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Hanno figliato. Anche
loro sono cresciuti e si sono moltiplicati.
Sto parlando dei
due fenomeni del momento: Edward “sogno delle bimbeminkia” Cullen e Bella “voglio
sembrare figa ma sembro solo scema” Swan.
Che c’è? Mi devo
aspettare il collasso di metà della gente che sta leggendo? Pazienza, anzi
sappiate che da ora in poi per i due cosi succhia… sangue (che avevate pensato?
Pervertiti!)andrà sempre peggio perché
io li odio.
Quindi questa è la
vostra ultima possibilità per chiudere la pagina, se invece decidete di restare
a leggere lo fate a vostro rischio e pericolo.
Restate? Va bene,
allora continuiamo.
Dicevamo che, a
quanto pare dal trailer che ho visto due giorni fa, i due shekerati hanno fatto
compiere un altro giro al grande cerchio della vita oltre che al contatore
degli incassi della casa di produzione del film ed hanno avuto una figlia. Che
tempi però! Fecondazione, gravidanza e parto con i tempi dei criceti! Già dopo
poche settimane dal matrimonio Bella ed Edward avevano provveduto
all’impollinazione e dopo un solo mese di gravidanza la cricetessa vampira aveva
scodellato una mostriciattola a loro immagine e somiglianza che si chiama
Renesmee.
Roba da pazzi. Una
bambina assatanata e letale come quella non si vedeva dai tempi de
“L’esorcista”. E poi ha un nome che a me sembra quello di una medicina per i
reumatismi o per la rinite purulenta.
Ma la colpa non è
sua ovviamente, la colpa è di Bella che non sapeva mettere freno ai pruriti
intimi ed ha convinto Edward a consumare qualcos’altro dopo cena a parte il
souflè.
Alt, piccola
parentesi ispirata da un’immagine su Nonciclopedia: i vampiri non respirano, il
loro cuore non batte ed il sangue non scorre nelle loro vene.
Bene, allora come fanno
ad avere quello che in linguaggio tecnico scientifico si chiama erezione?
Sorry. So di aver
distrutto il sogno di un’intera generazione di young adult (perché ora le
bimbeminkia si chiamano così) che immaginavano che Edward o anche un suo cugino
di terzo grado le mordesse prima sul collo e poi in altre zone, ma la dura
realtà della biologia è questa: no pressione? No party!
Esaurita questa
questione ma sempre a proposito di biologia vorrei commentare una scena del
nuovo trailer di “Breaking dawn parte 2”.
Proprio all’inizio
c’è Bella in giro per i boschi con Edward, ad un certo punto un povero alpinista
si ferisce ad un paio di chilometri di distanza e Bella, neanche avesse
l’olfatto di uno squalo tigre, si precipita a papparselo per merenda come Will
& Coyote quando avvista il road runner, ma Edward la ferma amorevolmente,
allora lei, che ormai non ci vede più dalla fame ed ha finito le Fiesta, decide
di andare a caccia di qualcos’altro.
E cosa sbrana visto
che è in mezzo ad un bosco del Nord America? Un puma.
Un puma?! Ma gran
disgraziata, perché proprio un puma? È una specie protetta, cretina!
Ma perché non
andava ad acchiappare una capra? Forse la trovava troppo simile a se, oppure
aveva paura che il nonno di Heidi la impallinasse.
Tra l’altro credo
di aver trovato il motivo per cui un’ameba inutile e decelebrata come Bella
dovrebbe diventare protagonista di ben quattro libri.
Ora state attenti
perché potrebbe risultare una cosa offensiva.
Ecco la mia teoria:
Bella è chiaramente una povera sfigata che più sfigata non si può, quindi
qualunque bimbaminkia young adult che volesse sostituirsi mentalmente a
lei nella storia non avrebbe paura di sfigurare.
Come la pubblicità
del “ti piace vincere facile?” o ancora come mettersi vicino al cugino cesso
nelle foto ricordo, tanto accanto a quel gobbo di Notre Dame tutti sembrano
fotomodelli!
C’è un altro dubbio
che mi rode: i vampiri sono immortali e adesso Edward e Bella sono pure
sposati.
Ma allora per loro
non vale il “finché morte non vi separi” e questo vuol dire che staranno insieme
per tutta l’eternità… ma a nessuno viene in mente di dire “Minchia, che
palle!”?
Mio Dio, tutto il
resto della loro misera esistenza da passare insieme!
Secondo me non
funzionerà, ecco perché la Mayer ha smesso di scrivere libri, se no avrebbe
dovuto demolire tutte quelle cavolate montate come l’uovo sull’amore eterno e
sulle cose romantiche con cui ci aveva abraso le palle per anni.
Sarebbe divertente
leggere un seguito in cui questi due non ne possono più uno dell’altro e
cominciano una cosa in stile “La guerra dei Roses” con Edward che un bel giorno
carica tutte le sue cose in macchina e pianta Bella in quella pidocchiosa
piccola discarica della loro citta, e mentre mette in moto la Porche nera
decappottabile la saluta con la manina e canta a squarciagola “Una mattina… mi
son svegliato… Oh, Bella ciao, Bella ciao, Bella ciao, ciao ciao!!!”
Capitolo 2 *** Trottolino amoroso du du da da da ***
Trottolino amoroso dudu
da dada…
Premetto che io sono
una che usa il romanticismo come il sale nelle ricette: quanto basta.
E a me ne basta
pochissimo, quindi trovo oltremodo fastidiose le coppiette che stanno
appiccicate. Quelle che vogliono le luci spente e le canzoni lente come diceva
Rita Pavone. Una volta, lo giuro sul mio Po (Kung Fu
Panda) di peluche, sul tram c’erano due spalmati uno contro l’altro che per
venti minuti non hanno fatto altro che sbaciucchiarsi.
Ma in
continuazione!
Era come avessero
le calamite del Geomag sottopelle nelle labbra perché
anche quando non erano impegnati a slinguazzarsi
stavano con le bocche appiccicate.
Ora dirò una cosa
orribile, da persona arida e priva di sentimenti quale io sono e fui: questa
cosa di appiccicarsi con la bocca alla bocca di un altro la fanno anche gli
animali, e sapete quando? Quando hanno fame e chiedono ad un compagno che ha
appena mangiato se può essere così gentile da rigurgitare qualcosa per loro.
Fa schifo, vero? A
me tantissimo!
Vorrei segnalare a
tutti coloro che aspirano a fondersi in un unico essere con la loro dolce metà
come fece la ninfa Salmacide con Ermafrodito che
esistono luoghi più consoni.
Per dire il lettone
è un classico, ma c’è anche il divano, la moquette spessa, il sedile posteriore
di una macchina ma anche quello anteriore, ed in ogni caso qualunque luogo
appartato e silenzioso.
Nella definizione
di appartato ovviamente non è compreso il cinema perché è vero che ognuno in
sala guarda lo schermo gigante, ma è anche vero che sente benissimo quello che
succede nei posti immediatamente vicini, e non è detto che apprezzi il
sottofondo di un porno durante un film di fantascienza, anzi azzarderei proprio
di no.
Quindi se vi
cacciano fuori dalla sala a pedate nel culo dovete solo starvene zitti.
Ma c’è anche
un’altra cosa che i piccioncini in overdose di ormoni adorano e che per le
persone normali è un solennissimo martellamento
pneumatico sulle gonadi: i soprannomi!
Alzi la mano chi
non ha dovuto almeno una volta incrinarsi le costole per non ridere del
soprannome che l’amico/a ha trovato alla sua metà.
A me è capitato
parecchie volte e nove su dieci mi è riuscito male, così ci ho fatto delle
figure di letame storiche.
Che poi sono le
ragazze quelle che hanno più fantasia e quando gli parte l’embolo di trovare un
nuovo nome al fidanzato aprono la diga del Mose delle cazzate.
Io conosco ragazze
ma anche donne adulte che chiamano il compagno/marito/fidanzato in modo
imbarazzanti anche in pubblico.
Ce n’è una che chiama
il marito “topino mio” il che potrebbe essere anche azzeccato visto che lei è
una focena e lui un roditore spelacchiato, ma proprio per questo io avrei
evitato di sottolineare la loro situazione.
Un’altra lo
chiamava fungo, e considerato che il tizio in questione era sempre fatto di
canne e robe simili a me veniva di aggiungere “allucinogeno”
Ma sul podio delle
orribilità a me resterà sempre impressa una ragazza che chiamava il fidanzato
Spike.
Lei diceva che era
per via dei capelli ossigenati che lo facevano sembrare Spike di “Buffy l’ammazzavampiri” a me
sembrava piuttosto un nome da cane (in tutti i sensi) ed infatti lui le faceva
da cagnolino.
I ragazzi invece si
contengono almeno in pubblico perché credono che dire cose sdolcinate li faccia
sembrare meno virili, e fanno anche bene non tanto per la virilità ma perché se
no sembrerebbero più pirla di ciò che sono in realtà, che non è neanche poco.
Dicevamo che si
contengono, vero, però va a finire che usano quasi tutti due espressioni
orribili che a me fanno venire la pelle d’oca sotto la pianta dei piedi.
Scommetto che
sapete perfettamente quali sono, e magari fanno imbestialire anche voi: sono
“piccola” e “bimba” o quando parlano di lei con qualcun altro “la mia bambina”.
Posso? Ma a me
fanno venire il vomito! Mi sanno troppo di pedofilia!
Che poi questi tipi
che fanno tanto “io sono la tua sicurezza” sono proprioquelli che a sentir parlare di diventare
padri scappano come i ragni di Harry Potter dal Basilisco.
Secondo me la cosa
migliore è il classico “amore” o l’altrettanto classico “tesoro”.
“Amore” perché è
bello, vuol dire “guarda, l’amore è la cosa più bella del mondo e per ora per
me sei tu la cosa più bella del mondo, quindi meriti a pieno titolo il nome di
amore”
Come in “Romeo e
Giulietta”, nella famosissima scena del balcone in cui lui dice “Ti prendo in
parola. Chiamami soltanto amore e d’ora in avanti io non sarò più Romeo”.
Più o meno lo
stesso vale per “tesoro” che è come dire “tu sei la cosa più preziosa che ho e
di tutto il resto non me ne importa una beata mazza”.
Basta che non dite
“il mio tesssoro” come Gollum
se no il “tesoro” in questione ha ragione di cominciare a preoccuparsi.
Certo, l’incanto
del romantico appellativo è come l’amore, eterno finché dura, e prima o poi,
magari più prima il vezzeggiativo verrà sostituito da ogni tipo di insulto
possibile e immaginabile, se possibile ancora più fantasioso del soprannome, ma
proprio per questo è meglio godersi l’incanto appunto finché dura.
Per concludere il
discorso ho una raccomandazione da fare alle coppiette: fate tutte le cose
sdolcinate, tenerose e amorosissime
che volete, ma, per favore, fatele in modo da non spaccare i maroni al vostro prossimo.
Sono in ritardo,
anzi in ritardassimo nel commentare questa cosa ma pazienza, ormai lo faccio lo
stesso.
Hanno fatto Miss
Italia per la nonsoquantesima edizione ed ancora una
volta tutta la nazione si è sorbita la sfilata delle più belle bellissime o
presunte tali che ambivano a conquistare la coroncina da principessina.
Ora, visto che qui
posso inserire il mio parere da scarafaggio in questa parata di leggiadre
farfalle dirò che a me Miss Italia ricorda due cose, e forse i fanatici dei
cartoni animati mi daranno ragione.
Una è il cartone
dell’Incantesimo del Lago quando tutte le principesse dei regni confinanti
facevano a gara a mostrarsi più belle possibile per accaparrarsi il principe
Derek come tante brave ochette senza un po’ di personalità (con tanto di
canzone “sfilata di beltà” in sottofondo che a me ha sempre fatto venire i
brividi dal raccapriccio).
La seconda è sempre
un cartone, “Il gobbo di Notre Dame” quando nella canzone “La festa dei folli” Clopin dice :-Vi ricordate il re dell’anno scorso?-: e poco
dopo il suddetto re viene scaraventato via dal trono per far posto a quella
scultura futurista ambulante che è Quasimodo.
No, io lo so che
nella festa dei folli viene eletto “il più brutto ancor più brutto dei
gargouille” mentre ai concorsi di bellezza è tutta una parata di Esmeralde, ma a me il fatto di gettar via chi ha vinto l’anno
prima e consegnare la corona al nuovo favorito della turba volgare fa sorgere
spontaneo questo pensiero: l’elezione del più brutto e l’elezione della più bella
hanno alla base più o meno lo stesso principio.
Ma io dico, almeno
avessero l’onestà di chiamare le cose con il loro nome!
“Miss Italia” è
riduttivo e non rende minimamente l’idea: sarebbe più corretto “La più gnocca del reame” o ancora “La figa delle fighe” o un
direttissimo “Quella che fa sbavare di più i maschi italiani”.
Perché poi gira e
rigira il discorso finisce sempre là: se una è bella non è che viene solo
contemplata in quanto tale come una scultura di Canova,
di solito una che è bella viene giudicata tale su una scala di scopabilità che va da “0-non la cago di striscio” a “10-la
mia bambola gonfiabile ha il suo nome”.
Ovviamente viene
giudicata da un pubblico maschile perché noi donne, anche se a volte proviamo
una passionale corrispondenza di amorosi sensi verso le nostre colleghe
portatrici di doppio cromosoma X, mai ci verrebbe in mente di fare un concorso
per eleggere la bella bellissima.
Miss Italia secondo
me è tutta una scusa per radunare le Mele Melinda più succose d’Italia ed
esporle tutte insieme in costume con lo stacco di coscia bene in vista, e poi
chi se ne frega chi di quelle vince, tanto ormai gli ormoni dei cinghiali
nostrani si sono placati.
E allora io esprimo
un desiderio: voglio una Miss lesbica!
Voglio che il
prossimo anno la vincitrice di questo cavolo di concorso riceva la fascia, la
coroncina, le congratulazioni di Carlo Conti e poi, invece di dire cose cretine
su quanto è emozionata, chiami sul palco la sua fidanzata e si metta a limonare
con lei in diretta.
Per festeggiare.
Per me questo sì che sarebbe una conquista sociale!
Tra l’altro le
eleganti libellule che partecipano a me sembrano tanto scatole cinesi:
all’esterno belle, perfette, laccate e sgargianti, poi alzi il coperchio e non
c’è nulla!
E stanno lì, come
graziosi, inutili e muti soprammobili in attesa di essere sostituite.
Perché è così: subito
dopo che consegnano la corona alla nuova ape regina di queste si perdono le
tracce.
Tranne una:
Cristina Chiabotto.
Questa ormai è
testimonial della Rocchetta e passa metà della vita a fare plinplin e l’altra metà a battibeccare con Del Piero su
chi beve l’acqua migliore. Tra l’altro in un periodo in cui si predica tanto di
non sprecare l’acqua e di emergenza idrica.
La cosa migliore di
quelle pubblicità era la suora, ve la ricordate?
Vecchia, acida e scassapalle ma molto, moltissimo più vivace e simpatica
della miss ingessata!
Poi non voglio
essere cattiva, ma bisogna proprio essere Miss per fare pipì? Io la faccio da
una vita ma ancora non mi ha chiamata nessuno a fare da testimonial. Forse che
la sua pipì è più nobile? Forse invece di contenere acido urico ed ammoniaca
diluiti, contiene particelle dei diamanti della corona di Miss Italia? O forse
il colore giallino della sua è dovuto a pagliuzze d’ora e non a urobilina e
bilirubina come nel resto dei comuni mortali?
Io lo trovo
infinitamente triste passare da essere le regina della beltà ad essere la
regina della pisciosità.
Altro problema: per
organizzare tutto il carrozzone di Miss Italia ogni anno ci vogliono vagonate
di euro.
Ora mi chiedo, io
che sono uno spirito arido: ma non sarebbe meglio usare quella spropositata
quantità di denaro per farne stipendi per ragazze che sono meno gnocche ma magari sanno fare qualcos’altro oltre a
sorridere come le gioconde?
Visto che c’è tutto
un popolo di donne né belle né brutte che fatica ad arrivare a fine mese non è
che i diamantini della corona si potrebbero rivendere ed usare per comprare le
cose di scuola ai figli delle non strafighe?
Tanto ormai è pure
inutile fare Miss Italia perché sono tutte rifatte!
Non dico plastiche
al seno o interventi di chirurgia estetica, ma ormai ci sono tante di quelle
robe per lisciare la pelle, tingere i capelli, farli lisci se li hai ricci,
farli ricci se li hai lisci, rossetti, rimmel, fondotinta e tante altre robe
alchemiche che non si capisce più cosa è veramente bello e cosa è ritocco. C’è
persino il fondotinta per le gambe!
E a proposito di
bellezza, avete mai fatto caso a quanto spesso la “bellezza” coincida con la
fragilità? No? Adesso ragioniamo insieme: come deve essere una donna per essere
bella?
Alta con gambe
lunghissime tipo i fenicotteri. Magra massimo taglia 42 se no scatta il
complesso del ”meno male che è alta se no era grassa”. Possibilmente con un bel
visino da bambolina che sorride sempre ed esprime solo un leggero disappunto
con un grazioso broncio infantile.
Una fata eterea
insomma. Un essere ultraterreno come la Beatrice di Dante che nella realtà non
esiste!
Una Barbie Girl
insomma, e proprio come la Barbie dovrebbe avere tibia/perone più lunghi del
femore.
Giuro: sono i
risultati di una ricerca scientifica da cui è emerso che se una donna ha la
parte inferiore delle gambe più lunga di quella superiore è considerata più
attraente.
Ma stimo
scherzando? Esistono donne così, ma non sono belle, sono anomalie genetiche!
Sono mutanti come gli X Men!
Più che belle sono
rare, e appunto per questo sono ambitissimi esemplari da collezione come i
pavoni albini o i giaguari neri. Che tristezza.
Qualcuno potrà
pensare che scrivo queste cose perché io personalmente sono racchia ed
invidiosa.
Bene, ne avete
indovinata solo una: sono racchia, ma non sono invidiosa.
Non sono invidiosa
quando vedo sciami di aspiranti fuchi ronzare intorno ad una bella apessa perché so che la desiderano come si desidererebbe un
oggetto raro, tipo l’ultimo cellulare, pronti a sostituirlo appena ne esce uno
più bello.
Una volta un mio
compagno delle medie mi fece notare che ero una cessa.
Gli spaccai il naso
esclamando soddisfatta :-Sono cessa e sono più forte di te!-:
Ancora oggi che
sono passati otto anni quando mi incontra cambia strada!
Quindi mi
raccomando, care donne dall’adolescenza fino alle soglie della menopausa,
ricordate che essere belle può anche essere una soddisfazione, ma che di
soddisfazioni nella vita ce ne sono tante altre, e molte di queste sono più
importanti che essere la più bella del reame.
Stavolta non c’è
proprio nulla da ridere e l’unica comicità, se ci sarà, sarà da imputare alla
linguaccia biforcuta e politicamente scorretta della sottoscritta, non certo al
tema trattato, che è un argomento da trattare con molta delicatezza e rispetto
per le vittime: la violenza sulle donne.
Di recente ho visto
su rai 3 il promo di “Amore Criminale” e già quei pochi secondi o i pezzetti
che passano alle volte su “Blob” a me fanno venire gli
attacchi di furiosite acuta, una strana patologia che
mi porta a sfogare l’incazzatoria accartocciando
istantaneamente la prima cosa che ho tra le mani. Se è ora di cena sono capace
di piegare le forchette come Yzma de “Le follie
dell’imperatore”.
In questo caso mi
ricordo che stavo mangiucchiando uno spicchio di mela e l’ho strizzato
facendone un purè, che poi però ho mangiato lo stesso perché odio gli sprechi.
Io mi chiedo: perché? Perché noi donne dobbiamo non
solo fare da punching ball fisicamente e moralmente a quelle mutazioni genetiche
ambulanti che sono i maschi ma anche finire macinate nel tritacarne
dell’audience televisivo con le nostre sciagure?
Non è una critica
alla conduttrice del programma che anzi è molto più professionale di molte
altre, è proprio una critica al modo di pensare che ha portato a creare un
programma del genere.
Sapete come si dice
dalle mie parti? “Dopo la vendemmia Mastro Giovanni mette i pali (quelli
attorno a cui dovrebbero arrampicarsi le viti che però ormai sono belle che
tagliate, ergo i pali sono completamente inutili).
Questo tipo di
programmi che ti raccontano il fatto atroce già bello e compiuto, lo
analizzano, si interrogano, fanno indignare e fanno diventare il sangue acido
come uno sgorga scarichi sono completamente inutili proprio perché parlano di
cose già successe a cui non si può rimediare.
Non sarebbe meglio
fare programmi per fare in modo che nessuna donna venga più picchiata dal
marito ubriaco, stronzo o tutte e due le cose?
Cominciamo dal
principio, proprio ab ovo (Ndr
l’uovo di Leda da cui nacque quella famosa Elena che fece in modo che il nome
di una città diventasse un appellativo femminile offensivo. Vuol dire
cominciamo dall’origine di tutto).
Le nostre bambine.
Educhiamole. Ma non educhiamole a fare le graziose bamboline perbenine, io intendo educhiamole a farsi rispettare.
Educhiamole che se
il compagnetto stronzetto le spintona o gli tira i
capelli loro non devono correre dalla maestra piangendo, devono riempirlo di
schiaffi così che la prossima volta ci pensi bene prima di rompergli le palle.
Il fatto di “tu non
fare niente, vai a dirlo alla maestra” fa nascere il seguente concetto nella
mente della povera pargola: “quello lì è brutto e cattivo e se io lo dico alla
maestra lei lo punirà. Eh eh! Allora io glielo dico e
ci pensa lei che è più forte a vendicarmi” ed ecco che abbiamo creato una
futura donna vigliacca e perfida.
Le nostre bambine
non rinunciano affatto alla rivalsa, solo che cercano di ottenerla in altri
modi, quindi meglio lasciarle libere di farsi una bella scazzottata, e solo
dopo spiegargli che picchiarsi non è il modo migliore di risolvere i problemi.
Magari mentre gli medicate i graffi.
Lasciatele libere
di esprimere la loro aggressività se non volete ritrovarvi con adulte isteriche
e nevrotiche, quindi, vi prego, smettetela con quelle cavolo di principesse e
fatine cretine e fategli vedere le Tartarughe Ninja in TV!
E comprategli le
spade laser di Star Wars ed anche i Bey Blade, e se vi spaccano la cristalleria al grido di “che la
Forza sia con me” pazienza: in fondo anche voi vi eravate stufate di quel
servizio di bicchieri e non aspettavate altro che la scusa per comprarne uno
nuovo.
Poi tiratele via da
quel corso di danza classica che quasi tutte le partecipanti odiano a morte e
mandatele a fare karate o judo o qualunque altra cosa che gli insegni a menare
le mani.
Io ho frequentato
tre anni di danza classica e ogni volta che mettevo quel ridicolo tutù mi
vergognavo come una ladra, ed anche il body e la calzamaglia aderente occupano
un discreto posto nel podio dei traumi infantili. Il mio sogno era indossare la
tuta arancione sformata di Goku e imparare a spaccare le pietre a pugni.
Ma non solo io,
anche la maggior parte delle mie compagne non ci volevano andare a danza e non
gliene fregava proprio niente del pliè, del relevè e di tutte quelle cavolate francesi, ma come me
erano lì per un motivo: avevamo tutte delle madri che ai loro tempi avrebbero
voluto fare danza e non avevano potuto.
Come dice Eschilo
le colpe dei padri ricadono sui figli.
Parlavamo di
programmi TV prima che io mi lasciassi andare al racconto dei bei tempi andati,
no?
Allora io ho
un’idea per un nuovo format televisivo: un corso di autodifesa in video
lezioni.
Ora è uscita
un’arte marziale nuova che si chiama Krav Maga e per
la difesa personale è davvero perfetta. Mi chiedo se non sarebbe più utile fare
un tutorial di “come toglierti di dosso uno che ti vuole violentare” piuttosto
che uno di “come truccarti per apparire splendida splendente”
Oppure istituiamo
corsi di difesa gratuiti nelle scuole accanto a quelli di aerobica e pallavolo,
che per carità sono tanto belle ma in caso di aggressione sono poco utili.
Io sono convinta
che la vera parità tra i sessi si raggiungerà quando nella coppia o nessuno dei
due viene picchiato o tutti e due si rovinano di mazzate a vicenda in maniera
equa.
A me piacerebbe
tantissimo aprire il giornale una mattina e leggere titoli come “Birnoccio sul Pollino: il marito la prende a schiaffi e lei
gli rompe un braccio” oppure “Revalate nel Trevisone: lui prova a picchiarla con la cinghia e lei
reagisce pestandolo con il mattarello”
Che soddisfazione,
ragazzi!
Sarebbe fantastica
anche un’altra cosa: un manuale.
Invece di centomila
libri su come cucinare il maiale in agrodolce vorrei vedere in libreria una
guida pratica su cosa fare se il maiale appartiene alla specie umana ed ha
scelto proprio voi come oggetto delle sue intenzioni suine.
E vorrei che fosse
scritto da una donna perché si sa che noi del genere femminile siamo più furbe
e ne sappiamo una più del diavolo come dice la pubblicità delle Tim con Dante,
quindi donne di tutto il mondo, unitevi (che non è un invito per un’orgia lesbo, eh!) e imparate a difendervi!
Vi prego
smettetela! Lo dico a chi è che scrive i testi delle canzoni in Italia.
Io personalmente
non ne posso più di sentire “quanto mi manchi” “quanto mi hai ferito” “quanto
sei meravigliosa” e “quanto ti amo” ne ho le dragonball
piene!
Ma non si può
cantare qualche altra cosa? Che ne so, cantiamo la bellezza del mare, della
montagna, delle colline toscane, dei laghetti di Marinello,
dei gerani sul balcone di mia nonna…hei, che avete da fare quelle facce? I gerani di mia nonna
sono bellissimi!
Tra l’altro queste
nuove canzoni che di solito escono da X-Factor o da
Amici ci martellano timpani e testicoli per un paio di settimane quando ce li
troviamo su tutte le radio, poi improvvisamente spariscono.
Puf! Risucchiate da
quel buco nero di inutilità da cui sono uscite, vengono tritate come gli scarti
del legno per farne segatura e dopo un po’ di rimpasto delle solite patetiche
frasi fatte ecco pronto il nuovo grande successo del momento.
Secondo me è il
momento di fare come i giapponesi: cominciamo a copiare dalle canzoni
straniere.
Sì, lo so che
sarebbe bello avere un minimo di orgoglio nazionale almeno nella musica, ma
visto che se le canzoni ce le scriviamo da soli escono robe insulsissime
tipo “a Novembre” o “l’amore spacca il cuore” allora direi che è il momento di
gettare un occhiata di striscio a quello che producono gli altri, come quando durante
il tema in classe non hai uno straccio di idea e sbirci un attimo il foglio del
compagno secchione giusto per trovare il barlume che ti sblocchi il cervello.
Non dico di
convertirci tutti in massa all’Heavy Metal, ma almeno
fare una cosa che somigli vagamente ad “Have a niceday” o a “Lost highway” dei Bonjovi.
Un testo così,
leggero, che sia orecchiabile e che non faccia venire il diabete istantaneo o
voglia di suicidarsi per solidarietà con la povera disgraziata piantata dal
fidanzato.
E magari un testo
che sia comprensibile, non come quelli di Tiziano Ferro.
Sì, perché il
cugino di Braccio ha una voce fantastica e fino all’album “centoundici” ha
fatto canzoni carine, poi gli deve essere scoppiato un capillare nei lobi
frontali perché ha cominciato a cantare cose senza senso.
Va bene che sono
solo parole, ma le sue sono messe a cacchio!
Sembra che abbia
aperto a caso il dizionario e poi scritto le prima parole su cui puntava il
dito aggiungendo qualche congiunzione ogni tanto per dare l’illusione di un
discorso sensato.
Neanche io quando
sbaglio il Cruci Focus tiro fuori robe del genere!
E poi non capisco,
ormai che ha detto che si vuole innamorare di un uomo perché non scrive una
bella canzone su quanto sia bello ed assoluto l’amore senza barriere di forma e
colore?
Forse non ha ancora
trovato il suo Muso, in tal caso allora gli auguro di fidanzarsi presto con un
tizio bellissimo così forse si riprende dalla disfasia e rimette le parole al
posto giusto.
Ed io non penso di
trovarmi ad ascoltare la filosofia di Nietzsche in musica quando c’è lui alla
radio.
Ecco, questa
sarebbe la nuova frontiera delle canzoni romantiche: baritoni che cantano di
quanto amano alla follia il loro ragazzo e usignole
che trillano quanto è dolce la loro fidanzata.
Pochi giorni fa ero
a fare la spesa la mattina presto ed ero mezza addormentata, sicché ad un certo
punto ho sentito alla radio del super mercato una cosa strana: “Sognavi di
essere trovata/ su una spiaggia di corallo una mattina/ dalla figlia di un
pirata” allora ho sollevato l’orecchio come i cani da caccia pensando “Aspetta… ! Guarda guarda che
stavolta è la volta buona che…” e invece nisba: era
Cesare Cremonini che cantava la solita boiatella per bimbeminkia.
Peccato.
Io mi passerei il
tempo a riadattare tutte queste canzoni preconfezionate e politicamente
corrette in modo che il loro contenuto sia chiaramente omosessuale.
Ad esempio quei pupazzi
meccanici dei Modà che cantano “Spogliati/ senza
dolcezza e senza regole” vi immaginate che effetto farebbe se nel video invece
di esserci quella faccia da pirla del vocalist e quelle tre fighette di legno
ci fossero i modelli di Dolce&Gabbana?
Due David di
Michelangelo che si accertano della qualità dei bottoni strappandosi di dosso
le camicie a vicenda?
Sarebbe una bomba a
neutroni sul perbenismo!
Se no pazienza,
ditelo: non siamo capaci di scrivere un testo che non contenga almeno un
centinaio di volte le parole “cuore” e “amore” . Anche “sole” ormai esula dalla
nostra competenza perché non è abbastanza melenso o deprimente.
Oppure dite “Sapete
cosa c’è? Questi testi cretini sono quelli che la gente vuole perché le sfigate
si vogliono riconoscere nelle sfigate e vogliono cantare canzoni da sfigate, e allora
noi scriviamo canzoni per le sfigate! E tutta la nazione se le deve sentire per
forza”
Meno male che
quest’anno a San Remo ci sarà Luciana Littizzetto, era ora dopo quelle due
odiose della Canalis e della Rodriguez! Così magari anche se i testi saranno
patetici come al solito almeno ci sarà Lucianina a
vivacizzare il tutto!
Chissà se canterà
anche? Io mi ricordo quando cantò a “che tempo che fa” una cosa stupida che ad
un certo punto diceva “jesuis
le moscon/ que si posa sui maron” ed io ci ho riso per due giorni! Non so voi ma io
preferisco questo a Giusy Ferreri!
Ho riflettuto
profondamente mentre due persone che non posso nominare per motivi di privacy parlavano
al telefono dei rispettivi acciacchi e problemi di salute.
Gli acciacchi però
li nomino perché tanto sono comuni come le meduse a mare nell’unico weekend
libero di Agosto: si tratta di colite spastica, gastrite, cefalea muscolo
tensiva, disturbi del sonno e di qualche altra cosa ancora.
Tutte cose che,
quando vai dal medico per vedere cosa cavolo hai e perché all’improvviso tutti
i tuoi organi interni funzionano stonati come l’orchestra di Topolino, lui ti
fa fare un sacco di esami di tutto ciò che c’è di esaminabile nel corpo umano e
poi, quando tu sei lì ad aspettare il verdetto pensando “dì soltanto una parola
ed io sarò salvato” quello allarga le braccia con aria sconsolata e ti dice
:-No, guardi che non c’è niente di organico: è solo lo stress-:
Che tradotto in
linguaggio corrente vuol dire “Sono cazzi tuoi”.
Lo stress, eh? Gli
si potrebbe rispondere una parafrasi letteraria e dire “Lo stress, lo stress… Tutti coloro che non trovano niente di organico
hanno sempre questo stress da mettere in campo, come se gli avessero parlato!
Che pretendete con codesta vostra parola? Di farmi…?”
A quel punto, se il
vostro oltre ad essere medico è anche un dotto e un sapiente, riconoscerà il
brano de “I promessi sposi” in cui Lucia piagnucola davanti all’Innominato e
lui le risponde a livello letterario di non rompergli le palle, e a questo
punto si farà almeno un po’ impietosire dal vostro caso.
Se invece è un
medico bravo ma con una cultura mediocre chiamerà immediatamente un ambulanza
con destinazione reparto di psichiatria e con un foglio per Trattamento
Sanitario Obbligatorio.
A quanto pare lo
stress è una raccolta di un insieme di fattori nervosi dovuti nella maggior
parte dei casi al lavoro che, non potendo trovare sfogo all’esterno, si
ritorcono all’interno del corpo del malcapitato.
Praticamente un
uovo di alieno depositato nel nostro corpo dalla società capitalistica, vi
rendete conto?
E perché i Maya che
prevedevano tante cose non ce l’hanno detto?
Perché non ci hanno
detto che noi occidentali saremmo finiti a “fare lavori che non ci piacciono
per comprare cose di cui non abbiamo bisogno” (NdA: Fight Club) e che ne avremmo pagato le conseguenze in
contanti al farmacista?
A questo punto
allora si potrebbe definire lo stress con una frase che rende meglio l’idea:
rottura dei coglioni.
Che spiegherebbe
anche perché queste patologie legate allo stress hanno più incidenza nella
popolazione femminile: non avendo l’organo specifico deputato alla rottura e si
sminchia tutto il resto dell’organismo come la
casetta dei tre porcellini!
Oppure rompono i
coglioni del partner e nei casi più gravi anche di amici e parenti.
Chissà se Freud,
quando parlava dello “spostamento” (verschiebung)
aveva contemplato questa interpretazione?
A questo punto
però, parlando di capitalismo, mi viene un’associazione di idee: non è che il
nostro corpo è socialista?
No, perché a
pensarci bene questa cosa delle malattie psicosomatiche funziona un po’ con la
logica degli scioperi: tutti gli apparati uniti in lotta contro la direzione
generale della testa (a volte di cazzo) del proprietario.
E come in ogni
sommossa che si rispetti c’è anche l’istigatore: l’inconscio!
Per esempio il
soggetto X è invitato alla cena di compleanno di una collega che però gli sta
immensamente sul culo, però ci va lo stesso per i “rapporti sociali”, allora
l’inconscio dice
:-Minchia che
palle, non ci voglio proprio andare a quella cavolo di cena della Lotti perché
quei rompipalle dei colleghi mi fa schifo vederli pure mentre mangio!-:
Questo messaggio di
ribellione è subito captato dall’apparato più sovversivo, quello che viene
direttamente dalla Rivoluzione di Ottobre, che è l’apparato digerente (ci avete
fatto caso che è il primo a risentire dello stress? È lui il primo che si
ribella all’arroganza del fronte pardonale!) e lui
subito, tac! Una colite fulminante!
O anche si rifiuta
di digerire la cena che ha mandato giù tanto a malincorpo.
Ed ha una sua logica vorrei dire!
E siccome la
maggior parte di questi segnali vengono ignorati prima le patologie diventano
“croniche”, poi compaiono poco alla volta altri disturbi di altri apparati che
tutti assieme si chiamano esaurimento nervoso.
Come le elezioni
politiche che ci sono i partiti delle malattie che si uniscono tutti a fare la
grande coalizione del collasso da stress lavorativo.
Ecco perché il
nostro corpo è un socialista, perché sciopera per conto suo là dove noi non
abbiamo la possibilità o il coraggio di farlo.
Tipo i problemi di
tachicardia e pressione alta: l’apparato circolatorio dice :-Ah, sì? Tu
vorresti essere sempre in movimento senza tener conto della faticaccia che mi
fai fare? Io non vado mai in ferie e tu
mi vorresti far fare anche gli straordinari? Adesso ti aggiusto io!-:
Ed ecco che gente
di appena quaranta anni, che hanno fatto solo pochi chilometri fuori dalla
concessionaria della vita, già ha l’angina.
D’altronde se tra
tutti i muscoli involontari l’unico “rosso” è proprio il cuore un motivo ci
sarà, no?
Se l’apparato
digerente è il testa calda, quello che scoppia alla prima provocazione ma
bastano poche concessioni a calmarlo con il cuore non è così perché lui è
proprio il più estremista, il kamikaze della lotta di classe e quello più
difficile da fare rientrare nei ranghi.
Ci vogliono proprio
molte prepotenze per farlo incazzare perché lui in fondo è un tipo paziente e
gli va benissimo stare a fare il suo lavoro con un regolare “tu-tumtu-tum” ma quando si vede
sfruttato da quello spocchioso del cervello solo perché sta più in alto ed è
protetto dalla scatola cranica allora “dimenticò pietà, scordò la sua bontà” e
preferisce rovinare tutta l’azienda piuttosto che stare a farsi sfruttare.
Lo sapete quanti
manager muoiono di infarto? Ecco che succede quando il proprietario
dell’azienda non dà ascolto alle proteste dei dipendenti.
Perciò se anche voi
siete di quelli che soffrono di problemi psicosomatici forse è il momento di
riconsiderare la vostra vita.
Prendetevi un paio
di giorni di riposo e fate un bel tavolo delle trattative con le vostre
interiora, dopodiché cercate di salvare il salvabile e stabilite dei contratti
di lavoro sostenibili, non come quelli della fiat.
E se al ritorno
dalle ferie al vostro capo non va bene il vostro nuovo regime che non prevede
mille mila ore di lavoro al giorno prendete esempio dal vostro corpo socialista
e cominciate anche voi a dargli fastidio, ma fastidio serio, ad esempio
chiamate i NAS, Striscia la Notizia, Milena Gabbanelli,
Mi manda Rai3 e tutto quello che volete voi, così imparerà ad ascoltare le
proteste dei sottoposti.
O magari potete
semplicemente aspettare che anche il suo corpo riscopra il socialismo e gli
provochi una bella ulcera!
Oggi si vola basso,
ma veramente basso e non solo metaforicamente parlando.
Si vola basso
perché voglio parlare di piccioni.
Vi prego,
perdonatemi e concedetemi questo piccolo sfogo personale: non ne posso più di
quelle maledette bestiacce che mi hanno colonizzato la ringhiera del balcone!
Il muretto e la grata sono combinati uno schifo perché quei maledetti, essendo
che mangiano in continuazione, cacano anche in continuazione!
Tra l’altro sono
anche cannibali perché si sono sbranati un pezzo di pollo che io avevo gettato
per il gatto, e una volta anche la scatoletta di cibo per gatti con
“selvaggina” e non so che altre cose di carne.In quei
momenti fanno davvero paura.
Basta che ci sia a
terra una minuscola mollichina e subito sflapsflaptruutruu arriva in picchiata uno stormo di almeno
quindici di questi orribili animali e si sbranano la mollica strappandosela dal
becco uno con l’altro.
Per me è una cosa
impressionante vedere quanto spirito predatorio ci sia in un animale parente
prossimo della colomba della pace!
Alla faccia delle
ricerche scientifiche, se c’è qualche scienziato che ancora non crede alla
teoria che gli uccelli discendono dai dinosauri gli consiglio di mettersi al
centro di una qualunque piazza e di lanciare per terra un po’ di pane: appena
arrivano i piccioni vedrà che si comportano esattamente come i Velociraptor di Jurassick Park!
Vorrei fosse
possibile aggiungere una postilla alla bibbia e, dove dice “Crescete e
moltiplicatevi” aggiungerei “No, voi della specie Columba Livia no!”
Comunque, visto che
se lo faccio io a matita non funziona e visto che per modificare il testo
originale le procedure sono troppo lunghe e complesse, ho deciso di organizzare
da sola la resistenza all’invasione piccionesca e mi
sono messa a cercare metodi “naturali” (leggete economici o ancora meglio
gratuiti) per dissuadere gli aborriti pennuti.
Metodo numero 1: legare sacchetti di plastica alla
ringhiera.
Ho provato e non
funziona! Il principio sarebbe che i sacchetti si muovono con il vento e i
piccioni si spaventano, solo che per ora piove sempre e quei cosi pieni d’acqua
stanno immobili. Tipo ieri c’erano due sacchetti ben piazzati e tra uno e
l’altro un piccione che, da come si stiracchiava e girava su se stesso,
sembrava che stesse facendo il ballo della vittoria per prendere per il culo me
e la mia stupida trovata. Stronzo!
Ora, fallito il
primo, c’è una lista di sistemi che dovrei provare.
Metodo numero 2: il gufo.
Dovrei trovare un
gufo finto, anche una sagoma di cartone ritagliata personalmente da me
medesima, colorargli gli occhi di giallo sparato e piazzarla nel balcone, così
quelli credono che ci sia un gufo pronto a papparseli appena si avvicinano e
scappano.
Tutto sommato
l’idea mi convince, ma sarebbe abbastanza imbarazzante spiegare ai vicini cosa
ci fa un gufo finto sulla ringhiera, specie se poi non funziona come i
sacchetti.
Credo che
diventerei lo zimbello del quartiere ma sono disposta a rischiare.
A proposito di
questo trucco del gufo poi non poteva mancare il mio pensiero stupendo: potrei
mettere una Action Figure di Radamante
de “I cavalieri dello zodiaco”!
Ce lo avete
presente? È uguale ad un gufo! Gli occhi gialli ci sono, le “sopracciglia”
pure, e poi ha le ali e, orrore supremo, ha le zampe da uccello con le tre
dita!
Metodo numero 3: la girandola.
No, non è quella
che fanno le balle quando si ha a che fare con queste bestiacce, è proprio una
girandola di quelle colorate che si comprano nei Luna Park. Il problema con
questa cosa però è che funziona solo finché urla il vento e fischia la bufera
in modo che la girandola possa appunto girare.
E dopo? Mi metto io
in balcone a soffiare come il lupo dei tre porcellini finché non divento
cianotica? Compro un ventilatore e, alla faccia dello spreco di energia, lo
piazzo in balcone a far vento alla girandola? Una cosa del genere è già
successa in una puntata dei Simpson.
Almeno però la
girandola sarebbe meno problematica del gufo da spiegare, e poi a me quelle
cose colorate mettono allegria.
Metodo numero 4: la naftalina.
Pare che l’odore della
naftalina li infastidisca. Bè, grazie al cazzo! A
tutti gli esseri viventi dotati di olfatto da fastidio la naftalina, o no? C’è
per caso qualcuno che ne mette una pallina sotto ogni ascella per farne un
deodorante? Qualche profumiere famoso ha inventato “Eau de Naftaline”? Ancora
no? E chissà come mai!
E comunque la
naftalina finirebbe per fare una strage di insetti innocenti e non voglio
essere colpevole di un genocidio.
Metodo numero 5: i CD.
Pare che il lato
lucido dei CD che fa quel bell’effetto olografico e luccicoso li spaventi creando i riflessi. Secondo me li
spaventa anche il lato non lucido, quello con su il titolo e la foto del
cantante, specie se il CD è di Morgan, di Claudio
Baglioni, di Noemi o di Povia.
Metodo numero 6: il serpentello
di gomma.
Questo metodo ha la
stessa logica di quello del gufo, cioè di spaventare le bestiacce con un loro
predatore naturale, e sarebbe anche più discreto, ma purtroppo io non lo posso
sperimentare. Perché? Perché mia mamma ha la fobia dei serpenti, quindi che
siano veri, di gomma o di altro non gliene frega niente, lei ne è terrorizzata!
Quindi, capite, non è che posso piazzargliene uno attorcigliato alla ringhiera
del balcone! Ci mancherebbe solo che anche lei svolazzasse via facendo truutruuu…
Lancio un appello
animalista: potete smettere, voi esimi esperti di marketing che create le
pubblicità, di utilizzare gli animali per fare spot deficienti?
No, perché la
maggior parte degli animali che ci sono nelle pubblicità sono odiosi!
Cominciamo da
quello che per me è il più detestabile: l’orso della Vodafone.
Credo che più o
meno tutti abbiano riconosciuto la voce di Diego Abatantuono che fa il
doppiaggio e già qua mi sorge un dubbio: perché, visto che hanno risparmiato i
soldi del testimonial famoso creando quel plantigrade in animazione digitale,
non hanno anche risparmiato facendo fare la voce ad uno dei tanti ragazzi che
vorrebbe fare il doppiatore di professione? Tanto dice solo cazzate e “relax”
alla fine, non è che ci voglia tutto questo talento!
Poi il nome Bruno.
È una cosa più che scontata! Speriamo che non decidano mai e poi mai di fare
una cosa sulla scia di 007 con quel coso peloso che scende dall’auto sportiva e
dice “Sono Bruno… l’Orso Bruno”.
A parte questo a me
quell’orso sta troppo antipatico perché è uno spocchioso! Sa fare tutto lui!
Prima giocava a
tennis e non si capisce come faceva a stracciare regolarmente tutti, adesso
sarà il clima del Natale che si avvicina e lo hanno messo a pattinare sul
ghiaccio.
A parte che ha dei
pattini minuscoli in proporzione al resto del corpo, e poi si muove contro
tutte le leggi della fisica e della natura! Insomma, tutti i suoi simili in
questo periodo dell’anno sono in letargo, tentano di non morire assiderati o
vagano nelle lande desolate dell’Alaska cercando qualche pezzo di caribù
congelato da sgranocchiare e lui, questo coso snob che fa? Le piroette sul
ghiaccio.
Ma non è finita
perché mentre pattina travolgendo metà della gente che c’è in pista e
schiacciando a morte l’altra metà dice cose senza senso, tipo “Saint Honoré” “Marronglacè”e la più orribile di tutte: “trottolino
peloso”.
Ora, vabbè, passi per i nomi dei dolci perché Yogi ci insegna
che agli orsi piacciono tanto i dolci, ma “trottolino peloso” proprio no!
Quello non è un
trottolino, quella è una betoniera di pelo!
E vuole pure il
voto! Che secondo me è un chiaro messaggio subliminare per una sua prossima
candidatura in politica. Bruno forpresident. E lui sì che potrà promettere “Chiù pilu pi tutti” come Cetto La Qualunque.
Poi c’è Bruno in
boutique, probabilmente in via Monte Napoleone, che si prova camicie, giacche e
mocassini facendo uscire pazzi i commessi e ad ogni cosa fa il commento da
fighetto tipo “Sì, la stoffa è ottima.. ma il colore proprio…”
poi, quando probabilmente stanno per sparargli e trasformarlo in pelliccia,
esce dal negozio ballonzolando il suo enorme deretano e dicendo “reeelaaax”.
Bruno? Posso dire?
Ma torna nella foresta a grattare i tronchi con gli artigli che qui hai rotto
le palle!
Inoltre Bruno ha
anche la comitiva di amici umani, che sono messi lì apposta per essere
costantemente surclassati dalla palla di pelo qualsiasi cosa facciano! Quello
del tennis viene battuto in tutti i set e gli altri gli dicono pure “Eh, ma sei
lento! Guarda Bruno!” e poi quello sul bordo della pista da pattinaggio che gli
dice “Vai piano, Bruno” invece vede le evoluzioni di Carolina Kostner e resta
con una faccia che significa “Mi sento un pirla”.
Pare che alcuni di
questi poveri umani abbiano già tentato il suicidio per distruzione
dell’autostima e che i rimanenti si stiano organizzando per avvelenargli il
Martini dell’aperitivo.
E che dire del
passerotto dell’acqua Uliveto? Geniali? Premi Nobel del marketing? Vorrei
ricordarvi che gli uccelli non pisciano!
Poi, sempre a
proposito di animali in pubblicità vi vorrei segnalare quelli degli alimenti ad
alto contenuto di fibre.
C’è una marca di
cibo tipo macrobiotico che contiene tante fibre per facilitare le prove di evacuazione
in soggetti che hanno difficoltà a gestire le uscite di emergenza. Ora non mi
chiedete come si chiama perché proprio non lo ricordo.
Comunque i geniali marketer che hanno fatto per promuovere questo prodotto?
Hanno trovato un’amena
ambientazione boschiva con tanto di capannetta stile
Biancaneve e i Sette Nani ed una tizia che esce sulla veranda passandosi una
mano sull’addome, che a me più che altro viene da pensare che sia incinta, e
invece no, il contenuto è di altra natura.
Poi là intorno ci
sono una scoiattola, una coniglia ed una cerbiatta,
sempre in stile Biancaneve, che commentano le patetiche condizioni della povera
disgraziata, e lo fanno con un tono così di superiorità, così saccente, così da
saputelle che a me fanno venire improvvisamente voglia di riaprire la stagione
di caccia giusto il tempo di accoppare quelle tre bestiacce impiccione.
C’è una che dice “Gonfia
e rallentata? Io mai!” ed io mi chiedo perché.
Che una che è
stitica sia gonfia ci può stare, ma rallentata? Non è che nell’intestino si
accumulano scorie ad alto peso molecolare che pesano da sole centodieci chili e
fanno da zavorra. A meno che la poveretta non abbia mangiato pallettoni di
piombo, e anche se lo avesse fatto la potrei capire perché una che vive in
solitudine in mezzo ad un bosco credo che un peletto sbarella
di testa.
Ora, cari i miei
geni della comunicazione, vorrei farvi notare che non è che avete scelto
proprio gli animali giusti, perché si sa che i roditori e i cervidi producono
palline dure e minuscole, e non credo che una che già è intasata di suo faccia
i salti di gioia pensando che potrebbe cominciare a deporre delle robette
striminzite come quelle.
Non so, sempre
mantenendo un soggetto erbivoro avreste potuto proporre una mucca, una giumenta
o ancora meglio un elefantessa. Loro sì che avrebbero dato il buon esempio
quanto a spurgamento delle tubature principali!
Ma poi sapete quale
spiegazione da la cerva laureata in gastroenterologia? “Gli esseri umani non
mangiano le fibre secondo natura. Eh, no…”
Allora, cerva,
ascoltami un po’. Mangiare quintalate di erba, crusca
e foglie sarà secondo natura per te
che sei un’erbivora, ma per me che sono un’umana ed in quanto tale onnivora,
non va bene. Per me mangiare secondo natura vuol dire che la verdura è un
contorno, non il piatto principale, anzi per me il maincourse è un bel filetto, di cui tu, cara
mia, sei il precursore. Ed anche quel cornuto di tuo marito.
Stessa cosa dicasi
per la coniglia, per la scoiattola no perché tanto
gli scoiattoli non hanno un granché di carne e non varrebbe neanche la pena.
Però ora che ci
penso che caspita centra la sorella di Cip e Ciop?
Voglio dire, gli scoiattoli mangiano nocciole, noci e ghiande, che non è che contengono
tante fibre, magari contengono tanti trigliceridi. Allora la scoiattola facevano meglio a metterla nella pubblicità del Danacol.
Ma per fortuna ci
siamo liberati della peggiore trovata pubblicitaria del secolo: avete presente
che da un po’ non si vede più l’orripilante scoiattolo flatulente delle Air Vigorsol?
Rendo grazie all’Altissimo
per questo. Sarà che molti, recitando il Pater Noster,
arrivavano a dire “e liberaci dal male amen” pensavano alla pubblicità e
finalmente Jhon Malkovich ha distratto un attimo l’occhio
dal Nespresso ed ha fatto sparire dalla circolazione
quella cosa disgustosa.
Ora, per carità,
non vorrei costringervi a rivivere un trauma che molti di voi hanno
probabilmente rimosso, tanto per soffermarci sull’aspetto scientifico vorrei
far notare due cose.
Uno: lo scoiattolo
mangia la Air e tempo mezzo secondo già ha dato il la alla fanfara dell’Aida. Ecco,
già questo non è credibile!
Insomma, lo so che
l’intestino dello scoiattolo non è chilometrico, ma il principio attivo della
Air non poteva percorrere il tubo digerente in così poco tempo. Neanche i
bosoni a Ginevra!
Due: lo scoiattolo,
nel bel mezzo dell’esecuzione della marcia trionfale, si tiene al ramo per non
svolazzare.
Ci avete fatto caso
che è contrario a tutte le leggi della fisica? No, cioè, se la propulsione è
retrò, come può essere che lo scoiattolo si tenga al ramo come se stesse volando
nella stessa direzione? Se dobbiamo credere al terzo principio della dinamica
ad un’azione segue una reazione uguale e contraria, che tradotto in volgare
vuol dire che il roditore avrebbe dovuto sbatacchiare come un palloncino
gonfiato troppo e lasciato andare prima di fare il nodo.
Ma non è finita perché
dopo aver messo in imbarazzo gli scoiattoli i geniali della Vigorsol
hanno pensato bene di dedicarsi ai pinguini.
Ci sono le calotte
polari che si stanno sciogliendo, i pinguini con le ascelle sudate e allora
arriva lui, il mitico scoiattolo su una barchetta (che per arrivare a remi ci
ha messo quattro mesi, a meno che non abbia usato una scoreggia come motore fuori
bordo) che lancia tre Air per aria, i pinguini le prendono al volo e…proooottt! Cominciano anche
loro a scorreggiare, tra l’altro con aria
soddisfatta, e creano una montagna di ghiaccio come quella della Paramount Pictures.
Sappiate solo
questo: io, che ero una grande mesticatrice di Air, dopo queste pubblicità non
le ho comprate mai più.
So che è solo una
cazzata pubblicitaria, ma lo stesso non ho voluto rischiare!
Ho bisogno di un
piccolo sfogo letterario perché c’è una cosa che ho assoluta urgenza di
condividere con il maggior numero possibile di persone.
Prima facciamo le
prove tecniche di trasmissione: uno, due, tre… prova, prova, prova…
Devo aggiustare
bene il volume del microfono al massimo perché mi devono sentire fino in
Inghilterra a Buckingham Palace. Ok, funziona!
Heilàààà…? Giornalisti
Inglesi o giornalisti Italiani di stanza in Inghilterra? Mi sentite? Avete
rotto il cazzo con questi due William & Kate!
Bene, adesso devo
sbrigarmi a finire di scrivere il pezzo prima che arrivino i poliziotto di
Scotland Yard ad arrestarmi.
Il problema è che
per ora non si parla di altro che della gravidanza di Kate Middleton, che dopo
venti mesi di matrimonio “finalmente” è incinta.
Bene, posso
chiedere a nome di tutto il mondo, cosa minchia ce ne fotte?
Quei due sono
giovani e nullafacenti, era normale che tra un’apparizione pubblica e l’altra
si applicassero un po’ nello sport più antico del mondo, ed era anche normale
che prima o poi lei ci restasse. Ma dico io, sarà mica la prima donna che
rimane incinta? Sarà mica la prima che ha le nausee? Avete letto che è stata
ricoverata un paio di giorni per le nausee particolarmente forti? Bene, non
dico che mi fa piacere che stia male, però ci sono tante donne nel mondo che
hanno lo stesso quella nausea bruttissima e se la devono tenere perché devono
andare a lavoro per forza se no non avranno come mantenere il figlio che gli
sta per nascere, quindi, cari paparazzi e giornalisti che ci spiattellate tutti
i dettagli, andate cortesemente a buttarvi nel Tamigi con i microfoni legati al
collo ed annegateci!
Amici, se volete un
vero scoop sulla maternità, una cosa che faccia sensazione e che lasci tutti
veramente a bocca aperta ve lo procuro io: vi presento una persona che lavora
come infermiera e fino al settimo mese di gravidanza ha fatto i turni di notte
in reparto. Avete idea di cosa significa andare su e giù per una corsia di
ospedale alle tre di notte con l’addome che somiglia ad una mongolfiera? No? E
allora andate ad informarvi su questi casi prima invece di presentarci la
duchessa di non so che come se fosse il primo caso di gestazione umana.
Però in fondo un
po’ mi fa pena anche lei, la Kate.
No, ma dico, ve lo
immaginate? Già una che è incinta è nervosa di suo, pensate questa povera
duchessa che appena ha fatto il test di gravidanza e le è uscito positivo aveva
già un corteo di paparazzi che le stavano alle calcagna! Roba da dare di matto.
Una che è in dolce attesa già è sbarellata di suo per gli ormoni, pensate voi
questa che non fanno altro che fotografarla appena fa uno starnuto! Finirà che
la Kate andrà in giro e alle occasioni ufficiali più che guardarla in faccia le
guarderanno di quanto le è lievitato il giro vita e i giornali cominceranno
“Ecco, la circonferenza dell’addome è aumentata di altri due millimetri” come
se fosse una cosa che cambierà il destino dell’umanità.
Ragazzi miei,
vorrei ricordarvi che Kate è incinta di suo marito, vale a dire di un altro
essere umano, non di un alieno, quindi è perfettamente inutile che andate
morbosamente alla ricerca del dettaglio da pubblicare perché la sua gravidanza
sarà come tutte le altre del mondo..
E poi tutti a
chiedersi “eh, ma chissà quando partorirà?”. Posso dire? Ma che vi frega? Mica
è una vostra parente che dovete andare a comprarle il regalo e dovete prendere
un giorno di ferie per andarla a trovare in ospedale!
Ve lo dico io: partorirà
quando sarà il momento di partorire e lo farà come tutte le donne di questa
terra, cioè o “con dolore” come insegna la Genesi o anche senza con l’anestesia
epidurale.
Punto, fine e stop.
Inoltre quando è
stata un paio di giorni in ospedale pareva fosse in fin di vita, e invece era
solo disidratata. Amici miei giornalisti, premi Nobel per la telecomunicazione
vorrei segnalarvi che nel mondo ce ne sono centinaia di donne che hanno gli
stessi problemi, solo che la maggior parte di loro muore perché abita in un
paese del terzo, quarto, quinto o sesto mondo e non hanno l’ambulanza privata
che le porta di corsa in ospedale dove trovano un intero reparto a loro
disposizione, quindi vorrei chiedere di smetterla di gridare alla tragedia
appena la duchessa di Windsurf ha una colica, se non altro per una questione di
rispetto verso le poverette che ci restano secche per mancanza di cure
elementari.
E poi hanno rotto
le palle con questa storia dell’erede.
Il principino o la
principina sarà senz’altro una pallina morbida ed adorabile come tutti i
neonati, ma appunto niente di più che un bambino come ce ne sono tanti al
mondo, ed anche qui la questione è la stessa: il pupattolo reale avrà molto più
di quello che hanno tanti altri pupattoli che sono carini ed adorabili
esattamente quanto lui, quindi, se non volete farlo diventare antipatico già
appena arriva al mondo, evitate quando nascerà di mettere in anteprima mondiale
le sue foto con indosso i vestitini preziosi, sempre per quel rispetto di cui
sopra.
Io personalmente ne
ho piene le palle della favola di William e Kate perché non ci trovo proprio
niente di favoloso in due spocchiosetti viziati che vivranno per sempre felici
e contenti con i soldi delle tasse dei loro concittadini senza fare una beata
mazza se non salutare con la manina nelle cerimonie pubbliche.
Già quando si sono
sposati hanno fatto un casino con le dirette della cerimonia quasi in
mondovisione neanche fossero i primi due che si sposavano in Inghilterra, e
come se non bastasse gli inglesi svalvolati hanno fatto una fiction sulla loro
storia. Roba da prendere a schiaffi chi ha avuto questa malsana idea! Per me la
storia si può riassumere così:
William :-Ciao, io sono William e sono un principe
ricco e figo-:
Kate :-Ciao, io sono Kate, una che figa nullafacente
che starebbe benissimo in coppia con un principe-:
William :- Sono d’accordo. Ti amo-:
Kate :-Anche io ti amo. E al matrimonio voglio la
carrozza con i cavalli bianchi come Cenerentola-:
Secondo me questa
rottura di palle della favola di Will & Kate è una specie di operazione
commerciale per fare un po’ di buona pubblicità alla casa reale e per far
dimenticare le colossali castronerie matrimoniali del principe Charles prima
con Lady Diana e poi quando ha sposato quella mummia di Camilla che esce
direttamente dalla camera sepolcrale di Tutankhamon.
Inoltre vorrei
tanto capire come mai gli inglesi sono tanto affezionati alla loro famiglia
reale.
Passi per la regina
Elisabetta che ormai ha valore di monumento storico, ma gli altri? Mi
piacerebbe sapere come mai ci tengono tanto a mantenere una manica di nullafacenti
solo per rappresentanza e per tradizione.
Forse stanno
imparando dagli errori di noi Italiani.
Hanno pensato tutti
in massa “Minchia, se non gli facciamo più fare i principi capace che si
mettono a rompere i maroni come quel pirla di Emanuele Filiberto! No, no,
meglio mantenere la monarchia piuttosto che sentire cantare Charles!”
Ora scusate ma devo
andare perché hanno appena suonato alla mia porta e credo che siano quelli
dell’ Interpol che mi vogliono arrestare.
Qui urge una
difesa! Sono qui per tenere un’orazione giudiziaria in difesa di Luciana
Littizzetto!
Sì, lo so, la
difesa dovrebbe essere fatta da gente competente, ma io ci voglio provare lo
stesso.
Avete letto che due
domeniche fa Luciana aveva detto, a proposito dell’ennesimo ritorno in politica
di Berlusconi “Ma non avete una pragmatica sensazione di aver rotto il cazzo?”
e allora è partito il gran carosello dei dirigenti della Rai che l’hanno
rimproverata e anche il giornale ha fatto un’orribile articolo in cui diceva
“Littizzetto stavolta hai rotto tu”.
Tra l’altro come
immagine che corredava l’articolo c’era foto di Luciana che fa una delle sue
solite smorfie, e a me quella è sembrata un cosa veramente squallida, perché
lei è una persona assolutamente capace di autoironia e se fa le smorfie in
diretta TV pensate veramente che si mette in imbarazzo per una foto? Ma
andiamo, Sallusti, non fare il bambinetto dispettoso!
Anche il Berlusca ha reagito, anche se un po’ a scoppio ritardato,
perché circa una settimana dopo è andato da Vespa (perché lui va solo li, da
Bruno, come i bambini capricciosi che vanno solo dove possono fare quello che
vogliono e cominciano a fare i capricci perché non ci vogliono andare quando li
invitano in posti dove è richiesta un minimo di senso civile. Tipo da Floris o da Santoro) ed ha detto.
“Che brutto Paese è quello dove la tv pubblica accetta che
sia insultato un ex Presidente del Consiglio senza prendere provvedimenti’; Che
brutto Paese quello dove la nostra grande stampa è più per la Germania che per
un leader italiano”.
Allora, intanto
anche io voglio dire la mia su questa cosa del “ritorno in campo”.
Silvio? Silvio,
rimembri ancor quel tempo della tua vita mortale? Allora, io sono
d’accordissimo che tu scenda in campo, solo che stavolta vorrei fosse un campo
agricolo dove lavori otto ore al giorno spaccandoti un poco la schiena come i
comuni mortali. Se proprio vuoi essere agevolato, considerata anche la tua età,
ti possiamo assegnare un campo di patate, così stai nel tuo elemento, ecco.
Bene, chiusa la
parentesi politica, visto anche che EFP non è fatto per fare della politica,
torniamo a Luciana.
1: Le hanno detto che è una donna volgare.
Luciana non è
affatto una donna volgare. Semplicemente dice quello che pensa e lo fa anche
bene, e spesso è quello che pensano tante altre persone, se no non ci sarebbero
gigantesche ovazioni quasi ogni domenica quando è il suo momento, no? Ogni
tanto dice qualche parolaccia, ma quello, cari i miei geni che non lo avete
capito, è una cosa di una raffinatezza intellettuale che voi neanche ci
arrivate.
La parolaccia ha
l’effetto di dare una scossa, di creare una forte reazione emotiva.
La parolaccia della
Littizzetto non è affatto messa a cacchio o usata eccessivamente.
Avete presente il
quadro di Munch “l’urlo”? Bene, è la stessa cosa: è una cosa pesante e magari
“brutta” ma che nel suo essere sconvolgente porta un messaggio più chiaro di
tante belle paroline delicate. Che forse voi mai dite “culo”?
2: Le hanno detto che è una comunista e che usa il suo
spazio della domenica per fare della politica.
Primo vorrei
ricordare che essere di sinistra non è più un reato da quando è finito il
regime fascista, e poi, visto quanto pochi sono i comunisti veri in Italia, più
che a silurarla dovremmo pensare a metterla in un habitat protetto come una
specie a rischio di estinzione.
A parte questo
vorrei fare notare che quando Luciana parla dei contratti della FIAT, dell’IMU,
delle tasse, e della politica in generale, non si tratta di comunismo ma di
semplice buon senso.
3: Le hanno detto che se Berlusconi le fa tanto schifo
non dovrebbe più pubblicare i suoi libri con la casa editrice Mondadori.
Allora, qua è
esattamente il contrario! L’autore, in questo caso Luciana, propone un libro ad
una casa editrice, e poi è l’editore, che se proprio ha della rogna con
l’autore gli dice “No, guarda, piuttosto che pubblicare una cosa tua me ne vado
in fallimento”
E invece non
succede, e se la Littizzetto pubblica per la Mondadori è perché alla Mondadori
fa comodo incassare, quindi forse è a Berlusca che
non interessa poi così tanto essere insultato purché la cosa gli porti soldi in
tasca. Secondo me è questa la cosa veramente squallida.
4: Dopo questa storia non le vogliono più fare condurre
il festival di San Remo.
NOOOOO!!! SCHIFO,
VERGOGNA E INDECENZA!
Avete paura di lei
perché dice quello che pensa e che oltretutto sta sotto gli occhi di tutti?
Avete paura che
smantelli il vostro scintillante teatrino di ipocrisie?
Oppure non riuscite
ad accettare che una donna sia come Luciana e le vorreste tutte Nude&Mute come la Belen
dell’anno scorso con la farfalletta bene in vista?
Bè, mi dispiace ma
non è così, adesso basta!
Se toglierete San
Remo a Luciana vi garantisco che gli ascolti coleranno a picco come un pezzo di
piombo nella fossa delle Marianne, e voi della Rai avrete rovinato quel poco di
dignità che vi restava mettendovi ancora una volta al servizio del falso
perbenismo e ancora peggio al servizio della corruzione!
Insomma, prima
avete cacciato Enzo Biagi, poi Sabina e Corrado Guzzanti, poi Michele Santoro,
poi addirittura Serena Dandini, e alla fine avete
lasciato Celentano alla Mediaset. E adesso cercate di mettere la museruola a
Luciana Littizzetto.
Ma cosa credete,
che siamo tutti scemi? Che non ce ne accorgiamo che si tratta di CENSURA?
Mi rivolgo
direttamente ai politici: ragazzi, eredi degli Arconti greci e dei Consoli
romani, vi vorrei fare notare che compito della satira è mettere in evidenza le
magagne ed i difetti, e se c’è TANTA satira, ed aiutatemi a dire TANTA perché
da sola non ce la faccio, vuol dire che siete voi che siete una manica di
incompetenti e peggio ancora di ladri, e anzi la satira vi nobilita un po’
perché vi rende ridicoli e distoglie l’attenzione dallo schifo che fate in
realtà.
Giorni fa ho
sentito una cosa che mi ha fatto raccapricciare: una signora raccontava alla
sua amica che il figlio di venticinque anni, che prima era un grande fan di
Tiziano Ferro, non ascolta più le sue canzoni da quando il Tizianone
ha fatto coming out.
MA DAAAIIIII!!! Ma
come si può? E come se non bastasse la motivazione di questo sciopero musicale
era che “ora che sa che quello è ricchione il ragazzo
si sente offeso nella sua dignità di maschio”.
Allora, allora,
allora, allora. Tanto per cominciare il maschio è un essere che di dignità ne
ha poca già di suo, ma un maschio che a venticinque anni spara boiate così
colossali, di una tale grettezza mentale, di una tale primitività, di una tale ignoranza,
ecco, quello è un maschio che di dignità non ne ha proprio per niente.
Ma come si può
pensare che due che stanno insieme per i fatti loro ledano la dignità di
qualcun altro? Ancora perché nella Bibbia c’è scritto “non commetterai con uomo
atti che commetti con donna: è abominio”? Ma andiamo, ragazzi, un po’ di
emancipazione! Nella Bibbia c’è scritto così perché è stata scritta mille mila
secoli fa da un popolo che contava una dozzina di esemplari sperduti nel
deserto ed era normale che se gli inseminatori
avessero smesso di inseminare l’intera popolazione sarebbe stata a rischio di
estinzione, ma ormai che nel mondo siamo addirittura troppi mi spiegate qual è
il problema?
È contro natura? E
perché dovrebbe essere contro natura che due uomini o due donne si diano alla
pazza gioia tra le lenzuola?
Amici puritani,
voglio venire incontro al vostro bisogno di fare delle crociate ideologiche
dandovi un paio di idee, perché dovete sapere che prima di rompere le palle
all’interno delle camere da letto delle persone ci sono tante altre cose che bisogna
sistemare nel mondo.
Ecco, ora ve la
faccio io una bella lista di cose che sono veramente contro natura e contro cui
è necessario battersi molto più che contro Elton John:
1 Le tette rifatte
2 Alzarsi alle sei
di mattina in pieno inverno
3 Il panino con
nutella e salame
4 Le calze a rete
con la rete larga a Gennaio
5 La spazzatura lasciata
sul pianerottolo ad appestare l’intero condominio.
6 La dieta
vegetariana
7 Le pellicce vere
8 La caccia
Queste sono solo le
prime che mi vengono in mente, poi avendo a disposizione tempo e buona volontà
se ne potrebbero trovare tante altre.
E poi, al diavolo,
ognuno ha le sue tendenze, no? Io ad esempio ho tendenza ad ingrassare dopo una
settimana che mangio tortellini con panna e prosciutto, ho tendenza ad essere
nervosa quando ho il ciclo e poi ho tendenza a ridere quando l’espressione
“contro natura” viene usata da un prete anzianotto addobbato come un albero di
natale.
Capite, si battono
contro il travestitismo proprio loro, gli ecclesiastici, che girano in gonnella
da circa duemila anni!
Inoltre è
praticamente dai tempi di Aristofane (vale a dire Anno Domini 445 avanti
cristo, mica poco, eh!) che i gay sono bersaglio di dileggio (e non dico di
presa per il culo perchésarebbe
scontato e offensivo) ma io mi chiedo, non sarebbe un po’ ora di finirla? Non
vi sentite tremendamente e schifosamente vigliacchi a prendervela contro chi
sapete già che non ha come prima reazione quella di spaccarvi la faccia a
pugni? Non vi sentite delle vere merde a tormentare un ragazzo solo perché gli
piace il colore rosa? No? E allora ve lo dico io: siete delle emerite,
gigantesche e soprattutto disgustose teste di minchia.
Se vi sentite in
grado di insultare il mondo intero perché voi siete quelli “virili” vi auguro
che vi si secchi il pisello, che vi diventi come quei cavallucci marini racchi e
stecchiti che vendono sulle bancarelle illegali d’estate, o magari che vi si
congeli come quello della mummia del Similaun!
Scusate ma ormai mi
è partito l’embolo e già che ci sono vorrei dare un paio di consigli per chi ha
l’hobby di sparare minchiate su chi è “diverso”.
Allora, ragazzi,
invece di prendervela sempre con chi ama il colore rosa, si pettina i capelli,
non sputa grumi di muco per terra e fa regolarmente la doccia (al contrario di
voi esemplari di Neanderthal) fate una cosa, cambiate obiettivi, così, giusto
per provare l’ebbrezza di nuove esperienze:
1: andate a dire a Mike Tyson qualcosa tipo “sporco
negro” o “bingo bongo”. È divertentissimo, vi garantisco che è una cosa che fa spisciare dalle risate, soprattutto dopo che lui vi avrà
piegati in tanti segmentini come le fisarmoniche.
2: andate a fare battute sulle lesbiche, ma prima
assicuratevi che le lesbiche a cui vi rivolgete siano anche delle finaliste di
culturismo con bicipiti in grado di spaccarvi le ossa come meritate. Sì, perché
le lesbiche sono sempre donne ed in quanto tali tendono ad essere permalose e
suscettibili, quindi se le fate incazzare di brutto potrete vivere dei
divertentissimi momenti con il sottofondo ritmico del vostro cranio vuoto che
sbatte contro un marciapiede.
3: andate da un cinese ed insultatelo con il classico
“muso giallo”, ma ovviamente dovete scegliere bene il cinese. Io vi consiglio
uno che è cintura nera di Karate e che magari in quel momento è già incazzato
per i fatti suoi, così vi accartoccia per bene ed anche voi potrete essere
gialli come lui almeno per un po’ di tempo. Finché non vi passano i lividi.
4: andate a prendere per il culo un maschio con i
capelli lunghi, ma non un trans MtoF (NdA: Male toFemale),
no, il massimo del divertimento sarebbe trovarne uno che ha i capelli lunghi e
che è un punk alto un metro e ottantacinque che gira con il coltello a portata
di mano e che all’occorrenza sa utilizzare anche le bottiglie rotte come arma.
Sapete che risate
quando vi guarderete allo specchio e somiglierete a dei quadri di Picasso?
5: andate a fare battute anche sui gay, ma prima
assicuratevi che nelle vicinanze ce ne sia uno di ruolo attivo e ben dotato,
così poi potrete andare in giro a testimoniare che gay non vuol dire affatto
non virile. E anche la vostra camminata ne sarà la prova almeno per qualche
giorno.
Ancora meglio, se
volete davvero dimostrare di essere virili, fate una suprema prova di coraggio:
spalmatevi il pistolino di miele e poi andate a farvi un giro in un posto
popolato da orsi. Così sì che dimostrerete di essere tutti d’un pezzo, anche se
forse dovrete rinunciare a qualche “pezzo” vostro. Buona passeggiata.
Scusate ma io due
cavolate sulla mancata fine del mondo le devo scrivere!
Allora, oggi è il 6
Gennaio, il che vuol dire che il mondo è sopravvissuto alla previsione dei Maya
da ben due settimane.
Peccato, però, eh?
Io immagino la
faccia da pirla che hanno fatto quelli di Mystero e di tutti gli altri speciali
in diretta TV che aspettavano la mezzanotte per vedere cosa sarebbe successo.
Non è successo
assolutamente niente! Che figura di merda!
E che dire degli
apocalittici? Avete presente quelli che si preparavano alla fine del mondo e
alle catastrofi naturali trasformando le cantine in bunker, accumulando riserve
di cibo in scatola e attrezzature paramilitari? Ci saranno rimasti malissimo,
oltre ad essere diventati gli zimbelli del quartiere (cosa che probabilmente
già erano). Immagino che i poveri disgraziati discendenti da queste famiglie
verranno presi in giro fino alla settima ottava o anche centesima generazione
perché dovranno consumare per anni quelle provviste di gallette e carne
essiccata. Mio Dio, che tristezza!
Non so da voi, ma
dalle mie parti l’unica cosa che è successa è che pioveva, niente di terribile.
Molto più spaventosa ero io che dovevo ancora comprare metà dei regali di
Natale e che davo fondo al mio linguaggio da camionista mentre guidavo nel
traffico congestionato del periodo festivo e cercavo disperatamente un
parcheggio in centro città.
Forse gli alieni volevano
veramente scendere sulla terra il 21 dicembre, poi però hanno sentito me ed
hanno cambiato idea.
Che figata,
ragazzi, ho salvato il pianeta! Ora Roberto Giacobbo farà uno speciale su di
me, visto che le catastrofi le ha finite più o meno tutte, ve la immaginate la
puntata di Voyager?
Roberto :-Ecco,
adesso intervisteremo in esclusiva una ragazza apparentemente normale, ma che
in realtà ha sventato la terribile minaccia che incombeva sul pianeta (NdA: detto
così veramente sembra una puntata di Sailor Moon, ma andiamo avanti) Dicci,
come hai fatto?-:
Io :- #+*%§£&!!!
Povero Giacobbo,
però, ora che i Maya hanno fatto cilecca lui ha perso anche quel poco di
credibilità che gli restava!
Che non è che fosse
molta in realtà, anzi diciamo pure che lui e la divulgazione scientifica sono
come Rocco Siffredi ed il voto di castità, due cose incompatibili.
Mi viene da
chiedermi se De Andrè, nella sua immensa lungimiranza, quando cantava “Sparagli
Piero, sparagli ora” pensava già a Piero Angela e al fatto che sarebbe arrivato
Robertino a tentare di fare concorrenza a “Super Quark” con quel cumulo di cavolate
epiche che è “Voyager”.
Però c’è da dire
che solo Roberto Giacobbo si poteva fidare dei Maya!
Voglio dire, sì,
erano un popolo per alcuni aspetti molto evoluto, ma per molti altri aspetti
proprio non erano affidabili. A parte la storia dei sacrifici umani, vogliamo
ricordare che i Maya, da bravi abitanti del Sud America, avevano già provato
gli effetti della Maria qualche secolo prima di noi occidentali? Ecco, già
questo non ispira fiducia, non credete?
E poi comunque i
Maya non è che avevano detto “finirà il mondo” semplicemente avevano detto
“finisce un ciclo, non di quello mestruale però, un ciclo di anni, come un anno
più lungo, ecco, come voi che fate un giubileo ogni mille anni, e noi avevamo
in programma di fare una gigantesca festa con canne per tutti, e invece no,
peccato perché noi ci siamo estinti prima. Bè, ormai pazienza, tanto con il
colonialismo ci avevate pure fregato la coca e non avremmo neanche potuto fare
le celebrazioni rituali stonandoci in massa”
Io però avevo in
mente un modo perfetto per sfruttare questa cosa del “ventuno dicembre
duemiladodici giorno della fine del mondo” : avete presente che per Natale c’è
sempre qualcuno che vi sta sulle palle e a cui non vorreste proprio comprare il
regalo? Bene, quest’anno mi era venuto in mente di dire ad un paio di persone “Scusa
ma non ti ho preso niente. Sai com’è, visto che doveva finire il mondo non
pensavo che lo avresti potuto aprire per Natale”.
Alla fine però non
l’ho fatto perché avrei fatto troppo la figura della cretina, e poi si sa che a
Natale bisogna essere buoni, no? In fondo, visto che il mondo non è finito, ho ancora
tanti altri giorni per essere cattiva!