Maryos e Turyos

di sunrise_17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inferno ***
Capitolo 2: *** Paradiso ***
Capitolo 3: *** Il passato ***
Capitolo 4: *** Turyos ***
Capitolo 5: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Inferno ***


Capitolo 1: Inferno

Il dolce fruscio delle foglie fece svegliare la ragazza dai lunghi capelli rossi che era rimasta addormentata per molto tempo. Si sedette sul letto appoggiando i piedi al freddo pavimento di legno poi lentamente cercò di alzarsi ma il risultato non fu dei migliori, cadde goffamente a terra. Si sedette di nuovo in ginocchio e iniziò a massaggiarsi la testa dolorante. Iniziò ad osservare la stanza in cui si trovava e dovette ammettere che più che una stanza quella era una cella. Il letto era incavato nel muro e non vi erano finestre o alcun tipo di fessure. Un rumore metallico fece girare la ragazza verso la porta che veniva lentamente aperta.
Un uomo di mezza età alto e con dei buffissimi baffi entrò nella stanza attirato dal tonfo che aveva sentito provenire da essa. Il suo sguardo si posò subito sulla dolce creatura seduta a terra.
L’uomo aveva mille cosa da dire, da chiedere ma nulla sembrava voler uscire dalla sua bocca.
La ragazza lo fissava fredda, voleva chiedergli cosa ci faceva in quella stanza ma le parole non le uscivano di bocca, era come se avesse perso l’uso della parola. Cercò allora di alzarsi, inutile, le sue gambe non riuscivano a reggere il suo peso. L’uomo la afferrò prontamente prima che potesse ricadere a terra e la fece uscire dalla cella cercando di aiutare a camminare quella ragazza che sembrava un piccolo anatroccolo spaesato, che aveva perduto la famiglia, anche se in fondo la sua storia non era tanto diversa. Ma aveva solo dieci anni, avrebbe presto imparato.
La scortò fino alla stanza dove un uomo era seduto su un lussuosissimo trono ornato da pietre e gemme preziose. Appena li notò si alzò e corse incontro ai due.
“Da quanto è sveglia?” chiese prendendo il viso della ragazza tra le mani ed esaminandolo attentamente.
“Da pochi minuti” rispose.
“Figlia mia..finalmente..finalmente potremo stare di nuovo insieme..” le lacrime iniziarono a rigare il viso dell’uomo che sorrideva felice, lacrime liberatorie, lacrime di felicità.
Passarono anni e  la ragazza crebbe felicemente nel castello dove il padre abitava.
Era una ragazza bellissima, aveva dei lunghissimi capelli rossi e dei dolcissimi occhi color fragola.
Aveva imparato a camminare, a parlare, a leggere, a scrivere..
Doveva compiere diciassette anni, ormai il tempo stringeva e la rossa era impegnata con i preparativi della festa.
“Odette” la voce del padre fece spaventare la ragazza che non aveva notato la presenza dell’uomo.
“Si padre?” chiese ricomponendosi.
“Debbo parlarti..”
“La prego padre, non ora! I preparativi della festa non mi danno tregua! Manca ancora moltissimo e il mio compleanno è domani! Che ne dite se rimandiamo questa conversazione a domani?” chiese sorridendo dolcemente.
Il padre ricambiò il sorriso poi le chiese preoccupato “Che tipo di festa sarà?”
“Un ballo in maschera!” rispose la figlia iniziando ad incamminarsi verso la sala del trono e lasciando da solo il padre, solo con i suoi pensieri che ormai gli tormentavano l’anima da anni.
Quella sera mentre la ragazza faceva il bagno il padre entrò nella sua stanza e lasciò sulla scrivania della giovane una lettera, una lettera che sapeva avrebbe letto solo il giorno dopo.
La notte passò velocemente come d'altronde la giornata successiva. La festa poteva finalmente iniziare!
Moltissime persone erano state invitate, dalle famiglie più nobili a quelle più borghesi.
Improvvisamente la luce abbandonò la stanza creano lo scompiglio più totale.
Le voci degli invitati iniziarono pian piano a sparire lasciando il vuoto, un vuoto che fece spaventare la povera ragazza che iniziò a cercare disperatamente il padre, iniziò a correre, correre per tutta la sala finché non inciampò. Quando riaprì gli occhi la luce era tornata ma nessuno era presente.
La stanza era completamente vuota, nessun ospite, nessuno, nemmeno il padre.
Senza nemmeno pensarci la ragazza corse verso la sua camera da letto e si chiuse a chiave. Chiuse nuovamente gli occhi sperando di sentire la voce del padre in lontananza ma nulla, solo il silenzio.
Riaprii lentamente gli occhi e iniziò a muovere piccoli passi verso la scrivania. Si sedette sulla sedia con un tonfo a appoggiò il viso alla superficie del mobile. Quando si rialzò un foglio rimase appiccicato alla fronte della ragazza che se lo tolse irritata cercando di capire cosa fosse.
Leggendo le prime righe capì subito di cosa trattava e iniziò a leggerla con il cuore in gola.
 
 
 
Cara Odette anzi, Cara Figlia
Ti  scrivo con il cuore in mano. Non avrei mai voluto che questo giorno arrivasse.
Sicuramente non riuscirai a capire il perché di ciò ma soprattutto il perché di questa lettera quindi ho deciso di raccontarti tutto.
Come ben saprai i tuoi ricordi partono da quando avevi dieci anni ma non perché, come ti avevo detto, a causa di una malattia sei rimasta in coma, il motivo è un altro e so che tu non potrai mai perdonarmelo.
Tu saresti dovuta morire.
È stata tutta colpa mia, anche la morta di Odette, cioè di tua madre. Proprio così tesoro, Odette non è il tuo nome, il tuo vero nome è un altro, un nome che non ho mai pronunciato timoroso delle conseguenze che avrebbe portato.
Domani, il giorno del tuo diciassettesimo compleanno io scomparirò e insieme a me tutti coloro che morirono nell’incidente di dieci anni fa.
Una tragedia, una vera e propria tragedia che mi portò via tutto.
Vattene da questo castello maledetto prima che lei venga a prendere anche te, vattene perché lei vuole il suo sangue, il sangue della discendente, il sangue di colei che ereditò lo stemma dell’inferno, Fine.
Trova la tua gemella, la ragazza che possiede lo stemma del paradiso e sconfiggetela una volta per tutte, sconfiggete l’ombra che regna su questo mondo ormai caduto in rovina.
Cara Fine..
Sai, sono morto anche io nell’incidente di dieci anni fa e tutto poiché feci un torto a quella donna che porta il nome di Melany ma sono potuto tornare in vita perché tu non potevi morire, nel tuo cuore risiedono le anime di tutti gli abitanti di questo regno e anche le nostre,quelle dei tuoi genitori,  la mia e quelle di tua madre. Anche se forse definirci genitori è una parola troppo grossa perché non abbiamo mai saputo svolgere questo ruolo nei primi sette anni della tua vita.
Ma ora sono felice, felice di esserci stato per te, felice di esserti stato accanto quando eri triste e quando eri allegra, felice per averti visto sorridere, perché il tuo è il sorriso più bello che abbia mai potuto vedere quindi sorridi sempre figlia mia, fallo per quello stupido di tuo padre.
Ti voglio e ti vorrò sempre bene Fine.

Richard M. Dermony

 
Una lacrime rigò silenziosa il viso della ragazza mentre nella sua mente i ricordi riaffioravano. Si ricordava tutto, anche dell’incidente di dieci anni prima, ma soprattutto ricordava il viso della donna che provocò tale sciagura.
Una donna maligna, una donna che voleva tutto ma che niente aveva. Una strega o forse peggio.
Una donna senza una coscienza, senza sentimenti, senza un’anima.
Una donna che a causa di un capriccio distrusse un intero regno.
E si ricordò di come il suo simbolo, di come il suo stemma la protesse ma consumò quasi tutta la sua energia vitale lasciandola in coma per tre lunghi anni e la continuò a proteggere creano delle illusioni, se così potevano venir definite, delle figure all’interno delle quali però era presente l’anima di coloro che raffiguravano. Ma quel giorno tutte le anime erano tornate al loro posto, paradiso o inferno che fosse.
Fine si asciugò velocemente le lacrime, si alzò in piedi e spalancò l’armadio alla ricerca di qualcosa di comodo da mettere, sarebbe partita. Avrebbe cercato la sua gemella.

~•~•~•

Eccomi qui con una long-fic :3
Questa è la parte di Fine mentre nel prossimo capitolo vi sarà Rein e si capirà un po' la storia del mondo in cui le due vivono!
Spero vivamente che vi piaccia >.<
Penso che il prossimo capitolo lo pubblicherò stasera o domani mattina :)
Ringrazio tutti coloro che leggeranno :3
Un bacione ♥
Sunrise~

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Capitolo 2
*** Paradiso ***


Capitolo 2: Paradiso

 
Rein passeggiava spensieratamente lungo le stradine del villaggio osservando dolcemente il meraviglioso spettacolo che aveva davanti ai suoi occhi. Il sole stava tramontando e colorava il cielo di mille sfumature diverse, dall’azzurro al rosso, due colori che la ragazza amava.
Tra le mani teneva un sostanzioso libro che parlava di una storia d’amore, le sue preferite, perché Rein era sempre stata una ragazza romantica che aveva sempre creduto nell’amore a prima vista e al principe azzurro. Ma sapeva bene che egli non sarebbe mai arrivato su un cavallo bianco, sapeva che avrebbe dovuto impegnarsi per trovarlo ma credeva in se stessa e sapeva che un giorno l’avrebbe incontrato.
Abbassò lo sguardo per non inciampare nel gradini che portavano alla porta della biblioteca. Li salì saltellando ed aprì allegramente la grande porta in legno d’acero.
“Oh signorina Rein! Ma che bello vederla qui!”
“Buongiorno signor Clauss!”
La ragazza salutò l’anziano uomo che stava dietro al bancone della reception, sempre se così si poteva chiamare. La biblioteca in quel paesino era l’edificio più importante di tutti, al suo interno infatti vi erano moltissimi libri tra i più antichi e rari, nessuno poteva entrarci se non portava il permesso del sindaco. Se qualcuno cercava un libro avrebbe dovuto chiederlo al libraio.
Rein appoggiò soddisfatta il libro che poco prima teneva in mano.
“Sempre alla ricerca del principe azzurro?” chiese sorridente l’anziano uomo.
“Certamente!” rispose Rein.
“Se non sbaglio oggi è il tuo diciassettesimo compleanno giusto?”
“No, è domani!”
“Capisco..” l’uomo iniziò a massaggiarsi i folti baffi pensieroso “Non saprei proprio che regalo farvi..”
“Ma non deve farmi nessun regalo! I suoi libri sono già il regalo più bello che posso ricevere!”
Gli occhi dell’uomo si illuminarono “Forse ho capito cosa farti! Rein, vorresti entrare nella biblioteca?”
L’azzurra rimase a bocca aperta alle parole dell’uomo.
“Ma io..io non posso! Nessuno può!”
“Oggi faremo un’eccezione! Allora, che ne dici?”
Gli occhi della ragazza si illuminarono e con un dolce sorriso annuì, accettando la proposta del libraio.
“Perfetto, ma potrai restarci solo per mezz’ora!”
“Grazie mille!” esclamò Rein abbracciando l’uomo, poi egli le indicò una piccola porticina che portava verso la libreria vera e propria.
L’azzurra vi entrò in punta di piedi, timorosa di poter far cadere qualcosa. Accese la luce della stanza e non poté trattenere un urlo di felicità e di sorpresa. Davanti a lei vi erano centinaia, se non migliaia di libri.
Corse subito verso lo scaffale che conteneva i libri più antichi ed iniziò a sfogliarli, uno per uno.
Improvvisamente prese in mano un libro molto spesso, lo aprii con il cuore in gola ma appena vide le prime pagine rimase sconvolta. Bianco, il libro era tutto bianco.
La luce abbandonò la stanza per qualche minuto lasciando da sola nel buio la ragazza che abbracciava il libro timorosa.
Dopo pochi minuti che parvero ore alla povera ragazza la luce tornò. Rein sospirò allegra e tornò a guardare il libro che aveva davanti agli occhi. Sgranò le sue iridi acquamarina e perse qualche battito.
Davanti a lei c’era un libro completamente diverso da quello che stava sfogliando qualche attimo prima.
Iniziò a leggerlo più curiosa che mai.
Era un libro molto antico, parlava del suo mondo quando era dominato da due regni: il regno dell’Inferno e il regno del Paradiso. Nei due regni regnavano due principesse che portavano il marchio del regno a cui appartenevano. Rein rimase stupita quando vide il marchio del Paradiso, appoggiò il libro sulle sue gambe e scoprì la spalle destra dove era presente il medesimo simbolo.
Poi continuò a leggere, le due principesse erano due gemelle separate dalla nascita che tuttavia un giorno avrebbero dovuto ricongiungersi per diventare un’unica entità ma qualcosa andò storto e i due regni dichiararono guerra. Il mondo venne distrutto e le due principesse morirono. I sopravvissuti divisero il mondo in diversi regni, il regno di Maryos, quello di Turyos, quello di Cratos e infine quello di Deryos. Quattro regni che vissero in pace ed armonia fino a che la stessa donna che fece combattere le due principesse distrusse il regno di Turyos con l’intenzione di eliminare la discendente dell’Inferno, una ragazza che nacque diecimila anni dopo il crollo dei due regni e ora si dirigeva verso il regno di Mayos per trovare l’altra discendente ed eliminarla definitivamente.
Rein si alzò facendo cadere a terra il libro che prima era appoggiato alle sue gambe. Tremava, tremava come una foglia scossa dal vento. Uscì velocemente dalla biblioteca salutando e ringraziando il libraio e corse il più in fretta possibile verso il piccolo appartamento dove viveva da quando i suoi genitori erano morti. Preparò frettolosamente uno zaino dove mise il necessario per sopravvivere poi uscì di casa e, senza salutare nessuno si diresse verso il regno più vicino, non le importava quale fosse, l’importante era andarsene da Maryos.
Mentre camminava per i boschi ripensò alla frase che concludeva il libro e che le era rimasta impressa nella mente.
 
Scappa Rein, fuggi dalla Discordia prima che possa ucciderti. Scappa e trova la discendente dell’Inferno.

~•~•~•

Eccomi qui con il secondo capitolo :3
Ed ecco la presentazione della nostra Rein!
Nel prossimo forse, e dico forse, si incontreranno ma devo ancora decidere :)
Bacioni :3
Sunrise~

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Capitolo 3
*** Il passato ***


Capitolo 3: Il passato


Le due ragazze si misero in viaggio senza una meta ma con un obbiettivo preciso, trovare la propria gemella.
 
Fine camminava lentamente in un bosco di abeti, a volta si guardava il polso dove era inciso il suo stemma sperando che le indicasse la via da seguire ma nulla.
 
Rein invece era intenta a percorrere una stradina di montagna molto pericolosa ma lei non aveva paura dell’altezza quindi in pochissimo tempo arrivò in cima alla montagna e poté ammirare un panorama che le mozzò il fiato. Da quel punto poteva osservare tutti i quattro regni. Davanti ai suoi occhi vide Maryos in tutta la sua bellezza, un regno dove l’acqua era sovrana, un regno dove i colori principali erano il verde e l’azzurro, i colori della vita. Poi volse lo sguardo verso la sua destra e notò un paese molto diverso dal suo, un paese pieno di neve, il cielo era scuro e la luna era alta in cielo, notte perenne, quello era Deryos. Un brivido scosse la schiena della ragazza ma fece finta di niente e tornò a guardare il suo regno sorridendo dolcemente. Posò allora lo sguardo verso il regno che si trovava alla sinistra del suo, Cratos. Era un regno molto bello, pieno di pietre preziose, il paese delle miniere. Il cuore le si scaldò, un’emozione che non aveva mai provato e che non riusciva a spiegarsi ma un brivido le scosse improvvisamente la schiena e il cuore le si fermò in gola. Dietro di se sentì lo sguardo di qualcuno. Si girò di scatto cercando di capire chi o cosa la stesse fissando e rimase a bocca aperta. Davanti ai suoi occhi vi era Turyos. Un regno distrutto, pieno di macerie. Il cielo era nero, nemmeno la Luna brillava, nulla, solo l’oscurità più totale. In cima ad una collina vi era il castello ormai in pezzi. Rein deglutì pensando a cosa fosse arrivata a compiere la discordia per eliminare una discendente, non voleva che ciò accadesse anche al suo regno ma doveva pur andare da qualche parte o avrebbe finito per morire di stenti.
Il cielo iniziò ad annuvolarsi, un fulmine colpì un albero li vicino e Rein spaventata perse l’equilibrio cadendo così dalla montagna, cadde e cadde, pensava che sarebbe morta fino a che non si scontrò con qualcosa, qualcosa di freddo e bagnato. Aprì gli occhi e si accorse di essere sommersa dalla neve, si alzò e la scrollò di dosso capendo di essere finita a Deryos. Avrebbe cercato un posto dove dormire.
 
Fine cadde per l’ennesima volta procurandosi altre ferite alle ginocchia e alle gambe ma si rialzò e guardò con occhi tristi ma allo stesso tempo decisi il castello dove poco prima abitava. Salì la ripida salita che portava all’ingresso principale ed entrò di nuovo nel luogo in cui era nata e cresciuta. Accarezzò il trono dove pochi giorni prima il padre sedeva, un trono molto sfarzoso come d’altronde era il suo regno, il più potente e bello di tutti, un regno dove gli uccellini cantavo dolcemente, dove l’acqua scorreva e donava vita alle piante, dove il sole spendeva alto nel cielo lasciando il posto alla Luna durante la notte, una notte che ormai era diventata perenne. Si accucciò sul trono e chiuse gli occhi cercando di calmare il suo cuore e sognò quella stessa sala, le stesse pareti, lo stesso trono e la stessa regina. Fine era li come uno spettro che vagava senza meta, guardò dolcemente la donna che doveva probabilmente essere sua madre ma quando ella si girò non poté fare altro che provare un brivido di terrore, lei era li, davanti a lei vi era la discordia. Sentì dei passi provenire da dietro le spalle ma non ebbe il coraggio di girarsi, teneva il suo sguardo pieno di odio sulla donna che aveva davanti.
“Melany, qual buon vento?”                                                 
“Fine, che bello vederti!”
La principessa sobbalzò quando sentì il suo nome, aveva paura che la donna si stesse riferendo a lei ma quando volse lo sguardo alla sua sinistra vide, con suo enorme stupore, se stessa. Alla testa teneva una preziosissima corona incastonata di diamanti neri e rossi. Aveva i lunghi capelli rossi sciolti che cadevano sulle sue spalle e sui suoi fianchi. Le mani era strette in due pugni, probabilmente non gradiva molto la visita appena ricevuta.
Melany d’altro canto sorrideva malefica e senza lasciare il tempo alla rossa di rispondere prese di nuovo la parola.
“Purtroppo ho una bruttissima notizia da darvi..Rein ha deciso di uccidervi”
Le due Fine sgranarono le iridi rosse, la principessa di Turyos non capiva il perché di quella sua reazione ma in cuor suo sentiva di essere stata tradita e ferita dalla persona a cui teneva di più, sentimento che probabilmente provava anche l’altra principessa che strinse ancora di più i pugni per non esplodere dalla rabbia.
Parlarono molto a lungo riguardo a quello che era successo e venne fuori che la principessa del Paradiso aveva deciso di assassinare la gemella solo per tenere per se tutto il potere e per governare il regno come unica regina. Fu allora che Fine decise di proclamare guerra, una guerra che venne accolta a braccia aperte da Rein.
Ma Fine lo sapeva, sapeva che era solo un inganno, avrebbe voluto avvertire la sua antenata ma non riusciva, le sue parole non la raggiungevano. Vide il suo mondo cadere in rovina ma soprattutto vide le due gemelle incontrarsi. Avevano scoperto l’inganno e avevano deciso di vendicarsi ma niente andò come avrebbe dovuto andare. Melany uccise prima Rein sotto gli occhi della rossa e poi, approfittando dello stato di confusione della ragazza uccise anche lei, pugnalandola al cuore.
Una luce accecante avvolse la principessa di Turyos che venne catapultata in alto, nel cielo del suo mondo e vide i pochi uomini che erano sopravvissuti alla terribile guerra iniziare a costruire nuove case ma soprattutto costruirono quattro castelli e si divisero il mondo creando così i regni che erano ancora presenti nel suo tempo.
Una lacrima rigò il viso della giovane ragazza che si svegliò dal lungo sonno che l’aveva accompagnata per tutta una settimana. La guerra era durata anni tuttavia lei era riuscita a riviverla in pochi giorni. Scoppiò a piangere, un pianto disperato.
Il polso della ragazza si illuminò di una luce scura tendente al rosso, una luce che le ricordava il cielo del suo regno, una luce che le donò il potere della sua antenata, il potere dell’Inferno. Fine sorrise, finalmente avrebbe potuto sconfiggere quella donna. Fece per alzarsi ma le forze le mancarono e ricadde sul trono stanca e iniziò ancora una volta a dormire.
 
Rein nel frattempo si era stabilita a Deryos, era intenzionata ad andare a Turyos per trovare la gemella, era sicura che fosse li e che fosse ancora viva, non sapeva il perché ma in cuor suo ne era certa. Aveva girato in lungo e in largo il regno per cercare qualche informazione per raggiungere il regno maledetto ma nessuno le aveva risposto.
“Non la raggiungerò mai..” esclamò rassegnata la ragazza sospirando e sedendosi su una panchina.
“C’è qualcosa che non va?”
Rein alzò lo sguardo incontrando gli occhi rubino di un ragazzo alto e con gli occhi biondi, un ragazzo bellissimo a parer suo.
“Mi dispiace, ho dato questa impressione?” chiese Rein sorridendogli dolcemente.
Il ragazzo ricambiò il sorriso facendo arrossire la povera ragazza dagli occhi acquamarina.
“Bé vi ho sentito sospirare, ho forse tratto delle conclusioni troppo affrettate?”
“No no, affatto” le rispose scuotendo leggermente la testa “È solo che sto cercando un modo per raggiungere il regno di Turyos ma nessuno ha saputo dirmi come fare..”
Sul volto del ragazzo si formò un grandissimo sorriso pieno di gioia.
“Che coincidenza io e il mio amico stiamo proprio per andare li!”
Il volto di Rein si illuminò. Non solo aveva trovato qualcuno che l’avrebbe accompagnata a Turyos, ci sarebbe andata con un ragazzo bellissimo! Per poco non gli saltò addosso dalla felicità.
Rein si alzò in piedi scostando con la mano i residui di neve che le erano rimasti attaccati ai vestiti.
“Piacere il mio nome è Bright Diamond e vengo da Cratos!” esclamò il ragazzo porgendole la mano che la ragazza afferrò subito presentandosi a sua volta.
“Piacere mio Bright, io sono Rein Pariods e vengo da Maryos!” rispose sorridente mentre si chiedeva dove avesse già sentito il cognome Diamond ma una voce la destò dai suoi pensieri.
“Bright che diavolo stai facendo?”
Rein notò alle spalle di Bright un ragazzo molto alto con dei capelli cobalto e degli occhi del medesimo colore.
“Ah Shade! Ti presento Rein, verrà con noi!”
Shade inarcò un sopracciglio sperando di aver capito male poi iniziò ad osservare la ragazza da capo ai piedi.
“Stai scherzando vero?! Non durerà dieci minuti!”
“COME SCUSA?!” gli gridò contro Rein infuriata “NON SONO MICA UNA SCANSAFATICHE!”
Shade e Bright rimasero a bocca aperta.
“Ed ha anche un brutto carattere..” aggiunse poi il cobalto spezzando il silenzio.
“Eh eh eh dai Shade non essere cattivo, avrà le sue ragioni se deve recarsi in un regno come Turyos..”
Shade per la seconda volta la squadrò.
“Noi dobbiamo dirigerci al castello, dobbiamo cercare..certe cose. Tu invece, cosa devi fare a Turyos?”
“Devo cercare una persona..” esclamò la ragazza con un filo di voce.
I due ragazzi rimasero senza parole poi Shade ruppe per la seconda volta il silenzio scoppiando a ridere.
“Ahahahahah! Ma sei tutta matta te! Come fai a trovare una persona se sono tutti morti! Ahahahah!”
Bright si mise una mano sulla faccia, possibile che il suo amico fosse così insensibile?
Intanto i paesani osservavano divertiti quel ragazzo dai capelli cobalto che era piegato in due dalle risate e con le lacrime agli occhi, era la prima volta che lo vedevano ridere.
“Ahahahah” continuò Shade mentre si asciugava le lacrime “Mi piaci! Io mi chiamo Shade Moon, piacere di conoscerti! Vivo in questo regno.”
Rein strinse la mano del ragazzo presentandosi a sua volta ancora allibita dai cambiamenti di umore del ragazzo.
“Quando partiamo?” chiese poi prendendo coraggio.
“Ora.”

~•~•~•

Ed eccomi qui con il terzo capitolo :)
Vado subito a scrivere che ho quattro fic da aggiornare ahahahah!
Ringrazio tutti coloro che leggono questa fic e tutte le ragazze che recensiscono, grazie mille
Bacioni
Sunrise~

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Capitolo 4
*** Turyos ***


Quanto durò il viaggio? Due? Tre giorni?
Rein ormai aveva perso il conto ma ogni giorno che passava sentiva il marchio fare sempre più male e iniziava a chiedersi se la sua fosse stata una buona idea.
Ogni notte i tre si accampavano accendendo un fuoco per allontanare eventuali animali.
All’alba del quinto giorno Rein si svegliò di soprassalto, un incubo.
Si alzò e iniziò a camminare senza una meta guidata solo dal suo cuore.
“Ehi Bright..”
Shade appena vide la ragazza allontanarsi svegliò preoccupato l’amico che dormiva tranquillamente.
“Cosa vuoi Shade..?” gli rispose il ragazzo tra uno sbadiglio e l’altro.
“Rein si è allontanata!”
Bright sgranò gli occhi e si alzò immediatamente in piedi.
“Dobbiamo raggiungerla!”
“Calmo Brght!” esclamò l’amico alzandosi a sua volta in piedi “La seguiremo di nascosto..”
I due ragazzi iniziarono così a pedinare l’azzurra.
Lei intanto camminava nel nulla, nel buio più assoluto.
Camminava per cercare una luce, per uscire da quell’oscurità che l’avvolgeva, che l’opprimeva.
Iniziò a correre senza una meta.
Aveva paura, paura di rimanere intrappolata nell’oscurità.
Improvvisamente si fermò e sgranò gli occhi.
Lei era già stata li.
Non si ricordava quando e il perché ma sapeva di esserci già stata.
Si era già persa una volta, aveva già smarrito la retta via, quella della luce, per imboccare quella del buio ma quando?
Un forte dolore alla testa la fece cadere.
Si tagliò alla gamba ma non riusciva a sentire il dolore, nella sua mente vi erano solo una miriade di immagini che le passavano davanti agli occhi velocemente.
Frammenti di vita, frammenti del passato.
Un passato che non aveva ancora ricordato, un passato che il suo cuore cercava di cancellare, un passato pieno di dolore, pieno di buio.
Melany.
Finalmente si era ricordato il nome della donna che rovinò la sua vita e quella della persona a lei più cara.
Chiuse gli occhi mentre ricordava quegli anni, l’incontro con la discordia che l’aveva avvertita del tradimento di Fine, la proposta di guerra da parte della principessa dell’inferno, la scoperta della verità e la morte, sua e di Fine.
Aveva vagato nel nulla per anni, secoli, prima di poter rinascere.
Aprì velocemente gli occhi ritrovandosi nel mondo reale, non più tra i suoi ricordi.
Davanti a lei desolazione, solo quella.
Scrutò con i suoi occhi acquamarina Turyos.
Il marchio le bruciava e la ferita sanguinava ma nella sua mante vi era un solo pensiero: ritrovare Fine.
“Rein!”
L’azzurra si girò di scatto spaventata e si ritrovò davanti Bright ,preoccupato come non mai, e Shade, impassibile come sempre.
“Rein cosa ti è preso?!” le chiese Bright ancora preoccupato.
La ragazza osservò l’amico con occhi tristi scuotendo la testa, nemmeno lei sapeva cosa le era successo.
“Siamo arrivati a Turyos!” esclamò poi abbozzando un sorriso e indicando verso il mondo.
“Tu aspettaci qui, noi andiamo a prendere le cose all’accampamento” esclamò seccato Shade.
I due ragazzi lasciarono così la ragazza sola con i suoi pensieri.
L’azzurra notò la ferita alla gamba e per poco non lanciò un urlo non capendo quando e come se l’era fatta.
Improvvisamente il marchio si illuminò di una luce bianca e la ferita in pochi secondi si rimarginò.
Rein rimase a bocca aperta, che fossero questi i suoi poteri?
La voce di Shade la ridestò dai suoi pensieri.
“Dovremmo arrivare verso sera” esclamò poi soddisfatto il cobalto.
 
Camminarono per tutta la giornata.
Bright e Shade camminavano tranquillamente Rein, invece, si sentiva a disagio.
Era abituata all’atmosfera vivace di Maryos e adesso si trovava in un mondo desolato dove i colori dominanti erano il grigio, il nero e qualche volta il rosso, come se il pianeta fosse bruciato.
Le venivano i brividi quando pensava che se non avesse fatto qualcosa Melany avrebbe ridotto in quello stato il mondo intero.
Come aveva predetto Shade i tre arrivarono al castello verso sera ma non ne erano così sicuri considerando che non vi era ne sole ne luna.
Prima di varcare la soglia del castello Rein prese la parola.
“Cosa siete venuti qui a fare?” chiese decisa.
“Non sono cose che ti interessano” le rispose freddo Shade.
L’azzurra cercò lo sguardo di Bright ma questi lo abbassò evitando di incrociare i suoi occhi cremisi con quelli acquamarina della ragazza.
“Andiamo Shade, non possiamo dirglielo?”
Il cobalto lanciò un’occhiata arrabbiata all’amico.
“Cosa vuoi che ne capisca lei?!”
Rein gonfiò le guance.
“Magari ne capisco più di te!” rispose seccata.
“Ma tu non dovevi cercare un’amica?” le chiese Shade ignorando completamente l’affermazione della ragazza.
Un brivido percorse la schiena di Rein, aveva un brutto presentimento.
Improvvisamente le porte del castello si spalancarono lasciando i due ragazzi a bocca aperta.
“Bé, se questo non lo chiamate un invito..” esclamò Shade mentre si apprestava ad entrare.
Bright subito lo seguì sicuro.
Rein invece rimase ferma per un secondo, non le piaceva quella situazione.

~•~•~•

Accidenti è da una vita che non aggiorno questa ff!
Spero che questo capitolo vi piaccia :D
Ora vado veramente a scrivere il tema .__.
Bacioni
Sunrise~

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Capitolo 5
*** Fine ***


"Cos'è stato?" chiese Shade inarcando un sopracciglio.
"Non saprei..tu l'hai sentito Rein?"
L'azzurra scosse la testa, non aveva udito nulla ma aveva sentito un brivido correrle lungo la schiena, possibile che Fine fosse li?
"Eppure sono sicuro di aver sentito un urlo!"
"M..magari era un fantasma.."
Shade guardò l'amico perplesso "Bright non dirmi che hai paura.."
"N..non ho paura! Solo che la cosa mi inquieta.."
Rein si lasciò scappare una risatina, Bright le piaceva sempre di più.
"Piuttosto, cosa siete venuti qui a fare?"
Shade e Bright si girarono verso la ragazza sorpresi poi si guardarono titubanti.
"Stiamo cercando un trattato." esclamò convinto Shade.
"Un..trattato?"
Bright annuì " Non so se lo sai perché nel tuo paese non vi è più un re o una regina ma noi, io e Shade, siamo due principi."
"Piacere, io sono il principe di Deryos" esclamò Shade inchinandosi.
"E io sono il principe di Cratos" esclamò Bright imitando l'amico.
"Ah..p..piacere.."
Shade scoppiò a ridere per la reazione della ragazza, era rossissima e aveva iniziato a balbettare.
"Comunque siamo qui per cercare il trattato di pace che il defunto re di Turyos aveva fatto." iniziò Bright.
"Purtroppo è nascosto in questo castello e dobbiamo trovarlo!" Continuò Shade.
"E se non lo trovate?" chiese Rein curiosa.
"I nostri due regni entreranno in guerra." risposero contemporaneamente i due.
"Capisco..allora vi aiuterò!"
"E la tua..amica..?" Chiese sorpreso Bright.
"Sono sicura che aspetterà..non è vero Fine?"
Una risata riempì il castello ma non una risata malvagia, una risata dolce.
Rein iniziò a correre velocemente verso la sala del trono sotto gli occhi sorpresi dei due ragazzi.
"Rein cosa stai facendo?!"
"Non l'hai sentita Shade?" chiese mentre seguiva l'ombra di Fine.
"Sentire cosa?"
"Fine! Non avete sentito la sua voce?"
I due ragazzi si guardarono sorpresi.
"E ora dove staresti andando?" chiese Bright premurosamente.
"Non lo so!"
"Come non lo sai?!" esclamò adirato Shade.
"Non siete costretti a seguirmi!"
"Tanto non sapremmo comunque dove andare!" risposero in coro i due ragazzi.
Rein intanto continuava a correre decisa attraverso i lunghi e oscuri corridoi del palazzo e si fermò solo poco dopo davanti ad un'enorme muro.
"E ora?" chiese Shade spazientito.
"Deve esserci qualcosa qua dietro.."
Rein iniziò a tastare il muro e il suono di una serratura che si sbloccava la fece rallegrare.
"Visto?! Ve lo dicevo io che c'era qualcos.."
Improvvisamente il pavimento cedette e i tre caddero nel buio.
Shade fu il primo a capire cos'era successo.
"Altro che stanza segreta era un trabocchetto!"
"Shade stai un po' calmo Rein non poteva saperlo!"
"Dobbiamo uscire di qui!"
Shade sbuffó e si alzò in piedi "Ok ma questa volta vado avanti io che è meglio!"
 
Una botola si scostò dando l'opportunità a tre figure di uscire dalle segrete del castello.
"Shade altro che andare avanti te! Guardami! Sono tutta fradicia!!!"
"Non è colpa mia se sei capace di scivolare da una pietra!"
"Ma se era bagnata la pietra!"
"E allora perché io è Bright siamo intatti?!"
"Forse perché siete abituati ad andare a pescare e saltellate sulle pietre bagnate?!"
Shade inarcò un sopracciglio perplesso mentre Bright scoppiò a ridere.
"Cosa c'è da guardarmi in quel.."
Rein non riuscì a finire la frase che un brivido le percorse la schiena.
Si girò di scatto e vide una figura alla finestra.
"Dobbiamo andare la!" esclamò decisa.
"Eh no io non mi fido più di te!"
"Oh andiamo Shade non essere cattivo io mi fido di Rein!"
"Uff e va bene! Muoviamoci!"
Rein non se lo fece ripetere due volte che si diresse decisa verso la finestra che aveva appena visto.
Quando arrivarono rimasero tutti e tre a bocca aperta, sulla panca sotto la finestra era appoggiato il trattato di pace.
"E questo da dove..?!"
"C..che ci sia un fantasma in questo castello?"
"B..Bright non dirmi che hai..hai paura!"
"M..ma sentilo lui che b..balbetta.."
Rein scoppiò a ridere. Anche lei avrebbe avuto paura se non avesse saputo chi aveva messo in quel luogo il trattato.
"Bene! Ora che lo abbiamo trovato possiamo andare!" esclamò soddisfatto Shade.
"Aspettate.."
Rein e Shade si girarono verso Bright.
"..non sentite questa melodia?"
I due chiusero gli occhi e si concentrarono.
In lontananza sentirono una dolce melodia.
"Fine?"
La voce della ragazza non si sentì più e Rein spalancò gli occhi spaventata.
"D..dobbiamo raggiungere quella voce!"
I due ragazzi annuirono e insieme iniziarono a correre per i lunghi corridoi.
Si fermarono poco dopo davanti ad una stanza.
"Apro?" chiese titubante Rein.
Bright appoggiò una mano sopra quella di Rein e insieme aprirono la porta della stanza.
 
Le finestre della camera erano chiuse, sbarrate e l'unica fonte di luce era una piccola candela.
Un altissimo letto a baldacchino porpora si trovava attaccato alla parete laterale della stanza mentre davanti a questo vi era una scrivania in legno di ebano e sopra di questo un maestoso dipinto che raffigurava la famiglia imperiale.
"Fine!"
"Rein..quella è Fine?" chiese titubante Shade.
Rein annuì.
"Lo sai vero che è.."
"Morta?"
I tre si girarono verso la figura che era apparsa alla porta mentre piccole lacrime di felicità rigavano le guance dell'azzurra.
"Fine.."

~•~•~•

Mi scuso immensamente anche qua per il ritardo :(
Purtroppo il computer mi era partito e (non so ancora bene come) sono riuscita a farlo ripartire oggi pomeriggio :)
Passando al capitolo spero che vi piaccia :)
Bacioniiii
Sunrise~

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