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Debora sospira, e mentre appoggia quella
vecchia foto sulla mensola, trattiene a stento una lacrima capricciosa.
Si lega i capelli in una coda poco ordinata, e
poi va in cucina dove sua madre sta preparando una torta.
E’ per il suo quattordicesimo compleanno.
-Deda, mi dai una mano?
La ragazza sospira di nuovo. Fino a quando
continueranno a chiamarla con quel buffo nomignolo?
-D’accordo mamma. Cosa faccio?
La mamma, Isabella, inizia a darle una serie di istruzioni, che Debora inizia ad eseguire macchinalmente.
E’ triste, e spaventata.
Sarà il compleanno più brutto della sua vita.
E perché?
Semplicemente perché tra pochi giorni inizierà
a frequentare la prima superiore: cambierà scuola,
compagni, professori.
E non lo vedrà mai più.
Francesco ovviamente.
Il suo amore impossibile dalla prima media.
Il ragazzo più ammirato, così ribelle, così
affascinante, spericolato, coraggioso.
Il principe azzurro.
Che non l’hai mai degnata di
alcuna attenzione, soltanto qualche parola, ogni tanto.
Debora si è sempre sentita inferiore rispetto
alle sue ex-compagne di classe.
Trova che lei sia la più
brutta. E’ convinta che gli altri la giudichino antipatica
solo perché è timida e fa fatica a fare amicizia. E lei alla finesi è lasciata
convincere che sia così davvero.
Finisce, immersa in questi pensieri, di
imburrare la teglia.
-Mamma, ho finito. Vado
a fare due passi.
Isabella la guarda con un po’ di
preoccupazione.
-Perché non chiami Maria e
uscite insieme? Lei ti ha cercata un sacco di volte…
-No, vado da sola… A
dopo.
Debora esce dalla bellissima villetta nella
quale si sono trasferiti da ormai quasi tre anni, e prende la strada verso il
centro.
Isabella la guarda camminare a testa bassa, e
sospirando riprende a preparare i suoi dolci.
Sono soltanto le nove di sera, eppure Debora è stremata
Prima di partire col
vero e proprio primo capitolo, vorrei ringraziareNisie Jessichan91 per le loro recensioni!
Capitolo 1
Sono soltanto le nove di sera, eppure Debora è stremata.
La casa è rimasta completamente occupata da un orda di parenti per tutto il giorno, in onore del suo
quattordicesimo compleanno.
Non le sopporta proprio più queste feste.
E soprattutto oggi, avrebbe preferito non avere intorno nessuno: si sarebbe dovuta preparare all’inferno che
l’attenderà domani mattina.
Il tanto temuto primo giorno di scuola.
Alle superiori.
Si butta sul letto, sperando che sua sorella Giorgia non
venga a disturbarla.
Beata lei che ha solo undici anni, e che pensa solo a
giocare con il suo coniglietto.
Una miriade di domande l’atterriscono
e le chiudono lo stomaco:
Come farò a trovare
la mia classe?
E se mi perdo?
A chi dovrò chiedere
informazioni?
Se mi ritrovo da sola?
Cosa mi metto?
Quando qualche mese prima era
andata con sua madre a portare l’iscrizione, per poco non le era venuto un
colpo. Una scuola così grande non l’aveva mai vista.
E tutta quella gente poi?
Si rialza e va verso la scrivania, dove ha già preparato
lo zaino nuovo e i vestiti da indossare.
La bella maglietta nera con dei
ricami rosa che le ha regalato la
zia Romina, e un paio di jeans, dello stesso modello che
tanto piaceva alle sue compagne più popolari, e con i quali spera di diventare
altrettanto sicura di sé e bella.
Sa che quella notte non potrà chiudere occhio, la
preoccupazione è tanta, troppa, e sente già lo stomaco chiudersi.
Debora ha scelto di frequentarele magistrali. O meglio, il liceo delle scienze umane, ma lei
preferisce chiamarlo con il nome che ancora usano la
mamma e la nonna Angela.
Sa già che ci sarà una prevalenza femminile di compagne di
classe. Questo da una parte la conforta, ma dall’altra la agita ancora di più:
perché se saranno tutte come le sue compagne delle scuole medie, allora la cosa
si fa veramente poco allettante.
Quindi tutto nuovo, niente ragazzi,
niente amicizie. O forse tutto vecchio…
Niente Francesco, che invece frequenterà lo scientifico.
Niente Maria, l’unica che possa considerare sua amica, che
ha scelto il classico, e per giunta in una città diversa da dove invece andrà
lei.
E se le pessime notizie finissero
qui, sarebbero anche quasi sopportabili.
Ma questa volta il destino ha voluto
accanirsi più che mai contro Debora.
Perché proprio le due ragazze che non è
mai riuscita a soffrire, le due ragazze che più l’hanno presa in giro e isolata
durante i tre anni scolastici appena terminati, frequenteranno la sua stessa
scuola.
Chiara, che per di più sarà nella sua classe.
E Rebecca, che fortunatamente ha scelto l’indirizzo linguistico.
Chiara e Rebecca, così amiche, così disinvolte, così trendy.
E Debora, la pasticciona, la musona,
la noiosa.
Ha deciso che per il momento andrà a vedere un po’ di tv
con i suoi genitori e la
zia Romina, che si è fermata da loro a cena, almeno per
tentare di svagarsi un po’. E un attimo prima di
appoggiare la mano sulla maniglia della porta, viene quasi investita proprio
dalla zia.
-Ehi
Deda, vieni un po’ con noi! – le dice prendendola per
mano.
-Sì,
stavo proprio venendo di là zia…
Debora è persino timida con zia Romina, che tra l’altro è
la sua zia preferita, anche se non lo sa nessuno. E’ la
sorella minore della mamma, e più che una zia, è per lei come una
sorella maggiore.
Le piace perché non la sgrida, perché legge i libri di
Harry Potter come lei, perché le da consigli per i capelli e per i vestiti, e
soprattutto perché la ascolta sempre con interesse. E
poi la zia Romina
aveva frequentato il liceo proprio nella scuola che frequenterà lei, e chissà
perché, questo gliela fa sembrare ancora più simpatica.
Si accomodano sul divano assieme a
Isabella e a Massimo, suo papà, mentre Giorgia non ha nessuna voglia di
smettere di giocare con Gigio, il coniglio nano.
-Cosa guardiamo? – chiede Isabella – Come al
solito non c’è niente in tv!
-Se non c’è niente perché non giochiamo a Risiko? – chiede
Romina, con entusiasmo – E’ sicuramente più divertente!
Debora fa una smorfia, perché odia quel gioco, come tutti
i giochi da tavolo: bisogna fare, parlare, spiegare… E
se sbagli ti prendono magari anche in giro.
-Sì
Romina, potremmo… Peccato che Risiko ve lo siete
portati via tu e il tuo moroso mesi fa, e non è ancora tornato…
Romina tossisce, fingendo un imbarazzo che non prova
nemmeno lontanamente, mentre a Deboratorna il sorriso: pericolo
scongiurato!
-C’è
sempre Monopoli… - suggerisce Massimo, con poco entusiasmo.
-Oppure
Hotel… Isa, ce l’hai ancora? L’avevamo
regalato a Deda non so quanti anni fa! – dice Romina, che ha sempre
adorato quel gioco.
Isabella annuisce, e va in camera delle bambine – le
chiamerà per sempre così, anche quando avranno trent’ anni
– a cercare nell’armadio, fra tutto il disordine.
Romina è la più eccitata del gruppo, e si mette seduta al
tavolo seguita da Massimo che si trova costretto a prendere di peso Debora.
-Allora
Deda, basta fare l’asociale!
-Papà,
non ho voglia, lasciami guardare la tv – piagnucola,
cercando di averla vinta.
Romina la guarda sorridendo.
-Dai
Deda, facciamo che la prima partita la giochiamo insieme, eh?
Debora ci riflette un attimo, poi annuisce e prende posto a fianco alla zia.
-Guarda
che così non imparerà mai… - dice Massimo a Romina – Non può sempre pretendere
di fare come vuole…
-Massimo,
infatti non farà come vuole. Non guarderà la tv, ma
giocherà con noi!
Massimo sbuffa, ridendo, vedendo la figlia annuire come
ipnotizzata alle parole di Romina.
-Romina,
tu non sai cosa faceva questa ragazzina durante le vacanze… - dice Isabella,
appoggiando la scatola del gioco sul tavolo.
-Che cosa facevi, sentiamo? – chiede Romina a Debora.
-Io?
Niente…
-Appunto!
– risponde Massimo – Si svegliava, faceva colazione e
tornava a letto, si alzava per il pranzo e poi di nuovo a letto, e idem per la
cena!
-E poi si lamenta perché al il sedere grosso! Sempre a dormire… –
aggiunge Isabella, guardando Debora.
Romina guarda la nipote.
-Scusa
e con Maria? Non ci sei più uscita? E cosa facevi
tutto il giorno a letto, che noia!
Debora fa per rispondere, ma Isabella la anticipa.
-Con
Maria trovava tutte le scuse del mondo per non uscire, chissà perché…
-Perché non avevo voglia! – risponde Debora –
Preferivo leggere.
Romina sorride e l’abbraccia.
-Oh,
povera Debora! Vedrai che con tutto quello che ti daranno da studiare a scuola,
ti mangerai le mani per non essere uscita quando ne
avevi l’opportunità!
Caspita, a questo Debora non ci aveva mica pensato. Lo
studio, la valanga di materie nuove… Com’è possibile che non le sia neppure
saltato in mente il lato scolastico della scuola?
Ecco, un motivo d’ansia in più. E forse
già qualche rimpianto per quello che le ha detto Romina.
Sospira, sconsolata.
E poi inizia a giocare, e pian piano grazie alle battute dei suo genitori e della zia, riesce ad accantonare le sue
preoccupazioni e perfino a divertirsi.
Jessychan91 e Valentina, grazie per le vostre
recensioni, e grazie anche a devil_90!
Spero che la storia di Deda continui a piacervi!
Cap. 2
Tanto per iniziare bene la giornata e la sua nuova
avventura nella nuova scuola, Debora mentre fa colazione viene
messa al corrente dalla mamma che passeranno a prenderla Chiara con sua madre,
e ovviamente l’inseparabile Rebecca.
Sospira, e sente salire un nodo alla gola.
Lascia la cucina senza finire la sua colazione. La bella
notizia le ha fatto passare all’improvviso l’appetito.
Va in bagno e mentre si lava i denti, si scruta allo
specchio. La solita faccia da bambina ingenua, i soliti
capelli che sembrano una medusa. E si chiede
perché i vestiti che prima le sembravano stare così bene, ora le sembrano
anonimi e uguali a tutti gli altri.
Semplice, perché sta immaginando i capi super alla moda e
super firmati che indosseranno sicuramente le sue care
amiche.
-Debora, sei pronta? – le chiede Isabella, facendo
capolino dalla porta del bagno – Sono arrivate…
-Sì mamma, prendo solo lo zaino – risponde,
sparendo per un attimo in camera sua.
-Mi raccomando Debora, eh? – le dice sorridendo – Ti passa a prendere zia
Romina, e poi pranziamo tutti assieme, okay?
Debora annuisce, e a testa bassa esce.
Saluta la mamma di Chiara, e sale in auto sul sedile
posteriore, di fianco a Rebecca, che ipocrita come non mai la saluta con i tre
bacini sulle guance.
E per tutto il tragitto le due
amiche non fanno che parlare dei loro ultimi acquisti, dei regali ricevuti dai
loro genitori, dei mega viaggi fatti durante l’estate.
E Debora sta a sentire, un po’
stranita, ma anche un po’ invidiosa.
Come aveva immaginato, appena arrivano a scuola, Chiara e
Rebecca se ne vanno per i fatti propri, lasciandola
sola e in preda a tutte le sue paure. Non si spiega come mai sembra che loro
due conoscano già mezza scuola.
Si fa strada timidamente, in
mezzo a quella massa di ragazzi, e cerca nel foglio appeso in bacheca dove si
trovi la sua classe. La 1^C.
Fortunatamente trova l’indicazione
quasi subito: corridoio a destra, primo piano. E si incammina,
sentendo l’ansia aumentare: tutte le ragazze che incrocia le sembrano
bellissime, e i pochi ragazzi, beh, assolutamente non degni di nota, almeno per
l’aspetto fisico.
Immersa in queste osservazioni, sussulta
quando sente qualcuno toccarle la spalla.
Si svolta di scatto, e si trova
di fronte una ragazza dai lunghissimi capelli castani.
-Ciao, scusa… Stavo cercando la 1^C, ma credo di
essermi persa! – le dice sorridendo.
-E’ la classe che sto cercando anche io! – le risponde Debora – se ho capito
bene dovrebbe essere in fondo al corridoio.
-Ah, bene! Ci andiamo insieme?
Debora non riesce quasi a credere alle sue orecchie. Non
entrerà da sola in quella classe, e magari avrà anche una compagna di banco!
-Certo! – esclama sorridendo – Io mi chiamo Debora…
-Io sono Ambra, piacere di conoscerti!
Le due ragazze trovano finalmente la loro classe, e quando
vi fanno capolino, scoprono che i banchi sono già quasi per metà tutti
occupati. E ovviamente quelli rimasti liberi sono in
prima e in seconda fila.
Salutando timidamente le ragazze a cui passano vicino, si
fanno strada e vanno ad occupare i posti vicino alla
finestra.
Debora è sollevata, e finalmente si rilassa un po’ mentre mette lo zaino a terra e comincia curiosa a
guardarsi attorno.
Si chiede se riuscirà a fare amicizia con tutte queste
ragazze, o se dovrà combattere contro le solite difficoltà.
Mentre sta scambiando quattro
chiacchiere con Ambra, entra una professoressa, che è seguita dal gruppetto di
ragazze mancante, tra le quali c’è anche Chiara. Debora le osserva prendere posto, e capisce che quel gruppetto sarà
sicuramente quello che le darà più filo da torcere.
L’insegnate si presenta. Sarà la
professoressa di matematica e fisica, proprio le materie preferite di Debora…
Per modo di dire!
Si chiama Luciana Greco, e senza troppi
preamboli, dopo aver fatto l’appello, distribuisce alle alunne una sorta
di prova d’ingresso, per valutare il livello di preparazione della classe.
-Iniziamo bene! – sussurra Ambra, facendo l’occhiolino a Debora.
Lei alza le spalle, è un po’
preoccupata. Di certo non si aspettava già il primo giorno di scuola una verifica
di questo tipo.
A mezzogiorno in punto finisce il primo giorno di scuola,
e Debora è felice di averlo superato senza troppi traumi.
Oltre ad Ambra, ha fatto amicizia con altre ragazze: c’è
Laura, troppo simpatica e un po’ pasticciona come lei, e poi Claudia, alta e
bella, ma tanto semplice.
Si sono scambiate i numeri di telefono, e si incontreranno nel pomeriggio per andare in libreria a
comprare i primi libri di testo assegnati dalle insegnanti.
All’uscita della scuola c’è la zia Romina, che come
promesso è andata a prenderla, e con lei c’è anche il suo fidanzato, Matteo.
Debora non lo ammetterà mai, ma ha
proprio una bella cotta per Matteo. Invidia tanto la zia Romina, e spera un
giorno di trovare un fidanzato altrettanto bello e simpatico.
-Eccola qua la nostra studentessa! – dice Romina abbracciandola – Allora,
tutto bene?
-Sì zia, tutto bene – risponde sorridendo. Poi si volta e saluta le sue
nuove amiche.
-Hai fatto amicizia?
-Sì, ci incontriamo questo pomeriggio per andare a
comprare i libri insieme!
Romina sorride, e si avviano insieme verso l’auto. E durante tutto il tragitto verso casa, Debora non la smette
per un attimo di raccontare minuto per minuto la sua mattinata scolastica.
-E quella simpaticona di Chiara? – chiede
poi Matteo – Ti ha fatto penare?
-No, per fortuna! L’ho dovuta sopportare solo mentre
venivamo qui in auto, figurati se poi si fa vedere in giro con me… Ha fatto
finta di non conoscermi.
Romina si volta a guardarla.
-Deda, e tu? Tu vorresti davvero essere amica di una così? Imparare a
vestirti così, a truccarti? Ha quattordici anni, e ne dimostra venti! E poi,
lasciamelo dire… E’ proprio stronza!
Debora non sa cosa rispondere. Perché anche se Chiara
proprio non la sopporta, tante volte vorrebbe proprio essere come lei, per
piacere a tutti, per essere sempre al centro dell’attenzione.
-Non lo so zia – risponde, un po’ sconsolata.
Debora però non ha proprio voglia di lasciarsi andare a
questi pensieri tristi.
Oggi ha raggiunto un traguardo importante, riuscendo a
superare le sue paure e la sua timidezza.
E’ entusiasta della scuola, delle nuove materie da
studiare, ma soprattutto è felice perché è riuscita a fare amicizia. Non vede l’ora
che arrivi il pomeriggio per conoscere meglio le sue nuove compagne di classe,
e magari divertirsi un po’.
E in tutto questo turbinio di eventi
e novità, nemmeno per un attimo il suo pensiero è andato a Francesco, e la cosa
non è di certo da sottovalutare!
Alle quattro di pomeriggio Debora raggiunge il luogo dell’appuntamento
con le sue nuove amiche
Jessychan91 , grazie per la recensione, e spero che anche questo
capitolo ti piaccia!
Elenuccia91, grazie
mille anche a te. La storia di Debora comincia a
entrare nel “vivo”, e spero ti piaccia anche questo capitolo.
Diddlina_4ever grazie
per il tuo commento, spero che continuerai a seguire la storia!
Cap. 3
Sono
quasi le quattro di pomeriggio, e Debora raggiunge il luogo dell’appuntamento
con le sue nuove amiche.
E’
arrivata con qualche minuto di anticipo, quindi si
siede sul muretto di cinta di un piccolo parchetto ad aspettare.
Improvvisamente
la sua attenzione è richiamata da una voce stridula e fin troppo conosciuta.
Alza
gli occhi e si trova davanti niente meno che Chiara.
-Debora,
ma ciao! – la saluta, con un
bel sorriso che più finto non si può stampato sul viso.
-Ciao Chiara –
risponde, senza quasi alzare lo sguardo.
Chiara
scosta una ciocca dei suol lunghissimi capelli dal viso, e si guarda intorno.
-Beh, chi
aspetti? – le chiede – Non dirmi che hai un
appuntamento?
-Io… sto
aspettando alcune nostre compagne.
-Ah sì? Oh,
ecco Rebecca… - e senza nemmeno salutarla raggiunge l’amica.
Debora
le osserva camminare a braccetto.
Chissà
con chi si dovranno incontrare.
E’
così presa da questi pensieri che il saluto di Ambra
la fa sobbalzare.
-Come sei seria
Debora, che succede? – le chiede.
-Nulla, ero sopra pensiero… Andiamo?
-Sì, le altre
ci aspettano in libreria. A quanto pare c’è una fila
allucinante!
Infatti
Claudia e Laura hanno tenuto loro il posto, e nonostante questo, l’attesa si
preannuncia estenuante.
Dopo quasi due ore le quattro amiche, esauste,
escono dalla libreria e si siedono sul marciapiede a riprendersi un po’. Non invidiano per nulla tutti i ragazzi che
ancora stanno aspettando il loro turno.
-Beh, la
maggior parte dei libri li abbiamo trovati! – esclama
Laura. – Un altro pomeriggio così non l’avrei proprio retto…
Le
altre annuiscono ridendo.
-Ci prendiamo un gelato prima di andare, cosa dite? – propone Ambra.
Così
entrano in una gelateria poco distante,e si accomodano
ad un tavolino a fianco alla finestra. La cameriera passa quasi subito a prendere
le ordinazioni, e le ragazze si lasciano trasportare dalle loro chiacchiere
spensierate.
Laura,
che è la più curiosa, chiede subito alle nuove amiche se hanno il ragazzo o se
c’è qualcuno che vorrebbero lo diventasse.
Ambra
inizia a raccontare di questo Davide, conosciuto al mare e che le ha proprio fatto perdere la testa. Si sono scambiati
i numeri di telefono, e per ora continuano a sentirsi, anche se visto che lui
abita a Padova, incontrarsi sarà molto difficile. Ambra mostra alle amiche una
foto che tiene nel suo diario: ci sono lei e Davide, che sorridono felici in
spiaggia, abbracciati sotto il caldo sole estivo.
E
Debora pensa subito a Francesco, e a quanto le piacerebbe poterlo abbracciare e
trascorrere con lui una bella vacanza al mare.
Laura
si infervora ancora quando racconta di Salvatore, il
ragazzo con cui è stata tutta l’estate, ma che l’ha tradita con una
“sciaquetta” del loro paese. Ora non li può neppure sentire nominare.
Invece
Claudia è l’unica che abbia correntemente un ragazzo.
Si chiama Federico, e frequenta il secondo anno al liceo scientifico, e si
conoscono da una vita. Sono insieme ormai da quasi dieci mesi, e a Claudia
quando ne parla si illuminano gli occhi.
Debora
ascolta senza fiatare i racconti delle amiche facendo galoppare
l’immaginazione, e sperando di poter coronare presto il suo sogno d’amore.
E
quando Claudia le dice che tocca a lei, Debora
arrossisce.
-Beh, ecco… Non
è che sia il mio ragazzo… Però si chiama Francesco ed
era in classe con me alle medie…
Debora
racconta di come gli sia piaciuto dalla prima media, e
di come purtroppo lui non l’abbia mai considerata come probabile ragazza. Cerca
di non approfondire troppo, perché pensare a lui la fa ancora un po’ soffrire.
Le
amiche l’hanno capito, e tentano di tirarle su il morale cambiando discorso e
iniziando a prendere in giro i professori cha hanno
conosciuto nella mattinata.
Debora
sorride, non può farne a meno: perché delle ragazze così non le aveva mai conosciute, ed è felice che saranno sue amiche.
Purtroppo
però accade qualcosa che subito le fa passare la voglia di essere
felice.
Laura infatti richiama l’attenzione delle amiche.
-Guardate
un po’ la super figona della
classe! – dice, indicando un gruppo di ragazzi che sta passando vicino alla
gelateria.
Debora
si volta verso la finestra, e vede niente meno che Chiara e Rebecca, con
un’altra ragazza che non conosce, attorniate da un gruppo di ragazzi. E la cosa che le spezza il cuore, è vedere che il ragazzo
che tiene la mano di Chiara è proprio Francesco.
Non
riesce a trattenere una lacrima. Perché sapeva che presto o
tardi Francesco avrebbe avuto una ragazza.
Ma
non Chiara.
Non
lo può proprio accettare.
-Ragazze,
scusate, ora vado – dice alle sue amiche alzandosi.
-Aspetta Debora
– le dice Claudia – Cos’hai?
-Niente,
davvero…
Ambra
le posa una mano sul braccio.
-Era Francesco,
vero? Quello con Chiara?
Debora
annuisce e si risiede.
Le
amiche la guardano dispiaciute, e Ambra l’abbraccia.
-Dai, Debora,
tanto quanto vuoi che resista con quella? – dice Laura
con il suo solito ottimismo – Io gli do al massimo una
settimana, e poi vedrai che scapperà a gambe levate!
Debora
accenna un sorriso, e poi si incammina con le altre
verso la fermata dell’autobus.
Jessychan, grazie!
Sono contenta che la storia e Debora ti piacciano!
Elenuccia, rispondo
alle tue domande:le
ragazze sono in coda in libreria, non in biblioteca. Da te non capita? Davide è
un personaggio di fantasia, così come lo sono tutti gli altri (e il mio futuro
marito non si chiama così!), anche se possono avere
alcuni tratti di persone che in realtà conosco. La storia è ambientata nella
provincia di Milano.
Ecco finalmente un nuovo capitolo.
Giorni fa ho visitato il sito del liceo dove ho studiato, e mi è tornatala
voglia di dedicarmi alla storia di Debora!
Cap. 4
Debora
chiude il libro di storia.
Che
ore saranno? Fuori è già buio…
Si
alza dalla sedia e cerca di sgranchirsi un po’: le gambe, le braccia,
soprattutto le spalle.
Guarda
l’orologio e vede che sono già le sette di sera. Si chiede come mai sua mamma non l’abbia chiamata per aiutarla a preparare la
cena.
Esce
dalla sua camera e va in cucina. Tutto è immerso nel più solenne dei silenzi.
Lo
squillo del telefono la fa sobbalzare, rompendo quest’atmosfera.
-Pronto?
-Ciao Deda,
sono zia Romina!
-Ciao zia, come
stai?
-Bene, e tu?
Hai finito di studiare? E’ passata la tua mamma con Giorgia e mi ha raccontato
che sono uscite senza avvertirti perché tu eri concentratissima!
-Sì, ho quasi
finito. Ma la mamma è lì ancora da te?
-No, ha
accompagnato Giorgia in piscina, ma ora staranno arrivando, sono
le sette passate! Ti ho chiamato per sapere se sei ancora viva!
Debora
sorride. In effetti è da quando la scuola è ripresa
dopo le vacanze di Natale che non fa altro che studiare. Per la fine del
quadrimestre, e perché non vuole avere nemmeno un’insufficienza.
-Sono viva! –
esclama ridendo.
-Allora ci
vediamo domenica? La mamma mi ha detto che verrete qua
a pranzo!
-Okay zia, a domenica! Ciao!
Posa
il ricevitore e va a sedersi sul divano.
Accende
la tv e finge di interessarsi ad uno dei tanti quiz proposti quotidianamente a
quest’ora.
E
intanto arrivano anche Isabella e Giorgia.
Il
tempo di preparare la cena, e rientra anche Massimo.
Debora
mangia con avidità la sua pasta al ragù.
E’
giunta alla conclusione che il troppo studio la farà
ingrassare, se continua così. Non ha nemmeno il tempo (e soprattutto la
voglia!) di andare in palestra o fare qualsiasi tipo di sport.
Dopo
cena si concede il lusso di una doccia calda e poi è di nuovo nella sua camera
per finire i compiti.
Ha
lascito per ultimi matematica e inglese, crede di
riuscire a svolgerli abbastanza in fretta.
Così
apre libri e quaderno, e si mette subito al lavoro. Ma
è così stanca, che più di una volta l’idea di copiare l’indomani qualche
esercizio si fa avanti con decisione. Ma sbuffando continua a svolgere i suoi
compiti, e le viene subito in mente Chiara e la sua faccia tosta.
Durante l’ultima interrogazione di latino, non avendo come al
solito svolto la versione, si prese spudoratamente il quaderno di Laura,
facendole rischiare grosso. E riuscendo a rimediare
una sufficienza che di certo non si meritava.
Sbuffa
al pensiero di Chiara, e si concentra per finire presto i compiti.
In
questi mesi sono successe tante cose, un concentrato di avvenimenti
che hanno cambiato Debora in maniera abbastanza evidente. Almeno così può
sembrare ad un qualsiasi osservatore. E molto
probabilmente anche alle persone che la conoscono meglio.
Il
tutto è partito dalla cosa più classica e banale: un nuovo taglio di capelli,
per un taglio definitivo con il passato! Su idea
ovviamente di Romina, cheavrebbe fatto di tutto pur di non
vedere più la sua nipotina col muso lungo.
E
come per magia, da lì in poi le cose sono andate per il meglio. L’affetto delle
sue nuove amiche, le prime soddisfazioni a scuola.
Tutto
questo è stato utile a Debora: per guadagnare un po’ più di fiducia in se
stessa, e per perdere un po’ della sua proverbiale timidezza.
Debora
chiude i suoi quaderni: finalmente ha terminato tutti i compiti.
Come
ogni sera apre il cassetto della sua scrivania, e toglie il
suo vecchio diario.
E’
un’abitudine che ha da quando ha imparato a scrivere
quella di annotare qualche pensiero sulla giornata appena trascorsa.
E il
nome di Francesco è presente in ogni pagina. Nonostante
tutto. Nonostante Chiara.
Il
diario è l’unico custode di questo segreto: per tutti Debora
è riuscita a cancellarlo.
***
La
mattina seguente a scuola è un vero massacro: l’interrogazione di storia alla
seconda ora, niente meno che con la secchiona della
classe. Debora cerca in ogni modo di dare il meglio, e alla fine di porta a
casa un bel sette.
Ma la cosa peggiore, una verifica di matematica a
sorpresa, proprio all’ultima ora.
Il
gelo cala sulla classe.
Debora
e Ambra si guardano terrificate.
“Per fortuna almeno i compiti di ieri
li ho fatti..”pensa, cercando di incoraggiarsi.
La
situazione, già di per sé pessima, peggiora quando
Chiara inizia insistentemente a chiedere proprio a Debora, seduta davanti a
lei, di passarle le soluzioni.
Debora
resiste, e non la degna della minima attenzione. Si fa forza e cerca di
risolvere ilcompito,
cosa già non certo facile.
-Certo che sei
proprio stronza! – urla Chiara alla fine dell’ora, trattenendo Debora per un
braccio.
E
lei non riesce a ribattere nulla, perché quella sorta di timore reverenziale
che prova sin dalle medie per Chiara ha preso il sopravvento. Di nuovo. Come
sempre.
-Ohi, tieni a
posto le mani! – Claudia interviene, dopo aver visto l’amica in difficoltà.
-Tu cosa vuoi?
– le urla Chiara, lasciando il braccio di Debora – Chi ti ha chiamato?
Claudia
ride, per niente intimorita dalle parole della ragazza. Di certo non è una che
si fa mettere i piedi in testa, da un tipo come Chiara soprattutto.
-Mi sembra che
sei tu che non c’entri nulla qui. Io devo parlare con la mia amica. Tu non sei né amica mia né sua quindi non capisco la tua presenza e
soprattutto perché ci fai perdere tempo.
Chiara
apre la bocca per ribattere, ma Claudia la precede.
-E ora ciao, eh? Guarda c’è
la tua amichetta alla porta, non farla aspettare! – dice indicando Rebecca. Poi
prende Debora sottobraccio e insieme lasciano l’aula, lasciando Chiara verde di
rabbia, e Rebecca esterrefatta.
Claudia
ride soddisfatta.
-Gli sta proprio
bene a quella! – dice a Debora – Non sai da quanto tempo volevo cantargliene
quattro! E ora andrà a piangere dalla sua Reby e dal suo Francy!
A
sentire quel nome Debora si irrigidisce, ma non vuole
che Claudia se ne accorga: lei e le altre credono che ormai le sia passata, che
non gliene importi più nulla. Così sorride all’amica.
-Hai fatto
benissimo, anzi… Grazie mille.
-Ma di cosa, scusa? Ora mi sento decisamente
meglio! – esclama sospirando.
Come
vorrebbe essere come Claudia: sembra non avere mai paura di nessuno, non è mai
intimidita, e dice sempre la sua.
Beh,
per il momento si ritiene più che soddisfatta dell’avere un’amica come lei da
cui magari poter imparare qualcosa. Di certo dei passi avanti
li ha già fatti: alle medie non avrebbe mai e poi mai rifiutato di
passare a Chiara – o a chiunque altro - le soluzioni.
E’
già un piccolo traguardo. Anzi, un grande traguardo.
Deve
solo cercare di proseguire su questa strada.
E magari se riuscisse anche a mettere veramente una
bella croce sopra Francesco sarebbe il massimo.
Saluta
Claudia, e sale di corsa sull’autobus, come sempre stra-pieno. Riesce ad
infilarsi in un angolino vicino al finestrino.
Eccolo là: Francesco e un suo nuovo amico in
motorino, fermi a chiacchierare con Chiara e Rebecca.
Debora
li guarda e ancora, come ogni volta, una mano invisibile le schiaccia il cuore.
Pensa
che non ce la farà mai a mettere una croce sopra Francesco. Perché
altrimenti vederlo con Chiara non dovrebbe più farle così male, e invece è
sempre peggio.
Quando
spariscono dalla sua vista, lascia vagare lo sguardo, senza in realtà vedere
nulla. Qualche lacrima impertinente sfugge dai suoi occhi, mentre quella mano
schiaccia sempre più forte il suo cuore.