Beautiful mistake

di buffy46
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Atlanta? Seriously? ***
Capitolo 3: *** Troppo figo per essere vero! ***
Capitolo 4: *** don't be a drag, just be a queen ***
Capitolo 5: *** Festa con... sorpresa!!! ***
Capitolo 6: *** Sentimenti confusi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Beautiful mistake

 

Sierra Marie era in ritardo come al solito; aveva appena messo il carica batterie del cellulare nella borsa, gli occhiali erano sul naso ... ma mancava ancora qualcosa.

 

Quel giorno, per lei e la sua migliore amica, sarebbe stato un giorno memorabile o almeno sarebbe potuto esserlo se lei evitava di far perdere il volo all'amica.

 

A ventitré anni e una laurea appena presa, le due ragazze avevano avuto un'offerta di lavoro super allettante: Lavorare per un'azienda come traduttrici.

 

Erano laureate in lingue e i loro voti sono sempre stati quelli più alti dell'istituto.

 

Certo, l'azienda in cui dovevano lavorare era quella del padre di Cathy, ma quello era solo un dettaglio: Loro meritavano quel posto.

 

Avevano deciso che tra le varie sedi, avrebbero lavorato a Londra.

 

Londra era il loro sogno sin da piccole.

 

Sierra amava l'atmosfera di libertà di quel posto magico, i ragazzi inglesi e il loro accento sexy.

Cathy invece era affascinata dalla cultura e i modi gentili degli anglosassoni.

 

Anche in questo si differenziavano.

 

Come detto in precedenza, Sierra Marie era in ritardo e quando lei lo era diventata, ancora più psicopatica di quello che era normalmente e il cellulare che squillava da dieci minuti - senza sosta -, non aiutava per niente l'equilibrio mentale della ragazza.

 

Rispose alla chiamata, era esasperata.

 

« Dove. cazzo. sei? » “ vive la finesse ” pensò la ragazza dai capelli dello stesso colore di Edward Cullen - non fateglielo presente, vi ucciderebbe .

« Ciao amica mia, io sto bene e tu? Comunque sono a due minuti dall'aeroporto. » Mentì, cercando di infilare all'interno della valigia rosa, l'ennesimo paia di Marc Jacobs.

 

« E secondo te, perché non ti credo? » sibilò inferocita Cathy dall'altra parte del telefono

 

« Perché ovviamente, sei una donna di poca fede. » Disse con fare ovvio e disinvolto Sierra.

 

« No! Perché ti conosco. Io lo sapevo, lo sapevo, perderemo il volo, perderemo Londra, e »

« Cathy cazzo CALMATI PER L'AMOR DI ZANETTI! »

 

Ah sì, cosa fondamentale da sapere su Sierra Marie, è che la ragazza è tifosa di calcio.

Tifa Inter e non indossa mai qualcosa di Rosso e nero insieme.

 

« Sì giusto » disse Cathy, che dal canto suo era già bella che pronta.

 

Era arrivata due ore fa al terminal 2 e aspettava solo l'arrivo della sua migliore amica.

 

Lei al contrario di Sierra, aveva preparato tutto da giorni perché voleva che questo viaggio fosse perfetto.

La loro nuova vita sarebbe stata perfetta.

 

Katherine - quello era il suo nome intero -, era seduta su una sedia di plastica dell'aeroporto di Venezia, sfogliava distrattamente le pagine di un libro che aveva comprato per il viaggio.

La protagonista si paragonava ad un personaggio di qualche libro di Emily Bronté; gli venne in mente sua madre.

 

Infatti Cathy deve il suo nome proprio alla protagonista del più celebre libro della Bronte: ' Cime Tempestose '.

 

Cathy odia quel libro, ma sua madre sin da quando scoprì di essere incinta, ogni sera glielo leggeva - lettura poco consigliata ad un feto -, convinta che alla sua bambina facesse piacere.

 

Ovviamente era il contrario.

 

“ E se invece di aspettare una femmina, mamma avessi avuto un bimbo? ” ... sicuramente sua madre avrebbe marchiato a vita quella povera creatura chiamandolo ' Heathcliff '.

 

Rabbrividì all'idea.

 

Scosse la testa e chiuse gli occhi cercando di far sparire quei pensieri, sperando magari che quando li avrebbe riaperti, Sierra sarebbe apparsa lì davanti a lei e avrebbero preso quel volo tanto desiderato.

Ma quando lo fece, della sua compagna di banco/di vita/di culla/di merenda, neanche l'ombra; allora prese il cellulare e la chiamò ancora una volta.

 

Uno squillo.

Due squilli.

Al terzo squillo l'avrebbe ammazzata.

 

« Cathy cara! »

« Dove sei? » Non si fece imbambolare dal tono di voce supplichevole di Sierra.

« Sono imbottigliata nel traffico » disse la ragazza sbuffando.

« Cazzo Siè, mancano venti minuti! »

« Lo so... senti, facciamo così tu ora ti imbarchi e poi ti raggiungo io.. ok? »

 

Cathy sorrise teneramente, infondo la sua amica non era come voleva apparire.

Sierra era dolce, e non fredda come la descrivevano.

 

« No. Ricordi? Salti tu, salto io » Sentì la sua interlocutrice sorridere

« Perdo il volo io, perdi il volto tu » continuò Sierra Marie.

« Esatto. Ma vediamo di non perderli questi voli, ok? »

« Arrivo, ROGER! »

 

Cathy staccò la chiamata sentendosi meno vuota e triste, alla fine avrebbero solo perso il volo... niente di che. Avrebbero preso il prossimo.

 

Sospirò quando due minuti dopo la fine del tempo utile per fare il check in, arrivò Sierra ansante e dolorante.

 

« Dimmi che siamo in tempo » chiese la ragazza tenendosi il fianco che le doleva per aver corso troppo.

« No. » Precisa e sconsolata.

« Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo » Mentre Sierra imprecava, la mente di Cathy cominciò a meditare qualcosa ...

« Andiamo a fare un altro biglietto »

 

Sierra annuì seria - stava pensando -, e quando stavano per avvicinarsi alla biglietteria, prese per un braccio l'amica e la trascinò verso l'uscita.

 

« Ma che fai? »

« Ti ricordi Gianni? »

La ragazza mora - Cathy - annuì ma non capiva cosa stesse dicendo.

« Bene. Lui aveva una cotta per me e»

« Devo fargli le condoglianze? » Sierra non ebbe il tempo per offendersi - era permalosa, molto permalosa - e continuò il suo discorso.

« Gianni, colui che aveva una cotta per me, lavora qui » Disse sperando che l'amica capisse

« E quindi? » “ Niente, è ottusa ” pensò Sierra.

« Cathy, hai presente cosa possono fare un paio di moine e due occhietti dolci? »

 

Cathy capì, e riprese a seguire - stavolta con convinzione - l'amica.

« Sei un genio » le disse.

« Lo so, ma ora andiamo ».

 

Le nostre due eroine vagarono per l'aeroporto per i dieci minuti seguenti a quella conversazione, fino a quando trovarono il loro unico appiglio di salvezza.

 

« GIANNI! » Tuonò la rossa - Sierra si definiva rossa, ma in realtà non lo era poi così tanto.- , buttando le braccia al collo del ragazzo.

 

« Sie- Sierra » balbettò emozionato Gianni. « Che ci fai qui? » continuò il ragazzo con più convinzione credendo di aver detto una cosa intelligente;  Sierra invece si trattenne nel dirgli che quella era la domanda più idiota che le avessero rivolto visto il luogo in cui si trovavano, e le valigie che si portavano appresso.

Ma evitò di farglielo presente.

 

« Beh, vedi siamo - anzi eravamo - in partenza per Londra... ma sai abbiamo perso il volo » disse dispiaciuta e con tono civettuolo.

 

Il ragazzo deglutì quando alla sua voce svenevole, Sierra incluse uno sfioramento di mani.

 

« Potevi evitare di sbattere le ciglia, Sierra. » Cathy ammonì l'amica con divertimento.

 

« Oh, mi spiace »

« Senti Gianni non è che.. si  insomma, non è che potresti aiutarci a farci prendere quel volo? »

 

Il ragazzo guardò prima Sierra e poi Cathy, prese il biglietto che la prima aveva in mano, e poi sorrise compiaciuto.

 

« Venite con me. »

 

 

Un quarto d'ora dopo, si erano sedute nelle poltrone comode dell'aereo tirando un sospiro di sollievo. Il loro nuovo salvatore gli aveva promesso che si sarebbe occupato lui dei bagagli.

 

« Ricordati di costruire una statua al tuo amico »  Disse Cathy che ora era decisamente più tranquilla, anche se erano appena decollati e lei odiava quel momento di volo.

 

« Mh mh, sicuro » In realtà Sierra era già quasi nel regno dei sogni visto che aveva messo le cuffiette ed ascoltava Jared Leto che le sussurrava nelle orecchie : “ No warning sign, no alibi, we faded  faster than speed of light ” .

 

E così, le due ragazze non seppero precisamente quando, ma si addormentarono cullate dal dondolio piacevole che si prova quando si vola.

 

Si risvegliarono solo quando dovettero allacciarsi le cinture.

 

Scesero dall'aereo ancora intontite; se c'è una cosa che dovete sapere di loro due è che quando si svegliavano non capivano nulla.

 

Lente percorsero il tunnel che le avrebbe portate all'inizio della loro nuova vita.

 

Non sapevano ancora che erano appena andate incontro ad un destino ancora più grande.

 

« Cathy? » Sierra si guardava attorno spaesata, non capiva ...

« Sì? » L'amica invece era ancora confusa dal sonno che le era sembrato durare ore ed ore.

« Cathy, cazzo questo non è l'aeroporto di Londra »

Disse le ultime parole urlandole quasi, dov'erano finite? E come avevano fatto ad arrivare fin lì senza che nessuno se ne accorgesse? E i bagagli? Londra?

Anche Cathy si accorse che qualcosa non andava.

« Ok, calma. Magari siamo a ... no, non siamo a Londra. Cazzo. »

Le ragazze deglutirono ancora.

 

Sierra cominciò a camminare, Cathy si ricordò che Gianni le aveva detto di stare tranquille con i bagagli.. anche quelli magari erano arrivati insieme a loro?

 

Andò a vedere e fortunatamente erano lì.

 

Ma Sierra era isterica.

 

“ Dove sono? ” Pensò.

Così decise di esplorare l'ambiente. Dopo poco trovò una targa  che diceva : “ Benvenuti all'aeroporto internazionale di Atlanta. ”

 

Sierra sbiancò.

Cathy non parlò.

 

« Oh cazzo. »

 

 

Continua ....

 

 

 

 

Ciao a tutte rieccomi con una nuova storia però questa volta ci sarà un’altra ragazza insieme a me lei è douglas spunk speriamo che questo prologo vi abbia invogliato a seguirci anche in questa nuova avventura!!!!! Non vedo l’ora di leggere le vostre recensioni!!!! XDXDXD al prossimo capitolo spero!!!! XDXDXD

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Capitolo 2
*** Atlanta? Seriously? ***


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Beautiful mistake

 

Pov Sierra

 

Nella mia vita, ho sempre pensato che rimanere calmi è una gran cazzata.

 

Chiariamoci, non sono il tipo di persona che perde le staffe ogni due per tre - ci vado vicino -, ma credo che quelli dall'autocontrollo illimitato sono poi i tuoi futuri aguzzini.

Visione ottimistica della cosa direte voi? No, semplicemente prendo spunto dalla realtà dei giorni nostri; andiamo, il vicino di casa che ha sterminato un intera famiglia di gatti, e o di persone, non era sempre quello che a detta di tutti era “ Oh, è stato Tizio? Era così un caro ragazzo, mi aiutava sempre con la spesa. ”. Appunto! Quindi, Cathy che mi imponeva di rimare calma, era una specie di utopia per me.

 

Me... Giusto, mi presento: Mi chiamo Sierra Marie - nome idiota, lo so. - ho ventitré anni, laureata in lingue e sono appena atterrata ad Atlanta.

Ora direte voi, e qual è il problema? Il problema è che io dovrei essere a Londra!

 

Londra!

 

Avete presente quella splendida città dove ci sono la regina, i due principi fighi - preferisco Harry, è più simpatico del pelato -, la musica perfetta, l'aria buona, il Tamigi, la vita quella bella?

 

Ecco. Io dovrei essere lì, ed invece sono ad Atlanta! Come ci sono arrivata? Non lo so, o perlomeno so di aver preso un aereo che avrebbe dovuto portarmi in Inghilterra ed invece mi ritrovo in America.

 

Ad Atlanta!

 

E perché Cathy - la mia migliore amica -, non è infuriata?

 

Voltai il mio sguardo che da ben dieci minuti era fisso sul cartellone che mi diceva di essere ad Atlanta - STRONZO! -, e incrociai i miei occhi verdi - o blu, non saprei dirvi - con quelli di Cathy.

 

« Finalmente ti sei degnata di guardarmi! » Incrociò le braccia al petto facendomi capire che si era spazientita.

« Cathy » Tentai di sembrare calma ed incline al dialogo « Come puoi essere così tranquilla? »

Lei mi guardò di sbieco come se fosse una cosa ovvia, come se io non capissi l'ovvietà della situazione.

« Tesoro, le valigie sono qui, noi siamo intere... non capisco perché ti scaldi tanto ».

Ok, non capiva la tragidicità della cosa.

« Cathy siamo ad ATLANTA! ATLANTA! Non sappiamo neanche come ci siamo arrivate, perché la gente non se ne è accorta, perché noi non l'abbiamo NOTATO! COME ABBIAMO FATTO DICO IO? COME? COME? Cathy non guardarmi come se fossi pazza »

Alternai parole urlate ad altre sussurrate, forse un po’ sembravo sull'orlo della pazzia, ma davvero, avevo troppi dubbi, troppe domande.

« Sierra, l'hai detto tu. Siamo ad A.T.L.A.N.T.A »

« L'ho capito! » Lei socchiuse gli occhi come a volersi calmare.

« Sierra. Atlanta. The vampire Diaries. Joseph Morgan, il tuo amato Joseph Morgan »

 

Oh

 

Oooohhhh.

 

Ora capivo perché non era poi così dispiaciuta.

 

Atlanta, uguale il cast di TVD, il nostro show preferito.

 

Ok, sì forse non era poi così male... ma no, decisamente dovevamo andare a Londra.

 

« Cathy, ragiona... Dobbiamo andare lì, e poi da quando sono io quella responsabile? Tu sei quella che dovrebbe dirmi queste cose, non io! »

 

« Senti Sierra, questo è un colpo di fortuna! Pensiamoci bene, infondo iniziamo il lavoro solo il 2 Settembre, ed ora siamo al 16 di Agosto, abbiamo tempo. Non fare la guasta feste proprio quando io ho deciso di godermi quello che la vita mi riserva. »

 

La guardai con un misto di incredulità e tenerezza, Cathy è una tipa tosta che quando sa cosa vuole niente e nessuno gli impedisce di averla, ma quasi mai si lascia andare alle avventure, è una ragazza con la testa sulle spalle, ecco.

 

Decisi di accontentarla per stavolta, anche perché non avrei potuto fare diversamente.

 

Sbuffando, presi la mia borsa da cui estrassi l'iPhone; volevo cercare su google qualche hotel in cui stare, se dovevamo restare appunto da qualche parte dovevamo fermarci.

 

« Sierra, io avrei una certa fame, andiamo al bar? » Distrattamente annuii, seguendola poi poco dopo.

 

Gli alberghi in quella città sembravano tutti uguali a giudicare dalle foto che vedevo. Arrivati al bar, Cathy prese un caffè per lei e un cappuccino per me.

Non capivo come facesse a bere quella brodaglia marrone che qui in America spacciavano per caffè, era decisamente cattivo come sapore. Non che io amassi il caffè particolarmente, ma che schifo!

Preferivo un cappuccino, o il mio adorato latte alla vaniglia, in alternativa un bel latte alla menta andava benissimo.

 

Sempre molto distrattamente sorseggiai la mia bevanda, vagliando attentamente le proposte che Google mi offriva. Ce ne erano di diversi, e per fortuna non avevamo problemi con i soldi, perché altrimenti si che sarebbero stati azz amari.

 

« Mhh, Cat, questo secondo me può anda.. » non finii la frase perché un qualche imbecille mi venne addosso facendomi versare sulla camicia nuova il cappuccino.

 

Giornata di merda.

 

« Ma guarda dove vai stupido » urlai al ragazzo che emanava uno strano profumo - buono, ma strano.

« Scusa, non ti ho visto. Tu potevi evitarmi però ». Il ragazzo aveva una voce bella, ma no ci feci caso lì per lì, così come non mi accorsi subito del mutismo di Cathy, ero più intenta a studiare la macchia piuttosto evidente sulla camicia

« Ma se sei tu che mi sei venu » Alzai lo sguardo, e le parole mi morirono in gola.

 

Io, Sierra Marie Fiore, originaria di Napoli, tifosa dell'Inter, innamorata di ' cime tempestose ', mi ero appena scontrata con Ian Somerhalder.

 

Giornata meravigliosa!

 

Cathy era ancora sotto shock, lo guardava con occhi adoranti - effettivamente era il suo idolo. - non spiccicava parola, sembrava imbambolata.

 

Lui si accorse della situazione, e sembrava si divertisse, perché un sorriso furbo gli incorniciava il viso.

 

Mi voltai verso la mia amica, scuotendola piano, sperando che almeno lei facesse bella figura con lui.

 

« Ehm, Cathy stai bene? » Decisi di non parlare inglese davanti a ... lui.. Ian, sì lui ecco, volevo una sorta di privacy.

« Tu tu hai visto chi c'è davanti a noi ? » E sì che l'ho visto!

Occhi nascosti da due Ray-ban come i miei, camicia nera, cappello di paglia, jeans stretti... sì decisamente l'avevo visto.

« Sì, Cat »

 

L'attore ci guardava curioso, e stranamente non era corso via o qualcosa del genere.

Forse era rimasto perché uno: Mi aveva sporcato camicia e maglia e

due: Non gli eravamo saltate addosso, quindi voleva essere gentile.

 

O magari c'era la terza opzione, cioè che forse aspettava qualcuno.

 

« Ci sta fissando » mi disse lei ancora sconvolta dagli ultimi eventi.

« Sì lo vedo »

« Non guardarlo » alzai un sopracciglio come segno di protesta.

« Io, non lo guardo sei tu che lo stai facendo. Cathy , non per dire ma hai la bava che ti cola ai lati della bocca. Calma i bollenti spiriti e fai meno la fan su su » Lei mi guardò quasi incavolata, e poi si ridestò dalla sua sensazione di torpore. Allungò una mano verso Ian, che lui afferrò prontamente.

« Scusa la mia amica e la sua sbadataggine, io sono Cathy. ».

 

Come, come?

 

Ma WHAT THE FUCK? Io non ero sbadata, LUI era venuto addosso a me.

Non il contrario.

Io mi ritrovavo zuppa di cappuccino, mica lui.

 

Il tizio - sì, a sto punto è solo tizio - sorrise in quel modo che faceva pure Damon Salvatore

 

Ovvio genio, lui interpreta Damon!

 

Ok, beh dettagli.

 

Sta di fatto che lui sorrideva, e Cathy faceva lo stesso in modo piuttosto da civetta.

« No, veramente credo di essere io quello in torto » .

 

Oh, bravo ragazzo!

 

« Anche se devo ammettere che  tu non è che guardavi davanti a te, potevi evitarmi se non eri incollata al cellulare. »

 

Oh ma bravo un corno.

Cercai di trattenermi, non volevo di certo sbottare mentre eravamo in aeroporto e la mia migliore amica mi guardava con aria da pazza omicida.

Io ci tenevo alla pelle, eh.

 

« Sì, scusala era occupata »

« Quando sentirò le sue scuse magari » ammiccò leggermente nella mia direzione, facendomi incavolare.

 

Beh lui invece alla pelle non ci teneva proprio per niente.

 

« Senti Ian sono Sonobello-sonofigo,carissimo » Gli puntai l'indice contro mentre Cathy sbiancò. « Io non ti chiedo scusa visto che la camicia macchiata è la mia non la tua. Non ti chiedo scusa, anche perché sei tu che mi hai urtato e non il contrario. »  Lui teneva gli occhi fissi su di me, il sorriso tirato su, e le braccia conserte.

« Spocchioso.» Aggiunsi nel mio italiano privo di accenti.

 

Cathy sembrò riprendersi, perché mi tirò un pugno dietro la schiena che mi aveva sicuramente provocato un livido.

« Scusala » ripeté ancora la mia ex migliore amica a questo punto.

« No, ha ragione. E mi scuso io, anzi per sdebitarmi perché non passate per il set? Credo voi due, o almeno tu » Indicò Cathy che sembrava viaggiare su una nuvoletta rosa « sei fan di tvd quindi credo vi possa far piacere. »

 

« Assolutamente! » disse lei senza contenere il suo entusiasmo.

« Senti, io e  te abbiamo decisamente iniziato con il piede sbagliato » prese a parlare lui con tono da ... flirt? Oddio, stava flirtando?

« O con il cappuccino, sbagliato » aggiunsi io sperando che non mi sentisse, e che non prendesse quella frase come un incentivo per il suo flirt.

Che poi magari neanche stava flirtando.

O magari sì.

« Mi piacerebbe pagarti la tintoria » Roteai gli occhi all'indietro, ora voleva fare il galante?

Però con quella sua voce lasciva, e soave ci riusciva bene.

« Non è necessario, credo che la visita sul set sia già abbastanza » dissi cercando di non sembrare irritata.

Poi una voce famigliare e molto ehm come dire... erotica, pronunciò il nome di Ian.

 

Oh, mio dio.

Io quella voce la conoscevo.

Io per quella voce ci sbavavo.

Io il proprietario di quella voce lo adoravo.

Dov'è?

 

Seguii la direzione dello sguardo di Ian, e a pochi metri da noi arrivò Joseph Morgan, ed io mi sentii svenire.

Maglia nera che gli faceva risaltare il colore perfetto dei suoi capelli e il rosso delle sue labbra.

Mi dovetti mantenere a Cathy per non dar retta all'istinto e prostrarmi ai suoi piedi dichiarandogli eterno amore.

Cathy non era da meno; entrambe avevamo una cotta per Klaus ed il suo interprete.

 

« Ian, eccoti. Oh, salve » Salutò anche noi vedendo che Ian ci stava accanto senza problemi; forse una scena come questa non la vedevano spesso, pensai.

« Ehm salve » disse Cathy. Io biascicai un ' salve'.

Ma davvero, non riuscivo a dire e fare niente di successivamente sensato.

« Loro sono Cathy e ? » Ian voleva sapere il mio nome? Anche io perdinci, nell'esatto momento in cui avevo ascoltato quella voce così... così... sexy, m'ero scordata pure da dove venissi!

« Sierra » mi salvò la mia migliore amica - sì, era tornata ad assumere tale ruolo.

« Uhm, sì mi chiamo Sierra. » Sembravo una cretina, devo ammetterlo.

Joseph allungò una mano verso di noi. Cathy accettò entusiasta, io un po’ di meno visto che avevo paura che con la solita ansia mi sudassero le mani.

« Joseph, molto lieto. »

Oddio, si presenta anche? Ma io me lo sposo!

Intrecciai la mia mano alla sua, e provai come una forte scossa che partiva dalla radice dei capelli e finiva alla punta delle dita dei piedi.

Non era come quando sei innamorata, questa era una sensazione diversa; è come quando torni a casa dopo una giornata intensa, accendi la tv stando sul letto, e guardi la tua puntata preferita dello show che più ti piace.

È tipo così... beh non proprio.. oh al diavolo, non so.. so solo che ero totalmente emozionata.

 

« Sono andato a finire contro Sierra, e le ho versato il caffè addosso »

« Cappuccino » precisai io, mentre lui spiegava l'accaduto al suo collega, e mio futuro marito. Beh lui non lo sapeva ancora, ovviamente.

« Sì, quello che è. Beh le ho invitate sul set domani. »

« Oh, sarà bello vedrete » Joseph cominciò a parlare, ma io mi persi al “ bello ”, perché poi per il resto della conversazione capii soltanto che avrei osservato quelle labbra muoversi per altri cento anni e non mi sarei mai stancata.

Sembravo davvero una pervertita, ma non me ne importava un fico secco. Ian mi guardava sorridendo, perché? Dio, quell'uomo era insopportabile!

Come facevano i suoi amici a dire che era simpatico? Boh.

Però era bello... oh eccome se lo era... ma Joseph... Oh Joseph!

 

POV CATHY.

 

Atlanta.

Ian Somerhalder.

Joseph Morgan.

Il destino mi vuole morta!

 

Guardavo esterrefatta il volto assolutamente perfetto di Ian Somerhalder: era bellissimo.

 

Non ho mai creduto al destino, quella fatalista è sempre stata Sierra, ma ora beh... questo errore si stava rivelando più bello del previsto.

 

Un bellissimo errore.

 

Joseph Morgan parlava di qualcosa che non avevo ben capito perché troppo impegnata a contemplare gli occhi di Ian che mi perseguitavano da due anni a questa parte.

Erano così... blu.

 

« Allora, Joseph andiamo? » Ian mi fece ritornare alla realtà palesando la sua intenzione di andare via.

Loro probabilmente avevano da fare, valigie da disfare, attori da incontrare, copioni da imparare.

Noi dovevamo trovarci un albergo, e dovevamo avvisare mio padre che non saremmo andati a Londra - almeno non ora.

 

Se solo pensavo che quel posto era il mio sogno, ed ora mi ritrovavo a posticipare tutto perché volevo seguire il mio istinto e non il mio cervello.

 

Chi ero diventata? Boh, ma non mi dispiaceva più di tanto. Una volta tanto volevo vivere per davvero, senza rimpianti.

 

« Oh, sì andiamo. Ragazze, ci vediamo domani al set quindi? »

« Sì, certo! » dissi entusiasta.

Questo era l'effetto che avevano su di me quei due, mentre sembrava che Sierra avesse problemi opposti ai miei: Se io non riuscivo a stare ferma e zitta, lei non faceva altro che stare in silenzio.

 

Effetto Morgan a quanto pare.

 

Sorrisi; ce ne voleva per far stare zitta Sierra, ed ora dovevo spronarla per parlare.

 

Ian si allungò verso di me lasciandomi un bacio sulla guancia che ebbe l'effetto di stordirmi completamente.

Con Sierra si limitò ad una semplice stretta di mano, l'attore inglese invece ci salutò entrambe con un bacio, dedicandoci anche un sorriso che ti stendeva.

 

Ho già detto che qualcuno lassù mi vuole morta?

 

Una volta che i due ragazzi si allontanarono da noi, venni presa da un'improvvisa voglia di urlare al mondo che ero la ragazza più felice del mondo! Insomma, chi non vorrebbe essere al mio posto ora? Guardai Sierra, e forse lei non era felice? Impossibile.

« Sierra, tesoro stai bene? Sei pallida » le dissi preoccupata, lei annuii per poi guardarmi con uno strano luccichio negli occhi.

« Sono... »

« Felice? » scosse la testa in senso di diniego

« No, sono... »

« Felicissima? Innamorata della vita? Pazzamente felice? Entusiasta? A » Mi tappò la bocca con una mano ed io strabuzzai per un attimo gli occhi

« No, sono solo scioccata Cathy. » E scoppiammo a ridere.

Una risata di cuore, di quelle che ti fanno sentire bene, di quelle che non finiscono dopo poco, di quelle che ti tiene dentro per sempre, di quelle che ti fanno piangere.

Di quelle che solo con una persona speciale riesci a fare.

Mi mise un braccio attorno alle spalle e spingendo il carrello con le valige ci avviammo verso l'uscita di quell'aeroporto che ci aveva viste essere scioccate e felici nel giro di mezz'ora.

« Andiamo a cercare un albergo, socia. »

 

 

Dopo un paio d'ore di puro sbigottimento nell'aver scoperto che Atlanta non era poi così grande, trovammo il nostro albergo: Camp Creek. Era carino, e soprattutto il personale sembrava così disponibile!

Ci aveva accolte una donna di mezz'età dai capelli color miele intenso, si chiamava Linda ed era gentilissima.

Ci disse che non era la prima volta che incontrava qualcuno che aveva preso un aereo sbagliato; capitava più spesso di quel che si può credere.

Beh, ci fece sembrare meno idiote di quello che eravamo.

Sierra ancora si chiedeva come avevamo fatto a non accorgercene, beh a dire la verità anche io ero un po’ perplessa al riguardo. Mi ero svegliata più volte durante il viaggio; forse, inconsciamente me ne ero accorta, ma non avevo avuto la lucidità per capire se si trattasse di un sogno o la realtà.

O forse più semplicemente, volevo che accadesse. Alla fine nella mia vita ero sempre stata “ accusata ”  di non fare mai qualcosa di strano o pericoloso, ed ora ero qui ad Atlanta, a stravolgere le regole della mia vita.

« Cathy, chiamiamo tuo padre? » uscii dal bagno, guardandomi un attimo nello specchio, e per un attimo non mi riconobbi.

Chi ero?

Qualcuno che semplicemente stava scappando da qualcosa di più grande di lei, come un lavoro sicuro e un esistenza già programmata, o una ragazza di ventitrè anni che si gode la vita?

Sorrisi mentre decidevo chi essere: ero la seconda ipotesi.

 

Andai da Sierra, ed afferrai il suo cellulare componendo il numero di mio padre, che dopo un paio di squilli rispose.

Ero un po’ agitata, non l'avrebbe presa bene, e poi dai messaggi che avevamo ricevuto dai nostri, ci eravamo accorte che si erano tutti un po’ spaventati non sentendoci.

« Katherine Ginevra Beauchamp » oddio eccolo che comincia con nome, secondo nome, e cognome. « dove sei? Stai bene? Sei con Sierra? Perché non mi hai chiamato prima? È successo qualcosa? Perché non siete qui? Cathy per l'amor del cielo, rispondimi! »

Avrei voluto tipo dirgli che se lui smettesse di blaterare io avrei risposto più che volentieri, ma lasciai perdere.

« Papà, è successo un casino »

« Cathy, ti prego di usare un linguaggio appropriato quando parli con me » sbuffai; a volte mio padre era troppo puntiglioso.

Anzi, non a volte, ma sempre.

« è successo un disastro » calcai l'ultima parola, facendolo approvare con un sonore ” mh mh ” .

« Fammi capire »

« Papi, siamo ad Atlanta. »

« Alla faccia della delicatezza! » urlò Sierra andando poi nel bagno con un paio di pantaloni della tuta in mano.

« COSA? »

« Papà non urlare. »

« Katherine cosa ci fai ad ATLANTA? »

« Senti papà se te lo dico tu non mi credi » In effetti, facevo fatica pure io a crederci.

« Spiegami! »

« Per farla breve: Abbiamo perso il volo per Londra, siamo salite su un aereo grazie ad un amico di Sierra, ci siamo addormentate e dieci ore ci siamo svegliate all'aeroporto di Atlanta. »

Per trentasette lunghi secondi - sì li ho contati -, al telefono nessuno fiatò, poi una furia di nome John Beauchamp, cominciò urlare cose senza senso. Parlò con accento strano, tipico segno di rabbia.

Papà era inglese di origini, ma all'età di vent'anni incontrò mia madre e si trasferì con lei a Venezia, dove cominciò ad apprendere un po’ di dialetto veneziano e da allora, quando è arrabbiato parla con quell'accento che varia dal veneziano all'inglese; un bel misto no?

« PRENDETE IL PRIMO VOLO PER LONDRA O ALTRIMENTI TI VENGO A PRENDERE IO CATHY! »

« Papà »

« NO, KATHERINE VOGLIO CHE VENIATE QUI. »

Tentai invano di fargli capire che io volevo restare lì, che volevo vivere come una normale ragazza di ventitrè anni la mia vita, senza preoccupazioni ma lui non era d'accordo con me. Poi non so cosa, o chi, gli fece cambiare idea.

« Va bene, ma poi facciamo i conti. Il dieci vi voglio qui. Ora vado ho una riunione importante, e dì a Sierra che chiamasse sua madre, è preoccupata. »

« Certo papà e grazie. »

« Aspetta a ringraziarmi. » Ok, quella sembrava una minaccia bella e buona.

Staccai sospirando di sollievo; Sierra uscì dal bagno, e si buttò sul letto, sdraiandosi accanto a me. Ci guardammo per un lungo istante negli occhi sentendoci forse per la prima volta, libere per davvero.

« Che cosa ti ha detto?  »

« Beh, ha detto tante cose... e poi mi ha chiesto di dirti che devi chiamare tua madre perché è in pensiero. » Sierra sbuffò rumorosamente, e si girò a pancia sotto nascondendo il viso nel cuscino.

« Per quanto mi importi .. »

« Sierra  »

« No, Cathy niente Sierra. Ora, vatti a cambiare perché puzzi di aereo. » Risi evitando di ritornare sull'argomento.

 

Sierra e sua madre non andavano d'accordo, tra loro c'era in atto una sorta di guerra fredda che andava avanti da quasi due anni. All'inizio era solo una cosa del tipo “ Non ti parlo, e se lo faccio ti insulto ”, poi è divenuta una profonda crepa.

Oramai neanche si insultano più, si evitano e se malauguratamente si ritrovano nello stesso posto con qualcuno che conoscono non fanno neanche finta di andare d'accordo; semplicemente sembrano due estranee.

Prima non era così, neanche io so cos'è successo per davvero, ma so solo che da una sera all'altra Sierra e sua madre sono divenute due sconosciute.

Io al contrario suo invece, adoravo mia madre, e se non avessi avuto Sierra come migliore amica, sicuramente mia mamma avrebbe meritato quel titolo.

Mia madre è giovane, bella, divertente, solare.

Per i miei gusti ama troppo quel libro orribile di Emily Brontè, ma ognuno ha i suoi difetti. Da lei ho preso il verde dei miei occhi, da papà i capelli scuri e lisci.

Sono un bel misto.

Così con un sorriso e la tuta dell'Adidas nuova, andai a farmi una doccia rilassante, pensando che questo era decisamente il posto dove sarei dovuta essere.

 

Sette ore, una dormita, e due docce dopo quella sera ci eravamo svegliate nel grande letto del Camp Creek di Atlanta. Ancora facevo fatica a crederci, anche perché oggi avevamo appuntamento con i ragazzi del cast!

Ero eccitatissima, non vedevo l'ora.

Mi alzai stiracchiandomi un poco, ed andai al bagno mentre Sierra chiamava il servizio in camera chiedendo un latte alla vaniglia - per lei ovviamente, la schizzinosa era lei non io -, e un caffè per me, ed un paio di muffin.

 

« Cathy, è arrivata la colazione! » urlò Sierra ed io uscii dal bagno profumata e linda come una perfetta scolaretta al primo appuntamento.

L'odore forte di caffè mi fece ricordare quanto adoravo quella bevanda, che per me era come una droga.

Sierra invece non beveva mai solo il caffè, non le piaceva; come si fa ad odiare il caffè? È inconcepibile.

« Muffin al cioccolato o ai mirtilli? »

« Mirtilli grazie »

« Speravo lo dicessi! » Le sorrisi, ed addentai il mio dolcetto che mi parve essere il migliore che avessi mai assaggiato. 

« Dopo andiamo sul set, non sei emozionata? » le chiesi

« Mh, sìsì » disse mentre beveva l'ennesimo sorso di latte, ma non mi parve essere molto sincera.

« Wow, meno entusiasmo eh »

« Senti Cathy, che vuoi che ti dica? Sono preoccupata, sono emozionata, sono nervosa. Ti va bene come risposta o pensi che non sia abbastanza sincera? » Lo disse quasi urlando, e mi chiesi se a lei facesse davvero piacere restare qui con me.

Per un attimo, perché poi mi risposi da sola dicendomi che lei era felice, solo un po’ preoccupata per la situazione che poi avremmo trovato una volta andate a Londra.

Un po’ la capivo, ma io al contrario suo non riuscivo a pensare al nostro ritorno; ero eccitata ed entusiasta, e dovevo far si che lo fosse anche lei.

 

 

Presi il vassoio che era appoggiato sul letto e lo posai sul comodino affianco a noi, e mi buttai a peso morto sulla mia amica che rise subito.

« Cathy sei pesante scendi! »

« Senti rossa, tu ora vedi di fare meno la difficile e goditi la città, quest'esperienza, JOSEPH! »

« Eh magari potessi godermi Joseph » risi dandole una pacca sulla testa avendo notato il doppio senso della frase.

« Ahia »

Mi alzai, e mi sedetti accanto a lei, cercando sempre i suoi occhi con il mio sguardo; volevo che capisse quanto questo sbaglio potesse cambiarci la vita in meglio.

« Sierra, davvero » Lei mise sul suo volto il più bel sorriso che aveva, schioccandomi poi successivamente un bacio sulla guancia.

« Ti voglio bene, Cat »

« Anche io Siè »

 

Restammo così abbracciate non so precisamente per quanto tempo, ma era decisamente quello di cui avevamo bisogno entrambe; gli amici servono a questo, a renderti i momenti tristi meno tristi, e quelli felici più felici.

Sembra scontato dirlo, ma è decisamente così.

 

Dopo esserci vestite, uscimmo alla ricerca del set di The Vampire Diaries.

 

Linda, la donna che ci aveva detto che non eravamo le prime ad esserci perse da quelle parti, ci aveva spiegato che il set era relativamente vicino a noi.

 

Camminammo un bel po’ sotto il sole, divertendoci anche, prima che ci accorgessimo di un gruppo di ragazze che parevano in agitazione.

 

Forse, eravamo vicine pensammo.

 

« Ehi, scusa ma da qualche parte qui ci sono gli attori di tvd? » Chiese Sierra ad una ragazza mora, che aveva una maglia con su una foto di Damon Salvatore.

 

La ragazza annuii, e sorrisi con tutta la forza che aveva in se.

 

« Sì!  E dicono che Ian sia già arrivato. Oh mio Dio, ragazze noi siamo vicinissime ad Ian Somerhalder, capite??? OHMIODIO » Continuò a ripetere “ Oh, mio Dio ” finché non arrivammo alle transenne che delimitavano il territorio che divideva il set e lo spazio per i fan.

 

Vedemmo Nina Dobrev ridere con Candice Accola, sembravano molto affiatate.

Io volevo entrare subito, infondo Ian era lì, ci avrebbe sicuramente fatte entrare, ma Sierra non era d'accordo perché diceva che le altre ragazze ci avrebbero visto e di certo non sarebbero state molto carine con noi, ecco.

 

Feci come mi aveva detto, infondo aveva ragione.

 

Dopo una mezz'oretta scarsa, vedemmo avanzare verso di noi Ian, con il suo sorriso furbo sulle labbra cominciò a firmare autografi e sembrò non ricordarsi di noi.

« Tu non lo vuoi un autografo? » mi chiese lui, ed io stavo per tirargli qualcosa addosso. Che stupida ero stata.

 

« Ehm veramente »

 

Prima che potessi dirgliene quattro, chiese il pennarello ad una ragazza, e mi scrisse sul palmo della mano : “ Andate dietro la piazzetta, verrò io, non vorrei che succedesse qualche casino ”.

 

CHE CARINO , pensai.

 

Feci vedere la scritta alla mia amica che annuii dicendo « l'avevo detto io », e facemmo come aveva detto lui.

 

Svoltato il primo angolo, c'era una specie di piazzetta, dove leggermente camuffato trovammo Ian che ci aspettava.

 

Quando ci vide, sorrise in maniera indecente.

 

« Scusate se vi ho detto di venire qui, ma purtroppo come avete visto c'erano i fan e beh  »

 

« Non è un problema » chiarì Sierra con gentilezza, lui le sorrise e poi cominciammo a camminare verso il set vero e proprio forse.

 

«  Dove alloggiate, ragazze? » Lo chiese con un tono di voce che ti faceva desiderare di morire e rinascere.

 

« Camp Creek » Sierra fu più veloce di me, stavolta non soffriva di mutismo! La guardai un po’ male, e lei capii.

 

« Già Camp Creek, è un bel Hotel »

 

« Sì? Non ci sono mai stato in verità »

 

Annuii camminando al suo fianco. Questo ragazzo emanava calore. Era strano come fosse carismatico anche solo camminando.

 

« Di dove siete? » chiese Ian a noi due

 

« Venezia... »  Lui mi guardò con una strana scintilla negli occhi ed io mi sentii mancare, ma come faceva?

 

« Adoro Venezia! È così romantica! »

 

Sierra scosse la testa... Ian aveva appena sganciato la bomba. Addio sogni di tornare sul set!

 

« Romantica, pff » Lui la guardò perplesso, cercava di capire forse

 

« Perchè, pff? » imitò alla perfezione il suo sbuffo, ed io risi, rimediandomi un occhiataccia dalla mia amica.

 

« Voi che non ci vivete, pensate che sia romantico ma non lo è. Se vi fermereste meno alle apparenze, capireste che non tutto è come lo vedete dai cataloghi di viaggio, o da film romantici che ti danno lo stereotipo della gondola, e del ponte dei sospiri. »

 

« Certo giusto, ma per sapere queste cose devi vivere una città, e da quello che ho visto io in quei pochi giorni in cui ci sono stato, è che è incredibilmente romantica. » le rispose lui.

 

Intanto si erano avvicinati,  - e non poco -, si sfioravano quasi. Una fitta di gelosia mi trapassò lo stomaco, facendomi sentire una cretina perché loro due discutevano come una coppa acida, mentre io facevo solo da spettatore.

 

« Appunto, quello che ti sto dicendo io. Per questo dico che non è poi così romantica come credete. »

 

« Certo che tu sei proprio una testona eh? » Disse Ian ridendo, invece lei sembrava arrabbiata.

 

E no, qui quella che doveva esserlo ero io non lei!

 

Lei aveva la piena attenzione di Ian, non io.

 

« Sì, perché problemi? »

 

« No, no per carità. » Alzò le mani in segno di resa, gesto che smorzò in parte il mal'umore.

 

 

Poco dopo arrivammo al set vero e proprio, e quando sentii il calore della mano di Ian che

avvolgeva la mia, capii che quello era decisamente l'errore migliore di tutta la mia vita.

 

 

 

Buongiorno ragazze eccoci ritornate con il primo capitolo come prima cosa devo dire che non ci aspettavamo che già dal prologo questa storia avrebbe avuto così tanto successo!!!!! XDXDXDXD quindi devo assolutamente ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito e che hanno inserito la storia tra le preferite e le seguite nonché tutte le altre che leggono silenziose!!!!

Visto che ci sono volevo proporvi 3 fanfiction: la prima è l’altra mia storia “Cuori in Tempesta” scritta da me e dalla mia amica Elyforgotten di cui ha scritto un’altrettanta bellissima storia su TVD si intitola My story with an Original… with Elijah” e il suo seguito “Over The Deception Of Life” ah ovviamente sia la storia della mia amica che quella che stiamo scrivendo insieme non è sul cast di TVD ma proprio sulla serie televisiva sotto troverete tutti i link!!!

Per ultima ma non meno importante c’è la storia sul cast di TVD della mia amica DouglasSpunk con cui sto scrivendo questa storia, ma la sua oltre ad avere parte del cast di TVD avrà anche parte del cast di Supernatural e si intitola “I was broken, for a long time, but It’s over nowok credo di avervi detto tutto ora vi posto tutti i link delle varie storie al prossimo capitolo carissime e spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!!!! XDXDXD

 

Cuori in tempesta: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=899024&i=1

 

My story with an Original … with Elijah: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=844385

 

E il suo seguito Over The Deception Of Life: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=953262

 

I was broken, for a long time, but It’s over now: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=877487

 

Questi sono I link dei vestiti delle nostre protagoniste:

 

Katherine: http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.polyvore.com%2Fbeautiful_mistake_cathy%2Fset%3Fid%3D45775708&h=9AQEd8P9v

 

Sierra: http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.polyvore.com%2Fsierra_beautiful_mistake%2Fset%3Fid%3D45776411%26.locale%3Dit&h=9AQEd8P9v

 

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Capitolo 3
*** Troppo figo per essere vero! ***


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Beautiful mistake

 

 

Cathy pov.

 

Ian mi prese per mano, ed io rabbrividii a quel contatto; non erano decisamente brividi di freddo.

« Allora, questo è il set... bello vero? » chiese lui, mentre spalancava con una mano - molto sexy anche quella -, un portone.

« Sì molto . » Risposi io, anticipando la risposta di Sierra, che intanto seguiva me e Ian restando un po’ in disparte; tipico comportamento della mia migliore amica.

Ma lei era fatta così, amava la solitudine.

« Mi fa piacere. Vi presento qualcuno, volete? » No, ma sul serio ce lo chiedeva?

Io annuii freneticamente, mentre lui si girò attendendo una risposta della mia amica.

« Tu non vuoi? » chiese dubbioso, Ian. 

Lei lo guardò strana - stava decisamente pensando ad altro mentre era qui con Ian Somerhalder.

 

A volte chi la capiva era bravo.

 

« Come? » L'uomo che mi teneva ancora la mano, sorrise teneramente a Sierra che sembrava realmente spaesata.

 

Una fitta allo stomaco mi colpì: Maledetta gelosia.

 

« Vi ho chiesto se vi andava bene conoscere qualche altro attore, e tu non hai risposto »

Il viso di Sierra si illuminò divertito, capii che aveva formulato lo stesso mio pensiero.

« Certo che va bene » Disse lei annuendo.

 

Qualche minuto dopo, Ian ci presentò a Julie Plec.

 

Era una donna in carne e bassina, Ian ed io sembrammo ancora più alti al suo confronto.

Certo, non è che fossi bassa di mio, anzi.

Avendo preso tutti i pregi fisici dei miei, ero abbastanza alta.

 

La Plec - donna che avevo amato ed odiato in passato -, ci guardava sorridendo. Diceva che per lei avere dei fan sul set era sempre un onore.

Secondo me era un po' paracula. 

Giusto un po'.

 

« Sierra... che bel nome » Disse Julie alla mia amica, che dal canto suo era arrossita.

Niente di strano, Sierra arrossiva pure se le chiedevi che numero di scarpe avesse.

La sua non era timidezza, solo una reazione fisica credo.

« Oh grazie, in realtà a me non piace »

« Invece è molto bello, particolare... » .

 

Sierra ed io sorridemmo complici pensando a quante volte da bambine ci scambiavamo i nomi. Lei ama il mio, mentre io il suo.

Sierra amava Cime tempestose, quindi per lei quel nome era una specie di mantra... che cosa stupida.

 

Ian rafforzò la presa della mia mano, quando poi andammo in quella che credo fosse il set della casa dei Salvatore.

Era enorme.

Bellissima.

Era un sogno.

 

Sierra si guardava intorno con gli occhi che le brillavano, lei era una Team Salvatore convinta. Il suo motto è : “ Stelena? Nope. Delena? Nope. Team Salvatore? Yep! ” , quindi per lei casa dei due fratelli era una specie di luogo sacro.

 

« Wow... è decisamente come me l'aspettavo! » Ian sorrise.

Io anche volendo ammirare quel luogo, riuscivo solo a  pensare che sentivo il calore della mano di Ian, e quel pensiero offuscava tutto.

« A te piace, Cathy? » Mi guardò per un lungo istante, facendo incenerire tutti i miei neuroni.

Sì mi piaceva.

E no, non stavo parlando della casa.

 

« Senti Ian, non vorrei sembrarti scortese e che ne so un'opportunista » lui la guardò con lo sguardo un po' corrucciato « ma non è che in questo tour - fantastico eh -, ci sarebbe anche Joseph Morgan? »

Ian rimase per un momento impalato, poi cominciò a ridere come se nulla fosse; volevo sinceramente uccidere Sierra per aver chiesto quella cosa.

Infatti la trucidai con lo sguardo. 

Lei sbuffò.

« Venite, andiamo dal cattivo... » . Sierra mi lanciò un'occhiata eloquente che voleva dire “ lo vedi? Non ho fatto male ”.

 

In effetti, stanotte avevamo fantasticato molto sull'accento di Joseph. Sierra si limitava a sbavare, io a carpirne le sfumature.

 

Ian ci portò via da lì, e ci avviammo verso quello che era il ritrovo degli attori. Era una grande sala, dove vi erano ogni genere di conforto materiale: Divani, un frigo, sedie, una consolle.

Quando entrammo trovammo una parte del cast: Steven McQueen, Paul Wesley, Daniel Gilles, Kat Graham e Nina Dobrev.

Di Joseph neanche l'ombra.

 

« Ragazzi, queste sono due fan, Cathy e Sierra.  » Ian ci presentò molto carinamente.

Il primo ad allungare la mano per presentarsi fu Steven, che si diresse direttamente da Sierra per dirla tutta.

« Che bel nome hai... »

« Dici? »

« Dico, dico »

« E dici male, perché io odio il mio nome. » Steven la guardò ammiccando, e poi prese una patatina dal pacchetto di plastica trasparente che teneva in mano.

Sierra cominciò a ridere sotto i baffi; Ok, decisamente stava per dirne una delle sue.

« Sbagli, perché il tuo nome » disse, indicandola con una patatina « è molto, molto interessante. »

« Il nome. »

« E il resto, ovviamente.» finì la frase, masticando rumorosamente. 

« mhh... » Sierra si avvicinò a lui, mettendo una mano nel sacchetto « Posso? »

« Fai pure. »

« Mhhh, paprika... buone. » Disse Sierra, leccandosi le labbra. Lui deglutì un paio di volte.

Stavano flirtando.

Dio, salvaci tu.

« Sai Sierra » si avvicinò con la bocca all'orecchio di Sierra, e poi le prese la patatina che aveva in mano « Io di patatine, ne ho provate tante: Italiane, americane, inglesi ... ma questa » se la portò alla bocca, e quando gli diede un morso, la guardò ammiccando. « Questa, è decisamente la migliore. »

Finii il tutto mugugnando qualcosa; Sierra, sorrise sorniona mentre il resto del cast cominciò a ridere del battibecco appena avvenuto.

 

 

Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con tutti, i ragazzi dovettero andare a prepararsi visto che dovevano girare.

Una delle prime scene era Damon nudo.

Ok.

Posso farcela, mi dissi.

Ovviamente, noi potevamo assistere alle riprese.

Mi avvicinai a Sierra, che pareva tranquilla. Ogni tanto perlustrava con lo sguardo  la stanza, ero sicura cercasse Joseph Morgan.

« Sierra, hai capito no a che scena dobbiamo assistere? »

« Sì. » No, vabbè era decisamente troppo tranquilla.

« Sierra, IAN . NUDO. Hai presente? » Lei roteò gli occhi, e sbuffò leggermente.

« Cathy, il nostro caro Ian non sarà nudo. »

« Sì invece! »

« Cat, per favore non rompere. Guarda la scena e non cominciare come al solito » .

 

Ok, forse la stavo facendo più lunga di quel che era ma Ian nudo, o semi nudo non faceva differenza.

Dopo una ventina di minuti in cui un sacco di gente  aveva fatto tremila cosa in pochi secondi, gli attori entrarono in scena.

 

Nina Dobrev era vestita molto casual, insomma era la perfetta Elena. Entro pochi secondi sarebbe dovuto entrare Ian, poco vestito.

Ed infatti eccolo arrivare.

Addominali in bella vista, leggermente bagnato e sexy da morire.

« Oh. » riuscii ad esclamare io, a bassa voce.

Sierra fu più loquace di me.

« Troppo figo per essere vero. » le sentii dire e non potevo essere  più d'accordo .

 

 

Quel pomeriggio passò velocemente. Pranzammo con loro, e Julie Plec ci chiese delle nostre vite.

Scoprimmo che Joseph sarebbe tornato sul set solo il giorno dopo, con grande rammarico di Sierra.

Steven c'aveva più volte provato - con scarso risultato.

Io ero rimasta incollata ad Ian. All'inizio credevo sarebbe stato imbarazzante, visto che la sua fidanzata era lì, ma invece non fu così, dato che Ian mi aveva rivelato che lui e Nina non stavano più insieme; gongolai mentalmente quando me lo disse.

 

« Bene ragazze, che fate stasera? » A parlare fu Ian. Sierra voleva andare in camera e dormire visto che diceva di non sentirsi bene, ma siccome sapevo era solo una scusa, feci prima di lei.

« Niente di che in realtà. » Vidi il volto di Ian illuminarsi e quello di Sierra rabbuiarsi, mi concentrai su quello felice di Ian.

« Che ne dite di una pizza e poi locale? In realtà ci siamo tutti, e mi farebbe davvero piacere che voi veniste. »

« Sì, assolutamente! »

« Sentite, facciamo così... vi vengo a prendere io alle 19 a Camp Creek?  » Esultai mentalmente, pensando che avevamo un appuntamento con Ian Somerhalder.

« Nessun problema »

« Già, nessuno proprio »

« Allora io vado... ci vediamo dopo » Mi salutò con un bacio sulla guancia, e con un cenno della testa a Sierra.

Quando Ian si allontanò da noi, Sierra cominciò a camminare anzi a correre infuriata.

Io cercai di seguirla come meglio potevo, ma lei era più atletica di me.

« Sierra dai! »

« No, Sierra un corno. » Si voltò verso di me, e pareva veramente arrabbiata « Ti avevo chiesto di restare in hotel, visto che non mi sento bene e tu alla prima moina di Ian che fai? Butti tutto all'aria! »

« Stai parlando della tua serata rovinata, o di Londra? » le chiesi convinta che la risposta fosse la seconda ipotesi.

 

Ultimamente Sierra era diventata molto responsabile, non faceva nulla che non fosse corretto.

Era sempre la stessa ragazza figlia dei fiori che disubbidiva a tutti, ma aveva deciso che voleva costruirsi una carriera con i fiocchi.

Ero certa che se non le avessi chiesto di restare, lei avrebbe preso il primo aereo per Londra, Joseph Morgan o non Joseph Morgan.

Un po’ mi sentivo egoista ad averglielo chiesto, ma sapevo che era la cosa giusta per entrambe.

 

« Sto parlando del mio mal di testa atroce, Cathy. Ed ora andiamo, prima che mi penta di tutta questa situazione. »

La seguii senza fiatare. Quando arrivammo nella nostra camera lei andò subito a farsi una doccia e quando ne uscì sembrava davvero sofferente.

« Cosa hai deciso di indossare? » mi chiese lei, ed io ritornai nello sconforto da primo appuntamento.

Per intenderci quando non sai cosa mettere, butti giù tutti i vestiti e non ne cavi nulla di buono.

« Non lo so... » dissi ricadendo sul letto a peso morto cercando un'idea che mi convincesse.

Sierra andò alla mia valigia e prese una maglietta brillantinata, e me la porse.

« Questa con un jeans a sigaretta? » Le feci di no con la testa.

Lei tornò alla valigia.

« Questo? » Mi mostrò una maglia lunga, ed io ancora dissi no.

La sentii sbuffare spazientita, e sorrisi.

« Niente jeans, stasera voglio essere perfetta. »

« E che hanno i jeans che non vanno? »

« Non sono per me. »

« Dimenticavo che tu sei colei che senza gonna non va da nessuna parte. »

« Le gonne mi stanno meglio, e poi mi piacciono di più. »

« Ok, ok. » Alzò le mani a mo di resa, e poi scartò un vestitino a balze colorate

« FERMA! » Corsi da lei e presi la mia ancora di salvezza.

« Questo? »

« Sì »

« Cathy, è una pizza... »

« E un locale »

« Sì ma »

« Affari miei. »

La vidi sorridere e io la imitai andando in bagno a prepararmi. Quella, sarebbe stata una serato molto,molto hot.

 

SIERRA POV.

 

 

« Cathyyy sono quaranta minuti che sei chiusa in bagno, non sarai mica morta?  » Le urlai divertita mentre indossavo le mie converse nere.

La mia amica uscì dal bagno, perfettamente truccata e vestita; era bellissima nel suo abito grigio, e i capelli scuri sciolti sulle spalle.

Fece un paio di giravolte su se stessa così da far danzare le balze della gonna

« Tadan ... Allora che te ne pare? » Le sorrisi approvando la sua mise con i pollici alzati.

Era davvero perfetta.

« Sei stupenda, sul serio. Ian cadrà ai tuoi piedi come se nulla fosse. »

« È questo il mio intento » disse schioccando la lingua sotto al palato.

« Ah povero Smolder »

« Ehi! »

« È la verità, tsè »

« Sierra, dimmi la verità » Cathy si avvicinò a me con aria grave. « Ma, hai davvero intenzione di mettere quelle scarpe? » .

Io roteai gli occhi scocciata dalle sue continue paranoie. Stava diventando peggio di mia madre.

« Sì, Cathy metterò delle scarpe basse perché è solo una pizza »

« E un locale » puntualizzò lei.

« E un locale... ma non ho voglia di mettere i tacchi. »

 

Non disdegnavo un paio di Labountin, o di un Alexander McQueen, ma preferivo le mie care e vecchie Vans, o delle All Star: Comode e fighe.

Ma ovviamente Cathy non era del mio stesso parere. Cominciò a gettare fuori dalla valigia paia e paia di scarpe.

« Cathy »

« ECCOLE! » Si avvicinò a me con aria minacciosa e mi mise praticamente sotto al naso un paio di stivaletti con un po’ di tacco.

 

Ok,potevo accettarlo.

 

« Senti, già e tanto che non ti rimproveri sui vestiti. Accetta le scarpe e stai zitta. »

« Ma se sono una bomba sexy con questi shorts! Mi fanno un culo che wow! »

« Smettiamola di parlare del tuo culo e sbrigati. Metti almeno un po' di eye-liner »

Sbuffai rumorosamente, e poi mi allontanai per andare a truccarmi entrando nel bagno.

 

Dieci minuti dopo, Ian era nella nostra stanza.

 

Ora, io non vorrei sembrare una bimbominchia di quelle colossali, ma cazzo quant'era figo!.

Jeans chiari e strappati in posti strategici, maglia bianca e Ray-Ban nere e cappello d'ordinanza.

Era dannatamente sexy.

 

Dovette pensarlo anche Cathy, perché mi parve di vedere un di bava che le cadeva dagli angoli dalla bocca, resa luminosa dal lipgloss.

 

« Salve ragazze, wow Cathy sei bellissima » Cathy arrossì leggermente, per poi fargli lo stesso complimento.

Lui ovviamente non arrossì.

« Andiamo Smolder, ho fame, e quando io ho fame bisogna sfamarmi! » Finii la mia battuta prendendogli il cappello e mettendolo sulla mia testa.

Mi guardai nello specchio, e lui sorrise.

« Sta meglio a te. » Disse lui sornione. Cathy mi fulminò con lo sguardo ed io capii che non gli era piaciuto il mio modo di comportarmi.

 

Cioè dai, non ci stavo mica provando! Così sbuffando gli resi l'accessorio di paglia a cui tanto mister Ian Somerhalder teneva.

Lui fece di no con la testa, ed io un po’ esultai interiormente; quel cappello mi stava davvero da Dio!

« Tienilo. Ti ho detto, sta meglio a te. » Gli sorrisi e accettai.

« Sì, effettivamente sta meglio a me » Ian rise mentre afferrava la mano di Cathy che ora si rilassò, ed io con lei.

Uscii inforcando i miei occhiali, e sentendomi finalmente bene.

 

Per tutto il viaggio in auto - che durò poco a dirla tutta -, Ian ci fece varie domande a cui rispose solo Cathy.

Le risposte erano esattamente le stesse quindi, perché sprecare fiato e poi beccarmi un'occhiataccia dalla mia migliore amica?

E poi erano così carini insieme.

Più volte avevo avuto l'impulso di chiedere ad Ian se ci fosse Joseph a questa cena, ma mi ero fermata in tempo.

Guardavo gli alberi scorrere veloci, erano una grande macchia verde da cui si distingueva qualche fusto più alto.

Mi persi pensando a casa mia, alla mia stanza piena di piantine e la mia serra dove amavo coltivare ogni genere di fiore.

Il mio fiore preferito era la rosa, molto comune direte voi, ma per me non è così.

Tutti ci vedono solo il fiore della passione, ma in realtà è molto di più.

Con una rosa puoi dire mille cose e il suo profumo è inimitabile.

Con un gesto automatico portai la mia mano sul polso destro su cui brillava il bracciale che anni fa - prima della sua morte -, mio nonno mi regalò.

Era un bracciale a doppio filo d'oro, i ciondoli erano delle rose.

 

Lo accarezzai delicatamente, per un attimo ci sentii il tocco delle mani di mio nonno quando mi aiutava a chiudere il piccolo moschettone dorato.

Sorrisi commossa, a quel ricordo.

 

« E tu Sierra? »  La voce di Ian mi ridestò dai miei pensieri malinconici; alzai lo sguardo incontrando il suo.

« Cosa? Scusa ma non ascoltavo »

« Chiedevo se ti era piaciuto il tour al set » Ripeté la domanda molto gentilmente, ed io annuii con energia.

« Sì certo. La casa dei Salvatore è bellissima » Dissi, omettendo un piccolo particolare... cioè la bava che mi era colata guardandolo mentre girava quella scena con la Dobrev.

Lui sorrise e poi tornò a guardare avanti.

Avevo notato che ogni tanto le mani di Ian e di Cathy si sfioravano; questi entro stasera combinano qualcosa.

 

« Siamo arrivati » Ian indicò una targa di un ristorante. Parcheggiò l'auto in una zona riservata - ovviamente -  e poi scendemmo.

Il ristorante era carino, niente di eccessivo e alla mano. Ad aspettarci c'erano Nina e un ragazzo che le sorrideva tenero e Steven Mc Queen.

 

AH IL MIO INCUBO.

 

Risi un po' ricordando la scena che era avvenuta in mattinata; era stato troppo divertente.

Avrei voluto controbattere alla sua battuta, ma ero troppo scioccata per farlo.

 

Il mio night mare si avvicinò a me e mi prese una mano tra la sue, per poi portarsela alla bocca.

Stava cercando di farmi un baciamano. 

« Buona sera Sierra » disse in italiano, lasciandomi un po' di stucco.

« Steven »

« Steve » rimbeccò lui.

« Steve. » mi corressi, sorridendo. « Sai che non si fa così il baciamano? »

Lui rise buttando la testa all'indietro.

Notai solo in quel momento che tutti ci guardavano, esattamente come questa mattina. 

« Beh, volevo solo saggiare il sapore della tua pelle e in qualche modo dovevo pur fare.. no?  »

Non ebbi modo di rispondergli perché una voce - LA VOCE -, lo rimproverò facendomi sussultare in preda ai brividi, che tra parentesi scossero anche il mio basso ventre.

« Steve, il baciamano si fa così » Joseph prese la mia mano e la sfiorò con le labbra, da perfetto gentiluomo qual'era.

 

Oddio, chiamate i pompieri sto andando a fuoco!

 

Le mie guance si incendiarono in preda al calore che quel contatto sfiorato mi provocò.

La sua bocca era così rossa che pareva stesse andando a fuoco anch'essa.

Mi morsi le labbra sperando di ritrovare un minimo di dignità.

Ma era impossibile se lui parlava con quell'accento, che ti faceva provare un orgasmo senza averti toccato!

 

« Buonasera Sierra, è il tuo nome se non ricordo male » Scossi la testa, mentre cercavo le parole più adatte a quella situazione.

Ma c'erano?

Sì. Avrei dovuto dirgli che no, non sbagliava.

Che purtroppo mi chiamavo Sierra, ma che per lui potevo essere pure che so.. la strega di Biancaneve.

O i sette nani... preferisco Cucciolo, siamo alti uguali.

« Sì.. s sì » Balbettai, e lui mi sorrise dandomi il braccio così che potessi appoggiarmi a lui.

Avrei voluto urlare a tutto il mondo : “ AWWWWW ”, ma non lo feci perché sarei stata altamente patetica.

Comunque sia, accettai quell'invito ed insieme a lui entrai nel ristorante. L'idea che mi aveva dato l'esterno, fu la stessa che mi diede l'interno: carino, non troppo lussuoso, e accogliente.

Joseph scostò la sedia e mi aiutò poi a sedermi, ed ancora se non avessi un minimo di amor proprio avrei detto: “ awwww ” .

« Grazie » Quello riuscii a dirlo forte e chiaro... wow facevo progressi!

Lui sorrise in maniera indecente e poi si sedette accanto a me.

« Dovere » disse lui, facendo ancora quel sorrisetto che ti metteva k.o.

 

A noi poco dopo si aggiunsero tutti gli altri.

 

La cena fu tranquilla, mi divertii tanto, ed anche per Cathy fu' lo stesso.

Io ero rimasta attaccata a Joseph - chiariamo, no stile cozza, ma più stile donzella in difficoltà -. Cathy aveva chiacchierato un sacco con Daniel e con Nina.

Ovviamente io ero stata tampinata da Steven.

 

Mi divertivo troppo. Quel ragazzo era una forza della natura e mi piaceva un sacco il suo modo di scherzare.

Sono sicura che se avessimo avuto l'opportunità di frequentarci sarebbe diventato tipo il mio migliore amico o qualcosa giù di lì.

 

Posai l'ennesimo pezzo di pizza nel piatto, e Ian mi guardò curioso.

Cazzo guardava?

« Ma quanto mangi? » chiese quel cretino dagli occhi azzurri.

« Il giusto. » Gli dissi io acidamente.

Lui rise ed io cominciai ad alterarmi. Cioè, è vero che ero arrivata alla seconda pizza, ma ognuno ha i suoi ritmi alimentari.

« Sei alla seconda  » Mi fece notare lui, al chè io non ci vidi più.

« Senti mister perfettino tutta dieta e nessuno sfizio, io amo mangiare e per mia fortuna non ho problemi di forma quindi non vedo tu perché mi debba rompere le scatole.  » Conclusi acidamente, e portando le braccia al petto.

 

Idiota.

 

 

Per fortuna poco dopo andammo al locale; quello era decisamente un posto poco ospitale per me.

Le discoteche non facevano per me.

Quella non era musica per le mie povere orecchie.

Io amavo i Queen, i Ramones, i Paramore... Per me David Guetta era uno sconosciuto!

Il locale aveva le pareti viola - VIOLA ? -, ed era stracolmo di persone.

« Ti piace? » Fu Steven a parlare mentre mi prese per la vita, accompagnandomi in un privè che avevano prenotato.

« Diciamo che non è esattamente il mio genere » Gli dissi urlando a causa della musica.

« Vedrai ti piacerà. » Feci di sì con la testa credendoci poco.

Cathy invece sembrava assolutamente nel suo ambiente.

Beata lei.

Mi avvicinai alla sua figura esile e perfetta, lei mi abbracciò di slancio; era felice.

«  Sono così contenta! » Io le sorrisi e ci sedemmo insieme sul divanetto di velluto rosso.

A noi si unirono anche Joseph e Ian.

Cathy si avvicinò a Joseph, e cominciarono a parlare. Cathy rise di una sua battuta, che io non sentii.

Li guardavo un po’ incazzata.

Non ero gelosa, ma incazzata.

 

« Vuoi qualcosa da bere? » Mi chiese una voce che oramai mi era familiare: Ian.

« No grazie. »

« Sicura? »

« Sì. »

Si sedette accanto a me e il suo profumo mi invase le narici fino a farmi desiderare di capire che profumo usasse.

Eravamo davvero vicini, troppo vicini per i miei gusti. Cathy sembrò non accorgersene, troppo impegnata con Joseph com'era.

« Questo è buono » mi porse un bicchiere che conteneva del liquido azzurrino, bicchiere dalla quale lui aveva appena finito di bere.

Scossi la testa, davvero non mi andava.

« Niente alcool, eh?»

« No ».

Ci fu un attimo di silenzio interrotto dalla risata di Cathy, io la guardai un po' intenerita dalla scena.

Lei rideva e Joseph la guardava.

Mi morsi le labbra nervosa.

« I tuoi occhi » Mi voltai con lo sguardo verso Ian, che mi guardava attentamente

« Che? »

« I tuoi occhi... hanno un colore così strano.. »

Annuii, consapevole del mio difetto fisico di cui odiavo parlare.

« Si chiama mosaicismo cromatico. È un sottogenere dell'eterocromia. Cioè, ci sono ' pezzi ' di  colori discordanti dal basilare. Niente di che, solo un difetto esteriore. »

« IO non lo chiamerei difetto. I tuoi occhi sono stupendi » Mi disse sorridendo, ed io non potei fare a meno di ricambiare.

 

 

Cathy e Ian, dopo aver passato dieci minuti lontani decisero di andare a ballare.

 

Anzi, Ian le aveva chiesto di ballare dicendole che era curioso visto che la mia amica le aveva rivelato di amare la danza.

Ballarono stretti e sensuali sulle note di una canzone che Steven mi rivelò essere Without you.

Ian le fece fare una piroetta e le balze della gonna si aprirono fino a scoprirle le gambe. Ian sorrise malizioso per poi ritornare a stringersi stretti l'uno all'altro.

Steven mi invitò ad unirmi a loro sulla pista, ma decisamente non era cosa per me.

Joseph invece accettò.

Ballò con Claire, e poi lui ed Ian si scambiarono le dame.

Cathy e Joseph ballarono stretti e più dolcemente, sembravano viaggiare su una nuvoletta per quanto sembravano leggeri sulla pista.

 

Ian, con un gesto se la riprese tra le sue braccia. Le disse qualcosa e lei annuì.

Poi lui le diede un leggero bacio sul collo ambrato e lungo.

 

Un bacio che incendiò il viso, visto che diventò di fuoco.

 

Ian la prese per un polso e la portò lontano dalla folla, verso il balcone.

 

Cathy mi fece l'occhiolino... mh chissà forse quella sera in Hotel ci sarei dovuta tornare da sola… .

 

 

Rieccoci ragazze con il secondo capitolo!!! che dire finalmente cominciano a succedere un po’ di cose, come l’incontro con il cast da parte delle nostre protagoniste e per finire in bellezza con la serata in discoteca!!!! Cathy ci dà dentro a ballare sia con Ian che con Joseph!!!! XDXDXD cosa ne pensate di ciò??? Per Sierra invece c’è stato il momento del baciamano di Joseph dove per poco non mi sveniva ai suoi piedi d’altronde come darle torto io sarei svenuta lì su due piedi oppure mi sarebbe venuto un’infarto!!!!! XDXDXD chissà cosa succederà nel prossimo capitolo come avrete notato ho concluso questo capitolo con un po’ di suspance chissà cosa succederà tra Cathy e Ian!!!! E Sierra dovrà veramente tornare da sola in hotel?? Per scoprirlo dovete continuare a seguirci detto questo vi posto i link dei vestiti delle nostre ragazze!!!! XDXDXD noi ci vediamo al prossimo capitolo e ringrazio ovviamente tutte le ragazze che hanno recensito la storia e che l’hanno inserita tra le preferite, ricordate e seguite!!!! Grazie mille siete tutte fantastiche!!!! XDXDXD

 

 

 

Link vestiti

Cathy: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=45848726&.locale=it

Sierra: http://www.polyvore.com/sierra/set?id=45849189

 

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Capitolo 4
*** don't be a drag, just be a queen ***


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Cathy pov.

 

Io avevo appena ballato con Ian Somerhalder. Capiamoci, Ian Somerhalder.

No, peggio io avevo appena ballato con lui e poi Joseph Morgan mi aveva stretta a se.

Ah, e ora ero di nuovo fra le braccia di Ian.

Oh, e che braccia.

Mi fece roteare su me stessa un paio di volte, prima di fermarsi con la bocca ad un passo dal mio orecchio. Perché lo faceva? Voleva farmi morire per caso? No perché ci stava riuscendo benissimo.

Non riuscivo a ragionare se lui mi alitava sul collo in quella maniera così indecente.

Credevo di stare la-la per morire solo sentendo il suo corpo incollato al mio, ed invece no. Il fondo lo toccai quando lui posò un bacio nell'incavo del mio collo e mi sussurrò queste esatte parole : « C'è troppa gente, usciamo fuori. Voglio stare solo con te » Non esitai nemmeno un attimo; gli dissi sì, e uscimmo sulla balconata che c'era all'esterno.

Ci incamminammo veloci verso il balcone, lui mi teneva la mano. Quando fummo arrivati a quel pezzo di ferro, Ian portò una mia mano alla sua bocca, baciandola delicatamente: wow.

Lo guardai negli occhi non capendo cosa stesse facendo, lui fece lo stesso ma nel suo sguardo c'era altro.

« Posso fare una cosa? » Annuii, anche senza sapere cosa volesse fare.

Ma in un attimo lo capìi.

Si avvicinò a me, in maniera quasi troppo lenta.

Le sue labbra si posarono sulle mie, che presero a muoversi con quelle di lui dolcemente e poi sempre in modo più passionale.

Era un incontro di lingue, di sapori, di aromi, di denti.

Era bello perché mi faceva sentire bene.

Mi dava alla testa.

La sua bocca si modellava alla mia in maniera quasi innaturale. Sapeva di menta e rum.

Cercai di prendergli i capelli, ma lui non me lo permise. Prese le mie mani fra le sue e le strinse forte.

Si staccò da me troppo presto.

Ero ansante; sembrava che avessi appena fatto sesso. 

« Sei bellissima questa sera Cathy » disse lui sensuale e con voce roca.

« Anche tu mica scherzi » lui sorrise.

« Me lo dicono spesso » scherzò.

« Non faccio fatica a crederlo » Rise in maniera sguaiata. Sembrava che si stesse divertendo.

« Sai, se l'avessi detto alla tua amica lei mi avrebbe riempito di insulti » Oooook.

Parlava di Sierra mentre stava con me? No, così non va.

Lo guardai scocciata.

« Mi hai appena baciato e pensi a Sierra? »  Lui scosse la testa in maniera decisa.

« No, no. Non fraintendermi, dico solo che siete diverse. » Questo non migliorava la situazione. Infatti mi indispettii.

« Sì, e quindi? »

« Preferisco te. Lei è troppo complicata, tu sei più dolce. »  Disse, accarezzandomi i riccioli mori.

O mio Dio.

Preferiva me.

WOW.

ME.

« Non credevo ci fosse in atto una gara. » Voltai la testa verso la voce di Sierra, che era ferma a pochi metri da noi, con le braccia conserte e la faccia offesa.

Ian sorrise in maniera indecente.

« Sapevi che non si origlia? » Chiese lui, mentre Sierra non si scompose un attimo.

« E tu sapevi che non è carino dare della complicata a qualcuna? »

« E tu sap »

« Sì, so che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda. » Lui smise di sorridere; indossò una strana maschera sul volto. Non capivo perchè quello scambio di battute mi dava così fastidio.

Ah sì, forse perché per me stavano flirtando.

« Come hai fatto a capire che stavo per dirti quello? »

« Ahhhh al diavolo! Cathy ero venuta qui per dirti che io torno in Hotel. A dopo, o domani o quel che è. » Si voltò ed andò via, ma prima di chiudere la porta rispose ad Ian.

« Sei scontato,ecco perché l'ho indovinato. » .

Si allontanò da noi velocemente, e quando ebbe chiuso la porta sentii la rabbia crescere a dismisura.

Sierra aveva rovinato il mio momento magico.

Due volte, tra l'altro.

Guardai Ian, cercando qualche segno di arrabbiatura sul suo volto, ma non ne trovai. Sembrava sorpreso, forse frustrato. Ancora non lo conoscevo bene, quindi per me le sue emozioni erano ancora indecifrabili.

« Scusa Sierra, quando ha mal di testa è sempre intrattabile. » Gli dissi e lui fece un mezzo sorriso che ti metteva ko.

« Aveva mal di testa? » Sembrò pensarci sopra.

« Sì. » Affermai, non proprio sicura del fatto che quello fosse la verità.

« Oh, e allora perché è venuta? » Ci pensai un attimo e non seppi darmi una risposta.

Scrollai le spalle, in segno di diniego.

« Tu perché mi hai portato qui? E perché mi hai baciato? » gli chiesi senza timori.

Lui mi guardò malizioso, e poi mi attirò di nuovo a se dolcemente.

« Sarò schietto con te Cathy. Mi piaci e molto anche. »

Boom

Boom

Boom

Quello era il mio cuore che non smetteva di battere in maniera anormale.

Il suo profumo mi inondava le radici, mi drogava, mi faceva ridere.

Mi rendeva intraprendente, visto che prima che lo facesse lui, incollai le mie labbra alle sue in un bacio che non lasciava spazio a dubbi, pensieri, aria. Solo bocca, lingua e saliva.

Che poi detta così, era pure brutto ... Ma cavolo!

Quelle labbra baciavano troppo bene.

Quella lingua sapeva di buono.

Ian, era perfetto. Così come lo era quel bacio.

 

Quando si staccò da me, mi sorrise ancora in quel modo tutto suo, ed io gli accarezzai il petto. Volevo afferrare i suoi capelli e stringerli fra le mie dita, ma a lui non faceva piacere a quanto pare.

Beh, mi ' accontentavo ' dei pettorali.

Appoggiò la sua fronte sulla mia, fino a che i nostri respiri non tornarono normali.

« Mi sa che devi tornare in Hotel. » Disse lui e beh quella non era decisamente l'opzione migliore.

« Devo? »

« La tua amica sta male no? Meglio se vai da lei. Per il resto, c'è tempo. » .

 

C'è tempo.

C'è tempo.

 

Cavolo.

 

Sorrisi come un 'ebete, pensando all'eventualità che la nostra conoscenza poteva non fermarsi ad un bacio.

Ma infondo tra di noi la chimica c'era, ed era innegabile.

Quando eravamo vicini, c'erano brividi. C'era fuoco.

 

Annuii a lui, alle sue parole, ed ai miei pensieri.

« Sì, certo. »

Mi allontanai, ma prima che me ne andassi Ian mi portò di nuovo accanto a se, prese le mie labbra tra le sue in ultimo bacio sussurrato, sfiorato.

Ci staccammo dopo poco.

« Ora, puoi andare. » Sorrise, ed io con lui.

 

Sierra pov.

 

Le luci erano troppo forti, così come la musica e la voce di Steven.

Tutto sembrava essere contro di me quella sera.

Il mal di testa mi stava uccidendo e non scherzavo.

Appoggiai la testa sullo schienale morbido del divanetto, sperando che il dolore passasse un po'. Sbagliavo, ovviamente.

Chiusi gli occhi e quando li riaprii la faccia di Joseph mi si piazzò davanti, causandomi la morte cerebrale.

Gli ormoni invece, quelli erano belli che vivi.

Saltavano quasi.

Che qualcuno faccia qualcosa.

« Hai una brutta cera, se vuoi ti riaccompagno io.  »

 

Ahahahahahah. Io e lui, stessa auto. AHAHAHAHAHAH. Joseph caro, se ci tieni alla tua salute mentale e fisica non ti conviene restare solo con me.

 

Quello avrei dovuto dirgli.

Ma, feci la persona razionale e gli dissi semplicemente : « Sì, forse sarebbe meglio » .

Cretina? Sì di sicuro.

Credo che però la mia reputazione fu salva.

 

Lui sorrise, facendomi morire un poco. Le sue labbra rosse come fragole mature, mi chiamavano a gran voce.

 

Baciami Sierra ” .. le sentite anche voi, vero? 

 

«  Vado ad avvertire Cathy. » Lui annuii.

« Ti aspetto fuori, fai con comodo. » Tesoro, fare con comodo mentre tu sei lì fuori che mi aspetti? Va bene che sono stupida, ma non fino a quel punto.

 

Presi il cellulare dalla tasca dei pantaloni, cercando il numero di Cathy così da non doverla disturbare; sicuramente era con Ian, facendo chissà che...

Premetti il tasto della chiamata, ma c'era la segreteria telefonica.

Ah, quanto amo la Tim.

 

Salii le scale che portavano al terrazzo, dove ero sicura si trovassero. Ed infatti fu lì che li trovai.

Aprii la porta, ma loro erano così presi l’uno dall'altra che non mi sentirono arrivare.

 

 “ Preferisco te. Lei è troppo complicata, tu sei più dolce. ” . Gli sentii dire.

Stronzo.

 

Chi era lui per dirmi quelle cose? Sì, potevo esserlo, ma a lui non doveva importare.

Che ne sapeva dei miei difetti?

Che ne sapeva dei miei pregi?

Delle paure?

Delle fobie?

 

Niente.

 

Lui non sapeva niente.

 

Prendemmo a battibeccare, mentre notai che Cathy mi guardava male: Al diavolo, pure lei.

 

Andai via, non prima però di aver avuto l'ultima parola. Mi girai verso di loro, incollando il mio sguardo a quello di Ian.

 

“ Sei scontato,ecco perché l'ho indovinato” Dissi, riferendomi alla sua pessima battuta che non gli avevo lasciato finire di dire.

 

Uscii da quel posto, lasciandomi indietro i lacrimoni che avevo agli occhi, il mal di testa, Ian ed Atlanta.

 

Volevo stare a Londra.

Volevo rendere fiero di me mio padre.

Volevo troppe cose, che forse domani avrei ottenuto.

 

Varcai il portone che portava all'esterno e quando vidi Joseph appoggiato al cofano dell'auto mi venne una vampata di calore.

 

Meno pausa in anticipo, o gravidanza stile Vergine Maria -  effetto Joseph Morgan.

 

« Vieni, sali in auto così ti accompagno. Non per essere scortese, ma seriamente non sembri in forma. » Gli sorrisi per niente offesa.

« Tranquillo, ne sono consapevole. » Gli dissi, salendo nella sua auto.

Auto che lui, aveva già aperto.

Chiuse lo sportello, con galanteria.

 

SPOSAMI! Adesso. No, anzi aspettiamo il 22 Maggio onorando l'Inter... magari celebra la Plec, il collarino bianco gli starebbe da Dio... 

 

Quando anche Joseph entrò in macchina e chiuse anche il suo sportello, il suo profumo di dopobarba riempì l'abitacolo. Mi impediva di respirare  normalmente.

 

La testa martellava, ma non me ne importava un fico secco in questo momento.

« Devi girare a destra » Lui annuì.

Ero un pò in imbarazzo. Non sapevo come comportarmi, certo... quella sensazione era praticamente la storia della mia vita, ma ora era peggio.

« Allora, come ti sembra Atlanta? » Aggrottai le sopracciglia, non sapendo cosa rispondergli.

« Mhh, non saprei. Non abbiamo girato molto, siamo state sul set e poi al locale e cose così » Mi guardò un attimo prima di tornare a guardare la strada.

« Hai rapito il cuore di Steven, eh? » ammiccò nella mia direzione, ed io avvampai.

Presi a giocare con le pellicine del mio indice sinistro, e a mordicchiarmi il labbro inferiore.

« Sì no ecco. A quanto pare, sì » Risi nervosamente, in effetti non ero a mio agio con quella domanda.

« A volte quel ragazzo ha la delicatezza di un elefante » scosse la testa divertito.

« Però è simpatico. Mi piace, almeno non è uno spocchioso arrogante come qualcun altro » L'ultima parte la sussurrai.

« Io mica sono quello arrogante? »

« No, tranquillo. Per il momento sei quello migliore » Gli dissi sorridendo.

« Speravo la pensassi così » Mi sorrise mentre lo diceva.

 

Cuore mio batti meno forte, altrimenti qui rischiamo l'infarto.

 

Purtroppo arrivammo subito in Hotel.

 

Perché fanno le auto così veloci? Joseph mi aveva scortato fino all'ingresso dell'albergo, poi andò via lasciandomi un lieve bacio sulla mano.

Awww.

Entrai in stanza e mi buttai sul letto a peso morto: lontano da Joseph, il mal di testa era tornato prepotente.

 

 

Qualche ora dopo, - poche ad essere sincera -, aprii gli occhi ed accanto a me non trovai Cathy.

Sapevo per certo che la sera prima era rientrata, perché mi aveva chiesto come stessi, prima di addormentarsi anche lei accanto a me.

Oggi ero di buon umore.

Andai in bagno, appoggiai sulle casse il mio iPod nero, e sparai una playlist a caso.

Con la musica di Glee in sottofondo mi feci una doccia liberatoria.

Dieci minuti dopo - ok, facciamo pure venti -, avevo asciugato alla meglio i capelli, lasciandoli ancora umidi. Presi lo spazzolino e cominciai a spazzolarmi i denti.

Questo finché Kurt Hummel non cominciò a cantare una delle canzoni che più mi gasavano.

 

« It doesn’t matter if you love him, or capital H-I-M » Cominciai a cantare, usando lo spazzolino a mò di microfono.

« just put your paws up ’cause you were born this way, baby » Cantai tutta la strofa gasandomi come poche volte nella vita.

Non sapevo perché ma oggi mi sentivo bene. Forse era stato Joseph, forse il fatto che sapevo che avrei realizzato i miei sogni o forse ero semplicemente lunatica.

« don’t be a drag -just be a queen, don’t be a drag -just be a queen » Sentii la porta aprirsi, segno che Cathy era tornata.

Andai ad accoglierla cantando.

« Don't be a drag .. canta con me Cath»  lo spazzolino si fermò a mezz'aria.

Quella davanti a me non era Cathy.

« Just be a queen? » Disse lui sorridendo.

 

Idiota.

 

« Che ci fai qui? » Cercai di calarmi la camicia lungo le cosce scoperte. Ero in culotte e camicia - quella che lui aveva macchiato -, ed ero poco presentabile. Se poi mettiamo anche il fatto che dalla camicia azzurra, si intravedeva anche il reggiseno, capirete che ero in imbarazzo.

« Cathy ed io siamo andati a fare colazione, e siccome le si è rotto un tacco ero venuto a prenderle un paio di scarpe. » Disse lui, tranquillamente.

In effetti non c'era nulla di strano.

« Mh.. aspetta, ti prendo un paio di sandali » Andai alla sua valigia, e presi le prime scarpe che vidi, facendo attenzione a non abbassarmi troppo... insomma, non volevo mica mostrargli il mio sedere!

Sentivo il suo sguardo che seguiva la mia figura, e questo mi diede un leggero brivido.

Di fastidio, ovviamente.

« Ecco, tieni » Lui sorrise

« Vedo che poi la camicia è tornata come nuova » ammiccò lui nella direzione del mio seno.

 

Porco.

 

« Beh, non grazie a te. » gli dissi acida.

« Vero. »

« Beh... allora... »  lo invitai ad uscire - non molto gentilmente - e lui rise.

« Vado, vado. »

« Ecco »  Si avvicinò alla porta e mi diede le spalle. Poi si girò

« Per la cronaca, il complicato di ieri, non era una cosa negativa. Ah, e quelle culotte ti stanno molto, mooolto bene »

Presi un cuscino e glielo tirai dietro, colpendo la porta visto che lui era già andato via.

 

Ah, Dio Zanetti, aiutami tu.

 

 

 

Eccoci a questo 3 capitolo ebbene si volevo farvi un regalino per pasqua e così spero che vi piaccia!!!! XDXDXD

Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito gli scorsi capitoli e che hanno inserito la storia tra le preferite, ricordate e seguite, ma ovviamente anche a quelle ragazze che leggono e basta!!!!

Spero di riuscire ad aggiornare più spesso visto che l’altra ragazza con cui collaboro è finalmente tornata all’attacco sia con questa che con la sua storia che per chi non lo sapesse è questa qui: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=877487

Per chi non lo sapesse è su Ian/nuovo personaggio ma al suo interno c’è sia il cast di Supernatural che quello di The Vampire Diaries ve la consiglio è fantastica!!!! XDXDXD

Che dire auguro a tutte voi di passare una Buona Pasqua con la vostra famiglia e vi faccio i miei migliori auguri!!!! XDXDXD a presto con il nuovo capitolo!!!! XDXDXD un bacione a tutte voi!!!!

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Festa con... sorpresa!!! ***


Image and video hosting by TinyPic Il sole era alto nel cielo

Sierra PV

 

Il sole era alto nel cielo.

Caldo.

Troppo caldo.

Ma chi aveva inventato questo caldo atroce?

 

In compenso il cielo era azzurro, mi sembrava di poter volare su quelle nuvole così soffici… si soffici non so neanche se sono soffici, ma lo sembrano.

 

Voglio un letto di nuvole!

 

Fa caldoooooooooooooooooooooooooo!!!

 

Dove mai avrei potuto trovare un po’ d’aria fresca? Ah si! che stupida, ovviamente non chiusa qui, tra queste quattro mura.


Dopo aver indossato i miei mini short preferiti e un top azzurrino uscii pronta a godermi un po’ d’aria e si anche il sole.

 

DOVEVO ABBRONZARMI!

 

I piedi mi portarono verso la spiaggia… quanti ricordi riemergevano solo guardando quella spiaggia?

 

Chiusi gli occhi.

Un respiro profondo.

 

ooooh sia lodato il cielo, che frescura” mi crogiolai in quell’aria frizzantina.

 

Fu tutto così veloce, un ricordo mi piombò alla mente

 

dai Chaty lanciaaaa  

In riva al mare… le onde che sfioravano i nostri piedi. La palla dai mille colori era tra le mani della mia  migliore amica, doveva lanciare. Perché non lanciava? Odiavo aspettare, sembrava imbambolata per qualcosa.

“hai perso la testa? Non è di sicuro quella che hai in mano” risi quando si decise a lanciarmi, con un po’ troppa forza la palla.

ops scusa” rideva. Amavo sentirla ridere.

ooh questa proprio non dovevi farla mia cara, adesso me la paghiii!!”

Lasciai cadere la palla e corsi nella sua direzione. Gocce d’acqua che sembravano kaiser per quanto li facevo schizzare, ci bagnavano il corpo

“corri che ti conviene”

 

Lei rideva. Correva e rideva. 

D’un tratto si fermò, cercai di fermarmi, ma non ci riuscii e finii addosso a lei.

 

Ma che diavolo si ferma a fare se vede che corro?

 

Le sue braccia mi strinsero. Non avevo mai potuto immaginare ciò che sarebbe accaduto dopo. Mi trascinò in acqua!

-NOOO IN ACQUA NOOOO-

 

“No Chaty lo sai che ti voglio bene, la spiaggia è di là… quella è l’acqua ed è bagnata.” sembrava non sentirmi. Continuava a tenermi saldamente e incamminarsi nell’acqua.

 

Puff! Ero immersa dall’acqua!

 

Ma feci in tempo a stringerle il polso per portarla dentro con me “ NOOOOOO” la sentii urlare. Quando riemerse sembrava un cagnolino bagnato.

Una fragorosa risata echeggiò tra le onde. Com’era bella l’acqua. Se non fosse stato per gli abiti appiccicati al corpo.

 

“Amiche per la vita” la sentii sussurrare, io sorrisi, contenta di quelle parole.

“ Amiche per la vita” ripetei.

 

Ritornai alla realtà. Il mare che si infrangeva sulla riva.

 

In lontananza quasi sembrava un miraggio!

 

È lei o non è lei? Siiii

 

La mia Chaty, sembrava fossimo state chiamate a posta in quel luogo. Gli corsi incontro, con le lacrime agli occhi.

Stavo piangendo??’ oddio e perché?

 

Ancora pochi  passi e finalmente l’avrei raggiunta.

 

 

Kath pv

 

Buio, perché il buio mi circonda? Aaah si ecco perché.

Tastai le mani sul mio viso ed eccola come immaginavo, la mia mascherina da notte.

Delicatamente tolsi il tessuto che copriva i miei occhi e la luce ritornò a illuminarmi il viso.

 

Sentivo di essere sola… Sierra sarà uscita pensai è ovvio.

 

Ma un altro pensiero si impossessò della mia mente. Un pensiero che aveva accompagnato il mio cuore in questa nottata.

Il  bacio di Ian.  Non posso crederci mi ha baciataaaaaa!!!!!!

 

Premetti le mie mani sul volto, quasi per nascondere all’intero mondo la mia felicità e cominciai a scalciare in aria, disfacendo ancor di più il letto.

 

Mi sembrava di avere ancora il suo sapore in bocca. Mi stringo le labbra socchiudendo gli occhi per ritornare ancora a quel momento. Una sola parola

 

F-A-N-T-A-S-T-I-C-O!

 

Andai diretta in bagno. Avevo bisogno di una doccia.

Un’improvvisa voglia di aria marina mi investi completamente e dopo essermi preparata mi diressi alla spiaggia.

 

L’acqua era fresca, i piedi che venivano sommersi di tanto in tanto dalle onde che s’infrangevano a riva, il sole picchiava sulla mia pelle scoperta, rosea, già abbastanza abbronzata per essere inizio estate. Ma d’altronde a me capitava sempre così.

 

 

In lontananza dei passi giungevano frettolosi verso la mia direzione, voltai il capo e la vidi.

Sorrisi.

 

Un passo e…

 

“Ma cosa ti sei bevuta questa mattina?” dissi ridendo mentre stavo sprofondando nella sabbia caldissima.

 

Vidi il suo volto rigato dalle lacrime. Cominciai decisamente a preoccuparmi.

 

La spostai un po’ per poterla guardare dritta nel mare dei suoi occhi, erano pallidi, il loro luccichio vivo che amavo in lei era sparito, nascosto dalle lacrime.

 

“Perché piangi?” mi abbracciò forte e io ricambiai la presa

 

“Ti prego non stiamo più così lontane, mi manchi, mi manca tutto ciò che ci univa prima. L’amore non deve dividerci…” cominciò a parlare come un fiume in piena “… voglio che ci riuniamo, voglio che torniamo ad essere ciò che eravamo fino a poco fa”.

 

Sorrisi a quelle parole. In effetti da un po’ di tempo che ciò che c’era tra di noi si era un po’ sgretolato.

Dovevo rimediare!!!

 

Cercai di alzarmi.

 

La sabbia mi ricopriva la maggior parte della pelle, sembrava che luccicassi al sole.  Lei vestita con i suoi short preferiti. Mi ricordavo di averli presi un paio di volte. In effetti erano troppo sexy!!

 

“Dai andiamo a prendere un gelato”  gli dissi mentre le prendevo la mano

 

Frenaaa! Vuoi andare conciata così a prendere un gelato?? E se ce un bel ragazzo in giro che ti vuole puntare?”

 

Non era proprio cambiata!

“cosa ho che no va?”

 

“ beh vediamo, sei mezza nuda e piena di sabbia, se non vuoi che ti stuprino è meglio che metti su qualcosa”

 

 

“ok ok! Andiamo di la! Ho la mia roba”

 

Andammo nel piccolo camerino dove avevo accuratamente sistemato i miei abiti e con accuratamente intendo aver buttato come mi capitava la maglia e la mini sul tavolino vicino alla borsa.

 

Una volta cambiata e ripulita dalla sabbia che mi camminava senza il mio permesso nel costume, mi diressi insieme alla mia cara amica Sierra a prendere un gelato

 

mmmmh ci voleva proprio”

 

La sento dire mentre comincia a fare una delle sue smorfie gustatrici. Era alquanto imbarazzante mentre passava la gente, ma divertente. Da quanto non passavo una giornata così bella con la mia migliore amica? Booooooooooooh

 

Ehy belle ragazze che ne dite di fare un salto a questa festa? È in spiaggia questa sera “

 

Quel ragazzo ha qualcosa di familiare, ma cosa? Lo già visto… ma dove?

Maledetto cervello ricordaaaa!

 

Siiiiii  Daviiid, ma qual buon vento, pensavo fossi ti fossi trasferito” ero completamente sorpresa nel vederlo. Gli sorrisi inclinando di poco il capo. Era ritornato e come ben vedevo voleva subito rifarsi del tempo che aveva perso non rimanendo qui. Bene perché no!

 

Chaty? Oddio non ti avevo riconosciuta. Dio che figa che sei diventata”  oh che bella la sua risata

“allora che fai tu e la tua amica ci sarete?”

 

Siè mi guardava cercando di capire, non gli avevo raccontato di David, ma la sua espressione era alquanto divertente.

 

“Per me va bene tu che ne dici?”

 

“ Ehm si ci saremo” mmh mi sa che stava sognando qualcosa, lo ridestata da chissà quali pensieri.

“Perfetto! A stasera”

 

Lo vidi correre tra la gente a consegnare volantini, mentre Siè mi guardava strana.

 

“un vecchio amico d’infanzia” dissi senza pensarci troppo. “Dai andiamo a casa che tra poco c’è la festa!!!”

 

La trascinai a casa.

 

 

Sierra Pv

 

Doccia! Doccia! Doccia!!!!!

 

Le ore correvano troppo veloci il tempo per prepararmi al meglio era poco.

 

Mi immersi sotto la doccia, lavai la salsedine che l’aria del male aveva inglobato il mio corpo.

 

Fico so di mare!

 

L’acqua sgorga sul mio corpo, scivola non mancando una curva, prendo un bagnoschiuma a caso e insapono il mio corpo cominciando a canticchiare. “Las manos arriba cintura sola” istintivamente cominciai a muovere le mani e il bacino a ritmo di musica, aumentando il tono di voce mentre cantavo

 Da media vuelta danza kuduro

No te canses ahora que esto solo empieza

Mueve la cabeza danza kuduro” cominciai a sculettare a destra e a sinistra schizzando un po’ ovunque con i getti d’acqua. “ohi ohi ohiiiii oooooo ooohi ohi ohiii” cantai a squarciagola quando sentii bussare pesantemente sulla porta del bagno.

 

Nooo ecco la guastafeste!

 

“mi spieghi una cosa? Hai organizzato un concerto nel bagno?”

 

“quanto sei noiosa Chaty, mi stavo solo preparando suvvia!”

 

“ehm non occorre solo a te il bagno e …” stava continuando la frase ma il suono del suo cellulare la interruppe, raggiungendolo immediatamente.

 

Salvata in calcio d’angolo!!! Rientrai nel bagno a ritmo di musica, una musica naturalmente immaginaria.

 

Non ho preso il costumeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!  Allarmata e ancora avvolta nel mio asciugamano corsi fuori diretta nel cassettone cercando un costume che avrei potuto indossare a quella festa.

 

Chaty ancora al cellulare? Ma chi era? BAH…

 

Presi dal primo cassettone un costume comprato… oddio quando avevo comprato quel costume? Me lo rigirai dalle mani non ricordavo di averlo mai avuto

“Ehi Chaty è tuo?” lei mi fece segno di no con la mano e si allontanò nel cucinino. Ma chi diavolo sarà mai!

 

Feci spallucce e mi recai nuovamente in bagno, il grande specchio mi si presentò davanti rispecchiando il mio corpo privo ancora di ogni indumento, ora che avevo lasciato cadere l’accappatoio. Mmmh  lasciai perdere ogni commento e mi infilai il costume azzurrino, molto bello direi anche se non proprio il mio genere, ma per quella sera poteva andare.

Mancava da scegliere ciò che avrebbe coperto per quel momento il costume…. Scelta alquanto complicata! Oh meglio no…

 

Corsi all’armadio rovistando tra i miei abiti, trovando finalmente ciò che cercavo. Da quanto tempo lo tenevo li? Era giunto il momento di indossarlo…

 

Presi qualcosa da portare alla festa, tenendo tutto nella borsa. Mi buttai sul letto socchiudendo gli occhi volando con la fantasia… cosa sarebbe successo quella sera?

 

Aspettai con calma che la “sognatrice” si preparasse.

 

 

Kath PV

 

La voce stonata di Sierra mi giunge alle orecchie, mi precipitai in bagno bussando a più non posso. La porta si aprì e il suo faccino piccino mi si presentò davanti agli occhi, l’aria fin troppo innocente.

 

“mi spieghi una cosa? Hai organizzato un concerto nel bagno?”

 

Le sue lamentele cominciarono subito, non appena la frase terminò. La sua dote canora non era proprio il massimo da sopportare. All’improvviso il cellulare mi squillò e corsi subito infischiandomene del fatto che lei stesse continuando a parlare

 

-         numero sconosciuto - aggrottai la fronte e poi risposi

 

“pronto?”

 

“Ciao” la sua voce risuonò dall’apparecchio telefonico e un sussulto al cuore mi pervase nel petto. Socchiusi gli occhi e l’immagine della sera prima si riportò alla mente.

 

-         Dai dammi il tuo numero…

“Perché lo vuoi?” risposi con un tono dolce, sensuale, forse un po troppo provocatorio.

Perché… perché voglio sentirti, cercarti, non vuoi?”

A quelle parole sentivo il sangue ribollirmi nelle vene e presi il suo cellulare. Segnai il mio numero e gli e lo riporsi.

“Grazie” io gli sorrisi, lui si stava avvicinando sempre di più, un vortico nello stomaco; gli sorrisi mentre cercavo di mantenere il controllo, le mani sudavano, il mio corpo fremeva ma dovevo allontanarmi prima di rovinare tutto. Sierra dovevo cercarla, ma subito la sua vocina mi rimbombò nelle tempie – io vado a casa, Jos ha detto che mi accompagna lui- e poi se n’era andata via, qualcosa l’aveva infastidita?? Mi incamminai verso casa con Ian sempre tra i miei pensieri -

 

Ritornai alla realtà, sembrava che il pensiero mi avesse portata anni luce lontana da lì, quando invece erano passati solo pochi secondi.

 

Ian” sorrisi nel pronunciare il suo nome, mi aveva chiamata e non lo credevo ancora possibile.

 

Chaty, spero di non averti disturbata…” - che dolce si preoccupa – calma Chaty calma!!!

 

“no affatto per ora il bagno è occupato quindi mi tocca prepararmi dopo”  parlai senza neanche pensare al fatto che non sarebbe andato alla festa, a meno che conoscesse l’evento di quella sera … perché non chiederglielo, magari ci sarebbe stato un’incontro.

Sospirai “prepararti eh?? Per chi dovresti farti bella??”  per te! Pensai non mi accorsi fino a quel momento che l’idea di farmi bella per lui mi fece arrossire.

 

“ma cosa vai a pensare? È solo una festa alla quale ci hanno invitato, giù alla spiaggia”

“una festa in spiaggia, fico!”

“già” arricciai le labbra, mentre Siè uscì dal bagno avvolta nel suo accappatoio, così mi allontanai entrando in un’altra stanza “tu…ci sarai?” esitai nella speranza di ottenere una si.

“beh se me lo chiedi potrei anche farci un pensierino…cosaaa??? Dovrei chiederglielo io?? Ma dov’è finita la galanteria? Ridacchiai

 

“altrimenti?” gli chiesi sfidandolo

“altrimenti? Beh altrimenti andrò con la tua amica” si sentì la sua melodiosa risata, sembrava di udire un usignolo che cantava;

“non è molto carino da parte tua, non ero io la tua scelta??” gli dissi con tono provocatorio

“se la metti così allora potrei chiedere a Jos di accompagnarmi alla festa…” dal telefono potevo sentire dei suoni strani come se si stesse strozzando con qualcosa. tossì e io soffocai una risata

 

“dunque?” sorrisi ben sapendo che non avrebbe potuto godere del mio sorriso dall’altra parte del cellulare.

 

“ci vediamo alla festa Chaty” mi disse per poi chiudere la telefonata.

 

La mia testa iniziava già a girarmi, corsi in bagno per prepararmi anch’io, le ore volavano e presto avrei visto quegli occhi color ghiaccio che mi facevano piegare le ginocchia ogni volta che mi guardavano.

 

POV SIERRA

 

La sera stava calando e la festa stava iniziando, l’abitino che mi copriva il costume svolazzava leggermente con la brezza marina, la spiaggia sembrava affollata e tutte quelle tende facevano presagire che la festa sarebbe durata tutta la notte, sicuramente ci saremmo divertite.

Chaty la vedevo sovrappensiero e ciò mi incuriosiva maggiormente su chi l’aveva chiamata, non aveva voluto farmi vedere il suo costume! Non è giusto, volevo essere la prima a vederlo!!

Arricciai involontariamente le labbra e guardai la miriade di persone ,mezze nude che si davano alla pazza gioia.

 

alloraaaaa… cominciamo dai pazzi alcolizzati, dai golosoni con le ciambelle e i marshmallow o vuoi già buttarti in acqua??” non mi rispose continuava a guardarsi intorno, ma che diamine eravamo lì per divertirci o cosa?? Mmm ora vedo di attirare la sua attenzione, mi tolsi l’abito lanciandoglielo addosso.

 

“bene allora vado a scoparmi quel ragazzo laggiù”  sapevo che sarebbe ritornata in sé e come previsto si voltò verso di me scioccata

 

“tu cosa??!!” scoppiai a ridere scuotendo il capo

“dovresti vedere la tua faccia! Bentornata nel mondo dei vivi!!”

“oh ehm scusa Siè” sorrise passandosi una mano tra i capelli

 

“si un bel drink è quello che ci..” la interruppi vedendo il campo da pallavolo

waaaa guarda andiamo?? Ci andiamo verooo??” la trascinai letteralmente contro il banchetto delle iscrizioni per poi farla sbattere accidentalmente contro un ragazzo… un momento! Jos era lìììì!!!

 

I nostri sguardi si incrociarono come quelli di Ian e Chaty, alternandosi sugli occhi dei presenti

 

ohoh ma guarda chi abbiamo qui, anche voi vi iscrivete?” gli feci la linguaccia ma dentro di me sentivo il cuore che aumentava il suo solito ritmo cardiaco.

“si! Vogliamo umiliare qualcuno se a te non dispiace” sorrisi con aria di sfida.

uuuuh uuh a quanto pare non hai letto il regolamento piccina” mi sventolò un foglio di carta davanti agli occhi;

“cos’è??” domandò Cathy inclinando il capo di lato

“che ingenuee!! Allora il maestro vi spiega tutto” cominciò a riprendere il discorso Jos mentre Ian guardava turbato il suo volto.

“le coppie per giocare devono essere composti da uomini e donne non da ragazzi dello stesso sesso” mi guardava con sguardo soddisfatto ma perché??  

 

Da quando in qua esisteva questo regolamento per giocare una semplice partita di beach volley?

Sospirai facendo una smorfia con le labbra.

 

“Devo fidarmi di te? “

Joseph e Ian si scambiarono quello che sembrava uno sguardo d’intesa, non capivo cosa mai potessero architettare, ma perché non tentare? Sarebbe stato divertente!

 “fidati” intervenne Ian con il solito sorriso luminoso, non lo avevo mai notato fin a quel momento! Wow che sorriso, “io sto in coppia con Chaty”.

 

Guardai Jos e coppie ci mettemmo in fila per l’iscrizione.

 

Kath POV

 

Mi aveva scelta. Come sua compagna. Mi aveva scelta! Per diamine! Si era una semplice partita di beach volley, ma ero con lui. Ok ora basta calmiamoci e concentriamoci!

 

La sabbia era calda sotto i miei piedi nudi, le pietricelle si incastravano tra le dita… dio era così fastidioso, ma la sensazione del piede immerso nella sabbia era ineguagliabile.

La folla acclamava a vicenda i nostri nomi; David era in prima fila che sventolava un qualcosa urlando a squarciagola, l’aria calda era soffocante durante quel momento di sfida.

La prima battuta fu lanciata. La partita ebbe inizio.

 

Dovevo concentrarmi sulla palla e non la schiena scolpita di Ian, era così difficile.

I minuti passavano, la palla correva da un campo all’altro, sobbalzando sulle nostre mani, a volte sulle teste, segnando punti o addirittura lanciandola a diversi metri di distanza.

Ci stavamo divertendo un mondo.

 

Rotolava così veloce che a momenti i contorti erano sfocati, la palla stava andando verso il centro, nessuno dei due era su quel punto. C’è l’avrei fatta! Feci un salto sicura di prendere la palla.

 

Baaam!

 

Mi scontrai contro Ian, che botta! Finimmo a terra. Il suo corpo fece da scudo contro la sabbia scottante, la mia pelle fu salva. Tutto il mondo in quell’istante sembrò svanire, il suo viso così vicino al mio, nuovamente, ma questa volta dinanzi a una miriade di persona che ci guardavano. Chissà che stavano pensando. Non ebbi il coraggio di incrociare i loro sguardi, neanche quelli della mia amica e di Jos. Ma rimasi li, a guardare i suoi occhi, così intensi, il suo sorriso che mi faceva ribollire il sangue nelle vene. Come se il sole cocente non bastasse.

 

“ehm tutto bene?” sussurrò lui alzando un angolo della bocca. Mi limitai ad annuire.

 

Baciami, baciamo ora davanti a tutti, ti prego stringimi al tuo petto. Dichiara al mondo intero che vuoi me!!

 

mmmh sei comoda?” quella domanda mi riportò alla realtà, ritornai a usare la mia parte del cervello razionale.

Il mio volto divenne bordeaux, ma non per via del caldo, ma a causa di quel momento di imbarazzo.

Mi alzai goffamente ma qualcosa mi trattenne, mi ritrovai sulle spalle, la sabbia, le righe che segnavano il campo le vedevo un po’ riavvicinate, i corpi del “pubblico” erano rovesciati. Si sono messi tutti in testa in giù? Ahah che buffi.

NO! Ma aspetta! Il sedere di Ian?

 

“Cosa hai intenzione di fare?” lui si limitò a ridere e cominciò a camminare non vedevo dove stava andando ma potevo immaginare.

L’acqua!

“No ti prego no! Mettimi giùùùùùùùùùùù

 

Sentivo la sua risata accompagnata a quella di Joseph, insieme a quella di Sierra che chiacchieravano chissà di che cosa.

L’acqua era sempre più vicina

 

“No ti prego, non avevo progettato di fare il bagno! Non farmi questoooooooooo

“ma no dai che gusto c’è se ti metto già adesso?”

 

L’acqua gli arrivava al ginocchio se avrei allungato la mano avrei potuto sfiorare a superficie.

Brrr freddaaaaa

 

uno…

“uno cosa?”

Due…

Ian??”

Mi sentii sollevare! Che forza!

treeee!” e il mio corpo sprofondò nell’acqua immergendosi completamente.

 

Riemersi e potevo scommetter quello che volevo che ora sembravo un gattino arruffato. Presi Ian per il polso spingendo anch’esso in acqua.

 

“dovresti vederti” rise, ma perché trova sempre tutto divertente? Ma a dir il vero era divertente come cosa, ma… ok mi stava mandando in incandescenza.

“cosa ho di così divertente?” si avvicinò togliendomi una ciocca di capelli incollata alla bocca. “oh ehm grazie”

 

In pochi minuti tutti si tuffarono in acqua, il sole calava lentamente all’orizzonte fino a scomparire del tutto.

Il mio sguardo correva spesso sul viso e sul corpo di Jos, non capivo esattamente il motivo ma qualcosa mi attirava come se due calamite fossero incastrate dentro i nostri corpi.

Nuotavo tranquilla, insieme al gruppetto creatosi quella sera. Gruppetto per modo di dire, eravamo in quattro. Chi ci vedeva avrebbe potuto scambiarci per una coppia. Una coppia? Io e chi? Ian? Jos? E Sierra? Piace qualcuno dei due?

 

Troppeee domandeee rischio di far esplodere il mio prezioso cervello.  Ed ora? Che sarebbe accaduto?

 

SIERRA POV

 

Adoravo l’acqua, adoravo la compagnia della mia cara amica e si, anche se dimostravo diversamente, mi piaceva la compagnia di Joseph. Non era male come ragazzo, forse per questo continuavo a litigarci? E Ian? Sembrava avere un debole per Chaty, ma quanto era sexy? Soprattutto con quel costumino.

 

“Stanno per iniziare il gioco della bottiglia vi va di andare?”

“Ma è per bambini!” Jos, sempre il solito.

“Hai paura di baciare una racchia?” risposi a comando, le mie solite risposte alla cazzo.

“no forse te!” e scoppiò a ridere.

 

A quelle parole rimasi malissimo, poteva pur scherzare, ma questa volta aveva decisamente esagerato. Uscii dall’acqua, dirigendomi verso un asciugamano per avvolgerci il mio corpo bagnato e salato. Stringevo i denti.

 

Che vada al diavolo!

 

Chaty mi raggiunse, non mi andava di farla preoccupare e sorrisi anche se dentro non sorridevo. Aspettammo qualche secondo, il tempo i dure ragazzi uscissero dall’acqua.

“non pensarci, è un idiota” mi sussurrò Ian quando mi passò accanto

 

Ma quanto è dolce?

 

Gli sorrisi, inclinando il capo in segno di gratitudine.

 

“Su andiamo a prendere posto, il gioco sta per iniziare”

 

Chaty mi spinse, mi era passata la voglia di giocare. Davanti a noi i due ragazzi che parlottavano tra di loro. Chissà di cosa.

 

Tutti e quattro ci mettemmo vicini.

 

 “ Scusate voi quattro se vi conoscete dovete sparpagliarvi”

“Cosa e perché?” Chiese Ian

“è il regolamento, almeno potrebbe capitare la possibilità che anche tra di voi accada qualcosa”

 

Di malavoglia ci alzammo mettendomi un po’ distanti tra di noi, chi in mezzo ad altre ragazze, chi dall’altra parte del cerchio. Ci guardavamo agitati, ma ridevamo, la cosa elettrizzava tutti.

 

Il primo girò iniziò, le penitenze sorvolavano ogni cosa, pochi erano gli audaci a provare “il bacio”.

 

Era il turno di Joseph. “Bacio” 

Il cuore cominciò ad aumentare il suo battito. Non potevo credere al fatto che aveva scelto quella parola.

Ian e Chaty si erano già baciati un paio di volte, era capitato anche a me di dare un bacio lieve a Ian, ma Jos?

 

La bottiglia roteava, roteava, roteava, sembrava non volersi mai fermare. Ma eccola che rallentava la sua corsa, chi sarebbe stata o stato il prescelto?

Ancora pochi secondi.

 

La notte che ci avvolgeva ci allontanava dal mondo, allontanava me, non riuscivo a vedere nient’altro che il tappo di quella bottiglia, ora ferma, che indicava… me? Stava indicando proprio… me?

Alzai lo sguardo timidamente verso quello di Jos, non volevo guardarlo dopo ciò che aveva detto un istante prima, il suo primo giro di bacio e gli toccava baciare proprio colei che non voleva baciare.

Si alzò senza indiscrezione, tranquillo, con un lieve sorriso sulle labbra, si avvicino a me.

mmmh il mio primo tentativo, mi è andata bene” sussurrò girandomi verso di lui.

Ma sei scemo o cosa? Riordina ci che hai in mente per l’amor di dio!

 

Trattenni il fiato. Si avvicinava sempre di più.

Oddio aiutooo!! Ed ora?

Sentivo il battito del mio cuore nelle orecchie. –e rallenta un po’ maledetto cuore-

Ma niente non voleva saperne.

 

Le campane suonarono nell’istante in cui le sue labbra premettero sulle mie. Via era fatta! Com’erano morbide. Perché non si stacca? Gli piace?

Mi lasciai trasportare dalla morbidezza delle sue labbra.

Socchiusi gli occhi.

Era tutto un sogno, no ti prego fa che non sia solo un sogno.

 

L’incantesimo terminò nell’istante in cui le sue labbra si staccarono dalle mie e si dirige al suo posto, portai le dite involontariamente sulle mie labbra. Non potevo ancora crederci.

 Guardai Chaty era turbata. Cos’era successo nel frattempo? Perché aveva la fronte corrugata? A che pensava?

 

Il gioco finì. Ci dirigemmo verso un banchetto per bere qualcosa, per ridere e scherzare, avevo preso molta confidenza con Ian, era stato davvero carino con me quella sera, Jos si comportava sempre da solito idiota, ma sembrava che dentro di lui ci fosse qualcosa di dolce, ma tentava sempre di nasconderla.

Chaty era ancora avvolta da una nube di inquietudine, la vidi allontanarsi. Forse aveva bisogno solo di un po’ di solitudine.

 

 

Joseph Pov

 

Eccoci tutti accerchiati a giocare a questo stupido gioco.

Guardavo le facce dei presenti, c’erano tante belle ragazze in effetti. Guardai Ian, sembrava elettrizzato all’idea di quel gioco. Ma si perché no infondo sarebbe stato divertente.

Bene era il mio turno, presi in mano la bottiglia.

mmh scelgo… ma si dai. Bacio” annunciai prima di cominciar a far roteare la bottiglia.

Fa che sia una ragazza! Fa che sia una ragazza! Magari anche carina! Ma una ragazzaaaa!

 

La bottiglia stava per terminare il suo giro. E la fortunata è……

Sierra?

Dopo ciò che gli avevo detto, anche se non lo pensavo realmente, avrei dovuta baciarla. Ma lei era davvero una bella donna.

 

Si lo avrei fatto con piacere.

 

Mi alzai e mi diressi verso di lei con un sorriso sulle labbra. Mi inchinai, lei non mi guardava in faccia, l’avevo ferita? Ma dovrebbe aver capito che io scherzo! Bah…

 

Presi il suo viso tra le mani, era così piccolo, la sua pelle liscia, i capelli che liberavano ancora qualche goccia di acqua. Mi avvicinai alle sue labbra e la baciai. Sapeva ancora di mare misto al sapore della birra che fino a pochi minuti fa stava sorseggiando. Le mie mani sentivano il bollore delle sue guancie.

 

Ho hoooo le piaccio? Mmh e poi che morbide queste labbra

 

Mi alzai per dirigermi nuovamente al mio posto. L’avevo baciata e mi era piaciuto, oddio davvero mi era piaciuto?

Cominciai a pensar a quel contatto, alle sue labbra morbide al suo profumo che mi aveva inebriato, la salsedine sulle sue labbra. Wow!

 

Il gioco finì e ci prestammo a portarci verso un tendone dove servivano da bere. Ne avevo assolutamente bisogno.

 

“già giù giù!” continuavo ad incitare qualcuno che provava a mandar giù qualche liquore in un sol sorso. Che pandemonio ahahaha.

 

Mi guardavo intorno le stelle brillavano in cielo, una sera bellissima, il falò ebbe inizio. Tutti si prestarono a cuocere qualcosa intorno ad esso. Con lo sguardo notai Chaty che si era allontanata, aveva lo sguardo turbato. Cosa gli era successo?

 

Guardavo Ian che rideva e giocava con Sierra, se era innamorato di Chaty perché non andava da lei?

Aspettai qualche minuto e vedendo che non si muoveva mi diressi da lei.

 

Seduta sugli scogli con i piedi immersi nell’acqua c’era lei, aveva un fascino tutto suo, era una bellissima donna chi mai poteva resisterle? La luce della luna che faceva splendere la sua pelle. Troppi pensieri mi giravano alla testa su di lei ma perché???

 

Ehy sirenetta” eccola che si girò di scatto. Che sussulto al cuore.

 

Kath pov

 

Perché mi infastidiva il bacio tra Jos e Sierra? C’era qualcosa tra di loro ed io non me ne sono resa conto?

Con i pensieri sottosopra mi allontanai dalla festa che cominciava a mettermi malinconia. Con un bicchiere di ponce in mano, ovviamente corretto con dell’alcool, mi diressi tra la massa scura di scogli. Lontano da tutti.

 

Mi sedetti su uno scoglio, il fruscio dell’acqua era rilassante, i piedi immersi, il cielo stellato. Tutto era magnifico.

 

Ehy sirenetta” la voce di Jos ruppe il silenzio e mi fece girare di scatto.

“Cosa ci fai qui? Non dovresti essere alla festa?” bevvi un sorso.

“Beh se per questo anche tu!”

mmh cercavo un po’ di tranquillità tutto qui” dissi infine, dovevo nascondere tutto ciò che covavo dentro. Non so perché ma avevo sempre la tendenza ad esprimere contro il mio volere ciò che sentivo.

 

“Bello il gioco della bottiglia vero? Non  era mica un gioco per bambini?” lo stuzzicai un po’

“si hai ragione, ma beh si lo ammetto mi sono divertito”

Il mio sorriso scomparve.

“e anche il bacio con Sierra?”

“Perché me lo chiedi?”

 

Mi raddrizzai, incrociando le gambe in perfetto equilibrio sulla roccia, sulla quale sedevo.

“non lo so, il vostro modo di stuzzicarvi, il bacio, lo so era un gioco ma vedere la vostra espressione”feci spallucce.

Come previsto lui rise.

 

Puff che imbecille

“sei per caso gelosa?”

“cosa?” questa volta risi io “gelosa di cosa scusa?”

Lui inclinò il capo “beh perché a posto di baciar te ho baciato la tua amica Sierra”

“ma fammi il favore! Era un gioco! E poi scommetto su tutto ciò che vuoi che Ian bacia molto meglio di te!” canzonai altezzosa voltandomi di spalle.

“ah tu credi? Ne sei proprio così sicura?”

“Si” dissi con decisione.

Poi accadde tutto così velocemente. Mi sentii attirata contro il suo corpo, il volto girato dalla sua mano che raccontava la storia della sua vita. Le sue labbra che si univano alle mie in un bacio languido. Mi stringeva a lui e non voleva saperne di staccarsi. Quando decise di farlo non sapevo che dire, lo guardavo con la bocca dischiusa.

 

Mi.. mi… mi ha baciato?

 

Senza dir nulla si allontano,  o meglio sentii mormorare uno “scusa”.

Rimasi ancora li qualche istante. Troppe emozioni mi riempivano in quel momento.

 

Sierra Pov

 

Direi che la festa si può dire conclusa. Vidi Jos sbucare da alcuni scogli, dove diavolo era andato?

Mi reggevo a stendo addosso a Ian, abbastanza ubriaco anche lui. Barcollavamo sulla sabbia.

Joooooooooooooooos ma dove scappi?” urlai tra le mille risate.

Nessuna risposta

Ehy Ian andiamo a cercare Chaty” dissi con voce balbettante.

Ma nell’istante in cui ci dirigemmo verso gli scogli dove, precedentemente era uscito Jos, ecco che uscì Chaty.

La raggiunsi subito, inciampando qualche volta nella sabbia.

Lei si precipitò da me prendendomi tra le braccia prima che io cadessi nuovamente a casa

“Diamine Sierra, ma quanto hai bevuto?”

Io scoppiai a ridere mentre Ian ritornava penso a casa.

“non ho bevuto tanto uno o due bicchieri” mentii barcollando tra le sue braccia mentre ci dirigevamo in macchina. Molte persone avrebbero passato la notte sotto le stelle eccetto noi che l’avremmo passata nel nostro letto.

 

“su dai cambiati veloce che ti aiuto a metterti a letto” sentii la voce di Chaty a tratti, la stanza vorticava.

Tutto ciò che ricordai fu la morbidezza del mio cuscino e il buio assoluto.

 

JOS POV

 

Ora nel mio letto ripensavo al bacio dato a Chaty, la sua espressione stupita… avevo agito d’istinto, o forse ero semplicemente ubriaco?

Fu con questi pensieri che mi addormentai rapidamente.

 

Kath POV

 

La macchina correva tra le strade libere, l’aria fresca mi pizzicava sulla pelle, non avevo bevuto, ma sentivo ugualmente girarmi la testa. Con molta attenzione riuscii a tornare a casa sana a salva.

Feci spogliare Sierra e la misi a letto.

“che ragazza” sussurrai sorridendo, mentre la guardavo già immersa nei sogni.

 

-se comincia così sicuramente passerò la notte sveglia… dio come russa

 

Mi feci una doccia, dovevo liberare la mente. So quello che provo per Ian, ma perché continuava a tornarmi in mente il baci  di Jos? E perché mi aveva baciato?? semplicemente perché lo avevo provocato?

 

Uscita dalla doccia mi rivestii e mi misi a letto.

 

Kath si svegliò la mattina successiva sentendosi terribilmente stordita. Stava per entrare in bagno quando sentì il familiare rumore dell'acqua che scorreva.

Sapendo che Sierra aveva un bagno adiacente tutto suo, entrò lentamente confusa per vedere chi lo stava usando.

Dal box della doccia appannato, riuscì a distinguere l'immagine sfocata di una larga schiena maschile di fronte a lei. Una delle sue mani era tenuta fermamente contro il muro, mentre l'altra andava verso l'alto per lavare via lo shampoo dai corti capelli neri. Ian.

Velocemente, abbandonò tutti i suoi vestiti e lo raggiunse nella doccia.

Nel momento in cui le labbra di Chaty fecero piovere baci sulla sua schiena, l'intero corpo si tese. Il suo respiro divenne debole e il suo membro si indurì quasi istantaneamente.

“Oh Chaty sei tu piccola” la sua dolce voce risuonò cullandola con dolcezza.

 

L'acqua della doccia stava diventando sempre più calda mentre continuava a cadere su di loro, ma a Chaty non poteva importare di meno. Lo voleva così tanto che poteva sentire il suo corpo tremare per la troppa anticipazione.

Lentamente, lui si voltò per guardarla in viso. I suoi occhi divorarono la vista del suo corpo nudo mentre lei lo guardava con desiderio. Con un gemito, lui la sollevò per aiutarla ad avvolgergli le gambe attorno alla vita. Con una mossa veloce, si voltò per premerla stabilmente contro il freddo muro di mattonelle e schiacciarle le labbra con le sue.

Kath chiuse gli occhi quando lo sentì affondare il suo membro nel profondo di lei. “Oh, è così bello”

“No, non chiudere gli occhi” la blandì lui mentre la sua voce diventava improvvisamente familiarmente più bassa. “Guardami, love... voglio che tu mi veda mentre vieni”

Chaty spalancò gli occhi, un piccolo ansito le sfuggì dalle labbra quando si ritrovò a fissare un paio di profondi occhi blu invece che ghiaccio. “Jos?”

“Oh Katherine...” disse lui in tono gutturale mentre continuava a pompare dentro e fuori di lei.

“Oh Jos... è così bello”

“Vuoi che mi fermi, sweety?” sibilò lui.

“Non fermarti! Non fermarti mai... ungggh

“Oh Chaty... ti voglio così tanto...” gemette lui mentre iniziava ad accelerare le spinte.

“Oh Dio, ho bisogno di te... (ansito) Oh Jos, ti amo così tanto...” Kath sentì dire da se stessa proprio mentre la sveglia sul suo comodino suonava.

 

Aprendo gli occhi, si tirò velocemente a sedere, un'espressione di perplessità le riempì gli occhi quando realizzò che era nel suo letto e che Jos non era da nessuna parte che lei potesse vedere. Il suo corpo era vestito e non bagnato, non era sotto la doccia.

 

Oh cavoli allora è stato tutto un sogno….

“Oh merda!” sussurrai guardando il muro davanti a me “ed ora?”

 

 

 

Rieccomi so che è passata un’eternità dall’ultimo aggiornamento ma spero che questo capitolo serva per farmi perdonare della lunga attesa anche perché sono cambiate delle cose, per prima cosa la ragazza che scriveva con me ha dato forfait e quindi ho trovato un’altra ragazza altrettanto brava lei non scrive qui su EFP ma ha un blog dove scrive i suoi libri e se volete posso darvi il link ma me lo dovete richiedere nei commenti ok?? Che dire questo capitolo parla da solo quindi è inutile commentarlo no?? Ora stà a voi dirmi cosa ne pensate aspetto con ansia le vostre recensioni!!!! Vi dico già che il prossimo capitolo ci sarà tra 2 settimane perché domani parto e torno il 1 settembre ma non preoccupatevi l’altra ragazza che scrive con me si occuperà di scrivere il capitolo e al mio ritorno lo posterò promesso XDXDXDXD

 

 

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Capitolo 6
*** Sentimenti confusi ***


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Pov Sierra.

Sensazione orribile.

I postumi di una sbronza non sono mai gradevoli-chiaro no?- Ero distesa su quel letto, simile in quelle circostanze, ad un pozzo senza fondo. Riuscii ad aprire gli occhi a stento, come se avessi sopra le palpebre dei blocchi di cemento armato, che strazio! Potete immaginare l’ardua impresa che fu alzarmi da quel letto, che poche ore prima amavo perdutamente. La mia amica dormiva beatamente accanto a me, anche se quella notte riuscì a farmi svegliare un paio di volte, era irrequieta! Ma come diavolo faceva a dormire in quel modo? Non si era ubriacata come me? Non ricordavo nulla di quella serata, che palle.

Dicevo, mi alzai da quel letto barcollante, cercando un appiglio da tutte le parti. Un gemito uscì dalla mia bocca non appena sbattei il mio povero mignolo del piede destro.

“Porca puttana!”, dissi bisbigliando, ma ciò non permise a Chaty di continuare i suoi beati sogni. Afferrai il mio piede e inizia a saltellare per tutta la stanza, trattenendo il fiato per il dolore. Mentre mi lagnavo dal dolore, scorsi la mia amica guardarmi intontita.

“Sei diventata matta? Torna a letto! Sono solo le 9:45!”, mi disse assonnata, quasi a implorarmi di stare in silenzio. E che cavolo! Mi stavo struggendo dal dolore e quella lì pensava a dormire? Eh no! No no! Non si fa così cara Chaty!

Ancora dolorante mi avvicinai a lei, cercando di tirarla giù dal letto, e ci riuscii.

Aaaaah!! Siè!!! Ma ch…”, la fermai prima che potesse terminare la sua frase.

“Eh no signorina! Tu adesso ti svegli, ti vai a dare una ripulita, e mi racconti cos’è successo ieri e perché, cristo santo perché, non mi hai impedito di ubriacarmi così tanto! Oh no! E se avessi fatto qualche scenata? Oh mio Dio! Jos! Jos! Joseph!”, respirai a lungo, urgeva calma, taaanta calma! Vidi Chaty iniziare a preoccuparsi, forse le erano venuti in mente dei ricordi inerenti alla sera prima. Si alzò dal pavimento sul quale aveva bruscamente battuto il suo fondo schiena, e mi aiutò ad alzarmi.

“Va bene, prima però sarà meglio che ti vada a lavare tu. Hai una puzza d’alcool e di salsedine messe insieme, sai che orrore!” mi disse e dopo essermi annusata, scoppiamo entrambe in una risata.

Che carina la mia amica vero? Scherza sempre! Ma poi mi annusai meglio, e effettivamente … non scherzava proprio.

“Si, sarà meglio in effetti”, le dissi per poi dirigermi dentro la vasca da bagno. Quella mattina non cantai, per grande fortuna di Chaty avevo ancora una forte nausea da far venire il voltastomaco! Mi lavai con cura, in modo da cancellare qualsiasi traccia d’alcool o “salsedine” presente nel mio corpo. Non potevo permettermi di farmi vedere in quello stato da Jos o da I… No. Da Joseph, solo da lui. Perché mi veniva sempre in testa quella zucca vuota di Ian? E che diamine!

Uscii dalla vasca totalmente profumata e misi sopra il mio accappatoio rosso, oh l’adoravo!

Uscii dal bagno e lì vidi Chaty sistemare la stanza, e mi venne da sorridere. Lei era quella responsabile, protettiva e quant’altro!

“Sono sufficientemente profumata adesso?”, le chiesi inarcando il mio sopracciglio destro-sai com’è a di sfida, della serie: prova a dirmi di no e ti ficco la testa nel fango! Okay, magari non proprio nel fango ma… avete capito-

“Magari anche troppo, ma quanti bagnoschiuma hai usato?”, mi chiese Chaty provocatoria, ma sorridente al contrario mio.

Io mi limitai a guardarla storta e presi i vestiti. Indossai un jeans aderente, molto aderente e sopra misi una canotta colorata, molto fantasiosa, allegra!

Eeeeeee allegriaaaa!!!

“Forza, vatti a lavare! Ti va di fare colazione da qualche parte? Cerco un posto carino e non troppo distante, ti va?”, le chiesi distrattamente mentre cercavo le scarpe da abbinare.

“Ottima idea!”, mi rispose allegramente, per poi scomparire dalla mia vista.

 

Pov Chaty

Quella mattina mi svegliai particolarmente confusa; eh ci credo! Dopo quel sogno confusionario ma al tempo stesso divino, sfido qualunque essere umano a non rimanere allibito. In ogni caso, per quanto mi riguarda, i sogni sono la percezione dei nostri desideri e non solo… magari quel bacio da parte di Jos mi aveva completamente frastornata; così tanto da permettere alla mia mente di elaborare qualcosa di inammissibile.

A complicare le cose, era la mia amichetta, fin troppo stonata-causa sbornia- per accorgersi del mio stato mentale psicologicamente devastato. Anche lei non se la passava piuttosto bene, ma io stavo male moralmente. Anzi, non esattamente “male”, diciamo che la confusione non era tra le mie caratteristiche migliori; più che altro mi rendeva un tantino vulnerabile, ma solo un tantino!

La dolce grazia di Sierra, volle che io mi svegliassi assai bruscamente, cadendo dal letto, e procurandomi sicuramente un livido proprio sulla chiappa sinistra. Che male!

Aaaaah!! Siè!!! Ma ch…”, mi interruppe subito. Voleva che le raccontassi cose fosse successo quella notte, e da lì, iniziai a preoccuparmi. Ma sì, perché avrei dovuto fare i conti non solo con i miei sentimenti ottusi, ma avrei anche dovuto rendere partecipe Sierra della situazione! O forse no? Si? Buh! No vabbè certo… insomma, era la mia migliore amica, non potevo non essere sincera con lei… glielo dovevo, non potevo fare altrimenti. Una sorta di “posticipazione di verità” però non sarebbe stata così traumatica, forse…

Help!!!

In ogni caso, dovevo prima capire io per bene la situazione. Accettai la richiesta di Sierra ovviamente, potevo mica rifiutarmi? Era vero d’altronde che le sarei dovuta stare accanto un po’ di più, onde evitare una probabile, o meglio più che sicura, sbornia-

Dopo un mio immenso suggerimento, Sierra si diede una ripulita, ce n’era di bisogno, eccome! Mi propose di far colazione da qualche parte e, senza esitare un istante, accettai la proposta.

“Mi faccio una doccia anch’io, tu cerca quel posto e fammi sapere che trovi”, le dissi per poi chiudermi in bagno. Siè annuì.

Subito dopo, mi resi conto della sua distrazione e “confusione” nel cercare le scarpe adatte a quell’abbinamento di vestiti molto carino, così aprii la porta.

Siè, metti i tronchetti beige, sono perfetti”, le dissi facendole l’occhiolino, e lei rispose con un sorriso.

Ed ecco che abbandonai il mio corpo tonico e sinuoso all’acqua calda, e a quel profumo di fragole e vaniglia. Chiusi gli occhi, e una scia di pensieri attraversò la mia mente e le mie nervature. Fu un attimo dopo che mi accorsi di aver sognato in quella vasca i miei due punti interrogativi, così mi guardai intorno e mi affrettai. Uscii dal bagno, e misi un vestitino bianco aderente.

Quando poi mi voltai verso Sierra, notai la stessa espressione di poco prima nel suo volto.

“Beh?”, le chiesi facendo spallucce.

“Beh?! Ma hai visto quel vestito? E’ trasparente Chaty!”, mi disse facendomi notare la biancheria intima che si intravedeva dal retro del mio mini vestiti-no.

Mi recai dinanzi allo specchio, e corrugai la fronte: era vero, era fin troppo trasparente per una giornata di sole, in mezzo a chissà quanti ragazzi allupati.

“Già, hai ragione. E non guardarmi così, ho capito eh! Lo cambio”, le dissi rassicurandola, e la vidi ammorbidirsi.

Ne presi un altro color blu elettrico, categoricamente aderente.

“Questo va bene?”, le chiesi girando su me stessa in attesa di una sua approvazione.

“Oddio sembro tua madre! Ma sì che va bene!”

“Bene, le scarpe metto queste qui”dissi indossando un paio di zeppe notevolmente alte “allora io sono pronta. Hai trovato un posto carino dove andare?”, le chiesi mentre sistemavo i capelli in un tocco finale.

“Si, ce n’è uno proprio dietro l’angolo, andiamo!”, disse Sierra, prendendomi per il polso, e trascinandomi lontano da quello specchio adorato.

 

Pov Sierra

Uscimmo da quella stanza per merito mio; è naturale, quella lì e per “quella lì” intendo la mia adorabile migliore amica, che comunque strozzerei in particolari occasioni-sarebbe rimasta a specchiarsi per chissà quanto tempo! Ma in ogni caso ci tengo a precisare che non era esageratamente vanitosa… solo un pochino, magari, forse, probabile, voi che dite?! Okay zitti! I miei neuroni viaggiavano per la mia testa in modo del tutto inappropriato, sapete quella vocina della pubblicità dell’acqua Lete?

 

C’è neeessuuunoo??

 

Si, ammetto di aver imitato quella vocina piccola proprio in questo esatto momento; scommetto uno dei miei infiniti capelli della mia immensa chioma rossa/bronzea guai a chi pensa anche soltanto lontanamente ad EC(Edward Cullen),  per chi non l’avesse capito, cioè tutti, che anche voi avete fatto lo stesso. Si, credibile, ma torniamo a noi…

Arrivammo al bar da me approvato inizialmente, e poi anche da Chaty, in un lampo, era proprio vicinissimo! Ci accomodammo su degli sgabelli, ed ecco che arrivò il cameriere, frizzante e scattante, pronto per prendere le nostre ordinazioni. Mentre Chaty sistemava le nostre borse su una sedia accanto a noi, iniziai ad interloquire col cameriere- non per niente brutto, anzi! Era notevolmente discreto-

“Ciao! Un caffè per la mia amica, grazie”, dissi io, e mi divertii da morire quando notai l’espressione buffa di Chaty, la quale sorrise un attimo dopo, stando al “gioco”-gioco??-

…e un cappuccino, rigorosamente zuccherato, per la mia amica”, continuò Chaty.

Io e Chaty scoppiammo a ridere, così il cameriere filò via, continuando a guardarci-chissà che aveva pensato…ah! Mi sono dimenticata di dirvi che aveva delle braccia rachitiche orripilanti!-

“Allora, non ti sarai dimenticata di dovermi raccontare TUTTI I DETTAGLI, vero Chaty?”, le dissi seria, in attesa delle nostre ordinazioni. Notai l’espressione in volto della mia amica cambiare; era impossibile notarlo da occhi altrui, ma per me Chaty era un libro aperto, così come lo ero io per lei. Iniziò a borbottare qualcosa…

“Oh si, ieri sera, ehm…è stata una splendida serata, davvero. Abbiamo giocato, fatto il bagno, ci siamo divertiti tanto. Ah, e si…ti sei ubriacata”, mi disse rapida, quasi come se quelle sue frasi non fossero scontate. Stava palesemente mettendo su due frasi-o forse quattro- per evitare qualcosa, lo sentivo.

Chaty ma che cav…?!”, mi fermai non appena vidi il cameriere porgerci le nostre bevande, così mi limitai a guardarla con gli occhi storti, e a scuotere la testa. Stetti in silenzio, preferivo scrutare le sue espressioni, prima di riattaccarla verbalmente; era chiaro che non le andava proprio di parlarne, ma era palese anche che non avrebbe potuto fare a meno di dirmi tutto, dettagli annessi. Era sfuggente… OMG.

E se avessi fatto qualche figura di M---A?!

Oh cazzo.

“No senti Chaty, devi dirmi cos’è successo, sto impazzendo, sudo freddo. Avanti dimmelo, dimmelo se ho combinato qualcosa. Sai bene quanto io sia incontrollabile da sobria, figuriamoci da ubriaca! Ammettilo se è così, perché è molt…”, le parlai in fretta e furia-probabilmente non riuscì a captare tutte le mie parole; tendevo a “mangiarmi” le parole quando ero nervosa, eh si. A chi non capita? Non rispondete-, fino a quando poi venni interrotta; ma non dal cameriere, non da lei, o da un qualche passante inopportuno, ma dal telefono, dal SUO telefono e da quella suoneria fastidiosa. Poggiai il cucchiaino ,che tenevo in mano, sul tavolo, con forza, facendo risuonare quel suono acuto, e così alzai gli occhi al cielo. Il disgusto aumentò non appena mi resi conto, dal suo nervosismo e imbarazzo, che si trattava di Ian. Le feci segno di riattaccare-speranza mia!-

“Ciao Ian, sto bene grazie, e tu?”, la sentivo parlare, e non osò incrociare il mio sguardo. Ma si sa che … al peggio non c’è mai fine.

“Oh, fantastico! Veniamo subito, a tra poco!”, disse riattaccando. Rimasi a bocca aperta, non avevo voglia di tenere quella conversazione in sospeso, volevo togliermi il pensiero. Chaty, senza dir nulla, lasciò i soldi del conto sul tavolo, e si alzò, facendomi segno di seguirla. Non potei far a meno di alzarmi anche io, raggiungendola. Non sapevo come riprendere il discorso-e che cavolo, perché tutto quel mistero? Tra l’altro dovevo essere preparata, proprio perché stavo per incontrare Jos, quasi sicuramente-

Chaty…okay, forse non vuoi parlarne, e onestamente non ne capisco il motivo, ma puoi dirmi per favore se ho fatto qualcosa di sbagliato? Non so… anche nei tuoi confronti, non capisco. Per favore, spiegami”, le chiesi sincera, con una sottile vena di preoccupazione-paranoica? Probabile, ma capitemi insomma! Stiamo parlando di Joseph Morgan, e non di un qualunque cameriere di un bar; nulla da togliere al cameriere rachitico, si intende-

“Oh si! Che sbadata! Ora che mi ricordo ti sei baciata con Jos!”, mi disse entusiasta e sorridente.

 

Cosa? Cosa? Cosa?

WTF??? Joseph Morgan ha baciato me?? ME? Cioè, dico, ME? Ma ero io? Sicuro? Addio mondo crudele, sono in paradiso!

Rimasi a bocca aperta, senza parole.

Jos mi ha baciata, e e e  A TE E’ PASSATO DI MENTE? Chaty ma … seriously?”

“Si, scusami, è che ho un po’ di mal di testa, e sono anche un po’ confusa riguardo ieri sera”, mi disse di sfuggita.

“Confusa? E perché mai? No aspetta. Jos mi ha baciata, devo smaltire il colpo”, borbottai elettrizzata, non stavo più nella pelle!

E come dovevo comportarmi? Dovevo fare la carina? Dolce? O mantenere il mio puro e sano orgoglio femminile? Si, assolutamente. Sarei stata indifferente: tattica migliore. Mi tranquillizzai nel momento in cui trovammo un taxi che ci portò dritte sul set.

Pov Chaty

Eravamo uscite dall’albergo, e ci catapultammo al bar. Accomodate ad un tavolo, mi occupai delle borse, posandole con cura in una sedia alla mia destra-guai a chi rovina una borsa a Sierra! Per carità!-La mia compagna di viaggio invece sedeva di fronte a me. Speravo non riprendesse la conversazione su quella dannata sera. Non volevo parlarne, completamente. Ne avevo abbastanza, e poi quel sogno…scossi la testa per allontanare quei pensieri. La cosa più brutta era che dovevo farci i conti, prima o poi. Sierra ordinò per me-quanto era divertente!-così io feci lo stesso, per lei.

…e un cappuccino, rigorosamente zuccherato, per la mia amica”, dissi io sorridente, e non riuscimmo a fare a meno di ridere. Il cameriere scappò a gambe levate- si era spaventato di noi? Ah, le donne…-

 

Oh no!

 

Ed ecco arrivare la fatidica domanda… quell’argomento, quella conversazione, quella serata, quei baci, Ian, Jos, sogno, sesso, doccia, schiuma-non ce la farò mai!- Respirai a fondo, ma cercai di mostrare quanto più potevo disinvoltura. Era inutile al 99,9 periodico, ma dovevo provarci.

“Oh si, ieri sera, ehm…è stata una splendida serata, davvero. Abbiamo giocato, fatto il bagno, ci siamo divertiti tanto. Ah, e si…ti sei ubriacata”, dissi rapida.

Mossa tattica? CHIAMASI: PARA CULATA.

Fortunatamente mi risparmiai una sua, lecita, sfuriata. Fu il cameriere a salvarmi!-il mio Salvatore! Oh no! Salvatore=Damon=IAN-

Noooo!

Iniziai a sorseggiare il mio amato caffè -mentre bevevo non poteva obbligarmi a parlare! Right?Oh yes!-

O forse no?

Eh no infatti… il sorseggio non le vietò di aprire bocca-ahimè!-

Ma, fortunatamente, i santi quel giorno erano dalla mia parte.

Grazie!

Squillò il mio telefono, mi sembrava una melodia angelica, meravigliosa, la cosa più bella che potessi udire in quel momento.

“Pronto?”

Chaty, sono Ian. Come stai?”mi chiese con quella voce così…così…SEXY! -Chiedo venia, era quella la cosa più bella, più angelica e meravigliosa che potessi udire in quel momento e in altri ancora-

“Ciao Ian, sto bene grazie, e tu?”, gli chiesi emozionata.

“Bene anche io. Ma non l’hai ancora memorizzato il mio numero?”, mi chiese quasi dispiaciuto-che carino, era dispiaciuto!-

 “Oh si, certo che l’ho memorizzato-ero sicura di averlo fatto ma non era esattamente così, ma non doveva saperlo per forza; non proprio- “a che devo l’onore?”

“Mi chiedevo se magari ti andava di passare qui sul set, sei con Sierra? Può venire anche lei se le va”, mi propose con entusiasmo. -Ci stava prendendo gusto…mmm…belle cose-

“Oh, fantastico! Veniamo subito, a tra poco”, gli dissi contenta, -ecco un’altra mano santa!- Vidi Sierra sbuffare, ma non ci feci caso. Pagai il conto, e mi alzai, seguita dalla mia amica.

Durante il tragitto riflettei: non avevo pensato che lì ovviamente avrei visto anche Jos…eppure, ero così contenta di sentire Ian -ma perché sono così complicata?! Che ho fatto di male?-

 

Please, help me.

 

Sierra riprese il discorso che odiavo tanto, ma tanto, non lo tolleravo proprio. Non potevo scappare per sempre, dovevo affrontare quella discussione, e tutte quelle che si sarebbero potute scatenare. Data tutta quella confusione, tutto quel nervosismo, mi ero pure dimenticata di quel bacio, del loro bacio, tra Jos e Sierra. Certo, era per un gioco, ma la vidi quell’attrazione pungente tra loro; quell’attrazione che mi fece male, tanto. Era questo quel che non sopportavo. Poi vuotai il sacco, anche se non mi faceva bene parlarne e doverlo ricordare.

“Oh si! Che sbadata! Ora che mi ricordo ti sei baciata con Jos!”, finsi entusiasmo.

Come previsto, Sierra andò fuori di testa-in senso buono chiaramente-

Da un certo punto di vista, però, ero felice per lei. Insomma…le brillavano gli occhi! Come avrei potuto distruggerle un sogno del genere? Quale amica avrebbe mai fatto una cosa del genere? Certo, è pur vero che i sentimenti non si controllano, ma… la vita è una questione di scelte.

Salimmo su un taxi, e in un attimo fummo al luogo d’incontro. Ad aspettarci c’era Ian, e con grande fortuna quella volta non vi era alcuna folla lì fuori, per cui entrammo dall’ingresso principale. Ci salutammo, e notai quello sguardo di Ian malizioso e seducente. Sierra andò avanti, evidentemente cercava Jos.

Non sapevo se rimanere sola con Ian sarebbe stata una gran cosa in quel momento- era come se il mio cervello fosse congelato dentro un freezer-

“Dormito bene stanotte? Sei stanca per ieri sera?”, mi chiese premuroso.

Ma che dolce!

“Si, sommariamente ho fatto bei sogni-mentii, mentii spudoratamente-eh si, quella non manca. E tu?”, gli dissi evitando di calarmi dentro i suoi occhi di ghiaccio.

Oh, ma guarda un po’! Ghiaccio-freezeer! L’avete capita, vero?

 

“Ti ho pensata molto. Mi sono addormentato col tuo pensiero, e mi sono svegliato con lo stesso pensiero. Sei incredibile”, mi disse, e non potei fare a meno di perdermi in quel paradiso dei suoi occhi. Si avvicinò per baciarmi, quando fummo interrotti dalle urla di Sierra -e che diamine!-

“Allora? Vi sbrigate o no? Non mi fanno entrare senza di te Ian! C’è quest’uomo grosso e pelato che pensa io sia una pazza!”, disse Sierra a squarciagola.

Non potemmo far altro che ridere, nonostante avesse interrotto qualcosa, ma giusto qualcosINA!-L’avrei uccisa, giuro-

“Arriviamo!”, disse Ian alzando gli occhi al cielo e prendendomi per mano.

Dei brividi incostanti attraversarono il mio corpo.

Possibile che stavo ancora sognando?

La teoria dei pizzicotti non avrebbe funzionato, non funziona mai, l’ho provato sulla mia candida pelle chiara.

Raggiungemmo Sierra e finalmente eravamo dentro.

Sembrava di essere in un universo parallelo, e non vedevo l’ora di incontrare tutti gli altri attori del cast! Un attimo dopo, vidi Candice insieme a Nina. Feci cenno a Ian che, divertito, ci presentò a loro.

“Ragazze, loro sono Chaty e Sierra”, ci presentò allegramente, quasi fossimo due raccomandate. Io e Sierra sembravamo ipnotizzate, d’altronde erano le nostre eroine preferite. Subito dopo si unì alla conversazione anche Claire, eravamo al completo!

“Piacere di conoscervi!”, dissi in coro insieme a Sierra, e anche qui scoppiò una risata. Iniziammo a conversare, entrammo subito in sintonia. Erano così simpatiche.

“Ragazze, vedo che avete fatto amicizia con il più grande dei Salvatore. Conoscete Joseph?”, disse Caroline non appena vide avvicinarsi Jos. Il ritmo delle mie palpitazioni aumentò notevolmente, e notai altrettanto nervosismo anche in Sierra; lei però, al contrario mio, riusciva a nasconderlo meglio: ma non così bene da poter rimanere un segreto anche per me.

“Oh si, lo conosciamo già”, disse Sierra sorridendo e sbattendo le ciglia un po’…troppo. O forse ero soltanto infastidita; tanto quanto basta per vedere cose inesistenti.

“Hai perso la lingua Chaty?”, mi chiese Jos.

Che stronzo.

“No, sta tranquillo”, gli dissi schietta, cercando di evitarlo il più possibile.

 

Pov Ian

Quella mattina mi svegliai frastornato, ma ricordavo perfettamente gli avvenimenti della serata precedente...e che avvenimenti!

Aaah, ahah, Ian mi fai il solletico così! E non è giusto perché sono totalmeeente ubriaca!”

“Anche io lo sono piccola Sierra, non ti credere, perché potrei non essere responsabile delle mie azioni...sta moolto attenta”

“E perché mi vuoi trasformare magari?”

Quel ricordo così limpido...in spiaggia, ubriachi, io e Sierra, nient'altro. Non pensai completamente a Chaty, c'era solo Sierra, con quella sua dolce risata, ma quant'era bella...

“Se ci provassi tu scapperesti?”

“E tu poi mi rincorreresti, Ian?”

“Credo proprio di si”. Mi avvicinai a lei, in modo impercettibile; sono più che sicuro che non si aspettava una possibile mossa da parte mia, ma era da tempo che desideravo farlo, o forse era solo per via dell'alcool. Mi avvicinai a lei, quindi, e poggiai le mie labbra sulle sue. Sapore misto, vodka, dolcezza, fragole. Era fantastico.

“Mi hai baciata o sto sognando?”

“Sei davvero bella Sierra, molto bella.”

-

Questo è quanto più che sufficiente da ricordare di quella serata. Mi sentii in colpa, leggermente per Chaty. Non capivo, ma molto sicuramente baciai Sierra per via dell'alcool, anche se...non potevo negare una certa attrazione. In ogni caso, avrei cercato di dimenticare e di archiviare, sperando in una sua dimenticanza, e  concentrandomi su Chaty.

Pov Joseph

 

Ero sfinito. Le feste mi distruggevano sempre, e quella lì fu particolarmente distruttiva; ma non solo fisicamente. La mia testa era racchiusa dentro un involucro di gran confusione -eh si, le donne!-

Mi recai presto sul set quella mattina, così, per distrarmi un po'. Ma mai avrei potuto immaginarmi di ritrovarmi lì davanti quelle due ragazze, capaci di scombussolarmi la mattinata -in senso buono, è chiaro-

Come sempre, finsi disinvoltura, non era da me appigliarmi alle donne, seguirle, e attendere in un loro consenso, o giù di lì.

Le vidi dialogare apertamente con le star della produzione: Nina, Candice e Claire. Sembravano conoscersi da sempre, e non da pochi minuti. E da lì, ottenni un'acida risposta da parte di Chaty -che caratterino!- Il bacio della sera prima mi fece rimanere perplesso; e pensare che ero totalmente lucido! A chi avrei attribuito la colpa se non all'alcool? Scherzi a parte -non la trasmissione, che c'entra?-, Chaty era davvero in gamba. Quel bacio non sarebbe passato inosservato...non a me e non a lei, sicuramente.

La guardai sorridente, nascondeva qualcosa sotto quegli occhi profondi. Sierra invece, mostrava anche lei disinvoltura. Se voleva giocare...aveva trovato il compagno perfetto per i suoi giochi -ehi, non pensate male!-

Pov Sierra

Finalmente eravamo arrivate sul set, ed eccoci avviate in quel viale non esageratamente piccolo. Lì ci accolse Ian, sembrava fare gli onori di casa-lasciamo perdere, non era per niente bravo-

Andai avanti, dopo averlo salutato, lasciando lui e Chaty da soli. Magari sarebbe servito alla mia cara amica per chiarirsi un po' le idee, data la sua totale confusione -pallosa per dirla tutta, e anche molto-

Ovviamente all'ingresso c'era una sbarra, preceduta da un uomo grasso e pelato -che visione sconcertante, non osate immaginarlo vi prego! Potrebbe nuocere gravemente ai deboli di cuore-. Ovviamente provai a spiegargli il fatto di Ian, che lo conoscevo, gli chiesi anche di chiamare Joseph- nonostante preferivo non dargli tanta importanza, e se per caso qualcuno se lo stesse chiedendo: no, non sono pazza. Sono solo un po'...orgogliosa, ecco, l'ho detto-

Avevo fretta di entrare lì, di conoscere quel mondo così...alternativo. Così, purtroppo ahimè, dovetti interrompere quei piccioncini-anche se pensare Ian come un “piccioncino”...mmm, beh, è strano, voi che ne pensate? Ian sa più di “FAMMI TUA!!!” o sbaglio? Sappiate che non sono sempre stata così perversa-

“Allora? Vi sbrigate o no? Non mi fanno entrare senza di te Ian! C’è quest’uomo grosso e pelato che pensa io sia una pazza!”, urlai a squarciagola.

Chaty e Ian scoppiarono a ridere e finalmente mi raggiunsero. Ian fece segno a quella specie di bradipo, e con sguardo altezzoso -proprio fatto apposta- gli passai accanto, scostandomi i capelli -si, lo ammetto, mi sentivo una diva lì dentro!-

Rimasi senza parole. Quel posto era fantastico, pieno di telecamere, luci, fotocamere, pannelli, costumi, trucchi, tanta tanta tanta gente.

Ian -una cosa buona la fece quel povero uomo; anzi, tanto povero no, ma ci siamo capiti- ci presentò Nina, Candice e Claire. Furono molto ospitali con noi, e si presentarono.

“Piacere di conoscervi!”, esclamammo insieme io e Chaty. Candice prese parola, chiedendoci se avessimo già conosciuto Joseph -eh si, lo conoscevo eccome. Scommetto che lei non l'ha mai baciato, eh no! Alla faccia tua Candice. Okay, mi calmo-

“Oh si, lo conosciamo già”, dissi, forse con un po' troppo entusiasmo; sperai infinitamente non fosse così tanto evidente.  Joseph mi lanciò uno sguardo, e dopo di che fece una battuta alquanto acida a Chaty, la quale rispose schietta e seria.

Curioso...

Guardai Chaty allibita, e lei lo notò, ma non diede molta importanza alla cosa-onestamente? Non capivo più che caspita stava succedendo, diamine-

Ian ci presentò tutto il resto del cast; stranamente non li immaginavo così cordiali, disponibili e carini. Me li immaginavo altezzosi - d'altronde io lo sarei al posto loro, magari! Recitare è comunque sempre stata la mia passione; non ditemi che non ve l'avevo ancora rivelato, ops-, con quell'aria da “superiori”, invece erano tutt'altro. Mi piaceva la cosa, insomma...almeno non avrei dovuto controbattere le offensive.

 

La testa faceva ancora male, che tristezza, tra l'altro Jos era sparito dalla mia limpida vista, e che palle! Una cosa buona da vedere non c'era...lo so che voi direste il contrario, ma va bene lo stesso

 

Chaty però mi preoccupava; era strana, fin troppo per lei. Quel sorriso che tanto adoravo, quegli occhi pieni di felicità ed allegria, dov'erano finiti? Quegli attori, principali e non, iniziarono a raccontarci degli aneddoti, annessi a delle battute reputate da loro “divertenti”-non mi esprimo, credetemi, è meglio così-, ma a me non importavano, poiché in quel momento avevo altro a cui pensare: la mia amica. Se lei stava male, lo stesso era per me. Ignorai quelle chiacchiere, e mi rivolsi a Chaty.

“Ehi, vuoi dirmi che succede? Mi fai stare in pensiero così...”, le dissi con calma e comprensione quella volta. Lei sembrò apprezzare quel mio tono cauto e non accusatorio, e sembrava intenzionata a dialogare apertamente-era ora!-

“Sono solo un po' confusa sul cosa fare Siè. Insomma...Londra era il nostro sogno, no?”, borbottò. Ma non si credeva nemmeno lei.

“Cosa? Ma credevo che tu stessi bene qui...suvvia non fare la guastafeste come al tuo solito Chaty”-Sierra l'accusatrice era tornata! Ip ip urrà! E' più forte di me, sorry people-

“Si, certo che sto bene. Ma non pensi che sarà più difficile lasciare i ragazzi, dopo?”

 

OH MERDA

Aveva fottutamente ragione

 

Pov Chaty

Sierra si stupì del mio atteggiamento, d'altronde però sono sicura che avrebbe riconosciuto quel comportamento, a volte arrogante, di Jos. Aveva irritato anche lei quella sera in spiaggia.

 

Già, ero attratta da uno stronzo

Ma si sa...non è una novità per noi donne, ed è pur vero che ce li andiamo a cercare

 La situazione migliorò non appena Joseph si allontanò da noi -Dio ti ringrazio-

Quel gruppetto che avevamo formato si andava allargando notevolmente, ed Ian arrivò a presentarci tutti il cast di attori, e non solo. Erano così simpatici! Ma di certo non lo erano le loro pessime battute.

“Ehi Stev, sei così pallido che fai spavento. Presto Claire, chiama CSI, sta per arrivare un cadavere!!!”, sparò Trevino. Sapete la cosa peggiore qual'era? Che le uniche a non ridere eravamo io e Sierra -non chiaramente per il nostro poco umorismo, ma quella battuta faceva piangere più che altro-

L'espressione limpida di chi ritiene “pessima” una battuta era stampata sul volto di Sierra -quanto l'adoravo, era così spietatamente sincera; si, lo so...al contrario mio. Ma vi giuro che era un caso, non un'abitudine-

La confusione si impossessò di nuovo della mia mente, ed ecco che inizia a ripensare. La mia amica, premurosa, si rivolse a me con fare dolce; mi fu impossibile trattenere un sorriso.

“Ehi, vuoi dirmi che succede? Mi fai stare in pensiero così...”, mi chiese. Come avrei potuto continuare ancora quella messa in scena? Di certo però non avrei potuto dirle la verità, non davanti gli imputati. Così abbozzai la questione di Londra, che in effetti non mi faceva stare del tutto serena.

“Sono solo un po' confusa sul cosa fare Siè. Insomma...Londra era il nostro sogno, no?”, le dissi sperando non mi prendesse per pazza e capisse il mio piano di riserva.

 

Non sapevo che cavolo inventarmi, compatitemi!!!

Mi accusò di essere una guastafeste, come darle torto?

Mi limitai a sbuffare, ma c'era un problema che non poteva esser sottovalutato.

 

IAN E JOSEPH

 

Prima o poi saremmo dovute andarcene per davvero e più stavamo con i ragazzi, più sarebbe stato difficile lasciarli, poi.

 

E vi preeseento un altro diabolico motivo per impazzire

 

Sierra sembrò rendersi conto del problema. A chiarirmi il dubbio fu la sua espressione chiara, tipica faccia di quando, ai tempi del liceo, veniva a conoscenza dell'incontro tra i professori e i suoi genitori. Non era proprio un asso a scuola. Quanto mi divertiva ripensare a quegli aneddoti. A quei tempi era tutto più semplice; anzi...mica tanto. Ma sicuramente non eravamo così incasinate, ed io non ero bloccata in un triangolo amoroso.

 

Dannazione!

 

In ogni caso, per quella giornata ne avevo abbastanza di tutto il cast, e anche di Ian e Jos. Così proposi a Sierra di filarcela.

Siè, sono stanca, andiamo via? Ho bisogno di riposare”

“Si, va bene, sono stanca anch'io”, stranamente Sierra accettò il mio invito, e cercammo Ian e Joseph per poterli salutare e andarci a rinchiudere tra quelle mura; lì dove avrei potuto pensare in tranquillità.

Trovati! Quanto erano belli però...

“Andate via di già?”, ci chiese Ian.

“Sai com'è...le feste distruttive”, accennò Sierra ammiccando.

“Allora andate a riposarvi, fatevi trovare pronte per stasera, alle 8 punto!”, ci disse Jos entusiasta, e sicuro del fatto che non avremmo potuto rifiutare.

Io e Sierra ci guardammo esterrefatte.

“Eh...”, riuscii a dire.

 

MERDA.

 

ECCOCI QUI CON UN NUOVO CAPITOLO LO SO’ SONO IMPERDONABILE MA PURTROPPO TRA GLI IMPEGNI VARI E L’ALTRA RAGAZZA CHE NON HA PIU’ VOLUTO CONTINUARE MI SONO BLOCCATA!! MA ORA HO TROVATO UN’ALTRA RAGAZZA ANCORA MEGLIO DELL’ALTRA E SPERO CHE PIACCIA ANCHE A VOI LEI è NUOVA DI EFP E IL SUO NICK E’JulietGarofalo CHE STA’ SCRIVENDO ANCHE UNA SUA STORIA ORIGINALE VE LA CONSIGLIO ECCOVI IL LINK DELLA SUA STORIA http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1511412&i=1

ASPETTO COME SEMPRE LE VOSTRE RECENSIONI PER SAPERE CHE NE PENSATE XDXDXDXD

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