He made me a pair of Brand New Eyes

di Ollieparawhore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It's getting closer now ***
Capitolo 2: *** I've gone for too long, living like I'm not alive. ***
Capitolo 3: *** The final episode. ***
Capitolo 4: *** I've seen you crying way too many times. ***



Capitolo 1
*** It's getting closer now ***


It’s getting closer now.


“Ah one, ah two, one, two, three,  fooour!”                                                                             
La ragazza in fiamme, come la chiamavo io, cominciò a scatenarsi sul palco. Come ogni sera d’altronde. Quella forse però era una sera più importante. Stavamo registrando ‘The final Riot!’ e io ero finalmente divenuto membro ufficiale della band. Un sogno che per tempo mi sembrava irrealizzabile, essendo sempre stato turnista. Quella sera volevo far davvero una bella impressione. Non frequentavo i membri della band da molto, ma li sentivo già come una vera e propria famiglia. A dire il vero Hayley era una mia compagna di liceo. Eravamo stati grandi amici per un breve periodo e avevamo scritto qualche canzone insieme quando diventare famosi era un desiderio lontano. Poi ebbe occhi solo per Josh ed io venni accantonato da parte. Non provavo rancore. L’avevo passata da tempo. Ora ero lì con loro. La gloria che si stagliava sotto ai nostri occhi. 
“Ladies and gentlemen, Taylor Yooork!” annunciò con tutto il fiato che aveva in gola.
Sorrisi tra me e la mia chitarra, coperto in parte dalla mia chioma. Ero ufficialmente su di giri. Aspettavo ‘Let the flames begin’ per sfogarmi del tutto. Le mie mani nonostante tremassero fluivano bene sulla tastiera. Il suono era buono, pulito. Suonare era la mia vita. Anche sul ciglio di una strada, m’avrebbe sempre dato la stessa emozione. Mi riempiva. Colmava. Partì il pezzo che preferivo suonare.
“Father, oh father, oh father, father, well I am ready. Won’t you let it begin, ‘cause I’m here now”
La sua voce diamine. Sembrava stesse facendo tremare le pareti. Mi fece rabbrividire. Un tuffo al cuore.
 
 
“Ragazzi è stato grandioso!”
Cominciammo letteralmente a delirare. Saltare per la stanza, rotolarci a terra, urlare, lanciare bottigliette, divenne quasi normale per i primi cinque minuti. Zac si gettò su Jeremy facendolo barcollare, il quale se lo portò in spalla correndo per tutta la sala. Hayley mi si avvicinò e la presi in braccio. Lei cominciò a ridere e a picchiarmi la schiena con i suoi fragili pungetti. Mi son sempre chiesto dove teneva nascosto tutto quel fiato una nanerottola come lei. Forse aveva i polmoni anche nei piedi. La riposi a terra quasi fosse una bambola. Per concludere il nostro sclero post-concerto c’abbracciammo in gruppo.                                                                                                                                                                                                           Finalmente ero con loro. Ero uno di loro.

*angolo dell'autrice*
Bene, comprendo non sia un granchè, quindi recensite e fatemi sapere come potrei migliorarmi,
grazie mille per la vostra considerazione;
Alla prossima :33
//Oliver.

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Capitolo 2
*** I've gone for too long, living like I'm not alive. ***


"Cosa sta a significare questo?" mi svegliò la voce furiosa di Hayley.
"Mi dispiace. Tengo molto a te, ma finisce qui." Josh, il suo tono di voce era calmo,pacato.
"Ok, perfetto" aggiunse a bassa voce lei.

S'avvio verso il bagno del pullman soffocando qualche singhiozzo. Dopo che Josh ebbe preso posto nel suo letto, avesse tirato giù la tendina, e io me ne fossi accertato, scesi giù dal mio scomodo e stretto letto per raggiungerla.
Bussai con cautela.
"Occupato" rispose Hayley.
"Hay, sono Taylor, ti va di parlare?" sussurrai.
La porta si aprì e lei m'apparve come una piccola bambina indifesa, con un'arruffata chioma rossa. Le misi le mani sulle spalle, la feci indietreggiare e chiusi la porta.
Nonostante fossi chiuso in un bagno grande quanto un cartellone, con un'attraente ragazza da consolare nessun pensiero poco Cristiano mi sfiorò la mente.
Vedevo solo un'amica bisognosa di pure ed innocenti attenzioni.
"Ti và di dirmi cos'è successo?"
"Che bisogno c'è? Tanto l'hai capito, no?Josh, pur non avendo una relazione stabile, m'ha scaricata." Sospirò.
"Siamo sempre stati sul confine. Tra bene e amore. Ogni volta che stabilivamo che il nostro era solo un rapporto d'amicizia, ci ritrovavamo saldamente abbracciati, le nostre labbra le une alla ricerca delle altre. Sapevo non sarebbe durata molto, eppure ci speravo. M'ha totalmente colto alla sprovvista, o forse semplicemente, non ho notato il suo lento e graduale distacco, dato che mi ha sempre tarttato come una cara amica, con qualche piccola eccezione."
"Beh, guarda il lato positivo" le spostai un ciuffo dal viso indolenzito "ora sarà omessa solo qualche piccola eccezione. E poi per quanto avresti retto quest'instabilità? Sono su per giù cinque anni che andate avanti così. Ti sei rinchiusa in una dimensione parallela, dove t'eri autoconvinta che questa era la normalità. Ma no, non è assolutamente così." Conclusi.
Mi guardò con occhi vacui. L'abbracciai. La sentii quasi sparire tra le mie braccia. Soffocò un "Grazie Tay" nel mio petto.
"Comunque bel pigiamino" ridacchiò.

Finalmente un sorriso.
Tornai al mio letto, convinto di rialzarmi il mattino dopo con un mal di schiena atroce e non una vocina nel cuore.

*scappa*
Mi dispiace, è davvero orribile, ho tentato di esprimermi al meglio ma non ci sono riuscita troppo bene TwT
Chiedo perdono, il prossimo prometto sarà migliore,giuro <3
Un saluto a tutti :33
//Oliver.

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Capitolo 3
*** The final episode. ***


The final episode.



-Josh's point of view-


Ero stufo. Davvero stufo marcio. Non ne potevo più. Mi passai una mano tra i capelli rigorosamente piastrati. Quella mattina mi svegliai con una Chicago piena di nebbia, che aveva raggiunto anche il mio cuore. Sbuffai.
La nostra situazione non era più sopportabile. Hayley era davvero come una sorella. E me ne stavo accorgendo troppo tardi. Sin dall’inizio, lo sapevo. Eppure avevo continuato a negarlo a me stesso. È che non avevo il coraggio e le palle, di dirle di no. E quel visino, di certo, non aiutava. Però mi stavo rendendo conto che vivevamo in una menzogna. Non reggevo più quel continuo senso d’ansia, angoscia, oppressione.
Poi c’era Jenna. Conosciuta così per caso. Diamine se era carina quella ragazza. Riusciva a farmi sentire rilassato, in pace con me stesso, cosa che non accadeva da tempo. Era una sensazione piacevole, lei era così affettuosa, ma ancora non riuscivo a sentirmi totalmente a mio agio, perché sapevo che Hayley era ancora qui. Io avevo il suo cuore in tasca, o perlomeno mi dava quest’impressione. Diedi un pugno lieve alla parete per tentare di sfogarmi. Non sapevo come uscirne, ma, in qualche modo avrei fatto.
Tentai di lasciare questi pensieri, e farli scivolare sotto ad una doccia fredda.
Un’evento troppo importante c’aspettava questa sera, ed una distrazione come quella non poteva far altro che nuocere, non potevo permettermela. Inoltre, dovevo spassarmela. Chicago, adoravo suonare lì. Solo in quei momenti mi rendevo conto di quanta gente colpivamo. Quanta gente ci seguiva. Quelle persone, erano la gioia dei miei occhi, mi rendevano fiero di ogni singola nota, canzone scritti. Era il mio lavoro, e mi piaceva.
 




S’accese un faro sopra di me. Cominciai a suonare la sequenza di note che dopo un bel po’ di lavoro ero contento di presentare. Ci eravamo scervellati per scrivere quell’intro. Entrava un membro alla volta, illuminato dal faro. Aprivamo con “Born for this”, che era la giusta canzone per farci caricare, per far cominciare il delirio.
 
 
 
“Allora signor Farro, che si dice?” si sedette a peso morto accanto a me.
“Sono distrutto cavolo, e pensare che tu te ne vai saltellando per il palco mentre io sto fermo a suonare, e tu ne esci così bene!”
“Beh, io sono ben allenata, già” mi regalò uno dei suoi sfavillanti sorrisi.
Come cominciare?
Le parole avevano deciso di farsi una passeggiata altrove, il mio cervello stava avendo un cortocircuito.
“Hay, dovrei parlarti.” I ragazzi fortunatamente stavano dormendo già da un po’.
“Si, non c’è problema” era un po’ perplessa, ma non sembrava preoccupata.
“Si tratta di noi.”
Sbiancò.
“Era da un po’ che tentavo di dirtelo, ma ho deciso di aspettare l’ultima serata, in modo che non ci fossero influenze negative durante il tour.” Deglutii pesantemente.
I suoi occhi mi stavano trafiggendo, bruciavano sulla mia stupida pelle. Mi morsi un labbro. Lei scostò i capelli dalla fronte, ci giocherellò nervosamente, impaziente di sentire cosa avessi da dirle.
“Ecco, il punto è che io non ce la faccio più.”
Cazzo, complimenti Josh, un'applauso per la tua sensibilità. Non ero decisamente fatto per queste cose.
“Ho conosciuto una ragazza e sono riuscito finalmente a rendermi conto che non posso più stare così. Con te. Non voglio ferirti ne nulla. Voglio essere sincero. Non lo sono stato per tutto questo tempo, nemmeno con me, doveva venir fuori, prima o poi. Mi dispiace.”
I suoi occhi si spensero, mi sembrò di vederla morire lì, in quell’istante. Vidi delle lacrime colmare i suoi vitrei occhi verdi, farsi largo tra le ciglia. Strinse i pugni. Voleva essere forte. Ebbene ci riuscì.
“Cosa sta a significare questo?” mi sbraitò in faccia.
"Mi dispiace. Tengo molto a te, ma finisce qui." Tentai di assumere un tono di voce rassicurante, ma non mi riuscì troppo bene.
"Ok, perfetto" quella frase mi giunse come un sussurro, che si evolse in un pungo allo stomaco. E fece male.
Mi voltò le spalle e si chiuse in bagno.
Mi guardai le mani. Tramavo come una fottuta foglia.
Mi sdraiai, accostai la tendina, e sperai che il sonno m’avrebbe preso il più presto possibile.

Mi sentivo una merda. Una schifosa merda.




Hola! Ebbene si, è così che è andata.
Il nostro Josh è un tipo imbranato, anche se non sembra.
E ora, cosa accadrà? (Dio mio,perchè faccio e scrivo queste Postfazioni/Epiloghi idioti?)
Devo smetterla di parlare da sola.
Spero vi sia piaciuto, recensite per farmi sapere se c'è qualcosa che non vi convince o come potrei migliorarmi!
Grazie per la considerazione, prometto di essere più soddisfacente nei prossimi capitoli C:
//Oliver.
P.S. Questo è un pò più lunghino rispetto agli altri, spero non risulti pesante, ma qui dovevo un pò introdurre Josh,
visto che in seguito agirà ben poco. Continuerò sempre con il punto di vista di Taylor, perchè a scrivere da un punto
di vista maschile mi trovo meglio(Lol,mi sento un'umo,voglio morire e rinascere con il pene) e non
riuscirei ad interpretare Hayley nel giusto modo.
Ora vi lascio sul serio Ahahhahahah, Buon proseguimento!

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Capitolo 4
*** I've seen you crying way too many times. ***


-Back to Taylor-




Ogni volta che mi risvegliavo mi trovavo in un posto, uno stato, una città diversi. Ti confondeva un po’, come quando da bambino t’addormentavi sul divano, e ti risvegliavi magicamente nel tuo letto. Il principio era quello, più o meno. Quella mattina però eravamo incastrati nel traffico, sulla statale, diretti a Nashville.

Casa mi mancava da matti. Questi ritmi frenetici mi distruggevano e non ero ancora abituato alle folle adoranti. Non ero proprio il tipo.
Non che non mi facesse piacere, anzi mi rendeva orgoglioso, far parte delle loro vite ed appartenere a quel gruppo; ma ero ancora un ragazzo modesto.
Diedi un’occhiata fuori dal finestrino. C’era gente d’ogni tipo, là fuori. Notai persino un vecchio, buffo motociclista, in sella alla sua fiammante Harley Davidson, stritolato rigorosamente in un giacchetto di pelle.
Canticchiai High way to hell, che si abbinava alla perfezione con il fare di quell’omone. Scossi la testa per la mia stupidità, sempre presente. Pensai a quanto sarebbe stato stressante per Hayley passare tutta la mattinata con Josh che gironzolava per il pullman, dopo una freddura come quella. Scommetto che s’aspettava di arrivare alla sua accogliente dimora la mattina stessa, rifugiarsi sotto le coperte per qualche ora, e soffocare un pianto nel suo morbido cuscino, che di pianti ne aveva già visti molti, proprio come faceva un tempo.
Poi arrivavo io.
Una valanga di cibo e qualche film da farti sbudellare dalle risate.
Ero l’unica persona che aveva accanto in quei momenti, ed io, ero molto effemminato e gentile nei mei modi di fare all’epoca, e finii per fare da “migliore amica”.
Poi il mio ruolo venne eliminato dopo ben poco tempo, e crebbi.

Spesso mi mettevo a pensare a com’erano le cose prima. Prima di diventare famoso, intendo. O prima d’aver incontrato i Farro. Chissà come sarebbe andata.
Forse io sarei già  bello e sistemato con una bella ragazza, con cui poi mi sarei sposato. Avrei fatto l’idraulico, o il meccanico, o forse l’avvocato, chissà.
Però non avrei mai conosciuto loro. E naturalmente, Zac. Il mio migliore amico. Era capace di sparare stronzate anche quando era così giù che dovevi raccoglierlo con un cucchiaino. Sdrammatizzava sempre tutto. Era fuori come un balcone.

Decisi di alzare il mio pesante deretano dal divano, anche perché se avessi continuato a pensare mi si sarebbe fritto il cervello dopo qualche secondo.
Jeremy stava ancora profondamente russando. Josh era perso nel suo mondo con il suo iPod. Zac tentava di preparare una colazione decente, ma come ogni volta sarebbe finito a mangiare i soliti cereali.
Mi stiracchiai, e compressi i pugni sugli occhi. Andai in bagno. Il mio riflesso era davvero esilerante. Chi mai avrebbe voluto un buffo, goffo ragazzo con un cespuglio in testa? Al tempo non lo sapevo, ma sarebbe stata la persona che meno m’aspettavo a volermi.
Mi lanciai dell’acqua in faccia per darmi una svegliata e tornar giù dal mondo dei pensieri.

“Ragazzi, tra mezz’ora siamo a casa” ci avvertì il nostro caro autista, Greg.

Finalmente.

Vidi Hayley accennare un sospiro di sollievo. Era taciturna come non mai. Decisi di tentare di farle cambiar umore. M’avvicinai e la presi per mano. La feci alzare e la trascinai fino al letto. Lei si sedette. Presi la mia chitarra dalla custodia. Le sorrisi dolcemente, come se sapessi cosa stesse passando. Tutti gli altri erano all’altro capo del pullman, la porticina scorrevole era chiusa e nessuno poteva sentirci.

“Ti và, di scrivere qualcosa? Non so, magari t’aiuta a sfogarti. . .” proposi.
“Oh, beh, penso non sia troppo male come idea” inarcò le labbra da un lato, accennando un sorriso.

Pensai ai mille accordi che durante le pigre giornate mi frullavano per la mente. Avevo qualche idea per alcune canzoni. Pensai a quale potesse essere più adatta alla situazione. Risuonai vagamente alcuni pezzi.

“Hey, aspetta, suona un po’ quello precedente” mi bloccò lei, incuriosita.
“Allora, dovrebbe essere più o meno così.” Suonai per un minuto buono e Hay s’illuminò.
“All I wanted was you” s’unì alla mia melodia come se fosse una canzone che già conosceva. Stava funzionando.

Il resto venne da sé, come se fosse una canzone già scritta, già impressa in noi. Era tutto così fluido e naturale, e per una volta, dopo tanto tempo, scrivevamo da soli.

“Maybe then we’d remember to slow down at all of our favorite parts. All I wanted was you”

Per quanto fosse riuscita a distrarsi, non potette fare a meno di scoppiare in un pianto soffocato, tra le sue esili braccia. Si raggomitolò su se stessa, come per non interferire, per non dare fastidio. Mi avvicinai e la strinsi a me. Anche se avevamo scritto un buon pezzo, mi sentivo in colpa, forse non era stata una grande idea.

Eppure ancora non mi rendevo conto che, inconsciamente l’avevamo scritto in parte anche per noi.

 

 

 

Think of me when you’re out, when you’re out there

I’ll beg you nice from my knees

And when the world treats you way too fairly it’s a shame I’m a dream

All I wanted was you

I think I’ll pace my apartment a few times and fall asleep on the couch

And wake up early to black and white reruns

That escape from my mouth

All I wanted was you

I could follow you to the beginning just to relieve the start

Maybe then we’d remember to slow down at all of our favorite parts

All I wanted was you.


 

Haloa! Ben tornati c:
Sò che la sto tirando per le lunghe, ma non voglio far sembrare il tutto troppo forzato e veloce.
Quindi spero mi seguirete fino alla fine!
Grazie mille per la considerazione :33
Alla prossima!
//Oliver.
*se ne và con il vecchio in moto canticchiando High way to hell*

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