How am I supposed to breathe?

di lirva4e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1: Inizio ***
Capitolo 2: *** Chapter 2: Away ***
Capitolo 3: *** Chapter 3: Alberi ***
Capitolo 4: *** Chapter 4: Home, Sweet Home ***
Capitolo 5: *** Anger ***



Capitolo 1
*** Chapter 1: Inizio ***


 

 How Am I Supposed To Breathe? 

Cosa sarebbe successo se, alla fine di Eclipse, Jacob avesse scelto di non tornare più da Bella?

Ho voluto pensare ad un'altra storia, che scorre in parallelo, ma che cambia tutto. Un nuovo Jacob. Una nuova vita.

E non solo... È un misto di odio, amore, stregoneria, riti antichi e assurdi pensieri di teenagers visti in ogni capitolo da due voci narranti diverse e l'entrata in scena di Jo, un personaggio che vi lascerà entusiasti.

Non vi resta che leggere! 



1st chapter

Jacob

...forse, se fossi fuggito abbastanza lontano, non sarei più stato costretto a sentire....
Accelerai il ritmo della corsa per fuggire da Jacob Black.

                                                                                                      Da Eclipse, S.Meyer

 

Silenzio, amato, pacifico silenzio.
Non volevo più saperne di tornare. Niente al mondo mi avrebbe convinto, nemmeno lei. O forse si; dopotutto
quante volte l'aveva già fatto? Non le sapevo resistere, era più forte di me.
Ero sempre riuscito a convincermi di avere qualche speranza, delle flebili possibilità che lei scegliesse me al posto di quel succhiasangue puzzolente.
Solo il pensiero mi rese inquieto.
La vedevo nella mia testa, abbracciata a me, che mi sussurrava di amarmi e poi…. E poi arrivò lui la prese per mano e le si illuminò il volto. Scomparve in un secondo e io rimasi li, come un idiota.
Ecco la decisione era questa. Me ne sarei rimasto in disparte come un idiota. A poco importava quel che provavo, se lei era felice con lui.
Correvo, correvo più forte che potevo per non sentire il dolore che mi si diffondeva nel petto. Avrei dovuto lasciarla alla sua nuova vita.
alla sua nuova vita.
D’altronde se ne sarebbero andati comunque, per la …
Per quella cosa li che mi si ferma in gola tutte le volte che ci penso. Rabbia, tanta rabbia e dolore.
Una stupida succhiasangue.
Ecco cosa sarebbe diventata.
Guardai la costa. Oramai dovevo già essere parecchio lontano da La Push, almeno 1000 chilometri; di sicuro la nostra telepatia non avrebbe funzionato su una distanza così lunga me decisi di andare avanti, non si sa mai.
Arrivato ad una radura piena di erba folta mi fermai.
  

 


 

Jo

Okkei, ce la potevo fare. Cos’era in fondo? Solo un gigantesco coso metallico colorato in bianco con decine di poltroncine e due altre cose simili ad ali che spuntavano dai lati.
Perché, perché mia madre e mio padre mi avessero costretto a salirci non lo so proprio….queste cose mi mettevano in ansia.
Forza Jo. Jo, che nome stupido vero, considerato che sono una donna poi…
All’inizio doveva essere Josephine, m siccome era troppo all’antica, per mia fortuna, i miei amati genitori l’hanno solamente abbreviato.
Ho sempre vissuto in Texas, fin da piccola. Bello. Non che non mi piaccia ma, bhe non c’è davvero niente. Io e la mia famiglia, compresa la famigerata prozia Josephine, viviamo in una fattoria e perciò siamo isolati dal resto del mondo. Cioè isolati non proprio, viviamo vicino ad un piccolo paesino di 1000 abitanti, anche se vicino è per modo di dire.
Abbiamo anche un maneggio ed abitualmente ci fanno visita grandi rappresentanti per comprare i cavalli di razza, riservati ai ricchi e viziati figli di papà della borghesia. Però devo dire che lamia cavalla, Leah, è molto più bella di qualsiasi altro cavallo io abbia mai visto. Non perché sia il mio cavallo, nonché migliore amica a confidente, ci mancherebbe.
Anzi mi mancherà. Mi mancherà tantissimo e come lei mi mancherà mio fratello Joel.
Ma confido nel fatto che tra 3 mesi tornerò a casa. L’idea di mandarmi dalla cugina della prozia Jo, è venuta a mio padre –sotto consiglio di qualcuno, ovvio- e non c’è stato niente da fare.
Ultimamente ero un po’ giù di tono, se così di può dire. Da quando Alex mi ha lasciata per la mia –ex- migliore amica,  non sono stata più la stessa.
E così ha deciso che mi faceva bene cambiare aria, visto che lui viene tutte le settimane ad allenarsi al maneggio e io restavo sempre chiusa in casa per paura di vederlo.
Ed ora eccomi qui, davanti a questo famigerato aeroplano. A noi brutto uccellaccio.


 

Note:Spero che la storia possa piacervi... l'inizio magari vi sembra lento, ma in realtà è solo la presentazione del luogo e delle situazioni, poi diventerà incasinatissimo!..Parla di Jacob, il contesto è sempre lo stesso le caratteristiche anche, solo che non c'è più il conflitto Edward/Jacob/Bella e bhe c'è qualcos'altro di aggiuntivo ma non voglio anticipare nulla! Se vi piace fatemelo sapere! tramite messaggio o recensione! Grazie!

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Capitolo 2
*** Chapter 2: Away ***


2nd Chapter


Jacob
Ma quanto tempo ho dormito.
Un bel po’ caro mio. Fossi stato un po’ zitto magari…
Non avrò mica russato?
No certo che no…hai par- la- to e non mi  hai lasciato in pace un secondo!

Un momento, non mi ricordavo di aver mai sofferto di doppia personalità; che fosse una causa legata al troppo tempo passato in forma di lupo?
Nemmeno un misero secondo di pace...
Passai dallo stupore alla vergogna alla rabbia in un istante e un ringhio cupo e gutturale mi uscì dalle fauci. Cosa ci fai nella mia testa?
No scusami tanto, nella tua testa? Da quando in qua la tua testa e i tuoi pensieri ti appartengono? Dovresti averlo imparato ormai.
Impossibile..eppure sono andato più lontano che potevo.. non
Ah ma bravo bravo scappa, è la soluzione giusta!
Non mi sembra che tu abbia fatto una scelta diversa, no? A gambe levate per evitare i problemi…
Io non sono come te, non eri tu il famigerato discendente di Ephriam? Cosa fai, scappi davanti alle difficoltà?
Stai zitta Leah! Mi hai già disturbato abbastanza. Voglio stare solo. Ritrasformati.
Neanche per sogno.
Lanciai un ululato così rabbioso che scosse tutti gli alberi intorno.
Va bene. Solo perché sta notte mi hai fatto pena

E all’improvviso la sua presenza scomparve.
Pena? Le avevo fatto pena?
Presi un povero ratto malcapitato e iniziai a farlo volare per la radura;
sradicai l’albero più vicino e con il suo tronco ne abbattei altri due.
Tirai zampate a non finire sulla dura e fredda roccia al centro della radura, fino a ridurla quasi in polvere.
 



Jo
 
Presi tutti i miei bagagli a amano, e a passi malconci salii sul mostro. Cercai il mio posto e mi sedetti. Ero di fianco ad una vecchietta con un topo morto in testa ed un vestito che sembrava fatto di sottobicchieri in pizzo.
< buongiorno! > sbiascicai.
< oh buon giorno a lei , signora! > rispose con tono gentile.
Ma bene. Sembravo una signora? Fantastico.
“Sorrisino finto” mode-on.

Sperai di avere più fortuna con l’altro vicino di sedile. Come se me ne fosse importato qualcosa. Fosse stato per me sarei subito corsa giù, urlando possibilmente.
Stavo per prendere seriamente in considerazione l’idea quando un ragazzo mi si parò davanti.
Bhe, bello era bello non c’era da ridire. Alto, biondo, con gli occhi azzurri e le gote arrossate; proprio il tipo di ragazzo che mi piaceva.
< Ciao! > aveva una voce dolcissima < Questo è il mio posto! > disse indicando il sedile di fianco al mio.
All’improvviso capii e diventai color pochette della signora seduta alla mia sinistra: porpora. Cercai di non farglielo notare e tolsi in fretta il mio giaccone, il golfino, il cappello da cow boy, lo zaino, la borsa e il trolley dal suo posto, ritrovandomi soffocante sotto un ammasso di roba.
< Forse è meglio se ti aiuto! >. Prese le valigie e le mise nello scomparto dei bagagli, sopra i sedili.
Cavolo se era forte. Si sedette di fianco a me.

Quando il comandante disse di allacciare le cinture, il cuore mi salì alla gola e non ne scese più.
Ero seduta, rigida, come uno di quei cartonati a dimensioni reali che ti danno nei fanclub prima dell’uscita di quel tanto atteso film… con gli occhi sbarrati, il respiro fermo, la faccia sarà stata color violetto e la signora di fianco a me che continuava a ripetere “Ma lo sapete che ci sono 10 probabilità su 50 che un aereo cada volando verso lo stato di Washington, perché la turbolenza del cielo è di gran lunga elevata! Lo sentito sta mattina alla 5 sul notiziario regionale..”

Calma, calma, calmaaaa, respira, respi  aaaaah. Aria! Qualcuno mi aveva fornito ossigeno. O forse ero stata io ad aprire i polmoni? Forse perché non ne potevo più delle storie di quella vecchiaccia pizzuta e sottobicchierata!
Passai i primi venti minuti ad occhi chiusi per calmarmi del tutto. Quando ad un tratto il ragazzo parlò.
< Io sono Erik! Piacere! >. Infilò la sua mano nella mia e fui costretta a rispondere.
 < Jo ! >.
< Allora “Jo”, come mai verso Seattle? >
< Ehm…vado a trovare parenti, in un paesino che si chiama LaPur, mi sembra >
< LaPush > disse lui sghignazzando. Pochette della vecchietta. Che figura!
< è vicino a Forks, ci abita mio zio. Io abito dall’altra parte di Seattle, in un paese noioso e macabro. Ero qui per la scuola, i miei mi hanno mandato da mio nonno perché dicevano che il sole mi fa bene!>
< Bhe ma il sole c’è da tutte le parti! > irruppi io.
< Non dove vai tu! Li no di certo. È sempre molto cupo e piove quasi 360 giorni all’anno >
Fantastico. Andavo ad abitare in una casa in fondo ad un lago. Meraviglioso. Io odio l’acqua.


 
 
 Note: Spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto... dal prossimo inizierà a movimentarsi per benino.. incontrerete la zia Flo, buffa e bizzarra eee inizierà a presentarsi una situazione che vi risulterà familiare! Se volete lasciarmi una recensione per dirmi cosa ne pensate ne sarò felice! 
Ci si sente presto! 

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Capitolo 3
*** Chapter 3: Alberi ***


 
3rd chapter
 




Jo

Quando toccai terra fu un piacere. Anche se avevo avuto un bel quarto d’ora di panico iniziato con
“si prega di allacciare le cinture. Ci prepariamo all’atterraggio”
E seguito dal commento della vecchiettina, che non aveva smesso un minuto di parlare.”il cugino di secondo grado del mio povero defunto marito si è schiantato proprio su queste montagne, mentre stava andando all’addio a celibato di suo fratello…poverino! Che morte crudele”
In quel momento mi è scappato un mai quanto la tua se non tieni la bocca chiusa, ma prima che potessi pronunciare una sillaba sono stata interrotta da Erik che mi chiedeva il numero di telefono e il cognome.

Non è ancora la sua ora!   Mi voltai verso Erik, sempre con la faccia di una figurina plastificata e gli diedi il numero del mio cellulare. Grazie a lui in panico scemò piano piano, fino quasi a scomparire. Terra terra terra. Sembravo Cristoforo colombo in cerca dell'America.
Un Cristoforo un po’ bagnato, visto che diluviava, ma comunque stra felice. Erik si offrì di portarmi le valigie fino al taxi, fuori dall’aereoporto.
Che carino! Cioè no, per niente. Basta ragazzi. Chiuso.
Salii sul taxi e guardai fuori dal finestrino mentre la macchina percorreva la strada che mi separava dalla mia nuova casa estiva.
Sembrava tutto uguale, tutto pieno di alberi scuri e troppo alti per i miei gusti. Decisi di voler far la telecronaca delle cose che vedevo.
Albero. Albero. Albero. Albero. Albero. Albero. Albero. Una tana. Albero. Albero. Albero. Oh, una casa. Albero. Albero. Albero. Un’altra casa!
Il conducente doveva aver sentito perché si era messo a ridere.
Non era mica colpa mia se l’esterno era così noioso che tutte le volte che vedevo una cosa diversa da un albero tiravo un urletto di stupore.
Albero. Albero. Albero. Albero. Albero.
 Dov’erano le praterie? Dov’era il mio amico sole? Dove ero finita?

 
 


 
Jacob

 
La radura era distrutta.
Bene, ero soddisfatto di me stesso.
Visto che comunque non c’era scampo al branco decisi che forse l’idea migliore sarebbe stata quella di tornare a casa, dai miei fratelli. Almeno non mi avrebbero rimpinzato di suppliche e lamenti quando si sarebbero trasformati, sotto l’altra forma è davvero difficile controllare le emozioni, non volevo di certo far fuori un'altra povera famigliola di topi.
Iniziai a trotterellare con calma verso casa. Mio padre era in pensiero, lo sapevo. Era un uomo forte, ed era stato  il capo tribù fino a quando Sam non aveva preso il suo posto, ma in fondo era un tenerone e ci voleva ben poco per strappagli le lacrime, soprattutto quando ero io a farlo.
Sarei tornato indietro, avrei incominciato a vivere  la mia nuova vita, senza Bella.
Solo il ricordo del suo nome mi fece male, come, potrei dire 1000 frecce che mi trapassano ma tanto non avrebbero effetto con me.
Mi fece male come solo lei sapeva fare. Non che la incolpassi di questo.
Era la cosa che mi faceva più male, ma era anche la cosa che mi faceva stare meglio in assoluto. Anche se avevo sofferto, il periodo passato con lei era stato il più felice della mia vita…
Fino ad ora.
Un ringhio.
Sei troppo smielato davvero…
Un altro ringhio ed un albero che se ne va.
Cos’è un nuovo sport? Treeling?
Il nome mi fece sorridere, ma mi incupii subito.
Ti avevo detto di andartene…
L’ho fatto, ma in qualche modo dovrò pur tornare a casa, non ti pare? Quei poveri piedi non reggerebbero
Speravo che non saresti più tornata…una preoccupazione in meno
Bhe, sai pure tu ora sarai una preoccupazione, non fai altro che pensare a lei..e si vede lei quanto ci tiene e te!
Ruggii e creai una nuova piccola radura.
Scusami non credevo fossi così presuntuoso!
Stai zitta, Leah vuoi che inizia a parlare di Sam?
Per un bel po’ di tempo non rispose. Forse si era offesa. D’altronde era davvero un colpo basso.
Certo che lo è!
Oh merda è vero, non potevo pensare liberamente. Cambiai discorso.
Senti ma, cos’è che ho detto sta notte?
Mah, parlucchiavi della “tua Bella” di quanto l’amassi e di come lei doveva scegliere te invece di lui, perché con te sarebbe stata più felice. Ma sai anche tu, come me,  che non si può costringere una persona ad amarti
Serrai i denti
E poi?
E poi hai iniziato a parlare di una ragazza, che correva in groppa ad un animale e scappava, non so da chi, e tu le dicevi dove nascondersi e cosa fare. Ma non sembrava volerti ascoltare.
Ero impazzito. Grandioso.
Torniamocene a casa.



Note:
un po' di capitoli introduttivi sono doverosi.. per spiegare la situazione.. ma comunque sono corti e scorrevoli, o almeno spero! voi che ne dite?

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Capitolo 4
*** Chapter 4: Home, Sweet Home ***


4th Chapter


                        

Jacob
 
Arrivai che era già ora di pranzo, a casa di Sue Cleahwalter. Billy non credeva ai suoi occhi e mi abbracciò più forte che poteva, facendosi anche male. Quella scena mi ricordò qualcuno e mi venne da sorridere.
< Bene Jacob, meno male che sei tornato! Eravamo in pensiero sai? > Sue, come sempre gentilissima, mi offrì da bere e da mangiare.
< Non è che per caso Leah era con te!? > Aveva il viso molto preoccupato e riuscii ad intravedere profonde occhiaia, nascoste dai capelli.
< S..Si! Certo, sta arrivando! >. il suo viso, come quello di Billy, si inondò di gioia ed eccitazione.
< Bene! Allora oggi mangiamo tutti insieme! Dovrebbe arrivare anche Charlie tra poco! >
Stortai il naso. Primo perché dovevo mangiare con Leah, e questo mi metteva in imbarazzo; secondo perché sentire il nome di Charlie mi ricordava….
< Uuuuuuuuuhuuuuuhuhhh Jake! Finalmente! >. Seth comparve dall’alto delle scale. Era diventato più grande, o mi sbagliavo.?
Certo, ero abituato al ritmo di crescita del Quileute , ci ero passato anche io, ma il ragazzo cresceva in fretta.
Si sedette vicino a me e iniziò farmi domande su dove fossi stato.
< Sta zitto Seth! >
< Allora questo è un tuo vizio eh?! >. Leah comparve sulla porta con aria contrariata. Sua madre le si gettò tra la braccia e iniziò a baciarla su entrambe le guance.
< Mamma è tutto a posto. Basta. Davvero. Ho fame >
Leah non amava mangiare cose crude e soprattutto se non era in forma umana, questo lo sapevo bene, lo sapevamo tutti. Sfido che avesse fame.
Sue si illuminò e le diede un gandissimo piatto stracolmo di pasta. Nello stesso istante entrò Charlie.
< Ciao a tutti! Bella giornata non trovate? >
Si certo, bellissima -.-“
< Ciao Jake! > si rivolse a me < Sei…sei già guarito? >
Oh merda. Ci mancava solo che mi fossi dimenticato le finte fasciature e gessature che il succhiasangue mi aveva dato per copertura. Se solo Charlie non fosse stato da Billy quel giorno, non avrei dovuto fingere con tutti.
Cercai di fargli un sorriso, aspettando che qualcuno parlasse al posto mio.
Silenzio di tomba.
< Si beh, i nostri ragazzi sono  f o r t i ! > se ne uscì Sue
< Con tutte le cure del dottor Cullen e tutte le belle scorpacciate che si è fatto, è quasi guarito…non gli servono neanche più i gessi! >.
Sorriso plastico di tutta la famiglia.
Charlie rimase un po’ accigliato e per un secondo ci scrutò con aria guardinga; poi la sorpresa riempì i suoi occhi e ci sorrise.
< Buon per te, ragazzo! Sono molto contento! >
 Grazie Sue, davvero.
Il pranzo riprese con normalità, tutti mangiavano e discutevano sulle solite, banali cose.
< Allora, c’è qualche novità? >. chiese Charlie.
< No, è tutto “normale” > rispose Billy.
< Bhe qualche novità c’è a dir la verità >.Ci girammo tutti verso Sue, persino Leah che di solito fa l’ asociale.
Novità? A LaPush?
Scoppiai a ridere.
 



 
Jo


Nessuna novità. Sempre alberi. Continuammo così fino a che non avvistai un piccolo villaggio in lontananza, fatto di piccole e basse case marroncine e rossastre.
Stavo per addormentarmi sinceramente, ma poi sentii un rumore strano…sembrava un ruggito di un leone credo; dico credo perché i leoni non li ho mai visti, cioè solo su Discovery Channel perlomeno.
La  macchina si fermò quasi inchiodando e l’autista si girò verso di me con un sorrisetto falso sul volto.
< Siamo arrivati signorina! >
Eh? Arrivati? si eravamo arrivati, ma non mancava ancora un pezzettino si strada?
< Ehm si, le dico il nome così mi porta davanti a..>
< No mi dispiace. Io ecco… ho… un impegno; un impegno, ..sì e… non posso proprio…capisce, no? > Scese e incominciò a scaricare i miei bagagli con una velocità che avrebbe fatto invidia a Usain Bolt.
< …ma è stato davvero un piacere accompagnarla. Buon soggiorno! >
E se ne andò. Lasciandomi li così; con i bagagli, in mezzo alla strada. Poco importava che comunque non aveva chiesto i soldi.
Ora io che facevo?
Tirai fuori il bigliettino della zia Jo e mi incamminai.
Per fortuna che era pieno pomeriggio, gli alberi erano così fitti che non passava neanche un briciolo di luce; se avessi portato la mia torcia l’avrei usata. Ma non l’avevo portata perché, in teoria, in estate c’è luce, c’è il sole.
Dopo circa un’ora arrivai alle case. Di solito non sono così lenta, ma con le valigie, il buio e il terreno scosceso era il minimo di tempo che ci avrei potuto mettere. Ah già non dimentichiamo che si moriva pure di freddo.
Le case sembravano tutte uguali; la zia Jo mi aveva detto che da piccole lei e sua cugina erano inseparabili e tutti le scambiavano per sorelle gemelle; poi si sono divise ma, tutti gli anni, si tenevano in contatto scrivendosi lettere lunghe come romanzi.
Bene, se Florianne era uguale alla zia Jo, mi bastava trovare la casa più malconcia e trasandata che ci fosse nel villaggio -con mia grande gioia-.
Non appena ebbi quest’intuizione mi apparve. Eccola la, nella sua maestosa schifaggine, una trasandata casetta a due piani color verde muschio; con un piccolo porticato bianco sporco –ma sporco sporco- che ospitava un  tavolino zoppo e 2 sedie malate; circondata da un giardinetto incolto e pieno di sterpaglie.
La cosa ridicola, che la faceva sembrare ancora più brutta, era che si trovava di fianco ad una bellissima casa color bianco candido, a due piani, con balconcini stracolmi di fiori, finestre che sembravano specchi e un bellissimo porticato con le colonnine intarsiate e decorate d'azzurro, come la grande porta d'ingresso, così accogliente, così “casa”.
Con un singhiozzo mi girai verso la mia nuova casa. Certo, conoscendo la zia Jo, mi aspettavo di peggio; forse, -e ci speravo davvero tanto-, la sua gemella era un  po' meno...ecco...bisbetica.
Mi guardai indietro; dopotutto non poteva essere peggio del sentiero che avevo appena fatto e poi se l'interno della casa non mi fosse piaciuto,il giardinetto non era mica male; bastava un aggiustatina….c’era anche un dondolo lacero ai piedi di…
Ai piedi di un albero fantastico! Era una grande quercia dalle foglie un po’ giallognole con un tronco immenso; certo, aveva bisogno di un po’ di cure ma, era uno degli alberi più belli che avessi visto. E di alberi, ne avevo visti tanti.
Bhe, in bocca al lupo Jo.



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Capitolo 5
*** Anger ***


Chapter 5


Jacob
 
 
Stavo crepando dalle risate e Leah e Seth erano con me. Chissà che famelica novità?! Il piccione viaggiatore si stabilizza finalmente a LaPush!
Ma Sue sembrava essere seria,  mio padre mi guardava con aria di rimprovero e Charlie con gli occhi sbarrati, quasi non si capacitasse del perchè io, fino a due giorni fa con le ossa rotte, riuscissi a ridere a crepapelle fino a quasi cadere dalla sedia. Decisi che era meglio ricomporsi.
< mhm si scusami Sue...stavi dicendo? Una novità? >
< SI! > ci guardò in cagnesco.
< E di che si tratta mamma? > chiese Seth, all'improvviso interessato, tanto per arriuffianarsela.
Lei ci cascò; gli sorrise e disse < Avete presente la bisbetica Anne? >
< No mi dispiace > Chi era questa famosissima “bisbetica Anne”?
Rispose Leah al suo posto <è nostra zia...vive nella casa qua a fianco< non sembrava molto contenta.
< Una casa? Oh, io ho sempre pensato fosse un capanno per gli attrezzi abbandonato! >  se ne uscì Charlie. Non riuscii a trattenermi. Scoppiai in una risata fragorosa che convolse tutti gli altri.
< Hai ragione Char! > disse Seth < A volte mi chiedo come sia possibile viverci, li dentro! Magari è morta da un pezzo e non ce ne siamo nemmeno accorti! >
Altra risata di gruppo, bhe eccetto per Sue che lo guardava davvero malissimo.
< Considerati in punizione per 3 giorni, ragazzino! >
< 3 giorni? Ma cosa ho fatto? >. Occhioni dolci. Era proprio mitico Seth!
< no, non farmi gli occhioni eh? Bisogna essere un po' comprensivi con lei, dopotutto è tua zia! >
< Ma se quella strega non ti ha mai sopportata, mamma! > Questa volta era Leah a intervenire.
< Fa niente, era molto attaccata a vostro padre, e io... non mi sento di offenderla >
< Si ok ok, non lo faremo più, promesso > Disse Seth con aria grave.
Davvero quel ragazzo aveva ottime potenzialità nel mondo cinematografico.
< Bhe allora Sue? Non ci hai ancora detto la novità? > Mi intromisi per evitare il commento di Leah che stava per arrivare.
< oh bhe, sapete lei è sempre stata sola, ha solo un'amica, che in realtà è una cugina e sembra che abbia mandato sua nipote qui...per tutta l'estate.>
< oooohoooohooooooooh! Fantastico! Nessun problema! Ti salvo io o mia bella donzella! >
SBANG. Padella dritta in faccia.
Leah era esilarante a volte.
< Seth, smettila di dire scemenze >
< Oh, Leah mi hai fatto male, tieni giù gli utensili da cucina... >
Si guardarono e scoppiarono a ridere.
Sue era esterrefatta.
Ancora sghignazzando chiesi, un po' per distrarla. < E ...quand'è che arriva? >
< aaaaah beccato! > urlò Seth.
< Dai Jacob che magari finalmente ce la fai >
 
3 padellate.
Io a Leah. Seth a me. E Leah a Seth.
Charlie era fermo sulla sedia come una mummia, con gli occhi sbarrati. Billy cercava di intrattenerlo, parlandogli della partita e Sue lo soffocava infilandogli in bocca forchettate di pasta.
C'è forse bisogno di aggiungere che stavamo, ancora una volta, ridendo come matti?
Charlie era sempre più scioccato e se ne andò a casa, dicendo che non stava molto bene e che forse non aveva digerito.
Billy mi guardava malissimo, come se fosse solo colpa mia.
< bhe, e quindi? > chiesi.
< Vistooo vistooo, uhuh! > Ululò Seth.
< Smettila Seth, cosa vuoi? Era solo per continuare il discorso... > ed evitare lo sguardo di mio padre.
< Aaaah... > Seth aveva già preso un'altra padella, ma Sue lo fermò con un urlo.
Ci girammo tutti scandalizzati a guardarla; che ricordassi non l'avevo mai sentita alzare la voce; Sue era la persona più calma che conoscevo.
< Basta comportarvi da bambini! Avete già fatto insospettire Charlie e... >
Leah sbuffò.
< Ah no? > proruppe Sue Ragazzi dovete stare attenti. E smettetela con questa storia!>
Poi s'indolcì e mi guardò con aria protettiva
< Comunque Jake caro.. > guardò l'orologio <..dovrebbe essere già arrivata! Se vuoi, posso chiedere alla zia Anne di presen...>
Cosa? Cosa cosa cosa? Ma erano tutti fuori di testa??!
< Ma non pensarci nemmeno! Io l'ho chiesto solo per cortesia, cosa credi che me ne freghi e me di una povera piccola ragazzina che viene qui in vacanza... >
Erano tutti in silenzio e mi guardavano.
< Non ti preoccupare è normale...è logico che tu voglia...>
< No! Siete tutti fuori strada, davvero..>
< Pensa come sarebbe bello Jacob..> mi disse Leah fece una faccia schifata stortando il naso, quasi come se sentisse l'odore.
Billy e Sue la guardavano ad occhi aperti, Seth rideva come un pazzo.
< Bhe...pensaci! > mi guardò con aria di rimprovero, come se avessi rivelato io i suoi sogni notturni e sparì su per le scale.
Sue scosse la testa e poi rivolse i suoi occhioni verso di me. Non so perchè, ma mi ricordava tanto suo figlio.
Sentii il mio corpo tremare... non riuscivo a controllarmi. La temperatura della stanza salì e corsi fuori da casa urlando imprecazioni e sbattendo la porta, che cadde a terra tutta storta e malconcia.
Sentii qualcuno che urlava, sicuramente per scongiurami di calmarmi e fermarmi ad ascoltare delle patetiche scuse, ma non riuscivo a fermarmi.
Mi tolsi le scarpe  e la maglietta e continuai a correre. Mi sentivo gli occhi addosso ma non mi volli girare per dare loro l'occasione di trattenermi.. Arrivato quasi ai  limiti del fitto bosco,togliendomi anche l'ultimo indumento,  mi trasformai.
 

 

NOTE: Perchè avrà avuto quella reazione? Chi l'avrà visto? Cosa succederà dopo?

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