Irresistible Hustler

di kymyit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Santa Pazienza ***
Capitolo 2: *** Errare Humanum est, perseverare autem diabolicum ***
Capitolo 3: *** Stradivari ***
Capitolo 4: *** Bravo, Hogan, bravo. ***
Capitolo 5: *** Suicidio ***
Capitolo 6: *** Forse il saggio non aveva tutti i torti ***
Capitolo 7: *** Organizzazione ***
Capitolo 8: *** Sfumature d'un sorriso ***
Capitolo 9: *** Salvataggio ***
Capitolo 10: *** Non era grave ***
Capitolo 11: *** Incosciente ***



Capitolo 1
*** Santa Pazienza ***




Che ne dicessero, lui era un tipo paziente.
Se non lo fosse stato, avrebbero dovuto chiuderlo in cella d’isolamento per poi buttare la chiave. Invece pazientava come un santo, si massaggiava il setto nasale e sopportava in silenzio. Si ostinò a leggere la sua rivista, ma non riusciva proprio a concentrarsi.
-Iyv!- tuonò esasperato.
-Iyv!-
Niente, quello continuava a cantare e non lo sentiva. Poteva passarci sopra, Hogan.
Poteva.
Se solo non fosse così schifosamente stonato!
-Tu mi fai girar! Tu mi fai girar! Come se fossi una bambola!-
Hogan saltò giù dal letto e aprì la porta del bagno con uno scatto rapido.
-Adesso ti faccio girare io però!-






Note: Scritta anche questa per la challenge "I cinque minuti del martedì". Scritta un po' di martedì fa col prompt: Bambola.
Ci ho messo cinque minuti netti! dalle 18: 11 alle 18:16! Avevo voglia di variare, perciò o aperto quest'altra raccolta. I prompt che mi ispireranno li userò per questa piuttosto che per l'altra, adesso vedremo. Non seguo una trama neppure qui, solo spezzoni di vita quotidiana o momenti fra loro e non perché non ho uno stralcio di idea per una trama.
Riguardo al titolo, Irresistible Hustler, dipende da due semplici cosucce: Iyv è irresistibile e Hogan era un Hustler, ovvero, faceva il mestiere più antico del mondo. Inoltre, secondo il modesto parere di Iyv, anche Hogan è decisamente irresistibile. Quindi, dopo svariate ricerche di due parole che descrivessero il loro rapporto, che iniziassero con le stesse iniziali dei loro nomi e che rappresentassero ognuna uno di loro, mi è capitato fra le mani uno dei volumi di Love Hustler, di Reiichi Hiiro. Ricordavo che quella parolina aveva un suono così… da Hogan. Insomma, l’ho sentita sua e ricordavo avesse un significato non così casto.
Ed ecco, spiegato il titolo.
Per chi non conosce questi due, poiché ho già pubblicato alcune storie, in breve: Iyv è un detective e Hogan è il suo compagno. Hoganuccio ha una sorellina, Helena ed entrambi devono ad Iyv la vita *^*

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Capitolo 2
*** Errare Humanum est, perseverare autem diabolicum ***



 

 

Gli sarebbe piaciuto tantissimo entrare in cucina attirato dall’irresistibile aroma del cibo: il penetrante odore delle cipolle o lo stuzzicante mix di aglio e prezzemolo, la delizia di un ragù o di una bella bistecca affogata nella salsa. Per non parlare del profumo delizioso della torta salata alle verdure. E invece… entrando in cucina quello che vide fu, sì, la gradita visione di Iyv indaffarato ai fornelli,  ma non poté non arretrare per il terrore quando vide lo stupro culinario di cui si stava rendendo colpevole.
E aveva quel sorrisino dolce dipinto in volto…
Hogan si chiese mentalmente perché, chi diavolo glielo faceva fare! Si disse che Iyv sapeva benissimo di essere un disastro in cucina, di essere un mostro perché, cavolo, un errore si può accettare, ma il continuare ad insistere di rischiare di ucciderlo era troppo! E lui era anche peggio, perché ogni volta che vedeva con quanto amore attentava al suo fegato non riusciva a resistere al lasciarglielo fare.




Note: scritta dalle 20:25 alle 20:33, di nuovo ho sgarrato, ma vabbè. Prompt: Errore. Comunque, l'addetto alla cucina fra i due è Hogan e il motivo è semplice: Iyv non ha tempo di cucinare per lavoro, perciò non lo sa fare mentre Hogan si occupa di procacciare il cibo fin da quando era giovanissimo, perciò qualcosa di decente sa metterla in pentola.

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Capitolo 3
*** Stradivari ***





Ne scopriva sempre una nuova, Hogan.
Molto spesso, da un po’ di tempo a quella parte, accompagnava Iyv a lavoro. L’altro non era abituato ad avere assistenti, perciò tendeva a sbrigarsela sempre da solo e lo relegava all’arduo compito di fargli un caffè.
E lui lo preparava, dopotutto non era poi così male. Un lavoro semplice, ben pagato e con gli straordinari annessi.
Ad ogni modo, quella volta l’aveva aiutato in tutto e per tutto, era un caso difficile e dopo tanti sforzi erano riusciti a recuperare un violino rubato.
Un aggeggio prezioso, persino lui capiva quanto lo fosse tanto era ben lavorato, in ogni minimo dettaglio. Temeva di romperlo, perciò lo ripose nelle mani dell’altro con la massima cura. Iyv lo portò sotto il mento e prese l’archetto fra le dita. Hogan lesse nei suoi occhi quella scintilla birichina che in un modo o nell’altro lo faceva uscire di testa.
Iyv era davvero bello e quel suo sorriso parlava per lui. A vederlo Hogan credeva potesse fare qualsiasi cosa.
Il tremendo stridio lo costrinse a rettificare e tapparsi le orecchie con le mani.
Iyv era capace di tutto tranne che di fare qualsiasi cosa c’entrasse con la musica. Probabilmente non gli avrebbero mai messo in mano neppure un triangolo!




Note: scritta dalle 18:55 alle 19:02 col prompt VIOLINO. Avevo già deciso in un'altra fic che Iyv assumesse Hogan come tuttofare per la sua agenzia di investigazione, ma suppongo che per uno abituato a fare tutto a modo suo le abitudini siano dure a morire.

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Capitolo 4
*** Bravo, Hogan, bravo. ***




La domenica era un giorno d’assoluto riposo e Iyv lo sfruttava letteralmente per dormire fino a tardi. Forse fino a troppo tardi, in effetti.
Le tre del pomeriggio…
Aveva così tanto sonno arretrato?
-oh ecco dov’eri!- esclamò entrando nella stanza di Helena, la sorellina di Hogan. La sua (non) dolce metà se ne stava abbarbicata in cima ad una scala armata di rullo e secchio di vernice con indosso una canottiera e dei pantaloni vecchi malridotti che però si adattavano ancora bene alle forme.
E poi il bianco della canottiera risaltava sulla pelle abbronzata di Hogan che era un crimine anche solo godere di quella sublime visione.
Per non parlare della tinta rosa che gli impiastricciava mani e viso.
-Ben svegliata, Aurora.- gli disse ironico quello, armeggiando col rullo.
-Che state combinando?-
-Volevo dipingere la camera di rosa, così ho chiesto al fratellone di aiutarmi.- disse la ragazzina, reggendo la scala.
-Oh, bravo, Hogan, bravo!- esclamò Iyv, senza disdegnare di uno sguardo la gentile visione che Hogan gli offriva coi suoi pantaloni decisamente troppo a vita bassa.




Note: scritta dalle 17:11 alle 17:17. Palese presa in giro del celebre "Brava, Giovanna, brava. XD Il prompt era SCALA.

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Capitolo 5
*** Suicidio ***



Prompt: Suicidio
Note: scritta dalle 18:01 alle 18:11 di ieri. Vedere le note alla fine, non posso anticipare nulla.




Quando rientrò a casa, Hogan non trovò Iyv nel suo studio e lo reputò strano.
Lo chiamò, ma questi non rispose, così entrò nella stanza da letto  e fu sulla soglia che si accorse che la porta del bagno era aperta e che la luce era accesa. Uno strano presentimento gli balenò in testa, ma lo respinse.
Assurdo, eppure non era tranquillo.
Entrò.
Iyv era nella vasca, seduto con le ginocchia al petto e lo sguardo fisso.
Hogan emise un profondo sospiro.
-Non si saluta più?!- gli fece irritato per lo spavento.
Iyv si voltò lentamente  verso di lui.
-Oh, ciao…- gli disse, atono.
-Perché quella faccia da funerale?-
Iyv scosse il capo.
-Non… Hogan, tu hai mai pensato di farla finita?-
Il campanello d’allarme nel cervello dell’americano strombazzò a gran carica.
Si gettò sull’altro e gli afferrò le spalle.
-Ehi, non ti starai facendo strane idee?-
Solo allora notò che Iyv aveva davvero una faccia esausta e gli occhi arrossati. I suoi capelli erano asciutti, se non per le punte immerse nell’acqua, perciò doveva avere pianto.
-Hai incontrato Blackmoore?!- gli chiese allarmato.
Blackmoore era un medico legale, fratello della più giovane vittima che Iyv non aveva saputo salvare. Era la sua croce, il suo tormento, il suo carnefice.
Iyv scosse la testa.
-No. Un gigolò è stato trovato morto. Suicidio.- disse guardandolo negli occhi. L’allusione era lampante.
Hogan annuì.
-Ci ho pensato, ma non vivevo per me. Non potevo permettermelo.-
L’investigatore fece una risatina isterica.
-Scusa, oggi  non so che mi prende.-
L’altro si tolse i vestiti di dosso e s’infilò nella vasca, costringendo l’altro a fargli spazio.
-Stai lavorando troppo.- disse passandogli la spugna bagnata sulla schiena. E poiché quello era ancora piuttosto scosso, lo abbracciò da dietro.
-Ormai ho perso la voglia di morire.- gli disse stringendolo a sé.
Iyv abbozzò un sorriso e poggiò la testa sull’incavo del collo di Hogan.




Note: Il motivo per cui Hogan non poteva permettersi di morire era che si prostituiva per pagare le cure mediche alla sorella. L'ho detto un saaaacco di volte, ma preferisco specificare perché ovviamente non tutti leggono tutto quello che ho scritto ^^

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Capitolo 6
*** Forse il saggio non aveva tutti i torti ***



Prompt: Saggio
Note: scritta dalle 15:52 alle 16:00. Dunque, volevo fare una cosetta diversa dal solito. Così ho pensato di fare scrivere un diario a Helena, la sorellina 15enne di Hogan. Ci sono un po' di emoticons, poche, ma si parla comunque di una quindicenne u.u Jack è il loro Jack Russell. Quel pirla di Iyv l'ha preso tenendo conto del "Russell" come nome della razza e quell'altro pirla di Hogan l'ha semplicemente chiamato Jack. Che fantasia XD Ormai quella è casa Russell, anche se in realtà sarebbe casa Vidali, ma vabbè u.u



Caro Diario,

ieri è stata una giornata particolarmente tesa. Non per me, per Hogan.
Mio fratello non è un tipo molto paziente, ma sopporta come un santo a suo dire. Mi chiedo sempre come abbiano fatto lui e Iyv a mettersi insieme.
Per carità, Iyv è una persona splendida, sono felice per loro.
Adesso ho una famiglia.
Ma a vederli sembra che debbano trascorrere la vita a battibeccarsi.
A pranzo per esempio discutevano per il fatto che beh… devo uscire con le ragazze a fare dolcetto o scherzetto. Iyv dice che è una buona idea, Hogan che sono troppo cresciuta.
Fondamentalmente il problema è che con noi vengono anche dei ragazzi e lui è geloso.
Poi Jack ha seminato pipì per casa e Hogan, ovviamente, se l’è presa perché è Iyv che l’ha portato a casa. Io studiavo, lui lavorava e a chi tocca il ruolo di cenerentola?
A volte sembra che lo detesti profondamente, eppure il fratellone vuole davvero bene a Iyv…
Ora… ammetto che non avrei dovuto trattenermi a sbirciare ma ehm… ieri notte sono scesa in cucina per prendere dell’acqua e ho ehm… visto per caso il fratellone in cucina.
Con un grembiule.
Solo con un grembiule >///<
Non credo che l’idea sia partita da lui, perciò mi chiedo: perché lui e Iyv non comunicano come due persone normali invece di battibeccarsi come due comari?!
Mah…. Forse il saggio non aveva tutti i torti quando disse: A chi più amiamo, meno dire sappiamo.
Certo a quei due non manca certo la parola, ma parlano sempre a sproposito… devo andare… Jack ha di nuovo seminato la carta igienica per casa. Senti come urla il fratellone… -.-

Baci, Helena.

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Capitolo 7
*** Organizzazione ***


Prompt: Organizzare
Note: scritta dalle 18: 15 alle 18:23. Iyv ha un'organizzazione tutta sua, che però mette in atto solo mentre lavora. E' più un'esigenza che un dono. Una volta in vacanza tende a fare tutto con menefreghismo.


Le vacanze, si sa, sono un dramma per molti. Spiagge assolate o piste innevate, la pace e il totale estraniarsi dal frastuono della vita quotidiana sono solo la punta di un iceberg, solo il bello. C’è tutta la trafila a rendere odioso l’arrivo delle festività.
Mentre Iyv ficcava in valigia una o due cose per poi riempire il vano portabagagli di cianfrusaglie, Hogan era più puntiglioso e si era messo a scrivere tutta una lista di cose da preparare in anticipo per sprecare meno tempo possibile.
-Crema solare?- domandò facendo l’ultimo controllo.
-Ma a te non serve, abbronzatissimo sotto  raggi del sole… - fece Iyv sventolandosi con un ventaglio di carta per non soccombere all’afa e canticchiando con fare appena stonato.
-E’ per Helena.-
-C’è.-
-Anti zecche?-
-C’è.-
-Chiuso il gas?-
-Chiuso.-
-La porta del garage?-
-Chiuso, chiuso, chiuso. Jack ha fatto la pipì e a me sta per scappare di nuovo, partiamo?-
-Preso l’ombrellone?-
Silenzio.
-Iyv!!-
-Ehm… e se lo comprassimo di là?-
L’occhiataccia in cagnesco del compagno rispedì il biondo nel garage a recuperare l’attrezzatura estiva. Ficcarono ombrellone e sedie sdraio nel portabagagli, poi Hogan passò al fidanzato la lista che stava controllando e chiuse il portello. Iyv scorse l’elenco e non poté non sorridere compiaciuto per la perfetta organizzazione. Se avessero lasciato fare a lui, avrebbero perso ore e ore di tempo ad incastrare valigie e borse in macchina per poi togliere tutto venti volte per controllare cosa mancasse.


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Capitolo 8
*** Sfumature d'un sorriso ***


Prompt: Traccia
Note: scritta dalle 13:39 alle 13:44. Siii!! Cinque minuti giusti!! Yatta!!!



Quando Iyv seguiva una traccia, mutava radicalmente.
Hogan lo seguiva nel suo lavoro da qualche mese e non poteva fare a meno di soffermarsi incantato a fissarlo. Spariva l’aria allegra che lo caratterizzava, il suo sorriso assumeva sfumature sconosciute. C’era interesse, il gusto della scoperta, concentrazione, persino rabbia per i delitti compiuti; tante cose, troppe tutte insieme per essere scoperte in pochi attimi.
Iyv prendeva appunti da alcuni vecchi rapporti su un caso di delitti efferati, il cui autore doveva trovarsi in carcere, perciò ci si chiedeva: era davvero quell’uomo a dover finire sulla sedia elettrica?
Era più un favore personale al secondino Theodore che un vero interesse alla vicenda. Iyv stava lavorando ad un altro caso prima che l’amico lo supplicasse di dare un’occhiata a quelle carte. Lavorava in carcere da diversi anni, ma quell’uomo per lui era innocente.
Ed eccolo lì, Iyv, a rigirarsi le ciocche dietro le orecchie e scrivere, scrivere, scrivere, dedurre, dedurre. Hogan stava riportando sulla lavagna le conclusioni da lui scritte, eppure non riusciva a scrivere più di due parole senza voltarsi a fissarlo.
Era bellissimo.

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Capitolo 9
*** Salvataggio ***



Prompt: Ferire
Note: scritta dalle 20:52 alle 21:00 sforato di nuovooooo >_<  ... Sapete che il vero nome di Iyv è Patrizio, vero? o.o E
Questa è un po' angst  Q^Q




Si era rifiutato di rimanere in disparte.
Si era rifiutato di vederlo uscire da quell’edificio su una barella.
Hogan aveva tanto insistito da riuscire a seguire gli agenti all’interno della villa.
I sospettati erano stati arrestati, bisognava solo trovare Iyv.
Lo stupido, stramaledetto, Iyv, che aveva fatto di testa sua. Aveva indagato su quel caso pericoloso e aveva fatto da esca pur di stanare quei trafficanti di droga, umani e armi.
Hogan lo chiamò in lungo e in largo, poi, uno degli agenti lo chiamò.
Era in cantina.
-Signore, è meglio se non entra.- gli dissero temendo per lo shock che le probabili condizioni dell’altro gli avrebbero causato. Ma a lui non importava. Non vederlo sarebbe stato molto peggio.
-Patrizio!- lo chiamò, la voce rotta dalla preoccupazione.
Quello non rispose.
Hogan lo chiamò ancora e ancora, poi lo vide, alla luce di una torcia.
Iyv giaceva a terra, imbavagliato e legato su un vecchio materasso sgangherato, il volto pesto, i lunghi capelli sporchi di sangue, i vestiti strappati in più punti.
-No!-
Hogan cadde in ginocchio su di lui.
-Mio Dio non…- si chinò sul suo corpo immobile senza nemmeno riuscire a formulare quella domanda che tanto temeva.
Era ancora vivo?
Lo sfiorò appena e quello aprì gli occhi. Gli parve di scorgere un sorriso dietro il bavaglio.
E malgrado tentasse di mostrarsi forte, le lacrime di sollievo lo tradirono.
Strinse i pugni, rabbioso. Perché non poteva più toccarli i bastardi che l’avevano ferito a quel modo eppure voleva ucciderli con le sue mani.


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Capitolo 10
*** Non era grave ***



Prompt: Universo
Note: scritta dalle 23:15 alle 23:21. Credo che ci sarà ancora un'altra fic con questi toni, giusto per chiudere la parentesi. Perché mo' ci vuole la ramanzina a quell'incosciente di Iyv. E anche una spiegazione che a Hogan preme molto. Una cosa molto delicata.


Non era grave, dicevano.
Dicevano.
Loro.
Hogan camminava in cerchio nella sala d’aspetto dell’ospedale. Aveva perso il conto dei minuti, delle ore, dei passi… aveva mentito ad Helena ancora una volta, ma prima o poi avrebbe dovuto dirle che Iyv era sotto i ferri.
Ma non era grave, dicevano.
Aveva delle costole rotte, una gamba rotta, contusioni ovunque, chissà cos’altro gli avevano fatto quei bastardi.
Se la sarebbe cavata, era l’unico sollievo che gli era stato concesso. Perché aveva visto com’era ridotto, l’ombra di quello che era.
Iyv era solare, intorno a lui si potevano quasi vedere luccichii e fiorellini, sprizzava energia da tutti i pori anche soltanto quando seduto alla scrivania sorseggiava il caffè e leggeva dei rapporti, attorcigliandosi le ciocche bionde dietro l’orecchio.
In quella cantina era immobile, quasi morto, spento.
Per un attimo, il suo universo era collassato.
Per un attimo aveva cessato di vivere.
Se Iyv fosse morto, un pezzo di sé l’avrebbe seguito e, ironia della sorte, proprio in quel momento aveva capito di dipendere da lui molto di più di quello che credeva.

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Capitolo 11
*** Incosciente ***



Prompt: Pericolo
Note: scritta dalle 23:40 alle 23:49 Ho sforato alla grande. Ma prometto che ci starò più attenta. E' solo che ho iniziato a scrivere e scrivere ed era un momento così delicato Q^Q







Quando aprì gli occhi, Iyv si accorse quasi subito di Hogan seduto accanto al suo letto.
Era completamente sveglio, a quanto pareva. Forse non aveva dormito così tanto, allora…
Eppure sentiva di non riuscire a muovere un muscolo. Era a pezzi.
-Patrizio.-
Forse l’aveva fatta troppo grossa, dal tono Hogan sembrava pronto ad una ramanzina.
Stringeva i pugni e i denti. Probabilmente voleva strattonarlo e prenderlo a calci fino allo sfinimento. Doveva essere davvero messo male se invece si limitava a fissarlo sull’orlo del pianto.
-Tu sei… un incosciente.- gli disse a denti stretti -Il più stupido degli incoscienti.-
-Scusa…- disse con un filo di voce, non riusciva a parlare bene.
-Scusa un corno! Hai idea di quello che hai rischiato?! Hai la concezione del pericolo?!-
Annuì.
-Perché devi sempre buttarti così? Perché?!-
Iyv non seppe rispondere, sapeva solo che quando c’era da porre fine a certe attività criminali, c’era poco da temere per la propria incolumità.
Hogan rimase in silenzio per qualche minuto, poi gli chiese -Cosa ti hanno fatto?-
-Mi hanno pestato.- rispose lui, con lo sguardo fisso contro il muro.
-Ho visto in che condizioni eri, Patrizio, non nascondermi niente. Ho chiesto un test, avrò i risultati. Perciò dimmelo tu: cosa ti hanno fatto?-
Aveva paura di saperlo, paura che l’avessero toccato, che avessero cancellato con la violenza il suo Iyv, quello allegro come il sole.
Iyv scosse il capo.
-No.- disse, si morse le labbra -Non erano stupidi, se l’avessero fatto, sarebbero arrivati a loro, prima o poi…- morse le labbra ancora di più -Hogan… avvicinati…-
Hogan obbedì, temendo in cuor suo che Iyv mentisse.
-Abbracciami…-
Lo strinse a se, delicatamente, attento a non fargli male più di quanto non soffrisse.
-Ho avuto… ho avuto tanta… ho temuto di non vederti mai più…-
Era una delle poche volte in cui Iyv piangeva terrorizzato. Hogan lo strinse a se ancora di più, perché a parole non poteva più dirgli nulla, i singhiozzi gli avevano chiuso la gola.








Note: Comunque non abbiate paura, Iyv non ha mentito. Ma ciò non toglie che quelli li massacro!

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