Next, please!

di frabelieber96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** avviso ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Infilo le chiavi nella serratura e dopo averle fatte girare nella toppa due volte consecutive apro la grande porta di legno. Entro in casa e tengo la porta aperta a mia mamma che traballando su i suoi tacchi e trascinandosi dietro l'enorme valigia arriva anche lei dentro l'edificio. Chiudo la porta alle mie spalle e mi fermo un momento ad osservare l'atrio di casa. Mia mamma fa la stessa cosa,sembra un nano paralizzato, poi gira la testa e mi guarda spaesata.
<< Mi sembra passata un eternità dall'ultima volta che siamo stati qui >>
<< Tre mesi non sono pochi ! >>
<< E' così strano, siamo tornati a casa eppure non siamo in canada ! >>
<< Mamma Los Angeles è la nostra casa adesso ! >>
<< Sai, a volte mi sembra di non avere una casa, siamo stati per tre mesi in giro per il mondo, adesso siamo a Los Angeles e tra non molto ripartiremo…finirà mai tutto questo ? >>
<< Mi auguro di no,significherebbe che non vendo più dischi ! >>

Torna a regnare il silenzio, rifletto un attimo sulle parole di mia mamma e poi le chiedo,senza neanche pensarci troppo, se tornando indietro nel tempo firmerebbe di nuovo il contratto con Scooter.
<< Prenderei la stessa decisione che presi 4 anni fa. Vederti felice mi basta >>
<< Dillo pure mamma che dormire e mangiare negli hotel più belli del mondo non ti dispiace >>
<< Justin, la cosa più bella del tour non sono gli hotel ma il vederti cantare dal vivo e ogni sera è speciale >>
<< Ok ok finiamola qui, questa conversazione sta diventando troppo smielata. Vado a disfare i bagagli e a farmi una doccia ! >>

Salgo i gradini due a due,arrivato al piano superiore apro la seconda porta a destra e… cavolo,ho sbagliato!
Questa non è camera mia, ho vissuto troppo poco in questa casa per ricordarmi dov'è la mia camera. Esco dallo studio e apro la porta difronte, ok questa è la stanza giusta. Mi spoglio e vado a farmi una lunga doccia rilassante.

 

Finito di pranzare torno in camera mia per scegliere cosa indossare. Infilo un paio di pantaloni grigio scuro, una camicia bianca e un paio di vans nere. Mi guardo allo specchio - se in questo momento mi vedesse la mia stylist sono sicuro che sarebbe fiera di me- poi sposto lo sguardo sulla mia scrivania, fisso i tre porta chiavi appoggiati sopra e infine scelgo di prendere quello della Range Rover. Sono appena tornato in città, non voglio dare troppo nell'occhio. Torno velocemente al piano di sotto e dall'ingresso avviso mia mamma che sto per uscire.


<< Justin fermati un secondo - dalla sala fa capolino mia madre- oggi pomeriggio c'è la riunione con la casadiscografica, devi andarci >>
<< Mamma vai tu al posto mio e prendi le decisioni che ti sembrano più giuste, d'accordo ? >>
<< Per me non è un problema andarci e lo sai ma sarebbe meglio se ci fossi anche tu! >>
<< Sai che non te lo chiederei se non fosse necessario, devo fare una cosa importante. Sono tre mesi che rimano! >>



REBECCA (BEX)

 

Sollevo il piede sinistro dallo skeatboard e lo appoggio sull'asfalto per darmi velocità, ripeto il movimento un paio di volte e poi lo riappoggio sullo skeatboard esattamente dietro il piede destro.

Sento il vento muovermi leggermente i capelli, con la coda dell'occhio vedo la fontana del giardino dei Mcflullen, i miei vicini. Sono quasi arrivata a casa e mi sto preparando per girare l'angolo quando vedo un sassolino muoversi velocemente verso di me. Appoggio immediatamente un piede a terra in modo da fermare il mio skeatbord. Una volta che ho entrambi i piedi appoggiati al suolo percorro con lo sguardo il tragitto fatto dal sassolino. Passano pochi istanti prima che i miei occhi iniziano a fissare un paio di scarpe scure dall'altro lato della strada. Alzo lo sguardo e vedo l'unica persona al mondo che non mi sarei mai aspettata di vedere. Non che mi sia dimenticata di lui o che non gli pensi, è solo che pensavo fosse in giappone, o in australia, magari anche francia ma non in america.

Non a Los Angeles.

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Capitolo 2
*** 2. ***


HOLAAAAAAAAAA CHICOS ! 
LOOK AT ME, please :)
sono tornata dopo solo un giorno con un nuovo capitolo. E' davvero molto lungo e spero apprezziate :) 
Vorrei ringraziare tantissimo le ragazze che hanno recensito il primo capitolo e anche chi ha inserito la storia nelle seguite o ricordate ! Ringrazio tantissimo anche tutte le persone che hanno letto la storia e che però non hanno recensito. Se vi va, lasciate una recensione questa volta per farmi sapere cosa ne pensate,apprezzerei davvero tantissimo.
Sto cercando di imparare a fare tutti gli " effetti speciali"  possibili, come l'aggiunta di foto, gift , caratteri speciali e colori. Ce la farò, promesso ! 
Inizialmente pensavo di dividere tutto ciò che leggerete in due capitoli, poi ho deciso di unirli in uno solo. 
E' lungo ma spero piaccia. 
Oggi ho ritrovato una vecchia storia diversa ta tutte le altre che ho scritto,non è completa ma devo scrivere solo gli ultimi capitoli, fatemi sapere se vorreste che pubblichi anche quella o se preferite di no ! 
Parlando di questa Fan Fiction e di questo capitolo, a mio parere la parte più importante è l'ultima, leggete con attenzione ! 
ok, mi dileguo,ne avrete abbastanza di me ;) un bacione a tutte ragazze, a prestissimo ! 
 




 
<< Se solo quel sassolino avesse toccato la ruota del mio skeatboard sarei potuta cadere, avrei potuto sbattere la testa sull'asfalto e morire. >>
grido io alla persona appoggiata ad una Range Rover nera opaca parcheggiata dall'altra parte della strada 
 
<< Ma non è successo >>
<< E se invece fosse successo ? >>
<< Nella vita non si ragiona ne con i "se" ne con i "ma" cara la mia rebecca ! >>
<< Al tuo ritorno mi sarei aspettata di tutto tranne che un tentato omicidio >>
<< Smettila di esagerare e vieni qui a salutarmi ! >>
<< E se non volessi salutarti ?! se preferissi andare subito a casa ?! >>
<< In quel caso,che non è il nostro, saresti una maleducata. Ti aspetto da almeno due ore ! >>
<< Se prima di venire a casa mia avvisassi magari troveresti qualcuno ad aspettarti. >>

Anche se tra di noi ci sono almeno sei metri di distanza vedo che gli angoli delle sue labbra si muovono fino a formare un sorriso divertito, poi sfila la mano destra dalla tasca dei pantaloni e la porta alla fronte e la fa  scendere lentamente su tutta la faccia. Justin sposta poi il peso del suo corpo, da che era appoggiato alla sua macchina a che è in equilibrio sui suoi due piedi. Noto che in questi mesi è cresciuto ancora di qualche centimetro. Guarda a destra,poi a sinistra e, vedendo che la strada è libera,  attraversa e mi viene incontro. Quando è a un metro da me si ferma indeciso su cosa fare,non sa come salutarmi. Sinceramente neanche io lo so, un semplice abbraccio sarebbe imbarazzante e finto; sarebbe troppo amichevole, e noi, non siamo mai stati solo amici.
Un bacio invece sarebbe troppo, prima della sua partenza ci baciavamo, sì, ma dopo che ho messo fine alla nostra storia da amici di letto sarebbe inopportuno, significherebbe qualcosa di più di ciò che in realtà siamo.
Noi non siamo mai stati più che amici con benefici,si dai,mettiamola così.

Amici con benefici, suona meglio che amici che fanno sesso e anche meglio di persone annoiate che si conoscono e decidono di fare sesso. I miei pensieri vengono fermati dalle labbra di Justin che sono decisamente troppo vicino alle mie. Mentre pensavo ha deciso bene di avvicinarsi rischiosamente a me. Porto la mia mano tra le nostre bocche prima che queste si sfiorino.
<< Ehi ehi ehi,fermati.so che sono passati tre mesi da quando ci siamo parlati ma dovresti ricordarti ciò che ci siamo detti… >>
<< Preferirei non ricordare,la tua decisione la trovo alquanto stupida e insensata !>>
<< Non ti chiedo di approvare le mie idee ma di rispettarle,almeno questo ! >>
Justin si allontana un pochino dal mio viso. Sento ancora l'energia che aleggia intorno a noi quando siamo insieme.

Questa energia è uno dei motivi per cui siamo diventati…uhm,com'è che ci ho definiti prima ?? amici speciali ?! si ecco,questo è uno dei motivi che ci ha portato ad essere amici speciali, tra di noi c'è sempre stata una fortissima attrazione fisica.

<< Comunque oltre che per rivederti sono venuto per riparlare della tua decisione >>
<< Di cosa dovremmo parlare ? >>
<< Delle motivazioni che ti hanno portato a chiudere la nostra specie di relazione >>
<< Non era una relazione >>
<< Chiamala come vuoi,comunque sia voglio le ragioni per cui hai interrotto ciò che avevamo. Prima che io partissi non me le hai dette >>
<< Non ce ne è stato tempo ! Il tuo aereo stava per partire,ricordi ?! >>
<< ora di tempo ne abbiamo a sufficienza >>
<< Ti sbagli,stavo giusto andando a casa a prendere la sacca con le miei cose per poi andare all'allenamento >>
<< Dimmelo Bex, dimmelo e basta. >>
<< Voglio iniziare una storia seria, voglio innamorarmi davvero. >>
<< Dobbiamo finire di parlare,quando ci vediamo ? >>
<< Domani. A pranzo sono libera. Vieni a prendermi a scuola. >>
<< Va bene se prenoto un tavolo al solito posto ?>>
<< Come preferisci,Justin >>



Appena suona la campanella raccolgo i libri dal banco e mi precipito fuori da scuola. Sono ferma  difronte l'uscita pensando a come poter riconoscere Justin.

Il  numero di telefono l'ha cambiato sicuramente e quello nuovo io non ce l'ho. 
Di macchine ne ha almeno 10 e non so quale abbia scelto di prendere oggi.

Come posso riconoscerlo in mezzo a tutta questa gente ? Continuo a guardarmi a destra e a sinistra con gli occhi ridotti a due fessure per far si che il sole di mezzogiorno non mi accechi. E poi, quando vedo una massa di studenti accalcati intorno ad una macchina, mi viene un lampo di genio. Non ho bisogno di riconoscere Justin in tutta questa folla, è stata la folla a riconoscere lui e ad accerchiarlo, a me basterà solo aspettare che tutta la ressa si smaltisca.

Attraverso la strada e mi siedo su un muretto a qualche metro del cerchio di persone che si è formato.

20 minuti, almeno 50 foto e altrettanti autografi dopo, Justin rimane solo e finalmente mi vede. Mi viene incontro e per evitare strani saluti imbarazzanti gli do una spinta sulla spalla dicendo
<< Che bravura nel camuffarti, Bieber ! Passi proprio inosservato… >>
<< Miss simpatia, buongiorno ! >>
<< Forse per te è un buongiorno, io sono sveglia da almeno 5 ore e a digiuno da 4 quindi è meglio se mi porti a mangiare >>


Una volta che il cameriere ci ha indicato il tavolo e che mi sono seduta piego il collo prima a destra e poi a sinistra,giusto per sgranchirmelo un po'.Torno a guardare Justin,ha gli occhi che luccicano,deve dirmi qualcosa,qualcosa di importante.
<< Cosa mi devi dire? >>
<< Prima ordiniamo,poi ti dico tutto. >>
<< Ora >>
<< Dopo che abbiamo ordinato. >>
 Mi alzo dal tavolo e prendo lo zaino,sul viso di Justin scorgo una traccia di ansia e preoccupazione,si sporge un po' dalla sedia e mi afferra il polso
<< Bex va bene,te lo dico ora ma non andartene! >>
porto la testa all'indietro e rido,che stupido,abbocca sempre!
<< Sto andando in bagno,ogni ragazza ha bisogno di darsi una rinfrescata,pensi davvero che me ne sarei andata via ? >>
<< Si.l'avresti fatto.non è la prima volta che te ne vai. >>
<< Cinque minuti e torno,prometto. >>

Cammino verso il bagno, a passo veloce, voglio fuggire per qualche istante via da Justin ma riesco comunque a sentirlo, anche se lo dice a bassa voce distinguo comunque ciò che  pronuncia 

" lo avevi promesso anche allora".

Accellero il passo,sto quasi correndo,appena entro in bagno mi fermo,sono immobile, nemmeno il mio sterno segue i movimenti dei miei respiri alzandosi e abbassandosi. L'unica cosa che si muove in me sono i pensieri, i sensi di colpa.
Non è giusto.
Non è mia la colpa.
Ho dovuto scegliere.
Avevo promesso. Avevo promesso due volte.
La prima volta che ho fatto una promessa a Justin è stato quando abbiamo deciso di diventare amici di letto. Avevamo promesso di rimanere amici, avevamo promesso che sarebbe stato solo sesso, avevamo promesso che saremmo stati sinceri, avevamo promesso di non diventare gelosi, avevamo promesso che non ci saremmo innamorati.
La seconda volta, invece, che io e Justin ci siamo promessi qualcosa era stato diverso tempo fa, lui era triste, davvero triste. Probabilmente la prima e unica volta che è stato triste in tutta la sua vita, stava davvero male, non quel male fasullo dove basta mangiare un gelato e ti passa tutto, un male vero ,un male che non ti fa dormire la notte. Avevo promesso che non lo avrei mai abbandonato.
Questa è statala promessa che ho infranto.
Ho infranto la seconda promessa per non infrangere la prima.
Come dicevo, ho dovuto scegliere e ho fatto la mia scelta.
Ed è in questo momento che mi rendo conto di tutto.Mi rendo conto di tutto quello a cui non ho voluto pensare negli ultimi mesi.

Ho abbandonato Justin perché per me non era più solo sesso.

giro la manovella del rubinetto e metto i polsi sotto l'acqua fredda,inumidisco qualche salvietta e me la passo in fronte.Mi ravvivo i capelli e passo sulle labbra un rossetto rosa barbie.
 " se vuoi nascondere che dentro stai male si bella fuori" avevo letto in un libro. Neanche mi ero soffermata su questa frase quando l'ho letta,devo ringraziare il mio subconscio che me l'ha ricordata nel momento giusto.

Tornata al tavolo mi siedo lentamente e facendo meno velocemente possibile mi verso un bicchiere d'acqua.Se faccio movimenti lenti non inizierò a tremare come una foglia per l'agitazione.
Mostro i miei denti in un lungo sorriso e poi tutto d'un fiato dico
<< sono pronta, spara. >>
Justin torna nel mondo reale, negli ultimi minuti si e' andato a fare un giretto su Marte, ha fissato una goccia d'acqua andare dal tappo della bottiglietta fino alla punta della sua forchetta.Con una mossa veloce asciuga la gocciolina d'acqua con un lembo della sua maglietta a maniche lunghe e poi mi sorride. Un sorriso che fa raramente, il suo sorriso perverso.
<< scommettiamo >>
<< scommettiamo, cosa, precisamente? >>
<< che non sei fatta per l'amore >>
<< quello sei tu >>
<< allora, se sei convinta di ciò che dici, scommettiamo. >>
Rimango in silenzio, non capisco dove vuole arrivare e come vuol dimostrare le sue strane idee. Sembra che Justin mi legga nel pensiero, fortunatamente non è così, perché inizia a parlare, inizia a condividere con me la sua malsana teoria.
<< ci ho messo tutto il viaggio fino a qui per escogitare questo piano. Adesso che ci penso potrei venderlo a qualche sceneggiatore per scriverci un film. >>
<< la mia vita, a differenza della tua, non è un film. E non tengo nemmeno al fatto che lo diventi. >> pronuncio in modo astici.
<< vado avanti. Lasciami finire. Conosco quattro ragazzi, belli fisicamente e anche caratterialmente, non sono come me, loro si comportano bene…esci con il ragazzo numero uno, hai a disposizione due appuntamenti per capire se ti piace o no,alla fine dei due appuntamenti se ti piace davvero vinci la scommessa, altrimenti si passa al ragazzo numero due. Con il ragazzo numero due avviene lo stesso, se non ti dovesse piacere si passa al numero tre e poi al numero quattro. Se però, anche il numero quattro non dovesse essere quello giusto per te ho vinto io. >>
<< ho capito la tua messa in scena, ma tutto ciò cosa dimostrerebbe? >>
<< io ti metterei davanti a quattro ragazzi perfetti, il sogno di ogni ragazza. Se a te non dovesse piacerne neanche uno significa che tu, cara la mia Bex, non sei fatta per l'amore, come sostengo io. Se invece uno di loro ti dovesse davvero piacere allora hai vinto tu. Stai attenta però, perché non puoi imbrogliarmi,  dici che un ragazzo ti piace dovrai starci insieme seriamente, altrimenti, se dopo poco lo lasci ho vinto ancora io. >>
<< accetto. A una sola condizione però. Se vinco io tu sparisci, per sempre, dalla mia vita. >>
Justin rimane spiazzato. Anche io lo sono. 
Gli impulsi del cervello e quello del cuore prima di arrivare alla bocca si mischiano,si miscelano,si ostacolano e si completano.Quello che dico, solitamente, è frutto della comminazione tra gli impulsi del mio cervello e quelli del mio cuore.
Questa volta invece il cervello ha battuto il cuore.
Questa volta ha parlato solo il mio cervello, il quale vuole che io non veda mai più Justin, il mio cuore invece, che vuole Justin vicino a me, è rimasto zitto.
E io sono spiazzata.
<< mi odi ? >>
<< no. >>
"ti amo troppo." 
Avrebbe voluto dire il mio cuore.E anche questa volta il mio cervello ha battuto sul tempo il mio cuore.
<< la tua condizione però è incompatibile con la mia vittoria >>
<< E' giusto così. Se vinco io non puoi vincere tu. >>
<< e viceversa… >>
<< qual'è il tuo premio ? >>
<< torniamo ad essere amici di letto. >>

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.


 

 
HOLAAAAAA PEOPLE (come sono internazionele, non pensate?! )
VOGLIO RINGRAZIARVI TUTTE, CHI HA RECENSITO, CHI HA INSERITO LA STROIA TRA LE RICORDATE, CHI TRA LE SEGUITE E ADDIRITTURA CHI TRA LE PREFERITE.
SPERO CHE IL CAPITOLO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO. PER QUESTO CAPITOLO MI SONO ISPIRATA ALL'ULTIMO TATUAGGIO DEL BIEBS ( quanti se ne vuole fare ancora? ) ! MENTRE SCRIVEVO LA PARTE FINALE,NONOSTANTE QUESTA SIA STATA UNA PESSIMA GIORNATA, MI SONO SENTITA FELICE, NON SO PRECISAMENTE PERCHE' MA E' STATO COSI. SPERO CHE OGNUNA DI VOI RECENSISCA COSI DA POTERMI DIRE CIO' CHE NE PENSA, TUTTE LE CRITICHE ( verranno gradite se serviranno a farmi maturare e crescere come autrice ), E QUALSIASI COSA VOGLIATE ! 
VI MANDO UN BACIO DONZELLINE MIE, AL PROSSIMO CAPITOLOOOOOO 

 (spoliers : dal prossimo capitolo entreremo in azione, che la scommessa abbia inizio ! chi vincerà ? )

 

Seduta alla mia scrivania fisso per l'ennesima volta la pagina bianca del mio quaderno. I miei occhi si spostano velocemente sulla sveglia, sono le 15.06 . Devo consegnare un compito entro domani alla professoressa Figghins o quest'estate dovrò frequentare i corsi estivi. Il mio cellulare inizia a squillare ma il mio buon senso dice di lasciarlo perdere.

sono le 15.13 
Il mio cellulare sta squillando per la ventiduesima volta. Mi alzo dalla sedia controvoglia e afferro il cellulare che avevo lasciato sul letto. Guarda caso è Justin.

<< Se non ti rispondo è perché sono occupata >>
<< Non puoi essere occupata, non ti è permesso frequentare ragazzi che non siano quelli che ti presento io >>
<< Punto uno, non esistono solo i ragazzi, ho ben altro a cui pensare; punto due, non abbiamo stabilito nessuna regola quindi, teoricamente, se io volessi potrei uscire con tutti i ragazzi di questo mondo >>

Termino la chiamata e non faccio in tempo a sedermi che il cellulare riprende a squillare.
<< Ti ho detto che non ho tempo >>
<< Non hai tempo per cosa? non ti ho ancora proposto niente ! >>
<< Non ho neanche il tempo di stare qui a parlarti, domani devo consegnare  una ricerca sugli Indiani d'America e sai a che punto sono….al titolo! >>

Ci sono alcuni minuti di silenzio nei quali la mia mente inizia a vagare. Magari Justin non sa neanche che esistono gli Indiani d' America, studia talmente poche ore a settimana con quella gatta morta della sua tutor che sarà arrivato si e no a Giulio Cesare. Probabilmente fa talmente poche ore di "scuola" che la storia non è nemmeno inclusa nelle materie da studiare. Mi sta venendo voglia di picchiarlo per tutti i vantaggi che l'essere famoso ti porta.

<< Sei ancora in linea ? >> urla Justin dall'altra parte del ricevitore
<< Sono ancora in linea e nel frattempo,grazie al tuo urlo, sono anche diventata sorda. >>
<< Mi è venuta un'idea. Fatti trovare pronta tra 20 minuti fuori casa tua. Ci penso io alla tua ricerca >>
<< Justin sei sicuro di --------- troppo tardi, questa volta è stato lui a mettere giù, e prima che finissi di parlare.

Sono talmente concentrata sul mio quaderno, ancora bianco, che prima di sentire il campanello della porta suonare devono schiacciarlo diverse volte. Sono le 15.40, Justin non si è più fatto sentire, spero per lui che non si sia davvero presentato qui.
Scendo le scale velocemente, rischiando anche di inciampare in Monkey, il cucciolo di labrador che i miei genitori hanno regalato a mia sorella per il suo compleanno qualche settimana fa, e apro la porta affannata.
Non è Justin.
Non è affatto justin.
E' un uomo sulla cinquantina, vestito elegantemente, con l'aria annoiata.

<< Salve, i miei genitori non sono in casa. Di cosa aveva bisogno ? >>
<< Non sono qui per i tuoi genitori, Justin mi ha mandato qui per prendere te. Sei Rebecca, giusto ? >>

Justin che cosa? cosa cavolo passa nella mente di quel canadese ? Il freddo del Canada deve avergli congelato il cervello !

<< Non so cosa le abbia detto Justin ma io non posso uscire, devo studiare e il mio cane - apro un po' di più la porta in modo che l'uomo riesca a vedere Monkey poltrire sulle scale - non può restare a casa da solo, ordine dei miei genitori >>
<< Facciamo una bella cosa, prendi quel bellissimo cagnolino, dei vestiti decenti e poi saliamo in macchina. Se quello che Justin ti dirà non ti andrà bene ti riporto qui, altrimenti avrò una bella mancia per essere riuscito a convincerti. >>

Cos' ha il mio pigiama a quadretti che non va? 
E chi è lui per giudicare come mi vesto? per giunta quando sono a casa da sola. E' fortunato che non sia nuda o con una maschera all'argilla in faccia, cretino !

Non ho niente da perdere, però. Prendo il cane con un braccio e con l'altro i jeans e  la felpa che ho spogliato quando sono tornata da scuola e, dopo aver chiuso la porta di casa, raggiungo l'uomo che intanto  ha aperto la portiera posteriore di una macchina grande e nera. L'uomo aspetta che io entri in macchina e chiude il mio sportello, poi si siede al posto di guida e mette in moto la macchina.

<< Se è così gentile da non guardare nello specchietto io mi cambio, visto che a quanto pare non le piace il mio pigiama ! >>
<< si vuole cambiare qui? assolutamente no ! Avrà tempo di cambiarsi in aereo. >>

<< A - E - R - E - O - ?!  >> il mio è un grido soffocato.
Di cosa stiamo parlando ?
Che cosa cavolo ha in mente quel canadese troglodita ?

Sa benissimo che odio l'aereo.

La macchina si ferma e dopo poco il mio sportello si apre. Non è l'autista, è Justin.
<< Sei fortunato che mi aspettassi di vedere l'autista se non ti avrei già tirato un bel pugno dritto in faccia ! >>
 Monkey dalle mie gambe salta in braccio a Justin. Io esco dall'auto tenendo stretti tra le mani i miei vestiti. Quel troglodita canadese ha una fortuna doppia, se non avessi i vestiti tra le mani il pugno glielo avrei tirato ora.

<< Bex,perché hai un cane e sei in pigiama ? >>
<< Perché ho la sfortuna di conoscere una canadese troglodita >>
Lo fisso negli occhi, dopo aver riflettuto per qualche istante se il mio fosse un insulto o meno, Justin scoppia a ridere. Deve aver pensato, erroneamente, che io scherzassi.
Noto solo adesso che ci troviamo su una pista di atterraggio, a pochi metri da un jet privato.
 Il mio sguardo è spaesato e forse anche terrorizzato.
<< Bex, stai tranquilla,andiamo in Utah per un paio d'ore, niente di più  e niente di meno >>
<< E dimmi, esattamente, cosa ci andiamo a fare in Utah ? >>
<< Andiamo a trovare i Navajo, il maggior gruppo etnico di Indiani d'America che esista. Ho fatto qualche chiamata e abbiamo il permesso di entrare nella loro riserva, uno dei capi tribù ti dirà tutto quello che vuoi sapere sugli Indiani >>

<< Spero solo che questo capo tribù assomigli a Taylor Lautner. Nel film dei vampiri lui interpretava un indiano, non è vero ?!  Saremmo potuti andare da lui,che tra le altre cose vive a Los Angeles ! >>
<< Dubito che avrebbe potuto aiutarti con la tua ricerca >>
<< Ci sono molte altre cose in cui può aiutarmi …>>

Questa volta oltre a Justin rido anche io e mentre aspetto che lui si riprenda dalle risate sussurro un ' grazie' al canadese che per adesso, solo momentaneamente, intendiamoci, non considero più troglodita.

<< guarda che ti ho sentita >> mi dice lui mentre saliamo sul jet privato.


Siamo sul jet privato, stiamo sorvolando il cielo e siamo quasi arrivati a Los Angeles. Justin si è addormentato e io tamburello con le dita sul tavolino che c'è difronte a me. Le mie dita si spostano sul laccino della videocamera ed inizio a giocherellare con questo. Justin, oltre ad avermi ripreso mentre ascoltavo le spiegazioni del capo tribù e tutto il nostro pomeriggio, si è anche offerto di far montare al regista dei suoi video musicali i filmati e di portarmi il video finito domani a scuola entro la terza ora, quella di storia. Forse, se la scuola comprendesse metodi educativi alternativi, come quello di oggi, sarebbe persino piacevole.
Quando siamo arrivati in Utah siamo stati accolti con dei cibi tipici che le donne indiane hanno cucinato apposta per noi. Justin ha scattato qualche foto, io mi sono fatta dare la ricetta dei piatti e me ne sono fatta dare una porzione da portare domani a scuola per farla assaggiare alla professoressa. Poi il capo tribù ci ha accolti nel suo studio, che a differenza di quanto pensavo non è una tenda. Ci ha raccontato la storia degli indiani d'America, i loro principi, com'è essere un indiano oggi e com'era esserlo 100 anni fa. Alle 20, Rash, il capo tribù, ha finito la sua lunga ma coinvolgente spiegazione e ci ha invitati a cenare a casa sua. Abbiamo mangiato hamburger e patatine guardando la partita di football, non proprio tipico delle usanze Indiane.
 Questo ho detto a Justin che poteva avvitare di documentarlo.
Quando abbiamo finito di cenare Rash ci ha avvertii che questa sera si sarebbe tenuta la riunione con i maggiori esponenti della tribù e che per lui era un piacere farci assistere. Avrei tanto voluto arrostire marsh mellw intorno al falò mentre qualcuno raccontava una storia ma ahimè, la riunione si è ridotta ad una polemica sul nuovo edificio che stanno costruendo nella riserva. Appena ho afferrato il concetto di "questo non è un film e il gemello di Taylor Lautner non verrà a prenderti" ho salutato, ringraziato e portato Justin fuori dalla riserva. Il pomeriggio è stato emozionante ma quando è troppo è troppo. 

 
L'aereo inizia a muoversi su e giù, velocemente. Mi sta venendo il mal di stomaco. La velocità con cui si muove l'aereo e la turbolenza a cui stiamo andando incontro sono talmente forti che cado dalla mia poltroncina e finisco a terra.Finite le scosse mi alzo e guardo attraverso il finestrino per accertarmi di non stare per sfracellarmi al suolo. Siamo ancora in aria, siamo ancora in cielo. E' talmente bello ciò che vedo che per un istante ho l'impressione di essere arrivata in paradiso. 
E' completamente buio, il cielo è nero ed infinito. Ci sono le stelle, milioni di stelle. Sono sparse qua e la, per quanto ne so potrebbero essere distanti a me qualche metro o qualche anno luce, ma non è questo che importa. Per quanto siano distanti da me sono di una lucentezza abbagliante, risplendono come se la vita fosse meravigliosa. Probabilmente,la vita, quassù, è davvero meravigliosa. Le stelle risplendono come se questo fosse il loro modo di sorridere, risplendono come se questo fosse il loro modo per dire che sono felici, risplendono come se il mondo avesse bisogno di loro.  Ed è così, noi abbiamo bisogno di loro, abbiamo bisogno di sorprenderci, abbiamo bisogno di rimanere incantati a osservare, a osservare le stelle, e di porci domande, dobbiamo chiederci com'è possibile che tutto questo esista, dobbiamo sapere che la natura è superiore a noi, dobbiamo arrenderci all'idea di essere sottomessi e impotenti difronte a ciò. E mi ritrovo a guardare, a sognare , ad apprezzare tutti questi puntini luminosi che mi circondano e meravigliano. Quando tutto ciò si fa troppo grande e troppo importante per me e io mi sento minuscola,sveglio Justin e condivido con lui questo momento magico. E insieme a lui, seduti una accanto all'altro a fissare insieme il cielo notturno, tutto torna in equilibrio, tutto torna ad avere un senso, ed io torno a sentirmi a mio agio, torno a sentirmi forte e coraggiosa. E per la prima volta in vita mia mi sento meravigliosa, perché Justin mi sta guardando, e mi guarda come io prima guardavo le stelle. E non mi importa più se sono impotente davanti alla natura o alla fame del mondo,non mi importa se non riuscirò a prendere la sufficienza nel dannato compito di storia, non mi importa di niente, mi sento importante.
Perchè in fondo so di esserlo.
So di essere fondamentale per almeno una persona,e questa persona a me basta. 

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Capitolo 4
*** 4. ***



Used to tell me sky's the limit, now the sky's our point of view

 

 



Con i piedi immersi nel laghetto del parco, un frullato alla banana in mano, e gli occhi verso l'alto, che guardano il cielo, mi sto godendo il mio sabato mattina.



Questo è il giorno che preferisco di tutta la settimana.
Noi Woldorf abbiamo una tradizione, ogni sabato facciamo colazione insieme, è un rituale sacro per tutti noi.
E la tradizione non si limita solo a noi tre figli e ai miei genitori, è estesa anche a mia nonna, mio nonno e il loro gatto.
La cosa bella del sabato mattina non sono di certo i pancakes di mia mamma o i muffins che nonna porta da casa sua, anche perchè il gatto li lecca sempre durante il tragitto in macchina. La cosa bella sono le risate, quelle non mancano mai. 

La prima regola fondamentale è l'abbigliamento di mamma, una vecchia camicia da notte con la figura di superman stampata sopra. Questa camicia da notte farà parte dei cimeli di famiglia, farà parte dell'eredità che io e i miei fratelli ci contenderemo, è un pezzo fondamentale. Quando avevo tre anni e mio fratello Luke cinque, lui iniziò a sviluppare una paura spropositata per i mostri. La luce del corridoio lasciata accesa tutta la notte e il campanellino appoggiato sul comodino così da poter chiamare i nostri genitori qual volta volesse non bastavano a colmare le sue paure. Un giorno, però, trovammo il rimedio: la famosa camicia da notte. Mio fratello era convinto, secondo me lo pensa tutt'ora, che, attraverso la maglietta, superman potesse cedere tutti i suoi poteri a mamma e che lei ci avrebbe protetto da tutti i mostri. 
Mi ricordo ancora quando mio fratello spargeva la colla su tutto il pavimento della sua stanza per far attaccare i mostri a terra impedendogli così di raggiungere il suo letto. 

Regola numero due, il gatto di mia nonna è nero, e mio papà è superstizioso. Tutte le volte che per caso il gatto sfiora mio padre, allora lui corre a toccare ferro e a rispolverare i peperoncini portafortuna che aveva acquistato a Napoli in viaggio di nozze con mia madre.

Regola numero tre, mio nonno odia la tecnologia. Ognuno di noi deve spegnere il proprio cellulare, è d'obbligo disattivare lavastoviglie e lavatrice, telefono di casa e persino l'antifurto. Mio nonno preferirebbe esser derubato dai ladri piuttosto che affidarsi all'allarme che lui ritiene " un affare tecnologico" . La terza regola è quella meno gradita da mia mamma. Lei è un neurochirurgo del più importante ospedale di Los Angeles. Il cellulare è gran parte della sua vita, deve rimanere in costante contatto con i suoi pazienti e colleghi, eppure, per quanto sia una brava dottoressa e molto disponibile, deve attenersi alle regole. 

Regola numero quattro, mai interrompere mia nonna nella lettura del giornale. La regola numero quattro, di per sè, non sarebbe difficile da rispettare se non fosse che mia nonna è miope da ormai tre anni. E così, per lei, " il mandato di arresto" diventa " un malato ha un arresto" e per dare significato alla frase ci aggiunge "cardiaco" anche se la frase giusta continuerebbe con " per il maniaco".

Regola numero cinque, mai stupirsi di niente. Nella famiglia Woldorf, il sabato mattina, nulla è impossibile.





Finita la colazione ho preparato la domanda per il college che è da spedire entro il mese prossimo e sono uscita. 
Sono venuta qui al parco. A guardare il cielo. 
E' dalla settimana scorsa che non smetto di guardare il celo. Lo guardo di prima mattina, ancora nel letto e con gli occhi socchiusi poiché non sono del tutto sveglia. Lo guardo attraverso la finestra della mia classe, ormai ho imparato che quando l'ombra dell'albero all'entrata di scuola arriva a toccare l'asta della bandiera americana che c'è fuori dalla mia classe è ora dell'intervallo. Lo guardo appena finito di studiare e rimango fino all'ora di cena, osservo ogni passaggio, dal giallo spento di quando il sole inizia a tramontare al rosso fuoco di quando ormai  è scomparso dietro l'orizzonte. Lo guardo prima di addormentarmi, quando la luna se ne è impossessata.
Lo guardo e mi chiedo come sia possibile che rimanga li, senza caderci addosso. Lo guardo e mi rendo conto di quante cosa io non sappia della vita.


Un uccellino mi passa sopra la testa e io guardo l'ora, sono le dodici meno dieci. Mi alzo in piedi e strofino i piedi sull'erba facendo si che si asciughino. Mi infilo le ballerine, mi sistemo la gonna e il maglione e mi incammino verso l'uscita del parco. 
Quando i miei occhi incontrano le luci sfavillanti dell'insegna di Burger Word mi rendo conto di essere già arrivata. Sto per pranzare con il primo dei quattro ragazzi. Justin gli ha dato il mio numero tre giorni fa e lui mi ha subito scritto, si chiama Alex,ha un anno in più di me ed è l'unico ragazzo che sia mai riuscito a fare goal con Justin in porta.
Entro nel ristorante e gli occhi di tutti i presenti si alzano per guardarmi, pochi secondi dopo li hanno riabbassati tutti. Tutti tranne un ragazzo. 
IL ragazzo si alza e mi viene in contro
<< Sei Rebecca, non è vero? >>
<< Hai indovinato >>
<< Sono Alex >> dice mostrando i denti perfetti.
Seduta di fronte a lui inizio ad osservarlo. In realtà è più un ammirare che un osservare. E' bello da far sfigurare persino David Beckam, il mio più grande sogno. Ha gli occhi grandi e scuri, i capelli mossi di un castano talmente chiaro che con la luce sembrano biondi. Le spalle larghe e proporzionate al suo fisico atletico, probabilmente lavora da Abercrombie.
<< Ho capito subito che eri tu. Justin me lo aveva detto!  >>
Il mio cervello si blocca e la mia faccia deve far trasparire tutta la paura che in questo momento ho perché Alex aggiunge << Non è niente di negativo o imbarazzante. Mi Ha solo detto che dal momento in cui ti avrei visto non sarei più riuscito a staccarti gli occhi di dosso. E aveva ragione, sei talmente bella da essere una calamita per i miei occhi! >>
Qualcuno mi dia uno schiaffo, sto per svenire. 
<> mi limito a dire. 
Una cameriera ci raggiunge e ci chiede di ordinare
<< Per me hamburger e patatine >
La ragazza rimane incantata a guardarlo e anche mentre le parlo mi da le spalle
<< Per me lo stesso, grazie >>
La ragazza se ne va e la mascella di Alex si contrae.
<< Fai palestra ? >> 
<< no >>
<< ah, allora, forse, sarebbe meglio non mangiare hamburger e patatine, sai, per via delle calorie e dei grassi ! >> abbozza un sorriso che però è inutile, per quanto sia mozzafiato non mi ha fatto dimenticare le sue parole.
Mi manca la salivazione, il mio cervello è talmente impegnato nel trattenermi dal tirargli uno schiaffo che non manda gli impulsi alle ghiandole salivari.
<< stai scherzando ? >>
<< bhè, no! >>
<< pensavi davvero che in un posto chiamato Hamburger Word io avrei ordinato insalata e cose dietetiche ? >>
<< sinceramente si! >>
<< non penso sia affar tuo di come io bruci le calorie e di come mi mantenga in forma >> 
<< è importante che tu tenga al tuo aspetto fisico e non ti trascuri >>
Vi presento Alex, amici, il più grande coglione che io abbia mai conosciuto!
Vorrei andare avanti a dirgli che l'aspetto fisico per quanto sia importante a questa età, svanisce. Vorrei dirgli che le ragazze diventano bulimiche e anoressiche per gente come lui, vorrei dirgli che è tanto bello quanto superficiale, ma non faccio niente di tutto ciò. Decido di cambiare discorso, tutti meritano una seconda possibilità.
<< Giochi a calcio se non sbaglio, Justin deve avermi accennato qualcosa… >>
<< In realtà faccio qualsiasi tipo di sport,tra tutti preferisco il football >>
<< fortunatamente il football è l'unico gioco di cui capisca qualcosa. Il mio migliore amico, John, è il capitano della squadra della mia scuola. E' appena stato chiamato per i provini dei St. Louis Rams >>
<< Quelli che fanno i provini per i Rams sono tutti delle mezze seghe, sono quelli che sconfiggo in meno di dieci minuti, quelli che per mascherare il fatto di essere gay vanno con quelle oche delle cheerleaders! >>
facciamolo continuare, voglio vedere fino a che punto arriva il coglione qui presente.
<< vai avanti, ti prego! non ti piacciono le cheerleaders ? >>
<< MI piacciono come possono piacermi un paio di jeans, li indossi una volta e poi ti stanchi.Hai capito in che senso le provo,giusto ?! - mi fa l'occhiolino e io accenno un si con il capo,non voglio interromperlo-  Il loro massimo scopo nella vita è riuscire a farsi notare da noi che oltre a farci asciugare il sudore da loro non vogliamo niente>> accenna una risata, come se quello che ha appena detto fosse divertente e tira fuori il cellulare dalla tasca.
<< Sai, sei il più grande coglione che io abbia mai incontrato. Avrei molte cose da dirti ma probabilmente non ne capiresti la metà.Ti faccio solo sapere che sono una cheerleader. Non ho mai asciugato il sudore di nessuno e non lo farei mai neanche nei miei incubi peggiori. Non ci rivedremo mai più, l'unica cosa che farò sarà mandarti un biglietto per la partita in cui il mio migliore amico farà il suo esordio in una squadra professionista dopo aver firmato un contratto milionario. >>
La cameriera si avvicina a noi con due piatti,prima che li appoggi sul tavolo mi alzo e le dico
<< ho cambiato idea, il mio ordine lo metta in un sacchetto e ci aggiunga un doppio  hamburger,una porzione di crocchette, due di patatine e due cocche,porto via tutto >> afferro la borsa e sotto gli sguardi increduli della ragazza e di Alex mi avvio alla cassa . Mentre aspetto che il mio sacchetto sia pronto prendo il cellulare e velocemente scrivo un messaggio.


 
 From : Rebecca
To : Justin

Ci vediamo tra dieci minuti. Fatti trovare nel parcheggio di Hamburger Word. Non accetto un " no " come risposta.
p.s. spero tu non abbia mangiato,ci ho pensato io :)  





HOLLLLAAAAAAAA !
Buona sera a tutte :) è passata una settimana dall'ultima volta che ho aggiornato, non è moltissimo ma la mia intenzione è quella di aggiornare ancora più frequentemente! domani si conclude il primo quadrimestre e quindi per un po' ( ahimè non molto) sarò libera da verifche e interrogazioni e quindi scriverò molto di più :) Il capitolo è abbastanza diverso dagli altri, lo so ! Spero vi sia piaciuto comunque. 
Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito, inserito la storia tra le seguite, le ricordate e preferite, è un onore per me. 
Ho già qualche idea per il prossimo capitolo e penso vi piacerà molto...
Grazie, Grazie, Grazie a tutti, besos chicos.
 Franci.

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Capitolo 5
*** 5. ***



Appena ho visto l'auto di Justin sfrecciare sulla strada e poi fermarsi accanto a me la rabbia è iniziata a ribollirmi nelle vene. Salita in macchina ho sbattuto la portiera con forza e poi ho iniziato a insultare Justin. Lui, sorprendentemente, mi ha ascoltata in silenzio. Non ha nemmeno cercato di controbattere alle mie accuse. 
Non so se lo ha fatto perché sa di aver sbagliato o se ha solamente preferito lasciarmi sfogare. Fatto sta che ha tenuto gli occhi fissi sulla strada e solo quando, finito il mio monologo, ho acceso la radio, ha dato segni di vita prendendo dal sacchetto una coca cola. 
Io ho continuato ad ascoltare la radio per una buona mezzora fino a che non è iniziata la melodia della nuova canzone di Justin, in quel momento l'ho spenta. Io ero arrabbiata e non volevo sentire la sua voce e lui, dal canto suo, aveva deciso di accontentarmi standosene zitto, la radio non avrebbe di certo scombussolato il nostro equilibrio. Ad un certo punto Justin ha parcheggiato la macchina e quando mi sono slacciata la cintura mi ha fatto segno di rimanere nell'auto, doveva fare una semplice commissione. E' tornato qualche minuto dopo con un pacchetto di caramelle gommose, per me. 
E  a me questo è bastato, mi è bastato per perdonarlo del pessimo appuntamento da lui organizzato.

Così quando siamo arrivati a Newport Beach, una cittadini a un ora e trenta da Los Angeles, la mia rabbia si era attenuata, se non calmata del tutto, sia grazie al pacchetto di caramelle che a quello di cioccolatini comprato qualche decina di minuti dopo il primo. 

Newport Beach è uno dei miei posti preferiti di tutta la California probabilmente, e Justin questo lo sa bene.
Sono seduta sul molo e seppur la mia vista in questo momento sia limitata a causa del sole che mi acceca riesco a distinguere la sagoma di Justin avvicinarsi. Si siede accanto a me e mi porge la mia coppetta di gelato, rigorosamente nocciola, e poi inizia a magiare il suo cono, rigorosamente crema.
Finiti i nostri gelati abbiamo giocato a pallavolo sulla spiaggia e dopo esser stata umiliata per ben tre partite di fila ho proposto di cambiare attività. Justin ha proposto una biciclettata e io ho accettato entusiasta, non tanto perché io ami la bici ma piuttosto per vedere il ciuffo del biondino scompigliato a causa della velocità e del vento. 
Ma Justin Bieber sorprende sempre e perciò mi è toccato pedalare per tutta Newport Beach senza vedere neanche per un secondo il ciuffo di Justin rovinato.

Adesso sono le sette di sera passate e abbiamo dovuto riconsegnare le bici. Siamo tornati sul molo perché volevo vedere il tramonto. A quanto pare, però, il sole ha deciso di farsi desiderare poichè è ancora alto nel cielo e con voglia pari a zero di iniziare ad abbassarsi.
Così, mentre aspettiamo, mi si accende una lampadina.
<< Justin, sai dove siamo? >> chiedo emozionata.
Il canadese distoglie gli occhi dal cellulare e li porta sui miei.
<< No >> dice smarrito.
<< Siamo a Newport >>
<< Si beh, questo lo so. Ho anche letto il cartello all'uscita dell'autostrada >>
<< No Justin, non capisci. Qui è ambientato The O.C. il telefilm più bello di sempre >>
<< Sarà anche stato ambientato qui ma è stato registrato negli studi televisivi >>

Mi sdraio con la schiena sul molo. L'amore che conosco meglio è proprio quello tra Seth e Summer, i protagonisti della serie.
<< Sai Justin, vorrei che il mio ragazzo mi amasse talmente tanto da giocare con il mio unicorno giocattolo, vorrei mi amasse così tanto da inventare una festa così da unire le nostre credenze religiose >> dico sognando. Seth giocava con l'unicorno rosa di Summer nella prima stagione e nella terza si era inventato il ChristMukka, una via di mezzo tra il natale, Christmas per l'appunto, e l'Annukah, la festa ebraica equivalente del natale cristiano, e tutto ciò soltanto per poter festeggiare il 25 dicembre insieme alla sua ragazza anche se lei cristiana e lui ebreo. Probabilmente queste cose succedono solo nei telefilm e non esiste nessun ragazzo che assomigli a Seth Cohen ma non mi importa, continuerò a sperare.




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Sto torturando il lembo della maglietta del pigiama mentre ascolto ' A Thousand Years ' stesa sul letto. La porta di camera mia si apre e da questa sbuca la testa di mia mamma

<< Rebecca hanno suonato il campanello! >>
<< E perché non vai ad aprire? >>
Mamma sorride dolcemente e con un cenno della testa mi indica di alzarmi << Ho aperto, c'è Justin che ti aspetta di sotto >>.

Mia mamma esce dalla stanza e prima di seguirla decido di cambiare i pantaloni del pigiama di hallo kitty, regalo di mia nonna non molto apprezzato, con un paio di skinny jeans. 
La porta di casa è aperta ma sulla soglia non c'è nessuno, mi affaccio e trovo Justin seduto sulla panchina di legno in veranda. Chiudo la porta alle mie spalle e mi siedo vicino a lui.
<< Che ci fai qui? >>
<< Non hai risposto ai miei messaggi per tutto il giorno >> dice guardando fisso davanti a se.
Porto le gambe vicino al petto e appoggio il mento sulle ginocchia.
<< Si scusa. E' stata una brutta giornata >>
<< Immaginavo, sono qui per questo. Ti va di parlarne? >>
<< Dopo scuola sono andata in clinica, oggi è il compleanno di mio nonno. Quello paterno, intendo. >>
<< Se non ne avevi voglia non ci saresti dovuta andare >>
<< E' mio nonno, avevo voglia di vederlo e di fargli gli auguri, anche se in effetti lui non sa nemmeno chi sono. >>
Mio nonno soffre di Alzheimer già da una decina d'anni. E' una malattia degenerativa, ti distrugge piano piano, giorno dopo giorno, ricordo dopo ricordo. Mio nonno durante i primi anni dopo che gli è stato diagnosticato questo morbo sembrava lo stesso ma pian piano è cambiato. In realtà non è nemmeno cambiato, è scomparso. E' come se un'altro uomo di 67 anni si fosse appropriato del suo corpo. E' in clinica da un paio d'anni, da quando ha iniziato a non riconoscere più nemmeno mia nonna. Gli vorrò sempre bene, anche se lui non si ricorda di me, però è devastante sapere che non sa di avere un figlio, una moglie e dei nipoti. E' devastante sapere che persino lui non sa chi sia.

<< Non si ricorda niente , Justin. >>
<< E' la malattia, Bex, lo sai. >>
<< Si Justin, ma in questo caso dovrebbe subentrare l'amore. Come puoi non riconoscere il viso della donna che hai amato per 44 anni? Sai, oggi mentre aspettavo che mio papà finisse di parlare con il medico ho letto un foglietto illustrativo. Dicono che l' Alzheimer sia una malattia che ha familiarità. Un giorno potrei scoprire di esserne malata. E sai cosa mi auguro, Justin? non di non ammalarmene ma di riuscire ad amare qualcuno così intensamente da riconoscerlo nonostante tutto, vorrei poter amare qualcuno con tutta me stessa così da non poter mai dimenticare i nostri momenti insieme, nonostante l' Alzheimer, nonostante qualsiasi malattia del mondo. >>
<< Sai Bex, sono sicuro che se avessi l' Alzheimer mi basterebbe un tuo tocco, un semplice contatto con la tua pelle, e ricorderei tutto di noi. Nessuna eccezione, nessun ricordo escluso; mi tornerebbe in mente  persino l'odore di caramello che ti avvolgeva la prima volta che ci siamo incontrati! >>

Rimaniamo in silenzio. Vorrei prenderlo a pugni per non avermi detto queste cose prima, quando le cose potevano andare in modo diverso, quando noi potevamo ancora essere qualcosa di diverso.
Justin Bieber e il tempismo però non vanno d'accordo e la macchina del tempo deve ancora essere inventata.
Mi alzo in piedi con movimenti fluidi, il vento mi scompiglia i capelli e provoca dei brividi sulle mie braccia
<< Rimani a mangiare da noi? Mamma sta preparando l'arrosto >>

Justin non mi risponde, distende le gambe e si alza in tutto il suo metro e settantacinque di maestosità, appoggia un braccio intorno al mio collo, sulle mie spalle, e insieme entriamo in casa.

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Capitolo 6
*** 6. ***


Buon ccccciorno bellezze ! 
Sono passati otto giorni, lo so, ma questo capitolo è stato un parto! Ci ho messo davvero tantissimo per capire come far andare avanti la storia e altrettanto tempo per riuscire a mettere per iscritto le mie idee. Una volta iniziato a scrivere non mi sono più fermata e il risultato di quattro ore rinchiusa in camera con il pc sulle gambe e believe acoustic ad altissimo livello sono sei pagine di word he cambieranno completamente la storia! 
Probabilmente vi ho spaventate, don't worry, everything's gonna be alright ;)
Spero il capitolo vi piaccia e spero di ricevere un vostro parere!
Grazie ad ogni persona che ha lasciato una recensione, che ha inserito la storia tra le seguite, ricordate o preferite, non finirò mai di dirvi grazie :)
Vi mando un bacione grosso e prometto che aggiornerò in tempi brevi, il prossimo capitolo è già stato scritto per il 90% 
Ma voi non preoccupatevi del prossimo capitolo, iniziate a leggere questo! 
Un abbraccio virtuale a tutte voi :3





Sono intenta a cercare il libro di storia americana da almeno dieci minuti e mentre le mie mani si muovono disperate per tutto l' armadietto decise a trovare il libro di cui ho bisogno la mia amica continua a parlare e io non le do un minimo d'attenzione. Rassegnata all' idea di aver perso quel dannato testo scolastico appoggio le spalle all'armadietto chiudendo gli occhi per un istante così da liberare la mente.Samantah smette di parlare così, dopo aver riaperto gli occhi e aver sbattuto un paio di volte le ciglia per addolcire il mio sguardo, azzardo
<< ho perso il filo del discorso, scusa. Stavi dicendo?>>
<< Ho visto Justin. Ieri. Al supermercato.>>
<< Dici sul serio?>> sono sorpresa e alzo il tono di un ottava
<< Non sapevi fosse tornato a Los Angeles?>>
<< Certo che si. Mi stupisco che vada a fare la spesa, pensavo avesse un assistente o qualcuno pagato per fargliela>>
<< Perché non me lo hai detto?>>
<< perché se ti avessi parlato del suo ritorno avrei almeno dovuto accennare alla scommessa che abbiamo fatto>>
Samantah strabuzza gli occhi e mentre lei cerca di proferire parola io mi accorgo di non aver mai sperato come in questo momento di sentir suonare la campanella, nemmeno la volta in cui la professoressa Delfain mi interrogò in matematica.
Sto per andarmene decisa a ignorare lo sguardo letale di Sam ma questa mi stringe un polso costringendomi a voltarmi e a guardarla dritta negli occhi.
<< E'  pericoloso scommettere. Per di più se il tuo avversario è Justin>>
<< Non sai neanche ciò che abbiamo scommesso>>
<< Non mi interessa Rebecca, mi avevi promesso di aver chiuso con lui.Ti avevo creduta ma a quanto pare mi sbagliavo.>>
<< Ascolta Sam, ne parliamo stasera dopo la partita davanti ad una pizza! Non è niente di sconvolgente e se il gioco si facesse pericoloso mi tirerei indietro>>
<< Non verrò con te a prendere una pizza e non verrò a rimettere insieme i pezzi del tuo cuore un'altra volta come tu non ti tirerai indietro >>
La campanella suona ma il mio corpo finge di non sentirla, rimango a scrutare i profondi occhi color cioccolato della mia migliore amica, ha lo sguardo severo, preoccupato, amareggiato e deluso ma so, lo sento, che mi ha perdonata. Sicura di questo le sussurro che l'avrei chiamata nel pomeriggio e mi trascino fino alla classe di storia senza ne libro ne spalla si cui piangere nel caso le cose dovessero andare male.


Quando i megafoni annunciano la pausa pranzo sto morendo di fame e nonostante sia consapevole che oggi è giorno di hot dog e patatine mi fiondo in bagno con il cellulare pronto per fare una chiamata.
Mezzo squillo e Justin ha già risposto al telefono
<< Dormivi?>> chiedo io sentendo la sua voce ancora impastata dal sonno nel rispondere alla chiamata
<< Mi stavo giusto alzando. Spara>>
<>
<< Dimmi perché hai chiamato o riattacco >> Non è di buon umore di prima mattina.
Anzi, non è di buon umore e basta, la mattinata è già passata.
<< Stiamo sbagliando. Non avremmo mai dovuto scommettere. >> ammetto tutto d'un fiato
<< Perché? >>
<< Perché non voglio rischiare di non vederti mai più >>
<< E io non voglio costringerti a fare sesso con me >>
Mi siedo sul lavandino e sbuffo. Aspetto che sia lui a dire qualcosa.La porta del bagno si apre improvvisamente e per la paura sobbalzo facendo finire il mio cellulare nel lavandino e per sbaglio, lanciando il braccio in avanti per afferrare l'apparecchio telefonico, apro il rubinetto. Il mio cellulare viene sommerso d'acqua e io ho idea di essere sommersa dalla sfortuna.



La scuola è finita e con questa spero anche la mia dose di sfiga. Elizabeth Tunner però grida il mio nome nel corridoio principale e io non faccio in tempo a lasciare l'edificio che mi ha già raggiunta anche se ai piedi porta dei tacchi 12.
<< Rebecca la devi smettere di chiedere il numero al mio ragazzo. Sono gelosa e lo sai. >>
<< Elizabeth, io il numero glielo stavo restituendo dopo che lui me lo ha fatto avere tramite un suo amico. Giuro che Tyler non mi interessa >>
<< Ok, ho capito Rebecca, ti stai vendicando perché Matt ti ha lasciata per me due anni fa>>
<< Te lo ripeto per l'ultima volta, dopo di che me ne vado a casa, Matt sono stata io a lasciarlo e non ho nessuna vendetta in atto nei tuoi confronti >>
Elizabeth non ha intenzione di lasciarmi andare ed è qui che entra in gioco Sam, seppur arrabbiata rimane la mia migliore amica.
<< Elizabeth cosa se ne fa Bex del tuo ragazzo se frequenta Justin Bieber? >>
Ok, non era il tipo di aiuto di cui avevo bisogno.Posso giurare che per una frazione di secondo la Tunner ha perso l'equilibrio e si è sbilanciata all'indietro ma non è caduta grazie all'intervento delle sue amichette.
<< Certo che è vero >> prosegue Samantah
<< Se le cose stanno così, allora, sarà lui il tuo accompagnatore al ballo! >>
<< Ci puoi giurare >> afferma la mia amica e dopo di che usciamo insieme da scuola.



Lo smalto rosso fuoco sulle mie unghie si è quasi asciugato e io sono pronta per andare alla partita di football della mia scuola. 
<< Il blu ti dona davvero, sei un incanto>> afferma Sam osservando la divisa da cheerleader che indosso.
<< Rimani a guardare la partita dagli spalti con i miei o ti fai accompagnare a casa? >> domando
<< Non rinuncerei mai a mangiare pop con dallo stesso contenitore di tuo fratello >>
Samantah e tutte le ragazze che conosco sono innamorate di noi fratello. La cosa è piuttosto ovvia, Luke è davvero bellissimo. Si è diplomato due anni fa eppure tra i corridoi di scuola lo si sente nominare spesso come il sogno di tutte le liceali e l'anno scorso è stato eletto re del ballo e lui nemmeno ci era andato.Luke adesso frequenta il college ma il venerdì sera viene sempre a guardare la partita di football della sua vecchia squadra. Lui dice che viene per sostenere me ma la verità e che lgi piace essere ammirato dalle mie compagne di scuola!
Mio papà dice che è ora di andare e in effetti, guardando l'orologio che segna le sette e cinque, mi rendo conto che siamo in ritardo.


La partita è finita e noi abbiamo vinto. Quella di stasera è stata una partita piuttosto divertente, la mascotte della squadra, un ragazzo travestito da squalo gigante, ha urtato la piramide che noi cheerleaders avevamo formato durante l'intervallo ed Elizabeth tuner è caduta sporcandosi d'erba bagnata e terra così ha iniziato ad urlare ed è corsa negli spogliatoi.
Jonny, il quarterback della squadra mi stringe in un abbraccio e mi fa fare un paio di giri di 360 gradi su me stessa. Il mio sguardo cade sugli spalti, c'è un solo ragazzo che anziché esultare tieni lo sguardo fisso sul cellulare, ed è Justin. Mi libero dalla presa di Jonny ed esco dal campo correndo finchè non arrivo alla gradinata su cui ci sono i miei genitori, Luke e Sam.
 
<< piccola mia sei stata bravissima >> dice mia mamma agitando il cappellino con scritto il nome della mia scuola. 
<< vi dispiace se torno a casa con un mio amico? >>
<< Rebecca abbiamo visto Justin, non c'è bisogno che fai la misteriosa! >>
<< si beh, ci vediamo a casa allora >>E così dicendo mi allontano dalla folla esultante raggiungendo Justin che se ne sta in disparte.
Mi siedo accanto a lui accavallando le gambe e ottengo la sua attenzione solo quando gli rubo il cellulare dalle mani.
Justin allunga un braccio dietro le mie spalle, penso sia per riprendersi il suo nuovo iphone5, in realtà mi stringe a sè ignorando il fatto che gli abbia preso il telefono.
<< Ho notato che hai trovato la partita interessante… >> dico con le labbra impresse sul suo collo
<< A dire il vero solo l'intervallo ha catturato la mia attenzione! Dovresti indossare sempre l'uniforme >>
<< Spero tu abbia visto la caduta di Elizabeth Tunner >>
<< Me la sono persa ma ho sentito i gridolini che ha fatto >>
Mi alzo in piedi restituendogli il cellulare e mi avvio al parcheggio seguita dal biondino.

<< Se per te è un problema non fa niente, troverò una soluzione >>mi affretto ad aggiungere mentre reclino lo schienale del sedile passeggero.
<< nessun problema ad accompagnare una ragazza bella come te al ballo scolastico! >>
<< Non te lo avrei mai chiesto se non fosse stato che ho una compagna gelosa e un'amica che si intromette >>
<< Bex, ho accettato, non c'è bisogno che ti giustifichi oltre >>Justin parcheggia la macchina e io apro lo sportello
<< Ti scrivo con il cellulare di Luke, il mio si è rotto >> dico scendendo dall'auto e incamminandomi verso la porta di casa.



Passo per l'ennesima volta il rossetto sulle labbra ma so già che è inutile. Nel giro di cinque minuti sarà sparito perché continuo a mordicchiarmi le labbra per l'ansia. Il mio corpo è in preda ad un formicolio davvero molto fastidioso e sono sicura che non è a causa dell'abito strettissimo in cui sono fasciata ma per il fatto che Justin sta per venire a prendermi e che andremo al ballo insime. Sta succedendo qualcosa di strano. La mia mente sa che non succederà niente, sa che tutto ciò è un favore che Justin mi ha fatto e che non cambierà niente ma il mio cuore continua a sperare che stasera sia la svolta decisiva nel rapporto tra me e Justin. La speranza è l'ultima a morire, così si dice.
Il campanello suona e io cammino il più velocemente possibile, per quanto i tacchi me lo permettano, verso la limousine che Justin ha affittato. Potrebbe anche averla comprata, adesso che ci penso.
Entro in macchina e ancora prima di abituarmi alla luce soffusa della vettura ricevo un bacio a stampo inaspettato. Un bacio che mi travolge a tal punto da far fermare ogni cellula del mio corpo. Un bacio davvero sconvolgente ma non tanto quanto ciò che mi sento dire dopo
<< Ho una sorpresa per te >> 

Non mi piacciono le sorprese. 

In realtà non è che non mi piacciono. 
Le odio.

<< Parla, Justin. Parla! >>
<< Stiamo andando ai Grammys >>
<< Stai scherzando, vero? Lo avevi promesso Justin! >>
<< Penso tu non abbia capito. Ti sto portando alla cerimonia più importante e famosa al mondo >>
<< Vaffanculo. Fottiti. >> 
Grido all'autista di fermare la macchine e così come sono salita scendo. Senza proferire nessun altra parola. Con il cuore spezzato e la voce di Sam che riecheggia nella mente dicendo  "Te lo avevo detto"


Entro in casa e sto per scoppiare in lacrime, togliermi il vestito e strafogarmi di gelato quando vedo mio fratello in smoking.
<< Che fai Luke? >>
<< Accompagno la mia sorellina al ballo >>
<< Smettila, non dire stronzate. Non è la serata giusta! >>
<< Sapevo della sorpresa che ti avrebbe fatto. Sapevo avresti reagito male. Ho pensato ad un piano di riserva. Sono il sostituto accompagnatore! >>
<< Non ne ho voglia >>
<< Mamma e papà non sono in casa quindi se sarò costretto userò la violenza! >>
Ed è davvero così. Dopo aver rifiutato la sua proposta una decina di volte, stanco di me e delle mie lamentele, Luke mi carica sulle spalle come fossi un sacco di patate e mi rinchiude nella sua macchina.

E' appena scattata la mezza notte e io sono stata eletta reginetta del ballo insieme a mio fratello che questa volta oltre a vincere il titolo ha anche partecipato al ballo.
E mentre ero sul palco, a ritirare la coroncina e lo scettro, abbagliata dalle luci e dai faretti, ho pensato e infine capito.
Ho capito che Sam aveva ragione e dirmi che giocare con Justin è pericoloso.E per quanto possa essere rischioso io amo il pericolo. 



  JUSTIN   

Sono le 3.40 di mattina e penso proprio che Bex sia impazzita. Ho ricevuto un suo messaggio che diceva di vederci all'entrata sud del parco dietro casa sua alle 3.30 Forse era solo un modo per farmela pagare per averle rovinato la serata, forse era solo un modo per prendersi gioco di me. Sono venuto però, perché so per certo che lei non è una persona vendicativa. Ed infatti, solo quando si avvicina ad un lampione, la vedo. Ha i capelli raccolti in una sontuosa acconciatura, probabilmente oggi pomeriggio prima del ballo è andata dal parrucchiere, e indossa un abito lungo color bordeaux tanto elegante quanto aderente. I tacchi alti sono stati sostituiti da un paio di converse e per non sentire freddo ha indosso un enorme felpa grigia che probabilmente è di suo fratello.
E' davvero buffa ma non ridicola. Perché Bex non è mai ridicola o banale, Bex è tutto il contrario. 
Non ho mai pensato all'amore e al suo significato ma nonostante ciò vorrei accarezzarla e dirle che la amo perché forse, probabilmente, la amo davvero.
Avrei tanto voluto gridare al mondo che era la mia ragazza stasera sul tappeto rosso e l'avrei voluta vicino quando non ho vinto, il mondo mi sarebbe parso bello comunque con lei accanto. Ma lei era lontana, distante, come lo è adesso.
<< Non capisco perché ti sia arrabbiata. Volevo presentarti al mondo intero stasera, volevo chiederti di essere la mia ragazza. Pensavo fosse la cosa giusta >>
<< No che non lo è. Non sono disposta ad essere la tua ragazza. Non sono disposta a mettermi in secondo piano. Sarà sempre così, io avrò un ballo scolastico ma tu avrai i grammys, io vorrò andare un weekand in montagna e tu volerai a parigi, io farò il discorso di laurea e tu parlerai davanti ad uno stadio sold out, io guadagnerò il mio primo stipendio e tu il tuo primo miliardo. E non sono disposta a mettere in secondo piano ciò che sono io e ciò che è importante per me perché stupido in confronto a quello che hai da fare tu. Non volerò dall'altra parte dell'oceano per dirti che sei bravo a cantare, non rinuncerò ad uscire con i miei amici maschi perché altrimenti i paparazzi inventerebbero gossip falsi, non farò nulla di tutto questo. Ho scelto chi essere Justin, e non sono la ragazza che vuoi tu.>>

Vorrei dirle che si sbaglia, che possiamo cambiare le cose, che rinuncerei a tutti i concerti del mondo per sentirla ripetere la tesi di laurea, che rinuncerei ad ogni milione che guadagno pur di andarla a prendere ogni giorno all'uscita di scuola ma è tutto inutile. Lei mi disprezza, disprezza ciò che sono, ciò che le ho fatto credere di essere. Disprezza la mia scommessa, il fatto che non creda nell'amore - pensa lei- il fatto di non sapermi accontentare delle piccole cose. E mi disprezzo anche io, per aver avuto paura di amarla, per aver avuto paura di ammetterlo davanti a lei. 

<< Si va avanti con la scommessa. Se vinco io trovo l'amore, se perdo non sarò la tua ragazza comunque. Buona notte >>ha la voce decisa, gli occhi fissi su di me.

Si è dimenticata di tutti i momenti insieme.

No, non è vero. Non li ha dimenticati.
Ha preferito nasconderli, archiviarli e lasciarli da parte.
Ha preferito andare avanti.

Andare avanti senza di me, però.


Quando Rebecca se ne va mi sento svuotato di tutto. L'unica cosa che mi rimane è la consapevolezza che quello che un tempo mi piaceva tanto, la nostra relazione di amici di letto, è la cosa peggiore sulla faccia della terra. E lei, piuttosto che diventare la mia ragazza, preferisce questo. Preferisce il mio corpo che i miei sentimenti, e non lo avrei mai detto, ma è la cosa più devastante che io abbia mai dovuto affrontare.

Mi sento talmente vuoto che per un istante credo di esser morto.

Ma non è così, se fossi veramente morto non sentirei niente e invece sento il cuore battere talmente piano da farmi mancare l'ossigeno. Vorrei gridare ma la gola è troppo secca e arde come carbone bruciante. Vorrei lasciarmi cadere a terra ma il mio cervello è talmente impegnato a ricordare la prima volta che incontrai Rebecca per farmi essere cosciente di ciò che ho appena perso che non ha tempo per inviare gli stimoli fino alle gambe. 

L'istinto di sopravvivenza mi dice di raccogliere il passato e andare avanti, ma come si fa a raccogliere le fila di una vecchia vita, come fai ad andare avanti quando nel tuo cuore cominci a capire che non si torna indietro? Ci sono cose che il tempo non può accomodare. Ferite talmente profonde che lasciano un segno, per sempre.

E non mi hai lasciato niente, Rebecca. Nemmeno la possibilità di amarti. Perché amarti sarebbe sbagliato, sarebbe costringerti a diventare qualcuno che non vuoi essere. 

Non avere niente, significa aver perso tutto.
E accade, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.




Sono ancora io! voglio specificare che la frase scritta in rosso è una citazine e quindi non è di mia invenzione, penso sia giusto farvelo sapere! spero il capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia trasmesso qualcosa! mi dileguo, a presto!

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Capitolo 7
*** 7. ***


Buona sera belle fanciulle!
Finalmente ho aggiornato. Come vi avevo detto avevo già pronto il settimo capitolo quando ho pubblicato il sesto, avevo intenzione di aggiornare mercoledi ma una sera, prima di addormentarmi, non so per quale strano motivo ma sono stata ispirata per una continuazione diversa della storia quindi ho cancellato tutto il capitolo che avevo precedentemente scritto e appena ho avuto un attimo di tempo ho scritto quello nuovo, ossia quello che state per leggere se non mi dilungo troppo :3
E' un capitolo di passaggio ed è stato difficile scriverlo proprio per questo; pur essendo un capitolo di transizione non volevo che fosse banale e noioso! 
Ho tantissime idee per il seguito, non so nemmeno quale portare avanti.... conoscendomi avrò una nuova idea geniale e sceglierò quella.
Spero tanto che il capitolo vi piaccia, che non vi deluda, e di trovare una vostra recensione! 
Un bacione, vi amo tutte :3 

7.





Allungo le gambe finchè i miei piedi non si appoggiano al tavolino posto difronte il divano su cui sono seduto. Faccio roteare la lattina di coca-cola che ho appena finito tra le mani mentre aspetto che arrivi Chaz. Do un'occhiata al nuovo orologio che porto al polso, dovrebbe essere atterrato da venti minuti. 

 

Chaz è l'ultima spiaggia. Sono passate tre settimane dall'ultima volta che ho parlato con Bex e non smetto di pensare a lei. Ho provato di tutto, una vacanza di sette giorni alle Hawaii, una nuova Ferrari, una Lamborghini e un concerto privato di Beyonce ma non c'è niente da fare, non riesco a tagliermela dalla testa. Chaz, il mio migliore amico, è l'unico che può aiutarmi e cosi gli ho preso un biglietto dal Canada a Los Angeles e se prima aveva rifiutato, essendo periodo di esami scolastici a Stratford, non appena ho confessato di avere il cuore spezzato ha accettato.

 

Non so quanto si fermerà, magari fino a che io e Bex non avremo fatto pace, magari fino a che non la dimenticherò, oppure, nel peggiore dei casi, fin'quando non avrò imparato a convivere con la sua mancanza e con il senso di vuoto che non mi abbandona da ormai tre settimane. 

Potrebbe restare anche per sempre, la casa è grande e a mia mamma fa solo che piacere vedermi passare del tempo con il mio amico di sempre anzicchè con i nuovi amici che mi son fatto a Los Angeles. Diciamocelo pure, Lil Twist non è il ragazzo che le madri sognano di avere come testimone del proprio figlio o come marito della propria figlia. 

 

Vedo la donna delle pulizie entrare in soggiorno. Non è sola, dietro di lei c'è Chaz.

Indossa un piumino e i pantaloni della tuta da sci, non riesce neanche a camminare bene per quanto è imbottito.

<< Mi ero dimenticato che qui a LA fa caldo anche d'inverno, in Canada è tutta un'altra storia >>

 

lo vedo aprire le braccia il più possibile per abbracciarmi e inizia a correre verso di me.

Il mio amico è finalmente tornato.

 

 

 

Chaz è sconvolto dopo che gli ho confessato cosa c'è che non va nella mia vita. Ha sempre saputo che sono particolare ma non penso si aspettasse di sentire che ho usato una ragazza per del sesso, che abbia scommesso con lei, che me ne sia innamorato, che l'abbia delusa e infine che io sia in cerca del suo principe azzurro.

<< Non sono uno psichiatra, Justin. >> annuncia Chaz dopo svariati minuti di silenzio.

<< Questo lo so. Non ho bisogno di uno psichiatra infatti… >>

<< Probabilmente si, invece >>

Sbuffo sonoramente dissentendo dall'ultima affermazione del mio amico. Non l'ho chiamato dal Canada per dire stronzate.

<< Ho un piano >> in realtà non è vero. Non ho nessun piano, mi è appena balenata un'idea in testa però.

<< Non posso starle vicino, giusto? >> continuo io

<< Bhe, per quel che ho ascoltato è giusto! >> mi risponde poco convinto Chaz

<< Però non è detto che non possa starle vicino qualcun'altra… >>

Chaz non capisce, i suoi occhi vagano per la stanza, poi, quando il suo sguardo color cioccolato si ferma sulla televisione spenta, capisco che ha capito.

<< Non puoi propormi una cosa del genere >>

<< Si che posso, sei il mio migliore amico! >>

<< Justin non pensarci nemmeno >>

Mi avvicino a Chaz velocemente e afferro la sua mano destra e la stringo con la mia in una stretta di mano, una promessa, e senza che le nostre mani si lascino dico << Chaz Somers, sei il secondo ragazzo che uscirà con Rebecca, ritieniti fortunato! >>

 

 

 

 

Rebecca's POV

 

Sono passate quasi quattro settimane dall'ultima volta che ho visto Justin e tre giorni dall'ultima volta che l'ho sentito. Sinceramente, non perché abbia una grande autostima di me stessa, assolutamente, mi aspettavo che tornasse sull'argomento della sera del ballo. Pensavo avesse provato a farmi cambiare idea o comunque a giustificarsi invece non è successo nulla del genere. Il suo messaggio annunciava che aveva trovato il secondo candidato, il mio secondo appuntamento. Consigliata, quasi minacciata, da Sam, la quale era felice per l'interruzione della mia "amicizia" con Justin, ho confermato la mia disponibilità per l'appuntamento e ho fatto sapere l'ora, il giorno e il luogo.

La porta del museo più importante di Los Angeles si apre ed entra un ragazzo dai capelli scuri. Appena alza lo sguardo lo riconosco, è lui, è l'amico di Justin.

Adesso ci divertiamo.

 

Gli vado incontro con un sorriso che mette in mostra la mia fila di denti binchissimi. Quando siamo a pochi metri di distanza mi riconosce e anche le sue labbra si aprono un quello che assomiglia ad un sorriso.

Tendo la mano e mentre aspetto che ricambi pronuncio il mio nome ad ala voce.

<< Chaz >> risponde lui, sia a parole che con i gesti allungando la mano e afferrando la mia.

<< Piacere di conoscerti >> pronuncia con tono lieve

<< Non so se lo sarà, sono una ragazza particolare; anche difficile. >>

<< Questo lo avevo capito. Nessuna ragazza mi ha mai invitato al museo, tu sei la prima! >>

 

Inizia il divertimento

 

<< Non ti piace l'arte? >> chiedo esasperando un'espressione sorpresa e delusa

<< C-C-certo  che mi piace>> conferma dubbioso e per niente convinto

<< Allora dimmi, periodo artistico preferito? >>

<< Rinascimento>> dice lui, probabilmente è il primo che gli è venuto in mente

<< Artista preferito? >> continuo io

<< Van Gogh >> 

<< Strano. Rinascimento e Van Gogh sono due cose completamente diverse! >>

<< Bhe…..-fa una pausa- da vero amante dell'arte che sono-dice più per convincere se stesso che me- ho imparato a distinguere il periodo in cui vengono trasmesse più emozioni a livello artistico con l'artista che è riuscito a trasmettere più emozioni. Spero di essermi spiegato… >>

Mi fermo difronte ad un quadro esposto, largo cinque metri per due.

<< Come saprai sicuramente, da buon appassionato d'arte, questo quadro rappresenta una rivisitazione di un famosissimo quadro… in questo momento non mi ricordo il titolo dell'artista, me lo diresti tu perfavore? >>

Vedo la sua fronte iniziare a sudar freddo e le sue mani muoversi lungo i fianchi in movimenti nervosi.

<< Come si può non ricordare l'artista del quadro originale? E' il più famoso, il migliore in assoluto in questo campo. Centinaia e centinaia di articoli su di lui in ogni giornale che si rispetti, servizi televisivi, documentari … >>

vorrei lasciarlo parlare ma istintivamente scoppio a ridere. Rido di gusto, con piacere, tant'è che mi scendono le lacrime dagli occhi e mi tango le mani sullo stomaco per quando mi fa male la pancia.

Mentre aspetto chela risata si attenui ci sediamo su una panchina all'interno del museo e quando finalmente sono tornata in me parlo

<< Quel quadro è di un'artista sconosciuto e per quel che ne so non molto apprezzato in giro. Tu non sai un bel niente dell'arte >>

<< Mi hai scoperto. Tutto quello che so sulla materia è che Giotto sapeva fare i cerchi a mano libera! Non è mia abitudine mentire ma non volevo deluderti dicendo che non avevo apprezzato la scelta dell'appuntamento >>

<< nessun problema. Io odio l'arte con tutta me stessa, sono qui per poter prendere la sufficienza alla fine dell'anno. la proprietaria della galleria è la mia insegnante e ha promesso che se l'avessi aiutata mi avrebbe alzato il voto. Volevo solo divertirmi un po', ho capito che non eri un'intenditore d'arte quando hai scambiato l'attaccapanni per un'opera moderna. >>

<>

<< No. Mi hai soltanto rallegrato la serata. Andiamo, il vero appuntamento ci aspetta >>

<< Dove andiamo di bello? >>

<< Spiaggia! >>

 

 

 

Siamo davanti la porta di casa mia e sto per dare la buona notte a Chaz.

<< Allora, posso dire a Justin che la serata è andata bene? ci vedremo per un secondo appuntamento? >> chiede speranzoso.

Mi appoggio all'entrata di casa e dico

<< Ci vedremo sicuramente ma non per un secondo appuntamento! >>

Chaz da un calcio e colpisce un sassolino che rotola lungo tutto il vialetto di casa fino a che non raggiunge l'erba.

<< Pensavo ti fossi divertita stasera. Cos'ho sbagliato? >>

<< Non hai sbagliato niente Chaz, dico davvero. Usciremo ancora perché ti trovo davvero un ragazzo speciale però non può funzionare tra noi, sei già innamorato di un'altra ragazza. Me ne sono accorta >>

<< Non è vero, non sono innamorato di nessuna ragazza. >>

<< Non lo ammetti neanche a te stesso? >>

<< E' così evidente come cosa? >>

<< Non so, io l'ho capito quasi subito. Abita a Los Angeles? La conosco per caso? >>
Chaz arrossisce e mentre risponde alla mia domanda è talmente imbarazzato che non riesce a guardarmi negli occhi << No, assolutamente. E' di Stratford. E' una ragazza normale, niente a che vedere con la strana vita di LA. Sai, un po' ti assomiglia; sono sicuro che andreste d'accordo se vi conosceste! >>
Rifletto un attimo sul da farsi. Con Chaz mi sono davvero trovata bene, è stato impeccabile con me stasera e merita di avere la ragazza di cui è innamorato tutta per sè. Ho il dovere di aiutarlo.
<> chiedo convinta della risposta positiva del moro che mi sta davanti

<< Volentieri, devo solo mandare un messaggio e ti raggiungo dentro >> esclama Chaz.

Apro la porta di casa e arrivata in cucina inizio a preparare le due cioccolate mentre aspetto che il canadese, no, canadese non va bene, chiamavo così Justin, Chaz sbrighi le sue cose.

 

 

 

 

Justin's POV

 

Il cellulare nella tasca dei Jeans vibra e mi riporta alle realtà. Alzo lo sguardo dal piatto di carne davanti a me e guardo Amberly. Sta cercando di arrotolare alla forchetta una parte di spaghetti che ha nel piatto. Lei ha quasi finito la sua portata, io non ho ancora toccato cibo. Sarà per l'ora, è mezzanotte, o perché ho altro per la testa ma non ho fame. 

Amberly è una ragazza davvero bella, intelligente, carismatica e più grande di me di due anni. Nessun difetto, bacia anche piuttosto bene, ma non mi suscita nessun tipo d'interesse. Ci frequentiamo da dieci giorni e se non fosse che mi invia una ventina di messaggi al giorno mi sarei già dimenticato di lei. 

<< Vado un attimo fuori a prendere una boccata d'aria fresca, torno subito. >>

Mi alzo dal tavolo e con passi veloci raggiungo il retro del ristorante. Un cameriere sta portando fuori la spazzatura e prima che rientri gli domando se ha una sigaretta. Tira fuori dalla tasca un pacchetto di Marlboro e me ne passa una insieme all'accendino. Non fumo, non abitualmente almeno. Capita solo qualche volta.Porto la sigaretta alla bocca e faccio un tiro poi estraggo il cellulare dalla tasca e leggo il mittente del' sms: è Chaz.

Non leggo neanche il messaggio, compongo direttamente il suo numero

 

<< Ehi amico >> risponde subito lui

<< Sei già a casa ? com'è andata la serata? >>

<< Sono a casa di Rebecca, mi ha nvitato a prendere una cioccolata! >>

<< Deduco sia andata bene >>

<< Si nel senso che ho una nuova amica, non nel senso che non sono il ragazzo giusto per lei >>

<< Chaz, cazzo. Non sei venuto qua per farti nuovo amici, hai già me. >>

<< Justin… >>

non ho più voglia di stare ad ascoltarlo così lo interrompo bruscamente

<< Ci vediamo a casa. Ciao >>

 

Infilo di il mio Iphone in tasca e butto a terra la sigaretta spegnendola poi con la scarpa. 

Rientro nel ristorante ed educatamente aspetto che Amberly finisca di magiare, pago il conto e la riaccompagno a casa in macchina. Quando parcheggio la macchina momentaneamente davanti a casa sua, prima che scenda, Amberly mi da un leggero bacio a stampo e mi dice

<< Ci sentiamo domani? >>

<< Certo >> rispondo io piatto consapevole del fatto che non l'avrei mai più vista ne sentita.

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Capitolo 8
*** 8. ***


 Hola bella gente!
Devo dire una cosa importante....... SCUSATEMI, sono in super ritardo, so che due settimane senza aggiornare sono tantissime ma ho avuto diversi problemi e nonostante ci fosse il tempo per scrivere mancavano l'ispirazione e la concentrazione.
Detto ciò vi avviso che, diversamente da quello che avevo anticipato, il capitolo non è come lo avevo immaginato. In realtà questo capitolo era già stato scritto dieci giorni fa, poi però ho deciso di stravolgerlo completamente e riscriverlo quindi eccolo qui, ta daaaaaan :)
Vi ringrazio per ogni recensione lasciata e per tutti i complimenti, siete fantastiche.
Spero che il capitolo vi piaccia, prometto che il prossimo sarà qualcosa di sconvolgente quindi preparatevi, io vi ho avvisate.
Un besos a todos, vi amo
Francesca :3 :3




 
8.





Rebecca

 
Ho i minuti contati, e forse, è anche meglio così. Sfilo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans che indosso stamattina e digito velocemente il messaggio, dopodiché, suonata la campanella, mi dirigo in classe.
 

Justin
 
Stavo pensando a lei, stamattina, quando ho ricevuto il suo messaggio.
Ero in studio e ciò rende la cosa alquanto strana e preoccupante.
Non mi è mai capitato in vita mia, oltre che con mia mamma, la mia famiglia e Scooter, di pensare a qualcuno in entrambi i miei mondi. 
Mi spiego meglio; Da quando sono diventato famoso, al contrario di quanto pensa la gente, la mia vita non è cambiata, semplicemente, alla mia solita vita se ne aggiunta una nuova. Da quasi cinque anni io vivo due realtà diverse e se all'inizio era strano e inammissibile una cosa del genere ormai per me è abitudine. Tutti dovrebbero provare a vivere due vite. 
Il lunedì mattina mi sveglio e faccio lezione a casa, insieme al mio insegnante privato, pranzo con mia mamma e il pomeriggio gioco a football insieme ad alcuni amici. Qualche volta capita che la sera vado al cinema o a qualche festa, niente di strano, niente di esagerato, faccio tutto quello che fa un normale diciottenne. Il martedì mattina, invece, mi sveglio e mi imbarco su un jet privato e volo fino ad una capitale mondiale, faccio interviste e magari, se ne ho voglia, vengo invitato a giocare insieme al Manchester United nello stadio più famoso di inghilterra. La sera, invece, mi esibisco davanti a milioni di ragazze urlanti e con gli ormoni a mille e per concludere la serata mi diverto nei locali di stilisti famosi come quella volta a Milano in cui fui ospite di Dolce & Gabbana.
Può sembrare strano che io riesca a trovare un equilibrio tra le due vite ma la cosa ha sempre funzionato, il segreto era non mischiare le due realtà ed io, fino ad oggi, sono sempre riuscito a dividere la vita da superstar da quella di normale ragazzo.
Eppure stamattina pensavo a Rebecca, che fa parte della vita di ragazzo normale, in studio, luogo che appartiene alla vita da superstar. 
Non appena mi sono reso conto di ciò che stava accadendo ho avuto la conferma che le cose stavano degenerando.
Rebecca è diventata talmente importante per me che per lei non c'è più distinzione tra le due vite. Nessuno, tranne lei, era mai riuscito a conquistare sia il Justin famoso che quello riservato. 
E io, dopo la paura iniziale per la novità inaspettata, ne ero stato felice perché per la prima volta avevo realizzato di non dover più dividermi in due persone, nessuna delle quali rappresentava ciò che ero realmente, potevo tornare ad essere una sola persona e a vivere una sola vita perché avevo trovato la persona con cui affrontarla.
 
Dopo aver interrotto la registrazione della mia nuova canzone avevo letto il messaggio e la mia giornata era subito migliorata. Entusiasta della sua richiesta di vederci avevo subito provato a chiamarla ma lei non aveva risposto, probabilmente, vista l'ora, avevo considerato poi, era in classe. Così avevo risposto  di vederci per pranzo al nuovo ristorante giapponese e lei, qualche ora dopo, tramite un sms di risposta, mi aveva fatto intendere che ne era assolutamente felice.
 
 
Mi sono illuso, soltanto illuso.

Soltanto adesso, mentre Rebecca muove velocemente le due bacchette che tiene in mano afferrando pesce crudo e mentre io sto ancora cercando di capire come impugnare i due bastoncini di legno, mi rendo conto di aver fantasticato troppo sul primo messaggio ricevuto stamattina.
<< Dobbiamo riuscire a far cadere tra le braccia di Chaz la ragazza di cui lui è innamorato>> mi ha detto Rebecca qualche secondo fa annientando quel pizzico di speranza di poterla riconquistare che si era fatto spazio in me durante la mattinata.


Il resto del pranzo lo passo in silenzio, inforchettando pezzi di cibo asiatico con la forchetta che mi sono fatto portare dal cameriere dopo vari tentativi falliti di usare le bacchette, e ascoltando Rebecca raccontarmi l'esilarante lezione di qualche suo professore.
Quando sia il mio che il suo piatto vengono portati via, in attesa del dolce, Rebecca torna sull'argomento del giorno
<< Allora, qualche idea a proposito del piano "Fai innamorare la ragazza canadese del ragazzo canadese" ?>>
<< Il ragazzo canadese sarebbe Chaz, vero?! >>
<< Certo! tu non sei un vero canadese, i canadesi giocano a hockey e tu no… >>
<>
<< L' hockey e le porte di vetro non hanno niente in comune >>
<< Questo non è vero, il ghiaccio sembra una porta di vetro >>
<< Ok, mi arrendo. Tornando al nostro discorso, qualche idea? >>
<< Si, beh, questo fine settimana torno in Canada per qualche giorno, mi farò presentare la ragazza e una volta capito che tipo è troverò un modo per far si che si innamori di Chaz, stai tranquilla! >>
<< Vengo anche io! >> esclama subito lei, senza neanche riflettere prima di parlare
<< Si… nel senso, sempre che a te stia bene……. >> continua lei dopo essersi resa conto di ciò che aveva appena detto
<< Nessun problema per me >>
I nostri gelati fritti arrivano e Rebecca riprende a raccontarmi del suo professore, questa volta però non sono interessato ad ascoltarla…
 
Lei partirà per il Canada
insieme a me
Justin
ciò significa che ho ancora qualche speranza di riconquistarla
 
<< Hai già pensato al terzo ragazzo da presentarmi? >> chiede interrompendo i miei pensieri.
 
Non c'è da preoccuparsi, la conquisterò non appena la concorrenza verrà fatta fuori.
Terzo e quarto ragazzo, anche se ancora non so chi siete, preparatevi ad essere distrutti!
 
 
 
Rebecca

Sono passate cinque ore, per la precisione, le cinque ore peggiori di tutta la mia vita.
Appena saliti sull'aereo io e Justin ci siamo messi a litigare per il posto accanto al finestrino come fossimo due bambini dell'asilo,cosa che in realtà solo lui è. Per far si che la lite non degenerasse ho deciso di dargliela vinta. Gli ho ceduto il posto tanto ambito da entrambi a patto che mi lasciasse addormentare sulla sua spalla.
Dovete sapere che non faccio parte delle persone che appena chiudono gli occhi si addormentano. Mio papà, per esempio, basta che sia seduto e crolla in un sonno profondo, potrebbero esserci fuochi d'artificio, una guerra, un alluvione o qualsiasi altra cosa che lui dormirebbe tranquillamente.
Io invece, sfortunatamente, non ho preso da lui, riesco a prendere sonno solo se c'è silenzio e se trovo la posizione giusta.
La mia "posizione giusta " è un fattore molto limitante e in aereo riesco ad addormentarmi solo se qualcuno mi da il permesso di appoggiare la testa sulla sua spalla. Solitamente mi appoggio su Luke o sui miei compagni di classe quando vado in gita, questa volta l'unica mia scelta possibile è Justin.
Dopo aver stabilito che a lui tocca il sedile vicino al finestrino e a me la sua spalla ci sediamo e quindici minuti dopo arriva una signora che si siede accanto a me. Inizialmente sembra innocua ma ben presto mi accorgo che non è cosi.
Emana un fortissimo e fastidiosissimo odore di vaniglia  che mi fa venire il voltastomaco e il mal di testa, deve essersi spruzzata addosso il bocciettino intero. Vorrei tanto che fosse finita qui ma il bello deve ancora arrivare; per prima cosa si porta alle orecchie le cuffiette del suo ipod e inizia ad ascoltare la musica, più precisamente musica sud americana a tutto volume.
Io odio la musica sud americana, mi fa saltare i nervi.
Poi, dalla sua valigia, tira fuori due ferri e un gomitolo di lana e si mette a lavorare a maglia. Ogni due per tre il suo gomito destro finisce nelle mie costole sinistre, questa sarà almeno la sesta volta, e nemmeno una che mi abbia chiesto scusa.
E infine, quando penso che peggio di cosi non possa andare, abbandona la sua valigia nel piccolo spazio che c'è sotto il mio sedile, dove in realtà dovrei appoggiare io i piedi. Quando con molta calma faccio notare alla simpatica donna che la sua valigia mi impedisce di appoggiare i piedi a terra lei sbuffa e si gira dall'altra parte. Sto per mettermi ad urlare come una pazza furiosa, cosa che in questo momento sono, ma Justin, che se ne sta beato a guardare il panorama con le gambe stravaccate in avanti, mi mette una mano davanti alla bocca, afferra le mie gambe -che con un enorme sforzo di muscoli stavo tenendo sollevate per non rovinare la valigia della vecchia- cosa che per inciso si sarebbe meritata, e le appoggia sopra le sue. Il suo piano non è ancora finito, infatti prende il mio braccio destro e lo fa passare sotto il suo braccio sinistro, mi prende per mano e in ultimo mi fa appoggiare la testa nell'incavo del suo collo.
<< Ora che sei abbastanza comoda per dormire fallo anzicchè iniziare a litigare sull'aereo! >> il suo tono è severo ma anche divertito.
Sorrido, tanto per come siamo messi non può vedermi le labbra e poi sussurrando gli rispondo
<< Non avrei litigato con nessuno, avrei soltanto fatto sparire la valigia della signora e le avrei tagliato in minuscoli pezzi l'intero gomitolo di lana! >>
Justin scoppia a ridere e per evitare che il gomito della vecchia finisca per l'ottava volta nelle mie ossa avvicina il mio corpo al suo in modo da farmi rimanere sì appiccicata a lui, ma il più lontano possibile dell'incubo di vicina di seduta che mi ritrovo !
Cosi, con il corpo avvinghiato a quello di Justin e le mie gambe attorcigliate alle sue, mi addormento.

Il mio risveglio però è pacifico tanto quanto il mare in tempesta …
Un odiosa hostess, di quelle con la camicia perfettamente stirata e perfettamente inserita nella gonna della divisa perfettamente abbinata con il trucco che si è perfettamente spalmata sul viso, mi fa svegliare da Justin e, mentre a lui offre una tazza di caffè fumante, a me consegna un malloppo di fogli che devo leggere e compilare prima di atterrare.
Io, a differenza del biondino, sono cittadina americana e quindi per entrare in suolo canadese devo fare tutte queste pratiche pallose e noiose.
Sono a pagina 25, di 34, e mi hanno già chiesto tutto, dal nome della scuola a quello del mio gatto -che fortunatamente non ho, una cosa in meno da scrivere- da quante calorie al giorno assumo al numero di persone a cui faccio gli auguri di natale.
Inizio a pensare che prima di arrivare alla fine delle 13 pagine mi verrà una crisi d'identità.
Voglio dire, ci ho messo dieci minuti buoni per farmi venire in mente il nome del mio vicino di casa di quando avevo cinque anni, chissà a quante altre domande non saprò rispondere...
Alzo gli occhi dal foglio e con sguardo supplichevole chiedo a Justin se può completare lui le domande e accettare al posto mio i vincoli. Con una scrollata di spalle mi risponde che vorrebbe aiutarmi ma non può, la legge lo impedisce, e se ne ritorna a leggere la rivista di motori che stringe tra le mani.
Fanculo.

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Capitolo 9
*** 9. ***


 

Salve bellezze, sono tornata con un nuovo capitolo :)
Come vi avevo anticipato alla fine della lettura potreste essere sconvolte, puahahahah.
Tornando serie voglio ringraziare tutte voi che leggete, recensite e seguite la mia storia, significa tanto per me. Oggi un ringraziamento spaciale va a @TrustInBieber che mi ha aiutata e convinta a pubblicare il nono capitolo.
Ora mi dileguo e vado a scrivere il decimo capitolo :D
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia, vi mando un bacio immenso.
Francesca <3 <3



 

 

Rebecca


 

Come prima giornata in Canada, quella di oggi, non è stata per niente tranquilla.

Ieri sera siamo arrivati a Stratford davvero tardi, penso fossero le quattro di notte, e quando stamattina mi sono svegliata, come prima cosa, sono rimasta delusa.

Non avevo alcuna aspettativa da questo viaggio in Canada eppure pensavo che avrei trovato tutto ciò che apparteneva alla vecchia vita di Justin. Ero convinta che avrei visto la vecchia camera di Justin, quella di quando era un bambino, quella che si vede nel suo film, quella con il poster di Bart Simpson. Ero convinta che a colazione avremmo trovato una torta fatta in casa da sua nonna, quella che Justin mi racconta sempre di amare tanto e che non è mai riuscito a trovare in nessun ristorante del mondo. Mi aspettavo di trovare vecchie foto imbarazzanti e ridicole, e invece non è successo niente di tutto questo.

La casa dei nonni di Justin, che gentilmente ci ospiteranno per tutta la nostra permanenza qui, è una grandissima casa in campagna che è appena stata ristrutturata. Justin, qualche mese fa, ha deciso di regalare ai suoi nonni una nuova casa, più grande - forse anche troppo- e più moderna. E io, in fondo, so che è stato un bel gesto eppure mi chiedo se un giorno non inizierà a rimpiangere la sua vecchia vita. So che avere una vecchia casa e un poster con un ragazzino giallo non possono restituirgli la normalità ma lo avrebbero aiutato a ricordare quei momenti in cui era ancora un semplice ragazzino e non una popstar di fama internazionale, lo avrebbero fatto sentire a casa almeno quei pochi giorni che passa a Stratford.

In realtà mi rendo conto solo adesso che tenere la vecchia casa dei nonni di Justin non sarebbe servito a niente. Come puoi sentirti a casa in un' abitazione minuscola e senza tutti i confort moderni quando passi 360 giorni all'anno in camere di hotel a cinque stelle e lussuose case da 12 milioni di dollari? Non puoi.

Non puoi far finta che non sia cambiato niente, e Justin questo lo sa bene.

Immagino che Justin abbia deciso di non fare l'ipocrita e così ha smesso di rivivere il suo passato, sperando che possa ancora far parte del suo presente, e ha ammesso a sè stesso che non è rimasto più niente del ragazzo che giocava a calcio
nella squadra della sua scuola in una cittadina sperduta tra i laghi Canadesi.


 


 

Tutti i miei pensieri e tutti i miei ragionamenti furono smontati a pranzo quando gli amici di Justin e tutta la sua famiglia erano arrivati per dargli il ben venuto e dirgli quanto gli fosse mancato. Non era importante una casa o una torta, i ricordi, i momenti importanti che aveva vissuto e le persone importanti della sua vita, Justin, le avrebbe portate per sempre nel suo cuore.

Mi era bastato il sorriso di Justin nel vedere sua sorella per entrare a far parte della sua vecchia realtà, quella in cui nessuno sapeva chi fosse.

Quello di oggi era stato uno dei pranzi più belli di tutta la mia vita.

Nonostante il cibo non fosse dei migliori, ognuno aveva portato una portata e con grande rammarico avevo scoperto che le zie di Justin non erano talenti culinari, la compagnia era sicuramente composta da alcune delle persone più simpatiche e gentili che avessi mai conosciuto.

Il pranzo era in realtà durato fino all'ora di cena e verso le dieci di sera alcuni amici e parenti avevano salutato ed erano ripartiti verso le proprie case perché la mattina seguente il lavoro li aspettava. I più temerari, e senza offesa, i più anziani, che la mattina dopo sarebbero rimasti nel letto o tutt' al più sarebbero andati in edicola a comprare il giornale, si erano spostati dalla cucina al salotto pronti per una partita a carte che probabilmente si sarebbe conclusa solo a mezzanotte passata.

Justin aveva deciso di uscire e andare a divertirsi con alcuni ragazzi che erano passati nel pomeriggio a trovarlo, tra questi anche Chaz che era tornato in Canada già da qualche giorno per il compleanno del fratellino. Ryan Butler, l'altro migliore amico di Justin che già conoscevo, era passato a prendere il biondino verso le undici e mi aveva avvertita che era a conoscenza del nostro piano per aiutare Chaz e che anche lui ormai ne faceva parte.

<< Quando hai finito con Chaz potresti cercare una ragazza anche per me, non credi? >> mi aveva detto lui

<< Si, potrei farlo, ma non sono sicura che ci sia una ragazza disposta a stare con un ragazzo come te! >>

<< Ne sei sicura? >>

<< Assolutamente>>

<< E cosa ti spinge a pensare ciò? >> mi chiese lui beffardo

<< Se non ricordo male ci siamo conosciuti alla festa di compleanno di Justin, giusto?>>

<< Si, e allora? >>

<< Bhè, la prima cosa che mi hai chiesto è stata se io fossi nata il 21 dicembre perchè ero la fine del mondo. Non ho mai assistito ad un abbordaggio peggiore di quello. >>

<< Sono cosi pessimo? >>

<< No, assolutamente. La seconda volta che ci siamo visti è stato a New York. Justin aveva organizzato un giro in elicottero a io avevo paura e così tu sei rimasto a terra per non lasciarmi sola anzicchè goderti un giro privato tra le nuvole di NYC >>

<< Bhè grazie. Quindi prima stavi scherzando? Riuscirai a trovare la mia anima gemella? >>

<< Si, stavo scherzando. Comunque sia non sono sicura che esista l'anima gemella ma ti assicurò che troverò la ragazza che fa per te >>

<< Grazie Bex, buona serata >> aveva concluso Ryan non appena Justin era tornato dalla cucina.


 

Quando i ragazzi erano definitivamente usciti di casa io ero salita in camera, avevo guardato la nuova puntata di Grey's Anatomy che mi ero persa la sera precedente e mi ero immersa nella vasca per godermi un lungo bagno caldo.


 

Il lungo bagno caldo si era dilungato ed era diventato interminabile così alle 3.40 di notte mi ero ritrovata con i capelli bagnati e un messaggio furibondo di mia mamma. Per lei, essendo a Los Angeles, era passata la mezzanotte ma non era ancora notte fonda e aspettava la mia chiamata. Quando le avevo chiesto il permesso per andare in Canada qualche giorno fa aveva prima controllato il mio libretto scolastico ed avendo solo voti positivi aveva per forza di cose acconsentito alla mia partenza con il solo compromesso di doverla chiamare almeno una volta al giorno.

Io oggi me ne ero completamente dimenticata.

In fretta e furia ero scesa in garage per non disturbare i nonni di Justin che ormai dormivano da un paio d'ore e avevo chiamato mia mamma per tranquillizzarla. La sua secondo genita era ancora viva, non aveva nulla da temere.

Conclusa la chiamata stavo per tornare in casa ma avevo notato un luce soffusa provenire da una delle quattro macchine parcheggiate. Mi ero avvicinata alla Mercedes e all'interno avevo riconosciuto Justin.


 


 

Era passata già un'ora da quando ero entrata anche io nella macchina e mi ero fatta posto accanto a Justin sui sedili posteriori. Non abbiamo ancora parlato, ci siamo limitati a reclinare gli schienali dei sedili e a stendere le gambe per essere più comodi.


 


 

Heart beats fast

Colors and promises

How to be brave

How can I love when I’m afraid to fall

But watching you stand alone

All of my doubt suddenly goes away

somehow

One step closer


 


 

Justin ha la testa appoggiata al sedile e gli occhi chiusi, il corpo è rigido, per niente rilassato. E' tutto il contrario di come era all'inizio, quando ci siamo conosciuti. Eravamo spensierati, senza paure o timori, complici e desiderosi l'uno dell'altro. Adesso invece le cose sono diventate troppo complicate e la paura di fare qualcosa di sbagliato ci impedisce di goderci i momenti insieme.

E anche se la colpa, forse, è mia, io voglio davvero godermi questo momento. Voglio davvero ascoltare il mio cuore.

Silenziosamente, con movimenti fluidi ma comunque insicura, mi avvicino a Justin fino a sfiorare il suo petto. Lui, sentendo il mio respiro su di sè, apre gli occhi. Leggo con facilità il suo stupore e il suo iniziale imbarazzo, quando lo bacio però non si tira indietro, si allontana solo qualche secondo per sorridermi e poi torna sulle mie labbra. Ad ogni bacio che ci diamo i nostri cuori acquistano battiti e la mano di Justin scivola esperta sul mio corpo che ormai conosce bene. Senza accorgercene, con tutta la naturalezza di questo mondo, diventiamo una sola cosa e insieme sperimentiamo il massimo piacere.


 


 


 


 


 


 


 

Justin


 

I have died everyday waiting for you

Darling don't be afraid I have loved you

for a thousand years

I'll love you for a thousand more


 


 

Mentre la guardo rivestirsi sono la persona e l'uomo più felice sulla faccia delle terra. Siamo rimasti abbracciati per parecchio tempo e quando lei ha provato ad alzarsi l'ho stretta a me ancora più forte, volevo farle capire che per me questa volta era stata diversa, che non doveva andarsene, poteva rimanere.

E lei mi aveva accontentato, era rimasta tra le mie braccia ancora un pò e prima di alzarsi definitivamente mi aveva detto

<< Non me ne sono pentita, lo giuro. >>.


 


 


 

Time stands still

Beauty in all she is

I will be brave

I will not let anything take away

What's standing in front of me

Every breath

Every hour has come to this


 


 


 

Sono le sette e mi sono appena infilato nel mio letto. Non riesco, anzi, non voglio dormire. Come posso volermi addormentare se qualunque sogno facessi sarebbe niente in confronto a quello che ho vissuto stanotte?

La paura che i miei nonni si sveglino da un momento all'altro non mi trattiene dall'uscire dalla mia camera e andare a bussare a quella di Rebecca.

Fortunatamente mi apre e lascia che mi sieda sul suo letto.

<< Non era solo una questione fisica stasera, lo sai, vero? >> domando retoricamente

lei sorride, butta fuori la tensione che i suoi muscoli avevano accumulato e gentilmente ripone

<< lo so, ne sono consapevole >>

Sta dicendo la verità, è sincera, eppure i suoi occhi non sono luminosi, non sono felici.

<< Ed è sbagliato il fatto che ci fosse di più? >> domando titubante, non capendo a cosa sta pensando.

<< No, non lo sarebbe se al nostro posto ci fossero altre due persone. Però noi due, la nostra situazione, il nostro passato… tutto ciò lo rende sbagliato! >>

<< E se quello che abbiamo è la cosa migliore che mi sia mai capitata, sarebbe ancora sbagliato? >>

<< Non lo so. >>


 

Le sfioro il viso, lo zigomo, la mascella, il collo e la spalle e poi la bacio perché sono sicuro che tutto questo non può essere un errore, amare non è uno sbaglio.

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Capitolo 10
*** 10. ***






10.





Mentre io me ne stavo sdraiata sul letto ad aspettare che lo smalto sulle mie unghie si asciugasse, Sam, seduta a qualche metro da me, leggeva una di quelle frivole riviste mensili.

<< Rimani da me a dormire stasera? I mie sono fuori città e tornano solo domani per pranzo! >> chiesi annoiata alla mia amica.

<< Certo! C'è anche Luke stasera? >> chiese lei con aria disinteressata, in realtà sapevo che moriva dalla voglia di trascorrere del tempo con mio fratello.

<< Non lo so >> dissi io sincera. Da qualche settimana Luke si fermava a dormire nel dormitorio del college e tornava a casa sempre meno. Non lo biasimavo, anzi, lo capivo. Quando hai vent'anni l'unica cosa che desideri è essere libero, indipendente e senza alcun tipo di responsabilità e allora è normale che la sera anziché tornare a casa dopo una giornata di lezioni rimani a spassartela tutta notte con i tuoi compagni di università o meglio ancora con una bella ragazza. Il fine settimana però, Luke tornava a casa e passavamo tutto il weekand insieme e la domenica sera non lo tolleravo più tant'è che ero felice che il giorno dopo sarebbe ripartito all'insegna del college e che non lo avrei rivisto per i prossimi due o tre giorni.

<< Possiamo chiederglielo dopo, potremmo anche suggerirgli di invitare qualche suo amico universitario stra fico e super muscoloso >>

Sam stava per ribattere ma il campanello della porta aveva suonato e l'aveva così interrotta.

<< Vado ad aprire, sarà qualche venditore di pentole o aspirapolvere, lo liquido in un minuto! >> e così dicendo mi alzai dal letto e in pochi minuti raggiunsi l'entrata di casa mia.

Quando la porta di casa mia fu aperta difronte a me, contrariamente ai miei sospetti, non c'era un anziano e disperato venditore di porta in porta, ben sì un cantante internazionale giovane e aitante, bello e venerato, irraggiungibile per molti e amato da tutti.

<< Avevi detto che dovevi lavorare oggi, cosa ci fai qui? >> chiesi felice ma incredula

Justin si sporge in avanti con il volto, quanto basta per far si che le nostre labbra si uniscano. Mentre mi bacia porta una mano sulla mia vita e mi spinge con cautela in dietro in modo che anche lui antri in casa e poi chiude la porta alle sue spalle.

Sto ancora dando il bacio di benvenuto al biondino canadese che ho difronte quando sento la voce di Sam urlare dal piano di sopra

<< Ho trovato un articolo su di lui. Leggo testualmente: "Justin Bieber, rivelano fonti affidabili, dura più a letto che sul palco". Ora Bex, contando che io a un suo concerto ci sono stata e dura più di due ore, tu confermi o smentisci questo articolo? >> 

 

Justin interrompe il nostro bacio e mentre chiude gli occhi apre la bocca in un sorriso sincero ed imbarazzato. 

Io sono davvero sconvolta, non tanto per il fatto che esistano articoli del genere, ma perché mi chiedo come possa la mia migliore amica voler verificare questo tipo di informazioni.

<< Samantah, vieni qua a chiederglielo tu stessa visto che la cosa ti interessa tanto.>> urlo io di rimando.

 

In pochi secondi Sam è in cima alle scale e i suoi occhi continuano a spostarsi da me a Justin e da Justin a me. Dopo una decina di secondi si decide a parlare

<< Non era un venditore di pentole al campanello >> dice Sam sicura. Se pensa di aver appena svelato un grande mistero le vorrei anche dire che l'acqua calda è già stata scoperta.

<< No, ero io. E quella non era una domanda da fare! >> risponde Justin non poco imbarazzato.

<< Non lo stavo chiedendo a te, infatti, ma alla mia migliore amica. >> dice la ragazza dalle scale.

Quando Sam si decide a scendere i gradini e ci raggiunge al piano di sotto le chiarisco le idee dicendole che certe cose non le deve chiedere neanche a me, ne ora ne mai più.

Sembra però che il suo cervellino non ragioni più perché poco dopo in cucina, mentre preparo una spremuta d'arancia per tutti, esclama

<< Deduco che la fonte affidabile del giornale non sia poi così tanto affidabile…. per quel poco che ne so quell'articolo è una grande cavolata! >>

 

In questo momento non posso che desiderare una pala per scavarmi la fossa da sola.

 

 






Justin sta per togliermi la maglietta di dosso come io ho già fatto con la sua qualche minuto fa ma veniamo interrotti dalla suoneria del mio cellulare

<< E adesso che c'è? Sam se ne appena andata, possibile che non abbiamo cinque minuti per noi?! >> dice Justin sbuffando.

Non mi preoccupo neanche di rispondergli, invece mi catapulto sul mio cellulare e rispondo alla chiamata

<< Sto arrivando >> dice la voce di Christopher dall'altra parte del ricevitore

<< Cinque minuti ed esco di casa allora >> rispondo io chiedendo scusa con gli occhi a Justin.

<< Va bene dolcezza >> dice Chris prima di attaccare.

 

Justin mi guarda spazientito, non ha apprezzato il fatto che sto per uscire di casa, immagino.

<< Non sapevo saresti venuto, ho preso un impegno. Non posso annullare tutto solo perché ti sei presentato a casa mia un'ora fa >>

<< No, però potevi avvisare che non avevi tempo per me >> dice rimettendosi la maglietta bianca addosso.

<< Se vuoi puoi venire con noi. Io e Chris andiamo a vedere Luke giocare la sua prima partita di football della stagione con la squadra del collage >>

<< Volentieri. Tra l'altro devo parlare con Luke per il regalo di nozze di Scooter. >>

<< Non mi hai detto che Scooter si sposa >> ammetto io alzandomi dal divano e infilandomi le scarpe

<< Si, venerdì prossimo! Vieni con me? >>

<< No, magari vengo al prossimo! >> dico beffarda io

<< E dai, Bex. Noi tutti speriamo che questo sia l'ultimo, non puoi cercare di essere positiva? >>

<< Scusami tanto se sono realistica. Questo sarebbe il quinto matrimonio e se non sbaglio il quarto risale a cinque mesi fa… non penso che questo durerà più degli altri! >>

Dal vialetto di casa si sente il rumore di un clacson, Chris dev'essere arrivato.

Apro la porta e Justin esce con me, non appena vede la macchina di Chris, una Porsche Cayenne, gli si illuminano gli occhi

<< Questo Chris mi piace già >> afferma deciso e si catapulta a presentarsi con l'amico di Luke.

 

Le ultime parole famose, penso io.

 

 

 

 

Ci vuole un'ora e quaranta per arrivare a Santa Barbara, dove si trova il college di mio fratello.

 

Ci vollero solo 18 minuti perchè la mia tortura ebbe inizio. 

Ci vollero solo 18 minuti prima che Chris iniziasse l'argomento da cui io mi ero volutamente tenuta alla larga.

 

Con le mani sul volante e una semplicità da far paura Chris aveva iniziato il discorso

<< Bex, ieri, dopo aver portato a casa l'ennesima ragazza mio padre mi ha chiesto perché ci fossimo lasciati, ha detto che dovremmo riprovarci, secondo lui sei tu la ragazza giusta per me! >> 

 

ecco, la mia ora era arrivata.

 

Nonostante fossi seduta sui sedili posteriori dell'auto mi ero accorta facilmente dell'espressione meravigliata, confusa e rabbiosa di Justin. In un primo momento pensava di aver capito male, nell'istante successivo invece si era accorto di aver capito perfettamente e allora una rabbia istintiva e dettata dalla gelosia si era impossessata di lui.

 

<< Tu e… e  Rebecca.. stavate…insieme? >> chiese titubante e non ancora sicuro di quello che stava ascoltando

<< Si. Quasi due anni fa. Io e Luke siamo sempre stati migliori amici, io e Bex siamo cresciuti insieme e poi due anni fa ci siamo messi insieme. E' la ragazza migliore con cui sia mai stato fidanzato. >>

 

Se qualche ora fa pensavo che una situazione  più imbarazzante non potesse esistere, bhè, mi sbagliavo di grosso.

Chris non sapeva assolutamente niente di quello che c'era tra me e Justin.
Justin stava venendo a conoscenza del mio passato con Chris ora e sinceramente avevo paura che approfondisse così tanto da arrivare a sapere tutto.

Notai che Justin si stava per voltare per potermi guardare e io, istintivamente, piuttosto che dover rispondere al suo sguardo geloso e arrabbiato, appoggiai la testa al finestrino, chiusi gli occhi e feci finta di essermi addormentata. 

Il mio piano era semplice, far finta di dormire per tutto il viaggio evitando così di dover parlare dell'argomento e lasciando che questo andasse a finire nel dimenticatoio.

 

<< Bex si è addormentata >> asserì Justin con un tono indecifrabile.

<< In questo caso, allora, posso anche farti una confidenza da ragazzo a ragazzo. >>

 

Ti prego Chris, non farlo.

<< ti sto ascoltando >> aveva detto subito dopo Justin desideroso di sapere e di arrivare in fondo alla questione. 

 

<< Io sono stato la sua prima volta. >> 

 

Ecco fatto. Chris aveva appena complicato qualunque cosa ci fosse tra me e  Justin, come se quel "qualunque cosa" non fosse già abbastanza complicata di suo.

 

 

 

Quando la macchina era stata fermata e la radio spenta mi ero resa conto che il viaggio doveva essere finito. 

<< Sveglio Rebecca >> avevo sentito dire Chris.

<< Non toccarla >> aveva urlato Justin. Poi si era subito corretto con un << Cioè, quello che intendevi dire era di non svegliarla, ci penso io.>>

Chris aveva acconsentito e Justin, dopo esser sceso dalla macchina, aveva aperto lo sportello su cui ero appoggiata e aveva sussurrato al mio orecchio

<< Puoi smettere di fingere ora, siamo arrivati. >> 

Io, dal canto mio, avevo aperto gli occhi e non avevo nemmeno cercato di controbattere, sarebbe stato inutile. Justin aveva capito benissimo.

 

<< Rebecca mi accompagni al bar prima di andare a prendere posto sulla tribuna? >> aveva domandato Justin con tono innaturale. 

<< Puoi andarci da solo, io e Chris ti aspettiamo seduti ai nostri posti >> avevo risposto io intenzionata a non trascorrere neanche un minuto da sola con Justin.

<< Justin non conosce il posto, accompagnalo al bar, Bex. Io non mi perdo di sicuro >> si era intromesso Chris. 

 

Quando l'amico di Luke fu abbastanza lontano da non sentirci Justin fece finalmente trapelare tutti i sentimenti che fino a quel momento aveva cercato di tenere nascosti.

 

<< Non mi avevi mai raccontato nulla di questo Christopher. >> mi aveva quasi urlato in faccia Justin.

<< Si, è vero, non ti ho mai raccontato di come ho perso la verginità, e allora?! non mi sembra che tu mi abbia mai raccontato di come sia stato la tua prima volta… >>

Justin aveva disteso il braccio e lo aveva appoggiato alla macchina lasciando che il suo peso fosse sorretto dall'auto di Chris.

<< Si, ma per voi ragazze è diverso. Chris sarà il ragazzo che ricorderai per sempre. >>

<< Non nego che la prima volta è stata importante ma di certo quando mi sposerò o quando partorirò i miei figli non sarà Chris l'uomo a cui penserò. >>

Justin mi fissa negli occhi e piano piano vedo la rabbia sparire e lasciare posto alla gelosia.

<< Sai Bex- dice Justin in tono meno severo- il pensiero che quel cretino sia stato con te mi distrugge. Non avevo mai pensato a questa cosa ma è uno schifo, ho in testa l'immagine di te e quel ragazzo tutto muscoli dal almeno un'ora e non riesco a farla andare via. Sono geloso e il solo pensare a te con un altro mi fa incazzare. Mi fa incazzare parecchio. >>

<< Francamente, Justin, non mi interessa. Non sei l'unico ragazzo con cui io sia stata e non trovo che problema ci sia. Non ti ho mai mentito al riguardo e non puoi dire il contrario. Inoltre sei incoerente al massimo. Quando mi hai proposto di scommettere dov'era la gelosia? Quando chiamavi i tuoi amici e mi proponevi come nuova ragazza da conoscere, dov'era la gelosia? Quando sapevi che ero ad un appuntamento con i tuoi amici? dimmi Justin, dov'era la gelosia allora? >>

Justin rimane in silenzio. Non saprei se non sa cosa dire o se invece sa che parlando ancora peggiorerebbe solo le cose.

L'altoparlante richiama l'attenzione del pubblico e ci informa che la partita sta per iniziare.

<< Bene, se ora vuoi vedere la partita di Luke insieme a me e a Chris non c'è problema, se invece hai cambiato idea fai pure, vattene. Io di certo non starò qui a scongiurarti di rimanere e di restare con me. >> 

Mi volto dando le spalle a Justin e manifestando più rabbia di quanto in realtà non senta mi dirigo verso gli spalti decisa a prendere posto accanto a Chris.

<< Aspettami, vengo anch'io >> sento dire Justin a qualche metro da me.







 

il mio angoletto piccino piccino:
Buona sera a tutte ragazze mie. Sono qui a postare dopo un mese ed è tantissimo, lo so.
Mi dispiace molto di non aver aggiornato ma ci sono state tantissime cose durante marzo.
Partendo dalla più importante, ovvero il concerto di Justin a Bologna, che è stato un vero sogno.
Dopo il concerto sono stata assalita da una nostalgia e malinconia assurda e non riuscivo a scrivere nemmeno mezza riga su di lui, era strano scrivere di qualcuno che avevo abbracciato solo pochi giorni prima.
Volevo anche scrivere una OS per dare libero sfogo alle mie emozioni di quel primo sabato di primavere ma ho preferito non farlo, quelli sono miei ricordi intimi e personali, che custodisco gelosamente nel mio cuoricino che ormai straborda di amore per Justin.
Seconda cosa, dico sinceramente che sono rimasta male per le sole tre recensioni ricevute al capitolo precedente.
Siccome però io scrivo inizialmente per me stessa e per sognare ad occhi aperti ho deciso di continuare a scrivere e allora eccomi di nuovo qua.
Ho riscritto questo capitolo una decina di volte e non ero mai soddisfatta o contenta.
Voglio informarvi che se non capite subito cosa sia successo in Canada dopo la famosa notte in cui ci eravamo lasciate non preoccupatevi, verrà svelato tutto nei prossimi capitoli :)
Il fatto che i capitoli trasmettano anche, e spero non solo, confusione e poca chiarezza in alcuni punti è perchè la storia che scrivo rispecchia la storia tra Justin e Rebecca e la lora storia d'amore è cosi, difficile, incompresa, confusionale e incomprensibile.

Vi amo tutte e ora corro a rispondere alle recensioni che mi avete lasciato.
Spero di trovarne di più queta volta.
Vi prometto che non dovrete aspettare cosi tanto per l'undicesimo capitolo, arriverà presto. 
Grazie,
@frabelieber96

 

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Capitolo 11
*** avviso ***


Holaaaaaaaaaa amigos.
Mi dispiace tantissimo dover pubblicare questo angolo autrice senza l'aggiunta del capitolo ma purtroppo è cosi.
Nel penultimo capitolo le recensioni erano diminuite tantissimo e sono diventate nulle per l'ultimo capitolo da me pubblicato.
Ho aspettato del tempo, sperando e pregando che qualcuno mi lasciasse un suo parere ma niente...
Allora ho deciso di avvisare chi legge comunque la mia storia che non aggiornerò più. Almeno per adesso.
Scrivere è la mia passione e mentre digito sulla tastiera velocemente, mentre ad occhi chiusi penso alla storia e alle idee per i nuovi capitoli, in quei momenti mi sento bene.
Non smetterò mai di scrivere, non potrei assolutamente farlo.
Ora come ora però non sento di voler continuare a pubblicare nuovi capitoli sapendo che nessuno li recensirà.
Vi ringrazio immensamente per tutte le recensioni che mi avete comunque lasciato.
Vi ringrazio immensamente per aver inserito questa storia nelle ricordate, seguite e addirittura preferite.
Un bacione a tutte voi, vi voglio bene

 Francesca.

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