L'inizio di un nuovo scontro: arrivano gli Angeli della Notte

di Soul of the Crow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La comparsa degli Angeli della Notte ***
Capitolo 2: *** Nuovi avvenimenti tra il Regno di Mezzo e il Regno della Vita ***
Capitolo 3: *** Segreti tra la Terra e il Regno di Mezzo ***
Capitolo 4: *** Gli Angeli della Notte nel Regno della Vita (Parte 1) ***
Capitolo 5: *** Gli Angeli della Notte nel Regno della Vita (Parte 2) ***
Capitolo 6: *** Un piano sulla Terra e un segreto nel Regno di Mezzo ***
Capitolo 7: *** Un'avventura nel Regno della Morte ***
Capitolo 8: *** Nuove sorprese tra il Regno della Morte e la Terra ***
Capitolo 9: *** Ultime sorprese sulla Terra: il keshin della Morte e una visita ai due Esiliati ***
Capitolo 10: *** Notizie, segreti e sparizioni (Parte 1) ***
Capitolo 11: *** Notizie, segreti e sparizioni (Parte 2) ***
Capitolo 12: *** Il risveglio (Parte 1) ***
Capitolo 13: *** Il risveglio (Parte 2) ***
Capitolo 14: *** Il risveglio (Parte 3) ***
Capitolo 15: *** Una notte tranquilla... o quasi (Parte 1) ***
Capitolo 16: *** Una notte tranquilla... o quasi (Parte 2) ***
Capitolo 17: *** Sorprese e incubi di prima mattina (Parte 1) ***
Capitolo 18: *** Sorprese e incubi di prima mattina (Parte 2) ***
Capitolo 19: *** Due nuove partenze. Mete: Regno della Vita e Limbo ***
Capitolo 20: *** Tra il Limbo e il Regno della Vita: scoperte e scontri (Parte 1) ***
Capitolo 21: *** Tra il Limbo e il Regno della Vita: scoperte e scontri (Parte 2) ***
Capitolo 22: *** Missione in uno dei Cuori del Nulla ***
Capitolo 23: *** Nuovi segreti (Parte 1): Le Divinità Supreme e le Indovine Dimenticate ***
Capitolo 24: *** Nuovi segreti (Parte 2): I Gemelli della Creazione e della Distruzione e le Dee della Vita e della Morte ***
Capitolo 25: *** Nuovi segreti (Parte 3): Le Eredi della Vita e della Morte ***
Capitolo 26: *** Nuovi segreti (Parte 4): I quattro Guardiani dei Giardini della Vita ***
Capitolo 27: *** Brutte sorprese nel Regno della Vita ***
Capitolo 28: *** Nuove scoperte nel Limbo. Arrivederci Indovine Dimenticate. ***
Capitolo 29: *** Prima della nuova guerra (Parte 1) ***
Capitolo 30: *** Prima della nuova guerra (Parte 2) ***
Capitolo 31: *** L'inizio della nuova guerra ***
Capitolo 32: *** Il sigillo spezzato (Parte 1) ***
Capitolo 33: *** Il sigillo spezzato (Parte 2) ***
Capitolo 34: *** Yami, il Messaggero delle Tenebre ***
Capitolo 35: *** Colei che è nata dalle tenebre più nere... ***
Capitolo 36: *** Kaen, il Samurai del Fuoco ***
Capitolo 37: *** Ha un potere più devastante delle fiamme... ***
Capitolo 38: *** Piume di corvo e petali di rose portati dal vento nel blu della notte ***
Capitolo 39: *** Sora, la Guardiana del Cielo, e Chikyu, il Protettore della Terra ***
Capitolo 40: *** Quando il cielo piangerà... ***
Capitolo 41: *** Quando la terra si rivolterà contro chi la abita... ***
Capitolo 42: *** Mizu, la cacciatrice venuta dagli abissi oceanici ***
Capitolo 43: *** Quando temporali e maremoti si abbatteranno sulla patria dei ribelli... ***
Capitolo 44: *** Yuki, la Maestra delle Nevi e lo scontro tra keshin ***
Capitolo 45: *** Scontro tra la nevi della foresta dell'est ***
Capitolo 46: *** La verità (Parte 1) ***
Capitolo 47: *** Scontro tra Sole, Luna e Terra nel Regno di Mezzo ***
Capitolo 48: *** I veri Rappresentanti e il ritorno delle Divinità della Vita e della Morte ***
Capitolo 49: *** La verità (Parte 2) ***
Capitolo 50: *** Convinzioni, tristezza e una prova tra i ghiacci eterni ***
Capitolo 51: *** Allenamenti nel Regno di Mezzo e il primo scontro tra i Ghiacci Eterni ***
Capitolo 52: *** La verità (Parte 3) ***
Capitolo 53: *** L'Occhio dei Regni e il Cuore della Verità ***
Capitolo 54: *** Scontri nel Regno di Mezzo e tra i Ghiacci Eterni ***
Capitolo 55: *** L'ultimo giorno: Maria contro Ayla ***
Capitolo 56: *** L'ultimo giorno: Tenma contro Kyousuke e l'Angelo delle Nevi ***
Capitolo 57: *** La verità (Parte 4) ***
Capitolo 58: *** Epilogo: non rimasero che alcuni cristalli di ghiaccio e neve... ***



Capitolo 1
*** La comparsa degli Angeli della Notte ***


 Un mese dopo… di mattina presto… in un quartiere di Tokyo… in una casa come tutte le altre…
 
Era passato un mese dalla lotta tra i Regni della Vita e della Morte, ma la sorella minore di Diana Raven aveva ben altre idee per la testa.
In quel momento, si trovava nella sua stanza: aveva le pareti color verde acqua, e una finestra dava una splendida vista sul mare, mentre all’interno vi erano un letto dalle lenzuola e le coperte azzurre, una scrivania con una sedia e un armadio, tutti quanti in legno di ciliegio; la ragazza dai capelli corvini e gli occhi blu zaffiro stava leggendo alcuni manoscritti riguardanti i gemelli Le Loire, appartenuti alla sua famiglia, una parte dei quali conteneva informazioni sui loro poteri e anche delle immagini dei due Rappresentanti della Creazione e della Distruzione:
- Solo una cosa è evidente riguardo al vostro conto, gemelli Le Loire: avete rovinato la mia vita e quella di molti altri. Presto però capirete una cosa: Ayla Raven, o meglio, Ayla Moon come mi faccio chiamare ora, e gli Angeli della Notte non avranno pietà di voi. - pensò la sorella di Diana osservando i manoscritti, quando sentì qualcuno bussare alla porta:
- Posso entrare? - domandò semplicemente una voce femminile, e a quella richiesta, la corvina rispose con un “avanti”. Subito dopo la porta si aprì, ed entrò una ragazza alta e snella dagli occhi e i capelli castani legati grazie ad un fermaglio turchese. A differenza di Ayla che indossava una maglietta a maniche lunghe color blu notte, una giacca bianca, dei jeans neri e delle scarpe da ballerina bianche, la nuova arrivata vestiva con una maglietta rossa con una scollatura a cuore, dei leggins dello stesso colore, una gonna e delle scarpe da ballerina nere. Inoltre, portava una collanina con un medaglione a forma di stella d’argento: era uno degli Angeli della Notte, e anche colei che ospitava la corvina, il suo nome era Maria Obscurity.
- Ayla, sei pronta? Dobbiamo andare. - le chiese la castana avvicinatasi all’amica.
- Sì Mika-chan, ma dobbiamo aspettare che torni Mirai. Nel frattempo, vai a prendere Nives. - le rispose Ayla, mentre l’amica si dirigeva all’uscita della stanza.
Pochi minuti dopo, Maria tornò nella stanza della Moon con Nives, una cagnolina dal pelo bianco e gli occhi castani, e non passò molto tempo che dalla finestra comparve il corvo di nome Mirai, il rapace dagli occhi zaffiri che prima apparteneva a Diana.
- Ora ci siamo tutti. Possiamo andare. - detto questo, Ayla schioccò le dita, teletrasportandosi insieme alla sua amica e ai due animali alla loro base segreta.
 
 
Circa un paio d’ore dopo… alla God Eden…
 
Anche se usavano il teletrasporto, ci volle un po’ di tempo per arrivare poiché la Moon doveva ancora perfezionare quel potere, ma non c’erano stati incidenti lungo il percorso, così le quattro arrivarono alla base di una montagna che si trovava al confine della foresta di quell’isola:
- Un po’ mi dispiace dover mentire ai miei genitori adottivi. - ammise Maria, mentre davanti a lei vedeva l’entrata di una grotta.
- Riguardo a loro, sono felice che tu li abbia convinti ad ospitarmi per tutto questo tempo. Confesso che ero un po’ stanca di vivere come una vagabonda. - rispose Ayla.
- Non continuare a ripeterlo, e poi ci conoscevamo dai tempi dell’orfanotrofio; non so se è la stessa cosa per i miei genitori, ma per me è un piacere ospitarti. - dopo quelle parole, le due ragazze e i due animali s’incamminarono verso l’ingresso della caverna, ma non era ancora finita: quando furono all’interno della grotta, avevano attraversato anche una barriera che permetteva agli Angeli della Notte di rimanere nascosti agli occhi di tutti; intanto, le due quindicenni non indossavano più i loro vestiti, ma delle armature color notte e avevano delle ali come quelle degli Angeli, ma queste erano bianche con diverse piume nere; Ayla portava con sé una faretra con diverse frecce e un arco di legno d’ebano, mentre Mika aveva due spade dalla lama argentata. Anche i due animali avevano subito una trasformazione: il corvo Mirai ora presentava un’armatura sulle ali e sulla testa, mentre Nives era diventata una lupa dal soffice pelo bianco, e gli occhi erano diventati color zaffiro.
- Ora siamo pronte. Dici che gli altri saranno già arrivati? - domandò Maria all’amica.
- Non saprei, ma considerando che sei di loro vivono qui e gli altri due non abitano molto lontano da dove viviamo noi, dovremmo essere in orario. - rispose Ayla, mentre le due continuavano a camminare lungo un corridoio di roccia che s’inoltrava in profondità, ma erano presenti diverse sfere di luce color verde acqua che fluttuavano qua e là, quindi perdersi non era un problema.
Dopo poco più di un’ora, le due giunsero in una stanza dove la roccia era stata completamente levigata, e al centro della sala, era stata lavorata in modo da creare una specie di tavolo e dieci sgabelli di pietra. Com’era previsto, mancavano solo loro due; erano presenti sei figure avvolte in mantelli neri sedute sugli sgabelli di roccia, ma anche due Angeli della Notte che indossavano delle armature come le due nuove arrivate: uno era Marco Light, un ragazzo alto e snello dai capelli biondi e gli occhi color mare, era una persona molto sicura di sé, ma sapeva essere anche calmo; vicino a lui, si trovava Kaze, un falco dagli occhi verdi. L’altro ragazzo invece era suo fratello Isuke: aveva la stessa corporatura, l’altezza e gli occhi del fratello, ma i capelli erano castani. Accanto a lui, si trovava Tsuki, un’aquila dagli occhi rossi.
Intanto, la Moon e la Obscurity si erano avvicinate, per poi sedersi ai posti ancora liberi, dopodiché la corvina cominciò a parlare:
- Come tutti saprete, da quando il mio corvo è tornato per avvertirmi della morte dell’ultima Divinità della Vita, è passato un mese e i due Regni sono senza dei sovrani che li governino. È il momento di entrare in azione, e questo significa raggiungere i Regni e togliere di mezzo coloro che ci hanno distrutto la vita: i Gemelli della Creazione e della Distruzione. Siete pronti miei Angeli della Notte? - domandò Ayla alle figure incappucciate.
Queste si limitarono ad annuire, mentre la Moon si era alzata e si era diretta fuori dalla grotta insieme al resto dei presenti.
Una volta usciti dalla grotta, la corvina fece comparire un’ocarina di legno di mogano su cui era inciso il simbolo degli Angeli della Notte: una spada dalla lama d’argento e dall’elsa dorata, sulla quale si trovavano due ali bianche con qualche piuma nera; Ayla cominciò a suonarlo, e mentre nell’aria si stava diffondendo una melodia, in cielo si era aperto un portale argenteo.
Ad un certo punto, la Moon smise di suonare per rivolgersi alle figure incappucciate:
- Un mese fa vi ho chiesto di portarmi delle informazioni sui due gemelli, ma ora è il momento di colpirli. Andate e portatemi buone notizie. - le sei figure che indossavano i mantelli neri spalancarono le ali e volarono in direzione del portale.
C’era solo una cosa che la Moon non sapeva: i due gemelli avevano fatto un incantesimo all’ocarina, e quella melodia era stata udita anche nei due Regni.
 
 
Angolo di Emy
Ecco a voi il primo capitolo del sequel de “In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte”!
Gli OC Maria Obscurity, Marco e Isuke Light non appartengono a me, ma a pikachu9876 (Mary), mentre gli altri che compariranno appartengono alla sottoscritta; l’identità degli altri Angeli della Notte sarà svelata nel prossimo capitolo, quindi non preoccupatevi.
Mary, se stai leggendo, ti auguro buon compleanno.
Grazie a chi deciderà di recensire e seguire.
Baci
Emy

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Capitolo 2
*** Nuovi avvenimenti tra il Regno di Mezzo e il Regno della Vita ***


 Nel Regno di Mezzo… in riva al Lago degli Spiriti…
 
Da quando i Signori di quel Regno e i Giudici delle Anime se ne erano andati, i Gemelli della Creazione e della Distruzione avevano preso residenza stabile in quel luogo:
- Non credevo che Ayla fosse ancora viva dopo quel giorno, e tantomeno i fratelli Light e la Obscurity. - ammise Annalisa, mentre osservava gli ultimi quattro Angeli della Notte, rimasti alla God Eden nell’acqua del lago.
- Sono curioso di scoprire chi sono gli Angeli che ha mandato qui per catturarci, ma è stata una buona idea fare un incantesimo alla sua ocarina l’ultima volta che l’abbiamo vista: almeno le Guardie del Regno della Vita sapranno che si sta per avverare ciò che Diana aveva scritto in quella tavoletta nella Torre del Cielo. - aggiunse Nile, per poi far comparire uno schermo di cristallo dorato dalle acque del lago: su di esso comparvero le immagini delle sei figure incappucciate che erano arrivate in quel Regno grazie alla Moon.
- Credono di riuscire ad entrare nel Regno di Mezzo senza problemi? Io non credo proprio. - disse il ragazzo, e con l’aiuto della sorella, sbriciolò lo schermo di cristallo.
Per gli Angeli della Notte stavano per cominciare i guai…
 
 
Intanto… nel Regno della Vita…
 
Anche se era passato solo un mese, le cose erano cambiate in quel Regno: gli abitanti delle varie isole sembravano essere tornati a convivere pacificamente, anche se esistevano ancora dei problemi perché la lunga lontananza aveva creato delle “realtà separate”.
Gli Angeli erano riusciti a costruire nuovamente il secondo piano della Torre del Cielo, e stavano per cominciare a ricostruire anche il terzo, ma il suono di una melodia eseguita all’ocarina aveva messo tutti in allarme: per discutere della situazione, i Comandanti delle Guardie, i loro secondi in comando, e anche Kirino e Shindou, erano stati chiamati dai due Neutrali nella Sala dei Nove Corvi, l’unica stanza rimasta intatta di quella che era la Torre del Cielo.
- Immagino abbiate sentito anche voi quella melodia… - cominciò Ichinose per rompere il silenzio che si era creato.
- E quindi che si fa? Le scritte incise sulla tavoletta dicevano che quando avremmo sentito quel suono, ci sarebbe stata svelata la via per trovare l’erede al trono, ma non è ancora successo niente. - disse Taiyou impaziente.
- Per la verità, nemmeno noi sappiamo bene cosa fare. Diana è stata piuttosto vaga quando ha scritto quelle informazioni sulla tavoletta. - ammise Aki, ma qualcuno non era dello stesso avviso:
- Io non credo proprio. - quando i presenti si voltarono, videro due diciottenni: entrambi avevano la carnagione abbronzata, indossavano tuniche bianche e i capelli castani, ma la ragazza li aveva lunghi con qualche ciocca argentata e gli occhi dello stesso colore, mentre il ragazzo li aveva corti con alcune ciocche dorate, dello stesso colore erano gli occhi. I presenti non li riconobbero, eccetto Ranmaru e Takuto:
- Ancora voi! Che cos’altro volete? - esclamò il rosa.
- Li conosci? - gli chiese Tenma, ma a rispondere ci pensò Shindou:
- Loro sono i Gemelli della Creazione e della Distruzione: mi hanno sottoposto al Giudizio delle Anime al posto delle due Divinità, prima di farle sparire. -
- Quindi siete stati voi a far sparire Diana. Perché lo avete fatto? - domandò loro la Kino.
- Vedo che hai dimenticato le formalità, vero Kirino? - disse Nile al rosa, per poi rivolgersi ad Aki:
- E comunque sì, siamo stati noi a farle sparire, ma abbiamo avuto i nostri motivi. Cambiando discorso, credo che ben presto avrete dei problemi più grandi del fatto di trovarvi senza qualcuno che governi il Regno. -
- A cosa vi riferite? - chiese Kazuya.
- Il suono dell’ocarina che avete sentito era un allarme: la sorella di Diana non intende diventare la nuova Regina del Regno della Vita, ma vuole distruggerci tutti. Vi consiglio di prepararvi: credo che i suoi seguaci verranno a farvi visita presto. - li informò Annalisa, per poi sparire insieme al gemello.
 
 
Nel frattempo… in un luogo tra il Regno di Mezzo e il Regno della Vita…
 
Le sei figure incappucciate si trovavano in una delle zone di passaggio tra i Regni, ma era strano: Ayla doveva averli teletrasportati nel Regno di Mezzo, non lì; intanto, i sei intanto si erano tolti i mantelli, rivelando delle armature color notte e delle ali bianche screziate da sfumature blu:
- Ci mancava pure un contrattempo. Che altro ci doveva accadere? - disse seccato uno di loro: era un ragazzo dai corti capelli rossi rosacei, la carnagione lievemente abbronzata e gli occhi color blu petrolio.
- Kaen, sei sempre troppo impaziente. Comunque è vero: credevo che il capo ci avrebbe teletrasportati a destinazione. - aggiunse una ragazza dai capelli turchesi, di cui alcuni raccolti in una lunga coda che le arrivava fino a metà schiena, la carnagione abbronzata e gli occhi verde acido.
- A volte mi chiedo perché sei sempre così acida Mizu-chan. Dovresti imparare a rilassarti una volta tanto. - intervenne un’altra ragazza: questa aveva i capelli mossi color mare, alcuni dei quali erano raccolti in due codine che le cadevano sulle spalle, gli occhi di un colore un po’ più chiaro, e la carnagione pallida.
- Prova a chiamarmi ancora in quel modo Sora, e vedrai cosa… - prima che potesse continuare, un’altra ragazza s’intromise per evitare che tutto ciò potesse sfociare in un litigio:
- Ragazze calmatevi: non è il caso di mettersi a litigare per così poco. - disse la ragazza: lei aveva la carnagione chiara, i capeli color notte che le incorniciavano il viso, mentre altri erano legati in una lunga coda ondulata che terminava all’altezza delle ginocchia, e gli occhi grigio perla.
- Non mi dire che cosa devo fare Yuki! - ribatté Mizu, ma Kaen aggiunse:
- è inutile che cerchi di calmarla: è sempre stata così, e tale resterà. - a riprenderlo ci pensò un altro ragazzo dai capelli castani, alcuni dei quali legati in un codino, la carnagione mediamente abbronzata e gli occhi di un colore tra il verde smeraldo e il verde muschio:
- Kaen, non è il momento adatto per attaccare briga; e tu Mizu, non dargli corda. -
- Sei il solito guastafeste Chikyu. - si lamentò il rosso, per poi rivolgersi all’ultimo degli Angeli della Notte che non aveva ancora detto una parola: era un ragazzo dai corti capelli color nero violaceo con qualche ciocca bianca, gli occhi color sangue.
- E tu Yami che hai intenzione di fare? Vuoi restare lì a guardare o dire qualcosa? -
Passò qualche minuto prima che il chiamato in causa si decidesse a rispondere:
- Penso che vi comportate come dei bambini, e se non riusciamo ad arrivare nel Regno di Mezzo, tanto vale dirigerci in un altro luogo. -
Pochi secondi dopo, uno schermo di cristallo color verde acqua comparve dal nulla: su di esso, era riflesso il volto della Moon.
- A quanto vedo c’è stato un contrattempo, ma Yami non ha tutti i torti. Dovete andare nel Regno della Vita: una volta lì, dividetevi per esplorare meglio il territorio; quando vi siete fatti un’idea precisa al riguardo, mettetevi nuovamente in contatto con me. - dopo quelle parole, il cristallo si ruppe: agli Angeli della Notte non restava che seguire gli ordini.
 
 
Angolo di Emy
Come promesso, sono comparsi i miei OC.
Per coloro che non lo sanno, Mizu significa “acqua”, Kaen “fiamma”, Chikyu “terra”, Yuki “neve”, Sora “cielo” e Yami “tenebre”.
Ringrazio Debby-chan per avermi fornito alcuni dei significati dei nomi che le avevo chiesto, e mi piacerebbe sapere una vostra impressione su questi sei Angeli.
E poiché oggi mi sento buona, ecco a voi una piccola curiosità: Ayla Moon è già comparsa nella fic “L’Avvento del Sole Nero”, e anche nella raccolta “Gli Emissari del Sole Nero: memorie tra le pagine di un diario”. I suoi poteri sono gli stessi di Diana, ma ne avrà anche altri.
A parte questo, spero di non aver fatto troppi errori in questo capitolo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 3
*** Segreti tra la Terra e il Regno di Mezzo ***


 Nella base sotterranea alla God Eden…
 
Ayla, Maria e i fratelli Light si trovavano ancora nella grotta, e stavano osservando ciò che facevano gli Angeli della Notte attraverso uno schermo di cristallo color verde acqua:
- Sembra che le cose stiano andando bene per il momento se la stiano cavando bene, ma mi chiedo che cosa accadrà se si faranno scoprire dagli Angeli del Regno della Vita. - disse Isuke.
- Non ti preoccupare: anche se i due Gemelli sono riusciti a condurli nel Regno della Vita, quegli Angeli non si renderanno mai conto di ciò che accadrà. - gli rispose Marco, per poi rivolgersi ad Ayla:
- Ayla, sei sicura di voler procedere col piano? -
- Non sono mai stata così sicura di qualcosa in vita mia, e comunque anche noi avremo il nostro gran da fare. - rispose lei.
- Hai aggiunto qualche dettaglio al piano senza farci sapere niente? - le chiese Mika.
- Scusate se non vi ho avvertito, ma per questo dovete ringraziare i Le Loire: se gli Angeli della Notte li avessero raggiunti nel Regno di Mezzo senza inconvenienti, non saremmo dovuti arrivare a questo. - spiegò lei, per poi rivolgersi ai fratelli Light:
- Potreste portarmi “voi sapete cosa”? - i due annuirono, per poi dirigersi fuori dalla grotta.
- Non ti pare una mossa un po’ azzardata? Sai bene che cosa sono in grado di fare i “tu sai cosa”. - le disse Maria.
Ayla si limitò ad annuire: niente la avrebbe convinta a fermarsi.
 
 
Diverse ore dopo… nella foresta…
 
Marco e Isuke si erano diretti nella foresta, ma la loro meta era un’altra:
- Non credevo che ci sarebbe voluto tutto questo tempo… - si lamentò Marco.
- Tu ti lamenti un po’ troppo fratellone. - replicò Isuke, per poi aggiungere:
- E comunque guarda: siamo arrivati. - in effetti, era così, poichè si trovavano di fronte al luogo dove Ayla aveva nascosto gli oggetti che dovevano recuperare: una radura quasi completamente priva di vegetazione.
- Questo era il posto dove si erano affrontati un Angelo e un Diavolo: mi sembra strano che non siano riusciti a distruggere questo posto. - aggiunse Isuke ricordandosi di quell’episodio.
- Evidentemente la sorella del nostro capo e Arelia non li avevano addestrati nella maniera più adatta.
Ora però muoviamoci: dobbiamo trovare i “tu sai cosa”. Ayla li aveva nascosti da queste parti. - lo riprese Marco, per poi separarsi dal fratello per perlustrare meglio la zona.
 
 
Un’ora dopo…
 
- Uffa! È da un’ora che ci troviamo in questa maledetta radura e ancora non li abbiamo ritrovati! - si lamentò Isuke.
- E poi sarei io quello che continua a lamentarsi eh? - lo riprese il fratello, ma quando stavano per rimettersi a cercare gli oggetti del loro interesse, i loro compagni rapaci li raggiunsero in volo: l’aquila Tsuki si posò sul braccio di Isuke, mentre il falco Kaze su quello di Marco; entrambi avevano nel becco una busta.
I due quindicenni le aprirono: in quella che aveva l’aquila, era contenuto un foglio su cui era disegnato il simbolo degli Angeli della Notte, cioè la spada con le ali bianche e qualche piuma nera, mentre nell’altra c’era una mappa della radura, e in un punto a nord-ovest era contrassegnata una “X”.
- Non poteva dircelo prima che partissimo per cercare quei cosi! E comunque a che serve il simbolo degli Angeli della Notte? - domandò Marco.
- E chi lo sa, ma visto che il capo ci ha dato un indizio, perché lasciarci sfuggire l’occasione? - gli rispose il castano.
I due fratelli s’incamminarono verso il punto contrassegnato dalla “X”, e videro una zona rialzata nel terreno:
- Era qui che li aveva nascosti allora. - aggiunse Isuke, ma quando stava per avvicinarsi, un campo di forza color verde acqua gli impedì di proseguire colpendolo con una raffica di vento:
- Tipico di Ayla. - constatò il biondo, e mentre aiutava il fratello a rialzarsi, il foglio su cui era disegnato il simbolo degli Angeli della Notte s’illuminò di un’aura verde acqua e il campo di forza scomparve.
I due fratelli si avvicinarono, e notarono che era comparsa una buca dove si trovava una borsa avvolta di un’aura bianca screziata da sfumature blu.
- Finalmente li abbiamo trovati! - Marco stava per aprire la borsa, ma il fratello lo fermò:
- Aspetta! Sai bene che i Le Loire vedono tutto! È meglio andare nella grotta, almeno là saremo al sicuro. -
 
 
Qualche ora dopo… nella caverna sotterranea…
 
Nel viaggio di ritorno non c’erano stati problemi, e i due Light erano tornati nella grotta:
- Certo che ce ne avete messo di tempo: credevo sapeste cosa dovevate cercare. - li prese in giro Maria.
- Ah ah ah, molto spiritosa Mika. Per tua informazione, sapevamo cosa cercare, e se il posto dove viene nascosta questa borsa non venisse cambiato ogni volta, ci avremmo impiegato molto meno tempo. - le disse Marco, per poi dare la borsa alla Moon:
- La prossima volta che ci affidi questi incarichi, avvertici di eventuali inconvenienti, almeno non perdiamo chissà quanto tempo. - aggiunse Isuke.
Ayla non rispose, si limitò a svuotare il contenuto della borsa sul tavolo: si trattava di dieci bulbi di giacinto, ma erano avvolti da un’aura bianca con qualche sfumatura blu notte.
- Non avrei mai creduto che saremmo stati costretti ad usarli, e se il Regno di Mezzo è irraggiungibile, dovremo usarli nei due Regni. - constatò la Moon.
I due fratelli non capivano perché, e prima che potessero porre delle domande al loro capo, Mika li anticipò spiegando loro come stavano le cose:
- Ora che i due gemelli sanno che non siamo spariti come credevano, ci impediranno in ogni modo di raggiungerli, ma se ai due Regni accadesse qualcosa di spiacevole, non resteranno con le mani in mano e usciranno allo scoperto. - i Light sapevano del potere che era racchiuso in quei bulbi, e dopo quella spiegazione, capirono perché Ayla voleva ricorrere ad essi:
- Ora però dobbiamo aspettare che gli altri si rimettano in contatto con noi, poi potremo proseguire col piano. - li informò la Moon.
 
 
Intanto… nella Sala del Nulla…
 
Quel luogo si trovava nel Regno di Mezzo, ma perché non fosse scoperta la sua ubicazione, veniva spostata ogni volta grazie ad un incantesimo dei due Rappresentanti della Creazione e della Distruzione: era una stanza circolare dalle pareti grigie, accessibile soltanto grazie ad un portale, e illuminata grazie a globi di luce dorata e argentata che fluttuavano qua e là. Al centro di essa, vi erano due specchi, uno aveva la cornice dorata, mentre l’altro la aveva argentata; nel primo vi era riflessa l’immagine di Diana, e nel secondo quella di Arelia, ma la realtà era un’altra:
- Continuo a pensare che rinchiuderle in quegli specchi non sia stata una grande idea. - ammise Nile osservando le due ormai ex Divinità rinchiuse nei due specchi.
- Quante storie! Hai visto anche tu quanti problemi stavano causando! - gli ricordò Annalisa.
- Questo è vero, ma questo non è il momento adatto per pensarci: dobbiamo pensare a come contrastare gli Angeli della Notte, e chissà che non saremo costretti a… - la sorella lo zittì prima che potesse continuare:
- No! Non ci pensare nemmeno! Non arriveremo mai a tanto! - dopo quella frase, Annalisa prese la mano del fratello e lo trascinò fuori dalla stanza: non voleva adottare quella misura di sicurezza, nemmeno se i loro nemici li avrebbero messi in difficoltà.
 
 
Angolo di Emy
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e come promesso, sono ricomparsi gli OC di pikachu 9876: preparatevi, perché anche loro avranno un lavoro da compiere.
Mary, ti ringrazio per l’idea della Sala del Nulla: anche se mi sono fatta attendere, alla fine è comparsa.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 4
*** Gli Angeli della Notte nel Regno della Vita (Parte 1) ***


 Nel Regno della Vita…
 
I sei Angeli della Notte si trovavano in prossimità dell’Isola della Vita, ma quando stavano per avvicinarsi ancora di più, una barriera d’energia bianca con qualche sfumatura nera impedì loro di proseguire:
- E ora che sta succedendo ancora? - si lamentò Kaen.
- Tu devi sempre lamentarti! Chiudi quella bocca una volta tanto! - lo riprese Mizu.
- La volete smettere! Cosa ci siamo detti prima di venire qui? - li richiamò Yuki.
- Yuki-chan ha ragione: se continuate così… - stava dicendo Sora, prima che la interrompessero:
- State zitte! Nessuno vi ha interpellato! - dissero in coro Mizu e Kaen.
- Finitela! - la voce di Yami riuscì a zittire la turchese e il rosso prima che continuassero con quella discussione inutile:
- L’ho detto e lo ripeto: vi comportate come dei bambini. Mi stupisco che il capo vi abbia scelto per questo compito. -
- Yami, sai bene che ci troviamo tutti nella stessa situazione: non considerarti migliore di noi. - lo riprese Chikyu, per poi aggiungere:
- E comunque, credo di sapere che sta succedendo. -
- Allora che aspetti? Vuoi dircelo o no? - gli domandò Mizu.
- Questa barriera serve per impedire che creature che non siano Angeli del Regno della Vita possano raggiungere l’isola. Tuttavia, questo scudo d’energia è stato creato parecchio tempo fa, e con la giusta tattica dovremmo riuscire a sorpassarlo. -
- Se dobbiamo usare i nostri poteri o i nostri Keshin, io sono d’accordo! - esclamò Kaen, ma i suoi compagni non erano dello stesso avviso:
- Potrebbe anche funzionare, ma così rischieremo che le Guardie Angeliche ci trovino… - disse Sora, ma ci pensò Yami a completare la frase:
- E a quel punto, potremo dire addio alla missione e rischiare che trovino gli altri. -
- Anch’io la penso così, e poi i nostri poteri saranno limitati là dentro: potrebbero anche catturarci se ne avessero l’opportunità. - aggiunse Yuki.
- Appunto per questo: se ci camufferemo come Angeli di quel Regno, potremo entrare e perlustrare la zona senza essere scoperti dalle Guardie. - li informò Chikyu.
- Strano, mi sarei aspettato un piano più elaborato da te, e poi non funzionerà mai. - affermò Kaen.
L’altro gli lanciò uno sguardo di sfida, per poi schioccare le dita: al posto dell’armatura, indossava una maglietta nera, un cardigan beige, jeans blu e scarpe nere; le ali erano diventate verde smeraldo e le sfumature blu erano sparite. Il ragazzo si diresse nuovamente in volo verso il campo di forza, e lo oltrepassò senza problemi.
- Allora, volete farmi aspettare tutto il giorno? - li incitò, e anche gli altri si trasformarono: Kaen indossava una maglietta bianca a maniche lunghe, un giubbotto senza maniche rosso, pantaloni marroni e scarpe bianche, mentre le ali erano diventate rosse; Mizu indossava una maglietta blu che le lasciava scoperta una spalla, dei jeans bianchi, delle scarpe da ballerina nere e un medaglione d’argento, mentre le sue ali erano diventate color verde muschio; le ali di Sora erano diventate color cielo, e lei ora indossava una maglietta a mezze maniche color mare, dei pantaloncini blu, dei sandali bianchi e diversi bracciali dello stesso colore; Yuki ora aveva delle ali di un blu un po’ più chiaro di quello dei suoi capelli, e indossava una maglietta a mezze maniche bianca, una felpa blu, pantaloni neri, scarpe da ballerina bianche e una cavigliera dello stesso colore; Yami invece indossava una maglietta nera a maniche lunghe, una felpa viola, pantaloni blu e scarpe viola, lo stesso colore che avevano assunto le sue ali. I cinque provarono ad attraversare la barriera come aveva fatto il loro compagno, ma la stessa forza che aveva impedito loro di passare la prima volta, li respinse ancora:
- Abbiamo scordato qualcosa: non riusciamo ugualmente a passare. - si disse Yuki, per poi notare un particolare:
- Chikyu, non hai più il tatuaggio degli Angeli della Notte! - esclamò lei, notando che il loro simbolo era sparito dal collo dell’amico.
- Infatti, ho dovuto farlo sparire, ma ora non mi sento molto bene: sarà che facendolo sparire, diventiamo più deboli. - le spiegò lui.
- Allora che si fa? Se quelli ci attaccano… - disse timorosa Mizu.
- Mizu, da quando hai tutta questa fifa? - la prese in giro Kaen, ma prima che scoppiasse l’ennesima discussione, Sora li fermò:
- Possibile che non abbiate altro da fare? E comunque, se serve a permetterci di entrare, non abbiamo molta scelta. -
- Per la prima volta, sono d’accordo con te Sora. - aggiunse Yami, e i cinque usarono i loro poteri per far sparire i loro tatuaggi, i quali si trovavano rispettivamente sulla mano sinistra di Yuki, sulla guancia destra di Yami, sulla spalla sinistra di Mizu, sulla caviglia sinistra di Sora e sul polso destro di Kaen; dopodiché i cinque si avvicinarono nuovamente alla barriera, ma stavolta riuscirono ad oltrepassarla.
- Ce la abbiamo fatta! - esclamò Sora, mentre abbracciava Yuki e Mizu.
- Ora però è meglio dividersi: Kaen, tu andrai nella parte ovest dell’Isola, Mizu e Yuki nella zona est, Sora nella parte sud, Yami a nord, mentre io raggiungerò la Torre del Cielo. - decise Chikyu, e i sei Angeli della Notte si avviarono verso le zone assegnate.
 
 
Qualche ora dopo… nella foresta a nord dell’Isola della Vita…
 
- Questo posto non mi dispiace per niente: mi ricorda il luogo in cui vivevo alla God Eden. - disse Yami tra sé e sé, mentre camminava nella boscaglia.
- Direi che ho finito: nella base segreta di noi Angeli della Notte ho trovato una mappa dell’Isola della Vita, e non dovrebbe esserci altro da… eh? Strano, non ricordavo che ci fosse un lago. - il corvino era giunto in prossimità di un lago, ma non era da solo. Si nascose dietro un albero per vedere meglio, e notò due Angeli vicino alla riva dello specchio d’acqua: uno aveva corti capelli neri, la carnagione abbronzata e gli occhi neri, mentre l’altro i capelli bianchi e blu cobalto, la carnagione pallida e occhi color sangue.
Non fece in tempo ad andarsene, che sentì una fitta alla testa:
- Che mi succede? È come se la mia testa si spaccasse in due… - quel dolore era abbastanza forte che lo fece cadere a terra; prima di svenire, vide due figure che si stavano dirigendo verso di lui.
 
 
Intanto… nella zona erbosa al centro della catena montuosa ad ovest dell’Isola…
 
- Questo posto è una vera noia: solo montagne, caverne e un minuscolo prato. Al mio ritorno, me la prenderò con il capo per averci assegnato questo compito barboso, e anche con Chikyu per avermi affidato il posto più noioso di… - non fece in tempo a finire di lamentarsi, che sentì un rumore provenire da sopra di lui: un masso si era staccato da uno dei monti che circondava la zona erbosa e stava precipitando verso l’Angelo della Notte.
- Come se un masso possa riuscire a mettermi paura. - la mano di Kaen si circondò di un’aura rossa, con la quale l’Angelo scagliò un raggio color rosso fuoco contro il macigno, ma questo scomparve ancora prima di raggiungere il masso:
- Com’è possibile? Chikyu ci aveva avvertiti: siamo diventati molto più deboli da quando siamo venuti qui. - disse tra sé e sé l’Angelo della Notte; stava per essere schiacciato, quando una luce di forte intensità lo costrinse a chiudere gli occhi: li riaprì pochi secondi dopo, ma un dolore alla testa lo fece piegare in due e a tenersi la testa tra le mani.
- Perfetto. L’ennesimo problema della giornata: potevo essere più sfortunato di così? - disse tra sé e sé, mentre la luce continuava ad affievolirsi e due figure comparvero dal nulla: erano due Guardie Angeliche, una aveva i capelli castani, alcuni legati in una coda che ricadeva sulla spalla, la carnagione chiara e gli occhi color sangue, mentre l’altra aveva capelli rosa lunghi, la carnagione abbronzata e gli occhi blu petrolio. Fu tutto ciò che riuscì a vedere, prima che il dolore alla testa gli fece perdere i sensi.
 
 
Angolo di Emy
Credo che si sia capito, ma nel prossimo capitolo vedremo gli altri Angeli della Notte nel Regno della Vita.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 5
*** Gli Angeli della Notte nel Regno della Vita (Parte 2) ***


 Nella zona a sud dell’Isola…
 
Come per le missioni che Ayla le aveva affidato in precedenza, Sora aveva svolto il suo compito, ma al posto di riferire il risultato al capo, ha preferito spassarsela in quella zona del Regno della Vita:
- Ayla a volte è veramente noiosa: continua a ripetere che non bisogna mettere insieme divertimento e lavoro perché poi non si riesce a portare a termine ciò che si deve fare. Va beh: non è la prima volta che non le do retta e non sarà l’ultima, ma poiché in questa zona del Regno ci sono la spiaggia e il mare e ho appena finito di perlustrare questo posto, tanto vale goderseli. E poi splende il Sole, e rimanendo la maggior parte del tempo in quella grotta, sono diventata più pallida di un lenzuolo. - disse tra sé e sé l’Angelo della Notte, per poi schioccare nuovamente le dita: al posto dei vestiti che aveva fatto comparire al posto dell’armatura da Angelo della Notte, indossava un bikini blu e un paio di occhiali da sole. Inoltre, fece apparire anche uno sdraio e ci si sedette sopra, e dopo qualche minuto, si rilassò e chiuse gli occhi, ascoltando il suono delle onde del mare e il soffio del vento.
Stava quasi per addormentarsi, quando sentì un rumore molto più forte provenire dalla distesa d’acqua di fronte a lei che le fece riaprire gli occhi e alzare di scatto dallo sdraio; Sora schioccò nuovamente le dita e fece ricomparire i suoi vestiti normali, mentre dal mare comparve una figura maschile: aveva la carnagione abbronzata e i capelli verde erba raccolti in un chignon, mentre gli occhi erano color carbone. Era avvolto in una lunga tunica bianca e sembrava fluttuasse a pochi centimetri dall’acqua, ma pochi secondi dopo la sua apparizione, attaccò l’Angelo della Notte con un raggio d’energia bianco. Sora cercò di creare uno scudo con i suoi poteri, ma questo scomparve pochi secondi dopo:
- Chikyu ci aveva avvertito che sarebbe potuto accadere, e ora come faccio senza i miei poteri? - la ragazza cominciò anche ad avvertire dei dolori alla testa, e il colpo stava per raggiungerla, ma qualcuno si mise in mezzo perché il raggio d’energia si era come dissolto, e l’uomo dai capelli verdi stava sparendo sott’acqua; davanti a lei c’era un ragazzo all’incirca della sua età, e senza considerare che fosse un ragazzo e aveva i capelli arancioni, aveva gli stessi occhi e lo stesso colorito pallido di Sora.
La ragazza fece appena in tempo a vederlo in volto prima di svenire e cadere sulla sabbia.
 
 
Nel frattempo… alla Torre del Cielo…
 
Chikyu non aveva avuto molti problemi poiché la zona che doveva controllare non era molto vasta come le altre, ma proprio quando stava per mettersi in contatto con Ayla, decise di dare un’altra occhiata all’edificio in costruzione che aveva visto al centro dell’isola: si era ritrovato in una sala con nove arcate, ognuna delle quali era delimitata da due pilastri di marmo bianco e sulla cima di ognuno di essi vi erano dei corvi scolpiti nella pietra.
- Immagino che servano a raggiungere il piano superiore, ma mi chiedo che cosa ci sia qui sotto… - l’Angelo della Notte aveva notato un’altra scalinata che portava in una sala che doveva trovarsi sotto di lui, ma una volta percorsa, vide uno degli spettacoli più belli che aveva visto in quegli anni: era circondato da rose bianche in piena fioritura. Qualcuno lo avrebbe considerata come una cosa che si può vedere tutti i giorni, ma per qualcuno che è rimasto per diverso tempo rinchiuso in una grotta, quello era uno spettacolo unico; Chikyu però non era da solo: davanti a lui c’erano una donna dai capelli e gli occhi color muschio e anche un uomo dai capelli castani, acconciati in un modo che gli ricordò quelli di Marco Light, e aveva anche gli occhi neri e la carnagione abbronzata.
All’improvviso, una fitta dolorosa attraversò la testa dell’Angelo della Notte:
- Mmm… quello giurerei di averlo già visto in un’altra situazione, ma non mi ricordo né dove né quando, ma sicuramente prima di unirmi ad Ayla. - quello fu l’ultimo pensiero di Chikyu prima di chiudere gli occhi e cadere a terra.
 
 
Intanto… in cima al monte della zona ad est dell’isola…
 
Yuki aveva finito di perlustrare una parte di quella zona perché lei e Mizu avevano deciso di dividersi il compito, ma si erano messe d’accordo per incontrarsi nuovamente sulla montagna che avevano visto proprio al centro della parte dell’isola che era stata assegnata loro, ma l’amica non era ancora arrivata.
- Probabilmente non ha ancora finito, oppure… - la ragazza si era seduta su una roccia nell’altipiano in cima al monte, e aveva tirato fuori da una delle tasche della sua felpa una bambola di pezza bianca poco più piccola del palmo della sua mano con due piccole sfere azzurre come occhi, e aveva diversi pezzi di stoffa viola che la avvolgevano come se indossasse un abito lungo, e un pezzo di stoffa argentata che faceva da mantella.
- Non mi piace che la gente mi lasci sola, ma quel bambino l’ha fatto quando è sparito. - appena si accorse di ciò che aveva pensato, cominciò a rimproverarsi mentalmente:
- Che cosa mi ritrovo a pensare! Sono l’Angelo della Notte che controlla i ghiacci e le nevi e niente mi deve far soffrire, tantomeno il ricordo di… - non fece in tempo a terminare la frase che un dolore lancinante alla testa la colpì:
- E ora che succede? Se è una punizione per essermi messa ad odiare quella persona, non è per niente divertente! - si disse, ma una fitta un po’ più forte la fece crollare a terra con la bambola ancora nella mano destra.
Qualche minuto dopo, però qualcuno la raggiunse:
- Tsurugi, guarda! Laggiù c’è qualcuno! - gli disse Tenma, notando dall’alto il profilo di una persona distesa a terra.
I due la raggiunsero, e notarono che la ragazza sembrava aver perso i sensi:
- Tanto vale portarla a casa finché non si riprende: non bisogna avventurarsi quassù senza il rischio d’incontrare un Guardiano. - affermò il blu, per poi prendere in braccio la ragazza. Matsukaze però aveva notato l’oggetto tra le mani dell’Angelo svenuto:
- Strano… quella bambola l’ho già vista… -
 
 
In una collina lontana dal Monte dell’Alba…
 
- Lo so che dovrei tornare da Yuki, ma tanto vale che finisca questo maledetto compito: mi manca poco per… - Mizu si bloccò quando vide un monolito in mezzo alla collina dove si trovava in quel momento:
- è strano: tutti quelli che si trovano nei due Regni, almeno in teoria, sarebbero già morti. Non capisco perché c’è questa specie di lapide. - la ragazza stava per leggere le scritte incise sulla pietra, ma delle voci in lontananza la costrinsero a nascondersi dietro ad un albero: dalla boscaglia erano comparsi due Angeli, uno dai capelli rosa e gli occhi azzurri, mentre l’altro dai capelli e gli occhi castani.
- Non ci credo: è passato soltanto un mese da quando è finita la lotta tra Diana e Arelia, ed ecco che i problemi ricominciano. - disse il rosa.
- Strano, credevo fossi abituato a questo genere di problemi. - ammise il castano.
Mentre Mizu stava ascoltando la conversazione, una fitta le attraversò la testa:
- E ora che succede? Ci mancava quest’inconveniente! - si lamentò, ma pochi secondi dopo, ebbe una visione: un Mietitore e un Angelo che attaccavano un ragazzo moto simile a lei sulla Terra.
- Che siano quei due? No, erano un Angelo e un Demone, e poi perché mio fratello è apparso? - non fece in tempo a trovare una risposta a quelle domande, che perse i sensi a causa del dolore alla testa.
Intanto, i due Angeli si erano avvicinati dopo aver sentito un rumore:
- Questa ragazza si deve essere sentita male. - affermò Shindou guardandola, per poi aggiungere:
- Mi ricorda qualcuno che abbiamo già visto sulla Terra molto tempo fa, ma non riesco a ricordare chi. -
- Ce ne preoccuperemo più tardi. Andiamo. - decise Kirino caricandosi sulle spalle la ragazza e incamminarsi verso casa sua.
Non sapevano chi si trovavano davanti…
 
 
Angolo di Emy
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi auguro di non aver fatto troppi errori.
Comunque, avete capito chi era la persona che Sora ha incontrato e a chi si riferivano Kirino e Shindou guardando Mizu?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 6
*** Un piano sulla Terra e un segreto nel Regno di Mezzo ***


 Qualche giorno dopo… di notte… a casa di Maria e Ayla…
 
Degli altri Angeli della Notte non si erano più avute notizie da diversi giorni, e chi era rimasto sulla Terra stava cominciando a preoccuparsi:
- Ayla, sono passati tre giorni da quando abbiamo mandato gli altri nel Regno della Vita. E indovina un po’ che cosa è successo? Non abbiamo più avuto loro notizie! - la informò Marco, che in quel momento si trovava fuori dalla stanza della Moon per poi aggiungere:
- Senza contare che sono giorni che ci fai cercare dei vecchi e maledetti spartiti senza spiegarci il motivo! Potrei sapere che ti prende? - era decisamente seccato dato il tono che usava, ma non era ancora finita:
- Apri questa maledetta porta! - avrebbe di certo continuato se non fosse stato per suo fratello:
- Marco, la vuoi smettere? È notte fonda, e se i genitori di Maria ci sentono, sono guai seri! - lo riprese Isuke, e il biondo sembrò ricordarsi solo in quel momento dove si trovavano:
- Oh, cavoli è vero! -
- Che sta succedendo qui? - una voce femminile alle loro spalle fece sobbalzare i due fratelli, ma si resero conto poco dopo che si trattava della Obscurity nella forma angelica:
- Mi spiegate perché urlate e che ci fate qui? - era visibilmente seccata, ma i due Light notarono che aveva anche lei un vistoso paio di occhiaie:
- Anche a te è stato chiesto di cercare degli spartiti o qualcosa del genere? - le chiese Isuke.
- Sì: quello della Melodia delle Tenebre e del Cielo. Ho dovuto mettere sottosopra Tokio e cercare giorno e notte, ma alla fine ce l’ho fatta. - rispose la Obscurity sventolando davanti ai due Light lo spartito.
- Mi spieghi a che ti serve saper suonare se hai già una bella voce? - le domandò ancora Isuke.
- Infatti, non serve a me, ma ad Ayla. -
- Perfetto: mentre noi fatichiamo per girare il mondo a cercare degli inutili spartiti, lei è rimasta qui bella e tranquilla a rilassarsi. - dopo quell’ultima frase di Marco, la porta della camera della Moon alla quale era appoggiato con la schiena si aprì, e il biondo cadde a terra:
- Ci mancava pure questa… che altro ci deve far subire quella… - le parole gli morirono in gola quando si rialzò, e vide Ayla in forma angelica con uno sguardo che lasciava trasparire irritazione, ma come i suoi compagni aveva un paio di borse sotto agli occhi: sembrava che fosse rimasta a fare ricerche per diversi giorni senza chiudere occhio.
- Ayla, che piacere rivederti. - la salutò Marco, ma il ragazzo sentì suo fratello e Mika ridacchiare: era stato colto in flagrante.
- è inutile che cerchi di fingere: non ti riesce bene, e tanto perché sia chiaro, voi non siete gli unici ad aver faticato diversi giorni per ottenere qualcosa. Oh, giusto perché tu lo sappia, i genitori di Mika non potevano sentire né te né tuo fratello perché eravate anche voi in forma angelica! - lo rimproverò la Moon, per poi rivolgersi all’amica:
- Mika, hai trovato quello che ti avevo chiesto? - le chiese Ayla con un tono talmente calmo e gentile che i due Light cominciarono a chiedersi se il loro capo avesse una doppia personalità o qualcosa del genere.
- Ecco qui. - le rispose la Obscurity porgendole lo spartito, per poi chiederle:
- Cambiando discorso, hai avuto notizie degli altri? -
- Purtroppo niente ed è piuttosto strano: sarà che le cartine del Regno della Vita che avevano recuperato in quella che era casa mia erano piuttosto vecchie e quindi non erano molto affidabili, ma non avrebbero dovuto avere problemi. Pazienza, dovremo cominciare senza di loro. - spiegò lei, per poi prendere la borsa nella quale erano contenuti i bulbi di giacinto ricoperti dell’aura bianca con qualche sfumatura nera: ne prese quattro, e ne diede tre ai suoi amici.
- Immagino che sappiate già cosa siano in grado di fare quei bulbi, ma è meglio che vi spieghi i dettagli del piano: dovrete andare nel Regno della Morte e seppellirli nella terra, rispettivamente uno nella Grotta dell’Oblio, il secondo nella Caverna della Morte, e l’ultimo al Fiume degli Spettri. Farli crescere però sarà un po’ complicato, ma lascerò che lo scopriate da soli. - dopo quella spiegazione, la Moon creò un portale color verde acqua.
- Che aspettate? Andate o no? - li incitò la corvina, mentre i Light entrarono nel portale.
- E tu che hai intenzione di fare? - le domandò Maria.
- Devo tornare a Villa Raven… c’è ancora qualcosa che devo fare là. - le rispose, per poi vedere la sua amica sparire nella luce color verde acqua, ma all’improvviso si ricordò di un particolare:
- Oh no! Mi sono scordata di avvisarli che, siccome la Dea della Morte è scomparsa, i Mietitori che si trovano ancora là potrebbero essere fuori controllo e distruggere la prima entità non demoniaca che trovano!
Va beh… se ne renderanno conto appena arriveranno, e poi si sono allenati come si deve: ce la faranno senz’altro a sopravvivere là. - pensò lei, per poi uscire dalla casa dei genitori di Mika portando con sé il quarto bulbo che aveva preso dalla borsa: anche lei aveva del lavoro da svolgere.
 
 
Intanto… nel Regno di Mezzo… nella Sala del Nulla…
 
I due gemelli Le Loire erano tornati lì, ma Nile aveva qualcosa da dire alla sorella:
- Mi spieghi perché hai fatto in modo che uno dei Guardiani attaccasse un Angelo!? Mettiamo pure il fatto che si trattasse di un nemico, non si meriterebbe tutto questo! Sai bene di cosa sono capaci! - la rimproverò il maggiore dei due.
- Sarai più grande di me di pochi minuti, ma ti comporti come un bambino! Che male c’è se li faccio divertire un po’? - gli disse la sorella con un tono di finta innocenza.
- C’è che… un momento… hai detto “li”? Non dirmi che hai coinvolto anche agli altri? - le chiese Nile, sperando che l’altra non fosse arrivata a tanto.
- Esattamente fratellino: Midorikawa ha attaccato un Angelo nella zona a sud dell’Isola della Vita, Hiroto ha fatto crollare quei massi nella catena montuosa ad ovest, mentre Hera e Afuro hanno causato delle visioni e dei dolori insopportabili ad alcuni Angeli sparsi qua e là per quel Regno. - gli spiegò Annalisa.
- Capisco che sono stati imprigionati in un Regno com’è successo a noi, ma lascia che te lo dica: ogni secondo che passa, mi ricordi quella donna che ci ha trascinato in questa storia e ci ha costretto a creare i Regni. - aggiunse Nile con una punta di disprezzo nella voce.
- Che cosa? No fratellino, non puoi dirmi questo! Quella è spregevole! È peggio di tutte le Divinità della Morte che abbiamo dovuto portare qui! - cercò di scusarsi lei.
L’altro la guardò per qualche secondo prima di rispondere:
- Ti dirò la verità: ci sono delle volte in cui non ti sopporto, ma non ce la faccio ad essere arrabbiato veramente con te. - la gemella sorrise, ma riuscì a sentire una frase che suo fratello sussurrò appena:
- Mi chiedo se riusciremo a tornare quelli di una volta… -
- Sono certa che ci riusciremo fratellino. - le rispose Annalisa, per poi abbracciare Nile.
È vero che il più delle volte non sopportava il comportamento della sorella, ma lei era tutto ciò che gli rimaneva della sua famiglia e questo il maggiore dei gemelli lo sapeva.
 
 
Angolo di Emy
Questo capitolo avrei dovuto pubblicarlo ieri, ma il mio computer ha deciso che non sarebbe stato così.
Se non sopportavate i gemelli, spero che si siano riscattati almeno un pochino, ma secondo voi, chi è la donna che i Le Loire detestano?
Vi do un indizio: è un personaggio di IE che a me non piace per niente.
Poiché oggi mi sento buona, vi lascio quattro opzioni:
  1. Haruna
  2. Natsumi
  3. Fuyuka
  4. Rika
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 7
*** Un'avventura nel Regno della Morte ***


 Nel Regno della Morte… in prossimità della Caverna della Morte…
 
Marco non aveva avuto problemi a trovare la strada per quella grotta, del resto si recava molto spesso lì, prima di diventare un Angelo della Notte.
- Non credevo che sarei tornato qui dopo che mi è stata data la possibilità di andarmene, ma mi devo ricordare di farla pagare al Rappresentante della Creazione per avermi sterminato la mia famiglia, avermi separato da mio fratello e avermi segregato in questo posto. -
In mezzo a quei pensieri, era arrivato nella sala del trono: la grande sala circolare non gli era sembrata molto cambiata, e davanti a lui vedeva ancora il cerchio di lettere in alfabeto runico che le Divinità della Morte usavano per mandare i Mietitori e i Cavalieri Demoniaci sulla Terra, e anche il trono di pietra, ma alcune cose erano cambiate: nelle pareti erano presenti diversi buchi di varie dimensioni, come se qualcuno le avesse colpite con delle sfere d’energia e usando una potenza immane:
- Sarà sicuramente stata Arelia: era lei a regnare prima che Ayla e Maria mi trovarono, ma non rimpiango che sia sparita. Non mi erano mai andati a genio i suoi metodi. - dopo quel pensiero, si ricordò della missione e prese il bulbo di giacinto che aveva con sé:
- Il capo ci ha detto di piantarli, ma poi come farò a farlo crescere? Va beh, preoccupiamoci di un problema alla volta. - pensò il biondo, per poi praticare una buca nel terreno grazie ad un raggio d’energia verde. Stava per posare il bulbo al suo interno, quando sentì dei rumori dall’entrata dal punto in cui era entrato nella sala: passò qualche minuto che si ritrovò davanti ad una schiera di Mietitori.
- Il comitato di benvenuto eh? Normalmente rimarrei qui a combattere, ma poiché vado di fretta… - Marco brandì la sua spada dorata, e la caricò d’energia verde smeraldo; poi creò una nebbia fitta di un insolito colore nero e sparì.
- Questo è il Nero della Notte miei cari ex colleghi, ma ora vedrete cosa so fare. - dopo quella frase, Marco saltò e colpì con un fendente i Demoni che volevano aggredirlo generando una luce abbagliante.
Quando questa si affievolì, dei Mietitori erano rimasti soltanto diversi Globi dell’Anima sparsi qua e là per la stanza:
- Strano… la Spada Oscura avrebbe dovuto farli sparire per sempre, non regredirli allo stato di Sfere dell’Anima. Devo essermi indebolito quando sono arrivato qui poiché non sono più un Demone, ma va beh… torniamo al motivo per cui sono qui. - il biondo si girò verso il centro dell’anello di rune, dove aveva seppellito il bulbo, ma ora rimaneva un problema:
- Come faccio ora a farlo crescere? E perché Ayla ci ha fatto recuperare quegli spartiti? - dopo qualche minuto, Marco sembrò capire e prese lo spartito che aveva trovato dopo diversi giorni di ricerche:
- L’adagio della prima sonata in Sol Minore per violino solo di Bach, ma non credo che da sola potrà fare un granché… - si disse il biondo, per poi fischiare: poco dopo arrivò il suo falco Kaze, il quale si posò sul braccio del ragazzo.
- Ascolta, io comincerò a suonare, ma tu devi colpire quel bulbo con i tuoi poteri o non funzionerà. - una spiegazione breve, ma il rapace fece un cenno con la testa come per dire che era d’accordo, dopodiché ricominciò a volare e si avvicinò alle rune, mentre Marco aveva fatto comparire dal nulla un violino:
- Speriamo che tutto quel tempo passato per imparare a suonarla senza errori sia servito a qualcosa. - si disse, per poi cominciare a suonare.
Aveva chiuso gli occhi, un gesto che faceva spesso mentre eseguiva una melodia col violino, ma ogni tanto lanciava qualche fugace occhiata al bulbo per controllare se stesse cambiando qualcosa. Dopo qualche minuto, concentrò i suoi poteri nel violino e fece un cenno con la testa al suo falco che colpì il bulbo con un raggio color smeraldo; pochi secondi dopo, Marco smise di suonare, e notò che il bulbo, oltre ad essersi illuminato, era come se avesse racchiuso dentro di sé la melodia che aveva suonato poco prima.
- Non so cosa dovrebbe succedere, ma per ora il mio compito è finito. Tanto vale che torni alla base. - disse tra sé e sé, e con un fischio richiamò Kaze e i due si diressero verso l’uscita della caverna.
Non sapevano però che il bulbo aveva cominciato a brillare di una luce sempre più abbagliante, e che stava già cercando di mettere radici in quel terreno roccioso.
 
 
In un’altra zona… vicino alla Grotta dell’Oblio…
 
Isuke aveva avuto qualche problema a raggiungere la sua destinazione perché il percorso sembrava completamente diverso da quello descritto nelle mappe che Ayla gli aveva mostrato:
- Il capo aveva ragione quando ci ha detto che quelle cartine non erano affidabili, ma gli altri dove saranno finiti? Credevo che Ayla ci avesse teletrasportato tutti nello stesso posto! Ci sono solo due possibilità su quello che potrebbe essere accaduto: il capo sta perdendo colpi, oppure c’è qualcuno che interferisce. - dopo quell’ultima frase, al castano tornarono in mente i ricordi di qualche tempo prima: a differenza di Marco, lui era stato mandato nel Regno della Vita. Inutile dire che la causa erano i due gemelli Le Loire, soprattutto la Rappresentante della Distruzione.
- Quella riteneva che mio fratello avesse un qualcosa nel carattere che bastava per essere un Diavolo, e poiché io non la possedevo, mi ha mandato nel Regno della Vita. Per fortuna Ayla e Maria hanno avuto a cuore la sorte mia e di Marco. - mentre continuava a camminare, al ragazzo tornò in mente un particolare, così fischiò e qualche minuto dopo vide volare verso di lui Tsuki, la sua aquila.
- Tu e il falco di mio fratello siete stati creati da Ayla che vi ha dato dei poteri appartenenti a tutti e tre i Regni. Potresti indicarmi la strada per la zona di passaggio tra il Regno della Morte e quello di Mezzo per favore? - chiese Isuke al rapace, che annuì con un cenno del capo.
Ci vollero diverse ore, ma non c’erano stati problemi durante il tragitto e i due si ritrovarono davanti ad una grotta come le altre, ma era piuttosto isolata rispetto a quelle che aveva visto prima:
- Grazie Tsuki. - disse il ragazzo alla sua aquila, ma prima che potesse oltrepassare l’entrata della caverna, una barriera gli impedì di proseguire:
- Mi ero scordato di un particolare: gli Angeli della Notte sono come entità tra gli Angeli e i Diavoli e non possono entrare in quella grotta. Dovrò piantare il bulbo qui. - si disse Isuke, per poi creare una buca nel terreno roccioso grazie ad un raggio d’energia rosso. Vi seppellì il bulbo, ma dalla caverna comparve un mostro con nove teste di serpente:
- Un’Idra? Che cosa ci fa qua nel Regno della Morte? - si domandò il ragazzo, quando su una delle teste notò un simbolo circolare: una metà era un Sole dorato con sei raggi, mentre l’altra metà era una Luna argentata.
- Quel simbolo l’ho già visto! Quest’Idra è stata mandata qui dai due Gemelli! Ma che cos’è quello sfregio? - in effetti era così: al centro di quel simbolo vi era una lunga riga di forma irregolare di colore rosso che lo tagliava a metà orizzontalmente.
- Me ne preoccuperò più tardi: ora devo pensare a quest’idra. - fece comparire la sua spada, e dopo usò uno dei suoi poteri:
- Libro della Saggezza! - disse, e davanti a lui comparve un enorme libro dalla copertina di pelle di un colore rossastro. Quando si aprì, le parole presenti sulle pagine s’illuminarono: dopo che il libro scomparve, Isuke era diventato molto più veloce e riuscì ad avvicinarsi al mostro e a tagliare una delle teste; non servì a molto perché questa ricomparve subito dopo:
- Mi ero dimenticato: se vengono tagliate, le teste dell’idra ricrescono più forti e pericolose di prima.
Vorrà dire che userò il metodo che preferisco: il mio Scudo Assorbi Poteri. - il castano conficcò la spada nel terreno e creò uno scudo d’energia che generava onde d’urto che travolsero l’idra. Pochi secondi dopo, il mostro si accasciò a terra.
- Potrebbe sembrare sadico da parte mia, ma è stata l’unica scelta. - dopo quella frase, la spada si trasformò in un flauto traverso e Isuke fece comparire lo spartito che aveva recuperato:
- L’ultimo movimento della Partita di Bach per flauto solo. È meglio che cominci subito. - si disse, per poi cominciare a suonare la melodia mentre l’aquila Tsuki aveva cominciato a lanciare lame d’energia rosse grazie ai suoi poteri mentre sbatteva le ali.
Passò qualche minuto quando il ragazzo smise di suonare:
- Credo che possa bastare. Tsuki andiamocene, voglio tornare alla base segreta per farmi una bella dormita: dopo due giorni passati senza chiudere occhio, credo proprio che lo meritiamo entrambi. -
I due se ne andarono per dirigersi verso il portale grazie al quale erano arrivati, senza sapere che il bulbo aveva già cominciato a mettere radici grazie ai poteri dell’Angelo della Notte e dell’aquila.
 
 
Angolo di Emy
Avrete dovuto aspettare un po’, ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Ho avuto qualche problema a trovare delle melodie che i due Light potessero suonare e quelle che ho citato nel capitolo (cioè la Sonata e la Partita di Bach) mi erano sembrate le più adatte; a parte questo, spero che vi sia piaciuto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 8
*** Nuove sorprese tra il Regno della Morte e la Terra ***


 Vicino al Fiume degli Spettri…
 
Secondo la mappa che Maria possedeva, quel corso d’acqua si trovava vicino al monolite che l’ultima Dea della Morte aveva lasciato per mostra che cosa succedeva ai traditori come Endou Mamoru: quello di finire isolati da tutto e da tutti.
- Finora è stato facile, ma chissà cos’è successo in questa zona del Regno. - si chiese Mika, ricordandosi che Ayla le aveva spiegato che in uno scontro tra Diana e Arelia, la Dea della Vita aveva lasciato un segno vicino al Fiume degli Spettri: prima quella era una landa di vegetazione, ma dopo quella lotta, in quel luogo erano cresciuti diversi tipi di piante e le acque del fiume erano state purificate; tuttavia, quella che Mika aveva davanti era un corso d’acqua ormai secco e la vegetazione era appassita.
- Ci sono due possibilità: le cose non sono mai cambiate, oppure qualcosa o qualcuno ha riportato la situazione com’era all’inizio. Questo posto è tornato ad essere una landa sterile. - pensò l’Angelo della Notte, prima di sentire la lupa Nives ringhiare:
- Che ti prende? - le domandò la Obscurity accarezzando la testa della lupa dal manto bianco, ma Nives non accennava a smettere: era strano visto che in quel posto c’erano soltanto loro.
- Ascolta, a parte noi due, qui non c’è nessuno. Ora andiamo. - le disse Maria, per poi avvicinarsi al fiume seguita dalla lupa.
Stava per creare una buca per posarci il bulbo, quando dal terreno spuntò prima un’enorme rosa nera, e subito dopo delle radici enormi e piene di spine:
- è questo il motivo per cui ringhiavi vero? - chiese Maria a Nives, ma poco dopo una delle radici si sollevò da terra, per poi scagliarsi in direzione della ragazza e della lupa.
- Lo prenderò come un “sì”. - si disse Mika, mentre lei e Nives cercavano di schivare i continui colpi sferrati con quella radice.
Continuarono così per diversi minuti, e Maria si era stancata di quella situazione, così si riparò dietro una roccia non lontana da dove si trovava la rosa nera e con un fischio, informò la sua lupa che doveva raggiungerla:
- Forse so come sconfiggere quella pianta e completare la missione, ma non ho fatto niente perché avrei ferito anche te. Ora, potresti diventare invisibile, raggiungere la riva del fiume e creare una buca per posare questo bulbo? - domandò la ragazza alla lupa, e gli occhi color zaffiro di quest’ultima s’illuminarono, e poco dopo l’animale sparì completamente insieme al bulbo di giacinto.
- E ora, vediamo se questa rosa resisterà ai miei poteri. - pensò Mika, per poi avvicinarsi ad una velocità inaudita alla pianta mentre sguainava le sue spade:
- Ayla mi ha detto che queste armi sono state forgiate da un meteorite che è caduto sulla God Eden, e che ha creato la grotta dove vivono alcuni degli Angeli della Notte. Spero solo che l’allenamento che ho dovuto fare per imparare ad usarle sia servito. - si disse quando ormai aveva raggiunto la rosa nera.
- Ora vedrai che sono in grado di fare. Night Dream! - disse Maria, mentre la voglia a forma di stella che aveva sul collo s’illuminò di una luce rossa e intorno a lei stavano apparendo delle stelle nere; ad un certo punto, dalla rosa nera cominciò a sprigionarsi un fumo violaceo che venne assorbito dalle stelle nere evocate dalla ragazza.
Passarono pochi secondi che la rosa appassì completamente e scomparve in un’apertura nel terreno:
- Nives! Dove sei finita? - la chiamò Mika, e poco dopo sentì un ululato provenire dal Fiume degli Spettri. La ragazza si diresse nel luogo dove aveva sentito il verso della lupa, e la vide vicino ad un buco nel terreno, dove era stato posato il bulbo avvolto dall’aura bianca sfumata di nero:
- Brava. Hai fatto un ottimo lavoro. - si congratulò l’Angelo della Notte accarezzando la testa di Nives, per poi avvicinarsi alla buca dove si trovava il bulbo.
- Ora è meglio che mi metta all’opera. - pensò lei, per poi cominciare a cantare.
 
Who can say where the road goes
Where the day flows, only time
And who can say if your love grows
As your heart chose, only time

Who can say why your heart sighs
As your love flies, only time
And who can say why your heart cries
When your love lies, only time

 
Mentre Maria cantava, si circondò di un’aura color zaffiro e il bulbo cominciò a splendere, tanto da costringere la ragazza a coprirsi gli occhi con un braccio; quando il bagliore si affievolì, Mika rimase incantata da ciò che aveva davanti agli occhi: al posto della vegetazione appassita e del corso d’acqua inquinato, vi era un prato in cui diversi fiori stavano per sbocciare, e l’acqua del fiume era diventata limpida.
- Wow, sapevo che quella canzone può donare vigore alle persone, ma non credevo potesse fare la stessa cosa con la natura. - pensò la ragazza, per poi rivolgersi a Nives:
- Direi che possiamo andare, anche perché il portale che ci ha permesso di raggiungere questo luogo tra poco si chiuderà. - dopo quella frase, le due si diressero al portale che le avrebbe riportate a casa.
 
 
Intanto… sulla Terra… a Villa Raven…
 
Ayla era tornata in quella che una volta era casa sua, ma era cambiata molto da quando se ne era dovuta andare, cioè dopo la scomparsa di sua sorella: la vernice bianca sulle pareti era scrostata in molti punti, alcune delle mattonelle del tetto erano cadute a terra, la porta di legno d’ebano sembrava essere stata distrutta e i vetri delle finestre erano rotti. Inoltre, il cancello che permetteva di accedere alla casa era arrugginito, e il giardino aveva un aspetto trascurato; oltretutto, i rampicanti ricoprivano parte del cancello e anche le pareti della casa.
- Se è vero che i gemelli Le Loire sanno che sono ancora viva, devo fare in fretta e recuperare l’oggetto che avevo nascosto qui e protetto con i miei poteri per evitare che lo trovassero. - si disse la Moon, per poi aprire il cancello e dirigersi verso l’entrata della villa.
Poco dopo, Ayla si rese conto che quella casa era cambiata anche all’interno: si era ritrovata nel salotto della villa, e le pareti che dividevano le varie stanze erano distrutte, ma non abbastanza perché crollasse tutto, e anche i mobili di legno di ciliegio come gli scaffali e la libreria erano irriconoscibili per com’erano ridotti, ma la Moon non si soffermò troppo sui dettagli e si diresse in quella che era la stanza di sua sorella Diana.
 
 
Poco dopo… nella camera di Diana…
 
Quella era una delle poche stanze della casa che non erano completamente distrutte: aveva le pareti azzurro chiaro, un letto dalle coperte blu zaffiro, una libreria dove si trovavano libri e diverse scartoffie, ma in ogni angolo si trovavano amuleti di ogni forma e dimensione:
- Mia sorella ha sempre avuto un debole per le cose di questo genere. - si ritrovò a pensare Ayla, per poi dirigersi verso la libreria dalla quale prese un grosso libro dalla copertina di pelle: lo aprì, e trovò al suo interno una maschera nera a forma di corvo che presentava due aperture per gli occhi.
- Poco dopo aver trovato questa maschera, mia sorella è sparita, ma è proprio questo il motivo per cui sono venuta. - la Moon prese la maschera, e poco dopo comparve uno spirito dall’aspetto di una donna centauro: la parte umana aveva la carnagione di un insolito colore azzurro, e gli occhi dello stesso colore, un’espressione indecifrabile sul volto e i capelli neri legati in un chignon. Inoltre, indossava un’armatura nera, e aveva un arco di legno d’ebano e una faretra contenente diverse frecce, mentre il resto del corpo era quello di un cavallo nero.
Poco dopo la sua comparsa, lo spettro entrò nel corpo di Ayla:
- Questo era lo stesso keshin che i gemelli Le Loire hanno usato per portare via mia sorella: la Centaura Protettrice della Vita. Ora vedremo come se la caveranno contro il suo potere, ma per sicurezza, è meglio che porti con me anche la maschera. Ora devo andare a cercare il keshin Protettore della Morte. - pensò la Moon, per poi dirigersi verso l’uscita della villa.
 
 
Angolo di Emy
Sono stata assente un po’, ma ho avuto un gran da fare con la scuola.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e tanto perché lo sappiate, per vedere ancora gli Angeli della Notte dovrete aspettare un altro capitolo: nel prossimo vedremo ancora Ayla e dei personaggi che non vedevamo dal prequel di questa fic.
Oh, prima che me ne dimentichi, la canzone presente in questo capitolo è “Only Time” di Enya.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 9
*** Ultime sorprese sulla Terra: il keshin della Morte e una visita ai due Esiliati ***


 Il giorno dopo… nella base degli Angeli della Notte alla God Eden…
 
Maria e i fratelli Light erano tornati alla grotta quando sulla Terra era mattina presto, ma di Ayla non c’era traccia:
- Chissà che fine ha fatto? - si domandò Isuke, vedendo che nella sala principale la Moon non era tornata.
- E te lo chiedi? Sarà andata a spassarsela, e nel frattempo starà pensando a nuovi modi per torturarci. - gli rispose Marco.
- Ti ricordo che tutte le volte che l’hai detto, hai sempre preso un grosso granchio. - gli rinfacciò la Obscurity.
- Ah ah, questo è vero fratellino! Ripensa a ciò che è successo ieri notte quando siamo andati a casa di Mika. - aggiunse il castano, e avrebbe continuato a stuzzicarlo per un bel po’, se l’altro non si fosse deciso a rispondere:
- E va bene! Ho capito! Questa sarà… ehi Maria! Che cos’hai? - le chiese Marco, il quale vide Mika non reggersi più in piedi e cadere, fortunatamente, su uno degli sgabelli di pietra:
- Deve essere il bulbo che ho lasciato nel Regno della Morte: per crescere hanno bisogno di una grande quantità di poteri magici ed energie, e poi ho dovuto lottare anche contro una rosa nera gigantesca. Non so per quanto tempo reggerò. - spiegò la ragazza, per poi rivolgere lo sguardo la centro dell’enorme pietra levigata che faceva da tavolo:
- Perché ci sono sette bulbi e non sei? Noi e Ayla ne abbiamo presi quattro! - dopo quella domanda, uno schermo di cristallo color verde acqua comparve dal nulla e su di esso, si materializzò l’immagine della Moon:
- Spero che la missione si sia conclusa nel migliore dei modi… Mika che ti è successo? - le chiese Ayla.
- Niente di cui preoccuparsi. - mentì la Obscurity, ma l’altra non ci credeva nemmeno un po’:
- Si vede lontano un miglio che non è così, comunque devo chiedere a tutti voi un ultimo sforzo: ho dovuto rimandare alla caverna il bulbo che avevo con me, e dovrete portarlo nel Regno di Mezzo. Ho usato i miei poteri per fare in modo che lo raggiunga senza che gli Angeli o i Demoni rilevino la sua presenza, ma dovrete concentrare i vostri al suo interno poiché c’è bisogno di molta energia perché si crei il portale perché possa entrare nel luogo dove vivono i due gemelli Le Loire. - dopo quella spiegazione, si affrettò ad aggiungere:
- Marco e Isuke, siccome Mika non sembra stare molto bene, la maggior parte del lavoro spetterà a voi e poi potrete riposare. Vi ringrazio in anticipo. - dopo quelle ultime frasi, lo schermo si ruppe e Maria prese il bulbo che risplendeva più di tutti gli altri:
- Deve essere questo. Siete pronti? - domandò lei ai due Light.
I due annuirono, e insieme alla Obscurity, crearono tre sfere d’energia: una blu per Maria, verde per Marco e rossa per Isuke, e da ognuna di esse partì un raggio di luce che si concentrò in un punto sopra i tre; poco dopo, si creò un portale argentato come quello che Ayla aveva usato per mandare gli altri Angeli della Notte: Mika lanciò al suo interno il bulbo, e subito dopo il portale svanì.
 
 
Intanto… a Villa Farfalla…
 
Questo posto non è molto diverso da Villa Raven, ma non posso dire la stessa cosa per le condizioni in cui si trova. - pensò la Moon guardando la vecchia casa dell’ultima Dea della Morte: era grande quanto quella che era la casa di Ayla, c’erano un cancello e un giardino che precedevano l’entrata vera e propria dell’abitazione, ma il primo piano era come se fosse scomparso. L’unica parte rimasta intatta della villa era il piano terra:
- Il giardino e la casa sono messi molto peggio di quelli di Villa Raven: mi stupisce che non abbiano ancora abbattuto questo posto, ma ora è meglio che mi occupi del motivo per cui sono venuta. - si disse Ayla, per poi oltrepassare il cancello e raggiungere in fretta la porta d’ingresso della casa.
Per sua fortuna, la stanza che cercava si trovava al piano terra: era la camera di Arelia. Non era molto diversa da quella di sua sorella, tranne che per le pareti e le coperte del letto che erano rosso sangue anziché blu, i mobili erano di ciliegio e su di essi si trovavano teche con gioielli di ogni forma e dimensione:
- L’ho vista qualche volta insieme a mia sorella: erano una l’opposto dell’altra, mi stupisce che siano diventate amiche. - pensò la ragazza, per poi usare i suoi poteri per distruggere le teche; i gioielli finirono tutti a terra, così come i frammenti di vetro che furono sparsi per la stanza, ma un oggetto in particolare attirò l’attenzione della Moon: una collana con un medaglione di quarzo rosso a forma di farfalla avvolto di un’aura rossa rosacea che era finito vicino al letto.
Dopo averlo preso, Ayla usò i suoi poteri per controllare cosa emanasse quell’aura e davanti a lei vide ciò che cercava: un keshin dall’aspetto femminile che indossava un’armatura nera. Aveva lunghi capelli color sangue che le arrivavano fino ai piedi e il viso coperto da una maschera grigia inespressiva, carnagione pallida, e due enormi ali di farfalla violette con diverse sfumature rosse e rosacee: era la Farfalla Protettrice della Morte.
Poco dopo essere comparsa, la figura sparì.
- Ora posso anche tornare alla base, ma per fare in modo che il piano proceda per il meglio… - si disse lei, per poi creare un portale argentato dove gettò lo spartito della Melodia del Cielo e delle Tenebre.
- Rappresentanti della Creazione e della Distruzione, non sapete ancora cosa vi aspetta e anche se fosse così, non potrete fermare noi Angeli della Notte in alcun modo. - fu l’ultimo pensiero da parte della Moon, prima di teletrasportarsi fuori da quello che restava di Villa Farfalla.
 
 
Qualche ora dopo… a casa di Endou e Kazemaru…
 
I due speravano di ricominciare ad avere una vita normale ora che Diana e Arelia erano scomparse, ma una visita inaspettata cambiò i loro progetti:
- Chi può essere a quest’ora? - si domandò Endou alzandosi dal letto: erano soltanto le sette e mezza del mattino, e poi qualcuno stava bussando alla porta di casa da chissà quanto. All’inizio credeva fosse la sua immaginazione che gli giocava degli scherzi perché si era svegliato da poco, ma si dovette ricredere perché quel rumore non accennava a smettere:
- Uff… Kazemaru è dovuto uscire presto per non so quale motivo: dovrò andare a vedere di chi si tratta. - si disse il castano, per poi dirigersi alla porta di casa: la aprì, e sulla soglia trovò il suo coinquilino.
- Credevo avessi le chiavi di casa, e poi perché sei uscito così presto? - gli chiese Endou: si ricordava che l’altro era uscito alle sei di mattina, ma non gli aveva spiegato il perché.
- Le chiavi le avevo scordate quando sono uscito, e ti sembra il caso di comportarti così? Abbiamo ospiti. - gli rispose Ichirouta, voltandosi e indicando con lo sguardo vicino al cancello di casa:
- Com’è possibile? Che ci fanno loro qui? -
 
 
Angolo di Emy
Endou e Kaze-chan sono tornati, ma secondo voi chi ha visto il castano sulla porta di casa insieme al turchese?
Anche stavolta, vi darò delle opzioni:
  1. Demonio e Fideo.
  2. Amelia e Alan, i due ex Giudici delle Anime.
  3. I due gemelli Le Loire.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 10
*** Notizie, segreti e sparizioni (Parte 1) ***


 Sulla Terra… a casa di Endou e Kazemaru…
 
- Com’è possibile? Che ci fanno loro qui? - esclamò Endou: davanti a lui aveva due suoi vecchi amici, Fideo Ardena e Demonio Strada, ma c’erano anche Amelia Le Blanc e Alan Wing, gli ex Giudici delle Anime. Che ci facevano lì, e perché si facevano vedere dopo un mese dalla fine dello scontro tra Diana e Arelia?
- Ehi Endou! Sei ancora tra noi? - gli disse Fideo.
- Sembra che tu abbia visto un fantasma. - aggiunse Demonio.
- Ripeto la domanda: che ci fate voi qui e come avete fatto a trovarci? Perché vi siete fatti vivi dopo che è passato un mese dalla fine della lotta tra Diana e Arelia? - Mamoru li avrebbe riempiti di domande, ma Alan lo interruppe:
- Ehi, vedi di darti una calmata! Fosse per noi, saremmo venuti a farvi visita tempo fa, ma c’è stato un piccolo inconveniente: quando Diana ci ha teletrasportato via dal Regno di Mezzo, doveva essere vicina alla regressione perché non ci siamo ritrovati sulla Terra, ma in un’altra dimensione. Ci abbiamo impiegato un bel po’ per uscirne, ma come vedi ce l’abbiamo fatta. - gli spiegò l’argenteo.
- Nel caso in cui te lo fossi dimenticato, l’esilio per voi due è ancora valido, ma dimentichi che siamo stati noi quattro a scegliere il luogo in cui spedirvi, quindi non ti stupire se vi abbiamo trovato in fretta. Ammetto che incontrare Kazemaru è stato un colpo di fortuna, e poi abbiamo delle novità per voi. - aggiunse Amelia, per poi mostrare ai due Traditori una pergamena legata con due nastri, uno di raso argentato e l’altro dorato.
- Sono notizie da parte dei Le Loire. - li informò la bionda.
Ichirouta e Mamoru li fecero accomodare, e quando furono tutti e sei in salotto, Le Blanc aprì la pergamena: quest’ultima s’illuminò, e dalle rune che vi erano scritte, comparve una proiezione olografica del volto dei due gemelli.
- è un piacere rivedervi. - li salutò Annalisa.
- Chi si rivede: la diavoletta senza cervello. - la schernì il turchese.
- Non è il momento di cominciare voi due! - sbottò Nile.
- Nile, taglia corto e dicci che cosa volete. Se avete deciso di farlo sapere anche a noi, non penso che siano buone notizie. - lo interruppe Demonio.
- E va bene… A quanto pare, sembra che stia per cominciare un’altra lotta: poco dopo la sparizione di Diana e Arelia, gli Angeli e i due Neutrali hanno trovato una tavoletta di pietra su cui la Raven aveva inciso qualcosa riferito ad una possibile erede per il Regno della Vita. - prima che potesse continuare la spiegazione, Fideo lo interruppe:
- Un’erede? Mi pare strano che non ne abbia mai parlato a nessuno. -
- Forse perché non si ricordava: quando si diventa Angelo o Diavolo, è possibile che si possano scordare dei particolari riferiti alla vita terrena, ma quando si diventa delle Divinità, si dimentica tutto della vita come umano. - spiegò la Rappresentante della Distruzione.
- Quindi… che cosa volete da noi? - domandò Alan.
- La ragazza in questione potrebbe non voler occupare il posto che le spetta. Dovete trovarla e convincerla a diventare la nuova Dea della Vita! Se toccherete la pergamena, otterrete nuovamente i poteri che avevate prima di tornare umani. - rispose il Rappresentante della Creazione.
- Kazemaru, a quanto pare dobbiamo abbandonare il proposito di fare in modo che Natsumi rimanesse all’oscuro di questa storia. - disse Endou a Ichirouta.
- Ehm... dovremmo dirti qualcosa riguardo a tua moglie… - prima che Annalisa potesse concludere il discorso, i volti dei due gemelli scomparvero dalla pergamena e questa ricominciò ad illuminarsi; per i sei, era il momento di scegliere.
 
 
Nel frattempo… nella base segreta alla God Eden…
 
- Finalmente sei tornata. - disse Marco al capo degli Angeli della Notte.
- è meglio che impari quando parlare e quando devi tacere… potresti pentirtene. - ribatté glaciale Ayla, appena ritornata al nascondiglio.
- è inutile che tu glielo ripeta. Questa è una lezione che mio fratello non imparerà mai. - s’intromise Isuke, lasciandosi sfuggire un risolino per la figura che Marco aveva fatto.
Prima che i due Light cominciassero una delle loro classiche “discussioni”, lo schermo di cristallo color verde acqua s’illuminò e mostrò le immagini dei sei Angeli della Notte che erano stati mandati nel Regno della Vita, ma si trovavano nella Torre del Cielo, o meglio di quel che restava di essa, e davanti a loro c’erano i Comandanti delle Guardie, insieme ai loro secondi in comando e ai due Neutrali.
- Sembra che le sorprese non manchino mai. - constatò Maria osservando le immagini.
- Già, ma adesso ne ho io una per voi. - annunciò la Moon, per poi mostrare la maschera a forma di corvo e la collana col pendente di quarzo a forma di farfalla.
- Gli oggetti nei quali mia sorella e l’ultima Dea della Morte hanno racchiuso i loro poteri più pericolosi: i Keshin Protettori dei due Regni. - spiegò, per poi rivolgersi ai due fratelli Light:
- Recatevi nel Regno della Vita e aiutate gli altri ad andarsene. Io cercherò di creare un diversivo per fare in modo che le Guardie e i Neutrali non percepiscano la vostra presenza. Andate. - ordinò, evocando un portale argentato. Marco e Isuke lo attraversarono, per poi sparire dalla grotta.
- Che cos’hai in mente Ayla? - le chiese Mika.
- Avevo in mente di affidare a te il Keshin Protettore della Morte: sai già controllarne uno, e so che sarai all’altezza del compito. - le rispose la Moon, per poi darle la collana.
- Questa collana non è male, ma preferisco tenere la mia. - le disse Maria, riferendosi la catenina col medaglione a forma di stella.
- Cambiando discorso, hai una canzone che possa ipnotizzare le persone o qualcosa del genere? - le domandò Ayla.
L’altra annuì lievemente.
- Perfetto. Potresti cantare mentre suono la mia ocarina? -
Mika annuì di nuovo, e mentre la corvina iniziava a suonare l’ocarina, lei cominciò a cantare:
 
..domineoveniteosacramentum-(discesm)eodeo
domineoveniteosacramentum-
(discesm)eodeo
domineoveniteosacramentum-
(discesm)eodeo..
Athairarneamhdialinn
... Athairarneamhdialiom



- è meglio che vi prepariate Angeli della Vita: ciò che è successo ai miei compagni non era nei piani, ma non importa. Presto non vi ricorderete di averli incontrati. - pensò Ayla, mentre le due melodie si diffondevano nell’aria.
 
 
Intanto… nel Regno della Vita… nella Sala dei Nove Corvi…
 
- Fatemi capire: li abbiamo trovati tutti qualche giorno fa in diverse zone dell’isola, svenuti e nessun potere usato per cercare di guarirli ha funzionato? - disse Aki, mentre cercava di riassumere quello che le Guardie le avevano detto.
- Io credo che i Guardiani siano coinvolti in tutto questo. - ammise Tsurugi.
- Potrebbe anche essere così se non siamo riusciti a risvegliarli in alcun modo, ma che motivo avrebbero avuto per prendersela con loro? - gli domandò Tenma.
- Nel caso della ragazza che ho trovato io, il Guardiano della zona sud la stava attaccando prima che li interrompessi. - spiegò Taiyou.
- Pensa che il Guardiano della zona ovest stava per far cadere dei massi sul ragazzo che abbiamo trovato noi. Questi Angeli avranno per forza fatto qualcosa per farli arrabbiare. - aggiunse Makoto, guardando uno ad uno i sei Angeli della Notte.
- Non è strano? Alcuni di loro assomigliano a noi. - fece notare Shuu agli altri, e a parte la ragazza dai capelli turchesi che avevano trovato Shindou e Kirino e il ragazzo salvato da Aki e Ichinose, le Guardie e i Nuatrali dovevano riconoscere che era proprio vero.
- Comunque, rimane un problema: come facciamo a risvegliarli? - chiese Tosamaru ad Aki e Ichinose.
- Vorremmo saperlo anche noi: abbiamo passato gli ultimi due giorni a cercare una soluzione, ma non è servito a… - Ichinose s’interruppe quando sentì il suono di un’ocarina.
- Non è possibile! È lo stesso suono che abbiamo sentito qualche giorno fa! - esclamò Yamato.
- Sembra provenire dalla zona nord dell’isola. Andiamo! - dichiarò Hakuryuu, per poi dirigersi in volo a nord del Regno seguito dalle altre Guardie e dai due Neutrali.
- Non li credevo così ingenui: andarsene e lasciare i nostri amici senza sorveglianza. - disse Marco, mentre usciva dal portale che aveva creato Ayla, per poi aggiungere:
- Il capo per stavolta ha fatto le cose come si deve. -
- Dovresti smetterla di parlare di lei in quel modo: dimentichi che, se non fosse stato per lei e Maria, a quest’ora noi ci troveremmo ancora separati. - lo rimproverò Isuke.
L’altro non lo ascoltò, si limitò a fischiare e richiamare il suo falco Kaze; poco dopo, anche il fratello fece lo stesso e l’aquila Tsuki li raggiunse.
- Voi due, potreste aiutarci a portare via da qui i nostri amici? - chiese Isuke ai due rapaci. Questi ultimi annuirono con un cenno del capo, e poco dopo gli occhi rossi di Tsuki e quelli verdi di Kaze s’illuminarono: i due uccelli divennero più grandi, o almeno quel che bastava per trasportare gli Angeli della Notte. Il falco di Marco trasportò il suo padrone, Chikyu Kaen e Yami, mentre l’aquila avrebbe portato Isuke e le tre ragazze; i due rapaci entrarono nel portale per tornare sulla Terra, ma i Light fecero appena in tempo ad accorgersi che una melodia e un canto si stavano diffondendo nell’aria.
 
 
Angolo di Emy
La canzone che era presente stavolta era “Pax Deorum” di Enya, e nel prossimo capitolo vedremo in modo più approfondito che cosa farà.
Spero che questo capitolo sia venuto bene, anche perché l’ho dovuto riscrivere varie volte.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 11
*** Notizie, segreti e sparizioni (Parte 2) ***


 Qualche ora dopo… nella zona a nord dell’Isola della Vita…
 
Le Guardie e i Neutrali si erano diretti subito in quella parte dell’Isola, ma siccome il tempo lì scorreva più velocemente rispetto al Mondo degli Umani, il Sole stava già tramontando e non aveva ottenuto niente.
- Non per lamentarmi Hakuryuu, ma è da un po’ che stiamo cercando chi stesse suonando quella melodia e ancora non abbiamo trovato niente! - gli disse Kirino seccato.  
- E poi dicono a me di essere troppo impaziente. - replicò l’albino, ma prima che scoppiasse una discussione, Shindou s’intromise:
- Non è il momento: dobbiamo trovare chi suonava l’ocarina e tornare presto alla Sala dei Nove Corvi. Ho come l’impressione che lasciarli da soli quei ragazzi non sia stata una grande idea. -
- Questo lo so anch’io! - ribatté Hakuryuu.
- Ragazzi smettetela! - s’intromise Ranmaru.
Passarono altri minuti, e il gruppo si riunì al lago che si trovava al centro di quella zona:
- Trovato niente? - domandò Makoto.
- Sarà che conosco bene questo posto, ma è strano che nessuno sia riuscito a trovare chi suonava. - ammise Shuu.
- Yamato, sei sicuro di aver sentito quella melodia? Non è che te la sei immaginata? - gli chiese Taiyou.
- Non me la sono immaginata! - insistette l’altro, ma nessuno fece in tempo ad aggiungere altro che sentirono ancora il suono dell’ocarina, accompagnato dal canto di un’altra persona:
 
Omnem crede diem
tibi diluxisse supremum.
Omnem crede diem
tibi diluxisse supremum.

 
- Perfetto. Ora dobbiamo trovare anche chi sta… Tenma che ti succede!? - gli domandò Tsurugi: Matsukaze sembrava essere in una specie di trance da quando avevano sentito le prime parole della canzone, e pochi minuti dopo, non riuscì più nemmeno a reggersi sulle gambe. Fortunatamente, il blu riuscì a prenderlo prima che cadesse a terra.
- Tappatevi le orecchie e andiamocene da qui! Nessuno deve ascoltare... - Tosamaru non fece in tempo a terminare il discorso che crollò a terra dal sonno; dopo di lui, si assopirono anche le altre Guardie e i due Neutrali.
Nessuno di loro sapeva che due Angeli della Notte non si erano perse nemmeno un particolare della loro ricerca in quella parte dell’Isola: infatti, pochi secondi dopo, le proiezioni olografiche di Ayla e Maria comparvero dal nulla:
- Non credevo che la melodia combinata con la tua voce li avrebbe addirittura addormentati. - ammise la Moon.
- Per la verità nemmeno io: quella canzone la uso per ipnotizzare gli altri, ma questa è una novità anche per me. - le rispose Mika.
- Va beh, quello che conta è che si dimenticheranno dei nostri colleghi. Ora troviamo un modo per svegliare i nostri amici. - aggiunse la corvina, per poi sparire insieme alla compagna.
 
 
Intanto… nel Regno di Mezzo… nella Sala del Nulla…
 
Annalisa si trovava ancora davanti agli specchi in cui erano rinchiuse Diana e Arelia, e cercava di mettersi nuovamente in contatto con Endou e Kazemaru, ma non aveva avuto molta fortuna:
- Uffa! Sto usando persino i poteri di Diana e Arelia per riuscire a rimettermi in contatto con gli altri, ma perché non funziona!? Se è quella maledetta che me lo sta impedendo, giuro che appena la trovo… - non fece in tempo a terminare il discorso che Nile la chiamò:
- Sorellina, smettila di lamentarti e vieni qui! -
La ragazza uscì dal portale che conduceva in quella stanza e si diresse al Lago degli Spiriti; lì trovò il fratello, ma c’era anche qualcosa che fino al giorno prima non era presente vicino allo specchio d’acqua.
- Che cosa c’è fratellino? - gli chiese Annalisa.
Il ragazzo si limitò ad indicare con lo sguardo un bulbo ricoperto da un’aura bianca con qualche sfumatura nera e che stava mettendo radici nel terreno:
- Non so cosa ne pensi tu, ma non mi pare un buon segno. E poi hai visto l’aura che lo circonda? Non ti ricorda quella di una nostra vecchia conoscenza? -
L’altra rimase a pensarci qualche minuto, poi qualcosa nella sua mente parve illuminarsi:
- Certo, ora mi ricordo! Questa è l’aura di… AH! - non fece in tempo a terminare la frase, che due radici molto più grandi comparvero dal bulbo e sollevarono lei e il fratello, per poi emanare un’aura bianca sfumata di nero:
- Che ci sta facendo? E come mai mi sembra di essere diventata all’improvviso più debole? - chiese Annalisa al fratello, mentre cercava di divincolarsi inutilmente dalla presa della liana.
- Non ne sono certo, ma credo che stia risucchiando le nostre energie. - rispose Nile, ma non aggiunse altro perché le due radici li lanciarono in due direzioni diverse: il Rappresentante della Creazione venne spedito vicino al portale che conduceva alla Sala del Nulla, mentre la sorella finì nel Lago degli Spiriti.
 
 
Un’ora dopo…
 
Nile si era risvegliato, ma si accorse di alcuni particolari fondamentali: il primo era che non si trovava più al Lago degli Spiriti, il secondo era che quelle radici gigantesche erano come sparite, e il terzo era:
- Oh no! Dov’è finita mia sorella? - disse agitato il ragazzo, ma cercò di mantenere la calma e di fare mente locale su quello che gli era successo prima di svenire:
- Perfetto! Quando qualcuno cade in quel lago, ritorna subito sulla Terra e c’è il rischio che possa perdere i poteri! E ora che faccio? Se vado, non so dove potrei finire e rischio di perdere i miei poteri, ma se rimango qui, abbandonerei Annalisa al suo destino e lascerei questo posto incustodito! - esclamò il ragazzo, ma gli era chiaro sin dall’inizio quale scelta prendere, l’unica che gli sembrava giusta:
- è meglio che informi gli unici che sanno dell’innocenza mia e di Annalisa per controllare questo posto. - il ragazzo si mise in contatto mentale con uno dei Guardiani del Regno della Vita, per poi volgere nuovamente lo sguardo allo specchio d’acqua:
- Stai tranquilla sorellina, sto arrivando. - pensò lui, per poi immergersi nell’acqua del Lago degli Spiriti.
 
 
Poco dopo… vicino all’Albero della Vita della zona ad est dell’Isola della Vita…
 
Sottoterra e in ognuna di quelle che erano le quattro isole del Regno della Vita, si trova un giardino simile a quello nei sotterranei della Torre del Cielo, ma questi avevano delle particolarità in più: tanto per cominciare, non c’erano delle rose bianche, ma fiori di diverse tipologie, colori e dimensioni e anche una betulla con le foglie e il tronco attraversati da energia magica argentata. Ciascuno di quei fiori racchiudeva l’energia vitale delle Guardie e degli Angeli che si trovavano in una determinata zona dell’Isola della Vita, e vista l’importanza che avevano, erano protetti da Guardiani che dovevano impedire che qualcuno riuscisse a reciderli o farli appassire poiché, se fosse accaduto, l’Angelo cui corrispondeva quel fiore sarebbe sparito per sempre.
Il giardino della zona ad est era protetto da un uomo dalla carnagione abbronzata, i capelli color castano rossiccio lunghi fino alle spalle, gli occhi di un colore tra l’argento e il violetto e una cicatrice sulla fronte: Hera Tadashi.
- Tadashi, potrei sapere perché mi hai fatto venire qui? - gli domandò una voce non lontana da lui: era un altro uomo sulla ventina, ma aveva capelli biondi legati in una coda che gli ricadeva sulla spalla e occhi rossi. Era il Guardiano del Giardino del Nord, Afuro Terumi.
- Tu e la tua mania di protagonismo… se t’interessa saperlo, non ho chiamato solo te. Inoltre, Nile si è messo in contatto con me: deve essere qualcosa d’importante, anche perché da quando quella ci ha mandati qui non si è più rivolto a noi. - gli spiegò Hera.
- Non mi dire che quella ha deciso di tornare proprio adesso? Dopo quello che mi ha fatto, non intendo più toccare quest’argomento! - ribatté seccato il biondo, ma non molto dopo quella frase, dal nulla comparvero anche i Guardiani del Sud e dell’Ovest: il primo era Midorikawa Ryuuji, un ragazzo dai capelli verdi, gli occhi color carbone e la carnagione abbronzata; l’altro era Hiroto Kiyama, un altro ragazzo sulla ventina dai capelli rossi, la carnagione pallida e gli occhi color acquamarina.
- Era ora che arrivaste… Potrei sapere perché ci impiegate sempre un’eternità? - chiese loro Tadashi.
- Dovresti stare calmo, e poi ora ci siamo no? - gli fece notare Hiroto.
- Uff… tornando a noi, Nile si è messo in contatto con me e vuole che andiamo nel Regno di Mezzo a tenere sotto controllo la situazione mentre lui è sulla Terra a cercare Annalisa. - spiegò Hera.
- Non possiamo! Dobbiamo tenere sotto controllo i Giardini! - replicò Midorikawa.
- Potremmo stabilire dei turni: uno di noi andrà nel Regno di Mezzo, mentre… - il castano non riuscì a finire la spiegazione che venne interrotto da Afuro:
- gli altri rimarranno qui a controllare i rispettivi Giardini e anche quello della persona che andrà nel Regno di Mezzo. -
- Mi chiedo solo perché Nile abbia deciso di rivolgersi proprio a noi per questo compito. - si chiese il rosso.
- Sai bene qual è la situazione in cui si trovano lui e sua sorella: c’è il rischio che quella possa ricomparire, e se accadrà, le cose si metteranno male per tutti. - aggiunse il verde.
Solo loro sapevano come erano andate realmente le cose, ma fino a  quando fossero rimasti lì, non sarebbe cambiato niente.
 
 
Angolo di Emy
La canzone che è comparsa stavolta è la seconda parte di “Pax Deorum” di Enya, ma a parte questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 12
*** Il risveglio (Parte 1) ***


 Qualche ora dopo… di primo pomeriggio… alla God Eden…
 
Marco e Isuke erano tornati insieme agli altri Angeli della Notte e ai loro rapaci, ma poiché Tsuki e Kaze erano troppo grandi per entrare nella grotta, i loro padroni li fecero atterrare fuori dalla caverna:
- Ci avete messo un po’ ad arrivare. - constatò Ayla, mentre usciva dalla base segreta seguita da Maria.
- Lasciali in pace una volta tanto: in fondo, sono riusciti a riportare qui gli altri - le fece notare Mika.
- Finalmente qualcuno cui apprezza ciò che facciamo. - disse Marco, ma il fratello lo interruppe subito:
- Non cominciare: abbiamo di meglio da fare. - gli sussurrò il fratello, per poi rivolgersi alla Moon:
- Come hai intenzione di far risvegliare gli altri? Abbiamo cercato di fare qualcosa durante il viaggio di ritorno, ma non è servito a niente. - le spiegò Isuke.
La corvina si prese qualche minuto per riflettere, poi si decise:
- Prima di tutto, fate tornare i vostri rapaci alle loro dimensioni normali. - ordinò ai due Light, i quali fecero scendere gli Angeli della Notte ancora addormentati, mentre l’aquila e il falco tornarono normali.
Ayla si rivolse a Maria:
- Potresti chiamare Nives? Abbiamo bisogno di lei. - le chiese gentilmente.
L’altra annuì, per poi fischiare; pochi secondi dopo, la lupa dal manto bianco e gli occhi color zaffiro arrivò:
- Molto bene… Mika, tu prendi Sora e dì alla tua lupa di trasformarsi e diventare abbastanza grande da portare Mizu e Kaen nella grotta, io mi occupo di Yuki, Marco porterà Yami, mentre Isuke prenderà Chikyu. Dobbiamo portarli nella stanza principale. - dopo quelle istruzioni impartite dal loro capo, gli Angeli della Notte e Nives riportarono i loro compagni addormentati nella caverna.
 
 
Nella sala principale della base segreta…
 
Una volta arrivati, Ayla schioccò le dita e il tavolo e gli sgabelli di pietra scomparvero grazie a delle aperture nel terreno, e al loro posto apparve una piattaforma su cui si trovava un cerchio di rune color verde acqua al centro del quale c’era il simbolo della spada con le ali degli Angeli della Notte; inoltre, a distanza regolare, erano presenti sei cerchi dello stesso colore delle rune; gli Angeli della Notte fecero sdraiare i loro compagni addormentati sopra ciascun cerchio.
- E ora… il tocco finale. - annunciò la Moon, per poi creare un raggio d’energia color verde acqua e puntarlo al centro dell’anello di rune: ad un certo punto, sopra di esso si materializzò un portale color verde acqua che fece cadere sugli Angeli della Notte addormentati delle piume di corvo avvolte da energia dello stesso colore del portale. Quando l’ultima piuma cadde, il varco color verde acqua si chiuse.
- A questo punto, non ci resta che aspettare. - aggiunse la corvina.
- Come? Tutto qui? - le domandò Isuke.
- Credevo che a peccare d’impazienza fosse tuo fratello, ma è così: per il momento possiamo solo aspettare che l’incantesimo faccia effetto. La Pioggia Maledetta del Corvo sprigiona delle piume che privano chiunque le tocchi della sua energia, ma è così soltanto quando ci si trova in un punto in cui si vede il cielo. - spiegò la Moon.
- Credi davvero che al buio funzioni al contrario? Io ho i miei dubbi. - ammise Marco.
- A questo punto, non abbiamo molta scelta: se voi non siete riusciti a svegliarli, e molto probabilmente anche gli Angeli del Regno della Vita non ce l’hanno fatta, non abbiamo più niente da perdere. - gli disse Maria.
- Mika, tu vieni con me: dobbiamo allenarci per controllare i Keshin delle ultime Divinità dei Regni. - la avvisò Ayla, per poi rivolgersi ai due fratelli:
- Voi due invece rimanete qui: è meglio che ci sia qui qualcuno quando si sveglieranno. -
- Se si sveglieranno vorrai dire. - le fece notare Marco.
- Sei un Angelo della Notte di poca fede. - lo schernì il fratello, ma le due ragazze si erano già sparite.
 
 
Intanto… in Africa… vicino alla giungla…
 
Annalisa non si ricordava molto bene com’erano andate le cose, a parte il fatto di essere stata presa da una radice gigante ed essere stata scaraventata nel Lago degli Spiriti; poco dopo essersi risvegliata, capì di trovarsi sulla Terra, ma perché era finita proprio lì?
- Mi chiedo perché tra tutti i posti possibili esistenti nel Mondo degli Umani sono finita proprio qui? - dopo quella frase, la ragazza si ricordò di un particolare che le avrebbe permesso di tornare a casa.
- Da quel che ricordo, io e mio fratello abbiamo creato dei passaggi magici e li abbiamo disseminati per tutta la Terra nel caso in cui accadessero questi inconvenienti: troverò il più vicino e poi me ne andrò da questo posto. - Annalisa usò i suoi poteri per localizzare il portale più vicino, e dopo qualche minuto ci riuscì:
- Perfetto… Devo addentrarmi in quella foresta, ma è meglio questo che trovarsi di nuovo insieme a quella. Ha rovinato la vita a troppe persone, soprattutto a lui. - con quei pensieri, la ragazza si diresse all’interno della foresta.
 
 
Qualche ora dopo… all’interno della giungla…
 
Erano passate delle ore da quando Annalisa era entrata nella giungla, e cosa strana per i suoi standard, aveva imparato delle lezioni importanti:
- Ecco qualcosa che mi devo tenere a mente: prima di entrare nella giungla, dovevo trasformarmi in umana. Almeno avrei avuto dei vestiti adatti per un’escursione e non questa tunica! E anche perché così i turisti che ho incontrato non mi avrebbero riconosciuto! Va beh… stare a lamentarmi non servirà a niente: appena sarò tornata nel Regno di Mezzo, troverò un modo per estirpare quella pianta troppo cresciuta che mi ha fatto finire qui! - in mezzo alle sue lamentele, la ragazza sentì una specie di sibilo dietro di lei: Annalisa abbassò lo sguardo, e vide che si trattava di un cobra.
- Mmm… chissà perché, ma questo serpente mi ricorda il modo di comportarsi di quella: appena qualcuno si distrae, lo colpisce, anche se è girato di spalle. Va beh, userò i miei poteri e manderò via questo rettile. - pensò lei, ma poco prima che potesse fare qualcosa, la tunica e le ali da Diavolo argentate erano sparite; al loro posto erano comparsi una maglietta a mezze maniche verde, una felpa rossa, dei jeans aderenti neri e delle scarpe da ballerina nere. L’unica cosa che era rimasta normale dell’abbigliamento era il suo medaglione a forma di Luna. Inoltre, le ciocche argentate dei capelli erano tornate castane, così come gli occhi erano diventati verdi e la voglia a forma di mezzaluna era scomparsa:
- Non ci voleva! Perché sono dovuta tornare umana proprio a… - la ragazza non fece in tempo a terminare di formulare il pensiero, che sentì un dolore fortissimo alla gamba: quando abbassò lo sguardo, vide che il cobra era vicino al suo piede e aveva lasciato dei segni sulla pelle abbronzata della ragazza vicino alla caviglia da cui usciva il sangue.
Il serpente sembrava voler passare a mordere anche l’altra gamba, ma all’improvviso, ci fu una scossa di terremoto e il cobra se ne andò; poco dopo che il rettile era sparito tra la boscaglia, la Rappresentante della Distruzione non riuscì più a reggersi sulle gambe e s’inginocchiò a terra.
- Ok, devo stare calma: devo solo tornare umana e usare i miei poteri per curarmi. - si disse, per poi schioccare le dita: per un attimo, le sembrò di indossare nuovamente la sua tunica e di avere ancora le ali da Diavolo, ma doveva essere una visione perché era ancora umana.
- Deve essere successo qualcosa quando sono caduta nelle acque del Lago degli Spiriti! Non riesco a tornare normale! E credo che il veleno stia cominciando a… - non riuscì a terminare il discorso che si accasciò a terra: poco prima di svenire, le parve di vedere una figura che si stava avvicinando a lei, ma dopo tutto ciò che le era successo da quando era finita lì, poteva benissimo essersela immaginata.
 
 
Angolo di Emy
Già che ci sono, ne approfitto per informarvi di un particolare: a causa della scuola e di impegni vari, ho sempre meno tempo per aggiornare. Una cosa però ve la posso assicurare: nel fine settimana posterò sicuramente un capitolo, quindi non preoccupatevi.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 13
*** Il risveglio (Parte 2) ***


  Di sera… nella zona centrale dell’Isola della Vita… nel Giardino delle Rose…
 
Ichinose e Aki erano tornati nella Sala dei Nove Corvi, e le Guardie erano tornate nelle rispettive zone dell’Isola, ma c’era un problema:
- Mi chiedo com’è possibile che ci siamo ritrovati nella zona a nord del Regno, addormentati, e oltretutto nessuno di noi si ricorda nulla. - continuava a ripetere Kazuya.
- Io ricordo solo che due giorni fa eravamo venuti qui per controllare dalla Fonte della Vita per guardare  ciò che accadeva sulla Terra e trovare l’erede al trono, ma per il resto buio totale. - ammise Aki sconsolata.
Il compagno sembrò pensarci un po’, poi prese una decisione e si diresse alla fonte d’acqua del Giardino delle Rose:
- Noi non ci ricordiamo niente, ma forse i Guardiani dei Giardini della Vita ci possono aiutare: magari sanno che cos’è accaduto in questi giorni. - dopo quella frase, dalla mano del castano si sprigionò un’aura argentata che si posò sulla superficie dell’acqua e poco dopo comparvero quattro schermi di cristallo argentati: su ognuno di essi, era presente l’immagine dei Giardini della Vita delle diverse zone dell’isola e anche dei quattro Guardiani:
- Aki, Ichinose, è bello rivedervi! Come state? - li salutò Midorikawa.
- Perché ci avete chiamati adesso? - domandò loro Hiroto.
- è successo qualcosa qualche giorno fa, ma non ci ricordiamo niente di quello che è accaduto in quel periodo. Voi per caso ne sapete qualcosa? - rispose Kazuya, per poi aggiungere:
- Afuro, io, Aki e alcune Guardie ci siamo ritrovati nella zona a nord dell’Isola della Vita, proprio sopra il luogo dove si trova il Giardino della Vita che sorvegli tu. Che cos’è successo? - sembrava più il tono di un ordine, e i quattro Guardiani sembrarono accorgersene.
- Calmati Ichinose. Non li devi trattare in questo modo: sono pur sempre nostri amici. - gli sussurrò la Kino.
- Ti ricordo che noi dobbiamo rimanere rinchiusi qui. - gli fece notare Kiyama.
- E quindi? - gli chiese Kazuya.
- Significa che non siamo informati su ogni cosa che accade nell’Isola della Vita. - gli rispose Ryuuji.
- Però sapete che adesso l’Isola non è più divisa. - fece notare loro Aki.
- Infatti, ma questo lo sanno tutti ormai. - le rinfacciò Afuro.
- Del resto, i terremoti e le altre catastrofi naturali non sono passati inosservati. - aggiunse Hera.
- Avete intenzione di aiutarci o no? - domandò nuovamente Ichinose.
- Vorremmo tanto farlo, ma non possiamo: sapete bene cosa rischiano gli Angeli di questo Regno se non eseguiamo il compito che Diana ci ha affidato. Alla prossima! - li salutò Tadashi, e poco dopo, i quattro schermi di cristallo scomparvero.
- Non dovevi trattarli in quel modo! - ripeté la Kino al compagno.
- Sarà anche così, ma ora sappiamo che non possiamo contare sulla loro collaborazione. A questo punto, dovremo chiedere la loro collaborazione. - ammise il castano.
- Loro? Stai scherzando spero! E poi sai bene che non vogliono essere disturbati per faccende “inutili”. -
- Beh, questa faccenda non è uno scherzo: negli ultimi due giorni è successo qualcosa che qualcuno o qualcosa ci ha fatto dimenticare, e se i Guardiani non vogliono collaborare, loro forse lo faranno. -
 
 
Intanto… sulla Terra… in una foresta africana…
 
Nile era arrivato in quello che doveva essere il posto in cui era arrivata sua sorella quando era caduta nel Lago degli Spiriti e si era subito trasformato in umano per non farsi riconoscere dalle persone che avrebbe potuto incontrare: le ciocche dorate dei capelli erano diventate castane, gli occhi da dorati erano diventati color verde scuro e la voglia a forma di Sole era scomparsa. Indossava una maglietta smanicata dorata, una giacca bianca, jeans blu e stivali neri, ma aveva ancora il suo medaglione a forma di Sole.
Tuttavia, c’era qualcosa che non andava da quando aveva raggiunto la Terra:
- Non capisco perché sento la presenza di altri due esseri con poteri magici, oltre a quella di mia sorella s’intende; che io sappia, tutti gli Angeli e i Mietitori erano stati richiamati nei Regni quando io e Nali abbiamo fatto sparire Diana e Arelia. - disse quelle frasi ad alta voce, e qualcuno lo aveva ascoltato:
- Cerchi qualcuno o ti sei semplicemente perso? - gli chiese qualcuno alle sue spalle; il Rappresentante della Creazione si girò e vide una persona più o meno della sua altezza, aveva capelli blu grigiastri e la carnagione abbronzata, gli occhi color carbone e i segni dell’età ben evidenti sul viso. Indossava una maglietta bianca, una felpa blu, dei jeans scuri e degli stivali marroni.
- Potrei sapere che le importa? Se è qui solo per farmi perdere tempo, può anche andarsene. Ho altro da fare. - disse Nile con un tono seccato, ma quando stava per incamminarsi all’interno della foresta, l’altro lo fermò:
- Qualche ora fa, ho trovato una ragazza che ti somigliava. L’ho portata a casa mia per curarla dal morso di un serpente, ma se non t’interessa, io me ne vado. - disse la persona misteriosa, per poi incamminarsi fuori dalla giungla.
- Se quello sa davvero dov’è mia sorella, tanto vale che lo segua. - si disse il maggiore dei gemelli Le Loire, per poi seguire l’altro.
 
 
Qualche minuto dopo… fuori dalla giungla…
 
Quell’abitazione sembrava una di quelle che Nile aveva visto nella zona ad est dell’Isola della Vita: una casa con le mura di pietra, e il tetto e la porta fatti con assi di legno.
L’uomo misterioso che aveva incontrato aprì la porta, per poi dire al Rappresentante della Creazione:
- Alla fine t’interessava la mia proposta eh? - gli rinfacciò l’uomo dai capelli blu, mentre il maggiore dei Le Loire si avvicinava per seguire l’altro dentro la casa. All’interno non era un granché, ma per una persona sola doveva bastare: c’era un tavolo con un paio di sedie, ma l’umano condusse il Rappresentante della Creazione in un’altra stanza; una volta entrati, Nile vide sua sorella in forma umana e distesa su un letto dalle lenzuola bianche, aveva la caviglia sinistra fasciata: doveva essere quello il punto in cui era stata morsa. Il maggiore dei Le Loire fu sollevato nel vedere che respirava, anche se impercettibilmente; subito si avvicinò, e prese la sorella in braccio per portarla via da lì:
- Ti ringrazio per averla aiutata, ma non aspettarti chissà cosa da me se mai dovessimo incontrarci di nuovo. A mai più. - dopo quella frase, Nile uscì dalla casa, per poi tornare all’interno della giungla, in direzione del portale vicino al quale si era ritrovato al suo arrivo sulla Terra.
- è strano: in quella casa ho avuto ancora quella sensazione… dove saranno i due esseri con i poteri? - con quella domanda ancora per la testa, sparì nel varco per tornare nel Regno di Mezzo.
 
 
Poco dopo… nell’abitazione dell’uomo misterioso…
 
L’uomo dai capelli blu era ancora nella camera, e come per i gemelli Le Loire, aveva ben altro da fare: all’improvviso, un’aura color blu petrolio circondò la sua mano e gli permise di spostare il mobile, rivelando una porta che doveva condurre ad un’altra stanza; l’ignoto bussò tre volte, per poi dire:
- è tutto a posto Lavinia. Se ne sono andati, puoi uscire ora. - pochi secondi dopo, una quindicenne dalla carnagione chiara, gli occhi rossi rosacei e i capelli castani, ma quelli raccolti nella coda alta erano color rosa confetto.
Indossava un maglione piuttosto largo color rosso carminio, dei pantaloncini neri e degli stivali dello stesso colore; aveva un’aria visibilmente preoccupata, ma l’altro sapeva come tranquillizzarla:
- è tutto a posto: Nile era venuto solo per riprendersi sua sorella, non cercava di convincerti a occupare il trono del Regno della Morte. -
- è quello che spero: dopo ciò che è successo a mia sorella Arelia, non voglio più saperne di questa storia.
Cambiando discorso, quando tornerai ad avere il tuo vero aspetto? -
- Non lo so… immagino che accadrà quando lei scomparirà e i due gemelli torneranno normali. - disse lui, ma Lavinia notò una nota di dispiacere nella sua voce:
- Fammi indovinare: vuoi che i due gemelli tornino quelli che erano prima del tuo incontro con quella, ma non vuoi che le accada qualcosa. Ho indovinato Rococo? -
- Infatti… non posso dimenticare tutto il male che ha fatto a me e a tutti quelli che ha ingannato, ma se per lei tutto questo era solo un gioco, per me non lo era per niente. - le spiegò il blu.
- Per farla breve, le vuoi ancora bene. Mi chiedo come fai, ma vedrai che le cose si sistemeranno, parola di Lavinia Farfalla. -
Le cose sarebbero tornate normali… quanto avrebbe voluto crederci anche lui…
 
 
Angolo di Emy
Ok, questo capitolo è stato un po’ difficile da scrivere, più che altro perché non avevo un’idea ben chiara.
Se vi state chiedendo chi sono loro…beh, non lo so nemmeno io: dovrebbero essere degli OC, ma mi piacerebbe che siate voi lettori a fornirmene due. Non so se li farò apparire molto spesso, ma qualcosa riuscirò a fare.
Per gli OC, dovrete compilare la seguente tabella:
Nome e cognome:
Aspetto fisico e carattere:
Età (tra i 18 e i 25 anni):
è un Angelo o un Diavolo?:
Storia personale:
Cambiando discorso, che impressione vi ha fatto la sorellina di Arelia?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 14
*** Il risveglio (Parte 3) ***


 Di notte… alla base segreta della God Eden…
 
Oltre alla sala principale e alle camere per gli Angeli della Notte, c’erano altre stanze scavate nella roccia nella base segreta, ma queste erano usate dagli Angeli della Notte soprattutto per allenarsi. Proprio in una di queste, più precisamente nella più ampia, Maria e Ayla si stavano allenando; per la verità, erano lì da quando i loro compagni erano tornati dal Regno della Vita, ma a colpi di frecce da parte della corvina e colpi di spada da parte della castana, non erano riuscite ad ottenere niente:
- Non riuscirai mai a colpirmi di questo passo Mika-chan. - la schernì la Moon, schivando un altro fendente della compagna.
- Se con le mie spade non riesco a colpirti, vediamo come te la caverai adesso! Riemergi dall’oscurità del cielo mio keshin, vieni a me Regina Valchiria Oscura! - disse la Obscurity, e dietro di lei comparve una valchiria dallacarnagione pallida, i capelli argentati e corti, gli occhi color sangue e un risolino ben evidente sul volto. Indossava una corona d’oro bianco su cui erano incastonati diamanti neri, un’armatura argentata che emanava bagliori argentei, una faretra con tre frecce dalla punta violacea, un arco, una spada tempestata di diamanti neri e sulla schiena erano presenti due ali nere con diverse sfere rosse.
Dopo che l’avatar fece la sua apparizione, i capelli e gli occhi di Maria divennero dello stesso colore di quelli del suo keshin.
- Ha usato il suo avatar appena si è trovata in difficoltà… è la prova che ha ancora molto da imparare, ma non lascerò che mi sconfigga. - pensò Ayla, per poi circondarsi di un’aura color verde acqua, mentre alcune ciocche di capelli diventavano color verde acqua come gli occhi.
- Non credere che ti lasci vincere! Spicca il volo e librati nel cielo notturno, vieni a me Corvo Messaggero Oscuro! - dietro la Moon comparve un corvo gigantesco dagli occhi color zaffiro e un’armatura dorata, nella quale erano incastonati delle pietre di ametista, presente sulle ali e la testa.
Appena il secondo keshin comparve, i due avatar si separarono dalle proprietarie e cominciarono a lottare sotto gli sguardi delle due ragazze:
- Lasciamoli lottare… Abbiamo altro da fare. - disse Mika alla compagna, mentre sguainava di nuovo le sue spade e si preparava a colpire l’altra; Ayla fece comparire una spada dalla lama argentata e l’elsa dorata, la stessa che compariva nel simbolo degli Angeli della Notte: forse non poteva competere con quelle forgiate dai detriti di un meteorite come quelle di Maria, ma non aveva molta scelta. Le due si affrontavano a colpi di spada, e nessuna delle due voleva cedere, ma anche i loro keshin non sembravano essere da meno: Regina Valchiria Oscura cercava di colpire l’altro con la spada ogni volta che si avvicinava per colpirla col becco e gli artigli affilatissimi, oppure usava le frecce ogni qualvolta Corvo Messaggero Oscuro si allontanava per attaccarla con raggi d’energia lanciati dagli occhi o dalle pietre sull’armatura.
- Inutile dirlo: Ayla è davvero brava, non per niente è il nostro capo, ma non mi lascerò battere dopo che mi ha affidato uno dei Keshin Protettori dei Regni. - pensò la Obscurity, mentre continuava a combattere con l’altra, ma dopo un po’, era evidente che così non avrebbero ottenuto niente; in mezzo a quei pensieri, non si accorse che il medaglione a forma di farfalla di Arelia la aveva circondata di un’arma rossa rosacea e i suoi capelli erano diventati neri, ma la Moon se ne era resa conto:
- Oh no: i capelli neri non sono un buon segno, ma non lo è nemmeno quella strana aura. Dobbiamo farla finita. - dopo quel pensiero, Ayla si allontanò dalla compagna e fischiò: qualche secondo dopo, Corvo Messaggero Oscuro sparò un raggio viola in direzione di Maria, ma colpì il medaglione dell’ultima Dea della Morte; poco dopo, l’aura rossastra sparì e i capelli e gli occhi di Mika tornarono castani.
- Che mi è successo? - chiese Maria alla compagna.
- Niente di che. - mentì la Moon, per poi pensare:
- Quell’aura era fin troppo strana: ci sono delle volte in cui Mika perde il controllo, e questo problema dubito lo risolverà tanto presto, ma quell’energia che ho avvertito provenire dal medaglione era fin troppo strana. - qualcosa, o meglio, qualcuno la distrasse dai suoi pensieri:
- Ayla! Maria! Venite qui presto! - le chiamò Marco.
- Se quello ci chiama per una stupidaggine… - disse Ayla mentre aiutava la compagna a rialzarsi, ma non fece in tempo a terminare la frase perché Isuke completò ciò che stava dicendo il fratello:
- Gli altri si stanno svegliando! Sbrigatevi! -
 
 
Poco dopo… nella stanza principale…
 
Le due raggiunsero la sala in cui avevano lasciato gli altri Angeli della Notte, e videro i compagni che prima erano addormentati cercare di alzarsi:
- Ahi… la mia povera testa… - si lamentò Kaen, ma subito Mizu lo fece tacere:
- Smettila per una volta: sai solo lamentarti. -
- Mizu-chan, Kaen-chan, non dovete litigare. - cercò di calmarli Sora.
- Stai zitta! - la zittirono i due, e l’azzurra si era talmente spaventata dal tono che avevano usato, che era quasi sull’orlo delle lacrime.
Intanto, Yuki si era avvicinata a Sora, anche se con fatica perché era stanca:
- Sora, sai bene che quei due non cambieranno mai. Non te la prendere. - disse la blu all’amica per consolarla.
- Dovreste smetterla voi due. Mi fa ancora male la testa. - aggiunse Yami, mentre aiutava Chikyu ad alzarsi:
- Che è successo? Perché non sono più alla Torre del Cielo, e dove sono i Guardiani? - continuava a domandare quest’ultimo, ma Ayla s’intromise:
- Ben svegliati: vedo che il mio incantesimo ha funzionato, ma lasciate che vi dica che sono molto delusa da voi. Siete scomparsi per due giorni! Ve ne rendete conto almeno? - la Moon si calmò, per poi continuare il discorso:
- Ora è meglio se andate a riposare: domani ci spiegherete ciò che avete scoperto. - dopo quella frase, i sei Angeli della Notte appena svegliati tornarono nelle loro camere come Marco e Isuke, ma anche la corvina e la castana dovevano tornare a casa:
- Meglio tornare a casa tua, prima che i miei scoprano che siamo sparite per giorni. - disse Maria.
- Non ti preoccupare: quando siamo tornate qui, ho rimandato Mirai a casa. Dovrebbe aver fatto un incantesimo ai tuoi genitori: quando torneremo e li risveglieremo, non avranno coscienza del tempo che è passato. Potremmo semplicemente convincerli che siamo uscite solo per un paio d’ore. - le spiegò la Moon.
- è l’unico modo per non farci scoprire, ma sai bene che non mi piace mentirgli, specie dopo che mi hanno adottata e portata via da quel maledetto orfanotrofio. - ammise la Obscurity.
- Sì… dispiace anche a me, ma sai bene che è l’unica soluzione possibile. Quando tutto questo sarà finito, troveremo un sistema per evitare di adottare questi metodi, tranne quando sarà strettamente necessario. Che ne dici? - le propose l’altra.
- Va bene, ma adesso torniamo a casa. - annunciò Mika, per poi prendere la mano dell’altra e trascinarla fuori dalla grotta seguita dalla sua lupa Nives.
 
 
Angolo di Emy
Per prima cosa, spero che tutti voi abbiate passato un buon San Valentino. Tornando alla fic, per gli OC che rappresenteranno i loro, volevo dire che è ancora possibile spedirmeli. Se v’interessa, mandatemi uno o più OC con le caratteristiche elencate nell’angolo autrice dello scorso capitolo.
Nel prossimo capitolo ci soffermeremo un po’ sugli Angeli della Notte che si sono appena risvegliati.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 15
*** Una notte tranquilla... o quasi (Parte 1) ***


 A mezzanotte…
 
Le stanze degli Angeli della Notte erano camere scavate nella roccia e poste più in alto rispetto alla sala principale, avevano tutte una piccola apertura che fungeva da finestra, ma poiché non c’erano abbastanza stanze, la disposizione era questa: Sora divideva la camera con Yuki, Kaen con Yami, e Marco con Isuke; Chikyu e Mizu invece avevano camere singole.
 
 
Nella stanza di Kaen e Yami…
 
- Kaen, potresti spegnere quella luce? Ci sono già le sfere d’energia che abbiamo creato a fornire la luce che ci basta! Se continui a crearne, finirai per accecarmi! - si lamentò Yami, mentre cercava di concentrarsi sul libro che stava leggendo.
- Scusami, ma non posso: sto cercando di lucidare queste armi. Le ho trovate vicino alla cascata e hanno tutte il simbolo degli Angeli della Notte. Non so come ci siano finite lì, ma se possono esserci utili tanto vale utilizzarle no?
E poi ce ne sono sei, quindi potremmo darli anche a Chikyu e alle ragazze. - prima che l’altro lo riempisse di domande, il corvino si alzò e andò a vedere gli oggetti di cui stava parlando Kaen e che si trovavano sulla scrivania: si trattava di una sciabola-baionetta, una katana, una lancia, un arco con delle frecce, una spada e una frusta.
- Mmm… mi pare fin troppo strano che hanno tutte lo stesso simbolo e le hai rinvenute nello stesso posto. - dopo quella frase, schioccò le dita e la sciabola-baionetta, la frusta, la lancia e la spada sparirono.
- Che hai fatto? Le hai teletrasportate direttamente nelle camere dei nostri compagni? - gli chiese il rosso.
- Esattamente. Noi terremo la katana e l’arco, ma per imparare ad usarli ci penseremo domani. - decise Yami, per poi schioccare nuovamente le dita e facendo sparire sia l’arco con le frecce sia le sfere di luce.
- Va bene. Buonanotte. - disse Kaen, dirigendosi al suo letto per poi stendersi e chiudere gli occhi.
 
 
Intanto… nella stanza di Yuki e Sora…
 
- Che stai facendo Yuki-chan? - le domandò Sora che aveva spostato lo sguardo dal cielo stellato che ammirava dalla finestra, all’amica che stava lavorando alla scrivania da quando erano tornate.
- Ecco qua! Ho finito! - annunciò la blu, per poi mostrare all’amico una bambola di pezza grande quanto il palmo della mano dell’amica: aveva l’armatura delle Guardie Angeliche fatta con diversi pezzi di stoffa bianca così come le ali, occhi grigi fatti con due perle e capelli castani fatti con diversi fili di lana, ma Yuki era riuscita, non si sa come, a creare un’acconciatura che alla ragazza con le codine ricordava il vento.
- A cosa servirebbe scusa? - le chiese Sora.
- Hai presente il voodoo? È una religione afroamericana che, almeno da quel che ho potuto capire dopo aver letto alcuni dei libri di Yami, comprende anche l’utilizzo di queste bambole: si pensa che, creando una bambola con le sembianze di una persona reale, è possibile trasmettere alla persona ciò che fai alla bambola. Se usassi anche i miei poteri magici, potrei fare in modo che la cosa funzioni davvero e con maggiore efficacia. - le spiegò la blu.
- Nel caso in cui funzionasse davvero, chi sarebbe la persona cui vuoi fare del male? -
- L’ho incontrata quando vivevo ancora ad Okinawa, e prima di diventare un Angelo della Notte. Dopo qualche tempo, è dovuto partire per andare a Tokyo... - Sora la interruppe:
- Che cos’è questa? La storia della mia vita? Io avevo un fratello, ma si è scoperto che soffriva di una malattia al cuore ed è stato ricoverato in ospedale. Una volta andai a fargli visita, ma doveva sapere che avevo paura che gli succedesse chissà cosa perché continuava a ripetermi che sarebbe andato tutto bene e che un giorno sarebbe tornato. -
- Erano le stesse parole che mi ha detto quella persona prima di partire… - s’intromise Yuki, per poi aggiungere con un tono che, se prima sembrava intriso di rabbia, ora era pieno di tristezza.
- Ti basti sapere questo: non è più tornato da allora. Non so nemmeno se sta bene o se è ancora tra noi vivi. - Sora era sicura di aver visto delle lacrime sul volto della compagna che si era seduta sul suo letto dalle coperte color notte.
- Non dire così Yuki-chan. Sono sicura che sta bene e che presto vi rincontrerete. - affermò l’azzurra abbracciando la compagna.
- Ti ringrazio Sora, ma a volte sei davvero ingenua… sai quanto me che certe cose non potranno mai cambiare. -
Le due non se ne erano accorte, ma una spada e una lancia erano comparse sul pavimento vicino alla finestra della camera.
 
 
Intanto... nella stanza di Chikyu…
 
Chikyu era steso sul suo letto dalle coperte arancioni, ma non riusciva a dormire per due motivi: il primo era che, poco prima di svenire nel Giardino delle Rose della Torre del Cielo, gli erano passate davanti le immagini del suo passato senza un motivo apparente; il secondo motivo era che quell’Angelo dalle ali bianche screziate da sfumature nere gli sembrava di averlo già visto.
In mezzo ai suoi pensieri, spostò lo sguardo dalla Luna, che si vedeva dalla piccola finestra accanto al letto, alla foto che teneva stretta tra le mani: era ancora piccolo, aveva circa sette anni, e si trovava a Central Park con suo padre. Lui e suo padre, se si escludevano alcuni particolari come il colore dei capelli e alcuni minuscoli tratti della personalità, erano praticamente identici.
- Non sto a dire quanto mi manchi papà, ma è strano: quell’Angelo che ho incontrato nella Torre del Cielo assomigliava al Diavolo che ti ha eliminato. Non m’importa se è una coincidenza o no, mi vendicherò sia di lui sia dei gemelli Le Loire per avermi dato la caccia per tutto questo tempo. - dopo quel pensiero, il castano chiuse gli occhi cercando di addormentarsi, con la foto ancora tra le mani.
Pochi attimi dopo, una frusta comparve vicino al letto del ragazzo.
 
 
Angolo di Emy
Questo capitolo avrei dovuto postarlo ieri, ma ho avuto qualche problema…
Riguardo agli OC che avevo richiesto, ne ho ricevuto soltanto uno e i loro appariranno tra due capitoli, quindi fate in fretta a spedirmi l’altro.
Cambiando discorso, dalle poche descrizioni che vi ho fornito, avete capito chi è il fratello di Sora, quello che era l’amico di Yuki e il padre di Chikyu?
Se pensate di aver capito, mandatemi la risposta tramite una recensione.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 16
*** Una notte tranquilla... o quasi (Parte 2) ***


 Nella stanza di Mizu…
 
Come per i suoi compagni, Mizu non ne voleva proprio sapere di dormire, e come per Chikyu, il suo sguardo era rivolto ad una foto: aveva undici anni quando era stata scatta la foto. Oltre a lei, c’erano anche il suo gemello e i loro tutori nella foto; la torre di ferro di Inazuma-cho e il tramonto facevano da sfondo.
- Sarà che sono passati quasi quattro anni da quando è stata scattata, ma i miei tutori e mio fratello mi sembrano così lontani… Midorikawa e Hiroto erano spariti tempo fa: una mattina ci stavamo dirigendo a scuola, e lungo la strada abbiamo trovato un ritaglio di giornale in cui diceva che il capo della Kira Company e il suo segretario erano scomparsi la sera prima. Alcuni testimoni avevano detto di aver visto un fascio di luce prima che sparissero, ma era chiaro che ormai eravamo soli. - la turchese portò lo sguardo dall’immagine dei suoi tutori a quella del fratello: era praticamente la sua fotocopia, a parte il fatto che era un ragazzo e i suoi capelli arrivavano fino alle spalle e non erano raccolti in una coda come quelli di Mizu.
- Chissà che fine hai fatto da quando me ne sono andata Masaki, ma non capisco perché ti ho visto mentre venivi aggredito da un Mietitore e poco dopo è comparso anche l’Angelo dai capelli rosa che ho visto nel Regno della Vita.
Non importa: qualsiasi cosa ti sia accaduta, scoprirò di che si tratta. - dopo quel pensiero, una luce viola si diffuse nella stanza e Mizu spostò lo sguardo dalla foto a punto da cui proveniva il bagliore; si alzò dal letto dalle coperte verdi e si diresse alla scrivania, dove trovò una sciabola-baionetta.
- E questa da dove salta fuori? Tra gli oggetti che uso non mi pare di averla mai vista. - si disse la turchese prendendo in mano l’arma e solo poco dopo notò che un foglio era stato legato alla lama con un laccio.
La ragazza prese il pezzo di carta e lesse ciò che vi era scritto:
“Kaen ha trovato questa sciabola-baionetta e altre cinque armi vicino alla cascata dell’isola. Ne abbiamo data una anche a Chikyu, Sora e Yuki, e ci siamo messi d’accordo per fare un allenamento segreto domani per imparare ad usarle. Non dire niente al capo, né a Maria, né ai fratelli Light: sarà un piccolo segreto tra noi sei.
Buonanotte e a domani,
Yami.”
- Certo che le sorprese non mancano mai, ma come dare torto a Yami? L’ultima volta che abbiamo trovato delle armi che contenevano keshin, il potere ci aveva fatto perdere il controllo. Ora che abbiamo degli avatar nostri però non dovrebbero esserci problemi.
Ora è meglio che vada a dormire. - diede un ultimo sguardo alla foto lasciata sul comodino e poi la ragazza si stese nuovamente:
- Buonanotte anche a te Masaki. -
 
 
Intanto… in Africa… a casa di Rococo… nella stanza di Lavinia…
 
Lavinia stava ancora cercando di usare i suoi poteri per aiutare Rococo, ma qualcosa non andava come doveva:
- Non capisco perché non funziona: quest’ultimo incantesimo doveva farti tornare normale, invece hai ancora l’aspetto di un sessantenne! Uffa! - si lamentò la ragazza.
- Non ti preoccupare Lavinia, e poi credo che ci voglia qualcosa di più di questo. - le disse il blu.
- Se solo riuscissi ad usare il mio keshin, ma c’è stato un problema. - aggiunse la ragazza dalla coda rosa confetto.
- E sarebbe? - le domandò Rococo.
Dalla mano della quindicenne, si sprigionò l’aura che precede la comparsa di un avatar e poco dopo comparve un seme di una rosa; qualche secondo dopo, dal seme si sprigionò una luce e comparve una rosa rossa.
- è questo il problema di cui ti parlavo: è successo qualcosa a Ninfa delle Rose e si è trasformata in questo fiore! L’unico problema è che non so cosa. - cercò di spiegargli Lavinia.
- Ci mancava pure questa! A parte incontrare te, ho avuto solo sfortuna! - disse la ragazza ricominciando a lamentarsi.
- Stai esagerando. -
- Invece no! Sai almeno come ci si possa sentire a sentirsi dire da una persona cui vuoi bene che ti odia, e oltretutto che questa cosa possa accadere da un giorno all’altro come se niente fosse! Io l’ho scoperto quando mia sorella è ricomparsa dopo essere sparita la prima volta. Era cambiata completamente, non sembrava nemmeno lei! - la quindicenne si tappò la bocca perché sapeva di aver parlato troppo: si era ricordata solo in quel momento della situazione di Rococo, e non credeva che all’altro facesse piacere ricordare un momento non del tutto dissimile da quello che aveva vissuto lei.
- Mi spiace… non dovevo… - cercò di scusarsi, ma lui le rispose:
- Forse non so cosa si prova a sentirselo dire da un membro della propria famiglia, ma qualche anno fa ho provato la stessa cosa: per come la vedo ora, lei si è presa solo gioco di me e mi ha usato per i suoi scopi. È strano però: quando non sapevo della sua vera identità, sembrava che tutto andasse per il meglio. -
- In fondo noi due siamo piuttosto simili, ma forse tu hai una piccola possibilità di aggiustare le cose almeno con i Gemelli; per lei ormai, temo che sia troppo tardi. - pensò Lavinia.
 
 
Nel frattempo… a Tokyo... a casa di Ayla e Maria…
 
- I fratelli Light, o più che altro Marco, rimarrebbero tutto il giorno a poltrire ci scommetto. Maria a quest’ora sarà già a letto, ma io ho ancora del lavoro da fare. - si disse la Moon, mentre continuava a cercare tra vecchie scartoffie che aveva trovato nelle rovine di casa sua e in quelle di Villa Farfalla delle informazioni riguardo ai due Keshin Protettori dei Regni: aveva scoperto che gran parte delle Divinità dei due Regni erano state scelte in quelle famiglie e anche qualche particolarità riferita ai poteri che acquisivano i Sovrani, ma non aveva ancora trovato quello che cercava.
- Sono sicura che quell’aura non fosse niente di buono, ma di una cosa sono certa: non apparteneva a Mika perché è sparita appena si è tolta il medaglione, quindi deve appartenere per forza al Keshin Protettore del Regno della Morte. - in mezzo a quei pensieri, trovò una frase che si riferiva ai due avatar:
“Chiunque i Keshin Protettori dei due Regni troverà, i loro poteri dominar potrà. Se chi li custodisce, la loro potenza non riuscirà a sopportar, gli avatar e la loro forza perir li farà.”
- Normalmente presterei attenzione a parole come queste, ma abbiamo bisogno del potere di quei keshin… e poi conosco Maria: ha superato tante difficoltà e sono convinta che farà altrettanto anche stavolta. La terrò ugualmente sotto controllo: non si può mai sapere. - dopo quell’ultimo pensiero, Ayla si addormentò: il giorno dopo sarebbe stato faticoso.
 
 
Angolo di Emy
Piccolo cambiamento di programma: gli OC che mi sono stavi inviati appariranno sì, ma bisognerà aspettare ancora un po’. Nel prossimo capitolo vedremo i fratelli Light, Maria Obscurity e i Gemelli Le Loire.
Nel caso in cui vi stiate chiedendo perchè sono passata dalla situazione alla God Eden a casa di Rococo senza raccontare dei due Light che si trovavano ancora nella base segreta, il motivo sarà spiegato nel prossimo capitolo.
Ora immagino si sia capito chi è il fratello gemello di Mizu, non credete?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 17
*** Sorprese e incubi di prima mattina (Parte 1) ***


Il giorno dopo… di mattina presto… a casa di Ayla e Maria…
 
Erano quasi le otto di mattina, ma Mika non aveva affatto dormito. Il motivo? Uno strano incubo che aveva avuto la notte prima e non le aveva fatto chiudere occhio per quante volte cercasse di riaddormentarsi.
Maria era scesa in cucina e aveva trovato un biglietto lasciato dai suoi genitori adottivi:
“Stasera dobbiamo lavorare fino a tardi. Con la cena sappiamo che potete cavarvela da sole. Vi vogliamo bene.”
- Chissà se direbbero la stessa cosa se sapessero della nostra vera identità… - si chiese, ma si sentì osservata: non si trattava di Ayla, ma della sua cagnolina Nives; la Obscurity si sedette su una sedia e la cagnolina si avvicinò ancora di più, poi saltò, atterrando sulle gambe dell’Angelo della Notte e si accucciò.
- Tu che ne dici Nives? Secondo te cosa ne penserebbero se sapessero la verità? - la cagnolina bianca guardò la sua padrona, per poi piegare la testa da un lato e abbaiare.
- Sarà che Nives è diventata un lupa magica da quando sono diventata un Angelo della Notte, ma in fondo è pur sempre una cagnolina. Non ne può sapere di queste cose. - dopo quel pensiero, la ragazza ebbe la voglia di chiudere gli occhi e pochi secondi dopo si addormentò.
 
 
Nella mente di Maria…
 
- Dove sono? Che posto è… non è possibile! Sono ancora qui! Che altro deve succedere ora?- si lamentò la Obscurity. Era lo stesso luogo che continuava ad apparire nei sogni che aveva avuto la notte precedente, ovvero un posto in cui l’unica cosa presente era la nebbia, ma c’era qualcosa di diverso: prima la foschia aveva un insolito colore rosato, poi era diventata violetta e adesso era color rossastro.
- Vieni… - disse una voce in lontananza.
- Chi sei? Fatti vedere! - ordinò Mika.
- Vieni mia serva… vieni da me… - ripeté la voce.
- Io non sono la schiava di nessuno! Fatti vedere! -
- è inutile che lo dici, sai bene che non è così… ora, vieni da me… -
- Ti ho già detto che non servo nessuno, tantomeno qualcuno che ha paura di farsi vedere. - aggiunse Maria, ma ad un certo punto, ebbe una fitta lancinante alla testa e si piegò in due dal dolore.
- Vieni da me… -
- In che lingua te lo devo dire? Non ti aiuterò, qualsiasi cosa tu voglia! - dopo quella risposta, il dolore s’intensificò; la cosa andò avanti in quel modo: ogni volta che l’Angelo della Notte rifiutava la proposta della voce misteriosa, il dolore aumentava e la ragazza non riuscì più nemmeno a reggersi sulle sue stesse gambe.
La cosa sarebbe andata avanti ancora, ma la Obscurity sentì un guaito e poi una luce azzurra la avvolse.
 
 
Nella cucina della casa di Ayla e Maria…
 
Mika si svegliò di soprassalto; appena di accorse di trovarsi ancora in cucina, si ricordò di Nives e vide che si era come “aggrappata” alla maglia del pigiama della ragazza con le sue minuscole zampe, la stava guardando preoccupata e stava continuando ad abbaiare:
- Stai tranquilla Nives. È tutto a posto. È stato solo un incubo. - cercò di tranquillizzarla Maria, ma pochi secondi dopo, sentì ancora dei passi e vide la Moon e il suo corvo Mirai sulla porta della cucina:
- Hai continuato ad urlare per tutta la notte e mi hai anche svegliata. Stanotte sono venuta in camera tua per controllare che cosa avessi, e continuavi ad agitarti; ho cercato anche di svegliarti, ma tu continuavi a ripetere che non volevi aiutare qualcuno che non si faceva vedere. Potrei sapere che ti è successo stanotte? - Ayla disse quelle frasi con il suo classico tono calmo, ma l’altra notò comunque una nota di preoccupazione nella voce della compagna; la Obscurity fece un cenno con la testa alla cagnolina di uscire dalla cucina, la quale se ne andò seguita dal corvo della Moon.
- A volte ti preoccupi troppo Ayla. È stato solo un incubo: capita a chiunque. - le rispose, per poi cambiare discorso:
- I miei sono fuori fino a tardi, quindi non dovremmo avere problemi. Ora facciamo colazione: tra poco dobbiamo andare. -
La corvina si limitò ad annuire:
- Non pensare che io ci creda Mika: ti conosco da una vita e ormai capisco quando mi menti e quando no. Scoprirà che ti succede, e se non me lo vorrai dire tu, userò altri metodi. - pensò la corvina.
- Non voglio che Ayla abbia altre preoccupazioni proprio adesso che la lotta tra noi e il Regno della Vita è cominciata. Spero solo che per stavolta mi creda. - dopo quel pensiero da parte della Obscurity, le due cominciarono a preparare la colazione.
 
 
Nel frattempo… alla base segreta della God Eden…
 
Isuke si erano appena svegliato, ma solo perché i loro rapaci avevano continuato a beccare lui e suo fratello fino a quando non si fossero alzati dal letto. Solo lui però si era svegliato; suo fratello dormiva come un sasso.
- Potrei sapere che avete voi due stamattina!? - li rimproverò Isuke, mentre cercava di calmare i due uccelli.
- A questo punto, tanto vale alzarsi. Ormai mi hanno svegliato. - aggiunse, per poi dirigersi vicino al letto di Marco.
- Marco, dovresti svegliarti. È già mattina. - gli disse il fratello mentre lo scuoteva per svegliarlo.
- Né tu né quegli uccelli che ci ritroviamo come partner riuscirete a svegliarmi. - borbottò Marco, per poi aggiungere con un tono secco:
- E ora lasciami dormire in pace! - dopo quella frase, di tirò su le coperte fino alla testa e affondò il volto nel cuscino.
Isuke si diresse fuori dalla stanza, ma quando si ritrovò nella sala principale, capì perché Kaze e Tsuki li volevano svegliare in quel modo:
- Voi due! Andate da mio fratello e svegliatelo! Fate in fretta, io intanto chiamo le ragazze. - i due uccelli si diressero nella camera dei fratelli Light, mentre Isuke cercava di contattare mentalmente Ayla e Maria.
Le due arrivarono qualche minuto dopo:
- Potrei sapere perché ci hai chiamate così presto Isuke? Stavamo facendo colazione. - lo informò Mika.
- Guardate nell’Occhio dei Regni! - le avvisò il ragazzo e le due volsero lo sguardo verso il centro del tavolo che si trovava nella sala principale: l’Occhio dei Regni era un’enorme sfera di cristallo completamente bianca. Si chiamava così perché alla base c’erano dei filamenti dorati e argentati che, sovrapponendosi e incrociandosi formavano le immagini di un corvo e di una farfalla cioè i simboli dei Regni della Vita e della Morte e i due messaggeri delle due Divinità. Tuttavia, quel giorno nella sfera era presente un’aura rosacea.
- Perché mi avete svegliato uccella… - Marco non riuscì a terminare la frase che si accorse dell’aura presente nell’Occhio dei Regni.
- L’Occhio dei Regni permette di rilevare l’aura di Angeli, Diavoli, o comunque esseri che possiedono poteri magici. Tuttavia, quel colore significa solo una cosa: i poteri dell’Erede della Morte si sono risvegliati e noi dobbiamo trovarla. - decise Ayla, per poi aggiungere:
- Marco, Isuke, andate a chiamare gli altri! Maria, tu mi devi aiutare a capire di preciso dove si trova l’Erede. Dobbiamo fare in modo che passi dalla nostra parte il prima possibile. -
 
 
Angolo di Emy
Scusate la mia lentezza nell’aggiornare, ma lo avevo detto tempo fa che non ho più molto tempo per farlo.
Secondo voi, chi è l’Erede della Morte di cui parla Ayla?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci e abbracci
Emy
 

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Capitolo 18
*** Sorprese e incubi di prima mattina (Parte 2) ***


 Intanto… nel Regno di Mezzo… nella camera di Annalisa…
 
Le camere dei due gemelli erano due stanze adiacenti alla Sala del Nulla, ma Nile si trovava in quella di sua sorella; Annalisa non si era più svegliata da quando erano tornati, ma non poteva essere morta perché, quando aveva usato i suoi poteri per curarla, si era accorto che il veleno era completamente sparito, ma non era quella l’unica cosa strana:
- Quell’uomo che ha aiutato Nali… ho come l’impressione di averlo già visto, ma non mi ricordo né dove e né quando è successo… e poi come ha fatto a guarire mia sorella così in fretta? - mentre cercava la risposta a quelle domande, il ragazzo non si accorse che la sorella si era svegliata e cercava di mettersi seduta sul letto:
- Ben svegliata Nali. - le disse il Rappresentante della Creazione, e l’altra cominciò a guardarsi intorno per capire dove fosse, ma si rilassò quando si rese conto di trovarsi nella sua camera:
- Come ho fatto a tornare qui? Dopo che sono caduta nel Lago degli Spiriti, mi sono ritrovata in una foresta; mentre cercavo un portale per tornare qui, un serpente mi ha morsa. Ad un certo punto, ho visto qualcuno che si stava avvicinando e poi… ufff… non mi ricordo più niente. - stava dicendo la Rappresentante della Distruzione mentre cercava di fare mente locale su quello che le era successo sulla Terra, ma poi si ricordò di un particolare, così si alzò dal letto, ma poiché stava per cadere, Nile dovette sorreggerla:
- Che stai facendo? Dovresti riposarti. - la riprese lui.
- Prima estirperò quell’erbaccia troppo cresciuta vicino al Lago degli Spiriti, dopo penserò a riposarmi! - replicò l’altra, per poi materializzare la sua arma: era un bastone su cui era incastonata una sfera argentata, all’interno della quale numerosi filamenti d’energia bianchi creavano l’immagine della Luna crescente.
- Ora, se non ti spiace, devo andare fratellone. - la ragazza disse quella frase con una semplicità disarmante per il Rappresentante della Creazione, e pochi secondi dopo, si teletrasportò fuori dalla stanza.
- A volte mi chiedo perché mi sforzo… - pensò rassegnato il Rappresentante della Creazione, per poi far comparire la sua arma: era identica a quella della sorella, tranne per il fatto che la sfera era dorata e i filamenti d’energia creavano la forma di un Sole.
 
 
Poco dopo… sulla riva del Lago degli Spiriti…
 
Nile era giunto vicino al lago poco dopo la sorella, ma non credeva a ciò che aveva davanti agli occhi:
- Com’è possibile? - si chiese il ragazzo.
- Vorrei saperlo anch’io. - aggiunse Annalisa.
La visuale dei due era coperta da un muro di radici gigantesche che sembravano partire da una conca che si trovava davanti a loro.
- Alla faccia dell’erbaccia troppo cresciuta. Chissà che è successo in nostra assenza… - si chiese lei, ma la risposta non si fece attendere:
- Questo se vuoi te lo possiamo dire noi. - disse una voce non troppo distante dai due: i gemelli si voltarono nella direzione dalla quale veniva e videro i quattro Guardiani dei Giardini della Vita.
- Se siete venuti qui tutti e quattro, vuol dire che è successo qualcosa di grosso. - constatò Nile.
- Potete guardare voi stessi che cos’è successo. - disse Hera, il quale si era caricato un braccio di Afuro sulle spalle, mentre il biondo aveva gli occhi chiusi e continuava a gemere dal dolore. I due avevano le tuniche strappate in diversi punti, e in altre zone erano presenti macchie di sangue, lo stesso discorso valeva per le loro ali. Anche Hiroto e Midorikawa non sembravano trovarsi in condizioni migliori degli altri Guardiani, ma il verde era svenuto e Kiyama lo stava tenendo in braccio.
- Ci dispiace: non siamo riusciti a fare niente per fermare quel bulbo. - si scusò Hiroto, per poi aggiungere:
- Gli effetti però non sono finiti qui. -
- Come sarebbe? Che altro è successo? - gli domandò la Rappresentante della Distruzione.
- Volate oltre quel muro di liane e lo saprete. - le rispose Tadashi.
I due gemelli superarono la barriera di radici e videro quello che era successo: il Lago era quasi completamente prosciugato, rimaneva giusto qualche pozzanghera qua e là, mentre la zona erbosa che circondava il muro era diventata arida e sterile.  
- Nali, guarda qui. - la chiamò il fratello dalla base del muro. Quando la gemella lo raggiunse, Nile indicò con lo sguardo un giacinto dai fiori rossastri che emanava un’aura bianca con diverse zone screziate di nero.
- Come può un fiore così piccolo aver creato questo disastro? - si chiese Annalisa, per poi domandare ai Guardiani:
- Fatemi capire: vi siete fatti ridurre in questo stato da una pianta troppo cresciuta? -
- Non eri tu quella che stava male? Mi chiedo ancora come faccio a sopportarti. - le rinfacciò il fratello.
- Questo lo sai solo tu fratellone. -
Nile sospirò: non riusciva mai ad averla vinta con sua sorella.
- Anche se foste stati qui quando ci ha attaccati, non penso avrebbe fatto una grande differenza: prima quel bulbo ha usato le radici per assorbire l’energia magica di cui era intrisa l’erba e l’acqua del Lago degli Spiriti e creare quella barriera di liane, poi sono spuntati la conca e il fiore, e dopo ancora ci ha colpito usando le radici. - spiegò Kiyama.
- Inoltre, durante la lotta non siamo riusciti nemmeno a scalfirlo: i nostri poteri non sono serviti a niente. Quando ci ha catturato, ad un certo punto mi sono sentito come svuotato: sembrava che volesse privarci dei nostri poteri. - aggiunse Hera.
- A questo punto, non ci resta che metterci in contatto con loro. - decise Nile.
- Vuoi davvero chiedere l’aiuto di quelle due? Tutte le volte che ci siamo rivolti a loro, non ci hanno mai aiutati. E le poche volte che l’hanno fatto, non si capisce mai quello che dicono. - disse seccata Annalisa.
- Loro ci aiutavano, ma noi non riuscivamo a dare la giusta interpretazione alle loro parole. - detto questo, i Guardiani e i due gemelli volarono oltre il muro e arrivarono al centro dell’avvallamento che prima era il Lago degli Spiriti; i Rappresentanti della Creazione e della Distruzione si avvicinarono alla pozza d’acqua più grande che era presente e, grazie alle loro armi, concentrarono i loro poteri nell’acqua; pochi secondi dopo, l’acqua si cristallizzò e comparve l’immagine di due figure incappucciate:
- Chi si rivede: i Rappresentanti della Creazione e della Distruzione, e i quattro Guardiani dei Giardini della Vita. Da quello che abbiamo visto finora, siete gli uni più inutili degli altri. Perché ci avete disturbate? - domandò la ragazza avvolta nel mantello rosso.
- Vedo che la gentilezza non ti manca mai. - disse sarcastico il Rappresentante della Creazione.
- Attento a come parli: ti ricordo che anche noi sappiamo della tua situazione e di quella di tua sorella, quindi vedi di moderare il tono. - aggiunse la figura misteriosa.
- Non parlate come se non ci fossi. - replicò offesa la Rappresentante della Distruzione.
- Calmatevi. - disse la ragazza avvolta nel mantello blu per evitare che cominciasse una discussione inutile.
- Nile, Annalisa, non dovreste parlarci in quel modo. Dimenticate che noi siamo sempre informate su tutto quello che accade nel Mondo degli Umani e nei due Regni, come lo era Diana. - ricordò loro, per poi rivolgersi alla compagna:
- E tu, per una volta potresti evitare di comportarti così? -
- Tsk. Fa come ti pare. - rispose l’altra figura incappucciata.
- Ancora mi chiedo come facciate a sapere sempre tutto. - ammise Annalisa, ma il gemello la interruppe, rivolgendosi nuovamente alle due ragazze incappucciate:
- Se siete sempre al corrente di tutto, immagino che sappiate anche cos’è successo qui. - constatò Nile.
La figura avvolta nel mantello blu lo ignorò, e si rivolse ai quattro Guardiani:
- è meglio che torniate ai vostri Giardini per curarvi e rimanete là. Dovrete essere pronti. Ricordate: quando il corvo rivolgerà lo sguardo a ciò che proteggete e voli verso di voi, toccherò a voi difendere ciò che cerca prima che porti dolore e sofferenza. - Hiroto ed Hera si limitarono ad annuire, per poi teletrasportarsi nel Regno della Vita insieme ai loro compagni.
- Per quel che vi riguarda, miei cari gemelli Le Loire, dovete impedire che l’oscurità che vi ha accompagnati sin dalla vostra infanzia vi raggiunga anche dove vi trovate ora. Dovete ritrovare la vostra luce e seguirla. - s’intromise la ragazza avvolta nel mantello rosso.
Prima che i due Rappresentanti potessero ribattere, le due figure incappucciate sparirono e l’acqua della pozzanghera che avevano usato per chiamarle tornò normale:
- Secondo te a cosa si riferivano quelle due? - chiese Nile alla sorella.
- Lo vieni a chiedere a me? Sei tu quello che ha sempre una risposta per tutto! E poi io non mi ricordo proprio niente della nostra infanzia! - replicò Annalisa.
- Nemmeno io: è come se la nostra vita, prima di diventare Rappresentanti della Creazione e della Distruzione, sia scomparsa per sempre e tutto è ricominciato qui. -
Solo una cosa era chiara: tutti erano molto lontani dalla verità dei fatti.
 
 
Angolo di Emy
Direi che le domande non mancano proprio, non credete? Anche se soltanto di striscio, sono comparse le due OC che interpreteranno il ruolo delle loro. Verrà svelata la loro identità nel prossimo capitolo e dovrebbero ricomparire anche i nostri inazumaniani.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 19
*** Due nuove partenze. Mete: Regno della Vita e Limbo ***


 Di mattina… nel Regno della Vita… nella zona ad est dell’Isola della Vita…
 
- Perché mi hai fatto venire qui Tenma? - gli chiese Tsurugi: era mattina e si trovavano entrambi sulla cima del Monte dell’Alba.
- Ichinose e Aki hanno chiamato noi Comandanti: dobbiamo partire e potremmo stare via per qualche giorno. Vorrei che sorvegliassi tu questa zona dell’Isola e i suoi abitanti. - gli rispose il castano.
- E dove andrete di preciso? -
- Credono che dietro all’amnesia che abbiamo avuto tutti qualche tempo fa, quando ci siamo risvegliati nella zona a nord senza sapere perché ci trovavamo lì, ci sia qualcosa dietro. Vogliono rivolgersi a qualcuno che potrebbe sapere se i loro sospetti siano fondati. -
- E perché ti sei rivolto proprio a me? Ah no, aspetta: te l’hanno ordinato Ichinose e Aki. -
- Non è vero! - cercò di contraddirlo Tenma, per poi aggiungere:
- Loro non me l’hanno ordinato! Mi sono rivolto a te perché so che farai il possibile per proteggere gli Angeli di questa zona dell’Isola della Vita! Pensaci, hai fatto lo stesso anche quando il Regno era ancora diviso. -
- E tu ti fidi di uno che era un Diavolo? - gli ricordò il blu.
Prima che l’altro potesse replicare, un portale argentato comparve dietro il Comandante, il quale sparì al suo interno; poco prima che accadesse, Matsukaze riuscì a rispondere all’altro:
- Ti ho scelto perché so di potermi fidare. -
 
 
Intanto… sulla Terra… alla base segreta della God Eden… nella sala principale…
 
Lì era quasi mezzogiorno, ma gli Angeli della Notte non si riposavano un secondo: erano riuniti nella sala principale, o almeno sette di loro erano presenti perché Maria e i fratelli Light erano impegnati con le ricerche dell’Erede della Morte.
- Ho una missione da affidarvi. Grazie a Mirai, ho saputo che i Comandanti delle Guardie dell’Isola della Vita e i due Neutrali lasceranno per un breve periodo il Regno della Vita. - dopo qualche secondo di silenzio, Ayla riprese a parlare:
- Dovrete prendere questi bulbi e piantarli in un punto preciso che sarà indicato sulle mappe che vi darò. Tuttavia, ci vorrà un bel po’ perché crescano e dovrete rimanere per un po’ nel Regno della Vita per fare in modo che non si verifichino inconvenienti… - prima che potesse continuare, Kaen la interruppe:
- L’ultima volta che siamo finiti là, anche se non so come, siamo svenuti e siamo rimasti addormentati per due giorni. -
- C’è un modo per evitarlo? - chiese Chikyu al capo degli Angeli della Notte.
- Conosco qual è il modo per evitare quell’inconveniente… come sono a conoscenza del fatto che ognuno di voi possiede un’arma con un simbolo degli Angeli della Notte. -
Dopo quell’affermazione, i sei erano rimasti sorpresi:
- Come ha fatto a… - ci pensò la Moon a completare la frase di Yami:
- Io so tutto. Credevo che ormai fosse chiaro, tuttavia ho deciso di lasciarvele usare. -
- E perché? Dopo quella volta, credevamo che le avresti distrutte o qualcosa del genere. - ammise Mizu.
- Mi voglio fidare: dall’ultima volta siete diventati molto più forti, e se quelle armi hanno qualche potere strano, confido che riusciate a controllarli senza troppi problemi. -
- Avrei una domanda: cosa facciamo se gli Angeli tornassero mentre noi ci troviamo ancora nel Regno della Vita? - le chiese Sora.
- Il vostro compito è piantare i bulbi e assicurarvi che non vi scoprano. Se dovessero cogliervi in flagrante… fate solo in modo che la storia sul potere di quei bulbi non si diffonda; riguardo ai metodi da utilizzare vi lascio campo libero. Ora andate. - dopo quella spiegazione, Ayla diede a ciascuno degli Angeli della Notte presenti un bulbo e una mappa dell’Isola della Vita, e materializzò un portale color verde acqua.
Prima che se ne andassero, Yuki rivolse un’ultima domanda al loro capo:
- Che stanno facendo gli altri di preciso? -
- Sono impegnati con le ricerche dell’Erede della Morte: l’Occhio dei Regni ci ha segnalato la sua presenza. Dobbiamo portarla dalla nostra parte, e se non vorrà… beh, vi dico solo che ho i miei metodi. - dopo quelle ultime frasi, i sei Angeli attraversarono il portale e sparirono nel nulla.
 
 
Nel frattempo… in una zona nascosta del Regno di Mezzo…
 
Nel Lago degli Spiriti, oltre al passaggio per arrivare sulla Terra, nascondeva anche l’accesso ad un altro luogo: questo posto era il Limbo. Lì i poteri degli Angeli e dei Diavoli erano resi vani dalla nebbia, sia rossa sia azzurra, creata da loro; anche volare era impossibile, ma erano stati creati dei sentieri di pietra che fluttuavano in aria per spostarsi da una zona all’altra.
Nel cuore del limbo, in una zona in cui i sentieri di pietra s’incontravano, si trovava una piazza in cui si ergeva una torre: era simile alla Torre del Cielo, ma era azzurra con i pilastri rossi a sorreggerla. Inoltre, era avvolta sia da un’aura rossastra sia da una blu: erano le emanazioni dell’energia di color che sapevano tutto di ciò che accadeva sulla Terra e nei due Regni. Loro erano le Indovine Dimenticate.
- Non credevo che qualcuno avrebbe deciso di farci visita. - disse la ragazza avvolta nel mantello rosso, la quale osservava da uno schermo di cristallo rossastro e blu le persone che si erano introdotte nel Limbo: i due Traditori dei Regni, i Signori del Regno di Mezzo e anche i Giudici delle Anime. In un’altra zona invece si trovavano i due Neutrali, i quattro Comandanti delle Guardie e altri due Angeli.
- Potresti anche toglierti il mantello no? Gli unici che sanno come chiamarci sono i due gemelli, e non credo che si metteranno nuovamente in contatto con noi per un po’. - le disse la figura avvolta nel mantello blu.
- Quanto sei noiosa, ma allora perché lo tieni anche tu? - ribatté l’altra.
La compagna si tolse il mantello blu, rivelando il suo vero aspetto: era una diciannovenne alta e dal fisico slanciato, aveva capelli di un azzurro tendente al blu legati in una mezzacoda, mentre gli occhi erano castani con qualche punta di verde. Indossava una maglietta a maniche lunghe azzurra, una giacca verde, una gonna bianca e calze nere e stivali dello stesso colore della gonna, e soprattutto due ali bianche da Angelo erano presenti sulla schiena.
- Confesso che mi ero quasi dimenticata del tuo vero aspetto, mia cara Yui. - ammise l’altra figura, per poi levarsi il mantello rosso: era una ventenne alta e magra dai lunghi capelli castani, con qualche riflesso biondo, legati in una coda alta, mentre gli occhi erano color rosso fuoco con alcuni riflessi neri. Indossava pantaloncini corti di jeans, una maglia bianca e un gilet nero, e lasciavano visibile una voglia sul collo e alcune cicatrici, mentre due ali da Diavolo spuntavano ben evidenti sulla schiena.
- Sei contenta ora? - le domandò la castana.
- Certo che sì mia cara Touko. Senti, non possiamo uscire un po’ da questa torre? Sai che non mi piacciono i luoghi chiusi e bui, e poi mi ricorda molto anche… - Touko completò la frase dell’azzurra:
- Ti ricorda la torre di Diana, in altre parole la persona che ti ha salvata. - poco dopo, la castana le propose:
- Ah, giusto perché tu lo sappia, stanno arrivando i nostri ospiti. Che ne dici di preparare loro una degna accoglienza? -
- Mmm… perché no, ma è meglio uscire da qui: non ci tengo a vedere il nostro rifugio distrutto. - le rispose Yui, per poi rimettersi il mantello e dirigersi fuori da quella stanza situata al pianoterra della torre; Touko fece lo stesso e raggiunse la compagna.
- Credo proprio che mi divertirò. - si disse la castana prima di uscire dalla sala.
 
 
Angolo di Emy
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ma non è stato molto facile da scrivere…
Le nuove OC comparse sono Touko Mayor di Summer 38 e Yui Kazemaru di Debby_chan. Se state leggendo, vi ringrazio per avermele inviate.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci e abbracci
Emy

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Capitolo 20
*** Tra il Limbo e il Regno della Vita: scoperte e scontri (Parte 1) ***


 Nel Limbo… fuori dalla Torre del Nulla…
 
- Non so che cos’hai in mente Touko, ma se vuoi “toglierli di mezzo” con il trattamento che riservi agli intrusi, io non ti aiuterò. - precisò Yui.
- Volevi aiutarmi ad accoglierli, ma non vuoi che faccia loro del male? Mi spiace, ma sai bene che faccio quello che mi pare, e poi conosco i tuoi gusti: non ho intenzione di annoiarmi. - ribatté l’altra, per poi aggiungere:
- Facciamo così: io mi occupo delle nostre piccole Guardie Angeliche, e tu degli altri, e ognuna farà come vuole. -
- Va bene, ma ti ricordo un particolare: il nostro obiettivo è trovare un modo per andarcene da qui e qualsiasi aiuto può essere valido. Se loro possono darci una mano per lasciare il Limbo, e tu li elimini, potremmo rimanere bloccate qui entrambe. -
- Tranquilla. Vedrò di andarci piano. - mentì la castana, per poi incamminarsi nella strada a nord della piazza in cui si trovava la torre, quella dove aveva visto gli Angeli dallo schermo di cristallo, mentre Yui prese quella che andava nella direzione opposta.
 
 
In un luogo imprecisato del Limbo… dove si trovavano le Guardie…
 
- Non si vede niente! Perché doveva esserci la nebbia? - si lamentò Taiyou.
- Per una volta, puoi evitare di lamentarti e continuare a camminare? - lo riprese Makoto.
- Ragazzi, non litigate. Non è il momento. - s’intromise Tenma.
- Tenma ha ragione, e poi dobbiamo stare attenti a dove mettiamo i piedi: il fatto che questi sentieri di pietra siano sospesi in aria non mi fa ben sperare. - aggiunse Shuu.
- Quei quattro fanno sempre così? - domandò Shindou a Kirino.
- Quasi sempre, ma non ti preoccupare: presto ci farai l’abitudine. - gli rispose l’altro.
- Mi spieghi perché li abbiamo portati con noi? Potevamo andare da soli a cercare i due Oracoli. - sussurrò Ichinose ad Aki.
- Sì, anche perché ho rilevato altre presenze con poteri magici oltre a noi e alle due Indovine. E siccome i nostri poteri non sono molto efficaci qui, più siamo meglio è, giusto? -
- Forse non hai tutti i torti, ma continuo a pensare che avremmo dovuto… - non riuscì a terminare la frase che venne sbalzato all’indietro da un’esplosione insieme alla Kino e agli altri Angeli che si trovavano non molto lontani da loro, tuttavia nessuno riuscì a capire cosa avesse causato il boato: a parte loro, non c’era nessuno lì.
- Secondo voi chi è stato? - domandò Amemiya cercando di rialzarsi.
- Per una volta, non so che rispondere. - ammise Kurosaki.
- Ragazzi, non ricominciate con una delle solite discussioni: non è il momento adatto. - ripeté Matsukaze, mentre Shuu lo stava aiutando a rialzarsi.
- Ci avevate detto che nel Limbo non c’è nessuno a parte gli Oracoli. - disse il corvino ai due Neutrali.
- è quello che credevamo anche noi. - gli rispose Kazuya.
- Ci avete detto che c’è un incantesimo che impedisce loro di lasciare il luogo del Limbo in cui sono rinchiuse, ma allora chi ci ha attaccato? - gli chiese Ranmaru, ma a rispondere ci pensò Aki:
- Non sono state loro perché il luogo in cui sono rinchiuse blocca i loro poteri, ma quando siamo arrivati qui, ho percepito la presenza di altri esseri con poteri magici. Deve trattarsi di loro. -
- Ragazzi, Ichinose, Aki, venite presto! - li chiamò Takuto.
I chiamati in causa lo raggiunsero, ma la nebbia stava continuando ad aumentare e aveva assunto un’insolita colorazione rossastra:
- Vi do il benvenuto nel Limbo, ma vi avviso: non uscirete vivi da qui. È meglio che diate un ultimo saluto a questo luogo, perché tra poco sparirete per sempre. - li minacciò una voce femminile.
- Noi vogliamo parlare con le Indovine. - disse Ichinose.
Ad un certo punto, dalla nebbia comparve una figura femminile: aveva gli occhi color cenere, i capelli color castano chiaro e la carnagione chiara; indossava un’armatura rosso fuoco, dei guanti d’acciaio e una spada d’argento con l’elsa nera legata con una cintura alla vita, e aveva due ali da Diavolo dello stesso colore degli occhi sulla schiena.
- Se volete raggiungerle, dovete prima superare questo keshin: si chiama Spadaccina Guardiana degli Inferi, ma dubito che ce la farete. A mai più. - li schernì la voce, mentre l’avatar cercò di colpire gli Angeli e i Neutrali con un fendente della spada.
- Oh no! Perché è dovuto comparire un altro di quei keshin? - si lamentò Kirino.
- Che cos’è quello? - gli chiese Tenma, mentre cercava di schivare un altro colpo dell’avatar.
- Anche i Gemelli della Creazione e della Distruzione li possedevano; sono delle emanazioni che acquisiscono una forma precisa quando qualcuno riesce a padroneggiare la sua forza interiore. Ho provato ad affrontare quello della Rappresentante della Distruzione, ma non sono riuscito nemmeno a colpirlo. - spiegò il rosa.
- E non ci riuscirete mai! Voi siete soltanto come le piante che un tempo erano presenti sulle rive del Fiume degli Spettri: basterà poco per spazzarvi via, e in questo caso, la mia Spadaccina si sbarazzerà di voi con un fendente della sua spada. Colpiscili con la Lama degli Inferi! - ordinò la voce al keshin, mentre quest’ultimo era avvolto da un’aura rosso fuoco che si stava riversando nella spada. Pochi secondi dopo, l’avatar scagliò un altro fendente contro gli Angeli, ma stavolta una scia di fuoco partita dalla spada li investì in pieno; subito dopo, il keshin scomparve nella nebbia, ma i suoi avversari erano già privi di sensi.
- L’ultima volta qualcuno mi aveva aiutato, ma stavolta non sono riuscito a fare niente. Non riusciremo mai a battere questi keshin. - quelle furono le ultime parole di Ranmaru priva di perdere i sensi.
Poco dopo, Touko comparve dalla foschia e osservò con un ghigno ciò che aveva fatto: gli Angeli e i Neutrali erano svenuti, ma non erano caduti nel Vuoto che si trovava sotto di loro; inoltre, la Lama degli Inferi aveva distrutto una buona parte del sentiero di pietra.
- Normalmente vi avrei fatti cadere nel Vuoto del Limbo, ma dovete aiutarci ad andarcene quindi vi ho risparmiati. - disse la castana, poi spostò lo sguardo su Ichinose:
- Non ti credevo così ingenuo: tu e la tua compagna credevate che io e Yui fossimo bloccate alla torre, ma le catene che ci tenevano imprigionate sono state spezzate tempo fa, quando lei ha portato i gemelli Le Loire nel Regno di Mezzo. - dopo quella frase, la ragazza schioccò le dita, teletrasportando sé stessa, gli Angeli e i due Neutrali alla Torre del Nulla.
 
 
Nel frattempo… nella zona ad est dell’Isola della Vita… in cima al Monte dell’Alba…
 
- Qualunque cosa abbia fatto il capo, ha funzionato: non mi è tornato quell’emicrania da quando sono arrivata. - disse Yuki felice, mentre stava cercando un punto adatto per piantare il bulbo. Ad un certo punto, sparò un raggio congelante nella roccia, sbriciolandola; buttò il bulbo nella buca, per poi colpirlo con i suoi poteri, formando uno spesso strato di ghiaccio.
- Da quel poco che ero riuscita a scoprire su questi bulbi, è che riescono a resistere a qualsiasi temperatura e assorbe i poteri di qualsiasi fonte magica vicino a sé: l’energia di quel ghiaccio che ho creato gli dovrebbe bastare per un po’.
A me interessa solo sbarazzarmi di quello, ma gli altri non devono andarci di mezzo; ora è meglio che torni al rifugio che ho creato nella boscaglia prima che qualcuno mi scopra quassù. Spero che anche gli altri siano riusciti a piantare i loro bulbi senza problemi, ma poiché i Comandanti non ci sono, non dovrebbero essersi verificati inconvenienti. - pensò, per poi incamminarsi verso la base del monte.
 
 
Angolo di Emy
Credo che vi siate fatti un’idea di cosa sono capaci le due Indovine, altrimenti conosciute come Oracoli dai nostri Angeli; nel prossimo capitolo vedremo come se la caverà Yui, ma che ne pensate dei poteri di Touko?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 21
*** Tra il Limbo e il Regno della Vita: scoperte e scontri (Parte 2) ***


 In un’altra zona del Limbo…
 
Endou, Kazemaru, Demonio e Fideo, guidati da Alan e Amelia, si erano avventurati nel Limbo, ma non sapevano che avrebbero avuto dei problemi in quel luogo:
- Mi spiegate come fate a orientarvi in questo posto? - chiese Demonio ai due Giudici delle Anime.
- Semplicemente non è la prima volta che veniamo qui. - gli rispose la bionda con un sorriso.
- E poi c’è soltanto un sentiero di pietra da seguire, quindi non abbiamo molta scelta. - aggiunse l’argenteo.
- Ufff… mi chiedo come fate ad essere sempre così tranquilli. - disse seccato il ragazzo con i capelli rasta.
- Sono sempre stati così, non dovresti arrabbiarti. - replicò Fideo calmo.
- A che punto siamo? - s’intromise Mamoru.
- La Torre del Nulla non dovrebbe essere molto lontana. - lo informò Alan.
Poco dopo quella frase, una voce femminile li interruppe:
- Che cosa ci fate qui? -
- Chi sei? Fatti vedere! - esclamò Endou.
- Vi piacerebbe… Comunque, ho sentito che siete tornati qui per impedirci di andarcene, ma quelli che non riusciranno ad andarsene da qui sarete voi. Permettete di darvi un benvenuto appropriato. - aggiunse la voce, mentre nell’aria cominciava a diffondersi una melodia eseguita al pianoforte:
- E ora che cosa succede? - chiese il turchese.
- State per conoscere la vostra avversaria. - rispose la voce; pochi secondi dopo, dalla nebbia comparve una figura femminile: aveva i capelli rossi e lisci lunghi fino a metà schiena, la carnagione chiara e gli occhi color verde acquamarina, e indossava un lungo abito azzurrino, ma il busto e le spalle erano protetti da un’armatura d’argento. A completare il tutto, c’erano delle scarpe da ballerina nere e diversi bracciali d’argento; pochi istanti dopo, dalla foschia si accumulò in un punto preciso vicino alla donna e si materializzarono un pianoforte e uno sgabello.
- Vi presento il mio keshin: si chiama Pianista Guardiana del Paradiso.
Vi auguro buona fortuna per la lotta, ma mi spiace che per voi sarà una cosa breve. - quelle furono le ultime parole della voce, perché l’avatar si sedette sullo sgabello e cominciò a suonare il pianoforte.
- Quella voce e quel keshin dovrebbero fermarci con una melodia? Se lo sognano. Andiamocene. - disse Demonio, per poi ricominciare ad incamminarsi, o almeno ci provò:
- Che ti succede? Perché ti sei fermato di nuovo? - gli domandò Ardena.
- Non te ne stavi andando? - gli chiese Mamoru.
- Infatti, ma è come se fossi immobilizzato. - rispose il ragazzo con i capelli rasta.
- Credevate che fosse così semplice: ora che la melodia è cominciata, non ve ne andrete tanto facilmente. Inutile dire che dovrete combattere e vincere per continuare il vostro cammino, ma non credo che accadrà. - spiegò la voce.
- E va bene, se non abbiamo altra scelta… - Ichirouta non completò la frase perché cominciò a correre come il vento in direzione dell’avatar, e quando fu abbastanza vicino, fece comparire la sua spada e avvolgerla di un’aura turchese:
- Scommetto che questo non te lo aspettavi voce misteriosa. - disse Kazemaru, preparandosi a colpire la Pianista con un fendente, ma il keshin continuò a suonare: la melodia stavolta generò uno scudo che difese l’avatar e respinse il ragazzo, facendolo cadere vicino ai compagni.
- I gemelli, oltre ad avervi ridato i poteri, vi avranno anche dato la capacità di colpire i nostri avatar come se fossero degli avversari come tanti e non degli spiriti, ma non pensate che io ve lo lasci fare. - dichiarò la voce, ma qualcuno non era d’accordo:
- Così credi di essere l’unica a possedere un keshin? - si trattava di Alan; i due Signori del Regno di Mezzo e i due Traditori si voltarono nella direzione dalla quale proveniva la voce del Giudice delle Anime, ma si stupirono di ciò che videro: vicino ad Amelia si trovava una pantera dal pelo nero e gli occhi di un insolito colore viola, e gli arti erano protetti da un’armatura dorata in cui erano incastonate alcune pietre di ametista; inoltre, la bestia era circondata da un’aura violacea.
Accanto al ragazzo dai capelli argentati, invece, c’era un’aquila enorme dagli insoliti occhi verdi e avvolta da un’aura dello stesso colore: sulle ali e la testa era presente un’armatura argentata dove erano incastonati degli smeraldi.
- Non ci avevate detto che anche voi avevate degli avatar! - esclamò Fideo.
- Non siamo obbligati a dirvi tutto. - li liquidò la bionda, per poi rivolgersi alla sua pantera:
- Pantera Messaggera del Nulla, colpisci quello scudo! - ordinò, e dalle pietre incastonate nell’armatura e dagli occhi della pantera partirono dei raggi violacei in direzione della barriera creata dalla Pianista.
Amelia rivolse uno sguardo complice ad Alan, che annuì e ordinò al suo avatar:
- Aquila Messaggera del Nulla, devi distruggere la barriera! - dagli smeraldi e dagli occhi del rapace si generarono dei fasci luminosi verdi che si scagliarono contro il keshin nemico.
La situazione rimase la stessa per diversi minuti: la Pianista continuava a suonare come se niente fosse, gli avatar dei Giudici delle Anime colpivano ripetutamente la barriera con i loro raggi di luce, e gli altri presenti assistevano alla scena; tuttavia, le cose non erano destinate a durare ancora:
- Ufff… comincio a stancarmi… - s’intromise nuovamente la voce misteriosa, per poi aggiungere:
- è ora che mi dia da fare. Mia keshin, colpiscili con le Catene del Paradiso! - ordinò la voce femminile, mentre la melodia suonata dall’avatar cambiò: prima era basata su toni acuti, ma il suono stava diventando sempre più basso e il sentiero di pietra sotto gli intrusi cominciò ad illuminarsi:
- Che sta succedendo? - disse Endou.
La risposta non si fece attendere: delle catene circondate d’energia azzurra comparvero dal terreno e avvolsero i corpi dei Giudici, dei Signori del Regno di Mezzo e dei due Traditori; poco dopo, una scarica elettrica partita dalle catene colpì gli intrusi e dopo qualche minuto, questi caddero a terra e gli avatar di Alan e Amelia scomparvero.
Appena si fosse accertata che tutti avessero perso i sensi, Yui comparve dalla nebbia e fece sparire la sua keshin:
- Non credevo che la biondina e il ragazzo dai capelli argentati avessero degli avatar, ma ho vinto ugualmente. È meglio che li teletrasporti alla Torre del Nulla: a Touko non piace aspettare troppo. - pensò l’azzurra, per poi schioccare le dita e sparire insieme agli intrusi.
 
 
Intanto… nel bosco della zona ad est del Regno della Vita…
 
In mezzo alla boscaglia, Yuki aveva creato una casa identica a quelle che si trovavano in quella zona dell’Isola della Vita: aveva le pareti di pietra e il tetto di legno, e all’interno c’erano un letto, una scrivania e un armadio.
La ragazza si sedette sul letto e materializzò cinque schermi di cristallo blu notte su cui comparvero le immagini dei suoi compagni:
- Allora, come è andata? Avete avuto problemi? - chiese la ragazza dai capelli blu.
- Non ti preoccupare Yuki-chan! È andato tutto bene! - gli rispose Sora.
- Non ci sono stati problemi, anche perché le Guardie Angeliche sembrano essersi dileguate. - la informò Mizu.
- Dove possono essere andate allora? Credete che sappiano già di noi? - domandò preoccupato Chikyu.
- Ti preoccupi sempre troppo! Sai bene che non riusciranno mai a scoprirci! -gli rispose Kaen allegro.
- Sul fatto che non accadrà mai, ho i miei dubbi… comunque, sono d’accordo su una cosa: non sapranno ciò che stiamo facendo così presto. Il capo non è certo un’incompetente: sono certo che sa quello che fa. - disse Yami.
- Per ora, dobbiamo limitarci a fare ciò che ci è stato ordinato: se verranno a conoscenza del nostro piano, li sistemeremo come si meritano. - spiegò Yuki, per poi guardare dalla finestra: era già notte, il tempo in quel Regno scorreva molto più velocemente rispetto alla Terra.
- Si sta facendo notte. Domani penseremo al resto. Buonanotte. - li salutò la blu, per poi stendersi sul letto e chiudere gli occhi.
 
 
Angolo di Emy
Se avessi descritto uno scontro-lampo anche per Yui e gli altri intrusi nel Limbo, la cosa sarebbe stata noiosa: spero che la scena della lotta sia stata interessante.
Beh, nei prossimi capitoli vedremo nuovamente cosa stanno facendo Ayla e gli altri Angeli della Notte.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 22
*** Missione in uno dei Cuori del Nulla ***


In una zona nascosta alla God Eden…
 
Nella stessa grotta dietro la cascata in cui Kaen aveva trovato le armi con i simboli degli Angeli della Notte, ma situato più in profondità, si trovava anche un portale che conduceva ad un luogo collocato tra il Regno di Mezzo e quello della Vita: era la Biblioteca del Nulla. Si trattava in realtà di un’unica sala di un’altezza indefinibile, aveva le pareti di marmo ed era sostenuta da quattro pilastri disposti agli angoli della stanza; inoltre, su mensole scavate nel marmo o su scaffali di legno di ciliegio, si trovavano libri con informazioni riguardanti la storia dei Regni della Vita e della Morte, ma anche diversi incantesimi da utilizzare e poteri che Angeli e Diavoli potevano apprendere. I libri che si trovavano sulle mensole più in alto si potevano raggiungere usando delle scale di legno di noce disposte qua e là vicino agli scaffali.
In alcuni spazi vi erano alcuni tavoli e sedie di legno d’abete.
Inutile dire che si sarebbe trattato di un luogo tranquillo e silenzioso, se non fosse stato per un minuscolo e insignificante dettaglio…
- Ahia! Perché certe cose capitano soltanto a me? - si lamentò una voce maschile: si trattava di Marco, il quale aveva cercato di usare i poteri per volare e prendere un libro che si trovava su una mensola di uno degli scaffali più alti. Inutile dire com’era finita: quando stava per riuscirci, era tornato umano, ed era caduto a terra. Inoltre, alcuni libri che si trovavano sulle mensole dello scaffale vicino al quale era atterrato gli erano caduti in testa.
- Certo che non riesci proprio a non cacciarti nei guai, eh? - lo riprese il fratello, mentre lo aiutava a rialzarsi.
- Non è colpa mia! Non so perché, ma all’improvviso sono tornato… ehi! Perché sei diventato umano anche tu? - gli chiese il biondo: Isuke non aveva più le ali e non indossava più l’armatura degli Angeli della Notte, ma una camicia viola e dei jeans blu.
- Se è per questo anche tu sei tornato umano. - gli ricordò l’altro; Marco si diede una rapida occhiata e notò che, come suo fratello, non aveva più l’armatura e le ali, ma indossava dei jeans neri e una camicia verde.
- Comunque, siamo tornati umani a causa di un incantesimo che è stato esercitato sui due Cuori del Nulla. - lo informò Isuke.
- E immagino che uno di questi Cuori del Nulla sarebbe questa biblioteca. - constatò Marco.
- Esattamente, ma l’incantesimo ha effetti diversi sui due luoghi in cui è stato usato: in questa biblioteca blocca completamente i poteri degli Angeli e dei Diavoli e li ritrasforma in umani fino a quando rimangono qui. Per quel che riguarda gli animali magici, li trasforma nell’aspetto che avevano prima di acquisire poteri speciali. Nel Limbo invece, i poteri magici sono solo limitati, ma c’è uno svantaggio a rimanere in quel luogo: il tempo si blocca quasi completamente e lo spazio non è molto stabile, come lo dimostrano il Vuoto e le nebbie magiche che avvolgono il luogo e che possono creare o far scomparire i sentieri di pietra che fluttuano nell’aria. Qui invece, il tempo scorre come sulla Terra e lo spazio è stabile. - gli spiegò il fratello.
- Wow… Certo che ti sei informato prima che il capo ci spedisse qui. -
- Che dire... non mi piace farmi cogliere impreparato su qualcosa. - rispose semplicemente l’altro, prima che qualcuno li interrompesse:
- Non credevo che fossi così informato. - disse Maria, o meglio, la sua voce proveniente dal portachiavi nero di Isuke.
- Sì, ma potrei sapere dove sei finita? È da ore che ci troviamo qui e sulla Terra ormai è sera. Ayla sarà preoccupata per noi. - le disse il castano attraverso il portachiavi che fungeva anche da walkie talkie.
- A svolgere una missione speciale. Voi sbrigatevi a trovare i libri che ci ha chiesto e poi aspettatemi all’entrata della biblioteca. - rispose secca Mika.
- In questi tempi è strana… Non so perché, ma mi sembra che sia cambiata… - ammise Isuke, dopo che si fosse accertato che la Obscurity non li stesse più ascoltando.
Suo fratello, il quale stava raccogliendo alcuni libri che aveva fatto cadere e li stava rimettendo a posto sulle mensole più in basso, aveva comunque ascoltato la breve conversazione e si affrettò a rispondere:
- Non ti preoccupare: sai che le piace fare la misteriosa. - cercò di rassicurarlo Marco, per poi aggiungere:
- Comunque, possiamo sbrigarci a trovare quei dannati libri e ad andarcene da questo posto noioso? - gli propose, per poi sistemare gli ultimi libri che erano finiti per terra.
- Va bene. Se non mi ricordo male, i titoli erano “Storia del Regno della Morte” e “Fauna e flora del Regno della Vita”. - disse Isuke, per poi tornare allo scaffale che stava controllando prima che alcuni libri cadessero in testa a suo fratello.
 
 
Nel frattempo… nella sezione proibita della biblioteca…
 
Dietro ad una delle pareti, c’era un passaggio segreto dalle pareti di marmo, intervallate da pilastri con alcuni bracieri che fornivano un po’ di luce e ogni tanto era possibile vedere alcuni quadri raffiguranti le battaglie tra Angeli e Diavoli, oppure diversi luoghi situati nei due Regni, come il Fiume degli Spettri.
Quel corridoio permetteva di accedere ad una piccola stanza in cui si trovava l’obiettivo di Maria:
“Vieni mia serva, vieni da me.”
- Non è possibile… ora quella dannata voce non mi perseguita solo nei sogni, ma anche quando sono sveglia! Quando smetterà di perseguitarmi? E poi a chi appartiene? Una cosa è certa: devo trovare un modo perché non mi tormenti più. Magari Ayla saprà consigliarmi un rimedio adatto. - pensò Mika, mentre continuava a camminare.
Il rumore dei suoi passi e quelli della sua cagnolina Nives erano gli unici suoni presenti, ma dovevano trovarsi lì da parecchio tempo considerando che lei e i fratelli Light erano arrivati nella biblioteca di primo pomeriggio, il fatto che ci aveva messo parecchio per trovare il passaggio segreto e anche che era calata la sera, almeno da quello che le aveva detto Isuke:
- Finalmente questo scenario monotono cambia! C’è una luce in fondo al corridoio! - esclamò felice la Obscurity, per poi rivolgersi alla cagnolina:
- Sbrighiamoci Nives! - esclamò Maria, per poi cominciare a correre seguita a ruota da Nives.
Le due corsero fino a quando non si trovarono vicine alla luce, ma quando arrivarono alla fine, si ritrovarono in una piccola stanza quadrata dalle pareti marmoree, al centro del quale si trovava un enorme libro dalla copertina di pelle e avvolto da un’aura bianca e nera che fluttuava:
- Se questo libro si trovava qui, il suo contenuto deve essere prezioso. Non credi? - chiese Mika alla cagnolina, la quale fece un leggero cenno col capo; ad un certo punto, la Obscurity si avvicinò al libro per prenderlo, ma poco prima di sfiorarlo, l’aura che lo circondava creò una scarica elettrica che colpì la ragazza sbattendola contro il muro.
- Ahia… Me lo dovevo immaginare: se ha una qualche importanza, sarà stato creato un sistema di protezione. Se non posso usare i miei poteri, non vedo come potrò… - prima che potesse terminare la frase, una fitta di dolore le attraversò la mente: erano delle immagini dei diversi sovrani dei due Regni, sotto le quali si trovavano delle scritte in alfabeto runico, e sembravano trovarsi su delle pagine ingiallite e rovinate in alcuni punti.
Poco dopo, il dolore alla testa sparì e Maria cercò di rialzarsi; appena accadde, Nives le corse subito incontro e le saltò tra le braccia:
- Stai tranquilla Nives. Sto bene… - disse la ragazza alla cagnolina cercando di rassicurarla, per poi farla tornare a terra.
- Ora è meglio se andiamo: Marco e Isuke ci staranno aspettando. - aggiunse Mika, per poi incamminarsi fuori dalla stanza seguita da Nives.
 
 
Qualche minuto dopo… all’ingresso della biblioteca…
 
- Era ora che arrivassi Maria! - le rinfacciò Marco, il quale si trovava davanti al varco magico che fungeva da uscita della biblioteca
- Scusatemi. - disse soltanto la Obscurity, per poi notare alcuni libri in mano al fratello del biondo:
- Vedo che vi è andata piuttosto bene. Sono quelli i libri che cercavamo? -
- Sì, ma ne ho preso qualcuno in più da leggere nel tempo libero. - la informò Isuke con un sorriso sul volto, per poi rivolgersi alla bibliotecaria:
- Grazie ancora signorina Otonashi. - la diretta interessata era una donna sulla ventina dai capelli blu mossi e gli occhi grigi; gli occhiali dalla montatura rossa che doveva indossare erano abbandonati sul bancone vicino al quale era seduta. Portava una tunica bianca come quella degli Angeli, ma non aveva le ali tipiche di questi ultimi.
- Non ringraziatemi. È stato un piacere. - rispose la blu con un sorriso, mentre guardava i tre sparire nel portale.
Poco dopo che se ne fossero andati, nella mente della donna comparve un’immagine: il libro su cui si trovavano le foto e le informazioni sulle Divinità dei Regni continuava ad emettere scariche elettriche in ogni direzione, e la copertina era bruciata in diversi punti.
- Deve essere successo qualcosa al Libro Sacro! Non c’è tempo da perdere! - dopo quella frase, prese un libro dalla copertina viola che si trovava sul bancone. Appena lo aprì, una luce sprigionatasi dalle pagine la avvolse; pochi secondi dopo, il silenzio assoluto regnava nella biblioteca, se si escludeva il rumore del libro usato dalla Otonashi che cadeva sul pavimento.
 
 
Angolo di Emy
Scusate se mi sono fatta attendere, ma la scuola non mi lascia proprio respirare…
Comunque, spero di aver fatto un buon lavoro per questo capitolo, perché l’ho dovuto riguardare diverse volte prima di postarlo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 23
*** Nuovi segreti (Parte 1): Le Divinità Supreme e le Indovine Dimenticate ***


In un luogo indefinito del Regno della Vita…
 
Haruna aveva raggiunto un luogo inaccessibile nel Regno della Vita persino utilizzando i portali magici, ma le cose stavano così perché in quel posto si trovava un Angelo dai poteri superiori persino a quelli delle precedenti Divinità della Vita e della Morte e degli stessi gemelli Le Loire.
La Otonashi stava camminando in mezzo alla nebbia da un po’ di tempo, ma non sapeva dire quanto fosse di preciso perché nei due Regni il tempo scorreva più velocemente rispetto alla Terra e a quello della dimensione in cui si trovava la Biblioteca del Nulla; sta di fatto che, ad un certo punto, si ritrovò davanti ad una piccola chiesa barocca:
- Ci ho messo un po’, ma sono arrivata. - disse felice la blu, per poi entrare nella chiesa: davanti a lei c’era un’enorme sala con diverse sedie vicino alle pareti di pietra. Al centro della stanza c’era un altare dorato su cui normalmente si trovava una rosa bianca circondata da un’aura dorata e argentata, ma in quel momento il fiore non si vedeva perché vicino all’altare si trovava una delle Divinità Supreme:
- Non si saluta più adesso? - chiese la Otonashi e la figura davanti all’altare si voltò verso di lei: era una ragazza sulla ventina dai capelli viola raccolti in un chignon e gli occhi color indaco. Aveva un’aureola e delle ali bianche, e indossava una lunga tunica bianca come quella di Haruna, ma aveva diverse rifiniture dorate:
- Oh, perdonami Haruna, non ti avevo sentito entrare. - si scusò la viola.
- Tranquilla Fuyuka. Scusami se ti disturbo, ma c’è stato un problema alla Biblioteca del Nulla: qualcuno deve essere riuscito ad entrare nella sezione proibita e a leggere il contenuto del Libro Sacro. - le spiegò la blu.
- Non è possibile! E sai dirmi chi potrebbe essere stato o quali pagine è riuscito a leggere? - le domandò preoccupata Fuyuka.
- Purtroppo no… Appena me ne sono accorta, mi sono teletrasportata qui. - le rispose sconsolata l’altra.
La viola sospirò rassegnata, per poi dirigersi nuovamente all’altare seguita da Haruna:
- In ogni caso, credo c’entri “tu sai chi”. Sai bene cosa ha fatto prima che i Rappresentanti della Creazione e della Distruzione arrivassero nel Regno di Mezzo. - aggiunse la blu.
- Potrebbe essere così, ma se è così, mi domando perché si è spinta fino a questo punto… - disse rassegnata Fuyuka.
- Il motivo non lo so, ma sappiamo bene entrambe qual è il suo obiettivo. -
 
 
Nello stesso momento… nelle profondità della Caverna dell’Oblio…
 
Ora che Arelia era scomparsa, la Divinità Suprema della Morte era potuta tornare in quella grotta e smettere di nascondersi usando i suoi poteri magici: nell’ultima sala della Caverna dell’Oblio ora si trovava una donna di circa vent’anni dai capelli color rame, gli occhi marroni e le ali nere da Diavolo che indossava un lungo abito rosso sangue.
In quel momento era seduta su un trono di pietra, posto al centro esatto della sala, e stava aspettando la sua serva:
- Non capisco perché ci mette sempre tanto… Mi auguro che abbia fatto ciò che le ho chiesto, ma spero per lei che sia così: sa bene cosa sono in grado di farle. - disse la donna, prima che nella sala entrasse la sua servitrice: era un’altra ragazza sulla ventina, ma aveva i capelli azzurri, la carnagione abbronzata e gli occhi grigio perla; le ali da Diavolo erano nascoste dal mantello che indossava.
- Era ora che arrivassi Rika. Non dirmi che ti sei dimenticata di nuovo la strada giusta per arrivare in questa stanza. - le rinfacciò la Divinità Suprema.
L’altra ci impiegò un po’ a rispondere:
- Se tu non avessi piazzato un’altra rosa nera gigantesca a fare da guardia alla grotta, non avrei avuto tutti questi problemi. Mi spieghi perché l’hai fatto Natsumi? -
- Sai bene che non devo farmi scoprire. Piuttosto, hai fatto ciò che ti ho ordinato? -
- Sì… Ho messo le Armi nella grotta della God Eden e quegli ingenui Angeli della Notte non sospettano nulla. Riguardo ai due Keshin Protettori dei Regni… Beh, ho fatto in modo che le persone che trovassero gli oggetti in cui erano rinchiusi non avranno vita facile. - le rispose l’azzurra, per poi avviarsi di nuovo verso l’uscita della sala:
- Dove hai intenzione di andare? - le chiese Natsumi.
- Devo recarmi al Fiume degli Spettri: qualcuno ha eliminato la rosa nera che sorvegliava il corso d’acqua e adesso quella zona è tornata fertile. Vado a riportare le cose come dovrebbero essere. - le spiegò brevemente Rika, per poi andarsene.
Appena l’altra fu uscita dalla sala, sul viso della ragazza dai capelli color rame comparve un ghigno:
- Se Ayla e gli Angeli della Notte credono che si vendicheranno usando i miei Bulbi della Distruzione, sono ancora più stupidi di quanto credessi. Senza saperlo, stanno diventando dei burattini controllati dai fili della malvagità.
Ora devo solo fare in modo che trovino l’Erede della Morte, e quando le due Eredi saranno riunite e il Libro Sacro sarà nelle mie mani… Riuscirò ad ottenere quello per cui ho fatto venire in questo posto i due gemelli!  - dopo quel pensiero, una risata sadica invase la Sala dell’Oblio.
 
 
Intanto… nel Limbo… nella Torre del Nulla…
 
Yui era arrivata nella torre già da un bel pezzo insieme agli intrusi, i quali in quel momento erano stesi sul pavimento di pietra della stanza ed erano ancora svenuti.
Touko però non era ancora arrivata:
- Perché ci impiega sempre tanto? - come se fosse stata in grado di leggere nei pensieri dell’azzurra, la Mayor comparve nella stanza:
- Eccomi qua Yui! - la salutò la castana più felice del solito.
- Perché sei così allegra? - le domandò Yui.
- Ho dato agli intrusi il benvenuto che si meritavano. - le rispose l’altra.
- Il più delle volte che ti vedo contenta e ci sono degli intrusi, vuol dire grossi guai per loro e per noi. Sai bene che dobbiamo andarcene da qui e ci serve l’aiuto di qualcuno per farlo! Non puoi trattenerti una volta tanto? - sbottò l’azzurra.
- Ehi stai tranquilla Yui. Non è successo niente a quelle innocue Guardie Angeliche e nemmeno ai due Neutrali: all’inizio volevo teletrasportarli qui, ma poi mi sono ricordata di com’è andato il combattimento e siccome quegli Angeli non mi sono parsi ben addestrati, lì ho spediti nuovamente nel Regno della Vita e ho cancellato loro la memoria. Non ricorderanno niente di quello che è accaduto da quando sono arrivati nel Limbo. - le spiegò Touko.
L’azzurra sembrò calmarsi, ma era ancora visibilmente agitata:
- Per stavolta, cercherò di darti fiducia, ma ora dobbiamo aspettare che gli intrusi che ho sconfitto io si sveglino. Devo esserci andata giù pesante… - ammise Yui.
- Interessante… Raccontami com’è andato lo scontro. - le disse la castana con un tono che non ammetteva repliche.
L’altra le raccontò a grandi linee come si erano svolti gli avvenimenti, e Touko non resistette dal sorridere compiaciuta alla fine del racconto:
- Senza contare i due avatar dei Giudici delle Anime, hai reso inutili le loro armi, li hai immobilizzati, incatenati con i poteri della tua keshin e colpiti con delle scariche elettriche magiche… Sono fiera di te ragazza mia! - esclamò Touko. - Ok… Adesso stai diventando vagamente inquietante. Comunque, il nostro ospite sta bene? - domandò Yui alla compagna.
- Sta benissimo, ma mi chiedo perché continuiamo a tenerlo nascosto qui. - le rispose Touko.
- è coinvolto anche lui in questo scontro ed è stato mandato qui, in questo posto dimenticato da tutto e tutti, senza alcun motivo come noi. Dobbiamo aiutarlo. -
 
 
Angolo di Emy
Il finale non mi soddisfa molto, ma a parte questo spero che il capitolo sia venuto bene.
Pikachu9876, se stai leggendo, scusami per aver inserito Rika (la detesto quanto Natsumi, ma si è rivelato necessario).
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 24
*** Nuovi segreti (Parte 2): I Gemelli della Creazione e della Distruzione e le Dee della Vita e della Morte ***


Nel Regno di Mezzo… vicino al Lago degli Spiriti…
 
Sulla Terra era notte, ma in quel posto, come nei Regni della Vita e della Morte, era mezzogiorno del giorno seguente, ma non era quello l’importante; da quando la zona intorno al lago si era inaridita, ed era comparso quel muro di liane, i due gemelli continuavano a cercare modi per estirpare il bulbo magico o comunque di far tornare normale il prato e il Lago degli Spiriti, ma non avevano ottenuto grandi risultati:
- Non so te, Nile, ma io non ce la faccio più. Far sparire questo muro è un’impresa impossibile. - si lamentò Annalisa.
- Pensa a bruciare il bulbo o le liane! Le tue lamentele non ci aiuteranno di certo. - la riprese il fratello.
- Non parlarmi in questo modo! Ho visto cosa hai cercato di fare con il ghiaccio, e sei l’ultimo che deve commentare ciò che faccio! -
- Ora basta! Vedo se tra i miei libri c’è qualcosa che parla di questi bulbi magici, ma tu vedi di eliminare quel muro. Da quando è comparso, anche le altre zone del Regno sono diventate sterili. - decise Nile, per poi incamminarsi verso la Sala del Nulla e, di conseguenza, verso la sua camera.
 
 
Pochi minuti dopo… in riva al lago…
 
- Se avevi trovato qualcosa di utile, perché ti sei portato dietro tutta quella roba? - domandò Annalisa sorpresa: suo fratello aveva in mano un paio di libri e diverse pergamene, ma le sembrava strano che in ciascuno di essi ci fosse qualcosa che potesse servire loro.
- Questi libri riguardano la fauna e la flora magica rintracciabili nei due Regni, mentre nelle pergamene ci sono alcuni incantesimi che potremmo utilizzare. - le spiegò brevemente l’altro.
L’altra, avendo intuito cosa avesse in mente suo fratello, si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato, poi si avvicinò al Rappresentante della Creazione per prendere i libri che aveva in mano.
- Dimmi la verità: hai preso tutte queste scartoffie per fare in modo che non m’inventassi una scusa per sfuggire alle ricerche. Ho indovinato? -
- Proprio così sorellina. - dopo quella frase, il ragazzo schioccò le dita e fece comparire un tavolo di legno di ciliegio su cui poggiare il materiale che aveva trovato e anche delle sedie.
- Forza. Prima cominciamo, e prima finiamo no? - le propose Nile, mentre poggiava le pergamene sul tavolo, seguito poco dopo dalla sorella.
 
 
Diverse ore dopo… Poco prima che calasse la sera…
 
- Ormai è sera e siamo ancora qui! Che hai in mente di fare genio? - si lamentò la Rappresentante della Distruzione, per poi alzarsi di scatto dalla sedia e prendere le pergamene
- Vuoi andartene perché sei stanca di queste ricerche, oppure perché sai che quelle liane, appena cala il Sole, crescono molto più in fretta e temi di essere lanciata di nuovo da qualche parte senza poterti opporre? - le domandò l’altro.
- Lo detesto quando fa così. - pensò Annalisa, per poi rispondere:
- Un po’ per entrambe le ragioni che hai detto. Andiamo? -
- Sì, anche perché comincio ad essere un po’ stanco. - ammise il ragazzo, per poi raccogliere i libri e far sparire anche i tavoli e le sedie di legno.
- Sbrigati! Sai bene che quel portale ad una certa ora si chiude e rimane così fino alla mattina dopo. - gli ricordò Annalisa, ma suo fratello sembrò che ci fosse del timore in quelle parole:
- Avevo ragione allora! Hai davvero paura di quella che fino a poco tempo fa chiamavi “erbaccia troppo cresciuta! Da te non me lo sarei mai aspettato Nali. - la prese in giro Nile, ma non si accorse che una radice del bulbo era appena spuntata dal terreno e ci inciampò, facendo cadere anche i libri:
- Io sarò una fifona, ma non sarò mai goffa come te. - ribatté la ragazza, aiutando l’altro a rialzarsi e raccogliendo i libri che il Rappresentante della Creazione aveva fatto cadere. Stava per prenderne uno, quando notò un particolare che era sicura di non aver visto prima:
- Nile? - lo chiamò la Rappresentante della Distruzione.
- Che cosa c’è? -
L’altra non rispose, ma appena il Rappresentante della Creazione si trovò abbastanza vicino alla sorella da poter capire che cosa avesse, notò che aveva in mano i libri, ma anche una foto:
- è strano. Sono certo che questa foto non c’era tra il materiale che ho recuperato. -
- Non è quello a preoccuparmi. Guarda bene. -
Il ragazzo osservò meglio la foto: raffigurava lui e sua sorella, ma dovevano avere circa cinque anni e poi Nile non aveva né le ali né l’aureola da Angelo e sua sorella non sembrava avere le ali da Diavolo.
- Ho sempre creduto che, a causa di uno scherzo del destino, eravamo nati in due schieramenti diversi e abbiamo scoperto solo in seguito del nostro legame di parentela… - il Rappresentante della Creazione non terminò la frase che sua sorella gli fece notare un altro particolare: nella foto dovevano esserci raffigurati anche un uomo dai capelli blu e la pelle scura, e una donna dalla carnagione chiara e i capelli e gli occhi color rame, ma non si capiva bene chi erano perché i volti erano sbiaditi.
- Perché non si vedono i loro volti secondo te? - gli domandò la Rappresentante della Distruzione.
- Vorrei saperlo, ma non c’è niente di certo in questa storia. Se la foto è un falso, non abbiamo niente di cui preoccuparci, ma se è vera… - ancora una volta, il ragazzo non rispose, ma sapeva come stavano le cose: se quella foto era autentica, avevano sempre vissuto in false convinzioni.
 
 
Nello stesso momento… negli specchi della Sala del Nulla…
 
- Come faccio ad andarmene di qui!? Il mio Regno è senza una sovrana e sicuramente qualcuno mi avrà soffiato il posto! - si lamentò Arelia, cercando nuovamente d’infrangere il vetro dello specchio con i suoi poteri.
- Sprechi solo tempo. Ho provato anch’io a rompere il mio specchio, ma non ci sono mai riuscita. - le disse un’altra voce.
La Farfalla non si voltò; sapeva bene di chi si trattava.
- Taci Raven! Quando io sarò fuori da qui, per te, il tuo Regno e i tuoi angioletti sarà la fine! - la minacciò la ragazza dagli occhi rosacei.
- Datti una calmata! Così non risolverai nulla. Il lato positivo è che, da quando siamo qui, siamo tornate ad essere delle ventenni e gli effetti che la regressione ha avuto su di noi si sono annullati. - le ricordò Diana.
Arelia diede una rapida occhiata all’altra e poi a sé stessa: la Dea della Vita aveva la tunica, le ali e l’aureola degli Angeli e lei possedeva nuovamente il suo mantello nero e le ali da Diavolo.
- Sarà anche così, ma finché siamo rinchiuse qui, è inutile aver recuperato i poteri. - le ripeté la Dea della Morte.
- C’è un modo per uscire da qui, ma devono essere i due gemelli a rompere gli specchi. - le spiegò brevemente la ragazza dagli occhi blu zaffiro, per poi aggiungere:
- E poi adesso potremmo avere un problema più grande di questo. -
- Di che parli? -
- Mi riferisco al fatto che avevo designato mia sorella come erede al trono del Regno della Vita, poco prima che mi sparisse completamente la memoria. Tuttavia, dopo la morte dei nostri genitori e la mia sparizione, l’unica cosa cui potrebbe pensare adesso è trovare un modo per vendicarsi appena ne avrà l’occasione adatta. - la Raven si prese una pausa da quella spiegazione, per poi chiedere all’altra:
- Piuttosto, che fine ha fatto la piccola Lavinia? -
- Quella palla al piede? Non lo so e non ci tengo a saperlo! - rispose seccata Arelia.
- Certo che hai una bella opinione sul suo conto… Strano, quando eravamo ancora umane, mi è parso di capire che le volessi molto bene. -
- Forse una volta, ma appena sono sparita, quella ha preferito scappare piuttosto che affrontare i problemi. Probabilmente adesso se ne sarà andata dal Giappone oppure sarà già sparita da questo mondo. -
- Non mi convinci Arelia: sin da quando siamo arrivate nel Regno di Mezzo, sei completamente cambiata ed è successo tutto troppo in fretta. Pazienza, se non me lo vuoi dire tu, scoprirò per conto mio cosa ti è successo. -
 
 
Angolo di Emy
Credevate che Diana e Arelia non sarebbero più ricomparse, non è vero? Beh, se lo pensavate, vi sbagliavate di grosso.
Comunque, avete capito chi erano le altre due persone presenti nella foto trovata dai due gemelli?
Nel prossimo capitolo, rivedremo le due Eredi della Vita e della Morte.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 25
*** Nuovi segreti (Parte 3): Le Eredi della Vita e della Morte ***


 La sera seguente… a mezzanotte… alla base segreta della God Eden…
 
Dopo aver passato quasi due giorni a consultare i libri presi dalla Biblioteca del Nulla, Ayla si trovava ancora nella sala principale della base segreta. I fratelli Light e Maria la avevano aiutata in quei giorni, ma in quel momento i primi due erano andati a dormire già da ore e la Obscurity era tornata a casa. Quest’ultima aveva cercato di convincere la Moon a seguirla, ma l’altra era voluta rimanere a continuare le ricerche ancora un po’.
- Anche se ha svolto la missione che le ho affidato nella sezione proibita della Biblioteca del Nulla, devo ancora capire che cosa è successo a Mika… E poi negli ultimi tempi, continua ad agitarsi come se qualcuno fosse nella sua testa e la stesse perseguitando.
Inoltre, quando ho usato i miei poteri per accedere alla sua memoria e creare delle copie delle pagine del Libro Sacro ieri sera, era come se una forza m’impedisse di agire, e infatti, sono riuscita a creare solo le copie di quelle con le informazioni riguardanti mia sorella e Arelia Farfalla. Vorrei che ci fosse un modo per sapere cosa le è successo… - come se potesse leggere nei pensieri della compagna, il corvo Mirai entrò volando nella grotta e si avvicinò alla sua padrona:
- Mirai? Che cosa ci fai qui? Se Maria ti ha mandato per dirmi che è meglio che torni, prima che i suoi genitori s’insospettiscano, riferiscile da parte mia che… - prima che potesse terminare il discorso, gli occhi del rapace s’illuminarono e le due sparirono.
 
 
Pochi minuti dopo… a villa Raven… nella stanza di Diana…
 
Ayla e Mirai si ritrovarono nella camera della sorella della Moon, ma la ragazza non capiva perché il suo corvo la avesse portata lì:
- Ho perlustrato la villa da cima a fondo e non ho trovato nient’altro che potesse essere utile agli Angeli della Notte! Non farmi perdere tempo e riportami subito alla base: devo finire le ricerche! - esclamò seccata la ragazza, ma Mirai volò in direzione della scrivania e indicò col becco uno dei cassetti.
- Vuoi che controlli questo cassetto? - domandò la Moon al rapace.
Quest’ultimo annuì con un cenno della testa e Ayla aprì il cassetto: al suo interno, si trovava un diario dalla copertina azzurra con alcune rifiniture argentate, al cui centro era raffigurato un corvo.
- Strano, sono sicura che l’altra volta non ci fosse questo diario. - prima che Ayla potesse prenderlo, il diario si aprì e comparvero delle scritte in carattere runico:
“Sorellina, se stai leggendo queste parole, vuol dire che Mirai è riuscita a portare il diario a quella che una volta era villa Raven. Dopo la mia scomparsa dal Regno della Vita, credo che le cose siano peggiorate ed è ora che tu prenda le redini nel caso in cui io non riesca a liberarmi dalla prigione in cui sono rinchiusa. In questi ultimi tempi, grazie a Mirai, ti ho sempre tenuto d’occhio, ma sei sicura di voler andare avanti con i tuoi piani? Nel luogo in cui mi trovo non riuscirei a fermarti, ma ti consiglio di stare attenta: tra i tuoi compagni potrebbe celarsi un traditore. Posso solo augurare a te e a quella persona di non subire lo stesso destino che abbiamo patito io e Arelia, anche se lei sembra avere qualche problema ad ammetterlo.
Ho notato che vuoi vendicarti dei gemelli Le Loire per quello che hanno fatto a te e ai tuoi compagni, ma nel tempo in cui sono rimasta imprigionata, ho capito una cosa…”
Prima che la Moon potesse finire di leggere, ci fu una folata di vento, e pochi secondi dopo, una parte di quella pagina sembrava essere stata strappata e sul pavimento si trovavano dei petali di rosa nera.
- Ed io che pensavo di poter leggere con calma il resto… Se quello che c’è scritto non mente, tra i miei Angeli della Notte c’è qualcuno che non fa quello che dovrebbe. Ho una mezza idea su chi possa trattarsi, ma è meglio che aspetti un altro po’ di tempo per sapere se ho ragione; nel frattempo, è meglio che cerchi di ricostruire la pagina danneggiata. - decise Ayla, per poi rivolgersi al suo corvo:
- Andiamo Mirai. Torniamo a casa. - grazie ai loro poteri, le due si teletrasportarono a casa di Maria.
 
 
Nel frattempo… in Africa… a casa di Rococo…
 
Da quando era successo quel guaio col suo keshin, Lavinia si allenava giorno e notte per far tornare normale sia il suo avatar che Urupa, ma quel pomeriggio c’era qualcosa di diverso:
- Hai già finito di allenarti oggi Lavinia? - le domandò il blu, mentre si avvicinava alla ragazza, la quale era appena rientrata in casa.
Lei non rispose, si limitò a mostrargli ciò che teneva tra le mani: si trattava della rosa rossa in cui si era trasformato il suo avatar quando aveva cercato di rievocarlo tempo prima, ma era appassita.
- Che è successo alla rosa? - le chiese, per poi aggiungere:
- E come fai ad essere così tranquilla? -
Lavinia continuava a sorridere, ma il blu notò che era comparsa una sfera di luce rosa; poco dopo, il globo rosa, dalla sua posizione iniziale dietro la schiena della quindicenne, si spostò e si piazzò davanti ad Urupa:
- è per questo che sono felice! Anche se non è ancora tornata normale, te la voglio presentare lo stesso. Ecco a te la forma primaria di Ninfa delle Rose e stadio evolutivo della rosa rossa: ti presento Maga delle Rose! - esclamò felice Lavinia, mentre dalla sfera di luce comparve il keshin: si trattava una fata, alta all’incirca una trentina di centimetri, aveva gli occhi rossi e i capelli fucsia di alcuni ciuffi le ricadevano ai lati del viso, mentre gli altri erano legati in un chignon, i. La pelle era rosa confetto e indossava un abito fucsia senza spalline che le arrivava fino alle ginocchia; inoltre, portava degli stivali e dei guanti fatti con petali di rosa rossa. A completare il tutto, c’erano sei ali color lilla, lunghe e dalla punta ovale che spuntavano sulla schiena.
La maga sorrise al blu, per poi avvicinarsi in volo e infine si sedette sulla sua spalla:
- Sono felice per te. - disse semplicemente Rococo, mentre la fata si era alzata e volò in direzione della sua padrona; sfiorò la rosa che aveva in mano Lavinia, e quando il fiore tornò in vita, la fata lo prese e tornò dal blu:
- Credo che lo voglia dare a te. - dopo quella frase della Farfalla, Urupa assunse un’espressione triste e si sedette su una delle sedie vicino al tavolo; la quindicenne lo imitò poco dopo, mentre il piccolo avatar era seduto sulla spalla della sua padrona e continuava a tenere la rosa:
- Che cosa c’è? - le domandò Lavinia.
- Quella rosa mi ha ricordato il giorno in cui scoprì la verità: vivevamo ancora in Giappone, non ricordo dove di preciso, ma ci trovavamo in un giardino di rose. - Rococo si prese una pausa e cercò di accennare un sorriso, poi aggiunse:
- Io le porsi una rosa, ma fu quel giorno che la persi… Prima se ne è andata lei, e poi anche i due gemelli… Ho perso tutto, e anche adesso non mi sembra vero che sia accaduto così in fretta. - quelle frasi erano piene di malinconia, e la quindicenne era certa di aver visto delle lacrime solcare il volto del blu.
Qualche minuto dopo, Rococo sembrò essersi calmato e la piccola keshin si alzò dalla spalla della sua padrona, per mettersi di nuovo davanti al blu, e gli porse ancora la rosa:
- Non hai accettato il fiore perché ti ha ricordato quel giorno, non è vero? -
- Credo che, nonostante me ne sia andato dal Giappone e mi sia ripetuto di superare quella vicenda, quel ricordo mi perseguiterà per sempre. -
Lavinia sembrò riflettere un attimo, per poi dire:
- Anche per me non è stato facile accettare quello strano cambiamento di mia sorella, ma sai quanto me che devi farti forza e andare avanti. Potrebbe essere strano, ma forse Maga delle Rose pensa che un buon inizio potrebbe essere accettare questa rosa. - dopo quelle frasi della ragazza, Urupa alzò lo sguardo verso Lavinia, per poi spostarlo verso Maga delle Rose; dopo qualche secondo, avvicinò la mano alla rosa e la prese stando attento a non pungersi, cercando nuovamente di sorridere:
- Da quando ho scoperto la verità su Natsumi e i gemelli sono scomparsi, mi sono ripromesso che li avrei riportati indietro. Se sono il primo a deprimermi, non andrò lontano. - pensò Rococo, per poi aggiungere a voce alta:
- Grazie Lavinia e grazie anche a te Maga delle Rose. -
Nessuno di loro si accorse che un Diavolo dai capelli azzurri e gli occhi color grigio perla li stava osservando:
- Ho impedito alla Moon di leggere il resto di quel messaggio che Diana è riuscita a mandarle, ma non sono riuscita ad eliminare l’avatar di Lavinia. Natsumi andrà su tutte le furie quando lo scoprirà.- pensò Rika, per poi sparire: qualsiasi cosa sarebbe successa, non avrebbe permesso che il piano della sua padrona andasse in fumo.
 
 
Angolo di Emy
Volevo mettere anche una parte riguardante i Guardiani dei Giardini della Vita, ma ho deciso che appariranno nel prossimo capitolo.
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 26
*** Nuovi segreti (Parte 4): I quattro Guardiani dei Giardini della Vita ***


 A mezzogiorno… nella zona ad est dell’Isola della Vita… in cima al Monte dell’Alba…
 
Erano passati quasi quattro giorni dalla partenza verso il Limbo, e sebbene non c’erano stati problemi in quel periodo nel Regno della Vita, qualcuno non ne voleva proprio sapere di stare tranquillo:
- Mi aveva avvisato che il viaggio sarebbe durato giorni, ma deve essere accaduto qualcosa: anche se si trova in un altro posto, dovrei comunque riuscire ad avvertire la sua presenza e quella degli altri, ma non mi è possibile. È come se fossero spariti e non si trovassero in nessuno dei Regni. - pensò Tsurugi, seduto su una roccia nell’altopiano che segnava la cima della montagna: da quando Tenma e gli altri erano partiti, continuava a tornare lì ogni giorno, magari perché pensava che il luogo dove lo aveva visto partire, sarebbe stato il primo in cui sarebbe tornato, ma nessuno aveva più avuto notizie di chi era partito per il Limbo.
Kyousuke stava per andarsene e cominciare il giro di perlustrazione di quella zona dell’isola, quando qualcosa attirò la sua attenzione: si trattava di un bulbo, ma era ricoperto di una strana aura bianca, anche se in alcuni punti era nera, e anche da un sottile strato di ghiaccio e neve.
- E questo da dove salta fuori? Sono certo che fino a qualche giorno fa non c’era… Però è meglio che lo tolga: quell’aura che lo avvolge non mi piace e sono convinto che non appartenga né a un Angelo, né a un Diavolo comune. - il blu allungò la mano verso il bulbo per estrarlo dal terreno roccioso, ma appena lo sfiorò, questo s’illuminò e da esso partì una scarica d’energia blu che colpì Tsurugi e lo spedì fuori dall’altopiano, più precisamente sulla strada di pietra sottostante che si poteva utilizzare per raggiungere la cima del monte.
- Mi chiedo perché sia stato creato questo sentiero se qui tutti possono volare, ma per una volta è servito a qualcosa. - pensò la Guardia, per poi lanciare un’occhiata alla sua mano sinistra: il guanto di ferro che la avvolgeva era completamente congelato e la sentiva intorpidita.
Inoltre, avvertiva una sensazione familiare da quando quel raggio lo aveva colpito: era simile a qualcosa che aveva sentito quando Arelia aveva portato via la sua anima, per poi farlo rinascere. La Dea della Morte gli aveva restituito le sue sembianze, ma dentro si sentiva freddo e vuoto; quando aveva saputo la verità del fatto che la Signora della Morte lo aveva privato di alcuni dei suoi ricordi, e modificato una buona parte di quelli che gli aveva lasciato, quella sensazione si era fatta viva di nuovo.
Non fece in tempo a rimettersi in piedi, che ricadde nuovamente a terra sul sentiero roccioso; quel gelo era ancora in lui e lo stava portando a chiudere gli occhi.
Poco prima di svenire, sentì due braccia sollevarlo, poi il nulla.
 
 
Un paio d’ore dopo… nel Giardino della Vita dell’Est…
 
Tsurugi riaprì lentamente gli occhi, ma non avvertiva più quella sensazione di freddo che aveva fino a poco tempo prima; cercò di alzarsi e guardandosi intorno per capire dove si trovava, ma davanti a sé c’era qualcosa che non aveva mai visto in tutto il tempo in cui si trovava sull’Isola della Vita: all’interno di quella caverna, era presente un’enorme distesa di erba e fiori, divisa in quattro sezioni da quattro sentieri di pietra che s’incontravano al centro di quel giardino; in quel punto d’incontro, si trovava una piccola zona erbosa in cui una betulla affondava le sue radici, ma il blu capì che non era un albero normale poiché il tronco e le foglie erano avvolti d’energia argentata.
- Non credevo che esistesse un posto simile… - disse Kyousuke, ma non sapeva che non era solo in quel posto.
- In effetti, nessuno lo sapeva, fino ad oggi almeno. - gli rispose una voce: Tsurugi si girò nella direzione dalla quale proveniva, e vide un Angelo dai capelli castani, la carnagione scura, gli occhi di uno strano colore argento-violetto, una cicatrice ben evidente sulla fronte e delle grandi ali bianche sulla schiena. Indossava una tunica bianca a maniche lunghe con diverse rifiniture argentate, ma il blu notò delle chiazze rosse sulle ali e le mani erano fasciate; Kyousuke non lo sapeva, ma si trovava davanti ad uno dei Guardiani dei Giardini della Vita.
- Chi sei? E cosa ci fai in questo posto? - gli chiese la Guardia Angelica.
- Prima è meglio che faccia qualcosa per la tua mano; se non l’hai scongelata e curata con i poteri magici prima che ti portassi qui, ne deduco che non ti è possibile. - il castano si avvicinò, e dalla sua mano ancora fasciata si sprigionò un fumo argentato che avvolse la mano congelata dell’altro Angelo; pochi secondi dopo, il ghiaccio sparì, ma Tsurugi notò che l’altro stava facendo una smorfia di dolore.
- Non hai ancora risposto alle domande di prima. E poi che ti prende? - solo allora, il blu abbassò lo sguardo sulle mani fasciate del castano e vide che i polsi erano circondati da liane che sembravano partire dalle radici della betulla che si trovava al centro di quella grotta.
- Ogni volta che uso i miei poteri, quelle liane intorno ai miei polsi si stringono e assorbe una parte d’energia uguale a quella che uso.
Tornando alle tue domande di prima… - prima che potesse rispondere, il tronco della betulla si aprì e comparve uno specchio. Il castano si avvicinò all’albero, seguito poco dopo da Tsurugi, ma non prestò attenzione a quest’ultimo poiché sullo specchio erano comparse le immagini degli altri tre Guardiani della Vita:
- Potrei sapere perché mi avete chiamato? - domandò loro Hera.
I tre si scostarono di poco e il castano vide che degli Angeli si trovavano negli altri Giardini della Vita, rispettivamente Hakuryuu si trovava con Afuro, Yamato Senguuji con Hiroto e Sata Tosamaru con Midorikawa:
- Perfetto. Addio al nostro segreto. - disse rassegnato il Guardiano dell’Est.
- Hai intenzione di rispondere alle domande che ti ho fatto, o preferisci restare lì tutto il giorno? Ho di meglio da fare. - s’intromise il blu.
- A questo punto, tanto vale dirglielo. Non credete? - propose Terumi.
- Lo abbiamo tenuto nascosto per tutto questo tempo, e da un giorno all’altro li dobbiamo spifferare ai primi che portiamo qui per curare perché non potevano farlo da soli? Non penso sia una buona idea. - gli rispose Kiyama.
- A me è stato detto che è stato colpito da un bulbo avvolto da un’aura che potrebbe non appartenere ad Angeli o Diavoli comuni. Dovremmo indagare sulla questione. - aggiunse Ryuuji.
Hera sembrò riflettere un attimo su ciò che gli avevano detto, poi si decise:
- Potremmo anche dirgli dei Giardini che difendiamo. Se non vi sentite sicuri, usate il potere che sapete voi appena se ne andranno. - dopo quelle frasi, le immagini degli altri Guardiani scomparvero dallo specchio, così come quest’ultimo sparì appena il tronco della betulla tornò normale.
- Volevi che rispondessi a quelle domande? E va bene. Io sono il Guardiani di questo Giardino della Vita: il mio nome è Hera Tadashi. -
- Avevo già sentito parlare dei Guardiani: mi è stato detto che proteggete le isole. Perché ti trovi qui? -
- Calmo con le domande. È vero che noi proteggiamo le isole, ma dobbiamo difendere questo posto in particolare. - gli rispose, per poi aggiungere:
- Esistono quattro Giardini della Vita, ognuno dei quali è situato sottoterra in ognuna delle isole in cui prima era diviso il Regno, a parte quella centrale. Io e gli altri Guardiani dobbiamo proteggere questi luoghi perché qui è racchiusa l’energia vitale di ogni Angelo che apparteneva ad ogni isola, comprese quella di noi Guardiani. C’è una differenza tra la betulla e i fiori: ad ognuno di questi ultimi corrisponde un determinato Angelo, ma quelle su ogni foglia dell’albero che vedi sono anonime. - gli spiegò Hera.
- Se l’albero o quei fiori dovessero sparire, che cosa succederebbe? - domandò ad un certo punto Tsurugi.
Il Guardiano sembrò rabbuiarsi, poi rispose:
- Quando quei fiori vengono estirpati, l’Angelo cui corrisponde quel fiore sparirà per sempre; se è l’albero ad essere in pessime condizioni, c’è il rischio che anche una determinata zona dell’Isola della Vita sparisca. Stava per succedere non molto tempo fa, ma non è successo perché Diana si è sacrificata per salvare il Regno; se ti chiedi come faccio a saperlo, ogni volta che si attiva un passaggio magico, tra un Regno e l’altro o all’interno di un Regno, queste liane spariscono ed io possono uscire da questo posto, anche se solo pochi minuti. -
Dopo quelle frasi, calò il silenzio, rotto qualche minuto dopo dal blu:
- Se non è un problema, vorrei sapere a quale fiore corrisponde Matsukaze Tenma e anche il mio. -
Hera sembrò pensarci, e poi lo condusse vicino ad un giglio bianco, i cui petali erano attraversati da energia verde:
- Questo è quello di Matsukaze Tenma; il giglio è considerato il simbolo della purezza. Perché t’interessava il fiore cui corrisponde quell’Angelo? -
- Affari miei. - gli rispose seccato il blu.
- Riguardo al tuo, è inutile che me lo chieda: non lo so nemmeno io. - lo avvisò Hera, per poi indicargli con lo sguardo una sfera argentata vicino al giglio:
- Evidentemente non si sa ancora quale sia la qualità di quest’Angelo, e quindi non è comparso ancora il fiore che lo contraddistingue. - pensò il Guardiano, ma Kyousuke si era già allontanato: doveva aver usato lo stesso passaggio segreto che Tadashi aveva utilizzato per portarlo lì.
- Non so perché, ma penso sia meglio usare quell’incantesimo ora che gli ho detto tutte quelle cose. - dopo quel pensiero, un fumo argentato si sprigionò dalla mano del Guardiano e si diresse verso la Guardia Angelica.
 
 
Qualche minuto dopo… in cima al Monte dell’Alba…
 
Tsurugi si era ritrovato sull’altopiano, ma non capiva che cos’era successo? Si ricordava soltanto di un Angelo che non aveva mai visto prima, un giardino immenso e un giglio, o almeno era questo ciò che gli era tornato in mente una volta trovatosi in quel luogo. Per un attimo era convinto che si trattasse di un sogno, ma guardò la mano sinistra che era tornata normale:
- No, non è stato un sogno. - pensò, ma poco prima che se ne andasse, vide una Guardia distesa a terra al centro dell’altopiano. Si avvicinò per capire chi fosse, ma si stupì quando si accorse di chi si trattava:
- Tenma! Tenma svegliati! - si trattava proprio del Comandante dell’Est; il blu cercò di scuoterlo per farlo svegliare, ma dopo un po’ si accorse che era inutile:
- Sarà meglio che ti riporti a casa. - disse, pur sapendo che l’altro non lo poteva sentire; Kyousuke prese in braccio Matsukaze, per poi incamminarsi verso la casa del Comandante.
Non sapeva che qualcuno, dietro ad una roccia, aveva assistito alla scena: si trattava di Yuki.
- Non avrà colpito chi mi aspettavo, ma il mio bulbo ha fatto quello che doveva: quell’Angelo adesso sa come mi sento io, ma quello era solo un assaggio. Se m’interromperà anche quando mi scontrerò con Tenma, gli farò conoscere il gelo eterno che ho nel cuore e che presto avvolgerà questo posto. - pensò la ragazza, per poi tornare nel suo rifugio.
 
 
Angolo di Emy
Come sempre, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Mi scuso se è un po’ troppo lungo, ma non ho saputo fare altrimenti.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 27
*** Brutte sorprese nel Regno della Vita ***


 Diverse ore dopo… nel Regno della Vita… a casa di Tenma…
 
Tsurugi aveva riportato il Comandante dell’Est a casa sua dopo averlo ritrovato sul Monte dell’Alba, e da quel momento non lo aveva lasciato solo un attimo, ma il Sole stava per lasciare il suo post nel cielo alla Luna e Matsukaze non si era ancora svegliato:
- Che cosa gli è successo mentre era via, e poi dov’è andato di preciso con le altre Guardie e i due Neutrali? - a rompere il filo dei suoi pensieri ci pensò il rumore della porta che si apriva, e Shindou e Kirino comparvero sulla soglia:
- Allora è tornato anche lui… - quello di Takuto era poco più di un sussurro, ma Kyousuke lo sentì ugualmente:
- Da quanto tempo siete tornati? - domandò loro.
- Ci siamo svegliati verso mezzogiorno, ma siamo andati subito a casa perché eravamo un po’ stanchi… Quando siamo arrivati in questo Regno di preciso, non lo sappiamo.
Siamo venuti qui perché credevamo che Tenma fosse già tornato, e perché volevamo chiedergli se lui si ricordava qualcosa riguardo al luogo in cui siamo andati con Ichinose, Aki e gli altri Comandanti. - gli spiegò Ranmaru, ma prima che potesse finire, il blu lo interruppe:
- Come sarebbe che non vi ricordate niente? -
- Non lo sappiamo nemmeno noi. - gli rispose Shindou, mentre entrava nell’abitazione seguito dal rosa, per poi aggiungere:
- è come se qualcosa ci avesse cancellato i ricordi riguardanti il viaggio. I fatti che precedevano la partenza ce li ricordiamo, ma di quello che è successo dopo… beh, sappiamo solo di esserci risvegliati in questa zona dell’Isola della Vita. Il resto è un mistero. -
I minuti dopo passarono nel silenzio, interrotto soltanto da un mugugno:
- Si sta svegliando. - disse Kirino, attirando l’attenzione delle altre due Guardie sul Comandante dell’Est, il quale stava aprendo lentamente e gli occhi, mentre cercava di mettersi seduto:
- Cos’è successo e come ho fatto ad arrivare qui? - domandò Matsukaze agli altri presenti.
- Ti ci ho portato io quando ti ho ritrovato sul Monte dell’Alba. - gli rispose Tsurugi senza troppi giri di parole, ma il Comandante si rivolse subito agli altri due Angeli:
- Voi vi ricordate qualcosa del viaggio? -
I due scossero la testa come cenno che nemmeno loro sapevano cosa fosse accaduto in quei giorni; Tenma parve deluso dalla risposta, ma si rivolse al suo secondo in comando:
- Quanto tempo sono stato via? -
- Quasi quattro giorni, e se nessuno di voi sa qualcosa riguardo a quello che vi è successo in questo periodo, potrebbe essere così anche per… - non riuscì a terminare la frase che i quattro sentirono un rumore provenire dall’esterno. Istintivamente volsero lo sguardo verso la finestra e pochi secondi dopo, un proiettile avvolto da un’aura verde ruppe il vetro e proseguì in direzione di Shindou, ma Kirino lo spinse via poco prima che fosse colpito.
Si sentì un altro sparo, ma il colpo stavolta era diretto verso Matsukaze; appena il blu se ne accorse, lo prese per un braccio e lo tirò verso di sé. Riuscì ad impedire che lo colpisse, ma il proiettile centrò ugualmente alcune delle piume delle ali del Comandante dell’Est; tuttavia, poco dopo averle sfiorate, la pallottola e l’aura che la circondava scomparvero nel nulla.
- Chi sarà stato a sparare? - chiese il rosa.
- Non ne ho idea, ma non ci tengo a saperlo. - gli rispose Takuto, mentre prendeva tra le mani alcune delle piume di Tenma che erano cadute per terra, ma appena le toccò, queste diventarono più scure: prima assunsero una tonalità di colore grigio, poi si aggiunsero delle chiazze più scure, dopo ancora diventarono nere, e infine si trasformarono in cenere.
Matsukaze aveva fissato la scena sconvolto, mentre il blu lo stringeva ancora di più:
- Ora che ci penso, aveva rischiato di fare una fine del genere qualche tempo fa: aveva impedito che Ichinose mi colpisse, ma quel potere stava per ucciderlo e il primo segno erano state proprio le piume nere. Fortunatamente, Diana aveva salvato lui e gli altri Comandanti. - pensò Kyousuke, per poi rivolgersi all’Angelo che si trovava ancora tra le sue braccia:
- è tutto a posto. Stai tranquillo. - gli sussurrò per cercare di tranquillizzarlo, ma l’altro continuava ad apparire spaventato: evidentemente non si era scordato di quel giorno.
Intanto, Kirino aveva preso il proiettile che doveva colpire Shindou, e anche se l’aura che lo avvolgeva era scomparsa, era ancora intatto.
- Se ha avuto quell’effetto sulle piume, deve essere stato creato per toglierci di mezzo. Dobbiamo portarlo da Aki e Ichinose: forse sanno di che si tratta. - decise il rosa.
Takuto annuì, per poi spostare lo sguardo sul Comandante delle Guardie dell’Est e sul suo secondo in comando, rimasti abbracciati per tutto quel tempo:
- Io rimango qui con Tenma. Voi andate. - li avvisò il blu. Gli altri due annuirono, per poi uscire dalla casa del Comandante.
Intanto, nascosti tra la boscaglia, due Angeli della Notte avevano assistito all’intera scena:
- Uff… Bersaglio mancato, ma la prossima volta non mi sfuggirà. - disse decisa Mizu.
- Mizu, ti avviso che se ti metterai in mezzo nella mia vendetta… beh, ti dico solo che non te la caverai tanto facilmente. - la minacciò Yuki.
- Stai calma. Da quando è cominciata la missione, ti vedo un po’ troppo nervosa: dovresti farti consigliare un infuso di erbe da Chikyu. Magari non durerà a lungo, ma potrebbe aiutarti a rilassarti. -
La blu sembrò pensarci un attimo, poi liberò l’amica:
- Forse hai ragione… Comunque, perché hai sparato anche contro quegli altri due Angeli e dove ti sei procurata il fucile e quelle munizioni? - le domandò.
- Stavo sorvegliando il bulbo magico che Ayla mi aveva affidato, quando da quell’erbaccia è spuntata una liana che mi ha colpito in testa. Poco prima che mi svegliassi, mi è apparsa nella mente un’immagine, più precisamente una visione su ciò che è accaduto nel passato a mio fratello: ho visto che stava uscendo da scuola con un suo amico e un Mietitore l’ha colpito; ad un certo punto, la maschera del Demone è scomparsa e ho visto che era identico all’Angelo dai capelli castani che è appena uscito da quella casa. Ho provato a colpirlo, ma il primo proiettile è stato sventato da quell’Angelo dai capelli rosa e la seconda pallottola… beh, so solo che ho sentito uno strano dolore alla testa e mi deve avere disorientata per un attimo: devo aver sparato senza essermene accorta, e oltretutto ho anche sbagliato il bersaglio.
La caccia però è solo all’inizio: alla fine cadranno in trappola.
Riguardo al luogo dove mi sono procurata le munizioni e il fucile, le ho prese al Mercato del Nulla: ci sono andata dopo aver piantato il mio bulbo. - Yuki notò che l’altra aveva fatto una smorfia di dolore all’ultima frase, ma appena si avvicinò, notò che c’era una ferita, non molto lontana dall’occhio, dalla quale usciva ancora del sangue.
- Per oggi la caccia è sospesa mia cara. Dovresti tornare al tuo rifugio e curare la ferita, oppure hai dimenticato di portare con te qualcosa per curarti prima di venire in questo Regno? -
- Sai che non conosco incantesimi per guarire le ferite, e non mi sono portata niente perché credevo non mi sarebbero serviti oggetti per curarmi. -
Yuki sospirò rassegnata, per poi prendere per mano la compagna e trascinarla verso il suo rifugio:
- E va bene. Forse al mio rifugio c'è qualcosa per curare la ferita, ma dovremo farla controllare anche da Chikyu: considerando che è stata causata da una pianta magica, potrebbe avere degli effetti imprevedibili. -
 
 
Intanto… nella zona a sud dell’Isola della Vita…
 
Sora era tornata nuovamente sulla spiaggia da mezzogiorno, e si trovava ancora lì sebbene fosse sera. Mentre stava ancora nuotando, Chikyu, Yami e Kaen la raggiunsero:
- Sapevo che ti avremmo trovato ancora in spiaggia, ma come fai a rimanere a nuotare se il Sole sta per tramontare? - le domandò il castano.
- Non c’è un perché Chikyu. Semplicemente mi piace nuotare e rimanere in spiaggia. - le rispose l’azzurra.
- Certo che è strana questa ragazza. - sussurrò il rosso, ma il castano lo sentì ugualmente:
- Kaen, tra noi sei il meno indicato a fare queste affermazioni. -
- Comunque dovresti uscire: in questa zona dell’isola fa un caldo terribile di giorno, ma di notte le temperature possono diventare molto basse. Potresti sentirti male. - la avvisò Yami.
L’azzurra sospirò rassegnata, per poi uscire dall’acqua:
- Perché volevi che ci riunissimo? - gli domandò lei.
- Perché ho visto che il Comandante delle Guardie del Nord, cioè della zona in cui ho piantato il mio bulbo, è tornato, e di conseguenza potrebbero essere lo stesso anche per gli altri Angeli che erano partiti. D’ora in poi, dovremo essere più cauti. - rispose il corvino.
- Finché non vengono a sapere di noi, siamo a posto. - affermò Kaen.
- Normalmente io non sono pessimista, ma alla fine lo sapranno: quei bulbi crescono con una velocità impressionante e poi io non ho ancora capito fino a che punto possono arrivare i loro poteri sull’ambiente o sulle persone che lo abitano. - ammise Sora.
- Vuol dire che dovremo tenerci sempre pronti per ogni eventualità. - aggiunse Chikyu, per poi andarsene in volo e anche gli altri seguirono il suo esempio.
Nessuno di loro sapeva di cosa erano realmente capaci quelle piante…
 
 
Angolo di Emy
 
Mi mancavano un po’ gli altri Angeli della Notte, ma nel prossimo capitolo torneremo nel Limbo.
Spero di non aver fatto troppi errori e anche che il capitolo vi sia piaciuto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 28
*** Nuove scoperte nel Limbo. Arrivederci Indovine Dimenticate. ***


 Nel Limbo… alla Torre del Nulla…
 
Kazemaru si era risvegliato, ma non capiva dove era finito. Si trovava in una sala, simile a quelle della Torre del Cielo, insieme ai suoi compagni, ma presto si rese conto che non erano gli unici in quel posto:
- Era ora che qualcuno si svegliasse. Sono passati quasi quattro giorni da quando vi abbiamo portati qui, cominciavo a pensare che la mia amica vi avesse eliminato. - il turchese si girò nella direzione dalla quale proveniva la voce e vide una figura avvolta in un mantello rosso.
- Chi sei tu? - le domandò Ichirouta.
- Strano che tu non lo sappia, dato che tu e i tuoi amici siete venuti fin qui a cercare me e la mia collega, è meglio aspettare che si sveglino. - gli disse invece la ragazza.
I due aspettarono, e dopo un’oretta circa, gli altri intrusi si svegliarono; allo stesso tempo, altre due persone fecero il loro ingresso nella sala:
- Finalmente siete arrivati. - disse la ragazza avvolta nel mantello rosso all’amica, ma quando gli intrusi alzarono lo sguardo sui nuovi arrivati, rimasero stupiti quando riconobbero uno di loro: era un ventenne dai capelli biondi e gli occhi color verde acqua. Indossava una lunga tunica bianca con insolite rifiniture nere e aveva le ali argentate tipiche degli Angeli, ma erano piuttosto diafane: si trattava di Mark Kruger.
- Come mai sei anche tu qui? - gli chiese Fideo, mentre aiutava Demonio ad alzarsi.
- Quante domande… prima non è meglio che conosciate le due Indovine? - gli propose Mark.
- Sì, ma se queste due non ci lasciano andare, non penso che ci riusciremo. - cercò di contraddirlo il turchese, ma Amelia lo interruppe:
- Ehm… Per la verità, le due Indovine Dimenticate, conosciute anche come Oracoli, sono proprio loro. -
- La biondina ha ragione. - affermò la figura avvolta nel mantello rosso, per poi togliersi il cappuccio, rivelando il volto di una ragazza sui vent’anni dai capelli castani con qualche riflesso biondo, legati in una coda alta, e gli occhi rossi con alcuni riflessi neri.
- Piacere di conoscervi. Il mio nome è Touko Mayor. Sono l’Oracolo della Morte. - si presentò la castana senza sprecare troppe parole, per poi rivolgere un’occhiata alla compagna, ancora avvolta nel suo mantello blu; quest’ultima annuì, per poi togliersi il cappuccio, svelando il volto di una diciannovenne dai capelli color azzurro scuro, in quel momento legati in una mezzacoda, e gli occhi marroni con alcuni riflessi verdi.
- Salve a tutti. Sono l’Oracolo della Vita. Mi chiamo Yui Kazemaru... - disse la seconda Indovina, ma non fece in tempo a finire che qualcuno la interruppe:
- Yui! Come mai ti trovi in questo posto? Credevo ti trovassi ancora sulla Terra! - la ragazza si voltò verso il proprietario della voce, ma rimase pietrificata quando vide di chi si trattava: era un Angelo dai lunghi capelli turchesi e gli occhi marroni.
Gli altri presenti continuavano a spostare lo sguardo da Ichirouta a Yui: quei due erano simili in alcuni tratti dell’aspetto, e avevano anche lo stesso cognome. Non poteva essere una semplice coincidenza!
La situazione rimase così per alcuni minuti, ma quel silenzio che stava cominciando a diventare imbarazzante, così la Mayor si decise a romperlo:
- Yui, potrei sapere che sta succedendo? E poi perché quest’intruso… - e con lo sguardo indicò l’Angelo dai capelli turchesi:
- … ti somiglia come una goccia d’acqua? - l’azzurra scosse la testa, dando l’impressione di essersi ripresa; invece di rispondere alla compagna, si limitò a dire:
- Non mi aspettavo di vederti ancora, non dopo tutto questo tempo Ichi-chan. Comunque, è bello rivederti. - lo salutò timidamente l’Indovina della Vita.
- “Ichi-chan”!? Yui, mi spieghi una buona volta che sta succedendo? - le chiese nuovamente Touko.
- Kazemaru, sai chi è quella ragazza? - domandò Mamoru al compagno.
- Lei è Yui. È mia cugina. - gli rispose semplicemente l’altro con una punta di malinconia nella voce.
- Tua cugina!? - esclamarono all’unisono gli altri presenti.
- Infatti… Continuo a non capire come abbia fatto a finire qui. -
- Sapessi quante cose sono successe da quando sei diventato un Angelo, mio caro Ichi-chan, ma te ne parlerò più avanti; non penso che ora sia il momento più adatto. -
- Voi però dovreste spiegarci come mai lui è qui con voi. - fece notare Alan ai due Oracoli, riferendosi a Mark Kruger.
- Non si da mai niente senza avere qualcosa in cambio… Piuttosto ragionevole. - constatò l’Indovina della Morte, per poi aggiungere:
- In ogni caso, avete tenuto testa a Yui, quindi vi diremo quello che volete sapere. -
- Come mai hai preso questa decisione? Non ti facevo così arrendevole. - gli chiese Demonio.
A rispondere alla domanda, però, ci pensò l’azzurra:
- Le cose non stanno esattamente così: ci sono molti che si avventurano qui per rubare le nostre conoscenze, ma noi diciamo ciò che gli intrusi vogliono sapere solo se riescono a batterci o a tenerci testa. - poi aggiunse:
- Mi costa un po’ ammetterlo, ma avete tenuto testa a me e ai poteri della mia keshin. -
- Voi volete sapere chi è l’Erede della Vita e anche che cosa stavano per dirvi i gemelli riguardo alla moglie di Endou, naturalmente prima che fossero interrotti. - disse Touko, tornando al motivo della visita degli intrusi.
Si prese una pausa di qualche secondo, prima di continuare:
- Probabilmente i gemelli ve lo avranno già detto, ma nel caso non fosse così, ci penso io: si tratta della sorella minore di Diana. Si chiama Ayla, ma non sappiamo molte cose sul suo conto. L’ultima cosa che abbiamo saputo sul suo conto è che è sparita poco dopo che Diana è stata portata nel Regno di Mezzo dai Le Loire; abbiamo provato a rintracciarla, ma senza successo: è come se qualcosa ce lo avesse impedito e continui a farlo.
Riguardo alla moglie di Mamoru… beh, ci sono molte cose che non sapete su di lei e ovviamente anche su Nile e Annalisa. - ci pensò Yui a continuare il discorso:
- Qualcuno finora vi ha ingannato tutti. Ha agito nell’ombra con un unico scopo: fare in modo che la colpa ricadesse sui gemelli e spingere gli Angeli e i Diavoli ad eliminarli. Una volta che i due fossero spariti, si sarebbe impadronito di un potere che è all’origine dei tre Regni. -
- Sapete dirci di cosa si tratta di preciso? - domandò Ichirouta alle due, ma prima che potessero rispondere, ci fu una scossa di terremoto come quelle che avevano colpito il Regno della Vita durante la Regressione.
- Devono averci scoperto. - sussurrò l’Oracolo della Vita alla compagna, per poi rivolgersi agli intrusi:
- Dovete andarvene di qui, altrimenti rischiate di rimanere bloccati nel Limbo. - disse senza troppi giri di parole, mentre usava i suoi poteri per circondare i visitatori e Kruger con una nebbia blu:
- Aspettate! Diteci almeno perché Mark si trovava qui con voi. - s’intromise Endou.
- Questo è meglio che sia lui a spiegarvelo. - fu tutto quello che la Mayor riuscì a dirgli, prima di creare un fumo rosso che avvolse gli altri presenti, eccetto la collega.
Fu questione di pochi attimi, e le uniche presenze rimaste nella torre erano le due Indovine.
 
 
Poco dopo… alla torre di Inazuma-cho…
 
I sette erano stati avvolti dalla nebbia creata dai due Oracoli, e si erano ritrovati dopo pochi secondi sulla Terra, nello stesso luogo dove avevano creato il portale per andare nel Limbo:
- Siamo tornati a casa. - constatò Amelia, riconoscendo la torre di ferro della città.
- Infatti, ma mi chiedo perché si sono verificate quelle scosse di terremoto. Da quello che ho scoperto sul Limbo, grazie ai libri della Biblioteca del Nulla, è uno dei pochi luoghi in cui non dovrebbero scatenarsi disastri naturali. - disse Alan.
- A quanto pare, quella era la classica eccezione che conferma la regola. - cercò di contraddirlo Demonio.
- Alan ha ragione, è fin troppo strano: nei tre Regni è possibile che si scatenino fenomeni naturali, ma solo perché a quel posto sono collegate le anime che prima si trovavano sulla Terra; invece il Limbo, la Biblioteca e il Mercato del Nulla, pur essendo raggiungibili dal Regno di Mezzo, non hanno alcun legame col Mondo degli Umani. Forse quello che hanno detto le due Indovine è vero: c’è qualcuno o qualcosa che impedisce che le cose vadano come devono. - affermò Fideo.
Mentre i quattro stavano discutendo, i due Traditori dei Regni avevano ben altro cui pensare:
- Kazemaru, sono sicuro che tua cugina è riuscita a cavarsela. Vedrai che troveremo un modo per liberare sia lei sia la sua amica. - disse Mamoru, cercando di consolare il turchese.
Ichirouta era ancora visibilmente preoccupato, così si limitò ad annuire semplicemente, poi però sembrò di ricordarsi di qualcosa, o meglio, qualcuno:
- Mark, non ci avevi ancora detto perché ti trovavi nel Limbo. -
- è una storia un po’ lunga, ma ve la racconterò ugualmente. - appena il biondo si fosse assicurato di avere l’attenzione di tutti i sei presenti, cominciò a parlare:
- è cominciato tutto qualche anno fa. Mi trovavo ancora in America con il mio figlio adottivo… Sembrava tutto a posto, ma le cose sono cambiate così da un giorno all’altro: Ichinose comparve dal nulla, ma era ancora un Diavolo. Arelia doveva avergli detto non so cosa, perché mi aveva detto che era venuto per eliminarmi. Tutto ciò che ricordo è una lama affilata che mi ha trapassato da parte a parte, e il volto di mio figlio rigato dalle lacrime che continuava a chiamarmi, poi il nulla.
Quando mi sono svegliato, mi trovavo nel luogo che scoprì essere il Regno della Vita, ma me ne andai pochi mesi dopo il mio arrivo perché volevo scoprire perché Kazuya mi aveva aggredito e, possibilmente, anche quello che era successo a mio figlio dopo la mia scomparsa. Mi recai nel Regno di Mezzo, ma qualcuno mi stava aspettando: non ricordo bene di chi si trattasse, ma in qualche modo mi ha privato di alcuni dei poteri che avevo acquisito una volta diventato Angelo, inoltre è riuscito a mandarmi nel Limbo. Una volta lì, incontrai Touko e Yui, anche se all’inizio mi avevano scambiato per un intruso… Mi hanno aiutato per molto tempo, ma ora dovremo andare avanti con le nostre forze. -
A quel racconto seguì il silenzio, interrotto soltanto dal fruscio del vento tra le foglie degli alberi. Il primo a riprendersi fu Ichirouta:
- Sembra che ora dovremo scoprire cos’è successo. Dovremmo cominciare con la sorella di Diana, ma se è vero quello che le Indovine hanno detto, trovarla potrebbe essere un’impresa difficile. -
- Difficile, ma non impossibile. Vedrai che qualcosa riusciremo a fare. - gli disse Endou.
- Forse un modo c’è, ma dobbiamo riuscire a trovare l’Erede della Morte. - s’intromise Amelia.
- E come avresti intenzione di fare? - gli chiese Kruger.
- Aspetta e vedrai. - gli rispose Alan, per poi schioccare le dita. Poco dopo, l’unica presenza rimasta alla torre era il vento che non aveva smesso di soffiare.
 
 
Angolo di Emy
Non è stato un capitolo molto facile, ma spero di non aver fatto troppi errori.
Quantomeno si è scoperto chi era l’ospite misterioso delle due Indovine, ma sono un po’ indecisa su come farla continuare: volevo mettere subito uno scontro, ma non ne sono molto sicura…
Se qualcuno di voi ha un suggerimento, sappiate che sarà ben accetto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 29
*** Prima della nuova guerra (Parte 1) ***


 In quella settimana non era successo niente di particolare: le Guardie Angeliche erano occupate a sorvegliare l’Isola della Vita, mentre i Mietitori continuavano a girovagare senza meta nel Regno della Morte. Gli Angeli della Notte, sia che si trovassero nel Regno della Vita sia in quello della Morte, controllavano i bulbi che erano stati affidati loro, ma anche chi si trovava sulla Terra aveva il suo lavoro da fare.
Tuttavia, era una situazione fin troppo tranquilla, e qualcuno aveva deciso che non poteva continuare ancora.
 
 
Nel Regno della Morte… nelle profondità della Caverna dell’Oblio…

- Urabe, vieni qui! - ordinò Natsumi.
Poco dopo, l’azzurra entrò nella sala dove si trovava la Divinità Suprema della Morte:
- Perché mi hai chiamata? - le domandò Rika.
- L’ho fatto per un motivo preciso… - prima di continuare, un fumo rossastro che trasportava particelle di luce violacce scaturì dalla sua mano, per poi finire nella mano del Diavolo dagli occhi grigio perla.
- Ho deciso di attivare il potere dei bulbi che quegli incoscienti degli Angeli della Notte hanno piantato. Se ho ragione, riuscirò a distruggere quei Regni e anche i loro abitanti.
Tu dovrai fare in modo che l’Angelo della Notte che ha con sé il keshin Protettore della Morte respiri quelle particelle viola: quando accadrà, prima o poi sarà nelle nostre mani e non riuscirà a fare niente per opporsi. - dopo quella frase, un ghigno si disegnò sul volto della donna dai capelli ramati.
- Puoi andare. - ordinò, e la serva uscì dalla sala.
 
 
Nel frattempo… sulla riva del Fiume degli Spettri…
 
Come per gli Angeli della Notte che si trovavano nel Regno della Vita, anche Maria e i fratelli Light si erano dovuti stabilire per un certo periodo dove avevano piantato i loro bulbi, ma era passata una settimana da quando erano stati informati dai loro compagni che i Comandanti delle Guardie Angeliche erano tornati, e Ayla non aveva ancora dato nessun ordine:
- Secondo te, che cosa starà facendo mentre noi rimaniamo qui? - domandò Marco, o meglio, il suo volto riflesso in uno schermo di cristallo creato da Mika.
- Non saprei che cosa dirti. - disse soltanto la Obscurity, la quale era seduta nel prato fiorito e continuava a guardare il fiume.
- Maria, ultimamente mi sembri strana. C’è qualcosa che non va? - le chiese Isuke.
La ragazza non rispose subito; continuava a guardare lo scorrere del fiume, mentre il vento le scompigliava leggermente i capelli, e ogni tanto accarezzava la testa della sua lupa Nives, in quel momento addormentata di fianco a lei.
Dopo un po’, si decise a voltarsi verso gli schermi di cristallo, e di conseguenza, sui volti dei fratelli Light:
- Sta tranquillo Isuke. Non ho niente, sono solo un po’ stanca. -
- Non lo sarai di certo quanto lo siamo noi: il capo ti da sempre i compiti più facili. - si lamentò Marco.
- Hai sempre qualcosa da ridire tu, eh? - lo riprese il fratello.
Prima che l’altro potesse ribattere, il suono di un’ocarina riecheggiò in quella zona:
- Credo che quello fosse il segnale. - disse Maria, e infatti, ai due schermi di cristallo se ne aggiunse un altro color verde acqua, sul quale comparve l’immagine della Moon:
- Era ora che riuscissi a contattarvi. - disse Ayla, ma non fece in tempo a terminare la frase che Marco la interruppe:
- Spero che ci abbia chiamati per dirci che possiamo andarcene da questo posto noioso. -
- Come sempre, mi spiace deluderti… - cominciò la Moon con una punta d’ironia nella voce:
- Ma non vi ho chiamati per questo: grazie all’Occhio dei Regni, ho rilevato un’energia anomala nelle zone in cui avete piantato i bulbi. - disse lei, concludendo il discorso con il suo solito tono calmo.
- A cosa ti riferisci con “anomalo” ? - le domandò Isuke.
Prima che Ayla rispondesse, ci fu una scossa di terremoto; Maria si voltò verso il suo bulbo, notando che al suo posto era comparsa una conca dalla quale uscivano delle liane enormi. Si avvicinò alla pianta, accorgendosi che in fondo all’avvallamento c’era un giacinto con fiori rossi; tornò immediatamente agli schermi di cristallo, o meglio, allo schermo perché quelli dei Light erano spariti:
- Adesso capisco a cosa ti riferivi. - ammise Mika.
- Tu rimani lì e difendi quel bulbo da eventuali attacchi. Ora che è germogliato, quelle Guardie Angeliche non tarderanno a comparire. - si affrettò a dire la Moon, prima che anche il suo schermo di cristallo sparisse.
Qualche minuto dopo, il vento riprese a soffiare, ma era molto più forte di prima, ma portava con sé delle particelle viola: pochi minuti dopo, una fitta alla testa fece piegare la ragazza in due dal dolore:
- Ci mancava anche l’emicrania a coronare la mia giornata… Uff… Se continuo così, in quanto alle lamentele supererò persino Marco… - pensò lei, prima di sentire la voce che continuava a tormentarla da tempo:
- Mia schiava, dimentica ciò che ti ha detto quell’insulso Angelo della Notte. Lei non è nessuno per darti ordini: grazie al potere del keshin Protettore della Morte, tu sei molto più potente di lei.
Lascia il Regno della Morte ed elimina i Comandanti delle Guardie Angeliche, i due Gemelli della Creazione e della Distruzione, e anche gli eventuali intrusi. Usa qualunque mezzo, non importa quale sceglierai, basta che tu li tolga di mezzo per sempre. -
- Ancora tu! Chi sei e cosa vuoi da me? -
- Ti basti sapere che sono l'unica persona a cui dovrai obbedire d'ora in avanti, sia che tu lo voglia o no. -
- Mai! Non credere che ti ascolterò! -
In risposta a quell'affermazione, il mal di testa divenne più forte e dopo qualche minuto, la Obscurity si accasciò a terra con un grido di dolore:
- Molto bene. Il piano di Natsumi ha funzionato. - commentò Rika, la quale era rimasta nascosta dietro ad una roccia per tutto il tempo.
Dopo qualche minuto, Maria si svegliò e cercò di mettersi seduta, ma i suoi occhi erano diventati rossi e la voglia che aveva sul collo, prima a forma di stella, aveva acquisito la forma di una rosa nera stilizzata. Anche le ali erano cambiate: erano diventate completamente nere e non presentavano sfumature bianche.
La lupa Nives, allontanatasi dal prato a causa del terremoto, si avvicinò subito alla padrona, ma quest’ultima la ignorò e si mise nuovamente in piedi:
- Eseguirò l’ordine mia Signora. - sussurrò Mika, per poi volgere lo sguardo verso la lupa:
- Stammi lontana e non mi intralciare! Se ci provi… Beh, non serve che finisca il discorso. - la minacciò la ragazza, per poi incamminarsi verso il portale che aveva usato per giungere nel Regno della Morte.
Nives rimase ferma, giusto il tempo di vedere Maria scomparire tra le lande desolate di quel posto; non capiva bene cosa fosse successo, ma la sua padrona non la aveva mai trattata in quel modo. Grazie ai suoi poteri, materializzò un portale color zaffiro e ci entrò: doveva trovare Ayla, magari lei sapeva cos’era successo.
 
 
Poco dopo… al Mercato del Nulla…
 
Quel posto si poteva raggiungere grazie ad un passaggio nella Biblioteca del Nulla, ma a causa dei recenti scontro tra Angeli e Demoni, è stato imposto che si sarebbe potuto accedere a quel luogo soltanto in certi momenti dell’anno.
Dalla Biblioteca, si arrivava in una piazza lastricata in cui si trovavano diversi portali, ognuno dei quali portava in una sezione diversa del Mercato del Nulla, ma quella a cui Ichinose e Aki erano interessati, era la sezione relativa alle armi da guerra: lì, diversi teli logori erano disposti per terra e su di essi si trovavano lance, spade, coltelli, ma anche fucili, baionette e molto altro. Per la verità, erano armi che sono state portate lì dal Mondo degli Umani, ma chi le comprava poteva usare i propri poteri per fargli acquisire le caratteristiche che preferiva; all’inizio le Guardie Angeliche e i Mietitori prendevano lì le loro armi, ma in seguito ad alcune ripercussioni su chi le usava, si era deciso che le stesse Divinità dovessero dare le armi ai loro soldati.
- Non mi piace venire qui Ichinose. - gli disse Aki, mentre camminavano tra i teli logori alla ricerca di proiettili simili a quelli trovati da Shindou e Kirino.
- Non ti piace per il fatto che abbiamo nuovamente a che fare con queste armi, oppure perché… - il Neutrale non fece in tempo a terminare la frase che qualcuno li interruppe:
- Ichinose! - la Kino conosceva fin troppo bene quella voce, e anche se ogni volta cercava di nasconderlo, dentro di sé continuava a detestarla.
La Urabe comparve poco dopo di fronte a loro, ma il sorriso che aveva per aver rivisto Kazuya, scomparve subito quando vide chi era la ragazza con lui:
- Ciao Aki. - la salutò con un tono che cercò di far apparire neutrale, ma la Kino notò ugualmente che l’azzurra era irritata nel vederla.
- Che cosa volete? - domandò la Urabe ai due.
- Alcuni Angeli hanno trovato una di queste pallottole… - la informò Ichinose, mostrandole il proiettile, per poi continuare:
- E ci hanno riferito che ha ridotto in cenere le piume di uno dei Comandanti. Potresti dirci di cosa si tratta di preciso? -
Rika tornò a sorridere e, prendendo per mano il castano, lo trascinò nel posto che voleva; Aki sospirò rassegnata: quella ragazza non era proprio cambiata.
Poco dopo, i tre si trovarono davanti ad un telo su cui si trovavano un fucile e alcune pallottole, e queste ultime erano identiche a quelle dei due Neutrali:
- Sono le stesse! Hanno una funzione particolare? - le chiese lui.
- Sai bene che queste armi sono state trovate sulla Terra, e quindi sono normalissime. Tuttavia, ho saputo che tutti quelli che le hanno acquistate hanno conferito ad esse i poteri per sterminare soldati appartenenti allo schieramento opposto a quello a cui appartenevano. - lo informò lei.
- E tu dovresti sapere che il commercio delle armi è stato dichiarato illegale da un po’. - s’intromise la Kino.
- E io dovrò pur guadagnare qualcosa, non ti pare? A causa degli ultimi decreti, non si vedono più molte persone nel Mercato del Nulla. -
- Ragazze calmatevi. - disse loro Ichinose, per poi rivolgersi nuovamente a Rika:
- Per caso, tieni un registro su cui annoti i nomi di quelli che acquistano le armi? -
- No. C’è stato un piccolo incidente non molto tempo fa e i registri sono andati persi. - mentì lei. Natsumi le aveva ordinato di dare i proiettili a Mizu perché sterminasse gli Angeli, ma poiché questa aveva fallito, aveva dovuto adottare altri metodi; ma non poteva dirlo a quei due o la avrebbero scoperta!
Prima che gli altri due potessero ribattere, si udì il suono di una campana in lontananza:
- Quella era la Campana del Cielo! C’è un’emergenza nel Regno della Vita! - si accorse Aki.
Kazuya si limitò ad annuire, per poi salutare la Urabe e andarsene da quel posto.
 
 
Angolo di Emy
Tra non molto, scriverò di un primo scontro tra gli Angeli e gli Angeli della Notte, ma non so bene quando.
Vi dico subito che anche il prossimo capitolo sarà di stallo, quindi non aspettatevi chissà cosa.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 30
*** Prima della nuova guerra (Parte 2) ***


 Intanto… sulla Terra… nella sala principale della base segreta della God Eden…
 
Ayla era tornata lì di prima mattina, e sebbene avesse lavorato in tranquillità da diversi giorni, era ancora occupata a ricostruire la pagina che era stata strappata:
- Rimetterla a posto mi sembra impossibile… Chissà cosa l’ha ridotta così? - pensò lei, prendendo tra le mani i petali di rosa nera che aveva trovato a villa Raven.
In quel momento, il corvo Mirai prese, con l’aiuto del becco, la maschera a forma di corvo che si trovava nella borsa che la sua padrona aveva posato sul tavolo:
- La maschera di mia sorella… E allora? - il corvo si avvicinò e indicò col becco prima la maschera che aveva dato alla ragazza, poi le frecce nella faretra di Ayla, e infine la pagina strappata.
- Vuoi che mi metta la maschera, evochi l’avatar e colpisca la pagina con una freccia? - il corvo annuì a quella domanda.
Lei allora si alzò, mettendosi la maschera, per poi circondarsi di un’aura azzurra:
- Appari protettrice del Paradiso e dei paladini angelici. Vieni a me Centaura Protettrice della Vita! - disse lei, e la centaura dalla pelle azzurrina, gli occhi color zaffiro e dal corpo del cavallo nero comparve dietro di lei.
In quel momento, due ali d’Angelo comparvero sulla schiena della ragazza, permettendole di alzarsi in volo, e Ayla prese l’arco, incoccando una delle frecce contenute nella sua faretra. Poco dopo, anche l’avatar fece lo stesso, ma la sua freccia era avvolta d’energia azzurra; ad un certo punto, le ali della Moon si dissolsero e le piume si trasformarono in aura blu che si concentrò nella sua freccia.
- E ora vediamo che cosa sai fare. Freccia della Regina del Cielo! - disse Ayla, per poi scoccare la freccia nello stesso momento della keshin, ma quella di quest’ultima si trasformò in energia azzurra che fece acquisire più potenza al colpo del capo degli Angeli della Notte.
Appena la freccia colpì il diario, ci fu un bagliore accecante, ma non durò più di qualche secondo; quando la Moon riaprì gli occhi, la pagina si era ricostruita, ma la maschera era per terra ed era stata rotta a metà.
- Com’è possibile? - pensò la ragazza; poco dopo, l’avatar si dissolse in particelle di luce blu che fecero comparire delle scritte sulla pagina ricostruita:
“Ho capito una cosa: c’è qualcuno di più potente che finora ha sfruttato i gemelli e molti altri. Ha agito nell’ombra per ottenere il potere di qualcosa che i gemelli Le Loire chiamano il Nucleo. Non so bene di cosa si tratti, ma ti devo avvertire: potrebbe aver lanciato una maledizione anche sui Keshin Protettori dei Regni. Da quello che mi ricordo, il Protettore della Vita si trova nella mia vecchia maschera a forma di corvo e quello della Morte è rinchiuso nel medaglione a forma di farfalla di Arelia.
L’unico modo per farli sparire è rompere gli oggetti in cui sono imprigionati; di conseguenza, nel caso in cui li trovassi, non abusare dei loro poteri: potrebbero nuocere a te o a chi ti circonda.
Per ora, questo è tutto ciò che posso dirti.
Spero di rivederti presto sorella mia.”
- Se quello che c’è scritto non mente, e trattandosi di mia sorella dubito che sia così, Maria deve essere in pericolo! Per quel che riguarda i gemelli… beh, ci penserò in seguito. Ora non è il momento più afatto. - decise lei, ma quando stava per creare un portale per raggiungere il Regno della Morte, le altre pagine del diario s’illuminarono e da esse partì un fascio di luce azzurra che colpì Ayla. Quando la luce si affievolì, la ragazza si specchiò nell’Occhio dei Regni e notò che non aveva più la sua armatura: ora indossava un top bianco a collo alto con due cinture azzurre che s’incatenavano sul petto ed erano legate da una spilla d’argento con due ali d’Angelo. Sulle braccia c’erano delle lunghe maniche bianche, le mani erano coperte da guanti neri, e sulle gambe portava delle lunghe calze nere, e per finire indossava degli stivali bianchi; inoltre, una fascia di seta azzurra e due color blu cobalto le cingevano la vita, i suoi capelli erano legati in un chignon e le ali erano completamente bianche.
Rivolse nuovamente lo sguardo verso il diario e notò un’altra scritta in carattere runico:
“Questo era il mio ultimo regalo: è il vero Potere dell’Erede della Vita, ma ricorda che potrai usarlo solo per proteggere ciò che ritieni giusto, e anche quando capirai qual è il tuo obiettivo.”
Le scritte e il diario sparirono nel nulla, e quasi contemporaneamente, nella sala apparve un portale azzurro dal quale uscì Nives:
- Che cosa ti è successo? - chiese la Moon alla lupa.
Quest’ultima non poteva rispondere, ma considerando la sua agitazione, Ayla comprese che si trattava di Maria:
- è successo qualcosa a Mika, vero? - la lupa annuì con un cenno del capo.
- Se è vero ciò che era scritto nel diario, il potere del keshin potrebbe averle fatto perdere la ragione. È meglio che mi diriga nel Regno della Morte e la raggiunga. - pensò il capo degli Angeli della Notte, poi rivolse uno sguardo a Nives, sorridendole:
- Dovremo cercare Maria per sapere che cosa le è successo. - disse semplicemente, per poi schioccare le dita e teletrasportarsi.
 
 
In una zona intermedia tra il Regno di Mezzo e quello della Morte…
 
Ayla si era teletrasportata nel Regno della Morte, ma allora perché si trovava lì?
- Sta succedendo qualcosa. Non ho mai sbagliato a creare i portali e stabilirne la destinazione. - si domandò lei.
- Per la verità… Ti trovi qui per merito mio. - le rispose una voce femminile. La Moon si voltò nella direzione dalla quale proveniva e vide una ragazza della sua età dai capelli castani raccolti in una coda alta, gli occhi rosacei e la carnagione chiara, ma ciò che la colpì era che aveva un abbigliamento molto simile al suo, anche se c’erano ugualmente delle differenze: il top era rosso e aveva delle spalline, dalle quali partivano delle lunghe maniche rosacee, e indossava anche una minigonna bianca. La fascia che le cingeva la vita era nera e sul top era presente una spilla d'argento con delle piccole ali da Demone, i guanti rossi lasciavano scoperte le dita, le calze erano bianche e aveva delle scarpe da ballerina nere. Inoltre, aveva delle grandi ali da Diavolo viola.
- Tu devi essere l’Erede della Morte. - constatò Ayla, per poi aggiungere:
- Ora scusami se non mi trattengo oltre, ma ho da fare: devo aiutare una dei miei compagni. - quando stava per sorpassarla volando, un campo d’energia viola le impedì di proseguire.
- Mi spiace mia cara, ma non ti permetterò di raggiungere il Regno della Morte. Ho visto quello che hai fatto finora. - le rispose semplicemente Lavinia.
La Moon le rivolse un’occhiata gelida, per poi dire:
- Vorrà dire che non mi lasci scelta: se voglio raggiungere la mia amica, dovremo combattere. Spero che ti sia allenata bene perché non ti darò tregua. -
- Mi spiace non avere un’altra scelta, ma non ti farò continuare questa strage. - replicò l’altra.
Lo scontro tra le due Eredi stava per cominciare.
 
 
Nel frattempo… nel Regno di Mezzo…
 
- Questa sarà l’ennesima giornata che sprecherò leggendo vecchi, polverosi ed inutili libri. - ecco cosa pensava Annalisa, mentre sfogliava un altro libro di quelli che lei e Nile stavano controllando da poco più di una settimana.
- Ecco, questo potrebbe funzionare. - quell’affermazione del fratello colmò di felicità il cuore dell’altra, più che altro perché avrebbero smesso con quella routine che andava avanti da giorni.
- Era ora che trovassimo qualcosa! Comunque, a cosa ti riferisci? -
- Qui spiega che, per eliminare le piante magiche come questa, c’è soltanto un metodo. Bisogna ricorrere al potere del Nucleo dei Regni. - gli spiegò lui.
- Mi prendi il giro!? Il Nucleo è sparito tempo fa e non sappiamo dove sia finito! Oltretutto… - la ragazza non fece in tempo a finire che l’altro la anticipò:
- Lo so: si dice che il suo potere è talmente forte quanto pericoloso, e che nemmeno la più potente delle creature magiche lo possa toccare senza rimanere gravemente ferita, ma io non vedo un’altra scelta. - disse quella frase con una semplicità disarmante per la sorella.
- Ora basta! Non possiamo usare il potere del Nucleo? Bene, vorrà dire che sradicherò io quella pianta! Che le tue frecce colpiscano chi vuole avvicinarsi all’astro che illumina e domina il cielo notturno! Appari Arciere Guardiano della Luna! - esclamò la Rappresentante della Distruzione e la sua keshin comparve dietro di lei, ma poco dopo essere scomparsa, si dissolse nel nulla in un fascio di luce argentea.
Annalisa cercò di evocarla nuovamente, ma tutto ciò che riusciva ad ottenere era un fumo argentato.
- Che sta succedendo? - domandò seccata al fratello.
- Qualche giorno fa ci ho provato anch’io, ma non ho concluso niente. Da allora non sono più riuscito ad evocare il mio avatar. - le rispose calmo.
- Ecco l’ennesima seccatura! Se solo trovassimo quel maledetto Nucleo, potremmo riuscire a sbarazzarci di quest’erbaccia! - si lamentò lei, ma quando l’altro stava per ribattere, le liane cominciarono ad appassire sotto lo sguardo stupito dei due gemelli. Pochi minuti dopo, queste sparirono completamente e il giacinto dai fiori rossi fece la stessa fine.
- Non capisco… Perché è scomparso, e perché è accaduto proprio adesso!? - chiese Annalisa, ancora sorpresa da ciò che era accaduto poco prima.
Nile si avvicinò, osservando il paesaggio che lo circondava: la zona erbosa era diventata completamente arida, il Lago degli Spiriti era diventato un avvallamento senza più una sola goccia d’acqua e la nebbia era quasi completamente scomparsa.
- Deve aver terminato il compito per cui era finito qui. - dichiarò lui malinconico.
Gli attimi seguenti li passarono in silenzio, probabilmente per ricordare ciò che un tempo era il Regno di Mezzo e fissare nella mente ogni minimo particolare, prima che sparisse dai loro ricordi.
- Non mi sarei aspettato di rivedervi ancora gemelli. - li salutò una voce alle loro spalle.
I due si voltarono nella direzione dalla quale proveniva la voce e videro un uomo dai capelli blu, la carnagione abbronzata e gli occhi neri.
- Che ci fa un umano qui e come ha fatto a raggiungere questo luogo? - chiese la Rappresentante della Distruzione.
Il fratello squadrò lo sconosciuto, poi sembrò ricordarsi:
- Quello è l’uomo che ti ha curato dal morso di serpente quando sei finita sulla Terra. -
Rococo annuì, anche se in realtà era deluso: si aspettava una risposa diversa.
- Quando ho usato i miei poteri per rimuovere il veleno, questo era già sparito. - sussurrò alla gemella, per poi rivolgersi nuovamente ad Urupa:
- Come hai fatto ad arrivare qui? -
- Come non vi dovrebbe importare, vi dico solo che il motivo siete voi. Finora qualcuno vi ha manovrato senza che voi ve ne accorgeste, e vuole portare alla rovina ciò che avete creato. - spiegò semplicemente il blu.
- Un umano che ci vuole aiutare? Non avrei mai pensato di sentire queste frasi in vita mia! - disse sorpresa e divertita Annalisa.
- Sembra che non si ricordino niente di quello che è successo. - pensò Rococo.
- Apprezzo che tu ci voglia aiutare, ma agli umani è proibito l’accesso a questo luogo, quindi mi spiace, ma … - disse Nile, facendo materializzare il suo bastone con la sfera dorata:
- Dobbiamo farti andare via da questo luogo. - dichiarò il Rappresentante della Creazione.
- Finalmente si fa qualcosa di divertente! Ero stanca di sprecare il mio tempo a sfogliare dei libri! - esclamò la gemella, mentre faceva comparire il suo bastone con la sfera argentata.
Urupa li guardò attentamente:
- Sembra che non ho altra scelta. Dovrò combattere contro di loro. - pensò rassegnato, per poi schioccare le dita: al posto dei suoi vestiti, comparve un’armatura argentata e dorata, e in mano teneva una spada.
- Una Guardia del Regno di Mezzo… Evidentemente qualcuno gli deve aver dato questo potere: non l’ho mai visto tra quelle che abbiamo portato qui finora. - ammise il Rappresentante della Creazione.
- Non importa: possiamo schiacciarlo quando vogliamo. - affermò la gemella.
 
 
Angolo di Emy
Per i nuovi vestiti di Ayla e Lavinia mi sono ispirata a quello di Aqua di Kingdom Hearts: Birth by Sleep, anche se ho cambiato alcune cose.
Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi scuso se è troppo lungo.
Nel prossimo capitolo o in quello dopo ancora dovremmo vedere uno scontro.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 31
*** L'inizio della nuova guerra ***


 Nel Regno della Vita… alla Torre del Cielo…
 
I Neutrali avevano trovato i Comandanti delle Guardie e i loro secondi in comando alla Torre del Cielo, più precisamente al quinto piano, cioè l’ultimo che era stato ricostruito fino a quel momento:
- Potrei sapere perché avete suonato la campana? - chiese Aki ai presenti.
- Le altre Guardie ci hanno avvertito che alcune fonti d’energia anomala sono state rilevate in ogni zona dell’Isola. - rispose Tenma.
- Compreso il Giardino delle Rose che c’è sotto questa torre. - aggiunse Makoto.
Prima che i Neutrali potessero rispondere, una liana gigantesca sbucò dal pavimento rompendo le piastrelle; fortunatamente, i presenti si erano alzati in volo per evitare di essere colpiti.
- Ora dovremo ricominciare a ricostruire la torre. - commentò Ichinose, guardando dall’alto la radice gigante continuava a colpire i muri del quinto piano della torre.
- Quante sorgenti di energia anomala sono state localizzate? - domandò il Neutrale alle Guardie.
- Se non ricordo male, ne sono state individuate sei: una a nord, un’altra ad ovest, un’altra ancora a sud, due nella zona est e una nel Giardino delle Rose. - rispose semplicemente Shuu.
- Per la verità, ce ne sono di più. - disse una voce femminile e poco dopo, davanti ad Ichinose, comparve uno schermo di cristallo dorato e argentato su cui erano riflessi i volti dei due gemelli Le Loire:
- è un piacere rivedervi. Vedo che anche voi avete ricevuto la “piacevole” visita di una di quelle erbacce. - li salutò Annalisa.
- Come fai a sapere di quelle liane? - le domandò Yamato.
Al posto della sorella, rispose Nile:
- Per il semplice motivo che quelle radici sono comparse anche nel Regno di Mezzo. -
- A parte sfondare il terreno, cosa mai potrà fare? È soltanto un’erbaccia troppo cresciuta. - affermò Hakuryuu, ignaro di ciò che era in grado di fare quella pianta.
- Si vede che non sapete ancora niente. - constatò il Rappresentante della Creazione, per poi schioccare le dita, facendo comparire al posto della sua immagine quella del Regno di Mezzo.
- Non capisco come sia possibile… - si chiese Tosamaru, mentre guardava lo stato in cui era ridotto quel Regno.
- Vorremmo saperlo anche noi. Non siamo riusciti ad eliminarlo in tempo... - s’intromise la Rappresentante della Distruzione.
- Avete detto che non siete riusciti ad eliminarlo in tempo… Vuol dire che avete trovato un rimedio?- domandò Tsurugi.
- Sì, ma non è un metodo praticabile.
Possiamo solo dirvi che, oltre ai bulbi trovati dalle altre Guardie Angeliche, ce ne sono tre nel Regno della Morte: uno al Fiume degli Spettri, il secondo alla Caverna dell’Oblio e l’ultimo all’ingresso della Caverna della Morte. - gli rispose Nile, ma sua sorella aggiunse:
- E poi adesso siamo occupati. Abbiamo ricevuto un inatteso visitatore e dobbiamo occuparcene. - dopo quell’ultima frase, lo schermo di cristallo sparì.
- Dobbiamo trovare quei bulbi e anche un modo per distruggerli.
A questo punto, non possiamo fare altro che dividerci: i Comandanti delle Guardie devono recarsi nelle rispettive zone dell’isola e trovino i bulbi collocati in ognuna di esse.
Tosamaru, Hakuryuu, Tsurugi e Yamato devono andare nel Regno della Morte e trovare i bulbi situati laggiù. Io e Aki invece ci occuperemo del bulbo che si trova nel Giardino delle Rose. - ordinò Ichinose, per poi creare un portale per il Regno della Morte:
- Perché devono andare proprio loro in quel posto? Nessun Angelo riesce a sopravvivere laggiù. - si oppose Tenma.
- Non siamo degli Angeli in tutto e per tutto. Quando Diana ci ha risvegliato, ci ha lasciato quei segni neri sulle ali per ricordarci che in passato eravamo stati dei Demoni e, anche se solo in minima parte, lo siamo ancora. - gli spiegò Kyousuke, per poi entrare nel portale seguito dagli altri ex Diavoli.
Matsukaze se ne andò rassegnato nella zona est e poco dopo, anche gli altri Comandanti seguirono il suo esempio:
- Ci siamo dimenticati di dire quello che abbiamo scoperto sui proiettili a Tenma e Tsurugi, dopotutto erano loro i diretti interessati. - si ricordò la Kino.
- Ora non penso sia il momento, e poi non sappiamo ancora chi abbia comprato quelle pallottole di recente. Ora andiamo: abbiamo un’erbaccia da eliminare. - le disse l’altro, per poi dirigersi insieme alla compagna alla base della torre.
 
 
Nel Regno della Morte…
 
I quattro secondi in comando si erano ritrovati in una delle lande desertiche ai confini del Regno, e da lì si erano divisi: Hakuryuu era andato alla Grotta dell’Oblio, Tsurugi al Fiume degli Spettri, mentre Tosamaru e Yamato si erano diretti alla Caverna della Morte. Proprio questi ultimi stavano per avere il primo incontro con uno dei bulbi.
 
 
All’interno della Caverna della Morte…
 
- Finora non abbiamo avuto molti problemi, ma è strano: dovrebbero esserci dei Mietitori a sorvegliare questo posto. - constatò Yamato, mentre percorreva il tunnel sotterraneo che portava a destinazione.
- Forse il bulbo li ha attaccati e se ne sono andati, ma anche se fosse così, non sappiamo ancora come eliminarlo. - gli disse l’altro, ma ad un certo punto, i due si ritrovarono in una sala piuttosto ampia: le pareti erano mezze distrutte e su alcuni pilastri erano presenti dei bracieri ormai spenti. Inoltre, sul pavimento erano presenti delle radici che emergevano dal terreno, per poi tornare sottoterra.
- Ci sono due possibilità: deve essere stato il bulbo oppure è stata Arelia che, dopo aver subito una sconfitta dopo l’altra, ha distrutto questo posto per la rabbia. - affermò la Guardia dell’Ovest.
- Ora dobbiamo eliminare quella pianta, poi potremo andarcene da questo posto. - decise Sata, per poi evocare la sua lancia, ma prima che potesse compiere un passo verso il bulbo, un pugnale sfrecciò nella sua direzione:
- Spostati da lì! - gli gridò Yamato.
Tosamaru si spostò appena in tempo, così il coltello colpì il terreno:
- Chi è stato a lanciarlo? - si domandò l’Angelo del Sud, mentre estraeva l’arma dalla roccia: aveva l’elsa dorata sulla quale erano incastonati alcuni smeraldi, ma a parte quel particolare, sembrava un pugnale comune.
- Giù le mani dal mio pugnale! - sbottò una voce maschile. Dopo quella frase, un raggio d’energia verde partito da chissà dove venne scagliato in direzione delle due Guardie Angeliche:
- Che bel comitato d’accoglienza. - disse sarcastico l’Angelo dell’Ovest.
In quello stesso momento, dal nulla era comparso un ragazzo: aveva gli occhi blu mare, mentre i capelli erano biondi e acconciati in un modo simile a quelli di Ichinose. Inoltre, indossava un’armatura color notte, aveva una spada legata ad una cintura, e aveva ali simili a quelle degli Angeli, anche se presentavano diverse sfumature blu.
Il nuovo arrivato si rivolse subito a Tosamaru, il quale aveva ancora in mano il suo pugnale:
- Ti avevo appena detto di lasciare il mio pugnale! - esclamò, per poi schioccare le dita; dal nulla arrivò un falco dagli insoliti occhi verdi che strappò l’arma a Sata usando i suoi artigli, per poi restituirla al suo padrone:
- Grazie Kaze. - gli disse il biondo con un sorriso.
- Chi sei tu? E come mai riesci a sopravvivere nonostante tu sia un Angelo? - gli domandò Yamato.
- Non credo sia così. Guarda le sue ali. - cercò di contraddirlo il compagno.
In effetti, aveva ragione: nemmeno i Neutrali e gli ex Diavoli avevano quelle sfumature blu sulle ali.
- Esattamente. Anche se nemmeno voi sareste i più adatti a fare commenti come questi, vi risponderò: il mio nome è Marco Light e sono un Angelo della Notte. Io e i miei compagni abbiamo raggiunto i Regni per vendicarci dei gemelli Le Loire. - gli rispose Marco.
- Che vi hanno fatto quei due? E perché ti trovi qui? - gli chiese la Guardia dell’Ovest.
- Che cosa hanno fatto a me e ai miei compagni non sono affari vostri! Per quel che riguarda la seconda domanda, devo difendere questo bulbo da quelli come voi! - rispose l’Angelo della Notte.
- Hai almeno un’idea di cosa può fare quell’erbaccia!? Distruggerà questo posto e probabilmente anche te! - cercò di dissuaderlo la Guardia del Sud.
- Ormai ho deciso e non sarete voi a farmi tornare indietro! Preferite andarvene da soli o volete che ci pensi io? -
- Ce ne andremo, stai tranquillo… - cominciò a parlare Tosamaru, ma il compagno completò la sua frase:
- Solo dopo aver eliminato quella pianta! -
- Fate pure del vostro meglio, ma non mi batterete in ogni caso! - affermò fiducioso Marco.
 
 
Angolo di Emy
Ebbene sì! Gli scontri stanno per cominciare!
Per qualche capitolo ci concentreremo sugli scontri nel Regno della Morte.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 32
*** Il sigillo spezzato (Parte 1) ***


 Marco non aveva perso tempo: aveva cominciato subito ad attaccare i due utilizzando sia i suoi poteri sia la sua spada dall’elsa dorata, ma doveva stare attento a non colpire il bulbo, oppure il piano sarebbe fallito.
- Su ragazzi, mi state deludendo. Secondo le leggende, gli Angeli dovevano essere creature potenti, ma in realtà siete solo dei rammolliti. - li schernì il biondo, mentre sguainava nuovamente la spada e cercava di colpire le Guardie Angeliche; i due erano stati costretti a difendersi sin dall’inizio dell’incontro, e per questo avevano tramutato le loro lance in scudi per contrastarlo, ma non serviva a molto contro il loro nemico:
- Le vostre insulse armi non possono difendervi, né tantomeno ferirmi: sapete bene che servono solo contro i Diavoli. - ricordò loro il biondo.
Aveva ragione: anche dopo che il Mercato del Nulla era stato chiuso, erano state le Divinità a fabbricare con la magia le armi da dare ai loro soldati, ma le creavano per ferire chi apparteneva allo schieramento avversario.
Seppur stesse avendo la meglio sui suoi nemici, l’Angelo della Notte si stava annoiando:
- Noiosi e rammolliti. Loro e Ayla dovrebbero andare d’accordo. - pensò Marco, mentre la sua spada si caricava d’energia oscura.
- Non potrete mai vincere se sapete solo difendervi. Ora vi mostro io come si combatte: questa è la mia Spada Oscura! - annunciò il biondo, per poi saltare e scagliare un fendente oscuro contro i due.
- Ha ragione. Se continuiamo così, vincerà lui… - pensò rassegnato Sata, ma ad un tratto ebbe un’idea:
- Yamato, seguimi! - lo chiamò, per poi ripararsi dietro uno spuntone di roccia insieme all’altro.
- Spero che tu abbia avuto un’idea. Quello non intende fermarsi. - lo informò la Guardia dell’Ovest.
- Certo che ce l’ho: dovremmo riuscire a deviare uno dei fendenti oscuri in modo che sia lui ad essere colpito. -
- E così quello vedrà che non siamo degli incapaci. Mostriamogli che cosa sappiamo fare noi Guardie Angeliche! - dichiarò Yamato, per poi uscire dal nascondiglio seguito dalla Guardia del Sud, ma appena mossero un passo, un altro fendente oscuro stava sfrecciando verso di loro:
- Gigantic Bomb! - disse Tosamaru, mentre il suo scudo diventava più grande e cominciava ad emanare un’aura blu.
- Yamato, usa i tuoi poteri sul mio scudo. Se ho ragione, dovrebbe respingere il suo fendente. -
L’altro si limitò ad annuire, per poi circondare le sue mani con le fiamme:
- King Fire! - disse la Guardia dell’Ovest, per poi lanciare il fuoco sullo scudo di Sata che si avvolse anche d’energia color rosso-arancione.
Appena il fendente di Marco si scontrò con lo scudo, quest’ultimo cominciò ad emanare una luce rossa e blu, e pochi secondi dopo, un raggio di luce partì dall’arma:
- Questo lo colpirà di sicuro. - affermò Yamato, mentre la luce del raggio circondava il loro avversario; pochi secondi dopo, il bagliore si affievolì, ma i due videro solo uno scudo color verde smeraldo davanti a loro:
- Non è possibile… - Tosamaru faticava a crederci: tutti quei problemi per riuscire ad attaccarlo, e quello era il risultato?
- Come ho detto prima… - cominciò Marco, mentre faceva scomparire lo scudo:
- Siete davvero deludenti, ma almeno vi siete decisi ad attaccarmi, anche se nessun colpo può fermare il mio Scudo del Guerriero. -
Il falco Kaze, che fino a quel momento era rimasto appollaiato su uno spuntone di roccia, si posò sulla spalla del padrone:
- Credo sia ora di usare la nostra arma segreta. Non credi anche tu? - gli chiese il biondo.
Il falco si limitò ad annuire con un cenno della testa, per poi dissolversi in energia verde ed entrare nel corpo del ragazzo:
- Finora ho scherzato, ma adesso vi farò vedere di cosa sono capace. - annunciò l’Angelo della Notte, per poi aggiungere:
- Ecco a voi lo spadaccino che protegge il sigillo degli Angeli della Notte, colpendo e trafiggendo tutti i nemici con la sua spada! Appari mio keshin, Gladiatore Leggendario Protettore del Sigillo! - dietro di lui, si creò una nebbia verde, dalla quale comparve l’avatar: aveva le sembianze di un gladiatore dall’armatura argentata, il quale aveva una cintura marrone cui erano legate due grosse lame, mentre sulla testa si trovava un elmo con dei richiami ad ala sui lati. Aveva gli occhi verdi e la carnagione abbronzata, e sul braccio sinistro, l’unica parte del corpo oltre al viso a non essere protetta dall’armatura, era presente il simbolo di una stella dorata trafitta da una spada.
- E quello cos’è!? - esclamò Yamato.
- L’ho letto in uno dei libri della Biblioteca del Nulla: ogni volta che un Angelo o un Diavolo riesce a padroneggiare la propria energia spirituale, questa assume sembianze ben definite, creando così un keshin. - gli spiegò brevemente la Guardia del Sud.
- Bravo, vedo che hai fatto i compiti. - gli disse sarcastico Marco, per poi continuare:
- Peccato che questo non vi salverà. - utilizzando la sua spada, Marco creò a terra lo stesso simbolo del suo keshin. L’emblema della stella trafitta dalla spada si sollevò da terra, collocandosi di fronte alle Guardie Angeliche:
- Questo è il potere di un Angelo della Notte. Energia del Sigillo! - esclamò il biondo, mentre la sua spada e quella del suo avatar s’illuminavano di verde e colpivano contemporaneamente il sigillo, il quale creò un raggio d’energia color verde smeraldo che fu mandato in direzione dei nemici; Tosamaru provò a difendere sé stesso e il compagno con il Gigantic Bomb, ma lo scudo fu subito sbriciolato dalla potenza del colpo.
I due si ritrovarono a terra senza potersi opporre, e l’Angelo della Notte osservò la scena con un ghigno soddisfatto sul volto:
- Se è bastato così poco per battere voi due, anche gli altri miei compagni finiranno in fretta il lavoro. - Marco alzò la spada per finirli, ma sentì un dolore al braccio sinistro: immediatamente volse lo sguardo verso il suo keshin, e vide che il sigillo sul braccio era stato colpito da una freccia avvolta d’energia violacea.
- Chi è stato a colpirlo? - si domandò, e mentre cercava di trovare la risposta, sentì una fitta di dolore al petto: abbassò lo sguardo, e notò una freccia, simile a quella che aveva colpito il suo avatar, conficcata nel suo petto.
In quello stesso momento, le due Guardie si ripresero e, anche se ancora doloranti, videro la freccia che aveva colpito Marco:
- Che gli sarà successo? - domandò Yamato al compagno.
- Non lo so, ma quelle frecce le avevo viste l’unica volta in cui sono andato al Mercato del Nulla: se si usa l’incantesimo giusto, possono trafiggere qualsiasi cosa. - lo informò Tosamaru.
Nel frattempo, videro delle piccole sfere di luce che stavano circondando l’Angelo della Notte:
- Non posso credere che sia già tutto finito… - sussurrò Marco, ma i due lo sentirono ugualmente essendo molto vicini a lui:
- In che senso “è già tutto finito”? - gli chiese Yamato.
- Se un keshin viene colpito, anche il suo padrone sente dolore nello stesso punto. Tuttavia, se il sigillo che il mio possedeva viene trafitto, dopo un po’ io sparisco con lui. Sapevo sin dall’inizio che sarebbe potuto accadere, ma ho deciso di partecipare a questa lotta perché ad altri non capiti la mia stessa sorte. - gli rispose il biondo, mentre il suo corpo cominciava a diventare trasparente:
- Ti abbiamo sconfitto! Dicci come eliminare il bulbo! - gli ordinò la Guardia del Sud.
Marco non fece in tempo a rispondere che scomparve insieme al suo keshin, dissolvendosi in minuscole particelle di luce color verde smeraldo e piume bianche con sfumature blu.
Allo stesso tempo, il simbolo della stella trafitta dalla spada comparve davanti ai due, per poi dividersi a metà; dopo pochi secondi, i due sentirono una scossa di terremoto e videro le radici tornare in direzione del bulbo, fino a quando come ultimo segno della loro presenza rimasero solo gli enormi fori nella roccia.
I due si avvicinarono al bulbo, o meglio alle sue ceneri:
- Doveva essere il potere di Marco a tenere in vita questo bulbo. - constatò Tosamaru, ma l’altro lo interruppe subito:
- Qui abbiamo finito. Andiamocene. - dopo quella frase, i due si avviarono verso l’uscita della caverna, senza accorgersi che un Demone dagli occhi color grigio perla aveva osservato la scena, soddisfatto di com’erano andate le cose.
 
 
Nel frattempo… al Fiume degli Spettri…
 
Tsurugi aveva dovuto eliminare alcuni Mietitori lungo la strada, ma era riuscito ad arrivare a destinazione senza farsi troppo male:
- è strano: credevo che questo posto fosse una landa desolata. - pensò il blu, mentre guardava il prato fiorito che aveva davanti.
Si mise subito alla ricerca del bulbo, ma quando lo trovò, vide che era ancora normale:
- Non so perché non abbia creato quelle liane giganti, ma mi ha fatto solo un favore: eliminerò quest’erbaccia senza problemi. - disse mentre alzava la spada per colpire la pianta.
Poco prima di affondare la lama nel bulbo, una nebbia viola e rossastra, accompagnata da una raffica di vento, lo investì in pieno; dopo qualche minuto, Kyousuke riaprì gli occhi, ma non gli era successo niente e del bulbo rimanevano solo le ceneri:
- Chissà cos’è successo… - pensò, mentre guardava il paesaggio intorno a lui: gli venne in mente di aver visto un luogo simile nel Regno della Vita, anche se non ricordava quando e dove fosse successo. Volse lo sguardo verso il basso, e vide un giglio bianco accanto ad uno spazio di terra in cui non era presente nemmeno un germoglio; sfiorò con le dita i petali bianchi, mentre un’immagine gli attraversò la mente: si trovava in una specie di enorme giardino, e un Angelo dai capelli castani e gli occhi violetti gli stava mostrando un giglio:
- Se solo riuscissi a dare un senso a quelle immagini… - quello fu l’ultimo pensiero di Tsurugi, prima di andarsene da quel luogo.
 
 
Angolo di Emy
Mary-chan, se stai leggendo, perdonami per quello che ho fatto a Marco!
Comunque, è meglio che sia chiara una cosa: nessuno avrà vita facile, ma siccome d’ora in poi ci saranno solo degli scontri, cercherò di non essere ripetitiva nel descriverli.
Cambiando discorso, avete capito chi ha colpito Marco e il suo keshin e anche cosa è successo a Tsurugi?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 33
*** Il sigillo spezzato (Parte 2) ***


 Pochi minuti dopo… all’ingresso della Caverna dell’Oblio…
 
Hakuryuu era appena arrivato alla Grotta dell’Oblio, ma oltre alla presenza del bulbo e delle radici giganti, qualcosa non era come doveva essere in quel luogo:
- Molto strano… Giurerei che Arelia avesse messo una specie d’Idra a guardia di questo posto… Va beh… - dopo quel pensiero, l’albino fece comparire la sua lancia:
- Passiamo subito ad estirpare il bulbo. - disse, per poi avvicinarsi alla pianta, ma una volta arrivato alla conca dove si trovava il giacinto, qualcosa gli sfiorò una guancia; istintivamente, il ragazzo si portò la mano alla guancia, ma quando la ritrasse, il guanto dell’armatura era macchiato di un liquido rosso vermiglio.
Abbassò lo sguardo, notando che una freccia era conficcata in una roccia, ma nello stesso punto vide anche un’ombra che continuava a spostarsi dietro i massi presenti in quel posto.
- Chi sei? Fatti vedere! - ordinò la Guardia del Nord, ma come risposta ottenne solo altre frecce scagliate da diversi punti.
Per difendersi, Hakuryuu creò una barriera bianca che respinse le frecce, facendole conficcare nelle rocce:
- Chiunque sia, è veloce e ha una mira molto precisa… - rifletté l’albino, per poi giungere ad una conclusione:
- Poiché continua ad usare le pietre per nascondersi tra un tiro e l’altro e scoccare le frecce da diversi punti, mi basterà distruggere le rocce e avrò campo libero. -
Fece scomparire la barriera difensiva, poi puntò la lancia verso il cielo e creò una sfera bianca:
- Vedremo per quanto ancora ti nasconderai. White Hurricane! - disse, e dopo che il globo si fu illuminato, il ragazzo saltò e lo colpì con la lancia, dividendolo in tante sfere di luce che finirono su tutte le rocce più grandi che si trovavano in quel luogo, sbriciolandole completamente. Tuttavia nessuno sembrava trovarsi nascosto dietro di esse.
- Com’è possibile? Credevo che avrebbe funzionato! - esclamò la Guardia del Nord con un tono tra l’irritato e il sorpreso, ma quando stava per incamminarsi nuovamente verso le radici del bulbo, si ritrovò davanti un ragazzo, probabilmente lo stesso che si nascondeva dietro i massi: aveva i capelli castani e occhi azzurri, indossava un’armatura blu notte, e aveva delle ali bianche con alcune piume blu.
Non fece in tempo a dire o fare qualcosa, che lo sconosciuto brandì una piccola spada dal cinturino e stava per colpirlo, ma Hakuryuu la bloccò usando la sua lancia:
- A quanto vedo, hai deciso di smettere di nasconderti. Ora dimmi chi sei! - gli ordinò nuovamente. Lo sconosciuto balzò all’indietro, mentre trasformava la sua spada in una lancia:
- Penso che avrai capito, ma non sono un Angelo normale: sono un Angelo della Notte, il mio nome è Isuke Light. - rispose, e mentre la sua arma si caricava d’energia oscura, aggiunse:
- So perché sei arrivato fin qui, ma non ti permetterò di distruggere il bulbo. - ci fu un’altra pausa, durante la quale Isuke lanciò la sua arma in cielo, e delle nubi di un insolito colore rosso rubino si formarono sopra l’albino:
- Ti sei difeso dalle mie frecce, ma voglio vedere se ci riuscirai anche con le mie Lance Oscure. - dopo quell’ultima frase, l’Angelo della Notte schioccò le dita e dalle nuvole rosse cominciarono a cadere delle lance fatte d’energia oscura.
- Ho usato un campo di forza poco fa, e posso farlo anche adesso. Non mi batterai tanto facilmente. - affermò Hakuryuu, mentre conficcava la lancia nel terreno per creare nuovamente il campo di forza bianca.
Isuke rise a quella che riteneva una dimostrazione di arroganza da parte di un incosciente:
- Libro della Saggezza. - sussurrò, e il libro dalla copertina rossa comparve nella sua mano; lui lo aprì di poco, in modo che una flebile luce lo avvolgesse e gli permise di raggiungere l’avversario con una velocità inaudita:
- Mi sono informato molto sui poteri di Angeli e Diavoli prima di arrivare qui… - con un calcio, Isuke si liberò della lancia dell’Angelo mandandola lontano:
- E so bene che senza le vostre armi potete fare ben poco. - dopo quella frase, Isuke volò lontano dalla nube rossa; Hakuryuu cercò di creare ancora il campo di forza, ma ben presto si rese conto che l’avversario aveva ragione, poiché la barriera si sbriciolò dopo pochi secondi e lui fu colpito.
L’albino cadde al suolo nello stesso istante in cui le nuvole scomparvero, e nonostante indossasse l’armatura, il viso e le braccia si riempirono di cicatrici.
Intanto, Isuke si era avvicinato al nemico, e lo osservava divertito:
- Che cosa dicevi al fatto che non ti avrei battuto facilmente? - gli domandò sarcastico l’Angelo della Notte.
La Guardia del Nord gli rivolse un’occhiata gelida, ma si trasformò subito in un’espressione dolorante a causa delle ferite; sembrava che le cose per Hakuryuu non potessero peggiorare, ma non era così poiché uno schermo di cristallo d’argento comparve vicino all’albino:
- Potrei sapere quanto ci stai mettendo Hakuryuu? Credevamo che fosse un lavoro facile. - gli disse Yamato.
- Vorrei poter dire la stessa cosa del mio caso. - gli rispose l’albino, mentre cercava di rialzarsi, per poi chiedere agli altri:
- E a voi com’è andata? -
- Abbiamo incontrato un ragazzo che diceva di essere un “Angelo della Notte”. Stavamo per colpirlo, quando lui ha scatenato un keshin contro di noi. - rispose Senguuji.
- Se vuoi eliminare il bulbo, devi sconfiggere chi lo sorveglia. L’Angelo della Notte contro il quale stavamo combattendo era stato colpito da una freccia avvolta da un’aura viola e, dopo essere scomparso, il bulbo e le radici sono appassiti. - lo informò Tosamaru, dopodiché lo schermo scomparve.
- Non è possibile… - la voce di Isuke era talmente flebile che Hakuryuu era convinto di essersela immaginata.
L’albino cercò di allontanarsi un po’, ma ci pensò il suo nemico a farlo al posto suo:
- E ora che ti prende? Hai paura dopo ciò che hai sentito? - gli domandò la Guardia del Nord.
- Non è possibile… Hanno eliminato Marco… - mormorò il castano, e ad un certo punto, un’aquila dagli occhi rossi volò da lui, trasformandosi in energia che entrò nell’Angelo della Notte.
Quest’ultimo si alzò nuovamente in volo, ma dietro di lui si stava formando dell’energia rossa:
- Quando avrò finito con te, i tuoi amici avranno la giusta punizione per quello che hanno fatto! - sbottò Isuke, per poi continuare:
- Ecco a te il soldato protettore del sigillo degli Angeli della Notte, colui che scocca le sue frecce contro i nemici del suo schieramento. Compari mio keshin, Arciere Protettore del Sigillo Oscuro! - dalla nube rossa apparve un arciere dall’armatura argentata: aveva gli occhi dorati e la carnagione nivea, ed era dotato di un grande arco dorato e di una lancia nera, mentre la testa era protetta da un elmo dorato con motivi ad ala neri. Inoltre, il braccio destro non era coperto dall’armatura e presentava un simbolo di una stella nera trafitta da una spada.
Isuke guardò un attimo il suo avatar, per poi volgere nuovamente lo sguardo sull’avversario:
- Non m’importa più del bulbo. Se qualcuno fa del male a mio fratello, se la deve vedere con me. - pensò il castano, mentre lui e il suo keshin incoccavano delle frecce che s’illuminavano d’energia rossa.
Nel frattempo, il sigillo dell’avatar di Isuke comparve davanti ad Hakuryuu:
- Ecco a te la vera potenza di cui dispongo! Energia del Sigillo! - lui e il suo avatar scoccarono le loro frecce, le quali colpirono il simbolo, creando un raggio d’energia rosso che investì l’albino, distruggendo una buona parte della sua armatura.
La Guardia del Nord si ritrovò steso a terra nuovamente, ma il suo nemico sembrava essere impazzito, poiché lui e l’avatar stavano continuando a scoccare frecce ovunque senza curarsi del bulbo.
- Se riuscissi a muovermi, questa sarebbe l’occasione perfetta per estirpare quella pianta… - pensò la Guardia Angelica, mentre cercava di rialzarsi per la seconda volta, ma l’altro se ne accorse:
- Colpiscilo con la lancia! - ordinò al keshin. Quest’ultimo scagliò la lancia contro la Guardia del Nord, colpendolo vicino al cuore.
- Credevi di riuscire a sbarazzarti di me, ma adesso darai tu quello che… - non riuscì a terminare la frase che sentì un dolore al braccio destro e al petto: abbassò lo sguardo e vide una freccia avvolta d’energia viola conficcata nel suo petto, poi osservò il suo avatar, notando che il simbolo era stato colpito da una freccia.
- Questa è la freccia di cui parlavano… Se non sono stati loro a eliminare mio fratello, chi è stato? - con quella domanda senza risposta, l’Angelo della Notte scomparve, così come il bulbo e il suo keshin.
Intanto l’albino riuscì a rimettersi in piedi, per poi recuperare la sua lancia e dirigersi con passo stanco dagli altri, ma soprattutto senza sapere un particolare: un veleno, prima racchiuso nella punta della lancia dell’avatar, ora scorreva nel suo corpo e lo stava portando ad una fine lenta e dolorosa.
 
 
Nel frattempo… nelle profondità della Caverna dell’Oblio…
 
Inutile dire che Natsumi aveva osservato tutta la scena, ma il suo piano non si fermava lì:
- Complimenti Rika! Per una volta, hai fatto qualcosa di buono! Quei due Angeli della Notte non servivano più a niente, e ora che li hai eliminati, potrai dirigerti alla base segreta degli Angeli della Notte. - le disse la Divinità Suprema della Morte.
- E cosa dovrei andare a cercare in quel posto!? Voglio andare negli altri Regni e togliere di mezzo gli altri Angeli della Notte, anche perché ora che hanno fatto ciò che dovevano, li possiamo far scomparire quando vogliamo. - si lamentò la Urabe.
- Lo vuoi fare per rivedere Ichinose e togliere di mezzo Aki, non per le ragioni che hai detto.
In ogni caso, è possibile che anche l’Erede della Vita si sia messa alla ricerca del bulbo: se possiede delle cartine dei Regni o qualcos’altro che ci possa essere utile, dobbiamo impadronircene. - la riprese Natsumi.
L’altra si limitò ad esibire un broncio, per poi dirigersi all’uscita della sala:
- Uff… E va bene… Dopo essere uscita dal quel posto buio, umido e polveroso, però andrò nel Regno della Vita! Non voglio lasciare Ichinose troppo tempo con quella! - le rispose l’azzurra, per poi andarsene.
 
 
Angolo di Emy
Che sia ben chiara una cosa: Rika la detesto con tutta l’anima, ma non la lascerò impunita, così come Natsumi.
Da adesso dovremo spostarci nel Regno della Vita, ma vedremo…
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 34
*** Yami, il Messaggero delle Tenebre ***


 Nella zona a nord dell’Isola della Vita…
 
Shuu era riuscito a trovare il bulbo, e com’era accaduto per il Regno di Mezzo, quella pianta aveva causato solo devastazione: il lago al centro di quella zona era rimasto senz’acqua e, da quello che aveva visto durante la ricerca, le radici si erano estese in ogni angolo della zona nord.
Non era l’unica cosa insolita: in molti punti era state sparse delle frecce, ma non potevano essere state le Guardie del Nord perché nessuno di loro usava l’arco, almeno da quel che sapeva.
- Non mi sembra vero che questo sia lo stesso posto in cui ho cominciato l’addestramento come Guardia Angelica… - pensò il corvino, mentre si chinava sul terreno arido e sfiorava i petali di un iris ormai appassito.
Nella sua mente stavano tornando i ricordi di quella che era la zona a nord dell’Isola della Vita: la vegetazione era rigogliosa e nel lago l’acqua non mancava mai, mentre quello che aveva davanti agli occhi era l’esatto contrario. Inoltre, le sfere di luce che fluttuavano in ogni punto della zona nord erano diventate completamente nere.
Stava per rialzarsi, quando le frecce vicino al lago s’illuminarono di un’aura color lilla; da esse partirono delle corde fatte d’energia che si collegarono sopra il lago, ma erano talmente tante che probabilmente era un fenomeno che aveva coinvolto tutte le frecce che aveva visto nella foresta, e formarono una specie di cupola.
- E ora che succede? - si domandò Shuu, ma come risposta ottenne solo un’altra freccia, la quale colpì il fiore che prima stava guardando.
- Chi è stato? - chiese ancora il corvino, ma stavolta volgendo lo sguardo verso gli alberi della foresta.
A rispondere ci pensò un’altra freccia, ma il Comandante la schivò, per poi scagliare la sua lancia nella direzione dalla quale proveniva il colpo: poco dopo, dalla boscaglia emerse un quattordicenne dai capelli corti color nero violaceo con alcune ciocche bianche, la carnagione pallida e gli occhi color sangue. Indossava un’armatura blu notte, aveva un arco nella mano destra e una faretra sulla schiena, ma anche le ali bianche con alcune sfumature blu; non era da solo perché con lui c’era un ragazzo sulla ventina che indossava una tunica viola lunga fino alla vita, dei pantaloni neri sbiaditi in alcuni punti, degli stivali marroni e un cappuccio gli copriva la testa, ma esso si potevano comunque scorgere alcune ciocche di capelli argentate e gli occhi rossi. Nella mano destra teneva la lancia con la quale Shuu li voleva colpire, mentre nella sinistra teneva un lungo bastone sul quale era incastonata una sfera violacea, attorno alla quale ruotavano delle nubi nere.
- Certo che hai fatto in fretta a trovare il bulbo. Strano per un incapace come te. - constatò il nuovo arrivato.
- Non mi hai risposto. Chi sei? - gli domandò calmo il Comandante.
- Piacere di conoscerti, mi chiamo Yami e sono un Angelo della Notte. - rispose semplicemente l’altro, per poi indicare con lo sguardo il ragazzo incappucciato accanto a lui:
- Lui è il mio keshin: si chiama Messaggero del Buio Chronos. - dopo quella frase, l’Angelo della Notte fece un cenno con la testa all’avatar, il quale lasciò cadere la lancia vicino al Comandante.
Quest’ultimo però continuava a tenere lo sguardo su Yami: quel ragazzo aveva dei lineamenti molto simili a quelli di Hakuryuu e anche gli occhi erano gli stessi. C’erano troppe somiglianze perché fosse una semplice coincidenza…
- Ehi! Che ti prende? Ti sei incantato per caso? - lo chiamò l’Angelo della Notte, riportandolo alla realtà.
Shuu però cambiò subito discorso:
- Che cosa ci fai qui? E come fai a possedere un keshin? Soltanto le Divinità dei Regni e i Rappresentanti della Creazione e della Distruzione li dovrebbero possedere. -
Yami ghignò, per poi rispondere alla domanda:
- Noi Angeli della Notte li possediamo eccome, ma tanto non sopravvivrai abbastanza per dirlo ad altri. Credevo che ti tenessi informato su certi argomenti. -
- Prima sostieni che sono un incapace, poi che sono un ignorante. Come fai a dirlo se non mi conosci neanche? - gli fece notare Shuu, cercando di rimanere calmo, sebbene il suo tono tradisse una certa irritazione.
- Ti conosco molto più di quel che credi, ma non mi stupisce che tu non ti ricordi niente. So quello che succede alla memoria di una persona quando diventa un Angelo o un Diavolo. - pensò l’Angelo della Notte, per poi rispondere:
- Ora non importa. Io sono qui per difendere il bulbo, mentre tu sei qui per distruggerlo. - poi schioccò le dita, e il keshin sparò un raggio d’energia lilla contro la Guardia Angelica, ma quest’ultima lo schivò, per poi rifugiarsi nel bosco.
- Non potrai scappare per sempre. - disse Yami, anche se il nemico non lo poteva sentire. In seguito, rivolse lo sguardo al suo avatar:
- Dobbiamo inseguirlo. Sbrighiamoci! - ordinò, per poi partire all’inseguimento del Comandante insieme a Chronos.
 
 
Pochi minuti dopo… in un campo di iris nel mezzo della foresta…
 
Hakuryuu era tornato nella sua isola, così come i compagni che erano partiti con lui per il Regno della Morte erano tornare alle proprie.
Nonostante andasse in quel posto ogni volta che gli era possibile con Shuu, non riusciva a riconoscerlo nelle condizioni in cui era ridotto: l’erba era appassita, e i colori dei fiori erano quasi sbiaditi.
Proprio quando stava per cominciare a cercare il suo Comandante, vide una figura avvolta in un’aura bianca in mezzo al prato, e seppur emanasse una luce abbagliante, alla Guardia parve di vedere dei capelli biondi e degli occhi color cremisi.
- Prima un Angelo della Notte che vuole solo uccidermi, e adesso una specie di fantasma. Quante me ne dovranno capitare in un giorno solo? - pensò rassegnato l’albino, mentre la figura si avvicinava; l’Angelo provò a ritrarsi, ma era come se fosse immobilizzato. Intanto, l’ignoto continuava ad avanzare, e quando si trovò davanti alla Guardia, l’aura bianca cominciò a fluire verso l’albino, più precisamente verso i punti in cui era stato ferito da Isuke; subito dopo, ci fu un bagliore che costrinse Hakuryuu a coprirsi gli occhi con un braccio, ma quando la luce si affievolì, la figura misteriosa era sparita, lasciando al suo posto una sfera argentata che conteneva un esemplare d’iris in fioritura.
Il ragazzo si diede un’occhiata, e vide che le cicatrici sulle braccia e anche le parti dell’armatura distrutte erano tornate a posto.
- Sono successe troppe cose in un giorno, ma adesso è meglio che mi metta a cercare Shuu. Se quello che penso è vero, probabilmente c’è qualcuno che sorveglia anche il bulbo che si trova in questa zona dell’isola. - pensò la Guardia, per poi prendere il globo contenente il fiore tra le mani e addentrarsi nella boscaglia.
 
 
In quello stesso momento… al limitare della foresta…
 
Shuu aveva continuato a correre, cercando di schivare gli attacchi di Yami e del suo keshin, ma c’era qualcosa di strano: da quel che aveva saputo sugli avatar, questi sparivano dopo pochi minuti, anche meno se chi li utilizzava perdeva energie, ma a Chronos non era ancora successo niente.
Ad un certo punto, si rese conto di essere arrivato al limite di quella zona dell’isola, ma quando stava per sorpassare le corde d’energia create dalle frecce, comparve una barriera viola che lo sbalzò all’indietro.
- Come mai non posso passare? - si domandò, e come se gli potesse leggere nel pensiero, Yami comparve poco distante da lui e gli spiegò:
- Quelle frecce che avrai sicuramente visto nella foresta le ho scoccate io, ma non le ho lasciate in punti a caso: ho fatto in modo che costituissero una cupola che, una volta attivata, avrebbe impedito a qualunque entità angelica di entrare o uscire. Per farla breve, qui ci siamo solo noi due, anche perché ho immobilizzato in precedenza le altre Guardie del Nord e nessuno di loro ti potrà aiutare.
Per quel che riguarda il mio keshin, io e i miei compagni abbiamo usato un incantesimo perché diventassero delle entità autonome. Di conseguenza, anche se noi ci stanchiamo, a loro non succede niente. - poi l’arco e le frecce dell’Angelo della Notte si avvolsero d’energia lilla, così come il bastone del suo avatar. Yami saltò, per poi scoccare una delle due frecce, mentre Chronos colpiva la freccia con un raggio nero e su di essa comparvero delle ali di Garuda color lilla.
- E ora vediamo cosa farai: deciderai di affrontarmi e cercare di deviare la mia Freccia di Garuda, oppure ti comporterai come un vigliacco come hai fatto tempo fa? - si chiese l’Angelo della Notte, ma la reazione dell’altro non si fece attendere: Shuu trasformò la sua lancia in una spada, per poi conficcarla nel terreno e circondarla di un’aura viola scura.
Quando la freccia arrivò vicina alla spada, l’energia viola che ricopriva quest’ultima creò uno scudo che bloccò il colpo del nemico, e allo stesso tempo assorbiva l’aura della Freccia di Garuda. Dopo qualche minuto, la freccia tornò normale e il Comandante del Nord estrasse la spada dal terreno.
Yami lo guardò attonito, mentre tornava a terra:
- Non mi aspettavo questa scelta. Credevo che saresti scappato o qualcosa del genere, invece di usare la Maou no Ono per parare il colpo. - ammise l’Angelo della Notte.
- Come mai ti sei fatto tutte queste idee di me? E perché conosci il nome di questo potere? È la prima volta che lo vedi! -
L’espressione stupita di Yami fu sostituita da un ghigno:
- A quanto pare non ti ricordi niente. - mormorò l’Angelo della Notte, ma l’altro lo sentì ugualmente:
- Che cosa intendi dire? -
- Ci siamo già incontrati molto tempo fa, più precisamente quando eri ancora umano. Il nome Yamato Kagemaki ti dice niente? -
 
 
Angolo di Emy
Per un po’, credo che i titoli dei capitoli saranno gli elementi che usano gli Angeli della Notte oppure avranno un riferimento ai loro avatar.
E ora una piccola domanda: secondo voi, chi è Yamato Kagemaki?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 35
*** Colei che è nata dalle tenebre più nere... ***


 Shuu aveva già sentito quel nome quando era ancora umano, ma in quel momento la memoria non lo aiutava: ciò che si ricordava della sua vita da umano era un rituale per evitare che l’isola andasse distrutta, e il momento della sua morte, ma sfortunatamente non rammentava i dettagli.
Yami decise di spiegargli come stavano le cose, anche perché non voleva perdere tempo:
- La God Eden era un posto pacifico, fino a quando le Divinità della Vita e della Morte non decise che avrebbe costituito il luogo in cui alcune anime dovessero rimanere, e da allora le cose sono cambiate: per evitare che l’isola e i suoi abitanti andassero distrutti, le famiglie che abitavano l’isola decisero di sacrificare una persona entro un certo periodo.
Come possibili vittime sacrificali, erano state scelte una tua parente e un membro dei Kagemaki, e un duello con la spada tra due membri delle due famiglie avrebbe deciso chi sarebbe stato sacrificato. Hai cercato di corrompere gli avversari perché le vostre famiglie si mettessero d’accordo per evitare il rituale, poiché se tu avessi perso la sfida contro i Kagemaki, la tua parente avrebbe pagato le conseguenze del fallimento.
Tuttavia, il tuo inganno è stato scoperto e la tua parente, o meglio, la tua cara sorellina, è stata offerta in sacrificio. -
Dopo quella spiegazione, l’espressione del Comandante si fece triste; non gli piaceva ricordare quel periodo, ma si era reso conto che l’avversario aveva ragione: se non fosse stato per la sua codardia, lui avrebbe combattuto e magari avrebbe potuto vincere il duello, salvando così sua sorella.
Ad un tratto però, si ricordò di un particolare:
- Come fai a sapere tutte queste cose? Non dirmi che quel giorno eri presente anche tu! -
- Come te, vivevo in quel posto, ma a causa del tuo atto di codardia, le Divinità dei Regni cominciarono a pensare che tutti gli abitanti della God Eden erano soltanto dei traditori e dei codardi. Da allora, l’isola cambiò per sempre: le persone che ci abitavano, salvo alcune che sono finite qui, sono sparite senza lasciare traccia. - Yami strinse la presa sul suo arco, mentre nei suoi occhi rossi, che non avevano smesso di osservare l’altro, era comparsa una scintilla di puro odio.
- La stessa cosa è accaduta anche alla mia famiglia… Avevo solo sette anni e i miei genitori scomparvero nel nulla. Non molto tempo dopo, scoprì un modo per osservare ciò che succedeva nei Regni, e decisi di usare quel metodo per scoprire che fine avevano fatto i miei parenti. - ci fu un’altra luce d’odio negli occhi dell’Angelo della Notte, ma a Shuu sembrò di scorgere anche una certa malinconia:
- Ho continuato a cercarli per giorni, ma non si trovavano da nessuna parte. Avevo perso la speranza, ma quando stavo vagando per l’isola, li vidi… o almeno era quello che credevo. Se ne andarono ed io li rincorsi in tutta la foresta, ma quando si fermarono, li vidi mentre tornavano ad essere ciò che erano da quando era stato scoperto il tuo inganno: due spiriti… - l’Angelo della Notte si prese un’altra pausa: istintivamente, strinse ancora la presa sull’arco di legno fino a romperlo, e quando accadde, un’aura simile a quella dei bulbi entrò in Chronos.
Si rese conto che l’altro però aveva un’aria assorta:
- Mi stai ancora ascoltando o no? - gli disse irritato Yami. Ad un certo punto, un soffio di vento mosse i capelli dell’altro, rivelando un segno sul collo che Shuu si ricordava bene: una sfera nera avvolta da rampicanti insolitamente pieni di spine. Era il simbolo che i Kagemaki si facevano tatuare quando raggiungevano i sei anni, cioè l’età ritenuta sufficiente per cominciare a combattere, ma era anche l’ultima cosa che aveva visto prima di morire.
- Come mai hai quel segno? - gli domandò il Comandante.
L’Angelo della Notte ghignò ancora, mentre il suo keshin si avvolgeva di un’aura lilla:
- Ancora non l’hai capito? Beh… permettimi che mi presenti come si deve: da quando sono entrato a far parte degli Angeli della Notte, il mio nome è diventato Yami a causa delle tenebre della solitudine che avevo nel cuore, ma prima ero un membro della famiglia Kagemaki. Il mio nome è, o meglio, era Yamato Kagemaki, unico erede e unico sopravvissuto di quella famiglia. -
Shuu sgranò gli occhi a quella rivelazione, ma ancora c’era qualcosa che non gli era chiara:
- Anche la persona che mi ha ucciso ha detto di essere un membro di quella famiglia, ma non era un Angelo della Notte. Eri ancora tu o si trattava di qualcun altro? - gli chiese il Comandante.
Yami assunse un’espressione dubbiosa:
- Non so di cosa parli. Come ti ho detto, ero rimasto solo io di quella famiglia; inoltre, da quel maledetto giorno non ti ho più visto nell’isola. - gli rispose calmo, mentre l’avatar puntava il bastone contro il nemico:
- Sinceramente non m’importa. Se ci sono delle cose che non ho mai sopportato, sono la disonestà e la codardia: hai avuto quello che ti meritavi e ora potrò prendermi anch’io la mia vendetta. Conoscerai una delle mie tecniche più potenti: le Tenebre di Chronos! - l’Angelo della Notte evocò una sfera lilla, la quale creò davanti a lui un enorme orologio fatto d’energia dello stesso colore del globo. Quando le lancette indicarono entrambe le dodici, il keshin sparò un raggio d’energia oscura nell’orologio; l’aura si riversò nel raggio, il quale si diresse verso Shuu. Quest’ultimo non si mosse, ma quando stava per essere colpito, qualcuno lo afferrò per un braccio e lo portò nella foresta:
- Che storia è questa? Credevo che nessuno potesse entrare e che le altre Guardie fossero inoffensive! - esclamò irritato Yami, per poi addentrarsi nel bosco.
 
 
Pochi minuti dopo… nel campo di iris…
 
- Perché l’hai fatto Hakuryuu!? E come hai fatto ad arrivare qui? - gli gridò contro Shuu. Il suo secondo in comando era riuscito a salvarlo prima che il colpo lo raggiungesse, ma dopo quello che il Comandante aveva sentito da Yami, voleva solo farla finita per sempre.
- E tu perché sei rimasto immobile? Non è da te! Che cosa ti ha detto quel tipo? - gli disse di rimando l’altro, cercando di tenere stretto il compagno per il braccio per evitare che facesse una pazzia. Normalmente non si sarebbe preoccupato, anche perché il Comandante del Nord non si comportava in quel modo, ma Hakuryuu aveva capito una cosa quando era un Mietitore: la disperazione ti fa agire senza pensare.
- Credo di meritarmelo. È a causa mia se è successo quel disastro alla God Eden. - gli rispose il corvino, anche se non sembrava completamente convinto di ciò che diceva; questi cercò di liberarsi dalla presa del compagno, ma l’albino lo attirò a sé, cingendogli la vita con l’altro braccio per impedirgli la fuga.
- Mi spieghi di cosa parli? - gli chiese il secondo in comando.
Shuu gli raccontò quello che Yami gli aveva detto.
- E tu ci hai creduto!? Scommetto che sarebbero disposti ad utilizzare ogni metodo per batterci! Non ti facevo così ingenuo! - sbottò Hakuryuu.
- Non so se ho ragione o no, ma mi è sembrato di aver visto una certa malinconia nei suoi occhi mentre parlava. Non credo che mi abbia mentito. - gli spiegò l’altro, cercando di tranquillizzarsi.
Passarono qualche minuto stretti l’uno all’altro, ma qualcuno non era dello stesso avviso:
- Avete finito o no!? - esclamò irritata una voce maschile. I due si voltarono nella direzione dalla quale proveniva la voce, e videro il loro nemico e il suo avatar:
- Stavolta non mi sfuggirai Shuu, e tu… - disse indicando l’albino con lo sguardo:
- Non so chi sei, né come sei sfuggito ai miei poteri, e nemmeno come hai fatto ad oltrepassare la cupola, ma non rovinerai i miei piani. - poi schioccò le dita, e Chronos usò il bastone per creare un altro orologio d’energia viola, ma stavolta si collocò sopra le due Guardie Angeliche; poco dopo, le lancette indicarono le sei, e crearono delle corde color lilla che avvolgevano i nemici:
- Questo è il mio colpo più potente. Vedremo se sfuggiranno al Giudizio di Chronos. - pensò Yami, mentre osservava gli avversari che cercavano di liberarsi, o almeno Hakuryuu ci stava provando, perché Shuu sembrava assorto.
L’orologio s’illuminò di un’aura lilla, e quando le lancette scoccarono le dodici, creò un raggio d’energia che andò in direzione delle Guardie:
- Non può essere… Non può finire così… - pensò l’albino, mentre si preparava a ricevere il colpo.
Quando il raggio stava per investirli, una luce bianca comparve dal nulla, creando un campo di forza che difese le Guardie del Nord:
- Come hai fatto? - domandò il Comandante del Nord al compagno.
- Io non ho fatto niente… - Hakuryuu prese la sfera contenente l’iris, che gli aveva dato il fantasma, dalla borsa che aveva con sé e la mostrò al Comandante:
- Credo che la causa sia questa. -
Shuu sgranò gli occhi, prima di prendere parola:
- Questo è uno dei Doni dei Guardiani. Da quello che ho saputo, i Giardini della Vita stavano per essere distrutti a causa di Arelia, ma i quattro Guardiani riuscirono a impedirlo, anche se questo costò loro la libertà: da allora, infatti, sono rimasti legati con liane magiche ai rispettivi Alberi della Vita. Comunque, Diana aveva affidato ad ognuno di loro questi iris per ringraziarli: quei fiori erano considerati simboli di fede, coraggio e salvezza, qualità che i quattro Guardiani avevano mostrato di possedere prima e durante quella strage. Non capisco perché l’hai tu, ma potrebbe essere l’unico modo per salvarci: questi oggetti contengono una parte del potere della Divinità della Vita, e di conseguenza può scacciare ogni fonte d’energia negativa. -
- Tu che hai intenzione di fare? - gli chiese subito dopo il secondo in comando, ma l’altro lo guardò senza capire, così Hakuryuu proseguì col discorso:
- Il racconto di quel ragazzo ti ha sconvolto, non lo negare. Ti è stato detto che, a causa di un errore, hai provocato la distruzione dell’equilibrio della God Eden. Se usiamo questo potere, potremo vincere, ma sei sicuro di volerlo fare? -
Shuu si prese qualche minuto per riflettere.
- So bene che non potrò mai dimenticare anche i ricordi che mi sono rimasti della mia vita da umano, ma da quando sono qui, ho capito una cosa: bisogna andare avanti, cercando di non commettere gli stessi errori e sfruttare il tempo che hai come meglio ti è possibile. È grazie alle Guardie dell’Isola che l’ho capito… - il Comandante toccò la sfera, ed entrambe le Guardie Angeliche si circondarono d’energia, rispettivamente viola per il Comandante e gialla per il suo secondo in comando:
- Per Yami non credo che posso fare qualcosa, ma possiamo ancora impedire che distrugga questo posto. -
Intanto, l’Angelo della Notte stava osservando il raggio d’energia che scompariva e veniva assorbito dalla sfera dei nemici:
- Che sta succedendo? - si domandò l’Angelo della Notte.
Nel frattempo, la sfera diventò azzurra e si alzò nel cielo; Shuu e Hakuryuu la raggiunsero in volo:
- Zero Magnum! - gridarono all’unisono, per poi colpire la sfera con le loro lance, mandandola in direzione del nemico.
Yami provò a difendersi utilizzando i suoi poteri, ma accadde qualcosa che non si aspettava: il suo keshin si pose davanti a lui, per poi trasformare il bastone in una cerbottana, e usarla per colpire il suo padrone con un dardo sulla guancia destra, lo stesso punto in cui si trovava il tatuaggio degli Angeli della Notte.
A causa di quel gesto, l’Angelo della Notte si sentì svuotato delle sue energie, e rimase investito dalla Zero Magnum; quando accadde, Hakuryuu e Shuu stavano tornando a terra, e poco dopo l’Angelo della Notte cadde al suolo.
- Perché… Perché l’hai fatto? - chiese Yami al suo avatar con la poca forza che gli era rimasta, ma non ottenne risposta, poiché entrambi svanirono in un bagliore color lilla.
Dopo pochi minuti, le radici e la cupola sparirono, ma la vegetazione non era tornata normale.
- Hakuryuu guarda. - lo chiamò Shuu.
L’altro si avvicinò al punto in cui Yami era scomparso, e vide il Comandante che aveva in mano un foglio che diceva:
“Colei che è nata dalle tenebre più nere…”
- Forse Aki e Ichinose sanno cosa significa. - suppose Hakuryuu.
L’altro annuì, per poi dirigersi alla Torre del Cielo seguito dall’albino.
 
 
Angolo di Emy
Il rituale della God Eden inizialmente doveva essere lo stesso del primo film di IE GO, ma questa è pur sempre una fic AU, quindi ho dovuto modificare molte cose.
Vi chiederete a cosa è riferita la frase sul foglio che aveva Yami, ma lo saprete tra un bel po’.
Alla prossima col combattimento nella zona ovest!
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 36
*** Kaen, il Samurai del Fuoco ***


 In uno dei rifugi sotterranei nella zona ovest dell’Isola della Vita…
 
Siccome la vegetazione era piuttosto rada in quella zona, il bulbo aveva avuto altri effetti: oltre alla presenza delle liane, aveva scatenato frane in molti punti.
Makoto e le altre Guardie si erano dovuti occupare di portare gli abitanti in rifugi sotterranei, cioè delle caverne situate appena sopra il Giardino della Vita, e che potevano ospitare qualche decina di persone ciascuno, almeno fino a quando il bulbo non sarebbe stato eliminato.
Il Comandante si trovava in uno dei rifugi, e mentre si stava occupando di un bambino di quattro anni che era stato ferito ad un braccio da una liana, fu raggiunto dal suo secondo in comando:
- L’hai trovato? - gli chiese Kurosaki riferendosi al bulbo.
- Alcune Guardie mi hanno riferito che è stato trovato nella radura erbosa al centro dell’isola, e anche di aver visto un Angelo dalle ali con alcune piume blu e l’armatura color notte aggirarsi nei pressi della catena montuosa.  - gli rispose Yamato.
Il Comandante annuì, per poi finire di fasciare il braccio del bambino che stava curando prima; normalmente gli Angeli potevano usare i loro poteri per curarsi, ma quelli dei bambini erano piuttosto instabili e in alcuni casi potevano peggiorare la situazione:
- Così dovrebbe andare piccolo. - gli disse Makoto, ma il bambino gli chiese subito:
- Quella pianta cattiva c’è ancora? Quando potremo tornare a casa? -
Al posto del Comandante, rispose il secondo in comando:
- Purtroppo sì, ma ti prometto che faremo il possibile perché le cose tornino come prima. -
Il piccolo sembrò aver capito e annuì, per poi tornare dai suoi genitori, mentre le due Guardie si avviavano verso l’uscita del rifugio.
 
 
Nella radura al centro della zona ovest…
 
- Non mi avevi detto che le altre Guardie avevano avvistato qualcuno da queste parti? - gli domandò Kurosaki una volta arrivati nel luogo in cui si trovava il bulbo.
- Infatti, e credo di sapere di chi si tratta: quando sono andato nel Regno della Morte con Tosamaru, Hakuryuu e Tsurugi, ogni volta che abbiamo trovato un bulbo, c’era un Angelo della Notte a proteggerlo. Quasi sicuramente anche qui ce ne sarà uno. - gli spiegò Senguuji.
Sopra di loro, in cima alla catena montuosa che ormai era diventata una specie di un sentiero di pietra a causa delle frane e dei terremoti, Kaen li osservava:
- Evidentemente i Light e Maria non sono riusciti a fermarli. Mi stupisce che il capo li abbia scelti come Angeli della Notte maggiori. Beh, dimostrerò che cosa può fare un Angelo della Notte minore come me. - pensò lui brandendo la sua katana, per poi spostare lo sguardo sul suo keshin Samurai delle Fiamme Hachiman: aveva l’aspetto di un uomo dalla carnagione chiara e gli occhi neri, mentre i capelli erano nascosti dall’elmo che portava. Inoltre, indossava un’armatura da samurai color rosso fuoco, aveva una katana dalla lama d’argento legata alla vita grazie ad una cintura.
- Quell’ex Mietitore me la pagherà per quello che mi ha fatto… Inizialmente volevo seppellirli con dei massi, ma mi è venuto in mente qualcosa di meglio: dobbiamo rapire il Comandante, e già che ci sono, vedremo come reagirà il suo secondo in comando se uso un suo superiore come scudo. - dopo quel pensiero, si rivolse al suo avatar:
- Dopo che avremo usato le Sette Katane del Dio della Guerra, prendi l’Angelo dai capelli castani e portalo in un rifugio sotterraneo in cui non ci sono altri abitanti della zona ovest. Dopo che lo avrai fatto, raggiungi il luogo prestabilito e aspetta che l’ex Mietitore arrivi. - il samurai annuì, per poi brandire la katana, circondarla di fiamme, e creare grazie ad essa una sfera d’energia infuocata. Kaen avvolse la sua arma di un’aura color rosso fuoco, e continuò a colpire la sfera creata da Hachiman. Questa s’illuminò, per poi dividersi in sette parti che si trasformarono in katane avvolte d’energia rossa che andarono verso i due Angeli:
- Vedremo se quell’ex Mietitore fermerà il colpo, ma è meglio provvedere al suo compagno. - il rosso schioccò le dita, mentre il samurai si diresse verso i due nemici.
 
 
Nel frattempo… nella radura erbosa…
 
- Come avete fatto tu e Tosamaru a eliminare questo bulbo? - gli chiese Makoto.
- Non lo abbiamo fatto. È sparito quando l’Angelo della Notte che lo difendeva è stato colpito, anche se non sappiamo chi sia stato a scoccare la freccia che l’ha fatto sparire per sempre. Immagino che dovremo cercare chi ha il compito di proteggere questo bulbo e sconfiggerlo. - gli spiegò Yamato.
- Allora è meglio cominciare subito. - propose il Comandante, ma quando si alzò in volo insieme al suo secondo in comando, quest’ultimo notò delle katane circondate d’energia infuocata; subito si pose davanti a Kurosaki per difenderlo:
- King Fire! - gridò Senguuji, per poi ricoprire le sue mani di fuoco e creare davanti a sé uno scudo di fuoco. Ci impiegò un po’, e anche se con qualche difficoltà, riuscì a parare il colpo:
- Makoto, stai… - la frase gli morì in gola quando vide che il suo superiore era sparito. Al suo posto, c’era un foglio con una scritta in caratteri runici:
“Tu e i tuoi amici credevate di fare del male ai nostri compagni e di passarla liscia, non è vero? Beh, è stato l’errore più grande che potevate commettere. Immagino te ne sia già accorto, ma il Comandante dell’Ovest è sparito: il mio keshin l’ha rapito e l’ha portato in un’ubicazione segreta in questa zona dell’isola. Ti consiglio di fare in fretta se non vuoi che gli accada qualcosa… Qui sotto c’è disegnata una mappa della zona ovest e alcuni punti sono stati contrassegnati. Dovrai trovare dei pezzi di un’arma e ricomporla, poiché essa è l’unica cosa che ti può indicare dove mi trovo adesso con il tuo collega. A presto.
L’Angelo della Notte e samurai del fuoco, Kaen.”
Il secondo in comando strinse il foglio tra le mani. Avrebbe voluto avere davanti a sé il nemico e toglierlo di mezzo, ma in quel momento non aveva molta scelta: se voleva ritrovare Makoto, l’unica soluzione era seguire le indicazioni che gli erano state lasciate.
 
 
Pochi minuti dopo… in un altro rifugio sotterraneo…
 
Quando Kurosaki si risvegliò, vide delle pareti di roccia intervallate ogni tanto da delle torce in cui ardevano delle fiamme.
Subito si rese conto di trovarsi in uno dei rifugi sotterranei, ma quando provò a muoversi, sentì qualcosa che gli stringeva i polsi. Si diede un’occhiata e si rese conto di un paio di particolari: il primo era che le sue mani erano state legate con delle corde circondate d’aura color fuoco, mentre il secondo era che non indossava la sua armatura, ma una maglia bianca, una felpa gialla, dei pantaloni larghi marroni e delle scarpe nere.
- Non ci hai messo molto a svegliarti, ma d’altra parte gli avevo detto di andarci piano con te. - disse una voce all’entrata del rifugio.
La Guardia dell’Ovest si girò nella direzione dalla quale proveniva la voce, e vide un Angelo che possedeva le stesse caratteristiche che Yamato gli aveva illustrato in precedenza:
- Tu sei un Angelo della Notte, vero? - gli chiese il Comandante.
- Bravo, vedo che hai fatto i compiti. Io so già di te e delle altre Guardie di questa zona dell’isola, ma non penso che tu sappia chi sono io. Ricominciamo da capo: è un piacere incontrarti Makoto Kurosaki, o forse sarebbe meglio dire, è bello rivederti. Sono io, Koji Terumi, anche se da quando sono un Angelo della Notte, il mio nome è diventato Kaen a causa del mio potere distruttivo quanto le fiamme che evoco. -
Il Comandante dell’Ovest lo guardò per qualche attimo senza capire, per poi sgranare gli occhi:
- Mh. Sembra che ti ricordi ancora di me. - constatò l’Angelo della Notte con un ghigno sul volto, per poi impugnare un coltello preso dal suo cinturino.
- Non mi ricordo tutto di quel giorno, ma qualcosa sì. Perché mi hai portato qui e dov’è Yamato? - gli chiese Kurosaki.
- Se ti riferisci a quello che voleva difenderti dalle mie katane, sappi che sarà impegnato per un po’. Dovresti preoccuparti di te stesso adesso, poiché quelle corde t’impediscono di usare i tuoi poteri. - durante quella spiegazione, il rosso si era avvicinato e ora teneva il coltello vicino al volto dell’altro; un movimento rapido gli permise di lasciare una piccola cicatrice sulla fronte di Makoto e recidere la fascia bianca che il suo nemico portava:
- Questa è solo la prima delle cicatrici che intendo infliggerti. - gli sussurrò Kaen.
 
 
Intanto… nel Giardino della Vita del Nord…
 
- Non credevo che avresti affidato il tuo Dono del Guardiano a qualcuno. - ammise Hera, o meglio, il suo riflesso nello specchio d’argento all’interno della betulla dell’Albero della Vita.
- Sai che sono molto potente Hera. Uno come me non ne ha bisogno. - si vantò Afuro.
- Eccolo che ricomincia… - pensò rassegnato Tadashi, per poi chiedere al compagno:
- Ad ogni modo, vorrei sapere perché mi hai chiamato e spero che sia un motivo valido. Ora che gli Angeli della Notte e quei bulbi sono comparsi, dobbiamo darci da fare anche noi. -
- Cosa credi, lo so anch’io. Volevo dirti che, quando ho affidato il mio Dono del Guardiano, le liane che mi tenevano imprigionato all’albero sono sparite, e ne ho approfittato per fare un giro nell’Isola della Vita. Mi trovavo nella zona ovest, e ho notato che uno degli Angeli della Notte era il bambino di cui eravamo i tutori. - lo informò Terumi.
Il castano sgranò gli occhi: non gli andava giù il fatto che il compagno avesse deciso di uscire dal suo Giardino della Vita e metterlo in pericolo, ma la sua preoccupazione era rivolta alla rivelazione sull’Angelo della Notte.
- Parli di Koji? Non penso che sia possibile, non può essere stato così sciocco da allearsi con qualcuno che vuole solo distruggere questo posto. -
- Sono pur sempre passati cinque anni dall’ultima volta che lo abbiamo visto. Sarà accaduto qualcosa in quel periodo, e poi ho già visto cosa può fare un Angelo della Notte: ho assistito allo scontro nella zona nord, e ad un certo punto, il nemico delle Guardie Angeliche è scomparso senza lasciare traccia. - gli spiegò.
- Potresti avere ragione. In ogni caso, non possiamo permettere che a lui accada la stessa cosa, ma come facciamo con i Giardini della Vita? Sai che non possiamo allontanarci per troppo tempo, soprattutto in questo periodo. - gli ricordò il castano.
- Rilassati Hera. Ti assenterai solo per qualche minuto. Non è accaduto niente al mio Giardino e non succederà niente di male nemmeno al tuo. - cercò di rassicurarlo il biondo.
L’altro sembrò rifletterci, poi annuì:
- Uff… Va bene. Vediamoci alla zona ovest. - decise, mentre la sua immagine spariva dallo specchio e il tronco della betulla tornava normale.
Afuro sorrise, felice di aver raggiunto il suo obiettivo, per poi dirigersi verso l’uscita della grotta in cui si trovava il suo Giardino della Vita.
 
 
Angolo di Emy
Che cosa è accaduto di preciso a Kaen, o meglio a Koji Terumi, lo scopriremo nel prossimo capitolo.
Stavolta, ho per voi una piccola curiosità riguardanti i keshin degli Angeli della Notte comparsi nel Regno della Vita, più che altro riguardanti i loro nomi: “Chronos”, cioè l’avatar di Yami, è una divinità propria delle teogonie orfiche avente il compito di “temporalizzare” gli eventi; il keshin di Kaen invece aveva il nome di “Hachiman” che, secondo il pantheon delle divinità shintoiste giapponesi, è considerato il Dio della guerra.
Forse accadrà qualcosa di simile anche per gli altri avatar, ma non si sa ancora.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 37
*** Ha un potere più devastante delle fiamme... ***


 Vicino alla catena montuosa della zona ovest…
 
Yamato aveva girato ogni singolo angolo della zona ovest, ed era riuscito a trovare i pezzi dell’arma senza troppi inconvenienti; si trattava di una katana, ma sulla lama c’era un simbolo che non aveva mai visto prima: una spada con ali d’Angelo con alcune piume scure presenti sull’elsa. Aveva trovato tre parti dell’arma finora, cioè l’elsa e due pezzi della lama; stava cercando l’ultima parte della lama della katana da diversi minuti, quando i pezzi che aveva già trovato e l’ultimo, il quale si trovava tra i cespugli situati vicino ad una rientranza della parete montuosa, si circondarono di un’aura rossa, per poi ricomporsi da soli.
Poco dopo, si sprigionò anche una nebbia dello stesso colore, dalla quale emerse Hachiman, il samurai delle fiamme e keshin di Kaen:
- Non so chi tu sia, ma se c’entri qualcosa con Kaen, riferiscigli di uscire dal suo nascondiglio e lasciare Makoto. Ho fatto quello che dovevo! Che dimostri anche lui di essere qualcuno che mantiene la parola! - gli gridò la Guardia, ma come risposta ottenne un fendente; riuscì ad evitarlo senza problemi, ma il colpo di katana di Hachiman creò una voragine nel terreno.
- Ci sa fare, ma non combinerà niente se sa fare solo questo. - pensò il secondo in comando, mentre schivava un altro colpo di katana dell’avatar.
Continuarono così per qualche ora: Hachiman che lo attaccava, mentre Yamato schivava o parava i colpi con il suo King Fire; ad un certo punto, il keshin prese da terra la katana che gli aveva permesso di comparire, ma quando lo fece, fu avvolto da un’aura bianca con alcune sfumature nere e i suoi occhi diventarono color fuoco:
- E ora che gli succede? - si chiese Senguuji, mentre osservava l’avatar circondato di una strana aura che continuava a colpire punti a caso del terreno e della parete rocciosa.
- Beh, ora non è il momento di pensarci. Se quel Kaen non vuole mantenere la sua parte dell’accordo, dovrò trovare Makoto da solo. - concluse la Guardia dell’Ovest, ma quando si alzò in volo per evitare un altro fendente del samurai, questo colpì la parete rocciosa, per poi andarsene.
Il ragazzo stava per cominciare le ricerche del suo superiore, quando notò una scia di cenere di un insolito colore rosso vicino alla zona che Hachiman aveva colpito e anche un biglietto:
“Sarò un tuo nemico, ma sono anche un Angelo della Notte di parola. Il tuo compagno si trova alla fine di questa scia di Cenere Infuocata, ma ci hai impiegato più di quel che credessi per ricomporre la katana. Ti posso solo dire che il tuo collega non è ancora sparito, per adesso…”
Yamato si mise a correre, senza sapere che altri due Angeli avevano assistito alla scena e lo avevano seguito.
 
 
Circa mezz’ora dopo… all’interno del rifugio in cui si trovava Kaen…
 
- Non credere che riuscirai ad averla vinta! - gli gridò Kurosaki, ma ottenne solo una risata da parte dell’altro:
- Sei un illuso se sei convinto di riuscire a fermarmi nelle tue condizioni. Sai che non puoi usare i tuoi poteri, almeno finché sei bloccato nella forma umana; di conseguenza, sei diventato impotente, debole, inerme… -
- Sai che quelle parole sono sinonimi, vero? E comunque, il fatto che sono tornato umano, anche se non credo che continuerò ad esserlo ancora per molto, non mi rende inutile. - affermò il Comandante, ma subito dopo sentì un dolore alla testa. Non fece in tempo a chiedersi che cosa fosse successo che perse i sensi.
- Quanto ti sbagli Kurosaki… Ero un umano quando tu e l’ex Mietitore mi rovinaste la vita, e guarda un po’ cos’è successo: non ho potuto fermarvi. - pensò malinconico l’Angelo della Notte, mentre creava un fuoco grazie ad un mucchio di Cenere Infuocata che aveva messo al centro del rifugio.
Dopo qualche minuto, Yamato arrivò:
- Certo che ce ne hai messo di tempo per arrivare. Essendo una Guardia, credevo che ti sapessi orientare in questo posto. - constatò Kaen, ma il secondo in comando si rese conto che c’era una nota di divertimento e scherno nella voce del nemico.
Decise di lasciarlo stare quando vide le condizioni in cui si trovava il Comandante: oltre ad essere tornato umano e avere i polsi legati, aveva una cicatrice al centro della fronte, molte ferite sulle braccia e una che gli percorreva la gamba destra dal ginocchio fino alla caviglia. Inoltre, aveva alcune bruciature sulla gamba sinistra e una scia di sangue gli scendeva dalla tempia.
Senguuji corse da lui, ma l’amico sembrava svenuto:
- Che cosa gli hai fatto? - domandò il secondo in comando all’Angelo della Notte.
- Quelle corde gli hanno bloccato i poteri, ma non li hanno completamente annullati. Il tuo amico è ancora un Angelo.
Riguardo alle ferite, è bastato un coltello per infliggergliele, e per il sangue alla tempia… beh, l’ho colpito con una pietra.  - gli rispose Kaen senza curarsi delle condizioni di Kurosaki.
Yamato non riuscì a resistere: si avvicinò all’Angelo della Notte, il quale era ancora concentrato sul fuoco che stava creando, lo prese per il colletto e lo sollevò.
- Dimmi subito perché l’hai ridotto così! - lo minacciò la Guardia.
Kaen ghignò, per poi rispondere senza essere preoccupato dalla minaccia:
- Cosa t’importa delle condizioni di quel ragazzo? In fondo, dovresti ringraziarmi: se quello sparisce, prenderai il suo posto come Comandante. - a quelle parole, Yamato strinse di più la presa.
- Fammi capire: tempo fa non hai avuto problemi ad utilizzare degli umani per farti scudo dai colpi di quell’Angelo, e non ti sei preoccupato nemmeno di un bambino che ti pregava di lasciarli andare. Non vorrai farmi credere di essere cambiato da allora? -
Quelle ultime parole fecero ricordare qualcosa a Senguuji: il ricordo di una delle sue prime vittime come Mietitore, prima che Makoto gli facesse capire i suoi errori e lo portasse nel Regno della Vita.
- Anche tu ti ricordi qualcosa allora. - constatò Kaen, ma l’altro non accennava a lasciare la presa.
- M’importa quello che gli hai fatto perché non sono più quello di allora. È vero che ero accecato dalla rabbia e dall’ira a causa delle parole di Arelia, ma so anche che non è una motivazione sufficiente: ho tolto di mezzo le prime persone che mi sono capitate a tiro senza curarmi di niente e nessuno. Per loro non posso fare niente, ma Makoto mi ha fatto capire i miei errori, quindi non ti permetterò di fargli ancora del male. - gli spiegò, ma il nemico si arrabbiò perché aveva capito che non gli importava di quello che gli aveva fatto e di quanto lo aveva fatto soffrire. Si liberò dalla presa e balzò qualche metro lontano, per poi riavvicinarsi e cercare di colpirlo col coltello che aveva usato per ferire Kurosaki, ma l’altro lo anticipò difendendosi con lo scudo.
- Avresti dovuto pensarci quando hai fatto del male ai miei tutori, ma per quel che riguarda il tuo collega, ho qualche dubbio sul fatto che lo difenderai. Quel fuoco che ho creato al centro della stanza alzerà notevolmente la temperatura, e causerà delle esplosioni dovunque ho sparso la cenere rossa. - gli disse Kaen.
- Sai bene che le alte temperature non possono fare niente agli abitanti di quest’isola: sono abituati alle alte temperature, e possono difendersi dalle esplosioni con i loro poteri. - lo contraddisse il secondo in comando.
- Appunto: alle Guardie e agli abitanti non farà niente, ma Makoto adesso è diventato umano. Chissà che gli accadrà… -
Yamato si ricordò per un attimo delle condizioni del superiore, così si liberò di Kaen con un calcio, per poi tornare dal Comandante e prenderlo in braccio per portarlo fuori da lì.
- Te lo puoi scordare. Non vi permetterò di andarvene! - gli gridò l’Angelo della Notte, per poi rialzarsi e avventarsi sulla sua preda.
Senguuji non poteva usare lo scudo perché doveva sorreggere Kurosaki, ma il colpo di Kaen non arrivò perché un campo d’energia argentato si frappose tra loro e fece sbalzare il rosso contro il muro del rifugio:
- Chi ha osato intromettersi tra me e la mia vendetta? Chi è stato!? - esclamò l’Angelo della Notte, intenzionato a sbarazzarsi di chiunque si fosse messo in mezzo alla sua vendetta, ma si calmò subito quando vide entrare nel rifugio i suoi due tutori in forma angelica:
- E voi chi sareste? - chiese loro Yamato.
- Siamo due Guardiani dei Giardini della Vita. - rispose uno di loro, dai capelli castani e gli occhi violetti, mentre si avvicinava alle due Guardie per controllare le ferite di Makoto.
Senguuji continuava a postare lo sguardo dai nuovi arrivati all’avversario: prima si comportava come un pazzo, e adesso si era come pietrificato. Dire che quel ragazzo era strano era dire poco.
- Fammi capire Koji: non ci vediamo per anni e non ci saluti neanche? - gli chiese il secondo dei nuovi arrivati, dai capelli biondo e gli occhi color sangue.
- Afuro… Tadashi… Quel giorno vi ho visto sparire in un fascio di luce… Se siete qui, vuol dire che siete morti… - la voce di Kaen sembrò un sussurro, ma i due Guardiani la sentirono ugualmente.
- Non è andata esattamente così. - disse Hera, mentre era intento a curare il Comandante dell’Ovest con i suoi poteri.
- In che senso? - chiese l’Angelo della Notte.
A continuare il discorso ci pensò il Guardiano del Nord:
- Quel giorno siamo spariti, ma non siamo morti: l’ultima Dea della Vita ci aveva salvato, ma tornare sulla Terra non sarebbe servito a niente. -
- E perché!? - domandò Kaen.
- Il giorno dopo, scoprimmo che era stata diffusa la notizia della nostra sparizione. Tutti ci ritenevano passati a miglior vita, tu compreso. Che cosa pensavi che avremo causato se fossimo ricomparsi dal nulla? - cercò di spiegargli il Guardiano dell’Est al posto del compagno.
L’altro stava per controbattere, quando una delle pareti del rifugio si frantumò, e il keshin Hachiman fece irruzione nella grotta, per poi cominciare a colpire i muri. Dopo qualche altro minuto, cominciò a scagliare fendenti anche contro il suo padrone e, dopo qualche tentativo, colpì il tatuaggio degli Angeli della Notte che Kaen aveva sul polso destro.
Il ragazzo sentì subito una fitta di dolore, mentre vedeva il suo avatar scomparire nel nulla in una scia di luce rossa; sapeva che presto sarebbe toccato anche a lui, così si affrettò a dire un’ultima cosa agli altri presenti:
- Dovete uscire subito. Considerando i danni che il mio keshin ha causato, questo posto crollerà presto! -
- Prima ti credevo pazzo, ma adesso è davvero troppo! Se accadrà, rimarrai schiacciato anche tu! - lo rimproverò Yamato: era inutile, non sarebbe mai riuscito a capire il rosso.
- Non succederà. Per allora, io sarò già sparito: è il destino che attende un Angelo della Notte che viene ferito al simbolo dello schieramento d’appartenenza. - spiegò brevemente Kaen, per poi usare quello che gli restava dei suoi poteri per teletrasportare gli altri fuori dalla grotta.
Pochi secondi dopo, l’Angelo della Notte si dissolse in particelle di luce rosso fuoco, e le pareti del rifugio crollarono.
 
 
A casa di Makoto…
 
Kaen era riuscito a teletrasportarli fuori dalla grotta, ma viste le condizioni del Comandante dell’Ovest, il suo secondo in comando aveva preferito riportarlo a casa sua perché riposasse.
I due Guardiani erano spariti poco dopo che si fossero ritrovati fuori dal rifugio, ma in quel momento non era il problema più importante: Kurosaki non aveva più i polsi legati, e alcune delle ferite erano sparite, ma non era ancora tornato normale e purtroppo Yamato non sapeva cosa fare per aiutare il compagno.
- Chissà… Forse tra i suoi libri c’è qualche incantesimo che mi può essere utile... - pensò Senguuji, per poi avvicinarsi allo scaffale dove il suo superiore teneva i libri e le pergamene.
Qualche minuto dopo, trovò una lettera dei Guardiani in uno dei libri:
“Se ti chiedi come facevamo a sapere che saresti venuto in questa casa, c’è solo un particolare che devi ricordare: noi Guardiani vediamo e sentiamo ogni cosa che accade nel Regno.
Ce ne siamo dovuti andare perché eravamo rimasti lontani dai Giardini della Vita troppo tempo, ma ti abbia lasciato sulla scrivania un incantesimo che ti permetterà di curare il tuo amico e anche un foglio che abbiamo trovato all’uscita della grotta.”
La Guardia guardò la scrivania, rendendosi conto che lì si trovavano due fogli, ma la sua attenzione cadde su quello più piccolo, sul quale era scritto:
“Ha un potere più devastante delle fiamme…”
- Chissà cosa significano queste parole… Mh, non importa. Ne parlerò più tardi con gli altri. - decise, mentre cominciava a curare il compagno.
 
 
Angolo di Emy
E anche il secondo scontro è andato… Non è molto facile, considerando che devo evitare di essere ripetitiva.
Spero di non aver fatto errori perché non l’ho controllato molte volte.
Beh, nel prossimo ci sarà una piccola sorpresa, ma non vi anticipo niente al riguardo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 38
*** Piume di corvo e petali di rose portati dal vento nel blu della notte ***


 In una zona intermedia tra il Regno di Mezzo e il Regno della Morte…
 
Come stava accadendo negli altri Regni, anche Ayla e Lavinia avevano cominciato a combattere, ma l’Erede della Vita aveva ordinato a Nives e Mirai di controllare il Regno della Morte per scoprire dove fosse finita Maria; Lavinia le aveva fatto perdere del tempo prezioso, e probabilmente Mika non si trovava al Fiume degli Spettri. Poteva aver addirittura lasciato il Regno della Morte, ma era meglio controllare.
- Potrei sapere perché cerchi d’impedirmi di raggiungere la mia destinazione? - le domandò la Moon, schivando un’altra sfera d’energia rosacea.
- Non provare ad ingannarmi! Vuoi raggiungere il Regno di Mezzo e impedire che le cose tornino come devono essere! - le rispose la Farfalla.
La corvina la fissò perplessa.
- Scusami, ma non so proprio di cosa parli. - rispose sinceramente la Moon.
- Non m’incanti mia cara. - dopo quella frase, l’Erede della Morte si circondò di un’aura rossa rosata, la quale si trasformò subito dopo in petali di rose rosse che avvolsero l’Erede della Vita.
- Vorresti fermarmi con qualche petalo? - le domandò Ayla con una nota di sarcasmo nella voce.
- Fossi in te, aspetterei a parlare. - disse l’altra con un sorriso poco rassicurante sul volto.
Pochi secondi dopo, ai petali si aggiunse nell’aria il profumo delle rose, ma era più intenso del normale:
- Questo è il Profumo delle Rose della Morte: porta alla fine chiunque lo respiri, anche se richiede tempo perché faccia effetto. Vediamo se riuscirai a sfuggirgli. - pensò la Farfalla, mentre osservava i petali e la scia d’aura rosacea circondare completamente la nemica.
Dopo qualche minuto, l’energia rosa e i petali sparirono, rivelando una barriera azzurra sulla quale erano presenti delle piume nere di corvo.
- E tu pensavi che bastasse questo per battermi? La tua tecnica non era male, ma niente supera il mio Scudo di Piume. - la informò la Moon, mentre la barriera azzurra si dissolveva in fasci di luce color zaffiro.
- Non so cosa tu voglia fare, e sinceramente non m’interessa, ma devo trovare un’amica. Non sarai certo tu ad intralciarmi, e poi non posso perdere altro tempo, quindi andiamo al sodo: spicca il volo e librati nel cielo notturno, vieni a me Corvo Messaggero Oscuro! - subito dopo, il keshin di Ayla comparve da una nebbia azzurra formatasi dietro la ragazza, per poi volare più in alto e creare, grazie alle pietre d’ametista presenti nell’armatura che aveva sulle ali, una sfera d’energia trasparente. La Moon saltò, portandosi all’altezza del suo corvo, e incoccò una freccia; dopodiché, l’avatar sbatté le ali, dalle quali caddero delle piume di un insolito colore azzurro che si riversarono nel globo trasparente, mentre l’Erede della Vita scoccò la freccia, facendola finire nella sfera d’energia, la quale acquisì una tonalità color zaffiro, prima di esplodere e sprigionare delle frecce che andarono in direzione dell’Erede della Morte.
- Questo è il mio Turbine del Corvo Oscuro! Ora dimmi: adesso chi è quella che ha bisogno di aiuto? - la schernì la Moon, ma non sapeva che anche la nemica aveva un asso nella manica.
- Non io, e ora lo vedrai. Riemergi dalle tenebre della morte e circondati di rossi petali di rosa! Torna tra noi mia keshin, Ninfa delle Rose! - da una nebbia rosata, emerse una donna dalla pelle rosata, gli occhi verdi e i capelli color magenta decorati con rose rosse. Indossava un abito fucsia senza spalline che le arrivava fino alle ginocchia, ed era scalza.
- Il tuo Scudo di Piume era una tecnica carina, ma quelle piume nere serviranno solo a risaltare i colori delle mie rose. Tomba delle Rose! - gridò Lavinia, mentre lei e il suo avatar si circondavano di un’aura rossa; poco dopo, le rose che decoravano i capelli di Ninfa delle Rose cominciarono a fluttuare davanti all’Erede della Morte, e quest’ultima le usò per materializzare un monolite da usare per difendersi dal colpo dell’avversaria.
Anche se con qualche difficoltà, riuscì a parare il Turbine del Corvo Oscuro, per poi far scomparire la lastra di pietra.
- Non sei per niente male per essere una che è rimasta nascosta per tutto questo tempo. - ammise Ayla, per poi aggiungere:
- Ora però preparati a conoscere il mondo dei venti che controllo grazie alle mie piume di corvo. Spazzerò via te e le tue rose! -
- Anche tu te la cavi, ma usando quei bulbi hai quasi distrutto il Regno della Morte e presto potrebbe accadere lo stesso al Regno della Vita. Inoltre, ti ho detto prima che le tue piume servono solo a mettere in risalto le mie rose: non mi spazzerai via così facilmente! -
Le due si circondarono d’energia, rispettivamente blu per Ayla e rossa per Lavinia, poi spalancarono le loro ali e si diressero una contro l’altra.
- Fermatevi! Non dovete affrontarvi! - gridò una voce femminile sconosciuta per le Eredi, ma nessuna delle due si fermò.
Poco prima che si scontrassero, una luce dorata le teletrasportò via.
 
 
Qualche minuto dopo… nella chiesa della Divinità Suprema della Vita…
 
Quando si svegliò, Ayla si rese conto di avere un mal di testa allucinante, ma dovette metterlo da parte quando notò altri particolari: non si trovava più nella zona intermedia, ma in una sala in cui erano presenti delle sedie e un altare; inoltre, pur essendo ancora svenuta e stesa sul pavimento, anche Lavinia si trovava lì.
- Che posto è questo? Come sono finita qui? - stava continuando a chiedersi, e come risposta a quelle domande, una donna dai capelli viola, gli occhi color indaco e le ali bianche da Angelo comparve davanti a lei.
- E tu chi sei? - le domandò Ayla, cercando di rialzarsi, ma le sue ginocchia cedettero: non sapeva come, ma era troppo stanca. Forse perché aveva combattuto per ore con l’Erede della Morte, o a causa di quella luce che aveva visto prima di finire lì?
- è meglio aspettare che la tua amica si svegli. Non credi Ayla Moon, o preferisci che ti chiami con il tuo vero nome, Ayla Raven? - le chiese cortesemente la donna.
- Chiariamo un paio di cose: questa qui non è mia amica… - affermò, indicando con lo sguardo Lavinia - e poi come fai a sapere come mi chiamo? -
La viola non rispose; si limitò a sorriderle:
- Presto saprai tutto, ma per ora è meglio aspettare che la piccola Lavinia Farfalla si svegli. -
Una mezz’ora dopo, infatti, l’Erede della Morte si risvegliò:
- Che bella dormita… - sbadigliò Lavinia, per poi mettersi seduta.
- Era ora che ti svegliassi Lavinia. - disse seccata Ayla, più che altro dal fatto che avesse dovuto aspettare tutto quel tempo.
- Che bel modo di… Un momento. Come fai a sapere il mio nome? Io non te l’ho detto. -
- Chiedilo a quella… - disse, rivolgendo lo sguardo all’Angelo dai capelli viola: - Non a me. In ogni caso, mentre dormivi, mi ha detto che doveva spiegarci qualcosa sui Veri Poteri degli Eredi. - le spiegò brevemente, per poi incamminarsi verso l’altare dove si trovava la viola, seguita a ruota da Lavinia.
- Si è svegliata. Ora dicci quello che devi, e poi lasciaci andare. - le intimò la Moon.
- Tanto per cominciare, io sono Fuyuka, la Divinità Suprema della Vita. Vi spiegherò ciò che sarà necessario, ma prima guardate quell’affresco laggiù. - disse, guardando una raffigurazione di due donne: una era un Angelo dai capelli lilla e gli occhi azzurri, mentre l’altra era un Diavolo dai capelli viola scuro e gli occhi rosa, ma le due indossavano gli stessi vestiti che Ayla e Lavinia possedevano da quando avevano ricevuto i veri poteri delle Eredi.
- Perché sono vestite come noi? - chiese subito Lavinia.
Lo sguardo di Fuyuka indugiò ancora un attimo sull’affresco, per poi spostarsi sulle Eredi:
- Per rispondervi, devo tornare indietro con la memoria di diversi anni: loro sono Yume, l’Angelo dei Sogni, e sua sorella Akumu, il Demone degli Incubi.
Un tempo, le anime vagavano senza meta sulla Terra, e se una buona e una malvagia si scontravano, generavano un potere che le portava ad annullarsi a vicenda. - la Divinità si prese una pausa, prima di continuare:
- Per impedire che il mondo restasse un posto tetro e vuoto, e per evitare che le anime continuassero con quegli scontri, Yume e Akumu crearono delle dimensioni alternative in cui esse potessero rifugiarsi e rimanere. Yume creò la Dimensione della Vita e trasformò le anime buone in Angeli, permettendo anche la nascita dell’ordine delle Guardie Angeliche; Akumu invece diede origine alla Dimensione della Morte e tramutò le anime malvagie in Mietitori.
Nonostante questo, entrambe avevano speso una quantità d’energia incredibile per generare le due Dimensioni e trasportare lì tutte le anime, e la loro scomparsa parve inevitabile… Dal desiderio di entrambe di continuare a proteggere le due Dimensioni e le anime, si sprigionò una scintilla di pensiero puro e da esse nacquero due bambine con i loro stessi poteri: io e la Divinità Suprema della Morte.
Poco prima di scomparire, Yume e Akumu ci dissero di continuare a vegliare sui Regni, ma qualcosa andò storto: nella Divinità Suprema della Morte nacque una sete di dominio e ambizione smisurata. Voleva trovare il potere che Yume e Akumu avevano usato per creare le Dimensioni, ma che era stato nascosto perché troppo pericoloso da poter controllare: si trattava del Nucleo, un potere che avrebbe permesso di salvare quelli che ora si chiamano Regni e anche la Terra, oppure distruggerli completamente… - ad interrompere Fuyuka, ci pensarono delle sfere d’energia nere e rosse che circondarono lei e le due Eredi.
- Sembra che mi abbia trovato. - la viola sussurrò appena quella frase, ma Ayla e Lavinia la sentirono ugualmente:
- Chi? - le domandò semplicemente la Farfalla.
- Dovete andarvene. - disse invece la Divinità Suprema della Vita, per poi materializzare un anello di rune sotto le due Eredi:
- Aspetta! Non ci hai detto perché quelle due hanno i nostri stessi vestiti. Che c’entriamo noi con loro? - le chiese la Moon.
- Poco prima di sparire, Yume e Akumu ci affidarono i poteri degli Eredi, dicendoci di affidarli a qualcuno che fosse degno di possederli. Non so perché li possediate voi ora, ma sono l’unico modo per trovare il Nucleo. Ricordate: “La Luna e il Sole splenderanno contemporaneamente nel cielo, e quando il vento soffierà, portando con sé petali di rose e piume di corvo, saprete il segreto che ha creato i Regni.” - dopo quelle ultime frasi, le due Eredi scomparvero dalla sala.
 
 
Nella zona intermedia tra i Regni di Mezzo e della Morte…
 
Le due Eredi erano state avvolte dalla luce, ma in quel caso sapevano dove si trovavano: erano tornate nel luogo dello scontro.
- Molto bene. Ora sono tornata, devo raggiungere il Regno di Mezzo. - si decise Ayla, ma l’altra non era dello stesso parere:
- Non puoi! Non ricordi che ci ha detto la Divinità Suprema della Vita? Dobbiamo trovare il Nucleo! -
- Se hai ascoltato, ci ha detto che la Divinità Suprema della Morte non l’ha ancora trovato! Per quello che mi riguarda, il Nucleo può aspettare. Ho altro da… - la Moon fu interrotta dall’ululato di un lupo e dal gracchiare di un corvo: erano Nives e Mirai.
- Siete tornate. Avete notizie di Maria? - chiese alle due, ma loro le risposero “no” con un cenno del capo.
- E queste chi sono? - domandò l’Erede della Morte all’altra.
- Lei è la mia partner Mirai… - disse guardando il corvo, per poi rivolgere lo sguardo alla lupa:
- E questa è Nives, la partner della mia amica. -
Dopo quella frase, dalla stessa direzione dalla quale erano arrivate Mirai e Nives, comparve una farfalla dalle ali rosa con diverse sfumature viola e rosse:
- Ai, per fortuna sei arrivata. Che sta succedendo? - le chiese Lavinia.
- Deve essere il suo animale partner. - dedusse Ayla guardandole.
- Non può essere! - esclamò spaventata l’Erede della Morte.
- Che succede? -
- Devo raggiungere il Regno di Mezzo! Lui è in pericolo! - Lavinia si diresse nella direzione dalla quale era comparsa la sua farfalla, ma la Moon si rese conto di un particolare:
- Non so chi sia questo “lui”, ma non sopporto che qualcuno finisca male a causa dei due gemelli Le Loire. Meglio che segua quella ragazza, e poi l’acqua del Lago degli Spiriti permette di vedere qualsiasi persona, luogo e oggetto si voglia. Ormai è l’unico modo per trovare Mika. - decise l’Erede della Vita, per poi seguire Lavinia.
 
 
Angolo di Emy
Ecco quale era la sorpresa di cui parlavo! Credevate che ci sarebbe stato un altro scontro nel Regno della Vita, e invece c’è stato quello delle due Eredi.
Speravate che facessi dire tutto a Fuyuka, ma non è così, anche perché non voglio rovinarvi il divertimento subito.
Ecco alcune piccole curiosità per voi: Ai è la farfalla partner di Lavinia, e il suo nome significa “amore. Piuttosto insolito per l’Erede della Morte, ma avete visto dal suo comportamento che Lavinia è un caso a parte.
“Yume” significa “sogno”, mentre “Akumu” vuol dire “incubo”. Lo so, in questo caso sono stata banale…
Nel prossimo capitolo, torneremo nel Regno della Vita.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 39
*** Sora, la Guardiana del Cielo, e Chikyu, il Protettore della Terra ***


 Nel bosco situato nella zona sud dell’Isola della Vita…
 
Sora aveva dovuto piantare il bulbo nella foresta al centro di quella zona, e poiché non aveva incontrato né gli abitanti né le Guardie Angeliche, aveva deciso di farsi un giro di quella zona dell’isola per non annoiarsi: prima era andata alla spiaggia a nuotare, poi era tornata nel prato in cui aveva piantato il bulbo e ci era rimasta per un po’, dopo ancora si era addentrata nella foresta per fare una passeggiata, non senza lasciare il suo keshin a fare da guardia al bulbo.
Anche in quel momento si trovava nel bosco, e seppur si trovasse lì da qualche minuto, sentiva come se qualcuno la stesse seguendo. Mentre osservava il paesaggio intorno a sé per capire cosa stesse succedendo, quando vide qualcuno dietro ad uno degli alberi.
- è troppo facile così. Ricomincerò a camminare, e quando chi mi segue uscirà allo scoperto, gli farò capire cosa succede se qualcuno m’incontra. - pensò lei, mentre riprendeva la passeggiata. Poco dopo, sentì il rumore dei passi veloci dietro di lei, evocò la sua lancia per difendersi dall’aggressore, ma non vide nessuno dopo essersi voltata.
- E ora che succede? - si domandò l’azzurra, ma non fece in tempo a trovare la risposta che sentì un dolore al capo, che la lasciò disorientata e le fece perdere l’equilibrio. Sentiva che stava per chiudere gli occhi, ma quando stava per prepararsi all’impatto col terreno, sentì la vita avvolta da un braccio.
 
 
In una spiaggia della zona sud…
 
Sora non sapeva quanto tempo era passato da quando era svenuta, ma non sarebbe continuato così ancora a lungo perché una luce stava cercando di penetrare i suoi occhi chiusi.
Quando li riaprì, si rese conto di essere finita su una delle spiagge di quella zona dell’Isola della Vita, ma vide anche due ragazzi, che dovevano essere Guardie Angeliche poiché indossavano l’armatura, che la stavano fissando:
- Era ora che ti svegliassi. - disse il primo, dai capelli color tramonto, la carnagione pallida e gli occhi color cielo: era lo stesso ragazzo che la aveva salvata la prima volta che era venuta nel Regno della Vita.
- Ti sei già scordato il motivo per cui l’ho portata qui? - lo interruppe il secondo, dagli occhi azzurri e i capelli corti castani, distogliendo lo sguardo dalla ragazza.
L’altra Guardia però non aveva smesso di guardare Sora: era come se cercasse di capire lo stato d’animo dell’Angelo della Notte solo guardandola negli occhi.
Quando distolse anche lui lo sguardo, rispose al collega:
- Sinceramente non so che dirti Tosamaru. Mi avevi detto che gli Angeli della Notte erano crudeli, ma lei non mi sembra così. -
Il castano sospirò rassegnato:
- Senti Taiyou, Diana ci aveva detto che quello di comprendere il comportamento delle persone solo con lo sguardo è una qualità speciale. Ti è stata utile molte volte, ma credo che adesso non ti stia aiutando. -
- Scusate, ma io dovrei… - prima che l’azzurra parlasse, Sata la interruppe:
- Tu stai zitta! - dopo quella frase, il secondo in comando si alzò, immobilizzò il suo superiore usando delle corde d’energia blu e usò i suoi poteri per caricare la lancia d’aura azzurra.
- Ora vedremo se è quello che credi tu Taiyou. - disse il castano al suo superiore, mentre dalla punta della sua lancia si sprigionarono dei fulmini che colpirono il cielo, ricoprendolo di nuvole.
Poco dopo, un fulmine azzurro partì dal cielo in direzione di Sora che, esattamente come Amemiya, era stata legata mani e piedi:
- Potrei sapere perché ci hai legati entrambi? - gli chiese il Comandante.
- Lei l’ho legata perché non mi fido; per quel che riguarda te, quando sostieni certe cose su qualcuno, m’impediresti di agire in ogni modo. - gli spiegò Tosamaru, per poi aggiungere:
- Prima che la portassi qui, Hakuryuu e Yamato mi hanno informato che gli Angeli della Notte sanno evocare un avatar, ma questo esiste come entità autonoma dal loro padrone. Se questa ragazza è una dei nostri nemici, il suo keshin potrebbe arrivare a difenderla: questa sarà la prova che ci serve. -
Nel frattempo, la saetta azzurra continuava a dirigersi verso l’Angelo della Notte, ma poco prima che la colpisse, si sprigionò una luce color blu notte che abbagliò i presenti; il bagliore si affievolì poco dopo, lasciando intravedere un campo di forza blu e una donna dalla carnagione pallida, gli occhi argentati e i capelli color notte su cui erano presenti dei piccoli punti simili alle stelle che si vedevano nel cielo notturno. Indossava un abito lungo blu oltremare, una fascia bianca le cingeva la vita, mentre le spalle e gli avambracci erano protetti da un’armatura argentata. Inoltre, nella mano destra teneva un bastone azzurro sul quale era incastonata una sfera dello stesso colore dei suoi capelli, probabilmente era lo stesso oggetto che aveva usato per difendere la sua padrona.
Dopo aver fatto scomparire la barriera, usò il bastone per rompere le corde d’energia che legavano i polsi e le caviglie di Sora.
- Stavolta ti sei sbagliato Taiyou. - gli fece notare il suo secondo in comando.
L’Angelo della Notte si rialzò, per poi dire all’avatar:
- Avresti dovuto sorvegliare il bulbo, ma ti ringrazio comunque per avermi salvato. -
Sora guardò le due Guardie, rendendosi conto che il ragazzo dai capelli arancioni stava ricambiando lo sguardo:
- Mi spiace doverti deludere, ma questa volta ti sei sbagliato.
Lascia che mi presenti: mi chiamo Sora Amemiya, Angelo della Notte e protettrice dei cieli. - si presentò lei, per poi indicare il suo keshin:
- Lei è la mia partner: Guardiana del Cielo Stellato Eos. -
Tosamaru le rivolse un’occhiata sorpresa:
- Perché hai lo stesso cognome del Comandante? - le domandò subito.
Sora non sapeva cosa dire: come faceva a non saperlo?
- Vuoi farmi credere che Taiyou non ti ha detto niente? - gli chiese a sua volta l’azzurra.
Fu proprio il diretto interessato a prendere parola:
- Perché hai il mio stesso cognome? -
Sora non comprendeva cosa stesse succedendo: poteva capire l’altro ragazzo, ma perché Taiyou, suo fratello gemello, le stava facendo quella domanda?
In quel momento, si ricordò di una cosa che le aveva detto sua madre non molto tempo prima, quando suo fratello era ricoverato in ospedale:
“Il legame tra due persone sopravvive al tempo e alla distanza. Anche se si trova in ospedale, tu e tuo fratello rimarrete uniti e sono sicura che presto lo rincontrerai.”
- Ero solo una bambina allora, ma una cosa la avevi capita: in qualche modo, io e Taiyou saremo rimasti uniti. Ho sempre voluto rivederlo in questi cinque anni, ma non volevo che accadesse così. - ammise Sora senza farsi sentire dai due Angeli.
- Come fai a non ricordarti di me? - gli chiese l’azzurra, lasciando che una lacrima solitaria le solcasse il volto pallido.
- Non so di cosa parli. - le ripeté il Comandante.
Altre lacrime solcarono il volto dell’Angelo della Notte, ma a questo punto non aveva scelta:
- Mi spiace fratellone, ma mi resta solo una scelta: non potrò convincerti ad essere al mio fianco in questa storia, non mi resta che comportarmi come una tua nemica, cioè l’unica cosa che credi che io sia. - pensò triste la ragazza, per poi evocare la sua lancia e ordinare al suo avatar:
- Eos, occupati del ragazzo con i capelli castani. Io mi occupo del Comandante. - decise.
Anche in quel posto stava per cominciare un combattimento.
 
 
Nel frattempo… nella Torre del Cielo…
 
Chikyu sapeva che doveva proteggere il bulbo, ma qualcosa non andava come doveva perché quella pianta non aveva ancora fatto appassire le rose presenti nel giardino in cui aveva piantato il bulbo. I motivi potevano essere solo due: quei fiori avevano qualcosa di speciale, oppure la presenza di una forte sorgente di poteri magici come i suoi stava rallentando la crescita.
In ogni caso, l’Angelo della Notte si stava aggirando per i piani della Torre del Cielo che erano stati ricostruiti fino a quel momento, ma quando era arrivato sull’ultimo livello ristrutturato, si nascose perché si rese conto di non essere da solo in quell’edificio, ma diventò invisibile grazie ai suoi poteri per non farsi vedere: nella sala erano presenti gli stessi Angeli che aveva visto la prima volta che era stato nel Regno della Vita.
- Sei sicuro di voler combattere Ichinose? - le domandò la donna dai capelli scuri e gli occhi color muschio.
- Sei ancora preoccupata che possa avere delle ricadute a causa di quell’incidente? Ti ricordo che, da quando sono diventato un Neutrale, non ho più avuto problemi di quel genere. - le rispose un uomo dai capelli castani e gli occhi neri.
- Lo so, ma… - prima che terminasse la frase, il compagno le prese le mani e le strinse:
- Aki, stai tranquilla. Non mi accadrà niente, né adesso che dobbiamo affrontare quei bulbi, né in futuro. Te lo prometto. -
L’altra si limitò ad accennare un sorriso, per poi annuire.
- Non ti succederà niente, ma Diana mi aveva avvertita poco dopo aver scoperto che eravamo finiti nel Livello Proibito della Torre: nel caso di noi Neutrali, se durante uno scontro veniamo sopraffatti dalla rabbia o dalla paura, possiamo subire effetti collaterali della trasformazione da umani ad entità ultraterrene. Potremo rischiare di tornare umani all’improvviso, e quindi diventiamo impotenti contro chi possiede poteri magici. Mi auguro solo che quest’eventualità non si verifichi adesso. - pensò lei, senza sapere che un Angelo della Notte aveva sentito ciò che pensava grazie ai suoi poteri telepatici.
 
 
Poco dopo… nel Giardino della Vita…
 
Chikyu era tornato subito lì, ma solo perché aveva avuto un’idea per il combattimento contro il Neutrale che aveva visto, o quello che una volta era il Diavolo che aveva eliminato suo padre:
- Senza accorgersene, quella donna mi è stata d’aiuto. Devo solo far agitare quel “finto Angelo”, così tornerà umano ed io potrò toglierlo di mezzo per sempre. Da quello che ho visto, la Neutrale tiene alla sua incolumità, ma non sa che sarà lei stessa la causa della sconfitta del suo compagno. - pensò l’Angelo della Notte, per poi schioccare le dita, mentre sopra di lui si accumulavano delle rocce e le foglie di alcune rose del giardino; poco dopo, comparve una donna dai lunghi capelli mossi color rosso arancione, gli occhi color verde acqua e la carnagione chiara. Indossava un lungo abito bianco e delle scarpe da ballerina dorate, mentre le spalle erano protette da un’armatura, la testa era protetta da un elmo sul quale vi era il simbolo di una spiga di grano, aveva numerosi bracciali dorati alle braccia, e teneva nella mano destra un bastone sul quale era incastonata una sfera arancione.
- Protettrice della Terra Demetra, oggi sarà il giorno della mia vendetta contro il Demone che mi ha distrutto la vita, ma avrò bisogno del tuo aiuto. - le disse Chikyu.
Il keshin annuì subito dopo, così l’Angelo della Notte le spiegò la sua idea, dopodiché Demetra uscì dal giardino, lasciando solo il suo padrone.
 
 
Angolo di Emy
Non vi aspettavate che mettessi nello stesso capitolo Sora e Chikyu, vero?
Ecco a voi una piccola curiosità: i nomi dei keshin li ho presi da due Dee della mitologia greca. Eos era la Dea dell’aurora e delle stelle, mentre Demetra era la Divinità protettrice dei raccolti.
Ringrazio ancora The Moon Angel per avermi dato l’ispirazione per gli scontri di questi due Angeli della Notte.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 40
*** Quando il cielo piangerà... ***


 Nel bosco della zona sud dell’Isola…
 
Mentre Eos si stava occupando di Tosamaru sulla spiaggia, Sora si era messa a combattere contro il gemello, ma dopo un’ora circa di combattimento a corpo a corpo, interrotto alcune volte dall’uso dei poteri magici, le era chiaro che non avrebbe ottenuto niente con quel metodo: il Comandante era ben allenato, sia per quel che riguarda la preparazione fisica, sia nell’uso della magia.
L’azzurra decise di addentrarsi nella foresta per pensare ad un piano d’azione, senza accorgersi che Taiyou la aveva seguita:
- è meglio che finisca subito il lavoro con mio fratello, almeno potrò andare ad aiutare Eos. Se il collega di mio fratello è riuscito a battere uno dei nostri, potrebbe rappresentare un pericolo. - pensò l’azzurra mentre s’inoltrava nella selva, ma sapeva che non avrebbe potuto continuare così per molto per due motivi: in primo luogo, la vegetazione si stava gradualmente seccando, segno che il potere del bulbo stava facendo effetto; senza contare che alla fine suo fratello la avrebbe trovata.
Continuando a camminare, percepì la presenza di un altro potere vicino a lei, e per cercare d’individuarne la fonte, chiuse gli occhi ed espanse la sua aura: nella sua mente vide l’immagine di un Sole che splende in un cielo azzurro, ma era oscurato da alcune nuvole.
Da quello che aveva capito dalle immagini, quel potere apparteneva ad una persona forte e con una grande vitalità, ma era come velato da un’ombra di dubbio; quando Sora riaprì gli occhi, si sentiva come se fosse stata colpita da un’ondata di calore improvvisa: il clima da mite era diventato caldo e afoso senza un motivo apparente.
- E ora cos’altro deve succedere? - pensò l’Angelo della Notte. Quasi distrattamente spostò lo sguardo dalla foresta verso il cielo, rendendosi conto che una gigantesca sfera infuocata si stava dirigendo verso di lei:
- Fa troppo caldo per i miei gusti. - disse Sora con una punta di sarcasmo nella voce, per poi materializzare la sua lancia e usarla per creare delle piccole sfere blu e bianche intorno a lei. Pochi secondi dopo, i globi s’illuminarono, generando una barriera blu con alcuni puntini bianchi nello stesso momento in cui la sfera infuocata raggiunse l’azzurra.
Dopo qualche minuto, Sora sentì il calore sprigionato dalla palla di fuoco indebolirsi, così disattivò la barriera; si guardò intorno, rendendosi conto che solo la zona che era stata protetta dal suo scudo era rimasta normale.  Molti alberi erano stati inceneriti, altre piante e alcuni cespugli erano ancora in fiamme. Inoltre, vide Taiyou a pochi metri di distanza da lei, circondato da un’aura color rosso arancione, e armato della sua lancia:
- Quel colpo non era niente male, ma il calore di quelle fiamme non ha potuto superare il buio gelido del mio Scudo Stellare. - gli fece notare l’Angelo della Notte.
- Non volevo colpirti… - quella frase fece sperare all’azzurra che suo fratello si fosse ricordato tutto, ma la Guardia non aveva ancora finito:
- Il mio obiettivo era il bulbo che stavi proteggendo, ma devo aver esagerato con la potenza del mio colpo. - ammise lui.
Sora si rattristò subito: non le era mai piaciuto subire delusioni come quella, ma da quando suo fratello se ne era andato, la sua vita era caratterizzata solo da quelle.
- Già… Tuttavia, dovresti aver capito che nemmeno le fiamme possono scalfirlo. - gli rispose l’Angelo della Notte con tono d’ovvietà, ma prima che l’altro potesse ribattere, ci fu una scossa di terremoto.
Dopo qualche minuto, la terra smise di tremare, ma ricominciò qualche secondo dopo quando alcune radici del bulbo spuntarono dal terreno per colpire i due Amemiya:
- Che cosa gli è preso!? - esclamò il Comandante del Sud, mentre balzava all’indietro per schivare l’ennesimo colpo della liana.
- Quella pianta finora mi ha causato solo problemi. Uno in più o in meno non penso faccia differenza. - gli disse Sora, la quale si alzò in volo, per poi tornare a terra poco dopo e bloccare una delle liane con la lancia, ma si accorse di un particolare: nei punti in cui le altre radici avevano colpito il terreno, le fiamme del colpo di Taiyou erano state estinte, ma l’erba e i fiori erano appassiti, mentre gli alberi erano stati distrutti.
Persa nell’osservare l’operato del bulbo, non si rese conto che una delle radici la aveva avvolta e sollevata in aria, mentre un’altra aveva preso la sua lancia e la aveva spezzata, facendo fuoriuscire da essa un’aura bianca con sfumature nere.
- Lasciami andare erbaccia! - ordinò l’azzurra alla pianta, mentre si dimenava per liberarsi dalla liana, ma sembrava che più cercasse di districarsi dalla presa, più le sue energie svanissero.
Dopo qualche minuto, le radici tornarono sottoterra, portando Sora con loro, ma il Comandante del Sud era ancora lì: i gemelli li avevano avvertiti che quei bulbi, quando avevano sfruttato tutte le risorse del paesaggio in cui crescevano, lo distruggevano completamente, ma non pensava che aggredissero anche chi li coltivava.
- E ora cosa faccio? Se aiuto quella ragazza, lei farà di tutto per eliminarmi, ma se non lo faccio… Uffa! Detesto prendere queste decisioni! - si lamentò la Guardia, ma la sua attenzione fu distolta dal rumore di passi dietro di lui. Quando il ragazzo si voltò, vide Eos che trascinava Tosamaru, il quale era svenuto e legato mani e piedi con delle corde d’energia blu.
- Cos’è successo a Sora? - il Comandante sentì una voce femminile nella sua testa, ma era chiaro che non si trattasse dell’Angelo della Notte contro la quale stava lottando poco prima.
Si rivolse quindi al keshin:
- Ero convinto che gli avatar non potessero parlare. - ammise il Comandante.
- Infatti non so parlare. Si tratta di telepatia, un’abilità che ho acquisito quando Sora mi ha reso un’entità autonoma, ma ancora non mi hai risposto: dov’è finita tua sorella? -
- Potresti sapere di cosa parli? - le domandò seccato Taiyou: prima era Sora che continuava a ripeterglielo, adesso anche la sua keshin. Che cosa avevano quelle due contro di lui?
- Non hai creduto a Sora quando te l’ha detto, ma vediamo se crederai a questo. - Eos si avvicinò, per poi avvolgere la sua mano di un’aura blu e poggiarla sulla testa della Guardia dell’Ovest; dopo pochi secondi, quest’ultimo sentì le palpebre pesanti, e quando chiuse gli occhi, alcune immagini apparvero nella sua mente.
 
 
Flashback
 
Era calata la sera su Tokyo: il tramonto donava al cielo sfumature rosse e arancioni, ma qualche traccia di blu qua e là faceva prevedere che il Sole sarebbe calato presto. Molti stavano tornando alle proprie case, ma qualcuno non ne voleva proprio sapere di farlo: si trattava di una bambina di dieci anni, Sora Amemiya, la quale si trovava ancora in ospedale nella camera in cui era ricoverato suo fratello.
- Sora-chan, non devi piangere. Sto benissimo. - cercò di rassicurarla Taiyou che, nonostante l’azzurra si fosse coperta il viso con le mani, sapeva che stava piangendo perché continuava a singhiozzare.
Sora si tolse le mani dal viso per asciugarsi le lacrime, ma solo perché doveva dire una cosa a suo fratello:
- Non mi mentire! Ho sentito anch’io cos’ha detto il dottore ai nostri genitori! Hanno detto che potresti anche… - non riuscì a terminare la frase che ricominciò a piangere: non voleva farsi vedere così dal fratello, ma non era proprio riuscita a trattenersi.
- Sora-chan. - la chiamò Taiyou.
L’azzurra si tolse le mani dal viso, vedendo il suo gemello che le stava sorridendo:
- Mi hanno detto che sono malato, ma non voglio passare tutta la vita in questo posto. Ti posso solo promettere una cosa: farò del mio meglio per guarire e per tornare a casa. Tu mi credi? -
Sora ci pensò un po’, poi accennò un sorriso e annuì, anche se sembrava un po’ incerta.
 
I due non sapevano che quella promessa sarebbe stata spezzata molto prima di quello che i due gemelli credevano. Qualche mese dopo quel giorno, il piccolo Taiyou dovette andare a fare compagnia agli Angeli del Regno della Vita.
 
Fine flashback
 
 
Quando Eos smise di far circolare la propria aura, la Guardia riaprì gli occhi:
- Perché mi hai mostrato quelle immagini? - domandò subito il Comandante, tenendo lo sguardo basso.
- Quelli erano i ricordi che sono spariti dalla tua mente quando sei diventato un Angelo. Non importa che si tratti di Angeli, Diavoli o umani; nessuno merita di vivere senza i propri ricordi; inoltre, Sora è diventata un Angelo della Notte per cercarti e riportarti a casa con lei.
Ora che hai intenzione di fare? -
La Guardia del Sud rimase qualche minuto a fissare il terreno; Eos lo interpretò come un “no”, così lasciò andare Tosamaru e si diresse verso il bulbo.
 
 
Circa mezz’ora dopo… vicino al bulbo…
 
Sora si accorse di essersi addormentata -o di essere svenuta- solo quando riaprì gli occhi e si trovò ancora stretta dalle radici del bulbo. Avrebbe voluto muovere un muscolo per liberarsi, ma si sentiva tremendamente stanca, come se qualcosa le avesse tolto tutte le energie che le rimanevano prima di mettersi a dormire:
- Tempesta Stellare della Guardiana del Cielo! - Sora riuscì appena ad udire quel pensiero che sentì un vento gelido intorno a lei: si voltò nella direzione dalla quale proveniva, e vide delle sfere blu con minuscoli puntini bianchi sfrecciare verso di lei. Quando si avvicinarono alla liana che imprigionava Sora, si sgretolarono, rilasciando delle particelle ghiacciate che congelarono la radice, ma non riuscirono a liberare l’Angelo della Notte.
L’azzurra riuscì a scorgere la figura di Eos, nascosta tra i pochi alberi che rimanevano in quel posto:
- Eos, devi andartene da qui. - pensò Sora; poteva parlarle, ma sapeva che la sua keshin poteva sentirla anche così.
Prima che potesse sentire la risposta della partner, l’azzurra sentì un caldo insopportabile:
- Sunshine Force! - gridò una voce maschile, e alcune palle di fuoco si diressero verso la radice che imprigionava Sora, più precisamente negli stessi punti che Eos aveva colpito con il suo colpo speciale. Il risultato? La radice fu incenerita e Sora cadde a terra. La sua avatar si avvicinò, la prese in braccio e la portò vicino agli alberi tra i quali si era nascosta prima:
- Sei stata tu a creare quei globi infuocati? - le chiese l’azzurra.
- Te ne sei dimenticata? I tuoi poteri, così come i miei, non ti permettono di controllare il fuoco. - le ricordò Eos.
- E allora chi è stato? - domandò ancora Sora.
Come risposta, un Angelo dai capelli color tramonto e gli occhi color cielo si avvicinò alle due:
- Sono stato io. - inutile dire che si trattava di Taiyou.
- Poco fa mi volevi togliere di mezzo, e adesso mi aiuti. Potrei sapere cosa ti frulla in testa? -
Il Comandante si prese una pausa di qualche minuto prima di rispondere:
- La tua keshin mi ha restituito i ricordi che avevo perso. Non so ancora se crederti o no, ma… - prima che terminasse la frase, un’improvvisa esplosione d’energia magica partì da Eos e scagliò lontano da lei i due gemelli: quando i due Amemiya la guardarono, videro che l’avatar era circondato da un’aura simile a quella del bulbo; inoltre, i suoi occhi da argentati erano diventati color grigio cenere.
La keshin creò ancora le sfere che aveva usato in precedenza per liberare Sora, ma stavolta le colpì col bastone, mandandole in direzione della sua padrona e della Guardia; i due schivarono i globi di Eos, ma questi colpirono il terreno, creando delle stalagmiti di ghiaccio.
La situazione rimase invariata per un po’, ma ad un certo punto, cominciò a soffiare un vento gelido ed Eos si circondò di un’aura azzurrina:
- Eos non deve usare quel colpo! Potrebbe congelare me, Taiyou oppure questa zona dell’Isola per l’eternità, e nemmeno l’incantesimo del fuoco più potente mai esistito potrebbe annullarlo, ma c’è da chiedersi come lo utilizzerà. - pensò l’azzurra, e quando il vento smise di soffiare, la sua keshin materializzò davanti a lei tre stalattiti avvolte da un’aura azzurrina, per poi colpirle col bastone per mandarle in direzione del Comandante:
- Taiyou, devi spostarti! - la Guardia non ascoltò la sorella, infatti, creò uno scudo di fiamme grazie ai suoi poteri, ma l’Angelo della Notte sapeva che non avrebbe ottenuto niente con quel metodo.
Sora corse dal fratello, per poi usare i suoi poteri per creare un vento gelido che lo fece schiantare contro un albero, ma non era finita: Eos aveva trasformare le stalattiti in schegge di ghiaccio, una delle quali ferì l’azzurra alla caviglia sinistra, cioè lo stesso punto in cui si trovava il tatuaggio degli Angeli della Notte.
Poco dopo, Eos si dissolse in particelle di luce azzurre; Sora sapeva che non le rimaneva molto tempo, ma voleva sapere cosa stava per dirle Taiyou:
- Stavo per dirti che volevo provare a fidarmi. Prima di scoprire la tua vera identità, mi eri sembrata solo spaventata e confusa, ma non il tipo di persona che cui fa piacere vedere gli altri soffrire come mi aveva detto Tosamaru riguardo agli Angeli della Notte. - le spiegò lui.
Un’altra lacrima solcò il volto di Sora: era felice di quelle parole, ma sentiva che le sue energie la stavano abbandonando.
- Ti ringrazio Taiyou. Mi spiace solo che non avremo tempo per questo. - l’azzurra sussurrò appena quell’ultima frase, ma l’altro riuscì a sentirla ugualmente:
- Che intendi dire? - domandò lui, ma quando si accorse che Sora era avvolta dalla stessa luce azzurra di cui era circondata Eos prima che sparisse.
- Tutti gli Angeli della Notte che vengono feriti dove si trova il tatuaggio sono destinati a questa sorte. - disse quella frase in modo distaccato, quasi come se non la riguardasse.
- Avrei preferito parlare un po’ con te, e chissà, magari avremo potuto recuperare il tempo perduto, ma non credo che sarà possibile. - il suo tono era diventato triste dopo quella frase, ma non aveva ancora finito:
- Spero di rincontrarti un giorno, magari in una vita migliore di questa.
Addio… Taiyou. - anche Sora scomparve, e mentre il vento si portava via le particelle di luce azzurre che avevano preceduto la sua sparizione, il Comandante del Sud trovò un foglio per terra che diceva:
“Quando il cielo piangerà…”
Per la prima volta dopo diverso tempo, una lacrima solcò il viso della Guardia: quella frase gli sembrava un riferimento azzeccato alla situazione sua e di Sora, ma per lei non sapeva cosa fare; decise di chiedere a Ichinose e Aki se c’era un modo per farli tornare, così si diresse alla Torre del Cielo, senza sapere che anche lì stava per cominciare uno scontro.
 
 
Angolo di Emy
Chikyu stavolta l’ho lasciato da parte, ma si rifarà vivo nel prossimo capitolo.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se rimane uno dei più tristi che abbia mai scritto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 41
*** Quando la terra si rivolterà contro chi la abita... ***


 Nel frattempo… alla Torre del Cielo…
 
Aki e Ichinose si stavano dirigendo al Giardino della Vita, ma non sapevano che i loro problemi non erano ancora iniziati: si trovavano al terzo piano, quando una foschia di un insolito colore arancione comparve e nell’aria si diffuse un profumo dolce e mielato che la Kino riconobbe come l’odore dei fiori d’acacia, ma pochi secondi dopo, i due si ritrovarono ancora al quinto piano della Torre del Cielo.
- Come mai siamo tornati qui e perché c’era quella nebbia? - chiese la Neutrale. Come risposta, la nebbia arancione comparve di nuovo e i due sentirono una breve scossa di terremoto:
- è meglio andarcene da qui. - propose Kazuya, per poi alzarsi in volo seguito dalla compagna.
Quando si trovarono abbastanza in alto, videro che la nebbia aveva circondato anche l’esterno della torre, e pochi secondi dopo, l’edificio si frantumò:
- Perfetto. Ora dovremo ricominciare a ricostruire la Torre. - constatò Ichinose, per poi aggiungere:
- Ho idea che dovremo dirigerci nel Giardino delle Rose. A questo punto, è l’unico luogo in questa zona in cui può trovarsi il bulbo. -
Aki annuì, per poi seguire il compagno in direzione delle macerie della Torre del Cielo; quando si trovarono abbastanza vicini, alcune radici del bulbo spuntarono dalle rovine e circondarono Ichinose:
- Non ci voleva. - pensò il Neutrale, ma il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un urlo: si trattava della Kino, la quale si trovava stretta in una delle liane.
- Oh no Aki! - esclamò Kazuya, mentre cercava di bloccare gli attacchi delle liane utilizzando la sua spada, ma ad un certo punto, una delle radici riuscì a disarmarlo e, non conoscendo incantesimi difensivi, si trovò costretto a subire i colpi delle liane, ma la parte peggiore fu senz’altro osservare la compagna essere trascinata sottoterra dalla radice che la aveva catturata.
Dopo un quarto d’ora abbondante, qualcosa interruppe gli attacchi del bulbo: un raggio d’energia color blu elettrico colpì le liane, permettendo ad Ichinose di allontanarsi un po’:
- Ora vedrete cosa sono in grado di fare. Lama Infuocata! - disse, mentre caricava la sua spada d’energia infuocata. Poco dopo, sferrò un fendente di fuoco contro le radici, incenerendole.
Stava per dirigersi nel Giardino delle Rose, quando sentì un dolore alla spalla e al braccio destro: diede una rapida occhiata al braccio, notando un taglio abbastanza profondo che partiva dal gomito gli stava risalendo il braccio, probabilmente arrivava fino alla spalla, e dal quale continuava ad uscire il sangue.
Come se non avesse abbastanza problemi, sentì una mano sulla sua spalla sinistra; se fosse stato un nemico, non avrebbe potuto difendersi, più che altro a causa della ferita, ma quando si voltò, vide qualcuno che non si sarebbe mai aspettato di rincontrare: un Angelo dai capelli biondi e gli occhi color verde acqua che avrebbe celato la soluzione del suo problema.
 
 
Intanto… nel Giardino delle Rose…
 
La Kino non sapeva di preciso quando si era addormentata, ma era certa di due cose: fino a qualche minuto prima si trovava stretta nella presa di una liana del bulbo, e ora si trovava legata con una corda fatta di un insolito materiale legnoso, interrotto ogni tanto da qualche foglia e da alcuni fiori bianchi a grappolo.
Oltretutto, quei rami erano ricoperti da un’aura dello stesso colore della nebbia che aveva visto, e più la Neutrale cercava di districarsi dalla presa, più le sembrava che la fune si stringesse, ma quel profumo che aveva sentito nella Torre del Cielo era ricomparso.
- Quei fiori hanno un buon profumo, non è vero? - disse ad un certo punto una voce maschile.
Aki si voltò nella direzione dalla quale proveniva la voce, e dalla penombra emerse un ragazzo: aveva i capelli castani legati in un codino, gli occhi color di un colore tra il verde muschio e il verde smeraldo e le ali da Angelo con alcune piume blu. Indossava un’armatura color notte, un cinturino al quale teneva legati diversi coltelli, nella mano destra teneva una frusta, mentre nell’altra aveva dei fiori d’acacia.
- Chi sei tu, e perché ogni volta che è successo qualcosa di strano alla Torre del Cielo è comparso il profumo di quei fiori? - gli domandò lei.
Il nuovo arrivato lasciò la presa sul fiore, per poi schioccare le dita; a causa dell’aura dell’Angelo della Notte presente sulla corda, questa si strinse ancora.
- Mi chiamo Chikyu, l’Angelo della Notte protettore dell’elemento della terra. Per rispondere alla tua domanda, devi capire qual è il vero significato di quei fiori, non credi Aki? In ogni caso, sappi che fino a quando sarai legata, non potrai utilizzare i tuoi poteri. -
- Come sai il mio nome? -
- Quante domande… Va beh, tra poco non me ne farai più. - sbuffò Chikyu, mentre alle spalle della Kino compariva la sua keshin:
- Hai fatto un ottimo lavoro con le radici del bulbo e le corde d’acacia, ma ancora non ci siamo Demetra. - l’avatar sembrò capire, e mentre il suo bastone s’illuminava d’aura arancione; dalla fune che teneva imprigionata Aki spuntarono dei rami spinosi che circondarono il collo e la testa della Neutrale. Quest’ultima giurò di vedere delle chiazze rosse macchiare la stoffa bianca della tunica, e se era vero che non poteva usare i suoi poteri, doveva resistere e aspettare l’arrivo di Ichinose.
Qualche minuto dopo, infatti, Kazuya arrivò, ma lo spettacolo che aveva davanti non era dei migliori: la compagna, appoggiata ad una delle pareti rocciose del Giardino, aveva diverse ferite sulla testa e la tunica, prima bianca, era piena di chiazze rosse.
Prima che potesse avvicinarsi, il Neutrale si ritrovò avvolto da rami spinosi come quelli che tenevano imprigionata la Kino:
- Non credevo che arrivassi così presto Ichinose Kazuya. - gli disse Chikyu.
Kazuya si voltò verso l’Angelo della Notte: era lui la persona di cui gli aveva parlato l’Angelo che lo aveva salvato dalle radici del bulbo.
- Sono passati cinque anni dal nostro ultimo incontro “finto Angelo”, ma adesso potrò avere la mia vendetta. - Chikyu disse quelle parole con un fil di voce, ma Ichinose lo sentì ugualmente:
- Parli del giorno in cui ho eliminato tuo padre, non è vero? Quel giorno me lo ricordo bene: ero diventato un servo di Arelia da poco tempo e… - prima che finisse di parlare, l’Angelo della Notte lo interruppe:
- Qualsiasi scusa tu stia cercando d’inventarti, non ti servirà. - lo ammonì, per poi schioccare di nuovo le dita e, di conseguenza, far stringere la fune che teneva legata Aki.
- Se il tuo obiettivo ero io fin dall’inizio, perché te la stai prendendo con Aki? - gli chiese irritato Ichinose.
Chikyu lo ignorò, anzi, utilizzò parte della sua stessa aura per stringere la corda e quando si ritenne soddisfatto, prese la sua frusta:
- Strano che tu non l’abbia capito. Io ho dovuto guardare impotente mio padre mentre moriva lentamente, e ho intenzione di far subire la stessa sorte anche a te servendomi della tua compagna. - dopo quella frase, fece comparire dal terreno un altro ramo sul quale crebbero numerosi fiori d’acacia; ad un certo punto, i petali bianchi caddero, per poi fluttuare verso la frusta di Chikyu e quando la raggiunsero, la illuminarono di una luce arancione; l’Angelo della Notte aveva notato che, da quando era arrivato, i capelli dell’ex Mietitore stavano diventando neri e i suoi occhi stavano acquisendo sfumature azzurre. Doveva trattarsi di qualcosa che precedeva la trasformazione da entità ultraterrena ad umano.
- Molto bene Ichinose. Se ti arrabbierai ancora di più, tornerai umano e finalmente potrò toglierti di mezzo per sempre. Questo per la tua compagna sarà il colpo di grazia. - pensò soddisfatto Chikyu, per poi gridare:
- Frusta del Giudizio terrestre! - sferrò un colpo con la sua arma, creando una lama d’energia arancione che si diresse verso la Kino.
Si sarebbe trattato di un momento perfetto, ma qualcuno s’intromise; la cosa strana era che non si trattava del Neutrale, ma di un altro Angelo dai capelli biondi e gli occhi simili ai suoi. Aveva utilizzato uno scudo per proteggere Aki, e la aveva slegata, senza contare che Kazuya era tornato normale ed era riuscito a liberarsi dai rami:
- Tu… Com’è possibile? Che cosa ci fai qui, o almeno, perché ti fai vedere solo adesso? - cominciò a chiedergli Chikyu.
- Sono cinque anni che non mi vedi ed è questa la prima cosa che mi dici Keiichi? - nel sentire il suo vero nome pronunciato da lui, l’Angelo della Notte abbassò lo sguardo:
- Non mi hai risposto. - rispose semplicemente tenendo lo sguardo basso.
Mark finì di slegare Aki e la affidò ad Ichinose, per poi spiegare al figlio adottivo che cosa gli era successo:
- Quel giorno di cinque anni fa, mi ritrovai nel Regno della Vita, ma non riuscivo a darmi pace per quello che era successo. Volevo scoprire se tu eri ancora vivo dopo quella notte, se tu eri riuscito a salvarti e magari scoprire anche perché Kazuya mi aveva aggredito; ho provato ad andare nel Regno di Mezzo per trovare un modo per tornare sulla Terra, ma qualcuno mi fermò e mi mandò nel Limbo. Sono sopravvissuto grazie alle Indovine Dimenticate, ma non sono più potuto uscire da quella dimensione: ci sono riuscito non molto tempo fa. All’inizio volevo tornare in America per cercarti, ma grazie a coloro che mi hanno liberato, ho scoperto che eri finito qui, anche se non credevo che ti saresti spinto fino a questo punto. -
- Vuoi farmi credere che sei rimasto bloccato nel Limbo per buona parte di questi cinque anni, e non sei riuscito a far sapere a nessuno che c’eri ancora? E poi, perché aiuti questi due? E come mai Ichinose è ancora un Neutrale e non un umano? - domandò Chikyu al padre con una punta di disprezzo nella voce.
- Nel Limbo non si possono usare molti poteri di cui qualcuno dispone, inoltre l’individuo che mi aveva fermato nel Regno di Mezzo mi aveva privato di molti di essi. Per quel che riguarda Aki e Ichinose, sono miei amici e non permetterò che accada loro qualcosa, così come non farò in modo che tu continui con questi propositi assurdi. - gli spiegò il biondo.
- Se ti chiedi come ho fatto a liberarmi ed essere ancora un Neutrale, ho dovuto aumentare la mia forza per riuscire a liberarmi. - s’intromise Kazuya, mentre prendeva in braccio la Kino.
Senza che l’Angelo della Notte se ne accorgesse, una liana del bulbo gli prese la frusta e la spezzò, facendo fuoriuscire da essa un’aura bianca con qualche sfumatura nera che entrò nella keshin di Chikyu e creò un’onda d’urto avvertita da tutti i presenti, tranne Aki che era svenuta:
- Demetra, che ti sta succedendo? - le domandò il suo padrone, mentre la carnagione della sua avatar diventava sempre più chiara e gli occhi da verdi si stavano scurendo.
Dopo pochi secondi, Demetra cominciò a sparare raggi d’energia in direzione di Kruger e dei Neutrali; Mark creò uno scudo per difendere sé stesso, Aki e Ichinose, mentre Chikyu continuava a chiedersi cosa doveva fare: non voleva fare un favore all’ex Mietitore, ma non poteva nemmeno permettere che accadesse qualcosa a suo padre; rimase fermo ad osservare il nulla ancora un po’, e quando vide la barriera creata da suo padre disintegrarsi, si decise: impugnò un coltello dal cinturino, lo trasformò in una spada e lo usò per bloccare il colpo del bastone di Demetra contro suo padre:
- Keiichi. - all’Angelo della Notte sembrò di avvertire una nota di sorpresa nella voce di Mark.
- Vorrei sapere anch’io perché lo sto facendo. Ora andatevene, a lei ci penso io. - consigliò loro, mentre intorno alla keshin e all’Angelo della Notte la terra tremò.
 
 
Circa un quarto d’ora dopo… poco lontano dalle rovine della Torre del Cielo…
 
Era passato un po’ da quando erano usciti dal Giardino delle Rose, ma Mark era preoccupato: suo figlio non era ancora tornato e poco dopo che se ne erano andati, c’era stata una scossa di terremoto.
L’unica cosa positiva era che la Kino si stava svegliando:
- Aki, come stai? - le chiese subito Kazuya.
Lei cercò di rialzarsi, ma il dolore alla testa la fece cadere nuovamente. Per fortuna c’era Ichinose a sorreggerla:
- Cos’è successo? Dove sono? -
- Stai tranquilla. È tutto a posto ora. -
Poco dopo, i tre sentirono dei passi: si trattava di Chikyu, il quale si teneva una mano sul collo ed era sporca di sangue.
- Keiichi! - Mark corse dal figlio e lo abbracciò, ma la Neutrale guardò i due con espressione dubbiosa:
- Ti spiegheremo tutto. Non ti preoccupare. - la rassicurò Ichinose.
- Che ti è successo? - chiese Kruger al figlio, ma non ottenne risposta. Sentì solo qualcosa di caldo e bagnato sulla stoffa della tunica, e quando si staccò leggermente da Chikyu, notò che si trattava di lacrime, ma vide anche una luce arancione avvolgere il figlio.
- Che ti sta succedendo? -
- è quello che succede quando un Angelo della Notte viene colpito al tatuaggio del nostro esercito. Almeno sono riuscito a vederti un’ultima volta papà. - fu tutto ciò che l’Angelo della Notte riuscì a dire prima di abbracciare nuovamente il padre, ma non durò molto perché si dissolse poco dopo in particelle di luce color arancione.
Ichinose e Aki si avvicinarono poco dopo:
- Mi dispiace Mark. - gli disse Kazuya.
Kruger non si muoveva, ma tra le mani stringeva alcuni fiori d’acacia e un foglio che diceva:
“Quando la terra si rivolterà contro chi la abita…”
La Kino si ricordò di un particolare riguardo al fiore e una cosa che le aveva detto Diana tempo prima:
- L’acacia possiede significati diversi: alcuni le attribuiscono il simbolo dell’amore platonico, altri credono che rappresenti la saggezza e la rinascita, altri ancora pensano che simboleggi la vittoria della vita sulla morte. C’è ancora chi crede che rappresenti l’innocenza delle persone. -
- Chissà quale significato dell’acacia rappresentava meglio come si sentiva Chikyu, ma non è il momento di pensarci: questa è una guerra e non credo che lui sarà l’ultima vittima di questa strage. - pensò triste Aki.
 
 
Angolo di Emy
Credo che questo sarà l’ultimo aggiornamento fino a Sabato, anche perché ho molte verifiche questa settimana e non avrò tempo per scrivere.
Auguratemi buona fortuna perché credo che mi servirà.
A parte questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e di non aver fatto troppi errori.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 42
*** Mizu, la cacciatrice venuta dagli abissi oceanici ***


 Stranamente nella zona est dell’Isola della Vita non era ancora successo niente di strano: la vegetazione era rimasta normale, non si erano verificate frane al Monte dell’Alba e non erano comparse radici giganti dal terreno.
Ciononostante, le Guardie Angeliche avevano portato gli abitanti nei rifugi sotterranei per evitare che corressero pericoli, mentre altre continuavano a perlustrare quella zona nel tentativo di trovare i bulbi; tuttavia, la ricca vegetazione stava rendendo più difficili le ricerche.
 
 
Nella foresta della zona est dell’Isola della Vita… alla lapide di Kazemaru…
 
Sebbene non avesse molto tempo prima del cambio di guardia ai rifugi sotterranei, Kirino era tornato alla lapide del suo ex maestro, anche perché non aveva più avuto molto tempo per andarci tra i lavori di ricostruzione della Torre del Cielo e i turni di guardia in quella zona dell’Isola.
- “Le persone cui teniamo trovano sempre un modo per tornare da noi”… Per me e Shindou è stato così, ma chissà se avrò la possibilità di rincontrare anche Kazemaru... - pensò Ranmaru, mentre posava un’altra camelia dai petali variopinti vicino alla lapide, poiché il fiore che c’era prima aveva perso tutti i petali.
Rimase lì, seduto sull’erba fresca, ad osservare le scritte che aveva inciso tempo prima sulla lastra di pietra, finché non sentì dei passi dietro di lui: si trattava di Takuto, probabilmente era venuto ad informarlo del cambio di guardia ai rifugi.
- Avrei dovuto immaginarmelo che saresti tornato qui. - si limitò a dire il castano, mentre continuava ad avvicinarsi alla lapide fino a sfiorare con le dita le incisioni:
- Ora che ci penso, Kazemaru ed Endou erano considerati dei Traditori, ma viste le falsità che ha detto Arelia, potrebbe non essere vero. -
- Non lo erano, o almeno, non penso che Kazemaru lo fosse.
Il primo periodo dopo la morte non è facile, e anche se quei due sono stati la causa della fine della mia vita umana, Ichirouta mi ha aiutato molto quando sono diventato un Angelo. Spero di poterlo rivedere di persona un giorno. - intervenne il rosa rialzandosi, ma qualcuno nascosto tra i cespugli poco lontani da loro non era dello stesso avviso:
- Beh, quel giorno non arriverà mai. - disse una voce femminile, prima che nell’aria si diffuse il suono di uno sparo e alcuni proiettili avvolti da un’aura verde si diressero verso i due Angeli:
- Ancora? Non è possibile! - si lamentò Ranmaru, mentre evocava un campo d’energia color verde acqua che fermò le pallottole.
Quando l’aura che avvolgeva questi ultimi scomparve, Takuto prese tra le mani una delle munizioni cadute a terra:
- è lo stesso che aveva ferito l’ala di Tenma. - constatò l’ex Mietitore dopo averlo osservato attentamente.
Un altro sparo, stavolta diretto a Kirino, ma Shindou deviò il proiettile con la sua spada, facendolo finire contro il monolite.
- Uff… Bersaglio mancato, ma adesso non mi scapperanno. - disse la voce tra i cespugli, mentre sparava altri colpi. La situazione rimase invariata per qualche minuto, quando il nemico sparò una volta di troppo e le due Guardie Angeliche capirono da dove provenivano i proiettili, così lanciarono delle sfere d’energia tra i cespugli e Mizu dovette uscire dal suo nascondiglio per schivarle.
- Chi sei e perché hai sparato a noi e, qualche tempo fa, anche ad un nostro compagno? - quella domanda da parte di Takuto sembrava più un ordine, ma il tono che aveva usato non fece né caldo né freddo all’Angelo della Notte.
- Ehi, piano con le domande, e non usare quel tono con me: non sono al tuo servizio. - replicò acida la turchese, prima di calmarsi e rispondere:
- Comunque, io mi chiamo Mizu, Angelo della Notte, nonché la cacciatrice venuta dagli abissi oceanici. Quanto al motivo per cui vi ho sparato… beh, diciamo che era per vendicarmi. - disse, per poi far scomparire il fucile e nascondere le mani dietro la schiena; senza che le due Guardie se ne accorsero, lasciò cadere dalle mani una gelatina color erba grande quanto il palmo della mano della ragazza che cominciò a strisciare verso Kirino, ma nessuno dei due Angeli se ne rese conto perché erano occupati ad ascoltare la ragazza.
- E perché dovresti vendicarti? Da quel che ricordo, noi non ti abbiamo fatto alcun torto. - ribatté il castano.
L’altra non rispose, ma spostò lo sguardo dall’ex Mietitore alla Guardia Angelica dai capelli rosa con un sorriso poco rassicurante sul volto; Shindou intuì che c’era qualcosa che non andava, così volse lo sguardo sul compagno, ma sgranò gli occhi quando vide un mucchio di gelatina che si stava strisciando sulla gamba sinistra del rosa:
- Che cosa c’è? - gli domandò Kirino, ma il castano si limitava a fissarlo senza parlare.
Il rosa abbassò lo sguardo, notando anche lui la massa gelatinosa che ora era arrivata alla sua vita.
- E questa cos’è? - chiese Ranmaru, per poi rendersi conto che nell’aria si era diffuso un debole profumo mielato e che la sua gamba sinistra era coperta, oltre che dalla gelatina, da una strana rete di fusti verdi.
- Sono pur sempre una cacciatrice e ho una reputazione da difendere. In tutto questo tempo, ho cercato di creare armi che potessero ferirvi, ma è stato un problema perché in questo Regno non c’è niente che possa servire contro di voi. Non ero messa molto bene, ma qualcuno mi ha dato questi proiettili e anche se l’altro vostro amico non era il mio obiettivo, mi è stato utile per capire quali potessero essere gli effetti della mia aura combinata con le pallottole.
C’era solo un problema: le avevate viste e quei due Neutrali avevano deciso di fare ricerche al riguardo, ed io dovetti ricorrere ad altri mezzi. Se sono riuscita a creare quella rete, devo ringraziare una pianta che si trova in questa zona dell’Isola. - con lo sguardo, Mizu indicò un fiore dai petali rosa contornati di bianco dalla forma leggermente appuntita alla fine vicino alla tomba di Kazemaru:
- Si chiama “Clematide”. Nel mondo degli umani era conosciuta come “gioia del viandante” perché cresceva libera nei boschi; tuttavia, nell’antichità era usata per curare alcune malattie, ma si scoprì che apparteneva ad un genere di piante potenzialmente velenose e che poteva causare ferite che assomigliavano a piaghe. Da allora è stata definita un simbolo d’inganno. - spiegò l’Angelo della Notte, per poi aggiungere:
- Non è facile trovare fiori sull’Isola della Vita, ma quando l’ho trovata e ho saputo della sua reputazione sulla Terra, ho pensato che mi sarebbe potuta essere utile. Ho usato la clematide e i miei poteri per creare quella gelatina che, attaccandosi al corpo di una persona, avrebbe generato quella rete, la quale continuerà a crescere fino a quando non avvolgerà il corpo della preda. Quando quest’ultima sarà completamente avvolta nella rete, i fusti inietteranno una tossina nel suo corpo; ho studiato anche un antidoto contro il veleno, ma sono così stupida da darvelo. -
- Non ti credo! Rimuovi subito quella rete! - le ordinò Takuto.
- Te l’ho già detto: non mi devi parlare in quel modo. Quando eri umano avevi molti domestici al tuo servizio, ma nel caso non te ne fossi accorto, le cose sono cambiate! Inoltre, non ti cederò l’antidoto contro la tossina. - gli fece notare la turchese.
- Come fai a… - Shindou fu interrotto dalla turchese prima che potesse terminare la domanda:
- All’inizio volevo vedere se uno sparo poteva farti tornare in mente ciò che hai fatto a me e a molti altri umani, ma ci metterei troppo poco ed io voglio che tu soffra lentamente.
Quella rete avrà completamente ricoperto il corpo del tuo amico tra meno di mezz’ora, solo allora comincerà ad iniettare il veleno nel suo corpo, ma se riuscirai a sconfiggermi, lo libererò e gli darò l’antidoto, anche se non credo che riuscirai a battermi in questo breve periodo. Allora che te ne pare? - gli propose lei.
Takuto ci rifletté un attimo: non sapeva se avrebbe sconfitto quella ragazza in così poco tempo, ma se lei aveva davvero l’antidoto che serviva a Kirino, non aveva molta scelta.
- E va bene. -
- Perfetto, ma prima dovrai riuscire a trovarmi. Ci vediamo! - lo salutò Mizu, per poi sparire nella boscaglia.
- Shindou. - lo chiamò Ranmaru, il quale aveva entrambe le gambe coperte dalla rete e dalla sostanza gelatinosa.
Il castano gli prese le mani e le strinse con affetto:
- Farò il possibile per aiutarti. Tu cerca di resistere. -
Kirino si limitò ad annuire, e mentre guardava il suo compagno scomparire tra le fronde degli alberi, si ricordò di un particolare:
- Quella ragazza… Aveva qualcosa di stranamente familiare… -
 
 
Nel frattempo… a casa di Tenma…
 
Sebbene Matsukaze fosse stato appena scalfito dai proiettili magici, la ferita all’ala, benché fosse superficiale, non si era ancora cicatrizzata, anzi, sembrava che stesse diventando più grande. Aki e Ichinose avevano insistito perché ogni tanto si riposasse e utilizzasse delle piante curative per cercare di guarire la ferita
Sapeva di non aver nulla di cui preoccuparsi per la zona est dell’Isola della Vita: aveva affidato il comando a Kyousuke in quei tempi, gli abitanti erano al sicuro nei rifugi e le Guardie Angeliche erano tutte molto competenti, ma non gli piaceva restare fermo senza poter fare nulla.
Il Comandante dell’Est si stese sul letto per riposare, e dopo qualche minuto, udì una voce femminile nell’aria:
 
I still hear your voice, when you sleep next to me.
I still feel your touch in my dreams.
Forgive me my weakness, but I don't know why.
Without you it's hard to survive.

 
Tenma pensò che si stesse immaginando quella voce a causa della fatica accumulata in quei tempi, ma quando la sentì ancora, dovette ricredersi:
 
Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side.
Cause everytime we touch, I feel this static.
And everytime we kiss, I reach for the sky.
Can't you hear my heart beat so
I can't let you go.
Want you in my life.

 
- è strano… è come se questa canzone riuscisse a lenire anche la stanchezza. - pensò il Comandante, e curioso di scoprire chi stesse cantando, uscì da casa sua.
Non sapeva che Yuki lo stava guardando da quando era rientrato in casa, in attesa del momento giusto di colpire:
- Dove starà andando? - si chiese l’Angelo della Notte, mentre brandiva la spada legata al suo cinturino.
- Non importa: qualsiasi cosa debba fare, non avrà vita facile con me e con la mia spada Cuore delle Nevi. È meglio che lo segua, almeno potrò tornare presto sulla Terra: preferisco non trovarmi qui quando questo posto verrà raso al suolo. - pensò la ragazza, per poi seguire il Comandante.
 
 
Angolo di Emy
Per chi non lo sapesse, la canzone che ho mezzo in questo capitolo era una parte di “Everytime we touch” di Cascada.
Inoltre, la clematide è una pianta realmente esistente.
Spero di aver fatto un buon lavoro, anche perché non ho controllato molte volte il capitolo prima di pubblicarlo.
Nel caso non si fosse capito, Yuki ha dato un nome alla sua spada, ma nel prossimo capitolo ci concentreremo su Mizu e rivedremo anche due Guardiani dei Giardini della Vita. Secondo voi, chi saranno?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 43
*** Quando temporali e maremoti si abbatteranno sulla patria dei ribelli... ***


 Shindou aveva perso le tracce di Mizu da un quarto d’ora circa, e mentre la cercava, aveva trovato diverse trappole come quelle che si utilizzavano sulla Terra per catturare alcuni animali, come trappole per orsi nascoste tra i cespugli o gabbie create con corde e rami; alcune di esse erano normalissime e non gli avevano creato problemi, ma altre erano state rese invisibili dall’aura dell’Angelo della Notte e aveva avuto qualche difficoltà a liberarsi da quelle. Una cosa era certa: quella ragazza si atteggiava da “cacciatrice” e rendeva onore al nome.
Ad un certo punto, sentì un fruscio tra i rami degli alberi, in seguito il rumore degli spari, e dopo ancora vide i proiettili di Mizu a pochi metri di distanza da lui:
- Dopo tutti i suoi discorsi sulla reputazione da cacciatrice che vuole difendere, la credevo più astuta. - pensò Takuto, mentre creava un campo di forza con la spada per difendersi dalle pallottole, e rimandarle subito dopo al mittente. Dalla cima di un albero comparve la turchese, la quale aveva in mano due pistole.
- Se credevi che avessi solo il fucile e quelle trappole, sei un vero illuso. Come ti ho già detto, ho una reputazione da difendere e non mi faccio cogliere impreparata quando devo inseguire una preda. - dopo quella frase, l’ex Mietitore sentì una specie di puntura al braccio destro, uno dei pochi punti non protetti dall’armatura, e quando diede un’occhiata, notò un ago. Una volta estratto, avvertì una leggera scossa in tutto il corpo, poi sentì il braccio destro intorpidito.
Si voltò nuovamente verso l’Angelo della Notte, la quale aveva un sorriso divertito sul volto.
- Cos’hai fatto? - le domandò.
- Dovresti chiedere a lui, non a me. - gli fece notare lei, e quando Shindou distolse lo sguardo da Mizu, vide una figura maschile dai capelli, gli occhi e una corta barba neri e la carnagione lievemente abbronzata. Indossava una toga candida come quelle indossate dai nobili romani nell’antichità, e nella mano sinistra teneva un tridente avvolto da alcune alghe verdi.
- Lui è il mio keshin: si chiama Padre delle Ninfe del Mare Nereo. Come avrai capito, l’ago è un’altra arma che ho creato contro voi Guardie Angeliche: la punta era imbevuta di una sostanza paralizzante. È un peccato che non abbia subito effetto, ma non importa: inizialmente sentirai il corpo intorpidirsi, e dopo un po’ rimarrai completamente paralizzato.
Normalmente Nereo non potrebbe usare quegli aghi, e anche se gli devo cedere una buona parte dei miei poteri per permettergli di utilizzarli, ne vale la pena perché li rende più efficaci.
Un cacciatore prima si occupa di ferire la sua preda, in modo da renderla inoffensiva, solo dopo la elimina; come avrai capito, la stessa sorte toccherà anche a te.  -
- Credo che l’unica cosa di cui tu non sappia niente sia la lealtà. - mormorò Takuto, ma l’altra lo sentì ugualmente e strinse la presa sulle pistole come se volesse trattenersi dal togliere di mezzo il ragazzo che aveva davanti; avrebbe voluto sbarazzarsi di lui in fretta, ma sapeva che la minima mossa avventata poteva costarle cara.
- Qualche mese fa, se ben ricordo, tu eri ancora un Diavolo e hai mietuto le vite di molti umani. Nonostante ci fosse quell’Angelo dai capelli rosa a fermarti, non hai risparmiato nessuno, anzi, quella Guardia Angelica ha avuto la sua parte durante gli scontri in cui avete coinvolto gli umani. Scommetto che non v’importava nemmeno se rischiavate di togliere di mezzo degli innocenti. - gli rinfacciò l’Angelo della Notte con un evidente disprezzo nella voce.
Shindou sospirò rassegnato:
- Che cosa vuoi veramente da me? -
Mizu schioccò le dita e il castano vide il keshin della nemica con Kirino, il quale era completamente avvolto nella rete, ad eccezione del collo e della testa, e aveva le mani bloccate dalla presa di Nereo.
- L’ho portato qui per due motivi: voglio che ognuno di voi assista alla fine dell’altro e anche perché intendo parlarti del motivo per cui mi voglio vendicare. Il tuo amico sembra aver più memoria riguardo a quello che avete fatto sulla Terra, ma per te non sembra essere lo stesso, e siccome non ho voglia di sprecare altre parole con te, ti farò vedere quel ricordo. - l’Angelo della Notte materializzò una cerbottana con la quale sparò un dardo che colpì la fronte del rosa, facendo fuoriuscire da essa un fumo argentato. Esso si accumulò di fronte al castano, e dopo un po’ su di essa apparvero delle immagini: si trattava di Takuto, quando era ancora un Mietitore, che combatteva contro Ranmaru e stava per attaccare due ragazzini umani. Solo in quel momento, l’ex Mietitore notò che uno degli umani nell’immagine assomigliava tantissimo a Mizu, a parte alcuni tratti del viso e il taglio di capelli.
- Quello è identico a te… -
- Quel tipo con i capelli rosa ci ha impiegato molto meno tempo a capirlo, ma in quanto prontezza di riflessi è piuttosto scarso: è ancora una mia preda, ma non mi ha dato molta soddisfazione. - ammise la sua avversaria leggermente seccata.
- Come ti permetti? - ribatté seccato Kirino, pur avendo qualche difficoltà a parlare perché la rete era arrivata al collo e stava cominciando a soffocarlo.
- Se hai ancora fiato in corpo nonostante la rete stia cercando di strangolarti, sei più resistente di quel che pensassi, ma voglio vedere se lo sarai anche quando ti sarà iniettato il veleno nel corpo.
Inoltre, dovresti imparare a tenere a bada il tuo carattere: non sei nella posizione più adatta per dare ordini. E ora se non ti spiace, mi devo occupare del tuo amico. -
L’Angelo della Notte estrasse la sciabola-baionetta dal cinturino, e mentre l’arma si ricopriva d’energia verde, l’avatar puntò il tridente verso il cielo coperto dalle nuvole e scagliò un fulmine contro la volta celeste; dopo pochi secondi, dal cielo cominciarono a sprigionarsi delle saette di un insolito colore verde che si diressero in direzione di Takuto. Il ragazzo sentiva il corpo intorpidirsi sempre di più, probabilmente la sostanza usata da Nereo stava facendo effetto, così dovette usare i propri poteri per creare un campo di forza per difendersi dalle scariche elettriche. Uno dei fulmini colpì l’arma di Mizu e quest’ultima creò sopra di lei un’enorme sfera d’acqua:
- Onda delle Ninfe del Mare! - gridò la turchese, e il globo d’acqua si tramutò in un’enorme onda che investì le due Guardie Angeliche e Nereo.
Dopo qualche secondo, l’onda scomparve, lasciando dietro di sé soltanto diverse pozzanghere sparse qua e là, molti alberi sradicati e cespugli distrutti; quell’attacco avrebbe potuto causare molti più danni, ma l’Angelo della Notte aveva dovuto dare una buona parte dei suoi poteri al suo keshin in precedenza e aveva dovuto trattenersi per non esaurire le sue energie; mentre osservava il suo operato e quello dell’avatar, notò Shindou e Kirino, il quale era ancora imprigionato nella rete di fusti, sdraiati all’interno di una pozzanghera e apparentemente privi di sensi, invece Nereo si era difeso dall’ondata d’acqua grazie ad una barriera creata col tridente.
Dopo qualche secondo, vide un portale argenteo comparire vicino alle due Guardie Angeliche da quale uscirono due Angeli: il primo, dalla carnagione abbronzata, gli occhi scuri e i capelli verdi raccolti in un chignon, s’inginocchiò per controllare le condizioni di Takuto e Ranmaru, mentre l’altro, dalla pelle pallida, gli occhi verdi e i corti capelli rossi si avvicinò a Mizu.
- Finalmente ci rivediamo Mizuka. - la salutò il rosso, ma l’altra non accennava a muoversi.
- Com’è possibile? Cosa ci fate voi due qui? - domandò l’Angelo della Notte ai due nuovi arrivati.
L’Angelo dagli occhi verdi non le rispose subito, poiché il compagno si avvicinò a lui e gli disse qualcosa, ma la sua voce era talmente flebile che la turchese non riuscì a capire cosa si stavano dicendo; ad un certo punto, vide il rosso accennare un “sì” come la testa, mentre l’Angelo dagli occhi scuri scomparve, portando con sé le due Guardie Angeliche.
- Non mi hai ancora risposto Hiroto, e poi perché tu e Midorikawa avete aiutato quei due Angeli? Nel caso tu non lo sappia, hanno eliminato Masaki! -
- Sei proprio sua sorella, non c’è che dire. In ogni caso, non ti devi preoccupare per tuo fratello: è stato ferito, ma adesso sta bene e vive ancora a casa nostra. - il tono di Kiyama sembrava essere diventato triste. Mizu pensò si trattasse del fatto che, sebbene Masaki potesse essersi salvato, per il suo tutore le cose erano cambiate da quando era finito nel Regno della Vita, e forse era lo stesso anche per il fratello della turchese.
- Sono sorpreso di quello che hai fatto: non ti credevo capace di fare questo a due persone. Prima non eri… - le parole del Guardiano dell’Ovest furono interrotte da un’occhiata glaciale della figlia adottiva.
- Hai detto bene. Prima non ero così, ma le cose sono cambiate e spero che tu e Ryuuji non vi vogliate mettere ancora in mezzo.
Ora che ci penso, cos’è successo veramente quella sera in cui siete scomparsi? - gli chiese ad un certo punto lei.
- Mi sembra giusto. Se ben ricordi, quella sera avevamo avvisato te e Masaki che avremmo potuto fare tardi, ma quando stavamo per tornare a casa, notammo davanti a noi un turbine di petali di rose nere. Quando il vento smise di soffiare, davanti a noi comparve una donna dai capelli e gli occhi ramati. All’inizio non sapevamo perché, ma ci attaccò e noi non potevamo difenderci. Quando stava per sferrare un secondo colpo contro di noi, un raggio di luce ci investì; una volta riaperti gli occhi, ci ritrovammo in quello che scoprimmo essere il Regno di Mezzo. Erano stati i Rappresentanti della Creazione e della Distruzione a salvarci, anche se non sapevano perché eravamo stati attaccati; inizialmente volevano rimandarci sulla Terra, ma qualcosa impedì loro di agire: era una maledizione posta dalla persona che ci aveva attaccati nel Mondo degli Umani. - Mizu non credeva a quello che sentiva: era stata l’incompetenza dei gemelli a svolgere il loro compito che era comparso quel Mietitore che aveva attaccato suo fratello, e adesso veniva a sapere che i Le Loire avevano aiutato Hiroto e Midorikawa? Decise di ascoltare il resto del racconto, ma non si accorse che una liana del bulbo, il quale si trovava poco distante da lei, aveva raccolto la sciabola-baionetta caduta a terra durante l’attacco dell’Angelo della Notte, la spezzò e l’aura bianca e nera che ne scaturì si riversò in Nereo.
- Soltanto le anime erano ammesse nei Regni, così eseguirono numerosi tentativi per farci tornare nel Mondo degli Umani, ma quel potere era più forte di quelli che possedevano loro. Non riuscirono a farci tornare a casa, così decisero di assegnarci il ruolo di Guardiani dei Giardini della Vita; non potemmo lasciare quei luoghi, ma continuammo a tenere d’occhio te e tuo fratello, anche se poco tempo dopo la nostra scomparsa, anche tu sparisti nel nulla… - prima che potesse terminare il discorso, Kiyama sentì una stretta alle mani: si voltò e vide che l’avatar di Mizu gli stringeva le mani per impedirgli la fuga e gli puntava il tridente alla schiena.
- Hiroto, ti devi liberare! - esclamò l’Angelo della Notte.
- Non posso. Ho usato una buona parte dei miei poteri per uscire dal Giardino e creare il portale… - la informò lui.
- Nereo, devi liberarlo subito! - ordinò la turchese al keshin, ma lui avvicinò il tridente alla schiena del Guardiano dell’Ovest.
Non sapeva cosa fare: se avesse potuto utilizzare i suoi poteri, avrebbe potuto liberare il suo tutore, ma ne aveva dati molti a Nereo quindi non le era possibile. Inoltre, non poteva chiedere aiuto a Midorikawa perché era andato chissà dove con le sue prede. Le rimaneva una sola scelta, anche se non avrebbe voluto ricorrervi: prese un coltello dal cinturino, e lo avvicinò al tatuaggio degli Angeli della Notte posto sulla spalla sinistra:
- Hiroto. - lo chiamò lei, e appena ebbe ottenuto l’attenzione di Kiyama, continuò a parlare:
- Non so che pensare riguardo ai due gemelli, del resto gli Angeli della Notte sono nati con lo scopo di toglierli di mezzo per sempre, ma non voglio che accada qualcosa a te e a Midorikawa, non dopo che avete dato a me e Masaki una famiglia quando credevamo che avremo dovuto passare la vita in solitudine.
Ciò che sto per fare potrebbe non piacerti, ma nessuno di noi due si trova in una bella situazione: mi resta solo una cosa da fare. - avvicinò ancora il coltello al tatuaggio:
- Addio. - dopo quell’ultima parola, Mizu praticò un taglio sul tatuaggio; pochi secondi dopo, Nereo si dissolse in particelle di luce verdi, lasciando libero Hiroto, ma anche la turchese stava per subire la stessa sorte del suo avatar:
- Cosa ti succede? - le domandò.
Lei non rispose; si limitò ad indicargli un foglio per terra con lo sguardo, prima di sorridergli tristemente, e infine scomparire in una scia di luce verde.
Kiyama si avvicinò al foglio e lo lesse:
“Quando temporali e maremoti si abbatteranno sulla patria dei ribelli…”
 Il rosso non capiva il significato di quelle parole, ma ormai era chiaro che le cose da allora sarebbero cambiate per davvero: Masaki credeva che fossero morti e Mizuka era scomparsa per sempre. La sua famiglia non sarebbe più tornata come prima…
 
 
Angolo di Emy
Anche il nome del keshin di Mizu è ispirato ad una Divinità: si tratta di Nereo, il padre delle Nereidi, cioè delle ninfe amiche dei naviganti. Inoltre, rappresenta il lato benefico del mare ed è in grado di prevedere ciò che accadrà in futuro.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se sono incerta se proseguire la vicenda di Tenma o di spostarmi sul combattimento dei gemelli Le Loire. Voi che ne dite?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 44
*** Yuki, la Maestra delle Nevi e lo scontro tra keshin ***


 Tenma aveva continuato a camminare nella foresta da chissà quanto tempo per cercare chi stesse cantando, ma non aveva avuto molta fortuna; non si era accorto nemmeno che Yuki lo aveva seguito da quando era uscito di casa, ma la ragazza non ne poteva più perché la Guardia Angelica le aveva fatto girare tutta la zona est. La cosa strana era che il Comandante dell’Est aveva trovato diverse trappole durante il cammino, probabilmente lasciate lì Mizu, ma la Guardia sembrava non accorgersene conto; tuttavia, la ragazza dai capelli blu doveva disinnescare le diverse trappole per evitare che succedesse qualcosa a Matsukaze, più che altro perché non voleva che qualcuno si mettesse in mezzo tra lei e la sua vendetta nei confronti del castano.
I due erano quasi arrivati in cima al Monte dell’Alba, e nonostante Tenma aveva deciso di incamminarsi verso l’altopiano roccioso, Yuki decise di nascondersi dietro ad una roccia per non farsi vedere; quando sbirciò dal nascondiglio per vedere cosa stesse succedendo, vide il suo nemico di fronte a Maria, ma c’era qualcosa di strano in lei: i suoi capelli erano diventati molto più scuri ed erano cresciuti fino a raggiungere le ginocchia, le ali erano diventate completamente nere, la voglia sul collo aveva assunto la forma di un tatuaggio a forma di rosa nera stilizzata e la carnagione era diventata molto pallida, ma non si notava molto perché le braccia presentavano diversi tatuaggi. Inoltre, la sua armatura da blu era diventata nera, ma la cosa strana era che Mika non indossava più il suo ciondolo a forma di stella e normalmente non se ne separava mai! Sembrava averlo sostituito con un medaglione con una pietra di quarzo rosso a forma di farfalla.
- Eri tu quella che ho sentito cantare? - la domanda del Comandante dell’Est ridestò la blu dai suoi pensieri, ma non ottenne risposta dalla Obscurity.
Matsukaze sembrò non offendersi, anzi sorrise:
- Se è così, ti faccio i miei complimenti. Sei davvero brava. - Maria lo ignorò ancora, continuando a cantare come se nulla fosse.
 
Your arms are my castle, your heart is my sky.
They wipe away tears that I cry.
The good and the bad times, we've been through them all.
You make me rise when I fall.

 
Tenma non sapeva cosa lo attendeva, ma la ragazza nascosta tra le rocce ne era cosciente:
- La voce di Mika ha effetti devastanti se combinata con quella canzone, ma sono fortunata: quel potere si attiva su una persona solo se questa ascolta la canzone e guarda Maria negli occhi. Rimarrò qui finché non smetterà. - pensò lei, e come aveva previsto, la Obscurity aprì gli occhi diventati rossi; pochi secondi dopo, la Guardia Angelica sentì la voglia di chiudere gli occhi senza sapere perché: si chiedeva se fosse un effetto collaterale degli incantesimi curativi che usava, o se la causa poteva essere la voce di quella ragazza. Non fece in tempo a trovare una risposta che si accasciò al suolo; solo allora Mika smise di cantare e osservò la sua vittima:
- è strano. La mia canzone avrebbe dovuto permettermi di prendere il controllo della sua mente, non doveva farlo dormire. Beh, poco male: me ne preoccuperò quando si sveglierà, senza contare che potrebbe essere l’esca perfetta per gli altri Comandanti. La mia Signora ne sarà molto contenta. - pensò soddisfatta Maria, mentre si caricava un braccio di Matsukaze sulle spalle per poi incamminarsi.
Aveva compiuto pochi passi quando sentì qualcosa di scivoloso sotto gli stivali; una volta abbassato lo sguardo, notò che c’era del ghiaccio sotto i suoi piedi, scivolandoci poco dopo: lei si ritrovò seduta a terra, mentre Tenma era caduto e si trovava a pochi metri di distanza da lei.
- Mi hai fatto un grande favore addormentandolo, ma è la mia preda quindi vedi di non metterti in mezzo ancora. - la ammonì una voce femminile, e quando Mika alzò lo sguardo per vedere chi avesse parlato, vide Yuki che la guardava con un sorriso divertito:
- Normalmente non m’interesserebbe… - cominciò la blu, camminando sul ghiaccio senza scivolare: - Ma come mai volevi portarlo con te? È un ordine del capo? - le domandò infine con una punta di curiosità nella voce.
La Obscurity cercò di rialzarsi, aiutandosi con una delle sue spade per non scivolare ancora:
- No, non è stata Ayla ad ordinarmelo e comunque non voglio più sentire il nome di quella ragazza. Non ho più intenzione di seguire i suoi ordini come un cagnolino bastonato. - le rispose acida Mika.
Ecco un altro particolare strano: Maria non aveva mai pensato cose del genere sulla Moon, anche perché quest’ultima, seppure potesse sembrare insopportabile in diversi casi, era una persona che trattava con rispetto i suoi compagni.
- Da quando pensi certe cose? - le chiese Yuki.
- Come hai detto tu poco fa, certe cose non ti dovrebbero interessare. Giusto mia cara Yukiko? -
La blu strinse la presa sulla spada, ancora contenuta nella sua custodia appesa alla cintura:
- Per come la vedo io, Yukiko ha smesso di esistere tempo fa. - le rispose Yuki con voce atona e fredda, ma la collega non aveva ancora finito:
- In ogni caso, ti risponderò: qualcuno mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto capire che avevo un grande potenziale e che non dovevo continuare a seguire quella perdente. Se la vedi, informala che d’ora in poi farò le cose a modo mio. - prima che finisse il discorso, davanti a lei comparve la sua keshin Regina Valchiria Oscura:
- Che cosa vuoi? - le domandò la sua padrona.
- Sai bene che non hai intenzione di fare di testa tua. Qualcuno ti sta controllando e ti sta facendo agire contro la tua volontà. - le rispose l’avatar.
- Per il momento, è meglio se torni ad essere uno spettro. Sai cosa sono in grado di fare. - la provocò la Obscurity.
La keshin non si fece intimorire, anzi, si avvicinò alla sua padrona con una velocità incredibile e le prese la seconda spada, per poi avvolgerla d’energia oscura:
- Spada della Regina Valchiria! - dopo che la spada ebbe acquisito una tonalità rossastra, la Valchiria scagliò un fendente d’energia magica contro Maria, la quale lo schivò saltando e riatterrando perfettamente in equilibrio sopra un masso.
Continuarono a lottare così per diversi minuti, l’avatar cercava di colpire la sua padrona, mentre Mika li schivava o li bloccava con la sua spada.
Mentre le due combattevano, Yuki aveva raggiunto il Comandante dell’Est ancora svenuto e la Regina Valchiria, cosciente di ciò che la sua padrona voleva fare col ragazzo, disse alla blu:
- Prendi quel ragazzo e portalo in un posto sicuro. Maria non lo deve trovare per nessun motivo. -
- La mia idea era farlo fuori adesso. Perché dovrei… - prima che finisse la frase, la keshin scagliò un fendente contro Yuki, ma il colpo non la ferì, si limitò a teletrasportarla lontano da quel posto.
- Se pensi che non riuscirò a riprendermelo, ti stai solo illudendo. - le disse la Obscurity, ma l’avversaria non era dello stesso parere:
- Quella canzone ti permette di bloccare il corso del tempo e di conquistare l’anima e la mente di una persona. Costringerai quel ragazzo a diventare tuo schiavo, imprigionandolo nelle stesse catene che impediscono anche a te di essere libera. È questo quello che vuoi? -
- Non m’importa di quello che pensi e forse dovrò ringraziare quella persona che mi ha aperto gli occhi: questo nuovo potere mi ha reso più potente di te, e siccome sai di non potermi battere, mi accusi. Non ti credevo capace di tradirmi, ma evidentemente mi sbagliavo. - constatò la ragazza, mentre la sua collana s’illuminava:
- Anche se fosse così, non m’importa: ora ho un’altra compagna.
Appari protettrice dell’Inferno e degli spiriti demoniaci. Vieni a me Farfalla Protettrice della Morte! - dopo quella frase, una donna in armatura e dalle grandi ali di farfalla viola, rosse e rosacee si materializzò tra la Valchiria e la sua padrona.
La nuova arrivata si tramutò subito in centinaia di farfalle violacee, mentre Maria caricava la sua spada d’energia rosacea:
- Preparati ad affrontare le conseguenze del tuo tradimento! Incubo delle Farfalle della Morte! - gridò Mika, colpendo le farfalle violacee, le quali esplosero tramutandosi in raggi di luce rossi e viola che si diressero verso la Valchiria:
- Bufera di ghiaccio e fulmini! - la risposta dell’avversaria non tardò a farsi sentire, poiché materializzò una barriera da cui si generarono fulmini e raggi congelanti che respinsero quelli del colpo della sua ormai ex padrona.
La Valchiria non si accorse che alcune delle farfalle si erano posizionate dietro di lei, formando nuovamente l’avatar Protettrice della Morte, la quale sottrasse la spada alla Regina Valchiria e la usò per colpirla al collo, cioè lo stesso punto in cui prima si trovava la voglia a forma di stella di Mika, e anche il suo unico punto debole; la Valchiria s’inginocchiò, e nonostante il dolore causato da quello che le aveva detto e fatto Maria, le sorrise tristemente e le disse;
- Forse non sarò riuscita a fermarti, ma so che esiste qualcuno in grado di farti tornare normale. Ti osserverò e aspetterò che quel momento accada. -
- Addio anche a te sorella mia. Se avrai la possibilità di risvegliarti dal sonno eterno come ho fatto io, ti prego di rimanere accanto a Mika e proteggerla come io non ho saputo fare. - aggiunse poi, con lo sguardo rivolto al cielo, prima di dissolversi in particelle di luce bianche.
Quelle parole non fecero né caldo né freddo alla Obscurity, anzi, la ragazza si mise sulle tracce dei fuggitivi.
 
 
Intanto… nella foresta della zona est… nel rifugio di Yuki…
 
Yuki era finita nel suo rifugio, e dopo aver fatto stendere Matsukaze sul suo letto e aver evocato la sua keshin perché controllasse che nessuno la disturbasse, si era messa ad affilare la sua spada e i suoi coltelli; terminò il lavoro dopo diversi minuti, quando dalla borsa che portava sempre con sé la sua bambola di pezza bianca e il vestito fatto di stoffa viola s’illuminò di una luce blu e fluttuò verso Tenma.
L’Angelo della Notte si diresse verso il nemico, e notò che la sua bambola continuava a fluttuare sopra il ragazzo insieme ad un altro pupazzo: era una bambola simile alla sua, fatta di pezza bianca e aveva due sfere azzurre come occhi, ma aveva una maglietta fatta di pezzi di stoffa color verde chiaro e pantaloni di stoffa color smeraldo.
- L’ha tenuta per tutto questo tempo… - sussurrò la ragazza, ma fu interrotta dall’ingresso nel rifugio della sua avatar, ma questa non aveva con sé il suo bastone di ghiaccio e cristalli di zaffiro e aveva le mani nascoste dietro la schiena. Si chiamava Regina delle Nevi Kori, era una donna dai capelli castani lisci e lunghi fino alle ginocchia, aveva gli occhi color perla e la carnagione lievemente abbronzata. Indossava una tunica a maniche lunghe bianca con alcune rifiniture blu cobalto, una fascia color notte che le cingeva la vita, una lunga gonna bianca e azzurra, delle scarpe da ballerina blu e un diadema fatto di cristalli di ghiaccio con un grosso zaffiro.
Yuki spostò subito lo sguardo: non le era mai piaciuta la sua keshin a causa del suo aspetto. Il motivo? A parte qualche differenza, somigliava a Matsukaze e l’Angelo della Notte non era mai riuscita a spiegarselo.
- Non riesci a guardarmi senza pensare al perché ho quest’aspetto. Non so se la cosa ti può consolare, ma il motivo non lo conosco nemmeno io. - le disse la donna, ma la sua padrona sembrava non sentirla: aveva preso tra le mani le due bambole gemelle e le stava stringendo.
- Gliene avevi data una sperando che si sarebbe ricordato di te nonostante la lontananza e che un giorno vi sareste rivisti.
Non ti piacerà quello che ti sto per dire, ma ti stai comportando stupidamente: quell’incidente non è stata colpa sua, non poteva prevedere che accadesse e ora tu lo vuoi togliere di mezzo solo per aver rotto una promessa. Mi sembra una cosa sciocca. - le sue parole furono interrotte da un lamento proveniente da dietro di lei:
- A te sembrerà una cosa sciocca, ma immagino che uno spettro non possa capire certe cose. E ora dimmi cosa stai nascondendo. - le ordinò l’Angelo della Notte.
Subito dopo, Kori mostrò una Guardia Angelica dai capelli blu, la carnagione pallida e gli occhi arancioni, imbavagliato e legato con una fune di cristalli di ghiaccio rinforzati con aura azzurra.
Yuki lo riconobbe subito: dalle informazioni che aveva raccolto da quando era arrivata nella zona est, si trattava di Tsurugi Kyousuke, il secondo in comando delle Guardie dell’Est.
La ragazza gli tolse il fazzoletto che gli impediva di parlare, senza però slegargli le mani e i piedi, per poi decidersi a parlargli:
- Non so come hai fatto a scoprirmi e non m’interessa, ma non ti restituirò il Comandante. E ora sparisci se non vuoi farti male. -
- E tu credi che io me ne vada così? Oltre a portarlo con me, ti sconfiggerò e tu mi dovrai dire dove nascondi il bulbo. - pretese la Guardia Angelica.
- Quanta fretta… Tsurugi Kyousuke, io so chi sei e cosa sei in grado di fare, ma non credo che tu possa dire lo stesso di me: il mio nome è Yuki, sono la protettrice delle nevi e dei ghiacci eterni. - si presentò l’Angelo della Notte, per poi guardare la sua avatar:
- Lei invece è la mia keshin, si chiama Regina delle Nevi Kori.
Tornando a noi, non penso proprio che riuscirai a sconfiggermi e anche se ti dicessi dove si trova il bulbo, come pensi di eliminarlo? -
La Guardia strinse il pugno: per quanto detestasse ammetterlo, quella ragazza aveva ragione.
- Facciamo così: ti propongo una sfida e se vincerai, lascerò libero il tuo amico, ma se perderai, dovrai cedermi i tuoi poteri. Che te ne pare? -
Tsurugi ci rifletté per qualche minuto, per poi rispondere:
- Va bene e spero per te che tu mantenga la parola. - dopo quella frase, i due Angeli e l’avatar uscirono dal rifugio, senza accorgersi che Tenma aveva appena schiuso gli occhi, ma questi erano diventati del colore del sangue.
 
 
Angolo di Emy
Non nascondo che è stato complicato scriverlo, forse perché mi ero abituata ad uno schema preciso per la descrizione degli scontri, ma ho fatto del mio meglio.
Il nome della keshin di Yuki è “Kori” che in giapponese significa “ghiaccio”. Non ho scelto il nome di una Divinità stavolta, ma il motivo lo scopriremo più avanti.
La canzone presente era ancora un pezzo di “Everytime we touch” di Cascada.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 45
*** Scontro tra la nevi della foresta dell'est ***


 Yuki e Tsurugi si sarebbero scontrati era una zona forestale che si trovava ad una decina di metri intorno al rifugio dell’Angelo della Notte, e dove Kori aveva eretto una barriera per impedire che qualcosa o qualcuno li potesse disturbare, ma la keshin sarebbe dovuta tornare ogni tanto nella casa per controllare come stesse Tenma.
La ragazza schioccò le dita, facendo comparire l’armatura al posto dei vestiti normali, ma qualche tempo prima aveva utilizzato i suoi poteri sulla corazza color blu notte e sulla sua spada per aumentarne i poteri e qualcosa era cambiato: Yuki ora indossava una tuta aderente blu, una sciarpa lunga color cobalto, un corpetto color mare privo di maniche, due lunghi guanti bianchi, dei pantaloni color azzurro cielo lunghi fino alle ginocchia, una cintura nera alla quale erano appese la spada riposta nella custodia e diversi pugnali, e degli stivali argentati a tacco basso. Le uniche parti della vecchia corazza erano rimaste sulle spalle, sulle braccia e sulle ginocchia, ma era presente anche sulle ali. La spada invece non presentava più il simbolo degli Angeli della Notte, ma la lama era diventata molto lucida e l’elsa da argentata era diventata bianca con qualche zaffiro incastonato, anche se in quel momento solo Yuki lo sapeva perché l’arma era ancora riposta nella sua custodia.
- Spero che te la cavi bene con la spada e con i poteri magici perché non ti darò tregua. - dichiarò lei guardandolo con aria di sfida.
Lui non rispose, prese una rincorsa e quando arrivò abbastanza vicino alla ragazza, sferrò un calcio contro di lei, ma Yuki eseguì una perfetta rovesciata per evitare l’attacco e rimettersi in piedi ad una breve distanza dalla Guardia Angelica. Il ragazzo decise di colpirla con un pugno, ma l’Angelo della Notte lo schivò anche stavolta spostandosi dalla traiettoria del colpo.
La ragazza notò anche lo sguardo infuriato del nemico e non riuscì a trattenersi dal sorridere compiaciuta:
- è evidente che vuoi fare di tutto per portare via il tuo amico, ma non riuscirai a colpirmi se non ti concentri. - lo avvisò lei, mentre schivava l’ennesimo calcio dell’avversario con la consueta eleganza che caratterizzava i suoi movimenti.
La situazione rimase invariata per qualche minuto, quando lei saltò e sguainò la spada, mentre con la mano libera schioccò le dita facendo nevicare nella zona difesa dal campo d’energia di Kori:
- Se non si vuole dare una mossa, dovrò pensarci io. È il momento che conosca il potere della Maestra delle Nevi. - pensò l’Angelo della Notte, mentre la neve continuava a cadere sempre più fitta.
Ad un certo punto, Yuki si circondò di un’aura blu gelida, mentre alcuni fiocchi di neve si riversavano nella sua spada, la quale cominciò a splendere di un’aura bianca:
- Prima Neve d’Inverno! - gridò lei, creando davanti a lei un simbolo blu dall’aspetto di un fiocco di neve con i suoi poteri; subito dopo, tagliò a metà l’emblema e delle sfere d’energia gelida sfrecciarono verso Kyousuke. L’Angelo della Notte tornò a terra poco dopo aver visto una luce generata dall’aura delle sfere, segno che dovevano aver colpito qualcosa, ma quando la luce si affievolì, vide che Tsurugi stava bene, ma il suo attacco aveva congelato la sua spada.
- Avrei potuto fare di meglio, ma va beh. Come pensi di fare adesso con un’arma inutilizzabile? - lo schernì lei.
Lui non rispose, si limitò a caricare la sua spada di un’energia violacea, causando lo scioglimento dello strato di ghiaccio che la ricopriva:
- Death Sword! - la Guardia Angelica cominciò a sferrare diversi fendenti d’energia viola contro la nemica, ma quest’ultima utilizzò la sua arma per creare un campo d’energia per proteggersi.
Il ragazzo si fermò poco dopo per riprendere fiato, e quando accadde, Yuki vide un’insolita aura oscura che circondava Tsurugi, ma non si fermò troppo tempo a chiedersi di cosa si trattasse:
- La prima neve si scioglie sempre troppo in fretta a causa del Sole, ma voglio vedere come se la caverà se al gelo della neve si aggiunge quello dei venti del nord. È il momento che usi il Respiro d’Inverno. - pensò lei, per poi far comparire nuovamente l’immagine del fiocco di neve blu, ma stavolta questo si collocò sotto i suoi piedi. Dopo quel passaggio, l’aura che costituiva il campo di forza che aveva usato per difendersi dal Death Sword si diresse verso l’alto sottoforma di sfera d’energia blu e, quando raggiunse la barriera creata da Kori, esplose generando una forte luce azzurrina; quando questa tornò normale, la zona protetta dallo scudo era completamente ricoperta da un soffice manto bianco e freddo:
- E ora che le nevi e il soffio dei venti del nord hanno raggiunto questo posto, voglio vedere come e se riuscirai a trovarmi. - disse l’Angelo della Notte a Kyousuke, mentre la sua sciarpa si trasformava in un lungo mantello blu cobalto; Yuki si coprì la testa con un cappuccio del mantello, per poi scomparire nella boscaglia seguita dalla Guardia Angelica.
 
 
Intanto… nel rifugio di Yuki…
 
Tenma aveva riaperto completamente gli occhi e stava cercando di mettersi seduto: si sentiva come se avesse dormito per settimane, ma sperava che non fosse passato veramente tutto quel tempo.
Stava per scendere dal letto quando sentì una voce conosciuta che cantava nella sua testa:
 
Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side.
Cause everytime we touch, I feel this static.
And everytime we kiss, I reach for the sky.
Can't you hear my heart beat so
I can't let you go.
Want you in my life

 
Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.

Need you by my side
 
- è la voce della ragazza che ho visto in cima al Monte dell’Alba, ma sembra che ci sia qualcosa di diverso… - pensò il Comandante, infatti, alla canzone si aggiunse una frase detta normalmente:
“Mio fedele servitore, la tua padrona t’invoca. Insieme sconfiggeremo i Rappresentanti della Creazione e della Distruzione e creeremo un nuovo mondo.”
Pochi secondi dopo, a parte il colore degli occhi, l’aspetto di Matsukaze cambiò: i capelli assunsero una tonalità nera come la cenere, la carnagione era diventata pallida come la neve e il suo sguardo, da allegro e gentile, era diventato freddo e tagliente.
- Agli ordini mia padrona. - rispose lui meccanicamente, per poi uscire dalla casa rimasta incustodita poiché Kori si era addentrata nella foresta per seguire i due combattenti.
 
 
Nel frattempo… nel bosco della zona protetta…
 
Tsurugi stava continuando a cercare la ragazza, e anche se l’Angelo della Notte indossava un mantello di un colore ben distinguibile dal bianco della neve, non riusciva comunque a trovarla. Inoltre, sentiva una risata cristallina ovunque andava: apparteneva sicuramente alla sua avversaria, ma gli ricordava anche quella che possedeva un’altra persona di sua conoscenza.
- La neve è il mio elemento e la mia eterna compagna. Non ti permetterà di trovarmi così facilmente. - lo informò una voce femminile che Kyousuke riconobbe come quella di Yuki.
Il ragazzo cominciava a trovare insolito il suo comportamento: parlava di quei fiocchi di neve come se fossero delle persone e anche in questo gli ricordava qualcuno di sua conoscenza, ma si disse che non era il momento di pensarci.
Camminò per qualche altro minuto quando sentì ancora quella risata e subito dopo si alzò il vento che portava con sé dei petali di giglio bianco congelati e avvolti di un’aura blu:
- Vogliamo andare avanti con lo scontro o preferisci rimanere nascosta e continuare a credere che la neve si possa considerare come una persona? - la schernì la Guardia, e dopo l’ennesimo alito di vento, la ragazza comparve davanti a lui, pur mantenendo il volto nascosto dal cappuccio:
- Questi fiocchi gelidi sono i miei compagni per un motivo: li ho sempre adorati sin da piccola, ma sfortunatamente non li ho mai potuti vedere molto, tranne quando andavo in vacanza nell’Hokkaido. All’inizio quell’elemento non mi rappresentava molto bene poiché descrive tuttora le persone fredde e chiuse in sé stesse come il ghiaccio che ricopre le superfici dei laghi nei periodi più freddi dell’anno, ma da qualche tempo è come se io e il mio cuore fossimo diventati freddi come la neve che vedi intorno a te, ma ora non è il momento di perdersi in chiacchiere. Petali d’Inverno! - dopo quella spiegazione, i petali congelati si accumularono sopra l’Angelo della Notte formando l’immagine di un giglio blu a causa dell’aura che ricopriva i petali. In seguito, Yuki saltò e colpì con un fendente della sua spada il fiore congelato, creando un raggio d’energia blu che si diresse verso Tsurugi, trasportando con sé una corrente di vento fredda e dei petali di giglio.
- E tu vedrai di cosa sono capace! Lost Angel! - l’arma della Guardia Angelica si caricò d’energia viola, mentre un fendente come quello della Death Sword, ma molto più potente e accompagnato da sfere nere, sfrecciò verso il raggio d’energia.
I due colpi si stavano per scontrare, ma qualcuno li interruppe: si trattava di uno scudo a forma di fiocco di neve azzurro che aveva assorbito la potenza di entrambi i colpi e quando scomparve, Kori fece la sua apparizione:
- Perché ci hai interrotto!? - sbottò l’Angelo della Notte.
- Si tratta di Tenma. È sparito dal rifugio. - li informò la keshin con la sua solita calma.
- Che cosa!? Perché te lo sei lasciato sfuggire!? - esclamarono all’unisono i due avversari.
- Non è questo l’importante. Quando mi sono accorta della sua assenza, l’ho cercato e l’ho visto vicino al Monte dell’Alba; alcune persone possono sentire la voce degli avatar, così ho pensato di poterlo svegliare, ma era come in un mondo tutto suo. Forse uno di voi due può riuscire ad aiutarlo. -
- Che aspettiamo allora? Portaci da lui! - le ordinò la sua padrona e i tre s’incamminarono nella foresta.
 
 
Circa un’ora dopo… alla base del Monte dell’Alba…
 
Inizialmente, Maria aveva passato un po’ di tempo a cercare Matsukaze nella zona est, e sebbene lo avesse trovato, la barriera creata dai poteri di Kori si era rivelata più potente di quanto pensasse.
Allora le era venuta un’idea: lei non sarebbe andata da lui, ma sarebbe stato il Comandante dell’Est a raggiungerla, così si era messa nuovamente a cantare per attirarlo come aveva fatto la prima volta e ci era riuscita poiché Tenma stava avanzando verso di lei, ma la Obscurity non capiva perché l’aspetto del ragazzo era cambiato.
- è stato il tuo potere combinato al mio. Lo abbiamo attirato qui e voi due adesso potrete raggiungere i due gemelli della Creazione e della Distruzione; se riuscirete a batterli, potrete dominare sui Regni. - la informò la voce della keshin Protettrice della Morte proveniente dalla collana.
Intanto, il ragazzo si era trovava di fronte a Mika, le aveva sorriso, e sebbene si trattasse di un’espressione fredda e tagliente, lei lo trovò ugualmente adorabile, poi s’inginocchiò e posò un bacio sulla mano di Maria:
- Perdonatemi se ho tardato a raggiungervi mia padrona. - si scusò lui.
Lei gli rivolse un sorriso freddo, per poi far alzare il Comandante dell’Est:
- L’importante è che adesso sei arrivato, e puoi darmi anche del “tu”. Quando domineremo sui Regni, tu sarai al mio fianco e non ci sarà bisogno di tutte queste formalità tra noi. - gli spiegò la Obscurity, senza sapere che Yuki, Kori e Tsurugi erano nascosti tra alcuni alberi che si trovavano lì vicino e avevano assistito alla scena.
L’Angelo della Notte continuava a spostare lo sguardo dalla sua ormai ex collega al Comandante dell’Est e anche a Kyousuke: Maria sembrava essere soddisfatta di quel piano, ma non la aveva mai vista sorridere in quel modo e non credeva di aver visto Tenma comportarsi in quel modo da quando era arrivata sull’Isola della Vita. Per quel che riguardava Tsurugi, sembrava volesse far scomparire la Obscurity dal Regno della Vita dagli sguardi assassini che le rivolgeva.
Quella era senz’altro una delle giornate più strane che la ragazza dai capelli blu avesse mai trascorso da quando era diventata un Angelo della Notte, ma dovette mettere da parte quel pensiero quando vide il secondo in comando delle Guardie dell’Est avanzare verso Mika:
- Non so chi sia tu e nemmeno cosa voglia, ma non permetterò che Tenma ti segua! E ora vedi di sparire se non vuoi fare una brutta fine! - la minacciò la Guardia Angelica, ma la Obscurity invece di spaventarsi cominciò a ridere:
- Che ci trovi di così divertente? -
- Tu vorresti farmi fare una brutta fine? Sei un vero e proprio incosciente se mi parli così. Per quel che riguarda la tua amichetta… - disse indicando Yuki con lo sguardo: - Riferiscile che deve togliersi dalla testa la sua vendetta perché ho ben altri progetti per Matsukaze e nessuno di voi due li rovinerà. - poco dopo, Maria schioccò le dita che causarono la formazione di nubi nere in cielo. I presenti intravidero delle saette viola, ma le nuvole si diradarono pochi minuti dopo essere comparse.
- Come mai non è successo niente? - si domandò Mika e una voce maschile le rispose poco dopo:
- Non è ancora il momento di combattere per voi. - dopo quell’unica frase, dei raggi di luce colpirono Tsurugi, Yuki e Kori, teletrasportandoli lontano dalla zona est.
 
 
Angolo di Emy
Vi chiederete a chi apparteneva la voce, ma non ve lo dirò, anche perché si saprà nel prossimo capitolo.
Spero che lo scontro tra Yuki e Tsurugi, e in generale l’intero capitolo, vi sia piaciuto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 46
*** La verità (Parte 1) ***


 Qualche ora dopo… alle rovine della Torre del Cielo…
 
Sebbene i raggi di luce avessero teletrasportato i due combattenti e la keshin alle rovine della Torre del Cielo, Yuki si era svegliata quando ormai il Sole stava tramontando nel Regno della Vita, però insieme a lei non c’erano né Tsurugi e nemmeno la sua avatar, ma c’erano quelli che dovevano essere i due Neutrali residenti nell’Isola della Vita, almeno dalle informazioni che le aveva fornito qualche tempo prima. Non erano da soli però: c’era anche un Angelo dai capelli castani lunghi fino alle spalle, gli occhi di un colore argento-violetto, la carnagione abbronzata, una cicatrice ben evidente sulla fronte, le mani fasciate e le ali da Angelo macchiate di chiazze rosse. Indossava una tunica bianca a maniche lunghe con alcune rifiniture di un colore simile a quello degli occhi. Aveva un’espressione affaticata, ansimava quasi impercettibilmente e teneva in mano un papavero bianco che risplendeva di un’aura argentata.
- Quando sono finita qui? E dov’è finito Tsurugi? -
- Era mezzogiorno quando ti ho portato qui, e adesso è quasi sera. Riguardo a Kyousuke Tsurugi, è andato insieme alle altre Guardie Angeliche nel Regno di Mezzo, ma non siamo qui per parlarti di questo. - la informò lui, per poi volgere lo sguardo verso Ichinose. Lui annuì e mostrò a Yuki i cinque fogli ritrovati dalle Guardie che avevano lottato contro i compagni della ragazza dai capelli blu; lei osservò i pezzi di carta cadere sul terreno e vide che formavano un discorso a lei familiare, seppur incompleto:
- I frammenti della Profezia… Come li avete avuti? - chiese loro l’Angelo della Notte.
- Le Guardie ce li hanno portati quando i loro avversari e i bulbi erano scomparsi, ma non abbiamo idea di cosa sia. - le rispose Ichinose.
- Come faccio a sapere che tu e i tuoi amici non mi state mentendo? - domandò diffidente Yuki.
- Dopo quello che è successo ai tuoi amici, è normale che tu non ci creda, ma spero che queste immagini possano convincerti. - le disse Aki, per poi far apparire uno schermo di cristallo trasparente e contornato da diversi filamenti argentati sul quale comparvero delle immagini: i suoi compagni erano stati costretti a ferirsi a causa dei loro keshin, oppure erano stati proprio questi ultimi a colpirli, e si erano dissolti nel nulla.
Dall’espressione che l’Angelo della Notte assunse dopo ciò che aveva appena visto, la Kino intuì che non era molto convinta.
Kazuya allora riprese parola:
- Come ti abbiamo già detto, ne è stato trovato uno ogni volta che uno dei tuoi colleghi è stato sconfitto. Tuttavia, non formavano un discorso completo e non siamo nemmeno riusciti a capire a cosa fosse riferito di preciso. Siccome hai un pezzo anche tu e da quel che abbiamo visto l’oggetto del tuo desiderio di vendetta se n’è andato e il bulbo è andato distrutto… - il Neutrale fu interrotto dalla blu:
- è impossibile che lo abbiate eliminato. Per toglierlo di mezzo ci sono solo due modi: bisogna distruggere chi lo coltivava oppure sacrificare tutti i poteri magici che qualcuno possiede, e non mi sembra che abbiate adottato uno di questi due metodi. -
A risponderle ci pensò l’Angelo dagli occhi argentati:
- Sono stato io a togliere di mezzo quella pianta. Sapevo che sacrificare i miei poteri mi avrebbe fatto scomparire per sempre, così ho concentrato i miei poteri in questo papavero per farlo tornare al suo stato originario, cioè facendo sparire le radici, e l’ho rimosso. Anche se farlo mi ha sfinito. - poi si prese una pausa; guardò per un attimo i due Neutrali, i quali annuirono e utilizzarono un portale argenteo per andarsene dalle rovine.
- Dove stanno andando? - chiese Yuki.
- Nel Regno di Mezzo a recuperare Tenma. - le rispose l’Angelo dalle ali insanguinate.
- A questo punto, è meglio che ci vada anch’io. Non so cosa voglia fare Maria a Matsukaze, ma non glielo permetterò, anche perché io e quel ragazzo non abbiamo ancora avuto occasione di combattere a causa sua. - decise l’Angelo della Notte, ma l’altro la trattenne per la spalla:
- Non è ancora il momento. C’è qualcosa che dovresti sapere. - la informò lui, per poi schioccare le dita e teletrasportare entrambi nella zona est.
 
 
Poco dopo… nel Giardino della Vita dell’Est…
 
Yuki si era ritrovata insieme all’Angelo dagli occhi argentati in un immenso prato fiorito che in quanto bellezza non era nemmeno lontanamente paragonabile a quelli che si potevano vedere alla God Eden, ma si rese conto che lì c’erano altri tre Angeli con le ali insanguinate: uno aveva i capelli biondi e gli occhi rossi, il secondo aveva i capelli verdi raccolti in un chignon, gli occhi color carbone e la pelle abbronzata e l’ultimo aveva la carnagione pallida, gli occhi verde acquamarina e i capelli rossi.
- E questi chi sono? - domandò lei all’Angelo che aveva salvato lei, Kori e il secondo in comando delle Guardie dell’Est.
- Devi scusarmi per poco fa, non mi sono presentato. Io sono Hera Tadashi, uno dei Guardiani dei Giardini della Vita e loro sono i miei colleghi: Afuro Terumi… - il biondo accennò un saluto con la mano;
- Midorikawa Ryuuji… - il verde rivolse un sorriso alla blu, ma lei s’irrigidì;
- E Hiroto Kiyama. - il rosso si limitò ad osservarla e a fare un cenno con la testa.
- Se mi hai portato qui solo per conoscere i tuoi amici, beh, puoi anche spedirmi nel Regno di Mezzo. Il capo sarà già arrivato e starà combattendo contro i gemelli e non voglio perdermi lo spettacolo. -
- Allora credo che non lo vedrai mai. - le disse il biondo dopo qualche minuto di silenzio.
- E perché? -
- Per il semplice motivo che la tua amica sta cominciando ad avere dei dubbi. La cosa strana è che di solito sono gli Angeli a dover aiutare i Diavoli a capire i loro errori, anche se sembra sia accaduto il contrario stavolta. - la informò il rosso, mentre l’albero della vita di quel giardino si aprì a metà mostrando uno schermo di cristallo; su di esso comparve l’immagine di Ayla in uno dei percorsi a metà tra un Regno e l’altro insieme ad una ragazza con le ali da Diavolo:
- Chi è quella insieme al capo? - chiese Yuki.
- L’Erede della Morte. Se il tuo capo capirà i suoi errori mentre tu continuerai a vivere senza sapere come stanno realmente le cose, potresti ritrovarti sola e questa è una cosa che non ti è mai piaciuta. Non è vero Yukiko Misaki? - le rispose il verde.
La ragazza sgranò gli occhi: come avevano scoperto il suo vero nome? Un conto era che Maria lo sapesse, ma loro come avevano fatto a saperlo?
- Noi sappiamo molte cose che tu e i tuoi compagni non sapete grazie all’aiuto della tua avatar. - gli confessò Tadashi.
- Kori!? Non è possibile! Lei non mi tradirebbe mai. - ribatté l’Angelo della Notte.
- Ci ha confessato che era stanca di vederti in quello stato e, poiché tu non la ascoltavi, si è rivolta a qualcun altro sperando che ti aiutasse in questa situazione. - le spiegò Kiyama.
- Sarebbe troppo difficile da spiegartelo a parole, e poiché abbiamo visto che con te serve il metodo “vedere per credere”, ti dovremo far ricordare un avvenimento in particolare prima che ti unissi alla schiera degli Angeli della Notte. - aggiunse Midorikawa.
Dopo quella frase, Hera utilizzò i suoi poteri sul papavero bianco che aveva ancora in mano dal quale uscirono delle particelle di polline accompagnati da un fumo argentato che circondarono Yuki; poco dopo la ragazza si addormentò, mentre alcuni ricordi che non credeva di possedere le apparvero nella mente.
 
 
Flashback
 
Una piccola Yukiko Misaki di otto anni non sapeva cosa le fosse successo: prima si trovava ad Okinawa in un vicolo in cui era costretta a vivere dalla morte dei genitori, poi era finita all’entrata di una grotta in una landa desolata sovrastata da un cielo buio senza stelle.
- C’è nessuno? - la blu provò a chiamare qualcuno, ma nessuno le rispose; allora cominciò a camminare senza una metà precisa, e ad un certo punto sentì dei passi dietro di lei: non fece in tempo a voltarsi che sentì un dolore acuto alla testa e perse i sensi.
 
 
Poco dopo… all’interno della Caverna dell’Oblio…
 
Quando Yukiko si risvegliò, si rese conto di trovarsi al centro di un cerchio creato con strani segni illuminati di una luce blu e avere i polsi e le caviglie legati da pesanti catene. Inoltre, davanti a lei c’era una foto di un bambino dai capelli castani di un’insolita forma che ricordava il vento, la carnagione abbronzata e gli occhi grigio perla.
- Ti sei svegliata… Meglio così, almeno sarai cosciente di ciò che ti accadrà. - disse all’improvviso una voce femminile.
La blu si girò nella direzione dalla quale proveniva la voce e vide una figura avvolta in un mantello viola:
- Chi sei? Che cosa vuoi da me? Perché mi hai portato qui? - chiese spaventata Yukiko.
- Taci inutile umana! Stavo per portare a termine la prima fase del mio piano per conquistare i Regni e trovare il Nucleo, ma la tua presenza è un ostacolo! - sbottò la donna misteriosa.
- No, non farmi niente di male. Voglio solo che mi riporti a casa. - disse impaurita la blu.
- Non preoccuparti. Ci tornerai molto presto, ma non sarai la stessa che sei stata finora. - ghignò la figura incappucciata, per poi aumentare la luminosità del cerchio e facendo fuoriuscire da esso un fumo blu che prima si riversò nella foto, per poi dirigersi verso la mano sinistra di Yukiko.
Pochi secondi dopo, la blu sparì e la donna misteriosa ghignò:
- Quello era solo l’inizio Yuki. Non hai ancora idea di cosa sia accaduto. - in seguito si rivolse a cinque sfere colorate: una viola, una arancione, una rossa, una azzurra e una verde.
- Per quel che riguarda voi, Yami, Chikyu, Kaen, Sora e Mizu, dovreste sbrigarvi: quando voi e Yuki vi riunirete, potrete portare a termine il mio scopo e allora io dominerò sui Regni e sulla Terra.
 
 
Nel Mondo degli Umani… nel vicolo in cui Yukiko viveva…
 
La bambina dai capelli blu era tornata nuovamente nel suo vicolo, era convinta che quello che aveva fatto fosse stato solo un brutto sogno, ma quando vide un tatuaggio con una spada e delle ali d’Angelo sulla mano sinistra, dovette ricredersi.
- Forse qualcosa è successo… - pensò Yukiko, quando sentì un’altra fitta alla testa, ma molto più dolorosa di prima. S’inginocchiò a terra tenendo la testa fra le sue mani e all’improvviso il suo sguardo cadde sul frammento di uno specchio: quando vide il suo volto riflesso nello specchio, il dolore aumentò.
- No… No… No! Quella non sono io! Cosa mi è successo!? - gridò lei.
Aveva visto il suo volto, ma era molto differente da quello che aveva: i lineamenti erano diventati simili a quelli del bambino che aveva visto nella foto quando si trovava nella caverna, i suoi capelli erano diventati corti fino alle spalle e prima erano lunghi fino a metà schiena, i suoi occhi da azzurri erano diventati grigi e la pelle era diventata più chiara di quanto non lo fosse già. La blu sentì come se quel dolore le volesse tagliare la testa in due parti ed era tanto forte che riuscì a farla piangere, e dopo qualche altro minuto, finalmente, l’emicrania diventò più debole, ma le lacrime non accennavano a fermarsi.
 
Fine flashback
 
 
Yuki si risvegliò, rendendosi conto solo in quel momento di avere le guance umide di lacrime. Cercò di rialzarsi, ma ebbe un capogiro e finì seduta a terra.
- Quella sera non lo sapevi, ma la Divinità Suprema della Morte ti costrinse ad una scelta dalla quale non saresti potuta tornare indietro facilmente. - le disse Hera ridestandola dai suoi pensieri.
L’Angelo della Notte si avvicinò allo schermo di cristallo, ormai diventato un semplice specchio e vide un riflesso che, dopo averlo visto per l’ennesima volta, aveva capito che non le apparteneva e non le sarebbe mai appartenuto.
- Fatemi capire: io e gli altri Angeli della Notte, escludendo il capo, Maria e i due fratelli Light, saremmo delle specie di “copie”? - chiese la blu, tenendo lo sguardo sul riflesso nello specchio.
I Guardiani rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Afuro si decise a parlare:
- Tu e gli altri Angeli della Notte minori eravate degli umani normali, ma la Divinità Suprema della Morte vi ha dato dei poteri magici, e anche se non sappiamo perché, avete assunto l’aspetto di alcune Guardie Angeliche.
Quando stavi parlando a Maria, avevi detto che Yukiko Misaki non esisteva più, ma ogni essere vivente è unico, quindi non devi dimenticare chi sei veramente. - disse lei tirando un pugno allo specchio, ma si procurò solo qualche livido.
- Appunto per questo che ho detto che Yukiko Misaki era sparita da un bel pezzo: era una bambina fin troppo debole e fragile.
Probabilmente se mi fossi rifiutata, le cose sarebbero andate diversamente. - aggiunse lei.
- Questo non te lo può assicurare nessuno Yukiko. - la interruppe Hiroto.
- Se tutto questo non fosse accaduto, non avresti nemmeno incontrato Sora e Mizu e da quel che ho visto, eravate molto amiche. Magari non avresti avuto nemmeno la possibilità di incontrare… - la blu trasformò la sua spada in una lancia, scagliandola contro Midorikawa, il quale però si difese e rimandò l’arma in direzione dell’Angelo della Notte, la quale la bloccò senza troppi problemi.
La ragazza rivolse un’occhiataccia agli altri presenti, per poi dire:
- Da adesso farò quello che mi pare. Se volete andare ad aiutare i vostri compagni fate pure, io non penso che farò parte di questa… - non completò il discorso che sentì una puntura alla testa. Quando toccò il collo per sapere cosa le fosse successo, trovò una specie di ago imbevuto con una strana sostanza argentea con alcune particelle di polline:
- Questa era una delle armi di Mizu. Come mai si trova… - non riuscì a terminare la frase che crollò addormentata. Subito Tadashi si diresse verso di lei, prendendola in braccio, mentre Ryuuji creava un portale per il Regno di Mezzo:
- Come hai avuto quegli oggetti Hera? - gli domandò Terumi.
- Li ho presi a Mizu poco prima che incontrasse Shindou e Kirino. Ora è meglio se andiamo. Se vogliamo impedire che Natsumi continui la sua opera di distruzione, è fondamentale la partecipazione di Yuki. - gli rispose il castano, mentre entrava nel portale seguito dai compagni.
 
 
Angolo di Emy
Beh, come vi è parsa la storia di Yukiko Misaki/Yuki? Ormai credo si sia capito chi sono in realtà gli Angeli della Notte minori, ma nel caso non fosse così, lo scopriremo tra qualche capitolo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 47
*** Scontro tra Sole, Luna e Terra nel Regno di Mezzo ***


 Nel Regno di Mezzo… in riva al Lago degli Spiriti…
 
Nile e Annalisa stavano combattendo contro Rococo da diverse ore senza fermarsi; normalmente sarebbero riusciti a tenere testa ad una semplice Guardia del Regno di Mezzo, ma si sentivano stranamente indeboliti, forse il bulbo aveva avuto una qualche influenza anche su di loro, ma il loro avversario non era certo messo meglio rispetto a loro: dopo ore di combattimento, era evidente che era stanco.
Non mancavano le volte in cui Urupa cercava di parlare ai due gemelli per convincerli a fermarsi e anche che il nemico non era lui, ma nessuno dei Le Loire lo ascoltava, anzi, i Rappresentanti continuavano ad aumentare il numero e la potenza dei loro attacchi nonostante l’evidente stanchezza:
- Quel tipo ci sa fare, ma continuo a pensare che non è una delle nostre Guardie. - ripeté Nile alla gemella.
- Mh… Anch’io non l’ho mai visto prima. Sai, scommetto che qualcuno gli ha dato i poteri, ma in realtà è solo uno stupido umano. - disse la Rappresentante della Distruzione al fratello, facendosi sentire volutamente anche dalla Guardia del Regno di Mezzo. Quest’ultimo s’intristì leggermente dopo aver sentito quelle ultime due parole: stupido umano… Era così che lei lo aveva definito quando gli aveva detto la verità; Lavinia, quando non sapeva ancora di avere dei poteri magici, gli ripeteva spesso che, se ci fosse stato un modo per tornare indietro nel tempo e trovare un modo per tornare indietro nel tempo e impedire a sua sorella di lasciarla sola lo avrebbe fatto, ma non le era possibile. Era ancora piuttosto ingenua per fare certe affermazioni, ma su una cosa aveva ragione: cancellare gli errori commessi in passato, è impossibile per chiunque. Lei non poteva risolvere il suo problema con Arelia, e allo stesso modo lui non poteva fare niente per Natsumi; tuttavia, l’africano era consapevole che poteva ancora fare qualcosa per aiutare i gemelli e non doveva sprecare quell’occasione.
- Non importa che sia un umano o una Guardia. Lo batteremo senz’altro sorellina. - la rassicurò il fratello con un sorriso.
- Molto bene. Non vedo l’ora di sbatterlo fuori a calci da questo Regno! - esclamò felice Annalisa, per poi schioccare le dita: il cielo si oscurò e comparve la Luna, mentre la sfera del bastone della Rappresentante della Distruzione s’illuminava di una luce argentea. Il globo argentato dell’arma di Annalisa si separò dal ramo di legno, fluttuando sopra la testa della ragazza e ricoprendosi di fiamme rosse, per poi sfrecciare verso Rococo.
- Volevo divertirmi un altro po’, ma se tu sei solo un umano come credo, voglio vedere come fermerai le mie Fiamme Lunari. - lo provocò la Rappresentante della Distruzione.
Il nemico trasformò la spada in uno scudo d’argento con un rubino di forma romboidale incastonata al centro e intorno alla quale il materiale dell’arma della Guardia del Regno di Mezzo era cesellato.
- God Hand X! - gridò l’africano e la gemma rossa cominciò a splendere, e da essa fuoriuscì un’aura dello stesso colore accompagnata da scariche elettriche scarlatte. Quando le Fiamme Lunari stavano per raggiungere Urupa, l’energia rossa si accumulò davanti allo scudo, assumendo la forma di una mano aurea gigante che prese la sfera argentea infuocata e assorbì la potenza del colpo. Dopo pochi secondi, le fiamme che avvolgevano il globo argentato si spensero e quest’ultimo tornò automaticamente sul bastone di Annalisa.
- Come ti permetti!? Ora vedrai cosa so fare! - sbottò la ragazza, ma il fratello la trattenne per un braccio:
- Stai calma! Sta solo cercando di… - Nile non riuscì a terminare la frase che la sorella si liberò dalla presa con uno strattone e creò delle catene d’energia argentata con le quali legò suo fratello:
- Non m’interessa! Quello non la passerà liscia! - gli gridò lei, per poi ricominciare a lanciare le Fiamme Lunari contro il blu.
I minuti passarono così: la Rappresentante della Distruzione continuava ad usare le sue magie più potenti contro Rococo e quest’ultimo li parava ogni volta; in quel periodo, il Rappresentante della Creazione era riuscito a liberarsi dalle catene magiche e si mise ad osservare i due che lottavano. Dopo poco tempo, li interruppe e prese in disparte la gemella:
- Per una volta, potresti pensare ad usare la testa!? Ti arrabbi sempre per nulla! - la rimproverò Nile.
- Non posso farci niente. È più forte di me. - replicò Annalisa.
Nonostante fosse abituato al comportamento della gemella, il maggiore dei gemelli Le Loire si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato: a volte Nali le sembrava ancora una bambina.
L’africano si concesse un leggero sorriso: erano cinque anni che non vedeva i gemelli, ma era felice di vedere che il loro carattere non era totalmente cambiato. Era strano però: in quel momento dimostravano avere circa diciotto anni, eppure quando erano sulla Terra…
- Ho trovato un modo per disarmarlo, ma dovrai fare ciò che ti dico. - la proposta del Rappresentante della Creazione alla sorella interruppe il filo dei suoi pensieri. Si tenne pronto con lo scudo pensando che lo avrebbero attaccato di nuovo, ma stavolta fu Nile a prendere l’iniziativa:
- Ti sei difeso bene, ma non sei l’unico a possedere delle buone tecniche difensive. Sta a vedere! Armonia Solare! - lo avvisò il maggiore dei Le Loire, mentre il Sole prendeva il posto della Luna in cielo e Nile congiungeva le mani; poco dopo, dietro il diciottenne comparve un gigantesco obelisco di pietra e la sfera dorata del bastone del Rappresentante della Creazione andò a collocarsi in cima alla colonna di roccia. Appena giunto sulla cima, il globo dorato s’illuminò di una luce abbagliante che costrinse Urupa a coprirsi gli occhi con un braccio.
Il Rappresentante della Creazione si rivolse alla sua collega e sorella:
- Quel bagliore non durerà a lungo Nali. Dovrai fare in fretta. -
- Non c’è nemmeno bisogno che me lo chiedi. - gli rispose lei con il sorriso sulle labbra, per poi dirigersi velocemente verso il loro nemico. Quando arrivò abbastanza vicina, usò il suo bastone per privare l’avversario dello scudo, per poi distruggere il rubino con un raggio di luce: quando la gemma fu distrutta, lo scudo cominciò a spezzarsi fino a quando non rimasero che dei frammenti di metallo.
Una volta tornata dal fratello, la luce dell’Armonia Solare si affievolì fino a scomparire, ma l’africano ormai era privo di un’arma di difesa:
- Finora ti sei limitato a difenderti e a contrattaccare, ma non hai mai preso l’iniziativa per attaccarci. Non so perché hai agito così, ma ci hai fatto un grande favore. - gli confessò Nile, per poi trasformare il suo bastone in un libro dalla copertina di pelle con alcune rifiniture dorate.  
- Ora ti faremo vedere a chi osa sfidare noi Rappresentanti. - lo sfidò Annalisa, per poi tramutare la sua arma in un arco, usandolo per scoccare una freccia d’energia verso l’alto dalla quale comparve una gigantesca sfera argentea e rossa. Il Rappresentante della Creazione aprì il libro dal quale si generò una colonna di luce che colpì il globo, donandogli tonalità azzurre e dorate. Poco dopo, i Le Loire fecero comparire delle lance nelle loro mani, poi saltarono e colpirono contemporaneamente la sfera d’energia, mentre il cielo si tingeva dei colori dell’alba.
- Addio umano! Avrai parato le mie Fiamme Lunari, ma non fermerai l’Alba Divina! - gli disse la minore dei gemelli Le Loire, pregustando il sapore della vittoria.
Nel frattempo, l’africano, mentre osservava la sfera sfrecciare verso di lui, pensò:
- Mi resta ancora una tecnica da utilizzare. Spero solo che i poteri temporanei che mi aveva dato Lavinia non mi abbandonino proprio adesso. - in seguito aggiunse a voce alta:
- Tamashii The Hand! - dal torace di Rococo, più precisamente dove era posto il cuore, uscì un’aura rossa che acquisì la forma di una mano rossa gigante che prese la sfera dell’Alba Divina e cominciava a stritolarla. Ad un certo punto, la mano sparì e lasciò cadere un globo di vetro contenente un’energia bianca; quando la sfera si ruppe, generò un’onda d’urto che spinse Urupa qualche metro lontano dai gemelli e questi ultimi finirono nella conca che aveva preso il posto del Lago degli Spiriti.
Dopo un tempo indefinito, i Le Loire si rialzarono e volarono fuori dalla conca, per poi raggiungere il blu, ma quando accadde, videro che indossava una maglia bianca, una felpa blu, jeans scuri e stivali marroni al posto dell’armatura da Guardia:
- Lo sapevo. Alla fine si trattava solo di un umano. - affermò Annalisa.
 Il gemello la guardò in un certo modo e la Rappresentante della Distruzione comprese che era meglio che stesse in silenzio.
- è vero, sei un umano, ma hai dimostrato di avere una grande forza se sei riuscito a parare il nostro colpo più potente nonostante la tua inferiorità e la stanchezza. Ti ammiro per questo. - ammise il Rappresentante della Creazione, per poi aggiungere subito dopo:
- Tuttavia non possiamo farti rimanere qui e se ti rimandassimo sulla Terra, potresti raccontare a qualcuno di questo Regno e non possiamo correre il rischio. - la sorella però lo interruppe:
- Quello che voleva dire è che ci dispiace, ma dobbiamo toglierti di mezzo. - disse con una semplicità incredibile.
Al contrario dei Le Loire che sembravano stare abbastanza bene nonostante avessero usato la più potente delle loro magie, Rococo si sentiva macero e stanco, non riusciva nemmeno a rialzarsi; i due gemelli avevano puntato le loro armi su di lui, era chiaro che volevano farla finita una volta per tutte, ma non sapevano che per Urupa non era ancora giunta l’ultima ora:
- Giudizio Eterno! - gridarono due voci femminili; l’africano riconobbe una di esse, appartenente a Lavinia, ma l’altra non sapeva a chi appartenesse. Pochi secondi dopo, videro due anelli di rune luminose, uno azzurro posto sopra le teste dei due Rappresentanti e l’altro rosa collocato sotto i gemelli; questi ultimi fluttuarono in aria e dal cerchio blu comparve un corvo d’energia bianca, mentre dall’altro anello di rune uscirono delle farfalle d’aura nera. Gli animali d’energia circondarono completamente i Le Loire e sprigionarono una luce più potente di quella dell’Armonia Solare; quando il bagliore si affievolì, il blu vide le tuniche e le armi dei gemelli per terra, ma dei loro proprietari non c’era traccia. Inoltre, davanti a lui c’erano Lavinia e una ragazza dai capelli neri, gli occhi azzurri e le ali d’Angelo.
- Credevo che ci avresti impiegato molto meno tempo per raggiungermi Lavinia. - le disse l’africano cercando di rialzarsi, ma dovette farsi aiutare dall’Erede della Morte a causa della stanchezza.
Rivolse per un attimo lo sguardo sull’Angelo davanti a lui:
- Immagino che tu sia l’Erede della Vita. - constatò il blu.
Lei annuì prima di presentarsi:
- Il mio nome è Ayla Moon. Giusto perché sia chiara una cosa, ti ho aiutato solo per prendermi la mai vendetta contro i due gemelli: la loro incompetenza è stata una delle tante cause che hanno condannato me e i miei compagni Angeli della Notte, e da quel che mi risulta, anche quella di Lavinia. - precisò la corvina, per poi accorgersi di un particolare:
- Parlando di quei due, dove sono finiti? -
- è vero. Che fine hanno fatto? Non li avremo mica… - la minore delle sorelle Farfalla non riuscì a terminare la frase.
Ayla decise di controllare le armi dei due e vicino alle tuniche trovò un foglio su cui era scritto:
“Passeranno sette giorni, durante i quali il Sole e la Luna rimarranno completamente isolati dal resto del mondo. Al tramonto del settimo giorno, entrambi saranno offerti in sacrificio per permettere alla Morte di spezzare il sigillo che la tiene imprigionata e farla governare sui Regni e sulla Terra.”
- Credevo che i pezzi della Profezia fossero solo sei. - constatò la Moon, e Lavinia le chiese subito:
- E cosa sarebbe questa Profezia? -
- Non ne so molto nemmeno io per la verità, ma gli Angeli della Notte minori ne avevano uno quando li reclutai nel mio esercito. Abbiamo provato a leggere ciò che dicevano i pezzi in nostro possesso, ma formavano un messaggio incompleto. Questo deve essere il tassello finale del puzzle. - le spiegò la corvina.
- Questa parte non pensi che possa essere riferita ai gemelli Le Loire? I loro poteri sono riferiti a questi due astri. - affermò la Farfalla.
Ayla ci pensò un attimo, poi rispose:
- Potrebbe anche essere. Non so a cosa sia riferita la “Morte” di cui parla la Profezia, e l’idea che domini su tutto quello che conosciamo non mi alletta molto, ma i gemelli Le Loire hanno distrutto anche le famiglie di alcuni dei miei compagni. A mio parere, si meriterebbero di scomparire. -
A Rococo sembrava strano: era vero che stavano per toglierlo di mezzo, ma c’era qualcosa che gli diceva che non erano loro la causa di quei presunti incidenti o quantomeno non lo erano direttamente.
Ad un certo punto, i tre sentirono un fruscio sotto le tuniche e in seguito videro qualcosa che si muoveva sotto di esse; si avvicinarono, e da sotto le lunghe e anche abbastanza larghe tuniche, emersero due teste e due paia di occhi fissavano curiosi i tre presenti, soprattutto l’africano.
- Com’è possibile? Cosa vi è successo? - chiese Urupa.
 
 
Angolo di Emy
Per chi non avesse capito il significato del titolo, la battaglia era tra Nile, che possiede i poteri del Sole, Annalisa, che detiene i poteri della Luna, e infine Rococo, il quale rimane comunque un umano nonostante i poteri che gli aveva dato Lavinia e di conseguenza lui rappresenta la Terra, cioè il Mondo degli Umani.
Spero che il combattimento vi sia piaciuto. Sarò sincera: sarà che alcune cose le avevo programmate e altre no mentre scrivevo la storia, ma mi mancavano i gemelli Le Loire. Parlando di loro, secondo voi che cosa è successo a quei due a fine capitolo?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 48
*** I veri Rappresentanti e il ritorno delle Divinità della Vita e della Morte ***


 - Com’è possibile? Cosa vi è successo? - chiese Urupa.
Davanti a lui e alle due Eredi c’erano un bambino e una bambina di circa dieci anni, entrambi avevano i capelli castani, la carnagione abbronzata e indossavano abiti terrestri, ma vi erano comunque delle differenze: il bambino aveva gli occhi dorati e alcune ciocche bionde tra i capelli corti, e vestiva con una maglia bianca, una giacca di jeans, pantaloncini blu scuro e scarpe nere e indossava al collo la metà del medaglione a forma di Sole dorato; la bambina invece aveva gli occhi argentati, lo stesso colore di alcune ciocche tra i lunghi capelli castani e indossava una maglietta a mezze maniche rossa, una felpa verde chiaro, pantaloni corti verdi e delle scarpe da ballerina bianche e portava al collo un pendaglio a forma di mezzaluna d’argento.
Inizialmente, i due bambini fecero scorrere lo sguardo curioso sui presenti, poi cercarono di togliersi le tuniche ora decisamente troppo grandi in cui erano rimasti avvolti; mentre li osservava, Ayla si rivolse all’altra Erede:
- Non so cosa ne pensi tu, ma credo di sapere chi sono questi due. La somiglianza è troppo evidente. -
- Non è possibile! Questi bambini hanno dieci anni, mentre i Le Loire sembravano averne diciassette o diciotto. - replicò Lavinia.
Mentre le due parlavano, Rococo si era avvicinato ai due bambini i quali, appena si fossero tolti gli ultimi pezzi di stoffa svolazzanti delle tuniche di dosso, ricominciarono ad osservarlo come se cercassero di capire cosa volesse fare solo guardandolo:
- Nile, Nali, siete voi… - riuscì solo a dire il blu, mentre i due gemelli continuavano a guardarlo senza parlare.
I due bambini, sentendo il loro nome, accennarono un “sì” con la testa, ma probabilmente non avevano ancora riconosciuto l’africano nonostante quest’ultimo non ci avesse impiegato molto a capire chi fossero loro.
- Nile e Nali? Forse sono loro! Sono i due Le Loire! - esclamò la Farfalla contenta.
La Moon rimase impassibile: non le importava che si trattasse davvero dei due gemelli. Se fossero semplicemente spariti dalla sua vista, avrebbe già portato a termine la sua vendetta, ma se si erano trasformati in quei due bambini fin troppo simili a loro, ora che non avevano più i poteri, se ne sarebbe liberata in fretta. Doveva solo aspettare il momento giusto per colpire.
- Papà? Sei davvero tu? Cosa ti è successo? - esalò dopo qualche altro minuto il piccolo Nile.
L’uomo si limitò ad annuire e non riuscì a non sorridere, seppure si trattasse solo di un sorriso semplice.
La bambina continuava a spostare lo sguardo dal fratello all’uomo che aveva davanti e aveva un’espressione perplessa e anche leggermente stupita, probabilmente lei non aveva ancora capito chi fosse Urupa, ma l’uomo non se la sentì di darle torto per due motivi: lui aveva diciotto anni quando li aveva adottati mentre i due gemelli ne avevano tre. Di conseguenza, non si erano visti per sette anni e se Natsumi aveva usato i suoi poteri su di lui per fargli avere un aspetto più invecchiato nonostante l’africano fosse ancora abbastanza giovane, poteva aver fatto qualcosa anche ai Le Loire per fare in modo che si dimenticassero di lui.
Rococo vide Annalisa piegare la testa da un lato, mentre il suo sguardo rimaneva fisso sul blu e, dopo qualche altro minuto, si lasciò andare ad un sorriso dolce, probabilmente aveva riconosciuto anche lei l’uomo che aveva davanti.
- è una storia lunga, ma non credo sia il momento né il luogo adatto per raccontarvela. - l’africano si decise a rispondere alla domanda di Nile, poi si rivolse all’Erede della Morte:
- Puoi creare un portale per riportarci a casa? -
Lavinia annuì energicamente con la testa, mentre la sua mano emanava un’aura rosa che, disponendosi davanti alla Farfalla, creò un portale rosaceo, ma poco dopo essersi aperto, delle farfalle rossastre e viola comparvero e avvolsero completamente il varco magico, facendolo sparire pochi secondi dopo.
- Eh? Come mai non ha funzionato? - si domandò perplessa lei.
Seguirono altri tentativi di Lavinia di creare un varco magico, ma accadde sempre la stessa cosa: uno sciame di farfalle rovinava il suo lavoro.
-Uffa! Perché i miei portali continuano a sparire? Cosa c’è che non va? - si lamentò l’Erede della Morte, per poi ricordarsi di un particolare: l’Erede della Vita voleva vendicarsi dei due gemelli e probabilmente le aveva fatto qualcosa per impedirle di fuggire insieme al blu e ai due gemelli.
- Ayla, non dirmi che tu c’entri qualcosa in questo problema, perché se è così, devi trovare subito una soluzione! - la incolpò Lavinia, ma l’altra scosse la testa.
- Prima di incolparmi, avresti dovuto leggere più attentamente il frammento della Profezia che abbiamo trovato. Diceva chiaramente che il Sole e la Luna, probabilmente si trattava dei Le Loire, rimarranno completamente isolati in questo Regno per sette giorni. Di conseguenza, nessuno potrà entrare e nessuno potrà uscire dal Regno di Mezzo fino alla fine del settimo giorno… - spiegò lei, per poi aggiungere subito dopo:
- Anche se fosse così, non m’importa, anzi, mi ha fatto solo un favore: potrò togliere di mezzo senza avere troppi problemi. Rococo ha esaurito il tempo che aveva per utilizzare i poteri temporanei perché ha dovuto affrontare i due gemelli e Lavinia ha sprecato troppe energie per lottare contro di me e dare i poteri ad Urupa per fermarmi. È da un po’ che attendevo questo momento. - dopo quella frase, la Moon evocò una lancia con la quale creò una raffica di vento che scaraventò il blu qualche metro lontano da loro. Si avvicinò ai due bambini ed era pronta a colpirli:
- Ora pagherete per quello che avete fatto a me e ai miei compagni. - sussurrò lei, e quando stava per scagliare la lancia contro di loro, un campo di forza d’energia bianca apparve davanti a lei, imprigionando la sua lancia e proteggendo i Le Loire:
- E ora cosa succede? - si chiese l’Erede della Vita mentre cercava di togliere la lancia dal campo d’energia in cui era bloccata. L’altra Erede era andata subito ad aiutare l’africano, e quando vide che la Moon si era fermata, le domandò con una punta di malizia nella voce:
- Sono i tuoi poteri ad impedirti di alzare un dito contro quei due bambini o è la tua coscienza a dirti di non farlo? -
Ayla le scoccò un’occhiata gelida, per poi liberare la sua arma:
- Vorrei saperlo anch’io. È come se qualcosa m’impedisse di toccarli. -
Dopo quella frase, una voce femminile riecheggiò nel Regno di Mezzo:
- Credevo di averti avvisato prima che arrivassi in questo posto. I poteri degli Eredi servono per difendere ciò che è giusto e non per ferire gli innocenti! - era una voce piuttosto fredda e severa, ma la Moon la riconobbe quasi subito:
- Diana? Sei davvero tu? - chiese un attimo incredula Ayla, per poi ricordarsi di quello che era successo poco prima con i Le Loire:
- Come fai a dire certe cose? Quei due sono gli stessi che hanno distrutto intere famiglie sulla Terra e ti hanno anche eliminata! -
- Era in corso la regressione dei Regni. Sarei sparita in ogni caso se non mi avessero fatta scomparire loro, e poi non mi hanno tolta di mezzo: mi hanno solo imprigionata. - le spiegò la Raven.
- Senti, preferirei vederti parlare di persona, anche perché ho sentito parecchie volte la tua voce nella mia testa, anche se si trattava solo di sogni e così mi sembra di diventare matta. Potresti dirmi dove sei rinchiusa, così vengo a liberarti? - le propose l’Erede della Vita.
- Mi trovo in uno specchio che i due gemelli custodiscono chissà dove.
Oh, informa Lavinia che c’è anche Arelia qui con me. I gemelli non avevano eliminato nemmeno lei. -
- Mia sorella!? Come fa ad essere lì anche lei? - domandò l’Erede della Morte. Aveva usato un tono tra lo spaventato e il confuso, probabilmente non le piaceva molto l’idea di rivedere la sorella maggiore dopo il modo in cui la aveva trattata l’ultima volta che si erano viste.
- Ve lo spiegherò dopo. Giusto perché lo sappiate, vi abbiamo sentito parlare della Profezia e forse la mia collega vi potrà aiutare. - la voce della Raven fu interrotta da un’altra alquanto seccata:
- Chiariamo una cosa Raven: io ti detesto e non sono una tua collega! Non so nemmeno come ho fatto a sopportare la tua compagnia in questi stupidi specchi. Se ti aiuto, è solo perché non voglio scomparire di nuovo e questa volta potrebbe accadere sul serio. - precisò Arelia.
Dopo quell’ultima frase, le due voci sparirono.
- E ora come troviamo il posto in cui quelle due sono imprigionate? Se si trova fuori dal Regno di Mezzo, non avremo la possibilità di salvare le nostre sorelle. Che cosa possiamo fare? -
- Ti fai prendere dal panico come se niente fosse. Dovresti darti una calmata. - le consigliò Ayla, per poi rivolgersi ai due gemelli che la guardavano intimoriti, probabilmente credevano volesse attaccarli un’altra volta:
- A differenza di Urupa e Lavinia, non sono molto convinta della vostra buona fede. Tuttavia, il Sole e la Luna di cui parla la Profezia potreste essere voi e se mia sorella e Arelia possiedono delle informazioni utili per salvarci da questa situazione e voi non ci aiuterete, nessuno di noi sopravvivrà. -
Dopo qualche secondo, i Le Loire si scambiarono un’occhiata d’intesa e annuirono; sebbene fossero ancora abbastanza piccoli, sembrava avessero capito in quale situazione si erano cacciati.
- Il luogo in cui sono finite le ultime Dee si chiama Sala del Nulla. Si trova nel Regno di Mezzo e non è collegata a nessun altro Regno, quindi il portale che conduce ad essa potrebbe non essere sigillato. Gli specchi in cui si trovano Diana e Arelia sono custoditi lì. - spiegò Nile.
- E dove si troverebbe questa Sala del Nulla? - chiese Rococo al bambino, ma a rispondere ci pensò Annalisa:
- Vedete quel portale laggiù? Conduce direttamente alla nostra destinazione. - la bambina indicò con lo sguardo un portale argentato a pochi metri di distanza da loro, per poi dirigersi verso di esso ed entrarci seguita dal fratello.
- Aspettate. La Profezia diceva che saremmo rimasti isolati; allora perché quel portale non si è chiuso subito come hanno fatto quelli che ho creato io? - domandò l’Erede della Morte.
- Hai ascoltato quel bambino quando ha parlato? Quella Sala non è collegata a nessun altro Regno. - le ricordò l’Erede della Vita.
Lavinia aveva un’espressione dubbiosa, evidentemente non aveva ancora capito cosa intendeva l’altra:
- Uffa… I varchi magici che creiamo noi possono solo portarci da una dimensione all’altra, ma non in luoghi che si trovano all’interno di una stessa dimensione. A quanto pare la Sala del Nulla è una parte del Regno di Mezzo e non un mondo a sé stante, quindi dovremo riuscire a raggiungerla. - ipotizzò la Moon, per poi seguire i gemelli nel varco magico.
La Farfalla annuì anche se un po’ incerta, nonostante la logica dell’altra non sembrava avere punti deboli, per poi dirigersi verso il portale insieme a Rococo.
 
 
Poco dopo… Nella Sala del Nulla…
 
Una volta varcato il portale, le Eredi e l’umano si ritrovarono in una sala circolare dalle pareti grigie quando le nubi nei giorni senza Sole, ma fortunatamente era illuminata da sfere di luce fluttuanti dorate e argentate.
Loro si fermarono all’ingresso, cioè dove si trovava il portale dal quale erano entrati, mentre i due gemelli si trovavano già davanti a due pilastri di pietra alti circa un metro e mezzo posti al centro della stanza sui quali si trovavano due specchi di forma ovale, uno aveva la cornice dorata e quella dell’altro era argentata.
- Ayla, Lavinia, guardate qui. - le chiamò Annalisa.
Le due Eredi si avvicinarono, notando che nei due specchi era riflessa l’immagine delle loro sorelle, rispettivamente la figura del volto di Diana nello specchio dalla cornice dorata e quella di Arelia nell’altro specchio.
- Come avete fatto a rinchiuderle in quei due specchi minuscoli? - domandò incredula la Farfalla, ma una gomitata da parte di Ayla le fece capire che era meglio stare in silenzio.
- Mi spiace. È un segreto. - le disse scherzosa la bambina, per poi guardare il fratello. Lui annuì e i Le Loire si tolsero i loro medaglioni per posarli sulla superficie degli specchi, quello a forma di Sole di Nile andò sullo specchio d’oro, mentre quello a forma di Luna di Annalisa finì sullo specchio d’argento.
Ad un certo punto, i due ciondoli cominciarono ad affondare nella superficie di vetro, come se quest’ultima fosse altro che dell’acqua, poi entrambi gli specchi si divisero a metà: una parte di ciascuno degli specchi si ruppe, mentre le metà rimanenti si sollevarono in aria; ad un certo punto, le due parti cominciarono ad avvicinarsi lentamente e quando le metà degli specchi si ritrovarono congiunte, così come le due parti del medaglione dei due gemelli, si sprigionò una luce molto chiara e abbagliante dalla superficie di vetro del nuovo specchio. Quando il bagliore si affievolì fino a scomparire, comparvero due donne sulla ventina: una era un Angelo dai capelli castani con qualche ciocca azzurra, gli occhi blu zaffiro e la tunica candida, mentre l’altra era un Diavolo dai capelli castani scuri con qualche treccia rosata, gli occhi rossi rosacei e il mantello scuro come la cenere.
- Grazie per averci liberato gemelli. - disse loro la donna Angelo con un sorriso dolce sul volto.
- Sì, vi ringrazio anch’io. - ripeté la donna Diavolo, ma a differenza della donna dagli occhi color zaffiro, aveva pronunciato quelle parole come se fosse la prima volta che ringraziava qualcuno.
- Anche se avreste potuto pensarci prima. - aggiunse subito dopo la donna dagli occhi rosati.
- Allora Ayla, ti sono mancata? - domandò l’Angelo alla Moon.
L’Erede della Vita continuava a guardarla incredula: sua sorella Diana era lì davanti a lei dopo cinque anni. Non le sembrava possibile…
- Hai intenzione di rimanere lì tutto il giorno? - cercò di smuoverla la Raven.
Ayla si avvicinò all’Angelo, fermandosi a un metro di distanza dalla donna:
- Diana, sei davvero tu? Non sto sognando? - le chiese la Moon.
- Sarà che non ci vediamo da cinque anni, ma non credo sia un buon motivo per scordarti di me. Comunque no, non penso che tu stia sognando, altrimenti avrei faticato per riuscire ad entrare nel tuo sogno e non riuscirei a parlarti se non per pochi secondi. - le rispose la Raven.
Ayla non riuscì a trattenersi dal sorridere nel vedere la sorella; al contrario dei due Angeli, le due sorelle Farfalla non si parlavano neanche: Lavinia aveva subito distolto lo sguardo da Arelia e quest’ultima sembrava non fosse interessata a rivedere la sorella.
- Adesso voi due dovreste mantenere la parola. Che cosa sapete della Profezia? - disse Urupa, facendo tornare alla realtà le presenti.
Diana e Arelia si guardarono, per poi annuire:
- Sì, ci sono molte cose che dovete sapere. - esalò la donna Angelo.
 
 
Angolo di Emy
Non so di aver descritto bene il rincontro per le tre famigliole (Rococo-Nile-Annalisa, Diana-Ayla e Arelia-Lavinia), ma ho fatto del mio meglio.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Baci
Emy

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Capitolo 49
*** La verità (Parte 2) ***


 Nella sala segreta…
 
Diana e Arelia dovevano dire ciò che sapevano, ma avevano chiesto ai gemelli se c’era un posto nella Sala del Nulla in cui avrebbero potuto parlare senza interruzioni. Le Eredi e i due bambini non capivano il perché di quella richiesta poiché erano completamente isolati e niente e nessuno li poteva interrompere, ma le due Divinità avevano insistito per parlarne in un altro posto nel dubbio che qualcuno li potesse ascoltare. Solo Rococo sembrò capire il perché, lui sapeva chi era quel qualcuno di cui le due Dee parlavano.
I due Le Loire avevano usato i loro poteri sui pilastri su cui prima erano posati gli specchi, illuminandoli di un’aura dorata e argentata, e facendo in modo che le due colonne di pietra si abbassassero. Quando i pilastri giunsero al livello del pavimento, ci fu una breve scossa di terremoto e i sette presenti videro la parete davanti a loro, cioè quella posta dietro a dove erano presenti i pilastri, aprirsi a metà e rivelare un passaggio; una volta varcato, i sette si ritrovarono in una sala quadrata che poteva ospitare circa una ventina di persone. Vicino alle pareti erano presenti diversi scaffali colmi di libri e pergamene, sul terreno vi era un tappeto rosso con diverse rifiniture dorate, e al centro della stanza c’era un tavolo di legno dipinto di bianco e di forma circolare con diverse sedie dello stesso materiale e colore.
I sette presero posto e quando si furono tutti sistemati, Diana cominciò a parlare:
- Avevamo sentito i due Rappresentanti… - ancora prima di terminare la frase, Lavinia la interruppe:
- Parlando di loro, potrei sapere cosa gli è successo? Prima che io e Ayla li attaccassimo, avevano diciotto anni e adesso ne hanno solo dieci. È impossibile che sia stato il nostro Giudizio Eterno a ringiovanirli. - la minore delle sorelle Farfalla ricevette un’altra gomitata da parte della Moon, seduta alla sua destra.
La Signora della Vita notò che la collega era vagamente irritata, probabilmente a causa dell’intervento inutile della sorella, ma decise di soddisfare la curiosità dell’Erede della Morte:
- Su questo non ho un’idea precisa, ma credo che sia stato sottoposto ad un incantesimo come quello che ho subito io durante la regressione. Avevo vent’anni, cioè l’età che dovevo avere sulla Terra, ma quel processo mi ha riportato all’età di quindici anni, cioè quella dopo la quale Nile e Annalisa ci portarono nel Regno di Mezzo. Non so come sia stato possibile, ma quando mi hanno imprigionata, sono tornata all’età che dovevo avere.
Immagino che i nostri due gemelli siano stati sottoposti ad una magia simile a quella scatenata dal processo di regressione, ma quella che hanno subito loro doveva essere stata più potente perché li ha portati da dieci a diciassette anni, ha permesso loro di non invecchiare nonostante gli anni fossero passati e ha fatto dimenticare loro di essere degli umani e non creature divine. Spero che questo soddisfi la tua curiosità Lavinia, ma ora potresti farci continuare il nostro racconto? - le domandò la maggiore delle sorelle Raven dopo la spiegazione.
Lavinia annuì brevemente, ma fu la Signora della Morte a riprendere il discorso dove la collega era stata interrotta:
- Come Raven stava dicendo poco fa, abbiamo sentito parlare della Profezia dai nostri due ormai ex Rappresentanti. È successo parecchio tempo fa, quando cominciammo il nostro addestramento come Guardie del Regno di Mezzo: avevamo sentito Nile e Annalisa che si sarebbe verificata una catastrofe a breve e che avrebbe coinvolto i tre Regni e anche il Mondo degli Umani. Dopo qualche giorno, scoprimmo che esisteva una Profezia che spiegava come si sarebbe svolto quel disastro: le prime fasi si sarebbero svolte sulla Terra e l’ultima nel Regno di Mezzo. Passò qualche altro giorno che vedemmo i due Le Loire nei pressi del Lago degli Spiriti con un foglio che emanava un’energia sia bianca sia nera, poi i due strapparono in sei parti. Tennero con loro solo un pezzo e gettarono gli altri sei nel Lago degli Spiriti. Da lì devono essere finiti nel Mondo degli Umani. - stavolta fu Nile ad interrompere il discorso:
- Forse siamo stati degli incoscienti a gettarli nel Lago degli Spiriti, pur sapendo che non saremmo più stati in grado di conoscere la loro futura ubicazione, ma non sappiamo come gli Angeli della Notte dell’esercito di Ayla ne siano entrati in possesso. -
Gli sguardi di tutti furono puntati sulla Moon:
- Ehi, non guardatemi in quel modo. Quando ho reclutato i sei Angeli della Notte minori, erano già in possesso di sei dei sette frammenti; all’inizio pensavo che nascondessero un segreto che ci avrebbe permesso di vendicarci dei gemelli, ma alla fine erano solo inutili frasi, senza contare che il messaggio era incompleto, forse perché mancava il pezzo in possesso dei due Le Loire. - rispose lei con sincerità, ma Annalisa le chiese:
- Non me lo so spiegare, ma per pochi secondi, quando sono stata colpita dal Giudizio Eterno, ho visto che cosa accadeva nei Regni. Non so se è accaduto anche a mio fratello, ma nell’Isola della Vita ho visto i Neutrali che Diana ha lasciato vivere lì nonostante il nostro divieto, i Comandanti delle Guardie e i loro secondi in comando con cinque pezzi della Profezia. Se i tuoi Angeli della Notte minori sono sei, dov’è finito il sesto pezzo della Profezia? -
- Vorrei saperlo anch’io. Potrebbe essere che uno di loro abbia ancora con sé il proprio pezzo… - prima che finisse la frase, la voce della maggiore delle sorelle Farfalla le riportò alla realtà:
- Posso continuare con questa spiegazione o no? - domandò la donna vagamente seccata.
- Da qui in poi è meglio se continuo io. - s’intromise Diana.
La collega stava per ribattere, ma la maggiore delle sorelle Raven le rivolse un’occhiata gelida e stranamente bastò a zittire la Dea della Morte.
- Loro ci notarono mentre li spiavamo, e nonostante ci fecero promettere di non rivelare nulla di quello che avevamo visto o sentito a nessuno, qualcuno aveva sentito tutto a nostra insaputa. Passò una settimana e Arelia cominciò a comportarsi in modo strano: prima mi evitava, durante le lotte d’allenamento sembrava volesse uccidermi. Come se non bastasse, non molto tempo dopo i due gemelli c’informarono che dovevamo occupare il trono dei due Regni. -
- Riguardo al fatto che sembrava che ti volessi uccidere, sappi che non è per niente vero! Ti stai inventando tutto. - si lamentò la maggiore delle sorelle Farfalla, ma come risposta dalla Dea della Vita ricevette un’altra occhiataccia:
- Spero che adesso tu abbia capito perché ho voluto continuare io il racconto. - le sussurrò la Raven prima di continuare la storia:
- Pochi giorni dopo quella notizia, Arelia tentò di rubare i poteri dei Le Loire e dei loro keshin, ma i gemelli la scoprirono e la segregarono nel Regno della Morte ed io diventai subito la sovrana del Regno della Vita. Come se non bastasse, mi ritrovai a dover sedare una guerra tra Angeli e Diavoli; i poteri delle Divinità sono molto più potenti di quelli delle Guardie, e se non controllati possono causare dei disastri indicibili, anche se quello mi aiutò a fermare la strage.
In ogni caso, dopo un anno dall’inizio del dominio mio e di Arelia nei nostri rispettivi Regni, una voce mi parlò in un sogno. Mi disse che quella volta ero stata solo fortunata a sedare la rivolta, ma quando si sarebbe verificata la prossima strage, i Regni avrebbero dovuto affrontare una regressione, e di cui ci sarebbero stati dei segni imminenti che la annunciavano, perché ormai conoscevo il segreto che avrebbe permesso al proprietario della voce di riemergere dalle ombre e dominare sui Regni e sul Mondo degli Umani.
All’inizio non ci badai molto, ma dopo quel sogno cominciarono a verificarsi delle scosse di terremoto e delle frane anche se non duravano molto e non causavano danni troppo gravi. Solo dopo diverso tempo, più precisamente durante la strage in cui sarei dovuta scomparire, che mi resi conto che la “regressione” di cui mi aveva parlato la voce era in corso. -
Quando la donna terminò il racconto, Nile chiese ad Ayla:
- Ancora non ho capito perché tu hai reclutato gli Angeli della Notte. Che cosa ti avremmo fatto io e mia sorella? -
- Vuoi farmi credere che nessuno di voi due se ne ricorda? Avete devastato molte città e paesi e soprattutto avete distrutto delle famiglie solo perché non si volevano alleare con voi. - li accusò l’Erede della Vita, per poi aggiungere:
- Se non aveste fatto niente, a quest’ora mi troverei sulla Terra a vivere tranquilla con la mia amica, invece lei è chissà dove e potrebbe essere anche tra le vittime delle Guardie Angeliche o dei Mietitori. -
Per qualche minuto che sembrò un’eternità ai presenti, nessuno parlò; fu Annalisa a rompere quel silenzio:
- Noi non abbiamo fatto niente del genere. - le disse con tranquillità.
- L’ho detto prima a te e tuo fratello e lo ripeto adesso: a differenza di Urupa e Lavinia, non sono del tutto convinta della vostra presunta buona fede.
- Datevi una calmata. Vi ricordo che siamo qui per trovare una soluzione nel caso si verificasse quello che c’è scritto nella Profezia, ma ora che ci penso… - l’Erede della Morte guardò Ayla e le chiese:
- Tu sai cosa diceva di preciso? -
La Moon scosse la testa per dire “no”, ma aggiunse subito dopo:
- Io non mi ricordo, ma forse i due gemelli possono dirci cosa era scritto sulle strofe che hanno visto. - propose lei e tutti si voltarono verso i Le Loire, i quali usarono i loro poteri per creare uno schermo dorato e argentato dove era riflessa l’immagine della pagina dove era scritta la Profezia con le frasi che avevano visto; sembrava che mancassero delle parole o dei segni di punteggiatura, e parevano esserci delle ripetizioni, ma cercarono di ricostruire il discorso con quello che avevano. C’era scritto:
“Colei che è nata dalle tenebre più nere ha un potere più devastante delle fiamme. Quando il cielo piangerà, la terra si rivolterà contro chi la abita, i temporali e i maremoti si abbatteranno sulla patria dei ribelli…”
Seguiva uno spazio lasciato vuoto dopo il quale era scritto:
“Passeranno sette giorni, durante i quali il Sole e la Luna rimarranno completamente isolati dal resto del mondo. Al tramonto del settimo giorno, entrambi saranno offerti in sacrificio per permettere alla Morte di spezzare il sigillo che la tiene imprigionata e farla governare sui Regni e sulla Terra.”
- Anche senza la parte mancante, è chiaro che accadrà qualcosa tra una settimana. Per allora, dovremo tenerci pronti. - decise Diana, per poi aggiungere:
- Non sappiamo cosa ci attenderà per cui avrei pensato ad un piano d’azione da attuare in questa settimana: è ovvio che le vittime di cui parla la Profezia sono i gemelli, quindi io mi occuperò di trovare un modo per proteggerli e magari fare qualcosa per Rococo. - si rivolse subito dopo alla collega:
- Arelia, tu dovrai occupare della preparazione fisica di Ayla e Lavinia. Noi siamo rimaste troppo tempo in quegli specchi e ciò ha annullato gran parte dei nostri poteri, quindi non ci resta che contare su di loro. Ti lascerò agire nel modo che riterrai più adatto per allenarle, ma non fare loro troppo male. Sai anche tu che tra noi sono le uniche in grado di combattere. - dopo quella frase, tutti si diressero all’uscita della stanza segreta, tranne Ayla che era rimasta a fissare la pagina incompleta della Profezia mostrata nello schermo creato dai gemelli.
- Ognuna delle strofe era riferita all’elemento dei miei compagni. Yami, Kaen, Sora, Chikyu e Mizu… Non volevo che si arrivasse a questo, ma se quegli Angeli avevano i vostri pezzi, vuol dire che siete spariti e non posso più contare su di voi. Ovunque vi troviate ora, sappiate solo che siete stati degli ottimi compagni.
Maria, Marco e Isuke… Non vi siete più fatti sentire da quando i bulbi hanno cominciato ad agire. Siete degli ottimi amici e non vi voglio perdere, ma chissà cos’è accaduto durante gli scontri. Spero di rivedervi il prima possibile.
Yuki, mi dispiace dirlo, ma sembra che tu sia rimasta l’ultima degli Angeli della Notte; vorrei esserci anch’io, ma le piume blu sulle mie ali che testimoniavano la mia appartenenza e fedeltà alla schiera degli Angeli della Notte sono spariti e dubito che torneranno. Buona fortuna Angelo delle Nevi, non posso dirti altro. - dopo quei pensieri rivolti ai suoi compagni, anche Ayla lasciò la stanza.
 
 
Angolo di Emy
È stato un capitolo abbastanza complicato, ma credo che i prossimi due capitoli saranno di stallo. Vedremo come se la caveranno i diversi gruppi.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 50
*** Convinzioni, tristezza e una prova tra i ghiacci eterni ***


 Com’era descritto nella Profezia, i passaggi magici che erano stati aperti per raggiungere il Regno di Mezzo si erano completamente chiusi, e chi li aveva già attraversati, era stato rimandato nel posto dal quale aveva aperto il portale. Di conseguenza Yuki e i Guardiani erano tornati nel Giardino della Vita dell’Est.
- Come mai siamo tornati qui? - domandò Afuro leggermente irritato.
- Non ne ho idea. Sembra che il Regno di Mezzo sia diventato inaccessibile. - affermò Hiroto.
- Mi spiace interrompervi, ma dobbiamo trovare un modo per raggiungere la nostra destinazione. - dopo quella frase, il Guardiano dai capelli verdi si rivolse a Tadashi:
- Hera, non hai qualche libro o delle pergamene che possano aiutarci a capire cosa può essere successo? - Il Guardiano dell’Est annuì con un cenno della testa, poi affidò l’Angelo della Notte a Kiyama, per poi dirigersi verso una rientranza nella parete di roccia che circondava il Giardino della Vita dell’Est. Il castano avvolse la sua mano d’aura argentata, poi toccò un punto preciso nella cavità nel muro; si avvertì una breve e debole scossa di terremoto e l’energia argentea nella mano di Hera si riversò nel muro di pietra, e dopo qualche secondo, il materiale di cui era fatta la parete cambiò da roccia a legno e in quel punto si delineò il contorno di una porta di legno che si aprì di scatto.
Il Guardiano dell’Est fece cenno ai colleghi di seguirlo e i quattro si ritrovarono in quella che doveva essere la camera di Tadashi da quando si trovava lì: aveva le pareti di pietra e il pavimento di terra battuta, c’era un letto dalle candide lenzuola bianche, un tavolo rettangolare di legno di mogano con alcune sedie dello stesso materiale e qualche mobile qua e là, tra i quali uno scaffale su cui si trovavano alcuni libri e un paio di pergamene.
- Lascia riposare Yuki sul letto. - disse al Guardiano dell’Ovest, poi si rivolse agli altri due colleghi:
- Voi accomodatevi pure. - mentre il verde e il biondo si sedevano al tavolo, raggiunti subito dopo da Hiroto che aveva poggiato la blu sul letto, il Guardiano dell’Est aveva preso alcuni dei libri che si trovavano sullo scaffale, per poi tornare dai compagni.
- Se ben ricordo, tra questi libri c’era qualcosa che parlava d’incantesimi speciali o fenomeni come la regressione. Dovremo darci da fare. - la voce di Hera sembrava piuttosto annoiata, forse perché non impazziva all’idea di fare quelle ricerche, ma non avevano altro modo per scoprire cosa fosse successo pochi minuti prima.
I quattro passarono una mezz’ora buona sui libri che Tadashi aveva dato loro e su quelli che aveva lasciato nella libreria, quando Ryuuji si ricordò di un particolare:
- Kori… - mormorò appena quel nome, eppure i compagni lo sentirono ugualmente.
- Che c’entra quell’avatar? - gli chiese il Guardiano del Nord.
- Aveva detto qualcosa riguardante una Profezia che parlava del ritorno della Morte e di un sacrificio che avverrà nel Regno di Mezzo, ma non mi ricordo molto… - prima che finisse il discorso, il rosso lo interruppe:
- Poco fa ho letto qualcosa al riguardo. Aspetta… - Kiyama sfogliò velocemente le pagine del libro prima di ritrovare ciò di cui parlava:
- Eccola qua! Si tratta della Profezia della Liberazione della Morte. - Hiroto lesse che, dopo alcuni fenomeni naturali che si sarebbero verificati sulla Terra, dopo sette giorni dall’inizio di questi fenomeni, il Sole e la Luna sarebbero stati offerti in sacrificio, rompendo il sigillo che imprigionava la Morte e permettendole di governare sui Regni.
- Immagino che per “Morte” si riferisca a Natsumi. È rinchiusa da qualche tempo nel Regno della Morte e nella Profezia potrebbe aver trovato un modo per tornare libera. - ipotizzò il Guardiano del Sud, per poi chiedere al collega:
- Quel libro spiega anche i fenomeni che si verificheranno nella Profezia? -
- Qui c’è scritto che sono descritti in frasi, ma senza averle tutte quante è impossibile comprendere il significato della Profezia. - in seguito, si rivolse ad Hera:
- Per caso sai cosa dicevano quelle frasi? In fondo le hai viste. -
- Ichinose e Aki le avevano dimenticate alle rovine della Torre del Cielo, ma le ho prese prima di portare qui Yuki. - rispose il Guardiano dell’Est, facendo comparire sul tavolo cinque pezzi di carta, i quali cominciarono ad emanare una luce sia bianca sia nera e si sollevarono in aria; in seguito, si disposero uno dietro l’altro e cominciarono a roteare rimanendo in aria, e pochi secondi dopo, i pezzi s’illuminarono ancora una volta, per poi ricomporsi in un foglio sui cui era scritto:
Colei che è nata dalle tenebre più nere ha un potere più devastante delle fiamme. Quando il cielo piangerà, la terra si rivolterà contro chi la abita, i temporali e i maremoti si abbatteranno sulla patria dei ribelli…”
- Il discorso non può fermarsi qui. Mancano dei pezzi. - affermò il biondo.
- Le nevi avvolgeranno gli umani nel loro freddo abbraccio, privandoli delle emozioni che conservano nel cuore, rendendoli delle marionette nelle mani della Morte perché possano servirla per l’eternità. - una voce femminile pronunciò quelle frasi, e nonostante nei Giardini della Vita il vento non potesse soffiare tranne quando si aprivano i passaggi segreti che conducevano al loro interno, i Guardiani sentirono una brezza fredda che portava con sé alcuni fiocchi di neve.
Era piuttosto ovvio capire a chi appartenesse quella voce, e quando si girarono nella direzione dalla quale proveniva, videro Yuki in piedi davanti a loro, la quale teneva in mano un pezzo di carta su cui sembrava esserci scritto qualcosa, probabilmente le stesse frasi che aveva pronunciato poco prima.
- Quando ti sei svegliata? - le domandò Tadashi.
- Da quando avete cominciato a parlare della Profezia. - rispose lei, mentre osservava il Guardiano dell’Est che si avvicinava:
- I tuoi amici avevano quei frammenti della Profezia e immagino tu sappia cosa può accadere se la Profezia si avvererà. Devi darci anche i tuoi pezzi, così potremo trovare il modo di sistemare le cose. -
La blu lo guardò perplessa:
- Pezzi? Guarda che io ho soltanto questo. - e mostrò nuovamente il foglietto che aveva in mano, per poi riporlo in una tasca dei pantaloni:
- Se esiste un settimo pezzo, non era in possesso degli Angeli della Notte. - lo informò lei, ma pochi secondi dopo che l’Angelo della Notte aveva terminato la frase, Hera sentì qualcosa di gelido all’altezza dello stomaco e notò un ghigno sul viso di Yuki mentre gli puntava la spada nel punto in cui sentiva freddo senza però toccarlo; per qualche altro secondo, che sembrò un’eternità ai presenti, i due rimasero immobili, poi Tadashi cominciò ad indietreggiare verso i colleghi. Stava per cadere quando Afuro arrivò da dietro di lui per sorreggerlo, ma il biondo notò uno strato di ghiaccio che ricopriva lo stomaco del Guardiano dell’Est e sembrava che si stesse gradualmente espandendo.
- Cosa gli hai fatto? - le chiese Terumi apparentemente calmo, ma la ragazza vide una breve scintilla di rabbia negli occhi color sangue del Guardiano del Nord.
- Ve lo avevo detto prima. Non ho intenzione di schierarmi con nessuno, e se decidessi d’intervenire, lo farò solo quando vorrò, quindi non mi convincerete in alcun modo a collaborare. - ribatté l’Angelo della Notte, per poi aggiungere:
- Per quel che riguarda il vostro amico, non gli ho fatto niente di grave. Il ghiaccio ricoprirà lentamente il suo corpo, e se avrà fortuna, dopo qualche minuto si scioglierà. - dopo quella frase, la ragazza caricò la sua spada d’aura color cobalto, poi scagliò un fendente d’energia blu contro la parete, ma il suo obiettivo non era attaccare la parete rocciosa, infatti, si fermò poco prima di raggiungere il muro, sprigionando una raffica di vento gelido e creando un portale blu cobalto. Yuki s’incamminò verso il varco magico, ma Midorikawa la richiamò:
- Sai che non puoi andare nel Regno di Mezzo e noi potremo raggiungerti ovunque deciderai di andare. Fuggire non ha mai aiutato nessuno e per te non sarà diverso. -
L’Angelo della Notte ridacchiò a quell’affermazione, ma solo perché i Guardiani non sapevano ancora cosa aveva in serbo per loro:
- Ciò che ho fatto al vostro amico è stata una mia piccola rivincita per avermi addormentato con un fiore e i suoi poteri, fatto rivivere quel ricordo e avermi colpito. E parlando di quel papavero bianco… - Yuki mostrò il fiore che aveva usato Hera per addormentarla:
- Sarà proprio questo a permettermi di andarmene, e già che ci sono, vi farò conoscere il sonno del gelido inverno. - la ragazza sorrise, anche se quell’espressione somigliava più ad un ghigno, poi circondò sé stessa e il papavero di un’aura blu.
Nell’aria comparve ancora il vento freddo, poi i Guardiani videro l’Angelo della Notte posare un bacio sui petali bianchi, e quando si staccò, alcune particelle di polline lasciarono il fiore accompagnati dall’aura blu e da alcuni fiocchi di neve.
- Se combinato con la magia, l’odore del papavero può portare ad un sonno molto lungo. Questo è il Profumo d’Inverno, gelido quanto le nevi e pericoloso come il sonno eterno. - pensò lei, mentre l’energia blu raggiungeva i Guardiani, i quali, escluso Tadashi, cercarono di creare i campi di forza argentei per difendersi, ma dal papavero si sprigionarono altri fiocchi di neve che si posarono lentamente sulle barriere magiche. Questi ricoprirono gli scudi di forza di una soffice coltre bianca, poi l’aura si aggiunse ai fiocchi di neve, infrangendo i campi di forza e lasciando i Guardiani indifesi contro il Profumo d’Inverno.
- Quando la neve e il freddo raggiungono il cuore delle persone, niente e nessuno è in grado di sfuggire loro. - sussurrò lei, e dopo qualche minuto, i quattro Guardiani caddero addormentati sul pavimento di terra battuta e coperti in vari punti da ghiaccio e neve.
Yuki se ne andò, lasciando alle sue spalle solo il papavero, senza sapere cosa accadde dopo: il fiore si ritrovò rinchiuso in una sfera argentea e i suoi petali furono attraversati da energia color viola scuro, e poco dopo un altro globo argentato, ma contenente un giglio bianco dai petali attraversati d’energia verde, comparve dal nulla e andò a fargli compagnia sul terreno.


 
Dopo un paio d’ore… in un vicolo di Okinawa…
 
Sulla Terra stava per calare la sera, e nonostante qualche umano fosse ancora in giro, Yuki non se ne curava, anche perché non la potevano vedere né sentire fino a quando rimaneva nella forma angelica: voleva fare un giro e vedere gli ultimi posti in cui era stata prima di diventare un Angelo della Notte.
Il primo luogo in cui si diresse era il vicolo in cui doveva vivere anni prima, e da quando se ne era andata, si rese conto che non era cambiato: era rimasto un posto in cui le persone continuavano a gettare la spazzatura. Era rimasta persino la tenda che la blu aveva costruito con diversi pezzi di tessuto e qualche bastone e le casse di legno su cui si sedeva. La ragazza si sedette proprio su una di esse, e mentre osservava ciò che aveva intorno, notò in un mucchio d’immondizia una bambola di pezza bianca piuttosto logora e malandata; prese da un’altra tasca dei pantaloni le due bambole che aveva creato tempo prima, e le guardò come persa tra i ricordi.
- Prima che vi trovassi e vi rimettessi a posto, anche voi due eravate come quella bambola. - disse loro, quasi come se pensasse che quei due pupazzi potessero risponderle.
- E a me sembra impossibile che ciò che sei diventata sia la stessa bambina che viveva qui tempo fa. - una voce femminile interruppe il filo dei pensieri della blu, la quale si guardò intorno e vide Kori seduta su una delle casse di legno.
- Potrei sapere perché stai rigirando il coltello nella piaga? Scommetto che sei qui per dirmi che sono una copia come i miei amici e presto mi lascerai sola come hanno fatto tutti, o quel che è peggio, mi ripeterai che Yukiko Misaki esiste ancora dentro di me o storielle simili.
Beh, l’ho detto ai Guardiani e lo ripeto a te: quella bambina ha smesso di esistere da quando ho ricevuto questi maledetti poteri e sono diventata una copia di Matsukaze. - dichiarò lei irritata, per poi alzarsi e incamminarsi verso l’uscita del vicolo.
Kori sospirò, pensando che la sua padrona non avrebbe capito tanto presto. Decise di seguirla, tramutandosi in un vento che trasportava con sé dei fiocchi di neve.
 
 
Qualche minuto dopo… nella spiaggia di Okinawa…
 
La spiaggia non distava molto dalla città, e una volta arrivata lì, l’Angelo della Notte pensò ancora una volta che certe cose non cambiavano tanto presto: il paesaggio era ancora costituito da quella spiaggia di sabbia fine, interrotta ogni tanto da alcune rocce e da alberi se ci si trovava più vicini all’entroterra, e ovviamente dal mare, anche se Yuki preferiva vederlo quando era giorno e il cielo era azzurro e sereno, mentre in quel momento aveva acquisito delle sfumature rosse e arancioni a causa del tramonto.
- Questo è stato il primo posto in cui ho incontrato Tenma, quando non avevo ancora ricevuto i poteri e i miei genitori erano ancora vivi. - pensò lei, per poi sedersi sulla sabbia e sentire il vento che le accarezzava il viso.
- Ho sempre creduto che fossi un mio amico fidato, ma ho visto che Matsukaze ti utilizzava per allenarsi. Mi chiedo se ho mai avuto un compagno che mi sia stato fedele. - disse lei, pur sapendo che la brezza non poteva risponderle.
Ad un certo punto, il vento diventò più freddo e la ragazza vide che portava con sé quelli che sembravano essere fiocchi di neve, ma lei non aveva evocato quell’aria fredda e c’era solo un’altra persona che poteva farlo:
- Kori, so bene che sei tu. Potresti anche farti vedere invece di nasconderti, sai? - le disse arrabbiata la blu, e l’avatar apparve poco dopo vicino a lei.
- Da quando hai ricevuto quei poteri, ti sei isolata ancora di più dagli altri. Credevo che gli altri Angeli della Notte fossero riusciti a guarire questa tua solitudine, ma appena hai scoperto di essere una copia, hai cominciato a chiuderti nuovamente in te stessa. Mi ripeterai che non ti posso capire, ma è così che stanno le cose. - le rinfacciò la keshin.
Yuki non rispose, si limitò ad ascoltare il fruscio del vento tra le foglie degli alberi e il rumore delle onde del mare.
Le due passarono diversi minuti in silenzio, fino a quando l’Angelo della Notte non udì un’altra voce femminile nella sua testa:
- Oltre a Kori, hai sempre avuto una compagna e ti assomiglia molto più di quel che credi: è la neve. Nonostante sia gelida e c’è il rischio che possa sparire ai primi raggi del Sole che la investono, è bianca e pura. Anche tu sei così, ma quando hai saputo la verità, hai deciso di lasciare perdere tutto il resto.
I Guardiani te l’hanno già detto, ma ognuno è unico e per quanto tu sia convinta di essere una copia di Matsukaze Tenma, rimani sempre Yukiko Misaki. - nonostante avesse usato un tono tranquillo e gentile, Yuki si arrabbiò ugualmente.
- Io non ascolto chi non ha nemmeno il coraggio di dirmi le cose di persona. - replicò l’Angelo della Notte.
Kori sospirò ancora, per poi circondarsi di un’aura azzurrina e posare una mano sulla spalla della sua padrona, teletrasportando entrambe lontano da quella spiaggia.
 
 
Un paio d’ore dopo… nella chiesa della Divinità Suprema della Vita…
 
Un fascio di luce azzurrina annunciò l’arrivo dell’ultima degli Angeli della Notte e della sua keshin nella chiesa in cui era nascosta la Divinità Suprema della Vita. Proprio quest’ultima stava aspettando il loro arrivo e quando le vide, si avvicinò a loro:
- Tu devi essere Yukiko Misaki. Permettimi di presentarmi: mi chiamo Fuyuka e sono la Divinità Suprema della Vita. - si presentò la donna, ma la blu disse solo:
- Avevo detto che non avrei voluto più avere a che fare con questa storia degli Angeli e dei Demoni tanto presto. Kori, riportami subito a… - quando si voltò verso il punto in cui doveva trovarsi la sua avatar, si rese conto che non c’era nessuno.
- Non penso che ti avrebbe aiutata ad andartene. Quella keshin vuole farti capire i tuoi errori più di chiunque altro e a tal proposito, volevo farti una proposta: da qui si può accedere alla Grotta dei Ghiacci Eterni, un posto in cui è conservato il Cuore della Verità. È un oggetto in grado di riflettere l’anima delle persone, ma anche i loro desideri e ciò che si cela realmente nel loro cuore. Se una persona ha sempre saputo di essere nel vero, il Cuore della Verità diventerà trasparente e ti porterà fuori dalla caverna e ti donerà nuovi poteri; se la persona in questione ha sempre mentito a sé stessa e agli altri, il Cuore della Verità diventerà cupo e terrà imprigionata l’anima del soggetto per sempre. Se sei convinta di tutto ciò che hai detto finora a Kori e ai Guardiani, non penso che ti farai problemi a prendere parte a questa prova. -
La ragazza ci rifletté un po’: non aveva niente da perdere, in fondo se ne sarebbe andata da quella grotta con nuovi poteri e avrebbe dimostrato a Kori e ai quattro Guardiani di avere ragione.
- Va bene. Dove si trova l’entrata di questa caverna? -
Come risposta a quella domanda, la Divinità usò i suoi poteri per avvolgere l’altare al centro della chiesa di un’aura dorata. Quest’ultimo si sollevò in aria, rivelando una scalinata dalla quale proveniva un vento freddo.
L’Angelo della Notte cominciò a scendere quelle scale, senza sapere cosa poteva attenderla in quella grotta.
 
 
Angolo di Emy
Mi scuso se il capitolo è un po’ troppo lungo, ma spero vi sia piaciuto ugualmente.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 51
*** Allenamenti nel Regno di Mezzo e il primo scontro tra i Ghiacci Eterni ***


 Il giorno seguente… nel Regno di Mezzo…
 
Com’era stato deciso il giorno prima, Arelia si sarebbe occupata dell’allenamento delle Eredi, ma sapeva che i giorni prima del sacrificio si contavano dal momento in cui era stata ritrovata la strofa, di conseguenza il giorno corrente era già il secondo prima che accadesse ciò che era descritto nella Profezia. Aveva poco più di cinque giorni a disposizione e non sapeva se le sarebbero bastati, ma doveva fare un buon lavoro; non perché voleva fare un favore a Diana, ma se non collaboravano, qualcuno avrebbe preso il suo posto come sovrana del Regno della Morte e la maggiore delle sorelle Farfalla non si faceva comandare da nessuno.
Il giorno prima aveva raccomandato alle ragazze di presentarsi vicino alla conca del Lago degli Spiriti se avessero deciso di sottoporsi all’allenamento; in quel momento, le Eredi erano davanti a lei, ma pensava che avessero deciso di presentarsi perché non sapevano ancora cosa aveva in mente per loro:
- Avete deciso di non tirarvi indietro, ma sono proprio curiosa di vedere se resisterete fino alla fine dell’allenamento. - ghignò la Dea della Morte per poi emanare un’aura rossa rosacea dalle mani che si riversò nel terreno. Pochi secondi dopo, dal prato ormai arido comparvero delle catene che avvolsero le due quindicenni e quando arrivarono alle spille d’argento delle due, più precisamente a quelle con le ali d’Angelo sulle cinture di Ayla e quella con le ali da Diavolo sul top di Lavinia, le staccarono, facendole cadere in mano ad Arelia, per poi stringere le due ragazze, ma la cosa non durò molto; poco dopo aver tolto le spille, i vestiti delle Eredi furono sostituiti da corazze di metallo, blu per l’Erede della Vita e rossa per l’Erede della Morte, che coprivano completamente il corpo tranne la testa e il collo.
- Che cosa hai fatto? - le chiese arrabbiata la Moon.
- I poteri di Yume e Akumu sono dentro di voi, ma non potevate contenerli così Diana ed io decidemmo di usare quelle spille per contenere i poteri e permettervi di utilizzarli senza rischiare la vita, ma allo stesso tempo vi permettevano di mantenere quella forma. Ora che ve le ho prese, se li userete… Beh, vi dico solo che le cose si metterebbero male per voi, e in ogni caso non vi dovrebbero servire durante l’allenamento.
Parlando di questo, dovrete fare dieci giri di corsa intorno alla conca, ma se non riuscirete a terminare un giro, dovrete ricominciare da capo, e per rendere la cosa più interessante ho piazzato degli ostacoli che si attiveranno ogni volta che completerete un determinato numero di giri; inoltre, nessuna di voi due si riposerà fino a quando non avrete terminato l’allenamento. - le informò la Signora della Morte, per poi aggiungere:
- Cominciate pure. -
Le due stavano per incamminarsi, quando sentirono di avere addosso un peso enorme che non permettesse loro di muoversi:
- Ah, dimenticavo: le armature che avete addosso sono le stesse che io e Diana dovevamo usare quando ci allenavamo per diventare Guardie del Regno di Mezzo. Peseranno diversi chili ed è quasi impossibile muoversi con quelle. Buona fortuna, ne avrete un gran bisogno. - dopo quell’ultima frase, la ventenne si allontanò dalle due, giungendo vicina al portale che conduceva alla Sala del Nulla.
Le due cominciarono a correre, seppur lentamente; erano passati pochi minuti, resi infernali a causa del caldo e dal peso delle corazze, davanti a loro comparvero quelli che sembravano dei varchi magici, anche se erano molto più piccoli ed erano rossi rosacei, dai quali cominciarono a fuoriuscire numerose sfere d’energia dello stesso colore dei portali che attaccarono le ragazze:
- Tutto qui il repertorio di quella donna? - si domandò la Moon, cercando di saltare per schivare le sfere, ma quando stava per farlo, un’aura rossastra la circondò e si ritrovò nuovamente bloccata a terra.
Ci riprovò ancora, ma era inutile: quell’armatura era ancora più pesante se combinata con l’energia della Dea della Morte.
- Ho idea che cercare di schivarle sarà impossibile. - constatò Ayla.
- Magari l’ha fatto perché pensa che schivare è un atto di codardia e dobbiamo fronteggiare il nemico a viso aperto, anche se qui si tratta soltanto di sfere d’energia. - rifletté la minore delle sorelle Farfalla a voce alta.
- Ti ha detto di odiarti la prima volta che ti ha rivista, ti ha spinto ad andartene dal Giappone e tu pensi ancora a giustificarla? Proprio non ti capisco Lavinia. - ammise l’Erede della Vita abbastanza stupita dal comportamento dell’altra.
- Non la stavo giustificando per le sue azioni e comunque adesso dobbiamo concentrarci sulla sfida. - le ricordò Lavinia, poi aggiunse:
- In ogni caso, se vogliamo superare questo giro, dobbiamo usare i nostri poteri. - l’Erede della Morte creò una barriera di forza per circondare sé stessa, cominciando ad avanzare rimanendo protetta dai globi d’energia.
L’altra la imitò e, una volta terminato il giro, le due fecero scomparire gli scudi d’energia; fino a metà del quarto giro, le due dovettero combattere solo contro la fatica, ma si presentò un altro ostacolo:
- Se credevate che quelle sfere fossero tutto quello che avevo in serbo per voi, vi sbagliavate di grosso. - gridò loro Arelia.
Infatti, dal terreno comparvero delle liane gigantesche come quelle dei bulbi, ma erano più scure, presentavano degli aculei grandi e pungenti e nel punto in cui emergevano dal terreno, presentavano delle rose nere.
- Come avrete capito, quelle liane sono simili a quelle del bulbo che ha ridotto questo posto in condizioni pietose. Vedremo come vi difenderete. - le provocò la Signora della Morte.
- Stai a vedere. - dichiarò Ayla, facendo comparire intorno a lei e all’Erede della Morte una barriera d’energia azzurra.
Subito dopo le liane cominciarono ad attaccare lo scudo azzurrino, ma la Moon resisteva nonostante i continui colpi e ad un certo punto vide che una delle rose si era bruciata perché era troppo vicina alla barriera e la parte della liana in cui si trovava il fiore era diventata marrone e sembrava stesse appassendo.
- Forse ho capito come togliere di mezzo queste piante. - pensò l’Erede della Vita, per poi proporre materializzare delle piume di corvo che cominciarono a roteare intorno al campo di forza, per poi allontanarsi e avvicinarsi sempre di più alle rose. Quando si trovarono abbastanza vicine, si attaccarono ai fiori, facendole appassire lentamente e causare la loro caduta dalle liane; pochi secondi dopo, queste diventarono di un verde marcio, poi marroni, infine caddero a terra, dissolvendosi in scintille rosse.
Le due proseguirono senza problemi fino al settimo giro, quando comparve qualcos’altro dal terreno: si trattava di pezzi di armature, spade e scudi, tutti neri come la pece. In seguito, un’aura rossastra le circondò, e poco dopo le armature si alzarono dal terreno da sole come se fossero diventate vive.
- Che cosa dovrebbero fare queste armature contro di noi? - si chiese Lavinia.
- Quei cavalieri fantasma li ho creati con la mia aura, ma serve molta energia e probabilmente non dureranno per più di una decina di minuti.
In ogni caso, l’importante non è quello che vi faranno loro, ma ciò che farò io tra poco. - pensò Arelia, emanando ancora un’energia rossastra dalle mani che si diresse verso le Eredi ed entrò nelle loro corazze.
- Beh, non ci resta che combattere contro queste armature. - dichiarò la Moon, per poi materializzare il suo arco e la faretra contenente le frecce.
Stava per scoccare la prima quando sentì come se il peso dell’armatura fosse aumentato di colpo e dovette inginocchiarsi a terra. Inoltre, si sentiva terribilmente stanca, forse aveva raggiunto il suo limite di resistenza, ma non aveva ancora finito i giri di corsa:
- Ayla, che ti… - l’altra non terminò la domanda che si ritrovò nella stessa posizione della compagna.
Nessuna delle due riuscì a muovere un muscolo, nel frattempo uno dei guerrieri si era avvicinato e aveva alzato la spada contro le due.
- Non so perché, ma credo che c’entri tua… - l’Erede della Vita non terminò la frase perché un’aura azzurra teletrasportò lei e l’Erede della Morte lontano dalla portata dei cavalieri, facendole finire vicino alla Sala del Nulla, ma la stanchezza era troppa e nessuna delle due Eredi vide chi le aveva aiutate.
 
 
Nel frattempo… nella Grotta dei Ghiacci Eterni…
 
Una volta percorsa la scalinata che portava sottoterra, si finiva in una caverna rocciosa dalle pareti ricoperte quasi completamente da spessi strati di ghiaccio, interrotta ogni tanto da qualche braciere in cui ardevano fiamme azzurrine, e sul terreno erano presenti rocce e cumuli di neve sparsi qua e là.
Yuki si trovava lì da poco più di un giorno, anche non credeva che il viaggio in quel posto sarebbe stato così facile: camminava ininterrottamente da diverse ore, ma non si sentiva molto stanca, ed essendo l’Angelo delle Notte che proteggeva le nevi, il freddo non era un problema per lei. In giro però aveva visto molti parti delle armature delle Guardie Angeliche, ma anche alcune maschere grigie e pezzi di mantelli neri dei Mietitori e delle chiazze rosse sparse qua e là sulla neve; l’Angelo della Notte pensò che si trattasse di altri individui che volevano trovare il Cuore della Verità, ma erano stati eliminati prima di riuscirci.
Al suo fianco, Kori continuava a camminare come se niente fosse; la blu pensò che l’avatar conoscesse molto bene quel posto perché la strada si era biforcata diverse volte eppure la donna non sembrava avere problemi ad orientarsi. In quel momento però all’Angelo della Notte non importava se la compagna conoscesse quel luogo: voleva andarsene il prima possibile.
Passò qualche altro minuto di cammino e le due si ritrovarono in una sala le cui pareti erano ricoperte di ghiaccio come quelle che aveva visto finora, ma i bracieri accesi erano molto più numerosi e sopra di loro si trovava un fascio di luce che penetrava dal soffitto, anche se non capiva come fosse possibile poiché si trovavano sottoterra; la cosa che sorpresa la blu era che lì si trovava un campo di fiori, e avvicinandosi un pò di più alle piante, Yuki vide che si trattava di bucaneve avvolti in un’aura blu, forse era proprio quell’energia che permetteva ai fiori di sopravvivere.
- Non pensavo che ci fosse un posto simile nel Regno della Vita. - disse lei, ma all’improvviso si alzò un vento gelido che la investì. Quando questo smise di soffiare, la ragazza sentì dei passi e davanti a lei vide una figura dal volto coperto da un cappuccio e avvolta in un mantello violetto di cui si riuscivano a scorgere solo degli stivali blu e delle fasce da polso blu violette, ma si accorse anche che Kori era scomparsa.
- Questo non me lo aspettavo proprio. È già tanto se qua ci sono dei fiori, figuriamoci una persona. - pensò lei, ma chiunque la avesse vista in quel momento si sarebbe accorto che era sorpresa.
- Giusto perché tu lo sappia, ci troviamo in una dimensione tra il Regno della Vita e quello di Mezzo, ma solo le Divinità Supreme sanno come accedere a questo posto. In ogni caso, ogni Guardia Angelica o Mietitore non sopravvive se finisce nella grotta dei Ghiacci Eterni, anche se questo lo avrai capito da sola se hai visto le chiazze di sangue. - la informò una voce maschile proveniente dalla persona incappucciata.
La blu portò una mano sulla spada in modo da brandirla in caso di attacco, ma decise di aspettare per vedere cosa avrebbe fatto l’altro:
- Che tu ci creda o no, non avevo idea che qui ci fosse qualcuno e non ho intenzione di fare del male a nessuno. Voglio solo trovare il Cuore della Verità, poi me ne andrò. - rispose sincera, ma il nuovo arrivato sembrava non avesse intenzione di crederle perché aveva fatto comparire nella mano destra un pugnale fatto di ghiaccio e cristalli di zaffiro.
- Lo avrai capito da sola, ma non sono disposto a crederti. In ogni caso, non posso permetterti di andartene: il Popolo dei Ghiacci Eterni rimarrà nascosto qui e nessuno ci porterà via anche da questa terra. - la avvisò lui, per poi avvicinarsi velocemente alla ragazza fino a trovarsi ad alcuni centimetri di distanza da lei e puntare il coltello alla gola dell’Angelo della Notte.
- E con te si aggiungerà un’altra macchia di rosso dolore in questa grotta. - ghignò lui, per poi allontanare di poco il pugnale, probabilmente con l’intento di volerle tagliare la gola.
Quando l’individuo incappucciato stava per affondare la lama del coltello nella gola di Yuki, lei prese la lama del pugnale con la mano sinistra, per poi brandire la spada con l’altra mano. Diede un calcio all’avversario, allontanandolo di poco da lei per poi attaccarlo con la sua arma:
- Adesso vedrai cosa ti farò io. - lo ammonì, ma l’altro bloccò il suo colpo con il suo pugnale.
Ci fu un’altra folata di vento gelido che portò via il mantello violetto al nemico, facendolo finire contro la parete della sala, rivelando un volto di un ragazzo che sembrava avere la stessa età dell’Angelo della Notte, aveva la carnagione lievemente abbronzata, dei corti capelli blu violetti e gli occhi dello stesso colore. Indossava una casacca blu con alcune rifiniture bianche lunga fino alla vita e senza maniche, dei pantaloni bianchi che gli arrivavano fino alle ginocchia, oltre agli stivali e alle fasce da polso.
- Non ti permetterò di schiavizzare il mio popolo e impossessarti della nostra reliquia più preziosa. - dal tono di voce, Yuki capì che quel ragazzo era determinato a proteggere qualcosa, ma non sapeva proprio di cosa parlava, anche perché Fuyuka le aveva detto che lì non viveva nessuno.
Passarono pochi istanti che i due ricominciarono a lottare, l’una utilizzando la sua spada e sfruttando la propria agilità ed eleganza, mentre l’altro armato del suo pugnale e della propria forza. Dopo un tempo indeterminato, un raggio di luce azzurrino colpì il ragazzo, sollevandolo in aria per poi sbatterlo contro il muro, ma la blu sentì come se qualcosa le stesse colando dalla mano sinistra e, quando la guardò, sgranò gli occhi: si trattava di sangue che stava macchiando il guanto bianco che indossava, ma era anche il punto in cui si trovava il suo tatuaggio degli Angeli della Notte. Evidentemente il suo avversario era riuscito a colpirla poco prima, ma quella ferita voleva dire che…
- Non preoccuparti Yuki. È vero che sei stata colpita in quel punto, ma a differenza dei tuoi compagni non sparirai. - la informò una voce femminile calma. La ragazza si accorse che si trattava di Kori, la quale si era avvicinata al ragazzo.
- Lo sai anche tu cosa succede se un Angelo della Notte viene ferito su quel simbolo! Sai che scomparirò! - esclamò l’Angelo della Notte.
La keshin scosse la testa, per poi tornare a controllare come stesse il nemico della sua partner:
- Eri un’umana e sei un Angelo della Notte, ma ti ho nascosto anch’io qualcosa riguardo alla tua vera identità. In questi ultimi tempi pensavo di dirti la verità, ma il modo in cui ti stai comportando mi ha convinto a tacere un altro po’. - le confessò l’avatar.
La blu strinse la presa sulla spada come per trattenersi dal fare qualcosa di cui potesse pentirsi. Possibile che tutti le avessero nascosto qualcosa?
Non fece in tempo a porre altre domande a Kori che dal nulla comparvero altre quattro figure incappucciate e avvolte in mantelli colorati:
- Non so cosa avete fatto al nostro compagno, ma nessuna di voi due la passerà liscia. - le avvisò una voce maschile proveniente dal mantello blu notte.
- Kiyo era uno dei nostri guerrieri migliori… - cominciò una voce femminile sotto il mantello giallo, riferendosi al ragazzo che aveva combattuto contro l’Angelo della Notte: -… ma non è riuscito nemmeno a difendersi. Avrà battuto ancora la fiacca ad allenarsi. -
- Non so cosa volete, ma… - Yuki non riuscì a terminare la frase che ebbe uno strano capogiro. Poteva essere indebolita perché stava per sparire o un incantesimo che gli aveva fatto il suo nemico senza che lei se ne accorgesse, sta di fatto che cadde a terra poco dopo con il sangue che continuava a fuoriuscire dalla sua mano.
- Forse Kiyo è riuscito a farle qualcosa se è caduta a terra. - constatò una voce femminile sotto il mantello rosso.
- In quanto a te… - disse una voce femminile proveniente dal mantello verde a Kori:
- Hai un’arma fatta dello stesso materiale delle nostre e una tunica dello stesso colore di quelle che indossiamo noi; nonostante questo, sei una compagna di quest’intrusa. Perché l’hai aiutata? - le domandò alla fine.
Kori si alzò, caricandosi un braccio del ragazzo dai capelli blu violetti sulla spalla, e una volta avvicinatasi agli incappucciati, affidò il ragazzo alla figura dal mantello blu:
- Sono passati alcuni anni da quando sono scomparsa, ma mi sembra strano che non vi ricordiate di me.  
So bene cosa avete passato e cosa stiate passando in questo momento: il Popolo dei Ghiacci Eterni è stato relegato qui dalla scomparsa di Yume e Akumu, più precisamente quando l’Isola di Mezzo è stata distrutta e siete stati strappati dalla vostra terra. È vero che avete giurato di eliminare chiunque si avvicinasse, ma questa ragazza ha bisogno del mio aiuto: lei afferma il contrario, ma non sa più cosa vuole e cosa sente nel suo cuore. Per dimostrarle i suoi errori, dovrebbe vedere il Cuore della Verità, ma per accedere alla zona della caverna in cui è custodito è necessaria la collaborazione di voi Protettori dei Ghiacci Eterni.
Ve lo chiedo come compagna di questa ragazza, ma anche come Kori, Protettrice dei Ghiacci Eterni e membro del Popolo dei Ghiacci Eterni. -
A causa dei cappucci che indossavano, era impossibile decifrare le espressioni dei quattro individui col mantello, così la keshin propose:
- Il villaggio è accessibile solo ai membri del nostro Popolo. Se il guardiano non mi riconoscerà come qualcuno che appartiene a quella popolazione, potrete eliminarmi, ma vi chiedo di risparmiare questa ragazza. Come ho detto, merita di scoprire la verità e gli unici che possono rivelargliela siete voi Protettori. -
I quattro annuirono con un cenno della testa, per poi inoltrarsi con Kori e Yuki, trasportata dalla figura col mantello rosso, tra i meandri della grotta.
 
 
Angolo di Emy
Credevo che Yuki non sarebbe riapparsa, ma ho dovuto cambiare i miei piani. La vedremo anche nei prossimi capitoli, ma dovrei scrivere qualcosa che riguarda anche gli altri personaggi.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 52
*** La verità (Parte 3) ***


 Due giorni dopo… in una casa delle Nevi Eterne…
 
L’Angelo della Notte credeva che le fossero state cucite le palpebre tra loro perché faceva molta fatica ad aprire gli occhi, aveva anche una strana sensazione di prurito alla mano sinistra e un leggero mal di testa, cosa insolita dato che non ricordava di essere stata colpita in quel punto.
Un momento… Come faceva a sentire quelle cose se stava per scomparire da un momento all’altro!?
Cercò di rialzarsi, riuscendo solo a mettersi seduta, e scoprì di non trovarsi nel campo di bucaneve, ma su qualcosa di morbido e caldo. Sbatté qualche volta gli occhi per capire dove fosse finita, e, appena le immagini che vedeva diventarono abbastanza chiare, si accorse di essere seduta su un letto e avvolta in una coperta viola che gli era scivolata sulle gambe a causa del movimento, ma anche di trovarsi in una stanza dalle pareti che sembravano fatte del ghiaccio presente nella caverna: al suo interno erano presenti un paio di mobili, un tavolo con alcune sedie e un camino in cui scoppiettava il fuoco, ognuno dei quali era fatto di un materiale simile a quello delle pareti, ma era attraversato da filamenti d’energia blu. Notò anche due porte viola che sembravano portare in altre stanze e una che conduceva all’esterno della sala poiché era vicina ad una finestra dalla quale si vedeva il paesaggio esterno innevato.
Mentre faceva scorrere lo sguardo sulla sala, si rese conto di non essere da sola: il ragazzo che la aveva aggredita nel campo fiorito era seduto su una delle sedie e la fissava divertito.
- Ancora tu? Che ci faccio qui? - gli domandò lei.
- Se non ti spiace, ho un nome: mi chiamo Kiyo e sono un Protettore dei Ghiacci Eterni. In ogni caso, ti trovi a casa mia nel villaggio delle Nevi Eterne. La Maestra Kori ti aveva ospitato a casa sua fino a qualche ora fa, ma c’è stato un piccolo inconveniente e ti hanno dovuto spostare qui. Mi sembra strano che tu non ti sia accorta di niente, ma del resto hai dormito per due giorni … - prima che finisse la frase, Yuki lo interruppe:
- Hai detto che ho dormito per due giorni!? E a te o i tuoi amici non è passata per la testa l’idea di svegliarmi!? - a quel punto la ragazza si alzò di scatto, ma si accorse di due particolari: il primo era che non aveva la spada, il secondo era che aveva la mano sinistra fasciata.
- Lascia che ti risponda: la tua spada ce l’ho io. Pensavo che avresti voluto attaccarmi una volta sveglia, allora te l’ho presa. - il ragazzo le mostrò la spada ancora nella custodia:
- Oh, nel caso te lo chiedessi, sono in grado di leggere nel pensiero. - le spiegò semplicemente, ma lei si avvicinò e lo prese per il colletto.
- Dimmi subito dove si trova Kori! - gli ordinò, ma l’altro si mise nuovamente a ridere.
- Se pensi di spaventarmi, stai solo perdendo tempo. Non ho idea di dove si trovi la Maestra, ma qualcuno nella casa più a nord del villaggio potrebbe aiutarti. - la blu lasciò la presa e strappò la sua spada dalla mano del violetto, per poi uscire dalla stanza.
Kiyo sorrise tristemente, spostando lo sguardo dalla porta dalla quale era uscita l’Angelo della Notte al fuoco che ardeva nel camino:
- Spero che la Maestra abbia avuto ragione su di lei, anche se dubito che quella ragazza potrà mai aiutarci. - pensò lui.
 
 
Fuori dalla casa di Kiyo…
 
Il villaggio delle Nevi Eterne si trovava in una sala dalle pareti ghiacciate, illuminata da una luce che penetrava dal soffitto, priva di bracieri e molto più ampia di quella in cui si trovava il campo fiorito in modo da ospitare i suoi abitanti e le loro abitazioni. Oltre alla casa di Kiyo, erano presenti molte altre abitazioni simili a quelle dell’Isola dell’Est, ma le pareti erano fatte di ghiaccio e vide che quello che costituiva i tetti era lo stesso materiale dei mobili e del camino nella casa del ragazzo dai capelli violetti.
- Spero di non dover fare il giro del villaggio per trovarti Kori. Sappiamo entrambe che il tempo a nostra disposizione è poco. - pensò l’Angelo della Notte, per poi dirigersi nella casa che si trovava al limite a nord del villaggio. Lungo il tragitto notò un grande viavai da una parte all’altra del villaggio di uomini e donne, probabilmente presi dalle faccende quotidiane, ma la blu si accorse che tutti quelli che aveva visto avevano gli occhi e i capelli argentati e la carnagione abbastanza chiara, ma non si curò troppo di quel particolare.
Dopo mezz’ora arrivò a destinazione, ma quando stava per bussare, qualcuno la precedette e le aprì subito la porta: si trattava di un ragazzo sui quindici anni dai capelli e gli occhi blu notte e la carnagione leggermente abbronzata. Portava una casacca simile a quella di Kiyo, ma era di un blu più scuro e presentava delle lunghe maniche bianche. Indossava anche dei guanti e dei lunghi pantaloni azzurri, delle scarpe nere e un cinturino al quale erano legate due katane.
- Finalmente ti sei svegliata. Nemmeno Kiyo dorme così tanto. -
commentò lui, ma l’Angelo della Notte riconobbe quasi subito quella voce: si trattava dell’individuo col mantello blu che la aveva aggredita pochi giorni prima.
- Sei acido come sempre Koichi. Non mi meraviglio se stai antipatico a molti abitanti del villaggio. - lo riprese una voce femminile poco distante da loro. Anche lei sembrava avere quindici anni, aveva gli occhi e i capelli rossicci, anche se questi ultimi erano legati con diversi fermagli. Indossava una maglietta a maniche lunghe bianca, una casacca senza maniche azzurra che le copriva il petto, una gonna blu notte lunga fino alle ginocchia, calze bianche e scarpe da ballerina dello stesso colore della gonna. Aveva un arco nella mano sinistra, una faretra sulla schiena e un mantello rosso nell’altra mano; fu grazie a quest’ultimo particolare che Yuki la riconobbe come una di suoi aggressori.
- Non ti ho chiesto un parere Kumiko. - replicò il ragazzo, per poi rivolgersi di nuovo all’Angelo della Notte:
- Immagino che tu sia qui per sapere dove si trova la Maestra Kori. - cominciò lui, ma la rossa lo interruppe subito:
- Non l’ha voluto dire nemmeno a noi, ma potrebbe trovarsi al Lago delle Stalattiti. Per arrivarci devi proseguire entrare in quella nuova zona della grotta… - e indicò con lo sguardo quella che sembrava l’entrata di un cunicolo poco lontano da loro: - poi devi percorrere la strada fino a quando si biforcherà. Da lì devi prendere il sentiero che porta a destra. - la informò lei. La ragazza dei capelli blu li ringraziò per poi avviarsi verso la direzione indicatale; quando fu abbastanza lontana, Koichi chiese alla compagna:
- Perché le hai dato quelle informazioni? Non sai nemmeno se la Maestra Kori si trova lì! E se quella ragazza non è chi pensiamo che sia, ci causerà solo guai. - la rimproverò lui.
- Fratellone, la Maestra Kori ci ha già detto quello che pensa e poi non ci costa niente dare una possibilità a quella ragazza. - lo liquidò lei, per poi avviarsi verso casa sua a sud del villaggio.
                                                                                                     
 
Dopo un’ora… al Lago delle Stalattiti…
 
Una volta giunta a destinazione, l’Angelo della Notte capì perché quel posto si chiamava così: il soffitto ghiacciato era ricoperto da numerose stalattiti. Il resto del paesaggio era costituito da un immenso campo erboso in cui erano presenti pochi fiori e gli alberi contornavano le pareti della sala.
Si avvicinò tranquillamente allo specchio d’acqua quando vide due ragazze dalla carnagione abbastanza abbronzata e gli occhi e i capelli dai colori vivaci: una sembrava avere undici anni, gli occhi e i capelli dorati intrappolati in due codine che le ricadevano sulle spalle. Indossava un vestito senza spalline blu che le arrivava fino alle ginocchia, una fascia bianca le cingeva il petto e portava dei sandali azzurri. In quel momento, stava giocando con alcuni degli altri bambini che avevano le stesse caratteristiche fisiche degli adulti che Yuki aveva visto, cioè gli occhi e i capelli argentati e la carnagione chiara; l’altra doveva avere circa tredici anni, aveva gli occhi e lunghi capelli color verde acqua. Indossava un top azzurro con spalline dalle quali partivano maniche bianche che le arrivavano fino ai gomiti, dei pantaloncini aderenti color notte e stivali a tacco basso bianchi. Era stesa sull’erba e continuava ad osservare ciò che aveva intorno.
Yuki continuò ad avvicinarsi alle due, e quando fu abbastanza vicina, notò dei mantelli per terra, uno giallo e uno verde acqua, e anche uno scudo e una lancia fatti di ghiaccio e cristalli di zaffiro; tuttavia, anche la ragazza dai capelli verdi si accorse di lei e si alzò subito, per poi chiamare la compagna dai capelli dorati che la raggiunse:
- Non ho voglia di perdere altro tempo, quindi vado subito al sodo. Sapete dirmi dov’è finita la mia keshin Kori o no? E che non vi salti in mente di farmi fare il giro della grotta: a questo ci hanno già pensato i vostri amici. -
Nessuna delle due però sembrò prenderla troppo male, anzi sorrisero come se niente fosse; la prima a parlare fu la bionda:
- Sei un po’ troppo impaziente. Ci sono delle volte in cui è necessario fermarsi e riflettere, giusto Kaoru? -
La verde annuì, per poi rivolgersi all’Angelo della Notte:
- Giusto perché tu lo sappia, non hai fatto il giro della grotta. Ci sono ancora molte cose che devi vedere, ma c’è tempo per… -
- Beh, il tempo è una delle tante cose che non è dalla mia parte. E poi non mi avete ancora risposto! - la interruppe irritata la blu.
Entrambe si misero a ridacchiare, poi la verde terminò il discorso:
- Io e Kiko non possiamo condurti da lei perché dobbiamo tornare al villaggio, ma la Maestra dovrebbe trovarsi alla Porta del Freddo Glaciale: devi tornare alla biforcazione e prendere la strada che porta a sinistra. - dopo quella risposta, la verde uscì dalla sala seguita dalla compagna.
 
 
Dopo un’oretta circa… davanti alla Porta del Freddo Glaciale…
 
Yuki seguì le indicazioni che le erano state date fino ad arrivare davanti ad un enorme portone di legno splendidamente dipinto: dall’angolo in alto a destra, andando in senso orario, l’Angelo della Notte notò i ritratti del campo dei bucaneve, il villaggio delle Nevi Eterne, uno dei cunicoli della caverna, e infine il campo erboso intorno al Lago delle Stalattiti. Al centro di ogni anta della porta erano state dipinte due figure umane: a sinistra c’era una donna dalla carnagione leggermente abbronzata, lunghi capelli color mare e gli occhi blu notte. Teneva le mani giunte all’altezza del petto, mentre dei “tentacoli” d’energia oscura si stavano avviluppando intorno a lei; a destra c’era un uomo pallido, dai capelli blu e gli occhi argentei. Indossava una lunga casacca blu mare che gli arrivava fino alle ginocchia, dei pantaloni bianchi e stivali neri. Sembrava disperato, era inginocchiato e tendeva le mani verso la donna come se stesse cercando di afferrarla.
Persa nell’osservare quelle immagini, la ragazza dai capelli blu non si accorse della sua avatar, ma quando si avvicinò, si rese conto che osservava malinconica le figure umane dipinte.
- C’è qualcosa che non va Kori? - le chiese la blu, la quale si accorse solo dopo che la donna aveva le lacrime agli angoli degli occhi.
- Anch’io ti ho mentito, ma ti racconterò come sono andate le cose fin dall’inizio, poi potrai decidere cosa pensare della sottoscritta: gli Angeli e i Demoni vagavano senza meta nelle rispettive dimensioni, ma non causavano troppi problemi perché erano governati saggiamente. Probabilmente le due regine dei Regni non lo sapevano, ma esisteva un posto, chiamato Isola di Mezzo, dove finivano le anime che non erano né buone né malvagie, le quali trasformarono quel luogo da inospitale e sterile in un fertile paradiso. Anche i Neutrali avevano dei sovrani rispettati dal loro popolo, e dopo una lunga linea di successione, il potere passò nella mani di me e mio marito Kaito. -
Yuki sgranò gli occhi a quella rivelazione, ma decise di ascoltare il resto:
- La vita era piuttosto tranquilla su quell’Isola, ma quando le sovrane della Vita e della Morte scomparvero, scoppiò una guerra tra le fazioni che governavano, e purtroppo il conflitto raggiunse anche l’Isola di Mezzo che portò alla scomparsa di migliaia di Neutrali e alla devastazione dell’Isola. -
La keshin si prese una piccola pausa prima di continuare:
- Io e mio marito fummo costretti a creare una dimensione alternativa in cui il nostro popolo potesse rifugiarsi, ma senza che ce ne accorgessimo, era già tardi per i Neutrali sopravvissuti: nel vedere i loro cari feriti e la loro terra devastata, si scaturì una forza rimasta nascosta che rese loro e i poteri di cui disponevano freddi e pericolosi quanto il ghiaccio e le nevi che ricoprono queste pareti. Da allora noi prendemmo il nome di Popolo dei Ghiacci Eterni e continuammo a vivere qui; l’Isola di Mezzo scomparve per sempre e da allora nessuno ne seppe più nulla.
C’era anche un altro problema: la dimensione in cui dovevamo vivere era accessibile alle due Divinità Supreme che sfruttavano dei passaggi segreti per mandare le Guardie Angeliche e i Mietitori e addestrarli a sopravvivere in condizioni climatiche estreme, ma i membri del Popolo dei Ghiacci Eterni si sentivano minacciati e per non perdere ancora la loro casa, eliminavano chiunque si avvicinasse troppo al Villaggio della Neve Eterna. Dopo alcuni anni, nessuno entrò più in questa caverna e il popolo riuscì a vivere tranquillo… Fino a quando non accadde ciò che vedi raffigurato nelle due immagini centrali. -
L’Angelo della Notte spostò lo sguardo dall’avatar alle immagini al centro del portone: l’uomo doveva essere Kaito, ma se la donna era davvero Kori, come mai i capelli e gli occhi erano diversi?
- Io e Kaito eravamo troppo deboli dopo aver creato la Caverna dei Ghiacci Eterni e ciò ci rendeva prede dei Mietitori che volevano catturarci e sfruttare la poca energia magica che ci rimaneva. Per un certo periodo non ci accadde nulla grazie anche ai Protettori dei Ghiacci Eterni, ma un giorno Natsumi, la Divinità Suprema della Morte, ci raggiunse. - la voce della keshin era rimasta impassibile per tutto quel tempo, come se la situazione non la riguardasse minimamente, ma all’improvviso divenne triste:
- Mi strappò ai miei cari, al mio popolo e alla mia terra.
Sfruttò la mia debolezza per assorbire i miei poteri, ma qualcosa andò storto e mi trasformò in uno spettro; riuscì a scappare dopo parecchi anni e a rifugiarmi nel Mondo degli Umani: avevi circa otto anni quando c’incontrammo… - il suo tono divenne ancora più malinconico, ma continuò ancora il suo racconto:
- Tu ed io eravamo simili: entrambe sole a causa del destino che ci aveva strappate a ciò che avevamo di più caro. Per me era tardi, ma non volevo che tu rimanessi così per sempre, così decisi di rimanere al tuo fianco e diventai la tua avatar. Per qualche mese dal mio arrivo le cose rimasero normali, ma Natsumi ti rapì e ti diede i poteri magici; dopo il rituale cui ti sottopose, mi trattenne nella Grotta dell’Oblio per spiegarmi i motivi delle sue azioni: voleva che diventassi una sua serva e gli indicassi la strada per raggiungere il Cuore della Verità, ma non era soltanto questo. Mi disse che avevi una voglia dall’insolita forma di fiocco di neve sulla mano sinistra, esattamente dove fino a ieri si trovava il tatuaggio degli Angeli della Notte, e fu allora che mi ricordai di qualcosa che mi fu svelato parecchio tempo prima dal Cuore della Verità:
“Un’umana pura e fredda come la neve, dopo che il marchio delle nevi e i poteri della Verità avrà ottenuto, restituirà il Popolo dei Ghiacci Eterni al luogo in cui ha vissuto.”
Credeva che tu fossi la persona di cui parlava quella diceria e ti diede quei poteri pensando di riuscire a schiavizzarti, ma non accadde perché io riuscì ad assorbire la maggior parte dei poteri che ti voleva dare Natsumi durante il rito; forse è questo il motivo per cui ho acquisito alcuni tratti dell’aspetto di Matsukaze Tenma.
Una volta tornata qui e aver spiegato come stavano le cose ai Protettori, cercai informazioni riguardo a quella diceria ed ebbi la conferma di quello che sosteneva la Divinità Suprema della Morte: l’eletta che avrebbe salvato il mio popolo sei tu.
M’informai anche sulle condizioni di mio marito Kaito, ma scoprì che il dolore della mia scomparsa aveva causato una specie di “esplosione” dei suoi poteri e ciò lo aveva trasformato in un “mostro senza anima” e i Protettori lo dovettero imprigionare dall’altra parte di questo portone per evitare che facesse danni, anche se ogni tanto questo si apre per far uscire una raffica di vento freddo. I Protettori non molto tempo fa erano andati a vedere come stava, ma lui rischiò di ucciderli: probabilmente li aveva scambiati per aggressori che volevano rubare il Cuore della Verità e lui ricopriva quel ruolo ancora prima che l’Isola di Mezzo fosse distrutta. -
La donna finì di spiegare nello stesso momento in cui il portone si spalancò per far uscire una folata di vento, ma la ragazza dai capelli blu non si muoveva: continuava a tenere lo sguardo basso e la mano sana era stretta intorno alla spada.
- Io sono qui per trovare il Cuore della Verità, ma se tuo marito mi metterà i bastoni tra le ruote… Beh, non ti do assicurazioni riguardo la sua incolumità. - dopo quella frase, l’Angelo della Notte oltrepassò il portone, il quale si richiuse poco dopo.
Kori aveva notato che la voce della compagna era stata insolitamente calma, ma aveva capito una cosa di lei: c’erano delle volte in cui preferiva tenersi tutto dentro piuttosto che scoppiare di rabbia, e la keshin aveva il timore di sapere su chi avrebbe scatenato la sua ira.
 
 
Angolo di Emy
Che ve ne pare della storia di Kori?
Beh, è tempo di rivedere gli Angeli, ma anche Tenma e Maria. Vedrò di mettere anche qualcosa che riguarda Yuki, ma non ho ancora deciso.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 53
*** L'Occhio dei Regni e il Cuore della Verità ***


 Intanto… nella zona est dell’Isola della Vita…
 
Come per i Guardiani dei Giardini della Vita, anche Aki, Ichinose e le Guardie Angeliche si erano ritrovati nuovamente alle rovine della Torre del Cielo perché il passaggio era inutilizzabile; i due Neutrali avevano chiesto alle Guardie di cercare informazioni in giro per l’Isola per trovare un metodo per riuscire ad accedere al Regno di Mezzo, ma qualcuno, cioè un ex Mietitore dai capelli blu e gli occhi arancioni, ritenendo di aver passato troppi giorni per ricerche che sapeva sarebbero state inutili, aveva preferito andare a cercare la Obscurity e il Comandante dell’Est.
Tsurugi si stava dirigendo verso il Monte dell’Alba, sperando che la ragazza che aveva portato con sé Tenma avesse lasciato una traccia magica, cioè un segno che consentiva a chi lo utilizzava di raggiungere lo stesso posto dove si era diretta l’ultima persona che aveva generato un varco magico in quello stesso punto; dopo un’oretta di viaggio tra la boscaglia, era arrivato alla base del Monte dell’Alba e aveva trovato delle righe di erba bruciata che, sovrapponendosi e intrecciandosi gli uni agli altri, formavano una rosa dei venti sulla quale fluttuavano diverse particelle di luce argentee, ma queste stavano scomparendo a poco a poco:
- Sarà che le tracce magiche possono rimanere per alcuni giorni, ma sono riuscito ad arrivare in tempo. Ora devo solo trovare quei due. - pensò lui, per poi posizionarsi sopra il simbolo. Dopo pochi secondi, le particelle di luce cominciarono a ruotare intorno a lui lentamente, poi sempre più velocemente fino a sprigionare una nebbiolina argentata che circondò la Guardia Angelica; dopo qualche altro istante, le righe d’erba bruciata s’illuminarono di una luce dello stesso colore della foschia che avvolse il blu in un bagliore accecante. Quando quest’ultimo si affievolì, alla base del Monte non c’era più traccia né di Kyousuke né del segno magico.
 
 
Un’ora dopo… sulla Terra… nella foresta della God Eden…
 
Il ragazzo aveva raggiunto la God Eden e stava volando sopra la zona forestale, cioè lo stesso luogo in cui aveva incontrato per la prima volta Matsukaze e anche l’ultimo posto in cui si era scontrato con lui prima di diventare un Angelo.
- L’isola in cui è cominciato tutto… Sarà che sono passati anni da quando ci sono venuto la prima volta, ma questo posto non è affatto cambiato. - pensò la Guardia mentre osservava il paesaggio sotto i suoi piedi.
Ad un certo punto però scosse la testa:
- Ora basta! Sono venuto qui per salvare Tenma e non per ammirare il panorama! - si rimproverò mentalmente lui, per poi volare all’interno della foresta. Vagò per diverse ore tra gli alberi, ma non ottenne grandi risultati; decise di dirigersi alla pianura, ma non ebbe fortuna neanche in quella zona e accadde lo stesso anche per la grotta dietro la cascata e per la zona desertica. Si diresse quindi verso l’unico luogo che non aveva ancora controllato, la montagna dell’isola, e quando ci arrivò, vide alla base quella che sembrava l’entrata di una caverna sotterranea:
- Che strano… L’ultima volta che ci sono stato non c’era quell’apertura nella roccia. - rifletté Tsurugi, ma il filo dei suoi pensieri fu interrotto da quello che gli era parso un grido di dolore, ma riconobbe quasi subito la persona cui apparteneva quella voce:
- Oh no Tenma! - esclamò il blu, per poi dirigersi in volo all’interno dei cunicoli rocciosi. Era vero che volando ci avrebbe impiegato molto meno, ma era completamente buio e ciò rendeva quasi impossibile riuscire ad orientarsi; decise di lasciarsi guidare dalle urla di dolore del compagno, anche se avrebbe preferito non sentirle: a causa delle menzogne di Arelia, ci aveva già pensato lui ad infliggere una sofferenza dietro l’altra al Comandante dell’Est, ma Matsukaze era riuscito a salvarlo. Ora era il suo turno.
Dopo poco più di mezz’ora arrivò a quella che sembrava l’uscita, ma il suo volo fu interrotto quando ricevette una scossa elettrica che lo sbalzò qualche metro indietro; si rialzò anche se un po’ intontito e fu allora che la vide: si trattava di una barriera d’energia che emanava ogni tanto scariche elettriche violacee luminose.
- Maledizione! Ora come faccio a passare? - si arrabbiò lui, ma qualcuno rise divertito a quella reazione; poco dopo la Guardia Angelica sentì dei passi che venivano verso di lui e Maria Obscurity fece la sua apparizione con quel sorriso gelido che gli aveva rivolto quando si era portata via Tenma:
- Dove si trova? - le domandò lui cercando di restare calmo, ma se qualcuno lo stesse guardando, avrebbe capito che la Guardia avrebbe voluto schiacciare Mika come se fosse un misero insetto.
- Immagino che ti riferisca al mio nuovo compagno. Adesso si trova nel Regno della Morte ad allenarsi, ma l’ho portato qui per completare il rituale e dargli i poteri che serviranno per conquistare i Regni. - lo informò lei, per poi materializzare davanti a lui uno schermo di cristallo:
- Come ti ho detto, ora non è qui, ma ti mostrerò una ripresa in diretta della parte finale del rito. - dopo quell’ultima frase, sullo schermo apparve il Comandante dell’Est sdraiato per terra e con gli occhi chiusi al centro di un cerchio di rune illuminate di una luce blu violetta:
- Cominciamo pure. - annunciò Maria, per poi emanare un’aura violacea che si diresse verso le rune; poco dopo, da esse partirono delle catene blu violette che avvolsero il corpo di Matsukaze. Mika cominciò a cantare la canzone che le aveva permesso di controllare la mente del ragazzo, e quando ebbe terminato una strofa, le catene si strinsero e il Comandante aprì di scatto gli occhi e gridò di dolore, ma l’altra continuò a cantare incurante delle urla. Sembrarono passare diversi minuti perché ad un certo punto la Obscurity smise di cantare e rivolse un’occhiata truce al castano.
- In confronto a quello che potrebbero farti i gemelli Le Loire, questo non è niente, ma se non riesci a sopportare questo piccolo test… - la ragazza non terminò il discorso che l’altro la interruppe:
- Aspetti mia Signora. Non è necessario cercare un altro che vi aiuti nella missione! Le dimostrerò che sono all’altezza di questa prova. -
Mika scosse la testa come per dire che non ne era molto convinta, poi emanò ancora l’aura violetta dalla mano, per poi toccare il muro e far comparire davanti a lei una grossa sfera di cristallo bianca con diversi filamenti dorati e argentati alla base che formavano le immagini di un corvo e di una farfalla; lei utilizzò per l’energia che emanava per far rimpiccolire il globo bianco fino a farlo diventare grande quanto il palmo della sua mano e scuro come la notte senza stelle: era l’Occhio dei Regni.
- Con il potere donatomi dalla Divinità Suprema della Morte, possa l’Occhio che Tutto Vede darti grandi e distruttivi poteri. - dopo quella frase, la sfera fluttuò verso Tenma fino a fermarsi pochi centimetri sopra di lui; rimase immobile in aria per lunghi istanti, fino a quando non discese lentamente fino ad entrare nel petto del Comandante dell’Est.
All’inizio non successe niente di particolare, poi Matsukaze cominciò ad urlare ancora più forte di prima, e infine l’oscurità totale avvolse la stanza. La Obscurity usò i suoi poteri per creare delle sfere d’energia luminosa, e al centro della stanza vide che il Comandante era in piedi, ma era cambiato qualcos’altro in lui: oltre alla carnagione pallida e i capelli neri che possedeva già, i suoi occhi erano diventati del colore del sangue, l’armatura scura come le tenebre che avvolgevano il Regno della Morte nel loro abbraccio e le ali erano diventate quelle tipiche dei Diavoli.
La serie d’immagini terminò lì e lo schermo di cristallo si ruppe in mille pezzi che si dissolsero in particelle di luce argentare appena caddero sul terreno, lasciando Maria ancora con quel ghigno divertito e Tsurugi con un’espressione sorpresa, ma anche sconvolta:
- Ora che sai come sono andate le cose, faresti meglio a tornare nel tuo Regno. È da alcuni giorni che Tenma è diventato un Cavaliere della Morte, tanti quanti sono quelli che tu hai sprecato nelle ricerche per trovare un metodo per arrivare nel Regno di Mezzo. Oh, ti posso assicurare che non gli importa più né di te né dei suoi compagni. Vi ha cancellati dalla sua testa! Vedi di ricordartelo! - gli rinfacciò lei, per poi teletrasportarsi via.
Kyousuke sapeva che il suo Comandante non si sarebbe mai comportato così: persisteva sempre nelle sue decisioni e teneva molto ai suoi amici. Era impossibile che li avesse dimenticati in pochi giorni come se nulla fosse, ma allora perché quelle parole gli facevano così male?
Per sfogarsi, evocò delle sfere d’energia che cominciò a lanciare contro le pareti del vicolo sotterraneo, ma dovette smettere perché avrebbe potuto crollargli tutto in testa, così si mise a tirare pugni contro la parete fino a quando una mano lo fermò; la Guardia controllò per vedere chi fosse, ma si accorse che la mano che gli aveva impedito di continuare a ferirsi non apparteneva ad una persona reale, ma ad un’emanazione d’energia blu che aveva assunto una forma corporea. Si trattava di…
- Yuki! Come hai fatto a trovarmi? - ebbene sì: era proprio l’ultima degli Angeli della Notte, sebbene non si trovasse lì in carne e ossa.
- Ho immaginato che avresti voluto cercare Tenma, così ti ho tenuto d’occhio per tutto questo tempo. - gli rispose lei, per poi allontanare gentilmente la mano dell’altro dal muro e infine lasciare la presa.
- Non so cosa pensare. - ammise lui, per poi guardare il terreno e stringere i pugni.
- Ho visto anch’io quello che è successo nello schermo di cristallo magico. Nel luogo in cui sono ora non posso aiutare nessuno, ma ti posso dire una cosa: il Regno di Mezzo sarà nuovamente accessibile tra un paio di giorni circa. Fino ad allora, dovrai continuare ad allenarti se vuoi sconfiggere Maria e riprenderti il tuo amico; vedrò di esserci quando la affronterai, anche perché credo che Ayla preferirebbe rivedere la sua amica tutta intera. - gli consigliò l’emanazione d’energia, mentre cominciava a dissolversi.
- Potrei sapere perché ci tieni tanto alla sorte di Tenma? -
La ragazza sussultò alla domanda, ma sospirò prima di rispondere:
- Te lo avevo già detto: non permetterò che qualcuno s’intrometta tra me e la mia voglia di scontrarmi con quel ragazzo. Per quel che ti riguarda, combatti abbastanza bene, quindi quando ti sconfiggerò, preferirei che ti sia preparato almeno un po’. - dopo quell’ultimo discorso, l’emanazione sparì nel nulla.
 
 
Nella Caverna del Ghiacci Eterni… oltre la Porta del Freddo Glaciale…
 
Come Kori aveva previsto, l’Angelo della Notte aveva preferito trattenere la rabbia davanti a lei, ma quando si era ritrovata dall’altra parte del portone con le pareti di ghiaccio e le rocce come unici compagni, cominciò a sferrare colpi con la spada contro tutto ciò che le capitava a tiro, inizialmente si trattava di rocce ricoperte di neve, ma quando aveva cominciato ad attaccare le stalattiti e le stalagmiti ghiacciate con sfere d’energia blu, i colpi venivano rispediti al mittente e la centravano in pieno. Era talmente immersa nei suoi problemi per preoccuparsi di essere colpita, ma ad un certo punto una folata di vento freddo la interruppe:
- Certo che ultimamente me n’è capitata una dietro l’altra! Maria è diventata una pazza e adesso anche Tenma non è più in sé. Posso solo sperare che Tsurugi mi abbia ascoltata e trovi un modo per fermare quei due prima che commettano una stupidaggine. - pensò lei, per poi essere travolta da un’altra raffica di vento:
- Uffa! Sono stanca di questo vento! - si lamentò lei ad alta voce, ma d’altra parte era un buon segno: più i soffi di vento aumentavano, più si stava avvicinando all’obiettivo.
Dopo diverse ore di cammino in quello che sembrava uno dei tanti cunicoli come quelli che aveva attraversato prima di raggiungere il campo dei bucaneve, tranne  il fatto che non erano presenti armature di Guardie Angeliche oppure maschere e mantelli dei Mietitori, arrivò in una sala grande quanto quella che ospitava il Villaggio della Neve Eterna: aveva il pavimento completamente ricoperto di neve e una luce penetrava dal soffitto, ma davanti a lei c’era un’armatura di cristalli azzurri, tranne uno spazio vuoto nel petto nel punto in cui doveva esserci il cuore, i guanti e l’elmo d’argento e una corona di ghiaccio in cui erano incastonati alcuni zaffiri. Vicino ad essa giacevano una spada e uno scudo di ghiaccio e cristalli di zaffiro.
La ragazza si avvicinò all’armatura, notando che non c’era nessuno al suo interno, ma la corona era molto simile al diadema di Kori, quindi quella corazza poteva appartenere ad una sola persona:
- Così sarebbe questo Kaito, il “mostro senza anima” di cui hanno parlato i Protettori dei Ghiacci Eterni? Va bene che mi erano sembrati un po’ strani, ma se hanno avuto difficoltà ad affrontare un’armatura vuota, sono anche degli incompetenti. - affermò lei, per poi osservare il pilastro:
- Le mie ali si sono ricoperte di ghiaccio e neve dopo tutto quelle raffiche di vento, non credo che riuscirò a volare fino là in cima. Come faccio ad arrivarci? - si domandò lei, e ad un certo punto, dalla sua mano fasciata si sprigionò una luce blu; la ragazza si tolse le bende e vide che la sua keshin aveva ragione: al posto del tatuaggio degli Angeli della Notte, c’era una voglia a forma di fiocco di neve.
Il bagliore divenne ancora più forte, tanto che la ragazza dovette coprirsi gli occhi con un braccio per non rimanere accecata; passarono pochi secondi, che sembrarono un’eternità a Yuki, la luce tornò normale, ma intorno al pilastro era comparsa una scala a chiocciola di ghiaccio:
- Proprio quello che ci voleva. - commentò lei, per poi avviarsi verso la scala. Quando arrivò in cima, si ritrovò su una piccola piattaforma che ospitava uno specchio che fluttuava in aria: era grande quanto la mano dell’Angelo della Notte, la lastra di vetro aveva una forma circolare e possedeva una cornice dorata con alcuni zaffiri incastonati ai quattro angoli di quello che sembrava un quadrato, e intorno ad essi l’oro era cesellato.
- Questo è solo uno specchio! Dove si trova il Cuore della Verità? - si domandò lei, ma lo specchio e l’armatura vuota si circondarono di un’aura azzurrina. La corazza si sollevò e fluttuò fino alla piattaforma, per poi sottrarlo dalle mani della blu e infilarlo nello spazio vuoto dell’armatura; nello specchio comparve una fiamma blu cobalto e Yuki vide dall’elmo erano comparsi alcune ciocche di capelli blu e due occhi argentati:
- Chi sei tu? - chiese una voce bassa e profonda.
La ragazza non sapeva se la domanda provenisse dall’armatura, ma non era certa se quello che aveva davanti fosse una persona in carne ed ossa oppure un’emanazione d’energia come quella che aveva dovuto usare lei per contattare il secondo in comando delle Guardie dell’Est.
- Mi chiamo Yuki e sono un Angelo della Notte. - si presentò lei, per poi aggiungere:
- Tu invece devi essere Kaito, il sovrano del Popolo dei Ghiacci Eterni. -
L’altro rispose subito dopo, anche se quella voce incuteva un certo timore:
- Il vecchio me stesso non esiste più da quando la mia adorata moglie è stata rapita ed io ero troppo debole per riuscire a difenderla. Da allora diventai il Cavaliere Protettore dei Ghiacci Eterni e del Cuore della Verità, ma se sei qui per prenderlo, è bene che tu sappia una cosa: il Cuore della Verità si specchia negli occhi di chi vuole conoscere la realtà su sé stessi e sui propri cari. Vuoi ancora prenderlo? -
L’Angelo della Notte annuì convinta, così Kaito dichiarò:
- Se lo vuoi, dovrai riuscire a sconfiggermi. -
L’altra sorrise, pensando alla fine che avrebbe fatto fare al nemico, per poi lanciarsi all’attacco.
 
 
Angolo di Emy
Come vi sono parse le reazioni di Yuki e Tsurugi a quegli incontri?
Nel prossimo ci saranno sicuramente le Eredi, non le ho messe qui perché sarebbe uscita una cosa troppo lunga.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 54
*** Scontri nel Regno di Mezzo e tra i Ghiacci Eterni ***


 Un giorno prima del sacrificio… nel Regno di Mezzo… poco lontano dal Lago degli Spiriti…
 
Dopo la batosta del primo giorno degli allenamenti, le due Eredi avevano continuato ad esercitarsi nel combattimento con più impegno, ma non riuscivano mai a terminare la prova cui Arelia le sottoponeva a causa della presenza dei cavalieri fantasma: non importava che stessero combattendo senza o con i poteri, prima o poi quei guerrieri comparivano e le interrompevano; almeno la Signora della Morte aveva fatto togliere loro le armature un paio di giorni prima e, senza tutto quel peso, riuscivano a combattere contro i cavalieri con più facilità, ma sconfiggerli rimaneva comunque un problema. C’era da dire che la Dea della Morte aveva fatto un grande lavoro creando quei soldati.
Anche in quel momento le quindicenni stavano combattendo contro i guerrieri fantasma, e Arelia le osservava da lontano. Ad un certo punto, Diana comparve dal portale che conduceva alla Sala del Nulla:
- Vedo che hai deciso di rivedere i tuoi metodi. - constatò felice la Dea della Vita.
- Hai detto che potevo agire come meglio credevo, ma alla fine ti sei intromessa di nuovo: quando sono state sconfitte la prima volta, il giorno dopo hai preteso che facessi togliere loro le armature. Non mi lasci mai fare quello che voglio. - sbuffò Arelia.
- In fondo è questo il compito degli Angeli: impedire agli altri di compiere le scelte sbagliate, ed era quello che stavi facendo tu. È vero che dovevi allenarle, ma dovevi procedere per gradi invece di cominciare da qualcosa già complicato di per sé. -
La Dea della Morte sospirò rassegnata: possibile che quell’angioletto riuscisse sempre ad averla vinta?
- Pensala pure come ti pare. - disse, per poi rimettersi ad osservare le Eredi: - Sono stanca di vederle combattere contro quei soldatini inutili: rendiamo le cose più interessanti. - decise lei, per poi emanare dalla mano un’aura rossastra che avvolse sia le Eredi sia i colpire i cavalieri fantasma, generando una nebbia di un insolito colore rossastro. Quando questa si diradò, le sorelle delle Dee sembravano stare bene, ma le parti delle armature erano cadute a terra, apparentemente prive di potere, ma la cosa non durò molto poiché, pochi secondi dopo, queste sprigionarono una luce rossa che abbagliò le presenti; quando la luce tornò normale, vicino alle Eredi si trovava un guerriero alto circa una decina di metri dall’armatura scura come la cenere e due sfere d’aura rossa come occhi ben visibili sotto l’elmo.
Quest’ultima aveva un ghigno stampato sul viso, e nonostante non potesse sapere quale espressione fosse dipinta sul volto delle due quindicenni, ma si accorse che Diana aveva un’espressione sorpresa:
- Sei sempre la stessa: quando ritieni che qualcosa è inutile, te ne sbarazzi e lo rimpiazzi. - commentò la Signora della Vita, per poi aggiungere:
- In ogni caso, non credi di esagerare? -
- Non mi convincerai ad usare metodi più gentili, e poi tu non dovevi trovare un modo per impedire il sacrificio di quei due gemelli? - le ricordò Arelia.
- Ho trovato un incantesimo ieri e l’ho già utilizzato sui Le Loire. È stato complicato eseguirlo, ma se qualcuno toccherà quei due bambini, si ritroverà una bella sorpresa. - le rispose l’altra, per poi tornare a guardare le loro sorelle che continuavano a saltare e correre da un punto all’altro della distesa arida in cui si trovavano per evitare i continui fendenti del cavaliere, ma anche evitare di farsi schiacciare dai suoi piedi ricoperti dall’armatura. Passarono diversi minuti che sembrarono molto lunghi per le Eredi, e dopo l’ennesimo colpo di spada del soldato che creò un solco del terreno, Ayla si ritrovò sul braccio del cavaliere, mentre Lavinia era ancora a terra protetta da uno scudo d’energia rosa:
- Era già un problema affrontare i guerrieri piccoli, figurarsi questo gigante! - si lamentò l’Erede della Morte, la quale fu raggiunta dalla Moon che era saltata giù dal braccio del soldato per evitare di farsi colpire dall’arma.
- Un modo lo troveremo, ma non credo che sarà così facile. - constatò lei, notando che il guanto di ferro per la mano sinistra, staccatosi dall’armatura a causa del colpo di spada, si circondò d’energia rossastra, per poi tornare al proprio posto.
- Dopo la batosta della prima volta, mi ero informata su questi cavalieri fantasma: non provano dolore e molti degli attacchi fisici e magici sono inutili, anche se quelli che avevamo dovuto affrontare erano un’eccezione perché creati da una persona. Per quelli generati d’energia magica senza controllo, possiedono un punto debole, ma cambia sempre quindi non ti so dire dov’è. - le spiegò la corvina, per poi prendere per mano l’altra e volare fino al copri spalle dell’armatura del guerriero per aiutarla a schivare un altro fendente.
- Trovarlo sarà impossibile se continua a colpirci. - constatò la castana.
- Infatti… - si limitò a dire l’altra, per poi chiedere all’Erede della Morte:
- Trovarlo non sarebbe un problema se rimanesse fermo. Non è che conosci un incantesimo che ci possa essere utile? -
Lavinia ci pensò un attimo, per poi annuire con un cenno della testa e dirigersi in volo davanti agli occhi del soldato; subito dopo, la ragazza si circondò di un’aura rosa e di uno sciame di farfalle, ognuna delle quali aveva le ali di un colore dell’arcobaleno. L’energia rosata si riversò nelle farfalle, le quali si accumularono davanti all’Erede della Morte, creando una farfalla dalle ali iridescenti avvolta da un’aura rosa che fu colpita da Lavinia con un raggio d’energia rosaceo che centrò la farfalla e la mandò negli occhi del cavaliere. La cosa sembrò funzionare perché il guerriero rallentò gradualmente i suoi movimenti fino a fermarsi completamente.
- Nessuno riesce a resistere al fascino della Farfalla dell’Arcobaleno. - pensò la castana, per poi ricordarsi di un particolare:
- Ayla, l’hai trovato? - le chiese l’Erede della Morte, sebbene dovesse urlare per farsi sentire.
- Qui sulla schiena c’è un marchio a forma di rosa rossa stilizzata. Trattienilo per qualche altro secondo! - le rispose urlando l’altra, la quale si trovava davanti a quello che doveva essere il punto debole del loro nemico:
- Vediamo di farla finita. - sibilò l’Erede della Vita, per poi creare una sfera d’energia azzurra davanti a lei e spalancare le ali d’Angelo. Pochi secondi dopo, alcune piume delle ali si staccarono, diventando azzurre e aumentando la potenza e la luminosità del globo azzurro.
- Ali del Corvo! - disse Ayla, per poi colpire la sfera con un raggio blu e facendo comparire su di essa delle ali giganti d’energia nera. La distanza tra la ragazza e l’armatura era di pochi metri, quindi il globo d’energia colpì quasi subito il marchio della rosa stilizzata. All’inizio non accadde niente, ma dopo qualche istante gli occhi rossi si spensero e l’armatura perse l’energia che le aveva dato la vita, per poi cadere a terra e scomparire pochi secondi dopo.
Persa nell’osservare ciò che era successo al guerriero fantasma, la Moon non si accorse di Lavinia che la aveva raggiunta e abbracciata:
- Ce la abbiamo fatta Ayla! - esclamò felice l’Erede della Morte.
- Lo so, ma non stringermi così. - replicò l’altra.
Da lontano, le Dee avevano osservato tutto, e se Diana sembrava soddisfatta, la sua collega aveva un’aria rassegnata e delusa:
- Ci è voluta quasi una settimana, ma alla fine sono riuscite a sconfiggerne uno. - commentò Arelia.
- Gli altri li avevano sconfitti anche perché tu eri troppo stanca per continuare a controllarli, non è vero? Dovresti essere contenta di questo risultato. - la riprese la Signora della Vita.
- Sono solo felice del fatto che domani è il grande giorno e fino ad allora potrò riposarmi. - dopo quell’ultima frase, la Dea della Morte tornò nella Sala del Nulla, senza sapere che il suo compito non era ancora finito.
 
 
Nell’ultima sala della Caverna dei Ghiacci Eterni…
 
Il combattimento tra Yuki e Kaito era cominciato con la spada, anche se fu presto evidente che il Cavaliere dei Ghiacci Eterni era più bravo dell’Angelo della Notte nell’utilizzo della spada e la ragazza aveva passato buona parte del suo tempo a difendersi. Aveva capito che non sarebbe mai riuscita a colpirlo tanto facilmente, così materializzò un papavero dai petali congelati e lo circondò di un’aura blu:
- Sei riuscito a difendersi dai miei attacchi, ma come voglio vedere come ti difenderai da questo! - la ragazza posò un bacio sui petali, i quali si avvolsero d’energia blu, per poi lasciare il fiore seguiti da particelle di polline e fiocchi di neve per dirigersi verso il viso del marito di Kori, ma alcuni istanti dopo aver raggiunto il guerriero, il fiore congelato dell’Angelo della Notte si sbriciolò.
- Non è possibile… Non ha funzionato… - sussurrò la ragazza tra sé e sé, anche se avrebbe dovuto aspettarselo: il Profumo d’Inverno funziona solo se qualcuno inspira le particelle di polline, ma allora cosa c’era davvero sotto quell’armatura?
Intanto il cavaliere si stava avvicinando a lei e purtroppo la blu non si trovava in una bella situazione: era stata ferita durante il combattimento, non poteva volare a causa del ghiaccio e della neve che ricoprivano le due ali e cominciava ad essere stanca, ma il suo avversario non sembrava essere dello stesso avviso e in quel momento si trovava davanti a lei e stava puntando la spada contro di lei:
- I Protettori lo avranno definito un “mostro”, ma questo mi sembra più un comportamento da vigliacchi nel voler finire qualcuno che non può difendersi. - pensò Yuki, ma l’altro non la finì come si aspettava: abbassò la spada ed emanò un’aura azzurra dal guanto d’argento che circondò l’Angelo della Notte, la quale ebbe una sensazione di sollievo e le ali furono liberate dal ghiaccio e dalla neve.
- Perché l’hai fatto? - gli domandò perplessa lei, ma Kaito non rispose e indietreggiò fino alla parete mentre un vento freddo cominciava a soffiare.
- La sua spada è troppo grande e affilata per fermarla a mani nude, ma anche usando la mia arma, non otterrei grandi risultati. Dovrò usare ancora i miei poteri. - rifletté la ragazza, per poi circondarsi nuovamente della sua aura blu; pochi istanti dopo, la brezza gelida che si era creata generò un vortice che circondò il cavaliere e l’Angelo della Notte, la quale sfruttò le correnti d’aria del ciclone per colpire il guerriero con la spada avvolta d’energia magica blu:
- Non so come mai tu non abbia subito gli effetti del Profumo d’Inverno, ma credo che ti salverai così facilmente dal Turbine d’Inverno. - lo avvisò lei tra un colpo e l’altro.
Passarono alcuni minuti quando lo specchio incastonato nell’armatura di Kaito si circondò di un’aura azzurra, per poi illuminarsi e risucchiare le correnti d’aria del Turbine d’Inverno fino a quando queste non scomparvero e i due combattenti tornarono a terra.
Appena tornata a terra, l’Angelo della Notte utilizzò l’aura in cui era ancora avvolta per generare una brezza che portava con sé petali di giglio congelati e, dopo averli fatti accumulare sopra la sua testa in modo che formassero un giglio gigante congelato, lo colpì con un fendente della sua spada per creare un raggio d’energia blu accompagnato da petali congelati che si diresse verso il guerriero, ma quell’attacco fece la stessa fine del Turbine d’Inverno: fu assorbito dallo specchio a causa dell’aura azzurra.
- Come pensavo: quello specchio ha assorbito anche i Petali d’Inverno. Non riuscirò mai a centrare il mio avversario se prima non glielo tolgo. - pensò Yuki, per poi avvisare l’altro:
- Questo era solo l’inizio, ma adesso so come sconfiggerti. -
- Non ti è bastato quello che è successo agli altri attacchi che mi hai sferrato? Riuscirò a fermarli in ogni caso. - ribatté Kaito, ma ottenne solo un ghigno da parte dell’avversaria.
- Infatti il mio obiettivo non è attaccarti, o almeno non adesso. - pensò lei, per poi evocare nuovamente il vento e i petali di giglio congelati e avvolti dall’energia blu; poco dopo, questi ultimi si accumularono in molti punti formando dei gigli, i quali, trasportati dalla brezza, raggiunsero il cavaliere e rotearono intorno a lui per molti istanti.
- Quando i gigli fioriranno nuovamente, la loro bellezza tornerà a risplendere e tutti si fermeranno ad ammirarli. Questi sono i Gigli del Silenzio d’Inverno. - dopo quelle ultime frasi dell’Angelo della Notte, il vento smise subito di soffiare e tutto si fermò come se il tempo fosse sospeso. Accadde anche ai presenti in quella sala, ad eccezione di Yuki che aveva continuato ad avvicinarsi all’armatura anche quando il suo potere fece effetto e che ora si trovava davanti al guerriero immobilizzato:
- E ora vediamo chi c’è veramente sotto quest’elmo. - la ragazza tolse il copricapo metallico dalla testa del suo nemico, ma rimase stupita da quello che trovò: non c’era nessuno, ma allora contro chi aveva combattuto fino a quel momento. Yuki guardò lo specchio, ricordandosi il motivo per cui aveva bloccato il tempo, ma al posto del suo riflesso vide una fiamma blu cobalto e subito dopo sentì una frase familiare detta dalla voce bassa e profonda di Kaito:
- Il Cuore della Verità si specchia negli occhi di chi vuole conoscere la realtà su sé stessi e sui propri cari. - la ragazza non fece in tempo a chiedersi cosa stesse succedendo che una luce azzurrina, scaturita improvvisamente dallo specchio, la avvolse completamente. Poco dopo, nel vetro dell’oggetto era comparsa anche una fiamma color blu scuro.
 
 
All’interno dello specchio…
 
Yuki non capiva dove fosse finita: un attimo prima era davanti all’armatura vuota e dopo si era ritrovata in uno spazio completamente immerso nelle tenebre, tranne che per alcune sfere di luce color blu cobalto che fluttuavano intorno ad un'altra zona luminosa più grande in cui sembrava che ci fosse qualcosa o qualcuno.
L’Angelo della Notte si diresse volando verso quel punto, e vide un uomo pallido, dai corti capelli blu e gli occhi chiusi. Indossava una casacca blu mare lunga fino alle ginocchia, pantaloni color neve e stivali scuri, e sulla testa aveva una corona fatta di ghiaccio in cui erano incastonati degli zaffiri.
- Questo dovrebbe essere Kaito: la corona era la stessa dell’armatura e indossa gli stessi vestiti del dipinto sulla Porta del Freddo Glaciale, ma devo ancora capire dove mi trovo. - pensò lei, senza sapere che l’uomo si era alzato e la stava guardando:
- Sei un’altra dei prigionieri del Cuore della Verità. - le rispose una voce femminile fredda come le nevi, ma al tempo stesso gentile come la brezza che ti accarezza il viso nelle giornate serene. I due si voltarono nella direzione da cui proveniva e videro Kori avanzare verso di loro.
- Mi hai seguito per impedire che accadesse qualcosa a tuo marito, non è vero? - dedusse la ragazza. La keshin annuì con un cenno della testa, per poi rivolgersi al marito:
- Kaito… - riuscì a dire soltanto quel nome, mentre il compagno la raggiungeva.
- Kori, non sai quanto sia felice di rivederti dopo tutti questi anni, ma avrei voluto che non accadesse così. Da quando sei sparita, ho cominciato a chiudermi in me stesso e, quando ho cercato il Cuore della Verità per trovare un modo per riportarti da me, sono diventato uno schiavo del suo potere. -
Yuki si ricordò di un particolare riguardo al Cuore della Verità: se una persona ha sempre mentito, quell’oggetto è in grado di rubare l’anima, ma a quanto pare quel discorso valeva anche per chi era disperato.
- Da allora non sono altro che un’anima intrappolata nello specchio e che doveva continuare ad uccidere chiunque si avvicinasse a quella sala. Non sono riuscito ad oppormi in alcun modo. Non penso sia rimasto ancora qualcosa di quello che ero. -
L’Angelo della Notte era stanca: possibile che quello fosse solo un rammollito che non faceva altro che lamentarsi?  
- Fammi capire… - cominciò la blu interrompendoli: - Prima hai cercato di eliminarmi, ma Kori è davanti a te e sta bene, così come i membri del Popolo dei Ghiacci Eterni che avete portato qui: non è vero che hai perso tutto! -
- Questo lo vedo anch’io ragazzina, ma è strano perché il Cuore della Verità mi aveva mostrato che era diventata uno spirito ed era sparita. - replicò lui.
- Non saprei… Potrebbe averlo fatto per metterti alla prova, ma preferisci credere a ciò che vedi o a quello che ti ha mostrato uno specchio? -
Kaito tornò a guardare la moglie, prima di rispondere:
- Anche se decidessi di tornare, ho recato molti danni al mio popolo. Ho rischiato di eliminare i Protettori e i venti che scatenavo erano in grado di far marcire la poca vegetazione presente nella Caverna, e delle volte potevano distruggere le case. Non penso che ne vorranno sapere di me. -
Yuki si accorse solo in quel momento di quanto quell’uomo fosse simile a lei: entrambi avevano scoperto come stavano le cose e avevano permesso alla rabbia e alla disperazione di prevalere sul resto.
Si prese qualche minuto prima di parlare:
- Anch’io ho continuato a comportarmi così da giorni e, quando ho scoperto di essere una copia, ho preferito rassegnarmi alla realtà, isolarmi da tutto e tutti, tenendo lontana anche tua moglie che mi voleva aiutare. Io non so se uscirò tanto presto da questa storia, ma finché ne hai la possibilità, vedi di superare questa situazione. - i sovrani dei Ghiacci Eterni erano rimasti abbastanza sorpresi e persino la ragazza era stupita di quello che aveva detto, ma cominciò a volare per trovare un modo per uscire da lì, ma intorno ai tre comparve una barriera di luce:
- E ora cosa c’è? - si lamentò l’Angelo della Notte.
- Se un’anima se ne va, una deve rimanere. È la legge del Cuore della Verità. - le rispose Kaito.
- No! Non ti permetterò di rimanere qui, non dopo tutto questi anni. - la keshin abbracciò di scatto il marito, il quale ricambiò la stretta poco dopo.
Passarono diversi minuti che sembrarono un’eternità ai presenti, quando la blu si decise a prendere parola:
- Rimarrò io qui. -
- Non mi hai sentito quando ho parlato? Se accetti, rimarrai bloccata qui. - le ripeté l’uomo.
La ragazza s’intristì: le dispiaceva l’idea di non rivedere più Ayla e Maria, anche se quest’ultima aveva tentato di aggredirla, e infrangere la “promessa” fatta a Kyousuke di esserci alla battaglia finale, ma Kori e suo marito meritavano di rimanere insieme dopo tutto quel tempo e forse rimanere in quel posto, in qualche modo, la avrebbe potuta aiutare a capire i suoi errori.
Ad un certo punto, una luce bianca e pura scaturita dal nulla illuminò l’oscurità in cui i tre erano immersi, ma quando il bagliore si affievolì, si ritrovarono all’ingresso dell’ultima zona della Caverna dei Ghiacci Eterni.
- Come mai siamo tornati qui? - si chiese Yuki, e quando vide una luce azzurrina scaturire dalle sue mani, si rese conto di avere lo specchio che aveva trovato nell’ultima stanza della grotta.
Subito dopo, una voce femminile apparentemente proveniente dall’oggetto le diede la risposta:
- Come avrai capito, il Cuore della Verità è un potere contenuto in questo specchio, ma ha anche lo scopo di mettere alla prova le intenzioni e la forza di volontà di chi lo cerca: Kaito non si è dimostrato meritevole ed è rimasto imprigionato, cosa che sarebbe dovuta accadere anche a te, ma Kori l’ha impedito intromettendosi.
Sembra che vederli insieme ti abbia fatto capire come stavano le cose e anche che tutti hanno bisogno di amici che si aiutano l’un l’altro nei momenti difficili, anche se tu li hai respinti quando hai saputo la verità. Io e mia sorella abbiamo deciso di liberarvi, quindi vedete di non sprecare questa possibilità. Addio. - dopo aver terminato quel discorso, la voce scomparve e un portale bianco apparve davanti a loro:
- Perdonami Kaito, ma credo che per me sia il momento di andare. Yuki potrebbe avere bisogno di me. - nonostante disse quella frase a bassa voce, l’Angelo della Notte la sentì ugualmente:
- No Kori. Da adesso proseguirò da sola. -
- E perché? - le chiese subito l’avatar.
- Te l’ho detto prima. Tu e tuo marito meritate di rimanere qui, senza contare che il vostro popolo preferirebbe vedervi tornare. Io andrò avanti e cercherò la mia strada. - le rispose la ragazza, per poi dirigersi verso il portale:
- In quello specchio troverai un nuovo potere. Consideralo un regalo da parte mia. - la avvisò l’uomo, per poi aggiungere:
- Yukiko… Ti ringrazio. - aveva detto quelle ultime parole quasi timidamente, forse perché non era abituato a dirle, ma l’altra sorrise, forse per la prima vera volta da quando aveva scoperto la verità, prima di sparire nel varco magico.
 
 
Angolo di Emy
Non so… Il discorso di Yuki mi è parso fin troppo semplice e non mi soddisfa molto, ma non sapevo che altro inventarmi…
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 55
*** L'ultimo giorno: Maria contro Ayla ***


 L’ultimo giorno… nel Regno di Mezzo…
 
Era il giorno in cui si sarebbe dovuto verificare ciò che era scritto nella Profezia: fino a quel momento, le Eredi, così come Maria, Tenma e Kyousuke erano rimasti nei loro Regni per allenarsi, Yuki era sparita e le due Dee stavano svolgendo gli ultimi “preparativi” del luogo in cui si sarebbe svolta la battaglia per un eventuale arrivo di Natsumi.
Mancavano poche ore al tramonto del settimo giorno, e non era successo nulla di strano nel Regno di Mezzo, ma qualcuno aveva deciso di lasciar stare gli allenamenti per un attimo: si trattava di Ayla, la quale era seduta vicino alla conca del Lago degli Spiriti, mentre Nives era accucciata accanto a lei. Ad un certo punto, la ragazza prese dalla tasca dei pantaloni la collana col ciondolo a forma di stella d’argento di Maria:
- Nives aveva trovato da un bel po’ questo medaglione, ma mi sembra strano: Mika non se ne separa mai. - pensò la Moon, per poi tornare ad osservare la distesa sterile davanti a lei: provava una strana sensazione nel vedere quello spettacolo, dopotutto era stata lei ad inaridire il prato e prosciugare il lago, anche se indirettamente.
Passarono lunghi istanti, e dopo un po’, la ragazza vide un portale di luce viola aprirsi in fondo alla conca del lago dal quale emerse la Obscurity, ma c’era qualcosa d’insolito nel suo aspetto: il colore dei suoi capelli e dei suoi occhi era lo stesso delle volte in cui perdeva il controllo, l’armatura e le ali erano diventate scurissime. Per capire cosa le fosse successo, l’Erede della Vita la raggiunse; appena la notò, l’amica le sorrise, ma il sesto senso della Moon continuava a ripeterle che c’era qualcosa di strano anche in quell’espressione:
- Ciao Ayla. Non sei felice di rivedermi? - la salutò amichevolmente la nuova arrivata, ma notando che l’altra continuava a guardarla senza una particolare espressione, piegò la testa da un lato, scoprendo il tatuaggio a forma di rosa nera stilizzata, e la fissò con un’espressione dubbiosa:
- C’è qualcosa che non va? - le chiese Mika.
- No, è tutto a posto. - rispose semplicemente l’altra, ma quella sensazione non era svanita.
- Mi dispiace solo che non ci siamo viste in questa settimana. Credevo che fossi scomparsa. - ammise dopo un po’ la ragazza dagli occhi azzurri.
- Sono rimasta nel Regno della Morte come mi avevi detto tu, ma ho deciso di venire a farti visita. - era strano che la Obscurity si trovasse lì perché il settimo giorno non era ancora finito e nessuno poteva ancora raggiungere il Regno di Mezzo tramite i varchi magici. E poi come aveva fatto a sapere che la Moon si trovava nel Regno di Mezzo?
- Prima di venire qui, potresti dirmi in che condizioni era il tuo bulbo? - l’Erede della Vita sapeva bene che era sparito come le altre piante malefiche perché non percepiva più la sua energia magica, ma era curiosa di sapere la risposta dell’altra.
- Quella pianta è cresciuta molto più del previsto quando il territorio vicino al Fiume degli Spettri è tornato rigoglioso. - prima risposta sbagliata, ma Ayla non aveva ancora finito con le domande:
- Potrei sapere da dove salta fuori quel tatuaggio e dov’è finita la tua voglia? -
- Non ti ricordi che la voglia era a destra e non a sinistra del collo? Per il tatuaggio, non so perché, ma mi è venuta voglia di farmene fare uno, così sono andata sulla Terra. Lo so che non volevi che lasciassimo soli i bulbi, ma non era successo niente in mia assenza. - nemmeno la storia del tatuaggio la convinceva molto: sapeva che all’amica non piacevano molto, ma chissà che non avesse cambiato idea.
- Potrei sapere perché continui a farmi queste domande? - le domandò subito dopo Maria.
L’altra la ignorò e le chiese:
- Ora che me ne accorgo, dov’è finita la tua collana? -
Mika sembrò rifletterci un attimo prima di rispondere:
- Mmm… Sinceramente non lo so. Forse la avrò persa, ma mi sento sollevata che sia accaduto: quel medaglione mi aveva stancato da un po’, ma non riuscivo mai a liberarmene. Era come se quel coso avesse avuto una mente propria e trovasse sempre il modo di tornare da me, ma stavolta non è accaduto. - le mentì. Era stanca di quelle domande e sperava che la Moon ci cascasse, ma non era così: l’Erede della Vita sapeva che quella collana era importante per l’amica. Quest’ultima le aveva confidato che era tutto ciò che le restava della sua vera madre, e da quando quest’ultima gliela aveva dato, non se la era mai tolta.
Continuò a scrutare l’espressione della Obscurity per cercare di capire cosa stesse pensando, ma all’improvviso sgranò gli occhi:
- Potrei sapere che ti prende? - chiese spazientita Maria.
- Da dove saltano fuori quelle ali di farfalla giganti? - a quella domanda, Mika voltò leggermente la testa e vide che aveva delle ali viola di farfalla con alcune sfumature rosse e rosa al posto delle ali d’Angelo nero.
- Ufff… A quanto pare dovrò già interrompere la recita… - sussurrò la Obscurity, ma l’altra la sentì ugualmente.
- Sto aspettando una risposta. - le ricordò Ayla. Poco dopo, l’altra iniziò a ridacchiare, per poi cominciare a ridere sadica:
- E io che credevo che sarei riuscita ancora a controllare i miei poteri di Protettrice della Morte… - disse tra le risate: - Ma sembra che questo corpo sia troppo debole per contenere tutto il mio potere. Forse sarebbe stato meglio rimanere sottoforma di spirito… - la Moon la interruppe:
- Sapevo che c’era qualcosa di strano e le rispose che mi hai dato ne sono state la prova evidente. Comunque, potrei sapere di cosa stai parlando adesso? -
L’altra si voltò, ma non era possibile leggere l’espressione del suo viso perché era coperto da una maschera grigia:
- Ancora non l’hai capito? Vediamo se lo intuisci… - prima di completare la frase, Maria si avvicinò ad una velocità incredibile all’Erede della Vita, per poi afferrarla per il collo:
- Hai condannato la tua amica il giorno in cui hai deciso di affidarle il medaglione a forma di farfalla in cui ero imprigionata. -
La Moon sgranò gli occhi:
- Vedo che ci sei arrivata: sono la Farfalla Protettrice della Morte. Se ti chiedi che fine ha fatto la tua amica, permettimi di spiegartelo: i keshin dovrebbero aiutare i loro padroni quando vengono evocati, ma non mi sono mai piaciute quelle regole e ho sempre teso ad infrangerle.
Volevo prendere possesso del corpo della tua amica, e nonostante la presenza di un’altra voce che cercava di aiutarmi in quella fase, sono rimasta segregata in un angolino della mente di Maria. Qualche giorno fa, poco prima che i bulbi si attivassero, qualcosa mi ha aiutato nell’obiettivo che mi ero prefissata, ho potuto relegare la tua amica in un angolo di quella che ormai era diventata la mia testa e sono riuscita anche a schiavizzare un Angelo e a trasformarlo in un mio servo. 
Il mio obiettivo vero e proprio però è dominare il Regno della Morte, ma per farlo mi servirebbero dei poteri più potenti di quelli di cui dispone il corpo in cui sono imprigionata: userò i miei per assorbire i tuoi quando ti avrò sconfitta, ma prima mi voglio divertire un po’. - dopo quella spiegazione, l’avatar emanò un’aura violacea che si riversò nel terreno arido fuori dalla conca, facendo comparire dei cavalieri fantasma simili a quelli contro i quali le due Eredi avevano dovuto combattere durante gli allenamenti, per poi lanciare la Moon in mezzo a loro e raggiungerla pochi secondi dopo:
- Lascerò che siano loro a fare il lavoro al posto mio. Sai bene che senza i veri poteri delle Eredi non puoi fare molto contro di loro. -
Su una cosa aveva ragione: nessuna delle due Eredi possedeva più i nuovi poteri. Li avevano dovuti dare a Diana e Arelia per un motivo che non si ricordava.
- è vero che non li abbiamo più, ma questo non significa che siamo impotenti. - replicò una voce femminile non lontana dalle due: si trattava di Lavinia, la quale indossava un’armatura rossa che le copriva il busto e le gambe e anche dei guanti di ferro, mentre nella mano reggeva una lancia.
- Ayla, mi occupo io di questi cavalieri fantasma. Tu pensa alla keshin. -
L’altra annuì, per poi schioccare le dita e materializzare un’armatura simile a quella dell’Erede della Morte, tranne il fatto che era blu, e anche una spada.
- Possiamo cominciare quando vuoi Farfalla della Morte. -
L’avatar materializzò una falce nella mano destra, e quando accadde, il cielo si oscurò e il Sole diventò rosso. Dalle nubi che ricoprivano la volta celeste, scesero dei fulmini viola e uno sciame di farfalle dello stesso colore, i quali si riversarono nell’arma della keshin. Quest’ultima, utilizzando la falce, scagliò una lama d’energia violacea contro l’Erede della Vita:
- Tutto qui? Mi aspettavo di più da un avatar. - ammise Ayla, ma quando stava per usare i propri poteri per difendersi, qualcuno si mise in mezzo; un attimo dopo, la Farfalla della Morte credeva di aver centrato l’obiettivo data la chiazza rossa che si stava espandendo sul prato arido, ma c’era qualcosa che non andava: nel sangue degli Angeli e dei Diavoli avrebbero dovuto esserci anche dei filamenti d’energia di diversi colori.
Solo in quel momento si accorse che una lupa bianca era stesa a terra e aveva un taglio sul fianco dal quale continuava ad uscire il sangue:
- Oh no Nives! - esclamò preoccupata la Moon mentre si chinava sulla lupa, la quale continuava ad emettere dei guaiti appena udibili e ad osservare quella che era la sua compagna.
L’Erede della Vita sembrò intuire cosa stesse pensando:
- Tranquilla. Riuscirò a riportarla indietro. - la rassicurò, ma non poteva lasciarla lì con quella ferita e Lavinia era impegnata a combattere poco lontano da lì.
- Uffa! Che cosa sta succedendo qui fuori? Cos’è questo rumore? - si lamentò una voce femminile. Ayla si girò nella direzione dalla quale proveniva e vide i due gemelli:
- Sapete che non dovreste trovarvi qui fuori, soprattutto ora che siete senza poteri. - li rimproverò l’Erede della Vita.
- Papà ha continuato a ripetercelo tutto il tempo! Non cominciare anche tu. - ribatté Nali.
Intanto, la Moon si era avvicinata ai due portando in braccio Nives, ma quando arrivò, dal portale per la Sala del Nulla spuntò Urupa:
- Comincio a chiedermi che cosa dovrò fare con voi due. - si lamentò lui, per poi ritrovarsi la lupa tra le braccia.
- Papà, Nives è ferita. Dobbiamo fare qualcosa. - gli disse Nile.
L’africano sbuffò, sapendo che non sarebbe stato semplice perché loro tre non avevano più i poteri e la ferita della lupa sembrava abbastanza profonda, ma annuì e rientrò nella Sala del Nulla insieme ai Le Loire.
Ora l’attenzione della Moon era tornata sulla sua avversaria:
- Non credevo che un animale comune sarebbe rimasto in vita dopo aver subito le Tenebre della Farfalla della Morte, ma non importa… - l’avatar sbatté le ali più volte e, dopo che queste si furono circondate d’energia rosa, comparve uno sciame di farfalle dorate che si accumularono davanti a lei per formare una rosa dorata.
- Adesso vedremo se ti salverai dalla Rosa Maledetta delle Farfalle della Morte. - la sfidò la keshin, per poi usare la falce per colpire la rosa in modo da sprigionare un raggio dorato che si diresse verso la nemica seguito dalle farfalle d’oro.
- Nives aveva pur sempre dei poteri, ma è stata ferita ugualmente. Beh, non intendo fare la sua stessa fine. - pensò l’Erede della Vita, per poi circondarsi di piume azzurre che continuavano a roteare intorno a lei, prima velocemente poi sempre più lentamente fino a posarsi sul suo corpo e infine si dissolsero.
Quando il raggio fu abbastanza vicino, Ayla lo bloccò con le mani mentre il suo corpo cominciava a risplendere d’energia azzurra:
- Il Velo di Piume è una tecnica potente, ma non so quanto durerà, quindi è meglio che mi sbrighi a trovare un modo per far tornare normale Mika. -
I minuti seguenti passarono in silenzio: l’avatar pregustava la sua vittoria, mentre l’altra continuava a trattenere il colpo.
Dopo un tempo indefinito, la Moon si ricordò di una frase del diario che le aveva mandato Diana prima che raggiungesse il Regno di Mezzo: l’unico modo per far sparire gli avatar Protettori era distruggere gli oggetti in cui erano imprigionati.
- Probabilmente distruggere quel medaglione non servirebbe molto. - l’Erede della Vita estrasse la collana di Mika e baciò il ciondolo a forma di stella, infondendo al suo interno un’aura argentea:
- Spero che questo basti. -
Quando mandò il raggio dorato al mittente, lanciò anche il medaglione che emanò un bagliore argentato accecante appena fu abbastanza vicino alla Obscurity.
 
 
Poco dopo… nella mente di Maria…
 
Quel posto era diventato identico a come ogni tanto appariva nei suoi incubi: un luogo tetro e avvolto da una fitta nebbia di un insolito colore rossastro. Mika si trovava in quella che sembrava una specie di “gabbia” fatta d’energia viola, addormentata, mentre la Farfalla Protettrice della Morte la sorvegliava nell’eventualità in cui si svegliasse.
Dopo un tempo indefinito, una piccola sfera di luce argentata arrivata dal nulla fluttuò verso la gabbia, attraversò le sbarre e si posò sul petto della Obscurity: in quel piccolo globo argenteo vide Ayla al loro primo incontro nell’orfanotrofio in cui viveva parecchi anni prima, il giorno in cui era stata adottata, ma aveva continuato a chiedere ai suoi genitori adottivi se era possibile ospitare la Moon, i suoi genitori tornati a casa insieme alla cagnolina bianca Nives, il momento in cui aveva conosciuto i fratelli Light e gli altri Angeli della Notte; in seguito la sfera si ruppe, ma Maria si era svegliata.
- Come hai fatto a svegliarti? - le domandò la keshin Protettrice della Morte stupita dell’accaduto.
- Ho rivisto i miei ricordi, qualcosa che tu hai cercato di farmi dimenticare, ma non credo che tu possa capire di cosa parlo. - le rispose semplicemente Mika alzandosi.
- Non puoi uscire da quella gabbia. Potrei sapere che fretta hai? -
Ad un certo punto, un corvo fatto d’energia azzurra volò verso le sbarre, si trasformò in un fascio di luce blu che circondò le sbarre, causando la rottura di alcune di esse:
- Che è successo? - chiese ancora l’avatar.
- Diciamo che ho degli amici, a differenza di te. -
- Non so se ne vorranno sapere di te dopo quello che è successo. - dopo quella frase del keshin, un portale argentato si formò sopra le due e cominciò ad emanare una luce accecante:
- E ora cosa sta succedendo? - si lamentò la Protettrice della Morte, dovendo coprirsi gli occhi con un braccio per proteggersi dalla luce.
- Per me è il momento di tornare. - rispose Maria, mentre la luce continuava ad intensificarsi.
 
 
Nel Regno di Mezzo…
 
La luce argentea era presente anche lì, ma si era dissolta dopo diversi minuti; quando accadde, la Moon vide la sua avversaria stesa sul terreno, ma una volta avvicinatasi, notò che le ali di farfalla erano sparite, lasciando il posto ad ali da Angelo come quelle di Ayla, e gli abiti erano gli stessi che indossava quando si trovava sulla Terra.
- Mika. - la chiamò l’Erede della Vita. L’altra aprì gli occhi alcuni istanti dopo:
- Mi dispiace Ayla… - sussurrò appena la Obscurity.
- Non è stata colpa tua. Quella keshin ti stava controllando. - Maria notò che aveva di nuovo la sua collana col ciondolo a forma di stella, ma quella che imprigionava la Farfalla Protettrice della Morte era distrutta: quell’avatar se ne era andata per sempre.
- Non riguarda solo quello, ma si tratta di Matsukaze Tenma, il Comandante delle Guardie Angeliche dell’Est, cioè l’Angelo che quella keshin ha schiavizzato con i miei poteri. - poco dopo, una luce viola proveniente dalla conca divenne più forte e il chiamato in causa comparve, per poi volare verso di loro:
- Mia Signora, cosa vi è successo? - domandò il ragazzo a Mika.
- è lui ed è colpa mia se adesso si trova in queste condizioni. Il problema è che non so come liberarlo. - mormorò Maria alla Moon.
- Adesso devi pensare a riposarti. - dopo quella frase, Ayla aiutò l’amica ad alzarsi per poi caricare un suo braccio sulle spalle.
- Tu… - cominciò il Demone rivolgendosi all’Erede della Vita:
- Non avvicinarti ancora alla mia padrona. - detto questo, il ragazzo fece comparire una lancia nella mano, ma prima che potesse colpire le due ragazze, dei fendenti di luce viola comparsi dal nulla lo costrinsero ad alzarsi in volo per schivarli.
Subito dopo, arrivò un Angelo dai capelli blu e gli occhi arancioni, armato di una spada, probabilmente lo stesso che aveva sferrato l’ultimo attacco:
- Tu… - cominciò quest’ultimo, rivolgendosi alla Obscurity:
- Potrai aver cambiato aspetto, ma non riuscirai ad incantarmi. Prima o poi mi occuperò anche di te. - dichiarò alla fine, e dopo aver visto le due allontanarsi verso un portale argentato, volse lo sguardo verso quello che era il suo superiore:
- Non avrei voluto combattere di nuovo contro di te Tenma, ma se è l’unico modo per farti tornare normale, non mi tirerò indietro. - lo avvisò.
Nel Regno di Mezzo stava per cominciare un altro scontro.
 
 
Angolo di Emy
Uno scontro è finito: nel prossimo ci sarà Tenma contro Tsurugi, ma sarà coinvolto anche qualcun altro nella lotta.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 56
*** L'ultimo giorno: Tenma contro Kyousuke e l'Angelo delle Nevi ***


 Nel Regno della Morte… nelle profondità della Caverna dell’Oblio…
 
In quella settimana, Natsumi aveva continuato ad osservare ciò che succedeva nei vari Regni; doveva controllare anche che Rika svolgesse gli incarichi che le affidava, ma da quando la aveva mandata alla base degli Angeli della Notte non aveva più avuto notizie di lei.
- Mi chiedo ancora perché, tra tutti i servitori che avrei potuto avere, ho scelto proprio Urabe. - sospirò la ramata, per poi chiudere gli occhi ed espandere la propria aura. Dopo qualche minuto, riaprì gli occhi e ghignò:
- Non avverto più la presenza delle sei copie infiltrate tra Angeli della Notte. Probabilmente Rika o gli stessi bulbi li avranno eliminati, ma non importa: erano solo inutili burattini tra le mie mani come tutti quelli che sono finiti nei tre Regni. - pensò lei, per poi emanare un’energia magica violacea dalle mani che si accumulò davanti a lei; poco dopo, si consolidò fino a formare una lastra di cristallo rosso violaceo sul quale comparve l’immagine di Tenma e Tsurugi che stavano combattendo nel Regno di Mezzo.
- Strano, non ho mai visto quel ragazzo dai capelli neri e gli occhi rossi nell’esercito dei Demoni… Probabilmente sarà stata la ragazza schiavizzata dai miei poteri e da quelli della keshin Protettrice della Morte: avrà trovato un modo per trasformare un Angelo in quel Diavolo. - pensò la donna con un sorriso maligno sul volto:
- Tuttavia, devo capire quale Angelo ha assorbito l’energia del bulbo piantato vicino al Fiume degli Spettri: se non ha trovato un modo per rimuovere il suo potere malvagio, le tenebre prenderanno il controllo su di lui senza che se ne accorga. -
Dopo quell’ultimo pensiero formulato ad alta voce, lo schermo scomparve e Natsumi espanse ancora una volta la propria aura per controllare se i bulbi fossero ancora nei Regni, ma non avvertì la loro presenza:
- Dove saranno finite quelle piante!? Non si possono eliminare come se niente fosse! - sbottò lei, emanando ancora più energia di prima e facendo, allo stesso tempo, tremare la terra; si costrinse a calmarsi poco dopo, anche perché avrebbe causato il crollo delle pareti di roccia se troppa energia fosse scaturita in una volta.
Si alzò dal trono di pietra per dirigersi fuori dalla grotta:
- A questo punto, lamentarsi non serve più a nulla. Se voglio recuperare il Nucleo che si troverà sicuramente nel Regno di Mezzo, dovrò pensarci personalmente. Tra poco il Sole tramonterà e allora entrerò in azione. - decise lei, per poi andarsene.
 
 
Nel frattempo… nel Regno di Mezzo… vicino al Lago degli Spiriti…
 
Dopo aver affidato Maria a sua sorella, Ayla era tornata per aiutare Lavinia contro i cavalieri fantasma, ma sorprendentemente, la collega aveva eliminato una buona parte dei guerrieri; dopo averla aiutata a finire il lavoro, le due avevano lasciato Tenma e Tsurugi a lottare, ma questi ultimi erano ad un punto morto: il Diavolo continuava ad attaccare il nemico, ma l’altro non intendeva fare del male a quello che era il suo compagno, così si limitava ad usare le sue tecniche solo per contrastare i colpi dell’avversario.
Erano passate un paio d’ore da quando avevano cominciato e il Sole stava per tramontare:
- Certo che sei davvero noioso! - esclamò scocciato Matsukaze, per poi aggiungere:
- Non so perché non mi vuoi affrontare, ma mi sono stancato! - dopo quella frase, avvolse sé stesso di un’aura oscura e ciò gli permise di avvicinarsi velocemente a Kyousuke, ma non lo attaccò: si limitò a superarlo con una giravolta, creando così un vortice di vento che spedì il blu in aria, ma quella brezza portava con sé anche diverse scaglie di un materiale avvolto di un’aura oscura che, sfruttando la corrente d’aria, colpirono l’Angelo, ferendolo nonostante portasse l’armatura.
- Quello era il Soyokaze Step, ma c’era qualcosa di diverso… - rifletté la Guardia Angelica, ma Tenma lo raggiunse con un salto:
- Non ho ancora finito. - lo informò il Demone, per poi spalancare le ali e volare ad un’altezza di pochi metri superiore rispetto a dove si trovava il suo nemico; in seguito, il corvino creò una sfera d’energia con la lancia, per poi avvolgere l’arma di un vento oscuro:
- Stai tranquillo, vedrò di impiegarci poco tempo per finirti. - disse Matsukaze con un ghigno sul volto, mentre la brezza oscura si spostava dalla lancia per circondare la sfera, la quale fu colpita dal Diavolo subito dopo per dirigersi verso Tsurugi. Appena fu raggiunto dal vento oscuro, l’Angelo fu sbattuto a terra e nuovamente fu colpito dalle schegge d’aura tenebrosa, le quali lo privarono dei guanti e del copri spalle dell’armatura; dopo qualche minuto, la raffica di vento cessò e il corvino tornò a terra:
- Mmm… Strano, credevo che il Mach Wind bastasse per toglierti di mezzo, ma non importa. - prese nuovamente la sua lancia e la avvicinò al petto dell’altro:
- Rimedio subito. - disse alla fine, per poi allontanare di poco l’arma:
- Forse è vero che non si ricorda più di niente, ma mi sento davvero patetico: non riesco nemmeno a difendermi. - pensò il blu, mentre si preparava a ricevere il colpo.
- Addio. - sussurrò Tenma, per poi avvicinare nuovamente la lancia all’altro, pronto ad infliggergli il colpo di grazia.
Ad un certo punto, il cielo, prima tinto di sfumature rosse e arancioni a causa del tramonto, si ricoprì improvvisamente di nuvole dalle quali cominciarono a cadere candidi fiocchi di neve, prima lentamente, poi sempre di più:
- Mi spiace, ma se c’è qualcuno contro cui devi combattere, quella sono io. - disse una voce femminile, e quando ebbe finito, il vento ricominciò a soffiare, ma stavolta portava con sé petali di giglio congelati e avvolti d’energia blu, i quali cominciarono a roteare intorno a Matsukaze, per poi posarsi sul terreno vicino ai suoi piedi, mentre il vento spazzò via Tsurugi; quando accadde, l’aura blu fece comparire sotto il Demone dei petali giganti congelati che si chiusero subito dopo intrappolandolo.
Kyousuke, finito qualche metro lontano dall’avversario, già sapeva chi fosse stato ad eseguire quella tecnica:
- Yuki, so che sei qui. Puoi anche farti vedere. - la incitò lui. Pochi istanti dopo, ci fu un’altra brezza di vento freddo che si accumulò vicino al giglio gigante congelato; pochi istanti dopo, la ragazza dai capelli blu comparve vicino ad esso:
- Ha parlato quello che non sa nemmeno difendersi durante uno scontro. - lo schernì lei.
L’altro stava per ribattere, ma si rese conto che Yuki aveva ragione: non era riuscito a combinare niente durante l’incontro.
- Se sei venuta qui solo per criticare il mio modo di agire, puoi anche andartene. Non mi serve il tuo aiuto. - affermò lui.
L’Angelo della Notte non riuscì a trattenere una risatina:
- Come no. Se non fossi intervenuta, a quest’ora saresti a far compagnia alle Anime Vaganti, ma non lo ammetteresti mai. - replicò lei, per poi aggiungere:
- In ogni caso, non sono qui solo per questo. Non sei riuscito a sconfiggere me e non batterai nemmeno Tenma se continuerai così; inoltre, il Bocciolo d’Inverno che ho usato per imprigionarlo non durerà per sempre. Ho un’idea per batterlo e… -
- Fermati Yuki! - ordinò ai due una voce femminile. I due si girarono per vedere chi avesse parlato, e videro Ichinose, Aki, Shindou, Kirino, i Comandanti delle Guardie e i loro secondi in comando e anche altri quattro Angeli che Tsurugi non aveva mai visto. Yuki riconobbe questi ultimi come i Guardiani dei Giardini della Vita, ma quando il suo sguardo si posò su Tadashi, si accorse che il suo attacco poteva avergli causato più danni di quel che credesse: aveva ancora dei leggeri strati di neve sul corpo e sui capelli, sembrava stanco e tra le mani aveva due globi argentati contenenti due fiori, uno era un giglio bianco e l’altro era il papavero che aveva usato per addormentarla.
- Non ho ancora fatto niente di grave a nessuno dei vostri amici, e mi volete fermare? Mi chiedo qual è il vostro modo di ragionare. -
- è meglio che stiate fuori da questa situazione. - consigliò loro alla fine.
- Non se ne parla. Scommetto che sei stata tu a trasformare Tenma in un Diavolo. - a quell’accusa da parte di Kazuya, la blu utilizzò la brezza gelida per sottrarre ad Hera le sfere argentee e per fare in modo che atterrassero vicino ai suoi piedi; inoltre, scatenò una raffica di vento che fece fluttuare in aria i nuovi arrivati, intrappolandoli in un tornado:
- Giusto perché lo sappiate, non sono stata io a farlo diventare così e conosco un modo per sconfiggerlo. E ora… - l’Angelo della Notte lasciò la frase a metà quando vide un portale argenteo:
- Non intralciatemi fino a quando non avrò finito il lavoro. - dopo aver completato la frase, la ragazza usò la spada per dirigere il ciclone che trasportava gli Angeli all’interno del portale.
- E ora che quegli scocciatori sono spariti… - cominciò, rivolgendosi a Kyousuke:
- Dobbiamo darci da fare, ma dovrai deciderti a colpire Tenma. - lo disse con una semplicità disarmante per l’Angelo.
- E perché vuoi che sia io ad attaccarlo? Se volevi l’occasione per combattere contro di lui, questa potrebbe essere la volta buona per te. - le ricordò il blu; all’improvviso, entrambi sentirono uno strano suono, come un bicchiere di vetro che cade e si rompe: era il giglio congelato che si stava rompendo.
- Lo farei volentieri, ma quando ho usato un portale per tornare qui, sono finita in dimensioni diverse e ho sprecato troppa energia. Inoltre, potresti dimostrarmi di non essere un rammollito come ti ho sempre ritenuto. - gli spiegò lei, per poi materializzare nella mano lo specchio donatole da Kori e Kaito.
Passarono altri lunghi istanti, quando Tsurugi si decise:
- E va bene. -
- Perfetto. Quando il bocciolo si sarà rotto, il tuo amico dovrebbe avere ancora le gambe e i piedi bloccati dal ghiaccio: quello sarà il momento giusto per colpirlo. - lo informò lei, per poi volare sopra il bocciolo di giglio gigante, mentre il ragazzo caricava la sua arma d’energia.
Pochi minuti dopo, il bocciolo di ghiaccio si ruppe e Matsukaze fu libero, ma come aveva previsto Yuki, aveva ancora i piedi e le gambe bloccati:
- Tsurugi, adesso! - gli gridò l’Angelo della Notte.
L’altro si limitò a fare un cenno con la testa, per poi scagliare un fendente d’energia viola contro il Demone:
- Ora è il mio turno. Spero solo che Kaito abbia avuto ragione riguardo a questo specchio. - pensò la ragazza dai capelli blu, mentre la sua aura blu scura si univa a quella azzurrina dello specchio. Poco dopo, da quest’ultimo si scaturì una scia luminosa accompagnata da note musicali azzurre, blu e argentate che avvolsero la spada di Yuki:
- Melodia d’Inverno! - disse lei, per poi scagliare un fendente d’energia bianca accompagnata dalle note musicali.
I due attacchi colpirono Tenma nello stesso momento e generarono una luce accecante; dopo diversi minuti, il bagliore si affievolì e rese evidenti diverse cose: il Sole stava per tramontare, le nuvole cariche di neve erano scomparse, ma i due Angeli non si curarono di nessuno di questi particolari poiché la loro attenzione era rivolta al Demone. Era steso a terra e il corpo era attraversato da scariche elettriche viola e azzurre, ma qualcosa stava cambiando: la sua armatura stava diventando argentata, i suoi capelli si stavano schiarendo e c’era già qualche ciocca castana, la pelle si stava scurendo, ma aveva ancora gli occhi chiusi.
- Te lo avevo detto che sarebbe andato tutto bene o… - la blu non riuscì a terminare la frase che si ritrovò stretta in quella che sembrava una mano d’energia nera gigante che era spuntata chissà come dal terreno.
- Cara piccola copia, i problemi per te sono appena iniziati. - le disse una voce femminile che, anche se con qualche difficoltà, Yuki la riconobbe ugualmente: era la stessa donna che aveva visto quando Tadashi la aveva addormentata, e contando anche i racconti dei due Sovrani dei Ghiacci Eterni, doveva trattarsi della Divinità Suprema della Morte.
- Fatti vedere! - le ordinò l’Angelo della Notte; inizialmente ottenne solo una risata divertita come risposta, poi dal terreno emersero dei filamenti d’energia neri, viola e rossi che si accumularono in un punto e, dopo pochi secondi, formarono una figura femminile dai capelli e gli occhi ramati, le ali da Diavolo nere e vestita con un abito lungo rosso sangue.
- Tu… Sei Natsumi, la Divinità Suprema della Morte. -
La diretta interessata ghignò, guardando la ragazza stretta in quella presa dalla quale non si sarebbe liberata tanto facilmente:
- Vedo che mi conosci già, ma non m’interessa come hai fatto piccola e inutile copia. Ora dimmi dove sono i gemelli Le Loire! -
- Che vuoi che ne sappia io? Ora come ora non m’interessano più. - ammise lei, ma i gemelli in realtà non le erano mai interessati. Le serviva solo un pretesto per vendicarsi del vecchio amico d’infanzia.
- Yuki. - la interruppe Kyousuke, il quale aveva preso in braccio Tenma:
- Ti ha chiamata “copia” per due volte. Che cosa significa? -
L’altra abbassò lo sguardo, per poi rivolgere un’occhiata di puro odio verso Natsumi:
- Dovresti chiedere a questa qui. È lei la causa di tutte le catastrofi che sono accadute finora. - la accusò, ma ottenne ancora una volta una risata maligna.
Dopo diversi istanti, decise di rispondere:
- Quando il Sole sarà tramontato, per tutti voi sarà troppo tardi. Vi concederò il privilegio di sapere tutta la verità, tanto nessuno di voi la potrà raccontare a qualcun altro. -
 
 
Angolo di Emy
Spero che questo capitolo sia venuto bene, anche perché ero un po’ indecisa sull’ordine degli avvenimenti e anche su alcune parti del contenuto.
Comunque, credo si sia capito cosa succederà nel prossimo capitolo: Natsumi finalmente parlerà e sapremo alcune cose che non ho svelato negli altri capitoli intitolati “Verità”.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 57
*** La verità (Parte 4) ***


 Nella Sala del Nulla…
 
I nuovi arrivati si erano ritrovati in una sala dalle pareti grigie piuttosto buia; la poca luce era fornita da sfere d’energia dorate e argentee, ma queste si stavano lentamente spegnendo. Poco dopo, sentirono dei passi in quella stanza ormai semibuia e notarono una luce che si stava avvicinando, ma quando videro di chi si trattava, rimasero paralizzati dallo stupore: era Diana, la quale reggeva una candela, probabilmente per riuscire ad orientarsi nel buio. All’inizio la Dea della Vita non li riconobbe, del resto non li vedeva da un po’ di tempo, ma quando si rese conto che erano i suoi fedeli compagni quando era nel Regno della Vita, non poté fare a meno di sorridere:
- Avete intenzione di rimanere lì a guardarmi con gli occhi spalancati, o avevate altri impegni? - domandò lei, rompendo quel silenzio che si era prolungato per alcuni minuti.
- D- Diana? Sei davvero tu? - domandò Aki titubante.
- Ti sembro un fantasma? - disse sarcastica la Raven.
- Com’è possibile? Quel giorno ti abbiamo vista sparire. - affermò Ichinose.
La Dea della Vita stava per rispondere quando qualcuno la interruppe:
- Diana, ti vuoi sbrigare o no? Gli altri sono già qui ed io non ho intenzione di stare ad aspettarti! - si trattava di Arelia, anche lei aveva una candela, ma si zittì quasi subito quando vide gli Angeli e i Neutrali.
- Immagino che questi erano i tuoi servi. - suppose la Signora della Morte, ma l’ultima parola aveva fatto irritare gli altri presenti.
- Erano dei miei sottoposti, è vero, ma ho sempre preferito pensarli come dei colleghi. - replicò l’altra Divinità, per poi rivolgersi ai nuovi arrivati:
- Credo che dobbiamo spiegarvi come stanno le cose. - fu nuovamente interrotta dalla collega:
- No, tu spiegherai a questi qui cosa è successo a noi e riguardo alla Profezia. Io vado a chiamare gli altri: tra poco il cerchio magico si aprirà e la nostra preda rimarrà intrappolata, ma ci serve più energia perché si attivi. - la informò Arelia, per poi allontanarsi.
Diana sospirò rassegnata al fatto che la collega non sarebbe mai cambiata, ma decise di raccontare agli ex sottoposti cosa sapeva riguardo ai gemelli Le Loire, le Eredi, la Profezia e anche quello che era successo al Comandante dell’Est, e proprio quando ebbe finito di parlare, la Dea della Morte ricomparve, ma era accompagnata da Endou, Kazemaru, Fideo, Demonio, Amelia e Alan e anche Mark Kruger, ritornato sulla Terra in seguito alla scomparsa di Chikyu.
- Che cosa ci fanno qui? - chiesero all’unisono i due Neutrali, non che non fossero felici di rivederli, ma non avevano avuto loro notizie da quando la Raven era scomparsa.
- Non so come abbiano fatto, ma sono riusciti a raggiungere il Regno di Mezzo prima che i passaggi magici rimanessero sigillati a causa della Profezia. Devono essere finiti molto lontano da qui se hanno impiegato quasi una settimana per raggiungerci. - spiegò loro la Signora della Morte.
- A questo punto, possiamo anche cominciare. - s’intromise Mamoru, ma un’occhiataccia da parte di Ichirouta lo zittì: c’erano delle volte in cui il compagno era troppo impaziente.
- Non è ancora possibile. - lo informò un’altra voce maschile. Subito dopo, comparve Urupa con una candela insieme ai gemelli Le Loire.
- Rococo? Come mai sei qui e cosa ti è successo? - gli chiese Endou.
- Credevo che Arelia ve lo avesse detto, e se non fosse così, credo che ci penserà proprio chi mi ha ridotto così. - gli rispose l’africano, per poi volgere lo sguardo verso il portale che permetteva di vedere Yuki intrappolata nella mano d’energia tenebrosa, Tsurugi, Tenma e anche Natsumi.
 
 
Intanto… vicino al Lago degli Spiriti…
 
Come aveva previsto l’africano, la Divinità Suprema della Morte stava per spiegare tutto quello che aveva fatto fino a quel momento, senza sapere che le persone nella Sala del Nulla la stavano ascoltando:
-Per spiegarvi come stanno le cose, devo raccontarvi come sono andate le cose sin dalla comparsa dei Regni, o almeno quello che mi è stato raccontato: all’inizio, l’Isola della Vita, le Lande desolate della Morte e questa distesa arida non esistevano. C’erano soltanto le Dimensioni della Vita e della Morte, create da Yume e Akumu, l’Angelo e la Demone primordiali, per evitare che le anime che vagavano sulla Terra continuassero a scontrarsi e annullarsi a vicenda, ma erano state così ingenue da non considerare che sarebbero scomparse a breve a causa dell’enorme energia che avevano utilizzato per creare quei luoghi. Quello è stato il loro primo grande errore. -
- Hai detto che quelle cose ti sono state raccontate. Sono state Yume e Akumu a farlo? - le domandò ad un certo punto Kyousuke.
La donna annuì, per poi continuare il suo racconto:
- Loro volevano proteggere i Regni e le anime che vi risiedevano, e da questo nacque una scintilla di pensiero puro che creò a due bambine: una ero io, l’altra era Fuyuka, l’attuale Divinità Suprema della Vita. Quelle due ci spiegarono come stavano le cose e, non molto tempo dopo, io e mia “sorella” dovemmo prendere il loro posto accanto a loro: io finì nel Regno della Morte, mentre Fuyuka in quello della Vita. -
- Ho già incontrato tua sorella. Mi è sembrata una persona a modo, ma da come hai pronunciato il suo nome, non penso che tra voi due scorresse buon sangue. - dedusse la ragazza dai capelli blu, ma la presa della mano si strinse.
- è meglio se resti in silenzio, se ci tieni alla pelle. - le consigliò Natsumi, prima di riprendere da dove era stata interrotta:
- Quella scelta è stata il loro grande errore. Io ero e rimango un Diavolo, e come tale non le ho ascoltate; quel Regno era completamente desolato e i suoi abitanti ascoltavano soltanto gli ordini di Akumu. Quando lei e sua sorella scomparvero per sempre, le due fazioni si diedero battaglia perché ognuna credeva che l’altra era responsabile della sparizione della propria sovrana, ed io e Fuyuka non riuscimmo a fermarli.
Per un certo periodo, i due eserciti sparirono in quella che probabilmente era un’altra dimensione, ma quando tornarono, i Regni furono invasi da Anime Vaganti. A differenza di mia “sorella”, io ambivo a regnare su entrambi i Mondi, e decisi di schiavizzare quelle anime, ma lei non me lo permise e le mandò sulla God Eden, un’isola comparsa dal nulla vicino al Giappone. -
L’Angelo della Notte si ricordò di un particolare del racconto di Kori che riguardava proprio quella guerra: forse era vero che nessuno sapeva dell’esistenza dell’Isola di Mezzo, ma ciò non rendeva meno grave che erano stati eliminati molti Neutrali.
- Non avrei mai potuto recuperare le Anime Vaganti: erano state rese intoccabili.
Se volevo prenderle ed espandere il mio esercito, dovevo agire sugli Umani; avere un bell’aspetto mi è servito e riuscì ad ammaliare alcuni esseri umani, per poi assorbire parte della loro energia vitale ed espandere i miei poteri, ma non importava quanta ne prendessi: non riuscivo mai a catturare le anime neutrali, così dovetti rinunciare.
Molto tempo dopo, mi ricordai che esisteva un potere che Yume e Akumu avevano nascosto perché era tanto potente da poter distruggere i Mondi: il Nucleo dei Regni. Riuscì a individuarlo, pensando che avrei potuto governare i Regni se fossi riuscita a impadronirmene, ma oltre al fatto che cambiava sempre posizione, era protetto da tre poteri: quelli del Sole, della Luna e della Verità. - la donna si fermò un attimo, probabilmente per cercare di ricordare alcuni particolari, poi riprese a parlare:
- I poteri del Sole e della Luna erano in possesso degli umani e continuavano a tramandarsi di generazione in generazione, ma ci vollero diversi anni prima di riuscire a capire chi li possedesse; alla fine, scoprì che erano sotto il controllo di due bambini di tre anni che vivevano in Sudafrica: Nile e Annalisa Le Loire. Sfortunatamente, non potevo avvicinarmi a loro perché erano stati adottati da un diciottenne africano chiamato Rococo Urupa, ma dopo qualche mese, gli portai via i gemelli e parte della sua energia vitale. Mi stupisco ancora che quello sciocco sia caduto nel mio tranello! - dopo quell’ultima frase, Natsumi scoppiò in una risata maligna, ma durò solo pochi secondi.
- Comunque, segregai i gemelli nella Dimensione di Mezzo e cercai di farli crescere con un incantesimo per controllarli con più facilità, ma non accadde niente per molto tempo. Ad un certo punto, i loro poteri esplosero, causando la comparsa di questo posto, l’Isola della Vita e le Lande della Morte; inoltre, si trasformarono in due diciassettenni quando arrivarono Diana e Arelia, le quali all’inizio non conoscevano l’identità di chi le aveva portate qui.
Tuttavia, c’era stato un problema: quell’esplosione d’energia ci aveva imprigionate in due luoghi difficilmente raggiungibili senza avere la possibilità di andarcene. - prima che terminasse il discorso, fu interrotta da Yuki:
- Non so cosa dire per Fuyuka, ma dopo quello che hai fatto, te lo sei meritata. - a quell’affermazione la morsa si strinse ancora.
La Divinità Suprema le scoccò un’occhiataccia che la ragazza ignorò, poi ricominciò a parlare:
- Non accadde niente di particolare per mesi, ma la mia serva Rika Urabe m’informò dell’esistenza di una Profezia, in possesso dei Le Loire, secondo la quale quei due sarebbero stati sacrificati ed io avrei potuto governare sui Regni e sul Mondo degli Umani, ma i gemelli la avevano strappata e buttato sei dei sette pezzi sulla Terra. Decisi di sfruttare Arelia per impadronirmi dell’ultimo pezzo, e nonostante i gemelli pensassero che volesse i loro poteri, la scoprirono ugualmente e fu segregata nel Regno della Morte, ma quello era solo un intoppo: le Tenebre che avevo insinuato nel suo cuore erano ancora vive e mi permisero di seminare zizzania tra le due Dee e, di conseguenza, anche tra i due Mondi.
Per evitare che si mettessero in mezzo nel mio piano, scatenai catastrofi di ogni genere nel Mondo degli Umani e incolpando di esse i Le Loire perché tutti li isolassero e avrei potuto compiere il sacrificio senza problemi, ma si presentò un altro problema: gli Angeli della Notte. - la donna guardò la ragazza dai capelli blu con disprezzo prima di continuare:
- Erano comparsi poco tempo dopo la sparizione di Diana e Arelia, e riuniva chi aveva subito una delle disgrazie causate da me e di cui i Le Loire furono accusati. Quel nuovo esercito voleva eliminare i gemelli, ma dovevo tenerli in vita fino alla ricomparsa di tutte i frammenti della Profezia, così decisi d’infiltrare delle “copie” tra loro per distruggerli dall’interno, ma quelle inutili e deboli copie divennero addirittura loro amici, nonostante io avessi detto loro di custodire i frammenti della Profezia ed eliminare quegli Angeli della Notte. - spiegò con una certa irritazione nella voce, per poi rivolgersi a Tsurugi:
- Prima hai chiesto perché ho chiamato la tua amica “copia”, giusto? Beh, è quello che è diventata insieme ad altri cinque ragazzi. - Natsumi guardò la ragazza dai capelli blu, probabilmente voleva che fosse lei stessa a spiegare quella parte della storia:
- Vediamo di chiarire alcune cose Natsumi: io sono me stessa e valeva lo stesso anche per i miei amici, quindi smettila di definirci così! Inoltre, io non sono un’amica di questo perdente con le ali spiumate. - la mano di tenebra strinse ancora la presa quando l’Angelo della Notte non diede la risposta che la Divinità Suprema voleva, così dovette pensarci quest’ultima a spiegare cosa fossero le copie:
- Si trattava di sfere che contenevano un’energia particolare e, quando entravano nel corpo di una persona, le davano specifiche caratteristiche fisiche o comportamentali. Per Yami, Chikyu, Sora, Kaen e Mizu è bastata una semplice sfera, ma per Yuki, o Yukiko Misaki, ho dovuto eseguire un intervento più marcato perché nascondeva un potere di cui nemmeno lei era a conoscenza.
Come vi avevo detto, a proteggere il Nucleo esisteva anche il potere della Verità, il quale era stato liberato quando comparvero quelle Anime Vaganti dopo la prima guerra tra Vita e Morte: era in possesso di quello che in seguito prese il nome di “Popolo dei Ghiacci Eterni” ed era stato usato dai loro sovrani perché quella popolazione si salvasse, finendo in un luogo completamente ricoperto da neve e ghiaccio, ma quegli stolti non sapevano che le Divinità Supreme li potevano raggiungere. Dopo diversi fallimenti dei Mietitori, riuscì a rapire la regina Kori, ma quella non mi disse niente riguardo al potere della Verità; la trasformai in uno spettro pensando che sarebbe stato più facile assoggettarla ai miei poteri, ma quella se ne andò. Per ironia della sorte, quella donna trovò rifugio come keshin in Yukiko Misaki, cioè Yuki, o come la persona che è veramente: l’Eletta che avrebbe riportato il Popolo dei Ghiacci Eterni alla propria terra. - dopo quell’ultima spiegazione, si rivolse alla blu:
- Non importa cosa ne pensassero Kori e il suo stupido e incapace marito, ma tu sei solo un’inutile copia e non sei mai riuscita a combinare niente di buono. Ho perso solo tempo con te. -
A quel punto, Yuki non riuscì più a trattenersi: la sua aura blu si espanse sempre di più, causando la scomparsa della mano di tenebra, e quando accadde, l’Angelo della Notte volò verso Natsumi:
- Prima avevo qualche dubbio, ma adesso ne ho la conferma. Non m’interessa che tu mi abbia dato i poteri o no, probabilmente sarei finita in tutta questa storia in ogni caso, ma stai parlando di tutto questo come se non t’importasse di tutta la sofferenza che hai causato! Hai rapito Kori, fatto soffrire suo marito, rovinato la vita a me e ai miei amici e anche a tanti altri innocenti, e ne parli come se fosse la cosa più normale del mondo!? - sbottò lei, ma la donna non s’intimorì nemmeno un po’:
- Io volevo ottenere il Nucleo ed ero disposta a tutto pur di riuscirci. Non mi è mai importato delle conseguenze che avrebbe avuto sugli altri. -
Nessuna delle due si era accorta che il Sole era tramontato, e quando fu scomparso completamente dal cielo, sul terreno comparve un cerchio di rune luminose dal quale emersero catene avvolte d’aura bianca che imprigionarono i quattro esseri magici e i globi argentei contenenti i fiori.
- Che cosa sta succedendo? - domandò sorpresa la Divinità Suprema, mentre sentiva le catene stringersi.
- Il tuo piano può dirsi concluso Natsumi. Il sacrificio si sarebbe verificato solo se i gemelli fossero ancora in possesso dei poteri, ma poiché li avevamo neutralizzati in precedenza, non accadrà niente. - la informò Arelia, la quale era comparsa da un portale argentato seguita dalle altre persone presenti nella Sala del Nulla.
- Arelia, non possiamo far rimanere lì Tenma, Tsurugi e Yuki. Non c’entrano con questa storia. - le ricordò Diana, ma l’altra non le rispose: sapeva che, una volta attivato l’incantesimo, non avrebbero potuto fare niente.
- Stavolta non riuscirai a scappare e nessuno ti aiuterà. Le Indovine sono riuscite a scappare dal Limbo e hanno tolto di mezzo Rika. - la informò la Dea della Morte.
La ramata sgranò gli occhi e si voltò verso le ultime persone che aveva ingannato: Rococo, tornato all’età di venticinque anni, la fissava con un’espressione tra l’arrabbiato e il sofferente, mentre Nile e Annalisa si trovavano dietro di lui e avevano un’aria intimorita.
- Anche se sparirò, non m’importa. Quell’Angelo dai capelli blu è stato infettato dal potere del bulbo: le Tenebre non spariranno mai. - dopo quell’ultimo pensiero, la luce emanata dal cerchio magico divenne più forte, e quando la Luna comparve nel cielo, divenne talmente forte da costringere i presenti a coprirsi gli occhi; quando il bagliore si affievolì, fu possibile vedere gli effetti che aveva avuto su chi era stato imprigionato dal suo potere: Natsumi sembrava essere sparita, mentre Yuki continuava a guardarsi allo specchio: i suoi lineamenti erano più infantili e quando si diede un’occhiata, notò che aveva addosso degli abiti terrestri, le sue ali erano completamente bianche e aveva con sé solo la bambola di pezza col vestito viola. Le sfere argentate che contenevano i fiori erano state spezzate a metà, e una parte per ciascun globo entrò nel corpo dell’Angelo della Notte, ma quest’ultima non ci fece caso: era occupata ad osservare Tenma e Tsurugi.
Quest’ultimo era inginocchiato per terra e non sembrava aver subito effetti dall’incantesimo, e comunque il suo sguardo era fisso su Matsukaze, il quale si trovava ancora tra le braccia dell'altro, aveva riaperto da poco gli occhi grigi ed era tornato ad essere una Guardia Angelica, ma il blu aveva notato con orrore che il corpo del compagno era avvolto da una strana luce argentea:
- Che cosa ti sta accadendo? - gli chiese il secondo in comando, e nonostante il castano cercasse di sorridere, era chiaro che stava soffrendo.
- Non volevo che succedesse dopo averti rincontrato e aver chiarito quel malinteso mesi fa. - disse Tenma.
- Non dirmi che… - a Kyousuke bastò vedere l’espressione sofferente del compagno, che stonava molto col carattere normalmente allegro e spensierato, per sapere quale fosse la risposta; difatti, la luce argentata divenne più forte e il corpo del Comandante dell’Est cominciò a dissolversi.
- No Tenma, non devi scomparire! - esclamò il blu, e con sua sorpresa, Matsukaze lo abbracciò con le poche forze che gli rimanevano.
- Non voglio nemmeno io, ma non credo che ci sia un rimedio per questo. - Tsurugi strinse al petto il compagno.
- Kyousuke, ti prometto una cosa: troverò un modo per tornare. Non te lo dimenticare. - dopo quella frase, i due passarono alcuni minuti stretti l’uno all’altro, ma alla fine il secondo in comando delle Guardie dell’Est strinse solo aria tra le braccia e si rese conto che tra le mani aveva una metà di ciascuno delle sfere argentee e la bambola di pezza bianca col vestito verde.
L’Angelo della Notte si avvicinò per vedere come stava la Guardia Angelica, ma quest’ultima si circondò di un’aura oscura e scacciò la bambina, creando un’onda d’urto con la mano; Yuki si stava per preparare all’impatto col terreno, ma non successe niente perché si ritrovò in braccio ad un uomo dai capelli blu e gli occhi argentati:
- K- Kaito? Sei tu? Come facevi a sapere dov’ero? - l’uomo non riuscì a rispondere perché fu interrotto da Diana:
- Chi sei e cosa vuoi da Yukiko? -
- Dovreste preoccuparvi di lui, non di me. - rispose semplicemente il membro del Popolo dei Ghiacci Eterni, voltandosi verso Tsurugi.
 
 
Angolo di Emy
Ebbene sì. Siamo arrivati alla fine, ma non preoccupatevi.
C’è ancora un ultimo capitolo dove vedremo cosa succederà a Kyousuke.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 58
*** Epilogo: non rimasero che alcuni cristalli di ghiaccio e neve... ***


L’aura che avvolgeva il secondo in comando delle Guardie dell’Est era sempre più forte, ogni tanto creava delle piccole onde d’urto, e nessuno riusciva ad avvicinarsi senza essere travolto, nemmeno le due Dee.
Le possibili cause di questo fenomeno erano due: la prima erano le metà rimaste dei globi argentei che prima contenevano i fiori, in cui erano rimasti soltanto pochi petali di papavero e giglio, ma erano entrati subito dopo nella bambola di pezza col vestito verde.
La seconda possibilità, e anche la più probabile, era la piccola sfera scura come la cenere, ma con alcuni riflessi grigi e bianchi, che era apparsa quando il vento aveva portato via le particelle di luce argentee causate dalla sparizione di Tenma; si trovava ancora sul terreno ed emanava la stessa aura color pece di cui Tsurugi era circondato.
- Non capisco cosa gli stia succedendo, e poi cos’è quella sfera? - si domandò Diana, ma Arelia la sentì ugualmente.
- Non ne ho idea e sinceramente non m’interessa. Dovresti chiedere al nuovo arrivato, non a me! - le fece notare la Dea della Morte.
Nessuna delle due si era accorta che l’uomo dagli occhi argentati le stava guardando:
- Non ci hai ancora detto chi sei. - gli ricordò la Signora della Vita.
Il nuovo arrivato non rispose subito, si girò alla sua destra; anche gli altri fecero lo stesso e videro una donna dai lunghi capelli color mare e gli occhi scuri come la notte avanzare verso di loro. Nonostante quei tratti dell’aspetto erano cambiati, i lineamenti del viso erano rimasti gli stessi e il vestito che indossava, cioè una tunica bianca lunga a maniche lunghe che le arrivava alla vita, la gonna color cielo sereno e alcune tracce color neve, la fascia che le cingeva la vita e le scarpe blu e il diadema di ghiaccio e cristalli di zaffiro, era rimasto lo stesso dell’ultima volta che la bambina dai capelli blu la aveva vista.
- Kori! Sei arrivata anche tu! - esclamò felice la bambina quando la donna raggiunse lei e il marito, ma non capiva come aveva fatto la sua ex keshin ad essere tornata al suo aspetto normale.
- Non lo so nemmeno io, ma probabilmente la sparizione della Divinità Suprema della Morte ha innescato un processo che ha fatto svanire gli effetti dell’incantesimo che mi ha fatto. Non so se accadrà lo stesso a te poiché adesso sei un Angelo normale e non un Angelo della Notte. - le rispose la donna, per poi fare un cenno con la testa al marito, il quale si decise a rispondere alle due Divinità:
- Se avete ascoltato il discorso di Natsumi, avrete sentito ciò che aveva detto riguardo il potere della Verità e del Popolo dei Ghiacci Eterni. Ebbene, noi siamo i sovrani di quella popolazione: il mio nome è Kaito… - si presentò lui, per poi indicare la moglie con lo sguardo:
- Lei è mia moglie Kori. Eravamo anche i Protettori del potere della Verità, ma ormai quel ruolo appartiene a qualcun altro. -
- Aspettate! - esclamò Yuki:
- Credevo che lo specchio e il potere della Verità mi avrebbero concesso di usare un solo attacco. Potrei sapere che significa tutto questo? -
I due le sorrisero:
- Mi ero dimenticato di dirti una cosa riguardante quel potere prima che te ne andassi. - confessò Kaito leggermente imbarazzato, per poi aggiungere subito dopo:
- Come sai, il Cuore della Verità come lo conosci tu, tiene conto delle intenzioni e della volontà di chi lo cerca e lo usa. Quel nuovo potere di cui ti avevo parlato alla fine era una prova cui il Cuore aveva sottoposto anche me: se si falliva nell’utilizzare quel potere, avresti rischiato di rimanere intrappolata nello specchio com’è successo a me.
Tu però sei riuscita a gestire la Melodia d’Inverno, e il Cuore della Verità ti ha riconosciuto come sua legittima protettrice. D’ora in poi, il compito di difendere il potere della Verità spetta a te. -
- Quindi… - la voce di Kyousuke interruppe i tre:
- Quella bambina e quel potere sono la causa della scomparsa del mio compagno. Se ho ben capito quello che quella Divinità Suprema ha detto, quello della Verità era uno dei poteri che difendeva questo Nucleo… Beh, tu... - cominciò, prendendo in mano la sfera scura e rivolgendosi a Yuki:
- E anche quei due gemelli me la pagherete molto cara. -
Kori notò gli sguardi stupiti dei presenti, escluso Kaito che già lo sapeva, e decise di spiegare:
- Eh sì, l’Occhio dei Regni in realtà è il Nucleo dei Regni. Poco prima che sparisse, Fuyuka è riuscita a mettersi in contatto con noi e a spiegarci alcune cose riguardo al Nucleo e, dopo un po’, abbiamo scoperto che si trattava di ciò che Natsumi cercava disperatamente. - poi aggiunse:
- Lo avete avuto sempre vicino e non ve ne siete mai accorte, non è così Ayla e Maria? -
La donna si era voltata verso il portale della Sala del Nulla dal quale erano appena uscite le due Eredi insieme alla Obscurity, anche se quest’ultima sembrava essere ancora stanca e le altre due ragazze la stavano reggendo, caricandosi un braccio di Mika ciascuno sulle spalle.
Kaito si ricordò di un particolare e informò le Dee:
- Comunque, credo di sapere cosa sia successo al vostro amico: deve essere stato infettato dall’energia magica di uno dei bulbi malefici, anche se ignoro come sia potuto accadere. -
- C’è un modo per farlo tornare normale? - gli chiese subito Diana.
L’uomo annuì, per poi rivolgersi alla bambina dai capelli blu:
- Yukiko, devi creare un campo di forza con lo specchio per difendere te stessa e gli altri. - l’Angelo annuì, per poi avvicinarsi al gruppo vicino al varco magico della Sala del Nulla; dallo specchio dorato scaturì un’aura azzurrina, e quando la bambina unì la sua energia blu a quella dell’oggetto e puntò quest’ultimo verso il cielo, dallo specchio partì un raggio azzurrino che si fermò pochi metri sopra le teste del gruppo, per poi espandersi intorno a loro e creare una cupola azzurra e blu.
I due sovrani dei Ghiacci Eterni si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi l’uomo emanò un’aura azzurra cielo ed evocò una spada, mentre la moglie un’energia viola glicine, facendo comparire anche lei un’arma simile a quella del marito; entrambi puntarono le spade verso il cielo, il quale si ricoprì di nuvole dalle quali cominciarono a cadere numerose stalattiti avvolte d’aura azzurra oppure viola:
- Se pensate di farmi paura con questi, state solo perdendo tempo. Forse passare troppo tempo rinchiusi chissà dove, vi ha solo rammollito. - li schernì Tsurugi, mentre il Nucleo entrava nel suo corpo, facendolo mutare d’aspetto com’era successo a Matsukaze: i suoi capelli diventarono di un blu più scuro, quasi nero, gli occhi diventarono di un arancione rossiccio e le ali acquisirono macchie nere.
- Il Nucleo è stato contaminato dal potere malvagio; anche unendo le forze, probabilmente non riuscire a colpire quel ragazzo e farlo tornare in sé. - dedusse triste Kori, per poi far sparire la sua arma e congiungere le mani all’altezza del petto.
- Non ci resta altra scelta: dobbiamo cambiare tattica e usare un incantesimo per relegarlo nell’unico posto in cui è rimasta una minima traccia della parte buona del Nucleo. - decise Kaito, mentre la sua aura si espandeva ancora di più.
- Va bene. È il momento di ricorrere al suono che ha mietuto molte vittime angeliche e demoniache durante la loro prima guerra, e che ha permesso ad alcuni superstiti dei Neutrali di salvarsi: la Voce delle Nevi Eterne. - sussurrò lei, per poi mettersi a cantare: sebbene la sua voce fosse pulita e intonata, normalmente non era abbastanza potente da farsi da Kyousuke che era abbastanza lontano da loro, così espanse la sua aura perché la Guardia Angelica la potesse sentire.
- Avrai una bella voce, ma non serve a niente. - il ragazzo non si era accorto che le stalattiti circondate dall’energia viola si riunirono in un punto preciso sopra l’uomo dagli occhi argentei, formando quella che sembrava una stella di ghiaccio dalle molteplici punte.
- Dovresti aspettare a giudicare. - lo avvertì Kaito, per poi saltare fino alla stella di ghiaccio mentre la sua spada si circondava d’energia azzurra gelida. Quando si trovò abbastanza vicino, colpì la stella con un fendente azzurro, illuminandola d’energia dello stesso colore; inizialmente non successe niente, ma dopo qualche secondo, le stalattiti si staccarono e cominciarono a colpire punti a caso della distesa del Regno di Mezzo, compresi lo scudo creato da Yukiko e Tsurugi, ma nel caso di quest’ultimo, un portale violetto si materializzò dietro di lui dopo diversi minuti, permettendogli di andarsene.
Poco dopo, le stalattiti persero l’energia che le avvolgeva e caddero a terra, frantumandosi in migliaia di pezzi di ghiaccio comune.
La bambina dai capelli blu pensò che fosse tutto finito, così disattivò la barriera protettiva e si avvicinò insieme al gruppo ai due sovrani dei Ghiacci Eterni:
- Cos’è successo di preciso? - chiese loro Yukiko.
Kori smise di cantare, mentre l’altro fece sparire la spada e rispose alla bambina:
- Una volta entrati nel corpo di quel ragazzo, i poteri del bulbo e del Nucleo si erano combinati. Sarebbe stato impossibile per noi sconfiggerlo, così abbiamo pensato che, mandandolo in un posto in cui risiedeva un’ultima scintilla della parte buona dei poteri del Nucleo: la God Eden. Forse riuscirà a tornare normale se rimarrà per un po’ di tempo laggiù. -
- Perché lo avete mandato lì? La nostra base segreta era lì! Che cosa pensate che farà una volta arrivato? - sbottò Ayla.
Ci pensò la sorella maggiore ad interromperla:
- Ayla, tu sei una degli ultimi ad avere il diritto di parlare. Hai commesso un errore gravissimo e spinto altre persone a seguirti. -
- Mi scusi, ma non la deve pensare così! Se ho aiutato Ayla, è perché l’ho voluto io e poi sono sua amica: non la volevo lasciare da sola ad affrontare quell’impresa, anche se non immaginavo che sarebbero successi tutti questi imprevisti. - s’intromise Mika.
La Raven lesse una certa determinazione nello sguardo e nella voce della Obscurity, sebbene avesse ancora un’aria stanca.
- Nonostante io stessa non abbia seguito alcune Regole, anche tu Lavinia hai fatto qualcosa che non avresti dovuto; era già destinata a diventare un Diavolo prima d’incontrare Rococo, e quando è successo, hai infranto una delle leggi più importanti: non bisogna entrare in contatto con un umano prima della possibile morte di quest’ultimo. - la rimproverò Arelia.
- Ora basta! Smettetela! - li riprese Kori, per poi aggiungere:
- Per la violazione di alcune Regole, dovreste cacciarle per sempre dai Regni, ma non penso che una di voi Dee abbia il coraggio di fare questo alla propria sorella. Inoltre, i Le Loire e molti altri presenti in questo momento dovrebbero essere sulla Terra. Dovete trovare una soluzione. -
Il gruppo rimase in silenzio per qualche minuto, quando Ichinose si ricordò di un particolare:
- Voi due che farete? Avete intenzione di tornare nella Grotta dei Ghiacci Eterni? - domandò loro.
I sovrani si limitarono ad annuire, e Kori propose all’altro Neutrale:
- Tu e la tua compagna siete Neutrali, cioè quello che eravamo noi membri del Popolo dei Ghiacci Eterni prima della guerra che segnò l’inizio di tutto questo. Perché non venite con noi? -
Kazuya e Aki si stupirono: non se la aspettavano quell’affermazione. Ci pensarono per un po’, poi Ichinose prese la mano della compagna e rispose:
- Vi ringraziamo dell’offerta, ma rimarremo nel Regno della Vita, anche perché credo che Diana avrà bisogno del nostro aiuto per rimettere a posto ciò che è stato distrutto dal bulbo. -
- Io e Arelia dobbiamo rimanere nei Regni e credo che da adesso dovremo scegliere noi degli eventuali successori. - li informò la Signora della Vita, per poi voltarsi verso le Eredi:
- Ayla, per stavolta ti lasciamo andare, ma spero che tu non decida di sprecare quest’opportunità. Per quel che riguarda Maria… Beh, hai causato non pochi guai e hai quasi scatenato un potere che avrebbe potuto eliminarci tutti, ma guardandoti mi è parso di capire che vuoi bene a mia sorella e non t’infliggerò nessuna punizione: credo che aver perso il tuo avatar sia sufficiente. -
- Lavinia, con te non so cosa fare. Non ho intenzione di farti rimanere, ma non posso rispedirti a casa nostra perché ormai è un mucchio di rovine, quindi… - ci pensò la sorella minore di Arelia a completare la frase di quest’ultima:
- Se è possibile, preferirei rimanere un altro po’ con Rococo e i due gemelli. -
L’africano sgranò gli occhi per la sorpresa: non credeva che la ragazza volesse rimanere con lui dopo che fosse tutto finito.
- Per me può andare bene. - rispose dopo secondi di silenzio, per poi domandare a Diana:
- Forse non dovrei chiedertelo, ma sei sicura che Nile e Annalisa non hanno più i poteri? -
La ventenne sospirò prima di parlare:
- Sì. Sono fuori pericolo, ma credo che dovranno abituarsi a vivere senza poteri. - dopo quella frase, creò un portale argenteo che avrebbe riportato sulla Terra chi voleva tornare lì, ma aveva ancora alcune domande da fare:
- Non penso che i Guardiani possano tornare sulla Terra senza passare inosservati, soprattutto perché è già stata data la notizia della loro scomparsa, ma se vogliono andarsene, non sarò certo io ad impedirglielo.
Voi invece che avete intenzione di fare? - chiese alla fine rivolgendosi ai due “Traditori”, gli ex Signori del Regno di Mezzo e gli ex Giudici delle Anime e anche a Mark Kruger:
- Credo che noi torneremo sulla Terra. - rispose Endou, circondando le spalle di Kazemaru con un braccio e sorridendo.
- E poi adesso mia cugina è tornata, e stavolta sarà meglio per lei che mi spieghi com’è rimasta coinvolta in tutta questa storia. - aggiunse il turchese.
- Adesso poi non ci dovremo più preoccupare che qualcuno ci possa scoprire. -
- Anch’io tornerò a casa. - dichiarò Demonio.
- Sai che tornando sulla Terra perderai ancora la vista? - gli fece notare la Signora della Morte.
- Questo lo so bene anch’io, ma… - prima che il ventenne con i rasta potesse rispondere, l’Ardena lo precedette:
- Ci penserò io a stargli accanto. - erano poche parole, ma riuscirono a colmare di felicità il cuore dell’altro.
Mancavano ancora Amelia, Alan e Mark Kruger:
- Credo che io e Amelia torneremo in Canada. Siamo rimasti assenti per troppo tempo e, se Mark lo vuole, lo possiamo ospitare per un po’ da noi. - disse l’argenteo.
Anche se con un’apparente incertezza, il biondo annuì e il gruppo proveniente dal Mondo degli Umani attraversò il varco magico, il quale si richiuse poco dopo.
Diana sorrise, anche se un po’ malinconica: le sarebbe piaciuto passare più tempo con loro, ma era giusto che le cose andassero così. Inoltre, non poteva trattenerli contro la loro volontà.
- Molto bene. - cominciò, rivolgendosi agli Angeli, ad Ichinose e Aki:
- Anche per noi è il momento di tornare a casa. - dopo quella frase, schioccò le dita, facendo scomparire sé stessa e i suoi Angeli.
Anche Arelia seguì il suo esempio, teletrasportandosi nel Regno della Morte; di conseguenza, nella piana sterile erano rimasti soltanto Yukiko e i sovrani dei Ghiacci Eterni. La bambina continuava ad osservare quel paesaggio triste, rendendosi conto che lei era l’unica a non avere un posto in cui tornare: invidiava chi se ne era già andato per questo, ma non sarebbe servito a cambiare le cose.
- Che hai intenzione di fare Yukiko? - le domandò Kori, preoccupata dell’espressione triste della bambina.
Quest’ultima ci mise un po’ prima di rispondere, poi guardò la sua immagine riflessa nello specchio e nuovamente non si riconobbe nella bambina che vedeva:
- Non lo so… Prima erano stati gli abitanti di Okinawa a respingermi quando avevano capito che possedevo quei poteri strani, poi scopro che ero diversa anche tra gli Angeli della Notte. Sono l’unica che non ha un posto in cui tornare. - una lacrima solcò il volto della blu. Non si preoccupò nemmeno di asciugarla perché nessuno la vedesse, anche perché Kaito e Kori se ne sarebbero accorti subito.
Passarono lunghi istanti in silenzio, poi Kaito le propose:
- Non so se per te andrà bene, ma potresti venire a stare da noi al villaggio. - Yukiko era rimasta piuttosto sorpresa dalla proposta, più che altro perché aveva quasi rischiato di eliminare quell’uomo fino a pochi giorni prima, ma del resto non aveva più niente da perdere.
- Va bene. - rispose lei dopo un po’. I due sovrani sorrisero, per poi circondarsi delle stesse aure che avevano usato per la Voce delle Nevi Eterne e creare un vento gelido che circondò loro e la bambina.
Dopo qualche minuto, dei tre non rimasero che alcuni cristalli di ghiaccio e neve, ma nessuno sapeva che sarebbero stati l’inizio di una nuova vita per qualcuno e la fine della vecchia esistenza per altri.
 
 
Angolo di Emy
È stato un lavoro lungo, ma finalmente posso dichiarare conclusa questa long.
Le ultime frasi si collegheranno al sequel, ma lo scriverò tra un bel po’ di tempo.
Grazie a chi ha recensito, seguito o anche soltanto letto questa storia.
Baci e abbracci
Emy-chan
 

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