You never really can fix a heart

di jawaadxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm hopless. ***
Capitolo 2: *** Like you're puting sult in my cuts. ***
Capitolo 3: *** Baby, I just run out of band aids. ***
Capitolo 4: *** Still a little bit of your taste in my mouth. ***
Capitolo 5: *** We can both remove the masks and admit we regret it from the start. ***
Capitolo 6: *** And it hurts,cause I know you won’t be mine tonight. ***
Capitolo 7: *** Girl it should be me, calling on your phone, saying that I’m the one, and that I’ll never let you go. ***
Capitolo 8: *** I just wanna show you off to all of my friends,makin’ them drool down their chinny chin chins.Baby be mine tonight. ***
Capitolo 9: *** All my windows still are broken, but I'm standing on my feet. ***
Capitolo 10: *** I need hope. ***
Capitolo 11: *** It makes me feel like I can't live without you. ***
Capitolo 12: *** He takes your hand, I die a little. ***



Capitolo 1
*** I'm hopless. ***


 

 

You never really can fix a heart.


 

Chapter 1
I'm hopless.

-Sono senza speranza.-

 
Un fulmine squarciò il cielo nero, seguito subito dopo dal suono frastornante di un tuono. Hope si svegliò di soprassalto, sudata e impaurita. Aveva sempre avuto paura dei temporali. Si alzò a sedere di scatto, e subito si pentì di quel gesto. Quella mossa avventata le provocò un dolore lancinante all'altezza dello stomaco. Scese dal letto, dolorante, e strusciando i piedi sul soffice tappeto che ricopriva la maggiorparte della superficie del parquet, arrivò al bagno. Non si preoccupò nemmeno di chiudere la porta, nella sua stanza non sarebbe entrato nessuno a quell'ora. Era sola. Incredibilmente sola. Hope si portò stanzamente davanti allo specchio. Era stanca di tutta quella solitudine. Si alzò la maglietta, lentamente, e se la sfilò, facendo attenzione a non sfiorare i tagli e i lividi sparsi sul suo corpo. Chiunque si sarebbe spaventato guardando il suo riflesso in quel momento, ma lei no. Era abituata a vedere il suo corpo in quelle condizioni. Gli occhi caddero sui numerosi lividi, alcuni stavano 
guarendo, altri erano freschi.Con la punta delle dita ne toccò uno sulla pancia piatta, e i muscoli sussultarono. Nella mente le affiorò il pensiero di quei momenti, non lontani. I ricordi le facevano male, più di quel sangue pesto posizionato sul suo corpo. Il ricordo di quelle mani su di lei, che la strattonavano, picchiavano. Stinse forte gli occhi cercando di scacciare quelle immagini dalla sua mente, ma quel pensiero non la lasciava mai. La tormentava. La tormentava la consapevolezza che quella scena si sarebbe ripetuta, ancora, e ancora,e ancora. Con lo sguardo percorse la lunghezza delle braccia, interamente ricoperta da tagli. Quei tagli non le facevano male, invece. La facevano star bene. Era il suo unico modo per sfogarsi, per trasformare quel dolore mentale che la uccideva continuamente, in dolore fisico. Lo sguardò si posò sull'armadietto appeso al muro del bagno. Lì dentro, nascosta da decine di scatolette, profumi, borsette, c'era l'arma, la colpevole delle sue cicatrici, la sua unica via di 
fuga, la sua migliore amica, la sua peggior nemica. La lametta. L'aveva inutilmente coperta e nascosta, ma sapeva che nessuno sarebbe mai venuto a cercare nella sua roba. Non aveva nessuno. Hope si accasciò al pavimento, stringendo le ginocchia al petto. L'esile corpo tremava, avvolto solo da una leggera felpa verde. Verde, il colore della speranza. Il suo nome, significava speranza. Ma Hope, la speranza l'aveva persa da molto tempo. Gliene rimaneva solo un barlume, in fondo, troppo in fondo, tanto che le sembrava inutile andare a cercarla. Tanto non serviva a niente.
 
Avvolta da una delle sue felpe larghe, che nascondevano le sue forme proporzionate, e i segni del suo dolore, uscì di casa, per dirigersi a scuola.Già, anche il 27 Dicembre ci dovevano andare. Per quell'orribile prigione chiamata scuola, le vacanze non esistevano. Solo per Natale e la vigilia avevano concesso dei giorni a casa. Oltrepassò il cancello della sua villetta, sistemandosi la borsa a tracolla sulla spalla, quando si sentì chiamare. Si girò spazientita. Non voleva fare tardi a scuola. Non voleva che la gente la guardasse camminare a testa bassa nei corridoi, e le ridesse alle spalle. -Hope! Aspettami!- disse. Attese qualche instante, finchè suo fratello non la raggiunse. Scocciata, cominciò a camminare. -Oh, buongiorno anche a te, sorellina. Si, sto una meraviglia, anche se lo stomaco mi brontola dalla fame perchè non ho avuto nemmeno il tempo di mangiare, grazie dell'interessamento.- disse divertito Ryan. Hope sbuffò. -Non ti ho detto io di venire con me.- 
-Voglio passare un pò di tempo con la mia piccola sorellina, non si può fare?-
-Allora non prendertela con me, Ryan.-
Sorrise divertito.Amava scocciare la sorella. 
-Come va con i tuoi amici? Hai trovato qualche ragazzo? Prima di uscire con lui, lo devo assolutamente conoscere, non voglio che tu frequenti gente non adatta, ok?- chiese il ragazzo. Hope si irrigidì, ma so costrinse a sorridere. Ryan credeva che lei avesse degli amici. Credeva che lei interessasse a qualche ragazzo. Non sapeva che lei era una completa emarginata. Deglutì.
-Va benissimo. Tu, invece..con Nicola?- chiese cercando di deviare il discorso.
-A gonfie vele! E' tutto perfetto con lei!- disse sognante il fratello. Era innamorato cotto di quella Nicola, e lei era contenta per lui. Almeno qualcuno doveva pur essere felice, no?
Mentre Ryan parlava sulla sua ragazza, Hope non lo ascoltava. La sua mente era rivolta altrove. Avvolte si perdeva nei suoi pensieri su quanto sarebbe bello avere una vita diversa. Avrebbe voluto anche lei avere degli amici, una migliore amica a cui poter raccontare tutto, un ragazzo che l'amasse, dei genitori. Non che non li avesse i genitori. Ma per lei era come se non esistessero, e lo stesso era per loro. Ryan li odiava semplicemente, perchè non c'erano mai stati nella loro vita. Il fratello provava un grande risentimento per loro, perchè, quando aveva bisogno di qualcuno, di un padre a cui chiedere aiuto, una madre a cui potersi confidare, loro non c'erano. Sparivano. Per il loro stramaledettissimo lavoro. Lei e Ryan erano dovuti crescere praticamente da soli, senza alcun sostegno da parte dei genitori, come dovrebbe essere. Lei aveva 11 anni, e il fratello 14, quando avevano cominciato a vagare per il mondo, a tornare a casa una volta ogni tanto, come se crescere i propri figli fosse un optional. Hope 
li odiava.La sua attenzione fu attirata da cinque sagome che si vedevano in lontananza. La mora fu presa dal panico. Iniziò a sudare e tremare, si accorse che Ryan stava ancora parlando. -Prima non avevi fame?- chiese nervosa la sorella. Lui annuì perplesso, la ragazza per tutta risposta lo prese per una manica, trascinandolo dentro lo Starbucks di fronte a loro. Si sedettero al tavolo. Estrasse il suo iPhone5. regalo dei suoi genitori, che credevano di poter rimpiazzare l'affetto con i regali, dalla tasca del giubbotto, e vide che mancavano 25 minuti fino all'apertura della scuola. Guardò suo fratello mangiare, mentre lo incitava a sbrigarsi. Era ancora agitata, e spostava continuamente lo sguardo sulla strada. Niente, non li vide passare. Tirò un sospiro di sollievo. 
Si alzarono da tavola, il ragazzo andò a pagare, poi uscirono insieme. Camminarono ancor un pò, fino ad arrivare alla fermata del bus. Si fermò, scoccò un bacio sulla guancia del fratello, poi continuò a camminare. Ryan avrebbe dovuto prendere il bus per arrivare alla sua scuola. Lei non aveva voluto iscriversi insieme a lui, infatti aveva chiesto il trasferimento dopo nemmeno un mese dall'inizio della scuola. Non voleva che Ryan si vergognasse di sua sorella. Era sicura che sarebbe stato così, chi vorrebbe farsi vedere in giro con una sfigata? Suo fratello era la persona più importante della sua vita, l'unica che amasse davvero, lui si era sempre preso cura di lei. Era certa, che se solo avesse saputo di ciò che doveva subire ogni giorno, l'avrebbe fatta pagare a tutti, ma lei non voleva che si creasse problemi, non voleva che si immischiasse nei suoi affari. 
Camminando, si guardava intorno. A Londra si sentiva l'aria ancora natalizia, nonostante fosse ormai la fine dell'anno. Era il 27 Dicembre, il cielo era ancora nuvoloso a causa della tempesta della notte, ma c'erano comunque ragazzini sulla strada che si divertivano a scoppiare i petardi, facendo spaventare le vecchiette e arrabbiare i proprietari dei negozi che costellavano le strade affollate ad ogni ora del giorno. Si rattristò guardando coppie felici di innamorati, famiglie contente che passeggiavano, sapendo che lei non avrebbe mai avuto parte di quella gioia. Pensò che lei, ancora una volta, avrebbe trascorso l'ultimo dell'anno sola, suo fratello sarebbe andato a ballare e festeggiare, perchè lui aveva degli amici, una ragazza, aveva una vita. Mentre lei sarebbe rimasta sola. Quel pensiero l'assillava. Non ne poteva più di quella solitudine.
Arrivò davanti alla scuola. C'erano gruppetti di ragazze che chiaccheravano tranquillamente, altre oche che camminavano sventolando le natiche e le tette rifatte davanti ai ragazzi. Poi c'erano quelli che copiavano i compiti all'ultimo, e i ragazzi superfighi, che facevano parte delle squadre sportive della scuola. E infine c'era lei, che non faceva parte di nessuno di quei gruppi. Lei era diversa. Sola. 
-Ehi, Bandler, scansati.- Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare. Si girò tremando. Alzò la testa, e il suo sguardo incontrò il loro. Deglutì.
-Che c'è, non hai sentito? Levati, verme!- disse il finto biondo. Hope strinse i denti, facendosi da parte e lasciandoli passare.Loro proseguirono con un ghigno soddisfatto dipinto sul viso.
Hope entrò nel cortile della scuola, attraversò il grande ingresso, e camminò per i corridoi, fino ad arrivare al suo armadietto. Tutto questo a testa bassa,come sempre. Prese i libri di biologia e chiuse l'armadietto. Si girò, trovandosi davanti una bionda sorridente. Hope sobbalzò. -Oh, scusa, non volevo spaventarti.- disse la ragzza. Hope la guardò torva. La bionda non smise di sorridere, e le porse la mano. -Piacere, sono Jessie Kim Hamilton. Sono nuova, e non so come orientarmi. Mi sei sembrata l'unica normale quà dentro, senz'offesa.- 
-Io sono Hope Emma Bandler, e penso che ti sbagli. Io sono quella diversa, quì dentro.- Hope cercò di sorridere. Jessie non parve capire. -Che vuol dire?- -Niente, lascia stare.- Iniziò ad incamminarsi verso la sua aula. Jessie la rincorse. -Ehi, scusa, senti..percaso mi potresti mostrare la scuola?-. Hope sospirò. -Non credo sia una buona idea. Potresti rovinarti la reputazione a farti vedere in giro con me.- -Ma perchè? Io non ti capisco.- -Non sperare di riuscirci, bionda.- borbottò. -Ehi, ma mi vuoi aspettare?- trillò Jessie. Hope si girò spazientita. -Si può sapere cosa vuoi da me?- La bionda agrottò le sopracciglia, perplessa. -Niente, volgio solo stringere amicizia. Mi sembri simpatica, e l'unica normale.- -E io ti ripeto che ti sbagli, non sono simpatica, nè normale.- -Ma perchè sei così?- -Così come?- -Fredda.- -Istinto. Mi ha insegnato a non fidarmi di nessuno, e a essere distaccata.- La bionda non smise di sorridere. Stava cominciando a dare sui nervi a Hope. -Ma si può sapere perchè ridi sempre?- 
-Istinto. Mi ha insegnato a prendere la vita con positività.- La risposta di Jessie la spiazzò. Sorrisero entrambe. -Allora? Ti va di fare questo giro o no?- chiese la mora. Annuì, e insieme si incamminarono verso la palestra.
 
-Certo che sono davvero gran pezzi di...- Jessie cercava di trovare la parola giusta. -Merda?- suggerì Hope. Scoppiarono a ridere. -No, idiota. Volevo dire che sono davvero belli, insomma..fighi!- -Bè, si, avranno un fisico carino, ma sono degli idioti.- -Carino?! Ma l'hai visto il numero 20? Aveva dei pettorali scolpiti dai dei greci!- disse con voce sognante la ragazza, provocando la risata dell'altra. Hope si fermò, perplessa. Era quasi la decima volta che rideva in sole 2 ore. Non succedeva da.. non ricordava nemmeno quando! Quella ragazza era così solare che le metteva allegria! Sentirono la campanella trillare, e le folle di ragazzi si sparsero per i corridoi, provocando un terribile baccano. -Ora cos'hai?- disse riferendosi alla materia. -Filosofia.- rispose Jessie. -Perfetto, anch'io!- disse, prendendola per mano e dirigendosi verso l'aula.
Non era ancora arrivato nessuno, così approfittarono per prendere posto all'ultimo banco, vicino alla finestra. -Raccontami di te.- disse Hope. -Che dire, mi chiamo Jessie Hamilton, ho 16 anni, sono nata in Canada, ma ho trascorso tutta la mia vita a New York. Ora, a causa del lavoro di mio padre, ci siamo dovuti trasferire quì. Ho dovuto lasciare tutti i miei amici, tutta la mia vita, in America. Ma fortunatamente ho conosciuto te.- Hope sorrise.- Ho una sorellina di 8 anni, Honey. Il mio colore preferito è il rosso, amo la musica di Justin Bieber, il mio sogno è quello di trovare un principe azzurro e vivere una favola. E.. vivo insieme a mio padre.- disse. -Tua madre?- -E' morta.- disse rigida, senza nessuna emozione.
-Come...?- -Overdose, 8 anni fa. Honey aveva appena qualche mese. Non la portò mai perdonare, ci ha lasciati così, per un suo stupido capriccio. Ecco perchè non.. non mi fa nessun effetto parlare di lei.- Hope annuì. -Capisco.- -Ora parlami di te.- -Mi chiamo Hope Bandler, ho 16 anni, sono nata e vivo a Londra, ho un fratello di 19 anni e mezzo, Ryan...- Sono autolesionista, odio i miei genitori, odio la mia vita, il mio sogno è quello di poter cominciare tutto daccapo. -E sono una sfigata che non dovrebbe stare sedute a quel tavolo.- 
Si girarono verso la porta. Hope aveva le guance in fiamme. Zayn Malik, uno dei suoi peggiori incubi, era davanti a loro. -Come scusa?- chiese Jessie innervosita. Hope teneva la testa bassa. -Ha detto a quel verme di levarsi, e dovrebbe farlo al più presto, se non vuole trovarsi un occhio nero.- Louis Tomlinson era alle sue spalle. Hope fece per alzarsi, ma la bionda la trattenne. -Jessie non..- -Hope, no! Non sei il giocattolo di nessuno. Non mi pare che ci sia scritto de nessuna parte il vostro nome, quindi, potete anche spostare comodamente i vostri deretani da quì, grazie mille.- Hope le fece segno di stare zitta,si alzò, prese la borsa a tracolla e face un passo, ma l'altra ragazza la tirò per il polso, facendola sussultare. -Alzati immediatamente da quella sedia, puttana. Tu, bionda, puoi anche restare. Magari possiamo fare amicizia e...- Il biondo fu interrotto da Jess.
-Coglione, puttana la chiami a qualcun'altro, ok? E preferirei morire, piuttoste che 'fare amicizia' con te.- Ferma e decisa, Jess aveva lasicato a bocca aperta 
tutti e cinque i ragazzi. Avrebbe voluto continuare, ma si bloccò vedendo Hope. O meglio, vedendo la manica della sua felpa. Era macchiata di rosso. Hope abbassò lo sguardo, vide anche lei, e con gli occhi pieni di lacrime scappò. corse in bagno, si alzò la manica fino al gimito. Sussultò nel vedere lo stato pietoso dei suoi tagli. Strappò via tutti i braccialetti, e fece scorrere i polsi sotto il getto dell'acqua gelata del rubinetto. -Hope..?- -Te l'avevo detto io, che era meglio non avvicinarti a me. Sono un orrore. Perfavore, se vuoi odiarmi, odiami, ma lasciami in pace e non dire niente a nessuno, ti prego.- Jessie sorrise. -Idiota, io non me ne vado. Ti voglio bene.Io..vorrei solo capire. Perchè?- Hope l'abbracciò. Si pulì un altra volta il braccio, poi si sedette sul pavimento sporco del bagno, con le spalle al muro e le ginocchia raccolte al petto. Jessie la imitò. -Mi chiamo Hope Bandler, ho 16 anni, vivo a Londra con mio fratello di 20 anni, Ryan. I miei genitori non sono mai a casa, preferiscono il lavoro a noi. Li odio, non hanno mai avuto il tempo per stare con loro figlia. Sai, avvolte avrei avuto davvero bisogno di una madre a cui confidarmi, chiedere aiuto, specialmente in fase adolescenziale. Ma niente, siamo dovuti crescere da soli. Da...da circa un anno, quei cinque... mi picchiano. Sempre. Ogni giorno. Ogni volta che mi vedono fuori scuola è un occasione per darmele. Subito dopo che tutto questo è iniziato, ho cominciato anche a tagliarmi. Avevo assolutamente bisogno di trasformare il dolore mentale in fisico. Dopo aver provato, vidi che funzionava, e continuai, fino a che non diventò una dipendenza. Ora non riesco più a smettere, come vedi- disse, indicandole i polsi lacerati. -Ma loro.. perchè..?- -Non lo so Jessie, non me lo chiedere. Non ne ho la minima idea. Davvero, non capisco cosa ho fatto.- Poi continuò. -Ho due sogni. Scappare. Viaggare per il mondo, ovunque! Visitare Venezia, Parigi, Barcellona, New York, Tokyo. Vorrei andare dapertutto.- -E il secondo?- -Avere una vera amica a cui poter raccontare tutte queste cose. E ora cell'ho.- disse. Le due ragazze sorrisero e si abbracciarono.
-Raccontami di più... su quei ragazzi..- disse vagamente Jess. Hope scoppiò a ridere. -Ooh, non mi dire che ti piacciono! Comunque, quello col ciuffo che sempre una rampa da skaterboard, è Zayn Malik. Il finto biondo è Niall Horan. Il riccio Harry Styles. Quello castano scuro con gli occhi azzurri e Louis Tomlinson, e il biondo scuro, quello con la faccia dolce, è Liam Payne. Sono i puttanieri della scuola, ovviamente si sono passati tutte le ochette tipo Eleanor e le sue amiche.- -Bè, non si può negare che siano davvero..belli. Ma sono anche dei grandi idioti. Come fanno a... povera piccola, vieni qua. non riesco nemmeno a pensare che esistano persone così!- Jessie sospirò profondamente.



 
Salve a tutti, ladies and gentleman
eccomi quà con la mia prima FF pubblicata su questo sito.
Ci tengo molto a lei, mi ci voglio davvero impegnare,
perche Hope mi rappresenta. 
Allora, secondo voi ho affrettato le cose tra Hope e Jessie?
E' solo che non ne potevo più di tutta quella depressione lol.
Comunque le cose presto cambieranno, non vedo l'ora,
davvero non riesco a far fare i cattivi ai ragazzi,
insomma, voi ce li vedete i One Direction a picchiare una ragazza
e a parlarle in quel modo? Io no T.T
Ook, ora vado, lasciatemi qualche recensioncina e il vostro parere, 
se vi va.
Baciii, V.

 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Like you're puting sult in my cuts. ***


 

You never really can fix a heart



Chapter 2
Like you're puting sult in my cuts.

-Come se tu stessi mettendo sale sui miei tagli.-

 
 
Come ogni volta che lo faceva, Hope prometteva a se stessa di non ripetere più quell'azione, di posare una volta per tutte quella lametta. Ma, come ogni volta, falliva nel suo intento. 
Quel giorno, ricoprì di nuovo il suo braccio con i soliti bracciali, e aprì la porta di casa. -Dove vai?- urlò Ryan. -A fare un giro. Non lo so quando torno.- urlò di sua risposta. Sbattè la porta dietro di se, e si incamminò verso il negozio più vicino. Aveva in mente di comprare dei fuochi d'artificio, dei petardi, QUALCOSA che le facesse dimenticare della sua solitudine. Capodanno sarebbe stato domani, e lei ovviamente non aveva ancora nessun piano. Si mise le cuffiette, e sulle note di 'Fix a heart', si incamminò per le strade di Londra. Il sole le batteva forte in faccia accecandola. Aveva le mani strette a pugno nelle tasche del giubbino per non gelarle. Un botto alle sue spalle la fece saltare. Si girò, e vide i cinque ridere a crepapelle, mentre un sottile filo di fumo si alzava da proprio dietro di lei. Il petardo era scoppiato, facendo un rumore terribile. Il cuore iniziò a batterle all'impazzata, affrettò il passo, e giunse fino al semaforo. Cazzo, muoviti. Le macchine sfrecciavano davanti a lei,
il semaforo era ancora rosso. Il gruppo, dietro, si stava avvicinando. Cercava di trovare una soluzione veloce per scappare, quando il semaforo diventò verde. Allora iniziò a correre, sentiva dietro di lei le urla e le risate dei cinque. Correva a perdifiato, era sfinita. Arrivata davanti al parco, rallentò, non ce la faceva più, e sentiva i polsi iniziare a bruciargli. Si fermò ed entrò in quella grande distesa verde punteggiata di siepi e fiori. Si allontanò il più possibile, dirigendosi verso la fine del parco, dove di solito si rifugiavano i drogati, i barboni, gli ubriachi, o i ragazzetti della sua scuola per fare casino. Fortunatamente, non c'era nessuno allora. Si sedette su una panchina per prendere fiato. Sentì un rumore dietro di lei. -Non ti facevo così agile e veloce, signorina Mandler.- La voce di Niall la terrorizzò ancora una volta. -Chissà se anche a letto sei così. Che ne dici di provare?- Liam la afferrò per un braccio. Lei si divincolò invaco, lui aumentò la stretta, facendola sussultare 
dal dolore. Iniziò a piangere in silenzio.-Sai, oggi a scuola ci hai fatto molto arrabbiare.- sibilò Niall. La ragazza si guardò in giro. Stranamente Harry non c'era. -Dovresti dire alla tua amichetta di essere più gentile.- Un pugno in pancia di Louis la lasciò senza fiato. Zayn la prese per i capelli, lei cercò di ribellarsi, ma si ritrovò solo con un labbro spaccato. Hope non pianse. Non piangeva mai quando loro la picchiavano. Certo,a casa si, si disperava, consumava tutte le lacrime. Ma non davanti a loro.Quella volta la picchiarono di più, più forte, ma forse era solo sua impressione, forse era a causa dei suoi tagli. Sentiva il sudore che le scendeva sul corpo, e mescolarsi al sangue delle ferite sulle braccia. Le facevano un male tremendo, bruciavano in modo incredibile. -Ma che cazzo..?- disse Louis avvicinandosi. Le alzò un braccio, e vide del sangue scenderle sulla mano. Alzò la manica, le levò i bracciali, e rimasero paralizzati. Nemmeno Hope aveva più la forza di muoversi. -Perchè?- chiese con 
voce flebile la ragazza. Gli amici si guardarono tra loro, non sapevano cosa risondere. Non avevano la minima idea del perchè. Forse perchè lei glielo lasciavano fare, non si era mai opposta, non aveva mai reagito. Ma solo perchè non poteva. Non ne aveva semplicemente la forza. I ragazzi fecero un cenno col capo e se andarono, lasciandola lì, per l'ennesima volta, stesa a terra.
 
-Hope? Dimmi che cazzo ti è successo!- urlò per la milionesima volta Ryan, e per la milionesima volta, Hope lo ignorò. Non voleva dare spiegazioni per i vestiti ridotti in quello stato, per l'occhio nero, o per il labbro spaccato. -Hope, mi sto realmente incazzando!- Sbraitò il fratello. -E io me ne sto realmente pulendo il culo della tua incazzatura, ok? Non è successo niente, o, anche se fosse, vuol dire che non mi va di dirtelo. Ora basta, non possiamo fare finta di niente e andare avanti come se nulla fosse successo?- -Ma tu sei matta! Mia sorella viene a casa come se fosse stata investita de un orda di bisonti in calore, e io dovrei fare finta di niente?- Hope non rispose. Il ragazzo sbuffò, rassegnato. -Hai fame?- -No.- disse divorando l'enorme piatto di patatine che le aveva messo davanti. Lui scosse la testa. -Si vede.- -Cosa farai per Capodanno?- -Penso che andrò in qualche discoteca con amici. Tu?- -Non lo so.- Penso che resterò a casa a deprimermi, da sola, come sempre. -Bene.Pensaci, altrimenti 
vieni con noi, no?- -Non, so, ci penserò..
In quel momento squillò un cellulare. -E' il mio.- disse la ragazza, andando a rispondere. -Ehi, ragazza.- -Ciao bionda.- disse sorridendo. -Come va?- -B-bene..- -Hope?- -Si?- -Non dire cazzate. E' successo qualcosa?- -I-io..- La mora scoppiò a piangere. Un pò per il dolore. Un pò per l'umiliazione. Un pò per la vergogna. Un pò per la rabbia. -Tesoro, vengo da te in 15 minuti. Dimmi dove abiti.- Hope le diede l'indirizzo, poi attaccò. Si buttò a peso morto sul letto chiudendo gli occhi. Non ne poteva più. Molte volte aveva pensato di porre fine alla sua inutile esistenza. Ma non ci riusciva mai. Era troppo codarda. Sentì suonare alla porta. -Ciao, c'è Hope?- -Si, io sono Ryan, suo fratello. Si è chiusa in camera sua.- -Piacere, io sono Jessie, una sua amica.- -Seconda porta a sinistra.- 
Sentì i passi di Jessie mentre saliva le scale, poi le sue nocche battere sulla porta. -Hope, apri, sono io.- -Entra.- Jessie entrò, e richiuse la porta. Si ritrovò una camera tappezzata di poster di Demi Lovato, Ed Sheeran, fogli con scritte, post-it appesi su tutte le pareti. Ne prese uno in mano. 'As long as you love me, I'll be your platinum, I'll be your silver, I'll be your gold.' Hope era seduta a gambe incrociate sul letto pieno di cuscini azzurri. La bionda la imitò. Si accorse che l'altra ragazza aveva gli occhi rossi a causa del troppo pianto. LA abbracciò. -Sai, è incredibile cosa io stia facendo ora.- -Cosa?- -Mi sto incredibilmente fidando di te. Non lo facevo da secoli. Anzi, non mi ero mai fidata di nessuno, finora. Sei fortunata, bionda.- Sorrisero. -E io sono incredibilmente contenta di avere quest'onore. Sai, ci conosciamo da soli tre giorni, e già ti voglio bene come ad una sorella.- Hope si commosse a quelle parole. -Per la prima volta, sono importante per qualcuno. Non lo ero mai stato.- -Un giorno, si renderanno conto di quanto stupidi siano stati tutti quanti. Ora, però, mi devi raccontare cos'è successo.- Hope si bloccò, con un nodo alla gola. Jessie capì al volo. -Di..nuovo?- Annuì. -Io li ammazzo! Quei cretini, idioti, coglioni! Come cavolo fanno? Giuro, appena li incontrerò, li uccido con le mie mani!- Jessie strinse i pugni. Hope la guardò scuotendo la testa. -Sei sempre la solita. Non risolvi nulla. Loro non la smetteranno mai. Sono fatti così, e non cambieranno.- -Hope, cazzo, devi reagire!- -Dio, Jess, non pensi che ci abbia provato? E come è finita? Peggio del solito! Con due lividi e dei tagli in più! Io ormai ci ho rinunciato. Non spero più che tutto finisca, so che è inutile.- -Hope, lo sai che li puoi denunciare, vero?- -No, Jess, non posso.- -Perchè no?-
 
Hope camminava da sola. Quella mattina Ryan aveva un esame importante, e non aveva potuto accompagnarla a scuola come al solito. Oltrepassato il parco, con Stereo Hearts sparata nelle orecchie, camminava tranquilla. A quel tempo non aveva problemi.Non aveva preoccupazioni. Era una normale ragazzina di 15 anni che sognava storie d'amore, i suoi idoli, o di rivedere i propri genitori. A scuola non si era ancora fatta nessun'amico. Pazienza, aveva tempo, la scuola era iniziata da appena 3 settimane. Le piaceva un ragazzo, quello della 2°N, quello riccio. A quel pensiero arrossì. Lei non aveva mai avuto un ragazzo, prima, non pensava a quelle cose. Lei aveva il suo cane, suo fratello, il suo diario, e la musica. E, come ogni ragazza della sua età, si era presa una leggera cotta. Con il pensiero di lui in testa, camminava a testa bassa, e, senza accorgersi di qualcuno che le si era messo davanti, andò a sbattere contro qualcosa di morbido, e alto. Alzò la testa, e incrociò gli occhi con dei smeraldi brillanti. Il suo piccolo cuore iniziò a batterle forte. sorrise timidamente. Aspettava che il riccio le se levasse da davanti, ma non successe. -Ehm, scusa..posso passare?- chiese. Harry sorrise sprezzante. -Avete sentito, ragazzi? Vuole passare.- I suoi amici risero. Hope si guardò intorno, cominciava ad avere paura. Altri quattro, che aveva spesso visto a scuola insieme al riccio, erano lì, intorno a lei. -C-che volete?- Risero. Lei aggrottò le sopracciglia arcuate. Perchè ridevano? Cercò di passare attraverso il biondo e un ragazzo castano, ma la bloccarono. Il suo cuore batteva all'impazzata ormai. Un ragazzo con gli occhi azzurri, che sembravano di ghiaccio, la prese per il polso, stringendo moltissimo. Hope sentì la mano intorpidirsi, e cercò di liberarsi, ma la stretta aumentò. Allora cacciò un urlo acuto. Un ragazzo, Liam, le diede un sonoro schiaffo, lasciandole il segno delle quattro dita sul viso. Hope sentì le lacrime salire velocemente agli occhi, ma si trattenne. Un altro, con un orecchino, la prese per i capelli, strappandogliene in parte. Aveva la vista annebbiata a causa delle lacrime, la testa le scoppiava. Aveva solo un vago ricordo di quel momento, mani brutali che la picchiavano violentemente. -Prova a raccontare qualcosa a qualcuno, e la pagherai molto amaramente, verme.- Dissero,prima di lasciarla lì, dietro quella maledetta siepe, sanguinante.
 
-Hope..è orribile.- sussurrò Jess. Annuì. -Lo so. Da allora, la scena si ripetè quasi ogni giorno. Cominciai a consolarmi con la lametta, ma ormai nemmeno lei funziona più.- Hope era inespressiva. -Tesoro, non sai quanto mi dispiace. E' orrendo tutto questo. Ma..ormai ci sono io. So che ci conosciamo da poco, ma io..ti posso aiutare. Ti posso stare accanto, quando nessun'altro lo sarà.- Le ragazze si abbracciarono forte. -Ehm, ma tu per Harry..provi ancora qualcosa?- Ricevette una cuscinata in faccia. -Sei matta, Jess? Certo che provo qualcosa per lui, anzi, per tutti loro: odio! Odio profondo!- -Capisco, era solo..per sapere.Senti, tu cosa fai per domani?- -Domani?- -E' Capodanno, idiota. Hai qualche piano?- -No, tu?- -Certo! Viene mio cugino dall'Italia, e andiamo al Big Ban, come ogni anno ci sarà uno spettacolo pirotecnico, e tu ovviamente verrai con noi.- Hope provò a ribattere. -No, niente discussioni, scuse o lamentele. Tu vieni,e basta! Ok?- -Ho altre possibilità?- -No.- -Allora mi rassegno. A che 
ora?- -Passerò da te alle 20 per prepararci, poi mio cugno ci verrà a prendere verso le 22, ok?- -Perfetto. Ehi, un attimo, ma domani non c'è scuola.- -No, infatti.- -Allora che ne dici di..fermarti a dormire da me?- -Sei sicura? Certo che si! Un attimo, che avverto mio padre. Comunque, tuo fratello è davvero un gran fico.- disse ridendo. -Giù le mani, baby, è fidanzato.- E scoppiarono a ridere. Con lei, Hope era incredibilmente felice.
 
 

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Capitolo 3
*** Baby, I just run out of band aids. ***


You never really can fix a heart.


Chapter 3.
Baby, I just run out of baind aids.
-Tesoro, ero solo a corto di cerotti.-
 
 
-Che cavolo mi metto ora?- trillò Jess spalancando le ante dell'armadio. Erano a casa della bionda, e ovviamente erano nel bel mezzo del dilemma di ogni ragazza prima di uscire. -Io opterei per questo.- Hope le indicò un vestito rosa pallido, senza spalline, ricoperto di brillantini fin sotto al seno. -Si, direi che è perfetto! E con queste scarpe sarà bellissimo!- Jess prese delle scarpe 12 rosse. -Ora tocca a te.- -Senti..Jess, io non ho mai indossato vestitini..e poi non posso..- La ragazza la ignorò, e le buttò addosso un paio di abiti. Ne scartò immediatamente due. -Che ne dici di questo?- In mano aveva un tubino bianco, con una cinta nera con fiocco in vita. Hope annuì disinteressata. Iniziarono a spogliarsi, e provarono i rispettivi vestiti. Hope abbinò anche delle scarpe 12 nere. Bè,a dire la verità, non le stava affatto male. Ricoprì metà avambraccio con bracciali bianchi e neri. In bagno, prese in prestito i trucchi di Jess, e, dope essersi passata uno strato di fondotinta, allungò la forma dei suoi grandi occhi neri con un filo di eye-liner. Mise un leggerissimo velo di lucidalabbra, poi si arricciò i lunghi capelli neri. Li fissò per bene con la lacca, e uscì dal bagno a testa bassa. -Hope, hai visto i miei orecch.. Cavolo, tesoro..- -Cosa c'è? Non vado bene, giusto? Lo sapevo!- -Sei splendida! Davvero.- Sussurrò l'amica. Sorrise. Jess, come sempre, era perfetta. I lunghi capelli biondi erano piastrati e le arrivavano fin sotto al seno, le labbra erano incredibilmente rosse, e gli occhi verdi erano contronati con la matita e l'eye-liner. -Anche tu sei fantastica. Jess..non so..io mi sento a disagio vestita così. E se gli altri ridessero di me?- -Non diciamo cazzate, sei magnifica, nessuno potrebbe dirti niente.- La prese per mano, e insieme scesero al piano di sotto. Il padre di Jess era ad una cena di lavoro, Honey, la sorellina, era rimasta dagli zii, e a poco sarebbe dovuto arrivare il cugino. Infatti, sentirono il campanello. -Vieni.- Andarono ad aprire, e si ritrovarono davanti un ragazzo alto, 
moro, con gli occhi grigi vivaci, sorridente. -Piacere, io sono Robin, il cugino di Jessie.- -Piacere mio, io sono Hope, l'amica di Jess.- -Ciao anche a te, cugino.- -Jess! Mi sei mancata!- I due si abbracciarono.-Lasciate che vi dica che siete entrambe bellissime!- Hope arrossì.  -Allora, andiamo?- -Si..Jess, con noi c'è anche un mio caro amico. Greg viene insieme a noi, vi dispiace?- -No, certo che no.- Salirono in macchina del ragazzo. C'era anche l'amico, Greg. Appena lo vide, il cuore di Hope fece un balzo. Greg. Greg Horan. Jessie se ne accorse. -Cosa c'è?- -Lui..Greg..è il fratello di Niall.- -Cosa?- disse con voce strozzata. -Questo vuol dire che ci sarà anche lui.- Le ragazze si accasciarono sul sedile sospirando.
 
C'era un casino di gente. Non si capiva niente. -Ragazze, attente a non perdervi.- Robin si allontanò con Greg per andare al bar. -Io ho freddo, tu no?- Jess si strofinò le braccia con le mani per riscaldarle. Hope invece, con lo sguardo cercava qualcuno. -Chi stai cercando?- -Horan. I-io..ho paura, Jess- -Non ti preoccupare, ci sono io, e c'è anche mio cugino. Poi, col fratello quì, non penso farà qualcosa.- Hope cercò di tranquillizzarsi. Entrarono in uno dei numerosi bar. La marea di gente aspettava con ansia l'arrivo della mezzanotte. Mancavano ancora due ore. Le ragazze ordinarono qualcosa da bere. Mentre aspettavano, sentirono il campanello tintinnare, segno che qualcuno era entrato. Non ci fecero caso, finchè non santirono delle voci maschili. Hope si irrigidì. Jess le mise una mano sul braccio per tranquillizzarla. -Calma, Hope, non ti preoccupare. Siamo entrambe di spalle, non ci noteranno.- A dire il vero, nemmeno lei era molto sicura delle proprie parole. Sentirono un fischio. -Belle gambe,bionda-
Quella era la voce di Liam.Tutti gli altri ridacchiavano.-Ehi, bambola, ti va di venire a fare un giro?- Cercò di non ascoltare Louis. Ma non ci riuscì. Accettava tutto, tranne essere trattata da puttana, perchè assolutamente non lo era. Si girò verso di loro, che la guardarono sorpresi. -Dunkan? Che ci fai quì?- -La stessa cosa che ci fate anche voi.- -Bè, comunque, l'invito vale lo stesso.- Strinse i denti. -Anche per la tua amica. Sentito, piccola?- disse ridendo Harry. Hope li ignorò, anche se il cuore le batteva all'impazzata. -Dunkan, che ne dici di farci conoscere il bocconcino vicino a te?- Harry insistè. Hope aveva gli occhi leggermente appannati. Guardò Jessie, che sorrise. -Ma certo, perchè no? Sentito tesoro?- disse sorridendo. Anche i ragazzi sorrisero soddisfatti. -Bene, allora, lei è Hope Bandler, non so se la conoscete.- Hope si girò verso di loro, e alzò lo sguardo da terra. La guardarono sbiancando. -B-Bandler? Tu?!-  Lei annuì a Louis. -Non ci posso credere.- disse Zayn. Jessie vide che la ragazza era
visibilmente scossa, così la prese per mano e s'incamminarono verso l'uscita. I ragazzi le seguirono con lo sguardo, e quando passarono davanti a loro, fischiarono di nuovo. Hope prese coraggio e si girò verso di loro, incazzatissima. -Senti, Styles, siamo ragazze, non cagne, che ci fischi dietro, ok? Smettila di fare così con tutte!- La guardarono tutti a bocca aperta, compresa Jess.
 
-Wow, ragazza, complimenti!- le disse Jess uscite di lì. Hope sorrise. -Ci voleva. Allora, che facciamo'- -Non so, manca ancora un'ora a mezza.. Ooh! Guarda! C'è lo zucchero filato!- Trillò come una bambina. -Lo voglio, lo voglio, lo voglio!- Hope sorrise. -Vai a prenderlo, no?- -Uh, hai ragione. Tu lo vuoi?- -Mmm..si, grazie. Ti aspetto quì.- -Non ti muovere, eh.- Hope si sedette su una panchina. Si guardò in giro. Lo sguardo vagava da una coppia di anzianotti che passeggiava, a un papà che teneva in braccio la piccola, poi dei giovani ragazzi che si tenevano teneramente per mano, finchè non fu catturato da una testa riccia, che si posava su una bionda, che aveva dello zucchero filato in mano. Il cervello le andò in tilt. Harry, che baciava Jess. Herry che baciava Jess. Harry che baciava Jess. Chiuse gli occhi. Non sapeva se sentirsi tradita da parte di Jessie, offesa, o gelosa. Si alzò, con un groppo in gola, e si diresse nel prato vicino. Scavalcò il cancello e andò dietro un albero. Le mani le tremavano, come accadeva sempre. Aveva un assoluto bisogno di dolore. Di QUEL dolore. Si guardò in giro in cerca di qualcosa che glielo provocasse. Gli occhi le caddero su una bottiglia di champagne già stappata, buttata a terra. Era indecisa, ma alla fina la prese con mano tremante, e la spaccò sbattendola a terra pesantemente. Fece un rumore incredibile, ma lei non ci fece caso. Con gli occhi appannati, si tolse alcuni bracciali, e portò un coccio di vetro al polso. Chiuse gli occhi, premette, e trascinò con violenza. Pregava che non le venisse un'infezione. Anzi, a dir la verità, forse la voleva l'infezione, a patto che morisse. Aveva un turbine di pensieri, mentre, inginocchiata a terra, distruggeva il suo corpo. Sentiva le lacrime scendere calde sulle guance. Perchè diavolo piangeva? Perchè era gelosa? No, scacciò via quell'ipotesi. Sicuramente perchè si sentiva tradita da parte di Jessie. Si, era quello, senza ombra di dubbio. -Mandler..?- Si girò di scatto. -Che cazzo fai?- Harry avanzava verso di lei. Hope si 
alzò bruscamente in piedi, ma a causa dei tacchi a cui non era abituata, sentì una fitta lancinante trapassarle la caviglia. Si appoggiò all'albero per non cadere. Cazzo, che male. Guardò la caviglia, ma non vedeva niente a causa delle lacrime, e il buoio certo non aiutava. Cercò di muoverla, ma il dolore le tolse il fiato. Non sapeva cosa fare. Aveva il polso insanguinato, la caviglia slogata, e Harry le se stava avvicinando. aveva una tremenda paura di lui, e si odiava per questo. -Vattene!- disse. Harry non l'ascoltò. -Perfavore, vai via. Non mi..- si bloccò. Harry le mise una mano sulla bocca. -Zitta! Non voglio farti niente, voglio aiutarti.- Hope era sorpresa, ma sicuramente era una fregatura. Harry l'aiutò a sedersi, e si inginocchiò di fianco a lei. Le prese le mano tra le sue. Hope sentì un brivido, ma cercò di non farci caso. Harry scosse la testa guardandole il polso. -Perchè?- Hope rimase in silenzio. -Perchè lo fai?Ti fai solo del male- Hope rise istericamente-Mi faccio del male? Non credo faccia più male di tutto quello che mi fate voi. Hai anche il coraggio di chiedermelo? Da un anno, cazzo Harry, un anno, sono vittima di bullismo. Non ne posso più.- Hope si prese il viso tra le mani. -Voglio morire, voglio morire.- sussurrò tra le lacrime. Harry si strappò un pezzo di maglietta, la bagnò con l'acqua di una bottiglietta, e gliela mise intorno al polso. -Non dire così. Tu non devi morire. Sei giovane..bella..- -Zitto! Stai zitto!- urlò tra le lacrime. -Io sono già morta, idiota! Sono morta da un anno, da quando tu e quei coglioni dei tuoi amici mi avete picchiata, la prima volta. Quel giorno, la mia anima è morta, e con lei il mio cuore. Non sono morta fisicamente, ma dentro non vivo più. E tutto per colpa tua! Solo tua!- Hope era in preda ad una crisi, sbraitava e riempiva di pugni Harry, che cercava di calmarla. -Io..scusa..mi dispiace.. Hope.. non sapevo che..- -Ti odio! Ti dispiace? Sai cosa ci faccio con le tue scuse? Mi avete distrutto la vita! Non sapevi che cosa? Come cavolo fate a essere 
così? Vi rendete conto di quello che facevate? Ho perso un anno della mia vita per colpa vostra, per colpa vostra non ho una vita, non ho amici, non ho un ragazzo, non ho nessuno che mi ami, solo per colpa vostra! Vorrei che proviaste solo la metà del dolore che provo io! So che domani inizierà tutto daccapo, che a causa di ciò che ti sto dicendo, mi picchierete anche di più, ma voglio che..- Hope parlava senza freno, urlava tutto ciò che aveva sul cuore, si era finalmente levata un peso di dosso. Non potè più continuare, a causa delle labbra che aveva sulle sue. Spalancò gli occhi. Le labbra del ragazzo si muovevano sulle sue, leggere. 
Harry era sorpreso. Non pensava che delle labbra potessero essere così soffici, così morbide. Con la lingua cercò un apertura per entrare dentro quel paradiso. Quando finalmente la trovò, cominciò a esplorare tutta la sua bocca. Sapeva di menta. Andò più a fondo. Ispirò il suo odore. Odore di menta. Aveva la mente annebbiata dal piacere. Non capiva più niente. Quella sera Hope lo aveva mandato in tilt. Appena l'aveva vista, nel bar, aveva sentito un'incredibile attrazione per quella ragazza dalle lunghe gambe mozzafiato. Quando aveva scoperto che era lei, era rimasto molto sorpreso. Si era sempre nascosta sotto felpone che nascondevano le sue forme meravigliose. I ragazzi gli avevano raccontato dei numerosi tagli che avevano visto sui suoi polsi. Si era sentito in colpa. Poi, quando l'aveva vista nascosta dietro quell'albero, con quel dannato pezzo di vetro tra le mani, Harry si era sentito uno schifo. Si era reso conto che tutto ciò che aveva fatto finora era sbagliato. Ma non ci poteva fare niente. Lui era Harry Styles, il puttaniere, il bastardo, quello che lasciava una scia di cuori infranti dietro di se. Lui era Harry Styles, che aveva una maledetta paura di innamorarsi sul serio. Sapeva perfettamente che era sbagliato baciarla, che avrebbe illuso quella povera ragazza, che doveva essere solo un semplice bacio a stampo. Per poter dire di aver vinto, perchè lui non perdeva mai. Ma le labbra di quella fragile ragazza che stringeva fra le braccia, come se fosse di vetro, le sue labbra, erano troppo per lui. Troppo morbide. Troppo soffici. Troppo invitanti. Troppo sensuali. Troppo. Con riluttanza, si staccò da lei. Hope lo guardava confusa, con ancora le lacrime agli occhi. Il ragazzo si alzò. -I-io penso di dover andare. Non puoi..non dovresti..- -Non posso, non devo raccontare a nessuno quello che è successo. Nessuno deve sapere che Harry Styles ha aiutato una sfigata, che l'ha baciata, è questo che volevi dire, giusto?- -I-io..ceh..intendevo..- -Vattene. Puoi star tranquillo. Nessuno lo saprà. Non ti rovinerò la reputazione.- Harry se ne andò. Hope era fottutamente confusa. Non riusciva ancora a realizzare interamente l'accaduto. L'aveva baciata. Quel bastardo si era preso il suo fottuto primo bacio. Non poteva..lui non doveva farlo! Non doveva aiutarla, non doveva prendersi cura di lei, non doveva bacirla, non doveva lasciarla lì, confusa, incerta, bramosa di quelle labbra perfette che non sarebbero mai diventate sue.
 
-Allora?- Zayn sorrideva, sicuro d'aver vinto. -L'ho fatto. Ora voglio le 50 sterline. Muoviti.- Harry era nervoso. Aveva fretta. Si sentiva un maledetto bastardo.-Cosa? Vuoi dire.. che hai baciato Mandler?- I ragazzi erano sconvolti. -Si, l'ho baciata. Ora sbrigati. Hai perso, Zayn, voglio i miei soldi.- Harry prese in mano le 50 sterline che aveva scommesso. -Ma..come..- -Ragazzi, dovreste saperlo, io non perdo mai.- Sorrise strafottente. Mise in tasca i soldi, dopo averli contati attentamente. -Muoviamoci, lo spettacolo sta per iniziare.- E non si riferiva solo ai fuochi d'artificio.
 
-Hope? Ma dove diavolo ti eri cacciata?- Jessie le venne incontro preoccupata. -N-niente. Non è successo nulla.- -Ok..lo zucchero filato era finito. Non l'ho potuto prendere, però in cambio ho comprato il gelato e delle caramelle. Vuoi?- Le porse un sacchetto pieno di dolcetti. Hope però la guardava a bocca aperta. -E-era finito? Allora..non eri tu quella che..- -Non ero io quella che.. cosa?- -Ho visto una bionda con lo zucchero filato in mano..mentre si baciava con Harry. I-io..pensavo fossi tu.- Jessie sputò la coca cola che stava bevendo. -Che cosa? Io? Con Styles? Sei impazzita?- Hope si portò le mani alla testa. -Cazzo! E' tutto un casino!- -Cosa è un casino? E perchè stai zoppicando? Cos'è successo?- La mora era accaldata, non ne poteva più delle domande dell'altra. -Io e Harry ci siamo baciati! ceh, lui ha baciato me!- sbottò. -Cosa?- Jess sperò di non aver sentito. -Hai capito bene. Pensavo che fossi tu la ragazza che lo stava baciando..Sono andata dietro quell'albero..e.. è arrivato lui, mi sono 
slogata la caviglia, lui mi ha baciata. Tutto quà. Niente di che.- Jess la fissava a bocca aperta. Hope aveva tralasciato il pezzo della bottiglia di vetro. Era meglio così. -Hei, ragazze, sbrigatevi, sennò ci perdiamo i posti migliori!- Robin, con una bottiglia di birra in mano, le spingeva davanti. Jess mimò con la bocca un 'ne parlaimo dopo'. Hope sospirò. -5..4..3..2..1!- Tutta la folla esplose in grida di gioia, scambiadosi auguri. Parecchi sconosciuti l'abbracciarono, augurandole buon'anno. Si sforzava di sorridere, ma dentro di sè sapeva che non sarebbe stato un bell'anno. Dentro di sè sapeva che voleva che vicino a lei ci fosse solo una persona. Un ricciolino dagli occhi di smeraldo lucente e un sorriso che le mozzava il fiato. 


 

Allora, innanzitutto vorrei ringaziare Botilia (?), per aver recensito e messo tra i seguiti,
e hazza_lover per  aver messo tra i seguiti.
Poi, vorrei dire che Harry è un grande stronzo in questo capitolo lol, 
povera Hope :')
Bè, speriamo che i ragazzi capiscano che hanno fatto un'enorme cazzata,
e che Hope è speciale




 

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Capitolo 4
*** Still a little bit of your taste in my mouth. ***


You never really can fix a heart.





Chapter 4
Still a little bit of your taste in my mouth.

-C'è ancora un pò del tuo sapore nella mia bocca.-

 
 
-Alzati, pigrona! Devi andare a scuola!- La voce allegra di Ryan le arrivò dritta al cervello. Si alzò dal letto, e strusciando i piedi andò dritta in bagno. Mentre si lavava i denti, si pettinava, e si passava un velo di trucco, i pensieri iniziarono a farsi spazio nella sua mente. Erano passate due settimane e mezzo da quella sera. Quella sera, il suo piccolo cuore aveva iniziato a battere più forte. Da quella sera, nessuno le aveva più messo le mani addosso, nessuno l'aveva più toccata, tranne la sua migliore amica, per abbracciarla, per consolarla. Era incredibile come la sua vita fosse cambiata. Si vestì in fretta, prese dei puncacke e andò ad abbracciare il fratello. -Mi raccomando, torna presto, oggi abbiamo da fare.- Hope annuì uscendo di casa.
Fuori faceva molto freddo. Rabbrividì, mentre si aggiustava il cappellino di lana in testa. Un leggero strato di neve copriva il St. James Park e le vie della città, macchiando Londra di quel candore unico. Hope riprese a riflettere. 
 
 
La mattina si alzò. Il pensiero le corse subito ad Harry. Arrossì. Il ricordo di due sere prima era ancora vivo nella mente della ragazza, se si concentrava, riusciva ancora a sentire il calore del suo corpo vicino al suo, le sue umide labbra che si muovevano sulle sue, le lingue che danzavano, le sue mani che le accarezzavano il viso. Avvampò. Davvero, non riusciva a capire cosa le era successo. Sembrava una ragazzina alla sua prima cotta. anzi, no. Quella era davvero la sua prima vera cotta. Ma no, lei non poteva essersi innamorata di Harry, non quel ragazzo che la picchiava da un anno, non quel ragazzo che le aveva rovinato la vita, non quel ragazzo che l'aveva resa una compleata emarginata sociale. No, semplicemente era assurdo. 
-Ciao tesoro.- Jess l'abbracciò. -Come va?- -Bene.. Oggi ho il compito di geometria. non ho studiato niente, tu?- La bionda sorrideva constantemente. -Ho l'interrogazione di filosofia, idem.- Hope sembrava persa. -Sicura che stai bene?- Jessie sembrava preoccupata per l'amica. Sapeva cos'aveva. Sapeva ciò che quell'idiota di Styles aveva fatto. Vide Hope avvampare. Seguì il suo sguardo diretto a.. il riccio. Lui e i suoi amici presero a camminare verso la loro direzione. -Ciao..- Hope li salutò timidamente. -Ciao dolcezza.- Niall mise un braccio intorno alle spalle di Jess. Lei si scansò .-Non toccarmi- disse stizzita. Harry sembrava nervoso. Si tormentava le mani, guardando a terra, proprio come Hope. -Allora, Mandler.. bacia bene Styles?- Zayn era strafottente. La ragazza arrossì. -Io..lui..- Balbettava. -Spero che sia stato un bacio vero, perchè mi è costato 50 bigliettoni.- -C-cosa?- -Oh, avanti non penserai davvero che ti abbia baciato perchè voleva. Era una scommessa, verme.- Le parole di Louis furono 
come una pugnalata. Dritta al cuore. Harry la guardò dispiaciuto. -Andiamocene,Hope.- Jess la prese per un gomito. -Povera piccola, le si è spezzato il cuore.- Liam si asciugò una finta lacrimuccia.Jessie trascinò via la ragazza. -Siete proprio degli stronzi.- La bionda li guardava disgustata. -Ehi, bambola, vedi come parli. Invece di parlare, dovresti chiudere la bocca e aprire le gambe.- Jessie li fissò senza parole. Era semplicemente schifata da loro. -Ragazzi, smettetela.- -Ma che..?- -Basta. Non è più divertente.- Harry li guardava serio. 
Hope non parlava, era scossa da leggeri singhiozzi. -Io..mi dispiace tanto tesoro.-  -Non fa niente. A me non importa affatto di lui.- Voleva sembrave noncurante, ma era patetica, e lo sapeva.
 
 
Quei ricordi rafforzarono ancora di più la sua sicurezza. lei non era innamorata di nessuno. Tantomeno di Styles. Lei lo odiava, lo doveva odiare. Non poteva innamorarsene. Allora perchè ogni volta che pensava a lui avvampava? Perchè quando lo guardava, sentiva lo stomaco fare una capriola? Perchè quando lui le rivolgeva un occhiata, sentiva un'intero stormo di farfalle dentro? Perchè non faceva che pensare a lui? Perchè ti piace, idiota. Diceva una vocina dentro di lei. Ma non la poteva ascoltare. Non doveva. Ogni volta che sentiva che stava per cedere, ripensava a tutto il male che le aveva fatto. E allora si rialzava. -Hei, Hope! Aspettami!- Jessie era senza fiato. -Ciao.- Le socchiò un bacio sulla guancia. -Ho una notizia buona, e una cattiva. Quale vuoi prima.- -La buona.- -Allora, Robin mi ha procurato due biglietti per l'apertutra di quella discoteca strafighissima che aprirà fra qualche giorno.- -Scherzi? Quella è super riservata ai pezzi grossi!- -Bè, mio cugino è un pezzo grosso..- disse vantandosi.
-Non vuol dire che anche tu lo sia.- Scherzò la mora. -Idiota.- Jess fece la finta offesa. -Dai, scherzavo. Però sei stupida comunque. Qual'è la cattiva?- -Non so chi portarci.- Hope la guardò a bocca aperta. -Non sai chi portarci? Oh, bè, sai chi ti suggerirei? Horan, accetterebbe volentieri, forse è lui la tua migliore amica.- Hope era piuttosto stizzita. Jess scoppiò a ridere. -Scema, è ovvio che lo farò!- -Cosa?- -Chiamare Horan, magari anche i suoi amici!- Jess ricevetta una borsa in piena pancia. -Cretina, scherzavo! Allora, è fatta? La festa è fra quattro giorni, il tempo per comprare dei nuovi vestiti, no?- 
-Ciao dolcezza.- Il biondo arrivò dietro di loro, posando una mano sul sedere di Jess. Lei sfoderò uno dei suoi incantevoli sorrisi. -Horan, tesoro, me lo fai un favore?- -Tutto per te, dolcezza.- -Leva quella lurida mano dal mio culo, se non vuoi che la tua ragazza diventi lesbica a causa della perdita del tuo apparato procreatore.- Niall spostò subito la mano, spaventato. Jess riprese a parlare con Hope sulla festa, ma venne di nuovo interrotta. -Ciao bellezza.- Louis si affiancò agli altri. -Di che festa stavate parlando?- -L'inaugurazione del 'Prince Palace', che ci terrà tra quattro giorni.- Jess cercò di liquidarli. -Cosa,cosa,cosa? Voi andrete a quella festa'- -Si, perchè?- -Come diavolo avete avuto i biglietti?- -Conoscenze...- disse vagamente la bionda. -Cavolo, noi li abbiamo cercati ovunque, non li vendono a chiunque..- -Bè, noi due non siamo chiunque.- Jess si divertiva a stuzzicarli, mentre Hope non diceva niente. -Quello l'avevamo capito..- Harry mormorò quelle parole così a bassa voce, fissando  la mora, che solo lei lo sentì. -Sentite, ci rincresce davvero non poter restare a dialogare con voi, adoriamo davvero la vostra amorevole compagnia,ma un'interrogazione a geografia ci attende!- Jess prese per mano Hope e insieme si incamminarono verso l'aula.
 
 
-Smith! alzi la testa dal banco! Stewart, smetta di lanciare palline a White! Levi quelle cuffiette, Simpson!- La professoressa Jhons continuava a sbraitare, inutilmente. -Si, Mandler?- -Posso andare in bagno?- -Veramente...- -La prego, è urgente!- -Va bene.- Dopo che la Jhons acconsentì, Hope uscì di corsa da quella classe. Ispirò a pieni polmoni. Sembrava non avesse più ossigeno, lì dentro non si poteva respirare. Lentamente, si incamminò per i corridoi della scuola. Si sentivano solo i suoi passi, e le urla di qualche insegnante dentro le classi. Una porta alla sue spalle si aprì violentemente. -Esca fuori di quì! Insolente!- Hope si nascose dietro una colonna, per poter guardare meglio Harry che si piegava dalle risate. Sorrise, vedendolo. -Mandler! Che ci fai quì?- Hope ormai non aveva più paura di loro, affatto. Se non parlava, era perchè era sempre stata piuttosto timida. -Ciao..io..ero uscita a prendere un pò d'aria..- -Stressante la lezione, eh?- Harry sorrise. Hope sentì un il suo cuore fare un 
tuffo. Sorrise timidamente. -Senti.. riguardo a quella sera..e alla scommessa..volevo dire che mi dispiace..- -Non importa, avrei dovuto capirlo.- -No, ci tenevo a dirti che..è stato bello. Mi..mi è piaciuto. Sai, era tanto che non baciavo una ragazza in quel modo. Sembrava la tua prima volta.- Hope arrossì fino alla punta dei capelli. -Oh..era il tuo primo bacio?- Annuì. -Allora..mi dispiace terribilmente di avertelo rovinato. Il primo bacio dovrebbe essere una cosa speciale..- Hope era semplicemente sorpresa di quel lato dolce di Harry. Non se lo sarebbe mai immaginato. -Hope?- -Si?- -Perchè non mi parli?- -Perchè dovrei farlo?- -Ceh..io..noi.. non ti abbiamo più toccato e..- -Quindi? Vorresti un premio? Un applauso? Un monumento? Non importa che abbiate smesso o no. Non avreste mai dovuto cominciare.- -Lo so, e ti ho già detto che mi dispiace.- -Le tue scuse non mi fanno nè caldo, nè freddo.- Il tono di Hope era privo di qualsiasi emozione. -Io..vorrei poter rimediare..- -Non puoi.- -Si, che posso. Perchè no?- -Io non voglio. Preferirei che continuaste a picchiarmi, che fare amicizia con voi.- Hope mentiva spudoratamente, e lo sapevano perfettamente entrambi. -Sai che non è vero.- -Cosa te lo fa pensare?- -Andiamo.. non lo so.. Ma ti prego solo di darci una possibilità..per farci perdonare.- Hope scosse la testa. -Io non capisco. Perchè ti ostini tanto a rimediare a tutto?- -Perchè.. non lo so. Perchè abbiamo capito tutti di aver sbagliato. Ci sentiamo in colpa.- -Dal comportamente dei tuoi amici, non si direbbe.- -Hanno solo bisogno di accettarlo. -Certo, non hanno più una marionetta tra le loro mani da usare.- Harre fece un espressione addolarata. -Dunque, cosa vuoi da me ora?- -Una possibilità. Per riscattarmi.- -...- -Vorrei..te l'ho detto. Fare amicizia con te.- -Harry, tu mi hai odiato, io ti ho odiato..ti odio. Non potremmo mai essere amici. -Io non ti ho mai odiato.- Hope rise sprezzante. -Davvero? Ok, Harry, starò al tuoi gioco. Usciremo insieme, se non ti vergogni, come amici. Cercherai di farti 
piacere da me, se proprio ci tieni. Per tre settimane. Per tre settimane sarò obbligata a sopportarvi, sempre se i tuoi amici sono d'accordo. Poi, ognuno potrà fare ciò che vuole. Anche se, a dire il vero, tre settimane non sono niente in confronto a..- -Basta, non c'è bisogno di..aggiungere altro. Ok. E' fatta. A partire da oggi. Ci stai?- -Si, a una condizione. Entro queste tre settimane, voglio un valido motivo per tutto. Per questo anno, per quello che mi avete fatto. Ok?- Lui deglitì. -Ok.- Le porse la mano. Lei l'accettò. Era fatta. Harry le trattenne la mano più del dovuto, e con l'altra, le alzò la manica della larga felpa che nascondeva quelle forme che lui aveva visto. Vide i segni dei tagli sui polsi. Si sentì soffocare. -Tu..tu non lo devi più fare.- disse con voce strozzata. Lei ritrasse la mano. -Non sono affari tuoi quello che faccio. anche perchè è colpa tua. Vostra.- Lui non disse niente. -Allora..oggi?- Chiese il ragazzo. -Si.. Anzi! No! Oggi no! Devo andare a cena con mio fratello dalla sua ragazza. Scusa..sarà per un altra volta?- -Ok, facciamo domani?-
 
 
 

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Capitolo 5
*** We can both remove the masks and admit we regret it from the start. ***


You never relly can fix a heart.





Chapter 5
We can both remove the masks and admit we regret it from the start.

-Noi possiamo rimuovere le maschere e ammettere che abbiamo sbagliato dall'inizio.-

 
 
-Si, Ryan, arrivo!- Hope scendeva le scale di corsa, attenta a non slogarsi di nuovo una caviglia a causa dei trampoli che portava al posto delle scarpe. -Sei un incanto, sorellina!- -Grazie, anche tu.- Ryan era agitatissimo, era la prima volta che andava a casa di Nicola, non aveva mai conosciuto i suoi genitori, ed era molto preoccupato. -Ryan, tranquillo, fratello. Sembri un ragazzino al primo appuntamente. Rilassati, vedrai che sarai perfetto. Non puoi non piacere ai suoi genitori.- A dire il vero, anche lei era piuttosto preoccupata. Aggiustò il papillon al fratello. Aveva detto che la famiglia di Nicola era importante, e ricca. Ecco perchè era così agitato. Aveva paura di non essere all'altezza. Si guardò un ultima volta allo specchio. Aveva un vestito nero intenso, senza spalline, con scollo a cuore, e una facia strella sotto al seno ancora più nera. I tacchi erano altissimi, neri, e come unico accessorio aveva una pochette, anche lei nera. In macchina Ryan non parlava, era troppo nervoso. Arrivarono 
davanti ad una grande villa, con grandi vetrate illuminate. Hope per poco non si strozzò. E se avess fatto brutta figura? E se per colpa sua i genitori di Nicola non avrebbero accettato suo fratello? Non se lo sarebbe mai perdonato! Il cancello si aprì lentamente. Entrarono, percheggiarono la macchina nell'immenso giardino. Ad accoglierli fu la madre della ragazza. Era una donna abbastanza affascinante per la sua età, sorridente. Loro sorrisero a sua volta. -Ciao Ryan! Piacere di conoscerti! Sono Jhoanna.- disse la donna. -Oh, e tu devi essere Hope. Non vedevo l'ora di conoscervi, la mia Nicola mi ha parlato molto bene di voi.- Hope sorrise imbarazzata. -Sai, Hope, io ho anche un figlio, lo dovresti conoscere.- Hope annuì perplessa. Entrarono nella grande casa. Nel soggiorno li aspettava una splendida ragazza, con i capelli castani e gli occhi color miele. -Amore!- Corse ad abbracciare Ryan. -Ciao, piccola.- Hope ricambiò il saluto, nervosa. Le due donne li guidarono nell'ampio salotto, che aveva un'enorme 
vetrata che copriva l'intera parete, e dava sul giardino sul retro. Si poteva vedere la grande piscina, e tutt'intorno le siepi tagliate perfettamente. -Siete arrivati! Piacere, ragazzo, io sono Mark.- Il simpatico signore si presentò al fratello, che gli strinse la mano, impacciato. -E tu devi essere la piccola Hope.- Odiava quando la chiamavano piccola. Lei non era piccola. aveva vissuto più cose, avuto più sofferenza, di tutti quelli nella stanza. -Ehi, scusate il ritardo, sono arrivata!- trillò una voce dall'ingresso. Entrò una ragazza, una copia identica di Jhoanna, più giovane. -Salve a tutte, io sono Ruth, la sorella maggiore di Nicola.- -Ora manca solo mio figlio. Tesoro, scendi, sono arrivati!- Urlò tanto da farsi sentire fino al piano di sopra. Hope era intenta ad ammirare la parete del salotto interamente occupata dai libri. Lei amava leggere. i libri erano la sua vita. insieme alla musica, e al canto. Avvolte si divertiva a mischiarle insieme, e si cimentava a scrivere canzoni che finivano 
incollate sulle sue pareti. -Mamma, papà, scusate, eccomi.- hope irrigidì nel sentire quella voce. Cazzo, no, non poteva essere vero, doveva essersi sbagliata. si sforzò di rimanere calma, e dando le spalle, si finse interessata a leggere i titoli impolverati di quei libri. -Ciao Nicola, ciao Ruth.- si sentì dei baci che schioccavano. -Ciao, tu devi essere Ryan. Piacere di conoscerti.- -Piacere mio. lei è mia sorella..- Maledetto Ryan, non poteva tenere chiusa quella bocca! -Lei è mia sorella..- La ragazza si girò facendo ondeggiare il bordo del vestito che le arrivava a metà coscia. -Lei è Hope.- -C-ciao..Hope.- -Ciao Liam.- Disse impassibile, anche se stava tremando. Liam aveva un'espressione sconvolta sul viso. -Vi conoscete? Andate alla stessa scuola.- Jhoanna era raggiante come al solito. -Oh..si..siamo grandi amici..- disse Liam. Hope annuì. Aveva la bocca troppo asciutta. -Bè, ora che abbiamo fatto le presentazioni, perchè non andare a mangiare?- Si sedettero a tavola, alle due estremità Jhoanna e 
Mark. Alla destra di Jhoanna, c'erano Liam, Nicola e Ryan. Alla sua sinistra,Hope e Ruth. Iniziarono a mangiare, e subito si accorse di aver sbagliato ad essere agitata. Anche se incredibilmente ricchi, erano una famiglia normale, come tutte le altre. Bè, non proprio come tutte. Almeno loro non abbandonavano i figli per andare in giro per il mondo. -Allora, Ryan. Parlaci di te. Cosa fai?- Mark posò la forchetta sul tovagliolo. -Io studio all'ultimo anno. Dopo il diploma, vorrei prendere la laurea in medicina.- suo fratello sembrava essersi ambientato. -Interessante. Come vi siete conosciuti?- Allora Ryan si cimentò nel raccontare appassionatamente il loro fantastico incontro, stringendo la mano di Nicola, che sospirava, innamorata. Hope si accorse che liam le lanciava delle occhiate. Cavolo, di tutte le ragazze del pianeta, proprio della sorella del ragazzo che le aveva rovinato la vita doveva innamorarsi? Maledisse Ryan in silenzio. -Oh, è così romantico!- disse Ruth, civettuola. -E tu, Hope? Hai qualche 
fidanzato?- Lei e Liam si strozzarono allo stesso momento, cominciando a tossire. Tutti si guardarono preoccupati. -State bene?- -Si..si. Ehm..io..non..bè, si. In effetti si, c'è un ragazzo che mi piace.- Hope aveva preso coraggio. -Davvero? Chi è? ricambia?- Ruth, più che una matura 27enne, sembrava una ragazzina entusiasta. -Bè..veramente no. Lui non ricambia, non potrebbe ricambiare.- Sono troppo insulsa per lui. -Come mai?- -Lunga storia.- Tagliò corto Hope. -Oh, capisco. Allora, tu e Liam vi conoscete già, giusto? Come mai?- Hope iniziò a balbettare, così Liam prese in mano la situazione. -Ecco, come abbiamo detto, frequentiamo la stessa scuola..così, andando a lezioni insieme, siamo diventati ottimi amici..- Liam arrossì per l'enorme bugia appena detta. A Hope le si imporporarono le guance a sua volta guardandolo. Prese la forchetta, infilzandola nella bistecca che aveva davanti. Jhoanna fissò prima l'uno, poi l'altro, alla fine sbottò. -Ho capito tutto! Hope, voi due vi piacete!- Hopo sputò sul tavolo tutto ciò che aveva in bocca. Liam guardò la madre sconvolto. -Mamma!- -Oh, avanti, Liam..- -Mamma, non è assolutamente vero! Siamo amici, tutto quà!- Hope intanto cercava di pulire il pasticcio che aveva combinato sul tavolo. -Scusa, Jhoanna..sono mortificata..- Tutti li guardavano, alla fine Mark scoppiò a ridere, seguito a ruota da Ryan, Nicola, Ruth e Jhoanna. Liam e Hope si guardarono squotendo la testa. 
 
-Tesoro, perchè non porti Hope in camera tua, o a fare un gro della casa. Rischiate di annoiarvi quà.- -Oh, Jhoanna, non credo sia il caso..non vorrei disturbare...- -Nessun disturbo. Dai, vieni con me.- Liam la prese per mano. Hope lo guardò scioccata. Ok, Liam James Payne era gentile con lei. C'era sicuramente qualcosa che non andava. Usciti dal salotto, Hope lo guardò. -Puoi anche lasciarmi.- -Come scusa?- -Siamo usciti, i tuoi genitori non ci vedono, puoi anche smetterla di fare finta e lasciarmi la mano, e andare per i fatti tuoi. Io posso restare quì.- Liam sorrise. -No, non stavo facendo finta di essere gentile. Voglio davvero essere gentile con te. Sai..io..noi abbiamo parlato con Harry. E ci siamo accorti di aver sbagliato e di essere stati incredibilmente stupidi, egoisti, e idioti.- -Finalmente ve ne siete accorti.- Borbottò. Liam sorrise. -Cosa?-  Hope arrossì. -Io..grazie.- Lui la guardò sorpreso. -Di cosa?- -Per averla finita. Per avermi lasciato in pace.- -Dovevamo. Ci dispiace moltissimo.Noi.. sai, ne hai parlato anche con Harry..vorremmo davvero poter rimediare. Abbiamo davvero capito cosa abbiamo fatto. E' stato terribile. Lo abbiamo capito.- -Liam, capiscimi, se fossi nei miei panni, cosa faresti? Accetteresti subito le scuse al volo? Certo, le apprezzo, e apprezzo lo sforzo. Ma avete comunque rovinato l'adolescenza di una ragazza, e segnato la sua vita. Io..io potrei anche lasciarmi alle spalle tutto questo, ma è difficile. Potrei anche perdonarvi, ne sarei felice, ma è difficile.- Sorrisero entrambi, stringendosi la mano. 
 
Hope ne era sicura. Quello era l'inizio di una bellissima amicizia.





 
Ok, questo capitolo mi fa schifo, ma anyway.
Voglio ringraziere tutte quelle che recensiscono, seguono, preferiscono, ricordano..
Siete tutte fantastiche njknkdf *-*
Un grazie particolare a Mary_IWantBeEnglish, che recensisce sempre.
Ragazze, non sapete quant'è bello tornare da scuola (che palle. è iniziata D: )
e vedere che c'è qualcuno che aprrezza il tuo lavoro.
Ok, ora vi lascio, devo studiare storia D:
Un baaacioo enorme, alla prossima.

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Capitolo 6
*** And it hurts,cause I know you won’t be mine tonight. ***


Chapter 6.
And it hurts,cause I know you won’t be mine tonight.

-E fa male, perchè so che non sarai mia stanotte.-

 
 
 
Hope quel pomeriggio camminava nella fredda nebbia di Londra. La città era più trafficata del solito. Rabbrividì e si strinse ancora di più nel suo giacchetto. Svoltò l'angolo per il St. James Park, e si aggiustò una cuffietta nell'orecchio. 'Would it make you feel better to watch me while I bleed?' Sorrise pensando a quelle parole. Ormai era tutto finito. Ora, stranamente, aveva una migliore amica, non era più vittima di bullismo, riusciva a controllare i suoi attacchi di autolesionismo. E sopratutto si era innamorata. Si sentiva innamorata. Sospirò. No, non era possibile. Sorrise pensando alla bellissima serata con Liam. Oggi a scuola l'aveva salutata con un bacio in guancia. Gli altri, Louis, Zayn e Niall, erano ancora un pò distaccati, ma almeno le rivolgevano la parola. Harry, invece, le aveva dato appuntamento al parco, luogo in cui si stava dirigendo ora. Sentì un grido. Levò le cuffiette, perplessa. Proveniva da uno dei vicoli vicino. Hope aveva paura. Sapeva che lì c'erano drogati e alcolizzati, e lei certamente non voleva essere picchiata di nuovo. Si stava llontanando a passo svelto, quando sentì un altro urlo. Le sembrava una voce conosciuta. Strinse le spalle, cercando di proseguire, ma proprio non ce la faceva a ignorare. Lei stessa sapeva cosa voleva dire essere picchiati. Si diresse verso il vicolo, proprio quando ne uscivano due uomini. Si fermò, terrorizzata. Ma loro non fecero caso a lei. Camminò guardandosi intorno, finchè non vide una sagoma conosciuta. Si precipitò su Niall. -Cazzo, guarda come ti hanno ridotto.- Prese la borsa e tirò fuori dell'acqua. Niall aveva un occhio nero, il labbro spaccato, e il naso gonfio, da cui usciva del sangue. Gli mise una mano sulla nuca, sorreggendolo, mentre gli portava la bottiglietta alla bocca. Dopo vari sorsi, si staccò. -Grazie.- mormorò. Hope sorrise. Prese dei fazzoletti, li bagnò, e iniziò a pulirgli il viso palliso. -Sei ridotto abbastanza male, Horan.- Lui mormorò qualcosa. -Perchè mi aiuti, Mandler? Insomma...- -Perchè so come ci si sente a essere picchiato.- disse semplicemente. Niall non rispose. -Ti va di dirmi cos'è successo?- Il biondo sorrise. -E' il ragazzo di una che mi sono portato a letto. Il nobile cavaliere è venuto per riscattare la sua vergine donzelletta.- Sbuffai. -Dovevo aspettarmelo.- borbottai. Lui sorrise. -Grazie, Mandler.- -Ho un nome, Horan.- -Anch'io. Grazie, Hope.- Sorrisero. Lei lo aiutò ad alzarsi. -Come ti senti?- Disse prendendolo per un fianco, mentre metteva il braccio di lui intorno alla sua spalla. Niall zoppicava. -Insomma, come se mi avesse investito una mandria di bufali in calore.- -Ora sai come mi sentivo io ogni volta. E io non avevo nessuno che mi aiutasse.- Lui la guardò con espressione addolorata. Non voleva fare la vittima, ma anche lei doveva avere una piccola soddisfazione. E poi, era la verità. -Scusa.- Mormorò il biondo. -Non ti devi più preoccupare. Davvero, è acqua passata.- Hope lo assicurò. -Tu che ci facei quì? Come mai mi hai sentito?- -Dovevo vedermi con Harry.- Niall strabuzzò gli occhi. Lei alzò gli occhi al cielo. -Il patto, cretino.- -Ah.- -Ma, poi sarebbe una cosa così strana se uscissi con lui, scusate?- Niall sorrise. -No..è solo che..sarebbe insolito. Capisci, vero?- Si, Hope capiva. Sarebbe stato insolito, strano, e impossibile. E questo le faceva male. A ogni passo, il biondo gemeva dal dolore. -Senti, che ne dici se ci fermiamo su quella panchina, e io chiamo Harry?- Si andarono a sedere su una panca al parco. -Pronto? Harry?- -Dolcezza? Dove sei?- Hope deglutì. Si scioglieva quando la chiamava così. Cercò di ricomporsi. -Sono con il tuo amico. L'hanno leggermente sistemato. L'ho trovato per terra che piangeva come una femminuccia.- Il biondo e la mora sorrisero. -Amico? Chi l'ha sistemato?- -Niall, e penso che la storia te la dovrebbe raccontare lui, magari faccio casini.- -Cavolo, è il solito idiota. Comunque, già sospetto il motivo. Dove siete? Vi vengo a prendere.- -Siamo al St James Park. Ti aspettiamo.- -Arrivo subito, dolcezza.- Hope sentì di nuovo quel tremolio. Non poteva avere quella reazione a causa di un nomignolo affettuoso. -Allora?- -Arriva.- -Ok. Intanto..che ne dici di parlare?- -Parlare?- -Si..sai..non abbiamo avuto il tempo di conoscerci molto. Non so..parlami di te.- -Oh. Bè, non c'è molto da dire, la mia vita non è molto interessante. Vivo con mio fratello Ryan, che è fidanzato con Nicola, sì, la sorella di Liam.- -Davvero? E i tuoi genitori?- Hope si irrigidì. -Loro non ci sono. Stanno sempre in viaggio per lavoro. Tornano solo quando gli capita. Per loro crescere figli è un optional. Sono cresciuta sola con mio fratello da quando avevo 11 anni.- -Oh, capisco. E' triste.- Annuì. -Poi?- -Poi..conosci già la storia. Sono venuta a questa scuola, il primo mese è trascorso normalmente, io ero innamor..- Si morse la lingua. Niall sorrise malizioso. -Innamorata? E di chi'- -Nessuno, non ha più importanza.- -Dai, dimmelo!- Cominciò a punzecchiarla facendole il solletico. -Horan, dimentichi che sei ferito, e ti ho nelle mie mani.- disse ridendo. Lui si staccò subito, facendo finta di essere spaventato. -Ehi, vedo che avete fatto amicizia. E io che avevo paura di lasciarvi soli perchè pensavo che vi sareste picchiati.- Una voce alle nostre spalle ci fece girare. -Come vedi, lui è l'unico ad essere stato picchiato.- disse divertita Hope. Harry sorrise. Si avvicinò a Niall e gli diede uno schiaffo sulla nuca, amichevolmente. -Grazie, amico, per aver rovinato il mio appuntamente con Hope.- Niall sorrise malizioso. -oooh, appuntamento. C'è qualcosa che mi nascondete?- Hope arrossì fino alla punta dei capelli. Harry scoppiò a ridere. Niall cercò di alzarsi, ma si sedette di nuovo con un sussulto. Harry diventò di nuovo serio. -Ti hanno ridotto male, fratello.- disse, alzandogli la maglia. Vide che aveva il busto ricoperto di lividi. Hope sobbalzò, un pò per la vista dei pettorali scolpiti del biondo, un pò per il ricordo dei suoi, di lividi. -Dobbiamo portarlo a casa.- disse la ragazza. -Mia madre non può vedermi in questo stato. Come minimo le verebbe un infarto.- Niall sorrise. -Lo portiamo da me.- Harry lo aiutò ad alzarsi e lo portò fino alla macchina. Lo adagiò sui sedili posteriori, poi si mise alla guida, con Hope vicino a lui. -Sai, sono preoccupata. Mi fa male vederlo ridotto così, perchè so perfettamente cosa vuol dire.- Harry sorrise, ma gli occhi erano tristi. Le posò una mano sulla gamba. Hope avvampò. Cavolo, non voleva che lui le facesse quell'effetto. Non voleva innamorarsi di lui. Si sorrisero, imbarazzati. Una voce li distrasse. -Piccioncini, se avete finito di amoreggiare, potreste passarmi dell'acqua.- Scoppiarono tutti a ridere. 
Parcheggiarono davanti casa di Harry. Era un bel villino, con un giardino curato pieno di splendidi fiori. -C'è qualcuno in casa?- Hope stava aiutando Niall a scendere dalla macchina. -No, ora non c'è nessuno.- Arrivarono davanti alla porta, Hope sorreggeva Niall, e videro Harry spalancare gli occhi. -Harry, cosa c'è?- chiese Niall. -Cavolo!- Harry si battè una mano sulla fronte. -Ti prego, dimmi che non è quello che penso io.- -Se tu pensi che dentro casa ci sia un drago che tiene imprigionata una principessa che sembra il sosia di Elvis Presley a due teste, allora no, dolcezza, non è quello che pensi tu. Se invece pensi che ho dimenticato le chiavi, si, hai ragione.- Scoppiarono tutti a ridere fragorosamente. -Ora che facciamo?- Hope sospirò. -Penso che dobbiate venire a casa mia, ora, no?-  
 
-La camera da letto è sopra.- Urlò Hope ai ragazzi. Dopo poco li raggiunse, e trovò Niall steso sul suo letto azzurro, e un Hazza curioso che si guardava intorno. -Cosa c'è?- -Wow.- -Wow?- -Questo posto..è fichissimo!- Stava sorridendo, quando prese in mano uno degli innumerevoli post-it gialli che tappezzavano la mia stanza. 'Would it make you fell better to watch me while I bleed?' Quelle parole lo colpirono profondamente. In un baleno, il ricordo di tutte i pomeriggi in cui la picchiavano, la consapevolezza di tutto il male che le aveva fatto, quella maledetta scommessa, lo colpirono come una pugnalata. Storse la bocca deglutendo. -Come sta?- La testa di Hope indicò il corpo steso del biondo. -Non lo so, pare stia messo abbastanza male.- Hope si avvicinò a lui, inginocchiandosi accanto al letto in cui Niall dormiva, prendendolo per mano, e iniziò ad accarezzargli i capelli. -Lo hanno conciato per bene.- Hope lo guardava amorevolemente. Una fitta di gelosia lo pervase. No, non poteva provare niente per quella ragazza. Le aveva fatto già troppo male, non poteva permettersi il lusso di ferirla ancora, anche se questa volta, non intenzionalmente. -Tuo fratello?- -Non risponde. Credo sia da Nicola.- -A proposito, ho sentito che ieri sei andata a cena da Liam. -Oh, si. Io..non sapevo che lui fosse suo fratello. Siamo rimasti entrami scioccati.- -Mi ha detto anche che avete..cominciato a parlarvi.- Sorrise. -Si, Liam è davvero dolcissimo.- Ancora quella fitta di gelosia che lo colpì. -Capisco.- mormorò. Lei si alzò, smettendo finalmente di accarezzare il viso di Niall. Si diresse in cucina, e Harry la seguì. Prese dal frigo del succo d'arancia, e lo bevve direttamente dal cartone, come faceva sempre. Vide lo guardo del riccio puntato su di lei. -Vuoi?- Scosse la testa, e lei strinse le spalle. -Allora..per quella festa al Prince Palace?- Hope sorrise. -Ti rode, vedo, che una sfigata come me abbia il biglietto, e voi no, eh Styles?- Harry sorrise. -Non sei una sfigata, Mandler.- La sua voce era un sussurro.-Non la pensavi così qualche giorno fa.- -Si può anche cambiare idea.- Harry sorrise impercettibilmente avvicinandosi a lei. -buon per te. Io su di te non l'ho cambiata.- Hope dava le spalle al tavolo-isola, e il riccio le prese la mano, stringendo le sue dita tra le sue. -Oh, ma io sono cambiato, dolcezza.- Sussurrando, Harry si avvicinava sempre di più. -Non si può cambiare così velocemente, Styles. Le persone non cambiano mai.- La sua voce era un sussurro strozzato, il cuore le batteva all'impazzata. -Dovresti fidarti.- Il riccio posò le sue labbra sul collo della ragazza, lasciando umidi baci nella clavicola.Lei era immobile, inerte. -Dovresti lasciarti andare.- Il suo sussurro era quasi impercettibile, mentre le sue labbra baciavano ogni lembo di pelle libero. Hope sentì il suo respiro accelerare, voleva quelle labbra sulle sue. -Ti dovresti lasciar amare.- Spostò la sua bocca verso le labbra della ragazza, con le mani le prese i bracci, facendola sussultare. Lei spostò lo sguardo, divincolandosi dalla stretta del ragazzo. -Cos'è successo?- Lei spostò lo sguardo verso il punto in cui la sua mano aveva toccato il braccio della mora. Lui capì, e fece una smorfia. -Scusa..io non volevo..- -No, non fa niente.- Hope cercava di scacciare il pensiero delle sue labbra che l'accarezzavano, ma non ci riuscì. Cercava di convincersi a non innamorarsi di quel ragazzo, che era uno sbaglio. -Harry, senti..- -No, ho capito, non ti preoccupare.- -Io..questa scena..non deve più ripetersi.- -Ma perchè?- -Sono sicura che conosci perfettamente i motivi, e che non devo elencarteli.- Se ne andò nell'altra stanza senza degnarlo di uno sguardo. -Hei, aspetta, dove vai?- Sentì solo lo sbattere di una porta. Scosse la testa. Quella ragazza era un mistero, non l'avrebbe mai capita. Era una continua provocazione. Ma lei non sapeva che Harry Styles amava le provocazioni.
 
Harry faceva zapping sulla TV, sdraiato nel salotto di Hope in mutande. Lei non era ancora scesa, e Niall dormiva. Sentì il campanello suonare. Senza preoccuparsi di indossare qualcosa, andò ad aprire. Si ritrovò davanti un bel ragazzo, sulla ventina, occhi azzuri, capelli a spazzola e leggera barba sul viso. Aveva un espressione sconvolta dipinta sulla faccia. Harry tese la mano. -Salve, io sono Harry. Desidera?- Il ragazzo era a bocca aperta. -Desidero? questa è casa mia! Che diavolo ci fai quì? E dov'è Hope?- -O, tu devi essere Ryan. Hope è di sopra a letto.- A quelle parole la sua espressione si fece, se possibile, ancor più sgomenta. -A-a letto?- -O, no, non in quel senso.- Anche se non mi dispiacerebbe. Sentirono dei passi leggeri sulle scale. -Ryan? Sei tornato?- Hope aveva una voce assonnata e si stropicciava gli occhi. Appena alzò lo sguardo, le sue guance si imporporarono di rosso acceso, alla vista di Harry con addosso solo un paio di boxer, che accentuavano la grandezza dei suoi gioielli. Lui sorrise, mentre Hope era ancora confusa. -Hope? Che ci fa lui quì?- Il fratello sembrava spazientito. -Tranquillo, Ryan, non è niente di grave. Un mio amico è stato..eh..diciamo che è messo male, e non potendo andare a casa di nessuno, li ho portati quì. Spero non ti dispiaccia.- Lui la guardò poco convinto. -E dov'è il tuo amico?- -In camera mia, dorme.- Lui strabuzzò gli occhi. -Ryan, falla finita, non sono una verginella di 12 anni.- Bè, verginella forse si. -Devi fidarti, non è successo niente.- Lo sguardo del fratello cadde sull'unico indumento che indossava, una canottiera bianca che le arrivava fino a metà coscia, e sotto aveva un paio di mutandine. Lei abbassò lo sguardo. -Va bene, mi fido.- Hope sorrise, e guardò di sottecchi Harry, che seduto su uno sgabello al tavolo, li guardava sorridendo anche lui. Andò all'armadietto per prendere qualcosa da mangiare, e si abbassò. Nel farlo la canotta le si alzò, lasciando scoperta la vista del suo fondoschiena coperto solo da piccole mutandine nere. Harry strabuzzò gli occhi vedendola, e abbassò lo sguardo, sentendo subito agitazione nelle sue parti bassi. Sentì il suo membro indurirsi, nascosto solo dal tessuto dei boxer. Si alzò e indossò in fretta i pantaloni, cercando di nascondere la sua eccitazione, visibilente riconoscibile anche così. Tornò in cucina, trovando i due fratelli mangiare della torta al cioccolato da un piatto. Parlavano tra loro, ridendo, come se nulla fosse successo. Hope aveva del cioccolato all'angolo della bocca, la vide leccarsi tutto il labbro inferiore, innescando in Harry una reazione inevitabile. Davvero non capiva come una ragazza potesse eccitarlo così tanto senza nemmeno toccarlo. Davvero non capiva cosa provava per quella ragazza.
-Salve a tutti.- La testa di Niall fece capolino sulla porta, e vedendo la torta, gli occhi gli si accesero, famelici. Si catapultò letteralmente su di lei, divorandola velocemente, sotto lo sguardo divertito di tutti. -Oh, scusa, non ti avevo visto. Piacere, io sono Niall, tu devi essere Ryan.- Sorrise mostrando una fila di denti sporchi di cioccolata. Hope scosse la testa, ridendo. -Lui è quel mangione che è stato..eh..sistemato.- Ryan sorrise. -Piacere, spero ti piaccia la torta.- Niall sorrise, continuando ad ingozzarsi.
 
 



 
Alloraa, salve a tutti. Prima di tutto, mi scuso per gli errori, non ho avuto affatto tempo di rileggere.
Vorrei dirvi che sto cominciando ad avere seri dubbi
su questa FF, non so, non sono molto convinta di come vadano le cose.
Credete che dovrei cambiare qualcosa? Acceto critiche e consigli, grazie :3
Bè, ora devo andare, ah, credo che non aggiornerò per qualche giorno,
capitemi, la scuola di EMME è iniziata, e domani ho tre interrogazioni
e un compito in classe. 
Bè, spero vi piaccia il capitolo, un bacione, e grazie a tutte davvero. :3

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Capitolo 7
*** Girl it should be me, calling on your phone, saying that I’m the one, and that I’ll never let you go. ***


You never really can fix a heart.




Chapter 7
Girl it should be me, calling on your phone, saying that I’m the one, and that I’ll never let you go.

-Ragazza dovrei essere io a chiamarti sul tuo telefono, dicendoti che solo l'unico, e che non ti lascerò mai andare.-

 
 
 
-Ragazzi! Hope è una forza!- Niall era entusiasta. -Cosa? Stai parlando della stessa sfigata che conosciamo?- Louis e Zayn, gli unici a non averla ancora conosciuta, erano molto sorpresi. -Davvero, Niall ha ragione. Quella ragazza ha un cuore d'oro. Dovreste conoscerla, per capire.- Liam appoggiò Niall. -Dovete conoscerla, per capire.- Harry era pienamente daccordo con i suoi amici. -Ma cos'è successo ieri?- Niall si cimentò nel spiegare gli avvenimenti del giorno precedente. Il riccio era pensieroso. -Vuoi dire che lei ti ha aiutata ieri, dopo tutto questo?- Niall annuì fiero alla domanda di Zayn.-Poi la sua amica mi interessa, quindi..- Il biondo sorrise. -Devo assolutamente parlarci.- esordì Louis. 
 
-Cosa hai fatto tu?- trillò Jess, mentre prendevano due vassoi. -Oh mio Dio, non ci posso credere, tu sei completamente malata, il tuo cervello è andato!- Si versò una generosa porzione di purea. -Perchè?- chiese ingenuamente la mora prendendo del pudding. Jessie scosse la testa. -Tu non capisci. Non devi assolutamente avere a che fare con loro. Non dopo tutto quello che ti hanno fatto!- Si diressero verso i tavoli.-Jess, andiamo, capita a tutti di sbagliare. L'hanno capito, e ora cercano di farsi perdonare. Sai, dovresti provare a parlarci anche tu, sono simpatici.- Forse sto un pò esagerando a difenderli, ma dopotutto io la penso così. -Ora stai anche dalla loro parte? Ragazza, tu ti sei completamente bevuta il cervello!- sbottò la bionda. Hope sbuffò e si sedette al suo posto. -Fai come vuoi, io ti avevo avvertito!- disse Jess alla fine, sedendosi davanti a lei. -Quindi..ieri non è successo nient'altro?- Hope spostò lo sguardo, arrossendo. -No..niente.- mormorò. -Hope? Spara.- -Niente, ti dico.- -Non dire cazzate, cos'altro è successo?- -O, cazzo, Jess, ha cercato di baciarmi!- La bionda strillò. -Che cosa? Lui ti ha baciata?- -Chi ha baciato Hope?- Niall le schioccò un bacio sulla guancia, facendola arrossire. In quel momento voleva sprofondare. Oh, Gesù, fa che si apra una voragine e venga inghiottita, ora! -Bellezza.- Jess schivò prontamente le labbra di Niall. -Lontano da me.- -Oh, andiamo, cos'hai mangiato stamattina, un albero di limoni?- -Spiritoso.- Jess sbuffò. -Ciao piccola.- Liam le passò dietro, lasciandogli un bacio sulla guancia. Si sedette vicino Niall, dopo aver salutato anche Jess. -Perchè lui ti può baciare e io no?- -Perchè tu sei un pervertito, Horan.- -E lui non lo è?- -Non sembra.- -Oh, allora dovresti conoscerlo, non è vero LeeYum?- Niall gli pizzicò la guancia teneramente, mentre Liam lo fulminava con lo sguardo. -Già, il nostro Liam è davvero un selvaggio a letto.- Zayn si sedette vicino a Jess, che sbuffò, sommersa da tutti quei maschi pervertiti. -Tanto siete tutti uguali, fate a gara per vedere chi si porta più ragazze a letto.- -Oh, così mi offendo. Posso?- Louis indicò il posto vicino a Hope. Lei annuì imbarazzata. -Troppo affolato questo tavolo per i miei gusti.- Jess storse la bocca, scocciata. -Salve dolcezza.- Mormorò una voce dietro di lei. Harry le lasciò un bacio dietro l'orecchio, e Hope si costrinse a scacciare quel brivido. Il riccio si sedette vicino a lei. Perfetto, si trovava in mezzo a Harry e Louis, non poteva essere più imbarazzata di così. -Hope, non hai risposto alla mia domanda.- -Quale domanda?- -Chi ha baciato chi ieri?-  Hope arrossì fino alla punta dei capelli. Se prima era in imbarazzo, ora voleva morire. Jess le mimò un 'scusa' con la bocca. Harry le schioccò un occhiata divertita, vedendo il suo imbarazzo. -Hai baciato qualcuno, ieri, Mandler?- la stuzzicò. Lei gli scoccò un occhiata fulminante. -N-no, certo che no.- Si scambiarono dei veloci sguardi. -Oh-oh-oh, voi non ce la raccontate giusta.- sbottò Zayn, scoppiarono tutti a ridere. -Ok, cercherò di sorvolare sull'argomento, ma dopo voglio delle spiegazioni, intesi, Mandler?- Liam la guardò ridendo. Lei annuì, rossa, torturando una patatina nel piatto. -Lo mangi quello?- Niall indicò il suo dolce. Hope aveva lo stomaco chiuso a chiave. -No, puoi prenderlo, se vuo..- Lui lo afferrò al volo, senza lasciarla finire. -Oh, presumo che lo vuoi.- -Allora, ragazze.. Volevamo parlarvi della festa al Prince PAlace..- iniziò Louis. Hope e Jess sorrisero, sapevano che non accettavano che loro due avessero i bieglietti, mentre loro no. -Si?- -Bè, ecco..ci chiedevamo se..ceh..dove..- -Se, dove, cosa?- Le ragazze si divertivano tantissimo. -Bè..se potevate procurarci dei biglietti anche per noi.- mormorò Louis. -Come, scusa?- -Bè..se potevate procurarci dei biglietti anche per noi, dato che non li abbiamo. Perfavore.- -Oh, che ne pensi, Hope?- -Non saprei, forse.. noi cosa ne guadagnamo?- Harry le rivolse un'occhiataccia. -Cosa ne guadagnate? Oh, bè..non saprei.- borbottò Liam. -Io potrei baciare Jess!- Niall si offrì, volontario, entusiasta. Peccato che ricevette solo un pugno sul braccio dalla diretta interessata. -Ahi! Idiota!- -Così, impari. comunque, ritorniamo a noi.- -Oh, andiamo, Hamilton! Ve lo chiediamo perfavore!- la implorò Zayn. Lei alzò le sopracciglia. -Mmm, va bene, ci penseremo. Voi intanto, cercate di farveli meritare, i biglietti.- La bionda si alzò, seguita dalla mora. -Ehi, Mandler, aspetta!- -Si, Tomlinson?- Louis la prese per un braccio e la tirò verso di se.-Ehm..mi chiedevo se..sai, dovremmo conoscerci..se ti andava di uscire oggi.- -Certo!- -Ok..allora ti passo a prendere...- -Vieni alle 16:30, ok?- Gli diede l'indirizzo e si allontanò.
 
 
-Perchè non vieni da me, oggi?- -Mi dispiace, ma devo uscire con Louis.- Oh.- Hope vide lo sguardo deluso dell'amica e rimediò subito. -Senti, io finisco intorno alle 19, ti va di venire a dormire da me?- Oh, va benissimo!- A Jess spuntò di nuovo il sorriso. -Perfetto, allora ci vediamo, ciao.- Sorrise, pensando alla sua migliore amica. Si conoscevano  da poco, ma erano la dimostrazione che non bisogna essere amiche da una vita per potersi capire con uno sguardo. Loro non avevano bisogno di effusioni amorose, soprannomi o smancerie varie, loro si volevano bene dimostrandolo con i gesti, i fatti, non con le parole.
Hope si cambiò, pettinò i lunghi capelli neri e si diede una veloce sistemata per sembrare decente. -Hope, c'è qualcuno per te!- urlò il fratello da sotto. Urlò un 'arrivo' e scese di corsa le scale. Suo fratello la fermò. -Chi è lui?- le bisbigliò. -Louis Tomlinson.- -Quello me l'aveva detto anche lui, grazie. Intendo..ti sei già lasciata con Harry Styles?- -Uno, io e lui non siamo mai stati insieme. Due, no, Louis è solo un amico. Tre, fatti gli affari tuoi.- sibilò. -Calma, sorellina. Era solo per sapere. Divertiti e non ti cacciare nei guai.- Le scoccò un bacio sulla guancia. Si diresse verso la porta. -Ciao.- -Oh..ciao.- -Allora, dove mi porti?- -Non so, avevo in mente di passare da Starbucks, se ti va.- -Certo.- Hope sorrise raggiante. Louis pensò che i suoi amici avevano ragione, era simpatica. -Allora..- -Allora..?- -Bè...non so, parliamo di qualcosa! Cosa ti piace fare?- -Leggere, cantare e scrivere canzoni.- -Anch'io amo cantare. Che musica ascolti?- -Io adoro Demi Lovato e Ed Sheeran. Tu?- -anch'io sono un fan sfregato di Ed. Poi..mi piace la musica di Michael Bublè, Robbie Williams, Michael Jackson..un pò tutti.- -Aha.- Ripiombò di nuovo un silenzio tombale. Inaspettatamente, Louis la prese per mano. Lei si irrigidì, lui se ne accorse. -C'è qualcosa che non va?- -No..niente. Tutto bene.- Entrarono nel bar, e si andarono a sedere a un tavolo, l'uno di fronte all'altro. -Un cappuccino decaffeinato con panna e una spruzzata di cacao, grazie.- Hope diede l'ordinazione al cameriere che era arrivato. -Anche per me.- Il cameriere se ne andò, e loro tornarono a parlare. -Raccontami della tua famiglia. Ho sentito che vivi sola con tuo fratello, come mai?- -I miei sono sempre in giro per lavoro, non tornano quasi mai a casa, e devo dire che è un bene, per me almeno. Anche se avvolte avrei avuto bisogno di qualcuno quando..- Si fermò, non voleva tornare su quel discorso. -Ma ho imparato a cavarmela benissimo da sola.- -Capisco.- Fece un sospiro, e arrivarono le ordinazioni. Poi riprese. -Hope, volevo dirti che mi dispiace tantissimo per tutto. So che te lo abbiamo ripetuto all'infinito, ma non smetteremo mai di chiederti scusa. Mi dispiace.- Cercò la sua mano, la mise sul tavolo e gliela strinse. Hope sorrise. -Sono contenta. Di avervi potuto conoscere veramente.- -Anch'io, davvero.- -Ehi, comunque sappi, che anche se fai il gentile, non vuol dire che ti daremo il biglietto, eh.- Scoppiarono a ridere, stringendosi ancora per mano.
 
Harry passeggiava per Piccadilly Streat, doveva vedersi con Zayn davanti al Hyde Parck, ma non c'era nessuna traccia del moro. Aveva i pugni stretti nelle tasche del giacchetto, il freddo era tremendo. Fuori iniziava a fare buio, nonostante fossero ancora le 18:30. D'un tratto si fermò. Aguzzò bene la vista, cercando di spiare attraverso la vetrata del negozio Starbucks. Un'attimo, quei due erano Louis e Mandler. Che si tenevano teneramente per mano e ridevano. Che diavolo ci facevano insieme? Un morsa di gelosia gli attanagliò lo stomaco. Fece una smorfia. Non era possibile, provava gelosia nei confronti di Niall, di Liam, di Louis. Ma perchè? Semplice, sei geloso di chiunque si avvicini a Hope. Quella consapevolezza lo colpì come un fulmine a ciel sereno. Com'era possibile? Si è gelosi solo se si è..innamorati! No, lui non poteva essere innamorato di quella ragazza. Certo, era molto bella, simpatica, dolce, gentile, e tanto altro. Ma basta, la sua attrazzione era solamente fisica. O forse si sbagliava? Vide i due uscire dal negozio, ancora tenendosi per mano. Tutta la timidezza della ragazza era scomparsa, si accorse che Hope non era più Hope. O meglio, non era più la Hope di un tempo. Ora, la Hope nuova era più sicura di se, aveva aquistato una maggiore autostima, e si vedeva. Non era più goffa e impacciata, ora camminava a testa alta, guardava tutti in faccia. Rispondeva, scherzava, rideva. E lui adorava quella Hope, doveva ammetterlo.
-Hei, amico, cos'hai?- La voce di Zayn lo riportò sulla terra. Si girò verso di lui. -Finalmente sei arrivato.- -Ho avuto un imprevisto, dovevo accompagnare Safaa dalla nonna.- Zayn si accorse che l'amico guardava dietro di lui. Seguì il suo sguardo e vide...niente poco di meno che Louis e Mandler tenendosi per mano. Scoccò un' occhiata a Harry. -Geloso?- -Ma che dici?- -Avanti, Haz, si vede che ti interessa.- -Bè, si, non posso negarlo ma..- -Perchè non glielo dici?- -Su, Zayn, lei non può..provare ancora qualcosa per me. E' troppo presto, è appena finito tutto, e l'odio non può essere svanito. Stiamo facendo amicizia, cerco di attirarla, e non vorrei rovinare tutto ora.- -ok, se lo dici tu..Se non ti dispiace ci posso provare io con lei, no? Non ti dispiace, giusto?- Zayn voleva stuzzicarlo un pò, per divertirsi. Harry gli mollò una gomitata nello stomaco. -Ok,ok, afferrato il concetto.- Vide i due avvicinarsi nella loro direzione. Stavamo chiaccherando e ridendo, non si erano accorti di loro. Louis alzò la testa. -Oh, ciao ragazzi.- disse allegro. -Ciao Tommo, ciao Mandler.- Zayn sorrise. -Ciao Lou.- -Dolcezza.- aggiunse, rivolgendo uno sguardo penetrante a Hope. Uno di quegli sguardi che sciolgono le ragazze, e infatti ebbe subito l'effetto desiderato. Poi posò lo sguardo sulle loro mani ancora intrecciate, e Hope se ne accorse, perchè sciolse le sue dita da quelle di Louis. -Allora, come mai quì?- chiese Zayn, notando la tensione. -Ho portato Hope a fare un giro..- -Capisco.- -Voi invece?- -Niente..una passeggiata.- -Quella non è la tua felpa, Louis?- -Si, Hope aveva freddo, così gliel'ho prestata.- Spiegò il ragazzo ad Harry. Hope si schiarì la voce. -Ehm..Lou, io dovrei andare.- -Oh, certo piccola, ti accompagno.- Harry strinse i pugni. Possibile che avesse un istinto omicida vero il suo migliore amico? Si salutarono e il riccio si affrettò a camminare, cercando di far svanire la tentazione si seguirli.
 
-Allora,ci sentiamo, ok? Questo è il mio numero.- -Ok, grazie mille Lou, sono stata bene con te. Ciao.- La lasciò davanti al cancello, e la guardò mentre si avvicinava alla porta di casa. -Ehi, Hope, ho dimenticato qualcosa!- Urlò. Lei tornò indietro. -Hai, ragione, scusa, ho dimenticato di darti la felpa.- Se la sfilò, rabbrividendo quando sentì l'aria gelata. Gliela porse con un sorriso. -Grazie.- -Veramente, io mi riferivo ad un altra cosa.- Hope lo guardò perplessa. -A questo.- disse. La ragazza non ebbe il tempo di assimilare le sue parole, perchè delle labbra si posarono sulle sue. Spalancò gli occhi, al contatto della bocca di Louis che si muoveva dolcemente sulla sua. Cercò di spostarsi, ma Lou la cinse per i fianchi, poi gli mise un braccio intorno alla schiena e uno dietro la nuca, impedendole di muoversi. Era rigida, ma, quando la lingua di Louis cercò un apertura nella sua bocca, si lasciò andare. Fece entrare la sua lingua, si incontrarono, esplorò la sua bocca. Fece scivolare le mani lungo la sua schiena, accarezzandola, e lei ne approfittò per staccarsi. -Era questo che avevo dimenticato.- disse sorridendo il ragazzo. Hope scosse la testa. -Perchè?- -Mi andava.- -Ti andava? Tu baci le ragazze perchè ti va?- -Si, perchè, sennò? Andiamo, piccola, non fare la vittima, anche tu ci stavi, quindi. Poi mi piaci, perchè non farlo?- -Louis, ne parli come se fosse una cosa normalissima baciare una sconosciuta come me.- -Per me lo è.- -Oh, perfetto.- sbuffò. Quel ragazzo ne parlava con così tanta nonchalanse, che le dava profondamente sui nervi. -Era solo un bacio, piccola, non ti ho mica scopata.- -Bè, si da il caso che questo era il mi secondo bacio, in tutta la mia vita.- Si morse la lingua. Perchè gliel'aveva detto? Ora l'avrebbe sfottuta per sempre. Invece sorrise. -Davvero? Devo dire che baci divinamente.- Hope alzò gli occhi al cielo. -Senti, ora io devo andare sul serio.- Louis la trattenne per un braccio, la fece girare verso di se e le lasciò un lungo bacio a stampo. Hope si staccò a lo guardò con gli occhi 
socchiusi, andandosene.
 
 
 
 
Salve a tu..*pomodoro in faccia*
Ok, lo so che sono in ritardo, ma ho avuto un bel pò di problemi. Allora, non ve ne frega una mazza, ma a scuola ho ricevuto un pallone da calcio su un lato della testa, vi giuro, mi stava scoppiando, ho sentito letteralmente che mi si staccava dal collo. Sono andata al prontosoccorso, so che può sembrare stupido, ma io avevo una cugina che da piccola prese una botta, e da allora, OGNI GIORNO, TUTTI I GIORNI,si lamentava continuamente che le faceva male la testa. Nessuno ci faceva mai caso, nessuno le diede troppa importanza, e fu così che a 25 anni le diagnosticarono un tumore al cervello, causato da qualche botta :)
Ecco, io, ora, non vogli oavere nessun tumore, altrimenti non riuscirei più a scrivere la mia storia lol, e voi morireste. Comunque, dicevo, sono andata al prontosoccorso,e dopo essere stata 8 ore su quella cazzo di sedia, entro, il dottore fa 'Cos'è successo?' Mia madre gli spiega, poi lui mi guarda e dice 'Embè, che sei venuta al prontosoccorso solo per questo?' Ceh, un pugno nello stomaco, vi giuro, ci siamo rimaste di mmerda. Dico, è il tuo lavoro, ti pagano per questo, almeno fai finta che ti interessa. Poi, dopo cinque minuti fa 'A casa, se ti fa male prendi una tachipirina.' Mavattelapianderculo. #Finezza. 
Ok, non rompo più i cojonssss.
Ah, un ultima cosa. Ieri è stato il compleanno di 1/5 della mia vita. Auguri idolo, sei la ragione del mio sorriso :') Non ci posso credere che ha 20 anni ora, per me resterà sempre il kebabbaro che non sa ballare, che usa ancora i braccioli, che si fa troppe canne e avvolte sembra che abbia le mesturazioni. <3 Ti amo Malik.
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** I just wanna show you off to all of my friends,makin’ them drool down their chinny chin chins.Baby be mine tonight. ***


You never really can fix a heart.




Chapter 8.
I just wanna show you off to all of my friends,makin’ them drool down their chinny chin chins.Baby be mine tonight.

-Voglio solo presentarti a tutti i miei amici, farli sbavare per te. Piccola, sii mia stasera.-

 
 
-Oh, finalmente sei arrivata.- Trillò Jess appena Hope mise piede in casa.-Da quanto tempo mi aspetti? -Da circa mezz'ora. Allora, com'è andata?- -Oh..bene. Sembra simpatico..- disse evasiva. -Hope, cos'è successo?- chiese scrutandola. -Niente di particolare.- -Dici? Come mai sei tutta rossa e il respiro corto?- -Ho corso.- -Aha. Certo, raccontamene un'altra.- -Ehm..c'era un cane per strada e mi ha rincorso. Questa era credibile?- -No, affatto, dimmi la verità.- -Cosa vuoi che ti dica, Louis mi ha baciata.- -Hai fatto cosa?- sbraitò Jess cascando dal letto di Hope. -Sssh, zitta! Hai capito bene.Poi, è stato lui, non io, precisiamolo.-
-Oh,vedo che hai deciso di passarteli tutti, eh babe?- Si beccò una cuscinata in faccia.-Idiota.- -Dopo mi dirai chi bacia meglio.- -Mi fai sentire una puttana così.- -Lo sei, amore.- disse scherzando. -Stronza.- -Grazie. Allora, ho trovato i biglietti anche per quei cinque trogloditi.- -Uh, bene. Come glieli darai?- -Non so, voglio pensare a qualcosa, dovranno fare qualcosa per noi.Ovviamente, ti incarico di darlo a Louis.- -Falla finita!- Jess non l'ascoltò. -Secondo te chi è più bravo a letto, tra Louis e Harry?- -Bastarda. Comunque, tranquilla, ti lascerò Niall, non devi essere gelosa, lui non mi interessa.- sibilò Hope, rispondendogli per le rime. Jess socchiuse gli occhi. -Non dovevi dirlo!- Le saltò addosso, prendola a cuscinate. Hope ricambiò facendola il solletico, e finirono entrame per terra, ridendo come delle matte.
 
-Giorno dormiglione.- -Ciao Ryan.- Rispose Jess. Hope si limitò a fargli un cenno con la testa, ancora assonnata. Ryan sbuffò. -Hope,stasera non ci sono a casa, te la cavi?- -Dove vai?- -Esco con Nicola.- -Ah, comunque stasera non ci sono.- -E quando avevi intenzione di dirmelo?- -Ora.- Ryan alzò gli occhi al cielo. -Dove vai?- -Al Prince Palace, il locale che apre oggi. Il cugino di Jess ci ha dato i biglietti.Ah, viene anche Liam.- -Mmm, va bene. C'è anche quel Louis?- -Si..perchè?- -E Harry?- -Si, c'è anche lui, ma perchè?- -Non si fanno concorrenza.- -Cosa vuoi dire?- -Andiamo, Hope, ti ho vista ieri mentre ti sbaciucchiavi con Louis.- Hope arrossì. -E non mi dire che tra te e Harry non c'è niente.- -Si, infatti non c'è niente.- Ryan sbuffò. -Senti, ora devo andare, cucinate voi qualcosa per pranzo?- -Si, ok, ce la caviamo.- Hope lo accompagnò alla porta. -Mi raccomando, stai attenta, non bere troppo, non ti ubriacare, non ti drogare, non allontanarti con gli sconosciuti, ah, nel secondo cassetto il cucina c'è uno spray al peperoncino.- Hope scoppiò a ridere. -Sei serio?- -A proposito dello spray, no. Per tutto il resto, si.- -Stronzo. Ora vai via. Salutami Nicola.- Tornò in cucina. 
-Hope, io passo a casa a cambiarmi.Puoi chiamare i cinque e dirgli di aspettarci davanti al parco tra un'ora?- -Ok,li chiamo subito. Ti aspetto, ciao.-
L'accompagnò alla porta, poi salì velocemente. Si vestì rapidamente, si sistemò i capelli, e chiamò i ragazzi, dandogli appuntamento al parco. 
Passò a prendere Jess, e insieme s'incamminarono verso il parco. -Allora, hai pensato a cosa dirgli?- -Non perfettamente, ma avrei una piccola idea.Per Horan.- Hope la guardò interrogativamente. Arrivarono davanti al parco. -Vedrai.-  Lì c'erano tutti e cinque ad aspettarle. Le vennero incontro. Niall mangiava un grosso panino, Liam messaggiava, Zayn aveva uno sguardo ansioso sul volto, Harry finiva di parlare al telefono, e Louis rivolse un sorriso smagliante a Hope, che arrossì vedendolo. Si salutarono velocemente. -Allora, veniamo al dunque. Abbiamo i vostri famosi biglietti. Ve li daremo, a una condizione..- Zayn si lasciò sfuggire un lamento. Jess riprese. -A una condizione.- Si girò verso Niall. -Iniziamo da te, Horan.- Il ragazzo si strozzò con il suo panino. -Allora, dovrai chiedere a Backy Evans di uscire. La porterai fuori a cena.- Jess sorrideva. Niall sbiancò. -S-state scherzando, vero?- Gli altri ragazzi scoppiarono a ridere vedendolo. -No, affatto, Horan.E, tutto questo, sotto l'attenta osservazione mia e di Hope. Ah,se volete,potete venire anche voi.- -Scherzi? Non ce lo perderemo per nulla al mondo. Oddio, Backy Evans!- I ragazzi si stavano rotolando dalle risate. Backy Evans era..la sfigata della scuola. Hope la riteneva persino più sfigata di lei. E, come tutti sapevano, era una sanguisuga. Se Niall le avesse dato il suo numero, non se la sarebbe mai più scollata. Figuriamoci se la invitava a uscire. -No!No! Non potete farmi questo.- Niall scuoteva la testa. Anche Hope sorrideva, ma era a disagio, con Louis vicino. -Oh, e invece si. Anzi, la chiamerai subito. Ecco, tieni, questo è il suo numero.- Niall aveva gli occhi spalancati. Prese lentamente il suo telefono, compose il numero, e lo portò all'orecchio. -Metti il vivavoce.- Liam gli prese il telefono di mano. Il telefono squillava. -Pronto?- rispose una voce nasale. Scoppiarono a ridere, tutti tranne Niall. -Pronto?- ripetè. -Ehm..Backy?- -Si?- -S-sono..Niall... Niall Horan.- Si sentì un gridolino.-Cosa? Niall? Come fai a avere il mio numero?- Era molto eccitata. -Bè..io..ti volevo chiedere..- Si bloccò, gli altri lo incitarono a proseguire. -Ti volevo chiedere se volevi uscire con me.- disse tutto d'un fiato. Questa volta il grido si sentì molto bene. -Stai dicendo sul serio? Oh mio Dio, quando, dove?- Niall sospirò. Jess gli sussurrò le indicazioni. -Domani sera. Alle 21...vengo a prenderti..andiamo a cena fuori.- Pronunciò quelle parole a fatica. Backy fece una specie di ruggito. -Ok, non vedo l'ora. Ti amo, ciao.- Niall si accasciò sulla panchina sospirando.
-Credo di avere una forte febbre. E una polmonite. E una malattia incurabile.- -Si, e una schizofrenia cronica. Dai, non sarà così male. Portati un ombrello, magari così non rischierai di affogare nella sua saliva.- Niall trattenne un conato di vomito. -Voi non ridete troppo, toccherà anche a voi.- Jess si divertiva a spaventarli. -Purtroppo, per ora ancora non ci ho pensato. Però, non rallegratevi, arriverà anche quel momento. Per ora, eccovi i 
biglietti- I ragazzi si catapultarono su di loro. -Grazie, io vi amo!- Harry le abbracciò. Hope si sentì svenire, ma cercò di rimanere lucida. Si sentì tirare per un braccio. Si girò, e vide un Louis molto sorridente. -Ciao piccola, oggi non mi hai salutato.- Hope deglutì. -Prima ti ho salutata...- -Non come si deve.- -Louis, non quà..- Non l'ascoltò, la fece avvicinare a lui, prendendole il viso tra le mani, e posò le labbra sulle sue. Hope spalancò gli occhi, spingendolo. -Louis!- Lui sorrideva strafottente. La ragazza si girò, rossa, e trovò 5 paia di occhi che li fissavano increduli. -Ci siamo persi qualcosa?- disse Liam. -No, non vi siete persi proprio un bel niente. Solo che il vostro amico è un grande stronzo.- Hope era furiosa. -Su, piccola, non fare così.-Louis cercò di metterle un braccio intorno alle spalle. -Non mi toccare!-
-Ieri non eri così dispiaciuta, però.- -Penso che dovremmo sapere qualche cosa, non credete?- borbottò Harry, che tra tutti, sembrava il più scioccato. -Sentite, non c'è 
niente da sapere. Tu sei un gran bastardo. Spero davvero di non incontrarvi stasera.- Hope se ne andò,rossa in viso dalla rabbia, con Jessie che la seguiva. -Hope, aspetta!- Si girò di scatto, e la bionda vide due lacrime sul viso della ragazza. -I-io..lo odio!- Jess l'accarezzo dolcemente. -Ma qual'è il problema? Piaci a uno di loro, non dovresti essere contenta?- -Jess! Fino a qualche giorno fa eri tu quella che mi riempiva la testa con il fatto che non avrei dovuto avere niente da fare con loro!- -Lo so...ma..- -Niente ma! Ah, e sai qual'è il problema?- -Quale?- -Che non ci sarebbe nessun problema se mi piacesse Louis, il fatto è che a me piace un altro!- I passanti per strada le guardavano straniti. -Senti, sbrighiamoci ad arrivare a casa. Ne parliamo lì.- La prese per mano e correndo arrivarono a casa di Hope. 
-Allora, dicevi?- chiese di nuovo Jess. -Dicevo..che penso che a me piaccia una persona.- -Pensi?- Jess alzò un sopracciglio. -oh, Jess! Perchè devi rendere tutto più difficile! Non riesco a capire ciò che provo da sola, non c'è bisogno di complicare tutto.- -Non c'è niente di complicato, tesoro. Tu sei innamorata di Styles, niente di più semplice.- Hope strabuzzò gli occhi. -Come..?- -Mi sottovaluti, Hope.- La ragazza sbuffò. -Ecco, quindi, ora capisco qual'è il problema? Dio, è così incasinato!- -Perchè?- chiese Jess ingenuamente. -Non capisci! A me piace Harry, lui non ricambierà mai, e il suo migliore amico ora ha un capriccio per me.- -No, non è così grave come sembra. Oggi, quando Tomlinson ti ha baciata, ho visto la faccia che ha fatto. Sembrava che si stesse per mettere a piangere. Te l'assicuro, tu a lui piaci.- Hope sbuffò. -Hai visto male.- -Senti, ho un idea. Stasera parleremo bene con loro, per capire..- -No! Tu non hai capito! Io con Louis non voglio averci niente a che fare, almeno questa sera.- -Pff. va bene, come vuoi.-
 
-Hope! Mi puoi aiutare con il vestito?- La ragazza aprì la porta del bagno e si precipitò dall'amica. Indossavano entrambe dei vestiti uguali, corti nemmeno fino a metà coscia, stretti dalla vita in giù, sopra un pò più larghi, con largo scollo davanti. Hope azzurro, Jess nero. Scarpe e borsetta in tinta, i capelli arricciati, e trucco non troppo pesante. L'unica cosa che Hope aveva in più erano i numerosi bracciali su entrambi gli avambracci. Si, perchè nonostante la sua vita fosse nettamente migliorata, lei non poteva più farne almeno. Si odiava per quella maledetta debolezza, ma non riusciva a smettere. All'inizio non sapeva in che guaio si stava cacciando, se solo avesse saputo non l'avrebbe mai fatto, non avrebbe mai impugnato quella lametta, non avrebbe mai iniziato a distruggere se stessa e il suo corpo. Ma ormai era troppo tardi. 
-Siamo davvero bellissime, stasera faremo conquiste, ne sono certa!- Jess aveva indossato anche la sua modestia. -Ho detto a Robin di passarci a prendere, dovrebbe venire a minuti.- 
 
-Biglietti?- Un grande uomo posizionato davanti all'entrata le guardò alzando un sopracciglio, e sorridendo, evidentemente compiaciuto da quello che vedeva. Jess sbuffò e gli buttò tra le mani i due pezzi di carta. -Siete maggiorenni?Mi serve un documento.- -Senti, abbiamo i biglietti, cos'altro vuoi?- -I minori non possono entrare.- Jess pestò un piede per terra. -Ho pagato quel fottuto biglietto, e nessuno mi ha detto che non posso entrare, e non sarai certo tu ad impedirmelo.Quindi, ora, ti sposti e mi lasci passare.Ok?- Jess sbraitò, attirando l'attenzione di tutte le persone in coda. -Senti, piccola, è meglio se te ne vai. Non è un posto per te, questo.- Il volto dell'uomo era impassibile. -Smettila di parlare così e fammi entrare! Dove cazzo è Robin quando serve?- Jess si guardò intorno stringendo i denti e serrando i pugni. Le persone cominciavano a brontolare. -Jess, dai, andiamo a cercare Rob, ci farà entrare lui.- Hope cercò di prenderla per mano e calmarla, senza buoni risultati. -Senti, piccola, o te ne vai con le buone, oppure dovrò trascinarti via con le cattive, ok?- Il gigante iniziava ad alterarsi. Hope sentì un braccio intorno alle sue spalle, e al suono di quella voce un calore si diffuse in tutto il suo corpo. -Mike, loro sono con me. Possono passare.- L'uomo non sembrava molto convinto, ma senza dire niente, le fece passare. Anche Jessie si era calmata, stretta dal braccio del riccio intorno alle sue spalle. -Grazie, Harry.- -Non c'è di che, dolcezza.- Il ragazzo cercò di dare un bacio ad Hope, ma lei si scansò prontamente, sfuggendo anche dalla sua protettiva stretta. Lui la guardò con uno sguardo leggermente deluso dipinto in faccia. Jessie si lasciò sfuggire un gridolino di eccitazzione. La musica rimbombava anche da fuori dalle pareti, ma quando entrarono nell'immensa sala, il rumore era assordante. Le luci si riflettevano sui volti di tutte le perspne che si scatenavano sulla pista. Il DJ era posizionato su un piedistallo e mixava la musica, avvolte su richiesta della gente. Il bancone del bar era piuttosto affollato, ma grande, e ai lati della pista c'erano posizionati un paio di divantetti di pelle bianca.Videro i ragazzi in un angolo della sala, e Jess sgambettò allegra verso loro. Hope invece si guardò intorno disorientata, era la sua prima volta in discoteca, e non sapeva cosa fare. Harry le se avvicinò, e lei istintivamente gli prese la mano. Il riccio ricambiò la stretta, guardandola furtivamente. -Andiamo dagli altri?- urlò il ragazzo. -Cosa?- La musica era assordante. -Andiamo da loro?- -Non ti capisco.- Cercavano di farsi sentire, con scarsi risultati. Harry scosse la testa. -Ti va di bere qualcosa?- Urlò vicino al suo orecchio, cercando di superare il volume della musica e di farsi sentire. Lei annuì insicura. Di solito non beveva alcolici. Harry la prese per mano, dirigendosi verso il bancone. Si sedettero sugli sgabelli alzti, l'uno di fronte all'altro. -Cosa prendi?- -Non lo so..fai tu.- -Ok, allora, quattro vodka pensa, grazie.- il barman si allontanò. -Quattro?- -Uno solo non ha gusto.- Sorrise il riccio. I bicchieri vennero poggiati sul banco pesantemente, facendo schizzare un pò di liquido fuori. Harry ne prese uno, e guardò Hope incoraggiante. Ne prese uno anche lei, e con mano leggermente tremante, lo avvicinò alle labbra. Inizialmente lo assaggiò con la lingua, assaporandolo, poi, rendendosi conto del suo sapore buonissimo, lo scolò. Lasciò che i resti del ghiaccio le si sciolesero in bocca, beandosi della sensazione fredda sulla sua lingua e sul suo palato. Il riccio sorrise soddisfatto. Le allungò anche l'altro bicchiere, che non tardò a prendere. -Ti và di ballare?- Harry si alzò, e Hope lo imitò, ma sentendo subito le gambe cedere sul suo peso quando le posò a terra. Il ragazzo la sorresse prontamente. -Stai bene?- -Si, sto benissimo.- Hope biascicò le parole lentamente. Sentì la testa girare leggermente, e le ginocchia farsi molli. Si aggrappò ad Harry, e lui le mise un braccio intoro alla vita. Avvampò, un pò per quel contatto troppo ravvicinato, un pò per il calore diffusasi dall'alcolico appena bevuto. Lentamente, attraversarono la sala, scansando persone che ballavano frenetiche, tra le quali anche Jesse e Louis, e si avvicinarono a Niall, Zayn e Liam che stavano parlando con delle regazze. -Ciao.- esordì, d'un tratto entusiasta, Hope, buttandosi al collo di Liam. -Ciao Hope..- Il ragazzo era un pò confuso dal suo comportamento. Niall guardò interrogativamente Harry, che le fece segno di aver bevuto. -Hope, stai bene?- La ragazza era ancora attaccata al collo di Liam. -Mi gira la testa.- bisbigliò contro il suo collo. -Forse è meglio farla sedere.- suggerì Zayn. La portarono verso un divano, e si stese buttandosi su di lui. Zayn tirò magicamente fuori una piccola pezza bagnata, che passò sulla fronte della ragazza. -Meglio?- -Si, grazie. Scusate..non so cosa mi è preso. Sapete, non sono abituata a bere.- Hope si mise a sedere composta. -L'avevamo intuito.- Niall sorrise. 
-Non so voi, ma io ho voglia di ballare.- Liam si alzò, seguito dagli altri. -Io no..non mi sento ancora bene.- Hope restò seduta. -Se vuoi resto con te..- -No, no, non ti preoccupare, vai.- Fece segno ad Harry di andare. Li guardò allontanarsi verso il centro, e li vide contorcersi, muoversi con mosse strane, cercare di ballare. Cercava di trattenere le risate, quando sentì un fiato caldo sul collo. -Balla con me, piccola.- Girò la testa di scatto verso Louis, arrossendo. -I-io..no.-
-Perchè?- -Non parlo con te.- Incorciò le braccia sotto il seno, spostando lo sguardo. -Andiamo, non fare la capricciosa. Vieni.- Louis tese una mano verso di lei. La ragazza scosse la testa. -Non farti pregare. Senti, mi..dispiace per oggi. Dai, vieni.- Louis piegò la testa di lato, alzando le sopracciglia. -Perfavore.- Hope si rassegnò, alzandosi. Si presero per mano, avviandosi verso il centro. -Ti avverto, non so ballare.- -Non ce ne sarà bisogno.- -Cosa..?- Louis fece un cenno verso qualcuno dietro di lei, e d'un tratto la musica cambiò completamente. Partì 'Turn your face', di una band femminile di cui non conosceva il nome. Socchiuse gli occhi guardando Louis. -Tu...- sibilò. Lui sorrise a la avvicinò a se. Prese le sue braccia e le mise intorno al suo collo, poi le cinse i fianchi stringendola forte a lui. Iniziò a muovere i fianchi dolcemente, mentre lei seguiva i suoi movimenti impacciata. Intorno a loro iniziavano a formarsi nuove coppie. Hope poggiò la fronte sul suo petto, Louis poggiò il mento sulla sua testa. C'era una notevole differenza d'altezza tra i due. La ragazza ispirò il suo dolce profumo, mentre lui muoveva lentamente le mani sulla sua schiena, carezzandola. Louis le alzò la testa, e la fece inclianare leggermente, lasciando libero l'accesso al suo collo. Senza che lei se ne rendesse conto, lui poggiò le labbra sulla sua pelle bianca. Lasciò piccoli baci su tutta la lunghezza del collo, la ragazza strabuzzò gli occhi. Louis spostò leggermente la bretellina del vestito, e tracciò piccoli cerchi con la lingua 
sulla clavicola. Hope aveva il respiro corto, come dopo una lunga corsa. Infine, Louis le lasciò una linea tracciata con la lingua, a partire dal lobo, fino alla spalla. La mora si ritrasse di scatto, rossa in viso. -L-Louis..penso basti.- Lui sorrise malizioso. -Dici? Io non credo proprio.- Fece per avvicinarla di nuovo, ma lei si scansò. -Basta.- Il ragazzo sbuffò. -Ok, ok.- 
 
Harry serrò i pugni, cercando di controllare a freno il suo insinto omicida. Cercando di tenere a bada i suoi ormoni, cercando di trattenersi dall'andare lì, staccare le labbra di Louis dal morbido collo di Hope, caricarsela in spalle e scappare. Non fece nessuna di quelle cose, si limitò a stringere forte i denti e uscire da quella discoteca infernale. 
 
 
 
 

Aaallora, ho pubblicato questo capitolo moolto prima, dato che asarò in punizione per un bel pò di tempo, non chiedetemi perchè lol, mia madre è matta.

Che dire? Cosa ne pensate? Vorrei ringraziare ancora tutti quelli che recensiscono/seguono/preferiscono/ricordano. Vi amo tutti fdichwuief *-*

Avevo un idea, che non c'entra una beata ciosba con i capitoli, ma la vorrei applicare u.u

Che ne dite se ad ogni capitolo, nello spazio autore, vi faccio una domandina? Ve gusta?

Bè, direi di iniziare con le presentazioni. Come vi chiamate? Quanti anni avete? Di dove siete?

Io mi chiamo Viviana, ho 14 anni, vivo a Roma.

E vi lovvo :3

Ora devo andare, non so quando ci risentiremo. Ciaooo <3

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Capitolo 9
*** All my windows still are broken, but I'm standing on my feet. ***


You never really can fix a heart.




Chapter 9
All my windows still are broken, but I'm standing on my feet.

-Tutte le mie finestre sono ancora rotte, ma io sono in piedi.-

 
 
 
-Ciao Robin. Jess,vuoi entrare?- Hope scese dalla macchina. -No, preferisco andare a casa. Ti chiamo domani mattina. Ciao tesoro.- 
Dal giardino vide le luci accese in casa. Aprì la porta ed entrò. -Ryan, sono tornata.- urlò. -Ryan?- Nessuna risposta. -Ryan sono io.Dove sei?- Si precipitò nel salotto, dove lo trovò. Seduto. Con il viso tra le mani.Con le mani nei capelli. La guardò. Con uno sguardò diperato. Gli occhi colmi di tristezza. -Ryan, cos'è successo?- Si tolse le scarpe e si inginocchiò vicino a lui, alzandogli il viso. Vide due lacrime scendergli dagli occhi azzurri. Non ricordava nemmeno quando fosse stata l'ultima volta che aveva visto suo fratello piangere. Gli accarezzò il viso. -Cos'è successo?- Chiese dolcemente. Lui si morse il labbro tremante. -Hope..- -Si?-Lui l'abbracciò forte. -Hope..è..è successa una cosa brutta.- Hope cominciava ad aver un pò paura. -C-cos'è successo?Parla Ryan!- -Non so se tu sia preparata a..- -Ryan! Sono pronta a qualunque cosa, ma parla!- -Ecco...La mamma...- La sua voce era interrotta dai singhiozzi. Il cuore di Hope perse un battito.Sperò intensamente di essersi sbagliata. -La mamma..cosa?- -La mamma..è..la mamma..non c'è più.-
Il cuore di Hope mancò 10 battiti. Spalancò gli occhi. Poi li serrò. Li serrò talmente forte, cercando di scacciare tutte le immaggini che le ronzavano in testa, tutti i 
pensieri in disordine. Sorrise. No, non poteva essere. C'era qualcosa che non andava. La mamma non poteva esserci morta. Era tutto un sogno. Aprì di nuovo gli occhi. Niente. Suo fratello era ancora lì, immobile, aspettando di vedere una reazione da parte di Hope, che non arrivò. La ragazza guardava il vuoto con gli occhi spalantati. Rimase in transe per qualche minuto. Poi Ryan, preoccupandosi, la prese per le spalle, squotendola. -Hope..ci sei?- Lei si alzò di scatto, allontanandosi. Aggrottò la fronte, e in quel momento sentì gli occhi pizzicare. Cominciò a respirare faticosamente. Si voltò e corse su per le scale. Sbattè la porta, facendo tremare i quadri appesi alle pareti. Ansimava, in preda al terrore. Si avvicinò all scrivania, spazzando via tutti i fogli che c'erano sopra. Buttò a terra penne, libri, fogli, prendendoli a calci. Dalla mensola prese tutti i suoi CD, le statuette,la sveglia, e le scaraventò sul porquet, mandando tutto in frantumi. Singhiozzava, scossa da tremiti incontrollati. Era in preda ad una crisi, non riusciva a controllarsi. Si avvicinò al muro, strappò i poster dei suoi idoli, Ed e Demi. Quelli che gli davano la forza. In quel momento però non aveva più bisogno di forze. Non le voleva più.Si sentiva inerte davanti a tutto. Strappò i post-it con frasi che le davano speranza. Ma in quel momento nemmeno la speranza c'era, e non sarebbe servita comunque. Con gli occhi appannati corse in bagno, aprì l'armadietto, e con dita tremanti buttò all'aria qualcunque cosa, finchè non trovò il taglierino. Lo prese, stringendolo nel palmo, fino a vedere gocce scendere. Allora lo portò al polso sinistro, spinse, e trascinò. Di solito bastava una laggera pressione per farle sgorgare il sangue, infatti iniziò a scenderle copiosamente. La mano le tremava incedibilmente, tremava tutto il suo corpo. Si trascinò a terra, e lanciò un urlo straziante. Aveva perso sua madre del tutto. Se prima le parlava una volta ogni tanto, ora non ne avrebbe più avuto la possibilità. Chiunque avrebbe pensato che la situazione fosse la stessa di prima, ma non era così. Ora Hope sentiva che una parte del suo cuore era stata spezzata del tutto. Sentiva un vuoto incolmabile dentro. Gridò di nuovo, prendendosi il viso tra le mani saguinanti.
Aveva le spalle scosse dai singhiozzi. In quel momento, più che mai, avrebbe voluto sua madre vicino. Mai, come allora, le era mancata così terribilmente. Aveva bisogno di lei, delle sue braccia che la stringevano da piccola, le sue mani che l'accarezzavano, i suoi capelli che le solleticavano il viso quando le dava il bacio della buonanotte. Aveva bisogno del suo profumo di gelsomino, sempre fresco, della sua risata la mattina quando preparava la colazione, la sua voce che augurava a lei e a suo fratello buona giornata prima di andare a scuola.
Quei ricordi strazianti non fecero che distruggerla di più. Piangeva sommessamente, cercando di trattenere i singhiozzi. Riprese fiato, boccheggiando, e guardò di nuovo l'arma nella sue mani. Stringendo i denti, la riportò al braccio, stavolta tracciando una linea che partiva dal polso e finiva alla fine dell'avambraccio. Si buttò a terra, stremata, dolorante, distrutta. 
 
Bussarono alla porta. -Hope, posso entrare?- La voce di Ryan la svegliò dai suoi sogni tormentati, per portarla alla realtà ancor più tormentata. -Sorellina..- La ragazza scese dal letto, e andò ad aprire la porta. Ryan era davanti a lei, con profonde occhiaie e un'ombra di barba gli oscurava il volto. Cercarono entrambi di forzare un sorriso, che però non riuscì affatto. -Ti ho portato qualcosa da mangiare.- Indicò il vassoio con una tazza di caffè e un cornetto alla crema. -Scusa..ma non ho fame.- -Ti capisco.Senti, ti va di parlare?- Hope si scansò dall'uscio, facendolo entrare. Prima di addormentarsi aveva cercato di dare una sistemata alla sua camera, con scarsi risultati. Ryan però non sembrò fare caso allo stato della stanza, e si andò a sedere direttamente sul letto, poggiando prima il vassoio sul comodino. La sorella si sistemò vicino a lui, poggiando la testa sul suo petto, in cerca, per la prima volta, di conforto. Il fratello le accarezzò la testa dolcemente. -Com'è successo? Come l'hai saputo?- sussurrò Hope. -Ecco..mamma e papà stavano tornando dall'Africa. Volevano venire da noi, per farci una sorpresa, credo. Erano atterrati all'aereoporto qualche ora fa, e sull'autostrada, il loro taxi ha avuto un incidente.- La voce del ragazzo a volte era spezzata a causa dei leggeri singhiozzi. Hope ascoltava, stringendo gli occhi, non riuscendo ancora a capacitarsi interamente dell'accaduto. -Poi..?- lo incitò. -Poi..quand'è arrivata l'ambulanza, era troppo tardi. Papà ha detto loro di chiamare sul mio numero. Ora lui è internato all'ospedale St Joseph. Vorrei andarlo a trovare oggi. A te va?- -Non so..ma credo che sia ora di farsi forza. Si, credo che verrò con te.- Ryan sorrise e si alzò dal letto, dirigendosi verso la porta. -Ryan?- Hope lo fermò. -Si?- -Ti voglio bene!- La ragazza si fiondò tra le sue braccia, abbracciandolo teneramente. 
 
-Stai bene?- -Si, si, sono pronta.- Hope sospirò, prendendo il fratello per mano, ed entrando all'interno dell'ospedale. C'erano decine di persone in attesa, stanche. Hope odiava gli ospedali. si diressero verso lo sportello 'accoglienza'. -Posso esservi d'aiuto?- Chiese gentilmente la signora mora seduta dietro al vetro. -Ehm..si. Cerchiamo il signor Ben Mandler. Siamo i suoi figli.- La moretta fece scorrere lo sguardo su un elenco di nomi, fino a fermarsi. -Si, ecco. Secondo piano, stanza 13.- -Grazie.- Aprirono una porta, e subito l'odore di disinfettante e medicine li assalì. Hope odiava gli ospedali! Trattenne un conato di vomito. Salì due rampe di scale, fino ad arrivare al loro piano. attraversarono il corridoio, fino ad arrivare alla stanza con la targhetta del numero 13. I due fratelli si guardorono, stringendosi la mano, ed entrarono. C'erano 4 lettini sistemati nella stanza. Loro individuarono subito quello di Ben. Stava guardando scocciato la partita di calcio trasmessa sulla microscopica TV appesa alla parete. Non si accorse di loro finchè non se li trovò davanti. Aveva gli occhi leggermente socchiusi e arrossati, ma quandi li vide li strabuzzò. -Ryan! Hope!- Il suo era un sussurro strozzato. Hope si avvicinò e lui gli strinse la mano. Nient'altro. Non potè non provare una morsa una stretta al cuore davanti all'indefferenza dell'uomo. -Ciao..papà.- Lei e Ryan si erano sistemati ognuno ad un lato del letto. -Come stai?- Ben sospirò. -E' evidente che ho avuto tempi migliori.- Stranamente biascicava le parole. -Cos'hanno detto i dottori?- -Niente di grave, devo solo restare per degli accertamenti. Poi potrò tornare a casa.- Fece un sorrisino. -Hai intenzione di viaggiare ancora?- -Non sono affari tuoi.- Ryan aggrottò la fronte, irritato. Il padre non aveva levato gli occhi da quella dannata TV, non li aveva degnati di uno sguardo, e questo faceva male ad entrambi. Hope non aveva detto una parole da quando erano entrati, ma finalmente aprì bocca, per spezzare quel silenzio assordante. -La mamma..- Voleva solo sapere dov'era, ma la reazione del padre non era esattamente quella aspettata. Balzò a sedere di scatto, con pugni chiusi e gli occhi ancora arrossati. -Tua madre è morta! Ed è solo colpa tua!- Strascicò le parole, stringendo i denti. Hope spalancò gli occhi, spaventata, guardando Ryan, che subito si alzò. -Stai calmo e non ti agitare.- disse lentamente, cercando di tranquilizzarlo, ma avendo l'effetto contrario. L'uomo afferrò un polso di Hope e lo strinse forte, guardandola negli occhi. -Tua madre è morta!Non c'è più! Mary non c'è più!- Ryan lo strattonò subito, e Hope si allontanò, terrorizzata. -Non azzaddarti a toccarla mai più, ok?-
-Altrimenti che mi fai, ragazzino?- I due fratelli erano più che sorpresi dal comportamento del padre, sapevano che era uno stronzo, ma non si aspettavano che arrivasse a quel punto. D'un tratto, Ben si girò, e iniziò a rovistare sotto al cuscino. Infine ne tirò fuori una bottiglietta. Liquore. Alchol. Ecco spiegato. Era ubriaco. La stappò e se la portò all bocca prima che Ryan riuscisse a strappargliela di mano. Hope lo guardò schifata, poi girò  tacchi e uscì da quella stanza numero 13. 
Sentì dei passi dietro di lei, e sentì prendersi per un braccio. -Hope, ascoltami. So che è terribile scoprire che la mamma è morta e che papà è diventato pazzo. Ma dobbiamo essere forti. Dobbiamo continuare a sostenerci.- -Io non vogli oavere più niente a che fare con lui. Voglio solo sapere dov'è la mamma. Voglio che abbia una degna sepoltura al cimitero, e basta.- Ryan annuì. -Hai ragione, andiamo a parlare con uno dei dottori.
 
-La signora Mary, secondo i dati, è morta sul colpo, ragazzi.L'impatto è stato molto violento, è un miracolo che gli altri due passeggeri siano sopravissuti.- Hope sbuffò. Sarebbe stato meglio se non fosse così. -Dov'è nostra madre?- -L'abbiamo mandata in un posto apposito, in attesa che uno dei suoi parenti arrivi.- -Eccoci.- -Ma..voi siete piccoli.- Il dottore aggrottò le sopracciglia. -Non si preoccupi, sappiamo cavarcela benissimo. Vogliamo solo sapere dov'è, la porteremo via, faremo un funerale semplice, e basta.- Il dottore annuì, poco convinto. -Ah, un altra cosa. Ben Manlder, nostro padre, cos'ha?- -Ecco, non ha lesioni o ferite gravi, ma ha subito un grande shock. Non riesce ancora ad accettare la morte della signora Mary. E le infermiere l'hanno beccato con una bottiglia di liquore alla bocca. Credo che sia meglio se lo teniamo ancora un pò sott'occhio, così lo controlleremo bene. Magari lo possiamo anche mandare in una clinica di riabilitazione.- -dubito che ne sarà d'accordo. Comunque..grazie mille, dottore. Tornerò domani per portare via...nostra madre. Arrivederci.- Prese la sorella per mano ed uscirono da quel edificio. Hope odiava gli ospedali.
 
Arrivata a casa, Hope corse in camera sua, buttandosi sul letto. Non ne poteva più. Era successo tutto così in fretta. Suo padre..suo padre la odiava! Ma forse solo perchè era ubriaco. Certo, Hope se lo ricordava cinico ed egoista, ma non si aspettava fino a tal punto. Si mise a sedere e chiuse gli occhi, cercando di impedire alle lacrime che chiedevano d'uscire, di bagnare il suo volto. Ma non ci riuscì. Una lacrima scese fino alla sua guancia, arrivò all'angolo della sua bocca, sfiorandola, e si fermò sul mento, fermandosi indecisa, e alla fine spiccò un salto. Un'altra goccia la seguì, un'altra ancora arrivò fino alla punta del nasino, solleticandola, per poi fare un volo. Il suo era un pianto silenzioso, in ogni goccia di quell'acqua salata c'era racchiuso il suo dolore. Ispirò, cercando di prendere fiato, e si diresse verso il bagno. Senza impedizioni, prese l'arma che era rimasta poggiata sul suo lavandino, dalla sera prima, ed iniziò a distruggere il suo corpo, la sua mente, e la sua vita. E così, le lacrime si mischiavano a sangue, entrambe gocce, frutto dello stesso dolore, ma espresso in modo diverso. Entrambe facevano male. 
Sentì il telefono squillare, e le note di 'Give your heart a break' si diffusero nella stanza. Hope le ignorò, continuando a ditruggersi, ma la suoneria era insistente, la disturbava, così si decise a rispondere. Si alzò dal freddo pavimento del bagno, dirigendosi nella cameretta ancora disordinata. Prese il suo iPhone5 dal letto,si asciugò le lacrime, e trascinò l'immagine del tasto verde. -Si?- -Hope! Come mai non sei venuta oggi a scuola? Mi stavo preoccupare, non ti sei fatta sentire e...- La voce squillante di Jess le entrò nelle orecchie. -Sto..bene.- Cercò di trattenere i singhiozzi, ma la bionda se ne accorse comunque. -Hope? Cos'è successo? Perchè piangi?- Era preoccupata. -Vieni.- La sua voce era tremante. -Arrivo subito.- Hope chiuse la conversazione, poggiò il telefono sul petto, e chiuse gli occhi. Voleva mettere in ordine i suoi pensieri confusi. Sentiva un vuoto enorme a causa dlela perdite della madre. Sentiva una rabbia crescente a causa del comportamento del padre. Sentiva un affetto infinito verso il fratello, e Jessie, che le stava accanto. E soprattutto, cosa che la spaventava più di tutte, perchè non si collegava a nessuna delle altre emozioni, sentiva un amore crescere dentro di lei, per un ragazzo che l'aveva stregata fin dall'inizio. E che lei non avrebbe assolutamente dovuto amare.
 
 
 
Sal*pomodori in faccia*
Scusate per l'enorme ritardo, mi dispiace tantissimo, ma ve l'ho detto, mia madre mi ha messo in punizione, è comoleatamente esaurita T.T
Allooora, cosa ne pensate? Mi sono impegnata molto per scrivere questo capitolo, cercando di descrivere bene le emozioni di Hope, l'ho retto e riletto, modificato, ma non ne sono affatto contenta D:
Anyway, so che è un capitolo molto depressivo, ma era essenziale per il continuo della storia. Come vedete, Hope capisce di essersi innamorata, cosa che però non c'entra una beata mazza con il resto del capitolo T.T
Però, è importante che lei capisca bene i suoi sentimenti, anche se sono ancora confusi. Ok, non resto più a rompervi, vado :)
Lasciatemi una recensioncina, se vi và. Vorrei ringraziare ancora tutte le persone che seguono/preferiscono/ricordano la sotria. Vi adoro.
Ah, mi sono scordata LA DOMANDA :3
Ecco... Di che fandom fate parte? Che cantanti ascoltate?
Io sono assolutamente Directioner, penso che era ovvio, loro sono i miei unici idoli. Sono anche Lovatic, la Devonne è fantastica, mi dà così tanta forza da non poter nemmeno immaginare. Poi ascolto Ed Sheeran, amo quel ragazzo nicsnaksdnail. E anche Justin Bieber, Taylor Swift, e le Little mix. 
Oook, ora vado. Un bacio enorme, a presto. <3

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Capitolo 10
*** I need hope. ***


You never really can fix a heart.





Chapter 10.
I need hope.

-Ho bisogno di speranza.-

 
 
 
-Hope..Ryan mi ha raccontato tutto, mi dispiace terribilmente.- Jess interruppe le riflessioni di Hope, entrando della stanza con le lacrime agli occhi. Corse su di lei ad abbracciarla, stringendola forte. Era tutto quello di cui Hope aveva bisogno in quel momento. Un abbraccio. Niente parole, lacrime, o altro. Un abbraccio e basta. Forse non proprio da Jessie, anche da... No! No! No!
-Hope, stai bene?- -Si..no..non lo so. Come potrei stare, secondo te?- -Ti capisco, anch'io ero nella tua stessa situazione.- Sospirarono. -Ryan mi ha raccontato anche..di tuo padre. Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Io sono accanto a te.-
 
Il giorno dopo Hope non andò a scuola, quello seguente nemmeno, e neanche l'altro ancora. Restò una settimana a casa, rinchiusa nella sua stanza, senza mangiare, o dormire. Non faceva che ascoltare musica, piangere, e trasformare il suo dolore mentale, in fisico. Suo fratello era tornato in ospedale solo una volta. Per vedere come stava suo padre, ma la visita non si concluse bene, dato che litigarono, e Ryan tornò a casa arrabbiato come non mai. Aveva organizzato tutto per un semplice funerale, solo loro due, forse il padre, e qualche parente che aveva insistito per venire. Si sarebbe tenuto due giorni dopo. 
 
-Hope, quando tornerai a scuola? Lì hanno chiesto di te.- La ragazza si sorprese alle parole di Jess. Qualcuno aveva chiesto di lei? -Davvero? Chi?- -Oh, i professori..- Hope sbuffò. Era ovvio, loro erano gli unici a cui poteva interessare. -E anche i ragazzi.- Il cuore della mora fece un balzo. Sorrise, contenta che l'amica non avrebbe potuta vedere attraverso il telefono. -Contenta?- -Uhm, cosa? Contenta, di che?- -Non fare la vaga, si vede che sei contenta.- Hope si guardò intorno. -Mi stai spiando, vero? Sei nascosta da qualche parte, ammettilo.- Jessie scoppiò a ridere. -Comunque, penso che tornerò fra qualche giorno. Dopodomani ci sarà il funerale, credo che dopo sarò pronta.- -Ok, sono contenta. Ascolta, te la senti se dopo passo da te e facciamo due passi?- -Mmm, ok. Ti aspetto, muoviti.- -Perfetto, mezz'ora e sono lì.- 
Hope si vestì in fretta, una felpa azzurra con il segno di Superman, larga da poter coprire i tagli, più numerosi e profondi che mai, un paio di leggins azzurri, e le sue Converse bianche. Fece giusto in tempo di spazzolarsi i capelli e passarsi un filo di matita, che si sentì chiamare da sotto. Scese di corsa le scale, salutò il fratello, e uscì di casa insieme a Jess. L'aria, quel pomeriggio, era abbastanza calda, il sole pallido le riscaldava. -Allora..come vanno le cose nella scuola?- Jessie storse la bocca. -Mm, Cheryl mi ha chiesto se volessi entrare nelle cheerleader.- Hope si bloccò. -E tu?- -Ovviamente ho rifiutato, idiota! Ti pare che vado con lei e le sue amiche ochette? Ti prego.- Jessie fece una faccia scandalizzata, facendola ridere. -Tu, invece? Stai meglio?- Hope annuì, poco convinta. -Senti..ho una domanda, da un pò di tempo. -Vai, spara.- Hope la incitò. -Tu..ti..insomma..ti..lo fai ancora?- Hope si irrigidì. -Si..- -Oh. Hai mai pensato di semttere?- -Perchè me lo chiedi?- -Così. Perchè..è pericoloso e non risolvi nulla..- -Senti, non venire a farmi la ramanzina! Tu non sai quello che ho passato e che sto passando, non lo sai, ok? Non pretendere di capire, perchè è inutile, non ci riusciresti! E' la mia vita, il mio corpo, la mia mente.- Hope strinse forte i denti e serrò i pugni. La bionda rimase in silenzio, sorpresa e ferita dalle parole dell'amica. -Si, ma tu sei un pezzo anche della mia di vita, lo sai?- Hope si intenerì. -Oh, Jess, scusami.. io..io non volevo essere così stronza. E' che..non ne posso più!- Si fermarono, bloccando il passaggio sul marciapiede affollato, e si abbracciarono. -Scusami.- mormorò la bionda. -Scusami tu.-
-Ehi, ti va di dormire da me, stasera?- -Si, però devo prima passare a casa, e avvertire Ryan.- -Mm, ok. Io intanto però, devo andare un attimo a casa mia, è tutto incasinato, devo mettere un pò in ordine. Ti aspetto, ok?- -Perfetto, ti chiamo.- 
 
-Ryan, oggi vado a dormire da Jess, va bene?- -Oh, menomale. Stasera devo uscire con Nicola, non volevo che restassi sola.- -Ah, senti, Hope. Ho una cosa da dirti.- Hope lo guardò. -Sediamoci.- Presero posto sulle due sedie in cucina, intorno al tavolo-isola. -Senti.. la mia scuola ha organizzato un campo per tutti quelli dell'ultimo anno con la borsa di studio. In Messico, ti rendi conto?- -Oh, Ryan. è..è fantastico! Sono così felice per te!- Corse ad abbracciare il fratello. -Quando partite?- -Ehm..la..settimana prossima.- Hope si bloccò. -Cosa? La settimana prossima? E tu mi vuoi lasciare sola? Per quanto tempo?- -Ecco, Hope, mi dispiace tanto. Durerà tre settimane. Scusa, sai che darei qualunque cosa per poterti portare con me, e l'ultima cosa che voglio è lascirti quì da sola. Ma devi capire che è un'occasione imperdibile!- Hope si intenerì allo sguardo del fratello. Era una fottuta egoista. Pensava solo a se stessa. -Certo, Ry, non ti preoccupare. Me la caverò perfettamente, sono contentissima per te!- -Grazie, Hope, sei la migliore sorella del mondo!-
 
-Ehii, ciao piccola.- Hope abbracciò Honey, la sorellina di Jess. La piccola era bionda come lei, ma, a differenza della più grande, aveva dei bellissimi occhi color miele. La piccola si lasciò prendere in braccio. -Ciao, Hope.- Le schioccò un bacio in guancia. -Hei, sono gelosa.- si intromise Jessie. -Prrr.- Honey le fece una pernacchia, scherzando. -Jessie, io devo uscire.- -Si, ok, ciao pà.- La ragazza sbuffò, appoggiandosi al lavandino della cucina. Hope la guardò interrogativamente, mentre Honey giocava con i suoi capelli. -Papà. Lui sta sempre al lavoro, dalla mattina alla sera! E a casa ovviamente, devo fare tutti io.-
-Tu non fai mai niente.- Si intromise la sorella. Jess la fulminò con un occhiata. -Ehm..tesoro, credo che sia ora che tu vada di là, ok?- -Uff, ma perchè?- -Dai, vai a letto a vedere i cartoni animati, arrivò tra un pò.- Honey sbuffò, e strusciando i piedi a terra, andò in camera sua. Le due ragazze andarono in salotto, e Hope si buttò sul divano, mentre Jessie incominciò a spazzare a 
terra. -Allora, cosa facciamo?- sbuffò la mora. -Non ne ho la minima idea.- -Che mi racconti? Cosa c'è di nuovo a scuola?- -Oh, te l'ho già detto, niente di particolare.- -Hai più parlato con i ragazzi?- -Mmm, si, ci siamo salutati, abbiamo chiaccherato un pò..hanno chiesto di te.- Hope annuì, cercando di apparire indifferente. -Uhm..interessante. Potresti farmi un favore?- -Si.- -Posa quella cavolo si scopa, mi stai facendo venire il mal di testa a forza di girare per la stanza!- Jessie sbuffò, e si buttò vicino all'altra. Sospirarono entrambe. -Ho un'idea!- Jess balzò a sedere. -Chiamiamo i ragazzi!.- -No, oh, no no no! Tu non chiami proprio nessuno.- -E perchè no?- -Uno, c'è Honey. Due, sicuamente la sera avrenno da fare. Tre, io non li voglio, avrei voluto passare una serata con te. Quattro, c'è Horan, e non credo che tu voglia una sanguisuga appicciccata a te per tutta la serata.- Jess fece una smorfia al punto quattro. -Oh, andiamo, ci stiamo annoiando a morte! Honey la facciamo addormentare. Poi, chiamiamoli, no? Così 
abbiamo la certezza se sono liberi o meno. Dai, ti prego!- -Uff, ok.- Jess corse a prendere il cellulare. -Oh, e dopo forse mi dirai perchè non li vuoi.- Disse, portandosi il telefono all'orecchio. -Pronto, Zayn? Ciao, sono Jess. Che fai? Uh. Ma, io niente, sto con Hope e ci annoiamo. Era esattamente quello che avevo in mente..ok..si, certo..ok..Ciao.- Jess annuì soddisfatta. -Ce l'ho fatta, ora avvisa gli altri, e fra un pò verranno da noi.- 
 
Suonarono il campanello. Hope andò ad aprire. Si ritrovò i cinque ragazzi sorridenti davanti alla porta. -Ciao..entrate.- mormorò imbarazzata. Si fece da parte, lasciandoli passare. Jess dava un'ultima sistemata al salotto, e si girò verso di loro. -Ciao ragazzi.- Lei, al contrario, era allegra. -Allora, vi porto qualcosa?- -Ehm..no, grazie.- Liam scosse la testa, e insieme a Louis, si andò a sedere sul divano. -io vorrei qualcosa da bere, grazie.- -Una birra va bene?- -Perfetto.- Zayn annuì. -Io invece ho fame.- -Che novità, Horan.- 
Niall andò a cercare la cucina, affamato come al solito. Hope tornò invece con una cassa, contenente una decina di birre. La poggiò sul tavolino del salotto. Zayn e Louis stavano sbracati sul divano, Liam si era alzato per prendere una lattina di birra, e Jessie era andata a recuperare il biondo affamato. Louis si lazò, dirigendosi verso Hope, che abbassò lo sguardo, sentendosi osservata da tutti. Il ragazzo la abbracciò improvvisamente, facendola avvampare. Le prese il volto tra le mani e le lasciò un bacio sulle labbra, sotto le occhiate divertite e i fischi di approvazione degli altri. -Come mai non ti sei fatta vedere questi giorni?- -Ehm..sono stata male.- mentì. -Hmm, ok, se lo dici tu. Però una telefonata la potevi anche fare per avvertire.-disse seccato. Hope lo guardò sopresa e incredula. Come si permetteva lui di giudicarla e dire cosa doveva fare? -Se ti interessava, la potevi chiamare tu. Lei non ha nessun dovere verso di te, Tomlinson.- Jessie apparve sulla porta, scocciata, trascinando Niall dietro di se. 
-Nessuno ti ha interpellato, Hamilton.- Ribattè acido Louis. La bionda fece una smorfia. -Dov'è Harry?- Intervenne Liam. -Mi ha chiesto dov'è il bagno. Penso sia ancora lì.- -Lo vado a cercare.- -No, tu non conosci la casa. Vai tu, Hope.- Jessie fermò Liam e lo fece sedere di nuovo, facendo l'occhiolino a Hope, che ricambiò con un'occhiata di fuoco. Rassegnata, salì le scale, e mentre si dirigeva verso il bagno, sentì delle risate e una voce maschile che conosceva bene. Aprì la porta della cameretta dei giochi di Honey, e il cuore prese a batterle più forte, il sangue scorrere velocemente nelle vene, e il respiro accelerare, alla vista di Harry che giocava con la piccola. Era seduto per terra, sommerso dai giocattoli, e teneva la bambina seduta sulle sue gambe. Attraverso la porta socchiusa, li osservava attentamente, sentendo un amore infinito crescere a dismisura verso quel ragazzo.  Lo vide prendere la mano di Honey, un vivido contrasto con quella grande di Harry, e aiutarla a lisciare i capelli ad una Barbie che sicuramente aveva visto tempi migliori. Ad un tratto, la piccola si alzò, e si diresse verso una borsetta sul tavolo. Infilò le manine dentro, e le portò fuori infine, tenendo un oggetto nascosto. -Chiudi gli occhi.- La bambina rideva, mentre diceva ad Harry cosa fare. Lui obbedì, e lei tirò fuori il rossetto rosso, spalmandoglielo irregolarmente sulle labbra caronese e perfette. Ad opera finita, Hope cercò di trattenere una risata, ma non ci riuscì. Era troppo divertente! Scoppiò a ridere, facendo girare quattro occhi verso di lei. Harry balzò in piedi. -Hope! Guarda! Guarda come ho truccato Harry! Non è bello?- Honey salterellava intorno alla ragazza, che la prese in braccio scoccandole un bacio. -Eh, non sono bellissimo?- Si pavoneggiò il riccio. -Si, davvero una bellissima ragazza! Se fossi un maschio, non esiterei a saltarti addosso, sul serio.- Scoppiarono a ridere entrambi. -Da quanto tempo sei là fuori?- -Abbastanza per rendermi conto che ci sai fare con i bambini.- -Bè, si, devo dire che me la cavo. Cosa ci fai quì?-
-Stavo venendo a cercarti, quando ho sentito delle risate.- Hope cercava qualcosa nelle tasche. -Ehi, sorridi.- *click* -Ma che..?- -Così ora posso ricattarti come voglio.- La ragazza mostrò trionfante la foto sul suo cellulare. -Stronza..!- Honey sobbalzò. -Non si dice!- Sussurrò con gli occhi sgranati. Harry rise e la prese in braccio. -Non ti preoccupare, principessa, anche tu le dirai le parolacce da grande. Ora dobbiamo andare, dove la portiamo lei?- -In camera di Jess, dovrebbe dormire a quest'ora.- Si diressero verso la stanza, Harry la teneva ancora in braccio. La posò dolcemente sul letto, prese la coperta a gliela imboccò, per poi lasciargli un bacui sulla fronte, tutto sotto lo sguardo sorpreso di Hope. -Sogni d'oro, principessa.- La mora aveva un groppo in gola. Non potè non pensare a quanto sarebbe stato bello vedere Harry come padre dei loro figli. Sospirò, poi si riprese. Scese le scale di corsa, seguita da Harry. Arrivati nel salotto, tutto era come prima, solo 
che questa volta la tensione si poteva tagliare col coltello. -Cos'è successo?- Chiese il riccio allegramente. -Oh, finalmente siete tornati. Pensavamo stavate scopando in quel bagno.- Hope sgranò gli occhi, non tanto per le parole che aveva usato Louis, ma più per il tono acido. -Che vorresti dire, scusa?- Harry socchiuse gli occhi. -Esattamente quello che hai sentito, Haz. Dopo mezz'ora passata con la mia ragzza, posso pensare che..- -Non è la tua ragazza.- precisò Jess. Louis le rivolse un'occhiataccia. -Zitta, tu.- -Attento con le parole.- Niall arrivò in difesa di Jessie. -Ehi, ehi, calmi tutti.- Liam cercò di allegerire la tensione e calmare le acque. Hope stringeva i denti, senza dire niente, serrava i pugni cercando di controllare la rabbia improvvisa. I pensieri le vorticavano in testa come impazziti: la morte di sua madre, suo padre ubriaco, Louis che la usava, la sua depressione, e Harry, Harry, Harry, Harry! Strinse forte gli occhi, aveva il respiro accelerato, le gambe le tremavano, temeva che non la reggessero più. Sentiva gli altri che discutevano, senza rendersi conto della sua sofferenza. Sono qui! Sono qui! urlava una voce dentro la sua testa, assordante. -Basta!- gridò. Con le mani tremanti, e qualche lacrima che le rigava il viso arrossato, corse verso l'uscita, sbattendo la porta dietro di se. Corse, corse piangendo, i denti le battevano per il freddo e la rabbia repressa, corse fino allo sfinimento, finchè le gambe cedettero. Si rialzò, non badando alle ginocchia sanguinanti, ai sassolini dell'asfalto incastrati come pezzi di puzzle, ai palmi rossi. Perchè nessuno mi vuole? Perchè sono così sbagliata? Va tutto storto nella mia vita. Voglio morire, voglio morire, voglio morire.
I suoi pensieri erano un vortice confuso, le scoppiava la testa, le gambe dolevano, i polmoni bruciavano. Si fermò, senza fiato, davanti alla sua casa. Vide la luce accesa. "Strano" pensò "Come mai Ryan è tornato così presto?" Prese le chiavi e le infilò nella serratura. Un solo giro bastò per aprirla. Fracasso. Cos'era? Rumore di pentole buttate a terra. Assordante. Sorpresa, si diresse verso la cucina, chiedendosi cosa diavolo stesse facendo suo fratello. Ma quando arrivò sulla soglia, si bloccò. Sorpresa. Impaurita. Sconvolta. Perchè quello non era Ryan. Era suo padre. 
Deglutì, più volte, cercando di scacciare il groppo che le si era formato in gola. -Papà?- sussurrò. L'uomo si girò, sorpreso. E allora Hope vide l'ultima cosa che avrebbe voluto vedere in quel momento. Gli occhi erano arrossati, il sorriso che le fece tirato, si reggeva in malmodo sulle gambe traballanti. -Ciao, piccola mia.Come va?- Il padre sbiascicava le parole. -Papà, che ci fai quì?- -Ho chiesto come va.- ripetè, cercando di reggersi in piedi. Hope sospirò. -Bene.Che cosa ci fai quà?- -Ho pregato all'infermiera se poteva mandarmi a casa.- Aveva uno strano luccichio negli occhi, compiaciuto. -Che c'è, non sei contenta?- -N-no. Cioè, s-si, sono contenta..Bentornato.Bè, io vado sù.- E corse, senza aspettare una sua risposta. Chiuse a chiave la porta della sua camera, prese l'iPod, le cuffiette, e si buttò sul letto, nel suo mondo perfetto. Non voleva sentire le urla di suo padre dal piano di sotto che imprecava perchè non trovava da bere, non voleva sentire il suono dei sassolini buttati alla finestra da Harry, non voleva sentire la voce di sua madre che le diceva che le voleva bene e che non era sola. Perchè non era vero. Lei era sola, come sempre, e in cerca di speranza.
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** It makes me feel like I can't live without you. ***


You never really can fix a heart.



Chapter 11.
It makes me feel like I can't live without you.

-Mi fa sentire come se non potessi vivere senza di te.

 

 
ATTENZIONE:Contenuti forti, violenza fisica e psicologica.


 
-Hope! Sei impazzita? Perché cavolo sei scappata ieri?- La voce arrabbiata di Jessie irruppe nella camera di Hope, appena illuminata dal pallido sole Londinese.
-Lasciatemi dormire.- mormorò assonnata, nascondendo la testa sotto il cuscino. –Lasciatemi dormire un corno! Alzati! Dobbiamo recuperare la serata di ieri. E poi magari mi spieghi anche perché sei corsa via, eh.- Scoprì Hope dalle coperte, facendola raggomitolare su se stessa e brontolare per il freddo, ma non dava segno di voler scendere dal letto. Allora Jess iniziò a ballare e saltellare per la camera, cantando a squarciagola. A quel punto Hope non potè che alzarsi e tappargli la bocca. –Ma vuoi stare zitta! Sveglierai mio padre.- -Tuo padre? Ma che dici?- -Si, mio padre. Ieri sera, quando sono tornata, l’ho trovato in cucina, ubriaco.- -In casa non c’era nessuno tranne Ryan.- Hope aprì la porta e scese di corsa le scale. I  cucina, infatti, c’era solo suo fratello con una tazza di latte e cereali in mano. –Ryan! C’è qualcun altro in casa?-  -Buongiorno anche a te, sorellina. No, non c’è nessuno in casa, comunque. Perché?- -Oh mio Dio. Ry, ieri sono tornata a casa, e ho trovato papà che rovistava in cucina. Cercava da bere.- Ryan per poco non fece cadere la tazza. –Che cazzo? Che dici?- -Ti giuro. Era molto ubriaco.Sicuro che non sia in casa?- -Si, sicuro. E tu sicura che non te lo sia sognato?- Hope lo fulminò con lo sguardo. –Si idiota, sicura.- Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e guardò esasperato Jessie, che sorrise.

 
-Ieri Louis ti cercava.- Jess cercava dei vestiti, facendo scorrere le stampelle sulla fredda sbarra di ferro.-Non me ne frega niente.- Hope, disinteressata in fatto di vestiti, giocava col cellulare.-Hope, tu devi chiarire i tuoi sentimenti. Non puoi  essere innamorata di Harry e illudere Louis.- La bionda, con nonchalance, prese una maglietta rosa e se la poggiò sul petto, specchiandosi. –Che cosa? Io non sto illudendo proprio nessuno. Non ho mai detto a Louis di essere innamorata di lui, né tantomeno lo sono di Harry.- Hope alzò furiosa lo sguardo dal display. –Aha.- Jess annuì. –E’ Louis che mi si appicica, io non ho mai detto che mi piace.- -Non hai detto nemmeno il contrario.- -Ma…- Si interruppe. –Vedi, ho ragione.- -Ma non me l’ha mai chiesto. Lui ha deciso così, di punto in bianco, dopo avermi trattata come un verme per quasi un anno, che ero la sua ragazza.- -E tu non lo hai mai smentito.- -Oh, piantala Jess!- strillò rabbiosa, attirando così lo sguardo di alcuni clienti e delle commesse. –Sai perfettamente che io non sono innamorata di Louis.- -Oh, tesoro. Io lo so,so bene chi è. Sei tu che non lo sai ancora.- Jess sorrise, e si diresse verso la cassiera, con il suo acquisto in mano, lasciando Hope di stucco.

 
Harry passeggiava stanco per l’ Hyde Park’s Street, davanti ai soliti noiosi negozi, aspettando che arrivasse i suoi amici ritardatario. Nell’attesa si accese una sigaretta. Aspirò il fumo lentamente, cercando di smorzare il nervosismo che lo pervadeva sempre, da un po’ di tempo. Da quando conosceva Hope. O meglio, da quando aveva conosciuto la vera Hope. Da quando si era innamorato di lei. Lasciò uscire il fumo dalla bocca e dalle narici. –Haz, eccoci, scusa il ritardo, ma dovevamo accompagnare Waly da una sua amica..- Zayn cominciò a raccontare le sue solite giustificazioni. –Ciao, Zay. Ciao, Niall.-  Tagliò corto Harry. –Dov’è Liam?- -Eccomi, ragazzi, scusate il ritardo, ma dovevo accompagnare Nicola da Ryan..- -Avete sentito Louis? Come mai non è voluto venire oggi?- -Doveva uscire con una..- -Una? Ma non stava con Hope?- Harry trasalì. Accadeva ogni volta quando sentiva il suo nome. -Mha, sai com’è fatto Lou. E’ tipico da lui scaricare una ragazza a settimana.- Hope non è una ragazza qualunque. –Dove andiamo?- chiese Liam.-Ho voglia di cinema.- disse Harry.

 
-Uff, dove andiamo ora?- chiese spazientita Hope. –Ho voglia di cinema.-

 
-Che film ci vediamo?- I quattro amici stavano davanti ai vari cartelloni pubblicitari davanti al cinema, indecisi su cosa guardare. –Io voglio vedere Hungry Games 2! Vi prego, guardiamolo!- Niall piagnucolava come un bambino, pregando gli altri. –Oh, ‘I passi dell’amore’. Amo quel film!- Una voce troppo conosciuta fece bloccare Harry. I suoi muscoli si paralizzarono. Cristo, era possibile che una ragazza gli facesse quell’effetto? Non era mai successo. –Hei, ma quelle non sono..ragazze, ciao!- Liam corse verso di loro. Lo raggiunsero tutti, Harry si sforzò di sorridere. –Ciao a tutti..- dissero. –Ma che strana coincidenza…- Niall fece passare un braccio sulle spalle di Jess, che lo guardò scocciata. –Hope, ti volevamo chiedere…- Liam guardò gli altri, cercando la loro approvazione –scusa, per ieri. Noi non sapevamo…- Annuirono tutti. –Oh, quindi ora voi..sapete?- Guardò di traverso Jess, socchiudendo gli occhi. –Si, sappiamo, e ci dispiace tanto per tua madre.- aggiunse Zayn. –Ok...- Si creò un silenzio imbarazzante. -Bene…che film volete guardare?- chiese Harry.  –Oh, ‘I passi dell’amore’ assolutamente.- Jess stava per ribattere, ma Hope la fermò. –Non me ne importa niente. Se c’è bisogno, lo vado a vedere da sola.- A testa alta, andò verso la biglietteria. –Un biglietto per ‘I passi dell’amore’ grazie.- Pagò, prese il pezzo di carta, e si diresse verso le sale, senza voltarsi. Harry ammirava quel suo modo di fare che aveva acquisito, quella sicurezza lo attraeva.
Si guardarono e scossero la testa. –Dovete capirla, è molto, come dire..suscettibile in questo periodo. E’ difficile per lei.- proruppe Jessie.
 
And I pray to be only yours, I pray to be only yours, I know now  you’re my only hope.’
Hope lacrimava, commossa dalla canzone di Jamie, dallo sguardo innamorato di lui. Quanto avrebbe voluto che Harry la guardasse in quel modo adorante. –Stai piangendo percaso?- Sobbalzò quando sentì proprio la sua voce divertita. Si girò verso l’altra poltrona, vicino alla sua, e lo vide. I suoi occhi verdi e brillanti, le fossette, quel sorriso smagliante. Aveva un cestino del pop-corn, che sistemò al centro. –Allora?- -No, non sto piangendo.- mentì. –Certo, come no. Le vedo le tue lacrime.- disse avvicinandosi pericolosamente. –Esattamente come dicevo. Stai piangendo.- -E’ commuovente il film.- -Non è vero.- -E’ perché tu sei senza cuore.-  -Non è vero. Fa piangere solo le femmine.- Hope gli mollò un cazzotto sulla spalla. –Ahi.- disse massaggiandosela. –Vedi, solo le femm…- -Sssssh!- Gli altri spettatori gli fecero segno di stare zitti. Harry si giro e fece la linguaccia. Hope ritornò a guardare il film, cercando di non piangere, se non altro per non dargli questo piacere. Avvolte allungava la mano verso i pop-corn, e allora si scontrava con quella del ragazzo. Sentiva quel punto della pelle bruciare,e il calore salire per tutto il corpo.
Era questo l’amore?
 
Quanto voleva poter baciare quelle labbra, assaporarle. Voleva percorrere ogni centimetro della sua pelle, sentire il suo profumo ovunque, accarezzarla, voleva farla stare bene. Sentì ancora una volta un pugno nello stomaco, al ricordo dei suoi gemiti soffocati, ogni volta che lui e i suoi amici l'avevano maltrattata. Ma quell'amaro in bocca sparì quasi subito, alla vista del suo volto sereno, non più tirato e pallido come una volta, ora felice, mentre guardava con gli occhi lucidi il film. Sapeva che lei lo aveva perdonato.

 


Erano passati cinque giorni da quella serata al cinema. Il giorno dopo, domenica, si erano svolti i funerali di sua madre. Suo padre non si era più fatto vedere. Non che gli dispiacesse molto per lui, non gliene fregava niente. Louis, a scuola si comportava come al solito. Lunedì gli aveva portato una rosa, per scusarsi dei giorni scorsi. Lei gliel’aveva presa, ringraziandolo, normalmente, senza mostrare alcun trasporto. Il che aveva un po’ deluso Louis.
Il pomeriggio non usciva mai, di solito Jessie passava da lei per fare i compiti insieme. La sua vita era tornata la stessa,monotona, noiosa, di sempre.
 
-Ciao Hope. Che fai oggi?- Alzò gli occhi da terra verso il ragazzo dagli occhi azzurri che gli scoccò un bacio sulle labbra. –Niente di particolare. Perché?- -Mi chiedevo se ti andava di andare insieme da qualche parte.- -Dove precisamente?- -Non so..ad una festa..- -Mmm, non saprei, Louis. Sai, noi dovremmo parlare e..- -Oh Dio, quanto odio questa frase.- -Bè, ma se è vero che dobbiamo parlare..Comunque, non so se verrò. Ti faccio sapere. Ciao.- Non fece in tempo a fare due passi, che si sentì prendere per un braccio. Louis le prese il viso tra la mani e la baciò con trasporto, nel mezzo del corridoio della scuola, davanti a tutti. Davanti ad Harry.
 
 
 
 
Basta. Quella situazione non poteva andare avanti così. Harry non ce la faceva più a sopportare i loro baci. Lo distruggevano. Ogni volta che le loro labbra si scontravano davanti ai suoi occhi, impazziva, un pezzo del suo cuore si staccava.
Sedeva al tavolo della mensa insieme agli altri quattro. –Stasera la Fletcher. fa una festa. Chi ci va?- Zayn fece una smorfia alla domanda di Liam. –Io non la sopporto quella. E’ una sanguisuga.- -Però è figa.- commentò l’altro. –Lo chiederò a Jess.- -Ancora dietro alla Hamilton, Nialler?- Harry sorrise. –Tanto la conquisterò. E’ solo che non vuole ammettere di amarmi alla follia.- Scoppiarono tutti a ridere. –Io l’ho già chiesto ad Hope.- -Quindi fate coppia fissa voi, eh Lou?- -Solo finchè non me la darà.- Il ragazzo sorrise. Harry strinse i pugni, fino a che le nocche non gli diventarono bianche. Hope non è una puttana!  -Tu invece Haz, che farai?- -Non credo che verrò.- mormorò. –Su, andiamo, Harry! Non fare la femminuccia. Ci divertiremo. Magari lo chiedi alla Finn di accompagnarti, no? Dai, quella è una figa pazzesca, ci starà.- Gli altri cercavano di convincerlo. Non voglio la Finn. Non voglio nessun altro. Io voglio solo lei. Solo lei.
-Allora?-  -Ci penserò.-
 
 
-Niall mi ha chiesto di andare dalla Fletcher con lui. Che dici?- Jess era indecisa. –Fai come vuoi.-
Jess alzò gli occhi al cielo. –Ci andranno anche gli altri.Come mai a te Louis non l’ha chiesto?- -Veramente, me l’ha chiesto.- -Cosa? E tu che gli hai detto?- -Non gli ho risposto.- -Cioè?- -Certo che sei stupida. Non gli ho detto né si, né no.- -Oh, andiamo. Ti prego, vieni. Fallo per me.- -Non lo so, Jess. Io gli ho detto che gli voglio parlare, e lui mi dice che non gli piace questa frase. Non capisco perché continuare con questa pagliacciata.- -Io credo che dovresti venire. Almeno lo prendi da parte e gli dice quello che gli devi dire.- -Non lo so, ci penserò.- -Io credo che andrò.- -Bene. Almeno dai una possibilità al povero Horan, no?- -Tu che dici? Gliela dovrei dare?- -Sei tu a decidere.-  -Mmm, ok. Bè, ora vado. Devo cominciare a prepararmi. Ti chiamo dopo, ok?- -Va bene, ti faccio sapere.- La accompagnò alla porta, poi rientrò in casa. –Hope, puoi venire un attimo.- -Eccomi, Ry.- Si sedette sul divano con lui. –Cosa c’è?- -Bè,  ricordi quel campo in Messico di cui ti avevo parlato?- -Si, mi ricordo.- -Bè, ricordi che ti ho detto che è fra due giorni?- Hope inghiottì a vuoto. –Si, ricordo.- -Ecco, ora ho un po’ di dubbi. Non mi va di lasciarti da sola. Sei ancora piccolina e..- -Ry! Scherzi? Non ci pensare nemmeno! Tu devi andare, e basta. Senza nessuna obbiezione. E’ un’ occasione imperdibile!- -Lo so, lo so. Ma..è solo che non vogli lasciarti da sola. Sei ancora piccolina e..- -Niente ma! E non sono piccolina.- Hope fece il finto broncio. –E’ proprio questo che mi spaventa. Stai crescendo così in fretta e..- -Ry, non cominciare con questi discorsi da fratello maggiore. Non ti si addicono.- -Ehi, ma così mi offendi.- -Idiota. Comunque, il discorso Messico è chiuso. Tu ci andrai e basta.- -Ok, non è il caso di mettersi contro di te. Fai qualcosa stasera?- -Mi hanno invitata ad una festa, ma non sono sicura se ci andrò. Probabilmente resterò a casa. Tu?- -Greg Horan darà una festa. Credo che ci andrò.- -Mmm, bene.-
 
 
Il nome di Louis apparve sul display del suo cellulare.
“Hope, hai deciso? Passo a prenderti?”
 
“Ancora non lo so. Comunque, se vengo, dirò a Jessdi accompagnarmi.”
 
“Ok, ti aspetto all’entrata”
 
Che fare? Andarci o no? Perché no? Perché non gli andava di stare tra la gente ubriaca, di avere Louis appiccicato, di vedere un’ochetta avvinghiata ad Harry..
Ma alla fine, cosa cambiava? Cosa cambiava una serata di divertimento, senza troppi pensieri? Magari avrebbe anche bevuto un po’ più del dovuto, per dimenticare i suoi problemi,o, per fare prima, avrebbe trovato in giro qualche ecstasy. Ma si, dai, facciamolo.
 
 
 
Vestito beige fino alle ginocchia, con fascia di una tonalità più scura in vita, tacchi dello stesso colore, capelli sciolti, eye-liner, mascara e fard, e via! Scese le scale attentamente. In casa non c’era nessuno. Andò in cucina per bere un sorso d’acqua, poi verso la porta. Prima di aprirla, si bloccò. Sentì un rumore dall’altra parte. Fuori era già buio, chi poteva essere? Un tonfo sordo, un’imprecazione soffocata, un colpo di tosse. Poi sentì bussare. –C-chi è?- bisbigliò, troppo piano perché qualcuno la potesse sentire. Ebbe il coraggio di sbirciare dall’occhiello, mentre bussavano ancora. No! Di nuovo! Cazzo, no! –Aprite o no questa cazzo di porta?- Suo padre urlò dall’altra parte. Con mani tremanti, la aprì. Ben era traballante sull’uscio, ed era avvolto dalla puzza di alcol che emanava. Trattenne un conato di vomito. –C-ciao… papà. Che ci fai qua?- -Che ci faccio qua io? Che ci fai tu qua, vestita come una puttana?- Hope spalancò gli occhi. –Levati dalle palle.- La scansò brutalmente dalla porta, passando con passo strascicante. Hope rimase ferma, paralizzata, non sapendo cosa fare.
-Dov’è tuo fratello?- -E’ a una festa…- -Ma che cazzo è questa casa? Un albergo? E tu dove stavi andando?- -Ad una festa..- Il padre sbattè lo sportello di un armadio. –Vuoi fare la puttana, eh? Bè, se proprio ci tieni, la puttana la puoi fare anche qua.- -M-ma che dici, papà?- -Hai sentito bene. Vieni qua, stronza.- Hope, sconvolta, rimase impalata. L’uomo le se avvicinò, e la strattonò per un braccio, trascinandola verso di lui. Il tanfo di sudore e vino la investì in pieno. Come lo schiaffo che ricevette. E quello dopo. –Che cazzo fai?- urlò la ragazza. –Zitta!- Un pugno nella bocca dello stomaco la stese a terra. –Basta papà! Basta!- strillò. Ma l’uomo non la ascoltò. Hope cercò di alzarsi, ma lui era molto più grande. Sentiva il sapore del sangue in bocca. Cercò anche di strillare, ma la voce le morì in gola. Era troppo sconvolta da quello che le stava succedendo, anche per poter pensare. Ormai non poteva far altro che raggomitolarsi su se stessa, coprirsi il viso con le mani, e cercare di parare i calci. Perché? Perché ancora? Intanto piangeva, le lacrime si mischiavano alle gocce di sangue. Voglio morire. Voglio morire. Voglio morire. E si sentiva morire sul serio, mentre i pugni e i calci del padre si battevano sul suo corpo.
Harry, dove sei? Louis, mi dovevi aspettare.. Jess, perché non mi sei venuta a cercare?
Intanto, suo padre aveva finito di sfogare la sua rabbia su Hope. Se ne andò, spense la luce, lasciandola stesa per terra, ancora una volta, senza alcuna speranza.
 

Jessie salì in macchina. Si sistemò per bene il vestito rosa pallido che indossava, stando attenta a non rovinarsi i capelli arricciati perfettamente. Si guardò nello specchietto, increspando le labbra rosse. Il displey si illumino. ‘Un nuovo messaggio.’
 
“Ehi Jess, mi sono decisa, vengo. Vado a piedi, non mi venire a prendere. Ci vediamo lì. Un bacio, Hope.”
 

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Capitolo 12
*** He takes your hand, I die a little. ***


You never really can fix a heart.



Chapter 12.
He takes your hand, I die a little.

-Lui prende la tua mano, io muoio un pò.

 
 
-Ma Hope? Non doveva venire con te?- Louis cercava di farsi sentire da Jess, provando a superare il volume altissimo della musica. –No, mi ha inviato un messaggio, dice che viene a piedi. Due Martini, grazie.- Si rivolse al barman dall’altra parte del bancone. –Due?- -Horan, uno solo non sa di niente.- Jess sorrise al biondo. –Hei, Haz, che ti succede?- Liam scosse Harry per un braccio. –Sono preoccupato per Hope.- Louis strinse gli occhi, che diventarono due fessure color ghiaccio,fissando il riccio, ma non disse niente. –Bene, che ne dite di riscaldarci in pista?- Zayn cercò di alleggerire la tensione. Lou distolse lo sguardo, che si andò a posare sul centro della sala.
–Va bene.- sentenziò, alzandosi. Liam e Zayn puntarono subito un gruppo di ragazze che sbattevano le ciglia, Niall chiese a Jess di ballare, mentre Harry rimase in un angolo a studiare meglio il territorio.
 
 
Fumo, alcol, qualche pasticca, musica, e sesso. Le uniche cose che voleva in quel momento. Si lasciò trasportare dal ritmo, ondeggiando i fianchi stretti a tempo. Una ragazza davanti a lui lo fissava con la coda dell’occhio, avvicinandosi e ballando contro di lui. Il suo istinto di maschio gli diceva che non poteva non reagire.-Ciao.- si avvicinò. La ragazza sorrise.-Piacere, Jade.-
-Louis.Vuoi qualcosa da bere?-  -Si, grazie.- Si avviarono verso il bancone, stranamente quasi vuoto. –Un vodka alla menta.- ordinò Jade. –Per me una birra.- Quando le bibite arrivarono, Jade prese il suo bicchiere e lo portò alle labbra, leccandole, dopo, e succhiando il limone. Oh, sarà una bella nottata questa, al diavolo le preoccupazioni, e Hope.
 
 
-Ciao.- Harry si girò verso la ragazza che lo aveva salutato. Aveva una chioma rosso fuoco, due grandi occhi verdi, e un corpo ben proporzionato. Cos’altro poteva desiderare che una prostituta rossa focosa a sua disposizione? Ma subito si ricordò di Hope. –Ciao.- disse freddamente. –Io sono Yasmine.- la ragazza gli porse la mano. –Harry.- -Ti va di ballare?- -No.- La ragazza non si scompose al suo rifiuto, anzi, sorrise. –Allora ti va di fare qualcos’altro?- -Del genere?- -Mmm, ho saputo che di sopra ci sono delle grandi camere con letti grandi. Ti andrebbe di provarne uno?- Yasmine gli mise una mano sul petto, cercando di stimolarlo. Harry vacillò un attimo. –Io..mm…no, Yasmine, mi dispiace. Io..sono fidanzato.- La rossa sorrise. –Oh, ma non lo saprà nessuno. Sarà il nostro piccolo segreto.- Gli poggiò un dito sulle labbra- Il riccio deglutì. Hope, Hope, Hope, Hope. Yasmine portò la sua mano al cavallo dei pantaloni.  Cazzo. Cominciò ad accarezzare il sempre crescente rigonfiamente.Oh, vaffanculo, Hope ha Louis. Si guardò intorno. Louis si stava sbattendo una mora all’angolo. Ma tanto non lo verrà a sapere nessuno..
 
 
-Niall, leva qualla mano dal mio sedere o ti castro.- sibilò Jess. –Scusa, mi era scivolata..- Il biondo sorrise. Jess poggiò la testa sul suo petto, sospirando quando sentì la mano di Niall stringere il suo fondoschiena. La ragazza lo pizzicò sul braccio, non spostandosi da quella posizione. Sentì la sua risata allegra amplificata dal suo torace, e il suo respiro rumoroso. –Ammettilo che ti piace, però.-
-Cosa?- Jess alzò la testa, guardandolo torva, con l’espressione di chi ha capito perfettamente. –Niente, lascia perdere..- -Ecco,meglio così.- Tornò a poggiare la fronte sulla sua spalla, noncurante che la musica aveva un ritmo totalmente diverso, ispirando il Dolce&Gabbana di Niall. –Secondo te perché Hope non viene? Ho paura che gli sia successo qualcosa..- -Non ti preoccupare.- -Niall, tu sai com’è fatta Hope, sai quali sono i suoi problemi. E se…- Jess sgranò gli occhi a quell’ipotesi. –Jessie, va tutto bene. Non ti preoccupare, se non arriva nemmeno fra mezz’ora, Louis andrà a cercarla.- Niall si guardò in giro in cerca del ragazzo, quando si bloccò. -Mmm, già, credo che ora sia piuttosto impegnato.- Jess guardò nella sua direzione. –Che bastardo. Sibilò con disprezzo, guardando Louis che ficcava la lingua in gola ad una. Venne presa da un moto di rabbia, e cercò di andare da lui, ma Niall lo fermò. –Ehi, tesoro, tesoro, stai calma. Capiscilo..è un ragazzo e..- -Che cazzo me ne frega a me che è un ragazzo! Lui impedisce ad Hope di farsi una vita, e poi appena lei non c’è si va a scopare la prima puttana di turno. No, non l’accetto.- Niall la strinse a lui, cercando ti tenerla ferma. Dopo un po’ di resistenza, Jess si arrese contro il suo petto, singhiozzando. –Hope soffre, Niall. E io non posso fare niente per aiutarla.- -Lo so, tesoro, lo so. Va tutto bene, sssh.- Niall le accarezzò la fronte, le asciugò le lacrime, la abbracciò.
 
Zayn la prese per mano, correndo per i corridoio, aprendo tutte le porte, cercando tutte le stanze, disperatamente. Perché aveva un disperato bisogno di lei, di averla. Tutte le camere erano già occupate, e sinceramente non gli andava di fare un’orgia. La voleva solo per sé. Perrie rideva. Dio, quanto amava la sua risata. La conosceva solo da mezz’ora, e già ne era innamorato perso. –Ecco, Zayn, questa è libera.- Entrarono dentro una stanza, chiusero la porta. Zayn si girò verso di lei e la baciò con foga. La prese in braccio, lei rise contro la sua bocca, lui la posò delicatamente sul letto. La spogliò, una bretellina, poi un’altra, giù la zip, e via il vestito viola, come i suoi capelli. Perrie rideva, la sua risata cristallina lo faceva impazzire. Velocemente si denudò anche lui, e salì sopra di lei. Le aprì piano le gambe, e la penetrò dolcemente. Lei era già bagnata, scivolava con facilità, le spinte, all’inizio lente, aumentarono la velocità, dando più piacere ad entrambi. La ragazza gemeva sotto di lui, sarebbe potuto venire anche solo sentendola. Aprì gli occhi per guardarla. La pelle pallida, lattea, i grandi occhi verdi ora chiusi, la bocca morbida e rosea, i capelli viola soffici, l’espressione estasiata mentre arrivava all’orgasmo.  Vennero entrambi sospirando i loro nomi. Zayn si accasciò accanto a lei, sudato, esausto e piacevolmente appagato. Sorrise nel buio della stanza, e poteva scommettere che anche Perrie stava facendo lo stesso.
 
 
-Ehi Peazer.- La ragazza si girò verso di lui, interrompendo la discussione con le sue amiche. –Ehi Payne.- -Come va?- -Fino a qualche secondo fa, bene, grazie.- -Sempre la solita, eh?- -Nemmeno tu, devo dire, sei cambiato molto.- Lo squadrò dalla testa ai piedi,e la stessa cosa fece lui, non potendo non ammirarne la bellezza semplice e naturale. –Ti offro qualcosa?- -No, grazie. Dove sono i tuoi amici?- Liam si guardò intorno. –Mmm, vediamo. Louis sta pomiciando con una mora, Harry sta pomiciando con una rossa, Niall sta pomiciando con una bionda, oh, no, aspetta, quella è Jess. E Zayn..Zayn l’ho perso di vista. Prima stava pomiciando con una viola. Strano, eh?- -Ah, la viola è la Edwards. Un po’ eccentrica, non ti pare?- Liam alzò le spalle. –Ti va di ballare?- gli chiese invece. Danielle parve un po’ indecisa. –Va bene.- Posò il bicchiere con il drink e prese Liam per mano, dirigendosi verso il centro della pista, e, quindici minuti dopo, verso il piano di sopra.
 
A quanto pare, quella notte, avevano deciso di dimenticare le esperienze passate e i vecchi rimpianti, e vivere.
Tutti, tranne Hope.
 
 
Si trascinò con fatica fino al bagno, appoggiandosi al muro e ai mobili. Si sentì la chiave girare nella toppo, lo scatto dell’iterruttore, lo scorrere dell’acqua nella vasca, i suoi gemiti mentre si spogliava cercando di non toccare i lividi che si stavano formando sul corpo. Si immerse nell’acqua, stringendo i denti al contatto della pelle ferita con il marmo freddo. Si rilassò, stendendosi completamente, l’acqua che arrivava fino al mento. Chiuse gli occhi, una lacrima rigò il viso, un singhiozzo trattenuto male, le spalle che sussultavano in un pianto silenzioso. Prese una spugna, la bagnò e la portò al braccio, alla gamba, sul torace, il collo, il petto, spazzando via i residui di sangue, desiderando di spazzare via anche il ricordo delle mani brutali del padre su di lei. Ma quelle
no, quelle sarebbero sempre rimaste dentro di lei, un fantasma che l’avrebbe sempre tormentata, in ogni momento della sua vita.
Si mise a sedere, portandosi le ginocchia al petto, serrando la bocca per non urlare. Vide il suo riflesso nello specchio davanti a lei. Il trucco colato sul viso a causa delle lacrime e dell’acqua, i lividi già formati sulle braccia, le vecchie ferite del suo passato che si stavano rimarginando e cicatrizzando, perché aveva deciso di smettere di farsi del male. Aveva preso quella decisione perché la sua vita le sembrava migliore in quel periodo. Ma si sbagliava. Avrebbe dovuto aspettarselo, niente poteva andar bene per lei. La sua vita era un inferno. Voglio morire. Voglio morire. Voglio morire. Tutti la odiavano. Perché continuare a vivere? Non aveva nessun motivo per restare.
Prese un respiro profondo. Si lasciò scivolare all’indietro. Ora era completamente sommersa dall’acqua. I battiti del cuore suonavano amplificati, li poteva sentire perfettamente.1, 2, 3, 4. Si sentiva mancare il respiro. 5, 6, 7. Il cuore accelerò i battiti, allarmato, cercando di mandare il poco ossigeno che rimaneva al corpo. 8, 9, 10. I pensieri vorticavano in testa. 11, 12, 13. Ora i battiti erano deboli, fiochi.  14, 15. Finalmente poteva mettere fine a tutto. 16, 17. I suoi ultimi pensieri, i suoi ultimi battiti. Jessie, Ryan, Liam, Niall, Zayn, Louis. E Harry, Harry! Che diavolo stava facendo? Hope si alzò di scatto, spruzzando d’acqua il pavimento. Respirò profondamente, boccheggiando, 1, 2, 3, volte. Il bagno le girò intorno, lei strinse gli occhi cercando di scacciare il mal di testa. Il cuore batteva all’impazzata, contento di poter finalmente avere il suo ossigeno.
Cristo, cosa le era passato in mente? Era impazzita?
Si alzò in piedi, uscì dalla vasca, senza preoccuparsi della pozza d’acqua che stava lasciando sotto di se, né della scia di goccioline che la seguirono fino all’armadio. Prese un asciugamano, si strinse dentro di lui, cercando di trattenere i brividi e il tremito che l’aveva presa. Aveva il fiato corto, ancora sgomenta da ciò che aveva appena cercato di fare. Si asciugò, si vestì solo con un paio di mutandine, prese il telefono e inviò un messaggio al fratello.
 
“Ry, papà è tornato. Sto bene, ma resterò a casa stasera . Non ti preoccupare, divertiti. Ti voglio bene.”
 
 
Ancora tremante, si infilò sotto le coperte fresche, rabbrividendo al contatto. Chiuse gli occhi, cercando di dormire, e un pensiero la fece sorridere.
 
Harry l’aveva salvata.
 
 
 
-Hope! Hope, apri!- La ragazza si svegliò sentendo bussare insistemente alla porta. Si alzò assonnata, e rimase confusa nel sentire tutte le ossa che le facevano male. Ma poi ricordò. Aprì l’armadio e prese una vecchia felpa lunga, la indossò e andò ad aprire la porta. –Finalmente! Pensavo stessi male!- Ryan la abbracciò. –Sto bene, Ry.- -Menomale, credevo che papà ti avesse fatto qualcosa..- Hope sobbalzò. –No..non è successo niente.- La ragazza sentì improvvisamente caldo, la stanza gli sembrò troppo piccola, l’aria non abbastanza. –Hope, stai bene?- -Si, ho solo caldo. Vado a fare due passi.- Chiuse la porta in faccia al fratello, indossò in fretta il pantalone della tuta, si spazzolò i capelli e scese le scale. In cucina Ryan stava preparando la colazione. –Vuoi qualcosa?- Hope prese solo una banana e le diede un morso. –No, papà dov’è?- -Non lo so, in casa non c’è. Stai tranquilla.- Hope fece fatica a mandare giù il boccone. No, non poteva star tranquilla. –Va bene, io esco. Torno più tardi.-
Fuori, il freddo vento la investì in pieno, e si pentì di non aver preso un giubbotto più pesante. Rabbrividì e si strinse nella felpa. Prese la strada per il parco. Non c’era nessuno a quell’ora. Non mise le cuffiette, voleva sentire gli uccelli che cinguettavano, le macchine che sfrecciavano sulla strada, le urla dei bambini che andavano a scuola.
Passeggiò per i sentieri nel verde del prato per circa un’ora, senza accorgersi che il tempo volava.
 
-Hope, sei tornata. C’è qualcuno che ti aspetta in cucina.- Appena aprì la porta di casa, il fratello le venne incontro.
Aggrottò le sopracciglia e si diresse verso la cucina, mentre Ryan andava al piano di sopra. Rimase impalata sulla soglia. Seduto davanti al tavolo, con un bicchiere di coca-cola in mano c’era l’ultima persona che si aspettava di vedere. Ma anche quella che desiderava più incontrare. Aveva l’aspetto un po’ trasandato, i capelli morbidi erano scompigliati e nascosti dal cappello verde, e c’era un leggero accenno di occhiaie. Hope immaginò che avesse avuto una notte movimentata. –Sei rimasta paralizzata?- scherzò Harry, appena la vide, alzandosi dalla sedia. –Allora?- Gli sventolò una mano davanti agli occhi. –No..è solo che non..mi aspettavo di trovarti.- -Oh, e chi ti aspettavi? Louis?- A Hope sembrò di sentire una punta di acidità e una nota di amarezza nella sua voce, ma si disse che era solo una sua impressione. –Sinceramente, non mi aspettavo nessuno.- disse alla fine. –Ebbene, sono contento di averti sorpreso. Ti va di fare due passi?- -Bè, veramente io sono appena tornata da..- -Non importa, devo parlarti.- Hope sbuffò. –Va bene, vado ad avvertire Ryan.- Salì in fretta le scale  e bussò alla stanza del fratello. –Entra.-  Nella camera c’erano sparsi dei vestiti, e sul letto c’era una valigia aperta, e suo fratello stava riponendo delle megliette. Hope si spavntò. –Che stai facendo?- chiese. –Hope, domani devo partire. Cosa vuoi che faccia?- La ragzza sgranò gli occhi. Cavolo, se l’era scordato. E ora come faceva? Venne assalita dallo sconforto, ma non lo fece vedere. –Ah, si, hai ragione. Ehm..ti volevo dire che io esco un attimo con Harry. Dice che dobbiamo parlare.- Ryan fece una smorfia. –Stai attenta.- Hope sbuffò. –Si, ok. Ciao Ry.-
 
-Oh, finalmente ce l’hai fatta.- Harry aspettava impaziente davanti la porta d’ingresso. Hope gli fece la linguaccia, chiudendo la porta dietro di se. –Dove andiamo?- -Ti va una tazza di cioccolata?- -Si, se offri tu.- Harry sorrise. –Allora, di che mi devi parlare?- Il ragazzo non rispose, così Hope si rassegnò ad aspettare.
Da Starbucks ordinarono due cioccolate e si andarono a sedere ad un tavolo in fondo. –Ti decidi a parlare?- disse la ragazza scocciata. Harry sorrise. Gli piaceva farla arrabbiare. –Cosa ti è successo ieri?- Hope sussultò, presa alla sprovvista. Non aveva ancora pensato alla bugia da racconare. Certamente non avrebbe detto la verità. –Non mi sono sentita molto bene.- Effettivamente non era del tutto una bugia.  Harry non fece nemmeno finta di crederci. –Hope?- -Si?- -Non mi prendere in giro. –Non ti sto prendendo in giro. Mi faceva male la testa, non me la sono sentita di venire. Tutto qua.- -Mmm. Potevi almeno avvertire. Ero preoccupato..- Hope alzò un sopracciglio. –Cioè..noi eravamo preoccupati..Louis era preoccupato..- La ragazza sorrise nel vedere impacciato. Harry si fermò, perché il cameriere venne a portare le cioccolate. –Louis era preoccupato? Sul serio?- disse con disinteresse Hope prendendo la sua. –Si..tutti lo eravamo.- -Mmm. Non ho avuto tempo per avvertirvi, mi sono subito addormentata.- -Va bene, faccio finta di crederti.- Hope gli fece la linguaccia, con tanto di baffi di schiuma, e scoppiarono a ridere entrambi.
-Cos’avete fatto ieri? Vi siete divertiti?- Harry si strozzò con la sua cioccolata, e cominciò a tossire. –Si, ci siamo divertiti..- -Non ci posso credere, Harry Styles che arrossisce!- Hope rideva ancora.
La verità è che lui si sentiva tremendamente in colpa, sentiva di averla tradita andando con quella Yasmine. –Sai che fine ha fatto Jessie?- -No, ieri è stata tutto il tempo con Niall.- Harry era felice di aver cambiato argomento. –Mm, strano che non mi abbia nemmeno chiamato.- Hope sembrava triste. –Non ti preoccupare, sarà solo stanca per ieri.- -Si, sarà.- Finirono entrambi la loro bibita, Harry andò a pagare, e insieme uscirono. –Bè, come vanno le cose con il tuo ragazzo?- Hope lo guardò alzando le sopracciglia. –Il mio ragazzo? Io non ho un ragazzo.- -Louis.- -Oh, lui. Lui non è il mio ragazzo, no no. E’ solo..un montato che crede di avermi, ma si sbaglia. Io non sono di nessuno.- -Bè, lui sicuramente non la pensa come te.- -Non mi importa molto di quello che..- Hope si fermò, non riuscendo più a parlare. Sull’altro lato del marciapiede, c’era un signore, che camminava traballando con una birra in mano. –Che succede?-  Harry la scosse, ma lei era paralizzata. Che doveva fare? Suo padre si stava avvicinando a loro. Allora Hope prese Harry per mano e lo trascinò dietro di se, infilandolo nel primo vicolo che trovò. Lo schiacciò al muro, sperando che Ben non li avesse visti sfrecciare davanti a lui. Ma era troppo ubriaco per rendersene conto. –Hope? Che cazzo stai facendo?- Harry la guardò sorpreso, poi seguì la direzione del suo sguardo. –Chi è quell’uomo?- chiese. –Portami a casa.- La ragazza deglutiva a vuoto. Era possibile che avesse così paura di suo padre? –Hope, chi era?- -Per favore, portami a casa.- Il ragazzo non ribattè più, la prese per mano e l’accompagnò fino a casa, guidandola, dato che lei era ancora traballante sulle gambe.
-Bene, eccoci arrivati.- Harry si fermò davanti al cancello della bella villetta. Hope lo guardò. –Bè, grazie della cioccolata.- -Non c’è di che.- Erano entrambi piuttosto imbarazzati, non sapendo cosa dire. –Ehm..ciao.- La ragazza si girò per aprire il portone, quando si sentì tirare per il braccio. Si girò e si ritrovò davanti al volto di Harry che la fissava.
Quando avrebbe voluto baciarla. Quelle labbra pallide sembravano implorarlo di baciarle.  Ma non poteva. Lei era di Louis. Il suo migliore amico. Non poteva farlo. Anche se era la cosa che più desiderava al mondo. Così Harry li limitò a lasciarle un bacio sulla guancia, un bacio che lasciava trasparire tutto il desiderio che aveva dentro.
 
 
 

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