rispondere alla domanda del moro.

-io vorrei accettare. Dopotutto non ho mai avuto una famiglia e certo i Dusley non ci si avvicinano nemmeno lontanamente. Anche se sarà pericoloso e tutto il resto però è qualcosa di mio, che viene dal sangue del mio sangue, dalla mia vera famiglia-disse stringendo forte con le mani la birra sul tavolo, senza guardarlo in faccia ma limitandosi a fissare un punto impreciso davanti a se.

-io non lo so. Sai, non lo avrei mai immaginato. Pensa che ironia, l’unica persona a cui ho voluto veramente bene era una Potter! D’altronde se accettassi avrei l’occasione di fuggire dalla mia famiglia e di deludere mio padre una volta per tutte-

-quindi è un si?-

-ci devo ancora pensare-

- bè, io dico di si. Anche solo per vendicare la morte di mio nonno. Quegli stronzi mi hanno tolto l’occasione di conoscerlo e la devono pagare-

-capisco il tuo punto di vista-

- dovrebbe essere anche il tuo. Dopotutto mio nonno era il fratello di tua nonna-

-si Potter, ma non mi basta-

-potresti scappare da tuo padre, essere libero di fare ciò che vuoi senza pensare a cosa dirà la gente. Sarai troppo temuto o rispettato da loro, ma non perché sei un Malfoy, ma perché sei solo Draco Malfoy, non il figlio di Lucius Malfoy ma tu e basta.-

-…-

-allora?-

-bè, se la metti così,…si- sussurrò Malfoy vinto dalle parole del moro.

- sono contento-

-si, però adesso non avrò dove andare. -Mormorò

-puoi sempre venire da me. Dopotutto non siamo anche soci e parenti oltre che nemici?-

- Potter non è che vivi in una topaia vero?-

-no Malfoy, vivo in una qualunque casa babbana, anche se devo ammettere che non ci passo molto tempo fortunatamente-

-perché?-

-bè, io odio i miei zii e mio cugino così passo le giornate fuori-

-e anche le nottate da quello che ho capito dal tuo amico. Disse riferendosi alle parole di Simon quando lo aveva salutato

-già-

-io ti risponderò se tu mi dirai come ti sei fatto quella ferita in faccia-

-questa?- fece Ahrry toccandosi l’occhio- bè vedi è una lunga storia-

-allora inizia a raccontare. Infondo ho molto tempo da perdere-

 

 

 

 

 

Ciao a tutti gente! Scusate per l’immenso ritardo ma avevo scritto il capitolo su dei fogli al mere mentre prendevo il sole e non trovavo mai il tempo e la voglia di riscriverli al computer!!!

Sorry!!!!

Spero comunque che il cap sia di vostro gradimento. Ho visto anche che un sacco di gente ha recensito il capitolo precedente e sono molto, ma molto contenta!!!!!

Significa che la storia vi piace!!!!!

Grazie a tutti!!!

Ciao ciao

Rica

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


 

 

 

 

CAPITOLO 4

 

 

 

 

- E così tu abiti qui- fece Draco fissando il numero 4 di Privet Drive.

Si erano fatti accompagnare dalla limousine dopo essere usciti dal bar e ora Draco ed Herry erano fermi sul marciapiede.

-ricordami perché sono venuto con te- disse il biondo mentre contemplava con aria afflitta la casa e il giardino fiorito

-perché se tornassi a casa tuo padre ti torturerebbe-

-perché, tu questa come la definisci? Un allegra scampagnata?-

-guarda che neanche io voglio rimanere qui. Io odio i miei zii ma faccio buon viso a cattivo gioco. Vedrai che avranno talmente paura che non romperanno eccessivamente le scatole quel po’ di tempo che passeremo la dentro-

-allora forza. Entriamo una buona volta- disse rassegnato avviandosi verso il vialetto che conduceva al portone principale.

- fermo! Dove vuoi andare?- lo richiamò Harry

-non volevi che entrassi?- fece ironico il biondo –oppure già ti sei rimangiato tutto quello che hai detto?-

-no, ma entriamo dal retro-

-e perché?-

- perché così non inizieranno subito ad urlare. Ho un incredibile mal di testa!-

-allora fai strada-

harry lo condusse sul retro della casa e indicò la finestra

-stai scherzando, vero? Fece Malfoy

-no. Scavalcare la finestra è l’unico modo per arrivare direttamente in camera mia-

-senti Potter, io là non mi ci arrampico. Mi si rovinerebbe il vestito-

Harry sospirò.

Respira Harry, respira, si disse. Vedrai che non sarà così tutto il tempo…semmai peggio! Sii ottimista Harry, conta fino a dieci prima di parlare…

-io ci salgo tutti i giorni e fino ad adesso giuro che non mi si è strappato nessun vestito. Quindi non capisco perché tu non lo voglia fare-

-perché un Malfoy non si arrampica su per un muro come un semplice zotico-

-ah! allora questo è il punto!- borbottò Harry

-vuoi forse dirmi che un Malfoyha così poco coraggio da non fare ciò che un qualsiasi sempliciotto zoticone ha l’ardire di fare?- chiese.

Dopotutto se non funzionava l’approccio diretto tanto valeva provare on la psicologia inversa.

-certo che no!- abboccò Draco

-allora fammi vedere-

sfidato nel proprio orgoglio di Malfoy il biondino si avvicinò risoluto alla parete e, afferrato con forza un ramo, iniziò l’arrampicata.

Da sotto Harry sorrise nel vederlo così determinato e per il giochetto tiratogli e si affrrettò a raggiungerlo, convincendosi del fatto che lui, a Malfoy, il sedere non l’aveva proprio notato.

Si incrociarono sul davanzale dove quasi non caddero per il groviglio di gambe e braccia causati dalla confusione per scendere.

-Dio Potter! Non dirmi che dormi qui!- esclamò Draco scandalizzato, una volta rialzatosi e spolveratosi i pantaloni da invisibili granelli di polvere.

-fortunatamente solo per un paio di mesi all’anno e per poche ore al giorno.cerco di starci il meno possibile- spiegò senza particolari inflessioni nella voce.

- ma tu sei Harry Potter! Dovresti avere una camera lussuosissima, piena di ricordi delle tue fans!-

-allora forse non hai capito tanto bene cosa mio nonno ha scritto nella lettera. Io qui sono considerato meno di zero-

-vedendo questa stanza comincio a crederlo sul serio- disse Draco stranamente  senza ironia.

- bene. Ora pensiamo a come sistemarci qua dentro. Purtroppo il letto è piccolo e fino a quando i miei carcerieri non se ne andranno dovremo adattarci. L’armadio è quello che è ma con un po’ di sforzo possiamo farci entrare anche le tue cose-

-quali cose Potter? Al momento ho solo quello che indosso- gli fece osservare acido

-lo so, ma mica vorrai rimanere con gli stessi vestiti per tutto il tempo? Non è da te-

-ti ricordo che le mie cose sono tutte al Manor. Di certo non posso dire ai miei di farmi mandare a casa tuta tutto quello che mi serve.-

-quante storie Malfoy! Guarda come ti risolvo la situazione! Uomo di poca fede!- disse Harry- Dobby vieni qui per favore- urlò allora il moretto rivolto al vuoto.

Dopo un sonoro CRAC ecco apparire uno strano esserino.

-oh Potter signore, cosa posso fare per lei Harry Potter?- urlò contento stringendosi saltellante alle sue gambe.

-Dobby mi devi fare un piacere-

-chieda a me Harry Potter, io fare tutto-

-dovresti andare al Malfoy Manor e prendere tutte le cose di Draco malfoy. Chiaro?-

-Potter- lo interruppe a quel punto Draco- spiegami come fa quest’essere a entrare nel Manor e portare via la mia roba indisturbato-

al suono di quella voce Dobby fece un urletto spaventato e si andò a nascondere dietro Harry.

-cosa fare il padroncino Draco qui?- squittì con voce tremante, evidentemente il ragazzo incuteva ancora un certo timore all’elfo.

-non preoccuparti, è tutto a posto. Malfoy non t farà niente, vero?- chiese direttamente al biondo

-si, si Potter. Non gli farò niente a questo traditore. Hai la mia parola- rispose scocciato

-hai visto Dobby? Non ti farà niente. Allora adesso vai e porta le sue cose qui-

-come vuole lei Harry Potter- fece sparendo alla vista con un altro CRAC.

Una volta che se ne fu andato Malfoy disse:

-adesso spiegami come farà il mostriciattolo a superare le barriere del castello-

-semplice. Essendo un elfo quelle barriere lo limitano poco o niente ed essendo stato nello specifico un elfo di Malfoy Manor conosce tutti i passaggi segreti ed ha ancora vincoli che lo legano al castello-

-mmm. Dubito fortemente  di quello che dici, ma se riuscirà a portarmi la mia roba ben venga-

 

 

 

E così arrivò sera. Dobby, facendo un paio di viaggi era riuscito a portare tutta la roba di Dracme stiparla in una quindicina di bauli che aveva provvidenzialmente rimpiccioliti per farli entrare nella camera. Harry era sceso in cucina e di nascosto aveva preso un po’ di pollo freddo e del succo che erano avanzati per cena. Draco era rimasto per tutto il tempo in camera allungato al letto o a curiosare tra le poche cose di Harry.

-Potter! Mi sto annoiando!- esclamò dopo essersi riggirato sul letto per l’ennesima volta.

- se ti dai una calmata ti porto fuori a fare un giro- rispose pazientemente il moretto.

- dai, sono le otto e trenta e io voglio uscire-

- certo Malfpy,ma è presto! I locali decenti aprono tra un paio d’ore!-

- ma mi annoio!-

-allora facciamo così- fece pazientemente- adesso iniziamo a vestirci e poi usciamo-

-ok- rispose alzandosi e aprendo uno dei suoi innumerevoli bauli.

Dopo pochi minuti Harry era pronto con un paio di pantaloni di pelle leggermente aderenti, una maglietta nera con dietro disegnata una croce celtica con sopra un teschio e una cintura nera con una fibbia d’argento. Era davanti allo specchio ad aggiustarsi i capelli in una stretta coda quando intravide la figura di Draco allo specchio.

-ma come diavolo ti sei vestito!- esclamò stupito

-perché? che cosa c’è di sbagliato? Questa è l’ultima moda in fatto di abiti!-

- nei salotti di Malfoy Manor forse! Se vai vestito così dove ti voglio portare farai la figira di Neville-

- non osare paragonarmi a quell’imbecille!- disse indignato e anche schifato

- senti, non farmi venire di nuovo il mal di testa. Se vuoi ti presto qualcosa di mio oppure vado da solo e tu rimani qui- propose Harry

-prima fammi vedere gli stracci che vuoi propormi-

Harry decise di non commentare l’ultima uscita del compagno. Non capiva perché doveva fare sempre polemiche su tutto e tutti. Forse era una delle prerogative per essere un Malfoy.

Dall’armadio cacciò un paio di pantaloni scuri e una maglietta nera a maniche corte con stampato sul petto una pantera nera in agguato con sfavillanti occhi rosso fuoco e da sotto il letto un paio di converse rosso scuro.

-dubito fortemente che mi entrino- disse appena li vide

-zitto e prova. Io intanto vado in bagno-

dopo pochi minuti Harry rientrò in camera e si ritrovò davanti a un Draco a petto nudo con addosso solo i pantaloni che gli facevano risaltare in modo incredibile il sedere. Calma Harry, si disse, sicuramente sono i pantaloni. Dopotutto anche a te non stanno niente male!

- secondo me Potter- disse mettendosi la maglietta e coprendo alla vista del moretto quegli addominali perfettamente scolpiti sul ventre piatto- il nero non mi dona. Rende troppo pallida la mia pelle- si lamentò osservandosi allo specchio

- secondo me no. Risalta il colore dei tuoi capelli e non preoccuparti. Nel posto dove andiamo sicuramente non faranno caso al colore della tua pelle-

-ok, ma adesso usciamo? Sto morendo di caldo, mi sto annoiando e ho fame.-

-qualcos’altro?-

- sono sicuro di trovare qualcosa se mi impegno-

-chissà perché non avevo dubbi- disse sospirando Harry- dai, scendiamo che andiamo a mangiare qualcosa-

i due allora scesero dalla finestra e si diressero sulla strada.

-non dirmi che quella è tua?- fece stupito Draco indicando davanti a se

-esattamente!-

parcheggiata davanti il marciapiede c’era una Ninja nera, con le cromature argentate che faceva bella mostra di se.

-em, Potter. Non è che perde?-

-certo che no!-

-e allora che cosa è quella cosa li sotto?-

Harry abbassò lo sguardo e sul pavimento sotto la moto vide delle macchie di un liquido rosso ruggine.

- quello stronzo!- disse incazzato

- chi?-

-mio cugino. Ha cercato di macchiarmi la moto con della vernice-

- e perché è colata via?-

-perché ho messo un incantesimo che fa scivolare via qualsiasi liquido. Essenzialmente era per non farla bagnare dalla pioggia ma è servito lo stesso-

-e ora?-

-ora niente, ma puoi star certo che al massimo domani mattina il caro Dudley riceverà un simpatico scherzetto- disse con voce piatta.

Draco, capendo che il tiro del babbano  aveva avuto solo effetto di far incazzare il moro decise di star zitto. Conosceva quello sguardo e tono di voce: spesso erano rivolti contro di lui e promettevano guai, guai molto grossi.

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


CAP 5

Capitolo 5

 

Una moto sfrecciava tra le macchine in una afosa notte londinese. Due ragazzi stretti l’uno all’altro si godevano l’aria frasca e l’ebbrezza della velocità.

Due ragazzi tra tanti che affollavano le vie londinesi.

Due ragazzi che però nascondevano un piccolo segreto che li rendeva molto diversi dai loro coetanei.

Harry e Draco, con il volto nascosto da due caschi integrali, erano persi nei loro pensieri.

L’uno guidava ma pensava alla sensazione che gli procurava le braccia del compagno strette in vita. L’abbraccio diventava più forte ogni volta che prendeva una curva a velocità elevata o zizzagava tra gli stretti passaggi liberi tra le macchine. In quei momenti il suo petto aderiva completamente alla sua schiena e poteva sentire il suo cuore aumentare i battiti. Pareva che quel muscolo pulsante si animasse di vita propria solo per battere ad unisono con il suo, e tutto quello gli mandava in tilt il cervello.

Inizialmente Draco era teso. Non si fidava di stare dietro a Potter su un trabiccolo babbano del genere e poi provava una strana agitazione al pensiero di stare così vicino a lui. Chissà perché poi. Solo dopo diversi minuti le sue membra si rilassarono notando la bravura del moretto alla guida e fu pervaso da una sorta di calore che lo riscaldava in tutto il corpo. Sicuramente era il caldo, non era certo da imputare al corpo stretto tra le sue braccia davanti a lui. Il cuore aveva preso a battere più velocemente ogni volta che un cambiamento di velocità o una manovra azzardata lo portavano a stringere ancora di più il compagno. In quei momenti si sentiva strano, quasi più tranquillo e stranamente, felice.

La moto si fermò , senza commenti da parte di Malfoy, al Drive In di un Mc Donald’s e i due ordinarono hamburger, patatine fritte e coca-cola. Poi, senza dir niente, andarono a sedersi a una panchina di un parco li vicino che imbandirono con la loro cena. Erano seduti all’estremità della panchina e stranamente quel silenzio che regnava tra loro non era teso o imbarazzato. Era il silenzio di chi stava bene l’uno con l’altro, di quando non c’è niente da dire e va tutto bene lo stesso.

-Draco?-

-che c’è Potter?- chiese il biondino addentando il suo hamburger

-secondo te la Famiglia ha contatti con gli ex MAngiamorte?-

A quelle parole Draco prese tempo finendo con calma di masticare il suo boccone

-è probabile. Da mio padre non ho sentito niente ma non toglie il fatto che quello è anche il loro ambiente. I Mangiamorte si considerano membri della Famiglia di Voldemort e sicuramente avranno avuto modo di incontrarsi. Ma perché questa domanda?-

-be, visto che tuo padre è il loro novo capo, o forse meglio Don, immagino che dovrai pure incontrarlo qualche volta per affari.-

-aspetta un attimo. Chi ti ha detto che mio padre è il nuovo capo dei Mangiamorte?-

-nessuno. Lo sospettavo e tu me ne hai dato conferma-

-Potter! Sei un bastardo!-

- si lo so, ma ora rispondimi che ne pensi-

-sicuramente mi capiterà di incontrarlo…-

-e…-

-…e ci parlerò! Ma solo di affari. Non voglio più avere niente a che fare con lui.- disse seccato

- bene-

-perché? Sei per caso preoccupato per me?- chiese ironicamente e con una strana tensione allo stomaco.

-non montarti troppo la testa! Voglio solo proteggere un mio investimento-

-ah- fece con la gola secca- ma adesso andiamo?-

-si, si! Non vorrei che mi svenissi davanti gli occhi per l’impazienza-

- oh sta zitto e muoviti-

-hei principino! Non montarti troppo la testa e salta su o ti lascio qui- disse facendo segno all’altro di montare sulla moto.

Nel frattempo si era fatto tardi e i primi locali notturni avevano iniziato ad aprire le porte.

Harry si diresse verso una zona di Londra illuminata a giorno dalle mille luci di pub, bar e discoteche. Parcheggiarono in un grande spiazzale pieno di macchine e lasciarono i caschi appesi alla moto.

-non li ruberanno?- chiese Draco riferendosi ai caschi

-no, non ti preoccupare. C’è un incantesimo anti-scippo-

-ah. Bene- disse poi dando uno sguardo li intorno- dove mi porti di bello?-

-ora vedrai- rispose Harry dirigendosi verso un locale al cui esterno c’era una fila chilometrica.

-uffa Potter! Non vorrai andare li vero? Con tutta quella gente entreremo minimo tra re ore! Si lamentò Draco

-uomo di poca fede! Zitto e guarda-gli rispose il moretto

Harry infatti si incamminò direttamente verso l’ingresso , ignorando bellamente le facce arrabbiate di chi era in attesa di entrare.

-hei ragazzo! Esclamò l’enorme buttafuori che sostava alla porta- cosa credi di fare?- esclamò con un cipiglio severo

Draco già prevedeva guai. Con un rapido calcolo stabilì che loro due, senza magia, avrebbero concluso ben poco contro la stazza non indifferente dell’uomo. Stupido Sfregiato!

-bravo Potter e adesso?- borbottò a bassa voce.

-ma come Brian. Non dirmi che sei ancora arrabbiato per quella cosa!- disse Harry avvicinandosi all’uomo

-no Harry! Sono arrabbiato perché da quando non venite più qui non ho più nessuno da prendere a botte! Nessun moccioso che rompe le scatole o si comporta male! Non c’è più divertimento. Mi tocca stare impalato qui fuori a decidere chi fare entrare e chi no- lo rimproverò il buttafuori addolcendo leggermente il suo cipiglio.

-su ti prometto che la prossima volta ti porto gli altri e facciamo un po’ di casino così ti diverti. Però mica vuoi farmi fare brutta figura con il mio amico qui!- disse il ragazzo tirandosi addosso Draco preso alla sprovvista e circondandogli con un braccio la vita.

-ma certo! Non sia mai che il grande Harry Potter debba fare brutta figura con i suoi amici!- esclamò calcando la voce sulla parola amici-prego, entrate e godetevi la festa!- continuò aprendola porta e lasciando spazio ai due per entrare.

Draco si sentiva strano e non stava capendo bene ciò che succedeva.

In pratica Brian, il buttafuori, era leggermente adirato con Potter perché era da un po’ che non andava li con gli altri a fare casino e così non aveva l’opportunità di menare qualcuno. E poi cos’era quella storia dell’amico?

Comunque sentiva uno strano calore li dove il moro lo aveva abbracciato, chissà poi per quale motivo.

E lo teneva ancora abbracciato mentre passarono sotto una porta con su scritto con caratteri rosso sangue “lasciate ogni speranza, voi che entrate”. Ma dove diavolo lo aveva portato? All’inferno?

Entrarono in un piccolo corridoio e non appena sbucarono fuori si trovarono sommersi da un cacofonia di luci, suoni e odori.

Il locale era composto da una grande pista da ballo circolare circondata da un enorme bancone dietro il quale si muovevano affaccendati una decina di barman. Poi in alto c’erano tre grani balconi circolari che si affacciavano sulla pista centrale sottostante. Ovunque gente che ballava scatenata al ritmo di una musica assordante e sotto lui elettriche dai colori più disparati.

-vieni, andiamo prima a bere qualcosa- disse conducendolo verso il bancone e tenendolo sempre stretto.

Draco lo seguì, contento una volta tanto del suo abbraccio che non lo faceva perdere tra la folla che lo spingeva da tutte le parti.

-hi guarda un po’ chi si rivede, Harry! Come mai da queste parti?- gli domandò un barista appena lo vide.

-ciao, Victor! Come va? Stavo facendo fare un giro turistico a questo mio amico-

-bè, beato lui!- si limitò a commentare e sottintendendo qualcosa che solo al moro era stata chiara.

-Ma cosa dici Victor! Dacci qualcosa da bere invece?qualcosa di speciale: abbiamo da festeggiare!- disse Harry sorridendo felice e lanciando uno sguardo divertito al compagno.

Draco ora veramente non capiva più niente. Ma chi diavolo era Harry Potter? Sicuramente non il ragazzino imbranato con cui litigava di continuo a hogwarts. Qui si era dimostrato essere un'altra persona. Pareva che tutti lo conoscessero, lo ammirassero e gli era sembrato anche di aver visto un tizio con i capelli ricci lanciargli uno sguardo adorante e per niente poco esplicito. Ma volevi vedere che Potter era gay?

Comunque, dopo aver felicemente brindato al loro futuro insieme, che per un secondo a Draco era sembrato un brindisi a una loro futura relazione, si erano gettati in pista.

La musica era assordante, le luci abbaglianti non facevano capire più niente, ma i due si ritrovarono sommersi da tutto ciò e iniziarono a balla re insieme, complici anche alcuni drink pesantemente corretti offerti da Victor.

A un certo punto qualcuno cercò di infilarsi in mezzo a loro per poter ballare esclusivamente con Potter. Draco notò che era il tizio che prima se l’era mangiato con gli occhi. Aveva passato le braccia attorno al collo del moretto e cominciò a strusciarglisi contro. Harry lo fece fare per qualche secondo, ma vedendo e sentendo che il ragazzo si stava spingendo troppo oltre e lo sguardo d’acciaio di Draco che mandava scintille cercò di divincolarsi. L’arrivato però sembrava non voler saperne niente. Aveva occhi solo per il bel grifondoro. Allora Draco,sentendosi in qualche modo defraudato ,neanche rendendosene conto, decise di intervenire. Cercando di sgusciare in mezzo alla fitta folla si portò alle spalle del moretto e con le braccia gli cinse la vita. Allora Harry si abbandonò con la schiena contro il suo petto e si godette le sottili mani del compagno che percorrevano leggere il suo ventre. Il ragazzo che ci provava con lui guardò stranito i due, per un momento disiorentato e con uno sguardo quasi tradito per poi fermarsi a fissare con risentimento lo sguardo soddisfatto del biondino. Sembrava di guardare una tigre pronta ad attaccarti. Aspettava solo una sue mossa che si rivelò essere una discreta ma rapida ritirata.

A quel punto Draco si chinò verso Harry e gli sussurrò all’orecchio- mi raccomando Potter, non affrettarti a ringraziarmi!- e poi si diresse con passo sicuro al bancone per prendere un ennesimo drink. Intanto il ragazzo era rimasto momentaneamente immobile al centro della pista. Era basito dal comportamento del compagno e ancora poteva sentire le labbra di Draco sfiorare dolcemente la sua pelle mentre gli stava parlando e creare mille piccole scariche di piacere che presero a secendergli per tutto il corpo.

Continuarono a ballare e a bere fino a tardi, senza ulteriori scocciatori, sempre trascinati da quel vortice di euforia che gli aveva catturati nel quale esistevano solo loro, i loro corpi e i loro sguardi che non potevano fare a meno di cercarsi.

Quando uscirono, barcollanti e ancora leggermente intontiti, erano ormai le quattro di notte.

-allora Draco ti è piaciuto?- chiese Harry appoggiandosi alla moto che nel frattempo avevano raggiunto.

-devo dire che mi ahi stupito Potter. Non ti facevo un tipo così-

-così come?-

-bè, sembra che tutti ti conoscano, ovunque vai, che frequenti compagni e di certo non adatte a una sala da te, sei più disinibito di quanto credessi e poi, toglimi una curiosità-

-quale?-

-sei gay?-

-si, perché?- chiese Harry?

-no, mi pareva- si limitò a rispondere Draco infilandosi il casco

- per caso ti crea qualche fastidio?-

-a me? Scherzi?-

Certo che a Draco non dava nessun fastidio. Come avrebbe potuto?

Chi è senza peccato scagli la prima pietra, ecc. ecc., cos’ dice il proverbio babbano, e chi era lui per poter giudicare i gusti sessuali di Potter? Dopotutto non trovava affatto disdicevole fare un giretto da quelle parti, anzi, poteva affermare senza ombra di dubbio che spesso il genere maschile si era rilevato molto più interessante di quello femminile.

-bene. Ora monta si che ti porto a conoscere un po’ di gente-

-a quest’ora?-

-e quando sennò!- rispose Harry mettendosi il casco e sgommando via nelle strade di Londra.

Si fermarono lungo una stradina. Tutte le luci erano spente e l’unica accesa proveniva da alcune finestre con delle inferriate .

-dimmi un po’ Potter, ma che posti frequenti?- domandò Draco quando lo vide incamminarsi verso quelle luci. A suo parere le vie di Nocturn Alley erano più allegre e luminose.

-stai a vedere!-

Entrarono in un piccolo locale pieno di fumo proveniente dalle sigarette che una decina di ragazzi stavano fumando mentre erano impegnati in varie attività. Chi giocava a biliardo, chi a freccette, chi cercava di rimorchiare, chi era seduto a gustarsi una bella pinta di birra.

-hei Sfregiato! Era da un po’ che non ti facevi vedere!- disse un ragazzo che stava giocando a biliardo appena lo vide- credevamo fossi sparito di nuovo senza dirci niente-

- ciao Ibra. Ero occupato per questo non mi sono fatto vedere in giro per un po’- spiegò il moro

- e dimmi un po’, chi è questo principino con te?chiese curioso lanciando uno strano sguardo a Draco.

-oh lui è un mio socio-

-socio? E da quando sei in affari?-

- si può dire da oggi pomeriggio-

-e di che affari si tratta?-

-quelli del tuo genere- spiegò Harry afferrando un boccale di birra che gli veniva offerto.

- ma bene Sfregiato non me lo aspettavo da te. Vedi di stare attento però-

- non ti preoccupare, abbiamo le spalle ben coperte-

-se lo dici tu. Ma perché non ci dici come si chiama il tuo bel silenzioso socio?-

-oh allora ragazzi- disse Harry richiamando l’attenzione di tutti-lui è Draco Malfoy. Draco loro sono i ragazzi-

-piacere- disse il biondino

-hei Harry venitevi a sedere qui- li invitò Ibra.

Non appena seduti Harry notò lo sguardo di Draco. L’espressione del suo viso era quella della sua solita maschera di freddezza che indossava quando non voleva far conoscere i suoi veri sentimenti ma il sopracciglio alzato era chiaro indice di stupore.

-che c’è?- chiese curioso fissandolo

-Sfregiato?!?- disse duro

-emm si- rispose tossicchiando

-e posso sapere di grazia perché ti conoscono sotto questo nome?- domandò con voce ingannevolmente calma.

-perché un giorno Ibra ha visto la mai cicatrice e da allora mi chiama così-

-e allora perché ogni volta che ti ci chiamo io cerchi di schiantarmi?- chiese Draco indignato cominciando a scaldarsi.

-perché tu lo dici con cattiveria-

-ah, ma se è la verità. Dopotutto tu sei uno sfregiato!-

-senti, non vorrai metterti a litigare adesso, vero furetto?-

-come hai osato chiamarmi Potter?-

-sai eri proprio un bel furetto rimbalzante-

-Potter se non vuoi che ti scagli una Cruciatus a due centimetri dal viso ti conviene finirla immediatamente-

- hei ragazzi che ne dite di smetterla?-chiese ridendo Ibra- sapete sembrate proprio marito e moglie che litigano!-

-mai!- esclamarono in coro inorriditi i due mettendo su la loro espressione più offesa.

-scherzavo! Hei Draco, da quello che ho capito tu lo Sfregiato lo conosci da diverso tempo-

-ho l’indubbio onore di conoscerlo da quando avevamo undici anni-

-finalmente! Almeno qualcuno ci potrà dire qualcosa sul suo passato. Sai è estremamente restio a parlare di lui-

-ma veramente? Che cosa vi ha detto fino ad ora?-

-che è come se vivesse in un altro mondo, va a una specie di scuola dove c’è gente strana per tutto l’anno e che torna a casa solo per l’estate. Da non dimenticare che c’è sempre qualcuno pronto a farlo fuori, ma su quest’ultima cosa non ci crederei. E poi basta. Null’altro.-

-oh, invece se fossi in te crederei a tutto. All’ultima cosa in particolare. La lista di gente che vuole farlo fuori è molto lunga e chissà perché diventa sempre più fitta. Il primo era un tizio che cercava di ucciderlo praticamene da quando è nato e che lo ha fatto fuori lui poco tempo fa. Vediamo…ora il primo sulla lista è mio padre e poi naturalmente ci sono io. Fino a questa mattina il mio compito era sbarazzarmi di lui con tutti i mezzi e in tutti i modi.-

-cosa? Ma dici sul serio?- esclamò un ragazzo seduto al tavolo con loro.

-Draco hai dimenticato qualcuno sulla lista- disse Harry.

-chi? Mi pare di aver detto tutti-

- no, hai dimenticato tua zia e tutti i Mangiamorte-

-oh è vero!- fece tranquillo il biondino sorseggiando la sua birra- ma loro non contano. Forse a parte mia zia e qualcun altro, gli altri non hanno possibilità!-

-ma dove vivete voi due?- chiese un altro.

- se te lo dicessimo non ci crederesti mai. Viviamo in un posto bellissimo, posso definirlo  magico, ma molto pericoloso. Ogni passo che fai può essere l’ultimo e non sai mai cosa ti potrà accadere da un momento all’altro- spiegò Draco sognante.

- e chi sono i Mangiamorte? Non ne ho mai sentito parlare?-

- sono una specie di gruppo terroristico- disse harry

-sul serio?- fece un ragazzo- e perché vuole ucciderti?-

- semplicemente perché è nato- spiegò al posto del moretto Draco

-voi due non me la raccontate giusta- disse Ibra-siete strani-

-e non sai quanto!-

- va bè e meglio lasciar perdere. Non vorrei che uscissero fuori altre cose. Oh ecco! Dove stai a dormire Draco?-

-dallo Sfregiato-

-cosa? Ma Harry allora è una cosa seria!- disse stupito uno

-ma di cosa state parlando’- chiese draco rimanendo inascoltato

-no Fra, è solo una sistemazione temporanea, finchè non torniamo a scuola-

-ma Harry non avevi detto che nel tuo letto ci avrebbero dormito solo tu e il tuo ragazzo?-

-uffa certo che siete scocciatori! Dove volevate che lo lasciassi dormire? Sul pavimento?-

-non sia mai Potter!- commentò Draco- io non ci penso minimamente a dormire per terra come uno straccione. Non sono mica Weasley io!-

-ecco vedete come fa? Provate a sentirlo tutto il santo giorno! Certo che lo faccio dormire in camera mia!-

-va bene abbiamo capito! Non c’è bisogno di scalarsi tanto!- intervenne Ibra per placare gli animi- Draco perché non ci racconti qualcosa di te?-

-oh, non c’è molto da dire. Sono scappato di casa perché mio padre voleva uccidermi, cosa che certamente cercherà di ottenere con più impegno quando scoprirà cosa abbiamo fatto. Come ho già detto lo scopo della mia famiglia e quindi anche mio è l’eliminazione del Ragazzo-che-è-sopravvissuto. Alias Sfregiato Potter, o quanto meno mettergli i bastoni tra le ruote. Cos’altro dire… frequento l’ultimo anno della stessa scuola di Potter, da poche ore abbiamo rilevato una delle attività di famiglia e siamo diventati soci, per mia sfortuna-

- io aggiungerei che sei viziato, scorbutico, vanesio, ricco sfondato, egocentrico, subdolo, bastardo e vendicativo- aggiunse AHrry tranquillo

-si mi pare che sia tutto- rispose il ragazzo come se tutti quegli attributi gli fossero dovuti e li considerasse un complimento.

-ma allora Draco sei uno di noi!- disse Ibra dandogli una manata sulla spalla- se la metà di quello che avete detto è vero fai proprio al caso nostro-

-perché?-

-oh ci serve una mano contro una banda rivale che cerca di sconfiggerci-

-si mi piace. Ci farò un pensierino-

-accetta direttamente Draco.-gli disse Harry-in fondo questa è la tua specialità! Fregare la gente e combinargliele di tutti i colori sotto il naso-

-ok. Va bene-

A Draco sembrava, con quella disposta, di essere entrato in un gruppo dove veniva considerato per le sue qualità e non per il suo temuto cognome. Infondo li il nome Malfoy era un nome come un altro, che non provocava brividi di paura, facce disgustate o un eccesso di servilismo.

Qui aveva modo di rifarsi una reputazione, Potter permettendo.

Ben presto si fece coinvolgere da quel gruppo di ragazzi, tra risate e bevute.

Si sentiva come se si trovasse ancora in Sala Grande seduto tra i suoi compagni Serpeverde a fare baldoria.

-hei biondino- lo chiamò un ragazzo già brillo-perché prima hai chiamato Harry in quel modo prima?-

-come?-

-il ragazzoe-che-è-qualche cosa-

-ah, che-è-sopravvissuto! Perché da quando aveva un anno ha avuto la brillante idea di sopravvivere a qualsiasi attentato-

-dai Draco! Consolati che quello della volta scorsa mi ha fatto rimanere a letto per tre settimane e, se non sbaglio, c’eri tu dietro-

-modestamente si-

-alt! Alt! Fermatevi un attimo- disse Ibra- Fatemi capire una cosa! Dopo tutto questo parlare di attentati e uccisioni voi due state qui a palare e bere come vecchi amici? Non dovreste odiarvi?-

-ma no! Ci sopportiamo abbastanza bene quando siamo da soli e dopotutto non è una questione personale-

-come non è una questione personale? Lui cerca di ucciderti e tu la prendi così? Se non ricordo male quando Mars cercò di farti fuori tu la prendesti molto sul personale-

-ma era diverso! Lui voleva farlo per il sol gusto di farlo mentre Draco era obbligato. O faceva così o veniva ucciso lui. Non è che aveva molta scelta. Però-aggiunse- era personale che il suo capo mi volesse morto-

-e si è visto come è andata a finire- commentò Draco

-cioè?- domandò uno

-l’ho ucciso- rispose piatto Harry come se stesse parlano del tempo

-già mi ricordo. È stato uno scontro veramente fenomenale-

-ma se tu non c’eri. C’erano solo Piton e tuo padre-

-ti devo ricordare dove eravate? C’ero, solo tu non mi potevi vedere-

-eri nascosto quindi-

-logico. Nessuno al mondo sui sarebbe messo in mezzo in una situazione del genere-

-quindi hai visto tutto. Anche Piton che…-

-già-

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


 

 

 

Capitolo 6

 

 

 

 

Quando tornarono a casa quella sera erano entrambi pensierosi. Uno strano silenzio serpeggiava tra di loro, carico di frasi non dette e domande taciute.

Appena scavalcarono la finestra si ritrovarono entrambi a fissare il piccolo e desolante lettuccio addossato alla parete.

-Potter sei maggiorenne no?- chiese all’improvviso Draco

-che domande! Certo che si!-

-e allora spiegami perché fino ad ora non hai mai usato la magia! Sei un mago! Per Merlino!- fece esasperato, ma vedendo che Harry non capiva il senso della sua sfuriata decise di passare direttamente ai fatti assumendo per un istante un aria da saccente e quello sguardo da so tutto io somigliante molto a quello di Hermione quando entrava in modalità maestrina.

-allora Potter questa si chiama bacchetta- fece sfilandola dalla tasca dei pantaloni- e con questa si fanno magie, come questa- disse agitandola e facendo di colpo ingrandire la stanza del doppio - o questa- e con un altro movimento deciso del polso il piccolo letto si trasformò in un ampio e comodo letto a baldacchino, simile a quelli presenti nei dormitori di Hogwarts.

-notevole Malfoy- fece Harry appoggiato al muro – ma ora ti faccio io una domanda: da quanto tempo, anzi quante ore, sono diventato maggiorenne?

-più o meno 24 ore-

-è bravo, vedo che sai contare oltre che fare magie. Ti volevo informare che nei miei progetti su ciò che avrei fatto una volta diventato maggiorenne non era contemplato rimanere qui una volta avuta l’occasione di evadere da questa gabbia, per cui non mi sono minimamente preoccupato di cambiare l’arredamento della mia stanza-

-e allora illuminami. Dove saresti andato? In quella topaia che i Weasley insistono a chiamare casa?-

-non li offendere e poi no, non sarei andato alla Tana-

- e dove allora?-

-credo che sarei andato a casa di Ibra. Mi ha sempre proposto di metterci insieme in affari e sarebbe stata l’occasione buona. Senza considerare che tutte le attività sono nel mondo babbano quindi non avrei scandalizzato tutti i ben pensanti che mi vedono come una povera, piccola, innocente verginella da proteggere da tutto e tutti.-

-e ora non ti sembra di aver fatto proprio ciò! Dopotutto la famiglia è ben piantata nel cuore del mondo Magico. Cosa diranno i benpensanti ora? Non ti importa più?-

-non che prima mi importasse particolarmente. Era un ragionamento fatto solo per quieto vivere. Senza troppe complicazione e senza stare troppo sotto l’occhio di tutti. Ora è diverso. Questa è una questione strettamente familiare e personale. Forse la prima nella mia vita-

Draco si limitò a guardarlo fisso per un po’ poi si girò e si iniziò a spogliare

-non so tu cosa preferisci, ma il lato vicino la finestra è il mio!- disse sbottonandosi i pantaloni.

-mmm- mugugnò Harry in assenso, improvvisamente troppo concentrato a sbirciare il corpo del compagno per rispondere, il quale si era già tolto la maglia e ora era rimasto a petto nudo.

-allora? Che fai ancora li impalato?-domandò rimanendo in boxer e infilandosi sotto le lenzuola.

Harry non potè fare altro che seguire il suo esempio.

 

 

Quella mattina Harry e Draco si svegliarono molto tardi,con la testa ancora frastornata per il troppo bere della sera precedente.

Per essere proprio pignoli il primo ad aprire gli occhi fu Harry, richiamato alla realtà dal suo stomaco che iniziava a brontolare reclamando cibo.  

A quanto pare durante la notte si era mosso nel letto dando le spalle al biondino così quando si girò per svegliarlo rimase per un secondo immobile.

Malfoy era allungato tutto rannicchiato su se stesso con una mano sotto il cuscino e l’altra stretta a pugno vicino il suo volto. A conferire a quella particolare visione un aria ancora più tenera erano i lineamenti del volto morbidamente distesi in un espressione rilassata ben distante dalla maschera che era solito indossare. I capelli disordinatamente sparsi sul cuscino a creare una soffice aureola dorata intorno al suo volto gli conferivano una involontaria sensualità dalla quale di Harry rimase colpito, come se fosse investito da un immagine di incredibile potenza erotica a malapena tenuta a bada. Harry dovette un secondo scuotere la testa per scacciare quegli strani pensieri molesti che aleggiavano nella sua mente prima di trovare la voce per chiamarlo.

-hei Mlafoy!- fece piano ricevendo in risposta solo un leggero mugugno – vedi di alzare le tue regali chiappe dal mio letto se hai intenzione di mangiare, altrimenti credo proprio che dovrai aspettare ora di cena-

-mmm Puppy ma che vuoi? Non vedi che sono stanco?- bofirchiò rigirandosi tra le lenzuola

-Poppy un corno Malfoy! Per chi mi hai preso? Per il tuo elfo domestico?-

-Potter?-

-esatto Potter!-

-ma cosa…- fece il biondino trovandosi per un momento spaesato non riconoscendo subito la stanza dove si trovava e le circostanze che lo avevano condotto li.

-oh!-

Harry evitò di infierire ulteriormente e si limitò a guardarlo storto.

-già oh! E ora vedi di alzarti-

-nooo Potter nono! Quando è pronto io scendo- ribadì il biondino rigirandosi sotto le coperte.

-ok- fece Potter-quando hai fame la cucina è sotto. Le pentole sono nella credenza e il cibo è nel frigo. È tutto- disse uscendo dalla stanza.

Non dovette neanche aspettare un minuto che lo sentì scendere svogliatamente le scale.

-Potter questo è un ricatto bello e buono!- fece sedendosi al tavolo della cucina

-ho imparato da te Malfoy. Non sei orgoglio so di essere stato il mio maestro?-

-No- disse sbadigliando e sporgendosi dalla sedia per vedere cosa stesse cucinando il ragazzo –dall’aspetto sembra buono. Cosè?-

- pancetta e uva strapazzate. Purtroppo in frigo non c’è altro-

-non fa niente,va benissimo così-

-ma non ci sono i tuoi parenti oggi?-

-no, sono usciti a fare una allegra uscita familiare. Hanno lasciato un biglietto da qualche parte per avvertirmi che non ci sarebbero stati per tutta la settimana-

-ottimo. Non sopportavo già averli intorno-

E così senza rendersene conto i due iniziarono a fare colazione in perfetta pace, scambiandosi qualche frecciatina che gli fece ridere insieme e iniziando a far sbocciare una sorta di pallida amicizia.

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